Sanità precaria
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Sanità precaria
A colloquio con Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx,
Responsabile nazionale Xxxxx Xxxxxxx
Qual è la situazione di precarietà in Italia per medici, giovani medici e ricercatori?
Da uno studio condotto dall'Anaao nel 2013 è emerso che i medici precari sono circa
14.000, l'11,5% sul totale dei medici ospedalieri. Circa la metà di questi ha un contratto a tempo determinato, mentre l'altra metà ha un contratto atipico che non prevede il rico- noscimento delle tutele più essenziali, come maternità, allattamento, malattia, congedi parentali e ferie. Altri dati che meritano considerazione sono che il 60% sul totale dei medici precari è costituito da donne e che l'età media sfiora i quarant’anni. Questo si- gnifica che, considerando che la maggioranza degli specialisti termina il proprio percorso formativo mediamente a trent’anni anni, per riuscire a ottenere una stabilità occorrono circa dieci anni. I dati mostrano che le regioni con maggior numero di contratti precari sono, oltre a quelle del sud Italia, l'Xxxxxx-Romagna e la Lombardia che spiccano rispet- tivamente con il 12% e il 14% di precari sul campione totale della popolazione medica. Esistono poi delle specialità che sono a più rischio precariato, ma è una situazione diffor- me a seconda delle regioni. Gli anestesisti, i ginecologi, i chirurghi, gli internisti e i medici di pronto soccorso fanno parte delle categorie più colpite, ma sono anche le professioni essenziali per garantire i servizi. A macchia di leopardo ma soprattutto in Veneto, Toscana e Puglia, al contrario, i concorsi per queste specialità vanno deserti perché la curva dei pensionamenti è molto ripida e veloce tanto da non poter garantire il normale turnover.
Come si è arrivati a questa situazione di precarietà? Nasce tutto da una cattiva programmazione dei fabbisogni di medici specialisti e prima ancora dai troppi accessi a medicina. Se mettiamo a confronto il numero dei futuri laure- ati in medicina per anno con i posti disponibili, intorno ai 6000 per i contratti specialistici e circa 1000 per i medici di medicina generale, si stima che negli anni ci sarà un accumulo di medici che non riusciranno a entrare nel corso di formazione o nelle scuole di specialità mediche. Il grande numero di studenti laureati aumenterà fino ad arrivare nel 2023 a una stima di oltre 30.000 medici inoccupati. Se in futuro avremo problemi di disoccupa- zione cronica, oggi i problemi riguardano la tipologia di contratto. Attualmente, infatti, abbiamo una grave carenza di medici specialisti e anche i pensionamenti non riescono ad essere rimpiazzati.
Xxxx è stato fatto in questi anni per cercare di migliorare la situazione?
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Le leggi si sono susseguite nel tempo per cercare di porre fine a questo precariato: il De-
creto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del marzo 2015 che cercava di sta- bilizzare le persone con contratto a tempo determinato, ma è clamorosamente fallito per l'impossibilità di applicarlo in tutta Italia; la legge di stabilità del 2016; e poi il Milleproro- ghe con cui hanno spostato in avanti i nuovi contratti flessibili fino al 2018 e che ha posto nel 2019 il termine ultimo per le procedure concorsuali straordinarie. Attualmente, però, la legge Madia blocca i contratti Xx.Xx.Xxx, cioè non si può più stipulare questa tipologia di contratto. Ci troviamo, quindi, di fronte a dei paradossi per cui alcune leggi prolun- gano questi contratti e altre le bloccano. Di fatto i contratti precari non devono esistere. Attualmente in Italia abbiamo numerosi contratti atipici di lunga durata, contratti che
dovrebbero essere trasformati almeno in altri a tempo determinato con delle procedure selettive interne come accadrà in Xxxxxx-Romagna attraverso la stipula di un accordo con la Regione e le organizzazioni sindacali. Le situazioni sono difformi, infatti il contratto li- bero professionale viene stipulato senza nessuna graduatoria, può essere rescisso quando si vuole ed è privo di qualunque tutela per il lavoratore, ma il paradosso è che viene fatto anche a chi ha vinto concorsi per contratti a tempo determinato o indeterminato ed è qui che si deve intervenire con procedure per stabilizzare o semplicemente per chiamata da graduatoria in caso di tempo indeterminato. Ormai molte persone lavorano da anni nelle strutture con contratti atipici e avrebbero tutti i diritti di essere stabilizzate e lo dimostra la continua giurisprudenza che riconosce indennizzi a questi colleghi.
La situazione di instabilità potrebbe in certi casi rivelarsi anche una condizione favorente una migliore performance sul luogo di lavoro, in termini di progettualità, creatività e capacità competitiva?
No, o comunque solo in alcune situazioni. La grande quantità di assistenza sanitaria
privata permette ai medici di lavorare in diversi posti e ottenere così stipendi elevati. Questa tipologia di lavoro, però, non permette una stabilità da un punto di vista sociale e soprattutto non dà una stabilità assistenziale al malato. Così si rischia di vedere il pazien- te solo al momento dell'intervento. Nella maggior parte d'Italia, inoltre, i medici precari preferiscono lavorare nel pubblico perché garantisce una certificazione di qualità della prestazione.
Quanto guadagna un medico italiano nel contesto europeo tenendo conto anche del costo della vita?
In Italia lo stipendio di un medico precario più o meno è intorno ai 25.000 euro l'anno
lordi, circa un 30-40% in meno rispetto agli altri paesi europei dove c'è anche una mag- giore elasticità lavorativa e le aziende sono più permissive. A livello di stipendio non ci sono differenze di genere per quanto riguarda i precari, ma in particolare per le donne non ci sono tutele per maternità e allattamento.
La situazione di precarietà può incidere anche sulla qualità del lavoro di una persona?
Certo, perché un medico precario con un contratto libero professionale non ha un tetto
xxxxxx e spesso è costretto a fare più turni di lavoro. Questa situazione incide notevol- mente sulla qualità di vita e sulla salute, fisica ed emotiva, di un medico.
Fonte
1_ANAAO Giovani: analisi della survey su formazione-lavoro (giugno 2014). A cura di Xxxxxx- co Montemurro, Xxxxxx x’Xxxxxxx e Xxxxx Xxxxxxx (Xxxxx Xxxxxxx).
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