CITTA’ DI SAN GIOVANNI ROTONDO
CITTA’ DI SAN XXXXXXXX XXXXXXX
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2018-2020
SOMMARIO
PREMESSA ……………………………………………………………………………………
PARTE I……………………………………………………………………………………….
• Soggetti coinvolti nella predisposizione e attuazione del Piano
• Anticorruzione e Trasparenza
• Trasparenza delle gare d’appalto
• Il whistleblowing
PARTE II………………………………………………………………………………………
• Metodologia
Analisi del contesto esterno Analisi del contesto interno Criticità dell’anno 2017
Priorità strategiche per la prevenzione della corruzione nel triennio 2018/2020 Metodologia dell’analisi del rischio. Conferma delle scelte contenute nel PTCP 2017/2019
• La Mappatura dei rischi
• Gli strumenti per la prevenzione del rischio corruzione
Misure generali Misure specifiche
• Il controllo
PARTE III…………………………………………………………………………………………
• Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità
1) Introduzione
2) Obiettivi strategici
3) Soggetti coinvolti
4) Le sanzioni
5) L’accesso civico
6) L’accesso civico generalizzato
7) La “Qualità delle informazioni”
8) Principali azioni per l’attivazione del programma triennale per la trasparenza e l’integrità
• Elenco dei Procedimenti
PREMESSA
Il presente aggiornamento del Piano triennale di prevenzione della corruzione per il triennio 2018/2020, adottato con deliberazione della Giunta comunale n. 84 del 13.03.2014 e aggiornato con deliberazioni della Giunta comunale n. 46/2015, n. 63/2016 e n. 51/2017, viene fatto con riferimento alle seguenti disposizioni generali:
✓ Legge 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell‟illegalità nella pubblica amministrazione”;
✓ decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.
✓ decreto legislativo 25 maggio 2016, n.97 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”.
✓ Intesa in Conferenza Unificata tra Governo ed Enti Locali, attuativa della L.190/12, art.1, commi 60 e 61, del 24 luglio 2013;
✓ Piano Nazionale Anticorruzione – PNA – predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica, ai sensi della legge 6 novembre 2012, n. 190, e approvato l‟11 settembre 2013 dalla CIVIT ora X.X.XX. – Autorità Nazionale Anticorruzione;
✓ Aggiornamento 2015 al PNA approvato dall‟ANAC con determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015;
✓ Piano Nazionale Anticorruzione 2016 – Delibera n. 831 del 3 agosto 2016.
L‟attività di aggiornamento tiene conto di quanto emerso nei primi anni di applicazioni del Piano e delle criticità riscontrate.
Dal punto di vista metodologico nel riconfermare i principi, i criteri e l‟architettura generale del PTPC adottato con deliberazione della G.C. n.51/2017 – si procede , di converso, al suo aggiornamento annuale, al fine di meglio calibrare il Piano alla realtà concreta del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx.
PARTE I
SOGGETTI COINVOLTI NELLA PREDISPOSIZIONE E ATTUAZIONE DEL PIANO
a. L’organo di indirizzo politico: l‟approvazione del Piano è di competenza della Giunta Comunale.
Il Responsabile anticorruzione della trasparenza: La figura del responsabile anticorruzione è stata l‟oggetto di significative modifiche introdotte dal legislatore del decreto legislativo 97/2016. La rinnovata disciplina:
1) ha riunito in un solo soggetto, l‟incarico di responsabile della prevenzione della corruzione e della
trasparenza (acronimo: RPCT);
2) ne ha rafforzato il ruolo, prevedendo che ad esso siano riconosciuti poteri idonei a garantire lo svolgimento dell‟incarico con autonomia ed effettività.
Il Responsabile anticorruzione e della trasparenza è individuato nel Segretario generale, giusta decreto di nomina sindacale n.9800 del 17.04.2013;
c. Il Responsabile della Rete Civica con riferimento agli obblighi di pubblicazione: coadiuva il Responsabile della trasparenza nello svolgimento dei suoi compiti e delle sue attività e garantisce il regolare e corretto funzionamento della Rete Civica, con riferimento agli obblighi di pubblicazione. Il Responsabile della Rete Civica è individuato nella figura di un istruttore direttivo, in staff al segretario generale;
d. Il Dirigente del personale: collabora con il Responsabile anticorruzione nell‟individuazione del personale da inserire negli specifici programmi di formazione;
e. Tutti i dirigenti: partecipano attivamente alla elaborazione del Piano anticorruzione, concorrendo alla individuazione dei rischi e delle strutture più esposte e alla definizione delle misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione, e ne controllano il rispetto da parte dei dipendenti della struttura cui sono preposti; collaborano attivamente con il Responsabile della trasparenza e con il Responsabile della Rete Civica per l‟assolvimento degli obblighi di pubblicità e trasparenza, e rispettano e attuano le direttive da questi emanate; collaborano con i soggetti e le strutture interessate per la corretta attuazione e l‟efficace funzionamento del sistema integrato dei controlli interni.
f. il Nucleo di Valutazione: Il Nucleo di Valutazione ottempera a tutti gli obblighi sanciti dalla L.190/2012 e posti specificatamente in capo all‟Organismo medesimo.
Il nucleo di valutazione verifica, anche ai fini della valutazione della performance individuale dei dirigenti, la corretta applicazione del Piano di Prevenzione della corruzione.
Le modifiche che il d.lgs. 97/2016 ha apportato alla l. 190/2012 rafforzano le funzioni già affidate agli OIV in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza dal d.lgs. 33/2013, anche in una logica di coordinamento con il RPCT e di relazione con l‟ANAC.
L’Ufficio procedimenti disciplinari
Svolge i procedimenti disciplinari nell‟ambito di propria competenza;
provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell‟autorità giudiziaria; propone l‟aggiornamento del codice di comportamento.
ANTICORRUZIONE E TRASPARENZA
Il 14 marzo 2013, in esecuzione alla delega contenuta nella legge 190/2012 (articolo 1 commi 35 e 36), il Governo ha approvato il decreto legislativo 33/2013 di “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.
Il “Freedom of Information Act” del 2016 (d.lgs. numero 97/2016) ha modificato in parte la legge “anticorruzione” e, soprattutto, la quasi totalità degli articoli e degli istituiti del “decreto trasparenza”.
Persino il titolo di questa norma è stato modificato in “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle
pubbliche amministrazioni”.
Nella versione originale il decreto 33/2013 si poneva quale oggetto e fine la “trasparenza della PA” (l‟azione era dell‟amministrazione), mentre il Foia ha spostato il baricentro della normativa a favore del “cittadino” e del suo diritto di accesso civico (l‟azione è del cittadino).
E‟ la libertà di accesso civico dei cittadini l‟oggetto del decreto ed il suo fine principale, libertà che viene assicurata, seppur nel rispetto “dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti”, attraverso:
1. l‟istituto dell'accesso civico, estremamente potenziato rispetto alla prima versione del decreto legislativo 33/2013;
2. la pubblicazione di documenti, informazioni e dati concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni.
In ogni caso, la trasparenza dell‟azione amministrativa rimane la misura cardine dell‟intero impianto anticorruzione delineato dal legislatore della legge 190/2012.
L‟articolo 1 del d.lgs. 33/2013, rinnovato dal d.lgs. 97/2016 (Foia) prevede:
“La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche.”.
Secondo l‟ANAC “la trasparenza è una misura di estremo rilievo e fondamentale per la prevenzione della corruzione”.
Nel PNA 2016, l‟Autorità ricorda che la definizione delle misure organizzative per l‟attuazione effettiva degli obblighi di trasparenza sia parte irrinunciabile del PTPCT.
In conseguenza della cancellazione del programma triennale per la trasparenza e l‟integrità, ad opera del decreto legislativo 97/2016, l‟individuazione delle modalità di attuazione della trasparenza sarà parte integrante del PTPCT in una “apposita sezione”.
Questa dovrà contenere le soluzioni organizzative per assicurare l‟adempimento degli obblighi di pubblicazione di dati ed informazioni, nonché la designazione di responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati.
L‟Autorità, inoltre, raccomanda alle amministrazioni di “rafforzare tale misura nei propri PTPCT anche oltre al rispetto di specifici obblighi di pubblicazione già contenuti in disposizioni vigenti” (PNA 2016 pagina 24).
Il decreto 97/2016 persegue tra l‟altro “l‟importante obiettivo di razionalizzare gli obblighi di pubblicazione vigenti mediante la concentrazione e la riduzione degli oneri gravanti sulle amministrazioni”.
Sono misure di razionalizzazione quelle introdotte all‟articolo 3 del decreto 33/2016:
1. la prima consente di pubblicare informazioni riassuntive, elaborate per aggregazione, in sostituzione della pubblicazione integrale (l‟ANAC ha il compito di individuare i dati oggetto di pubblicazione riassuntiva);
2. la seconda consente all‟Autorità, proprio attraverso il PNA, di modulare gli obblighi di pubblicazione in ragione della natura dei soggetti, della dimensione organizzativa e delle attività svolte “prevedendo, in particolare, modalità semplificate per i comuni con popolazione inferiore a
15.000 abitanti”, nonché per ordini e collegi professionali.
TRASPARENZA DELLE GARE D’APPALTO
Il decreto legislativo 18 aprile 2016 numero 50 di “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” (pubblicato nella GURI 19 aprile 2016, n. 91, S.O.) ha notevolmente incrementato i livelli di trasparenza delle procedure d‟appalto.
L‟articolo 22, rubricato Trasparenza nella partecipazione di portatori di interessi e dibattito pubblico, del decreto prevede che le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori pubblichino, nel proprio profilo del committente, i progetti di fattibilità relativi alle grandi opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale, aventi impatto sull'ambiente, sulle città e sull'assetto del territorio, nonché gli esiti della consultazione pubblica, comprensivi dei resoconti degli incontri e dei dibattiti con i portatori di interesse.
I contributi e i resoconti sono pubblicati, con pari evidenza, unitamente ai documenti predisposti dall'amministrazione e relativi agli stessi lavori.
Mentre l‟articolo 29, recante “Principi in materia di trasparenza”, dispone:
“Tutti gli atti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori relativi alla programmazione di lavori, opere, servizi e forniture, nonché alle procedure per l'affidamento di
appalti pubblici di servizi, forniture, lavori e opere, di concorsi pubblici di progettazione, di concorsi di idee e di concessioni, compresi quelli tra enti nell'ambito del settore pubblico di cui all'articolo 5, ove non considerati riservati ai sensi dell'articolo 112 ovvero secretati ai sensi dell'articolo 162, devono essere pubblicati e aggiornati sul profilo del committente, nella sezione “Amministrazione trasparente”, con l'applicazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33.
Al fine di consentire l'eventuale proposizione del ricorso ai sensi dell‟ articolo 120 del codice del processo amministrativo, sono altresì pubblicati, nei successivi due giorni dalla data di adozione dei relativi atti, il provvedimento che determina le esclusioni dalla procedura di affidamento e le ammissioni all‟esito delle valutazioni dei requisiti soggettivi, economico-finanziari e tecnico- professionali.
Il comma 32 dell‟articolo 1 della legge 190/2012, stabilisce che per ogni gara d‟appalto le stazioni appaltanti sono tenute a pubblicare nei propri siti web:
a) la struttura proponente;
b) l'oggetto del bando;
c) l'elenco degli operatori invitati a presentare offerte;
d) l'aggiudicatario;
e) l'importo di aggiudicazione;
f) i tempi di completamento dell'opera, servizio o fornitura;
g) l'importo delle somme liquidate.
Entro il 31 gennaio di ogni anno, tali informazioni, relativamente all'anno precedente, sono pubblicate in tabelle riassuntive rese liberamente scaricabili in un formato digitale standard aperto che consenta di analizzare e rielaborare, anche a fini statistici, i dati informatici.
Le amministrazioni trasmettono in formato digitale tali informazioni all‟ANAC.
ILWHISTLEBLOWING
Lo scorso novembre la Camera dei Deputati – al termine di un iter parlamentare durato diversi mesi - ha approvato definitivamente la proposta di legge di riforma dell‟istituto ( legge 179 del 30 novembre 2017 entrata in vigore il 29 dicembre 2017), recependo i suggerimenti di quanti imputavano ai limiti della regolamentazione nazionale il mancato decollo di uno strumento potenzialmente molto efficace.
1. Le origini dell’istituto.
Il termine, com‟è ampiamente noto, ha origini anglosassone (whistleblowing, letteralmente “suonatori di fischietto“), che richiama in se una metafora dal valore positivo, peraltro ben conosciuta in Italia grazie allo sport del calcio, seguito da milioni di persone, in cui il ruolo dell‟arbitro, a presidio del rispetto delle regole, è elemento imprescindibile perché la stessa partita si possa svolgere.
Ebbene, se è chiaro chi è il whistleblower per gli anglosassoni ( „ una persona che lavorando all‟interno di un‟organizzazione, di un‟azienda pubblica o privata si trova ad essere testimone di un comportamento irregolare, illegale, potenzialmente dannoso per la collettività e decide di segnalarlo all‟interno dell‟azienda stessa o all‟autorità giudiziaria o all‟attenzione dei media, per porre fine a quel comportamento „), nel lessico italiano non esiste una parola semanticamente equivalente al termine angloamericano.
Come spiegato dall‟Accademia della Crusca1 i traducenti molto spesso impiegati soprattutto dai media quali spia, delatore, talpa o gola profonda non garantiscono alcuna equivalenza con il termine inglese, perché veicolano connotazioni negative e non associabili ad un comportamento etico, virtuoso, manifestazione di senso civico, tanto da far concludere alla prestigiosa istituzione che “ l’assenza di un traducente adeguato è, in effetti, il riflesso linguistico della mancanza,
1 Si veda l’articolo “ Che cosa indica e come si traduce la parola inglese whistleblower” reperibile all’indirizzo web xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx/xx/xxxxxx-xxxxxxxx/xxxxxxxxxx-xxxxxxxxxxx/xxxxxxx-xxxxxxxx/xxxx-xxxxxx-xxxx-xx- traduce-parola-inglese-w
all’interno del contesto socio-culturale italiano, di un riconoscimento stabile della “ cosa “ a cui la parola fa riferimento”
2. Il whistleblowing nell’ordinamento italiano.
Come detto, in assenza di un traducente adeguato della parola inglese whistleblower, il legislatore italiano preferisce darne una descrizione che, nella prima versione introdotta dalla legge 190 del 20122, risulta essere il dipendente pubblico che denuncia all‟autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro; mentre, nel testo che è entrato in vigore il 29 dicembre3, è il dipendente pubblico che segnala o denuncia condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro.
2 Il Testo originario era il seguente: “1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.2. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato. 3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. 4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni".
3 1. Il pubblico dipendente che, nell‟interesse dell‟integrità della pubblica amministrazione, segnala al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza di cui all‟articolo 1, comma 7, della legge 6 novembre 2012, n. 190, ovvero all‟Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), o denuncia all‟autorità giudiziaria ordinaria o a quella contabile, condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione. L‟adozione di misure ritenute ritorsive, di cui al primo periodo, nei confronti del segnalante è comunicata in ogni caso all‟ANAC dall‟interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell‟amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. L‟ANAC informa il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri o gli altri organismi di garanzia o di disciplina per le attività e gli eventuali provvedimenti di competenza.2. Ai fini del presente articolo, per dipendente pubblico si intende il dipendente delle amministrazioni pubbliche di cui all‟articolo 1, comma 2, ivi compreso il dipendente di cui all‟articolo 3, il dipendente di un ente pubblico economico ovvero il dipendente di un ente di diritto privato sottoposto a controllo pubblico ai sensi dell‟articolo 2359 del codice civile. La disciplina di cui al presente articolo si applica anche ai lavoratori e ai collaboratori delle imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell‟amministrazione pubblica.3. L‟identità del segnalante non può essere rivelata. Nell‟ambito del procedimento penale, l‟identità del segnalante è coperta dal segreto nei modi e nei limiti previsti dall‟articolo 329 del codice di procedura penale. Nell‟ambito del procedimento dinanzi alla Corte dei conti, l‟identità del segnalante non può essere rivelata fino alla chiusura della fase istruttoria. Nell‟ambito del procedimento disciplinare l‟identità del segnalante non può essere rivelata, ove la contestazione dell‟addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione, anche se conseguenti alla stessa. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione e la conoscenza dell‟identità del segnalante sia indispensabile per la difesa dell‟incolpato, la segnalazione sarà utilizzabile ai fini del procedimento disciplinare solo in presenza di consenso del segnalante alla rivelazione della sua identità.4. La segnalazione è sottratta all‟accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni.5. L‟ANAC, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, adotta apposite linee guida relative alle procedure per la presentazione e la gestione delle segnalazioni. Le linee guida prevedono l‟utilizzo di modalità anche informatiche e promuovono il ricorso a strumenti di crittografia per garantire la riservatezza dell‟identità del segnalante e per il contenuto delle segnalazioni e della relativa documentazione.6. Qualora venga accertata, nell‟ambito dell‟istruttoria condotta dall‟ANAC, l‟adozione di misure discriminatorie da parte di una delle amministrazioni pubbliche o di uno degli enti di cui al comma 2, fermi restando gli altri profili di responsabilità, l‟ANAC applica al responsabile che ha adottato tale misura una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 30.000 euro. Qualora venga accertata l‟assenza di procedure per l‟inoltro e la gestione delle segnalazioni ovvero l‟adozione di procedure non conformi a quelle di cui al comma 5, l‟ANAC applica al responsabile la sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 50.000 euro. Qualora venga accertato il mancato svolgimento da parte del responsabile di attività di verifica e analisi delle segnalazioni ricevute, si applica al responsabile la sanzione
Alcune differenze lessicali e di modifiche del testo originario denotano chiaramente la volontà del legislatore di voler superare alcune criticità che hanno sino ad ora impedito il concreto decollo dell‟istituto.
Innanzitutto, si parte da un presupposto importante: il whistleblower non agisce per la tutela di un interesse proprio o per avere giustizia per se‟, attraverso un procedimento più snello e veloce, a differenza di quello che accade normalmente nella giustizia ordinaria.
La necessità di farsi carico di tale chiarimento da parte del legislatore è, da un lato, frutto di una precisa scelta legislativa che non ha inteso prevedere, come si dirà in seguito, un sistema premiante per il whistleblower, dall‟altro scaturisce da ciò che è accaduto in questi 5 anni di applicazione dell‟istituto, in cui l‟interesse pubblico, collettivo di cui dovrebbe farsi carico chi decide di evidenziare fatti illeciti, in realtà, con sempre più frequenza, ha ceduto il posto a quello particolare o addirittura individuale, tanto da costringere l‟ANAC con un Comunicato del Presidente del 27 aprile 20174, a rimarcare i disparati casi di segnalazioni estranee alla sfera di competenza dell'Autorità.
Pertanto, secondo quanto previsto dal nuovo art.54 bis del D.Lgs.165/2001, sostituito dall'art. 1, L. 30.11.2017, n. 179, con decorrenza dal 29.12.2017, il whistleblower è colui che agisce “nell’interesse dell’integrità della pubblica amministrazione”, quindi, nell‟interesse di una pubblica amministrazione immune da fenomeni di “maladmistration”, avendo egli come esclusivo orizzonte del proprio agire il fine di provocare la rimozione/sanzione di quelle procedure amministrative e di quei comportamenti che non si compiono sui binari della legalità.
L‟auspicio di un cambiamento culturale del pubblico dipendente passa attraverso questa consapevolezza: il whistleblowing è uno strumento che il legislatore ha approntato non per accertare diritti denegati, ma costituisce l‟espressione di senso civico, tutelata da possibili conseguenze ritorsive, senza alcun tornaconto immediato e diretto per il denunciante.
Ed è per questo che, nella nuova versione della norma, il whistleblower, oltre all‟ipotesi di denuncia all‟Autorità giudiziaria, non “riferisce” condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro al superiore gerarchico, come previsto precedentemente, generando in tal modo l‟equivoco che tale atto, in realtà, rappresenti una delazione fatta per servilismo o per altri motivi d‟interesse particolare, ma “segnala” ciò al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ovvero all‟Autorità nazionale anticorruzione (ANAC).
Espressioni terminologiche e percorsi procedimentali differenti che denotano, come detto, una profonda rivisitazione dell‟istituto sulla quale si scommette moltissimo per ridare linfa a tale importante strumento che, in altri paesi, ha avuto ben altra fortuna.
3. La tutela del segnalante.
E‟ questo, per diffuso convincimento, il punto nevralgico sul quale l‟efficace utilizzo dello strumento si è oggettivamente impantanato. Nella disposizione, solo di recente modificata, l‟identità del segnalante può essere rivelata, essendo tale evenienza ancorata ad un principio generico: “qualora la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato”.
amministrativa pecuniaria da 10.000 a 50.000 euro. L‟ANAC determina l‟entità della sanzione tenuto conto delle dimensioni dell‟amministrazione o dell‟ente cui si riferisce la segnalazione.7. È a carico dell‟amministrazione pubblica o dell‟ente di cui al comma 2 dimostrare che le misure discriminatorie o ritorsive, adottate nei confronti del segnalante, sono motivate da ragioni estranee alla segnalazione stessa. Gli atti discriminatori o ritorsivi adottati dall‟amministrazione o dall‟ente sono nulli.8. Il segnalante che sia licenziato a motivo della segnalazione è reintegrato nel posto di lavoro ai sensi dell‟articolo 2 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23.9. Le tutele di cui al presente articolo non sono garantite nei casi in cui sia accertata, anche con sentenza di primo grado, la responsabilità penale del segnalante per i reati di calunnia o diffamazione o comunque per reati commessi con la denuncia di cui al comma 1 ovvero la sua responsabilità civile, per lo stesso titolo, nei casi di dolo o colpa grave».
4 Il Comunicato ANAC dal titolo “Ambito di intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione“ è reperibile all’indirizzo web: xxxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx/xxxxxx/xxxxxx/xxxxxxx/XxxxxxxxXxxxxxxx/XxxxXxxxXxxxxxxx/_Xxxx?xxx0000
In sostanza il legislatore non ha chiarito la ricorrenza di detto presupposto, tanto più che il diritto di difesa è un diritto costituzionalmente tutelato.
Assicurare l‟anonimato del denunciante è il primo e più rilevante dei requisiti perché si invogli il lavoratore ad utilizzare l‟istituto, ed è per questo che nella novella che ha completamente riformato l‟art.54 bis del D.Lgs.n.165/2001, la tutela dell‟anonimato del denunciante viene portata in fase molto avanzata dei procedimenti, dopo aver espresso comunque il principio che “l’identità del segnalante non può essere rivelata”.
Mentre in precedenza, quindi, il problema dell‟anonimato si poneva soltanto all‟interno
dell‟eventuale procedimento disciplinare e con i pesanti limiti innanzi detti, con la predetta novella esso è garantito, nell‟ambito del procedimento penale, fino alla chiusura delle indagini preliminari; nell‟ambito del procedimento dinanzi alla Corte dei Conti, fino alla chiusura dell‟attività istruttoria; nell‟ambito del procedimento disciplinare, infine, solo in presenza di consenso del segnalante alla rivelazione della sua identità, qualora la conoscenza dell‟identità del segnalante sia indispensabile per la difesa dell‟incolpato.
La chiara percezione di un sistema debole del processo di whistleblowing non ha certamente aiutato alla sua diffusione, per cui è chiaro l‟intento del legislatore di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato, eliminando elementi di discrezionalità nella gestione di questo strumento, rafforzando, nel contempo, le stesse misure di tutela del segnalante nei confronti di azioni ritorsive, con nuovi poteri sanzionatori di carattere pecuniario assegnati all‟ANAC che, nei casi più gravi, si potrebbero concretizzare nella irrogazione di una sanzione di € 30.000 a carico di chi si rendesse responsabile di dette azioni. 5
4. Il whistleblowing istituto da promuovere e incentivare?
Come è stato precisato, il whistleblowing è molto conosciuto nei paesi anglosassoni e, in particolare, negli Stati Uniti dove, a seguito di numerosi scandali di carattere finanziario, è stata emanata la legge meglio nota come SOX (senatore Xxxx Xxxxxxxx (D -MD) e Rep. Xxxxxxx X. Xxxxx (R-Ohio, promotori del disegno di legge), ovvero il Public Company Accounting Reform and Investor Protection Act del 2002, con cui si prescrive l‟obbligatorietà di un processo di segnalazione anonimo e di protezione del segnalante quale requisito necessario perché una società possa quotarsi in borsa.
Con l'introduzione del Xxxx - Xxxxx Xxxx Street Reform and Consumer Protection Act, è stato, altresì, istituito un vero e proprio programma finalizzato ad incentivare il whistleblowing, prevedendo premi in denaro ai singoli whistleblower nel caso in cui, a seguito delle segnalazione, l‟organo governativo che si occupa della regolazione dei mercati (SEC: Security and Exchange Commission ), grazie a detta segnalazione, introiti somme di denaro a titolo di sanzione comminate ai trasgressori.
Questa misura, ovviamente, si affianca ad una efficace tutela del denunziante, con espressi divieti di ritorsione, stabilendo anche un risarcimento a favore del whistleblower nel caso in cui la ritorsione stessa avvenga.
In Italia, come è stato innanzi detto, oltre a misure oggettivamente rafforzate sul piano della tutela del whistleblower, per il decollo dell‟istituto, quale efficace strumento per la lotta alla corruzione, il legislatore scommette su un cambiamento culturale dei cittadini, in particolar modo dei dipendenti pubblici, i quali segnalano/denunciano esclusivamente “nell‟interesse dell‟integrità della pubblica amministrazione”, senza alcun tornaconto personale diretto.
Non è inutile ricordare, a questo proposito, che in passato la legislazione emanata sia in tema di terrorismo che in tema di reati di mafia, ha fatto ricorso spesso al “premio“ per incentivare imputati di tali reati a fornire una collaborazione con gli organi di giustizia per evitare che le attività delittuose siano portate ad ulteriori conseguenze, aiutando in tal modo le autorità ad una ricostruzione dei fatti e alla cattura degli autori dei reati.
5 Le rilevanti sanzioni pecuniarie che l’ANAC può comminare per questa ed altre fattispecie sono riportate al comma 6 del novellato art.54 bis del D.Lgs.165/2001.
Principio fondamentale di tale legislazione è costituto dalla “dissociazione“, cioè dalla rottura del “pactum sceleris” con gli altri membri dell‟associazione criminosa, senza che rilevi, invece, il fine vero perseguito da chi decide di collaborare con lo stato.
Risorse pubbliche importanti, negli anni sono state messe a disposizione dello strumento premiale e dei collaboratori di giustizia.
Molto probabilmente, i reati contro la pubblica amministrazione , a giudizio del legislatore, non destano quell‟arme sociale che, invece, accade per i reati di terrorismo o di mafia, per cui, non solo non si è fatto ricorso a quel tipo di norme per i reati di corruzione, ma lo stesso esempio americano, che pure nasce in una nazione molto probabilmente con un senso civico molto più maturo e responsabile del nostro, non ha trovato spazio nella legislazione italiana.
Invero, già a fine gennaio 2012, nella relazione consegnata al Presidente del Consiglio dell‟epoca da parte della “Commissione per lo studio e l‟elaborazione di proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione”, istituita solo un mese prima presso il ministero della Pubblica Amministrazione, coordinata dal capo gabinetto Xxxxxxx Xxxxxxxx, e composta dai magistrati Xxxxxxxx Xxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxxxx, nonché dai professori Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxxx e Xxxxxxx Xxxxxxxx, venivano fornite una serie di indicazioni tramutate in proposte di emendamento al disegno di legge anticorruzione, che, si ricorda, sarà poi approvato a novembre di quell‟anno, e tra queste spiccava la seguente:
“Chiunque segnala all’autorità giudiziaria e alla Corte dei Conti condotte illecite che cagionano danno erariale o all’immagine della pubblica amministrazione, spetta un premio in denaro non inferiore al 15 per cento e non superiore al 30 per cento della somma recuperata dall’erario”6.
E‟ importante notare che la norma proposta risultava quasi identica a quella prevista dalla legislazione americana nel Xxxx - Xxxxx Act, dove il premio consiste in una somma di denaro non inferiore al 10% né superiore al 30% di quanto effettivamente riscosso dalla SEC.
Molte di quelle proposte formulata dalla Commissione hanno poi trovato pieno accoglimento all‟interno della legge 190/2012, tranne quella contenente quel meccanismo premiale tendente a ripagare il segnalante con una quota di quanto lo Stato sarebbe riuscito a recuperare dagli autori di comportamenti illeciti.
I tempi, forse, non erano maturi allora e, evidentemente, non lo sono ancora adesso.
PARTE II METODOLOGIA
Sulla base delle disposizioni di cui alla citate disposizioni, particolare attenzione è stata posta nel garantire la concreta realizzabilità delle azioni previste, predisponendo un P.T.C.P: contestualizzato all‟ambiente di San Xxxxxxxx Xxxxxxx, con riferimento alle strutture territoriali, nonché alle dinamiche sociali, economiche e culturali
La strategia per la buona amministrazione e per la prevenzione della corruzione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx si articola nelle seguenti fasi:
- Analisi del contesto esterno
- Analisi del contesto interno
- Criticità dell‟anno 2017
- Priorità strategiche per la prevenzione della corruzione nel triennio 2018/2020
- Metodologia di analisi del rischio. Conferma delle scelte contenute nel PTPC 2017/2019
- Mappatura dei rischi
6 Tale proposta venne evidenziata con molto risalto in un articolo di Xxxxxxxx Xxxxxxxx per il Corriere della Sera dal titolo “ “ L’idea Anticorruzione: un premio in denaro a chi denuncia i casi”, reperibile all’indirizzo web xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx/xxxxxxxx%00xxxxxxxx.xxx
- Strumenti per la prevenzione del rischio
- Controllo
ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO
L‟analisi del contesto esterno rappresenta una fase indispensabile del processo di gestione del rischio, attraverso la quale si ottengono le informazioni necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa verificarsi all‟interno dell‟Amministrazione in considerazione delle specificità dell‟ambiente in cui essa opera, ossia delle dinamiche sociali, economiche e culturali che si verificano nel territorio presso il quale essa è localizzata.
Ai fini dello svolgimento di tale analisi, l‟Ente si è avvalso degli elementi e dei dati contenuti nelle relazioni periodiche sullo stato dell‟ordine e della sicurezza pubblica.
In particolare, sono state consultate:
- le Relazioni sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) per il I e il II semestre 2016, presentate al Parlamento dal Ministro dell‟Interno e trasmesse in date 3 gennaio 2017 e 11 luglio 2017 alla Presidenza della Camera dei Deputati (doc. LXXIV,
n. 8 e doc. LXXIV, n. 9).
Tali documenti sono consultabili accedendo alla sezione web xxxx://xxx.xxxxxx.xx/xxx00/000
Le Relazioni sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) per il I° e il II° semestre 2016, evidenziano per la provincia di Foggia e, in particolare, per il Xxxxxxx, quanto segue:
RELAZIONE I° SEMESTRE
- Provincia di Foggia
“Il quadro criminale della provincia, articolato in diverse aree (capoluogo di provincia, Xxxxxxx, alto e basso Tavoliere), si presenta sempre frammentario e caratterizzato da una forte fluidità nelle evoluzioni delle dinamiche criminali. Nonostante un contesto così eterogeneo, caratterizzato ciclicamente da contrasti cruenti, le criticità nell'intera provincia si mantengono costanti rispetto al semestre precedente con il verificarsi di attentati dinamitardi ed incendiari, talvolta anche ripetuti nei confronti delle stesse vittime, con una criminalità diffusa, efferata e funzionale a quella di tipo organizzato e con la consistente presenza di armi, la cui custodia è stata affidata anche a soggetti incensurati.
Il Xxxxxxx.
Lo scenario criminale dell'area garganica appare caratterizzato dall'ascesa delle giovani leve desiderose di colmare i vuoti determinati dalla detenzione di elementi di vertice della mafia garganica, in particolar modo di quelli lasciati dal clan dei MONTANARI. Sarebbe in atto, pertanto, una fase di riassetto, sintomatica di un silente processo evolutivo di crescita criminale delle organizzazioni autoctone, non più gregarie, che starebbero acquisendo una maggior propensione a limitare la propria efferatezza, individuando nuovi obiettivi· criminali anche all'interno della "cosa pubblica”.
Nell'area di Vieste, il forte indebolimento del clan LIBERGOLIS, conseguente alla detenzione dei vertici, avrebbe creato degli spazi operativi che potrebbero essere occupati dalle batterie organiche allo stesso clan dei MONTANARI. Le attività illecite predilette dalla criminalità garganica rimangono comunque il traffico di sostanze stupefacenti, le estorsioni ed i reati di natura predatoria, compiuti in particolar modo mediante gli assalti ai tir ed ai portavalori; in tali ambiti, è stata altresì rilevata un'interazione anche con le realtà criminali presenti nel resto della provincia. Per quanto attiene al mercato degli stupefacenti, Vieste si conferma uno snodo strategico per i comuni limitrofi di Peschici e di Rodi Garganico, mentre Manfredonia si attesta come la piazza più importante per l'approvvigionamento dell'intera macro-area, cui concorrono anche corrieri albanesi”.
RELAZIONE II° SEMESTRE
- Provincia di Foggia
Il quadro criminale della provincia, articolato in diverse aree (capoluogo di provincia, Xxxxxxx, alto e basso Tavoliere), si presenta complesso ed instabile, caratterizzandosi per la notevole frammentazione dei gruppi criminali. L'assenza, poi, di un organo decisionale condiviso e di una unitarietà di azione potrebbero essere alla base dei precari equilibri all'interno delle singole organizzazioni. Ciononostante, i diversi sodalizi risultano spesso convergere in sinergie operative finalizzate al perseguimento di obiettivi criminali comuni. Dinanzi ad un ambiente criminale così eterogeneo, va in primo luogo segnalata la diffusa possibilità, per i clan, di attingere alle giovani leve, reclutate con ruoli marginali ma pur sempre funzionali alle attività illecite, come ad esempio la custodia di droga ed armi. A ciò si aggiunga un contesto ambientale omertoso e violento (determinato anche dalla matrice di familiarità che contraddistingue gran parte dei clan, in particolar modo quelli dell'area del Xxxxxxx), con una sempre maggiore commistione tra criminalità comune e organizzata. Anche per il periodo in esame si è registrato un forte interesse dei gruppi dell'area per il mercato degli stupefacenti, come dimostra il consistente numero di piantagioni di cannabis scoperte, in particolar modo nell'area del basso ed alto Tavoliere.
Il Xxxxxxx-
Lo scenario nel territorio garganico rimane ancora molto instabile. Le variabili che influenzano l'evoluzione dei fenomeni criminali dell'area sono, infatti. molteplici. La presenza di gruppi a forte organizzazione verticistica, basati essenzialmente su vincoli familiari e non legati tra loro gerarchicamente; l'ascesa delle giovani leve desiderose di colmare i vuoti determinati dalla detenzione di elementi di spicco della mafia garganica in particolar modo appartenenti al clan dei MONTANARI; non ultima, la vicinanza geografica ad altre realtà mafiose, come quella foggiana e cerignolana. A Vieste, per esempio, dopo l'omicidio del boss dei NOTARANGEL0, i più gravi episodi criminali hanno visto protagonisti alcuni soggetti già appartenenti ai clan, segnando di fatto un cambio al vertice della criminalità locale. Tale avvicendamento, tuttavia, non sembra essersi perfezionato anche per le immediate ed efficaci azioni di contrasto delle lstituzioni, che di fatto hanno accentuato il vuoto di potere creatosi con la morte d1 NOTARANGELO, determinando, altresì, da un lato fratture interne alla criminalità locale e, dall'altro, l'ambizione di gruppi di altre aree. Sul fronte delle estorsioni si segnala l'incendio doloso avvenuto il 20 luglio 2016, presso il porto turistico di Vieste, di una motonave che assicura i collegamenti con le Isole Tremiti; tale episodio segue al danneggiamento del 13 luglio di tre gommoni, anch'essi adibiti al trasporto di persone. Per quanto attiene al mercato degli stupefacenti, la città di Vieste si conferma raccordo nevralgico per i comuni limitrofi di Vico del Xxxxxxx. Peschici e Rodi Garganico. Il controllo di tale attività rimane il più importante motivo di frizione per le diverse fazioni che si contendono le piazze di spaccio. Nel triangolo d1 Monte Sant’Angelo-Manfredonia- Mattinata, le difficoltà del clan LI BERGOLIS conseguenti alla detenzione dei suoi vertici, potrebbero aver rinvigorito i gruppi già organici al clan dei MONTANARI e ora guidati da figure di maggiore spessore criminale. Gli esiti dell'operazione Ariete conclusa a fine ottobre dall'Arma dei Carabinieri, ha fatto luce su come l'assetto criminale del Xxxxxxx risenta e sia espressione anche della collaudata sinergia registratasi tra soggetti d1 Manfredonia, Monte Sant'Angelo e Mattinata. In particolare, nella città d1 Monte Sant'Angelo - dove il T.A.R. della Regione Lazio, con la sentenza del 24 ottobre 2016, ha rigettato il ricorso in merito al provvedimento di scioglimento per infiltrazione mafiosa dell'Amministrazione Comunale - la presenza di soggetti di elevata caratura criminale potrebbe stare alla base dei contrasti verificatisi per il controllo del territorio. In uno scenario così complesso, le attività illecite più remunerative continuano ad essere il traffico di sostanze stupefacenti, le estorsioni (anche mediante l'imposizione di servizi) ed i reati di natura predatoria, in particolar modo le rapine ai tir ed ai portavalori.”
Il quadro, già di per sé severo, si è in realtà ulteriormente implementato con il gravissimo fatto di cronaca verificatosi a San Marco in Lamis nello scorso agosto 2017, con l‟uccisione di 4 persone, di cui due innocenti testimoni involontari di un agguato mafioso ai danni di un presunto boss locale. E‟ il bilancio di uno degli omicidi più efferati della storia della mafia garganica, che, indubbiamente, segna il punto più cupo di una malavita ormai dilagante.
ANALISI DEL CONTESTO INTERNO
La Giunta comunale ha approvato con deliberazione n.11 del 3 febbraio 2017 alcune modifiche all‟assetto organizzativo dell‟Ente, prevedendo per entrambi i settori tecnici un‟unica posizione dirigenziale mediante contratto a tempo determinato. L‟incaricato a contratto verrà individuato al termine della procedura selettiva, in questo momento appena conclusa, per cui, nelle more, entrambi detti settori sono retti da un unico dirigente con incarico ad interim. Sempre con l‟atto deliberativo summenzionato sono state confermate le posizioni organizzative presso la SUA, il Settore Finanziario e il Settore di Polizia Locale e deciso l‟accorpamento dell‟ufficio contenzioso, contratti e segreteria.
Il riassetto organizzativo risulta ispirato a principi di flessibilità organizzativa e di economicità, considerati i numerosi pensionamenti che l‟Ente ha registrato nel corso degli anni recenti, rimpiazzati solo in minima parte da nuove assunzioni.
Con deliberazione della Giunta Comunale n.31 del 14 marzo 2017, a seguito dell‟espletamento delle procedure di selezione a cura dei dirigenti responsabili, sono state attivate le predette posizioni organizzative, risultando riconfermate le responsabilità nel settore della Polizia locale e nel Settore Ragioneria, anche a causa da una ( relativa ) infungibilità di chi negli anni ne ha assunto il ruolo, mentre la posizione organizzativa presso la Stazione Unica Appaltante costituita tra i Comuni di San Xxxxxxxx Xxxxxxx, Rignano Garganico, Mattinata e San Marco in Lamis risulta attribuita a diverso dipendente, anche sulla base di principi di rotazione (determinazione dirigenziale n.349 del 7.3.2017) rispetto ad un incarico individuato sicuramente quale altamente sensibile nel vigente PTPC.
Nell‟anno 2016, con la deliberazione della Giunta Comunale n.149 del 25 novembre, nell‟ambito della programmazione triennale del fabbisogno del personale 2016/2018, si è proceduto tra l‟atro, all‟incasellamento del personale dipendente all‟interno della struttura organizzativa dell‟Ente, procedendo all‟adozione di misure ispirate dai principi in materia di anticorruzione, quali: l‟accorpamento degli uffici Stato Civile, Anagrafe ed Elettorale, la formale istituzione dell‟U.R.P., la sostituzione del Responsabile del C.E.D.
Il servizio di controllo successivo della regolarità dei procedimenti amministrati, soprattutto in termini di indicazione delle migliori soluzioni organizzative e procedimentali al fine di meglio garantire l‟assoluta trasparenza e l‟eliminazione dei rischi connessi, ad esempio, alla concentrazione di talune attività in capo ad uno o pochi dipendenti istruttori, rappresenta uno strumento prezioso per contrastare comportamenti che si sostanziano in un cattivo uso del potere gestionale.
Tale indirizzo operativo del servizio dei controlli interni ha riguardato (e riguarderà) soprattutto aree di rischio quali quelle dei procedimenti di approvvigionamento di beni e servizi e di appalto dei lavori pubblici.
CRITICITA’ DELL’ANNO 2017
Si è già detto che il decreto legislativo 97/2016 ha rafforzato il ruolo del RPCT, prevedendo che ad esso siano riconosciuti poteri idonei a garantire lo svolgimento dell‟incarico con autonomia ed effettività. Investire dal punto di vista organizzativo su questo versante non può che portare benefici anche all‟efficienza e efficacia dell‟azione amministrativa. La sostituzione del responsabile della Rete Civica collocato a riposo lo scorso anno si presenta come indispensabile, soprattutto se il segretario generale, che ricopre il ruolo del RPCT, assicurerà la copertura di altra segreteria convenzionata. Occorre, infine, dare duratura ed efficiente stabilità nella copertura delle posizioni dirigenziali, atteso che le misure di organizzazione previste all‟interno del Piano
anticorruzione non trovano, dal punto di vista formale, una puntuale esecuzione, anche per questo motivo, oltre che per la cronica carenza di personale.
PRIORITA’ STRATEGICHE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE NEL TRIENNIO 2018/2020
Di seguito si indicano quelle che sono definite le priorità strategiche di Piano da attuare:
a) rafforzamento della centrale unica di committenza, supportata da personale, anche esterno, e un idoneo software, preposta alla cura di tutte le fasi dell‟attività contrattuale per appalti e somministrazione di beni, servizi, opere e lavori; detta unità deve essere centrale a tutte le procedure relative alla pubblicazione dei bandi, capitolati ecc., a prescindere dagli importi contrattuali;
b) rafforzamento dell‟attività del servizio controlli interni con la previsione di verifiche di un campione rilevante dei provvedimenti di indizione di procedure per l‟approvvigionamento di beni e servizi e per l‟appalto di lavori;
c) verifica dei processi monitorati relativamente all‟area dei contratti pubblici, con riferimento a tutte le fasi indicate dall‟ANAC con la determinazione n. 12/2015 e in relazione alle disposizioni del nuovo Codice dei contratti;
d) mappatura completa dei processi/procedimenti di competenza dei Settori/Servizi in cui è strutturato l‟ente;
e) promozione di incontri di formazione periodici del personale di tutti i Servizi comunali sui concetti di legalità e trasparenza;
f) specificazione nel PEG e nel Piano della Performance 2018 delle attività attribuite in carico ad ogni dirigente in merito all‟attuazione delle misure di prevenzione previste. In questo modo il PTPC diventa uno strumento concreto di presidio alla riduzione del rischio di corruzione, ma altresì elemento di miglioramento gestionale.
METODOLOGIA DI ANALISI DEL RISCHIO: CONFERMA DELLE SCELTE CONTENUTE NEL PTPC 2017/2019
Lo studio sui comportamenti a rischio di corruzione, sia nell‟ambito dell‟analisi del contesto interno, che del contesto esterno, deve essere supportato dall‟applicazione di una metodologia scientifica di analisi del rischio, che, nell‟ambito della redazione del Piano di prevenzione della corruzione del triennio 2017/2019, è stata specificamente studiata e calibrata in relazione al peculiare contesto amministrativo dell‟amministrazione.
In continuità con il lavoro di analisi del rischio di corruzione compiuto lo scorso anno, si è ritenuto di confermare la metodologia di analisi del rischio già utilizzata nell‟ambito del PTPC 2017/2019,
1) MAPPATURA DEI RISCHI
L‟identificazione dei pericoli e dei rischi rappresenta certamente la prima tappa di un modello organizzativo dedicato alla prevenzione dei reati.
Il pericolo può essere definito, ai fini che qui rilevano, come qualunque fattore, interno o esterno, in grado di nuocere alla corretta gestione dell‟Ente.
Il rischio è invece la probabilità di accadimento o di ricorrenza di un evento anche in relazione alle tecniche attuate per prevenirlo.
Le c.d. “aree di rischio” ( generali ) sono indicate all’art. 1, co. 16 L. 190/2012 e sono riferite ai procedimenti di:
I) autorizzazione o concessione;
II) scelta del contraente per l‟affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163;
III) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati:
IV) concorsi e prove selettive per l‟assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all‟articolo 24 del decreto legislativo n. 150 del 2009.
Il PNA ha ritenuto dette aree di rischio comuni a tutte le amministrazioni e, per questo, definite “obbligatorie”.
Con la citata determinazione del Presidente dell‟ANAC n. 12/2015 si è ritenuto esserci attività se non proprie comuni a tutte le amministrazioni, sicuramente svolte in gran parte di esse e che sono riconducibili ad aree con alto livello di probabilità di eventi rischiosi e, precisamente, aree relative allo svolgimento di attività di:
V) gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio;
VI) controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni;
VII) incarichi e nomine;
VIII) affari legali e del contenzioso;
Dette aree, insieme a quelle definite “ obbligatorie “ sono denominate con la determinazione dell‟ANAC n.12/2015 “ aree generali “.
Le attività a rischio di corruzione come sopra individuate per legge dall‟art. 1, co. 9, lett. “a” co. 6
L. 190/2012 e come innanzi integrate (denominate “aree di rischio generali”- determinazione ANAC n.12/2015), corrispondono alle seguenti aree di rischio:
- processi finalizzati all‟acquisizione e alla progressione del personale;
- processi finalizzati all‟affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all‟affidamento di ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblici disciplinato dal d.lgs. n. 50 del 2016;
- processi finalizzati all‟adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;
- processi finalizzati all‟adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario.
A questi processi, a seguito della più volte citata determinazione ANAC n.12/2015, occorre quindi aggiungere i seguenti processi: processi finalizzati all‟acquisizione delle entrate e all‟effettuazione delle spese; processi di gestione del patrimonio comunale; processi finalizzati all‟effettuazione di controlli, verifiche ispezioni e sanzioni; processi finalizzati al conferimento di incarichi e nomine; processi finalizzati alla gestione degli affari legali e contenzioso.
Le attività a rischio di corruzione come descritte nell’allegato 1 par. B.1.1.1 del PNA 2013 sono state ulteriormente declinate nelle sottoaree indicate nell’allegato 2 al predetto PNA ), a cui occorre aggiungere quelle di cui alla determinazione ANAC n.12/2015:
A) Area: acquisizione e progressione del personale
1. Reclutamento
2. Progressioni di carriere
3. Conferimento di incarichi di collaborazione
B) Area: affidamento di lavori, servizi e forniture
1. Definizione dell‟oggetto dell‟affidamento
2. Individuazione dello strumento/istituto per l‟affidamento
3. Requisiti di qualificazione
4. Requisiti di aggiudicazione
5. Valutazione delle offerte
6. Verifica dell‟eventuale anomalia delle offerte
7. Procedure negoziate
8. Affidamenti diretti
9. Revoca del bando
10.Redazione del crono programma 11.Varianti in xxxxx xx xxxxxxxxxx xxx xxxxxxxxx 00.Xxxxxxxxxx
00.Xxxxxxxx di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto
C) Area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell‟an
2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato
3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell‟an e a contenuto vincolato
4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale
5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell‟an
6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell‟an e nel contenuto
D) Area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell‟an
2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato
3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell‟an e a contenuto vincolato
4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale
5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell‟an
6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell‟an e nel contenuto
E) Area: Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio – Processi finalizzati alla riscossione delle entrate, alla gestione delle spese, alla gestione e disposizione del patrimonio.
F) Area: Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni – Processi finalizzati a controlli e verifiche, sia all‟interno che all‟esterno dell‟Ente e processi finalizzati all‟irrogazione delle sanzioni amministrative.
G) Area: Incarichi e nomine – Processi finalizzati all‟autorizzazione di incarichi extra istituzionali ai dipendenti comunali, al conferimento di incarichi esterni e alle nomine in Commissioni.
H) Area : Affari legali e contenzioso – Processi finalizzati alla gestione del contenzioso giudiziale ed extra giudiziale.
I) Aree di rischio ulteriori rispetto a quelle individuate nell’allegato 1 del PNA 2013 (ora denominate “aree di rischio specifiche”)
Le “aree di rischio specifiche” di cui sopra sono state individuate al fine di contestualizzare il PTPC all‟ambiente in cui opera il Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx mediante una attenta analisi sia del contesto interno (inteso come organizzazione e gestione operativa) sia del contesto esterno (inteso come caratteristiche socio-culturali ed economiche del territorio comunale).
Rispetto a ciascuna delle Area e sottoaree di rischio sopra riportate, sono stati individuati e specificati i rischi presenti presso il Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx.
La misurazione e valutazione del livello di esposizione del rischio è stata fatta tenuto conto dell‟esito dei controlli interni espletati nell‟anno precedente e facendo riferimento anche a dati di natura percettiva.
L‟analisi del rischio nelle Aree, sottoaree, processi e fasi di processo, effettuata con i criteri indicati nell‟Allegato 5 del PNA 2013, tenuto conto altresì delle raccomandazioni contenute nella più volte citata determinazione ANAC n.12/2015 e nel PNA 2016, conduce ai risultati riassunti nelle schede seguenti, che sostanziano “il registro dei rischi”del presente PTPC.
Vengono di seguito indicati, in relazione alle Aree di rischio di cui al comma 16 dell‟articolo 1 della legge 190/2012, come declinati nell‟allegato 2 al PNA 2013 e sopra espressamente descritti, i
procedimenti amministrativi e le attività nell‟ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione da A) a H). In aggiunta, sono stati individuate aree e processi ulteriori, non espressamente riconducibili ad una generale categoria (I).
Il rischio è stato classificato in 5 categorie (basso [da 0 a 5 ], medio [da 5,01 a 10], alto [da 10,1 a 20] e molto alto [da 10,1 a 25]) a seconda della probabilità e della rilevanza del medesimo, tenuto conto, tra l‟altro, delle attività connotate da un maggior livello di discrezionalità amministrativa.
Le fasi di processo, i processi o gli aggregati di processo per i quali siano emersi livelli di rischio vanno ad identificare, nel “registro dei rischi misure conseguenti”: le “aree di rischio”, che rappresentano le attività più sensibili da valutare al fine del trattamento.
a. Area: acquisizione e progressione del personale
Sottoaree:
1. Reclutamento
2. Progressioni di carriere
3. Conferimento di incarichi di collaborazione
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Eventuali Processi/fasi | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
PERSONALE | Reclutamento | Indizione di procedure concorsuali o di selezione. | Previsioni di requisiti di accesso personalizzati non obiettivamente connessi al profilo. | MEDIO (punteggio:5,9) |
PERSONALE | Reclutamento | Ricorso a procedure dì stabilizzazione. | Abuso del processo finalizzato al reclutamento di candidati particolari. | BASSO (punteggio:2,5) |
PERSONALE | Reclutamento | Costituzione di commissione esaminatrice. | Assenza di trasparenza e pubblicità nelle procedure di individuazione finalizzata al reclutamento di candidati particolari | BASSO (punteggio:3,33) |
PERSONALE | Reclutamento | Espletamento delle procedure concorsuali o di selezione. | Inosservanza regole procedurali allo scopo di reclutare singoli canditati particolari. | BASSO (punteggio:3,54) |
PERSONALE | Progressioni | Progressioni economiche o di carriera. | Previsione di requisiti personalizzati al solo scopo di favorire singoli candidati; scarsa trasparenza; disparità di trattamento. | BASSO (punteggio:4,12) |
TUTTI I SETTORI | Conferimento di incarichi | Conferimento di incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura | Mancato rispetto del Regolamento. Alterazione dei risultati della | BASSO (punteggio:2,91) |
di ollaborazione | occasionale o coordinata e continuativa, per prestazioni d‟opera intellettuale ex art.7 | selezione. Ricorso all‟appalto di servizio a fini elusivi. |
b) Area: affidamento di lavori, servizi e forniture
Sottoaree:
1. Definizione dell‟oggetto dell‟affidamento
2. Individuazione dello strumento/istituto per l‟affidamento
3. Requisiti di qualificazione
4. Requisiti di aggiudicazione
5. Valutazione delle offerte
6. Verifica dell‟eventuale anomalia delle offerte
7. Procedure negoziate
8. Affidamenti diretti
9. Revoca del bando
10.Redazione del crono programma 11.Varianti in xxxxx xx xxxxxxxxxx xxx xxxxxxxxx 00.Xxxxxxxxxx
00.Xxxxxxxx di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto.
Settori/ Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
TUTTI I SETTORI | Definizione dell‟oggetto dell‟affidamento | Alterazione della concorrenza, tramite individuazione arbitraria dell'oggetto dell'affidamento; mancata suddivisione dell'appalto in lotti funzionali senza adeguata motivazione ovvero frazionamento artificioso a scopo elusivo delle norme di evidenza pubblica o delle norme europee. | BASSO (Punteggio: 4,95) |
TUTTI I SETTORI | Individuazione dello strumento/istituto per l'affidamento | Elusione delle regole del codice appalti mediante ricorso improprio al modello della concessione. | MEDIO (Punteggio:5,25 ) |
TUTTI I SETTORI | Requisiti di | Nel caso di aggiudicazione al prezzo più basso: rischio di | BASSO |
aggiudicazione | accordo corruttivo con il committente in fase di gara; Nel caso di offerta economicamente più vantaggiosa, rischio di determinazione dei criteri per la valutazione delle offerte, con il fine di assicurare una scelta preferenziale, a vantaggio di un determinato concorrente | (Punteggio:4,16) | |
TUTTI I SETTORI | Valutazione delle offerte | Alterazione dei criteri oggettivi di valutazione delle offerte in violazione dei principi di trasparenza non discriminazione e parità di trattamento. | BASSO (Punteggio:3,99) |
TUTTI I SETTORI | Verifica della eventuale anomalia delle offerte | Mancato controllo sui ribassi; alterazione del sub-procedimento di verifica della anomalia, con l‟individuazione di un aggiudicatario non affidabile conseguente rischio di esecuzione della prestazione in modo irregolare, qualitativamente inferiore a quella richiesta e con modalità esecutive in violazione di norme. | BASSO (Punteggio:3,75) |
TUTTI I SETTORI | Procedure negoziate | Rischio di distorsione del mercato per effetto del ricorso a procedure negoziate al di fuori del limite di legge; mancata o distorta applicazione del criterio di rotazione. | ALTO (Punteggio:12,81) |
TUTTI I SETTORI | Affidamenti diretti | Insussistenza di ragionevole motivazione e mancato rispetto del principio di rotazione tra le ditte con conseguente rischio di accordo corruttivo tra RUP ed operatore economico. | ALTO (Punteggio:12,81) |
TUTTI I SETTORI | Revoca del bando | Utilizzo sviato del rimedio a scopo elusivo della concorrenza. | BASSO (Punteggio:3,12) |
TUTTI I SETTORI | Redazione del crono programma | Fissazione di tempi incongrui o comunque irragionevoli tali da determinare condizioni di | MEDIO (Punteggio: 9,37) |
sfavore o di favore nei confronti di singole imprese o gruppi di imprese. | |||
TUTTI I SETTORI | Varianti in corso di esecuzione del contratto | Autorizzazione di variante non supportata da ragioni verificabili; rischio di accordo corruttivo tra DL, RUP e impresa per la concessione di varianti non giustificate e l'ottenimento di un profitto illegittimo. | ALTO (Punteggio:12,81) |
TUTTI I SETTORI | Subappalto | Rilascio di autorizzazione al di fuori delle norme e dei limiti consentiti, mancata verifica di cause ostative; rischio che soggetti terzi non qualificati siano esecutori materiali in tutto o in parte di un appalto pubblico | BASSO (Punteggio: 2,7) |
TUTTI I SETTORI | Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto | Rischio di sviamento nell'applicazione dei rimedio per riconoscere alle imprese richieste economiche e maggiori compensi. | BASSO (Punteggio:3,33) |
c) Area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
Sottoaree:
1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell'anno
2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato
3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell'anno e a contenuto vincolato
4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale
5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell'anno
6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell'anno e nel contenuto
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Eventuali processi/fasi | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
EDILIZIA PRIVATA E SUEAP | Provvedimenti amministrativi | Rilascio di permessi a costruire ed altre concessioni e/o | Disomogeneità delle valutazioni; non | BASSO (punteggio:4,24) |
vincolati nell‟anno | autorizzazioni similari in materia di edilizia privata. | rispetto delle scadenze; Determinazione dei contributi in misura inferiore al dovuto | ||
BENI AMBIENTALI E CENTRI STORICI, ABUSIVISMO E CONTENZIOSO; AMBIENTE | Provvedimenti amministrativi vincolati nell'anno | Rilascio di autorizzazioni in materia di paesaggio e ambiente. | Disomogeneità delle valutazioni; Non rispetto delle scadenze; determinazione dei contributi in misura inferiore al dovuto. | BASSO (Punteggio:4,24) |
EDILIZIA PRIVATA E SUEAP | Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato | Controllo Scia in materia di edilizia privata. | Verifiche omesse, errate o artefatte. | BASSO (Punteggio:3,24) |
PROGRAMMAZIONE OO.PP. E URBANIZZAZIONI; EDILIZIA PRIVATA E SUEAP | Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale | Monetizzazioni in luogo della cessione di aree standard. | Alterazione del procedimento: ammissione o diniego immotivati. Arbitraria determinazione del costo. | MEDIO (Punteggio:5) |
PROGRAMMI CONTROLLI E SALVAGUARDIA AMBIENTALE | Provvedimenti amministrativi vincolati nell'anno | Determinazione del corrispettivo di svincolo o di trasformazione aree PEEP | Errata o artefatta determinazione del prezzo di svincolo. Non rispetto dei termini. | BASSO (Punteggio:3,33) |
POLIZIA MUNICIPALE | Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato | Rilascio permessi di circolazione diversamente abili. | Alterazione dei dati oggettivi finalizzato al rilascio non dovuto. | BASSO (Punteggio:2,33) |
POLIZIA MUNICIPALE | Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato | Controllo Scia attività commerciali, industriali,artigianali e produttive in genere. | Verifiche omesse, errate o artefatte. | BASSO (Punteggio:3.33) |
PRG E STRUMENTI ATTUATIVI | Provvedimenti amministrativi vincolati nell‟an | Piani particolareggiati di iniziativa privata | Disomogeneità delle valutazioni; non rispetto dei termini. | BASSO (Punteggio:4,16) |
EDILIZIA PRIVATA E SUAPE; | Provvedimenti amministrativi | Scomputo oneri di urbanizzazione | Alterazione dei dati; | BASSO |
PROGRAMMAZIONE OO.PP. E URBANIZZAZIONI | discrezionali | determinazione arbitraria dei valori. | (Punteggio:3,75) | |
PATRIMONIO | Provvedimenti amministrativi discrezionali | Concessione in uso di locali e aree pubbliche | Scarsa trasparenza; assenza di pubblicità, arbitrarietà dei presupposti di concessione o nella relative condizioni | BASSO unteggio:3,75) |
CULTURA, RAPPORTI ISTITUZIONALI | Provvedimenti amministrativi discrezionali | Concessione in uso di sale, teatri e auditorium. | Scarsa trasparenza; assenza di pubblicità, arbitrarietà nei presupposti di concessione o nella relative condizioni | BASSO (Punteggio:3,33) |
ISTRUZIONE | Provvedimenti amministrativi vincolati nell'an | Accesso al servizio di asili nido comunale. | Scarsa pubblicità; scarsa trasparenza dei criteri di selezione; disomogeneità di trattamento non rispetto dei termini | BASSO (Punteggio:3,12) |
d) Area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
Sottoaree:
1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell‟anno
2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato
3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell‟anno e a contenuto vincolato
4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale
5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell‟anno
6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell‟anno e nel contenuto
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Eventuali processi/fasi | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
POLITICHE SOCIALI | Provvedimenti amministrativi vincolati nell'an | Erogazione di prestazioni socio- assistenziali. | Alterazione del corretto svolgimento del procedimento. Verifiche errate o alterate per il rilascio delle prestazioni. Omissione controllo dei requisiti soggettivi. | BASSO (Punteggio:3,66) |
EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA | Provvedimenti amministrativi vincolati nell'an | Assegnazione alloggi ERP | Alterazione del corretto svolgimento del procedimento Verifiche errate o alterate per il rilascio delle prestazioni. Omissione controllo dei requisiti soggettivi. | BASSO (Punteggio:3,75) |
EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA | Provvedimenti amministrativi vincolati nell'anno | Rilascio certificazione di idoneità abitativa | Assenza di criteri prestabiliti; disomogeneità delle valutazioni | BASSO (Punteggio:3,12) |
TUTTI I SETTORI | Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale | Assegnazione di contributi, sussidi e vantaggi economici in genere a persone, enti o imprese. | Scarsa pubblicità dell'opportunità; arbitrario ricorso alla concessione diretta; arbitrarietà dei criteri;disomogeneità delle valutazioni; omessa o incompleta verifica della rendicontazione di spesa. | MEDIO (Punteggio:6) |
e) Area: gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Eventuali Processi/fasi | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
TUTTI I SETTORI | Gestione delle entrate | Gestione entrate tributarie, Gestione canoni demaniali, Gestione canoni contrattuali generici, Gestione entrate | Omissioni doveri d‟ufficio, Mancanza di controlli e/o verifiche | BASSO (punteggio:4) |
derivanti da polizze fideiussorie e da oneri di urbanizzazione | ||||
FINANZIARIO | Gestione delle spese | Rilascio visto di regolarità contabile su impegni di spesa, Liquidazione spese, Amministrazione bilancio e redazione conto consuntivo, Previsioni di cassa | Discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni. Discrezionalità nei tempi di gestione dei procedimenti. | BASSO (punteggio:5) |
LAVORI PUBBLICI E URBANISTICA | Gestione del Patrimonio | Concessioni temporanee su patrimonio indisponibile, Concessione in uso immobili e spazi comunali, Assegnazioni, decadenza o revoca alloggi ERP | Discrezionalità nelle valutazioni, Discrezionalità nei tempi di gestione dei procedimenti. | MEDIO (punteggio:6) |
f) Area: controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Eventuali Processi/fasi | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
TUTTI I SETTORI | Controllo autocertificazioni e dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà rilasciate da soggetti interni e esterni | Controllo delle autocertificazioni e dichiarazioni sostitutive di atto di Notorietà rilasciate da soggetti interni ed esterni | Omissioni di doveri d‟ufficio, Disomogeneità nei comportamenti | BASSO (punteggio:5) |
SUAP | Verifica comunicazioni e SCIA su attività artigianali, commerciali, turistiche e produttive | Attività di acconciatori, estetisti, tatuaggio, piercing. Attività ricettive di albergo, casa vacanze, residence, affittacamere, agriturismi, Commercio ambulante itinerante, Subentro nelle attività commerciali su area pubblica, | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio | BASSO (punteggio:5) |
comunicazione di nuove aperture, trasferimenti, ampliamenti fino a 250 mq di vendita Comunicazione di subentro nel commercio in sede fissa. | ||||
DIRIGENTE SETTORE FINANZE | Verifica morosità Evasione, applicazione sanzioni | Controllo evasione fiscale e tributaria; rilevazione morosità utenti servizi comunali | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio | BASSO (punteggio:5) |
g) Area: incarichi e nomine
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Eventuali Processi/fasi | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
TUTTI I SETTORI | Conferimento Incarichi di collaborazione | Incarichi professionali esterni di studio, consulenza e collaborazione | Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari, Omissioni di doveri d‟ufficio | MEDIO (punteggio:6) |
TUTTI I SETTORI | Conferimento incarichi di posizioni organizzative, alte professionalità e direzione di servizi all‟interno dell‟Ente | Acquisizione e selezione delle candidature per il conferimento degli incarichi, ai sensi del vigente regolamento comunale, Acquisizione autocertificazioni rese ai sensi di legge dai soggetti nominati sull‟assenza di condanne penali, cause di incompatibilità, conflitto d‟interessi | Abuso del processo finalizzato al reclutamento di candidati particolari. | MEDIO (punteggio:6) |
h) Area: affari legali e contenzioso
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | Eventuali Processi/fasi | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
TUTTI I SETTORI/ Commissione sinistri | Gestione amministrativa delle materie oggetto di precontenzioso. Gestione del contenzioso per la tutela legale del Comune | Coordinamento con l‟Ufficio contenzioso degli altri servizi comunali per la cura di materie oggetto di possibile contenzioso,Commissione sinistri, Nomina legali esterni | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | MEDIO (punteggio:6) |
i)Aree di rischio specifiche:
Pianificazione e gestione del territorio
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | (Eventuali processi/fasi) | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
URBANISTICA | Verifica comunicazioni e segnalazioni concernenti l'attività edilizia (SCIA, DIA) | SCIA/DIA in materia edilizia: registrazione, esame e controllo | Assenza di criteri di selezione e campionamento, disomogeneità di valutazione, mancato rispetto dei termini | BASSO (Punteggio:5) |
URBANISTICA | Gestione abusi edilizi | Controlli in materia edilizia. | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | BASSO (Punteggio:5) |
URBANISTICA | Pianificazione Urbanistica | Piani urbanistici attuativi | Omessa verifica rispetto obblighi convenzionali | MEDIO (Punteggio:6) |
Smaltimento dei rifiuti
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | (Eventuali processi/fasi) | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
AMBIENTE | Smaltimento rifiuti | Controlli in materia tutela del suolo e delle acque e di abbandono rifiuti. | Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | BASSO (Punteggio:5) |
Sicurezza urbana e polizia locale
Settori/Servizi e Uffici interessati | Sottoaree | (Eventuali processi/fasi) | Rischio potenziale | Classificazione del rischio |
POLIZIA LOCALE | Accertamenti relativi alla residenza | Accertamenti relativi alla residenza | Disomogeneità nei comportamenti; non rispetto delle scadenze temporali | BASSO (Punteggio:5) |
POLIZIA LOCALE | Controlli edilizi | Controlli edilizi | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | BASSO (Punteggio:5 |
POLIZIA LOCALE | Controllo del mercato, degli esercizi commerciali, artigianali e dei pubblici esercizi | Controllo del mercato, degli esercizi commerciali, artigianali e dei pubblici esercizi | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | BASSO (Punteggio:5) |
POLIZIA LOCALE | Controlli Ambientali | Controlli Ambientali | Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | BASSO (Punteggio:5) |
POLIZIA LOCALE | Gestione dell‟iter dei verbali per infrazioni al codice della strada | Gestione dell‟iter dei verbali per infrazioni al codice della strada | Disomogeneità nei comportamenti; non rispetto delle scadenze temporali | BASSO (Punteggio:5) |
2) STRUMENTI PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO CORRUZIONE
La seconda parte del Piano anticorruzione contiene le misure di prevenzione dei rischi contenuti nella relativa mappatura.
A. LE MISURE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO: GENERALI E SPECIFICHE.
B. IL PIANO TRIENNALE DELLA TRASPARENZA
C. LA FORMAZIONE DEL PERSONALE
D. IL CODICE COMPORTAMENTALE
E. L‟INTEGRAZIONE CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI VALUTAZIONE
F. LE DIRETTIVE
G. IL REGOLAMENTO COMUNALE SUL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI EXTRAISTITUZIONALI
H. L‟INFORMATIZZAZIONE DEGLI ATTI E DELLE PROCEDURE
A) LE MISURE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO ( MISURE GENERALI ). Il Piano prevede n. 18 misure generali coinvolgenti tutte le aree di rischio.
L‟attuazione delle misure rappresenta obiettivo strategico per ciascun dirigente, da inserirsi annualmente nel Piano dettagliato degli obiettivi (P.D.O.), secondo la tempistica indicata nel presente Piano.
Il livello di raggiungimento dell‟obiettivo da parte di ciascun dirigente è valutato annualmente da parte del Nucleo di Valutazione, ai fini dell‟erogazione della retribuzione di risultato.
Misura | Finalità | Responsabili | Entrata in vigore | Area di rischio | Rif. Normativo |
1) Distinzione tra responsabile del procedimento (istruttore) e responsabile dell'atto (dirigente sottoscrittore). | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). Ha, infatti, lo scopo di migliorare il controllo interno sugli atti in fase preventiva e la trasparenza delle procedure: occorre che un procedimento, soprattutto se classificato a rischio, non veda un unico soggetto che ne cura l'intero iter dall'avvio al rilascio del provvedimento. Ogni dirigente indica per ciascun procedimento di competenza degli Uffici diretti, quale sia il Responsabile del procedimento, dandone diffusione attraverso il sito del Comune nell'apposita sezione "Amministrazione trasparente" e secondo le previsioni del Piano triennale della trasparenza. | Dirigenti | La misura è già in vigore essendo già prevista in numerose disposizioni normative Successivamente all'adozione del piano sarà adottata specifica direttiva | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Art.6 legge 241/90 |
2) Conclusione dei procedimenti nei tempi previsti dalla legge e attivazione delle previsioni di cui agli articoli 2 e 2 bis della L. 241/1990. | La misura assicura il buon andamento dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione).La misura intende evitare la protrazione illegittima dei tempi di conclusione dei procedimenti che, in alcuni casi, può essere strumentale rispetto a comportamenti non conformi. La misura prevede, poi, l'attivazione del meccanismo di avocazione, al fine di concludere un procedimento nei tempi previsti, in caso di ritardo n on giustificato. | Dirigenti/ Responsabili di procedimento | La misura è già in vigore in quanto già prevista in numerose disposizioni normative. | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Artt. 2 e 2bis della L. 241/90 |
3) Rotazione periodica del Responsabile del procedimento | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97 comma 2, della Costituzione).La misura ha come obiettivo quello di evitare che una funzione dell'Ente vada, nel tempo, a identificarsi con il dipendente che la svolge e che si creino relazioni particolari tra i destinatari dei provvedimenti e il personale degli Uffici interessati. Ogni dirigente attua la rotazione almeno ogni 5 anni per le posizioni maggiormente a rischio. Dell'avvenuta attuazione il dirigente informa tempestivamente il Responsabile della prevenzione della corruzione | Dirigenti | La misura è entrata in vigore con l‟approvazione del precedente Piano. | TUTTE | Art. 97, comma 2, della Costituzione Art. 1 legge 190/2012 Piano Nazionale Anticorruzione |
4) Rotazione periodica dei dirigenti | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). La misura ha come obiettivo quello di evitare che una funzione dell'Ente vada, nel tempo, a identificarsi con il dipendente che la svolge e che si creino relazioni particolari tra i destinatari dei provvedimenti e il personale degli Uffici | Sindaco | La misura è già in vigore in quanto contenuta nel Piano di prevenzione della corruzione già approvato | TUTTE | Art. 97, comma 2, della Costituzione Arti legge 190/2012 |
interessati. Per le posizioni maggiormente a rischio, compatibilmente con le esigenze organizzative dell'ente, la rotazione sarà attuata ogni 3 anni. | Piano Nazionale Anticorruzione | ||||
5) Rotazione periodica del Responsabile della prevenzione della corruzione. | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). La misura intende favorire un periodico ricambio nella funzione di Responsabile della prevenzione della corruzione. Ogni 3 anni, il Sindaco individua un nuovo responsabile della prevenzione della corruzione. Il Responsabile non può coincidere con una posizione dirigenziale connotata da rischio elevato | Sindaco | La misura è entrata in vigore con l'approvazione del precedente piano | TUTTE | Art. 97, comma 2, della Costituzione Art.l legge 190/2012 Piano Nazionale Anticorruzione |
6) Rispetto della distinzione tra attività di indirizzo politico e attività gestionale | La misura assicura il buon andamento e l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione) e riafferma il principio che "i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione" (art. 98, comma 1, della Costituzione). Occorre profonda collaborazione tra gli Amministratori e il personale del Comune, nel rispetto però dei rispettivi ruoli ricoperti e delle funzioni e responsabilità che la legge assegna. Una indebita interferenza nelle diverse funzioni che la legge assegna a costoro può favorire comportamenti non conformi | Amministratori e personale | La misura è già in vigore in quanto contenuta in numerose disposizioni normative | TUTTE | Art. 97, comma 2, della Costituzione Art. 98, comma 1, della Costituzione D. Lgs. n. n. 267/2000 |
7) Rispetto delle azioni in materia di pubblicità e trasparenza di cui al presente Piano e al decreto legislativo n.33/13 dell'Ente | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). Il presente Piano di prevenzione della corruzione individua nel rispetto dei principi di trasparenza e pubblicità una leva fondamentale per la prevenzione di fenomeni corruttivi. Maggiore è la trasparenza, maggiore è anche il controllo sociale sull'attività | Dirigenti | La misura è già in vigore in quanto contenuta nel Piano di prevenzione della corruzione già approvato. | TUTTE | Art. 97, comma 2, della Costituzione D. Lgs. n. n.33/2013. |
8) Utilizzo dei risultati del rapporto sui controlli interni - di cui al vigente Regolamento sui controlli interni - per la redazione dei provvedimenti amministrativi | La misura assicura il buon andamento dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). La misura intende migliorare la qualità dei provvedimenti amministrativi attraverso l'utilizzo dei risultati che il Responsabile sul controllo invia ai dirigenti. Maggiore è la correttezza - anche formale -del provvedimento amministrativo, minori sono il contenzioso e il rischio di condotte non conformi. | Dirigenti | La misura è entrata in vigore con l‟approvazione del precedente Piano. | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione |
9) Rispetto delle previsioni del Codice comportamentale del Comune | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione) e riafferma il principio che "i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione" (art. 98, comma 1, della Costituzione). Il rispetto del Codice comportamentale del Comune è una leva fondamentale per la prevenzione di fenomeni corruttivi. Si rinvia ai contenuti del Codice per gli specifici doveri cui attenersi. | Dirigenti e tutto il personale non dirigente | La misura è già in vigore in quanto il Codice di comportamento del Comune è stato approvato in data 13/03/2014. | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Art 54 D. Lgs. n. 165/2001 Legge n. 190/2012 DPR 62/2013 Codice di comportamento del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx |
10) Obbligo di segnalazione di possibili anomalie da parte del personale del Comune. | La misura assicura il buon andamento e l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). E' indispensabile il contributo di tutti ai fini dell'emersione di comportamenti non conformi ai principi del buon andamento della Pubblica Amministrazione. La prevenzione dei fenomeni corruttivi è attività che deve essere svolta da tutto il personale, proprio al fine di favorire un ambiente di diffusa percezione della necessità del rispetto della legge. Il segnalante è tutelato da varie misure di protezione. In sede di contrattazione decentrata integrativa potranno essere introdotte e disciplinate forme di incentivazione con meccanismi economici premianti, attraverso le risorse disponibili nel Fondo per la produttività (c.d. tutela del whistleblower). | Tutto il personale | La misura è già in vigore essendo già prevista nel Piano anticorruzione già approvato. | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Art. 54 D. Lgs. n. n. 165/2001 Legge 190/2012 DPR 62/2013 Codice di comportamen to del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx |
11) Rispetto delle previsioni normative in tema di proroghe e rinnovi | La misura assicura il buon andamento e l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). Il ricorso a proroghe o rinnovi va limitato ai casi previsti dalla legge, al fine di non incorrere in responsabilità amministrativa, disciplinare o penale. Non è conforme una proroga che derivi da ritardi nell'effettuazione della procedura di gara, imputabili agli uffici. L'illegittima concessione di proroghe o l'illegittima attivazione di rinnovi possono configurare comportamenti di natura corruttiva. | Dirigenti | La misura è già in vigore essendo già prevista in numerose disposizioni normative. | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Codice dei contratti |
12) Rispetto della normativa in tema di incarichi extra istituzionali | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione) e riafferma il principio che "i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione" (art. 98, comma 1, della Costituzione). La misura ha come obiettivo quello di evitare che vengano assentiti incarichi con potenziale conflitto di interessi e tali da poter configurare anche comportamenti di natura corruttiva. | Dirigenti e tutto il personale | La misura è già in vigore e disciplinata dal Regolamento approvato con delibera di G.C. N. 95 del 03/04/2014 adottato in conseguenza delle novità introdotte dalla L. 190/2012 | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Art 98, commal, della Costituzione DPR. 62/2013 Codice di comportamento del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx Regolamento comunale in materia di incarichi extra ufficio |
13) Obbligo di riscossione tempestiva dei canoni e di recupero coattivo delle morosità. | La misura assicura il buon andamento e l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). Evita che possano generarsi a vantaggio dei debitori "canali preferenziali" tali da rallentare o rinviare i pagamenti dovuti nei confronti del Comune. L'inerzia rispetto agli obblighi di accertamento e di avvio delle procedure di riscossione coattiva è fonte anche di responsabilità amministrativa. | Dirigenti | La misura è già in vigore in quanto sollecitata periodicamente dal Servizio Finanziario | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione • Piano comunale anticorruzione |
14) Esposizione cartellino identificativo o di targhe nelle postazioni di lavoro per i | La misura assicura l'imparzialità dell'azione Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). La conoscenza da parte degli utenti del nominativo del dipendente favorisce la trasparenza e la | Dirigenti | La misura è già in vigore | TUTTE | - Art. 97, comma 2, della Costituzione D. Lgs. n. 150/2009 |
dipendenti "che svolgono attività a contatto con il pubblico" | comunicazione con gli stessi. | ||||
15) Attivazione di controlli a campione sul 10% delle dichiarazioni sostitutive di certificazione e di atto notorio rese dagli utenti | La misura assicura il buon andamento e l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). La misura tende a evitare che si possano verificare abusi nell'ambito degli strumenti di semplificazione amministrativa. | Dirigenti | La misura è già in vigore | TUTTE | - Art. 97, comma 2, della Costituzione -DPR 445/2000 |
16) Affidamento delle ispezioni, dei controlli e degli atti di vigilanza di competenza dirigenziale ad almeno n. 2 dipendenti abbinati secondo rotazione casuale | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97,comma 2, della Costituzione). La misura ha lo scopo di evitare che le attività di controllo vengano svolte da una sola persona e, comunque, sempre dallo stesso personale. Diversamente possono generarsi posizioni di potere consolidato tali da essere suscettibili di tradursi in comportamenti non consentiti. | Dirigenti | La misura è già in vigore | TUTTE | Art. 97, comma 2, della Costituzione • Piano Nazionale • Anticorruzione |
17) Pubblicazione delle circolari o delle direttive interne - eventualmente assunte - attraverso le quali si regola l'esercizio della discrezionalità amministrativa nei procedimenti | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione). La misura intende rendere noti i criteri che ciascun dirigente si è eventualmente dato (o ha dato ai propri uffici) per l'interpretazione delle norme connotate da maggiore discrezionalità amministrativa, nell'ambito dei procedimenti di competenza. La conoscenza preventiva delle interpretazioni dell'Ufficio rende più trasparente l'azione amministrativa e contribuisce alla prevenzione di comportamenti non conformi. Ciascun dirigente è tenuto a pubblicare sul sito web del Comune , nell'apposita sezione "Amministrazione trasparente" le direttive assunte. | Dirigenti | Xxxxxxx dirigente provvede a pubblicare le circolari e le direttive eventualmente assunte | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Piano Nazionale Anticorruzione |
18) Inserimento nei contratti di assunzione del personale della clausola che prevede il divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l'apporto decisionale del dipendente | La misura assicura l'imparzialità dell'azione del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx (art. 97, comma 2, della Costituzione) e riafferma il principio che "i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione" (art. 98, comma 1, della Costituzione). La misura intende ridurre il rischio di situazioni di corruzione connesse all'impiego del dipendente successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. Si vuole evitare che durante il periodo di servizio il dipendente possa precostituirsi delle situazioni lavorative vantaggiose sfruttando la sua posizione e il suo potere all'interno dell'amministrazione per ottenere un lavoro con l'impresa o il soggetto privato con cui entra in contatto (c.d. pantouflage - revolving doors) | Dirigente del Personale | La misura è già in vigore con l'approvazione del precedente piano - | TUTTE | Art 97, comma 2, della Costituzione Art. 98, comma 1, della Costituzione Art53, comma 16ter, del D. Lgs. n. 165/2001 • Piano Nazionale • Anticorruzione |
A) LE MISURE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO ( MISURE SPECIFICHE).
CONTRATTI PUBBLICI
FASE | SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Programmazione | Analisi e definizione dei bisogni; redazione ed aggiornamento programma per gli appalti pubblici lavori, servizi, forniture. | Interesse a omettere o ritardare una efficiente programmazione dei bisogni al fine di favorire operatori economici particolari. | Obbligo di adeguata motivazione in relazione a natura, quantità e tempistica della prestazione, sulla base di esigenze effettive emerse da apposita rilevazione nei confronti degli uffici richiedenti. Obbligo di accentuare il ricorso alla Programmazione annuale anche per acquisti di servizi e forniture In ordine alle future scadenze contrattuali: obbligo di informazione in relazione alle prossime scadenze contrattuali da parte del responsabile del procedimento ai soggetti deputati a programmare le procedure di gara. Pubblicazione, sul sito istituzionale, di report periodici in cui siano rendicontati i contratti prorogati e i contratti affidati in via d'urgenza e relative motivazioni | TUTTI I DIRIGENTI a) Programma biennale forniture e servizi La fase della programmazione è estesa non solo ai lavori pubblici, ma anche per gli acquisti di servizi e forniture. Com‟è noto, l‟art.21 del Decreto legislativo n.50 del 18 aprile 2016, prevede al comma 1 che “ Le amministrazioni aggiudicatrici adottano il programma biennale degli acquisti di beni e servizi e il programma triennale dei lavori pubblici, nonché i relativi aggiornamenti annuali. I programmi sono approvati nel rispetto dei documenti programmatori e in coerenza con il bilancio” e al comma 6 “Il programma biennale di forniture e servizi e i relativi aggiornamenti annuali contengono gli acquisti di beni e di servizi di importo unitario stimato pari o superiore a 40.000 euro”. Quindi, secondo la citata disposizione, il programma biennale per l‟acquisto di beni e servizi relativo agli esercizi 2017 – 2018 deve essere una componente del prossimo bilancio preventivo. Ciò sta a significare che il DUP relativo al periodo 2017- 2019, deve anche contenere la previsione di questo programma biennale E‟ una previsione di legge ma, allo stesso tempo, ha riflessi anche sul piano dell‟anticorruzione, atteso che una insufficiente od omessa programmazione potrebbe favorire particolari operatori economici. Il programma biennale in parola deve, quindi, essere redatto in coerenza con i tempi di scadenza per la redazione del bilancio di previsione. b) Future scadenze contrattuali Una insufficiente od omessa programmazione, come rischio specifico di questa fase, attiene anche alle scadenze dei contratti. Anche in questo caso, una informazione tardiva da parte del responsabile del procedimento ovvero un ritardo nella predisposizione degli atti di gara potrebbe favorire particolari operatori economici. Si rende, quindi, necessario una ricognizione di tutti i contratti in essere con le date delle relative scadenze (servizi e forniture) da operarsi entro il 31 gennaio di ogni anno. Si dispone, altresì, che trimestralmente ogni Dirigente comunicherà al Responsabile Prevenzione Corruzione i contratti prorogati, quelli |
affidati in via d‟urgenza e le relative motivazioni. Tali notizie saranno oggetto di un report che verrà pubblicato nel mese successivo alla scadenza di detto trimestre sul sito istituzionale. | ||||
Progettazione della gara | Nomina Responsabile del procedimento; individuazione metodo di gara; predisposizione capitolato e documenti di gara; procedure negoziate; affidamenti diretti | Nomina di responsabili del procedimento in rapporto di contiguità con imprese concorrenti ( soprattutto se esecutrici uscenti) o privi dei requisiti idonei o adeguati ad assicurare la terzietà e l‟indipendenza. Assoggettamento a pressioni | Applicazione del principio di rotazione nella selezione del rp con attestazione di assenza di conflitto di interesse Obbligo di motivazione espressa all'interno della determina a contrarre circa la procedura di affidamento da seguire Audit da parte del S.G. su bandi e capitolati per verificarne la conformità ai bandi tipo redatti dall'ANAC e il rispetto della normativa anticorruzione. Nel caso di offerta economicamente più vantaggiosa, obbligo di dettagliare nel bando di gara in modo trasparente i requisiti minimi di ammissibilità delle varianti progettuali in sede di offerta. Sottoscrizione da parte dei soggetti coinvolti nella redazione della documentazione di gara di dichiarazioni in cui si attesta l'assenza di interessi personali in relazione allo specifico oggetto della gara. Con specifico riferimento alle procedure in economia o comunque acquisizioni sotto soglia: Preventiva individuazione, mediante direttive e circolari interne, di procedure atte ad attestare il ricorrere dei presupposti legali per indire procedure negoziate o procedere ad affidamenti diretti da parte del RP. Previsione di procedure interne per la verifica del rispetto del principio di | TUTTI I DIRIGENTI a) Principio di rotazione nella selezione del Responsabile del Procedimento I Dirigenti nella individuazione del Responsabile del Procedimento devono applicare il principio della rotazione. Detto responsabile, nella redazione della documentazione di gara deve attestare l‟assenza di interessi personali in relazione allo specifico oggetto di gara. b) Procedure in economia. Per le procedure in economie occorre ben motivare circa il ricorrere dei presupposti per l‟affidamento diretto, tenuto conto che, secondo il Piano approvato, costituisce principio tendenziale la consultazione di almeno cinque operatori economici. Il ricorso al Mercato Elettronico della P.A. (MePA), oltre a rappresentare un obbligo di legge, si rivela strumento utile per effettuate negoziazioni dirette, veloci e trasparenti per acquisti sotto la soglia comunitaria. c) Rispetto del principio di rotazione degli operatori economici Ogni determinazione di affidamento di lavori, servizi e forniture deve contenere l‟attestazione che l‟affidamento in questione viene disposto nel rispetto del principio di rotazione degli operatori economici. L‟affidamento ripetuto ad un unico operatore economico nell‟arco di un anno deve essere oggetto di specifica comunicazione al Responsabile Prevenzione Corruzione. Per evitare sviamenti di potere in questo delicato settore, il Dirigente adotterà come criterio tendenziale la consultazione di almeno cinque operatori economici anche per procedure di importo inferiore a 40.000 euro. d) Utilizzo di elenchi aperti di operatori economici L‟istituzione di elenchi aperti già utilizzato per i lavori, occorre estenderli anche per i servizi e le forniture. A tale scopo l‟informatizzazione della gestione di detti elenchi, nei programmi dell‟amministrazione, e la trasformazione della Stazione Unica Appaltante in Centrale Unica di Committenza, potranno costituire |
rotazione degli operatori economici presenti negli elenchi della stazione appaltante. Obbligo di comunicare al RPC la presenza di ripetuti affidamenti ai medesimi operatori economici in un dato arco temporale ). Direttive/linee guida interne che introducano come criterio tendenziale la consultazione di almeno cinque operatori economici, anche per procedure di importo inferiore a 40.000 euro. Utilizzo di elenchi apertidi operatori economici con applicazione del principio di rotazione, previa fissazione di criteri generali per l‟iscrizione. | una misura efficace per il rispetto del principio in questione. | |||
Selezione del contraente | Trattamento e custodia della documentazione di gara. Nomina della Commissione di gara; gestione delle sedute di gara | Alterazione o sottrazione della documentazione di gara; nomina di commissari in conflitto di interessi o privi dei requisiti necessari; Mancanza di controllo e/o verifiche | Predisposizione di idonei e trasparenti sistemi di protocollazione delle offerte. Obblighi di trasparenza/pubblicità delle nomine dei componenti delle commissioni e eventuali consulenti. Tenuta di albi ed elenchi di possibili componenti delle commissioni di gara suddivisi per professionalità. Rilascio da parte dei commissari di dichiarazioni attestanti: di non svolgere o aver svolto «alcun'altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta» (art. 84, Codice); di non aver concorso, «in qualità di membri delle commissioni giudicatrici, con dolo o colpa grave accertati in sede giurisdizionale con sentenza non sospesa, all'approvazione di atti dichiarati illegittimi» (art. 84 | TUTTI I DIRIGENTI a) Predisposizione di idonei e trasparenti sistemi di protocollazione delle offerte e cautele a tutela della loro integrità e conservazione. Le offerte inerenti a gare di appalto sono registrate all‟Ufficio di Protocollo Generale del Comune in busta chiusa. Gli estremi di protocollo sono riportati sulla busta medesima. Dopo l‟apertura delle buste sarà cura dell‟ufficio che gestisce la gara d‟appalto riportare gli estremi del protocollo su tutti i documenti in esse contenuti. Le offerte, appena protocollate, sono immediatamente consegnate all‟ufficio che gestisce la gara. b) Obblighi di trasparenza/pubblicità delle nomine dei componenti delle commissioni. Com‟è noto, l‟art. 78 del d.lgs. 50/2016 (di seguito “Codice”) attribuisce all‟ANAC il compito di gestire e aggiornare l‟Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici nelle procedure di affidamento dei contratti pubblici, istituito presso l‟Autorità. L‟ANAC è stata chiamata con proprio atto a stabilire i criteri e le modalità per l‟iscrizione all‟Albo e per la |
Codice); assenza di cause di incompatibilità con riferimento ai concorrenti alla gara, tenuto anche conto delle cause di astensione di cui all'articolo 51 c.p.c., Check list di controllo sul rispetto, per ciascuna gara, degli obblighi di tempestiva segnalazione all'ANAC in caso di accertata insussistenza dei requisiti di ordine generale e speciale in capo all'operatore economico Obbligo di segnalazione agli organi di controllo interno di gare in cui sia presentata un'unica offerta valida Obbligo di menzione nei verbali di gara delle specifiche cautele adottate a tutela dell'integrità e della conservazione delle buste contenenti l'offerta. | verifica dei requisiti di compatibilità e moralità, nonché di comprovata competenza e professionalità nello specifico settore cui si riferisce il contratto. Con proprio atto del 16 novembre 2016, delibera n. 1190, l’ANAC ha emanato delle linee guida con le quali vengono definiti i criteri e le modalità per l‟iscrizione all‟Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici da parte dei soggetti dotati di requisiti di compatibilità e moralità, nonché di comprovata competenza e professionalità nello specifico settore a cui si riferisce il contratto. Si è oggi in attesa del successivo Regolamento con cui saranno definite le modalità per la trasmissione della documentazione necessaria per l‟iscrizione all‟Albo. Dalla data di pubblicazione di detto Regolamento saranno accettate le richieste di iscrizione all‟Albo. Con deliberazione che sarà adottata entro tre mesi dalla pubblicazione del Regolamento l‟Autorità dichiarerà operativo l‟Albo e superato il periodo transitorio di cui all‟art. 216, comma 12 del Codice. L‟art. 216, comma 12 del Codice prevede che, fino all‟adozione della predetta disciplina, la commissione continua ad essere nominata dall'organo della stazione appaltante competente ad effettuare la scelta del soggetto affidatario del contratto, secondo regole di competenza e trasparenza preventivamente individuate da ciascuna stazione appaltante. Il Piano Anticorruzione prevede, a questo proposito, la tenuta di Albi ed elenchi di possibili componenti delle commissioni di gara suddivisi per professionalità. La scelta sia dei membri interni che dei membri esterni dovrà essere effettuata in coerenza con le linee di indirizzo che già si rinvengono del provvedimento dell‟ANAC innanzi citato. Gli incaricati devono pronunciarsi, al momento dell‟accettazione dell‟incarico, in merito all‟inesistenza di cause di incompatibilità e di astensione. In particolare: di non svolgere o aver svolto “ alcun‟altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta; di non aver concorso in qualità di membri delle commissioni giudicatrici, con dolo o colpa grave accertati in sede giurisdizionale con sentenza non sospesa, all‟approvazione di atti dichiarati illegittimi; l‟assenza di cause di incompatibilità con riferimento ai concorrenti |
alla gara, tenuto anche conto delle cause di astensione di cui all‟art.51 c.p.c. c) Tempestiva segnalazione all’ANAC in caso di accertata insussistenza dei requisiti di ordine generale e speciale in capo all’operatore economico Il Codice, all‟art.80 comma 12 prevede che “In caso di presentazione di falsa dichiarazione o falsa documentazione, nelle procedure di gara e negli affidamenti di subappalto, la stazione appaltante ne dà segnalazione all'Autorità che, se ritiene che siano state rese con dolo o colpa grave in considerazione della rilevanza o della gravità dei fatti oggetto della falsa dichiarazione o della presentazione di falsa documentazione, dispone l'iscrizione nel casellario informatico ai fini dell'esclusione dalle procedure di gara e dagli affidamenti di subappalto ai sensi del comma 1 fino a due anni, decorso il quale l'iscrizione è cancellata e perde comunque efficacia.” Al fine di verificare il rispetto di tale obbligo, i verbali di gara nei quali si dà contezza di tale evenienza devono essere trasmessi al Responsabile Prevenzione Corruzione. d) Segnalazione al Segretario generale dell’espletamento di gare in cui sia presentata un’unica offerta valida. E‟ una misura prevista dal Piano che tende a generare un procedimento di controllo interno nel caso in cui tale evenienza si verifichi. Tale comunicazione deve avvenire entro cinque giorni dalla conclusione delle operazioni di gara. | ||||
Verifica di aggiudicazione stipula contratto | Verifica requisiti operatore aggiudicatario; effettuazione delle comunicazioni riguardanti le esclusioni e le aggiudicazioni | Omissioni controlli e verifiche | Direttive interne che assicurino la collegialità nella verifica dei requisiti, sotto la responsabilità del dirigente competente e la presenza dei funzionari dell'ufficio, coinvolgendoli nel rispetto del principio di rotazione. Check list di controllo sul rispetto degli adempimenti e formalità di comunicazione previsti dal Codice. Introduzione di un termine tempestivo di pubblicazione dei risultati della | TUTTI I DIRIGENTI a) Collegialità nella verifica dei requisiti I requisiti degli operatori economici partecipanti alle gare devono essere verificati in forma collegiale con i funzionari dell‟ufficio e sotto la responsabilità del Dirigente, nel rispetto del principio di rotazione. Di ciò deve essere dato atto nel verbale con cui si valida la documentazione presentata. b) Rispetto adempimenti e formalità di comunicazione |
procedura di aggiudicazione. Formalizzazione e pubblicazione da parte dei funzionari e dirigenti che hanno partecipato alla gestione della procedura di gara di una dichiarazione attestante l'insussistenza di cause di incompatibilità con l'impresa aggiudicataria e con la seconda classificata con riferimento agli ultimi 5 anni. | previsti dal Codice I principi di trasparenza in tema di appalti pubblici trovano specifica attuazione anche nella disciplina delle comunicazioni post gara. Viene al riguardo in considerazione l'art. 98 del D.lgs. 50/2016 secondo cui la stazione appaltante è tenuta a dare pubblicità dell‟esito della procedura di gara con cui viene aggiudicato un appalto pubblico ovvero viene concluso un accordo quadro. Tale adempimento si sostanzia nell‟invio di un avviso (c.d. avviso di post-informazione) relativo ai risultati della procedura di aggiudicazione e deve essere espletato entro trenta giorni (il previgente Codice prevedeva il termine più lungo di quarantotto giorni) dall‟affidamento del contratto o dalla conclusione dell‟accordo quadro. Viene altresì in considerazione l'art. 29 del Codice, che prevede siano pubblicati, nei successivi due giorni dalla loro adozione, il provvedimento che determina le esclusioni dalla procedura di affidamento e le ammissioni all'esito delle valutazioni dei requisiti soggettivi, economico-finanziari e tecnico-professionali e l‟art. 76 del Codice, comma 5, a mente del quale: “Le stazioni appaltanti comunicano d'ufficio immediatamente e comunque entro un termine non superiore a cinque giorni: a) l'aggiudicazione, all'aggiudicatario, al concorrente che segue nella graduatoria, a tutti i candidati che hanno presentato un'offerta ammessa in gara, a coloro la cui candidatura o offerta siano state escluse se hanno proposto impugnazione avverso l'esclusione o sono in termini per presentare impugnazione, nonché a coloro che hanno impugnato il bando o la lettera di invito, se tali impugnazioni non siano state respinte con pronuncia giurisdizionale definitiva; b) l'esclusione agli offerenti esclusi; c) la decisione di non aggiudicare un appalto ovvero di non concludere un accordo quadro, a tutti i candidati; d) la data di avvenuta stipulazione del contratto con l'aggiudicatario, ai soggetti di cui alla lettera a) del presente comma. |
….Le comunicazioni……di cui al comma 5, lettere a) e b), indicano la data di scadenza del termine dilatorio per la stipulazione del contratto.” Al fine di verificare il controllo sul rispetto degli adempimenti predetti, il Responsabile del Procedimento di ogni singola gara comunica al Responsabile Prevenzione Corruzione le date relative all‟espletamento dei singoli adempimenti. | ||||
Esecuzione del contratto | Cronoprogramma; Ammissioni delle varianti in corso di esecuzione del contratto; Autorizzazione subappalto | Ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire all‟appaltatore di recuperare lo sconto effettuato o di conseguire guadagni extra; utilizzo del subappalto per distribuire i vantaggi di accordi collusivi conclusi tra le imprese partecipanti ad una gara | Check list relativa alla verifica dei tempi di esecuzione, da effettuarsi con cadenza semestrale e trasmettersi al RPC e agli uffici di controllo interno al fine di attivare specifiche misure di intervento in caso di eccessivo allungamento dei tempi rispetto al cronoprogramma. Controllo sull'applicazione di eventuali penali per il ritardo. Previsione di una certificazione con valore interno, da inviarsi al RPC da parte del RP, che espliciti l‟istruttoria interna condotta sulla legittimità della variante e sugli impatti economici e contrattuali della stessa. Verifica del corretto assolvimento dell'obbligo di trasmissione all'ANAC delle varianti. Definizione di un adeguato flusso di comunicazioni al fine di consentire al RP ed al RPC di avere tempestiva conoscenza dell'osservanza degli adempimenti | TUTTI I DIRIGENTI a) Rispetto del cronoprogramma Semestralmente occorre inviare al Responsabile Prevenzione Corruzione una relazione sulla verifica del rispetto dei tempi del crono programma di cui ai singoli progetti/capitolati dei lavori, servizi e forniture. Detta misura è finalizzata all‟attivazione di specifiche misure di intervento nel caso di un eccessivo allungamento dei tempi di rispetto del crono programma e alla verifica della applicazione di eventuali penali per il ritardo registrato. b) Varianti I Rup devono inviare al Responsabile Prevenzione Corruzione, contestualmente all‟approvazione di una variante, una certificazione dal mero valore interno in cui si espliciti l‟istruttoria interna condotta sulla legittimità della variante e sugli impatti economici e contrattuali della stessa. Con detta certificazione si darà altresì contezza circa il corretto assolvimento dell‟obbligo, qualora sussistente, di trasmissione all‟ANAC della variante. c) Subappalti Gli atti relativi ad ogni iter procedimentale di autorizzazione ai subappalti deve essere inviato per conoscenza anche al Responsabile Prevenzione Corruzione in modo da consentire a questi di avere |
in materia di subappalto. | tempestiva conoscenza dell‟osservanza degli adempimenti in detta materia. | |||
Rendicontazione del contratto | Nomina del collaudatore ( o della commissione di collaudo ); verifica della corretta esecuzione per il rilascio del certificato di collaudo, del certificato di verifica di conformità ovvero dell‟attestato di regolare esecuzione per gli affidamenti di servizi e forniture | Attribuzione dell‟incarico di collaudo a soggetti compiacenti; omissioni di attività di controllo | Effettuazione di un report semestrale, da parte dell'ufficio contratti, al fine di rendicontare agli uffici di controllo interno di gestione le procedure di gara espletate, con evidenza degli elementi di maggiore rilievo (quali importo, tipologia di procedura, numero di partecipanti ammessi e esclusi, durata del procedura, ricorrenza dei medesimi aggiudicatari, etc.) in modo che sia facilmente intellegibile il tipo di procedura adottata, le commissioni di gara deliberanti, le modalità di aggiudicazione, i pagamenti effettuati... Per procedure negoziate/affidamenti diretti, pubblicazione di report semestrali da parte dei Dirigenti in cui, per ciascun affidamento, sono evidenziati: le ragioni che hanno determinato l'affidamento; i nominativi degli operatori economici eventualmente invitati a presentare l'offerta e i relativi criteri di individuazione; il nominativo dell'impresa affidataria e i relativi criteri di scelta | TUTTI I DIRIGENTI a) Semestralmente i dirigenti, anche con il supporto dell‟ufficio contratti, rendicontano al Responsabile Prevenzione Corruzione, le procedure di gara espletate, con evidenza degli elementi di maggior rilievo: importo, tipologia della procedura, numero dei partecipanti, ammessi e esclusi, durata della procedura |
GESTIONE DELLE ENTRATE, DELLE SPESE E DEL PATRIMONIO
SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Gestione delle entrate | Omissioni doveri d‟ufficio, Mancanza di controlli e/o verifiche | Utilizzo di procedure standardizzate e tracciabili in merito alla gestione delle entrate; periodico controllo in merito alle polizze fideiussorie e agli oneri di urbanizzazione; monitoraggio e periodico reporting circa l‟entità delle entrate nel corso dell‟esercizio | I DIRIGENTI per quanto di rispettiva competenza. a) Utilizzo di procedure standardizzate e tracciabili in merito alla gestione delle entrate. E‟ necessario, quindi, definire i passaggi formali che occorre rispettare in merito ai singoli procedimenti di entrata, in modo che degli stessi si abbia traccia. b) Periodico controllo in merito alle polizze fideiussorie e agli oneri di urbanizzazione. Tali misure trovano ragione anche sulla base di esperienze recenti, in cui si è potuto constatare l‟accertamento dell‟inefficacia successiva di polizze regolarmente rilasciate a garanzie di impegni contrattuali assunti nei confronti dell‟Ente e un significativo ritardo nell‟incasso di oneri di urbanizzazioni per i quali si è concesso la rateizzazione. c) Periodico reporting circa l‟entità delle entrate nel corso dell‟esercizio. Trimestralmente occorre rendicontare al Sindaco, all‟assessore al bilancio e al Responsabile Prevenzione Corruzione l‟entità delle entrate nel corso dell‟esercizio rispetto alle previsioni di bilancio. |
Gestione delle spese | Discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni. Discrezionalità nei tempi di gestione dei procedimenti | Gestione ed effettuazione delle spese tramite un sistema informativo che non consenta modifiche non giustificate; Monitoraggio e periodico reporting circa l‟andamento delle spese nel corso dell‟esercizio | I DIRIGENTI per quanto di rispettiva competenza. a) Periodico reporting circa l‟andamento delle spese nel corso dell‟esercizio. Trimestralmente occorre rendicontare al Sindaco, all‟assessore al bilancio e al Responsabile Prevenzione Corruzione l‟entità delle spese nel corso dell‟esercizio rispetto alle entrate accertate |
Discrezionalità nelle | Utilizzo procedure standardizzate e tracciabili in merito alla gestione |
Gestione del Patrimonio | valutazioni, Discrezionalità nei tempi di gestione dei procedimenti. | del patrimonio; monitoraggio e periodico reporting circa i dati economico-finanziari concernenti la gestione del patrimonio | I DIRIGENTI per quanto di rispettiva competenza. a) Utilizzo di procedure standardizzate e tracciabili in merito alla gestione del patrimonio. E‟ necessario, quindi, definire i passaggi formali che occorre rispettare in merito alla gestione del patrimonio, in modo che degli stessi si abbia traccia. b) Periodico reporting circa i dati economico-finanziari concernenti la gestione del patrimonio Semestralmente occorre rendicontare al Sindaco, all‟assessore al bilancio e al Responsabile Prevenzione Corruzione i principali dati economico-finanziari concernenti la gestione del patrimonio, con particolare riferimento ai canoni concessori, alla gestione dei beni di uso civico, alle affrancazioni,ecc. |
CONTROLLI, VERIFICHE, ISPEZIONI E SANZIONI
SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Controllo autocertificazioni e dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà rilasciate da soggetti interni e esterni | Omissioni di doveri d‟ufficio; disomogeneità nei comportamenti | Intensificazione dei controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazione e di atto notorio rese dai dipendenti e dagli utenti ai sensi del D.P.R. 445/2000 e affidamento dei medesimi controlli ad almeno due dipendenti abbinati secondo rotazione casuale Applicazione procedure sanzionatorie in caso di riscontro di dichiarazioni sostitutive di autocertificazione e di atto notorio non veritiere, rese da dipendenti e da utenti ai sensi del D.P.R. 445/2000 Monitoraggio e periodico reporting circa l'esito dei controlli delle dichiarazioni sostitutive di autocertificazione e di atto notorio rese da dipendenti e da utenti ai sensi del D.P.R. 445/2000 Realizzazione di periodici controlli a campione in merito alla verifica delle autocertificazioni acquisiste in relazione ai vari | I DIRIGENTI Per l‟attuazione di detta misura ogni Dirigente dovrà: incaricare due dipendenti per l‟effettuazione dei controlli a campione in parola; monitorare e rilasciare periodico reporting circa l‟esito dei controlli delle dichiarazioni sostitutive di autocertificazione e di atto notorio rese da dipendenti e da utenti ai sensi del D.P.R. 445/2000. Il monitoraggio verrà espletato con periodicità semestrale e il cui esito comunicato al Responsabile Prevenzione Corruzione. |
procedimenti comunali | ||||
Verifica comunicazioni e SCIA su attività artigianali, commerciali, turistiche e produttive | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio | Attuazione di procedure standardizzate e tracciabili in merito all'ordine di esame delle pratiche, al controllo delle stesse e all'adozione degli eventuali provvedimenti conseguenti al medesimo controllo Monitoraggio e periodico reporting sull'esito della verifica circa le comunicazioni e SCIA su attività artigianali, commerciali, turistiche Registrazione e tracciabilità delle verifiche effettuate e dei loro esiti. | DIRIGENTE DEL III SETTORE/SUAP Attuazione di procedure standardizzate e tracciabili in merito all‟ordine di esame delle pratiche, al controllo delle stesse e all‟adozione degli eventuali provvedimenti conseguenti al medesimo controllo Monitoraggio e periodico reporting sull‟esito della verifica circa le comunicazioni e SCIA su attività artigianali, commerciali, turistiche. Registrazione e tracciabilità delle verifiche effettuate e dei loro esiti Il monitoraggio verrà espletato con periodicità semestrale e il cui esito comunicato al Responsabile Prevenzione Corruzione. | |
Verifica morosità Evasione, applicazione sanzioni | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio | Attuazione procedure standardizzate e tracciabili in merito allo svolgimento del controllo sulle pratiche tributarie, al fine del contrasto all'evasione tributaria e fiscale Applicazione procedure sanzionatorie in caso di riscontro di pratiche tributarie irregolari, secondo le disposizioni di legge Monitoraggio e periodico reporting circa l'esito dei controlli in merito alle pratiche tributarie | DIRIGENTE DEL II SETTORE Attuazione procedure standardizzate e tracciabili in merito allo svolgimento del controllo sulle pratiche tributarie, al fine del contrasto all‟evasione tributaria e fiscale Applicazione procedure sanzionatorie in caso di riscontro di pratiche tributarie irregolari, secondo le disposizioni di legge Monitoraggio e periodico reporting circa l‟esito dei controlli in merito alle pratiche tributarie. Il monitoraggio verrà espletato con periodicità semestrale e il cui esito comunicato al Responsabile Prevenzione Corruzione. |
INCARICHI E NOMINE
SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Conferimento Incarichi di collaborazione | Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari; omissioni di doveri d‟ufficio; | Obbligo di indizione di selezione comparativa per affidamento di incarichi di collaborazione | I DIRIGENTI per quanto di rispettiva competenza. |
Conferimento Incarichi di Posizioni Organizzative, Alte professionalità e Direzione di Servizi all‟interno dell‟Ente | Abuso del processo finalizzato al reclutamento di candidati particolari | Attuazione procedure selettive interne per la nomina dei titolari di posizioni organizzative, alta professionalità, direzioni di servizi, anche nell‟ottica di favorirne la rotazione ai fini della formazione di professionalità trasversali nelle varie aree operative | I DIRIGENTI per quanto di rispettiva competenza |
AFFARI LEGALI E CONTENZIOSO
SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Gestione amministrativa delle materie oggetto di precontenzioso; gestione del contenzioso per la tutela legale del comune | Assoggettamento a minacce o pressioni; omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | Attuazione procedure standardizzate e tracciabili in merito alla gestione amministrativa delle materie oggetto di precontenzioso; obbligo di rigoroso rispetto dei principi sottesi alla istituzione e tenuta dell‟Albo comunale degli avvocati. | La commissione sinistri; DIRIGENTI per quanto di rispettiva competenza. |
PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEL TERRITORIO
SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Varianti Urbanistiche | Discrepanza tra scelte politiche e soluzioni tecniche adottate, che non rendono evidenti gli interessi pubblici che effettivamente si intendono privilegiare | Puntuale motivazione circa la scelta di affidare a soggetti esterni la redazione del Piano. Verifica assenza di cause di incompatibilità o di conflitto d‟interesse. In fase anteriore, individuazione puntuale da parte dell‟organo politico delle linee guida per la definizione delle scelte pianificatorie. Ampia diffusione di tale documento d‟indirizzo. | Dirigente del Settore Urbanistica |
Fase di pubblicazione del Piano e raccolta delle osservazioni | Asimmetrie informative, grazie alle quali gruppi d‟interessi o privati proprietari “ oppositori”, agevolati nella conoscenza e interpretazione dell‟effettivo contenuto del Piano, orientano e condizionano le scelte dall‟esterno | Divulgazione e massima trasparenza e conoscibilità delle decisioni contenute nel piano adottato, anche attraverso l‟elaborazione di un documento di sintesi dei loro contenuti in linguaggio non tecnico. Attenta verifica degli obblighi di pubblicità. | Dirigente del Settore Urbanistica |
Fase di approvazione del piano | Modificazione del piano con l‟accoglimento di osservazioni che risultino in contrasto con gli interessi generali di tutela e razionale assetto del territorio cui è informato il piano stesso | Predeterminazione e pubblicizzazione dei criteri generali che saranno utilizzati in fase di istruttoria per la valutazione delle osservazioni. Motivazione puntuale delle decisioni di accoglimento delle osservazioni che modificano il piano adottato, con particolare riferimento agli impatti sul contesto ambientale, paesaggistico e culturale. | Dirigente del Settore Urbanistica |
Pianificazione attuativa d‟iniziativa privata | Mancata coerenza con il piano generale, che si traduce in uso improprio del suolo e delle risorse naturali | Incontri preliminari del responsabile del procedimento con gli uffici tecnici e i rappresentanti politici competenti, diretti a definire gli obiettivi generali in relazione alle proposte del soggetto attuatore. Linee guida interne, oggetto di pubblicazione, che disciplinino la procedura da seguire e introducano specifiche forme di | Dirigente del Settore Urbanistica |
trasparenza e rendicontazione. Costituzione di gruppi di lavoro interdisciplinare con personale dell‟ente, ma appartenente a uffici diversi, i cui componenti siano chiamati a rendere una dichiarazione sull‟assenza di conflitti di interesse Richiesta della presentazione di un programma economico finanziario relativo sia alle trasformazioni edilizie che alle opere di urbanizzazione da realizzare, il quale consenta di verificare non soltanto la fattibilità dell‟intero programma di interventi, ma anche l‟adeguatezza degli oneri economici posti in capo agli operatori; | |||
Pianificazione attuativa di iniziativa pubblica – Convenzione urbanistica – Calcolo degli oneri | Non corretta, non adeguata o non aggiornata commisurazione degli “oneri” dovuti, in difetto o in eccesso, rispetto all‟intervento edilizio da realizzare, al fine di favorire eventuali soggetti interessati. | Attestazione del responsabile dell‟ufficio comunale competente, da allegare alla convenzione, dell‟avvenuto aggiornamento delle tabelle parametriche degli oneri e del fatto che la determinazione degli stessi è stata attuata sulla base dei valori in vigore alla data di stipula della convenzione. Assegnazione della mansione del calcolo degli oneri dovuti a personale diverso da quello che cura l‟istruttoria tecnica del piano attuativo e della convenzione. | Dirigente del Settore Urbanistica |
Individuazione delle opere di urbanizzazione | Individuazione di un‟opera come prioritaria, laddove essa, invece, sia a beneficio esclusivo o prevalente dell‟operatore privato; l‟indicazione di costi di realizzazione superiori a quelli che l‟amministrazione sosterebbe con l‟esecuzione diretta. | Identificazione delle opere di urbanizzazione mediante il coinvolgimento del responsabile della programmazione delle opere pubbliche, che esprime un parere, in particolare, circa l‟assenza di altri interventi prioritari realizzabili a scomputo, rispetto a quelli proposti dall‟operatore privato nonché sul livello qualitativo adeguato al contesto d‟intervento, consentendo così una valutazione più coerente alle effettive esigenze pubbliche. Previsione di una specifica motivazione in merito alla necessità di far realizzare direttamente al privato costruttore le opere di urbanizzazione secondaria. Calcolo del valore delle opere da scomputare utilizzando i prezziari regionali o dell‟ente, anche tenendo conto dei prezzi che l‟amministrazione ottiene solitamente in esito a procedure di appalto per la realizzazione di opere analoghe. Richiesta per tutte le opere per cui è ammesso lo scomputo del progetto di fattibilità tecnica ed economica delle opere di urbanizzazione, previsto dall‟art. 1, co. 2, lett. e) del d.lgs. | Dirigente del Settore Urbanistica |
50/2016, da porre a base di gara per l‟affidamento delle stesse, e prevedere che la relativa istruttoria sia svolta da personale in possesso di specifiche competenze in relazione alla natura delle opere da eseguire, appartenente ad altri servizi dell‟ente ovvero utilizzando personale di altri enti locali mediante accordo o convenzione; previsione di garanzie aventi caratteristiche analoghe a quelle richieste in caso di appalto di opere pubbliche. | |||
Cessione delle aree necessarie per opere di urbanizzazione primaria e secondaria | Errata determinazione della quantità di aree da cedere (inferiore a quella dovuta ai sensi della legge o degli strumenti urbanistici sovraordinati); individuazione di aree da cedere di minor pregio o di poco interesse per la collettività, con sacrificio dell'interesse pubblico a disporre di aree di pregio per servizi, quali verde o parcheggi; acquisizione di aree gravate da livello senza che si sia proceduta alla preventiva procedura di affrancazione. | Individuazione di un responsabile dell‟acquisizione delle aree, che curi la corretta quantificazione e individuazione delle aree, contestualmente alla stipula della convenzione, e che richieda, ove sussista il presupposto, il previo affranco dell‟area a cedersi. | Dirigente del Settore Urbanistica |
Monetizzazione delle aree a standard | Sacrificio dell‟interesse generale a disporre di servizi – quali aree a verde o parcheggi - in aree di pregio. | Adozione di criteri generali per la individuazione dei casi specifici in cui procedere alle monetizzazioni e per la definizione dei valori da attribuire alle aree, da aggiornare annualmente; previsione per le monetizzazioni di importo significativo di forme di verifica attraverso un organismo collegiale, composto da soggetti che non hanno curato l‟istruttoria, compresi tecnici provenienti da altre amministrazioni, quale ad esempio l‟Agenzia delle entrate; previsione del pagamento delle monetizzazioni contestuale alla stipula della convenzione, al fine di evitare il mancato o ritardato introito, e, in caso di rateizzazione, richiesta in convenzione di idonee garanzie. | Dirigente del Settore Urbanistica |
Esecuzione delle opere di urbanizzazione | La fase dell‟esecuzione da parte degli operatori privati delle opere di urbanizzazione presenta rischi | Costituzione di un‟apposita struttura interna, composta da dipendenti di uffici tecnici con competenze adeguate alla natura delle opere, e che non siano in rapporto di contiguità | Dirigente del Settore Urbanistica |
analoghi a quelli previsti per l‟esecuzione di lavori pubblici e alcuni rischi specifici, laddove 74 | con il privato, che verifichi puntualmente la correttezza dell‟esecuzione delle opere previste in convenzione. Tale compito di vigilanza deve comprendere anche l‟accertamento della qualificazione delle imprese utilizzate, qualora l‟esecuzione delle opere sia affidata direttamente al privato titolare del permesso di costruire, in conformità alla vigente disciplina in materia (cfr. d.lgs. 50/2016, artt.1, co. 2, lettera e) e 36, co. 3 e 4, ove è fatta salva la disposizione di cui all‟art. 16, co. 2-bis, del Testo Unico sull‟edilizia); comunicazione, a carico del soggetto attuatore, delle imprese utilizzate, anche nel caso di opere per la cui realizzazione la scelta del contraente non è vincolata da procedimenti previsti dalla legge; verifica, secondo tempi programmati, del cronoprogramma e dello stato di avanzamento dei lavori, per assicurare l‟esecuzione dei lavori nei tempi e modi stabiliti nella convenzione; particolare rilievo riveste la previsione che la nomina del collaudatore sia effettuata dal comune, con oneri a carico del privato attuatore, dovendo essere assicurata la terzietà del soggetto incaricato; previsione in convenzione, in caso di ritardata o mancata esecuzione delle opere, di apposite misure sanzionatorie quali il divieto del rilascio del titolo abilitativo per le parti d‟intervento non ancora attuate. | ||
l‟amministrazione non eserciti i propri compiti di vigilanza al fine di evitare la realizzazione di opere qualitativamente di minor pregio rispetto a quanto dedotto in obbligazione. | |||
Le carenze nell‟espletamento di | |||
tale importante attività | |||
comportano un danno sia per | |||
l‟ente, che sarà costretto a | |||
sostenere più elevati oneri di | |||
manutenzione o per la | |||
riparazione di vizi e difetti delle | |||
opere, sia per la collettività e per | |||
gli stessi acquirenti degli | |||
immobili privati realizzati che | |||
saranno privi di servizi essenziali | |||
ai fini dell‟agibilità degli stessi. | |||
Controllo puntuale delle pratiche. | Dirigente del Settore Urbanistica | ||
Verifica | Assenza di criteri di selezione e | Procedura formalizzata e informatizzata che garantisca la | |
Comunicazioni e | campionamento, disomogeneità | tracciabilità dell'operato Monitoraggio dei tempi di | |
Segnalazioni Concernenti | di valutazione, mancato rispetto | realizzazione dei controlli. | |
l‟attività l‟edilizia | dei termini | ||
( SCIA, DIA, ECC.) | |||
Gestione abusi edili | Assoggettamento a minacce o pressioni; omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | Procedura formalizzata e informatizzata per la gestione delle segnalazioni. Monitoraggio e periodico reporting dei tempi di realizzazione dei controlli. | Dirigente del Settore Urbanistica |
SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Smaltimento rifiuti | Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | Puntuale verifica del rispetto del contratto di gestione della raccolta, smaltimento e riciclo dei rifiuti. Monitoraggio e periodico reporting dei tempi di realizzazione dei controlli. | Dirigente del III° Settore |
SICUREZZA URBANA E POLIZIA LOCALE
SOTTOAREE Processi | RISCHI PREVEDIBILI | MISURE DI PREVENZIONE | RESPONSABILE ATTUAZIONE MISURA |
Accertamenti relativi alla residenza | Disomogeneità nei comportamenti; non rispetto delle scadenze temporali | Controllo utilizzo check-list per accertamenti di residenza contenenti gli elementi minimi da controllare nel sopralluogo Monitoraggio e periodico reporting dei tempi di evasione Monitoraggio e periodico reporting del numero di procedimenti che superano i tempi del silenzio assenso | Comandante Polizia Locale |
Controlli edilizi | Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | Monitoraggio e periodico reporting del numero dei controlli effettuati | Comandante Polizia Locale |
Controllo del mercato, degli esercizi commerciali, artigianali e dei pubblici esercizi | A Assoggettamento a minacce o pressioni, Omissioni di doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | Definizione di modalità di turnazione nel gruppo di agenti che effettuano i controlli | Comandante Polizia Locale |
Controlli ambientali | Omissioni di Doveri d‟ufficio, discrezionalità nelle stime e/o nelle valutazioni | Monitoraggio e periodico reporting del numero dei controlli effettuati | Comandante Polizia Locale |
Gestione dell‟iter dei verbali per infrazioni al codice della strada | Disomogeneità nei comportamenti; non rispetto delle scadenze temporali | Monitoraggio e periodico reporting del numero di verbali annullati - Monitoraggio e periodico reporting del numero di ricorsi e del loro esito Monitoraggio e periodico reporting del numero di verbali che per motivi temporali risultano prescritti o inesigibili | Comandante Polizia Locale |
B) IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’
Il rispetto dei principi di pubblicità e di trasparenza è comportamento utile e funzionale anche rispetto alla prevenzione di fenomeni corruttivi.
Il Piano triennale della trasparenza e dell‟integrità indica le principali azioni e linee di intervento che l‟ente intende seguire nell‟arco del triennio 2018 - 2020 in tema di trasparenza. Per ciascuna azione è altresì indicato il soggetto tenuto agli obblighi di pubblicazione.
Il programma per la trasparenza e l‟integrità per il triennio 2018 -2020 è consultabile al termine del presente piano.
C) LA FORMAZIONE DEL PERSONALE
La legge 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell‟illegalità nella pubblica amministrazione” ( art.1, co.5, lett.b);co.9, lett.b); co.11) dà un ruolo centrale alla formazione.
Come precisato dall‟ANAC con la Determinazione n.12 del 28 ottobre 2015, la formazione scolta fin qui negli Enti ha risentito sia delle scarse risorse a disposizione delle amministrazioni sia di un approccio generalista al tema della corruzione.
Cogliendo i suggerimenti contenuti nella citata Determinazione, si ritiene di rivolgere la formazione a tutti i soggetti che partecipano a vario titolo alla formazione e attuazione delle misure: RPC, referenti, organi di indirizzo, titolari di uffici di diretta collaborazione, responsabili degli uffici e dipendenti.
Oltre ad una formazione di base, dove trattare tematiche legate ai principi di etica e legalità rinvenienti Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx, ai contenuti della legge e dei suoi decreti attuativi, si prevede una FORMAZIONE SPECIFICA TRASVERSALE conforme alla realtà lavorativa e calibrata sulla base delle attività a rischio corruzione di ogni singolo Servizio sulla base dei contenuti del PTPC e dei suggerimenti comunicati dai Dirigenti al Responsabile della Prevenzione della Corruzione. La formazione di base e la formazione specifica, considerando un grado medio/basso di conoscenza dei dipendenti dell‟Ente dovrà prevedere un approccio alle tematiche trattate non solo da un punto di vista descrittivo ma altresì un taglio pratico con analisi dei problemi da visionare, approcci interattivi, soluzioni pratiche ai problemi. Gli incontri si svolgeranno, preferibilmente in house, senza incidere sulla regolare attività degli uffici in modo da conciliare l‟esigenza di formare il più ampio numero di persone con quella di contenere i costi connessi agli interventi formativi. Il personale docente potrà essere individuato anche tra il personale dell‟Ente.
D) IL CODICE DI COMPORTAMENTO
L‟adozione in data 13/03/2014 del Codice di comportamento da parte del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx si è inserita nell‟ambito delle azioni finalizzate a contribuire alla prevenzione della corruzione.
L‟adozione del Codice è avvenuta nel rispetto delle indicazioni contenute nella deliberazione n. 75/2013 dell‟Autorità Nazionale Anticorruzione, ivi compresa la procedura di consultazione (tramite avviso pubblicato sull‟home page del sito web istituzionale) rivolta ad “organizzazioni sindacali rappresentative presenti all‟interno dell‟amministrazione o dell‟ente, associazioni rappresentate nel Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti che operano nel settore, nonché associazioni o altre forme di organizzazioni rappresentative di particolari interessi e dei soggetti che operano nel settore e che fruiscono delle attività e dei servizi prestati dalla specifica “amministrazione” e l‟acquisizione del parere (obbligatorio) da parte dell‟Organismo Indipendente di Valutazione.
E) L’INTEGRAZIONE CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI VALUTAZIONE
La strategia della buona amministrazione, in un‟ottica anche di prevenzione della corruzione, deve trovare nella programmazione operativa un alleato, al fine di dare concreta attuazione agli obiettivi che si prefigge. Oltre a quanto previsto al precedente paragrafo “A”, ogni anno nel Piano
dettagliato degli Obiettivi (PDO) devono essere inseriti specifici obiettivi di qualità legati all‟attuazione delle previsioni del Piano.
F) LE DIRETTIVE
E‟ facoltà del Responsabile del Piano Anticorruzione emanare circolari esplicative e interpretative dei contenuti del Piano e delle relative misure per una pronta attuazione delle previsioni del Piano stesso da parte di tutto il personale del Comune.
Le direttive possono, altresì, stabilire specifiche modalità attuative delle misure previste nel Piano, qualora ciò si renda necessario per una più efficace applicazione delle previsioni del Piano stesso.
G) IL REGOLAMENTO SUL CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI EXTRA ISTITUZIONALI
Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 95 del 03/04/2014 il Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx ha integrato il regolamento degli uffici e dei servizi nella parte che disciplina, ai sensi dell‟art. 53, comma 5 del D. Lgs. n. 165/2001, come modificato dall‟art. 1, comma 42 della legge 190/2012, l‟assunzione di incarichi esterni da parte del personale dipendente del Comune di San Xxxxxxxx Xxxxxxx. I criteri previsti rispondono alla necessità di escludere casi di incompatibilità, sia di diritto che di fatto, nell‟interesse del buon andamento dell‟amministrazione o situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi, che pregiudichino l‟esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente, tenendo tuttavia presente che lo svolgimento di incarichi extra-istituzionali rappresenta per il dipendente un‟opportunità di arricchimento professionale e culturale utile a determinare una positiva ricaduta sull‟attività istituzionale ordinaria.
H. L’INFORMATIZZAZIONE DEGLI ATTI E DELLE PROCEDURE
Anche l‟informatizzazione dei processi può fornire un importante contributo alla strategia del Piano: la dematerializzazione degli atti, per esempio, oltre a semplificare il lavoro e a ridurre le spese per la carta, riduce il rischio di alterazione dei provvedimenti amministrativi
3) ILCONTROLLO
E‟ la fase più complessa e delicata da gestire e, al tempo stesso, quella che permette di verificare lo stato di attuazione dello stesso rendendolo davvero uno strumento utile e concreto per la buona amministrazione e per la prevenzione dei fenomeni corruttivi.
Così come per l‟impostazione generale del Piano, anche in questa fase il controllo è frutto di una azione congiunta e simultanea di più strumenti e di 2 livelli di controllo.
Il sistema di controllo si articola, quindi, come segue:
Controllo di 1° livello: ciascun dirigente è responsabile dell‟applicazione e del controllo, nella struttura organizzativa diretta, delle misure generali e specifiche come meglio dettagliato in ciascuna di esse.
Ciascun dirigente, nell‟ambito del controllo di 1° livello, è tenuto a trasmettere al Responsabile del Piano Anticorruzione n. 2 Report attestanti l‟avvenuto rispetto delle previsioni del Piano, secondo la seguente tempistica:
- 1° Report: entro il 30 giugno;
- 2° Report: entro il 30 novembre.
Ciascun dirigente è, altresì, responsabile del controllo sui precedenti penali a carico dei soggetti e/o dipendenti cui intenda conferire incarichi nelle seguenti circostanze:
- all‟atto della formazione delle commissioni per l‟affidamento di commesse o di commissioni di concorso.
- all‟atto dell‟assegnazione di dipendenti agli uffici che presentano le caratteristiche indicate dall‟art.35 bis del D. Lgs. n. n. 165/2001.
L‟accertamento avviene mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall‟interessato ai sensi dell‟art.46 del DPR 445/2000 e pubblicata sul sito del Comune (art.20 del decreto legislativo
n.39/2013). In caso di violazione delle previsioni di inconferibilità, ai sensi dell‟art. 17 del D. Lgs.
n. n. 39/2013, l‟incarico è nullo.
Per assicurare un efficace sistema di controllo, ciascun dirigente è tenuto ad adottare specifiche modalità di organizzazione dei controlli di competenza, in considerazione della struttura diretta e dei relativi rischi. Dell‟avvenuta adozione, ciascun dirigente informa il Responsabile della prevenzione della corruzione.
Controllo di 2° livello: i seguenti strumenti di controllo di secondo livello integrano il sistema e favoriscono l‟uniformità dei comportamenti all‟interno dell‟ente.
Strumenti di controllo di II livello | Descrizione | Responsabile |
1) Il controllo a campione sui provvedimenti dirigenziali | Il sistema di controllo successivo di regolarità amministrativa - posto sotto la direzione del Segretario Generale - è volto a verificare ex post la correttezza e la regolarità dell'azione amministrativa. La sua finalità non si esaurisce nell'attività del controllo, ma si estende fino a quella di contribuire a rendere omogenei i comportamenti spesso difformi tra le diverse strutture dell'ente nella redazione degli atti, nonché a migliorarne la qualità, assumendo in questo senso anche un aspetto "collaborativo". Il predetto controllo è nelle sue linee generali disciplinato dal regolamento sui controlli approvato con D.C.C, n.10 del 08/02/2013. Saranno sottoposte a controllo di regolarità amministrativa le determinazioni di impegno di spesa, le determinazioni di aggiudicazione definitiva con i relativi schemi di contratto allegati e gli atti dirigenziali ritenuti particolarmente significativi. Gli atti sottoposti al controllo successivo sono scelti secondo una selezione casuale effettuata con motivate tecniche di campionamento. Ad ogni dirigente sarà inviato un report contenente le risultanze del controllo. Nei 30 giorni dall'avvenuto ricevimento il dirigente responsabile è tenuto a controdedurre rispetto alle criticità evidenziate dal sistema di controllo e/o attivare, in presenza dei requisiti previsti dalla legge, i meccanismi di auto-tutela (revoca o annullamento d'ufficio dell'atto). Le risultanze del controllo sono trasmesse, a conclusione di ciascuna fase di controllo, al Sindaco, al Collegio dei revisori dei conti, al Nucleo di valutazione, ai dirigenti ed ai titolari di posizione organizzativa e al Presidente del Consiglio Comunale. | Segretario |
2) il monitoraggio sui tempi di conclusione dei procedimenti | Il monitoraggio sulla conclusione dei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi è effettuato: - nell'ambito dell'attività del controllo di regolarità amministrativa; - attivando forme di controllo a campione. I risultati sono pubblicati sul sito web del Comune nella sezione "Amministrazione trasparente". | Segretario |
3) Analisi delle relazioni periodiche dei Referenti per l'attuazione delle previsioni del Piano | I contenuti dei Report predisposti dai dirigenti (30 giugno e 30 novembre) possono essere oggetto di verifiche a campione da parte del Responsabile della prevenzione della corruzione e del Nucleo di valutazione per accertare l'effettiva attivazione delle misure previste nel piano. | Segretario |
4) Analisi sezione del sito web denominata"Amministrazione Trasparente" | Attraverso la periodica consultazione della sezione del sito web denominata "Amministrazione trasparente", viene verificato lo stato di attuazione delle misure di prevenzione previste nel Piano. | Responsabile Trasparenza e Responsabile della Rete Civica |
PARTE III
Programma Triennale per la Trasparenza e l‟Integrità 2018-2020
1) Introduzione
Il d.lgs. 97/2016 ha introdotto rilevanti modifiche nel sistema della trasparenza nelle amministrazioni, sia per quel che riguarda l‟organizzazione (sezione della trasparenza come parte del PTPC e unificazione delle responsabilità sulla trasparenza e sulla prevenzione della corruzione in capo ad un unico soggetto), sia per i dati da pubblicare e a cui garantire l‟accesso da parte di chiunque (cd. accesso generalizzato di cui all‟art. 5 del d.lgs. 33/2013). Altra importante novità riguarda l‟indicazione circa l‟obbligatorietà dell‟individuazione da parte dell‟organo di vertice di obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza coerenti con quelli della performance.
Ogni amministrazione deve, quindi, adottare un Programma triennale per la trasparenza e l'integrità, da aggiornare annualmente. Il programma deve indicare le iniziative previste per garantire un adeguato livello di trasparenza, anche sulla base delle linee guida elaborate dall‟A.N.A.C.. Le misure del Programma triennale sono collegate, sotto l'indirizzo del responsabile, con le misure e gli interventi previsti dal Piano di prevenzione della corruzione. A tal fine, il Programma è, di norma, una sua sezione.
Gli obiettivi indicati nel Programma triennale sono formulati in collegamento con la programmazione strategica e operativa dell'amministrazione, definita in via generale nel Piano della performance e negli analoghi strumenti di programmazione.
2) Obiettivi strategici
Gli obiettivi strategici in materia di trasparenza sono individuati come segue:
a) Realizzazione di attività di formazione per tutto il personale al fine di assicurare maggiore qualità nella trasparenza dei dati e nell‟attuazione della normativa sull‟accesso generalizzato.
La formazione del personale su questi temi per assicurare un coinvolgimento sempre più ampio dell‟intera struttura amministrativa nell‟attuazione delle misure di trasparenza e di prevenzione della corruzione, è presupposto ineludibile per un vero cambiamento.
Analogamente, è necessario iniziare a formare tutto il personale, a cominciare dai dirigenti, in materia di accesso civico generalizzato, istituto di assoluta novità nel nostro ordinamento.
b) Implementazione della piattaforma informatica per assicurare il miglioramento dei flussi informativi ai fini della pubblicazione dei dati on line.
Occorre che siano sviluppati anche nuovi sistemi di pubblicazione dei dati che consentano una maggiore rapidità di inserimento degli stessi nella sezione “Amministrazione trasparente” e il relativo tempestivo monitoraggio. Il nuovo sito dell‟Ente di prossima adozione sicuramente potrà aiutare in questo senso.
3. I Soggetto coinvolti La Giunta Comunale
Deve avviare il processo e dettare gli indirizzi per l‟elaborazione e all‟aggiornamento annuale del Programma e definire gli obiettivi strategici in materia di trasparenza, da declinare nei contenuti del Programma triennale.
Il Responsabile per la Trasparenza
Il responsabile svolge un'attività di controllo sull'adempimento da parte dell'amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa, assicurando la completezza, la chiarezza e l'aggiornamento delle informazioni pubblicate, segnalando all'organo di indirizzo politico, all'Organismo indipendente di valutazione (OIV) o struttura analoga, all'Autorità nazionale anticorruzione e, nei casi più gravi, all'ufficio responsabile per i procedimenti disciplinari i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione.
Il responsabile provvede all'aggiornamento del Programma e a individuare le misure di monitoraggio sull'attuazione degli obblighi di trasparenza e ulteriori misure e iniziative di promozione della trasparenza in rapporto con il Piano anticorruzione.
Il responsabile della trasparenza ha il compito di controllare e assicurare la regolare attuazione dell'accesso civico. Egli deve segnalare i casi d‟inadempimento o di adempimento parziale degli obblighi in materia di pubblicazione all'ufficio responsabile per i procedimenti disciplinari, per l‟attivazione del procedimento disciplinare.
Il responsabile segnala, altresì, gli inadempimenti al vertice politico dell'amministrazione, all'OIV o struttura analoga ai fini dell'attivazione delle altre forme di responsabilità.
Il Segretario Generale
Il Segretario Generale è il responsabile del sistema di prevenzione della corruzione e dell'illegalità dell'ente e in tale veste predispone la proposta di piano da adottarsi annualmente a cura della Giunta Comunale. Il Piano della Trasparenza costituisce una sezione del Piano di prevenzione della corruzione e dell'illegalità.
Il responsabile anticorruzione è anche il responsabile per la trasparenza.
In particolare sono compiti del Segretario Generale in materia di trasparenza:
a) attuare il raccordo fra il piano della trasparenza e quello anticorruzione;
b) Svolgere attività di sensibilizzazione nei confronti dei dirigenti e degli altri soggetti tenuti a garantire il regolare flusso delle informazioni, anche attraverso la convocazione della Conferenza dei Dirigenti;
c) Svolgere poteri d‟intervento atti a garantire il regolare flusso delle informazioni;
d) Xxxxxxxx disposizioni di servizio attuative del Piano della Trasparenza nei confronti dei dirigenti.
I Dirigenti
I dirigenti responsabili degli uffici dell'amministrazione garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare ai fini del rispetto dei termini stabiliti dalla legge.
Ciascun dirigente assicura la trasmissione al responsabile per la trasparenza e alla rete civica tutte le notizie gli atti e i documenti previste dalle norme di legge e dal presente piano tempestivamente e comunque entro e non oltre 30 giorni dalla formazione dell‟atto, del dato o del documento.
Il Nucleo di Valutazione
Questo organo verifica la coerenza tra gli obiettivi previsti nel Programma per la trasparenza con quelli indicati nel Piano della performance, valutando l'adeguatezza dei relativi indicatori.
Il Nucleo di Valutazione utilizza le informazioni e i dati relativi all'attuazione degli obblighi di trasparenza ai fini della misurazione e valutazione delle performance sia organizzativa, sia individuale del responsabile e dei dirigenti dei singoli uffici responsabili della trasmissione dei dati. L‟A.N.A.C ha definito le modalità di assolvimento degli obblighi con propria Deliberazione n. 148 del 3 dicembre 2014
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.A.C.)
Essa controlla l'esatto adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, esercitando poteri ispettivi mediante richiesta di notizie, informazioni, atti e documenti alle amministrazioni pubbliche e ordinando l'adozione di atti o provvedimenti o la rimozione di comportamenti o atti contrastanti con i piani e le regole sulla trasparenza. Essa deve controllare i responsabili per la trasparenza. L‟ANAC può chiedere al Nucleo di Valutazione informazioni sui controlli eseguiti.
In relazione alla loro gravità, L‟ANAC segnala i casi di inadempimento o di adempimento parziale degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa all'ufficio responsabile per i procedimenti disciplinari per l'eventuale attivazione del procedimento disciplinare a carico del responsabile o del dirigente tenuto alla trasmissione delle informazioni. L‟ANAC segnala gli inadempimenti ai vertici politici delle amministrazioni, agli OIV e, se del caso, alla Corte dei conti, per l'attivazione delle altre forme di responsabilità.
4. Le sanzioni.
L'inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa o la mancata predisposizione del Programma per la trasparenza costituiscono elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all'immagine dell'amministrazione e sono valutati ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili, fatto salvo il caso che l‟inadempimento sia dipeso da causa non imputabile al responsabile della trasparenza.
La mancata o incompleta comunicazione delle informazioni e dei dati concernenti i titolari di cariche politiche comporta a una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro a carico del responsabile della mancata comunicazione e il relativo provvedimento è pubblicato sul sito internet dell'amministrazione o organismo interessato.
La violazione degli obblighi di pubblicazione dei dati relativi agli enti vigilati o controllati e delle partecipazione in enti di diritto pubblico comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a
10.000 euro a carico del responsabile della violazione. La stessa sanzione si applica agli amministratori societari che non comunicano ai soci pubblici il proprio incarico ed il relativo
compenso entro trenta giorni dal conferimento ovvero, per le indennità di risultato, entro trenta giorni dal percepimento.
5. L’accesso civico.
Il decreto legislativo citato stabilisce che “tutti i documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria sono pubblici e chiunque ha diritto di conoscerli, di fruirne gratuitamente e di utilizzarli” e che i documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi della normativa vigente devono esser resi accessibili all’accesso civico”, devono essere pubblicati in formato aperto e possono essere riutilizzati rispettando la loro integrità, cioè riportando il testo senza alcuna modificazione e citando la fonte. La particolarità dell‟accesso civico è che, a differenza del diritto di accesso di cui alla legge 241/90, non presuppone alcuna titolarità di un interesse giuridicamente differenziato, bensì solo il soddisfacimento pubblico di un dovere di pubblicazione imposto per legge. Attiene, dunque, ad un diritto di conoscenza di marca pubblicistica – riconosciuto, si ribadisce, a chiunque – che si muove nell‟ambito di quelle forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull‟utilizzo delle risorse pubbliche di cui parla l‟art.1 del Decreto 33 nella enunciazione del Principio generale di trasparenza.
Possono essere diffusi i dati personali, diversi dai dati sensibili e giudiziari, attraverso i propri siti istituzionali nel rispetto delle norme in materia di privacy. Rimane, invece, vietata alle P.A. la pubblicazione di tutti i dati relativi ai dati sensibili e giudiziari e tutti i dati relativi alla valutazione o le notizie sul rapporto di lavoro fra il dipendente e la P.A. che possano rivelare dati sensibili o giudiziari.
Le P.A. devono garantire il c.d.” accesso civico” cioè pubblicare tutti i documenti le informazioni e i dati in suo possesso con il conseguente diritto da parte di chiunque di richiedere i predetti atti, nel caso in cui sia stata omessa la pubblicazione. La richiesta di accesso civico non è soggetta ad alcuna limitazione dato che non è necessaria da parte del richiedente alcuna motivazione. La richiesta è gratuita e deve essere presentata al responsabile della trasparenza dell‟amministrazione. Entro trenta giorni dalla richiesta, la P.A. deve pubblicare sul proprio sito web l‟informazione, il documento o il dato richiesto e lo deve trasmettere al richiedente o deve comunicare il collegamento ipertestuale delle notizie richieste. Nel caso in cui la notizia richiesta sia stata già pubblica, la P.A. deve indicare il collegamento ipertestuale che consenta al cittadino di conoscere l‟informazione richiesta. In caso d‟inerzia del responsabile, il richiedente può ricorrere al titolare del potere sostitutivo, secondo quanto previsto dalla legge 241/90.
6. Accesso civico generalizzato.
Importanti novità sono state introdotte in materia di accesso civico da parte del d.lgs. 97/2016 come anche declinate nella delibera ANAC n. 1309/2016 “Linee guida recanti indicazioni operative ai fini della definizione delle esclusioni e dei limiti all’accesso civico di cui all’art. 5 co. 2 del d.lgs. 33/2013 recante «riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni». Tale nuova tipologia di accesso, delineata nel novellato art. 5, comma 2 del d.lgs. 33/2013, consente a chiunque il “diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione ai sensi del presente decreto, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti, secondo quanto previsto dall’art. 5-bis”. La ratio della riforma risiede nella dichiarata finalità di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull‟utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico.
In considerazione dell‟importante novità normativa e della necessaria organizzazione che la migliore funzionalità dell‟accesso comporta, sono qui di seguito indicate le misure di attuazione:
a. è individuato nell‟URP l‟Ufficio cui attribuire la competenza di gestire le richieste di accesso civico generalizzato, che potrà, quindi, con la supervisione del Segretario Generale e del suo
collaboratore di staff, raccogliere ed organizzare tutte le domande di accesso generalizzato che pervengono, e assegnarle ai singoli Uffici.
b. predisposizione del Regolamento che dovrà disciplinare i soli profili organizzativi di ricezione (attraverso un apposito modulo) e gestione delle richieste di accesso generalizzato, dell‟accesso civico e dell‟accesso ex l. 241/1990, come indicato nella citata delibera dell‟Autorità n.1309/2016.
c. predisposizione del registro degli accessi che terrà conto delle tre sezioni sull‟accesso generalizzato, accesso civico e accesso ex. l. 241/1990.
7. La “Qualità delle informazioni”.
Le P.A. devono garantire l’integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività, la semplicità di consultazione, la comprensibilità, l’omogeneità, la facile accessibilità e la conformità ai documenti originali in possesso dell’amministrazione, indicando la provenienza e la riutilizzabilità delle notizie pubblicate.
I documenti, le informazioni e i dati sono pubblicati in formato di tipo aperto e sono riutilizzabili, senza ulteriori restrizioni diverse dall'obbligo di citare la fonte e di rispettarne l'integrità.
I documenti, i dati e le informazioni oggetto di pubblicazione devono rimanere pubblicati per almeno cinque anni decorrenti dal primo gennaio dell‟anno successivo a quello da cui decorre l‟obbligo di pubblicazione. La pubblicazione deve essere assicurata, anche oltre questo termine, nel caso in cui l‟atto continua a produrre i suoi effetti. Decorsi i cinque anni, le informazioni, i documenti e i dati devono esser conservati in un archivio all‟interno della sezione “Amministrazione Trasparente”. Fanno eccezione le informazioni sulla situazione patrimoniale e la dichiarazione del coniuge non separato e dei parenti entro il secondo grado che sono pubblicate per i tre anni successivi dalla cessazione del mandato o dell'incarico dei soggetti, mentre le informazioni concernenti la situazione patrimoniale che sono pubblicate fino alla cessazione dell'incarico o del mandato e non sono trasferiti nelle sezioni di archivio.
Il decreto legislativo conferma l‟obbligo per le P.A. di creare sui propri siti istituzionali un‟apposita sezione denominata “Amministrazione Trasparente” nel cui interno sono contenuti i dati, i documenti e le informazioni che devono esser pubblicati. Sono vietati filtri o altre soluzioni tecniche volti a impedire ai cittadini di effettuare ricerche all‟interno della sezione.
Le diverse sottosezioni devono essere di facile accesso e consultazione, accessibili da qualsiasi utente direttamente dall‟albero di navigazione.
L‟obiettivo è sviluppare un costante miglioramento del portale istituzionale creato, garantendo lo sviluppo di ulteriori servizi per offrire ai cittadini l‟accesso allo stesso in modo sempre più rapido ed efficiente.
8. Principali azioni per l’attivazione del programma triennale per la trasparenza e l’integrità
Azioni | Destinatari | Responsabile dell‟iniziativa | Tempi |
Monitoraggi trimestrali e report semestrali sull‟adempimento degli obblighi di pubblicazione | Referenti per la Trasparenza, Dipendenti che forniscono i dati, Dirigenti | Responsabile della Trasparenza in collaborazione con l‟ufficio di supporto | 2018/2020 |
Realizzazione della giornata della trasparenza | Dipendenti e cittadini | Responsabile della trasparenza in collaborazione con l‟ufficio di supporto | 2018/2020 |
Studio e implementazione di modalità automatiche | Referenti per la Trasparenza, Dipendenti | Responsabile della trasparenza in | 2018/2020 |
per la pubblicazione delle informazioni obbligatorie | che forniscono i dati, Dirigenti | collaborazione con l‟ufficio di supporto | |
Pubblicazione di notizie sul sito web per promuovere i principali aggiornamenti della sezione Xxx.xx Trasp. | Cittadini | Responsabile della trasparenza in collaborazione con l‟ufficio di supporto | 2018/2020 |