Progetto di Fattibilità
Programma Straordinario di investimenti art. 20 Legge 67/1988 Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Santobono-Pausilipon”
Progetto di Fattibilità
Tecnica ed Economica
Scheda di Intervento n. 41 Presidio Ospedaliero Pausilipon
Ampliamento del Presidio Ospedaliero Pausilipon mediante demolizione e ricostruzione di un esistente edificio inagibile e realizzazione di 26 nuovi posti letto per il centro regionale di riabilitazione pediatrica.
Potenziamento tecnologico avanzato del polo oncologico pediatrico del
Presidio Ospedaliero Pausilipon.
Completamento Fase III
A)Relazione Generale
INDICE
2 INQUADRAMENTO NORMATIVO DEL PROGETTO 2
3 DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE 3
3.2 Opere di riqualificazione edili ed impiantistiche 5
3.2.1 Demolizione e ricostruzione dell’Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx 0
3.2.2 Nuovo corpo di fabbrica (vano tecnico) 6
3.2.3 Percorso pedonale in quota 7
3.2.4 Nuovo ingresso e opere complementari 7
3.2.5 Nuova cabina di Trasformazione e nuova Centrale Tecnologica 8
3.3 Sistema di gestione Rete idrica Antincendio e Sanitaria 8
3.3.1 Rete idrica Antincendio 9
3.3.2 Gruppo di pressurizzazione acqua potabile 10
3.4 Apparecchiature elettromedicali 10
3.4.1 Risonanza Magnetica 3 Tesla (RM-3T) 10
3.4.2 Laboratorio Integrato di biologia molecolare e Oncoematologia 10
3.4.3 NGS - next generation sequencing 11
4 PREFATTIBILITA' AMBIENTALE 13
4.1.2 Inquadramento urbanistico 13
5 SOLUZIONI ORGANIZZATIVE DI CANTIERE VOLTE A MINIMIZZARE L’IMPATTO CON LE ATTIVITÀ DEL P.O. 16
1 PREMESSA
La presente relazione è stata redatta in funzione del progetto di fattibilità relativo alle opere da eseguire presso specifiche aree del Presidio Ospedaliero Pausilipon, nell’ambito del finanziamento previsto dal Programma Straordinario di Investimento ex ART.20, Legge 67/1988.
Come previsto dalla normativa vigente il presente progetto di fattibilità tecnica ed economica si compone dei seguenti documenti:
A) Relazione Generale;
B) Relazione Tecnica;
C) Indagini e Ricerche Preliminari (non redatto perché trattasi di strutture esistenti);
D) Planimetria Generale ed Elaborati Grafici;
E) Prime indicazioni per la stesura dei piani di sicurezza;
G) Calcolo Sommario della Spesa;
H) Quadro Economico di Spesa
I) Cronoprogramma dell’intervento
2 INQUADRAMENTO NORMATIVO DEL PROGETTO
Edilizia: Legge 22 febbraio 2001, n. 36 "; DPR 14 gennaio 1997, n° 37, “Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private”; Legge regionale del 05 aprile 2000, n° 28 “Norme in materia di autorizzazione delle strutture sanitarie pubbliche e private”; Circolare 10 febbraio 1994, n. 302.U.L., del Ministero del bilancio e della programmazione economica, “Applicazione dell'art. 4 del decreto legge 2 ottobre 1993, N. 396, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, N. 492, in materia di edilizia sanitaria”; Circolare 22 novembre 1974, n. 13011, del Ministero dei lavori pubblici, “Requisiti fisico tecnici per le costruzioni edilizie ospedaliere. Proprietà termiche, igrometriche, di ventilazione e di illuminazione”; D.M. 14.01.2008 - “Norme tecniche per le costruzioni”- Circ. Ministero Infrastrutture e Trasporti 2 febbraio 2009, n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008; e simili e successive.
Barriere architettoniche: DPR 24 luglio 1996, n. 503, “Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”; Legge Regionale 2 marzo 2004, n. 7, “Ulteriori modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21.1.1997, n. 7 -Norme sul superamento e sulla eliminazione delle barriere architettoniche”; Legge Regionale 21 gennaio 1997, n. 7, “Norme sul superamento e sulla eliminazione delle barriere architettoniche”, e simili e successive.
Prevenzione Incendi: Lgs. 493 del 14 agosto 1996 - Attuazione della direttiva 92.58.CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di scelte sul luogo di lavoro; Decreto Ministeriale 18 settembre 2002, “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private"; DM 9 maggio 2007, “Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio”; Decreto Ministeriale 9 marzo 2007, “Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”; Decreto Ministeriale 16 febbraio 2007, “Classificazione di resistenza al
fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione”; Decreto Ministeriale 10 marzo 2005, “Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio”; Decreto Ministeriale 30 novembre 2004, “Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio”; DM 10 marzo 1998, “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”; D.M. 8 marzo 1985 (misure urgenti di prevenzione incendi allegato A, punto O “Generalità, comma e) “impianti elettrici “ e punto 8 “illuminazione di sicurezza”. Legge n° 818 del 7 dicembre 1984 (nulla osta provvisorio di prevenzione incendi); DM 30 novembre 1983, “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”; D.P.R. n° 689 DEL 26 maggio 1959 (aziende e lavorazione soggette, ai fini della prevenzione); e simili e successive.
Sicurezza: X.Xxx. 81.2008 - Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; Xxxxxxx xxx Xxxxxxxxxx xxx Xxxxxxxxx xxx Xxxxxxxx 0 marzo 1991 “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”;
D.M. 14 giugno 1989 n. 236 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia pubblica sovvenzionata e agevolata”; e simili e successive.
Inquinamento: Regolamento regionale e comunale di igiene tipo; Legge 26 ottobre 1995, n. 447, "Legge quadro sull'inquinamento acustico"; Legge 13.07.1966, n. 615 “Provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico”; e simili e successive.
3 DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE
3.1 Premessa
L’intervento progettuale prevede l’adeguamento funzionale dell’intero presidio, del polo oncologico pediatrico del Presidio Ospedaliero Pausilipon e della diagnostica di laboratorio, sia attraverso lavorazioni finalizzate all’adeguamento ed al potenziamento di attività in essere, che attraverso la demolizione di un esistente edificio, attualmente inagibile, e la sua ricostruzione per la realizzazione di 26 nuovi posti letto per il centro regionale di riabilitazione pediatrica, coinvolgendo complessivamente circa 6.000 mq di aree ospedaliere, costituiti da circa 4200 mq di superfici nuove e 1800 mq di superfici esterne.
In generale l’adeguamento funzionale dell’intero Presidio riguarderà l’attivazione di lavorazioni finalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
• Ampliamento complessivo di oltre 4.200 mq del Presidio Ospedaliero Pausilipon attraverso la demolizione di un esistente edificio (c.d. ex Xxxxxxxxxx) inagibile da oltre 30 anni, e la ricostruzione di nuovo edificio per l’attivazione di relativi servizi annessi, da destinare ad attività sanitarie con attivazione di n. 26 posti letto di riabilitazione pediatrica (cod.56) compreso l’indirizzo riabilitativo nutrizionale, in recepimento a quanto previsto dalla programmazione regionale; il nuovo edificio sarà collegato al nosocomio mediante la realizzazione di percorsi orizzontali e verticali.
• Realizzazione di una nuova cabina di trasformazione asservita al nuovo edificio.
• Realizzazione di una nuova centrale termica asservita al nuovo edificio.
• Realizzazione di un percorso pedonale in quota, coperto, che congiunga l’area occupata dal nuovo edificio ex Xxxxxxxxxx con l’attuale Presidio Ospedaliero Pausilipon.
• Realizzazione di due vasche di accumulo idrico nelle immediate adiacenze del nuovo edificio, di cui la prima quale riserva idrica da utilizzarsi in caso di incendio, la seconda per la creazione di una riserva idrica sanitaria.
• Abbattimento di un tratto dell’attuale viadotto di accesso al nosocomio dalla Via Posillipo (dall’ingresso fino al raggiungimento del 1° livello del nosocomio), finalizzato alla realizzazione di un nuovo ingresso per il pubblico posto al 1° livello, invece che all’attuale 3°, con l’intento di ridurre l’impatto ambientale creato dall’attuale viadotto e snellire i flussi entranti ed uscenti oggi difficoltosi.
• Risistemazione degli ambienti esterni relativi al 1°, 2° e 3° livello a seguito della creazione del nuovo ingresso posto al 1° livello.
• Potenziamento della attuale struttura presidiale con successiva sistemazione delle aree esterne e realizzazione di un’area di sosta da dedicare alle ambulanze, ai mezzi di emergenza, al trasporto sangue ed ai veicoli dei pazienti diversamente abili oncologici ed afferenti alla U.O. di Riabilitazione.
L’intervento prevede l’acquisizione di tecnologie innovative, finalizzate a garantire un completamento dell’attuale offerta in diagnostica e cure avanzate e mira a ridurre la forte mobilità fuori regione che si registra in questo settore.
Per la diagnostica per immagini; a supporto dell’attività della U.O. di Radiologia del P.O. Pausilipon, prevista dal vigente atto aziendale, già dotata di TC-125 slices, e di un proprio team, specificamente dedicato alle attività del Dipartimento di Oncologia, si prevede l’acquisto di una:
• Risonanza Magnetica 3 Tesla (RM-3T), con relativa realizzazione degli spazi annessi dedicati (fornitura chiavi in mano).
L’acquisto di tale apparecchiatura consentirà di ridurre il ricorso a sedazioni prolungate, grazie alla rapidità di esecuzione delle indagini, nonché di applicare sequenze prima inutilizzabili in ambito pediatrico per lo studio di tutti i distretti corporei. L’istallazione della RM-3T presso il P.O. Pausilipon, andrà a rafforzare la dotazione tecnologica del più importante hub regionale di oncologia pediatrica, il cui potenziamento costituisce un adempimento previsto dalla programmazione regionale (DCAn.8/2018) e un’azione prioritaria per la riduzione della mobilità fuori regione in questo delicato settore dell’assistenza pediatrica.
Per la diagnostica di laboratorio, a supporto delle attività già in essere e fortemente sviluppate nel settore onco-ematologico e di manipolazione cellulare, dalle equipe delle UU.OO. di patologia clinica e della Banca di basco, si prevede l’acquisto di:
• Piattaforma di sequenziamento NGS (Next Generation Sequencing) di ultima generazione, per analisi genetica e molecolare dei tumori infantili e per lo studio di polimorfismi e mutazioni a valore terapeutico o prognostico (medicina personalizzata);
• Gascromatografo GC-MS di ultima generazione; per la identificazione e la quantificazione di metaboliti cellulari.
L’acquisizione di tali tecnologie, consentirà la realizzazione di una piastra di diagnostica integrata di Biologia Molecolare e Metabolomica per lo studio delle malattie Oncologiche e Rare del bambino, anche finalizzata allo sviluppo di terapie personalizzate, nuova frontiera delle terapie in questo delicato settore.
Di seguito si riportano a titolo esemplificativo le opere da eseguire e le tipologie di materiali utilizzati.
3.2 Opere di riqualificazione edili ed impiantistiche
3.2.1 Demolizione e ricostruzione dell’Edificio Xxxxxxxxxx
Le opere da realizzare rientrano nella categoria d’interventi di Ristrutturazione Edilizia.
Nell’area con accesso da via Xxxxxxxx è presente un edificio (identificato come Ex-Xxxxxxxxxx) che risale a metà anni ’80 del secolo scorso, che non è stato mai ultimato. Si tratta di un edificio allo stato rustico con la struttura ultimata nel 1986 e completata parzialmente con la realizzazione di alcune chiusure esterne e partizioni interne è altamente degradata a causa della mancata manutenzione e della continua esposizione agli agenti atmosferici. La sua cubatura fuori terra è pari a circa 4880mc; la cubatura entro terra e di circa 1190 mc.
Facendo riferimento alla normativa antisismica (D.M.14.92005 Testo Unico e Ord. P.C.M. 20.3.2003,n.3274), si può constatare già dall’analisi visiva che nel progetto delle strutture non è stato tenuto conto della possibile azione orizzontale causata da un evento sismico. Questo aspetto pone di fronte ad una scelta obbligata cioè la sua demolizione, con la ricostruzione nella stessa area di sedime e con la stessa volumetria, di un nuovo fabbricato su tre piani fuori terra e uno interrato, che risulta ridotto nella cubatura a seguito dell’ eliminazione di un piano fuori terra.
Il nuovo fabbricato è stato così strutturato:
- il piano seminterrato è stato diviso in una parte direzionale, composta dalla segreteria, una sala tecnologica per l’ informatizzazione dei dati con funzioni di telemedicina e diagnosi telematica, la direzione e i relativi servizi, e una parte destinata ai vani tecnici della piscina, al locale vasca antincendio, al locale vasca acqua potabile, al locale pompe;
- il piano rialzato, dove è posto l’atrio, ospiterà le funzioni di consulenza diagnostica, quali l’analisi di funzionalità muscolare (Gait Analisys), le attività di diagnostica, di isocinetica, di posturologia, con i relativi spogliatoi, servizi e uffici del personale;
- il primo piano è destinato alle attività specifiche della Riabilitazione, con la presenza di una palestra per la rieducazione funzionale, di box per i trattamenti specialistici, di stanze per la logopedia e la musicoterapia. Sono presenti inoltre gli spazi ricreativi con l’introduzione di un aula polifunzionale (per le attività ludiche);
- il secondo piano ospita la vasca per l’idrochinesiterapia con i relativi spogliatoi e servizi igienici.
3.2.1.1 Materiali e finiture.
Piano seminterrato:
I pavimenti e lo zoccolino battiscopa sono in gres nelle zone di transito (corridoi) e nei servizi igienici. Le pareti sono tinteggiate con idropittura ; quelle dei bagni hanno un rivestimento ceramico. I controsoffitti sono ovunque in cartongesso, escluso i servizi igienici, che sono in doghe metalliche.
Piano rialzato:
I pavimenti e lo zoccolino battiscopa sono in gres nelle zone di transito (corridoi) e nei servizi igienici; negli ambulatori e studi sono in gomma. Le pareti sono tinteggiate con idropittura ; quelle dei bagni hanno un rivestimento ceramico fino ad un’altezza di 240 cm. I controsoffitti sono ovunque in cartongesso, escluso i servizi igienici, che sono in doghe metaliiche.
Piano primo:
I pavimenti e lo zoccolino battiscopa sono in gres nelle zone di transito (corridoi) e nei servizi igienici; negli ambulatori, negli studi e nella palestra sono in gomma. Le pareti sono tinteggiate con idropittura ; quelle dei bagni hanno un rivestimento ceramico fino ad un’altezza di 240 cm. I controsoffitti sono ovunque in cartongesso, escluso i servizi igienici, che sono in doghe metalliche.
Piano secondo:
I pavimenti e lo zoccolino battiscopa sono in gres nelle zone di transito (corridoi) e nei servizi igienici; negli spogliatoi sono in gomma, nella zona vasche e corridoi annessi sono in klinker. Le pareti sono tinteggiate con idropittura ; quelle dei bagni hanno un rivestimento ceramico fino ad un’altezza di 240 cm. I controsoffitti sono ovunque in cartongesso, escluso i servizi igienici, che sono in doghe metalliche.
3.2.1.2 Verifica dei requisiti minimi per l’attività di Riabilitazione
Come indicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania, Del.7301 del 31.12.2001, le prestazioni erogate dai Centri Ambulatoriali di Riabilitazione sono caratterizzate dalla globalità del trattamento sull’handicap, che richiede un contestuale apporto multidisciplinare medico-psicologico-pedagogico.
In relazione ai requisiti minimi strutturali, la struttura di progetto oltre a garantire la privacy degli utenti, è dotata di ambienti specifici con dimensioni adeguate allo svolgimento delle attività previste. In particolare dispone di:
• un’area attrezzata per attività di gruppo (palestre), per attività statiche e dinamiche.
• un’area attrezzata per attività individuali (motorie, respiratorie, neuropsicologiche, ecc).
• box ( o stanze di dimensioni contenute) per attività di massoterapia, terapia fisica e strumentale e manipolazioni articolari;
• area attrezzata per il trattamento, qualora previsto per disturbi comunicativi/integrativi
• ambulatori medici per visite specialistiche e valutazioni diagnostico-prognostiche cliniche attinenti alle patologie trattate
• servizi igienici per disabili
• servizi igienici e spogliatoi per gli operatori
• spogliatoi per i pazienti
• spazi per attesa, attività di segreteria ed archivio, adeguati alle patologie e al volume di attività previste
Gli ambienti, oltre a essere dotati di luce diretta e idonee aperture, sono condizionati.
3.2.2 Nuovo corpo di fabbrica (vano tecnico)
Data la necessità di mettere in comunicazione il nuovo reparto di riabilitazione con il rimanente complesso ospedaliero, come anticipato, si rende necessaria la costruzione di un nuovo corpo che, oltre a fare da collegamento tra le due aree, razionalizza il sistema di collegamenti all’interno dell’edificio ospedaliero. Tale corpo si sviluppa su n.8 livelli, da q.ta +72.00 a +96.60 e sarà realizzato con una struttura in c.a. fondata su plinti e travi di collegamento. All’interno sono posizionati due ascensori- montalettighe e una scala, con i relativi filtri antincendio e vani tecnici per il passaggio degli impianti. Il corpo occuperà l’area dell’ala a sud-ovest del fabbricato ospedaliero esistente, che sarà sbancata dalla attuale quota di ingresso posta a 79.00 s.l.m., fino alla q.ta 72.00. E’ qui che, annessi al nuovo corpo scala, ci sarà il nuovo ingresso al presidio ospedaliero.
Le finiture interne del nuovo corpo sono di marmo per le alzate, le pedate e i pianerottoli della scala e le zone filtro. E’ prevista una zoccolatura in marmo nella zona dei filtri e dei corridoi fino ad un’altezza di cm 120. La tamponatura sarà costituita da una pacchetto murario ventilato con finitura in pannelli di gres porcellanato nel formato 60x120, nei colori grigio (per richiamare la pietra lavica), montati su un’orditura metallica.
La compattezza del volume è stata interrotta dall’inserimento di ampie superfici vetrate che illuminano i corridoi d’ingresso e gli atri ai vari piani e, sul lato lungo, la scala e le zone filtro che saranno nascoste da elementi frangisole
3.2.3 Percorso pedonale in quota
Il nuovo corpo di fabbrica sarà collegato all’area del nuovo edificio di Riabilitazione mediante un percorso pedonale in quota, costituito da un primo tratto sospeso che forma una campata di circa 26.00m, realizzata in carpenteria metallica posta alla q.ta di +96.60, che prosegue poi in un percorso, sempre coperto, realizzato anch’esso in profili metallici, che porta fino al nuovo fabbricato della Riabilitazione.
3.2.4 Nuovo ingresso e opere complementari
L’introduzione del nuovo corpo di fabbrica costituito dalle scale e dagli ascensori implica una serie di interventi di ristrutturazione e razionalizzazione delle aree immediatamente a ridosso. Nell’intento di realizzare il nuovo ingresso alla quota +72.00 (attuale secondo seminterrato -1° livello) sarà prevista la costruzione di uno spazio su pilotis che precederà il nuovo atrio per il pubblico e l’ingresso per il personale e per le ambulanze. La copertura di questo spazio farà da terrazza-giardino (area relax) per gli ambienti posti a q.ta +79.00.
Gli interventi previsti sulle parti esterne riguardano:
- scavi di sbancamento per la preparazione dell’area di sedime
- opere di sostegno per i terreni a ridosso dell’area
- fondazioni su plinti in c.a.
- opere di elevazione e solai in c.a. Per le parti interne sono previsti:
a) al piano 2°semiterrato – livello 1
- interventi di puntellamento e sottofondazione per n.2 plinti esistenti scoperti a seguito dello scavo di sbancamento, con realizzazione di micropali;
- demolizioni e ricostruzioni di tramezzature per la formazione dell’atrio, della reception, dei servizi igienici, dell’ingresso personale, dei corridoi annessi e dei vani tecnici;
- opere di finitura relative alle pavimentazioni, alle murature di elevazione e ai controsoffitti.
b) al piano 1°semiterrato – livello 2
- demolizioni e ricostruzioni di tramezzature per la formazione dell’aula magna, dei servizi igienici, dei corridoi e dei vani tecnici;
- opere di finitura relative alle pavimentazioni, alle murature di elevazione e ai controsoffitti.
c) al piano terra – livello 3
- demolizioni e ricostruzioni di tramezzature per la formazione di nuovi ambienti da destinare a studi medici, dei servizi igienici, dei corridoi e dei vani tecnici;
- opere di finitura relative alle pavimentazioni, alle murature di elevazione e ai controsoffitti. Materiali e finiture
Atrio e Nuovo corpo scala
I pavimenti sono in marmo; nell’atrio è presente una zoccolatura in marmo fino ad un’altezza di 120cm, nella scala e nei filtri ascensore uno zoccolino in marmo. La restante finitura di parete è costituita da tessuto murale in fibra di vetro, che possiedono una buona resistenza agli urti e all’abrasione; i controsoffitti sono in pannelli di alluminio, con fasce di aggiustaggio in lastre di cartongesso.
Connettivo
Nelle zone di collegamento del corpo scala al vecchio fabbricato i pavimenti sono in marmo ; i controsoffitti sono in pannelli di alluminio, con fasce di aggiustaggio in lastre di cartongesso.
Nel connettivo al 2° livello, il controsoffitto è in cartongesso. Aula Magna (2°livello)
I pavimenti sono in gres porcellanato, tipo Graniti Fiandre, di tipo pigmentato con diversi colori e con finitura naturale. Le pareti sono tinteggiate con pitture lavabili.
Bagni
Il pavimento è previsto in piastrelle in monocottura dim. 20x20 di diversi colori; la zoccolatura a sguscio; le pareti sono rivestite in piastrelle 20x20 fino ad un’altezza di m. 2.40; la rimanente parte di parete fino a controsoffitto, ove esistente, è tinteggiata con pittura lavabile. Gli spigoli a vista delle pareti prevedono un paraspigolo in acciaio satinato.
3.2.5 Nuova cabina di Trasformazione e nuova Centrale Tecnologica
Nel presente stralcio rientrano anche gli interventi di adeguamento impiantistico che comportano la costruzione di una nuova cabina di trasformazione in c.a. nelle adiacenze del nuovo corpo scala, nonché l’ampliamento di alcuni locali situati nella corte interna, per ricavare lo spazio necessario ad alloggiare la nuova Centrale Tecnologica, anch’essa realizzata in c.a.
3.2.6 Sistemazioni esterne
In relazione alle aree esterne del complesso del Pausilipon si prevedono diverse tipologie d’intervento. Attualmente, l’ ingresso all’area del presidio ospedaliero è situato in Xxx Xxxxxxxxx x. 000 alla quota di
+51.00 m. s.l.m. Dall’ingresso, marcato dalla presenza di due piccoli fabbricati, si sviluppa una prima rampa fondata su terrapieno, che diventa successivamente un viadotto in calcestruzzo armato con pilastri e solette dalla quota 60.73 m a quota 68.89 m, per una lunghezza di 60 m., per poi proseguire fino al piano d’accesso dell’ Ospedale posto a quota 78.84 m.
Le scelte progettuali hanno portato alla ridefinizione completa di alcune parti della zona esterna, e alla riqualificazione e/o ristrutturazione di altre parti.
Per ridurre l’impatto paesaggistico-ambientale che la rampa d’accesso all’ ospedale provoca, si prevede l’abbattimento del tratto di rampa antistante il fabbricato ex-alloggio suore, fino alla quota di ingresso dell’ospedale .
Inoltre è previsto un unico piazzale a quota 72.00m per l’ingresso all’ospedale e alla zona forniture, marcato da una rotonda sistemata a verde, che introduce nello spazio a pilotis dove sono posti gli ingressi all’ospedale, già precedentemente descritti.
La realizzazione dell’ unico piazzale determina inoltre un abbassamento dell’attuale piazzale d’ingresso da quota 78.80 m a quota 72.00 m con relativi oneri per scavi, sbancamento e rimozione del materiale. Tali scelte portano a dover realizzare una nuova rampa che dalla quota 66.86m giunge alla quota di circa 72.00m sull’ unico piazzale. La nuova rampa sarà realizzata in calcestruzzo armato, sarà poggiata su pilastri, i quali scaricano a loro volta su fondazione con pali.
Dallo stato dei luoghi è inoltre evidente la presenza di aree (evidenziate nelle planimetrie generali) notevolmente degradate per la presenza di cespugli e rifiuti, per le quali dovranno essere previsti opportuni interventi di riqualificazione previa rimozione rifiuti e decespugliamento.
3.3 Sistema di gestione Rete idrica Antincendio e Sanitaria
Data la posizione del Presidio Ospedaliero Pausilipon che risulta raggiungibile dalla Via Posillipo tramite una rampa composta da n.4 tornanti che implica, in caso di incendio, un non agevole accesso al Presidio alle autobotti dei Vigili del Fuoco, si è resa necessaria la riprogettazione di un sistema idrico antincendio che possa essere quanto più versatile ed autosufficiente dell’esistente e che possa garantire un più rapido ed efficace intervento al personale deputato all’antincendio aziendale, in attesa dell’intervento vero e proprio del corpo dei VV.F..
Altrettanto dicasi per la necessità di garantire continua erogazione di acqua sanitaria a tutto il Presidio, in caso di mancanza della pressione necessaria al funzionamento corretto dell’impianto idrico sanitario che garantisca l’erogazione di acqua potabile a tutti i piani del presidio.
Per il raggiungimento di tali obiettivi è prevista propedeuticamente la realizzazione di due vasche di accumulo, una dedicata all’antincendio, l’altra all’acqua potabile ciascuna collegata alla rete idrica di pertinenza.
3.3.1 Rete idrica Antincendio
La strategia progettuale adottata pone in primo luogo la possibilità di avere una rete idrica antincendio che sia il più possibile elastica da un punto di vista idraulico, cioè una rete capace di adeguarsi facilmente ad ogni situazione d'incendio, sia per il luogo ove può verificarsi, che per le alimentazioni idriche utilizzate.
La funzionalità delle reti idranti interna ed esterna all'ospedale, quindi, sarà affidata ad un gruppo di pressurizzazione misto che sarà ubicato, per facilità di accesso, nel piazzale Est dell’area esterna, in corrispondenza del serbatoio di O2 .
A tal fine si è adottata la soluzione progettuale che prevede una rete a maglia chiusa ad anello che garantisca il funzionamento dell'impianto anche quando qualche tubazione possa essere in avaria o in manutenzione. Pertanto verrà chiuso l'anello in tubazioni zincate UNI 10255, che alimenta le 4 montanti DN 50, che collegano a tutti i piani gli idranti UNI 45, fra il secondo livello e primo livello della rete attualmente staffata sulla perimetrale esterna dell'edificio e intercettata in 3 punti da valvole a sfera conformi alla UNI EN 1074, in modo da consentire il funzionamento del 50 % della rete in caso di avaria o manutenzione della stessa.
3.3.1.1 Gruppo di pressurizzazione
Il gruppo di pressurizzazione scelto è di tipo misto (elettrico-diesel) a norma UNI 12845 - 10779, con serbatoio interrato da 45 mc. e locale di pompaggio a livello, sovrabattente.
Il sistema di pressurizzazione completamente preassemblato su telaio in profilato metallico è composto da 1 pompa orizzontale centrifuga, 1 motopompa diesel orizzontale centrifuga + 1 pompa pilota verticale, quadri di comando elettromeccanico, collettori di mandata ed aspirazione (singoli per ogni pompa) in acciaio zincato, completi di valvole d'intercettazione e ritegno per ciascuna pompa, pressostati e manometri. Il sistema funziona a cascata in base alla pressione differenziale di taratura dei pressostati. I quadri elettrici separati per ogni pompa sono IP 54; completano il gruppo di accessori un rubinetto a 3 vie per spurgo, misurazioni ed intercettazione del gruppo, valvole d'intercettazione, dall'avviamento a secco ed inoltre 3 vasi di pressurizzazione da 24 lt. (8 bar) .
I motori elettrici delle pompe sono asincroni trifase e a 4 poli (stella/∆ per pot. > 7,5 KW)
Pompa centrifuga monocellulare normalizzata di tipo Back Pull-OUT serie ‘NO’ con motore elettrico asincrono trifase 400 V; 50 Hz. Dimensionata in accordo alle normative EN 733 e flangiata secondo UNI EN 1092-2, collegata con il motore elettrico tramite accoppiamento con giunto elastico e spaziatore per agevolare la manutenzione. L’insieme pompa-motore è montato su basamento in acciaio.
3.3.1.2 Locale di pressurizzazione
Il locale di pompaggio antincendio per l'alimentazione idrica del gruppo di pressurizzazione antincendio, garantirà, anche in caso di emergenza, il facile accesso del personale di soccorso, secondo la norma UNI 11292-08.
3.3.2 Gruppo di pressurizzazione acqua potabile
Per ovviare ad emergenze dovute a mancanza di pressione per l’erogazione di acqua potabile e quindi garantire tale erogazione a tutti i reparti del presidio, è prevista l’installazione di un nuovo gruppo di pressurizzazione acqua sotto una nuova copertura a monte del fabbricato, in prossimità dell’arrivo dell’alimentazione dell’acqua potabile cittadina.
3.4 Apparecchiature elettromedicali
3.4.1 Risonanza Magnetica 3 Tesla (RM-3T)
In Italia si registrano annualmente circa 1.500 nuove diagnosi di tumore in età pediatrica e circa 200 sono diagnosticati nella regione Campania, e più della metà di questi vengono indirizzati presso l’A.O.R.N. Santobono Pausilipon.
L’installazione di un una RM 3T intra-operatoria permetterà di fornire una piattaforma tecnica di primissimo livello per lo studio di tutti i distretti corporei in un ospedale pediatrico garantirà la possibilità di introduzione di numerosi vantaggi nell’ambito delle Neuroscienze e della Neuro-oncologia. Infatti, i benefici e le applicazioni della risonanza magnetica da 3 Tesla, sono molteplici:
• Immagini diagnostiche multiple, fornite in un’unica scansione.
• Immagini diagnostiche di qualità e nitidezza più elevate rispetto ad una RMN standard
• Maggiore risoluzione di contrasto, quindi una migliore discriminazione tra i vari tessuti sani e patologici. Visualizzazione di lesioni anche piccolissime e studio approfondito di patologie in ambito neurologico
• La risonanza magnetica acquisisce immagini ad elevata omogeneità e consente di semplificare il processo di scansione e il flusso di lavoro dei tecnici.
• L’apparecchiatura consente di eseguire esami in tempi mediamente più rapidi e con minor disagio per il paziente. Ciò implica meno sedazioni e possibilità di applicare sequenze prima inutilizzabili in ambito pediatrico.
Tale introduzione tecnologica
• permetterà un’ulteriore opportunità terapeutica, a complemento ed eventualmente in alternativa, a quella chemioterapica,
• ridurrà le trasferte fuori regione dei pazienti pediatrici campani,
• aumenterà notevolmente il potenziale attrattivo da parte dell’utenza extraregionale.
3.4.2 Laboratorio Integrato di biologia molecolare e Oncoematologia
Il sistema GC/MS è costituito dalle seguenti unità:
• Erogatore di gas
• Autocampionatore
• Sistema di iniezione a geometria variabile Split/Splitless
• Gas-cromatografico Focus (forno e colonna)
• Rivelatore a spettrometria di massa.
La gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS) è una tecnica di indagine analitica che combina le caratteristiche della cromatografia gas-liquido con la spettrometria di massa per l’identificazione dei più svariati analiti presenti in matrici complesse. Le applicazioni della GC/MS sono molto ampie e riguardano sia l'identificazione di sostanze sconosciute sia l'analisi di sostanze in tracce. Le caratteristiche di questa tecnica sono: velocità, semplicità, sensibilità, richiesta di poco campione e
grande potere di separazione. Il processo di separazione si basa sulla distribuzione dei componenti tra due fasi: una fase fissa (stazionaria) ed una in movimento (mobile). La miscela viene introdotta nella fase mobile all’inizio del sistema di separazione in modo tale che i componenti hanno l’opportunità di interagire con la fase stazionaria. La GC è applicabile a campioni che hanno un’elevata tensione di vapore alla massima temperatura operativa della colonna. Dopo che il campione è stato iniettato, la fase mobile lo trasporta attraverso il sistema cromatografico. I componenti in esso presenti possono interagire con la fase stazionaria verso la quale avranno differente affinità. Il trasporto degli analiti avverrà solo nel momento in cui essi saranno presenti nella fase mobile. All’uscita della colonna di separazione i diversi componenti della miscela sono inviati al rivelatore a spettrometria di massa DSQ (Quadrupolo a Doppio Stadio) dove possono essere riconosciuti grazie alla frammentazione in ioni più leggeri secondo schemi tipici in funzione della loro struttura chimica. Il diagramma risultante che riporta l'abbondanza di ogni ione in funzione del rapporto massa/carica è il cosiddetto spettro di massa, tipico di ogni composto in quanto direttamente correlato alla sua struttura chimica ed alle condizioni di ionizzazione cui è stato sottoposto.
Applicazioni
La presenza in azienda di tale apparecchiatura consentirebbe tempi più rapidi di risposta per i sospetti casi di MME e potrebbe rappresentare un punto di riferimento alternativo al CEINGE per altri presidi ospedalieri.
Il dosaggio degli acidi organici urinari rappresenta anche test di conferma, di secondo livello, nell'ambito degli screening neonatali estesi per l’identificazione di malattie metaboliche congenite. GC-MS può essere usato anche per la bioanalisi dei liquidi organici per individuare stupefacenti, barbiturati, alcool e farmaci (anticonvulsivanti, anestetici, antistaminici, ipnotici calmanti e farmaci antiepilettici). È egualmente utile nella rilevazione di agenti inquinanti e di metaboliti nel siero. Attualmente vengono inviati esternamente circa 250 campioni/anno con costi per ‘Azienda e tempi di risposta molto lunghi.
3.4.3 NGS - next generation sequencing
La tecnologia “Next Generation Sequencing” (NGS) o “deep sequencing” consente la lettura multipla e parallela di singoli frammenti di DNA, passando in rassegna milioni di paia di basi in poche ore. Tutte le piattaforme NGS disponibili presentano una caratteristica tecnologica comune: il sequenziamento parallelo massivo di molecole di DNA amplificate in modo clonale o di singole molecole di DNA separate spazialmente in una cella a flusso (“flow cell”). Questa strategia rappresenta un cambiamento radicale rispetto al metodo di sequenziamento descritto da Xxxxxx, che si basa sulla separazione elettroforetica di frammenti di lunghezza diversa ottenuti mediante singole reazioni di sequenziamento. Nelle tecnologie NGS, invece, il sequenziamento viene effettuato mediante cicli ripetuti di estensioni nucleotidiche ad opera di una DNA-polimerasi o, in alternativa, mediante cicli iterativi di ligazione di oligonucleotidi. Poiché la procedura è parallela e massiva, tali piattaforme consentono di sequenziare da centinaia di Mb (milioni di paia di basi) fino a Gb (miliardi di paia di basi) di DNA in un’unica seduta analitica, a seconda del tipo di tecnologia NGS utilizzata.
UTILIZZO
Il sequenziamento di sottoregioni genomiche e di gruppi di geni viene attualmente impiegato per identificare polimorfismi e mutazioni in geni implicati nei tumori e in regioni del genoma umano osservate avere un coinvolgimento in malattie genetiche, mediante studi di “linkage” e di associazione sull’intero genoma. Tali strumentazioni vengono quindi impiegate per l’analisi genetica e molecolare in diversi ambiti: dalla diagnostica delle malattie genetiche rare a quelle neoplastiche ed endocrino- metaboliche. Il campo di applicazione di tali tecnologie è sempre più in espansione e coprirà in futuro maggiori aspetti della diagnostica. Tali piattaforme permettono di poter investigare diversi ambiti delle
patologie umane, con particolare attenzione agli aspetti di fisiopatologia molecolare (analisi molecolare, genetica ed epigenetica). I maggiori vantaggi di tali tecnologie sono quindi rappresentati dalla possibilità di analizzare numerosi geni e campioni contemporaneamente e di investigare geni di grandi dimensioni e di difficile approccio dal punto di vista laboratoristico.
Questo nuovo approccio è particolarmente promettente per la ricerca clinica e la diagnosi di malattie pediatriche neuromuscolari, endocrinologiche, metaboliche, ecc., che sono caratterizzate da una forte eterogeneità clinica e genetica
4 PREFATTIBILITA' AMBIENTALE
4.1.1 Scopo dell'analisi
L'analisi che segue intende sviluppare in modo sintetico i seguenti argomenti:
• verifica di compatibilità dell'intervento dal punto di vista urbanistico;
• studio sui prevedibili effetti ambientali a seguito della realizzazione dell'intervento.
4.1.2 Inquadramento urbanistico
Immagine 1: Estratto P.R.G- Zonizzazione
Art.45
(Disciplina per l’attuazione degli interventi)
(Zona F - Parco territoriale e altre attrezzature e impianti a scala urbana e territoriale)
1. La zona F individua le parti del territorio destinate alla formazione di parco territoriale costituito dall’insieme delle aree di complessivo pregio paesistico e ambientale, che comprendono boschi e aree coltivate, parchi e giardini storici, parchi di nuova formazione, comprendenti inoltre insediamenti urbani da riqualificare, in funzione della valorizzazione del parco attraverso attrezzature finalizzate alla fruizione del parco, sia pubbliche sia di uso pubblico.
La zona F individua inoltre le attrezzature e gli impianti a scala urbana e territoriale. La disciplina prevista è volta alla tutela delle caratteristiche paesaggistiche, ambientali e storico-testimoniali ed alle modalità per il mantenimento del parco.
2. La zona F si articola nelle seguenti sottozone identificate in base ai loro caratteri distintivi prevalenti e segnatamente: sottozona Fa1 - Aree agricole; sottozona Fa2 - Aree incolte; sottozona Fa3 - Aree boscate; sottozona Fa4 - Aree a verde ornamentale; sottozona Fa5 - Sito reale di Capodimonte; sottozona Fa6 - Rupi e costoni; sottozona Fb - Abitati nel parco; sottozona Fc - Parchi di nuovo impianto;
sottozona Fd - Parco cimiteriale di Poggioreale; sottozona Fe - Strutture pubbliche o di uso pubblico e collettivo; sottozona Ff - Linee ferroviarie e nodi d’interscambio; sottozona Fg – Aeroporto esistente; sottozona Fh - Impianti tecnologici;
3. Nelle sottozone Fa e Fb, l’eventuale indicazione di aree da sottoporre a procedura espropriativa è subordinata alla preventiva approvazione di un piano urbanistico esecutivo.
Art. 50
(Sottozona Fe-Strutture pubbliche o di uso collettivo)
1. La sottozona Fe comprende gli immobili destinati ad attrezzature pubbliche o di uso pubblico. I suddetti immobili sono acquisiti al patrimonio pubblico o assoggettati al vincolo di uso pubblico.
2. Riguardo le trasformazioni fisiche: nel caso di edifici esistenti, sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, salvo specifiche disposizioni della disciplina degli ambiti; gli indici di copertura e di utilizzazione fondiaria consentiti, sia nel caso di ristrutturazione edilizia che nel caso di nuove opere, sono quelli occorrenti per conseguire idonei requisiti prestazionali, ovvero la conformità alle norme generali e di settore - è consentita la realizzazione di parcheggi in misura non superiore a 50 mq ogni 100 mq di superficie utile, salvo quanto previsto da specifiche disposizioni di legge. Per gli edifici di nuovo impianto, le aree scoperte interne ai lotti, che eccedano l’utilizzazione a parcheggi e viabilità interna, devono essere sistemate a verde. Nel caso in cui le aree scoperte siano contigue alla viabilità primaria così come individuate nella tavola 10, è ammessa la formazione di corridoi ecologici, così come definiti al successivo articolo 55.
3. Le utilizzazioni compatibili sono le seguenti: - attrezzature per l’istruzione superiore; - attrezzature sanitarie a carattere urbano e territoriale quali poliambulatori, Day-Hospital, strutture ospedaliere; - attrezzature per il trasporto pubblico.
4. Sono inoltre consentite le seguenti utilizzazioni: - attrezzature per lo sport da competizione; - attrezzature culturali a carattere urbano e territoriale: strutture museali, biblioteche specialistiche, attrezzature per lo spettacolo; - attrezzature espositive.
Immagine 2: Classificazione vincoli ambientali ed archeologici
Immagine 3: Classificazione Vincoli idrogeologici
5 SOLUZIONI ORGANIZZATIVE DI CANTIERE VOLTE A MINIMIZZARE L’IMPATTO CON LE ATTIVITÀ DEL P.O.
La Pianificazione e la Preparazione di tutte le fasi del cantiere
Il metodo utilizzato per favorire la funzionalità del servizio ospedaliero e dei cantieri prevede:
▪ Progettazione costruttiva dei singoli cantieri.
▪ Organizzazione degli approvvigionamenti, trasporto e stoccaggio dei materiali.
▪ Attività di fabbricazione che ricorre il più possibile alla prefabbricazione.
I criteri seguiti sia nella scelta dei materiali e dei sistemi costruttivi di progetto hanno come obiettivi:
▪ Intralcio minimo della viabilità interna sia temporalmente che fisicamente.
▪ Intralcio minimo alla funzionalità dei reparti.
▪ Limitare i fattori di rischio: polveri- rumori- produzione rifiuti.
Tali obiettivi sono stati raggiunti:
- Riducendo già in fase progettuale le opere di demolizione e trasporto a rifiuto.
- Prevedendo l’utilizzo di materiali prefabbricati e Tecniche costruttive a secco per ridurre i tempi di esecuzione e le interferenze con l’attività ospedaliera.
- Utilizzando tecnologie innovative per le lavorazioni che possono produrre molte polveri.