SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
DETERMINAZIONE E RELAZIONE
SUL RISULTATO DEL CONTROLLO ESEGUITO SULLA GESTIONE FINANZIARIA
DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA
(INAF) 2020
Determinazione del 10 novembre 2022, n. 135
SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
DETERMINAZIONE E RELAZIONE
SUL RISULTATO DEL CONTROLLO ESEGUITO SULLA GESTIONE FINANZIARIA
DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA
(INAF) 2020
Relatore: Consigliere Xxxxxx Xxxxxxxx
Ha collaborato per l’istruttoria e l’elaborazione dei dati:
rag. Xxxxxxxx Xxxxx
Determinazione n. 135/2022
SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
Nell’adunanza del 10 novembre 2022;
visto l’art. 100, secondo comma, della Costituzione;
visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934, n. 1214; viste le leggi 21 marzo 1958, n. 259 e 14 gennaio 1994, n. 20;
visto il decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 296, istitutivo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf);
visto il decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 138 con il quale l’Inaf è stato sottoposto al controllo della Corte dei conti, ai sensi dell’art. 3, comma 7, della citata legge n. 20 del 1994;
visto l’art. 14, comma 2, del decreto legislativo 25 novembre 2016 n. 218, che ha confermato che il controllo venga esercitato con le modalità previste dall’articolo 12 della legge n. 259 del 1958; visto il rendiconto generale 2020 dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), nonché le annesse relazioni del Presidente e del Collegio dei revisori dei conti, trasmessi alla Corte in adempimento dell’art. 4 della citata l. n. 259 del 1958;
esaminati gli atti;
udito il relatore Consigliere Xxxxxx Xxxxxxxx e, sulla sua proposta, discussa e deliberata la relazione con la quale la Corte riferisce alle Presidenze delle due Camere del Parlamento il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto dell’esercizio 2020; ritenuto che, assolti così gli adempimenti di legge, si possano, a norma dell’articolo 7 della citata l. n. 259 del 1958, comunicare alle dette Presidenze, il conto consuntivo - corredato delle relazioni dell’organo amministrativo e di revisione – e la relazione come innanzi deliberata, che alla presente si unisce quale parte integrante;
P. Q. M.
comunica, a norma dell’articolo 7 della citata l. n. 259 del 1958, alle Presidenze delle due Camere del Parlamento l’unita relazione con la quale la Corte, sulla base dell’esame del conto consuntivo per l’esercizio 2020, corredato delle relazioni dell’organo amministrativo e di revisione, riferisce il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto nazionale di astrofisica per l’esercizio 2020.
XXXXXXXXX | PRESIDENTE f.f. |
Xxxxxx Xxxxxxxx | Xxxxxxx Xxxxx |
DIRIGENTE |
Xxxxx Xxxxxx |
Depositato in segreteria |
INDICE
1. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 2
1.1 Il processo di semplificazione operato dal decreto legislativo n. 218 del 2016 2
1.3 Il Regolamento di organizzazione e funzionamento 3
1.4 Regolamento interno di amministrazione e contabilità 5
2.1 I compensi spettanti agli organi di amministrazione e controllo 10
3.1 Le infrastrutture osservative 13
3.1.1 Le grandi infrastrutture di ricerca da terra, di cui l’Inaf è proprietario o
comproprietario, sono le seguenti: 13
3.1.2 Altre grandi infrastrutture di ricerca da terra, alla cui realizzazione l’Inaf ha contribuito
a vario titolo sono le seguenti: 14
3.1.3 Altre grandi infrastrutture di ricerca da terra di maggiore utilizzo da parte della comunità di ricercatori ed astronomi dell’Inaf sono: 14
3.1.4 Le grandi infrastrutture di ricerca del futuro, in fase di realizzazione, e che vedono un ruolo centrale o di leadership, da parte di Inaf sono: 15
3.1.5 Le missioni di ricerca nello spazio, alla cui realizzazione l’Inaf contribuisce, nell’ambito di accordi con diverse agenzie spaziali, nazionali e sovranazionali, possono essere così suddivise: 15
4.1.1 Direttore generale e direttore scientifico 17
4.1.2 Il personale in servizio 18
4.1.3 La spesa per il personale 20
4.1.4 Il processo di stabilizzazione del personale c.d. precario 21
4.1.5 Il personale utilizzato in virtù di convenzioni con l’Agenzia spaziale italiana 23
4.1.6 Le progressioni di carriera ed economiche del personale amministrativo 23
4.1.7 Il trattamento economico accessorio del personale 24
4.1.8 Considerazioni generali sulle spese per il personale 26
4.2 Prevenzione della corruzione e obblighi di pubblicità e trasparenza 27
5. CONTENIMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA 29
5.1 I versamenti imposti dall’art. 1, comma 594, legge n. 160/2019 30
5.2 Spese di manutenzione degli immobili 30
5.3 Incarichi di collaborazione e consulenza 31
6. PARTECIPAZIONI SOCIETARIE O IN ALTRI ENTI STRUMENTALI 33
6.1 La “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – Inaf Fundacion Canaria” 36
6.1.1 L’indennità per il personale in servizio presso la Fondazione 39
7. I RISULTATI DELLA GESTIONE FINANZIARIA 41
7.1 Ripartizione della spesa per missioni e programmi e indicatori di bilancio 41
7.2 La gestione finanziaria di competenza 42
7.2.1 La gestione delle entrate 44
7.2.2 La gestione delle spese 46
7.3 La gestione dei residui 49
7.4 Il risultato di amministrazione 53
7.5.1 Gli accantonamenti ed i fondi per rischi e oneri 59
7.5.2 Gli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto 60
7.6.1 Il patrimonio immobiliare 63
7.6.1.1 Il contratto di comodato con il Cnr 65
7.6.1.2 L’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio di Bologna 65
7.6.2 Il monitoraggio di immobili, concessioni e partecipazioni 66
7.7 L’indicatore di tempestività dei pagamenti 67
8. LE PRINCIPALI SITUAZIONI OGGETTI DI CONTENZIOSO 68
8.1 Crediti per maturato Tfr verso il Consiglio nazionale delle ricerche 68
8.2 Crediti verso Inps, gestione ex Inpdap 69
8.3 Il credito verso i precedenti amministratori 71
9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 72
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1 - Compensi annui per gli organi di amministrazione e controllo 11
Tabella 2 - Dotazione organica Inaf e personale in servizio 2019-2020 19
Tabella 3 - Spesa complessiva per il personale – triennio 2019-2020 21
Tabella 4 – Rapporto fra spese di personale ed entrate complessive 26
Tabella 5 - Gestione finanziaria di competenza – entrate 42
Tabella 6 - Gestione finanziaria di competenza - spese 43
Tabella 7 – Risultato di competenza 43
Tabella 8 - Riepilogo delle fonti di entrata 44
Tabella 9 - Gestione finanziaria - Titolo 1 - Spese correnti 46
Tabella 10 - Suddivisione spese per centri di responsabilità 48
Tabella 11 - Riepilogo dei residui 50
Tabella 12 - Grado di formazione dei residui ultimo quinquennio (2016-2020) 51
Tabella 13 - Risultato di amministrazione al 31 dicembre 2020 - importo e composizione 53
Tabella 14 - Risultato di amministrazione – Fonte delle economie 54
Tabella 15 - Il conto economico 57
Tabella 16 - La situazione patrimoniale 61
*Le tabelle sono elaborazione della Corte dei conti su dati dell’Inaf
PREMESSA
Con la presente relazione la Corte dei conti riferisce al Parlamento, ai sensi dell’art. 7 della l. 21 marzo 1958, n. 259, il risultato del controllo eseguito, con le modalità previste dall’articolo 12 della medesima legge, sulla gestione finanziaria dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) relativa all’esercizio 2020, nonché sulle vicende più significative verificatesi successivamente. Il precedente referto, relativo all’esercizio 2019, è stato reso con determinazione n. 38 del 28 aprile 2021, pubblicata in Atti parlamentari, Legislatura XVIII, Doc. XV, n. 414.
1. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
L’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), istituito con il d.lgs. 23 luglio 1999 n. 296, e successivamente riordinato con il d.lgs. 4 giugno 2003 n. 138, è il principale ente per la ricerca nel campo dell’astrofisica e dell’astronomia.
La mission principale dell’Inaf, ai sensi dell’art. 1 dello statuto, consiste “nello svolgere, promuovere e valorizzare la ricerca scientifica e tecnologica nei campi dell’astronomia e dell’astrofisica, diffonderne e divulgarne i relativi risultati, favorire il trasferimento tecnologico verso l’industria, perseguendo obiettivi di eccellenza a livello internazionale”.
Per gli aspetti specifici di dettaglio del quadro normativo di riferimento, si rinvia alle relazioni precedenti, salvo ricordare che, oltre al citato d.lgs. n. 138 del 2003, assumono particolare rilievo, quali fonti primarie di riferimento per la disciplina dell’organizzazione e dell’attività dell’Inaf, il d.lgs. 31 dicembre 2009, n. 213 (“Xxxxxxxx xxxxx xxxx xx xxxxxxx xx xxxxxxxxxx xxxxx x. 00 settembre 2007, n. 165”) che disciplina il riordino degli enti di ricerca in attuazione della l. 27 settembre 2007, n. 165, ed il d.lgs. 25 novembre 2016, n. 218 (“Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca ai sensi dell’articolo 13 della legge 7 agosto 2015, numero 124”).
Ai sensi dell’art. 2 del ridetto d.lgs. n. 138 del 2003, in Inaf sono confluiti i seguenti istituti del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr): Istituto di radioastronomia; Istituto di astrofisica spaziale; Istituto di fisica dello spazio interplanetario.
L’Inaf ha personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale e contabile, statutaria e regolamentare, con soggezione alla vigilanza del Ministero dell’università e della ricerca (istituito dal d.l. 9 gennaio 2020, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 12).
1.1 Il processo di semplificazione operato dal decreto legislativo n. 218 del 2016 Gli artt. 9-14 del d.lgs. n. 218 del 2016 hanno eliminato, per gli enti di ricerca, alcuni vincoli gestionali e di finanza pubblica previsti per altre pubbliche amministrazioni, consentendo agli enti in parola di muoversi all’interno di un sistema di regole più snello e appropriato alle esigenze del settore, a cominciare dalla maggiore autonomia nelle assunzioni di personale e per acquisti di beni e servizi.
L’art. 9, in particolare, ha riformulato il limite alle spese di personale che gli enti di ricerca devono rispettare per assicurare la sostenibilità e gli equilibri di bilancio, consentendo nuove
assunzioni per quelli che hanno una percentuale di spese di personale inferiore all’80 per cento della media delle entrate dell’ultimo triennio, al netto delle assunzioni coperte da specifici finanziamenti pubblici o privati, dei quali, tuttavia, gli organi di vertice abbiano accertato l’effettiva sostenibilità finanziaria.
Eliminato il blocco del turn-over, gli enti di ricerca hanno potuto, pertanto, programmare autonomamente i piani triennali di attività, determinando la consistenza e le variazioni del piano di fabbisogno del personale, premesse indispensabili anche per avviare il percorso di assorbimento del precariato esistente (disciplinato dall’art. 20 del d.lgs. 25 maggio 2017, n. 75 e, per gli enti di ricerca, recentemente ampliato, nei presupposti, dall’art. 6 del d.l. 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla l. 20 dicembre 2019, n. 159).
É stata estesa a tutti gli enti di ricerca la possibilità di assumere per chiamata diretta, con contratto a tempo indeterminato, ricercatori o tecnologi che si siano distinti per merito eccezionale o che siano stati insigniti di altri riconoscimenti scientifici in ambito internazionale.
1.2 La riforma statutaria
Con delibera del Consiglio di amministrazione del 25 luglio 2017, l’Inaf ha approvato la modifica complessiva dello statuto, che, con nota del 4 agosto 2017, è stata trasmessa al Miur, ai fini del prescritto controllo di legittimità e di merito (art. 4 del d.lgs. n. 218 del 2016). Il Ministero ha avanzato alcuni rilievi, recepiti dall’Istituto con deliberazione del Consiglio di amministrazione del 21 dicembre 2017. Il nuovo statuto è stato definitivamente approvato dal Cda con delibera n. 42 del 25 maggio 2018 e pubblicato sul sito internet istituzionale in data 7 settembre 2018, ed entrato in vigore il 24 ottobre 2018.
1.3 Il Regolamento di organizzazione e funzionamento
L’art. 3, comma 3, del d.lgs. n. 218 del 2016 stabilisce che gli enti di ricerca, nel rispetto delle norme statutarie e della legislazione vigente, adottino i regolamenti di amministrazione, finanza e contabilità, del personale e di organizzazione, in conformità ai principi di cui al d.lgs. 31 maggio 2011, n. 91 ed al d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, nonché alle disposizioni del Codice civile per quanto compatibili.
L’art. 4 del ridetto d.lgs. n. 218 del 2016 prevede, come per lo statuto, che anche i sopra citati
regolamenti interni siano adottati, a maggioranza assoluta dei componenti, dai competenti
organi deliberativi dei singoli enti di ricerca e sottoposti al controllo di legittimità e di merito del Miur (nel termine di sessanta giorni). Gli organi deliberativi dell’ente di ricerca possono non conformarsi ai rilievi di legittimità, con delibera adottata a maggioranza dei tre quinti dei componenti ovvero ai rilievi di merito con delibera adottata a maggioranza assoluta.
L’Inaf aveva approvato il vigente “disciplinare di organizzazione e funzionamento” con delibera del Consiglio di amministrazione n. 44 del 21 giugno 2012, in seguito più volte modificata (delibere Cda n. 84 del 19 dicembre 2013, n. 7 del 19 febbraio 2014, n. 28 del 16 dicembre 2015,
e n. 107 del 19 ottobre 2016).
Il regolamento di organizzazione e funzionamento (Rof) è stato adottato dal Cda nella seduta del 5 giugno 2020.
Nel corso dell’iter deliberativo erano insorti dubbi interpretativi, sollevati dal Collegio dei revisori (verbale n. 21 del 25 settembre 2019), in ordine allo schema di regolamento predisposto dal Consiglio. Pertanto, è stato chiesto al Ministero vigilante di pronunciarsi con riferimento alla disciplina delle “indennità da corrispondere ai direttori di Struttura” e delle “indennità per il personale”. Quest’ultimo, a sua volta, ha invitato a inoltrare l’istanza di parere anche al Ministero dell’economia e delle finanze ed al Dipartimento della funzione pubblica1. L’istanza risulta ancora inevasa al momento dell’interlocuzione istruttoria.
Con delibera n. 21 del 29 aprile 2021 (approvativa del Rof, a seguito del controllo, di legittimità e di merito, effettuato dal Ministero vigilante), il Cda ha sospeso l'efficacia delle disposizioni contenute negli articoli 5, comma 2, lettera q), e 22, comma 2, del Regolamento in esame, che disciplinano conferimento dell’incarico e trattamento economico da corrispondere ai direttori delle strutture di ricerca, in attesa che il Dipartimento della Funzione pubblica e il Ministero dell’economia e delle finanze esprimano in merito il loro parere.
Sempre il Collegio dei revisori dei conti ha rilevato che l’art. 13, comma 3, “uffici di livello dirigenziale”, dello schema di Rof non possa prevedere un numero massimo di tre uffici di livello dirigenziale, in quanto il numero degli uffici dirigenziali in parola non potrebbe essere
1 Con nota del 17 luglio 2020 (n. 4201), la competente direzione generale del Miur ha invitato l’Inaf a chiedere un parere sia al Dipartimento della funzione pubblica che al Ministero della economia e delle finanze in merito ai profili evidenziati dal Collegio dei revisori dei conti. Con nota del 22 settembre 2020, prot. n. 4986, l’Inaf ha chiesto di esprimere parere sui seguenti quesiti: 1) può essere considerata corretta la corresponsione di una indennità ai direttori delle strutture di ricerca, nel rispetto dell’art. 6, comma 2, lett. p), e dell'art. 28, comma 4, del vigente statuto (secondo il quale il trattamento economico del titolare dell'incarico è integrato da un’indennità, a carico del bilancio, deliberata dal Cda secondo parametri previsti dal contratto collettivo di comparto, applicabili anche al personale astronomo); 2) se possano essere considerate coerenti con l'attuale quadro normativo le analoghe previsioni contenute nell'art. 5, comma 2, lettera q), e 22, comma 2, del proposto regolamento di organizzazione e funzionamento.
superiore a due, alla luce della tabella 17 allegata al d.p.c.m. 22 gennaio 2013, che ha rideterminato la dotazione organica dell’Inaf ai sensi dell’art. 2 del d.l. 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla l. 7 agosto 2012, n. 135 (disposizione che, fra l’altro, stabilisce che il numero in parola “non può essere incrementato se non con disposizione legislativa di rango primario”).
In proposito, il Consiglio d’amministrazione, nella seduta del 27 marzo 2020, aveva deliberato di allegare alla bozza di Rof inviata, per l’approvazione, al Ministero dell’università e della ricerca, una relazione, a firma del Direttore generale, esplicitante le motivazioni alla base della legittimità della previsione, nel nuovo assetto organizzativo, di un numero massimo di tre uffici di livello dirigenziale.
In questo caso, a seguito di inoltro della suddetta istanza anche al Dipartimento per la Funzione pubblica, quest’ultimo, con nota del 18 dicembre 2020, ha ritenuto che, anche se gli enti di ricerca, a seguito dell’ultima riforma di settore posta in essere con il d.lgs. n. 218 del 2016, hanno come disciplina di riferimento per il reclutamento del personale l’art. 9 del citato decreto, tuttavia questo spazio di autonomia non esime dall’assoggettamento alla regolamentazione legislative in punto di numero di uffici dirigenziali, contenuta nel preesistente art. 2, comma 00-xxx, xxx xxxxxx x. x. x. 00 del 2012.
Infine, il Ministero dell’università e della ricerca, con nota del 1° marzo 2021, ha comunicato all’Istituto di aver approvato il Regolamento di organizzazione e funzionamento deliberato dal Cda nella seduta del 5 giugno 2020.
Nell’occasione, condividendo il sopra esposto parere del Dipartimento per la funzione pubblica, il Mur ha invitato l’Istituto a sostituire l’art. 13, comma 3, del deliberato Rof, limitando il numero di uffici dirigenziali a due (invece dei tre proposti), invito recepito dal Consiglio d’amministrazione dell’Inaf con la delibera n. 21 del 29 aprile 2021 (di cui la competente Direzione del Mur ha preso atto con nota n. 7720 del 19 maggio 2021).
A seguito della prescritta pubblicazione, il nuovo Regolamento di organizzazione e funzionamento dell’Inaf è entrato in vigore il 9 luglio 2021.
1.4 Regolamento interno di amministrazione e contabilità
Il “Regolamento sulla amministrazione, sulla contabilità e sulla attività contrattuale” dell’Inaf, predisposto ai sensi dell’articolo 18, commi 1 e 3, del d.lgs. 4 giugno 2003, n. 138, è stato
approvato dal Consiglio di amministrazione con delibera n. 3 del 2 dicembre 2004, e successivamente modificato con delibera n. 46 del 2 luglio 2009.
In proposito, come rilevato anche dal Collegio dei revisori nel verbale n. 21 del 25 settembre 2019, va segnalata la necessità di aggiornare alle disposizioni del nuovo codice dei contratti, di cui al d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, la disciplina regolamentare dell’attività contrattuale dell’Ente (ora inserita nel regolamento sull’amministrazione, sulla contabilità e sull’attività contrattuale e nel disciplinare sull’acquisto dei beni e servizi in economia), nonché il vigente regolamento del fondo economale.
Il processo di adozione del “Regolamento per la amministrazione, la finanza, la contabilità e l’attività contrattuale” (come del “Regolamento del personale” ed il “Regolamento per la disciplina dell’orario di lavoro”) era stato subordinato, dall’Istituto, alla previa approvazione, da parte del Ministero vigilante, del “Regolamento di organizzazione e funzionamento” (su cui si è riferito nel precedente paragrafo), intervenuta il 1° marzo 2021. Il nuovo Regolamento di contabilità non è stato, tuttavia, sinora, adottato.
Va ricordato, al riguardo, che l’art. 10, comma 1, del d.lgs. n. 218 del 2016, ha stabilito che gli enti di ricerca adottino, con regolamento, anche ai sensi della normativa generale vigente in materia di contabilità pubblica, di cui al d.lgs. n. 91 del 2011, sistemi di contabilità economico- patrimoniale, anche per il controllo analitico della spesa per centri di costo.
Al momento dell’approvazione del bilancio dell’esercizio 2020, l’Inaf era ancora in attesa delle istruzioni da parte del Mur, sollecitate anche dal Mef, tese a definire, in modo uniforme, i nuovi principi contabili ed i relativi documenti (al momento dell’interlocuzione istruttoria non ancora pervenute).
Al riguardo, si evidenzia che, con decreto del 20 maggio 2021, il Mur ha istituito un "Gruppo di lavoro", composto da rappresentanti del Ministero, del Mef e degli Enti di ricerca, con il compito di elaborare un modello per l’adozione di sistemi di contabilità economico patrimoniale e definire i relativi schemi di bilancio, nonché i criteri e principi contabili di riferimento (che non risulta aver concluso la propria attività).
1.5 PNRR
La presente relazione, pur avendo ad oggetto l’esercizio finanziario 2020, non può non fare un breve cenno alle iniziative finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza o dal Piano nazionale degli investimenti complementari (Pnc), avviati a fine 2021, a cui l’Inaf ha aderito, come soggetto attuatore o partner di ricerca.
Per quanto concerne gli interventi finanziati dal Pnrr, l’Istituto nazionale di astrofisica ha partecipato, in primo luogo, all’iniziativa del Centro Nazionale High Performance Computing (Cn- hpc), di cui al decreto Mur n. 3138 del 16 dicembre 2021, in cooperazione con i maggiori Enti di Ricerca, Università e altri soggetti pubblici e privati.
Come risultato della positiva selezione della proposta e della successiva rinegoziazione, Xxxx ha ottenuto il ruolo di coordinatore di una area tematica, la co-leadership di un'altra e la partecipazione ad altre aree tematiche del programma. Il finanziamento ottenuto, in parte da rilocare ad altri partners, è pari a 15 milioni di euro.
Inaf ha, inoltre, partecipato all’avviso del Mur per il progetto “Infrastrutture di ricerca” (decreto
n. 3264 del 28 dicembre 2021), sottoponendo le seguenti quattro proposte:
1) Cta+, per il potenziamento della infrastruttura Esfri Cta (elencata nel Piano nazionale delle infrastrutture di ricerca, Pnir), ottenendo un finanziamento, a valle della negoziazione, da condividere con i partners esterni, di circa 71 milioni di euro;
2) Xxxxxx, per il potenziamento delle infrastrutture Esfri Ska e Elt (anch’esse elencate nel Piano nazionale delle infrastrutture di ricerca), ottenendo un finanziamento, a valle della negoziazione, da condividere con i partners esterni, di circa 70 milioni di euro;
3) Ng-Croce, per il potenziamento dell’infrastruttura “Croce del Nord”, parte delle antenne Vlbi (anch’esse elencate nel Pnir), ottenendo un finanziamento, a valle della negoziazione, da condividere con i partners esterni, di circa 19 milioni di euro;
4) Emm, per la rivisitazione e l’aggiornamento dell’infrastruttura Srt (sempre elencata nel Pnir), ottenendo un finanziamento, a valle della negoziazione, da condividere con i partners esterni, di circa 30 milioni di euro.
Nel corso della seconda parte del 2022 è stato predisposto il quadro amministrativo per l’avvio dei progetti il 1° gennaio 2023. In particolare, l’Istituto sta costituendo un centro di spesa di secondo livello per la gestione separata dei programmi di spesa finanziati dal Pnrr e reclutando le unità di personale necessarie richieste da bando (da realizzarsi nel rispetto della normativa di riferimento).
Si rinviano ulteriori approfondimenti e considerazioni in sede di relazione al Parlamento sulla gestione amministrativa e finanziaria dell’Inaf per gli esercizi 2021 e successivi, in cui si collocano ratione temporis, gli interventi finanziati dal Pnrr e dal Pnc.
2. GLI ORGANI
Ai sensi dell’art. 4 dello statuto, sono organi dell’Inaf il Presidente, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio scientifico ed il Collegio dei revisori dei conti, le cui funzioni e modalità di composizione sono stabilite dallo statuto e dal regolamento di organizzazione e funzionamento. Il Presidente è nominato secondo le modalità di cui all’articolo 11 del d.lgs. 31 dicembre 2009, n. 213, ed è scelto tra persone di alta qualificazione scientifica nei campi di ricerca di competenza dell’Inaf, con una pluriennale esperienza ai vertici di centri o strutture di ricerca anche universitari, nonché con una documentata conoscenza, di alto livello, anche gestionale, del sistema della ricerca italiana e internazionale. Xxxx in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta; in caso di assenza o di impedimento è sostituito dal vicepresidente.
Il Presidente in carica nel 2020 è stato nominato il 14 ottobre 2015 (decreto Miur n. 821) e confermato, per il quadriennio 2020-2023 (decreto Miur n. 1201 del 30 dicembre 2019). Tuttavia, il mandato è stato interrotto anticipatamente dal suo improvviso decesso. Il Mur, con decreto
n. 772 del 9 ottobre 2020, ha nominato un nuovo Presidente fino alla scadenza del quadriennio 2020-2023.
Il Consiglio di amministrazione ha compiti di indirizzo strategico e programmazione generale ed è composto, oltre che dal presidente, da quattro consiglieri. Questi ultimi sono nominati con decreto del Miur (secondo le modalità del ridetto art. 11 del d. lgs. n. 213 del 2009), durano in carica quattro anni e possono essere confermati una sola volta. In particolare, due membri del Consiglio di amministrazione, oltre al presidente, sono designati, ai sensi del già citato d.lgs. n. 213 del 2009, tra persone di alta qualificazione scientifica e manageriale, mentre gli altri due sono eletti, mediante apposito procedimento, dalla comunità scientifica di riferimento, ai sensi dell’articolo 6, commi 5 e 6, dello Statuto Inaf, tra il personale di ricerca in servizio presso l’Istituto o presso altri enti o università associate.
Il Consiglio di amministrazione a inizio 2020 era stato nominato con decreto Miur n. 917 del 2 dicembre 2015. Con successivo decreto Mur n. 32 del 31 gennaio 2020, il Cda dell’Inaf è stato rinnovato per il quadriennio 2020-2023.
Il Consiglio scientifico, come da attribuzioni assegnate dallo statuto e dai regolamenti interni, è l’organo consultivo del Presidente e del Consiglio di amministrazione. Ha facoltà propositive per quanto riguarda l’attività di ricerca e la selezione dei grandi progetti nazionali, per i quali
individua le priorità scientifiche. È composto da scienziati italiani o stranieri di fama internazionale, con particolare e qualificata professionalità ed esperienza nel settore di competenza dell’Istituto, di cui almeno 2 esterni (5 vengono nominati dal Consiglio di amministrazione, 2 su proposta del Presidente). I componenti del Consiglio scientifico durano in carica quattro anni e possono essere confermati per un solo mandato.
Il Consiglio scientifico in carica a inizio 2020 era stato nominato con deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 1 del 13 gennaio 2016. La procedura per il rinnovo dei componenti elettivi del ridetto organo statutario è stata indetta con decreto del Presidente n. 12 del 20 febbraio 2020 e, con delibera Cda n. 44 del 22 maggio 2020, è stato nominato il nuovo Consiglio. Il Collegio dei revisori dei conti è composto da tre membri effettivi e due supplenti, iscritti al registro dei revisori contabili. Un membro effettivo, con funzioni di presidente, ed un supplente sono designati dal Ministro dell’economia e delle finanze; due membri effettivi, oltre ad un supplente, sono designati dal Ministro dell’università e della ricerca. Xxxxxx in carica tre anni e possono essere confermati una sola volta. Il Collegio dei revisori dei conti in carica nel 2020 è stato nominato con decreto Miur n. 575 del 1° agosto 2018.
Con decreto Mur del 16 agosto 2021, numero 1063, è stato nominato il Collegio dei revisori dei conti per il successivo triennio.
Agli organi statutari si affianca l’Organismo indipendente di valutazione delle performance, costituito da tre componenti. L’Oiv in carica a inizio 2020 era stato nominato con deliberazione del Consiglio di amministrazione del 18 novembre 2016. Con decreto del Presidente n. 1 del 10 gennaio 2020, è stata indetta selezione pubblica per la costituzione dell’Oiv per il successivo triennio, la cui procedura si è conclusa con la delibera di nomina n. 47 del 5 giugno 2020.
2.1 I compensi spettanti agli organi di amministrazione e controllo
Le attuali indennità di carica del Presidente, dei componenti del Consiglio di amministrazione, del Presidente e dei membri del Collegio dei revisori dei conti sono state determinate con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 10 gennaio 2008, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Al Presidente spettano euro 117.600 annui, ai componenti del Xxx xxxx 00.000 xxxxxxxx (xxxxx compenso aggiuntivo per il vicepresidente), al Presidente del Collegio dei revisori euro 16.000
ed ai componenti del medesimo Collegio euro 13.000. Non sono previsti gettoni di presenza2.3 Si riporta la tabella riassuntiva dei compensi lordi corrisposti agli organi nel triennio 2018-2020, precisando che l’apparente contrazione, nel 2019, dei compensi attribuiti a Presidente e Consiglieri di amministrazione deriva dall’intervenuta scadenza del mandato a fine novembre.
Tabella 1 - Compensi annui per gli organi di amministrazione e controllo
Compensi annui lordi (erogati) | 2018 | 2019 | 2020 |
Presidente | 95.256 | 87.318 | 98.196 |
Vicepresidente | 15.490 | 14.199 | 15.824 |
Componenti Cda | 46.470 | 42.597 | 50.246 |
Collegio dei revisori | 34.366* | 37.800 | 37.800 |
Totale | 191.582 | 181.914 | 202.066 |
*L’importo esposto costituisce la somma, corrisposta in ragione della frazione d’anno, fra il compenso spettante al Collegio dei revisori nominato prima del 1° gennaio 2018 (pari a euro 34.020) e quello attribuito, al medesimo organo, a seguito del rinnovo operato dal 1° agosto 2018 (pari a euro 37.800).
2 Si ricorda, in proposito, che la decurtazione del 10 per cento dei compensi spettanti agli organi di amministrazione e controllo
delle pubbliche amministrazioni, disposta dall’art. 6, comma 3, del d.l.n.78 del 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla
l. 30 luglio 2010, n. 122, non trova più applicazione a partire dal 1° gennaio 2018 (non essendo stata oggetto di proroga, a differenza di quanto avvenuto con le precedenti annuali normative di finanza pubblica). Dal 2018 è stato, pertanto, ripristinato il compenso nella misura prevista antecedentemente all’entrata in vigore del suddetto d.l. n. 78 del 2010. Prudenzialmente, tuttavia, l’Inaf ha eliminato il taglio solo sui compensi spettanti agli organi nominati dopo il 1° gennaio 2018, mentre lo ha mantenuto per gli organi nominati prima di quella data, e ancora in carica (motivo per cui è stato applicato sui compensi del Presidente e dei componenti del Cda, nominati nel 2015, fino a fine mandato).
3 Le norme di finanza pubblica (cfr. art. 6, comma 21, del d.l. 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla l. 30 luglio 2010, n. 122 e circolare Mef-Rgs n. 14/2018 n. 14 e 34/2019) hanno mantenuto, invece, con riferimento alle spese relative a indennità, compensi ed altri emolumenti corrisposti ai componenti di Consiglio di amministrazione e di altri organi collegiali, l’obbligo del versamento annuale nel pertinente capitolo di entrata del bilancio statale, in misura pari al 10 per cento degli importi risultanti al 30 aprile 2010. Il versamento eseguito dall’Inaf era stato di euro 14.374. In seguito ad accertamenti condotti nel xxxxx xxx 0000 (xxxxxxxxxxx xxx xxxxxxx xxx Xxxxxxxx dei revisori dei conti n. 33 e n. 34/2020), l’Istituto ha verificato che il dieci per cento sui compensi in essere al 30 aprile 2010, era pari, invece, a 21.249. Di conseguenza, è stato corretto l’importo da versare, unitamente agli arretrati euro 61.866).
3. ATTIVITÀ ISTITUZIONALE
L’Istituto nazionale di astrofisica, come già accennato, è il principale ente di ricerca italiano per lo studio dell’universo e costituisce un riferimento, nazionale ed internazionale, per la ricerca nel campo dell’astrofisica e dell’astronomia. Ha sede legale in Roma ed è presente sul territorio italiano con proprie strutture di ricerca, collocate in sedi a volte condivise con dipartimenti universitari e con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), garantendo così la necessaria sinergia tra ricerca e didattica, nonché tra la ricerca di base, quella universitaria e quella più marcatamente tecnologica, in ambito astrofisico, sinergia che si è rivelata reciprocamente vantaggiosa per il conseguimento dei rispettivi fini istituzionali.
Negli ultimi anni, l’Inaf ha depositato diversi brevetti e avviato start-up innovative. In particolare, grazie alla costruzione di grandi telescopi ottici e radio, al lancio di satelliti di prossima generazione (astronomia in raggi gamma e raggi X), così come allo studio delle bande ottiche e infrarosse, potrebbero esservi ricadute industriali, specialmente per i settori della opto-meccanica di grande precisione, l’aerospaziale, l’elettronica e l’optoelettronica.
Varie sono state le recenti scoperte scientifiche che hanno visto l’Inaf protagonista, insieme ad altri enti di ricerca di livello internazionale. Oltre a quanto già riferito nelle relazioni sugli esercizi 2018 e 2019 (approvate da questa Sezione con determinazioni n. 66/2020 e n. 38/2021) fra le recenti più rilevanti possono ricordarsi:
- la scoperta del primo Fast Radio Burst (magnetar Sgr 1935+2154) di origine galattica (con emissioni nelle bande X e Gamma), ottenuta con la collaborazione dei ricercatori Inaf, mediante l’uso del satellite italiano Agile;
- il contatto della missione Osiris-Rex con l’Asteroide 101955 Bennu, avvenuto il 20 ottobre 2020, per prelevare materiale da riportare sulla terra a fini di studio.
L’Inaf ha, inoltre, contribuito attivamente alle ricerche sulla diffusione della pandemia da Covid-19 stabilendo, tra altre cose, una correlazione tra la concentrazione di raggi uv e la sopravvivenza del virus e progettando dispositivi specifici di analisi e prevenzione basati su tecnologie sviluppate per l’osservazione dell’universo.
3.1 Le infrastrutture osservative
L’Inaf è proprietario o comproprietario, nonché realizzatore e gestore, di grandi impianti di respiro internazionale, sia da terra che dallo spazio, e, come tale, è coinvolto nei circuiti tesi alla realizzazione delle principali infrastrutture astronomiche del futuro, indicate nella Roadmap dell’Esfri (Forum strategico europeo per le infrastrutture di ricerca) e nel programma Cosmic Vision 2020 dell’Agenzia spaziale europea (Esa).
3.1.1 Le grandi infrastrutture di ricerca da terra, di cui l’Inaf è proprietario o
comproprietario, sono le seguenti:
- il Large binocular telescope (Lbt), sito in Arizona (Usa), in partnership con Stati Uniti e Germania, telescopio binoculare ottico ed infrarosso, in funzione dal 2005 presso l’Osservatorio di Mt. Xxxxxx. Al momento è il telescopio adattivo a specchi monolitici (8 m di diametro) più grande al mondo, ed ha un valore di circa 220 milioni milioni ;
- il Telescopio nazionale Galileo (TnG) ottico-infrarosso, da 3,6 metri di diametro, in funzione dal 1996 presso l’Osservatorio di Xxxxx de los Muchacos a Las Palma (Canarie, Spagna), ha un valore di circa 40 milioni milioni . Il continuo upgrade della strumentazione lo rende uno dei telescopi più efficaci nella ricerca di esopianeti, tematica molto rilevante in campo internazionale. Dal 2005 è gestito mediante la Fundación Xxxxxxx Xxxxxxx, Fundación Canaria (FGG);
- Sardinia radio telescope (Srt) e rete Vlbi, uno dei più moderni radiotelescopi europei, situato nel Comune di San Xxxxxxx (Cagliari). Insieme a quelli di Medicina (Bo) e Noto (Sr), costituisce l’array italiano per l’interferometria Vlbi (nota rete internazionale). Recentemente, è stato oggetto di un importante aggiornamento, finanziato dal Miur, attraverso un programma Pon, con 18,5 milioni milioni ;
- il VLT survey telescope (Vst), sito nell’Osservatorio ESO sul Cerro Paranal in Cile. È il maggiore telescopio del mondo per survey (indagini) ottiche da terra, realizzato dall’Inaf, in collaborazione con l’Eso (European organisation for astronomical research), per effettuare grandi mappature del cielo australe e di rilievo strategico per la scienza del futuro;
- progetto Astri Mini Array, consistente nell’installazione sull’isola di Tenerife (Canarie) di nove telescopi per esplorare l’emisfero nord (con le collaborazioni di Sudafrica e Brasile, che sarà concluso all’inizio del 2023):
- Telescopio Astri (Astrofisica con specchi a tecnologia replicante italiana) Horn d’Xxxxxx è il primo telescopio Cherenkov al mondo, con tecnologia Schwartschild-Xxxxxx. Installato presso l’Osservatorio di Serra la Nave (pendici dell’Etna), costituisce il precursore tecnologico e scientifico delle grandi infrastrutture per l’astronomia Cherenkov, in fase di progettazione.
3.1.2 Altre grandi infrastrutture di ricerca da terra, alla cui realizzazione l’Inaf ha contribuito
a vario titolo sono le seguenti:
- il Telescopio Cherenkov Magic (Major atmospheric gamma-ray imaging Cherenkov), installato all’Osservatorio del Xxxxx de los Muchachos (Canarie), gestito da un consorzio internazionale, è il più grande telescopio stereoscopico Cherenkov al mondo;
- il precursore Aavs2 (Australian aperture verification system per Ska-Low) è un precursore operativo del telescopio a bassa frequenza, installato presso il radio-osservatorio di Xxxxxxxxx in Australia, costruito, in collaborazione con l’Inaf, dall’Università Curtin di Perth e da altre istituzioni;
- il Lofar (Low frequency array), il più grande radiotelescopio ad apertura per basse frequenze, è costituito da 51 stazioni riceventi, distribuite in Europa, che lavorano simultaneamente. Inaf fornisce tecnologie chiave per il trattamento digitale del segnale ed è in procinto di costruire un’altra stazione ricevente presso l’Osservatorio di Medicina (Bo).
3.1.3 Altre grandi infrastrutture di ricerca da terra di maggiore utilizzo da parte della
comunità di ricercatori ed astronomi dell’Inaf sono:
- i telescopi gestiti dall’European Southern Observatory (ESO), organizzazione internazionale alla quale l’Italia aderisce dal 1982. Si tratta di telescopi ottici ed infrarossi di varia metratura, installati nel deserto di Atacama in Cile, tra i quali il Very Large Telescope (VLT);
- Alma (AtacamalLarge millimeter/submillimeter array), un radiotelescopio in fase di completamento nel nord del Cile, in collaborazione tra Europa, Stati Uniti e Giappone, di fondamentale importanza per lo studio della formazione stellare nell’universo. Le antenne sono state progettate (Eie Mestre) e in parte realizzate in Italia;
3.1.4 Le grandi infrastrutture di ricerca del futuro, in fase di realizzazione, e che vedono un ruolo centrale o di leadership, da parte di Xxxx sono:
- Progetto E-elt (European extremely large telescope), teso alla realizzazione di un telescopio ottico- infrarosso adattivo da 39 metri di diametro (destinato ad essere il più grande al mondo), in costruzione a Cerro Armazones (Cile) a cura dell’Eso. L’impianto sarà completato nel 2025. Il contratto per la costruzione della meccanica e dell’edifico che lo ospiterà è stato assegnato ad un consorzio di imprese italiane, rappresentando il più grande ritorno industriale in un progetto per l’astrofisica;
- Progetto Ska (Square kilometer array). Si tratta del radio-telescopio più grande al mondo che, quando completato, fornirà un’area di raccolta del segnale pari ad un kilometro quadrato. Nella prima fase consisterà in centinaia di radiotelescopi classici, collocati in un deserto del Sudafrica, e migliaia di antenne dipolari di bassa frequenza collocate nell’Australia occidentale. Ska è una organizzazione internazionale, costituita per iniziativa del governo italiano, che ha portato alla firma di un trattato il 12 marzo 2019 presso il Miur, ratificato dal Parlamento nel 2020;
- Progetto Cta (Cherenkov telescope array), costituito da 110 telescopi Cherenkov, di varie dimensioni, collocati in due siti osservativi, l’isola di La Palma (Canarie), per l’emisfero nord, ed il deserto di Atacama, nel Cile, per l’emisfero sud. Il progetto si costituirà in una Xxxx (European research infrastructure consortium), per la quale il governo italiano sta coordinando le negoziazioni. Il quartier generale è ospitato presso la sede Inaf di Bologna.
3.1.5 Le missioni di ricerca nello spazio, alla cui realizzazione l’Inaf contribuisce, nell’ambito di accordi con diverse agenzie spaziali, nazionali e sovranazionali, possono essere così suddivise:
a) esplorazione del sistema solare
- Mars express, Venus express e Cassini studiano l’atmosfera, la superficie e il sottosuolo,
rispettivamente di Xxxxx, Venere e Saturno;
- Dawn è una missione dedicata agli asteroidi Vesta e Xxxxxx, con uno strumento principale a guida Xxxx;
- Juno studia la composizione atmosferica e la struttura interna di Giove, con uno degli strumenti principali di responsabilità Inaf;
- ExoMars 2016 ricerca forme di vita su Xxxxx e sui suoi satelliti, con l’Italia contributore
principale con quattro strumenti, di cui tre a guida Xxxx;
- Solar Orbiter, missione ESA che studia il plasma del vento solare, il campo magnetico solare e le sorgenti che lo hanno generato. Xxxx è responsabile di uno strumento;
- BepiColombo, missione per studiare Mercurio, la geofisica, la geochimica, il campo magnetico, l’interazione con il sole e gli effetti gravitazionali. Ospita a bordo quattro strumenti italiani, di cui tre a guida Xxxx;
- Osiris-Rex (Nasa) e Hayabusa2 (Jaxa), due missioni aventi come obiettivo principale quello di riportare sulla Terra un frammento di asteroide.
b) stelle, galassie e cosmologia:
- Hst (Hubble space telescope), collaborazione fra Nasa ed Esa, fornisce dati su popolazioni stellari risolte, pianeti extrasolari, galassie vicine e lontane, supernove e oggetti primordiali;
- Gaia è dedicata allo studio della scala delle distanze, della struttura della nostra galassia e della dinamica e della fisica dei corpi minori nel sistema solare;
- Cheops, missione dell’Esa, dedicata allo studio dei pianeti extra-solari. Il principale contributo italiano è stata la fornitura di un telescopio, ideato e progettato dall’ Inaf.
c) studio dell’universo estremo:
- le missioni (Esa) Xmm e Integral e quelle Nasa Swift e NuStar, tutte con rilevante contributo italiano (Inaf, Infn, Asi e varie università) permettono lo studio dei buchi neri, della materia e dei campi magnetici in condizioni estreme, nonché delle peculiari esplosioni stellari che generano i potentissimi lampi gamma cosmologici.
- a queste si aggiungono Agile e Xxxxx, dedicate allo studio dell’universo estremo ad energie gamma. Agile è una missione totalmente italiana, sotto egida dell’Agenzia spaziale italiana, ma a guida Xxxx (con contributi da diverse industrie nazionali), mentre Xxxxx è una collaborazione con la Nasa, a cui Xxxx ha dato un rilevante contributo scientifico.
4. STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Con delibera n. 118 del 18 novembre 2016, il Consiglio di amministrazione ha approvato il nuovo assetto organizzativo della Direzione generale. In seguito, con determina del 1° marzo 2017, n. 26, è stato approvato il nuovo organigramma dei servizi di staff alla Direzione generale (ufficio I, gestione delle risorse umane; ufficio II, gestione bilancio, contratti e appalti). L’attribuzione di poteri e funzioni ai dirigenti in servizio è intervenuta con determina del Direttore generale 7 novembre 2017, n. 271 (poi modificata con determina n. 29 del 6 febbraio
2018), in conformità a quanto previsto dagli artt. 4, 16 e 17 del d.lgs. n. 165 del 2001, nonché alle “Disposizioni applicative” allegate al nuovo “Schema organizzativo” della direzione generale, approvato dal Cda con la citata delibera n. 118 del 20164.
Per il 2020, gli incarichi dirigenziali stati conferiti con determina n. 12 del 6 febbraio 2020 (che ha confermato quelli conferiti con determina del Direttore generale n. 45 del 20 febbraio 2019). La Direzione generale costituisce centro di responsabilità amministrativa di primo livello, mentre le strutture di ricerca costituiscono centri di secondo livello (e, in alcuni casi, nascono dagli accorpamenti di articolazioni territoriali preesistenti). L’attuale struttura organizzativa dell’Inaf è articolata in sedici strutture di ricerca, distribuite sull’intero territorio nazionale, alle quali si aggiungono l’amministrazione centrale, che ha sede a Roma, ed alcune stazioni osservative, dislocate sia in Europa che in paesi extraeuropei.
4.1 Le risorse umane
4.1.1 Direttore generale e direttore scientifico
Al vertice della struttura gestionale dell’Inaf si colloca il Direttore generale, il quale è scelto tra persone di “di alta qualificazione professionale e di comprovata esperienza gestionale e con documentata conoscenza della normativa di riferimento” (art. 14, comma 1, statuto). Il rapporto di lavoro è regolato da un contratto di diritto privato, di durata massima quadriennale, coincide con l’incarico del Presidente e può essere rinnovato una sola volta. Il Direttore generale dirige, coordina e controlla le attività delle direzioni centrali, dei centri servizi e degli uffici amministrativi delle sezioni.
4 Con delibera Cda n. 34 del 24 aprile 2018 sono state riviste le competenze dell’ufficio risorse umane e delle strutture tecniche di supporto (processo completato con la determina del Direttore generale n. 141 del 15 maggio 2018), riservando, in particolare, le procedure concorsuali alla Direzione generale.
Il Consiglio di amministrazione dell’Istituto ha nominato, rispettivamente, con delibera n. 83 del 2 agosto 2016 e n. 9 del 21 maro 2016, il Direttore generale ed il Direttore scientifico, in carica a inizio 2020. Con delibera n. 6 del 3 febbraio 2020, il Consiglio di amministrazione ha approvato la proposta del Presidente di rinnovare gli incarichi in parola, a decorrere dalla data di sottoscrizione dei relativi contratti e per una durata coincidente con quella del mandato del Presidente (fatti salvi i casi di risoluzione anticipata espressamente previsti dalle vigenti disposizioni legislative e statutarie).
In seguito, in ragione del già esposto improvviso decesso del Presidente e nelle more della sua sostituzione, da parte del Mur, con altro candidato per la residua durata del periodo quadriennale di mandato, il Consiglio d’amministrazione dell’Inaf, con delibera n. 81 del 29 ottobre 2020, ha confermato il Direttore generale ed il Direttore scientifico in carica.
Il compenso spettante al Direttore generale, nel 2020, è stato pari a euro 143.996 lordi5. La retribuzione di risultato è stata corrisposta, in un’unica soluzione, nel 2021, per un importo pari ad euro 48.000 (previa verifica dei risultati). Il compenso del Direttore scientifico, stabilito con delibera Cda n. 28 del 23 novembre 2011 (non modificata in seguito), è pari a euro 150.000 lordi6. La retribuzione di risultato è stata erogata nel 2021 (sempre previa verifica dei risultati conseguiti).
4.1.2 Il personale in servizio
Con d.p.c.m. 22 gennaio 2013 (in aderenza all’art. 2, comma 1, lett. b), del d.l. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 135 del 2012) era stata determinata la dotazione organica dell’Inaf, prevedendo, complessivamente, un organico di 1.214 unità suddivise, secondo il proprio ordinamento, per profili professionali e livelli economici o fasce retributive. La situazione del personale in servizio, con contratto a tempo indeterminato, presso le strutture scientifiche dell’Inaf (compresi gli istituti ex Cnr), in ruolo al 31 dicembre 2020, è quella indicata nella tabella che segue, da cui si evince un significativo incremento (n. 31) rispetto al 2019 (esercizio in cui era stata registrata una lieve diminuzione, pari a 9 unità, a fronte dell’aumento di 119 rilevato nel precedente esercizio 2018, in prevalenza in esito del processo di stabilizzazione del personale, avviato ai sensi dell’art. 20, commi 1 e 2, del d.lgs. n. 75 del 2017).
5 Di cui euro 55.397 per retribuzione tabellare (comprensivo di tredicesima), euro 36.299 per indennità di posizione parte fissa (comprensiva di tredicesima) ed euro 52.302 per indennità di posizione parte variabile.
6 Di cui euro 23.302 quale retribuzione di posizione di parte variabile ed euro 35.000 a titolo di retribuzione di risultato.
Il personale complessivamente in servizio al 31 dicembre 2020 risulta pari a 1.118 unità (1.087 a fine 2019), con una copertura della dotazione organica del 92,09 per cento (89,53 a fine 2019).
Tabella 2 - Dotazione organica Inaf e personale in servizio 2019-2020
Qualifica | Livello | Dotazione organica (DPCM 22/1/2013) | Personale in servizio al 31/12/2019 | Personale in servizio al 31/12/2020 |
DIRIGENTE DI RICERCA | I | 54 | 44 | 41 |
PRIMO RICERCATORE | II | 130 | 83 | 90 |
RICERCATORE | III | 215 | 244 | 276 |
TOTALE RICERCATORI | 399 | 371 | 407 | |
DIRIGENTE TECNOLOGO | I | 9 | 1 | 1 |
PRIMO TECNOLOGO | II | 26 | 20 | 41 |
TECNOLOGO | III | 127 | 161 | 172 |
TOTALE TECNOLOGI | 162 | 182 | 214 | |
ASTRONOMO ORDINARO | 15 | 12 | 10 | |
ASTRONOMO ASSOCIATO | 40 | 37 | 34 | |
RICERCATORE ASTRONOMO | 115 | 107 | 98 | |
TOTALE PERSONALE ASTRONOMO | 170 | 156 | 142 | |
DIRIGENTI PRIMA FASCIA | 0 | 0 | 0 | |
DIRIGENTI SECONDA FASCIA | 2 | 2 | 2 | |
TOTALE DIRIGENTI | 2 | 2 | 2 | |
FUNZIONARIO DI AMMINISTRAZIONE | IV | 29 | 33 | 31 |
FUNZIONARIO DI AMMINISTRAZIONE | V | 19 | 11 | 14 |
TOTALE FUNZIONARI DI AMMINISTRAZIONE | 48 | 44 | 45 | |
COLLABORATORE DI AMMINISTRAZIONE | V | 58 | 55 | 49 |
COLLABORATORE DI AMMINISTRAZIONE | VI | 16 | 12 | 11 |
COLLABORATORE DI AMMINISTRAZIONE | VII | 23 | 7 | 6 |
TOTALE COLLABORATORI DI AMMINISTRAZIONE | 97 | 74 | 66 | |
OPERATORE DI AMMINISTRAZIONE | VII | 16 | 15 | 15 |
OPERATORE DI AMMINISTRAZIONE | VIII | 5 | 1 | 1 |
TOTALE OPERATORI DI AMMINISTRAZIONE | 21 | 16 | 16 | |
COLLABORATORE TECNICO E.R. | IV | 128 | 123 | 109 |
COLLABORATORE TECNICO X.X. | X | 00 | 00 | 00 |
XXXXXXXXXXXXX XXXXXXX X.X. | XX | 43 | 20 | 22 |
TOTALE COLLABORATORI TECNICI E.R. | 229 | 183 | 170 | |
OPERATORE TECNICO | VI | 57 | 42 | 40 |
OPERATORE TECNICO | VII | 13 | 7 | 7 |
OPERATORE TECNICO | VIII | 9 | 7 | 7 |
TOTALE OPERATORI TECNICI | 79 | 56 | 54 | |
R.E. ex cat. EP | 7 | 3 | 2 | |
TOTALE | 1.214 | 1.087 | 1.118 |
Nelle precedenti relazioni è stato già riferito che il personale dell’Inaf è costituito tanto da unità in regime di diritto pubblico (gli astronomi, che hanno mantenuto lo status dei docenti e ricercatori universitari, cfr. art. 3, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001) quanto da unità in regime di diritto privato (o meglio, contrattualizzato, ex art. 2 d.lgs. n. 165 del 2001); questi ultimi, a loro volta, fino al 2018, sono stati governati da due diversi contratti collettivi nazionali di lavoro, quello relativo al comparto università e quello relativo al comparto ricerca
(recentemente confluiti nell’unico Ccnl del comparto istruzione e ricerca, che, invero, mantiene
sezioni e discipline distinte per le tre categorie citate7).
L’art. 22, comma 2, del d.lgs. n. 138 del 2003 aveva, infatti, previsto che il personale astronomo del Cnr trasferito all’Inaf mantenesse “il proprio stato giuridico ed economico compresa la posizione previdenziale ed assicurativa, nonché l’eventuale trattamento di fine rapporto”. Il medesimo decreto, all’art. 19, comma 1, disponeva che “il personale di ricerca dell’Inaf in servizio alla data di entrata in vigore del presente decreto mantiene l’attuale stato giuridico ed economico ed ha la facoltà di optare per l’applicazione del contratto nazionale degli enti di ricerca secondo modalità definite dai regolamenti di cui all’articolo 18”. Conseguentemente, permane, nell’Istituto, personale inquadrato nella qualifica di “astronomo” (non avendo esercitato il diritto di opzione per l’equiparazione ai profili del comparto ricerca), tuttora in regime di diritto pubblico e, per quanto concerne il trattamento economico, equiparato ai docenti universitari.
Il citato art. 19, comma 3, del d.lgs. n. 138 del 2003 ha disposto, invece, che, a regime, il reclutamento ed il trattamento giuridico ed economico del personale assunto ex novo dall’Inaf sia soggetto alla disciplina prevista per gli enti di ricerca (dal 2018, comparto istruzione, università e ricerca).
4.1.3 La spesa per il personale
Le voci analizzate in questo paragrafo si riferiscono al totale della spesa sostenuta per tutto il personale, anche assunto con contratti differenti dal rapporto subordinato, quali assegni di ricerca, borse di studio, collaborazioni a progetto, etc. (e contabilizzato in vari capitoli nella categoria “spese per la ricerca”).
7 Si fa rinvio, al Ccnl del personale del comparto per il triennio 2016-2018, stipulato il 19 aprile 2018, nonché a quello dell’Area
della dirigenza, per il medesimo triennio, stipulato l’8 luglio 2019.
Nella tabella che segue sono riportati i dati relativi agli impegni nel triennio 2019-2020.
Tabella 3 - Spesa complessiva per il personale – triennio 2019-2020
2019 | 2020 | |
Totale | 76.530.402 | 78.018.086 |
Incremento percentuale | 5 | 2 |
Personale in servizio al 31/12 | 1.087 | 1.118 |
Gli impegni di spesa per il personale (desunti dai dati riportati nei rendiconti, nonché nelle pertinenti relazioni del Collegio dei revisori) confermano, nel 2020, la tendenza alla crescita già osservata nei due esercizi precedenti (in termini assoluti pari a circa 1,5 milioni di euro rispetto al 2019, per un incremento percentuale del 2 per cento circa), concentrata, in particolare, sul personale a tempo indeterminato (in ragione del processo di stabilizzazione avviato ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n. 75 del 2017).
La spesa per il personale, che comprende anche gli oneri riflessi, rappresenta il 47,54 per cento di quella complessiva (escluse le partite di giro) ed il 55,63 per cento di quella corrente.
In proposito, il Collegio dei revisori, nella relazione di accompagnamento al rendiconto, ha osservato come i ridetti rapporti percentuali siano incrementati rispetto agli esercizi precedenti; in particolare, l’incidenza rispetto alle entrate da FOE è arrivata al 82 per cento8, rendendo necessario un attento monitoraggio in ordine alla sostenibilità finanziaria di future assunzioni di personale (come già evidenziato, dallo stesso Presidente dell’Istituto, nonché dal Direttore generale, nelle relazioni ai rendiconti 2018 e 2019).
4.1.4 Il processo di stabilizzazione del personale c.d. precario
Come accennato, la dotazione organica dell’Inaf è pari a 1.214 unità di personale, di cui, al 31
dicembre 2020, 1.118 in servizio, a fronte dei 1.087 presenti a fine 2019 (e 1.096 a fine 2018).
La ridetta consistenza ha subito un sensibile incremento, a partire dal 2018, in ragione, soprattutto, dell’attivazione delle procedure di stabilizzazione del “personale precario”, disciplinate dall’art. 20, commi 1 e 2, del d.lgs. n. 75 del 20179.
8 Come meglio relazionato in successivo paragrafo l’Inaf ha, comunque, osservato il limite finanziario posto alla spesa di personale dall’art. 9 del d.lgs. n. 218 del 2016.
9 Avviate con delibere del Cda dell’Istituto n. 60 del 4 luglio 2018 (“Xxxxx xxxxx xxxxxxxxxxxxxxx”) x x. 00 del 20 novembre 2018 (“Piano del fabbisogno del personale”).
Le risorse, ordinarie e straordinarie, di cui l’Inaf disponeva a tal fine, sono state quasi tutte impegnate10, anche per procedere alla stabilizzazione del personale in servizio in virtù della convenzione stipulata con l’Agenzia spaziale italiana (effettuate, nel 2020, per un numero di 82 unità su 120 aventi potenziale diritto)11.
La relazione sulla gestione (par. 6.2.5) riporta uno schema riassuntivo delle assunzioni da effettuare, nel corso del 2020, a seguito della conclusione di procedure concorsuali o dello scorrimento di graduatorie (tutte coperte dai pertinenti capitoli di spesa del bilancio)12.
La medesima relazione evidenziava come restavano da coprire, in ragione dell’espletamento
di alcune procedure concorsuali (aperte, riservate o speciali) un totale di 39 posizioni13.
Alle forme di reclutamento in parola vanno aggiunte le assunzioni, perfezionate nel 2020, di
n. 23 “giovani ricercatori” e di n. 1 “giovane tecnologo” (mediante concorso pubblico nazionale e/o scorrimento di precedenti graduatorie).
Inoltre, l’Inaf, con delibera Cda del 5 giugno 2020, ha autorizzato l’assunzione, nel 2021, di ulteriori 14 unità di personale, mediante chiamata nominativa, ai sensi dell’art. 20, comma 1, del d.lgs. n. 75 del 2017. Considerando come data presunta di assunzione quella del 1° luglio 2021, il costo stimato ammonta, per il 2021, ad euro 417.500, e, dal 2022, a regime, ad euro
835.000 (onere che, in base al bilancio di previsione 2021, trova copertura nelle economie di spesa, quantificate in euro 1.756.980, derivanti dalla cessazione dal servizio di trenta unità di personale).
10 Il Collegio dei revisori dei conti ha rilevato (verbali n. 26 del 22 novembre 2019 e n. 27 del 30 gennaio 2020) come gli oneri del processo di stabilizzazione siano risultati superiori rispetto a quelli sottoposti alla certificazione del medesimo Organo di controllo (verbale n. 46 del 27 luglio 2018). In riscontro, il Direttore generale, con nota n. 390 del 24 gennaio 2020, ha precisato che le assunzioni sopra indicate hanno generato una spesa complessiva, in base al “costo medio effettivo”, pari a euro 13.685.977 annui (di cui, euro 12.268.374, per le stabilizzazioni). Per contro, le “risorse certe e stabili” che potevano finanziare le stabilizzazioni (come, in generale, altre assunzioni) ammontavano, in quel momento, alla cifra superiore di euro 15.775.550. 11 Per le rimanenti 38 unità utilizzato in virtù della ridetta convenzione con l’Asi è stata programmata la stabilizzazione nel 2021 (per una spesa stimata, a regime, pari a ulteriori 2,7 milioni). Si rinvia, per maggiori dettagli, al successivo paragrafo.
12 A decorrere dal 1° luglio 2020, ricercatori e tecnologi, terzo livello professionale, in numero, rispettivamente, di 46 e 27; primi tecnologi, secondo livello professionale, n. 4; collaboratori tecnici, sesto livello professionale n. 3; per un totale di 80; a decorrere dal 1° agosto 2020, mediante scorrimento delle graduatorie e di altre procedure concorsuali, primi ricercatori e primi tecnologi, secondo livello professionale, in numero, rispettivamente, di 9 e 18; per un totale di 27. Le assunzioni in parola sono state poi effettivamente effettuate in data 3 agosto 2020 in numero di 28 (in virtù del reclutamento di 19 primi tecnologi, in luogo dei 18 programmati).
13 Nello specifico: dirigenti di ricerca, primo livello professionale n. 1; funzionari di amministrazione, quinto livello professionale, n. 16; collaboratori tecnici, sesto livello professionale, n. 11; collaboratori di amministrazione, settimo livello professionale, n. 8; operatori di amministrazione e tecnici, settimo livello professionale, n. 3.
4.1.5 Il personale utilizzato in virtù di convenzioni con l’Agenzia spaziale italiana
Dal censimento del personale avente titolo alla stabilizzazione, effettuato ai sensi del d.lgs.
n. 75 del 2017, era emerso un significativo numero di unità (120) assunte con contratto a tempo determinato, le cui retribuzioni erano coperte da finanziamenti che l’Inaf riceveva, annualmente e regolarmente, dall’Asi.
L’Istituto ha rappresentato al Ministero vigilante che le risorse da utilizzare per la stabilizzazione devono essere “certe e stabili”, mentre, nel caso specifico, provenivano da un trasferimento effettuato dall’Asi all’Inaf, che trovava copertura nel fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (Foe) attribuito all’Agenzia. Nella specie, pur essendosi l’Asi impegnata a rimborsare i costi delle dette unità di personale anche dopo l’immissione a tempo indeterminato nei ruoli dell’Inaf, non sussistevano le condizioni di sostenibilità finanziaria necessarie ai fini della stabilizzazione, legate essenzialmente alla capacità dell’Ente di far fronte ai ridetti oneri con risorse proprie e, in particolare, con il Foe consolidato.
Alla luce di queste considerazioni, l’Inaf ha rappresentato al Ministero l’esigenza di effettuare, a monte, un trasferimento delle risorse in parola dal Foe dell’Asi a quello dell’Inaf. La questione ha trovato una prima risposta nell’integrazione, nel 2019 (decreto Miur 20 ottobre 2019, n. 856), del Foe dell’Inaf per circa 7 milioni, incremento poi confermato per gli esercizi 2020 e 2021 (cfr. bilanci di previsione, approvati, rispettivamente, con delibere Cda n. 4/2020 e n. 103/2020).
Nello specifico, lo stanziamento previsto dal decreto ministeriale citato è stato destinato, per circa 4,3 milioni, alla stabilizzazione di n. 82 unità di personale (già immessi nei ruoli dell’Istituto), mentre la parte rimanente, pari a circa 2,7 milioni, ha costituito garanzia alla copertura delle spese, quantificate a regime in 2,2 milioni, necessarie alla stabilizzazione (a decorrere dal 1° luglio 2021) delle ulteriori n. 38 unità provenienti sempre dall’Asi.
4.1.6 Le progressioni di carriera ed economiche del personale amministrativo
Il “Piano di Attività per il triennio 2017-2019” dell’Inaf, approvato dal Miur nel 2018, aveva previsto, tra l’altro, l’attivazione di 189 “progressioni economiche” per il personale tecnico e amministrativo e 95 “progressioni di livello” (ai sensi degli artt. 53 e 54 del ccnl del comparto delle istituzioni e degli enti di ricerca sottoscritto il 21 febbraio 2002).
A seguito dell’autorizzazione alla stipula dei pertinenti contratti integrativi (autorizzati dal Mef-Rgs-Igop e dal Dipartimento della Funzione pubblica), con determinazioni n. 408 e 409
del 5 dicembre 2019, la direzione generale dell’Inaf ha autorizzato il nuovo inquadramento per 158 unità di personale a seguito di “progressioni economiche” (coperte dalle risorse di bilancio destinate, per legge e ccnl, alla contrattazione integrativa) e 95 unità di personale a seguito di “progressioni di livello” (coperte da risorse indistinte di bilancio).
In attuazione, nel mese di gennaio 2020 sono stati corrisposti gli emolumenti arretrati, per una spesa ammontata complessivamente a euro 1.418.497 (e gravante sul risultato di amministrazione vincolato accertato alla data del 31 dicembre 2019).
La relazione sul bilancio di previsione 2021 riferisce, inoltre, che in sede di predisposizione del piano di attività per il triennio 2020-2022, l’Istituto ha programmato la copertura di ulteriori 64 posizioni (fra dirigente di ricerca o tecnologi e primi ricercatori o tecnologi), il cui onere, sottoposto all’esame del Cda del 5 giugno 2020, è stimato in 500 mila euro nel 2021 e circa un milione di euro, a regime, dal 2022 (con copertura nelle economie di spesa, quantificate in euro 1.068.015, conseguenti alla cessazione dal servizio, nel 2022, di sedici unità di personale)14.
4.1.7 Il trattamento economico accessorio del personale
L’Istituto ha accumulato un notevole ritardo nel processo di costituzione dei fondi destinati al trattamento accessorio del personale, nonché, di conseguenza, nella stipula dei contratti integrativi, che, solo negli ultimi anni, sono stati, almeno parzialmente, recuperati.
Nello specifico, la situazione può essere sinteticamente rappresentata come segue:
- per il personale (tecnico e amministrativo) dei livelli IV-VIII del Ccnl del comparto ricerca, al termine del 2020 risultavano definitivamente certificati i fondi ed i contratti integrativi 2015, 2016 e 201715 (anche da parte del Mef-Rgs e del Dipartimento della Funzione pubblica).
Con determine direttoriali n. 46 e 47 del 23 e 24 marzo 2021 sono stati costituiti, poi, i fondi per gli anni 2018 e 2019, che, a seguito dell’esame del Collegio dei revisori dei conti16, sono nuovamente quantificati con determine direttoriali n. 24 e 25 del 5 e 7 marzo 2022, nonché certificati dal ridetto Organo di revisione con il verbale n. 9 del 22 marzo 2022.
Risulta, invece, ancora da costituire il Fondo per la contrattazione relativo al 2020.
- per il personale (tecnologo, ricercatore ed amministrativo) dei livelli I-III del Ccnl del
14 In merito, il Collegio dei revisori (verbale n. 46/2021) ha ricordato che l’attivazione deve essere ispirata a criteri di selettività e riservata ad una quota limitata di aventi diritto.
15 Il Collegio dei revisori, che aveva espresso parere negativo per una prima ipotesi, in seguito alle modifiche e integrazioni apportate, ha certificato i fondi in parola.
16 Verbali n. 49 del 30 marzo 2021, n. 52 del 21 maggio 2021, n. 2 del 15 ottobre 2021 e n. 7 del 22 febbraio 2022.
comparto ricerca, il Collegio dei revisori dei conti17 ha più volte sollecitato la costituzione dei fondi e la definizione delle modalità di erogazione del trattamento accessorio del personale (in particolare, per l’indennità per oneri specifici)18.
Con note del 13 e 26 maggio 2020 la Direzione generale ha trasmesso al Collegio dei revisori dei conti la quantificazione delle risorse da destinare al trattamento economico accessorio per il personale in parola per ciascuno degli anni dal 2011 al 2020 (documentazione interata con nota del 5 novembre 2020). La procedura di certificazione non risulta conclusa19;
- per il personale dirigente, il Collegio dei revisori dei conti, nel 201920, ha certificato la costituzione dei fondi per la contrattazione integrativa relativa agli esercizi 2015, 2016 e 2017, in conformità al parere espresso dal Mef-Rgs, a cui ha fatto seguito la stipula dei pertinenti contratti interativi. Non risultano, invece, costituiti fondi e, di conseguenza, stipulati accordi per l’erogazione del trattamento accessorio per i successivi esercizi 2018, 2019 e 2020. In merito, l’Istituto ha evidenziato che anche altri enti, estendendo analogicamente l’apposita clausola presente nel ccnl del comparto regioni e autonomie locali (oggi, ccnl funzioni locali), non procedono a contrattazione nel caso in cui il numero dei dirigenti sia inferiore a cinque (come nel caso dell’Inaf, in cui sono pari a due).
Questa Sezione ribadisce la necessità che l’Istituto proceda, quanto prima, alla costituzione dei fondi per la contrattazione integrativa per gli esercizi ancora mancanti. Si tratta di atto unilaterale dell’Amministrazione, funzionale alla definizione delle risorse che, in base alle regole di finanza pubblica (cfr. art. 23, comma 2, d.lgs. n. 75 del 2017) ed alla contrattazione nazionale (da ultimo, ccnl comparto istruzione e ricerca 2016-2018 del 19 aprile 2018 e, per i dirigenti, ccnl area istruzione e ricerca 2016-2018 del 8 luglio 2019), devono (o possono, per quelle c.d. variabili) essere destinate a finanziare il trattamento accessorio del personale. Tali risorse devono trovare regolare rappresentazione a bilancio e, in caso di mancata stipula del contratto integrativo, essere riportate a rendiconto, per la componente obbligatoria, quale quota vincolata del risultato di amministrazione (a garanzia degli equilibri, anche futuri, del
17 Verbali n. 19 del 22 luglio 2019, n. 22 del 11 ottobre 2019 e n. 25 del 19 dicembre 2019.
18 Con verbale n. 29 del 25 marzo 2020 l’Organo di revisione ha chiesto una ricognizione complessiva del trattamento accessorio erogato al personale dei livelli I-III, a cui la direzione generale dell’Istituto ha dato riscontro in data 11 maggio 2020.
19 In merito, sono riemerse le perplessità (meglio esposte nel paragrafo della presente relazione sull’approvazione del Rof), concernenti, in particolare, le indennità da corrispondersi ai direttori delle strutture di ricerca, i cui oneri, a parere dell’Organo di revisione, avrebbero dovuto essere posti a carico dei fondi per il trattamento accessorio. La questione, come già esposto, è stata oggetto di un’apposita istanza di parere al Ministero vigilante, al Mef ed al Dipartimento della Funzione pubblica, finora inevasa
20 Verbale n. 21 del 25 settembre 2019.
bilancio dell’Ente). Risulta necessario, altresì, come prescritto dall’art. 40, comma 3-bis, del d.lgs. n. 165 del 2001, pervenire, unitamente alle rappresentanze sindacali, alla stipula degli appositi accordi di contrattazione integrativa, al fine di definire le modalità di attribuzione del salario accessorio al personale.
4.1.8 Considerazioni generali sulle spese per il personale
La spesa per il personale (assunto a tempo indeterminato, determinato o remunerato con assegni di ricerca) ha rappresentato, nel 2020, al lordo degli oneri contributivi e riflessi, il 47,54 per cento di quella complessiva dell’Istituto (al netto delle partite di giro) ed il 55,30 per cento di quella corrente.
L’art. 9 del d.lgs. n. 218 del 2016 ha introdotto un indicatore teso a valutare la sostenibilità della ridetta rilevante voce di bilancio, prevedendo che le spese complessive per il personale (in termini di competenza) vadano rapportate alla media delle entrate dell’ultimo triennio. Tale rapporto non può essere superiore al 80 per cento (al netto di quelle sostenute per contratti a tempo determinato la cui copertura sia assicurata da finanziamenti finalizzati di soggetti pubblici o privati), pena la preclusione all’effettuazione di nuove assunzioni.
La tabella che segue (estratta dal verbale del Collegio dei revisori di approvazione della relazione sul rendiconto 2020) espone una percentuale inferiore a quella prescritta dalla legge.
Tabella 4 – Rapporto fra spese di personale ed entrate complessive
2019 | 2020 | |
Spesa per il personale (a) | 76.530.402 | 78.018.086 |
FOE funzionamento ordinario (b) | 94.535.474 | 94.572.966 |
incidenza percentuale a/b | 81 | 82 |
Totale entrate (c) | 201.442.688 | 177.173.765 |
incidenza a/c | 38 | 44 |
Totale entrate al netto partite di giro (d) | 171.811.482 | 147.846.723 |
incidenza a/d | 45 | 53 |
Dati analoghi si traggono dal piano di reclutamento e di assunzioni di personale, al cui interno è inserita apposita tabella dimostrativa del rispetto dell’indicatore citato (e definito secondo gli specifici criteri stabiliti dalla norma)21.
21 L’art. 9 della disposizione in parola, al comma 4, precisa che il calcolo delle spese complessive del personale è dato dalla somma algebrica delle spese di competenza, comprensive degli oneri a carico dell'amministrazione, al netto di quelle sostenute per contratti a tempo determinato la cui copertura sia stata assicurata da finanziamenti esterni di soggetti pubblici o privati. Il successivo comma 5 puntualizza, in proposito, che le entrate derivanti da finanziamenti esterni di soggetti pubblici e privati destinate al finanziamento delle spese per il personale a tempo determinato devono essere supportate da norme, accordi o convenzioni, approvati dall’organo di vertice, che dimostrino la capacità a sostenere gli oneri finanziari assunti.
Tuttavia, come anche rappresentato dal Collegio dei revisori dei conti22, sono emersi rischi in ordine alla sostenibilità finanziaria futura della spesa di personale, in particolare a seguito del programmato completamento delle procedure di stabilizzazione e reclutamento (illustrate in sede di bilancio di previsione 2021-2023, approvato con delibera del Cda n. 103/2020).
Al riguardo, anche il Presidente dell’Inaf, nella relazione al bilancio, ha evidenziato la progressiva erosione delle risorse disponibili per il finanziamento delle spese di ricerca, in ragione della destinazione alle stabilizzazioni del personale (che l’art. 20 del d.lgs. n. 75 del 2017 consente di effettuare, subordinando, tuttavia, l’attivazione alla condizione che le amministrazioni siano in grado di sostenere a regime la relativa spesa).
Come accennato, secondo la stima contenuta nella relazione al bilancio di previsione 2021, le spese di personale dovrebbero ammontare, in conto competenza, ad euro 78.765.991, importo che costituisce l’83,28 per cento dell’assegnazione ordinaria ministeriale a titolo di Foe (stimata, per il 2021, in euro 94.572.966, pari a quanto ricevuto nel 2020), costituente la principale, e maggiormente stabile, entrata di bilancio.
Pertanto, attesa la necessità di garantire, in prospettiva, la sostenibilità degli oneri complessivi per il personale, questa Sezione ritiene che l’Istituto possa proseguire nelle procedure di reclutamento programmate (compresi scorrimenti di graduatoria ed eventuali progressioni di carriera) previa puntuale verifica dell’impatto sugli equilibri di bilancio del prossimo futuro.
4.2 Prevenzione della corruzione e obblighi di pubblicità e trasparenza
L’art. 1, comma 7, della legge 6 novembre 2012, n. 190, come integrato dall’art. 43 del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, dispone che l’organo di indirizzo delle pubbliche amministrazioni individui, di norma tra i dirigenti di ruolo, il “Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza” (Rpct), adottando le eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico.
Con delibera n. 34 del 24 aprile 2018, il Cda ha stabilito di nominare, a decorrere dal 15 maggio 2018 (e con mandato coincidente con quello del Direttore generale), la dirigente responsabile
22 Può farsi rinvio alla relazione sul rendiconto consuntivo 2020.
dell’ufficio “gestione delle risorse umane”23. L’incarico rinnovato con delibera n. 21 del 27 marzo 2020, con durata coincidente con il mandato del Direttore generale.
L’Istituto, come prescritto dall’art. 1, comma 5, lett. a), della l. n. 190 del 2012, risulta aver adottato il piano triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza (ptpct) 2020-2022 con delibera Cda n. 2 del 29 gennaio 2020.
Il nominato Rpct ha regolarmente redatto e pubblicato la relazione annuale per il 2020, da cui si evince che lo stato di attuazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza è da ritenersi soddisfacente e che le misure in esso contenute si sono rivelate adeguate ad assicurare la gestione dei rischi. Tra i fattori che hanno inciso in maniera significativa sull’efficacia delle misure attuate, segnala una definizione più puntuale delle attività di monitoraggio che sono state condotte in modo sinergico con la Rete Inaf dei referenti per la trasparenza e l’anticorruzione (c.d. referenti Tac), nonché una crescente sensibilizzazione del personale attraverso specifici interventi formativi. La medesima relazione evidenzia, tuttavia, che l’esiguità delle risorse umane da impiegare nel controllo determinano oggettive difficoltà nel consentire una completa attuazione delle misure programmate nel ptpct.
L’Inaf ha pubblicato, sul sito internet istituzionale, ai sensi dell’art. 31 del d.lgs. 14 marzo 2013,
n. 33, le relazioni annuali approvate da questa Sezione enti della Corte dei conti.
In materia, nel corso del 2020 è stato ottimizzato il flusso documentale che alimenta la sezione “amministrazione trasparente” del sito internet istituzionale, mediante una più puntuale definizione dei ruoli e delle responsabilità degli uffici incaricati della trasmissione dei dati e di quelli cui spetta la pubblicazione. La ridetta sezione, in base alle consultazioni effettuate a fini istruttori, risulta in massima parte aggiornata.
23 La sostituzione è stata deliberata tenuto conto delle modifiche apportate all’art. 1, comma 7, della l. n. 190 del 2012, dall’art. 41 del d.lgs. 25 maggio 2016, n. 97, in base alle quali il rpct deve segnalare all’organo di indirizzo e a quello indipendente di valutazione le disfunzioni inerenti all’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, nonché indicare agli uffici competenti all’esercizio dell'azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le ridette misure.
5. CONTENIMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA
L’Istituto, nella gestione di bilancio 2020, ha osservato le norme sul contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica succedutesi nel tempo, salvo quanto più avanti specificato in ordine al ritardato versamento all’entrata del bilancio dello Stato.
La Relazione sulla gestione 2020 espone, in apposita sezione, le modalità con cui l’Inaf ha dato applicazione alle disposizioni di contenimento della spesa, con particolare riferimento a quelle introdotte dall’art. 1, commi 590 e seguenti, della legge n. 160 del 2019. L’Istituto ha determinato il valore medio della spesa per acquisto di beni e servizi sostenuto nel triennio 2016-2018, assumendo a riferimento le corrispondenti voci del piano dei conti integrato di cui al D.P.R. n. 132 del 2013, escludendo gli impegni di spesa assunti a valere su risorse finalizzate (cfr. circolare Mef-Rgs n. 9/2020). Il valore medio è risultato pari a euro 8.400.582.
Inoltre, ha applicato la clausola di salvaguardia prevista dal comma 593, in forza del quale il superamento del limite è consentito ove vi sia stato un aumento dei ricavi o delle entrate accertate (al netto di quelle finalizzate). Nel caso di specie, l’Inaf ha visto l’assegnazione Foe 2019 (esercizio precedente, preso a riferimento dalla norma) registrare un incremento di euro 17.785.813, riconducibili al consolidamento delle risorse destinate all’assunzione di personale di cui al Dpcm 11.4.2018 (euro 4.591.298), di quelle funzionali alla stabilizzazione del personale ex Asi (euro 6.994.880) e di quelle in precedenza inserite nella c.d. quota premiale (circa 5.288.603). Quest’ultima quota, in particolare, è stata oggetto di specifica autorizzazione da parte del Ministero vigilante.
Le spese per acquisto di beni e servizi, sostenute nel 2020 a valere su risorse non finalizzate, ammontano complessivamente ad euro 10.231.729. Da tale importo devono essere escluse le spese sostenute per far fronte all’emergenza da Covid-19, finanziate con risorse appositamente destinate dal legislatore e assegnate con D.M. n. 294 del 2020 (euro 585.608).
Conclusivamente, l’Istituto, come condiviso anche dal Collegio dei revisori, ha correttamente applicato le disposizioni di contenimento della spesa per acquisto di beni e servizi (impegni rilevanti per euro 9.646.121, a fronte di un limite di euro 13.689.185).
Il legislatore non ha abrogato, invece, il limite autonomo previsto per le spese per autovetture (art. 15, comma 1, d.l. n. 66 del 2014, convertito da legge n. 89 del 2014, che aveva novellato
l’art. 5, comma 2, del d.l. n. 95 del 2012, convertito dalla legge n. 135 del 2012), effettuabili per un ammontare non superiore al 30 per cento di quelle sostenuta nell'anno 2011.
Nel caso di specie, l’Istituto, nel 2011, aveva impegnato spese a tale titolo per euro 80.068,10. Pertanto, il limite massimo di spesa è pari ad euro 24.020. La spesa 2020 è stata pari, invece, ad euro 5.261 e, pertanto, inferiore al limite di spesa.
5.1 I versamenti imposti dall’art. 1, comma 594, legge n. 160/2019
A decorrere dal 1° gennaio 2020 è stato previsto un versamento al bilancio dello Stato di importo pari a quello dovuto nell’esercizio finanziario 2018, incrementato del 10 per cento, oltre a quelli previsti da norme precedenti non abrogate.
In particolare, nel 2020, l’Ente ha effettuato, con mandato di pagamento n. 1154/2020, il prescritto versamento annuale, per un importo di euro 343.211, in conformità a quanto stabilito dall’art. 1, comma 594, della legge n. 160 del 2019.
L’Ente ha, altresì, effettuato i versamenti previsti dalle disposizioni normative ancora vigenti, come di seguito elencate e specificate:
- 353.171, con mandato di pagamento n. 1710/2020, in conformità a quanto disposto dall'art. 67, comma 6, del d.l. n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008 (afferente alla riduzione dei fondi per la contrattazione integrativa);
- 20.282,96, con mandato di pagamento n. 1155/2020, in aderenza all’art. 6, comma 14 del d.l.
n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010 (riduzione di spese per autovetture). Infine, l’Istituto, con mandato n. 1156/2020, di euro 61.866, ha versato le somme arretrate, relative agli anni compresi tra il 2011 e il 2019, dovute a seguito della revisione dell’importo inserito nella “Scheda di monitoraggio”, come già riferito nella precedente Relazione di questa Sezione (approvata con determinazione n. 38/2021).
5.2 Spese di manutenzione degli immobili
L’art. 2, commi 618 e 623, della l. 30 dicembre 2007, n. 244, come integrato dall’art. 8, comma 1, del d.l., n. 78 del 2010 dispone che, a decorrere dal 2008, gli enti ed organismi pubblici inseriti nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione individuati dall’Istat ai sensi dell’art. 1, commi 2 e 3, della l. 31 dicembre 2009, n. 196 (con esclusione degli enti territoriali e locali e degli enti da essi vigilati, delle aziende sanitarie ed ospedaliere, nonché degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), riducano le spese di manutenzione, ordinaria e straordinaria, degli immobili utilizzati in modo tale da non superare, annualmente, il limite
del 2 per cento del valore dell’immobile (di cui, massimo l’1 per cento destinabile alla manutenzione ordinaria)24. L’eventuale differenza tra l’importo delle ridette spese nel 2007 e quello rideterminato a partire dal 2008 va versato annualmente all’entrata del bilancio dello Stato entro il 30 giugno.
Nelle relazioni sugli esercizi 2017, 2018 e 2019 era stato evidenziato come fossero in corso le operazioni di valutazione e stima dei valori degli immobili utilizzati dall’Istituto, in gran parte demaniali e concessi in uso gratuito. Tali operazioni, come meglio illustrato nel successivo paragrafo sulla gestione del patrimonio, si sono parzialmente concluse nel 2019, mediante la presentazione, da parte del tecnico incaricato, di un apposito rapporto di stima (che espone un valore inventariale dei beni di proprietà dell’Istituto pari a poco più di 71 milioni di euro).
In base a quanto riportato nella nota integrativa al bilancio, il tetto di spesa in parola, anche nel 2020, in attesa della conclusione dell’esposto processo di stima dei valori inventariali e patrimoniali, non è stato monitorato. Tuttavia, la medesima nota riferisce che la maggior parte delle spese sostenute nell’esercizio si riferiscono ad interventi necessari a garantire la messa a norma degli immobili (in ottemperanza alle disposizioni in materia di sicurezza e di prevenzione contenute nel d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81), non soggette ai ridetti limiti.
5.3 Incarichi di collaborazione e consulenza
L’Istituto ha utilizzato alcune collaborazioni e consulenze esterne, previa selezione pubblica, per attività strumentali di supporto alle varie strutture. In particolare, l’Inaf ha conferito incarichi di consulenza individuali con contratti di lavoro autonomo, a norma dell’art. 7, comma 6, del d.lgs. n. 165 del 2001, in particolare per attività di supporto alla gestione (tecniche, informatiche, formative, etc.) o alla ricerca (che, in ragione di apposita esclusione legislativa, non risultano soggetti a limiti di spesa).
I dati registrati nel 2020, tratti dal sito internet dell’Istituto, sezione “amministrazione trasparente”, confermano (in linea con quelli del precedente esercizio 2019) il contenuto ricorso ad incarichi di collaborazione e consulenza (n. 20 nel 2020; n. 45 nel 2019), in gran parte, peraltro, relativi ad attività di ricerca e non ad attività amministrative o gestionali di supporto.
24 Eventuali deroghe possono essere concesse dall'amministrazione centrale vigilante, sentito il dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Le limitazioni non si applicano nei confronti degli interventi obbligatori ai sensi del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, concernente la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Corre l’obbligo di segnalare che, in alcuni casi, i dati pubblicati sul sito internet non permettono di desumere l’oggetto dell’incarico attribuito e, altre volte, sono omesse le informazioni sul compenso.
6. PARTECIPAZIONI SOCIETARIE O IN ALTRI ENTI STRUMENTALI
L’Istituto detiene tre partecipazioni minoritarie nelle seguenti società consortili a responsabilità limitata:
- “Distretto aerospaziale della Sardegna” (8 per xxxxx xxx xxxxxxxx);
- “Xxxxxxxxx xxxxxxxxxxxx xxxxx Xxxxxxxx” (2,71 per cento del capitale);
- “Distretto tecnologico Sicilia micro e nano sistemi” (5,68 per cento del capitale).
Il “Distretto aerospaziale della Sardegna” (DasS) è una società costituita nel 2013 e partecipata da sei soci pubblici e ventidue privati, dal capitale sociale pari a euro 93.612. La società ha scopo consortile, mutualistico e non lucrativo (non può distribuire utili ai soci che, ove prodotti, devono essere reinvestiti in attività di ricerca, sviluppo, formazione e diffusione), al fine di intraprendere iniziative idonee allo sviluppo, nella regione Sardegna, di un “Distretto tecnologico aerospaziale”.
L’Inaf è entrato a farvi parte a seguito della delibera del Consiglio di amministrazione n. 25 del 11 aprile 2013, previo versamento di un contributo “una tantum” di euro 4.000 (pari, in percentuale, all’8 per xxxxx xxx xxxxxxxx)00. Ai sensi dell’articolo 5 dello statuto, l’apporto è limitato esclusivamente a prestazioni d’opera scientifica, tecnologica o di formazione e in “nessun caso gli organismi universitari e gli enti pubblici di ricerca potranno essere gravati da patti che richiedono contributi in denaro...”.
Il “Distretto tecnologico aerospaziale della Campania” (DaC) è stato costituito il 30 maggio 2012 nell’ambito del programma operativo nazionale “Ricerca e competitività” tra soggetti che operano nei settori della ricerca, dello sviluppo e della formazione aerospaziale. Nel DaC sono coinvolti oltre centosettanta attori, tra i quali alcune grandi imprese (Xxxxxx Xxxxxxxxx, Mbda, Magnaghi Aeronautica, Atitech, Dema, Telespazio, etc.), vari centri di ricerca nazionale (tra cui, Cira, Cnr ed Enea), le cinque università campane aventi corsi di ingegneria, oltre a numerose piccole e medie imprese (considerando quelle che aderiscono agli otto consorzi diventati soci).
Il capitale sociale è, per il 66,44 per cento, privato e, per il restante 33,56 per cento, pubblico
(l’Inaf vi partecipa per il 2,71 per cento). Il Distretto ha definito uno studio di fattibilità,
25 A tal fine, in ottemperanza a quanto disposto dall’articolo 17, comma 1, lettera b), del d.lgs. n. 138 del 2003 (decreto di riordino dell’Inaf), l’Istituto aveva chiesto al Miur apposita autorizzazione a partecipare alla società in argomento, rilasciata con nota n. 14851 del 20 giugno 2013.
fondato su dieci programmi di ricerca e sviluppo altamente innovativi, approvato dal Ministero dell’università e della ricerca, che, nel complesso, prevede un investimento di circa cento milioni.
Il “Distretto tecnologico Sicilia micro e nano sistemi” è stato costituito il l° agosto 2008, al fine di promuovere attività di ricerca, sviluppo e alta formazione nel settore dei micro e nano sistemi. Rientra nei 25 distretti promossi a suo tempo dal Miur, in collaborazione con le Regioni interessate, in aderenza al programma nazionale della ricerca 2005 - 2007. Il distretto nasceva da una proposta della Regione Sicilia, successivamente approvata dal Miur, che ha assegnato al suddetto il compito di svolgere attività di ricerca, di formazione specialistica, di marketing territoriale e di attrazione di investimenti. L’Osservatorio astrofisico di Catania cura, per conto dell’Inaf, il coordinamento delle attività svolte dal distretto, i cui soci includono, oltre alla Regione siciliana, i tre atenei di Catania, Palermo e Messina, oltre a centri di ricerca e imprese presenti sul territorio. L’Inaf è entrato a far parte del distretto in parola previo versamento di un contributo “una tantum” di euro 35.000 (5,68 per cento del valore del capitale, pari a euro 616.000).
In aderenza all’art. 24 del d.lgs. 19 agosto 2016, n. 175, recante il testo unico in materia di
società a partecipazione pubblica (Tusp), l’Inaf aveva adottato, con deliberazione del Cda
n. 97 del 31 ottobre 201726, il provvedimento di ricognizione straordinaria delle partecipazioni societarie detenute, completo della prescritta relazione tecnica27.
La scrivente Sezione di controllo sugli enti, nella determinazione del 16 luglio 2019, n. 92, aveva rilevato come la sopra indicata delibera non avesse valutato tutti i parametri prescritti dagli artt. 20 e 24 del d.lgs. n. 175 del 2016 legittimanti il mantenimento di partecipazioni societarie.
L’Inaf, con la successiva delibera Cda n. 110 del 18 dicembre 2019, ha approvato il primo piano di revisione periodica delle partecipazioni societarie. Anche il piano in parola aveva confermato il mantenimento delle partecipazioni sopra esposte, sottolineando come un
26 In lieve ritardo rispetto al termine del 30 settembre 2017.
27 Nell’occasione, il Consiglio di amministrazione ha deliberato di non procedere all’adozione di misure di razionalizzazione, in considerazione della esiguità delle partecipazioni societarie, tanto in termini assoluti (tre sole società) che relativi (quote di partecipazione ammontanti, come esposto, all’8, al 2,71 e al 5,68), nonché, soprattutto, dell’oggetto sociale dei “distretti” gestiti dalle tre società consortili, dediti alla promozione di attività di ricerca aderenti alle finalità istituzionali dell’Inaf (si rinvia, in proposito, all’art. 1 dello statuto).
eventuale dismissione avrebbe comportato un grave pregiudizio alla prosecuzione delle attività scientifiche, tecnologiche e di ricerca attualmente in corso.
Il provvedimento ha costituito l’occasione per puntualizzare alcuni profili di irregolarità, rilevati anche dalla struttura di monitoraggio del Mef, dipartimento del Tesoro, che, nell’ambito dell’attività di controllo prevista dall’art. 15 del Tusp, aveva formulato un rilievo, limitatamente alla partecipazione nel “Distretto tecnologico Sicilia micro e nano sistemi” (invero, da ritenere comune anche alle altre due partecipazioni societarie), evidenziando come il mantenimento della ridetta partecipazione appaia in contrasto con gli artt. 20 e 24 del Tusp, in quanto la società ha un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti. Tale posizione interpretativa risulta confermata con le successive note del 3 marzo 2020, inviate a seguito dei chiarimenti forniti dall’Istituto.
Il Cda dell’Inaf, invece, ha ritenuto, sia in sede di razionalizzazione straordinaria che di prima revisione periodica, di mantenere le ridette partecipazioni, in ragione della esiguità delle stesse, tanto in termini assoluti (tre sole società) che relativi. Motivano tale decisione, inoltre, la presenza nelle compagini societarie di altre amministrazioni pubbliche e, in particolare, di numerose università ed altri enti di ricerca; il ruolo del Ministero, che ha autorizzato la costituzione dei predetti “Distretti”, erogando, a tal fine, anche consistenti finanziamenti; il danno che deriverebbe all’Istituto, sotto il profilo scientifico e tecnologico (oltre che di immagine), da un’eventuale dismissione.
Con deliberazione Cda del 5 maggio 2020, l’Inaf ha approvato il piano periodico di revisione delle partecipazioni societarie per il 2019, confermando il mantenimento delle quote detenute nel “Distretto aerospaziale della Sardegna”, nel “Distretto aerospaziale della Campania” e nel “Distretto tecnologico Sicilia micro e nano sistemi”, salvo prevedere alcune misure di razionalizzazione, declinate nel medesimo provvedimento, da attivare in accordo con gli altri soci, in particolare pubblici. A tal fine, è stato dato mandato alla direzione generale di costituire una struttura tecnica permanente, deputata a garantire un monitoraggio costante delle partecipazioni societarie e di agevolare ogni azione ed intervento necessario. La Corte raccomanda di seguire la fase di monitoraggio già avviata.
Anche il piano periodico 2020, approvato (in leggero ritardo) con delibera del Cda n. 1 del 29 gennaio 2021, ha confermato il mantenimento delle ridette partecipazioni di minoranza, impegnandosi ad azioni di razionalizzazione dei costi, per l’implementazione delle quali appare doveroso il coinvolgimento degli altri enti pubblici soci, nonché la formalizzazione,
come prescritto dall’art. 20, comma 4, del Tusp, di una specifica relazione sui risultati conseguiti (opzione mantenuta nella successiva delibera n. 11 del 24 febbraio 2022, di approvazione del piano di revisione periodica 2021).
6.1 La “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – Inaf Fundacion Canaria”
La Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – Inaf Fundacion Canaria, ente di diritto spagnolo, è stata costituita dall’Inaf, in attuazione di accordi diplomatici intervenuti tra l’Italia e la Spagna, per la gestione di un telescopio nelle Isole Canarie.
Le procedure hanno preso l’avvio da un decreto del Commissario straordinario dell’Inaf (n. 147 del 26 luglio 2004), con il quale si era ravvisata l’opportunità di procedere alla costituzione di una fondazione, ai sensi dell’art. 17, comma 1, lettera b), del d.lgs. n. 138 del 2003, con sede nell’Isola di Las Palmas (Canarie, Spagna), tesa alla promozione della ricerca in astrofisica, in particolare alla gestione dei programmi e dei progetti scientifici connessi alle attività del Telescopio nazionale Galileo (TnG). Acquisita la prescritta autorizzazione del Miur, la “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – Inaf Fondazione Canaria” è stata costituita con un fondo iniziale pari a 200.000 euro, nonché conferendo in comodato d’uso un patrimonio comprendente beni mobili ed immobili necessari al suo funzionamento.
Il medesimo decreto sopra citato aveva individuato il personale chiamato a costituire l’organo collegiale (denominato “patronato”) dell’Ente, di cui fanno parte il Presidente, il Direttore scientifico ed il Direttore generale dell’Inaf, oltre a due esperti in materia ed al gerente (amministratore)28.
La Fondazione è stata costituita, con atto di notaio spagnolo, in data 27 luglio 2004 e l’Inaf ha
concesso in comodato il telescopio e la struttura dove esso è ubicato.
Il funzionamento della Fondazione è assicurato dall’Istituto attraverso un contributo annuale, stabilito in sede di approvazione del bilancio preventivo, previa presentazione, da parte della prima, di un piano delle attività e di un bilancio di previsione redatto in forma analitica, approvato dal suo “patronato”.
Tale contributo era ammontato, nel 2018, ad euro 2.500.000, in continuità con quanto fatto negli anni precedenti. Nel 2019, invece, oltre al contributo ordinario annuale di euro 2.500.000, ne
28 Nel corso del 2020 l’Istituto ha avviato una formale interlocuzione con il Ministero dell’università e della ricerca ed il Ministero dell’economia e delle finanze tesa a modificare lo statuto della Fondazione al fine di prevedere la presenza, nell’organo di amministrazione, di un rappresentante per ognuno dei due ministeri indicati.
era stato attribuito uno straordinario di euro 200.000, erogato, su richiesta del Direttore scientifico, con provvedimento del Direttore generale del 18 luglio 2019, in ragione dell’esigenza manifestata dalla Fondazione medesima, motivata dall’incremento dei costi di gestione. Il documento da ultimo citato conteneva una generica elencazione delle entrate e delle spese previste per il successivo esercizio 2019, mentre il decreto del Commissario straordinario dell’Inaf n. 165 del 11 ottobre 2004 (indicato nel ciato provvedimento di attribuzione) prescrive che il contributo alla Fondazione sia erogato previa presentazione di un “piano di attività” e di un “bilancio di previsione”. Il Collegio dei revisori dei conti (verbali
n. 26 e n. 28 del 2020) aveva rilevato, inoltre, alcune irregolarità nell’erogazione del ridetto contributo straordinario (incentrate sull’assenza di una previa delibera di variazione di bilancio da parte del Consiglio di amministrazione29).
Anche nel bilancio di previsione 2020 (approvato con delibera del Cda n. 4 del 3 febbraio 2020), il finanziamento alla Fondazione ammontava a euro 2.700.00030 e tale si è mantenuto nel rendiconto consuntivo.
Nel contempo, va rilevata la riduzione del corrispondente finanziamento annuo riconosciuto dal Miur all’Inaf (passato, nel 2019 e 2020, da 2,7 a 2 milioni, per cui l’Inaf ha dovuto stanziare risorse proprie per 1,4 milioni). La situazione è rimasta immutata anche nel bilancio di previsione per il 2021 (approvato con delibera Cda del 30 dicembre 2020)31.
Per quanto concerne, la gestione economico-patrimoniale della Fondazione, si ricorda che l’anno successivo all’esercizio di riferimento il “gerente” deve presentare al “patronato” un consuntivo analitico delle spese sostenute. Il controllo sui conti viene preventivamente esercitato da un “controllore giurato indipendente”, che ne ha attestato, anche per l’esercizio 2020, la conformità a principi e norme contabili.
29 Oltre che su un mandato di pagamento su capitolo differente da quello indicato nel provvedimento, irregolarità contabile sanata con determina direttoriale n. 22 del 4 marzo 2020.
30 In base a quanto desumibile dalla nota integrativa al bilancio di previsione 2020 (pag. 149 e 151), è stata stanziata, oltre all’importo di 2,7 milioni fra i “trasferimenti correnti”, anche una somma di euro 200.000 fra le “spese per incremento di attività finanziarie”. Quest’ultima è destinata a dare copertura ad un “fondo”, costituito ai sensi del decreto del Commissario straordinario Inaf n. 147 del 26 luglio 2004, di istituzione della Fondazione (su espressa richiesta avanzata, a suo tempo, dal Miur, con nota n. 717 del 26 luglio 2004), “a garanzia delle obbligazioni assunte nei confronti di soggetti terzi”. Nel bilancio di previsione 2021 non risulta stanziato ulteriore analogo accantonamento.
31 Con delibera n. 87 del 27 novembre 2020, il Cda dell’Inaf ha approvato la sottoscrizione di un accordo quadro, della durata di 5 anni, con la Fondazione, finalizzato alla realizzazione di progetti scientifici e strumentali, utilizzando le infrastrutture osservative site alle Isole Canarie. In attuazione, la successiva delibera Cda n. 94 del 30 novembre 2020 ha autorizzato due accordi, tesi alla realizzazione dei progetti Weave ed Xxxxx, riconoscendo alla Fondazione un contributo, rispettivamente, di euro 80.000 e 250.000. In proposito, il Collegio dei revisori dei conti (verbale n. 43 del 11 dicembre 2020) ha raccomandato di procedere all’erogazione previa rendicontazione delle spese sostenute.
Nello specifico, il conto consuntivo 2020 della Fondazione, riporta una utile di 67.129 (che inverte la tendenza alla perdita registrata nei precedenti esercizi 2017, 2018 e 2019, pari, rispettivamente, a euro 192.716, euro 92.028 ed euro 24.195).
La relazione al bilancio presentata dal gerente della Fondazione al Cda dell’Inaf espone, inoltre, per il medesimo esercizio 2020, una chiusura con un “superavit” di 255.841 (frutto della somma di quello risultante a fine 2019, pari a euro 188.712, e dell’utile economico dell’esercizio 2020). Quest’ultimo valore, in base a quanto riportato nel verbale del Collegio dei revisori dell’Inaf n. 35 del 10 luglio 2020, rappresenta per l’ordinamento spagnolo, come chiarito nella relazione dal gerente della Fondazione, un valore simile all’avanzo di amministrazione32.
Il bilancio d’esercizio 2020 della Fondazione è stato formalmente approvato dal Cda dell’Inaf nella seduta del 9 luglio 2021 (delibera n. 36), con successiva comunicazione anche al Ministero vigilante.
Come accennato, il Collegio dei revisori dei conti, in vari verbali33, ha sollevato alcuni rilievi in merito ai rapporti fra l’Inaf e la Fondazione, in particolare sotto il profilo dei finanziamenti erogati e delle modalità di esercizio del controllo sul regolare utilizzo.
In primo luogo, è stata messa in rilievo l’omessa restituzione, da parte della Fondazione, dell’indennità erogata al gerente, dipendente Xxxx. La convenzione sottoscritta il 27 luglio 2004 prevede, infatti, la possibilità, per il personale Inaf, di lavorare presso la Fondazione, con remunerazione a carico del primo. Da detta previsione sarebbe escluso, tuttavia, il compenso aggiuntivo (pari a euro 69.000 annui) che, anche ai sensi dell’art. 23-bis del d.lgs. n. 165 del 2001 e secondo quanto disposto nella determina del Direttore generale n. 337/2017, dovrebbe essere rimborsato dalla Fondazione (in proposito, il rendiconto 2020 espone, fra le spese, euro 138.000 a titolo di rimborso oneri di direzione, pari alle annualità 2019 e 2020).
Più in generale, il Collegio dei revisori aveva rappresentato come, in base al provvedimento
n. 717 del 26 luglio 2004, con il quale il Miur ha concesso l’autorizzazione alla costituzione della Fondazione, debbano essere trasmessi, annualmente, anche al Ministero vigilante, “i bilanci della fondazione, copia dell’inventario di tutti i beni, copia delle deliberazioni assunte dai patroni, nonché
32 Anche nel ridetto ordinamento contabile, la sua determinazione ha lo scopo di palesare le risorse necessarie a coprire esigenze impreviste, anche in termini di cassa, nel successivo esercizio.
33 Fra gli altri, verbali n. 23 del 5 novembre 2019, n. 25 del 19 dicembre 2019, n. 26 del 22 gennaio 2020, n. 28 del 21 febbrai o
2020, n. 35 del 10 luglio 2020.
gli atti di controllo effettuati dall’Inaf sull’intera gestione”, adempimenti che non risultavano, fino
al 2018, puntualmente effettuati (a differenza degli esercizi 2019 e 2020).
Come già rilevato nelle precedenti relazioni, la Corte dei conti ribadisce la necessità che l’Inaf prosegua l’avviato percorso, teso ad effettuare controlli periodici e monitoraggi in ordine al regolare utilizzo, da parte della Fondazione, del contributo annuale ad essa erogato, nonché sulla congruità di quest’ultimo34.
6.1.1 L’indennità per il personale in servizio presso la Fondazione
La “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx”, ai fini delle esigenze di ricerca connesse al “Telescopio nazionale Galileo”, ha continuamente fatto ricorso ad “assegnazioni temporanee” di personale, in dichiarata applicazione dell’art. 23-bis, comma 735, del d.lgs. n. 165 del 2001 e dell’art. 30, comma 10, del regolamento del personale dell’Istituto.
Al riguardo, il Collegio dei revisori dei conti36 aveva evidenziato che la disposizione indicata (in particolare, il comma 7) consente l’assegnazione temporanea presso enti privati, sulla base di protocolli di intesa che disciplinano le funzioni, le modalità di inserimento e l’onere per la corresponsione del trattamento economico, con eventuale attribuzione di un compenso aggiuntivo, da porre a carico delle imprese destinatarie.
Nel caso di specie, l’Inaf ha sottoscritto una convenzione (il 27 luglio 2004) con la Fondazione, dalla quale si evince che la remunerazione del personale che opera presso quest’ultima sia posta a carico del primo. In particolare, ai dipendenti assegnati è riconosciuta un’indennità annua per lo svolgimento di servizio all’estero, i cui importi sono stati parametrati, facendo riferimento all’art. 23 del d.lgs. 27 febbraio 1998, n. 6237, da un disciplinare relativo al “Trattamento del personale Inaf all’estero”.
34 L’esigenza in parola risulta fatta propria dalla Ragioneria generale dello Stato, che, in sede di esame dei rendiconti consuntivi 2019 (nota Mef-Rgs-Igf n. 206926 del 26 ottobre 2020) e 2020 (nota Mef-Rgs-Igf n. 231191 del 11 agosto 2021), ha richiamato, a supporto, oltre ai verbali del Collegio dei revisori dei conti, le deliberazioni di questa Sezione n. 66 del 30 giugno 2020 e n. 92 del 16 luglio 2019.
35 Il comma 7 della disposizione di legge in parola prevede che, sulla base di appositi protocolli di intesa, le amministrazioni pubbliche possono disporre, per progetti di interesse specifico dell'amministrazione e con il consenso dell'interessato, l'assegnazione temporanea di personale presso altre pubbliche amministrazioni o imprese private. I protocolli disciplinano le funzioni, le modalità di inserimento e l’onere per la corresponsione del trattamento economico da porre a carico delle imprese destinatarie. Nel caso di assegnazione temporanea presso imprese private i predetti protocolli possono prevedere l'eventuale attribuzione di un compenso aggiuntivo, con oneri a carico delle imprese medesime.
36 Verbali n. 40 e 43/2020.
37 Il decreto legislativo in parola ha disciplinato il trattamento economico dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni in servizio all'estero, ai sensi dell'art. 1, commi da 138 a 142, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. In particolare, l’art. 23 prevede
Il Collegio dei revisori ha osservato, in proposito, che il richiamato art. 23 prevede il riconoscimento di una indennità al personale dipendente da enti pubblici non economici trasferito a prestare servizio presso uffici di detti enti siti all’estero. Pertanto, non ha ritenuto corretta la corresponsione di tale indennità al personale Inaf assegnato temporaneamente alla Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx, trattandosi di ente distinto dall’Istituto, seppur strettamente collegato ad esso (potendo, eventualmente, riconoscersi analogo compenso aggiuntivo ai sensi dell’art. 23-bis del d.lgs. n. 165 del 2001, da porre a carico della Fondazione)38.
Il Consiglio di amministrazione, con delibera n. 9 del 25 febbraio 2021, ha ritenuto, in base alle motivazioni, in punto di fatto e di diritto, analiticamente ivi riportate, che al personale dell’Istituto assegnato a prestare servizio presso la struttura osservativa, di proprietà dell’Inaf, del Telescopio Galileo (gestita dalla Fondazione Tng), spetti l’indennità per il servizio prestato all’estero (nei termini prescritti dalla legge e dei conformi atti regolamentari interni).
che l’indennità di servizio spetti, in base ai rispettivi ordinamenti, al personale dipendente da enti pubblici non economici trasferiti a prestare servizio presso gli uffici di detti enti all’estero e sia determinata sulla base e con le modalità di quella attribuita ai dipendenti del Ministero degli affari esteri, secondo apposite tabelle di equiparazione che tengano conto delle qualifiche e dei profili professionali rivestiti dal suddetto personale.
38 In attesa di approfondire i rilievi esposti, l’amministrazione, con nota del Direttore generale del 9 dicembre 2020, aveva momentaneamente sospeso l’erogazione della ridetta indennità.
7. I RISULTATI DELLA GESTIONE FINANZIARIA
Il conto consuntivo dell’Istituto per l’esercizio finanziario 2020 è stato approvato con delibera del Consiglio di amministrazione n. 36 del 9 luglio 2021 (in ritardo rispetto al termine del 30 aprile, prescritto dalla legge)39.
Sia il Collegio dei revisori dei conti (verbale n. 56 del 8 luglio 2021) che il Ministero dell’economia e delle finanze (nota Mef-Rgs-Igf n. 231191 del 11/8/2021) non hanno rilevato irregolarità ostative all’approvazione (pur avendo effettuato alcuni rilievi e/o raccomandazioni, riportati nei pertinenti paragrafi del presente referto).
7.1 Ripartizione della spesa per missioni e programmi e indicatori di bilancio
Si ricorda, in proposito, che, con decreto del Presidente della Repubblica del 4 ottobre 2013,
n. 132 (in seguito, modificato e integrato), è stato emanato il regolamento che definisce le modalità di adozione del “piano dei conti integrato” delle amministrazioni pubbliche non territoriali, ai sensi dell’art. 4, comma 3, lettera a), del d.lgs. 31 maggio 2011, numero 91. L’Inaf ha predisposto, quale allegato al rendiconto 2020, il prospetto riepilogativo delle spese per missioni e programmi, redatto in aderenza alla corrispondente classificazione Cofog, da cui emergono, con riferimento alla missione core affidata all’Istituto (“017 ricerca e innovazione; programma: 017.010 ricerca scientifica e tecnologica di base”), impegni di competenza per euro 151.827.765 e pagamenti (anche in conto residui) per euro 130.260.265 (in crescita rispetto al 2019, in cui erano pari, rispettivamente, ad euro 128.716.915 ed euro 123.726.547), costituenti, al netto delle partite di giro, la quasi totalità degli impegni e dei pagamenti complessivi (residuando, al netto delle partite di giro, circa 12,5 milioni di impegni e 11 di pagamenti fra servizi e affari generali, interessi e quota capitale di debiti da finanziamento)40.
Anche nel 2020 l’Istituto non ha, invece, redatto il “piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio” (prescritto dall’art. 19 del d.lgs. n. 91 del 2011, nonché oggetto di necessaria pubblicazione ai sensi dell’art. 29 del d.lgs. n. 33 del 2013), in quanto, come riportato
39 Prorogato, per il solo rendiconto 2019, in ragione dell’emergenza sanitaria da Covid-19, al 30 giugno 2020, dall’art. 107,
comma 1, lett. a), del d. l. 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla l. 24 aprile 2020, n. 27.
40 Al riguardo, il Collegio dei revisori dei conti (relazione al rendiconto 2019, allegata al verbale n. 36/2020) aveva rilevato che il prospetto riepilogativo della spesa per missioni e programmi non risultava conforme alle indicazioni rinvenienti nella nota Mef-Rgs prot. 17860 del 31 gennaio 2019. L’Istituto si è adeguato a partire dal bilancio di previsione 2020.
nell’Allegato E al bilancio d’esercizio, si è in attesa delle indicazioni applicative da parte del Mur.
7.2 La gestione finanziaria di competenza
La gestione finanziaria di competenza 2020 ha fatto registrare un disavanzo di competenza pari a euro 16.274.999 (in controtendenza rispetto ai saldi positivi conseguiti nei precedenti esercizi, da ultimo nel 2019, per euro 27.403.071), come da somma algebrica fra accertamenti ed impegni dell’esercizio, esposti nei prospetti che seguono.
Tabella 5 - Gestione finanziaria di competenza – entrate
ENTRATE (accertamenti) | |||
2019 | 2020 | Variazione Percentuale | |
Titolo 2 - Trasferimenti correnti | 170.567.717 | 147.061.277 | -14 |
Titolo 3 – Entrate extra tributarie | 1.243.264 | 785.445 | -37 |
Titolo 4 – In conto capitale | 0 | 0 | - |
Titolo 5 – Entrate da riduzione attività finanziarie | 500 | 0 | -100 |
Titolo 6 – Accensione di prestiti | 0 | 0 | - |
Titolo 9 – Entrate conto terzi e partite giro | 29.631.206 | 29.327.043 | -1 |
Totale | 201.442.688 | 177.173.765 | -12 |
Le entrate sono costituite, in assoluta prevalenza, da “trasferimenti correnti”, pari a poco più di 147 milioni e (al netto dell’utilizzazione di avanzi di amministrazione conseguiti in esercizi precedenti, illustrati più avanti) hanno rappresentano la quasi esclusiva fonte di finanziamento dell’Istituto nel 2020. Nell’esercizio in parola, si è invertita la tendenza all’incremento delle entrate complessive manifestatasi negli anni precedenti (che, da ultimo, fra 2028 e 2019, aveva fatto crescere le entrate complessive di competenza da 169 a 201 milioni), contribuendo, unitamente all’aumento delle spese (da 174,04 nel 2019 a 193,45 milioni nel 2020) all’emersione del sopra indicato disavanzo di competenza.
In particolare, l’Inaf ha acquisito, per l’anno 2020, fondi complessivi per euro 147.846.722 (cfr. pag. 342 Nota integrativa), articolato in assegnazione ordinaria (euro 94.572.966), altri contributi Mur per la ricerca (euro 23.529.505) e altre entrate per la ricerca (euro 28.908.193), oltre ad assegnazioni residuali di minore importo. Per inciso, la contrazione maggiormente rilevante ha riguardato i finanziamenti finalizzati del Mur per la ricerca (che da 52,26 milioni
nel 2019 si sono ridotti a 23,53 nel 2020)41.
Tabella 6 - Gestione finanziaria di competenza - spese
USCITE (impegni) | |||
2019 | 2020 | Variazione Percentuale | |
Titolo 1 – Correnti | 137.570.397 | 141.075.190 | 3 |
Titolo 2 – In conto capitale | 6.643.503 | 22.842.717 | 244 |
Titolo 3 – Per incremento attività finanziarie | 0 | 0 | 0 |
Titolo 4 – Rimborso prestiti | 194.510 | 203.815 | 5 |
Titolo 7 – Entrate conto terzi e partite giro | 29.631.206 | 29.327.042 | -1 |
Totale | 174.039.617 | 193.448.764 | 11,1 |
Le spese correnti, pari, nel 2020, in termini di impegni, a 141,07 milioni (in crescita rispetto ai 137,57 del 2019) costituiscono la principale voce di uscita dell’Istituto.
Gli oneri di parte capitale, pari a 22,84 milioni (in crescita rispetto a 2019 e 2018, in cui erano pari, rispettivamente, 6,64 a 5,64 milioni), incidono sulla spesa totale, al netto delle partite di giro, per circa il 14 per cento (in significativo incremento rispetto al 4,6 del 2019 ed al 4,23 del 2018). Va sottolineato che si tratta di spese coperte in via esclusiva da entrate finalizzate, qualificate di parte corrente (quelle in conto capitale ammontano, anche nel 2020, a zero).
Tabella 7 – Risultato di competenza
2019 | 2020 | Variazione Percentuale | |
Avanzo/disavanzo di competenza | 27.403.071 | -16.274.999 | -159 |
La gestione finanziaria complessiva pare non confermare i buoni risultati ottenuti nei recenti precedenti esercizi (sia nel 2018 che nel 2019 erano stati registrati avanzi di competenza, rispettivamente per 9,25 a 27,40 milioni). Il disavanzo di competenza 2020, tuttavia, deriva, come sopra esposto, da un lato dalla contrazione di entrate finalizzate a progetti specifici di ricerca (per loro natura passibili di andamenti non omogenei nel tempo) e, dall’altro, dall’incremento delle spese in conto capitale (aventi copertura in fondi assegnati in anni precedenti e confluiti nella quota vincolata del risultato), mentre quelle correnti registrano solo un lieve incremento percentuale (2,48 per cento fra 2019 e 2020).
41 In particolare, nel 2019, l’Istituto ha beneficiato di assegnazioni straordinarie, legate al finanziamento del progetto “Sardinia Telescope” (18,68 milioni, non presente nel 2020) ed ai progetti internazionali “SKA” e “CTA” (10 milioni, ridotti a 5 nel 2020).
7.2.1 La gestione delle entrate
Nella tabella seguente vengono illustrate, in primo luogo, le fonti di entrata, distinguendo tra quelle derivanti dal fondo ordinario per il finanziamento degli enti e istituzioni di ricerca (Foe) e quelle riferite ad altre assegnazioni per progetti di ricerca.
Tabella 8 - Riepilogo delle fonti di entrata
2019 | 2020 | Variazioni percentuali 2019-2020 | |
FOE | |||
Funzionamento ordinario | 94.535.474 | 94.572.966 | 0 |
Ricerca | |||
Altri contributi da MUR | 52.264.600 | 23.529.505 | -55 |
Altre entrate per la ricerca | 23.479.031 | 28.908.193 | 23 |
INPS | |||
Crediti per contributi TFR/TFR (versati dal 2005 al 2009) | 0 | 50.613 | 100 |
CNR | |||
Crediti per maturato TFR fino al 31/12/2004 | 289.112 | 0 | -100 |
Altre entrate | 1.243.264 | 785.445 | -37 |
Totale entrate al netto delle partite di giro | 171.811.481 | 147.846.722 | -14 |
L’esercizio 2020 vede un’assegnazione, a titolo di Fondo per il funzionamento ordinario degli enti di ricerca (FOE), sostanzialmente immutata rispetto al 2019. Nei precedenti esercizi, invece, si erano registrati aumenti per situazioni anche contingenti, poi portate a regime dal Ministero. In particolare, nel 2018 si era registrato un aumento del FOE (pari, complessivamente, ad euro 83.107.736) in ragione dell’assegnazione di euro 5.288.603 a titolo di quota “ex premiale” (a valere su somme accantonate nel 2016 e 2017). Nel 2019, invece, il d.m.
n. 856 del 10 ottobre aveva elevato l’assegnazione ordinaria a euro 94.535.474, comprendendovi, tuttavia, l’importo di euro 6.994.880 attribuito in ragione degli accordi intervenuti con l’Agenzia spaziale italiana, tesi alla stabilizzazione di n. 120 unità di personale (in precedenza, operanti presso l’Inaf in virtù di convenzioni di ricerca stipulate su fondi Asi), nonché la somma di euro 4.591.298, destinata al finanziamento, a regime, delle procedure di stabilizzazione del personale dell’Istituto (in aderenza all’art. 1, comma 668, della legge n. 205 del 2017). Il FOE 2020 recepisce e conferma gli incrementi esposti.
Rispetto al 2019, si registra, invece, come già accennato, una sensibile contrazione degli “altri contributi Miur” per la ricerca, per un importo pari a circa 29 milioni (da a 52,26 a 23,52 milioni). Si tratta di una serie di finanziamenti specifici, in prevalenza per progetti di ricerca, anche aventi fonte in arretrati di anni precedenti, dettagliatamente elencati in nota integrativa. La
differenza negativa deriva, per la maggior parte, dall’assegnazione, nel 2019, di 18,68 milioni per il progetto di potenziamento del Sardina radio telescope per lo studio dell’universo alle alte frequenze radio (di cui si è già accennato nel paragrafo relativo alle attività di ricerca42), nonché dal dimezzamento (da 10 a 5 milioni di euro) dei fondi finalizzati ai progetti internazionali “SKA” e “CTA”.
Le “altre entrate per la ricerca”, invece, aumentano da 23,47 a 28,91 milioni e derivano, in assoluta prevalenza, da finanziamenti dell’Agenzia spaziale italiana (15,61 milioni) e dell’Unione europea (12,01 milioni).
Nel 2020 risultano accertate, per la prima volta, entrate a titolo di rimborso dei contributi per Tfr/Tfs versati in eccesso all’Inps, gestione ex Inpdap (come meglio riferito nell’apposito paragrafo della presente relazione).
Invece, non risultano accertamenti (né riscossioni) a carico del Cnr (nel 2017, euro 636.001; nel 2018, euro 210.193; euro 289.111 nel 2020), derivanti dal rimborso delle quote di indennità di fine servizio o trattamento di fine rapporto del personale cessato dal servizio nel precedente esercizio 2019, maturate prima del passaggio dal Cnr all’Inaf, avvenuto il 1° gennaio 2005 (come, anche in questo caso, meglio riferito nell’apposito paragrafo).
La nota integrativa palesa come l’Istituto sia finanziato, in prevalenza, da trasferimenti da altri enti pubblici, mentre le entrate “extra-tributarie” (pari, nel 2020, a euro 785.445, derivanti da rimborsi o vendita di beni e servizi) ammontano soltanto allo 0,56 per cento di quelle complessive.
Resta apprezzabile, pur riducendosi, il rapporto fra il “fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca” (Foe) e le entrate complessive dell’Istituto (al netto delle partite di giro), palesante una percentuale del 63,96 per cento (nel 2019, 55,02 per cento), che evidenzia la capacità di reperire fondi non esclusivamente dal bilancio dello Stato, ma anche da convenzioni o progetti con altri enti di ricerca (su tutti, l’Asi) o, in generale, altre amministrazioni pubbliche e l’Unione europea.
Al fine di determinare quantitativamente il grado di esecuzione del bilancio sono stati analizzati i rapporti (al netto delle partite di giro) tra le entrate accertate e gli stanziamenti definitivi di competenza (risultato pari al 100 per cento) e tra le spese impegnate (euro
42 Il Cda dell’Inaf, con delibera n. 41 del 25 giugno 2019, aveva anche individuato nell’Osservatorio astronomico di Cagliari la stazione appaltante per le procedure di gara finalizzate all’acquisizione dei beni e dei servizi funzionali al progetto.
193.448.764) ed i corrispondenti stanziamenti definitivi di competenza (euro 350.403.424), invece pari solo al 55,21 per cento. La bassa percentuale (rilevata anche negli esercizi precedenti) deriva dal fatto che l’Istituto procede, annualmente, ad applicare l’intero importo del risultato di amministrazione vincolato, al fine di non rallentare il regolare svolgimento delle attività di ricerca (senza, tuttavia, riuscire, durante la gestione, ad assumere impegni nella misura corrispondente).
Più volte il Collegio dei revisori dei conti (da ultimo, nella relazione al rendiconto 2020, nonché al bilancio di previsione 2021), ha prospettato la necessità che la programmazione finanziaria dell’Istituto tenga conto delle effettive capacità di spesa (in particolare, per progetti) da parte delle Strutture territoriali di ricerca. Le ridette osservazioni sono state fatte proprie anche dalla Ragioneria generale dello Stato, in sede di esame dei rendiconti consuntivi 2019 e 2020 (cfr. note Mef-Rgs-Igf n. 206926 del 26 ottobre 2020 e n. 231191 del 11 agosto 2021).
La capacità di riscossione registrata nell’esercizio 2020 (come anche nei precedenti) risulta particolarmente elevata: per le entrate complessive, 162,61 milioni su 177,17, pari al 91,78 per cento; per quelle correnti, 132,72 milioni su 147,05, pari al 87,53 per cento. Si tratta di un risultato condizionato, oggettivamente, dalla natura delle principali entrate presenti nel bilancio dell’Inaf, costituite da trasferimenti da altre amministrazioni pubbliche (in particolare, dal Miur).
7.2.2 La gestione delle spese
La tabella che segue specifica l’articolazione delle spese correnti, che, come visto nel precedente paragrafo, costituiscono la voce principale delle spese complessive (141,07 milioni, a fronte di 22,84 di spese in conto capitale e 29,32 di partite di giro).
Tabella 9 - Gestione finanziaria - Titolo 1 - Spese correnti
Impegni | |||
2019 | 2020 | Variazione percentuale | |
1.01 Redditi da lavoro dipendente | 76.530.402 | 78.018.086 | 2 |
1.02 Imposte e tasse a carico dell’ente | 4.914.566 | 5.060.525 | 3 |
1.03 Acquisto di beni e servizi | 28.200.900 | 21.752.989 | -23 |
1.04 Trasferimenti correnti | 27.390.260 | 35.769.814 | 31 |
1.07 Interessi passivi | 154.811 | 145.506 | -6 |
1.09 Rimborsi e poste correttive delle entrate | 143.501 | 95.376 | -34 |
1.10 Altre spese correnti | 235.957 | 232.893 | -1 |
Totale | 137.570.397 | 141.075.189 | 3 |
Anche nel 2020 la categoria di spesa corrente di maggiore entità è stata quella relativa al personale, pari a 78,02 milioni (in crescita rispetto ai 76,53 milioni del 2019 ed ai 72,55 del 2018). Tale voce ha assorbito il 47,54 per cento degli impegni di spesa complessivi (escluse le partite di giro) ed il 55,30 per cento di quella corrente (nel 2019, rispettivamente pari al 52,9 ed al 55,6 per cento).
Le spese per acquisto di beni e servizi, pari a 21,75 milioni (in netta riduzione rispetto ai 28,2 milioni del 2019), hanno assorbito, invece, il 13,25 per cento della spesa complessiva e il 15,42 per cento di quella corrente (nel 2019, rispettivamente pari al 19,52 ed al 20,49 per cento).
Al riguardo, si rinvia al pertinente paragrafo della presente relazione la rappresentazione delle modalità con cui l’Ente ha dato attuazione alle disposizioni introdotte, in materia di limitazioni alle spese per acquisti di beni e servizi, dalla legge n. 160 del 2019. In questa sede appare utile segnalare come la nota integrativa 2020 ribadisca che una parte delle spese generali sostenute per la realizzazione dei progetti grava sull’assegnazione ordinaria dell’Istituto, allo stesso modo di una quota delle spese sostenute per l’acquisizione di beni e servizi di uso durevole connessi alla realizzazione dei progetti. Sul punto, l’Inaf, con delibera CdA n. 22 del 29 aprile 2021, ha stabilito di applicare, ad ogni progetto finanziato da soggetti terzi, una percentuale del 6 per cento, da destinare alla costituzione di un “fondo di garanzia” a supporto, da un lato, dei programmi scientifici (2 per cento) e, in altro (4 per cento) per l’incentivazione e la valorizzazione del personale, anche mediante la corresponsione di indennità di responsabilità, in ossequio a quanto previsto dalle vigenti norme dei Ccnl di comparto43.
Le spese per trasferimenti correnti, pari a 35,76 milioni (nel 2019, 27,39 milioni), sono risultate in crescita significativa ed hanno assorbito il 16,6 per cento della spesa complessiva ed il 19,91 per cento di quella corrente (nel 2019, rispettivamente, il 16 ed il 19,9 per cento di quella corrente). Queste ultime si sostanziano, principalmente, in trasferimenti finalizzati al finanziamento di progetti di ricerca, in base ad accordi e convenzioni con istituzioni scientifiche esterne.
43 Al riguardo, anche nella Relazione al rendiconto 2020, il Collegio dei revisori ha rammentato che la costituzione del Fondo per la contrattazione integrativa deve essere sottoposta, anche per tali quote, alla certificazione degli organi di controllo, nel rispetto delle disposizioni contrattuali, in particolare dell’art. 19 del Ccnl vigente, secondo il quale i proventi dei progetti di ricerca “finanziati con risorse private, comunitarie o pubbliche, diverse dalle fonti di finanziamento delle attività istituzionali, detratte tutte le spese direttamente connesse alla realizzazione del progetto stesso e i relativi costi marginali di funzionamento, sono utilizzati anche per la costituzione di un fondo di incentivazione la cui destinazione terrà conto dell'apporto dei gruppi oltre che dei singoli dipendenti”.
Le somme impegnate nell’esercizio 2020 sono state, complessivamente, pari ad euro 193.448.764 (nel 2019, euro 174.039.617), a cui sono corrisposti pagamenti per euro 156.576.176 in conto competenza (nel 2019, euro 155.716.482) ed euro 14.571.201 in conto residui (nel 2019, euro 13.471.448). Si evidenzia, pertanto, un’elevata percentuale di pagamento, che riduce, di conseguenza, la formazione di residui passivi. Nello specifico, le spese appaiono così suddivise.
Tabella 10 - Suddivisione spese per centri di responsabilità
Centri di responsabilità amministrativa | Impegni 2020 | Pagamenti in conto competenza | Pagamenti in conto residui | Pagamenti totali |
0.00. Staff Direzione generale | 105.378 | 96.883 | 74.390 | 171.273 |
0.01. Ufficio I | 72.340.565 | 69.721.326 | 2.493.489 | 72.214.815 |
0.02. Xxxxxxx XX | 2.531.388 | 2.104.823 | 274.963 | 2.379.786 |
0.03. Presidenza/URPS | 291.371 | 236.915 | 16.144 | 253.059 |
0.04. Direzione scientifica | 22.138.427 | 16.446.951 | 67.306 | 16.514.257 |
1. Strutture territoriali di ricerca | 66.714.590 | 42.702.322 | 6.825.508 | 49.527.830 |
Totale (al netto partite di giro) | 164.121.722 | 131.309.222 | 9.751.800 | 141.061.022 |
Partite di giro | 29.327.042 | 25.266.954 | 4.819.401 | 30.086.355 |
Totale generale | 193.448.764 | 156.576.176 | 14.571.201 | 171.147.377 |
L’attività di ricerca è svolta prevalentemente presso le strutture territoriali, con il
coordinamento della direzione scientifica.
In proposito, come già evidenziato, anche nelle relazioni sulla gestione dei precedenti esercizi, una parte delle spese sostenute per l’acquisizione di beni e servizi, anche di uso durevole (pari a 21,75 milioni, rappresentanti, come visto, il 13,25 per cento della spesa complessiva) dovrebbe gravare sui fondi destinati al finanziamento dei progetti di ricerca (in particolare, sugli utili generati da questi ultimi), anziché sul fondo di finanziamento ordinario, cosa che, al momento, avviene in misura ridotta (come sottolineato anche dalla relazione del Presidente ai rendiconti 2019 e 2020). Un incremento di questa percentuale, oltre a migliorare la situazione finanziaria complessiva dell’Istituto, permetterebbe la destinazione di maggiori risorse alle attività di ricerca, evitando il rischio di un differente utilizzo44.
Il fondo di riserva per le spese impreviste (art. 17 d.p.r. n. 97 del 2003), che, all’inizio del 2020, è stato stanziato per 1,5 milioni (1,49 nel 2019), nel corso dell’esercizio è stato incrementato prima per euro 56.548 (delibera CdA n. 31 del 5 maggio 2020); in seguito, per 1 milione
44 La criticità, peraltro condivisa dalla direzione dell’Istituto, è stata ribadita anche dal Collegio dei revisori dei conti nella relazione sui rendiconti 2019 (verbale n. 36/2020) e 2020 (verbale n. 56/2021).
(delibera CdA n. 70 del 27 luglio 2020, di utilizzazione dell’avanzo libero al 31 dicembre 2021); infine, per euro 207.000 (delibera CdA n. 93 del 27 novembre 2020, di accertamento dell’entrata da rimborso, da parte della Fondazione Tng, dell’indennità di direzione attribuita al Gerente della Fondazione medesima). L’esposto fondo di riserva, complessivamente pari a euro 2.763.548, è stato utilizzato per complessivi euro 1.237.264 (in particolare, per compensare la differenza, pari a euro 1.031.980, fra l’assegnazione Mur a titolo di Foe stimata in sede di bilancio di previsione e quella concretamente assegnata, cfr. delibera CdA n. 93/2020). La differenza è confluita in economia.
Il fondo rischi e oneri (art. 19 d.p.r. n. 97 del 2003) è stato iscritto, nel bilancio di previsione 2020, per euro 1.757.780. In seguito, con delibera Cda n. 93/2020, il predetto fondo è stato incrementato per euro 360.356, pari alla differenza fra l’importo assegnato dal Mur per le spese necessarie a fronteggiare l’emergenza sanitaria e quanto effettivamente rendicontato dall’Istituto (importo asseverato dal Collegio dei revisori dei conti con verbale n. 41/2020). Il fondo in parola non è stato utilizzato ed è, pertanto, confluito integralmente (euro 2.118.1236) nella parte vincolata del risultato di amministrazione.
Va segnalato come, nel 2020, la spesa annua per investimenti fissi lordi e acquisto di terreni (22,84 milioni) abbia raggiunto la percentuale del 13,92 per cento di quella totale (al netto delle partite di giro), in sensibile incremento, in termini assoluti e percentuali, rispetto al 2019 (in cui era stata pari a 6,6 milioni, 4,60 per cento delle spese complessive). A tale voce, vanno aggiunti, naturalmente, tutti gli investimenti immateriali legati all’attività di ricerca che, in base al prospetto di riclassificazione in missioni e programmi, sommano impegni per 151,83 milioni (su un totale di 164,07 milioni, al netto delle partite di giro).
Infine, le spese per rimborso di mutui o altri finanziamenti hanno impegnato lo 0,12 per cento del bilancio annuale dell’Istituto.
7.3 La gestione dei residui
Con delibera del Consiglio di amministrazione n. 27 del 10 giugno 2021, previo parere favorevole del Collegio dei revisori (verbale n. 51 del 8 giugno 2021), è stato approvato l’annuale riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2020.
Tabella 11 - Riepilogo dei residui
Residui attivi al 1/1/2020 | Riscossi nel 2020 | Percentuale di smaltimento | Variazioni a seguito di riaccertamento | Residui attivi da esercizi precedenti al 31/12/2020 | Residui attivi formatisi nel 2020 | Totale residui al 31/12/2020 |
46.911.239 | 14.274.630 | 30,43 | -844.631 | 31.791.978 | 14.564.713 | 46.356.691 |
Residui passivi al 1/1/2020 | Pagati nel 2020 | Variazioni a seguito di riaccertamento | Residui passivi da esercizi precedenti al 31/12/2020 | Residui passivi formatisi nel 2020 | Totale residui al 31/12/2020 | |
19.999.613 | 14.571.201 | 72,86 | -450.598 | 4.977.814 | 36.872.588 | 41.850.402 |
Al 1° gennaio 2020 i residui attivi ammontavano ad euro 46.911.239 (euro 24.794.263 a inizio 2019). Nel corso dell’esercizio ci sono state variazioni negative per euro 844.631 (euro 1.186.694 nel 2019) e sono stati riscossi euro 14.274.630 (euro 12.374.042 nel 2018), residuando euro 31.791.978 (euro 11.233.527 a fine 2019), a cui sommando i residui formatisi nel medesimo esercizio 2020 (pari a euro 14.564.713), si giunge all’importo finale di euro 46.356.691, esposto nel risultato di amministrazione 2020.
Alla medesima data del 1° gennaio 2020, i residui passivi ammontavano a euro 19.999.613 (euro
15.268.125 a inizio 2019). Nel corso dell’esercizio ci sono state variazioni negative per euro
450.598 (euro 120.200 nel 2019) e sono stati pagati euro 14.571.201, residuando da pagare euro 4.977.814 (euro 1.676.478 a fine 2019), a cui, sommando quelli formatisi nel medesimo esercizio 2020 (pari a euro 36.872.588), si giunge all’importo finale di euro 41.850.402, esposto nel risultato di amministrazione 2020.
Come evidenziato dai dati sopra riportati, nel 2020, la percentuale di smaltimento dei residui attivi è stata del 30,43 per cento (53,94 per cento nel 2019); quella dei residui passivi pari al 72,86 per cento (contro l’88,23 per cento del 2019). In sede di riaccertamento sono state disposte cancellazioni di poste attive per euro 841.664, in massima parte relative al credito vantato nei confronti dell’Inps, gestione ex Inpdap, a titolo di ripetizione dei contributi previdenziali indebitamente versati, per una parte di personale, dal 2006 al 2009, oggetto di definizione unitamente all’Istituto di previdenza proprio nel corso del 2020 su sollecitazione del Collegio dei revisori. Per effetto di tale operazione detto credito originariamente esposto in contabilità per euro 4.581.955 è stato rideterminato in euro 3.740.291 e, come di seguito esposto, in parte sterilizzato con accantonamenti a fondo rischi ed oneri.
La gestione di competenza 2020 ha prodotto, invece, residui attivi, come detto, per complessivi euro 14.564.713 (in sensibile riduzione rispetto agli euro 35.677.712 del 201945) e passivi per euro 36.872.588 (invece in netto aumento rispetto agli euro 18.323.136 del 2019).
A seguito del riaccertamento sono stati calcolati gli indici di bilancio di seguito riportati.
Tabella 12 - Grado di formazione dei residui ultimo quinquennio (2016-2020)
RESIDUI ATTIVI | |||
Anno | Residui attivi sorti nell’esercizio | Totale accertamenti dell’esercizio | Percentuale di formazione residui attivi |
2018 | 15.209.587 | 169.026.478 | 9,00 |
2019 | 35.677.713 | 201.442.688 | 17,71 |
2020 | 14.564.714 | 177.173.765 | 8,22 |
RESIDUI PASSIVI | |||
Anno | Residui passivi sorti nell’esercizio | Totale impegni dell’esercizio | Percentuale di formazione residui passivi |
2018 | 11.788.960 | 159.775.214 | 7,38 |
2019 | 18.323.135 | 174.039.617 | 10,53 |
2020 | 36.872.588 | 193.448.764 | 19,06 |
Questi ultimi palesano come la percentuale di formazione dei residui attivi, dopo il picco registrato nel 2019, sia tornata ai livelli del 2018 (anche se con valori ancora superiori a quelli degli anni precedenti). Invece, il grado di formazione dei residui passivi risulta in costante crescita, senza aver, comunque, creato, fino a questo momento, ritardi nei pagamenti (l’indicatore medio ponderato per il 2020 registra un valore di meno 8,86). Tuttavia, appare sintomo della permanente presenza di impegni imputati al bilancio in assenza della verifica dell’esercizio di effettiva esigibilità dell’obbligazione.
Nel corso del 2020 è proseguita l’attività di monitoraggio della situazione dei residui da parte dei competenti uffici46. In proposito, la delibera CdA di riaccertamento residui (n. 27/2021), prodromica all’approvazione del rendiconto 2020, ha portato47 a variare in riduzione il credito verso l’Inps, gestione ex Inpdap, per euro 841.664 (da euro 4.581.955 a euro 3.740.291), in ragione della duplice esposizione di alcuni accertamenti iscritti nel 2010.
45 Importo, comunque, molto più elevato rispetto alla serie storica osservata.
46 Il Collegio dei revisori (verbali n. 12/2019, n. 18/2019 e n. 36/2020) aveva rilevato, sulla base di controlli a campione effettuati sui residui attivi formatisi in esercizi anteriori al 2015, alcune posizioni meritevoli di approfondimento in ordine all’effettiva sussistenza, integrale o parziale, del credito, ed alla sua esigibilità. I verbali citati facevano riferimento alla necessità di definire l’importo del credito vantato nei confronti dell’Inps, gestione ex Inpdap, a titolo di ripetizione dei contributi previdenziali indebitamente versati, per una parte di personale, dal 2006 al 2009, esposto per euro 4.581.955, oggetto di definizione unitamente all’Istituto di previdenza proprio nel xxxxx xxx 0000 (xxx ha visto il pagamento della prima rata).
47 Anche a seguito dei rilievi effettuati dal Collegio dei revisori dei conti (cfr. verbale n. 51/2021).
La gestione finanziaria del 2020 ha palesato una sostanziale stabilità dell’importo complessivo dei residui attivi rispetto a fine 2019. L’esame a campione dei cinque residui attivi di maggiore importo (al netto del sopra citato credito verso l’Inps), effettuata dal Collegio dei revisori dei conti, ha palesato la fondatezza delle iscrizioni effettuate (salvo evidenziare un disallineamento contabile per i crediti vantati verso l’Asi, con riguardo ai finanziamenti ricevuti dall’Agenzia in parola, che vengono accertati nell’esercizio di attribuzione, ma erogati a rendicontazione delle spese sostenute). Sempre l’Organo di revisione ha invitato a cancellare il residuo attivo (n. 11580), vantato verso il Mur, in ragione della differenza registrata fra somme accertate per far fronte all’emergenza da Covid-19 e spese effettivamente effettuate e rendicontate.
Il partitario 2020 espone residui attivi pari a circa 5 milioni risalenti ad esercizi anteriori di oltre un quinquennio, anche se la maggior parte si riferisce alle accennate posizioni verso l’Inps, gestione ex Inpdap (a cui è dedicato anche successivo pertinente paragrafo).
Questa Sezione, facendo seguito alle osservazioni contenute nei già citati referti sulle gestioni finanziarie 2018 e 2019, nel prendere atto delle verifiche svolte per il riaccertamento dei residui attivi iscritti al 31 dicembre 2020, invita a proseguire e potenziare l’attività di verifica delle condizioni normative per la conservazione in bilancio di poste attive e ad assicurare la congruità delle risorse accantonate per prevenire i rischi di dubbia esigibilità.
Si evidenzia che, nel bilancio 2020, dette risorse – conservate in avanzo vincolato e accantonate per lo stesso importo a stato patrimoniale - sono pari ad euro 2.118.136, di cui euro 1.350.000 riferiti al citato credito vantato verso l’Inps-gestione ex Inpdap.
7.4 Il risultato di amministrazione
Nella tabella che segue sono riportati i dati relativi alla situazione amministrativa al 31 dicembre 2020.
Tabella 13 - Risultato di amministrazione al 31 dicembre 2020 - importo e composizione
2019 | 2020 | Differenza percentuale 2019-2020 | |
Fondo cassa al 1° gennaio | 137.366.944 | 146.318.032 | 7 |
Riscossioni | 178.139.017 | 176.883.682 | -1 |
Pagamenti | 169.187.929 | 171.147.377 | 1 |
Fondo cassa al 31 dicembre | 146.318.032 | 152.054.337 | 4 |
Residui attivi | 46.911.239 | 46.356.691 | -1 |
Residui passivi | 19.999.613 | 41.850.402 | 109 |
Risultato amministrazione al 31 dicembre | 173.229.658 | 156.560.626 | - 10 |
di cui | |||
Vincolato | 165.689.810 | 147.856.517 | -11 |
Libero | 7.539.848 | 8.704.109 | 15 |
L’avanzo di amministrazione a fine esercizio 2020 ammonta a euro 156.560.626, registrando una riduzione percentuale del 9,62 per cento rispetto al 2019, in cui era pari a euro 173.229.658 (importo comunque superiore a quello degli esercizi 2018, euro 146.893.081, e 2017, euro 137.585.019).
La relativa formazione è da ricondurre, almeno in parte, alla difficoltà di un’adeguata programmazione della spesa, derivante dai tempi di assegnazione del Foe e delle altre entrate di provenienza ministeriale (accertate, ma non impegnate e, come tali, confluenti nella parte vincolata del risultato), nonché nell’accreditamento di diversi altri fondi (da Asi e altro) nella seconda metà dell’esercizio, fattore che riduce la possibilità di impegno dei finanziamenti ricevuti nell’esercizio di assegnazione.
Va considerato, inoltre, che l’elevata percentuale di economie di spesa che affluiscono nel risultato di amministrazione deriva, in prevalenza, dalla gestione dei fondi finalizzati alla ricerca (pari, complessivamente, a euro 103.677.674), il cui utilizzo avviene, fisiologicamente, in esercizi successivi a quello in cui si riceve il finanziamento, spesso a destinazione vincolata. La presenza di una cospicua quota di economie vincolate a titolo di “spese di personale” (pari, al 31 dicembre 2020, a euro 39.994.267) deriva, in prevalenza, dal necessario accantonamento
annuale finalizzato all’erogazione del trattamento di fine rapporto del personale di ruolo non
iscritto alla gestione Inps-ex Inpdap (pari, al 31 dicembre 2020, a euro 30.118.476)48. Nella tabella che segue riassume la composizione del risultato di amministrazione.
Tabella 14 - Risultato di amministrazione – Fonte delle economie
2019 | 2020 | Variazione percentuale 2020-2019 | |
A) vincolato per la ricerca | 122.500.291 | 103.677.674 | -15 |
B) vincolato per spese di edilizia | 3.043.131 | 4.184.575 | 38 |
C) vincolato per spese di personale | 40.146.388 | 39.994.267 | -0,4 |
Totale risultato vincolato | 165.689.810 | 147.856.517 | -11 |
Avanzo libero | 7.539.848 | 8.704.109 | 15 |
Totale risultato d’amministrazione | 173.229.658 | 156.560.626 | -10 |
Come accennato, gran parte del risultato d’amministrazione vincolato dell’Inaf (pari, a fine 2020, a 147,8 milioni) è destinato a progetti di ricerca (il 70,1 per cento, rispetto al 73,9 del 2019 ed il 65,4 del 2018) ed al personale (27,05 per cento, in aumento rispetto al 24,22 del 2019). Meno rilevanti i vincoli per i lavori di edilizia (2,83 per cento, rispetto al 1,84 per cento del 2019 ed al 2,89 per cento del 2018).
La nota integrativa riporta, in un apposito allegato a firma del Direttore scientifico, tutti i progetti di ricerca in corso che hanno generato economie confluite nel risultato di amministrazione. Questa Corte ritiene opportuna l’indicazione anche dell’esercizio di attribuzione dei relativi finanziamenti, al fine di poter valutare eventuali ritardi nell’attuazione delle iniziative o della conseguente rendicontazione.
La medesima nota non esplicita analiticamente, invece, le risorse vincolate a interventi sul patrimonio immobiliare (pari a euro 4.184.575), dichiarate come genericamente derivanti dagli avanzi di fondi vincolati destinati all’edilizia, contenuti nei programmi triennali dei lavori pubblici. Anche in questo caso, l’assenza di indicazione dell’esercizio di provenienza non rende agevole analizzare eventuali ritardi attuativi o di rendicontazione.
Si tratta di destinazioni per le quali il regolamento interno sull’amministrazione, la contabilità e l’attività contrattuale consente l’utilizzo già dal 1° gennaio dell’esercizio successivo, senza necessità di attendere l’approvazione del rendiconto consuntivo o ulteriore autorizzazione da
48 La rimanente parte, invece, deriva dallo stanziamento non utilizzato per sussidi al personale (euro 2.808.029) e, per la quota residua, dalla mancata tempestiva costituzione dei fondi per la contrattazione integrativa o dalla ritardata stipula dei relativi contratti, oltre che per oneri da rinnovi del contratto collettivo nazionale e da versamento di contributi.
parte del Cda. Tali progetti hanno, infatti, molto spesso una durata pluriennale, con necessità di osservare puntuali regole di rendicontazione delle spese, a fronte di entrate spesso disponibili per intero fin dall’inizio.
Una significativa quota del risultato, pari a euro 39.994.267, è vincolata alla copertura di “spese per il personale”, confermando gli analoghi cospicui vincoli registrati in esercizi precedenti (euro 40.146.388 a fine 2019; euro 44.507.488 a fine 2018). La nota integrativa ricorda come siano diverse le cause che hanno determinato, nel tempo, un sensibile incremento di questa quota. Innanzitutto, incide in misura notevole l’accantonamento per il trattamento di fine rapporto e/o di fine servizio, che, alla data del 31 dicembre 2020, ammonta complessivamente ad euro 30.118.477 (euro 30.758.144 a fine 2019; euro 29.687.226 a fine 2018)49.
Un altro vincolo attiene allo stanziamento destinato all’erogazione dei sussidi al personale (che cresce fino ad euro 2.808.029, rispetto agli euro 2.495.697 di fine 2019), previsti dalle vigenti norme del contratto collettivo nazionale50.
Un’ulteriore quota deriva dall’impossibilità di erogare le quote variabili del salario accessorio, previste sia dai “fondi per il trattamento economico accessorio del personale inquadrato nei livelli compresi tra il quarto e l’ottavo” (anni 2018, 2019 e 2020) che dai “fondi per il trattamento economico accessorio del personale inquadrato nei livelli compresi tra il primo ed il terzo” (anni dal 2011 al 2020), in quanto i contratti integrativi, che ne devono definire le modalità di utilizzo, non sono stati stipulati (nè, pertanto, certificati dal Collegio dei revisori dei conti e sottoposti all’esame dei Ministeri vigilanti, ex art. 40-bis, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001)51.
49 In proposito, la Direzione generale, dopo aver accertato i criteri adottati ai fini della quantificazione dell’importo annuale del predetto accantonamento (pari a euro 2.300.000), ha avviato una verifica se i trattamenti di fine rapporto o di fine servizio corrisposti, negli anni precedenti, ai dipendenti collocati in quiescenza siano stati effettivamente finanziati su capitoli di spesa coperti dal fondo predetto o da ulteriori autonomi stanziamenti di bilancio (in modo da pervenire, eventualmente, ad una riduzione della quota vincolata in parola).
50 Il predetto stanziamento viene calcolato annualmente, in misura percentuale del “monte salari”, ma, come riferito in nota integrativa, le fattispecie previste in sede di contrattazione decentrata, consentono di accedere in minima parte a questo fondo, producendo una capacità di spesa nettamente inferiore rispetto allo stanziamento. Il Consiglio di amministrazione, con delibera del 29 gennaio 2021, ha avviato un procedimento di rivisitazione del regolamento per la concessione di sussidi o di altre misure di welfare integrativo a favore dei dipendenti, in aderenza alle norme del contratto collettivo nazionale di comparto (art. 96 del ccnl istruzione e ricerca del 19 aprile 2018). In data 9 agosto 2021 è stata raggiunta l’ipotesi di accordo integrativo per l’erogazione dei ridetti sussidi, che, tuttavia, anche a seguito di rilievi da parte del Collegio dei revisori dei conti, è stata approvata dal Mef-Rgs-Igop (nota del 8 settembre 2021) e del Dipartimento della Funzione pubblica (nota del 9 settembre 2021) limitatamente alle risorse stanziate per l’esercizio 2021 (euro 440.000, pari all’uno per cento del monte salari, come da disposizione del Ccnl). Pertanto, le risorse relative agli esercizi precedenti sono rimaste accantonate.
51 Al momento dell’approvazione del rendiconto 2020 risultavano ancora da concludere i procedimenti di costituzione dei fondi e di contrattazione integrativa dei livelli IV-VIII relativi agli anni 2018, 2019 e 2020, nonché gli analoghi fondi e contratti per il personale dei livelli I-III e della dirigenza.
Al 31 dicembre 2020, il ridetto avanzo ammonta, relativamente al fondo del personale dei livelli IV-VII, a euro 1.556.256; per i livelli I-III, a euro 785.000; per la dirigenza, a euro 510.538. La rimanente parte della ridetta quota vincolata è da imputare agli accantonamenti prescritti dalla legge per dare copertura ai futuri rinnovi del contratto collettivo nazionale, nonché ai ratei di contributi previdenziali e Irap da versare nell’esercizio successivo.
L’avanzo libero, pari a 8,7 milioni, ha registrato, a fine 2020, un incremento rispetto al 2019 (in cui era stato pari a 7,54 milioni52), in particolare derivante dalle economie di spesa rilevate dall’amministrazione centrale (per 6,94 milioni), conseguenti anche alle analisi avviate, nel 2018, dalla Direzione generale sui vincoli apposti in precedenza.
In proposito, la delibera del Consiglio di amministrazione n. 36 del 9 luglio 2021, di approvazione del rendiconto 2020, non ha destinato tale somma. Tale decisione è intervenuta, invece, con la successiva delibera n. 46, adottata il 15 settembre 2021, che ha destinato complessivi euro 2.894.639 ai fondi per la contrattazione integrativa (risparmio da buoni pasto ex art. 1, comma 870, legge n. 178 del 2020) ed all’accantonamento della quota annuale di Tfs- Tfr spettante ai dipendenti cessati dal servizio (euro 1.195.723), oltre ad integrare il budget di spesa necessario per alcuni progetti istituzionali.
In seguito, il Cda, con delibera n. 58 del 26 novembre 2021, ha approvato la proposta di riparto di una ulteriore quota di tale avanzo 2020, pari, complessivamente, ad euro 3.750.000, per progetti di ricerca e per dare copertura al trattamento accessorio degli anni 2018, 219, e 202053.
7.5 Il conto economico
Il conto economico 2020 è stato elaborato riclassificando le scritture finanziarie in base ai criteri della contabilità economico-patrimoniale, tramite un abbinamento che collega, in base al piano integrato dei conti, ciascun conto ad un capitolo finanziario.
La tabella che segue riporta le voci 2020 ed il confronto con il precedente esercizio 2019.
52 A fine 2016, 2017 e 2018 era pari, rispettivamente, a 1,2, 1,5 e 6,32 milioni.
53 La medesima delibera approva, a tal fine, anche l’utilizzo di una parte del fondo di riserva. Per inciso, i fondi relativi agli
esercizi 2018, 2019 e 2020 non risultano costituiti neppure al momento dell’approvazione del successivo rendiconto 2021.
Tabella 15 - Il conto economico
2019 | 2020 | Variazione percentuale | |
VALORE DELLA PRODUZIONE | |||
- Proventi da prestazioni e vendite beni e servizi | 741.865 | 228.261 | -69 |
- Proventi da trasferimenti e contributi | 146.590.231 | 153.421.390 | 5 |
- Altri ricavi e proventi diversi | 499.834 | 482.658 | -3 |
Totale valore della produzione | 147.831.930 | 154.132.309 | 4 |
COSTI DELLA PRODUZIONE: | |||
- Materie prime, sussidiarie, consumo e merci | 2.410.299 | 2.483.366 | 3 |
- Per servizi | 19.189.877 | 14.090.915 | -27 |
- Per godimento beni di terzi | 1.552.428 | 1.592.242 | 3 |
- Per il personale | 76.884.974 | 79.827.363 | 4 |
- Oneri diversi di gestione | 5.293.739 | 5.440.654 | 3 |
- Ammortamenti e svalutazioni | 3.766.922 | 3.161.289 | -16 |
- Trasferimenti e contributi a terzi | 27.332.678 | 33.245.738 | 00 |
- Xxxxxxxxxxxxxx (xxx rischi ed oneri) | 372.938 | 360.356 | -3 |
Totale costi della produzione | 136.803.858 | 140.201.925 | 2 |
Differenza tra valore e costi della produzione | 11.028.072 | 13.930.383 | 26 |
PROVENTI ED ONERI FINANZIARI: | |||
- Interessi ed altri oneri finanziari | -154.810 | -145.505 | -6 |
- Proventi finanziari | 13 | 0 | -100 |
Saldo proventi ed oneri finanziari | -154.797 | -145.505 | -6 |
RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE | |||
- Rivalutazioni | 0 | 0 | 0 |
- Svalutazioni | 0 | 0 | 0 |
Saldo rettifiche di valori | 0 | 0 | 0 |
PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI: | |||
- Sopravvenienze passive ed insussistenze dell’attivo | -225.420 | -2.244.602 | 896 |
- Sopravvenienze attive ed insussistenze del passivo | 333.156 | 2.036.223 | 511 |
Saldo delle partite straordinarie | 107.736 | -208.379 | -293 |
Risultato prima delle imposte | 10.981.010 | 13.576.498 | 24 |
Imposta dell’esercizio | 0 | 0 | 0 |
Avanzo/Disavanzo economico | 10.981.010 | 13.576.498 | 24 |
Tra le voci più significative, appare meritevole di menzione l’ulteriore incremento registrato dai proventi derivanti da trasferimenti e contributi (che sommano 153,42 milioni, in crescita rispetto ai 146,59 del 2019 ed ai 135,1 del 2018), mentre le altre voci di ricavo, largamente minoritarie sul piano percentuale, rimangono sostanzialmente stabili.
I costi della produzione (al netto di trasferimenti, accantonamenti e ammortamenti) registrano un lieve decremento complessivo, fra 2019 e 2020 (per circa 1,9 milioni), soprattutto in ragione della diminuzione delle prestazioni di servizi (da 19,2 a 14,1 milioni di euro), mentre i costi per il personale crescono da 76,88 a 79,82 milioni.
Il complesso dei costi (“componenti negativi della gestione”) vede, invece, un aumento per circa 3,4 milioni (da 136,8 a 140,2), soprattutto in virtù dell’incremento dei costi per trasferimenti (e, al suo interno, di quelli verso Ue e resto del mondo, che passano da 3,38 a 12,34 milioni), indice della maggiore mole di progetti internazionali affidati o intermediati dall’Istituto.
Le altre voci (in particolare, oneri finanziari e ammortamenti), in ragione del non rilevante importo in termini assoluti, non impattano sul risultato economico finale dell’esercizio, che chiude con un utile/avanzo economico pari a 13,57 milioni (a fronte dei quasi 11 del 2019 e dei 2 del 2018) e si discosta solo lievemente da quello della sola gestione operativa (13,93 milioni, a fronte degli 11,03 del 2019 e dei 2,28 del 2018).
La gestione finanziaria presenta un saldo negativo di 145 mila euro (154 mila nel 2019), tutti derivanti da interessi passivi su finanziamenti in ammortamento. In base a quanto riportato nella nota integrativa, alla data del 31 dicembre 2020 risultavano accesi due soli mutui.
Il primo, pari a 2 milioni di mezzo di euro, di durata trentennale, contratto nel 2006 con la Cassa depositi e prestiti, è stato finalizzato alla realizzazione, presso l’Osservatorio astronomico di Cagliari, del “Sardinia radio telescope”. Il piano di ammortamento ha comportato, nel 2020, un impegno finanziario pari a 148 mila euro (di cui 75 mila per interessi e 73 di quota capitale). L’opera, avviata nel 2009, risulta conclusa nel 2018 e collaudata.
Il secondo mutuo, pari a 2,523 milioni, di durata ventennale, risulta stipulato sempre con Cassa depositi e prestiti nel 2008). Il piano di ammortamento ha comportato, nel 2020, un impegno finanziario complessivo pari a 201 mila euro (di cui 71 per interessi e 130 di quota capitale).
La gestione straordinaria chiude con un saldo negativo pari a 208 mila euro, derivante, in particolare, dall’incidenza delle “insussistenze dell’attivo”, pari a 2,24 milioni, superiori alle insussistenze del passivo (1,56 milioni) ed alle sopravvenienze attive (475 mila) di cui, tuttavia, i documenti di bilancio non specificano le motivazioni contabili sottostanti (come già rilevato nella Relazione di questa Sezione, approvata con determinazione n. 38/2021).
Al riguardo, l’Istituto ha ribadito la notevole difficoltà di generare documenti di contabilità economico-patrimoniale partendo da operazioni di contabilità finanziaria. Le scritture contabili economico-patrimoniali sono automaticamente generate dal sistema informatico ed opportunamente integrate o rettificate, alla chiusura dell’esercizio finanziario, mediante operazioni manuali. L’importo presente in bilancio tra le “insussistenze del passivo” risulta imputabile (in base al software di gestione della contabilità) a “variazioni delle liquidazioni passive”, senza che, tuttavia, l’Istituto abbia precisa cognizione di come vengano generate (a tal fine, già nel 2019, era stato avviato un processo di verifica della correlazione tra i conti finanziari e quelli economico-patrimoniali). Si raccomanda di migliorare le operazioni di riconciliazione.
7.5.1 Gli accantonamenti ed i fondi per rischi e oneri
Il conto economico 2020 riporta un accantonamento a titolo di fondo rischi e oneri pari a euro 360.356, come detto autorizzato con delibera CdA n. 93/2020, avente fonte nella differenza, registrata in sede di rendicontazione, fra le risorse assegnate dal MUR per far fronte all’emergenza da Covid-19 (euro 1.475.235) e quelle effettivamente utilizzate (euro 1.114.878). Non espone, invece, alcun accantonamento a titolo di oneri, in particolare per rinnovo contrattuale del personale dipendente in regime di diritto privato e di incrementi disposti dalla legge per quello in regime di diritto pubblico, etc.), non presente neppure, quale autonomo fondo, nello stato patrimoniale (mentre è correttamente esposto, come già esaminato, nella quota vincolata del risultato di amministrazione).
Lo stato patrimoniale non riporta alcun importo appositamente destinato alla copertura di rischi, anche se espone, come nel 2018 e 2019, una somma a titolo di “altri fondi” pari euro
2.118.136 (frutto della somma fra il fondo di fine 2019, euro 1.757.780, e l’accantonamento
effettuato nel 2020, euro 360.356)54.
Per quanto concerne lo stato del contenzioso di cui è parte l’Istituto, al rendiconto 2020 è stata allegata (in prosecuzione di quanto avviato nel 2018) una specifica relazione, a firma del responsabile del servizio affari legali. Quest’ultima, per il contenzioso pendente, quasi esclusivamente con il proprio personale, non quantifica il rischio finanziario derivante da eventuali sentenze di condanna. Stima, invece, in euro 2.680 l’onere unitario medio annuale che discenderebbe da un’eventuale sentenza di condanna al riconoscimento delle differenze retributive conseguenti al riconoscimento dell’anzianità di servizio pregressa ai ricercatori di III livello. Tuttavia, le scritture economiche e patrimoniali non espongono alcun accantonamento o fondo a tale titolo.
Appare opportuno, in prospettiva, procedere ad un accantonamento, che possa, confluendo nell’apposito fondo, garantire la copertura di eventuali oneri, riducendo il rischio di emersione di sopravvenienze passive. Analoga iscrizione andrebbe operata nelle scritture finanziarie, con
54 In precedente relazione della Sezione (determinazione n. 66/2020) era stato accertato che quanto esposto nello stato patrimoniale di fine 2018 a titolo di “altri fondi” (euro 1.384.841) era riferito alla svalutazione dei crediti vantati per progetti di ricerca finanziati dal ministero (rischio, invero, per il quale lo schema di stato patrimoniale di cui al d.p.r. n. 97/2003, dedica altra apposita voce). Si trattava, principalmente, di due posizioni, una prima del valore di euro 840.429 ed una seconda di euro 387.780. Queste ultime erano state, in seguito, rispettivamente, cancellate e riscosse. La voce “altri fondi” dello stato patrimoniale al 2020, tuttavia, sembra non aver recepito quanto esposto, risultando ancora la somma del fondo di fine 2018 e degli accantonamenti 2019 e 2020. La nota integrativa non fornisce ulteriori informazioni.
confluenza dello stanziamento di spesa effettuato nel bilancio di previsione a titolo di accantonamento nella quota vincolata del risultato di amministrazione.
7.5.2 Gli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto
Nello stato patrimoniale dell’Inaf al 31 dicembre 2020 risulta esposto un fondo per trattamento di fine rapporto (relativo al personale non iscritto all’apposita cassa gestita dall’Inps, ex Inpdap, per i quali vengono versati i prescritti contributi previdenziali), pari a euro 30.893.245 (euro 31.267.564, a fine 2019). L’importo non coincide con quello riportato, al medesimo titolo, nel risultato di amministrazione vincolato al 31 dicembre 2020 (pari a euro 30.118.476).
Nel conto economico 2020 (come nel 2019 e 2018) continua a non essere effettuato alcun
accantonamento, per l’esercizio di competenza, a tale titolo.
Va sottolineata, in proposito, la necessità di superare la prassi sin qui seguita dall’Istituto, che, in corso d’esercizio, integra lo stanziamento necessario a dare copertura all’accantonamento per il Tfr/Tfs, solo parzialmente alimentato in sede di approvazione del bilancio di previsione dell’Istituto, mediante l’utilizzazione di quota dell’avanzo libero di amministrazione55. Appare necessario, infatti, trattandosi di spesa obbligatoria e ricorrente, nonché stimabile, provvedere all’integrale stanziamento (e copertura) in sede di approvazione del bilancio di previsione.
Si ribadisce, altresì, l’opportunità di procedere ad una stima aggiornata dell’importo dell’accantonamento annuale, fermo da alcuni esercizi a 2,3 milioni annui, alla luce dell’incremento del personale in servizio con rapporto di lavoro dipendente, in conseguenza dei sopra esposti processi di stabilizzazione56.
55 Per esempio, in sede di bilancio di previsione 2021, approvato dal Cda con delibera del 30 dicembre 2020, è stato stanziato, a titolo di accantonamento, l’importo di 1,1 milioni, invece dei 2,3 stimati come necessari, impegnandosi, anche in questo caso, ad integrare l’importo dopo l’approvazione del rendiconto consuntivo 2020, cosa che è avvenuta con la delibera CdA n. 46 del 15 settembre 2021.
56 Come richiesto anche dal Collegio dei revisori dei conti (per esempio, nel verbale n. 45 del 7 gennaio 2021, nonché nella relazione sul rendiconto consuntivo 2020).
7.6 Lo stato patrimoniale
La seguente tabella illustra i dati dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2020, raffrontati a quelli esistenti al termine del precedente esercizio.
Tabella 16 - La situazione patrimoniale
ATTIVITA’ | 2019 | 2020 | ||
Parziali | Totali | Parziali | Totali | |
A) Crediti verso soci o per fondo di dotazione | 0 | 0 | ||
B) Immobilizzazioni: | 50.438.498 | 57.523.311 | ||
Immateriali | 1.243.725 | 1.464.011 | ||
Materiali | 49.094.173 | 55.958.700 | ||
Finanziarie | 100.600 | 100.600 | ||
C) Attivo circolante: | 191.390.036 | 185.063.922 | ||
Rimanenze | 0 | 0 | ||
Crediti (residui attivi) | 45.072.003 | 33.009.585 | ||
Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni | 0 | 0 | ||
Disponibilità liquide | 146.318.032 | 152.054.337 | ||
D - Ratei e Risconti: | 0 | 0 | ||
TOTALE ATTIVITA’ | 241.828.534 | 242.587.233 | ||
PASSIVITA’ | ||||
A) Patrimonio netto | 138.065.174 | 151.641.672 | ||
Fondo di dotazione | 0 | 0 | ||
Riserve (da utili) | 127.084.163 | 138.065.174 | ||
Avanzo/Disavanzo economico dell’esercizio | 10.981.010 | 13.576.498 | ||
Fondi per rischi ed oneri e altri fondi | 1.757.780 | 2.118.136 | ||
Trattamento di fine rapporto | 31.267.564 | 30.893.245 | ||
Debiti (residui passivi) | 16.966.373 | 21.047.718 | ||
Da finanziamento | 4.591.580 | 3.020.855 | ||
Verso fornitori | 2.957.197 | 4.448.828 | ||
Per trasferimenti | 215.967 | 5.995.014 | ||
Tributari | 3.376.021 | 3.550.718 | ||
Previdenziali e assistenziali | 2.855.220 | 2.927.788 | ||
Altri debiti | 2.898.913 | 1.094.686 | ||
Fatture da ricevere | 71.472 | 9.828 | ||
Ratei e risconti | 53.771.642 | 36.886.460 | ||
TOTALE PASSIVITA’ | 241.828.534 | 242.587.233 |
Nello specifico, le immobilizzazioni ammontano a 57,5 milioni, con un significativo incremento rispetto a fine 2019 (in cui erano pari a 50,4 milioni) e sono costituite, in netta prevalenza, dalle materiali, pari a 55,95 milioni (a fine 2019, 49 milioni), mentre poco rilevanti risultano quelle immateriali e le finanziarie.
In tale voce sono esposte anche 7,258 milioni a titolo di “immobilizzazioni in corso” (immutati
rispetto a 2018 e 2019), riferite ad acquisti di materiale informatico, valorizzate in tale sede
(in luogo delle “immobilizzazioni materiali”), anche in questo caso a causa di un disallineamento fra le scritture finanziarie e quelle patrimoniali (su sui l’amministrazione ha avviato approfondimenti al fine di individuare misure correttive).
L’attivo circolante ammonta a 185,06 milioni, in lieve calo rispetto ai 191,39 di fine 2019 (ma più elevato in confronto ai 155,27 milioni del 2018), dovuto, in particolare, alla contrazione dei crediti (da 45,07 a 33 milioni), dovuta, in particolare, alla riduzione dei “crediti per trasferimenti correnti” (da 41,71 a 31,78 milioni, che, invero, erano aumentati sensibilmente nel 2019 rispetto ai 16,37 di fine 2018). La posizione più significativa rimane quella relativa al finanziamento ministeriale di 18,68 milioni destinato al potenziamento del Sardinia radio telescope (riscosso nel 2020 per 1,86 milioni)57.
Le disponibilità liquide segnano una ulteriore crescita rispetto all’esercizio precedente (152 milioni di euro, rispetto ai 146 di fine 2019).
Il patrimonio netto cresce fino a 151 milioni, a fronte dei 138 di fine 2019 e dei 127 di fine 2018, in particolare in ragione del positivo risultato registrato nel conto economico 2020 pari come già visto, a quasi 13,57 milioni.
Il passivo dello stato patrimoniale riporta a titolo di “fondo per rischi e oneri” (in particolare, fra gli “altri fondi”) la somma di euro 2.118.136, in crescita rispetto agli euro 1.757.780, di fine 2019 ed agli euro 1.384.841 di fine 2018. Come accennato, questo fondo, in base alla relazione al rendiconto 2018, era stato costituito per coprire il rischio di svalutazione dei crediti riferiti a due progetti di ricerca non oggetto di rendicontazione. Successivamente è stato integrato, a copertura di altri residui attivi da svalutare, per euro 202.158, in sede di destinazione dell’avanzo non vincolato 2018 (delibera Cda n. 52 del 23 luglio 2019) e, per euro 1.350.000, a copertura parziale del credito vantato verso l’Inps, gestione ex Inpdap, pari a euro 4.581.955, a titolo di contributi erroneamente versati (delibera Cda n. 85 del 26 novembre 2020). Nel corso del 2019 e 2020, tuttavia, il medesimo fondo rischi è stato utilizzato per euro
1.179.239 a copertura della cancellazione di un credito di euro 338.81058 (risalente al 1995 e relativo ad un finanziamento concesso all’Osservatorio astronomico di Trieste) e di vari crediti, per complessivi euro 840.429, relativi ai progetti di ricerca Firb59 (concessi fra il 2004
57 Altro credito significativo compreso in tale voce, ammontante ad euro 4.581.955, è vantato nei confronti dell’Inps.
58 Autorizzato con delibera Cda n. 60 del 27 settembre 2019.
59 Autorizzato con delibera Cda n. 85 del 26 novembre 2020.
ed il 2007), facendo residuare l’importo esposto a fine 2019 (euro 1.757.780), a cui va sommato quanto accantonato nel 2020 (euro 360.356).
I debiti registrano un significativo aumento (da 16,96 a 21,04 milioni). La Sezione osserva che l’importo di questi ultimi non collima, come accertato anche per il 2019, con i residui passivi del conto finanziario (pari, come visto, a 41,85 milioni). In modo analogo, i crediti risultano esposti, nello stato patrimoniale, per 33 milioni, mentre i residui attivi del rendiconto ammontano a 44,35 milioni. Si tratta di discrasie che rendono necessaria la prosecuzione delle azioni tese a integrare le scritture finanziarie ed economico patrimoniali, rendendone coerenti gli esiti (esigenza già segnalata nelle relazioni di questa Sezione sugli esercizi 2018 e 2019, approvate con determinazioni n. 66/2020 e n. 38/2021).
All’interno della macro-voce i debiti da finanziamento si riducono significativamente (da 4,59 a 3,02 milioni) e derivano dai due mutui contratti con Cassa depositi e prestiti, di cui si è già riferito.
Risultano in aumento, invece, quelli verso fornitori (da 2,9 a 4,49 milioni).
Crescono, altresì, in modo cospicuo i debiti per trasferimenti correnti (da 0,21 a 5,99 milioni), in ragione, come già visto, della più ampia partecipazione dell’Istituto a progetti di ricerca internazionali.
7.6.1 Il patrimonio immobiliare
L’Inaf ha in dotazione, a vario titolo, un patrimonio immobiliare vasto ed eterogeneo, costituito da numerosi complessi (in numero di 19, spesso articolati in plurime unità autonome), alcuni dei quali sono ubicati al di fuori del territorio nazionale (schematicamente riportato nella relazione sulla gestione 2020). In particolare, i complessi immobiliari che ospitano l’amministrazione centrale e le strutture di ricerca al momento sono sedici, distribuiti sull’intero territorio nazionale. A questi si affiancano i compendi ubicati all’estero, che ospitano le infrastrutture del “Telescopio nazionale Galileo”, che ha sede a Santa Xxxx de Tenerife in Spagna (gestito dalla “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx, Fundación Canaria” (“FGG”), e del “Large binocular telescope”, che ha sede sul Monte Xxxxxx, in Arizona (Stati Uniti di America), del quale l’Inaf è comproprietario.
Tutti i complessi immobiliari necessitano di costanti e onerosi interventi di messa a norma, di manutenzione, ordinaria e straordinaria, di ristrutturazione, di adeguamento e/o ripristino funzionale. Inoltre, molti di essi sono soggetti a vincoli architettonici e/o
paesaggistici, per cui gli interventi edili ed impiantistici che li riguardano, oltre ad essere, di norma, quelli più costosi, richiedono anche l’attivazione di procedimenti tecnici e amministrativi particolarmente lunghi e complessi.
La presenza di numerose strutture di ricerca, unitamente all’articolata normativa di riferimento, ha reso più complesso il monitoraggio dei lavori pubblici. È stato, pertanto, avviato un processo di analisi dell’attuale sistema informativo contabile, con lo scopo di attivare specifiche funzionalità che consentano di monitorare costantemente tutte le attività, propedeutiche, connesse e conseguenti, alla realizzazione di interventi edili ed impiantistici e i relativi costi. In proposito, è stato acquisito uno specifico software, unico per l’intero Istituto, gestito dal tavolo tecnico permanente per il patrimonio immobiliare ed i lavori pubblici, istituito con determina direttoriale n. 154 del 5 luglio 2017, e modificato e integrato con determina n. 236 del 12 ottobre 2018.
Ai fini del censimento, della registrazione inventariale e della corretta gestione dell’intero patrimonio immobiliare, con riferimento sia agli immobili di cui l’Ente è proprietario o che utilizza ad altro titolo (concessione in uso, comodato, locazione, etc.), il professionista incaricato nel 2019 ha prodotto le perizie di stima richieste, quantificando il valore venale, sia ai fini inventariali (euro 25.864.950) che assicurativi (euro 33.133.900)60.
Inoltre, sempre con il supporto del tavolo tecnico permanente, è stata avviata la procedura preordinata alla redazione delle perizie di stima degli immobili che l’Ente utilizza ad altro titolo. Da queste ultime, redatte sulla scorta dei documenti disponibili e trasmesse all’Istituto il 19 dicembre 2019, è emerso n valore inventariale pari a 71 milioni (che cresce, a fini assicurativi, a 84,7 milioni).
Gli accertamenti condotti non riguardano, per il momento, i complessi immobiliari ubicati all’estero, che formeranno successivamente oggetto di una specifica analisi da parte del tavolo tecnico permanente.
Come già riferito nelle relazioni sugli esercizi 2018 e 2019, i valori sopra esposti non concordano con quelli riportati nello stato patrimoniale al 31 dicembre 2020, che, come visto in precedenza, espone immobilizzazioni materiali per un totale di 55,95 milioni, di cui 5,81 a titolo di beni demaniali, 37,82 a titolo di immobili non demaniali, 7,26 per immobilizzazioni in corso e 5,06 per immobilizzazioni acquisite tramite contratti di leasing finanziario.
60 Valori riportati, altresì, nella Relazione sulla gestione allegata al bilancio d’esercizio 2020.
Appare, pertanto, necessario, una volta terminato l’avviato processo di stima degli immobili aggiornare le scritture inventariali e patrimoniali, in modo da fornire una rappresentazione maggiormente veritiera e corretta del valore del patrimonio immobiliare detenuto dall’Istituto a titolo di proprietà o di altro diritto reale.
Il processo di riorganizzazione immobiliare dell’Inaf prevede, tra le sue finalità, l’accorpamento di alcune strutture di ricerca e una dislocazione più razionale delle articolazioni territoriali61. La relazione sulla gestione 2020 riferisce che le ricadute di questi accorpamenti sono state, sia sotto il profilo organizzativo e funzionale che sotto quello economico e finanziario, assolutamente positive e che, pertanto, non è da escludere, in un prossimo futuro, l’avvio di altre, analoghe iniziative.
7.6.1.1 Il contratto di comodato con il Cnr
In data 22 novembre 2018 era stato perfezionato un nuovo accordo tra l’Inaf ed il Cnr per rinnovare i contratti di comodato degli immobili presenti nelle “aree di ricerca” di Bologna, Tor Vergata (Roma) e Milano, nonché di quelli ubicati nelle “stazioni osservative” di Medicina (Bo) e di Noto (Sr), propedeutici al successivo passaggio in proprietà all’Istituto, previsto per il 2019, ma, al momento, non ancora intervenuto. Il contratto di comodato è stato rinnovato fino al 22 novembre 2020 e, in seguito, con delibera Cda n. 88 del 27 novembre 2020, fino al 31 dicembre 2021, termine entro il quale avrebbe dovuto concludersi il processo di trasferimento in proprietà degli immobili in argomento (non ancora completato, come desumibile dalla Relazione sulla gestione allegata al rendiconto 2021).
7.6.1.2 L’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio di Bologna
Con scrittura privata del 12 dicembre 2006 era stata perfezionata una promessa di vendita immobiliare, con la quale la Università degli studi di Bologna si impegnava a vendere all’Inaf, una quota parte della proprietà superficiaria di un complesso immobiliare per le esigenze dell’allora “Osservatorio astronomico di Bologna”, per un costo di euro 6.650.560. L’Inaf si era impegnato a corrispondere l’importo dovuto in quattro rate di euro 1.662.640,
61 A tal fine, si ricordano, per il recente passato, la delibera del Cda n. 46 del 23 giugno 2017, con la quale all’interno dell’Osservatorio astronomico di Teramo è confluita la stazione osservativa di Campo Imperatore, e la delibera del Cda n. 78 del 25 luglio 2017, con la quale si è proceduto all’accorpamento dell’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica di Bologna con l’Osservatorio astronomico di Bologna.
la prima delle quali versata in data 23 ottobre 2006. Con atto notarile del 28 dicembre 2018 era stato stipulato un “atto modificativo” che disciplinava ex novo la rateazione del prezzo di acquisto, tenendo conto delle rate già corrisposte, prevedendo l’impegno dell’Inaf a versare all’università le seguenti somme: euro 500.000 alla data del 30 settembre 2019; euro 500.000, al 30 settembre 202062; euro 500.000 al 30 settembre 2021 (contestualmente alla stipula dell’atto definitivo di vendita). Tuttavia, l’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio di Bologna, in aderenza ad accordi intervenuti con l’Università, si è già insediato nel complesso immobiliare dal 2017. L’atto notarile di acquisto è stato poi stipulato il 28 dicembre 2021.
7.6.2 Il monitoraggio di immobili, concessioni e partecipazioni
L’art. 2, comma 222, della legge 23 dicembre 2009 n. 191 dispone che, a decorrere dal 1º gennaio 2010, le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001, comunichino annualmente all’Agenzia del demanio, entro il 31 gennaio, la previsione triennale di fabbisogno di spazio locativo e superfici da esse occupate non più necessarie. Le medesime amministrazioni devono comunicare l’elenco dei beni immobili di proprietà di terzi utilizzati a qualsiasi titolo. Tutte le amministrazioni pubbliche che utilizzano o detengono, a qualunque titolo, immobili di proprietà dello Stato o di altre amministrazioni devono trasmettere al Ministero dell’economia e delle finanze, Dipartimento del tesoro, entro il 31 luglio di ciascun anno, l’elenco identificativo dei predetti beni, ai fini della redazione del rendiconto patrimoniale delle amministrazioni pubbliche a valori di mercato.
In caso di inadempimento ai ridetti obblighi di comunicazione, l’Agenzia del demanio e il Ministero dell’economia e delle finanze ne effettuano la segnalazione alla Corte dei conti per gli eventuali adempimenti di competenza63.
L’Istituto ha adempiuto agli obblighi di trasmissione al Dipartimento del Tesoro dei dati prescritti dall’art. 2, comma 222, della legge, n. 191 del 2009, relativi a beni immobili, concessioni e partecipazioni societarie (secondo le definizioni e le modalità procedurali contenute nel decreto del Mef del 30 giugno 2010).
62 Effettivamente corrisposte nel corso degli esercizi 2019 e 2020.
63 L’art. 12, comma 13, del d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011 ha precisato che la violazione degli obblighi di comunicazione stabiliti dall'art. 2, comma 222, della legge n. 191 del 2009 è causa di responsabilità amministrativa.
7.7 L’indicatore di tempestività dei pagamenti
L’art. 41 del d.l. n. 66 del 2014 ha introdotto l’obbligo, a partire dall’esercizio 2014, di allegare al rendiconto consuntivo un prospetto attestante l’importo dei pagamenti effettuati oltre i termini prescritti dal d.lgs. 9 ottobre 2002, n. 231, nonché l’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti, di cui all’articolo 33 del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33. Le indicazioni tecnico- operative in merito a tale adempimento sono contenute nel d.p.c.m. del 22 settembre 2014, nonché nelle circolari Mef n. 3 del 14 gennaio 2015 e n. 22 del 22 luglio 2015.
Nell’esercizio 2020 l’indicatore di tempestività dei pagamenti mostra un valore medio ponderato di -8,86 (palesante un anticipo di circa 9 giorni, in media, rispetto ai 30 prescritti, in via ordinaria, dalla legge), mentre il valore dei pagamenti eseguiti in ritardo rispetto ai tempi massimi prestabiliti è stato pari a euro 3.734.969 (su un ammontare complessivo pari a euro 19.581.702). Il documento evidenzia come il cospicuo numero dei pagamenti effettuati oltre il termine massimo prestabilito derivi, in prevalenza, da motivazioni indipendenti dalla volontà dell’amministrazione (necessità di ottenere chiarimenti, rettifiche, etc.) e che, al fine di ridurre i tempi, oltre all’adozione del registro delle fatture (imposto dall’art. 66 del citato d.l. n. 66 del 2014), sono state emanate varie circolari finalizzate a sensibilizzare il personale di tutte le strutture dell’Inaf, centrali e territoriali.
8. LE PRINCIPALI SITUAZIONI OGGETTI DI CONTENZIOSO
8.1 Crediti per maturato Tfr verso il Consiglio nazionale delle ricerche
La Relazione sulla gestione al bilancio conferma, come evidenziato già nelle precedenti relazioni sulla gestione 2018 e 2019 (approvate da questa Sezione con determinazioni
n. 66/2020 e n. 38/2021), che l’Inaf vanta un credito significativo nei confronti del Cnr (stimato in euro 5.662.704), in ragione del mancato trasferimento delle risorse maturate a titolo di Tfr/Tfs dal personale transitato nei ruoli dell’Istituto il 1° gennaio 2005. Al riguardo, la nota integrativa precisa che il Cnr, oltre a non aver corrisposto tali risorse, non ha comunicato la complessiva consistenza del fondo maturato, dai dipendenti trasferiti, fino al 31 dicembre 2004. Il medesimo Cnr, tuttavia, rimborsa le spese relative al Tfr/Tfs al termine dell’anno nel quale vengono sostenute (a titolo di anticipazione) dall’Inaf.
Questa Sezione di controllo, nelle precedenti relazioni, dopo aver evidenziato come il Cnr abbia effettivamente trasferito all’Inaf le risorse necessarie per pagare le indennità di anzianità del personale cessato, ha rilevato come la mancata condivisione fra i due enti del preciso importo dei rispettivi crediti e debiti contribuisce a non rendere affidabili, sul punto, i dati di bilancio. In particolare, era parso necessario chiarire l’effettivo ammontare della situazione debitoria del Cnr nei confronti dell’Inaf, in relazione alle unità di personale ancora in servizio, dando attuazione all’accordo quadro stipulato dai due enti il 31 marzo 2005, nonché a quelli successivi, al fine di assicurare una corretta programmazione delle spese nei prossimi esercizi ed evitare l’emersione di sopravvenienze passive.
Con nota del 20 febbraio 2020, il Cnr ha proposto le modalità di definizione della questione in esame, ancora al vaglio degli organi di amministrazione dell’Inaf.
La nota Cnr in parola riporta, analiticamente, i dati del personale cessato dal servizio dal 2005 al 2019, nonché l’importo del montante del trattamento di fine rapporto già trasferito all’Inaf nei medesimi esercizi (o meglio, in quelli in cui vi è stata cessazione di dipendenti ex Cnr) e quello del trattamento di fine servizio dei dipendenti ex Cnr cessati dal servizio nel 2019 ed ancora da trasferire all’Inaf nell’anno 2020, pari a euro 454.321.
Pertanto, il credito vantato dall’Inaf nei confronti del Cnr, in base all’elenco prodotto da quest’ultimo, per le 162 unità di personale ancora in servizio, risulta pari a euro 5.007.599, di cui euro 4.585.701 per le 92 unità in regime di Tfs (assunte fino al 31 dicembre 2000) ed euro 421.898 per le 70 unità in regime di Tfr (assunte dopo il 1° gennaio 2001).
A seguito di successive verifiche, il Cnr, con nota del 4 gennaio 2021, ha rettificato l’importo da trasferire all’Inaf, a titolo di Tfs, quantificandolo in un ammontare complessivo pari ad euro 5.162.772, relativo alle unità di personale già cessate dal servizio nel 2019 e 2020 (oltre a tre conguagli riferiti ad anni precedenti).
L’Inaf sino a questo momento non ha iscritto alcun credito a bilancio64, posizione che, tuttavia, andrebbe riconsiderata, procedendo alla contabilizzazione di un importo attendibile, in particolare alla luce della quantificazione effettuata anche dal Cnr (che, pur differente, non si discosta sensibilmente da quella operata dall’Istituto e potrebbe essere, alla luce degli approfondimenti in corso, oggetto di conciliazione).
8.2 Crediti verso Inps, gestione ex Inpdap
Analoghe problematiche permangono, sempre in base a quanto riportato nella nota integrativa 2019 (nonché, da ultimo, nella relazione al bilancio di previsione 202165), con riguardo ai crediti vantati dall’Inaf nei confronti dell’Inps, gestione ex Inpdap. Infatti, a decorrere dal 1° gennaio 2006, per effetto del passaggio del personale contrattualizzato in quel momento in servizio presso l’Inaf al comparto degli enti di ricerca, è cessata l’iscrizione alla cassa previdenziale ex Xxxxx, gestita dall’ex Inpdap (poi confluito in Inps), con esclusione del personale inquadrato nella qualifica di “astronomo”, che ha mantenuto il regime di diritto pubblico (e conseguente iscrizione a fini previdenziali).
L’Inaf, in proposito, riferisce che l’ex Xxxxxx avrebbe comunicato tale circostanza solo nel 2009, salvo ritenere il personale in parola sprovvisto di copertura sin dal momento del passaggio al nuovo comparto, avvenuto appunto dal 1° gennaio 200666.
Pertanto, l’Inaf ha curato direttamente la gestione e l’erogazione del trattamento di fine rapporto (per i dipendenti assunti dal 2001) e di quello di fine servizio (per i dipendenti assunti prima del 2001), continuando, tuttavia, anche per l’arco temporale 2006-2009, a versare i contributi alla gestione ex Inpdap.
64 Anche nell’ultimo bilancio di previsione approvato per il 2021 (cfr. verbale Collegio dei revisori n. 44/2020).
65 Approvato con delibera Cda n. 103 del 30 dicembre 2020.
66 In particolare, l’ex Inpdap ha comunicato all’Inaf, con nota del 14 luglio 2009, la non iscrivibilità dei dipendenti Inaf alla gestione previdenziale ex Enpas, ai fini del trattamento di fine servizio e del trattamento di fine rapporto (Tfs/Tfr), precisando che la gestione e l’erogazione avrebbero dovuto essere curate direttamente dall’Istituto, ai sensi dell’art. 1, comma 6, del dpcm 2 marzo 2001 e che, pertanto, avrebbe potuto chiedere la restituzione dei contributi indebitamente versati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2006 ed il 31 dicembre 2009 (con modalità da concordare, previa produzione della documentazione probatoria attestante il versamento).
A decorrere dal 2010 (primo esercizio successivo alla comunicazione di non iscrizione, effettuata dall’Inpdap nella seconda metà del 2009), l’Inaf ha continuato a gestire direttamente i due menzionati trattamenti di fine servizio, richiedendo, tuttavia, all’ex Inpdap, il montante dei contributi versati, per le unità di personale confluite nel comparto degli enti di ricerca, nel periodo compreso tra la loro assunzione ed il 30 dicembre 2005.
L’importo dei predetti contributi è stato stimato in euro 4.581.955 (come da nota del 21 aprile 2017, a firma del Direttore generale dell’Istituto, recante, altresì, diffida a adempiere e costituzione in mora, e come tale riportato nel rendiconto 2020).
Al fine di pervenire al recupero di tali contributi, era stato istituito un apposito tavolo tecnico congiunto, che ha avviato la verifica delle necessarie, e complesse, denunce contributive rettificative. Il Collegio dei revisori dei conti (verbali n. 12 del 28 marzo 2019 e n. 20 del 10 settembre 2019) aveva rilevato l’emersione di altre discrasie in ordine ai versamenti dei contributi previdenziali, in particolare per le ritenute figurative e per erronei versamenti in eccesso, anche risalenti nel tempo (2014), per i quali sono state manifestate difficoltà di interlocuzione con i competenti uffici dell’Inps.
Pertanto, prima nel verbale n. 28 del 21 febbraio 2020 e, in seguito, nella relazione al rendiconto 2020, preso atto dei ritardi nella conclusione del processo di definizione dell’importo del credito in parola da parte del tavolo tecnico congiunto Inaf -Inps, ha ritenuto necessario, al fine di garantire i futuri equilibri di bilancio, accantonare a fondo rischi l’integrale ammontare del credito vantato nei confronti dell’Inps.
In precedenza, il Cda dell’Inaf, con delibera n. 85 del 26 novembre 2019, aveva già accantonato a fondo svalutazione crediti la somma di euro 1.350.000, pari a circa il 30 per cento del credito in esame, mentre non ha ritenuto necessario un accantonamento integrale (posizione mantenuta in sede di redazione del rendiconto 2020), in quanto il credito sarebbe riconosciuto dall’Inps, ma necessiterebbe soltanto di una precisa quantificazione (per le motivazioni esplicitate dal Direttore generale nella nota n. 1971 del 4 marzo 2020). Il rendiconto 2020 espone il primo versamento, da parte dell’Inps, a tale titolo, pari a poco più di 50 mila euro.
Appare, pertanto, necessario, ad avviso di questa Corte, proseguire le azioni tese al recupero dei crediti suddetti ovvero, in alternativa, previa autorizzazione dei ministeri vigilanti, procedere alle dovute cancellazioni o compensazioni, al fine di rendere il bilancio maggiormente affidabile.
8.3 Il credito verso i precedenti amministratori
L’Inaf vanta un credito, nei confronti del presidente e dei componenti del consiglio di amministrazione in carica nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2007, pari a circa trecentomila euro, a titolo di indennità percepite per un importo superiore a quello a cui avevano diritto.
Avverso i provvedimenti di recupero delle somme indebitamente corrisposte, i titolari dei predetti incarichi avevano proposto ricorso innanzi al Tar del Lazio, che, con sentenze n. 8230 del 19 luglio 2018, e n. 8789 del 6 agosto 2018, ha rigettato i ricorsi. La Direzione generale ha, avviato, per il tramite del Servizio affari legali e contenzioso, le procedure di recupero delle somme indebitamente corrisposte nei confronti dell’ex Presidente (che ha versato la prima rata del piano di rateizzazione concordato)67.
Nel corso del 2020 si è proceduto, altresì, alla definizione del preciso importo del credito nei confronti dei precedenti membri del Cda (euro 17.619 cadauno), a cui è stata inviata comunicazione di messa in mora in data 4 dicembre 2020.
A quest’ultima ha fatto seguito l’invio di memorie, che l’Amministrazione sta esaminando.
67 Il credito nei confronti dell’ex Presidente ammonta ad euro 130.681,17, al quale deve essere aggiunto l'importo di euro 85.464,96, a titolo di rimborso delle imposte pagate, per suo conto, dall’Ente, come sostituto di imposta, per un importo complessivo di euro 216.146,13.
9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), istituito con il d.lgs. 23 luglio 1999 n. 296, e successivamente riordinato con il d.lgs. 4 giugno 2003 n. 138, è il principale ente pubblico per la ricerca nel campo dell’astrofisica e dell’astronomia. È stato oggetto della riforma contenuta nel d.lgs. n. 218 del 2016, che ha comportato la rivisitazione dello statuto e del regolamento di organizzazione, mentre il regolamento di contabilità non è stato ancora deliberato.
L’andamento della gestione economica e finanziaria degli ultimi esercizi ha risentito degli oneri necessari per le procedure di stabilizzazione del personale. L’incremento registrato, infatti, nel 2019 (poi stabilizzata nel 2020), nell’assegnazione ordinaria del Foe, da parte del Mur, è stato quasi interamente assorbito dalle procedure di stabilizzazione previste dall’art. 20 del d.lgs. n. 75 del 2017. La situazione è stata aggravata dall’incremento esponenziale dei costi, diretti e indiretti, del personale, imputabile, oltre che all’aumento della dotazione organica, anche alle dinamiche retributive che le nuove assunzioni con rapporto di lavoro a tempo indeterminato hanno attivato (ricostruzioni di carriera e passaggi di fascia stipendiale).
Un problema altrettanto importante riguarda i finanziamenti destinati alla realizzazione di programmi e progetti di ricerca erogati da altri soggetti, pubblici o privati.
Questi ultimi destinano, generalmente, alla copertura delle spese generali una misura percentuale ridotta, che, nella maggior parte dei casi, non corrisponde a quella effettivamente necessaria per lo svolgimento delle attività. Pertanto, l’Istituto, per accedere a questi fondi, deve assicurare un ulteriore apporto finanziario, che, spesso, non è in grado di garantire.
Sul piano organizzativo e della governance interna va salutato con favore il rinnovo, intervenuto fra fine 2019 ed inizio 2020, del Presidente e dei consiglieri di amministrazione (e, a cascata, di Direttore scientifico e Direttore generale), nonché l’immediata sostituzione, a fine 2020, del Presidente, a seguito dell’improvviso decesso del precedente.
E’ stato concluso il processo teso ad adeguare il regolamento di organizzazione e funzionamento (adottato dal Cda dell’Inaf e approvato dal parte del Mur), mentre continua a dover essere aggiornato il regolamento di amministrazione e contabilità alla successiva evoluzione normativa (in particolare, avente fonte nel d.lgs. n. 218 del 2016, di semplificazione dell’attività degli enti di ricerca, e nel d.lgs. n. 91 del 2011, di armonizzazione dei sistemi contabili degli enti pubblici non territoriali, entrato in vigore a regime dal 2016).
Per quanto riguarda la gestione economico-finanziaria, l’esercizio 2020 ha fatto registrare un disavanzo di competenza pari a euro 16.274.999 (in controtendenza rispetto ai saldi positivi conseguiti nei precedenti esercizi, da ultimo nel 2019, per euro 27.403.071, e nel 2018, per euro 9.251.264). Resta apprezzabile, pur riducendosi, il rapporto fra il “fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca” (Foe), pari, nel 2020, a euro 94.572.966 (nel 2019, euro 94.535.47) e le entrate complessive dell’Istituto (al netto delle partite di giro), pari a euro 147.846.722 (nel 2019, euro 171.811.481), palesante una percentuale del 63,96 per cento (nel 2019, 55,02 per cento), che evidenzia la capacità di reperire fondi non esclusivamente dal bilancio dello Stato, ma anche da convenzioni o progetti con altri enti di ricerca (su tutti, l’Asi) o, in generale, altre amministrazioni pubbliche e l’Unione europea.
Anche nel 2020 la maggiore categoria di spesa corrente è stata il personale (78,02 milioni, compresi gli oneri riflessi), in crescita rispetto ai 76,53 milioni del 2019 ed ai 72,55 del 2018. Tale voce ha assorbito il 47,54 per cento degli impegni di spesa complessivi (escluse le partite di giro) ed il 55,30 per cento di quella corrente (nel 2019, rispettivamente pari al 52,9 ed al 55,6 per cento).
Le spese per acquisto di beni e servizi, pari a 21,75 milioni (in netta riduzione rispetto ai 28,2 milioni del 2019), hanno assorbito, invece, il 13,25 per cento della spesa complessiva e il 15,42 per cento di quella corrente (nel 2019, rispettivamente pari al 19,52 ed al 20,49 per cento).
Gli oneri per il personale, in particolare di quello assunto a tempo indeterminato, sono cresciuti in ragione del citato processo di stabilizzazione, avviato nel 2018, ponendo la necessità, da parte dell’Istituto, di valutare la relativa sostenibilità prima di procedere a nuove assunzioni. Le spese per trasferimenti correnti, pari a 35,76 milioni (nel 2019, 27,39 milioni), sono risultate in crescita significativa ed hanno assorbito il 16,6 per cento della spesa complessiva ed il 19,91 per cento di quella corrente (nel 2019, rispettivamente, il 16 ed il 19,9 per cento). Queste ultime, che si sostanziano, principalmente, in trasferimenti finalizzati al finanziamento di progetti di ricerca, in base ad accordi e convenzioni con istituzioni scientifiche esterne, denotano una maggiore capacità attrattiva, in merito, da parte dell’Istituto.
Va segnalato come, nel 2020, la spesa annua per investimenti (euro 22,84 milioni) abbia raggiunto la percentuale del 13,92 per cento di quella totale, in sensibile incremento, in termini assoluti e percentuali, rispetto al 2019 (in cui era stata pari ad euro 6,6 milioni, 4,60 per cento delle spese complessive). A tale voce, vanno aggiunti, naturalmente, tutti gli investimenti
immateriali legati all’attività di ricerca che, in base al prospetto di riclassificazione in missioni e programmi, sommano impegni per euro 151,83 milioni.
Il risultato di amministrazione a fine 2020 ammonta a euro 156.560.626, registrando una riduzione percentuale del 9,62 per cento rispetto al 2019, in cui era stato pari a euro 173.229.658 (comunque superiore a quello degli esercizi 2018, euro 146.893.081, e 2017, euro 137.585.019). E’ costituito, in prevalenza, da economie vincolate (euro 147.856.517), alcune delle quali aventi fonte in fenomeni necessitanti di azioni correttive, quali il sensibile ritardo nella costituzione dei fondi per la contrattazione del personale e nella stipula dei contratti integrativi, criticità attenuatesi nel corso dell’esercizio (con l’intervenuta certificazione, da parte del Collegio dei revisori dei conti e dei ministeri vigilanti, dei fondi di contrattazione del personale dirigente e dei livelli IV-VIII per il triennio 2015-2017).
La quota libera di avanzo è cresciuta, nel 2020, fino ad euro 8.704.109 (contro gli euro 7.539.847 del 2019), consentendo di dare copertura, oltre che a progetti di ricerca, anche ad alcuni oneri (quota annuale di accantonamento a Tfr e Tfs), che, più opportunamente, dovrebbero trovare pertinenti stanziamenti nel bilancio di previsione.
Più volte anche il Collegio dei revisori dei conti ha prospettato la necessità che la programmazione finanziaria dell’Istituto tenga conto delle effettive capacità di spesa (in particolare, per progetti) da parte delle Strutture territoriali di ricerca. Le ridette osservazioni sono state fatte proprie, da ultimo, anche dalla Ragioneria generale dello Stato, in sede di esame del rendiconto consuntivo 2020.
In proposito, questa Corte ritiene opportuna l’indicazione, in nota integrativa, anche dell’esercizio di attribuzione dei finanziamenti finalizzati a progetti di ricerca, al fine di poter valutare eventuali ritardi nell’attuazione delle iniziative o della conseguente rendicontazione. Inoltre, appare necessario proseguire l’attività di corretta quantificazione dell’importo annuale dell’accantonamento a trattamento di fine rapporto (costantemente pari, da vari esercizi, a euro 2,3 milioni), nonché di verifica della corretta copertura finanziaria dei trattamenti corrisposti, in anni precedenti, ai dipendenti collocati in quiescenza (se effettivamente finanziati su capitoli di spesa coperti dal fondo Tfr o da ulteriori autonomi stanziamenti di bilancio, in modo da pervenire, eventualmente, ad una riduzione della quota vincolata nel risultato di amministrazione).
La gestione finanziaria ha palesato, al 31 dicembre 2020, residui attivi per euro 46.356.691 (sostanzialmente stabili rispetto a fine 2019, pari a euro 46.911.239), alcuni dei quali risalenti
nel tempo o non esattamente quantificati, criticità che sono state in parte attenuate, da un lato mediante l’iscrizione di un fondo svalutazione crediti e, dall’altro, con la radiazione di alcune posizioni valutate inesigibili.
I residui passivi, a fine 2020, sono stati pari a euro 41.850.402 (in sensibile crescita rispetto al 2019, in cui erano pari a euro 19.999.613), senza che siano emerse, tuttavia, situazioni patologiche sotto il profilo del ritardo nei pagamenti.
L’indicatore di tempestività, infatti, registra un valore medio ponderato di -8,86 (palesante un anticipo di circa 9 giorni rispetto ai 30 prescritti, in via ordinaria, dalla legge), mentre l’importo dei pagamenti eseguiti in ritardo è stato di euro 3.734.969 (su un ammontare complessivo pari a euro 19.581.702), in miglioramento rispetto al 2019.
L’Inaf è tenuto ad approvare, a fini conoscitivi, anche i documenti propri della contabilità economico-patrimoniale. L’utile del conto economico è cresciuto, nel 2020, da 10,98 a 13,57 milioni di euro, in particolare grazie alla gestione operativa, che presenta un saldo di 13,93 milioni (in crescita rispetto agli 11,03 del 2019) e all’aumento dei proventi, che ha permesso di compensare i maggiori costi. La gestione finanziaria presenta un saldo negativo di soli 145 mila euro (in linea con gli euro 154.810 del 2019), derivanti da interessi passivi sugli unici due mutui contratti dall’Istituto. La gestione straordinaria chiude con un saldo negativo di 208 mila euro, derivante da “insussistenze dell’attivo” (2,24 milioni), superiori alle “insussistenze del passivo” (1,56 milioni) ed alle “sopravvenienze attive” (475 mila) di cui, tuttavia, i documenti di bilancio non specificano le motivazioni contabili sottostanti (come già rilevato nella Relazione di questa Sezione, approvata con determinazione n. 38/2021).
L’importo complessivo dell’attivo patrimoniale al 31 dicembre 2020 è stato pari a euro 242.587.233 (in lieve crescita rispetto agli euro 241.828.534 di fine 2019). In particolare, il patrimonio netto aumenta da euro 138.065.174 ad euro 151.641.672, in ragione dell’utile registrato dalla gestione economica nel 2020). Si ribadisce, in proposito, la presenza di discrasie fra gli importi esposti a titolo di credito e debito con quelli riportati, nelle scritture finanziarie, come residui attivi e passivi, incongruenze che rendono necessaria la prosecuzione delle azioni tese a integrare le scritture finanziarie ed economico patrimoniali, rendendone coerenti gli esiti (esigenza già segnalata nelle relazioni di questa Sezione sugli esercizi 2018 e 2019, approvate con determinazioni n. 66/2020 e n. 38/2021).
Nel corso del 2020 sono state completate alcune delle programmate fasi del processo di monitoraggio e valorizzazione del patrimonio immobiliare detenuto, a vario titolo,
dall’Istituto, presupposto funzionale non solo ad una migliore utilizzazione ma anche all’osservanza delle regole di finanza pubblica che al ridetto aggregato fanno riferimento. Appare, in prospettiva, necessario assicurare la coincidenza (o meglio, la conciliabilità) fra i dati ed i valori riportati nell’inventario e quelli esposti nello stato patrimoniale.
Invece, risulta conclusa l’operazione del trasferimento in proprietà dei beni immobili del Cnr, utilizzati da tempo dall’Inaf in virtù di contratti di comodato.
L’Istituto, con la deliberazione n. 1 del 29 gennaio 2021, di approvazione del piano periodico di revisione delle partecipazioni societarie per il 2020, ha confermato, come già fatto con le precedenti deliberazioni n. 97/2017, n. 110/2018 e n. 28/2020, di mantenere le quote di minoranza detenute presso tre consorzi, espletanti attività di ricerca inerente alla propria missione istituzionale, la cui costituzione è stata promossa e autorizzata a suo tempo dal Miur, e che non comportano oneri finanziari.
Meritevoli di particolare attenzione risultano i rapporti con la “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – Inaf Fundacion Canaria, ente di diritto spagnolo, costituita nel 2004 dall’Inaf (previa autorizzazione del Miur), in attuazione di accordi diplomatici intervenuti tra l’Italia e la Spagna, per la gestione di un telescopio nelle Isole Canarie. A seguito dei rilievi formulati dal Collegio dei revisori (ripresi dalle relazioni di questa Sezione per gli esercizi 2018 e 2019), sono stati messi a disposizione del Consiglio d’amministrazione i documenti di bilancio della Fondazione, anche al fine di valutare la congruità del contributo annuo erogato dall’Istituto (cresciuto nel 2019, e mantenuto nel 2020, a 2,7 milioni) e che, a seguito della riduzione, sempre dal 2019, del finanziamento ministeriale (da 2,5 a 2 milioni annui), incide, parzialmente, su risorse proprie. La Corte dei conti ribadisce, in proposito, la necessità che l’Inaf prosegua l’avviato percorso, teso ad effettuare controlli periodici e monitoraggi in ordine al regolare utilizzo, da parte della Fondazione, del contributo annuale ad essa erogato, nonché sulla congruità di quest’ultimo. Il rendiconto 2020 dell’Istituto mantiene una situazione creditoria nei confronti del Consiglio nazionale delle ricerche a titolo di quote per trattamento di fine rapporto o di fine servizio maturate dal personale già in servizio presso quest’ultimo e transitato all’Inaf (in numero di 317 unità) a decorrere dal 1° gennaio 2005. Nel febbraio 2020 il Cnr ha quantificato il debito residuo (al netto delle cessazioni intervenute fra il 2005 ed il 2019) in euro 5.007.599 e le modalità di adempimento (rateizzate in base all’esercizio di programmato pensionamento del personale), importo aggiornato, da ultimo, nel gennaio 2021, in euro 5.162.772.
Analoghe problematiche permangono con riguardo ai crediti vantati dall’Inaf nei confronti dell’Inps, gestione ex Inpdap, stimati in euro 4.581.955, a titolo di contributi previdenziali versati in eccesso, a titolo di Tfr/Tfs, nell’arco temporale 2006-2009 (riscosso per circa 50 mila euro nel 2020). Sul punto, il Consiglio d’amministrazione ha accantonato a fondo svalutazione crediti l’importo di euro 1.350.000, pari a circa il 30 per cento della posizione in esame. Gli importi non risultano ancora, nemmeno parzialmente, riscossi.
Infine, sono proseguite le azioni tese a recuperare il credito, pari a circa trecentomila euro, che l’Inaf vanta nei confronti del presidente e dei componenti del Consiglio di amministrazione in carica nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2007, a titolo di indennità percepite per un importo superiore a quello spettante.
CORTE DEI CONTI – SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI