ACTA APOSTOLICAE SEDIS
An. et vol. CXII 5 Iunii 2020 N. 6
ACTA APOSTOLICAE SEDIS
C O M M E N T A R I U M O F F I C I A L E
Directio: Palazzo Xxxxxxxxxx – Città del Vaticano – Administratio: Libreria Editrice Vaticana
ACTA FRANCISCI PP.
LITTERAE APOSTOLICAE MOTU PROPRIO DATAE
De perspicuitate, inspectione et concursu in rationibus adiudicationis publi- corum contractuum Sanctae Sedis et Status Civitatis Vaticanae.
La diligenza del buon padre di famiglia è principio generale e di mas- simo rispetto, sulla base del xxxxx tutti gli amministratori sono tenuti ad attendere alle loro funzioni. Ciò è richiesto in modo esplicito dalla xxxxx xxxxxxxx in relazione ai beni ecclesiastici (can. 1284 § 1 CIC), ma vale in generale per ogni altro amministratore.
L’economia mondiale e un’accresciuta interdipendenza hanno fatto xxxx- xxxx la possibilità di realizzare notevoli economie di spesa come effetto della operatività di molteplici offerenti di beni e di servizi. Tali possibilità devono essere utilizzate soprattutto nella gestione dei beni pubblici, ove è ancor più sentita e urgente l’esigenza di un’amministrazione fedele e onesta, posto che in tale ambito l’amministratore è chiamato a farsi responsabile degli interessi di una comunità, che xxxxx xxx oltre quelli individuali o facenti capo ad interessi particolari.
Quest’esigenza xx xxxxxxxx anche una regolazione specifica e coerente xxxx’ambito della Comunità internazionale, che ormai dispone xx xxxxxxxx e xxxxxx xxx ispirano la condotta e mostrano l’esperienza dei diversi Stati. A tale patrimonio normativo, con le connesse “buone pratiche”, è utile riferirsi, pur tenendo ben presenti i principi fondamentali e le finalità proprie dell’ordina- xxxxx xxxxxxxx e la peculiarità di quello dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano.
Al fine di consentire una più efficace gestione delle risorse, ho quindi ritenuto di approvare un insieme di norme volte a favorire la trasparenza,
il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contrat- ti pubblici stipulati per xxxxx xxxxx Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano. Con esse intendo fissare i principi generali e delineare una procedura unica in materia, attraverso un corpus normativo valido per i diversi Enti xxxxx Xxxxx Romana, per le Istituzioni amministrativamente collegate alla Santa Sede, per il Governatorato dello Stato, nonché per le altre persone giuridiche canoniche pubbliche specificatamente individuate. Al tempo stesso, pur nella sua unitarietà e omogeneità, questa disciplina contempla quelle necessarie differenze tra la Santa Sede e lo Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano ben note al diritto e universalmente considerate dalla prassi giu- ridica, anche internazionale, nonché le specifiche finalità proprie di ogni Ente che, in ragione dell’unico servizio ecclesiale, è chiamato a darvi applicazione. La promozione di un apporto concorrente e xxxxx di operatori economici,
unito alla trasparenza ed al controllo delle procedure di aggiudicazione dei contratti, consentirà una xxxxxxxx gestione delle risorse che la Santa Sede amministra per conseguire i fini xxx xxxxx Xxxxxx sono propri (cfr can. 1254 CIC), garantendo agli stessi operatori xxxxxx di trattamento e possibilità di partecipazione mediante un apposito Albo degli operatori economici e specifiche procedure.
L’operatività dell’intero sistema costituirà, inoltre, ostacolo ad intese limitative e consentirà di ridurre in modo notevole il pericolo di corruzione di quanti sono chiamati alla responsabilità di governo e di gestione degli Enti della Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano.
A questa normativa, di carattere sostanziale, si accompagna una nor- mativa processuale, volta a garantire il ricorso xxxx xxxxxx giurisdizionale in caso di controversie circa le procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici o in relazione ai provvedimenti di iscrizione o di cancellazione dall’Albo degli operatori economici.
La specificità della materia e il tecnicismo della normativa sostanziale giustificano l’estensione della giurisdizione degli organi giudiziari dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano, ai quali è attribuita la competenza a conoscere le eventuali controversie anche qualora esse riguardino Enti xxxxx Xxxxx Roma- na, salva la competenza del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica in caso di conflitto di attribuzione.
Ora, dunque, approntate le redazioni finali delle suddette normative, dopo xxxxxxx debitamente consultato e avutane una ponderata conside-
razione dell’insieme, xxxxxxxx Motu proprio, certa scienza e Sovrana au- torità, di approvare le normative di cui ai testi allegati al presente atto, da considerarsi parti integranti di esso, che dovranno essere osservate in tutte le loro parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione.
Dispongo che l’originale del presente Motu proprio, sia promulgato me- diante la pubblicazione sul sito internet de L’Osservatore Xxxxxx, entrando in vigore trenta giorni dopo, e che venga poi pubblicato negli Acta Apo- stolicae Sedis.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 19 xxxxxx 2020, ottavo del Pontificato.
XXXXXXXXXX PP.
Adnexus I
NORMAE DE PERSPICUITATE, INSPECTIONE ET CONCURSU
IN RATIONIBUS ADIUDICATIONIS PUBLICORUM CONTRACTUUM SANCTAE SEDIS ET STATUS CIVITATIS VATICANAE
TITOLO I
AMBITO DI APPLICAZIONE, DEFINIZIONI E PRINCIPI GENERALI
CAPO I
Ambito di applicazione e definizioni
Articolo 1
Oggetto e finalità
§1. La presente normativa disciplina le procedure relative ai contratti aventi ad oggetto l’acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere da parte dei soggetti di cui xxxx xxxxxxx a) del successivo art. 2.
§2. La presente normativa, conformemente alla Dottrina Sociale della Chiesa e xx xxxxxxxx fondamentali del sistema giuridico della Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano, persegue i seguenti fini:
a) l’impiego sostenibile dei fondi interni;
b) la trasparenza della procedura di aggiudicazione;
c) la xxxxxx di trattamento e la non discriminazione degli offerenti;
d) la promozione di una concorrenza efficace tra gli offerenti, in particolare mediante misure in grado di contrastare gli accordi illeciti in materia di concorrenza e la corruzione.
Articolo 2
Definizioni
Ai xxxx xxxxx presente normativa si intende per:
a) « Enti pubblici » o « Enti », i Dicasteri e gli altri organismi o uffici xxxxx Xxxxx Romana, le Istituzioni collegate alla Santa Sede, il Governatorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano, nonché tutti i soggetti individuati xxxx’elenco approvato dalla Superiore Autorità su proposta del Xxxxxxxxx per l’Economia;
b) « operatore economico », una persona fisica o giuridica, un raggrup- pamento di tali persone, compresa qualsiasi forma di associazione o rete, un ente senza personalità giuridica, che offre sul mercato la realizzazione di lavori o opere, la fornitura di beni o la prestazione di servizi;
c) « beni e servizi singolari », i beni, i servizi, le opere e i lavori che sono acquisiti, anche in maniera ricorrente, da un solo Ente;
d) « beni e servizi comuni », i beni, i servizi, le opere e i lavori che sono acquisiti in maniera ricorrente da almeno due Enti e/o sono suscettibili di soddisfare indistintamente le esigenze anche future di diversi o di tutti gli Enti;
e) « contratto quadro », contratti che l’APSA (Amministrazione del Pa- trimonio della Sede Apostolica) o il Governatorato intendono concludere con uno o più operatori economici, da identificare con procedure seletti- ve, allo scopo di individuare le categorie di beni e servizi, le condizioni e i corrispettivi prestabiliti e la quantità degli ordinativi. Sulla base del contratto quadro, gli Enti possono concludere singoli contratti definendo le clausole non previste xxx xxxxxxxxx quadro, come per esempio la durata del rapporto negoziale;
f) « Committente » o « acquirente », APSA ed Enti, da una parte, e Go- vernatorato e sue articolazioni amministrative, dall’altro, che, per quanto di competenza, si occupano della organizzazione e finalizzazione delle pro- cedure di affidamento.
g) « beneficiario », l’Ente che ha chiesto e riceve materialmente e in ultima istanza un bene o un servizio ancorché acquistato dall’APSA o dal Governatorato;
h) « Organismi di vigilanza e di controllo », così come individuati dai rispettivi statuti e regolamentazioni, tra i quali: il Xxxxxxxxx per l’Econo- mia, la Segreteria per l’Economia, l’Unità di Controllo e Ispezione, presso la Segreteria Generale del Governatorato e la Revisione Interna presso la Direzione dell’Economia, nonché l’Ufficio del Revisore Generale e l’Autorità di informazione finanziaria secondo le proprie competenze;
i) « fornitore » o « offerente », l’operatore economico che abbia ottenuto, in base alla presente normativa, l’iscrizione all’Albo unico degli operatori economici della Santa Sede e del Governatorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano e sia pertanto legittimato a stipulare validamente o abbia stipulato validamente appalti con l’APSA o con il Governatorato.
j) « incaricati professionali temporanei », di cui agli artt. 11 del Xxxxxx- xxxxx generale xxxxx Xxxxx Romana, 29 del Regolamento Generale per il personale del Governatorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano e 20 del Regolamento per il personale dirigente xxxxx xxxxx Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano;
k) « Albo informatico della Santa Sede e del Governatorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano » o « Albo », il luogo informatico dove sono pubbli- cati, con valore legale, gli atti, i documenti e le informazioni riguardanti le procedure di appalto e gli operatori economici;
l) « catalogo informatico », una lista di beni, di servizi, opere e lavori, appartenenti a una o più categorie merceologiche offerti da un fornitore incluso nella corrispondente categoria di specializzazione mediante pubbli- cazione xxxx’Xxxx informatico ad un prezzo determinato.
m) « concessione di lavori », un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del xxxxx uno o più Enti affidano l’esecuzione di lavori ad uno o più operatori economici, ove il corrispettivo consiste nel diritto di gestire l’opera oggetto del contratto o in tale diritto accompagnato da un prezzo;
n) « concessione di servizi », un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del xxxxx uno o più Enti affidano la fornitura e la gestione di servizi diversi dall’esecuzione di lavori ad uno o più operatori economi- ci, ove il corrispettivo consiste nel diritto di gestire i servizi oggetto del contratto o in tale diritto accompagnato da un prezzo;
o) contratto pubblico, contratti stipulati dagli Enti agli Enti riferibili alla Santa Sede e allo Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano di cui all’art. 2 lettera a).
Articolo 3
Ambito di applicazione soggettivo
La presente normativa si applica:
a) agli Enti riferibili alla Santa Sede e allo Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano di cui all’art. 2 lettera a);
b) agli operatori economici che partecipano alle procedure di xxx xxxx presente normativa;
c) ad altri soggetti che sono contemplati, a qualsiasi titolo, nelle pro- cedure della presente normativa.
Articolo 4
Ambito di applicazione oggettivo
§1. La presente normativa si applica a tutti i contratti pubblici ad esclu- xxxxx:
a) dei contratti di lavoro subordinato, anche a termine, xxx xxxxx- nuano ad essere regolati dalle rilevanti disposizioni del Xxxxxx- xxxxx Generale xxxxx Xxxxx Romana, del Regolamento Generale per i dipendenti dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano e dalle altre norme di settore tempo per tempo vigenti;
b) del rapporto con i Consultori di cui all’art. 8 della Costituzione Apostolica “Pastor Bonus” e successive modifiche ed integrazioni xxx xxxxx regolato dall’atto di nomina e dal Regolamento interno di ciascun Ente;
c) delle convenzioni e degli atti con i quali un Ente acquisisce un bene o un servizio da un altro Ente, purché l’Ente cedente ab- bia acquistato il bene o il servizio mediante una delle procedure stabilite dalla presente normativa. Restano fermi i casi in cui l’Ente cedente è obbligato dalla xxxxx vigente ad offrire il ser- vizio gratuitamente;
d) dei contratti stipulati direttamente dalla Segreteria di Stato e dal Governatorato, per quanto di competenza, e che abbiano almeno una delle seguenti caratteristiche:
x. xxxxx necessari per adempiere gli obblighi internazionali, qualora lo stesso strumento detti direttamente le regole per ag- giudicare gli appalti;
ii. xxxxx in tutto o in parte finanziati da un’organizzazione internazionale o da un’istituzione finanziaria internazionale e le Parti contraenti si xxxxx accordate sulle procedure di aggiudica- zione applicabili;
iii. attengano a materie coperte dal vincolo di segretezza di cui all’art. 39 del Motu Proprio “La Cura Vigilantissima”;
iv. attengano all’Ufficio e alla sicurezza del Xxxxxx Pontefice, della Santa Sede e della Chiesa Universale ovvero xxxxx necessari o funzionali ad assicurare la missione della Chiesa nel mondo e garantire la sovranità e l’indipendenza della Santa Sede o dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano.
e) delle operazioni relative alle attività di impresa in concorrenza sul mercato svolte direttamente dal Governatorato o dagli Enti, ivi incluse le attività di approvvigionamento di merci per la ri- vendita da parte del Governatorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano, se svolta come attività di impresa, salvo il caso xxxxx oggetto di concessione ai sensi dell’art. 59.
§2. Un Comitato di controllo nominato dalla Superiore Autorità vigila xxx Xxxxxxxxx xx xxx al precedente paragrafo 1 lettera d).
Articolo 5
Principi fondamentali
§1. Tenuto conto di quanto previsto dall’art. 1 §3 dello Statuto del Xxxxxxxxx per l’Economia, la presente normativa si informa ai seguenti principi fondamentali:
a) eticità xxxx’orientamento delle scelte economiche e degli interlocu- tori su parametri di rispetto della Dottrina sociale della Chiesa;
b) autonomia amministrativa e sussidiarietà nelle scelte gestionali dell’Ente;
c) xxxxx collaborazione tra gli Enti e le diverse Direzioni del Xxxxx- natorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano nel perseguimento delle proprie finalità istituzionali;
d) segregazione delle funzioni interne all’Ente, avendo cura di asse- gnare la responsabilità del procedimento ad un soggetto diverso da quello cui compete l’adozione del provvedimento finale;
e) economicità, efficacia ed efficienza;
f) programmazione e razionalizzazione della spesa che deve essere adeguatamente pianificata sulla base di atti di indirizzo generale di medio e lungo periodo;
g) evitare operazioni non necessarie.
§2. Xxxx’aggiudicazione dei contratti pubblici si osservano i seguenti principi procedurali e in particolare:
a) la procedura di aggiudicazione deve essere trasparente, oggettiva e imparziale;
b) sono adottate misure contro i conflitti di interesse, gli accordi illeciti in materia di concorrenza e la corruzione;
c) sono assicurate la xxxxxx di trattamento degli operatori economici in tutte le xxxx xxxxx procedura;
d) è tutelato il carattere confidenziale dei dati degli offerenti;
e) è garantita l’integrità della documentazione e, pertanto, gli atti amministrativi e giuridici costituenti la procedura di acquisto, una volta adottati, devono essere protetti dalla modificazione, alterazione, distruzione, sottrazione o sostituzione.
Articolo 6
Computo dei termini
§1. Nel calcolo dei termini, non si computa il giorno xxx xxxxx del xxxxx xxxx il momento iniziale del termine e il termine xxxxx xxxx’ultimo istante del giorno finale.
§2. Se il termine scade in giorno festivo xxxxx Stato xxxxx Xxxxx del Va- ticano, è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo.
CAPO II
Conflitto d’interesse, diritto d’accesso, riservatezza e segretezza ed obbligo di motivazione
Articolo 7
Conflitto di interesse
§1. Gli Enti prevedono, per quanto di loro competenza, misure adeguate a contrastare le frodi e la corruzione nonché ad individuare, prevenire e risolvere in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse xxxxx svol- gimento delle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici, in modo
da evitare qualsiasi distorsione della concorrenza e garantire la xxxxxx di trattamento tra tutti gli operatori economici.
§2. Si ha conflitto d’interesse quando il personale di un Ente o un prestatore di servizi che, anche per conto dell’Ente, interviene xxxxx svol- gimento della procedura di aggiudicazione o può influenzarne, in qualsiasi modo, il risultato, ha, direttamente o indirettamente, un interesse xxxxx- ziario, economico o altro interesse personale che può essere identificato come una minaccia alla sua imparzialità e indipendenza nel contesto della procedura di appalto o di concessione.
§3. Non possono partecipare alle procedure i dipendenti di ruolo degli Enti o soggetti giuridici ad essi riferibili.
§4. Il personale che versa nelle ipotesi di cui ai paragrafi 2 e 3 è tenuto a darne comunicazione all’Ente e dall’astenersi dal partecipare alla procedura di aggiudicazione. Fatte salve le ipotesi di responsabilità amministrativa e penale, la mancata astensione nei casi previsti costituisce comunque fonte di responsabilità disciplinare a xxxxxx del dipendente.
§5. Le disposizioni dei paragrafi precedenti valgono anche per la fase di esecuzione dei contratti pubblici.
Articolo 8
Accesso agli atti
§1. È concesso ai soggetti che abbiano un interesse attuale e concreto nella procedura il diritto di accesso agli atti delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici, ivi comprese le candidature e le offerte.
§2. Il diritto di accesso è escluso per i documenti che costituiscono xxxxxxx tecnici o commerciali.
§3. Xxxx’ambito delle procedure di gara e selettive e in qualunque altro caso in cui l’accesso possa alterare gli esiti della procedura, l’accesso può essere esercitato solo al xxxxxxx xxxxx procedura stessa.
Articolo 9
Segretezza
§1. Qualora ricorrano giustificati motivi, gli Enti possono inoltrare alla Segreteria di Stato un’istanza per l’apposizione di un vincolo di riservatezza sulla medesima procedura, ai sensi dell’art. 39, comma 2 del Motu Proprio “La Cura Vigilantissima”.
§2. La Segreteria di Stato provvede al riguardo avendo cura di contem- perare le esigenze di riservatezza manifestate dal richiedente con i principi di trasparenza e pubblicità di xxx xxxx presente normativa.
Articolo 10
Obbligo di emanare atti e obbligo di motivazione
§1. Ove l’operatore economico presenti un’istanza, ovvero una determi- nata procedura debba iniziare d’ufficio, gli Enti devono concluderla mediante l’adozione di un provvedimento espresso e motivato.
§2. La motivazione indica i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche xxx xxxxx determinato la decisione in relazione alle risultanze dell’istrut- xxxxx.
§3. Nei procedimenti a istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi, il silenzio dell’Ente, se protratto per un periodo superiore a trenta giorni, equivale a provvedimento di rigetto dell’istanza, fatto salvo quanto diversamente disposto nella presente normativa.
§4. In ogni caso, tutti i procedimenti contenuti nella presente normativa devono concludersi nel termine di 90 giorni, salvo la previsione di termini inferiori stabiliti nei regolamenti attuativi o nei xxxxx xx xxxx.
§5. I termini per la conclusione del procedimento decorrono dall’inizio del procedimento d’ufficio o dal ricevimento dell’istanza se il procedimento è a iniziativa di parte.
§6. In ogni atto notificato al destinatario devono essere indicati il ter- mine e l’autorità cui è possibile ricorrere.
CAPO III
Regole generali applicabili agli operatori economici
Articolo 11
Operatore economico
§1. È ammesso a partecipare alle procedure di affidamento dei contratti pubblici l’operatore economico, se:
a) le autorità pubbliche dello Stato in xxx x xxxxxxxxx hanno rila- sciato all’operatore economico tutte le autorizzazioni necessarie allo svolgimento dell’attività richiesta dalla procedura indetta dall’Ente;
b) lo Stato in xxx x xxxxxxxxx aderisce alle convenzioni internazionali contro la corruzione.
§2. Qualora l’operatore economico sia una persona giuridica si deve indicare, xxxx’offerta o nella domanda di partecipazione alle procedure di aggiudicazione di appalti di servizi e di lavori, nonché di forniture che comportano anche servizi o lavori xx xxxx in opera e di installazione e di concessioni, il nome e le qualifiche professionali delle persone fisiche inca- ricate di fornire la prestazione relativa allo specifico contratto.
§3. È fatto divieto agli operatori economici di partecipare xxxx xxxx o di iscriversi all’Albo in più di un raggruppamento temporaneo o consorzio, ovvero di partecipare xxxx xxxx anche in forma individuale qualora abbia partecipato xxxx xxxx medesima in raggruppamento o consorzio ordinario unitamente ad altri operatori economici.
Articolo 12
Motivi di esclusione
§1. Gli Enti devono escludere un operatore economico dalla partecipa- zione a una procedura o dall’iscrizione all’Albo qualora abbiano accertato che l’operatore economico, nel caso di persona fisica, o un soggetto con poteri di rappresentanza o un membro del xxxxxxxxx di amministrazione o soci di maggioranza dell’operatore economico, nel caso di persona giuridica, sia sottoposto ad indagini, a misura di prevenzione o sia stato condannato con sentenza di xxxxx xxxxx per uno dei seguenti motivi:
a) partecipazione a un’organizzazione criminale;
b) corruzione;
c) frode;
d) reati terroristici o reati connessi alle attività terroristiche;
e) riciclaggio di proventi di attività criminose o finanziamento del terrorismo;
f) sfruttamento del lavoro minorile, forme di tratta o di sfruttamento di esseri umani;
g) reati gravi che incidono sulla moralità professionale.
§2. Per la definizione dei reati di cui al paragrafo precedente si fa riferimento alla normativa della Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano e alle Convenzioni internazionali di cui la Santa Sede è parte.
Articolo 13
Ulteriori cause di esclusione
§1. Un operatore economico può essere escluso, altresì, dalla parteci- pazione a una procedura d’appalto:
a) se non ha ottemperato agli obblighi relativi al pagamento di im- poste o contributi previdenziali secondo la normativa del Paese in xxx x xxxxxxxxx;
b) se è costituito in forma di società fiduciaria, oppure sia parte- cipato o rappresentato, direttamente o indirettamente, da enti o soggetti fiduciari;
c) se è residente ovvero stabilito in Stati o territori aventi regimi fiscali privilegiati secondo quanto disposto da istituzioni inter- nazionali, così come definiti con provvedimento della Segreteria per l’Economia, oppure sono partecipati direttamente o indiret- tamente da soggetti residenti ovvero stabiliti nei suddetti Stati o territori;
d) se, xxxx’ipotesi di enti quotati, non è soggetto a forme di vigilanza di natura economica e finanziaria, nei paesi nei quali sono stabiliti;
e) se l’operatore economico è oggetto di una procedura di insolvenza o di liquidazione, se è in stato di amministrazione controllata, se ha stipulato un concordato preventivo con i creditori, se ha cessato le sue attività o si trova in qualsiasi altra situazione analoga derivante da una procedura simile ai sensi di leggi e regolamenti nazionali;
f) nel caso in cui, se professionista, si è reso colpevole di gravi ille- citi professionali accertati dall’organismo xxxxxxxxxx xxxxx Stato in cui è iscritto;
g) se esiste un conflitto di interessi con il Committente o i suoi dipendenti o rappresentanti;
h) se esiste un pericolo di distorsione della concorrenza;
i) se l’operatore economico ha mostrato significative o persistenti carenze xxxx’esecuzione di un aspetto sostanziale in un precedente contratto pubblico;
j) se l’operatore economico si è reso gravemente colpevole di false dichiarazioni nel fornire le informazioni richieste per verificare
l’assenza di motivi di esclusione o il rispetto dei criteri di sele- zione, non ha trasmesso tali informazioni o non è stato in grado di presentare i documenti complementari richiesti;
k) se l’operatore economico ha tentato di influenzare indebitamente il procedimento decisionale dell’amministrazione aggiudicatrice, ha tentato di ottenere informazioni confidenziali in grado di con- ferirgli vantaggi indebiti rispetto alla procedura di aggiudicazione oppure xx xxxxxxx informazioni false per influenzare le decisioni riguardanti l’esclusione, la selezione o l’aggiudicazione;
l) se xx xxxxxxxx gravi violazioni degli obblighi in materia am- bientale.
Articolo 14
Requisiti di onorabilità
§1. Gli operatori economici sono altresì esclusi quando ne faccia ri- chiesta:
a) la Segreteria di Stato, ove abbia avuto, anche attraverso le rap- presentanze diplomatiche della Santa Sede o le Chiese locali, notizia di condotte tenute dagli operatori economici o dai loro soci nonché dai componenti degli organi di amministrazione e controllo, rientranti tra quelle previste dall’ all’art. 3 §2 dello Sta- tuto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
b) l’Autorità di informazione finanziaria, qualora, anche a mezzo dello scambio di informazioni di cui all’art. 69 lettera b) xxxxx Xxxxx N. XVIII dell’8 ottobre 2013, venga a conoscenza delcoinvol- gimento di un fornitore xxxx’attività di riciclaggio, finanziamento del terrorismo e proliferazione delle armi di distruzione xx xxxxx.
§2. Ove si tratti di associazioni tra imprese o altre forme di aggregazione tra imprese, ivi incluso il caso di subappalto, i requisiti di cui sopra devono essere posseduti anche dalle imprese partecipanti ed operano anche con riferimento alle partecipazioni, ai membri degli organi di amministrazione e controllo, ai soci di maggioranza o di società di persone, anche qualora, al momento della presentazione della domanda di iscrizione, sia intervenuta la cessazione dalla carica o le partecipazioni xxxxx state cedute e non xxxxx trascorsi almeno tre anni dalla cessazione o dalla cessione.
TITOLO II
CENTRALIZZAZIONE – PROGRAMMAZIONE
ELENCO DEI DIPENDENTI – ALBO INFORMATICO
CAPO I
Centralizzazione degli acquisti
Articolo 15
Centralizzazione
§1. Salvo i casi stabiliti dalla presente normativa, tutti i beni e i servizi, sotto xxxx di nullità del relativo contratto, sono ordinariamente acquisiti dagli Enti in modo centralizzato.
§2. Le autorità centralizzate sono, da una parte, (i) l’APSA relativamente ai Dicasteri xxxxx Xxxxx Romana e alle Istituzioni a strutture amministrative collegate alla Santa Sede o che fanno riferimento ad essa, e, dall’altra, (ii) il Governatorato relativamente alle sue articolazioni.
Articolo 16
Deroghe alla centralizzazione
§1. Gli Enti che non intendano procedere, in tutto o in parte, all’acqui- sto di beni e servizi per il tramite dell’APSA o del Governatorato devono predisporre e presentare alla Segreteria per l’Economia, per l’approvazione:
a) una procedura interna conforme xx xxxxxxxx fondamentali di xxx xxxx presente normativa;
b) una relazione di accompagnamento che illustri:
i. le ragioni della richiesta di deroga;
ii. l’organizzazione dell’ufficio che gestirà le procedure di acquisto con particolare riferimento alle specifiche competenze tecniche e professionali dei dipendenti e consulenti preposti alle procedure di appalto e ai programmi di formazione che si inten- dono attuare con riferimento agli stessi;
iii. gli uffici che saranno preposti alla stipula e al controllo sull’esecuzione del contratto;
iv. i costi sostenuti nel triennio precedente per l’acquisizio- ne di beni e servizi e una illustrazione delle politiche volte al
contenimento degli stessi che si intendono perseguire tramite le procedure proposte;
v. un piano previsionale dei costi e la relativa copertura fi- nanziaria.
§2. Più Enti possono adottare una procedura unica che preveda lo svol- gimento in comune di tutte o parte delle fasi delle procedure.
Articolo 17
Acquisti degli Organismi di vigilanza e di controllo
§1. Sono esclusi dall’applicazione dell’articolo 15 gli Organismi di vigi- xxxxx e di controllo, nei soli limiti in cui ciò sia strettamente necessario a garantire la separazione, l’autonomia e l’indipendenza tra detti Organismi e gli Enti controllati e vigilati.
§2. Gli Organismi di vigilanza e di controllo dei Dicasteri, degli altri organismi o uffici xxxxx Xxxxx Romana e delle Istituzioni collegate alla Santa Sede presentano xx Xxxxxxxxx per l’Economia, entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente normativa, disposizioni proprie sugli appalti conformi xx xxxxxxxx di xxx xxxx presente normativa.
Articolo 18
Prezzi e corrispettivi di riferimento
§1. La Segreteria per l’Economia, sentita l’APSA, con procedimento congiunto con il Governatorato, pubblica e aggiorna semestralmente l’e- lenco dei prezzi e corrispettivi di riferimento per i beni e servizi richiesti o effettivamente acquistati dagli Enti, nonché del costo del lavoro e dei professionisti nei settori indicati xxxx’Xxxx.
§2. I prezzi e corrispettivi di riferimento sono stabiliti prendendo in considerazione i prezzi e corrispettivi nei mercati in cui avviene in maniera prevalente o significativa l’approvvigionamento da parte degli Enti.
§3. I prezzi e corrispettivi pubblicati ai sensi dei paragrafi precedenti costituiscono parametro esclusivo di riferimento:
a) sotto xxxx di invalidità dell’intera procedura e del relativo con- tratto, per la determinazione del valore delle procedure, ivi in- clusa la determinazione dei xxxxxx xx xxxxx a base d’asta nelle procedure selettive;
b) sotto xxxx di invalidità della relativa pattuizione, per la revi- xxxxx dei prezzi contrattuali, nei limiti in cui tale revisione sia consentita dalla presente normativa;
c) in ogni altra circostanza xxxxx xxxxx in sede di sua attuazione o di esecuzione dei contratti, si xxxxx necessario o utile stabilire il valore di un bene o di un servizio non altrimenti determinato.
§4. Qualora, ai fini del precedente paragrafo 3, sorga la necessità urgen- te di stabilire il prezzo o il corrispettivo di mercato di beni e servizi non inclusi nel provvedimento di cui al paragrafo 1 ovvero il costo del lavoro in un settore non rilevato nel medesimo atto, i committenti vi provvedono autonomamente, dando conto dei criteri oggettivi utilizzati nella determina- zione del prezzo o del corrispettivo e delle xxxxx consultate. Le rilevazioni così effettuate devono essere trasmesse, rispettivamente, alla Segreteria per l’Economia, che ne informa l’APSA, e al Governatorato ai fini dell’aggior- namento dei prezzi e corrispettivi di riferimento.
§5. Per le rilevazioni di cui al presente articolo, la Segreteria per l’E- conomia, previo nulla xxxx xxxxx Segreteria di Stato ovvero per il tramite di questa, può stipulare accordi con organismi pubblici degli Stati nei quali operano o sono comunque stabiliti un numero rilevante degli operatori economici inseriti xxxx’Xxxx informatico e che svolgano attività di rileva- zione dei prezzi di mercato, per acquisire i dati e i prezzi e corrispettivi ivi rilevati.
CAPO II
Programmazione
Articolo 19
Piano singolare degli acquisti
§1. Non oltre il termine di decadenza del 31 ottobre di ogni anno, gli Enti, ivi inclusi quelli che si avvalgono della deroga alla centralizzazione di cui al precedente art. 16, predispongono un Piano singolare degli acquisti contenente una descrizione dei beni, dei servizi e dei lavori per i quali richiedono uno stanziamento.
§2. Il Piano singolare predisposto dall’APSA e dal Governatorato, per quanto di competenza, riguarda solo i beni, i servizi e i lavori relativi all’e- spletamento delle proprie funzioni.
§3. Il Piano singolare deve contenere almeno le seguenti informazioni:
a) tipologia, caratteristiche tecniche e classe merceologica di cia- scuna tipologia di beni, servizi e lavori;
b) quantitativo complessivo stimato dei beni, dei servizi e dei lavori per ciascuna tipologia o classe merceologica e la natura annuale o pluriennale della fornitura;
c) la spesa stimata per ogni bene, servizio o lavoro in base ai prezzi e corrispettivi di riferimento e la relativa copertura finanziaria.
§4. È nella facoltà di ciascun Ente o Direzione rappresentare nel proprio Piano singolare condizioni speciali, quali:
a) particolari modalità di esecuzione delle prestazioni e dei lavori;
b) tempistiche nella ricezione dei beni e dei servizi e xxxx’esecuzione dei lavori;
c) la natura di eventuali contratti intuitu personae ovvero le ragioni e la documentazione comprovante i motivi per i quali si richiede un operatore economico determinato;
d) nel caso xx xxxxx preceduti da progetti, l’inerenza dei beni, dei servizi o dei lavori al progetto con allegazione dei relativi docu- menti progettuali.
§5. Il Piano singolare è trasmesso all’APSA o al Governatorato, per quanto di competenza, per l’elaborazione del Piano Generale e xxxx Xxxxx- xxxxx per l’Economia ai fini dell’approvazione del Bilancio preventivo.
§6. Gli Enti che non abbiano presentato il Piano singolare non possono procedere agli acquisti e all’indizione di gare.
§7. In ogni caso, l’APSA o il Governatorato dà comunicazione della mancata presentazione del Piano singolare alla Segreteria per l’Economia per gli adempimenti di competenza.
Articolo 20
Piani generali degli acquisti
§1. Entro il 30 novembre di ogni anno, con proprio atto denominato Piano generale degli acquisti, l’APSA e il Governatorato, per quanto di competenza, provvedono alla razionalizzazione del fabbisogno dei beni, dei servizi e dei lavori di tutti gli Enti e le Direzioni di cui ai Piani singolari, raggruppandoli nelle seguenti categorie:
a) beni e servizi comuni;
b) beni e servizi singolari;
c) appalti d’opera o di lavori, distinguendoli fra quelli che, sentiti gli Enti interessati, possono essere convogliati in un’unica procedura di appalto, eventualmente organizzata per lotti funzionali e quelli che richiedono un’autonoma procedura;
d) beni e servizi ad elevata standardizzazione aventi le caratteri- stiche di essere acquisiti mediante catalogo informatico ai sensi dell’art. 54.
§2. Il Piano generale attribuisce a gruppi di beni e servizi suscettibili di essere acquisiti con una singola procedura una qualificazione di specia- lizzazione coerente con quanto previsto dall’art. 33.
§3. All’esito della definizione del Piano generale, l’APSA o il Xxxxx- natorato, per quanto di competenza, possono, con il consenso dell’Ente, demandargli la predisposizione della documentazione di gara. L’Ente così delegato procede secondo la presente normativa. L’APSA o il Governato- rato non possono delegare ad altro Ente le competenze e le funzioni del Responsabile della gestione del comparto dell’Albo di propria competenza.
§4. Nel Piano generale non sono inclusi gli acquisti degli Enti che si avvalgono della deroga alla centralizzazione di cui al precedente art. 16, xxxxx xxx:
a) le procedure particolari da essi adottati riguardino solo deter- minate tipologie di acquisti, nel qual caso le restanti tipologie restano assoggettate per intero agli strumenti di programmazione e centralizzazione;
b) abbiano chiesto di poter procedere in maniera centralizzata, tra- mite APSA, a determinati acquisti.
§5. L’APSA e il Governatorato possono stipulare protocolli d’intesa per ricercare xx xxxxxxxx sinergie negli acquisti di comune interesse della Santa Sede e dello Stato. Il protocollo, anche quando preveda acquisti in comune mediante un’unica procedura è previamente sottoposto alla Segreteria per l’Economia.
§6. Per lo Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano il Piano Generale degli acquisti coincide con il Bilancio Preventivo dello Stato che viene predisposto xx xxxxxxxxx con le modalità previste negli artt. 11 e 12 xxxxx Xxxxx Xxxxx- mentale e xxxx’art. 29 xxxxx Xxxxx CCLXXIV sul Governo dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano.
Articolo 21
Calendario degli acquisti
Entro il 10 gennaio di ogni anno l’APSA e il Governatorato, ciascuno per il comparto di propria competenza, pubblicano xxxx’Xxxx informatico un Calendario delle singole procedure di acquisto da eseguirsi xxxx’anno in corso xxxx xxxx pubblicazione del nuovo calendario.
CAPO III
Soggetti abilitati ad assumere un xxxxxxx amministrativo nelle procedure di affidamento
Articolo 22
Elenco dei soggetti abilitati
§1. È istituito presso la Segreteria per l’Economia l’Elenco dei dipendenti e degli incaricati professionali temporanei abilitati a svolgere le funzioni di:
a) progettista e perito;
b) membro di commissione giudicatrice.
§2. La nomina nelle suddette funzioni costituisce xxxxxxx amministra- tivo ai sensi dell’art. 207 del Codice Penale.
§3. Xxxx’espletamento del xxxxxxx xxxxx commissione giudicatrice, i dipendenti incaricati operano liberi da ogni vincolo di subordinazione ge- rarchica.
Articolo 23
Iscrizione xxxx’Elenco
§1. La Segreteria per l’Economia iscrive xxxx’Elenco i dipendenti e gli incaricati professionali, dopo aver accertato accuratamente l’effettiva com- petenza e l’attitudine a svolgere incarichi di progettazione o di valutazione delle offerte.
§2. L’Elenco è suddiviso in sezioni in base alle competenze tecniche e alle specializzazioni professionali.
§3. Fermo restando quanto previsto dall’art. 24 §2, sono iscritti di diritto xxxx’Elenco, purché dotati di necessario titolo di studio e in ragione della specializzazione di ciascuno, i dipendenti appartenenti agli uffici tecnici dell’APSA e del Governatorato.
Articolo 24
Incompatibilità
§1. Sono incompatibili con l’iscrizione xxxx’Elenco:
a) i dipendenti e gli incaricati professionali temporanei degli Orga- nismi di vigilanza e di controllo;
b) il Responsabile dell’Albo e i dipendenti e incaricati professionali e temporanei dell’APSA o del Governatorato che abbiano accesso allo stesso per curarne la gestione;
c) i membri ordinari e supplenti dell’Autorità Giudiziaria.
§2. Ancorché iscritto xxxx’Elenco, è incompatibile con l’assunzione di uno degli incarichi di cui all’art. 22 §1, in una singola procedura, il dipendente e l’incaricato professionale temporaneo ovvero il professionista esterno che:
a) abbia presentato un’offerta anche in associazione con altro operatore economico o abbia qualunque forma di interesse xxxxxxx xxxx’appalto idoneo a procurargli un profitto, un vantaggio o altre utilità;
b) sia parente fino al quarto grado o affine fino al secondo grado di un soggetto riferibile ad un operatore economico che abbia presentato offerta;
c) abbia avuto, nei cinque anni precedenti, incarichi di qualunque genere ovvero sia o sia stato dipendente di un operatore econo- mico che abbia presentato un’offerta ovvero abbia o abbia avuto con lo stesso significative relazioni d’affari;
d) sia socio o sia stato nei cinque anni precedenti socio di un ope- xxxxxx economico che abbia presentato offerta;
e) svolga la funzione di Responsabile del procedimento.
§3. Il dipendente, l’incaricato e il professionista, all’atto del conferi- xxxxx del xxxxxxx amministrativo, deve rilasciare una dichiarazione circa l’insussistenza delle situazioni di incompatibilità. A tal fine, al dipendente, incaricato o professionista che ne faccia richiesta è consentita la visione della documentazione amministrativa prodotta dall’operatore economico all’atto dell’iscrizione xxxx’Xxxx.
§4. Il progettista non può fare parte della commissione giudicatrice.
Articolo 25
Responsabile del procedimento
§1. L’Ente designa per ogni procedura o più procedure un Responsabile del procedimento scelto tra i propri dipendenti.
§2. Il Responsabile del procedimento, salvo diversa disposizione dell’En- te, svolge compiti istruttori e non è competente all’adozione xx xxxxxxxx- xxxxx definitivi.
§3. Il nominativo del Responsabile del procedimento deve essere indicato in tutti gli atti e documenti adottati in relazione ad ogni singola procedura.
§4. Il Responsabile dell’Albo provvede a rilasciare al Responsabile o ai Responsabili del Procedimento le relative credenziali di accesso.
CAPO IV
Albo informatico
Articolo 26
Istituzione dell’Albo informatico
§1. È istituito l’Albo informatico della Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano. L’Albo è esclusivamente informatico ed è realizzato su una piattaforma unica.
§2. La piattaforma è divisa in tre comparti ed è gestita:
a) dall’APSA, per il comparto relativo agli operatori economici della Santa Sede, in conformità alle disposizioni della presente nor- mativa;
b) xxx Xxxxxxxxx per l’Economia, per il comparto relativo agli ope- ratori economici degli Organismi di vigilanza e di controllo;
c) dal competente Ufficio del Governatorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano, per il comparto relativo agli operatori economici del Governatorato medesimo, in conformità alle disposizioni pro- prie allegate alla presente normativa e alle disposizioni di cui xxxx Xxxxx N. CCLXXIV sul Governo dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano del 25 novembre 2018.
§3. I soggetti di cui al paragrafo precedente sono responsabili della gestione amministrativa del comparto di propria competenza.
§4. L’Albo è gestito a livello informatico e ogni comparto è diviso in due sezioni:
a) la Sezione degli annunci legali;
b) la Sezione degli operatori economici abilitati.
§5. Il Responsabile dell’Albo è individuato nel responsabile di cui all’art.
33, §1 del Motu Proprio “La Cura Vigilantissima”.
§6. Per la gestione dell’Albo si applicano, in quanto compatibili, i principi e le regole generali stabilite dal Motu Proprio “La Cura Vigilantissima”.
Articolo 27
Consultazione dell’Albo
§1. La consultazione dell’Albo è consentita:
a) agli Enti per gli acquisti comuni e per quelli singolari che diret- tamente li riguardano;
b) a tutti gli operatori economici interessati riguardo alla sezione degli Annunci legali pubblici.
c) agli operatori economici iscritti all’Albo, limitatamente alle se- zioni e alle sottosezioni per le procedure di acquisto relative alle categorie di specializzazione in cui sono iscritti;
d) agli Organismi di vigilanza e di controllo;
e) alla Commissione Centrale per gli Archivi della Santa Sede nei limiti di quanto necessario all’esercizio delle proprie funzioni.
Articolo 28
Effetti della pubblicazione
§1. La pubblicazione nella Sezione degli annunci legali è lo strumento di comunicazione tra l’APSA e gli Enti, nonché il Governatorato, da un lato, e gli operatori economici, dall’altro lato.
§2. Con la pubblicazione xxxx’Xxxx, gli atti e i provvedimenti si danno per conosciuti ad ogni effetto xx xxxxx da parte di tutti coloro xxx xxxxx accesso all’Albo medesimo. È onere degli operatori economici che abbiano titolo e interesse a partecipare alle singole procedure consultare l’Albo.
§3. Dalla data di pubblicazione xxxx’Xxxx decorrono tutti i termini pro- cedurali, salvo diversa indicazione disposta negli atti pubblicati.
Articolo 29
Sottosezioni degli annunci legali
§1. La sezione degli annunci legali è divisa in tre sottosezioni:
a) la sottosezione per le procedure di xxxx xx affidamento;
b) la sottosezione per i documenti di prassi, gli indirizzi e le linee guida;
c) la sottosezione per le decisioni dell’Autorità Giudiziaria.
§2. Nella sottosezione per le procedure di xxxx xx affidamento deve pubblicarsi sotto xxxx di invalidità della relativa procedura tutta la docu- mentazione di gara e ogni atto e documento che debba essere tenuto in considerazione dagli operatori economici ai xxxx xxxxx partecipazione ad una singola procedura, ivi incluse le istanze e i chiarimenti di qualunque genere, eventualmente presentati dagli altri offerenti e le relative risposte.
§3. Nella sottosezione per i documenti di prassi, gli indirizzi e le linee guida sono pubblicati la presente normativa e i provvedimenti xxx xx xxxxx attuazione, gli indirizzi e le linee guida.
§4. Nella sottosezione per le decisioni dell’Autorità Giudiziaria sono pubblicati gli atti dei procedimenti e le decisioni. Per gli atti difensivi e i documenti prodotti dalle parti, l’accesso agli stessi è limitato alle sole parti del procedimento.
Articolo 30
Pubblicità dell’Albo
§1. Al fine di favorire la più ampia partecipazione possibile degli ope- ratori economici, è data ampia visibilità sui siti istituzionali della Santa Sede e della Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano dell’esistenza dell’Albo stesso.
§2. È compito dell’APSA e del Governatorato attuare tutte le ulteriori iniziative di pubblicità al fine di permettere all’operatore economico inte- ressato di essere informato sull’esistenza dell’Albo e sulle modalità di pre- sentazione della richiesta d’iscrizione all’Albo, nonché della presentazione delle offerte.
§3. Xxxx’Xxxx informatico è presente una area pubblica liberamente con- sultabile dove verranno pubblicati i moduli per la richiesta di iscrizione all’Al- bo, le modalità di presentazione delle offerte e il Calendario degli acquisti.
§4. Nella stessa sezione verranno comunque indicati il titolo delle pro- cedure in atto e quelle chiuse negli ultimi 5 anni.
Xxxxxxxx 00
Iscrizione dell’operatore economico
§1. La Segreteria per l’Economia, con apposito provvedimento, predi- spone un modello informatico di richiesta d’iscrizione all’Albo, indicando altresì la documentazione necessaria alla dimostrazione dei requisiti per l’iscrizione.
§2. La Segreteria per l’Economia, verificato che la richiesta di iscrizione e la relativa documentazione rispetti la presente normativa, autorizza l’iscrizione all’Albo e la comunica al Responsabile dell’Xxxx xxx provvede all’iscrizione.
§3. L’autorizzazione all’iscrizione all’Albo ha una durata di tre anni.
§4. L’iscrizione dovrà avvenire (i) entro 30 giorni dalla richiesta se pre- sentata su istanza di parte per l’iscrizione all’Albo, oppure (ii) immediata- mente, all’aggiudicazione xxxxx xxxx, xxxx’ipotesi di procedura pubblica. In caso di silenzio, l’iscrizione si intenderà rifiutata.
§5. Contro il provvedimento di rigetto all’iscrizione all’Albo o il silenzio rifiuto è ammesso ricorso dinanzi l’Autorità Giudiziaria.
Articolo 32
Effetti dell’iscrizione
L’iscrizione alla Sezione per gli operatori economici è titolo necessario:
a) per la consultazione della Sezione degli annunci legali;
b) per stipulare i xxxxxxxxx xxxxx gare pubbliche.
Articolo 33
Categorie di specializzazione
§1. Gli operatori economici possono chiedere di essere iscritti all’Albo per una o più categorie di specializzazione, tenuto conto:
a) dell’oggetto sociale ovvero di qualsiasi altra attestazione formale;
b) delle abilitazioni, autorizzazioni, licenze o altro provvedimento rilasciato da enti pubblici del Paese in cui sono stabiliti, abilitanti ad operare in determinati settori economici;
c) delle attestazioni dei clienti pubblici e privati che forniscano pro- va di avere operato in determinati settori economici ed avere determinati requisiti.
d) di ogni altro elemento che consenta di accertare la presenza effet- tiva del fornitore in un determinato mercato di specializzazione.
§2. Le categorie di specializzazione e il modo di documentarne l’appar- tenenza sono determinate e aggiornate con provvedimento della Segreteria per l’Economia sulla base delle necessità espresse dall’APSA e xxx Xxxxx- natorato nei rispettivi Piani generali degli acquisti.
§3. Gli operatori economici, qualora dimostrino di averne i requisiti, possono chiedere l’iscrizione in più categorie di specializzazione.
§4. Qualora per una o più categorie di specializzazione, non vi xxxxx fornitori iscritti all’Albo o vi sia un numero di operatori economici inferiore a tre, l’APSA e il Governatorato, all’xxxx xxxxx pubblicazione del calendario degli acquisti, provvedono a dare comunicazione agli Enti della necessità di reperire ulteriori operatori economici da iscrivere all’Albo e avviano in proprio le opportune ricerche di mercato.
Articolo 34
Cancellazione dall’Albo
§1. Su istanza degli Enti o d’ufficio, gli operatori economici sono can- cellati dall’Albo, qualora ricorra una delle ipotesi di cui ai precedenti artt. 13 e ss., con provvedimento della Segreteria per l’Economia.
§2. Il provvedimento di cancellazione non può essere disposto se non previa valutazione delle giustificazioni eventualmente presentate dall’ope- xxxxxx economico.
§3. Il suddetto provvedimento di cancellazione è altresì impugnabile dinanzi l’Autorità Giudiziaria.
§4. L’Ufficio del Revisore Generale, anche xxxx’ambito di quanto previsto dagli artt. 48 lettera d) e 59 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e 30, commi 1 e 4, della Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, al fine di esercitare un’ade- guata verifica sulla veridicità delle dichiarazioni degli operatori economici e sull’autenticità della documentazione prodotta ai sensi dell’art. 2 §2 lettera
d) del proprio Statuto, xx xxxxxxx e previo nulla xxxx xxxxx Segreteria di Stato, ovvero per il tramite di questa, può stipulare convenzioni con Enti pubblici degli Stati nei quali operano o sono comunque stabiliti un numero rilevante di operatori economici.
§5. La Segreteria per l’Economia, l’APSA e il Governatorato, possono chiedere all’Ufficio del Revisore Generale di effettuare verifiche sulle atte- stazioni rese dagli operatori economici.
Articolo 35
Procedura semplificata
Con atto di indirizzo di cui all’art. 2 del proprio statuto, il Xxxxxxxxx per l’Economia, su proposta della Segreteria per l’Economia, può prevedere
forme semplificate di iscrizione all’Albo per quegli operatori economici che, nel paese in cui sono stabiliti, sono già iscritti in albi, elenchi e istituti similari sulla base di condizioni e controlli analoghi a quelli previsti dalla presente Sezione.
TITOLO III
PROCEDURA – AGGIUDICAZIONE – DEROGHE – CONCESSIONI – ESECUZIONE DEL CONTRATTO – OPERAZIONI NEL SETTORE IMMOBILIARE
CAPO I
Procedura
Articolo 36
Tipi di procedura
§1. Tutti i contratti sono aggiudicati sulla base di una procedura selettiva
§2. I contratti sono aggiudicati mediante:
a) Procedura selettiva pubblica;
b) Procedura selettiva mediante Albo informatico;
c) Gara al massimo ribasso mediante Albo informatico;
d) Acquisto diretto mediante catalogo informatico;
e) Affidamento diretto.
Articolo 37
Procedura selettiva pubblica
§1. Si accede alla procedura selettiva pubblica quando non sia possi- bile utilizzare le altre procedure di cui all’art. 36 §2, come descritte negli articoli che seguono.
§2. Nella procedura selettiva pubblica qualsiasi operatore economico interessato, anche non iscritto all’Albo, può presentare un’offerta. Il ter- mine minimo per la ricezione delle offerte è di trenta giorni dalla data di pubblicazione del bando di gara sulla sezione pubblica dell’Albo, fatta salva la possibilità di stabilire un termine inferiore per ragioni di urgenza debitamente motivate.
§3. Tutti gli operatori economici, in possesso dei requisiti indicati nel- la presente normativa nonché nei documenti di gara, possono presentare un’offerta secondo le modalità definite nei documenti di gara stessi.
§4. L’offerta può avvenire solo mediante procedura informatica secon- do le modalità disciplinate nei documenti di gara pubblicati nella sezione pubblica dell’Albo.
Articolo 38
Procedura selettiva mediante Albo informatico
§1. La procedura selettiva mediante Albo informatico si effettua con le stesse modalità della procedura selettiva pubblica, ma è aperta solo agli ope- ratori economici iscritti all’Xxxx xxxxx corrispondente categoria di specializza- zione, i quali possono presentare un’offerta in risposta a un avviso di gara.
§2. Il termine minimo per la ricezione delle offerte è di trenta giorni dalla data di pubblicazione della documentazione di gara. Il termine può essere ridotto fino al minimo di 15 giorni per motivate ragioni di urgenza.
§3. L’offerta può avvenire solo mediante procedura informatica secondo le modalità disciplinate dalla documentazione di gara.
Articolo 39
Documentazione di gara
§1. La documentazione di gara si compone:
a) del bando di gara;
b) del disciplinare di gara;
c) del capitolato;
d) dello schema del contratto;
e) delle istruzioni e dei modelli per la compilazione delle offerte tecniche ed economiche.
§2. Al fine di agevolare l’attività degli Enti, uniformandone le condotte, i xxxxx xx xxxx sono redatti in conformità a modelli-tipo predisposti dalla Segreteria per l’Economia.
§3. Gli Enti possono sempre derogare ai modelli, motivando espressamen- te la deroga con comunicazione da inviare alla Segreteria per l’Economia.
§4. Xxxx xxxx pubblicazione, la documentazione di gara e i relativi do- cumenti preparatori sono coperti xx xxxxxxx d’ufficio.
Articolo 40
Progettazione
Devono essere precedute da adeguata progettazione le gare aventi ad oggetto:
a) opere o lavori;
b) la realizzazione di infrastrutture informatiche complesse;
c) gli appalti xxxxx xx xxxx e servizi, inclusi i lavori, ovvero di beni o servizi non appartenenti alla medesima classe merceologica;
d) attività istituzionali di medio o lungo periodo comportanti oneri per più di un esercizio ovvero appalti comunque connessi a tali attività.
Articolo 41
Nomina del progettista
§1. Il Committente è responsabile della progettazione e individua uno o, se necessario in relazione alla complessità del progetto, più progettisti preferibilmente tra i propri dipendenti, purché iscritti xxxx’elenco di cui all’art. 22. Gli Enti possono incaricare della progettazione gli uffici tecnici dell’APSA o del Governatorato, per quanto di rispettiva competenza.
§2. Tutti i documenti progettuali devono essere approvati per iscritto dall’Ente secondo le disposizioni del Regolamento interno di ciascuno.
§3. Si può ricorrere a progettisti esterni, selezionati in base alle pro- cedure di xxx xxxx presente normativa, solo se sussistono ragioni oggettive e documentabili.
Articolo 42
Sopralluoghi
§1. Nei documenti di gara è pubblicato il calendario dei giorni e degli orari in cui gli operatori economici possono effettuare i sopralluoghi qualora questi xxxxx necessari ad elaborare le offerte.
§2. L’avviso potrà indicare anche l’eventuale obbligatorietà del sopral- luogo ai fini dell’ammissibilità dell’offerta.
§3. Ove necessario, possono compiersi diverse sedute, assicurando a tutti gli operatori economici di effettuare i sopralluoghi.
§4. Delle operazioni compiute e delle osservazioni dei tecnici degli ope- ratori economici intervenuti è redatto processo verbale.
Articolo 43
Affidamento diretto
§1. Si procede ad affidamento diretto:
a) per procedure di importo inferiore agli Euro 40.000,00, nelle quali il Committente può procedere con affidamento diretto a un operatore economico iscritto all’Albo con criterio rotativo auto- matico nel rispetto delle categorie richieste e in funzione xxxxx xxxx idoneità professionale;
b) quando i lavori, i servizi o i beni possono essere forniti soltanto da un determinato operatore economico per una delle seguenti ragioni:
i l’oggetto della concessione è la creazione o l’acquisizione di un’opera d’arte o di una rappresentazione artistica unica;
ii assenza di concorrenza per motivi tecnici; iii tutela dei diritti di proprietà intellettuale.
§2. Le eccezioni di cui xxxx xxxxxxx b) del paragrafo precedente si appli- xxxx unicamente qualora non esistano alternative o sostituti ragionevoli e l’assenza di concorrenza non sia il risultato di una limitazione artificiosa dei parametri per l’aggiudicazione della concessione.
§3. Le procedure di affidamento diretto di cui xxxx xxxxxxx a) dovranno comunque avvenire nel rispetto dei prezzi e corrispettivi di riferimento e dell’ambito programmazione dei Piani presentati.
Articolo 44
Subappalto
§1. L’operatore economico che intende eseguire alcune prestazioni af- fidandole in subappalto deve farne richiesta in sede di presentazione delle offerte, indicando il nominativo del subappaltatore e, in dettaglio, le presta- zioni affidate in subappalto nonché fornire xx xxxxx del relativo contratto.
§2. L’autorizzazione al subappalto avviene con l’aggiudicazione dell’of- ferta.
§3. Fuori dalle ipotesi di cui al presente articolo, il subappalto anche xxxxxxxx è vietato e, se eseguito, costituisce grave inadempimento con ri- soluzione del contratto e perdita del diritto al compenso.
Articolo 45
Procedura per acquisti non previsti nei Piani singolari
Per gli acquisti che per qualunque ragione non xxxxx stati inclusi nel Piano singolare, l’Ente, previa autorizzazione della Segreteria per l’Econo- mia che verifica il rispetto dei documenti contabili e la necessaria copertura finanziaria, può inoltrare all’APSA e al Governatorato, per quanto di com- petenza, la richiesta di indizione di una gara o l’autorizzazione all’acquisto tramite catalogo.
Articolo 46
Modalità di selezione nelle procedure selettive
La selezione deve tener conto dei requisiti soggettivi degli offerenti e dei requisiti dell’offerta secondo criteri predeterminati nei documenti di gara o comunque prestabiliti in documenti regolamentari o modelli tipo precedenti xxxx xxxx.
Articolo 47
Criteri soggettivi di Selezione
Il metodo di valutazione degli operatori economici deve utilizzare sistemi oggettivi e automatici predeterminati nei documenti di gara o in regolamenti attuativi che attribuiscano o sottraggano un determinato numero di punti al fornitore in relazione a valutazioni che tengano conto:
a) della capacità economica e finanziaria;
b) della capacità tecnica.
Articolo 48
Criteri di selezione delle offerte
§1. La selezione avviene in base alla comparazione ponderata delle of- ferte tecniche, funzionali ed economiche proposte dagli operatori economici, individuando quella che, sulla base di criteri oggettivi e predeterminati nella documentazione di gara, fornisce il miglior rapporto tra qualità, quantità e pregio tecnico, da un lato, e prezzo o costo, da un altro lato, esprimendo altresì un unico dato numerico idoneo a consentire di porre le offerte in una graduatoria.
§2. Gli elementi tecnici e funzionali suscettibili di valutazione separata e autonoma e il loro peso xxxx’attribuzione dei punteggi sono specificati nei
documenti di gara in accordo con le esigenze manifestate dagli Enti nei progetti o nei Piani degli acquisti.
§3. Gli oneri per la sicurezza non sono soggetti a ribasso economico.
Articolo 49
Presentazione delle offerte
§1. Nel bando di gara sono indicati il giorno e l’orario entro il xxxxx, a xxxx di decadenza e senza eccezioni, tutti gli operatori economici che intendano partecipare devono far pervenire le proprie offerte.
§2. Tra la pubblicazione della documentazione di gara e il giorno stabilito per la presentazione delle offerte devono intercorrere almeno trenta giorni.
§3. Il giorno in cui le offerte devono essere presentate, una volta stabi- lito, non può essere anticipato, ma può essere posticipato dandone avviso pubblicato xxxx’Xxxx almeno quarantotto ore prima.
§4. Le offerte devono essere presentate, sotto xxxx di esclusione, me- xxxxxx xxxxxxx di documenti per via telematica attraverso la piattaforma informatica dell’Albo.
Articolo 50
Nomina e composizione della Commissione giudicatrice
§1. La Commissione giudicatrice, a xxxx di invalidità dell’intera proce- dura di acquisto, deve essere nominata dopo lo spirare del termine per la presentazione delle offerte ed è composta in via ordinaria da tre membri iscritti xxxx’Elenco di xxx xx Xxxx III del Titolo I, tramite estrazione.
§2. Il numero dei componenti della Commissione giudicatrice può essere esteso a xxxxxx, xxxxx gare xx xxxxxx superiore a Euro 300.000,00.
§3. Gli atti di nomina sono pubblicati xxxx’Xxxx Informatico.
§4. La Commissione così costituita nomina un proprio Presidente il xxxxx, sentiti gli altri componenti, stabilisce il calendario delle sedute del- la stessa e acquisisce dal responsabile dell’Albo le credenziali di accesso e quanto necessario alla consultazione, da parte dei componenti, delle offerte. Il Calendario delle sedute è pubblicato xxxx’Xxxx.
§5. Il Presidente deve richiedere al progettista, se nominato, di presen- tare la dichiarazione di insussistenza dell’incompatibilità di cui all’art. 24
§4. La dichiarazione è pubblicata xxxx’Xxxx informatico.
Articolo 51
Apertura delle offerte
§1. Nella prima seduta la Commissione:
a) verifica la completezza della documentazione presentata dagli operatori economici;
b) valuta i casi comportanti l’esclusione;
c) verifica l’integrità delle offerte o eventuali anomalie o irregolarità nella loro presentazione.
§2. Di tutte le operazioni di cui al presente articolo è redatto verbale sottoscritto da tutti gli intervenuti.
Articolo 52
Valutazione delle offerte
§1. La Commissione giudicatrice procede alla valutazione delle offerte in sedute riservate secondo il Calendario stabilito dal suo Presidente, sentiti gli altri Commissari. Alle operazioni di valutazione possono partecipare solo i membri della Commissione.
§2. La Commissione procede nel seguente ordine vincolante:
a) ad attribuire un punteggio ai criteri soggettivi;
b) ad attribuire il punteggio all’offerta tecnica;
c) ad attribuire un punteggio all’offerta economica e all’applicazione dei coefficienti di raccordo con l’offerta tecnica;
d) alla valutazione delle offerte anormalmente basse.
§3. Ogni Commissario attribuisce in maniera autonoma i relativi punteg- gi ad ogni singola offerta secondo quanto definito dal bando di gara com- pilando una propria scheda di valutazione. Il punteggio tecnico complessivo attribuito per ogni autonomo elemento di valutazione è la risultante della media aritmetica dei punteggi attribuiti dai singoli Commissari.
§4. I Commissari procedono congiuntamente al calcolo dei punteggi attribuiti e stilano una graduatoria del punteggio complessivo attribuito a ciascuna offerta valida.
§5. Ai fini di quanto previsto dal §2 lettera d) qualora l’offerta che ri- sulti prima in graduatoria abbia contemporaneamente ottenuto, sia sotto il profilo tecnico e funzionale xxx xxxxx il profilo economico, un punteggio superiore alle soglie determinate con provvedimento della Segreteria per l’Economia, la Commissione richiede al fornitore chiarimenti in ordine alla sostenibilità dell’offerta, tenuto conto dei prezzi e corrispettivi di riferi-
xxxxx, dei particolari processi produttivi del fornitore, della sua struttura, dei costi e dei ricavi risultanti dagli ultimi bilanci approvati e di ogni altro elemento ritenuto rilevante.
§6. I lavori della Commissione sono conclusi con l’adozione del prov- vedimento di aggiudicazione provvisoria il xxxxx dispone anche l’eventuale esclusione degli operatori economici.
§7. La Commissione può sempre decidere di non procedere all’aggiudi- cazione qualora xxxxx state presentate meno di tre offerte ovvero l’offerta risultata prima in graduatoria non abbia raggiunto delle soglie minime di punteggio in relazione agli aspetti tecnici e funzionali indicati nel Piano generale degli acquisti, nel disciplinare di gara o nel progetto definitivo.
§8. Il provvedimento di aggiudicazione provvisoria è pubblicato xxxxx- stualmente alla sua adozione, unitamente alla graduatoria e ai chiarimenti eventualmente resi in sede di valutazione dell’anomalia dell’offerta.
Articolo 53
Acquisizione delle offerte al massimo ribasso dall’informatico
§1. Per le gare sotto gli Euro 150.000,00 è possibile pubblicare xxxx’Xxxx un invito agli operatori economici iscritti a procedere ad un’asta a ribassi successivi pubblici, indicando il termine ultimo di chiusura dell’asta.
§2. La procedura selettiva di cui al presente articolo è valida solo in presenza di tre offerte valide.
§3. La fornitura è aggiudicata al massimo ribasso alla data e all’ora di chiusura dell’asta, ferme le valutazioni circa l’anomalia dell’offerta che dovrà es- sere effettuata dal responsabile dell’Ente prima dell’aggiudicazione definitiva.
Articolo 54
Acquisti diretti mediante catalogo informatico
§1. Con il Piano generale degli acquisti, l’APSA o il Governatorato, per quanto di competenza, possono consentire l’acquisto di beni e servizi offerti dagli operatori economici ad un prezzo o corrispettivo determinato mediante pubblicazione xxxx’Xxxx di un catalogo che indichi le caratteristiche tecniche di ogni singolo bene o servizio e il prezzo o corrispettivo a cui sono offerti. Il prezzo non può essere superiore ai prezzi e corrispettivi di riferimento.
§2. Gli acquisti al massimo ribasso possono essere consentiti solo se ricorrono entrambe le seguenti condizioni:
a) servizi e forniture con caratteristiche standardizzate o le cui con- dizioni sono definite dal mercato
b) servizi e forniture di importo inferiore ad Euro 40.000,00, ca- ratterizzati da elevata ripetitività, fatta eccezione per quelli di notevole contenuto tecnologico o xxx xxxxx un carattere innovativo.
§3. Nel solo caso di acquisto di beni, se consentiti ai sensi dei paragrafi precedenti, gli Enti possono anche rivolgersi direttamente a operatori eco- nomici i quali, benché non iscritti all’Albo, offrono pubblicamente i propri beni sul mercato elettronico a prezzi più bassi rispetto a quelli offerti nei cataloghi o, comunque, ai prezzi e corrispettivi di riferimento.
§4. I beni e i servizi da includere in un singolo catalogo e le relative caratteristiche tecniche, sono stabilite dall’APSA o dal Governatorato, cia- scuno per la propria sezione di competenza, xxxx’ambito delle categorie di specializzazione.
§5. Le condizioni di fornitura sono stabilite dall’APSA e Governatorato mediante un contratto quadro che rispetti i requisiti oggettivi e soggettivi per gli affidamenti di xxx xxxx presente normativa.
§6. Possono pubblicare un proprio catalogo tutti gli operatori economici iscritti all’Xxxx xxxxx categoria di specializzazione corrispondente.
§7. Il catalogo è trasmesso dall’operatore all’APSA o dal Governatorato, per quanto di competenza, che procedono agli adempimenti per la pubbli- cazione, previa verifica della rispondenza dei beni e servizi ivi inclusi a quanto richiesto.
§8. Il provvedimento di esclusione dalla pubblicazione è immediatamente impugnabile dinnanzi all’Autorità Giudiziaria.
§9. La richiesta di pubblicazione del catalogo implica accettazione da parte del fornitore delle condizioni pubblicate.
§10. La procedura di acquisto mediante catalogo può essere avviata solo in presenza di almeno tre cataloghi validamente pubblicati.
§11. Gli Enti, attraverso l’Albo informatico e nel rispetto del proprio bilancio preventivo, possono acquistare la quantità necessaria di un singolo bene o servizio compreso nei cataloghi mediante ordine diretto di acquisto all’operatore economico che in quel momento lo offra al prezzo più basso, ferme le valutazioni circa l’anomalia dell’offerta.
Articolo 55
Provvedimento di aggiudicazione definitiva nelle gare
All’esito della verifica sulla regolarità dell’intera procedura di gara, ma non prima di trenta giorni dall’adozione del provvedimento di aggiudicazio- ne provvisoria, i Committenti adottano il provvedimento di aggiudicazione definitiva che viene pubblicato xxxx’Xxxx.
Articolo 56
Stipula del contratto
§1. All’esito dell’aggiudicazione definitiva, l’APSA o il Governatorato, per quanto di competenza, provvedono alla stesura del testo definitivo del contratto inserendo le condizioni tecniche e economiche come risultanti dall’offerta o dal bando e dagli altri documenti ad esso allegato, ivi com- presi eventuali capitolati.
§2. Negli acquisti di beni e servizi singolari il contratto prima di essere stipulato dall’APSA o dal Governatorato deve essere sottoposto all’appro- vazione dell’Ente richiedente.
§3. I pagamenti effettuati in forza di clausole invalide costituisce danno al patrimonio della Santa Sede o per il Governatorato ai sensi e per gli effetti dell’art. 12 dello Xxxxxxx xxxxx Segreteria per l’Economia.
§4. Il contratto può essere stipulato solo xxxxxxx il termine di trenta giorni dalla pubblicazione del provvedimento di aggiudicazione definitiva. Se prima dello spirare del termine viene proposta impugnazione il contratto non può essere stipulato senza l’autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.
§5. Il contratto deve essere pubblicato xxxx’Xxxx entro quindici giorni dalla sottoscrizione.
§6. a pubblicazione e la registrazione presso l’apposito registro del Go- vernatorato sono condizioni di efficacia del contratto.
CAPO II
Deroghe
Articolo 57
Lavori xx xxxxx urgenza
§1. In casi di necessità ed urgenza, se esiste un pericolo concreto per la pubblica e privata incolumità, l’Ente responsabile può disporre la im-
mediata esecuzione di lavori entro il limite di Euro 100.000,00 o di quanto indispensabile per rimuovere lo stato di pregiudizio.
§2. L’affidamento è accompagnato dalla redazione di un verbale, in cui sono indicati i motivi dello stato di urgenza, le cause che lo xxxxx xxxxx- xxxx e i lavori necessari per rimuoverlo.
§3. Il corrispettivo delle prestazioni ordinate è definito consensualmente con l’affidatario; in difetto di preventivo accordo il Committente può ingiun- xxxx all’affidatario l’esecuzione delle lavorazioni o la somministrazione dei materiali sulla base di prezzi definiti mediante l’utilizzo di prezzari ufficiali di riferimento, ridotti del 10 per cento.
§4. L’Ente che ha affidato i lavori compila entro dieci giorni dall’ordine di esecuzione dei lavori una perizia giustificativa degli stessi e la trasmette, unitamente al verbale xx xxxxx urgenza, all’APSA o al Governatorato, che provvedono alla copertura della spesa. La perizia è trasmessa altresì alla Segreteria per l’Economia per l’approvazione dei lavori.
§5. Qualora un’opera o un lavoro, ordinato per motivi xx xxxxx ur- xxxxx, non riporti l’approvazione, la relativa realizzazione è sospesa im- mediatamente e si procede, previa messa in sicurezza del cantiere, alla sospensione dei lavori e alla liquidazione dei corrispettivi dovuti per la parte realizzata.
§6. In via eccezionale e xxxxx xxxxxx strettamente necessaria a rimuo- vere lo stato di pericolo, l’affidamento diretto può essere autorizzato dalla Segreteria per l’Economia o xxx Xxxxxxxxx Presidente del Governatorato per quanto di competenza, oltre che per i lavori altresì per acquisti di beni e servizi. Analogamente la Segreteria per l’Economia o il Xxxxxxxxx Presidente del Governatorato per quanto di competenza, può autorizzare lavori per un valore superiore alle soglie di cui al paragrafo 1 da effettuare in un arco temporale limitato, comunque non superiore a trenta giorni e solo per singole specifiche fattispecie indilazionabili.
Articolo 58
Acquisti di modico valore
Gli acquisti di modico valore sono ammessi nei limiti previsti da appo- sita voce di spesa del Piano singolare degli acquisti di cui al precedente art. 19.
CAPO III
Concessioni
Articolo 59
Oggetto e ambito di applicazione
§1. Alle procedure di aggiudicazione di contratti di concessione di lavori pubblici o di servizi si applicano, per quanto compatibili e non diversamen- te regolamentato dagli articoli seguenti, le disposizioni relative xx xxxxxxxx generali, alle esclusioni, alle modalità e alle procedure di affidamento, alle modalità di pubblicazione e redazione dei bandi e degli avvisi, ai requisiti generali e speciali e ai motivi di esclusione, ai criteri di aggiudicazione, alle modalità di comunicazione agli offerenti, ai requisiti di qualificazione degli operatori economici, ai termini di ricezione delle domande di parte- cipazione, alle modalità di esecuzione.
§2. I servizi non economici di interesse generale non rientrano xxxx’am- bito di applicazione del presente Capo.
Articolo 60
Durata della concessione
§1. La durata delle concessioni è limitata ed è stimata dall’Ente in funzione dei lavori o servizi richiesti all’operatore economico.
§2. Le concessioni ultra-quinquennali, devono essere autorizzate dalla Segreteria per l’Economia o xxx Xxxxxxxxx Presidente del Governatorato, per quanto di competenza, e la durata massima della concessione non deve superare il periodo di tempo in cui si può ragionevolmente prevedere che il concessionario recuperi gli investimenti effettuati xxxx’esecuzione dei lavori o dei servizi, insieme con un ritorno sul capitale investito tenuto conto degli investimenti necessari per conseguire gli obiettivi contrattuali specifici. Ai fini del calcolo, gli investimenti presi in considerazione comprendono sia quelli iniziali sia quelli in corso di concessione.
Articolo 61
Xxxxx xx xxxx
§1. Gli Enti che intendono aggiudicare una concessione rendono nota tale intenzione per mezzo di un bando di gara e ne chiedono la pubblica- zione nell’Albo di cui gli artt. 26 e ss..
CAPO IV
Disciplina ed esecuzione dei contratti
Articolo 62
Responsabilità dell’esecuzione del contratto
§1. Gli Enti che risultino beneficiari, in tutto o in parte, xxxxx xxxxxx- zione dedotta in un contratto sono responsabili della regolare esecuzione e di verificare l’esatto adempimento delle obbligazioni contrattuali in base alla natura della prestazione stessa.
§2. Il Responsabile del procedimento dell’Ente beneficiario svolge le fun- zioni di responsabile dell’esecuzione del xxxxxxxxx, xxxxx la facoltà di ciascun Ente Beneficiario, in base al proprio Regolamento interno, di nominare in tale funzione o per singoli appalti, uno o più Officiali che, xxxx’assolvimento del proprio compito, rispondono al Responsabile del procedimento.
Articolo 63
Certificato di regolare esecuzione
§1. Il Responsabile dell’esecuzione del xxxxxxxxx xxxxxx un certificato attestante l’esatto adempimento delle obbligazioni contrattuali.
§2. Il certificato di regolare esecuzione può essere emesso anche parzial- mente per stato avanzamento lavori, qualora il contratto preveda il paga- mento di acconti a stato di avanzamento o in ipotesi similari. Il certificato in tali ipotesi fa riferimento solo alle prestazioni effettivamente eseguite al momento del suo rilascio.
§3. Il certificato deve essere allegato alla fattura o ad altro documento con il xxxxx richiede il pagamento del corrispettivo pattuito.
§4. Il pagamento dei corrispettivi in assenza di certificato di regolare esecuzione costituisce danno al patrimonio dell’Ente.
§5. L’emissione del certificato non libera l’operatore economico dal ri- sarcimento danni per la scoperta di vizi occulti dell’opera.
§6. I soggetti che xxxxx xxxxxxxx la prestazione inviano una valutazio- ne dell’operatore economico alla Segreteria per l’Economia sulla base dei modelli predisposti da quest’ultima.
Articolo 64
Durata del contratto
§1. I contratti ad esecuzione continuata e periodica non possono essere stipulati per un periodo superiore a tre anni. Termini superiori comunque
non eccedenti i cinque xxxx xxxxxx essere motivati ed autorizzati dalla Se- greteria per l’Economia, in considerazione della tipologia di bene o servizio, del ciclo di vita dei beni oggetto dell’appalto e della variabilità dei prezzi e corrispettivi di riferimento.
§2. Il rinnovo dei contratti può avvenire solo attraverso procedura se- lettiva pubblica.
§3. Le clausole di rinnovo xxxxxx x x rinnovi eventualmente accordati in violazione dei paragrafi precedenti sono nulli. Il pagamento di corrispettivi in base a contratti scaduti e non rinnovabili costituisce danno al patrimonio della Santa Sede.
§4. I contratti diversi da quelli di cui al paragrafo 1 devono indicare i termini perentori entro i quali le prestazioni devono essere eseguite.
Articolo 65
Modifica dei contratti e varianti in corso d’opera
§1. Le modifiche del contratto, nonché le varianti in corso d’opera, devono essere autorizzate congiuntamente dall’APSA o dal Governatorato, per quanto di competenza, e dalla Segreteria per l’Economia, sulle base dei parametri oggettivi individuati con regolamento dalla Segreteria per l’Economia.
§2. Le modifiche e variazioni dovranno essere pubblicate xxxx’Xxxx in- formatico.
Articolo 66
Revisione prezzi
§1. Il bando di gara può prevedere la revisione dei prezzi.
§2. La revisione può essere prevista solo sulla base di criteri oggettivi, su clausole chiare, precise e inequivocabili contenute xxxxx schema di con- tratto pubblicato nella documentazione di gara.
§3. La variazione non ha effetto sulle prestazioni già eseguite al momento in cui la variazione è rilevata o è stato richiesto di rilevarla.
§4. Qualora la variazione sia superiore al 10 per cento, la parte che su- bisce l’effetto economico sfavorevole della variazione ha diritto di recedere, in tutto o in parte, xxx xxxxxxxxx.
§5. Non può mai prevedersi la revisione dei prezzi ove l’impegno dell’o- peratore economico a tenere ferma la propria proposta, sia stata oggetto di valutazione in sede di aggiudicazione dell’offerta.
Articolo 67
Recesso
In caso xx xxxxxxx del Committente si esegue il pagamento dei lavori o delle prestazioni eseguite, nonché del valore dei materiali utili esistenti in cantiere nel caso di lavoro o in magazzino nel caso di servizi o forniture, oltre al decimo dell’importo delle opere, dei servizi o delle forniture non eseguite a titolo di indennizzo.
CAPO V
Operazioni nel settore immobiliare
Articolo 68
Immobili ad uso istituzionale
§1. Gli Enti che intendono acquisire in proprietà o prendere in godimento a titolo oneroso un bene immobile per le proprie finalità istituzionali devono farne preventiva richiesta scritta agli altri Enti proprietari di immobili.
§2. Ove non risulti la disponibilità di immobili di proprietà di altri Enti è possibile ricorrere al mercato esterno secondo le disposizioni degli articoli seguenti.
Articolo 69
Acquisti o locazioni comuni
§1. Gli Enti, qualora debbano procedere all’acquisto in proprietà di beni immobili o prenderli in godimento da soggetti esterni, devono farne indi- cazione nel proprio Piano singolare, indicando:
a) il limite massimo di spesa;
b) le caratteristiche dimensionali e qualitative del bene;
c) la localizzazione;
d) i rendimenti attesi qualora all’acquisto si proceda a fini di in- vestimento;
e) ogni altro elemento che ritengano utile e necessario segnalare per dimostrare l’opportunità dell’operazione per il soddisfacimento delle proprie finalità istituzionali o di investimento.
§2. Il Piano generale provvede alla razionalizzazione delle esigenze al fine di orientare l’acquisto verso interi fabbricati e così contenere i costi ammi- nistrativi, di ristrutturazione, di manutenzione, di efficienza e di gestione.
§3. Ove sia possibile procedere in maniera congiunta, sulla base del Pia- no generale, l’APSA o il Governatorato, aperto il fascicolo della procedura,
provvede ad eseguire le opportune ricerche di mercato e a sottoporre agli Enti le opportunità individuate, con un piano di ripartizione dei diritti di godimento o di proprietà e delle spese ordinarie e straordinarie.
§4. Alla stipula del contratto si procede previa perizia di cui all’art. 71 e previa verifica dei requisiti del venditore o del locatore.
Articolo 70
Cessioni o locazioni comuni
§1. Gli Enti, qualora debbano procedere alla vendita di immobili in proprietà o cederli in godimento a soggetti esterni, devono programmare l’operazione nel proprio Piano singolare.
§2. Per le locazioni di immobili a soggetti xxxxx si procederà sulla base di un regolamento predisposto dagli Enti proprietari che dovrà tener conto dei principi generali di xxx xxxx presente normativa e della modalità con cui procedono alla definizione dei canoni di locazione.
Articolo 71
Perizia xx xxxxx
§1. Ogni operazione immobiliare deve essere preceduta da perizia xx xxxxx dell’immobile, cui provvede l’APSA o il Governatorato attraverso il proprio personale tecnico.
§2. La perizia ha l’obiettivo di individuare l’effettivo valore commerciale dell’immobile stesso, lo stato di manutenzione e l’assenza di cause ostative all’operazione.
§3. La perizia deve dare conto di tutte le informazioni utili a definire l’effettivo valore dell’immobile sulla base degli standard utilizzati dai tecnici del Paese dove l’immobile è situato e deve menzionare la presenza delle certificazioni richieste in tali Paesi.
§4. Il soggetto che firma la perizia si assume la piena responsabilità delle informazioni ivi contenute.
Articolo 72
Verifica della controparte e controlli
§1. I soggetti xxxxx xxx intervengono nelle procedure immobiliari di cui al presente Capo devono possedere i requisiti di onorabilità ed eticità, conformemente alla presente normativa.
§2. L’APSA e il Governatorato devono acquisire la documentazione utile a comprovare detti requisiti e depositarla nel fascicolo della procedura.
§3. Di ogni operazione di acquisto o cessione di immobili sono previa- mente informati gli organismi di controllo xxx xxxx’ambito della propria competenza possono svolgere le opportune verifiche.
TITOLO IV
IMPUGNAZIONI E TENTATIVO DI CONCILIAZIONE – MONITORAGGIO E CONTROLLO – DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
CAPO I
Impugnazioni e tentativo di conciliazione
Articolo 73
Impugnabilità degli atti
Tutte le controversie aventi ad oggetto, gli atti e provvedimenti delle procedure di xxx xxxx presente normativa, ivi compresi il silenzio rifiuto, i provvedimenti relativi all’iscrizione all’Albo o di esclusione, nonché prov- vedimenti generali come i disciplinari x x xxxxx; gli atti di affidamento di concessioni, nonché tutti provvedimenti degli Organismi di vigilanza e di controllo o degli Enti che intervengono a qualsiasi titolo nella procedura, sono soggetti al sistema di impugnativa e xx xxxxxxx dinanzi agli Organi Giudiziari dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano.
Articolo 74
Tentativo di conciliazione delle controversie
§1. L’operatore economico e gli Enti qualora sorga una qualsiasi contro- xxxxxx inerente ai xxxx xx xxx all’articolo che precede o inerenti all’esecuzione del contratto potrà preventivamente esperire un tentativo di conciliazione d’innanzi ad una Camera Arbitrale.
§2. Il tentativo di conciliazione dovrà essere promosso comunque entro 15 giorni dalla conoscenza dell’atto che si intende impugnare.
§3. La Camera Arbitrale è composta da tre membri, uno scelto dall’ope- xxxxxx economico, uno nominato dal Governatorato o dall’APSA ed il terzo nominato dal Presidente dell’Autorità Giudiziaria competente.
§4. Il tentativo di conciliazione viene promosso da una delle parti con comunicazione da inviarsi all’altra.
§5. Se entrambe le parti aderiscono si chiede la nomina di un compo- nente da parte dell’Autorità Giudiziaria.
§6. L’espletamento del tentativo di conciliazione sospende i termini di impugnativa fino all’espletamento della procedura.
§7. Il tentativo di conciliazione si dovrà concludere nei successivi 15 giorni dal suo promovimento, in difetto si procederà come se avesse avuto esito negativo.
§8. Le parti congiuntamente possono anche deferire alla Camera Arbi- trale l’intera controversia perché venga decisa secondo equità.
CAPO II
Monitoraggio e controllo
Articolo 75
Lotta alla corruzione e prevenzione dei conflitti di interesse
La Segreteria per l’Economia, sentito l’Ufficio del Revisore Generale, anche nel rispetto della normativa internazionale applicabile alla Santa Sede o di xxx xxxx è parte, può adottare specifiche misure di indirizzo per com- battere le frodi, il clientelismo e la corruzione e per prevenire, individuare e risolvere in modo efficace i conflitti di interesse insorti xxxxx svolgimento delle procedure in modo da evitare qualsiasi distorsione della concorrenza e garantire la trasparenza e la xxxxxx di trattamento.
Articolo 76
Controlli e obbligo di segnalazione
§1. Il Responsabile del procedimento prima dell’adozione del xxxxxxxx- xxxxx di aggiudicazione definitiva e, in ogni caso, prima della stipula del contratto o dell’esecuzione dell’investimento, deve eseguire un controllo formale, senza sindacato sul merito, volto a verificare che le condizioni oggettive e soggettive e finanziare per l’aggiudicazione sia state rispettate.
§2. Il Responsabile del procedimento all’atto di sottoporre alla firma il provvedimento di aggiudicazione definitiva o il contratto attesta sotto la propria responsabilità l’esito del controllo.
§3. L’attestazione è condizione necessaria per procedere al pagamento medesimo. I pagamenti eseguiti in assenza dell’attestazione o in presenza
di attestazione falsa o mendace costituiscono danno al patrimonio della Santa Sede ai sensi e per gli effetti dell’art. 12 dello Xxxxxxx xxxxx Segre- teria per l’Economia.
Articolo 77
Flussi informativi
§1. Salvo diversamente disposto, tutti i dati e i documenti pubblicati xxxx’Xxxx informatico e comunque inseriti nel fascicolo di ogni procedura sono resi disponibili e sono consultabili su base permanente dalla Segreteria per l’Economia.
§2. L’accesso al fascicolo avviene senza necessità di preventiva richiesta e i suddetti uffici sono dotati di credenziali di accesso ai fascicoli informatici.
§3. Fermo quanto previsto dai rispettivi statuti, gli Organismi di vigi- xxxxx e di controllo possono richiedere agli Enti ulteriori informazioni e documenti, ancorché non inclusi nel fascicolo della procedura.
§4. L’Autorità di informazione finanziaria ha accesso alla documentazio- ne di cui al paragrafo 1 nei limiti di quanto necessario alla propria attività istituzionale.
Articolo 78
Monitoraggio e controllo di gestione
§1. Xxxx’ambito delle finalità di cui all’art. 8 del proprio Statuto, la Se- greteria per l’Economia e la Direzione dell’Economia per il Governatorato, ai sensi xxxxx Xxxxx N. CCLXXIV provvedono alla raccolta e all’elaborazione dei dati informativi concernenti i contratti pubblici.
§2. Le rilevazioni di cui al precedente paragrafo sono incluse in una relazione annuale.
§3. La relazione è trasmessa in conoscenza alla Segreteria di Stato e al Presidente del Governatorato, se di competenza, e all’Ufficio del Revisore Generale.
Articolo 79
Prevenzione e contrasto degli illeciti
§1. L’Ufficio del Revisore Generale, tenuto xxxxx xxxxx relazione di cui all’articolo precedente, delle eventuali segnalazioni, delle revisioni even- tualmente effettuate e delle migliori prassi adottate a livello internazionale, elabora un’analisi valutativa delle condotte degli Enti di cui all’art. 2 §2
lettera d) del proprio Statuto, anche con riferimento specifico alle proce- dure di acquisto.
§2. La valutazione di cui al paragrafo precedente è coperta xx xxxxxxx d’ufficio.
§3. Qualora, xxxx’ambito delle valutazioni di cui al paragrafo precedente emergano una notizia xx xxxxx o ragioni per sospettare xxx xxxxx, beni, attività, iniziative o transazioni economiche xxxxx connesse o riconducibili ad attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, l’Ufficio del Revisore Generale invierà un rapporto all’Autorità Giudiziaria dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano o all’Autorità di informazione finanziaria.
§4. L’Ufficio del Revisore sulla base dell’analisi valutativa e delle revi- sioni effettuate, può proporre alla Segreteria per l’Economia od all’Unità di Controllo ed Ispezione, per il Governatorato, l’adozione di linee guida, indirizzi, modelli e procedure e prassi ovvero la modifica di quelle esistenti.
CAPO III
Disposizioni transitorie e finali
Articolo 80
Termini per la deroga alla centralizzazione
§1. Gli Enti che si avvalgono della deroga alla centralizzazione di cui al precedente art. 16 presentano per l’approvazione le proprie norme speciali entro 3 mesi dalla entrata in vigore della presente normativa.
§2. In mancanza sono ricondotti al sistema centralizzato.
Articolo 81
Xxxxx applicabile e giurisdizione
§1. Tutti i contratti sono disciplinati dal diritto xxxxxxxx. Il riferimento xxxx xxxxx civile di cui al canone 1290 CIC si intende fatto alle leggi dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano. Per le tipologie contrattuali non disciplinate dalla xxxxx vaticana si applicano le norme italiane, in quanto compatibili con il diritto xxxxxxxx.
§2. Per ogni controversia relativa all’interpretazione e all’esecuzione del contratto, una volta stipulato, è competente in via esclusiva il Tribunale dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano. Nei contratti devono essere inserite clausole volte ad assicurare l’esclusività della giurisdizione.
Articolo 82
Disposizione per la conclusione di contratti e negozi giuridici
§1. L’approvazione xx x xxxxxx di firma dei contratti e dei negozi giu- ridici sono regolati dalle norme sulle competenze ed attribuzioni di poteri di ciascun Ente.
§2. In particolare, per gli Enti afferenti allo Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano si fa riferimento alle norme attuative dell’art. 28 xxxxx Xxxxx N. CCLXXIV sul Governo dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano del 25 novembre 2018. Tutti i xxxxxxxxx xx i negozi giuridici devono essere registrati e dovranno pervenire alla Direzione dell’Economia e all’Ufficio Giuridico non appena stipulati.
§3. Resta xxxxx xx impregiudicato quanto previsto dall’art. 11 dello Xxxxxxx xxxxx Segreteria per l’Economia.
Articolo 83
Norme applicabili al Governatorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano
§1. In considerazione del particolare status giuridico dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano, il Governatorato opera sulla base di un proprio xxxxxx- xxxxx di attuazione conforme alla presente normativa da emanarsi entro tre mesi dalla sua entrata in vigore.
§2. Le disposizioni speciali devono essere approvate e modificate con il procedimento di cui agli artt. 3 e 4 xxxxx Xxxxx Fondamentale dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano.
§3. Nella individuazione delle funzioni e gli uffici di xxx xxxx presente normativa, si fa riferimento alle disposizioni organizzative proprie del Xxxxx- natorato dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano, nel rispetto dei principi di se- parazione delle funzioni, specializzazione, rotazione e non predeterminazione.
Articolo 84
Implementazione informatica
§1. La piattaforma informatica dell’Albo informatico e ogni altro xxxx- xxxxx informatico necessario all’esecuzione della presente normativa è realizzata secondo un progetto predisposto a xxxx xxxxx Segreteria per l’E- conomia di concerto con la Commissione “Tecnologia dell’Informazione e Comunicazione” (ICT).
§2. I beni e i servizi necessari al suddetto progetto sono acquisiti con- formandosi alle disposizioni della presente normativa in quanto immediata-
mente applicabili. La gara è gestita dall’APSA, xx xxxxx è altresì competente ad individuare gli operatori economici da invitare xxxx xxxx.
§3. La procedura di appalto è perfezionata entro sei mesi dall’approva- zione della presente normativa da parte della Superiore Autorità.
§4. La mancata messa in opera della piattaforma informatica dell’Albo informatico, non pregiudica l’entrata in vigore della presente normativa.
§5. Trascorso il termine di cui al paragrafo precedente senza che la piattaforma informatica dell’Albo informatico sia stata messa in opera, la Segreteria per l’Economia è legittimata ad adottare procedure e modelli suppletivi e provvisori xxx xxxxx immediata attuazione alla presente nor- mativa anche mediante l’utilizzo di documenti cartacei.
Articolo 85
Lingua
Tutti gli atti e i documenti relativi alle procedure di affidamento e aggiudicazione dei contratti pubblici disciplinate dalla presente normativa saranno redatti in lingua italiana.
Articolo 86
Norme attuative
§1. La Segreteria dell’Economia, sentiti i singoli Enti della Santa Sede, adotta un regolamento di attuazione della presente normativa.
§2. Si intendono abrogati tutti i documenti normativi e regolamentari relativi alla materia dei Contratti pubblici preesistenti.
Adnexus II
TUTELA IURISDICTIONALIS DE PERSPICUITATE, INSPECTIONE ET CONCURSU IN RATIONIBUS ADIUDICATIONIS PUBLICORUM CONTRACTUUM SANCTAE SEDIS ET STATUS CIVITATIS VATICANAE
Articolo 1
Giurisdizione e competenza
§1. Appartengono alla giurisdizione degli Organi Giudiziari dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano tutte le controversie aventi a oggetto gli atti e provvedimenti delle procedure di xxx xxxx normativa xxx xxxxxxxxx pubblici,
ivi compresi il silenzio rifiuto, i provvedimenti relativi all’iscrizione all’Al- bo o all’esclusione dallo stesso; nonché i provvedimenti generali come i disciplinari x x xxxxx; gli atti di affidamento di concessioni; nonché tutti i provvedimenti degli Organismi di vigilanza e controllo o degli Enti che intervengono a qualsiasi xxxxxx xxxxx procedure.
§2. Sono di competenza del Supremo Tribunale della Segnatura Aposto- lica tutti i conflitti di attribuzioni tra gli Enti e tra gli Enti e gli Organismi di vigilanza e controllo inerenti alla normativa xxx xxxxxxxxx pubblici.
§3. Per le definizioni di xxx xxxx presente normativa si fa riferimento alla disciplina dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano.
Articolo 2
Legittimazione processuale
§1. Possono essere parte nei giudizi di cui all’art. 1: a) gli operatori economici che abbiano interesse attuale e concreto a far valere l’illegitti- mità dei provvedimenti; b) gli Enti e gli Organismi di vigilanza e controllo.
§2. È ammesso il xxxxxxxxxx di avvocati abilitati in altre giurisdizioni solo previa autorizzazione del Presidente del Tribunale vaticano che si deve pronunciare entro 5 giorni dalla richiesta.
§3. Gli Enti possono essere difesi dai propri Officiali e collaboratori professionali muniti della relativa abilitazione professionale, a ciò espres- samente delegati dal Superiore dell’Ente medesimo.
§4. Nel caso in cui il ricorso non sia stato notificato ad uno dei con- trointeressati per causa di forza maggiore o per errore scusabile, l’Autorità Giudiziaria ordina l’integrazione del contraddittorio mediante la loro xxxx- xxxx in causa entro un termine stabilito, a xxxx di decadenza.
§5. Allo stesso modo, l’Autorità Giudiziaria può ammettere l’intervento volontario di altri soggetti aventi un interesse attuale e concreto alla de- finizione del processo.
Articolo 3
Xxxxxxx xx instaurazione del contraddittorio
§1. I giudizi di cui all’art. 1 sono instaurati mediante ricorso da proporsi, a xxxx di decadenza, entro 30 giorni dalla data di notificazione o pubbli- cazione del provvedimento, dallo spirare del termine per la formazione del
silenzio, o, comunque, nelle altre ipotesi, dalla conoscenza effettiva dell’atto lesivo di un interesse o di un diritto. Il ricorso deve essere notificato sia all’Ente che a tutti i controinteressati.
§2. Il ricorso deve essere depositato, unitamente ai documenti ritenuti rilevanti, presso la cancelleria del Tribunale dello Stato entro 15 giorni dalla data dell’ultima notifica.
§3. L’istanza di accesso agli xxxx xxxxx procedura sospende il termine di cui al paragrafo 1, che decorre a partire dal giorno successivo a quello in cui l’accesso è consentito e gli atti sono resi disponibili.
§4. L’eventuale ricorso al tentativo di conciliazione di cui all’art. 74 delle “Norme sulla trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pub- blici della Santa Sede e dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano”, sospende il termine di cui al paragrafo 1.
Articolo 4
Ricorso
Il ricorso deve contenere distintamente, a xxxx di inammissibilità:
a) i dati identificativi del ricorrente, del suo difensore e del soggetto nei cui confronti il ricorso è proposto;
b) l’indicazione specifica dell’oggetto della domanda, ivi compresi gli atti o i provvedimenti eventualmente impugnati, e la data xxxxx xxxx notificazione, comunicazione, pubblicazione o comunque xxxxx xxxx conoscenza;
c) l’esposizione sommaria dei fatti;
d) i motivi specifici su cui si xxxxx il ricorso;
e) l’indicazione degli eventuali mezzi di prova;
f) l’indicazione dei provvedimenti chiesti xx xxxxxxx;
g) la sottoscrizione del ricorrente, se esso sta in giudizio personal- mente, oppure del difensore, con indicazione, in questo xxxx, xxxxx procura speciale.
Articolo 5
Annullabilità del provvedimento
§1. È annullabile il provvedimento amministrativo adottato in violazione delle norme xxx xxxxxxxxx a rilevanza pubblica.
§2. Non è annullabile il provvedimento adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti, qualora, per la natura vincolata del provvedimento, xxx xxxxxx che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato.
Articolo 6
Provvedimenti cautelari
§1. Il ricorrente, se dagli atti impugnati può derivargli un danno grave ed irreparabile, può chiedere all’Autorità Giudiziaria la sospensione dell’e- secuzione degli atti stessi con istanza motivata proposta nel ricorso.
§2. L’istanza cautelare viene trattata in udienza camerale fissata dal Presidente del Tribunale con decreto, da comunicarsi alle parti costituite per il tramite della Cancelleria; la richiesta cautelare non può essere trattata se non successivamente xx xxxxxxx del termine di dieci giorni dalla data dell’effettiva ricezione del ricorso. Le parti possono depositare memorie e documenti entro tre giorni liberi antecedenti la data dell’udienza, nel rispetto delle ore 12.00.
§3. Il Collegio decide con ordinanza non impugnabile, fissando anche la data dell’udienza di merito e dandone comunicazione alle parti costituite.
§4. Nel caso in cui il ricorrente non si presenti all’udienza all’uopo fissata, l’istanza cautelare s’intende rinunciata.
Articolo 7
Svolgimento dell’udienza – Poteri istruttori dell’Autorità Giudiziaria
§1. L’udienza è pubblica e si svolge secondo le modalità ritenute più idonee dal Tribunale; le parti, ove necessario, discutono oralmente la causa, formulando le loro richieste.
§2. Nel caso in cui il ricorrente non si presenti all’udienza all’uopo fis- sata, il Presidente fissa una nuova udienza entro i quindici giorni successivi; la cancelleria provvede alla comunicazione della nuova data. In caso di mancata partecipazione alla nuova udienza, il ricorso si intende rinunciato e il processo si estingue.
§3. L’Autorità Giudiziaria, ai fini istruttori, esercita tutte le facoltà di accesso, di richiesta di dati, di informazioni e chiarimenti conferite agli Enti.
§4. L’Autorità Giudiziaria, ove ritenuto necessario può richiedere apposi- te relazioni agli Organismi di vigilanza, ovvero disporre consulenza tecnica.
§5. L’Autorità Giudiziaria, in ogni stato del giudizio, può ordinare alle parti il deposito di documenti ritenuti necessari per la decisione.
§6. L’Autorità Xxxxxxxxxxx, se ritiene illegittimo per contrasto alla nor- mativa xxx xxxxxxxxx pubblici un regolamento o un atto generale rilevante ai xxxx xxxxx decisione, non lo applica in relazione all’oggetto dedotto in giudizio e procede alle segnalazioni di cui all’art. 10.
Articolo 8
Decisione del ricorso
§1. Fatte salve le ipotesi di cui all’art. 6, il Presidente del Tribunale fissa con decreto l’udienza di merito da celebrarsi entro 45 giorni dal deposito del ricorso; la Cancelleria del Tribunale provvede alla comunicazione del decreto alle parti costituite almeno venti giorni prima dalla data fissata.
§2. Le parti possono depositare memorie e documenti fino a dieci giorni liberi prima successivi dell’udienza, nel rispetto delle ore 12.00.
§3. Il Tribunale pubblica il dispositivo della sentenza entro 10 giorni dalla data dell’udienza di merito, indicando un termine non superiore a 30 giorni per la motivazione, xxxxx xxxx di particolare complessità. Tutti i suddetti prov- vedimenti sono comunicati dalla cancelleria del Tribunale alle parti costituite.
§4. La decisione deve essere motivata in fatto e in diritto e recare la firma dei componenti del Collegio.
§5. L’Autorità Giudiziaria, ove accolga il ricorso, può accordare xx xxxxxx in forma specifica annullando il provvedimento impugnato e, contestual- mente, ordinando all’Ente parte del giudizio una nuova istruttoria.
§6. In caso di accoglimento del ricorso, è fatto salvo l’equo indennizzo, stabilito dal Tribunale, a favore dell’operatore economico in buona fede che abbia dato esecuzione a prestazioni sulla base del provvedimento impugnato annullato dalla decisione.
§7. Fermo quanto previsto nei paragrafi precedenti, l’Autorità Giudi- ziaria non può in nessun caso accordare alcun risarcimento dei danni o emettere provvedimenti di condanna o sanzionatori.
§8. I contratti stipulati in violazione della decisione dell’Autorità Giudi- ziaria sono nulli. I corrispettivi pagati in violazione delle decisioni dell’Auto- xxxx Giudiziaria costituiscono danno al patrimonio della Santa Sede ai sensi e per gli effetti dell’art. 12 dello Xxxxxxx xxxxx Segreteria per l’Economia.
§9. La decisione diviene esecutiva con la pubblicazione.
Articolo 9
Xxxxxxx
§1. Le decisioni del Tribunale sono appellabili dinanzi xxxx Xxxxx xx Xxxxxxx dello Stato xxxxx Xxxxx del Vaticano entro 60 giorni dalla data di pubblicazione della sentenza.
§2. In caso di notifica della sentenza da una delle altre parti, il termine per impugnare è di 30 giorni, escluso il xxxxxx xxxxx notifica.
§3. Nel giudizio xx xxxxxxx si applicano, in quanto compatibili, le xxxxx xx xxx agli articoli precedenti.
§4. L’appellante può proporre istanza di sospensione degli effetti della sentenza di xxxxx xxxxx xxxxx forme e nei tempi di cui all’art. 6.
§5. La sentenza xx xxxxxxx non è impugnabile.
Articolo 10
Obbligo di segnalazione
§1. L’Autorità Giudiziaria, qualora riscontri violazioni della normativa vigente per comportamento doloso o colposo, a seconda dei casi, ne dà atto in sentenza e trasmette gli atti, rispettivamente, al Promotore di Giustizia ovvero al Prefetto della Segreteria per l’Economia per gli adempimenti di competenza.
§2. Qualora l’Autorità Giudiziaria, nel rigettare il ricorso, d’ufficio o su istanza di parte, accerti che il ricorrente ha agito con dolo o colpa grave, ne dà atto nella decisione. Il provvedimento è trasmesso all’APSA o al Go- vernatorato, oltre che alla Segreteria per l’Economia, per gli adempimenti del caso e per l’avvio alle relative azioni di risarcimento danni.
Articolo 11
Rinvio al codice di procedura civile
Per quanto non espressamente previsto, si applicano, ove compatibili, le disposizioni del codice di procedura civile dello Stato.
Articolo 12
Norme applicabili ai giudizi xxx xxxxxxxxx di attribuzioni
§1. Qualsiasi decisione relativa xx xxxxxxxxx di attribuzioni tra gli Enti e tra gli Enti e gli Organismi di Vigilanza inerenti all’applicazione della
normativa xxx xxxxxxxxx a rilevanza pubblica è rimessa alla decisione del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
§2. Il ricorso è promosso mediante atto da depositarsi presso la Can- celleria del Tribunale entro 60 giorni dalla conoscenza del provvedimento adottato in conflitto di attribuzione.
§3. Sono parti del processo sul conflitto di attribuzioni gli Enti o gli Organi di vigilanza e controllo.
§4. Il Tribunale valuta sulla ammissibilità del ricorso entro i successivi 15 giorni e, qualora rilevi la non manifesta infondatezza, notifica il ricorso ai soggetti interessati ed invita le parti a depositare, entro i successivi 15 giorni, le proprie osservazioni.
§5. Il Tribunale decide in camera xx xxxxxxxxx e la decisione è immedia- tamente applicabile e non appellabile con caducazione degli atti o provve- dimenti emessi in violazione delle regole sulle attribuzioni.
§6. Xxx xxxxxxxxx di attribuzione il Tribunale può esprimersi con un parere consultivo e su richiesta della Segreteria di Stato.
EPISTULAE
I
Occasione inaugurationis Instituti pro Cultura « Sanctus Xxxxxxx Xxxxxx XX » apud Pontificiam Studiorum Universitatem Sancti Xxxxxx Aquinatis - Angelicum.
Xx xxxx fratello
Xxxxxx Xxxxxx, O.P.
Rettore della Pontificia Università San Xxxxxxx X’Xxxxxx
Xxx xxxxxx in cui ricorre il centenario della nascita di San Xxxxxxxx Xxxxx XX, il più illustre alunno di codesta Università, viene inaugurato all’Ange- licum, presso la Facoltà di Filosofia, l’Istituto di Cultura a lui intitolato. Desidero esprimere il mio apprezzamento per questa iniziativa e rivolgere un cordiale saluto all’intera comunità accademica e a quanti sono convenuti per l’evento, in particolare ai rappresentanti delle due Fondazioni polacche, Futura Iuventa e Saint Nicholas, che sostengono il nuovo Istituto.
Esso ha come finalità principale la riflessione sulla cultura contempo- xxxxx. A tale scopo i promotori intendono avvalersi della collaborazione dei più eminenti filosofi, teologi e uomini e donne di cultura, nella sua più xxxxx espressione. E San Xxxxxxxx Xxxxx XX è, di quest’opera, al tempo stesso l’ispiratore e il primo e più importante artefice, con il ricco e multiforme patrimonio che ha lasciato e, prima ancora, con l’esempio del suo spirito aperto e contemplativo, appassionato di Dio e dell’uomo, del creato, della storia e dell’arte.
Le sue varie esperienze di vita, tra cui segnatamente i drammi epocali e le sofferenze personali, interpretate xxxxx xxxx dello Xxxxxxx, lo condussero a sviluppare con singolare profondità la riflessione sull’uomo e sulle xxx xxxxxx culturali, come riferimento imprescindibile per ogni proclamazione del Vangelo. Nella sua prima Enciclica, infatti, scrisse: « Ci accostiamo in pari tempo a tutte le culture, a tutte le concezioni ideologiche, a tutti gli uomini di buona volontà. Ci avviciniamo con xxxxxx xxxxx, quel rispetto e quel discernimento che, sin dai tempi degli Apostoli, contrassegnavano
l’atteggiamento missionario e del missionario. Basta ricordare San Paolo e, ad esempio, il suo discorso davanti all’Areopago di Atene. L’atteggiamento missionario inizia sempre con un sentimento di profonda stima di fronte a ciò che “c’è in ogni uomo”, per ciò xxx xxxx stesso, xxxx’intimo del suo xxxxxxx, xx elaborato riguardo ai problemi più profondi e più importanti; si tratta di rispetto per tutto ciò che in xxx xx operato lo Xxxxxxx, xxx “xxxxxx xxxx vuole” » (Redemptor hominis, 12; cfr Discorso all’UNESCO, 2 giugno 1980). Abbiamo bisogno di tenere vivo questo atteggiamento, se vogliamo essere
Chiesa in uscita, Xxxxxx xxx non si accontenta di conservare e amministrare l’esistente ma vuole essere xxxxxx xxxx sua missione.
Sono molto xxxxx xxx questa iniziativa si realizzi xxxx’Università San Xxxxxxx x’Xxxxxx. L’Angelicum infatti ospita una comunità accademica costituita da professori e studenti provenienti dal mondo intero ed è un luogo adatto per interpretare le importanti sfide delle culture di oggi. La tradizione dell’Ordine Domenicano, con il ruolo importante che vi occupa la riflessione razionale sulla fede e i suoi contenuti, articolata in modo magi- strale xxx Xxxxxxx Xxxxxxxx, non può che favorire tale progetto, affinché sia caratterizzato dal xxxxxxxx xxxxx verità, dalla xxxxxxx xx xxxxxxx e xxxx’onestà intellettuale (cfr S. Xxxxx XX, Lett. ap. Lumen Ecclesiae, 20 novembre 1974, 8; X. Xxxxxxxx Xxxxx XX, Enc. Fides et ratio, 43).
Con questi auspici, rinnovo il mio incoraggiamento e la xxx xxxxxx- scenza a Xxx, caro xxxxxxxx, x x quanti hanno dato vita al nuovo Istituto. A professori, studenti e personale auguro buon lavoro e invio di cuore la Benedizione Apostolica.
Roma, San Giovanni in Laterano, 18 xxxxxx 2020
XXXXXXXXX
XX
Ad Praesidem Pontificii Consilii ad Unitatem Christianorum fovendam occa- xxxxx XXV anniversarii Litterarum Encyclicarum Ut unum sint.
Xx xxxx Fratello
Xxxxxxxxx Xxxx Xxxx
Presidente del Pontificio Xxxxxxxxx
per la Promozione dell’Unità dei Cristiani
Xxxxxx si compiono xxxxxxxxxxx xxxx da quando San Xxxxxxxx Xxxxx XX xxxxx xx Xxxxxxx Enciclica Ut unum sint. Con lo sguardo rivolto all’o- rizzonte del Giubileo del 2000, xxxx voleva che, nel suo cammino verso il terzo millennio, xx Xxxxxx tenesse ben presente l’accorata preghiera del suo Maestro e Xxxxxxx: “Xxx xxxxx una cosa sola!” (cfr Gv 17, 21). Perciò scrisse questa Enciclica che confermò « in modo irreversibile » (UUS, 3) l’impegno ecumenico xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxx. La pubblicò nella Solennità dell’Ascensione del Xxxxxxx, ponendola sotto il segno dello Xxxxxxx Xxxxx, artefice dell’unità nella diversità, e in questo medesimo contesto liturgico e spirituale noi la commemoriamo e la riproponiamo al Popolo di Dio.
Il Xxxxxxxx Vaticano II xx xxxxxxxxxxxx che il movimento per il ristabi- limento dell’unità di tutti i cristiani « è xxxxx per grazia dello Spirito San- to » (Unitatis redintegratio, 1). Ha affermato anche che lo Spirito, mentre
« realizza la diversità di grazie e xx xxxxxxxxx », è « principio dell’xxxxx xxxxx Xxxxxx » (ibid., 2). E la Ut unum sint ribadisce che « la legittima diversità non si oppone affatto all’xxxxx xxxxx Xxxxxx, anzi ne accresce il decoro e contribuisce non poco al compimento della sua missione » (n. 50). Infatti,
« solo lo Xxxxxxx Xxxxx può suscitare la diversità, la molteplicità e, xxxxx stesso tempo, operare l’unità. […] È Xxx xxx armonizza xx Xxxxxx », perché, come dice san Xxxxxxx il Grande, « Lui stesso è l’armonia » (Xxxxxx xxxxx Cattedrale cattolica dello Xxxxxxx Xxxxx, Istanbul, 29 novembre 2014).
In questo anniversario, rendo grazie xx Xxxxxxx per il cammino che ci ha concesso di compiere come xxxxxxxxx xxxxx ricerca xxxxx xxxxx comunione. Xxxx’io condivido la sana impazienza di quanti a volte pensano che po- tremmo e dovremmo impegnarci di più. Tuttavia, non dobbiamo mancare di fede e di riconoscenza: molti xxxxx sono stati fatti in questi decenni per guarire ferite secolari e millenarie; sono cresciute la conoscenza e xx xxxxx
reciproche, aiutando a superare pregiudizi radicati; si sono sviluppati il dia- logo teologico e quello xxxxx xxxxxx, come pure varie forme di collaborazione nel dialogo xxxxx xxxx, sul piano pastorale e culturale. In questo momento il mio pensiero va a miei amati Xxxxxxxx posti a capo delle diverse Chiese e Comunità cristiane; e si estende a tutti i fratelli e le sorelle di ogni tra- dizione cristiana che sono i nostri compagni di viaggio. Come i discepoli di Xxxxxx, possiamo sentire la presenza di Cristo risorto che cammina accanto a noi e ci spiega le Scritture e riconoscerlo nella frazione del pane, in attesa di condividere insieme la Mensa eucaristica.
Xxxxxxx la mia gratitudine a quanti hanno operato e operano in codesto Dicastero per mantenere viva xxxxx Xxxxxx la consapevolezza di tale irri- nunciabile meta. In particolare sono lieto di salutare due recenti iniziative. La prima è un Vademecum ecumenico per i Xxxxxxx, xxx xxxx pubblicato nel prossimo autunno, come incoraggiamento e guida all’esercizio delle loro re- sponsabilità ecumeniche. Infatti, il servizio dell’unità è un aspetto essenziale della missione del Vescovo, il xxxxx è « il visibile principio e fondamento di unità » nella sua Chiesa particolare (Lumen gentium, 23; cfr CIC 383
§3; CCEO 902-908). La seconda iniziativa è il xxxxxx xxxxx rivista Acta Œcu- menica, che, rinnovando il Servizio di Informazione del Dicastero, si propone come sussidio per quanti lavorano al servizio dell’unità.
Sulla via che conduce xxxx xxxxx comunione è importante fare memoria del cammino percorso, ma altrettanto lo è scrutare l’orizzonte ponendosi, con l’Enciclica Ut unum sint, la domanda: « Quanta est nobis via? » (n. 77), “quanta strada ci resta da fare?”. Una cosa è certa: l’unità non è principal- mente il risultato della nostra azione, ma è dono dello Xxxxxxx Xxxxx. Essa tuttavia « non verrà come un xxxxxxxx xxxx fine: l’unità viene nel cammino, la fa lo Xxxxxxx Xxxxx nel cammino » (Xxxxxx xxx Vespri, San Paolo fuori le Mura, 25 gennaio 2014). Invochiamo dunque fiduciosi lo Spirito, perché xxxxx i nostri xxxxx e ognuno senta con rinnovato vigore l’xxxxxxx a lavorare per la causa ecumenica; Xxxx ispiri nuovi gesti profetici e rafforzi la carità fraterna tra tutti i discepoli di Cristo, « perché il mondo creda » (Gv 17, 21) e si moltiplichi la lode al Padre che è nei Cieli.
Dal Vaticano, 24 xxxxxx 2020
XXXXXXXXX
III
Ad Presbyteros Romanae Dioecesis.
Xxxx xxxxxxxx,
in questo tempo xxxxxxxx pensavo di incontrarvi e celebrare insieme xx Xxxxx Xxxxxxxx. Non essendo possibile una celebrazione di carattere diocesano, vi xxxxxx questa lettera. La nuova fase che iniziamo ci chiede saggezza, lungimiranza e impegno comune, in modo che tutti gli sforzi e i sacrifici fatti finora non xxxxx xxxx.
Xxxxxxx questo tempo di pandemia, molti di voi hanno condiviso con me, per posta elettronica o telefono, che cosa significava questa situazione imprevista e sconcertante. Così, senza poter uscire né avere un contatto diretto, mi avete permesso di conoscere “di prima mano” ciò che stavate vivendo. Questa condivisione ha nutrito la mia preghiera, in molti casi per ringraziare della testimonianza coraggiosa e generosa che ricevevo da voi; in altri, era la supplica e l’intercessione fiduciosa xxx Xxxxxxx che sempre tende la sua mano (cfr Mt 14, 31). Sebbene fosse necessario mantenere il distanziamento sociale, questo non ha impedito di rafforzare il senso di appartenenza, di comunione e di missione che ci ha aiutato a far sì xxx xx xxxxxx, specialmente con le persone e le comunità più svantaggiate, non fosse messa in quarantena. Ho potuto constatare, in quei dialoghi sinceri, che la necessaria distanza non era sinonimo di ripiegamento o chiusura in sé che anestetizza, addormenta e spegne la missione.
Incoraggiato da questi scambi, vi xxxxxx perché voglio essere più vicino
a voi per accompagnare, condividere e confermare il vostro cammino. Xx xxxxxxxx dipende anche da noi e richiede che ci aiutiamo a mantenerla viva e operante; xxxxxx xxxxxxxx contagiosa che si coltiva e si rafforza xxxx’in- contro con gli altri e che, come dono e compito, ci è data per costruire la nuova “normalità” che tanto desideriamo.
Vi xxxxxx guardando alla prima comunità apostolica, che pure visse momenti di confinamento, isolamento, paura e incertezza. Trascorsero cinquanta giorni tra l’immobilità, la chiusura, e l’annuncio incipiente che avrebbe cambiato per sempre la loro vita. I discepoli, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano per paura, furono sorpresi da Xxxx che « stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Xxxxxxx. Xxxx disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre xx xxxxxxx me, anche io mando
voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Xxxxxxx Xxxxx” » (Gv 20, 19-22). Che anche noi ci lasciamo sorprendere!
« Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore » (Gv 20, 19)
Oggi come ieri sentiamo che « le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore » (Gaudium et spes, 1). Come conosciamo bene tutto questo! Tutti abbiamo ascoltato i numeri e le percentuali xxx xxxxxx dopo giorno ci assalivano; abbiamo toccato con mano il dolore della nostra gente. Ciò che arrivava non erano dati lontani: le statistiche avevano nomi, volti, xxxxxx condivise. Come comunità presbiterale non siamo stati estranei a questa realtà e non siamo stati a guardarla alla finestra; inzuppati dalla xxxxxxxx xxx infuriava, voi vi siete ingegnati per essere presenti e accompagnare le vostre comunità: avete visto arrivare il xxxx e non siete fuggiti né avete abbandonato il gregge (cfr Gv 10, 12-13).
Abbiamo patito la perdita repentina di familiari, vicini, amici, xxxxxx- xxxxxx, confessori, punti di riferimento della nostra fede. Abbiamo visto i volti sconsolati di coloro che non hanno potuto stare vicino e dire addio ai propri xxxx xxxxx loro ultime ore. Abbiamo visto la sofferenza e l’impotenza degli operatori sanitari che, sfiniti, si esaurivano in interminabili giorna- te di lavoro preoccupati di soddisfare così tante richieste. Tutti abbiamo sentito l’insicurezza e la paura di lavoratori e volontari che si esponevano quotidianamente perché i servizi essenziali fossero assicurati; e anche per accompagnare e prendersi cura di coloro che, a causa xxxxx xxxx esclusione e vulnerabilità, subivano ancora di più le conseguenze di questa pandemia. Abbiamo ascoltato e visto le difficoltà e i disagi del confinamento sociale: la solitudine e l’isolamento soprattutto degli anziani; l’ansia, l’angoscia e il senso di non-protezione di fronte all’incertezza lavorativa e abitativa; la violenza e il logoramento nelle relazioni. La paura ancestrale del contagio è tornata a colpire con forza. Abbiamo condiviso anche le angoscianti preoccupazioni di intere famiglie che non sanno cosa mettere nei piatti la prossima settimana. Abbiamo sperimentato la nostra stessa vulnerabilità e impotenza. Come il forno prova i vasi del vasaio, così siamo stati messi alla prova (cfr Sir 27, 5). Frastornati da tutto ciò che accadeva, abbiamo sentito in modo amplificato la precarietà della nostra vita e degli impegni apostolici. L’imprevedibilità della situazione ha messo in xxxx la nostra incapacità di convivere e con-
frontarci con l’ignoto, con ciò che non possiamo governare o controllare e, come tutti, ci siamo sentiti confusi, impauriti, indifesi. Viviamo anche quella rabbia sana e necessaria che ci spinge a non farci cadere xx xxxxxxx xx xxxxxx alle ingiustizie e ci ricorda che siamo stati sognati per la Vita. Come Xxxxxxxx, di notte, sorpresi perché « il vento xxxxxx xxxx vuole e ne senti la voce, ma non xxx xx xxxx viene né dove va », ci siamo chiesti: « Come può accadere questo? »; e Xxxx ci ha risposto: « Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? » (cfr Gv 3, 8-10).
La complessità di ciò che si doveva affrontare non tollerava ricette o risposte da manuale; richiedeva molto più di facili esortazioni o discorsi edificanti, incapaci di radicarsi e assumere consapevolmente tutto quello xxx xx xxxx concreta esigeva da noi. Il dolore della nostra gente ci faceva male, le sue incertezze ci colpivano, la nostra comune fragilità ci spoglia- va di ogni falso compiacimento idealistico o spiritualistico, come pure di ogni tentativo di fuga puritana. Nessuno è estraneo a tutto ciò che accade. Possiamo dire che abbiamo vissuto comunitariamente l’ora del pianto del Xxxxxxx: abbiamo pianto davanti xxxx xxxxx dell’xxxxx Xxxxxxx (cfr Gv 11, 35), davanti alla chiusura del suo popolo (cfr Lc 13, 14; 19, 41), xxxxx xxxxx oscura del Getsemani (cfr Mc 14, 32-42; Lc 22, 44). È anche l’ora del pianto del xxxxxxxxx davanti al mistero xxxxx Xxxxx e del male che colpisce tanti innocenti. È il xxxxxx xxxxx di Xxxxxx dopo il rinnegamento (cfr Lc 22, 62), quello di Xxxxx Xxxxxxxxx davanti al sepolcro (cfr Gv 20, 11).
Sappiamo che in tali circostanze non è facile trovare la strada da percor- rere, e nemmeno mancheranno le xxxx xxx diranno tutto quello che si sarebbe potuto fare di fronte a questa realtà sconosciuta. I nostri modi abituali di relazionarci, organizzare, celebrare, pregare, convocare e persino affrontare i conflitti sono stati modificati e messi in discussione da una presenza invisibile che ha trasformato la nostra quotidianità in avversità. Non si tratta solo di un fatto individuale, familiare, di un determinato gruppo sociale o di un Paese. Le caratteristiche del virus fanno scomparire le logiche con cui eravamo abituati a dividere o classificare la realtà. La pandemia non conosce aggettivi, confini e nessuno può pensare di cavarsela da solo. Siamo tutti colpiti e coinvolti.
La narrativa di una società della profilassi, imperturbabile e sempre pron- ta al consumo indefinito è stata messa in discussione, rivelando la mancanza di immunità culturale e spirituale davanti xx xxxxxxxxx. Una serie xx xxxxxx e nuovi interrogativi e problemi (che molte regioni ritenevano superati e consideravano cose del passato) hanno occupato l’orizzonte e l’attenzione. Domande che non troveranno risposta semplicemente con la riapertura delle
varie attività; piuttosto xxxx indispensabile sviluppare un ascolto attento ma pieno xx xxxxxxxx, xxxxxx ma xxxxxx, xxxxxxxx ma non ansioso che possa preparare e spianare le strade che il Signore ci chiama a percorrere (cfr Mc 1, 2-3). Sappiamo che dalla tribolazione e dalle esperienze dolorose non si esce uguali a prima. Dobbiamo essere vigilanti e attenti. Il Xxxxxxx stesso, nella sua ora cruciale, pregò per questo: « Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno » (Gv 17, 15). Esposti e colpiti personalmente e comunitariamente nella nostra vulnerabilità e fragilità e nei nostri limiti, corriamo il grave rischio di ritirarci e di stare a “rimuginare” la desolazione che la pandemia ci presenta, come pure di esasperarci in un ottimismo illimitato, incapace di accettare xx xxxxx dimensione degli eventi (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 226-228).
Le ore di tribolazione chiamano in causa la nostra capacità xx xxxxxxxx- xxxxx per scoprire quali sono le tentazioni che minacciano di intrappolarci in un’atmosfera di sconcerto e confusione, per poi farci cadere in un andazzo che impedirà alle nostre comunità di promuovere la vita nuova che il Xxxxxxx Risorto ci vuole donare. Sono diverse le tentazioni, tipiche di questo tempo, che possono accecarci e farci coltivare certi sentimenti e atteggiamenti che non permettono xxxx xxxxxxxx di stimolare la nostra creatività, il nostro ingegno e la nostra capacità di risposta. Dal voler assumere onestamente la gravità della situazione, ma cercando di risolverla solo con attività sostitutive o palliative aspettando che tutto ritorni alla “normalità”, ignorando le feri- te profonde e il numero di persone cadute nel frattempo; fino al rimanere immersi in una certa paralizzante nostalgia del recente passato che ci fa dire “niente xxxx più come prima” e xx xxxxx incapaci di invitare gli altri a sognare e ad elaborare nuove strade e nuovi stili di vita.
« Xxxxx Xxxx, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Xxxxxxx. Xxxx disse loro di nuovo: “Pace a voi!” » (Gv 20, 19-21).
Il Xxxxxxx non ha scelto o cercato una situazione ideale per irrompere nella vita dei suoi discepoli. Certamente avremmo preferito che tutto ciò che è accaduto non fosse successo, ma è successo; e come i discepoli di Xxxxxx, possiamo anche continuare a mormorare rattristati lungo la strada (cfr Lc 24, 13-21). Presentandosi nel Cenacolo a porte chiuse, in mezzo all’i- solamento, xxxx xxxxx e all’insicurezza in cui vivevano, il Xxxxxxx è stato in grado di trasformare ogni logica e dare un nuovo significato alla storia e agli eventi. Ogni tempo è adatto per l’annuncio xxxxx xxxx, nessuna circostanza è xxxxx xxxxx sua grazia. La sua presenza in mezzo al confinamento e alle
assenze forzate annuncia, per i discepoli di ieri come per noi oggi, un nuovo giorno capace di mettere in discussione l’immobilità e la rassegnazione e di mobilitare tutti i xxxx xx xxxxxxxx xxxxx comunità. Con la sua presenza, il confinamento è diventato fecondo xxxxx xxxx xxxx nuova comunità apostolica. Diciamolo con fiducia e senza paura: « Dove abbondò il peccato, sovrab- bondò la grazia » (Rm 5, 20). Non temiamo gli scenari complessi che abitiamo perché lì, in mezzo a noi, c’è il Xxxxxxx; Dio ha sempre compiuto il miracolo di generare buoni frutti (cfr Gv 15, 5). La xxxxx xxxxxxxxx nasce proprio da questa certezza. In mezzo alle contraddizioni e all’incomprensibile che ogni giorno dobbiamo affrontare, sommersi e persino storditi da tante parole e
connessioni, si nasconde la voce del Risorto che ci dice: « Pace a voi! ».
È confortante prendere il Vangelo e contemplare Xxxx in mezzo al suo popolo, mentre accoglie e abbraccia la vita e le persone così come si pre- sentano. I suoi gesti danno corpo xx xxxxxxxxxx canto di Xxxxx: « Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore. Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili » (Lc 1, 51-52). Xxxx stesso ha offerto le xxx xxxx e il suo costato ferito come una via di risurrezione. Non nasconde né dissimula le sue piaghe; anzi, invita Xxxxxxx a toccare con mano come un costato ferito può essere fonte di Vita in xxxxxxxxxx (cfr Gv 20, 27-29).
In ripetute occasioni, come accompagnatore spirituale, ho potuto essere testimone del fatto che « la persona che vede le cose come sono realmente, si lascia trafiggere dal dolore e piange nel suo cuore, è capace di raggiungere le profondità xxxxx xxxx e di essere veramente xxxxxx. Xxxxxx persona è conso- lata, ma con la consolazione di Xxxx e non con quella del mondo. Così può avere il xxxxxxxx di condividere la sofferenza altrui e xxxxxx di fuggire dalle situazioni dolorose. In tal modo scopre xxx xx xxxx ha senso nel soccorrere un altro nel suo dolore, nel comprendere l’angoscia altrui, nel dare sollievo agli altri. Questa persona sente che l’altro è xxxxx xxxxx sua carne, non teme di avvicinarsi fino a toccare la sua ferita, ha compassione fino a sperimentare che le distanze si annullano. Così è possibile accogliere quell’esortazione di san Paolo: “Piangete con quelli che sono xxx xxxxxx” (Rm 12, 15). Saper piangere con gli altri, questo è santità » (Esort. ap. Xxxxxxx et exsultate, 76).
« “Come il Padre xx xxxxxxx me, anche io mando voi”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Xxxxxxx Xxxxx” » (Gv 20, 21-22).
Xxxx xxxxxxxx, in quanto comunità presbiterale siamo chiamati ad annun- ciare e profetizzare il futuro, come la xxxxxxxxxx xxx annuncia l’aurora che porta un nuovo giorno (cfr Is 21, 11): o xxxx qualcosa di nuovo, o xxxx di
più, molto di più e peggio del solito. La Risurrezione non è solo un evento storico del passato da ricordare e celebrare; è di più, molto di più: è l’an- xxxxxx xxxxx salvezza di un tempo nuovo che risuona e già irrompe oggi:
« Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? » (Is 43, 19); è l’ad-venire che il Signore ci chiama a costruire. La fede ci permette una realistica e crea- tiva immaginazione, capace di abbandonare la logica della ripetizione, della sostituzione o della conservazione; ci invita ad instaurare un tempo sempre nuovo: il tempo del Xxxxxxx. Se una presenza invisibile, silenziosa, espansiva e virale ci ha messo in crisi e ci ha sconvolto, lasciamo che quest’altra Pre- senza discreta, rispettosa e non invasiva ci chiami di nuovo e ci insegni a non avere paura di affrontare la realtà. Se una presenza impalpabile è stata in grado di scompaginare e ribaltare le priorità e le apparentemente inamo- vibili agende globali che tanto soffocano e devastano le nostre comunità e nostra sorella terra, non temiamo che sia la presenza del Risorto a tracciare il nostro percorso, ad aprire orizzonti e a xxxxx il xxxxxxxx di vivere questo momento storico e singolare. Un pugno di uomini paurosi è stato capace di iniziare una corrente nuova, annuncio vivo del Dio con noi. Non temete! « La forza della testimonianza dei santi sta nel vivere le Beatitudini e la regola di comportamento del giudizio finale » (Xxxxx. ap. Xxxxxxx et exsultate, 109). Lasciamoci sorprendere ancora una volta dal Risorto. Che xxx Xxx, dal suo costato ferito, segno di quanto diventa dura e xxxxxxxx la realtà, a spin- gerci a non voltare le spalle xxxx xxxx e difficile realtà dei nostri fratelli. Che xxx Xxx a insegnarci ad accompagnare, curare e fasciare le ferite del nostro popolo, non con timore ma con l’audacia e la prodigalità evangelica della moltiplicazione dei pani (cfr Mt 14, 15-21); con il xxxxxxxx, xx xxxxxxx e la responsabilità del xxxxxxxxxx (cfr Lc 10, 33-35); con la xxxxx x xx xxxxx del xxxxxxx per la sua xxxxxx ritrovata (cfr Lc 15, 4-6); con l’abbraccio ri- conciliante del padre che conosce il perdono (cfr Lc 15, 20); con la pietà, la delicatezza e la tenerezza di Xxxxx di Xxxxxxx (cfr Gv 12, 1-3); con la mansuetudine, xx xxxxxxxx e l’intelligenza dei discepoli missionari del Si- gnore (cfr Mt 10, 16-23). Xxx xxxxx le mani piagate del Risorto a consolare le nostre tristezze, a risollevare la nostra xxxxxxxx x x spingerci a cercare il Regno di Dio al di là dei nostri rifugi abituali. Lasciamoci sorprendere anche dal nostro popolo xxxxxx x xxxxxxxx, tante volte provato e lacerato, ma anche visitato dalla misericordia del Xxxxxxx. Che questo popolo ci in- segni a plasmare e temperare il nostro cuore xx xxxxxxx con la mitezza e la compassione, con l’umiltà e la magnanimità della resistenza attiva, solidale, paziente e coraggiosa, che non resta indifferente, ma smentisce e smaschera
ogni scetticismo e fatalismo. Quanto c’è da imparare dalla forza del Popolo fedele di Dio che trova sempre il modo di soccorrere e accompagnare xxx x xxxxxx! La Risurrezione è l’annuncio xxx xx xxxx possono cambiare. Lasciamo che xxx xx Xxxxxx, che non conosce frontiere, a condurci creativamente nei luoghi dove xx xxxxxxxx e la vita stanno combattendo, dove la sofferenza e il dolore diventano uno spazio propizio per la corruzione e la speculazione, dove l’aggressività e la violenza sembrano essere l’unica via d’uscita.
Come sacerdoti, figli e membri di un popolo sacerdotale, ci spetta as- sumere la responsabilità per il futuro e proiettarlo come fratelli. Mettiamo xxxxx xxxx piagate del Xxxxxxx, come offerta santa, la nostra fragilità, la fragilità del nostro popolo, quella dell’umanità intera. Il Xxxxxxx è Colui che ci trasforma, che si serve di noi come del pane, prende la nostra xxxx xxxxx xxx xxxx, ci benedice, ci spezza e ci condivide e ci dà al suo popolo. E con umiltà lasciamoci ungere dalle parole di Xxxxx affinché si diffondano come olio profumato nei diversi xxxxxx xxxxx nostra città e risveglino così xx xxxxxxxx discreta che molti – tacitamente – custodiscono nel loro cuore:
« Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portan- do sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Xxxx, perché anche la vita di Xxxx si manifesti nel nostro corpo » (2 Cor 4, 8-10). Partecipiamo con Xxxx alla sua passione, la nostra passione, per vivere anche con Lui la forza della risurrezione: certezza dell’amore di Dio capace di muovere le viscere e di uscire agli incroci delle strade per condividere “la Buona Notizia con i poveri, per annunciare la liberazione ai prigionieri e la vista ai ciechi, per dare libertà agli oppressi e proclamare un anno di grazia xxx Xxxxxxx” (cfr Lc 4, 18-19), con la xxxxx xxx tutti possono partecipare attivamente con la loro dignità di figli del Dio vivente.
Tutte queste cose, xxx xx pensato e sentito durante questo tempo di pandemia, voglio condividerle fraternamente con voi, perché ci aiutino nel cammino xxxxx xxxx xx Xxxxxxx e del servizio ai fratelli. Xxxxx xxx a tutti noi servano per “amare e servire di più”.
Il Xxxxxxx Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi protegga. E, per favore, vi chiedo di non dimenticarvi di pregare per me.
Fraternamente,
XXXXXXXXX
Roma, presso San Giovanni in Laterano, 31 xxxxxx 2020, Solennità di Pentecoste.
IV
Ad Praesidem Reipublicae Columbiae occasione Diei Mundialis Ambitus Naturae.
Señor Presidente:
A Su Excelencia
Señor Xxxx Xxxxx Xxxxxxx,
Presidente de la República de Colombia
me xx xxxxx dirigirme a usted, a todos los miembros organizadores, y a los participantes de la Jornada Mundial del Medio Ambiente, que este año tendría que celebrarse de manera presencial en Bogotá, pero a causa de la pandemia Covid-19, se va a tener de forma virtual. Es un desafío que nos recuerda que ante la adversidad siempre xx xxxxx nuevos caminos para estar unidos como gran familia humana.
La protección del medio ambiente y el respeto a la “biodiversidad” del planeta son temas que nos conciernen a todos. No podemos pretender estar sanos en un mundo que está enfermo. Las heridas provocadas a nuestra madre tierra son heridas que sangran también en nosotros. El cuidado de los ecosistemas necesita una mirada de futuro, que no se quede sólo en lo inmediato, buscando una ganancia rápida y fácil; una mirada que esté cargada de vida y que busque la preservación en beneficio de todos.
Nuestra actitud ante el presente del planeta debería comprometernos y hacernos testigos de la gravedad de la situación. No podemos permane- cer mudos ante el clamor cuando comprobamos los altísimos costos de la destrucción y explotación del ecosistema. No es tiempo de seguir xxxxxxx hacia otro lado indiferentes ante los signos de un planeta que se ve sa- queado y violentado, por la avidez de ganancia y en el nombre –muchas veces– del progreso. Está en nosotros la posibilidad de invertir la marcha y apostar por un mundo mejor, más saludable, para dejarlo en herencia a las generaciones futuras. Todo depende de nosotros; si de verdad lo deseamos. Hemos celebrado recientemente el quinto aniversario de la Carta en-
cíclica Xxxxxxx si’, que atrae la atención al grito que nos xxxxx la madre tierra. Los invito también a ustedes a ser partícipes del año especial que he anunciado para reflexionar a la xxx de ese Documento. Y así, todos juntos, xxxxx mayor conciencia del cuidado y protección de nuestra Casa común,
así como de nuestros hermanos y hermanas más frágiles y descartados de la sociedad.
Por último, los animo en esta tarea que han emprendido, para que sus deliberaciones y conclusiones xxxx siempre a favor de la construcción de un mundo cada vez más habitable y de una sociedad más humana, en la que todos tengamos cabida y en la que nadie sobre.
Y, por favor, xxx xxxx que recen por mí. Que Xxxxx los bendiga y xx Xxxxxx Santa los cuide.
Cordialmente,
XXXXXXXXX
Xxxxxxxx, 5 de junio de 2020
HOMILIA
In Sollemnitate Pentecostes.*
« Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito ».1 Così scrive ai Corinzi l’xxxxxxxx Xxxxx. E prosegue: « Vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Xxxxxxx; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio ».2 Diversi e uno: Xxx Xxxxx insiste a mettere insieme due parole xxx xxxxxxxx opporsi. Vuole dirci che lo Xxxxxxx Xxxxx è quell’uno xxx xxxxx insieme i diversi; e xxx xx Xxxxxx è nata così: noi, diversi, uniti dallo Xxxxxxx Xxxxx.
Andiamo dunque all’inizio della Chiesa, al giorno di Pentecoste. Guardiamo gli Apostoli: tra di loro c’è gente semplice, abituata a vivere del lavoro delle proprie mani, come i pescatori, e c’è Xxxxxx, xxx era stato un istruito esattore delle tasse. Ci sono provenienze e contesti sociali diversi, nomi ebraici e xxxx xxxxx, caratteri miti e altri focosi, visioni e sensibilità differenti. Tutti erano differenti. Xxxx non li aveva cambiati, non li aveva uniformati facendone dei modellini in serie. No. Aveva lasciato le loro diversità e xxx xx unisce ungendoli di Xxxxxxx Xxxxx. L’unione – l’unione di loro diversi – arriva con l’unzione. A Pentecoste gli Apostoli comprendono la forza unificatrice dello Spirito. La ve- dono coi loro occhi quando tutti, pur parlando lingue diverse, formano un solo popolo: il popolo di Dio, plasmato dallo Xxxxxxx, xxx tesse l’unità con le nostre diversità, che dà armonia perché xxxxx Xxxxxxx c’è armonia. Lui è l’armonia.
Veniamo a noi, Chiesa di oggi. Xxxxxxxx chiederci: “Che cosa ci unisce, su che cosa si xxxxx la nostra unità?”. Anche tra noi ci sono diversità, ad esempio di opinioni, di scelte, di sensibilità. Ma la tentazione è sempre quella di difendere a xxxxx tratta le proprie idee, credendole buone per tutti, e andando d’accordo solo con xxx xx xxxxx come noi. E questa è una brutta tentazione che divide. Ma questa è una fede a nostra immagine, non è quello che vuole lo Spirito. Allora si potrebbe pensare che a unirci xxxxx le stesse cose che crediamo e gli stessi comportamenti che pratichiamo. Ma c’è molto di più: il nostro principio di unità è lo Xxxxxxx Xxxxx. Xxx xx ricorda che anzitutto siamo figli amati di Dio; tutti uguali, in questo, e tutti diversi. Lo Spirito viene a noi, con tutte le nostre diversità e miserie, per dirci che abbiamo un solo Xxxxxxx, Xxxx, un solo Padre, e che per questo
* Die 31 Maii 2020.
1 1 Cor 12, 4.
2 vv. 5-6.
siamo fratelli e sorelle! Ripartiamo da qui, guardiamo xx Xxxxxx come xx xx Xxxxxxx, non come fa il mondo. Il mondo ci vede di destra e di sinistra, con questa ideologia, con quell’altra; lo Spirito ci vede del Padre e di Gesù. Il mondo vede conservatori e progressisti; lo Spirito vede figli di Xxx. Lo sguardo mondano vede strutture da rendere più efficienti; lo sguardo spiri- tuale vede fratelli e sorelle mendicanti di misericordia. Lo Spirito ci ama e conosce il posto di ognuno nel tutto: per Lui non siamo coriandoli portati xxx xxxxx, ma tessere insostituibili del suo mosaico.
Torniamo al giorno di Pentecoste e scopriamo la prima opera della Chiesa: l’annuncio. Eppure vediamo che gli Apostoli non preparano una strategia; quando erano chiusi lì, nel Cenacolo, non facevano la strategia, no, non preparano un piano pastorale. Avrebbero potuto suddividere la gente in gruppi secondo i vari popoli, parlare prima xx xxxxxx e poi ai lontani, tutto ordinato... Avrebbero anche potuto aspettare un po’ ad annunciare e intanto approfondire gli insegnamenti di Xxxx, per evitare rischi... No. Lo Spirito non vuole che il ricordo del Maestro sia coltivato in gruppi chiusi, in cenacoli dove si prende gusto a “fare il nido”. E questa è una brutta malattia che può venire xxxx Xxxxxx: xx Xxxxxx non comunità, non famiglia, non madre, ma nido. Xxxx apre, rilancia, spinge al di là del già detto e del già fatto, Lui spinge oltre i recinti di una fede timida e guardinga. Nel mon- do, senza un assetto compatto e una strategia calcolata si va a xxxxxx. Xxxxx Xxxxxx, invece, lo Spirito garantisce l’unità a chi annuncia. E gli Apostoli vanno: impreparati, si mettono in gioco, escono. Un solo xxxxxxxxx xx anima: donare quello che xxxxx xxxxxxxx. È xxxxx quell’inizio della Prima Lettera xx Xxxxxxxx: “Quello che noi abbiamo ricevuto e abbiamo visto, diamo a voi”.3 Giungiamo finalmente a capire qual è il segreto dell’unità, il segreto
dello Spirito. Il segreto dell’unità xxxxx Xxxxxx, il xxxxxxx dello Xxxxxxx è il dono. Perché Xxxx è dono, vive donandosi e in questo modo ci tiene insie- me, facendoci partecipi dello stesso dono. È importante credere che Dio è dono, che non si comporta prendendo, ma donando. Perché è importante? Perché da come intendiamo Dio dipende il nostro modo di essere credenti. Se abbiamo in mente un Dio che prende, che si impone, anche noi vorremo prendere e imporci: occupare spazi, reclamare rilevanza, cercare potere. Ma se abbiamo nel cuore Dio che è dono, tutto cambia. Se ci rendiamo xxxxx xxx xxxxxx xxx siamo è dono suo, dono gratuito e immeritato, allora
3 Cfr 1, 3.
anche noi vorremo fare della stessa vita un dono. E xxxxxx umilmente, servendo gratuitamente e con xxxxx, offriremo al mondo la vera immagine di Xxx. Lo Spirito, memoria vivente della Chiesa, ci ricorda che siamo nati da un dono e che cresciamo donandoci; non conservandoci, ma donandoci.
Xxxx xxxxxxxx e sorelle, guardiamoci dentro e chiediamoci che cosa ci ostacola nel donarci. Ci sono, diciamo, tre nemici del dono, i principali: tre, sempre accovacciati xxxx xxxxx del cuore: il narcisismo, il vittimismo e il pessimismo. Il narcisismo fa idolatrare sé stessi, fa compiacere solo dei propri tornaconti. Il narcisista pensa: “La vita è bella se io xx xxxxxxxx”. E così arriva a dire: “Perché dovrei donarmi agli altri?”. In questa pandemia, quanto fa male il narcisismo, il ripiegarsi sui propri bisogni, indifferenti a quelli altrui, il non ammettere le proprie fragilità e i propri sbagli. Ma anche il secondo nemico, il vittimismo, è pericoloso. Il vittimista si lamenta ogni giorno del prossimo: “Nessuno mi capisce, nessuno mi aiuta, nessuno mi vuol bene, ce l’hanno tutti con me!”. Xxxxxx volte abbiamo sentito queste lamentele! E il suo cuore si chiude, mentre si domanda: “Perché gli altri non si donano a me?”. Nel dramma che viviamo, quant’è brutto il vittimismo! Pensare che nessuno ci comprenda e provi quello che proviamo noi. Questo è il vittimismo. Infine c’è il pessimismo. Qui la litania quotidiana è: “Non va bene nulla, la società, la politica, xx Xxxxxx…”. Il pessimista se la prende col mondo, ma resta inerte e pensa: “Intanto a che serve donare? È inutile”. Ora, nel grande sforzo di ricominciare, quanto è dannoso il pessimismo, il vedere tutto nero, il ripetere che nulla tornerà più come prima! Pensando così, quello che sicuramente non torna è xx xxxxxxxx. In questi tre – l’idolo narcisista dello specchio, il dio-specchio; il dio-lamentela: “io mi sento per- xxxx xxxxx lamentele”; e il dio-negatività: “tutto è nero, tutto è scuro” – ci troviamo xxxxx xxxxxxxx xxxxx xxxxxxxx e abbiamo bisogno di apprezzare il dono xxxxx xxxx, il dono che ciascuno di noi x. Xxxxxx abbiamo bisogno dello Xxxxxxx Xxxxx, dono di Dio che ci guarisce dal narcisismo, dal vittimismo e dal pessimismo, ci guarisce dallo specchio, dalle lamentele e dal buio.
Xxxxxxxx e sorelle, preghiamolo: Xxxxxxx Xxxxx, memoria di Dio, ravviva in
noi il ricordo del dono ricevuto. Liberaci dalle paralisi dell’egoismo e accendi in noi il xxxxxxxxx di servire, di fare del bene. Perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di xxxxxxxxx, chiudendoci in noi stessi. Vieni, Spirito San- to: Tu che sei armonia, rendici costruttori di unità; Tu che sempre ti doni, dacci il xxxxxxxx di uscire da noi stessi, di amarci e aiutarci, per diventare un’unica famiglia. Amen.
NUNTII
I
Occasione Diei Internationalis aegrorum Ministri.
Xxxx xxxxxxxx e sorelle!
Celebriamo oggi la Giornata Internazionale dell’Infermiere, nel contesto dell’Anno Internazionale dell’Infermiere e dell’Ostetrica indetto dall’Orga- nizzazione Mondiale xxxxx Xxxxxx. In questo stesso giorno ricordiamo anche il bicentenario della nascita di Xxxxxxxx Xxxxxxxxxxx, colei xxx xxxxx inizio all’infermieristica moderna.
In questo momento storico, segnato dall’emergenza sanitaria mondiale provocata dalla pandemia del virus Covid-19, abbiamo riscoperto quanto xx xxxxxx dell’infermiere, ma anche quella dell’ostetrica, ricoprano un ruolo di fondamentale importanza. Quotidianamente assistiamo alla testimonianza xx xxxxxxxx e di sacrificio degli operatori sanitari, in particolare delle in- fermiere e degli infermieri, che con professionalità, abnegazione, senso di responsabilità e amore per il prossimo assistono le persone affette dal virus, anche a rischio della propria salute. Ne è prova il fatto che, purtroppo, è elevato il numero degli operatori sanitari che sono morti xxx xxxxxx compi- xxxxx del loro servizio. Prego per loro – il Xxxxxxx xx conosce ciascuno per nome – e per tutte le vittime di questa epidemia. Il Risorto dia ad ognuno xx xxxx del paradiso e alle loro famiglie il xxxxxxxx xxxxx fede.
Da sempre gli infermieri svolgono un ruolo centrale xxxx’assistenza sa- nitaria. Ogni giorno, a contatto con gli ammalati, sperimentano il trauma che la sofferenza provoca nella vita di una persona. Sono uomini e donne xxx xxxxx scelto di rispondere “sì” a una vocazione particolare: quella di essere buoni samaritani che si fanno xxxxxx xxxxx vita e delle ferite del prossimo. Custodi e servitori xxxxx xxxx, mentre somministrano le terapie necessarie, infondono xxxxxxxx, xxxxxxxx x xxxxxxx.0
Care infermiere e xxxx infermieri, la responsabilità morale xxxxx xx xx- stra professionalità, che non si riduce alle conoscenze scientifico-tecniche,
1 Cfr Nuova Carta degli Operatori Sanitari, nn. 1-8.
ma è costantemente illuminata dalla relazione xxxxx e umanizzante con il malato. « Prendendovi cura di donne e di uomini, di bambini e anziani, in ogni xxxx xxxxx loro vita, dalla nascita alla morte, siete impegnati in un continuo ascolto, teso a comprendere quali xxxxx le esigenze di quel xxxxxx, xxxxx xxxx xxx sta attraversando. Davanti alla singolarità di ogni situazione, infatti, non è mai abbastanza seguire un protocollo, ma si ri- chiede un continuo – e faticoso! – sforzo di discernimento e di attenzione alla singola persona ».2
Voi – e penso anche alle ostetriche – siete vicini alle persone nei mo- menti cruciali xxxxx xxxx esistenza, la nascita e la morte, la malattia e la guarigione, per aiutarle a superare le situazioni più traumatiche. A volte vi trovate accanto a loro mentre stanno morendo, donando xxxxxxxx e sol- lievo negli ultimi istanti. Per questa vostra dedizione, voi siete tra i “santi xxxxx xxxxx accanto”.3 Siete immagine della Chiesa “ospedale xx xxxxx”, xx xxxxx continua a svolgere la missione di Xxxx Xxxxxx, che avvicinò e guarì persone sofferenti per ogni genere di male e si chinò a xxxxxx i piedi dei suoi discepoli. Grazie per questo vostro servizio all’umanità!
In tanti Paesi, la pandemia ha messo in xxxx anche molte carenze a livello di assistenza sanitaria. Per questo, mi rivolgo ai Responsabili delle Nazioni di tutto il mondo, affinché investano nella salute come bene co- mune primario, potenziando le strutture e impiegando più infermieri, così da garantire a tutti un adeguato servizio di cura, nel rispetto della dignità di ogni persona. È importante riconoscere fattivamente il ruolo essenziale che questa professione ricopre per la cura dei pazienti, l’attività xx xxxx- xxxxx territoriale, la prevenzione delle malattie, la promozione della salute, l’assistenza in ambito familiare, comunitario, scolastico.
Gli infermieri e le infermiere, come pure le ostetriche, hanno diritto e meritano di essere meglio valorizzati e coinvolti nei processi che riguarda- no la salute delle persone e della comunità. È dimostrato che investire su di essi migliora i risultati in termini di assistenza e di salute complessiva. Occorre, pertanto, far crescere il loro profilo professionale, fornendo idonei strumenti a livello scientifico, umano, psicologico e spirituale per la loro formazione; come pure migliorare le loro condizioni di lavoro e garantirne i diritti affinché possano svolgere in piena dignità il loro servizio.
2 Discorso ai membri della Federazione dei Collegi Infermieri Professionali, 3 marzo 2018.
3 Cfr Xxxxxx, 9 aprile 2020
In questo senso, le Associazioni degli operatori sanitari hanno un ruolo importante, in quanto, oltre ad offrire un’organica formazione, accompa- gnano i singoli aderenti facendoli sentire parte di un corpo unico e mai smarriti e xxxx xx xxxxxx alle sfide etiche, economiche e umane che la pro- fessione comporta.
Alle ostetriche, in particolare, che assistono le donne in gravidanza e le aiutano a dare alla xxxx i loro bambini, dico: il vostro lavoro è tra i più nobili che esistano, dedicato com’è direttamente al servizio xxxxx xxxx e xxxxx maternità. Nella Bibbia, i nomi di due eroiche levatrici, Xxxxx e Pua, sono immortalati all’inizio del Libro dell’Esodo (cfr 1, 15-21). Anche oggi il Padre xxxxxxx vi guarda con gratitudine.
Xxxx infermieri, care infermiere e ostetriche, possa questa ricorrenza porre al centro la dignità del vostro lavoro, a beneficio della salute dell’in- tera società. A voi, alle vostre famiglie e a quanti curate assicuro la mia preghiera e imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
Roma, San Giovanni in Laterano, 12 xxxxxx 2020
XXXXXXXXX
XX
Occasione data CVI Diei Mundialis Migrantis et Profugi (27 Septembris 2020).
Come Xxxx Xxxxxx, costretti a fuggire
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni
All’inizio di questo anno, nel mio discorso ai membri del Corpo Diplo- matico accreditato presso la Santa Sede, ho annoverato tra le sfide del mondo contemporaneo il dramma degli sfollati interni: « Le conflittualità e le emergenze umanitarie, aggravate dagli sconvolgimenti climatici, aumentano il numero di sfollati e si ripercuotono sulle persone che già vivono in stato di grave povertà. Molti dei Paesi colpiti da queste situazioni mancano di strutture adeguate che consentano di venire incontro xx xxxxxxx di quanti sono stati sfollati » (9 gennaio 2020).
La Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Svilup- po Umano Integrale ha pubblicato gli “Orientamenti Pastorali sugli Sfollati Interni” (Città del Vaticano, 5 xxxxxx 2020), un documento che si propone di ispirare e animare le azioni pastorali della Chiesa in questo particolare ambito.
Per tali ragioni ho deciso di dedicare questo Messaggio al dramma degli sfollati interni, un dramma spesso invisibile, xxx xx xxxxx mondiale causata dalla pandemia Covid-19 ha esasperato. Questa crisi, infatti, per la sua veemenza, gravità ed estensione geografica, ha ridimensionato tante altre emergenze umanitarie che affliggono milioni di persone, relegando iniziative e aiuti internazionali, essenziali e urgenti per salvare vite umane, in fondo alle agende politiche nazionali. Ma « non è questo il tempo della dimenticanza. La crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze xxx xxxxxxx con sé i patimenti di molte persone » (Messaggio Urbi et Orbi, 12 aprile 2020).
Alla xxxx dei tragici eventi xxx xxxxx segnato il 2020, estendo questo Messaggio, dedicato agli sfollati interni, a tutti coloro che si sono trovati a vivere e tuttora vivono esperienze di precarietà, di abbandono, di emar- ginazione e di rifiuto a causa del Covid-19.
Vorrei partire dall’icona che xxxxxx Xxxx Xxx XXX nel redigere la Costi- tuzione Apostolica Exsul Familia (1° agosto 1952). Xxxxx xxxx in Egitto il piccolo Xxxx sperimenta, assieme ai suoi genitori, la tragica condizione di sfollato e profugo « segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2, 13-15.19- 23). Purtroppo, ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa triste realtà. Quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie
di profughi che fuggono dalla fame, dalla xxxxxx, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie » (Xxxxxxx, 29 dicembre 2013). In ciascuno di loro è presente Xxxx, costretto, come ai tempi di Xxxxx, a fuggire per salvarsi. Nei loro volti siamo chiamati a riconoscere il volto del Cristo affamato, assetato, nudo, malato, forestiero e carcerato che ci interpella (cfr Mt 25, 31-46). Se lo riconosciamo, saremo noi a ringraziarlo per averlo potuto incontrare, amare e servire.
Le persone sfollate ci offrono questa opportunità di incontro con il Xxxxxxx, « anche se i nostri occhi fanno xxxxxx a riconoscerlo: coi vestiti rotti, con i piedi sporchi, col volto deformato, il corpo piagato, incapace di parlare la nostra lingua » (Xxxxxx, 15 febbraio 2019). Si tratta di una sfida pastorale xxxx xxxxx siamo chiamati a rispondere con i quattro verbi xxx xx indicato nel Messaggio per questa stessa Xxxxxxxx nel 2018: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ad essi vorrei ora aggiungere sei coppie di verbi che corrispondono ad azioni molto concrete, xxxxxx tra loro in una relazione di causa-effetto.
Bisogna conoscere per comprendere. La conoscenza è un passo necessario verso la comprensione dell’altro. Lo insegna Xxxx stesso xxxx’episodio dei discepoli di Xxxxxx: « Mentre conversavano e discutevano insieme, Xxxx in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impe- diti a riconoscerlo » (Lc 24, 15-16). Quando si parla di migranti e di sfollati troppo spesso ci si ferma ai numeri. Ma non si tratta di numeri, si tratta di persone! Se le incontriamo arriveremo a conoscerle. E conoscendo le loro xxxxxx riusciremo a comprendere. Potremo comprendere, per esempio, xxx xxxxxx precarietà che abbiamo sperimentato con sofferenza a causa della pandemia è un elemento xxxxxxxx xxxxx vita degli sfollati.
È necessario farsi prossimo per servire. Sembra scontato, ma spesso non lo è. « Invece un Xxxxxxxxxx, xxx era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo xxxxxx sulla sua cavalcatura, lo portò a un albergo e si prese cura xx xxx » (Lc 10, 33-34). Le paure e i pregiudizi – tanti pregiudizi – ci fanno mantenere le distanze dagli altri e spesso ci impediscono di “farci prossimi” a loro e di servirli con amore. Avvicinarsi al prossimo spesso significa essere disposti a correre dei rischi, come ci hanno insegnato tanti dottori e infermieri negli ultimi mesi. Questo stare vicini per servire va oltre il puro senso del dovere; l’esempio più grande xx xx ha lasciato Xxxx quando xx xxxxxx i piedi dei suoi discepoli: si è spogliato, si è inginocchiato e si è sporcato le mani (cfr Gv 13, 1-15).
Per riconciliarsi bisogna ascoltare. Xx xx insegna Dio stesso, che, in- viando il suo Figlio nel mondo, ha voluto ascoltare il gemito dell’umanità con orecchi umani: « Dio infatti ha tanto xxxxx il mondo da dare il Figlio unigenito, […] perché il mondo xxx xxxxxxx per mezzo xx xxx » (Gv 3, 16-17). L’amore, quello che riconcilia e salva, incomincia con l’ascoltare. Nel mon- do di oggi si moltiplicano i messaggi, però si sta perdendo l’attitudine ad ascoltare. Ma è solo attraverso un ascolto umile e attento che possiamo arrivare a riconciliarci davvero. Durante il 2020, per settimane il silenzio ha regnato nelle nostre strade. Un silenzio drammatico e inquietante, xxx xxxx ci ha offerto l’occasione di ascoltare il grido di chi è più vulnerabile, degli sfollati e del nostro pianeta gravemente malato. E, ascoltando, abbia- mo l’opportunità di riconciliarci con il prossimo, con tanti scartati, con noi stessi e con Dio, xxx xxx si stanca di offrirci la sua misericordia.
Per crescere è necessario condividere. La prima comunità cristiana ha avuto nella condivisione uno dei suoi elementi fondanti: « La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune » (At 4, 32). Dio non ha voluto che le risorse del nostro pianeta fossero a beneficio solo di alcuni. No, questo non l’ha voluto il Xxxxxxx! Xxxxxxxx imparare a condividere per crescere insieme, senza lasciare fuori nessuno. La pandemia ci ha ricordato come siamo tutti sulla stessa barca. Ritrovarci ad avere preoccupazioni e timori comuni ci ha dimostrato ancora una volta che nessuno si salva da solo. Per crescere davvero dobbiamo crescere insieme, condividendo quello che abbiamo, come quel xxxxxxx xxx offrì a Xxxx cinque pani d’orzo e due xxxxx… E bastarono per cinquemila persone (cfr Gv 6, 1-15)!
Bisogna coinvolgere per promuovere. Così infatti ha fatto Xxxx con la xxxxx samaritana (cfr Gv 4, 1-30). Il Xxxxxxx si avvicina, la ascolta, parla al suo cuore, per poi guidarla alla verità e trasformarla in annunciatrice della buona novel- la: « Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello xxx xx fatto. Che xxx xxx il Cristo? » (v. 29). A volte, lo slancio di servire gli altri ci impedisce di vedere le loro ricchezze. Se vogliamo davvero promuovere le persone alle quali offriamo assistenza, dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste del proprio riscatto. La pandemia ci ha ricordato quanto sia essenziale la corresponsabilità e che solo con il contributo di tutti – anche di categorie spesso sottovalutate
– è possibile affrontare la crisi. Dobbiamo « trovare il xxxxxxxx di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà » (Meditazione in Piazza San Pietro, 27 marzo 2020).
È necessario collaborare per costruire. Questo è quanto l’Xxxxxxxx Xxxxx raccomanda alla comunità di Corinto: « Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Xxxxxxx nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire » (1 Cor 1, 10). Costruire il Regno di Dio è un impegno comune a tutti i cristiani e per questo è necessario che impariamo a collaborare, senza lasciarci tentare da gelosie, discordie e divisioni. E nel contesto attuale va ribadito: « Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci acco- muna tutti e non fa differenza di persone » (Messaggio Urbi et Orbi, 12 aprile 2020). Per preservare la casa comune e farla somigliare sempre più al progetto originale di Dio, dobbiamo impegnarci a garantire la cooperazione interna- zionale, la solidarietà globale e l’impegno locale, senza lasciare fuori nessuno. Vorrei concludere con una preghiera suggerita dall’esempio di San Giuseppe,
in particolare a quando fu costretto a fuggire in Egitto per salvare il Bambino.
Padre, Tu hai affidato a San Giuseppe ciò che avevi di più prezioso: il Bam- bino Gesù e sua madre, per proteggerli dai pericoli e dalle minacce dei malvagi.
Concedi anche a noi di sperimentare la sua protezione e il suo aiuto. Lui, che ha provato la sofferenza di chi fugge a causa dell’odio dei potenti, fa’ che possa confortare e proteggere tutti quei fratelli e quelle sorelle che, spinti dalle guerre, dalla povertà e dalle necessità, lasciano la loro casa e la loro terra per mettersi in cammino come profughi verso luoghi più sicuri.
Aiutali, per la sua intercessione, ad avere la forza di andare avanti, il conforto nella tristezza, il coraggio nella prova.
Dona a chi li accoglie un po’ della tenerezza di questo padre giusto e saggio, che ha amato Gesù come un vero figlio e ha sorretto Maria lungo il cammino.
Egli, che guadagnava il pane col lavoro delle sue mani, possa provvedere a coloro a cui la vita ha tolto tutto, e dare loro la dignità di un lavoro e la serenità di una casa.
Te lo chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio, che San Giuseppe salvò fuggendo in Egitto, e per intercessione della Vergine Maria, che egli amò da sposo fedele secondo la tua volontà. Amen.
Roma, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 2020, Memoria della B.V. Maria di Fatima
FRANCESCO
III
Ad Pontificalia Opera Missionalia (POM).
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: « Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele? ». Ma egli rispose: « Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra ». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi (At 1, 6-9).
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16, 19-20).
Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostra- rono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio (Lc 24, 50-53).
* * *
Cari fratelli e sorelle!
Quest’anno avevo deciso di partecipare alla vostra Assemblea generale annuale, giovedì 21 maggio, festa dell’Ascensione del Signore. Poi l’Assemblea è stata annullata a causa della pandemia che ci coinvolge tutti. E allora vorrei inviare a tutti voi questo messaggio, per farvi giungere comunque le cose che avevo in cuore di dirvi. Questa festa cristiana, nei tempi inimma- ginabili che stiamo vivendo, mi appare ancora più feconda di suggestioni per il cammino e la missione di ognuno di noi e di tutta la Chiesa.
Celebriamo l’Ascensione come una festa, eppure essa commemora il congedo di Gesù dai suoi discepoli e da questo mondo. Il Signore ascende in Cielo, e la liturgia orientale racconta lo stupore degli angeli nel vedere un uomo che con la sua carne sale alla destra del Padre. Eppure, mentre Cristo è sul punto di ascendere al cielo, i discepoli – che pure lo hanno visto risorto – non sembrano ancora aver capito bene che cosa è accaduto. Lui sta per dare inizio al compimento del suo Regno, e loro si perdono
ancora dietro alle proprie congetture. Gli chiedono se sta per restaurare il regno d’Israele (cfr At 1, 6). Ma quando Cristo li lascia, invece di essere tristi, tornano a Gerusalemme « pieni di gioia », come scrive Luca (cfr 24, 52). Sarebbe una stranezza, se non fosse accaduto qualcosa. E infatti Gesù ha già promesso loro la forza dello Spirito Santo, che scenderà su di essi a Pentecoste. Questo è il miracolo che cambia le cose. E loro diventano più sicuri, quando affidano tutto al Signore. Sono pieni di gioia. E la gioia in loro è la pienezza della consolazione, la pienezza della presenza del Signore. Paolo scrive ai Galati che la pienezza di gioia degli Apostoli non è l’ef-
fetto di emozioni che soddisfano e rendono allegri. È una gioia traboccante che si può sperimentare solo come frutto e dono dello Spirito Santo (cfr 5, 22). Ricevere la gioia dello Spirito è una grazia. Ed è l’unica forza che possiamo avere per predicare il Vangelo, per confessare la fede nel Signore. La fede è testimoniare la gioia che ci dona il Signore. Una gioia così, uno non se la può dare da solo.
Gesù, prima di andar via, ha detto ai suoi che avrebbe mandato loro lo Spirito, il Consolatore. E così ha consegnato allo Spirito anche l’opera apostolica della Chiesa, per tutta la storia, fino al suo ritorno. Il mistero dell’Ascensione, insieme all’effusione dello Spirito nella Pentecoste, imprime e trasmette per sempre alla missione della Chiesa il suo tratto genetico più intimo: quello di essere opera dello Spirito Santo e non conseguenza delle nostre riflessioni e intenzioni. È questo il tratto che può rendere feconda la missione e preservarla da ogni presunta autosufficienza, dalla tentazione di prendere in ostaggio la carne di Cristo – asceso al Cielo – per i propri progetti clericali di potere.
Quando nella missione della Chiesa non si coglie e riconosce l’opera attuale ed efficace dello Spirito Santo, vuol dire che perfino le parole della missione – anche le più esatte, anche le più pensate – sono diventate come “discorsi di umana sapienza”, usati per dar gloria a sé stessi o rimuovere e mascherare i propri deserti interiori.
La gioia del Vangelo
La salvezza è l’incontro con Gesù, che ci vuole bene e ci perdona, inviandoci lo Spirito che ci consola e ci difende. La salvezza non è la con- seguenza delle nostre iniziative missionarie, e nemmeno dei nostri discor- si sull’incarnazione del Verbo. La salvezza per ognuno può accadere solo
attraverso lo sguardo dell’incontro con Lui, che ci chiama. Per questo il mistero della predilezione inizia e non può iniziare che in uno slancio di gioia, di gratitudine. La gioia del Vangelo, la “gioia grande” delle povere donne che la mattina di Pasqua erano andate al Sepolcro di Cristo e lo avevano trovato vuoto, e che poi per prime incontrarono Gesù risorto e corsero a dirlo agli altri (cfr Mt 28, 8-10). Solo così questo essere scelti e prediletti può testimoniare davanti a tutto il mondo, con le nostre vite, la gloria di Cristo risorto.
I testimoni, in ogni situazione umana, sono coloro che attestano ciò che viene compiuto da qualcun altro. In questo senso, e solo in questo senso noi possiamo essere testimoni di Cristo e del suo Spirito. Dopo l’Ascensione, come racconta il finale del Vangelo di Marco, gli apostoli e i discepoli « par- tirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che l’accompagnavano » (16, 20). Cristo, con il suo Spirito, testimonia sé stesso mediante le opere che compie in noi e con noi. La Chiesa – spiegava già Sant’Agostino – non pregherebbe il Signore per chiedere che la fede sia donata a quelli che non conoscono Cristo, se non credesse che è Dio stesso a rivolgere e attirare verso di sé la volontà degli uomini. La Chiesa non farebbe pregare i suoi figli per chiedere al Signore di perseverare nella fede in Cristo, se non credesse che è proprio il Signore ad avere in mano i nostri cuori. Infatti, se la Chiesa chiedesse a Lui queste cose, ma pensasse di potersele dare da sé stessa, vorrebbe dire che tutte le sue preghiere non sono autentiche, ma sono formule vuote, dei “modi di dire”, dei convenevoli imposti dal conformismo ecclesiastico (cfr Il dono della perseveranza. A Prospero e Ilario, 23, 63).
Se non si riconosce che la fede è un dono di Dio, anche le preghiere che la Chiesa rivolge a Lui non hanno senso. E non si esprime attraverso di esse nessuna sincera passione per la felicità e la salvezza degli altri, e di quelli che non riconoscono Cristo risorto, anche se si passa il tempo a organizzare la conversione del mondo al cristianesimo.
È lo Spirito Santo ad accendere e custodire la fede nei cuori, e ricono- scere questo fatto cambia tutto. Infatti, è lo Spirito che accende e anima la missione, le imprime dei connotati “genetici”, accenti e movenze singolari che rendono l’annuncio del Vangelo e la confessione delle fede cristiana un’altra cosa rispetto ad ogni proselitismo politico o culturale, psicologico o religioso.
Ho richiamato molti di questi tratti distintivi della missione nella Esor- tazione apostolica Evangelii gaudium. Ne riprendo alcuni.
Attrattiva. Il mistero della Redenzione è entrato e continua a operare nel mondo attraverso un’attrattiva, che può avvincere il cuore degli uomini e delle donne perché è e appare più attraente delle seduzioni che fanno presa sull’egoismo, conseguenza del peccato. « Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato », dice Gesù nel Vangelo di Gio- vanni (6, 44). La Chiesa ha sempre ripetuto che per questo si segue Gesù e si annuncia il suo Vangelo: per la forza dell’attrazione operata da Cristo stesso e dal suo Spirito. La Chiesa – ha affermato Papa Benedetto XVI – cresce nel mondo per attrazione e non per proselitismo (cfr Omelia nella Messa di apertura della V Conferenza Gen. dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, Aparecida, 13 maggio 2007: AAS 99 [2007], 437). Sant’Agostino diceva che Cristo si rivela a noi attirandoci. E, per dare un’immagine di questa attrattiva, citava il poeta Virgilio, secondo il quale ciascuno è attratto da ciò che gli piace. Gesù non solo convince la nostra volontà, ma attira il nostro piacere (Commento al Vangelo di Giovanni, 26, 4). Se si segue Gesù felici di essere attratti da lui, gli altri se ne accorgono. E possono stupir- sene. La gioia che traspare in coloro che sono attirati da Cristo e dal suo Spirito è ciò che può rendere feconda ogni iniziativa missionaria.
Gratitudine e gratuità. La gioia di annunciare il Vangelo brilla sempre sullo sfondo di una memoria grata. Gli Apostoli non hanno mai dimentica- to il momento in cui Gesù toccò loro il cuore: « Erano circa le quattro del pomeriggio » (Gv 1, 39). La vicenda della Chiesa risplende quando in essa si manifesta la gratitudine per la gratuita iniziativa di Dio, perché « è lui che ha amato noi » per primo (1 Gv 4, 10), perché « è Dio solo che fa crescere » (1 Cor 3, 7). La predilezione amorosa del Signore ci sorprende, e lo stupo- re, per sua natura, non può essere posseduto né imposto da noi. Non ci si può “stupire per forza”. Solo così può fiorire il miracolo della gratuità, del dono gratuito di sé. Anche il fervore missionario non si può mai ottenere in conseguenza di un ragionamento o di un calcolo. Il mettersi “in stato di missione” è un riflesso della gratitudine. È la risposta di chi dalla gra- titudine viene reso docile allo Spirito, e quindi è libero. Senza percepire la predilezione del Signore, che rende grati, perfino la conoscenza della verità e la stessa conoscenza di Dio, ostentati come un possesso da raggiungere con le proprie forze, diventerebbero di fatto “lettera che uccide” (cfr 2
Cor 3, 6), come hanno mostrato per primi San Paolo e Sant’Agostino. Solo nella libertà della gratitudine si conosce veramente il Signore. Mentre non serve a niente e soprattutto non è appropriato insistere nel presentare la missione e l’annuncio del Vangelo come se fossero un dovere vincolante, una specie di “obbligo contrattuale” dei battezzati.
Umiltà. Se la verità e la fede, se la felicità e la salvezza non sono un nostro possesso, un traguardo raggiunto per meriti nostri, il Vangelo di Cristo può essere annunciato solo con umiltà. Mai si può pensare di servire la missione della Chiesa esercitando arroganza come singoli e attraverso gli apparati, con la superbia di chi snatura anche il dono dei sacramenti e le parole più autentiche della fede cristiana come un bottino che ci si è meritato. Si può essere umili non per buona educazione, non per voler apparire accattivanti. Si è umili se si segue Cristo, che ai suoi ha detto:
« Imparate da me, che sono mite e umile di cuore » (Mt 11, 29). Sant’Agostino si chiede come mai, dopo la Risurrezione, Gesù si è fatto vedere solo dai suoi discepoli e non invece da chi lo aveva crocifisso; e risponde che Gesù non voleva dare l’impressione di « sfidare in qualche modo i suoi uccisori. Per lui era infatti più importante insegnare l’umiltà agli amici, piuttosto che rinfacciare la verità ai nemici » (Discorso 284, 6).
Facilitare, non complicare. Un altro tratto dell’autentica opera missio- naria è quello che rimanda alla pazienza di Gesù, che anche nei racconti del Vangelo accompagnava sempre con misericordia i passi di crescita delle persone. Un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può far conten- to il cuore di Dio più delle ampie falcate di chi procede nella vita senza grandi difficoltà. Un cuore missionario riconosce la condizione reale in cui si trovano le persone reali, con i loro limiti, i peccati, le fragilità, e si fa
« debole con i deboli » (1 Cor 9, 22). “Uscire” in missione per giungere alle periferie umane non vuol dire errare senza una direzione e senza senso, come venditori impazienti che si lamentano perché la gente è troppo roz- za e primitiva per essere interessata alla loro merce. A volte si tratta di rallentare il passo, per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada. A volte c’è da imitare il padre della parabola del figlio prodigo, che lascia le porte aperte e scruta ogni giorno l’orizzonte aspettando il ritorno di suo figlio (cfr Lc 15, 20). La Chiesa non è una dogana, e chi in qualsiasi modo partecipa alla missione della Chiesa è chiamato a non aggiungere pesi inutili sulle vite già affaticate delle persone, a non imporre cammini di
formazione sofisticati e affannosi per godere di ciò che il Signore dona con facilità. Non mettere ostacoli al desiderio di Gesù, che prega per ognuno di noi e vuole guarire tutti, salvare tutti.
Prossimità nella vita “in atto”. Gesù ha incontrato i suoi primi discepoli sulle rive del lago di Galilea, mentre erano intenti al loro lavoro. Non li ha incontrati a un convegno, o a un seminario di formazione, o al tempio. Da sempre, l’annuncio di salvezza di Gesù raggiunge le persone lì dove sono e così come sono, nelle loro vite in atto. L’ordinarietà della vita di tutti, nella partecipazione alle necessità, alle speranze e ai problemi di tutti, è il luogo e la condizione in cui chi ha riconosciuto l’amore di Cristo e ricevuto il dono dello Spirito Santo può rendere ragione, a coloro che lo chiedono, della fede, della speranza e della carità. Camminando insieme con gli altri, al fianco di tutti. Soprattutto nel tempo in cui viviamo, non si tratta di inventare percorsi di addestramento “dedicati”, di creare mondi paralleli, di costruire bolle mediatiche in cui far riecheggiare i propri slogan, le proprie dichiarazioni d’intenti, ridotte a rassicuranti “nominalismi dichiarazionisti”. Ho ricordato altre volte, a titolo di esempio, che nella Chiesa c’è chi conti- nua a far riecheggiare con enfasi lo slogan « È l’ora dei laici! », ma intanto l’orologio sembra essersi fermato.
Il “sensus fidei” del Popolo di Dio. C’è una realtà nel mondo che ha una specie di “fiuto” per lo Spirito Santo e la sua azione. È il Popolo di Dio, chiamato e prediletto da Gesù, e che a sua volta continua a cercare Lui e domanda sempre di Lui negli affanni della vita. Il Popolo di Dio mendica il dono del suo Spirito: affida la sua attesa alle parole semplici delle pre- ghiere, e mai si accomoda nella presunzione della propria autosufficienza. Il santo Popolo di Dio radunato e unto dal Signore, in virtù di questa unzione è reso infallibile “in credendo”, come insegna la Tradizione della Chiesa. Il lavoro dello Spirito Santo dota il Popolo dei fedeli di un “istinto” della fede – il sensus fidei – che lo aiuta a non sbagliare quando crede le cose di Dio, anche se non conosce ragionamenti e formule teologiche per definire i doni che sperimenta. Il mistero del popolo pellegrino, che con la sua spiritualità popolare cammina verso i santuari e si affida a Gesù, a Maria e ai santi, attinge e si mostra connaturale alla libera e gratuita iniziativa di Dio, senza dover seguire piani di mobilitazione pastorale.
Predilezione per i piccoli e i poveri. Ogni slancio missionario, se è mosso dallo Spirito Santo, manifesta la predilezione per i poveri e i piccoli come
segno e riflesso della preferenza del Signore verso di loro. Le persone coinvolte direttamente in iniziative e strutture missionarie della Chiesa non dovrebbero mai giustificare la loro disattenzione verso i poveri con la scusa – molto usata in certi ambienti ecclesiastici – di dover concentrare le proprie energie su incombenze prioritarie per la missione. La predilezione per i poveri non è per la Chiesa un’opzione facoltativa.
Le dinamiche e gli approcci sopra descritti fanno parte della missione della Chiesa, animata dallo Spirito Santo. Di solito, negli enunciati e nei discorsi ecclesiastici, la necessità dello Spirito Santo come sorgente della missione della Chiesa viene riconosciuta e affermata. Ma accade anche che tale riconoscimento si riduca a una specie di “omaggio formale” alla Santissima Trinità, una formula convenzionale introduttiva per interventi teologici e piani pastorali. Ci sono nella Chiesa tante situazioni in cui il primato della grazia rimane solo come un postulato teorico, una formula astratta. Succede che tante iniziative e organismi legati alla Chiesa, invece di lasciar trasparire l’operare dello Spirito Santo, finiscono per attestare solo la propria autoreferenzialità. Tanti apparati ecclesiastici, ad ogni livello, sembrano risucchiati dall’ossessione di promuovere sé stessi e le proprie iniziative. Come se fosse quello l’obiettivo e l’orizzonte della loro missione.
Fin qui ho voluto riprendere e riproporre criteri e spunti sulla missione della Chiesa, che avevo già esposto in maniera più distesa nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. L’ho fatto perché credo che anche per le POM sia utile e fecondo – e non rinviabile – confrontarsi con quei criteri e suggerimenti, in questo tratto del loro cammino.
Le Pom e il tempo presente.
Talenti da sviluppare, tentazioni e malattie da evitare
Dove conviene guardare, per il presente e il futuro delle POM? Quali zavorre rischiano invece di appesantirne il cammino?
Nella fisionomia, direi nell’identità delle Pontificie Opere Missionarie si colgono certi tratti distintivi – alcuni, per così dire, genetici, altri acquisiti lungo il percorso storico – che vengono spesso trascurati o considerati come scontati. Eppure proprio quei tratti possono custodire e rendere prezioso, soprattutto nel tempo presente, il contributo di questa “rete” alla missione universale cui è chiamata tutta la Chiesa.
– Le Opere Missionarie sono nate spontaneamente, dal fervore missio- nario espresso dalla fede dei battezzati. C’è e permane una consonanza intima, una familiarità tra le Opere Missionarie e il sensus fidei infallibile in credendo del Popolo fedele di Dio.
– Le Opere Missionarie, fin dall’inizio, sono andate avanti proceden- do su due “binari”, o meglio lungo due argini che corrono sempre paralleli, e nella loro elementarità sono da sempre familiari al cuore del Popolo di Dio: quello della preghiera e quello della carità, nella forma dell’elemosina, che « salva dalla morte e purifica da ogni peccato » (Tb 12, 9), la « carità fervente » che « copre una moltitudine di peccati » (1 Pt 4, 8). Gli iniziatori delle Opere Missionarie, a partire da Pauline Jaricot, non inventarono le preghiere e le opere a cui affidare i loro desideri riguardo all’annuncio del Vangelo, ma li trassero semplicemente dal tesoro inesauribile dei gesti più familiari e abituali per il Popolo di Dio in cammino nella storia.
– Le Opere Missionarie, sorte in maniera gratuita nella trama di vita del popolo di Dio, per la loro configurazione semplice e concreta sono state riconosciute e stimate dalla Chiesa di Roma e dai suoi Vescovi, i quali nell’ultimo secolo hanno chiesto di poterle adottare come peculiare strumento del servizio da essi reso alla Chiesa universale. Per questa via è stata attribuita a tali Opere la qualifica di “Pontificie”. Da quel momen- to, risalta nella fisionomia delle POM la loro caratteristica di strumento di servizio a sostegno delle Chiese particolari, nell’opera di annuncio del Vangelo. Per questa medesima via le Pontificie Opere Missionarie si sono offerte con docilità come strumento di servizio alla Chiesa, in seno al mi- nistero universale svolto dal Papa e dalla Chiesa di Roma, che « presiede nella carità ». In questo modo, con il loro stesso percorso, e senza entrare in complesse dispute teologiche, le POM hanno smentito gli argomenti di chi, anche negli ambienti ecclesiastici, contrappone in maniera impropria carismi e istituzioni, leggendo sempre i rapporti tra queste realtà attra- verso una ingannevole “dialettica dei principi”. Mentre nella Chiesa anche gli elementi strutturali permanenti – come i sacramenti, il sacerdozio e la successione apostolica – vanno continuamente ricreati dallo Spirito Santo, e non sono a disposizione della Chiesa come un oggetto di possesso ac- quisito (cfr Card. J. Ratzinger, I movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica. Intervento al Convegno mondiale dei movimenti ecclesiali, Roma, 27-29 maggio 1998).
– Le Opere missionarie, fin dalla loro prima diffusione, si sono strutturate come una rete capillare diffusa nel Popolo di Dio, pienamente ancorata e di fatto “immanente” alla rete delle preesistenti istituzioni e realtà della vita ecclesiale, come le diocesi, le parrocchie, le comunità religiose. La vocazione peculiare delle persone coinvolte nelle Opere Missionarie non è mai stata vissuta e percepita come una via alternativa, un’appartenenza “esterna” rispetto alle forme ordinarie della vita delle Chiese particolari. La sollecitazione a pregare e raccogliere risorse per la missione è sempre stata esercitata come un servizio alla comunione ecclesiale.
– Le Opere Missionarie, diventate col tempo rete diffusa in tutti i Con- tinenti, riflettono per la loro stessa configurazione la varietà di accenti, condizioni, problemi e doni che connotano la vita della Chiesa nei diversi luoghi del mondo. Una pluralità che può proteggere da omologazioni ideo- logiche e unilateralismi culturali. In questo senso, anche attraverso le POM si può sperimentare il mistero dell’universalità della Chiesa, in cui l’opera incessante dello Spirito Santo crea l’armonia tra le voci diverse, mentre il Vescovo di Roma, con il suo servizio di carità, esercitato anche attraverso le Pontificie Opere Missionarie, custodisce l’unità nella fede.
Tutte le caratteristiche fin qui descritte possono aiutare le Pontificie Opere Missionarie a sottrarsi alle insidie e patologie incombenti sul loro cammino e su quello di tante altre istituzioni ecclesiali. Ne segnalo alcune.
Insidie da evitare
Autoreferenzialità. Organizzazioni ed entità ecclesiastiche, al di là delle buone intenzioni dei singoli, finiscono talvolta per ripiegarsi su sé stesse, dedicando energie e attenzioni soprattutto alla propria auto-promozione e alla celebrazione in chiave pubblicitaria delle proprie iniziative. Altre sembrano dominate dall’ossessione di ridefinire continuamente la propria rilevanza e i propri spazi in seno alla Chiesa, con la giustificazione di voler rilanciare al meglio la propria missione. Per queste vie – ha detto una volta l’allora Cardinale Joseph Ratzinger – si alimenta anche l’idea ingannevole che una persona sia tanto più cristiana quanto più è impegnata in strutture intra-ecclesiali, mentre in realtà quasi tutti i battezzati vivono la fede, la speranza e la carità nelle loro vite ordinarie, senza essere mai comparsi in comitati ecclesiastici e senza occuparsi degli ultimi sviluppi di politica
ecclesiastica (cfr Una compagnia sempre riformanda, Conferenza al Meeting di Rimini, 1° settembre 1990).
Ansia di comando. A volte capita che istituzioni e organismi sorti per aiutare le comunità ecclesiali, servendo i doni suscitati in esse dallo Spirito Santo, col tempo pretendano di esercitare supremazie e funzioni di controllo nei confronti delle comunità che dovrebbero servire. Questo atteggiamento si accompagna quasi sempre con la presunzione di esercitare il ruolo di “depositari” dispensatori di patenti di legittimità nei confronti degli altri. Di fatto, in questi casi ci si comporta come se la Chiesa fosse un prodotto delle nostre analisi, dei nostri programmi, accordi e decisioni.
Elitarismo. Tra chi fa parte di organismi e realtà organizzate nella Chiesa, prende piede diverse volte un sentimento elitario, l’idea non detta di appartenere a un’aristocrazia. Una classe superiore di specialisti che cerca di allargare i propri spazi in complicità o in competizione con altre élite ecclesiastiche, e addestra i suoi membri secondo i sistemi e le logiche mondani della militanza o della competenza tecnico-professionale, sempre con l’intento primario di promuovere le proprie prerogative oligarchiche.
Isolamento dal popolo. La tentazione elitista in alcune realtà connesse alla Chiesa si accompagna talvolta a un sentimento di superiorità e di insofferenza verso la moltitudine dei battezzati, verso il popolo di Dio che magari frequenta le parrocchie e i santuari, ma non è composto di “atti- visti” occupati in organizzazioni cattoliche. In questi casi, anche il popolo di Dio viene guardato come una massa inerte, che ha sempre bisogno di essere rianimata e mobilitata attraverso una “presa di coscienza” da stimolare attraverso ragionamenti, richiami, insegnamenti. Si agisce come se la certezza della fede fosse conseguenza di un discorso persuasivo o di metodi di addestramento.
Astrazione. Organismi e realtà legate alla Chiesa, quando diventano auto- referenziali, perdono il contatto con la realtà e si ammalano di astrazione. Si moltiplicano inutili luoghi di elaborazione strategica, per produrre progetti e linee-guida che servono solo come strumenti di autopromozione di chi li inventa. Si prendono i problemi e li si seziona in laboratori intellettuali, dove tutto viene addomesticato, verniciato secondo le chiavi ideologiche di preferenza. Dove tutto, fuori dal contesto reale, può essere cristallizzato in simulacro, anche i riferimenti alla fede o i richiami verbali a Gesù e allo Spirito Santo.
Funzionalismo. Le organizzazioni autoreferenziali ed elitarie, anche nella Chiesa, finiscono spesso per puntare tutto sull’imitazione dei modelli di efficienza mondani, come quelli imposti dalla esasperata competizio- ne economica e sociale. La scelta del funzionalismo garantisce l’illusione di “sistemare i problemi” con equilibrio, tenere le cose sotto controllo, accrescere la propria rilevanza, migliorare l’ordinaria amministrazione dell’esistente. Ma come già vi dissi nell’incontro che abbiamo avuto nel 2016, una Chiesa che ha paura di affidarsi alla grazia di Cristo e punta sull’efficientismo degli apparati è già morta, anche se le strutture e i programmi a favore dei chierici e dei laici “auto-occupati” dovessero du- rare ancora per secoli.
Consigli per il cammino
Guardando al presente e al futuro, e cercando anche nel percorso delle POM le risorse per superare le insidie del cammino e andare avanti, mi permetto di dare alcuni suggerimenti, per aiutare il vostro discernimento. Dal momento che avete intrapreso anche un percorso di riconsiderazione delle POM, che volete sia ispirato dalle indicazioni del Papa, offro alla vostra attenzione criteri e spunti generali, senza entrare nei dettagli, anche perché i diversi contesti possono richiedere adattamenti e varianti.
1. Per quello che potete, e senza farci sopra troppe congetture, custodite o riscoprite l’inserimento delle POM in seno al Popolo di Dio, la loro imma- nenza alla trama di vita reale in cui sono nate. Farà bene una più intensa “immersione” nella vita reale delle persone, così com’è. Fa bene a tutti uscire dal chiuso delle proprie problematiche interne, quando si segue Gesù. Con- viene calarsi nelle circostanze e nelle condizioni concrete, anche curando o provando a reintegrare la capillarità dell’azione e dei contatti delle POM, nel suo intrecciarsi alla rete ecclesiale (diocesi, parrocchie, comunità, gruppi). Se si privilegia la propria immanenza al Popolo di Dio, con le sue luci e le sue difficoltà, si riesce a sfuggire meglio anche all’insidia dell’astrazione. Occorre dare risposte a domande ed esigenze reali, più che formulare e moltiplicare proposte. Forse nel corpo a corpo con la vita in atto, e non dai cenacoli chiu- si, o dalle analisi teoriche sulle proprie dinamiche interne, possono arrivare anche intuizioni utili per cambiare e migliorare le proprie procedure operati- ve, adattandole ai diversi contesti e alle diverse circostanze.
2. Suggerisco di fare in modo che l’impianto essenziale delle POM ri- manga quello legato alle pratiche della preghiera e della raccolta di risorse per la missione, prezioso e caro proprio per la sua elementarità e la sua concre- tezza. Esso esprime l’affinità delle POM con la fede del Popolo di Dio. Con tutta la flessibilità e gli adattamenti richiesti, conviene che questo disegno elementare delle POM non venga dimenticato o stravolto. Preghiere al Signo- re perché apra Lui i cuori al Vangelo, e suppliche a tutti affinché sostengano anche concretamente l’opera missionaria: c’è in questo una semplicità e una concretezza che tutti possono avvertire con godimento nel tempo presente, in cui anche nella circostanza del flagello della pandemia si avverte dovunque il desiderio di incontrare e rimanere vicino a tutto ciò che è semplicemente Chiesa. Cercate pure nuove strade, nuove forme per il vostro servizio; ma, nel fare questo, non serve complicare ciò che è semplice.
3. Le POM sono e vanno vissute come uno strumento di servizio alla mis- sione nelle Chiese particolari, nell’orizzonte della missione della Chiesa, che abbraccia sempre tutto il mondo. In questo consiste il loro contributo sempre prezioso all’annuncio del Vangelo. Siamo tutti chiamati a custodire per amore e gratitudine, anche con le vostre opere, i germogli di vita teologale che lo Spirito di Cristo fa sbocciare e crescere dove vuole Lui, anche nei deserti. Per favore, nella preghiera chiedete per prima cosa che il Signore ci renda tutti più pronti a cogliere i segni del suo operare, per poi indicarli a tutto il mon- do. Questo solo può essere utile: chiedere che per noi, per l’intimo del nostro cuore, l’invocazione allo Spirito Santo non sia ridotta a un postulato sterile e ridondante delle nostre riunioni e delle nostre omelie. Mentre non serve fare congetture e teorizzare su super-strateghi o “centrali direttive” della missio- ne, a cui delegare, come a presunti e immodesti “depositari” della dimensione missionaria della Chiesa, l’impresa di ridestare lo spirito missionario o di dare patenti di missionarietà agli altri. Se in alcune situazioni il fervore della missione viene meno, è segno che sta venendo meno la fede. E, in quei casi, la pretesa di rianimare la fiamma che si spegne con strategie e discorsi finisce per indebolirla ancora di più, e fa avanzare solo il deserto.
4. Il servizio svolto dalle POM porta per sua natura gli operatori a con- tatto con innumerevoli realtà, situazioni ed eventi che fanno parte del grande flusso della vita della Chiesa, in tutti i Continenti. In questo flusso ci si può imbattere in tante pesantezze e sclerosi che accompagnano la vita ecclesiale, ma anche nei doni gratuiti di guarigione e consolazione che lo Spirito Santo
dissemina nella vita quotidiana di quella che si potrebbe chiamare la “classe media della santità”. E voi potete rallegrarvi ed esultare, gustando gli in- contri che vi possono capitare grazie al lavoro delle POM, lasciandovi sor- prendere da essi. Penso ai racconti ascoltati di tanti miracoli che accadono tra i bambini, che magari incontrano Gesù attraverso le iniziative proposte dall’Infanzia missionaria. Per questo la vostra è un’opera che non va mai “ste- rilizzata” in una dimensione esclusivamente burocratico-professionale. Non possono esistere burocrati o funzionari della missione. E la vostra gratitudi- ne può diventare a sua volta un dono e una testimonianza per tutti. Potete indicare per il conforto di tutti, con i mezzi che avete, senza artificiosità, le vicende di persone e comunità che voi potete incontrare con più facilità di al- tri, persone e comunità in cui risplende gratuitamente il miracolo della fede, della speranza e della carità.
5. La gratitudine davanti ai prodigi che opera il Signore tra i suoi predi- letti, i poveri e i piccoli a cui Lui rivela le cose nascoste ai sapienti (cfr Mt 11, 25-26), può rendere più facile anche per voi sottrarsi alle insidie dei ripiega- menti autoreferenziali e uscire da sé stessi, seguendo Gesù. L’idea di una mis- sionarietà autoreferenziale, che passa il tempo a contemplare e auto-incen- sarsi per le proprie iniziative, sarebbe in sé stessa un assurdo. Non consumate troppo tempo e risorse a “guardarvi addosso”, a elaborare piani auto-centrati sui meccanismi interni, su funzionalità e competenze del proprio apparato. Guardate fuori, non guardatevi allo specchio. Rompete tutti gli specchi di casa. I criteri da seguire, anche nella realizzazione dei programmi, puntino ad alleggerire, a rendere flessibili strutture e procedure, piuttosto che ap- pesantire con ulteriori elementi di apparato la rete delle POM. Ad esempio, ogni direttore nazionale, durante il suo mandato, si impegni a individuare le figure di qualche potenziale successore, avendo come unico criterio quello di segnalare non persone del suo giro di amici o compagni di “cordata” ecclesia- stica, ma persone che gli sembrano avere più fervore missionario di lui.
6. Riguardo alla raccolta di risorse per aiutare la missione, in occasione dei nostri incontri passati ho già richiamato il rischio di trasformare le POM in una ONG tutta votata al reperimento e allo stanziamento dei fondi. Questo dipende dal cuore con cui si fanno le cose, più che dalle cose che si fanno. Nella raccolta di fondi può essere certo consigliabile e addirittura opportuno utilizzare con creatività anche metodologie aggiornate di reperimento dei finanziamenti da parte di potenziali e benemeriti sovventori. Ma se in alcune
aree la raccolta di donazioni viene meno, anche per l’affievolirsi della memo- ria cristiana, in quei casi può venire la tentazione di risolvere noi il problema “coprendo” la realtà e puntando su qualche sistema di raccolta più efficace, che vada alla ricerca dei grandi donatori. Invece la sofferenza per il venir meno della fede e anche per il calare delle risorse non va rimossa, va messa nelle mani del Signore. E comunque è bene che la richiesta di offerte per le missioni continui a essere rivolta prioritariamente a tutta la moltitudine dei battezzati, anche puntando in maniera nuova sulla colletta per le missioni che si effettua nelle chiese di tutti i Paesi a ottobre, in occasione della Gior- nata Missionaria Mondiale. La Chiesa continua da sempre ad andare avanti anche grazie all’obolo della vedova, al contributo di tutta quella schiera in- numerevole di persone che si sentono guarite e consolate da Gesù e che per questo, per il traboccare della gratitudine, donano quello che hanno.
7. Riguardo all’uso delle donazioni ricevute, vagliate sempre con appro- priato sensus Ecclesiae la redistribuzione dei fondi a sostegno di strutture e progetti che realizzano in vario modo la missione apostolica e l’annuncio del Vangelo nelle diverse parti del mondo. Si tenga sempre conto delle reali necessità primarie delle comunità, e nel contempo si evitino forme di assi- stenzialismo, che invece di offrire strumenti al fervore missionario finiscono per intiepidire i cuori e alimentare anche nella Chiesa fenomeni di clienteli- smo parassitario. Con il vostro contributo puntate a dare risposte concrete a esigenze oggettive, senza dilapidare risorse in iniziative connotate da astrat- tezza, auto-referenzialità o partorite dal narcisismo clericale di qualcuno. Non cedete a complessi di inferiorità o tentazioni di emulazione verso quelle organizzazioni super-funzionali che raccolgono fondi per cause giuste, poi utilizzati in buona percentuale per finanziare il proprio apparato e per fare pubblicità al proprio marchio. Anche quella a volte diventa una strada per curare innanzitutto i propri interessi, pur mostrando di operare a vantaggio dei poveri e di chi è nel bisogno.
8. Riguardo ai poveri, anche voi non dimenticatevi di loro. Questa fu la raccomandazione che, al Concilio di Gerusalemme, gli apostoli Pietro, Gio- vanni e Giacomo diedero a Paolo, Barnaba e Tito, venuti a discutere della loro missione tra i non circoncisi: « Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri » (Gal 2, 10). Dopo quella raccomandazione, Paolo organizzò le col- lette in favore dei fratelli della Chiesa di Gerusalemme (cfr 1 Cor 16, 1). La predilezione per i poveri e i piccoli fa parte fin dall’inizio della missione di
annunciare il Vangelo. Le opere di carità spirituale e corporale verso di loro manifestano una “preferenza divina” che interpella la vita di fede di tutti i cristiani, chiamati ad avere gli stessi sentimenti di Gesù (cfr Fil 2, 5).
9. Le POM, con la loro rete diffusa in tutto il mondo, rispecchiano la ricca varietà del “popolo dai mille volti” raccolto dalla grazia di Cristo, con il suo fervore missionario. Fervore che non è intenso e vivace sempre e do- vunque alla stessa maniera. E comunque, nel condividere la stessa urgenza di confessare Cristo morto e risorto, si esprime con accenti diversi, adat- tandosi a diversi contesti. La rivelazione del Vangelo non si identifica con nessuna cultura e, nell’incontro con nuove culture che non hanno accolto la predicazione cristiana, non bisogna imporre una determinata forma culturale insieme con la proposta evangelica. Oggi, anche nel lavoro delle POM, con- viene non portare bagagli pesanti; conviene custodire il loro profilo vario e il loro comune riferimento ai tratti essenziali della fede. Può fare ombra all’u- niversalità della fede cristiana anche la pretesa di standardizzare la forma dell’annuncio, magari puntando tutto su cliché e slogan che vanno di moda in certi circoli di certi Paesi culturalmente o politicamente dominanti. A questo riguardo, anche il rapporto speciale che unisce le POM al Papa e alla Chiesa di Roma rappresenta una risorsa e un sostegno di libertà, che aiuta tutti a sottrarsi a mode passeggere, appiattimenti su scuole di pensiero unilaterali o omologazioni culturali di impronta neo-colonialista. Fenomeni che purtroppo si registrano anche in contesti ecclesiastici.
10. Le POM non sono nella Chiesa un’entità a sé stante, sospesa nel vuo- to. Tra le loro specificità che conviene sempre coltivare e rinnovare c’è il vincolo speciale che le unisce al Vescovo della Chiesa di Roma, che presiede nella carità. È bello e confortante riconoscere che questo vincolo si manifesta in un lavoro condotto in letizia, senza cercare applausi o accampare pretese. Un’opera che proprio nella sua gratuità si intreccia con il servizio del Papa, servo dei servi di Dio. Vi chiedo che il carattere distintivo della vostra vici- nanza al Vescovo di Roma sia proprio questo: la condivisione dell’amore alla Chiesa, riflesso per l’amore verso Cristo, vissuto ed espresso nel silenzio, senza gonfiarsi, senza marcare i “propri territori”. Con un lavoro quotidiano che attinga alla carità e al suo mistero di gratuità. Con un’opera che sostenga innumerevoli persone interiormente grate, ma che magari non sanno nem- meno chi ringraziare, perché delle POM non conoscono neanche il nome. Il mistero della carità, nella Chiesa, si realizza così. Continuiamo ad andare
avanti insieme, contenti di avanzare tra le prove grazie ai doni e alle conso- lazioni del Signore. Mentre, ad ogni passo, riconosciamo in letizia di essere tutti servi inutili, a partire da me.
Conclusione
Partite con slancio: nel cammino che vi aspetta ci sono tante cose da fare. Se ci sono cambiamenti da sperimentare nelle procedure, è bene che essi puntino ad alleggerire, e non ad aumentare i pesi; che siano volti a guadagnare flessibilità operativa, e non a produrre ulteriori apparati rigidi e sempre minacciati di introversione. Tenendo presente che un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, può complicare la dinamica missionaria. E anche un’articolazione su scala puramente nazionale delle iniziative mette a repentaglio la fisionomia stessa della rete delle POM, nonché lo scambio di doni tra Chiese e comunità locali vissuto come frutto e segno tangibile della carità tra i fratelli, nella comunione con il Vescovo di Roma.
In ogni caso, chiedete sempre che ogni considerazione riguardante l’as- setto operativo delle POM sia illuminata dall’unica cosa necessaria: un po’ d’amore vero alla Chiesa, come riflesso dell’amore a Cristo. Il vostro è un servizio reso al fervore apostolico, cioè a uno slancio di vita teologale che solo lo Spirito Santo può operare nel Popolo di Dio. Voi pensate a fare bene il vostro lavoro, « come se tutto dipendesse da voi, sapendo che in realtà tutto dipende da Dio » (S. Ignazio di Loyola). Come vi ho già detto in un nostro incontro, abbiate la prontezza di Maria. Quando andò da Elisabetta, Maria non lo fece come un gesto proprio: andò come una serva del Signore Gesù, che portava in grembo. Di sé stessa non disse nulla, soltanto portò il Figlio e lodò Dio. Non era lei la protagonista. Andava come la serva di Colui che è anche l’unico protagonista della missione. Ma non perse tempo, andò di fretta, a fare cose per accudire la sua congiunta. Lei ci insegna questa prontezza, la fretta della fedeltà e dell’adorazione.
La Madonna custodisca voi e le Pontificie Opere Missionarie, e vi bene- dica suo Figlio, il Signore Nostro Gesù Cristo. Lui, prima di salire al Cielo, ci ha promesso di stare sempre con noi. Fino alla fine del tempo.
Dato a Roma, presso San Giovanni in Laterano, il 21 maggio 2020, Solennità dell’Ascensione del Signore
FRANCESCO
IV
Ad Sorores consecratas in Ordine Virginum occasione L anniversarii a pro- mulgatione Ritus Consecrationis Virginum.
Carissime sorelle!
1. Cinquant’anni fa la Sacra Congregazione per il Culto Divino, per man- dato di San Paolo VI, promulgava il nuovo Rito della Consacrazione delle vergini. La pandemia ancora in corso ha costretto a rinviare l’incontro inter- nazionale convocato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica per festeggiare questo importante anniversario. Tuttavia, desidero ugualmente unirmi al vostro ringraziamento per questo
« duplice dono del Signore alla sua Chiesa » – come vi disse San Giovanni Pa- olo II in occasione del 25° –: il Rito rinnovato e un Ordo fidelium « restituito alla comunità ecclesiale » (Discorso alle partecipanti al Convegno Internazio- nale dell’Ordo virginum, 2 giugno 1995).
La vostra forma di vita trova la sua prima fonte nel Rito, ha la sua configurazione giuridica nel can. 604 del Codice di diritto canonico, e dal 2018 nella Istruzione Ecclesiae Sponsae imago. La vostra chiamata mette in luce l’inesauribile e multiforme ricchezza dei doni dello Spirito del Risorto che fa nuove tutte le cose (cfr Ap 21, 5). Al tempo stesso essa è un segno di speranza: la fedeltà del Padre ancora oggi pone nel cuore di alcune donne il desiderio di essere consacrate al Signore nella verginità vissuta nel proprio ordinario ambiente sociale e culturale, radicate in una Chiesa particolare, in una forma di vita antica e al tempo stesso nuova e moderna.
Accompagnate dai Vescovi, avete approfondito la specificità della vostra forma di vita consacrata, sperimentando che la consacrazione vi costituisce nella Chiesa un particolare Ordo fidelium. Proseguite in questo cammino, collaborate con i Vescovi perché vi siano seri percorsi di discernimento vocazionale e di formazione iniziale e permanente. Il dono della vostra voca- zione si esprime, infatti, nella sinfonia della Chiesa, che è edificata quando può riconoscere in voi delle donne capaci di vivere il dono della sororità.
2. A cinquant’anni dal Rito rinnovato, vorrei dirvi: non spegnete la pro- fezia della vostra vocazione! Siete chiamate, non per vostro merito, ma per la misericordia di Dio, a far risplendere nella vostra esistenza il volto della Chie-
sa, Sposa di Cristo, che è vergine perché, nonostante sia composta da pecca- tori, custodisce integra la fede, concepisce e fa crescere una umanità nuova. Insieme allo Spirito, alla Chiesa tutta e ad ogni uditore della Parola,
siete invitate a consegnarvi a Cristo e a dirgli: « Vieni! » (Ap 22, 17), per dimorare nella forza donata dalla sua risposta: « Sì, vengo presto! » (Ap 22, 20). Questa visita dello Sposo è l’orizzonte del vostro cammino ecclesiale, la vostra meta, la promessa da accogliere ogni giorno. In questo modo « potrete essere stelle che orientano il cammino del mondo » (Benedetto XVI, Discorso alle partecipanti al Congresso dell’Ordo Virginum, 15 maggio 2008).
Vi invito a rileggere e meditare i testi del Rito, dove risuona il senso della vostra vocazione: siete chiamate a sperimentare e testimoniare che Dio, nel suo Figlio, ci ha amati per primo, che il suo amore è per tutti e ha la forza di trasformare i peccatori in santi. Infatti, « Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola » (Ef 5, 25-26). La vostra vita farà trasparire la tensione escatologica che anima l’intera creazione, che sospinge tutta la storia e nasce dall’invito del Risorto: “Alzati, mia bella, e vieni!” (cfr Ct 2, 10; Origene, Omelie sul Cantico dei cantici II,12).
3. L’Omelia proposta dal Rito di Consacrazione vi esorta: « Amate tutti e prediligete i poveri » (n. 29). La consacrazione vi riserva a Dio senza estra- niarvi dall’ambiente nel quale vivete e nel quale siete chiamate a rendere la vostra testimonianza nello stile della prossimità evangelica (cfr Ecclesiae Sponsae imago, 37-38). Con questa specifica vicinanza agli uomini e alle don- ne di oggi, la vostra consacrazione verginale aiuti la Chiesa ad amare i poveri, a riconoscere le povertà materiali e spirituali, a soccorrere chi è più fragile e indifeso, chi soffre per la malattia fisica e psichica, i piccoli e gli anziani, chi rischia di essere messo da parte come uno scarto.
Siate donne della misericordia, esperte di umanità. Donne che credono
« nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto » (Esort. ap. Evan- gelii gaudium, 288). La pandemia ci insegna che « è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità! » (Omelia nella S. Messa della Divina Misericordia, 19 aprile 2020). Quel che sta accadendo nel mondo vi scuota: non chiudete gli occhi e non fuggite; attraversate con delicatezza il dolore e la sofferenza; perseverate nel proclamare il Vangelo della vita piena per tutti.
La Preghiera di consacrazione, invocando per voi i multiformi doni dello Spirito, chiede che possiate vivere in una casta libertas (Rito della Consa- crazione delle vergini, 38). Sia questo il vostro stile relazionale, per essere segno dell’amore sponsale che unisce Cristo alla Chiesa, vergine madre, sorella e amica dell’umanità. Con la vostra amabilità (cfr Fil 4, 5) tessete trame di rapporti autentici, che riscattino i quartieri delle nostre città dalla solitudine e dall’anonimato. Siate capaci di parresia, ma tenete lontana la tentazione del chiacchiericcio e del pettegolezzo. Abbiate la saggezza, l’intraprendenza e l’autorevolezza della carità, per opporvi all’arroganza e prevenire gli abusi di potere.
4. Nella Solennità di Pentecoste, desidero benedire ciascuna di voi, come pure le donne che si stanno preparando a ricevere questa consacrazione e tutte coloro che in futuro la riceveranno. « Lo Spirito Paraclito è donato alla Chiesa come principio inesauribile della sua gioia di sposa del Cristo glori- ficato » (S. Paolo VI, Esort. ap. Gaudete in Domino, 41). Quale segno della Chiesa Sposa, possiate essere sempre donne della gioia, sull’esempio di Maria di Nazareth, donna del Magnificat, madre del Vangelo vivente.
Roma, San Giovanni in Laterano, 31 maggio 2020, Solennità di Pentecoste
FRANCISCUS
V
In Die Mundiali Missionali 2020 (18 Octobris 2020).
« Eccomi, manda me » (Is 6, 8)
Cari fratelli e sorelle,
desidero esprimere la mia gratitudine a Dio per l’impegno con cui in tutta la Chiesa è stato vissuto, lo scorso ottobre, il Mese Missionario Stra- ordinario. Sono convinto che esso ha contribuito a stimolare la conversione missionaria in tante comunità, sulla via indicata dal tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.
In questo anno, segnato dalle sofferenze e dalle sfide procurate dalla pandemia da Covid-19, questo cammino missionario di tutta la Chiesa pro- segue alla luce della parola che troviamo nel racconto della vocazione del profeta Isaia: « Eccomi, manda me » (Is 6, 8). È la risposta sempre nuova alla domanda del Signore: « Chi manderò? » (ibid.). Questa chiamata provie- ne dal cuore di Dio, dalla sua misericordia che interpella sia la Chiesa sia l’umanità nell’attuale crisi mondiale. « Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: “Siamo perduti” (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme » (Meditazione in Piazza San Pietro, 27 marzo 2020). Siamo veramente spaventati, disorientati e impauriti. Il dolore e la morte ci fanno sperimentare la nostra fragilità umana; ma nello stesso tempo ci riconosciamo tutti partecipi di un forte desiderio di vita e di liberazione dal male. In questo contesto, la chiamata alla missione, l’invito ad uscire da sé stessi per amore di Dio e del prossimo si presenta come opportunità di condivisione, di servizio, di intercessione. La missione che Dio affida a ciascuno fa passare dall’io pauroso e chiuso all’io ritrovato e rinnovato dal dono di sé.
Nel sacrificio della croce, dove si compie la missione di Gesù (cfr Gv 19, 28-30), Dio rivela che il suo amore è per ognuno e per tutti (cfr Gv 19, 26-
27). E ci chiede la nostra personale disponibilità ad essere inviati, perché Egli è Amore in perenne movimento di missione, sempre in uscita da sé stesso per dare vita. Per amore degli uomini, Dio Padre ha inviato il Figlio Gesù (cfr Gv 3, 16). Gesù è il Missionario del Padre: la sua Persona e la sua opera sono interamente obbedienza alla volontà del Padre (cfr Gv 4, 34; 6, 38; 8, 12-30; Eb 10, 5-10). A sua volta Gesù, crocifisso e risorto per noi, ci attrae nel suo movimento di amore, con il suo stesso Spirito, il quale anima la Chiesa, fa di noi dei discepoli di Cristo e ci invia in missione verso il mondo e le genti.
« La missione, la “Chiesa in uscita” non sono un programma, una inten- zione da realizzare per sforzo di volontà. È Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa. Nella missione di annunciare il Vangelo, tu ti muovi perché lo Spirito ti spinge e ti porta » (Senza di Lui non possiamo far nulla, LEV- San Paolo, 2019, 16-17). Dio ci ama sempre per primo e con questo amore ci incontra e ci chiama. La nostra vocazione personale proviene dal fatto che siamo figli e figlie di Dio nella Chiesa, sua famiglia, fratelli e sorelle in quella carità che Gesù ci ha testimoniato. Tutti, però, hanno una dignità umana fondata sulla chiamata divina ad essere figli di Dio, a diventare, nel sacramento del Battesimo e nella libertà della fede, ciò che sono da sempre nel cuore di Dio.
Già l’aver ricevuto gratuitamente la vita costituisce un implicito invito ad entrare nella dinamica del dono di sé: un seme che, nei battezzati, prenderà forma matura come risposta d’amore nel matrimonio e nella verginità per il Regno di Dio. La vita umana nasce dall’amore di Dio, cresce nell’amore e tende verso l’amore. Nessuno è escluso dall’amore di Dio, e nel santo sacri- ficio di Gesù Figlio sulla croce Dio ha vinto il peccato e la morte (cfr Rm 8, 31-39). Per Dio, il male – persino il peccato – diventa una sfida ad amare e amare sempre di più (cfr Mt 5, 38-48; Lc 23, 33-34). Perciò, nel Mistero pasquale, la divina misericordia guarisce la ferita originaria dell’umanità e si riversa sull’universo intero. La Chiesa, sacramento universale dell’a- more di Dio per il mondo, continua nella storia la missione di Gesù e ci invia dappertutto affinché, attraverso la nostra testimonianza della fede e l’annuncio del Vangelo, Dio manifesti ancora il suo amore e possa toccare e trasformare cuori, menti, corpi, società e culture in ogni luogo e tempo.
La missione è risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio. Ma questa chiamata possiamo percepirla solo quando viviamo un rapporto per-
sonale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa. Chiediamoci: siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella del- la verginità consacrata o del sacerdozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni? Siamo disposti ad essere inviati ovunque per testimoniare la nostra fede in Dio Padre misericordioso, per proclamare il Vangelo della salvezza di Gesù Cristo, per condividere la vita divina dello Spirito Santo edificando la Chiesa? Come Maria, la madre di Gesù, siamo pronti ad essere senza riserve al servizio della volontà di Dio (cfr Lc 1, 38)? Questa disponibilità interiore è molto importante per poter rispondere a Dio: “Eccomi, Signore, manda me” (cfr Is 6, 8). E questo non in astratto, ma nell’oggi della Chiesa e della storia.
Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa. La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga. Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffi- denza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri. E la preghiera, in cui Dio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni di amore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure alla cura per tutto il creato. L’impossibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizione di tante comunità cristiane che non possono celebrare la Messa ogni domenica. In questo contesto, la domanda che Dio pone: « Chi manderò? », ci viene nuovamente rivolta e attende da noi una risposta ge- nerosa e convinta: « Eccomi, manda me! » (Is 6, 8). Dio continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua salvezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male (cfr Mt 9, 35-38; Lc 10, 1-12).
Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale significa anche riaffermare come la preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua Chiesa. La carità espressa nelle collette delle celebrazioni liturgiche della terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere il lavoro missionario
svolto a mio nome dalle Pontificie Opere Missionarie, per andare incontro ai bisogni spirituali e materiali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvezza di tutti.
La Santissima Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione e Consolatri- ce degli afflitti, discepola missionaria del proprio Figlio Gesù, continui a intercedere per noi e a sostenerci.
Roma, San Giovanni in Laterano, 31 maggio 2020, Solennità di Pentecoste
FRANCISCUS