NORME TECNICHE DI
NORME TECNICHE DI
PRODUZIONE INTEGRATA
DIFESA, DISERBO
E PRATICHE AGRONOMICHE
Determinazione dirigenziale n. 182 del 5 marzo 2019
SOMMARIO
INTRODUZIONE 7
SCHEDE DI REGISTRAZIONE 10
CONCESSIONE DELLE DEROGHE 10
PRATICHE AGRONOMICHE 11
NORME GENERALI 12
1. PREMESSA 12
2. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 12
3. SCELTA DELL’AMBIENTE DI COLTIVAZIONE E VOCAZIONALITÀ 12
4. MANTENIMENTO DELL’AGROECOSISTEMA NATURALE 12
5. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE 13
6. SISTEMAZIONE E PREPARAZIONE DEL SUOLO ALL’IMPIANTO E ALLA SEMINA 14
7. AVVICENDAMENTO COLTURALE 15
8. SEMINA, TRAPIANTO, IMPIANTO 16
9. GESTIONE DEL SUOLO E PRATICHE AGRONOMICHE PER IL CONTROLLO DELLE INFESTANTI 17
10. GESTIONE DELLA PIANTA E DELLA FRUTTIFICAZIONE 18
11. FERTILIZZAZIONE 18
12. IRRIGAZIONE 19
13. ALTRI METODI DI PRODUZIONE E ASPETTI PARTICOLARI 20
14. RACCOLTA 21
15. POST-RACCOLTA 22
ALLEGATO I - FERTILIZZAZIONE 23
ISTRUZIONI PER IL CAMPIONAMENTO DEI TERRENI E
L’INTERPRETAZIONE DELLE ANALISI 24
NORME PER LA FERTILIZZAZIONE NELLA PRODUZIONE INTEGRATA 31
PARTE SPECIALE - PRATICHE AGRONOMICHE 45
ACTINIDIA 46
ALBICOCCO 48
CILIEGIO 50
MELO 52
NOCCIOLO 54
PERO 56
PESCO 58
SUSINO 60
VITE DA VINO 62
UVA DA TAVOLA 65
AGLIO 67
ASPARAGO 69
CIPOLLA 71
PATATA 73
POMODORO COLTURA PROTETTA 75
POMODORO DA INDUSTRIA 77
ZUCCA 80
ZUCCHINO IN PIENO CAMPO 82
FRUMENTO TENERO E DURO 84
ORZO 86
MAIS 88
RISO 91
SOIA 94
SORGO 96
COLZA 98
CORIANDOLO 100
GIRASOLE 102
ERBAI (graminacee e polifiti) 104
PRATI (graminacee e polifiti) 106
ERBA MEDICA 109
PISELLO PROTEICO 112
DIFESA FITOSANITARIA 114
NORME GENERALI 115
LIMITAZIONI AL NUMERO DEI TRATTAMENTI E ALL’IMPIEGO DI ALCUNI FORMULATI 115
DIFESA 115
Controllo delle infestanti 116
ULTERIORI INDICAZIONI 117
Consigli nella scelta delle formulazioni 117
Xxxxxxxx e adesivanti 117
Fitoregolatori 117
Insetticidi, acaricidi e fungicidi ammessi e dosi di impiego 117
Vincoli da etichetta 117
Rodenticidi 117
Limacidi 117
Repellente 118
Concia sementi e materiale di moltiplicazione 118
Vincoli e consigli nella scelta dei prodotti fitosanitari 118
Nuove registrazioni 119
Prodotti autorizzati in agricoltura biologica 119
Piretrine pure 119
Biostimolanti e corroboranti 119
Smaltimento scorte 120
Uso delle trappole 120
Metodo da adottare per il monitoraggio degli elateridi 120
Utilizzo di prodotti a base di Bacillus thuringiensis 122
Utilizzo di sostanze microbiologiche 123
Utilizzo di insetti utili 125
MACCHINE DISTRIBUTRICI DI PRODOTTI FITOSANITARI, IMPIEGO DPI E SMALTIMENTO CONFEZIONI 127
Scelta delle macchine distibutrici di prodotti fitosanitari 127
Manutenzione e gestione delle macchine distibutrici di prodotti fitosanitari 127
Controllo funzionale periodico delle macchine distributrici di prodotti fitosanitari
......................................................................................................................................127
La regolazione o taratura strumentale delle macchine distributrici di prodotti fitosanitari 129
Corretto impiego 130
Impiego dei dispositivi di protezione individuale 130
Smaltimento delle confezioni 130
ALLEGATO II - LIMITAZIONI AMBIENTALI NELL’IMPIEGO DI PRODOTTI FITOSANITARI IN PIEMONTE 131
LIMITAZIONI DI IMPIEGO DELLA TERBUTILAZINA 132
DIVIETO DI IMPIEGO DEL BENTAZONE IN ALCUNI COMUNI PIEMONTESI 139
LIMITAZIONI DI IMPIEGO DELL’OXADIAZON 142
LIMITAZIONI DI IMPIEGO DELL’AZOXISTROBINA SU RISO 142
ALLEGATO III - ALLEGATO ALLA “DECISIONE DELLA UE” - N. C(96) 3864 DEL 30/12/96 143
ALLEGATO IV - SOSTANZE ATTIVE CLASSIFICATE COME “CANDIDATI ALLA SOSTITUZIONE” AI SENSI DEL REG. 408/2015/UE E SUCCESSIVE INTEGRAZIONI (SMI) 150
ALLEGATO V - CLASSIFICAZIONE FRAC-IRAC-HRAC 152
CLASSIFICAZIONE FRAC 154
CLASSIFICAZIONE IRAC 159
Meccanismo di azione dei diserbanti disponibili per il diserbo
(Classificazione HRAC) 161
ALLEGATO VI - SCHEDE DI REGISTRAZIONE 169
REGISTRI AZIENDALI DELLE OPERAZIONI COLTURALI E DI MAGAZZINO. 170
IDENTIFICATIVO DEI CAMPI E DELLE COLTURE 171
SCHEDA DI MAGAZZINO - PRODOTTI FITOSANITARI 172
REGISTRO DEI TRATTAMENTI 173
SCHEDA DI MAGAZZINO - FERTILIZZANTI 174
MOD. P - CONC. ASPORTI - STIMA DEGLI ASPORTI DELLE COLTURE 175
MOD. P - CONC PIANO DI CONCIMAZIONE (PREVISIONALE) 176
MOD. P - CONC REGISTRAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CONCIMAZIONE 177
REGISTRAZIONE DEGLI INTERVENTI DI IRRIGAZIONE 178
CHECK LIST DEI CONTROLLI TECNICI MINIMI DA EFFETTUARE CON INDICAZIONE DEI VOLUMI DI DISTRIBUZIONE UTILIZZATI 179
PARTE SPECIALE DIFESA E DISERBO 181
PARTE PRIMA: DIFESA E DISERBO PER LE COLTURE FRUTTICOLE E
VIGNETO 182
Fitoregolatori 183
Actinidia 184
Albicocco 186
Ciliegio 190
Melo 194
Pero 203
Pesco 210
Susino 218
Diserbo frutteto 223
Castagno 224
Nocciolo 226
Noce 230
Olivo 232
Fragola unifera 234
Fragola rifiorente 238
Diserbo fragola 242
Lampone 243
Mirtillo 245
Ribes e uva spina 247
Rovo 249
Diserbo piccoli frutti 251
Uva da tavola 252
Vite da vino 257
PARTE SECONDA: DIFESA E DISERBO PER LE COLTURE ORTICOLE 265
Fitoregolatori 266
Aglio 267
Asparago 270
Basilico 273
Bietola da orto e da coste 277
Cardo 280
Carota 282
Cavoli a foglia 285
Cavoli a infiorescenza 288
Cavolo rapa 293
Cavoli a testa 296
Cece 301
Cetriolo 303
Cicoria 308
Cipolla 312
Cocomero 315
Fagiolino 318
Fagiolo 321
Finocchio 325
Indivia riccia 328
Indivia scarola 332
Lattuga 336
Melanzana 341
Melone 348
Patata 353
Peperone 359
Pisello 366
Pomodoro coltura protetta 369
Pomodoro pieno campo 377
Porro 385
Prezzemolo 388
Radicchio 392
Sedano 396
Spinacio 399
Zucca 402
Zucchino 410
PARTE TERZA: DIFESA E DISERBO PER LE COLTURE ERBACEE 411
Fitoregolatori 412
Arachide 413
Avena, segale e triticale 415
Barbabietola da zucchero 418
Canapa 422
Colza 424
Coriandolo 426
Farro 428
Favino 430
Frumento tenero e duro 432
Orzo 435
Diserbo frumento e orzo 437
Girasole 439
Lupino 441
Mais 443
Pisello proteico 449
RISO 452
Soia 458
Sorgo 463
Erba medica 466
Loiessa 468
Prati avvicendati graminacee 470
Prati avvicendati graminacee + leguminose 472
Prati permanenti 474
INTRODUZIONE
Per produzione integrata si intende quel sistema di produzione agro-alimentare che utilizza tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici.
Le “Norme Tecniche” indicano i criteri d’intervento, le soluzioni agronomiche e le strategie da adottare per la difesa delle colture ed il controllo delle infestanti, nell’ottica di un minor impatto verso l’uomo e l’ambiente, consentendo di ottenere produzioni economicamente sostenibili.
Esse sono state predisposte tenendo conto di:
▪ Direttiva n. 128/09/UE relativa all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con particolare riferimento a:
o articolo n. 14, comma 1, 2, 3, 4 e 5;
o Allegato III;
▪ DLgs n. 150 del 14/8/2012 con particolare riferimento:
o all’articolo 20, relativo al recepimento della Direttiva n. 128/09/UE;
o all’articolo 2 comma 4;
▪ DM del 22 gennaio 2014 relativo al PAN (Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) con particolare riferimento al punto A.7.3 relativo alla difesa integrata volontaria;
▪ Il Regolamento (CE) n. 1107/2009, e gli atti conseguenti, con particolare riferimento alla lista delle sostanze attive (s.a.) candidate alla sostituzione pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea Reg. n. 408 dell’11/3/2015.
Inoltre si è tenuto conto di:
▪ normativa fitosanitaria attualmente in vigore;
▪ principi e criteri definiti nella “Decisione n. 3864” del 31 dicembre 1996 del Comitato STAR della Commissione Europea (Allegato II);
▪ Linee Guida Nazionali in vigore;
▪ innovazioni tecniche messe a disposizione dalla ricerca pubblica e privata;
▪ indicazioni del FRAC, dell’IRAC e dell’HRAC e le indicazioni scientifiche acquisite sul territorio per la gestione delle resistenze ai prodotti fitosanitari (Allegato IV).
L’adesione al sistema di produzione integrata presuppone il rispetto delle norme sovraordinate con particolare riferimento a:
▪ regime di condizionalità previsto dal Regolamento (CE) 1306/2013 e successive norme di attuazione nazionali e regionali;
▪ il DPGR n. 10/R del 29/10/07, recante “Disciplina generale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)” e s.m.i.
▪ il DPGR n. 15/R dell’11/12/06 recante “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)” e s.m.i.
▪ Legge regionale n. 20 del 3 agosto 1998, art. 17 recante “Norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell'apicoltura in Piemonte”.
Esse costituiscono il riferimento regionale per:
▪ l’applicazione dell’operazione “Produzione integrata” nell’ambito della Misura 10 “Pagamenti agro-climatico-ambientali” del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 ai sensi del Reg. 1305/2013;
▪ l’applicazione del marchio previsto dal Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI) ai sensi della legge 3 febbraio 2011 n. 4 (Figura 1) ;
▪ l’applicazione dei programmi operativi per le tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale di cui al Reg. CE 1308/2013, qualora le OO.PP. attivino uno o più interventi in questa direzione.
In generale, per la produzione agricola integrata volontaria attuata nella Regione Piemonte si fa sempre riferimento agli impegni previsti dalle presenti Xxxxx Xxxxxxxx redatte in conformità alle Linee Guida Nazionali di Produzione Integrata. Le tipologie di impegno sono differenziate a seconda del quadro normativo di riferimento (Tabella 1).
La Regione Piemonte si riserva di aggiornare, qualora necessario, le presenti Norme Tecniche sottoponendole all’approvazione per le rispettive competenze del Gruppo Difesa Integrata (GDI) e del Gruppo Tecniche Agronomiche (GTA) e alla successiva ratifica dell’Organismo Tecnico Scientifico (OTS) cui i due Gruppi fanno capo, istituito ai sensi del DM 8/05/2014 n. 4890 “Attuazione dell’art. 2 comma 6 della legge n. 4 del 3 febbraio 2011 recante “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, che disciplina il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI)”.
Tabella n. 1 - Tipologie di impegno per quadro normativo
PSR 2014 -2020 | SQNPI | |
Difesa e Diserbo | X | X |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | X | X |
Avvicendamento colturale | X | X |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | X | X |
Gestione della pianta e fruttificazione | X | X |
Fertilizzazione | X | X |
Irrigazione | X | X |
Raccolta | X | |
Post- raccolta | X |
* fino a scadenza dell’impegno continuano a valere i limiti di fertilizzazione azotata presenti nelle Norme Tecniche di Produzione Integrata allegate alla D.D. n. 377 del 17 aprile 2014, alle pagine 262, 268 e 282.
Figura 1: Logo del marchio Produzione Integrata previsto dal Sistema di Qualità Nazionale
SCHEDE DI REGISTRAZIONE
Gli agricoltori devono mantenere costantemente aggiornate, ed esibire ai funzionari incaricati dei controlli, le registrazioni relative alle fertilizzazioni e ai trattamenti fitoiatrici effettuati. Le operazioni devono essere registrate utilizzando le schede allegate al presente testo entro 7 giorni dalla loro effettuazione.
Sono ammissibili sia la compilazione manuale delle schede, sia la stampa eseguita mediante programma informatico. In entrambi i casi le registrazioni devono contenere le informazioni richieste, essere sottoscritte dall’agricoltore e conservate per la durata dell’impegno.
Le registrazioni devono riguardare, distintamente, sia le superfici interessate dall’impegno agroambientale sia le eventuali altre superfici agricole aziendali (corpi separati non oggetto di impegno e utilizzi del terreno non disciplinati dalle norme tecniche), sulle quali devono essere applicati i vincoli di condizionalità e i requisiti minimi di utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari (baseline). (Allegato VI).
CONCESSIONE DELLE DEROGHE
In caso di eventi straordinari che determinano situazioni fitosanitarie ed agronomiche non controllabili o risolvibili con i mezzi e i metodi previsti dalle Norme Tecniche di coltura, il Settore Fitosanitario e Servizi Tecnico-Scientifici, di seguito chiamato Settore Fitosanitario, può concedere deroghe di validità temporanea di carattere aziendale o, se la problematica coinvolge ampi territori, di valenza territoriale.
Le deroghe devono essere richieste da parte delle aziende interessate o dagli Enti erogatori dell’Assistenza tecnica al Settore Fitosanitario, per iscritto e tempestivamente, al fine di consentire riscontri oggettivi in campo, precisando:
- intestazione dell’azienda e dell’area interessata (con i relativi riferimenti catastali nel caso di deroghe aziendali);
- coltura per la quale si richiede la deroga;
- avversità che si intende combattere e sostanza attiva che si intende utilizzare;
- oppure la tecnica alla quale si intende derogare e quella che si propone di adottare in alternativa.
Prima di concedere la deroga, il Settore Fitosanitario verificherà che siano effettivamente presenti condizioni di carattere straordinario non risolvibili con le strategie previste dalle Norme Tecniche di coltura. Le deroghe possono essere concesse solo in caso di situazioni accertate e mai in modo preventivo rispetto al manifestarsi della problematica.
Il Settore Fitosanitario comunicherà per iscritto l’eventuale concessione della deroga ai richiedenti e per conoscenza alle autorità di controllo competenti.
In caso di nuove emergenze fitosanitarie, i provvedimenti adottati dal Servizio Fitosanitario Regionale hanno effetto immediato anche sull’applicazione delle Norme tecniche regionali, senza l’esigenza di ulteriori provvedimenti.
PRATICHE AGRONOMICHE
1. Premessa
NORME GENERALI
Al fine di coniugare tecniche produttive compatibili con la tutela dell’ambiente naturale con le esigenze tecnico-economiche dei moderni sistemi produttivi e di innalzare il livello di salvaguardia della salute degli operatori e dei consumatori, si definiscono i criteri generali in materia di tecniche agronomiche, come base di riferimento per la predisposizione dei disciplinari di coltura e per i relativi piani di controllo.
Il Disciplinare Tecniche Agronomiche di Produzione Integrata - Regione Piemonte prevede una suddivisione in:
NORME GENERALI: contengono l’insieme delle indicazioni colturali (vincoli e consigli) relative alla buona prassi agronomica dove sono fissati i vincoli e gli adempimenti aziendali di carattere generale;
PARTE SPECIALE - SCHEDE DI COLTURA: contengono le indicazioni (vincoli e consigli) specifiche per ogni coltura utili al raggiungimento degli obiettivi della produzione integrata e della tutela ambientale, nel rispetto delle norme tecniche agronomiche generali.
Laddove non sia presente la scheda di coltura ci si dovrà attenere alle Norme Generali e, per quanto riguarda la concimazione, si rimanda all’Allegato I - Fertilizzazione e in particolare al metodo del bilancio semplificato.
All’interno del testo del disciplinare i vincoli sono evidenziati in grassetto con una retinatura ed un riquadro (di tipo analogo a quello che evidenzia questo capoverso).
La loro applicazione può essere prevista o per l’intera azienda (adesione alla operazione ”produzione Integrata” del PSR) o per singole colture (adesione al marchio SQNPI).
2. Scopo e campo di applicazione
Il campo di applicazione dei presenti disciplinari comprende le fasi agronomiche che vanno dalla coltivazione fino alla raccolta delle colture che si intendono assoggettare al metodo di produzione integrata; integrando i Principi e criteri generali relativi alla difesa e al controllo delle infestanti.
3. Scelta dell’ambiente di coltivazione e vocazionalità
Le caratteristiche pedoclimatiche dell’area di coltivazione devono essere prese in considerazione in riferimento alle esigenze delle colture interessate.
La scelta dovrà essere particolarmente accurata in caso di nuova introduzione della coltura e/o varietà nell’ambiente di coltivazione.
4. Mantenimento dell’agroecosistema naturale
La biodiversità rappresenta la risorsa naturale maggiormente presente nei sistemi agricoli e più di altre contribuisce a ridurre l’uso delle sostanze chimiche di sintesi salvaguardando i principali organismi utili al contenimento naturale delle avversità, a tutelare la fertilità del suolo ed a garantire il rispetto dell’agroecosistema naturale. Nel rispetto di questi principi è auspicabile che ogni azienda destini, all’interno della propria Superficie Agricola Utilizzata (SAU), almeno un 5% di superficie investita ad aree naturali o “zone-rifugio di ausiliari” come siepi, boschetti e filari alberati. Tali formazioni, non strettamente produttive, rispondono prettamente ai criteri della produzione integrata perché costituiscono un prezioso serbatoio di organismi utili. Questa ampia categoria include sia quelli indispensabili al contenimento naturale dei fitofagi nocivi alle piante coltivate come gli insetti parassitoidi, insetti e acari predatori, sia i pronubi selvatici, efficaci impollinatori di
importanti colture spontanee e coltivate, che hanno reso possibile il perpetuarsi della vita sul Pianeta. La loro sopravvivenza è ampiamente minacciata dalla semplificazione dell’agroecosistema che sistematicamente sottrae indispensabili fonti nettarifere a fioritura scalare e siti di nidificazione.
Nella costituzione delle formazioni arbustive è bene privilegiare specie autoctone perché più di altre hanno selezionato caratteri di resistenza alle principali avversità e perché sono presumibilmente di facile reperibilità ed economicità. Inoltre alcune di queste strutture, come ad es. le siepi, possono costituire un’ulteriore strategia in grado di proteggere i suoli dall’erosione sia di natura eolica che idrica. Nelle aree così destinate sono vietati i trattamenti con antiparassitari e diserbanti, salvo nei casi di lotta obbligatoria imposti dalla normativa vigente e dalle relative prescrizioni regionali.
Al fine di evitare il deterioramento degli habitat e garantire il mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio, si prevede il divieto di eliminare muretti a secco, siepi, stagni, alberi isolati o in gruppo o in filari.
5. Scelta varietale e materiale di moltiplicazione
Non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM).
Varietà, ecotipi, “piante intere” e portinnesti devono essere scelti in funzione delle specifiche condizioni pedoclimatiche di coltivazione.
Per la scelta della varietà occorre fare riferimento, quando esistono, alle Liste di varietà raccomandate formulate in modo specifico per il nostro territorio presenti nelle schede di coltura o altre liste analoghe (“Liste di orientamento varietale per i fruttiferi” e “Ricerca applicata in orticoltura” pubblicate dal Consorzio di Ricerca Sperimentazione e Divulgazione per l'Ortofrutticoltura Piemontese - CRESO).
Sono da preferire le varietà resistenti e/o tolleranti alle principali fitopatie, tenendo conto delle esigenze di mercato dei prodotti ottenibili.
Il materiale di propagazione deve essere sano e garantito dal punto di vista genetico; deve offrire garanzie fitosanitarie e di qualità agronomica.
Per le colture ortive si deve ricorrere a materiale di categoria “Qualità CE”. Per le colture arboree e la fragola se disponibile, si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale potrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Valgono inoltre le disposizioni contenute nelle singole schede di coltura.
In generale non è possibile ricorrere all’autoproduzione del materiale di propagazione; essa è ammessa tuttavia nei casi previsti dalle schede colturali e per le seguenti tipologie:
- ecotipi e varietà locali iscritti o in corso di iscrizione alla “Sezione Varietà da conservazione” del Registro Nazionale delle varietà di specie agrarie ed ortive alle condizioni previste dal Decreto del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali 18 aprile 2008 “Disposizioni applicative per la commercializzazione di sementi di varietà da conservazione”;
- altri ecotipi e varietà locali di interesse riconosciuto, inseriti cioè in liste pubblicate dalla Regione Piemonte (quali ad esempio le schede dei Prodotti Agricoli Tradizionali o, per le specie ortive e frutticole, l’elenco riportato alla pagina internet: xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx/xxxx/xxxx_xxxxxxx_xxxxxxxxxxx/xxxxxxxxxxxx/xxxxxxxx.xxx
Le sementi e gli altri materiali di moltiplicazione (tuberi, bulbi, rizomi e simili) devono essere conformi a quanto stabilito dal DPR 8 ottobre 1973 n. 1065 e successive modifiche.
Per quanto riguarda le colture frutticole, nel caso di autoproduzione di drupacee (olivo escluso) è vincolante l’utilizzo esclusivo di materiale certificato “virus esente”. Qualora l’autoproduzione riguardi le varietà locali il Settore Fitosanitario Regionale può autorizzarne, sotto controllo ufficiale, l’autoproduzione.
6. Sistemazione e preparazione del suolo all’impianto e alla semina
I lavori di sistemazione e preparazione del suolo all’impianto e alla semina devono essere eseguiti con gli obiettivi di salvaguardare e migliorare la fertilità del suolo, evitando fenomeni erosivi e di degrado; essi vanno definiti in funzione della tipologia del suolo, delle colture interessate, della giacitura, dei rischi di erosione e delle condizioni climatiche dell’area. Devono inoltre contribuire a mantenere la struttura, favorendo un’elevata biodiversità della microflora e della microfauna del suolo ed una riduzione dei fenomeni di compattamento, consentendo l’allontanamento delle acque meteoriche in eccesso.
A questo scopo dovrebbero essere utilizzati, se disponibili, gli strumenti cartografici in campo pedologico.
Gli eventuali interventi di correzione e di fertilizzazione di fondo devono essere eseguiti nel rispetto dei principi stabiliti al capitolo della fertilizzazione.
Quando la preparazione del suolo comporta tecniche di lavorazione di particolare rilievo sull’agroambiente naturale come lo scasso, il movimento terra, la macinazione di substrati geologici, le rippature profonde, ecc., queste operazioni devono essere attentamente valutate, oltre che nel rispetto del territorio, anche a tutela della fertilità al fine di individuare gli eventuali interventi ammendanti e correttivi necessari.
Vincolante per SQNPI e altri sistemi di qualità
Per singole colture aderenti, devono essere rispettati i vincoli relativi al ristoppio, all'intervallo minimo di rientro della stessa coltura e alle eventuali ulteriori restrizioni per le colture inserite nell’intervallo, riportati nelle singole schede di coltura.
Ai fini del rispetto della rotazione colturale vengono considerate le coltivazioni principali, che devono coincidere con l’eventuale domanda PAC presentata per lo stesso anno.
7. Avvicendamento colturale
In un quadro di buone pratiche agricole, l'avvicendamento colturale è uno strumento importante per consentire il contenimento dei patogeni terricoli, il miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno, la semplificazione ed una migliore efficacia dei mezzi di lotta contro le erbe infestanti e gli insetti dannosi.
Vincolante solo per aziende aderenti all’operazione “Produzione Integrata” - PSR
Adozione di un avvicendamento quinquennale che comprenda almeno tre colture e preveda al massimo un ristoppio per ogni coltura. Tuttavia in quelle situazioni nelle quali il criterio generale di rotazione risulti incompatibile con gli assetti colturali e/o organizzativi aziendali (casi da A ad E), è consentito ricorrere a un modello di successione che nel quinquennio preveda due colture e consenta al massimo un ristoppio per coltura; è inoltre possibile avere due ristoppi della stessa coltura a condizione che la coltura inserita tra i due ristoppi sia di famiglia botanica diversa. La coltura inserita tra i due ristoppi può essere sostituita con un anno di riposo del terreno (maggese). Le situazioni in oggetto sono le seguenti:
.Caso A. - aree individuate come collinari e montane
.Caso B. - orticole a indirizzo intensivo (con elevate esigenze in termini di input idrici, chimici ed energetici), così come individuate nelle Norme Tecniche di coltura
.Caso C. - le aree a seminativi, inferiori a 5 ettari, presenti in aziende viticole o frutticole dove la superficie a seminativi non supera il doppio di quella viticola o frutticola
.Caso D. - aree con forti limitazioni dovute alla natura del suolo e a vincoli imposti da Enti territoriali (Consorzi irrigui, ecc.): cosiddette “valbe”
.Caso E. - in presenza di colture erbacee foraggere o di terreni a riposo, di durata pluriennale
Eventuali ulteriori prescrizioni relative alla successione colturale sono riportate nelle singole schede di coltura.
er tutti:
Si specifica inoltre che:
- i cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, avena, segale, triticale, farro ecc.) sono considerati colture analoghe ai fini della della successione colturale;
- colture appartenenti allo stesso genere, indipendentemente dalla diversa destinazione d'uso (per es. sorgo da foraggio, da biomassa, da granella...), sono considerate colture analoghe ai fini della successione colturale;
- per quanto riguarda il riso fare riferimento alla scheda di coltura;
- è ammessa la possibilità di praticare colture da sovescio, che non possono essere oggetto di raccolta e la cui produzione va quindi totalmente interrata; tali colture non hanno influenza sulla successione colturale
- le concimazioni eventualmente somministrate alla coltura da sovescio sono da includersi nel conteggio degli apporti alla coltura seguente;
- gli erbai sono considerati agli effetti dell’avvicendamento colture di durata annuale;
- le colture erbacee poliennali tecnicamente non avvicendabili non sono soggette ai vincoli rotazionali;
- le colture erbacee poliennali avvicendate (comprese le orticole) e i terreni a riposo , vengono considerati ai fini del conteggio come una singola coltura;
- le colture erbacee foraggere di durata pluriennale devono essere seguite da una coltura diversa;
- per le colture orticole a ciclo breve è ammissibile la ripetizione di più cicli nello stesso anno sullo stesso terreno e ciascun anno con cicli ripetuti viene considerato come un anno di coltura; nell’ambito della stessa annata agraria, la successione fra colture orticole a ciclo breve appartenenti a famiglie botaniche diverse o un intervallo di almeno sessanta giorni senza coltura tra due cicli della stessa ortiva, sono considerati sufficienti al rispetto dei vincoli di avvicendamento;
- le colture protette prodotte all’interno di strutture fisse (che permangono almeno cinque anni sulla medesima porzione di appezzamento) sono svincolate dall’obbligo della rotazione a condizione che, almeno ad anni alterni, vengano applicati sistemi non chimici di contenimento delle avversità (ad es. innesti erbacei, solarizzazione, impiego di piante biocide);
- per le colture orticole pluriennali è necessario un intervallo minimo di almeno due anni, ma negli impianti dove sono stati evidenziati problemi fitosanitari è necessario adottare un intervallo superiore;
- un’interruzione dell’adesione aziendale al sistema di qualità non consente comunque di derogare alla norma di avvicendamento.
Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato; è possibile effettuarlo se viene adottato almeno uno dei seguenti provvedimenti:
- lasciare a riposo il terreno per un congruo periodo, durante il quale praticare una coltura estensiva oppure il sovescio;
- asportare i residui radicali della coltura precedente;
- effettuare una concimazione con sostanza organica sulla base dei risultati delle analisi chimico-fisiche del terreno;
- sistemare le nuove piante in posizione diversa da quella occupata dalle precedenti.
8. Semina, trapianto, impianto
Le modalità di semina e trapianto (per esempio epoca, distanze, densità) per le colture annuali devono consentire di raggiungere rese produttive adeguate, nel rispetto dello stato fitosanitario delle colture, limitando l’impatto negativo delle malerbe, delle malattie e dei fitofagi, ottimizzando l’uso dei nutrienti e consentendo il risparmio idrico.
Nel perseguire le medesime finalità, anche nel caso delle colture perenni devono essere rispettate le esigenze fisiologiche della specie e della varietà considerate.
Dette modalità, insieme alle altre pratiche agronomiche sostenibili, devono poter limitare l’utilizzo di fitoregolatori di sintesi, in particolare dei prodotti che contribuiscono ad anticipare, ritardare e/o pigmentare le produzioni vegetali.
9. Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti
La gestione del suolo e le relative tecniche di lavorazione devono essere finalizzate al miglioramento delle condizioni di adattamento delle colture per massimizzarne i risultati produttivi, favorire il controllo delle infestanti, migliorare l’efficienza dei nutrienti riducendo le perdite per lisciviazione, ruscellamento ed evaporazione, mantenere il terreno in buone condizioni strutturali, prevenire erosione e smottamenti, preservare il contenuto in sostanza organica e favorire la penetrazione delle acque meteoriche e di irrigazione.
Nel rispetto di queste finalità, si dovranno rispettare le seguenti disposizioni:
- .nelle aree di collina e di montagna con pendenza media superiore al 30%. sono consentite esclusivamente, per le colture erbacee, la minima lavorazione, la semina su sodo e la scarificatura; per le colture arboree all’impianto sono ammesse solo le lavorazioni puntuali e quelle finalizzate all’asportazione dei residui dell’impianto precedente ed in generale è obbligatorio l’inerbimento dell’interfila, inteso anche come vegetazione spontanea gestita con sfalci;
- n. elle aree con pendenza media compresa tra il 10% e il 30%., oltre alle tecniche sopra descritte sono consentite lavorazioni ad una profondità massima di 30 cm, ad eccezione delle rippature per le quali non si applica questa limitazione; negli appezzamenti dedicati alle colture erbacee è obbligatoria la realizzazione di solchi acquai temporanei almeno ogni 60 metri o prevedere, in situazioni geo-pedologiche particolari e di frammentazione fondiaria, idonei sistemi alternativi di protezione del suolo dall’erosione; per le colture arboree è obbligatorio l’inerbimento nell’interfila (inteso anche come vegetazione spontanea gestita con sfalci); nel periodo primaverile-estivo in alternativa all’inerbimento, è consentita l’erpicatura a una profondità massima di 10 cm o la scarificatura;
- .nelle aree di pianura. è obbligatorio per le colture arboree l’inerbimento dell’interfila nel periodo autunno-invernale per contenere la perdita di elementi nutritivi;
- sui terreni dove vige il vincolo dell’inerbimento nell’interfila delle colture arboree sono ammessi interventi localizzati di interramento dei concimi;
- negli impianti arborei con sistemazione a rittochino con pendenze superiori al 10%, oltre ai vincoli precedenti, nell’interfila non sono ammesse lavorazioni che rivoltino il terreno (per es. sono invece ammesse rippature e scarificature);
- nelle colture arboree le operazioni di semina ed interramento del sovescio sono ammissibili sia in pianura sia nelle situazioni con pendenze medie dal 10 al 30%; in quest'ultimo caso tuttavia il sovescio andrà eseguito annualmente a filari alterni.
Le pendenze degli appezzamenti possono essere ricavate dalla consultazione dell’Anagrafe Agricola Unica.
I trattamenti con prodotti fitosanitari al terreno e quelli per il controllo delle erbe infestanti sono disciplinati dalle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Qualora si ricorra alla tecnica della pacciamatura, si raccomanda l’utilizzo di materiali pacciamanti biodegradabili o riciclabili.
10. Gestione della pianta e della fruttificazione
Le cure destinate alle colture quali potature, piegature e altre pratiche quali l’impollinazione e il diradamento devono essere praticate con la finalità di favorire un corretto equilibrio della pianta, in termini quali-quantitativi delle produzioni e di migliorare lo stato sanitario della coltura; tali modalità di gestione devono puntare a ridurre il più possibile l’impiego di fitoregolatori.
In particolare l’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nelle specifiche tabelle presenti nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”.
11. Fertilizzazione
La fertilizzazione delle colture ha l’obiettivo di garantire produzioni di elevata qualità e in quantità economicamente sostenibili, nel rispetto delle esigenze di salvaguardia ambientale, del mantenimento della fertilità e della prevenzione delle avversità.
Una conduzione degli interventi di fertilizzazione secondo i criteri sotto indicati, unitamente alla gestione delle successioni secondo quanto stabilito al punto 7, consente di razionalizzare e ridurre complessivamente gli input fertilizzanti rispetto alle normali pratiche agricole.
A questo fine il presente disciplinare prevede:
- la definizione dei quantitativi di macroelementi distribuibili annualmente per coltura o per ciclo colturale tramite un piano di fertilizzazione, anche semplificato, che tenga in considerazione le asportazioni colturali e la dotazione del terreno per P e K; in alternativa, è possibile adottare il modello semplificato secondo le schede a dose standard per coltura;
- l'apporto di microelementi non è sottoposto a limitazioni. Per quanto riguarda l'utilizzo del rame si precisa che eventuali apporti devono essere registrati nel registro dei trattamenti e concorrono al raggiungimento del limite previsto per i prodotti fitosanitari;
- il rispetto dei quantitativi massimi distribuibili annualmente così come stabiliti in applicazione della Direttiva 91/676/CEE;
- il frazionamento delle dosi di azoto quando superano 100 kg/ha per le colture erbacee e 60 kg/ha per le colture arboree;
- l’esecuzione di analisi del suolo per la stima delle disponibilità dei macroelementi e degli altri principali parametri della fertilità in conformità a quanto indicato nell’Allegato I:
- l’impiego preferenziale dei fertilizzanti organici, che devono essere conteggiati nel piano di fertilizzazione in funzione della dinamica di mineralizzazione. L’utilizzo agronomico dei fanghi di depurazione in qualità di fertilizzanti, vedi D. Lgs. 99/92, non è ammesso, con le eccezioni previste in Allegato I. Sono inoltre impiegabili anche i prodotti consentiti dal Reg. CE 834/07 relativo ai metodi di produzione biologica.
Per le specifiche riguardanti la gestione della fertilizzazione si rimanda all’Allegato I al presente documento e alle schede di coltura.
12. Irrigazione
L’irrigazione, quando realizzabile, deve soddisfare il fabbisogno idrico della coltura mantenendo il contenuto idrico del terreno tra il limite critico colturale e la capacità di campo. È fondamentale evitare di superare la capacità di campo allo scopo di contenere lo spreco di acqua, la lisciviazione dei nutrienti e lo sviluppo di avversità.
E’ raccomandata la redazione di un piano di irrigazione basato sul calcolo del bilancio idrico colturale calcolato per la profondità radicale, utilizzando supporti aziendali specialistici (ad es. schede irrigue o programmi informatici) e strumenti tecnologici utili a determinare il momento e le quantità ottimali per l’intervento irriguo (ad es.tensiometri, sonde ed altri sensori per il rilievo dell’umidità del terreno, ecc.).
E’ raccomandato l’utilizzo di tecniche di distribuzione irrigua ad alta efficienza (ad es. irrigazione a goccia, microirrigazione, pioggia a bassa pressione, ecc.).
L’irrigazione per scorrimento costituisce generalmente un metodo irriguo a bassa efficienza. Tuttavia, date le caratteristiche dei sistemi irrigui collettivi presenti sul territorio piemontese (irrigazione turnata attraverso canali con acqua a pelo libero che non consente altre modalità di irrigazione, a meno di ingenti investimenti infrastrutturali) è ammissibile l’irrigazione per scorrimento, salvo che nelle colture in cui è espressamente vietata nelle “schede di coltura”, purchè vengano adottate le precauzioni necessarie alla massima riduzione degli sprechi. Ad esempio, aumentando le efficienze tramite l’erogazione di portate dimensionate in relazione alle dimensioni del campo o evitando che, durante l’irrigazione, la lama d’acqua superi i ¾ dell’appezzamento poiché la restante parte del campo sarà bagnata per scorrimento della lama di acqua. Se si conoscono le caratteristiche idrologiche del suolo dei singoli appezzamenti è possibile effettuare simulazioni automatizzate che permettono di ottimizzare i suddetti parametri.
In ogni caso prima di applicare l’irrigazione a scorrimento deve essere valutato il contenuto idrico del momento e considerata l’effettiva utilità dell’intervento irriguo. Su tali basi dovrà quindi esser stimata l’entità dell’apporto idrico.
In generale, prima di ogni intervento irriguo, è raccomandato consultare e tenere in debito conto i bollettini relativi alle previsioni meteorologiche.
Infine, con l’accurato livellamento del terreno, oggi possibile con tecniche laser, è possibile ottenere una pendenza costante che permette di aumentare l’efficienza.
Per tutte le pratiche irrigue, esclusi gli impianti di microirrigazione (goccia, spruzzo, ali gocciolanti e manichette a bassa portata), è obbligatorio adottare almeno una di queste tipologie di azione:
- redazione di un piano di irrigazione, basato sul calcolo del bilancio idrico della coltura che tiene conto delle differenti fasi fenologiche, delle tipologie di suolo e delle condizioni climatiche dell’ambiente di coltivazione. I piani di irrigazione possono essere redatti utilizzando supporti aziendali specialistici (ad es. schede irrigue o programmi informatici, consulenze di tecnici specializzati). Ogni azienda deve registrare su schede apposite o sul quaderno di campagna date e volumi di irrigazione. Non è necessario registrare i dati pluviometrici perché già inclusi nel bilancio idrico. Nel caso di irrigazione turnata gli interventi irrigui potranno scostarsi da quanto previsto dai piani di irrigazione in funzione della durata del turno irriguo;
- redazione di un piano di irrigazione basato sull’utilizzo di strumenti di rilevamento diretto (ad es. tensiometri, altri sensori ecc.). Ogni azienda deve opportunamente registrare su schede apposite o sul quaderno di campagna, in occasione dell’intervento irriguo, date e volumi di irrigazione e dati di campo rilevati;
- registrazione di data e volume di irrigazione e del dato di pioggia. Ogni azienda deve opportunamente registrare i dati di cui sopra e rispettare i volumi massimi di adacquamento specificati per ogni coltura e per diversi tipi di terreno. Il rispetto dei volumi massimi è subordinato all’effettiva possibilità di conoscere o misurare con strumenti ordinari il volume d’acqua distribuito.
Nel caso di irrigazione esclusiva tramite impianti di microirrigazione l’azienda è tenuta alla sola registrazione del volume di irrigazione per l’intero ciclo colturale (o per intervalli inferiori) prevedendo l’indicazione delle sole date di inizio e fine irrigazione.
In assenza di specifiche indicazioni nelle schede di coltura, in tabella sono indicati i volumi massimi ammessi per ogni intervento irriguo:
Tipo di terreno | Millimetri | Metri cubi ad ettaro |
Terreno sciolto | 35 | 350 |
Terreno medio impasto | 45 | 450 |
Terreno argilloso | 55 | 550 |
Sono esentati dalla registrazione dei dati di pioggia e di irrigazione le aziende con superficie inferiore all’ettaro e le superfici irrigate esclusivamente tramite microirrigazione. In caso di assenza di irrigazione, non è previsto alcun adempimento.
Nel caso di stagioni particolarmente siccitose che rendano necessario ricorrere all’irrigazione di soccorso, pena la perdita o la pesante riduzione del reddito, è richiesta la registrazione dell’intervento irriguo e la giustificazione relativa attraverso bollettini agrometeorologici o altre evidenze oggettive.
Per la registrazione dei dati pluviometrici, le aziende potranno avvalersi di pluviometri aziendali (consigliato) o fare riferimento ai dati delle stazioni più vicine della Rete Agrometeorologica del Piemonte resi disponibili sulle pagine web della Regione Piemonte o della rete di ARPA Piemonte. E’ opportuno misurare i volumi irrigui attraverso metodi appropriati, ad es. contatori per tutti i sistemi irrigui a pressione, misura della portata del canale attraverso strumenti idonei per l’irrigazione a scorrimento, e pluviometri per sistemi ad aspersione.
Per quanto riguarda la qualità delle acque per l’irrigazione è opportuno che questa venga controllata e che vengano evitati l’impiego sia di acque saline, sia di acque batteriologicamente contaminate o contenenti elementi inquinanti. Pertanto è necessario procedere ad analisi chimico- fisiche e microbiologiche delle acque di irrigazione ogni volta che sia in dubbio l’idoneità all’uso.
13. Altri metodi di produzione e aspetti particolari
.Colture fuori suolo
E’ ammessa l’applicazione del sistema di produzione integrata alla tecnica di produzione fuori suolo ponendo particolare attenzione alla riciclabilità dei substrati e alla riutilizzazione agronomica delle acque reflue.
Substrati
Al fine di consentire alla pianta di accrescersi nelle migliori condizioni i requisiti più importanti che devono essere valutati per la scelta di un substrato sono i seguenti:
- costituzione,
- struttura,
- capacita di ritenzione idrica,
- potere assorbente,
- pH,
- contenuto in elementi nutritivi e EC,
- potere isolante,
- salinità
- facilità di reperimento e costi
Possono essere utilizzati substrati naturali (organici o inorganici) e substrati sintetici.
Esaurita la propria funzione i substrati naturali possono essere utilizzati come ammendanti su altre colture presenti in azienda. I substrati sintetici devono essere smaltiti nel rispetto delle vigenti norme.
Fertirrigazione
Nella tecnica di produzione nel fuorisuolo la fertirrigazione assolve alle funzioni di:
- soddisfacimento del fabbisogno idrico della coltura,
- apporto degli elementi fertilizzanti;
- dilavamento del substrato (percolato).
La concentrazione degli elementi fertilizzanti presenti nella soluzione nutritiva varia in funzione della specie coltivata e della naturale presenza di sali disciolti nell’acqua. Viene misurata attraverso la conducibilità elettrica utilizzando come unità di misura il siemens (millisiemens o microsiemens).
Per ogni coltura vi sono dei valori soglia il cui superamento può portare a fenomeni di fitotossicità. Nella tabella sottostante sono riportati i valori soglia indicativi riferiti alle principali colture:
EC | Pomodoro | Peperone | Xxxxxxxx | Xxxxxx | Xxxxxxxx | Xxxxxxxxx | Fagiolo | Fragola | Fragola rifiorente | Xxxxxx | Xxxxxx |
mS | 2.30 | 2.20 | 2.20 | 2.30 | 2.20 | 2.10 | 1.70 | 1.40* | 1.20 | 2.40 | 3.30 |
dati ricavati da “Principi tecnico-agronomici della fertirrigazione e del fuorisuolo” edito da Veneto Agricoltura e scheda APREL
(*) in Trentino il valore soglia utilizzato per la fragola è di 1.90 mS
Gestione delle acque reflue (percolato)
Le acque reflue derivanti dal percolato durante il periodo di coltivazione normale e dal dilavamento del substrato, qualora si riutilizzi l’anno successivo, hanno ancora un contenuto in elementi fertilizzanti significativo rispetto alla soluzione nutritiva distribuita e pertanto possono essere ancora utilizzate ai fini nutrizionali:
- nel riciclaggio interno sulla coltura previa verifica della idoneità dal punto di vista fitosanitario, sottoponendole se necessario a filtrazione, clorazione, trattamento con UV;
- mediante distribuzione dell’acqua di drenaggio per il mantenimento del tappeto erboso della serra, se presente. La presenza del tappeto erboso sotto la coltura fuori suolo garantisce una azione climatizzante e favorisce lo sviluppo di insetti/acari antagonisti;
per la fertilizzazione di altre colture.
Riscaldamento colture protette
I combustibili ammessi sono esclusivamente il metano, olio e gasolio a basso contenuto di zolfo, i combustibili di origine vegetale (per es. scarti di lavorazione del legno) e tutti i combustibili a basso impatto ambientale. Sono ammessi inoltre tutti i sistemi di riscaldamento che impiegano energie alternative (geotermia, energia solare, reflui di centrali elettriche).
14. Raccolta
Vincolante solo per il SQNPI
Le modalità di raccolta e di conferimento ai centri di stoccaggio/lavorazione devono privilegiare il mantenimento delle migliori caratteristiche dei prodotti.
I prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri prodotti ottenuti con modalità produttive diverse.
15. Post-raccolta
Vincolante solo per il SQNPI
Per le fasi che vanno dalla raccolta alla commercializzazione, vengono adottate integralmente le prescrizioni previste dalle Linee Guida Nazionali per la Produzione Integrata senza ulteriori specifiche per il territorio piemontese. Si rimanda pertanto a quanto previsto dal documento “SQNPI - Adesione Gestione Controllo” approvato dall’Organismo Tecnico Scientifico e valido per l’anno in corso. Il documento è diponibile all’indirizzo: xxxx://xxx.xxxxxxxxxx.xx/xxxx/xx/xxxxx/XxxxxXXXX.xxx/X/XX/XXXxxxxx/00000
Allegato I - FERTILIZZAZIONE
(Par.11 Norme generali - Pratiche Agronomiche)
Allegato I (Fertilizzazione)
ISTRUZIONI PER IL CAMPIONAMENTO DEI TERRENI E L’INTERPRETAZIONE
DELLE ANALISI
Le analisi del terreno, effettuate su campioni rappresentativi e correttamente interpretate, sono funzionali alla stesura del piano di fertilizzazione, pertanto é necessario averle disponibili prima della stesura del piano stesso. E’ comunque ammissibile, per il primo anno di adesione, una stesura provvisoria del piano di fertilizzazione, da “correggere” una volta che si dispone dei risultati delle analisi.
Epoca di campionamento
Deve essere scelta in funzione dello stato del terreno, che non dovrà essere né troppo secco né troppo umido. È opportuno intervenire in un momento sufficientemente lontano dagli interventi di lavorazione e di fertilizzazione; per le colture erbacee l’epoca ottimale coincide con i giorni successivi alla raccolta, oppure almeno due mesi dopo l’ultimo apporto di concime
Modalità di campionamento
La corrispondenza dei risultati analitici con la reale composizione chimico-fisica del terreno dipende da un corretto campionamento.
Il primo requisito di un campione di terreno è senz’altro la sua omogeneità: generalmente si consiglia di effettuare un campionamento di terreno per un appezzamento di superficie pari a un ettaro, criterio che può essere esteso (o ridotto) a seconda che si abbiano o meno caratteristiche omogenee nel suolo e nell’ordinamento colturale.
Di conseguenza in caso di differenti Unità di Paesaggio Agrario (UPA) cioè porzioni aziendali riconoscibili e tra loro differenti per caratteristiche fisiche (tessitura, morfologia, colore e struttura) o per pratiche colturali (irrigazione, lavorazioni profonde, spandimento reflui, drenaggio) il numero di campioni da sottoporre ad analisi andrebbe aumentato, con l’obbligo di effettuarne comunque almeno uno per ogni ordinamento colturale presente in azienda. L’azienda può derogare all’obbligo dell’analisi solo per i terreni che nel quinquennio non ricevano alcuna fertilizzazione (organica o di sintesi).
Costituiscono “ordinamenti colturali” diversi le seguenti situazioni:
- colture orticole in coltura protetta (serre)
- colture frutticole
- seminativi, colture orticole e colture erbacee permanenti
- riso in monosuccessione
- vite
Nel caso in cui nel quinquennio di impegno vi sia un cambio di ordinamento colturale su di un appezzamento, rimangono valide le analisi effettuate sull’ordinamento preesistente fino allo scadere dei 5 anni dell’analisi stessa (es. nel caso di espianto di un kiwi seguito da 2 anni a orzo, non è necessario eseguire l’analisi riferita all’ordinamento seminativi per l’appezzamento oggetto del cambio colturale)
Solo per aziende aderenti all’operazione “Produzione Integrata” - PSR:
Per le aziende miste, obbligate ad aderire per l’intera superficie aziendale, è possibile derogare alla necessità dell’analisi per superfici inferiori a 3 ha per i seminativi, le orticole estensive ed i prati e 0,5 ha per le altre tipologie di colture.
Si consiglia di delineare eventuali ripartizioni delle UPA individuabili all’interno della superficie aziendale utilizzando come supporto copie dei fogli di mappa catastali o della Carta Tecnica Regionale (CTR) alla scala 1:10.000. Per quanto attiene la delimitazione delle Unità di suolo (pedologiche) si rimanda alle carte IPLA in scala 1:50.000 disponibili sul sito regionale all’indirizzo: xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx/xxxx/xxxx_xxxxxxx_xxxxxxxxxxx/xxxxx/xxxxx0_00/xxxxx_xxxxx.xxx
Allegato I (Fertilizzazione)
Al fine di ottenere un campione rappresentativo, il prelevamento deve essere eseguito, per le colture erbacee, come segue:
− ·procedendo nell’appezzamento lungo le diagonali o in maniera casuale, si devono individuare, a seconda dell’estensione, fino a 20 punti di prelievo;
− ·nei punti segnati, dopo aver asportato e allontanato i primi 5 cm in profondità al fine di eliminare la cotica erbosa e gli eventuali detriti superficiali presenti, si effettua il prelievo fino ad una profondità di circa 30 cm;
− ·si sminuzza e mescola accuratamente la terra proveniente dai prelievi eseguiti e, dopo aver rimosso ed allontanato pietre e materie organiche (radici, stoppie, sovesci, ecc.), si prende dal miscuglio circa 1 kg di terra da portare al laboratorio di analisi.
Nel caso di terreni adibiti a colture arboree è consigliabile prelevare separatamente un campione di “soprassuolo” (topsoil) e uno di “sottosuolo” (subsoil). Il soprassuolo si preleva secondo le norme già descritte per le colture erbacee (cioè fino a circa 30 cm); il sottosuolo si preleva scendendo fino a circa 60 cm di profondità.
Nel caso di terreni destinati all’impianto di nuove colture arboree è consigliabile effettuare l’analisi alle due profondità, a meno che non venga effettuato lo scasso. In questo caso si preleverà un unico campione scendendo fino a circa 60 cm di profondità.
I campioni di terreno prelevati devono:
− essere posti in sacchetti impermeabili mai usati;
− essere muniti di etichetta di identificazione posta all’esterno dell’involucro, con l’indicazione, per le colture arboree, se si tratta di campioni da 0 a 30 cm, da 30 a 60 cm o da 0 a 60 cm di profondità.
Analisi del terreno
Le analisi fisico-chimiche costituiscono un importante strumento per una migliore conoscenza delle caratteristiche del terreno.
I parametri richiesti nell’analisi sono: granulometria (tessitura), pH in acqua, carbonato di calcio totale, sostanza organica, azoto totale, rapporto C/N, capacità di scambio cationico, fosforo assimilabile metodo Xxxxx (sostituibile con il metodo Xxxx-Xxxxx nel caso di terreni con pH < 6,5), potassio scambiabile, calcio scambiabile, magnesio scambiabile (questi ultimi due dati sono da intendersi come facoltativi nei terreni con pH > 7) e, consigliato per i nuovi impianti, calcare attivo (per pH > 7).
Se per i terreni in oggetto sono disponibili carte pedologiche almeno di semi-dettaglio (1:50.000), i parametri analitici di tessitura e reazione del suolo possono essere desunti da queste.
Le determinazioni e l’espressione dei risultati analitici devono essere conformi a quanto stabilito dai “Metodi ufficiali di analisi chimica del suolo” approvati con D.M. del 13 settembre 1999 (e pubblicati sul suppl. ord. della G.U. n. 248 del 21/10/99) o ad altri metodi riconosciuti a livello internazionale.
La validità dei dati nelle analisi del terreno non ha limiti temporali per granulometria, pH (a meno che vengano posti in atto interventi di correzione) e carbonato di calcio totale (calcare), mentre per gli altri parametri (dati variabili) è di 5 anni.
Entro 12 mesi dall’adesione l’azienda deve disporre della/e analisi del terreno (sono comunque valide analisi non più vecchie di 5 anni); in seguito, durante il periodo di impegno, l’azienda deve sempre disporre di analisi in corso di validità.
Sul referto dell’analisi devono essere riportati gli estremi catastali o le coordinate geografiche dell’appezzamento in cui è stato effettuato il prelievo.
Per determinate colture possono essere utilizzati degli strumenti interpretativi complementari, quali l’analisi fogliare (in particolare per le colture arboree), o tecniche equivalenti come ad esempio lo “SPAD” per stimare il contenuto di clorofilla (ad esempio per i cereali). Tali tecniche sono utili per stabilire lo stato nutrizionale della pianta e per evidenziare eventuali carenze o squilibri di elementi minerali.
Allegato I (Fertilizzazione)
Qualora i dati derivanti dall’analisi delle foglie o dalle tecniche equivalenti possano essere interpretati sulla base di indici consolidati e affidabili, essi possono essere utilizzati per impostare meglio il piano di concimazione.
essitura o granulometria
La tessitura o granulometria del terreno fornisce un’indicazione sulle dimensioni e sulla quantità delle particelle che lo costituiscono. La struttura, cioè l’organizzazione di questi aggregati nel terreno, condiziona in maniera particolare la macro e la micro porosità, quindi l’aerazione e la capacità di ritenzione idrica del suolo, da cui dipendono tutte le attività biologiche del terreno e il grado di lisciviazione del profilo pedogenetico.
Per interpretare i risultati relativi a sabbia, limo ed argilla, si consiglia di utilizzare il triangolo granulometrico proposto dall’United States Department of Agriculture (USDA) e qui di seguito riportato con le frazioni così definite:
- sabbia: particelle con diametro tra 0,05 e 2 mm;
- limo: particelle con diametro tra 0,002 e 0,05 mm;
- argilla: particelle con diametro minore di 0,002 mm.
eazione del terreno (pH in acqua)
Indica la concentrazione di ioni idrogeno nella soluzione circolante nel terreno; il suo valore dà un’indicazione della disponibilità di molti macro e microelementi ad essere assorbiti. Il pH influisce sull’attività microbiologica (ad es. i batteri azotofissatori e nitrificatori prediligono pH subacidi-subalcalini, gli attinomiceti prediligono pH neutri-subalcalini) e sulla disponibilità di elementi minerali, in quanto ne condiziona la solubilità e quindi il loro accumulo o la loro lisciviazione.
Valori | Classificazione |
< 5,5 | Peracido |
5,5-6,0 | Acido |
6,1-6,7 | Subacido |
6,8-7,2 | Neutro |
7,3-7,9 | Subalcalino |
8,0-8,6 | Alcalino |
> 8,6 | Peralcalino |
Fonte: Università di Torino
Allegato I (Fertilizzazione)
C. alcare
Si analizza come “calcare totale” e “calcare attivo”.
Per calcare totale si intende la componente minerale costituita prevalentemente da carbonati di calcio, e, in misura minore, di magnesio e sodio.
Il calcare, se presente in giusta quantità, è un importante costituente del terreno, neutralizzandone l’eventuale acidità ed essendo in grado di fornire calcio e magnesio. Entro certi limiti, agisce positivamente sulla struttura del terreno, sulla nutrizione dei vegetali e sulla mineralizzazione delle sostanze organiche; se presente in eccesso, inibisce l’assorbimento del ferro e del fosforo rendendoli insolubili e innalza il pH del suolo, portandolo all’alcalinizzazione.
Il calcare attivo, in particolare, è la frazione del calcare totale facilmente solubile nella soluzione circolante e, quindi, quella che maggiormente interagisce con la fisiologia dell'apparato radicale e l'assorbimento di diversi elementi minerali. Un elevato contenuto di calcare attivo, sulla maggior parte delle piante agrarie, ha l'effetto di deprimere l'assorbimento (per insolubilizzazione) di molti macro e micro-elementi (fosforo, ferro, boro, manganese, ecc.).
Calcare totale (g/Kg) | Calcare attivo (g/Kg) | ||
<10 | Non calcareo | <10 | Bassa |
10-100 | Poco calcareo | 10-35 | Media |
100-250 | Mediamente calcareo | 36-100 | Elevata |
250-500 | Calcareo | > 100 | Molto elevata |
>500 | Molto calcareo |
Fonte: Università di Torino
S. ostanza organica.
Rappresenta circa l’1-3 % del volume totale del suolo; ha un ruolo fondamentale sia per la nutrizione delle piante (mineralizzazione e rilascio elementi nutritivi, sostentamento microrganismi, trasporto di P e dei microelementi alle radici, formazione del complesso di scambio dei nutrienti), sia per la struttura del terreno (aerazione, aumento della capacità di ritenzione idrica in suoli sabbiosi, limitazioni nella formazione di strati impermeabili in suoli limosi, limitazione compattamento ed erosione in suoli argillosi); spesso i terreni agricoli ne sono deficitari.
Dotazione di Sostanza organica (%) (S.O.=1,72 x Carbonio Organico) | |||
Giudizio | Terreni sabbiosi (S-SF-FS) | Terreni medio impasto (F- FL-FA-FSA) | Terreni argillosi e limosi (A- AL-FLA-AS-L) |
basso | <0,8 | < 1,0 | < 1,2 |
normale | 0,8 – 2,0 | 1,0 – 2,5 | 1,2 – 3,0 |
elevato | > 2,0 | > 2,5 | > 3,0 |
Fonte: Elaborazione GTA
Azoto totale.
Esprime la dotazione nel suolo delle frazioni di azoto organico e minerale. Il valore di azoto totale può essere considerato un indice di dotazione azotata del terreno, non strettamente correlato alla disponibilità dell’azoto per le piante, ed ha un importante valore pratico nella pianificazione degli apporti azotati.
Un’eccessiva disponibilità di N nel suolo provoca un ritardo di fioritura, fruttificazione e maturazione, una minor resistenza al freddo e ai parassiti, un aumento dei consumi idrici, un accumulo di nitrati nella pianta.
Allegato I (Fertilizzazione)
Azoto totale (g/Kg) | |
<0,5 | Molto bassa |
0,5-1,0 | Bassa |
1,0-2,0 | Media |
2,0-2,5 | Elevata |
>2,5 | Molto elevata |
Fonte: Elaborazione GTA
R. apporto C/N
Questo parametro, ottenuto dividendo il contenuto percentuale di carbonio organico per quello dell’azoto totale, è molto spesso utilizzato per quantificare il grado di umificazione del materiale organico nel terreno.
Tale rapporto è generalmente elevato in presenza di notevoli quantità di residui vegetali indecomposti (paglia, stoppie, ecc.), dato il basso contenuto in sostanze azotate, e diminuisce alll’aumentare dei composti organici ricchi d’azoto (letame, liquami) o in caso di rapida mineralizzazione della sostanza organica o di un’ingente presenza di azoto minerale.
I terreni con un valore compreso tra 9 e 11 hanno una buona dotazione di sostanza organica, ben umificata ed abbastanza stabile nel tempo.
Rapporto C/N | ||
< 9 | Basso | Mineralizzazione veloce |
9-11 | Equilibrato | Mineralizzazione normale |
> 11 | Elevato | Mineralizzazione lenta |
Fonte: Università di Torino
.Capacità di scambio cationico (CSC)
Esprime la capacità del suolo di trattenere sulle fasi solide, ed in forma reversibile, una certa quantità di cationi, in modo particolare calcio, magnesio, potassio e sodio.
La CSC è correlata al contenuto di argilla e di sostanza organica, per cui più risultano elevati questi parametri e maggiore sarà il valore della CSC. Un suo valore troppo elevato può evidenziare condizioni che rendono non disponibili per le colture alcuni elementi quali potassio, calcio, magnesio. Viceversa un valore troppo basso è indice di condizioni che rendono possibili perdite per dilavamento degli elementi nutritivi. E’ necessario quindi tenere conto di questo parametro nella formulazione dei piani di concimazione, ad esempio prevedendo apporti frazionati di fertilizzanti nei suoli con una bassa CSC.
Pertanto una buona CSC garantisce la presenza nel suolo di un pool di elementi nutritivi conservati in forma labile e dunque disponibili per la nutrizione vegetale.
Capacità Scambio Cationico (meq/100 g) | |
< 10 | bassa |
10-20 | media |
> 20 | elevata |
Fonte: Università di Torino
.
Allegato I (Fertilizzazione)
Fosforo assimilabile
Questo elemento si trova nel suolo in forme molto stabili, e quindi difficilmente solubili (la velocità con cui il fosforo viene immobilizzato in forme insolubili dipende da pH, contenuto in Ca, Fe e Al, quantità e tipo di argilla e di sostanza organica).
Il fosforo è presente sia in forma inorganica (fosfati minerali) che in forma di fosforo organico (in residui animali e vegetali); la mineralizzazione del fosforo organico aumenta all’aumentare del pH.
Agevola la fioritura, l’accrescimento e la maturazione dei frutti oltre che un miglior sviluppo dell’apparato radicale.
I suoli hanno normalmente una buona dotazione in fosforo a causa della passata tendenza di apporti superiori ai fabbisogni; le analisi possono servire ad evitare inutili fertilizzazioni fosfatiche.
Dotazioni di P assimilabile (ppm) (P2. .O5. .=2,291 P) | ||
Xxxxxxxx | Xxxxxx X Xxxxx | Valore X Xxxx-Xxxxx |
molto basso | <5 | <12,5 |
basso | 5-10 | 12,5-25 |
normale | 10-25 | 25,1-62,5 |
elevato | > 25 | >62,5 |
Fonte: Regione Piemonte
otassio scambiabile.
Il K è presente nel suolo in diverse forme: non disponibile (all’interno di minerali primari), poco disponibile (negli interstrati dei minerali argillosi) e disponibile (sotto forma di ioni scambiabili o disciolto nella soluzione del suolo); la sua disponibilità per le piante dipende dal grado di alterazione dei minerali e dal contenuto di argilla. La forma utile ai fini analitici è quella scambiabile, ossia quella percentuale di K presente nel suolo scambiata dal complesso di scambio con la soluzione circolante e quindi più disponibile all'assorbimento.
Il K nella pianta regola la permeabilità cellulare, la sintesi di zuccheri, proteine e grassi, la resistenza al freddo e alle patologie, il contenuto di zuccheri nei frutti.
Spesso la carenza di K è solo relativa, nel senso che la pianta manifesta sintomi da carenza da K, ma in realtà la causa non è la bassa dotazione del terreno di tale elemento, bensì l’antagonismo con il Mg (che, se presente ad alte concentrazioni, viene assorbito in grande quantità a discapito del K). Per valutare in modo più approfondito l’effettiva disponibilità per le piante del potassio scambiabile è consigliabile prendere in considerazione tutto il complesso delle basi di scambio (K+, Mg++ e Ca++). Esistono infatti rapporti ottimali tra le diverse basi che favoriscono un equilibrato assorbimento dei vari elementi nutritivi. Per il potassio scambiabile è utile valutare:
a) il rapporto con il Magnesio (Mg/K) in meq/100g che deve essere compreso tra 1 e 5;
b) la sua presenza percentuale sulla CSC che deve oscillare tra il 3 ed il 4%. (vd. par Basi di scambio)
Se il rapporto Mg/K è superiore a 5 e/o la % di K scambiabile sulla CSC è inferiore a 4 la dotazione di K nel terreno è da considerarsi media o bassa.
Dotazioni di K scambiabile (ppm) (K2. .O=1,2 K) | |||
Giudizio | Terreni sabbiosi (S-SF-FS) | Terreni medio impasto (F-FL-FA-FSA-L) | Terreni argillosi e limosi (A-AL-FLA-AS) |
basso | < 80 | < 100 | < 120 |
medio | 00-000 | 000-000 | 120-180 |
elevato | > 120 | >150 | >180 |
Fonte: Elaborazione GTA
.
Allegato I (Fertilizzazione)
Basi di scambio (calcio, magnesio e potassio)
Il calcio è un elemento generalmente abbondante in tutti i terreni a pH neutro, subalcalino e alcalino. Ciò nonostante, il suo assorbimento da parte di molte piante avviene con estrema difficoltà.
L'elemento riveste per la coltura una funzione importantissima, favorendo l'irrobustimento delle piante, l'incremento della consistenza dei frutti e della qualità degli stessi in generale.
Il magnesio ha invece un ruolo importante nella fotosintesi, presiede alla formazione degli zuccheri, delle proteine, dei grassi e delle vitamine.
Le principali cause che determinano la carenza di magnesio possono essere l’insufficiente dotazione dell'elemento nel terreno, l’indisponibilità a causa di pH acidi, terreni sabbiosi, squilibrio con il contenuto di potassio, che essendo antagonista del magnesio, in taluni casi ne può impedire un corretto assorbimento.
I sintomi da carenza che si manifestano sulla pianta sono un iniziale ingiallimento internervale delle foglie più vecchie, necrosi successiva dei tessuti, accompagnati da caduta fogliare anticipata; i fiori si presentano piccoli e poco colorati.
I valori percentuali di questi elementi in riferimento alla CSC possono fornire un’interessante interpretazione sull’effettiva disponibilità degli stessi per le piante.
K+ | Mg++ | Ca++ | % sulla CSC |
< 1,5 | < 1 | < 35 | molto basso |
1,5-3 | 1-3 | 36-55 | basso |
3-4 | 3-10 | 56-70 | medio |
> 4 | > 10 (*) | > 70(*) | elevato |
(*) nei suoli calcarei non prendere in considerazione la saturazione in Ca e Mg
Fonte: Università di Torino
Allegato I (Fertilizzazione)
NORME PER LA FERTILIZZAZIONE NELLA PRODUZIONE INTEGRATA
Premessa
Per la gestione della fertilizzazione occorre tenere presenti i seguenti aspetti:
- analisi dei terreni, caratteristiche del terreno e dotazione in elementi nutritivi;
- individuazione dei fabbisogni delle colture almeno per azoto, fosforo e potassio in funzione della resa prevista;
- l'apporto di microelementi non è sottoposto a limitazioni. Per quanto riguarda l'utilizzo del rame si precisa che eventuali apporti devono essere registrati nel registro trattamenti e concorrono al raggiungimento del limite previsto per i prodotti fitosanitari;
- fattori agronomici e ambientali (epoca di semina, disponibilità irrigua, lavorazioni, interventi di diserbo, ecc.);
- tipologie di fertilizzanti, tecniche di distribuzione ed epoche di somministrazione.
A questo fine si definiscono le dosi di azoto, fosforo e potassio e più in generale le quantità di fertilizzanti da somministrare alle singole colture sulla base di un piano di concimazione redatto secondo il modello P-conc, che tenga conto per l’azoto del bilancio annuale semplificato e per fosforo e potassio delle asportazioni e della fertilità residua, stimata quest’ultima in base ad analisi del terreno;
In alternativa alla redazione di un piano di concimazione analitico è possibile adottare il metodo “scheda a dose standard” indicato nei disciplinari di coltura nel paragrafo “Fertilizzazione”.
Eventuali ulteriori specifiche per le singole colture sono riportate all’interno delle schede di coltura.
Nella determinazione dei nutrienti occorre applicare il criterio di evitare di apportare al sistema terreno-pianta, attraverso le concimazioni, quantità di elementi nutritivi superiori alle asportazioni delle colture.
I fabbisogni dei macroelementi (azoto, fosforo e potassio) vanno determinati sulla base della produzione ordinaria attesa. Nel caso del piano analitico, qualora essa sia superiore alla media indicata in Tabella 2, va desunta dalle fatture di vendita dei prodotti o analoga documentazione che dimostri la produzione media aziendale degli ultimi 3 anni.
Salvo diversamente indicato, concorrono al raggiungimento dei limiti di concimazione per azoto, fosforo e potassio, gli apporti annui derivanti dalla somma delle forme minerali e di sintesi e di quelle presenti nelle matrici organiche. Il contenuto in elementi nutritivi di queste ultime viene desunto, quando disponibile, dall’analisi che accompagna il prodotto.
E’ ammissibile l’utilizzo di tutti i prodotti la cui distribuzione è autorizzata ai sensi della vigente normativa in materia ambientale mentre i fanghi di depurazione, vedi D. Lgs. 99/92, non sono in generale ammessi ad eccezione di quelli di esclusiva provenienza agroalimentare. Può essere richiesta una deroga, indirizzata al Settore Fitosanitario, al divieto di utilizzo di fanghi civili qualora l’azienda soddisfi contemporaneamente i seguenti requisiti:
- i fanghi di origine civile derivino esclusivamente dalla azienda agricola/agroalimentare, sue pertinenze e attività recettive interne ad essa funzionali
- l’utilizzo dei fanghi avvenga in conformità al regime autorizzativo vigente e quindi con periodiche analisi del materiale
- i fanghi di origine civile rappresentino una quota inferiore al 15% rispetto ai restanti fanghi agroalimentari cui devono necessariamente essere addizionati
Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi” secondo il modello allegato o altri che contengano le stesse informazioni eventualmente anche in formato digitale.
Allegato I (Fertilizzazione)
I piani di concimazione a preventivo (schede a dose standard o bilancio), eventualmente corretti nel corso dell’annata, le registrazioni degli interventi (da compilare entro 7 giorni dall’esecuzione dell’operazione) e le schede di magazzino per ciascuna annualità devono essere redatti, conservati per almeno 3 anni e tenuti a disposizione dell’autorità preposta al controllo.
Nella distribuzione dei fertilizzanti si dovranno individuare i tempi e le modalità più idonei e razionali, adottando una corretta utilizzazione degli effluenti zootecnici e, quando possibile, un frazionamento degli apporti azotati.
Non è richiesta la stesura del piano di fertilizzazione nelle situazioni in cui non venga praticata alcuna fertilizzazione. Tale indicazione va riportata nelle “note” della scheda di registrazione degli interventi, specificando la/e coltura/e non oggetto di fertilizzazione.
Metodo scheda a dose standard
La dose standard va intesa come la dose di macroelemento da prendere come riferimento in condizioni ritenute ordinarie di resa produttiva, di fertilità del suolo e di condizioni climatiche.
La dose standard così definita può essere modificata in funzione delle situazioni individuate all’interno della scheda di fertilizzazione; pertanto sono possibili incrementi se, ad esempio, si prevedono: una maggiore produzione (desunta da fatture di vendita o documentazione analoga degli ultimi 3 anni) rispetto a quella definita come standard, scarsa dotazione di sostanza organica, casi di scarsa vigoria, carenze nutritive, fisiopatie, dilavamento da forti piogge nel periodo autunno-invernale, casi di cultivar tardive, ecc..
Diversamente si eseguono delle riduzioni alla dose standard laddove sussistano condizioni di minore produzione rispetto a quella individuata come standard (ordinaria), si apportino ammendanti, si riscontri un’eccessiva vigoria o lunghezza del ciclo vegetativo, un elevato tenore di sostanza organica, dotazioni elevate nel terreno, successione a leguminose ecc. In quest’ultimo caso sono comprese anche le leguminose da sovescio.
Nell’applicazione della dose standard vale inoltre quanto previsto ai paragrafi: Fertilizzazione organica, Casi particolari, Colture arboree, Colture erbacee.
Bilancio semplificato - Il calcolo della dose utile di azoto
L'azoto da apportare alle colture, salvo altra specifica indicazione, deve derivare dal seguente bilancio semplificato:
(Y X B) = (kc X Fc) + (ko X Fo) + Nc
dove:
Y è la produzione attesa della coltura; viene determinata sulla base della produzione ordinaria attesa o stimata (vedi Tabella 2) o delle medie produttive aziendali delle tre annate precedenti;
B è il coefficiente unitario di asportazione/assorbimento di azoto espresso in kg di azoto per unità di prodotto utile secondo i valori riportati in Tabella 2;
Fc è la quantità di azoto apportata col concime minerale;
kc è il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di fertilizzante minerale (Fc); esso deve essere valutato pari al 100 % del titolo commerciale del concime azotato;
Fo è la quantità di azoto apportata con fertilizzanti di origine organica (effluenti zootecnici, ammendanti compostati, digestati, matrici organiche ecc.);
ko è il coefficiente di efficienza relativo agli apporti di fertilizzante organico; è in funzione della tipologia di coltura, dell’epoca e della modalità di distribuzione, nonché del tipo di effluente. Viene desunto dagli schemi 1 e 2 presenti nell’Allegato II Parte B del regolamento 10/R/2007, che sono stati resi compatibili con l’applicativo informatico per la redazione del Piano di Utilizzazione Agronomica - PUA della Regione Piemonte, come da D.G.R. n. 30-12335 del 12 ottobre 2009 (Tabella 3).
Allegato I (Fertilizzazione)
Nel caso di utilizzo di ammendanti compostati quale il compost, si stima un’efficienza media del 30% e, per coltivazioni sommerse quali il riso, si considera un'efficienza pari al 20% vista la ridotta mineralizzazione che si ha in ambiente anaerobico.
Nc è la disponibilità di N derivante da precessioni colturali. Questa voce è da considerare solo nel caso di rottura di prati con leguminose di durata almeno biennale o nel caso di sovesci di leguminose:
- 80 kg/ha nel caso di medicai di almeno 3 anni;
- 40 kg/ha nel caso di prati di trifoglio;
- 30 kg/ha nel caso di prati di leguminose e graminacee o sovesci di leguminose.
L’equazione di cui sopra costituisce una forma semplificata di bilancio azotato e può essere sostituita per qualsiasi azienda da formule di maggiore dettaglio.
Il bilancio è calcolato per ogni coltura su base annuale.
Per quanto riguarda le leguminose da granella in caso di normale funzionamento del rizobio, non sono consentiti apporti azotati minerali.
Si precisa, inoltre, che devono essere rispettate le disposizioni riportate nel Regolamento Regionale del 29 ottobre 2007, n. 10/R recante: 'Disciplina generale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (Legge regionale 29 dicembre 2000, n. 61)' e smi. In particolare, per tutte le aziende, non è ammesso superare i quantitativi di azoto efficiente per coltura (MAS) dell’allegato V del suddetto Regolamento. (valori massimi riepilogati in tabella 1)
Allegato I (Fertilizzazione)
Tabella 1 - Valori massimi di azoto efficiente da apportare alle colture (Reg. 10/R/2007 e smi). Tali valori sono vincolanti solo nel caso in cui con il metodo del bilancio o della dose standard si ottengano valori superiori; diversamente risulta vincolante il valore derivante da bilancio o scheda a dose standard.
Coltura
Apporto massimo
Coltura
Apporto massimo
(kgN/ha) (kgN/ha)
Erbacee di pieno campo Orticole
Frumento tenero 180 Aglio 170
Frumento duro e grani di forza 190 Asparago verde 210
Orzo 150 Basilico 110
Avena 110 Bietola da coste 190
Segale 120 Biet. Rosse 90
Triticale 150 Bietola da foglie 280
Riso 160 Broccolo 180
Mais irriguo da granella 280 Cavolo cappuccio 250
Mais non irriguo da granella 210 Carota 195
Mais irriguo da insilato 280 Cavolfiore 225
Mais non irriguo da insilato 210 Cavolo verza 165
Sorgo da granella 220 Cece 80
Sorgo da insilato 220 Cetriolo 225
Erbaio invernale di loiessa 120 Cicoria 210
Erbaio estivo di panico 110 Cipolla 160
Prati avvicendati o permanenti 300 Cocomero 130
Prati avvicendati di sole leguminose 170 Endivie 130
Leguminose da granella (pisello,soia) 30 Fagiolino da industria 70
Colza 150 Fagiolino da mercato fresco 50
Girasole 120 Fagiolo 70
Barbabietola da zucchero 160 Finocchio 240
Tabacco 200 Fragola 160
Patata 190 Lattuga 130
Pomodoro PC 180 Mais dolce 000
Xxxxxxxxx 000
Xxxxxxx Melone 140
Actinidia 150 Peperone 200
Albicocco 135 Porro 126
Ciliegio 120 Prezzemolo 100
Melo 120 Radicchio Chioggia 161
Nocciolo 100 Radicchio 190
Noce 120 Ravanello 80
Pero 120 Ravanello da seme 160
Pesco 175 Scalogno 120
Susino 120 Sedano 250
Vite su suolo lavorato 70 Spinacio da industria 190
Vite alta produzione 100 Spinacio da mercato fresco 125
Pioppo 120 Verza 150
Pioppo da biomassa 130 Verza da industria 150
Verza da seme 160
Zucca 210
Zucchino da industria 190
Zucchino da mercato fresco 190
Nota: gli apporti massimi di azoto indicati in tabella possono essere superati qualora l’azienda giustifichi e dimostri, sulla base di opportuna documentazione (fatture di vendita o analoga documentazione), che il livello produttivo raggiunto negli ultimi 3 anni supera quello medio tabellare indicato nell’allegato V - Tabella 1 Regolamento 10/R/2007 e smi.
Allegato I (Fertilizzazione)
Tabella 2 - Livello produttivo medio (Y) e coefficienti unitari di asporto (B) delle colture
Tipologia coltura | Coltura | Livello produttivo medio ***** (q/ha) | Asporto (kg/q prodotto utile) | |||
N | PB2BOB5B | KB2BO | ||||
Fruttiferi | actinidia | 240 | 0,5 | 0,2 | 0,56 | |
albicocco | 160 | 0,6 | 0,2 | 0,7 | ||
susino | 230 | 0,36 | 0,16 | 0,6 | ||
ciliegio | 90 | 0,45 | 0,25 | 0,7 | ||
melo | 450 | 0,17 | 0,11 | 0,36 | ||
pero | 300 | 0,34 | 0,12 | 0,43 | ||
pesco | 300 | 0,4 | 0,22 | 0,65 | ||
olivo | 40 | 3,3 | 0,83 | 2,6 | ||
noce | 20 | 1,2 | 1,0 | 1,3 | ||
nocciolo | 20 | 3,2 | 1,7 | 3,7 | ||
uva da tavola | 250 | 0,5 | 0,1 | 0,5 | ||
vite | 90 | 0,56 | 0,4 | 1,3 | ||
lampone | 100 | 0,3 | 0,3 | 0,7 | ||
mirtillo | 130 | 0,3 | 0,2 | 0,5 | ||
ribes | 110 | 0,4 | 0,4 | 1,0 | ||
uva spina | 100 | 0,3 | 0,3 | 0,6 | ||
rovo inerme | 140 | 0,4 | 0,4 | 0,7 | ||
castagno (asporto dei soli frutti) | 0,84 | 0,33 | 0,86 | |||
Seminativi | frumento tenero | granella | 60 | 2,4 | 0,8 | 0,6 |
di forza, frumento duro | pt intera | 3,0 | 1,0 | 2,4 | ||
frumento tenero | granella | 60 | 2,1 | 0,8 | 0,6 | |
panificabile, p. superiore | pt intera | 2,6 | 1,0 | 2,4 | ||
frumento tenero | granella | 60 | 1,8 | 0,8 | 0,6 | |
biscottiero | pt intera | 2,4 | 1,0 | 2,4 | ||
orzo | granella pt intera | 60 | 1,8 2,3 | 0,8 1,0 | 0,7 2,4 | |
avena | granella pt intera | 40 | 1,8 2,3 | 0,7 1,0 | 0,6 2,4 | |
segale | granella pt intera | 40 | 1,5 2,5 | 0,6 1,0 | 0,4 2,5 | |
triticale | granella pt intera | 60 | 1,5 2,5 | 0,6 1,0 | 0,4 2,5 | |
mais da granella | granella pt intera | 120 | 1,5 2,2 | 0,6 0,8 | 0,3 1,8 | |
mais trinciato pt intera | 550 | 0,4 | 0,2 | 0,4 | ||
sorgo da granella granella pt intera | 60 | 1,4 2,1 | 0,7 0,9 | 0,4 1,6 | ||
riso japonica e indica granella pt intera | 70 | 1,4 2,0 | 0,8 1,0 | 0,6 2,1 | ||
girasole semi pt intera | 30 | 3,0 3,9 | 1,2 1,9 | 1,1 6,2 | ||
colza granella | 30 | 3,8 | 1,2 | 0,9 | ||
pt intera | 5,7 | 3,3 | 6,6 | |||
soia granella | 30 | 5,3 | 1,5 | 2,4 | ||
pt intera | 6,5 | 2,0 | 3,7 | |||
barbabietola da zucchero | 500 | 0,3 | 0,1 | 0,4 | ||
arachidi | 30 | 4,6 | 1,3 | 3,6 | ||
canapa da fibra | 30 | 0,5 | 0,2 | 0,6 | ||
coriandolo pt intera | 4.5 | 1.6 | 4.0 | |||
lino semi | 30 | 3,5 | 1,4 | 1,3 | ||
fibra | 4,3 | 1,8 | 3,2 | |||
pisello proteico | granella | 50 | 3,2 | 0,8 | 1,3 |
Allegato I (Fertilizzazione)
pt intera | 4,3 | 1,0 | 4,4 | |||
sorgo da foraggio | 600 | 0,3 | 0,1 | 0,3 | ||
favino * | 130 | 4,3 | 1,0 | 4,4 | ||
xxxxxx * | 130 | 4,3 | 1,0 | 4,4 | ||
fagiolo | 15 | 7,0 | 3,1 | 6,9 | ||
cece | 15 | 4,0 | 1,25 | 3,5 | ||
erba medica fieno | 130 | 2,5 | 0,6 | 2,4 | ||
trifolium pratense fieno | 125 | 2,2 | 0,6 | 2,4 | ||
loiessa fieno | 125 | 1,7 | 0,6 | 2,3 | ||
prato avv. Graminacee fieno | 125 | 1,9 | 0,8 | 2,6 | ||
prato avv. polifita** fieno | 125 | 2,1 | 0,8 | 2,6 | ||
prato stabile*** fieno | 125 | 2,0 | 0,7 | 2,1 | ||
aglio est. | 100 | 1,5 | 0,58 | 1,0 | ||
asparago int. | 100 | 2,67 | 0,67 | 2,44 | ||
basilico int. | 250 | 0,3 | 0,17 | 0,5 | ||
bietola da coste int. | 180 | 0,25 | 0,3 | 0,5 | ||
bietola da orto int. | 180 | 0,5 | 0,3 | 0,6 | ||
cardo int. | 280 | 0,48 | 0,2 | 0,7 | ||
carota est. | 350 | 0,4 | 0,14 | 0,6 | ||
cavolfiore int. | 250 | 0,46 | 0,14 | 0,54 | ||
cavolo int. | 250 | 0,4 | 0,2 | 0,7 | ||
cetriolo (CP) int. | 250 | 0,17 | 0,09 | 0,28 | ||
cicoria int. | 220 | 0,57 | 0,34 | 1,03 | ||
cipolla est. | 400 | 0,3 | 0,13 | 0,4 | ||
cocomero int. | 400 | 0,2 | 0,13 | 0,3 | ||
fagiolino est. (se da | 100 | 0,75 | 0,25 | 0,75 | ||
industria) | ||||||
fagiolo (ceroso) est. (se da | 70 | 0,91 | 0,3 | 1,0 | ||
industria) | ||||||
finocchio int. | 250 | 0,7 | 0,1 | 0,9 | ||
fragola int. | 250 | 0,38 | 0,16 | 0,6 | ||
Orticole | indivia, scarola int. | 250 | 0,5 | 0,3 | 0,9 | |
lattuga (CP)**** int. | 350 | 0,31 | 0,09 | 0,5 | ||
lattuga (PC) int. | 250 | 0,32 | 0,16 | 0,7 | ||
melanzana (CP) int. | 400 | 0,5 | 0,2 | 0,6 | ||
melanzana (PC) int. | 250 | 0,5 | 0,2 | 0,6 | ||
melone int. | 300 | 0,4 | 0,14 | 0,6 | ||
patata est. | 300 | 0,5 | 0,2 | 0,8 | ||
peperone (CP)**** int. | 800 | 0,6 | 0,15 | 0,5 | ||
peperone (PC) int. | 220 | 0,4 | 0,15 | 0,5 | ||
pisello est. (se da | 25 | 1,25 | 0,38 | 0,81 | ||
industria) | ||||||
pomodoro (CP)**** int. | 1400 | 0,26 | 0,1 | 0,4 | ||
pomodoro da industria e est. | 650 | 0,26 | 0,1 | 0,4 | ||
da mensa in pieno campo | ||||||
prezzemolo int. | 150 | 0,27 | 0,2 | 0,4 | ||
radicchio int. | 250 | 0,5 | 0,3 | 0,9 | ||
sedano int. | 350 | 0,45 | 0,23 | 0,88 | ||
spinacio est. | 250 | 0,5 | 0,15 | 0,7 | ||
zucca int. | 350 | 0,24 | 0,11 | 0,66 | ||
zucchino**** int. | 380 | 0,4 | 0,15 | 0,8 |
Per le orticole, la dicitura est./int. indica se trattasi di coltura intensiva o estensiva
* in assenza di dati sperimentali gli asporti sono assimilati a quelli del pisello proteico
** con più del 50 % di leguminose
*** con prevalenza di graminacee
**** per le colture protette il limite di azoto da apportare è di 450 kg/ha
***** i valori sono riferiti al tal quale e, per la granella, all’umidità commerciale
Allegato I (Fertilizzazione)
Tabella 3 - Efficienza degli apporti di azoto organico in funzione del tipo di refluo, della coltura, dell’epoca e modalità di distribuzione (k0)
efficienza efficienza
coltura modalità di distribuzione epoca di distribuzione
per materiali palabili *
per materiali non palabili
copertura con interramento | primavera | 0.70 | |
copertura senza interramento | primavera | 0.55 | 0.70 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | primavera | 0.50 | 0.65 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | estate | 0.50 | 0.65 |
dopo la raccolta, in copertura sulla coltura secondaria, con interramento | estate | 0.55 | |
dopo la raccolta, in copertura sulla coltura secondaria, senza interramento | estate | 0.55 | 0.30 |
dopo la raccolta, in fertirrigazione sulla coltura secondaria | estate | 0.70 | |
dopo la raccolta, in presemina di una coltura secondaria | estate | 0.55 | 0.55 |
dopo la raccolta, su suolo nudo, stocchi, stoppie o paglie | estate | 0.55 | 0.30 |
copertura con interramento | autunno | 0.55 | |
copertura senza interramento | autunno | 0.55 | 0.30 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | autunno | 0.50 | 0.65 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | primavera | 0.50 | 0.65 |
prearatura su paglie x xxxxxxx | primavera | 0.70 | 0.70 |
prearatura su terreno nudo o stoppie | primavera | 0.70 | 0.70 |
copertura con interramento | estate | 0.70 | |
copertura senza interramento | estate | 0.55 | 0.55 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | estate | 0.50 | 0.65 |
fertirrigazione | estate | 0.70 | |
dopo la raccolta, in copertura sulla coltura secondaria | autunno | 0.55 | 0.30 |
dopo la raccolta, in presemina di una coltura secondaria | autunno | 0.55 | 0.55 |
dopo la raccolta, su suolo nudo, stocchi, stoppie o paglie | autunno | 0.55 | 0.30 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | autunno | 0.50 | 0.65 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | primavera | 0.50 | 0.65 |
su coltura in atto, suolo inerbito | primavera | 0.70 | 0.70 |
su coltura in atto, suolo non inerbito, con interramento | primavera | 0.70 | 0.70 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | estate | 0.50 | 0.65 |
su coltura in atto, suolo inerbito | estate | 0.55 | 0.55 |
su coltura in atto, suolo non inerbito, con interramento | estate | 0.55 | 0.55 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | autunno | 0.50 | 0.65 |
preimpianto | autunno | 0.55 | 0.30 |
su coltura in atto, suolo inerbito | autunno | 0.55 | 0.55 |
su coltura in atto, suolo non inerbito, con interramento | autunno | 0.55 | 0.55 |
copertura con interramento | primavera | 0.70 | |
copertura senza interramento | primavera | 0.55 | 0.55 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | primavera | 0.50 | 0.65 |
fertirrigazione | primavera | 0.70 | |
preparazione del terreno | primavera | 0.70 | 0.70 |
copertura con interramento | estate | 0.70 | |
copertura senza interramento | estate | 0.55 | 0.55 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | estate | 0.50 | 0.65 |
fertirrigazione | estate | 0.70 | |
preparazione del terreno | estate | 0.55 | 0.55 |
colture a ciclo autunno vernino o autunno primaverile, compresi erbai
colture a ciclo primaverile estivo o estivo, compresi erbai
colture arboree, compresi vigneti e pioppeti
colture ortofloricole, comprese erboristiche e aromatiche
copertura con interramento | autunno | 0.55 | |
copertura senza interramento | autunno | 0.55 | 0.30 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | autunno | 0.50 | 0.65 |
fertirrigazione | autunno | 0.55 | |
preparazione del terreno | autunno | 0.55 | 0.30 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | primavera | 0.50 | 0.65 |
dopo i tagli con interramento | primavera | 0.70 | |
dopo i tagli senza interramento | primavera | 0.55 | 0.70 |
prearatura su paglie x xxxxxxx | primavera | 0.70 | 0.70 |
prearatura su terreno nudo o stoppie | primavera | 0.55 | 0.55 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | estate | 0.50 | 0.65 |
dopo i tagli con interramento | estate | 0.70 | |
dopo i tagli senza interramento | estate | 0.55 | 0.55 |
prearatura su paglie x xxxxxxx | estate | 0.55 | 0.30 |
prearatura su terreno nudo o stoppie | estate | 0.55 | 0.55 |
distribuzione secondo criteri deroga nitrati | autunno | 0.50 | 0.65 |
dopo i tagli con interramento | autunno | 0.55 | |
dopo i tagli senza interramento | autunno | 0.55 | 0.55 |
prearatura su paglie x xxxxxxx | autunno | 0.55 | 0.30 |
prearatura su terreno nudo o stoppie | autunno | 0.55 | 0.55 |
Allegato I (Fertilizzazione)
prati poliennali e medicai
* Per i materiali palabili, è ricompreso anche l’effetto fertilizzante attivo negli anni successivi a quello della distribuzione
Allegato I (Fertilizzazione)
Bilancio semplificato - Il calcolo della dose utile totale di P e K
Come evidenziato in Tabella 4, i suoli poveri o mediamente dotati in fosforo e/o potassio possono ricevere una quantità di elementi nutritivi pari alla quantità asportata dalla coltura (quota di mantenimento); tuttavia nel caso di ricorso ai soli fertilizzanti organici essi potranno essere utilizzati fino al raggiungimento del limite previsto per l’azoto.
Nei suoli ricchi in fosforo e potassio si prevede la sospensione della fertilizzazione minerale, sino a quando un’ulteriore analisi non evidenzi l’abbassamento del contenuto in quel particolare elemento nutritivo fino all’intervallo di dotazione media. E’ invece possibile apportare fertilizzanti organici fino alla restituzione degli asporti azotati.
Tabella 4 - Criteri per la fertilizzazione fosfatica e potassica
Tipologia di fertilizzanti | Dotazione del suolo in P e K | |
Dotazione elevata (vd tabelle P e K in paragrafo Analisi del terreno) | Dotazione bassa o media (vd tabelle P e K in paragrafo Analisi del terreno) | |
Solo minerale | Sospensione degli apporti | Mantenimento: quantità corrispondente agli asporti |
Organico o minerale + organico | Non è ammessa la concimazione minerale. Solo se si apportano fertilizzanti organici si può concimare fino alla restituzione degli asporti azotati. | Il fertilizzante organico può essere distribuito, nel rispetto del limite di N (vd par. La Fertilizzazione Organica). Se l’organico non esaurisce gli asporti sono ammessi i concimi minerali finchè la somma di minerale + organico non raggiunga la quota di mantenimento. |
Il fosforo distribuito con concimi minerali, ad eccezione degli apporti in fertirrigazione, va sempre interrato là dove le condizioni colturali, la sistemazione e la pendenza dell’appezzamento lo consentono.
Nelle seguenti situazioni:
- nei suoli ricchi in P e/o K
- nei casi in cui la concimazione organica abbia già esaurito gli asporti previsti di P e K della coltura
è consentito apportare, su indicazione del tecnico, un quantitativo massimo di 20 kg/ha di P.2
.5.
(elevabili a 40 per il mais nei casi previsti dalla scheda di coltura) o 50 Kg/ha di K2. .O se si verifica uno dei seguenti casi:
- situazioni di elevata immobilizzazione dell’elemento dovuta a caratteristiche fisico- chimiche del terreno (es. per il fosforo nel caso di terreni con pH inferiore a 6,1, superiore a 7,9. o calcarei);
- necessità di raggiungere migliori standard qualitativi del prodotto, assicurati dalla presenza di elevate dotazioni in fosforo e/o potassio (per es. potassio in patata e pomodoro);
- necessità di sopperire a temporanee carenze in concomitanza ad andamenti climatici sfavorevoli e solo nelle prime fasi vegetative della coltura;
- situazioni di apporti localizzati per favorire l’effetto “partenza” del fosforo. Se il concime fosfatico viene localizzato (in prossimità del seme o della piantina trapiantata) la risposta delle colture è spesso evidente soprattutto nelle fasi iniziali di crescita anche nelle situazioni in cui teoricamente la disponibilità dell’elemento è più che sufficiente. Nelle prime fasi vegetative che seguono l’emergenza od il trapianto la presenza di fosforo prontamente assimilabile favorisce infatti la formazione di un buon apparato radicale e crea i presupposti per una migliore efficienza nell’assorbimento di tutti gli elementi nutritivi durante l’intero ciclo colturale. Si tratta in pratica di quello che viene comunemente denominato effetto “starter” che spesso si evidenzia maggiormente in condizioni di terreno freddo ed umido e nelle piante con radice fittonante.
Allegato I (Fertilizzazione)
I casi di concimazione sopra elencati devono essere motivati in una breve nota all’interno del Registro degli Interventi di concimazione e la distribuzione del concime deve essere, almeno per il fosforo, localizzata.
Eventuali specifiche per le singole colture sono riportate all’interno delle schede di coltura.
La fertilizzazione organica
Tale pratica consiste nell’apportare sostanza organica (S.O.) di varia origine (letami, compost, liquami, digestato) per migliorare la fertilità del terreno in senso lato.
Le funzioni svolte dalla sostanza organica sono principalmente due: quella nutrizionale e quella strutturale. La prima si esplica con la messa a disposizione delle piante degli elementi nutritivi in forma più o meno pronta e solubile (forma minerale), la seconda permette invece di migliorare la fertilità fisica del terreno.
Funzione nutrizionale
Il tenore in elementi nutritivi degli effluenti zootecnici, in particolare in azoto, potrà essere desunto da un’analisi chimica del materiale (analogamente all’analisi del terreno essa, in assenza di cambiamenti nella tipologia di stabulazione e di dieta degli animali, ha una validità quinquennale) o dalla comunicazione presentata ai sensi del Regolamento 10/R, art. 3, e calcolato in base alle tabelle 1 e 2 dell’Allegato I, del medesimo regolamento.
In assenza di analisi o nei casi in cui i dati relativi alla comunicazione non siano reperibili, si farà riferimento alla seguente Tabella 5.
Tabella 5 - Dati di composizione per i principali effluenti zootecnici
Tipologia | % ss | letame (kg/t tq) | % ss | liquame (kg/t tq) | ||||
N | P2. O. 5. . | K.2.O | N | P2. O. .5. | K.2O. | |||
media suini | 25 | 5,8 | 3,8 | 6,3 | 3 | 2,7 | 1,6 | 2,3 |
media bovini | 25 | 4,9 | 4,4 | 6,5 | 10 | 3,8 | 2,8 | 3,6 |
media avicoli | 70 | 38,5 | 19,0 | 15,5 | 10 | 10,5 | 10,4 | 5,4 |
Nel caso di adozione delle schede a dosi standard, l’impiego dei fertilizzanti organici dovrà essere contabilizzato analogamente a quanto previsto nel caso di redazione del bilancio semplificato utilizzando, per il calcolo dell’azoto efficiente, il coefficiente Ko sopra menzionato (vd par. “Il calcolo della dose utile di azoto”); per fosforo e potassio si considera sempre un’efficienza del 100%.
Nei calcoli utili per il bilancio o per le schede a dose standard, come elemento-chiave si considererà l’azoto: gli apporti di effluenti zootecnici cioè sono consentiti fino al raggiungimento degli asporti per questo elemento e comunque nel rispetto dei vincoli inerenti quantità e modalità di distribuzione posti dal Regolamento 10/R del 29.10.2007 e smi. Una volta fissata la quantità massima di fertilizzante organico basandosi sull’azoto, si passa ad esaminare gli apporti di fosforo e potassio. Nella pratica si possono verificare le seguenti situazioni:
− le quote di P e K apportate con la distribuzione dei fertilizzanti organici determinano il superamento dei limiti ammessi. In questo caso il piano di fertilizzazione è da ritenersi conforme, ma non sono consentiti ulteriori apporti in forma minerale (salvo eccezioni previste)
− le quote di P e K da fertilizzanti organici non esauriscono la domanda di elemento nutritivo, per cui è consentita l’integrazione con concimi minerali, fino a coprire il fabbisogno della coltura.
Per gli ammendanti compostati, la cui composizione media è assai variabile, si deve fare riferimento al contenuto in elementi nutritivi indicato nell’analisi che accompagna il prodotto. In assenza di alcuni parametri nell’analisi, è possibile fare riferimento a dati bibliografici.
Allegato I (Fertilizzazione)
Funzione strutturale
L’apporto di ammendanti con lo scopo di mantenere e/o accrescere il contenuto di sostanza organica nei terreni è una pratica da favorire. D’altra parte apporti eccessivi effettuati con una logica di “smaltimento” aumentano i rischio di perdite di azoto e di inquinamento ambientale.
Si ritiene quindi opportuno fissare dei quantitativi massimi utilizzabili annualmente in funzione del tenore di sostanza organica del terreno. Vedi tabella 6.
Tabella 6 - Apporti di ammendanti organici in funzione della dotazione del terreno in s.o.
Dotazione terreno in s.o. | Apporti massimi annuali (t s.s./ha) |
Bassa | 13 |
Normale | 11 |
Elevata | 9 |
Biostimolanti e corroboranti
L’utilizzo di prodotti biostimolanti e corroboranti può contribuire a migliorare lo stato fisiologico e nutrizionale delle colture. Per i dettagli vedasi paragrafo “Biostimolanti e corroboranti” nella parte generale di Difesa fitosanitaria.
Casi particolari
Gli apporti alla coltura da sovescio sono inclusi nel conteggio degli apporti fatti alla coltura seguente il sovescio.
Fertirrigazione: attraverso la possibilità di distribuire più frequentemente i fertilizzanti, essa consente di fornire con maggior precisione le quantità richieste dalle piante, ottenendo di conseguenza un risparmio nelle quantità distribuite. L’aumento di efficienza arriva fino al 20%.
Utilizzo di organo minerali e distribuzioni localizzate del fosforo
Per la concimazione fosfatica e potassica si possono utilizzare dei concimi organici ed organo minerali (NP, NK, NPK) che contengono nella loro formulazione una matrice organica spesso in forma umificata. La presenza della sostanza organica, che contrasta i fenomeni di immobilizzazione e di retrogradazione che si verificano nel terreno a carico in particolare del fosforo, determina una buona efficienza di detti concimi. Analogamente l’efficienza di assorbimento del fosforo può essere migliorata operando con delle distribuzioni localizzate alla semina. Ai concimi organo minerali e ai formulati per l’impiego localizzato del fosforo, vengono aggiunte generalmente piccole quantità di azoto minerale e quindi tali prodotti risultano caratterizzati da un titolo di azoto basso che però non è trascurabile. Nelle situazioni in cui la concimazione azotata minerale non è ammessa, ad es. quando si stima un fabbisogno nullo, se l’epoca di distribuzione è lontana da quella di intenso assorbimento, se si coltiva una specie leguminosa che è in simbiosi con batteri azoto fissatori, ecc., l’impiego di tali prodotti sarebbe precluso. In relazione alle considerazioni relative all’efficienza sopra esposte, l’impiego dei fertilizzanti organo minerali e dei formulati con fosforo per la localizzazione è invece ammissibile purché sia accertata la necessità della concimazione fosfatica e/o potassica e l’apporto di N non sia superiore ai:
- 30 kg/ha di N per i concimi organo minerali;
- 10 kg/ha di N per i concimi fosfatici per la localizzazione.
Impiego di prodotti per finalità non nutrizionali
Alcuni prodotti utilizzati non per apportare elementi nutritivi alle piante ma con altre finalità, ad esempio per la difesa fitosanitaria, per l’inoculo dei batteri azotofissatori, come biostimolanti, ecc., possono contenere anche dell’azoto. L’impiego di tali prodotti, se la normativa specifica lo
Allegato I (Fertilizzazione)
consente, è sempre possibile purché la distribuzione di azoto non superi i 10 kg/ha di N. Le singole distribuzioni, nel caso siano superiori a 3 Kg N/ha devono essere conteggiate nei quantitativi massimi ammessi.
Le concimazioni fogliari
Le concimazioni fogliari facilitano il superamento della difficoltà di assorbimento radicale e sono sempre consentite. Le singole distribuzioni, nel caso siano superiori a 3 Kg N/ha devono essere conteggiate nei quantitativi massimi ammessi.
Non devono essere conteggiati gli apporti derivanti dall’aggiunta di fosforo con funzione acidificante nelle soluzioni per fertirrigazione, né quelli conseguenti all’impiego di sinergizzanti ai prodotti fitosanitari.
Sono ammessi gli interventi a base di calcio contro la butteratura amara e quelli con magnesio per prevenire la filloptosi.
Colture arboree
.Concimazione di fondo
Nel caso di nuovi impianti di vite o di colture arboree da frutto, la concimazione di fondo non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P.2.O.5. e K.2O. ,
considerata la scarsa mobilità di questi elementi e l’opportunità di dislocarli nella parte di suolo esplorata dalle radici, in terreni con dotazioni scarse o normali è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare, rispettivamente, i 250 e i 400 kg/ha , da somministrarsi preferibilmente sotto forma organica.
Se la dotazione è elevata le anticipazioni con concimi minerali con P e K non sono, in genere, da ammettere; fanno eccezione quei casi in cui l’esubero di detti elementi nel terreno non è particolarmente consistente: in questi casi è possibile anticipare una quota di P2. O. .5. e K.2 superiore rispettivamente a 125 e 200 Kg/ha; è comunque ammissibile, nel rispetto dei vincoli indicati in tab. 6 e dei tetti di P.2.O.5. e K2. .O sopra indicati, l’utilizzo di matrici organiche che possono avere un ruolo positivo sulla microflora e nel contrastare fenomeni di stanchezza.
O. non
.Fase di allevamento
Nella fase di allevamento gli apporti di azoto devono essere localizzati in prossimità delle radici e devono venire ridotti rispetto alle quantità di piena produzione.
Per l’azoto, indicativamente non si deve superare il 40% il primo anno di allevamento ed il 50% negli anni successivi dei quantitativi previsti nella fase di piena produzione.
L’apporto di P2. O. .5. e K2. .O può essere effettuato anche in assenza di produzione di frutti, al fine di assicurare un’adeguata formazione della struttura della pianta; devono comunque essere rispettati i quantitativi massima in Tabella 7.
Tabella 7 - Apporti di fosforo e potassio negli impianti in allevamento (come % dell’apporto totale consentito nella fase di produzione)
P.2O. .5 . | K.2O. | ||
I anno | II anno | I anno | II anno |
30 % | 50 % | 20 % | 40 % |
Qualora la fase di allevamento si prolunghi non è ammesso superare le dosi indicate per il secondo anno.
Impianti in produzione.
La concimazione azotata minerale deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica.
Colture erbacee (orticole comprese)
Fertilizzazione azotata
Allegato I (Fertilizzazione)
La concimazione minerale azotata deve essere frazionata; salvo quanto precisato nella parte speciale, non è possibile distribuire più di 100 kg/ha in un unico intervento.
Le distribuzioni di concimi minerali azotati devono essere effettuate solo in presenza della coltura o in prossimità della semina o del trapianto.
In particolare sono ammissibili distribuzioni di azoto in pre-semina /pre-trapianto nei seguenti casi:
- colture annuali a ciclo primaverile estivo, purché la distribuzione avvenga in terreni prossimi alla semina/trapianto e nei limiti previsti dalle singole schede colturali;
- uso dei concimi organo-minerali qualora sussista la necessità di apportare fosforo o potassio in forme meglio utilizzabili dalle piante; in questi casi la somministrazione di N in presemina non può comunque essere superiore a 30 kg/ha.
L'efficienza delle applicazioni di fertilizzanti risulta ottimale se questi vengono localizzati in prossimità delle piante.
Per le colture orticole, nel caso di più cicli di coltivazione della stessa coltura ripetuti (es. orticole a ciclo breve, colture di IV gamma), gli apporti di fertilizzanti devono essere calcolati per ogni coltura/ciclo colturale. In ogni caso la somma degli apporti di N efficiente delle diverse colture non deve superare 340 kg/ha/anno(450 kg/ha/anno per colture in serra).
Gli asporti delle colture intercalari vanno tenuti in considerazione; gli apporti di elementi nutritivi non possono comunque superare le asportazioni. Nel caso di misure accessorie a premio valgono eventuali disposizioni più restrittive presenti nel bando.
Gli apporti alla coltura da sovescio sono inclusi nel conteggio degli apporti fatti alla coltura seguente il sovescio.
Eventuali ulteriori specifiche e obblighi sull’impiego dei fertilizzanti azotati sono indicati nelle schede di coltura.
.Fertilizzazione fosfatica e potassica
Considerata la scarsa mobilità di fosforo e potassio, occorre garantirne la dislocazione nel volume di suolo esplorato dalle radici. Per questo motivo sono consigliate solo distribuzioni durante la lavorazione del terreno o nella fase di semina o trapianto; in quest’ultimo caso si consiglia la localizzazione del concime, diminuendo la quota totale di un 20 %, data la maggior efficienza di assorbimento da parte della pianta.
Nelle colturre pluriennali, in terreni con dotazioni scarse o normali è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare, rispettivamente, i 250 e i 400 kg/ha, da somministrarsi preferibilmente sotto forma organica.
Se la dotazione è elevata le anticipazioni con concimi minerali con P e K non sono, in genere, da ammettere; fanno eccezione quei casi in cui l’esubero di detti elementi nel terreno non è particolarmente consistente: in questi casi è possibile anticipare una quota di P2. .O.5. e K.2.O non superiore rispettivamente a 125 e 200 Kg/ha; è comunque ammissibile, nel rispetto dei vincoli
O. .5. e K2. .O sopra indicati, l’utilizzo di matrici organiche che possono avere un ruolo positivo sulla microflora e nel contrastare fenomeni di stanchezza.
indicati in tab. 6 e dei tetti di P.2
Eventuali ulteriori specifiche e obblighi sull’impiego dei fertilizzanti fosfatici e/o potassici sono indicate nelle schede di coltura.
Allegato I (Fertilizzazione)
Nel caso delle colture di IV gamma:
- per tutto l’arco dell’anno, non si deve superare la quantità massima 350 Kg/ha di P2. O. .5 e. 600 Kg/ha di K.2.O
- non si deve effettuare nessuna applicazione azotata per due cicli dopo l’eventuale letamazione.
- è consigliabile evitare concimazioni azotate dopo solarizzazione o geodisinfestazione.
Vincoli legati alla gestione delle paglie
E' fatto divieto di bruciare le paglie, ad eccezione dei terreni a riso in cui il dato di analisi relativo al contenuto in sostanza organica sia > 5 % e nelle risaie in cui venga praticata la minima lavorazione.Nel caso di adesione ad impegni a premio nell’ambito dell’operazione “Tecniche di agricoltura conservativa” valgono eventuali disposizioni più restrittive presenti nei bandi inerenti la gestione dei residui colturali. Con la bruciatura delle paglie il potassio in esse contenuto rimane sul terreno e pertanto è necessario considerare questa restituzione nella redazione del piano di concimazione.
PARTE SPECIALE - PRATICHE AGRONOMICHE
(Schede di coltura)
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali – Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Nella scelta varietale è utile fare riferimento alla Lista Varietà raccomandate-Piemonte |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nella specifica tabella presente nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K.2O. in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo. Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto11" e “Allegato I”. |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti, eccetto che in presenza di sistemi di distribuzione alimentati da enti consortili che non garantiscono continuità di fornitura. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
ACTINIDIA - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O5. ,. K.2.O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2.O5. ,. K.2.O) in situazione normale per una produzione di: 19-29 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P2. O. 5. ., K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 19 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 115 kg/ha di N | ❒ 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 29 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa ❒ 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 35 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 50 kg/ha; 2°anno: 60 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 19 t/ha ❒ -30 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 50 kg/ha di P2. .O.5. | ❒ 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 29 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 15 kg/ha; 2°anno: 25 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 19 t/ha ❒ -60 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 130 kg/ha di K2. .O | ❒ 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 29 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 25 kg/ha; 2°anno: 55 kg/ha. |
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali – Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Ai sensi del Decreto Ministeriale 28 Luglio 2009, nel caso di autoproduzione, è vincolante l’utilizzo esclusivo di materiale certificato “virus esente”. Per le varietà locali il Settore Fitosanitario Regionale può autorizzare, sotto controllo ufficiale, l’autoproduzione. Nella scelta varietale è utile fare riferimento alla Lista Varietà raccomandate-Piemonte. |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nella specifica tabella presente nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Regstrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K2. .O in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo. Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto11" e "Allegato I". |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti, eccetto che in presenza di sistemi di distribuzione alimentati da enti consortili che non garantiscono continuità di fornitura. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
ALBICOCCO - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O5. ,. K.2.O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2.O5. ., K.2O. ) in situazione normale per una produzione di: 10-18 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P2. O. .5., K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 85 kg/ha di N | ❒ 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 18 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa ❒ 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 50 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 35 kg/ha; 2°anno: 45 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha ❒ -15 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 30 kg/ha di P2. .O5. . | ❒ 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 18 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 10 kg/ha; 2°anno: 15 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 10 t/ha ❒ -60 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 95 kg/ha di K.2.O | ❒ 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 18 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 20 kg/ha; 2°anno: 40 kg/ha. |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 49
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali – Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Ai sensi del Decreto Ministeriale 28 Luglio 2009, nel caso di autoproduzione, è vincolante l’utilizzo esclusivo di materiale certificato “virus esente”. Per le varietà locali il Settore Fitosanitario Regionale può autorizzare, sotto controllo ufficiale, l’autoproduzione. Nella scelta varietale è utile fare riferimento alla Lista Varietà raccomandate-Piemonte. |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nella specifica tabella presente nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K2. .O in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo. Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto11" e "Allegato I". |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti, eccetto che in presenza di sistemi di distribuzione alimentati da enti consortili che non garantiscono continuità di fornitura. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 50
CILIEGIO - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O5. ,. K.2.O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2O. 5. ., K.2.O) in situazione normale per una produzione di: 7-11 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P2. O. .5,. K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 70 kg/ha di N | ❒ 15 kg: se si prevedono produzioni superiori a 11 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa ❒ 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 40 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 30 kg/ha; 2°anno: 35 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha ❒ -15 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 30 kg/ha di P2. .O5. . | ❒ 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 11 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 10 kg/ha; 2°anno: 15 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 7 t/ha ❒ -30 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 50 kg/ha di K.2O. | ❒ 20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 11 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 15 kg/ha; 2°anno: 25 kg/ha. |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 51
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali – Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Nella scelta varietale è utile fare riferimento alla Lista Varietà raccomandate-Piemonte |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nella specifica tabella presente nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K.2O. in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto11" e "Allegato I". |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti, eccetto che in presenza di sistemi di distribuzione alimentati da enti consortili che non garantiscono continuità di fornitura. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 52
MELO - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O5. ,. K.2.O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2.O5. ,. K.2O. ) in situazione normale per una produzione di: 32-48 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P2. .O.5,. K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 75 kg/ha di N | ❒ 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 48 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa ❒ 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 45 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 35 kg/ha; 2°anno: 40 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha ❒ -15 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 40 kg/ha di P2. .O5. . | ❒ 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 48 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 15 kg/ha; 2°anno: 20 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 32 t/ha ❒ -40 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 90 kg/ha di K.2.O | ❒ 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 48 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 20 kg/ha; 2°anno: 35 kg/ha. |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 53
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. La cultivar Xxxxx Xxxxxxx Trilobata (ex “Xxxxx Xxxxxxx delle Langhe”) è la varietà più diffusa e la sua coltivazione può consentire l’ottenimento dell’indicazione IGP “Nocciola del Piemonte”. |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori non è ammesso. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico-fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa, adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna “Note incrementi” della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K.2O. in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo. Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 11" e "Allegato I". |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 54
NOCCIOLO - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O.5., K2. O. ) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2O. 5. ,. K.2O. ) in situazione normale per una produzione di: 1,5-1,9 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P.2O. 5. ,. K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 1,5 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 70 kg/ha di N | ❒ 20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 1,9 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) Incremento massimo: 30 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 30 kg/ha; 2°anno: 40 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -15 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 1,5 t/ha ❒ -20 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 40 kg/ha di P.2O. .5. | ❒ 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 1,9 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 15 kg/ha; 2°anno: 20 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 1,5 t/ha ❒ -40 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 90 kg/ha di K.2.O | ❒ 20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 1,9 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 20 kg/ha; 2°anno: 35 kg/ha. |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 55
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Nella scelta varietale è utile fare riferimento alla Lista Varietà raccomandate-Piemonte |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nella specifica tabella presente nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K2. .O in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 11" e "Allegato I". |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti, eccetto che in presenza di sistemi di distribuzione alimentati da enti consortili che non garantiscono continuità di fornitura. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 56
PERO - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O5. ,. K.2.O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2.O5. ,. K.2O. ) in situazione normale per una produzione di: 22-34 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P2. .O.5,. K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 22 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 80 kg/ha di N | ❒ 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 34 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa ❒ 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 40 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 35 kg/ha; 2°anno: 45 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 22 t/ha ❒ -15 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 30 kg/ha di P2. .O5. . | ❒ 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 34 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 10 kg/ha; 2°anno: 15 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 22 t/ha ❒ -50 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 100 kg/ha di K.2.O | ❒ 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 34 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 20 kg/ha; 2°anno: 40 kg/ha. |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 57
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali – Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Ai sensi del Decreto Ministeriale 28 Luglio 2009, nel caso di autoproduzione, è vincolante l’utilizzo esclusivo di materiale certificato “virus esente”. Per le varietà locali il Settore Fitosanitario Regionale può autorizzare, sotto controllo ufficiale, l’autoproduzione. Nella scelta varietale è utile fare riferimento alla Lista Varietà raccomandate-Piemonte. |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nella specifica tabella presente nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. .O.5. e K.2O. in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 11" e "Allegato I". |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti, eccetto che in presenza di sistemi di distribuzione alimentati da enti consortili che non garantiscono continuità di fornitura. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 58
PESCO - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O5. ,. K.2.O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2.O5. ., K.2O. ) in situazione normale per una produzione di: 20-30 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P2. O. .5., K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 100 kg/ha di N | ❒ 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa ❒ 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 50 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 40 kg/ha; 2°anno: 50 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -15 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha ❒ -30 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 40 kg/ha di P2. .O5. . | ❒ 15 kg: se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 15 kg/ha; 2°anno: 20 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -40 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 20 t/ha ❒ -50 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 100 kg/ha di K.2.O | ❒ 40 kg: se si prevedono produzioni superiori a 30 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 20 kg/ha; 2°anno: 40 kg/ha. |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 59
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione certificato ai sensi del DM 20/11/2006. In assenza di tale materiale dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. Ai sensi del Decreto Ministeriale 28 Luglio 2009, nel caso di autoproduzione, è vincolante l’utilizzo esclusivo di materiale certificato “virus esente”. Per le varietà locali il Settore Fitosanitario Regionale può autorizzare, sotto controllo ufficiale, l’autoproduzione. Nella scelta varietale è utile fare riferimento alla Lista Varietà raccomandate-Piemonte. |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto di colture arboree è sconsigliato ma ammesso nelle condizioni citate in "Norme Generali - Punto 7". Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9" |
Gestione della pianta e della fruttificazione | Non è ammesso l’impiego di fitoregolatori. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K.2O. in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo. Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 11" e "Allegato I". |
Irrigazione | Non è ammessa l'irrigazione per scorrimento nei nuovi impianti, eccetto che in presenza di sistemi di distribuzione alimentati da enti consortili che non garantiscono continuità di fornitura. L’azienda, escluse le situazioni in cui utilizza impianti di microirrigazione (a goccia, a spruzzo, con ali gocciolanti o con manichette a bassa portata), deve obbligatoriamente adottare almeno uno dei tre metodi di gestione irrigua descritti in "Norme Generali - Punto 12" e rispettare il volume massimo per ogni intervento irriguo indicato nella stessa sezione. |
Raccolta | Solo per SQNPI: i prodotti devono essere sempre identificati al fine di permetterne la rintracciabilità, in modo da renderli facilmente distinguibili rispetto ad altri ottenuti con modalità produttive diverse. Vedi "Norme Generali - Punto 14". |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 60
SUSINO - CONCIMAZIONE
Scheda a dose standard
Note decrementi Quantitativo (N, P2. .O5. ,. K.2.O) da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni: (barrare le opzioni adottate) | Apporto standard (N, P.2O. 5. ,. K.2O. ) in situazione normale per una produzione di: 18-28 t/ha | Note incrementi Quantitativo (N, P2. .O.5,. K2. O. ) che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. (barrare le opzioni adottate) | |
N - Azoto | ❒ -25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 18 t/ha ❒ -20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ -20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa ❒ -20 Kg: in caso di apporti di letame l’annata precedente | DOSE STANDARD: 80 kg/ha di N | ❒ 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 28 t/ha ❒ 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (All.I Fertilizzazione - interpretazione delle analisi) ❒ 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa ❒ 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio) Incremento massimo: 40 Kg/ha |
Concimazione Azoto in allevamento 1°anno: 35 kg/ha; 2°anno: 45 kg/ha | |||
P2O5 - Fosforo | ❒ -10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 18 t/ha ❒ -25 Kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 40 kg/ha di P2. .O5. . | ❒ 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 28 t/ha ❒ 10 kg: nel caso di concimazioni prevalentemente organiche ❒ 20 kg: in caso di terreni con elevata immobilizzazione del fosforo (per es. terreni fortemente acidi o con elevata % di calcare) |
Concimazione Fosforo in allevamento: 1°anno: 15 kg/ha; 2°anno: 20 kg/ha. | |||
K2O - Potassio | ❒ -30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 18 t/ha ❒ -60 kg: in caso di terreni con dotazione elevata | DOSE STANDARD: 100 kg/ha di K.2.O | ❒ 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 28 t/ha |
Concimazione Potassio in allevamento: 1°anno: 20 kg/ha; 2°anno: 40 kg/ha. |
Disciplinari Produzione Integrata - anno 2019 61
VITE DA VINO
RIFERIMENTO DELLE NORME GENERALI | NORME COLTURALI |
Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali – Punto 3". |
Mantenimento dell'agroecosistema naturale | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 4". |
Scelta varietale e materiale di moltiplicazione | Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 5". In particolare nei nuovi impianti: non è consentito il ricorso a materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM); si deve ricorrere a materiale di moltiplicazione di categoria certificato ai sensi del DM 8/2/2005, per i vitigni per i quali esso è disponibile. E’ inoltre consigliato, come contrasto alla flavescenza dorata, l’utilizzo di materiale di moltiplicazione sottoposto a termoterapia in acqua a 50°per 45 minuti. |
Sistemazione e preparazione del suolo all'impianto e alla semina | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 6". |
Avvicendamento colturale | Il reimpianto della vite è ammesso se vengono eseguite almeno 2 delle seguenti pratiche: - lasciare a riposo il terreno per almeno un anno tra espianto e successivo impianto - apportare dell’ammendante organico sulla base dei risultati delle analisi chimico-fisiche del terreno - realizzare un sovescio entro il primo anno del nuovo impianto - asportare i residui radicali della coltura precedente Vincoli, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 7”. |
Xxxxxx, trapianto, impianto | Nessun vincolo specifico; indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 8". |
Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti | Obbligo di inerbimento dell'interfila nel periodo autunno-invernale. Vincoli per le lavorazioni nei terreni con pendenza superiore al 10%: vedi "Norme generali - Punto 9". |
Gestione della pianta e della fruttificazione | L’impiego di fitoregolatori è ammesso esclusivamente per le sostanze attive e limitatamente agli usi previsti nella specifica tabella presente nelle “Norme tecniche di produzione integrata: difesa e diserbo”. Indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 10". |
Fertilizzazione | L'azienda deve disporre delle informazioni relative alle caratteristiche chimico fisiche del terreno che ospita il frutteto tramite l'effettuazione di analisi in conformità a quanto previsto dall’Allegato I. L'azienda è tenuta a redigere un Piano di Concimazione (vedi Allegato I) o, in alternativa adottare il modello semplificato secondo le Schede a Dose Standard. In caso d'utilizzo delle Schede a Dose Standard l'azienda é tenuta a registrare le motivazioni d'incremento o decremento degli apporti barrando le opportune caselle. Per l’azoto l’incremento massimo è indicato nella colonna Note incrementi della scheda. Il riscontro delle operazioni di concimazione è dato dalla scheda di magazzino e dalla scheda “Registrazione degli interventi”. Concimazione di fondo: nei nuovi impianti di vite, la concimazione pre-impianto non dovrà comprendere azoto, salvo l’apporto dato da fertilizzanti organici; per P2. O. .5. e K2. .O in terreni con dotazioni scarse, normali e nei terreni ricchi in cui l'esubero di detti elementi non è particolarmente consistente, è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare i limiti indicati al paragrafo Concimazione di fondo Concimazione d’allevamento (1°e 2°anno) : sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti e le quantità distribuite devono essere ridotte rispetto alla quota ammessa in fase di produzione; i limiti da non superare sono riportati nella Scheda a Dose Standard. Concimazione in fase di produzione: la distribuzione di concimi azotati minerali deve essere frazionata per apporti superiori a 60 kg/ha e non è consentita nel periodo che va dalla fine caduta foglie alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. Xxxxxxx, indirizzi generali e consigli in "Norme Generali - Punto 11" e "Allegato |