COMPOSIZIONE JAZZ
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI CONSERVATORIO STATALE DI MUSICA
Latina
COMPOSIZIONE JAZZ
TRIENNIO
ARMONIA JAZZ
Prima annualità
Costruzione degli accordi: triadi, settime, accordi con estensioni, cenni su triadi su basso e polychords.
La tonalità maggiore: armonizzazione, cadenze e formule di cadenza base. Il II-V-I, il turnaround. La scala esatonale e la scala diminuita tono-semitono.
La tonalità minore: scale minori naturali, armoniche e melodiche e loro armonizzazioni. Le cadenze e le formule di cadenza più utilizzate. Il II-V-I e il turnaround in minore.
Cenni sui modi della minore melodica (in particolare IV, V e VII modo) e della minore armonica (in particolare il V modo).
Cenni sulle modulazioni.
Gli accordi di dominante secondari. La sostituzione di tritono.
L’interscambio modale. Relazioni accordi – scale.
materiale utilizzato: “Teoria & Armonia” di Xxxxxx Xxxxx (4 volumi, ed. Sinfonica)
ARMONIA JAZZ
Seconda annualità
Riepilogo modi della scala maggiore, modi minore melodica e V grado della minore armonica. La tonalità minore (2), accordi di 13a.
Gli accordi di dominante secondari e le sostituzioni di tritono in minore (e scale relative). Armonizzazioni a 4 voci late; limiti nel registro grave, spaziatura delle voci, legame armonico. Interscambio modale (2): anche con prestiti dalle scale greche; scale relative.
II-V al posto del dominante secondario, e II-V al posto del solo tritono. Il blues maggiore e la scala blues.
Cenni sul modale.
Riarmonizzazione di un giro armonico semplice mediante dominanti (e II-V) secondari, sostituzioni di tritono (e II-V corrispondenti), interscambio modale.
Il blues “Bebop”. Il turnaround (2). Il blues minore.
I “Rhythm Changes” (Xxxxxxx)
Riepilogo di tutte le tipologie di dominanti e scale relative. Dove possiamo andare con un accordo di dominante?
Accordi diminuiti e loro relazione con l’accordo di dominate con la nona minore. Analisi di brani maggiori e minori complessi.
Scala pentatonica maggiore e modi (in particolare la pentatonica minore: modo V). Usi “traslati” della pentatonica.
Armonizzazioni a 5 parti late (cenni).
materiale utilizzato:
- “Teoria & Armonia” di Xxxxxx Xxxxx (volumi 3 e 4, ed. Sinfonica)
- “Analisi ed Arrangiamento” di Xxxxxx Xxxxx (prima parte)
FORME, SISTEMI E LINGUAGGI JAZZ
Prima annualità
Analisi formale. Le forme del jazz
Forme AABA, ABAC, altre forme.
Analisi delle lineee melodiche.
Differenti tipologie di linee melodiche. Note principali ed accessorie. Le anticipazioni ritmiche. Il metodo di analisi statunitense. Un metodo di analisi più libero. L’adattamento ritmico della melodia nei vari stili: modelli ritmici. Il concetto di variazione; le tecniche di variazione nella musica moderna e nella composizione classica. Le linee melodiche guida. Il concetto di consonanza e dissonanza: dal punto di vista dell’armonia classica, dal punto di vista della fisica, l’influenza delle abitudini d’ascolto. Il problema dei registri: le melodie nel grave. Schemi riassuntivi relazioni accordi-scale in tutti i registri, rispetto alla funzione dell’accordo (tonalità maggiore e minore, dominanti secondari, sostituzioni di tritono, interscambio modale). Limiti degli intervalli nel registro grave.
Composizione di semplici brani jazzistici (melodia e giro armonico) in tonalità maggiore. Il blues “maggiore”.
Le melodie dei blues
Comporre un blues “di base” con scale pentatoniche e scale blues
Seconda annualità
Approfondimento della tonalità minore.
Composizione di semplici brani jazzistici (melodia e giro armonico) in tonalità minore.
Il blues minore. I “Rhythm changes”. Il modale (1)
La sezione ritmica: batteria, basso, chitarra, pianoforte, percussioni. Caratteristiche degli strumenti, tecniche di scrittura, analisi degli stili.
Arrangiamento di uno o più brani per sezione ritmica completa.
Armonizzazioni a due voci; nota contro nota; intervalli fissi: terze e seste, quarte e quinte, intervalli dissonanti; alternando gli intervalli; seconda voce a note lunghe o ribattute; sovrapposizione melodica e melodie alternate; approccio lineare; alternando tutte le tecniche.
Armonizzazioni a tre voci; nota contro nota; triadi estratte, strutture quartali, con clusters; seconda e terza voce a note lunghe o ribattute; approccio lineare contrappuntistico; alternando tutte le tecniche. Appendice: triadi su basso e scale relative.
Terza annualità
Il blues bebop.
Il modale (2).
Il free.
Brani strumentali con forme libere.
Forme aperte; intro, tag ending, interludi, open…
Piccolo percorso storico con analisi di brani standard jazzistici, dalle Song degli anni ‘30 ai brani contemporanei.
Composizione di semplici brani (melodia e giro armonico) modali.
Gli strumenti a fiato del jazz: tromba, trombone, sassofoni. Caratteristiche degli strumenti, tecniche di scrittura e di orchestrazione.
Armonizzazioni a quattro voci; quadriadi estratte, blockchords (e il concetto di drop), spread voicings. Approfondimenti sugli accordi diminuiti.
Armonizzazioni a cinque voci; blockchords a 5, spread voicings, voicings quartali, con triadi estratte superiori, con clusters, scrittura lineare. Esempi di scrittura a sei, sette, otto voci; spread voicings, polychords, voicings quartali, con triadi estratte superiori, con clusters. Scale per i polychords.
Arrangiamento di uno o più brani per sezione ritmica e piccolo ensemble di fiati (o big band).
_ _ _ _ _ _ _ _ _
materiale utilizzato: “Teoria & Armonia” di Xxxxxx Xxxxx (4 volumi, ed. Sinfonica) “Analisi e Arrangiamento prima parte” di Xxxxxx Xxxxx (ed. Sinfonica)
“Analisi e Arrangiamento seconda e terza parte” di Xxxxxx Xxxxx (ed. Sinfonica) di prossima pubblicazione