Accordo di programma
Accordo di programma
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e socio-sanitari
previsti dal XXXXX XX XXXX 0000-00 (Documento di programmazione del welfare locale )
ai sensi
• dell’art. 19 della legge n. 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
• dell’art. 18 della legge regionale 3/2008, “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario”
Tra
le Amministrazioni comunali di:
- Città di Piotello
- Comune di Rodano
- Città di Segrate
- Comune di Vimodrone
che compongono l’Ambito distrettuale n. 3 di Piotello – Milano Est
- L’ Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Melegnano Martesana
- L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano, rappresentata dal Direttore Generale, xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxx;
- Forum Sub Provinciale del Terzo Settore dell’Adda Martesana
- Città Metropolitana di Milano – Politiche giovanili
Dato atto che
la legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” individua il Piano di Zona dei servizi socio-sanitari come strumento fondamentale per la realizzazione delle politiche di intervento nel settore socio-sanitario con riferimento, in special modo, alla capacità dei vari attori istituzionali e sociali di definire, nell’esercizio dei propri ruoli e compiti, scelte concertate in grado di delineare opzioni e modelli strategici adeguati per lo sviluppo di un sistema a rete dei servizi socio-sanitari sul territorio di riferimento;
e stabilisce che
i Comuni associati, a tutela dei diritti della popolazione, d'intesa con le aziende unità sanitarie locali ora Agenzie di Tutela della Salute, in attuazione della legge regionale n. 23/15, provvedono a definire il piano di zona, nell'ambito delle risorse disponibili;
il piano di zona è, di norma, adottato attraverso Accordo di programma ai sensi dell'articolo 34 della legge 18 Agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni;
- all'accordo di programma, per assicurare l'adeguato coordinamento delle risorse umane e finanziarie, partecipano i soggetti pubblici di cui al comma 1dell’art. 19 della legge n. 328/00, nonché i soggetti di cui all'articolo 1, comma 4, e all'articolo 10 della stessa legge n. 328/00, che attraverso l'accreditamento o specifiche forme di concertazione concorrono, anche con proprie risorse, alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto nel piano;
la legge regionale 12 marzo 2008, n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale”, così come modificata dalla l.r. 11 agosto 2015, n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33”
⋅ all’articolo 11, comma 1, lettera a) attribuisce alla Regione la funzione di indirizzo per la programmazione delle unità di offerta sociali;
⋅ all’articolo 13, comma 1, lettera a) attribuisce ai Comuni singoli e associati e alle Comunità montane, ove delegate, la funzione di programmare, progettare e realizzare la rete locale delle unità di offerta sociali, nel rispetto degli indirizzi e conformemente agli obiettivi stabiliti dalla Regione, anche promuovendo la partecipazione dei soggetti di cui all’articolo 3 della stessa legge;
⋅ all’articolo 18
▪ individua il Piano di Zona quale strumento di programmazione in ambito locale della rete d’offerta sociale, nel quale sono definiti le modalità di accesso alla rete, gli obiettivi e le priorità di intervento, gli strumenti e le risorse necessarie alla loro realizzazione;
▪ definisce le modalità di approvazione, di attuazione, la durata e l’ambito territoriale di riferimento del Piano di Zona;
Nelle more dell’applicazione della Legge regionale 22 del 14 Dicembre 2021 “Modifiche al Titolo I e al Titolo VII della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 e degli atti applicativi della stessa si procede ai sensi della legge regionale 11 agosto 2015 n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)” che favorisce, per quanto di competenza, l’integrazione del SSL con i servizi sociali di competenza delle autonomie locali;
⋅ all’art 1 afferma che il sistema sanitario, sociosanitario e sociale integrato lombardo, di seguito denominato sistema sociosanitario lombardo (SSL), promuove e tutela la salute ed è costituito dall’insieme di funzioni, risorse, servizi, attività, professionisti e prestazioni che garantiscono l’offerta sanitaria e sociosanitaria della Regione e la sua integrazione con quella sociale di competenza delle autonomie locali;
⋅ all’art. 2 prevede che la programmazione, la gestione e l’organizzazione del SSL sono attuate con gradualità e nei limiti delle risorse economiche disponibili e si conformano a principi generali, tra cui la promozione delle forme di integrazione operativa e gestionale tra i soggetti erogatori dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali del SSL e l’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale nell’individuazione delle soluzioni gestionali dei servizi a livello territoriale;
⋅ all’art 6 rimarca che le ATS garantiscono l’integrazione di tali prestazioni con quelle sociali di competenza delle autonomie locali;
⋅ all’art. 7 evidenzia che le ASST favoriscono l’integrazione delle funzioni sanitarie e sociosanitarie con le funzioni sociali di competenza delle autonomie locali;
⋅ all’art. 9 prevede che il SSL attiva modalità organizzative innovative di presa in carico in grado di integrare, anche facendo uso delle più aggiornate tecnologie e pratiche metodologiche, in particolare di telemedicina, le modalità di risposta ai bisogni delle persone in condizione di cronicità e fragilità, per garantire la continuità nell’accesso alla rete dei servizi e l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali;
⋅ in più articoli indica la necessità dell’integrazione delle politiche sanitarie e sociosanitarie con quelle sociali di competenza delle autonomie locali nell’ambito del SSL, favorendo la realizzazione di reti sussidiarie di supporto che intervengono in presenza di fragilità sanitarie, sociali e socioeconomiche; le reti sono finalizzate a tutelare il benessere di tutti i componenti della famiglia, anche in presenza di problematiche assistenziali derivanti da non autosufficienza e da patologie cronico- degenerative.
Richiamati
• il DPCM 14.2.2001 “Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio- sanitarie” che definisce tali prestazioni e attribuisce degli oneri conseguenti al FSN (Fondo Sanitario Nazionale) o agli Enti Locali;
• il DPCM 29.11.2001 “Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza” - le successive modifiche e integrazioni - e il DPCM 12.01.2017 “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”, per le parti in vigore o che entreranno in vigore con successivi provvedimenti;
• la DGR 4111/2020 “Determinazioni in merito al percorso di definizione delle linee di indirizzo per la programmazione sociale territoriale – triennio 2021 -2023” che prevede tra l’altro la proroga degli accordi di programma fino alla sottoscrizione del nuovo Accordo di Programma per l’attuazione del Piano di Zona 2021 -2023 che dovrà concludersi entro il 31/12/2021;
• L’ “Approvazione delle Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2021-2023” di cui alla DGR n. 4563/2021;
Premesso che
Ai sensi della DGR 4111/2020, il percorso di definizione delle Linee di indirizzo per il triennio 2021- 2023 prevede la realizzazione di momenti di lavoro con le rappresentanze degli Uffici di Piano, ATS, ASST, Terzo Settore, il cui apporto sarà significativo affinché le indicazioni riguardanti la nuova programmazione siano il più possibile espressione di partecipazione e condivisione.
In questa logica, il percorso per la predisposizione dei Piani di Zona 2021 – 2023 ha previsto -ai sensi della DGR 4563/2021-le seguenti azioni:
• Condivisionee definizione in Cabina di Regia Unificatadei percorsi da seguire per attuare le indicazioni previste dalla normativa regionale in tema di programmazione zonale.
• Individuazione delle policy (Supporto alle persone in povertà, supporto alla progettazione individualizzata per persone con disabilità, Contrasto alla violenza di genere) ed avvio di gruppi di lavoro integrati per la costruzione di un sistema di indicatori per la valutazione dell’impatto delle politiche e delle misure messe in atto dall’Ambito (outcome).
• Declinazione a livello locale, attraverso le cabine di Regia Territoriali delle tematiche riguardanti l’integrazione socio sanitaria, partendo dall’analisi del documento sottoscritto nella precedente triennalità, individuando le criticità e stabilendo le priorità per il triennio 2021 – 2023.
• Coprogettazione a livello locale attraverso seminari tematici ai quali hanno partecipato tutti gli attori coinvolti nella programmazione zonale (Ambiti, Comuni, Terzo settore, ATS e ASST).
• Formazione congiunta per l’elaborazione di Profili di salute di Comunità finalizzati alla programmazione zonale.
Convenuto che
nell’ambito del processo di programmazione del welfare locale dell’Ambito distrettuale di Pioltello, il presente documento recepisce le indicazioni di ricomposizione delle politiche di welfare: i Comuni dell’Ambito e l’ATS della Città Metropolitana di Milano, le ASST Melegnao Martesana, il Forum sub Provinciale del Terzo settore dell’Adda Martesana e Città Metropolitana – Poltiche Giovanili concordano di sottoscrivere l’Accordo per la realizzazione del Piano di Zona articolato secondo gli obiettivi e gli impegni specifici indicati.
Visto
il verbale dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito distrettuale di Pioltello del 31/01/2022 durante il quale è stato approvato il Piano di Zona per l’anno 2021-23 (Allegato 1) e le delibere di Consiglio Comunale dei Comuni aderenti al presente Accordo di Programma come sua parte integrante e sostanziale;
TUTTO CIO’ PREMESSO
si conviene e si sottoscrive il presente Accordo di Programma
Art. 1 – Oggetto
Il presente Accordo di programma, che rappresenta l’atto con cui i diversi attori adottano il Piano di Zona per l’anno 2021-23 (Allegato 1 al presente Accordo quale parte integrante e sostanziale), ha per oggetto la definizione dei reciproci rapporti fra i soggetti istituzionali coinvolti nell’attuazione dei servizi e degli interventi previsti nel Documento di programmazione del Welfare locale.
Art. 2 – Finalità ed obiettivi
Il presente Accordo di Programma intende dare concreta attuazione al processo di programmazione e progettazione locale del Piano di Zona, in attuazione degli obiettivi stabiliti dalla DGR regionale che mirano a stimolare percorsi di coordinamento e ricomposizione , che siano in grado di produrre risposte di sistema ai bisogni – vecchi e nuovi – in modo trasversale il territorio sistematizzando la cooperazione e il coordinamento sovrazonale tra Ambiti con ASST e ATS; in particolar modo per allargare e approfondire lo spettro di cooperazione tra gli attori territoriali e spingere per una reale sistematizzazione nella definizione di filiere integrate di servizi.
Il Piano di Zona dovrà focalizzarsi su progettazioni integrate e trasversali tra differenti aree di policy, per fornire risposte che superino la frammentarietà degli interventi avendo presente la multidimensionalità del bisogno.
Il Terzo settore e il privato profit, assumono un ruolo di crescente importanza e saranno coinvolti fin dalle prime fasi di progettazione: essi infatti potranno concorrere inizialmente all’individuazione degli obiettivi dei processi di programmazione locale e partecipare, anche in
modo coordinato con l'Ambito, alla definizione di progetti per servizi e interventi di cura alla persona. Questa sinergia richiederà un profondo rinnovamento nei metodi di lavoro e nelle relazioni ed implicherà l’introduzione di nuovi strumenti di valutazione dei cambiamenti ottenuti e dei risultati prodotti che superino la consueta e consolidata modalità di rendicontazione.
Art. 3 – Ente Capofila
I Comuni sottoscrittori del presente Accordo, così come deliberato dai Consigli Comunali e dall’Assemblea dei sindaci, individuano il Comune di Pioltello quale Ente Capofila responsabile dell’attuazione del presente Accordo. l’Ente Capofila opera vincolato nell’esecutività al mandato dell’Assemblea dei sindaci di Ambito distrettuale ed adotta ogni atto di competenza per l’attuazione del presente Accordo di Programma nel rispetto degli indirizzi espressi dall’Assemblea distrettuale dei Sindaci e delle competenze gestionali attribuite al personale preposto per l’attuazione del Piano di Zona.
L’Ente capofila svolge la funzione di coordinamento dell’attuazione del Piano di Zona e di gestione delle risorse complessive necessarie e dei finanziamenti disponibili.
Il comune di Pioltello viene individuato Capofila ai sensi della convenzione intercomunale approvata dai Consigli Comunali dei comuni aderenti con le deliberazioni di consiglio n.
Art. 4 – Territorio oggetto della programmazione e soggetti sottoscrittori
Sono soggetti sottoscrittori del presente Accordo:
le Amministrazioni comunali di:
• Città di Pioltello
• Comune di Rodano
• Città di Segrate
• Comune di Vimodrone
che compongono l’Ambito distrettuale n. 3 di Pioltello – Est Milano
• l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Melegnano Martesana
• l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Città Metropolitana di Milano, rappresentata dal Direttore Generale, xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxx.
• Città Metropolitana che detiene l’Osservatorio giovani delle politiche giovanili
• Forum sub provinciale del Terzo Settore dell’Adda Martesana
Potranno aderire all’Accordo anche tutti i soggetti di cui all’art. 18 c. 7 L.R. 3/2008.
Allo scopo di assicurare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra tutti i soggetti costituenti la rete locale dei servizi, e per individuare un contesto adeguato a formulare rappresentanze, saranno garantite modalità di consultazione stabili e periodiche degli aderenti al Piano di Zona.
Art. 5 – L’Ufficio di Piano
L’Ufficio di Piano è individuato, ai sensi dell’art. 18, comma 10, della L.R. 3/2008, come la struttura tecnico-amministrativa cui è affidato il coordinamento degli interventi e l’istruttoria degli atti di esecuzione del Piano.
Rappresenta la struttura gestionale e tecnica a supporto dell’Assemblea dei sindaci.
Le funzioni e l’articolazione organizzativa dell’Ufficio di Piano risultano quelle formalizzate nella convenzione approvata dai Consigli Comunali dei Comuni aderenti allegata al presente accordo di programma
L’ufficio di Piano ha il ruolo di supporto tecnico e gestionale dei processi attuativi della programmazione zonale, riferiti in particolare agli obiettivi di ricomposizione e superamento della frammentazione, favorendo l’accesso ai servizi e promuovendo nuovi strumenti e azioni di welfare.
Garantisce il coordinamento operativo tra i diversi Enti e i diversi progetti.
Definisce e verifica le modalità operative per l’attuazione dell’Accordo di Programma, redige relazioni sullo stato avanzamento dei lavori per i Comuni di ambito e tiene informati i soggetti sottoscrittori sull’andamento del processo di attuazione del Piano di Zona.
Questo ruolo si integra con l’assunzione di una funzione di programmazione e orientamento delle azioni innovative e di sperimentazione.
Si interfaccia con ATS e partecipa, attraverso il suo responsabile, alla Cabina di Regia di cui all’ar- ticolo 6, comma 6, lettera f) della legge regionale n. 23/15.
Art. 6 – Impegni dei soggetti sottoscrittori
Ferme restando le competenze di ciascun sottoscrittore, le parti firmatarie del presente Accordo di Programma si impegnano:
• a realizzare, per gli aspetti di competenza, le azioni del Piano di Zona nel rispetto dei criteri e delle modalità definite nel Piano stesso;
• alla reciproca collaborazione per lo sviluppo di azioni che ampliano i soggetti coinvolti e interessati alla programmazione zonale come la scuola, il terzo settore, le organizzazioni sindacali, anche attraverso protocolli di intesa e accordi laddove ritenuto opportuno, per la più ampia e diffusa realizzazione delle azioni previste;
• a favorire, programmandola, la partecipazione dei propri operatori ai diversi tavoli tecnici di confronto, monitoraggio e valutazione della programmazione;
• a individuare le forme più opportune di scambio di dati e di informazioni utili ai processi di monitoraggio, verifica e programmazione delle iniziative in campo sociale e socio-sanitario;
• a partecipare alla messa in rete dei propri servizi, alla preparazione e attuazione di regolamenti comuni, protocolli d’intesa e progetti che verranno approvati dall’Assemblea dei Sindaci.
• Ad effettuare la valutazione d’impatto delle policy individuate riportate all’art 8
In particolare, i Comuni:
• partecipano all’Assemblea di ambito distrettuale attraverso il Sindaco o delegato;
• rendono disponibili le risorse economiche, umane e strumentali per la realizzazione degli obiettivi e delle azioni contenute nel Piano Sociale di Zona e definite annualmente dall’Assemblea dell’ambito distrettuale e supportano il consolidamento dell’Ufficio di Piano dell’Ambito;
• partecipano alle attività del Tavolo Tecnico distrettuale attraverso i Responsabili delle Politiche Sociali;
• garantiscono i Livelli Essenziali ex art. 22 della legge 328/2000 e quant’altro contenuto nell’allegato Piano di Zona.
• Collaborano alla valutazione d’impatto
L’ATS della Citta Metropolitana di Milano concorre all’integrazione sociosanitaria e assicura la coerenza nel tempo tra obiettivi regionali e obiettivi della programmazione locale.
Prioritarie saranno, al riguardo, le azioni volte ad assicurare:
• il raccordo con le ASST territorialmente competenti per le funzioni inerenti la valutazione multidimensionale, le progettazioni integrate per interventi complessi riguardanti la tutela dei minori e delle donne vittime di violenza, l’assistenza degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, il sostegno e supporto delle diverse forme di fragilità e della vulnerabilità familiare;
• la condivisione tra ATS/ ASST/erogatori di ambito sanitario e sociosanitario/ Comuni, dei percorsi per una presa incarico integrata, con particolare attenzione alla cronicità, al fine di assicurare la continuità assistenziale, anche attraverso la razionalizzazione dei processi operativi;
• lo scambio informativo e la condivisione dei dati di attività e degli interventi quali strumenti per l’esercizio efficace della governance del sistema.
• La collaborazione alla valutazione d’impatto
L’ATS si propone di realizzare tale integrazione operando a livello istituzionale, gestionale e operativo – funzionale.
Al fine di realizzare gli obiettivi di integrazione socio-sanitaria sopra espressi ATS assicurerà la “regia” nella stipula di eventuali accordi, protocolli operativi con i soggetti interessati, in relazione alle finalità da perseguire.
La ASST Melegnano Martesana concorre, per gli aspetti di competenza, all’integrazione sociosanitaria.
Prioritarie saranno, al riguardo, le azioni volte ad assicurare:
• il raccordo con l’ATS per le funzioni inerenti la valutazione multidimensionale, le progettazioni integrate per interventi complessi riguardanti la tutela dei minori e delle donne vittime di violenza, l’assistenza degli anziani non autosufficienti e dei disabili, il sostegno e supporto delle diverse forme di fragilità e della vulnerabilità familiare;
• la condivisione con ATS, gli erogatori di ambito sanitario e sociosanitario ed i Comuni dei percorsi per una presa incarico integrata, con particolare attenzione alla cronicità, al fine di assicurare la continuità assistenziale, anche attraverso la razionalizzazione dei processi operativi;
• lo scambio informativo e la condivisione dei dati di attività e degli interventi quali strumenti per l’esercizio efficace della governance del sistema.
• La collaborazione alla valutazione d’impatto
La Città Metropolitana di Milano concorre sul tema delle politiche giovanili, avvalendosi del proprio Osservatorio metropolitano giovani, alla costruzione graduale di una rete che sappia mettere a sistema e garantire connessioni, sinergie e continuità alle varie risorse/esperienze/opportunità esistenti nei singoli territori, con l’obiettivo di riportare i giovani al centro della programmazione distrettuale, anche in un’ottica sovra locale. In particolare intende supportare lo sviluppo della governance locale e dei processi di implementazione dei progetti di politiche giovanili.
Il Forum sub Provinciale del Terzo Settore dell’Adda Martesana
Da diversi anni, il Forum Terzo Settore sviluppa un raccordo con le Pubbliche Amministrazioni, volto alla promozione del welfare generativo e alla promozione della partecipazione del Terzo Settore anche ai livelli distrettuali.
Il Forum Subprovinciale del Terzo Settore dell’Adda Martesana si impegna a:
-contribuire alla programmazione, il monitoraggio e la realizzazione delle azioni contenute nel Documento di Piano attraverso una presenza consulenziale fornita ai livelli di governace del Piano di Zona;
-supportare e favorire l’aggregazione alla rete dei soggetti del Terzo Settore che operano a livello locale in ottica di partecipazione ai processi di coprogrammazione e coprogettazione distrettuali;
-promuovere lo scambio e la connessione con eventuali iniziative sviluppate a livello metropolitano e regionale rispetto alla promozione del Terzo Settore.
gli Enti aderenti al presente Accordo:
forniscono la disponibilità alla programmazione e realizzazione delle azioni e dei servizi ricompresi nella progettualità del Piano di Zona, nonché al loro monitoraggio e verifica, attraverso la partecipazione ai tavoli di area ed a eventuali gruppi di lavoro;
- danno disponibilità a procedure di qualificazione, accreditamento, collaborazione volte alla realizzazione del Piano di Zona;
- si impegnano a contribuire al percorso di programmazione e monitoraggio degli obiettivi del Piano di Zona mediante la partecipazione alle consultazioni convocate periodicamente dall’Ufficio di Piano;
- concorrono con proprie risorse, come previsto dalla legge n. 328/2000, secondo le opportunità offerte dalle proprie forme giuridiche e dalla singola azione di Piano, e comunque partecipando al processo di programmazione e di verifica con propri aderenti o proprio personale.
Art. 7. Criterio premiale per la programmazione sovrazonale.
Ai sensi della DGR 4563/2021 L’ambito n. 3 di Pioltello in co-progettazione e co-relazione con l’ambito n. 4 di Cernusco Sul Naviglio, n. 5 di Melzo e n. 8 di Trezzo sull’Adda intendono presentare i seguenti progetti innovativi:
− ATTIVAbili: facciamo squadra contro le povertà
− Politiche sovradistrettuali per l’abitare
− Comunità digitale
Art. 8 – Valutazione d’impatto
I soggetti firmatari, si impegnano ai sensi della DGR 4563/2021, ad effettuare la valutazione d’impatto sulle tre policy individuate nella cabina di regia del 8 settembre 2021 .
1) Agevolare lo sviluppo di una comunità sensibile e proattiva e attraverso il potenziamento delle competenze delle reti nei confronti della disparità di genere con particolare attenzione alle situazioni di violenza domestica. Favorendo l’accesso, la capacità di protezione e sviluppando l’empowerment delle donne vittime di violenza
2) Utilizzare la misura del Reddito di cittadinanza per strutturare un sistema integrato territoriale e forme di governance multiattoriali. Prevedere un approccio globale alla povertà (bisogni quali ad esempio, abitazione, lavoro, povertà genitoriale, gestione finanziaria, ecc) e valorizzare la dimensione comunitaria/locale.
3) il supporto alla progettazione individualizzata per le persone adulte con disabilità. Prevedendo :
• percorsi di integrazione ed inclusione che accompagnino la persona con disabilità/famiglia, sulla base dell’evoluzione dei bisogni, delle aspettative e dei desideri personali, nel corso complessivo della vita.
• modalità di presa in carico che rendano la persona con disabilità protagonista e partecipe della costruzione del suo progetto
• di avvalersi al meglio delle risorse collettive del territorio,risorse individuali e il sistema dei sostegni (Misure Regionali e Comunali)
• di contrastare la frammentazione degli interventi e della gestione delle risorse pubbliche e private
individuano almeno un referente per ente che partecipi all’elaborazione metodologica e alle diverse fasi previste dal piano di valutazione allegato 3 al presente accordo di programma.
Art. 9 – Integrazione sociosanitaria
Per integrazione sociosanitaria si devono intendere “tutte le attività atte a soddisfare, mediante un complesso processo assistenziale, bisogni di salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la continuità di cura e quelle di riabilitazione”. Nel nuovo contesto la multidimensionalità del bisogno richiede necessariamente la programmazione di risposte sociosanitarie pensate in modo trasversale. La necessità di potenziare la filiera integrata dei servizi sociali e sanitari rende essenziale un miglior funzionamento delle modalità di lavoro congiunto tra Ambiti territoriali, ATS, ASST e gli attori sociali interessati. È necessario quindi proseguire nell’implementazione di un sistema che risponda ai “bisogni di ascolto, cura, sostegno e presa in carico” a sostegno della centralità della persona e della sua famiglia, attraverso una maggiore prossimità dei servizi, una presa in carico sempre più integrata e una continuità assistenziale per le persone.
Pertanto in questa nuova triennalità si dovrà tendere al superamento delle attuali forme di collaborazione, definendo un contesto istituzionale più autonomo e più forte a supporto:
1. dei processi di ricomposizione dell’integrazione delle risorse (delle ATS, delle ASST, dei Comuni e delle famiglie);
2. delle conoscenze (dati e informazioni sui bisogni, sulle risorse e dell’offerta locale);
3. degli interventi e servizi (costituzione di punti di riferimento integrati, di luoghi di accesso e governo dei servizi riconosciuti e legittimati) in ambito socioassistenziale e sociosanitario.
L’integrazione sociosanitaria trova declinazione, in continuità con le azioni in atto e tenuto conto dell’evoluzione dei bisogni e del contesto di riferimento, nello specifico documento, Allegato 2 del presente Accordo di Programma.
Art. 10 – Collaborazione con il Terzo Settore
Il sistema di governance della programmazione sociale, riconosce e valorizza il confronto con le realtà sociali del Terzo settore presenti nel territorio dell’Ambito, attraverso la costituzione di tavoli tecnici istituzionalizzati.
In particolare, la collaborazione con il Terzo settore è finalizzata a implementare politiche sociali in grado di affrontare territorialmente il tema della lotta alla vulnerabilità e il rafforzamento dell’inclusione sociale, anche attraverso co-progettazione e co-realizzazione e partenariato.
Art. 11- Organi di governo del Piano di Zona
Le funzioni di governo del Piano di Zona vengono esercitate attraverso gli organismi di partecipazione e gestione indicati nel Piano di Zona allegato e nello specifico:
• Assemblea intercomunale del Distretto Sociale Est Milano
• Tavolo tecnico
• Ufficio di piano
• Tavolo operatori sociali suddivisi per aree e progetti
• Tavoli di area per la progettazione partecipata
- Area non autosufficienza e salute mentale
- Area minori e famiglie - politiche scolastiche e educative
- Area inclusione sociale, povertà e immigrazione
• Comitato promotore della comunità generativa Adda Martesana
• Tavoli di coordinamento degli uffici di piano dell’Adda Martesana
• Cabine di regia unificata e territoriale ATS e XXXX Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
La Cabina di Regia ex art. 6, comma 6, della L.r. 23/2015, articolata e regolamentata con la deliberazione della ATS n. 295 del 23/3/2017, si configura come strumento per l’istruttoria tecnica interistituzionale dell’attuazione del presente Accordo, la verifica, il confronto relativi agli aspetti attinenti l’attuazione gli impegni del presente Accordo, con il compito, in particolare, di assicurare l’integrazione della rete socio-sanitaria con quella sociale, in modo da garantire continuità nel soddisfacimento dei bisogni sanitari, sociosanitari e sociali espressi dal territorio
Art. 12 - Risorse
Le risorse economiche per l’attuazione del Piano di zona si riferiscono al budget costituito da finanziamenti statali, regionali e comunali e da ogni altra risorsa Comunitaria. Laddove previsto anche dai proventi del concorso finanziario degli utenti alla spesa
I soggetti sottoscrittori convengono che le risorse finanziarie previste per l’attuazione del Piano di Zona siano destinate all’Ente Capofila, che ne assicurerà la gestione con propri atti amministrativi nei termini stabiliti dal Piano di Zona, nel rispetto delle normative in materia e secondo le disposizioni degli organi di governo e di gestione del Piano di Zona.
Il piano finanziario di ciascun esercizio verrà approvato dall’Assemblea Intercomunale del Distretto Sociale Est Milano, definisce anche le eventuali risorse di compartecipazione che i singoli soggetti firmatari impegnano per la realizzazione del Piano di Zona e vincola i medesimi all’adempimento degli obblighi finanziari per ciascuno previsti, con i tempi e le modalità che verranno stabilite.
Art. 13 – Monitoraggio e Verifica
L’Assemblea dei Sindaci è responsabile del monitoraggio e della verifica degli obiettivi, dell’allocazione delle risorse, in relazione con gli obiettivi del Piano e delle priorità.
La vigilanza sull’esecuzione dell’Accordo di Programma è svolta da un Collegio composto da un rappresentante designato, con proprio atto successivo all’adozione del presente Accordo, da ciascuno degli enti firmatari. Il collegio elegge tra i suoi componenti un Presidente.
L’Ufficio di Piano provvede a fornire al collegio il supporto tecnico necessario.
Può essere convocato su richiesta di qualunque Ente o soggetto aderente. Svolge funzione di prima conciliazione di contenziosi o di ricorsi da parte di sottoscrittori, aderenti o soggetti privati, su cui si pronuncia, anche sentite le parti, nel termine di 30 giorni.
Per la risoluzione di eventuali controversie insorte durante le fasi di attuazione del Piano di Zona e non composte bonariamente, ai sensi dell’art. 34 comma 2, legge 267/2000 si farà ricorso all’arbitrato.
La votazione del Collegio di Xxxxxxxxx avviene a maggioranza assoluta
Art. 14 Verifiche e aggiornamento
L’Assemblea dei Sindaci del Distretto si riunisce minimo 10 volte all’anno per procedere alla verifica ed eventuale aggiornamento del Piano in funzione degli obiettivi raggiunti e alle nuove esigenze che emergeranno, adottando gli eventuali adeguamenti e, nel caso, procedere al coinvolgimento di nuovi attori nel processo di realizzazione del Piano.
L’Ufficio di Piano, anche con il coinvolgimento del Tavolo Tecnico e dei Tavoli di programmazione con il terzo settore, riferirà all’Assemblea dei Sindaci distrettuale in merito a verifiche di sistema e proposte di miglioramento e di sviluppo.
Art. 15 – Durata dell’Accordo e responsabilità della sua attuazione
Il presente Accordo di Programma, conformemente alla durata del Piano di Zona, decorre a partire dalla sua sottoscrizione e fino al 31 dicembre 2023 salvo eventuali proroghe disposte da Regione Lombardia e fino all’approvazione di un nuovo accordo di programma
Il Responsabile dell’attuazione dell’Accordo di programma è individuato nella figura del Responsabile dell’Ufficio di Piano.
Data
Letto, confermato, datato e sottoscritto digitalmente
Città Metropolitana
Consigliere delegato alle politiche Giovanili, Rapporto con sistema delle Università, progetto ForestaMi
Xxxxxxx Xxxxxxx
Al presente Accordo di Programma potranno aderire tutti i soggetti di cui all’art. 18 c. 7 L.R. 3/2008.
Allegato 1 : Convenzione intercomunale per l’attuazione del piano di zona 2021/2023 Allegato 2 : Documento di Piano
Allegato 3 : Obiettivi e percorsi di integrazione socio-sanitaria condivisi
Allegato 4: Piano di valutazione d’impatto policy
Distretto di Pioltello – Documento di Piano 2021-2023 4
I. INTRODUZIONE 4
II. GOVERNANCE DEL PIANO DI ZONA 4
III. STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL PIANO DI ZONA 5
1. ESITI DELLA PROGRAMMAZIONE ZONALE 2018-2020 8
1.1 Priorità e obiettivi di piano 8
1.2 Schema di valutazione 9
1.3 Valutazione degli obiettivi di piano 10
1.3.1 Azioni di sistema 10
1.3.2 Non autosufficienza 13
1.3.3 Salute Mentale 19
1.3.4 Xxxxxx e Famiglie 20
1.3.5 Prima Infanzia 21
1.3.6 Politiche Giovanili 21
1.3.7 Inclusione Sociale, Emarginazione, Povertà e Immigrazione 22
2. DATI DI CONTESTO E QUADRO DELLA CONOSCENZA 26
2.1 Popolazione e indici demografici 26
2.2 La popolazione anziana e gli anziani soli 27
2.3 Popolazione straniera 28
2.4 Lavoro e occupazione 28
2.5 Risorse impiegate nel settore sociale 30
3. ANALISI DEI SOGGETTI E DELLE RETI PRESENTI SUL TERRITORIO 32
3.1 Rete di offerta sanitaria, sociosanitaria e socioassistenziale 32
3.2 I SOGGETTI E I NETWORK ATTIVI SUL TERRITORIO 32
3.3 Le risorse del territorio evidenziate nei tavoli di co-progettazione 33
3.3.1 Tavolo inclusione 33
3.3.2 Tavolo minori e famiglie 33
3.3.3. Tavolo Non Autosufficienza 34
4. ANALISI DEI BISOGNI E ILLUSTRAZIONE DELLE MOTIVAZIONI ALLA BASE DELLA SCELTA RIGUARDO ALLE AREE INDIVIDUATE PER LA PROGRAMMAZIONE 35
4.1 Utenza dei servizi 35
4.2 Il contributo degli stakeholder all’analisi dei bisogni 37
4.2.1 I RISULTATI DEL QUESTIONARIO PRELIMINARE 37
4.2.2 Dimensioni di bisogno trasversali 39
4.2.3 Dimensioni di bisogno specifiche 39
4.2.4 I risultati dei tavoli di co-programmazione 40
4.2.5 Analisi delle dimensioni trasversali relative a bisogni, mancanze, criticità 43
4.3 Illustrazione delle motivazioni alla base della scelta riguardo alle aree individuate per la programmazione 44
5. INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI (DEL SINGOLO AMBITO E DI DISTRETTO) DELLA PROGRAMMAZIONE
2021-2023 46
5.1 Nuovi obiettivi 46
5.1.1 Area Non Autosufficienza 46
5.1.2 Area Minori e Famiglia 54
5.1.3 Area Inclusione Sociale 58
5.2. Obiettivi sovra zonali 65
5.2.1 ATTIVAbili: facciamo squadra contro le povertà 65
5.2.2 Politiche sovra distrettuali per l’abitare 66
5.2.3 La comunità digitale 66
5.3 Obiettivi in continuità con la triennalità precedente 67
5.3.1 Area non autosufficienza 67
5.3.2 Area inclusione sociale e povertà 75
6. DEFINIZIONE DI UN SISTEMA PER LA VALUTAZIONE DELLE POLITICHE E DELLE AZIONI, ATTRAVERSO LA DETERMINAZIONE DI INDICATORI DI RISULTATO QUANTITATIVI E QUALITATIVI 87
6.1 Impianto metodologico 87
6.2 Approccio metodologico 88
6.3 Tecniche 88
6.4 Risorse strumentali per la raccolta dati 89
6.5 Risorse umane 89
6.6 Cronoprogramma 90
7. PRESENTAZIONE DEI PROGETTI E DEI PERCORSI DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA COSTRUITI CON ATS E ASST 91
Distretto di Pioltello – Documento di Piano 2021-2023
I. Introduzione
L’avvio della nuova programmazione per il triennio 2021/23 vede un quadro di contesto mutato e fortemente condizionato dall’impatto che la pandemia da Coronavirus ha avuto sul nostro territorio e dalle ripercussioni che la stessa ha determinato a livello sociale, sanitario e sociosanitario.
Un primo risvolto a breve-medio termine è stato reso evidente da una riorganizzazione e riprogrammazione dei servizi, anche a livello sociale, per dare una risposta immediata ai bisogni emersi durante la pandemia. Un secondo, in ottica di medio-lungo periodo, riguarda i cambiamenti che si sono verificati nei territori e che dovranno essere considerati nella programmazione locale dei prossimi anni per dare risposte alle necessità e alle nuove fragilità della popolazione emerse durante l’emergenza sanitaria.
Il periodo pandemico ha messo in luce la necessità di fornire ai cittadini risposte immediate ed urgenti, in prima istanza di rilievo sanitario e quindi a livello sociale e sociosanitario, evidenziando quanto il lavoro congiunto tra i diversi servizi e la continuità degli interventi sia determinante per offrire una risposta adeguata a bisogni sempre più multidimensionali.
La gestione dell’emergenza sul campo ha rimarcato la necessità di potenziare la filiera integrata dei servizi sociali oltre che sanitari sul territorio, individuando un’articolazione territoriale operativa più idonea nel garantire un lavoro congiunto in primis tra Comuni/Ambiti, ATS, ASST e, in seguito, attraverso il coinvolgimento, in senso sussidiario, degli altri soggetti del territorio (Terzo Settore, volontariato, ecc.) che a vario titolo operano in ambito sanitario, sociosanitario e sociale, promuovendo policies comuni che portino alla programmazione e alla realizzazione di progettualità trasversali.
Il presente documento di Piano 2021-2023 è stato redatto in base al format fornito da Regione Lombardia e alle indicazioni contenute nelle “Linee di indirizzo per la programmazione sociale territoriale per il Triennio 2021-2023”, di cui alla Delibera di Giunta della Regione Lombardia numero 4563 del 19 aprile 2021.
Esso riporta in modo sintetico gli esiti della programmazione zonale 2018-2020, i principali dati di contesto e la ricostruzione del quadro della conoscenza del territorio, l’analisi dei bisogni, delle risposte ai bisogni, nonché dei soggetti e della rete presente sul territorio, il sistema per la valutazione delle politiche e delle azioni e, in modo più dettagliato, gli obiettivi e le azioni condivise a livello di Ambito territoriale; infine, è riportata una sintesi dei progetti che l’Ambito territoriale intende sviluppare in questa triennalità di programmazione in risposta a tre obiettivi strategici posti dalla sopraccitata DGR.
II. Governance del Piano di Zona
I soggetti coinvolti nella programmazione sociale locale sono:
• I Comuni associati, che provvedono, ai sensi dell’art. 19 – comma 1- della L. 328/00 a definire il Piano di Zona Sociale.
• La Regione Lombardia, ai sensi dell’art. 8 della 328/00, che esercita le funzioni di programmazione, coordinamento ed indirizzo degli interventi sociali.
• ASST Melegnano Martesana
• ATS Milano e città Metropolitana
• L’azienda ospedaliera di Melegnano, competente per l’area del distretto sociale est Milano, in particolare con il dipartimento Salute mentale
• ll Ministero di Grazia e Giustizia, attraverso l’U.E.P.E. (Unità Esecuzione Penale Esterna) e l’USSM (Ufficio Servizi Sociali per Minorenni)
• Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca attraverso l’Ufficio Provinciale Scolastico (ex Provveditorato agli studi) e gli Istituti scolastici del Distretto Sociale.
• L’associazionismo, la cooperazione sociale ed i soggetti individuati dall’ art. 1 comma 4 della legge 328/2000 e dalla riforma del terzo settore;
• Il settore profit dell’assistenza sociale e sociosanitaria
• Le realtà produttive del territorio
• Le Fondazioni
• Le Aziende Speciali dei Comuni afferenti al Distretto Sociale Est
• Le organizzazioni di categoria del tessuto economico imprenditoriale di riferimento
• Le organizzazioni sindacali confederali
III. Struttura organizzativa del Piano di Zona
La struttura organizzativa del Piano di Zona è così composta:
• Assemblea intercomunale del Distretto Sociale Est Milano
• Tavolo tecnico
• Ufficio di piano
• Tavolo operatori sociali suddivisi per aree e progetti
• Tavoli di area per la progettazione partecipata
- Area non autosufficienza e salute mentale
- Area minori e famiglie - politiche scolastiche e educative
- Area inclusione sociale, povertà e immigrazione
• Comitato promotore della comunità generativa Adda Martesana
• Tavoli di coordinamento degli uffici di piano dell’Adda Martesana
• Cabine di regia unificata e territoriale ATS e XXXX Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
Assemblea Intercomunale del Distretto Sociale Est Milano
È composta da:
• Il Presidente dell’Assemblea (ovvero il Sindaco, o suo delegato, del Comune capofila);
• I Sindaci, o loro delegati, dei Comuni afferenti all’Ambito Territoriale.
Partecipano inoltre, in forma consultiva, come componenti stabili all’Assemblea:
• Due rappresentanti eletti dal Forum del terzo settore
• Il Direttore Sociale del Dipartimento A.S.S.I. dell’ATS o suo delegato;
• Il Direttore del Distretto sociosanitario o suo delegato;
• Il Direttore del Dipartimento Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera di Milano o suo delegato.
Funzioni dell’Assemblea Intercomunale del Distretto sociale Est Milano:
• L’Assemblea ha compiti esecutivi, di indirizzo e controllo sull’attuazione del Piano di Zona Sociale;
• Delibera in merito agli interventi di competenza del Piano di Zona;
• Individua gli obiettivi locali e determina le priorità, sulla base dei documenti elaborati dal Tavolo Tecnico e dall’Ufficio di Piano, di concerto con i Tavoli di Area ed i Gruppi di lavoro Tecnico degli operatori comunali;
• Coordina gli obiettivi politici dei singoli territori tra loro e con le politiche sociali, sanitarie, educativo- formative, occupazionali e di politica territoriale individuate a livello sovra distrettuale;
• Definisce l’assetto organizzativo idoneo alla migliore attuazione del Piano di Zona;
• Include in forma consultiva, nella ricerca di metodi e strumenti per l’integrazione delle politiche, i responsabili e/o loro delegati dell’A.S.L., della A.O., i rappresentanti delle scuole del territorio, i rappresentanti del tessuto produttivo territoriale ed i rappresentanti dei lavoratori.
Inoltre, l’Assemblea partecipa al percorso di analisi, programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi previsti, in modo complementare alla struttura tecnico-operativa, composta dal Tavolo Tecnico e dall’Ufficio di Piano.
Tavolo Tecnico e Ufficio di Piano
Il Tavolo Tecnico e l’Ufficio di Piano svolgono una funzione complementare.
Il TAVOLO TECNICO persegue l’obiettivo di declinare le linee di indirizzo individuate dall’Assemblea dei Sindaci di Ambito allo scopo di garantire condizioni tecnico amministrative, di scelta metodologica e di rispettare le caratteristiche e le condizioni secondo il modello di welfare in programmi fortemente caratterizzati in termini attuativi
Composizione: dirigenti/responsabili dei servizi sociali afferenti al Distretto; rappresentanza del Terzo Settore con funzione consultiva
Coordinamento: responsabile Ufficio di Piano o suo delegato
L’UFFICIO DI PIANO è la struttura tecnico-amministrativa di supporto e di coordinamento alla realizzazione delle attività previste dal documento di programmazione, monitoraggio e valutazione dell’impatto delle scelte del Piano di Zona rispetto la comunità. È il soggetto strategico per rafforzare e qualificare le forme di integrazione tra i soggetti del welfare locale, ponendosi come promotore di connessioni e di opportunità per gli altri soggetti. Inoltre, è l’organo stabile di rappresentanza dei Comuni dell’Ambito nei confronti delle altre amministrazioni pubbliche, delle persone fisiche e giuridiche e degli altri soggetti di diritto.
Il Coordinatore Responsabile dell’Ufficio di Piano partecipa, inoltre, stabilmente ai lavori della Cabina di Regia Unificata della ATS Milano e Città Metropolitana e della Cabina di Regia Territoriale dell’ASST Melegnano e Martesana.
Tavolo operatori sociali suddivisi per aree e progetti
Il tavolo degli operatori sociali comunali ha un ruolo di approfondimento, studio e proposte relative alle aree specifiche di intervento. Analizza le proposte emergenti dei tavoli di area e supporta il tavolo tecnico e l’assemblea intercomunale.
È composto, per ogni area di interventi, in forma stabile, da un assistente sociale dell’ufficio di piano e da un operatore sociale dei comuni afferenti al Distretto
Tavoli di area per la progettazione partecipata
I tavoli di area per la progettazione partecipata sono composti da tutti gli organismi del Terzo Settore, associazionismo, associazioni di categoria, rappresentanti sindacali e i rappresentanti degli enti pubblici territoriali (Comune, ASST, ATS ecc.).
I tavoli sono i seguenti:
• Xxxxxx non autosufficienza e salute mentale
• Tavolo minori e famiglie - politiche scolastiche ed educative
• Tavolo inclusione sociale, povertà e immigrazione
Il coordinatore dei tavoli sarà un membro del tavolo tecnico o suo delegato e un rappresentante designato dai componenti del tavolo stesso.
I compiti dei tavoli d’area saranno:
• Monitoraggio e verifica delle azioni di sviluppo del piano;
• Analisi delle risorse del territorio e delle reti esistenti;
• Raccolta dei bisogni emergenti;
• Elaborazione di proposte, progetti e servizi;
• Partecipazione alla costituzione e mantenimento delle reti territoriali.
Comitato promotore della comunità generativa Adda Martesana
Il Comitato promotore è uno snodo di governance partecipata che ha la finalità di favorire il radicamento sul territorio Adda Martesana di prassi generative nella costruzione e gestione delle Politiche Sociali, promuovendo occasioni che consentono di far esercitare continuamente la rete dei servizi e la comunità territoriale nell’applicazione di paradigmi della generatività.
Il Comitato è composto dai responsabili degli Uffici di Piano degli Ambiti facenti parte dell’area omogenea Adda-Martesana (Ambito 3 Pioltello, Ambito 4 Cernusco s/N, Ambito 5 Melzo, Ambito 8 Trezzo sull’Adda) e/o loro delegati, da referenti ATS e ASST, da referenti del Forum terzo settore Martesana, dal CIESSEVI, da Fondazione Comunità Milano.
Tavoli di coordinamento degli uffici di piano dell’Adda Martesana
È composto dai Responsabili dei quattro Uffici di Piano dell’Adda Martesana. Rappresenta il luogo istituzionale del confronto, analisi e progettazione su temi trasversali.
Fornisce il supporto tecnico agli organismi tecnici e politici della governance del piano, elaborando anche linee progettuali sovra distrettuali.
Cabine di regia unificata e territoriale ATS e XXXX Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
La cabina di regia unificata garantisce la programmazione, il governo, il monitoraggio e la verifica degli interventi sociosanitari e sociali erogati; è dedicata a presidiare aree comuni d’intervento e allo sviluppo di un approccio integrato alla presa in carico dei bisogni espressi dalle persone evitando duplicazioni e frammentazione nell’utilizzo delle risorse e nell’erogazione degli interventi e contestualmente garantendone l’appropriatezza.
• Composizione: ATS /ASST/ Responsabili Uffici di Piano
• Coordinamento: ATS
L’assetto di questa cabina di regia non tiene conto delle nuove linee apportate dalla legge 22/2021 quindi potrà subire variazioni in base al nuovo assetto sociosanitario lombardo.
1. Esiti della programmazione zonale 2018-2020
In questa prima sezione sono dapprima riepilogati gli obiettivi e le azioni di piano previsti per il triennio 2018-2020 e viene quindi illustrata la griglia di valutazione contenuta nelle Linee di indirizzo di cui alla DGR 4563/2021; nel seguito, la griglia viene applicata a ognuno delle azioni e obiettivi di piano.
1.1 Priorità e obiettivi di piano
Le azioni e gli obiettivi individuati dal Piano di Zona (di seguito PdZ) per il triennio 2015-2017, successivamente prorogati per il triennio 2018-2020 sono di seguito elencati, suddivisi nelle macroaree di riferimento.
Azioni di sistema
• Presidiare e coordinare il sistema di governance
• Garantire le funzioni di integrazione sociosanitaria con ASL e Azienda Ospedaliera
• Coordinamento e messa a sistema del Segretariato sociale
• Proseguire il percorso di omogeneizzazione delle prestazioni e dei servizi comunali
• Ampliamento delle gestioni associate/coordinate
• Disciplinare gli ambiti e le modalità di applicazione del nuovo ISEE
• Rafforzamento degli ambiti di attuazione dell'integrazione sociosanitaria Non autosufficienza
• Sostegno alle reti parentali
• Qualificazione e regolarizzazione del lavoro di cura privato
• Consolidare il sistema distrettuale di protezione giuridica
• Attuare un modello di valutazione integrata del bisogno delle persone fragili
• Uniformare a livello interdistrettuale i criteri e gli interventi a sostegno delle persone fragili
• Gestione distrettuale Servizio Trasporto sociale
• Sostenere e potenziare i progetti di supporto educativo mirati a favorire la piena inclusione scolastica dei minori disabili
Salute Mentale
• Sviluppare modalità di lavoro integrato con il DSM (Dipartimento Salute Mentale)
• Garantire un supporto domiciliare qualificato a carattere socioassistenziale e educativo nell’ambito di progetti di presa in carico condivisi con CPS
• Sviluppare la rete di comunità Minori e Famiglie
• Azioni di rete dei servizi tutela minori
• Rete di comunità
• Azioni di razionalizzazione spesa derivante dal collocamento minori in comunità
• Azioni di ampliamento capacità di intervento tutela minori / potenziare e qualificare
• Collaborazione con servizio UONPIA
Prima Infanzia
• Azioni di governance distrettuale
• Azioni di sostegno alla genitorialità Politiche Giovanili
• Azioni di governance distrettuale e sovra distrettuale
• Azioni di ampliamento della rete di risposta alle istanze giovanili
• Azioni mirate di sensibilizzazione e contrasto ludopatie, uso sostanze, dipendenze, bullismo, social dipendenze, stili di vita
• Azioni a sostegno del lavoro, dell’occupazione e dell’imprenditorialità giovanile Inclusione Sociale, Emarginazione, Povertà e Immigrazione
• Azioni di contrasto alla povertà
• Azioni di sostegno all’abitare
• Immigrazione
• Azioni di contrasto alla violenza di genere
Il perseguimento di ciascun obiettivo e la realizzazione di ogni azione ha preso avvio con la programmazione relativa al triennio 2015-2017, programmazione che è stata poi prorogata per il successivo triennio 2018- 2020.
1.2 Schema di valutazione
La valutazione di ciascuno degli obiettivi elencati al capitolo precedente segue quanto previsto nelle Linee di indirizzo di cui alla DGR 4563/2021 di Regione Lombardia.
Dimensione | Output |
Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 0% – 100% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Customer satisfaction e/o analisi clima aziendale |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 0% – 100% |
Criticità rilevate | Piano di miglioramento |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì/no (motivare la risposta) |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì/no |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì/no (motivarne la scelta) |
1.3 Valutazione degli obiettivi di piano
Nel presente capitolo ciascuno degli obiettivi del PdZ è valutato secondo le dimensioni richiamate nelle Linee di indirizzo di cui alla DGR 4563/2021 di Regione Lombardia.
Poiché gli obiettivi del PdZ 2015-17 sono stati prorogati anche per il triennio 2018-20, alla domanda “L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)?” si è risposto con riferimento al precedente Piano di Zona, relativo al triennio 2012-2014.
All’inizio del secondo triennio (primavera 2018), data la scarsità di personale, la realizzazione degli obiettivi del PdZ ha subito importanti rallentamenti; inoltre, dal 2019 l’Ufficio di Piano (UdP) è stato gradualmente re-integrato con nuovo personale, con la costituzione di una nuova equipe di lavoro, che si è occupata principalmente di far fronte a
• necessità di formazione e riorganizzazione interna,
• continuità degli interventi e dei servizi in gestione associata,
• adempimenti propri di Ambito.
Occorre infine evidenziare come l’emergenza sanitaria si sia tradotta in un aggravamento della situazione economica e sociale dei cittadini, accrescendo progressivamente i bisogni a fronte dell’impoverimento delle famiglie, diventate più vulnerabili e meno capaci di rispondere con soluzioni concrete e autonome alle esigenze evolutive di conciliazione e cura, di crescita e di sussistenza. Questo ha richiesto un numero sempre maggiore di interventi straordinari che hanno ulteriormente limitato la possibilità di perseguire gli obiettivi di un PdZ di fatto non più allineato ai contingenti ed emergenziali bisogni della popolazione.
1.3.1 Azioni di sistema
L’area comprende i seguenti obiettivi:
• Presidiare e coordinare il sistema di governance (A);
• Garantire le funzioni di integrazione sociosanitaria con ASL e Azienda Ospedaliera (B);
• Coordinamento e messa a sistema del Segretariato sociale (C);
• Proseguire il percorso di omogeneizzazione delle prestazioni e dei servizi comunali (D);
• Ampliamento delle gestioni associate/coordinate (E);
• Disciplinare gli ambiti x xx xxxxxxxx xx xxxxxxxxxxxx xxx xxxxx XXXX (X);
• Rafforzamento degli ambiti di attuazione dell'integrazione sociosanitaria (G).
Ai fini della valutazione delle azioni di sistema, si reputa funzionale accorpare gli obiettivi come segue:
• Governance e integrazione (obiettivi A, B, G);
• Avvio e potenziamento di servizi distrettuali in gestione associata (obiettivi C ed E);
• Omogeneizzazione di prestazioni e servizi indifferibili anche tramite l’applicazione del nuovo regolamento ISEE (obiettivi D ed F).
Governance e integrazione
Dimensione | Output |
Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 70% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non pertinente |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 70% |
Criticità rilevate | Gli obiettivi di governance hanno implicato un’attenzione specifica da parte dell’Ambito e un dispiegamento di energie notevoli (rispetto a quelle disponibili) che, nonostante gli sforzi, non hanno consentito di raggiungere completamente gli obiettivi prefissati. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, in quanto il lavoro stabile del livello politico, integrato dai rappresentanti del Terzo Settore e col costante presidio del livello tecnico dei Comuni (sia a livello di coordinamento, sia operativo) ha consentito di sostenere un sistema di governance capace di compensare le criticità strutturali emerse nel corso dei due trienni (avvicendamento del personale dell’UdP). |
Inoltre, è stata data priorità alla collaborazione con i Comuni di Ambito, i soggetti del Terzo Settore aderenti al PdZ, i Distretti Sociali dell’Adda Martesana (ex D4, 5 e 8), il Comitato Promotore della Comunità Generativa (costituitosi a fine triennio 2015-2017 dopo gli Stati Generali) unitamente a tutto il Forum del Terzo Settore Adda Martesana, l’ATS (Cabina di Regia unificata e Melegnano Martesana), l’ASST, Città Metropolitana, la Regione, il Ministero Lavoro e Politiche Sociali. Lo sforzo profuso dall’UdP nel presidiare i luoghi di governance, seppur non rispondente agli standard previsti in condizioni di normalità, ha determinato: | |
· la partecipazione attiva di tutti i soggetti della Rete, anche in modalità diverse da quelle previste in origine, ma ridefinite in base a nuovi focus di attenzione emersi in itinere, soprattutto congruenti con la riforma del sistema sociosanitario in Lombardia (LR 23/2015); | |
· il mantenimento in vita dell’identità e del senso di appartenenza territoriale di tutti i soggetti attivi nel sistema di governance, a sostegno di una fase critica; | |
· la ridefinizione degli obiettivi prioritari in |
relazione ai limiti operativi indotti dalle necessità di qualificazione delle competenze della nuova equipe dell’UdP. | |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, solo a seguito della condivisione dei bisogni emergenziali del territorio, rappresentati e condivisi da tutti i livelli della governance coinvolti in fase di co-programmazione e definizione del documento di piano 2021-2023. |
Avvio e potenziamento di servizi distrettuali in gestione associata
Dimensione | Output |
Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 90% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | La parte di raccolta dati attinenti al funzionamento del segretariato sociale rimane un dato critico e un fronte debole per l’assenza di strumenti omogenei di raccolta dati nel triennio 2015/2017, aspetto implementato con l’attivazione del servizio di contrasto alla povertà finanziato dal MLPS. La gestione associata dei trasporti sociali a carattere continuativa non è stata raggiunta per i motivi descritti del presente documento nella sezione relativa alla Non Autosufficienza (voucher sociali continuativi); inoltre, occorre rilevare come la numerosità delle gare d’appalto comporti una costante dispersione di energie, evidenziando la necessità di una maggiore razionalizzazione per area tematica. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, parzialmente, in quanto l’impulso derivante dal Sistema Unico per L’abitare e dal servizio di contrasto alla povertà hanno consentito l’avvio di funzioni di Segretariato Sociale distrettuale. Inoltre, i finanziamenti hanno consentito di realizzare ambiti di formazione, confronto e omogeneizzazione degli approcci. Per quanto riguarda le gestioni associate, si è cercato di superare la frammentazione coniugando, tramite esternalizzazioni di maggiore portata, servizi attinenti alla medesima area; questo ha consentito il consolidamento della governance. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | No |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, in termini di mantenimento delle attività avviate. |
Omogeneizzazione di prestazioni e servizi indifferibili anche tramite l’applicazione del nuovo regolamento ISEE
Dimensione | Output |
Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 20% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non pertinente |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 20% |
Criticità rilevate | L’omogeneizzazione dei criteri di accesso e delle modalità di erogazione e gestione dei servizi pare non essere di particolare interesse per i Comuni di Ambito. I percorsi volti a tale obiettivo non hanno infatti prodotto i risultati attesi: ad esempio, in merito al regolamento ISEE Distrettuale, l’attività di omogeneizzazione è stata interrotta. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | No, in quanto nel corso del triennio 2015/2017 è stato avviato un percorso volto a individuare linee comuni, poi interrotto. Infatti, l’attività di indagine e analisi documentale ha fatto emergere una eterogeneità territoriale tale da ritenere non funzionale per i singoli Comuni la prosecuzione dell’attività. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | No |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | No, pur ritenendo fondamentale approfondire l’effettiva insussistenza del bisogno. |
1.3.2 Non autosufficienza
L’area ricomprende i seguenti obiettivi:
• Sostegno alle reti parentali (A);
• Qualificazione e regolarizzazione del lavoro di cura privato (B);
• Consolidare il sistema distrettuale di protezione giuridica (C);
• Attuare un modello di valutazione integrata del bisogno delle persone fragili (D);
• Uniformare a livello interdistrettuale i criteri e gli interventi a sostegno delle persone fragili (E);
• Gestione distrettuale Servizio Trasporto sociale (F);
• Sostenere e potenziare i progetti di supporto educativo mirati a favorire la piena inclusione scolastica dei minori disabili (G).
In ragione dell’omogeneità degli interventi A, D ed E, la loro valutazione è effettuata congiuntamente quali interventi afferenti al sostegno della fragilità socioassistenziale e domiciliarità.
Sostegno alla fragilità socioassistenziale e domiciliarità
Il paragrafo comprende la valutazione dei seguenti obiettivi:
• Sostegno alle reti parentali (A);
• Attuare un modello di valutazione integrata del bisogno delle persone fragili (D);
• Uniformare a livello interdistrettuale i criteri e gli interventi a sostegno delle persone fragili (E).
Occorre rilevare come gli obiettivi siano un nodo del processo di rete da potenziare: permane l’integrazione sociosanitaria e la necessità di dare concretezza e metodo ad un lavoro di sinergia e collaborazione tra Enti di diversa appartenenza, con la prospettiva condivisa di migliorare, potenziare e ricomporre l’offerta di servizi in favore della cittadinanza. Infatti, benché molte siano le collaborazioni in essere tra sistema sociale e sistema sanitario, vi è il bisogno condiviso di garantire in modo sistematico l’interazione tra i diversi Enti del comparto sociale e sanitario, individuando momenti e luoghi stabili di discussione e confronto sui principali bisogni territoriali dei cittadini, le risorse in campo, gli obiettivi e la co-programmazione di nuovi servizi o l’evoluzione di quelli esistenti.
Si evidenzia inoltre che i bisogni delle persone necessitano di risposte integrate e di azioni di intervento di sistema e prima il PON e poi il Fondo Povertà hanno consentito il potenziamento delle funzioni di segretariato sociale, l’accoglienza del bisogno e la collaborazione con il cittadino alla risposta, e di conseguenza il supporto alle famiglie.
Dimensione | Output |
Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 50% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Il nodo critico rimane il livello di reale integrazione sociosanitaria, col proseguimento dell’attuazione del documento di intesa tra ATS e ambiti per la valutazione integrata del bisogno. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, in quanto, relativamente all’implementazione annuale dei fondi derivanti dal fondo strutturale FNA (Fondo Nazionale per la non autosufficienza) il lavoro interdistrettuale ha prodotto la strutturazione di un documento volto a condividere e omogeneizzare i criteri della misura nelle parti lasciate alla facoltà degli ambiti, per uniformare a livello interdistrettuale i criteri e gli interventi a sostegno delle persone fragili. Nel 2018 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra gli ambiti territoriali di Paullo, San Xxxxxxxx Xxxxxxxx, Pioltello, Cernusco sul Naviglio, Melzo, Pieve Xxxxxxxx, Rozzano, Trezzo sull’Adda e l’ASST Melegnano e Martesana per il funzionamento |
dell’unità di valutazione multidimensionale prevista dalla dgr n. 6674 del 07/06/2017 (Dopo Di Noi) per attuare un modello di valutazione integrata del bisogno delle persone fragili. | |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì |
Qualificazione e regolarizzazione del lavoro di cura privato
Nel corso del triennio 2015/2017 lo sviluppo della normativa ha richiesto l’attivazione di confronti tesi a studiare gli interventi e reperire le risorse per ottemperare alle disposizioni. In particolare, è stato richiesto un maggior numero di aperture settimanali dello sportello e requisiti più stringenti. Nel frattempo, sono proseguite le attività secondo le modalità già in essere.
Nel 2019 l’Ambito ha aderito alla progettazione per l’implementazione degli sportelli informativi e propedeutica alla gestione del “Bonus assistenti familiari” a favore delle persone che necessitano di caregiver professionale (decreto 4597/2019).
In particolare, il Servizio nel triennio ha gestito la presa in carico sul distretto di 211 rapporti attivati nel 2017, 213 nel 2016 e 140 nel 2015.
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 70% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Nel 2019 Regione Lombardia ha messo a disposizione fondi per sostenere l’apertura dello sportello e contestualmente ha previsto fondi per le famiglie con badanti. A causa delle difficoltà di personale e procedurali, non si è risposto al bando, ma dal 2021 è in corso il processo che mira all’apertura dello sportello, che andrà a breve in affidamento. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, in quanto il progetto ha consentito il sostegno alle famiglie del distretto per quanto riguarda i servizi di assistenza alla stipula e gestione dei contratti di lavoro e la gestione del registro assistenti familiari attraverso la stipula con Saf Acli di una convenzione (maggio 2015 – giugno 2018). |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì allo scopo di sostenere l’assistenza al domicilio di persone con fragilità assistenziali e il lavoro di cura dei familiari, di offrire con il registro delle assistenti familiari, di sostenere le iniziative di formazione del personale e l’ingresso sul mercato del lavoro di cittadini e cittadine. |
Consolidare il sistema distrettuale di protezione giuridica
Sul finire del 2020, si è verificato, relativamente a diverse istanze di nomina di Amministratore di Sostegno (ADS) presentate da servizi sociali del distretto, affidate al Sindaco del distretto promotore del ricorso, il respingimento, da parte della Sezione Civile Tutele, dell’atto di delega da parte dei Sindaci all’esercizio delle funzioni di ADS in capo al responsabile dell’ufficio di Protezione Giuridica individuato tramite con gara pubblica. Tale provvedimento, limitato al solo Tribunale dei Minori di Milano, ha reso necessaria la stipula di una convenzione con il Tribunale stesso per fare sì che la nomina dell’ADS venga effettuata dal Tribunale medesimo, il quale attinge da propri elenchi. A seguito della nomina l’ADS è compensato dal Comune direttamente in base alla complessità del caso da seguire.
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 100% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Emersione nel 2020 di nuove disposizioni da parte del Tribunale per la gestione delle ADS che ha prodotto la stipula di convenzione con lo stesso Ente per la gestione di ADS. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì. Ha prodotto il consolidamento dell’attività di prossimità con i soggetti supportati da ADS, con un’estensione del servizio, nel 2019, da 23 ADS in capo all’ufficio di piano a 46 ADS, quindi assorbendo 23 ADS in cofinanziamento in capo ai Comuni ed estendendo di 7 unità le possibilità di attivazioni. Anche l’attività di sportello e orientamento e alle famiglie ha favorito il consolidamento dell’informazione sul territorio rivolto alle famiglie. In particolare, il numero di famiglie per gli ultimi cinque anni è riportato di seguito: 2015 – 36 2016 – 31 2017 – 31 2018 – 37 2019 – 36 |
2020 – 33 2021 – 32 | |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì |
Gestione distrettuale Servizio Trasporto sociale
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 70% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Difficoltà organizzative e tecnologiche legate alle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria hanno ostacolato il regolare svolgimento dei momenti di programmazione del servizio, che avrebbe dovuto arricchire lo strumento del voucher anche della possibilità di trasporto multiplo di più persone in luoghi tra loro vicini (centri diurni, riabilitazioni) e di tipo continuativo. La promozione della gestione associata continuativa dei trasporti tramite voucher non è stata sviluppata per subentrate priorità progettuali relativamente a quanto contenuto nella premessa del presente documento. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì: nei trienni 2015/2017 e 2018/2021 si è consolidata l’attività di trasporto sociale occasionale a favore dei cittadini del distretto ed implementata anche una nuova piattaforma di gestione del servizio per i Comuni e gli Enti gestori con supporto tecnico e formativo. In parallelo, con la riapertura del Bando di accreditamento vettori nel 2021 si è ampliata la platea dei fornitori con l’ingresso di ulteriori due vettori. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, in quanto l’attività di trasporto è uno dei componenti consolidati della rete dei servizi alla domiciliarità e al sostegno alle famiglie. L’obiettivo è tendere al all’ampliamento dell’offerta e modulazione dei trasporti. |
Sostenere e potenziare i progeF di supporto educativo mirati a favorire la piena inclusione scolastica dei minori disabili
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 50% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 50% |
Criticità rilevate | Per quanto attiene gli obiettivi legati all’inclusione scolastica, l’area di progetto ha risentito delle difficoltà organizzative di coinvolgimento del comparto scolastico, congiuntamente a priorità differenti subentrate nell’ambito del Piano di Zona e del personale dell’ufficio. Per quanto attiene l’aspetto legato all’assistenza educativa scolastica, l’evoluzione normativa ha modificato le competenze. Il rapporto di collaborazione tra Provincia ed Enti comunali, relativamente alle scuole superiori, si è modificato introducendo la modalità diretta di rimborso da parte delle scuole alle famiglie ed enti fornitori. È confermata invece l’erogazione da parte dei singoli Comuni dell’assistenza educativa scolastica per elementari e medie. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, parzialmente, in quanto la disponibilità dell’Ambito territoriale, dal 2014 al 2016 a collaborare con la Provincia di Milano per l’erogazione del servizio di Assistenza Educativa Scolastica a favore degli studenti con disabilità delle scuole secondarie di II grado residenti nel proprio territorio ha consentito di sostenere e promuovere l'inclusione scolastica e sociale. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, parzialmente, in quanto l’obiettivo si è ampliato e modificato, abbracciando il tema generale dell’inclusione sociale anche di adulti e il bisogno delle famiglie di trovare punti di riferimento utili per affrontare i cambiamenti e passaggi presenti nelle varie fasi di età del cittadino in condizione di disabilità, oggi minore e domani adulto. |
1.3.3 Salute Mentale
L’area ricomprende i seguenti obiettivi:
• Sviluppare modalità di lavoro integrato con il DSM (Dipartimento Salute Mentale)
• Garantire un supporto domiciliare qualificato a carattere socioassistenziale e educativo nell’ambito di progetti di presa in carico condivisi con CPS
• Sviluppare la rete di comunità
Per quanto riguarda il supporto domiciliare qualificato a carattere socioassistenziale e educativo nell’ambito di progetti di presa in carico condivisi con CPS, il triennio 2015/2017 si è aperto in continuità con il precedente con il consolidamento del Servizio Integrato salute mentale ed è proseguito, in ampliamento, nel triennio 2018/2020 con la promozione del servizio SISO65 (Servizio Integrato per il sostegno over65) con quattro progetti individuali annui.
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 95% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 95% |
Criticità rilevate | Difficoltà nella costruzione di una rete di comunità di sostegno ai pazienti psichici che si prevedeva di realizzare attraverso incontri di sensibilizzazione pubblica. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, in quanto i protocolli d’intesa relativi ai tirocini risocializzanti hanno trovato continuità e nel corso del 2020. Il distretto ha aderito anche al progetto sovra distrettuale Por FSE 014/2020 “facciamo squadra contro la povertà” per lo sviluppo di programmi integrati per la definizione di percorsi di inclusione attivi a favore di persone in condizione di vulnerabilità e disagio. Nel corso del 2020 si sono attivate le procedure per la realizzazione di un modello di Protocollo sovra distrettuale estensivo. Il servizio SISM nel triennio 2018/2020 ha coinvolto 18 cittadini. Nel 2018 sino al 2020 è stato attivato anche lo “sportello anziani”. A livello distrettuale è stato sperimentato un piccolo progetto di mesi 3 sul territorio di Pioltello di Portierato Sociale in un complesso di case comunali con anziani fragili, successivamente proseguito con autofinanziamento da parte del Comune. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, in quanto il bisogno persiste e la tematica ha raccolto ampia adesione ai tavoli di programmazioni dando luogo anche allo sviluppo di un’area progettuale legata all’inclusione sociale. |
1.3.4 Xxxxxx e Famiglie
L’area ricomprende i seguenti obiettivi:
• Azioni di rete dei servizi tutela minori
• Rete di comunità
• Azioni di razionalizzazione spesa derivante dal collocamento minori in comunità
• Azioni di ampliamento capacità di intervento tutela minori / potenziare e qualificare
• Collaborazione con servizio UONPIA
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 20% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | Le risorse che hanno consentito la realizzazione di alcune azioni sono state convertite verso famiglie multiproblematiche e per attività anche di prevenzione (pre-tutela) e supporto alla genitorialità fragile (povertà educativa ed economica). |
Criticità rilevate | Si rileva una eterogeneità tra i diversi Comuni del distretto per quanto riguarda la casistica da affrontare, che rende difficile sia l’individuazione di obiettivi condivisi, sia la collaborazione a livello più operativo. Per quanto riguarda la collaborazione con ATS e ASST, si è riscontrata la carenza di procedure condivise e consolidate per la presa in carico integrata delle famiglie con minori. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, ma per le ragioni esposte in premessa in modo residuale e scarsamente soddisfacente. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì, nella maggior parte dei casi. |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, in particolare gli incontri di programmazione hanno fatto emergere la necessità di programmare appuntamenti mensili di raccordo metodologico tra i servizi di settore allo scopo di individuare strategie condivise per rispondere ai bisogni dei territori, che spesso presentano istanze non omogenee. |
1.3.5 Prima Infanzia
L’area ricomprende i seguenti obiettivi:
• Azioni di governance distrettuale
• Azioni di sostegno alla genitorialità
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 95% (la parte relativa alla conciliazione non è stata realizzata)1 |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Difficoltà a spostare il focus del tavolo dalla realizzazione del piano prima infanzia (compiti gestionali) alla risposta a bisogni della comunità (sostegno alla genitorialità, conciliazione, minori fragili) |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, tanto da non rendere più necessario il tavolo stesso, limitatamente ai fini del conseguimento degli obiettivi del piano relativo alla prima infanzia. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, parzialmente, anche se le risorse attualmente disponibili per garantire sostegno alle famiglie sono vincolate all’area dell’indigenza: sarà quindi necessario individuare altre risorse da destinare alle famiglie che non rientrano in tale categoria. |
1.3.6 Politiche Giovanili
L’area ricomprende i seguenti obiettivi:
• Azioni di governance distrettuale e sovra distrettuale
• Azioni di ampliamento della rete di risposta alle istanze giovanili
• Azioni mirate di sensibilizzazione e contrasto ludopatie, uso sostanze, dipendenze, bullismo, social dipendenze, stili di vita
• Azioni a sostegno del lavoro, dell’occupazione e dell’imprenditorialità giovanile
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 70% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
1 Il tavolo prima infanzia, una volta evasi gli adempimenti previsti dal piano territoriale prima infanzia, ha interrotto la propria attività.
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Sovrapposizione non risolta tra la governance distrettuale e quella di Spazio Giovani Martesana (sovra ambito), al quale non aderiscono tutti i Comuni del distretto. Le azioni realizzate hanno preso avvio quasi esclusivamente a seguito di disponibilità di finanziamenti da parte di Regione Lombardia e di altri Enti: risulta limitato lo sviluppo autonomo di progettualità sostenute con risorse proprie. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | La sporadicità delle riunioni dei tavoli permanenti riguardanti le politiche giovanili ha avuto una ricaduta negativa sull’integrazione sovracomunale, sia a livello di programmazione, sia di realizzazione. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, in quanto obiettivo cardine della programmazione futura (2021-23) per l’area riguardante minori e famiglia. |
1.3.7 Inclusione Sociale, Emarginazione, Povertà e Immigrazione
L’area ricomprende i seguenti obiettivi:
• Azioni di contrasto alla povertà
• Azioni di sostegno all’abitare
• Immigrazione
• Azioni di contrasto alla violenza di genere
Poiché si tratta di azioni di particolare rilevanza, ciascuna azione è stata valutata separatamente.
Azioni di contrasto alla povertà
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 100% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Difficoltà di rendicontazione a causa della necessità di adeguarsi a scadenze fissate a livello ministeriale, pur con la possibilità di attingere a buone pratiche avviate da altri Enti. Difficoltà di procedere ad una programmazione efficace in base ai bisogni rilevati non solo dei percettori di RDC |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, in particolare con la costituzione del servizio di contrasto alla povertà che ha potenziato il servizio sociale professionale per la gestione del RdC e inserito figure professionali, precedente assenti, che hanno meglio qualificato il lavoro dei servizi sociali e dei case manager. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì, perché il bisogno sussiste ancora e la platea dei destinatari si è estesa agli indigenti. |
Azioni di sostegno all’abitare
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 100% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Non sono stati avviati progetti di co-housing a causa di difficoltà culturali: progetti di vita in condivisione sono difficili da avviare. Non è stata individuata una modalità efficace di collaborazione per la messa a disposizione (da parte delle proprietà) di alloggi sfitti. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, in particolare si è lavorato sulla cultura dei servizi, favorendo la prevenzione (potenziamento reddito, sostegno per ingresso in edilizia pubblica, housing, ...). |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì, in particolare per la parte inerente al disagio abitativo la gestione del disagio e dell’emergenza abitativa. |
L’obiettivo verrà riproposto | nella | prossima | Sì, con particolare attenzione alla prevenzione del |
programmazione 2021-2023? | disagio e alla qualificazione dell’abitare delle | ||
famiglie (dimensioni e costi della casa, sostenibilità | |||
dei costi, ...) |
Immigrazione
Alcuni interventi sono stati realizzati dai singoli sportelli immigrazione comunali; inoltre, alcune attività come l’assorbimento delle funzioni amministrative da parte degli sportelli rivolti a tutta l’utenza, l’implementazione di servizi di mediazione e il potenziamento dei servizi di accompagnamento alla cittadinanza. Si è avuto accesso a Fondo Asilo Migrazione Immigrazione (FAMI), potendo così erogare interventi formativi a favore di tutti i servizi e potenziando il personale degli sportelli stranieri e della mediazione linguistica.
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 100% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Risulta una forte eterogeneità tra i Comuni afferenti all’ambito per quanto riguarda le caratteristiche della popolazione straniera presente, motivo per cui la programmazione distrettuale non sempre risponde efficacemente a tutte le diverse necessità presenti. |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, in particolare le mappe realizzate grazie a FAMI consentono ora ai cittadini stranieri di orientarsi nei servizi sanitari, scolastici e per l’inserimento lavorativo. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Non è stato pensato un obiettivo specifico |
Azioni di contrasto alla violenza di genere
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Grado di raggiungimento dell’obiettivo rispetto a ciò che è stato definito nella programmazione | 100% |
Valutazione da parte degli utenti (ove pertinente) | Non disponibile |
Livello di coincidenza tra risorse stanziate e risorse impegnate/liquidate | 100% |
Criticità rilevate | Nessuna criticità rilevata |
Questo obiettivo ha adeguatamente risposto ad un bisogno producendo un cambiamento positivo nell’area individuata come problematica? | Sì, attraverso l’apertura di uno sportello donna nel 2017 e l’adesione alla rete antiviolenza nel 2018. Sono state inoltre avviate attività di promozione delle pari opportunità presso le scuole e realizzate numerose iniziative di sensibilizzazione. L’avvio di tali attività ha consentito di valutare la dimensione del fenomeno del territorio di riferimento. |
L’obiettivo era in continuità con la programmazione precedente (2015/2017)? | Sì, tuttavia nella precedente programmazione (2012- 14) non era stato fissato alcun obiettivo distrettuale in tal senso. |
L’obiettivo verrà riproposto nella prossima programmazione 2021-2023? | Sì |
2. Dati di contesto e quadro della conoscenza
2.1 Popolazione e indici demografici
Il Distretto di Pioltello si estende per 48,2 Km2 e comprende i comuni di Pioltello, Rodano, Segrate e Vimodrone. Negli ultimi anni la crescita della popolazione è stazionaria e raggiunge il suo apice nel 2020 con 93.457 abitanti in totale. La densità abitativa registrata all’inizio del 2020 è di 1.938 abitanti per chilometro quadrato; un numero decisamente superiore alla densità abitativa di ATS Città Metropolitana e Regione Lombardia.
2500
2000
1938
1500
1000
500
0
Distretto di Pioltello
ATS Milano Città Metropolitana
LOMBARDIA
Grafico 2.1: Densità abitativa (ab/km2)
1481 | |||
420 |
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Istat al 01/01/2020
Nel corso degli ultimi anni il Distretto di Pioltello non ha riportato un forte decremento delle nascite, a differenza di quanto accade comunemente nell’ATS Milano Metropolitana, in Lombardia e nell’intero territorio italiano; dall’altro lato, tuttavia, il tasso di mortalità è in aumento: questo è infatti pari a 8,4‰ nel 2018, sceso a 8,0‰ nel 2019 e infine salito a 11,1‰ nel 2020. Come conseguenza il tasso di crescita naturale (differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità) è negativo e pari a -3.6‰ nel 2020. All’interno del distretto, durante il 2019, è stato registrato un tasso migratorio più che positivo, del 3,5‰, il quale ha contribuito a determinare un tasso di crescita totale positivo. Nell’anno successivo (2020) la situazione è cambiata, poiché sia il tasso di crescita naturale sia il tasso migratorio totale riportano valori negativi; come conseguenza il tasso di crescita totale è in negativo del 4,3‰. L’indice di invecchiamento della popolazione, ovvero il rapporto tra la popolazione anziana e il totale della popolazione, è in continuo aumento. Lo stesso vale per l’indice di vecchiaia. Negli ultimi anni si può notare un aumento della dipendenza strutturale, la quale misura il rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni), che arriva al 58,1 nel 2020.
Tabella 2.2: Indici demografici riferiti agli anni 2018, 2019 e 2020, in ‰ per i tassi e % per gli indici
Distretto di Pioltello | 2018 | 2019 | 2020 |
Tasso natalità | 7,6 | 7,6 | 7,4 |
Tasso mortalità | 8,4 | 8,0 | 11,1 |
Tasso crescita naturale | -0,8 | -0,4 | -3,6 |
Tasso migratorio totale | 0,9 | 3,5 | -0,7 |
Tasso di crescita totale | 0,1 | 3,1 | -4,3 |
Indice di invecchiamento | 21,1 | 21,5 | 21,9 |
Indice di vecchiaia | 140,0 | 143,7 | 148,1 |
Dipendenza strutturale | 57,4 | 57,9 | 58,1 |
Dipendenza anziani | 33,4 | 34,2 | 34,7 |
Popol al 31/12 | 93.087 | 93.457 | 92.844 |
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Istat - riferimento al 31/12/2018, 31/12/2019, 31/12/2020
Confrontando i dati 2019 del Distretto Sociale Est Milano con quelli di ATS Milano Metropolitana, Regione Lombardia e con i dati Nazionali si può notare come i tassi di natalità e mortalità siano rispettivamente superiori e inferiori rispetto agli altri, segnando così il migliore tasso di crescita naturale e totale (anche se rimane comunque negativo). Il tasso migratorio totale, di 3,5‰ per il distretto, è inferiore sia ad ATS sia a Regione Lombardia, alle quali corrispondono tassi del 6,6‰ e 4,2‰. Il dato nazionale, invece, è molto minore e si ferma a 0,3‰. Gli indici di invecchiamento, dipendenza strutturale e dipendenza anziani dell’Ambito sono in linea con i dati di ATS, Regionali e Nazionali. Al contrario, l’indice di vecchiaia nel distretto presenta i valori minori rispetto agli altri, questo indica che il rapporto tra popolazione di 65 anni e più e popolazione di età 0-14 anni è più basso nel distretto, rispetto agli altri territori considerati.
Tabella 2.1: Indici demografici riferiti all’anno 2019 in ‰ per i tassi e % per gli indici
2019 | Distretto di Pioltello | ATS Milano Città Metropolitana | LOMBARDIA | ITALIA |
Tasso natalità | 7,6 | 7,4 | 7,3 | 7,0 |
Tasso mortalità | 8,0 | 9,6 | 10,0 | 10,6 |
Tasso crescita naturale | -0,4 | -2,2 | -2,7 | -3,6 |
Tasso migratorio totale | 3,5 | 6,6 | 4,2 | 0,3 |
Tasso di crescita totale | 3,1 | 4,4 | 1,5 | -3,2 |
Indice di invecchiamento | 21,5 | 22,6 | 22,6 | 22,9 |
Indice di vecchiaia | 143,7 | 167,8 | 166,6 | 174,0 |
Dipendenza strutturale | 57,9 | 56,7 | 56,9 | 56,4 |
Dipendenza anziani | 34,2 | 35,5 | 35,6 | 35,8 |
Popol 31/12/2019 | 93.457 | 3.492.739 | 10.027.602 | 59.641.488 |
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Istat- riferiti al 31/12/2019.
2.2 La popolazione anziana e gli anziani soli
Nel Distretto di Pioltello le percentuali di persone sole rimangono sempre inferiori rispetto alle percentuali di ATS, Regione e Italia. Più nel dettaglio, all’interno del Distretto la popolazione anziana sola ammonta al 34%. Nell’Ambito è presente anche una forte differenza, di oltre 30 punti percentuali, tra le femmine anziane sole e i maschi anziani soli; rispetto al totale delle donne oltre i 64 anni, circa la metà (46%) vive da sola, mentre per la popolazione anziana maschile questo numero si ferma al 18%.
Grafico 2.2: Quota relativa di anziani soli divisi per genere e livello istituzionale
maschi soli
20,5%
21,3%
21,2%
18,4%
femmine sole
51,7%
51,5%
51,6%
45,8%
Maschi e femmine sole
38,1%
38,5%
38,8%
33,7%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
ITALIA LOMBARDIA
ATS Milano Città Metropolitana Distretto di Pioltello
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Istat al 31/12/2019
2.3 Popolazione straniera
Come si può osservare nel grafico 2.3 il Distretto di Pioltello presenta, ormai da anni, una maggior percentuale di stranieri in riferimento alla popolazione totale, rispetto a ATS e Regione; nonostante ciò, la crescita della popolazione straniera all’interno del territorio è sostanzialmente stazionaria negli ultimi anni e si aggira tra il 15% e il 16% della popolazione totale. All’inizio del 2021 il numero di cittadini stranieri presenti nel Distretto ammonta a 14.580 unità, corrispondenti al 15,7% della popolazione totale. Nel complesso la popolazione straniera è giovane, infatti l’età media è di 32 anni ed è composta equamente da maschi e femmine.
Grafico 2.3: Percentuale popolazione straniera su totale popolazione
18%
16%
14%
12%
10%
8%
6%
4%
2%
0%
20022003200420052006200720082009201020112012201320142015201620172018201920202021
Distretto di Pioltello
LOMBARDIA
ATS Milano Città Metropolitana
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Istat riferiti al 31 / 12 di ogni anno considerato
2.4 Lavoro e occupazione
Il totale degli occupati sulla popolazione in età lavorativa (15-64enni) è di 69,9%. Questa percentuale è sostanzialmente in linea con il dato di ATS Milano Metropolitana e con quello di Regione Lombardia. (rispettivamente 71,0% e 69,4%), mentre è superiore di 8 punti percentuali rispetto al dato nazionale.
Come per la Lombardia, la percentuale di occupati è in crescita nel 2019 rispetto al 2018. I disoccupati sono pari al 9,3% della forza lavoro del Distretto di Pioltello, dato in linea con ATS e superiore rispetto a regione Lombardia, mentre risulta più basso rispetto al dato nazionale (13,1%). Il tasso di disoccupazione risulta in calo dal 2018 al 2019.
Per quanto riguarda la struttura produttiva le imprese attive al 31/12/2020 raggiungono le 5.482 unità, di cui 1.632 sono quelle artigiane.
Grafico 2.4: Ripartizione imprese attive totale
Fonte: Elaborazione dati da Osservatorio del Mercato del Lavoro, Città Metropolitana di Milano
Al primo semestre del 2021, gli avviamenti al lavoro nel Distretto di Pioltello sono stati 6.433, di cui 5.582 sono i lavoratori avviati, 327 gli avviamenti brevi e 1.443 i datori con avviamenti. Il trend del Distretto registra un dato positivo rispetto a quello del 2020, in cui gli avviamenti al lavoro sono stati complessivamente 3.829.
Tabella 2.2: Dati di sintesi avviamenti al lavoro
Distretto | Città Metropolitana | |
Avviamenti | 6.433 | 315.804 |
Lavoratori avviati | 5.582 | 223.845 |
Avviamenti brevi | 327 | 58.529 |
Datori con avviamenti | 1.443 | 55.023 |
Fonte: Rielaborazione dati da Osservatorio del Mercato del Lavoro della Città Metropolitana di Milano
Se si fa riferimento agli andamenti mensili dei lavoratori avviati tra i primi sei mesi del 2020 e quelli del 2021 si può notare come tra gennaio e febbraio 2020, prima della chiusura imposta dell’emergenza sanitaria in atto a partire da marzo 2020, il numero di lavoratori avviati sia superiore di più di 1/3 rispetto al numero di quelli del 2021. A partire da marzo 2020 fino a giugno, invece, la situazione è invertita: il numero di lavoratori avviati è molto inferiore rispetto a quelli dello stesso periodo nel 2021. Questi dati fanno
emergere chiaramente come l’emergenza sanitaria e le relative chiusure abbiano avuto un forte impatto sull’andamento del mercato del lavoro e di conseguenza anche sugli avviamenti al lavoro.
Grafico 2.5: Confronti avviamenti mensili dei lavoratori avviati tra gennaio/giugno 2020 e gennaio/giugno 2021
Fonte: Rielaborazione dati da Osservatorio del Mercato del Lavoro della Città Metropolitana di Milano
2.5 Risorse impiegate nel settore sociale
Nel Distretto di Pioltello, durante il corso del 2019, il totale delle risorse impiegate nel settore sociale ammonta a 11.864.981 euro. Di questi, l’80% dei finanziamenti proviene dai comuni, quota simile alla ASST e alla Regione Lombardia. Il secondo canale di finanziamento in ordine di ampiezza della quota è l’Utenza che provvede a coprire il 9,5% dei finanziamenti, elemento anche in questo caso in linea con i dati regionali e di ASST. I finanziamenti provenienti da altri enti pubblici ammontano al 6%. Il rimanente 4% delle risorse proviene dal Fondo Sociale Regionale.2
Tabella 2.3: Provenienza entrate 2019
Anno 2019 | Distretto di Pioltello | ASST Melegnano e della Martesana | Regione |
Comune | 80,35% | 81,35% | 81,38% |
Utenza | 9,54% | 8,70% | 8,74% |
Altri enti pubblici | 6,04% | 5,87% | 4,80% |
Altre tipologie entrata | 0,00% | 0,90% | 1,31% |
Fondo sociale regionale | 4,07% | 2,79% | 2,67% |
FNPS | 0,00% | 0,06% | 0,62% |
Fondo per le non autosufficienze | 0,00% | 0,32% | 0,44% |
Fondo Intesa Famiglia | 0,00% | 0,00% | 0,02% |
Gestione Piano di Zona | 0,00% | 0,00% | 0,01% |
2 Non si tiene conto del FNPS pari a euro 354.949,36 – a cui si aggiunge una quota “Covid” pari ad euro 147.818,36 - e del FNS, paria Euro 265.657,39
Fonte: dati provenienti dai Comuni dell’Ambito
La Tabella 2.4 mostra la ripartizione delle risorse impiegate per canali di finanziamento nelle varie aree di spesa.
La spesa maggiore per il settore sociale proviene dai comuni per un totale di €9.533.142 e copre tutte le aree del settore sociale, al contrario degli altri canali di finanziamento che si concentrano solo in determinate aree. Agli utenti è richiesta la compartecipazione alla spesa nelle aree minori e famiglie, disabili, anziani e nell’area compartecipazione sociosanitaria, raggiungendo così 1.132.035 euro. La spesa di minori e famiglie viene anche finanziata da altri enti pubblici e dal fondo sociale regionale, le quali inoltre provvedono al finanziamento di emarginazione-povertà e disabili il primo, mentre anziani il secondo, le cui spese sostenute raggiungono i 716.441 euro e 483.363 euro.
Tabella 2.4: Risorse impiegate nel settore sociale per canale di finanziamento 2019 (valori assoluti)
Area | Totale entrate | Comune | Utenza | Altri enti pubblici | Fondo sociale regionale |
Minori-Famiglia | 6.484.481,00 | 4.711.825,00 | 866.596,00 | 535.697,00 | 370.363,00 |
Disabili | 1.931.109,00 | 1.739.683,00 | 21.882,00 | 169.544,00 | 0,00 |
Compartecipazione -servizi soc sanitari integrati | 1.585.075,00 | 1.475.134,00 | 109.941,00 | 0,00 | 0,00 |
SVZ sociale professionale | 949.554,00 | 949.554,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Anziani | 731.755,00 | 485.139,00 | 133.616,00 | 0,00 | 113.000,00 |
Emarginazione- povertà | 87.554,00 | 76.354,00 | 0,00 | 11.200,00 | 0,00 |
Salute mentale | 74.684,00 | 74.684,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Immigrazione | 19.499,00 | 19.499,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Dipendenze | 1.270,00 | 1.270,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
Totale | 11.864.981,00 | 9.533.142,00 | 1.132.035,00 | 716.441,00 | 483.363,00 |
Fonte: dati provenienti dai Comuni del Distretto di Pioltello
3. Analisi dei soggetti e delle reti presenti sul territorio
3.1 Rete di offerta sanitaria, sociosanitaria e socioassistenziale
Nel presente paragrafo si riporta una panoramica dell’offerta di servizi sociosanitari e socioassistenziali attivi all’interno dell’Ambito territoriale di Pioltello. La Tabella 3.1 fornisce una ricostruzione delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali per tipologia e posti accreditati. Tra le varie tipologie di struttura, quella in cui si riscontra un maggior numero di posti accreditati sono gli asili nido, con 774 posti disponibili e le RSA con 621 posti disponibili. La copertura territoriale degli asili nido è pari al 100%, dato che in tutti i Comuni dell’Ambito sono presenti servizi destinati alla prima infanzia. Lo stesso non si può dire delle altre strutture, che invece sono presenti solo in alcuni Comuni dell’ambito territoriale. All’interno del Distretto non sono presenti Residenze Sanitarie per Disabili (RSD).
Tabella 3.1: Strutture sociosanitarie per tipologia e posti accreditati
Distretto di Pioltello | n'enti | n'posti |
RSA | 4 | 621 |
CDI | 1 | 12 |
CDD | 2 | 60 |
CSS | 2 | 17 |
XXXXX XXXX | 00 | 000 |
MICRO NIDO | 3 | 30 |
NIDO FAMIGLIA | 1 | 5 |
Fonte: Open Data Regione Lombardia per RSA, CDI, CDD e AFAM per CSS, CSE, Asili Nido, Micronidi e Nidi Famiglia, 2021
3.2 I soggetti e i network attivi sul territorio
La rete di Welfare dell’Ambito è integrata e completata da iniziative ed attività intraprese dalla società civile, come le Cooperative Sociali, le Associazioni di Solidarietà Familiare, le Associazioni ed i Movimenti per le Pari Opportunità, le Associazioni di Promozione Sociale, le Organizzazioni di Volontariato e le Fondazioni. In base alle informazioni disponibili sul sistema “Open Data” di Regione Lombardia, risultano ad oggi iscritte nei registri regionali, con riferimento al territorio del distretto di Pioltello, 6 cooperative sociali, 3 associazioni di solidarietà familiare, 3 associazioni per le pari opportunità, 16 associazioni di promozione sociale, 18 organizzazioni di volontariato e 7 fondazioni.
Tabella 3.2: Numero di organizzazioni riconducibili alle categorie descritte con sede nei comuni del Distretto di Pioltello censite sul sistema open data della Regione Lombardia
Organizzazioni | Totale |
Cooperative Sociali | 6 |
Associazioni Solidarietà Familiare | 3 |
Associazioni, movimenti per le Pari Opportunità | 3 |
Associazioni di Promozione Sociale | 16 |
Organizzazioni di Volontariato | 18 |
Fondazioni | 7 |
Fonte: Open Data Lombardia, 2021.
Gli enti del Terzo Settore, operanti sul territorio, offrono servizi di assistenza di vario tipo ad anziani e disabili; altre si focalizzano invece su sevizi per tossicodipendenti, alcoldipendenti e pazienti psichiatrici. Infine, alcune afferiscono all’area educativa. Le Associazioni ed i Movimenti per le Pari Opportunità operativi nell’Ambito offrono servizi che si concentrano sul contrasto alla violenza di genere e sulla cultura e promozione sociale. Con riferimento alle Associazioni di Promozione Sociale, nel Distretto di Pioltello vengono prevalentemente offerti servizi di natura sociale/civile, ma nel territorio sono presenti anche servizi culturali e ambientali.
3.3 Le risorse del territorio evidenziate nei tavoli di co-progettazione
Durante la seconda metà del 2021, in vista della redazione del Documento di Piano dell’Ambito di Pioltello, si sono tenuti i tavoli tematici di co-programmazione, con la partecipazione di referenti pubblici dell’Ufficio di Piano e dei Comuni ed enti privati del Terzo Settore, come meglio verrà specificato nelle prossime pagine e, in particolare, nel paragrafo 4.2. Durante la realizzazione di tali tavoli, finalizzati principalmente all’analisi dei bisogni del territorio, nonché alla sistematizzazione degli obiettivi del Piano di Zona, sono state evidenziate anche le risorse di cui il territorio può beneficiare per la realizzazione di tali obiettivi.
Ne riportiamo di seguito l’elenco, con l’indicazione del tavolo all’interno del quale sono stati identificati:
3.3.1 Tavolo inclusione
• Presenza degli Sportelli stranieri, ancora da potenziare
• Presenza di Punti di aggregazione come i centri anziani, che si potrebbero trasformare in punti di ritrovo collettivi
• Esistenza del Servizio di Inserimento Lavorativo, per persone con disabilità e portatrici di svantaggio. Il servizio funziona piuttosto bene grazie a un rodaggio di lungo periodo, che ha portato le imprese a fidarsi degli operatori/operatrici
• Numerosità di Xxxxxx di incontro e condivisione
• Esistenza di vari servizi socioculturali
• Presenza di un sistema territoriale integrato di contrasto alla povertà e alla vulnerabilità che si sta radicando sul territorio
• Esistenza dello Sportello abitare distrettuale
• Presenza di Mediatori culturali, ancora da potenziare
• Risorse che il servizio pubblico può mettere a disposizione al territorio: inserimento lavorativo, case con progetti housing sociale, luoghi fisici nei quali si possono attivare progetti, agricoltura sociale
• Presenza di Associazioni di promozione sociale
• Presenza di Risorse personali dei cittadini attivabili, anche relazioni interpersonali
3.3.2 Tavolo minori e famiglie
• Presenza di Spazi di ascolto per gli adolescenti
• Presenza di Servizi di orientamento all’istruzione basati sulla valorizzazione dei talenti
• Importanza di Progettare comunità di accoglienza più flessibili (risposte meno standardizzate)
• Servizi di Supporto alla genitorialità con sistema famiglia
• Presenza di Servizi come centri famiglia, in rete con consultori e reparti maternità ospedalieri al fine di offrire spazi di incontro e confronto tra mamme (percorsi di condivisione della genitorialità)
• Esistenza di Strumenti digitali che permettono la sperimentazione di nuove forme di incontro
• Esistenza di Percorsi esperienziali di comunità
• Presenza di strutture open per preadolescenti e adolescenti, come luoghi di socializzazione e costruzione di relazioni
• Presenza del Centro diurno minori (per i minori in carico al servizio Tutela Minori), con servizi di supporto scolastico e relazionale
• Presenza di attività nelle Scuole aperte (post didattica, lavoro, comunità)
• Presenza di Spazio neutro, con attività afferenti ai diritti di visita, gestito a livello di distretto
• Potenziamento del servizio di mediazione famigliare
• Presenza di servizi per neomaggiorenni
• Rete di Collaborazione con docenti
• Presenza di Spazi verdi
3.3.3. Tavolo Non Autosufficienza
• Presenza dell’Ufficio di Protezione Giuridica Distrettuale
• Rete di collaborazione che include Enti profit
• Le risorse e le disponibilità esistono ma sono sfilacciate e poi si perdono, necessità di definire metodo e modelli
• Importanza delle risorse esperienziali
• Presenza del servizio di Help desk multimediale (telefono, chat, mail); in alcuni casi è prevista anche un’assistenza domiciliare per dare assistenza all'utilizzo del computer, tablet, ecc., o per risolvere problematiche di configurazione o errori
• Risorse economiche, laddove non disponibili con bandi, possibili da donazioni da fondazioni, istituti di credito, ecc.
• Coprogettazione come opportunità per conoscere le risorse del territorio
• Necessità di rinforzare la cura delle relazioni con il territorio e di conoscere in modo capillare tutti i soggetti che fanno parte della Comunità
• Co-costruzione con famiglie - Comune- parrocchia - ATS - cooperative – assistenza territoriale - volontari.
• Esistenza del progetto SISO SISM per Xxxxxxx con problemi comportamentali, che necessita di potenziamento
• Esistenza di Punti di prossimità
• Necessità di maggiori risorse da bilancio comunale per i servizi sociali
4. Analisi dei bisogni e illustrazione delle motivazioni alla base della scelta riguardo alle aree individuate per la programmazione
4.1 Utenza dei servizi
Nel distretto di Pioltello la spesa sociale, a fine 2019, risultava pari a 11.892.248 euro. Gli ultimi 4 anni sono stati caratterizzati da un aumento della spesa sociale, anche se non si raggiungono i valori più alti registrati nel corso del 2013. Nel grafico 4.2 si può osservare il confronto tra il Distretto di Pioltello e la Regione Lombardia, utilizzando come base pari a 100 la spesa sociale nel 2011. Dal 2011 al 2015 si denota una spesa in percentuale simile tra le 2 componenti, per poi segnare un allontanamento nel 2016; notiamo inoltre che negli ultimi anni la spesa dell’Ambito è, in proporzione, aumentata, sino a superare il rapporto della spesa sociale di Regione Lombardia nel 2019.
Grafico 4.1: Spesa sociale annua in euro negli anni nel Distretto di Pioltello
14.000.000
12.000.000
10.000.000
8.000.000
6.000.000
4.000.000
2.000.000
0
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Regione
Grafico 4.2: Confronto spesa sociale annua con base=100 tra Distretto di Pioltello e Regione Lombardia
140
120
100
80
Pioltello
60 Regione
40
20
0
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Regione Lombardia
Nel corso del 2019 più della metà delle spese effettuate dai Comuni dell’ambito sono rivolte all’area Minori e Famiglia, per un totale di 6.511.746,00 euro, corrispondenti al 55% della spesa sociale complessiva, un risultato di gran lunga superiore rispetto ad ASST e Regione, i quali spendono rispettivamente il 45 e 35%
della propria spesa sociale per questa area. Nel Distretto gli utenti di questo settore ammontano a 2.407, e così il costo medio per utente è pari a 2.705 euro. Con il 16% della spesa complessiva, l’area disabili conta 385 utenti e un costo per utente di 5.016 euro; La spesa totale in questa area nel corso del 2019 è stata di 1.931.109€, leggermente superiore agli anni precedenti. In percentuale rispetto al totale, quest’area si distacca molto dalle percentuali di ASST e Regione che si attestano al 24%. Per quanto riguarda l’area della compartecipazione sociosanitaria il costo totale sostenuto nel 2019 è stato di 1.585.075 euro, ricoprendo così il 13% della spesa totale, con una spesa per utente pari a 13.783 Euro e un totale di 115 utenti. I servizi sociali professionali comprendono l’8% della spesa totale per una spesa complessiva di 949.544 euro. La spesa per gli anziani con 8731.757 euro ricopre il 6% della spesa totale. In questo settore sono presenti
2.407 utenti e la spesa per utente è pari a 898 euro. Un’altra area di interesse nell’ambito della spesa sociale di Pioltello è quella di emarginazione e povertà, dove sono stati spesi nel 2019 in totale 87.554 euro. Gli utenti raggiunti in quest’area sono stati 167, il che comporta una spesa per utente pari a 524 euro. Infine, meno dell’1% della spesa totale viene ricoperto da salute mentale, immigrazione e dipendenze. La prima nel 2019 ha avuto una spesa di 74.684 euro e un costo per utente di euro 2.075, a fronte di 36 utenti, mentre la spesa relativa all’area immigrazione è stata di 19.499 Euro e con un totale di 854 utenti (costo per utente pari a 22 Euro). Infine, la spesa per le dipendenze è stata di 1.270€ comprendendo 1 solo utente. In linea generale, considerando il rapporto con il totale, i costi sostenuti nel Distretto di Pioltello sono in linea con quelli sostenuti dall’ASST Milano Martesana.
Tabella 4.1: Rapporto tra spesa sociale settore e spesa sociale totale 2019
2019 | Distretto di Pioltello | ASST Melegnano e della Martesana | Lombardia |
Minori-Famiglia | 54,76% | 45,08% | 35,29% |
Disabili | 16,24% | 24,74% | 24,25% |
Compartecipazione-servizi soc sanitari integrati | 13,33% | 10,80% | 14,78% |
SVZ sociale professionale | 7,98% | 9,79% | 12,68% |
Anziani | 6,15% | 6,03% | 8,30% |
Emarginazione-povertà | 0,74% | 1,91% | 2,66% |
Immigrazione | 0,16% | 1,29% | 1,68% |
Salute mentale | 0,63% | 0,30% | 0,27% |
Dipendenze | 0,01% | 0,07% | 0,10% |
Spesa | Spesa in % sul totale | Numero Utenti | |
Minori-Famiglia | 6.511.746,00 | 54,76% | 2407 |
Disabili | 1.931.109,00 | 16,24% | 385 |
Compartecipazione-servizi soc sanitari integrati | 1.585.075,00 | 13,33% | 115 |
SVZ sociale professionale | 949.554,00 | 7,98% | 0 |
Anziani | 731.757,00 | 6,15% | 815 |
Emarginazione-povertà | 87.554,00 | 0,74% | 167 |
Salute mentale | 74.684,00 | 0,63% | 36 |
Immigrazione | 19.499,00 | 0,16% | 854 |
Dipendenze | 1.270,00 | 0,01% | 1 |
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Regione 2019 Tabella 4.2: Analisi utenze Distretto Pioltello 2019
Fonte: Elaborazioni Ufficio di Piano su dati Regione 2019
4.2 Il contributo degli stakeholder all’analisi dei bisogni
A partire dalla Delibera Regionale relativa al percorso di co-programmazione e co-progettazione del documento di piano si è deciso di individuare 3 macroaree per poter meglio lavorare sull’individuazione dei bisogni territoriali.
Le macroaree individuate, già così definite nel percorso di programmazione degli anni precedenti sono state le seguenti:
• inclusione sociale
• minori e famiglie
• non autosufficienza
Nel mese di luglio u.s. sono stati convocati, attraverso una larga ed ampia manifestazione di interesse, i tre tavoli partecipativi con l’obiettivo di rilevare i bisogni e proporre i possibili obiettivi di intervento a fronte dei bisogni individuati.
Dal punto di vista metodologico, è stato svolto un percorso di sistematizzazione delle conoscenze, delle esperienze e delle valutazioni maturate sul territorio da parte di referenti pubblici (Ufficio di Piano e responsabili di servizio dei Comuni del Distretto Sociale) e di altri enti pubblici e privati (Enti del Terzo settore, Sindacati, etc.).
Nella logica dell’azione, tale processo ha rappresentato una fase preliminare e strettamente connessa alla co-programmazione degli obiettivi strategici.
Il percorso infatti ha previsto innanzitutto la predisposizione di un questionario online sui bisogni, che è stato compilato da coloro che avevano presentato Manifestazione di Interesse per aderire ai tavoli tematici di co-programmazione.
Il questionario ha raccolto i contributi di 43 stakeholders del territorio, che hanno cominciato a dare un’idea delle dimensioni e delle sfere di bisogno attuali e, ragionando in prospettiva futura, dei prossimi tre anni.
I risultati del questionario sono stati arricchiti e completati dagli stakeholders che hanno partecipato alla prima sessione dei tavoli di co-programmazione che si è svolta il 19 luglio 2021.
Nei due paragrafi seguenti si riportano i risultati del questionario e dei lavori partecipati nei tavoli.
4.2.1 I risultati del questionario preliminare
L’analisi delle risposte alle prime domande del questionario restituisce una prima immagine sui bisogni. Secondo la totalità dei rispondenti, negli ultimi tre anni il volume di persone in condizione di bisogno sociale non è diminuito: per il 90,5% è nel complesso aumentato; per il restante 9,5% è rimasto nel complesso abbastanza stabile (grafico 4.3).
Grafico 4.3: Risposte alla domanda “Negli ultimi tre anni il volume di persone in condizione di bisogno sociale, nella vostra esperienza, indicativamente è:”
Secondo i rispondenti sono aumentate drammaticamente anche le tipologie di bisogno sociale, come si evince dalla figura seguente.
Grafico 4.4: Risposte alla domanda “Negli ultimi tre anni, secondo la vostra esperienza, sono aumentate le tipologie di bisogno sociale?”
Per quanto riguarda le trasformazioni del bisogno sociale indicate dalle risposte precedenti, è stato chiesto se tali mutamenti fossero dovuti alla pandemia da Covid-19 e agli effetti del lockdown. Il grafico a torta riportato di seguito mostra che la maggior parte dei rispondenti hanno confermato l’ipotesi di un impatto generato dai fattori pandemia e lockdown. Secondo il 90,7%, tuttavia, questi fattori non sono gli unici ad avere inciso sull’aggravamento e sull’aumento delle situazioni di bisogno sociale.
Grafico 4.5: Risposte alla domanda “Se avete indicato dei mutamenti relativi alle persone in condizione di bisogno sociale o nei bisogni sociali stessi delle persone, ritenete che questi mutamenti siano dovuti alla pandemia Covid-19 e agli effetti del lockdown?”
Le domande successive, a risposta aperta, hanno raccolto contributi e testimonianze fondamentali per l’analisi dei bisogni. Si è deciso di analizzare le risposte secondo uno schema che evidenziasse le dimensioni trasversali ai diversi target e alle diverse aree di policy e quelle specifiche, relative alle aree di casa, lavoro, minori e famiglia, disabilità e non autosufficienza.
4.2.2 Dimensioni di bisogno trasversali
Alcune dinamiche e questioni ricorrono in modo trasversale, riguardando la popolazione in generale. Dalle risposte ai questionari ne emergono tre:
• Aggravamento delle condizioni di bisogno e di mancanza di risorse. Un dato che emerge in modo netto è il peggioramento, anche a causa della pandemia e del lockdown, di situazioni di fragilità preesistenti. Tale peggioramento si sviluppa sia come scivolamento in condizioni più gravi dello stesso bisogno, sia come manifestazione di nuovi bisogni, che si intrecciano a quelli preesistenti rendendo le condizioni di fragilità multidimensionali.
• Difficoltà causate da scarso accesso a competenze e strumenti digitali. La gravità del gap digitale che riguarda, anche se in modo in parte diverso, tutti i target fragili è aumentata di pari passo con la digitalizzazione dei servizi, dell’accesso ai servizi, del lavoro e di alcune sfere della vita sociale. Il gap riguarda non solo la mancanza di strumenti, ma anche le competenze per utilizzare dispositivi, siti e piattaforme nel modo corretto e funzionale alle esigenze.
• Isolamento e solitudine. Tra gli impatti più pesanti causati dalla pandemia e dal lockdown, per tutti i target si evidenzia una perdita della dimensione relazionale e una mancanza di momenti di socializzazione.
4.2.3 Dimensioni di bisogno specifiche
Rispetto all’area dell’inclusione, sono state evidenziate alcune dimensioni di bisogno.
Isolamento, mancata socializzazione ed esclusione dei target fragili e con disagio psichico sono tre elementi che emergono in modo forte in questa area.
Il tema del lavoro ricorre di frequente tra le risposte, a sottolineare la sua centralità. In particolare, vengono citati problemi lavorativi, mancanza posti di lavoro, redditi bassi o inesistenti, bisogno di sostegno economico a causa della mancanza di lavoro.
Connessa al disagio economico e alla dimensione lavorativa, si rileva la necessità di sviluppare un’offerta abitativa adeguata al fine di soddisfare il più possibile il bisogno di una casa.
Infine, per questa area è possibile sottolineare alcuni bisogni connessi alla mancanza di risorse e competenze, che aggravano la condizione di esclusione, in particolare dei nuclei e delle persone straniere: gap digitale, disparità di accesso alle risorse di informazione; bisogno di supporto alla compilazione di documenti.
Altre dimensioni critiche possono essere ricondotte nell’ambito dell’area Famiglia e Minori.
Considerando il livello familiare, sono sottolineati il distacco tra nuclei familiari, l’aumento violenze all’interno delle famiglie, la sovraesposizione a situazioni di conflitto familiare, l’isolamento sociale dei nuclei in cui è presente un minore con disabilità, il disagio economico, il difficile accesso alle informazioni Dalla prospettiva del minore, i rispondenti al questionario hanno evidenziati diverse dimensioni problematiche: la fatica dei bambini a distaccarsi dal nucleo, il disagio adolescenziale, la dispersione scolastica, la difficoltà a seguire la didattica a distanza da parte di target fragili, il diritto allo studio e opportunità educative formali e informali, il bisogno di politiche giovanili per ritrovare socialità responsabile.
Infine, dal punto di vista genitoriale sono state rilevate situazioni di fragilità e spaesamento, caratterizzate da un forte bisogno di supporto educativo genitoriale.
Infine, si riportano le dimensioni di bisogno relative all’area della disabilità e della non-autosufficienza.
La condizione di isolamento e solitudine in cui si trovano diverse persone è aggravata dalla mancanza di un sostegno da parte di risorse formali e informali e di supporti domiciliari. Inoltre, viene evidenziato un peggioramento del disagio psicologico. Infine, viene evidenziata come condizione urgente quella dei nuclei familiari in cui vi sono genitori anziani con figli non o parzialmente autosufficienti.
4.2.4 I risultati dei tavoli di co-programmazione
I risultati del questionario preliminare sono stati presentati e discussi con gli stakeholders aderenti al percorso di co-programmazione per il nuovo Piano di Zona durante la prima sessione dei tavoli. La discussione all’interno dei tavoli è stata caratterizzata da un primo momento di raccolta di ulteriori contributi relativi ai bisogni, al fine di arricchire e completare il quadro, e da un secondo momento di approfondimento di quel quadro attraverso testimonianze ed esperienze dei partecipanti.
Si riporta, per ciascuno dei tre tavoli, l’elenco completo dei bisogni emergenti. Infine, in tabella, si offre un affondo sulle dimensioni trasversali discusse.
Tavolo Inclusione: bisogni, mancanze, criticità
• Isolamento
• Mancanza di socializzazione
• Esclusione target fragili e con disagio psichico
• Bisogni relazionali
• Mancanza di occasioni di socialità e inclusione per le persone più fragili (persone con disabilità, anziani)
• Xxxxxx di accoglienza, socializzazione e orientamento sociale perle famiglie straniere
• Disagio psicologico dovuto a conseguenze della pandemia
• Bisogno di esercitare un ruolo non solo di assistito per contribuire alla gestione dei propri bisogni e di quelli altrui
• Bisogno di superare l'isolamento sociale e la povertà di occasioni di socializzazione che spesso sono alla base della povertà economica che è la forma di povertà più visibile, ma non l'unica
• Bisogno di cittadinanza
• Problemi lavorativi
• Mancanza posti di lavoro
• Redditi bassi o inesistenti
• Bisogno di sostegno economico
• Rete di conoscenza di possibilità lavorative
• Maggiore sistema tra primo, secondo e terzo settore
• Mancanza di regolari contratti a persone straniere
• Potenziare dialogo interassessorile
• Rete di conoscenza di possibilità lavorative
• Nuove occasioni per i giovani che faticano ad inserirsi nel mondo del lavoro
• Mancanza di competenze per accedere a posti di lavoro offerti dalle aziende
• Lavoro e casa sono bisogni trasversali a tutte le area del disagio
• Sempre maggiori divari tra lavori altamente qualificati e lavori con bassa qualificazione
• Ai sindacati si sono manifestate le prime vittime sociali del covid: lavoro autonomo (vero e finto), lavoro precario, a tempo determinato, lavoro povero (sempre più diffuso: avere un lavoro non determina avere un reddito adeguato)
• Bisogno di formazione per il lavoro
• Mancanza di una casa
• Mancanza di un’offerta adeguata per l’abitare
• Mancanza di canoni a prezzi calmierati
• Mancanza di un housing
• Gap digitale
• Maggiore disparità di accesso alle risorse
• Bisogno di supporto alla compilazione di documenti
• Bisogno di sapersi orientare nella rete dei servizi e del loro funzionamento
• Disuguale opportunità per la popolazione immigrata di accesso alle informazioni in tutto il territorio dell'Ambito
• Difficoltà a partecipare a attività/servizi
• Formazione delle persone al contrasto alle mafie
• Gap linguistico di molta popolazione immigrata
• Fattori di svantaggio derivanti da meccanismi di discriminazione strutturale
• Poca conoscenza delle regole di comunità o dello stare insieme
• Bisogno di rete fra i vari servizi che si occupano di povertà
• Più sinergia tra livello regionale e comunale
• Maggiore sistema tra primo secondo e terzo settore
• Interventi integrati e territoriali
• Si lavora per compartimenti stagni: area delle politiche attive si parla poco con area del sociale
• Definizione chiara di mansioni tra ASST e ATS
• Bisogno di co-progettazione con obiettivi e metodo comune tra diversi servizi
• Necessità di creare una rete per i bisogni
• Necessità di avere educatori di strada
Tavolo Minori e Famiglia: bisogni, mancanze, criticità
• Fatica dei bambini a distaccarsi dal nucleo
• Distacco tra nuclei familiari
• Isolamento sociale dei nuclei in cui è presente un minore con disabilità
• Fragilità e spaesamento genitoriale
• Supporto Educativo - Relazionale sui Minori e sulle Famiglie
• Disagio adolescenziale
• Difficoltà di conciliazione tra lavoro e gestione minori (situazione riferita soprattutto dalle madri che lavorano)
• Bisogno di riferimenti educativi nell'ambito dell'adulti
• Isolamento sociale come scelta
• AREA PRIMA INFANZIA: fragilità nell'agire il ruolo genitoriale e delega ai servizi, isolamento dei nuclei famigliari
• Difficoltà nel creare relazioni
• Assenza consapevolezza situazioni di rischio
• Aggravamento problematiche psicologiche e psichiatriche
• Diritto allo studio e opportunità educative formali e informali
• Orientamento alla scelta scolastica e lavorativa
• Difficoltà a seguire la didattica a distanza da parte di target fragili
• Difficile accesso alle informazioni
• Bisogno di politiche giovanili per ritrovare socialità responsabile
• Necessità di socializzare e condividere le proprie difficoltà attraverso momenti di convivialità
• Pensare ad una nuova scuola che continui ad utilizzare le nuove tecnologie e gli strumenti digitali, ma che riporti ad una dimensione “più umana”
• Contrasto alla dispersione scolastica, in particolare accentuata post covid - formazione professionale secondaria estremamente deficitaria - fornire opportunità esperienziali ai giovani
• Rispetto tempi di apprendimento dei ragazzi
• Laboratori creativi e manuali
• Coinvolgimento famiglie vita scolastica, alleanza scuola famiglia
• Educazione alla legalità
• Nuove competenze
• Bisogno di senso e di orientamento
• Aumento violenze all’interno delle famiglie
• Sovraesposizione a situazioni di conflitto familiare
• Gap di genere
• nuove forme di dipendenza (social network, cellulare, tablet, computer)
• Progetti di accoglienza sostenibile per minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni
• Disturbi alimentari, ansia paure
• Problemi motori
• Percorsi giustizia riparativa
• Reinserimento in famiglia e nel territorio dopo comunità
• Difficoltà comunità di accoglienza di adeguarsi ai bisogni
• Valorizzazione differenza culturali
• Bisogno di appartenenza alla comunità
• Disagio economico
• Richiesta da parte di famiglie in difficoltà socioeconomica di essere supportati nella gestione dei propri figli
• Emergenza abitativa
Tavolo Non Autosufficienza: bisogni, mancanze, criticità
• Isolamento e solitudine
• Bisogno di movimento e di socializzazione
• Bisogni non formali di relazionalità
• Mancato sostegno da parte di risorse formali e informali
• Accesso agli strumenti informatici per gli anziani (Digitalizzazione dei servizi alla persona, Isolamento degli anziani a causa della digitalizzazione)
• Difficoltà di gestione dei servizi essenziali a distanza
• Necessità di ascolto e supporto seppur da remoto
• Necessità di referenti/riferimenti e accompagnamento all’accesso e alla conoscenza di risorse
• Criticità nel periodo pandemia alternanza badanti/perdita di riferimenti e supporti concreti alla cura
• Bisogno di riferimenti chiari nelle fasi critiche di vita, sia anziani che disabili, attenzione ai progetti di vita
• Bisogno di supporto domiciliare
• Coinvolgimento delle famiglie (Co-progettazioni sui progetti di vita con e famiglie- oggi e dopo di noi)
• Richiesta di maggiori supporti domiciliari a sostegno del ruolo del caregiver anche dove presente badante (domiciliarità efficiente per sollievo famiglie)
• Supporto ai caregiver
• Situazioni di forte solitudine del caregiver
• Sostegni demenze senili
• Coordinamento maggiore domiciliarità sanitaria e sociale
• Interventi a supporto per la salute mentale, come l’attuale SISM ma con volontariato per dare continuità
• Orientamento comunitario anche per salute mentale
• Bisogno di sostegno educativo a favore di persone con problematiche di tipo psichiatrico
• Aumento disagio psicologico
• Disturbi di accumulo compulsivo in evidente crescita, che impatta anche sulla comunità circostante
• Bisogno di co housing sociale a lungo termine.
• Housing sociale per diverse tipologie di bisogno
• Problemi alloggiativi, supporti domiciliari
• Problemi alloggiativi per persone non autosufficienti soggetti a sfratto esecutivo e con un reddito minimo.
• Luoghi e associazioni per potenziare la frequenza dei pazienti più autonomi nel tempo libero e quando i servizi sono chiusi
• Totale mancanza nel Comune di Pioltello (non so negli altri comuni del distretto) di realtà territoriali inclusive per le persone con sofferenza psichica
• Mancanza nel distretto di un centro diurno per anziani parzialmente non autosufficienti
• Le aspettative di vita si sono alzate e quindi con rischio di genitori anziani e di figli disabili non autonomi o parzialmente
• Rete di imprese e artigiani preparati ad incontrare situazioni di disagio a domicilio
• Mancanza di una realtà istituzionale che incroci la domanda con l'offerta di badanti
• Necessità di maggiore integrazione servizi sociosanitari per condividere le valutazioni e meglio orientare le famiglie l'accesso alle risorse
• Maggior coordinamento tra medici di base e rete dei servizi domiciliari
• Necessità di voucher trasporti per le persone non autosufficienti e meno ambienti e che necessitano di trasporti fissi/periodici per cure sanitarie
• Percorsi di autonomia per persone disabili
• Criticità referenti per la disabilità adulta per un progetto di presa incarico complessiva, mancanza di servizi specifici
• Assistenti sociali di comunità
• Problema delle truffe e tema della formazione contro i reati comuni di circonvenzione
4.2.5 Analisi delle dimensioni trasversali relative a bisogni, mancanze, criticità
DIMENSIONE TRASVERSALE | DESCRIZIONE DEL BISOGNO |
Isolamento sociale | L’isolamento sociale, non solo quello subito ma anche quello scelto, causa la mancanza di occasioni di socialità e di inclusione con il resto della comunità e rende difficile creare delle relazioni stabili e continuative, che permettano di condividere i propri pensieri e la propria condizione attraverso momenti di convivialità; in questo modo l’utente/nucleo familiare non riesce ad uscire dalla situazione di fragilità e povertà sociale, che sfocia molto spesso anche in povertà economica. |
Riferimenti educativi | È stata riscontrata la mancanza di riferimenti e sostegni educativi in tutte le fasi della vita degli utenti, soprattutto se in condizioni di grande fragilità. |
Disagio psicologico e psichico | In tutte e tre le aree di utenza, soprattutto a seguito della crisi pandemica, si è riscontrato un aumento o un aggravamento delle problematiche psichiatriche e psicologiche, le quali contribuiscono ad un peggioramento complessivo non solo del benessere fisico e mentale, ma anche di quello sociale. |
Disagio economico | La mancanza di reddito e/o l’insufficienza dei sussidi e delle prestazioni sociali garantite dallo Stato, causano all’interno del target di riferimento situazioni di grave disagio economico da cui è molto difficile uscire autonomamente. |
Accesso alle informazioni e orientamento nei servizi | L’accesso alle informazioni riguardanti i servizi territoriali dedicati alle esigenze del target è molto complesso, così come difficile è sapersi orientare al loro interno e capirne il funzionamento. Inoltre, si è riscontrata la mancanza di punti di riferimento e accompagnamento nella conoscenza e nell’accesso alle risorse disponibili. |
Emergenza abitativa | Sono emersi problemi alloggiativi, scarse opportunità di housing e co- housing sociale, mancanza di canoni a prezzi calmierati e mancanza di un’offerta adeguata alla ricerca dell’abitazione. |
Supporto e coinvolgimento delle famiglie | Scarso coinvolgimento delle famiglie nei progetti di vita dell’utenza (scolastici, dopo di noi), scarso sostegno emotivo, psicologico ed economico e orientamento nell’accesso alle risorse. |
Appartenenza alla comunità | Scarsa integrazione e senso di appartenenza alla comunità di riferimento espresso dalle persone in condizione di fragilità. |
Co-progettazione | Mancanza di una prassi di co-progettazione con obiettivi e metodo comune tra i diversi servizi. |
Integrazione | Sono scarse le reti tra i vari servizi dello stesso settore, ma anche tra i vari livelli istituzionali (comunale, regionale, nazionale) e tra il settore pubblico, quello privato e il non-profit. |
Gap digitale | La crescente digitalizzazione dei servizi alla persona rende difficile per gli anziani, le persone non autosufficienti o in gravi condizioni di emarginazione sociale, accedere agli strumenti informatici, causando così l’aumento del gap digitale e di conseguenza anche dell’isolamento, sia per quanto riguarda la vita di comunità sia per l’accesso ai servizi. |
4.3 Illustrazione delle motivazioni alla base della scelta riguardo alle aree individuate per la programmazione
Il piano di zona rappresenta anzitutto uno strumento di messa a sistema e riorganizzazione dell‘offerta complessiva del sistema degli interventi e servizi sociali, realizzato attraverso un percorso di governance che avvia processi concertati di trasformazione territoriale e individua una visione di futuro del territorio condivisa.
Sono state pertanto sottoposte al percorso di progettazione partecipata con gli stakeholder, le aree di policy (casa/lavoro – giovani e minori – supporto all’autonomia) sulle quali era maggiormente necessaria una lettura integrata dei bisogni e delle risorse, nonché la creazione di consenso attorno a visioni strategiche per poter indirizzare energie potenziali ancora non evidenziate verso obiettivi di sviluppo condivisi.
Alle tematiche condivise nel percorso di progettazione partecipata sono state poi integrate le aree di policy relative al consolidamento del quadro di contesto necessario alla realizzazione degli interventi, nonché quelle connesse all’espletamento del mandato istituzionale normativamente attribuito.
La scelta definitiva delle aree di programmazione è stata infine l’esito di un vaglio di coerenza interna tra analisi dei problemi, proposte e strategie individuate, sistema d‘offerta preesistente, soluzioni relative a meccanismi di coordinamento intra e interistituzionali, coerenza tra budget disponibile e risorse prevedibili per l‘implementazione di quanto previsto.
Le risorse economiche individuate nei nuovi obiettivi dovranno necessariamente trovare spazio, laddove è possibile, in una maggiore flessibilità dell’utilizzo dei fondi del FNPS oppure in una compartecipazione economica da parte dei comuni. Al momento le risorse economiche del FNPS sono tutte utilizzate per finanziare il personale e per gli obiettivi che proseguono in continuità così come descritto nel paragrafo “Obiettivi in continuità con la triennalità precedente”.
Sarà cura dell’Ufficio di Piano verificare ulteriori canali di finanziamento anche legati al PNRR.
5. Individuazione degli obiettivi (del singolo Ambito e di Distretto) della programmazione 2021-2023
Gli obiettivi di ambito che verranno proposti di seguito sono frutto del lavoro fatto con i componenti i tavoli di co-programmazione e co-progettazione sopra descritti.
Obiettivo di questo percorso è anche quello di dare una continuità ai tavoli partecipativi rendendoli stabili nel tempo e delegando a loro, in parte, sia il monitoraggio del piano di zona sia la funzione di ricomposizione dei nuovi bisogni che emergono durante i tre anni di validità di tale documento.
5.1 Nuovi obiettivi
5.1.1 Area Non Autosufficienza
TITOLO OBIETTIVO | INCONTRARE NELLA PROSSIMITA’ LA SOLITUDINE E LA FRAGILITA’ |
DESCRIZIONE OBIETTIVO | Questo progetto vuole rispondere alle policy di promozione di inclusione attiva (C), attraverso la facilitazione e l’accesso alle opportunità di benessere e partecipazione nella comunità per le persone in situazioni di fragilità e lo sviluppo di reti territoriali e servizi. Il progetto si ispira a principi generali ed azioni tese a favorire: • l’inclusività e socializzazione della comunità, muovendo verso un approccio di riconoscimento delle differenze e del bisogno, attraverso un metodo orientato allo sviluppo e organizzazione di comunità; • promuovere il benessere della comunità attraverso processi di sostegno aperti al confronto sociale, alla partecipazione, alla mediazione delle istanze e dei conflitti. |
TARGET | I beneficiari diretti del seguente obiettivo sono le persone che presentano problematiche di fragilità psichica, non autosufficienti e/o anziane. Sono coinvolte anche le reti familiari e i caregiver di queste persone e tutte le realtà associative del territorio che condividono il loro percorso di vita nella comunità o che si occupano di non autosufficienze e fragilità. |
RISORSE MATERIALI E IMMATERIALI | Durante la fase di scrittura del seguente Piano di zona sono state raccolte le manifestazioni di interesse di 25 soggetti, con i quali è stato condiviso l’avvio della fase di co-progettazione. Nel corso della realizzazione del progetto questi ultimi verranno coinvolti come supporto alle risorse del personale dell’Ufficio di Piano e i Servizi Sociali territoriali. Nell’ambito delle risorse materiali disponibili vanno menzionati i servizi in essere e in corso di sviluppo: • il progetto servizio integrato per la salute mentale (SISM) e per il sostegno over 65 (SISO); • il servizio di teleassistenza; • il progetto POR FSE 2014/2020 “Facciamo squadra contro la povertà – Adda Martesana” PER LA DEFINIZIONE DI PERCORSI DI OCCUPABILITA’ A FAVORE DI |
PERSONE IN CONDIZIONE DI VULNERABILITÀ E DISAGIO; • AZIONI DI RETE AMBITO DISABILITA’ – NETWORK MELZO Piano Emergo 2019 Annualità 2021/2022. Azioni per la realizzazione di interventi finalizzati all’occupazione di persone con disabilità; • tirocini risocializzanti • la prossima apertura dello sportello assistenti familiari e relativo registro delle disponibilità (L.r 15/2015); • lo sportello di consulenza in tema di amministrazioni di sostegno e protezioni giuridiche. | |
RISORSE ECONOMICHE PREVENTIVATE | Per quanto riguarda le risorse economiche, l’obiettivo è rintracciare nella partecipazione a bandi le risorse aggiuntive che possano essere di supporto alla promozione del progetto. Il Distretto nel triennio prevede di mettere a disposizione un importo che al momento si stima approssimativamente in euro 20.000,00. |
RISORSE DI PERSONALE DEDICATE | L’articolazione dell’Ufficio di Piano fornisce in prima istanza la possibilità di identificare nel personale dello staff in organico (1 responsabile, 1 assistente sociale area non autosufficienza) le prime figure impiegate nella realizzazione della governance del progetto. La regia del tavolo tematico della non autosufficienza e delle conseguenti azioni vede poi l’ulteriore partecipazione e coinvolgimento operativo del responsabile ai servizi del Comune di Segrate e di 1 assistente sociale comunale. Nel corso della fase di implementazione del progetto potranno essere individuate nuove risorse, sia in capo agli assistenti sociali territoriali dei singoli comuni sia ai partner di co-progettazione afferenti al tavolo non autosufficienza. |
L’OBIETTIVO È TRASVERSALE ED INTEGRATO CON ALTRE AREE DI POLICY? | Sì, il seguente obiettivo è trasversale all’area di policy degli Anziani, relativamente al rafforzamento delle reti sociali e del contrasto all’isolamento, e quella degli interventi a favore di persone con disabilità, rispetto all’accompagnamento della persona nel percorso di vita fino al Dopo di Noi. In relazione all’implementazione del progetto non è da escludere la possibilità di integrazioni con iniziative volte al rafforzamento della digitalizzazione e sviluppo di piattaforme integrate che siano in grado di connettere i nodi della rete e facilitare l’accesso alle informazioni a vantaggio dei cittadini-utenti. |
PRESENTA ASPETTI DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA? | Sì, l’obiettivo presenta aspetti di integrazione sociosanitaria. Un ruolo importante sarà, infatti, ricoperto dall’équipe di valutazione multidimensionale, la quale costituisce luogo di opportunità per ricomporre bisogni, processi e sviluppare il progetto individuale. Costituisce il contesto nel quale si sviluppa sia l’integrazione sociosanitaria, sia la trasversalità e contaminazione con tutti gli interventi di policy, a favore di persone con disabilità, proprio perché il progetto di vita richiede la multidisciplinarietà degli interventi. |
È IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZION E PRECEDENTE (2018-2020)? | Si. La continuità si rintraccia nella prospettiva dell’integrazione di politiche e risorse, volte al superamento della tradizionale frammentazione degli interventi, secondo un approccio basato sul lavoro di continuità, nell’ottica della condivisione di bisogni e risorse territoriali. |
L’INTERVENTO È CO-PROGETTATO | Sì, con tutti gli enti partecipanti al tavolo non autosufficienza e gli eventuali soggetti informali che potrebbero essere rintracciati nel corso dello sviluppo della |
CON ALTRI ATTORI DELLA RETE? | progettualità triennale. |
QUESTO | I principali bisogni a cui tale obiettivo vuole rispondere possono essere identificati come segue: • bisogno di sostegno vicino al luogo della vita”; • necessità di “luoghi” intesi come spazi, opportunità e relazioni di comunità, in cui il cittadino possa esprimere la propria inclusività (competenze, bisogni, risorse, saper fare e saper essere). • bisogni di ascolto, mediazione conflitti, cura delle dinamiche, necessità di luoghi e opportunità di inclusione, prossimità anche come presenza nel territorio, di fiducia relazionale • esigenza di diffondere azioni di prevenzione e sensibilizzazione; • necessità di una mappatura dei bisogni e risorse, di fare rete, consolidare e diffondere le risorse esistenti; • bisogno di sviluppare una rete referente per la fragilità • aggravamento e/o emersione delle problematiche a seguito della pandemia da Covid19. • necessità di guardare al progetto di vita in modo completo (quotidianità, sport, lavoro, tempo libero, domiciliarità) |
INTERVENTO A | |
QUALE/I BISOGNO/I | |
RISPONDE? | |
QUALI MODALITÀ ORGANIZZATIVE, OPERATIVE E DI EROGAZIONE SONO ADOTTATE? | Azione 1 – Istituzione di un tavolo permanente della non autosufficienza, composto da operatori dei servizi sociali pubblici, servizi specialistici e terzo settore, come luogo di raccordo e di sviluppo di progetti dedicati alla non autosufficienza. È auspicabile prevedere la nascita anche di sottogruppi permanenti di lavori a regia operativa delle azioni che verranno realizzate in collaborazione con i soggetti aderenti al tavolo della non autosufficienza, che si occupino della creazione di progettualità specifiche. INDICATORI 1.1 numero partecipanti al tavolo 1.2 numero incontri del tavolo 1.3 numero progettualità identificate 1.4 numero sottogruppi di lavoro creati 1.5 numero partecipanti ai sottogruppi di lavoro 1.6 numero incontri dei sottogruppi |
Azione 2 – Mappatura dei bisogni e delle risorse esistenti sul territorio riguardanti gli utenti non autosufficienti e/o anziani fragili e dei servizi e altre risorse loro dedicate INDICATORI 2.1 individuazione partecipanti al gruppo di lavoro 2.2 creazione della partnership 2.3 numero incontri del gruppo di lavoro 2.4 report dei bisogni emersi 2.5 report delle risorse emerse 2.6 condivisione della mappatura | |
Azione 3 – Creazione e diffusione di linee guida operative/accordo/protocollo tra Enti pubblici e del privato sociale per lo sviluppo di buone prassi e modalità lavorative che mettano in rete le risorse e che spingano alla co-progettazione degli interventi per una presa in carico multidimensionale e multidisciplinare. INDICATORI |
3.1 riunioni periodiche del tavolo tematico per l’elaborazione delle linee guida/accordo/protocollo 3.2 presentare versione definitiva dello strumento in assemblea dei sindaci 3.3 deliberare adesione alle linee guida/accordo/protocollo definitivo 3.4 sottoscrizione del protocollo Azione 4 – Organizzazione di varie attività, anche di sensibilizzazione, dedicate alla persona non autosufficiente e/o fragile e alla sua famiglia/caregiver e più in generale a tutta la comunità che permettano di rispondere in maniera più inclusiva ai bisogni emersi e che diffondano l’importanza del lavoro e dello sviluppo di comunità come modalità per dare risposte, in termini di processi relazionali e non prestazionali, e/o per migliorare l’erogazione degli stessi interventi promossi. INDICATORI 4.1 numero iniziative organizzate 4.2 numero utenti fragili e/o non autosufficienti coinvolti 4.3 numero caregiver coinvolti 4.4 numero realtà del privato sociale coinvolte 4.5 numero cittadini e volontari coinvolti all’interno della comunità per la realizzazione delle attività | |
OBIETTIVO QUALI RISULTATI VUOLE RAGGIUNGERE? | I principali risultati che l’obiettivo vuole produrre sono: • realizzazione di almeno 3 progettualità nel corso del triennio grazie al lavoro del tavolo tematico • mappatura dei bisogni e delle risorse del territorio e la sua diffusione • diffusione e implementazione delle linee guida/accordo/protocollo sulle buone prassi, la co-progettazione e la messa in rete in ambito non autosufficienza • realizzazione di almeno 2 progettualità per lo sviluppo di comunità |
QUALE IMPATTO VUOLE AVERE L’INTERVENTO? | L’impatto a cui tende il progetto è il miglioramento dell’inclusività sociale, quindi delle opportunità di incontro, nella prossimità relazione e territoriale delle situazioni di fragilità. A tal fine si prevede di misurare soddisfazione e benessere psico-sociale percepito delle persone fragili e delle rispettive famiglie che hanno partecipato ad almeno una delle iniziative. I principali indicatori di outcome possono essere: • il raggiungimento di almeno il 50% degli aderenti che esprime soddisfazione rispetto alla partecipazione alle iniziative • il 50% degli stessi che esprime un miglioramento percepito del proprio benessere psico-sociale a seguito della partecipazione alle iniziative. • Diffusione della co-progettazione come modalità di intervento tra il settore pubblico e il settore privato sociale |
TITOLO OBIETTIVO | PROGETTI DI VITA |
DESCRIZIONE OBIETTIVO | Tale obiettivo prevede di promuovere all’interno della comunità condizioni, azioni e opportunità di inclusione e indipendenza che permettano alla persona non autosufficiente di vivere in autonomia la propria vita. Ciò implica rafforzare l’esistente ed implementare modi nuovi per rispondere all’esigenza di co- progettazione nei progetti di vita oggi e “Dopo di Noi” con le famiglie. È |
necessaria anche una ricomposizione del progetto di vita e di diffondere riferimenti importanti lungo tutto l’arco della vita del cittadino: minore, adulto, anziano. | |
TARGET | I beneficiari diretti sono le persone adulte in condizioni di disabilità e le loro famiglie, che hanno la necessità di essere accompagnati nei percorsi e programmi di autonomia e del progetto di vita dei propri figli. I beneficiari indiretti sono invece le reti formali e informali attive e presenti nel territorio, con compiti di ascolto e di intervento, di intercettazione del bisogno, di promozione della cultura dell’autonomia oltre le condizioni di disabilità, di sperimentazione di risposte o azioni di informazione e orientamento. Sarà coinvolta anche la rete istituzionale dei servizi che operano nel territorio (Ambito/ Comuni/ASST) chiamati, in senso comunitario, alla co-implementazione delle politiche sociali. |
RISORSE MATERIALI E IMMATERIALI | Durante la fase di scrittura del seguente Piano di zona sono state raccolte le manifestazioni di interesse di 25 soggetti, con i quali è stato condiviso l’avvio della fase di co-progettazione. Nel corso della realizzazione del progetto questi ultimi verranno coinvolti come supporto alle risorse del personale dell’Ufficio di Piano e i Servizi Sociali territoriali. All’interno del perimetro normativo attuale tracciato dalla Legge 112/2016, sulla scorta dell’approccio applicativo delineato dal Programma Operativo Regionale Dopo di NOI (DGR 3404/2020), tenuto conto dell’intervenuta riforma del Terzo Settore, dalle Linee Guida del MLPS del 31 marzo 2021 che disciplina i rapporti tra pubbliche amministrazioni ed enti del terzo settore, il nuovo Programma Operativo regionale Dgr 4749/201 consente la possibilità per gli ambiti distrettuali dei piani di zona la possibilità di riconoscere al Terzo Settore una funzione di supporto istituzionale all’innovazione sociale. Ai fini dell’attuazione dei programmi operativi locali Dopo di Noi, gli enti del terzo settore potranno infatti svolgere una duplice funzione: • diretta agli interventi di sostegno personale che declinano le diverse misure operative; • propositiva, che concorre, insieme al piano di zona, alla lettura dei bisogni territoriali, alla ricerca di soluzioni progettuali innovative, ovvero alle proposte di attuazione del programma operativo, nel rispetto delle finalità della Legge 112 e del quadro complessivo dei bisogni rilevati sul territorio. Tra le risorse disponibili vanno menzionati i servizi in essere e in corso di sviluppo che sono di sostegno diretto o indiretto ai possibili percorsi e fasi di vita: • i fondi, e, progettualità e collaborazioni in essere del Dopo di Noi • il progetto servizio integrato per la salute mentale (SISM) • il servizio di teleassistenza; • il progetto POR FSE 2014/2020 “Facciamo squadra contro la povertà – Adda Martesana” PER LA DEFINIZIONE DI PERCORSI DI OCCUPABILITA’ A FAVORE DI PERSONE IN CONDIZIONE DI VULNERABILITÀ E DISAGIO; • AZIONI DI RETE AMBITO DISABILITA’ – NETWORK MELZO Piano Emergo 2019 Annualità 2021/2022. Azioni per la realizzazione di interventi finalizzati all’occupazione di persone con disabilità; • la prossima apertura dello sportello assistenti familiari e relativo registro delle |
disponibilità (L.r 15/2015); • lo sportello di consulenza in tema di amministrazioni di sostegno e protezioni giuridiche. | |
RISORSE ECONOMICHE PREVENTIVATE | Per quanto riguarda le risorse economiche, l’obiettivo è rintracciare nella partecipazione a bandi, risorse aggiuntive che possano essere di supporto alla promozione del progetto. Il distretto nel triennio metterà a disposizione euro 20.000,00 approssimativi. Si stima sia inoltre necessario potenziare il personale dell’ufficio di Piano di almeno 10 ore settimanali anche attraverso collaborazioni con enti del terzo settore per poter seguire e sviluppare tale progettualità |
RISORSE DI PERSONALE DEDICATE | L’articolazione degli Uffici di Piano fornisce in prima istanza la possibilità di identificare nel personale dello staff dell’Ufficio di Piano (1 responsabile, 1 assistente sociale - area non autosufficienza) le prime figure impiegate nella realizzazione della governance del progetto. La regia del tavolo tematico della non autosufficienza e delle conseguenti azioni vede poi l’ulteriore partecipazione e coinvolgimento operativo del responsabile ai servizi del Comune di Segrate e di 1 assistente sociale comunale. Nel corso della fase di implementazione del progetto potranno essere individuate nuove risorse, sia in capo agli assistenti sociali territoriali dei singoli comuni sia ai partner di co-progettazione afferenti al tavolo non autosufficienza. |
L’OBIETTIVO È TRASVERSALE ED INTEGRATO CON ALTRE AREE DI POLICY? | Sì, il seguente obiettivo è trasversale all’area di policy degli Anziani, relativamente al rafforzamento delle reti sociali e del contrasto all’isolamento, e quella degli interventi a favore di persone con disabilità, rispetto all’accompagnamento della persona nel progetto di vita fino al Dopo di Noi. In relazione all’implementazione del progetto non è da escludere la possibilità di integrazioni con iniziative volte al rafforzamento della digitalizzazione e sviluppo di piattaforme integrate che siano in grado di connettere i nodi della rete e facilitare l’accesso alle informazioni a vantaggio dei cittadini-utenti. |
PRESENTA ASPETTI DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA? | Sì, l’obiettivo presenta aspetti di integrazione sociosanitaria. Un ruolo importante sarà, infatti, ricoperto dall’équipe di valutazione multidimensionale, la quale costituisce luogo di opportunità per ricomporre bisogni, processi e sviluppare il progetto individuale. Costituisce il contesto nel quale si sviluppa sia l’integrazione sociosanitaria, sia la trasversalità e contaminazione con tutti gli interventi di policy, a favore di persone con disabilità, proprio perché il progetto di vita richiede la multidisciplinarietà degli interventi. |
È IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZION E PRECEDENTE (2018-2020)? | Sì. La continuità si rintraccia nei principi della prospettiva dell’integrazione di politiche e risorse, contenute nel precedente Piano di Zona, volte al superamento della tradizionale frammentazione degli interventi, secondo un approccio basato sul lavoro di continuità nell’ottica della condivisione di bisogni e risorse territoriali. |
L’INTERVENTO È CO-PROGETTATO CON ALTRI ATTORI DELLA RETE? | Sì, con tutti gli enti partecipanti al tavolo di co-programmazione - Non Autosufficienza e gli eventuali soggetti informali che potrebbero essere rintracciati nel corso dello sviluppo della progettualità triennale. |
QUESTO INTERVENTO A QUALE/I BISOGNO/I RISPONDE? | I principali bisogni a cui tale obiettivo vuole rispondere possono essere identificati come segue: • bisogno di inclusione, coinvolgimento delle persone con disabilità nella realizzazione del proprio progetto di vita oggi e Dopo di Noi; • necessità di riferimenti all’interno della comunità; • necessità di sviluppare percorsi di aiuto con programmi di autonomia per le varie fasi di vita; • supporto ai caregiver e reti familiari |
QUALI MODALITÀ ORGANIZZATIVE, OPERATIVE E DI EROGAZIONE SONO ADOTTATE? | Azione 1 - Realizzare una mappatura delle risorse esistenti (risorse abitative, legami e reti, competenze, esperienze, buone prassi dei progetti) disponibili nella rete dei servizi, nel terzo settore e nelle famiglie, favorire la diffusione delle stesse nella comunità territoriale o il loro potenziamento; INDICATORI 1.1 individuazione partecipanti al gruppo di lavoro 1.2 numero incontri del gruppo di lavoro 1.3 report delle risorse esistenti 1.4 condivisione della mappatura |
Azione 2 – Promozione di attività di co-progettazione e auto-formazione: équipe di raccordo tra servizi e terzo settore quale momento e opportunità per la co- costruzione della rete dei progetti Dopo di Noi, di messa in comune di risorse, strategie e prassi; INDICATORI 2.1 individuazione partecipanti dell’equipe di raccordo 2.2 numero incontri dell’equipe di raccordo 2.3 numero attività di auto-formazione promosse 2.4 numero progetti ideati | |
Azione 3 – Rafforzare, attivare e rendere permanente l’obiettivo intrapreso nel 2020, richiamato anche dalle linee operative della DGR 3404/2020 teso alla promozione della legge 112/2016, quale opportunità “culturale” ed esperienziale di affrontare il tema dopo di Noi, attraverso il coinvolgimento del Terzo settore, delle famiglie e delle associazioni (raccontare esperienze di realtà associative, famiglie, gruppi di mutuo-aiuto, condividere progetti legati al dopo di noi sul territorio, condivisione di materiali di consultazione per l’ascolto delle esperienze, ecc). INDICATORI 3.1 numero enti del Terzo Settore e associazioni coinvolti 3.2 numero famiglie coinvolte 3.3 numero incontri organizzati 3.4 numero materiali di consultazione prodotti | |
Azione 4 – Realizzazione di uno strumento per la raccolta di elementi utili alla definizione del progetto di vita del cittadino, lungo tutto l’arco della sua vita, per una progettazione di servizi più efficace. INDICATORI 4.1 individuazione dei partecipanti al gruppo di lavoro 4.2 numero incontri del gruppo di lavoro 4.3 creazione dello strumento |
Azione 5 - Definire a livello territoriale specifici protocolli operativi per l’individuazione e l’organizzazione della funzione di case manager come già previsto dalla DGR 3404/2020 che confermava, in capo alle ATS di concerto con gli Ambiti territoriali, il ruolo di coordinamento istituzionale e di raccordo territoriale per il raggiungimento dell’obiettivo. INDICATORI 5.1 individuazione dei partecipanti al gruppo di lavoro 5.2 numero incontri del gruppo di lavoro 5.3 approvazione del protocollo ATS 5.4 sottoscrizione del protocollo | |
OBIETTIVO QUALI RISULTATI VUOLE RAGGIUNGERE? | I principali risultati che l’obiettivo vuole raggiungere sono: • creazione e diffusione della mappatura delle risorse esistenti • realizzazione di almeno 3 momenti di autoformazione dell’equipe di raccordo tra servizi nel corso del 2022-2023 • la promozione di iniziative o di interazioni secondo i principi ispiratori del progetto (almeno 1 l’anno nel 2022 e 1 nel 2023) • la raccolta e messa in condivisione dell’esperienza di almeno 5 famiglie (nel triennio) quale capitale sociale da mettere a disposizione di altre famiglie e dei servizi e terzo settore • realizzazione e diffusione dello strumento per la raccolta di informazioni sul progetto di vita • numero protocolli operativi sottoscritti da Ambiti e ATS • coinvolgimento complessivo di almeno 100 cittadini nel corso della progettualità triennale |
QUALE IMPATTO VUOLE AVERE L’INTERVENTO? | L’impatto a cui tende il progetto è dare “ascolto” e “risposta” in co-progettazione secondo i principi di sussidiarietà, di sviluppo e organizzazione di comunità, al bisogno del diritto al progetto di vita dei cittadini in condizioni di disabilità. I principali indicatori di outcome possono essere individuati come segue: • misurazione del BENESSERE E SODDISFAZIONE di almeno il 50% degli aderenti alle iniziative; • misurazione del grado della percezione di incremento delle conoscenze sul “Dopo di Noi “a disposizione delle famiglie attraverso le iniziative promosse e i supporti messi a disposizione. • Miglioramento e consolidamento della rete e della sua efficacia (tramite questionari a operatori) |
5.1.2 Area Minori e Famiglia
TITOLO OBIETTIVO | POLITICHE GIOVANILI |
DESCRIZIONE OBIETTIVO | Costruzione graduale di una rete che sappia mettere a sistema e garantire connessioni, sinergie e continuità alle varie risorse/esperienze esistenti nei singoli territori, a partire dagli informagiovani con l’obiettivo di riportare i giovani al centro della programmazione distrettuale. Un’azione che, partendo dalla fase attuativa dei progetti distrettuali in corso (Caleidoscopio, Reload, L’Hub dei Talenti), dai servizi presenti nei comuni e dalle esperienze scaturenti dal volontariato e dal terzo settore, nonché in relazione alla proposta di una legge regionale “per e con” i Giovani, promuova risposte comuni e innovative, la messa in condivisione di opportunità (sale studio, sale prove, spazi coworking, spazi sportivo/ricreativi) e buone prassi, contribuendo così ad aggiornare le politiche alla veloce mutevolezza delle giovani generazioni, superando criticità insite in modelli e approcci storicizzati (ma non sempre adeguati) e il carico problematico lasciato dal periodo di emergenza pandemica. |
TARGET | Pre-adolescenti e adolescenti Famiglie |
RISORSE MATERIALI E IMMATERIALI | • Servizi per i giovani esistenti (Cag, Informagiovani, ecc.) • Accordo di Programma Spazio Giovani Martesana • Spazi aperti (aree evento, centri sportivi, parchi) • Spazi per i giovani (sale studio, sale prove, biblioteche) • Canali digitali (social media, radio web, ecc.) |
RISORSE ECONOMICHE PREVENTIVATE | Anno 2022: €. 10.000,00 Anno 2023: €. 10.000,00 |
RISORSE DI PERSONALE DEDICATE | Ufficio di Piano Raccordo con uffici politiche giovanili comunali (laddove esistenti) Operatori degli informagiovani |
L’OBIETTIVO È TRASVERSALE ED INTEGRATO CON ALTRE AREE DI POLICY? | Sì, è integrato con l’area di policy politiche giovanili e per minori e interventi per la famiglia |
PRESENTA ASPETTI DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA? | SI, con la Neuropsichiatria e il Ser.D. |
È IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZION E PRECEDENTE (2018-2020)? | SI |
L’INTERVENTO È CO-PROGETTATO CON ALTRI ATTORI DELLA RETE? | SI, l’intervento è progettato con: • Città Metropolitana e Osservatorio metropolitano giovani • Servizi comunali per i Giovani • AdP Spazio Giovani Martesana • Cooperative ed enti terzo settore • Associazioni e volontariato |
QUESTO INTERVENTO A QUALE/I BISOGNO/I RISPONDE? | Potenziare e mettere a sistema le politiche giovanili per superare la frammentazione e rispondere alle necessità forti di condivisione e di promozione di azioni comuni territoriali preventive, finalizzate al bisogno di: • contrastare i fenomeni dell’isolamento sociale, delle nuove dipendenze, della educazione civica digitale, della aggregazione a fini vandalici o violenti, della perdita dei valori e della appartenenza territoriale; • offrire opportunità di coinvolgimento e socializzazione, esperienziali e di avvio all’occupazione, di contrasto ai fenomeni deteriori della neet generation, di sviluppo della creatività e protagonismo, di formazione • supportare una nuova genitorialità, capace di leggere e affrontare meglio i bisogni dei figli e accompagnarli nel percorso di crescita educativa e valoriale • potenziare la rete degli informagiovani tramite l’HUB di ambito territoriale, con competenze professionali qualificate e con funzioni di supporto alla lettura dei bisogni (osservatorio giovani), coordinamento, stimolo e networking della rete degli informagiovani, |
QUALI MODALITÀ ORGANIZZATIVE, OPERATIVE E DI EROGAZIONE SONO ADOTTATE? | Azione 1: costituzione cabina di regia-governance/tavolo, comprendendo anche gli Hub Territoriali/Informagiovani, che faciliti progressivamente un’azione sistemica sui 4 territori Tempi di attuazione: • Costituzione tavolo: entro giugno 2022 • Attività tavolo: giugno 2022 – dicembre 2024 Indicatori: |
• numero di realtà pubbliche e del terzo settore • numero di giovani/associazioni giovanili partecipanti • numero di incontri xxxxxx Xxxxxx 2: attivazione processo coordinato di sviluppo di comunità (coinvolgimento co-progettuale operatori e stakeholders) Tempi: aprile 2022- dicembre 2024 Indicatore: numero di progetti/azioni/attività elaborati nel triennio Azioni coordinate, attuative dei percorsi definiti Tempi: giugno 2022 – dicembre 2024 Indicatore: numero di attività svolte | |
OBIETTIVO QUALI RISULTATI VUOLE RAGGIUNGERE? | • Messa in rete continuativa stakeholders pubblici e privati, attraverso raggiungimento dei seguenti indicatori nel triennio 2022-2024: - Sottoscrizione protocolli d’intesa/accordi di programma - Coinvolgimento associazionismo e volontariato: almeno 3 realtà coinvolte - Coinvolgimento Osservatorio Città Metropolitana - Coinvolgimento Servizi per la famiglia e tutela dei minori - Numero di incontri svolti - Mappatura risorse politiche giovanili nell’ambito distrettuale Tempi: gennaio-giugno 2022 Indicatori: mappa delle attività • Contrasto all’isolamento sociale come scelta, alla difficoltà nel creare relazioni, necessità di tempo libero/tempo liberato Tempi:2022-2024 Indicatori: numero progetti/attività attivate • Valorizzazione dei luoghi e del territorio Tempi: 2022-2024 Indicatori: numero di spazi utilizzati/valorizzati/rigenerati • Contrasto nuove e vecchie forme di dipendenza Tempi: 2022-2024 |
Indicatori: - Avvio di almeno n.2 campagne di sensibilizzazione nel triennio - Avvio interventi di educazione civica digitale su almeno 10 classi di secondaria di primo grado - Numero attività realizzate • Creazione di nuove opportunità condivise con i giovani (scuola, lavoro, cultura, sport, tempo libero) Tempi: 2022-2024 Indicatori: - Coinvolgimento giovani nella progettazione delle azioni - Numero di attività/progetti proposti - Partecipazione a bandi di finanziamento • Condivisione e replicabilità esperienze, buone prassi e progetti Tempi: 2022-2024 Indicatori - Creazione newsletter buone pratiche - N.1 Convegno sulle buone prassi politiche giovanili - Coinvolgimento in momenti di incontro con educatori servizi territoriali - Numero progetti “replicati” • Supporto alla genitorialità Tempi: 2022-2024 - Numero attività erogate (formazione, conferenze, mailing list) - Coinvolgimento servizi per la famiglia e tutela dei minori | |
QUALE IMPATTO VUOLE AVERE L’INTERVENTO? | • Creazione e graduale consolidamento rete territoriale pubblico privata • Coinvolgimento attivo dei giovani dell’ambito distrettuale nella rete, nei progetti e nelle attività Tempi: 2022-2024 Indicatori: - Numero di soggetti giovani coinvolti nella rete |
- Numero giovani coinvolti per fascia di età nei progetti/esperienze - Numero giovani coinvolti per fascia di età negli eventi - Numero di giovani coinvolti per fascia di età nelle formazioni |
5.1.3 Area Inclusione Sociale
TITOLO OBIETTIVO | ATTIVA, INFORMATIVA E INCLUSIVA: LA NUOVA RETE PER IL CONTRASTO ALLA POVERTÀ |
DESCRIZIONE OBIETTIVO | Di fronte alle nuove povertà che afliggono la comunità come conseguenza della crisi pandemica, si pone l’urgenza di valorizzare il capitale esperienziale e conoscitivo accumulato dai servizi negli ultimi anni; si pone inoltre la necessità approfondire i bisogni e di ripensare, come rete, le risposte progettuali più adatte. |
Con questo obiettivo strategico si intende mettere a sistema attori, informazioni e servizi erogati nell’ambito del contrasto alla difficoltà economica presenti sul territorio e generare una rete di attori, che condividono tra loro informazioni sui propri servizi e progetti, e che sono tutti responsabilizzati rispetto al dovere di Orientamento e informazione al cittadino. La rete in questo modo si pone lo scopo di restituire fedelmente al cittadino l’eterogeneità e la complessità dell’offerta e di orientarlo e supportarlo nella scelta del servizio più adatto al tipo di bisogno che caratterizza la sua condizione di difficoltà. | |
Le difficoltà dei cittadini, dal punto di vista economico, hanno cause diverse e diversi profili di severità. Per questo è importante trovare la risposta più adatta al bisogno e capace di sostenere il cittadino prevenendo peggioramenti della condizione economica e/o forme di indebitamento pericolose. Per il funzionamento della rete come canale di informazione, si prevede la creazione di un sistema hub and spoke, in cui l’hub (il segretariato sociale ex 328/2000) è responsabile della raccolta e della gestione delle informazioni che circolano all’interno della rete, nonché del servizio di informazione e orientamento al cittadino; mentre gli spokes (individuabili in tutti gli altri attori che partecipano alla rete) hanno il dovere di intercettare e accogliere il cittadino, condividendo le informazioni sull’offerta di servizi attivi sul territorio. | |
TARGET | Tutti i cittadini sono potenzialmente beneficiari del presente obiettivo strategico, che si rivolge all’intera comunità per condividere con essa informazioni, orientamento e mentoring. Ogni cittadino, come singolo o parte di un nucleo familiare, può infatti trovarsi in condizione di difficoltà, in particolar modo a seguito della crisi sociale ed economica causata dalla pandemia. Gli attori della comunità (pubblici e privati) che offrono servizi di contrasto alle condizioni di difficoltà economica sono parte attiva ma anche beneficiaria nel disegno tratteggiato da questo obiettivo strategico: la possibilità di avere dati e informazioni sulla comunità di riferimento e sui servizi in corso rappresenta una risorsa fondamentale per le progettazioni e gli interventi a venire. |
RISORSE MATERIALI | Risorse immateriali: partecipazione degli attori della rete; informazioni; |
E IMMATERIALI | competenze nella gestione di servizi di informazione e orientamento al cittadino. |
Risorse materiali/tecnologiche: canale di condivisione delle informazioni tra gli attori della rete. | |
RISORSE ECONOMICHE PREVENTIVATE | Euro 20.000 per attivazione sedi, materiale informativo |
RISORSE DI PERSONALE DEDICATE | Tavolo inclusione, formato dai soggetti aderenti alla rete per la progettazione del servizio, assistenti sociali e operatori terzo settore per la condivisione e la messa in rete delle informazioni |
L’OBIETTIVO È TRASVERSALE ED INTEGRATO CON ALTRE AREE DI POLICY? | Si, con il progetto sovradistrettuale denominato COMUNITA’ DIGITALE |
PRESENTA ASPETTI DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA? | SI - Il servizio di segretariato sociale diffuso dovrà necessariamente, per una presa in carico del bisogno globale del cittadino, interfacciarsi con le risorse sanitarie |
È IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZIONE PRECEDENTE (2018- 2020)? | NO |
L’INTERVENTO È CO-PROGETTATO CON ALTRI ATTORI DELLA RETE? | SI, tale intervento sarà la messa in rete delle risorse presenti sul territorio |
QUESTO INTERVENTO A QUALE/I BISOGNO/I | Questo obiettivo strategico risponde a un doppio ordine di bisogni: |
RISPONDE? | • A livello di cittadinanza, il bisogno di informarsi ed essere informati sulle possibilità di supporto alla propria condizione di difficoltà economica, che presenta profili e caratteristiche diverse; • A livello di servizi, il bisogno di conoscere cosa fanno gli altri servizi e con quali risultati, al doppio fine di posizionare meglio la propria offerta e di orientare meglio il cittadino. |
QUALI MODALITÀ ORGANIZZATIVE, OPERATIVE E DI EROGAZIONE SONO ADOTTATE? | Azione 1: Realizzazione di hub per le informazioni sociali (segretariato sociale diffuso) dislocate sul territorio dell’ambito. |
OBIETTIVO QUALI RISULTATI VUOLE RAGGIUNGERE? | Protocollo sottoscritto da tutte le realtà sociali interessate Centri di ascolto, comuni, Patronati, associazioni) per la definizione di metodologie comuni circa l’erogazione del servizio. |
QUALE IMPATTO VUOLE AVERE L’INTERVENTO? | • Misurare a distanza di tempo l’afluenza al centro hub per le informazioni sociali e il grado di soddisfazione dei cittadini che usufruiscono del servizio • Processo riflessivo di apprendimento del tavolo inclusione stesso che si occuperà del monitoraggio e della verifica di attuazione di tale policy |
TITOLO OBIETTIVO | NESSUNO È UN’ISOLA – ATTIVAZIONE DI JOB CAFÈ SOCIALI |
DESCRIZIONE OBIETTIVO | Nel Capitolato d’Appalto del Servizio Distrettuale di Contrasto alla Povertà la povertà stessa viene definita come “…..Mancanza di risorse per il mantenimento proprio e dei propri familiari”, ma soprattutto come il sintomo di povertà meno tangibili ed osservabili: la povertà di competenze, l’assenza di legami famigliari e solidali, l’assenza di rete sociale, la povertà culturale e la conseguente povertà educativa, la povertà in termini di assenza di possibilità di reinserimento spesso causata da un deficit strutturale del sistema di welfare”. I processi di socializzazione consentono all’individuo di entrare effettivamente a far parte della società in cui vive, poiché insegnano a riconoscere ed utilizzare norme, comportamenti, ruoli ed istituzioni di cui la società si compone. Anche l’obiettivo strategico di favorire la socializzazione in diversi segmenti di popolazione nasce da meccanismi di esclusione e processi di marginalizzazione che, con la crisi pandemica, si sono accentuati. Per raggiungere l’obiettivo, si è pensato alla creazione di Job Caffè, cioè luoghi in cui si possano creare momenti di incontro nei quali informarsi sulle opportunità |
del territorio riguardo il lavoro e il volontariato, anche attraverso l’incontro con esperti e referenti territoriali dei servizi dedicati. Inoltre, potrebbero essere realizzati dei luoghi d’incontro destinato a donne straniere, con particolare attenzione a quelle di recente arrivo in Italia e alle mamme con bambini della fascia di età 0 -5 anni. Si pensa ad un luogo che possa favorire l’autonomia, offrire spazi e attività che possano creare momenti di socializzazione e facilitare l’apprendimento della lingua italiana, oltre che la conoscenza del territorio. | |
TARGET | La socializzazione si rivela importante lungo tutto l’arco della vita, a partire dall’infanzia ad arrivare alla terza età. Dall’attività di filtro e analisi dei bisogni rilevati sul territorio ed espressi sui tavoli partecipativi è apparso opportuno concentrarsi su tre categorie di persone: • persone adulte (sopra i 40 anni) disoccupate; • donne straniere con figli minori che abbiano necessità di trovare spazi che ne facilitino l’integrazione; anziani in buona salute che, a causa della pandemia, si siano trovati privi dei luoghi della socialità e che quindi rischiano l’isolamento. |
RISORSE MATERIALI E IMMATERIALI | Risorse immateriali: canali di comunicazione e di divulgazione dei job cafè. Risorse materiali: individuazione di spazi nel territorio del distretto per l’attivazione dei job cafè, personale educativo dedicato |
RISORSE ECONOMICHE PREVENTIVATE | Euro 30.000 annui |
RISORSE DI PERSONALE DEDICATE | Educatori professionali e facilitatori per l’organizzazione e la programmazione delle attività nei Job Cafè, personale dell’ufficio di piano per il coordinamento e la regia. |
L’OBIETTIVO È TRASVERSALE ED INTEGRATO CON ALTRE AREE DI POLICY? | SI. L’attività di socializzazione è trasversale anche alle altre aree di policy individuate: area famiglie e minori e area non autosufficienza. |
PRESENTA ASPETTI DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA? | No |
È IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZION E PRECEDENTE (2018-2020)? | No |
L’INTERVENTO È CO-PROGETTATO | SI, l’intervento sarà co-progettato all’internodo del tavolo inclusione costituito con la manifestazione di interesse per la co-programmazione e co-progettazione |
CON ALTRI ATTORI DELLA RETE? | dei piani di zona. |
QUESTO INTERVENTO A QUALE/I BISOGNO/I RISPONDE? | • Favorire la circolazione delle informazioni in maniera capillare in un’ottica di rete; • Favorire processi di integrazione ed inclusione virtuosi. |
QUALI MODALITÀ ORGANIZZATIVE, OPERATIVE E DI EROGAZIONE SONO ADOTTATE? | Cronoprogramma per l’attivazione dei job cafè che prevedono: • ricerca di luoghi (pubblici e/o privati) alla realizzazione dei Job Cafè; • progettazione delle attività, dei metodi di conduzione e del numero di partecipanti. |
OBIETTIVO QUALI RISULTATI VUOLE RAGGIUNGERE? | • Maggiore coesione sociale • Scambio di buone prassi • Attivazione di risorse territoriali |
QUALE IMPATTO VUOLE AVERE L’INTERVENTO? | Indicatori di outcome: • La valutazione verrà attuata attraverso interviste fatte ai cittadini frequentanti dei Job Cafè. |
TITOLO OBIETTIVO | CITTADINANZA AL LAVORO - Costruire nuove visioni e opportunità di lavoro per la comunità |
DESCRIZIONE OBIETTIVO | Il distretto Est ha risposto, insieme a partner del terzo settore, ad un Bando della Fondazione Comunità denominato “Comunità solidali, Contrasto alla povertà nell’Adda Martesana”. Il progetto, definito per tale bando, intende superare l’idea di lavoro come “impiego” della persona e sviluppare una prospettiva nella quale è concepito come risposta ai bisogni delle comunità, attraverso il contributo di ciascuno secondo le proprie possibilità. L’obiettivo delle persone coinvolte nel processo non sarà, dunque, solo quello di trovare un’occupazione, ma di progettare la propria professionalità/il proprio lavoro come soluzione a un bisogno reale del proprio ambiente, sperimentando attivamente la complessità del lavoro 4.0. La proposta progettuale si articola in quattro aree fondamentali: • Osservatorio Civico sul Lavoro • Laboratori di Work Design |
• Laboratori Progettuali di Impresa • Rete Territoriale Il progetto prevede anche delle azioni di fundraising per l’istituzione di un fondo solidale di Comunità volto a dare contributi diretti alle persone fruitori del progetto. | |
TARGET | Come target il progetto si rivolge a due segmenti principali: persone che hanno risorse personali e professionali e sono al margine del mercato per situazioni contingenti, che definiamo numero oscuro e persone che non hanno (nel momento presente) risorse personali e/o hanno risorse professionali inadeguate e desuete per situazioni strutturali, che definiamo cittadini fragili. Accanto a questi, si prevedono degli stakeholder civici, che prenderanno parte all’Osservatorio Civico e alla Rete Territoriale, e che contribuiranno, in misura limitata, al fundraising. Infine, un ulteriore segmento sarà composto dagli stakeholder istituzionali; questi costituiranno una rete per orientare le politiche del lavoro in modo incisivo e di contribuire in modo impattante al fundraising. |
RISORSE ECONOMICHE PREVENTIVATE | Il progetto prevede l’istituzione di un fondo sociale di comunità che dovrà essere implementato con azioni di fundraising. Tutto ciò che verrà destinato a questo fondo verrà raddoppiato da Fondazione di Comunità. Al momento il tavolo politico ha stanziato euro 40.000 per le due annualità del progetto. Il progetto prevede l’istituzione del fondo pari ad euro 150.000, e il finanziamento massimo, da parte di Fondazione di Comunità di euro 250.000 per finanziare le azioni di sistema. |
RISORSE DI PERSONALE DEDICATE | L’ufficio di piano per la azioni di coinvolgimento dei soggetti del territorio e per la funzione di governance e le assistenti sociali comunali I soggetti del terzo settore, sottoscrittori dell’accordo di partenariato per le azioni specifiche del progetto. |
L’OBIETTIVO È TRASVERSALE ED INTEGRATO CON ALTRE AREE DI POLICY? | Il progetto è integrato con la policy relative al contrasto alla povertà in quanto prevede delle azioni di sviluppo nell’area delle politiche attive del lavoro, oltre all’erogazione di contributi per i soggetti che faranno parte del percorso. |
PRESENTA ASPETTI DI INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA? | Al momento non si evincono aspetti di integrazione sociosanitaria |
È IN CONTINUITÀ CON LA PROGRAMMAZION E PRECEDENTE (2018-2020)? | No |
L’INTERVENTO È CO-PROGETTATO CON ALTRI ATTORI DELLA RETE? | L’intervento è stato progettato con le realtà del terzo settore che hanno sottoscritto l’accordo di partenariato e l’AFOL. |
QUESTO INTERVENTO A QUALE/I BISOGNO/I RISPONDE? | Si rivolge alle persone che hanno perso il lavoro, anche a causa della pandemia e/ o alle persone che vogliono riqualificarsi. |
OBIETTIVO QUALI RISULTATI VUOLE RAGGIUNGERE? | Indicatori di output: • Soggetti che, dopo il percorso, hanno trovato una loro collocazione lavorativa • Imprese del territorio coinvolte, sia per la contribuzione al fondo che per la messa a disposizione di percorsi professionalizzanti • Entità del fondo sociale di comunità |
QUALE IMPATTO VUOLE AVERE L’INTERVENTO? | Il progetto si avvarrà della consulenza di Associazione Ricerca Sociale che fa capo all’IRS. Obiettivo dell’Associazione sarà quello di valutare l’impatto differenziale delle politiche tradizionali con sulla probabilità di trovare lavoro e quello dell’impegno sulla costruzione di un business plan. L’Osservatorio Civico stesso sarà produttore di dati, qualitativi e quantitativi, che potranno essere integrati in una visione orientata alla ricerca valutativa. In tutte le stanze del progetto saranno utilizzati strumenti specifici, agili nella compilazione, ma profondi al tempo stesso rispetto al tipo di rilevazioni effettuate: ad esempio, nei Laboratori si terrà traccia di quanto accaduto attraverso dei diari di bordo, mentre l’evoluzione della Rete Territoriale sarà tracciata grazie a tecniche di network analysis. |
5.2. Obiettivi sovra zonali
I distretti 3, 4, 5 e 8 del territorio dell’ADDA MARTESANA hanno lavorato su 3 obiettivi sovrazonali, come da indicazioni di Regione Lombardia; questo porterà a disporre di una quota premiale per la loro realizzazione.
L’opportunità di adottare interventi sovrazonali per i 28 comuni appartenenti all’area Adda Martesana in un nuovo assetto di programmazione territoriale e di instaurare e/o consolidare nuove partnership, apre al confronto sull’opportunità di pensare ad un modello maggiormente integrato e meno frammentato, a partire proprio dal modello di governance delle politiche e dei processi.
Di fatto, la presentazione di obiettivi premiali connessi al Piano di Zona fornisce lo spazio normativo per potenziare i rapporti di cooperazione sovra-zonale, che nel corso degli anni sono andati a formarsi, con l’obiettivo di rafforzare e armonizzare i servizi offerti in territori simili per caratteristiche socio/economiche e contigui in termini di confini territoriali/amministrativi.
Il presente documento permette di condividere macro-linee d’intervento che vedono l’Adda Martesana impegnata per una “comunità generativa” nella convinzione che i sistemi di welfare sono generativi se riescono a ri-generare risorse e opportunità dove si vedevano solo bisogni e bisognosi.
Il percorso è già stato avviato ormai da tempo tra i quattro Ambiti, e la programmazione zonale in tal senso diventa strategia che, a partire dalla conoscenza delle esigenze del territorio, permette di costruire risposte adeguate e innovative, in maniera congiunta e sinergica. Per agevolare questo è necessario che le politiche sociali prodotte a livello dei singoli Comuni e del Piano di zona, anche grazie alla gestione associata dei servizi, siano capaci di integrarsi non solo con le politiche sociali regionali e nazionali, ma anche con quelle sociosanitarie e del lavoro. In questo ci aiuta l’impianto di Welfare su cui i 4 ambiti hanno lavorato, in collaborazione con il Forum del Terzo settore, organizzando e partecipando agli Stati Generali del Welfare generativo. Gli incontri sono serviti a ragionare in termini di innovazione ed investimento sociale, ossia di pensare il welfare non come una semplice “spesa” nel bilancio, ma come un investimento che prevede un ritorno non solo in termini sociali ed economici nel lungo periodo, ma che consente soprattutto di generare opportunità di scambio costante, in una logica di corresponsabilità, con altri soggetti della rete e i cittadini membri della Comunità generativa.
I presupposti del Welfare Generativo vedono dunque il capitale relazionale della Comunità Adda Martesana come risorsa sia per l’analisi delle esigenze del territorio stesso, che per la costruzione di servizi orientati a rispondervi nel modo più efficace, efficiente e sostenibile possibile.
5.2.1 ATTIVAbili: facciamo squadra contro le povertà
Il presente obiettivo intende implementare e consolidare il coordinamento avviato nel territorio della Martesana fine di implementare sempre più, in una visione omogenea, i lavori avviati dai 4 Ambiti in tema di vulnerabilità, per individuare prassi innovative di successo, spazi di lavoro e potenziali azioni di Zona, anche attraverso l’analisi di buone prassi esistenti nel Terzo Settore dentro e fuori il territorio dell’Adda Martesana.
L’intervento risponde all’esigenza del territorio di incrementare l’OCCUPABILITA’ intesa come la creazione di quelle condizioni che generano competenza (dal lato dei cittadini fragili) e di accoglienza (dal lato del tessuto produttivo e sociale) per aumentare le opportunità e le prospettive occupazionali. A tal fine da un lato si intende rispondere all’esigenza di integrazione istituzionale, promuovendo una progettazione sul cittadino ad ampio spettro e condivisa tra sociale e sanitario. Dall’altra si intendono potenziare le azioni
tese a sviluppare coesione e prossimità tra le persone che abitano e vivono i medesimi luoghi, passando attraverso la realizzazione di attività che hanno come sfondo comune quello di creare rete intorno alle vulnerabilità, creare scambio di buone prassi e di “risorse” tra le persone e i gruppi, valorizzare le capacità di chi già sul territorio opera a contatto con soggetti diversi, fornendo degli strumenti professionalizzanti che non snaturino però l’attivazione spontanea e volontaria dell’agire sociale. La scelta di considerare il territorio come snodo strategico ed attivo si basa sull’idea di rapporto sinergico con l’associazionismo e la cooperazione sociale in quanto titolare di significative esperienze, anche innovative, in tema di azioni propedeutiche agli inserimenti lavorativi sperimentate, e il mondo profit come uno dei luoghi di realizzazione dei progetti individualizzati. L’innovazione si connota come scarto metodologico rispetto alla presa in carico di cittadini, secondo un concetto di corresponsabilità, permettendo di promuovere una circolarità e una comunicazione tra i vari servizi, potenziando l’integrazione tra attori del territorio e riducendo la visione frammentata degli interventi.
5.2.2 Politiche sovra distrettuali per l’abitare
I 4 distretti dell’Area Adda Martesana, alla luce delle modifiche introdotte dalla normativa regionale in materia di politiche pubbliche per l’abitare (l.r. 16/2016 e del r.r. 4/2017) hanno dato avvio ad una serie di confronti (sia politici, sia tecnici, che con i soggetti della rete) al fine di utilizzare la nuova normativa come un’opportunità. La finalità è stata quella di verificare l’impatto che negli anni le strategie operative messe in campo sui territori, avevano prodotto. Con la prospettiva di incidere in maniera adeguata sulle esigenze della fascia di popolazione che oggi mostra significative fragilità, risulta strategico lavorare in modo trasversale sulle politiche del lavoro, casa e politiche di contrasto alla povertà.
La politica sovra zonale intende promuovere azioni di sistema che favoriscano una risposta sinergica ed integrata alle esigenze rilevate nella comunità territoriale:
• armonizzare e potenziare le politiche per la casa, creando strette connessioni tra tutti i settori dei comuni che a vario titolo si occupano del tema dell’abitare e della gestione del patrimonio abitativo
pubblico;
• potenziare la rete delle accoglienze transitorie e in regime di housing, garantendo al contempo la definizione di percorsi individualizzati di accompagnamento all’autonomia socioeconomica e lavorativa;
• garantire un accesso facilitato ed equo al mercato della locazione privata, sostenendo al contempo proprietari di casa e inquilini nella gestione dei contratti di locazione.
5.2.3 La comunità digitale
Le