La sua implementazione sul territorio regionale
L'Accordo di collaborazione per la realizzazione di attività di volontariato finalizzate all'integrazione sociale di persone inserite nell'ambito di programmi governativi di accoglienza per richiedenti protezione internazionale
La sua implementazione sul territorio regionale
Indice
1) Presentazione | Pag. 1 |
2) Note metodologiche | Pag. 1 |
3) Risultati 3.1) Distribuzione territoriale e ammontare dei trasferimenti 3.2) Volontari e attività | Pag. 2 |
4) Punti di forza e criticità | Pag. 5 |
1)
Presentazione
L'Accordo di collaborazione oggetto del presente report è stato sottoscritto nel 2015 tra Regione Xxxxxx-Romagna, Prefettura-UTG di Bologna, ANCI Xxxxxx-Romagna, Forum Terzo Settore Xxxxxx-Romagna, CGIL-CISL-UIL, organizzazioni regionali della cooperazione sociale.
Ha inteso attivare la collaborazione tra diversi soggetti (a partire da quelli istituzionali) per realizzare percorsi di accoglienza ed integrazione dei richiedenti protezione: questi percorsi dovevano favorire una maggior conoscenza ed integrazione nel contesto sociale in cui vivono, tramite lo svolgimento di attività volontarie con finalità sociali o di pubblico interesse.
Di durata annuale ed ora concluso, ha previsto, per ogni volontario avviato entro il 23 settembre 2016, un contributo forfettario pari a massimo 50 euro erogato agli Enti locali dalla Regione Xxxxxx- Romagna.
Il Servizio regionale Politiche per l'accoglienza e l'integrazione sociale della Regione Xxxxxx- Romagna ne ha definito le indicazioni tecniche applicative per la richiesta di contributo e ne ha curato il monitoraggio e la rendicontazione.
Questa nota descrive i principali risultati di questa prima attività di analisi, al fine di proporre ai sottoscrittori una serie di elementi utili alla valutazione dell'intervento.
2)
Note metodologiche
Questa nota presenta, sistematizzandole, le principali informazioni raccolte durante il monitoraggio analitico e la rendicontazione amministrativa.
Incrocia, a tal fine, le schede di monitoraggio compilate, da un lato, e le richieste di contributo ricevute dall'altro.
Questo report presenta le seguenti caratteristiche principali:
• Prende a riferimento il distretto socio-sanitario quale ambito territoriale analitico e gli Enti locali (Comune, Unione di Comuni) che operativamente hanno implementato la misura. Nella nota indicheremo nel dettaglio di quali Enti si tratta.
• Assume che gli Enti locali che non hanno fatto pervenire alla Regione la scheda di monitoraggio e/o la richiesta di contributo non hanno realizzato alcuna attività di cui all'Accordo di collaborazione.
• Mira, per quanto possibile, a raccogliere evidenze anche in merito alle attività realizzate autonomamente (cioè con fondi propri, senza il contributo regionale) dagli Enti locali su temi e con tempi analoghi a quelli dell'Accordo di collaborazione.
• In termini qualitativi, rende conto del punto di vista degli Enti locali; quello degli altri soggetti coinvolti, e dei beneficiari finali in primis, non è invece stato specificamente indagato. E' pertanto aperto ad ulteriori approfondimenti.
Al capitolo 3 presentiamo gli esiti dell'elaborazione dei dati quantitativi disponibili.
Al capitolo 4 alcune prime riflessioni e valutazioni in merito all'intervento raccolte dagli Enti locali.
3)
Risultati
3.1)
Distribuzione territoriale e ammontare dei trasferimenti
La tabella 1 presenta la distribuzione territoriale dell'implementazione dell'Accordo di collaborazione in Xxxxxx-Romagna.
Sono 19 i distretti nell'ambito dei quali gli Enti locali hanno realizzato attività di volontariato con i rifugiati, con o senza contributi regionali; si tratta del 50% sul totale.
Si concentrano soprattutto in Romagna (6 distretti attivi su 8, corrispondenti al 75% sul totale)
ed Emilia Centrale (6 su 10; 60%); significativamente meno in Xxxxxx Xxxx (7 su 20; 35%).
Gli Enti locali coinvolti sono 25: 19 Comuni singolarmente intesi e 6 Unioni di Comuni; in complesso, i Comuni coinvolti risultano quindi 61,vale a dire il 18,2% sul totale (poco meno di 1 su 5).
16 sono i distretti i cui Enti locali hanno realizzato attività di volontariato con i rifugiati con contributi regionali.
I tre distretti mancanti fanno riferimento ai Comuni di Modena e di Ferrara e all'Unione dei Comuni del Frignano, che hanno infatti realizzato con fondi propri attività di cui all'Accordo di collaborazione.
Finanziamento regionale: ammonta a 36.450 euro la somma complessivamente impegnata e liquidata dalla Regione Xxxxxx-Romagna agli Enti Locali.
Tabella 1
Volontariato rifugiati: attività realizzate e attività finanziate con contributo regionale, per distretto e per provincia
Provincia | Distretto | Attività realizzate | Attività realizzate con contributo RER | Enti locali coinvolti |
Piacenza | Ponente | X | X | Comune di Sarmato |
Piacenza | ||||
Levante | ||||
Parma | Parma | X | X | Comune di Parma, Unione Bassa Est Parmense |
Fidenza | X | X | Comune di Fidenza | |
Valtaro Valceno | ||||
Sud Est Langhirano | ||||
Reggio Xxxxxx | Valdenza Montecchio | |||
Reggio Emilia | X | X | Comune di Reggio Xxxxxx | |
Xxxxxxxxx | ||||
Correggio | ||||
Scandiano | ||||
Castelnuovo Monti | ||||
Modena | Carpi | |||
Mirandola | ||||
Modena | X | (Il Comune di Modena ha realizzato attività con fondi propri) | ||
Sassuolo | X | X | Comuni di Formigine e Sassuolo | |
Pavullo nel Frignano | X | (L'Unione dei Comuni del Frignano ha realizzato attività con fondi propri) | ||
Vignola | ||||
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | ||||
Bologna | Reno, Lavino e Samoggia | X | X | Comune di Sasso Marconi |
Appennino Bolognese | X | X | Comuni di Vergato, Marzabotto, Camugnano, Lizzano in Belvedere | |
San Xxxxxxx di Savena |
Pianura Est | X X | Comune di Granarolo, Unione Reno Galliera | ||
Pianura Ovest | ||||
Bologna | X X | X X | Comune di Bologna | |
Imola | Comune di Imola | |||
Ferrara | Ovest | |||
Centro Nord | X | (Il Comune di Ferrara ha realizzato attività con fondi propri) | ||
Sud Est | ||||
Ravenna | Ravenna | X X X | X X X | Comune di Cervia |
Lugo | Unione Bassa Romagna | |||
Faenza | Unione Romagna Faentina | |||
Forlì Cesena | Forlì | |||
Cesena Valle del Savio | X | X | Unione Valle del Savio | |
Rubicone | ||||
Rimini | Rimini | X X | X X | Comune di Novafeltria |
Riccione | Comune di Cattolica | |||
TOT Xxxxxx-Romagna | - | 19 | 16 | - |
3.2)
Volontari e attività
Sono 729 i volontari le cui attività hanno ottenuto un contributo regionale; 180 sono in Emilia- Nord, 287 in Emilia Centrale e 262 in Romagna.
Il settore prevalente di attività è quello del verde pubblico e degli spazi esterni urbani (46%), seguito – a distanza – dalle attività culturali (28%), dalle attività sociali o educative (16%), dalla manutenzione di strutture, edifici, spazi interni (6%) ed, infine dall'organizzazione di eventi pubblici (4%). In media, ogni volontario ha realizzato attività di volontariato in 1,4 settori
Complessivamente, sono 1.538 le attività di volontariato attivate e segnalate, con o senza contributo regionale.
• Quale è il totale dei richiedenti asilo coinvolti in attività di volontariato in regione? Sono certamente di più rispetto ai 729 finanziati, in quanto un buon numero di attività (524 su 1.538, ovvero circa un terzo) è stata realizzata autonomamente dai territori, cioè senza finanziamenti regionali.
Pertanto il totale di richiedenti asilo coinvolti attivamente è stimato attorno alle 1.100 persone.
• Qual è l'incidenza relativa di questo intervento rispetto ai beneficiari potenziali totali?
Considerando soltanto gli ospiti dei CAS (esclusi quindi lo SPRAR e le altre soluzioni informali e
formali disponibili sul territorio) e mettendo al denominatore la media delle accoglienze nel periodo di vigenza della misura (da settembre 2015 a settembre 2016), il risultato è: 10,2% in riferimento alle attività finanziate e circa 14% in riferimento alle attività totali.
Nette sono le differenze a livello provinciale:
- Considerando soltanto le attività finanziate dalla Regione emergono Ravenna e Bologna col 22% sul totale dei beneficiari potenziali presenti; Forlì Cesena col 9%; Parma, Reggio Xxxxxx, Modena e Rimini col 6%; Piacenza col 2%; Ferrara 0%.
- Relativamente diverso è il quadro territoriale che emerge se si considera il totale delle attività realizzate: al primo posto si confermano Ravenna e Bologna (22%), quindi Modena (20%), Ferrara (19%), Forlì Cesena (9%), Parma, Reggio Xxxxxx e Rimini col 6%, infine Piacenza col 2%.
4)
Punti di forza e criticità
Sulla base delle osservazioni ricevute nelle schede di monitoraggio si evidenziano sinteticamente alcuni punti di forza ed alcune criticità rispetto alla attuazione dell’Accordo regionale.
Punti di forza:
• Lo schema di convenzione è stato complessivamente adottato e dunque ha avuto una effettiva azione orientativa e di omogeneizzazione delle esperienze.
• Non sono state segnalate esperienze problematiche che potessero essere intese come
sostitutive delle normali attività di lavoro strutturato e retribuito.
• I Comuni esprimono un giudizio complessivamente positivo rispetto alle esperienze attivate ed un buon livello di partecipazione e soddisfazione dei richiedenti asilo.
• Buono il livello coinvolgimento sia degli enti gestori CAS, sia delle Prefetture, sia di circa un centinaio di soggetti del Terzo Settore ( associazioni di volontariato, APS e cooperative).
• Costruzione in diversi territori di una nuova governance tecnica tra Comune, enti gestori CAS e volontariato.
• In alcuni casi le esperienze di volontariato per richiedenti asilo si sono incardinate nell’ambito di percorsi più allargati di cittadinanza attiva promossi da alcuni Comuni (esempio: Rimini, Parma).
• Interessante coinvolgimento delle scuole secondarie di secondo grado e delle istituzioni culturali (esempio: Parma, Bologna).
• Attivazione in autonomia di nuove collaborazioni dirette tra enti gestori CAS e organizzazioni di volontariato (esempio: Reggio Xxxxxx).
Criticità:
• La procedura amministrativa è stata ritenuta da alcuni troppo complessa; da qui la rinuncia
della richiesta di contributo regionale.
• Ben 4/5 mesi dell’Accordo sono stati spesi per impostare a livello territoriale la governance e la procedura: ad esempio diverse amministrazioni hanno adottato la procedura di pubblica manifestazione di interesse e/o co-progettazione per selezionare le associazioni di volontariato.
• In alcuni territori non sono state individuate organizzazioni di volontariato disponibili, per cui le esperienze si sono attivate direttamente con un Accordo tra Comune ed ente gestore CAS.
• La conoscenza limitata della lingua italiana ha rappresentato un limite nella definizione dei percorsi, così come si sono verificati anche alcuni episodi di abbandono.
• Si segnalano difficoltà da parte dei Comuni nell’individuare personale per seguire questi percorsi.
• Le realtà meno strutturate hanno avuto qualche difficoltà ad attivare la copertura assicurativa.
• Ad integrazione delle attività di volontariato, alcuni ritengono opportuno affiancare iniziative di socializzazione e sensibilizzazione rivolte alla comunità territoriale complessivamente intesa.
A cura del Servizio Politiche per l'accoglienza e l'integrazione sociale Regione Xxxxxx-Romagna
24 novembre 2016