SEZIONE CENTRALE DI CONTROLLO
SEZIONE CENTRALE DI CONTROLLO
SULLA GESTIONE DELLE AMMINISTRAZIONI DELLO STATO
IL FINANZIAMENTO DEGLI INTERVENTI INFRASTRUTTURALI PER LA BANDA LARGA
(2007-2015)
Deliberazione 30 dicembre 2016, n. 21/2016/G
SEZIONE CENTRALE DI CONTROLLO
SULLA GESTIONE DELLE AMMINISTRAZIONI DELLO STATO
IL FINANZIAMENTO DEGLI INTERVENTI INFRASTRUTTURALI PER LA BANDA LARGA (2007-2015)
Relatore Xxxxxxx Xx Xxxxxxx
Hanno collaborato:
dott.ssa Xxxxxx Xxxxx, rag. Xxxxxxx Xxxxxxxxx
SOMMARIO
Pag.
Deliberazione 7
****
Relazione 13
Sintesi 15
CAPITOLO I - Oggetto dell’indagine e quadro normativo 21
1. Oggetto dell’indagine 21
2. Quadro normativo 22
CAPITOLO II - Il Piano nazionale banda larga e il Piano strategico per la banda
ultralarga 25
1. Generalità 25
2. Modalità degli interventi 26
3. Piano strategico per la banda ultralarga 28
4. Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture 29
CAPITOLO III - Il quadro finanziario e contabile 31
1. Generalità 31
2. Risorse Mise (cap. 7230) banda larga 32
3. Risorse regionali e fondi europei banda larga 33
4. Specifiche dei capitoli 7230 e 7510 35
5. Quadro contabile 35
6. Risorse regionali destinate alla banda ultralarga al 31 gennaio 2016 36
CAPITOLO IV - L’attuazione del programma 39
1. Rapporti organizzativi per la realizzazione degli interventi 39
2. Stato dell’intervento diretto finanziato con fondi statali 41
3. Gli interventi finanziati con risorse regionali e dell’Ue 42
4. Quadro riassuntivo dell’intervento diretto banda larga 42
5. L’intervento indiretto 43
6. Indicatori dell’avanzamento degli interventi e cause del ritardo 44
7. Costo delle infrastrutture a km. 46
8. Osservazioni sulla gestione degli interventi 48
9. Utilizzo dei proventi delle infrastrutture 51
CAPITOLO V - I costi di funzionamento di Infratel 53
1. Considerazioni generali 53
2. Il personale 53
3. Competenze del personale 55
4. Altri costi di funzionamento 57
5. Spese per consulenza e assistenza 58
6. Considerazioni di sintesi sui costi di funzionamento 62
CAPITOLO VI - L’efficacia degli interventi 65
1. Lo scenario in Italia 65
2. La domanda dei cittadini 66
3. La domanda delle imprese 68
4. Il digital divide in Italia tra il 31 dicembre 2005 e il 31 dicembre 2015 68
5. Comparazione dei collegamenti Fttn e Ftt con dati europei 70
CAPITOLO VII - Conclusioni e raccomandazioni 71
* * *
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1- Situazione complessiva risorse Mise per la banda larga al 31 marzo 2016
(cap. 7230) 32
Tabella 2 - Dettaglio risorse Mise banda larga per tipologia d’intervento al
15 giugno 2015 33
Tabella 3 - Risorse regionali e fondi europei (modello diretto per banda larga) al
19 settembre 2016 34
Tabella 4 - Risorse regionali (modello indiretto per banda larga) al 19 settembre 2016 34
Tabella 5 - Situazione contabile del cap. 7230, p.g. 1 (Anni 2007-2015) 35
Tabella 6 - Situazione contabile del cap. 7230, p.g. 2 (Anni 2014-2015) 36
Tabella 7 - Situazione contabile del cap. 7230, p.g. 86 (Anni 2012-2014-2015) 36
Tabella 8 - Situazione contabile del cap. 7510, p.g. 91 36
Tabella 9 - Risorse regionali banda ultralarga 37
Tabella 10 - Finanziamento complessivo 37
Tabella 11 - Aree interessate al bando per concessione contributi (comuni) 43
Tabella 12 - Costo delle infrastrutture a Km 47
Tabella 13 - Incidenza costo del lavoro sul valore della produzione e sui costi di
funzionamento 54
Tabella 14 - Costo annuo del personale manageriale 55
Tabella 15 - Spese per consulenza e assistenza di Infratel addebitate al Mise nel
periodo 2007/2015 58
Tabella 16 - Consulenze affidate nel periodo 2012/2015 secondo i bilanci di Infratel 59
Tabella 17 - Addebiti di Invitalia ad Infratel 60
Tabella 18 - Costo del personale Infratel e valore della produzione (periodo 2012-2015) 60
Tabella 19 - Rapporti tra costi di funzionamento e investimenti 62
Tabella 20 - Rapporti costi di funzionamento/investimenti Mise 62
Tabella 21 - Rapporto costi di personale e servizi/valore della produzione 63
Tabella 22 - Digital divide trend al 31 dicembre 2015 69
* * *
INDICE DEGLI ALLEGATI
All. A - Tabelle interventi banda larga V e VI 77
All. B - Tabella illustrativa degli importi delle commesse regionali (modello diretto) rendicontati al luglio 2016 81
All. C - Tabelle illustrative dello stato dell’intervento diretto 89
All. D - Chilometri di fibra pianificati e realizzati con finanziamenti Mise e regioni 95
All. E - Gare per la concessione di contributi pubblici a progetti d’investimento privati
- modello B banda larga 99
All. F - Gare per la concessione di contributi pubblici a progetti d’investimento privati,
per la banda ultralarga (modello C) 103
All. G - Incidenza delle spese di funzionamento Infratel negli interventi diretti con fondi
del bilancio dello Stato 107
All. H - Stima del livello di copertura della banda ultralarga. Giugno 2016 111
DELIBERAZIONE
Deliberazione n. 21/2016/G
REPUBBLICA ITALIANA
la Corte dei conti
Sezione centrale di controllo
sulla gestione delle amministrazioni dello Stato
Adunanza del II collegio del 17 novembre 2016 e Camera di consiglio del 20 dicembre 2016
* * *
Visto l’art. 100, comma 2, Cost.;
vista la l. 14 gennaio 1994, n. 20, e, in particolare, l’art. 3, comma 4, ai sensi del quale la Corte dei conti svolge il controllo sulle gestioni delle amministrazioni pubbliche, verifi- cando la corrispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge e valutando comparativamente costi, modi e tempi dello svolgimento dell’azione am- ministrativa;
vista la deliberazione della Sezione n. 19/2014/G, con la quale è stato approvato il programma di controllo sulla gestione per l’esercizio 2015;
vista la relazione presentata dal cons. Xxxxxxx Xx Xxxxxxx, che illustra gli esiti dell’indagine condotta in merito a “Il finanziamento degli interventi infrastrutturali per la banda larga (2007-2015)”;
vista l’ordinanza in data 4 novembre 2016, con la quale il presidente della Sezione ha convocato il II collegio per l’adunanza del 17 novembre 2016, al fine della pronuncia sulla gestione in argomento;
vista la nota n. 4501 del 7 novembre 2016, con la quale il Servizio di segreteria per le adunanze ha trasmesso la relazione ai seguenti uffici:
- Ministero dello sviluppo economico: Gabinetto del Ministro;
- Ministero dello sviluppo economico: Direzione generale per i servizi di comunica- zione elettronica, di radiodiffusione e postali;
- Ministero dello sviluppo economico: Organismo indipendente di valutazione della
performance;
- Ufficio centrale del bilancio presso il Ministero dello sviluppo economico;
- Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa - Invitalia;
- Infratel Italia s.p.a.;
- Anas s.p.a.;
- Rete ferroviaria italiana s.p.a.-Rfi s.p.a.;
- Ministero dell’economia e delle finanze: Gabinetto del Ministro, Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato,
udito il relatore, cons. Xxxxxxx Xx Xxxxxxx;
uditi, in rappresentanza delle amministrazioni convocate:
- per il Ministero dello sviluppo economico - Direzione generale per i servizi di comu- nicazione elettronica, di radiodiffusione e postali, il xxxx. Xxxxxxx Xxxxxx, direttore generale, il xxxx. Xxxxxxxxxx Xxxxxxxxx, dirigente di I fascia della Direzione III-Reti infrastrutturali di comunicazione e banda ultralarga, il xxxx. Xxxxxx Xxxxx Xxxxxxx, dirigente di I fascia della Direzione I-Affari generali, vigilanza e controllo, comitato media e minori;
- per l’Ufficio centrale del bilancio presso il Ministero dello sviluppo economico, la dott.ssa Xxxxx Xxxxx Xxxxx, dirigente dell’Ufficio III;
- per l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, il xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxxx, dirigente, responsabile Affari legali;
- per Infratelitalia s.p.a., il prof. Xxxxxxxx Xxxxxx, presidente, il xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxx, amministratore delegato, l’xxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxxx, direttore generale;
- per Anas s.p.a., l’xxx. Xxxxx Xxxxxxxxx, responsabile dell’Infrastrutturazione tecnologica e impianti, l’xxx. Xxxxx Xxxxxx, dirigente,
DELIBERA
di approvare, con le modifiche apportate dopo l’adunanza pubblica e in seguito alle memorie delle amministrazioni, la relazione concernente “Il finanziamento degli interventi infrastrutturali per la banda larga (2007-2015)”.
La presente deliberazione e l’unita relazione saranno inviate, a cura della Segreteria della Sezione, alla Presidenza del Senato della Repubblica e alla Presidenza della Camera dei deputati, nonché alle seguenti amministrazioni:
- Presidenza del Consiglio dei ministri;
- Ministero dell’economia e delle finanze;
- Ministero dello sviluppo economico. Le amministrazioni interessate:
adotteranno, entro trenta giorni dalla ricezione della presente relazione, l’eventuale provvedimento motivato previsto dall’art. 3, c. 64, l. 24 dicembre 2007 n. 244, ove ritengano di non ottemperare ai rilievi formulati;
comunicheranno alla Corte e al Parlamento, entro sei mesi dalla data di ricevimento della presente relazione, le misure consequenziali adottate ai sensi dell’art. 3, c. 6, l. 14 gen- naio 1994 n. 20, come modificato dall’art. 1, c. 172, l. 23 dicembre 2005 n. 266 (legge
finanziaria 2006).
La presente deliberazione è soggetta a obbligo di pubblicazione, ai sensi dell’art. 31 d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 (concernente il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministra- zioni”).
La presente relazione sarà inviata, altresì, alle Sezioni riunite in sede di controllo.
Il consigliere relatore Il presidente x.xx Xx Xxxxxxx x.xx D’Auria
Depositata in segreteria il 30 dicembre 2016
La dirigente x.xx Troccoli
RELAZIONE
Sintesi
1. Con la presente relazione la Corte dei conti riferisce sugli esiti del controllo sull’attività svolta dal Ministero dello sviluppo economico, nel periodo 2007-2015, per la realizzazione del programma d’investimenti pubblici ai fini delle comunicazioni a banda larga. Tale atti- vità, nella sua fase iniziale limitata alle opere finanziate dal bilancio statale, è stata in passato sottoposta al controllo della Corte, che ne ha riferito al Parlamento con delibera- zione di questa Sezione 15 ottobre 2007, n. 19.
In origine, il programma degli investimenti riguardava le aree del Mezzogiorno, ma in seguito l’intervento è stato esteso a tutte le aree del territorio nazionale “a fallimento di mercato”, caratterizzate, cioè, dall’assenza di interesse economico degli operatori privati ad investire nella realizzazione delle nuove infrastrutture per le telecomunicazione a banda larga. L’obiettivo del finanziamento pubblico è di favorire il superamento del divario digi- tale (digital divide) che caratterizza molte zone del nostro paese ponendolo in svantaggio rispetto al resto dell’Europa.
La relazione fornisce anche notizie sul programma delle infrastrutture a banda ultralarga (capacità trasmissiva di 30-100 Mbit/s e oltre) iniziato nel 2013 e sul più recente piano ap- provato dal Governo nel 2015 (Strategia italiana per la banda ultralarga), di cui si prevede il compimento nel 2022.
2. Per la concreta realizzazione del programma di investimenti è stata costituita, alla fine del 2003, in seguito ad una convenzione stipulata tra il Mise e l’allora Sviluppo Italia s.p.a. (ora Invitalia), la società di scopo Infratel Italia s.p.a. (interamente partecipata dalla stessa Invitalia), il cui ruolo è stato poi riconosciuto sul piano legislativo (art. 7, comma 1, del d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito dalla l. 14 maggio 2005, n. 80).
3. Gli investimenti pianificati, trattandosi di aiuti di Stato, sono stati oggetto di notifi- cazioni, a norma dell’art. 108, par. 3 del Tfue, alla Commissione europea, che li ha ritenuti compatibili con l’art. 107, par. 3, lett. c), del trattato stesso.
I modelli d’intervento adottati sono stati tre:
- la realizzazione diretta delle opere, di proprietà pubblica e gestite tramite il soggetto attuatore (Infratel), che le cede in uso (con modalità Iru, indefeasible right of use) a operatori
privati a condizioni di mercato e con criteri non discriminanti (modello A);
- la partecipazione dello Stato, con un contributo massimo del 70 per cento, a investi- menti di operatori privati, che restano proprietari dell’infrastruttura per un periodo minimo di sette anni, con obbligo di consentire l’accesso a tutti gli operatori del settore (modello B);
- il sostegno alla domanda, mediante il finanziamento dell’acquisto di un terminale di accesso ad internet ad utenti che risiedono in aree rurali (modello C).
Il finanziamento statale per la banda larga ammonta a 436,18 milioni, dei quali 57,7 de- stinati al modello indiretto (contributo pubblico a investimenti privati) e 2 milioni stanziati, ma non in concreto utilizzati, per il sostegno alla domanda per l’acquisto di apparecchiature da parte di utenti finali (mod. C). I restanti fondi sono stati impiegati nella diretta realizza- zione delle opere di proprietà statale (mod. A).
I fondi regionali e dell’Ue destinati al programma d’investimenti ammontano invece, se- condo l’aggiornamento riferito al settembre 2016, a 377,45 milioni, di cui 47 per contributi pubblici ad investimenti privati (mod. B).
4. Il programma, per quanto attiene all’impiego delle risorse statali, si è sviluppato in sei interventi attuativi, ciascuno dei quali comprendente lotti di lavori di grandi dimensioni affidati alle imprese appaltatrici mediante “accordi quadro” seguiti da plurimi contratti at- tuativi, ciascuno dei quali concernente singoli tratti di infrastruttura. Tale modalità di affidamento degli interventi, date le dimensioni molto elevate dei lotti appaltati, ha com- portato la loro aggiudicazione a un ristretto numero di grandi imprese specializzate nella costruzione di infrastrutture per le telecomunicazioni.
Quattro di tali interventi sono giunti a compimento, seppure con ritardi rispetto ai tempi programmati, mentre il quinto e il sesto sono in corso di realizzazione.
Gli interventi diretti finanziati con fondi regionali e comunitari, nei quali il Mise, per mezzo di Infratel, svolge il ruolo di soggetto attuatore o delegato all’esecuzione dell’opera finanziata, sono stati oggetto di accordi di programma stipulati con le regioni a partire dal 2009, ma sostanzialmente hanno avuto inizio nel 2011. La modalità è simile a quella già descritta a proposito dell’intervento statale: lotti di ingente ammontare aggiudicati a sin- gole imprese o Ati con accordi quadro, seguiti da plurimi contratti attuativi.
Il Mise ha fornito la situazione, aggiornata alla data del 26 luglio 2016, dell’impiego dei fondi regionali e comunitari secondo i report di rendicontazione di Infratel.
Ne risulta che l’ammontare complessivo rendicontato, relativamente al modello diretto (A), è di 254 milioni (335,5 milioni se si aggiungono le penali applicate alle imprese appalta- trici), con 81 milioni di economie, di cui circa 20 milioni di somme ancora da rendicontare. Non sono state finora rendicondate le somme destinate all’intervento indiretto.
Anche gli interventi finanziati con fondi comunitari e regionali hanno subìto ritardi spie- gati da Infratel con gli stessi motivi addotti per gli interventi finanziati dallo Stato.
Infratel ha fornito i dati, aggiornati al 14 luglio 2016, dei principali indicatori dell’avan- zamento degli interventi attuati secondo il modello diretto. Per i dettagli di tali indicatori si rinvia al testo della relazione.
5. L’attuazione del progetto strategico per la banda ultralarga (definito dal Mise a norma dell’art. 30 del d.l. 6 luglio 2011, n. 98, oggetto di valutazione positiva della Commissione europea - Aiuto di Stato SA. 34199-2012/N - Italia) ha avuto inizio nel 2013.
Secondo i dati forniti dal Mise e desunti dal sito web di Infratel, nel periodo 2013-2015, in cui si è fatto maggiormente ricorso al modello del contributo pubblico a investimenti di ope- ratori privati, risultano emessi nove bandi per complessivi 414 milioni, mentre, per quanto attiene all’intervento diretto, gli appalti ammontano a 106 milioni.
Un notevole impulso verso il raggiungimento degli obiettivi di massima diffusione dei nuovi mezzi di telecomunicazione deriva dal “Piano di investimenti per la diffusione della banda ultralarga” redatto in attuazione della “Strategia italiana per la banda ultralarga” e notificato alla Commissione europea, che lo ha approvato in data 30 giugno 2016. In attua- zione di tale piano è stato dato avvio ad un modello d’intervento diretto (diverso dal precedente) basato sulla concessione di costruzione e gestione delle infrastrutture, che ri- mangono di proprietà statale. Il compenso spettante al concessionario è pari alla differenza tra il valore di aggiudicazione dell’opera e l’ammontare attualizzato degli introiti della ge- stione previsti nel piano finanziario proposto dall’aggiudicatario. In particolare, sono stati pubblicati un primo bando concernente sei lotti (Abruzzo e Molise, Xxxxxx-Romagna, Lom- bardia, Toscana e Veneto) per complessivi 1.405 milioni, e un secondo, di altri sei lotti, per complessivi 1.500 milioni: regioni Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria (I lotto); Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento (II); Marche e Umbria (III); Lazio (IV); Campania e Basilicata (V) e Sicilia (VI). Nei bandi, pubblicati rispettivamente a giugno e ad agosto 2016, si richiama l’art. 15 del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, che esclude dall’applicazione delle
nuove disposizioni sugli appalti pubblici le concessioni principalmente finalizzate “a per- mettere alle amministrazioni aggiudicatrici la messa a disposizione o la gestione di reti pubbliche di telecomunicazioni o la prestazione al pubblico di uno o più servizi di comuni- cazioni elettroniche”.
6. Nell’istruttoria sono stati acquisiti elementi per valutare costi, modi e tempi dello svol- gimento dell’azione amministrativa, con riferimento all’attuazione del programma di investimenti per la banda larga (2007-2015) e in ordine al raggiungimento degli obiettivi dell’attività stessa.
Gli interventi sono stati caratterizzati da ritardi nella loro conclusione, dovuti, secondo Infratel, a contenziosi anteriori o posteriori alle gare d’appalto, a opposizioni di privati all’esecuzione degli interventi di scavo, ai tempi talvolta molto lunghi occorsi per il rilascio dei permessi da parte degli enti proprietari delle aree attraversate dalle opere e dai cavidotti, e, infine, ad economie di spesa che hanno consentito di realizzare nuovi interventi origina- riamente non programmati.
Soltanto in tempi molto recenti è stato emanato il decreto ministeriale attuativo del Sinfi (Sistema nazionale federato delle infrastrutture), strumento necessario per la conoscenza delle infrastrutture esistenti, previsto della direttiva n. 2014/61/Ue. La sua realizzazione è tuttora in corso.
Pur in presenza dei ritardi anzidetti – per rimediare ai quali si raccomanda al Mise e ad Infratel di esercitare presso gli enti proprietari le opportune sollecitazioni per l’ottenimento dei permessi in tempi rapidi (avuto riguardo all’interesse pubblico delle opere) – l’intervento pubblico ha favorito la notevole diminuzione (quanto alla diffusione della banda larga) del digital divide, che nell’arco di dieci anni è passato dal 15 per cento, alla data del 31 dicembre 2005, all’1,03 per cento, alla data del 31 dicembre 2015, e perciò sostanzialmente allo stesso livello del resto d’Europa. Per ora sembrano dunque essere stati pressoché raggiunti gli obiettivi fissati dall’Ue quanto all’accesso della popolazione con connettività a banda da 2 a 20 mbit/s (96,9 per cento).
Permane un ritardo, rispetto agli altri paesi europei, per la connessione a banda ultra- larga, la cui diffusione a 30 mbit/s in Italia è, nel 2014, pari al 22,3 per cento, mentre in Europa essa è del 68 per cento. L’accesso con connettività a banda da 30 a 100 mbit/s subirà, secondo gli analisti, uno slittamento di tre anni rispetto alle posizioni raggiunte dal resto dei
paesi europei.
Secondo le indicazioni dell’Ue, entro il 2020 dovrebbe essere garantita a tutti i cittadini la velocità di connessione a 50 mbit/s e, per la metà di essi, a 100 mbit/s.
7. L’economicità e l’efficienza della gestione sono state valutate sulla base di due indici: il rapporto costi di funzionamento/ammontare degli investimenti e il rapporto finanzia- menti pubblici stanziati o destinati/risorse effettivamente impiegate.
I costi di funzionamento della società Infratel hanno inciso sul valore della produzione, secondo i dati di bilancio dalla stessa società, nella percentuale del 9,76 per cento, nell’arco temporale 2007-2014. Se ragguagliata all’ammontare delle opere realizzate o acquistate con finanziamenti statali, l’incidenza delle spese di funzionamento (calcolata sui dati desunti dai report di rendicontazione redatti da Infratel) è invece pari al 17,27 per cento, nell’intero periodo 2007-2015. Tale incidenza è notevolmente aumentata negli ultimi anni, come si ri- leva dal confronto tra la media del periodo 2007-2012, pari al 12,47 per cento, e quella del triennio 2013-2015, che è del 34,71 per cento. Quest’ultimo dato induce a ritenere sussistenti margini di riduzione della spesa che il Mise deve valutare. Il disciplinare di rendicontazione che regola i rapporti economici tra il Mise e Infratel, nell’ambito degli accordi di programma tra Mise, Invitalia e Infratel, non pone tetti percentuali alle spese di funzionamento adde- bitabili al programma degli investimenti, ad eccezione di un limite che si riferisce esclusivamente ai rimborsi delle spese per missioni. La Corte ritiene che risponderebbe a una buona pratica amministrativa stabilire limiti percentuali alle spese di funzionamento da ammettere nei rendiconti.
Si raccomanda, pertanto, al Mise e a Infratel di perseguire l’obiettivo di diminuire l’inci- denza dei costi di funzionamento rispetto agli investimenti. Infatti, la crescita dell’organico della società negli anni più recenti e l’aumento del know how dovuto all’esperienza plurien- nale acquisita, dovrebbero determinare una maggiore autosufficienza organizzativa, con un minore ricorso a consulenze esterne.
Tra le spese di funzionamento assumono particolare rilievo quelle per il contratto di for- nitura di servizi aziendali che Infratel stipula annualmente con la controllante Invitalia. Secondo le politiche gestionali della controllante, tale contratto dovrebbe permettere di ri- sparmiare il costo delle risorse umane destinate ad attività di staff corporate (legale, risorse
umane, comunicazione, rapporti istituzionali, amministrazione e bilancio, servizi informa- tivi). Come osservato dallo stesso Mise nella “Relazione sul XXXI report di monitoraggio e rendicontazione presentato da Infratel Italia s.p.a.”, redatta dalla Divisione I della Dscerp (Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica di radiodiffusione e postali), l’amministrazione dovrà verificare l’effettivo risparmio di spesa derivante dal “contratto di service” e vigilare che non vengano impropriamente attribuiti al piano per la banda larga e ultralarga costi di gestione estranei all’attività di realizzazione delle infrastrutture. Più in generale è necessario evitare gli aggravi di costi dovuti alle potenziali duplicazioni di attività per la coesistenza del contratto di fornitura dei servizi aziendali, delle consulenze esterne e delle prestazioni dei lavoratori dipendenti.
Si raccomanda, pertanto, al Mise di eseguire, in occasione di ogni report di rendiconta- zione, le verifiche per escludere le duplicazioni anzidette e le eventuali improprie attribuzioni al piano per la banda larga e ultralarga di costi di gestione estranei all’attività di realizzazione delle infrastrutture.
Sotto il secondo profilo, i dati mostrano un buon rapporto tra spese impegnate/xxxxxxx- menti, il che dimostra una buona capacità di programmazione della spesa e di realizzazione delle opere programmate.
I ricavi dalle concessioni dei diritti di uso di infrastrutture cedute agli operatori – che dal 2013 al 2015 sono stati portati in diminuzione dell’importo dei costi “di struttura” della società rendicontati al Mise – hanno dato luogo, dal 2006 al 2012, all’accumularsi di una riserva pari a 3,6 milioni circa che, secondo quanto stabilito dagli accordi di programma intervenuti tra il Mise, Invitalia e Infratel, deve essere reimpiegata nella realizzazione dello stesso piano per la banda larga.
Si raccomanda che tale destinazione sia concretamente posta in atto.
Si prende atto che il Mise, come riferito all’adunanza pubblica, ha trattenuto dai corri- spettivi di Infratel la somma di 3,96 milioni di euro corrispondenti agli utili di gestione maturati dalla società stessa nell’esercizio 2015 e in quelli precedenti.
CAPITOLO I
OGGETTO DELL’INDAGINE E QUADRO NORMATIVO
Sommario: 1. Oggetto dell’indagine. - 2. Quadro normativo.
1. Oggetto dell’indagine
La Corte dei conti, con la relazione al Parlamento approvata con deliberazione 15 ottobre 2007, n. 19 di questa Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, ha già avuto modo di sottoporre al controllo l’attività amministrativa finalizzata alla realizzazione del programma per lo sviluppo delle infrastrutture a “banda larga” nelle aree del Mezzogiorno approvato dal Cipe con delibera n. 83 del 13 novembre 2003.
In quell’occasione si rilevò che alla data del 31 dicembre 2006, primo dei tre anni previsti dal piano di rete (2006/2008), era stato portato a compimento il 29,56 per cento delle opere programmate ed erano state impiegate risorse finanziarie pari al 32,04 per cento di quelle preventivate. L’indice di copertura della banda larga nelle aree comunali risultava pari al 23 per cento, mentre la copertura in fibra ottica delle centrali telefoniche non aveva superato il 20 per cento. Si rilevava anche un ingente accumulo di residui passivi, determinato da ridotte disponibilità di cassa.
Sotto il profilo dell’andamento economico degli interventi, si riscontrava che dai docu- menti di rendicontazione inviati da Infratel Italia s.p.a al Mise, concernenti il periodo 1° marzo 2004-30 novembre 2006, la spesa complessiva erogata era stata di 37,27 milioni, di cui 31,36 di investimenti realizzati. La differenza, di 5,9 milioni, era rappresentata dalle spese di funzionamento di Infratel, pari al 18,87 per cento degli investimenti realizzati.
La presente relazione concerne l’attività di realizzazione del programma anzidetto, fino alla data del 2015, nonché le attività finora svolte per la realizzazione dei programmi più recenti riguardanti le infrastrutture a banda ultralarga.
L’istruttoria si è svolta mediante la consultazione del sistema informativo integrato Corte dei conti-Ragioneria generale dello Stato e attraverso richieste di notizie e documenti forniti dal Mise e dalla società Infratel Italia s.p.a., soggetto, come si dirà in seguito, appo- sitamente costituito per la concreta attuazione del programma d’investimenti
infrastrutturali. Entrambi hanno tempestivamente risposto fornendo le relazioni, la docu- mentazione e i chiarimenti richiesti.
2. Quadro normativo
Con d.lgs. 9 gennaio 1999, n. 1, è stata istituita la s.p.a. Sviluppo Italia (ora Invitalia) con la finalità di promuovere attività produttive, sviluppare la domanda di innovazione e dare supporto alle pubbliche amministrazioni per la progettualità dello sviluppo e consu- lenza in materia di gestione degli incentivi nazionali e comunitari. La l. 1° agosto 2002, n. 166, recante “norme in materia di infrastrutture”, consente (art. 8) alle amministrazioni centrali di convenzionarsi con la citata società pubblica per tutte le attività tecniche, eco- nomiche e finanziarie occorrenti per la realizzazione di interventi riguardanti le aree depresse del paese, anche mediante il ricorso alla finanza di progetto.
Nel dicembre del 2003, in seguito ad un accordo tra Mise e la società oggi denominata Invitalia, è stata costituita la già citata Infratel Italia s.p.a. (società partecipata al 100 per cento da Invitalia) con il compito di realizzare il programma infrastrutturale per la banda larga, ruolo poi riconosciuto alla società, sul piano legislativo, dall’art. 7, comma 1, del d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito dalla l. 14 maggio 2005, n. 80, che ha previsto la possibilità di destinare gli interventi realizzati tramite la citata società a tutte le aree “sottoutilizzate” di cui alla l. 27 dicembre 2002, n. 289.
L’art. 1 della l. 18 giugno 2009, n. 69, ha previsto una dotazione finanziaria per lo svi- luppo della banda larga fino ad un massimo di 800 milioni (in concreto fissata a 400 milioni con delibera 11 gennaio 2011 n. 1 del Cipe) per il periodo 2007-2013 a valere sulle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate, di cui alla cit. l. n. 289/2002, fatta salva la destinazione dell’85 per cento delle risorse alle regioni del Mezzogiorno. Tale legge ha altresì previsto la possibilità (art. 1, comma 2) di ricorrere al modello della finanza di progetto.
L’art. 30 del d.l. 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni dalla l. 15 luglio 2011,
n. 111, al fine di garantire il diritto di accesso ad Internet per tutti i cittadini ad una velocità di connessione superiore a 30 Mbit/s (e almeno per il 50 per cento al di sopra di 100 Mbit/s) ha affidato al Mise il compito di predisporre un progetto strategico di interventi finalizzati alla realizzazione dell’infrastruttura di telecomunicazione a banda larga e ultralarga sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale e di partenariato pubblico-privato.
Disposizioni volte al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana, ed in particolare a facilitare dal punto di vista tecnico la realizzazione delle infrastrutture digitali, sono state introdotte dalla l. 21 febbraio 2014, n. 9, in sede di conversione del d.l. 23 dicem- bre 2013, n. 145.
Altre disposizioni dirette a favorire lo sviluppo delle comunicazioni digitali sono conte- nute nella l. 7 agosto 2015, n. 124, recante “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” e nel recente d.lgs. attuativo 26 agosto 2016, n. 179, recante modifiche ed integrazioni del Codice dell’amministrazione xxxxxxxx0.
Con d.lgs. 15 febbraio 2016, n. 33, attuazione della direttiva n. 2014/61/Ue del Parla- mento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014, sono state introdotte misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad elevata velocità2.
1 Si prevede che in linea con gli obiettivi dell’Agenda digitale italiana:
- sia garantita la disponibilità di connettività a banda larga e ultralarga e l’accesso alla rete Internet presso gli uffici pubblici e altri luoghi che, per la loro funzione, richiedono le suddette dotazioni;
- sia agevolata nel settore turistico la realizzazione di un’unica rete wi-fi ad accesso libero, con autenticazione tramite il Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale (Spid);
- sia garantito l’accesso e il riuso gratuiti di tutte le informazioni prodotte e detenute dalle amministrazioni pubbliche in formato aperto, l’alfabetizzazione digitale, la partecipazione con modalità telematiche ai pro- cessi decisionali delle istituzioni pubbliche, la piena disponibilità dei sistemi di pagamento elettronico, nonché la riduzione del divario digitale sviluppando le competenze digitali di base nella popolazione.
2 Lo scopo di tale atto legislativo è, come testualmente recita l’art. 1, di definire norme volte a facilitare l’in- stallazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità promuovendo l’uso condiviso dell’infrastruttura fisica esistente e consentendo un dispiegamento più efficiente di infrastrutture fisiche nuove, in modo da abbattere i costi d’installazione di tali reti. Oltre alle norme che prevedono il diritto degli operatori delle comunicazioni di offrire l’accesso alle loro reti ad altri operatori e il coesistente obbligo di con- cederlo a richiesta, si dispone la “mappatura delle reti di comunicazione elettronica veloci esistenti e di ogni altra infrastruttura fisica funzionale ad ospitarle, presenti nel territorio nazionale”; la definizione del conte- nuto del Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SinfI); disposizioni per la semplificazione del rilascio delle autorizzazioni, per facilitare gli accessi per la realizzazione di infrastrutture fisiche all’interno degli edifici, e per la risoluzione di controversie relative ai diritti e agli obblighi disciplinati dal decreto legisla- tivo in questione.
CAPITOLO II
IL PIANO NAZIONALE BANDA LARGA
E IL PIANO STRATEGICO PER LA BANDA ULTRALARGA
Sommario: 1. Generalità. - 2. Modalità degli interventi. - 3. Piano strategico per la banda ultralarga. - 4. Si- stema informativo nazionale federato delle infrastrutture.
1. Generalità
Con le espressioni banda larga e ultralarga s’intende, nel linguaggio delle telecomunica- zioni, una capacità o velocità di trasmissione di dati (espressa in bit al secondo) superiore a quella consentita dal tradizionale cavo telefonico (banda stretta), ottenuta grazie all’uso di tecnologie avanzate e di nuovi mezzi trasmissivi come la fibra ottica.
Il programma governativo di investimenti per la banda larga è nato con lo scopo di con- sentire l’accesso ad Internet veloce alla totalità della popolazione. Gli obiettivi dell’Ue, recepiti dal Governo, sono: disponibilità di accesso base a 7 mbit/s per tutti i cittadini entro il 2013; accesso a 30 mbit/s per tutti i cittadini e a 100 mbit/s per il 50 per cento delle abita- zioni entro il 2020.
Gli aggiornamenti del piano si basano sulla mappa della disponibilità di connettività a banda larga curata da Infratel, che individua le aree in condizioni di “fallimento di mer- cato”, laddove l’intervento pubblico si rende necessario a causa dell’insufficienza dell’iniziativa privata a garantire lo sviluppo della rete telematica (c.d. sussidiarietà oriz- zontale).
Il coordinamento per la realizzazione del programma d’investimenti intercorre tra il Mise, l’Agid, l’Agenzia per la coesione3 e l’Agcom. La programmazione per le misure d’in- tervento è affidata al Mise, Infratel ne cura l’attuazione.
3 L’Agenzia per la coesione territoriale, istituita ai sensi dell’art. 10 del d.l. 31 agosto 2013, n. 101, coerente- mente all’art. 119 della Costituzione e allo Statuto, approvato con d.p.c.m. 9 luglio 2014, ha l’obiettivo di sostenere, promuovere ed accompagnare, secondo criteri di efficacia ed efficienza, programmi e progetti per lo sviluppo e la coesione economica, nonché di rafforzare, al fine dell’attuazione degli interventi, l’azione di pro- grammazione e sorveglianza di queste politiche. In particolare, obiettivo strategico dell’Agenzia è di fornire supporto all’attuazione della programmazione comunitaria e nazionale 2007-2013 e 2014-2020 attraverso azioni di accompagnamento alle amministrazioni centrali e regionali titolari di programmi, e agli enti benefi- ciari degli stessi, con particolare riferimento agli enti locali, nonché attività di monitoraggio e verifica degli
Lo sviluppo delle infrastrutture per le comunicazioni digitali è uno degli obiettivi priori- tari enunciati in alcune comunicazioni della Commissione europea (es. del 3 marzo 2010, “Strategia Europa 2020” e del 19 maggio 2010, “Un’agenda digitale europea”). Tali docu- menti indicano agli Stati membri l’esigenza dell’elaborazione di piani nazionali per la diffusione della banda larga e per l’utilizzazione, a tale scopo, di finanziamenti pubblici con- formi alle norme europee in materia di aiuti di Stato e concorrenza.
Il programma degli interventi, cui inizialmente erano destinati solo fondi nazionali, è stato poi incrementato da fondi europei e regionali e via via esteso da piani notificati alla Commissione europea a norma dell’art. 108 del Tfue, come il progetto strategico per la banda ultralarga (definito dal Mise a norma dell’art. 30 del d.l. 6 luglio 2011, n. 98 e oggetto di valutazione positiva della Commissione europea - Aiuto di Stato SA. 34199-2012/N - Italia), che ha avuto inizio nel 2013, e il “Piano di investimenti per la diffusione della banda ultra- larga” redatto in attuazione della “Strategia italiana per la banda ultralarga” approvato dalla Commissione europea in data 30 giugno 2016.
2. Modalità degli interventi
Il piano degli investimenti pubblici per le infrastrutture a banda larga si sviluppa secondo tre modelli d’intervento.
Il primo, denominato modello “A”, consiste nell’intervento diretto da parte dello Stato, che realizza, per l’appunto, direttamente, le opere, o acquista diritti di uso di infrastrutture di posa già esistenti (acquedotti rurali, tracciati ferroviari, palificazioni elettriche, etc.) per un periodo di circa quindici anni in modalità Iru (Indefeasible right fo use), un diritto di uso irrevocabile.
Le infrastrutture realizzate (cavidotti, tralicci, ecc.), di proprietà statale, sono rese dispo- nibili agli operatori (secondo criteri non discriminanti e a condizioni di mercato) dietro il pagamento di un canone soggetto a revisione annuale, che dovrebbe essere determinato
investimenti e di supporto alla promozione e al miglioramento della progettualità e della qualità, della tempe- stività, dell’efficacia e della trasparenza delle attività di programmazione e attuazione degli interventi. Nel perseguimento di tale finalità, l’Agenzia si ispira a principi di trasparenza, semplificazione e collaborazione con le istituzioni dell’Unione europea, le amministrazioni pubbliche – centrali, regionali e locali – gli enti pri- vati ed i soggetti a vario titolo coinvolti nell’attuazione delle politiche di sviluppo. Fino alla sua piena operatività organizzativa, l’Agenzia si avvale delle strutture e del personale dell’ex Dipartimento per lo svi- luppo e la coesione economica.
dall’Agcom. Le tariffe applicate dagli operatori agli utenti finali devono riflettere i prezzi medi nazionali destinati a servizi analoghi.
Il secondo modello, denominato “B”, consiste nell’erogazione di un contributo statale ad un progetto d’investimento redatto da un operatore delle comunicazioni, selezionato con procedura ad evidenza pubblica, il cui scopo è di individuare una soluzione tecnico-econo- mica, contenuta in un business plan, idonea a superare il fallimento di mercato. Il beneficiario avrà l’obbligo di concedere tutte le forme di accesso all’infrastruttura, all’in- grosso e al dettaglio, agli altri operatori del settore e ne resterà proprietario per almeno sette anni. Il livello massimo di contribuzione pubblica è del 70 per cento delle spese ammissibili (punto 39 dell’Aiuto di Stato 33087-2012 e punto 23 dell’Aiuto di Stato 34199-2012). La determinazione del livello di contribuzione si basa sul tasso di “deficit di finanziamento” del progetto, cioè la percentuale dell’investimento iniziale non coperta dalle entrate nette pre- viste: si adotta, pertanto, il criterio utilizzato dall’Ue come base di calcolo per la sovvenzione di progetti generatori di entrate. Per evitare la c.d. sovracompensazione del beneficiario, è stabilito un periodo di osservazione decorrente dall’ultimazione dell’infrastruttura, durante il quale viene monitorata la gestione. Xxx emergano ricavi superiori o costi inferiori rispetto a quelli preventivati, il beneficiario è tenuto a restituire la corrispondente quota di contri- buto o a reinvestirla in altre infrastrutture. Il rischio di ricavi inferiori o di costi superiori a quelli previsti resta invece a carico del beneficiario.
Il terzo modello d’intervento è definito “incentivo alla domanda” ed è diretto a contri- buire ai costi necessari all’acquisto di terminali di accesso per utenti che risiedono in zone ultra marginali, non coperte dal servizio. Anche in questo caso si procede alla selezione di operatori in grado di fornire i servizi di connettività, compresa la fornitura e l’installazione di un terminale. Il contributo è erogato all’operatore, mentre il cliente finale beneficia dello sconto del costo di attivazione del servizio. Questa modalità di intervento non ha avuto concreta attuazione, pur essendo ad essa destinato l’importo di 2 milioni.
Le aree interessate agli interventi sono state definite dalla Commissione europea come “aree bianche”, “aree grigie” ed “aree nere”. Le prime sono zone dove le infrastrutture a banda larga sono inesistenti o con capacità di connessione insufficiente e non si prevede uno sviluppo nel medio termine; le aree grigie sono quelle in cui la presenza di un operatore di rete, in una limitata area, non esclude un fallimento del mercato. Le aree nere sono zone in
cui coesistono almeno due operatori di servizi di rete in condizioni di concorrenza e l’inter- vento pubblico non è ammissibile.
Inizialmente, il piano nazionale banda larga prevedeva che gli interventi fossero realiz- zati nell’arco del triennio 2011-2013, ma poi sono intervenute estensioni temporali, dovute non solo al ritardo nel compimento dei lavori, ma anche alla disponibilità non continuativa delle risorse finanziarie.
Il budget complessivo del piano nazionale banda larga era stimato in 1,471 miliardi.
3. Piano strategico per la banda ultralarga
L’art. 30 d.l. 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla l. 15 luglio 2011, n. 111, ha assegnato al Mise il compito di predisporre un progetto strategico nel quale, sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale e di partenariato pubblico-privato, sono individuati gli interventi finalizzati alla realizzazione dell’infrastruttura di telecomunicazione a banda larga e ultra- larga, anche mediante la valorizzazione, l’ammodernamento e il coordinamento delle infrastrutture esistenti. In seguito a tale legge è stato approntato il progetto strategico per la banda ultralarga (oggetto di valutazione positiva della Commissione europea - Aiuto di Stato SA. 34199-2012/N - Italia).
Il 22 marzo 2013 è stato stipulato tra il Mise, Invitalia ed Infratel un atto integrativo all’accordo di programma del 5 luglio 2011 ai fini della realizzazione delle infrastrutture per la banda ultralarga. La delibera del Cipe del 6 agosto 2015 ha assegnato al Mise 2.200 milioni a valere sulle disponibilità 2014-2020 nelle zone C e D (a fallimento di mercato). Sono con- templati accordi e convenzioni con le regioni al fine di regolare le modalità di utilizzo delle risorse impegnate in modo da coordinare gli interventi statali con quelli regionali.
Un notevole impulso verso il raggiungimento degli obiettivi di massima diffusione dei nuovi mezzi di telecomunicazione deriva dal “Piano di investimenti per la diffusione della banda ultralarga” redatto in attuazione della “Strategia italiana per la banda ultralarga” e notificato alla Commissione europea, che lo ha approvato in data 30 giugno 2016. In attua- zione di tale piano è stato dato avvio ad un modello d’intervento diretto (diverso dal precedente) basato sulla concessione di costruzione e gestione delle infrastrutture, che ri- mangono di proprietà statale, e sulla definizione del corrispettivo in misura pari alla differenza tra il valore di aggiudicazione dell’opera e l’ammontare attualizzato degli introiti
previsti.
Per quanto attiene all’attuazione del programma d’investimenti, nel periodo 2013-2015 secondo quanto precisato da Infratel con memoria pervenuta il 17 novembre 2016, sono stati emessi undici bandi di gara per l’assegnazione di contributi a progetti di operatori pri- vati (mod. B). Per quanto attiene all’intervento diretto, gli appalti ammontano a 106 milioni.
L’11 febbraio 2016 è stato approvato dalla Conferenza Stato-regioni l’accordo quadro per lo sviluppo della banda ultralarga sul territorio nazionale, nel quale è programmato l’im- piego dei fondi per il quinquennio 2016-2020.
Sono destinati alle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia 233,50 milioni (fondi Pon). Ad altre regioni (Abruzzo, Xxxxxx-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Li- guria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna e Provincia di Trento) sono destinati 1.567,85 milioni (fondi Fsc). Alle regioni sono stati assegnati, altresì, fondi Por e Fesr per 1.187.71 milioni e fondi Psr e Fasr per 462 milioni.
4. Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture
Con d.lgs. 15 febbraio 2016, n. 33, è stata data attuazione alla direttiva n. 2014/61/Ue del 15 maggio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio recante misure volte a ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. In particolare, l’art. 4 ha disciplinato l’istituzione del Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (Sinfi), strumento già previsto all’art. 6-bis del d.l. 12 settembre 2014, n. 133, convertito dalla l. 11 novembre 2014, n. 164.
La Strategia italiana per la banda ultralarga contempla il riconoscimento del ruolo di Infratel, delegata all’attuazione della strategia stessa per il settore pubblico, come organi- smo coordinatore della sperimentazione europea per la creazione della banca dati delle infrastrutture esistenti di rete. L’accordo di programma tra Mise, Invitalia e Infratel del 20 ottobre 2015 ha disciplinato il supporto di Infratel al Mise per l’attuazione dello stesso Xxxxx. Le regole attuative di tale sistema, mediante il quale si dovrebbe realizzare “una mappa- tura delle reti di comunicazione elettronica esistenti e di ogni altra infrastruttura fisica funzionale ad ospitarle, presente nel territorio nazionale”, sono state dettate infine con de-
creto del Mise 11 maggio 2016, pubblicato sulla G.U. n. 139 del 16 giugno 2016.
La realizzazione del sistema appare in ritardo rispetto all’epoca della direttiva europea (maggio 2014).
CAPITOLO III
IL QUADRO FINANZIARIO E CONTABILE
Sommario: 1. Generalità. - 2. Risorse Mise (cap. 7230) banda larga. - 3. Risorse regionali e fondi europei banda larga. - 4. Specifiche dei capitoli 7230 e 7510. - 5. Quadro contabile. - 6. Risorse regionali destinate alla banda ultralarga al 31 gennaio 2016.
1. Generalità
Il Piano nazionale banda larga è finanziato da fondi nazionali, da fondi regionali (Fas- Fondo per le aree sottoutilizzate/Fsc ex Fas, contributi statali a progetti in favore dei di- stretti produttivi adottati dalle regioni) e dall’Unione europea (Fesr e Feasr).
Le fonti finanziarie nazionali derivano dalle leggi finanziarie del 2004, 2005, 2006, 2007,
2008 e dalla l. 24 luglio 2008, n. 126, di conversione del d.l. 27 maggio 2008, n. 93, che hanno assegnato al Mise (cap. 7230) l’ammontare complessivo di circa 113 milioni, e da ulteriori risorse finanziarie stanziate da delibere del Cipe (n. 35 del 2005, n. 1 del 2006, n. 3 del 2006), pari a 175 milioni. Nel dettaglio:
- delibera Cipe n. 35 del 27 maggio 2005, assegnazione di 80 milioni;
- delibera Cipe n. 1 del 22 marzo 2006, assegnazione di 35 milioni;
- delibera Cipe n. 3 del 22 marzo 2006, assegnazione di 60 milioni.
A tali importi vanno aggiunti 150 milioni stanziati dal d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, con- vertito dalla l. 17 dicembre 2012, n. 221; altre risorse derivano da accordi di programma tra il Mise e le regioni, finalizzati al cofinanziamento degli interventi.
Le fonti finanziarie regionali derivano principalmente da:
- Fondo sviluppo e coesione (Fcs), ex Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), che è lo strumento generale per la realizzazione di interventi nelle aree sottoutilizzate;
- Fondo europeo di sviluppo regionale, che ha l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle disparità regionali (Fesr);
- Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, con l’obiettivo di rafforzare la politica di sviluppo rurale dell’Unione europea (Fasr);
- contributi statali a progetti in favore dei distretti produttivi adottati dalle regioni (commi 371-bis e 371-ter dell’art. 1, l. n. 266/2005), tra le cui finalità sono compresi gli inter- venti di promozione e diffusione delle informazioni e della comunicazione a banda larga.
2. Risorse Mise (capitolo 7230) banda larga
La seguente tabella illustra la situazione aggiornata al 31 marzo 2016 delle risorse statali stanziate, impegnate ed erogate (ad Infratel) sul capitolo 7230:
Tab. 1 - Situazione complessiva risorse Mise per la banda larga al 31 marzo 2016 (cap. 7230)
Stanziamento | Impegni | Pagamenti ad Infratel | |
I stanziamento (leggi finanziarie e delibere Cipe) | 288.068.048,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000,00 |
II stanziamento (d.l. 18/10/2012 n. 179 art. 14) | 148.120.771,00 | 000.000.000,00 | 00.000.000 |
Totale | 436.188.819,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000 |
Fonte: Mise.
Il divario tra l’importo del II stanziamento e quello dei pagamenti a Infratel è dovuto al ritardo dell’attuazione del programma e ai tempi dei pagamenti che vengono effettuati solo in seguito alla presentazione dei rendiconti da parte di Infratel. Il Mise ha rappresentato che si tratta di interventi con piani operativi definiti nel 2014 e il cui stato di attuazione è ancora parziale. In alcuni casi gli appalti sono stati aggiudicati nel corso del 2015.
Nella tabella seguente si riporta il dettaglio dei finanziamenti, con risorse Mise, distribuiti per regioni e per modello d’intervento:
Tab. 2 - Dettaglio risorse Mise banda larga per tipologia d’intervento al 19 settembre 2015
Modello diretto | Modello Indiretto | Modello incentivo alla do- manda | |||
Regione | Finanziamenti ante 2012 | Finanziamento d.l. 18/10/2012 n. 179 art. 14 | Finanziamento d.l. 18/10/2012, n. 179 art. 14 | Finanziamento d. l. 18/10/ 2012 n. 179 art. 14 | Totale Regioni |
Abruzzo | 19.440.181 | 5.000.000 | 0 | 24.440.181 | |
Basilicata | 12.412.338 | 0 | 0 | 12.412.338 | |
Calabria | 21.862.146 | 0 | 0 | 21.862.146 | |
Campania | 29.573.416 | 0 | 0 | 29.573.416 | |
Xxxxxx-Romagna | 15.000.000 | 16.000.000 | 9.000.000 | 40.000.000 | |
Friuli-V.G. | 4.500.000 | 0 | 0 | 4.500.000 | |
Lazio | 20.000.000 | 5.700.000 | 25.700.000 | ||
Liguria | 10.000.000 | 5.000.000 | 15.000.000 | ||
Lombardia | 20.000.000 | 5.000.000 | 5.000.000 | 30.000.000 | |
Marche | 10.000.000 | 5.000.000 | 15.000.000 | ||
Molise | 5.617.176 | 0 | 0 | 5.617.176 | |
Piemonte | 6.000.000 | 45.000.000 | 51.000.000 | ||
Puglia | 33.828.888 | 0 | 33.828.888 | ||
Sardegna | 15.091.470 | 0 | 0 | 15.091.470 | |
Sicilia | 38.490.462 | 3.000.000 | 41.490.462 | ||
Toscana | 10.000.000 | 16.000.000 | 10.000.000 | 36.000.000 | |
Umbria | 6.000.000 | 7.000.000 | 13.000.000 | ||
Veneto | 10.000.000 | 8.000.000 | 18.000.000 | ||
Totale | 287.816.077 | 87.000.000 | 57.700.000 | 432.516.077 | |
Incentivi alla do- manda | 2.000.000 | ||||
Residui | 251.971 | 1.420.771 | 2.000.000 | 3.672.742 | |
Totale | *436.188.819 |
Fonte: Mise.
*Il totale comprende anche l’importo dei residui.
Si nota che i finanziamenti erogati ex art. 14 del d.l. n. 179/2012, per il modello indiretto, in talune regioni sono assenti.
3. Risorse regionali e fondi europei banda larga
La tabella seguente illustra la ripartizione per regioni dei finanziamenti europei e delle risorse regionali destinate alla realizzazione di interventi secondo il modello diretto: risorse tra le quali sono compresi contributo statale a progetti in favore dei distretti produttivi adottati dalle regioni.
Tab. 3 - Risorse regionali e fondi europei (modello diretto per banda larga) al 19 settembre 2016
Regione | (Fas, bil. reg.le, d.m. distretti, Fesr, Feasr) |
Abruzzo | 2.860.000 |
Basilicata | 13.201.100 |
Calabria | 23.000.000 |
Campania | 39.235.000 |
Xxxxxx-Romagna | 5.380.000 |
FriuliVenezia Giulia | 0 |
Lazio | 15.955.447 |
Liguria | 0 |
Lombardia | 18.958.430 |
Marche | 27.929.401 |
Xxxxxx | 00.000.000 |
Xxxxxxxx | 7.293.175 |
Puglia | 28.100.000 |
Sardegna | 14.223.711 |
Sicilia | 44.482.303. |
Toscana | 31.687.790 |
Xxxx.Xxxxxx | 0 |
Xxxx.Xxxxxxx | 0 |
Xxxxxx | 7.000.000 |
Xxxxx x’Xxxxx | 0 |
Xxxxxx | 39.651.895 |
Totale | 330.458.252 |
Fonte: Mise.
Nella tabella successiva si riepilogano le risorse provenienti da finanziamenti alle regioni affidati al Mise per la realizzazione di interventi con il modello indiretto per la banda larga.
Tab. 4 - Risorse regionali (modello indiretto per banda larga) al 19 settembre 2016
Regione | Modello indiretto |
Abruzzo | 7.500.000 |
Basilicata | 0 |
Calabria | 5.000.000 |
Campania | 12.000.000 |
Xxxxxx-Romagna | 0 |
Lazio | 0 |
Liguria | 0 |
Lombardia | 0 |
Marche | 0 |
Molise | 0 |
Piemonte | 0 |
Puglia | 0 |
Sardegna | 0 |
Sicilia | 7.000.000 |
Toscana | 7.500.000 |
Xxxx. Xxxxxx | 0 |
Xxxx. Xxxxxxx | 0 |
Xxxxxx | 0 |
Valle d’Aosta | 0 |
Veneto | 8.000.000 |
Totale | 47.000.000 |
Fonte: Mise.
4. Specifiche dei capitoli 7230 e 7510
Il capitolo 7230 gestito dal Mise, denominato “Spese per lo sviluppo delle infrastrutture di reti di comunicazione”, è articolato in tre piani gestionali.
Il piano di gestione 1 prevede “Spese per lo sviluppo delle infrastrutture di reti di comu- nicazione”, il 2 “Spese per lo sviluppo di infrastrutture fisiche a banda larga ed ultralarga”. Quest’ultimo è stato istituito nel 2014 per gestire le risorse ex art. 1, comma 97, l. n. 147/2013, che ha autorizzato la spesa di 20,75 milioni per l’anno 2014 per il completamento del Piano nazionale banda larga. Il terzo piano gestionale (n. 86) è intitolato “Reiscrizione dei residui passivi perenti”.
Infine, per la completezza del quadro delle risorse destinate al Piano nazionale banda larga, si consideri che per le relative spese è stato impiegato, nell’esercizio 2013, l’importo di euro 18.000.000 dal capitolo del bilancio dello Stato 7510, piano gestionale 91, denominato “Somme occorrenti per il pagamento dei residui passivi perenti di spesa in conto capitale per i quali risulta soppresso il capitolo”.
5. Quadro contabile
Le seguenti tabelle riportano per i capp. 7230 e 7510, per ciascun piano gestionale, la situazione contabile nel periodo 2007-2015:
Tab. 5 - Situazione contabile del cap. 7230 p.g. 1 (Anni 2007-2015)
Anno | Piano di gestione | Stanziamenti | Impegni | Pagamenti in c/competenza | Somme rimaste da pagare in c/competenza | Economie in c/ competenza | Residui iniziali | Pagamenti in conto residui | Differenza tra residui iniziali e pagamenti in c/residui | Economie in c/residui |
2007 | 1 | 30.000.000 | 26.228.808,23 | 3.934.321,00 | 00.000.000,00 | 0.000.000,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,00 | 0.000.000,70 | 0,00 |
2008 | 1 | 30.000.000 | 25.173.962,72 | 7.146.912,00 | 00.000.000,00 | 0.000.000,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,70 | 0,00 | 0,00 |
2009* | 1 | 7.313.486 | 7.313.486,00 | 1.097.022,90 | 6.216.463,10 | 0,00 | 000.000.000,00 | 00.000.000,00 | 000.000.000,85 | 0,00 |
2010 | 1 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 000.000.000,00 | 00.000.000,00 | 000.000.000,42 | 0,00 |
2011 | 1 | 0,00 | 00,0 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 000.000.000,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,73 |
2012** | 1 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
2013*** | 1 | 129.250.000,00 | 000.000.000,00 | 00.000.000,00 | 000.000.000,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
2014 | 1 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 000.000.000,00 | 0.000.000,00 | 00.000.000,80 | 0,00 |
2015 | 1 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 00.000.000,00 | 0.000.000,00 | 00.000.000,00 | 00.000.000,42 |
Totale | 196.563.486 | 187.966.256,00 | 00.000.000,00 | 000.000.000,00 | 0.000.000,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000,00 | 000.000.000,15 |
Fonte: Sicr.
(*) Nel 2009 risulta l’attribuzione, in termini di residui di stanziamento del fondo Fas, di euro 193.251.791, come da nota di richiesta di variazione di bilancio n. 3352 del 3 marzo 2009 (del. Cipe n. 35/2005 e n. 3/2006).
(**) Nel 2012, 2014 e 2015 non risultano stanziamenti in quanto si è registrato l’impegno e il totale pagamento di somme sul p.g. n. 86 del cap. 7230 “reiscrizioni di residui passivi perenti” come è evidenziato nella tabella 9.
(***) Nel 2013 lo stanziamento era di 150.000.000 a seguito di variazione con DMT 74016/2013 - 20.750.000,00 = 129.250.000,00.
Tab. 6 - Situazione contabile del cap. 7230 p.g. 2 (Anni 2014-2015)
Anno | Piano di gestione | Stanziamenti | Impegni | Pagamenti in c/competenza | Somme rimaste da pagare in c/competenza | Economie in c/compe- tenza | Residui ini- ziali | Pagamenti in conto re- sidui | Differenza tra residui iniziali e pagamenti in c/residui | Economie in c/residui |
2014 | 2 | 18.870.771 | 18.870.771 | 3.774.174,00 | 00.000.000,80 | 0.00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
2015 | 2 | 0.00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 00.000.000,80 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Totale | 18.870.771 | 18.870.771 | 3.774.174,00 | 00.000.000,80 | 0,00 | 00.000.000,80 | 0,00 | 0,00 |
Fonte: Sicr.
Tab. 7 - Situazione contabile del cap. 7230 p.g. 86 (Anni 2012-2014-2015)
Capitolo 7230 - P.g. 86 | |||
Anno | Stanziamento finale | Impegni | Pagamenti di compe- tenza |
2012 | 21.000.000 | 21.000.000 | 21.000.000 |
2014 | 16.500.000 | 16.500.000 | 16.500.000 |
2015 | 12.862.233 | 12.862.233 | 12.862.233 |
TOTALE | 50.362.233 | 50.362.233 | 50.362.233 |
Fonte: Sicr.
Tab. 8 - Situazione contabile del cap. 7510 p.g. 91
Capitolo 7510 - P.g. 91 | |||
Anno | Stanziamenti | Impegni | Pagamenti |
2013 | 18.000.000 | 18.000.000 | 18.000.000 |
Totale | 18.000.000 | 18.000.000 | 18.000.000 |
Fonte: Sicr.
6. Risorse regionali destinate alla banda ultralarga al 31 gennaio 2016
Le risorse finanziarie assegnate al Piano strategico per la banda ultralarga sono di pro- venienza regionale e dell’Unione europea.
Nella tabella seguente si riassume lo stato dei finanziamenti secondo il modello diretto e secondo quello indiretto, ripartiti per regione, alla data del 31 gennaio 2016:
Tab. 9 - Risorse regionali banda ultralarga
Regioni | Modello indiretto | Regioni | Modello diretto |
Calabria | 65.000.000 | Abruzzo | 34.650.000 |
Campania | 122.409.000 | Calabria | 38.000.000 |
Molise | 4.000.000 | Lombardia | 5.700.000 |
Sicilia | 75.000.000 | Toscana | 24.500.000 |
Lazio | 15,316.501,92 | Marche | 10.000.000 |
Puglia | 63.181.587,87 | Lazio | 10.000.000 |
Basilicata | 22.723.000 | Puglia | 25.000.000 |
Val di Sabbia | 2.603.975 | Sardegna | 55.968.780 |
Totale | 370,234.065 | Totale | 203.818.780 |
Fonte: Mise.
Tab. 10 - Finanziamento complessivo
(cap. 7230+Feasr+Fesr+Fas+D.m. distretti industriali)
Xxxxxxx | Xxxxxxxxx 0000 |
Xxxxxxx | 69.450.181 |
Basilicata | 48.336.438 |
Calabria | 152.862.146 |
Campania | 203.217.416 |
Xxxxxx-Romagna | 45.380.000 |
Friuli-Venezia Giulia | 4.500.000 |
Lazio | 66.971.948 |
Xxxxxxx | 00.000.000 |
Xxxxxxxxx Xxx xx Xxxxxx | 0.000.000 |
Xxxxxxxxx | 54.658.430 |
Marche | 52.929.401 |
Xxxxxx | 00.000.000 |
Xxxxxxxx | 58.293.175 |
Puglia | 150.110.475 |
Sardegna | 85.283.961 |
Sicilia | 167.972.765 |
Toscana | 99.687.790 |
Umbria | 20.000.000 |
Valle d’Aosta | 0 |
Veneto | 65.651.895 |
Totale | 1.384.527.172 |
Satellitari (contributi alla domanda) | 2.000.000,00 |
Fonte: Mise.
CAPITOLO IV
L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA
Sommario: 1. Rapporti organizzativi per la realizzazione degli interventi. - 2. Stato dell’intervento diretto finanziato con fondi statali. - 3. Gli interventi finanziati con risorse regionali e dell’Ue. - 4. Quadro riassuntivo dell’intervento diretto banda larga. - 5. L’intervento indiretto. - 6. Indicatori dell’avanzamento degli interventi e cause del ritardo. - 7. Costo delle infrastrutture a km. - 8. Osservazioni sulla gestione degli interventi. - 9. Utilizzo dei proventi delle infrastrutture.
1. Rapporti organizzativi per la realizzazione degli interventi
Secondo gli accordi di programma stipulati tra Mise, Invitalia ed Infratel, quest’ultima è soggetto attuatore degli interventi, nonché stazione appaltante, che cura la pianificazione, la progettazione, l’elaborazione dei piani operativi territoriali e la direzione dei lavori. Le attività consistono nella realizzazione di cavidotti, con posa della fibra ottica; nell’acquisi- zione dei diritti d’uso su cavidotti e palificazioni, allo scopo di posarvi i cavi; nella realizzazione di infrastrutture per ospitare sistemi radio; nell’interconnessione con reti di altri operatori e nella manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture.
La società, inoltre, ha il compito di sorvegliare e verificare l’avanzamento e l’attuazione dei progetti cofinanziati dallo Stato e le condizioni per l’applicazione della clausola di claw- back4 (atto integrativo stipulato il 22 marzo 2013) ed è responsabile non solo della manuten- zione ordinaria e straordinaria delle opere realizzate con fondi Mise, ma anche di quelle di proprietà regionale (accordo di programma del 20 ottobre 2015); supporta il Mise nell’attua- zione del Sinfi.
Gli accordi di programma hanno istituito un comitato d’indirizzo che, secondo la versione più recente (20 ottobre 2015), è composto da sette membri (in precedenza erano cinque): il sottosegretario delegato, due membri designati dal Mise, il direttore generale per i servizi di comunicazione elettronica, radiodiffusione e postali del Mise, due membri designati da In- vitalia e il presidente di Infratel. Il comitato ha compiti di indirizzo strategico, di verifica della coerenza dell’attività tecnico-amministrativa con gli obiettivi prefissati nel piano banda ultralarga e di coordinamento e monitoraggio della conformità dell’attività stessa con gli indirizzi di governo.
4 Meccanismo di recupero per evitare un eccesso di compensazione, onde evitare che, nei casi in cui la do- manda per la banda larga nell’area interessata cresca oltre i livelli preventivati, l’aggiudicatario benefici di un eccesso di compensazione.
L’atto integrativo del 22 marzo 2013 ha esteso l’accordo tra il Mise, Invitalia ed Infratel alla realizzazione del programma per la banda ultralarga.
La remunerazione di Infratel è regolata, per quanto attiene agli interventi finanziati dal bilancio dello Stato, da un disciplinare di rendicontazione che forma parte integrante degli accordi di programma. I pagamenti avvengono dietro presentazione di rendiconti periodici con i quali la società addebita al Mise, oltre al costo diretto degli interventi, i costi di fun- zionamento della società, detratti quelli imputabili ad interventi eseguiti con fondi regionali e dell’Ue.
L’approvazione dei report di rendicontazione, che in precedenza spettava al comitato d’indirizzo, è divenuto, con il più recente accordo di programma, compito della Dgscerp (Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali), che sottoscrive gli accordi di programma e le convenzioni, supervisiona l’attività di Infratel ed esercita un controllo di primo livello, secondo la normativa comunitaria, in qualità di organismo intermedio, per quanto attiene alle attività finanziate con fondi dell’Unione eu- ropea. Si tratta di un’innovazione opportuna che meglio riconduce alla responsabilità ministeriale il controllo sull’operato di Infratel.
L’ultimo accordo di programma conferma l’obbligo di destinare i proventi derivanti dall’utilizzo delle infrastrutture da parte di terzi operatori alla realizzazione del programma per la banda larga e per la banda ultralarga.
La realizzazione degli interventi finanziati con fondi europei e regionali avviene invece sulla base di convenzioni operative che il Mise stipula con ogni singola regione, assumendo il ruolo di soggetto attuatore degli interventi attraverso l’attività di Infratel. Questa svolge le consultazioni pubbliche per la definizione delle aree bianche dove intervenire, realizza le opere in qualità di stazione appaltante; gestisce le infrastrutture e acquisisce i diritti d’uso (Iru) sui tratti di infrastrutture esistenti. Dagli accordi quadro che il Mise stipula con ogni singola regione e dai report di rendicontazione di Infratel relativi agli interventi realizzati con fondi regionali e dell’Ue si desume che la società riceve, per la remunerazione degli in- terventi, un importo comprensivo degli oneri che derivano dalle attività tecnico- specialistiche stimato in ragione dell’ampiezza e delle caratteristiche di ciascun intervento e comunque non superiore al 2,3 per cento del finanziamento pubblico previsto5.
5 Così, ad es., accordo quadro Mise-Regione Lazio.
2. Stato dell’intervento diretto finanziato con fondi statali
Si riassumono di seguito le notizie desunte dai report di rendicontazione redatti da Infra- tel circa lo stato di realizzazione degli interventi eseguiti con le risorse prelevate dal bilancio dello Stato.
Il primo degli interventi finanziati dal bilancio dello Stato, suddiviso in sette lotti, ri- guardante le regioni del Sud, ha avuto inizio il 18 luglio 2005, con termine ultimo del 18 luglio 2008 per la stipula dei contratti attuativi. Sono stati ultimati: il quinto lotto nel di- cembre 2008, il terzo nell’ottobre 2009, il sesto nel novembre 2010, il primo, il secondo e il quarto nei primi mesi del 2011. E’ stata impiegata l’intera somma destinata, pari a 126,2 milioni.
I ritardi sono dovuti, secondo Infratel, al venir meno di un finanziamento di 50 milioni, riassegnati nel 2009, e all’esecuzione di lavori non originariamente programmati mediante l’utilizzo di economie.
Un secondo intervento, avviato nel 2009, riguardante le regioni del Centro-Nord, con termine del 28 luglio 2014 per le ultime stipule dei contratti attuativi, si è concluso, quanto al primo lotto, nel settembre 2014 e, quanto al secondo lotto, a fine ottobre 2014. Gli inve- stimenti pianificati erano di 84 milioni di euro di cui realizzati circa 66,1 milioni. Secondo quanto riferito, la fine dell’intervento è stata posticipata per nuove opere rese possibili da economie di progetto.
Un terzo intervento, avviato nel 2010, per un importo di 99 milioni circa, risulta concluso al 31 dicembre 2015. Le relative commesse, che secondo i piani avrebbero dovuto concludersi nel marzo 2013 (Abruzzo, Campania, Toscana), nel giugno 2013 (Molise), nel giugno 2014 (Piemonte) e nel giugno 2015 (Veneto), sono state ultimate (ad eccezione della Campania) con ritardi variabili da pochi mesi (Abruzzo) a più di un anno. In Toscana, in Sardegna e in Piemonte i ritardi sono stati rispettivamente di due anni e xxxx xxxx (novembre 2015), di un anno e dieci mesi (ottobre 2014) e di dieci mesi (aprile 2015).
Il quarto intervento, suddiviso in quattro lotti, dell’importo complessivo di 69,6 milioni di euro avviato nel settembre 2012, è terminato il 31 dicembre 2015, nel rispetto dei tempi previsti.
Il quinto intervento, di 95,4 milioni, ha avuto avvio nel luglio 2014. Secondo le previsioni l’intervento dovrebbe essere ultimato entro il dicembre 2016.
Il 5 giugno 2014 è stato avviato il sesto intervento dell’importo di 19,3 milioni. I lavori sono tuttora in corso e si prevede saranno portati a termine alla fine del 2017.
Nell’allegato A si riportano le tabelle sui dati essenziali degli interventi quinto e sesto. Dal 2013 hanno avuto inizio i seguenti interventi per la banda ultralarga, ad oggi in corso:
Bul Monza Varese, dell’importo contrattuale di 0,78 milioni; Xxx Xxxxxxxx, 00 milioni; Xxx Xxxxxxx, 00 xxxxxxx; Xxx Xxxxxxxxx, 3,4 milioni; Bul Toscana, Lazio e Puglia, 37,17 milioni; Bul Marche, 6,38 milioni; Bul Sardegna, 23,25 milioni; Bul Abruzzo 2,64.
3. Gli interventi finanziati con risorse regionali e dell’Ue
Gli interventi diretti realizzati (mod. A) finanziati con risorse regionali e dell’Ue sono stati finora rendicontati nell’importo complessivo di 254 milioni (335,5 comprensivo delle penali applicate alle imprese appaltatrici), di cui 22 milioni circa di somme ancora da rendi- contare con 81 milioni di economie (all. B).
All’allegato C si riportano la tabelle illustrative dello stato degli interventi nelle singole regioni che mettono a confronto i tempi pianificati con quelli di chiusura degli interventi. Nella maggior parte dei casi l’ultimazione dei lavori è intervenuta con ritardi, che variano da pochi mesi a due anni circa.
4. Quadro riassuntivo dell’intervento diretto banda larga
L’allegata tabella D riporta, per regione, il numero di chilometri di rete in fibra ottica realizzati, rispetto al valore pianificato iniziale, finale e il consuntivo delle opere realizzate al 31 dicembre 2015 con il modello d’intervento diretto (banda larga) con risorse sia del Mise che regionali. Dalla tabella si può desumere che, per le tratte realizzate con fondi del bilancio dello Stato, l’avanzamento chilometrico della rete è pari, alla data anzidetta, all’86,4 per cento, mentre per i lavori finanziati con risorse regionali la percentuale di tale avanzamento è dell’87 per cento. Secondo Infratel, la circostanza che l’avanzamento chilometrico sia in- feriore a quello pianificato è un indicatore di efficienza dovuto all’ottimizzazione dei percorsi con minori quantità di scavo per raggiungere le località in digital divide.
Gli scostamenti rispetto alle previsioni del piano operativo concordato tra le regioni e il Mise sono dipesi, secondo l’amministrazione, dall’attivazione, da parte di operatori privati,
di nodi di collegamento già inclusi nei piani di Infratel (perché in precedenza ritenuti a fal- limento di mercato) nonché da economie rese possibili dall’utilizzo di infrastrutture esistenti o di tecnologie di scavo a basso impatto ambientale e a basso costo. Così, alla data del 31 dicembre 2015, i nodi a piano concretamente collegati (con fondi del bilancio dello Stato) risultavano in numero di 1.707, pari al 45 per cento in più di quelli (1.423) pianificati (n. 807 aggiunti, in fase di pianificazione e n. 165 annullati).
Invece, i nodi a piano iniziale realizzati con fondi regionali sono 1.380, a fronte di 1.389 programmati (v. tabelle riportate nell’allegato C).
5. L’intervento indiretto
Di seguito si riportano i dati concernenti l’attivazione del servizio di telecomunicazione a banda larga dei comuni oggetto di bandi di gara per la concessione di contributi a progetti d’investimento rivolti agli operatori privati.
Tab. 11 - Aree interessate dal bando per concessione contributi (comuni)
Regioni | Fonte finanzia- mento A | Totali comuni a bando B | Comuni servizio da attivare C | Servizio attivo popolazione D | Servizio attivo popola- zione % D/B |
Calabria | Regione | 598 | 525 | 73 | 12 |
Campania | Regione | 735 | 407 | 328 | 45 |
Emilia-Roma- gna | Mise | 1239 | 536 | 703 | 57 |
Lazio | Mise | 430 | 71 | 359 | 83 |
Liguria | Mise | 263 | 73 | 190 | 72 |
Marche | Mise | 222 | 109 | 113 | 51 |
Toscana | Mise e regione | 1251 | 1251 | 1251 | 0 |
Sicilia | Regione | 334 | 316 | 18 | 5 |
Veneto | Mise e regione | 746 | 614 | 132 | 18 |
Umbria | Mise | 322 | 137 | 185 | 57 |
Fonte: Mise.
I dati mostrano che le regioni con maggior numero di comuni interessati dai bandi sono la Toscana e l’Xxxxxx-Romagna; mentre la regione che ha effettuato maggiori attivazioni con servizio alla popolazione è il Lazio, con un valore percentuale dell’83 per cento, seguita
dalla Liguria, con il 72 per cento, dall’Xxxxxx-Romagna e dall’Umbria con il 57 per cento.
Le allegate tabelle E ed F riportano i dati essenziali relativi alle concessioni di contributi statali a progetti d’investimento privati rispettivamente per la banda larga e per la banda ultralarga.
6. Indicatori dell’avanzamento degli interventi e cause del ritardo
Gli indicatori di avanzamento operativo degli interventi del Piano banda larga (modello diretto), aggiornati alla data del 14 luglio 2016, sono i seguenti, secondo quanto riferito da Infratel:
• 15.263 km. di nuove infrastrutture ottiche realizzate in tutte le regioni del territorio nazionale (ad esclusione del Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta), di cui 435 km. realizzati per il rilegamento di stazioni radio base (Tim e Vodafone);
• 533,4 milioni di euro (Mise e regionali) di investimenti complessivi;
• 3.087 aree di accesso (Mise e regionali) connesse in fibra ottica, di cui 2.378 attive e 199 in fase di attivazione (totale 2.577) per attivare l’erogazione dei servizi a larga banda alla cittadinanza;
• 457 stazioni radio base (Tim e Vodafone) connesse in fibra ottica, con finanziamento Mise;
• 3.844.000 cittadini abilitati alla banda larga;
• 1.034 km. di infrastrutture di posa cedute agli operatori;
• 36.561 km.circa di fibra ottica ceduti (multi coppia);
• 50,1 milioni circa di valore consegnato Iru (Indefeasible Rights of use) ad operatori. Lo stato d’avanzamento del Piano strategico banda ultralarga si riassume invece nei se-
guenti dati:
• 00 xx. xx xxxxx xxxxxxxxxxxxxx xxxxxxx xxxxxxxxxx xx Xxxxxxxx, Xxxxxxxxx e Marche;
• 4,9 milioni di euro (Mise e regionali) di investimenti complessivi;
• 27.000 unità immobiliari abilitate all’architettura Fttn in fibra ottica e 6 km. circa di fibra ottica ceduti (multi coppia);
• 21.338 euro circa di valore consegnato Xxx (Indefeasible Rights of use) ad operatori. Il Mise ha indicato, tra le cause del ritardo degli interventi del Piano banda larga, i con-
tenziosi concernenti le gare, nei quali la società, secondo quanto riferito, non è mai risultata
soccombente. Così, nel caso dei lavori del V intervento, iniziati con circa un anno di ritardo a causa di un contenzioso concernente l’aggiudicazione.
Altro motivo di ritardo degli interventi è attribuito dal Mise alla lentezza nel rilascio dei permessi da parte degli enti proprietari delle aree interessate dalla realizzazione delle infra- strutture (comuni, province, Anas e Rete ferroviaria italiana). Così, il ritardo dell’ultimazione del terzo intervento diretto (fondi del bilancio statale), ed in particolare di una tratta in Piemonte e di una in Toscana, è stato causato, secondo il Mise, dai tempi molto lunghi occorsi per il rilascio di permessi da parte, rispettivamente, di Rete ferroviaria ita- liana s.p.a. e del Comune di Firenze.
Secondo i dati forniti da Infratel, aggiornati con la memoria prodotta per l’adunanza pubblica, nel 2011 il tempo medio di rilascio di tali permessi è stato di 162 giorni; nel 2012 di 163; nel 2013 di 123 e nel 2014 di 143, nel 2015 di 94 e nel 2016 di 69. Le regioni nelle quali i permessi vengono rilasciati con tempi mediamente inferiori a 100 sono l’Abruzzo e l’Xxxxxx- Romagna (91 giorni), il Lazio (93 giorni) la Puglia (98 giorni) e l’Umbria (100 giorni), mentre più di 150 giorni si impiegano, in media, nella Basilicata (218 giorni), nel Piemonte (161 giorni), nella Sicilia (153 giorni) e nel Veneto (156 giorni).
Distinti per enti i dati mostrano che le province rilasciano i permessi in media in 117 giorni, i comuni in 122. Ancora più lunghi sono i tempi medi di rilascio dei permessi da parte di Anas, gg. 258, e di Rete ferroviaria italiana, gg. 317. Presso l’Anas sono pendenti 120 richieste in attesa di autorizzazione (di cui solo 44 in Sardegna).
Il rappresentante dell’Anas non ha fornito in adunanza spiegazioni sui motivi di tali ab- normi ritardi.
Infratel ha in sostanza rappresentato che i tempi per l’ottenimento di tali permessi sono molto variabili e arrivano talvolta a superare di cinque volte il tempo massimo di durata desumibile dall’art. 88 del Codice delle comunicazioni elettroniche, peraltro di recente mo- dificato, con ulteriori abbreviazioni del silenzio assenso e dei termini per la richiesta di integrazioni documentali6.
6 L’art. 88 del Codice delle comunicazioni elettroniche (d.lgs. 1° agosto 2003, n. 259), regola il procedimento per il rilascio dei permessi da parte degli enti proprietari o delle amministrazioni pubbliche, allorché l’instal- lazione di infrastrutture di comunicazione elettronica presupponga la realizzazione di opere civili o l’effettuazione di scavi e l’occupazione di suolo pubblico. L’art. 7, comma 1, d.lgs. 15 febbraio 2016, n. 33, ha introdotto modifiche a tale articolo, riducendo il tempo del silenzio assenso e del procedimento. Il nuovo comma 7 prevede che, trascorso il termine di trenta giorni (in precedenza questo termine era di quarantacinque
La società ha rappresentato che, indipendentemente dalle medie dei tempi indicate sopra, basta talvolta il ritardo di un singolo permesso ad allungare di molto i tempi di completa- mento di una tratta. Ha inoltre fatto presente che Infratel sollecita sistematicamente gli enti e che, allo scopo di semplificare le procedure di autorizzazione, il Mise, le regioni e In- fratel hanno condiviso uno schema di convenzione, da sottoporre ai comuni, che impegna questi ultimi, al rispetto dei tempi previsti dal codice delle comunicazioni.
Altre cause che hanno influenzato i tempi di realizzazione degli interventi sono costituite, secondo Infratel, dall’annullamento di interventi programmati in relazione alle modifiche dei piani annuali degli operatori privati (che talvolta attivano nodi in precedenza previsti nei piani Infratel) e da nuovi interventi resi possibili dalle economie dovute alla possibilità di utilizzare infrastrutture esistenti e all’uso di tecniche di scavo più economiche e a basso impatto ambientale.
Cause di ritardo analoghe sono state indicate da Infratel con riguardo agli interventi fi- nanziati con fondi regionali e dell’Ue, che sono stati conclusi, nella maggior parte dei casi, con ritardi di mesi e, talvolta, con tempi superiori all’anno.
7. Costo delle infrastrutture a km
Il Mise ed Infratel hanno fornito i dati dei costi a km. degli interventi infrastrutturali realizzati che si riportano nella seguente tabella:
giorni) dalla presentazione della domanda, senza che l’amministrazione abbia concluso il procedimento con un provvedimento espresso, ovvero abbia indetto un’apposita conferenza di servizi, la medesima si intende in ogni caso accolta. Nel caso di attraversamenti di strade e comunque di lavori di scavo di lunghezza inferiore ai duecento metri, il termine è ridotto a dieci giorni. Nel caso di apertura buche, apertura chiusini, posa di cavi o tubi aerei su infrastrutture esistenti, allacciamento utenti, il termine è ridotto a otto giorni.
Tab. 12 - Costo delle infrastrutture a km.
Anno | Km tubo | Km cavo | Importo lavori | Iru | Sal | Costo medio al km com- plessivo | Costo solo scavo |
2007 | 416.891 | 616.389 | 34.897.957 | 2.219.019 | 33.846.132 | 60,22 | 83,71 |
2008 | 368.254 | 620.578 | 29.577.641 | 2.794.570 | 30.205.137 | 52,16 | 80,32 |
2009 | 225.907 | 447.672 | 23.488.393 | 1.928.120 | 25.046.864 | 56,77 | 103,97 |
2010 | 1.071.715 | 1.919.040 | 54.661.025 | 11.882.093 | 44.080.713 | 34,68 | 51 |
2011 | 574.460 | 1.173.255 | 35.869.720 | 6.853.020 | 37.910.517 | 36,41 | 62,44 |
2012 | 878.836 | 1.582.152 | 38.119.492 | 7.567.196 | 42.085.197 | 28,88 | 43,37 |
2013 | 1.495.143 | 2.695.478 | 57.206.805 | 11.857.627 | 54.506.892 | 25,62 | 38,26 |
2014 | 834.233 | 2.018.028 | 44.811.355 | 11.854.509 | 55.811.355 | 28,08 | 53,72 |
Fonte: Infratel.
L’ultima colonna indica il costo medio degli scavi, mentre il costo medio complessivo al km riguarda tutte le infrastrutture realizzate, compreso quelle che non hanno richiesto l’ese- cuzione di scavi.
Quelli indicati sono i costi diretti, cui vanno aggiunti quelli indiretti, cioè i costi di fun- zionamento di Infratel dei quali si tratterà nel capitolo V.
Secondo Infratel, sui costi degli impianti in fibra ottica influiscono vari fattori: presenza di cavidotti esistenti o di palificazioni idonee per la posa dei cavi in fibra ottica, che possono determinare un risparmio del costo unitario di oltre il 70 per cento (il valore di utilizzo di infrastrutture esistenti sarebbe di circa il 42 per cento); ribasso offerto dagli appaltatori in sede di gara, che è mediamente del 25 per cento; tipo di progetto caratterizzato, per la banda larga, da impianti formati da tratte di backhaul ad architettura punto punto, con un unico cavo posato su un unico cavidotto costituito al massimo da tre tubi, e, invece, con il Piano nazionale banda ultralarga, da un’architettura ad anello e/o punto multipunto, con cavi- dotti che portano più tubi (fino a dieci, a seconda della grandezza del centro abitato da servire), con conseguente aumento dei costi, specialmente all’interno dei territori comunali, dove è più difficile trovare infrastrutture esistenti idonee; tecniche di scavo, tra le quali sono preferibili quelle di basso impatto ambientale, quali le microtrincee, che richiedono una li- mitata sezione di scavo e un minore utilizzo di asfalto per il ripristino stradale.
A proposito delle tecniche di scavo, Infratel ha rappresentato che a volte singoli comuni richiedono l’utilizzo di tecniche di scavo tradizionali che aumentano i costi dell’infrastrut- tura fino al 40-60 per cento. Non è peraltro specificato di che natura siano i motivi addotti dai comuni per vietare l’uso della microtrincea.
L’abbassamento del costo medio negli ultimi cinque anni è dovuto, secondo Infratel, alla possibilità di utilizzare i cavidotti esistenti ed ai ribassi offerti dalle imprese in sede di gara, mentre l’avvio dei progetti banda ultralarga, nell’anno 2015, avrebbe comportato un leg- gero aumento del costo medio a causa della maggiore complessità dell’impianto.
Secondo Infratel, dai dati disponibili, il costo medio di infrastrutturazione raggiunto sa- rebbe analogo ai costi medi dei principali operatori italiani del settore.
8. Osservazioni sulla gestione degli interventi
Al fine di esaminare i modi con cui vengono gestiti i lavori per la realizzazione degli in- terventi diretti, sono stati acquisiti i report di rendicontazione periodici di Infratel e la documentazione (bandi di gara, documentazione contrattuale completa, s.a.l., relazioni fi- nali e certificati di regolare esecuzione) relativa ai lavori eseguiti con fondi del bilancio dello Stato dal 2012 in poi. E’ stato inoltre acquisito il riepilogo, redatto da Infratel, delle proce- dure di gara d’appalto svolte dal 2009 al 2015. Le informazioni sulla gestione dei lavori eseguiti con finanziamenti regionali e dell’Ue sono state invece desunte dai report di moni- toraggio e rendicontazione redatti da Infratel nel 2015 riguardanti interventi per 125 milioni, attuativi delle convenzioni quadro stipulate con le regioni.
Per quanto attiene all’intervento indiretto, sono stati acquisiti i due contratti di più con- sistente ammontare stipulati con operatori privati, quali campioni da ritenersi sufficientemente rappresentativi delle modalità di gestione di questa forma d’intervento.
Al riguardo si deve innanzitutto osservare che la legislazione sui contratti pubblici esclude dal suo campo di applicazione, salvo per quanto attiene ai principi di pubblicità, trasparenza ed economicità relativi alla fase di aggiudicazione, i contratti che, come quelli stipulati da Infratel, sono finalizzati a permettere alle amministrazioni aggiudicatrici la messa a disposizione o la gestione di reti pubbliche di telecomunicazioni, o la prestazione al pubblico di uno o più servizi di comunicazioni (v. art. 22 dell’abrogato Codice dei contratti pubblici di cui al d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163, riprodotto sostanzialmente negli stessi termini dall’art. 15 del più recente d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50).
Ciò premesso, si osserva che negli interventi diretti, Infratel cura la progettazione defini- tiva, bandisce ed espleta le gare, funge da stazione appaltante e cura la direzione dei lavori. I procedimenti di gara hanno per oggetto maxi lotti di elevato ammontare aggiudicati ognuno ad un’impresa o a un’Ati. Dopo la procedura di gara viene stipulato con l’impresa
appaltatrice un contratto denominato “Accordo quadro per la progettazione esecutiva, rea- lizzazione, posa in opera e servizio di manutenzione di impianti in fibra ottica” (così, ad es., il contratto concernente il lotto I-Regione Sicilia del c.d. IV intervento, di euro 21.540.000, al netto del ribasso d’asta del 28,10 per cento). Tale accordo quadro disciplina in modo det- tagliato, mediante un capitolato speciale d’appalto, capitolati tecnici ed elenco prezzi allegati al capitolato speciale, tutte le condizioni del rapporto contrattuale, la cui concreta attuazione si svolge poi mediante ordini di progettazione esecutiva e contratti attuativi, per ciascuna delle numerose tratte in cui è suddiviso il lotto. I progetti esecutivi redatti dall’im- presa appaltatrice sono approvati da Infratel.
Il capitolato speciale stabilisce infatti che “… il presente contratto ha natura di accordo quadro e … gli affidamenti per la realizzazione delle singole tratte verranno di volta in volta assegnati dal committente con singoli contratti attuativi, a ciascuno dei quali sarà allegato il relativo progetto esecutivo approvato dal committente” (art. 5 del capitolato speciale del suddetto lotto I del IV intervento).
Dai report di monitoraggio e rendicontazione redatti da Infratel nel 2015, si rileva che la stessa modalità sopra descritta viene utilizzata per i lavori finanziati con fondi regionali e dell’Ue. La stessa modalità contrattuale descritta sopra viene, inoltre, utilizzata per l’acqui- sizione di infrastrutture già esistenti in modalità Iru. Anche in questi casi il procedimento contrattuale si svolge mediante la stipula di accordi quadro seguiti da contratti attuativi.
Si constata che l’elevato importo dei contratti, sia per l’appalto di opere sia per le acqui- sizioni con modalità Iru di infrastrutture esistenti, comporta la loro frequente aggiudicazione ad un numero ristretto di grandi imprese operanti nel settore delle telecomu- nicazioni.
Nei contratti esaminati nel corso dell’istruttoria le opere infrastrutturali portate a ter- mine non sono state assoggettate ad un collaudo finale riguardante il lotto appaltato nella sua interezza. Per ogni contratto attuativo il direttore dei lavori ha redatto, in genere, un certificato di regolare esecuzione, lo stesso strumento che secondo la legislazione sui con- tratti pubblici si sostituisce, o può essere sostituito al collaudo, nei contratti inferiori a determinati importi. Nel caso degli appalti di Infratel (che comunque, come si è detto, sono contratti esclusi) si è al di sotto di tali limiti, solo se si ha riguardo ai singoli contratti attua- tivi e alla loro autonomia funzionale, e non se si considera l’importo dell’intero “accordo quadro”.
Nel capitolato speciale d’appalto che forma parte integrante dei contratti quadro che regolano i lavori per gli interventi diretti affidati ad Infratel, il ricorso al subappalto appare subordinato alle stesse condizioni, modalità e cautele previste dalla legislazione sui contratti pubblici.
Dalle relazioni finali dei lavori esaminate non sono state riscontrate anomalie di rilievo, i tempi dei singoli contratti attuativi risultano in genere rispettati dalle imprese appalta- trici, sebbene taluni casi di ritardo risultino motivati da proroghe o da sospensioni di lavori dovute a ritardi nell’ottenimento dei permessi, eventi naturali impeditivi, opposizioni di privati, varianti del progetto, verifiche archeologiche o altri casi di forza maggiore. I lavori risultano talvolta affidati in subappalto autorizzato, per specifici tipi di lavorazioni, nel ri- spetto delle condizioni contrattuali sul ricorso a tale istituto. Sull’esecuzione di singoli contratti attuativi il Mise ha esercitato un controllo nell’ambito dell’attività di verifica dei rendiconti di Infratel. Nei verbali di vari sopralluoghi eseguiti, anche in corso d’opera, da apposite commissioni tecniche, negli anni dal 2008 al 2014 per conto del Mise, non sono presenti, in genere, rilievi di gravi irregolarità o inadempimenti dell’impresa appaltatrice, salvo, talvolta, in ordine alla carenza della documentazione di cantiere.
Per quanto attiene all’intervento indiretto, dalla documentazione inviata, riguardante in particolare le convenzioni per la concessione dei contributi relativi al progetto Bul Campa- nia e Bul Calabria, si rileva che le condizioni del finanziamento sono dettagliatamente regolate secondo la normativa europea, con previsioni delle scadenze delle rate, obblighi di rendicontazione a carico del beneficiario, cronoprogramma dei lavori, verifiche tecnico-am- ministrative sia in corso d’opera che al termine dei lavori, monitoraggio della gestione, ai fini dell’applicazione della clausola del claw back. I bandi per il contributo pubblico preve- dono la valutazione, da parte di un’apposita commissione, dei progetti di finanziamento, mediante punteggi regolati da determinati criteri, quali gli incrementi di unità abitative e di popolazione interessati dal progetto d’investimento, l’estensione in chilometri e la capa- cità in mbit/s. Il punteggio di maggior peso è quello proporzionale all’offerta di aumento della percentuale del contributo privato, rispetto al minimo del 30 per cento.
Risulta che le gare per la banda larga sono state in sei casi su dodici aggiudicate a Tele- com, la quale in tre casi era anche l’unica partecipante alla gara, mentre in altri cinque l’aggiudicataria è stata la Ngi. Il bando BL Molise è andato deserto. Dall’elenco dei bandi di gara per la banda ultralarga risulta che sette gare sono state aggiudicate a Telecom, che
in tali casi era anche l’unica partecipante alla gara, una ad Intred (unica partecipante) men- tre una è andata deserta (Bul Concorezzo).
9. Utilizzo dei proventi delle infrastrutture
A norma dell’art. 9 dell’accordo di programma del 5 luglio 2011 “tutte le somme percepite da Infratel per la concessione in uso delle infrastrutture realizzate, a seguito di contratti di uso pluriennali (Iru) devono essere destinate alla realizzazione del Programma per lo svi- luppo della banda larga”. Questa destinazione è stata confermata nei successivi accordi di programma.
Tali somme sono state contabilizzate, a partire dal 2006 e fino al 31 dicembre 2012, in una posta dell’attivo patrimoniale del bilancio d’esercizio di Infratel denominata “Riserva programma banda larga”. Nel 2013, nel 2014 e nel 2015 detti introiti sono stati riportati in detrazione dei costi della società nei rendiconti forniti al Mise, mentre al momento sussiste una riserva accumulata negli anni precedenti il cui ammontante è di euro 3.628.336 non reimpiegata negli investimenti. Nell’accordo di programma del 20 ottobre 2015, atteso che i ricavi netti derivanti dai contratti di uso pluriennali Iru erano stati contabilizzati, fino al 31 dicembre 2012, in una posta del patrimonio netto del bilancio di Infratel denominata “Riserva programma banda larga”, si è previsto che, in caso di distribuzione della stessa nel bilancio di Invitalia, quest’ultima si impegna ad osservare il medesimo vincolo di destina- zione. Peraltro l’assemblea di Infratel del 22 dicembre 2014 aveva revocato l’istituzione della “riserva vincolata per il Programma banda larga” e ne aveva autorizzato la distribu- zione all’unico azionista, pur subordinato l’attuazione di tale deliberazione al “provvedimento favorevole del Mise”7. Nel bilancio di Infratel del 2014 la riserva pro- gramma banda larga non figura più nell’attivo dello stato patrimoniale.
7 Nella seduta del Comitato d’indirizzo del 10 giugno 2013, il presidente di Infratel ha proposto che i ricavi percepiti in modalità Iru fossero utilizzati per compensare i costi di funzionamento della società. Pertanto, in sede di rendicontazione del quarto trimestre sarebbe stata effettuata tale compensazione finanziaria. Successivamente, è stata esaminata la possi- bilità di distribuire al socio unico le riserve ancora contenute nel proprio bilancio, facendole confluire nel conto economico di Invitalia (come si evince dalla nota di Invitalia del 16 dicembre 2014, indirizzata, al fine di richiedere un parere, sia al sottosegretario di Stato del Mise, sia alla Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica, radiodiffusione e postali).
L’assemblea di Infratel, tenutasi il 22 dicembre 2014, ha deliberato la revoca dell’istituzione “riserva banda larga” e con- cesso l’autorizzazione alla distribuzione di quanto iscritto, in tale riserva, all’unico azionista (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa s.p.a.), a condizione dell’autorizzazione da parte del Mise da emet- tere entro e non oltre il 31 dicembre 2014 o nei successivi cinque giorni.
Il Mise, con la memoria riassuntiva dell’intervento nell’adunanza pubblica ha fatto pre- sente di aver proceduto, in occasione dell’approvazione dei report XXXIII e XXXVI, ad una trattenuta di 3.965.708,00 euro “per compensare gli utili distribuiti da Infratel all’azio- nista unico Invitalia negli esercizi 2015 e precedenti come dichiarato dalla stessa Invitalia”. Per quanto riguarda la riserva vincolata “Programma banda larga” di 3.628.336 euro, il Mise ha dichiarato che essa sarà impiegata per le finalità del programma e quindi per inter- venti riguardanti la rete di banda larga e ultralarga, tenendo conto delle indicazioni che saranno date dal Comitato di indirizzo, in relazione all’esigenza di interventi di natura straordinaria ovvero di varianti ai piani già adottati.
CAPITOLO V
I COSTI DI FUNZIONAMENTO DI INFRATEL
Sommario: 1. Considerazioni generali. - 2. Il personale. - 3. Competenze del personale. - 4. Altri costi di fun- zionamento. - 5. Spese per consulenza e assistenza. - 6. Considerazioni di sintesi sui costi di funzionamento.
1. Considerazioni generali
Gli interventi per la realizzazione delle infrastrutture per la banda larga e ultralarga con fondi pubblici hanno comportato, oltre ai costi diretti delle opere stesse, costi generali di gestione che corrispondono ai costi di funzionamento della società Infratel che vengono ad- debitati agli interventi infrastrutturali mediante i rendiconti che periodicamente la società presenta al Mise. Le notizie e i documenti acquisiti nel corso dell’istruttoria hanno permesso di rilevare che tali costi di funzionamento sono pressoché interamente addebitati agli inter- venti eseguiti con fondi del bilancio dello Stato, mentre per le commesse eseguite con fondi regionali o dell’Ue gli addebiti per spese generali riguardano soltanto le spese per direzione dei lavori, collaudo e simili direttamente riferibili alla commessa.
In questo capitolo si analizzano le voci di costo principali e gli indici ritenuti significativi per la valutazione della gestione, sotto il profilo dell’economicità.
A questo fine sono stati acquisiti i bilanci di Infratel 2012-2015, il contratto per la forni- tura di servizi aziendali stipulato tra Invitalia e Infratel, informazioni concernenti i dati sul personale e relativi costi e sugli incarichi di consulenza. Sono stati inoltre acquisiti ed esa- minati i report di rendicontazione e monitoraggio che periodicamente vengono presentati da Infratel al Mise. Tali documenti contengono informazioni essenziali sui costi di funziona- mento delle attività svolte da Infratel per la realizzazione delle opere.
2. Il personale
Il costo del personale, come rilevato dai bilanci d’esercizio di Infratel dell’ultimo qua- driennio, alla data del 31 dicembre 2012 ammontava a 2,9 milioni, al 31 dicembre 2013 a
3,76 milioni, al 31 dicembre 2014 a 4,39 milioni e al 31 dicembre 2015 a 4,89 milioni. Tali incrementi appaiono dovuti all’aumento del numero medio dei dipendenti e agli adegua- menti derivanti dall’applicazione del Ccnl.
Il valore della produzione è di 40 milioni nel 2012, di 74,39 nel 2013, di 78,49 nel 2014 e
di 92,2 nel 2015.
Nei quattro anni considerati, l’incidenza percentuale del costo del lavoro sul valore della produzione è rispettivamente del 7,17, del 5,05, del 5,59 e del 5,31, come riportato nella tabella seguente:
Tab. 13 - Incidenza costo del lavoro sul valore della produzione e sui costi di funzionamento (*)
Incidenza costo lavoro | Anno 2012 | Anno 2013 | Anno 2014 | Anno 2015 |
Sul valore della produ- zione | 7,17% | 5.05% | 5,59% | 5,31% |
Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati Infratel.
* il calcolo si basa sui rendiconti di Infratel.
La pianta organica di Infratel, che alla data del 31 dicembre 2008 era di 25 unità, al 31 dicembre 2015 è aumentata a 74 dipendenti, di cui due dirigenti, diciotto quadri di cui due distaccati, 52 impiegati di cui due distaccati. Figurano un lavoratore interinale e un colla- boratore amministrativo. L’aumento nominale dell’organico dal 2008 è stato di 49 unità, con una percentuale di aumento del 196 per cento.
Le risorse direttamente impiegate nella realizzazione del programma, alla data del 31 dicembre 2015, erano pari a 74 unità di personale, ed erano costituite da: quattordici addetti alla pianificazione; trenta program/project manager; dieci direttori dei lavori; due addetti all’ufficio Rup (responsabile unico del procedimento); due addetti agli acquisti; sei addetti alla rendicontazione; quattro addetti alla sicurezza; tre addetti all’amministrazione; un ad- detto alla segreteria, più il presidente e l’amministratore delegato.
Il costo annuo del personale manageriale è riepilogato nella tabella seguente:
Tab. 14 - Costo annuo del personale manageriale
Anno | Costo complessivo | Numero dirigenti |
2007 | 443.350,29 | 3 |
2008 | 386.363,61 | 2 |
2009 | 392.805,28 | 2 |
2010 | 356.877, 61 | 2 |
2011 | 292.121, 53 | 2 |
2012 | 448.796,66 | 3 |
2013 | 479.463,23 | 3 |
2014 | 575.414,113 | 3 |
Fonte: Mise.
3. Competenze del personale
Dalle notizie fornite da Infratel si rileva che la società è dotata di una struttura organiz- zativa completa, che comprende, in primo luogo, i program/project manager, cioè quelle figure che si occupano della programmazione e progettazione degli interventi. Esse sono progres- sivamente aumentate nel tempo, passando dal numero di undici nel 2008 a trenta nel 20158. La società è inoltre dotata di personale adibito alle funzioni di direttore dei lavori, il cui numero è passato da quattro risorse nel 2009 a dieci nel 20159. L’organico comprende anche addetti alla pianificazione tecnica, economica e finanziaria, che si occupano di consultazioni pubbliche, di pianificazione e di programmazione tecnica degli interventi, di definizione dei sistemi di gestione, dei controlli dei piani Por, della predisposizione di convenzioni opera- tive, dell’analisi delle criticità e del rischio connesso, della progettazione di check list, del controllo economico e finanziario delle commesse, della predisposizione dei contratti di Iru con gli operatori. Tali figure erano in numero di sei nel 2008 e di quattordici nel 201510.
8 Nel 2009 erano nove, dodici nel 2010, tredici nel 2011, sedici nel 2012 e ventidue nel 2013.
9 Nel 2010, nel 2011 e nel 2012 i direttori dei lavori erano sei, passando a undici nel 2013.
10 Nel 2009 gli addetti alla pianificazione tecnica, economica e finanziaria erano quattro; sei nel 2010; quat- tro nel 2011 e nel 2012 e tre nel 2013.
Gli addetti alla rendicontazione (elaborazione di report, controllo di congruità costi/pro- getti, elaborazione di linee guida di rendicontazione, applicazione normativa europea e nazionale di gestione di fondi pubblici, gestione audit dei progetti), nel 2009 erano due e sei nel 201511.
Il settore amministrativo comprende il personale che si occupa della predisposizione della contabilità aziendale, del budget e del bilancio aziendale, del piano dei conti, del cash flow, del ciclo economico e finanziario, della gestione dell’archivio e del protocollo, della fattura- zione attiva e passiva, dei pagamenti, della gestione dei fornitori e delle procedure di acquisto di beni e di servizi e, infine, della gestione della tesoreria. Il settore amministrativo comprendeva otto risorse nel 2008 e tre nel 201512.
L’ufficio legale ha compiti di predisposizione di bandi e disciplinari di gara, assistenza giudiziale e stragiudiziale, attuazione di gare comunitarie, adempimenti normativi, predi- sposizione di atti e ricorsi, etc. Nel 2015 non vi sono risorse addette all’ufficio legale, nel 2014 ve ne erano sei, nel 2013 e nel 2010 una, negli altri anni non vi erano risorse addette.
Nell’organico della società figurano addetti alle comunicazioni, con compiti di gestione delle relazioni istituzionali, di definizione di prodotti e servizi per la comunicazione, di orga- nizzazione di manifestazioni ed eventi istituzionali, di definizione e gestione del sito aziendale. Dal 2010 al 2013 gli addetti corrispondevano ad una sola unità; nel 2014 sono aumentati a sei unità, mentre nel 2015 non ve ne sono.
La specializzazione in risorse umane prevede l’organizzazione e lo svolgimento di proce- dure aziendali, definizione dei fabbisogni di risorse, il piano formativo aziendale, la selezione del personale, l’amministrazione del personale, la gestione dell’archivio e del protocollo, la normativa in materia di risorse umane, la comunicazione interna. Nel 2014 le risorse addette risultano in numero di due, mentre negli anni precedenti e nel 2015 non erano presenti in organico. Nel 2014 sono addette due risorse all’attività di segreteria, nel 2015 una unità i cui compiti sono: stesura dei verbali e incontri interni all’azienda, smistamento posta e telefo- nate, gestione agenda e prenotazione viaggi.
11 Nel 2010 gli addetti alla rendicontazione erano: sette nel 2011 e nel 2012; nove nel 2013.
12 Nel 2009 gli addetti del settore amministrativo erano otto, sei nel 2010, nove nel 2011, dieci nel 2012, quindici nel 2013, tredici nel 2014 e tre nel 2015.
4. Altri costi di funzionamento
A quelli del personale vanno aggiunti gli altri costi di funzionamento, una parte dei quali consiste nella retribuzione di un annuale contratto denominato “di appalto per la fornitura di servizi aziendali” che ha ad oggetto la prestazione di vari servizi generali della control- lante Invitalia ad Infratel: uso di un immobile di via Tirso in Roma con i relativi servizi; collegamento della rete informatica del gruppo; gestione dei servizi informatici e di telefo- nia; servizi relativi alla gestione economica e giuridica del personale, compreso il reclutamento; cura delle relazioni sindacali, applicazione dei contratti collettivi; servizi le- gali, che comprendono i procedimenti di gara, il contenzioso e gli adempimenti societari; supporto gestionale, redazione del budget semestrale e del bilancio; fornitura della piatta- forma per la gestione dei servizi di e-procurement certificato; altre attività di carattere generale come il servizio di rassegna stampa e le comunicazioni obbligatorie per gli appalti e la gestione del sito web.
ll corrispettivo totale pagato da Infratel è pari a euro 579.143 annui, nel 2015.
Secondo Infratel tale rapporto s’inquadra in una scelta di gestione di Invitalia, società capogruppo, di graduale centralizzazione di talune funzioni di supporto delle attività im- prenditoriali delle società appartenenti allo stesso gruppo, mediante contratti di service con tutte le società controllate, con tariffe determinate con criteri uniformi. In sostanza, il con- tratto dovrebbe permettere ad Infratel di risparmiare il costo delle risorse umane assegnate alle attività di staff corporate (legale, risorse umane, comunicazione, rapporti istituzionali, amministrazione e bilancio, servizi informativi). In realtà emerge una potenziale sovrappo- sizione di funzioni, tra quelle del personale Infratel e quelle contemplate nel contratto di service. La stessa amministrazione controllata, nella “relazione sul XXXI report di monito- raggio e rendicontazione presentato da Infratel Italia s.p.a.” redatta dalla Divisione I della Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica di radiodiffusione e postali, Dscerp (periodo maggio-agosto 2015), afferma che occorre verificare l’effettivo risparmio di spesa derivante dal contratto di “service” e controllare che non vengano impropriamente attribuiti al piano per la banda larga e ultralarga costi di gestione estranei all’attività di realizzazione delle infrastrutture.
5. Spese per consulenza e assistenza
Dall’esame dei rendiconti di Infratel relativi all’impiego di fondi statali oggetto della pre- sente indagine risultano addebitate al Mise, nel periodo 2007-2015, spese per contratti di consulenza e assistenza per euro 4.995.704 con un’incidenza di circa il 14,71 per cento sul totale delle spese di funzionamento addebitate al Mise nel medesimo periodo, che sono state pari a 33.957.815.
Tab. 15 - Spese per consulenza e assistenza di Infratel addebitate al Mise nel periodo 2007/2015
2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | Totale | Aumento percentuale 2007/2015 |
498.254 | 258.073 | 709.625 | 175.806 | 505.304 | 431.445 | 332.599 | 1.111.904 | 972.694,67 | 4.995.704 | 95,22% |
Fonte: Dati desunti dai rendiconti di Infratel presentati al Mise.
La tabella mostra che la spesa finale del periodo (2015) ha avuto una percentuale di au- mento pari al 95,22 per cento rispetto alla spesa iniziale (2007).
Gli importi indicati nella tabella, desunti dai report di rendicontazione di Infratel, costi- tuiscono la parte delle spese per consulenze e assistenza imputate agli interventi per la banda larga e ultralarga finanziati dal bilancio dello Stato, e comprendono anche il corrispettivo del contratto per la fornitura di servizi aziendali di cui si è detto nel paragrafo precedente.
Invece, l’ammontare complessivo delle spese per collaborazioni esterne e consulenze de- sumibile dai bilanci di Infratel (escluse le spese del contratto di fornitura dei servizi aziendali, indicate nelle nota integrativa al bilancio nella diversa voce “addebiti della capo- gruppo”) è di euro 581.250 nel 2012, 639.942 nel 2013 e 1.034.894 nel 2014.
La tabella seguente illustra l’importo complessivo della spesa relativa alle consulenze, oltre a singole voci di dettaglio, per il periodo 2012-2015. I dati sono desunti dalle note in- tegrative dei bilanci di Infratel:
Tab. 16 - Consulenze affidate nel periodo 2012-2015 secondo i bilanci di Infratel
Voci di spesa | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 |
Legali e notarili | 99.894 | 188.782 | 126.905 | 339.107 |
Tecniche | 90.443 | 202.975 | 430.855 | 235.640 |
Amministrative | 30.193 | 32.378 | 160.654 | 169.437 |
Sicurezza e salute luoghi di lavoro | 101.273 | 151.438 | 73.153 | (*)- |
Fiscali | 30.615 | 37.253 | 44.410 | - |
Software o interventi su si- temi gestionali e IT | 12.725 | - | - | - |
Rendicontazione | 8.123 | - | - | - |
Archivio e protocollo | 43.665 | 84.760 | 139.082 | |
Revisione di bilancio | 27.710 | 29.442 | 45.000 | |
Lavoro interinale e borsisti | 36.608 | - | - | - |
Ricerca | 100.000(**) | - | - | - |
Altre consulenze | 169.475 | 115.143 | ||
Consulenze, ammontare complessivo | 581.250 | 639.942 | 1.034.894 | 972.694,67 |
Fonte: documenti di bilancio Infratel.
(*) le celle contenenti il trattino non riportano dati, perché non rinvenuti nei documenti di bilancio.
(**) nella nota integrativa si precisa che 90.000 dei 100.000 euro trovano corrispondenza nella voce dell’attivo “contributi in conto eser- cizio”.
Nella tabella successiva sono riepilogati gli importi concernenti gli addebiti di Invitalia ad Infratel come indicati nella nota integrativa ai bilanci di Infratel per il periodo 2012- 2015:
Tab. 17 - Addebiti di Invitalia ad Infratel
2012 | 2013 | 2014 | 2015 | |
Totale degli addebiti | 269.768 | 1.210.845 | 523.512 | 1.102.913 |
Spese straordinarie | - | 915.149 (aggiornamento sistemi informativi completati nel corso del 2013) | - | - |
Gestione amministra- tiva del personale, servizi informatici, ser- vizio legale, oltre al costo dell’organismo di vigilanza, altri sevizi | 269.768 | 249.865 | 523.512 | 579.143* |
Addebiti personale ca- pogruppo | 519.204 (5 unità) | 523.639 (8 unità) | 484.413 (8 unità) | 440.859 (4 unità) |
Fonte: documenti di bilancio Infratel.
*per il 2015 i dati sono desunti anche dall’elenco degli incarichi di collaborazione e consulenza pubblicati sui siti Internet di Infratel.
Di seguito si riepilogano i dati riferentisi al personale suddiviso per qualifiche, per il pe- riodo 2012-2015, ed il corrispondente valore della produzione di Infratel:
Tab. 18 - Costo del personale Infratel e valore della produzione (periodo 2012-2015)
2012 | 2013 | 2014 | 2015 | |
Dirigenti | 3 | 3 | 3 | 2 |
Quadri | 16 | 17 | 21 | 16 |
Impiegati | 21 | 34 | 56 | 50 |
Personale distaccato da Invitalia | 5 | 9 | 8 | 4 |
Interinali | 1 | |||
Totale | 45 | 63 | 88 | 73 |
Costo del personale | 2.876.881 | 3.760.219 | 4.391.101 | 4.898.092 |
Valore della produzione | 40.088.725 | 74.392.946 | 78.489.724 | 92.203.165 |
Incidenza del costo del costo del personale sul valore della produzione (%) | 7,17 | 5,05 | 5,59 | 5,31 |
Fonte: Infratel.
All’interno del sito ufficiale di Infratel è pubblicato, a norma dell’art. 9, comma 1, d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, l’elenco degli incarichi di collaborazione e consulenza al quale si accede dalla sezione “società trasparente” dell’home page. Sono indicati i nominativi dei contraenti, l’oggetto delle prestazioni e l’ammontare dei corrispettivi.
Dall’elenco del 2015, il cui ammontare complessivo è di euro 1.386.615,32, si desume che gli incarichi, oltre alla fornitura dei servizi aziendali da parte di Invitalia, concernono per euro 496.300 i sistemi informatici, per euro 235.640 le consulenze tecniche, per euro 169.437 quelle amministrative ed altre di minore importo. Sono classificate come consulenze tecni- che (oltre all’incarico di euro 35.100 alla società di revisione) varie attività: ad es., il Servizio di programmazione management e monitoraggio, a supporto di Regione Lombardia nell’am- bito delle attività del progetto “Zero Digital Divide”, per euro 99.990; servizi di assistenza archeologica, supporti tecnici al “RefCa” per l’analisi della check list e audit sui cantieri per gli aspetti di sicurezza; verifiche peritali tecnico-contabili su impianti già realizzati per euro
59.000 (attività, quest’ultima, affidata ad Xxxxxxxxx). Tra le consulenze amministrative vanno segnalate il “supporto specialistico per attività di amministrazione del personale” affidato a società esterna per l’importo di euro 18.000, il servizio di “Formazione e supporto all’implementazione del sistema di anticorruzione Infratel”, affidato ad uno studio legale per euro 4.000, il “sistema di monitoraggio commesse”, affidato per euro 35.000 alla ICare s.r.l., alla quale risulta pure affidato il “supporto specialistico per la realizzazione di uno strumento software per il monitoraggio finanziario delle commesse”.
Per le consulenze che vanno sotto il nome di “consulenza archivio” sono stati spesi euro
139.082 per “Organizzazione e dematerializzazione archivio storico”, euro 5.775 per “Reda- zione del manuale di gestione”.
L’oggetto di gran parte dei servizi e consulenze esterne riguarda materie di natura legale e di natura specialistico-manageriale, amministrativa, contabile di gestione del personale, in relazione alle quali sussistono potenziali duplicazioni rispetto alle prestazioni erogate da Invitalia, previste dal contratto di fornitura dei servizi aziendali. In ogni caso va evitato il ricorso a consulenze esterne per attività che possono essere svolte da personale interno.
6. Considerazioni di sintesi sui costi di funzionamento
Il Mise ha indicato nel 9,37 per cento il rapporto tra i costi di funzionamento della società e gli investimenti effettuati nel periodo 2007-2014 (finanziamenti Mise e regioni) come nella tabella seguente:
Tab. 19 - Rapporti tra costi di funzionamento e investimenti realizzati
Finanziamenti | Investimenti (milioni) | Costi funzionamento (milioni) | % |
Mise e regioni | 413 | 38,73 | 9,37 |
Fonte: Mise.
L’incidenza percentuale dei costi di funzionamento di Infratel sugli investimenti con fondi statali e secondo il modello diretto, (realizzazione di infrastrutture nuove o acquisi- zione di diritti su infrastrutture esistenti) nell’arco temporale 2007-2015, è pari al 17,27 per cento, come evidenziato nella tabella (allegato G) e nel seguente schema riepilogativo.
Tab. 20 - Rapporti costi di funzionamento/investimenti Mise, nei report di rendicontazione.
Finanziamenti | Investimenti | Costi di funzionamento | % |
Mise | 227.883.327 | 39.368.419 | 17,27 |
Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati Mise.
Va precisato che negli investimenti sono compresi i costi per le attività di progettazione e di indagine tecnico-territoriali e quelli per direzione lavori, collaudo e controllo, vigilanza sulla sicurezza, nonché i costi per il governo e la gestione delle infrastrutture stesse.
La suddetta incidenza percentuale è notevolmente aumentata negli ultimi anni, come si rileva dal confronto tra la media del periodo 2007-2012, pari al 12,47 per cento, e quella del triennio 2013-2015, che è del 34,71.
Queste più elevate percentuali (rispetto al rapporto tra costi di funzionamento e investi- menti complessivi indicato nel 9,37 per cento) trovano spiegazione essenzialmente nella circostanza che l’intero ammontare delle spese di funzionamento di Infratel grava sui fondi
statali, comprese le attività affidate alla società per commesse finanziate da fondi regionali (che hanno avuto inizio in epoca più recente). Per queste ultime la società stessa, come si è detto più sopra, percepisce dalle regioni soltanto le spese generali direttamente riferibili agli interventi (progettazione, direzione lavori collaudo etc) in una percentuale che si aggira in- torno al 2 per cento. Sui costi di funzionamento, come ha tenuto a precisare Infratel con memoria fatta pervenire dopo l’adunanza pubblica, influisce pure l’attività affidata alla so- cietà per la concessione dei contributi statali ad investimenti privati (mod. B banda larga e mod. C banda ultralarga).
Dai bilanci di Infratel del triennio 2012-2015 si rileva l’andamento della percentuale di incidenza dei costi di funzionamento sull’ammontare complessivo della produzione, come nella tabella seguente:
Tab. 21 - Rapporto costi di personale e servizi/valore della produzione
Anno | Totale costo personale + costo servizi | Valore della produzione | % |
2012 | 5.463.780 | 40.088.725 | 13,62 |
2013 | 7.749.459 | 74.392.946 | 10,41 |
2014 | 8.497.713 | 78 489.724 | 10,82 |
2015 | 9.620.269 | 92.203.165 | 10,43 |
Fonte: bilanci di esercizio Infratel 2012-2013-2014-2015.
CAPITOLO VI
L’EFFICACIA DEGLI INTERVENTI
Sommario: 1. Lo scenario in Italia. - 2. La domanda dei cittadini. - 3. La domanda delle imprese. - 4. Il digital divide in Italia fra il 31 dicembre 2005 e il 31 dicembre 2015. - 5. Comparazione dei collegamenti Fttn e Ftth con dati europei.
1. Lo scenario in Italia
Secondo i dati della Commissione europea, l’Italia è l’ultima nazione per la copertura a banda ultralarga. Pare, inoltre, che per quanto riguarda l’offerta dei servizi di rete sia anche la nazione d’Europa con la più estesa diffusione di aree a fallimento di mercato. Solamente il 21 per cento della popolazione ha la possibilità di accedere ad Internet a più di 30 mbit/s, rispetto alla media europea del 68 per cento. Secondo una recente stima (giugno 2016), così come comunicata dall’amministrazione, il livello di copertura, su tutto il territorio nazio- nale, con architetture abilitanti a 100 mbit/s, è pari all’11 per cento della popolazione, mentre, alla velocità di 30 mbit/s, tale livello di copertura è del 35,40 per cento (cfr. tabella all. H). In base ai dati pubblicati sul sito Internet di Infratel, la consultazione pubblica svolta dalla società nel giugno 2014 sulle reti Nga (reti di nuova generazione) mostrerebbe un’in- capacità del mercato di allineare l’Italia agli obiettivi fissati dall’Agenda digitale europea.
Si indica che, entro il 2016, saranno 482 i comuni collegati dagli operatori privati alla banda larga a 30 mbit/s, dati cui devono aggiungersi, secondo Infratel, i 657 comuni che saranno raggiunti da reti Nga in virtù del piano strategico in corso, che porterebbero com- plessivamente la copertura a 30 mbit/s, alla fine del 2016, ad un totale di 1.139 comuni. Pur triplicando i comuni coperti, rispetto alla situazione attuale, gli investimenti programmati non sarebbero sufficienti ad allineare l’Italia alla media europea, che, secondo gli impegni attuali, sarà raggiunta solo fra tre anni13. Il divario italiano rispetto alla situazione europea è stato confermato dai dati della recentissima relazione al Parlamento del 5 luglio 2016 dell’Agicom.
Tra le cause del ritardo vi sarebbero: l’assenza della televisione via cavo, l’utilizzo privi- legiato della banda larga wireless, l’elevata età media della popolazione che abbassa la
13 Dati e notizie rinvenuti nel “Piano strategico per la banda ultra larga”.
domanda di connettività e, conseguenzialmente, comporta un basso livello di utilizzo rego- lare di Internet.
Tutto ciò influirebbe negativamente sull’interesse degli operatori ad investire, donde l’esigenza dell’intervento pubblico.
2. La domanda dei cittadini
Dai dati resi disponibili dal Digital agenda scoreboard14, gli utenti regolari di Internet15 sono il 56 per cento della popolazione di età compresa tra i 16 e i 74 anni, contro una media europea pari al 72 per cento, mentre il 34 per cento non ha mai utilizzato Internet, contro il 21 per cento medio europeo. Secondo la stessa fonte, la diffusione dell’acquisto di beni e servizi in rete, in Italia, è leggermente inferiore al 20 per cento, a fronte del 47 per cento medio dell’Europa. I cittadini italiani che hanno utilizzato servizi di e-governement sono pari a circa il 21 per cento, rispetto al 42 per cento medio europeo, mentre coloro che hanno inviato moduli della pubblica amministrazione compilati sono poco più del 10 per cento, contro il 21 per cento europeo.
Il ritardo nell’utilizzo dei servizi in rete è attribuito da tali studi, in gran parte, alle ca- ratteristiche socio-demografiche della popolazione che utilizza Internet. Per la fascia di età (16-24 anni) vi è una differenza di 10 punti percentuali rispetto alla media europea. Il divario aumenta per le fasce di età superiori (di 15 punti per la fascia 25-54 e di 18 punti per la fascia 55-74).
In sintesi, l’utilizzo di Internet sfiora il 99 per cento nella fascia 18-19 anni, per scendere sotto il 75 per cento nella fascia 35-44; si situa sotto il 50 per cento per la fascia 55-59, fino ad arrivare a valori inferiori al 10 per cento nella fascia da 75 in su. Esiste un differenziale di poco più di 10 punti tra l’utilizzo di Internet da parte dei maschi rispetto alle femmine; la penetrazione per area geografica varia dal 60 per cento del Nord-Est al 50 per cento delle isole; la penetrazione per condizione professionale si aggira al 20 per cento per le casalinghe (21 per cento) e i ritirati dal lavoro (18 per cento), ma sale oltre il 75 per cento ed il 90 per
14 Si tratta di un organismo all’interno della Commissione europea che misura i progressi dell’Europa nell’eco- nomia digitale.
15 Individui che hanno utilizzato Internet almeno una volta a settimana nell’ultimo trimestre (dati 2014).
cento, rispettivamente, per gli occupati e gli studenti; l’85 per cento delle famiglie con al- meno un minorenne possiede un collegamento ad Internet, mentre nelle famiglie di anziani ultrasessantacinquenni la presenza di Internet diminuisce al 12,7 per cento.
Gli studi evidenziano anche che nella situazione italiana, al ritardo nell’utilizzo di Inter- net, si aggiunge il divario nel possesso delle competenze digitali. Il 61 per cento degli individui nella fascia (16-74 anni) possiede un livello di skill Ict basso (21 per cento) o nullo (40 per cento), contro il 46 per cento della Spagna, il 42 per cento del Regno unito, il 40 per cento della Germania ed il 37 per cento della Francia, fino ad arrivare a valori inferiori al 30 per cento per Finlandia, Svezia, Olanda, Danimarca e Lussemburgo.
Ulteriori differenze si riscontrano anche nei servizi utilizzati dagli utenti di Internet, ri- spetto a quelli degli altri paesi dell’Ue. Le attività legate alla comunicazione e all’informazione presentano livelli di diffusione allineati rispetto alla media europea; per quelle transattive il divario è particolarmente ampio (32 per cento di acquisti on line, contro il 61 per cento; 37 per cento di on line banking, contro il 55 per cento).
I rapporti on line tra i cittadini e la pubblica amministrazione sono maggiormente diffuse per il pagamento delle tasse, l’iscrizione a scuole superiori o all’università (21 per cento) e l’accesso alle biblioteche pubbliche, mentre valori più bassi sono riscontrabili per le richieste di documenti e certificati (11 per cento e 8 per cento). La condizione professionale è la ca- ratteristica che influenza maggiormente la motivazione del contatto con la pubblica amministrazione.
Infratel, con memoria riassuntiva dell’intervento svolto nell’adunanza pubblica, ha in- dicato le iniziative che sarebbero in corso per incentivare la domanda dei collegamenti a banda ultaralarga nelle aree a fallimento di mercato.
In primo luogo il nuovo modello d’intervento previsto nella strategia banda ultralarga (realizzazione delle infrastrutture in concessione) dovrebbe comportare una diminuzione dei prezzi dei servizi praticati dal concessionario (wholesaler, cioè all’ingrosso) in quanto fissati da Agicom in misura inferiore a quella praticata normalmente dall’operatore (che nel nuovo modello non è più proprietario della rete), e di conseguenza una diminuzione dei prezzi di offerta all’utente.
In secondo luogo, la domanda di utilizzo della banda ultralarga viene incentivata da un contributo in forma di voucher all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento.
Infine una terza iniziativa di incentivo alla domanda riguarda il collegamento a distretti industriali nelle aree a fallimento di mercato.
3. La domanda delle imprese
Secondo la Digital Agenda Scoreboard, dagli indicatori sull’utilizzo dei servizi digitali, le imprese italiane risultano allineate alla media europea quanto alle applicazioni gestionali integrate, mentre sussiste un divario maggiore nell’utilizzo delle applicazioni di gestione della relazione con i clienti e minore riguardo alla presenza di siti web e di fatturazione elet- tronica.
Uno dei dati più bassi riguarda l’e-commerce; infatti solo il 5 per cento delle imprese ita- liane vende on line.
Risulta che per oltre il 40 per cento delle imprese il principale ostacolo all’utilizzo di In- ternet sia la percezione di inutilità. Risulta, altresì, che circa l’86 per cento delle imprese utilizza Internet per relazionarsi con la pubblica amministrazione.
Dall’agenda si rileva che, secondo i dati dell’Istat del 2012, la modalità di interazione prevalente è la posta elettronica (quasi il 70 per cento), mentre le modalità più tradizionali sono in progressiva riduzione. I servizi più diffusi sono la gestione dei certificati medici (86 per cento), seguiti dai servizi per il lavoro (77 per cento) e dalla posta elettronica certificata (35 per cento); mentre gli altri servizi presentano una diffusione inferiore: gare d’appalto al 18 per cento, sportello unico delle attività produttive al 16 per cento, fatturazione elettro- nica al 10 per cento.
4. Il digital divide in Italia fra il 31 dicembre 2005 e il 31 dicembre 2015
Ai fini della valutazione dell’efficacia dell’intervento pubblico per lo sviluppo della banda larga e ultralarga appaiono utili alcune considerazioni in ordine all’andamento del digital divide, cioè la percentuale degli esclusi dall’accesso alle tecnologie dell’informazione, che può dipendere da varie cause (condizioni economiche, livello d’istruzione, differenze di età e di sesso, appartenenza a gruppi etnici diversi, provenienza geografica e qualità delle infrastrut- ture). In Italia influiscono su di esso la struttura orografica del territorio e la bassa densità di popolazione di zone rurali e marginali. Il minore sviluppo economico in certe aree influisce
sulla scelta di investire da parte degli operatori di telecomunicazioni, con conseguente disu- guaglianza d’infrastrutture tra diverse aree territoriali anche all’interno della stessa regione.
Le statistiche sul digital divide, in Italia, vengono elaborate ogni sei mesi: al 30 giugno e al 31 dicembre di ogni anno16.
Nel 2005, per quanto riguarda la banda larga, si misurava un divario del 15 per cento, mentre alla data del 31 dicembre 2015 esso si è ridotto all’1,03 per cento, con riferimento alla popolazione telefonica di rete fissa e reti wireless; appare, dunque, che il divario si è ridotto di 13,97 punti percentuali, come riportato nella seguente tabella:
Tab. 22 - Digital divide trend al 31 dicembre 2015
Regione | Digital divide (rete fissa e reti wireless) (dic.2005) % | Digital divide (rete fissa e reti wireless) (dic. 2015) % |
Abruzzo | 1,44 | |
Basilicata | 2,42 | |
Calabria | 0,94 | |
Campania | 0,54 | |
Xxxxxx-Roma- gna | 2,33 | |
Friuli V.G. | 1,33 | |
Lazio | 0,3 | |
Liguria | 1,52 | |
Lombardia | 0,35 | |
Marche | 1,17 | |
Molise | 2,66 | |
Piemonte | 1,51 | |
Puglia | 1,09 | |
Sardegna | 0,82 | |
Sicilia | 0,61 | |
Toscana | 1,66 | |
Trentino Alto Adige | 1,02 | |
Umbria | 3,41 | |
Valle d’Aosta | 1,95 | |
Veneto | 1,11 | |
Totale | 15,00 | 1,03 |
Fonte: Infratel.
16 Il Mise ha predisposto un modello di calcolo del divario digitale utilizzando le informazioni disponibili sullo stato della rete fissa e mobile. Esse vengono sovrapposte al database Istat sulla distribuzione della popolazione residente. Il modello si basa sulla ripartizione dell’Italia in “sezioni censuarie” per un totale di circa 380 mila aree.
Per quanto riguarda la rete fissa, il modello considera la sola tecnologia Adsl, ma è predisposto per gestire le reti Ngn (reti di ultima generazione). Ogni zona censuaria viene associata alla centrale fissa di riferimento. L’associazione, quando non disponibile, viene fatta sulla base di un algoritmo che garantisce una notevole attendibilità del dato complessivo. In questo modo si riesce a mappare il territorio in zone a copertura a 20 mbit/s o 7 effettivi, a 20 mbit/s o 7 nominali, con possibilità di marcare quelle, in cui il degrado è tale da scendere sotto la soglia della “banda larga” ossia zone a copertura inferiore a 2 mbp/s. Per quanto riguarda la rete mobile, la disponibilità dei dati del “catasto” delle antenne, ne consente una loro precisa collocazione sul territorio nazionale; l’algoritmo di copertura utilizzato prevede la ripartizione delle zone censuarie in: urbane, suburbane e rurali sulla base della densità abitativa e di quelli che sono i parametri generalmente riconosciuti per classificare tali zone, considerando poi raggi di copertura variabili, per ogni singola antenna, in funzione della tipologia della zona stessa.
5. Comparazione dei collegamenti Fttn e Ftth con dati europei
Secondo i dati pubblicati sul sito web di Infratel, la popolazione con accesso a banda da 2 a 20 mbit/s, in Italia è pari al 96,9 per cento, in Europa al 97,0 per cento.
Le unità immobiliari raggiunte con architetture Fttn (Fiber-to-the-node o anche Fiber-to- the-Exchange, Ftte, letteralmente “fibra fino al nodo” o “fibra fino allo scambio”) ricevono il collegamento in fibra ottica in una cabina esterna distante diversi chilometri dalla sede del cliente, fino allo stadio di linea della rete telefonica, mentre il collegamento finale rimane su filo di rame. In Italia le unità immobiliari collegate sono pari al 24,4; in Europa al 68,0 per cento.
Le unità immobiliari raggiunte con architetture Ftth/Fttb/FttdpFtth - Fiber-to-the-home (letteralmente “fibra fino a casa”) sono direttamente collegate in fibra ottica. È la soluzione più costosa, ma anche l’investimento che a più lungo termine garantisce la massima velocità di trasmissione fino all’utente finale, in previsione di servizi di rete più evoluti. Gli immobili così collegati sono in Italia sono il 10,1 per cento; in Europa il 18,7 per cento.
CAPITOLO VII CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
1. Il piano nazionale delle infrastrutture a banda larga, che secondo le previsioni avrebbe dovuto essere realizzato, orientativamente, nel triennio 2011-2013, presenta un ritardo, la cui causa principale è costituita, secondo il Mise, dai tempi eccessivamente lunghi per il ri- lascio dei permessi da parte degli enti proprietari (comuni, province, Anas e Rete ferroviaria italiana) delle aree interessate dalla realizzazione delle nuove infrastrutture. Secondo Infra- tel (memoria prodotta per la pubblica adunanza) ad incidere sul corso della realizzazione delle opere non sono tanto i tempi medi di rilascio di tali permessi, ma singoli casi di durata eccessiva dei procedimenti che da soli possono comportare gravi ritardi di realizzazione di interi tratti di rete. Altre cause di ritardo sono attribuite a contenziosi instaurati dalle im- prese partecipanti alle gare d’appalto o dai proprietari delle aree interessate dai lavori di scavo (che dalle notizie fornite si sarebbero risolti, in genere, a favore dell’amministrazione), all’erogazione discontinua delle risorse finanziarie occorrenti, e, infine, alla realizzazione di opere originariamente non programmate.
Si prende atto di quanto riferito all’adunanza pubblica circa l’iniziativa in ordine alla stipula di una convenzione tra la stessa Infratel, il Mise e le regioni, da sottoporre ai comuni, per impegnarli al rispetto dei tempi procedimentali previsti dal codice delle comunicazioni. La Corte raccomanda di mettere in atto ogni opportuna misura volta a stimolare sia gli enti proprietari sia le imprese, tenute, per contratto, a curare le richieste dei permessi, affin- ché siano ridotti i relativi tempi, tenuto conto dalla riconosciuta natura delle infrastrutture in argomento di opere di urbanizzazione primaria e dell’esistenza di una normativa apposita (art. 88 del Codice delle comunicazioni) volta proprio ad abbreviare i tempi dei permessi
stessi.
2. Per quanto attiene al profilo del raggiungimento degli obiettivi, si ritiene che, seppure con i ritardi evidenziati, le rete di telecomunicazioni a banda larga realizzata con finanzia- menti statali e regionali abbia contribuito a ridurre il digital divide, che è passato dal 15 per cento, alla data del 31 dicembre 2005, all’1,03 per cento, alla data del 31 dicembre 2015. Un giudizio positivo va pure espresso in ordine agli interventi nelle infrastrutture a banda ul- tralarga, che, seppure iniziati in ritardo, hanno di recente ricevuto un notevole impulso,
essendo stati emanati bandi di gara per la concessione di costruzione e gestione di tali infra- strutture per 2.200 milioni circa pubblicati nel 2016.
3. In ordine ai profili economici della gestione, si reputa che il Mise debba valutare la sussistenza di margini per la riduzione dei costi di funzionamento connessi agli interventi infrastrutturali in esame gravanti sul bilancio dello Stato. A tale scopo sarebbe buona pra- tica la previsione, nel disciplinare di rendicontazione che regola i rapporti tra Mise e Infratel, di limiti espressi alle spese di funzionamento della società, potenzialmente dotata, per l’or- ganico e per la specializzazione acquisita nel corso degli anni, di una struttura organizzativa autosufficiente che dovrebbe consentirle un minor ricorso alle consulenze esterne.
Si raccomanda pertanto al Mise di perseguire l’obiettivo della diminuzione dei costi di funzionamento connessi agli investimenti statali, mediante la riduzione del ricorso da parte di Infratel ai servizi di consulenza e di assistenza esterna, ove non strettamente necessari, e mediante la fissazione di limiti espressi alle spese di funzionamento nel disciplinare di rendi- contazione. Si raccomanda inoltre al Mise di verificare che il contratto per la fornitura di servizi aziendali tra Infratel e Invitalia comporti l’effettivo risparmio del costo di personale per le attività di staff corporate (legale, risorse umane, comunicazione, rapporti istituzionali, amministrazione e bilancio, servizi informativi) nonché il risparmio degli altri costi di ge- stione destinati a gravare sui programmi per la banda larga e ultralarga.
4. I ricavi conseguiti da Infratel a titolo di corrispettivo dei diritti di uso delle infrastrut- ture realizzate e cedute ad operatori privati in modalità Iru (Indefeasible right of use), maturati fino al 31 dicembre 2012, per un importo di circa 3,6 milioni non sono stati finora riutilizzati nel programma per la realizzazione della rete di banda larga e ultralarga, nono- stante tale destinazione sia espressamente prevista negli accordi di programma tra Mise, Invitalia e Infratel. Di tale riserva è stata invece deliberata, dall’assemblea di Infratel, la distribuzione al socio unico, e ciò appare in contraddizione con il vincolo della sua destina- zione al programma per la banda larga e ultralarga. I ricavi dello stesso genere maturati a partire dal 2013 e fino al 2015 sono stati invece portati in detrazione dai costi di funziona- mento di Infratel, come indicato nei report di rendicontazione redatti da Infratel.
Secondo la comunicazione della Commissione europea concernente l’Aiuto di Stato SA.33807 (2011/N), “i proventi derivanti dall’assegnazione dei diritti di utilizzo dell’infra- struttura (Iru) saranno trasferiti allo stesso ministero”. La stessa comunicazione evidenzia le caratteristiche di Infratel, sottolineando che essa non genererà profitti e che il Mise è di- rettamente responsabile del governo della società.
Si prende atto che il Mise, con la memoria riassuntiva dell’intervento nell’adunanza pub- blica ha fatto presente di aver proceduto, in occasione dell’approvazione dei report XXXIII e XXXVI, ad una trattenuta di 3.965.708,00 euro “per compensare gli utili distribuiti da Infratel all’azionista unico Invitalia negli esercizi 2015 e precedenti come dichiarato dalla stessa Invitalia” ed ha dichiarato che per quanto riguarda la riserva vincolata “Programma banda larga” di 3.628.336 euro, “si è in attesa di una prossima decisione circa il suo indi- scusso utilizzo per le finalità del programma e quindi per interventi riguardanti la rete di banda larga e ultralarga, anche alla luce dell’indirizzo che potrà esprimere il Comitato di indirizzo in relazione all’esigenza di interventi di natura straordinaria ovvero di varianti ai piani già adottati”.
La Corte raccomanda che la destinazione di tale “riserva” al programma di interventi per la rete di banda larga e ultralarga sia concretamente e al più presto posta in atto.
5. Si rileva, infine, il ritardo, rispetto alla direttiva n. 2014 /61/Ue (peraltro recepita solo con d.lgs. 15 febbraio 2016, n. 33), della realizzazione del Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture. Solo molto di recente, nel giugno 2016, è stato pubblicato sulla
G.U. il decreto attuativo da parte del Mise. Nel prendere atto del resoconto sulle attività svolte per la realizzazione del Sinfi esposto con relazione prodotta dopo l’adunanza pubblica, si raccomanda ad Infratel l’avvio concreto del sistema in tempi rapidi e al Mise di vigilare al riguardo.
ALLEGATI
ALLEGATO A
Tabelle interventi banda larga V e VI
ALLEGATO A - Tabelle interventi banda larga V e VI
Tab. A/1 - Avanzamento chilometri di fibra V intervento (fondi Mise) - Settembre 2016
Quinto intervento at- tuativo commesse finanziate dal Mise (Codice commesse) | Regioni | Km a consun- tivo | Km a piano | Totale Investimenti | Totale Investimenti + Iva |
ABIMISECQUIF | Abruzzo | 55 | 151 | 1.641.930 | 1.871.688 |
ERIMISECQUIF | Xxxxxx-Roma- gna | 266 | 369 | 9.030.000 | 10.252.135 |
PMIMISECQUIF | Piemonte | 326 | 846 | 18.894.461 | 21.599.682 |
LAIMISECQUIF | Lazio | 12 | 231 | 258.560 | 296.636 |
TOIMISECQUIF | Toscana | 158 | 453 | 8.809.554 | 10.036.095 |
Totale | 817 | 2.050 | 38.634.505 | 44.056.237 |
Fonte: Mise.
Tab. A/2 - Avanzamento chilometri di fibra V intervento (fondi regioni) - Settembre 2016
Quinto intervento at- tuativo commesse finanziate regioni | Regioni | Km a con- suntivo | Km a piano | Totale Investimenti | Totale Investimenti + Iva |
LARREGIOQUIF | Lazio | 29 | 90 | 751.035 | 851.142 |
LbrPFESRQuiF | Lombardia | 88 | 185 | 3.150.131 | 3.545.633 |
LBrfeasrquif | Lombardia | 10 | * | 210.234 | 231.855 |
MrrFEASRQuiF | Marche | 102 | 133 | 3.029.027 | 3.505.645 |
mrrregioquif | Marche | - | 221 | 0 | 0 |
PurFEASRQuiF | Puglia | 58 | 288 | 3.771.080 | 4.279.329 |
XXXXXXXXXXXX | Xxxxxx | 0 | ** | 105.791. | 119.179 |
TORREGIOQUIF | Toscana | 109 | 138 | 4.440.798 | 5.114.949 |
TORPFESRQUIF | Toscana | 223 | 86 | 4.573.705 | 5.297.293 |
UmrPFESRQuiF | Umbria | 34 | 41 | 834.817 | 961.245 |
UmRPFESRQUIF | Umbria | 45 | 48 | 1.341.646 | 1.534.813 |
VERFEASRQUIF | Veneto | 321 | 326 | 11.189.709 | 12.601.056 |
Totale | 877 | 1.693 | 33.397.975 | 38.042.140 |
Fonte Mise.
* le centrali finanziate erano previste inizialmente nell’atra commessa Lombardia.
* le centrali finanziate erano previste nell’altra commessa Lombardia - lavori da economie commessa I.
Tab. A/3 - Popolazione abilitata X Xxxxxxxxxx
Xxxxxxx | Xxxxxxxxxxx xxxxxxxxx |
Xxxxxxx | 00.000 |
Xxxxxx-Xxxxxxx | 46.183 |
Lazio | 10.088 |
Lombardia | 8.089 |
Marche | 6.659 |
Piemonte | 91.933 |
Puglia | 5.895 |
Toscana | 85.909 |
Umbria | 14.316 |
Veneto | 61.282 |
Totale | 341.906 |
Fonte: Mise.
Tab.A/4 - Avanzamento chilometri di fibra VI Intervento (fondi Mise)
Regioni | Km a consun- tivo | Km a piano | Totale Investimenti | Totale Investimenti + Iva |
Friuli-Venezia Giulia | 91 | 144 | 2.926.201 | 3.343.741 |
Totale | 91 | 144 | 2.926.201 | 3.343.741 |
Fonte: Mise.
Tab. A/5 - Avanzamento VI Intervento (fondi regioni)
Regioni | Km a consuntivo | Km.a piano | Totale investimenti | Totale investimenti +Iva |
CAMPANIA | 352 | 538 | 13.282.978 | 15.384.424 |
Totale | 352 | 538 | 13.282.978 | 15.384.424 |
Fonte: Mise.
Tab. A/6 - Popolazione abilitata VI intervento
Regione | Popolazione abilitata |
CAMPANIA | 78.848 |
FRIULI-VENEZIA GIULIA | 23.926 |
Totale | 102.774 |
Fonte: Mise.
ALLEGATO B
Tabella illustrativa degli importi delle commesse regionali (modello diretto) rendicontati al luglio 2016
ALLEGATO B - Tabella illustrativa degli importi delle commesse regionali (modello di- retto) rendicontati al luglio 2016
Committente Ente | Affidamenti | Rendicontato | Economie per Com- messa | ||||
Totale per Re- gione | Commessa | Dettaglio per Com- messa | Costi rendicontati Totali | Dettaglio Report | Costi rendicontati escluse le penali (*) | ||
Regione Abruzzo | 2.860.000,00 | AbrFEASRTerF | 2.860.000,00 | €2.657.630,02 | I Report FEASR | € 1.435.776,20 | 202.369,98 |
II Report FEASR | € 572.000,00 | ||||||
III Report FEASR | € 572.000,00 | ||||||
IV Report FEASR fi- nale | € 77.853,82 | ||||||
Regione Basi- licata | 13.201.100,00 | BarREGIOComR Conv. Quadro | €6.441.000,00 | €4.338.506,67 | I Report FAS ComR | € 432.909,14 | €2.102.493,33 |
II Report FAS ComR | € 650.848,76 | ||||||
III Report FAS ComR | € 2.252.936,06 | ||||||
IV Report FAS ComR finale | € 1.001.812,71 | ||||||
BarREGIOComM I Integrativa | 2.460.100,00 | €1.995.160,98 | I Report FAS ComM | € 684.847,94 | €464.939,02 | ||
II Report FAS ComM | € 826.687,10 | ||||||
III Report FAS ComM finale | € 483.625,94 | ||||||
BarREGIOSecF II Integrativa (**) | €2.300.000,00 | €1.858.124,93 | I Report FAS SecF | €1.379.052,66 | €441.875,07 | ||
II Report FAS SecF fi- nale | 479.072,27 | ||||||
BarREGIOQuaF | €2.000.000,00 | €1.257.606,83 | I Report FAS QuaF fi- nale | €1.257.606,83 | €742.393,17 | ||
Regione Cala- bria | €23.000.000,00 | ClrPFESRTerF | €10.000.000,00 | 7.427.816,74 | I Report FESR | 1.420.525,44 | 2.572.183,26 |
II Report FESR | 2.980.946,60 | ||||||
III Report FESR finale | 3.026.344,70 | ||||||
ClrFEASRTerF | 13.000.000,00 | 9.501.888,56 | I Report FEASR | 1.514.846,89 | €3.498.111,44 | ||
II Report FEASR | 5.490.948,79 | ||||||
III Report FEASR | 1.730.981,72 | ||||||
IV Report FEASR Fi- nale | 765.111,16 | ||||||
Regione Cam- pania | 39.235.000,00 | CmrFEASRQuaF | 18.235.000,00 | 16.660.008,52 | I Report FEASR | 9.117.500,00 | 1.574.991,48 |
II Report FEASR | 4.441.039,77 | ||||||
III Report FEASR fi- nale | €3.101.468,75 | ||||||
CmrPFESRSesF | €21.000.000,00 | 15.381.923,00 | I Report FESR finale | €15.381.923,00 | 5.618.077,00 | ||
Regione Xxxxxx Xxxxxxx | 5.380.000,00 | ErrREGIOSecF | 5.380.000,00 | 4.156.670,91 | I Report FAS | € 2.416.895,35 | 1.223.329,09 |
II Report FAS | € 437.573,30 | ||||||
III Report FAS | € 830.883,35 | ||||||
IV Report FAS | € 338.680,44 | ||||||
V Report FAS finale | € 132.638,47 | ||||||
Regione Lazio | € 15.955.447,00 | LarFEASRQuaF | €5.655.447,00 | €5.214.585,05 | I Report FEASR | € 2.827.723,50 | 440.861,95 |
II Report FEASR finale | € 2.386.861,55 | ||||||
LarFESRSecF | €8.000.000,00 | €7.779.318,21 | I Report FESR | € 235.203,10 | €220.681,79 | ||
II Report FESR | € 2.007.027,99 | ||||||
Addendum II Report FESR | € 462.574,22 | ||||||
III Report FESR | € 2.060.481,84 | ||||||
IV Report FESR | € 798.456,65 | ||||||
V Report FESR | 827.494,41 | ||||||
VI Report FESR | 743.692,25 | ||||||
VII Report FESR | 344.273,02 | ||||||
VIII Report FESR finale | 300.114,73 | ||||||
LarREGIOQuiF | 2.300.000,00 | 0,00 | N/A | 0,00 | 2.300.000,00 | ||
Regione Lombardia | 18.958.430,00 | LbrREGIOSecF | 6.688.430,00 | 6.688.430,00 | Monitoraggio SGP | € 6.688.430,00 | 0,00 |
LbrFEASRTerF/QuiF | 7.970.000,00 | €6.272.934,65 | I Report FEASR | € 3.440.091,28 | 1.697.065,35 | ||
II Report FEASR finale | € 2.832.843,37 | ||||||
LbrPFESRQuiF | 4.300.000,00 | 3.608.843,18 | I Report FESR QuiF finale | € 3.608.843,18 | €691.156,82 | ||
Regione Marche | 30.903.401,00 | MrrREGIOSecF/QuaF | 7.059.000,00 | €3.774.100,93 | I Report FAS | 2.043.993,11 | 3.284.899,07 |
II Report FAS | 769.015,26 | ||||||
III Report FAS finale | 961.092,56 | ||||||
MrrPFESRSecF/QuaF | 17.504.500,00 | 13.984.824,67 | I Report FESR | 3.035.867,76 | 3.519.675,33 | ||
Addendum I Report FESR | 2.913.016,32 | ||||||
II Report FESR | 2.163.853,03 | ||||||
III Report FESR | 1.298.320,14 | ||||||
IV Report FESR | 3.121.412,77 | ||||||
V Report FESR finale | 1.452.354,65 | ||||||
MrrFEASRQuiF | 3.365.901,00 | 3.088.156,49 | I Report FEASR QuiF | 1.345.882,40 | 277.744,51 |
II Report FEASR QuiF finale | 1.742.274,09 | ||||||
N/A | 2.974.000,00 | - | 2.974.000,00 | ||||
Regione Molise | 11.500.000,00 | MorFEASRQuaF + Addendum | 11.500.000,00 | 10.366.906,16 | I Report FEASR | 583.521,57 | 1.133.093,84 |
II Report FEASR | 3.605.534,07 | ||||||
III Report FEASR | 3.901.458,01 | ||||||
IV Report FEASR finale | 2.276.392,51 | ||||||
Regione Piemonte | 7.293.175,00 | PmrFEASRTerF | 7.293.175,00 | 6.088.777,26 | I Report FEASR | 2.211.814,93 | 1.204.397,74 |
II Report FEASR | 746.869,87 | ||||||
III Report FEASR finale | 3.130.092,46 | ||||||
Regione Puglia | 28.750.000,00 | PurREGIOComM | 17.100.000,00 | 13.616.674,02 | I Report FAS | 2.867.667,68 | 3.483.325,98 |
II Report FAS | 4.753.155,09 | ||||||
III Report FAS | € 934.748,56 | ||||||
IV Report FAS | € 851.232,19 | ||||||
V Report FAS | 4.209.870,50 | ||||||
PurFEASRQuiF | 11.000.000,00 | 2.549.489,99 | I Report FEASR | 2.549.489,99 | 8.450.510,01 | ||
N/A | € 650.000,00 | - | 650.000,00 | ||||
Regione Sardegna | 14.223.711,00 | SarFEASRTerF | 10.843.411,00 | 9.880.252,80 | I Report FEASR | 2.668.257,59 | 963.158,20 |
II Report FEASR | 2.473.932,00 | ||||||
III Report FEASR | 2.925.435,44 | ||||||
IV Report FEASR finale | 1.812.627,77 | ||||||
SarDISTRQuaM | 3.380.300,00 | € 0,00 | N/A | € 0,00 | 3.380.300,00 | ||
Regione Sicilia | 44.482.303,00 | SirREGIOComM | 19.074.000,00 | 14.343.069,65 | I Report FAS | € 368.333,79 | 4.730.930,35 |
II Report FAS | 5.139.835,59 | ||||||
III Report FAS | 3.975.199,24 | ||||||
IV Report FAS | 2.184.731,21 | ||||||
V Report FAS | 901.560,57 | ||||||
VI Report FAS finale | 1.773.409,25 | ||||||
SirFEASRQuaF | 25.408.303,00 | 11.694.579,59 | I Report FEASR | 4.142.234,83 | 4.295.336,65 | ||
II Report FEASR finale | 7.552.344,76 |
SirFEASRQua2 | 9.418.386,76 | I Report FEASR Qua2 finale | 9.418.386,76 | ||||
Regione Toscana | 29.187.790,00 | TorPFESRTerF | 10.000.000,00 | 8.768.689,14 | I Report FESR | 2.028.477,53 | 1.231.310,86 |
II Report FESR | 3.074.264,97 | ||||||
III Report FESR | 2.795.384,44 | ||||||
IV Report FESR finale | 870.562,20 | ||||||
TorREGIOQuiF | 6.461.221,11 | 780.195,91 | I Report FAS | 780.195,91 | 5.681.025,20 | ||
TorPFESRQuiF | 6.038.778,89 | €5.420.479,17 | I Report FESR QuiF | 742.472,79 | €618.299,72 | ||
II Report FESR QuiF finale | 4.678.006,38 | ||||||
TorFEASRQuaF | 6.687.790,00 | 6.192.618,84 | I Report FEASR | €2.498.296,31 | 495.171,16 | ||
II Report FEASR finale | 3.694.322,53 | ||||||
Regione Umbria | 7.000.000,00 | UmrPFESRSecF | 4.000.000,00 | 3.909.160,56 | I Report FESR | 2.846.215,70 | € 90.839,44 |
II Report FESR finale | 1.062.944,86 | ||||||
UmrPFESRQuiF | 1.700.000,00 | 0,00 | N/A | € 0,00 | 1.700.000,00 | ||
UmrREGIOQuiF | 1.300.000,00 | 0,00 | N/A | € 0,00 | 1.300.000,00 | ||
Regione Veneto | 43.595.263,22 | VerPFESRTerF | 9.449.148,00 | 8.726.194,04 | I Report FESR | € 1.887.807,86 | 722.953,96 |
II Report FESR | € 2.854.263,95 | ||||||
III Report FESR | € 1.916.749,36 | ||||||
IV Report FESR finale | € 2.067.372,87 | ||||||
VerDistrQuaF | 10.149.300,00 | 7.309.837,06 | I Report D.M. Distretti | € 2.029.860,69 | 2.839.462,94 | ||
II Report D.M. Distretti | € 3.059.565,97 | ||||||
III Report D.M. Distretti finale | € 2.220.410,40 | ||||||
VerFEASRTerF (***) | 7.926.530,92 | 6.129.001,26 | I Report FEASR TerF | 2.321.596,66 | 1.797.529,66 | ||
II Report FEASR TerF | 2.920.044,85 | ||||||
III Report FEASR TerF finale | € 887.359,75 | ||||||
VerFEASRQuiF (***) | 14.239.004,30 | 11.450.784,67 | I Report FEASR QuiF finale | 11.450.784,67 | 2.788.219,63 | ||
VerREGIOTerF | 1.831.280,00 | 1.756.373,13 | I Report FAS | 875.139,18 | 74.906,87 | ||
II Report FAS finale | 881.233,95 | ||||||
TOTALI | 335.525.620,22 | 335.525.620,00 | 000.000.000,35 | 000.000.000,00 | 00.000.000,87 |
Fonte: Infratel17.
17 La colonna dei costi rendicontati per i fondi Feasr è al netto di Iva, in quanto nella programmazione 2009/2013, veniva pagata sui fondi regionali;
per la Regione Basilicata l’importo della tabella relativa agli affidamenti è stato calcolato comprensivo di Iva per la II commessa integrativa;
per la Regione Marche l’importo di euro 2.974.00 è stato spostato sulla programmazione Bul delle aree indu- striali;
per la Regione Lazio l’importo di euro 2.300.000 è ancora da rendicontare;
per la Regione Puglia l’importo di euro 650.000 è stato spostato sulla programmazione Bul delle aree indu- striali e rimangono da rendicontare euro 8.450.000;
per la Regione Sardegna l’importo di euro 3.380.000 è ancora da rendicontare; per la Regione Toscana l’importo di euro 5.681.025 è ancora da rendicontare; per la Regione Umbria l’importo di euro 3.000.000 è ancora da rendicontare; per la Regione Veneto gli affidamenti Feasr sono comprensivi di Iva;
rimane da rendicontare l’importo complessivo di euro 22.811.835,21.
Allegato C
Tabelle illustrative dello stato dell’intervento diretto
ALLEGATO C - Tabelle illustrative dello stato dell’intervento diretto
Tab. C/1 - Stato dell’intervento diretto (fondi regionali e Ue) e raffronto con i tempi pianifi- cati
PIANO INIZIALE | CONSUNTIVO | |||||||
Regione | Commessa | Tipologia intervento | Lunghezza Cavo (km) | Numero di Nodi | Termine Pianificato | Lunghezza Cavo CRE (km) | Numero di Nodi | Chiusura operativa della Commessa (data CRE finale) |
ABRUZZO | ABRFEASRTERF | TER | 111 | 19 | mar-13 | 122 | 21 | ott-14 |
TOTALE ABRUZZO | 111 | 19 | 122 | 21 | ||||
BASILICATA | BARREGIOSECF | SEC | 105 | 9 | dic-11 | 59 | 9 | feb-12 |
BASILICATA | BARREGIOQUAF | QUA | 47 | 4 | giu-13 | 36 | 4 | apr-15 |
TOTALE BASILICATA | 152 | 13 | 95 | 13 | ||||
CALABRIA | CLRFEASRTERF | TER | 313 | 40 | nov-13 | 319 | 41 | dic-15 |
CALABRIA | CLRPFESRTERF | TER | 133 | 17 | nov-13 | 206 | 23 | nov-15 |
TOTALE CALABRIA | 446 | 57 | 524 | 64 | ||||
CAMPANIA | CMRPFESRSESF | SES | 539 | 94 | giu-15 | 324 | 80 | mar-16 |
CAMPANIA | CMRFEASRQUA | QUA | 453 | 79 | mar-13 | 507 | 83 | gen-16 |
TOTALE CAMPANIA | 991 | 173 | 831 | 163 | ||||
XXXXXX-ROMAGNA | ERRREGIOSECF | SEC | 133 | 23 | lug-11 | 156 | 28 | dic-13 |
TOTALE XXXXXX-ROMAGNA | 133 | 23 | 156 | 28 | ||||
LAZIO | LARPFESRSECF | SEC | 124 | 22 | lug-11 | 245 | 40 | nov-13 |
LAZIO | LARFEASRQUAF | QUA | 197 | 35 | dic-15 | 232 | 44 | ott-15 |
TOTALE LAZIO | 321 | 57 | 477 | 84 | ||||
LOMBARDIA | LBRREGIOSECF | SEC | 118 | 30 | giu-11 | 133 | 53 | ott-13 |
LOMBARDIA | LBRPFESRBUL | BUL DIRETTO | - | - | dic-15 | 47 | - | dic-15 |
LOMBARDIA | LBRPFESRQUIF | QUI | 185 | 41 | set-15 | 88 | 27 | dic-15 |
LOMBARDIA | LBRFEASRQUIF | QUI | - | 6 | ott-15 | 10 | 5 | dic-15 |
PIANO INIZIALE | CONSUNTIVO | |||||||
Regione | Commessa | Tipologia intervento | Lunghezza Cavo (km) | Numero di Nodi | Termine Pianificato | Lunghezza Cavo CRE (km) | Numero di Nodi | Chiusura operativa della Com- messa (data CRE finale) |
LOMBARDIA | LBRFEASRTERF | TER | 217 | 55 | giu-13 | 221 | 59 | set-14 |
TOTALE LOMBARDIA | 520 | 132 | 501 | 144 | ||||
MARCHE | MRRPFESRSECF | SEC | 271 | 55 | feb-12 | 337 | 54 | dic-12 |
MARCHE | MRRREGIOSECF | SEC | 123 | 25 | lug-11 | 119 | 14 | dic-13 |
MARCHE | MRRREGIOQUA | QUA | 39 | 8 | dic-13 | 9 | 7 | lug-14 |
MARCHE | MRRFEASRQUIF | QUI | 133 | 27 | dic-15 | 102 | 23 | dic-15 |
MARCHE | XXXXXXXXXXX | QUA | 118 | 24 | dic-13 | 141 | 26 | nov-15 |
TOTALE MARCHE | 685 | 139 | 708 | 124 | ||||
MOLISE | MORFEASRQUA | QUA | 403 | 68 | mar-13 | 443 | 75 | nov-15 |
TOTALE MOLISE | 403 | 68 | 443 | 75 | ||||
PIEMONTE | PMRFEASRTER | TER | 88 | 13 | giu-14 | 204 | 29 | ott-15 |
TOTALE PIEMONTE | 88 | 13 | 204 | 29 | ||||
SARDEGNA | SARFEASRTERF | TER | 377 | 26 | dic-12 | 338 | 26 | dic-15 |
TOTALE SARDEGNA | 377 | 26 | 338 | 26 | ||||
SICILIA | SIRFEASRQUAF | QUA | 680 | 96 | set-14 | 459 | 81 | apr-15 |
SICILIA | SIRFEASRQUA2 | QUA | 262 | 37 | giu-15 | 326 | 61 | ott-15 |
TOTALE SICILIA | 942 | 133 | 785 | 142 | ||||
TOSCANA | TORPFESRTERF | TER | 316 | 41 | mar-13 | 245 | 40 | dic-15 |
TOSCANA | TORPFESRQUIF | QUI | 223 | 29 | set-15 | 86 | 29 | dic-15 |
TOSCANA | TORFEASRQUAF | QUA | 246 | 32 | mar-13 | 290 | 35 | ott-15 |
TOTALE TOSCANA | 786 | 102 | 620 | 104 | ||||
UMBRIA | UMRPFESRSECF | SEC | 103 | 15 | lug-11 | 118 | 15 | ott-14 |
TOTALE UMBRIA | 103 | 15 | 118 | 15 | ||||
VENETO | VERREGIOTERF | TER | 43 | 9 | giu-15 | 59 | 10 | set-15 |
VENETO | VERDISTRQUAF | QUA | 303 | 64 | dic-13 | 250 | 58 | nov-15 |
VENETO | VERFEASRTERF | TER | 246 | 52 | giu-15 | 214 | 46 | nov-14 |
VENETO | VERPFESRTERF | TER | 236 | 50 | giu-15 | 263 | 61 | set-15 |
VENETO | VERFEASRQUIF | QUI | 326 | 69 | giu-15 | 312 | 67 | dic-15 |
TOTALE VENETO | 1.153 | 244 | 1.099 | 242 |
Fonte: Mise.
Tab.C/2 - Nodi di collegamento realizzati (fondi Mise)
Fondi Mise | ||||||
Regione/Nodi | Nodi a Piano iniziale | Nodi pianifi- cati aggiunti | Nodi annullati | Nodi collegati | Nodi attivi o in fase di attiva- zione | Nodi con servi- zio attivo alla popolazione |
Abruzzo | 102 | 1 | 1 | 89 | 78 | 73 |
Basilicata | 13 | 10 | - | 23 | 23 | 22 |
Calabria | 71 | 8 | - | 79 | 78 | 66 |
Campania | 88 | 10 | 4 | 94 | 94 | 89 |
Xxxxxx Xxxxxxx | 182 | 7 | 10 | 125 | 97 | 94 |
Friuli-Venezia Giulia | 24 | 0 | 1 | 8 | 5 | 0 |
Lazio | 122 | 5 | 35 | 90 | 90 | 83 |
Liguria | 34 | 0 | 14 | 20 | 20 | 20 |
Lombardia | 92 | 97 | 0 | 189 | 189 | 186 |
Marche | 39 | 2 | - | 41 | 41 | 40 |
Molise | 30 | 0 | 1 | 29 | 29 | 28 |
Piemonte | 231 | 0 | 7 | 109 | 22 | 22 |
Puglia | 12 | 14 | - | 26 | 26 | 26 |
Sardegna | 33 | 4 | - | 37 | 28 | 22 |
Sicilia | 98 | 14 | - | 112 | 112 | 108 |
Toscana | 129 | 2 | 5 | 68 | 69 | 54 |
Umbria | 40 | 0 | 3 | 37 | 36 | 36 |
Veneto | 83 | 1 | 10 | 74 | 69 | 58 |
Mise SRB | 0 | 632 | 74 | 457 | 389 | 388 |
Totale | 1.423 | 807 | 165 | 1.707 | 1.495 | 1.415 |
Fonte: Mise.
Tab. C/3 - Nodi di collegamento realizzati (Fondi regioni)
Fondi regioni | ||||||
Regione/Nodi | Nodi a Piano iniziale | Nodi pianifi- cati aggiuntivi | Nodi annul- latia | Nodi collegati | Nodi attivi o in fase di atti- vazione | Nodi con ser- vizio attivo alla popola- zione |
Abruzzo | 19 | 2 | 0 | 21 | 11 | 7 |
Basilicata | 13 | 0 | 0 | 13 | 9 | 8 |
Calabria | 57 | 7 | 0 | 64 | 57 | 42 |
Campania | 173 | 140 | 42 | 235 | 229 | 60 |
Xxxxxx Xx- magna | 23 | 6 | 2 | 27 | 23 | 22 |
Friuli-Vene- zia Giulia | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Lazio | 73 | 50 | 4 | 115 | 107 | 31 |
Liguria | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Lombardia | 132 | 35 | 23 | 138 | 123 | 119 |
Marche | 219 | 20 | 11 | 127 | 98 | 94 |
Molise | 68 | 7 | 0 | 75 | 22 | 10 |
Piemonte | 13 | 16 | 0 | 29 | 4 | 4 |
Puglia | 48 | 0 | 12 | 21 | 2 | 1 |
Sardegna | 26 | 5 | 0 | 24 | 7 | 3 |
Sicilia | 133 | 33 | 24 | 142 | 106 | 10 |
Toscana | 120 | 3 | 4 | 82 | 53 | 28 |
Umbria | 28 | 0 | 0 | 25 | 15 | 15 |
Veneto | 244 | 34 | 34 | 242 | 216 | 86 |
Totale | 1.389 | 358 | 256 | 1.380 | 1.082 | 540 |
Fonte: Mise.
Allegato D
Chilometri di fibra pianificati e realizzati con finanziamenti Mise e regioni
Allegato D - Chilometri di fibra ottica pianificati e realizzati con i finanziamenti Mise e regioni
Finanziamento Mise Piano iniziale | Finanziamento Mise Piano finale | Finanziamento Mise Consuntivo al 31.12.2015 | Finanziamento Regione Piano iniziale | Finanziamento regione Piano finale | Finanziamento regione Consuntivo al 31.12.2015 | |
Lunghezza fibra (m.) | Lunghezza fibra (m.) | Lunghezza fibra (m.) | Lunghezza fibra (m.) | Lunghezza fibra (m.) | Lunghezza fibra (m.) | |
Abruzzo | 590.528 | 675.869 | 627.874 | 110.676 | 122.327 | 122.329 |
Basilicata | 98.168 | 181.208 | 181.179 | 151.623 | 151.624 | 128.297 |
Calabria | 324.313 | 449.451 | 365.271 | 446.168 | 503.525 | 524.408 |
Campania | 343.223 | 479.797 | 461.402 | 991.118 | 1.337.677 | 831.032 |
Xxxxxx-Romagna | 800.699 | 897.238 | 658.225 | 132.952 | 156.075 | 000.000 |
Xxxxxx-Xxxxxxx Xxxxxx | 144.000 | 138.000 | 0.000 | - | - | - |
Xxxxx | 509.695 | 509.694 | 599.034 | 411.542 | 609.569 | 495.067 |
Lombardia | 183.384 | 570.089 | 625.477 | 519.739 | 559.171 | 453.462 |
Liguria | 143.231 | 67.656 | 000.000 | - | - | - |
Xxxxxx | 145.018 | 223.647 | 209.679 | 403.116 | 444.493 | 443.328 |
Marche | 99.537 | 243.725 | 278.078 | 1.079.974 | 572.462 | 708.286 |
Piemonte | 908.684 | 912.276 | 420.356 | 88.036 | 200387 | 203.637 |
Puglia | 123.010 | 462.953 | 496.840 | 288.000 | 216.973 | 000.000 |
Xxxxxxxx | 251.156. | 302.702 | 294.542 | 377.433 | 449.562 | 346.214 |
Sicilia | 443.935 | 869.280 | 850.690 | 942.384 | 1.004.754 | 984.056 |
Toscana | 734.596. | 762.940 | 429.730 | 924.134 | 916.086 | 660.018 |
Umbria | 193.955 | 263.819 | 269.477 | 192.784 | 192.785 | 192.968 |
Veneto | 231.036 | 415.533 | 403.259 | 1.153.291 | 1.153.291 | 1.098.739 |
Totale | 6.266.168 | 8.445.887 | 7.300.558 | 8.212.978 | 8.590.762 | 7.472.214 |
Fonte: Mise.