CONVENZIONE DI SOVVENZIONE
CONVENZIONE DI SOVVENZIONE
n. AV4-2016-PIE
per lo svolgimento delle funzioni di Beneficiario e di partner di progetto nella gestione di attività del Programma Operativo Nazionale “Inclusione” FSE 2014- 2020, CCI n. 2014IT05SFOP001 e del Programma Operativo I FEAD 2014-2020 CCI n. 2014IT05FMO001
tra
la Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (di seguito: MLPS) (C.F. 80237250586) rappresentata dal xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx, Direttore Generale della suddetta Direzione, presso la quale opera la Divisione II, individuata Autorità di Gestione (di seguito: “AdG”) del Programma Operativo Nazionale “Inclusione” (di seguito: “PON”) e del Programma Operativo I FEAD (di seguito: “PO I FEAD”) - domiciliato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Via Fornovo, 8 – 00000 Xxxx
e
la Regione Piemonte (di seguito Beneficiario) (C.F./P.IVA 80087670016/ 02843860012), rappresentata dal Xxxx. Xxxxxxxxxx Xxxxxxx, Direttore della Direzione Coesione Sociale della Regione Piemonte, giusta delega firmata digitalmente del 9/02/2017, domiciliato in Xxx Xxxxxxx, 00 – 00000 Xxxxxx.
VISTA la Legge 7 agosto 1990, n 241, recante “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante “Codice in materia di protezione dei dati personali”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, recante “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il D.P.R. n. 57 del 15 marzo 2017 recante il “Regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”, che ha abrogato il precedente D.P.C.M. 14 febbraio 2014, n. 121;
VISTO che l’art. 22 del D.lgs. n. 147 del 15 settembre 2017 ha istituito la Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale, a cui sono trasferite le funzioni della Direzione generale per l'inclusione e le politiche sociali ed ha stabilito, altresì, che all'atto della costituzione della Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale è contestualmente soppressa la Direzione generale per l'inclusione e le politiche sociali e sono contestualmente trasferite le relative risorse umane, finanziarie e strumentali;
VISTO il D.P.C.M. del 15 novembre 2017, in corso di registrazione, con il quale è stato conferito l’incarico di Direttore Generale della Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale al xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx;
VISTO il Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, (recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca);
VISTO il Regolamento di esecuzione (UE) n. 288/2014 della Commissione, del
25 febbraio 2014, recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio;
VISTO il Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo (FSE);
VISTO il Regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 marzo 2014 relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD);
VISTO il Regolamento Delegato (UE) n. 1255/2014 della Commissione, del 17 luglio 2014, che integra il regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 marzo 2014 relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) con riguardo al contenuto delle relazioni di attuazione annuali e finali, compreso l’elenco degli indicatori comuni;
VISTO il Regolamento Delegato (UE) n. 532/2014 della Commissione del 13 marzo 2014 che integra il regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti;
VISTO l'Accordo di partenariato 2014-2020 per l’impiego dei Fondi SIE (Fondi Strutturali e di Investimento Europei), adottato dalla Commissione europea con Decisione del 29 ottobre 2014;
VISTO il Programma Operativo Nazionale (PON) “Inclusione”, approvato con la Decisione CE C(2014) 10130 del 17 dicembre 2014, a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) - nell’ambito della programmazione 2014-2020 relativa al FSE (Fondo sociale europeo);
VISTO il Programma Operativo per la fornitura di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base, denominato di seguito PO I FEAD, approvato con la
Decisione CE C(2014) 9676 dell’11 dicembre 2014, a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) nell’ambito della programmazione 2014-2020;
CONSIDERATO che alla Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in qualità di Amministrazione centrale dello Stato membro Italia competente in materia di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, sono state attribuite le funzioni di Autorità di Gestione e di Autorità di Certificazione del PON “Inclusione” FSE 2014-2020 e del PO I FEAD, nonché le connesse responsabilità di programmazione, gestione, attuazione, rendicontazione, monitoraggio e controllo dei programmi;
CONSIDERATO che il citato PON “Inclusione” prevede negli Assi 1 e 2 (linea di azione 9.5.9) di sostenere la riduzione della marginalità estrema nelle aree urbane attraverso il potenziamento dei servizi rivolti alle persone senza dimora e che le risorse siano assegnate tramite avvisi “non competitivi”, definiti dalla Autorità di Gestione in collaborazione con le Amministrazioni regionali, per la selezione di proposte progettuali, coerenti con gli indirizzi nazionali, predisposte dalle Città metropolitane o dalle Città con più di 250 mila abitanti, ovvero dalle Regioni, con riferimento agli Ambiti territoriali di competenza, o direttamente dagli Ambiti a tal fine delegati dalle Regioni;
CONSIDERATO che il citato PO I FEAD prevede nella Misura 4 la realizzazione di interventi a bassa soglia per rispondere ai bisogni materiali immediati delle persone senza dimora attraverso la distribuzione di beni di prima necessità, nonché di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia, sulla base di proposte progettuali, coerenti con gli indirizzi nazionali, predisposte dalle Città metropolitane o dalle Città con più di 250 mila abitanti ovvero dalle Regioni, con riferimento agli Ambiti Territoriali di competenza, o direttamente dagli Ambiti a tal fine delegati dalle Regioni;
VISTO, in particolare, il considerando 60 del citato Regolamento (UE) N. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 marzo 2014 relativo al Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti che indica la necessità di garantire che il Fondo integri le azioni che sono finanziate a titolo del FSE in quanto attività a favore dell'inclusione sociale e che sostenga nel contempo in via esclusiva le persone indigenti;
VISTO l’Accordo del 5 novembre 2015, raggiunto in sede di Conferenza Stato Regioni ed Unificata, con cui sono state approvate le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia e, in particolare, l’art. 2, in base al quale le “Linee di indirizzo” costituiscono il principale riferimento per l’attuazione degli interventi di contrasto alla grave marginalità e alla condizione di senza dimora, previsti negli assi 1 e 2 del PON “Inclusione” e, in particolare, nell’azione 9.5.9 -“Finanziamento progetti nelle principali aree urbane e nei sistemi urbani di interventi mirati per il potenziamento della rete dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e per sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia” e del PO I FEAD, in particolare nella Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili”.
VISTO il Decreto Direttoriale n. 256 del 03.10.2016 con cui è stato adottato dalla Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) l’Avviso pubblico n. 4/2016 per la presentazione di progetti da finanziare a valere sul Programma Operativo Nazionale Inclusione Assi 1 e 2, azione 9.5.9 per un ammontare pari a
€ 25 milioni e a valere sul Programma operativo I FEAD (Misura 4) per un medesimo importo di € 25 milioni, per un finanziamento complessivo pari a € 50.000.000;
CONSIDERATO il succitato Avviso Pubblico N.4/2016 pubblicato sul sito istituzionale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il quale sono state definite le modalità di presentazione da parte degli Enti territoriali, così come indicati al punto 5.1 del predetto Avviso, dei progetti finanziati a valere sul Programma Operativo Nazionale Inclusione e sul Programma Operativo I FEAD;
VISTO in particolare l’articolo 12 del suddetto Avviso che prevede l’istituzione di un’apposita Commissione di Valutazione composta da referenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
CONSIDERATA la necessità, al fine di ridurre i tempi per l’approvazione dei progetti, di istituire due Commissioni di valutazione, destinate alla valutazione dei progetti presentati da parte degli Enti territoriali del Centro Italia e dai restanti Enti territoriali, così come definiti al punto 5.1 del predetto Avviso;
VISTO l’art. 12 del citato Xxxxxx che definisce il compito da parte delle Commissioni di analizzare la proposte progettuali presentate dagli Enti territoriali sotto il profilo dell’ammissibilità e della valutazione di merito dei progetti ammissibili secondo quanto previsto dai criteri e sub-criteri individuati all’art. 13;
VISTO il Decreto Direttoriale n. 133 del 12 aprile 2017 di istituzione di due distinte Commissioni di Valutazione, una per gli Enti territoriali del Centro Italia denominata Commissione I e l’altra per gli Enti Territoriale dell’Italia del Nord e del Sud denominata Commissione II;
VISTO il Decreto Direttoriale n. 353 del 2 agosto 2017 di integrazione della composizione della Commissione II;
VISTO l’art. 10 del citato Avviso che stabilisce che le proposte di intervento debbano essere presentate a partire dal 30 ottobre ed entro il 30 dicembre 2016 e che per consentire un tempestivo avvio degli interventi, la valutazione delle proposte sarà avviata a decorrere dal giorno 15 novembre 2016, per le domande a quella data pervenute. La valutazione e approvazione delle Proposte che perverranno verrà effettuata senza attendere il termine ultimo per la presentazione delle medesime;
VISTO il Decreto Direttoriale n. 427 del 13 dicembre 2016 con il quale è stata prorogata alle ore 16.00 del 15 febbraio 2017 la scadenza del termine finale per la presentazione delle proposte progettuali da finanziare nell’ambito dell’Avviso n. 4/2016 a valere sul PON “Inclusione” e sul PO I FEAD;
VISTO il Decreto Direttoriale con il quale a causa dell’emergenza determinata dagli eventi sismici, per le sole Regioni Abruzzo e Umbria è stata ulteriormente prorogata alle ore 16.00 del 15 marzo 2017 (Decreto Direttoriale n. 35 del 14 febbraio 2017) la scadenza del termine finale per la presentazione delle proposte progettuali da finanziare nell’ambito dell’Avviso n. 4/2016 a valere sul Programma Operativo Inclusione e sul Fondo di aiuti europei agli indigenti;
CONSIDERATO che il Decreto Direttoriale n. 425 del 2 ottobre 2017 ha approvato gli elenchi dei progetti ammessi a finanziamento proposti dalle Commissioni di valutazione, ai sensi del richiamato Avviso n. 4/2016 e autorizzato il relativo finanziamento;
CONSIDERATO che la Proposta progettuale presentata dal Beneficiario risulta tra i progetti ammessi al finanziamento ai sensi del citato Decreto Direttoriale per un importo complessivo pari ad Euro 767.500,00;
CONSIDERATO che, come indicato in xxx xxxxxxxx xxx xxxxxxxxx 0 xxxxx Xxxxxxxxx x. 0 del 2 febbraio 2009, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, parti di attività progettuali possono essere svolte da soggetti partner originariamente indicati come tali nel progetto;
CONSIDERATO che gli interventi dovranno essere realizzati nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria di riferimento, in conformità con quanto previsto dall’Avviso n. 4/2016 e alla progettazione approvata, o come successivamente modificata a seguito di autorizzazione ministeriale, a pena di revoca o riduzione del finanziamento;
VISTO l’art. 15 del citato Avviso n. 4/2016, secondo il quale per l’attuazione delle proposte d’intervento ammesse a finanziamento è prevista la sottoscrizione di una Convenzione di Sovvenzione tra l’AdG ed il Beneficiario, che disciplini i rapporti tra le parti stabilendo i rispettivi diritti ed obblighi afferenti all’azione finanziata.
Tutto ciò premesso, si conviene quanto segue
Art. 1
Premesse e allegati
Le premesse e gli allegati fanno parte integrante e sostanziale della presente Convenzione.
Art. 2
Oggetto della Convenzione
Con la presente Convenzione vengono disciplinati i rapporti giuridici tra l’AdG, il Beneficiario e i suoi partner di progetto, ove ricorrano ai sensi dell’art. 5.2 dell’Avviso n. 4/2016, per la realizzazione delle azioni indicate nella Proposta progettuale allegata alla presente Convenzione, che ne forma parte integrante, per l’attuazione di interventi previsti nell’Asse 1 del PON “Inclusione”, “Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema - Regioni più sviluppate” e in particolare della azione 9.5.9 – “Finanziamento progetti nelle principali aree urbane e nei sistemi urbani di interventi mirati per il potenziamento della rete dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e per sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia” e nel PO I FEAD, in particolare nella Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili”.
Art. 3
Obblighi in capo al Beneficiario
Nell’esercizio della realizzazione delle attività individuate ai sensi del precedente art. 2, nell’ambito dell’Asse 1 del PON “Inclusione” “Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema - Regioni più sviluppate”, nonché nel PO I FEAD, in particolare nella Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili” il Beneficiario:
a) è responsabile dell’esecuzione esatta ed integrale del progetto, della corretta gestione, per quanto di competenza, degli oneri finanziari ad esso imputati e dallo stesso derivanti;
b) in ogni caso è referente unico dell’AdG per tutte le comunicazioni ufficiali, che dovranno avvenire secondo quanto indicato all’art. 6;
c) è responsabile della predisposizione, della raccolta, della corretta conservazione e dell’invio degli atti, dei documenti e delle informazioni
richieste dall’AdG, attività che non potrà delegare in alcun modo agli eventuali partner di progetto o ad altri soggetti. Quando è richiesta una informazione sui partner di progetto, è responsabile per il suo ottenimento, la verifica dell’informazione e la comunicazione della stessa all’AdG;
d) informa gli eventuali partner di progetto di ogni evento di cui è a conoscenza e che può causare ostacolo o ritardo alla realizzazione del progetto;
e) sottopone all’AdG, per la relativa approvazione, le eventuali modifiche – comunque non sostanziali - da apportare al progetto e/o al budget di progetto fornendo alla stessa le relative motivazioni secondo le modalità indicate all’art. 6;
f) gestisce, predispone e presenta le richieste di pagamento anche per conto degli eventuali altri partner di progetto; dettaglia l’ammontare esatto delle richieste e le quote assegnate a ciascun partner di progetto, secondo quanto previsto dalla presente Convenzione; individua l’entità dei costi ammissibili come da budget di progetto, di tutte le spese effettivamente sostenute/attività realizzate;
g) gestisce, predispone e presenta le domande di rimborso, secondo le disposizioni contenute nei dispostivi attuativi delle operazioni e della manualistica, finalizzate alla rendicontazione di tutti i costi diretti e indiretti del progetto, allegando la documentazione necessaria a comprovare le spese e le attività realizzate in relazione all’operazione ammessa a cofinanziamento;
h) prende atto ed accetta che tutti i pagamenti dell’AdG siano disposti secondo quanto previsto nell’art. 8;
i) il Beneficiario è il solo soggetto che riceve i finanziamenti da parte dell’Amministrazione, anche a nome di tutti gli eventuali partner di progetto ed assicura che tutti i contributi ricevuti siano riassegnati per la loro parte ai suddetti partner di progetto senza alcun ritardo ingiustificato;
j) è responsabile della corretta e tempestiva ripartizione del contributo ricevuto tra tutti gli eventuali partner di progetto ed è tenuto a conservare la relativa documentazione; è responsabile, in caso di controlli, audit e valutazioni, del reperimento e della messa a disposizione di tutta la documentazione richiesta, (inclusa la documentazione contabile degli eventuali partner di progetto), dei documenti contabili e delle copie dei contratti di affidamento a terzi;
k) è tenuto a rispettare, nell’esecuzione del progetto, tutte le norme allo stesso applicabili, ivi incluse quelle in materia di pari opportunità e di tutela delle persone con disabilità.
Il Beneficiario ha inoltre l’obbligo di:
l) avviare ed attuare l’insieme delle operazioni necessarie correlate alle azioni di cui alla presente Convenzione ed al progetto allegato;
m) assicurare che, per l’insieme delle operazioni avviate ed attuate, vengano effettuate spese ammissibili sostenute e pagate entro e non oltre il 31 dicembre 2019. A tal fine le spese dichiarate devono essere legittime e regolari oltre che conformi alle norme e agli orientamenti europei e nazionali in materia di costi ammissibili e di rendicontazione;
n) garantire, con riferimento all’attuazione delle diverse operazioni, il mantenimento di un sistema di contabilità separata e una codificazione contabile adeguata per tutte le relative transazioni;
o) conservare, predisponendo il relativo fascicolo di progetto, tutta la documentazione amministrativa e contabile, sotto forma di originali o di copie autenticate, su supporti comunemente accettati, registrando, in forma puntuale e completa, nelle piste di controllo, le modalità di archiviazione e garantendone la rintracciabilità, funzionale ai necessari controlli, per un periodo di cinque anni successivi alla conclusione del progetto, e comunque nel rispetto dei vincoli stabiliti dall’art. 140 del Reg. (UE) 1303/2013, dall’art. 51 del Reg. (UE) n. 223/2014 e dalla normativa nazionale;
p) assicurare, nel corso dell’intero periodo di vigenza della presente Convenzione, i necessari raccordi con l’AdG, impegnandosi ad adeguare i contenuti delle attività ad eventuali indirizzi o a specifiche richieste, formulate dall’AdG medesima;
q) garantire che gli interventi destinati a beneficiare del cofinanziamento del PON e del PO I FEAD concorrano al conseguimento dell’obiettivo generale del PON medesimo e degli obiettivi specifici degli Assi 1 e 2 “Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema”, nonché alle finalità generali del PO I FEAD ed in particolare alla Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili” sopra richiamati;
r) regolare con idoneo atto amministrativo e/o negoziale, previ gli eventuali adempimenti procedurali prescritti, i rapporti e gli impegni reciproci con i partner di progetto, al fine di garantire l’osservanza, a tutti i livelli, dei regolamenti comunitari e delle disposizioni del PON e del PO I FEAD, dandone tempestiva informazione all’AdG;
s) garantire che le operazioni siano realizzate conformemente ai criteri di selezione approvati e/o ratificati dal Comitato di sorveglianza e siano conformi alle disposizioni contenute nei due Programmi Operativi, alle norme comunitarie e nazionali applicabili per l'intero periodo di programmazione;
t) assicurare l’utilizzo e la costante implementazione dei sistemi informativi dell’AdG, SIGMA Inclusione e SIGMA FEAD, per la registrazione e la conservazione delle informazioni e dei dati contabili relativi alle tipologie di azione attribuite;
u) assicurare una raccolta adeguata delle informazioni e della documentazione relative alle attività approvate, necessarie alla gestione finanziaria, alla sorveglianza, alle verifiche di gestione (controlli di primo livello), al monitoraggio, alla valutazione delle attività, agli audit e a garantire il rispetto della pista di controllo del PON Inclusione e del PO I FEAD, secondo quanto disposto dall'art. 140 del Regolamento (UE) n. 1303/2013 e dall’art. 51 del Reg. (UE) n. 223/2014;
v) inviare, secondo le modalità e la tempistica previste dai Sistemi di Gestione e Controllo (SIGECO) dei due PP.OO adottati dall’AdG, i dati di monitoraggio fisico, finanziario e procedurale, rilevati per ciascuna operazione;
w) inviare periodicamente all’Autorità di Gestione e all’Autorità di Certificazione le previsioni delle dichiarazioni di spesa per l’anno in corso, secondo la procedura stabilita dall’AdG, al fine di monitorare l’avanzamento della spesa ed evitare il disimpegno automatico e di osservare l’adempimento di cui al Titolo II del Reg. (UE) n. 1303/2013 ed al Titolo I del Reg. (UE) n. 223/2014;
x) fornire all’AdG tutta la documentazione relativa allo stato di avanzamento degli interventi, necessaria, in particolare, per l’elaborazione delle Relazioni di attuazione annuali;
y) garantire, anche da parte degli altri eventuali partner di progetto delle linee di azione, il rispetto degli obblighi in materia di informazione e pubblicità
previsti all'art. 115 del Regolamento (UE) n. 1303/2013 e all’art. 19 del Reg. (UE) n.223/2014;
z) predisporre proprie procedure di controllo interno, proporzionate alla dimensione dell’organismo e alla natura, secondo quanto disposto dalla nota EGESIF_14-0012_02 del 17/09/2015, “Linee guida per gli Stati membri sulle verifiche di gestione” - (Periodo di programmazione 2014-2020). Tali procedure di controllo interno devono essere volte a garantire che, in fase di rendicontazione, ciascun documento di spesa scannerizzato da parte del Beneficiario sia identico all’originale cartaceo, sia impossibile scannerizzare lo stesso documento cartaceo per produrre documenti elettronici diversi e ciascun documento elettronico resti unico e non possa essere riutilizzato per uno scopo diverso da quello iniziale;
aa) assicurare il rispetto dei principi orizzontali – Sviluppo sostenibile, parità opportunità e non discriminazione, parità tra uomini e donne - e osservare la normativa comunitaria di riferimento, in particolare in materia di concorrenza, ammissibilità della spesa, aiuti di stato (nei casi pertinenti) ed informazione e pubblicità, nonché quanto previsto dalla normativa comunitaria, con riguardo alle attività di esecuzione, sorveglianza e valutazione dei Programmi;
bb)collaborare all’espletamento di ogni altro onere ed adempimento previsto a carico dell’AdG dalla normativa comunitaria in vigore, per tutta la durata della presente Convenzione.
Il Beneficiario assume nei confronti dell’AdG piena responsabilità per qualsiasi danno, anche all’immagine, causato al MLPS e/o a qualsivoglia terzo, a persone e/o beni, e derivante direttamente e/o indirettamente dall’esecuzione del progetto. Il Beneficiario è responsabile nei confronti del MLPS anche per danni causati dai partner di progetto e/o dai soggetti di cui all’art. 9 che segue. In ogni caso, il Beneficiario manleverà e terrà indenne l’AdG da qualsiasi richiesta di risarcimento/indennizzo e/o rimborso avanzata da qualsivoglia soggetto a qualsivoglia titolo riconducibile all’esecuzione del progetto.
Per quanto concerne i partner partecipanti al progetto ai sensi del paragrafo 5.2 dell'Avviso, il Beneficiario dovrà tempestivamente acquisire e sottoporre all'AdG, comunque prima dell'invio della domanda di rimborso relativa, lettera di adesione dei suddetti partner alla presente Convenzione, con riferimento a
tutte le parti di competenza e quindi in primo luogo alle previsioni di cui al successivo art. 4.
Tale lettera di adesione dovrà essere conforme, nei contenuti, allo schema allegato 5 unito alla presente Convenzione (da sottoscriversi con firma digitale). Rapporti interni a parte, la costituzione di tali relazioni di xxxxxxxxxxxx non fa venir meno in alcuna parte o misura la responsabilità del Beneficiario nei confronti dell'AdG.
Art. 4
Obblighi in capo ai soggetti partner (ove ricorrano)
I partner di progetto, individuati secondo quanto previsto all'articolo precedente:
a) eseguono esattamente ed integralmente, per quanto di spettanza, le attività progettuali di competenza;
b) inviano al Beneficiario i dati necessari per predisporre i report da inviare all’AdG, i consuntivi ed altri documenti richiesti dalla presente Convenzione;
c) inviano all’AdG attraverso il Beneficiario o direttamente, nei casi specificamente richiesti dalla presente Convenzione o dalla stessa AdG, tutte le informazioni necessarie, utili o anche solo opportune per la corretta esecuzione del progetto;
d) informano il Beneficiario tempestivamente di ogni evento di cui vengano a conoscenza che attenga alla realizzazione del progetto o che possa creare ritardi od ostacoli nell’esecuzione dello stesso;
e) informano il Beneficiario delle eventuali modifiche ritenute da apportare al budget di progetto;
f) inviano al Beneficiario tutti i documenti necessari in funzione dello svolgimento di audit e/o controlli diversi, impegnandosi altresì, al fine di consentire l’accertamento della regolarità delle operazioni eseguite e/o di eventuali responsabilità, a consentire lo svolgimento dei controlli e le verifiche in loco delle Autorità competenti o di altro organismo deputato a tale scopo ed a collaborare alla loro corretta esecuzione.
Art. 5
Obblighi in capo all’AdG
La Divisione II della DG per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali), in qualità di AdG, si impegna, nei confronti del Beneficiario, responsabile dell’avvio e dell’attuazione delle azioni oggetto della presente Convenzione e previste dal PON Inclusione e dal PO I FEAD, a:
- mettere a disposizione sul proprio sito web istituzionale il Sistema di Gestione e Controllo (Xx.Xx.Xx) del PON Inclusione e del PO I FEAD, adottati dall’AdG, comprensivi delle relative piste di controllo, e più in particolare:
- il Manuale per l’utilizzo del sistema gestionale informativo SIGMA PON Inclusione/PO I FEAD;
- il Manuale delle procedure dell’AdG/OI, (PON Inclusione/PO I FEAD) contenente, tra le altre cose, le procedure circa le segnalazioni di irregolarità e il pagamento del cofinanziamento;
- il Manuale del Beneficiario (PON Inclusione/PO I FEAD) , contenente, tra le altre cose, le indicazioni relative alla procedura di rendicontazione;
- il Documento sui criteri di selezione delle operazioni, approvato dal Comitato di Sorveglianza e le Linee guida per le procedura di selezione dei progetti (in via di predisposizione);
- le Linee guida sulla comunicazione, secondo quanto stabilito dall’Allegato XII del Regolamento (UE) n. 1303/2013;
- rendere disponibili le risorse finanziarie di cui all’art. 7, tramite la contabilità speciale di Tesoreria intestata alla Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex DG per l’inclusione e le politiche sociali), ai sensi del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30/5/2014;
- assicurare al Beneficiario il supporto necessario a consentire l’applicazione tempestiva e conforme delle procedure previste dalla vigente normativa comunitaria e nazionale per gli interventi FSE e FEAD;
- attuare, in collaborazione con il Beneficiario, le iniziative in materia di informazione e pubblicità previste all'art. 115 del Regolamento (UE) n. 1303/2013 e art. 19 del Regolamento (UE) n. 223/2014;
- garantire l’utilizzo di un sistema informatizzato per la raccolta dei dati di ciascun intervento e la disponibilità delle informazioni relative alla gestione finanziaria, alle verifiche, agli audit e alla valutazione;
- esaminare le eventuali comunicazioni del Beneficiario in merito al ricorso alla complementarietà tra Fondi strutturali, di cui all’art. 98 del Reg. (UE) n. 1303/2013, ai fini della prevista autorizzazione preventiva;
- fornire al Beneficiario tutte le informazioni relative ai lavori del Comitato di Xxxxxxxxxxxx e agli altri previsti nelle diverse sedi partenariali della programmazione 2014-2020;
- assolvere ad ogni altro onere ed adempimento, previsto a carico della AdG, dalla normativa comunitaria in vigore, per tutta la durata della presente Convenzione.
Art. 6
Durata e modalità di realizzazione
Le attività progettuali prenderanno avvio dalla comunicazione di avvenuta registrazione del decreto di approvazione della presente Convenzione da parte dei competenti organi di controllo e si concluderanno entro il 31 dicembre 2019. Su richiesta del Beneficiario e con rischio a suo carico, ai sensi dell’articolo 65, comma 6, del Regolamento (UE) n. 1303/2013, nonché dell’art.22, comma 3 del Regolamento (UE) n.223/2014, saranno considerate ammissibili le spese inerenti l’attuazione delle proposte di intervento approvate, anche se relative ad operazioni avviate prima della presentazione all’Autorità di Gestione della domanda di ammissione al finanziamento da parte del Beneficiario, purché l’operazione non sia stata completamente attuata (o materialmente portata a termine) prima di tale data e sia stata avviata successivamente alla pubblicazione dell’Avviso n.4/2016. Tale eventualità deve essere stata indicata nella Scheda 2 “Cronoprogramma”, allegata alla proposta progettuale.
Nella realizzazione dei singoli interventi, il Beneficiario si impegna a:
• utilizzare la Posta Elettronica Certificata quale mezzo per le comunicazioni ufficiali con l’AdG;
• avviare le attività progettuali entro i tempi sopra indicati, comunicando all’AdG la data di inizio delle stesse e la sede di svolgimento delle azioni previste dal progetto, ovvero la sede del soggetto attuatore;
• rispettare la tempistica di realizzazione indicata nel cronoprogramma di spesa approvato;
• tenere costantemente informata l’AdG dell’avanzamento esecutivo dei progetti e rispettare gli adempimenti in materia di monitoraggio previsti dalla presente Convenzione;
• adempiere a tutte le prescrizioni concernenti la gestione ed il controllo delle singole operazioni ammesse a finanziamento;
• rispettare le regole di ammissibilità delle spese contenute nella Circolare ministeriale e nel Vademecum delle Regole di Ammissibilità delle Spese dichiarate per il Sostegno dell’UE nell’ambito dei Fondi SIE 2014-2020, attualmente in corso di definizione e di quanto stabilito dall’art. 26 del Reg. (UE) n.223/2014. Per quanto concerne il PON Inclusione, nelle more della approvazione del citato Vademecum e della conseguente definizione della relativa Circolare, rispettare le regole di ammissibilità delle spese contenute nella Circolare n. 2 del 2/02/2009 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2009, relativa a “Tipologia dei soggetti promotori, ammissibilità delle spese e massimali di costo per le attività rendicontate a costi reali cofinanziate dal Fondo sociale europeo 2007-2013 nell’ambito dei Programmi Operativi Nazionali (P.O.N.)”, nonché nel decreto del Presidente della Repubblica n.196 del 3 ottobre 2008, di approvazione del Regolamento di esecuzione del Regolamento CE n. 1083/2006 che definisce le norme sull’ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai fondi strutturali per i periodo di programmazione 2007-2013;
• attenersi alle indicazioni fornite dall’AdG in merito all’applicazione delle
regole di ammissibilità delle spese;
• trasmettere tempestivamente all’AdG tramite apposita comunicazione e-mail
- all’indirizzo di posta certificata: xxxxxx0.xxxxxxxxxxxxx@xxx.xxxxxx.xxx.xx -
tutta la documentazione amministrativa/contabile relativa alle Domande di
rimborso compresi, ove previsti, i prodotti intermedi e finali realizzati nell’ambito dell’intervento.
Le Domande di rimborso dovranno essere caricate a sistema, complete di tutta la documentazione prevista, secondo la tempistica indicata dal successivo art. 8.
Il Beneficiario è tenuto ad adempiere alle eventuali richieste di ulteriore documentazione, dati ed informazioni dell’AdG, secondo le modalità e le tempistiche che saranno, allo scopo, comunicate.
Su richiesta scritta e debitamente motivata del Beneficiario possono essere autorizzate dall’AdG modifiche al progetto finanziato secondo la procedura descritta nel successivo art. 13.
Art. 7 Risorse attribuite
Per l’attuazione degli interventi di cui al precedente art. 2, sono attribuite al Beneficiario risorse complessive pari ad Euro 767.500,00, come da tabella allegata al Decreto Direttoriale sopra citato, di cui Euro 383.750,00 a valere sul PON “Inclusione” ed Euro 383.750,00 a valere sul PO I FEAD, in funzione di sovvenzione delle attività descritte nella proposta progettuale presentata dal Beneficiario medesimo, allegato 2 unito alla presente Convenzione.
Art. 8
Modalità di liquidazione e circuito finanziario
Tutti i pagamenti saranno effettuati a favore del Beneficiario sul conto di tesoreria n. 22913 - conto speciale c/o Banca d’Italia.
Il pagamento dell’importo attribuito al Beneficiario di cui al precedente Art. 7 sarà erogato secondo le seguenti modalità:
a) erogazione a titolo di anticipo di un importo pari al 15 % del finanziamento complessivo accordato, a seguito di comunicazione del Beneficiario indicante l’effettivo avvio delle attività;
b) erogazione delle successive tranche di finanziamento con cadenza trimestrale e scadenza a fine marzo, giugno, settembre, dicembre, previa presentazione obbligatoria nei 30 giorni successivi alla scadenza del trimestre, da parte del Beneficiario, delle relative Domande di rimborso complete della prescritta
documentazione di rendicontazione delle spese/attività, nonchè di relazione intermedia descrittiva delle attività svolte nel periodo di riferimento e comunque a seguito di positiva verifica on desk della documentazione trasmessa dal Beneficiario stesso; quale che sia l'avanzamento delle attività e quindi del processo di maturazione dei relativi contributi, l'importo totale di tali ulteriori tranche di finanziamento non potrà in ogni caso superare il 75 % del contributo assegnato che, sommato al 15% dell’anticipo, consentirà di ricevere in corso d’opera un importo non superiore al 90% del contributo complessivo previsto;
c) il saldo finale verrà corrisposto, nella misura che risulterà di competenza a seguito della verifica amministrativo-contabile prevista al successivo art. 10, a conclusione delle attività e dietro presentazione della domanda di rimborso finale, completa di rendicontazione finale delle spese (Rendiconto generale) e della relazione finale sulle attività realizzate, come previsto sempre al suindicato art. 10.
L’AdG, per esigenze legate alla gestione finanziaria dell'intervento, si riserva di richiedere la presentazione di Domande di rimborso in momenti diversi da quelli sopra richiamati identificando scadenze ulteriori.
I pagamenti al Beneficiario, sia per la quota comunitaria che per la quota nazionale, sono effettuati dall’AdG, tramite la contabilità speciale di Tesoreria intestata alla Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex DG per l’Inclusione e le Politiche Sociali), ai sensi del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30/5/2014, mediante il sistema informativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato - Ispettorato Generale per i Rapporti Finanziari con l’Unione Europea (IGRUE). A tal fine il Beneficiario presenta le domande di rimborso all’AdG del PON Inclusione e PO I FEAD, che procederà al relativo pagamento attraverso il Sistema informativo IGRUE, previo espletamento dei controlli di I livello.
Per ciascun pagamento da effettuare dal Beneficiario a Terzi, vi è l’obbligo di indicare, al ricorrere dei presupposti di legge, il codice identificativo di gara (CIG), attribuito dall’AVCP e il CUP assegnato al progetto. I pagamenti saranno
effettuati previa verifica della regolarità delle procedure di affidamento seguite dal Beneficiario, ivi compreso il rispetto dell’art. 3 della L. 136/2010.
Art. 9
Affidamento di incarichi e contratti a terzi
Il Beneficiario e/o ciascun partner di progetto, potranno – sotto la propria esclusiva responsabilità – affidare a soggetti terzi, con comprovata e documentata esperienza professionale nel settore oggetto del progetto, l’esecuzione di parte dello stesso.
Qualora il Beneficiario e/o i partner di progetto intendano affidare parte delle attività a soggetti terzi, questi: i) dovranno possedere i requisiti e le competenze richieste dall’intervento; ii) non potranno sub affidare a loro volta ad altri soggetti l’esecuzione, anche di parte, delle attività affidategli; iii) dovranno essere selezionati – in caso di incarichi professionali affidati a soggetti esperti – secondo le modalità previste dall’art. 7 del D.Lgs 165/2001, ovvero – in caso di contratti di appalto – secondo le modalità previste dalle vigenti disposizioni in materia di procedure di evidenza pubblica (D.Lgs. 50/2016).
Nel caso in cui le richiamate disposizioni normative e procedurali non dovessero essere applicabili (es. convenzioni con soggetti di diritto pubblico non sottoposte al D.Lgs. 50/2016) il Beneficiario è comunque tenuto - nei limiti della pertinenza - al rispetto dei principi di concorrenza, parità di trattamento e imparzialità nell’assegnazione dei contratti e degli incarichi.
I contratti stipulati tra Beneficiario e/o partner di progetto e soggetti terzi affidatari, dovranno essere dettagliati, nell’oggetto, nei contenuti, nelle modalità di esecuzione delle prestazioni ed articolati per le voci di costo; se stipulati successivamente alla sottoscrizione della presente Convenzione, devono riportare il codice identificativo della medesima.
Il Beneficiario e/o ciascun partner di progetto, acquisiranno i beni e i servizi necessari per la realizzazione del progetto nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale vigente in materia e del principio del value for money.
La Commissione Europea e/o la Corte dei Conti e/o altre Autorità competenti, in base a verifiche documentali in loco, possono sottoporre a controllo tutti i
fornitori/prestatori di servizi selezionati dal Beneficiario e/o partner per quanto di rispettiva competenza.
Qualora il Beneficiario ponga in essere gli atti e contratti previsti all’art. 3, comma 1, lettere f-bis ed f-ter della legge n. 20/1994, è tenuto ad inviare i relativi atti alla Corte dei conti per il controllo preventivo di legittimità al ricorrere dei relativi presupposti; in mancanza i contratti non potranno essere ritenuti efficaci ed esecutivi e, pertanto, l’AdG non potrà procedere al riconoscimento della spesa relativa.
Art. 10 Rendicontazione delle spese e controlli
Il rendiconto delle spese sostenute - nel caso delle voci di spesa da rendicontare a costo reale - o delle attività realizzate - nel caso delle voci di spesa da rendicontare secondo la metodologia dell’Unita di Costo Standard (UCS) - per il progetto finanziato deve essere presentato nel rispetto delle regole indicate nel “Manuale del Beneficiario” PON Inclusione/PO I FEAD e secondo quanto disposto nel “Manuale per l’utilizzo del sistema gestionale informativo SIGMA Inclusione/FEAD”.
Ferme restando le disposizioni civilistiche e fiscali, la documentazione giustificativa delle spese/attività realizzate in originale, nonché ogni altro documento relativo al progetto, dovranno essere conservati ai sensi dell’art. 140 del Reg. (UE) n. 1303/2013, nonché dell’art. 51 del Regolamento (UE) n. 223/2014 ai quali integralmente si rinvia e esibiti in sede di verifica o di richiesta delle autorità competenti.
In particolare, ai fini dell’erogazione del contributo mediante le modalità indicate al precedente art. 8, il Beneficiario dovrà presentare all’AdG Domande di rimborso, firmate dal legale rappresentante ai sensi dell’art. 47 del DPR n. 445/2000, ove possibile firmate digitalmente ai sensi del D.lgs. n.82/2005, e trasmesse mediante PEC, contenenti il riepilogo delle spese/attività realizzate, ai sensi dell’art.125 del Reg. (UE) 1303/2013 e dell’art. 32 del Reg. (UE) 223/2014; Le spese dichiarate nelle domande di rimborso (nel caso delle voci di spesa da rendicontare a costo reale) dovranno corrispondere alle spese indicate nell’art. 13 del Regolamento (UE) 1304/2013 come ammissibili e di quanto stabilito dall’art.
26 del Reg. (UE) n.223/2014 nonché, per il PON Inclusione, nelle more della definizione della nuova circolare ministeriale, a quanto previsto dalla Circolare
n.2 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 2 febbraio 2009, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2009, relativa a “Tipologia dei soggetti promotori, ammissibilità delle spese e massimali di costo per le attività rendicontate a costi reali cofinanziate dal Fondo sociale europeo 2007- 2013 nell’ambito dei Programmi Operativi Nazionali (P.O.N.)”, nonché a quanto previsto nel decreto del Presidente della Repubblica n.196 del 3 ottobre 2008, di approvazione del Regolamento di esecuzione del Regolamento CE n. 1083/2006, che definisce le norme sull’ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai fondi strutturali per i periodo di programmazione 2007-2013, ed i relativi pagamenti effettuati e giustificati da fatture quietanzate o da documenti contabili di valore probatorio equivalente.
Le operazioni ammesse a cofinanziamento, a valere sul fondo FSE del PON Inclusione 2014-2020, sono realizzate ricorrendo alle seguenti forme di rimborso:
- UCS, ai sensi dell’art. 67 comma 1 lettera b), per il rimborso delle spese di personale assunto direttamente dagli Ambiti territoriali/Comuni (Macrovoce 1 del Piano Finanziario). L’UCS è stata determinata secondo la metodologia approvata con Decreto Direttoriale n. 167 del 9 maggio 2017;
- rimborso dei costi ammissibili effettivamente sostenuti e pagati unitamente, se del caso, a contributi in natura e ammortamenti - ai sensi dell’art. 67 comma 1 lettera a), per tutti gli altri costi previsti nel Piano finanziario.
Le operazioni ammesse a cofinanziamento, a valere sul fondo FEAD del PO I FEAD 2014-2020, sono realizzate ricorrendo alle seguenti forme di rimborso:
- rimborso dei costi ammissibili effettivamente sostenuti e pagati, ai sensi dell’art. 25 comma 1 lettera a) del regolamento (UE) n. 223/2014;
- rimborso delle spese amministrative, di trasporto e di magazzinaggio sostenute dalle organizzazioni partner, a una percentuale forfettaria del 5 % delle spese per l'acquisto di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base, oppure del 5 % del valore dei prodotti alimentari resi disponibili a norma dell'articolo 16 del regolamento (UE) n. 1308/2013, ai sensi dall’art. 26 comma 2 lettera c) del regolamento (UE) n. 223/2014;
- rimborso delle spese per le misure di accompagnamento svolte e dichiarate dalle organizzazioni partner che forniscono, direttamente o nell'ambito di accordi di cooperazione, prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base alle persone indigenti, a una percentuale forfettaria del 5 % delle spese per l'acquisto di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base, ai sensi dall’art. 26 comma 2 lettera e) del regolamento (UE) n. 223/2014.
L’AdG si riserva la possibilità di stabilire che date operazioni ammesse a cofinanziamento, a valere sul Fondo FEAD del PO I FEAD 2014-2020, siano realizzate ricorrendo ad altre forme di rimborso tra quelle previste ai sensi dell’art. 25 del Regolamento (UE) n. 223/2014.
Tutti i documenti dovranno essere inseriti nel supporto informatico SIGMA Inclusione/FEAD fornito dal Ministero.
Come indicato all’art. 8, i rimborsi da parte dell’Amministrazione avverranno a seguito di positivo controllo on desk delle domande di rimborso prevenute e della documentazione allegata e inserita sul sistema informatico SIGMA Inclusione/FEAD.
Successivamente alla verifica on desk, attraverso una metodologia campionaria, saranno effettuate delle verifiche amministrativo-contabili e ogni altro controllo ai sensi della normativa comunitaria e nazionale applicabile sugli originali della documentazione giustificativa. Qualora la relativa Domanda di rimborso risultasse incompleta e/o la documentazione allegata incompleta o mancante, o nel caso di mancata esibizione della documentazione richiesta nel corso della verifica amministrativo-contabile, l’espletamento delle verifiche si intende sospeso fino a quando non perverranno i chiarimenti, le integrazioni e/o i documenti richiesti. Rimane ferma la possibilità per l’AdG di riconoscere la spesa ammissibile con riferimento alle parti per le quali la documentazione risultasse completa e la facoltà per il Beneficiario di presentare nella successiva Domanda di rimborso la documentazione completa, comprensiva delle integrazioni richieste, con riferimento alle spese per le quali le verifiche sono state sospese. In ogni caso il Beneficiario dovrà inviare nei termini indicati dall’AdG i chiarimenti, le integrazioni e/o la documentazione richiesta, pena la definitività del mancato riconoscimento delle spese e delle decurtazioni operate. Sono fatti salvi i casi di forza maggiore e legittimo impedimento.
Nel semestre successivo alla chiusura del progetto, il Beneficiario dovrà presentare all’AdG il riepilogo generale delle domande di rimborso presentate (cosiddetto rendiconto generale), corredato da una relazione finale sulle attività svolte e sugli obiettivi raggiunti. L’AdG procederà quindi tempestivamente ad attivare la verifica amministrativo-contabile a saldo attraverso una metodologia campionaria.
Nel caso di mancata esibizione della documentazione richiesta o di mancato riscontro alle richieste di chiarimenti, l’espletamento della verifica si intende sospeso fino a quando non perverranno i chiarimenti, le integrazioni e/o i documenti richiesti.
In ogni caso il Beneficiario dovrà inviare nei termini indicati dall’AdG i chiarimenti, le integrazioni e/o la documentazione richiesta, pena la definitività del mancato riconoscimento delle spese e delle decurtazioni operate. Sono fatti salvi i casi di forza maggiore e legittimo impedimento.
All’esito della verifica amministrativo-contabile a saldo, l’AdG procederà alla notifica di decisione definitiva sulla valutazione dei risultati di progetto e la relativa congruità delle spese sostenute/attività realizzate e alla liquidazione del saldo.
I pagamenti saranno costituiti da due quote, comunitaria e nazionale, per ciascun Fondo, e potranno essere subordinati all’accreditamento della quota comunitaria sul Fondo di Rotazione da parte della Commissione Europea. L’AdG non potrà quindi essere ritenuta responsabile degli eventuali ritardi nella liquidazione, che potrebbero verificarsi a causa della mancanza di disponibilità dei sopraccitati fondi.
Ogni somma richiesta dal Beneficiario non dovrà superare il contributo complessivo e pro quota per ogni Fondo, previsto dalla presente Convenzione. Inoltre il Beneficiario si impegna a comunicare tempestivamente all’AdG le economie eventualmente sopravvenute, qualora queste superino la quota del 30% rispetto all’importo totale del progetto. Il Beneficiario non potrà comunque utilizzare le predette economie in assenza di formale approvazione della stessa AdG.
Il Beneficiario, nonché gli altri soggetti coinvolti nell’attuazione delle azioni cofinanziate dai fondi, ha/hanno l’obbligo di rispettare, nella tenuta della
documentazione contabile, i principi di contabilità ufficialmente riconosciuti dalla legislazione vigente, nonché di adottare un sistema di contabilità separata o adeguata codifica contabile e informatizzata per tutte le operazioni relative al progetto.
Il Beneficiario assicura che tutti i documenti giustificativi relativi alle spese del progetto saranno tenuti a disposizione dell’AdG, della Commissione Europea e della Corte dei conti almeno per un periodo di cinque anni successivi alla conclusione del progetto, secondo quanto disposto dall’art. 3 della presente Convenzione e comunque nel rispetto dei vincoli stabiliti dall’art. 140 del Reg. (UE) 1303/2013, dall’art. 51 del Regolamento (UE) n. 223/2014 e dalla normativa nazionale.
La decorrenza del termine è sospesa in caso di procedimento giudiziario o su richiesta debitamente motivata della Commissione. I documenti progettuali devono essere conservati sotto forma di originali o di copie autenticate su supporti cartacei ed informatici che ne garantiscano l’adeguata conservazione e l’immediata intelligibilità.
I crediti derivanti dalla presente Convenzione non possono, in nessun caso, essere oggetto di cessione a terzi.
Il Beneficiario con la sottoscrizione della presente Convenzione, al ricorrere dei presupposti di legge (art.3 della L.136/2010) e relativamente alle operazioni da Esso medesimo poste in essere, assumerà tutti gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui all’art.3 della L. 13 agosto 2010, n. 136 e successive modifiche, sin d'ora prendendo atto che:
• il mancato rispetto degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari, oltre alle sanzioni specifiche, comporta la nullità assoluta dei relativi contratti sottoscritti, con i rimedi previsti nella legge 136/2010 medesima;
• ugualmente il mancato utilizzo degli strumenti prescritti a consentire la piena tracciabilità delle operazioni realizzate dal Beneficiario, al ricorrere dei relativi presupposti, comporterà le sanzioni ed i rimedi di legge;
• in caso di affidamento di attività, servizi e/o forniture a soggetti terzi nelle modalità previste dall’art. 9 della presente Convenzione, all’atto della conoscenza dell’inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria di cui al presente articolo, deve procedere
all’immediata risoluzione del rapporto contrattuale, informandone contestualmente l’AdG e uguale obbligo grava sulla sua controparte contrattuale; è obbligato ad inserire in tutti i contratti stipulati per l’esecuzione delle attività di cui alla presente Convenzione, pena la loro nullità, una clausola contrattuale conforme al modello descritto nell’allegato 1 alla Determinazione n. 8 del 18 novembre 2010 dell’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici.
Al fine di consentire il monitoraggio fisico, finanziario e procedurale del progetto il Beneficiario dovrà fornire all’AdG:
• le informazioni, anche mediante l’utilizzo del SIGMA Inclusione/FEAD, sui risultati raggiunti e sugli effetti prodotti per la valorizzazione, ove richiesto, degli eventuali indicatori ed ogni informazione richiesta sulle attività di cui alla presente Convenzione;
• tutta la documentazione relativa allo stato di avanzamento degli interventi, necessaria in particolare per l’elaborazione del Rapporto di Valutazione, del Rapporto annuale di attuazione e del Rapporto finale di attuazione del PON, e del Rapporto di valutazione, della Relazione di attuazione annuale e della Relazione di attuazione finale del PO I FEAD;
• ogni informazione necessaria richiesta dagli organi preposti alla supervisione del Programma.
L’AdG verifica altresì la conformità di quanto realizzato rispetto alla proposta progettuale e alle finalità dell’Avviso 4/2016.
Art. 11 Irregolarità e sanzioni
Se a seguito dei controlli saranno accertate delle irregolarità sanabili, al Beneficiario sarà richiesto di fornire chiarimenti e/o integrazioni atti a sanare le criticità riscontrate, entro un termine perentorio di 10 giorni dalla data di ricezione da parte del Beneficiario della richiesta di chiarimenti dell’AdG. Laddove il Beneficiario non provveda nei tempi stabiliti, sarà facoltà dell’AdG procedere alla decurtazione degli importi oggetto di rilievo nonché adottare provvedimenti alternativi che nei casi più gravi potranno comportare anche la risoluzione della Convenzione con conseguente revoca del finanziamento e
recupero di eventuali somme già erogate, salvo la possibilità di richiedere il risarcimento del danno subito dall’AdG.
L’AdG può revocare in tutto o in parte il contributo, a suo insindacabile giudizio e comunque nel rispetto del principio di proporzionalità in relazione alla gravità dell’inadempimento, nel caso di:
a) rifiuto di collaborare, nell’ambito dei controlli, alle visite ispettive;
b) inadempimento all’obbligo di esatta esecuzione delle attività, di cui all’art. 3, facente capo al Beneficiario;
c) interruzione o modifica, non previamente autorizzata, del progetto finanziato;
d) inadempienza nell’attività di reporting (relazioni intermedie e finali) e/o di monitoraggio e di rendicontazione delle spese (ivi inclusa la trasmissione dei giustificativi di spesa e delle relative relazioni sull’attività svolta), sia sotto il profilo del mancato invio sia sotto il profilo della non conformità della documentazione alle previsioni della presente Convenzione;
e) irregolarità contabili accertate in sede di controllo della rendicontazione o emerse in sede di controlli ispettivi;
f) recesso non giustificato del Beneficiario dalla presente Convenzione;
g) perdita dei requisiti minimi previsti nell’Avviso per l’esecuzione delle attività del progetto;
h) non veridicità di una o più dichiarazioni rilasciate per la partecipazione all’Avviso;
i) mancato rispetto delle regole di informazione pubblicità di cui all’art. 17;
j) in tutti gli altri casi in cui la presente Convenzione prevede espressamente la revoca del contributo.
La revoca è disposta dall’AdG con le medesime forme dell’assegnazione. Tale atto dispone, altresì, in merito al recupero delle somme che siano state eventualmente erogate indebitamente.
Nel caso in cui una somma erogata al Beneficiario debba essere recuperata, lo stesso si impegna a restituire all’AdG la somma in questione nel termine concesso dall’AdG, anche se il Beneficiario non è stato il destinatario finale della somma erogata.
Qualora la restituzione dei predetti importi non venisse effettuata nel termine concesso, l’AdG si riserva il diritto di recuperare direttamente le somme dovute dal destinatario finale del contributo, ferma restando la responsabilità del Beneficiario e salvo, in ogni caso, il diritto al risarcimento dei danni patiti.
Se la disposizione di recupero non è onorata nei tempi previsti, alla somma saranno aggiunti gli interessi legali. Gli interessi sul ritardato rimborso saranno riferiti al periodo tra la data ultima prevista per il rimborso e la data in cui l’AdG riceve il completo pagamento della somma dovuta. Ogni rimborso anche parziale verrà imputato prioritariamente a copertura prima degli interessi e delle penali e, successivamente, della sorte capitale dovuta.
Se i rimborsi non sono stati effettuati nel tempo fissato, le somme da restituire all’AdG potranno essere recuperate tramite compensazione diretta con le somme ancora dovute al Beneficiario, dopo averlo informato, tramite lettera raccomandata A/R o via PEC.
Resta inteso che qualora intervengano ragioni di interesse pubblico che non consentano di differire il recupero delle somme alla scadenza del termine concesso, l’AdG potrà provvedere al recupero immediato, tramite compensazione diretta.
Il Beneficiario, a mezzo della sottoscrizione della presente Convenzione, manifesta sin d'ora pieno ed incondizionato consenso alle modalità di compensazione sopra descritte.
L’AdG potrà anche avvalersi, per il recupero coattivo delle somme dovute dal Beneficiario, della procedura di riscossione prevista per le entrate patrimoniali dello Stato, oltre che delle procedure ordinarie, anche giudiziali.
In ogni caso, qualora in sede di realizzazione dei progetti si riscontrino significativi disallineamenti nell’avanzamento finanziario della spesa o nei risultati previsti, l’Autorità di Gestione sin d'ora si riserva la facoltà di adottare ogni provvedimento utile ad assicurare l’efficacia e l’efficienza delle iniziative, ivi inclusa la rimodulazione del budget e delle attività progettuali.
Il progetto finanziato potrà essere oggetto di controllo da parte delle Autorità di audit, della Commissione europea, della Corte dei conti o di altri organismi di controllo.
Art. 12 Responsabilità verso terzi
Il Beneficiario, in rappresentanza della Regione/Provincia autonoma, si impegna ad operare nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti. Il MLPS non è responsabile per eventuali danni che possano derivare a terzi dalla gestione delle attività effettuate in modo non conforme agli articoli della presente Convenzione. Il Beneficiario si impegna, in conseguenza, nella suddetta sua qualità, a sollevare il MLPS da qualsiasi danno, azione, spesa e costo che possano derivare da responsabilità dirette od indirette dell'Ente territoriale rappresentato.
Art. 13 Efficacia e modifiche
La presente Convenzione ha efficacia, salvo ipotesi di revoca totale o parziale per giustificati motivi, fino alla chiusura definitiva delle procedure di rendicontazione.
Qualora ricorrano i presupposti di legge, il decreto direttoriale di approvazione della presente Convenzione verrà sottoposto al controllo preventivo di legittimità dei competenti organi di controllo. In tal caso la Convenzione medesima vincolerà il MLPS solo a partire dalla data di comunicazione dell’avvenuto positivo controllo mentre, in ogni caso, sarà vincolante per il Beneficiario a far data dalla sua sottoscrizione.
Eventuali modifiche e/o integrazioni alla presente Convenzione ed al relativo progetto, sono apportate con atto scritto a firma dell’AdG e del rappresentante legale della Regione/Provincia autonoma.
L’AdG non autorizzerà richieste di modifiche che: i) superano l’importo massimo del contributo assegnato, ii) non sono rispondenti alle indicazioni dell’Avviso n.4/2016, iii) mutano sostanzialmente le caratteristiche strutturali del progetto (e.g. oggetto, attività, destinatario, etc.).
Art. 14 Recesso dell’AdG
L’AdG può recedere unilateralmente, in qualsiasi momento, senza preavviso, dalla presente Convenzione nelle seguenti ipotesi:
- per giusta causa, intendendosi per tale, a titolo esemplificativo e non esaustivo, ogni fattispecie che faccia venire meno il rapporto di fiducia sottostante;
- in caso di sospensione ingiustificata delle attività da parte del Beneficiario.
Il Beneficiario ha diritto al versamento del contributo per la quota parte del progetto realizzato (purché correttamente ed utilmente), rinunciando espressamente, ora per allora, a qualsiasi ulteriore eventuale pretesa, anche di natura risarcitoria, ed a ogni ulteriore indennizzo e/o rimborso, anche in deroga a quanto previsto dall’art. 1671 cod.civ.
Nei casi di recesso dell’AdG, il Beneficiario entro 60 gg. dalla comunicazione del recesso da parte dell’AdG deve richiedere i pagamenti delle fatture inserite nelle Domande di pagamento a quella data presentate. In caso di mancata richiesta nei termini indicati, l’AdG non erogherà alcuna somma per gli interventi previsti ed attuati fino alla data di esercizio del diritto di recesso.
Art. 15 Rinuncia al contributo
In casi giustificati e dettagliatamente motivati, il Beneficiario potrà comunicare all’AdG la rinuncia parziale o totale al finanziamento. La rinuncia parziale al contributo potrà essere ammessa solo nel caso in cui il Beneficiario abbia effettuato attività per un importo pari o superiore al 50% del valore del costo del progetto.
L’AdG valuterà in questo caso la richiesta di rinuncia parziale e potrà accettarla solo nel caso in cui la percentuale delle attività svolte (superiori comunque al 50%) sia funzionale all’obiettivo del progetto e comunque autonomamente utilizzabile; in caso contrario verrà richiesto al Beneficiario di rimborsare in tutto o in parte la somma già pagata.
La rinuncia totale è ammessa alle condizioni e con gli effetti di legge.
Art. 16
Protezione dei dati e riservatezza
Tutti i dati contenuti nella presente Convenzione, inclusa la sua esecuzione, o ad essa inerenti, dovranno essere trattati sotto la responsabilità del Beneficiario in termini conformi al vigente Codice della Privacy (Art. 4 D.lgs. 196/03). Tutti i
dati saranno trattati dall’AdG esclusivamente per le finalità connesse all’attuazione della presente Convenzione.
Il Beneficiario e/o i partner di progetto potranno (ex Art. 7 del D.Lgs. 196/03), su richiesta scritta, avere accesso ai propri dati personali detenuti dall’AdG e correggere ogni informazione incompleta o imprecisa. I Beneficiari potranno inviare ogni richiesta di chiarimento in merito alla gestione dei dati personali direttamente all’AdG.
Il Beneficiario dovrà prendere i provvedimenti necessari per vietare ogni diffusione illecita ed ogni accesso non autorizzato alle informazioni sulla contabilità del progetto, ai dati relativi all’attuazione, necessari per la gestione finanziaria, il monitoraggio e il controllo.
Le informazioni relative alle eventuali modifiche dei dati trasmessi, dovranno essere comunicate unicamente ai soggetti che, nell’ambito della struttura dell’AdG, degli Organismi di controllo e delle Istituzioni comunitarie, hanno titolo ad accedere ai dati sensibili nell’esercizio delle proprie funzioni.
Il Beneficiario dichiara, ad ogni effetto di legge, che i dati personali forniti sono esatti e corrispondono al vero, esonerando l’AdG da qualsivoglia responsabilità per errori materiali di compilazione ovvero per errori derivanti da un’inesatta imputazione dei dati stessi negli archivi elettronici e cartacei allo scopo tenuti.
Il beneficiario e ciascun eventuale partner di progetto hanno l’obbligo di mantenere riservati i dati e le informazioni, ivi comprese quelle che transitano per le apparecchiature di elaborazione dati, di cui vengono in possesso e, comunque, a conoscenza, di non divulgarli in alcun modo e in qualsiasi forma e di non farne oggetto di utilizzazione a qualsiasi titolo, per scopi diversi da quelli strettamente necessari all’esecuzione della presente Convenzione e comunque per i tre anni successivi alla cessazione di efficacia della presente Convenzione.
L’obbligo anzidetto sussiste, altresì, relativamente a tutta la documentazione predisposta ai fini dell’esecuzione della presente Convenzione; tale obbligo non concerne i dati che siano o divengano di pubblico dominio.
Il Beneficiario è responsabile per l’esatta osservanza da parte dei propri dipendenti, consulenti e collaboratori, nonché degli eventuali terzi affidatari, degli obblighi di segretezza anzidetti.
In caso di inosservanza degli obblighi di riservatezza, l’AdG ha la facoltà di adottare le sanzioni previste dall’art. 11, fermo restando che il Beneficiario sarà tenuto al risarcimento dei danni che dovessero derivare all’AdG;
Ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 13 D.Lgs. 196/2003, i dati personali raccolti nell’ambito della presente procedura verranno trattati al solo fine di ottemperare agli obblighi di cui alla legge 136 del 2010 ed all’esecuzione della Convenzione.
Il trattamento dei dati sarà effettuato tramite supporti cartacei ed informatici, dal titolare, dal responsabile e dagli incaricati con l’osservanza di ogni misura cautelativa, che ne garantisca la sicurezza e la riservatezza.
Tutti i dati richiesti devono essere obbligatoriamente forniti dal Beneficiario al fine degli adempimenti di legge; in difetto si potrà determinare l’impossibilità per l’AdG di procedere al pagamento di quanto dovuto fermo restante il diritto alla risoluzione del contratto, ai sensi della legge 136 del 2010. Il titolare del trattamento è l’AdG del PON Inclusione.
Art. 17
Responsabilità di informazione dei beneficiari
Costituisce primaria responsabilità del soggetto Beneficiario e/o dei partner di progetto, ai sensi di quanto previsto al punto 2.2 dell’Allegato XII del Reg. (UE)
n. 1303/2013 e dall’art. 19 del Reg. (UE) n. 223/2014, dare risalto del sostegno dei fondi all’operazione attraverso il corretto utilizzo dei loghi dell’Unione e del fondi che sostengono l’operazione. Tutte le misure di informazione e di comunicazione a cura del beneficiario/partner riconoscono il sostegno dei fondi all'operazione riportando:
a) l'emblema dell'Unione, conformemente alle caratteristiche tecniche stabilite nell'atto di attuazione adottato dalla Commissione ai sensi dell'articolo 115, paragrafo 4, insieme a un riferimento all'Unione;
b) un riferimento ai fondi che sostengono l'operazione.
Nel caso di un'informazione o una misura di comunicazione collegata a un'operazione o a diverse operazioni cofinanziate da più di un fondo, il riferimento di cui alla lettera b) può essere sostituito da un riferimento ai fondi SIE.
Durante l'attuazione di un'operazione, il Beneficiario/partner informa il pubblico sul sostegno ottenuto dai fondi:
c) fornendo, sul proprio sito web, ove questo esista, una breve descrizione dell'operazione, in proporzione al livello del sostegno, compresi le finalità e i risultati, ed evidenziando il sostegno finanziario ricevuto dall'Unione;
d) collocando almeno un poster con informazioni sul progetto (formato minimo A3), che indichi il sostegno finanziario dell'Unione, in un luogo facilmente visibile al pubblico, come l'area d'ingresso di un edificio. Il beneficiario/partner si assicura che i partecipanti siano stati informati in merito a tale finanziamento.
Qualsiasi documento, relativo all'attuazione di un'operazione, usato per il pubblico oppure per i partecipanti, compresi certificati di frequenza o altro, contiene una dichiarazione da cui risulti che il programma operativo è stato finanziato dal fondo o dai fondi.
Per i progetti cofinanziati che comportano l’acquisto di uno o più oggetti fisici (ad esempio PC, stampanti, ecc.), si richiede di apporre su tali oggetti un’etichetta standard con i loghi dell’Unione Europea, del PON Inclusione e del PO I FEAD.
Art. 18
Informazioni su opportunità di finanziamento e bandi
Le informazioni relative a Bandi di gara e Contratti e Bandi di concorso, pubblicate nella sezione “amministrazione trasparente” del sito istituzionale del Beneficiario/partner, xxxxx restando gli obblighi di legge ed in particolare quelli previsti dal D.L. 33/2013, devono contenere:
- il riferimento al PON “Inclusione” ed al PO I FEAD;
- il riferimento al FSE e al FEAD;
- il Codice Unico di Progetto (CUP) del progetto a cui il bando si riferisce;
- il Codice Identificativo di Gara, se previsto;
- l’oggetto;
- la data di pubblicazione;
- la data di scadenza per la presentazione delle proposte/candidature;
- l’elenco delle URL con i documenti correlati, gli eventuali allegati e comunicazioni successive o, in alternativa, la URL della pagina dedicata, ove prevista, allo specifico bando.
I beneficiari/partner cui non si applica il D.L. 33/2013 sono comunque tenuti a pubblicare su propri siti o pagine dedicate, raggiungibili dalla homepage, informazioni su avvisi, bandi e inviti per contratti di lavori, servizi e forniture sottosoglia o soprasoglia comunitaria e i bandi di concorso per il reclutamento, a qualsiasi titolo, di persone, secondo le modalità sopra indicate.
Al fine di consentire l’alimentazione del Portale Opencoesione, istituito ai sensi dell’articolo 115, comma 1 lettera b) del Regolamento UE 1303/2013, per fornire informazioni su tutti i Programmi operativi del paese e sull’accesso agli stessi, i beneficiari/partner sono tenuti a comunicare all’AdG l’elenco aggiornato delle URL delle relative sezioni su bandi di gara e bandi di concorso.
I Beneficiari riceveranno dall’AdG indicazioni dettagliate in merito al rispetto degli obblighi sulle azioni di informazione e comunicazione degli interventi finanziati dal PON Inclusione e dal PO I FEAD, con particolare riguardo all’utilizzo dei loghi e alle informazioni da inviare per l’alimentazione del portale Opencoesione.
Art. 19
Tentativo di conciliazione e Foro esclusivo
Per ogni controversia che possa insorgere in ordine alla validità, interpretazione, esecuzione o risoluzione della presente Convenzione, dopo un preliminare tentativo di soluzione in via conciliativa, sarà competente in via esclusiva il Foro di Roma.
Art. 20
Sottoscrizione della Convenzione e decorrenza del rapporto
La presente Convenzione sarà sottoscritta con firma digitale e si intenderà conclusa nel momento in cui la parte che avrà apposto per prima la propria sottoscrizione riceverà dall'altra parte - via PEC - la medesima Convenzione regolarmente anche da tale parte sottoscritta.
La stessa Convenzione acquisterà efficacia dal momento del completamento dell'iter di controllo previsto per la medesima.
Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale | Regione Piemonte |
Il Direttore Generale Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx Firma: | Il legale rappresentante o persona delegata Xxxx. Xxxxxxxxxx Xxxxxxx Firma: |
Luogo e Data: | Luogo e Data: |
Allegati c.d.s.
Allegato 1 | Dichiarazione avvio attività e richiesta anticipo |
Allegato 2 | Modello B - Formulario per la presentazione della Proposta di intervento |
Allegato 3 | Scheda 1 - Piano finanziario (fornire una scheda per ciascuna delle annualità di realizzazione del progetto) |
Allegato 4 | Scheda 2 - Cronoprogramma |
Allegato 5 | Modello di lettera di adesione dei partner |
Beneficiario Codice Fiscale
P.O.N. Inclusione FSE e PO I FEAD 2014/2020
AMMISSIONE AL FINANZIAMENTO: D.D. n. del
Oggetto: Convenzione n° - Comunicazione Inizio Attività e Xxxxxxxxx Xxxxxxxx.
Si comunica che in data / / presso (sede operativa)
sita in xxx/xxxxxx xx xxxxx xxxx ( ) hanno avuto inizio le attività del progetto in oggetto.
Pertanto, ai sensi della Convenzione di sovvenzione (art. 8), si chiede che venga accreditato sul conto corrente di tesoreria n° , a titolo di anticipo, il 15% del finanziamento complessivo accordato corrispondente ad € .
Cordiali saluti
Il Legale Rappresentante
Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali
Fondo Sociale Europeo - Programma Operativo Nazionale Inclusione
Fondo europeo di aiuti agli indigenti - Programma Operativo per la fornitura di prodotti alimentari e assistenza materiale di base
Programmazione 2014-2020
Modello B “Formulario per la presentazione della Proposta di intervento”
Formulario
PROPOSTA DI INTERVENTO PER IL CONTRASTO ALLA GRAVE EMARGINAZIONE ADULTA E ALLA CONDIZIONE DI SENZA DIMORA
(PON Inclusione Azione 9.5.91 – PO I FEAD Misura 42)
Indice
1. Dati identificativi e struttura gestionale
2. Analisi del fabbisogno
3. Obiettivi del progetto
4. Progettazione degli interventi
5. Risultati attesi
6. Piano finanziario - Scheda 1 allegata
7. Cronoprogramma - Scheda 2 allegata
1Cfr. PON “Inclusione”, azione 9.5.9 - Finanziamento progetti nelle principali aree urbane e nei sistemi urbani di interventi mirati per il potenziamento della rete dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e per il sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
2 Cfr. PO I FEAD, Misura 4 Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili
Ai fini della corretta progettazione degli interventi mediante la compilazione del presente formulario è necessaria la preventiva lettura delle “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” (di seguito “Linee di indirizzo”) allegate al presente Avviso
1. DATI IDENTIFICATIVI E STRUTTURA GESTIONALE
1a Anagrafica dell’Ente territoriale candidato
Ente Territoriale* | REGIONE PIEMONTE |
Ente Capofila** | |
Comuni aderenti all’Ambito territoriale** | |
Sede legale | XXXXXX XXXXXXXX, 000 - XXXXXX |
Rappresentante legale | XXXXXX XXXXXXXXXXX |
Telefono | 011- 000.00.00 |
Posta elettronica / Pec |
* Ente territoriale: Regione.
1b Soggetti correlati
Ente delegante (Regione o Provincia autonoma) * | |
Enti partner** | Comuni di ALESSANDRIA, ASTI, BIELLA, CUNEO, NOVARA |
**Enti partner: gli Ambiti territoriali incaricati di attuare gli interventi nel caso il soggetto proponente sia la Regione
1c Informazioni sul Referente per l’implementazione del progetto e/o Responsabile unico del procedimento
Cognome e Nome | XXXXXXX XXXXXXXXXX |
Ente di appartenenza | XXXXXXX XXXXXXXX |
Xxxx | XXX XXXXXXX, 00 - XXXXXX |
Xxxxx | XXXXXXXXX |
Xxxxx ricoperto nell’Ente | DIRETTORE COESIONE SOCIALE, A.d.G. PON FSE |
Telefono | 000.000.00.00 |
Cell. | 000.000.00.00 |
Pec |
1d Informazioni sulla struttura di gestione del progetto:
Indicare la qualifica e le funzioni del personale dell’Ente coinvolto nella gestione del progetto, specificando il Programma Operativo su cui è coinvolto (Inserire nuove righe se necessario)
Attuazione | |||
Numero | Qualifica | Funzioni | Programma Operativo (PON Inclusione, PO I FEAD o entrambi) |
1 | DIRIGENTE Responsabile politiche per le famiglie, giovani e migranti, pari opportunità e diritti | Interventi per la diffusione della cultura di contrasto alle gravi povertà, con particolare riguardo alle tematiche dell’esclusione sociale. Raccordo tra le diverse misure di sostegno previste all’interno del Patto per il sociale della Regione e quelle previste dal POR (OT 8 e 9) per aumentare l’impatto delle azioni locali a favore dei Senza Dimora | PON Inclusione e PO I FEAD |
1 | Funzionario area grandi povertà | Coordinamento e monitoraggio delle attività effettuate nei diversi territori e raccordo con le equipes territoriali per l’aderenza progettuale alle indicazioni regionali e nazionali | PON Inclusione e PO I FEAD |
1 | Funzionaria area grandi povertà | Rapporti tra gli Ambiti, la FioPSD e la rete territoriale sulle tematiche inerenti l’inclusione socio sanitaria e lavorativa con particolare attenzione alle politiche attive di inclusione | PON Inclusione e PO I FEAD |
Monitoraggio / SIGMA | |||
Numero | Qualifica | Funzioni | Programma Operativo (PON Inclusione, PO I FEAD o entrambi) |
1 | Funzionario | Raccordo con i diversi Ambiti interessati alla misura per formare tutti i referenti locali alle corrette modalità di raccolta delle informazioni da inserire. Supporto regionale per l’utilizzo delle procedure SIGMA | PON Inclusione e PO I FEAD |
Rendicontazione / SIGMA | |||
Numero | Qualifica | Funzioni | Programma Operativo (PON Inclusione, PO I FEAD o entrambi) |
1 | Funzionario | Addetto all'inserimento dati nel Sistema Informativo di Gestione, Monitoraggio e Audit del Programma Operativo Nazionale Inclusione | PON Inclusione e PO I FEAD |
Note e commenti
La Regione, all’interno del piano di contrasto alle povertà, da tempo ha un’intesa con FioPSD. Ciò ha dato inizio ad una sinergia tra Enti pubblici e privati, mirata a sensibilizzare i territori all’accoglienza dei SD
Grazie a questo bando è ora possibile dare organicità ad un intervento che sappia sperimentare politiche innovative nelle quali la logica dell’abitare diffuso valorizzi le capacità delle persone, accogliendone i bisogni e superando la logica dell’istituzionalizzazione e dell’emergenza
La Regione ha scelto di partecipare a questo Bando, collaborando fattivamente con 5 Città, riservandosi il ruolo di regia e coordinamento, promuovendo al contempo una formazione diffusa sui temi dell’abitare. Con DGR 39- 4245 del 21/11/2016 (allegata) sono stati individuati i criteri per la scelta degli Ambiti Territoriali e per la ripartizione delle risorse. Con DD 894 del 6/12/2016 (allegato) sono stati individuati i partners e ripartite le risorse. Un abitare che, oltre ad offrire un riparo,si impegni nell’attivazione di reti dove il vivere sia nel e con il territorio. Lo spirito che questa progettualità vuole attivare è basato sulla convinzione che la persona, grazie ad un servizio innovativo mirato all’HF-LED, sarà incentivata a riattivarsi
Per promuovere azioni innovative si intende adottare una logica integrata nel contrasto alla grave emarginazione che, tenendo in conto della multiproblematicità del target, agevoli un percorso pluriprofessionale tra i diversi attori: per fare ciò verranno messe in campo azioni comuni di formazione e di sostegno alla rete, nella creazione di interventi a sostegno delle persone SD attraverso un monitoraggio continuo, una valutazione dell’efficacia e una rimodulazione in itinere degli interventi
2. ANALISI DEL FABBISOGNO
Ambito territoriale di Alessandria
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta:
Ambito di Alessandria: le caratteristiche dei SD si confermano quelle del rapporto ISTAT 2014. Accanto agli italiani (60%) sono in crescita i maschi stranieri con meno di 54 anni e con basso titolo di studio e competenze, anche linguistiche. Ciò aggrava la possibilità di uscita dalla condizione. Inoltre emerge la tipologia dei senza dimora e senza titolo di soggiorno usciti da percorsi di accoglienza a seguito di rigetto dell’istanza. Alessandria, capoluogo nel quale si concentrano servizi e naturale punto di riferimento, è sede CAS e SPRAR: dalle proiezioni numeriche e dalla collocazione geografica della città sulle rotte Torino-Milano-Genova, emerge che quest’ultima tipologia è in crescita. Più in generale, la durata della condizione di SD si allunga: il trend di oltre 4 anni è in salita. L’aumento dell’età media si associa a quello della durata media della condizione. In questo quadro, un peso più contenuto lo hanno cattive condizioni di salute e dipendenze. Le donne sono il 25% (la metà italiane, età media 45 anni, nella condizione da più di 2 anni). Chi ha perso il lavoro e vive la concomitante separazione dal coniuge e/o dai figli entra più facilmente nell’emarginazione. Tra Alessandria e Valenza i SD iscritti all’Anagrafe sono 316. Il disagio abitativo di Alessandria (2015) dà 254 sfratti convalidati, 187 eseguiti, 446 famiglie in disagio abitativo, 576 assistite economicamente. Nei dormitori sono emersi i primi problemi di convivenza tra italiani e stranieri.
2.2 Tipologia di utenza:
FASCIA D’ETA’ | UOMINI Italiani Stranieri | DONNE Italiane Straniere | TOTALE | ||
Fino a 6 anni | 2 | 3 | 4 | 8 | 17 |
Da 7 a 18 anni | 5 | 1 | 4 | 1 | 11 |
Da 19 a 40 anni | 38 | 58 | 10 | 15 | 121 |
Da 41 a 65 anni | 88 | 18 | 26 | 9 | 141 |
Oltre 66 | 16 | 0 | 2 | 0 | 18 |
TOTALE | 149 | 80 | 46 | 33 | 308 |
I soggetti che necessitano di accompagnamento affinché la condizione di SD non divenga cronica (prevenzione) sono: a) singoli che a seguito della perdita dell’attività lavorativa, non hanno accesso ad una situazione abitativa stabile, non l’hanno mantenuta, sono ospiti di strutture di accoglienza, sistemazioni di fortuna o in strada. A monte possono avere il fallimento di una relazione stabile. b) maschi (18-26 anni) extracomunitari titolari di protezione internazionale, provenienti anche da fuori Ambito, per i quali è necessario un avvicinamento leggero. Ci sono situazioni di rifugio in aree degradate, con situazioni di sfruttamento e microcriminalità; c) badanti a domicilio, donne (età media 45 anni), che perdendo il lavoro hanno perso anche la casa, seguite dal Consorzio Cissaca (Sportello Badanti); d) donne vittime di violenza domestica con provvedimento di protezione e allontanamento dall’abitazione seguite da Cissaca e Centro Antiviolenza me.dea; e) senza dimora che non hanno una collocazione abitativa, identificati grazie alla titolarità della carta SIA; f) soggetti con problemi di dipendenze e patologie seguiti dal Dipartimento Salute Mentale ASL AL, gruppo meno significativo rispetto ai precedenti. |
2.3 Residenza:
Tra Alessandria e Valenza sono 316 i cittadini con residenza fittizia sul territorio comunale (308 ad Alessandria, 8 a Valenza). Nell’Ambito (con 31 comuni) è necessaria la mappatura delle procedure di iscrizione anagrafica e la loro eventuale omogeneizzazione (es. domiciliazione postale). Il Comune di Alessandria iscrive nei Registri Anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. L’iscrizione è riconosciuta a qualsiasi persona senza fissa dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo e avviene mediante la compilazione di un apposito modulo messo a disposizione dagli Uffici. Presso l’Anagrafe Comunale di Alessandria è disponibile una procedura dedicata che non è seguita dagli sportelli ma bensì direttamente dal responsabile dell’Ufficio. Per approfondire i diversi aspetti della problematica, il Comune di Alessandria, con la collaborazione della Direzione Servizi Demografici, intende organizzare un corso di formazione rivolto agli operatori anagrafici di Ambito, con la partecipazione di Fio.PSD e ANUSCA Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe, e con costi a valere sul progetto.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora:
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privata) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | Sì | Privata | Privata |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | Sì | Privata | Privata | |
Mense | Sì | Privata | Privata | |
Unità di strada | Sì | Privata | Privata | |
Contributi economici una tantum | Sì | Pubblica – Privata, | Pubblica – Privata, anche con sovvenzione pubblica | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | Sì | Pubblica – Privata, | Privato e Pubblico - Privato |
Dormitori notturni | Sì | Pubblica – Privata, | Privata e Pubblico - Privato | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | Sì | Pubblica – Privata, | Privata accreditata al SSR - Pubblica | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | Sì | Pubblica – Privata, | Privata e Privata Accreditata SSR, Pubblica | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | Sì | Pubblica – Privata, | Privata accreditata al SSR - Pubblica |
Comunità residenziali | No | |||
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | Sì | Privata | Privato sociale | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento x□ | Sì | Pubblico, Privato | Pubblico, Privato |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale x□ | ||||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio x□ | ||||
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo x□ | Sì | Pubblico, Privato | Pubblico, Privato sociale - Pubblica |
Sostegno economico strutturato x□ | ||||
Inserimento lavorativo x□ | ||||
Ambulatori infermieristici/medici □ | ||||
Tutela legale □ |
Nel 2015 il Comune di Alessandria ha istituito l’Osservatorio Sociale (già Tavolo Tecnico dal 2004): un aggregato pubblico-privato sociale composto da Comune di Alessandria, Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio-Assistenziali dell’Alessandrino C:I.S.S.A.C.A., ASL AL – Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche (ASL AL è anche gestore dei servizi socio-assistenziali del valenzano), Caritas Diocesana, Associazione Opere Giustizia e Carità, Coop. Sociale Coompany&, Associazione Comunità di San Benedetto al Porto e ATC Piemonte SUD (quest’ultima membro esterno) per la realizzazione di azioni di contrasto alla condizione di SD (conduzione ostelli maschile, 35 posti, femminile, 14 posti, sempre pieni per le emergenze freddo e almeno sino a marzo) mense, docce, sportello di ascolto/orientamento, abitazioni, distribuzione di beni, piccolo ambulatorio medico con medici volontari. La C.R.I. concorre con la distribuzione di medicinali. La partecipazione dei membri dell’Osservatorio Sociale al progetto costituisce il naturale esito di sinergie ultradecennali, tra i quali la conduzione dell’Ostello femminile da parte di Cissaca e Caritas con il concorso del Comune di Alessandria, la Provincia di Alessandria e l’assegnazione da parte di ATC al DSM dell’ASL AL di casa per de- istituzionalizzazione e accompagnamento. L’Osservatorio lavora con modalità di équipe e affronta i casi congiuntamente condividendo xxxxxxx e proposte. Caritas è capofila di sinergie con la locale Comunità di X. Xxxxxx e con numerose parrocchie ed ha avviato, in concomitanza con l’emergenza freddo 2016-2017, un nuovo punto di distribuzione di abiti, cibo e altri beni di utilità e ristoro in zona Centro.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore):
Il Comune di Alessandria e gli altri membri dell’Osservatorio Sociale svolgono un lavoro integrato con i soggetti presenti sul territorio che si occupano di emergenza abitativa. All’interno dell’Osservatorio è presente un referente di ATC Piemonte SUD e il lavoro è coordinato con lo Sportello Casa e la Porta d’Accesso Sociale del Comune di Alessandria. Sempre all’interno dell’Osservatorio è presente l’Agenzia Sociale Casa della Casa di Quartiere (Comunità San Benedetto) e il Cissaca consente la rappresentatività dei bisogni e delle disponibilità di 24 comuni afferenti all’Ambito. L’ASL AL, partner dell’Osservatorio e di progetto, completa la copertura territoriale dell’Ambito 1 con 7 comuni di competenza, tra i quali Valenza. Cissaca e Centro antiviolenza me.dea onlus fanno parte della Rete Antiviolenza Alessandrina e accompagnano le donne oggetto di misure di protezione per violenza provvedendo a case segrete o di emergenza. Inoltre il Cissaca gestisce la carta SIA e i progetti PASS, misure contro la povertà che contribuiscono a innescare percorsi di uscita dalla condizione di senza dimora. Sul settore lavoro e formazione, il progetto ha tra i suoi partner la Provincia di Alessandria (Centro per l’Impiego) e la Comunità X. Xxxxxxxxx al Porto. Ancora: il Cissaca è titolare dello Sportello Badanti. Per quanto attiene alla mediazione abitativa, è attivo il protocollo con il Tribunale di Alessandria e l’Ufficio degli Ufficiali Giudiziari. La Comunità San Benedetto, in seno all’Osservatorio, ha avviato collaborazioni con la FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) e con Agenzie Immobiliari della Provincia. Il Comune di Alessandria metterà a disposizione del progetto una quota del 5xmille dell’Irpef dei suoi contribuenti per garantire operabilità dove le spese progettuali non ammesse (mantenimento utenze domestiche, piccole riparazioni e allacciamenti, assicurazioni ecc.) costituiscono una criticità per praticare concretamente Housing First e Led.
2.6 Fabbisogni:
In rafforzamento al sistema integrato dei servizi presenti sul territorio, servono azioni di mappatura, formazione del personale (sociale, sanitario, polizia municipale, anagrafi, operatori del Terzo Settore, mediatori culturali), mediatori e unità di strada per la presa in carico e l’accompagnamento, l’avvicinamento leggero e il riavvicinamento alla realtà, al lavoro in forme anche leggere, alla formazione, al potenziamento linguistico dei SD. Per gli inserimenti lavorativi (modelli di lavoro protetto in ambito gestito) è necessario un abbigliamento adeguato (ausili e materiale antinfortunistico, visite mediche, costi assicurativi). Il progetto necessita di almeno 5 abitazioni di transito in aggiunta all’attuale offerta abitativa, per una quindicina di beneficiari finali (rotazione) che saranno accompagnati all’inserimento in situazione abitativa stabile acquisita sul mercato della locazione agevolata, ERS o ERP. In aggiunta, in via sperimentale, occorre individuare un’ulteriore abitazione attivando sinergie con terzo settore o privati e puntando sulla campagna in quanto ambiente adatto a sostenere economicamente e socialmente adulti “adottabili” dalla collettività.
Infine, per potenziare il sistema di pronto intervento (dormitori, punti di ascolto, piccolo ambulatorio medico), ormai al collasso, è necessario disporre di abbigliamento, effetti letterecci, asciugamani, piccoli arredi, dispositivi per il riscaldamento, prodotti per la pulizia personale e per sanificare gli ambienti. Per l’ambulatorio medico, dove medici volontari visitano gratuitamente, serve materiale sanitario di consumo. Il materiale sopra elencato risulta particolarmente urgente stante le condizioni climatiche del territorio (neve e temperature sotto lo zero per lunghi periodi)
Ambito territoriale di ASTI
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta:
Il fenomeno dei S.D. interessa e coinvolge, prevalentemente, il Comune capoluogo rispetto all’ambito territoriale di riferimento. Infatti, Asti tende a ricoprire il ruolo di collettore di situazioni di marginalità. E’ infatti evidente che, private della casa e di relazioni significative di sostegno, le persone migrino su un territorio che offre maggiori servizi quali: dormitorio, mensa sociale, Centri diurni (Associazioni), drop in (Sert), Unità di Strada (CRI). A questo si aggiunge la maggiore “apertura” dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Asti nella concessione della residenza anagrafica (176 iscrizioni, di cui 65 stranieri, dato aggiornato a 11/2016, a fronte di un totale di 180 iscrizioni a livello di ambito, dato che evidenzia una quasi assenza di residenze fittizie in provincia). Ciò non consente di avere una visione chiara del fenomeno. Questo implica anche la presenza di persone che, pur mantenendo la loro ultima residenza, sono a tutti gli effetti dei S.D. Vi sono poi situazioni nascoste di soggetti che per varie ragioni non accedono ai servizi pubblici ma possono essere più facilmente intercettate dal privato sociale. Molto critica è la situazione delle insolvenze dei canoni di affitto a causa della perdita del lavoro che porta allo sfratto (199 per morosità nel 2015 di cui 55 eseguiti, 96 famiglie a carico per emergenza abitativa). Nonostante Asti abbia adottato interventi diversificati per sostenere tali persone, il numero non consente di dare risposte a tutte
2.2 Tipologia di utenza:
Nel 2015 nel dormitorio hanno trovato ospitalità n. 157 uomini di cui 93 italiani, 54 extracomunitari e 9 comunitari. Inoltre non tutte le persone accettano l’ospitalità del dormitorio e utilizzano altri luoghi di rifugio. Distribuzione per fasce d’età e provenienza delle 180 residenza fittizie anno 2016 : | |||||
FASCIA D’ETA’ | UOMINI | DONNE | TOTALE | ||
Italiani | Stranieri | Italiane | Straniere | ||
Fino a 6 anni | 6 | 9 | 3 | 8 | 26 |
Da 7 a 18 anni | 6 | 17 | 7 | 9 | 39 |
Da 19 a 40 anni | 12 | 15 | 4 | 10 | 41 |
Da 41 a 65 anni | 30 | 19 | 13 | 11 | 73 |
Oltre 66 | 1 | - | - | - | 1 |
TOTALE | 55 | 60 | 27 | 38 | 180 |
Asti è sprovvista di un dormitorio femminile e, nelle situazioni di emergenza, si appoggia su quello di Alessandria (Caritas). In casi con problematiche più complesse si fa ricorso a strutture per adulti o, per età, case di riposo. Un fenomeno che prossimamente la Città dovrà affrontare è quello delle persone (circa 1000) senza un valido titolo di soggiorno provenienti, sia da altri territori, sia dai locali Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e Centri per Sistema di Protezione per Richiedenti Xxxxx e Rifugiati (SPRAR). Chiaramente, l’assenza di titolo di soggiorno valido renderà problematica la presa in carico. Molte persone in marginalità hanno problemi di alcol dipendenza: in alcuni casi è stata effettuata una presa in carico congiunta con il Sert. Più “sfumata” è l’individuazione di potenziali utenti del D. S.M. |
2.3 Residenza
Due gli indirizzi fittizi creati dalla città di Asti: Via della Casa Comunale; P.zza Catena , n. 3 (sede delle Politiche Sociali)
Persona senza fissa dimora ai fini anagrafici è colui che non ha in alcun Comune la dimora abituale dell'elezione di domicilio per poterlo iscrivere anagraficamente.
1) Vengono iscritte in Via della Casa Comunale le persone senza dimora che non sono in grado di eleggere neanche un domicilio.
Ai fini dell’accertamento del domicilio l’interessato deve fornire all’ufficio Anagrafe gli elementi necessari allo svolgimento degli accertamenti atti a stabilirne l’effettiva sussistenza. In assenza di elezione di domicilio l’interessato deve dimostrare il legame con il territorio ove chiede di essere registrato anagraficamente. Gli accertamenti in merito vengono effettuati dagli impiegati dell’anagrafe attraverso la verifica dell’effettiva presenza del soggetto sul territorio, attraverso la Polizia urbana, e con verifica c/o i Servizi sociali del comune o dell’Asl At (se l’interessato dichiara di essere in carico ad uno dei servizi Asl). Criterio residuale oltre ai casi sopra descritti è l’iscrizione dei senza dimora nel Comune di nascita.
2) Al secondo indirizzo vengono iscritte le persone in carico al Servizio sociale Professionale e su richiesta di quest’ultimo.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora:
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privata) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | SI | privata | privata |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | SI | privata | privata | |
Mense | SI | pubblica | pubblica | |
Unità di strada | SI | privata | privata | |
Contributi economici una tantum | SI (solo su progetti specifici) | Pubblica e privata | Pubblica e privata | |
Recupero di arredi da destinare a nuclei famigliari o a singoli | SI | pubblico | Pubblico in partenariato con terzo settore | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | SI | pubblica | pubblica |
Dormitori notturni | SI | pubblica | pubblica | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | SI (per ex detenuti) | privata | privata | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | SI | Sia pubblica che privata | Pubblica/ privata | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | SI | privata | privata |
Comunità residenziali | NO | |||
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | SI | privata | privata | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento x | SI | pubblica e privata | pubblica e privata |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale x | ||||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio x | ||||
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo x | SI | pubblica e privata | pubblica e privata |
Sostegno economico strutturato □ | ||||
Inserimento lavorativo x | ||||
Ambulatori infermieristici/medici x | ||||
Tutela legale □ |
La Città di Asti ha cercato di sviluppare, compatibilmente con le risorse umane ed economiche disponibili, un ventaglio di azioni espressione della volontà sia di garantire a tutti il diritto di cittadinanza e pari opportunità di accesso ai servizi, sia di rafforzare la sinergia tra pubblico e privato sociale: è stato riorganizzato il sistema di accoglienza con l’istituzione dello Sportello di Segretariato Sociale al fine di garantire migliore accessibilità ai servizi erogati, informazione puntuale ed aumentare l’efficacia della presa in carico; nel 2014 è stato riattivato e formalizzato un tavolo di confronto tra Servizio sociale Adulti ed Emergenza abitativa e Sert e Dipartimento di Salute Mentale per la presa in carico congiunta delle persone e dei nuclei con gravi fragilità.
Essendo il Comune di Asti anche titolare delle funzioni socio-assistenziali, coesiste al suo interno una modalità costante di gestione in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità (Servizio Sociale Professionale, problematiche della casa, servizio adulti) in collaborazione, se del caso, con servizi Asl (S. Sociale ospedaliero, Sert…). Rispetto ai servizi del lavoro, sebbene non ci sia un tavolo analogo al precedente, i rapporti tra operatori in merito alle situazioni più critiche sono costanti, pur nella penuria di opportunità di lavoro e risorse economiche per l’attivazione di tirocini.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore):
La contrazione delle risorse ha imposto una sempre più oculata distribuzione di quanto disponibile e, per farlo, è stato necessario migliorare l’organizzazione degli interventi attraverso la sinergia tra pubblico e privato sociale e l’adozione di nuove soluzioni. Ma in questo ambito c’è ancora molto da fare.
Come sopra specificato esiste nel capoluogo una filiera dei servizi a bassa soglia abbastanza ricca, con una collaborazione tre operatori non sempre inserita in accordi formalizzati. Questo è sicuramente un limite per superare il quale si intende cogliere l’occasione del presente bando, con attività di coordinamento, maggiore pianificazione degli intervanti, esportazione di buone prassi nei territori dell’ambito. Al momento l’Amministrazione comunale dispone della mensa sociale, gestita in convenzione con una Congregazione di religiose addette alla cucina ed alla distribuzione delle borse alimentari, coadiuvate anche da persone in tirocinio formativo; di un dormitorio maschile, la cui gestione è affidata ad un’associazione e dove viene fornita la cena agli ospiti e, altrove, il pasto domenicale, iniziativa resa possibile da contributi di associazioni private; organizza annualmente nei supermercati cittadini una raccolta alimentare, in collaborazione con una vasta rete di associazioni del terzo settore, che va ad integrare l’acquisto degli alimenti per la mensa (di cui in parte ne beneficiano alcune associazioni del territorio) e ha stipulato una convenzione per il recupero dei pasti della mensa aziendale Asl At (anche in questo caso con la partecipazione di un’associazione del terzo settore e della casa di riposo “Città di Asti”).
2.6 Fabbisogni:
La carenza di risorse, anche umane, limita fortemente la possibilità di azione in questo ambito, sia per quanto riguarda la presa in carico individualizzata, sia rispetto al raccordo stabile e funzionale dei vari servizi, pubblici e privati, che operano in quest’area. E’ ad oggi del tutto assente una conoscenza più approfondita su ciò che avviene nei territori dell’ambito extra comune, se non una generica constatazione del fatto che la tendenza delle persone senza casa e/o significativi rapporti tendono ad “immigrare” sul territorio di Asti.
E’ poi evidente l’aumento sul territorio di persone senza dimora in uscita da strutture di accoglienza per richiedenti asilo o che non possono più accedervi o – ancora – che non hanno l'opportunità di accedervi: risulta essenziale prevedere interventi di emergenza (distribuzione Kit per la tutela della salute, indumenti, prodotti per l’igiene personale).
Priorità: costituzione di un’équipe integrata di operatori (pubblici e del Terzo Settore) in grado di accompagnare il percorso di riattivazione sociale dei soggetti identificati, censire le problematiche emergenti per pianificare gli interventi, reperire ulteriori risorse, diffondere buone prassi, avviare un confronto con i territori dell’ambito; reperire un alloggio di housing led per donne (non esiste dormitorio femminile); provvedere ad un implemento della distribuzione kit per le necessità primarie ed immediate delle persone, specialmente tramite l’UdS; potenziamento del numero degli alloggi HF per uomini (attualmente sono due con capienza per 6 persone in totale); prevedere un presidio sanitario mensile nel dormitorio, coinvolgere maggiormente servizi Asl, Centro per l’impiego ed enti di formazione.
Ambito territoriale di BIELLA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta:
Dalla rilevazione effettuata nel mese di novembre 2016 i senza dimora iscritti all’anagrafe della città di Biella sono 101, nel Comune di Cossato sono 32 e nei Comuni dell’ambito individuato ai sensi della DGR n. 38-4245 del 21/11/2016 sono 84 , per un totale di 217. Si fa presente che almeno 27 persone richiedenti asilo, tra dicembre 2016 e febbraio 2017, usciranno dai CAS e si troveranno verosimilmente nella situazione di essere senza dimora. A ciò si aggiunge l'estrema difficoltà ad 'inquadrare' la situazione a causa delle molte variabili che impattano e dall'assenza sul territorio di un osservatorio strutturato vero e proprio che incroci I dati della Prefettura con quelli e degli Enti Gestori dei CAS. Inoltre da maggio 2016 ad oggi ci sono state 13 persone senza fissa dimora (ovvero privi di iscrizione anagrafica) che hanno richiesto la presa in carico da parte dei servizi sociali per trovare soluzioni abitative e chiedere un supporto nell'inserimento lavorativo/inclusione sociale, in prevalenza stranieri beneficiari di protezione internazionale o permesso umanitario. Dal 2012 al 2015 sono state 10 complessivamente.
2.2 Tipologia di utenza:
Si rilevano sul territorio le seguenti tipologie di utenza tra le persone senza dimora: italiani cronici (uomini singoli con problemi di dipendenza e/o 'doppia diagnosi') che entrano ed escono dai servizi di pronta accoglienza senza riuscire a superare con gli interventi attualmente messi in campo da servizi sociali e sanitari la situazione di disagio;donne con problemi psichiatrici o 'borderline' che mettono a dura prova anche le stesse strutture di bassa soglia in quanto presentano difficoltà nell'aggancio e problemi comportamentali;persone straniere senza dimora (si rileva un flusso di richiedenti asilo 'via terra' e persone che escono dai circuiti dell'accoglienza, sia in situazione regolare che irregolare);extracomunitari e comunitari in situazione di difficoltà socio economica, ma spesso anche fragili; comunitari in situazione di irregolarità che presentano fragilità; donne richiedenti asilo (prevalentemente nigeriane, sulle quali pesa il sospetto della tratta) fuori dai circuiti dell'accoglienza (es. persone che sono state dimesse dai CAS per assenza prolungata e per le quali è stata revocata l'accoglienza). Nel 2015, il 47% delle persone accolte nella pronta accoglienza avevano meno di 30 anni, il 31% tra i 31 e i 45, il 20% tra 46 e 65. 182 sono stati gli uomini e 24 le donne. Delle 206 persone transitate, 144 sono state straniere (di questi, 112 richiedenti asilo provenienti via terra o fuori dai circuiti dell'accoglienza). Il trend si è presentato anche nel 2016.
2.3 Residenza:
Lo scorso giugno, a fronte dell'incremento considerevole delle persone prive di residenza anagrafica che hanno richiesto l'accesso ai servizi sociali, è stato definito un accordo operativo tra Città di Biella, CISSABO, IRIS e PAAP per la presa in carico delle persone senza dimora che hanno necessità e diritto di accedervi. Si è concordato che il PAAP sia punto di riferimento e che il Servizio Adulti del Consorzio IRIS assegni per rotazione alle diverse èquipe dei servizi sociali del territorio. L'ufficio anagrafe della città di Biella Ai fini del rilascio della residenza fittizia (se trattasi di persone abitualmente dimoranti) richiede l’invio di relazione sociale da parte del Servizio competente che attesti la presenza di un progetto di supporto alla persona. Sarà cura del Servizio competente segnalare l'eventuale irreperibilità della persona qualora se ne perdessero le tracce. Nell'accordo per la presa in carico a rotazione rientrano anche le persone beneficiarie di protezione che escono da Sistema Accoglienza per richiedenti protezione internazionale (CAS e SPRAR), nella logica di armonizzare tale Sistema e il welfare, tentando di prevenire disagio e marginalità.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora:
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privata) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica, privata) |
Servizi di | Distribuzione di viveri, | si | privata | privata |
supporto in | indumenti e farmaci | |||
risposta a | Servizi per la cura e l’igiene | si | privata/pubblica | pubblico/privato |
bisogni primari | della persona | |||
Mense | si | privata | privata | |
Unità di strada | no | |||
Contributi economici una | si | privata/pubblica | privata/pubblica | |
tantum |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | si | pubblica | Privata con sovvenzione pubblica e privata |
Dormitori notturni | si | pubblica/privata | Privata con sovvenzione pubblica e privata | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | no | |||
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | si | pubblica/privata | Privata con sovvenzione pubblica e privata | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | No | No | No |
Comunità residenziali | No | No | No | |
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | No | No | No | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento □ X | Sì Sì Sì | Pubblica e privata Pubblica Pubblica | Pubblica e privata Pubblica Pubblica |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale □ X | ||||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio □ X | ||||
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo □ X | Sì Si Sì No No | Pubblica Pubblica Pubblica No No | Pubblica/ Privata con sovvenzione pubblica e privata Pubblica/Privata con sovvenzione pubblica e privata No No |
Sostegno economico strutturato □X | ||||
Inserimento lavorativo □ X | ||||
Ambulatori infermieristici/medici □ | ||||
Tutela legale □ |
Dal 2015 tutta la 'filiera' dei servizi senza dimora (pronta accoglienza maschile, pronta acc. femminile, prima acc. maschile, prima acc. femminile, seconda acc.) è realizzata attraverso un accordo sostitutivo (di cui all'’ART. 11 L. N. 241/1990) ovvero un patto di sussidiarietà. Questa forma prevede uno stanziamento da parte di enti pubblici (capofila Consorzio IRIS, inclusa Città di Biella, e CISSABO) a sostegno dell'attività dell'ATS costituita da sette soggetti del terzo settore (Coop. Xxxxx Xxxxxxx xxxxxxxx, coop. Il Cammino, Cons. Il Filo da Tessere, coop. Valdocco, coop. Anteo, Caritas, Ass. La Rete) per la realizzazione di un progetto denominato 'Accoglienza Plurale',che ha ricomposto e ridisegnato la 'filiera' dei servizi a bassa soglia in relazione ai bisogni rilevati. Il Progetto ha visto l'introduzione di uno Sportello PAAP (Punto di Accesso Accoglienza Plurale), luogo di filtro e presa in carico delle persone senza dimora, che si integra con il sistema dei servizi e degli interventi del settore pubblico; la connessione al Drop In (a titolarità ASL BI), quale spazio diurno finalizzato alla prevenzione e alla riduzione del danno;l'attivazione dell''emergenza freddo', quale intervento strutturale per fronteggiare le maggiori necessità che si presentano nel periodo invernale (con Volontariato Vincenziano, alla CRI Biella, alla Protezione Civile di Biella, Associazione Xxxx Xxxxxxxx XXXXX, ACLI);l'introduzione di uno 'Sportello Casa', servizio innovativo di mediazione abitativa. In particolare, nell'ultimo anno e mezzo è stato possibile sperimentare progetti integrati per la presa in carico di donne senza dimora in situazione multiproblematica (una in pronta accoglienza e una in abitazione autonoma dopo un periodo di permanenza alla pronta accoglienza), per le quali è risultata molto utile la discussione dei casi da parte degli operatori di riferimento con la consulenza del DSM: questo ha consentito un'efficace analisi dei bisogni e la definizione dei ruoli.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore):
Come detto nel par. 2.4 tutta la filiera dei servizi a bassa soglia è realizzata tramite accordo sostitutivo. Da dicembre a marzo si attiva (dal 2012) un protocollo specifico per la realizzazione dell' 'emergenza freddo' (20 posti di accoglienza aggiuntivi), che poggia su una rete consolidata di 11 soggetti e vede la compartecipazione economica del pubblico, del privato e l'attivazione di una raccolta fondi. Per quanto concerne la distribuzione di beni, sul territorio la situazione è la seguente: Caritas e CRI sono attive nel sostenere spese mediche e farmaceutiche, la Società di San Xxxxxxxx gestisce il 'guardaroba'. Presso la mensa Caritas, il drop in e il Centro Borri (pronta accoglienza maschile) con l'arrivare del freddo è possibile chiedere coperte e sacchi a pelo (solitamente recuperati tramite circuiti solidali, dove tutti i soggetti aderenti al protocollo 'emergenza freddo' giocano un ruolo attivo). All' 'emergenza freddo' vengono distribuiti indumenti invernali puliti e biancheria intima per il cambio, oltre ai kit igienici. Restano un problema l'effettuazione delle docce e il lavaggio degli abiti (le strutture a disposizione presso mensa, Centro Borri e drop in non sono sufficienti a rispondere al bisogno). Nel sostenere percorsi di autonomia abitativa per persone e nuclei familiari in grave disagio socio-economico, Caritas e Volontariato Vincenziano forniscono un sostegno concreto nel reperire mobili e materiale per allestimento. Recentemente il Consorzio IRIS ha sperimentato (tramite lo Sportello Casa) collaborazione con privati, comuni e parrocchie per la strutturazione di risposte di emergenza abitativa a famiglie con bambini senza dimora (comodati d'uso gratuito), dove Caritas e Volontariato Vincenziano hanno collaborato fattivamente nel reperimento di beni materiali necessari all'abitare o nel contattare professionisti utili all'esecuzione di piccoli lavori per l'adeguamento.
2.6 Fabbisogni:
1.
Mancanza di risposte per le persone 'croniche' con problemi di dipendenza e/o fragilità psicologica e/o con
patologie psichiatriche nel circuito dei servizi a bassa soglia o in uscita da strutture. Attualmente c'è il rischio che 'restino' nella pronta accoglienza (non avendo i 'requisiti' per accedere alla prima accoglienza) o che una volta usciti dalla prima accoglienza, a fronte della difficoltà oggettiva a inserirsi nel mondo del lavoro, tornino al 'primo gradino' di una filiera di fatto costruita a 'step'. Si rileva la necessità di offrire soluzioni abitative a medio-lungo termine, con progetti di graduale raggiungimento dell'autonomia possibile che rispettino i tempi della persona; di sperimentare approcci integrati, che 'meticcino' strumenti, metodologie e sguardi proprie di saperi e servizi diversi (DSM, SerD, Servizi Sociali), nell'ottica dell'housing first e dell'housing led; di monitorare i costi, comparandoli a quelli che si sarebbero sostenuti con un approccio dell'accoglienza a filiera (integrando i diversi servizi coinvolti).
2.
Criticità dell'aumento sul territorio di persone (singole) senza dimora e di nuclei familiari a rischio di
scivolamento in questa condizione, unicamente per problematiche socio-economiche (mancanza di una rete familiare e sociale di riferimento che possa sostenere e difficoltà a recuperare un'autonomia reddituale dopo la perdita del lavoro; o nel caso di donne con bambini, difficoltà a reperire un'occupazione quando non si è mai avuto accesso al mercato del lavoro).
3.
Aumento sul territorio di persone senza dimora in uscita da strutture di accoglienza per richiedenti asilo o che
non possono più accedervi o – ancora – che non hanno l'opportunità di accedervi: trovano riparo in strutture inutilizzate occupate abusivamente, per i quali risulta essenziale prevedere interventi di 'emergenza' (distribuzione di 'kit' per la tutela della salute).
2.7 Ambito territoriale di CUNEO
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta:
Il fenomeno dell’emarginazione adulta e di persone senza dimora interessa e coinvolge, prevalentemente, il Comune capoluogo, quale naturale punto di riferimento/concentrazione di un’area estesa e quale sede dei principali servizi (lavoro, servizi sociali, sanitari, altre opportunità). L’indagine ISTAT 2014 assegnava al Comune di Cuneo la presenza di 97 soggetti senza fissa dimora (di cui 15 stranieri) su 56.081 abitanti, con incidenza dell’ 1,73 per mille nel rapporto residenti/iscritti alla residenza fittizia. Dati recenti (31 ottobre 2016) segnalano la presenza di 86 persona iscritti alla residenza fittizia presso il Comune di Cuneo su 56.056 residenti al 1 gennaio dello stesso anno, con incidenza pari all’ 1,54 per mille considerabile esaustivo anche nella difformità dei periodi presi a riferimento. Viene evidenziata una flessibilità del fenomeno ed un suo contenimento al di sotto dell’incidenza nazionale corrispondente al 2,43 per mille. Si è tuttavia dell’avviso che possano riscontrarsi situazioni “nascoste” di soggetti in tali condizioni, anche in via contingente e/o legata a particolari eventi (es.:emergenza freddo, lavori stagionali in agricoltura, ecc.). Inoltre si riscontrano situazioni di soggetti seguiti dai vari servizi socioassistenziali, sanitari e del privato sociale che mantengono anagraficamente la loro ultima residenza pur essendo considerabili nella medesima categoria del “senza dimora”.
2.2 Tipologia di utenza:
Da un mero punto di vista demografico, i soggetti iscritti alla data del 31 ottobre 2016 alla “residenza fittizia” presso il Comune di Cuneo (fonte dati: Comune di Cuneo-Uff.Anagrafe) risultano così composti per genere e fascia di età: | |||
FASCIA ETA’ | UOMINI | DONNE | TOTALE |
Fino 6 anni | 4 | 7 | 11 |
Da 7 a 18 | 2 | 1 | 3 |
Da 19 a 40 | 9 | 11 | 20 |
Da 41 a 65 | 42 | 8 | 50 |
Oltre 66 | 2 | 0 | 2 |
TOTALI | 59 | 27 | 86 |
Come detto, tra essi 27 sono stranieri. Da un punto di vista sociale, i soggetti (prevalentemente nuclei famigliari, adulti e anziani) presentano caratteristiche e bisogni disparati e molti sono seguiti dai servizi sociali pubblici e privati. Spesso la situazione del “senza dimora” si somma a situazioni di marginalità e di rischio con radici sanitarie, psicologiche, di sfratto, di disadattamento. Un numero altrettanto consistente di persone corrisponde a soggetti seguiti dai servizi sociali dell’Ente Gestore delle funzioni Socio Assistenziali (di seguito EGSA) e del privato sociale che, pur risultando mantenere la residenza presso l’ultima dimora, presenta spiccate caratteristiche di marginalità e di persona senza dimora. |
2.3 Residenza:
Due gli indirizzi fittizi creati nel Comune di Cuneo:
STRADA COMUNALE N.1, esclusivo per soggetti rifugiati;
VIA ROMA N.2, per i cittadini italiani/stranieri in possesso dei requisiti previsti dall’attuale normativa.
Nel primo caso i soggetti, rifugiati usciti dagli SPRAR (ove è già possibile iscriversi all’Anagrafe a mente di quanto previsto dal D.Lgs. 18.08.2015 n. 142), devono fornire, come previsto dall’art. 3 – comma 38 – della Legge 15.07.2009 n. 94, gli elementi necessari allo svolgimento di accertamenti atti a stabilire l’effettiva sussistenza del domicilio (per quanto ciò possa essere possibile);
Nel secondo caso i cittadini (italiani o stranieri che siano) iscritti all’indirizzo di Xxx Xxxx x. 0 sono – di norma – segnalati dal Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese e da quell’Ente seguiti nell’ambito di un percorso di reinserimento sociale; comunque gli aventi diritto, a prescindere dall’intervento del Consorzio, possono iscriversi all’Anagrafe con le stesse modalità di cui al capoverso precedente.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora:
Categoria di | Servizi/funzioni | Presenza | Titolarità* | Gestione** |
servizi | (SI/NO) | (Pubblica/privata) | (Pubblica, privata con | |
convenzione pubblica, | ||||
privata con sovvenzione | ||||
pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | Sì | privata | privata |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | Sì | privata | privata | |
Xxxxx | Sì | privata | Privata con intervento economico pubblico | |
Unità di strada | Sì | privata | privata | |
Contributi economici una tantum | Sì | Pubblica e privata | Pubblica e privata | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | Sì | privata | Privata e privata con convenzione/concessio ne pubblica |
Dormitori notturni | SI | privata | Privata e privata con convenzione/concessio ne pubblica | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | Sì | pubblica | pubblica | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | No | No | No | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | No | No | No |
Comunità residenziali | No | No | No | |
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | No | No | No | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento □ X | Sì Sì Sì | Pubblica e privata Pubblica Pubblica | Pubblica e privata Pubblica Pubblica |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale □ X | ||||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio □ X | ||||
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo □ X | Sì No | Pubblica No | Pubblica No |
Sostegno economico strutturato □ | ||||
Inserimento lavorativo □ X | Sì | Pubblica | Pubblica | |
Ambulatori infermieristici/medici □ X | Sì | Pubblica e privata | Pubblica e privata No | |
Tutela legale □ | No | No |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Attraverso vari rapporti multidimensionali di rete facenti prevalentemente capo all’EGSA, è consolidata sul territorio una “filiera” di interventi dedicati ai senza dimora così in sintesi connotata:
CENTRO DI ASCOLTO: con riferimento ai vari sportelli di segretariato sociale dell’EGSA e con sportello specifico della Caritas
SERVIZI DI PRONTA ACCOGLIENZA MASCHILE: con riferimento a servizi realizzati dalla Fondazione “Orizzonte Speranza”, dalla Caritas, dalla Associazione “Xxxx Xxxxxxxx XXXXX”;
SERVIZI DI MEDIA ACCOGLIENZA MASCHILE: realizzatI dalla Fondazione “Orizzonte Speranza”. SERVIZI DI MEDIA/LUNGA ACCOGLIENZA FEMMINILE: Società San Xxxxxxxx.
STRUTTURE ALLOGGIATIVE DI INSERIMENTO: realizzatI dalla Fondazione “Orizzonte Speranza”, dalla Società di San Xxxxxxxx e dall’EGSA.
NUCLEI ABITATIVI PER FAMIGLIE: realizzato dall’EGSA.
UNITA’ DI STRADA: Associazione “Xxxx Xxxxxxxx XXXXX”.
SERVIZIO DISTRIBUZIONE PASTI: realizzato dalla Caritas diocesana. DISTRIBUZIONE VIVERI: a cura Caritas parrochiale e San Xxxxxxxx.
ARMADIO DEL POVERO: per la distribuzione indumenti, reperimento arredi, ecc. realizzato da Caritas e San Xxxxxxxx. EMERGENZA FREDDO: realizzato da Croce Rossa Italiana.
L’EGSA, col sostegno di Fondazione Bancaria e del Comune di Cuneo ha da poco concluso un progetto denominato “Educasa” (accompagnamento all’ abitare di nuclei in difficoltà) mentre ilo Comune capoluogo, in rete con altre Città del quadrante provinciale, ha in corso un progetto per l’accoglienza di rifugiati (SPRAR).
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore):
Come detto la filiera fa prevalentemente capo all’EGSA che sostiene alcuni costi per le medie accoglienze e per inserimenti in situazioni abitative; l’EGSA sostiene poi direttamente il costo gestionale di un servizio di media/lunga accoglienza femminile e del nucleo abitativo per le famiglie.
Il Comune fornisce gratuitamente locali per l’emergenza freddo, l’armadio del povero e per taluni alloggi di accoglienza; inoltre supporta con proprie risorse contributive l’emergenza freddo e il servizio di distribuzione dei pasti presso la mensa Caritas.
Una risposta innovativa ai bisogni di senza dimora può quindi prendere le mosse da tale impostazione generale, ampliandola e sostenendola nella direzione progettuale e rendendo più incisivo l’accompagnamento dei soggetti. La collaborazione sul territorio può quindi essere indicata negli interlocutori principali di cui al presente paragrafo e al 2.4 con allargamenti di supporto a terzi da individuare per quanto concerne le fasi formative e l’acquisto di altri eventuali servizi a voucher (es.: docce, ecc.).
La stessa rete è in grado di garantire l’efficacia degli interventi del FEAD, già disponendo di elementi consolidati e sperimentati attraverso cui integrare la distribuzione di beni di consumo e di strumenti atti all’abitare.
2.6 Fabbisogni:
Il territorio individuerebbe: a) alloggi, possibilmente tra loro separati e prossimi a situazioni atte all’integrazione (6-7 unità) ove realizzare gli interventi per 15 persone (implementabili, nella fase di accompagnamento, ad altre venti già inseriti in alloggio); b) Unità di strada in grado di intercettare i bisogni; c) equipe di operatori (pubblici e del Terzo Settore) in grado di accompagnare il percorso di riattivazione sociale dei soggetti identificati; d) distribuzione kit per le necessità primarie ed immediate delle persone ospitate.
Inoltre, il progetto consente di ampliare l’operatività con interventi di sostegno mediante distribuzione di Kit di vestiario, di sopravvivenza, di tutela della salute, di intercettare altre tematiche di povertà, di marginalità sociale/culturale e emergenziali quali: l’uscita da strutture di pronta e media accoglienza, da quelle di accoglienza per richiedenti asilo, insorgenze “nascoste” (soggetti che mantengono una propria residenza pur essendo considerabili “senza dimora” per motivi legati a fattori di esclusione).
Ne deriva un sistema in grado di rafforzare la flessibilità nell’intercettare esigenze e bisogni ponendo in campo anche interventi di altri comparti, (ad es.: sociosanitari, formativi, educativi), di agire nelle situazioni emergenziali di homeless, di sostenere interventi “a bassa soglia”, di supportare fasi de-istituzionalizzanti (verosimilmente i primi 15 casi), di accompagnare l’autonomia abitativa anche qualora già vengono fruite collocazioni temporanee.
Ambito territoriale di NOVARA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta:
Il Comune di Novara è l’ente gestore delle funzioni socio assistenziali per tutti i residenti nel proprio territorio. Sul fenomeno della emarginazione adulta di persone senza fissa dimora risponde con i servizi gestiti direttamente e in rete con le realtà del privato sociale e del volontariato. In prevalenza si risponde ai bisogni della popolazione residente nel Comune tranne per alcuni interventi definiti di emergenza, quali l’accoglienza notturna in situazioni climatiche rigide e gli interventi rivolti ai minori non accompagnati.
Dalla rilevazione statistica del 2015 su una popolazione di 104.662 persone risultano iscritti alla residenza fittizia n. 71 persone con una incidenza dello 0,06 per mille.
La rilevanza di tali dati non è comunque riducibile alla sola rilevazione della residenza anagrafica fittizia. E’ infatti un dato rilevato dai servizi sociali che altri target di utenti afferenti ai servizi sociali possono essere ricompresi nella categoria dei senza dimora di lungo o breve periodo che annoverano insieme ai singoli senza dimora anche altre tipologie di popolazione che anche se registrate nei fatti non hanno un alloggio dove vivere.
2.2 Tipologia di utenza:
Sintesi demografica dell’anagrafe comunale dei soggetti iscritti con “residenza fittizia” in Via Municipio al 31/12/2016 suddivisi per genere e fascia d’età di cui solo il 30 % incarico ai servizi | |||||
FASCIA D’ETA’ | UOMINI Italiani stranieri | DONNE Italiane straniere | TOTALE | ||
Fino a 6 anni | 3 | 1 | 4 | ||
Da 7 a 18 anni | 3 | 1 | 3 | 7 | |
Da 19 a 40 anni | 13 | 8 | 21 | ||
Da 41 a 65 anni | 29 | 1 | 5 | 2 | 37 |
Oltre 66 | 6 | 6 | |||
TOTALE | 54 | 2 | 17 | 2 | 75 |
Il lavoro svolto nei servizi di pronta, prima e seconda accoglienza è in realtà rivolta a un insieme persone e famiglie senza dimora anche se anagraficamente risultano averla ancora. Nel target in carico all’ente locale e al privato sociale si incontrano residenze non più corrispondenti all’attuale dimora o comunitarie aggiornate solo in occasione delle rilevazioni censitarie. Le marginalità che incontriamo originano da differenti contesti e situazioni. Il target tipico risulta in prevalenza dato dalle situazioni croniche e di lunga durata legate al grave disadattamento sociale che incrocia spesso problematiche psichiatriche, di tossicodipendenza o di ex detenzione con una rilevante incidenza a valenza sanitaria. Rilevante ed emergente, è la caduta nell’ indigenza di ampi e differenti strati e categorie sociali, quali ad es. genitori separati o famiglie con minori di cui in larga parte di immigrati. Toccate dalla persistente crisi occupazionale e dalle scarse risorse economiche e di rete, spesso scivolano nella grave marginalità con la perdita dell’alloggio. |
2.3 Residenza
Il Comune di Novara prevede la possibilità, per chi è senza dimora, di richiedere una residenza fittizia indicata in Via Municipio. L’iscrizione a tale indirizzo è prevalentemente concessa a coloro che riescono ad indicare un ricovero (anche se di fortuna) nel territorio. E comunque contemplata la possibilità di accedere alla domiciliazione postale presso l’ufficio protocollo comunale. Esistono nell’anagrafe comunale altre residenze che storicamente afferiscono ai centri di pronta accoglienza comunitari sia private che del pubblico che annoverano diversi iscritti e che rientrano nella quantificazione dei senza dimora in quanto persone temporaneamente senza un’abitazione propria.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora:
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presen za (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privata) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica, privata) |
Servizi di supporto in | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | SI | PRIVATA | privata con sovvenzione pubblica |
risposta a bisogni primari | Servizi per la cura e l’igiene della persona | SI | PUBBLICO | Pubblica |
Mense | SI | PUBBLICO/PRIV ATO | Pubblica, pubblica, privata con sovvenzione pubblica | |
Unità di strada | SI | PRIVATO | privata | |
Contributi economici una tantum | SI | PRIVATO | privata | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | SI | PUBBLICO | Pubblica |
Dormitori notturni | SI | PUBBLICO/PRIV ATO | Pubblica, privata, privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione privata | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | SI | PRIVATO | privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | SI | PUBBLICO/PRIV ATO | Pubblica, privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica, privata | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | NO | ||
Comunità residenziali | SI | PRIVATO | privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica | |
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | NO | |||
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento X | SI | PUBBLICO/PRIV ATO | Pubblica, privata |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale x | SI | PUBBLICO | Pubblica | |
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio □ | NO | |||
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo X | SI | PUBBLICO/PRIV ATO | Pubblica, privata |
Sostegno economico strutturato □ | NO | |||
Inserimento lavorativo □ | NO | |||
Ambulatori infermieristici/medici X | SI | PRIVATO | privata | |
Tutela legale □ | NO |
A Novara è presenta una consolidata e integrata realtà di servizi di bassa soglia e primo intervento che storicamente coprono la fascia dei beneficiari dei senza dimora e in senso lato della grave marginalità. Tale strutturazione è sostenuta da prassi consolidate di collaborazioni maturate negli anni insieme a stanziamenti di parte pubblica per alcuni dei servizi di bassa soglia (dormitori privati, mense, ambulatori infermieristici, distribuzione di pappe e pannolini, centri di ascolto Caritas per la distribuzione di viveri, abbigliamento). I servizi ed interventi erogati, riescono a coprire, grazie anche ad una metodologia di presa in carico professionale e trattamento in rete dei servizi sociali e sanitari, anche diversi dei fabbisogni dei senza dimora. La maggior parte dei servizi sono in prevalenza rivolti ai residenti, tranne alcuni aperti a chiunque si trovi in estrema emergenza sul territorio comunale. Dei dormitori quelli privati sono aperti anche di giorno. Il dormitorio comunale invece apre in inverno una sezione destinata, in collaborazione con CRI (Croce Rossa Italiana), per l”Emergenza Freddo” per chiunque transiti nel Comune. Dal 2016 vi è un’area dedicata alla pronta accoglienza dei minori stranieri non accompagnati con un servizio di portierato notturno. Rivolte a donne sole con figli a carico sono invece case comunali e del privato comunitarie ed in parte autogestite. Ulteriori servizi sono mense sociali dislocate in diverse zone della città, che coprono giorni ed orari differenti. Diffusi i Centri di ascolto delle parrocchie (Caritas) e di altre associazioni di volontariato che forniscono una consulenza sociale insieme alla distribuzione di viveri e alcuni anche vestiti, come piccoli sostegni economici. I centri agiscono in stretto e costante monitoraggio sui casi in carico con il servizio sociale del Comune. Un ambulatorio infermieristico permette infine la distribuzione gratuita di farmaci e abbigliamento.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore):
Novara risulta una città di medie dimensioni che identifica un bacino di popolazione ben definito. Negli anni, in stretta collaborazione con le realtà caritative e del privato sociale, si è costruita spontaneamente un’offerta di interventi e servizi di base e specialistici, del pubblico e del privato sociale e delle istituzioni caritative, sufficientemente variegata. La rete descritta al punto 2.4 funziona in modo autonomo con prassi e collaborazioni storicamente integrate e consolidate che garantiscono una buona copertura dei fabbisogni dei senza dimora.
Diversi dei servizi ed interventi del privato sociale funzionano senza la costruzione di protocolli e sono sostenuti attivamente tramite sovvenzioni da parte dell’Assessorato alle politiche sociali nell’ambito dei fondi a sostegno delle attività sociali della città e con una progettazione integrata sui casi presi in carico congiuntamente.
Tali interventi ove necessitano sono svolti in sinergia con i servizi specialistici Ospedale ed ASL attraverso una presa in carico in rete. Proprio nel 2016 con L’AS NO, attraverso un tavolo interistituzionale a valenza provinciale, si è pervenuti alla stesura di protocolli rivolti al reinserimento di alcune categorie di soggetti fragili in carico congiunto dall’ente locale ed ai Dipartimenti di salute mentale e di Patologia delle Dipendenze. A breve andranno ad essere sottoscritti prevedendo percorsi mirati rivolti al sostegno dei percorsi formativo ed occupazionali per queste categorie di utenti in cui rientrano in parte anche i senza dimora.
2.6 Fabbisogni:
In riferimento ai Servizi di cui al punto 2.4 si individua la necessità di rafforzare i seguenti fabbisogni in sintonia con le Linee guida:
- acquisizione di strumenti idonei per l’attivazione e la gestione di sperimentazioni innovative che richiedono innanzitutto un riconoscimento della rete esistente tra gli interventi erogati e che anche attraverso una formazione comune di chi opera nel settore permetta una conoscenza condivisa del fenomeno e attivi una comune metodologia di lavoro.
- individuazione di un punto dedicato di accesso (sportello dedicato) alla filiera dei servizi per favorire un ascolto ed una analisi tempestiva e mirata del bisogno. Uno sportello sempre aggiornato sulle risorse ed interventi possibili ed in grado di attivare in modo coordinato e gli interventi. Lo Sportello può ricoprire anche alla necessità informativo-statistiche epidemiologiche svolgendo un ruolo centrale di Osservatorio del fenomeno per la città;
- implementazione degli interventi di aggancio e conoscenza e del fenomeno delle persone senza dimora “invisibili” del territorio che non si rivolgono ai servizi e che vivono in condizioni di estrema indigenza. Istituzione di un team di unità di strada integrato con il servizio pubblico con competenze relative l’aggancio di questa popolazione e il counselling. Dotazione di strumentazione di base per lo svolgimento dell’attività tramite kit di primo intervento quale: cibo, vestiario, sacchi a pelo, materassini, kit per l’igiene);
- osservare l’evoluzione dell’impatto dei richiedenti asilo dimessi dalle strutture CAS che non hanno ottenuto il riconoscimento di profugo e dell’incidenza che queste presenze avranno sul territorio rispetto ai bisogni portati;
- sperimentazione in modo strutturato di almeno 12 progettazioni di housing first/led dedicate a uomini e donne della fascia di età giovani ed adulti.
3 OBIETTIVI DEL PROGETTO
Ambito Territoriale 1 di Alessandria
3.1 PON Inclusione
Obiettivi:
- sperimentare modalità innovative integrate di HF e HL per le persone che sono da poco senza dimora e a rischio di cronicizzare la loro situazione (prevenzione), persone con problematiche socio-economiche o croniche, in percentuali tra loro compatibili con le dimensioni degli alloggi e le eventuali convivenze;
- sperimentare un patto di collaborazione con i beneficiari che preveda la consapevolezza del percorso che si compie insieme e la reciproca collaborazione;
- sperimentare l’unità di strada per l’avvicinamento leggero ai senza dimora per strada o in rifugi di fortuna (40);
- costruire una rete di Ambito, tra Enti e Terzo settore, per potenziare l’efficacia di interventi, sperimentare soluzione innovative di HF e HL anche fuori dalla città capoluogo di provincia, formalizzando collaborazioni e intese, confrontare le procedure e mettere a disposizione occasioni formative;
Nello specifico il progetto si propone di realizzare:
- 15 percorsi di Housing First/Housing Led (da avviare con la sottoscrizione del Patto di Collaborazione, riguardante anche il trattamento dei dati personali), il reperimento e la messa in atto della soluzione abitativa + percorsi di recupero di tutta l’autonomia possibile;
- almeno12 percorsi di tirocinio/inclusione sociale (anche sperimentando modalità innovative);
- almeno 11 percorsi formativi e linguistici nonché accompagnamento ai servizi-socio sanitari per tutti i beneficiari;
- avviare il progetto pilota di Unità di Strada.
3.2 PO I FEAD
Obiettivi:
1) realizzare il percorso verso l’autonomia sociale e abitativa delle persone SD attraverso la dotazione di tutto ciò che immediatamente necessita per l’insediamento nelle abitazioni individuate e, più complessivamente, per l’adesione al Patto di Collaborazione sottoscritto all’avvio e alle azioni che ne discendono;
2) potenziare le strutture di prima accoglienza attraverso la fornitura di beni di prima necessità.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, tra i bisogni fondamentali vi è la necessità di fornire Kit starter di base che permettano di restituire una qualità dignitosa alla vita.
Circa il secondo obiettivo si prevede l’acquisto di Kit di indumenti, prodotti per l’igiene, biancheria, asciugamani e set per l’emergenza.
Ambito territoriale di ASTI
3.1 PON Inclusione
L’ambito in oggetto presenta una forte disomogeneità territoriale rispetto agli interventi messi in atto rispetto al target, che vede concentrati nel centro urbano della città di Asti la maggior parte dei servizi ad esso dedicati, attuati sia dal pubblico che dal privato sociale. Se il fenomeno appare più evidente nella città di Asti rispetto all’insieme dei comuni di ambito, in entrambe le situazioni appare comunque necessario procedere ad una mappatura al fine di predisporre le opportune e più adeguate risposte, nell’ottica della creazione/miglioramento del coordinamento dei vari interventi che vengono effettuati dalla rete.
Pertanto gli obiettivi, possono essere così declinati:
a) istituzione di un’équipe multi dimensionale
b) mappatura della situazione presente nella città e nell’ambito, sia dei servizi che della tipologia di problematiche emergenti
c) omogeneizzazione dei vari piani di intervento (pubblico e privato)
d) prese in carico (di cui 100 contatti tramite servizi a bassa soglia)
e) riduzione delle gravi condizioni di marginalità
f) sperimentazione di forme innovative di intervento
g) favorire l’ implementazione delle risorse economiche
h) presa in carico di 15 persone
h) realizzazione di almeno n. 12 percorsi di housing first/housing led
i) potenziamento della risposta per le donne senza dimora o comunque in situazione di grave emarginazione
3.2 PO I FEAD
Gli obiettivi previsti per il PO I FEAD si armonizzano con i precedenti in quanto sono orientati sia al miglioramento dello stato attuale delle attività di bassa soglia sia all’ottica del graduale aumento di opportunità di inserimento. Precisamente:
1) implementazione del servizio di reperimento arredi/abbigliamento
2) aumento della risposta ai bisogni materiali delle persone gravemente deprivate
3) miglioramento della qualità dell’assistenza di bassa soglia
4) potenziamento degli interventi di accompagnamento sociale
Ambito territoriale di BIELLA
3.1 PON Inclusione
Obiettivo delle azioni realizzate a valere sul PON sarà sperimentare modalità innovative integrate di presa in carico delle persone croniche e delle persone da poco senza dimora o unicamente con problemi socio-economici. Nello specifico, per quanto concerne l'impatto sui beneficiari diretti:
1. realizzazione di almeno n. 11 percorsi di housing first/housing led (reperimento soluzione abitativa + percorsi di recupero autonomia possibile), delle quali 7 'croniche' multiproblematiche e 3 unicamente con problematiche socio- economiche (senza dimora da meno di un anno o a rischio di divenirlo)
2. realizzazione di almeno n. 11 percorsi di tirocinio/inclusione sociale (anche sperimentando modalità innovative);
3. realizzazione di percorsi formativi a favore di n. 11 persone
4. accompagnamento educativo a favore di n. 11 persone nell'ambito del progetto Accoglienza plurale
5. prese in carico (di cui 40 contatti tramite servizi a bassa soglia)
Per quanto concerne il “Sistema dei servizi sociali e sanitari”
1. realizzazione di un percorso formativo a favore delle organizzazioni coinvolte (ATS accoglienza plurale, servizi sociali, serD, DSM, ecc.)
2. definizione metodologia integrata tra terzo settore, servizi sociali e servizi sanitari per la gestione di situazioni croniche
3. comparazione costi/benefici
4. costruzione di strumenti di monitoraggio per restituire ai soggetti chiamati alla programmazione di interventi di welfare e salute pubblica dati utili ad avere il 'polso' della situazione (situazione connotata da un sempre maggiore dinamismo e complessità)
3.2 PO I FEAD
Obiettivi delle azioni realizzate a valere sul FEAD saranno:
1. fronteggiare la crescente emergenza senza dimora sul territorio attraverso l'erogazione di interventi di emergenza e
2. sostenere i percorsi di housing first e housing led per la parte di dotazione materiale per l'abitare personalizzato.
Nello specifico, per quanto concerne l'obiettivo 1 si prevede: acquisto di kit di biancheria intima invernale (calze, mutande, canottiere), acquisto di kit per dormire all'aperto (sacco a pelo e materassino), acquisto di kit igiene, acquisto materiale medico-sanitario in relazione alle necessità, potenziamento punto di accesso accoglienza plurale per l'erogazione dei kit emergenza e come osservatorio delle persone senza dimora sul territorio.
Per quanto concerne l'obiettivo 2: acquisto “Kit dotazione casa” costituito da (a titolo esemplificativo): stoviglie, piccoli elettrodomestici, biancheria, materiale di consumo per la piccola manutenzione ordinaria, dotazioni per riscaldamento (stufette), ecc. per 11 persone, in collaborazione con lo Sportello Casa e l'Emporio del Fai da te, recentemente inaugurato da Caritas.
Ambito territoriale di CUNEO
3.1 PON Inclusione
Obiettivo delle azioni realizzate a valere sul PON sarà sperimentare modalità innovative integrate di presa in carico delle persone 'croniche' e delle persone da poco senza dimora o unicamente con problematiche socio-economiche.
Nello specifico, per quanto concerne l'impatto sui beneficiari diretti:
1. realizzazione di almeno n. 15 percorsi di housing first/housing led (reperimento soluzione abitativa in 6-7 alloggi oltre percorsi di recupero autonomia possibile), delle quali 10 'croniche' multiproblematiche e 5 unicamente con problematiche socio-economiche (senza dimora da meno di un anno o a rischio di divenirlo);
2. realizzazione nei loro confronti di percorsi di inclusione, di abilità sociale, di tirocinio formativo (anche sperimentando modalità innovative);
3. accompagnamento educativo.;
4. prese in carico (di cui 40 contatti tramite servizi a bassa soglia)
5. costruzione di strumenti di monitoraggio per restituire, ai soggetti chiamati alla programmazione di interventi di welfare e salute pubblica, dati utili alla conoscenza e al monitoraggio della situazione connotata da dinamismo e complessità
Per quanto concerne il 'Sistema dei servizi sociali e sanitari':
1) percorso formativo a favore delle organizzazioni della rete;
2) definizione metodologia integrata tra terzo settore, servizi sociali e servizi sanitari per la gestione di situazioni croniche;
3) promozione di elementi di continuità extra-progettuale della rete degli attori locali.
3.2 PO I FEAD
Obiettivi delle azioni realizzate a valere sul FEAD saranno:
1. fronteggiare il fenomeno della crescita dei senza dimora sul territorio attraverso a) l'erogazione di interventi di emergenza e b)
2. sostenere i percorsi di HF e HL almeno per la parte di dotazione materiale per l'abitare (non essendo possibile inserire costi di affitti e utenze che ricadranno sui comuni e, ove possibile, sugli enti caritativi).
Nello specifico, per quanto concerne l'obiettivo 1 si prevede: acquisto biancheria intima, indumenti, kit emergenziali, kit per l’igiene, acquisto materiale medico-sanitario o alimentare in relazione alle necessità, dotazioni emergenziali per l’Unità di strada (per circa 40 persone).
Per quanto concerne l'obiettivo 2: acquisto 'Kit starter costituiti da (a titolo esemplificativo): stoviglie, piccoli elettrodomestici, biancheria, materiale per la piccola manutenzione ordinaria, dotazioni per riscaldamento economico, ecc. per 15 persone.
Ambito territoriale di NOVARA
3.1 PON Inclusione
L’obiettivo generale è sperimentare una metodologia olistica che preveda un’alta integrazione tra Servizi, strutture e associazioni del privato sociale, intervenendo sui diversi livelli di manifestazione del problema. Prioritario sarà monitorare l’evoluzione dello stato di marginalità della persona (recente o radicato).
Obiettivi specifici:
1 creazione di un team di progetto che sperimenti un approccio di intervento ad alta integrazione pubblico/privato e sociale/sanitario che promuova nel territorio la divulgazione e il consolidamento di buone prassi e accordi di programma.
2 rafforzamento delle competenze di counselling per i soggetti fragili che non afferiscono ai servizi e della metodologia di lavoro applicabile ad interventi di HF/led strutturando percorsi di formazione;
3 realizzazione col supporto di personale educativo e sociale di almeno 12 percorsi di HF/led di cui almeno due femminili, rivoltI a persone singole e nella fascia d’età del giovane adulto/adulto;
4 prese in carico (di cui 100 contatti tramite servizi a bassa soglia)
5 attivazione attraverso un accompagnamento educativo di percorsi formativi e/o di tirocini di lavoro finalizzati al recupero delle competenze e del reinserimento sociale;
6 mappatura e costruzione della rete cittadina con partnership tra il comune, gli altri Servizi e gli enti caritativi. La condivisione di azioni ed interventi nella fase intermedia del progetto, potrà favorire co-progettazioni con fondazioni del territorio per implementare e dare prosecuzione ai percorsi/progetti ritenuti validi.
3.2 PO I FEAD
Obiettivi delle azioni a valere sul fondo FEAD:
1 implementare i servizi di supporto ai bisogni primari con l’obiettivo di intercettare ed analizzare le situazione di estrema marginalità di alcune fasce di popolazione del territorio che tradizionalmente non incontra i servizi strutturati siano essi del pubblico o del privato, attraverso la distribuzione di beni di prima necessità e interventi di unità di strada con azioni congiunte pubblico/privato rivolte ai senza dimora che vivono in strada;
2 implementare i beni materiali per la dotazione di base per gli interventi di bassa soglia;
3 implementare i percorsi di housing first/led attraverso piccole dotazioni di materiale per gli adattamenti necessari e per l’abitare prevedendo una parte di questi quale dote per il raggiungimento dell’autonomia abitativa.
4 PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI
Ambito territoriale di Alessandria
4.1 PON Inclusione
Per l’accompagnamento all’autonomia, l’housing first farà maturare, insieme alla soluzione abitativa, la capacità di cura e responsabilizzazione verso se stessi e verso i terzi (es. famigliari, condomini, operatori della rete e dei servizi, condizioni di salute e di sicurezza, valutazione dei rischi) sviluppando un approccio olistico nei confronti della persona SD con l’accompagnamento ad ampio raggio di operatori specializzati e mediatore culturale. Sarà attuato uno stretto monitoraggio a cura del Tavolo Operativo di Intervento Integrato. Le misure di accompagnamento comprenderanno anche il disbrigo di pratiche burocratiche, il rapporto con i servizi del territorio, l’attenzione all’aspetto formativo/occupazionale/ di inserimento socio-linguistico calibrato sulla individualità di ciascun caso.
Il SD target del progetto è una persona che vive in strada, ha perso l’abitazione, fa ricorso a mezzi di sostentamento di fortuna o è legate all’assistenza nelle due città di riferimento: Alessandria e Valenza. Tra queste vi sono persone senza tetto da lungo periodo, persone straniere che uscendo da percorsi di accoglienza in emergenza o Sprar hanno perso il diritto all’ospitalità senza poter contare su strutture alternative, persone con dipendenze o comportamenti patologici che hanno compromesso il loro stile di vita, persone con diagnosi dei Servizi Territoriali di Salute Mentale senza riferimenti familiari o affettivi. A queste si aggiungono donne vittime di violenza e badanti perdenti lavoro e abitazione insieme.
Accanto all’accompagnamento e alla presa in carico integrata, il progetto si propone di intervenire sul territorio del Comune di Alessandria con una Equipe di Pronto Intervento di Strada capace di entrare in contatto con questi soggetti, coglierne le potenzialità e le fragilità più manifeste, sviluppare sostegni attraverso la rete dell’Osservatorio Sociale e gli altri soggetti attivi promuovendo l’accesso ai servizi del territorio e a quelli di primo e secondo livello per la presa in carico. L’Equipe interverrà nei contesti di rifugio che insistono in alcune aree, zone e orari della città. Avrà anche il compito di monitorare fenomeni di accattonaggio sempre più frequenti sul territorio (prevenzione della stigmatizzazione di rappresentazioni di povertà, episodi di razzismo), accompagnati dal radicamento della microcriminalità. Risponderà alle segnalazioni che arrivano al Comune dai cittadini e opererà su intesa con la Polizia Municipale. Le modalità di gestione dei servizi dell’Equipe di strada saranno curate sotto l’aspetto della formazione del personale e dell’accesso ai servizi di primo e secondo livello al fine di garantire un adeguato orientamento e in alcuni casi l’invio diretto ai servizi del territorio (sanitari, dormitori, docce, lavanderia, drop-in, centri diurni, housing). Il monitoraggio riguarderà anche l’uscita dai percorsi di accoglienza di richiedenti asilo o protezione, con finalità di prevenzione e in raccordo con l’esistente Rete di Accoglienza Alessandrina, affinché il delicato passaggio di uscita dall’accoglienza e Sprar non sia l’entrata nella condizione di SD. Tutto ciò senza sconfinare negli ambiti di competenza di altri Fondi aventi quale obiettivo specifico l’integrazione.
Tale azione è innovativa e sperimentale nel territorio del capoluogo di provincia e i suoi risultati potranno essere diffusi tra i comuni di ambito contribuendo a mappare il fenomeno dei SD e il suo trend di crescita (stranieri nel triangolo TO-MI-GE, di cui Alessandria è il centro), a consolidare modelli di intervento e ad ampliare le reti dei servizi e delle risorse per rispondere in maniera più rapida ed efficace all’aumento di alcune di queste forme che persistono da tempo sui nostri territori, anche tentando eventuali esperimenti di de-urbanizzazione. I servizi coinvolti saranno quelli del privato sociale che si coordineranno gradualmente per fornire al Comune di Alessandria e ai suoi cittadini un Pronto Intervento Sociale visibile, identificabile e raggiungibile attraverso i normali canali di accesso dei servizi tradizionali e della Polizia Municipale.
Accanto a ciò, il progetto potenzierà il lavoro di Cissaca, Forze dell’Ordine e locale Centro Antiviolenza me.dea affiancando le donne con provvedimento di allontanamento dall’abitazione e protezione in quanto vittime di violenza domestica, laddove si manifestino situazioni emergenziali immediate e urgenti non altrimenti risolvibili con le risorse a disposizione.
Inoltre il progetto formerà operatori e volontari impegnati sui temi dei SD dal punto di vista sociale, socio-sanitario, educativo, della mediazione culturale e dell’ordine e della sicurezza, nonché per gli addetti alle anagrafi comunali, in quest’ultimo caso per quanto attiene alla delicata materia dell’iscrizione anagrafica e della possibilità di domiciliazione postale.
Nel promuovere azioni innovative attraverso l’uso di questi fondi, il territorio intende adottare una logica strategica integrata nel contrasto alla grave emarginazione adulta che, tenendo in conto la multiproblematicità del target di riferimento, agevoli un percorso integrato pluriprofessionale tra i diversi attori presenti.
Si darà spazio ad azioni di coordinamento specifiche che coinvolgano tutti gli attori presenti in modo da costruire, condividere e adottare un modello strategico integrato dei servizi, nell’ottica di promuovere l’uscita della persona dalla condizione di senza dimora: censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio; co progettazione di servizi innovativi.
Promozione di percorsi di formazione propedeutico alla creazione di un lavoro territoriale di rete tra soggetti del pubblico e del privato.
Sostegno alla rete degli enti nella creazione di interventi infrastrutturali a sostegno delle persone SD attraverso un monitoraggio continuo delle azioni messe in essere, valutazione della loro efficacia effettiva e rimodulazione in itinere degli interventi.
4.2 PO I FEAD
Gli appartamenti che oggi sono impiegati per l’accoglienza in Città sono decisamente insufficienti. Si registra nell’ultimo biennio un innalzamento delle richieste di aiuto e un aumento dei fenomeni di rapido impoverimento che colpiscono spesso le fasce meno giovani della popolazione, ma ancora in età lavorativa. L’estromissione dal mondo del lavoro diventa per molti di questi soggetti la causa principale di povertà e rappresenta una soglia difficile da attraversare in ambedue i sensi. Per questo motivo gli appartamenti sono sempre più utilizzati per una commistione di situazioni, spesso poco compatibili anche dal punto di vista della convivenza e degli obiettivi, ma necessari per evitare il degrado della vita in xxxxxx x xxxxxx x xxxxxxxxx. Quindi il progetto prevede di mettere a disposizione 5 nuovi appartamenti, due in gestione alla Caritas, uno della Comunità San Benedetto e due all’ATC Piemonte Sud, per l’attuazione di programmi individualizzati di Housing Led, capaci cioè di proporsi come attraversamento e ambientamento verso una situazione più stabile e duratura: la casa.
Per individuare questo obiettivo e darsi gli strumenti di realizzabilità si è pensato di adeguare le case con suppellettili, effetti letterecci e ausili capaci poi di “seguire” la persona nel suo percorso abitativo divenendo così, già nella quotidianità e nella pratica, una sorta di pre-casa. Questa formalizzazione dell’appropriatezza degli arredi e della loro funzionalità adattabile allo scopo ci consentirebbe di avere sempre materiale e arredi adeguati e di accompagnare le persone e i nuclei verso le loro abitazioni stabili permettendogli di “portare con sé” alcuni piccoli beni: la dote per iniziare. L’accompagnamento all’abitare, l’impostazione corretta del momento dell’entrata e dell’uscita, la compartecipazione all’HL diventano essenziali.
4.3 Complementarietà e sostenibilità
I due programmi operativi concorrono in affiancamento alla realizzazione di HF e HL sostenendosi a vicenda. L’uno non sarebbe possibile senza l’altro. I partner di progetto concorrono materialmente a copertura di tutte le spese necessarie non ricomprese nei due finanziamenti e che fanno da cerniera tra gli stessi (copertura delle spese inerenti la gestione degli appartamenti, delle utenze, delle spese mediche o assicurative o amministrative necessarie per i singoli beneficiari).
Gli interventi si inscrivono nel quadro di piccoli micro progetti locali che, curati da uno o più soggetti dell’Osservatorio, già sostengono attività di bassa soglia rivolte ai senza dimora (dormitori, mense, ascolto e orientamento, distribuzione di abbigliamento e medicinali). Concorrono la Fondazione Social di Alessandria, la Fondazione Cassa di risparmio, la
C.R.I. Sezione di Alessandria, singoli cittadini, volontari, impegnati a fianco delle povertà e del disagio e, in piccola quota, anche il 5xmille dei contribuenti alessandrini. Non si gode di finanziamenti del FSE.
Ambito territoriale di ASTI
4.1 PON Inclusione
Al fine di orientare l’azione complessiva di lotta alla povertà in modo integrato, sia a livello di ambito che cittadino (compatibilmente con le scelte politiche delle diverse amministrazioni di riferimento - tre, per l’esattezza), non si può prescindere dalla mappatura “partecipata” dei servizi e delle realtà esistenti. Il bacino di riferimento sarà costituito dalla rete dei servizi pubblici e del terzo settore che già operano sul territorio, che condivideranno il progetto. L’azione complessiva avrà regia e coordinamento pubblico (Comune/X. Xxxxxxx) in modo da raccordare le azioni progettuali con i servizi socio assistenziali professionali degli altri Enti di ambito e per consentire una migliore futura programmazione degli interventi.
Lo strumento specifico individuato allo scopo è la costituzione e la formalizzazione di un’équipe territoriale multi- professionale tra operatori con competenze diverse e appartenenti a servizi e associazioni differenti, dove la figura dell’Educatore Professionale specializzato sarà fornito al Comune di Asti da un’associazione del terzo settore facente parte della rete regionale o locale, con modalità successivamente individuate. La sua azione si svolgerà in stretto raccordo con le assistenti sociali del Segretariato Sociale del capoluogo e, quando necessario, con il servizio sociale degli XX.XX. dell’ambito: Avrà il compito di coordinare l’équipe per il raggiungimento degli obiettivi specificati al precedente punto 3.1. Azioni dell’équipe:
- Ricognizione partecipata delle attività svolte sul territorio e sull’entità/caratteristiche del fenomeno con scambio reciproco di informazioni relative alla tipologia di utenza, luoghi di ritrovo, problematiche emergenti, modalità metodologiche di approccio e/o presa in carico, ecc.
- Ricognizione presso i vari Uffici anagrafici dei principali comuni di ambito sulle modalità di concessione o meno della residenza fittizia e successiva proposta di adozione di un modello unico e più diffuso che consentirebbe una progressiva redistribuzione della marginalità grave sul territorio, consentendo contestualmente interventi più efficaci.
- Definizione delle modalità operative dell’équipe ed ottimizzazione delle prese in carico individuali di accompagnamento nonché attività di sensibilizzazione rispetto al coinvolgimento dei servizi meno presenti sulla problematica (sanità – formazione – cultura – lavoro...)
- studio di interventi innovativi, sia attraverso l’eventuale sperimentazione di buone pratiche realizzate in altri territori, sia attivando un canale di collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale –Corso di studi di Servizio Sociale anche per promuovere iniziative di sensibilizzazione della comunità
- attività di fundraising tra gli operatori economici/Fondazioni insistenti sul territorio
- attività di presa in carico vera e propria per l’accompagnamento all’autonomia di situazioni particolarmente complesse o in vista dell’inserimento nel percorso di dell’housing first (attivazione PASS, buoni servizio della Regione Piemonte, accompagnamenti a uffici del Servizio Sanitario Nazionale, contatti con Servizio Sociale professionale degli altri XX.XX.,…)
- ricerca di soluzioni abitative aggiuntive a quelle già esistenti
Come si può evincere dallo schema di cui al punto 2.4, sul nostro territorio esiste una rete abbastanza articolata di interventi riconducibili al terzo settore, che svolge un ruolo determinante in autonomia e ad integrazione di quanto messo in campo dal pubblico e del quale quest’ultimo ne riconosce senz’altro l’alto valore civile ed essenziale. Tale attività, ulteriormente potenziata nell’ambito dell’équipe di cui sopra (e incuneata in un accordo formale tra le parti), potrà ottimizzare il proprio operato accrescendo la sinergia con il pubblico e, forte di un’esperienza riconosciuta e formalizzata, potrebbe accrescere la propria influenza e capacità “contrattuale” in alcune cittadine dell’ambito (dove è presente solo l’intervento del terzo settore) ottenendo un maggior coinvolgimento dell’Ente pubblico, anche attraverso la messa a disposizione di alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Il compito gravoso della gestione della complessità, delle frequenti “ricadute”, di arresto di percorso e di mancanza/indisponibilità delle risorse da attivare, nonché l’acquisizione della capacità di lavorare insieme nelle reciproche “appartenenze” ad anime diverse, dovrà essere opportunamente sostenuto con una formazione specifica di territorio. Alcuni elementi di quest’ultima, se ritenuto opportuno in itinere, potranno essere estesi a rappresentanti degli Uffici anagrafici delle 20 cittadine da coinvolgere nell’ambito per l’omogeneizzazione delle modalità di attribuzione della residenza fittizia.
Tenendo conto delle caratteristiche del territorio e del consistente numero di persone richiedenti asilo accolte sul territorio dell’ambito, si ritiene poi importante prevedere la possibilità di poter utilizzare le competenze di Mediatori culturali, che verranno chiamati al bisogno e a seconda della nazionalità della persona da colloquiare/accompagnare/assistere, nell’ambito di convenzioni/affidamenti con associazioni del terzo settore con tempi e modi successivamente individuati .
Un altro importante obiettivo da raggiungere è quello della realizzazione di un modello più diffuso di Housing first, al fine di avviare, anche se in modo graduale, il percorso di superamento della mera fase emergenziale. Nella città di Asti esistono già diverse esperienze di alloggi di transizione, sia pubbliche che del terzo settore, e di assegnazioni individuali. L’idea progettuale è quella di avviare all’autonomia abitativa n. 15 persone, per alcune delle quali è previsto un periodo in alloggi di transizione. Il risultato atteso è quello di raggiungere l’obiettivo abitativo per almeno l’80% delle persone coinvolte nell’accompagnamento (12 persone). Quest’ultimo si sostanzia nelle seguenti azioni:
- individuazioni dei soggetti idonei (proposta di candidati da parte di attori della rete diversi con discussione e valutazione in équipe)
- individuazione delle misure più idonee alla progettazione individualizzata (buoni servizio, PASS ( dei quali 5 in parte finanziati con il presente progetto e 10 finanziati con altri progetti in essere sul territorio, Tirocini formativi, colloqui di sostegno, formazione,affidatario,…).
- potenziamento degli interventi di accompagnamento sociale, trarranno beneficio dal lavoro in équipe previsto, attraverso la figura dell’affidatario, (istituto già ampiamente sperimentato dal Servizio Sociale Professionale del Comune di Asti), quale misura di accompagnamento transitorio e finale alla rete dei servizi e interventi quali segretariato sociale, supporto nell’accesso ai servizi, svolgimento di pratiche burocratiche, sostegno nell’acquisizione dell’autonomia anche attraverso l’uso programmato del denaro per le spese vive, con una graduale attività di “sganciamento” rispetto al sistema di affiancamento fornito in precedenza dai volontari del terzo settore o dal personale Professionale degli Enti dagli operatori di soglia e come facilitatori nella creazione di nuove relazioni e conoscenza di contesti diversi (pratica di sport, contesti di aggregazione, cultura..)
- individuazione della soluzione abitativa più consona alla tenuta del progetto
- avvio e step di verifica
- assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica (o di risorsa diversa) o rinnovo di un ulteriore periodo in alloggio di transizione
- (reperimento degli arredi e quant’altro necessario con la quota di finanziamento PO i FEAD).
L’esperienza di questi anni ci porta a ricercare le risorse abitative in primo luogo nell’ambito della residenzialità pubblica (Agenzia Territoriale per la Casa) o propria del comune (alloggi a gestione diretta), in secondo luogo tra le associazioni della rete e, in ultimo, tra i privati che vengono periodicamente interpellati per l’adesione ai programmi, finanziati dalla Regione Piemonte, di edilizia agevolata.
Una particolare nota va riservata alle donne senza dimora: né il Capoluogo né l’ambito dispongono di dormitori femminili (per l’accoglienza in emergenza i servizi si appoggiano al dormitorio di Alessandria gestito dalla Caritas o, in caso di particolare fragilità o età avanzata, con il ricorso ad altro tipo di strutture residenziali/case di riposo). Ponendosi tuttavia in un’ottica di reinserimento e di accompagnamento all’autonomia, sostenuta da una rete di soggetti territoriali, è importante poter mantenere la persona nel contesto, rendendo quindi più efficaci le azioni di accompagnamento sopra descritte. Un alloggio sarà pertanto destinato all’accoglienza di donne.
Ci si prefigge infine di riuscire ad “esportare” la pratica dell’Housing First in altre cittadine dell’ambito, attraverso l’attività di promozione, valorizzazione e documentazione a carico dell’équipe.
Infine- attività già proiettate verso un pieno reinserimento sociale, quali l’offerta di un ventaglio di opportunità culturali
(nell’ambito delle rassegne culturali organizzate dal Comune di Asti o da altre istituzioni presenti sul territorio).
Il percorso verso un pieno reinserimento nel contesto sociale, che implica non solo la possibilità di avere una casa, un minimo di risorse economiche se non ancora un lavoro vero e proprio, ma anche e soprattutto una ritrovata fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità/capacità, è inevitabilmente lungo, a volte doloroso o faticoso, magari costellato di battute d’arresto. Riteniamo di estrema importanza, fin dall’inizio di questo “viaggio”, riconoscere valore a quegli elementi che possono sembrare agli antipodi della vita di strada: la possibilità di andare al cinema, o a teatro, o ad eventi culturali cittadini e, infine, la possibilità, per coloro la cui storia individuale lo richiede, di frequentare corsi di studio. L’idea di prevedere nel ventaglio di offerte anche l’opportunità di accedere a corsi organizzati dall’Università della Terza Età – UTEA, che nella città di Asti è presente con un’ampia offerta formativa (che verrà vagliata nel corso dello sviluppo del progetto), ci è parso il segno della ferma volontà di cercare “punti di forza”, di vedere opportunità dove a volte sembra esserci il vuoto, di approcciare il fenomeno con atteggiamento aperto e privo di pregiudizi.
Nel promuovere azioni innovative attraverso l’uso di questi fondi, il territorio intende adottare una logica strategica integrata nel contrasto alla grave emarginazione adulta che, tenendo in conto la multiproblematicità del target di riferimento, agevoli un percorso integrato pluriprofessionale tra i diversi attori presenti.
Si darà spazio ad azioni di coordinamento specifiche che coinvolgano tutti gli attori presenti in modo da costruire, condividere e adottare un modello strategico integrato dei servizi, nell’ottica di promuovere l’uscita della persona dalla condizione di senza dimora: censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio; co progettazione di servizi innovativi.
Promozione di percorsi di formazione propedeutico alla creazione di un lavoro territoriale di rete tra soggetti del pubblico e del privato
Sostegno alla rete degli enti nella creazione di interventi infrastrutturali a sostegno delle persone SD attraverso un monitoraggio continuo delle azioni messe in essere, valutazione della loro efficacia effettiva e rimodulazione in itinere degli interventi.
4.2 PO I FEAD
La parte di finanziamento di progetto specifica PO I FEAD contempla infatti attività finalizzate a migliorare la qualità dei servizi di bassa soglia quali:
- implementazione del servizio di reperimento arredi/abbigliamento, in corso di realizzazione grazie ad un contributo ricevuto dalla Compagnia di San Paolo di Torino e realizzato anch’esso in concorso tra Ente pubblico e terzo settore: ad uno sportello virtuale gli operatori chiedono ciò di cui necessitano le persone da loro seguiti e si attiva così la ricerca di arredi o stoviglie o biancheria, mettendo anche a disposizione la possibilità di trasferirla dove necessario. Il miglioramento portato dal presente bando consiste nel reperimento di arredi/abbigliamento acquistando quelli difficilmente reperibili al bisogno o non idonei tra quanti già in possesso;
- aumento della distribuzione di Kit per le necessità primarie ed immediate delle persone, da distribuirsi da parte dei soggetti della rete (dormitorio, Centri diurni, UdS), nonché forniture destinate alla protezione dal freddo (specialmente tramite l’UdS);
- miglioramento del sistema di accoglienza nel dormitorio con l’introduzione del servizio medico (da finanziare con risorse non riconducibili al presente bando) che risponde alla necessità di considerare la salute come un diritto di tutti ed alla constatazione che, da un lato, a fronte di persone senza alcuna residenza, tale diritto viene di fatto fortemente compresso (il ricorso al P. Soccorso dell’Ospedale non può infatti costituire una risposta adeguata), dall’altro all’importanza di garantire un’adeguata prevenzione in un luogo di convivenza potenzialmente a rischio elevato
4.3 Complementarietà e sostenibilità
Come più volte ricordato, il fenomeno dei S.D. e della grave emarginazione è complesso, molto articolato e, rispetto ad alcune fasce di utenza (irregolari), sembra destinato ad aumentare nel prossimo futuro. E’ inoltre necessario un lungo lavoro a livello culturale sulla percezione che la cosiddetta società civile ha del fenomeno stesso. Pare pertanto mistificatorio pensare che gli attuali schemi/modelli di intervento possano essere superati “tout court”.
Quindi, anche in un’ottica di miglioramento complessivo dell’approccio al fenomeno e dell’attivazione di interventi innovativi, continueranno a coesistere necessità e problematiche di bassa soglia, delle quali è necessario tenere conto nella programmazione degli interventi.
La strada da intraprendere, nel pieno riconoscimento dei diritti e della dignità della persona, non può prescindere del riconoscimento di questi elementi a partire dalle condizioni più estreme. Non ci può essere, nel nostro approccio, un “prima” (la vita sulla strada, i fallimenti, le ricadute ecc.) e un “dopo” (l’impegno, l’adesione a un percorso, ecc.). Certo, il riconoscimento della dignità non può fermarsi alla distribuzione di coperte o di kit per l’igiene personale: ma quando queste azioni diventano parte di un pensiero o di un progetto più “alto”, di contenuto, allora l’uno è complementare all’altro, l’uno contribuisce a creare fiducia, indispensabile per ritrovare la voglia di mettersi in gioco, di impegnarsi prima di tutto verso se stessi anche quando tutto sembra andare nel verso opposto, l’altro fornisce aiuto e assistenza concrete al superamento della crisi.
La formazione comune, la discussione delle metodologie di intervento, la ricerca di soluzioni e opportunità, la scelta di come e quando intervenire con una determinata persona, gli obiettivi comuni, rendono gli operatori, siano essi pubblici o del terzo settore, un “corpo unico” che accoglie, accompagna, sostiene, spinge nella stessa direzione
Ambito territoriale di BIELLA
4.1 PON Inclusione
Grazie alla presenza sul territorio di un Sistema di servizi a bassa soglia che vede una forte integrazione tra pubblico e privato, di punti di riferimento consolidati per la presa in carico di persone senza dimora (Punto di Accesso Accoglienza Plurale, aperto dal lunedì al sabato dalle 9.15 alle 12.15, ubicato accanto alla mensa Caritas; Drop In; Centro Pronta Accoglienza Maschile), di un tavolo di coordinamento che riunisce Servizi Sociali, Servizi Sanitari (DEA, DSM, SPDC, Centro ISI, SerD), Carcere, Forze dell'Ordine, Prefettura e Terzo Settore, di materiale informativo condiviso (si veda Opuscolo Servizi di Pronta Accoglienza scaricabile dal sito xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx ) non si rileva al momento la necessità di realizzare interventi di pronto intervento sociale oltre a quelli già in essere.
Risultano invece necessari:
A) misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia, attraverso la sperimentazione della loro integrazione con interventi infrastrutturali riguardanti le strutture abitative e socio sanitarie
B) interventi finalizzati alla prevenzione della condizione di senza dimora intervenendo nella fase di de- istituzionalizzazione delle persone a rischio di emarginazione
Nella realizzazione di entrambe le tipologie di intervento si intendono capitalizzare gli strumenti e i servizi già a disposizione del territorio (Servizio di mediazione abitativa -Sportello Casa gestito dal Consorzio Il Filo da Tessere nell'ambito del Progetto “Accoglienza Plurale”, Servizio di Accompagnamento al Lavoro gestito dalla Cooperativa Xxxxx Xxxxxxx servizio di accompagnamento educativo correlato al Progetto “Accoglienza Plurale” gestito da ATS con capofila coop. Xxxxx Xxxxxxx: tutti servizi a titolarità di entrambi i consorzi socio assistenziali IRIS e CISSABO), adeguandoli a quanto previsto dalle Linee Guida e costruendo una metodologia di presa in carico integrata socio-sanitaria che diventi patrimonio del Sistema stesso, consentendo di superare la prospettiva della filiera dell'accoglienza 'a gradini', non pienamente rispondente a criteri di efficacia ed efficienza.
Il target sarà correlato ai bisogni attualmente rilevati sul territorio. Principali destinatari saranno pertanto persone singole in situazione di grave disagio socio- economico che presentano anche problematiche di dipendenza e/o disagio psichico (utenza 'borderline'), abitualmente dimoranti sul territorio in ripari di fortuna o in servizi a bassa soglia, o in uscita da strutture sanitarie/dal carcere. Lavorare con persone che da più tempo si trovano in situazione di marginalità e presentano problematiche anche di tipo sanitario consentirà ai Servizi Sociali e Sanitari e al terzo settore di sperimentare un nuovo modo di costruire risposte che facilitino il raggiungimento di una buona qualità di vita e un contenimento del danno. Nella sperimentazione si porrà attenzione oltre che ai risultati raggiunti anche all'analisi dei costi (comparandoli ai costi di interventi 'tradizionali'), al fine di valutare l'opportunità di rendere questi interventi 'innovativi' strutturali nell'ambito di una programmazione integrata.
Si inseriranno nel target anche alcune situazioni non 'croniche' o multiproblematiche, ovvero senza dimora da poco tempo o a rischio di divenire senza dimora, al fine di sperimentare l'efficacia di percorsi di housing first/housing led nel prevenire l'insorgere di grave marginalità e aiutare la persona a mobilitare rapidamente le proprie capacità per riacquisire l'autonomia socio-economica perduta.
L'èquipe sarà costituita dagli operatori di riferimento della persona all'interno dei diversi servizi dai quali viene seguita ('Accoglienza Plurale', servizi sociali, serD, DSM).
Al fine di condividere l'approccio metodologico housing first/housing led e di strutturare un modello di presa in carico integrata per gli adulti fragili, saranno previsti momenti di formazione condivisa. Sarà costituita una cabina di regia integrata con il compito di costruire, monitorare e valutare il percorso di integrazione tra i diversi Servizi e condividere gli step della formazione.
Gli interventi a favore delle persone saranno declinati in relazione alle caratteristiche della persona stessa: laddove vi sia una storia di 'cronicità' gli obiettivi saranno la riduzione del danno, il raggiungimento di una qualità di vita dignitosa e il contenimento complessivo della spesa socio-sanitaria (obiettivo della sostenibilità nel tempo); viceversa laddove vi sia una situazione di grave disagio 'agli esordi' o con buone possibilità di superamento delle difficoltà (buone capacità individuali, forte proattività della persona), si strutturerà un percorso a 'investimento decrescente' (investimento iniziale di più risorse con l'obiettivo di una progressiva diminuzione nel medio-lungo periodo, sino ad arrivare allo sgancio della persona dal sistema di assistenza).
La ricerca abitativa verrà effettuata nel mercato privato, nell'ambito dell'edilizia sociale o del patrimonio diocesano, con l'intento di offrire il ventaglio più ampio possibile di scelta e prendere in considerazione aspirazioni e necessità progettuali individuali. Il territorio può contare su un servizio di mediazione abitativa fortemente innovativo (Sportello
Casa) che si pone quale punto di riferimento per la costruzione di un sistema articolato di garanzie a supporto dei proprietari che mettano a disposizione la propria abitazione per un progetto di abitare sociale. Lo stesso Xxxxxxxx metterà a disposizione le competenze necessarie per costruire percorsi di accompagnamento all'abitare e per la formalizzazione dei contratti. Per questo aspetto ci si avvarrà anche del supporto di consulenti (legale/fiscalisti). Le modalità di copertura dei costi di affitto/utenze saranno definite nei singoli progetti e potranno prevedere risorse provenienti da servizi sociali, servizi sanitari (es. borse lavoro, ecc.), enti caritativi, ecc.
I percorsi di inclusione sociale e accompagnamento al lavoro possono contare su strumenti fortemente innovativi introdotti dalla Regione Piemonte quali i PASS (Percorsi di Attivazione Sociale Sostenibile) e i tirocini di inclusione sociale. Questi strumenti offrono la possibilità di accompagnare la persona fragile in un percorso di graduale riscoperta e riappropriazione delle capacità e delle competenze. Il contesto territoriale vede la presenza di educatori specializzati in percorsi di accompagnamento al lavoro e all'inclusione sociale per persone problematiche e la possibilità di sviluppare progetti sia nell'ambito del volontariato (con finalità socializzanti) sia con una connotazione più prettamente propedeutica all'inserimento lavorativo. Come detto, nella definizione dei percorsi individuali si terrà conto delle caratteristiche della persona, ovvero delle autonomie effettivamente perseguibili e delle sue aspirazioni.
Per le persone sarà altresì prevista una 'dote-formazione' finalizzata a facilitare la realizzazione di piccoli percorsi personalizzati (anche immaginando di fare percorsi con più persone contemporaneamente) o di accedere a percorsi in avvio sul territorio (es. formazione obbligatoria in materia di sicurezza, orticoltura, ecc.).
Per tutte le persone inserite nei percorsi sarà previsto un supporto educativo 'trasversale' con funzione di 'trais d'union' dei diversi servizi/interventi specialistici, che garantisca la vicinanza relazionale e supporti la persona nello sviluppo della sua progettualità, ferma restando la titolarità formale del Progetto in capo all'assistente sociale competente.
Per le persone con problematiche anche sanitarie, nei percorsi di accompagnamento ci si potrà avvalere del supporto dei 'referenti dello sportello unico' (anche in questo caso si veda elenco nella sezione 'modulistica e documenti' del sito xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx ), ovvero operatori sanitari collocati nelle diverse organizzazioni dell'ASL BI formati alla presa in carico delle persone più fragili (lavoro integrato, facilitazione della comunicazione, conoscenza dell'organizzazione dei servizi sociali).
Infine si auspica la possibilità di ampliare la sperimentazione del supporto agli operatori coinvolti nella presa in carico di adulti 'borderline', difficilmente 'agganciabili' o particolarmente problematici sul versante comportamentale, da parte di operatori specializzati del DSM nella discussione dei casi: una sorta di supervisione 'leggera' che mira a 'meticciare' gli sguardi per una più profonda lettura e conoscenza del 'funzionamento' della persona e che consente una più efficace costruzione di 'dispositivi educativi' utili all'aggancio relazionale, allo sviluppo del percorso individuale e alla 'tenuta' della stessa èquipe degli operatori nelle situazioni 'critiche' che via via si presentano.
Nel promuovere azioni innovative attraverso l’uso di questi fondi, il territorio intende adottare una logica strategica integrata nel contrasto alla grave emarginazione adulta che, tenendo in conto la multiproblematicità del target di riferimento, agevoli un percorso integrato pluriprofessionale tra i diversi attori presenti
Si darà spazio ad azioni di coordinamento specifiche che coinvolgano tutti gli attori presenti in modo da costruire, condividere e adottare un modello strategico integrato dei servizi, nell’ottica di promuovere l’uscita della persona dalla condizione di senza dimora: censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio; co progettazione di servizi innovativi.
Promozione di percorsi di formazione propedeutico alla creazione di un lavoro territoriale di rete tra soggetti del pubblico e del privato
Sostegno alla rete degli enti nella creazione di interventi infrastrutturali a sostegno delle persone SD attraverso un monitoraggio continuo delle azioni messe in essere, valutazione della loro efficacia effettiva e rimodulazione in itinere degli interventi
4.2 PO I FEAD
Il 2016 ha visto un forte aumento delle persone senza dimora sul territorio. Si tratta di persone in situazione di cronicità o di persone straniere in uscita dai percorsi di accoglienza (sul territorio o provenienti da fuori territorio) o – ancora – di persone straniere richiedenti asilo che nel sistema di accoglienza non hanno mai avuto la possibilità di entrare (prevalentemente provenienti dalla rotta 'via terra').
Con grande difficoltà tra settembre e novembre 2016 si è tentato di ricostruire una fotografia della situazione, in vista dell'arrivo della stagione invernale, incrociando le informazioni provenienti dai servizi a bassa soglia (inclusa mensa Caritas e drop in dell'asl BI), dalla Prefettura (persone nei CAS risultanti in dimissione o ricorrenti con udienza fissata prima di dicembre), dagli stessi CAS. Nel mese di novembre risultavano senza dimora, che dormivano in ripari di fortuna, almeno 40 persone, in prevalenza stranieri richiedenti asilo e beneficiari di protezione di età compresa tra i 18 e i 30 anni.
La proiezione delle dimissioni dai CAS al mese di novembre induce a pensare che entro febbraio 2017 almeno altre 30 persone (sempre di età compresa tra i 18 e i 30 anni) potrebbero trovarsi ad essere sul territorio senza dimora. Manca tuttavia un osservatorio strutturato che consenta di incrociare i dati dei diversi servizi e consenta di programmare più precisamente interventi di base per il fronteggiamento della potenziale grave situazione che potrebbe crearsi (in un territorio per il quale un panorama di questo tipo è assolutamente inedito).
Risulta pertanto utile prevedere una dotazione di 'kit di emergenza' per chi si troverà a vivere sulla strada o in ripari di fortuna, perché possa proteggersi dal freddo, garantirsi condizioni igieniche minime, tutelare la propria salute. Si ipotizza che il Punto di Accesso Accoglienza Plurale (PAAP, si veda par. 4.1), prevedendone un potenziamento dell'orario di apertura, possa diventare riferimento per la distribuzione di sacchi a pelo termici e materassini isolanti, kit per l'igiene personale, biancheria intima nuova (mutande, canottiere, calze), ma anche farmaci e ausili sanitari (es. occhiali). Per questo aspetto si ipotizza l'avvio di una collaborazione con la locale CRI, con la quale c'è già un fattivo raccordo per la gestione dell'accoglienza invernale.
Per quanto concerne il vestiario ci si avvarrà invece della collaborazione con la Società di San Xxxxxxxx, che gestisce il guardaroba e che al momento riesce ad avere più risorse dello stretto necessario. Per coloro invece che saranno inseriti in percorsi di housing first/housing led si prevede una 'dotazione' di base per l'arredo che consenta un abitare in sicurezza e di contenere i costi utenze (stufe a pellet, piccoli elettrodomestici a basso consumo energetico, ecc), di offrire la possibilità di un adeguamento e di una personalizzazione dell'ambiente (es. tinteggiatura, piccole riparazioni, acquisto biancheria e stoviglie). Dove possibile le persone saranno coinvolte direttamente nei lavori di adeguamento (per sé o per altri, in una logica di reciprocità e scambio che risulta avere una forte valenza educativa e sociale) e nella scelta degli oggetti. Per la gestione delle 'doti-casa' ci si avvarrà della collaborazione dell' 'Emporio del fai da te' recentemente avviato da Caritas Biella con il supporto di Xxxxx Xxxxxx.
4.3 Complementarietà e sostenibilità
I due programmi saranno strettamente integrati in quanto entrambi verranno gestiti all'interno del progetto “Accoglienza Plurale” che – come descritto nei par. 2.4 e 2.5 - racchiude al proprio interno la maggior parte dei servizi a bassa soglia presenti sul territorio. Il Punto di accesso accoglienza plurale funzionerà da punto di incontro operativo tra i due programmi, mentre si chiederà al Servizio Adulti del Consorzio IRIS (titolare per la realizzazione servizi a bassa soglia e Sportello Casa, in collaborazione con il CISSABO) di curare il coordinamento degli interventi sul territorio. Ove possibile, i percorsi attivati saranno integrati con le azioni derivanti da altri interventi PON (es. SIA). Sarà cura del servizio sociale competente (nei casi di percorsi di housing first/housing led) garantire l'integrazione degli interventi con tutte le risorse a favore della persona e sarà cura del PAAP raccordare le azioni con altre iniziative utili promosse dal Xxxxx Xxxxxxx/enti caritativi.
Per quanto concerne i richiedenti asilo/beneficiari di protezione si chiederà al Servizio Adulti del Consorzio IRIS, titolare di SPRAR, di garantire un raccordo con eventuali azioni specifiche a favore di questo target.
Ambito territoriale di CUNEO
4.1 PON Inclusione
Viene prescelto il riferimento a situazioni homeless connesse all’età adulta (da 18 a 60 anni), senza discriminazione di genere, intercettabili dalle Unità di Strada, dal loro passaggio a sportelli/uffici, da segnalazioni.
La rete dei servizi farà riferimento operativo alle organizzazioni del 3° settore che già agiscono nell’ambito della esclusione, che condivideranno il progetto e porranno in atto loro risorse implementando le attuali forme di intervento; l’azione complessiva avrà regia e coordinamento pubblico (EGSA e Comune) in modo da raccordare le azioni progettuali con i servv.socio assistenziali professionali. L’ accordo di rete a pubblica evidenza tra i vari soggetti individua le singole prestazioni e le relative forme di intervento economico.
La definizione dell’intervento sui casi singoli avviene in ambito dell’equipe formata dai soggetti dell’accordo, con eventuali allargamenti a in relazione ai bisogni specifici (lavoro, sanità, scuola, ecc.).
La presa in carico condivisa in equipe determina in singoli progetti le azioni sociali da svolgersi a cura dell’operatore e le relative modalità; in generale, dovrà essere impostato un percorso facendo leva sulla fiducia reciproca, mettendo in conto possibili tempi medio lunghi di intervento e ponendo obiettivi generali/intermedi monitorabili. Il riferimento metodologico corrisponderà alle “Linee di Indirizzo per il Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta in Italia” fornite dal competente Ministero.
La rete e, più in particolare i soggetti del terzo settore che la compongono, garantisce, con propri operatori sociali: l’accompagnamento ai servizi del territorio, l’accompagnamento/ aiuto a riprendere confidenza coi luoghi ove può veder riconosciuti i propri diritti, la gestione di possibili fallimenti in itinere, il “mettersi a fianco” anche di chi “non voler essere aiutato”, richiama il soggetto alle sue responsabilità e alle prerogative di scelta, garantisce comunicazione e feedback costante coi servizi della rete, struttura percorsi formativi orientati alla multidisciplinarietà, al lavoro di equipe, supervisiona l’apporto dei singoli operatori di cui è responsabile.
Partendo da una situazione reale e concertata in ambito di equipe, vengono individuate le strategie operative per affrontare e risolvere il problema, definiti obiettivi realistici, individuati ruoli e compiti, ecc.., secondo un modello rispondente ai bisogni delle persone senza fissa dimora, prevedendo la creazione di strutture orientate a individualità, fasce e intensità diverse e l’integrazione reale pluridisciplinare.
L’Unità di Strada, identifica la base della costruzione organica del progetto, connotandosi quale strumento intenzionale atto a mappare le situazioni di marginalità del territorio, anche nei casi “nascosti”, e a costituire, con l’ascolto, la prima interfaccia con il soggetto e, con azioni successive, la porta di accesso ai servizi sociali pubblici/privati. E’ altresì uno strumento di diagnosi e raccordo tra tutte le componenti.
Il Comune sostiene, attraverso il finanziamento regionale e nei suoi limiti, gli oneri (o parte di essi nel caso di compartecipazioni) inerenti gli operatori destinati al progetto da parte dei soggetti della rete che assicureranno dette funzioni.
L’insieme dell’azione di fonda sul reperimento, anche tramite il privato sociale che attua l’intervento, di unità abitative libere e dislocate in varie parti della Città capoluogo, il più possibile vicine a spazi o a strumenti che favoriscano l’integrazione; se collocate in prossimità di strutture più complesse, gli spazi destinati al progetto saranno ideati in modo da preservare l’autonomia dei soggetti e la rispettiva autodeterminazione.
Ciascun soggetto della rete sostiene i costi gestionali, delle proprie unità messe a disposizione del progetto.
Si presuppone la individuazione, anche in misura graduale, fino ad 7 unità abitative in grado di accogliere una quindicina di soggetti; un’altra ventina di soggetti deboli già inseriti senza ulteriori forme di accompagnamento/aiuto in alloggi reperiti sul territorio, potrà altresì contare sull’intervento dell’operatore sociale.
Il 1° step del progetto potrà verosimilmente contare su 4 nuclei abitativi entro un quadrimestre dall’avvio e l’accompagnamento di un numero ipotizzabile tra i 5 e gli 8 soggetti seguiti. Si affiancheranno azioni su altri dieci soggetti circa già collocati in residenzialità autonoma.
A conclusione del primo anno (2° step) viene previsto il raggiungimento dell’obiettivo con le ulteriori unità abitative raggiungendo i 15 + 20 soggetti seguiti.
Corrisponde, principalmente, al modello di “Housing First” – HF senza disdegnare, all’occorrenza, il ricorso al modello “Housing Led” – HL; in ogni caso viene attuato il superamento della mera fase emergenziale, di sistemi di accoglienza parziali (notturno, legato a eventi diversi) o in comunità.
Ferme restando le azioni di regia e coordinamento attribuite capofila e all’EGSA ed alla fase formativa a disposizione della rete, i ruoli degli aderenti alla rete saranno definiti rispetto a:
- Partecipazione al gruppo di lavoro-equipe multidisciplinare (tutti i soggetti della rete)
- Unità di strada ed altri strumenti atti a localizzare i bisogni (uno o più soggetti della rete)
- Messa a disposizione di unità abitative (più soggetti della rete)
- Messa a disposizione di operatori sociali per gli interventi di accompagnamento (possibili 2 operatori part-time messi a disposizione anche da più soggetti privati della rete e oggetto di rimborso sul fondo PON Inclusione)
- Corresponsione di voucher per l’accesso a prestazioni specifiche (doccia, formazione)
- Altre misure di accompagnamento, supporto nell’accesso ai servizi, segretariato.
Potranno essere sviluppate singole azioni di “restituzione” al consolidamento dell’accoglienza attraverso lavori di pubblica utilità, forme di compartecipazione alla spesa da parte degli inseriti.
L’impostazione, come in precedenza accennato, si indirizza a) realizzare specifici percorsi di inclusione sociale per un’interruzione definitiva dell’emarginazione (non a caso vengono previste attenzioni anche nei confronti di coloro che, presentando debolezze, già hanno trovato una collocazione), b) superare l’ottica dell’emergenza sperimentando modelli
di accoglienza/accompagnamento integrati e interdisciplinari, c) potenziare e intensificare le azioni già in atto, valorizzando esistenti risorse pubbliche e private, d)raccordare e coordinare le risorse che erogano servizi sul territorio che possono fotografarsi, nel complesso, per quanto attiene l’apporto del 3° settore, come segue:
- Organizzazioni dispongono di know how e professionalità spendibili nell’accompagnamento/aiuto,
- Organizzazioni che dispongono (in proprietà, locazione o in comodato da enti pubblici) di unità abitative utilizzabili ai fini del progetto,
- Organizzazioni che attuano interventi di intercettazione delle emergenze sul territorio, Organizzazioni che attuano interventi di accompagnamento all’uso dei servizi (negli ambiti delle due misure),
- Organizzazione che somministrano pasti a face debole (contemplabile quale azione di mero supporto al progetto e non prevista nei costi),
- Organizzazioni che somministrano altre prestazioni (doccia, tutela legale, formazione - ambito misura PO I FEAD),
- Organizzazioni che immagazzinano e somministrano beni di consumo primari (ambito misura PO I FEAD),
- Organizzazioni che presentano mix tra le soprasintetizzate vocazioni.
La rete attuerà, attraverso i propri componenti, una costante coprogettazione attiva non esclusivamente dedicata ai casi in carico ma, altresì, finalizzata a cogliere nuovi bisogni, ad intercettare ulteriori necessità e a prospettare eventuali azioni di sistema nell’ambito del progetto.
Nel promuovere azioni innovative attraverso l’uso di questi fondi, il territorio intende adottare una logica strategica integrata nel contrasto alla grave emarginazione adulta che, tenendo in conto la multiproblematicità del target di riferimento, agevoli un percorso integrato pluriprofessionale tra i diversi attori presenti.
Si darà spazio ad azioni di coordinamento specifiche che coinvolgano tutti gli attori presenti in modo da costruire, condividere e adottare un modello strategico integrato dei servizi, nell’ottica di promuovere l’uscita della persona dalla condizione di senza dimora: censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio; co progettazione di servizi innovativi.
Promozione di percorsi di formazione propedeutico alla creazione di un lavoro territoriale di rete tra soggetti del pubblico e del privato
Sostegno alla rete degli enti nella creazione di interventi infrastrutturali a sostegno delle persone SD attraverso un monitoraggio continuo delle azioni messe in essere, valutazione della loro efficacia effettiva e rimodulazione in itinere degli interventi
4.2 PO I FEAD
Medesimo riferimento è individuato anche negli interventi “a bassa soglia” mirati a bisogni immediati e a consentire la corretta gestione degli alloggi ove avvengono gli inserimenti HF o HL. Vi si riscontra, infatti, una decisa interdipendenza tra le azioni, peraltro ben evidenziata a conclusione del paragrafo precedente a cui si fa, qui, riferimento per quanto attinente la misura PO I FEAD. Mentre la prima misura viene espressa essenzialmente in termini di approcci di servizio, accompagnamento, educazione, la presente mira a dar di rete, vengono rimborsate dal Comune: spese per l’acquisto di strumenti e beni per la piccola manutenzione ordinaria degli alloggi destinati al progetto che non determinano investimenti; spese di integrazione/somministrazione di attrezzature da cucina o altre dotazioni per gli alloggi (kit di igiene personale, per la pulizia, di pronto soccorso, effetti letterecci, corredi di base, ecc.); spese e strumenti a corredo di attività formative mirate a sperimentare forme di approccio al lavoro o alla socialità; beni di primissima necessità per la soddisfazione di bisogni immediati (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit emergenziali, ecc.); strumenti e beni individuali atti ad assistere possibili interventi socio-occupazionali; altre eventuali spese necessarie conforme ai dettami del bando anche mirate a costituire dotazioni degli sportelli di distribuzione. Vi si comprendono altresì misure di accompagnamento dei soggetti ai servizi di segretariato sociale, di supporto nello svolgimento di pratiche burocratiche e nell’accesso ai servizi, altre forme di sostegno multidimensionale nell’acquisizione dell’autonomia, all’accompagnamento, monitoraggio e valutazione progettuale, conferibili queste ultime a soggetti della rete e all’Associazione all’uopo individuata dalla Regione Piemonte.
Il medesimo accordo di rete, nell’ambito della misura I FEAD, definisce i ruoli rispetto a:
- Misure di intervento “a bassa soglia” per emergenze (doccia, distribuzione vestiario, prodotti di emergenza)
- Altri beni materiali per i soggetti accompagnati all’abitare che non determinano investimento (indumenti, prodotti personali, dotazione degli alloggi, attrezzature da cucina fungibili o durevoli, strumenti a corredo di attività formative, piccola manutenzione con vincolo specifico all’utilizzo in ambito delle misure).
I Kit di emergenza potranno essere indirizzati a tutela di situazioni limite per coloro che vengano intercettati in ripari di fortuna in modo da garantire protezione dal freddo, una minima condizione di alimentazione, igienica e di tutela in attesa di reperimento di situazioni confacenti; analogamente potranno essere somministrati presso uno o più punti distributivi attraverso il privato sociale che già effettua analoghi interventi.
Per i soggetti inseriti in UF/HL, ferme restando la possibile continuità con l’intervento emergenziale in vista di un suo superamento graduale, è prevedibile una dotazione di base per l’arredo (stufe, piccoli elettrodomestici, fornelli - privilegiando situazioni a basso consumo), l’ambiente (strumenti/beni per la manutenzione: tinteggiatura, piccole riparazioni), il corredo essenziale (stoviglie, piccoli arredi indispensabili, effetti letterecci), eventuali altre dotazioni temporanee in base a specifiche esigenze (igiene personale, ecc.).
In ogni caso possibile le persone saranno coinvolte nella scelta responsabile degli oggetti e nei lavori di adeguamento dell’unità abitativa per sé e per gli altri nella logica educativa e sociale della reciprocità, dello scambio, del mutuo-aiuto.
4.3 Complementarietà e sostenibilità
Il ventaglio delle opportunità sociali offerte dal sistema complessivo descritto al paragrafo 2.4 viene arricchito dai nuovi interventi e da una forma di sostenibilità diversa. I nuovi strumenti si integrano e completano il quadro delle offerte, riqualificando l’azione in termini di maggior sussidiarietà orizzontale. Gli interventi di housing vengono così a correlarsi, esprimendone ulteriori e differenti possibilità di intervento, ad interventi strutturali/istituzionali, agli strumenti della prima/pronta accoglienza, della accoglienza emergenziale proponendo filtri e ipotesi che anelano al passaggio verso le situazioni di stabilità identificabili nell’ERP, nelle azioni per l’incontro tra la domanda/offerta di abitazioni, nelle prospettate misure per il “social housing”.
Analoga riqualificazione trovano gli interventi a bassa soglia che vengono correlati all’esistente (distribuzione pasti, beni di consumo di prima necessità, interventi economici, ecc.) in un sistema maggiormente consapevole delle progettualità individuali.
Complessivamente, il sistema ipotizzato può, pur nella consapevolezza di taluni aspetti residui (es.: emergenze per fatti climatici o per accoglienza rifugiati) ritenersi idoneo a prospettare il superamento di fasi emergenziali conclamate.
Lo strumento di “rete” formalizzato pubblicamente come sopra delineato e in grado di accogliere ulteriori future forme di partenariato e condivisione, può prospettare una continuità di intervento anche in tempi successivi al triennio del presente progetto.
Ambito territoriale di NOVARA
4.1 PON Inclusione
Il target prescelto fa riferimento a senza dimora uomini e donne, di età compresa tra i 18 ed i 60 anni conosciuti ed intercettati da unità di strada dedicate o tra quelli che naturalmente afferisce ai servizi o sportelli cittadini e sono pertanto conosciuti ed in carico. Verranno valutati eventuali casi di persone in uscita dal sistema CAS senza il titolo di profugo che si teme vedranno un consistente in aumento nei prossimi mesi.
Questa misura prevede la realizzazione di percorsi di inclusione sociale dedicati ai soggetti adulti sia cronici, sia di recente ingresso in situazioni di marginalità. Le finalità che ci si pone di raggiungere sono:
- intercettazione e conoscenza del bisogno inespresso della fascia di popolazione non conosciuta dai servizi tradizionali a bassa soglia;
- sperimentazione di un approccio finalizzato all’interruzione del percorso di grave deprivazione di alcuni cittadini;
- superamento dell’ottica dell’intervento in emergenza tentando un lavoro che miri alla prevenzione ed al recupero dei soggetti a livello sociale e di reinserimento sia lavorativo che alloggiativo.
- realizzare un coordinamento ed una regia cittadina degli interventi e servizi rivolti a questa popolazione dove attraverso la sperimentazione di azioni ed interventi innovativi possa poi consolidare mantenere attive le prassi adottate.
Il progetto avrà la regia del Comune, che attraverso la propria organizzazione farà da convettore con il mondo del terzo settore, Caritas, CRI, Ambulatorio infermieristico del Centro città, Banco alimentare, CST (Centro Servizi per il Territorio) e degli altri soggetti istituzionali, quali ASL, Ospedale, forze di polizia, enti formativi, centri per l’impiego.
Individuati i soggetti aderenti, verrà costruita una parternship con la rete dei soggetti istituzionali e del terzo settore, mediante la stesura di accordi di programma.
La rete individuerà un team di progetto e dei referenti dedicati alla costruzione ed implementazione del progetto. I
partner indicheranno operatori sensibilizzati e formati sulle problematiche legate alla grave marginalità adulta con il compito di programmare ed attuare le azioni di xxxxxxxx, sostegno e reinserimento sociale dei beneficiari individuati. Con i fondi erogati della misura si andrà ad implementare il personale da dedicare all’attuazione delle azioni previste e sarà identificato in grado alle competenze acquisite nei confronti di questa tipologia di utenza
La costruzione della rete avverrà anche attraverso momenti formativi che permetteranno la condivisione dell’approccio metodologico previsto dalle “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave Emarginazione adulta in Italia” emesse dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
La conduzione di un comune percorso formativo sarà un fattore coadiuvante alla sua costruzione ed elemento essenziale per la successiva conduzione dei percorsi ed azioni di aiuto messe in campo sul progetto.
Il partenariato con cui verrà costruita la rete partirà da una analisi e valorizzazione delle prassi e dei servizi attivati potenziando ed acquisendo, in particolare, quelle in linea con l’approccio metodologico proposto nelle Linee Guida ministeriali.
Saranno, se ritenuto necessario, rivisitati ed integrati, i protocolli già in uso, in relazione agli interventi dedicati a tale target di popolazione (ad es. - protocolli tra ASL –DSM/DPD/servizio sociale comunale per la presa in carico congiunta di tossicodipendenti e soggetti con problematiche psichiatriche).
La conduzione dei progetti di accompagnamento all’autonomia delle persone prese in carico verrà consolidata con accordi di programma, che daranno cornice e forza alla prassi metodologica del lavoro in equipe multidisciplinari ed interistituzionali che i servizi pubblici storicamente adottano. La presa in carico dei casi, in capo al servizio sociale professionale, vedrà una valutazione congiunta del percorso con gli operatori della sanità, dell’impiego, o della formazione ove il caso lo richieda e con l’adozione di un modello di intervento sul caso strategico e integrato anche con il privato sociale ed il volontariato.
L’applicazione di tale metodologia richiede un’alta integrazione ed a più livelli e, dovrà prevedere nella sua costruzione, azioni che facilitano, per gli utenti, l’accesso ai servizi e la successiva presa in carico. A tal fine si valuteranno eventuali modifiche agli aspetti organizzativi.
Si prevede l’Istituzione di un unico punto di accesso al pubblico che potrà trovare una collocazione ed una denominazione dedicata, presso lo Sportello sociale Comunale già operante presso la sede del servizio in centro città. Di facile accesso da tutte le zone della città è limitrofo alla stazione ed alla sede centrale della Caritas come ai servizi di ASL ed Ospedale avrà una funzione di orientamento e facilitazione alla presa in carico professionale di questa fascia di utenza.
Alla costituzione del team sarà assegnato il compito di individuare insieme ad una sede di raccordo delle attività, anche una modalità di concertazione di attività, ruoli e funzioni necessari alla realizzazione degli obiettivi.
Il sostegno del Comune avverrà, insieme all’utilizzo del finanziamento regionale, mettendo a disposizione dei partner le proprie risorse anche di personale e attivando tutte le azioni necessarie al coordinamento del programma
Le azioni che si intendono mettere in capo sono rivolte all’implementazione ed alla regia di quanto attivo sul territorio attraverso le seguenti attività.
L’ Unità di strada già attiva in capo al volontariato è il livello previsto da cui partire per intercettare le situazioni di marginalità estrema presenti sul territorio. Tale attività vuole essere attivato in modo strutturato e sistematico, massimizzando la conoscenza e mappatura del fenomeno nella citta di Novara di coloro che tradizionalmente non
hanno accesso ai servizi. Attraverso le attività messe in campo di ascolto, distribuzioni viveri o beni, si intercetteranno i casi di “invisibili” con cui tentare di costruire una vicinanza se non una relazione e avviare percorsi di accompagnamento alla rete dei servizi di aiuto.
L’attuazione dell’intervento di HF ed HL necessiterà del reperimento di alloggi che sono individuati nel numero di tre nell’ambito pubblico ed uno tramite il volontariato/ terzo settore. L’avvio del progetto è previsto al momento per un massimo di 10 persone.
Sono alloggi collocati in ambito cittadino, di facile accesso alla rete dei servizi. Saranno concepiti e strutturati per favorire l’autonomia delle persone inserite. I costi del funzionamento delle strutture sarà in capo all’amministrazione e/o ai soggetti proponenti ed ognuno provvederà per la propria copertura. Si prevede nel caso di maggiori disponibilità di alloggi un aumento del numero dei soggetti beneficiari. Nei percorsi di autonomizzazione si valuterà caso per caso, dove prevedere una parte di compartecipazione alle spese da parte delle persone in carico.
L’implementazione completa avverrà con gradualità. Si prevede una prima attivazione di due alloggi per il primo semestre di avvio. I restanti due alloggi saranno attivati successivamente sino ad arrivare a complessivi quattro alloggi previsti entro il primo anno. Alcuni soggetti inseriti di recente in alloggi comunitari autogestiti, e provenienti dalla situazione di senza fissa dimora, potranno essere presi in carico dagli operatori dedicati al progetto per sostenere e monitorare i percorsi di autonomizzazione avviati in un’ottica di HF/HL.
Si prevede insieme all’accompagnamento all’abitare l’avvio di percorsi formativi e di tirocinio. Tali attività saranno svolte in una forma di accompagnamento misto in capo al personale educativo dedicato al progetto e di personale facente parte dei servizi che già seguono tali attività di accompagnamento per i soggetti titolati (es. DSM/ DPD/NIL) Stante l’attivazione della rete che prevede la partecipazione di associazioni di volontariato e del terzo settore, si prevede tra le azioni di reinserimento sociale la possibilità di aderire ad iniziative di volontariato o di servizi di pubblica utilità col fine di partecipare ad attività socializzanti e di integrazione relazionale e sociale.
Con l’attivazione del modello di accoglienza HF/HL si attende una sperimentazione rivolta del superamento degli interventi emergenziali di bassa soglia insistenti sul territorio.
In concreto con la presente misura si prevede, con la regia del Comune e insieme ai partners, la definizione delle seguenti attività:
- Costituzione del partenariato e individuazione del team di progetto che costituirà l’equipe multidisciplinare deputata all’attivazione e gestione degli interventi, definendone i ruoli e compiti in modo integrato anche per gli aspetti sanitari;
- Formazione comune per l’applicazione della metodologia di presa in carico integrata e di counselling ai soggetti fragili
- Implementazione delle Unità di strada con lo scopo di collegamento ed intercettazione dei bisogni inespressi del territorio;
- Individuazione, di due operatori a part time, di cui uno con profilo di educatore, per parte degli interventi di aggancio e facilitazione nell’accesso ai servizi e di segretariato sociale, e uno per lo sportello di accesso e per le prese in carico sociale dei progetti di HF/HL in collaborazione con la rete;
- previsione di voucher/rimborsi per l’accesso ad attività finalizzate al reinserimento quali: partecipazione a percorsi formativi, tirocini lavoro.
Complessivamente il progetto al termine del percorso prevede una valutazione partecipata e condivisa dai sottoscrittori del partenariato sui seguenti aspetti:
- Valutazione dell’esito dei percorsi attivati con le persone accolte e/o seguite a qualsiasi titolo;
- l’attivazione sul territorio di un lavoro di comunità;
- sviluppo e crescita delle competenze ed interventi messi in campo dagli operatori partecipanti rispetto alla metodologia ed all’approccio alla grave marginalità adulta ed all’inclusione sociale;
- capacità di costruzione, sviluppo e mantenimento nel territorio di riferimento delle collaborazioni, costruite con la rete dei servizi pubblici e del terzo settore in grado di operare anche alla conclusione del presente finanziamento.
Nel promuovere azioni innovative attraverso l’uso di questi fondi, il territorio intende adottare una logica strategica integrata nel contrasto alla grave emarginazione adulta che, tenendo in conto la multiproblematicità del target di riferimento, agevoli un percorso integrato pluriprofessionale tra i diversi attori presenti.
Si darà spazio ad azioni di coordinamento specifiche che coinvolgano tutti gli attori presenti in modo da costruire, condividere e adottare un modello strategico integrato dei servizi, nell’ottica di promuovere l’uscita della persona dalla condizione di senza dimora: censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio; co progettazione di servizi innovativi.
Promozione di percorsi di formazione propedeutico alla creazione di un lavoro territoriale di rete tra soggetti del pubblico e del privato.
Sostegno alla rete degli enti nella creazione di interventi infrastrutturali a sostegno delle persone SD attraverso un monitoraggio continuo delle azioni messe in essere, valutazione della loro efficacia effettiva e rimodulazione in itinere degli interventi.
4.2 PO I FEAD
Gli interventi previsti dalla misura PO I FEAD verranno previsti per la medesima fascia di popolazione andando a dare concretezza agli interventi previsti nella precedente misura nei termini delle unità di strada e di aggancio delle persone in situazione di grave marginalità oltre a sostegno degli interventi di HF/HL.
Mentre la precedente misura interviene, sulla formazione di un approccio alla presa in carico dei soggetti fragili attraverso un accompagnamento educativo in rete, con il fondo FEAD si da copertura e sostegno alle precedenti azioni tramite la previsione di strumenti pratici e concreti da erogare ai beneficiari.
Un sostegno importante è previsto a chi vive per strada in situazioni emergenziali, prevedendo dotazioni di prima necessità che andranno ad integrare quanto già erogato dalle associazioni attive sul fenomeno. Le prossime dimissioni dai CAS cittadini di chi non ha ottenuto il riconoscimento di profugo fa prevedere un incremento di persone che in condizioni di indigenza stazioneranno sul territorio comunale privi di qualsiasi risorsa e che in base all’andamento del progetto se ne valuterà una eventuale proposta di inclusione.
Un secondo pacchetto di dotazioni saranno invece fornite a sostegno dei progetti di inclusione abitativa e lavorativa.
Verranno condivise dal team di progetto come la scelta circa la modalità di utilizzo degli strumenti di seguito indicati che verrà definita in base alla fase di realizzazione delle attività progettate.
- Acquisto di materiali da assegnare ai singoli per piccole manutenzioni degli alloggi messi a disposizione del progetto: scale, materiale per tinteggiare, rulli e pennelli, etc ;
- Interventi di bassa soglia per situazioni di emergenza : distribuzione di vestiario, kit per l’igiene, materassini, sacchi a pelo, etc.;
- Acquisto di materiali per le abitazioni destinati ad HF/HL con lascito in dote alla conclusione del progetto di autonomizzazione abitativa con dimissione dal percorso quali ad es.: materassi, cuscini, lenzuola, piccoli elettrodomestici e attrezzature da cucina o biancheria per la casa.
Per l’acquisto e la distribuzione dei seguenti beni il Comune nel ruolo di capofila dell’Ambito, individuerà, insieme ai partner aderenti al progetto, i soggetti del terzo settore/volontariato che saranno allo scopo delegati.
4.3 Complementarietà e sostenibilità
L’offerta degli interventi previsti dal sistema descritto nel paragrafo 2.4 trova un naturale collocazione in entrambi i programmi europei che si integrano nel sistema previsto in quanto atti a favorire:
- la messa a sistema della rete dei servizi e degli interventi già attivi sul territorio;
- una complessiva implementazione dei servizi offerti, in un ottica sperimentale ed innovativa del sistema tradizionalmente presente a Novara. In particolare con una attenzione a quel range di interventi che trovano una collocazione al di fuori ed agli estremi della filiera tradizionale dei servizi a bassa soglia quali dormitori, mense e bagni pubblici, intervenendo in due delicati ma essenziali momento quali sono l’ aggancio delle persone ai percorsi di aiuto (con le unità di strada), come in quelli di una positiva fuoriuscita da questi verso un effettivo reinserimento sociale (HF/L e i percorsi formativi e di tirocinio);
- superamento della concezione di mera erogazione di beni (Kit di aiuto) e servizi (alloggi temporanei) riconoscendo ed utilizzando questi quali strumenti che danno forza e significato al percorso di presa in carico delle persone in difficoltà da parte degli operatori dei servizi e volontariato e del terzo settore in genere
- acquisizione e rafforzamento delle competenze sperimentate anche attraverso processi formativi di accompagnamento alla presa in carico di soggetti con gravi problematiche di estremo disadattamento sociale e marginalità.
5 RISULTATI ATTESI
Ambito territoriale di ALESSANDRIA
5.1 Indicatori di output degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Output |
Servizi di presa in carico | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico grazie al potenziamento del servizio realizzato sulla base del finanziamento richiesto |
15 persone SD delle quali 6 multiproblematiche e 9 con problematiche unicamente socio economiche | |
Percorsi di Housing First/Housing Led | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso di Housing First/Housing Led |
15 | |
Percorsi di tirocinio/inclusione sociale | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso di tirocinio/inclusione sociale |
12 | |
Percorsi formativi e linguistici | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso formativo e linguistico |
11 | |
Percorsi di accompagnamento ai servizi socio-sanitari | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso di accompagnamento socio-sanitario |
15 | |
Formazione di Ambito rivolta agli operatori sociali e sanitari, alla Polizia Municipale e ai volontari di terzo settore | Stima del numero dei partecipanti al corso di formazione (1 corso di 8 ore) |
30 | |
Formazione di Ambito rivolta agli ufficiali d’anagrafe | Stima del numero dei partecipanti al corso di formazione (1 corso di 4 ore) |
15 | |
Contatto leggero con SD da raggiungere con l’Equipe di Pronto Intervento di Strada orientandoli agli sportelli territoriali e valutando le emergenze | Stima del numero di persone senza dimora stazionanti in rifugi temporanei o in strada raggiunti dall’Equipe |
40 |
5.2 Indicatori di risultato degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Risultati |
Servizi di presa in carico | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico grazie al potenziamento del servizio realizzato sulla base del finanziamento richiesto |
80% | |
Percorsi di Housing First/Housing Led | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso di Housing First/Housing Led |
80% | |
Percorsi di tirocinio/inclusione sociale | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso di tirocinio/inclusione sociale |
80% | |
Percorsi formativi e linguistici | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso formativo e linguistico |
70% | |
Percorsi di accompagnamento ai servizi socio- sanitari | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso di accompagnamento socio-sanitario |
80% | |
Formazione di Ambito rivolta agli operatori sociali e sanitari, alla Polizia Municipale e ai volontari di terzo settore | Stima del numero dei partecipanti al corso di formazione (1 corso di 8 ore) |
80% | |
Formazione di Ambito rivolta agli ufficiali d’anagrafe | Stima del numero dei partecipanti al corso di formazione (1 corso di 4 ore) |
80% | |
Servizi di pronto intervento | |
Presa in carico SD contattati attraverso l’Equipe di Pronto Intervento di Strada | Stima del numero di persone senza dimora stazionanti in rifugi temporanei o in strada raggiunte dall’Equipe |
15% |
Monitoraggio nell’implementazione dei servizi innovativi e valutazione dell’efficacia dell’intervento | Censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio Aumento dei servizi innovativi sul territorio del +40% Aumento delle persone agganciate e prese in carico da servizi innovativi con azioni di housing Diminuzione della presenza di persone in strada presenti sul territorio |
5.3 Indicatori di output relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Output |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
1) Kit Indumenti (cappotti, calzature ecc.): 40 | |
2) Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, xxxxxx, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.): 40 kit | |
3) Kit d’emergenza (sacchi a pelo, coperte, ecc.): 40 | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
1) Kit Indumenti per persone in alloggi (cappotti, calzature ecc.): 15 | |
2) Kit Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, xxxxxx, spazzolini da denti, rasoi monouso, detersivi ecc.) per persone in alloggi: 15 | |
3) Attrezzature da cucina (padelle, pentole, posate, detersivi e strumenti per lavori domestici): 15 | |
4) Kit avviamento casa (biancheria, asciugamani, lenzuola): 15 | |
5) Strumenti a corredo di attività formative: guanti e scarpe da lavoro, visite mediche per lavoro, materiale educativo e formativo: 15 kit |
* Indicatori tratti dall’allegato al Regolamento Delegato (UE) n. 1255/2014, punti 15b e 17.
5.4 Indicatori di risultato relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Risultati |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Numero totale di persone senza dimora beneficiarie degli interventi |
40 persone/anno | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Numero di persone senza dimora prese in carico che beneficiano del percorso di Housing First/Housing Led |
15 | |
Allestimento di abitazioni per progetti di Housing First/Housing Led | Numero di abitazioni arredate per Hl/HF |
5 |
Ambito territoriale di ASTI
5.1 Indicatori di output degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Output |
Servizi di presa in carico | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico grazie al potenziamento del servizio realizzato sulla base del finanziamento richiesto |
n. 15 individualizzate | |
n. 100 contatti con servizi a bassa soglia | |
Servizio di mediazione abitativa e accompagnamento all’abitare | Stima del numero di persone senza dimora accompagnate all’abitare |
n. 15 | |
Percorsi di inclusione sociale e lavorativa | Stima del numero di persone senza dimora accompagnate a percorsi di inclusione sociale e lavorativa |
n. 15 | |
Percorsi di supporto educativo | Stima del numero di persone senza dimora accompagnati alla piena reintegrazione sociale |
n. 15 | |
Diffusione buone prassi a livello di ambito | Numero di Comuni dell’ambito coinvolti per la sensibilizzazione |
n. 20 |
5.2 Indicatori di risultato degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Risultati |
Servizi di presa in carico | Beneficiari/rie senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa presi in carico e seguite in vari percorsi di riabilitazione/reintegrazione |
n. 12 (80 % persone prese in carico) | |
Servizio di mediazione abitativa e accompagnamento all’abitare | Beneficiari/rie senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inseriti in piani di sostegno o che abbiano superato la condizione acuta di bisogno al termine del progetto di aiuto |
n. 12 (80 % persone prese in carico) | |
Percorsi di inclusione sociale e lavorativa | Beneficiari/rie senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inserite in percorsi personalizzati di inclusione |
n. 12 (80 % persone prese in carico) | |
Percorsi di supporto educativo | Beneficiari/rie senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa supportati da personale dell’equipe nella realizzazione del percorso individuale di insclusione sociale |
n. 12 (80 % persone prese in carico) | |
Diffusione buone prassi a livello di ambito | Comuni che aderiscono almeno parzialmente alle prassi condivise proposte |
n. 10 (50 % dei comuni sensibilizzati) | |
Monitoraggio nell’implementazione dei servizi innovativi e valutazione dell’efficacia dell’intervento | Censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio Aumento dei servizi innovativi sul territorio del +40% Aumento delle persone agganciate e prese in carico da servizi innovativi con azioni di housing Diminuzione della presenza di persone in strada presenti sul territorio |
5.3 Indicatori di output relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Output |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
4) Indumenti (cappotti, calzature ecc.): 100 Kit/anno | |
5) Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, xxxxxx, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.): 100 Kit/anno | |
6) Kit d’emergenza (guanti e berretti, calzature, coperte):50 kit/anno | |
7) Altri materiali essenziali (specificare): Parka uomo e jeans: 30/anno Lenzuola: 30/anno Armadietti: 25 nei due anni | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
6) Indumenti (abbigliamento, calzature,intimo ecc.): 15 nei due anni | |
7) Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, xxxxxx, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.): 15 kit nei due anni | |
8) Attrezzature da cucina (padelle, pentole, posate ecc.): fornitura completa per 9 situazioni abitative nei due anni | |
9) Altre dotazioni per alloggi di transizione (biancheria, asciugamani, lenzuola): 15 kit nei due anni | |
10) Strumenti a corredo di attività formative(materiale personale per attività pratiche e in aula) 15 nei due anni |
* Indicatori tratti dall’allegato al Regolamento Delegato (UE) n. 1255/2014, punti 15b e 17.
5.4 Indicatori di risultato relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Risultati |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Numero totale di persone senza dimora beneficiarie degli interventi: |
100 persone dislocate nel territorio dell’ambito | |
Interventi rivolti alle specifiche necessità delle donne senza dimora | Numero totale di donne senza dimora beneficiarie degli interventi): |
il 10% del totale | |
Interventi finalizzati a soddisfare le richieste di aiuto e di dotazioni di pronta emergenza | Numero di persone raggiunte nella distribuzione di dotazioni di pronta emergenza: |
100 persone dislocate nel territorio dell’ambito | |
Attivazione di percorsi finalizzati all’autonomia economica | Numero di persone senza dimora inserite in percorsi di Buoni servizio, formazione, tirocini |
n.15 | |
Collocazione in alloggi di transizione e/o di Housing first | Numero di persone senza dimora collocate al termine dei due anni di progettazione in alloggio di transizione e/o di Housing first, anche agevolate con accompagnamento dell’’affidatario |
n. 12 (80 % persone prese in carico) |
Ambito territoriale di Biella
6.1 Indicatori di output degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Output |
Servizi di presa in carico | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico grazie al potenziamento del servizio realizzato sulla base del finanziamento richiesto |
11 persone (dei quali 8 multiproblematiche e 3 con problematiche unicamente socio-economiche) | |
40 contatti tramite servizi a bassa soglia | |
servizio di mediazione abitativa e accompagnamento all'abitare | 11 persone |
percorsi di inclusione sociale/lavorativa | 11 persone |
percorsi di supporto educativo. | 11 persone |
Voucher formativi attivati | 11 persone |
5.2 Indicatori di risultato degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Risultati |
servizio di mediazione abitativa e accompagnamento all'abitare | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inseriti in piani di sostegno o che abbiano superato la condizione acuta di bisogno ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione): almeno l'80% delle persone prese in carico |
percorsi di inclusione sociale/lavorativa percorsi di supporto educativo. | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa che sono state inserite in percorsi di inclusione sociale/inserimento lavorativo ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione): almeno l'80% delle persone prese in carico |
Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa che sono state inserite in percorsi di inclusione sociale/inserimento lavorativo ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione): 80% delle persone prese in carico |
Utilizzo voucher formativi | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa che sono hanno beneficiato di percorso formativo ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione): almeno l'80% delle persone prese in carico |
Monitoraggio nell’implementazione dei servizi innovativi e valutazione dell’efficacia dell’intervento | • Censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio • Aumento dei servizi innovativi sul territorio del +40% • Aumento delle persone agganciate e prese in carico da servizi innovativi con azioni di housing • Diminuzione della presenza di persone in strada presenti sul territorio |
5.3 Indicatori di output relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Output |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
1. Indumenti (cappotti, calzature ecc.): 40 kit/anno | |
2. Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.): 40 kit/anno | |
3. Kit d’emergenza (sacchi a pelo, coperte, ecc.): 40 kit/anno | |
4. Altri materiali essenziali (specificare): farmaci, materiale sanitario. 20 beneficiari/anno | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
1. Indumenti (cappotti, calzature ecc.): 100 kit biancheria intima (mutande, canotte, calze) | |
2. Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.): 100 | |
3. Attrezzature da cucina (padelle, pentole, posate ecc.): 11 'doti-alloggio' (stoviglie, padelle, piccoli elettrodomestici, materiale per pulizia e raccolta differenziata) | |
4. Altre dotazioni per alloggi di transizione (biancheria, asciugamani, lenzuola): 11 'doti- alloggio' | |
5. Strumenti a corredo di attività formative: |
6. Altri beni materiali (specificare): materiale per tinteggiatura e piccole riparazioni. 11 'doti- alloggio' |
5.4 Indicatori di risultato relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Risultati |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Numero totale di persone senza dimora beneficiarie degli interventi |
40 persone/anno | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Definire l’indicatore |
11 persone nel periodo |
Ambito territoriale di Cuneo
5.1 Indicatori di output degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Output |
Servizi di presa in carico | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico grazie al potenziamento del servizio realizzato sulla base del finanziamento richiesto |
40 persone contattate con servizi a bassa soglia 15 persone (delle quali 10multiproblematiche e 5 con problematiche unicamente socio-economiche) Attraverso due step temporali | |
mediazione abitativa e accompagnamento all'abitare | 15 (con azioni possibili su altri circa 20 persone già oggetto di intervento) |
percorsi di inclusione sociale/lavorativa | 15 |
percorsi di supporto educativo e di abilità sociale | 15 |
Voucher o altre iniziative formative | 15 |
5.2 Indicatori di risultato degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Risultati |
servizio di mediazione abitativa e accompagnamento all'abitare | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inseriti in piani di sostegno o che abbiano superato la condizione acuta di bisogno ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione): almeno il 70% delle persone prese in carico |
percorsi di inclusione sociale/lavorativa | |
Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa che sono state inserite in percorsi di inclusione sociale/inserimento lavorativo ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione): almeno il 70% delle persone prese in carico | |
percorsi di supporto educativo. | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa che sono state inserite in percorsi di inclusione sociale/inserimento lavorativo ad un anno dalla presa in carico (indicatore |
specifico di risultato PON Inclusione): 80% delle persone prese in carico | |
Utilizzo voucher o altre iniziative formative | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa che sono hanno beneficiato di percorso formativo ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione): almeno il 50% delle persone prese in carico |
Monitoraggio nell’implementazione dei servizi innovativi e valutazione dell’efficacia dell’intervento | Censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio Aumento dei servizi innovativi sul territorio del +40% Aumento delle persone agganciate e prese in carico da servizi innovativi con azioni di housing Diminuzione della presenza di persone in strada presenti sul territorio |
5.3 Indicatori di output relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Output |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
1. Indumenti (cappotti, calzature, maglie, biancheria intima, ecc.): 100 kit | |
2. Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso, farmaci, alimentari, asciugamani, ecc.): 42 kit | |
3. Kit d’emergenza (sacchi a pelo, coperte, ecc.): 50 kit | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
1. Indumenti (cappotti, calzature, maglie, biancheria intima, ecc.): 15 kit | |
2. Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso alimentari di emergenza, farmaci, ricreazione, ecc.): 15 kit | |
3. Kit avviamento casa (padelle, pentole, posate elettrodomestici, materiale per pulizia, ecc.) 15 kit | |
5. Strumenti a corredo di attività formative/ricreative: per 10 persone |
* Indicatori tratti dall’allegato al Regolamento Delegato (UE) n. 1255/2014, punti 15b e 17.
5.4 Indicatori di risultato relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Risultati |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Numero totale di persone senza dimora beneficiarie degli interventi |
40 persone/anno | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Numero dei soggetti accompagnati beneficiari |
15 persone nel periodo |
Ambito territoriale di NOVARA
5.1 Indicatori di output degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Output |
Servizi di presa in carico | Stima del numero di persone senza dimora prese in carico grazie al potenziamento del servizio realizzato sulla base del finanziamento richiesto |
Servizi a bassa soglia : 100 persone | |
Inserimento abitativo: 12 persone | |
Servizio di mediazione abitativa e accompagnamento all'abitare | 12 |
Percorsi di inclusione sociale/lavorativa | 12 |
Percorsi di supporto educativo. | 12 |
Voucher formativi attivati | 12 |
5.2 Indicatori di risultato degli interventi finanziati dal PON Inclusione
Categorie di intervento/servizi | Risultati |
servizio di mediazione abitativa e accompagnamento all'abitare | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inseriti in piani di sostegno o che abbiano superato la condizione acuta di bisogno ad un anno dalla presa in carico (indicatore specifico di risultato PON Inclusione) |
almeno l'80% delle persone prese in carico | |
percorsi di inclusione sociale/lavorativa | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inseriti in piani di sostegno o che abbiano superato la condizione acuta di bisogno ad un anno dalla presa in carico |
almeno l'80% delle persone prese in carico | |
percorsi di supporto educativo. | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inseriti in piani di sostegno o che abbiano superato la condizione acuta di bisogno ad un anno dalla presa in carico |
almeno l'80% delle persone prese in carico | |
Servizio di counselling finalizzato all’accompagnamento ai servizi di chi vive in strada | Beneficiari senza tetto o persone colpite da esclusione abitativa inseriti in piani di sostegno o che abbiano superato la condizione acuta di bisogno ad un anno dalla presa in carico |
almeno l'80% delle persone contattate |
Monitoraggio nell’implementazione dei servizi innovativi e valutazione dell’efficacia dell’intervento | Censimento dei servizi e delle persone presenti sul territorio Aumento dei servizi innovativi sul territorio del +40% Aumento delle persone agganciate e prese in carico da servizi innovativi con azioni di housing Diminuzione della presenza di persone in strada presenti sul territorio |
5.3 Indicatori di output relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Output |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
Indumenti (cambio, biancheria intima,ecc.): 100 kit | |
Prodotti per l’igiene personale (kit igiene, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.) 100 kit | |
buoni docce (tessera 8 ingressi) 200 | |
Kit d’emergenza (sacchi a pelo) 80 | |
Kit d’emergenza (materassino) 80 | |
Altri materiali essenziali (farmaci e materiale sanitario) 200 | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Stima della quantità di beni distribuiti a persone senza dimora grazie al finanziamento richiesto con riferimento alle categorie di seguito indicate. |
Indumenti (cappotti, calzature ecc.): 40 Kit | |
Prodotti per l’igiene (Kit per pulizie casa e abbigliamento della casa (ecc.): 40 Kit | |
Attrezzature da cucina (padelle, pentole, posate ecc.):20 Kit | |
Kit avviamento casa (biancheria, asciugamani, lenzuola, ecc):12 | |
Altri beni materiali: 12 biciclette |
* Indicatori tratti dall’allegato al Regolamento Delegato (UE) n. 1255/2014, punti 15b e 17.
5.4 Indicatori di risultato relativi all’acquisto di beni materiali finanziato dal PO I FEAD
Interventi | Risultati |
Interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: la distribuzione di beni di prima necessità | Numero totale di persone senza dimora beneficiarie degli interventi |
60 | |
Interventi rivolti alla prima assistenza di persone non conosciute ai servizi o che non sono in grado di accedervi | Persone che vivono all’addiaccio sul territorio comunale |
40 | |
Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia | Persone inserite in progetti di autonomia abitativa |
12 | |
Distribuzione di beni materiali rivolti al sostegno dei percorsi | Persone inserite in percorsi di attività formative-di reinserimento lavorativo: 12 |
Foglio 5 Piano Finanziario
Ripartizione Risorse Fondi UE e Nazionali
Regione Piemonte | PON INCLUSIONE | PO I FEAD | |
€ 767.500,00 | Distribuzione beni | Misure d'accompagnamento | |
Totali | € 383.750,00 | € 366.306,82 | € 17.443,18 |
50% sostegno dell'Unione | € 191.875,00 | € 183.153,41 | € 8.721,59 |
50% contropartita nazionale | € 191.875,00 | € 183.153,41 | € 8.721,59 |
PON INCLUSIONE Regione Piemonte complessivo Scheda 1 PIANO FINANZIARIO
VOCI DI COSTO | Unità di misura (numero risorse umane, n. affidamenti, ecc.) | Quantità | Costo unitario | TOTALE | NOTE (specificare sinteticamente a quale categoria/e di azione/i si riferisce la voce di costo) | |
1.1 | Assistenti sociali | € 0,00 | ||||
1.2 | Assistenti sociali specialisti | € 0,00 | ||||
1.3 | Educatori professionali | € 0,00 | ||||
1.4 | Educatori professionali, Educatori sociali | € 0,00 | ||||
1.5 | Personale specializzato (pronto intervento e disagio) | € 0,00 | ||||
1.6 | Operatori socio sanitari/ADB/OTA | € 0,00 | ||||
1.7 | Mediatori interculturali/tecnici della mediazione culturale | € 0,00 | ||||
1.8 | Operatori e personale amministrativo specializzato | € 0,00 | ||||
1.9 | Operatori e personale amministrativo non specializzato | € 0,00 | ||||
1.10 | Altro (specificare) | € 0,00 | ||||
TOTALE 1 - ASSUNZIONE DIRETTA DI PERSONALE SPECIALIZZATO | € 0,00 | |||||
2.1 | Prestazioni d’opera da parte di persone fisiche e/o giuridiche (aggiungere righe se necessario) | Incarico | 3,00 | € 65.500,00 | formazione-coordinamento operatori/rete/servizi | |
2.2 | Affidamento all’esterno (aggiungere righe se necessario) | |||||
2.2.a | Accompagnamento, monitoraggio e valutazione a regia regionale | Affidamento | 5,00 | € 4.000,00 | € 20.000,00 | formazione generale partners |
2.2.b | Personale specializzato | Affidamento | 10,00 | € 146.260,72 | educatori professionali, mediatori, formatori ed operatori specializzati |
2.3 | Convenzioni con enti/strutture attive sul territorio (aggiungere righe se necessario) | Convenzione | 3,00 | € 53.175,28 | operatori specializzati | |
2.4 | Procedure di Co-progettazione di servizi innovativi | incarico | 1,00 | € 7.174,00 | personale specializzato | |
2.5 | Altro (specificare) | |||||
TOTALE 2 - ALTRE MODALITA' DI ACQUISIZIONE DEI SERVIZI | € 292.110,00 | |||||
3.1 | Voucher di servizio (catalogo prestazioni presso strutture accreditate) | ore | € 11.800,00 | |||
3.2 | Voucher formativi da utilizzare presso enti accreditati (catalogo formativo) | ore | € 9.900,00 | |||
3.3 | Attivazione diretta di tirocini inclusivi, LPU, etc. | mesi | € 31.440,00 | |||
3.4 | Altro (specificare) | € 0,00 | ||||
TOTALE 3 - ALTRE MODALITA' DI ATTUAZIONE INTERVENTI | € 53.140,00 | |||||
4.1 | Mobilio per progetti housing first/led | Persone | 68,00 | € 550,00 | € 38.000,00 | |
4.2 | attrezzature informatiche | 1,00 | € 500,00 | |||
TOTALE 4 - ACQUISTO MATERIALE E STRUMENTAZIONE | € 38.500,00 | |||||
TOTALE A VALERE SU PON INCLUSIONE | € 383.750,00 |
PO I FEAD Scheda 1 PIANO FINANZIARIO
1. VOCI DI COSTO BENI DI PRIMA NECESSITA’ | Unità di misura | Quantità | Costo unitario | TOTALE | ||
1.01 | Indumenti (cappotti, calzature ecc.) | persone | 320,00 | € 310,00 | € 99.200,00 | |
1.02 | Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.) | persone | 320,00 | € 69,00 | € 22.080,00 | |
1.03 | Kit d’emergenza (sacchi a pelo, coperte, tenda termica ecc.) | persone | 320,00 | € 300,00 | € 96.000,00 | |
1.04 | Altri materiali essenziali (specificare) | kit sanitari, occhiali, ecc | 160,00 | € 150,00 | € 24.000,00 | |
SUBTOTALE 1 | € 241.280,00 | |||||
2. VOCI DI COSTO ALTRI BENI MATERIALI | Unità di misura | Quantità | Costo unitario | TOTALE | ||
2.01 | Indumenti (cappotti, calzature ecc.) | persona | 68,00 | € 300,00 | € 20.400,00 | |
2.02 | Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.) | persona | 68,00 | € 100,55 | € 6.835,43 | |
2.03 | Attrezzature da cucina (padelle, pentole, posate ecc.) | persona | 68,00 | € 206,00 | € 14.008,00 | |
2.04 | Altre dotazioni per alloggi di transizione (biancheria, asciugamani, lenzuola) | persona | 68,00 | € 250,00 | € 17.000,00 | |
Start pack (piccoli elettrodomestici, complementi indispensabili personali | persona | 68,00 | € 505,00 | € 34.340,00 | ||
2.05 | Strumenti a corredo di attività formative | persona | 68,00 | € 150,00 | € 10.200,00 | |
2.06 | Altri beni materiali (ausili sanitari, biciclette, ecc) | persona | 30,00 | € 160,00 | € 4.800,00 | |
SUBTOTALE 2 | € 107.583,43 | |||||
SUBTOTALE VOCI DI COSTO 1+2 | € 348.863,43 | |||||
3. SPESE AMMINISTRATIVE, TRASPORTO E IM | Metodo di calcolo | TOTALE |
3.01 | Spese amministrative, di trasporto e di immagazzinaggio sostenute dalle organizzazioni partner | Percentuale forfettaria pari al 5% del totale delle spese di cui ai punti 1 e 2 | € 17.443,17 | ||
TOTALE DISTRIBUZIONE BENI 1+2+3 (cfr. colonna 3 Tabella 3 dell’Avviso) | € 366.306,60 | ||||
4. MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO (cfr. colonna 4 Tabella 3 dell’Avviso) | Metodo di calcolo | TOTALE | |||
4.01 | Spese per le misure di accompagnamento svolte dalle organizzazioni partner che forniscono direttamente o indirettamente assistenza materiale di base | Percentuale forfettaria pari al 5% del totale delle spese di cui ai punti 1 e 2 | € 17.443,40 | ||
TOTALE A VALERE SUL FEAD | € 383.750,00 |
Ripartizione Risorse Fondi UE e Nazionali
Regione Piemonte | PON INCLUSIONE | PO I FEAD | |
€ 767.500,00 | Distribuzione beni | Misure d'accompagnamento | |
Totali | € 383.750,00 | € 366.306,82 | € 17.443,18 |
50% sostegno dell'Unione | € 191.875,00 | € 183.153,41 | € 8.721,59 |
50% contropartita nazionale | € 191.875,00 | € 183.153,41 | € 8.721,59 |
PON INCLUSIONE Regione Piemonte 2017 Scheda 1 PIANO FINANZIARIO
VOCI DI COSTO | Unità di misura (numero risorse umane, n. affidamenti, ecc.) | Quantità | Costo unitario | TOTALE | NOTE (specificare sinteticamente a quale categoria/e di azione/i si riferisce la voce di costo) | |
1.1 | Assistenti sociali | € 0,00 | ||||
1.2 | Assistenti sociali specialisti | € 0,00 | ||||
1.3 | Educatori professionali | € 0,00 | ||||
1.4 | Educatori professionali, Educatori sociali | € 0,00 | ||||
1.5 | Personale specializzato (pronto intervento e disagio) | € 0,00 | ||||
1.6 | Operatori socio sanitari/ADB/OTA | € 0,00 | ||||
1.7 | Mediatori interculturali/tecnici della mediazione culturale | € 0,00 | ||||
1.8 | Operatori e personale amministrativo specializzato | € 0,00 | ||||
1.9 | Operatori e personale amministrativo non specializzato | € 0,00 | ||||
1.10 | Altro (specificare) | € 0,00 | ||||
TOTALE 1 - ASSUNZIONE DIRETTA DI PERSONALE SPECIALIZZATO | € 0,00 | |||||
2.1 | Prestazioni d’opera da parte di persone fisiche e/o giuridiche (aggiungere righe se necessario) | Incarico | 3,00 | € 21.833,33 | formazione-coordinamento operatori/rete/servizi | |
2.2 | Affidamento all’esterno (aggiungere righe se necessario) | |||||
2.2.a | Accompagnamento, monitoraggio e valutazione a regia regionale | Affidamento | 5,00 | € 1.333,33 | € 6.666,66 | formazione generale partners |
2.2.b | Personale specializzato | Affidamento | 10,00 | € 48.753,57 | educatori professionali, mediatori, formatori ed operatori specializzati |
2.3 | Convenzioni con enti/strutture attive sul territorio (aggiungere righe se necessario) | Convenzione | 3,00 | € 17.725,09 | operatori specializzati | |
2.4 | Procedure di Co-progettazione di servizi innovativi | incarico | 1,00 | € 2.391,33 | personale specializzato | |
2.5 | Altro (specificare) | |||||
TOTALE 2 - ALTRE MODALITA' DI ACQUISIZIONE DEI SERVIZI | € 97.369,98 | |||||
3.1 | Voucher di servizio (catalogo prestazioni presso strutture accreditate) | ore | € 3.933,33 | |||
3.2 | Voucher formativi da utilizzare presso enti accreditati (catalogo formativo) | ore | € 3.300,00 | |||
3.3 | Attivazione diretta di tirocini inclusivi, LPU, etc. | mesi | € 10.480,00 | |||
3.4 | Altro (specificare) | € 0,00 | ||||
TOTALE 3 - ALTRE MODALITA' DI ATTUAZIONE INTERVENTI | € 17.713,33 | |||||
4.1 | Mobilio per progetti housing first/led | Persone | 68,00 | € 550,00 | € 12.666,66 | |
4.2 | attrezzature informatiche | 1,00 | € 166,66 | |||
TOTALE 4 - ACQUISTO MATERIALE E STRUMENTAZIONE | € 12.833,32 | |||||
TOTALE A VALERE SU PON INCLUSIONE | € 127.916,66 |
PO I FEAD Scheda 1 PIANO FINANZIARIO
1. VOCI DI COSTO BENI DI PRIMA NECESSITA’ | Unità di misura | Quantità | Costo unitario | TOTALE | ||
1.01 | Indumenti (cappotti, calzature ecc.) | persone | 320,00 | € 310,00 | € 33.066,66 | |
1.02 | Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.) | persone | 320,00 | € 69,00 | € 7.360,00 | |
1.03 | Kit d’emergenza (sacchi a pelo, coperte, tenda termica ecc.) | persone | 320,00 | € 300,00 | € 32.000,00 | |
1.04 | Altri materiali essenziali (specificare) | kit sanitari, occhiali, ecc | 160,00 | € 150,00 | € 8.000,00 | |
SUBTOTALE 1 | € 80.426,66 | |||||
2. VOCI DI COSTO ALTRI BENI MATERIALI | Unità di misura | Quantità | Costo unitario | TOTALE | ||
2.01 | Indumenti (cappotti, calzature ecc.) | persona | 68,00 | € 300,00 | € 6.800,00 | |
2.02 | Prodotti per l’igiene personale (kit per pronto soccorso, saponi, spazzolini da denti, rasoi monouso ecc.) | persona | 68,00 | € 100,55 | € 2.278,48 | |
2.03 | Attrezzature da cucina (padelle, pentole, posate ecc.) | persona | 68,00 | € 206,00 | € 4.669,33 | |
2.04 | Altre dotazioni per alloggi di transizione (biancheria, asciugamani, lenzuola) | persona | 68,00 | € 250,00 | € 5.666,67 | |
Start pack (piccoli elettrodomestici, complementi indispensabili personali | persona | 68,00 | € 505,00 | € 11.446,67 | ||
2.05 | Strumenti a corredo di attività formative | persona | 68,00 | € 150,00 | € 3.400,00 | |
2.06 | Altri beni materiali (ausili sanitari, biciclette, ecc) | persona | 30,00 | € 160,00 | € 1.600,00 | |
SUBTOTALE 2 | € 35.861,15 | |||||
SUBTOTALE VOCI DI COSTO 1+2 | € 116.287,81 | |||||
3. SPESE AMMINISTRATIVE, TRASPORTO E IM | Metodo di calcolo | TOTALE |
3.01 | Spese amministrative, di trasporto e di immagazzinaggio sostenute dalle organizzazioni partner | Percentuale forfettaria pari al 5% del totale delle spese di cui ai punti 1 e 2 | € 5.814,39 | ||
TOTALE DISTRIBUZIONE BENI 1+2+3 (cfr. colonna 3 Tabella 3 dell’Avviso) | € 122.102,20 | ||||
4. MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO (cfr. colonna 4 Tabella 3 dell’Avviso) | Metodo di calcolo | TOTALE | |||
4.01 | Spese per le misure di accompagnamento svolte dalle organizzazioni partner che forniscono direttamente o indirettamente assistenza materiale di base | Percentuale forfettaria pari al 5% del totale delle spese di cui ai punti 1 e 2 | € 5.814,62 | ||
TOTALE A VALERE SUL FEAD | € 127.916,66 |
ù
PON INCLUSIONE Regione Piemonte 2018 Scheda 1 PIANO FINANZIARIO
VOCI DI COSTO | Unità di misura (numero risorse umane, n. affidamenti, ecc.) | Quantità | Costo unitario | TOTALE | NOTE (specificare sinteticamente a quale categoria/e di azione/i si riferisce la voce di costo) | |
1.1 | Assistenti sociali | € 0,00 | ||||
1.2 | Assistenti sociali specialisti | € 0,00 | ||||
1.3 | Educatori professionali | € 0,00 | ||||
1.4 | Educatori professionali, Educatori sociali | € 0,00 | ||||
1.5 | Personale specializzato (pronto intervento e disagio) | € 0,00 | ||||
1.6 | Operatori socio sanitari/ADB/OTA | € 0,00 | ||||
1.7 | Mediatori interculturali/tecnici della mediazione culturale | € 0,00 | ||||
1.8 | Operatori e personale amministrativo specializzato | € 0,00 | ||||
1.9 | Operatori e personale amministrativo non specializzato | € 0,00 | ||||
1.10 | Altro (specificare) | € 0,00 | ||||
TOTALE 1 - ASSUNZIONE DIRETTA DI PERSONALE SPECIALIZZATO | € 0,00 | |||||
2.1 | Prestazioni d’opera da parte di persone fisiche e/o giuridiche (aggiungere righe se necessario) | Incarico | 3,00 | € 21.833,33 | formazione-coordinamento operatori/rete/servizi | |
2.2 | Affidamento all’esterno (aggiungere righe se necessario) | |||||
2.2.a | Accompagnamento, monitoraggio e valutazione a regia regionale | Affidamento | 5,00 | € 1.333,33 | € 6.666,66 | formazione generale partners |
2.2.b | Personale specializzato | Affidamento | 10,00 | € 48.753,57 | educatori professionali, mediatori, formatori ed operatori specializzati |
2.3 | Convenzioni con enti/strutture attive sul territorio (aggiungere righe se necessario) | Convenzione | 3,00 | € 17.725,09 | operatori specializzati | |
2.4 | Procedure di Co-progettazione di servizi innovativi | incarico | 1,00 | € 2.391,33 | personale specializzato | |
2.5 | Altro (specificare) | |||||
TOTALE 2 - ALTRE MODALITA' DI ACQUISIZIONE DEI SERVIZI | € 97.369,98 | |||||
3.1 | Voucher di servizio (catalogo prestazioni presso strutture accreditate) | ore | € 3.933,33 | |||
3.2 | Voucher formativi da utilizzare presso enti accreditati (catalogo formativo) | ore | € 3.300,00 | |||
3.3 | Attivazione diretta di tirocini inclusivi, LPU, etc. | mesi | € 10.480,00 | |||
3.4 | Altro (specificare) | € 0,00 | ||||
TOTALE 3 - ALTRE MODALITA' DI ATTUAZIONE INTERVENTI | € 17.713,33 | |||||
4.1 | Mobilio per progetti housing first/led | Persone | 68,00 | € 550,00 | € 12.666,66 | |
4.2 | attrezzature informatiche | 1,00 | € 166,66 | |||
TOTALE 4 - ACQUISTO MATERIALE E STRUMENTAZIONE | € 12.833,32 | |||||
TOTALE A VALERE SU PON INCLUSIONE | € 127.916,66 |