RASSEGNA STAMPA SULL’ACCORDO PRELIMINARE IN MERITO
RASSEGNA STAMPA SULL’ACCORDO PRELIMINARE IN MERITO
ALL’INTESA PREVISTA DALL’ART. 116 DELLA COSTITUZIONE TRA IL GOVERNO ITALIANO E LA REGIONE VENETO.
MERCOLEDI’ 28 FEBBRAIO 2018
IL CORRIERE DEL VENETO
Le spinte identitarie. Autonomia, firma senza Gentiloni
Oggi a palazzo Chigi il sottosegretario Bressa attende i tre governatori (ma il premier sarà a Bologna nel pomeriggio). Caso Maroni nella Lega
VENEZIA - «Domani non vi porto a casa l’autonomia ma il presupposto per scriverne la prima pagina» ha detto ieri il governatore Xxxx Xxxx in visita «elettorale» a Belluno. E ieri era il giorno della vigilia per la firma della pre intesa in programma oggi alle 12.30 a Palazzo Chigi. Una firma sospirata dopo una trattativa al photofinish.
Del resto, il governatore su quel referendum con tanto di quorum si è giocato tutto. E i toni della
vigilia tradiscono la portata
della scommessa: «Il libro di storia
dell’autonomia sarà
un’enciclopedia, domani (oggi ndr) ne scriviamo la pagina iniziale» . E giù ad elencare il vero
bottino strappato in una campagna romana combattuta palmo a palmo: costi standard anziché spesa storica,compartecipazione sui tributi e commissione paritetica. Non manca un monito ai futuri parlamentari: «Chi fa il salto della quaglia non torni in Veneto, è meglio».
Il clima è quello delle grandi occasioni. Guasta la festa, per così dire, l’assenza del premier Xxxxx Xxxxxxxxx che tuttavia oggi pomeriggio sarà in Regione a Bologna. Per parlare di fondi Cipe, certo, ma, a margine, anche di autonomia. Ai maligni non è sfuggita una tempistica quanto meno infelice. A controfirmare la pre intesa sull’autonomia di Veneto, Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx sarà Xxxx Xxxxxxx Xxxxxx, l’uomo che ha tenuto le fila della trattativa per conto del governo e che spiega: «Il presidente del consiglio ha ritenuto opportuno che a chiudere l’accordo fosse chi ha portato avanti questa partita».
Nel frattempo, ieri, il veleno è scorso a fiumi dalla Lombardia al Veneto e ritorno, rigorosamente all’interno del Carroccio se contiamo anche i fuoriusciti e quelli in odore di trasloco. A dar fuoco alle polveri un intervento di Xxxxxxx «Bobo» Xxxxxx su «Il Foglio». Il governatore della Lombardia ha scritto: «Lo dico con rammarico ma la Lega di Xxxxxxx ha perso le tracce del federalismo, con la firma di Roma riprende il cammino di chi non ha mai dimenticato l’insegnamento di Xxxxxxxxxx Xxxxxx».Insomma, federalismo contro la nuova Lega sovranista di Xxxxxxx. Che replica secco: «Se Xxxx Xxxx e Xxxxxxx Xxxxxx firmano il pre-accordo sull’autonomia di Veneto e Lombardia è perché la Lega è forte». L’unica voce che si leva in difesa di Xxxxxx non a caso è quella di un ex illustre,
Xxxxxx Xxxx: «Maroni ha ragione da vendere: la nuova Lega di Xxxxxxx ha annientato anni di
battaglie portate avanti con sacrificio e determinazione da militanti e amministratori locali, su tutte quella per il federalismo». Il botta e risposta mediatico è infinito, il ministro per le Politiche Xxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxx xxxxxx con l’accetta: «Mi pare chiaro che Xxxxxxx da tempo preferisca Casapound al federalismo. Il tradimento del Nord lo ha compiuto proprio il segretario della Lega.
Mentre noi come PD stiamo dando risposte nuove al tema dell’autonomia». Il sostegno a Xxxx finisce a Verona perché per il resto, la Liga veneta fa quadrato attorno al segretario federale.
«L’obiettivo del federalismo - distilla tagliente il segretario nathional Xxxx Xx Xx - non lo abbiamo mai perso neanche quando l’aveva smarrito proprio Xxxxxx quando era ministro. E poi, in piena campagna elettorale non si può uscire così...tanto più sul Foglio, lasciamo perdere. Ha parlato Salvini per tutti». Dosa le parole ma non potrebbe essere più chiaro Xxxxxxx Xxxxxxxxx, presidente del consiglio regionale: «Mi sembra che la Lega di Salvini in Veneto ma anche in Lombardia fosse quella del 22 ottobre. La Lega non è mai cambiata, cerchiamo di portare più vicino ai territori risorse e competenze per migliorare la qualità della vita dei cittadini». Intanto Xxxxxxx Xxxxxxxxx, presidente dell’Xxxxxx Xxxxxxx ribadisce: «Il futuro Parlamento e il futuro Governo non potranno non tener conto di questo accordo preliminare». (Xxxxxxx Xxxxxx)
La parola. Pre intesa
VENEZIA - Alla firma oggi a Palazzo Chigi un documento definito «pre intesa sull’autonomia». Si tratta di tre distinti documenti per Veneto, Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx.
Fra i caposaldi ci sono tre temi: l’addio alla spesa storica in favore dell’applicazione dei costi standard (si parte dal comparto Sanità ma si auspica un allargamento a tutte le 23 materie previste di cui 5 già trattate), la compartecipazione (trattenuta alla fonte di uno o più tributi) e, infine, la nascita di una commissione paritetica così come accade per le Province autonome.
LA NUOVA VENEZIA
Autonomia: oggi si firma Salvini esulta, il Pd tace
Xxxxxxxxx, governatore dell'Xxxxxx Xxxxxxx: «È importante che il Parlamento eletto il 4 marzo approvi rapidamente i contenuti dell'accordo con le tre regioni»
PADOVA - Il patto sull'autonomia tra governo e le regioni Veneto, Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx, che verrà firmato questa mattina alle 12,30 a Palazzo Chigi, infiamma la campagna elettorale e diventa il cavallo di battaglia della Lega, che ad ogni comizio lo sbandiera come una vittoria "storica", mentre il Pd tace. Xxxxxx Xxxxxxx ne ha parlato ieri con toni trionfalistici: «Dopo 30 anni di battaglie Lombardia, Veneto ed Xxxxxx Xxxxxxx oggi vanno a Roma a firmare col Governo centrale per l' autonomia dopo il voto. Il che significa una politica più vicina ai cittadini, più trasparente, con più soldi e più competenze. Certo poi le competenze le devi usare bene: la Sicilia ha l' autonomia, ma lì qualcuno l'ha presa per l'autonomia di spendere e spandere». La Lega ha deciso di cavalcare l'onda lunga del referendum del 22 ottobre e spera di incassarne i risultati elettorali il 4 marzo, mentre il Pd non fa mai riferimento alla pre-intesa che assegna nuove competenze alle regioni. Silenzio assoluto. Il sottosegretario Bressa, artefice del "patto storico" ieri ha diffuso un comunicato stringatissimo: «L'intesa sull'autonomia differenziata ha per oggetto i principi generali, la metodologia e le materie per l'attribuzione di più autonomia alle tre Regioni che hanno presentato la richiesta ai sensi dell'art 116, comma Terzo, della Costituzione. Questo è il frutto del lavoro avviato il 9 novembre 2017 con l'istituzione di un tavolo di negoziato tra governo, Xxxxxx Xxxxxxx e Lombardia, e di un ulteriore confronto avviato con la Regione Veneto il primo dicembre». Xxxx ha detto la sua anche Xxxxxxx Xxxxxxxxx, governatore dell'Xxxxxx Xxxxxxx, che con il premier Gentiloni ha siglato il protocollo di avvio del negoziato a novembre, con un vero colpo a sorpresa. «Oltre alla firma è importante che il futuro Parlamento e il futuro Governo tengano conto e rispettino i contenuti dell'accordo preliminare. Avevamo ipotizzato che prima della scadenza del mandato del Governo ci potesse essere una prima pietra posata proprio per indicare molto bene quali erano i nostri obiettivi: voglio che l'Xxxxxx-Romagna in futuro possa essere premiata, a
prescindere da chi formerà il governo a Palazzo Chigi». Insomma, oggi il premier Xxxxx Xxxxxxxxx firmerà un accordo a quattro con la speranza che il futuro Parlamento lo ratifichi in fretta, senza attendere la riforma della Costituzione, come auspicano Xxxxxx Xxxxxxxx e Forza Italia. (Xxxxxx Xxxxxxx)
L'analisi. La prospettiva cambiata con una sfida testarda
VENEZIA - È una prerogativa del nostro tempo quella di dimenticare. Non è tanto la memoria in sé e per sé che manca, quanto il buon senso e la lungimiranza. E poi, talora, ricordare scontenta, anche quando sarebbe onesto ammettere. Che cosa? Ad esempio, che, a fine legislatura, si è stipulata una pre-intesa tra lo Stato e la Regione Veneto, avente ad oggetto - come stabilisce l'articolo 116, comma 3, della Costituzione - "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia". Un atto, destinato a svilupparsi, nei suoi contenuti, una volta che le nuove Camere avranno costituito i propri organi interni e avranno dato inizio ai lavori della legislatura. Certo, accanto alla Regione Veneto ci saranno Lombardia ed Xxxxxx-Romagna. Se ne aggiungeranno delle altre, pare: Liguria, Puglia, Piemonte, Campania... Tutte a seguire - ecco la memoria - il Veneto apripista, il quale ha combattuto una piccola guerra: ha perso due battaglie, nel 1992 e nel 2000, e ne ha vinta una, quella decisiva, nel 2015, sempre dinanzi alla Corte costituzionale. È stata testarda, ha accettato il confronto dialettico, ha saputo perdere, non ha minacciato fatti eversivi. Ma non si è accontentata di frequentare i palazzi del potere, avendo preferito coinvolgere i cittadini. Qui sta il punto, ancorché molti si ostinino a credere - in buona o malafede, poco importa - che avere alle spalle oltre due milioni di voti sia insignificante. È evidente che non lo è. Lo dimostrano la forza con cui la Regione ha potuto finora trattare; il fatto che l'ente pubblico non negozia per se stesso, come è per l'Xxxxxx- Romagna, ma in nome e per conto di chi ha approvato con un sì l'iniziativa. È il corpo referendario, il quale si attende risultati. Avendo assunto - come ha rivelato qualche inchiesta - un atteggiamento di prudente attesa. All'orizzonte, non vi sono soluzioni miracolistiche. C'è la consapevolezza che su tutto grava una crisi di enormi proporzioni. C'è la speranza che si possa rimediare a una distribuzione puramente egualitaria delle competenze e a una allocazione squilibrata delle risorse. Quest'ultimo è un difetto endemico, che ha pregiudicato il Paese nel suo insieme. Non è stato premiato chi doveva esserlo, non è stato stimolato all'efficienza chi ha preferito la rendita parassitaria. Ora, per la prima volta, a settant'anni dall'entrata in vigore della Costituzione, si è scritto a chiare lettere che si dovrà superare - nel senso di: non applicare - il criterio della spesa storica. Esso equivale - in parole povere - al "Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato", da replicare all'infinito. Non è il caso di fare ricorso ad aggettivi roboanti, del genere "storico", "epocale"e via dicendo, se non altro perché non sono mai stati beneauguranti. Tuttavia, il plauso pressoché universale non guasta. Ma è bene sapere che rappresenta il frutto, per nulla scontato, di una non comune determinazione, che va riproposta di giorno in giorno, faticosamente e con atteggiamenti che non hanno ecceduto e non eccedono mai il confronto a viso aperto, leale, competente. Quest'ultimo attributo - competente - rappresenta un pregio in sé e un elemento indefettibile di qualunque risultato positivo. Quel che si ottiene - la Regione Veneto ha ottenuto ciò che conta - non costituisce mai il prodotto di forzature. È necessario persuadere e, per persuadere, è indispensabile ragionare. Essere in grado di ricorrere, semmai, alla forza, evidente e disarmante, delle metafore. Così, invece di citare articoli, per dimostrare che i privilegi delle Regioni speciali vanno presi in esame e valutati dati alla mano, si può anche sottolineare una circostanza incontestabile: chi mangia tonno in scatola (Regione ordinaria) ha almeno il diritto di assaggiare l'aragosta del vicino (Regione speciale). Qui, il discorso non riguarda gli enti, ma i cittadini: donne e uomini, in carne ed ossa. È un cambio di prospettiva radicale. Aiuterà anche Roma a comprendere. Dovrà farlo, perché siamo tutti sulla medesima barca: si chiama Italia. (Xxxxx Xxxxxxxxxx)
IL GIORNALE DI VICENZA
Dopo il referendum. Autonomia, Zaia a Roma per l'intesa «È il primo passo»
A palazzo Chigi lo storico appuntamento. Ultimi ritocchi e verifiche alla bozza numero otto.
«Si cristallizza il percorso fatto con questo Governo. Da adesso seguiranno tanti altri atti come questo»
ROMA - L'ultima verifica al testo è di ieri nel tardo pomeriggio da parte dei super tecnici, quelli della Regione del Veneto da una parte e del Governo dall'altra. Fino all'ultimo la pre-intesa è stata letta e limata. «Siamo alla bozza numero otto, le ultimissime nostre richieste sono state accolte», confermano da Venezia. Ora è tutto pronto. Oggi alle 12.30 a palazzo Chigi, Roma, è in programma la firma dell'accordo che, di fatto, segna un punto fermo della trattativa che porterà in futuro al trasferimento delle competenze dallo Stato alla Regione. Sul tavolo al momento ci sono 5 materie. Siglerà la pre-intesa per la Regione, il governatore Xxxx Xxxx, xxxxx xxxxx xxxxx 0 xxxxxxx x xxxxx xx xxxxxx che hanno votato al referendum del 22 ottobre. Ci sarà poi Xxxxxxx Xxxxxx, ancora per pochissimi giorni presidente della Lombardia, che ha votato lo stesso giorno. E, per l'Xxxxxx Xxxxxxx, ci sarà Xxxxxxx Xxxxxxxxx, che ha avviato la procedura ordinaria della richiesta di autonomia differenziata. Per il Governo non ci sarà il premier Gentiloni, ma il Sottosegretario agli Affari regionali, Xxxxxxxxxxx Xxxxxx, che ha seguito l'iter fin dall'insediamento del tavolo con il Veneto lo scorso 1 dicembre. IL PASS. Zaia, l'altra sera a Padova per un comizio elettorale, commentava: «La firma della pre-intesa è un passettino verso l'autonomia, il primo di una lunga serie. È fondamentale perché cristallizza quello che si è fatto fino ad oggi e consente di proseguire con il nuovo Governo senza fare il gioco dell'oca, cioè ripartire dall'inizio. La Costituzione è come un menù con 23 materie: se io voglio mangiarle tutte, me le porti sul tavolo e fine. Ed è importante anche perché introduce un nuovo concetto: l'abolizione della spesa storica». Questo è un punto fondamentale per il Veneto che, da sempre virtuoso, si è visto per decenni bastonato. Il documento contiene, nella prima parte, i principi generali e la metodologia con i criteri cardine che enunciano, appunto, l'introduzione delle novità: costi standard al posto della spesa storica; compartecipazione al gettito di uno o più contributi; istituzione della Commissione paritetica che, con il nuovo Governo, dovrà definire nel concreto il trasferimento delle competenze, cioè i soldi. Nella seconda prevede poi una serie di allegati, tanti quante sono le materie su cui si è iniziato a negoziare. E, cioè, sanità e ambiente. Ma anche lavoro, istruzione e rapporti con l'Ue. I SOLDI. Non sono tutte uguali le pre-intese per le tre Regioni. C'è qualche leggera differenza sulle materie. Il Sole 24 ore di ieri analizzava la potenziale portata economica dell'autonomia. La materia con miglior cassa è rappresentata dall'istruzione: per le tre Regioni vale 11 miliardi di euro all'anno. L'ambiente è a quota 156 milioni di euro e prevede la possibilità per la Regione di introdurre regole di tutela più stringenti. Questo è, tuttavia, uno dei capitoli che forse ha ottenuto meno. La sanità, invece, è già in gran parte di competenza delle singole Regioni, ma in più il Governo è disposto a dare carta bianca su ticket e personale con 983 milioni di euro. Il capitolo lavoro vale almeno 200 milioni di euro. Spetterà alla Commissione paritetica, cioè il gruppo di esperti della delegazione trattante che dovrà sedere a Roma e trattare, dare concretezza economica alle materie da trasferire in capo alla Regione. Ma di questo si parlerà dopo il 4 marzo. (Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx)
L’ARENA DI VERONA
Svolta. Autonomia, firma a Palazzo Chigi Federalismo: è lite
Patto a tre Veneto-Lombardia-Emilia. Xxxxxx: «Xxxxxx se lo dimentica». La replica: la gente vuole risultati
ROMA - È fissato per oggi alle 12.30, a Palazzo Chigi, l'appuntamento per la firma dell'accordo preliminare in merito all'intesa raggiunta tra governo, Regione Xxxxxx Xxxxxxx, Lombardia e Veneto sull'autonomia. Lo ha reso noto ieri il sottosegretario per gli Affari regionali Xxxxxxxxxxx Xxxxxx, delegato dal presidente del Xxxxxxxxx Xxxxx Xxxxxxxxx a condurre il confronto in rappresentanza del governo, nonché estensore del comma 3 dell'articolo 116 della Costituzione durante la riforma del 2001. «L'accordo preliminare ha per oggetto i principi generali, la metodologia e le materie per l'attribuzione alle Regioni che ne hanno fatto richiesta tramite atto formale dei loro organi, di maggiori forme di autonomia differenziata, ai sensi dell'articolo 116. La firma è frutto del lavoro avviato a fine 2017», conclude Bressa. LITE SUL FEDERALISMO. Intanto, all'interno della Lega si sentono sempre più forti scricchiolii. Xxxxxxx Xxxxxx ieri nella sua rubrica sul Foglio ha attaccato frontalmente il segretario Xxxxxx Xxxxxxx. L'accordo sull'autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia che sarà firmato oggi a Roma, ha scritto il governatore uscente,
«riscopre una parola dimenticata dalla politica: federalismo. Un tema assente dalla campagna elettorale, ma sempre centrale per la (ancora irrisolta) questione settentrionale. Un tema di cui, lo dico con rammarico, la Lega di Xxxxxxx ha perso le tracce». Critica a cui ha fatto eco l'ex sindaco di Verona Xxxxxx Xxxx che è fra i fondatori di Noi con l'Italia. «La nuova Lega di Xxxxxxx ha annientato anni di battaglie» ha osservato aggiungendo che «toccherà a chi, come il sottoscritto e Xxxxxx, ha sempre avuto coerenza politica, riprenderle in mano». Rivendicazioni e critiche che Xxxxxxx snobba:
«Io penso che la gente del Nord come del Sud non chieda al partito un nome, ma una battaglia e risultati concreti».
IL GAZZETTINO
L'appuntamento. Autonomia, firma senza Gentiloni
Oggi alle 12.30 a Palazzo Chigi la sottoscrizione della pre-intesa. Il premier non c’è, ma nel pomeriggio illustrerà il testo a Bologna. Il governo rappresentato da Xxxxxx. Zaia: «Ci basta chiudere». Xxxxxx punge Xxxxxxx: «La sua Lega ha perso il federalismo»
VENEZIA - Finalmente c'è l'ufficialità: appuntamento oggi alle 12.30, a Palazzo Chigi, per la firma della pre-intesa sull'autonomia del Veneto, oltre che della Lombardia e dell'Xxxxxx Xxxxxxx. Ma se i governatori Xxxx Xxxx, Xxxxxxx Xxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxxxxx saranno presenti, per non dire presentissimi a giudicare dall'entusiasmo della vigilia, il premier Xxxxx Xxxxxxxxx non ci sarà, tanto che l'esecutivo verrà rappresentato dal sottosegretario Xxxxxxxxxxx Xxxxxx. Un colpo di scena che rischia di essere vissuto come uno sgarbo istituzionale, visto che nel pomeriggio il capo del governo illustrerà il testo, ma a Bologna.
L'ASSENZA. La convocazione è stata diramata ieri all'ora di pranzo dallo stesso Bressa, già delegato da Gentiloni a condurre il confronto per conto di Roma. «L'accordo preliminare ha per oggetto i principi generali, la metodologia e le materie per l'attribuzione alle Regioni che ne hanno fatto richiesta tramite atto formale dei loro organi, di maggiori forme di autonomia differenziata», ha annunciato l'estensore del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione, cioè quello su cui si basa il negoziato avviato gli scorsi 1° dicembre per il Veneto e 9 novembre per Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx. Curiosa è l'assenza del premier, confermata in serata dallo staff della presidenza del Consiglio dei ministri: Gentiloni alle 10 presiederà la riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica proprio nella sala Verde dove sarà sottoscritto il documento sull'autonomia e alle 16.30 interverrà nella sede della Regione Xxxxxx Xxxxxxx per presentare i fondi stanziati dal Cipe e la medesima pre-intesa sottoscritta dai governatori.
I GOVERNATORI. Xxxx'hanno detto appunto i presidenti? «Basta che si firmi, se poi c'è Xxxxxxxxx, tanto meglio», ha confidato il leghista Xxxx, che pure conterebbe di riuscire a parlare con il premier prima della cerimonia. Il dem Xxxxxxxxx ha glissato sulla visita del premier a quattro giorni dalle Politiche: «Il futuro parlamento e il futuro governo non potranno non tener conto di questo accordo
preliminare». Molto più agitate sono invece le acque lombarde, con Xxxxxx che va a chiudere il suo mandato rinfocolando lo scontro con il vertice del Carroccio: «Questo accordo ha scritto giusto ieri nella sua rubrica settimanale sul Foglio riscopre una parola dimenticata dalla politica: federalismo. Un tema assente dalla campagna elettorale, dominata da chi la spara più grossa, ma sempre centrale per la (ancora irrisolta) questione settentrionale. Un tema di cui, lo dico con rammarico, la Lega di Xxxxxxx ha perso le tracce». Piccata la reazione di Xxxxxx Xxxxxxx: «Se domani (oggi, ndr.) Xxxx Xxxx e Xxxxxxx Xxxxxx vanno a firmare il pre-accordo sull'autonomia di Veneto e Lombardia è perché la Lega è forte. Nel programma del centrodestra c'è il progetto di una Italia federale, è scritto nero su bianco, e io conto di metterlo in atto. A me interessano i risultati». Non le polemiche, ha inteso dire il segretario federale, provando a stemperare la polemica: «Con Maroni andiamo d'amore e d'accordo, e poi siamo milanisti entrambi, quindi cosa vuoi di più?». Ha fatto la battuta, il resto si vedrà. (Xxxxxx Xxxxxxxx)
La missione. Lo scarso preavviso ferma le delegazioni
ROMA - A tre mesi dall'avvio del negoziato, oggi il governatore Xxxx Xxxx e il sottosegretario Xxxxxxxxxxx Xxxxxx tornano ad incontrarsi a Roma. Saranno presenti anche alcuni componenti veneti delle due delegazioni trattanti, ma non le squadre al gran completo. Troppo poche, le 24 ore di preavviso concesse dal governo, per permettere ai docenti universitari di entrambe le parti di esserci.
I contenuti. Dai fabbisogni standard alle cinque materie, ecco cosa può cambiare
VENEZIA - Le ultime limature al testo sono state apportate dai tecnici ieri a Roma. Per conto di Palazzo Balbi c'era Xxxxxxxx Xxxxxxxx, direttore dell'area Programmazione e sviluppo strategico, uno dei due soli uomini in Veneto (va da sé che l'altro è il governatore Xxxx Xxxx) a possedere una copia della versione definitiva della pre-intesa che sarà firmata oggi. Così occorre affidarsi alle bozze degli altri, cioè Xxxxxx Xxxxxxx e Lombardia, per provare ad individuare i contenuti salienti del documento.
LA PARTE GENERALE. Le premesse dell'accordo preliminare dovrebbero essere comuni a tutte e tre le Regioni. La parte generale prevede che il riconoscimento di competenze differenziate
«avvenga nella garanzia della coesione giuridica ed economica della Repubblica e nella consapevolezza del suo carattere unitario e indivisibile». Il risultato finale sarà oggetto di valutazione e monitoraggio, «in via sperimentale, nel termine di due anni prima della scadenza». Sciolto, almeno per questa prima fase, il nodo delle risorse: non si tratterà di «mera regionalizzazione di voci di spesa statale» o di «semplice trasferimento di risorse dallo Stato alla Regione», bensì di individuare «criteri e parametri, anche inediti». Ecco allora i «meccanismi di compartecipazione, o riserva di aliquota, al gettito dei tributi erariali maturati sul territorio regionale» e i «fabbisogni standard, la cui determinazione verrebbe demandata ad un'apposita commissione paritetica Stato-Regioni».
LE COMPETENZE. Gli allegati riguardanti le singole materie saranno invece più specifici. Guardando però all'Xxxxxx Xxxxxxx, che ha avviato la trattativa sugli stessi cinque settori del Veneto, è possibile azzardare qualche elemento condiviso. Per quanto riguarda il Lavoro, l'articolato dovrebbe riconoscere alla Regione la competenza legislativa e amministrativa nelle politiche attive e nella vigilanza. Sul piano dell'Istruzione, è presumibile che sia stata accolta la richiesta di un coordinamento regionale nella programmazione dell'offerta, sia per la formazione professionale che per i percorsi universitari. In tema di Sanità, potrebbero esserci la facoltà di programmare le borse di studio per i medici specializzandi o di stipulare in alternativa contratti a tempo determinato di specializzazione e lavoro per i neo-dottori, la rideterminazione di tariffe e
ticket per i residenti, una maggiore autonomia nella distribuzione dei farmaci. Quanto all'Ambiente, sarebbero previste nuove funzioni normative e amministrative. Molto più snello sarà il capitolo relativo ai Rapporti internazionali e con l'Unione Europea: una dichiarazione di princìpi. (X.Xx.)
GIOVEDI’ 01 MARZO 2018 CORRIERE DEL VENETO
La trattativa tra Stato e Regione. Autonomia, ora c’è la firma «Nulla sarà più come prima» Roma, cerimonia di 3 minuti. La gioia di Zaia («aperta una breccia») e la stoccata al premier
ROMA - Se sarà una giornata «storica», come è stata salutata in entrata e in uscita da Palazzo Chigi dal governatore Xxxx Xxxx, lo scopriremo solo vivendo (e la prossima legislatura, nel corso della quale si vorrebbe che il parlamento approvasse la prima legge sull’autonomia, già potrà dare qualche indicazione al riguardo). Di sicuro la firma della «pre-intesa quadro» ieri a Roma col governo, nella persona del sottosegretario agli Affari regionali Xxxxxxxxxxx Xxxxxx, si è svolta in un clima di understatement tale, da lasciare molti delusi. L’appuntamento, a cui hanno partecipato anche i governatori Xxxxxxx Xxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxxxxx in rappresentanza di Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx, si è svolto come annunciato in assenza del premier Xxxxx Xxxxxxxxx (che a quattro giorni dal voto ha preferito non mostrarsi al fianco dei governatori leghisti ma nel pomeriggio, a Bologna, ha acconsentito ad illustrare l’accordo col dem Bonaccini) ed è durato, il video pubblicato su Facebook da Zaia a beneficio dei giornalisti costretti ad aspettare in piazza sta lì a testimoniarlo, 3 minuti e 45 secondi, foto di rito comprese. Se si aggiungono la salita e la discesa dalle scalinate di Palazzo Chigi si arriva, forse, a 7, con sorpresa perfino degli smaliziati fotografi romani: «Ma come già finito?, madonna ma che hanno fatto, ‘na comparsata?». Vabbè, un’intesa nel nome della velocità, della concretezza e del pragmatismo e d’altronde c’era poco da aggiungere dopo che tra Venezia e Roma erano intercorse xxxx xxxxx diverse e decine di limature al testo finale. Un testo uguale nelle premesse generali per le tre regioni ma diverso nelle specifiche relative alle singole competenze.
Xxxx non ha voluto fare polemica, limitandosi a sottolineare come Xxxxxxxxx abbia «perso una bella occasione, peccato» e a rimarcare che «la firma messa oggi ha comunque tutto il valore giuridico del caso e piena ufficialità» . Quanto al resto, entusiasmo diffuso (e a ragione sottolineano i tecnici della delegazione, tutti presenti con l’eccezione del professor Xxxxxxxxx, perché «si è aperta una breccia» e di qui in avanti «nulla sarà più come prima») con la convinzione che ieri si sia compiuto il primo passo di una più generale riforma degli assetti istituzionali e costituzionali del Paese. «A 70 anni dalla Costituzione e a 17 anni dalla riforma del Titolo V, finalmente si dà spazio all’autonomia e al regionalismo, come chiedeva Einaudi - ha detto Xxxx, che ha sorvolato sulle domande su Xxxxxxx e la nuova Lega sovranista non federalista -. Il percorso è ancora lungo, vanno approfondite le cinque materie oggetto dell’intesa (Sanità, Ambiente, Istruzione, Lavoro e Relazione con l’Ue, ndr) e aperti i tavoli tecnici sulle altre diciotto, ma abbiamo messo i piedi su un terreno solido e indietro non si torna più».
I punti chiave sono quelli più volte evidenziati: abbandono della spesa storica, introduzione di costi e fabbisogni standard, compartecipazione a più tributi e la commissione paritetica ispirata a quella delle Province autonome di Trento e Bolzano. L’intesa che approderà in parlamento durerà dieci anni con un «tagliando» a due anni dalla scadenza. Quanto al clima politico di forte instabilità, Xxxx non si è detto preoccupato: «Il nostro referendum, con 2 milioni e mezzo di veneti alle urne, ci mette al riparo».Contento anche Bressa, che ha rinviato ad una imprecisata «seconda fase» la discussione degli aspetti finanziari, spiegando che «tutto ciò che si poteva fare, in questa fase, è stato fatto» e «ora la palla passa al nuovo parlamento» mentre altre Regioni già bussano alla porta del governo, dal Piemonte alla Liguria (con cui ci sono già «abboccamenti in stato avanzato»), dalla Campania alla Puglia. L’assenza di Gentiloni? Per Bressa il suo è stato solo un gesto di cortesia:
«Mi ha detto: tu hai fatto il lavoro ed è giusto che in calce all’intesa ci sia la tua firma».
Xxxxxxxx Xxxxxx («Salvini? Io ringrazio i veneti e i lombardi che col referendum ci hanno dato la forza per arrivare fino a qui, noi continueremo a tenere alta la bandiera del federalismo, sempre. Le altre Regioni? Più autonomia vuol dire più responsabilità, una bella sfida che non so se tutti vorranno accettare»), Xxxxxxxxx ha rivendicato una volta di più d’essere stato il primo ad aprire la trattativa col governo «senza fare referendum e senza chiedere la specialità, scelta che si è rivelata giusta. E ora questa intesa accoglie praticamente tutte le nostre richieste». (Xxxxx Xxxxx)
La parola. Spesa storica
VENEZIA - Indica quanto «storicamente» si è speso per un determinato servizio. In passato si è seguito il criterio del costo storico: quanto veniva trasferito alle varie Regioni sotto forma di trasferimenti, dipendeva da quanto l’ente aveva speso nell’anno precedente. Un sistema che, per i critici, penalizza le Regioni virtuose.
La parola. Costi standard
VENEZIA - Indica il costo di un servizio che avvenga nelle migliori condizioni di efficienza, garantendo i livelli essenziali di prestazione. Si definisce prendendo a riferimento la Regione più
«virtuosa», quella cioè che presta i servizi ai costi «più efficienti». I finanziamenti agli enti vengono quindi adeguati alla gestione più efficiente ed efficace.
Le reazioni. Imprese e Comuni, coro di consensi Gentiloni: in gioco servizi migliori Il premier va da Bonaccini e il Pd rimarca «l’addio alla Padania»
VENEZIA - «Più autonomia per tutti». A dover riassumere il D-Day dell’autonomia di ieri segnato dalla firma della pre intesa fra governo, Veneto, Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx, basterebbe questo slogan. Nella ridda di reazioni alla firma di Palazzo Chigi, infatti, non se ne trova una di segno contrario. Dall’Anci alle associazioni di categoria passando per l’intero arco costituzionale (evidentemente carburato dagli ultimi scampoli di campagna elettorale) è un «sì» corale e senza tentennamenti (o quasi).
Di più, l’apertura quasi evangelica (M5S incluso) è all’allargamento di strumenti autonomisti per tutte le regioni italiane. Che lo predichi da giorni Xxxxxx Xxxxxxxx (FI) si spiega forse con l’appeal quasi modaiolo del tema autonomia, che Xxxxxx Xxxxxxx dica: «Giornata storica: è solo il primo passo per la trasformazione dell’Italia in un Paese moderno, efficiente e federale. Al governo sosterrò le autonomie convocando i tavoli delle regioni da Nord a Sud che lo vorranno per arrivare alle singole intese nel più breve tempo possibile» sancisce una sorta di ecumenismo federalista.
Intanto, ieri, il premier Xxxxx Xxxxxxxxx, era atteso in Regione Xxxxxx Xxxxxxx per parlare di fondi Cipe ma anche di autonomia: «Grande soddisfazione per un passo preliminare ma importante per un percorso che dovrà trovare nella prossima legislatura il suo completamento». Il premier ha aggiunto: «non sono in gioco egoismi ma servizi di migliore qualità per tutti i nostri cittadini: il Governo ne è convinto come è convinto che l’Italia unita abbia bisogno di autonomie più forti e efficaci». Tanto per chiudere il cerchio, il Pd nazionale si affida al suo vicesegretario Xxxxxxxx Xxxxxxx che ricorda come l’impegno del governo sul tavolo dell’autonomia sia stato «serio e determinante» e come l’Xxxxxx xxxxx sia stata più virtuosa avendo risparmiato i soldi per il referendum. Su scala regionale, Xxxxxxxxxx Xxxxxx segretario dem commenta «questa firma sancisce il definitivo tramonto del programma secessionista della Padania». Gli fa eco il capogruppo Pd in Regione, Xxxxxxx Xxxxxxxx che nella pre intesa ravvisa «il riconoscimento dei valori unitari del nostro Paese». E dal Pd è una valanga. Xxxxx Xxxxxxx, sottolinea il fair play di Xxxx nel riconoscere il giusto merito al governo. Più pungente l’ex dem ora (ora Civica Popolare) Xxxxxxxxx Xxxxxxxx:
«Ad oggi il Veneto ha perso Sappada e il controllo di Veneto Strade». Sceglie lo slogan «Facciamo squadra per l’autonomia» Xxxxxxx Xx Xxxx (Noi con l’Italia Udc). Profonda soddisfazione della Lega veneta che parla per bocca di Xxxxxxx Xxxxxxxxx, presidente del consiglio regionale:
«L’autonomia si conquista giorno dopo giorno. Ed è un bel modo per celebrare il Capodanno veneto». E l’assessore regionale Xxxxx Xxxxxxxx chiosa: «La firma di oggi non può che essere un primo risultato per la piena autonomia del Veneto».
Secondo il segretario della Cgil Xxxxxxxxx Xxxxxxx «si è sgombrato il campo dai rischi della regionalizzazione dei rapporti di lavoro delle richieste iniziali con un risultato equilibrato». Xxxxx Xxxx Xxxxxxxxx, presidente dell’Anci, rivendica fin da subito più poteri e più risorse per i Comuni veneti. Via libera anche dalle Camere di commercio venete che ricordano come il 40,5% del Pil e il 54,5% dell’export italiano arrivino proprio dalle tre regioni «autonomiste». Per Xxxxxx Xxxxxx, presidente di Confindustria Veneto «è un ottimo inizio, presupposto per la crescita del territorio». Xxxxxxx Xxxxx di Confcommercio parla di «passo storico verso una più equa distribuzione delle risorse» così come Xxxxx Xxxxxxxxx di Confturismo.
Libertà di assumere prof cambiare i ticket sanitari e le regole dei rifiuti
Nero su bianco i (primi) principi condivisi di autonomia. Indeterminate le cifre da trasferire con le competenze
ROMA - Il riferimento all’articolo 5 della Costituzione («La Repubblica è una e indivisibile...») è al primo posto delle Premesse. Come ad avvertire: nessuno si faccia strane idee, qui si parla di autonomia solo e soltanto nella cornice della Carta. Sgombrato il campo da propositi secessionisti ed indipendentisti, dunque, si può ragionare sulla devoluzione da parte dello Stato delle prime cinque materie (Sanità, Ambiente, Lavoro, Istruzione e Rapporti con l’Ue), con la promessa - in questo senso si tratta di un’intesa «aperta» - che in futuro si potrà discutere anche delle altre diciotto stabilite dall’articolo 117 della Costituzione, modellando l’accordo sulle specifiche esigenze del Veneto.
Sanità. La Regione potrà rimuovere i vincoli di spesa posti dalle norme statali, compresi quelli riguardanti il personale e godere di maggiore autonomia anche per la regolamentazione della libera professione, con possibilità di attribuire anche risorse aggiuntive, specie a chi presta servizio presso le sedi disagiate di montagna. In tema di formazione la Regione potrà stipulare contratti a tempo determinato di «specializzazione lavoro». Ampia autonomia è poi attribuita sulla governance delle aziende e degli enti, in tema di tariffe e misure di compartecipazione alla spesa sanitaria (i ticket, per intendersi, e i costi delle singole prestazioni), sull’istituzione e la gestione di fondi integrativi. Sono assicurate risorse «certe e adeguate» per gli interventi sul patrimonio edilizio e tecnologico ed è previsto un meccanismo sostitutivo tra Regione e Stato in tema di medicinali equivalenti.
Istruzione. Viene ampliato il ruolo della Regione nella programmazione dell’offerta (di tutti gli istituti scolastici, non soltanto della Formazione Professionale com’è oggi) e consentito, in parte, il superamento delle carenze di organico attraverso dotazioni aggiuntive, finanziate con un apposito fondo regionale, per l’assunzione di insegnanti e personale Ata. La Regione potrà anche disciplinare con legge forme e modalità di integrazione tra istruzione e formazione professionale, definire l’organizzazione delle fondazioni che gestiscono l’offerta post diploma degli istituti tecnici, programmare corsi universitari integrativi, ovviamente d’intesa con gli atenei. Anche in questo caso, è prevista la costituzione di un fondo pluriennale dedicato all’edilizia di settore in cui confluiranno risorse nazionali e regionali.
Ambiente. L’accordo attribuisce alla Regione ampi poteri ordinamentali, specie per quel che attiene la ripartizione delle competenze tra Comuni e Province. Di rilievo, tra le nuove funzioni, l’ampliamento delle competenze sulla disciplina dei rifiuti, la prevenzione e il ripristino ambientale (si «connette» il risarcimento al territorio che ha subito il danno), la gestione delle procedure di bonifica ed una serie di funzioni amministrative in materia di scarichi e tutela delle acque. La Regione, poi, al fine di «risolvere specifiche problematiche territoriali afferenti alla mancata emanazione da parte dello Stato di provvedimenti attuativi della disciplina statale» potrà intervenire con «proprie proposte» (un riferimento, neppure troppo velato, al caso Pfas?).
Lavoro. Piuttosto scarna la parte dedicata al lavoro, di fatto viene riconosciuta l’autonomia legislativa e organizzativa sulle politiche attive, da agganciare a risorse finanziarie «congrue e stabili» ma pur sempre in aderenza alle politiche passive (leggasi gli ammortizzatori sociali) che a dispetto delle richieste di Palazzo Balbi restano per ora integralmente nella competenza statale (come la previdenza complementare, pure chiesta dal Veneto). La Regione potrà introdurre «misure di controllo nelle materie di propria competenza» ma anche qui il testo dell’intesa appare vago e resta comunque predominante il ruolo dello Stato, per il tramite degli ispettorati.
Rapporti con l’Ue. Qui c’è davvero pochissimo da dire: il tavolo tecnico non si è neppure mai riunito, di fatto l’intesa registra una serie di propositi generici su un maggior coinvolgimento della Regione da parte dello Stato, soprattutto per quel che attiene la programmazione in sede comunitaria dei Fondi UE.
Le risorse. Saranno determinate dalla Commissione paritetica Stato-Regione. Si ragiona sulla partecipazione o la riserva di aliquota di uno o più tributi erariali maturati sul territorio, sulla spesa sostenuta fino ad oggi dallo Stato in Veneto, sui fabbisogni standard che dovranno essere determinati entro un anno dall’approvazione dell’intesa e progressivamente, entro 5 anni, dovranno diventare il termine di riferimento nell’ottica di superamento della spesa storica. Sempre fatti salvi gli attuali livelli di erogazione dei servizi. Per gli investimenti si parla di nuove modalità «per assegnare, anche mediante crediti d’imposta, risorse da attingersi dai fondi finalizzati allo sviluppo infrastrutturale del Paese». (Xx.Xx.)
Il documento firmato. I principi generali della pre-intesa e il nodo risorse
VENEZIA - Accordo preliminare in merito all’Intesa prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, tra Governo della Repubblica Italiana e Regione Veneto. L’accordo viene sottoscritto tra il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari regionali e le Autonomie Xxxxxxxxxxx Xxxxxx e il presidente del Veneto Xxxx Xxxx.
Considerato che:
•l’art. 5 della Costituzione prevede che la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali;
•l’art. 117 della Costituzione stabilisce le materie di competenza del legislatore statale e quelle di competenza regionale, riconoscendo così che le Regioni sono dotate di potere legislativo secondo i principi stabiliti dalla Costituzione;
•l’art. 118 della Costituzione richiama, in materia di ripartizione delle competenze amministrative tra Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza che il legislatore statale e i legislatori regionali sono tenuti a rispettare nell’attribuire le funzioni amministrative ai livelli territoriali di governo richiamati nell’art. 114 della Costituzione quali elementi costitutivi della Repubblica;
•l’art. 119 della Costituzione prevede l’autonomia finanziaria dei Comuni, delle Province, delle Città metropolitane e delle Regioni, fermo restando il rispetto dell’equilibrio di bilancio e dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento europeo. […]
Ciò premesso, i firmatari stabiliscono che:
Disposizioni generali
Art. 1 - Oggetto e contenuto dell’Accordo.
1. Il presente Accordo ha ad oggetto i principi generali, la metodologia e le materie per l’attribuzione alla Regione Veneto di autonomia differenziata, ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, nel rispetto dei principi posti dagli artt. 117, 119 e 81 della Costituzione e del principio di leale collaborazione, cardine fondamentale delle relazioni tra istituzioni che, ai sensi dell’art. 114 della Costituzione, sono enti costitutivi della Repubblica, nella consapevolezza del suo carattere unitario e indivisibile.
2. L’attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia corrisponde a specificità proprie della Regione richiedente e immediatamente funzionali alla sua crescita e sviluppo.
Art. 2 - Durata.
1. L’Intesa di cui all’art. 116, terzo comma, della Costituzione, ha durata decennale e può in qualunque momento essere modificata di comune accordo tra lo Stato e la Regione, qualora nel corso del decennio si verifichino situazioni di fatto o di diritto che ne giustifichino la revisione.
Due anni prima della scadenza dell’Intesa, Stato e Regione avviano la verifica dei risultati fino a quel momento raggiunti, al fine di procedere al rinnovo, all’eventuale rinegoziazione o alla cessazione definitiva dell’Intesa.
2. All’esito a tale verifica e a seguito di conseguente e successiva Intesa tra Stato e Regione, il Governo presenta alle Camere un disegno di legge contenente le eventuali modifiche da apportare alla legge approvata sulla base della originaria Intesa e necessarie al recepimento di quanto concordato.
Art. 3 - Verifiche e monitoraggio.
1. Lo Stato, per il tramite della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, si riserva di disporre verifiche su aspetti specifici o settori di attività oggetto dell’Intesa. A tal fine concorda con il Presidente della Regione le modalità più Opportune. La stessa facoltà e riconosciuta alla Regione.
Art. 4 - Risorse.
1. Le modalità per l’attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, trasferite o assegnate dallo Stato alla Regione, saranno determinate da una apposita Commissione paritetica Stato-Regione, disciplinata dall’Intesa, in termini:
a) di compartecipazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale, tali da consentire la gestione delle competenze trasferite o assegnate, in coerenza con quanto disposto dall’art. 119, quarto comma, della Costituzione;
b) di spesa sostenuta dallo Stato nella Regione (quale criterio da superare in via definitiva), riferita alle funzioni trasferite o assegnate;
c) di fabbisogni standard, che dovranno essere determinati entro un anno dall’approvazione dell’Intesa e che progressivamente, entro cinque anni, dovranno diventare, in un’ottica di superamento della spesa storica, il termine di riferimento, in relazione alla popolazione residente e al gettito dei tributi maturato nel territorio regionale in rapporto ai rispettivi valori nazionali, fatti salvi gli attuali livelli di erogazione dei servizi.
2. I provvedimenti di determinazione delle risorse ai sensi del comma 1, lett. c), determinano altresì la decorrenza dell’esercizio da parte della Regione delle nuove competenze conferite che dovrà avvenire contestualmente all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative.
Art. 5 - Investimenti.
1. Stato e Regione, al fine di consentire una programmazione certa dello sviluppo degli investimenti, potranno determinare congiuntamente modalità per assegnare, anche mediante forme di crediti d’imposta, risorse da attingersi da fondi finalizzati allo sviluppo infrastrutturale del Paese. Art. 6 - Materie.
Sulla base del presente Accordo sono conferite alla Regione ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa e legislativa, nelle materie indicate negli allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale del medesimo Accordo, restando impregiudicato il prosieguo del negoziato sulle richieste di autonomia differenziata sulle medesime e sulle altre materie indicate dalla Regione.
LA NUOVA VENEZIA
Trattativa con Roma, la svolta. Autonomia, sì all'intesa «Più simili al Trentino»
Palazzo Chigi, Zaia firma l'accordo quadro accanto a Xxxxxx e Xxxxxxxxx. Gentiloni diserta ma sullo "sgarbo" solo toni soft: «Occasione persa»
ROMA - «L'accordo sull'autonomia differenziata? L'ho firmato con la Bic con cui ho convocato il referendum del 22 ottobre 2017. È il mio portafortuna, tengo sempre in tasca questa penna». Sono le 12,37 di ieri quando Xxxx Xxxx esce dal portone di Palazzo Chigi inseguito dai tg nazionali, che lo accerchiano. Il presidente sorride, a Roma ci sono la neve e il gelo, ma lui con la giacca e la cravatta sfida il meteo sotto il sole che taglia l'aria. Al suo fianco ha la delegazione di docenti universitari e dirigenti della regione, che se ne vanno senza rilasciare dichiarazioni. Ma sono soddisfatti. La "cerimonia" a Palazzo Chigi è durata 3 minuti e 44 secondi: un record. Da una parte del tavolo della Sala Verde il sottosegretario Xxxxxxxxxxx Xxxxxx e dall'altra i tre governatori: Xxxx Xxxx per il Veneto, Xxxxxxx Xxxxxx per la Lombardia e Xxxxxxx Xxxxxxxxx per l'Xxxxxx Xxxxxxx, che escono in ordine sparso, a ritmo di tg e telecamere. Zaia è soddisfatto e con bon ton istituzionale glissa sull'assenza del premier Xxxxx Xxxxxxxxx, che a Palazzo Chigi mezz'ora prima ha convocato un vertice con il Cipe e poi è scappato a Bologna e a Modena per impegni elettorali. Uno sgarbo?
«Gentiloni ha perso una gran bella occasione, ma non voglio aprire polemiche», dice Xxxx Xxxx che poi intona il racconto da leader dell'autonomia. «Con questa pre-intesa il Veneto diventa un po' simile al Trentino Alto Adige. Dopo 70 anni dal varo della Costituzione e a 17 dalla modifica del Titolo quinto, oggi abbiamo posato una pietra miliare sulla strada dell'autonomia differenziata. Il prossimo passaggio sarà allargare il negoziato sulle altre 18 materie che abbiamo chiesto con legge 43: il preaccordo vale per la sanità, l'ambiente, lavoro, istruzione e rapporti con l'Europa. Si è definito che l'intesa da portare in Parlamento per l'approvazione dura dieci anni e poi sarà rinnovata, con un tagliando all'ottavo anno», spiega il presidente. Partono le domande: lei che governo si augura?, se il centrodestra non ha la maggioranza si torna subito a votare, ha detto Xxxxxx Xxxxxxx. Zaia si aggiusta la cravatta e ribatte: «Il voto del referendum va rispettato al di là di ogni coalizione di governo. Noi vogliamo l'autonomia, non è il momento della polemica». In perfetto stile bipartisan, arriva anche il plauso di Xxxxxx Xxxxxxxxxx, che ha corteggiato per mesi e mesi Xxxx con l'obiettivo di candidarlo a Palazzo Chigi per il centrodestra ed evitare la "mina vagante" Salvini.
«Mi fa piacere, è molto importante che tutte le forze politiche manifestino il loro impegno per far approvare l'autonomia differenziata nella prossima legislatura. Il Veneto ha aperto la strada, dopo la Lombardia e l'Xxxxxx Xxxxxxx anche Liguria, Piemonte e Campania seguiranno il cammino che abbiamo tracciato. L'autonomia diventerà virale», conclude Zaia. Arriva Xxxxxxx Xxxxxx che
dribbla le polemiche con Xxxxxxx. «Affido a chi arriva dopo di me il compito di completare in tempi rapidi questa pagina di storia, che vuol dire più competenze e più risorse e servizi per i cittadini. Più autonomia vuol dire più responsabilità, abbiamo vinto la storica battaglia dei costi standard e della compartecipazione al gettito dei tributi erariali. Ora una parte importante della tasse pagate in Lombardia resta qui e non va più a Roma». E Salvini? «Andiamo d'amore e d'accordo, terremo alta la bandiera del federalismo, io mi trovo bene con il popolo. Noi abbiamo fatto una trattativa con un governo ostile, di centrosinistra: penso che chi verrà dopo Xxxxxxxxx dovrà accettare la stessa sfida istituzionale e completare questo percorso», conclude Xxxxxx. (Xxxxxx Xxxxxxx)
Cgil: «Giusto il no a regionalizzare i rapporti di lavoro»
VENEZIA - Vari i commenti all'intesa dalle categorie economiche. Xxxxx Xxxxxxxxx, presidente di Confturismo Veneto, applaude: «A Zaia n bocca al lupo per la chiusura dei 5 tavoli già aperti e l'auspicio che sarà ancora qui per aprire e chiudere i rimanenti 18 ...». Il presidente di Confindustria Veneto Xxxxxx Xxxxxx discute dei contenuti dell'intesa: «Due gli aspetti positivi. Il primo è l'istituzione della Commissione paritetica Stato-Regione. La Commissione ha infatti poteri decisionali di portata legislativa e sarà in questa sede che si discuterà della parte di risorse da lasciare sul territorio. Il secondo riguarda la battaglia, vinta dalla Regione, sul fatto che il maggior gettito dei tributi erariali maturati sul territorio regionale verrà misurato sui fabbisogno standard e non più sulla spesa storica». Dal canto suo Xxxxxxxxx Xxxxxxx, segretario regionale della Cgil, dà un giudizio positivo ma segnala: «Si è sgombrato il campo da due rischi: la regionalizzazione dei rapporti di lavoro e la destrutturazione della contrattazione collettiva nazionale, che ci vedeva nettamente contrari».
Il documento. Rifiuti, scuola, sanità: cosa cambia
Addio alla spesa storica, ma servirà un anno per stabilire fabbisogni e costi standard
ROMA - Accordo storico o primo passo da perfezionare? Se sulla sanità il Veneto potrà siglare dei contratti integrativi per i medici nelle aree disagiate di montagna e cambiare il regime degli specializzandi, per la scuola si annunciano novità altrettanto positive perché tutta la manutenzione edilizia potrà essere gestita da Palazzo Balbi con un fondo ad hoc, mentre ora è frammentata tra le Province e i Comuni. Il patto Governo-Regioni firmato ieri a Palazzo Chigi cancella il criterio della spesa storica, in vigore dal 1977, e introduce il principio dei fabbisogni e dei costi standard. Il passaggio chiave sta a pagina 8, articolo 4, quando si fa riferimento alle risorse che verranno
«determinate da un'apposita commissione paritetica Stato-Regione» mutuata dal Trentino Alto Adige. Si parla di «compartecipazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati, tali da consentire la gestione delle competenze trasferite, in coerenza con quanto disposto dall'articolo 119, IV comma della Costituzione». Su questo passaggio chiave, il team di costituzionalisti veneti, con Xxxxx Xxxxxxxxxx e Xxxx Xxxxxxxx ha lavorato giorno e notte d'intesa con Bressa per "far cadere il muro" del Mef, mentre la questione risorse è stata affrontata dai docenti Xxxxxx Xxxxxxxxxx e Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx. Firmato il patto, ieri nella sede romana del Veneto in via del Tritone, i dirigenti regionali Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxx ed Xxxx Xxxxx hanno spiegato quali saranno i vantaggi. Il passaggio dalla spesa storica ai costi e fabbisogni standard si deciderà nell'arco di un anno sulla base della popolazione residente e del «gettito dei tributi maturati nella regione». Ambiente. Se Zaia in Consiglio regionale ha dato un 6 risicato al negoziato, il testo ieri approvato a Roma segna un netto passo avanti per quanto riguarda la disciplina dei rifiuti, la prevenzione e il ripristino ambientale che vede la connessione tra territorio che subisce il danno e risarcimento dea versare. Cambiano la gestione delle procedure di bonifica dei siti inquinati e una serie di funzioni amministrative sugli scarichi e tutela delle acque. Sanità. Cambiano le norme di
assunzione del personale e potranno essere superati i vincoli di spesa, con accordi ad hoc per la libera professione e per le aree disagiate di montagna. Capitolo specializzandi: la Regione potrà avviare nuovi percorsi per i contratti a tempo determinato, definiti di "specializzazione lavoro". Ampia autonomia alla governance delle Usl e agli enti del servizio sanitario regionale, in tema di tariffe e di compartecipazione alla spesa sanitaria, con i fondi integrativi. Gli 8 articoli di legge dell'allegato "salute" sono stati promossi con 7.Xxxxxx. Bocciata la richiesta della Cassa integrazione regionale, che l'assessore Xxxxx Xxxxxxxx aveva quantificato in oltre 5 miliardi di euro. L'Inps e il Mef hanno disertato il vertice a Roma, mentre nei tre articoli del protocollo, si fa riferimento a «nuove competenze legislative sull'ispettorato del lavoro e si riafferma uno standard elevato di matrice europea da agganciare a risorse finanziarie congrue e stabili». Istruzione. Bocciato il passaggio del personale dal Miur al Veneto, restano aperte diverse finestre operative: la xxxxxx Xxxx potrà attivare un fondo per superare le attuali gravi carenze di organico e assumere insegnanti e personale Ata nelle scuole. Cambia il regime tra istruzione e formazione professionale con corsi ad hoc d'intesa col Miur e gli istituti superiori. Una flessibilità che vale anche per le università: dopo il modello Treviso, i corsi di laurea potranno essere finanziati anche dalla Regione, ovviamente dopo l'ok degli atenei di Padova, Verona e Venezia. Europa. Da riscrivere invece l'«addendum» sui rapporti con l'Ue. Il ministro Xxxxx Xxxxxxx, maestro di Bertolissi, Xxxxxxxx e Xxxxxxxxxx, negli anni Ottanta aveva stabilito che le Regioni potessero trattare direttamente con l'Unione Europea senza la mediazione del ministero. In ballo ci sono i fondi strutturali, una vera manna dal cielo: il Veneto è in testa alle classifiche degli investimenti ma nel negoziato con Bressa chiedeva di allargare i suoi poteri anche alla fase della programmazione, di poter esercitare un ruolo politico più netto. Porta sbarrata. Gentiloni e Xxxxxx hanno puntato i piedi. Forse conviene riprovare con Xxxxxxx Xxxxxx: se diventerà premier, come Xxxxxxxxxx auspica, basterà farsi consegnare le chiavi per "scardinare" i trattati che stanno alla base dei rapporti tra governo e Xx. Sarà davvero così semplice? Dal 4 marzo, la partita si riapre. Ma il Veneto ha già tagliato il primo traguardo. (al.sal.)
Il premier: «Servizi più efficienti non slogan e contrapposizioni» Il primo ministro commenta da Bologna
BOLOGNA - Con la firma sull'accordo preliminare in tema di autonomie, messa dal Governo e dai presidenti di Xxxxxx-Romagna, Lombardia e Veneto, «non sono in gioco egoismi ma servizi di migliore qualità per tutti i nostri cittadini: il Governo ne è convinto come è convinto che l'Italia unita abbia bisogno di autonomie più forti e efficaci». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Xxxxx Xxxxxxxxx, intervenendo ieri pomeriggio nella sede della Regione Xxxxxx-Romagna, quindi dopo la firma dell'accordo avvenuto in mattinata. Quello dell'autonomia, ha proseguito, «credo che sia un passaggio importante. Non è definitivo, siamo nella fase di mezzo ma si è fatto un pezzo di strada molto importante. Un accordo preliminare frutto di un metodo previsto dalla Costituzione che è quello della leale collaborazione tra istituzioni». Un percorso, ha argomentato Gentiloni, «che si è sottratto a una lunga storia di slogan e contrapposizioni di cui non si sente più il bisogno». A giudizio del premier, il percorso compiuto dalle tre regioni «ha riportato la questione nei binari previsti dalla nostra Costituzione che prevede la possibilità di dare maggiore efficienza e qualità alle nostre autonomie: è un servizio che possiamo fare ai nostri cittadini». In futuro, ha sottolineato ancora Xxxxxxxxx, la «discussione proseguirà» su altri temi come quelli della sanità, delle politiche attive del lavoro, dell'ambiente. «Questo passo che abbiamo compiuto è un passo che avrà davanti il prossimo Governo» anche per aprire il tema «ad altre regioni: sono convinto che ci siano tante regioni del Centro e del Sud che possano avvantaggiarsi di queste autonomie. Abbiamo Lombardia, Xxxxxx-Romagna e Veneto che hanno indicato una strada - ha concluso - e che il Governo ha condiviso». Parlando a esponenti delle istituzioni e delle parti sociali emiliano-romagnole, Gentiloni ha scandito: «Contiamo su di voi e sulle amministrazioni che mostrano più efficienza e rapidità
perché il Paese ha bisogno che questi investimenti si traducano rapidamente in cantieri, in posti di lavoro per le nostre comunità. Contiamo su di voi - ha ribadito ancora il premier - abbiamo messo in campo risorse molto consistenti ma c'è molto lavoro da fare per migliorare le condizioni delle nostre comunità».
Bressa padrone di casa «Solo il primo passo, ora palla alle Camere»
Veneto, Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx fanno da battistrada. «I finanziamenti verranno decisi dopo il voto del 4 marzo»
ROMA - Definirlo uno "sgarbo istituzionale" forse è eccessivo, ma i governatori di Veneto, Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx avevano scommesso sulla presenza di Xxxxx Xxxxxxxxx per la firma della pre-intesa sull'autonomia differenziata. Invece no. Il premier alle 10,30 del mattino ha convocato il Cipe per alcune decisioni importanti di fine legislatura e verso mezzogiorno ha lasciato palazzo Chigi. Il ministro dei Beni Culturali Xxxxx Xxxxxxxxxxxx è uscito dal portone con passo spedito e ha ceduto il posto ai tre governatori delle regioni più importanti d'Italia: Lombardia, Veneto ed Emilia lasciano un residuo fiscale di 80 miliardi di euro l'anno alle casse di Roma, che consente al mezzogiorno d'Italia una qualità della vita soddisfacente. Zaia non ha calcato la mano. Con il profilo istituzionale da premier in pectore, ha liquidato l'assenza del presidente del consiglio con una battuta: «Gentiloni ha perso una bella occasione». Il patto porta quindi la firma di Xxxxxxxxxxx Xxxxxx, sottosegretario agli Affari regionali, il padre dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, vero motore del federalismo differenziato: «Siamo partiti con tre regioni e speriamo che siano sono l'avanguardia. Il Piemonte, la Liguria, la Campania e la Puglia vogliono attivare procedure analoghe. È solo un primo passo. Quello che potevo fare per conto del governo io l'ho realizzato, la palla passa al futuro Parlamento». E il forfait di Xxxxxxxxx? «Non c'è nessun giallo e ancora meno uno sgarbo nei confronti dei tre governatori regionali. Il premier ha fatto un gesto molto gradito nei miei confronti e ha detto: "La trattativa l'hai condotta tu ed è giusto che la firmi tu". I finanziamenti verranno decisi nella seconda fase, dopo il voto del 4 marzo. Sia chiaro, non ci siamo limitati a elencare i principi, ma esiste un elenco preciso di materie con poteri trasferiti alle Regioni. Una svolta storica», conclude Bressa che scappa in ufficio reduce da una influenza. Incidente chiuso? Pare proprio di no. Perché nel pomeriggio Xxxxx Xxxxxxxxx è volato prima a Bologna e poi a Modena per illustrare con Xxxxxxx Xxxxxxxxx i contenuti dell'accordo. Appuntamenti già fissati nell'agenda. Il governatore dell'Emilia con grande intelligenza, ad ottobre è saltato sul carro dell'autonomia senza celebrare il referendum. Xxxx, è stato ricevuto a Palazzo Chigi da Xxxxx Xxxxxxxxx ha firmato un protocollo preliminare per aprire la strada al negoziato con Bressa senza il ricorso alle urne. Una foto che ha fatto ingelosire Xxxx e Xxxxxx, che ieri speravano di essere ricambiati con analoga attenzione istituzionale. Ma fra tre giorni si vota e il clima si è avvelenato. Salvini nei suoi comizi sbandiera la firma di Zaia come la vittoria dell'autonomia sul centralismo, una riedizione della sfida catalana a Roma, mentre il presidente del Veneto in questo scorcio di legislatura ha fatto professione di realismo con la firma di tre accordi pesantissimi: quello con Trenitalia, con l'Anas e il patto sull'autonomia. Tutto a posto? Xxxxxxxxx ripete: «È giusto premiare chi è virtuoso, sono stati introdotti i costi standard per liberare risorse a sostegno del manifatturiero e delle università, che potranno allargare i loro corsi. Vogliano che questa intesa diventi legge dello Stato, proprio per evitare che il Nord efficiente sia contro il Sud assistito. Non è così: In Emilia ci sentiamo italiani e non vogliamo spaccare l'unità del Paese». E in Veneto? Se La Lega stampa volantini con il leone alato di San Marco, il Pd ribatte con Xxxxx Xxxxxxx e Xxxxxxxxx Xxxxxxxx: «Il giorno storico del Veneto è ancora lontano, lo sarà quando il Parlamento riconoscerà all'aspirazione alla vera autonomia sancita dal referendum del 22 ottobre. Di strada da fare ne resta morta». Xxxxxxx Xxxxxxxx, capogruppo in Regione, invece parla di «una buona intesa per il Veneto e l'Italia. Con questa firma si mette la pietra tombale alla Lega. Catalana secessionista, che per anni ha coltivato il sogno di xxxxxxxsi dall'Italia». (Xxxxxx Xxxxxxx)
L'Anci: «Ascoltata anche la voce dei sindaci Ai Comuni più poteri e denari da investire»
VENEZIA - «La firma di questo accordo è una tappa importante nel percorso verso l'autonomia che mi auguro possa portare ai sindaci e ai Comuni più poteri, più risorse e la possibilità di incidere dal punto di vista amministrativo attraverso investimenti e azioni orientate al futuro e non solo alla gestione dell'ordinario». Lo afferma la presidente dell'Anci Veneto, Xxxxx Xxxx Xxxxxxxxx.
«L'inserimento dei fabbisogni standard - prosegue Pavanello - è un aspetto strategico per i sindaci e rappresenta il superamento della spesa storica, contro cui l'Anci Veneto si è sempre battuta. Il mantenimento del vecchio meccanismo infatti rischiava di penalizzare i comuni virtuosi presenti nella nostra regione che hanno bisogno di fare investimenti e che già sono bloccati dal patto di stabilità. Il risultato raggiunto è il segno evidente che la voce dei sindaci, nel corso di questa trattativa, è stata ascoltata dal presidente della Regione che ringrazio per aver portato questa ed altre istanze al tavolo delle trattative. L'Anci Veneto si è espressa in tempi non sospetti a favore dell'autonomia perché siamo convinti che possa rappresentare un'opportunità, e in questo percorso si inserisce la nostra proposta di trattenere sul territorio gli avanzi di amministrazione, che valgono circa un miliardo di euro e rappresentano risorse a disposizione dei Comuni».
IL GIORNALE DI VICENZA
Siglata ieri la pre-intesa anche per Lombardia ed Emilia. Più autonomia al Veneto C'è la prima firma di Roma
Adesso la palla passa ai futuri Governo e Parlamento. In pochi minuti il governatore Xxxx ha siglato l'accordo con il sottosegretario Bressa. «Da qui non si torna indietro più: abbiamo aperto la strada, ci saranno molti altri passi»
ROMA - Sono passati poco più di quattro mesi dal referendum e ieri a Roma è stata posta la storica firma sulla pre-intesa per l'autonomia del Veneto. In tutto 21 pagine, tra parte generale uguale per tutti e allegati specifici per ciascuna Regione, che sono state sottoscritte, ieri a palazzo Chigi, a tempo di record: 3 minuti e 44 secondi. Cioè giusto lo spazio fisico di mettere seduti, uno accanto all'altro, i presidenti delle tre Regioni - Xxxx Xxxx per il Veneto, Xxxxxxx Xxxxxx per la Lombardia e Xxxxxxx Xxxxxxxxx per l'Xxxxxx Xxxxxxx - e il sottosegretario agli Affari regionali, Xxxxxxxxxxx Xxxxxx e via, è fatta. XXXXXXXXX NON SI FA VEDERE. Sì, perché il premier Gentiloni non c'era e tutto si è svolto in modo molto veloce. O meglio, a onor del vero, ieri il presidente del Consiglio il tempo l'ha trovato per illustrare l'accordo raggiunto, ma a Bologna per parlare dell'intesa siglata con l'Xxxxxx Xxxxxxx. Questa sorta di "sgarbo istituzionale" ha pesato nel bilancio di una giornata che comunque è da ricordare per il Veneto e pure per i romani, visto che ieri, dopo l'altrettanto storica nevicata, è tornato a fare capolino il sole nella Città Eterna. Nonostante tutto, Zaia vola alto: «Il premier non c'è? Peccato, si è persa una bella occasione. Noi andiamo avanti e non facciamo polemiche. Questo atto ora ha una valenza giuridica e faremo in modo che possa avere seguito con ulteriori firme. Per la prima volta, al settantesimo anno della Costituzione, si dà concretezza al regionalismo, al federalismo. Non saremmo mai arrivati qui senza i 2 milioni e mezzo di veneti che hanno votato al referendum». Il momento della firma, insomma, seppure breve, è stato solenne. L'emozione era tanta anche per Zaia. Un'ora prima dell'appuntamento era ancora nella sede della Regione del Veneto di via del Tritone, a neppure cinque minuti a piedi da palazzo Chigi, che stemperava la tensione scherzando: «Ho portato la stessa Bic nera, quella tutta "magnà sù". È quella con cui ho firmato l'indizione del referendum mica perché sono superstizioso. Ma è andata bene
la prima. Speriamo anche ora». LA SVOLTA. E quell'ora è arrivata: alle 12.23 Zaia avanza di buon passo lungo piazza Colonna, accompagnato dalla delegazione trattante. Entrano tutti a palazzo
Chigi. Con il governatore ci sono i super dirigenti regionali Xxxxx Xxxxxxx, Xxxx Xxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxxx insieme ai docenti Xxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxxxx e Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx. Salgono al terzo piano di palazzo Chigi, nella sala Verde, per la firma. Poco dopo il primo ad uscire è ancora Xxxx: «Questa è una giornata straordinaria. Da qui non si torna più indietro a prescindere dal tipo di Governo che arriverà dopo il 4 marzo. Il Veneto ha aperto la strada anche per tutte le altre Regioni che seguiranno. Credo che l'autonomia diventerà virale ed endemica». È della stessa opinione Bressa che non nasconde la soddisfazione per il risultati ottenuti in questi mesi (per il Veneto la discussione si è avviata a partire dall'1 dicembre): «Siamo partiti con tre Regioni. Spero siano solo l'avanguardia. Già altre si stanno facendo avanti: con Piemonte e Liguria siamo a buon punto. Abbiamo avviato anche con Campania e Puglia. Quello che potevamo fare l'abbiamo fatto per riuscire a chiudere in tempo prima delle elezioni e lasciare un percorso chiaro a chi arriverà dopo». E la mancata firma di Gentiloni? Uno schiaffo al Veneto e alla Lombardia? «No - replica il sottosegretario -, semmai un gesto che dal mio punto di vista è stato positivo e che mi ha fatto molto piacere. Visto che la trattativa per questi mesi l'ho condotta personalmente, il premier ha lasciato a me l'onore della conclusione e della firma». GLI ALTRI PRESIDENTI. Il presidente della Lombardia, il leghista Xxxxxxx Xxxxxx, è sorridente: «Sono molto soddisfatto. Così chiudo in bellezza il mio mandato di presidente della Regione. Al futuro governatore lascio il compito di completare il percorso. Questa che abbiamo scritto oggi è una pagina storica. Devo ringraziare gli oltre 3 milioni e mezzo di lombardi che sono andati a votare quel 22 ottobre e i due milioni e mezzo di veneti. Senza loro questo risultato non sarebbe stato così pieno». Anche per il presidente Pd dell'Emilia, Xxxxxxx Xxxxxxxxx, «il futuro Governo non potrà non tenere conto di questa intesa». Ma è subito critico nei confronti degli altri due colleghi leghisti: «Noi siamo arrivati a questo punto senza fare referendum e senza chiedere di diventare una Regione a statuto speciale - punge contro Zaia -, ma semplicemente applicando il percorso ordinario. E siamo arrivati allo stesso punto. Abbiamo lavorato tenendo conto della sacralità dell'unità d'Italia che non può mai venire messa in discussione. Questa intesa dimostra che, se le Regioni sono virtuose e hanno i conti in regola, possono essere premiate. I tre accordi, poi, non sono uguali, ma simili. Noi ora dovremo solo perfezionare quanto chiesto inizialmente: e non erano le 23 competenze, come ha fatto Zaia. Anzi. Alcune materie non le abbiamo proprio volute: politiche energetiche e turismo, per esempio. Per noi non ha senso diversificarle a livello regionale». (Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx)
Xxxxxxxxx non si vede ma poi parla a Bologna
BOLOGNA - «Del metodo della collaborazione è esempio il lavoro che si è fatto per l'intesa siglata questa mattina per l'autonomia regionale. Siamo arrivati a questo passaggio che non è ancora definitivo, ma si è fatto un passo avanti significativo, frutto del metodo della leale collaborazione tra le istituzioni». L'ha detto il premier Xxxxx Xxxxxxxxx, assente alla firma ieri mattina ma intervenuto poi a Bologna a un incontro. «La collaborazione ha sottratto questa questione a una lunga storia di slogan di cui non si sente il bisogno. Mentre ribadiamo l'importanza dell'unità della nazione, ribadiamo anche che come previsto dalla Costituzione dare maggiore efficienza e qualità alle nostre autonomie è un servizio che diamo ai cittadini. Sono convinto che ci sono tante Regioni dell'Italia centrale e meridionale che si possono avvantaggiare dall'autonomia, ma intanto partiamo con Xxxxxx Xxxxxxx, Lombardia e Veneto. È proprio l'Italia unita ad avere bisogno di autonomie più forti ed efficaci».
Confindustria e le altre categorie. Zoppas: «Ottimo inizio specie sulle risorse»
VENEZIA - «Va riconosciuto che, alla fine di questo primo step del percorso, il Veneto guadagna competenze che inizialmente non aveva e un positivo riscontro sul fronte risorse. Direi che è un
ottimo inizio, che risponde all'esito del referendum del 22 ottobre scorso». Questo il commento a caldo di Xxxxxx Xxxxxx, presidente di Confindustria Veneto. «Per quanto riguarda il sistema delle imprese - aggiunge - sono principalmente due gli aspetti che valutiamo positivamente. Il primo, e più importante, è l'istituzione della Commissione paritetica Stato-Regione, fino ad oggi istituto prerogativo delle sole Regioni a Statuto speciale. La Commissione ha infatti poteri decisionali di portata legislativa e sarà in questa sede che si discuterà della parte di risorse da lasciare sul territorio. Il secondo riguarda la battaglia, vinta dalla Regione, sul fatto il maggior gettito dei tributi erariali maturati sul territorio regionale verrà misurata sui fabbisogno standard e non più sulla spesa storica. Sullo specifico dei contenuti che si riferiscono alle 5 materie oggetto di autonomia rafforzata, al momento è ancora presto per esprimersi, in attesa delle ulteriori fasi della trattativa che dovrà entrare nel dettaglio dei termini. Certamente, da parte nostra, ha valore il riconoscimento di maggiori competenze alla Regione se avrà come risultato quella di creare vantaggi alle imprese come presupposto per produrre più economia e più occupazione per la crescita di tutto il territorio». E Xxxxxxx Xxxxx, presidente di Confindustria Veneto: «Il fatto che in così breve tempo si sia riusciti a porre la prima firma verso l'autonomia è un dato estremamente positivo. Siamo consapevoli che il cammino è solo all'inizio, e non sarà tutto in discesa. Attendiamo con fiducia la definitiva presentazione di un disegno di legge del Governo alle Camere. Quella di oggi è una notizia storica che stabilisce risorse su base territoriale in una misura più equa rispetto a quanto le tre regioni contribuiscono a dare. La prospettiva è garantire migliori servizi alle imprese per rendere, per quel che ci riguarda direttamente, il Veneto sempre più competitivo, con il rilancio, tra gli altri temi, delle infrastrutture, nodo rilevante sia sul fronte delle aziende che del turismo». E Xxxxx Xxxxxxxxx, presidente di Confturismo Veneto: «Per una volta credo sia lecito scomodare il termine "giornata storica" e mi preme sottolineare in pacifica e piena aderenza al dettato di una Costituzione che ha appena compiuto i 70 anni. Grande il merito di Xxxx Xxxx, a lui un in bocca al lupo per la chiusura dei 5 tavoli già aperti e l'auspicio che sarà ancora qui per aprire e chiudere i rimanenti 18».
Il documento: per ora cinque materie. Si mira a poter assumere più insegnanti e sanitari
Per le risorse deciderà la Commissione paritetica. Un fondo ad hoc per la scuola e normative più flessibili per le Ulss. Apertura a maggiori poteri ambientali per Venezia sulle bonifiche
ROMA - Un fondo ad hoc - che potrà arrivare dai nuovi gettiti che verranno trattenuti in Regione - per assumere con contratto a tempo determinato gli insegnanti del Veneto delle scuole superiori. Ma anche la possibilità di modificare i ticket nazionali delle prestazioni sanitarie. Ecco alcuni degli esempi concreti che derivano dall'autonomia definiti nella pre-intesa siglata ieri a Roma dal governatore del Veneto, Xxxx Xxxx, e il sottosegretario agli Affari regionali, Xxxxxxxxxxx Xxxxxx. Con questo provvedimento si impegna il futuro Governo a procedere concretizzando l'autonomia differenziata. «Non consideriamo chiuse le trattative sulle 4 materie avviate a dicembre - precisa Zaia - ma ora andranno perfezionate. Entro giugno andranno aperti gli altri 18 tavoli per altrettante competenze previste dalla legge». Cioè tutte quelle previste in Costituzione. I principi che sono stati introdotti nell'accordo - e sono comuni per le tre Regioni - sono rivoluzionari: si dà l'addio alla spesa storica e il benvenuto ai costi standard che diventeranno il termine di riferimento per le risorse finanziarie. Per identificare queste ultime si avrà un anno di tempo. Dopo 5, si dovrà entrare a regime. L'intesa che si andrà ad identificare al termine delle trattative con il nuovo Governo per diventare effettiva dovrà essere approvata dai due rami del Parlamento a maggioranza assoluta. Avrà una durata decennale e all'ottavo anno si potranno avviare le verifiche dei risultati ottenuti per valutare il rinnovo o la rinegoziazione. LE RISORSE. Il nodo principale sono i soldi per attuare una vera autonomia. Questo delicato e fondamentale capitolo è stato rinviato alla trattativa futura che verrà svolta dalla Commissione paritetica (oggi delegazione trattante del Veneto) con lo Stato per ciascuna materie. Intanto sono stati messi nero su bianco dei principi si cui si dovrà tenere conto.
Primo. Il Veneto potrà ottenere la compartecipazione di uno o più gettiti. Secondo, appunto, il fabbisogno standard. Terzo. L'esecuzione delle nuove competenze potrà avvenire solo dopo aver ottenuto le risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative. Quarto. Per il trasferimento di fondi, lo Stato potrà, novità, attuare anche un altro meccanismo finanziario: i crediti d'imposta. LAVORO. È uno dei capitoli più scarni, appena una paginetta, con tre articoli. Non si introducono grosse novità, ma si lascia aperta qualche opportunità: «Alla Regione - si legge - è riconosciuta autonomia legislativa e organizzativa in materia di politiche attive del lavoro. Le saranno riconosciute risorse finanziarie stabili». E poi: «Le funzioni di vigilanza sono esercitate in raccordo con il competente Ispettorato territoriale del lavoro». Restano le richieste regionali: disciplina integrativa e gestione degli ammortizzatori sociali e di previdenza complementare che saranno oggetto dei futuri negoziati. ISTRUZIONE. Qui la novità riguarda la possibilità della programmazione che viene estesa alla Regione dall'attuale formazione professionale, che il Veneto già ha, all'intera offerta di istruzione regionale (quella degli istituti superiori) e il coordinamento scuola, lavoro e università. In questa ottica è data la possibilità al Veneto di «istituire un fondo - si legge - per consentire l'integrazione dell'organico per i docenti con contratti a tempo determinato». E ancora. Alla Regione è attribuita «la competenza su un fondo per l'edilizia scolastica» in cui confluiranno soldi da finanziamenti nazionali che dovranno essere coordinati per gli interventi di miglioramento sismico delle strutture e la sistemazione delle scuole più in generale. SALUTE. Questo è il capitolo che riserva più novità ed è sostanzialmente già stato anticipato nei giorni scorsi durante la seduta del Consiglio regionale. Il Veneto potrà superare i limiti imposti dalla legge nazionale sui vincoli per la spesa del personale. Tradotto: si torna ad assumere. La Regione potrà regolamentare la libera professione e i contratti integrativi per il personale che lavorano in sedi svantaggiate. Ampia autonomia è lasciata in tema di gestione di tariffe e misure di compartecipazione alla spesa sanitaria, cioè i ticket, e si dà il via libera alla possibilità di gestire fondi sanitari integrativi. È previsto poi un particolare meccanismo in tema di equivalenze terapeutiche dei medicinali che consentirà un importante risparmio nell'acquisto dei farmaci. AMBIENTE. Nell'intesa si specifica che tra le nuove funzioni assegnate c'è quella sulla gestione dei rifiuti, la prevenzione, il ripristino ambientale, oltre che la bonifica dei siti inquinanti. Alla Regione su questi temi è data facoltà normativa. (CRI.GIA.)
I rapporti con l’Ue. Più spazio alle regioni: ci sarà una legge nazionale
VENEZIA - Dopo un lavoro appena accennato nella trattativa di questi mesi, nella pre-intesa entrano anche i rapporti con l'Ue, quinta materia trattata finora. Nel documento si impegna il Governo a presentare un disegno di legge per consentire alla Regione di operare più incisivamente nella cooperazione transfrontaliera. Non solo. Governo e Regione si impegnano a rafforzare la partecipazione del Veneto nella formazione di atti normativi comunitari. Intanto ha plaudito all'intesa anche Unioncamere Veneto, che proprio ieri ha discusso con la Regione (assieme a Veneto lavoro) sull'ipotesi di riportare gli uffici delle Camere di commercio a Ca' Veneto, sede della Regione a Bruxelles presso l'Ue con dirigente Xxxxx Xxxxx Xxxxxxx.
Commenti politici. «Atto storico ma il risultato è lontano»
VENEZIA - «La firma della pre-intesa di oggi sancisce un momento storico che corona anni di battaglie della Lega. Spiace per l'assenza del premier Gentiloni, evidentemente per il Pd l'autonomia non è una partita prioritaria, come è invece per la Lega», commenta l'eurodeputato leghista Xxxxxxx Xxxxxxx. «Il giorno storico per il Veneto - interviene più cauta la deputata Xxxxxxxxx Xxxxxxxx (Pd), da sempre pro autonomia - sarà quando una legge dello Stato riconoscerà l'aspirazione alla vera autonomia per la quale i cittadini hanno votato in massa il 22 ottobre. Oggi prendiamo soltanto atto
che il negoziato è iniziato con una pre-intesa siglata a pochi giorni dal voto. Per quelle che sono state le anticipazioni mi pare di poter affermare che sul piano delle risorse finanziarie da trattenere sul territorio siamo ancora molto lontani da quello che si aspettano i veneti. Si è aperta comunque una fase di discussione che mi auguro proseguirà nella prossima legislatura». Tra i "padri" della legge che portò al referendum per l'autonomia c'è Xxxxxxxxxx Xxxxxxx, oggi candidato per la Camera di "Noi con l'Italia-Udc": «La maggioranza raggiunta col referendum sull'autonomia dello scorso autunno (grazie alla legge che presentai nella scorsa legislatura come primo firmatario in Consiglio regionale) è troppo importante per accontentarci di 5 tavoli di trattativa (per altrettante materie) con il Governo. Dobbiamo avere molto di più da gestire qui in regione e lo dobbiamo ai cittadini veneti. Mi compiaccio con il presidente Xxxx Xxxx che è riuscito a strappare la firma su un pre-accordo all'esecutivo: mi permetto di ricordargli che si tratta solo di un punto di partenza». E gli fa eco il suo collega di partito sen. Xxxxxxx Xx Xxxx: «Il centrodestra al Governo sarà una garanzia per completare il percorso e tagliare il traguardo e portare a casa tutte e 23 le competenze richieste dalla Regione. Facciamo squadra per l'autonomia».
L’ARENA DI VERONA
L'intesa. Autonomia, firmato l'accordo Zaia: «Non si torna indietro»
A Palazzo Chigi Veneto, Lombardia ed Emilia siglano il patto. Ora serve il via libera del prossimo Parlamento. Previste più competenze e risorse per le Regioni oltre alla compartecipazione su aliquote e tributi. Il testo avrà durata di 10 anni, verifica dopo otto
ROMA - Tutti soddisfatti, presidenti delle Regioni Lombardia, Veneto ed Xxxxxx Xxxxxxx da una parte governo dall'altro, per la firma, ieri a Palazzo Chigi, dell'accordo preliminare che regola la cosiddetta autonomia differenziata delle tre Regioni. Si tratta del riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia previsti dall'articolo 116 della Costituzione che fu presentato dall'allora parlamentare Pd Xxxxxxxxxxx Xxxxxx, lo stesso che ieri, in qualità di sottosegretario, ha sottoscritto l'accordo e in questi mesi ha guidato la trattativa con le Regioni per conto del governo. Il referendum sull'autonomia del 22 ottobre 2017 ha dato il via libera a tutto il processo che ha visto muoversi per primi Veneto e Lombardia, seguiti a ruota dall'Xxxxxx Xxxxxxx. Hanno iniziato la trattativa anche Piemonte, Puglia e Campania che però non sono ancora arrivate a siglare accordi con l'esecutivo. Le Regioni Lombardia e Veneto hanno chiesto competenze (e quindi anche risorse) su 23 materie, l'Xxxxxx Xxxxxxx su 12; cinque i tavoli già aperti (su sanità, istruzione, ambiente, lavoro, rapporti con l'Europa); bisognerà poi lavorare sugli altri 18. L'accordo di ieri, che dovrà passare al voto del Parlamento, avrà durata decennale e potrà essere rinnovato; dopo otto anni avrà una sorta di «tagliando». Soddisfatto il governatore del Veneto, Zaia. «Io credo - ha detto - che l' autonomia diventerà virale ed endemica, si tratta di una giornata storica, ora non si torna indietro: verrà abbandonata la spesa storica, sì ai fabbisogni standard, compartecipazione su più aliquote e tributi, autonomia sulle 23 materie previste dalla Costituzione e creazione di una Commissione paritetica che già esiste nelle Province autonome». «Sono molto soddisfatto di concludere in bellezza la mia esperienza alla guida della Regione - ha commentato anche il governatore della Lombardia, Xxxxxxx Xxxxxx - È un modello che potrà essere esportato in tutte le Regioni in cui i governatori accetteranno la sfida. Indietro non si torna». «Noi non avevamo fatto il referendum - ha sottolineato invece il presidente dell'Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxxx - ma quello che avevamo immaginato come Regione si è dimostrata essere la scelta giusta, senza slogan ma con fatti concreti. Non sono più risorse da Roma, come erroneamente dice qualcuno, ma più risorse trattenute alla fonte per la gestione di alcune competenze e per garantire alcune peculiarità. Questa è una opportunità per tutte le Regioni». All'incontro di ieri a Palazzo Chigi non era presente il premier Gentiloni che ha lasciato che a chiudere l'accordo fosse il sottosegretario Bressa che si è augurato che, dopo la partenza con le prime tre Regioni, altri accordi vengano chiusi con le altre.
Sull'accordo è intervenuto anche il leader della Lega, Xxxxxxx, che ha sottolineato: «È solo il primo passo per la trasformazione dell'Italia in un Paese efficiente e federale. Al governo valorizzerò e sosterrò le autonomie convocando i tavoli delle regioni da Nord a Sud che lo vorranno con l'obiettivo di arrivare alle singole intese nel più breve tempo possibile». (Xxxxxxxxx Xxxxxxx)
Le reazioni. A Verona soddisfazione unanime dei partiti
VERONA - Soddisfazione bipartisan a Verona per la firma a Roma della pre-intesa sull'autonomia della Regione Veneto. «La firma della pre-intesa sancisce un momento storico che corona anni di battaglie della Lega», afferma il vicesindaco Xxxxxxx Xxxxxxx, vicesegretario federale della Lega ed europarlamentare. «Spiace per l'assenza del premier Gentiloni, evidentemente per il Pd l'autonomia non è una partita prioritaria, come è invece per la Lega che, coerentemente con la sua storia, continua la battaglia federalista. Con il voto di domenica i cittadini hanno ora l'occasione di estendere l'esperienza di Veneto e Lombardia all'intero Paese». «Ha ragione Zaia, è una giornata storica. Verona Domani fin da subito era in prima linea per questa importante battaglia», afferma il consigliere regionale Xxxxxxx Xxxxxx (fondatore del gruppo Verona Domani), insieme ai consiglieri comunali Zandomeneghi, Xxxxx, Xxxxx, Xxxxx e Xxxx. «Il Veneto ha aperto la strada ponendo una pietra miliare indelebile nel rapporto tra le Regioni e lo Stato. Da ieri tutte le Regioni virtuose e con i conti in ordine potranno essere finalmente premiate e valorizzate, con benefici e vantaggi per milioni di cittadini. Il gruppo politico Verona Xxxxxx ha sposato fin da subito questa importantissima battaglia ponendosi a fianco del presidente Xxxx, perché è fortemente convinto che solamente attraverso il superamento della spesa storica ed il passaggio ai costi standard, si possa generare benessere, produttività e maggiore efficienza per il nostro Paese». Xxxxxx conclude con un appello: «Chiediamo ufficialmente ai futuri parlamentari veronesi il loro impegno per il rispetto della decisione di milioni di cittadini veneti, proseguendo l'iter legislativo che darà finalmente attuazione ad una vera autonomia del Veneto. Inizia inoltre una pagina nuova anche per Verona che, grazie a questa storica firma, vedrà il suo rapporto con la Regione sempre più forte e collaborativo, consentendo la crescita ed il rilancio della città». Sul fronte del partito Democratico la consigliera regionale Xxxxxxx Xxxxxx sottolinea: «Un Veneto forte e responsabile dentro un'Italia più equa e attenta alle specificità dei suoi territori: questo è il risultato dell'accordo firmato tra Regione e Governo che rappresenta una tappa importante. Avevamo chiesto a Zaia che fossero individuate delle materie specifiche su cui chiedere l'autonomia. Ci fa piacere sapere che, a distanza di alcuni mesi, la linea da noi proposta e particolarmente criticata dal Presidente della Regione sia diventata invece la linea del pre-accordo. Non vogliamo cedere alle facili polemiche, ma dobbiamo essere felici del risultato raggiunto e di fronte a nuove competenze di cui il Veneto potrà godere, ci aspettiamo un surplus di responsabilità da parte della Regione».
IL GAZZETTINO
Il nuovo federalismo. La prima intesa sull’autonomia «Giornata storica»
Le competenze trasferite dallo Stato a Veneto, Xxxxxx Xxxxxxx e Lombardia. C’è Bressa, ma manca Gentiloni. Zaia minimizza: «Occasione persa»
ROMA - Tre minuti e 44 secondi. Il tempo di sedersi al tavolo nella Sala Verde di Palazzo Chigi, qui il sottosegretario agli Affari regionali Xxxx Xxxxxxx Xxxxxx, alla sua sinistra il governatore della Lombardia Xxxxxxx Xxxxxx, poi Xxxx Xxxx per il Veneto e Xxxxxxx Xxxxxxxxx per l'Xxxxxx Xxxxxxx. La speaker che legge: Accordo preliminare in merito all'Intesa prevista dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Le tre cartelline con la copertina blu che passano da una mano all'altra. Zaia che firma con la solita, scaramantica Bic nera, la stessa usata il 24 aprile 2017 per indire il
referendum sull'autonomia che il 22 ottobre avrebbe portato alle urne più di due milioni di veneti. Le foto di rito davanti al tricolore. Xxxxxxx, strette di mano, ciao ciao. Tre minuti e 44 secondi. Finito. Tutto a porte chiuse. Neanche la diretta streaming per la sala stampa. Come se la firma della pre-intesa sull'autonomia che tre regioni italiane che insieme contano quasi 20 milioni di abitanti, un terzo dell'intero Paese, fosse un evento di basso profilo, da non esaltare. E infatti il presidente del Consiglio dei ministri Xxxxx Xxxxxxxxx non c'è, anche se poi nel pomeriggio andrà a Bologna per illustrare proprio quel Patto. «Un'occasione persa, ma non è il momento di fare polemiche», minimizza Zaia. Replica a distanza il sottosegretario Xxxxxx: «Il presidente del Consiglio mi ha detto: tu hai seguito il confronto, tu hai portato avanti la trattativa, è giusto che sia tu a firmare. Ha fatto un gesto che mi ha fatto molto piacere». Certo è che perfino i commessi di Palazzo Chigi sono stupiti di cotanta celerità: «Già finito? Xxxxxxx che hanno fatto?».
LA FIRMA. Alle 12.25, cinque minuti prima dell'appuntamento al terzo piano di Palazzo Chigi, in piazza Colonna arriva Zaia con la delegazione trattante del Veneto. È la rappresentanza più numerosa delle tre regioni: con il governatore ci sono i dirigenti Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxx Xxxxx e i professori Xxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxx Xxxxxxxx. Fino all'ultimo hanno limato e rilimato, otto bozze scritte e riscritte. È all'ostinato Veneto e, va riconosciuto, alla disponibilità trattante del sottosegretario Bressa che si devono l'introduzione dei costi standard e soprattutto della compartecipazione al gettito di uno o più tributi fiscali. Significa che le tasse pagate dai veneti (e dai lombardi così come dagli emiliani) non andranno tutte a Roma per tornare sotto forma di trasferimenti statali perché una parte quale e quanto, ancora non si sa resterà sul territorio. Intanto gli altri governatori, Xxxxxx e Xxxxxxxxx, sono entrati a Palazzo. Gentiloni, finita la riunione del Cipe, è già partito alla volta di Bologna.
I COMMENTI. «Oggi è una giornata super storica - dice il governatore del Veneto - da qui non si torna indietro. A 70 anni dall'approvazione della Costituzione oggi abbiamo posto una pietra miliare: abbandonata la spesa storica, sì ai fabbisogni standard, compartecipazione al gettito di più aliquote e tributi, le 23 materie previste dalla Costituzione e poi la costituzione della commissione paritetica che è una istituzione che già esiste nelle province autonome di Trento e Bolzano. Il prossimo passaggio sarà aprire i tavoli sulle 18 materie rimanenti e poi chiudere l'intesa che avrà una durata di 10 anni con un tagliando all'ottavo anno». Oggi tocca a Veneto, Lombardia, Xxxxxx Xxxxxxx. Xx Xxxx è convinto: «L'autonomia diventerà virale ed endemica». Ed è quello che sottolinea anche il sottosegretario Bressa: «Quello di oggi è un primo passo, siamo partiti con tre Regioni, speriamo siano solo l'avanguardia. Io quello che potevo fare l'ho fatto, ora la palla passa al Parlamento». «Una pagina storica commenta Xxxxxx - Xxxxxxxxx i tre milioni di lombardi che hanno votato e ci hanno dato la forza, senza di lori e senza il referendum non saremmo arrivati oggi alla firma». E Xxxxxxxxx: «Apriamo una strada dentro alla sacralità dell'unità nazionale e all'idea che i territori più forti non possono mai mancare dimenticare quelli meno forti». La prima fase è finita. Ma se il prossimo esecutivo tergiversasse? «Indietro non si torna», ribadisce Zaia. Dal 5 marzo la partita ricomincia. (Xxxx Xxxxxx)
Il premier a Bologna. «Finita l'era delle contrapposizioni»
BOLOGNA - L'accordo Stato-Regioni «ha sottratto il settore a una lunga storia di slogan e contrapposizioni delle quali francamente non si sente più il bisogno, riportando la questione all'interno dei binari previsti dalla Costituzione, che prevede la possibilità di dare maggiore efficienza e qualità alle nostre autonomie: è un servizio che possiamo fare ai nostri cittadini». Non era a Palazzo Chigi, ma il premier Xxxxx Xxxxxxxxx ha benedetto l'intesa nel pomeriggio a Bologna, durante l'incontro nella sede della Regione Xxxxxx Xxxxxxx: «È un passaggio importante pur non essendo definitivo. Sono convinto che ci siano tante Regioni del Centro e del Sud che possano avvantaggiarsi di queste autonomie».
Le date
19 giugno 2014. Il Consiglio regionale del Veneto approva la legge numero 15 che prevede un referendum sull’autonomia.
25 giugno 2015. Dopo che il Governo ha impugnato la legge regionale, la Corte costituzionale ammette la consultazione referendaria.
24 aprile 2017. Il presidente Xxxx Xxxx indice il referendum.
22 ottobre 2017. Si svolge il referendum sull’autonomia. Oltre 2,3 milioni di veneti, più di quanti nel 2015 votarono l’attuale maggioranza di centrodestra, barra il sì sulla scheda elettorale.
1 dicembre 2017. Inizia il negoziato tra il Governo e il Veneto
28 febbraio 2018. Dopo quasi tre mesi di trattative (e otto bozze) viene firmata l’intesa preliminare.
I contenuti dell’accordo. Regioni, un po' di tasse e costi uguali per tutti
Le due vittorie del Veneto: gettito trattenuto in parte, premi ai virtuosi. Sparisce il criterio della spesa storica. Fabbisogni standard definiti in cinque anni
XXXX - Xxxx cosa dice la pre-intesa sull'autonomia firmata ieri dal sottosegretario Xxxxxxxxxxx Xxxxxx e dal governatore Xxxx Xxxx. Il testo si divide in due parti: la prima (uguale anche per Lombardia ed Xxxxxx Xxxxxxx) fissa le disposizioni generali e, in particolare, affronta il tema delle risorse; la seconda analizza le cinque materie (Lavoro, Istruzione, Salute, Ambiente, Rapporti con l'Europa) dettagliandone i contenuti.
LE PREMESSE. Le prime sei pagine della pre-intesa ma il titolo corretto è Accordo preliminare in merito all'Intesa prevista dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, tra il Governo della Repubblica Italiana e la Regione Veneto - riassumono quanto previsto dalla Carta costituzionale e quanto avvenuto fino ad oggi. E cioè: la legge regionale del 2014 che prevedeva il referendum consultivo sull'autonomia, la sentenza della Consulta del 2015, l'esito del referendum del 22 ottobre 2017, l'avvio della trattativa con il Governo iniziata il 1. dicembre scorso.
IL TAGLIANDO. Il testo firmato ieri dice che l'Intesa quella vera che sarà approvata dalle due Camere a maggioranza assoluta avrà durata decennale e potrà essere in qualunque momento modificata di comune accordo tra lo Stato e la Regione. Due anni prima della scadenza dell'Intesa, Stato e Regione avvieranno la verifica dei risultati fino a quel momento raggiunti al fine di procedere al rinnovo, all'eventuale rinegoziazione o alla cessazione definitiva dell'Intesa. È il cosiddetto tagliando. Della serie: se c'è qualcosa da aggiustare, si xxxxxxxx; se, invece, questo regionalismo differenziato non funziona, si cancella e si torna a come si era prima.
I SOLDI. È la parte più importante della pre-intesa, quella su cui ha insistito il Veneto e che ha visto inserire il criterio dei costi e dei fabbisogni standard. In pratica, si è deciso che sarà una Commissione paritetica Stato-Regione, che sarà disciplinata dall'Intesa che dovrà essere approvata dal Parlamento, a stabilire le modalità di trasferimento delle risorse. Ma i criteri saranno tre. Primo: la Regione avrà la compartecipazione o riserva di aliquota al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale, tali da consentire la gestione delle competenze trasferite o assegnate. Secondo: sparisce il criterio della spesa storica, quello che ha sempre penalizzato gli enti virtuosi che erano bravi a spendere meno e avrebbero dovuto accontentarsi di ricevere meno degli enti spendaccioni. Terzo: arrivano i fabbisogni standard. Per determinarli ci sarà un anno di tempo dall'approvazione dell'Intesa e poi, nell'arco di cinque anni, dovranno diventare il termine di riferimento.
Occhio: le materie saranno esercitate solo nel momento in cui arriveranno i soldi. Inoltre, per gli investimenti si potrà attingere a fondi aggiuntivi finalizzati allo sviluppo infrastrutturale del Paese,
ma anche mediante forme di crediti di imposta (questa è stata una richiesta del Governo, l'orientamento sarebbe quello di pagare senza cassa). (Xx.Xx.)
Lavoro. Riorganizzate risorse e materie
La pre-intesa riconosce l'autonomia regionale in materia di politiche attive del lavoro sia legislativa sia, di conseguenza, quella organizzativa. Viene esplicitamente riaffermato uno standard elevato delle politiche attive, di matrice europea, da agganciare a risorse finanziarie congrue e stabili. Alla Regione è attribuita la competenza legislativa di adeguare le proprie politiche attive a quelle cosiddette passive (ammortizzatori sociali) che restano integralmente allo Stato. Potranno essere introdotte misure di controllo nelle materie di propria competenza, complementari a quelli statali. Non viene però affrontata la disciplina integrativa e la gestione degli ammortizzatori sociali e di previdenza complementare.
Istruzione. Programmazione per tutte le scuole
La Regione potrà programmare l'offerta di istruzione. Oggi lo fa solo per la formazione professionale, domani potrà farlo anche per qualsiasi scuola superiore. E potrà anche definire la dotazione organica, stabilire cioè il numero di insegnanti che servono. Allargando la programmazione a tutte le scuole, dovrà esserci una intesa con l'Ufficio scolastico regionale. Per fare questo potrà essere costituito un fondo regionale per consentire l'integrazione dell'organico nonché ulteriori posti in deroga che saranno assegnati con contratti a tempo determinato. La programmazione della formazione professionale potrà essere ampliata così come potranno essere decisi determinati corsi universitari per l'integrazione scuola-lavoro.
Salute. Gestione di ticket e personale
È il capitolo più rilevante. Sempre nel rispetto dei vincoli di bilancio, la Regione avrà una maggiore autonomia nella gestione del personale compresa la regolamentazione dell'attività libero- professionale. Potrà prevedere incentivi per chi accetterà di andare a lavorare in zone montane disagiate. Ci saranno borse di studio per i medici specializzandi attraverso specifici accordi con le Università. Novità anche sul fronte tariffario: potrà essere modificato o eliminato il ticket nazionale di 10 euro, ma solo per gli assistiti residenti in Veneto. Previsto un meccanismo sostitutivo della Regione in tema di equivalenze terapeutiche tra medicinali nel caso in cui l'Agenzia italiana del farmaco non provveda ai sensi di legge.
Ambiente. Tutela, rifiuti e bonifiche
La tutela dell’ambiente e dell’ecosistema è una competenza statale. La pre-intesa prevede una delega generale, in pratica mette le basi per un ruolo più incisivo della Regione ampliando gli spazi di intervento sulla materia con possibilità di ulteriori riconoscimenti in futuro. Si prevede un ampliamento delle competenze sulla disciplina dei rifiuti, la prevenzione e il ripristino ambientale e inoltre la gestione delle procedure di bonifica dei siti inquinanti e una serie di funzioni amministrative in materia di scarichi e di tutela delle acque. Allegate ci sono due tabelle, di cui una relativa alle funzioni oggi in capo a Comuni o Province e che potrebbero ricadere in quota Regione. Siamo però sul piano del potere regolamentare.
Europa. Il nodo: ottenere i contributi Ue
È il tasto dolente della pre-intesa, nel senso che è ancora una pagina vuota. “Sull’Europa siamo allo zero”, aveva detto nei giorni scorsi il governatore Xxxx. La richiesta della Regione Veneto era di poter avere una interlocuzione diretta con l’Unione Europea per la piena gestione operativa dei fondi Ue, senza dover passare necessariamente per Roma. Accogliere una simile istanza equivale però a riconoscere alle Regioni un ruolo politico. Come se ne è usciti? Ponendo il problema e impegnandosi ad affrontarlo. Ad esempio: “Il Governo si impegna a presentare un disegno di legge recante l’autorizzazione alla ratifica dei Protocolli aggiuntivi alla Convenzione quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività e autorità territoriali”.
Le reazioni. Lega e Fi: «Strada lunga» Il Pd: «Addio secessione»
VENEZIA - Un diluvio di reazioni. Fra esultanza e distinguo, ecco come il Veneto commenta la sottoscrizione dell'accordo preliminare sull'autonomia.
LA POLITICA. Per quanto riguarda la politica, il centrodestra è contento ma non si accontenta. Dice Xxxxxxx Xxxxxxxxx (Lega), presidente del Consiglio regionale: «Un bel modo per festeggiare il Capodanno veneto (oggi, ndr.), ma la strada per l'autonomia è ancora lunga». Aggiunge l'assessore regionale Xxxxx Xxxxxxxx: «Saremo delle sentinelle nei confronti degli eletti veneti di Forza Italia, affinché da parte loro ci sia massimo impegno». Concorda l'ex consigliere regionale Xxxxxxxxxx Xxxxxxx, primo firmatario della legge referendaria, ora candidato con Noi Con l'Italia: «La maggioranza raggiunta col referendum è troppo importante per accontentarci di 5 tavoli, dobbiamo avere molto di più». Dal Partito Democratico stilettate al Carroccio. Il segretario veneto Xxxxxxxxxx Xxxxxx: «La pre-intesa sancisce il definitivo tramonto dell'inattuabile programma secessionista della Padania». Condivide il capogruppo regionale Xxxxxxx Xxxxxxxx: «Si mette una pietra tombale sulla Lega-Catalana-secessionista». Punge la senatrice ricandidata Xxxxx Xxxxxxx: «La fretta di arrivare alla firma dipende dal fatto che Xxxx, come Xxxxxx e Xxxxxxxxx, teme che possa nascere un governo di centrodestra con cui la trattativa si complicherebbe». La consigliera regionale Xxxxxxx Xxxxxx intravvede «un Veneto forte e responsabile» e il sottosegretario Xxxx Xxxxx Xxxxxxx registra «un passo in avanti verso un buon federalismo», mentre la deputata uscente Xxxxxxxxx Xxxxxxxx è cauta:
«Il giorno storico per il Veneto sarà quando una legge dello Stato riconoscerà l'aspirazione alla vera autonomia per la quale i cittadini hanno votato in massa». Il capogruppo regionale pentastellato Xxxxxx Xxxxx è sicuro: «Con governo a 5 Stelle massima apertura alle autonomie regionali».
LE CATEGORIE. Sul fronte delle categorie, la soddisfazione è tangibile. Xxxxx Xxxx Xxxxxxxxx (Anci): «Mi auguro possa portare ai sindaci ed ai Comuni più poteri, più risorse e la possibilità di incidere dal punto di vista amministrativo». Xxxxxx Xxxxxx (Confindustria): «Ha valore il riconoscimento di maggiori competenze alla Regione se avrà come risultato quello di creare vantaggi alle imprese come presupposto per produrre più economia e più occupazione». Xxxxxxx Xxxxx Xxxxxxxxxxxxx: «Attendiamo con fiducia la definitiva presentazione di un disegno di legge del governo alle Camere». Xxxxx Xxxxx (Unioncamere): «Le Camere di commercio sostengono la richiesta di tre Regioni che assieme generano il 40,5% del Pil e il 54,5% dell'export italiano». Xxxxx Xxxxxxxxx (Confturismo): «Grande il merito di Xxxx, a lui un in bocca al lupo per la chiusura dei 5 tavoli già aperti e l'auspicio che sarà ancora qui per i rimanenti 18». Xxxxxxxxx Xxxxxxx (Cgil):
«Si è sgombrato il campo da due rischi: la totale regionalizzazione dei rapporti di lavoro e la destrutturazione della contrattazione collettiva nazionale». (X.Xx.)