Contract
Regolamento per l’utilizzo delle superfici pubbliche e le tipologie di elementi di arredo urbano del centro storico soggetti a procedure di autorizzazione.
Approvato con Deliberazione Consiliare n.47 del 29/09/2015
00000 Xxxxxx Xxxxxx – Piazza Arringo n° 7 Partita IVA/codice fiscale 0022 9010 442
TITOLO I
Principi generali e definizioni
Art.1 Ambito d’applicazione
1.1. Il presente Regolamento disciplina l’uso delle aree pubbliche, o comunque ad uso pubblico a qualsiasi titolo sulla parte del territorio comunale delimitato come Centro Storico così come individuato dal Manuale “Design per lo spazio pubblico della città di Ascoli Xxxxxx. Linee guida per il centro storico” e nel rispetto delle norme del Codice della Strada.
1.2. Obiettivo del presente Regolamento è quello di potenziare le qualità delle attività commerciali, garantendo nel contempo la fruibilità dello spazio pubblico urbano, con particolare riguardo al tessuto storico, nonché quella dei beni storico-culturali che su di esso insistono e assicurando il corretto uso urbanistico ed edilizio del territorio, nel rispetto dei principi generali di sicurezza, riqualificazione formale e funzionale dell’ambiente urbano e di promozione turistica, per una città che attende il riconoscimento dell’UNESCO.
1.3. Sono regolamentati l’utilizzo delle superfici pubbliche e le tipologie di elementi di arredo urbano del centro storico soggetti a specifiche procedure di autorizzazione:
- Tende da sole
- Prodotti e attrezzature soggette a TOSAP.
Per queste categorie tipologiche e i relativi elementi di arredo sono state identificate e definite specifiche prescrizioni, indicazioni e raccomandazioni, con una particolare attenzione ai prodotti e alle attrezzature soggette a tassa per l’occupazione del suolo pubblico (TOSAP).
L’utilizzo è autorizzato in forma temporanea secondo le norme espresse dal presente Regolamento.
Art.2 Soggetti destinatari
Possono richiedere l’autorizzazione previste al punto 1.3:
x. Xxxxx titolari di autorizzazioni di pubblico esercizio di “somministrazione di alimenti e bevande”.
b. Ditte titolari di esercizi commerciali del Settore alimentare.
c. Ditte esercenti attività artigianali del Settore alimentare.
Art.3 Definizioni e limiti del Centro Storico
Il presente Regolamento riguarda il centro storico così come individuato dal P.R.G e dal Manuale “Design per lo spazio pubblico della città di Ascoli Xxxxxx. Linee guida per il centro storico”.
Il centro storico di Ascoli Xxxxxx, delimitato come sopra, è stato definito secondo 5 zone d’ambito, cioè porzioni di paesaggio urbano omogenee per caratteristiche morfologiche e/o funzionali:
- gli assi viari: assi stradali di diversa sezione e tipologia, accomunati dalla funzione principale di connessione tra i diversi ambiti del tessuto urbano del centro o di collegamento tra il centro storico e il resto della città;
- le piazze: luoghi pubblici che si aprono all’interno del tessuto urbano, definendo uno spazio di raccolta dai margini definiti; le piazze sono storicamente luoghi e centri di riunione e assemblea dei cittadini, che assolvevano a funzioni di tipo sociale, politico, commerciale e religioso;
- le rue: strade di piccole o piccolissime dimensioni distintive e prevalenti nel tessuto storico del centro della città di origine o impianto medioevale;
- le aree verdi: sistemazioni urbane di carattere pubblico a prevalente destinazione di verde (giardini pubblici, parchi urbani, aree gioco per i bambini, ecc.), che accolgono lo svolgimento di attività a carattere ludico e ricreativo, di intrattenimento e per il tempo libero a contatto con la natura;
- il lungofiume: percorso, più o meno attrezzato, che si snoda lungo l’alveo fluviale, talvolta incrociando o accompagnando assi o rue di bordo.
Art.4 Norme di carattere generale
4.1 Ai fini e per gli effetti del presente Regolamento la temporaneità si intende riferita ad un periodo di durata complessiva non superiore a 120 giorni, calcolati a far data dal giorno del rilascio dell’autorizzazione di occupazione di suolo pubblico; tale periodo è autorizzabile in un’unica soluzione senza frazionamenti.
4.2 Indicazioni generali:
4.2.1 Aspetti architettonici, monumentali ed ambientali:
Devono essere evitate, in generale, le interferenze delle strutture degli arredi con gli elementi delle facciate e con gli elementi architettonici degli edifici, anche nei casi in cui questi presentino carattere ordinario.
Di norma sarà valutato con particolare attenzione l’inserimento degli arredi che possono interferire con la percezione di elementi o scorci particolarmente significativi dell’ambiente urbano.
Per i progetti inseriti in zone di particolare interesse storico e artistico del centro urbano, l’Amministrazione si riserva di rilasciare l’autorizzazione previa valutazione della coerenza del progetto con il contesto.
4.2.2 Spazi di occupazione
L’area può essere individuata anche solo dall’insieme rappresentato dai tavoli, sedute, protezioni aeree, riducendo al minimo gli elementi di delimitazione che, ove ammesso, devono essere collocati in modo da non costituire una chiusura continua.
In tutti i casi è escluso l’impiego di fioriere per la delimitazione dell’area di occupazione, tranne per quelle tipologie oramai storicizzate che rivestono carattere storico-artistico, del tipo presenti al Caffè Meletti, che potranno essere mantenute e preservate.
Non è ammessa la manomissione del suolo pubblico, permanente o temporanea, funzionale alla installazione delle strutture di arredi.
Nell’area di pertinenza deve essere mantenuta in vista la pavimentazione esistente; non sono quindi ammesse sopraelevazioni del piano di calpestio, fatta salva la presenza di fondo inclinato, con eccessiva pendenza (max 10% ), o di particolari condizioni dello stesso (prato, ghiaia, terra o situazioni di elevato degrado della pavimentazione).
In presenza di dislivelli dovranno essere presi accorgimenti in osservanza alle disposizioni legislative relative alle barriere architettoniche (D.P.R. 384/78, il D.M. 236/89, il D.P.R 503/96, i regolamenti attuativi e circolari esplicative).
4.2.3 Reti tecniche
Devono essere evitate interferenze con reti tecniche o elementi di servizio che ne limitino il funzionamento, l’utilizzo o la manutenzione.
A mero titolo di esempio, non esaustivo, possibili elementi interessati sono: chiusini, griglie, caditoie, idranti, quadri di controllo, misuratori dei servizi erogati, segnaletica verticale ed orizzontale, toponomastica, illuminazione, cestini gettacarte, cabine telefoniche, supporti per manifesti o tabelloni, accessi pedonali o carrai, aree di parcheggio, impianti del verde, panchine, manovra di porte o portoni.
4.2.4 Progetti unitari
Nel caso in cui i pubblici esercizi siano confinanti o comunque gli accessi alle loro attività si trovino ad una distanza inferiore a mt 20.00, la progettazione dell’allestimento delle relative occupazioni deve essere sviluppata attraverso un progetto unitario in accordo tra i proponenti e l’Amministrazione comunale.
Tali progetti dovranno essere redatti nel rispetto delle normative vigenti ed esprimere attraverso la loro conformazione una integrazione con l’ambiente architettonico urbano nel quale saranno collocati. Per progetto unitario non s’intende semplicemente una scelta dei medesimi elementi di arredo, ma piuttosto una loro coerente aggregazione, capace di mantenere integri i caratteri specifici e l’identità dei singoli esercizi pubblici e rispettare la qualità dello spazio urbano.
4.3 Certificazioni e conformità
Le strutture e tutti gli elementi di arredo dovranno essere conformi e certificati secondo le disposizioni legislative in materia di sicurezza, incolumità pubblica, e superamento delle barriere architettoniche.
4.4 Impianti tecnologici
Alla domanda di autorizzazione dovrà essere allegata la progettazione degli impianti ove previsti, in conformità al D.M. 37/2008. In tal caso, prima dell’effettivo utilizzo delle strutture, dovrà essere prodotta la relativa certificazione di conformità redatta da tecnico abilitato. L’impianto elettrico ed i relativi collegamenti dovranno essere realizzati in conformità alle norme CEI vigenti ed al D.M. 37/2008. L’impiantistica dovrà essere realizzata in apposite canaline, non sono ammessi fili pendenti o volanti.
Le luci di illuminazione non dovranno essere in contrasto e/o interferenza con le segnalazioni semaforiche, né arrecare danno ai conducenti di autoveicoli, oltre che essere in armonia cromatica e stilistica con gli altri elementi di arredo.
Sono vietati corpi illuminanti posti sulla facciata dell’edificio per l’illuminazione di ingressi e/o vetrine di attività commerciali. L’illuminazione di ingressi e/o vetrine dovrà essere effettuata all’interno delle stesse.
TITOLO II
NORME SUL PROCEDIMENTO
Art. 5 Autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico e modalità di presentazione della domanda
5.1 L’occupazione di suolo pubblico è soggetta alla preventiva autorizzazione del Comune.
5.2 Nel caso di occupazioni che interessino immobili o aree vincolate ai sensi del D. Lgs 22/01/2004 n. 42 e nel caso di progetti unitari previsti al punto 4.2.4, dovrà essere acquisito il preventivo parere alla competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche.
5.3 In occasione dello svolgimento dei mercati settimanali, del mercatino dell’antiquariato e delle edizioni straordinarie di mercati, fiere ed eventi in genere organizzati dal Comune, ove necessario, l’Amministrazione ha la facoltà di ordinare la rimozione delle attrezzature e degli elementi d’arredo ponendo l’onere a carico dei titolari delle autorizzazioni interessate.
5.4 Durante il periodo di occupazione tutte le eventuali modifiche relative alla titolarità dell’esercizio commerciale dovranno essere tempestivamente comunicate al SUAP - Arredo Urbano per la voltura dell’autorizzazione. In difetto resterà obbligato al pagamento della TOSAP l’intestatario dell’autorizzazione originaria.
5.5 L’autorizzazione potrà essere rilasciata, di volta in volta, per un periodo massimo di 120 giorni consecutivi.
5.6 Le richieste dovranno essere trasmesse al Servizio SUAP - Arredo Urbano e saranno istruite secondo l’ordine cronologico di presentazione, entro un termine massimo di 30 giorni. I termini di cui sopra potranno essere sospesi nel caso in cui l’Ufficio rilevasse la necessità di richiedere integrazioni o modifiche alla documentazione presentata, ovvero acquisire autorizzazioni o nulla osta da parte di altri Servizi o altri Enti. Le autorizzazioni potranno essere revocate in qualsiasi momento o non rinnovate, con conseguente obbligo di ripristino della situazione antecedente con le modalità di cui all’art. 20 del “Regolamento tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche”.
5.7 La domanda in bollo, trasmessa esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata o tramite portale SUAP - Arredo Urbano, deve contenere:
− generalità del richiedente;
− numero di codice fiscale o partita iva del richiedente;
− dati della relativa licenza commerciale;
− ubicazione dell’esercizio commerciale per il quale viene richiesta l’occupazione;
− ubicazione esatta del tratto di area che si chiede di occupare e sua superficie;
− indicazione della durata dell’occupazione di suolo pubblico;
− l’individuazione della zona d’ambito in cui ricade la richiesta e la categoria di occupazione di cui al successivo punto 6.1
Alla domanda, devono essere allegati i seguenti documenti:
a. relazione illustrativa contenente gli elementi descrittivi idonei a consentire la comprensione del progetto e la verifica del rispetto delle disposizioni del presente regolamento;
b. progetto contenente:
- planimetria aerofotogrammetrica in scala 1:1000 per l’ubicazione dell’attività;
- planimetria in scala 1:100 per la rappresentazione dello stato di fatto dell’area interessata (indicazione delle quote planivolumetriche dei piani di calpestio, dei percorsi pedonali e veicolari, dei chiusini e caditoie, degli elementi di arredo urbano, della disciplina di sosta e delle fermate dei mezzi pubblici) con l’indicazione dell’area occupata, mediante tratteggio o retino non coprente, con le relative dimensioni;
- pianta, sezione, prospetti in scala 1:50 e particolari in scala 1:10 idonei a rappresentare l’allestimento in ogni sua parte ed estesi all’edificio fronteggiante; gli elaborati devono rispondere ai seguenti requisiti:
▪ la pianta deve riportare la disposizione degli arredi (tavoli e sedute, le eventuali delimitazioni e la proiezione dell’eventuale copertura);
▪ la sezione deve riportare le altezze degli arredi ed il profilo della pavimentazione esistente;
▪ i prospetti devono riportare il disegno di ogni lato dell’allestimento ed i riferimenti alla composizione di facciata dell’edificio adiacente;
▪ i particolari devono illustrare gli elementi decorativi, i materiali, le rifiniture, i colori ;
c. documentazione fotografica a colori del luogo ove gli arredi devono essere inseriti e fotoinserimento per valutare pienamente l’impatto visivo e la coerenza con il contesto urbano nel quale saranno collocati.
d. campione del tessuto della eventuale copertura;
e. documentazione a colori dell’arredo prescelto e certificazioni per uso outdoor;
f. progetto esecutivo degli impianti, ove previsti, in conformità al D.M. 37/2008 a firma di tecnico abilitato e le certificazioni di conformità relative agli elementi dell’impianto di illuminazione e di climatizzazione;
g. nullaosta del proprietario (o dell’amministratore) qualora la struttura venga posta su area privata con servitù di uso pubblico;
h. attestazione versamento diritti di Segreteria;
i. atto d’impegno contenente le seguenti condizioni:
▪ impegno alla costante delimitazione dello spazio assegnato secondo le modalità previste nell’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico;
▪ obbligo di adeguata e costante manutenzione dei manufatti e pulizia degli spazi per tutta la durata dell’occupazione del suolo pubblico;
▪ impegno alla rimozione dei manufatti e dell’occupazione entro 30 giorni dalla data di cessazione dell’attività;
▪ impegno alla rimozione dei manufatti qualora si verifichi la necessità di intervenire sul suolo o nel sottosuolo per motivi di pubblica utilità;
▪ impegno di rimessa in pristino del suolo nello stato originario al termine dell’occupazione;
▪ impegno a non destinare lo spazio pubblico occupato ad usi diversi da quello per cui viene autorizzato.
j. Polizza Fidejussoria, bancaria o assicurativa, a favore del Comune di Ascoli Xxxxxx di importo pari a 100,00 €/mq occupato a garanzia degli impegni di cui alla precedente lettera
i. Tale polizza sarà escussa anche ai fini dell’eventuale esecuzione in danno.
5.8 Gli elaborati di cui alle lettere a, b, c, d ed f, del presente articolo, devono essere redatti da tecnico abilitato alla professione.
5.9 L’autorizzazione potrà essere rinnovata per ulteriori 120 giorni, solo se in regola con gli oneri TOSAP, relativamente all’autorizzazione scaduta. Tale conformità dovrà essere altresì dimostrata anche nel caso di trasferimento di nuova autorizzazione a soggetto terzo.
Le domande di rinnovo, redatte in bollo, dovranno essere trasmesse esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata o tramite portale SUAP - Arredo Urbano, almeno 30 giorni
prima della scadenza dell’autorizzazione. La documentazione andrà interamente ripresentata nel caso di modifica di anche uno solo dei parametri essenziali dell’autorizzazione. In assenza di variazioni la ditta è dispensata dalla produzione dei documenti potendo riferirsi a quanto già agli atti dell’Amministrazione.
TITOLO III
DISPOSIZIONI GENERALI E PARTICOLARI
Art.6 Norme per l’utilizzo degli spazi pubblici Definizione di Dehors
Per dehors si intende l’insieme di tipologie di arredo mobili, smontabili e facilmente rimovibili, poggiati al suolo in via temporanea per rendere funzionale uno spazio pubblico destinato al ristoro all’aperto adiacente l’attività di pubblico esercizio per la somministrazione di bevande e alimenti.
In nessun caso il dehors, a seguito di successive modifiche, potrà trasformarsi in un locale
chiuso, e quindi ricadere nella categoria chioschi ed edicole e assoggettabile alle caratteristiche strutturali di un manufatto edilizio.
6.1 Categorie di Dehors
La progettazione e l’allestimento dei Dehors dovrà essere conforme alla normativa vigente in materia di occupazione di suolo pubblico, al Codice della Strada, allo strumento urbanistico vigente, alla normativa in materia di barriere architettoniche, di igiene pubblica ed alle altre prescrizioni di legge.
Il manuale individua tre categorie di Dehors, definite in base alle tipologie degli elementi di arredo impiegati per la loro composizione: sedie, sgabelli, tavoli, elementi di comunicazione , tende o ombrelloni, pannelli frangivento ed elementi di climatizzazione.
La suddivisione in categorie intende facilitare la configurazione del Dehors e renderlo funzionale al servizio nella relativa zona d’ambito di riferimento, evitando che l’istallazione entri in contrasto con i caratteri della dimensione urbana.
La presenza di una specifica tipologia di arredo determina l’appartenenza dell’installazione ad una categoria di Dehors.
La categoria A di Dehors è costituita dalle seguente tipologia di arredi: sedie e sgabelli, tavoli, cestino, elementi di comunicazione.
La categoria A di Dehors è consentita in tutti gli ambiti ricompresi all’interno del perimetro di applicazione del presente regolamento e individuati nelle “Linee guida per il Centro Storico”: assi, piazze, aree verdi, lungofiume.
La categoria B di Dehors è costituita dai seguenti elementi: sedie e sgabelli, tavoli, cestino, elementi di comunicazione, tende o ombrelloni1, elementi di illuminazione.
I Dehors appartenenti alla categoria B sono consentiti nei seguenti ambiti come definiti ed individuati nelle “Linee guida per il Centro Storico”: assi storici e Corso Trento e Trieste, piazze, aree verdi, lungofiume.
La categoria C di Dehors è costituita dalle seguente tipologia di arredi: sedie e sgabelli, tavoli, cestini, tende o ombrelloni, pannelli frangivento, elementi di comunicazione, elementi di illuminazione, elementi di riscaldamento.
I Dehors appartenenti alla categoria C sono consentiti nei seguenti ambiti come definiti ed individuati nelle “Linee guida per il Centro Storico”: assi storici e Corso Trento e Trieste, piazze (ad esclusione di Piazza del Popolo), aree verdi, lungofiume.
Categorie speciali
Per i Dehors di pubblici esercizi di ristorazione di carattere storico-artistico (Meletti) l’allestimento dovrà mantenere e preservare i caratteri formali e cromatici degli arredi storici (sedie e tavoli) e attenersi alle norme di occupazione di suolo pubblico.
Tali arredi potranno essere integrati da altre tipologie secondo le prescrizioni e le indicazioni illustrate di seguito secondo la categoria di Dehors.
6.2 Tipologie di arredi
In relazione alle tipologie di arredi finalizzate alla realizzazione dei dehors, si fa riferimento alle schede tipologiche presenti nel manuale - “Linee guida per il Centro Storico” – alla sezione
V.4.4. Dehors – Tipologie di arredi ed assumono una valenza prescrittiva sia in caso di coerenza con la dimensione urbana, che nel caso di inammissibilità.
6.2.1 Xxxxx e sgabelli
INDICAZIONI
Le sedute, con o senza bracciolo, saranno di forma semplice e lineare in modo da garantire l’integrazione formale e cromatica con le pavimentazioni e con gli elementi di facciata che concorrono a definire l’aspetto degli edifici e dello spazio urbano.
Le tipologie di sedute dovranno essere preferibilmente impilabili.
materiali
Sono ammessi prodotti in metallo verniciato e alluminio satinato e legno di essenze naturali.
colori
Le variazioni cromatiche consentite devono essere prevalentemente di tonalità scure e non entrare in contrasto con i valori cromatici dell’ambiente urbano.
forma e dimensione
Il disegno delle sedute deve essere sobrio e lineare, privo di decorazioni.
La scelta tipologica deve essere in funzione della durata prevista della seduta assicurando una maggiore comodità ed ergonomia.
PRESCRIZIONI
Non è consentito l’uso di resine e PVC (leggera e deteriorabile) e/o manufatti che riportino forme pubblicitarie. Non è consentito lasciare pile di sedie nelle aree autorizzate e in quelle limitrofe.
6.2.2 Tavoli
INDICAZIONI
I tavoli dovranno essere di forma semplice e lineare, coordinati alla conformazione delle sedute, in modo da garantire l’integrazione formale e cromatica con le pavimentazioni e con gli elementi di facciata che concorrono a definire l’aspetto degli edifici e dello spazio urbano.
È ammesso l’impiego di tavoli integrati con elementi riscaldanti che rispondono ai requisiti formali e cromatici in precedenza illustrati.
materiali
Sono ammessi prodotti in metallo verniciato e alluminio satinato e legno di essenze naturali.
colori
Le variazioni cromatiche consentite devono essere prevalentemente di tonalità scure e non entrare in contrasto con i valori cromatici dell’ambiente urbano
forma e dimensione
Il disegno dei tavoli deve essere sobrio e lineare, privo di decorazioni. La scelta tipologica deve essere in funzione della durata prevista.
PRESCRIZIONI
Non è consentito l’uso di resine e PVC (leggera e deteriorabile) e/o manufatti che riportino forme pubblicitarie.
Non sono consentite mensole o tavoli ancorate agli apparati murari.
Non è consentito lasciare tavoli accatastati nelle aree autorizzate e in quelle limitrofe.
6.2.3 Cestini Gettacarte
INDICAZIONI
I cestini gettacarte dovranno essere coordinati agli altri arredi presenti; saranno di forma semplice e lineare in modo da garantire l’integrazione cromatica e formale con le pavimentazioni e con gli elementi di facciata che concorrono a definire l’aspetto degli edifici e dello spazio urbano.
materiali
Sono ammessi prodotti in lega metallica o di alluminio verniciato o satinato ed in legno di essenze naturali.
colori
Le variazioni cromatiche consentite devono essere prevalentemente di tonalità scure e non entrare in contrasto con i valori cromatici dell’ambiente urbano
forma e dimensione
Il disegno dei cestini gettacarte deve essere sobrio e lineare, privo di decorazioni.
PRESCRIZIONI
Non sono consentiti l’uso di prodotti in resina e PVC (leggeri e deteriorabili) e/o manufatti che riportino forme pubblicitarie.
6.2.4 Elementi di comunicazione
INDICAZIONI
Gli elementi di comunicazione dovranno essere collocati all’interno del perimetro del Dehors. Non devono costituire pericolo per le persone e non devono precludere la visione di eventuali segnaletiche già presenti.
Sono da evitare strutture che entrano in contrasto con gli altri elementi costituenti il Dehors e con l’ambiente urbano. E’ prescritta l’istallazione di elementi che presentano un apparato comunicativo chiaro e comprensibile costituito da caratteri leggibili e valori cromatici che si armonizzino con il contesto ambientale.
È escluso l’impiego di cavalletti.
I supporti della comunicazione dei Dehors dovranno essere facilmente rimovibili.
materiali
Per le strutture sono ammessi prodotti in metallo verniciato e alluminio satinato. Per i pannelli informativi possono essere utilizzate lastre di vetro, metacrilato lavagna.
All’interno dei supporti sono ammesse incisioni e applicazioni temporanee di apparati cartacei.
forma e dimensione
Il supporto non dovrà superare l’altezza di mm 1500 e la larghezza di mm 600 e occupare una superficie superiore a mq 0,30.
Per una maggiore efficacia della comunicazione si consiglia la collocazione delle informazioni scritte ad una altezza da terra di mm 800.
PRESCRIZIONI
Non è consentito l’uso di resine e PVC (leggera e deteriorabile) e/o manufatti che riportino forme pubblicitarie.
SCHEMI GRAFICI
Per gli schemi grafici consultare le “Linee guida per il Centro Storico”
6.2.5 Elementi di illuminazione
INDICAZIONI
Qualora l’illuminazione pubblica risultasse insufficiente a garantire la fruibilità del Dehors nelle ore notturne, è consentito l’impiego di elementi illuminanti conformi a quanto segue.
Il sistema di illuminazione dovrà essere puntuale, circoscritto e realizzato con corpi illuminanti a basso impatto energetico (classe A) e con fonti luminose appropriate.
In ogni caso dovrà essere evitato un illuminamento che produca fenomeni di abbagliamento sia verso aree a transito pedonale sia verso zone di traffico veicolare.
Il valore del livello di illuminamento medio può essere indicativamente assunto pari a 200 lux sui piani dei tavoli (norma DIN 5035), ottenuto preferibilmente mediante l’impiego di lampade a buona resa cromatica (luce calda).
Il collegamento alla rete elettrica dell’esercizio deve rispettare le norme UNI-CEI, con accorgimenti tali da non creare impedimenti all’uso o ingombri visivi (evitando che i quadri siano visibili all’esterno).
Gli elementi illuminanti dovranno essere collocati in modo da poter essere facilmente rimossi durante il periodo invernale di non utilizzo.
materiali
Sono ammessi per le strutture di sostegno prodotti in lega metallica o di alluminio verniciato o satinato ed in legno di essenze naturali.
Per le opaline possono essere utilizzati metacrilati o policarbonati.
colori
Le variazioni cromatiche consentite devono essere prevalentemente di tonalità scure e non entrare in contrasto con i valori cromatici dell’ambiente urbano
collocazione
I punti luce potranno essere collocati, sui supporti verticali che costituiscono il Dehorss (ad esempio all’interno degli ombrelloni) limitando al minimo, in linea generale, l’impiego di supporti. La dislocazione dei punti luce e il tipo di corpo illuminante devono avere nel complesso caratteristiche tali da non interferire nella scena urbana sia notturna che diurna e consentire la percezione dell’ambiente cittadino da parte dei fruitori.
forma e dimensione
Devono garantire gli standard illuminotecnici minimi e mimetizzarsi con la struttura del Dehors.
PRESCRIZIONI
Non è consentito l’utilizzo di luce bianca, di globi illuminanti, di fili illuminanti e luce a neon e corpi illuminanti che entrano in contrasto con il tessuto urbano.
Non sono consentiti l’uso di prodotti in resina e PVC (leggeri e deteriorabili) e/o manufatti che riportino forme pubblicitarie.
6.2.6 Dispositivi di climatizzazione
INDICAZIONI
Nei periodi invernali ed estivi è consentita l’installazione di dispositivi per la climatizzazione del Dehors. Tali tipologie di arredo non devono entrare in contrasto con la dimensione urbana ed i caratteri architettonici del centro storico. Pertanto risulta utile impiegare delle tipologie di dispositivi di climatizzazione con un basso impatto visivo capaci di integrarsi armonicamente con l’insieme degli arredi costituenti il Dehors. Sono ammesse soluzioni integrate agli arredi, ad esempio tavoli, in modo da minimizzare le loro presenza e quindi l’impatto visivo. I dispositivi di climatizzazione, dovranno essere omologati e a norma di legge. L’impiego di dispositivi per il riscaldamento è limitata a sistemi riscaldanti a bassa dispersione di calore e a basso consumo energetico (ad esempio, lampade a raggi infrarossi a onda corta); I dispositivi di climatizzazione possono essere sostenuti da piantane mobili.
materiali
Sono ammessi prodotti in lega metallica o di alluminio verniciato o satinato.
colori
Le variazioni cromatiche consentite devono essere prevalentemente di tonalità scure e non entrare in contrasto con i valori cromatici dell’ambiente urbano.
forma e dimensione
Qualora i dispositivi di climatizzazione siano integrati negli elementi di arredo, il disegno deve essere sobrio e lineare, privo di decorazioni.
PRESCRIZIONI
Non è consentito l’uso di dispositivi in altri materiali e/o manufatti che riportino forme pubblicitarie.
6.2.7 Pannelli frangivento
INDICAZIONI
Tali elementi sono consentiti nella stagione invernale a supporto del servizio del Dehors per garantire la protezione del pubblico dagli agenti atmosferici. Pertanto è consigliabile un loro impiego limitato solo in presenza di condizioni disagevoli, costantemente e obbiettivamente riscontrabili.
I pannelli frangivento per la loro conformazione e le relazioni con le altre tipologie di arredo del Dehors (ombrelloni e tende) possono facilmente entrare in contrasto con la dimensione urbana, pertanto si ritiene necessaria una particolare attenzione nel definire le loro strutture.
Si rende anche necessaria una progettazione unitaria e specifica secondo la zona d’ambito di riferimento con particolare attenzione all’area delle piazze storiche.
Non è ammessa la totale chiusura dello spazio con i suddetti elementi e in nessun caso potranno essere tra loro collegati ed inoltre dovranno risultare facilmente rimovibili. I pannelli per garantire una buona integrazione con il
contesto dovranno consentire la massima permeabilità visiva e quindi essere interamente trasparenti.
È consigliabile trovare delle soluzioni che non prevedano intelaiature di supporto dei pannelli trasparenti che nella gran parte dei casi risultano essere uno dei fattori di occlusione visiva e contribuiscono a far percepire il Dehors come una struttura chiusa. Nel caso sia indispensabile una struttura di sostegno dei pannelli questa dovrà essere di materiale metallico di ridotto spessore e di colore coerente con gli altri artefatti presenti nello stesso spazio. Il loro basamento sarà minimo.
Il pannello impiegato come perimetrazione della superficie concessa confinante con strada carrabile, e ricavato tra gli spazi destinati alla sosta delle auto è assimilabile al pannello frangivento, con un’altezza del medesimo massima di m. 1,00. In tal caso non sono previsti limitazioni stagionali.
materiali
Nel caso sia indispensabile una struttura di sostegno dei pannelli questa dovrà essere realizzata in lega metallica o di alluminio verniciato o satinato ed in legno di essenze naturali o in travertino di ridotto spessore. Per il pannello sonno ammesse lastre in vetro o metacrilato.
colori
Le variazioni cromatiche consentite delle eventuali strutture portanti metalliche, devono essere prevalentemente di tonalità che non entrino in contrasto con i valori cromatici dell’ambiente urbano
forma e dimensione
I pannelli frangivento da posizionare come divisori delle aree esterne dei locali bar/ ristoranti, per garantire il riparo dalle intemperie dovranno avere un’altezza massima di m 1,60 ed un modulo di larghezza pari a m 1,20.
Inoltre in nessun caso le protezioni verticali possono essere collegate con le protezioni aeree (ombrelloni o tende), formando un unico elemento chiuso o chiudibile.
PRESCRIZIONI
Non è consentita la totale chiusura dello spazio con i suddetti elementi.
Non è consentito l’utilizzo di completamenti aggiuntivi all’esterno del Dehors quali balaustre, statue, lampioncini, ecc.
Non sono consentite eventuali incisioni o serigrafie di inscrizioni o texture che riducano la trasparenza dei pannelli frangivento.
6.2.8 Tende per la composizione dei dehors
INDICAZIONI
Le tende, per posizione e forma, debbono essere adeguatamente collocate rispettando il decoro edilizio e ambientale, poiché costituiscono parte integrante del prospetto.
L’apposizione delle tende potrà avvenire solo qualora non sussistano impedimenti di carattere architettonico alla loro corretta installazione e funzionamento, e, in particolare, quando l’intera linea di appoggio sull’edificio risulti piana e non interessi contorni, modanature o altri eventuali elementi di facciata.
Saranno consentite solo tende a falda (a telo teso o pantalera) senza tamponamenti laterali e senza punti di appoggio al suolo.
Questo tipo di tenda potrà essere collocata in corrispondenza delle singole aperture delle facciate. In caso di fronte unitario di facciata con disegno simmetrico od asimmetrico, la successione delle tende, anche per il medesimo esercizio, va scandita per ogni vetrina.
Qualora negli edifici siano già presenti tende a riparo delle aperture, le nuove dovranno uniformarsi alle esistenti.
Le strutture e i manufatti dovranno essere collocati e realizzati per poter resistere alle azioni degli agenti atmosferici.
materiali
Per la struttura è prescritto l’impiego di materiali adatti ad integrarsi con il contesto urbano come acciaio e metallo zincato, naturali o verniciati a caldo, per la copertura è ammesso il solo tessuto.
colori
Per la struttura è indicato l’impiego del colore grigio scuro antracite (RAL 7011). Per il colore del tessuto è necessario documentare la corretta scelta in relazione alle tinte della facciata ed al contesto presentando opportuno progetto a firma di tecnico abilitato. Sulle mantovane interne saranno vietate le iscrizioni pubblicitarie di terzi rimanendo a disposizione lo spazio per una altezza massima di mm 200 per l’indicazione del servizio offerto dall’attività.
forma e dimensione
La larghezza del telaio di supporto dovrà essere uguale all’apertura, nel caso in cui questa sia priva di cornice; in presenza di cornice intorno all’apertura, il telaio della tenda dovrà essere totalmente interno o totalmente esterno in modo da non interferire con la cornice stessa e con eventuali altre cornici di finestrature sovrastanti. Gli agganci saranno al di sopra delle aperture o delle loro cornici.
Non dovranno essere coperti o manomessi eventuali elementi decorativi delle facciate.
L’altezza minima della tenda non dovrà essere inferiore a mt 2,20, comprese le eventuali mantovane. La sporgenza massima è stabilita in mt 1,50.
In presenza di marciapiede sottostante di misura inferiore ad mt 1,50, l’estensione della tenda non dovrà superare la larghezza del marciapiede.
In totale assenza del marciapiede l’estensione della tenda non dovrà superare mt 1,50 e la sua proiezione a livello terra dovrà garantire alla sede stradale una dimensione non inferiore a mt 3,00.
PRESCRIZIONI
Le tende non dovranno arrecare in alcun modo ostacolo alla viabilità né coprire la segnaletica stradale e toponomastica, non dovranno occultare la pubblica illuminazione.
Non è consentita l’istallazione di tende sporgenti su portici o sottostanti gli spazi porticati, che tagliano le lunette o finestre sopra-porta, di tipologia a cupola, a cappottina, a semisfera o semi- cilindrica e quelle provviste di fianchi.
La struttura portante delle tende non potrà essere in alluminio anodizzato o in legno. Non sono consentiti i tessuti in materiale plastico lucido o riflettente o che contengono pubblicità di sponsorizzazione. Sono da evitare tende non ripiegabili con telaio di sostegno rigido.
Sono da evitare tende attigue di tonalità cromatiche diverse.
6.2.9 Ombrelloni
INDICAZIONI
Gli ombrelloni saranno di forma semplice e lineare.
La struttura potrà essere di tipo a sostegno centrale o laterale poggiante su apposito basamento o contrappeso appoggiato al suolo in un punto interno all’area di pertinenza.
Qualora il basamento sia collocato in posizione centrale quest’ultimo potrà essere allestito in modo da creare sedute o zone di servizio.
Le strutture e i manufatti dovranno essere collocati e realizzati per poter resistere alle azioni degli agenti atmosferici.
materiali
Per la struttura è ammesso l’impiego di materiali resistenti alle sollecitazioni degli agenti atmosferici come acciaio, metallo zincato e legno , naturali o verniciati.
La copertura sarà in tessuto del tipo opaco e in doppio cotone impermeabilizzato.
Per il basamento sono consigliati quei materiali che per peso possano garantire la stabilità dell’ombrellone come metallo zincato verniciato o pietra ricostruita.
colori
L’artefatto deve integrarsi dal punto di vista cromatico e formale con le pavimentazioni e con gli elementi di facciata che concorrono a definire l’aspetto degli edifici e dello spazio urbano. La copertura sarà in tessuto tinta unita.
forma e dimensione
La geometria consentita della copertura è rettangolare o quadrata.
Possono essere senza balza o con mantovana e i bordi della stessa dovranno essere privi di frange e smerlature.
Le coperture avranno un’altezza minima da terra, calcolata dal bordo inferiore, di mt 2.20 e dovranno essere arretrate di almeno mt 0.30 rispetto al filo del marciapiede ove esistente.
L’altezza massima non dovrà rappresentare un ostacolo visivo ai beni architettonici presenti nel luogo di installazione e comunque non dovrà essere superiore a mt. 3.00.
PRESCRIZIONI
Non è consentito l’utilizzo di tessuti lucidi o in pvc.
Gli ombrelloni dovranno essere uguali per dimensioni, caratteri costruttivi, colori relativamente a ciascun esercizio commerciale; gli stessi potranno essere ripetuti con opportuni ordinati allineamenti.
Sugli ombrelloni sono vietate le iscrizioni pubblicitarie di terzi.
SCHEMI CONSENTITI
Per gli schemi degli ombrelloni consentiti consultare le “Linee guida per il Centro Storico”.
6.3 Criteri generali di collocazione
6.3.1 Non è consentito occupare spazio ed installare arredi in prossimità di intersezioni viarie. Qualora la distanza dall’intersezione sia inferiore a cinque metri, sarà vincolante il parere del Comando di Polizia Municipale, in ordine al rispetto delle norme del Codice della Strada per quanto attiene alla viabilità pedonale e veicolare. Tra l’accesso al locale interno dell’attività commerciale e l’area da occupare dovrà essere comunque mantenuto un passaggio non inferiore alla larghezza dell’eventuale camminamento esistente. E’ fatto assoluto divieto di occupare i suddetti camminamenti con qualsiasi tipo di struttura anche mobile. In nessun caso dovrà essere occultata la vista di eventuali impianti semaforici o di segnaletica stradale né potrà essere arrecato ostacolo alla visuale di sicurezza.
6.3.2 Le strutture e i manufatti dovranno essere collocati e realizzati per poter resistere alle azioni degli agenti atmosferici. Qualunque danno o incidente a persone e cose sarà a totale carico dell’intestatario della autorizzazione, restando il Comune esonerato da ogni responsabilità sia civile che penale.
6.3.4 L’occupazione di suolo per la collocazione degli arredi non dovrà superare il fronte del pubblico esercizio di cui è pertinenza e potrà avere una profondità non superiore al 25% del lato corto della piazza o della via. Considerando la possibilità che le occupazioni
possano essere richieste su entrambi i lati della piazza o della via, l’occupazione di suolo complessiva non potrà comunque avere una profondità superiore al 50% del lato corto delle stesse.
SCHEMI GRAFICI
Nelle pagine delle “Linee guida per il Centro Storico”, sono state individuati, attraverso grafici esemplificativi, gli schemi principali di occupazione di suolo pubblico e la normativa di riferimento.
6.4 Dehors a struttura retrattile.
In deroga a quanto previsto al punto 6. è ammessa la realizzazione di strutture retrattili aperte esclusivamente negli orari di effettivo svolgimento dell’attività. Tali strutture, che possono essere autorizzate previo parere della competente Soprintendenza per il Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche ed in conformità alle indicazioni del Codice della Strada, esclusivamente nella zona d’ambito delle piazze ed in particolare in piazza Arringo che, date le sue caratteristiche dimensionali, non compromette la fruibilità degli spazi pubblici e la percezione visiva delle quinte architettoniche che la definiscono.
Per queste strutture, possibili esclusivamente sul lato nord della piazza, è prescritto in ogni caso il rispetto dei seguenti parametri:
− Parametri dimensionali : la struttura non potrà avere dimensioni eccedenti lo spessore di m. 1,40, un’altezza massima di m. 3,00 ed una larghezza massima di m. 7,00.
− Parametri strutturali: non potrà rimanere in vista nessuna struttura fissa , quali binari o guide, per l’apertura del manufatto ed è tassativamente escluso l’uso di pedane.
− Parametri materici: Il modulo base potrà avere la struttura in metallo nei laterali e nella copertura, le pareti verticali dovranno essere in materiale trasparente e rispettare le norme di sicurezza mentre la copertura della parte apribile potrà essere prevista anche in tessuto tinta unita del tipo opaco e in doppio cotone impermeabilizzato che deve integrarsi, dal punto di vista cromatico e formale, con le pavimentazioni e con gli elementi di facciata che concorrono a definire l’aspetto degli edifici e dello spazio urbano.
− Parametri temporali: il manufatto verrà autorizzato esclusivamente per il periodo invernale (ottobre-marzo) e negli orari previsti nell’autorizzazione stessa.
Art.7 Vigilanza e sanzioni
7.1 Le attività di controllo e accertamento sono effettuata dalla Polizia Municipale; in caso di mancanza dell’autorizzazione o dell'inosservanza delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione stessa, si applicano le sanzioni pecuniarie e amministrative previste dal Codice della Strada e/o dal Regolamento Tassa per l’occupazione di aree e spazi pubblici. Xxx l’interessato non abbia provveduto a conformare, entro il termine stabilito, l’occupazione all’autorizzazione, ed in caso di inadempimento del pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico, si procederà alla revoca della stessa; in tal caso la ditta interessata sarà obbligata al ripristino dei luoghi entro il termine indicato nella relativa ordinanza. A seguito di verifica di inottemperanza si procederà alla rimozione coattiva, addebitando agli autorizzati tutte le spese sostenute per l'intervento, per la custodia del materiale rimosso.
Nel caso di mancanza dell’autorizzazione, si provvederà all’ordine di smontaggio delle strutture e del ripristino integrale dello stato dei luoghi. A seguito di verifica di inottemperanza si procederà alla rimozione coattiva, addebitando agli autorizzati tutte le spese sostenute per l'intervento, per la custodia del materiale rimosso.
7.2 Gli arredi posizionati su suolo pubblico sono soggetti ad accertamenti sul loro stato di conservazione. Qualora venga accertato che lo stato di conservazione non sia più rispondente alle esigenze di estetica e di statica, l'Amministrazione Comunale potrà
ordinarne la restituzione in pristino. Trascorso inutilmente il termine assegnato, l'Amministrazione comunale procederà alla rimozione coattiva, addebitando agli interessati tutte le spese sostenute all'intervento, e lo smaltimento del materiale rimosso.
Art.8 Norme transitorie e finali
8.1 Le disposizioni del presente Regolamento entrano in vigore il giorno successivo alla data di esecutività del relativo atto di approvazione.
8.2 Tutti gli arredi già presenti nel Centro Storico, in contrasto con le norme del presente Regolamento, purché conformi ad autorizzazione rilasciata prima della sua entrata in vigore, dovranno essere adeguati al nuovo Regolamento entro due anni dall’entrata in vigore dello stesso.
8.3 Al fine di consentire il rinnovo graduale di tutti gli arredi è prevista una partecipazione economica da parte dell’Amministrazione Comunale per un importo non superiore al 50% dell’intero importo da scomputarsi in 5 anni attraverso la tassa comunale di occupazione del suolo pubblico (TOSAP).
8.4 Per la determinazione delle tariffe da applicare nel caso di occupazione di suolo pubblico si rimanda, al Regolamento comunale “Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche”, vigente al momento del rilascio.
8.5 Per quanto non espressamente disciplinato dal presente Regolamento si fa rinvio ai vigenti Regolamenti comunali in materia di Polizia municipale, Igiene, Occupazione suolo pubblico, Edilizia ed al Codice della Strada, nonché al Piano di zonizzazione acustica.
Allegati:
a. Individuazione delle aree pubbliche all' interno del centro urbano aventi valore storico artistico e paesaggistico. - Articolo 52 D.lgs. 42/'04 esercizio del commercio in aree di valore culturale.
b. Domanda di autorizzazione per l’installazione di arredi esterni ad attività commerciale -
Modello 1
c. Atto d’impegno - Allegato 1a
EDILIZIA E ATTIVITA’ PRODUTTIVE
Sportello Unico per l’Edilizia
Individuazione delle aree pubbliche, aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio ai sensi dell’articolo 52 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”
Premessa
Il comma primo dell’articolo 52 1 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, dispone che i Comuni, sentito il Soprintendente, individuano le aree pubbliche, aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio.
In relazione a tale tema, al fine di definire, all’interno del territorio comunale, le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio, si è definito un primo censimento ed il relativo elenco concernenti in particolare l’ambito del centro storico di Ascoli Xxxxxx.
Per il momento l’attenzione è stata posta su quelle aree che si trovano appunto all’interno del centro storico, in ragione dell’alto valore del contesto e della presenza di numerosi esercizi commerciali che vi svolgono la loro attività. Inoltre, le incertezze manifestatesi di recente in ordine alla natura delle strutture autorizzate e relative all’occupazione di suolo pubblico impongono una definitiva regolamentazione che, oltre a quanto previsto dalla normativa comunale per l’occupazione di suolo pubblico, tenga conto del citato articolo 52 e dell’articolo 10, comma 4 lettera g), del D.Lvo. 42/2004.
Si ritiene di dover premettere che a parere di questa Amministrazione possono non essere considerate attività di carattere commerciale, assoggettate al rispetto di quanto indicato dall’articolo
52 del D.Lvo 42/2004, tutte quelle iniziative transitorie legate a particolari eventi che hanno caratterizzato, e caratterizzano, la vita sociale e collettiva della città di Ascoli Xxxxxx. In particolare nel corso dell’anno nelle piazze storiche si svolgono una serie di manifestazioni legate alle ricorrenze celebrative e/o a tipicità gastronomiche del territorio, il mercatino natalizio (che si svolge, come tradizione, nella piazza Arringo) la manifestazione del “fritto misto” (anch’essa organizzata da diversi anni nella piazza Arringo), il mercato ambulante settimanale che si svolge in più spazi dislocati all’interno del centro storico; il mercato ambulante giornaliero di piazza Roma ed il mercato ortofrutticolo che storicamente si svolge nel chiostro grande del convento di S. Xxxxxxxxx.
Tali manifestazioni o eventi di carattere tradizionale della durata di qualche ora, all’interno della giornata, o di qualche settimana (come la manifestazione del “fritto misto”) sono tutte realizzate con strutture provvisorie e rimovibili – anche se in alcuni casi con significativi impatti sul contesto
1
architettonico – che si ritiene non possano essere normate nella presente regolamentazione. Per tali manifestazioni, in ogni caso, verrà trasmesso alla Soprintendenza, da parte di questa Amministrazione, un elenco annuale, o se l’iniziativa è al di fuori della programmazione annuale una specifica comunicazione, nella quale verranno indicate le aree interessate dalle manifestazioni, il periodo del loro svolgimento, le date del montaggio e dello smontaggio degli arredi e degli elementi strutturali necessari per il corretto e sicuro svolgimento delle iniziative di carattere sociale e/o commerciale. Inoltre sarà cura del Comune vigilare che il montaggio e lo smontaggio degli arredi e delle strutture e gli allacci alle reti energetiche non arrechino danni alle pavimentazioni, soprattutto nella piazza del Popolo, nella piazza Arringo e nella rinnovata Piazza Ventidio Basso.
A tale gruppo di manifestazioni, che si possono definire di carattere tradizionale e collettivo, deve essere aggiunto anche il carnevale ascolano che prevede un adeguato addobbo della piazza del Popolo con elementi leggeri ed ormai storicizzati, facilmente removibili che non arrecano alcun pregiudizio alle strutture architettoniche. Si evidenzia, in ogni caso che tale manifestazione promuove e valorizza il centro storico nel suo insieme.
Si ritiene inoltre che possano considerarsi escluse da qualsiasi tipo di autorizzazione e di comunicazione tutte quelle manifestazioni che nel corso dell’anno si svolgono all’interno delle piazze e del centro storico riguardanti manifestazioni di carattere religioso, militare e politico.
Per quanto riguarda il mercato giornaliero delle erbe, che si svolge all’interno del chiostro grande di San Xxxxxxxxx verrà con cura definita la migliore e più adeguata collocazione ma si ritiene che tale attività, che da sempre si svolge in tali luoghi, appartiene alla vita sociale della città quasi come le stesse emergenze culturali e determina un elemento di vitalità che non può essere staccato o decontestualizzato dal centro storico.
Si sta già provvedendo ad un riordino complessivo dei mercati ambulanti situati nell’ambito del centro storico, nell’ottica della loro migliore organizzazione e valorizzazione ma anche con la volontà di garantire un migliore inserimento nel contesto urbano ed architettonico; è il caso ad esempio del mercato ambulante di via D’Ancaria ed in particolare delle bancarelle collocate intorno all’abside della chiesa, che occupavano gli spazi per le ore della mattina nei giorni dal lunedì al sabato, in via sperimentale le stesse sono state collocate in altro spazio, al fine appunto di mitigarne l’impatto sui monumenti, con l’obiettivo principale di lasciare libera l’intera area intorno all’abside di San Xxxxxxxxx (tale prima sperimentazione è stata attuata già da alcune settimane in occasione dei lavori di rifacimento delle pavimentazioni stradali di via Ceci e via D’Ancaria).
Le stesse riflessioni, riguardanti il legame oramai consuetudinario, legato alla vita cittadina, devono essere fatte per il mercato di piazza Roma. Su tale piazza l’emergenza architettonica che non dovrà essere penalizzata, in sede di revisione del mercato, è la chiesa della Scopa la cui facciata dovrà essere lasciata libera da ogni ingombro visivo.
Individuazione
Poste tali premesse è necessario evidenziare altresì che lo studio relativo alle condizioni particolari cui sottoporre l’esercizio delle attività commerciali in centro storico ha richiesto l’analisi e l’armonizzazione di tre strumenti che rappresentano o rappresentaranno, di fatto, i riferimenti regolamentari per tali attività:
- il Regolamento della tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche (che al capo II° disciplina le concessioni ed autorizzazioni);
2
- il Regolamento per la salvaguardia del centro storico (che nella parte prima disciplina l’uso temporaneo delle aree pubbliche o ad uso pubblico del centro storico e ne regolamenta l’utilizzo e gli elementi per l’arredo ivi posizionati)
- il manuale per il design per lo spazio pubblico della città di Ascoli Xxxxxx – Linee guida per il centro storico – in corso di redazione da parte della facoltà di Architettura dell’Università di Camerino.
Il centro storico di Ascoli è composto e caratterizzato nella sua interezza da un sistema di piazze e larghi urbani, da alcuni principali assi viari, da un reticolo di rue e dalle aree verdi di contorno tra le quali, in particolare, le aste fluviali (fiume Tronto e torrente Castellano) che lo perimetrano quasi interamente.
L’ambito che si è inteso interessare ad una prima fase di perimetrazione e regolamentazione delle occupazioni temporanee di suolo pubblico a fini commerciali (con riferimento a quanto richiesto dal predetto articolo 52 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) è quello rappresentato dal sistema della piazze e da alcuni principali assi viari di connessione fisica e visiva delle stesse; ciò in quanto tale ambito rappresenta lo spazio in cui sono maggiormente concentrate le attività commerciali interessate.
In relazione al sistema delle piazze si è ritenuto, riprendendo gli spunti di analisi prodotti dallo studio condotto dalla facoltà di Architettura, di suddividere le stesse nella seguente tripartizione:
- Piazze monumentali (che presentano particolari valori storico ed artistici, tali da rappresentare un patrimonio culturale da tutelare e valorizzare, essendo interessate da flussi turistici particolarmente rilevanti. Sono caratterizzate dall’affaccio di edifici sede del governo della città o religiosi, costituenti un complesso di alta qualità spaziale ed architettonica con carattere unitario e monumentale) Xxxxxx xxx Xxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxx;
- Xxxxxx xx xxxxxxx (xxxxx pubblici che svolgono la funzione di raccordo tra gli assi viari e gli accessi al centro storico) Piazza Cecco D’Ascoli, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxx Xxxxx;
- Piazze di servizio (spazi aperti pubblici che rispondono, nel tempo, a funzionalità differenti di tipo sociale, politico, commerciale e religioso; possono quindi fungere da area di parcheggio per la sosta dei veicoli, da area per manifestazioni temporanee, aree destinate a mercati ambulanti) Piazza Roma, Piazza della Viola, Piazza Sant’Xxxxxxxx, Xxxxxx Xxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx X. Xxxxxxxx.
Xx tratta, quasi nella generalità, degli spazi con maggiore necessità di regolamentazione in quanto caratterizzati dalle maggiori emergenze architettoniche e, come sopra evidenziato, con la presenza di un maggior numero di esercizi commerciali della tipologia della somministrazione di bevande ed alimenti, con spiccata vocazione alla ricettività turistica.
Rispetto a tale sistema di piazze gli assi viari, principali e secondari, svolgono, all’interno del centro storico, la funzione principale di raccordo fisico e visivo; essi rappresentano altresì la struttura fondativa stessa del sistema urbano. In questa prima fase si è inteso evidenziare, in alcuni di essi, il carattere di maggiore criticità e la preminente qualità nella definizione del tessuto urbano. Si tratta di Corso Mazzini (nel tratto che va da piazza Sant’Xxxxxxxx a xxx Xxxxxxx), xxx xxxxx Xxxxx, via del Trivio, corso Trento e Trieste (compresa piazza Xxxxxxxxx).
Il sistema così definito, da piazze e principali assi viari, è rappresentato nella allegata planimetria del centro storico della città, con l’individuazione di dette aree.
3
Regolamentazione
All’interno di tale ambito si ritiene possa, come segue, essere regolato l’esercizio dell’occupazione delle aree pubbliche a fini commerciali.
Per quanto riguarda la piazza Arringo, che potrebbe essere definita la piazza delle istituzioni, con la presenza del palazzo comunale, del vescovado, della cattedrale, del battistero e del museo archeologico statale, che nella loro distribuzione continua occupano due lati e mezzo della piazza, l’eventuale occupazione di suolo pubblico per gli esercizi commerciali potrà essere consentita solo sul lato opposto (in prossimità del marciapiede) con arredi mobili composti da ombrelloni, sedie e tavolini, e piccoli elementi di servizio quali cestini portarifiuti, tabelle prezzi, elementi di illuminazione. Eventuali elementi destinati, solo nel periodo autunnale ed invernale, al riparo da eventi atmosferici e vento potranno essere realizzati con elementi leggeri, completamente trasparenti e non più alti di cm.150, quali elementi verticali puntuali, non continui; nel medesimo periodo potranno essere collocati elementi puntuali destinati al riscaldamento, di forma semplice e colore, preferibilmente, neutro.
Per quanto riguarda la piazza del Popolo, caratterizzata su tre lati dal cinquecentesco porticato e sul quarto dal prospetto laterale della chiesa di San Xxxxxxxxx con l’attigua loggia, potranno essere consentiti nei mesi estivi solo ombrelloni, tavoli e sedie e piccoli elementi di servizio quali cestini portarifiuti, tabelle prezzi, elementi di illuminazione. Si esclude qualsiasi tipo di perimetrazione fatta eccezione per le fioriere, non continue, prevalentemente permeabili (si pensi alla storicizzata tipologia del Meletti). Anche in questo caso si ritiene che, per la stagione autunnale ed invernale, la piazza, per la sua monumentalità, sia incompatibile con eventuali strutture semi-fisse in qualsiasi materiale esse vengano costruite; eventuali elementi destinati al riparo da eventi atmosferici e vento potranno essere quindi realizzati con elementi leggeri, completamente trasparenti e non più alti di cm.150, quali elementi verticali puntuali, non continui; nel medesimo periodo potranno essere collocati elementi puntuali destinati al riscaldamento, di forma semplice e colore, preferibilmente, neutro.
Si segnala che la piazza del Popolo nel secolo XX era caratterizzata dalla presenza di tende che chiudevano, in parte, lo spazio dei porticati perimetrali. Tali elementi d’arredo, come risulta facile riscontrare dalla documentazione fotografica d’epoca, conferivano alla piazza un gradevole ed elegante aspetto di cura e di colore. Pertanto si ritiene che uno dei temi da analizzare ed eventualmente regolamentare nel manuale di arredo urbano potrebbe riguardare proprio l’uso di tende.
Per entrambe le piazze monumentali, così come per le altre piazze, oltre alle perimetrazioni fisse si esclude anche l’uso di pedane. Qualora gli esercizi commerciali volessero offrire ai clienti musica suonata dal vivo da piccole orchestre, in analogia con quanto avviene, ad esempio, a Venezia nella monumentale piazza S.Marco, potrà essere consentito il montaggio temporaneo di opportune pedane necessarie per la sistemazione degli strumenti.
Per le relative indicazioni tipologiche e dei materiali si rimanda ai contenuti del manuale di arredo urbano in corso di redazione con la collaborazione della facoltà di Architettura dell’università di Camerino. In particolare si allega alla presente uno stralcio di tale studio finalizzato alla analisi ed alla proposta progettuale di elementi di arredo per la occupazione di suolo pubblico a fini commerciali.
4
Nello specifico si evidenzia che tale studio ha generato alcune indicazioni e prescrizioni progettuali a partire dalla definizione di “dehor" intendendo questi come l’insieme di tipologie di arredo mobili, smontabili e facilmente rimovibili, poggiate al suolo in via temporanea per rendere funzionale uno spazio pubblico destinato al ristoro all’aperto adiacente l’attività di pubblico esercizio per la somministrazione di bevande ed alimenti. In nessun caso quindi il dehor, a seguito di successive modifiche, potrà trasformarsi in un locale chiuso, e quindi ricadere nella categoria chioschi o edicole ed assoggettabile alle caratteristiche strutturali di un manufatto edilizio.
Si ritiene in ogni caso che le occupazioni di suolo pubblico finalizzate alla installazione di tali strutture potrebbe essere limitata ad una profondità tale da non compromettere la fruibilità degli spazi pubblici e la percezione visiva delle quinte architettoniche che definiscono gli stessi. Si tratta evidentemente di differenziare tale valutazione in relazione alla dimensione degli spazi ed alla loro tipologia; larghezze limitate nel caso di assi viari, larghezze più ampie nel caso di spazi aperti come le piazze. Si rimanda, al riguardo, alla applicazione del predetto Regolamento per la salvaguardia del centro storico, in particolare a quanto previsto dall’articolo 3 del medesimo.
In sintesi pertanto si ritiene di poter individuare, in prima fase, nell’ambito costituito come segue:
- Xxxxxx - Xxxxxx xxx Xxxxxx, Piazza Arringo, Piazza Cecco D’Ascoli, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxx Xxxxx, Piazza Roma, Piazza della Viola, Piazza Sant’Xxxxxxxx, Xxxxxx Xxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx X. Xxxxxxxx;
- Xxxx viari - Corso Mazzini (nel tratto che va da piazza Sant’Xxxxxxxx a xxx Xxxxxxx), xxx xxxxx Xxxxx, via del Trivio, corso Trento e Trieste (compresa piazza Xxxxxxxxx);
le aree pubbliche, aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio ai sensi e per gli effetti dell’articolo 52 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
In tale ambito le occupazioni di suolo pubblico, finalizzate all’esercizio delle attività commerciali, saranno consentite esclusivamente previo parere della Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche e potranno essere realizzate con arredi mobili composti da ombrelloni, sedie e tavolini, e piccoli elementi di servizio quali cestini portarifiuti, tabelle prezzi, elementi di illuminazione. Eventuali elementi destinati, solo nel periodo autunnale ed invernale, al riparo da eventi atmosferici e vento potranno essere realizzati con elementi leggeri, completamente trasparenti e non più alti di cm.150, quali elementi verticali puntuali, non continui; nel medesimo periodo potranno essere collocati elementi puntuali destinati al riscaldamento, di forma semplice e colore, preferibilmente, neutro.
Per un primo periodo, necessario alla definizione del manuale e per non arrecare penalizzazione agli esercizi commerciali, si ritiene che fino all’estate del 2015 compresa potrà essere consentito l’uso e/o il riutilizzo di eventuali arredi mobili anche se non in corretta sintonia con le indicazioni contenute in detto manuale. Per quanto riguarda l’utilizzo degli spazi pubblici antistanti gli esercizi commerciali nei mesi invernali con strutture semi-mobili chiuse al momento non si ritiene che dette strutture possano essere montate all’interno delle sopra citate piazze. Pur comprendendo le esigenze dei singoli esercizi commerciali che, con tali strutture, potrebbero attrarre più clienti, soprattutto in fasce orarie al di fuori di quelle lavorative, allungando la presenza viva dei cittadini negli spazi pubblici del centro storico, al momento non si è potuto individuare una tipologia in grado di contemperare le esigenze di tutela con quelle commerciali. Tale tema – ferma la possibilità di applicare le predette indicazioni e prescrizioni progettuali elaborate di concerto con la facoltà di Architettura dell’Università di Camerino – sarà oggetto di uno studio approfondito al fine di verificare l’eventuale compatibilità fra tali strutture ed il carattere delle principali piazze sopra
5
citate. Lo studio potrà, in particolare, approfondire gli aspetti di ingombro massimo ed i materiali da adoperare per la loro realizzazione.
Al fine di dare completezza al documento si allegano una planimetria del centro storico con individuazione delle piazze e degli assi di maggiore interesse e lo studio preliminare di elementi tipologici per l’arredo urbano elaborato dalla facoltà di Architettura dell’università di Camerino quale stralcio al manuale di arredo urbano in corso di redazione.
Ascoli Xxxxxx, ottobre 2014
Il Dirigente Arch. Xxx Xxxxxxx
1 Articolo 52 - Esercizio del commercio in aree di valore culturale e nei locali storici tradizionali
1. Con le deliberazioni previste dalla normativa in materia di riforma della disciplina relativa al settore del commercio, i comuni, sentito il soprintendente, individuano le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l'esercizio del commercio.
1-bis. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 7-bis, i comuni, sentito il soprintendente, individuano altresì i locali, a chiunque appartenenti, nei quali si svolgono attività di artigianato tradizionale e altre attività commerciali tradizionali, riconosciute quali espressione dell'identità culturale collettiva ai sensi delle convenzioni UNESCO di cui al medesimo articolo 7-bis, al fine di assicurarne apposite forme di promozione e salvaguardia, nel rispetto della libertà di iniziativa economica di cui all'articolo 41 della Costituzione.
1-ter. Al fine di contrastare l'esercizio, nelle aree pubbliche aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, di attività commerciali e artigianali in forma ambulante o su posteggio, nonché di
qualsiasi altra attività non compatibile con le esigenze di tutela del patrimonio culturale, con particolare riferimento alla necessità di assicurare il decoro dei complessi monumentali e degli altri immobili del demanio culturale interessati da flussi turistici particolarmente rilevanti, nonché delle aree a essi contermini, le Direzioni regionali per i beni culturali e paesaggistici e le soprintendenze, sentiti gli enti locali, adottano apposite determinazioni volte a vietare gli usi da ritenere non compatibili con le specifiche esigenze di tutela e di valorizzazione, comprese le forme di uso pubblico non soggette a concessione di uso individuale, quali le attività ambulanti senza posteggio, nonché, ove se ne riscontri la necessità, l'uso individuale delle aree pubbliche di pregio a seguito del rilascio di concessioni di posteggio o di occupazione di suolo pubblico. ((In particolare, i competenti uffici territoriali del Ministero e i Comuni avviano procedimenti di riesame, ai sensi dell'articolo 21-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241, delle autorizzazioni e delle concessioni di suolo pubblico che risultino non più compatibili con le esigenze di cui al presente comma, anche in deroga a eventuali disposizioni regionali adottate in base all'articolo 28, commi 12, 13 e 14, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, e successive modificazioni, nonché in deroga ai criteri per il rilascio e il rinnovo della concessione dei posteggi per l'esercizio del commercio su aree pubbliche e alle disposizioni transitorie stabilite nell'intesa in sede di Conferenza unificata, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, prevista dall'articolo 70, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 recante attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno. In caso di revoca del titolo, ove non risulti possibile il trasferimento dell'attività commerciale in una collocazione alternativa equivalente in termini di potenziale remuneratività,
al titolare e' corrisposto da parte dell'amministrazione procedente l'indennizzo di cui all'articolo 21- quinquies, comma 1, secondo periodo, della legge 7 agosto 1990, n. 241, nel limite massimo di un dodicesimo del canone annuo dovuto)).
6
Via X. Xxxxxxx
Via delle Torri
Piazza Xxxxxxxxx
Via Trento e Trieste
Vi del Triviao
Xxxxxx
X. Xxxxxxx
Xxxxxx
Xxxxx X’Xxxxxx
Xxxxxx
X. Xxxxxxxx
Piazza Bonfine
Piazza
Via del Trivio
del Popolo
Piazza Xxxxxxxxx
Corso Mazzini
Piazza della Viola
Via Trento e Trieste
Piazza Roma
Via XX Settembre
Piazza Arringo
Xxxxxx Xxxxxxxxx
XXXXXXX
Xxxxxx X. Xxxxxxxx
XXXXXXXXX XXXXXX 0:
REGOLAMENTO PER LA SALVAGUARDIA DEL CENTRO STORICO
PIAZZE ED ASSI XXXXX
Xxxxxx xx Xxxxxx Xxxxxx
Xxxxxx Xxxxxxx, 0 00000 Xxxxxx XXXXXX (XX)
c.a. Ufficio Protocollo Generale
Marca da bollo
€. 16,00
Domanda di Autorizzazione
per l’installazione di arredi esterni ad attività commerciale Ufficio SUAP – Arredo Urbano
N° di Protocollo
/
N° di Pratica Comunale
/
N° di Protocollo Comunale
/
Il/La Sottoscritto/a
Residente / indirizzo sede legale
Città
indirizzo
n. civico
Codice Fiscale
Partita IVA
Recapiti telefonici
Dati relativi alla licenza commerciale concessa dal Comune:
Licenza n.
del
attività
n. civico
indirizzo
Indirizzo / Sede amministrativa
Città
Cognome e nome / ragione sociale
Ubicazione dell’esercizio commerciale per il quale viene richiesta l’occupazione | ||
Città | indirizzo | n. civico |
Ubicazione esatta del tratto di area che si chiede di occupare e sua superficie | ||
Città | indirizzo | n. civico |
Indicazione della durata dell’occupazione di suolo pubblico (non superiore a 120 giorni) | ||
Dal | al | n. giorni |
zona d’ambito | in | cui | ricade | la | richiesta | Categoria di Dehors | |||
assi viari piazze rue | aree verdi lungofiume | A | B | C | Speciali |
Documenti allegati all’istanza:
relazione illustrativa contenente gli elementi descrittivi idonei a consentire la comprensione del progetto e la verifica del rispetto delle disposizioni del presente regolamento;
progetto contenente:
planimetria aerofotogrammetrica in scala 1:1000 per l’ubicazione dell’attività; planimetria in scala 1:100 per la rappresentazione dello stato di fatto dell’area interessata (indicazione delle quote planivolumetriche dei piani di calpestio, dei percorsi pedonali e veicolari, dei chiusini e caditoie, degli elementi di arredo urbano, della disciplina di sosta e delle fermate dei mezzi pubblici) con l’indicazione dell’area occupata, mediante tratteggio o retino non coprente con le relative dimensioni; pianta, sezione, prospetti in scala 1:50 e particolari in scala 1:10 idonei a rappresentare il manufatto in ogni sua parte ed estesi all’edificio fronteggiante;
gli elaborati contengono:
- la pianta con la disposizione degli arredi (tavoli e sedute, le eventuali delimitazioni e la proiezione dell’eventuale copertura);
- la sezione con le altezze degli arredi ed il profilo della pavimentazione esistente;
- i prospetti con il disegno di ogni lato dell’allestimento ed i riferimenti alla composizione di facciata dell’edificio adiacente;
- i particolari che illustrano gli elementi decorativi, i materiali, le rifiniture, i colori;
documentazione fotografica a colori del luogo dove gli arredi devono essere inseriti e fotoinserimento per valutare pienamente l’impatto visivo e la coerenza con il contesto urbano nel quale saranno collocati.
Allegato 1
▪ impegno alla rimozione dei manufatti qualora si verifichi la necessità di intervenire sul suolo o nel sottosuolo per motivi di pubblica utilità;
▪ impegno di rimessa in pristino del suolo nello stato originario al termine dell’occupazione;
▪ impegno a non destinare lo spazio pubblico occupato ad usi diversi da quello per cui viene autorizzato.
Polizza Fidejussoria, bancaria o assicurativa, a favore del Comune di Ascoli Xxxxxx di importo pari a 100,00 €/mq occupato a garanzia degli impegni di cui alla precedente lettera i. Tale polizza sarà escussa anche ai fini dell’eventuale esecuzione in danno;
campione del tessuto della eventuale copertura;
documentazione a colori dell’arredo prescelto e certificazioni per uso outdoor;
progetto esecutivo degli impianti, ove previsti, in conformità al D.M. 37/2008 a firma di tecnico abilitato e le certificazioni di conformità relative agli elementi dell’impianto di illuminazione e di climatizzazione;
nullaosta del proprietario (o dell’amministratore) qualora la struttura venga posta a meno di due metri dall’edificio o su area privata con servitù di uso pubblico;
attestazione versamento diritti di Segreteria;
atto d’impegno contenente le seguenti condizioni (Allegato 1a.) :
▪ impegno alla costante delimitazione dello spazio assegnato secondo le modalità previste nell’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico;
▪ obbligo di adeguata e costante manutenzione dei manufatti e pulizia degli spazi per tutta la durata dell’occupazione del suolo pubblico;
▪ impegno alla rimozione dei manufatti e dell’occupazione entro 30 giorni dalla data di cessazione dell’attività;
Atto d’impegno
Il/La Sottoscritto/a
Cognome e nome / ragione sociale | ||
Residente / indirizzo sede legale | ||
Città | indirizzo | n. civico |
Indirizzo / Sede amministrativa | ||
Città | indirizzo | n. civico |
Codice Fiscale Partita IVA Recapiti telefonici | ||
In relazione alla domanda presentata, si impegna :
- alla costante delimitazione dello spazio assegnato secondo le modalità previste nell’autorizzazione per l’occupazione di suolo pubblico;
- alla adeguata e costante manutenzione dei manufatti e pulizia degli spazi per tutta la durata dell’occupazione del suolo pubblico;
- alla rimozione dei manufatti e dell’occupazione entro 30 giorni dalla data di cessazione dell’attività;
- alla rimozione dei manufatti qualora si verifichi la necessità di intervenire sul suolo o nel sottosuolo per motivi di pubblica utilità;
- alla rimessa in pristino del suolo nello stato originario al termine dell’occupazione;
- a non destinare lo spazio pubblico occupato ad usi diversi da quello per cui viene concesso.
In fede
Ascoli Xxxxxx, lì