Accordo di programma
Accordo di programma
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e socio-sanitari
previsti dal XXXXX XX XXXX 0000-00 (Documento di programmazione del welfare locale)
Ai sensi
• dell’art. 19 della legge n. 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
• dell’art. 18 della legge regionale 3/2008, “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario”
Tra
Le Amministrazioni comunali di: Basiano, Grezzago, Masate, Pozzo d’Adda, Trezzano Rosa, Trezzo sull’Adda, Vaprio d’Adda, che compongono l’Ambito di Trezzo sull’Adda;
L’Azienda Speciale Consortile Offertasociale ente attuatore del Piano di Zona;
L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Melegnano e Martesana;
L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano, rappresentata dal Direttore Generale, xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxx
Dato atto che
la legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” individua il Piano di Zona dei servizi socio-sanitari come strumento fondamentale per la realizzazione delle politiche di intervento nel settore socio-sanitario con riferimento, in special modo, alla capacità dei vari attori istituzionali e sociali di definire, nell’esercizio dei propri ruoli e compiti, scelte concertate in grado di delineare opzioni e modelli strategici adeguati per lo sviluppo di un sistema a rete dei servizi socio-sanitari sul territorio di riferimento;
e stabilisce che
⋅ i Comuni associati, a tutela dei diritti della popolazione, d'intesa con le aziende unità sanitarie locali ora Agenzie di Tutela della Salute, in attuazione della legge regionale n. 23/15, provvedono a definire il piano di zona, nell'ambito delle risorse disponibili;
⋅ il piano di zona è, di norma, adottato attraverso Accordo di programma ai sensi dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142, e successive modificazioni;
⋅ all'accordo di programma, per assicurare l'adeguato coordinamento delle risorse umane e finanziarie, partecipano i soggetti pubblici di cui al comma 1dell’art. 19 della legge n. 328/00, nonché i soggetti di cui all'articolo 1, comma 4, e all'articolo 10 della stessa legge n. 328/00, che attraverso l'accreditamento o specifiche forme di concertazione concorrono, anche con proprie risorse, alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto nel piano.
La legge regionale 12 marzo 2008, n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale”, così come modificata dalla l.r. 11 agosto 2015, n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33”
• all’articolo 11, comma 1, lettera a) attribuisce alla Regione la funzione di indirizzo per la programmazione delle unità di offerta sociali;
• all’articolo 13, comma 1, lettera a) attribuisce ai Comuni singoli e associati e alle Comunità montane, ove delegate, la funzione di programmare, progettare e realizzare la rete locale delle unità di offerta sociali, nel rispetto degli indirizzi e conformemente agli obiettivi stabiliti dalla Regione, anche promuovendo la partecipazione dei soggetti di cui all’articolo 3 della stessa legge;
• all’articolo 18
- individua il Piano di Zona quale strumento di programmazione in ambito locale della
rete d’offerta sociale, nel quale sono definiti le modalità di accesso alla rete, gli obiettivi e le priorità di intervento, gli strumenti e le risorse necessarie alla loro realizzazione;
- definisce le modalità di approvazione, di attuazione, la durata e l’ambito territoriale
di riferimento del Piano di Zona
Nelle more dell’applicazione della Legge regionale 22 del 14 Dicembre 2021 “Modifiche al Titolo I e al Titolo VII della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 e degli atti applicativi della stessa si procede ai sensi della legge regionale 11 agosto 2015 n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)” che favorisce, per quanto di competenza, l’integrazione del SSL con i servizi sociali di competenza delle autonomie locali;
• all’art 1 afferma che il sistema sanitario, sociosanitario e sociale integrato lombardo, di seguito denominato sistema sociosanitario lombardo (SSL), promuove e tutela la salute ed è costituito dall’insieme di funzioni, risorse, servizi, attività, professionisti e prestazioni che garantiscono l’offerta sanitaria e sociosanitaria della Regione e la sua integrazione con quella sociale di competenza delle autonomie locali;
• all’art. 2 prevede che la programmazione, la gestione e l’organizzazione del SSL sono attuate con gradualità e nei limiti delle risorse economiche disponibili e si conformano a principi generali, tra cui la promozione delle forme di integrazione operativa e gestionale tra i soggetti erogatori dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali del SSL e l’attuazione del principio
di sussidiarietà orizzontale nell’individuazione delle soluzioni gestionali dei servizi a livello territoriale;
• all’art 6 rimarca che le ATS garantiscono l’integrazione di tali prestazioni con quelle sociali di
competenza delle autonomie locali;
• all’art. 7 evidenzia che le ASST favoriscono l’integrazione delle funzioni sanitarie e
sociosanitarie con le funzioni sociali di competenza delle autonomie locali;
• all’art. 9 prevede che il SSL attiva modalità organizzative innovative di presa in carico in grado di integrare, anche facendo uso delle più aggiornate tecnologie e pratiche metodologiche, in particolare di telemedicina, le modalità di risposta ai bisogni delle persone in condizione di cronicità e fragilità, per garantire la continuità nell’accesso alla rete dei servizi e l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali;
• in più articoli indica la necessità dell’integrazione delle politiche sanitarie e sociosanitarie con quelle sociali di competenza delle autonomie locali nell’ambito del SSL, favorendo la realizzazione di reti sussidiarie di supporto che intervengono in presenza di fragilità sanitarie, sociali e socioeconomiche; le reti sono finalizzate a tutelare il benessere di tutti i componenti della famiglia, anche in presenza di problematiche assistenziali derivanti da non
autosufficienza e da patologie cronico-degenerative.
Richiamati
• il DPCM 14.2.2001 “Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio- sanitarie” che definisce tali prestazioni e attribuisce degli oneri conseguenti al FSN (Fondo Sanitario Nazionale) o agli Enti Locali;
• il DPCM 29.11.2001 “Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza” - le successive modifiche e integrazioni - e il DPCM 12.01.2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”, per le parti in vigore o che entreranno in vigore con successivi provvedimenti;
• la DGR 4111/2020 “Determinazioni in merito al percorso di definizione delle linee di indirizzo per la programmazione sociale territoriale – triennio 2021 -2023” che prevede tra l’altro la proroga degli accordi di programma fino alla sottoscrizione del nuovo Accordo di Programma per l’attuazione del Piano di Zona 2021 -2023 che dovrà concludersi entro il 31/12/2021;
• L’ “Approvazione delle Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2021-
2023” di cui alla DGR n. 4563/2021.
Premesso che
Ai sensi della DGR 4111/2020, il percorso di definizione delle Linee di indirizzo per il triennio 2021- 2023 prevede la realizzazione di momenti di lavoro con le rappresentanze degli Uffici di Piano, ATS, ASST, Terzo Settore, il cui apporto sarà significativo affinché le indicazioni riguardanti la nuova programmazione siano il più possibile espressione di partecipazione e condivisione.
In questa logica, il percorso per la predisposizione dei Piani di Zona 2021 – 2023 ha previsto - ai sensi della DGR 4563/2021 - le seguenti azioni:
• Condivisione e definizione in Cabina di Regia Unificata dei percorsi da seguire per attuare le indicazioni previste dalla normativa regionale in tema di programmazione zonale.
• Individuazione delle policy (Supporto alle persone in povertà, supporto alla progettazione individualizzata per persone con disabilità, Contrasto alla violenza di genere) ed avvio di gruppi di lavoro integrati per la costruzione di un sistema di indicatori per la valutazione dell’impatto delle politiche e delle misure messe in atto dall’Ambito (outcome).
• Declinazione a livello locale, attraverso le cabine di Regia Territoriali delle tematiche riguardanti l’integrazione socio sanitaria, partendo dall’analisi del documento sottoscritto nella precedente triennalità, individuando le criticità e stabilendo le priorità per il triennio 2021 – 2023.
• Coprogettazione a livello locale attraverso seminari tematici ai quali hanno partecipato tutti gli attori coinvolti nella programmazione zonale (Ambiti, Comuni, Terzo settore, ATS e ASST).
• Formazione congiunta per l’elaborazione di Profili di salute di Comunità finalizzati alla programmazione zonale.
Convenuto che
nell’ambito del processo di programmazione del welfare locale dell’Ambito distrettuale di Trezzo sull’Adda, il presente documento recepisce le indicazioni di ricomposizione delle politiche di welfare: i Comuni dell’Ambito e l’ATS della Città Metropolitana di Milano, le ASST Melegnano e Martesana concordano di sottoscrivere l’Accordo per la realizzazione del Piano di Zona articolato secondo gli obiettivi e gli impegni specifici indicati.
Visto
il verbale dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito distrettuale di Trezzo sull’Adda del 14/02/2022 durante il quale è stato approvato il Piano di Zona per l’anno 2021-23 (Allegato 1) al presente Accordo di Programma come sua parte integrante e sostanziale;
TUTTO CIO’ PREMESSO
si conviene e si sottoscrive il presente Accordo di Programma
Art. 1 – Oggetto
Il presente Accordo di programma, che rappresenta l’atto con cui i diversi attori adottano il Piano di Zona per l’anno 2021-23 (Allegato 1 al presente Accordo quale parte integrante e sostanziale), ha per oggetto la definizione dei reciproci rapporti fra i soggetti istituzionali coinvolti nell’attuazione dei servizi e degli interventi previsti nel Documento di programmazione del Welfare locale.
Art. 2 – Finalità ed obiettivi
Il presente Accordo di Programma intende dare concreta attuazione al processo di programmazione e progettazione locale del Piano di Zona, in attuazione degli obiettivi stabiliti dalla DGR regionale che mirano a stimolare percorsi di coordinamento e ricomposizione , che siano in grado di produrre risposte di sistema ai bisogni – vecchi e nuovi – in modo trasversale il territorio sistematizzando la cooperazione e il coordinamento sovrazonale tra Ambiti con ASST e ATS; in particolar modo per allargare e approfondire lo spettro di cooperazione tra gli attori territoriali e spingere per una reale sistematizzazione nella definizione di filiere integrate di servizi.
Il Piano di Zona dovrà focalizzarsi su progettazioni integrate e trasversali tra differenti aree di policy, per fornire risposte che superino la frammentarietà degli interventi avendo presente la multidimensionalità del bisogno.
Il Terzo settore e il privato profit, assumono un ruolo di crescente importanza e saranno coinvolti fin dalle prime fasi di progettazione: essi infatti potranno concorrere inizialmente all’individuazione degli obiettivi dei processi di programmazione locale e partecipare, anche in modo coordinato con
l'Ambito, alla definizione di progetti per servizi e interventi di cura alla persona. Questa sinergia richiederà un profondo rinnovamento nei metodi di lavoro e nelle relazioni ed implicherà l’introduzione di nuovi strumenti di valutazione dei cambiamenti ottenuti e dei risultati prodotti che superino la consueta e consolidata modalità di rendicontazione.
Art. 3 – Ente Capofila
I Comuni sottoscrittori del presente Accordo, così come deliberato dall’Assemblea dei sindaci, individuano Offertasociale Asc quale Ente Capofila responsabile dell’attuazione del presente Accordo.
L’Ente capofila assume l’onere di dare esecuzione sotto il profilo organizzativo-gestionale al Piano
di Zona ed alle indicazioni di politica sociale determinate dall’Assemblea Distrettuale.
In tale veste e in virtù della propria natura giuridica, l’Ente capofila si configura quindi quale ente delegato dai Comuni del Distretto, che opera per conto dei deleganti, vincolato nell’esecutività al mandato dell’Assemblea dei Sindaci.
L’Ente Capofila dell’Accordo di Programma è deputato a ricevere, anche tramite le ATS, le risorse, derivanti da fondi europei, regionali e statali, per la realizzazione di servizi ed interventi sociali a gestione associata dei Comuni afferenti all’Ambito.
Art. 4 – Territorio oggetto della programmazione e soggetti sottoscrittori
Sono soggetti sottoscrittori del presente Accordo:
- Le Amministrazioni comunali di: Basiano, Grezzago, Masate, Pozzo d’Adda, Trezzano Rosa, Trezzo sull’Adda, Vaprio d’Adda che compongono l’Ambito distrettuale di Trezzo sull’Adda
- L’Azienda Speciale Consortile Offertasociale ente attuatore del Piano di Zona
- L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Melegnano e Martesana
- L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano, rappresentata dal Direttore Generale, xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxx.
Potranno aderire all’Accordo anche tutti i soggetti di cui all’art. 18 c. 7 L.R. 3/2008.
Allo scopo di assicurare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra tutti i soggetti costituenti la rete locale dei servizi, e per individuare un contesto adeguato a formulare rappresentanze, saranno garantite modalità di consultazione stabili e periodiche degli aderenti al Piano di Zona.
Art. 5 – L’Ufficio di Piano
L’Ufficio di Piano è individuato, ai sensi dell’art. 18, comma 10, della L.R. 3/2008, come la struttura tecnico-amministrativa cui è affidato il coordinamento degli interventi e l’istruttoria degli atti di esecuzione del Piano.
Rappresenta la struttura gestionale e tecnica a supporto dell’Assemblea dei sindaci.
Le funzioni e l’articolazione organizzativa dell’Ufficio di Piano risultano quelle formalizzate dallo Statuto di Offertasociale Asc, testo aggiornato e definitivo modificato dall’Assemblea del 12 maggio 2020.
L’ufficio di Piano ha il ruolo di supporto tecnico e gestionale dei processi attuativi della programmazione zonale, riferiti in particolare agli obiettivi di ricomposizione e superamento della frammentazione, favorendo l’accesso ai servizi e promuovendo nuovi strumenti e azioni di welfare. Garantisce il coordinamento operativo tra i diversi Enti e i diversi progetti.
Definisce e verifica le modalità operative per l’attuazione dell’Accordo di Programma, redige relazioni sullo stato avanzamento dei lavori per i Comuni di ambito e tiene informati i soggetti sottoscrittori sull’andamento del processo di attuazione del Piano di Zona.
Questo ruolo si integra con l’assunzione di una funzione di programmazione e orientamento delle azioni innovative e di sperimentazione.
Si interfaccia con ATS e partecipa, attraverso il suo responsabile, alla Cabina di Regia di cui all’ar- ticolo 6, comma 6, lettera f) della legge regionale n. 23/15.
Art. 6 – Impegni dei soggetti sottoscrittori
Ferme restando le competenze di ciascun sottoscrittore, le parti firmatarie del presente Accordo di Programma si impegnano:
• a realizzare, per gli aspetti di competenza, le azioni del Piano di Zona nel rispetto dei criteri e delle modalità definite nel Piano stesso;
• alla reciproca collaborazione per lo sviluppo di azioni che ampliano i soggetti coinvolti e interessati alla programmazione zonale come la scuola, il terzo settore, le organizzazioni sindacali, anche attraverso protocolli di intesa e accordi laddove ritenuto opportuno, per la più ampia e diffusa realizzazione delle azioni previste;
• a favorire, programmandola, la partecipazione dei propri operatori ai diversi tavoli tecnici di confronto, monitoraggio e valutazione della programmazione;
• a individuare le forme più opportune di scambio di dati e di informazioni utili ai processi di monitoraggio, verifica e programmazione delle iniziative in campo sociale e socio- sanitario;
• a partecipare alla messa in rete dei propri servizi, alla preparazione e attuazione di regolamenti comuni, protocolli d’intesa e progetti che verranno approvati dall’Assemblea dei Sindaci.
• Ad effettuare la valutazione d’impatto delle policy individuate riportate all’art 8
In particolare, i Comuni:
• partecipano all’Assemblea di ambito distrettuale attraverso il Sindaco o delegato;
• rendono disponibili le risorse economiche, umane e strumentali per la realizzazione degli obiettivi e delle azioni contenute nel Piano Sociale di Zona e definite annualmente
dall’Assemblea dell’ambito distrettuale e supportano il consolidamento dell’Ufficio di Piano dell’Ambito;
• partecipano alle attività della Conferenza dei Responsabili dei servizi sociali attraverso i Dirigenti e/o Responsabili delle Politiche Sociali;
• partecipano alle attività delle Commissioni Tecniche Disabili-Anziani e Giovani, minori e Famiglia oltre al Coordinamento Inclusione Sociale del Piano di Zona;
• garantiscono i Livelli Essenziali ex art. 22 della legge 328/2000 e quant’altro contenuto nell’allegato Piano di Zona;
• Collaborano alla valutazione d’impatto
L’ATS della Citta Metropolitana di Milano concorre all’integrazione sociosanitaria e assicura la coerenza nel tempo tra obiettivi regionali e obiettivi della programmazione locale.
Prioritarie saranno, al riguardo, le azioni volte ad assicurare:
• il raccordo con le ASST territorialmente competenti per le funzioni inerenti la valutazione multidimensionale, le progettazioni integrate per interventi complessi riguardanti la tutela dei minori e delle donne vittime di violenza, l’assistenza degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, il sostegno e supporto delle diverse forme di fragilità e della vulnerabilità familiare;
• la condivisione tra ATS/ ASST/erogatori di ambito sanitario e sociosanitario/ Comuni, dei percorsi per una presa incarico integrata, con particolare attenzione alla cronicità, al fine di assicurare la continuità assistenziale, anche attraverso la razionalizzazione dei processi operativi;
• lo scambio informativo e la condivisione dei dati di attività e degli interventi quali strumenti
per l’esercizio efficace della governance del sistema.
• La collaborazione alla valutazione d’impatto
L’ATS si propone di realizzare tale integrazione operando a livello istituzionale, gestionale e operativo – funzionale.
Al fine di realizzare gli obiettivi di integrazione socio-sanitaria sopra espressi ATS assicurerà la “regia” nella stipula di eventuali accordi, protocolli operativi con i soggetti interessati, in relazione alle finalità da perseguire.
La ASST Melegnano e Xxxxxxxxx concorre, per gli aspetti di competenza, all’integrazione
sociosanitaria.
Prioritarie saranno, al riguardo, le azioni volte ad assicurare:
• il raccordo con l’ATS per le funzioni inerenti alla valutazione multidimensionale, le progettazioni integrate per interventi complessi riguardanti la tutela dei minori e delle donne vittime di violenza, l’assistenza degli anziani non autosufficienti e dei disabili, il sostegno e supporto delle diverse forme di fragilità e della vulnerabilità familiare;
• la condivisione con ATS, gli erogatori di ambito sanitario e sociosanitario ed i Comuni dei percorsi per una presa incarico integrata, con particolare attenzione alla cronicità, al fine di assicurare la continuità assistenziale, anche attraverso la razionalizzazione dei processi operativi;
• lo scambio informativo e la condivisione dei dati di attività e degli interventi quali strumenti
per l’esercizio efficace della governance del sistema;
• la collaborazione alla valutazione d’impatto
Gli Enti aderenti al presente Accordo:
• forniscono la disponibilità alla programmazione e realizzazione delle azioni e dei servizi ricompresi nella progettualità del Piano di Zona, nonché al loro monitoraggio e verifica, attraverso la partecipazione ai tavoli di area ed a eventuali gruppi di lavoro;
• danno disponibilità a procedure di qualificazione, accreditamento, collaborazione volte alla realizzazione del Piano di Zona;
• si impegnano a contribuire al percorso di programmazione e monitoraggio degli obiettivi del Piano di Zona mediante la partecipazione alle consultazioni convocate periodicamente dall’Ufficio di Piano;
• concorrono con proprie risorse, come previsto dalla legge n. 328/2000, secondo le opportunità offerte dalle proprie forme giuridiche e dalla singola azione di Piano, e comunque partecipando al processo di programmazione e di verifica con propri aderenti o proprio personale.
Art. 7 – Criterio premiale per la programmazione sovrazonale
Ai sensi della DGR 4563/2021 L’ambito di Trezzo sull’Adda in co-progettazione e co-relazione con gli ambiti di Melzo, Cernusco sul Naviglio e Pioltello, intende presentare i seguenti progetti innovativi:
• ATTIVAbili: facciamo squadra contro le povertà;
• Politiche sovra distrettuali per l’abitare;
• La Comunità digitale
Art. 8 – Valutazione d’impatto
I soggetti firmatari, si impegnano ai sensi della DGR 4563/2021, ad effettuare la valutazione
d’impatto sulle tre policy individuate nella cabina di regia del 8 settembre 2021 .
1) Agevolare lo sviluppo di una comunità sensibile e proattiva e attraverso il potenziamento delle competenze delle reti nei confronti della disparità di genere con particolare attenzione alle situazioni di violenza domestica. Favorendo l’accesso, la capacità di protezione e sviluppando l’empowerment delle donne vittime di violenza
2) Utilizzare la misura del Reddito di cittadinanza per strutturare un sistema integrato territoriale e forme di governance multifattoriali. Prevedere un approccio globale alla povertà (bisogni quali ad esempio, abitazione, lavoro, povertà genitoriale, gestione finanziaria, ecc) e valorizzare la dimensione comunitaria/locale.
3) il supporto alla progettazione individualizzata per le persone adulte con disabilità. Prevedendo :
• percorsi di integrazione ed inclusione che accompagnino la persona con disabilità/famiglia, sulla base dell’evoluzione dei bisogni, delle aspettative e dei desideri personali, nel corso complessivo della vita.
• modalità di presa in carico che rendano la persona con disabilità protagonista e partecipe della costruzione del suo progetto
• di avvalersi al meglio delle risorse collettive del territorio, risorse individuali e il sistema dei sostegni (Misure regionali, Comunali. )
• di contrastare la frammentazione degli interventi e della gestione delle risorse pubbliche e private
individuano almeno un referente per ente che partecipi all’elaborazione metodologica e alle diverse
fasi previste dal piano di valutazione allegato 3 al presente accordo di programma.
Art. 9 – Integrazione sociosanitaria
Per integrazione sociosanitaria si devono intendere “tutte le attività atte a soddisfare, mediante un complesso processo assistenziale, bisogni di salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la continuità di cura e quelle di riabilitazione”. Nel nuovo contesto la multidimensionalità del bisogno richiede necessariamente la programmazione di risposte sociosanitarie pensate in modo trasversale. La necessità di potenziare la filiera integrata dei servizi sociali e sanitari rende essenziale un miglior funzionamento delle modalità di lavoro congiunto tra Ambiti territoriali, ATS, ASST e gli attori sociali interessati. È necessario quindi proseguire nell’implementazione di un sistema che risponda ai “bisogni di ascolto, cura, sostegno e presa in carico” a sostegno della centralità della persona e della sua famiglia, attraverso una maggiore prossimità dei servizi, una presa in carico sempre più integrata e una continuità assistenziale per le persone.
Pertanto in questa nuova triennalità si dovrà tendere al superamento delle attuali forme di collaborazione, definendo un contesto istituzionale più autonomo e più forte a supporto:
1. dei processi di ricomposizione dell’integrazione delle risorse (delle ATS, delle ASST, dei Comuni e delle famiglie);
2. delle conoscenze (dati e informazioni sui bisogni, sulle risorse e dell’offerta locale);
3. degli interventi e servizi (costituzione di punti di riferimento integrati, di luoghi di accesso e governo dei servizi riconosciuti e legittimati) in ambito socioassistenziale e sociosanitario.
L’integrazione sociosanitaria trova declinazione, in continuità con le azioni in atto e tenuto conto dell’evoluzione dei bisogni e del contesto di riferimento, nello specifico documento, Allegato 2 del presente Accordo di Programma.
Art. 10 – Collaborazione con il Terzo Settore
Il sistema di governance della programmazione sociale, riconosce e valorizza il confronto con le realtà sociali del Terzo settore presenti nel territorio dell’Ambito, attraverso la costituzione di tavoli tecnici istituzionalizzati.
In particolare, la collaborazione con il Terzo settore è finalizzata a implementare politiche sociali in grado di affrontare territorialmente il tema della lotta alla vulnerabilità e il rafforzamento dell’inclusione sociale, anche attraverso co-progettazione e co-realizzazione e partenariato.
Art. 11 – Organi di governo del Piano di Zona
Le funzioni di governo del Piano di Zona vengono esercitate attraverso gli organismi di partecipazione e gestione indicati nel Piano di Zona allegato. La Cabina di Regia ex art. 6, comma 6, della L.r. 23/2015, articolata e regolamentata con la deliberazione della ATS n. 295 del 23/3/2017, si configura come strumento per l’istruttoria tecnica interistituzionale dell’attuazione del presente Accordo, la verifica, il confronto relativi agli aspetti attinenti l’attuazione gli impegni del presente
Accordo, con il compito, in particolare, di assicurare l’integrazione della rete socio-sanitaria con quella sociale, in modo da garantire continuità nel soddisfacimento dei bisogni sanitari, sociosanitari e sociali espressi dal territorio.
Art. 12 – Risorse
Le risorse economiche per l’attuazione del Piano di zona si riferiscono al budget costituito da finanziamenti statali, regionali e comunali.
I soggetti sottoscrittori convengono che le risorse finanziarie previste per l’attuazione del Piano di Zona siano destinate all’Ente Capofila, che ne assicurerà la gestione con propri atti amministrativi nei termini stabiliti dal Piano di Zona, nel rispetto delle normative in materia e secondo le disposizioni degli organi di governo e di gestione del Piano di Zona.
Art. 13 – Monitoraggio e Verifica
L’Assemblea dei Sindaci è responsabile del monitoraggio e della verifica degli obiettivi, dell’allocazione delle risorse, in relazione con gli obiettivi del Piano e delle priorità.
La vigilanza sull’esecuzione dell’Accordo di Programma è svolta da un Collegio composto da un rappresentante designato, con proprio atto successivo all’adozione del presente Accordo, da ciascuno degli enti firmatari. Il collegio elegge tra i suoi componenti un Presidente.
L’Ufficio di Piano provvede a fornire al collegio il supporto tecnico necessario.
Può essere convocato su richiesta di qualunque Ente o soggetto aderente. Svolge funzione di prima conciliazione di contenziosi o di ricorsi da parte di sottoscrittori, aderenti o soggetti privati, su cui si pronuncia, anche sentite le parti, nel termine di 30 giorni.
Per la risoluzione di eventuali controversie insorte durante le fasi di attuazione del Piano di Zona e non composte bonariamente, ai sensi dell’art. 34 comma 2, legge 267/2000 si farà ricorso all’arbitrato.
La votazione del Collegio di Xxxxxxxxx avviene a maggioranza assoluta.
Art. 14 – Verifiche e aggiornamento
L’Assemblea dei Sindaci del Distretto si riunisce almeno una volta all’anno per procedere alla verifica ed eventuale aggiornamento del Piano in funzione degli obiettivi raggiunti e alle nuove esigenze che emergeranno, adottando gli eventuali adeguamenti e, nel caso, procedere al coinvolgimento di nuovi attori nel processo di realizzazione del Piano.
L’Ufficio di Piano, anche con il coinvolgimento del Tavolo di Sistema e dei Tavoli di programmazione con il terzo settore, riferirà all’Assemblea dei Sindaci distrettuale in merito a verifiche di sistema e proposte di miglioramento e di sviluppo.
Art. 15 – Durata dell’Accordo e responsabilità della sua attuazione amministrativa
Il presente Accordo di Programma, conformemente alla durata del Piano di Zona, decorre a partire dalla sua sottoscrizione e fino al 31 dicembre 2023 salvo eventuali proroghe disposte da Regione Lombardia.
Il Responsabile dell’attuazione amministrativa dell’Accordo di programma è individuato nella figura
del Responsabile dell’Ufficio di Piano.
Data
Letto, confermato, datato e sottoscritto digitalmente
Per l’Ambito di Trezzo sull’Adda – Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci di Ambito
Per il Comune di Basiano - il Sindaco
Per il Comune di Grezzago - il Sindaco
Per il Comune di Masate - il Sindaco
Per il Comune di Pozzo - il Sindaco
Per il Comune di Trezzano Rosa - il Sindaco
Per il Comune di Trezzo sull’Adda - il Sindaco
Per il Comune di Vaprio - il Sindaco
Per Offertasociale - il Legale Rappresentante
Per l’ATS della Città Metropolitana di Milano – il Direttore Generale
Per l’ASST di Melegnano e Xxxxxxxxx – il Direttore Generale
Al presente Accordo di Programma potranno aderire tutti i soggetti di cui all’art. 18 c. 7 L.R. 3/2008.
Allegato 1: Xxxxx xx Xxxx
Xxxxxxxx 0: Obiettivi e percorsi di integrazione socio-sanitaria condivisi
Allegato 3: Piano di valutazione d’impatto policy
Ambito Distrettuale Trezzo sull’Adda
PIANO DI ZONA TREZZO SULL’ADDA
2021 - 2023
UFFICIO DI PIANO OFFERTASOCIALE
Sommario
1. Esiti della programmazione zonale 2015-2017 1
1.1 Obiettivi area della conoscenza 1
1.2 Obiettivi area delle risorse 2
1.3 Obiettivi area dei servizi 3
2. Dati di contesto e quadro della conoscenza 8
2.1 La fotografia del territorio 8
2.2 Analisi socio-demografica del territorio 8
2.2.1 La popolazione residente 8
2.2.2 Lo sviluppo urbano dei piccoli centri 10
2.2.3 La distribuzione della popolazione per genere e classi di età 10
2.2.5 La popolazione straniera 18
2.2.5.1 Immigrazione e tenuta demografica 18
2.2.5.2 Distribuzione della popolazione straniera 20
2.2.5.3 Dinamiche della popolazione straniera residente 21
2.2.5.4 Bilancio demografico della popolazione straniera 22
2.2.5.5 Distribuzione per classi d’età 24
2.2.5.6 Popolazione straniera per genere 25
2.2.5.7 Popolazione straniera per nazionalità di provenienza 25
2.3 Analisi della spesa sociale del territorio 26
2.3.1 Incidenza della spesa sociale nelle diverse aree di intervento 28
2.3.2 La spesa sociale comunale nell’Ambito di Trezzo 29
2.3.3 I canali di finanziamento della spesa sociale comunale 31
2.3.4 Modalità di gestione della spesa 32
3. Analisi dei soggetti e della rete presente sul territorio 36
3.1 La governance territoriale 36
3.1.1 Assemblea dei Sindaci di Ambito Territoriale (ASAT) 36
3.1.3 Le Conferenza dei Responsabili dei Servizi 37
3.1.5 Le Commissioni Tecniche e il Coordinamento Inclusione Sociale 38
3.1.6 I Tavoli d’area e i gruppi di lavoro 38
3.1.7 Cabina di Regia unificata e territoriale ATS Milano e Città Metropolitana /ASST Melegnano Martesana 38
3.1.8 Comitato della comunità generativa – Comitato promotore 39
3.2 La situazione delle unità di offerta sociali Ambito di Trezzo sull’Adda 40
3.2.1 Le unità di offerta sociali 40
3.2.1.1 UdOS Prima Infanzia 41
3.2.1.3 UdOS a favore di persone con disabilità 42
3.2.1.4 UdOS a favore di Xxxxxxx 43
3.2.3 L’anno 2020 e le conseguenze del virus COVID-19 sul il sistema delle XxXX 00
3.2.4 Fondo sociale regionale 45
4. Analisi dei bisogni e delle risposte del territorio 46
4.1 L’area della Non Autosufficienza: gli interventi a favore di anziani e disabili 46
4.1.1 Il Fondo Nazionale non Autosufficienza - FNA 46
4.1.2 Il Reddito di Autonomia Voucher Anziani e Disabili 53
4.1.3.2 Impatto emergenza sanitaria Covid-19 e prospettiva futura 61
4.1.4 Assistenza Educativa Scolastica 61
4.2 Area povertà e inclusione sociale 65
4.2.1 Indicatori di povertà, esclusione sociale e deprivazione materiale 65
4.2.3 Il Reddito di Cittadinanza 69
4.3 Il fabbisogno abitativo nell’Ambito di Trezzo sull’Adda 71
4.3.1 Le misure per il mantenimento dell’alloggio 73
4.4 L’area immigrazione: il servizio STARS e lo SPRAR 29 75
4.5.1 Pacchetto Famiglia (Dgr 2999/2020) 77
4.5.2 DGR 7626/17, misura “Comunità per minori vittime di abuso” 79
4.5.3 Analisi dei bisogni specifici 79
5. Individuazione di obiettivi e azioni condivise 81
5.1 Obiettivi di Ambito per la Non Autosufficienza 81
5.2 Obiettivi di Ambito finalizzati all’Inclusione Sociale 87
5.3 Obiettivi di Ambito per Giovani, Xxxxxx e famiglie 93
5.4 Rete interistituzionale antiviolenza V.I.O.L.A 101
5.5 Gli obiettivi sovrazonali 104
5.5.1 ATTIVAbili: facciamo squadra contro le povertà 104
5.5.2 Politiche sovra distrettuali per l’abitare 105
5.5.3 La comunità digitale 105
6. Definizione di un sistema per la valutazione 107
6.1 La Valutazione d’impatto nella programmazione zonale 2021/23 nel territorio dell’ATS Città
Metropolitana di Milano 107
7. Presentazione progetti e percorsi di integrazione sociosanitaria 112
7.1 L’integrazione socio sanitaria 112
7.1.1 Definizione del contesto 112
7.1.2 Metodologia del gruppo di lavoro 114
7.1.3 Gruppo non autosufficienza: Valutazione Multidimensionale – Ammissioni e Dimissioni Protette 114
7.1.4 Gruppo minori: Valutazioni integrate e sostegno alla genitorialità 117
1. Esiti della programmazione zonale 2015-2017
Nell’Ambito di Trezzo sull’Adda la situazione di instabilità territoriale connessa alla necessità di ridefinizione dei confini dell’ambito distrettuale come prevista dalla Legge Regionale 23/2015, ha comportato una richiesta di proroga del Piano di Zona 2015-2017. Ad oggi l’ipotesi di accorpamento con gli Ambiti di Pioltello, Cernusco sul Naviglio e Melzo in un unico Ambito Distrettuale denominato Adda Martesana, avviata negli anni successivi alla Legge Regionale, ha favorito il rafforzamento della collaborazione tra gli stessi, condividendo buone prassi e modalità di lavoro congiunte. Non si è ancora giunti ad un accordo per la realizzazione di un unico Piano di Zona, ma nella fase di programmazione per il Documento zonale 2021- 2023 sono stati condivisi 3 obiettivi strategici che verranno approfonditi successivamente.
La proroga del documento di programmazione ha fatto sì che gli obiettivi definiti precedentemente risultassero, ad oggi, datati e poco rispondenti ai bisogni territoriali.
Tuttavia, in risposta alle macro aree dei bisogni evidenziati nel Piano di Zona 2015-2017, nel corso degli ultimi anni sono state avviate delle azioni che verranno esplicate di seguito.
Viste le considerazioni fin qui evidenziate e la numerosità degli obiettivi del documento di programmazione precedente, si è deciso di analizzarne il perseguimento e gli esiti accorpandoli per macro aree:
• Area della conoscenza
• Area delle risorse
• Area dei servizi
1.1 Obiettivi area della conoscenza
• Semplificare le informazioni al cittadino/facilitare l’accesso
• Rilevare bisogni nuovi o inespressi
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 40% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | 40% |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 0% |
CRITICITÀ RILEVATE | Resistenza da parte dei cittadini rispetto all’accesso ai servizi territoriali. Nuove prese in carico legate alla pandemia. |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | NO Il bisogno persiste ed è stato riportato nella nuova programmazione |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | SI |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA | SI Facilitare l’accesso della cittadinanza deve essere una |
DIMENSIONE | OUTPUT |
PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | priorità per i servizi |
1.2 Obiettivi area delle risorse
• Integrare la spesa sociale dei comuni
• Garantire un’adeguata presa in carico professionale
• Facilitare l’accesso ai servizi
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 70% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | 70% |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 0% |
CRITICITÀ RILEVATE | Elevato turnover delle figure professionali Assistenti Sociali. Difficoltà di condivisione modelli operativi |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | SI L’adozione di una scheda condivisa di Segretariato Sociale ha facilitato l’uniformarsi della presa in carico nella fase iniziale |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | SI |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | NO L’obiettivo verrà declinato nelle diverse aree di competenza |
• Sviluppare nuovi modelli associativi
• Aggregare nuovi volontari su obiettivi comuni
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 50% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | Non pertinente |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 50% |
CRITICITÀ RILEVATE | Debolezza e frammentazione dell’associazionismo attivo sul territorio dell’ambito |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN | NO Il bisogno persiste ed è stato riportato nella nuova |
DIMENSIONE | OUTPUT |
BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | programmazione L’Ufficio di Piano e il Forum III settore hanno intrapreso un percorso di promozione ed attivazione dell’associazionismo con lo scopo di implementare un processo di condivisione di strategie e modalità concrete d’azione in rete e di dialogo con le amministrazioni comunali e sovracomunali. |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | SI |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | SI Il rafforzamento del coinvolgimento e della collaborazione con gli enti del III settore, è un obiettivo che il nuovo Piano di Zona intende perseguire |
1.3 Obiettivi area dei servizi
• Uniformare l’accesso ai servizi al cittadino
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 30% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | 30% |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 0% |
CRITICITÀ RILEVATE | La disinformazione rispetto ai servizi offerti, alle misure nazionali e/o regionali, ai diritti dei cittadini, è ancora molto diffusa. La pandemia ha messo inoltre in maggiore evidenza le difficoltà e la disuguaglianza nell’accesso ai servizi. |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | NO L’organizzazione dei servizi è ad oggi ancora molto lontana dal garantire uniformità di accesso ai servizi. La pandemia ha complicato ulteriormente il perseguimento dell’obiettivo ostacolando l’accesso della cittadinanza e complicando la gestione dell’accoglienza da parte dei servizi. |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | SI |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | SI In modo trasversale alle diverse aree ed in particolare attraverso l’obiettivo strategico interambito finalizzato alla digitalizzazione a favore della cittadinanza |
• Definire procedure e strumenti per uniformare il funzionamento dei servizi comunali rivolti alla tutela dei minori
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 60% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | Non pertinente |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 70% |
CRITICITÀ RILEVATE | Elevato turnover delle figure professionali Assistenti Sociali. Difficoltà di condivisione modelli operativi |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA | NO Ad oggi è stata individuata una figura di coordinamento e consulenza che ha l’obiettivo di uniformare i servizi di tutela minori, individuando e condividendo le buone prassi all’interno dell’ambito territoriale |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | NO |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | Sì. Il nuovo Piano di Zona prevede un obiettivo specifico |
• Innovare gli interventi nell’ambito delle politiche giovanili al fine di sostenere l’occupabilità e il
benessere dei giovani
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 0% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | 0% |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 0% |
CRITICITÀ RILEVATE | Scarso investimento di risorse in progettazioni rivolte ai giovani |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | NO Sul territorio del Trezzese continuano ad essere poco presenti ed attive politiche giovanili promotrici di occupabilità e benessere |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | NO |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA | SI |
DIMENSIONE | OUTPUT |
PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | L’azienda Offertasociale intende individuare e perseguire buone prassi anche seguendo gli indirizzi regionali |
• Realizzare interventi per promuovere percorsi personalizzati verso l’autonomia a favore di persone
disabili
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 60% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | 60% |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 50% |
CRITICITÀ RILEVATE | Difficoltà nel garantire risposte adeguate ai cittadini disabili ed alle loro famiglie a fronte di diverse Misure di sostegno standardizzate con poco margine di elaborazione progettuale. |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | NO Il bisogno di presa in carico individualizzata, indipendentemente dalle misure predisposte, persiste ed è stato riportato nella nuova programmazione |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | NO |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | SI La presa in carico e l’individuazione di percorsi personalizzati, così come previsto dalla legge quadro L. 328/00, è un obiettivo del Xxxxx xx Xxxx 00-00 |
• Ridefinire le strategie operative dei servizi di inserimento lavorativo al fine di qualificare la capacità di risposta anche a nuove categorie di utenza
• Presa in carico complessiva del disagio conseguente alla perdita di lavoro
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 50% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | 50% |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 40% |
DIMENSIONE | OUTPUT |
CRITICITÀ RILEVATE | La misura di Reddito di Cittadinanza ha avuto numerose criticità nella fase di avvio dei controlli e delle progettualità destinate ai beneficiari. Questo ha comportato un ritardo nella loro presa in carico. |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | SI Diversi cittadini hanno sottoscritto Xxxxx di inclusione sociale previsti dalla misura del Reddito di Cittadinanza. Altri sono stati coinvolti in altre progettualità, come “Facciamo squadra contro la povertà” |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2012/2014)? | NO |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021- 2023? | NO Le misure e le progettualità in essere continueranno ad accogliere il bisogno lavorativo dei cittadini, senza definire un nuovo obiettivo nella programmazione sociale 21-23. Verrà condiviso un obiettivo premiale sovradistrettuale con la finalità di inclusione sociale a favore di soggetti fragili in linea con il progetto “Facciamo squadra contro la povertà” |
• Presa in carico integrata cittadino fragile
• Potenziare/supportare figura del case manager
DIMENSIONE | OUTPUT |
GRADO DI RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO RISPETTO A CIÒ CHE È STATO DEFINITO NELLA PROGRAMMAZIONE | 40% |
VALUTAZIONE DA PARTE DEGLI UTENTI (OVE PERTINENTE) | 40% |
LIVELLO DI COINCIDENZA TRA RISORSE STANZIATE E RISORSE IMPEGNATE/LIQUIDATE | 0% |
CRITICITÀ RILEVATE | il raccordo con i servizi specialistici per la presa in carico integrata è ancora debole e poco strutturata, anche a causa dell’assenza di protocolli operativi. La figura del case manager risponde alla realizzazione di progetti dettati da misure attive, ma perde di valenza una volta terminato il percorso. |
QUESTO OBIETTIVO HA ADEGUATAMENTE RISPOSTO AD UN BISOGNO PRODUCENDO UN CAMBIAMENTO POSITIVO NELL’AREA INDIVIDUATA COME PROBLEMATICA? | La necessità continua a permanere |
L’OBIETTIVO ERA IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE | NO |
DIMENSIONE | OUTPUT |
PRECEDENTE (2012/2014)? | |
L’OBIETTIVO VERRÀ RIPROPOSTO NELLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE 2021-2023? | SI Verrà avviato un lavoro di definizione di linee guida per la presa in carico integrata |
2. Dati di contesto e quadro della conoscenza
2.1 La fotografia del territorio
L’ambito di Trezzo sull’Adda si colloca all’interno dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano che conta 194 comuni e raccoglie i territori delle quattro ex ASL: Milano, Milano 1, Milano 2, Lodi.
Il territorio dell’ATS della Città Metropolitana di Milano è diviso in cinque distretti:
• Distretto Milano;
• Distretto Rhodense;
• Distretto Ovest Milanese;
• Distretto Melegnano e della Martesana;
• Distretto Lodi
I Comuni afferenti all’Ambito di Trezzo sull’Adda sono:
Xxxxxxx, Xxxxxx, Grezzago, Pozzo d’Adda, Trezzano Rosa, Trezzo sull’Adda, Vaprio d’Adda.
2.2 Analisi socio-demografica del territorio
2.2.1 La popolazione residente
Il nostro Ambito ha una densità abitativa media di 1.095 ab/Km2 ovvero più bassa di quella della Provincia di Milano, che si attesta attorno ai 2.063 ab/Km2, ma più alta della Regione Lombardia che è pari a 418 ab/Km2
Tabella 2: Densità abitativa anni 2010 – 2021 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
CONTESTO | POPOLAZIONE 2010 | POPOLAZIONE 2021 | KM2 | DENSITÀ 2010 | DENSITÀ 2021 |
REGIONE | 9.826.141 | 9.966.992 | 23.863 | 412 | 418 |
PROVINCIA | 3.123.205 | 3.249.821 | 1.575 | 1.982 | 2.063 |
AMBITO TREZZO S/A | 39.423 | 42.984 | 39 | 1.005 | 1.095 |
Confrontando i dati relativi al numero dei residenti e alla densità abitativi nel periodo 2010 - 2021 non si evidenziano dei cambiamenti significativi: Regione, Provincia ed Ambito registrano un lieve aumento della densità.
Grafico 1 – Densità abitativa Regione, Provincia e Ambito di Trezzo Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
PROVINCIA
DENSITA' 2010
REGIONE
AMBITO TREZZO S/A
DENSITA' 2021
Da un’analisi specifica del nostro Ambito, nel 2021 il Comune che registra la densità abitativa più alta in termini assoluti è Pozzo d’Adda con 1539 ab/Km2, seguito dal Comune di Trezzano Rosa con una densità assoluta pari a 1525 ab/Km2. Basiano rimane il Comune con la densità abitativa assoluta più bassa di tutti i Comuni afferenti all’Ambito pari a 799 ab/Km2.
Tabella 3: Densità abitativa anni 2010 – 2021 suddivisa per Comune dell’Ambito di Trezzo
Font: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | POPOLAZIONE 2010 | POPOLAZIONE 2021 | KM2 | DENSITÀ 2010 | DENSITÀ 2021 |
Basiano | 3.675 | 3.663 | 5 | 801 | 799 |
Grezzago | 2.738 | 3.045 | 2 | 1.113 | 1.238 |
Masate | 3.219 | 3.582 | 4 | 733 | 817 |
Pozzo d’Adda | 5.359 | 6.410 | 4 | 1.288 | 1.539 |
Trezzano Rosa | 4.733 | 5.240 | 3 | 1.376 | 1.525 |
Trezzo sull’Adda | 12.108 | 11.858 | 13 | 928 | 908 |
Vaprio d’Adda | 7.591 | 9.186 | 7 | 1.062 | 1.284 |
Nel periodo di riferimento 2010 – 2021, i Comuni che registrano un incremento significativo su tutto il territorio dell’Ambito sono Vaprio d’Adda con un incremento pari al 21% e Pozzo d’Adda con un incremento pari al 19%. Solo il Comune di Trezzo sull’Adda registra una variazione negativa della densità abitativa che scende del 2%.
Tabella 4: Densità abitativa anni 2010 – 2021 e relativo incremento per Comune - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | DENSITÀ 2010 | DENSITÀ 2021 | VARIAZIONE |
Basiano | 801 | 799 | -0,23% |
Grezzago | 1113 | 1238 | +11,24% |
Masate | 733 | 817 | +11,40% |
Pozzo d’Adda | 1288 | 1539 | +19,47% |
Trezzano Rosa | 1376 | 1525 | +10,85% |
Trezzo sull’Adda | 928 | 908 | -2,09% |
Vaprio d’Adda | 1062 | 1284 | +20,94% |
Grafico 2 - Densità abitativa Comuni Ambito di Trezzo - Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
2.2.2 Lo sviluppo urbano dei piccoli centri
La distribuzione della popolazione nei 7 Comuni, ordinati per ampiezza demografica, è la seguente:
Tabella 5: Numero abitanti per Comune Ambito di Trezzo - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | ABITANTI AL 1.1.21 | COMUNE | ABITANTI AL 1.1.21 |
Grezzago | 3.045 | Pozzo d’Adda | 6.410 |
Masate | 3.582 | Vaprio d’Adda | 9.186 |
Basiano | 3.663 | Trezzo sull’Adda | 11.858 |
Trezzano Rosa | 5.240 | ||
TOTALE | 42.984 |
2.2.3 La distribuzione della popolazione per genere e classi di età
La distribuzione della popolazione femminile all’interno dell’Ambito si discosta da quella maschile solo dell’1,0%, con variazioni positive fino all’1,05% nel caso del Comune di Trezzo sull’Adda con 6.080 femmine e 5.778 maschi.
I Comuni con maggiore popolazione maschile rispetto alla popolazione femminile sono Grezzago, con 1.550
maschi e 1.495 femmine residenti, e Pozzo d’Adda, con 3.263 maschi e 3.147 femmine residenti.
Rispetto ai dati assoluti sulla distinzione della popolazione per genere, è interessante notare come in generale fino ai 54 anni i maschi superano, seppur di poco, le femmine, mentre diminuiscono lievemente nella fascia 55 – 64 anni (2.882 maschi e 2.934 femmine) per diminuire significatamene nella fascia dai 75 anni in su con un valore assoluto pari 1.607 maschi e 2.430 femmine.
Le femmine minori di 19 anni rappresentano il 18% di tutta la popolazione femminile, mentre i maschi della stessa età rappresentano il 19% sul totale della popolazione maschile.
La popolazione anziana (per la quale si intende dai 65 anni in poi) è invece rappresentata in misura maggiore dalla popolazione di genere femminile.
Le femmine maggiori di 64 anni rappresentano il 23% di tutta la popolazione femminile, mentre i maschi della stessa età rappresentano solo il 18% sul totale della popolazione maschile.
Gli “anziani giovani”1 (compresi tra i 65 e i 74 anni) presentano circa gli stessi valori per entrambi i generi (leggera prevalenza del genere femminile), mentre il dato significativo è rappresentato dai “grandi anziani” (+85 anni) maschi che appaiono dal grafico meno della metà delle donne della stessa età, le quali rappresentano complessivamente il 4% sul totale della popolazione femminile.
Grafico 3 Distribuzione popolazione per genere nell’Ambito di Trezzo in termini assoluti - Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
Grafico 4: Distribuzione della popolazione per genere e per fasce d’età - Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
1 Articolo a cura di X. Xxxxxxxx, X. Xxxxxxxx, Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche, Neurologiche, Metaboliche e dell’Invecchiamento, Seconda Università di Napoli (2014), L’invecchiamento della popolazione: i dati dell’Osservatorio ARNO. Secondo le nuove classificazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la popolazione può essere suddivisa in individui di età media (45-59 anni), anziani (60-74 anni), vecchi (75-90) e grandi vecchi (oltre i 90). L’università di Napoli differenzia la popolazione anziana in tre categorie: giovani anziani (65-74), gli anziani (75-84) e i grandi anziani o longevi (85-99).
La media delle età della popolazione residente nell’Ambito di Trezzo, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente, è pari a 43,54 anni, poco al di sotto della media provinciale di 44,34 anni e di un punto sotto la media regionale pari a 45,01 anni.
Tabella 6: Tabella riassuntiva delle classi di età suddivise per singolo Comune al 01/01/2021 Font: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | 0-5 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | 00-00 | >85 |
Xxxxxxx | 174 | 185 | 113 | 191 | 215 | 353 | 473 | 633 | 504 | 457 | 275 | 90 |
Masate | 165 | 189 | 121 | 186 | 200 | 411 | 506 | 648 | 461 | 378 | 241 | 76 |
Grezzago | 188 | 162 | 84 | 147 | 189 | 374 | 461 | 514 | 380 | 333 | 149 | 64 |
Pozzo d’Adda | 402 | 368 | 206 | 286 | 310 | 761 | 1066 | 1113 | 791 | 666 | 329 | 112 |
Trezzano Rosa | 272 | 291 | 194 | 259 | 328 | 542 | 760 | 935 | 722 | 557 | 287 | 93 |
Xxxxxx sull’Adda | 505 | 539 | 313 | 529 | 734 | 1179 | 1427 | 1944 | 1777 | 1426 | 1032 | 453 |
Vaprio d’Adda | 569 | 483 | 302 | 466 | 501 | 941 | 1433 | 1494 | 1181 | 980 | 597 | 239 |
FASCE D’ETA’ | Minorenni (<19) | Giovani e Anziani (19-64) | Anziani (>65) | |||||||||
7.889 | 26.261 | 8.834 |
Per quanto riguarda lo Stato civile della popolazione maggiorenne, si rileva un aumento delle persone celibi/nubili e una diminuzione delle persone coniugate. Aumentano anche i divorzi, mentre il numero dei vedovi rimane pressoché costante nel tempo.
Grafico 5: Andamento distribuzione popolazione maggiorenne per stato civile Ambito di Trezzo nel periodo 2010-2021 – Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
Tabella 7: Distribuzione popolazione maggiorenne per stato civile anno 2020 nei Comuni dell’Ambito
-Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
Comuni | Celibi/Nubili | Coniugati/e | Divorziati/e | Vedovi/e | ||||
n. | % | n. | % | n. | % | n. | % | |
Xxxxxxx | 963 | 31,67 | 1770 | 58,20 | 114 | 3,75 | 194 | 6,38 |
Masate | 963 | 32,69 | 1670 | 56,69 | 124 | 4,21 | 189 | 6,42 |
Grezzago | 840 | 33,78 | 1429 | 57,46 | 90 | 3,62 | 128 | 5,15 |
Pozzo d’Adda | 1645 | 32,55 | 2894 | 57,26 | 245 | 4,85 | 270 | 5,34 |
Xxxxxxxx Xxxx | 0000 | 30,49 | 2488 | 58,99 | 178 | 4,22 | 266 | 6,31 |
Trezzo sull’Adda | 3212 | 31,51 | 5647 | 55,41 | 398 | 3,91 | 935 | 9,17 |
Vaprio d’Adda | 2520 | 34,11 | 4038 | 54,66 | 324 | 4,39 | 505 | 6,84 |
AMBITO | 11.429 | 32,35 | 19.936 | 56,44 | 1.473 | 4,17 | 2.487 | 7,04 |
L’incidenza del numero dei maggiorenni celibi/nubili in tutto l’Ambito aumenta lievemente nell’intervallo 2010-2021, mentre il numero dei coniugati scende di circa 4 punti percentuali. Aumenta invece il numero dei divorziati/e che cresce di 2.964 persone, mentre il numero dei vedovi cresce di 267 unità.
Nel grafico seguente l’andamento per fasce d’età (calcolato sulla popolazione maggiorenne).
Grafico 6: Distribuzione popolazione maggiorenne per stato civile e fasce d’età - anno 2020 nei Comuni dell’Ambito - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
Il tasso di natalità2 registrato nell’Ambito al 1° gennaio 2021 è pari a 8 e risulta di un punto superiore al
valore regionale e della Provincia di Milano.
2 L’indicatore stima il rapporto tra il numero dei nati vivi e la popolazione residente nello stesso periodo moltiplicato (per 1000).
Tabella 8: Indice natalità Provincia, Regione e Ambito - Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
CONTESTO | POPOLAZIONE 2010 | NATI VIVI 2010 | INDICE NATALITÀ 2010 | POPOLAZIONE al 31.12.2020 | NATI VIVI 2020 | INDICE NATALITÀ 2020 |
PROVINCIA | 3.123.205 | 30.422 | 10,10 | 3.249.821 | 23.208 | 7,14 |
REGIONE | 9.826.141 | 97.815 | 9,95 | 9.966.992 | 69.077 | 6,93 |
AMBITO | 39.423 | 490 | 10,48 | 42.984 | 337 | 7,84 |
Grafico 7: Indice di natalità anni 2010-2021 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
Il valore medio del tasso all’interno del territorio del trezzese oscilla attorno a 9,98 nel Comune di Pozzo D’Adda e a 5,58 nel Comune di Masate.
Tabella 9: Nati vivi 2010-2020 e Indice natalità suddiviso nei Comuni - Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | POPOLAZIONE 2010 | NATI VIVI 2010 | INDICE NATALITÀ 2010 | POPOLAZIONE al 31.12.2020 | NATI VIVI 2020 | INDICE NATALITÀ 2020 |
Basiano | 3.675 | 47 | 12,79 | 3.663 | 27 | 7,37 |
Grezzago | 2.738 | 41 | 14,97 | 3.045 | 30 | 9,85 |
Masate | 3.219 | 43 | 13,36 | 3.582 | 20 | 5,58 |
Pozzo d’Adda | 5.359 | 86 | 16,05 | 6.410 | 64 | 9,98 |
Trezzano Rosa | 4.733 | 57 | 12,04 | 5.240 | 41 | 7,82 |
Trezzo sull’Adda | 12.108 | 123 | 10,16 | 11.858 | 69 | 5,82 |
Vaprio d’Adda | 7.591 | 93 | 12,25 | 9.186 | 86 | 9,36 |
Rispetto alla rilevazione del tasso di natalità 2010, emerge una notevole diminuzione del valore all’interno dell’Ambito di Trezzo, l’andamento oscilla tra il – 23,58% del Comune di Vaprio d’Adda al – 58,20% del Comune di Masate.
Tabella 10: Indice natalità suddiviso nei Comuni 2010-2020 e variazione percentuale -Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | INDICE NATALITÀ 2010 | INDICE NATALITÀ 2020 | VARIAZIONE |
Basiano | 12,79 | 7,37 | -42,36% |
Grezzago | 14,97 | 9,85 | -34,21% |
Masate | 13,36 | 5,58 | -58,20% |
Pozzo d’Adda | 16,05 | 9,98 | -37,78% |
Trezzano Rosa | 12,04 | 7,82 | -35,03% |
Trezzo sull’Adda | 10,16 | 5,82 | -42,72% |
Vaprio d’Adda | 12,25 | 9,36 | -23,58% |
Grafico 8: Indice di natalità anni 2010-2021 e incremento percentuale - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
Nonostante la popolazione residente non risulti particolarmente “anziana”, in quanto la maggior parte della popolazione si concentra all’interno della fascia “Giovani e Anziani” (19-64 anni), è interessante confrontare i dati Istat sull’età con l’indice di vecchiaia3 della popolazione dal quale emerge il livello di invecchiamento del territorio.
L’indice di vecchiaia medio dell’Ambito di Trezzo sull’Adda registrato nel 2021 è di 106,43 punti in termini percentuali, poco al di sotto della media provinciale di 168,6 e sotto la media della Regione Lombardia di 174,0 punti (Dati ISTAT al 1° gennaio 2021 - elaborazioni XXXXXXXXXX.XX).
Dal 2010 al 1° gennaio 2021 l’indice di vecchiaia risulta incrementato di 39,66 punti.
Tabella 11: Indice vecchiaia suddiviso nei Comuni 2010-2020 e variazione percentuale -Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | INDICE VECCHIAIA 2010 | INDICE VECCHIAIA 2021 |
Basiano | 90,66 | 161,60 |
Masate | 97,56 | 135,48 |
Grezzago | 78,08 | 116,92 |
Pozzo d’Adda | 86,13 | 105,93 |
Trezzano Rosa | 67,92 | 114,39 |
3 L’indice di vecchiaia è il rapporto tra la popolazione anziana (dai 64 anni in poi) e i giovani (ricompresi tra gli 0 e i 14 anni). È un indicatore che stima il grado di invecchiamento di una popolazione: valori superiori ai 100 indicano una presenza maggiore degli anziani rispetto ai giovani.
COMUNE | INDICE VECCHIAIA 2010 | INDICE VECCHIAIA 2021 |
Trezzo sull’Adda | 142,87 | 199,73 |
Vaprio d’Adda | 114,05 | 124,90 |
MEDIA AMBITO | 112,88 | 159,82 |
Il Comune con l’indice di vecchiaia maggiore è Trezzo sull’Adda con un indice di vecchiaia pari a 142,87, mentre il valore minore viene registrato dal Trezzano Rosa con 67,92 punti.
Grafico 9: Indice di vecchiaia distribuito nell’Ambito di Trezzo – Fonte ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
In generale, si nota con evidenza che i Comuni ove risiedono più persone di età maggiore di sessantacinque anni sono situati attorno al territorio di Trezzo e, al contrario, quelli con minore concentrazione di persone anziane si trovano in aree periferiche dell’Ambito.
Può essere invece utile chiedersi quali possibili fattori di vulnerabilità sociale possano discendere dallo sviluppo demografico della popolazione nel breve-medio periodo.
A partire dalla popolazione residente al primo gennaio 2021 – 9.966.992 in Lombardia – è stata stimata la popolazione maschile e femminile per anno di età in ogni regione italiana negli anni compresi tra il 2021 ed il 2066. Si prevede, nello scenario “mediano” (Istat, 2021) una sostanziale crescita della popolazione residente lombarda, sino al traguardo di quasi 10,58 milioni di residenti nel 2047. Diminuiscono nel periodo i bambini da 0 a 14 anni (da circa 1,34 milioni a 1,31 milioni) mentre aumentano in modo sostanziale gli anziani (65 anni e più), passando da 25,56 milioni a 32,70 milioni. Aumentano significativamente anche i grandi vecchi (85 anni e più), arrivando a circa 580 mila unità nella nostra regione.
L’incremento della quota di anziani potrà inevitabilmente riflettersi sulla spesa sanitaria delle famiglie; se inoltre si pensa che una parte consistente della fascia più giovane della popolazione accede con difficoltà al mercato del lavoro, facendo esperienza di carriere lavorative discontinue e con versamenti previdenziali altrettanto intermittenti, risulta plausibile ipotizzare uno scenario futuro nel quale potrebbe essere relativamente scarso il loro livello di capitale economico cui potranno attingere per fronteggiare con successo eventi negativi in età anziana.
Contrastare i fattori di vulnerabilità di queste generazioni che si sono affacciate al mercato del lavoro in
concomitanza dell’avvio della crisi economica sarà possibile sia attraverso il sostegno e la tutela al reddito
delle loro famiglie, sia attraverso interventi educativi e nel campo della formazione utili ad offrire competenze sempre più coerenti con la domanda del mercato del lavoro.
L’indice di dipendenza esprime il rapporto fra la popolazione in età non lavorativa (0-14 e 65+) e la popolazione in età lavorativa (15-64 anni), moltiplicato per 100.
L’indice di dipendenza esprime quindi il carico sociale ed economico teorico sulla popolazione in età attiva: valori superiori al 50% indicano una situazione di squilibrio generazionale. L’indice di dipendenza dell’Ambito di Trezzo è pari al 54% cioè la popolazione non attiva è più della metà di quella attiva e, considerato che tra la popolazione attiva non tutti sono in stato di occupazione lavorativa per differenti motivi (studenti, disoccupati, casalinghe…) significa che questa percentuale è da considerarsi ancora più elevata.
I valori dell’Ambito di Trezzo risultano leggermente inferiori rispetto a quelli Regionali e Provinciali, rispettivamente il 56,61% e 55,73%.
Tabella 12: Indice dipendenza Provincia, Regione e Ambito di Trezzo - Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
CONTESTO | POPOLAZIONE | 0- 14 | > 64 | 15- 64 | INDICE DIPENDENZA |
REGIONE | 9.972.859 | 1.321.001 | 2.281.970 | 6.364.021 | 56,61% |
PROVINCIA | 3.251.484 | 426.797 | 736.187 | 2.086.837 | 55,73% |
AMBITO | 42.984 | 6.264 | 8.822 | 27.898 | 54,08% |
Nello specifico, all’interno del nostro territorio abbiamo un indice di dipendenza che oscilla tra il 49,93% dei
Comuni di Trezzano Rosa, Pozzo d’Adda e Masate e il 58,38% del Comune di Trezzo sull’Adda.
Tabella 13: Indice dipendenza Comuni dell’Ambito - Fonte: ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | POPOLAZIONE | 0- 14 | > 64 | 15- 64 | INDICE DIPENDENZA |
Basiano | 3.663 | 512 | 822 | 2.329 | 57,28% |
Grezzago | 3.045 | 478 | 546 | 2.021 | 50,67% |
Masate | 3.582 | 503 | 697 | 2.382 | 50,38% |
Pozzo d’Adda | 6.410 | 1.049 | 1.094 | 4.267 | 50,22% |
Trezzano Rosa | 5.240 | 808 | 937 | 3.495 | 49,93% |
Trezzo sull’Adda | 11.858 | 1.460 | 2.911 | 7.487 | 58,38% |
Vaprio d’Adda | 9.186 | 1.454 | 1.815 | 5.917 | 55,25% |
Grafico 10: Indice di dipendenza distribuito nell’Ambito di Trezzo – Fonte ISTAT elaborazione Ufficio di Piano
2.2.5 La popolazione straniera
2.2.5.1 Immigrazione e tenuta demografica
Le dinamiche della popolazione descrivono un ambito in crescita di 3.561 unità, pari al 9,03%, tra il 1.1.2010 e il 1.1.2021, più accentuata rispetto alla media regionale (1,4%) e provinciale (4,1%).
La crescita di popolazione residente nell’ambito, nel periodo considerato, è stata determinata per poco più
del 58,9% da cittadini italiani (2.097) e per il 41,1% da cittadini residenti stranieri (1.464).
L’incremento di popolazione straniera nell’ambito per il periodo considerato raggiunge una quota del 39,4% rispetto al 2021, crescita lievemente superiore a quella regionale (30,6%) e a quella provinciale (32,1%).
Grafico 11: Incremento della popolazione totale residente nell’ambito di Trezzo sull’Adda. Variazione assoluta. Periodo 1.1.2010 / 1.1.2021 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
Nel dettaglio delle dinamiche intra-ambito i Comuni che hanno registrato i maggiori incrementi di popolazione, in termini assoluti e superiori alle 1.000 unità nel periodo, sono stati Vaprio D’Adda con 1.595 unità in più rispetto al 1.1.2010 e Pozzo D’Adda con 1.051.
La variazione relativa del totale dei residenti mette in evidenza 2 Comuni che registrano variazioni maggiori
degli altri: in particolare in positivo i Comuni di Vaprio (+21%) e Pozzo d’Adda (+19,6%), mentre dinamiche
di contenuta contrazione si sono registrate nei Comuni di Basiano (-0,3%) e Trezzo sull’Adda (-2,1%).
Confrontando il dettaglio delle dinamiche comunali delle componenti italiana e straniera della popolazione residente tra il 1.1.2010 e il 1.1.2021 emerge un quadro articolato tra Comuni:
• con una netta prevalenza di crescita della componente italiana nei Comuni di Vaprio D’Adda e di Pozzo d’Adda;
• con un sostanziale equilibrio registrato nel Comune di Trezzano Rosa;
• con una netta prevalenza di crescita della componente straniera della popolazione residente nel Comune di Trezzo sull’Adda e di Basiano e dove si registra contestualmente una significativa contrazione rispetto alla popolazione italiana.
25,0%
Grafico 12 - Variazione percentuale della popolazione totale residente nei Comuni dell’Ambito. Periodo 1.1.2010 / 1.1.2021 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
Vaprio d'Adda | 21,0% | |||||||||
Trezzo sull'Adda | -2,1% | |||||||||
Trezzano Rosa | 10,7% | |||||||||
Pozzo d'Adda | 19,6% | |||||||||
Masate | 11,3% | |||||||||
Grezzago | 11,2% | |||||||||
Basiano | -0,3% | |||||||||
-5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% |
Grafico 13 - Variazione della popolazione residente nei Comuni dell’Ambito, distinta tra italiani e stranieri. Periodo 1.1.2010 / 1.1.2021 - Fonte: ISTAT, elaborazione Xxxxxxx xx Xxxxx
000
0000
XXXXXX X'XXXX
000
-000
XXXXXX XXXX'XXXX
182
325
302
XXXXXXXX XXXX
XXXXXXXXX
000
XXXXX X'XXXX
ITALIANI
43
264
GREZZAGO
131
232
113
MASATE
-125
BASIANO
-1000
-500
0
500
1000
1500
2.2.5.2 Distribuzione della popolazione straniera
L’Ambito di Trezzo sull’Adda conta al 1.1.2021 5.181 residenti stranieri, che rappresentano il 12,1% dell’intera popolazione residente, quota che al 1.1.2010 raggiungeva la soglia del 9,4%. L’Ambito di Trezzo sull’Adda presenta dunque una quota di popolazione straniera residente inferiore con la media provinciale (pari all’14,2%) ma, inferiore rispetto alla città di Milano (18,4%) e agli altri contesti presi a riferimento.
Tabella 14: Percentuale di residenti di origine straniera sul totale della popolazione - Fonte: ISTAT, Ufficio di Piano
POP. STRANIERA RESIDENTE 01/01/2021 | POP. RESIDENTE 01/01/2021 | % STRANIERI SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE 2010 | % STRANIERI SU POPOLAZIONE RESIDENTE 2021 | |
AMBITO | 5.181 | 42.984 | 9,4% | 12,1% |
PROVINCIA MB | 77.579 | 867.421 | 6,2% | 8,9% |
PROVINCIA MI | 461.663 | 3.249.821 | 11,2% | 14,2% |
LOMBARDIA | 1.142.606 | 9.966.992 | 9,0% | 11,5% |
Tra i Comuni dell’Ambito quello con la maggior presenza di residenti stranieri è, in termini assoluti, il Comune di Trezzo sull’Adda con 1.604 cittadini stranieri, seguito dai Comuni di Vaprio d’Adda con 1.212 e Pozzo D’Adda con 826. All’opposto Grezzago con 329 unità residenti risulta il Comune con la minor presenza di residenti stranieri.
I dati evidenziano che in soli 3 Comuni – Pozzo D’Adda, Trezzo sull’Adda e Vaprio D’Adda – si concentra più della metà (70,29%) degli stranieri residenti nell’intero Ambito, nello specifico nei Comuni di Pozzo D’Adda con il 15,9% degli stranieri residenti nell’Ambito, Trezzo sull’Adda con il 30,9% e Vaprio D’Adda con il 30,9%.
Rispetto al rapporto statistico tra la popolazione straniera residente e quella totale comunale all’interno dell’Ambito i Comuni di Trezzo sull’Adda e Trezzo sull’Adda risultano quelli con la più alta concentrazione di stranieri, pari rispettivamente al 13,53% e all’13,19%, seguiti a breve distacco dai Comuni di Pozzo D’Adda
(12,89%), Grezzago (10,80%) e Trezzano Rosa (10,13%). I Comuni con la più bassa quota di popolazione straniera residente al 1.1.2021 risultano essere il comune di Basiano con e Masate con rispettivamente il 9,01% e il 9,74% di residenti stranieri.
Tabella 15: Percentuale di residenti di origine straniera al 1.1.2021 per comune sul totale della popolazione comunale - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | Stranieri | Totale popolazione | % totale popolazione COMUNALE | % AMBITO |
BASIANO | 330 | 3663 | 9,01% | 0,77% |
MASATE | 349 | 3582 | 9,74% | 0,81% |
GREZZAGO | 329 | 3045 | 10,80% | 0,77% |
POZZO D’ADDA | 826 | 6410 | 12,89% | 1,92% |
TREZZANO ROSA | 531 | 5240 | 10,13% | 1,24% |
TREZZO SULL’ADDA | 1604 | 11858 | 13,53% | 3,73% |
VAPRIO D’ADDA | 1212 | 9186 | 13,19% | 2,82% |
2.2.5.3 Dinamiche della popolazione straniera residente
I 5.181 stranieri residenti nell’Ambito di Trezzo sull’Adda al 1.1.2021 sono esito di una crescita del 39,4% rispetto ai 3.717 residenti stranieri del 2010, pari ad un incremento assoluto di 1.464 stranieri residenti.
La dinamica dell’Ambito di Trezzo sull’Adda (+39,4%) appare superiore sia quella regionale (+31%) che a quella provinciale (+32%) o alla stessa città di Milano (+29%).
Tabella 16: Variazione percentuale della popolazione straniera residente. Periodo 1.1.2010/ 1.1.2021 - Fonte: Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
01/01/2010 | 01/01/2021 | % di variazione | |
AMBITO | 3.717 | 5.181 | +39% |
Milano | 199.322 | 257.291 | +29% |
Xxxxxxxxx XX | 000.000 | 000000 | +32% |
Lombardia | 881.723 | 1.151.416 | +31% |
Approfondendo l’analisi alla scala comunale, il quadro che ne emerge, descrive un Ambito in cui molti Comuni mostrano una importante crescita della popolazione straniera residente.
Masate è tra i Comuni dell’Ambito quello dove si è registrato un maggior incremento percentuale di popolazione straniera residente, pari all’60,09% rispetto al 2010, seguito dai Comuni di Pozzo D’Adda (57,63%) e Trezzano Rosa (52,15%). Invece il comune dove si è registrato un incremento della popolazione straniera minore, ma pur sempre positivo, è Grezzago (15,03%).
Grafico 14: Variazione percentuale della popolazione straniera residente comunale. Periodo 1.1.2010/ 1.1.2021 - Fonte: Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
VAPRIO D'ADDA
20,12%
TREZZO SULL'ADDA
43,99%
TREZZANO ROSA
52,15%
POZZO D'ADDA
57,63%
GREZZAGO
15,03%
MASATE
60,09%
BASIANO
52,07%
0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00% 60,00% 70,00%
2.2.5.4 Bilancio demografico della popolazione straniera
Il bilancio demografico per l’anno 2019 della popolazione straniera residente ricostruito per i Comuni dell’Ambito di Trezzo sull’Adda ne conferma l’andamento di crescita. Il saldo positivo è di unità al 31.12, risultato della differenza tra i 829 nuovi iscritti, dei quali 464 provenienti da altri Comuni, 83 iscritti per nascita e 240 iscritti dall’estero; dei 631 cancellati, 319 risultano cancellati per altri Comuni e 64 cancellati per l’estero.
Tra i 631 cancellati, 180 hanno acquisito cittadinanza italiana nel corso dell’anno, pari al 3% della popolazione straniera residente al 31.12 e al 49% del totale degli stranieri cancellati nello stesso anno.
Tabella 17: Bilancio demografico popolazione straniera per l’Ambito. Anno 2019 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
BILANCIO DEMOGRAFICO POPOLAZIONE STRANIERA PER AMBITO 2020 | M | F | TOTALE | QUOTA M SU TOT | QUOTA F SU TOT |
Popolazione straniera residente al 1° gennaio | 2393 | 2497 | 4890 | 48,9% | 51,1% |
Iscritti per nascita | 45 | 36 | 81 | 55,6% | 44,4% |
Iscritti da altri Comuni | 256 | 208 | 464 | 55,2% | 44,8% |
Iscritti dall’estero | 111 | 129 | 240 | 46,3% | 53,8% |
Altri iscritti | 27 | 17 | 44 | 61,4% | 38,6% |
Totale iscritti | 439 | 390 | 829 | 53,0% | 47,0% |
Cancellati per morte | 2 | 3 | 5 | 40,0% | 60,0% |
Cancellati per altri Comuni | 168 | 151 | 319 | 52,7% | 47,3% |
Cancellati per l’estero | 29 | 35 | 64 | 45,3% | 54,7% |
Acquisizioni di cittadinanza italiana | 78 | 102 | 180 | 43,3% | 56,7% |
Altri cancellati | 42 | 21 | 63 | 66,7% | 33,3% |
Totale cancellati | 319 | 312 | 631 | 50,6% | 49,4% |
Popolazione al 31 dicembre da censimento | 2502 | 2579 | 5081 | 49,2% | 50,8% |
Relativamente alle dinamiche intercomunali, i Comuni che nel 2019 hanno registrato il maggior numero per cancellazioni per altri Comuni (non quindi per l’estero) sono stati i Comuni di Trezzo sull’Adda con 146 cancellazioni e di Vaprio d’Adda con 99. Complessivamente questi 2 Comuni hanno registrato 245 cancellazioni, pari dunque al 52% delle 464 totali dell’Ambito.
Tra le cancellazioni una nota di attenzione deve essere prestata a quelle per acquisizione di cittadinanza italiana. Il quadro complessivo all’interno dell’Ambito appare sostanzialmente omogeneo. Fanno specifica eccezione i Comuni di Vaprio d’Adda e Masate che contano complessivamente 87 acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di cittadini stranieri – rispettivamente Vaprio d’Adda 57 e Masate 30 – pari al 48% delle acquisizioni totali di cittadinanza avvenute nell’intero Ambito.
Il tasso di natalità4 registrato nell’Ambito al 1° gennaio 2021 è pari al 16,6% e il valore medio del tasso all’interno del territorio del trezzese oscilla attorno al 27,36% nel Comune di Grezzago e al 13,32% nel Comune di Pozzo D’Adda.
Tabella 18: Tasso di Natalità popolazione straniera per l’Ambito. Anno 2019 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | NATI STRANIERI | INDICE NATALITÀ |
BASIANO | 5 | 15,15 |
MASATE | 6 | 17,19 |
GREZZAGO | 9 | 27,36 |
POZZO D'ADDA | 11 | 13,32 |
XXXXXXXX XXXX | 0 | 15,07 |
TREZZO SULL'ADDA | 24 | 14,96 |
L’indice di vecchiaia della popolazione straniera fa emerge che all’interno dell’Ambito il numero di giovani tra i 0 -14 anni (1.061) risulta decisamente superiore a quello della popolazione over 65 (203).
Il comune con il rapporto ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni è Basiano con 37,10%, mentre il valore minore viene registrato dal Comune di Pozzo D’Adda con 12,88%.
Tabella 19: Indice di vecchiaia della popolazione straniera per l’Ambito. Anno 2019 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | INDICE DI VECCHIAIA |
BASIANO | 37,10% |
MASATE | 21,88% |
GREZZAGO | 23,73% |
POZZO D'ADDA | 12,88% |
TREZZANO ROSA | 21,70% |
TREZZO SULL'ADDA | 19,49% |
VAPRIO D'ADDA | 15,42% |
Totale Ambito | 19,13% |
L’indice di dipendenza strutturale, espresso dal rapporto tra la popolazione straniera in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione straniera in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100, indica che
4 L’indicatore stima il rapporto tra il numero dei nati vivi e la popolazione residente nello stesso periodo moltiplicato (per 1000).
nell’Ambito si sta verificando una situazione in cui la popolazione attiva è nettamente superiore rispetto a quella non attiva. I valori percentuali variano da 22,61% del Comune di Masate a 31,64% del Comune di Trezzo sull’Adda, con un valore medio di 27,42%.
Tabella 20: Indice di dipendenza della popolazione straniera per l’Ambito. Anno 2019 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
COMUNE | INDICE DI DIPENDENZA |
BASIANO | 23,57% |
MASATE | 22,61% |
GREZZAGO | 22,69% |
POZZO D'ADDA | 26,42% |
TREZZANO ROSA | 28,49% |
TREZZO SULL'ADDA | 31,64% |
VAPRIO D'ADDA | 26,49% |
Totale Ambito | 27,42% |
2.2.5.5 Distribuzione per classi d’età
La distribuzione per classi funzionali d’età della popolazione straniera residente rappresenta senza dubbio un elemento fondamentale d’analisi di questa specifica componente della popolazione residente nell’Ambito di Trezzo poiché consente una più precisa messa a fuoco dei bisogni che dovranno essere valutati nella definizione dei diversi servizi.
Il grafico riportato mostra le peculiarità della componente straniera della popolazione residente evidenziando una decisa presenza di minori tra i 0 e i 10 anni, pari circa il 20% della popolazione straniera residente, spesso seconde generazioni nate in Italia, e di adulti compresi nella fascia d’età 25-44 anni, pari al 41% della popolazione straniera residente. Meno importante è la popolazione straniera nelle fasce d’età comprese tra gli 11 e 18 anni, e quelle oltre i 45 anni che diminuisce con l’avanzare dell’età, suggerendo l’ipotesi di un fenomeno migratorio recente.
Grafico 15: Confronto tra popolazione straniera e italiana per classi di età in percentuale - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
120%
100%
94%
97%
98%
99%
84%
77%
86%
88%
88%
89%
79%
80%
80%
60%
40%
23%
20%
16%
21%
20%
14%
12%
12%
11%
6%
3%
2%
1%
0%
0-5 6-10 11-13 00-00 00-00 00-00 00-00 00-00 00-00 00-00 00-00 >85
STRANIERI ITALIANI
2.2.5.6 Popolazione straniera per genere
Nell’Ambito di Trezzo sull’Adda il rapporto per genere della popolazione straniera è in sostanziale equilibrio
così come nella città di Milano.
La distinzione per genere della popolazione straniera per genere pone in evidenza una prevalente presenza della componente femminile della popolazione rispetto a quella maschile nella provincia di Milano così come in quella di Monza.
Grafico 16: Confronto tra popolazione straniera femminile e maschile al 1.1.2021 - Fonte: ISTAT, elaborazione Ufficio di Piano
2.2.5.7 Popolazione straniera per nazionalità di provenienza
Nell’Ambito di Trezzo sull’Adda le Comunità maggiormente rappresentate risultano essere quella romena (pari al 31,0%), quella marocchina (pari al 10,7%), quella albanese (pari al 9,2%), quella egiziana (pari al 3,0%), e quella ucraina (pari al 2,3%), che insieme rappresentano oltre il 55% degli stranieri residenti.
La componente femminile di queste cinque nazionalità rappresenta poco più del 55% della popolazione femminile straniera residente nell’Ambito. Nello specifico quella rumena consiste nel 31,7% della popolazione femminile straniera totale, quella marocchina il 10,1%, quella albanese l’8,9%, quella egiziana il 3,0%, e quella ucraina il 3,21%.
La componente femminile risulta maggiormente presente tra la nazionalità rumena e ucraina, invece tra la nazionalità marocchina, egiziana e albane si osserva un sostanziale equilibrio tra i generi con una lieve prevalenza della componente maschile.
Tra le cinque nazionalità più rappresentate quella ucraina è quella con una presenza femminile decisamente preponderante rispetto a quella maschile, oltre il doppio di quella maschile, probabilmente in ragione della specializzazione lavorativa peculiare di questa nazionalità, spesso impegnata nei lavori di cura alla persona (badanti).
Grafico 17: Confronto tra popolazione straniera femminile e maschile per le 5 nazionalità di provenienza più presenti - Fonte: ISTAT, elaborazione Xxxxxxx xx Xxxxx
Xxxxxxx 00: Nazionalità su popolazione straniera e quota genere femminile - Dati ISTAT, Elaborazione Ufficio di Piano
Nazionalità | Quota nazionalità su totale straniera residente | Quota genere femminile su totale straniera residente di genere femminile |
Romania | 31,0 | 31,72 |
Marocco | 10,7 | 10,15 |
Albania | 9,2 | 8,89 |
Egitto | 3,0 | 2,21 |
Ucraina | 2,3 | 3,21 |
TOTALE | 56,1 | 56,18 |
2.3 Analisi della spesa sociale del territorio
La spesa sociale complessiva dell’Ambito di Trezzo presenta nel 2020 il valore di €4.974.004
I dati qui di seguito illustrati sono quelli relativi al consuntivo della spesa sociale del triennio 2018-2020, forniti dai Comuni e da Offertasociale tramite le schede di rendicontazione regionali.
Tabella 22: La Spesa sociale nel triennio 2018-20205 Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
2020 | % | 2019 | % | 2018 | % | |
ANZIANI | 436.789 | 8,78 | 491.264 | 10,30 | 463.243 | 10,75 |
Compartecipazione sociosanitaria anziani | 197.593 | 3,97 | 165.997 | 3,48 | 149.334 | 3,47 |
DISABILI | 1.720.220 | 34,58 | 1.621.680 | 34,01 | 1.483.470 | 34,43 |
Compartecipazione sociosanitaria disabili | 316.141 | 6,36 | 424.755 | 8,91 | 356.556 | 8,27 |
5 Nelle aree Anziani e Disabili sono ricompresi i costi per i servizi socio sanitari. Nell’area Personale/Spese di funzionamento è rendicontata la spesa del personale dei servizi sociali, Offertasociale (OS) registra oltre alle spese di personale di OS quelle di funzionamento generale e di funzionamento dell’Ufficio di Piano. Le aree Immigrazione, Povertà - Dipendenze sono ricomprese nell’area Povertà – Disagio Adulti.
2020 | % | 2019 | % | 2018 | % | |
MINORI/FAMIGLIA | 1.074.687 | 21,61 | 981.927 | 20,59 | 941.593 | 21,85 |
IMMIGRAZIONE | 156.593 | 3,15 | 176.308 | 3,70 | 100.002 | 2,32 |
POVERTA’ – DISAGIO ADULTI | 176.904 | 3,56 | 88.075 | 1,85 | 106.931 | 2,48 |
SALUTE MENTALE | 38.708 | 0,78 | 23.055 | 0,48 | 33.240 | 0,77 |
PERSONALE /SPESE FUNZIONAMENTO | 856.369 | 17,22 | 795.765 | 16,69 | 674.757 | 15,66 |
TOTALE | 4.974.004 | 4.768.826 | 4.309.126 | |||
Incremento % di spesa rispetto all’anno precedente | +4,30 | +10,67 | +5,24 |
Nel 2020 la maggior parte delle risorse viene impiegata all’area disabilità, che rappresenta circa il 40,94% della spesa totale (34,58 area sociale, 6,36 area sociosanitaria), seguita dall’area minori e famiglia con il 21,61%. A seguire abbiamo le spese per il personale al 17,22%, l’Area anziani con circa il 12,75% (8,78 area sociale e 3,97 area sociosanitaria), l’Area povertà con il 3,56%, e infine le Aree con meno spesa, ossia Immigrazione, con il 3,15%, e la Salute mentale, con lo 0,78%.
La spesa comunale comprende solo la spesa che transita nei bilanci comunali, ovvero è esclusa la spesa gestita da Offertasociale finanziata con risorse extra comunali.
Tabella 23: Suddivisione della spesa sociale per le cinque aree di intervento, ripartita per ogni singolo comune dell’Ambito di Trezzo in valori assoluti.
Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
SPESA SOCIALE AREA MINORI | SPESA SOCIALE AREA ANZIANI | SPESA SOCIALE AREA DISABILI | POVERTA' -DISAGIO ADULTI | SPESA PERSONALE | |
Xxxxxxx Xxxxxx | 74.761 | 56.089 | 267.781 | 56.923 | 47.439 |
Dati 2019 | 84.002 | 44.426 | 280.599 | 10.370 | 51.718 |
Grezzago | 57.074 | 4.333 | 100.696 | 1.041 | 35.330 |
Dati 2019 | 30.428 | 324 | 92.798 | 1.164 | 37.367 |
Pozzo d’Adda | 110.705 | 47.093 | 241.126 | 38.774 | 93.131 |
Dati 2019 | 88.660 | 27.052 | 277.822 | 13.252 | 88.883 |
Trezzano Rosa | 139.214 | 45.180 | 148.759 | 28.495 | 59.477 |
Dati 2019 | 111.539 | 53.062 | 172.613 | 5.613 | 50.337 |
Trezzo sull’Adda | 264.707 | 128.379 | 496.367 | 2.591 | 336.279 |
Dati 2019 | 260.926 | 163.862 | 426.555 | 19.663 | 333.853 |
Vaprio d’Adda | 191.094 | 61.100 | 391.641 | 1.949 | 253.688 |
Dati 2019 | 312.712 | 54.987 | 210.787 | 12.515 | 212.059 |
TOTALE 2020 | 837.555 | 342.174 | 1.646.370 | 129.773 | 825.344 |
La maggior parte dei Comuni (5) conferma le priorità della spesa territoriale.
Soltanto il Comune di Vaprio d’Adda sposta la priorità dall’Area Disabili a quella dei Minori.
Grafico 18: Andamento storico della spesa sociale all’interno dell’Ambito suddivisa per area della spesa anno 2016 – 2020 Fonte: spesa sociale 2020
– Elaborazione Ufficio di Piano
2.3.1 Incidenza della spesa sociale nelle diverse aree di intervento
Le incidenze percentuali della spesa 2020 dei singoli Comuni nelle diverse aree sono le seguenti:
Grafico 19: Incidenza della spesa per macroaree nel 2020 in termini percentuali Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
In quasi tutti i Comuni l’incidenza maggiore sulla spesa comunale risulta essere concentrata nell’area disabili e a seguire nell’area minori e famiglie.
Un ulteriore approfondimento e confronto sulle scelte di intervento operate dai diversi Comuni è possibile rapportando la spesa d’area al target di popolazione di riferimento. In altri termini, la spesa dell’area Minori è rapportata alla popolazione minorile (0-19) anni) e la spese d’area Anziani alla popolazione anziana (65 anni e +), così come la spesa pro capite relativa all’area disabili è rapportata alla popolazione 0-64 anni.
Tabella 24: Spesa pro capite per target di popolazione Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
Spesa area minori pro capite /pop. 0 -19 anni | Spesa area anziani pro capite /pop ≥ 65 anni | Spesa pro capite area disabili / pop.0-64 anni | |
Xxxxxxx – Masate | 105,45 | 68,23 | 94,26 |
Grezzago | 91,32 | 7,94 | 22,40 |
Pozzo d’Adda | 83,26 | 43,05 | 45,57 |
Trezzano Rosa | 129,74 | 48,22 | 34,57 |
Trezzo sull’Adda | 131,04 | 44,10 | 54,58 |
Vaprio | 100,00 | 33,66 | 52,41 |
Media | 106,80 | 40,87 | 50,63 |
2.3.2 La spesa sociale comunale nell’Ambito di Trezzo
Le schede di rendicontazione regionali della spesa sociale elaborate da ciascun Comune consentono di avere a disposizione i dati della spesa sociale comunale sostenuta nel 2020, relativa alla spesa per servizi, interventi e attività gestiti direttamente dal Comune e ai trasferimenti finanziari a Offertasociale per sostenere le attività a gestione associata.
Tabella 25: Spesa sociale comunale sostenuta nel 2020 – Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
SPESA SOCIALE COMUNALE € | ABITANTI AL 31.12.2020 | PRO CAPITE | VARIAZ. VAL. PRO CAPITE % RISPETTO A PREC. PDZ | |
Basiano - Masate | 568.500 | 7.245 | 78,47 | +4,54 |
Grezzago | 254.406 | 3.045 | 83,55 | +6,06 |
Pozzo d’Adda | 633.680 | 6.410 | 98,86 | +16,56 |
Trezzano Rosa | 442.484 | 5.240 | 84,44 | +63,27 |
Trezzo sull’Adda | 1.427.144 | 11.858 | 120,35 | +17,13 |
Vaprio d’Adda | 997.116 | 9.186 | 108,55 | -3,65 |
TOTALE 2020 | 4.323.330 | 42.984 | 100,58 (media) | +17,32(media) |
La spesa sociale complessiva nel triennio 2018-2020 riporta un trend positivo.
Grafico 20: Analisi della spesa comunale tra il 2016 e il 2020 Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
Tabella 26: Variazione del peso delle diverse aree di intervento rispetto al 2019
CATEGORIA | VARIAZIONE RISPETTO AL 2019 |
MINORI-FAMIGLIA | -5,71% |
ANZIANI | -0,45% |
DISABILI | +12,67% |
POVERTA’ | +107,38% |
SPESA PERSONALE | +6,60% |
Risulta evidente come l’aumento della spesa sociale nel 2020 sia dovuto soprattutto all’aumento della spesa per il sostegno delle famiglie in difficoltà, soprattutto a causa della pandemia Covid-19 e delle sue conseguenze economiche.
Il dato della spesa sociale comunale è di € 4.323.330 e comprende la spesa sostenuta dai singoli Comuni, gestita direttamente o per i servizi delegati a Offertasociale, finanziata da risorse comunali, dall’utenza e dai trasferimenti di altri Enti ai Comuni. La spesa sociale comunale pro capite media è di € 101.
La spesa media sociale pro capite derivante da risorse statali, regionali e provinciali gestita da Offertasociale è di € 8,57 ovvero ciascun cittadino dell’ambito del Trezzese ha avuto a disposizione interventi e servizi per una risorsa aggiuntiva di € 8,57. La spesa sociale dell’Ambito pro capite media nel 2020 è stata pertanto di € 104.
Nel grafico seguente sono rappresentate i valori della spesa media pro capite del 2020 (compresa quota di Offertasociale) dei diversi Comuni.
Grafico 21: Valori della spesa media pro capite del 2020 Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
2.3.3 I canali di finanziamento della spesa sociale comunale
La spesa sociale comunale è finanziata:
• dal Comune stesso;
• dall’Utenza;
• da Enti pubblici (ad es. i ministeri o UE);
• da Fondi (Fondo Sociale Regionale, Fondo Nazionale Politiche Sociali, Fondo Intesa Famiglia, Fondo Sistema Educativo 0-6 anni, Fondo Nazionale Povertà).
Nel 2020 l’incidenza dei costi comunali sulla spesa sociale è in media del 14,70% in aumento rispetto agli anni precedenti; anche le risorse provenienti dagli utenti aumentano rispetto all’anno precedente (+2,28%); nonché le risorse provenienti da altri Enti (+9,87%).
La tabella e il grafico seguenti indicano le fonti di finanziamento della spesa sociale suddivisa per aree di intervento, ovvero, in che misura, assoluta e percentuale, la spesa è sostenuta dal Comune, dai fondi statali e da finanziamenti regionali e di altri Enti, dalla partecipazione alla spesa da parte degli utenti (tariffe). Esempi di Fondi sono il Fondo Sociale Regionale, il Fondo Nazionale Politiche Sociali e il Fondo per le non autosufficienze.
Tabella 27: Canali di finanziamento della spesa sociale comunale in valori assoluti Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
COSTI COMUNALI € | % costi comun./ spesa | Variaz costi comunali rispetto al 2019 | Risorse provenienti dagli utenti | % tariffe/ spesa | Variaz. 2019 | ALTRE ENTRATE | % altri finanz./spesa | Variaz. 2019 | |
Xxxxxxx – Masate | 504.390 | 11,67 | +11,62 | - | 0,00 | -0,04 | 64.110 | 11,28 | +11,23 |
Grezzago | 210.242 | 4,86 | +4,86 | - | 0,00 | +0,00 | 44.164 | 17,36 | +17,36 |
Pozzo d’Adda | 489.416 | 11,32 | +10,98 | 82.008 | 12,94 | +12,60 | 62.256 | 9,82 | +9,48 |
Trezzano Rosa | 309.972 | 7,17 | +5,53 | 37.610 | 8,50 | +6,86 | 94.902 | 21,45 | +19,80 |
Trezzo sull’Adda | 1.348.285 | 31,19 | +30,30 | 22.000 | 1,54 | +0,66 | 56.859 | 3,98 | +3,10 |
COSTI COMUNALI € | % costi comun./ spesa | Variaz costi comunali rispetto al 2019 | Risorse provenienti dagli utenti | % tariffe/ spesa | Variaz. 2019 | ALTRE ENTRATE | % altri finanz./spesa | Variaz. 2019 | |
Vaprio d’Adda | 950.977 | 22,00 | +15,62 | - | 0,00 | -6,37 | 46.139 | 4,63 | -1,75 |
TOTALE/MEDIA 2020 | 3.813.282 | 14,70 (media) | +13,15 (media) | 141.618 | 3,28 (media) | +2,28 | 368.430 | 11,42 (media) | +9,87 (media) |
Totale / Media 2019 | 3.528.170 | 85,06 | 234.652 | 5,66 | 385.243 | 9,29 | |||
Totale / Media 2018 | 3.402.187 | 87,62 | 255.673 | 6,58 | 224.912 | 5,79 | |||
Totale / Media 2017 | 3.352.000 | 87,14 | 275.206 | 7,15 | 219.405 | 5,70 | |||
Totale / Media 2016 | 3.234.941 | 85,42 | 369.979 | 9,77 | 181.965 | 4,81 |
Grafico 22 – Incidenza in termini percentuali della spesa per macro aree e per fonti di finanziamento rilevata nel 2020 in termini percentuali - Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
Anche da questo grafico è visibile l’impatto significativo delle misure volte ad aiutare le famiglie in difficoltà, che coprono l’63,40% dei canali di finanziamento dell’Area emarginazione-povertà. Per le altre aree il Comune risulta il canale di finanziamento maggiore.
2.3.4 Modalità di gestione della spesa
La spesa sociale gestita in modo associato tramite Offertasociale nel 2020 è il 52% della spesa sociale territoriale. La spesa gestita in modo associato è stata finanziata per il 75% da risorse trasferite dai Comuni; in termini assoluti, i trasferimenti comunali sono stati 1,9 milioni. L’utilizzo di finanziamenti statali, regionali e di altri Enti da parte di Offertasociale rappresenta il 25% delle fonti di finanziamento
Spesa gestita dai
Comuni
€ 2.391.374
48%
Spesa gestita da
Offertasociale
€ 2.582.630
52%
TOTALE 4.974.004
Fig.1 – Suddivisione della spesa sociale gestita dai singoli Comuni e da Offertasociale – anno 2016 elaborazione propria
Risorse comunali trasferite a Offertasociale € 1.929.306 75% | |
Altri finanziamenti € 653.324 25% |
La spesa sociale gestita dai singoli Comuni ha un valore lievemente inferiore a quello della spesa a gestione associata.
A livello territoriale l’incidenza in valori assoluti e percentuali nelle diverse aree della spesa gestita direttamente dai Comuni e da Offertasociale è la seguente:
Tabella 27 – Spesa sociale a gestione diretta e delegata ad OS. Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
AMBITO TREZZESE | spesa sociale territoriale a gestione diretta da parte dei Comuni | % | spesa sociale territoriale gestita da OS delegata dai Comuni | % |
ANZIANI | 190.894 | 55,79 | 151.280 | 44,21 |
DISABILI | 698.164 | 42,41 | 948.206 | 57,59 |
MINORI/ FAMIGLIA | 546.721 | 65,28 | 290.834 | 34,72 |
POVERTA’- DISAGIO ADULTI* | 120.637 | 92,96 | 9.136 | 7,04 |
COMPART. SPESA SOCIOSAN. | 353.934 | 68,94 | 159.450 | 31,06 |
Personale / Spese funz.OS / UdP | 480.550 | 58,22 | 344.794 | 41,78 |
Totale | 2.390.900 | 1.903.700 |
L’area Disabili registra la spesa più significativa a gestione associata, pari al 57,59%, rispetto a quella gestita direttamente dai Comuni; in effetti la spesa più significativa nell’area disabili è quella derivante dalla gestione associata di rilevanti servizi quali: i Centri Diurni Disabili, il servizio di inserimento lavorativo e l’assistenza educativa alunni disabili. Anche la spesa nell’area Anziani e nell’area Minori è gestita
maggiormente in modalità associata. Nella spesa per il personale e di funzionamento la quota del 50,33% gestita da Offertasociale comprende, oltre che la spesa di funzionamento dell’azienda e del Piano di zona, anche la spesa per l’attività di servizio sociale richiesto dai Comuni a Offertasociale.
Grafico 23: Incidenza in termini percentuali della spesa sociale delegata dai Comuni a Offertasociale e della spesa sociale gestita direttamente dai
Comuni dell’Ambito di Trezzo – anno 2020 elaborazione Ufficio di Piano
Le schede di rendicontazione rilevano le modalità di gestione della spesa sociale: in gestione diretta o in economia, in appalto o concessione o con accreditamento, ovvero esternalizzate a soggetti erogatori, acquistando posti ovvero pagando rette a altri soggetti (es. rette per Comunità per minori o disabili), trasferendo risorse all’azienda Offertasociale, per la gestione associata.
Tabella 28: Modalità di gestione della spesa Fonte: spesa sociale 2020 – Elaborazione Ufficio di Piano
delegata a Offertasociale | % | Variazione %rispetto al 2019 | gestione diretta | % | acquisto rette | % | gestione esternalizzata | % | |
Basiano - Masate | 240.530 | 42,30 | +13,20 | 327.970 | 57,70 | - | 0,00 | - | 0,00 |
Grezzago | 152.079 | 59,80 | +1,80 | 400 | 0,20 | 50.478 | 19,80 | 51.449 | 20,20 |
Pozzo d’Adda | 286.113 | 45,20 | +4,54 | 78.708 | 12,40 | 198.603 | 31,3 | 70.256 | 11,10 |
Trezzano Rosa | 185.376 | 41,90 | -2,94 | 63.684 | 14,40 | 31.290 | 7,1 | 162.134 | 36,60 |
Trezzo sull’Adda | 605.598 | 42,40 | +6,10 | 299.000 | 21,00 | 477.546 | 33,5 | 45.000 | 3,10 |
Vaprio d’Adda | 462.260 | 46,40 | +38,74 | 534.856 | 53,60 | - | 0,00 | - | 0,00 |
2020 TOTALE | 1.931.956 | 44,69 | +11,64 | 1.304.618 | 30,18 | 757.917 | 17,53 | 328.839 | 7,61 |
2019 Totale | 1.730.530 | 41,72 | 1.307.536 | 31,52 | 675.964 | 16,30 | 434.008 | 10,46 |
Nel 2020 i trasferimenti per la gestione associata rappresentano la modalità con la quota maggiore di incidenza, pari al 44,69% della spesa; in tutti e 6 i Comuni i trasferimenti a Offertasociale superano il 40% della spesa sociale comunale. L’aumento della spesa delegata all’azienda Offertasociale è controbilanciata dalla diminuzione della spesa esternalizzata e a gestione diretta. La gestione diretta è la modalità che
incide per il 30,18% della spesa; la modalità di esternalizzazione ha un’incidenza inferiore al 10% nel Comune di Trezzo sull’Adda ed in 2 Comuni è del tutto assente; solo in 2 superano il 15%. In aumento l’incidenza della spesa per acquisto rette.
Analizzando l’andamento nel quinquennio 2016 - 2020 dell’incidenza percentuale della spesa delegata a Offertasociale sulla spesa sociale comunale complessiva si può avere un’indicazione dell’andamento della propensione alla gestione associata della spesa.
Grafico 24 – Andamento della spesa delegata a OS (valori espressi in % sulla spesa di quel dato anno)
L’andamento mostra tendenze diversificate:
• Un aumento costante nei Comuni di Basiano-Masate, Pozzo d’Adda e Trezzo sull’Adda
• Un aumento e una successiva diminuzione nel Comune di Grezzago
• Una progressiva diminuzione nel Comune di Trezzano Rosa
• Una diminuzione e un successivo aumento nel Comune di Vaprio d’Adda.
3. Analisi dei soggetti e della rete presente sul territorio
3.1 La governance territoriale
Come previsto dalla normativa di riferimento (Legge quadro 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) il processo di programmazione deve assumere una prospettiva di tipo “governance” in cui il governo si realizza grazie alla mobilitazione di una serie di soggetti (pubblici, di privato sociale e della società civile).
Il concetto di Governance implica l’idea che il raggiungimento di un obiettivo sia frutto dell’azione autonoma, ma non isolata, dei diversi attori - Stato, Regioni, Province, Enti locali, Terzo settore e privati - che debbono/possono dare un contributo al processo di attuazione delle politiche sociali.
La partecipazione attiva degli attori sopracitati è resa possibile dall’avvenuta decentralizzazione e/o la tendenza al decentramento istituzionale della politica stessa, in una logica di governo non più gerarchico ma declinato territorialmente che crea le condizioni per la loro azione.
La “centralità” del Comune nel sistema della governance socioassistenziale trova attuazione nel sistema di governo territoriale. I comuni associati - attraverso l’azienda Offertasociale - sono coinvolti nel sistema della governance, e vi presidiano tutti i livelli formali: quello istituzionale (Assemblea dei Sindaci), preposto alle decisioni; quello di responsabilità (Conferenza dei responsabili di Servizio), che ha la finalità di garantire il legame più efficace tra l’apparato gestionale dei comuni e l’organizzazione aziendale; quello di estensione della partecipazione alle parti sociali del territorio (tavoli e gruppi di lavoro del Piano di Zona); quello di sintesi e di progetto (Ufficio di piano) per il raccordo programmatico con i Servizi sociali comunali e gli altri soggetti territoriali del welfare; quello operativo di contatto e interfaccia con i cittadini (Commissioni tecniche delle assistenti sociali) con la funzione di “sensore qualificato” del bisogno e luogo specifico della competenza professionale da applicare.
3.1.1 Assemblea dei Sindaci di Ambito Territoriale (ASAT)
È l’organismo politico di indirizzo che persegue le finalità di: a) garantire l’allineamento tra le linee d’indirizzo individuate da regione con le esigenze territoriali; b) garantire la sostenibilità finanziaria delle azioni programmatorie individuate; c) garantire la rappresentatività dei comuni firmatari la convenzione; d) formulare proposte e pareri all’Assemblea dei sindaci distrettuale Melegnano e Martesana in ordine alla definizione della programmazione dei servizi
• Composizione: sindaci e/o assessori delegati dai sindaci dei Comuni facenti parte dell’Ambito, referenti tecnici dell’Ufficio di Piano, referenti ATS ed Asst;
• Presidente: nominato tra i componenti dell’Assemblea;
• Vicepresidente: nominato tra i componenti dell’Assemblea
In seguito alla fase di coprogrammazione avviata per l’elaborazione del documento del Piano di Zona, l’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito di Trezzo, per facilitare la condivisione dei processi futuri, ha approvato l’istituzione di un Tavolo di Sistema attraverso la partecipazione di uno o più referenti delle seguenti realtà: Forum del Terzo Settore; Centro Servizi di Volontariato (CSV); Consorzio CS&L, Consorzio Comunità Monza Brianza; Organizzazioni Sindacali; l’Azienda del territorio; Ufficio di Piano; due responsabili dei servizi
sociali; due o più politici che fanno parte dell’assemblea dei Sindaci in maniera da garantire sistematicità nei processi decisionali della governance locale.
Il Tavolo di Sistema ha la funzione di orientare i lavori verso una convergenza delle conoscenze e delle risorse attraverso una strategia condivisa da adottare. Le riflessioni e le considerazioni che emergeranno da questo tavolo di confronto consentiranno un approfondimento che possa garantire una maggiore consapevolezza e dimestichezza da parte di tutti gli attori coinvolti, permettendo di definire argomentazioni che saranno poi riportate, in un’ultima analisi ed approvazione in sede dell’Assemblea di Ambito.
3.1.3 Le Conferenza dei Responsabili dei Servizi
La Conferenza dei Responsabili dei Servizi (CRS) è costituta dai responsabili dei servizi alla persona dei Comuni dell’Ambito e viene convocata dalla direzione di Offertasociale con cadenza pressoché mensile. L’ufficio di Piano partecipa in maniera attiva agli incontri condividendo con i responsabili dei servizi tutto il ciclo della programmazione zonale e tutti i processi di adozione degli atti portati all’attenzione delle Assemblee di Ambito.
I principali obiettivi e funzioni della Conferenza dei responsabili dei servizi sono:
• condividere e garantire un aggiornamento costante sulle novità piuttosto che le problematiche riguardanti i servizi gestiti da Offertasociale;
• costruire un punto di vista unitario in ordine alle disposizioni normative e alle buone pratiche riguardanti i servizi socio-assistenziali;
• condividere l’analisi dei bisogni emergenti o le eventuali criticità approntando soluzioni comuni;
• prendere parte all’analisi delle deliberazioni degli atti prima dell’approvazione delle Assemblee
(Aziendale e quella degli Ambiti).
In particolare, per quanto attiene le attività in capo all’Ufficio di Piano la Conferenza ha il ruolo e la
funzione di:
• ricomporre e integrare i servizi e le risorse sociali in capo ai Comuni e quelle presenti sul territorio;
• condividere la programmazione delle risorse in capo all’Ufficio di Piano in un’ottica di ricomposizione finalizzata ad un’efficace risposta ai bisogni dei cittadini;
• definire e valorizzare il ruolo dei Comuni nei processi di programmazione nella distinzione tra la funzione di programmazione (Ufficio di Piano) da quella della gestione associata dei servizi (rete dei servizi dell’Azienda);
• garantire i processi organici e sistematici nelle attività tra responsabili e assistenti sociali all’interno
delle singole organizzazioni comunali;
• partecipare alla definizione e realizzazione delle attività promosse dal Piano di Zona in maniera che
siano maggiormente espressione del punto di vista dei Comuni dell’Ambito.
L’ufficio di Piano è la struttura tecnico-amministrativa che si occupa della programmazione zonale e svolge funzioni di pianificazione e di coordinamento delle fasi attuative delle politiche sociali. Opera con personale appositamente destinato a tale funzione e costituisce l’organismo di supporto che assicura la coprogrammazione e coprogettazione per la realizzazione delle attività previste dal Piano di Zona.
Partecipa alla Cabina di Regia Unificata della ATS Milano e Città metropolitana e Cabina di Regia Territoriale
dell’ASST Melegnano e Xxxxxxxxx, favorendo il dialogo tra i Xxxxxx e le altre Istituzioni.
Le funzioni gestionali, amministrative e di coordinamento delle commissioni tecniche (assistenti sociali), in
capo all’Ufficio di Piano, sono assorbite dal personale dell’azienda speciale Offertasociale.
3.1.5 Le Commissioni Tecniche e il Coordinamento Inclusione Sociale
Il livello di partecipazione dei Comuni è garantito anche attraverso le attività delle Commissioni Tecniche (CT) che si occupano di giovani, minori e famiglia e di disabili, anziani e non autosufficienti. Oltre alle CT nel 2020 è stato avviato il Coordinamento Inclusione Sociale che sviluppa i temi per contrastare la povertà e la grave emarginazione. Le Commissioni Tecniche (CT), così come il Coordinamento Inclusione Sociale, sono composte dalle Assistenti Sociali dei Comuni afferenti all’Ambito e hanno il compito di fornire agli organi politici e tecnici periodiche indicazioni sulla rilevanza dei bisogni del territorio, permettendo di verificare l’efficacia e la rispondenza, a livello locale, degli interventi e dei servizi erogati dall’Azienda Offertasociale e presenti sul territorio. Nell’adempimento ed esercizio delle loro funzioni, in accordo con gli altri organismi partecipativi hanno anche competenza propositiva, consultiva e tecnico-operativa.
Nello svolgimento delle proprie funzioni, le CT affrontano molteplici tematiche e consentono di:
• analizzare e coordinare l'attività sulle misure regionali e ministeriali;
• approfondire e fornire supporto per l’applicazione di normative specifiche di settore;
• predisporre linee guida e regolamenti;
• coordinare i servizi esistenti a livello territoriale;
• monitorare, verificare e valutare le attività dei servizi;
• progettare, presentare e condividere nuovi servizi e progetti;
• promuovere la diffusione di conoscenza, di informazioni e il confronto continuo.
3.1.6 I Tavoli d’area e i gruppi di lavoro
I Tavoli d’area e i gruppi di lavoro sono composti dai coordinatori delle Commissioni Tecniche/Coordinamento Inclusione Sociale e dai portatori di interesse dell’Ambito, lavorano su specifiche tematiche legate al raccordo tra gli Enti, al raggiungimento degli obiettivi del Piano di zona o all’attuazione di specifiche misure regionali o ministeriali. La consultazione, quale processo volto ad informare e a recepire il parere degli Enti del Terzo Settore (ETS) e degli stakeholder e la partecipazione, quale coinvolgimento attivo degli ETS e degli stakeholder in momenti di analisi congiunta, di elaborazione di proposte di intervento e di raffronto operativo su diverse tematiche, sono elementi essenziali dei processi programmatori ed attuativi dei Piani di Zona.
Garantisce la programmazione, il governo, il monitoraggio e la verifica degli interventi sociosanitari e sociali erogati, ed è dedicata a presidiare aree comuni d’intervento per lo sviluppo di un approccio integrato alla presa in carico dei bisogni. In tal modo si evitano duplicazioni e frammentazioni nell’utilizzo delle risorse e nell’erogazione degli interventi garantendone l’appropriatezza.
La Cabina di Regia Unificata è composta da ATS, ASST, Responsabili Uffici di Piano e coordinata da ATS Milano e Città Metropolitana.
3.1.8 Comitato della comunità generativa – Comitato promotore
Nel corso del 2017 è nato il Comitato promotore come snodo di governance partecipata che ha l’obiettivo generale di favorire il radicamento sul territorio dell’area omogena Adda Martesana di prassi generative nella costruzione e gestione delle Politiche Sociali.
Esso si pone quindi come promotore di occasioni che consentano di far esercitare continuamente la rete dei Servizi e la comunità territoriale nell’applicazione dei paradigmi della generatività. In questi termini gli impegni prioritari che il Comitato si assume sono di:
• definire quali temi/oggetti rappresentano delle occasioni per stimolare prassi/progettualità generative;
• costruire un impianto organizzativo e strategie di dialogo con i territori ed i loro organismi improntati a stimolare sinergie, economie di scala e esercizi di governance diffusa.
Esso si impegna inoltre a restituire i lavori di questa prima fase alla parte politica e a condividere i futuri sviluppi che ne emergeranno.
Sono membri del comitato promotore i responsabili degli ambiti territoriali che appartengono all’area omogenea Adda Martesana (Pioltello, Cernusco sul naviglio, Melzo e Trezzo d’Adda), i rappresentanti del forum del terzo settore della Martesana per i 4 ambiti, un delegato di ATS Milano, un delegato del Ciessevi, i referenti di Fondazione di Comunità Milano.
L’Ambito di Trezzo sull’Adda, ad oggi, mostra una debolezza delle reti presenti sul territorio, in particolare con i soggetti del terzo settore e tra questi e l’ente locale. Negli anni, tra gli attori territoriali, sono stati realizzati pochi progetti ed interventi condivisi ed emerge una frammentazione delle iniziative proposte. L’ambito non possiede un luogo contraddistinto di rappresentanza del terzo settore all’interno del processo programmatorio, tant’è che per l’avvio dei lavori di elaborazione del Piano di zona 2021-2023 gli Enti del Terzo settore afferenti al territorio dell’ambito di Trezzo sull’Adda hanno partecipato insieme agli Stakeholders provenienti da tutti i Comuni di Offertasociale. La scarsa rappresentanza del territorio, e delle sue peculiarità, ha comportato una condivisione di obiettivi che, seppur rispondenti a bisogni appartenenti ad entrambi gli Ambiti, non stimolano l’attivazione e la partecipazione da parte dell’associazionismo trezzese.
L’Ufficio di Piano di Trezzo sull’Adda in collaborazione con i referenti del Forum del III Settore ha, negli ultimi anni, avviato un processo di analisi per individuare eventuali criticità che ostacolano la condivisione e, di conseguenza, adottare le migliori strategie per facilitare processi di collaborazione tra i gli attori presenti sul territorio.
Sono stati evidenziati in particolare due aspetti di criticità:
• Scarso coinvolgimento del Terzo Settore in un percorso condiviso sia di rilevazione delle esigenze che di disegno progettuale, in quanto non vi sono presidi governati che possano favorire l’attivazione delle associazioni in un’ottica di squadra territoriale;
• Limitata attivazione da parte dei Comuni afferenti all’Ambito nel valorizzare il patrimonio associazionistico del loro territorio e nel coinvolgere i diversi attori in un processo di coprogrammazione e coprogettazione.
Il progetto Tessere Reti prevede, dunque, un percorso di coinvolgimento del Terzo Settore, dei referenti tecnici dell’Ufficio di Piano/Comuni e dei politici delle Amministrazioni Locali, nell’ottica di supportare il processo di coprogettazione collegato alla realizzazione degli obiettivi previsti dal nuovo Piano di Zona. Si
intende promuovere un percorso di dialogo e condivisione di strategie e modalità concrete d’azione, nell’interesse della cittadinanza. L’intervento strategico sarà quello di esercitare concretamente un processo di rete tra le realtà delle Pubbliche Amministrazioni e del Terzo Settore al fine di condividere una visione territoriale di appartenenza e di promozione della cittadinanza attiva.
Il percorso individuato ha come finalità l’individuazione di una struttura di “governo/regia” che permetta
una continua manutenzione della collaborazione tra gli attori coinvolti.
In seguito alla fase di coprogrammazione condivisa con il territorio di Offertasociale, sono state individuate tre strategie avviabili:
• Individuare gli Enti del Terzo Settore che hanno contribuito a questa prima fase, coinvolgendoli come ETS Tutor che stimolino e promuovano la partecipazione delle associazioni a gruppi di lavoro;
• Programmare incontri che possano definire e far comprendere a tutti i soggetti coinvolti l’utilità delle azioni proposte, e che diano valore alla partecipazione condivisa nel garantire risposte ai bisogni della comunità;
• Istituire dei tavoli tematici.
Tessere Xxxx andrà a favorire da un lato la partecipazione delle associazioni ai gruppi di lavoro per la coprogettazione, dall’altro la continuità del dialogo tra il Terzo Settore e le Amministrazioni Locali, attraverso un supporto mirato all’individuazione di strategie di “manutenzione” continua di quanto si sarà generato.
Il supporto potrà declinarsi attraverso la costituzione di una Cabina di Regia in cui i rappresentati dell’Ufficio di Piano e del Terzo Settore raccoglieranno le esigenze della comunità emerse dai gruppi tematici ed individuerà le modalità più rispondenti e sostenibili per consolidare il lavoro di squadra nel fornire risposte alle esigenze emerse.
3.2 La situazione delle unità di offerta sociali Ambito di Trezzo sull’Adda
3.2.1 Le unità di offerta sociali
Le funzioni attribuite ai Comuni relative alle unità di offerta sociali (UdOS) riguardano la loro regolare messa in esercizio e il loro accreditamento. Nell’Ambito di Trezzo sull’Adda tali funzioni sono delegate all’ Ufficio Unico dell’Azienda Speciale Consortile Offerta Sociale.
Le attività afferenti all’Ufficio Unico in materia di esercizio delle Unità di offerta sociali sono:
• gestione dell’istruttoria inerente all’attivazione, la modificazione e la chiusura di Unità di offerta;
• informazione e orientamento per i soggetti interessati all’apertura di Unità di offerta e ai soggetti
gestori;
• raccordo con ATS Milano competente per le funzioni di vigilanza sulle Unità di offerta sociali;
• presidio dei flussi informativi verso/da Comuni, soggetti gestori, ATS Milano, Regione Lombardia;
• implementazione di una gestione unitaria dei dati sulla rete di offerta sociale presente sul territorio;
• supporto a Comuni e enti gestori per la messa in esercizio di Unità di offerta sperimentali.
• Le attività afferenti all’Ufficio Unico in materia di accreditamento di Unità di offerta sociali sono:
• gestione dell’istruttoria relativa alla domanda di accreditamento;
• verifica di mantenimento dei requisiti di accreditamento;
• gestione del Registro delle Unità di offerta sociali accreditate.
Le Unità di offerta sociali presenti sul territorio sono così suddivise:
• UdOS per la Prima Infanzia (Asili Nido, Micro Nidi, Centri Prima Infanzia, Nidi Famiglia);
• UdOS per Minori (Comunità Educative, Comunità Familiari, Alloggi per l’Autonomia, Alloggio per l’autonomia educativo, Servizio Educativo Diurno, Centri di Aggregazione Giovanile, Centri
Ricreativi Diurni);
• UdOS per persone Disabili (Comunità Alloggio, Centri Socio Educativi, Servizi di Formazione
all’Autonomia);
• UdOS per Anziani (Centri Diurni, Alloggi Protetti per Xxxxxxx, Comunità Alloggio Sociale Anziani (C.A.S.A.).
Nell’Ambito di Trezzo sull’Adda sono presenti 18 unità di offerta sociali che nel corso del triennio 2018- 2020 hanno visto nel complesso lievi fluttuazioni sia quanto riguarda il numero delle unità di offerta (20 nel 2018 e 18 nel 2019) che la capacità ricettiva (407 posti in esercizio nel 2020, 410 nel 2019 e nel 2018).
Sul territorio dell’Ambito di Trezzo sull’Adda, le UdOS più numerose sono quelle che si occupano di Prima Infanzia (Asili Nido, Micro Nidi, Centri Prima Infanzia e Nidi Famiglia) che si attestano nel corso del triennio 2018-2020 intorno alle 11 unità (12 nel 2018, 11 nel 2019, 11 nel 2020) garantendo una disponibilità di posti pari a circa 245. Ciò che caratterizza ormai da tempo queste UdOS è l’ampia flessibilità (part-time verticali/orizzontali) che permette di organizzare il servizio in base agli specifici bisogni delle famiglie.
NUMERO STRUTTURE PRIMA INFANZIA
12
Grafico 25: Andamento triennalità 2018-2020 numero strutture – Prima Infanzia
11 11 | ||||||
2018 2019 2020 PRIMA INFANZIA |
Dal grafico si evidenzia che nel corso della triennalità precedente l’Ambito di Trezzo ha avuto solo la chiusura di una unità di offerta mantenendo pressoché invariato il numero dei posti in esercizio (245 nel 2020- 248 nel 2018).
Nell’ambito della Prima Infanzia si segnala che Regione Lombardia nel marzo del 2020 ha approvato la DGR
n. 2929 “Revisione e aggiornamento dei requisiti per l’esercizio degli asili nido: modifica della DGR 11 febbraio 2005 n. 20588. Determinazioni”, che è andata ad aggiornare i requisiti per la messa in esercizio delle UdOS asilo nido che, da lungo tempo, non erano più in grado di rappresentare la complessità organizzativa degli asili nido.
Nell’Ambito delle unità di offerta sociali a favore di Xxxxxx si evidenzia che nel febbraio 0000 Xxxxxxx Xxxxxxxxx ha approvato la DGR n. 2857 “Evoluzione della rete di unità d’offerta per minori in difficoltà. Determinazioni” che è andata ad implementare di 5 nuove UdOS per minori il sistema di offerta regionale e che, nel contempo, ha regolato la varietà di servizi presenti sul territorio.
Per quanto riguarda la situazione delle UdOS sul territorio, si rileva un leggero decremento delle UdOS per Minori dovuto alla chiusura di una comunità famiglia nel comune di Trezzo sull’Adda (da 3 unità nel periodo 2018- 2019 a 2 unità nell’anno 2020) garantendo comunque una disponibilità di posti pari a circa 38 (41 nel
2018, 38 nel 2019).
NUMERO STRUTTURE MINORI
3
Grafico 26: Andamento triennalità 2018-2020 numero strutture – Servizi a favore di Minori
2 2 | ||||||
2018 2019 2020 MINORI |
*dall’analisi sono esclusi i dati relativi alle UdOS CRDE in quanto non confrontabili con i dati relativi alle altre UdOS minori dato il carattere di temporaneità che contraddistingue tale tipologia di servizio. Nel paragrafo dedicato alla situazione delle unità di offerta sociali nel periodo COVID- 19 verrà presentata una breve descrizione delle attività estive anno 2020.
3.2.1.3 UdOS a favore di persone con disabilità
Per quanto riguarda le UdOS a favore di persone con Disabilità nel corso del triennio si è assistito ad una sostanziale stabilità sia nel numero delle UDOS presenti sul territorio (3 Comunità socio educative) che nella capacità ricettiva complessiva (63 posti).
NUMERO STRUTTURE DISABILI
3
3
3
Grafico 27. Andamento triennalità 2018-2020 numero strutture– Servizi a favore di Disabili
2018 2019 2020 DISABILI |
3.2.1.4 UdOS a favore di Xxxxxxx
Anche per quanto riguarda le UDOS a favore di persone Anziane durante il triennio 2018-2020 non si registrano variazioni (2 UdOS nel 2018, 2 UdOS nel 2019 e nel 2020) per una disponibilità di 58 posti.
NUMERO STRUTTURE ANZIANI
2
2
2
Grafico 28. Andamento triennalità 2018-2020 numero strutture– Servizi a favore di Xxxxxxx
2018 2019 2020 ANZIANI |
L’accreditamento è il processo di ulteriore qualificazione delle UdOS in esercizio. È un provvedimento amministrativo rilasciato all’ente gestore di una UdOS in regolare esercizio che dichiara di possedere ulteriori requisiti di qualità definiti dai Comuni/Ambito Territoriale. L’accreditamento, infatti, implica un innalzamento dei livelli qualitativi del servizio, rispetto a quelli definiti per l’esercizio, e l’assunzione di una serie di obblighi nei confronti del servizio pubblico.
La normativa in vigore specifica che l’accreditamento è presupposto necessario affinché il Comune stipuli contratti o convenzioni per l’acquisizione delle prestazioni, specifiche dell’unità d’offerta, erogate dal privato. Ciò significa che l’accreditamento svolge una funzione di innalzamento della qualità dei servizi e, nel contempo, una funzione collaborativa e promozionale, essendo volto a instaurare un rapporto tra accreditato e accreditante, ispirato ad una logica di sussidiarietà.
Per i Comuni l’accreditamento è uno strumento prezioso che garantisce:
• lo svolgimento dei compiti di “governance” di cui i Comuni sono titolari (attraverso il rapporto con gli enti gestori, la definizione dei requisiti di accreditamento, il controllo e il monitoraggio dei servizi);
• l’accompagnamento delle unità di offerta che operano sul territorio a lavorare costantemente sulla qualità dei servizi che erogano. In specifico, i contenuti di tale qualità sono definiti dai Comuni stessi e ciò rappresenta una garanzia per i cittadini in merito al fatto che la qualità sia vicina alle reali esigenze di questi ultimi.
L’Ufficio Unico supporta i Comuni nei compiti cui sono chiamati, cercando in primo luogo di promuovere dialogo tra le strutture, creare situazioni di scambio e connessione, accompagnare le unità di offerta in un continuo lavoro a tendere verso il miglioramento della qualità del servizio reso ai cittadini.
Tabella 29: UdOS accreditate – Situazione al 31/12/2020
PRIMA INFANZIA | MINORI | DISABILI | |
UDOS IN ESERCIZIO | 11 | 2 | 3 |
UDOS ACCREDITATE | 5 | 1 | 3 |
Dalla tabella, che riporta la situazione delle UdOS accreditate riguardanti i servizi per i quali sono stati approvati criteri e requisiti di accreditamento da parte di Regione Lombardia e Comuni/Ambiti Territoriali, emerge una generale fatica delle UdOS Prima Infanzia ad ingaggiarsi nei processi di accreditamento. In merito si può ipotizzare che i servizi che rientrano in questa tipologia di UdOS siano maggiormente vincolati alle scelte di “mercato” dei cittadini piuttosto che da convenzionamenti/contratti con l’Ente Pubblico e di conseguenza abbiamo meno interesse di stare in relazione con la Pubblica Amministrazione.
3.2.3 L’anno 2020 e le conseguenze del virus COVID-19 sul il sistema delle UdOS
L’anno 2020 è stato fortemente influenzato dall’emergenza sanitaria COVID-19, sia per quanto riguarda il contesto sociale ed economico del territorio, sia per quanto riguarda le ripercussioni sulle specifiche attività delle Unità di offerta sociali. Le misure disposte per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno avuto un importante impatto sul sistema dei servizi territoriali.
La situazione era variegata: alcune UdOS hanno di fatto continuato a svolgere le consuete attività - seppur con attenzioni specifiche legate alla limitazione delle relazioni (ad esempio le UdOS residenziali), altre hanno visto la sospensione dell’apertura pur potendo svolgere alcune attività utilizzando modalità differenti (UdOS per persone disabili), altre ancora hanno sospeso completamente l’attività (UdOS Prima Infanzia). Il repentino sviluppo della pandemia ha, inoltre, comportato il susseguirsi di disposizioni nazionali e regionali che andavano via via a disciplinare le attività consentite/proibite nelle UdOS e il ruolo degli Enti Pubblici preposti al governo del sistema dei servizi sul territorio (ATS, Comuni e Ambiti Territoriali).
L’Ufficio Unico nel periodo del lockdown e della Fase 2 ha svolto nel contempo un ruolo di connessione tra gli attori in gioco e di interpretazione e attuazione della normativa, frutto delle competenze tecniche maturate nel corso degli anni.
Con l’avvio della Fase 2 dell’emergenza COVID-19 la normativa nazionale e regionale di riferimento ha previsto la riapertura delle UdOS che nella prima fase di lockdown erano state sospese o che le cui attività avevano proseguito attraverso modalità differenti. Per la riapertura dei servizi, la normativa stabiliva il riavvio a seguito della presentazione di progetti specifici per ogni struttura da parte degli enti gestori e che dovevano essere realizzati secondo le linee operative territoriali condivise con ATS, Comuni e Ambito Territoriale.
Tali attività hanno riguardato:
• riavvio servizi per disabili. In merito tutte le UdOS a favore di persone con Disabilità presenti sul territorio hanno riaperto;
• apertura dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza (0-17 anni).
Tabella 30: Servizi per l’infanzia e l’adolescenza aperti nell’estate 2020
SERVIZI PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA 0-17 | N. PROGETTI PERVENUTI | N. POSTI DISPONIBILI |
TOTALE | 18 | 860 |
Le risorse del Fondo Sociale Regionale hanno la finalità di sostenere le spese destinate a cofinanziare le unità di offerta sociali, servizi e interventi, afferenti alle aree Minori e Famiglia, Disabili ed Anziani, attive e funzionanti nei Comuni dell’Ambito Territoriale di Trezzo sull’Adda.
Le risorse assegnate all’Ambito nel 2021 presentano un incremento del 6.7% rispetto alla quota assegnata nel 2019. Nel 2020 le risorse stanziate da FSR risultano ulteriormente aumentate in quanto è stata stanziata una quota aggiuntiva pari a € 23.104,72 destinata ai soli servizi Prima Infanzia a sostegno delle unità di offerta che hanno risentito maggiormente della sospensione dell’attività imposta dall’emergenza sanitaria.
Tabella 31: Risorse finanziate per area di intervento anno 2019-2021
Risorse finanziate per area di intervento | |||
2019 | 2020 | 2021 | |
Area minori | € 130.792 | € 151.827 | € 137.700 |
Area disabili e anziani | € 83.448 | € 84.774 | € 91.062 |
Altri interventi | € 25.205 | € 24.676 | € 26.765 |
Fondo di riserva | € 12.602 | € 12.338 | € 13.382 |
Totale | € 252.047 | € 273.615 | € 268.911 |
Per quanto riguarda la ripartizione delle risorse, nel 2021 rispetto agli anni precedenti, si evidenzia un lieve aumento delle risorse destinate alle Unità di Offerta dell’Area Minori (99% nel 2021, 93% del 2020 e 92% del 2019) e di conseguenza una diminuzione di quelle riservate all’Area Disabili (1% nel 2021, 7% nel 2020 e 8% nel 20109).
Grafico 29: Riparto Fondo Sociale Regionale UDOS suddiviso per aree 2019-2021
Riparto FSR
100%
98%
96%
94%
92%
90%
88%
86%
1%
7%
8%
99%
93%
92%
FSR 2021
FSR 2020
FSR 2019
AREA MINORI AREA DISABILI
4. Analisi dei bisogni e delle risposte del territorio
4.1 L’area della Non Autosufficienza: gli interventi a favore di anziani e disabili
Regione Lombardia parlando di welfare sociale e disabilità, insiste sulla necessità di garantire la presa in carico e la progettazione personalizzata degli interventi.
L’idea del Fondo unico per la disabilità (citato nella Dgr XI/3404 del 20/07/2020 – DDN) prende forma nel corso dell’ultima campagna elettorale regionale che assume l’impegno di “Accorpare e governare le risorse dedicate alla disabilità e alla non autosufficienza, da utilizzare in una logica di “progetto di vita” della persona disabile e della sua famiglia. Non solo, quindi, rispondendo al singolo bisogno, bensì sostenendo in maniera globale il nucleo famigliare”
Lo sforzo promosso da Regione Lombardia infatti è di identificare quali siano le risorse da considerare per dare vita a questo Fondo unico. È in effetti nella proposta di Piano Sociosanitario integrato per il 2019 – 2023 (Dgr XI/2498 del 26/11/2019) non viene dichiarata l’intenzione di costituire tale Fondo, ma si fa riferimento ad esso nel paragrafo dedicato alla disabilità quando, auspicando una sempre maggiore integrazione sociosanitaria, si afferma che “il Piano Assistenziale Individuale deve essere declinato all’interno del Progetto di vita, rispettoso delle scelte della persona e della famiglia, finalizzato a sostenere la permanenza al domicilio, a realizzare una vita piena e di qualità, nonostante i limiti che la condizione di disabilità pone, coerentemente con le azioni avviate per la costituzione del Fondo unico per le disabilità”. (articolo Lombardia sociale 19.12.2019)
In generale nel corso del 2020 a causa dell’impatto dell’emergenza sanitaria e delle misure adottate per il contenimento del virus Covid-19 sono state riscontrate difficoltà nel continuare a garantire gli interventi declinati nei Progetti individualizzati di vita (PI) a favore delle persone anziane e disabili.
4.1.1 Il Fondo Nazionale non Autosufficienza - FNA
Il Fondo nazionale per la Non Autosufficienza (FNA) è stato istituito nel 2006 con Legge 27 dicembre 2006,
N. 296 (art. 1, co. 1264), con l'intento di fornire sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti al fine di favorirne una dignitosa permanenza presso il proprio domicilio evitando il rischio di istituzionalizzazione, nonché per garantire, su tutto il territorio nazionale, l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali.
Il fondo è stato individuato come strutturale per gli anni a venire; le risorse sono attribuite alle Regioni in relazione all’indice della popolazione anziana non autosufficiente presente nei diversi Ambiti territoriali e da indicatori socio-economici e i Programmi operativi regionali di utilizzo delle risorse del FNA costituiscono un intervento significativo per il sostegno del mantenimento a domicilio di persone con disabilità gravissima, grave e anziani non autosufficienti in ogni fase del ciclo di vita.
Attraverso la DGR N. 116/2013 sono stati introdotti elementi di innovazione nell’area delle politiche ed interventi a favore della disabilità e della non autosufficienza attraverso un approccio che sappia definire interventi di sostegno più che di protezione o risposte residenziali alternative.
Questo primo intento però è andato a perdersi negli anni tant’è che l’attuale utilizzo del FNA prevede la semplice distribuzione di contributi economici ai nuclei familiari in cui è presente una persona non autosufficiente sulla base di fondi assegnati agli Ambiti che per altro non sono sufficienti a coprire il bisogno territoriale.
Regione Lombardia nell’arco del triennio 2018-2020 ha continuato a promuovere interventi a favore di persone non-autosufficienti e disabili gravi/gravissimi assegnando le risorse alle ATS e ai Comuni/Ambiti territoriali affinché si realizzino interventi aggiuntivi a forte integrazione socio-sanitaria.
Tali interventi sono finalizzati a favorire la permanenza al domicilio della persona attraverso la definizione di un Progetto Individualizzato (PI) definito da parte dell’Équipe di Valutazione Multidimensionale (operatori Xxxx Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx e Assistenti sociali dei Comuni). Tale metodologia di valutazione, che associa quella di tipo sociale a quella di tipo multidimensionale integrata garantisce, sia una presa in carico globale della persona, sia un uso razionale e coordinato delle risorse.
I decreti regionali indicano due specifiche misure finalizziate dal Fondo, quella riferita alle disabilità gravissime (B1) in capo alle ATS e quelle rivolte alla disabilità grave e alla non autosufficienza (B2) in capo ai Comuni/Ambiti.
Di seguito il Fondo Nazionale non Autosufficienza - Regione Lombardia Dgr XI/7856 del 12/02/2018 gestito
dall’Ambito territoriale di Trezzo sull’Adda nell’anno 2018:
Tabella 32: Risorse FNA Ambito di Trezzo 2018
Risorse FNA Ambito Trezzo sull’Adda | |
Importo a disposizione Totale Dgr 7856 | € 92.619,78 |
Importo erogato Dgr 7856 - apr-dic 2018 | € 63.737,50 |
Importo da erogare Dgr 7856 - gen-mar 2019 | € 27.562,50 |
Importo erogato Totale Dgr 7856 | € 91.300,00 |
Residuo Dgr 7856 - 42 domande (23 nuove) | € 1.319,78 |
*Il decreto prevede l’erogazione per dodici mesi a partite da aprile 2018 – marzo 2019
Di seguito gli interventi nell’Ambito territoriale di Trezzo sull’Adda a sostegno della domiciliarità, attraverso
il Fondo.
Tabella 33: Importi suddivisi per tipologia di interventi 2018
Misura | Importo Trezzo s/Adda | % |
Assistente familiare | € 20.350 | 22,29 |
Care giver familiare | € 70.950 | 77,71 |
Progetti di vita indipendente | - | |
Sostegno relazione minori H | - | |
Totale | € 91.300 | 100,00 |
Grafico 30: Ripartizione degli interventi 2018
Di seguito il Fondo Nazionale non Autosufficienza gestito nell’Ambito territoriale di Trezzo sull’Adda nell’anno 0000 - Xxxxxxx Xxxxxxxxx, Dgr XI/1253 del 12/02/2019
Tabella 34: Importi suddivisi per tipologia di interventi 2019
risorse FNA Ambito territoriale Trezzo sull’Adda | |
importo a disposizione residuo Dgr 7856 | € 1.319,78 |
importo a disposizione Dgr 1253 | € 92.731,00 |
importo a disposizione Totale | € 94.050,78 |
importo erogato Dgr 1253 - apr 2019 – mar 2020* | € 91.875,00 |
importo da erogare Dgr 1253 - gen-mar 2020 (voucher sospesi) | € 2.000,00 |
importo erogato Totale Dgr 1253 | € 93.875,00 |
residuo Dgr 1253 - 57 domande (23 nuove) | € 175,78 |
*Il decreto prevede l’erogazione per dodici mesi a partire da aprile 2019 – marzo 2020
Di seguito gli interventi attivati nell’Ambito territoriale di Trezzo sull’Adda a sostegno della domiciliarità, attraverso il Fondo.
Tabella 35: Importi suddivisi per tipologia di interventi 2019
misura | importo Trezzo s/Adda | % |
assistente familiare | € 22.800 | 24,29 |
care giver familiare | € 67.075 | 71,45 |
progetti di vita indipendente | - | |
sostegno relazione minori H | € 4.000 | 4,26 |
totale | € 93.875 | 100,00 |
Grafico 31: Ripartizione degli interventi 2019
Le risorse sono state ripartite per tipologia di beneficiario in tre graduatorie separate così come definito dagli indirizzi regionali: anziani (50% delle risorse), disabili adulti (il 30%), disabili minori (20%).
Tabella 36: Tipologia beneficiari e relativi importi
tipologia beneficiario | importo Trezzo s/Adda |
anziani | € 46.950 |
disabili Adulti | € 28.150 |
disabili Minori | € 18.775 |
totale | € 93.875 |
Grafico 32: Ripartizione FNA per tipologia beneficiario
Durante l’emergenza sanitaria a causa del Covid-19, considerate le contingenti difficoltà per attivare la Misura B2, l’Ambito territoriale e i Comuni hanno recepito le indicazioni regionali prolungando l’apertura dell’Avviso, così da garantire maggiore visibilità, e hanno sostenuto i cittadini nella procedura di presentazione della domanda, prevedendo tempi e modi di semplificazione e perfezionamento della richiesta.
Un importante intervento a supporto delle famiglie penalizzate a causa del Covid dalla chiusura dei centri diurni socio assistenziali e delle scuole è stato messo in atto a seguito dell’approvazione, da parte dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito territoriale di Trezzo sull’Adda, delle Linee operative in merito al Buono sociale mensile per l’Assistenza continuativa della persona in condizione di grave disabilità o di non autosufficienza al domicilio da parte del care giver familiare. Si è previsto, infatti, un buono di importo completo per tutti da maggio a settembre e comunque fino al riavvio della frequenza oltre ad un abbattimento della percentuale di riduzione dello sconto del buono stesso:
- frequenza part-time (fino a 25 ore settimanali): valore del buono ridotto del 15% (da 25% della precedente delibera della giunta regionale);
- frequenza full-time: valore del buono ridotto del 30% (da 50% della precedente DGR).
Di seguito viene presentato il dettaglio della gestione del Fondo nazionale non autosufficienza per l’anno 0000 - Xxxxxxx Xxxxxxxxx Delibere XI/2720 del 23/12/2019 e XI/2862 del 18/02/2020 per l’Ambito territoriale di Trezzo Sull’Adda
Tabella 37: Risorse FNA 2020-2021
Ambito Trezzo sull’Adda - Risorse FNA 2020-2021 | Importo |
importo a disposizione residuo Dgr 1253/2019 | € - |
importo a disposizione Dgr 2720/2019 | € 105.573,54 |
importo integrazione fondi Dgr 4033/2020 | € 9.224,95 |
importo a disposizione Totale | € 114.798,49 |
Tabella 38: Risorse per Area
Ambito di Trezzo sull'Adda Risorse per Area | Anziani | Disabili Adulti | Disabili Minori | Totale |
Risorse a disposizione | € 57.399,25 | € 34.439,55 | € 22.959,70 | € 114.798,49 |
importo erogato al 31.12.2020 | € 34.650,00 | € 20.100,00 | € 12.880,00 | € 67.630,00 |
importo da erogare entro il 30.04.2021 | € 22.749,25 | € 14.339,55 | € 10.079,70 | € 47.168,49 |
Tabella 39: Richieste per Area
Ambito di Trezzo sull'Adda Richieste per Area | Anziani | Disabili Adulti | Disabili Minori | Totale |
N. richieste pervenute | 32 | 27 | 15 | 74 |
N. richieste escluse | 0 | 0 | 0 | 0 |
N. richieste accolte al 31.12.2020 | 17 | 7 | 4 | 28 |
Ambito di Trezzo sull'Adda Richieste per Area | Anziani | Disabili Adulti | Disabili Minori | Totale |
N. richieste accolte al 10.02.2020 | 26 | 10 | 7 | 43 |
N. richieste in lista d'attesa al 10.02.2020 | 6 | 17 | 8 | 31 |
Di seguito sono specificati gli interventi attivati a sostegno della domiciliarità attraverso il Fondo
Tabella 40: Tipologia interventi e importi
Ambito di Trezzo sull'Adda | ||
Tipo Intervento | Importo Totale | % |
Buono Caregiver Familiare | € 94.280,00 | 82,39% |
Integrazione Assistente Familiare | € 15.150,00 | 13,24% |
Buono Progetti di Vita Indipendente | € - | 0,00% |
Voucher Sostegno Relazione Minori Disabili | € 5.000,00 | 4,37% |
Totale Complessivo | € 114.430,00 | 100,00% |
Grafico 33: Percentuale per tipologia interventi e importi
La tabella seguente mostra la ripartizione delle risorse sulla base della tipologia dei beneficiari. La metà dei fondi è stata riservata alla categoria degli anziani, la restante metà è stata divisa tra disabili adulti (30%) e disabili minori (20%).
Tabella 41: Importo per tipologia beneficiario
Tipologia beneficiario | Importo Trezzo s/Adda |
Anziani | € 57.399,25 |
Tipologia beneficiario | Importo Trezzo s/Adda |
Disabili Adulti | € 34.439,55 |
Disabili Minori | € 22.959,70 |
Totale | € 114.798,49 |
Di seguito il Fondo Nazionale non Autosufficienza - Regione Lombardia Dgr XI/4138 del 21.12.2020 e successiva Dgr XI/13477 del 08.10. 2021 gestito dall’Ambito territoriale di Trezzo nell’anno 2021 (fotografia al 31.10.2021):
Tabella 42: Domande ammesse e finanziate per categoria beneficiari
AMBITO DI TREZZO | ||
DOMANDE AMMESSE E FINANZIATE | DOMANDE AMMESSE MA NON FINANZIATE | |
ANZIANI | 20 | 4 |
ADULTI DISABILI | 14 | 6 |
MINORI DISABILI | 6 | 8 |
TOTALE | 40 | 18 |
Grafico 34: domande ammesse e finanziate misura B2
Tabella 43: Risorse per l’Ambito suddivise per DGR
DGR | RISORSE AMBITO TREZZO |
4138/2020 | €107.618,00 |
2720/2019 | €8.000,99 |
13477/2021 | €13.614,00 |
TOTALE | €129.232,99 |
4.1.2 Il Reddito di Autonomia Voucher Anziani e Disabili
Regione Lombardia ha deliberato (Dgr. 7487 del 04.12.2017), le Linee di indirizzo per l’implementazione, sia di interventi volti a migliorare la qualità della vita delle persone anziane fragili, sia di percorsi di autonomia finalizzata all’inclusione sociale delle persone disabili. Solo il successivo Decreto N. 19486 del 21.12.2018 la Direzione generale per le politiche per la famiglia, genitorialità e pari opportunità ha approvato l’avviso pubblico – POR FSE 2014-2020 – avviando così l’implementazione di interventi rivolti a soggetti anziani e disabili, attraverso i relativi decreti attuativi. Questi ultimi sono stati pubblicati a fine dicembre, pertanto la misura è stata effettivamente avviata a gennaio 2019 ed è proseguita per l’intero anno.
Nell’arco temporale 2018-2020 Regione Lombardia ha, quindi, proseguito la sperimentazione “Reddito di Autonomia” (RA) per prevenire situazioni che possano comportare anche fenomeni di esclusione sociale attraverso un pacchetto di misure rivolte ai cittadini in condizione di difficoltà.
Il Voucher è rimasto nominativo e destinato a sostenere i Progetti Individualizzati a persona, sia anziana sia disabile, permettendo l’acquisto di servizi e prestazioni per un ammontare complessivo di 4.800,00 Euro volto a garantire le seguenti attività:
• valutazione multidimensionale, in capo all’Ambito Distrettuale (480 euro oppure 262 euro, a seconda dell’intensità del percorso);
• attività di gestione del voucher da parte del case management, in capo all’Ambito Distrettuale (480
euro oppure 262 euro, a seconda dell’intensità del percorso);
• attivazione degli interventi rivolti ai beneficiari, in capo ai servizi e alle unità di offerta e agli enti erogatori (la restante parte: 3.840 euro per interventi a maggiore intensità e 4.276 euro per interventi a minore intensità).
Il voucher è riconosciuto tramite Avviso pubblico e ha la finalità di sostenere progetti individualizzati di
sostegno all’inclusione sociale secondo i seguenti obiettivi:
Persone anziane:
• promuovere azioni per la presa in carico globale della persona attraverso la valutazione multidimensionale, la predisposizione del progetto individuale redatto in maniera condivisa, partecipata e corresponsabile;
• potenziare il sostegno ai percorsi di autonomia delle persone anziane per garantire una migliore qualità della vita.
Persone disabili:
• promuovere azioni per la presa in carico globale della persona attraverso la valutazione multidimensionale, la predisposizione del progetto individuale redatto in maniera condivisa, partecipata e corresponsabile;
• potenziare il sostegno ai percorsi di autonomia di persone disabili giovani e adulte per garantire una migliore qualità della vita;
• favorire azioni propedeutiche all’inserimento lavorativo (tirocini, ecc.) finalizzate a consolidare l’autonomia della persona e promuoverne l’inclusione sociale;
• sviluppare e consolidare una rete di servizi territoriali che sia in grado di rispondere in modo integrato e flessibile ai percorsi personalizzati di empowerment.
In sintesi, la misura di RA promuove azioni per la presa in carico globale della persona attraverso la valutazione multidimensionale e la predisposizione del progetto individuale. Gli operatori dei Comuni referenti stendono i Progetti Individuali (PI) e il Piano Educativo Individuale (PEI) relativi ai soggetti beneficiari, definendo obiettivi, aree d’intervento, oltre ad indicare gli Enti Erogatori dei servizi ed interventi, soggetti accreditati da Offertasociale tramite l’Ufficio Unico.
La Misura prevede il diretto coinvolgimento della persona/famiglia che, in termini di corresponsabilità, esprimono, insieme ai tecnici, il proprio impegno per realizzare un concreto percorso di uscita dalla condizione di bisogno verso l’inclusione sociale.
Il Voucher Autonomia in generale nell’arco degli anni purtroppo è risultata una misura poco adeguata nel
rispondere ai bisogni dei cittadini, per diversi motivi:
● non incontra la reale esigenza delle persone che, lungo l’arco della realizzazione degli interventi, rinunciano oppure perdono le condizioni (per aggravamento delle condizioni di salute) per usufruire della misura stessa;
● risulta eccessivamente standardizzata e rigida, pertanto permette poca flessibilità nella definizione degli interventi realizzabili;
● vincola l’ente gestore ad accettare un elevato rischio di impresa (il valore del Voucher è assegnato
solo al raggiungimento del 70% degli accessi / interventi pianificati).
Tabella 44: Risorse e voucher anno 2019-2021
Ambito di TREZZO | Risorse complessive 2019/20 | Voucher teorici | ||
Anziani | Disabili | Anziani | Disabili | |
€ 14.400,00 | € 14.400,00 | 3 | 3 |
Tabella 45: Domande R.A. per Comune 2019
2019 - Trezzo sull’Adda | R.A. anziani | R.A. disabili |
domande pervenute nel corso dell'anno | 3 | 3 |
Grezzago | 1 | 1 |
Pozzo d'Adda | 2 | 1 |
Vaprio d'Adda | 1 | |
Progetti attivi | 2 | 2 |
Grezzago | 1 | |
Xxxxx x'Xxxx | 0 | |
Xxxxxx x'Xxxx | 1 |
Tabella 46: Domande R.A. per Comune 2020
2020 - Trezzo sull’Adda | R.A. anziani | R.A. disabili |
domande pervenute nel corso dell'anno | 0 | 0 |
Progetti attivi | 0 | 0 |
Per far fronte alle difficoltà incontrate con l’emergenza sanitaria e le necessarie misure adottate per il contenimento del virus Covid-19, è stato possibile sospendere i percorsi per un massimo di 90 giorni, anche non consecutivi, prevedendone la comunicazione motivata a Regione Lombardia. In questo periodo, si è garantito nel rispetto delle disposizioni nazionali e regionali assunte per il contenimento del virus, la
continuità, invitando gli Enti a definire o rimodulare i progetti per amplificarne l’efficacia, in risposta all’attuale situazione e all’evoluzione dei bisogni.
• Con la delibera n. 2966 del 23.03.2020 Regione Lombardia, ha previsto una proroga dei termini previsti per la misura, rinviando al 31 dicembre 2021 il termine per la conclusione delle attività e al 31 dicembre 2020 il termine per l’avvio dei percorsi di autonomia rivolti sia alle persone anziane sia alle persone disabili.
• Con Decreto regionale n°5300 del 04/05/2020 è stata predisposta una proroga di ulteriori 30 giorni del periodo di sospensione del progetto individualizzato, ammettendo pertanto una sospensione di 90 (già previsti da precedente decreto regionale) più 30 per un totale di 120 giorni.
• Gli Enti accreditati hanno riscontrato molte difficoltà nel garantire continuità ai progetti: soprattutto nei primi mesi della pandemia hanno dovuto investire risorse ed energie per poter reinventare e riadattare i loro servizi alle nuove normative, talvolta non riuscendo comunque a soddisfare le esigenze dei beneficiari dei voucher.
• Gli interventi da remoto, infatti, non hanno permesso il perseguimento degli obiettivi stabiliti dal progetto iniziale e hanno pertanto richiesto una rimodulazione delle aspettative, soprattutto da parte delle famiglie.
• La pandemia ha inoltre disincentivato l’avvio di nuovi voucher sia da parte dei servizi che delle famiglie le quali hanno preferito soluzioni alternative alle progettazioni previste dal Reddito di Autonomia. Si sono registrate infatti due sole domande nel corso dell’anno (una è stata rifiutata per
ISEE superiore alla soglia e l’altra non è giunta all’EVM per rinuncia da parte del beneficiario).
Il tema del “Dopo di noi” ha introdotto interventi finalizzati all’affrancamento dalla famiglia d’origine per le persone disabili attraverso la definizione di percorsi di inclusione sociale. La legge 112/2016 ha previsto l’istituzione di un fondo ad hoc, costituito da risorse da distribuirsi alle singole Regioni, per sostenere iniziative utili a garantire un futuro il più possibile sereno e de-istituzionalizzato alle persone disabili. La richiesta principale è stata quella di avviare un accompagnamento all’autonomia teso a promuovere l’autodeterminazione e la consapevolezza e ad avviare un percorso graduale di distacco e separazione dai genitori o dai servizi residenziali verso la vita adulta indipendente basata sulla co-abitazione.
Con la Dgr n. 6674 del 7 giugno 0000, Xxxxxxx Xxxxxxxxx ha disciplinato il Programma Operativo per la realizzazione degli interventi a favore di persone con disabilità grave per dare concreta attuazione alla Legge n. 112/16 (Dopo di noi). La ripartizione e conseguente stanziamento delle risorse agli Ambiti per la realizzazione degli interventi del “Dopo di Noi” è stata effettuata da Regione sulla base della quota di Popolazione residente in Lombardia, compresa nella fascia d’età 18-64 anni (pari al 16,8% della popolazione). In merito alle risorse economiche allocate e all’andamento di quelle liquidate (periodo di riferimento 2016-2019) si rinvia alle successive Tabelle: Risorse economiche assegnate e risorse liquidate e Risorse liquidate suddivise per tipologia di intervento.
In attuazione delle Linee Operative (Dgr 3404/2020) “Programma operativo regionale per la realizzazione degli interventi a favore di persone con disabilità grave prive del sostegno familiare-Dopo di Noi-L. N. 112/2016” è stato realizzato un confronto tra i due Ambiti territoriali, le due ATS (Brianza ed ex MI2) e le rispettive ASST (Brianza e Melegnano e della Martesana) per dare continuità ad azioni di sistema utili alla realizzazione della nuova Misura regionale.
A seguito dell’emissione della successiva Dgr 3404/2020, nel mese di novembre l’Ambito territoriale ha emesso un Avviso pubblico con scadenza al 31.12.2020 che è stato mantenuto aperto con modalità “a sportello” fino ad esaurimento delle risorse e comunque per l’intero anno 2021.
Il percorso, dalla raccolta della domanda all’avvio dei progetti individualizzati, prevede i seguenti step:
• valutazione di Accesso alle Misura: la prima verifica dei requisiti di accesso delle domande verrà effettuata dal Servizio sociale del Comune al fine di accertare il possesso dei requisiti formali di accesso alle misure;
• valutazione Multidimensionale in setting pluriprofessionale: la valutazione è effettuata dall’ Équipe di Valutazione Multidimensionale, considerata lo strumento appropriato e necessario per la stesura del Progetto di Vita ai sensi della L.328/2000;
• predisposizione di un progetto individuale, condiviso e sottoscritto dalla persona / famiglia;
• identificazione della figura di case manager che affianca la persona, monitora e valuta l’andamento
del progetto.
I beneficiari del Fondo per il Dopo di Noi sono le persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, individuate secondo i criteri esposti nel Decreto Ministeriale. Le istanze sono presentate da persone con disabilità e/o loro famigliari o chi ne ha la protezione giuridica, ma anche dai Comuni, Associazioni di famiglie e di persone con disabilità, nonché enti di Terzo settore, enti pubblici o privati.
Gli interventi finanziabili permangono di natura:
• infrastrutturale: ristrutturazione, miglioramento dell’accessibilità (eliminazione barriere), adeguamenti per la fruibilità dell’ambiente domestico (domotica), messa a norma degli impianti, contribuzioni per sostenere i costi di locazione;
• gestionale: programmi di accrescimento della consapevolezza e l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorire l’autonomia e una migliore gestione della vita quotidiana, percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine ovvero per la deistituzionalizzazione verso soluzioni e condizioni abitative, quanto più possibile, proprie dell’ambiente familiare,
interventi di domiciliarità presso soluzioni alloggiative che si configurano come Gruppi appartamento o Cohousing.
Di fatto come si evince dalla successiva Tabella: Numero di richieste suddivisi per tipologia di interventi, gli interventi attivati sono stati per lo più su accessi diurni alle strutture, interventi domiciliari/territoriali e weekend residenziali. Solo in pochi casi i progetti avviati evolveranno verso una reale autonomia abitativa.
La normativa ha l’intento di salvaguardare la priorità degli interventi a supporto della domiciliarità e dei percorsi di accompagnamento e accrescimento della consapevolezza a percorsi di autonomia tramite la predisposizione del Progetto Individuale (ex art 14 della Legge n. 328/2000).
Il Progetto Individuale diviene, quindi, un tassello da cui non si può prescindere per la corretta applicazione di quanto previsto dalla Legge 112/16. Esso è costruito sulla base degli esiti della valutazione multidimensionale e tiene in considerazione sia le abilità e capacità residue della persona, nonché le sue aspettative/motivazioni, in tutte le dimensioni del vivere quotidiano. Il progetto deve tendere a garantire, alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, una vita il più possibile autonoma nel proprio contesto sociale di vita attraverso anche forme di convivenza assistita, ovvero di vita indipendente. All’interno del Progetto Individuale devono essere declinati gli obiettivi e gli interventi sulla base dei bisogni - rilevati nelle diverse fasi e in una prospettiva futura - che caratterizzano lo specifico ed individuale percorso di vita della persona con disabilità, nonché evidenziate le risorse (budget di progetto)
necessarie per il raggiungimento degli obiettivi declinati per ogni singola fase. Tali risorse sono da intendersi nella più ampia accezione: risorse economiche, prestazioni e servizi da mobilitare, del privato in genere, della famiglia d’origine e della comunità. La dimensione delle risorse economiche non è quindi più legata al momento ma definite sulla temporalità del progetto complessivo.
Il Progetto individuale esita dalla valutazione multidimensionale che, in armonia con la Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF), è basata sulla rilevazione del profilo funzionale della persona ed è integrata dalla valutazione sociale riferita al contesto relazionale e di vita della persona stessa, secondo l’approccio bio-psico-sociale. L’équipe, costituita sulla base di appositi protocolli operativi definiti in Cabina di regia, costituita presso l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) territorialmente competente ha carattere multiprofessionale poiché partecipata dal case manager (operatori sociali /Comuni), da un referente dell’Ambito territoriale, da referenti dell’ASST. Il Progetto Individuale che ne scaturisce viene sottoscritto da tutti gli attori coinvolti oltre che condiviso con la persona disabile/famiglia.
Tabella 47. Numero di richieste suddivise per tipologia di interventi DGR 6674/2017
ATTUAZIONE DGR N. 6674/2017 “DOPO DI NOI” | |||||||||||
INTERVENTI INFRASTRUTTURALI | INTERVENTI GESTIONALI | ||||||||||
Ristrutturazione n. beneficiari | Locazione /Spese condominiali n. beneficiari | TOTALE n. beneficiari | SOSTEGNO RESIDENZIALITA' | ACCOMPAGNAMENTO AUTONOMIA n. beneficiari | PRONTO INTERVENTO SOLLIEVO n. beneficiari | ||||||
Gruppo appart. con gestore n. unità d'offerta | Gruppo appart. con gestore n. beneficiari | Residenzialità Autogestita n. unità d'offerta | Residenzialità Autogestita n. beneficiari | Cohousing Housing n. unità d'offerta | Cohousing Housing n. beneficiari | TOTALE n. beneficiari | |||||
0 | 2 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 14 | 0 |
Tabella 48. Numero domande presentate nei singoli comuni dell’Ambito DGR 6674/2017
Comune di residenza | Utenti coinvolti |
Pozzo d'Adda | 2 |
Trezzano Rosa | 3 |
Trezzo sull’Adda | 5 |
Vaprio d'Adda | 6 |
AMBITO | 16 |
Tabella 49: Numero di richieste suddivise per tipologia di interventi DGR 3404/2020 (fino al 31/12/2020)
ATTUAZIONE DGR N.3404/2020 “DOPO DI NOI” | |||||
INTERVENTI INFRASTRUTTURALI | INTERVENTI GESTIONALI | ||||
uttu razio ne n. ben | se cond omi niali | ALE n. ben efici | SOSTEGNO RESIDENZIALITA' | TO AUT ONO MIA | NTO SOLL IEVO |
ATTUAZIONE DGR N.3404/2020 “DOPO DI NOI” | |||||||||||
Gruppo appart. con gestore n. unità d'offerta | Gruppo appart. con gestore n. beneficiari | Residenzialità Autogestita n. unità d'offerta | Residenzialità Autogestita n. beneficiari | Cohousing Housing n. unità d'offerta | Cohousing Housing n. beneficiari | TOTALE n. beneficiari | |||||
0 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 | 0 |
Tabella 50: Numero di domande presentate nei singoli Comuni dell’Ambito DGR 3404/2020 (domande presentate nell’anno 2020)
Comune di residenza | Utenti coinvolti |
Xxxxx x'Xxxx | 0 |
Xxxxxx x'Xxxx | 2 |
AMBITO | 3 |
Tabella 51: Numero di richieste suddivise per tipologia di interventi DGR 3404/2020 (fino aggiornati al 10.09.2021)
ATTUAZIONE DGR N.3404/2020 “DOPO DI NOI” | |||||||||||
INTERVENTI INFRASTRUTTURALI | INTERVENTI GESTIONALI | ||||||||||
Ristrutturazione n. beneficiari | Locazione /Spese condominiali n. beneficiari | TOTALE n. beneficiari | SOSTEGNO RESIDENZIALITA' | ACCOMPAGNAMENTO AUTONOMIA n. beneficiari | PRONTO INTERVENTO SOLLIEVO n. beneficiari | ||||||
Gruppo appart. con gestore n. unità d'offerta | Gruppo appart. con gestore n. beneficiari | Residenzialità Autogestita n. unità d'offerta | Residenzialità Autogestita n. beneficiari | Cohousing Housing n. unità d'offerta | Cohousing Housing n. beneficiari | TOTALE n. beneficiari | |||||
0 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 6 | 0 |
Tabella 52: Numero di domande presentate nei singoli Comuni dell’Ambito DGR 3404/2020 (domande presentate nell’anno 2020 e 2021)
Comune di residenza | Utenti coinvolti |
Basiano | 1 |
Pozzo d'Adda | 1 |
Trezzo sull’Adda | 3 |
Vaprio d'Adda | 2 |
AMBITO | 7 |
Grafico 35: Numero di utenti suddivisi per Comuni - DGR 6674/2017 e DGR 3404/2020
7
6
6
5
5
4
3
3
3
2
2
2
1
1
1
0
0
Basiano
Pozzo d'Adda
Trezzano Rosa
Trezzo sull’Adda
Vaprio d'Adda
Utenti coinvolti dgr 6674/2017 (2017/2020)
Utenti coinvolti dgr 3404/2020 (2020-2021)
Tabella 53: risorse economiche assegnate e le risorse liquidate DDN DGR 6674 E DGR 3404
Anno di riferimento | Risorse assegnate all’Ambito | Risorse liquidate |
2016 | €65.212,00 | €46.139,00 |
2017 | €27.752,00 | €815,24* |
2018 | €37.224,76 | - |
2019 | €41.159,01 | - |
*rilevazione al 30/06/2021
Tabella 54: risorse liquidate suddivise per tipologia di intervento
TIPOLOGIA DI INTEVENTI | |||||
Anno di riferimento | INTERVENTI STRUTTURALE | ACCOMPAGNAMENTO ALL’AUTONOMIA | RESIDENZIALITA’ | RICOVERI DI PRONTO INTERVENTO/SOLLIEVO | TOTALE |
2016 | €5.100,00 | €41.039,00 | - | - | €46.139,00 |
2017 | €815,24 | - | - | - | €815,24 |
Grafico 36: Tipologia interventi misura Dopo di Noi
€ 45.000,00
€ 40.000,00
€ 35.000,00
€ 30.000,00
€ 25.000,00
€ 20.000,00
€ 15.000,00
€ 10.000,00
€ 5.000,00
€ 0,00
INTERVENTI
STRUTTURALE
ACCOMPAGNAMENTO
ALL’AUTONOMIA
RESIDENZIALITA’
RICOVERI DI PRONTO
INTERVENTO/SOLLIEVO
2016 2017
Il Dopo di Noi ha visto un continuo raccordo tra ASST, ATS, Cooperative Enti gestori degli interventi DDN, le Assistenti sociali del territorio. ATS Milano ha anche promosso, con il coinvolgimento degli Ambiti territoriali, attività formative sul campo dedicate alla progettazione per il Dopo di Noi e alla progettazione individuale per la disabilità grave, con particolare attenzione al Progetto individuale ai sensi dell’art. 14 legge 328/00. Tuttavia, a causa dell’emergenza Covid, non si sono potuti attuare le attività formative sul campo programmate e dedicate alla progettazione per il Dopo di Noi.
L’avvio della Misura e della programmazione degli interventi hanno incontrato non poche difficoltà che qui
di seguito si cerca di sintetizzare:
• alcuni aspetti del decreto sono stati definiti chiaramente tramite approfondimenti durante la
realizzazione della misura stessa, creando ritardi o disomogeneità nell’applicazione;
• Il target dei richiedenti la Misura secondo i requisiti di accesso indicati dal decreto regionale, ovvero: persone con disabilità grave e prive del sostegno familiare presenta non poche difficoltà nel poter perseguire gli obiettivi del programma. In particolare:
o Le domande pervenute sono state effettuate in favore o da persone con disabilità gravi, poco idonee a percorsi di autonomia. In EVM la valutazione del profilo della persona e la definizione del Progetto Individuale hanno, infatti, evidenziato la non sussistenza di condizioni per la realizzazione/sostenibilità di percorsi programmati di accompagnamento per l'uscita dal nucleo familiare ovvero per la deistituzionalizzazione (offerta di residenzialità nelle soluzioni alloggiative gruppo appartamento/cohousing) così come pensati dal programma operativo.
o In alcuni contesti è totalmente assente la cultura di un progetto di vita che sfoci anche in una progettualità condivisa con le famiglie che possa contemplare anche il venire meno delle figure accuditive del disabile. È necessario avviate percorsi di accompagnamento all’autonomia a favore
di giovani disabili nell’ottica di iniziare a lavorare con il nucleo familiare rispetto ad un “pensiero”
sul dopo di noi.
• Un voucher predefinito rischia di essere inadeguato se non corrispondente all’intensità di intervento che la persona necessita. Persone con elevati bisogni di sostegno non vedono la possibilità di presentare un progetto di vita a casa, personalizzato, in modo da prevenire l’istituzionalizzazione o
avviare percorsi di emancipazione non solo dai genitori, ma anche dai servizi residenziali.
In generale l’analisi della triennalità 2018/2020 ha evidenziato un avvio lento motivato da diversi elementi:
• necessità di tempistiche idonee per le Amministrazioni Comunali per l’individuazione degli enti (cooperative, associazioni) cui affidare la gestione dei progetti di accompagnamento o di residenzialità previsti dalla Misura;
• poca disponibilità territoriale di forme abitative idonee all’accoglimento di progettualità di
residenzialità dedicata al dopo di noi (gruppo appartamento, housing e cohousing);
• difficoltà nella predisposizione del Progetto di vita condiviso con le famiglie, che superi la logica della progettazione sulla singola misura.
Sono inoltre emerse alcune difformità di applicazione della misura, determinate in parte anche dall’evoluzione delle indicazioni regionali inviate ai diversi territori che hanno comportato interpretazioni discordanti rispetto a situazioni similari.
4.1.3.2 Impatto emergenza sanitaria Covid-19 e prospettiva futura
Il periodo di emergenza sanitaria ha reso complessa l’attuazione degli interventi e ha imposto una battuta d’arresto anche delle attività programmate di ascolto e confronto con gli interlocutori. Nei primi mesi del 2020, l’Ufficio di Piano si è trovato impegnato a far fronte all’urgenza di predisporre buone prassi e interventi in risposta ai bisogni emergenziali determinati dalla pandemia e prescritti nelle disposizioni ministeriali.
Molti progetti di accompagnamento hanno avuto riavvio solo in autunno; permangono alcune difficoltà da parte degli Enti gestori, in particolare le piccole realtà che non riescono a programmare interventi in presenza con pernottamenti per mancanza di personale o a causa delle restrizioni Covid. Sul tema è necessario proseguire il confronto con ATS facendo un affondo al fine di comprendere quali siano state le modalità operative messe in campo nei territori dove questo problema è stato superato/affrontato.
In generale, alla luce dei dati rappresentati nelle tabelle precedentemente riportate, rimane evidente la necessità di dare maggiore impulso ai progetti DDN e al coinvolgimento delle persone e delle loro famiglie. É auspicabile che la formazione programmata da ATS (DGR 3972/2020 in attuazione alla DGR 3404/2020), che avrà avvio nel prossimo mese di dicembre, possa permettere di dare maggiore linfa al tema dal punto di vista teorico e possa essere di impulso per le nuove progettualità.
4.1.4 Assistenza Educativa Scolastica
Il servizio di Assistenza Educativa Scolastica è garantito agli alunni diversamente abili in base alla L.R. 31/80 “Diritto allo studio- Norme di attuazione” e alla L. 104/92 “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”.
É da considerarsi beneficiario l’alunno con disabilità in possesso di diagnosi funzionale ai sensi dell’art. 3
della Legge 104/92 e di idonea certificazione attestante lo stato di disabilità (in diritto dovere di istruzione e
formazione) e alunni con disabilità sensoriale (fino all’università, compreso il perfezionamento post laurea entro l’età massima di 26 anni) residenti nel territorio della Città Metropolitana di Milano.
Il servizio ha l’obiettivo primario di favorire e sostenere l’integrazione scolastica degli alunni disabili e di favorirne la piena partecipazione alle attività scolastiche e formative. Il servizio garantisce interventi qualificati, coordinati con le istituzioni scolastiche e con il servizio socio-psico-pedagogico comunale, che permettano all’alunno non solo di ottemperare all’obbligo scolastico, ma che ne valorizzino le competenze nel rispetto della personalità e delle proprie abilità.
Il Decreto Legislativo n. 112 del 31.3.1998 attribuiva alle Province la competenza dei servizi di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio frequentanti gli Istituti Scolastici Superiori, nonché la conseguente assegnazione di risorse in misura utile a garantire la congrua copertura degli oneri. Il servizio “AES scuole superiori” è stato, pertanto, attivato a partire dall’anno scolastico 2014-2015 dietro copertura economica da parte della Città Metropolitana di Milano con risorse appositamente trasferite all’Azienda Offertasociale.
Con X.x. 00/0000 Xxxxxxx Xxxxxxxxx rialloca a sé le competenze che erano in capo alle Province in materia di servizi di istruzione a favore di studenti con disabilità iscritti alle Scuole Secondarie di Secondo grado. Pertanto, come previsto dalle Linee guida regionali approvate con D.G.R. n. X/6832 del 30/06/2017, a partire dall’A.S. 2017/2018 gli interventi sono stati realizzati dai Comuni, attraverso il trasferimento delle risorse da parte di Regione Lombardia, ed in tale modalità si è proseguito sino ad oggi.
L’erogazione del servizio per i Comuni dell’Ambito territoriale di Trezzo sull’Adda, consorziati con l’azienda Offertasociale, è affidata alle cooperative sociali Aeris, Atipica e La Grande Casa, enti soci del Consorzio Sociale CS&L, già titolari del servizio di Assistenza Educativa Scolastica e il governo avviene attraverso il sistema gestionale Vitaever.
Si dettagliano di seguito i dati relativi ai beneficiari del servizio di Assistenza Educativa Scolastica, differenziando gli ordini di scuola (PRIMO GRADO – dall’infanzia al III anno della scuola secondaria di I grado, SECONDO GRADO – le scuole superiori).
PRIMO GRADO – anni 2018, 2019, 2020
Grafico 37: Andamento globale del numero di assistiti nell’Ambito Territoriale di Trezzo sull’Adda
Grafico 38: Analisi degli assistiti per Comune
Negli anni scolastici compresi nel periodo analizzato, gli studenti nelle scuole del primo grado di Istruzione che hanno beneficiato del servizio di AES, gestito in forma associata per tutti i Comuni aderenti sono arrivati ad essere 153, con un incremento percentuale pari al 42,94%.
SECONDO GRADO – Scuole superiori e corsi di formazione professionale (CFP) – anni 2018, 2019, 2020
Grafico 39: La tabella di seguito riportata mostra l’Andamento globale del numero di assistiti nell’Ambito Territoriale di Trezzo sull’Adda – esplicitato su anno solare (semestre)
Grafico 40: Analisi degli assistiti per Comune
Dai grafici allegati, risulta evidente la differenza in ogni anno solare, tra i primi 7 mesi ed i secondi 4 mesi dell’anno. La spiegazione è da trovarsi nel fatto che il contributo regionale copre l’anno scolastico e non l’anno solare (34 settimane/utente/anno scolastico), pertanto i Comuni soci ricevono la prima tranche di finanziamento entro la fine di dicembre, per poi ricevere la seconda a rendicontazione fatta, entro ottobre dell’anno successivo. Risulta comunque evidente la crescita del numero degli assistiti frequentanti le scuole superiori, che è cresciuto per una percentuale pari a circa il 43.3%.
Una criticità emersa, da quando l’interlocutore diretto è Regione Lombardia, è quella del ritardo nel flusso
comunicativo in particolare rispetto alla gestione delle comunicazioni dal portale regionale.
La gestione del servizio è notevolmente migliorata, grazie al lavoro di sintesi e di rete attuato con i Comuni e le cooperative, coadiuvato anche dalla necessità di gestire la situazione pandemica, che non poche problematiche ha portato.
Ciononostante, permane la difficoltà di integrazione delle ore di servizio AES con gli spazi dell’alternanza scuola/lavoro che porta ad un’inadeguata gestione delle risorse educative con relativo disavanzo delle risorse economiche.
L’obiettivo posto precedentemente non è stato ottemperato, per difficoltà di gestione del sistema e per le problematiche legate alla gestione dell’emergenza sanitaria. La stesura e l’aggiornamento del protocollo AES è stata cominciata nel febbraio del 2021, contando di arrivarne a conclusione entro la fine del corrente anno solare, in maniera da renderlo maggiormente efficace nella realizzazione delle risposte e nella gestione delle risorse.
4.2 Area povertà e inclusione sociale
4.2.1 Indicatori di povertà, esclusione sociale e deprivazione materiale
La presente analisi riporta alcuni dati rilevati da ISTAT e Regione Lombardia6 riferiti alla povertà assoluta e povertà relativa, con lo scopo di riflettere sulle dinamiche socio demografiche rispetto ai livelli di povertà e gli interventi di sostegno al reddito messi in atto.
Con “povertà assoluta” si intende la condizione in cui vertono “gli individui non in grado di acquisire un paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano, vengono considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile”.
Nel 2020 in Italia sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%), dopo il miglioramento del 2019 nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005 (inizio delle serie storiche). L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%), ma la crescita più ampia si registra nel Nord dove la povertà familiare sale al 7,6% dal 5,8% del 2019. Tale dinamica fa sì che, se nel 2019 le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura al Nord (43,4%) e nel Mezzogiorno (42,2%), nel 2020 arrivano al 47% al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno, con una differenza in valore assoluto di 167mila famiglie.
Nonostante la tendenza negativa il valore dell’intensità della povertà assoluta - che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere è in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”) - registra una riduzione (dal 20,3% al 18,7%) in tutte le ripartizioni geografiche. Tale dinamica è frutto anche delle misure messe in campo a sostegno dei cittadini (reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, estensione della Cassa integrazione guadagni, ecc.) che hanno consentito alle famiglie in difficoltà economica - sia quelle scivolate sotto la soglia di povertà nel 2020, sia quelle che erano già povere - di mantenere una spesa per consumi non molto distante dalla soglia di povertà.
Se ci soffermiamo ad analizzare i dati nel contesto lombardo l’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie è quasi raddoppiata tra il 2014 (3,0%) ed il 2018 (5,9%), per poi scendere al 5,1% nel 2019 e risalire, secondo una stima preliminare di PoliS-Lombardia, al 7,1% nel 2020. In Italia, pur partendo da una maggiore incidenza, la crescita è stata meno marcata, come si può notare dal grafico sottostante:
GRAFICO 41: Incidenza della povertà assoluta. Italia e Lombardia, 2014-2020 (% di famiglie) Fonte: Elaborazioni PoliS-Lombardia su dati Istat "La spese per consumi delle famiglie". Lombardia 2020, dato stimato da PoliS-Lombardia
10
8
6
5,7
6,1
6,3
6,9
7
5,9
7,7
4,9
6,4
5,1
7,1
4
4,2
3
3,2
2
0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Lombardia
Italia
Per analizzare l’esposizione alla condizione di povertà assoluta in Lombardia i dati più recenti si riferiscono al 2019, si nota che all’interno della stessa regione ben diversa è l’esposizione alla condizione di povertà al
variare di alcune caratteristiche familiari di tipo socio-demografico. Per quel che concerne le famiglie più piccole va segnalato che chi vive solo è lievemente più esposto alla povertà rispetto a chi vive in coppia (incidenza di povertà rispettivamente pari a 5,3% e 2,9%), l’incidenza della povertà assoluta cresce poi con il numero dei componenti, sino ad un massimo del 18,4% nelle famiglie con 5 o più componenti.
Due ulteriori fattori pesano in modo significativo: il 14,5% delle famiglie in affitto risulta povera; oltre un quarto delle famiglie i cui componenti siano stranieri è povera. Infine, risulta elevata l’incidenza della povertà nelle famiglie in cui sia presente almeno un minore (8,5%), di contro l’incidenza di povertà fra le famiglie con almeno un anziano (over 65enne) si attesta solo al 3,5%.
TABELLA 55: Incidenza di povertà assoluta al variare dell’ampiezza familiare (% di famiglie), della presenza di minori o anziani e per cittadinanza – anno 0000 - XXXXX xxxxxxxxxxxx XxxxX Xxxxxxxxx su dati ISTAT indagine “spesa delle famiglie”
LOMBARDIA | ITALIA | ||
AMPIEZZA FAMIGLIE | 1 componente | 5,3% | 5,7% |
2 componenti | 2,9% | 5,5 | |
3 componenti | 4,4% | 6,9 | |
4 componenti | 7,2% | 8,9 | |
5 o più componenti | 18,4% | 19,6 | |
PRESENZA DI MINORI O ANZIANI | famiglie con almeno un minore | 8,5% | 11,2 |
famiglie con almeno un anziano | 3,5% | 4,9 | |
ABITAZIONE | Famiglie in affitto | 14,5% | 11,2 |
Altre famiglie | 2,7% | 4,9 | |
CITTADINANZA | famiglie di soli italiani | 3,1 | 5,3 |
famiglie di soli stranieri | 25,7 | 28 |
Una famiglia che risiede in affitto è pertanto esposta in misura maggiore al rischio di fragilità economica, che si cumula con altre condizioni quali la cittadinanza dei suoi membri. In particolare, come si può verificare nella seguente tabella, lo scarto nell’incidenza della povertà assoluta si amplia quando si distingua rispetto alla cittadinanza dei componenti: per le famiglie italiane l’incidenza è pari all’7,5% fra i nuclei in affitto e al 2,5% fra gli altri; per le straniere i valori sono rispettivamente pari al 28,7% e al 20,1.
Tabella 56: Incidenza della povertà assoluta per titolo di godimento dell’abitazione e cittadinanza dei componenti. Lombardia. Anno 2019 (valori per
100 famiglie residenti) Fonte: elaborazioni PoliS-Lombardia su dati Istat rilevazione "La spesa per consumi delle famiglie”
famiglie in affitto | altre famiglie | |
Famiglia Italiana | 7,50% | 2,50% |
Famiglia straniera | 28,70% | 20,10% |
Totale | 14,50% | 2,70% |
La nozione di “povertà relativa” è invece legata a quella della distribuzione della spesa delle famiglie, individuando come povere quelle di due componenti con una spesa per consumi inferiore o pari alla spesa media per consumi pro capite.
Le famiglie in condizioni di povertà relativa in Italia nel 2020 sono stimate pari a poco più di 2,6 milioni (il 10,1%) per un totale di circa 8 milioni di individui (13,5%). Rispetto al 2019 (11,4%), l’incidenza di povertà relativa familiare segna un calo generalizzato, con quote significativamente differenti tra le ripartizioni. Anche a livello individuale si registra una riduzione dell’incidenza di povertà relativa in media nazionale (dal
14,7% del 2019 al 13,5%) e questo miglioramento è in particolare nel Mezzogiorno (dal 25,8% al 22,6% del 2020). In tutte le altre ripartizioni il valore è sostanzialmente invariato.
A livello territoriale, nel Nord l’incidenza di povertà relativa si attesta al 6,3%, con valori leggermente diversi nel Nord-ovest rispetto al Nord-est (rispettivamente, 6,5% e 5,9%), al Centro è del 6,4% mentre nel Mezzogiorno, dove si registra un deciso miglioramento, è pari al 18,3% (era il 21,1%).
Da una lettura dei dati relativi alla povertà intesa come esclusione e/o vulnerabilità sociale e mancanza di diritti emerge invece che nel 2018 in Lombardia l’11,1% dei residenti sono a rischio di povertà relativa, il 3,1% sono in condizione di deprivazione materiale severa e il 6,2% fanno parte di famiglie che hanno lavorato meno di un quinto del totale del tempo teoricamente disponibile per attività lavorative e sono quindi considerate a bassa intensità lavorativa.
Le persone che vivono in famiglie in cui si presenta almeno una delle tre condizioni espresse da questi indicatori (disagio economico, materiale e/o lavorativo) sono considerate a rischio di povertà o esclusione sociale. Nel caso della Lombardia si tratta di quasi una persona ogni sei (il 15,7% dei residenti), un dato che, seppur ben più contenuto della media nazionale (27,3%), risulta comunque di entità non indifferente. Rispetto al primo anno di osservazione (il 2008) si è osservato un incremento del fenomeno dal 14,7% fino al raggiungimento del primo picco nel 2012 al 19,3%, un successivo assestamento fra il 17% e il 18% nel triennio 2013-2015, un nuovo picco al 19,7% nel 2016-2017 e una contrazione nel 2018 con un riposizionamento prossimo a quello di dieci anni fa. Il trend emerso per la Lombardia, sebbene su livelli più contenuti, risulta in linea con quanto registrato in media nel Paese.
Grafico 42: popolazione a rischio di povertà relativa o di esclusione sociale. Lombardia e Italia, anni 2008-2018 (fonte dati ISTAT)
35
30
29,9
28,1
28,5
30
28,3
28,7
28,9
27,3
25
25,5
24,9
25
20
19,3
19,7
19,7
17,7
18,1
17,6
15
14,7
15,3
15,2
15,9
15,7
10
5
0
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Lombardia
Italia
Il tasso di occupazione in Lombardia nel 2019 è aumentato dello 0,7% rispetto all’anno precedente, attestandosi al 68,4% a seguito di un trend positivo iniziato nel 2013. L’aumento del numero di occupati è stato principalmente determinato da tre categorie di lavoratori: le donne (+1,6%), gli individui con un basso livello di scolarizzazione (+2,4%) e, anche in seguito alle riforme pensionistiche, i lavoratori anziani (+4,1% per gli occupati tra i 55 e i 64 anni).
Si registrano miglioramenti anche relativamente al tasso di disoccupazione lombardo che è calato dello 0,4% rispetto all’anno precedente e nel 2019 risulta pari al 5,6%. La dinamica positiva dell’ultimo anno conferma il trend di medio periodo, con una variazione negativa del tasso di disoccupazione a partire dal 2015. A livello provinciale, i risultati migliori in termini di tasso di occupazione si registrano a Milano
(70,6%), Lecco (68,9%), Monza e Brianza (68,4%) e Mantova (68,3%). I tassi più bassi si verificano a Varese (66,7%), Bergamo (66,3%) e Lodi (65,5%).
Anche il trend occupazionale subirà inevitabilmente gli effetti dell’emergenza da Covid-19, tuttavia a oggi risulta difficile avere previsioni accurate. Gli unici indicatori già in grado di percepire tali cambiamenti sono il tasso di occupazione e il tasso di inattività registrati ad aprile 2020. Il primo cala dell’1,2% rispetto al mese precedente, mentre il secondo aumenta del 2%. Nello stesso mese si registra anche un calo del tasso di disoccupazione dell’1,7% che è però conseguenza dell’aumento degli inattivi. Gravi recessioni, come quella prevista a seguito della pandemia, possono infatti indurre i disoccupati ad abbandonare la ricerca di un lavoro, alimentando il fenomeno dei «lavoratori scoraggiati».
Le fasce più deboli della forza lavoro (donne, anziani, immigrati, lavoratori con basso livello d’istruzione e impiegati in turni di lavoro più lunghi e in piccole imprese) sono quelle che subiranno maggiormente le conseguenze del distanziamento sociale: una prima stima riporta un elevato rischio per 45 milioni di posti di lavoro nell’UE27 (il 23% dell’occupazione totale) e per un ulteriore 22% della forza lavoro, rappresentato proprio dalle fasce più vulnerabili.
A livello di Ambito Territoriale disponiamo dell’Atlante Statico del lavoro di Milano Città Metropolitana che offre un’analisi dei dati occupazionali confrontando il periodo dal 01/01/2020 al 30/4/2020 con l’analogo arco temporale dell’anno precedente dal 01/01/2019 al 30/4/2019.
Tabella 57: Variazioni tendenziali dei Comuni Ambito di Trezzo sull’Adda confrontando il periodo dal 01/01/2020 al 30/4/2020 con l’analogo arco temporale dell’anno precedente dal 01/01/2019 al 30/4/2019 – Fonte Città Metropolitana di Milano Atlante Statistico del Lavoro 2020
COMUNE | Var % avviati | Var % avviamenti | Var % aziende |
BASIANO | 2.86 | 3.39 | -11.32 |
GREZZAGO | -52.94 | -52.94 | -13.04 |
MASATE | -9.4 | -12.4 | -22.58 |
POZZO D’ADDA | -34.83 | -36.41 | -29.58 |
TREZZANO ROSA | -11.11 | -9.65 | -15.79 |
TREZZO SULL’ADDA | 5.01 | -6.61 | -10.11 |
VAPRIO D’ADDA | -31.01 | -33.33 | -20 |
CITTA' METROPOLITANA DI MILANO | -25,32 | -33.21 | -16.29 |
Con il termine “Var % Avviamenti” ci si riferisce alla variazione percentuali delle comunicazioni di avviamento pervenute nell’arco di tempo considerato, rispetto al periodo precedente. Indipendentemente dalla forma contrattuale applicata. Il termine “Var % Avviati” riporta le variazioni percentuali dei lavoratori interessati dagli avviamenti registrati nell’arco di tempo considerato, rispetto al periodo precedente.
Prendendo in considerazione congiuntamente i principali fattori relativi all’andamento del mercato del lavoro ogni Comune presenta delle specificità rispetto al periodo osservato. Tendenzialmente è possibile giudicare la situazione locale come peggiorata all’inizio del 2020 rispetto al 2019, dove tutti gli indicatori considerati: avviamenti, avviati con nuovi avviamenti registrano valori in calo. Fanno eccezione i Comuni di Basiano e Xxxxxx sull’Adda in cui la situazione locale è caratterizzata dall’aumento dei lavoratori con forme contrattuali più stabili avviati sia degli avviamenti sia. Questa crescita però si sta concentrando su un numero di datori di lavoro in contrazione in tutti i Comuni, segnale di una difficoltà del tessuto produttivo locale.
Un ulteriore dato da prendere in considerazione è quello dei giovani NEET (Not in Employment, Education or Training), che identifica i giovani tra i 15 e i 24 anni o tra i 15 e i 29 anni che non sono inseriti in un sistema di istruzione o occupazionale, sviluppando un maggiore rischio di esclusione sociale e occupazionale. Nel 2019, in Lombardia l’incidenza dei NEET tra i 15 e i 29 anni è pari al 14,8% che pur
riscontrando un lieve miglioramento nel corso degli ultimi anni si posiziona ancora lontana dalla media UE28 del 12,5%. In linea con il trend europeo, anche in Lombardia le donne risultano le più colpite dal fenomeno NEET, con un’incidenza del 18% contro quella maschile dell’11,8%.
Complessivamente, la posizione dei giovani nel mercato del lavoro risulta molto fragile e questa fragilità sembra destinata ad accentuarsi a causa delle conseguenze dell’emergenza da Covid-19. Agli effetti, sopra menzionati, che il lockdown avrà sulla produttività e sul mercato del lavoro si somma il forte impatto negativo sull’occupazione con contratti a termine (-5,6% in Italia), che interessa prevalentemente lavoratrici e giovani.
La pandemia si è innestata in un contesto già fortemente critico in cui ad essere penalizzati rischiano quindi di essere i giovani, le donne e gli stranieri, ma rispetto ai mutamenti che la pandemia ha portato con sé riteniamo utile fare un breve cenno ai dati di povertà educativa, consapevoli del fatto che povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda. Con povertà educativa ci riferiamo alla condizione in cui un bambino o un adolescente si trova privato del diritto all’apprendimento in senso lato, dalle opportunità culturali e educative al diritto al gioco. Da un’indagine commissionata da Regione Lombardia7 nell’ottobre 2020 risulta che:
• Il 42% di bambini e ragazzi vive in case sovraffollate, quindi prive di spazi adeguati allo studio;
• il 12,3% (6-17anni) non dispone di computer o tablet (850 mila in termini assoluti);
• il 57% di coloro che ne dispongono, li deve comunque condividere con altri componenti della famiglia
• Solo il 30,2% dei ragazzi impegnati nella didattica a distanza presenta competenze digitali alte, mentre due terzi hanno competenze basse o di base (ed il 3% nessuna).
4.2.3 Il Reddito di Cittadinanza
Come prevede la norma che lo istituisce, il Reddito di Cittadinanza (RdC) si compone di due elementi: un beneficio economico (parte passiva) erogato a coloro che rispettano i requisiti di accesso stabiliti e la partecipazione ad attività concordate con il nucleo (parte attiva) e che possono o essere promosse dai servizi sociali, allo scopo di mettere le persone in povertà in condizione di superare lo stato di disagio sociale in cui si trovano, oppure possono essere organizzate dai Centri per l’impiego per il potenziamento delle competenze professionali. Parte attiva e passiva si trovano in diretta relazione in quanto la ricezione del beneficio economico è di fatto condizionata alla disponibilità dei componenti maggiorenni del nucleo familiare a intraprendere questi percorsi personalizzati di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’Inclusione Sociale.
Verificati dall’INPS i requisiti di eleggibilità e successivamente le possibilità di esenzione dalla condizionalità, il nucleo familiare viene indirizzato per via amministrativa, ovvero non attraverso un colloquio con le persone bensì sulla base della presenza o meno di alcune informazioni di cui l’INPS già dispone, con comunicazione diretta al beneficiario, al Centro per l’impiego (CPI) o ai servizi sociali per ulteriori valutazioni e per la definizione rispettivamente del “Patto per il lavoro” o del “Patto per l’Inclusione Sociale”. Questi progetti contengono impegni specifici (es. attività di servizio alla comunità, di riqualificazione professionale, di completamento degli studi) che vengono concordati con l’obiettivo di accompagnare le famiglie in un percorso di autonomia e di uscita dalla povertà.
Dal marzo 2019, momento di inizio della misura Reddito di Cittadinanza, al 1° ottobre 2021 i casi totali assegnati all’Ambito di Trezzo sull’Adda sono stati n.768, di questi n.408 sono di competenza al CPI e n.360 sono stati assegnati ai Servizi Sociali per avviare il percorso per l’Inclusione Sociale.
La tabella 48 descrive per singolo Comune il numero di domande RDC in gestione ai CPI e ai Servizi Sociali al 1° ottobre 2021, omette quindi i patti conclusi, le sospensioni per condizionalità e gli esonerati:
7 Vecchie e nuove povertà. Un welfare che cambia – Percorsi di Secondo Welfare/ISMERI Europa – ottobre 2020
Tabella 58: Numero di domande RDC in gestione ai CPI e ai Servizi Sociali al 1° ottobre 2021
Comune | Numero di domande RDC in gestione | |
ai CPI | ai Comuni | |
Basiano | 12 | 12 |
Grezzago | 7 | 16 |
Masate | 5 | 4 |
Pozzo D’Adda | 11 | 19 |
Trezzano Rosa | 14 | 6 |
Trezzo Sull’Adda | 48 | 66 |
Vaprio d’Adda | 39 | 45 |
TOTALE | 136 | 168 |
E’ difficile riuscire a fare una profilazione dei beneficiari il Reddito di Cittadinanza che consenta una lettura suffragata dai dati rispetto alla tipologia di bisogni emersi dal percorso di valutazione, questo perché la piattafoma GePi non mette a disposizione dati disaggregati ma solo di sintesi riportati in tabella.
Ciononostante, dai dati raccolti dai Casa Manager, emerge che:
• vi è un equa distribuzione territoriale dei beneficiari RdC in proporzione al numero di abitanti;
• La prevalenza dei percettori il RdC è di cittadini italiani (circa il 72% sul totale);
• Non è un dato prevalente la presenza di minori nel nucleo familiare (circa il 35% sul totale) questo dato è da mettersi in relazione, secondo alcune letture, al coefficiente di calcolo del beneficio
economico che favorisce la partecipazione di nuclei singoli o comunque senza minori, difatti è elevata la presenza di nuclei composti da persona sola (circa il 40% sul totale);
• E’ bassa la presenza di nuclei familiari con una componente disabile (circa il 6% sul totale);
• La maggior parte dei beneficiari riferisce di non essere seguito dal servizio sociale comunale durante la percezione del RdC, (cira 86% sul totale), ciò non esclude che non sia mai stato conosciuto dai servizi sociali;
• La scolarità prevalente è la media superiore (circa il 49%), significativo il numero di persone senza titolo tra i beneficiari;
• Se si pensa alla finalità della misura, un numero significativo di beneficiari lavora (circa il 16% sul totale), si presume quindi siano nuclei a basso reddito;
• Significativa presenza di nuclei monogenitoriali sul totale il cui richiedente è donna (13% sul totale dei beneficiari);
• Elevato il numero di persone divorziate/separate il cui richiedente è donna (30%);
• Alto il numeri di beneficiari senza titolo di godimento dell’abitazione - stanza in affitto, usofrutto gratuito, ospitalità, occupazione senza titolo (circa il 18,5% su totale);
• Il disagio abitativo sembra evidenziarsi nella situazione debitoria dei beneficiari (circa il 25% sul totale)
• E’ basso il numero di soggetti che dichiarano di avere sostegno economico, prevalentemente dai familiari.
Tutto ciò descrive un contesto composto da lavoratori poveri che, pur avendo un’occupazione, si trovano a rischio di povertà e di esclusione sociale a causa del livello troppo basso del loro reddito, dell’incertezza sul lavoro, della scarsa crescita reale del livello retributivo, dell’incapacità di risparmio. Descrive un carico di cura sulla componente femmile del nucle familiare molto elevato laddove ci sono situazioni di separazione, divorzio o comununque in presenza di nuclei monoparentali. Ultimo elemento importante della lettura è la precarietà abitativa che, sommandosi ai livelli di reddito molto bassi, profila un’utenza a rischio di disagio abitativo.
4.3 Il fabbisogno abitativo nell’Ambito di Trezzo sull’Adda
Il territorio di Offertasociale si presenta come un territorio articolato rispetto al tema dell’abitazione e della tipologia di offerta presente, con un patrimonio di circa 96.800 abitazioni per una popolazione di 90.400 famiglie.8
In generale si può affermare che nell’Ambito di Xxxxxx sull’Adda è fortemente radicato il modello proprietario, con una media di famiglie che vivono in alloggi di cui sono proprietari vicina all’83%, a fronte di una media provinciale (escluso capoluogo) del 77,8%.
Grafico 43: Distribuzione del patrimonio occupato in proprietà nei Comuni - 2011 – Fonte POLIMI
4500
3949
4000
3500
3000
2773
2500
2100
2000
1665
1500 1281
1222
944
1000
500
0
Xxxxxxx Xxxxxxxx Masate
Pozzo
sull'Adda
Trezzano Trezzo
Rosa
sull'Adda
Vaprio
d'Adda
La distribuzione del dato mostra però una forte variabilità interna con diversi Comuni che raggiungono percentuali oltre l’85% - Masate, Pozzo d’Adda, Trezzano Rosa, Basiano e Grezzago – e solo Trezzo Sull’Adda sotto la soglia dell’80%.
In generale si nota che i Comuni dell’Ambito di Xxxxxx sull’Adda mostrano una dinamica fortemente orientata alla proprietà. Un nucleo questo che si presenta in costante crescita e dimostra l’attrattività del patrimonio in proprietà all’interno di questo territorio, ma anche i possibili rischi derivanti dalla sovrapproduzione di offerta abitativa di questo tipo, nonché i rischi di vulnerabilità abitativa generati dall’accesso in regime proprietario di nuclei famigliari fragili.
Le famiglie che abitano in affitto all’interno del settore rappresentano una quota minoritaria, il 12,2%, una media questa distante dalla media della provincia di Milano del 16,8% (escluso capoluogo). All’interno dell’Ambito la maggioranza dei Comuni si pone al di sotto di questa media, fatta eccezione per i Comuni di Vaprio e Trezzo sull’Adda. Il dato mostra come i Comuni di medie-grandi dimensioni siano più orientanti al
8 Dinamiche territoriali, domande di abitare e forme di offerta nei territori del Vimercatese e Trezzese. Supporto tecnico scientifico per l’accompagnamento di Offertasociale nello sviluppo dell’offerta abitativa sociale - Politenico di Milano – novembre 2018. Alla base del presente report vi è stata la costruzione di un archivio di dati che potesse supportare le operazioni di ricerca selezionando i contenuti da diverse fonti (cfr Appendice 1). Tale archivio ‘multi- fonte’ ha combinato dati di natura cartografica provenienti dal geoportale di Regione Lombardia, dati istat di natura censuaria (censimenti 1991-2001-2011) con dati istati di provenienza anagrafica (demostat 2014-2017), dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI 2017) e dati provenienti dall’anagrafe regionale del patrimonio e dell’utenza rilevati attraverso la ricognizione svolta da Offertasociale tra giugno e luglio 2018.
mantenimento di patrimonio in locazione. La distribuzione del dato mostra, inoltre, una maggiore concentrazione nei Comuni di medie-grandi dimensioni in cui si riscontra una popolazione più anziana, mentre le concentrazioni di popolazione giovane si registrano nei Comuni di piccola dimensione che propongo un’offerta abitativa in proprietà. In tal senso si può ipotizzare che l’offerta in locazione si connota spesso per essere un’offerta storica e quindi concentrata nei centri urbani più consolidati.
Grafico 44: Distribuzione del patrimonio occupato in affitto nei Comuni - 2011 – Fonte POLIMI
1000
900
859
800
700
600
500
400
300
488
194
200
176
114
95
107
100
0
Xxxxxxx Xxxxxxxx Masate
Pozzo
sull'Adda
Trezzano Trezzo
Rosa
sull'Adda
Vaprio
d'Adda
Per comprendere come il tema della locazione si strutturi nel territorio di riferimento è stato analizzato il dato rispetto alla sua distribuzione per tipologia di proprietari, in termini generali il 95,3% del patrimonio abitativo del territorio in oggetto è posseduto da ‘persone fisiche’, ma è interessante notare come il patrimonio in locazione abbia un’articolazione più complessa di proprietari.
Appare centrale la proprietà individuale del patrimonio in locazione che rappresenta il 68% delle unità in affitto, dato superiore di 9 punti percentuale dalla media Provinciale (eccetto capoluogo).
Grafico 45: Distribuzione della tipologia di proprietari degli alloggi in locazione (%) - 2011 – Fonte POLIMI
Ambito di Trezzo S/A
Provincia MI (eccetto capoluogo)
80
70
60
50
40
30
20
10
0
67,9
59
6,4 7
9,4
3,7
8,2 6,8
10,5
14,5
0,7 0,5
0,4 0,9
2,2 2
Questo generale sbilanciamento dell’offerta abitativa in locazione verso il mercato abitativo privato è parzialmente controbilanciato dalla rilevanza, in termini relativi, del patrimonio pubblico composto da 168 appartamenti di proprietà comunale e 241 di proprietà Aler per un totale di 409 appartamenti che rappresenta nel Trezzese il 18,7% del patrimonio totale in locazione.
È possibile individuare alcune traiettorie specifiche nella lettura dei dati esposti: in primo luogo la centralità del patrimonio in locazione di proprietà individuale nei Comuni di piccole dimensioni, in cui la quota delle altre tipologie è pressoché nulla. In secondo luogo, la concentrazione del patrimonio pubblico nei Comuni di medie-grandi dimensione. In terzo luogo, la debolezza dell’esperienza cooperativistica in termini di produzione di patrimonio abitativo che, se non per 70 alloggi a Trezzo sull’Adda, è pressoché assente. Infine, la presenza di un patrimonio poco conosciuto di proprietà di imprese e società.
Da un’indagine Nomisma di maggio 20209 si evidenzia che a livello nazionale la quota di famiglie che da maggio 2019 a maggio 2020 ha accumulato ritardi nel pagamento dell’affitto è passata dal 9,6% delle famiglie che vivono in affitto, (quindi prima dell’emergenza sanitaria del Covid), al 24% durante le misure di contenimento. Per effetto del lockdown, circa una famiglia su quattro ha manifestato difficoltà nel pagamento dell’affitto: si tratta in prevalenza di nuclei fragili con figli, in età tra 45-64 anni.
Facendo una breve analisi dei dati disponibili per la lettura dei provvedimenti di sfratto (Ufficio Centrale di Statistica – Ministero dell’interno), si legge come il cosiddetto “blocco degli sfratti”10 abbia di fatto attenuato l’acuirsi del disagio abitativo in periodo di pandemia (Variazione percentuale rispetto al periodo precedente dei provvedimenti di sfratto emessi nel 2020 pari a – 44,75% per la Provincia di Milano) è facile ipotizzare che nel triennio di riferimento del presente Piano di Zona il disagio abitativo si riacutizzerà.
Tabella 59: Provvedimenti esecutivi di sfratto, richieste di esecuzione, sfratti eseguiti nel periodo gennaio - dicembre 2020 variazione % rispetto al periodo gennaio - dicembre 2019 - situazione provinciale
PROVINCE | Provvedimenti di sfratto emessi | Richiesta esecuzione | Variazione % rispetto al periodo prec. | Sfratti eseguiti | Variazione % rispetto al periodo prec. | |||||
Finita locazione | Morosità /altra causa | TOTALE | Variazione % rispetto al periodo prec. | |||||||
capoluogo | resto prov. | capoluogo | resto prov. | |||||||
Milano | 198 | 75 | 284 | 317 | 874 | -44,75 | 246 | -98,51 | 78 | -96,77 |
Lombardia | 238 | 256 | 749 | 2660 | 3.904 | -47,44 | 3.929 | -87,19 | 821 | -86,49 |
4.3.1 Le misure per il mantenimento dell’alloggio
Nell’ambito del servizio abitativo pubblico durante l’emergenza sanitaria, l’azione di Regione Lombardia si è concentrata nel contemperare due prioritarie esigenze: la continuità del servizio abitativo e, contestualmente, il sostegno di quei nuclei familiari più esposti dal punto di vista economico e occupazionale agli effetti dell’emergenza sanitaria.
9 Dimensione del disagio abitativo pre e post emergenza Covid-19 Numeri e riflessioni per una politica di settore - indagine Nomisma sulle famiglie, maggio 2020
10 La norma prevede che per i provvedimenti di rilascio adottati dal 28 febbraio e il 30 settembre 2020 il blocco si avrà fino al 30 settembre 2021, per i provvedimenti di rilascio adottati dal 1 ottobre 2020 al 30 giugno 2021 il blocco si avrà fino al 31 dicembre 2021.
Sempre Regione Lombardia ha confermato nel triennio una serie di misure di sostegno alla locazione nel mercato abitativo sia pubblico sostenendo le famiglie in situazione di fragilità economica e di vulnerabilità abitativa:
a) Contributo regionale di solidarietà (Rr n. 11/2019) rivolto ai nuclei familiari assegnatari di servizi abitativi pubblici (SAP) in situazione di vulnerabilità economica e in difficoltà nel sostenere i costi della locazione sociale (inizialmente solo del canone poi allargato anche alle spese per i servizi comuni). Per i nuclei in condizioni di indigenza il contributo viene attribuito a tutti i nuclei familiari al momento dell’assegnazione del servizio abitativo, a seguito della stipula del contratto di locazione, ed è riconosciuto per un periodo di trentasei mesi. Il contributo è destinato alla copertura dei costi complessivi della locazione sociale (canone di locazione e spese per i servizi comuni) per un valore economico annuo pari a 1.850 euro. Ai nuclei familiari già assegnatari di SAP che si trovano in una condizione di comprovata difficoltà economica il contributo è riconosciuto previa presentazione di apposita domanda alle famiglie assegnatarie dell’alloggio sociale da almeno ventiquattro mesi e con ISEE fino a 9.360 per un importo fino a 2.700 euro annui. Nel 2019 il contributo medio per inquilino in provincia di Milano è stato pari a 1.061,77 € per i residenti negli alloggi comunali e di 1.363,19 € per i residenti in appartamenti ALER.11
b) Morosità incolpevole (DGR 602/2018, DGR 2974/2020) è un contributo economico per le famiglie in affitto in possesso di sfratto per morosità incolpevole, con citazione per la convalida. La morosità incolpevole è la condizione sopravvenuta nel provvedere al pagamento del canone, a causa della perdita o della consistente riduzione del reddito del nucleo familiare. Nell’Ambito di Trezzo sull’Adda sono stati erogati i seguenti contributi, è evidente l’aumento delle domande di contributo presentate nel 2020
Tabella 60: Contributi per morosità incolpevole
ANNO DI RIFERIMENTO | N. TOTALE DOMANDE RICEVUTE | N. TOTALE DOMANDE LIQUIDATE | IMPORTO EROGATO |
2018 | 26 | 11 | 19776,21 € |
2019 | 20 | 15 | 27123,79 € |
2020 | 16 | 13 | 15900,72 € |
c) Iniziative volte al contenimento dell'emergenza abitativa e al mantenimento dell’alloggio in locazione e “Misura Unica” con le quali Regione Lombardia intende promuovere iniziative che coinvolgono i Piani di Zona, i Comuni, le Istituzioni e i soggetti territoriali diversi a sostegno delle famiglie per il mantenimento dell’abitazione in locazione o per la ricerca di nuove soluzioni, abitative temporanee, volte al contenimento dell’emergenza abitativa.
Con le risorse della DGR 2065/2019 da luglio 2019 a oggi sono stati raggiunti 23 nuclei familiari in difficoltà, il 64,20% delle risorse erogate dai Comuni è riferito alle misure 2 e 4, che rappresentano contributi a fondo perduto per il sostegno alla locazione.
Nel corso del 2020, la pandemia ha imposto una radicale modifica dell’impianto delle linee guida regionali per l’emergenza abitativa, passando da 5 misure a una “misura unica” nel tentativo di
11 RAPPORTO AL CONSIGLIO REGIONALE 2020 - (Ai sensi dell’art. 46, comma 2 della Legge regionale 8 luglio 2016, n.
16
“Disciplina regionale dei servizi abitativi”)
arginare un fabbisogno crescente di contributi per il sostegno alla locazione dei nuclei familiari in difficoltà economica per le conseguenze del COVID 19.
Con le DGR n. 3008 del 30/03/2020, 3222 del 09/06/2020 e 3664 del 13/10/2020 Regione Lombardia ha finanziato la misura unica di sostegno alla locazione rivolta ai Piani di zona, nel dettaglio le finalizzazioni del contributo:
1. Contrastare la morosità incolpevole in fase iniziale (in aggiunta al già consolidato Fondo statale morosità incolpevole) per nuclei che non hanno ancora lo sfratto in corso, in un’ottica di prevenzione;
2. Intervenire a sostegno di nuclei familiari che hanno subito un forte calo di reddito a causa della pandemia da Covid 19.
Nell’Ambito di Trezzo sull’Adda sono state accolte 88 domande di accesso al contributo, di queste:
• n.77 famiglie hanno dichiarato un ISEE sotto i 10.000,00 euro
• n.66 sono famiglie monoreddito
• n.65 famiglie hanno figli minori presenti nel nucleo.
Inoltre la “Misura unica” per la prima volta ha posto dei criteri preferenziali per l'erogazione del contributo, il verificarsi di una o più cause determinate dall'emergenza sanitaria:
• perdita del posto di lavoro
• consistente riduzione dell’orario di lavoro
• mancato rinnovo dei contratti a termine
• cessazione di attività libero-professionali
• malattia grave, decesso di un componente del nucleo familiare.
Queste informazioni hanno permesso di indagare sommariamente i motivi lavorativi che hanno aggravato la situazione di disagio abitativo in periodo di pandemia:
Tabella 61: Numero nuclei interessati a misura unica per requisito
Criteri preferenziali di accesso alla misura unica (Il requisito si riferisce a tutti i componenti maggiorenni e non solo al richiedente) | nuclei interessati |
Cassa integrazione | 43 |
riduzione dell'orario di lavoro | 19 |
sospensione libera professione | 12 |
mancato rinnovo di contratto a termine | 15 |
perdita del posto di lavoro | 6 |
4.4 L’area immigrazione: il servizio STARS e lo SPRAR 29
Nell’Ambito distrettuale di Trezzo sull’Adda è attivo il Servizio Stars con uno sportello informativo per cittadini con background migratorio presso il Comune di Vaprio d’Adda, con la finalità quella di sostenere l’integrazione dei cittadini immigrati nella comunità.
Le principali attività svolte dagli sportelli sono STARS:
• Informazione e consulenza sulle normative e sulle procedure riguardanti il diritto degli stranieri;
• Orientamento e connessione con i servizi territoriali in particolar modo con quelli comunali;
• Miglioramento della comunicazione tra servizi e popolazione immigrata;
• Messa in rete delle informazioni e delle risorse professionali esistenti attraverso il raccordo con le
realtà che si occupano del tema dell’immigrazione presenti sul territorio.
Oltre allo sportello nell’Ambito di Trezzo sull’Adda, il Servizio STARS dispone di 3 sportelli nell’Ambito di Vimercate dislocati nei seguenti Comuni: Vimercate, Bernareggio e Usmate Xxxxxx. Nel mese di settembre 2021 è stato aperto lo sportello di Agrate Brianza interamente gestito da volontari con la supervisione degli operatori di sportello STARS. Di seguito alcuni dati relativi all’affluenza agli sportelli stars per il periodo 2018-2020:
Tabelle 62: Andamento delle richieste e degli utenti dal 2018 al 2020 – Sportelli STARS
2018 | 2019 | 2020 | |
utenti | 767 | 599 | 612 |
accessi | 771 | 585 | 530 |
Con esclusione dello sportello di Usmate Xxxxxx si assiste ad una decrescita dell’affluenza agli sportelli per il
2020.
Tabella 63: Andamento delle richieste per sportello
SPORTELLO/ANNO | 2018 | 2019 | 2020 |
BERNAREGGIO | 106 | 109 | 24 |
XXXXXX XXXXXX | 00 | 000 | 000 |
XXXXXX X'XXXX | 258 | 179 | 85 |
VIMERCATE | 333 | 206 | 91 |
TOTALE | 771 | 599 | 612 |
Durante il periodo pandemico il lavoro degli sportelli si è svolto in parte da remoto con attività di consulenza telefonica, così facendo non è stato possibile raccogliere il modulo per il trattamento dei dati personali quindi inserire l’anagrafica in cartella sociale. Il dato raccolto non corrisponde quindi per il 2020 al reale numero di utenti seguiti che si attesta su valori del tutto simili agli anni precedenti.
La tabella sotto mostra invece la tipologia di prestazioni erogate per “macroarea” di attività:
Tabella 64: Tipologie di richiesta per anno
RICHIESTA | 2018 | 2019 | 2020 |
Cittadinanza | 754 | 186 | 189 |
permesso CE per soggiornanti di lungo periodo | 249 | 160 | 122 |
Xxxxxxx permesso di soggiorno | 211 | 161 | 213 |
Cupa Project/prenotafacile | 101 | 80 | 50 |
Xxxxxxxx primo permesso di soggiorno | 96 | 72 | 39 |
Ricongiungimento familiare | 82 | 35 | 30 |
RICHIESTA | 2018 | 2019 | 2020 |
test italiano | 50 | 39 | 24 |
Altro | 31 | 24 | 19 |
Visti | 29 | 13 | 3 |
Aggiornamento permesso di soggiorno | 18 | 13 | 5 |
Lavoro | 4 | 2 | 1 |
conversione | 2 | 5 | 6 |
Servizi questura | 1 | 3 | 2 |
Duplicato permesso di soggiorno | 1 | 3 | 1 |
Salute | 1 | ||
Decreto flussi | 1 | ||
Istruzione | 1 | ||
sanatorie/emersioni | 18 | ||
3647 | 2817 | 723 |
4.5.1 Pacchetto Famiglia (Dgr 2999/2020)
Con la dgr 2999/2020 Regione Lombardia ha definito la concessione di contributi straordinari a sostegno delle famiglie in situazione di temporanea difficoltà causata dalla riduzione o sospensione dell’attività lavorativa incorsa a seguito dell’emergenza epidemiologica Covid-19, rivolgendo una particolare attenzione ai nuclei familiari con figli minori con ISEE inferiore o uguale a 30.000.
La misura Pacchetto Famiglia prevede la concessione di due tipologie di contributo, non cumulabili tra di loro:
• Contributo mutui prima casa: un contributo straordinario una tantum pari a 500,00 € ad ogni
nucleo familiare con almeno un figlio di età minore o uguale a 16 anni;
• Contributo e-learning: un contributo straordinario una tantum pari all’80% delle spese sostenute, fino ad un massimo di 500,00 € per ogni nucleo familiare con almeno un figlio di età compresa tra 6 anni e 16 anni per l’acquisto della strumentazione tecnologica necessaria alla didattica on line.
Il contributo concesso, è stato ulteriormente incrementato di una quota stabilita sulla base del valore assunto dal Fattore Famiglia Lombardo (FFL). Con dgr 3194 di 06/2020, inoltre, Regione Lombardia ha stanziato ulteriori fondi per coprire tutte le domande pervenute.
Di seguito si illustrano i dati relativi alle domande pervenute e alle risorse assegnate per l’anno 2020, specificando che è stato possibile presentare unicamente tramite Bandi online di Regione Lombardia, senza la possibilità di attivare alcuno sportello per il supporto alla compilazione a causa della situazione socio sanitaria pandemica. In tal senso, si precisa che la totale digitalizzazione e autonomia nella formulazione dell’istanza, ha comportato alcune difficoltà per la cittadinanza, non sempre avvezza all’uso di tecnologie e, in alcuni casi, senza disponibilità di strumentazione tecnologica e di accesso alla rete.
Tabella 65: Numero domande pacchetto famiglie e pacchetto fattore famiglia lombardo
pacchetto famiglia | pacchetto fattore famiglia lombardo | |
n. richiedenti | 212 | 155 |
n. domande accettate | 179 | 35 |
fondi finanziati | € 102.776,37 | € 7.925,81 |
fondi erogati | € 86.055,74 | € 7.265,60 |
Di seguito, le specifiche delle 179 domande accettate.
Grafico 46: Tipologia di contributo
Grafico 47: Suddivisione tra Comuni delle richieste di pacchetto famiglia/fattore famiglia lombardo
4.5.2 DGR 7626/17, misura “Comunità per minori vittime di abuso”
Con la Delibera n. X/7626 del 28.12.2017 è stata effettuata una revisione della Misura "Comunità per minori vittime di abuso o grave maltrattamento”, una misura che prevede la copertura dei costi degli interventi erogati in regime residenziale - presso Comunità educative o Comunità familiari in possesso di idonei requisiti – riservati a minori vittime di abuso, violenze o gravi maltrattamenti per i quali l’Autorità Giudiziaria disponga con decreto l’allontanamento e la messa in protezione e la necessità di attivare opportune valutazioni di rilievo sociosanitario.
A fini del riconoscimento della misura sono presi in esame per ciascun minore criteri di eleggibilità; di valutazione della qualità dell’inserimento in Comunità e di qualità degli interventi sociosanitari adottati e il contributo giornaliero riconosciuto al Comune affidatario varia in ragione della durata dell’inserimento in Comunità: fino a tre mesi, il contributo riconosciuto è di € 35 al giorno, mentre per i periodi successivi, fino a dodici mesi, il contributo è pari al 50% della retta, sino a un massimo di € 70 al giorno.
Il contributo è in relazione ai costi sostenuti per prestazioni rivolte ai minori (sanitarie, sociosanitarie, socio- educative) in ambito medico-specialistico, psicoterapico e di indagine diagnostica.
In relazione ai percorsi di adozione il contributo può riferirsi anche a indagini sulle famiglie adottive, qualora le prestazioni necessarie non siano già erogate ed assicurate dai servizi specialistici del Servizio Sanitario Regionale (Consultori, UONPIA, etc.).
Di seguito si indicano i dati riferiti all’Ambito di Vimercate, rilevando il numero di minori segnalati dai Comuni e i relativi contributi ricevuti dagli stessi, suddiviso per annualità.
Tabella 66: Rimborsi Comunità per Minori vittime di abuso
Anno | Comuni | Importo Rimborso | |
2019 | 2 | € | 12.049,22 |
Vaprio | € | 3.538,40 | |
Trezzano | € | 8.510,82 | |
2020 | 0 | € | - |
2021 (1° semestre) | 0 | € | - |
4.5.3 Analisi dei bisogni specifici
In questo paragrafo si sintetizzano i punti di attenzione derivanti dall’analisi dello specifico contesto territoriale avvenuto attraverso il confronto con gli stakeholders del territorio, che hanno guidato il percorso di definizione degli obiettivi specifici e maggiormente significativi a livello locale
✓ Aumento di numero e complessità dei minori con episodi di autolesionismo e ritiro sociale
Stante quanto rilevato dagli incontri partecipati alla costruzione del Piano di Zona, emerge come il ritiro sociale e l’autolesionismo nei giovani adolescenti e preadolescenti rappresentino fenomeni sociali da un lato in aumento e in diffusione, con un abbassamento dell’età di esordio dei comportamenti a rischio, e dall’altro in “emersione”, assumendo per certi aspetti i caratteri di una nuova tendenza sociale acquisita dai giovani nel richiedere attenzioni e rappresentare il proprio disagio. In generale, si è evidenziato un aumento del malessere dei giovani che appaiono disorientati, ansiosi, tristi e con una importante percezione di solitudine, scarsa autostima, paura di “non farcela” e una difficoltà nell’accedere e approfittare delle occasioni messe a loro disposizione. In particolare, in adolescenza il senso di solitudine e d’inefficacia può sfociare nell’abbandono del percorso scolastico e nell’allontanamento dall’intero mondo sociale. Il ritiro è accompagnato da vissuti di vergogna, impotenza e confusione, e può portare ad un graduale disinvestimento nelle proprie risorse e nelle relazioni interpersonali.
In relazione a ciò si è evidenziata la necessità di offrire risposte tangibili ed immediate sempre più repentine e vicine ai giovani e alle famiglie che appaiono sempre più soli e impreparati nella decodifica nel comprendere e affrontare queste forme di disagio. Si è riscontrata, altresì, una difficoltà condivisa nel definire confini chiari per tali forme di malessere, che coinvolgono sia la sfera socio-educativa, sia quella sanitaria, connotandosi sempre di più come un “disagio ibrido” e la conseguente la necessità di una ricomposizione degli interventi, adeguando le modalità di risposta alle richieste di aiuto da parte di tutti i soggetti coinvolti (NPI, servizi territoriali, terzo settore, scuola) per la costruzione integrata e collaborativa di percorsi di cambiamento, specialmente tra gli ambiti sociali e sanitari.
Di seguito si illustrano i dati suddivisi per Comuni, indicanti il numero di minori in carico ai servizi Minori e Famiglie territoriali che nell’ultimo anno abbiano presentato problematiche riferibili alla sfera dell’autolesionismo e del ritiro sociale. Nella tabella si rileva, inoltre, l’incidenza sulla casistica totale del Comune e le percentuali d’Ambito:
Tabella 67: minori in carico ai servizi con problematiche di autolesionismo e ritiro sociale
totale di minori in carico | minori in situazione di ritiro sociale e percentuale sulla casistica generale | minori con comportamenti autolesivi e percentuale sulla casistica generale | |
Xxxxxxx Xxxxxx | 40 | 0 (0%) | 0 (0%) |
Grezzago | 30 | 0 (0%) | 0 (0%) |
Pozzo d'Adda | 45 | 0 (0%) | 0 (0%) |
Trezzano Rosa | 42 | 1 (2%) | 2 (5%) |
Trezzo sull'Adda | 59 | 2 (3%) | 3 (3%) |
Vaprio d'Adda | 80 | 1 (1%) | 0 (0%) |
TOTALI | 296 | 4 (1,5%) | 5 (2%) |
✓ Progettualità connesse alle politiche giovanili in essere
Dall’analisi del bisogno territoriale è emerso una importante assenza di progettualità afferenti all’area dei bisogni giovanili e, più in generale, l’assenza di una regia nell’ambito delle politiche giovanili che possa fungere da ricettore del bisogno e da traduttore concreto in interventi specifici territoriali, rivolti ai ragazzi di età compresa tra 15 e 34 anni. Gli unici progetti in essere infatti, si rivolgono ai ragazzi in carico al servizio specialistico penale minorile. In particolare, in tale ambito, sono attivi il progetto Caleidoscopio e il progetto Reload.
- Caleidoscopio promuove una serie di azioni con differenti obiettivi, suddivisi nelle tre aree di prevenzione e aggancio, orientamento e agli interventi e assesment e presa in carico del ragazzo e del suo nucleo, con la proposta di iniziative laboratoriali di gruppo ed individuali.
- Reload si prefigge il generale obbiettivo di promuovere il re-inserimento sociale e lavorativo di minori e giovani adulti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, a piede libero e in fine pena, sollecitando le risorse relazionali contenute all’interno dei nuclei familiari e nella Comunità di appartenenza dei ragazzi, che rappresentano il tessuto connettivo attraverso cui i percorsi “singolari” possono incontrare la prospettiva di una dimensione “collettiva”.
5. Individuazione di obiettivi e azioni condivise
In questo paragrafo sono descritti gli obiettivi individuati da tutti i portatori di interesse territoriali che hanno preso parte alla costruzione del Piano di Zona 2021 – 2023.
Nel mese di giugno 2021 l’Ufficio di Piano ha dato avvio ai lavori attraverso la convocazione di una riunione con tutti i portatori di interesse dell’Ambito. In questa plenaria sono state presentate le linee di indirizzo regionali (Dgr. 4563 del 19 aprile 2021) e sono stati istituiti tre coordinamenti per la valutazione e individuazione degli obiettivi per la programmazione del prossimo piano di zona. In particolare, coerentemente alle linee di indirizzo regionale, l’Ufficio di Piano ha pubblicato un avviso finalizzato a raccogliere le adesioni delle realtà del territorio interessate a prendere parte alla fase di co- programmazione e co-progettazione per la nuova programmazione zonale attraverso i seguenti coordinamenti:
• Inclusione sociale, approfondisce le aree di policy quali il contrasto alla povertà e all’emarginazione
sociale, politiche abitative, promozione Inclusione attiva.
• Disabili, Xxxxxxx e Non autosufficienza, approfondisce le aree di policy quali domiciliarità, interventi a favore di anziani, interventi a favore di persone con disabilità.
• Politiche giovanili, minori e famiglia, approfondisce le aree di policy relative alle politiche giovanili e per minori, interventi connessi alle politiche del lavoro per giovani, interventi per la famiglia.
Successivamente alla raccolta delle adesioni da parte dei portatori di interesse, l’Ufficio di Piano ha avviato
il processo di individuazione e definizione delle schede obiettivo di Ambito attraverso le seguenti tappe:
• Fase conoscitiva: durante questo primo incontro sono valutati gli Obiettivi del documento di programmazione del triennio precedente, sono presi in analisi gli interventi/servizi e progetti in atto e, conseguentemente, sono individuale le aree grigie che non trovano risposte adeguate attraverso le reti dei servizi e degli interventi del territorio.
• Fase progettuale: sono approfonditi i temi emersi nella fase conoscitiva e sono formulati gli Obiettivi della prossima programmazione declinandoli secondo il format regionale.
• Fase strategica: un incontro tecnico – politico con lo scopo di orientare la scelta sulle priorità d’intervento rispetto a tutti gli obiettivi presentati, viene rivista inoltre la composizione del Tavolo di Sistema. Rispetto a quest’ultimo Tavolo, per questa nuova programmazione, si è condivisa la seguente composizione: due politici che partecipano al Gruppo Politico, Forum del Terzo Settore,
Centro di Servizio per il Volontariato, Consorzio CS&L, Consorzio Comunità Brianza, Caritas e Organizzazioni Sindacali.
• Fase di approvazione: è la fase in cui l’Assemblea dei Sindaci approva il documento del Piano di Zona, dell’Accordo di programma, documento di adesione alla realizzazione degli obiettivi da parte dei soggetti sottoscrittori.
5.1 Obiettivi di Ambito per la Non Autosufficienza
Obiettivo | Qualificare la rete dei servizi territoriali in maniera da attivare risposte flessibili e potenziando, allo stesso tempo, i servizi per la domiciliarità. |
Descrizione | La pandemia da COVID-19 ha reso evidenti alcuni aspetti critici di natura strutturale nella integrazione tra la rete dei servizi socioassistenziali e quelli sanitari. La flessibilità e tempestività nella risposta ai bisogni vede necessariamente l’attivazione di una filiera di servizi maggiormente integrata tra interventi diversi attraverso la |
forte personalizzazione rispetto alle necessità del singolo. Le politiche di welfare offerte a livello territoriale devono portare l’effettivo incontro tra il bisogno di cura e di intervento della persona fragile, della sua famiglia e in particolare del caregiver. Dall’analisi del territorio è emersa la necessità di qualificare la rete dei servizi e ampliare la serie di supporti forniti all’utenza dei servizi socio assistenziali e socio sanitari. La rete e l’integrazione socio-sanitaria è indebolita inoltre dal numero esiguo di Medici di Medicina Generale presenti ed operativi nell’Ambito di Trezzo sull’Adda. Rispetto a quest’ultima criticità si prevederà un’azione di monitoraggio, da parte dei servizi territoriali – anche grazie all’istituzione delle Case di Comunità - della presenza dei MMG e del loro coinvolgimento nella presa in carico integrata a favore del cittadino, con lo scopo di darne riscontro all’Assemblea dei Sindaci la quale valuterà come procedere. | |
Target | L’obiettivo è rivolto all’individuo anziano alla sua famiglia e al caregiver con un focus particolare per le persone in carico ai servizi socio assistenziali e sociosanitari. |
Risorse € | Fondo Nazionale Politiche Sociali |
Risorse Personale Dedicato | Professionali: • Tecnici Ufficio di Piano • Tecnici ASST (Unità Operativa Semplice Valutazione Multidimensionale) • Medici Medicina Generale • Tecnici COTI (Centrale Operativa territoriale Integrata) • Tecnici Melc • Tecnici Teleassistenza • Tecnici dei Servizi Sociali dei Comuni • Tecnici Enti Terzo Settore |
Tipologia ob. | Non Strategico |
Obiettivo è integrato con diverse aree di policy | SI, aree di policy interessate dalla DGR 4563/2021: D. Domiciliarità (Flessibilità; Tempestività della risposta; Allargamento del servizio a nuovi soggetti; Ampliamento dei supporti forniti all’utenza). X. Xxxxxxx (Rafforzamento degli strumenti di long term care; Autonomia e domiciliarità; Personalizzazione dei servizi; Ruolo delle famiglie e del caregiver. Sviluppo azioni LR 15/2015; Rafforzamento delle reti sociali; Contrasto all’isolamento). L’area della domiciliarità si presta quale ambito in cui potenziare e facilitate l’accesso alla filiera dei servizi territoriali, ripensando alle cure informali e formali non più soltanto in un’ottica prestazionale. Con riferimento alle persone anziane fragili, la long term care deve sempre di più essere volta a promuovere l’indipendenza dell’anziano e a migliorare la qualità della vita attraverso modelli di intervento personalizzato ed integrati. |
Ob. presenta aspetti di integrazione socio sanitaria | L’obiettivo presenta aspetti di integrazione socio sanitaria nell’ottica di migliorare la collaborazione e le sinergie tra la rete dei servizi di due sistemi quello socioassistenziale e quello sanitario. Per questo motivo è importante e fondamentale la sinergia e il coordinamento con il livello di Distretto. |
Ob.nuovo/continuo | Obiettivo Nuovo |
Coprogettazione | L’Ufficio di Piano ha pubblicato un avviso di co-programmazione e co-progettazione finalizzato alla stesura e realizzazione degli interventi degli obiettivi previsti nel Piano di Zona. È pertanto prevista una fase di co-progettazione, tramite avviso pubblico, a cui potranno aderire tutti gli enti – istituzioni e del terzo settore – che hanno aderito alla fase di co-programmazione oltre che a nuovi enti interessati al tema. |
Bisogni | Il tavolo di co-programmazione per il Piano di Zona, così come la Commissione Tecnica Non Autosufficienza, hanno messo in luce come il periodo del lockdown abbia fatto emergere, in maniera importante, lacune e limiti dei Servizi territoriali. Sono emersi in maniera dirompente, infatti, dei fenomeni sino ad oggi poco “visti” o poco attenzionati. Le risorse economiche destinate ai cittadini con il Fondo FNA – Misura B1 e Misura B2 sono insufficienti e sono un appannaggio rispetto alla risoluzione dei problemi in quanto portano le famiglie alla “passività” e alla dipendenza. Queste evidenze sottolineano l’importanza di rafforzare la rete sociosanitaria per limitare quella frammentazione che alimenta il senso di isolamento e di impotenza delle famiglie in cui sono presenti persone anziane fragili. Indicatori Input • Numero di questionari per la rilevazione dei bisogni somministrati alle famiglie sulla percezione di isolamento e difficoltà nel sapersi orientare nella filiera dei servizi; • Numero di PAI (Piano di Assistenza Integrato) redatti. |
Interventi/Azioni | AZIONE 1 – Istituzione di un Gruppo Obiettivo • Avvio del Gruppo Obiettivo; • Pianificazione delle attività e delle tempistiche; • Ideazione di nuove progettualità o sinergie con progettualità già in atto; • Costruzione del sistema di monitoraggio e di valutazione dell’obiettivo. AZIONE 2 - Analisi della rete dei servizi territoriali • Indagine per la rilevazione dei bisogni integrativi ai beneficiari e familiari dei servizi socio assistenziali e socio sanitari; • Analisi della casistica in carico ai servizi; • Sulla base dell’analisi dei bisogni e della casistica, individuazione dei servizi esistenti e quelli che potrebbero essere potenziati; AZIONE 3 - Elaborazione di Linee Guida che descrivono procedure condivise di intervento e presa in carico • Analisi di procedure già in essere nei servizi; • Sistematizzazione di un documento recante le procedure condivise; • Definizione di un PAI (Piano di Assistenza integrato) di Ambito; • Sperimentazione delle procedure definite dalle Linee Guida su un bacino di utenti per comprendere l’efficacia e proporre eventuali correttivi; • Elaborazione di Linee Guida che definiscono il modello operativo di presa in carico e degli strumenti utilizzati a livello territoriale. Questo documento sarà oggetto di approvazione dell’Assemblea di Ambito distrettuale. Indicatori di processo • Numero Incontri Gruppo Obiettivo; • Media partecipanti agli incontri del Gruppo Obiettivo; • Numero Comuni dell’Ambito coinvolti/Totale Comuni Ambito; • Numero questionari somministrati alle famiglie per la rilevazione dei bisogni |