CAPITOLATO TECNICO
Procedura negoziata per l’affidamento del “Servizio di presa in carico dei migranti in situazione di vulnerabilità psicopatologica (SPRINT)”
CAPITOLATO TECNICO
Introduzione 2
Art. 1 - Oggetto del servizio – Descrizione del servizio 2
Art. 2 - Destinatari del servizio 3
Art. 3 – Durata del servizio 3
Art. 4 – Caratteristiche minime e attività richieste 3
Art. 5 – Coordinamento del progetto e interfaccia con la Regione Toscana 4
Art. 6 – Strutturazione minima del servizio 5
Art. 7 – Funzioni e attività minima dei GIR e EMM 5
Art. 7.1 - Il Coordinamento del progetto 5
Art. 7.2 - Il Gruppo Interdisciplinare Regionale 6
Art. 7.3 - Le Equipe Multidisciplinari Mobili 6
Art. 8 – Competenze delle singole figure coinvolte 7
Art. 8.1 – Etnopsicologo 7
Art. 8.2 – Antropologo culturale 7
Art. 8.3 – Educatore professionale 7
Art. 8.4 – MEDIATORE LINGUISTICO CULTURALE 8
Art. 8.5 – CONSULENTE LEGALE 8
Art. 9 – Modulistica e Report 8
Art. 10 – Organizzazione del servizio 8
Art. 11 – Controllo e monitoraggio del servizio 8
Art. 12 – Indicatori 8
Indicatori di realizzazione 8
Indicatori di risultato 9
Introduzione
Il contesto di riferimento, i suoi fabbisogni ed il progetto regionale SPRINT
Il presente bando si pone in continuità con il progetto SPRINT promosso da Regione Toscana e finanziato su fondo FAMI 2014-2020 (avviso pubblico decreto n.19738 del 24/12/2015), ed è finalizzato a operare all’interno di una strategia di salute culturalmente sensibile volta alla presa in carico integrata di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale (d’ora in poi RTPI) in condizione di vulnerabilità psicologica, attivando anche un servizio specifico per le vittime di tortura e di tratta volta allo sfruttamento sessuale o lavorativo, con valenza regionale.
Sul territorio saranno operativi un tavolo di lavoro regionale e 3 équipe multidisciplinari mobili per la presa in carico psicologica (nel cui ambito sarà distaccato anche 1 équipe dedicata alle vittime di tortura e di tratta e denominata d’ora in poi GIR-Gruppo Interdisciplinare a valenza Regionale). Nell’ambito del più generale Xxxxxxxx SPRINT 2 faranno parte del ed in tale ambito operativo le varie attività dovranno essere coordinate ed integrate.
Il progetto interesserà e coinvolgerà il sistema sanitario regionale (e i suoi operatori), il personale che opera presso le strutture di accoglienza e le organizzazioni del volontariato e del privato sociale comunque impegnate in questo ambito, al fine di ampliare e migliorare le risposte ai bisogni di salute mentale e presa in carico psicologica di questa categoria di migranti. I destinatari diretti saranno gli adulti e i minori RTPI e i minori stranieri non accompagnati (MSNA).
La popolazione target appena indicata presenta una notevole sofferenza psicologica, ed eventualmente un rischio di sviluppo di sindromi psicopatologiche, a causa della frequente incidenza di esperienze stressanti o propriamente traumatiche. Sono persone costrette ad abbandonare il proprio paese generalmente per sottrarsi a persecuzioni o al rischio concreto di subirne. Possono anche fuggire da contesti di violenza generalizzata determinati da guerre o conflitti civili nel proprio Paese di origine. Per tali ragioni possono aver subito torture e violenze politiche intenzionali. Possono infine essere oggetto di tratta a fini di sfruttamento sessuale o lavorativo. Inoltre, durante il percorso migratorio, sono sovente esposti a pericoli e traumi aggiuntivi determinati dalla pericolosità di questi viaggi che si possono concretizzare in situazioni di sfruttamento, violenze e aggressioni di varia natura. Gli eventi traumatici possono determinare gravi conseguenze sulla loro salute fisica e psichica con ripercussioni sul benessere individuale e sociale dei familiari e della collettività.
Come indicato nel Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale in relazione all’accesso ai servizi della popolazione immigrata si fa esplicito riferimento, tra le sfide che devono essere perseguite, l’attenzione alle azioni che i servizi socio- sanitari devono porre alla tutela della salute dei richiedenti/titolari di protezione internazionale, sia adulti che minori. Questo in ragione del fatto che, da una parte i rifugiati hanno specifiche tutele giuridiche secondo le quali viene sancita la parità di trattamento con i cittadini, dall’altra essi sono soggetti a specifici e molteplici fattori di rischio per la salute fisica e mentale cui sono esposti in conseguenza degli eventi traumatici pre-migratori, migratori e post-migratori, così come delle condizioni ambientali e sociopolitiche dei contesti di provenienza, di transito e di arrivo. Anche la più recente normativa nazionale, D.M. del 3 aprile 2017, “Linee guida per la programmazione degli interventi di assistenza e riabilitazione nonché per il trattamento dei disturbi psichici dei titolari dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale”, oltre alla legge n. 47 del 7 aprile 2017 riguardante le “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, ha riportato l’attenzione sulle condizioni di vulnerabilità alle quali sono esposti gli individui che affrontano l’iter migratorio. Inoltre a livello internazionale sempre più spesso viene raccomandata l’implementazione di programmi atti a proteggere la salute mentale dei richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione internazionale e di interventi volti a potenziare le abilità di riconoscimento e gestione del disagio psichico da parte degli operatori.
Ciò che è emerso dal Progetto SPRINT svoltosi nel 2018 è innanzitutto la complessità dei bisogni dei RTPI in condizioni di vulnerabilità psicopatologica e la necessità di rispondere con un modello integrato che preveda la collaborazione tra istituzioni pubbliche e del privato sociale e la compresenza di figure professionali specialistiche (etnopsicologo con qualifica di psicoterapeuta, antropologo culturale, mediatore linguistico-culturale, educatore adeguatamente formati). Emerge inoltre la necessità di insistere sullo sviluppo di programmi atti a individuare precocemente il disagio psichico specie se connesso a torture o a tratta a fini di sfruttamento, così come indicato dalle “Linee guida per la programmazione degli interventi di assistenza e riabilitazione nonché per il trattamento dei disturbi psichici dei titolari dello status di rifugiato e dello status di protezione sussidiaria che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale” del Ministero della Salute del 22 marzo 2017.
Art. 1 - Oggetto del servizio – Descrizione del servizio
Il servizio richiesto riguarda la fase di presa in carico dei destinatari, così come definiti nell’articolo precedente e più in particolare dovrà ricomprendere lo svolgimento di tutte quelle attività atte alla presa in carico dei migranti in situazione di vulnerabilità psicopatologica. Nello specifico, il Servizio dovrà:
• diffondere negli operatori delle strutture di accoglienza (CARA) una maggiore consapevolezza delle problematiche di salute mentale dei richiedenti asilo rifugiati e incrementare le competenze rispetto alla loro gestione e presa in carico nell’ambito dei sistemi di accoglienza;
• favorire l’individuazione precoce delle problematiche di salute mentale ed avviare procedure per una loro prima valutazione;
• realizzare interventi specifici di assistenza per la cura delle vittime di tortura e violenza politica e di tratta a fini di sfruttamento sessuale o lavorativo, promuovendo la partecipazione dei Dipartimenti di Salute Mentale regionali per la loro realizzazione e la collaborazione con gli operatori del servizio pubblico;
• effettuare un’azione di filtro nei confronti dei servizi pubblici di salute mentale, facilitando l’accesso a questi ultimi secondo le modalità e i criteri concordati a livello regionale e locale.
Art. 2 - Destinatari del servizio
I destinatari dell’intervento saranno gli adulti ed i minori RTPI (compresi i minori stranieri non accompagnati) inseriti nei CAS, nello SPRAR SIPROIMI od in altre strutture, ovvero quelli che per qualunque ragione si trovano fuori dalle strutture di accoglienza e comunque quelli si rivolgono autonomamente ai servizi di salute pubblici.
Il servizio dovrà raggiungere almeno i seguenti target quantitativi:
- N. 300 RTPI (M/F > 18 anni) in condizioni di vulnerabilità psicologica raggiunti dalle attività del progetto
- N. 10 MSNA (M/F 0-18 anni) in condizioni di vulnerabilità psicologica raggiunti dalle attività del progetto
- N. 150 RTPI (M/F< 18 anni) e MSNA (M/F 0-18 anni) in condizione di vulnerabilità presi in carico in modo diretto o indiretto nell’ambito del progetto
Art. 3 – Durata del servizio
La data di effettivo inizio verrà comunicata e concordata tra Azienda USL Toscana Centro, Operatore economico e Regione Toscana e ne verrà data comunicazione anche ad ESTAR. Le attività relative a questo servizio dovranno essere concluse entro il 31 dicembre 2021. Tale data sarà presa quale riferimento per il calcolo degli indicatori di risultato del servizio che si intende affidare.
Art. 4 – Caratteristiche minime e attività richieste
Per lo svolgimento del servizio in oggetto viene richiesto, come azioni di minima:
A) Diffondere negli operatori delle strutture di accoglienza una maggiore consapevolezza delle pro- blematiche di salute mentale dei richiedenti asilo rifugiati
La Ditta aggiudicataria deve individuare e mettere in atto azioni volte a diffondere una maggiore consapevolezza delle problematiche di salute presso gli operatori delle strutture di accoglienza attraverso strumenti quali: incontri di supervisione o consulenza, colloqui, gruppi di lavoro, discussioni che permettano di mettere in luce le problematiche più frequenti e le relative conseguenze e i rischi di una tardiva o mancata individuazione della problematica sui richiedenti asilo rifugiati.
B) Favorire l’individuazione precoce delle problematiche e fare una prima valutazione delle stesse
Il “riconoscimento” e la tempestiva presa in carico presso strutture idonee costituisce un elemento di centrale importanza per la riuscita del percorso di riabilitazione e più in generale, per la promozione di autonomia e integrità individuali.
L’Affidatario deve, pertanto:
1 valutare se vi sono situazioni di vulnerabilità psichiatrica, dovuta a traumi pre-durante-post migrazione, o comunque persone con disturbi psicopatologici anche indipendenti da eventi traumatici.
A tal fine è bene sottolineare che l’esperienza maturata relativamente all’accoglienza di persone vulnerabili conferma l’essenzialità del rapporto individuale nell’instaurazione di un rapporto di fiducia.
Tra gli strumenti che necessariamente dovranno essere usati il colloquio clinico rappresenta quello principale nella relazione d’aiuto svolgendo due importanti funzioni: una di informazione/orientamento e una di intervento che offre strumenti e strategie di cambiamento.
Dovranno poi essere previsti momenti precisi e scadenzati di incontro. La durata deve essere congrua, rispettosa dei tempi dell’interlocutore. I dati vanno raccolti in un fascicolo personale in cui convogliare ogni altra documentazione utile, afferente al caso.
2 effettuare una prima valutazione delle situazioni problematiche emergenti.
L’attivazione dell’intervento avverrà attraverso
• segnalazioni dirette - da parte delle strutture di prima accoglienza (SIPROIMI e CAS) e/o dai servizi pubblici (Distretti, Ospedali, Medici di base, pediatri di libera scelta, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Strutture e Cen- tri per minori. Unità FUNZIONALI Salute mentale adulti ed infanzia adolescenza, SERD ecc - attraverso apposite schede di segnalazione dei casi e/o schede di richiesta di attivazione delle unità mobili;
• individuazione attraverso unità mobili o forme di supervisione o incontri di discussione presso le strutture di ac-
coglienza o comunque di residenza o dimora della popolazione target;
• autosegnalazione da parte degli stessi RTPI
C) Effettuare la presa in carico della persona
La presa in carico prende avvio fin dal primo incontro con la persona, e deve prevedere una valutazione della persona, attraverso colloqui individuali con il soggetto vulnerabile ed eventualmente con le figure professionali già venute in contatto con la stessa.
L’Affidatario qualora valuti la situazione bisognosa di intervento, deve
1. valutare se è possibile risolvere la problematica attraverso una diversa modulazione delle metodologie di accoglien- za, coinvolgendo gli operatori ed i responsabili dei Centri di accoglienza in questo processo di cambiamento orga- nizzativo e/o operativo
2. valutare se la problematica è risolvibile attraverso un intervento a breve o medio termine e nel caso coinvolgere i MMG (per gli adulti) e i PLS (per i minori) di competenza al fine della erogazione della prestazione più appropriata
3. valutare la necessità di un riferimento al DSM di competenza o al GIR-Gruppo Interdisciplinare a valenza Regionale (appositamente creato per il Progetto) e nel caso coinvolgerli nella presa in carico o riferire loro gli RTPI.
Una volta preso in carico l’utente verrà predisposto il Piano Individuale di Trattamento (di cui il Fascicolo personale ne fa parte).
D) Realizzare interventi specifici di assistenza per la cura delle vittime di tortura e violenza politica e per le forme psicopatologiche caratterizzate culturalmente
L’Affidatario del servizio deve poi prevedere l’attivazione di un Gruppo Interdisciplinare a valenza Regionale (GIR) che ha la funzione di erogare interventi specialistici per la presa in carico delle persone con sofferenze psicologiche e con disturbi psichici nelle vittime di tortura e di violenza collettiva e politica presenti nella popolazione richiedente asilo e rifugiata o comunque con problematiche psicopatologiche riconducibili o legate ad esperienza di tratta a fini di sfruttamento sessuale o lavorativo. La collocazione del GIR sarà concordata con la Regione Toscana, sentito il Referente Scientifico del Progetto SPRINT2 da questa individuato.
E) Effettuare la consulenza e il monitoraggio anche riguardo agli inserimenti nei centri diurni e residen- ziali di tipo sanitario
F) Promuovere e diffondere i risultati ottenuti
L’Affidatario del servizio deve diffondere le attività svolte, le azioni realizzate e i risultati ottenuti, nonché realizzare un report finale edito a stampa.
Art. 5 – Coordinamento del progetto e interfaccia con la Regione Toscana
Le attività descritte al precedente articolo dovranno prevedere una funzione di coordinamento che costituisce anche l’interfaccia con le strutture e le figure della Regione Toscana, in particolare il Project Manager (di nomina regionale), il Referente Scientifico al Tavolo di lavoro regionale.
La funzione di coordinamento dovrà essere svolta da:
- un Coordinatore clinico-operativo. Questo incarico si intende svolto dall’etnopsicologo del GIR-Gruppo Interdisciplinare a valenza Regionale che dovrà avere anche funzioni di coordinamento operativo e clinico delle attività complessive delle Equipe Multidisciplinari Mobili (EMM) e che dovrà riferire alla Regione Toscana relativamente all’andamento del Progetto, alle azioni avviate, ai risultati raggiunti ed alle eventuali criticità emergenti in modo da elaborare gli opportuni interventi correttivi;
- un Coordinatore per la rendicontazione ed amministrazione, che dovrà svolgere una funzione di riferimento per la Regione Toscana, ed in particolare, rispetto alle questioni inerenti la rendicontazione e le questioni amministrative concernenti il Progetto.
Il coordinamento clinico-operativo del Progetto – più avanti indicato genericamente anche come “coordinamento del progetto” - dovrà guidare l’Equipe di progetto, specificata all’articolo successivo, sulla base delle indicazioni del Referente Regionale e dei Referenti delle Aziende Sanitarie.
Art. 6 – Strutturazione minima del servizio
Al fine di realizzare le attività descritte all’articolo 4, dovrà essere costituita una Equipe di progetto articolata nel seguente modo:
- n. 1 Gruppo Interdisciplinare Regionale (GIR)
- n. 3 Equipe Multidisciplinari Mobili (EMM), una per ognuna delle tre Aziende Sanitarie toscane
Il GIR dovrà essere composto, di minima, da:
- n. 1 etnopsicologo clinico (con funzione di coordinatore clinico-operativo, vedi l’articolo 5),
- n. 1 antropologo culturale,
- mediatori linguistico-culturali il cui numero dipenderà dai bisogni linguistico-culturali emergenti nel corso dello svolgimento dell’attività.
Complessivamente le 3 EMM dovranno essere composte dalle seguenti figure professionali, con i rispettivi territori di competenza:
- Etnopsicologi clinici. In ogni Azienda Sanitria della Regione deve operare un etnopsicologo clinico. Per la Provincia di Firenze è possibile prevedere più etnopsicologi clinici.
- Educatori professionali. Per ogni Azienda Sanitaria dovrà essere previsto almeno 1 educatore professionale.
- Mediatori linguistico-culturali il cui numero dipenderà dai bisogni linguistico-culturali emergenti nel corso dello svolgimento dell’attività.
- Antropologo culturale. Dovrà essere previsto almeno un antropologo culturale per l’intero territorio regionale.
- Consulente legale. Dovrà essere previsto 1 consulente legale per l’intero territorio regionale.
- Operatore amministrativo. Dovrà essere previsto 1 figura con compiti operativi di tipo amministrativo e rendicontativo a livello regionale.
Queste sono le indicazioni per la strutturazione dell’Equipe regionale ricavate dall’esperienza condotta con il Progetto SPRINT finanziato su fondo FAMI 2014-2020 (avviso pubblico decreto n.19738 del 24/12/2015). L’Operatore Economico dovrà definire gli elementi mancanti nella precedente struttura organizzativa. Ad esclusione di quanto previsto all’articolo 5, l’Operatore Economico potrà eventualmente presentare, in base alla sua autonomia organizzativa, una strutturazione diversa, al fine di una efficiente organizzazione delle risorse umane e materiali dedicate, tenuto sempre presente che quanto sopra indicato è considerata strutturazione minima. Le proposte di cambiamento dovranno comunque essere dovutamente motivate ed argomentate.
Art. 7 – Funzioni e attività minima dei GIR e EMM
Art. 7.1 - Il Coordinamento del progetto
Il Coordinamento clinico-operativo del progetto ha il fine di uniformare le attività nelle tre aree, in relazione alla metodologia e agli interventi da effettuare.
In particolare egli dovrà assicurare lo svolgimento dei seguenti compiti specifici:
• Assicurare che le attività richieste dal presente capitolato e dal progetto tecnico siano pianificate, eseguite e controllate. In particolare svolge funzioni di controllo sulle attività
• Dare le direttive generali, effettuare il monitoraggio e verificare lo stato di avanzamento delle attività e del progetto, attraverso riunioni periodiche dell’Equipe regionale. Tale compito viene svolto sulla base delle indi- cazioni e delle valutazioni che emergono negli incontri con il Referente Regionale e con quelli delle Aziende Sanitarie.
• Comunicare le modalità di esecuzione del servizio a tutte le funzioni interessate e risolvere i problemi che possono insorgere alle relative interfacce.
• Tenere sotto controllo le azioni correttive.
• Deve in qualsiasi momento essere in grado di relazionare sullo stato di avanzamento del progetto dal punto di vista operativo
Il Coordinatore per la rendicontazione dovrà assolvere i seguenti compiti:
• Controllare la sussistenza di tutti i passaggi amministrativi necessari per l’avvio del Progetto
• Controllare la sussistenza di tutti i requisiti contrattuali con i partner di progetto e con i membri dell’equipe di Progetto
• Monitorare l’andamento del progetto dal punto di vista economico e amministrativo interagendo con il coor- dinatore clinico-operativo nel caso sia necessario apportare correttivi rispetto all’implementazione operativa e alle attività progettuali condotte a livello regionale o in singoli territori
• Fornire al Referente Regionale, in qualsiasi momento, i dati e le informazioni relative allo stato di avanza- mento del progetto dal punto di vista economico e amministrativo o qualsiasi altra informazione inerente
• Svolgere la funzione di riferimento del Referente Regionale rispetto alle rendicontazioni e ai monitoraggi in itinere e finale richieste nell’ambito della linea di finanziamento del FAMI
• Essere il Responsabile della Privacy
Il Coordinatore per la rendicontazione deve fornire un recapito telefonico per immediata disponibilità, per ogni comunica- zione urgente che dovesse rendersi necessaria. In caso di assenza o impedimento del responsabile comunque deve essere previsto il nominativo di un sostituto.
I nominativi di entrambi i Coordinatori dovranno essere comunicati prima dell’avvio del servizio.
Art. 7.2 - Il Gruppo Interdisciplinare Regionale
L’Operatore Economico potrà sulla base del servizio descritto, proporre una soluzione organizzativa, al fine di un miglior raggiungimento degli obiettivi del servizio, che sarà valutata dalla Commissione Giudicatrice.
Il GIR avrà la funzione di:
• prendere in carico le vittime di tortura o comunque di violenza politica, unitamente a richiedenti/titolari di protezione internazionale vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale e lavorativo. Gli invii al GIR, sia di adulti che minori, potranno essere effettuati dalle EMM, dai clinici delle UFSMA e delle UFSMIA delle Aziende sanitarie, dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Firenze. Nell’ambito di tale attività, il GIR dovrà effettuare attività di certificazione ai fini della richiesta di protezione internazionale presso le competenti Commissioni territoriali;
• effettuare consulenze ai clinici delle UFSMA e delle UFSMIA delle Aziende Sanitarie Toscane che ne facciano richiesta;
• coordinare e supervisionare l’attività delle EMM, al fine di mantenere un assetto operativo coerente a livello regionale;
• definire e redigere, secondo indicazioni iniziali della Regione e dei referenti delle Aziende USL Toscana Cen- tro, Nord-Ovest e Sud-Est, la modulistica prevista dal presente capitolato e il modulo di richiesta ed accesso ai servizi offerti dal progetto da parte degli enti gestori delle strutture di accoglienza;
• coordinarsi con la Regione e con i referenti delle Aziende sanitarie toscane, rispetto al monitoraggio ed alla verifica in itinere e finale dell’andamento del progetto.
La collocazione del GIR verrà concordata con il Referente Regionale.
Art. 7.3 - Le Equipe Multidisciplinari Mobili
Ciascuna EMM sarà operativamente collocata secondo le indicazioni provenienti dal referente della rispettiva Azienda Sanitaria, ma svolgerà una funzione mobile a livello di area vasta.
L’Operatore Economico potrà, tuttavia, sulla base del servizio descritto proporre soluzioni organizzative diverse, al fine di un miglior raggiungimento degli obiettivi del servizio, che saranno valutate dalla Commissione.
Le attività di ciascuna EMM comprendono:
• consulenza e/o supervisione alle strutture di accoglienza rispetto a situazioni e casi di criticità emergenti nell’ambito del processo di accoglienza. Tale attività potrà limitarsi a incontri con singoli operatori sociali o con le equipe delle strutture di accoglienza al fine di analizzare le situazioni o i casi critici e valutare la possi- bilità di un intervento limitato all’attuazione di adeguate strategie e metodologie di accoglienza. Nel caso tale tipologia di intervento non risultasse adeguata o comunque non producesse gli effetti sperati, potrà essere avviato un intervento diretto al richiedente/titolare di protezione internazionale;
• valutazione delle situazioni di vulnerabilità psicopatologica segnalate dalle strutture di accoglienza collocate nell’ambito del suo territorio di competenza, dai MMG o PLS e dai servizi sanitari del territorio di area vasta (con particolare riferimento ai Dipartimenti di Salute Mentale) o da altre organizzazioni del volontariato e del privato sociale comunque coinvolte e interessate alla fascia di utenza considerata dal presente progetto;
• certificazione ai fini della richiesta di protezione internazionale presso le competenti Commissioni territoriali;
• presa in carico a breve termine del richiedente/titolare protezione internazionale;
• partecipazione agli incontri di coordinamento e supervisione con il GIR, secondo le modalità e le tempistiche che verranno definite dal coordinatore del GIR;
• modulazione degli accessi ai servizi psichiatrici territoriali;
• supervisione/consulenza/monitoraggio rispetto agli inserimenti di richiedenti/titolari di protezione internazio- nale inseriti in centri diurni o residenziali di tipo sanitario;
• attività di raccordo fra strutture di accoglienza e altre organizzazioni del terzo settore e del volontariato, da un lato, e Dipartimenti di Salute Mentale, MMG e PLS, dall’altro. Tale attività di raccordo può prevedere an- che modalità di intervento clinico congiunto fra EMM e clinici del servizio pubblico.
• interventi territoriali specifici verso singoli individui o gruppi, ovvero generali, volti alla promozione della salu- te mentale di RTPI e MSNA;
• promozione delle interazioni intersettoriali e interistituzionali necessarie ed opportune al fine di realizzare gli obiettivi del progetto.
Le modalità di collaborazione del GIR e delle 3 EMM con le strutture di accoglienza saranno definite da specifici accordi iniziali riguardanti le modalità di richiesta e accesso ai servizi offerti dal presente progetto.
I componenti del Coordinamento del Progetto, del GIR e dei 3 EMM devono:
• possedere competenze di lavoro in rete con i servizi istituzionali e del terzo settore e occuparsi quindi della gestione degli aspetti relazionali, amministrativi e gestionali relativi al riconoscimento del diritto alla salute dei soggetti vulnerabili.
• esprimere nel suo complesso competenze e conoscenze di lavoro con l’utenza migrante, ed in particolare quella forzata, e dunque capacità di presa in considerazione delle dimensioni culturale e geopolitica in cui le problematiche di salute mentale si inseriscono. Particolare valore sarà dato al possesso documentabile di co- noscenze e competenze nell’ambito della metodologia etnopsichiatrica.
Art. 8 – Competenze delle singole figure coinvolte
Art. 8.1 – Etnopsicologo
La figura del Etnopsicologo clinico deve:
- possedere laurea in Psicologia, Specializzazione in Psicologia clinica o Psicoterapia
- essere iscritto all’Ordine degli Psicologi nell’elenco degli psicoterapeuti.
- possedere esperienze specifiche nella presa in carico dell’utenza migrante forzata da almeno tre anni continuativi?.
A titolo esemplificativo la persona dovrà avere almeno due dei seguenti
- l’aver partecipato in qualità di psicologo a Progetti del Fondo Europeo per i Rifugiati (FER) rivolti a richiedenti e titolari di protezione internazionale con disagio mentale;
- aver collaborato con strutture di accoglienza per richiedenti e titolari di protezione internazionale (SIPROIMI, CAS, Centri Polifunzionali, ecc.) per la presa in carico psicologico-clinica degli utenti e/o per la supervisione del- le equipe socio-educative;
- aver collaborato a progetti, attività o servizi che abbiano coinvolto Aziende Sanitarie ed i rispettivi Dipartimenti di Salute Mentale, destinati alla promozione e difesa della salute mentale delle popolazioni migranti (forzate e non);
- pubblicazioni che abbiano come oggetto la salute mentale delle popolazioni migranti forzate, l’etnopsichiatria o l’etnopsicologia (numero di pubblicazioni, tematiche affrontate, accreditamento delle riviste scientifiche specia- lizzate e indicizzate - per la valutazione dell’impact factor)
- avere svolto percorsi formativi (es.master, corsi di formazione, corso di perfezionamento) in ambito antropolo- gico e/o etnopsichiatrico.
Art. 8.2 – Antropologo culturale
La figura dell’Antropologo culturale deve
- possedere un titolo di studio universitario in Antropologia o discipline equipollenti.
- Avere specifiche competenze in ambito di Antropologia Medica, Etnopsicologia/etnopsichiatria e mediazione etnocli- nica.
A titolo esemplificativo la persona dovrà avere almeno due dei seguenti:
- l’aver condotto ricerche etnografiche di campo in contesti extra-europei (preferibilmente su temi di pertinenza dell’antropologia medica o comunque su argomenti che possono essere di interesse per il presente progetto);
- l’aver lavorato o comunque avuto collaborazioni nell’ambito del sistema di accoglienza per richiedenti asilo e ri- fugiati o per vittime di tratta in Italia o in altri paesi europei;
- l’aver lavorato in campi profughi in paesi extra-europei;
- il possedere un dottorato di ricerca in ambito di project manager-antropologia culturale;
- l’aver collaborato con i servizi sanitari pubblici rispetto alla salute mentale delle popolazioni migranti;
- l’essere autore di pubblicazioni scientifiche su temi di etnopsicologia/etnopsichiatria.
Art. 8.3 – Educatore professionale
La figura dell’educatore professionale deve possedere il titolo di studio e la qualifica professionale corrispondente o equipollente.
Costituiscono titoli preferenziali:
- l’aver prestato attività professionale in progetti o servizi (pubblici, privati o del privato sociale) che si siano oc- cupati di salute mentale e dell’attività riabilitativa rivolta a persone (adulti o minori) con problemi di salute mentale;
- l’aver prestato attività professionale in progetti o servizi (pubblici, privati o del privato sociale) per l’accoglienza di richiedenti/titolari di protezione internazionale, preferibilmente se appartenenti a categorie vulnerabili;
- l’aver partecipato a percorsi formativi professionalizzanti sui temi legati o comunque inerenti al presente pro- getto (salute mentale dei richiedenti/titolari di protezione internazionale, accoglienza dei migranti forzati, an- tropologia culturale, ecc.).
La figura professionale dell’educatore professionale può essere sostituita – a discrezione dell’Operatore economico – da altre figure professionali competenti allo svolgimento di funzioni e attività utili al perseguimento degli obiettivi del presente progetto (psicologo/a di comunità, tecnico della riabilitazione psichiatrica, ecc.).
Art. 8.4 – MEDIATORE LINGUISTICO CULTURALE
La mediazione linguistico-culturale (in base ai bisogni linguistico-culturali) deve essere effettuata ricorrendo a personale che abbia maturato esperienza professionale:
- in progetti rivolti a richiedenti/titolari di protezione internazionale,
- in servizi sanitari (preferibilmente se Dipartimenti di Salute Mentale).
Art. 8.5 – CONSULENTE LEGALE
Il consulente legale deve avere una formazione giuridica ed esperienza nel lavoro con richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Art. 9 – Modulistica e Report
L’Affidatario del servizio dovrà presentare ai referenti regionali e delle aziende sanitarie due report semestrali e un report finale con la presentazione dei dati, delle attività effettuate e dei risultati ottenuti.
L’Aggiudicatario del servizio deve inoltre predisporre degli strumenti per il monitoraggio e la valutazione delle attività realizzate.
Tra questi:
1. scheda di segnalazione dei casi
2. modulo di richiesta di attivazione dell’equipe mobile
3. fascicolo personale
Gli operatori della ditta interessati dal progetto dovranno obbligatoriamente essere disponibili a partecipare alle attività formative che verranno svolte dalle Aziende Sanitarie per la corretta realizzazione del complessivo progetto SPRINT.
Art. 10 – Organizzazione del servizio
Per lo svolgimento di tale progetto il soggetto esecutore impiegherà ed organizzerà, a propria cura e spese, le risorse e i mezzi necessari per l’espletamento. A tal fine metterà a disposizione i materiali e gli strumenti, conformi alle normative vigenti, il personale, oltre all’organizzazione tecnico-manageriale. Per l’uso di automezzi, in particolare, deve assumere a proprio carico ogni onere assicurativo e fiscale connesso all’uso del mezzo stesso.
Il progetto dovrà essere svolto nel territorio di competenza di ciascuna Area individuata e alle esigenze manifestate dall’Equipe Regionale e delle Aziende Sanitarie nel corso della durata del servizio stesso.
Art. 11 – Controllo e monitoraggio del servizio
Prima dell’attivazione del servizio dovrà essere prevista una apposita riunione tra il Coordinamento di Progetto della ditta affidataria e i referenti regionali e aziendali al fine di concordare le linee direttrici e le modalità di attuazione del servizio.
Nel corso dello svolgimento del servizio dovranno essere programmate semestralmente, o anche per frequenze inferiori qualora sia ritenuto opportuno, attività di monitoraggio tra il coordinamento del progetto (clinico-operativo e rendicontativo), eventualmente coadiuvato da altri membri delle EMM ,con il referente della Regione e i referenti delle Aziende Sanitarie, al fine di pervenire a delle valutazioni sull’andamento del servizio.
Tale monitoraggio riguarda sia le attività operative del progetto che quelle amministrative.
Art. 12 – Indicatori
Gli indicatori sotto elencati rappresentano i valori minimi richiesti per l’esecuzione del servizio.
Indicatori di realizzazione
Equipe multidisciplinare attivate Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 1
Unità multidisciplinari mobili (EMM) attivate:
Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 3
Profili professionali coinvolti nell’equipe multidisciplinare
Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 4
Di cui etnopsicologo
Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 6
Di cui mediatore culturale Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 5
Di cui antropologo culturale Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 1
Di cui educatore professionale Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 3
Ore di etnopsicologia effettuate
Data di valutazione: 31/12/2021
Valore atteso: 8800 ore, di cui almeno 4800 di attività clinica o di consulenza/supervisione
Ore di assistenza educativa effettuate
Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 4250 ore
Ore di antropologia effettuate
Data di valutazione: 31/12/2021
Valore atteso: 1680 ore, di cui almeno 980 di attività di affiancamento di clinici di SPRINT o del Servizio pubblico, ovvero di educatori di SPRINT
Ore di consulenza legate effettuate
Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 200 ore
Ore di mediazione linguistica-culturale ed interpretariato effettuate
Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 4950 ore
Ore di attività amministrativa e rendicontativa:
Data di valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 700 ore
Richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità raggiunti:
Data Valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 450
Indicatori di risultato
Richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità presi in carico in modo diretto o indiretto (consulenza/supervisione)
Data Valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 230
Minori stranieri non accompagnati richiedenti o titolari di protezione internazionale presi in carico in modo diretto o indiretto (consulenza/supervisione)
Data Valutazione: 31/12/2021 Valore atteso: 20
Dr. Xxxxxx Xxxx | |
Dr.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx | |
Dr. Xxxxxxx Xxxxx | |
Dr. Xxxxx Xxxxx Xxxxx Prodi |