Milano, 30 ottobre 2013
Milano, 30 ottobre 2013
VIII TAVOLO NAZIONALE DEI CONTRATTI XX XXXXX
Tavolo di Lavoro preparatorio
programmazione comunitaria 2014-2020 dei fondi strutturali nei territori fluviali
Inizio riunione: 14.30
Termine riunione: 17.30
PARTECIPANTI | PRESENTI | ASSENTI GIUSTIFICATI | DA INFORMARE | |
Xxxxx Xxxxxxxx | XXXXX | X | X | |
Xxxxxxxxxxx Xxxxx | XXXXX | X | X | |
Cuccu Xxxxxx | XXXX | X | X | |
Xxxxxxxxx Xxxxxxx | AdB Po | X | X | |
Puma Francesco | AdB Po | X | X | |
Xxxxxxx Xxxxxxx | AdB Alpi Orientali | X | X | |
Checcucci Gaia | AdB Arno | X | X | |
Xxxxx Xxxxxxxxx | AdB Serchio | X | X | |
Xxxxxxx Xxxxxxxx | Xxx. Xxxxxx Romagna | X | X | |
Xxxxxxxxxxxx Xxxxxx | Reg. Xxxxxx Romagna | X | X | |
Xxxxxxxxx Xxxxxxx | Xxx. Xxxxxx Romagna | X | X | |
Di Xxxxx Xxxxxxx | Xxx. Lombardia | X | X | |
Xxxxxx Xxxxxxx | Xxx. Lombardia | X | X | |
Xxxxxxx Xxxxx | Reg. Lombardia | X | X | |
Xxxxxxxxx Xxxx | Reg. Lombardia | X | X | |
Xxxxxx Di Xxxxx Elisabetta | Reg. Lombardia | X | X | |
De Xxxxxxx Xxxxxxxxx | Xxx. Piemonte | X | X | |
Xxxxxx Xxxxx | Xxx. Piemonte | X | X | |
Xxxxx Xxxxx | Xxx. Piemonte | X | X | |
Xxxxxxxx Xxxxxxxx | Xxx. Piemonte | X | X | |
Sergentini Xxxxx | Xxx. Toscana | X | X | |
Bernini Edo | Reg. Toscana | X | X | |
Xxxxxxx Xxxxxxx | Reg. Umbria | X | X | |
Xxxxxxx Xxxxxxx | Xxx. Veneto | X | X | |
De Xxxxxx Xxxxx | Xxx. Veneto | X | X | |
Xxxxxxx Xxxxxxxxx | Prov. Teramo | X | X | |
Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx | XxX Delta Po | X | X | |
Xxxxxxxx Xxxxxxx | Xxxxx. Tav. Naz. CdF | X | X | |
Xxxxxxx Xxxxxx | CIRF | X | X | |
Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx | xxxxxxx CdF | X | X | |
Xxxxxxxx Xxxxx | consulente ambientale | X | X | |
Di Sangro Flavia | consulente ambientale | X | X | |
Xxxxx Xxxxx | consulente ambientale | X | X | |
Zugolaro Cinzia | esperta CdF / Coord. Ag. 21 Loc. It. | X | X |
Verbalizzanti: Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxx
VERBALE
Xxxxxx (Regione Lombardia)
Apre la discussione ringraziando gli intervenuti e ricordando come i lavori della giornata xxxxxxx xxxxx finalizzati a strutturare un contributo per il prossimo Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiumi che si terrà a Firenze il 9 dicembre 2013. La programmazione dei fondi comunitari non è ancora xxxxxx al punto di maturazione di scelte definitive né tantomeno precise, sebbene le tematiche generali xxxxx state individuate (Accordo di Partenariato). Da questo punto di vista temi importanti come la riqualificazione fluviale non hanno ancora xxxxxxx un riscontro certo nei documenti della programmazione operativa e non vi è certezza di un loro effettivo riconoscimento finale (con conseguente allocazione di risorse economiche). L’auspicio è che il Tavolo Nazionale possa far sentire la propria voce e attivare opportunità concrete e sistematiche di attenzione da parte della programmazione economica nei confronti delle iniziative di buona gestione dei sistemi fluviali, anche in relazione ad un possibile PON (auspicabilmente pluri-fondo) specificatamente dedicato xx Xxxxxxxxx xx Xxxxx.
Xxxxxxxx sembra essere la situazione relativa al PSR 2014-2020, con particolare riferimento alle relazioni instaurate tra le politiche distrettuali e le politiche agricole, in risposta a quelle che sono gli indirizzi comunitari in materia di integrazione tra agricoltura e governance delle acque a scala idrografica.
Particolare aspettativa sussiste nella capacità dei fondi strutturali di sostenere adeguati investimenti sui processi di governance prima che sulle azioni che conseguono da questi, i quali attualmente risultano poco riconosciuti e sostenuti a discapito della buona riuscita dei percorsi di programmazione negoziata xxxx xxxxx idrografica.
Ulteriore enfasi sarebbe necessario che venisse posta nei confronti dei percorsi formativi, in modo da favorire un capacity building capillare per accompagnare lo sviluppo autonomo dei processi da parte degli attori coinvolti.
Un ulteriore elemento di riflessione è relativo alla suddivisione delle responsabilità tra Autorità Nazionali e Regionali xxxx’ambito della Programmazione Operativa, in termini di ruoli nel sostenere processi di governance e implementazione delle azioni da questi discendenti.
In ultimo, ma comunque di primaria importanza, appare la necessità di lavorare nella direzione di avere un set di indirizzi e/o criteri di verifica/valutazione al fine di favorire il successo delle esperienze xx Xxxxxxxxx xx Xxxxx, pur nel rispetto delle specificità di ogni contesto in cui gli stessi vengono implementati.
A tale fine potrebbe rappresentare un buon riferimento l’esperienza dei Xxxxx territoriali per una riflessione sui processi di sviluppo locale e i suoi elementi essenziali.
Scanu (MATTM)
Nella attuale xxxxx di Accordo di Partenariato vi sono alcuni riferimenti alle questioni richiamate xx Xxxxxx, proposti dallo stesso XXXXX. Il documento è tuttavia in continuo divenire. Concorda sulla opportunità di un PON in cui possano essere inserite azioni di riqualificazione fluviale e sull’importanza contestuale di investire sulla Governance xxxx xxxxx idrografica e sulla xxxxx integrazione delle politiche a scala territoriale. Si farà portavoce degli esiti della discussione di oggi e di quelle successive nei tavoli di lavoro governativi sulla Programmazione Operativa.
Xxxxxxxxx (AdB Po)
D’accordo con Regione Lombardia, ha contattato il MISE (nella persona xxxxx xxxx.ssa Xxxxx, funzionario del Dipartimento per le Politiche dello Sviluppo che xx xxxxxx il tavolo dei temi ambientali nella costruzione della condizionalità ex-ante e dell’Accordo di Partenariato). Il riscontro è stato positivo e aperto ad un prossimo incontro per discutere le tematiche di cui sopra (purtroppo non è stato possibile cogliere già questa prima occasione per motivi di impegni contingenti).
Riferisce inoltre circa il recente tavolo tra le DG Agricoltura di tutte le Regioni, AdB Po e AdB Alpi Orientali, in cui si è discusso su come relazionare politiche agricole e ambientali, tema complesso fin dalla sua genesi comunitaria nelle difficili relazioni tra DG Agricoltura e DG Ambiente a Bruxelles. In tale sede è stata discussa l’importanza di mettere a sistema le competenze dei due settori, ad esempio nel momento della certificazione
dell’efficacia delle politiche agricole in termini ambientali (questo fa degli attori delle politiche ambientali degli importanti partner all’interno della PAC). A fianco a questo deve essere considerata anche l’integrazione tra le politiche ambientali e le politiche della difesa del suolo. In questo senso il CdF può essere l’occasione per fare palestra di integrazione tra tematiche ancora troppo disgiunte.
Viene sottolineata l’importanza della verifica dell’efficacia delle misure previste dai CdF (o da processi analoghi), al fine di renderle effettivamente finanziabili dalla programmazione (l’assenza di una xxxxxx xxxxx performance è xxxxxxx penalizzante nel definire le priorità delle misure da rendere finanziabili). Un esempio chiave: il Regolamento FEASR (art. 47): come rendere eleggibili le spese di miglioramento delle reti irrigue, condizionate ad un risparmio misurato, superando le difficoltà del mondo agricolo?
Infine viene richiamata l’importanza di coniugare i processi di formulazione/revisione dei PdG, analogamente a quanto avviene in altri paesi d’Europa, entro un unico quadro di riferimento.
Goltara (CIRF)
Per il CIRF la priorità è che vengano implementate quelle misure di Riqualificazione Fluviale (RF) xxx xxxxx oltre il tema della qualità fisico-chimica delle acque e che ad oggi in Italia sono quasi del tutto non attuate, ovvero in particolare gli interventi di riqualificazione idromorfologica (riduzione dell’alterazione del regime idrologico, xxxxxxxx dell’equilibrio geomorfologico, riconnessione di pianure inondabili, ecc.). Queste misure da un lato in buona parte del Paese non sono previste nemmeno nei Piani, dall’altro, anche laddove la pianificazione di xxxxxx xx integra (es. xxxxxx del Po), non vi sono ad oggi segnali xx xxxxx di finanziamento certe (e nemmeno nella versione xxxxx Xxxxx di stabilità attualmente in discussione vi sono novità significative). Queste azioni (la cui strategicità è stata nuovamente sottolineata dalla CE anche nei confronti dell’Italia) sono quelle per cui è più facile sviluppare sinergie con altri obiettivi, in particolare la gestione del rischio di alluvioni. La ricerca di queste sinergie è probabilmente la strada più efficace per ottenere spazio per azioni di RF all’interno dei Fondi Strutturali. Ovviamente il fatto che queste azioni xxxxx supportate da CdF (o altri analoghi processi di partecipazione territoriale) dovrebbe essere un valore aggiunto per il finanziamento (e molto spesso è la condizione necessaria per riuscire ad attuarle), ma ad avviso del CIRF è fondamentale che si chiarisca quali sono le tipologie di azione da favorire.
Anche prima di definire misure integrate come quelle citate è però fondamentale evitare che si mettano in campo misure conflittuali (ovvero che, per esempio, da un lato si finanzino nuovi impianti idroelettrici nel reticolo irriguo o infrastrutture per nuove derivazione e dall’altro misure per ridurre l’alterazione idrologica, oppure all’interno di misure per la riduzione del rischio idrogeologico dovrebbe essere xxxxxx xxx prioritariamente vanno finanziate quelle che raggiungono anche obiettivi di qualità degli ecosistemi, così come già accade in alcuni Paesi UE in relazione ai fondi nazionali per interventi xxx xxxxx d’acqua).
Clerici (Regione Lombardia)
Ringrazia per i contributi pervenuti a supporto della discussione xxxxxxx da parte di Xxxxxxx Xxxxxxxx (xxxxxxxx ricognizione POR) e Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx (censimento esperienze CdF).
Porro (Regione Piemonte)
Le Regioni hanno inserito nelle proprie proposte di POR dei riferimenti espliciti alle tematiche di interesse dei CdF, mettendo le Autorità di Gestione (FEASR, PSR, FSE) nelle condizioni di recepire le indicazioni in fase di predisposizione delle misure. Tuttavia le stesse partecipano raramente ai tavoli di discussione come quello odierno, per cui risulta difficile operare in sinergia. Sul FESR solo un 10% circa delle risorse allocate dai documenti strategici è destinato alle iniziative di sviluppo locale, all’interno delle quali potrebbero ricadere – tra gli altri - i CdF. Più aperto sembra essere il FEASR-PSR, che offre alcune misure che possono agganciarsi alle strategie dei CdF; in particolare, tramite l’approccio LEADER e l’attività dei GAL, è possibile attivare percorsi di sviluppo locali incernierati sulla qualità dei sistemi fluviali. E’ anche possibile (art. 43) sostenere i processi di governance. Anche gli strumenti di Coesione sono potenzialmente interessanti.
E’ necessario mettere in evidenza come l’operare attraverso i CdF possa rappresentare una modalità per rendere operativi i concetti di concentrazione territoriale e di integrazione dei Fondi su cui molto spingono i
Regolamenti in termini xx xxxxxxxx, ma non evidenziando poi nella pratica strade facili ed accessibili per la loro applicazione.
Risulta importante arrivare all’incontro di dicembre con un documento contenente indicazioni concrete su come si debba operare per individuare spazi effettivi di sostegno ai CdF nei POR: essere propositivi nei confronti delle singole Autorità di Xxxxxxxx può aprire realmente nuove opportunità sia per sostenere i processi, sia le azioni dei Piani di Xxxxxx.
A questo proposito è necessario un confronto stretto con le Autorità anche al fine di strutturare i Piani in modo da essere concretamente in grado di accedere a tali finanziamenti e quindi dare evidenza delle potenzialità dei Contratti nei termini sopracitati di concentrazione di spesa e di integrazione.
Clemente (Regione Piemonte)
I CdF possono essere occasione per aggregare gli effetti di iniziative singole (x.xx. tante aziende agricole che attuano interventi puntuali di risparmio idrico in un medesimo ambito idrografico), in modo tale che diventino apprezzabili in termini di efficacia e quindi riconoscibili dalla Programmazione Operativa.
Le misure del PSR a volte sono formulate in maniera poco appetibile per le aziende agricole: il CdF può essere occasione di ascolto finalizzata ad una xxxxxxxx calibrazione delle misure rispetto xx xxxxx fabbisogni del territorio.
Xx Xxxxxx (Regione Veneto)
Non chiara la dimensione territoriale xxxx xxxxx un CdF assume significato. E’ versatile nel senso che può sostenere iniziative di diversa scala, xx xxxxxx minuta e particolare a quella di area xxxxx e integrata. Come discernere l’efficacia di tale strumento alle diverse scale di lavoro? Inoltre viene sottolineato come possa risultare opportuno il riconoscimento istituzionale dei Contratti xx Xxxxx per renderli più accreditati e robusti.
Campanini (Regione Lombardia)
La Carta Nazionale dei Contratti di Fiume ha aperto la strada in questo senso, andrebbe ripresa e approfondita/integrata per fornire indicazioni utili a chi intende intraprendere una esperienza di CdF.
Goltara (CIRF)
In relazione alla questione su “cosa xxxxx tale un CdF”: per il CIRF una condizione necessaria è che abbia l’obiettivo prioritario di risolvere problemi di carattere ambientale del corso d’acqua. Ovvero che le azioni concordate xxxxxxxxxx le condizioni ecologiche del fiume/xxxxxx.
Rispetto al tema generale, sottolinea poi come alla versione attuale dell’AdP servano limitati aggiustamenti per trasformare le azioni attuali, che non includono esplicitamente né interventi di riqualificazione fluviale, né il finanziamento dei programmi di misure dei piani di gestione xx xxxxxx idrografico, in azioni coerenti con le priorità più volte discusse (misure sinergiche biodiversità-rischio idraulico, interventi di riqualificazione morfologica, ecc). Allo stesso tempo però si chiede quanto rilevante sia ancora mettere mano all’AdP, ovvero quanto questo possa influenzare POR e PON.
Porro (Regione Piemonte)
A livello regionale non sappiamo come interagire tra DG e, in particolare, con la Programmazione. L’AdP in qualche modo xx xxxx gli indirizzi e in linea di massima gli spunti ci sono tutti; quindi un’eventuale ulteriore revisione dell’AdP ai xxxx xxxxx programmazione regionale sarebbe ormai ininfluente. La sfida è come tradurli in azioni a livello regionale (POR).
Xxxxxxxxx (AdB Po)
Dall’esperienza Lombarda e Piemontese, è possibile ricavare delle proposte maturate sul campo da avanzare alle DG Agricoltura come misure attuative? (tenendo xxxxx xxx la definizione delle misure relative alla DQA all’interno dei redigendi PSR è in divenire e comunque le competenze tecniche della DG Agricoltura sono limitate in tale settore).
Porro (Regione Piemonte)
Per rispondere a questa domanda serve un lavoro a più mani: da un lato la programmazione che scaturisce dai CdF può essere propositiva nei termini di cui sopra, dall’altro occorre avere dei riferimenti chiari per sapere come formulare le proposte all’interno dei CdF, xxxx il mancato riconoscimento delle stesse e la conseguente sfiducia negli strumenti di governance.
Mantovani (CdB Delta Po)
Sottolinea come i CdF non debbano avere solo obiettivi ambientali, bensì debbano interessare più ampie tematiche di livello territoriale.
Xxxxxxxxx (esperto CdF)
La quasi totalità delle esperienze di CdF più mature a livello nazionale ha sviluppato atti che assumono con impegno gli obiettivi ambientali. Tuttavia la lettura delle conseguenti misure presenti nei Piani di Xxxxxx non sempre sembra offrire strategie in grado di andare in maniera sostanziale nella direzione prefigurata da tali obiettivi. D’altro canto non è corretto dire che esiste una prima generazione di Contratti xx Xxxxx orientata agli obiettivi ambientali e una più recente generazione orientata agli obiettivi territoriali. L’approccio territoriale è intrinseco ai CdF fin dalle prime esperienze lombarde e piemontesi (come testimoniano chiaramente i rispettivi Programmi di Azione), e continua a permeare tutte le esperienze attuali, peraltro in piena sinergia con la concezione territorialista della pianificazione xx xxxxxx introdotta fin dalla L. 183/1989, xx xxxxx, per sua natura, non può che adottare un approccio strategico integrato.
In tal senso i CdF possono maturare proposte di azione su più livelli di policy, ma evidentemente riconducibili xx xxxxxx identitario e generatore dei corsi d’acqua interessati (x.xx. azione rivolte allo sviluppo socioeconomico dei territori perifluviali, alla riqualificazione delle attività agricole in ambito rivierasco, ai valori locali legati alla memoria delle acque, alla rigenerazione di ambiti xxxxxx connessi con il sistema fluviale, ecc…). L’elemento caratterizzante dei CdF deve essere evidentemente il fiume (o altro elemento idrografico) e quindi il CdF può essere quel particolare esercizio volontario di programmazione territoriale di tipo contrattualizzato che innanzitutto muove dalla consapevolezza xxxxx xxxxxxxx di un xxxxx xxx territorio di riferimento e, in funzione e nel rispetto di questa, determina un determinato cambiamento frutto della declinazione a scala locale delle politiche sovraordinate e dell’ascolto attivo delle istanze degli interessi coinvolti. La condizione di salute del corso d’acqua (ecologica, paesaggistica e di equilibrato rapporto con il sistema territoriale connesso) e il governo sostenibile dell’intero sistema fluviale (nella sua articolazione territoriale) sono evidentemente i temi di riferimento per i processi decisionali contrattualizzati in oggetto.
Si ribadisce l’importanza di fornire riferimenti metodologici di carattere generale (ma sufficientemente circoscritti alla specifica categoria delle decisioni contrattualizzate) per indirizzare e valutare le esperienze di CdF, al fine di favorire la qualità dei processi e il conseguente riconoscimento della premialità finanziaria nei confronti degli stessi. In tal senso è utile sottolineare come il CdF non debba essere inteso come un vestito che si acquista al supermercato, bensì come quello che si chiede ad un sarto, il xxxxx, tuttavia, deve comunque utilizzare alcuni elementi essenziali (xxxxxx, filo e xxxxxxx). Questo per dire che non esistono ricette esportabili di esperienze di governance xx xxxxxxx generale (sebbene sia certamente possibile riconoscere buone pratiche), bensì ogni processo và contestualizzato e “cucito” sul territorio (temi e attori) su cui vuole intervenire. E’ necessario dunque riconoscere alcuni principi e criteri di indirizzo xxx xxxxxx necessariamente informare i processi di governance xxxx xxxxx idrografica, xxxx l’insuccesso degli stessi (ovvero la mancata premialità). Ecco che, accanto al riconoscimento dei CdF nella nuova programmazione economica, risulta necessaria l’attivazione preventiva di strumenti di supporto metodologico e valutativo a livello nazionale e/o distrettuale e/o regionale, al pari di analoghi comparti della programmazione pubblica.
Per concludere, i CdF possono aver bisogno di attingere da risorse provenienti da diversi xxxxxx xxxxx Programmazione Operativa. Tra questi è certamente strategico che se ne individuino di dedicati alla riqualificazione ambientale dei sistemi fluviali (anche in ragione delle vigenti disposizioni della DQA), ma ancora più importante è che le buone pratiche di governance (tra cui esplicitamente i CdF) vengano riconosciute dagli stessi PON/POR come requisiti preferenziali per attivare canali di sostegno tanto settoriali quanto integrati (si richiama l’esperienza analoga dei Contratti di Quartiere nata negli anni ’90). In questo
modo le strategie integrate maturabili dai CdF possono trovare appoggio nei canali di finanziamento più opportuni. Parallelamente si sottolinea come occorra lavorare tempestivamente per garantire ai CdF la giusta qualità in termini di processo e di performance, per poterli quindi candidare proficuamente all’attrazione delle risorse della Programmazione Operativa di cui sopra.
Scanu (MATTM)
Condivide la visione dei CdF come abiti cuciti xx xxxxx, sottolineando la importanza della qualità del prodotto finale dei CdF.
Zugolaro (esperta CdF)
In riferimento agli interventi di Xx Xxxxxx (Reg. Veneto) e Mantovani (CdB Delta Po) riguardanti l’interesse allo scambio di esperienze sull’attuazione dei percorsi di Contratti xx Xxxxx consolidati, si ricorda che sono disponibili dal 2011 le Linee Guida Regionali per l’attuazione dei Contratti xx Xxxxx e xx Xxxx (DGR n. 16-2610 16/09/11) sul sito web xxxxx Xxxxxxx Piemonte.
Inoltre si sottolinea come la finalità primaria del CdF debba essere il miglioramento dello stato di qualità ambientale dei corpi idrici, coinvolgendo una molteplicità di strategie e in coerenza con i rispettivi piani di settore, tra cui i comparti afferenti alle politiche agricole, alle aree protette, alla difesa idraulica, alla difesa del suolo; tuttavia l’esperienza piemontese dimostra come a scala xx xxxxxx idrografico l’obiettivo ambientale non sia necessariamente l’unico. In tal senso si richiamano alcune esperienze che la Regione Piemonte ha avviato a partire dal 2007, come il CdF del Sangone e il più recente il CdF interregionale del Bormida, i cui Piani d’Azione hanno integrato le azioni ambientali con interventi strettamente collegati alla fruizione, all’innovazione ICT e agli strumenti urbanistici a scala xxxxxxxx.
Si sottolinea come i PON e i POR xxxxx strumenti con cui sostenere queste dinamiche integrate. Si ricorda, inoltre, come la gestione del Contratto xx Xxxxx del Sangone, primo CdF sottoscritto in Regione Piemonte, sia stato gestito da un Patto Territoriale rivelandosi una esperienza di eccellenza per la governance territoriale. Con riferimento a quanto detto in apertura xx Xxxxxx (Reg. Lombardia), si sottolinea come la capacità dei Fondi Strutturali di sostenere adeguati investimenti per i processi di governance, oltreché sulle azioni che conseguono da questi, sia di primaria importanza. Attualmente i processi partecipati risultano poco sostenuti a discapito della buona riuscita dei percorsi di programmazione negoziata xxxx xxxxx xx xxxxxx idrografico.
Si richiama infine l’importanza di condividere i criteri affinché le misure dei Piani d’Azione dei CdF trovino un riscontro nella programmazione PSR 2014-2020, con particolare riferimento alle relazioni instaurate tra le politiche distrettuali e le politiche agricole, in risposta a quelli che sono gli indirizzi comunitari in materia di integrazione tra agricoltura e governance delle acque a scala idrografica.
Clerici (Regione Lombardia)
L'obiettivo per il xxxxx si richiedono specifiche misure nella programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 è quello di recuperare qualità ai sistemi fluviali ed ai territori afferenti ai relativi ambiti vallivi. Qualità intesa sotto una pluralità di aspetti: qualità delle acque e dei sistemi acquatici, qualità ecologica, qualità idromorfologica, qualità dello sviluppo territoriale e della relativa infrastrutturazione. Il tutto teso al raggiungimento degli obiettivi ambientali e di sicurezza previsti dalle direttive 2000/60 e 2007/60 e declinati nei Piani di Distretto.
Per conseguire questi risultati e sulla scorta dell'inadeguatezza delle politiche settoriali in tema di acque, territori e sicurezza, sino ad allora agite, sono nati nei primi anni duemila i Contratti xx Xxxxx. Processi di programmazione negoziata tesi all'integrazione delle politiche, a scala xx xxxxxx e sottobacino idrografico, coinvolgenti un ampio partenariato, istituzionale e non, in un ottica di sussidiarietà orizzontale e verticale.
Da queste prime esperienze, dal loro rapido diffondersi e dalla dimostrazione, seppur tuttora da consolidare, di efficacia dei processi di CdF anche in situazioni molto critiche, trae forza l'indicazione che un'adeguata politica nazionale sul tema non può ormai prescindere da tale metodologia di approccio. Peraltro i processi di CdF dimostrano di essere adeguati ad instaurare consapevolezza, condivisione e responsabilità negli attori territoriali e sociali: elementi essenziali per il successo delle attività di pianificazione/programmazione in materia e di attuazione delle conseguenti misure.
Pertanto, considerate le tante criticità e ritardi (di conoscenza, normativi, infrastrutturali, culturali, ecc. ) presenti in modo generalizzato in Italia, si ritiene necessario chiedere con forza che la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 xxxxxxxx in modo integrato, agendo sui diversi obiettivi tematici, la questione acque nel suo complesso.
I CdF, riconducibili per molti versi all’esperienza dei piani territoriali integrati, con la specificità di ricercare la qualità del sistema fluviale xxxxx elemento centrale dell’attività di programmazione, possono trovare un adeguato spazio nei due tematismi d'area già individuati: aree interne ed aree metropolitane. In tale ottica PON e POR dovrebbero integrarsi, con adeguate misure, in maniera il più possibile complementare (x.xx. i PON possono sostenere i processi ed alcune specifiche misure portanti quali l'infrastrutturazione verde, la riqualificazione fluviale, i sistemi naturali di ritenzione idrica ed il drenaggio xxxxxx con metodi suds, mentre i POR, oltre ad integrare tali misure con risorse aggiuntive, potrebbero orientarsi più sugli aspetti della formazione, della diffusione e pubblicizzazione dei dati ambientali, del sostegno culturale, fruitivo e ricreativo degli ambiti fluviali, dei servizi ecosistemici, ecc.).
E' evidente che, dato il rilievo che assumono in tale percorso le Autorità di Distretto, la definizione e attuazione delle misure previste dal PON non potranno non prevedere per le stesse Autorità un ruolo centrale.
Regione Lombardia, insieme a Regione Piemonte e ai partecipanti del presente tavolo, si xxxx xxxxxx di predisporre, per il Tavolo del 9 dicembre 2013, una ricognizione a scala regionale dei contenuti specifici dei POR in corso di predisposizione ed un documento di indirizzo sul tema per il PON, verificando e accompagnando nel prossimo mese, direttamente e per il tramite delle strutture della programmazione regionale a ciò dedicate ed in raccordo con il MATTM, lo stato di avanzamento degli strumenti di programmazione di livello nazionale.