Accordo di collaborazione tra la Regione Toscana ed il Forum Toscano per i diritti della Famiglia, di cui alla deliberazione di Giunta Regionale 1082 dell’11 dicembre 2012.
Allegato A
Accordo di collaborazione tra la Regione Toscana ed il Forum Toscano per i diritti della Famiglia, di cui alla deliberazione di Giunta Regionale 1082 dell’11 dicembre 2012.
Piano attuativo per la prima annualità.
L’Accordo di collaborazione sottoscritto in data 13 febbraio 2013 tra la Regione Toscana ed il Forum Toscano per i diritti della Famiglia, persegue le finalità del rafforzamento della rete dei servizi territoriali dedicati alle famiglie, al fine di individuare percorsi specifici per l’orientamento, il sostegno e l’ascolto nelle situazioni di disagio e di lieve difficoltà.
L' Accordo ha individuato ambiti di intervento specifici declinati all’articolo 3:
- area dell’accoglienza;
- area-socio-sanitaria
- area socio sanitaria-educativa;
Ad ognuna delle aree di intervento sono state collegate delle linee di indirizzo da cui far scaturire delle azioni progettuali condivise e programmate tra le parti.
Il ruolo che le famiglie assolvono nella rete di protezione e sviluppo sociale è pienamente riconosciuto e valorizzato attraverso il rapporto di collaborazione con il Forum e il detto Accordo; le attività descritte per ognuno degli ambiti sopra richiamati consentono, in coerenza con le funzioni proprie del Forum e della Regione, di dare attuazione all’Accordo regionale per la prima annualità.
Le attività che si intendono realizzare sono allineate agli obiettivi di programmazione regionale sociale e sanitaria, così come risulta dal Piano Sanitario regionale 2008-2010 (deliberazione Consiglio regionale 53/2008), dal Piano Integrato Sociale regionale 2007-2010 (deliberazione Consiglio regionale 113/2007) e dalla proposta di nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato regionale 2012-2015 (Proposta al Consiglio regionale 38/2011).
Attraverso le attività proposte si intendono attivare percorsi di integrazione tra i servizi pubblici e l’associazionismo familiare che, nel rispetto dei ruoli e delle diverse responsabilità, consentano di rafforzare e rendere maggiormente incisiva l’azione degli operatori nei confronti dei destinatari degli interventi. In ognuna delle aree interessate il Forum rappresenta quindi, attraverso il coinvolgimento delle realtà associative che lo compongono e attraverso le azioni programmate di concerto con la Regione, il soggetto che può sviluppare interventi di sensibilizzazione, promozione, informazione e sostegno.
AREA ACCOGLIENZA
Attività specifiche
Il Forum, in quanto soggetto del privato sociale che raggruppa associazioni dedicate all’accoglienza ed alla promozione, rappresenta una realtà che, se adeguatamente attivata, può divenire una risorsa per la rete di servizi che si occupano di affidamento familiare e di tutela dei minori.
L’obiettivo del sostegno e della promozione all’affidamento temporaneo di minori è quindi perseguito, nel rapporto di collaborazione con il Forum, attraverso le seguenti macro direttrici di lavoro da svilupparsi in un’azione di sistema quanto più possibile diffusa ed uniforme sul territorio regionale:
a. iniziative di informazione, sensibilizzazione e promozione dell’affidamento familiare da realizzarsi in stretto raccordo con i centri affido e/o con i servizi sociali territoriali;
b. accompagnamento e sostegno alle famiglie affidatarie nell’esperienza dell’affido ed alle famiglie che si trovano a vivere situazioni di lieve e temporanea difficoltà, anche a rischio di allontanamento dei figli.
1. Promozione e diffusione della cultura dell’accoglienza: fase di avvio.
Obiettivo specifico
Implementazione delle banche dati dei centri affido, al fine di sviluppare un data-base che a livello di zona consenta la circolazione delle informazioni in merito ai servizi territoriali dedicati all’affido, alle associazioni presenti sul territorio, alle famiglie affidatarie, nonché alle famiglie disponibili ad un progetto di affido; uno strumento del genere potrà consentire anche di sviluppare i canali di comunicazione e di relazione tra gli attori istituzionali pubblici e privati.
Descrizione delle attività
• mappatura del territorio attraverso incontri di coordinamento con i centri affido territoriali ed individuazione di 4 aree pilota;
• incontri preliminari per la condivisione e l’organizzazione delle azioni da sviluppare tra l’équipe della rete di Accoglienza del Forum ed i centri affido e gli eventuali altri soggetti territoriali interessati.
Modalità
• raccolta dei dati e delle informazioni necessarie ad implementare le banche dati dei centri affido e delle associazioni familiari presenti nella zona;
• individuazione obiettivi comuni di lavoro con i centri affido/servizi del territorio e condivisione piano di intervento.
2. Incontri locali di sensibilizzazione –Open Day Affido.
Obiettivo specifico
Diffusione della cultura dell’accoglienza e della solidarietà familiare nei confronti dei bambini e delle famiglie in difficoltà, al fine di rendere disponibili nuove famiglie a realizzare progetti di affidamento.
Descrizione delle attività
• Realizzazione di incontri itineranti di sensibilizzazione, aperti a tutta la popolazione interessata da organizzarsi all’interno delle scuole, delle parrocchie, dei luoghi di ritrovo pubblici o di altri spazi individuati con la collaborazione dei servizi territoriali: coinvolgimento di un operatore dei centro affidi/servizi territoriali che introduce il tema dell’affido e di una famiglia affidataria individuata dal Forum che funge da testimonial. Gli incontri, che hanno tendenzialmente una collocazione serale nei giorni infrasettimanali o nel weekend per favorire la partecipazione delle famiglie, hanno una durata massima di tre ore e sono mirati a fornire una prima informazione sull’affido anche attraverso attività extra-didattiche;
• Realizzazione di incontri di sensibilizzazione sull’affido da organizzarsi con la rete di famiglie affidatarie ed i referenti del Forum: coinvolgimento di operatori dei centro affidi/servizi territoriali;
• Progettazione e diffusione di un volantino informativo sull’affido e di invito agli incontri;
• Definizione e lancio dell’agenda delle iniziative di informazione, sensibilizzazione e avvicinamento.
Modalità.
• Presentazione del percorso di affidamento familiare, sia sotto il profilo tecnico giuridico (operatori servizi) che sotto il profilo esperienziale (famiglie affidatarie);
• Sensibilizzazione di famiglie e dei loro figli sulle tematiche connesse all’esperienza di accoglienza e di affidamento;
• Interazione, collaborazione e progettazione delle azioni con il centro affidi di riferimento o con i servizi territoriali di tutela minori.
3. Avvicinamento all’affido ed individuazione di nuove possibili famiglie affidatarie.
Obiettivi specifici.
• Individuare famiglie che, a seguito degli incontri di sensibilizzazione di primo livello, si rendano disponibili a proseguire il percorso di avvicinamento e a valutare la possibilità di candidarsi a famiglia accogliente o di supporto all’affido;
• accompagnare la riflessione di queste famiglie spostando più precisamente il focus di attenzione sulla motivazione individuale e di coppia, sulle risorse attivate/attivabili, sulla possibilità di realizzare una rete di auto-mutuo aiuto tra il gruppo e di sostegno per i nuclei che decidono di intraprendere l’iter.
Descrizione delle attività
Programmazione ed organizzazione di due giornate intensive di lavoro incentrate su argomenti inerenti i diversi aspetti dell’affidamento da condividere con i referenti dei centri affido e/o dei servizi territoriali. Gli argomenti trattati riguarderanno comunque: i principi e l’iter dell’affido, i problemi delle famiglie di origine, i vissuti dei bambini in difficoltà, la motivazione e le risorse da mettere a disposizione da parte delle persone disponibili all’affido, il ruolo dei servizi sociali che si occupano di affido familiare e la possibilità di costruire una rete di famiglie affidatarie e di supporto.
Modalità
Le giornate di lavoro sono rivolte ad un numero più limitato di partecipanti (massimo 20 persone), al fine di favorire la costruzione di un setting informale, condizione fondamentale perché tutti si sentano liberi di intervenire e si favorisca la conoscenza interpersonale. Viene coinvolta una famiglia affidataria che possa testimoniare la propria esperienza e una famiglia
tutor – individuata tra i componenti dell’equipe del Forum; quest’ultima si occupa di mantenere i rapporti con tutti i membri del gruppo, far circolare le informazioni all’interno del gruppo e di facilitare i contatti ed i collegamenti con i servizi territoriali.
4. Affiancamento e sostegno a famiglie in difficoltà.
Obietivo specifico
Promuovere percorsi per l’inserimento dell’associazionismo nel sistema di interventi e servizi dedicati all’affidamento ed al sostegno alle famiglie in difficoltà, in una logica di assunzione di responsabilità, relativamente al benessere dei minori, che coinvolga tutta la collettività.
Descrizione delle attività
• sperimentazione di iniziative per il sostegno, l’accompagnamento e l’affiancamento da parte di famiglie “tutor” ad altri nuclei con minori che si trovano a vivere situazioni di lieve difficoltà sociale, relazionale o economica;
• supporto nell’assolvimento dei compiti di cura quotidiana dei minori: tempo libero, accompagnamento pre e post-scuola, svolgimento compiti ecc.
Modalità
Le attività sono realizzate secondo le modalità più consone a rispondere ai bisogni dei territori, nel quadro della programmazione degli interventi effettuata dal servizio territoriale responsabile e secondo modelli di partnership e di collaborazione attiva.
AREA SOCIO SANITARIA
Attività specifiche
1. La centralità del Consultorio Familiare nel percorso IVG e nel sostegno alle maternità difficili
Premessa
La proposta di miglioramento del percorso IVG si fonda su alcuni presupposti evidenziati da ricerche in diverse aree territoriali:
• prevalenza di motivazioni economiche e socio-relazionali e comunque non strettamente sanitarie nelle IVG praticate
• il modesto risultato dell'attuale offerta di alternative all'aborto
• la scarsa conoscenza e la difficoltà di governare i percorsi dell'IVG che non passano dal Consultorio
• il ricorso alle IVG ripetute
• l'opportunità e l'utilità di azioni sociali per ridurre il ricorso all'aborto (supporto ai compiti di cura, di conciliazione famiglia-lavoro, campagne di informazioni..)
• la necessità di coniugare l'impegno pubblico con le risorse del privato sociale, dell'associazionismo e volontariato familiare in particolare
Sulla base di queste evidenze il percorso proposto si ispira ai seguenti criteri:
• il rispetto della volontà della donna e il suo diritto ad una procreazione cosciente e responsabile (L. 194/78, art. 1)
• evitare che l'aborto diventi un mezzo per il controllo delle nascite ( L.194/78, art. 1)
• garantire alla gestante il diritto alle tutele e sostegni previsti dalle normative in vigore, nazionali, regionali e locali (l. 194/78, art. 2,a)
• attuare le condizioni per rendere noto e possibile l'appoggio al volontariato qualificato e alle rete amicali (L. 194/78, art. 2)
• rendere possibili o proporre all'ente locale competente o alle strutture sociali del territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi non risolvibili con i normali interventi (L: 194/78, art. 2,c)
• favorire l'esercizio del diritto della donna in gravidanza a non riconoscere il bambino (DPR n. 39/2000)
Governance del progetto
La titolarità del coordinamento generale è assegnata alla Direzione Generale Regionale Diritti di cittadinanza e coesione sociale
I soggetti coinvolti nel percorso sono: la Rete pubblica dei Consultori Familiari, le strutture ospedaliere dove si eseguono le IVG, il Forum Toscano in rappresentanza della rete associativa coinvolta ed eventuali altri soggetti del privato sociale (ad es. Caritas, Misericordie, ecc.)..
Il percorso operativo viene condiviso tra gli attori individuati in tutte le sue fasi di attuazione. A tal fine viene costituito un team di governance dell’intero progetto.
Finalità e obiettivi
Obiettivo dell'azione è il miglioramento del percorso, attraverso l'omogeneità e l'armonizzazione dei comportamenti operativi nelle strutture consultoriali prescelte, anche al fine di realizzare le migliori pratiche di prevenzione, proponendolo a tutte le donne che si rivolgono al Consultorio per l'IVG dando la massima attuazione possibile ai principi della L. 194/1978.
Rafforzamento del ruolo e compiti del Consultorio nel miglioramento del percorso IVG:
• possibilità di attivazione di tutte le possibili alternative personalizzate all'IVG.
• attività di informazione-formazionee di aggiornamento per i responsabili e le operatrici/operatori dedicati in base ad una proposta condivisa all’interno del team di governance e secondo le modalità organizzative previste per le aziende sanitarie
• predisposizione del protocollo operativo dell’intervento di rete per azioni di supporto sociale: condivisione delle possibili opportunità per uniformare le modalità e procedure di accoglienza, modalità di invio, definizione di ruoli e compiti dei soggetti coinvolti in un’ottica di integrazione territoriale
• disponibilità delle informazioni sugli interventi pubblici e privati, il cd. “Pacchetto delle risorse disponibili” :
- normative nazionali e regionali che tutelano la procreazione responsabile e il benessere dei bambini sotto diverse forme
- iniziative e risorse disposte dagli enti locali
- realtà del privato sociale (terzo settore) e del volontariato familiare in particolare
- altre risorse attivate da Soggetti sociali locali (Provincia, Fondazioni, aziende..)
• predisposizione del materiale informativo relativo al “pacchetto delle risorse disponibili” con realizzazione di apposito opuscolo contenente tutti i riferimenti da consegnare alla donna nella fase di ascolto da condividere con i settori competenti della Regione Toscana.
• raccolta dei dati ai fini conoscitivi del fenomeno, verifica congiunta dell'andamento del progetto
• raccolta dati e gestione dei flussi informativi nel rispetto delle norme sulla riservatezza (ogni servizio raccoglie i dati secondo le procedure aziendali)
Conclusione e esito del percorso di ascolto e prevenzione
Definizione del percorso pubblico e delle possibili integrazioni con le risorse disponibili sul territorio per garantirne l’offerta e la conoscenza anche nella fase pre e post IVG
Definizione del prosieguo dei contatti e incontri di sostegno, ove emerga al contrario la volontà di proseguire la gravidanza, sia durante il prosieguo della gravidanza che dopo il parto, per l'utilizzo delle risorse disponibili e ritenute idonee, con inserimento nel percorso nascita.
Ulteriori ambiti operativi possibili
-percorso specifico per le minorenni che richiedono l'IVG
-percorsi specifici di presa in carico e accompagnamento per le donne di altra provenienza geografica e culturale che reiterano il ricorso all'IVG
-accoglienza e iter delle donne che arrivano direttamente all'ospedale senza passare dal consultorio
-sviluppo del coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei ginecologi in libera professione.
L'informazione
L'informazione relativa al percorso sarà condivisa tra gli enti interessati e rivolta internamente ai Servizi e agli operatori coinvolti.
All'esterno la comunicazione sarà rivolta:
-ai medici di medicina generale e ai ginecologi che esercitano la libera professione, non appena concluso il primo periodo di sperimentazione, al fine di realizzare il loro graduale coinvolgimento nel progetto;
-alle associazioni di volontariato e altri soggetti coinvolti nel pacchetto delle risorse disponibili
-all’utenza;
La presentazione dei primi risultati della collaborazione, per il percorso qui proposto sarà possibile in una giornata dedicata alle iniziative previste dal protocollo di intesa nelle 3 aree di intervento.
Formazione
La formazione sarà realizzata a cura della Asl in collaborazione con la rete associativa del Forum, anche con l'ausilio di professionalità esterne, e sarà rivolta a tutti gli operatori pubblici e del privato sociale che possono essere coinvolti nel percorso IVG (per il personale sanitario potrà essere attivato il riconoscimento dei crediti ECM).
La finalità è di far conoscere ai destinatari:
- le linee di indirizzo e i criteri adottati
- gli obiettivi operativi
- il percorso
- il ruolo e compiti di ciascuna figura professionale
- le funzioni attivate e gli strumenti definiti
- le modalità di gestione delle informazioni raccolte
- le modalità di valutazione e controllo
- le tematiche alla base della relazione d'aiuto.
Il sostegno alle maternità difficili
Il sostegno alle maternità difficili (punti 3 e 4 art. 3 del protocollo) discende direttamente dal proposto miglioramento del percorso IVG ma si può estendere a supportare le situazioni di difficoltà che possono presentarsi nel percorso nascita, e assume una particolare rilevanza di carattere sociale, rappresentando una concreta proposta alla gestante in difficoltà di varia natura emerse nel corso del colloquio pre-IVG o nell’accesso al percorso nascita, grazie
all'insieme delle possibili risorse rese disponibili, cui concorre in particolare la rete associativa del Forum Toscano unitamente ad altre espressione della società civile, nel contesto del principio di sussidiarietà che caratterizza l'intero protocollo d'intesa e i relativi piani attuativi. In tal modo può esprimersi tutto il potenziale di solidarietà e gratuità insite nelle diverse vocazioni associative operanti sul territorio, realtà concreta che, in alleanza con la componente pubblica che conserva pienamente la titolarità del percorso, viene presentata e illustrata alla donna in attesa.
Azioni
Incontri di programmazione Incontri di condivisione dei percorsi
Progettazione e realizzazione dei supporti informativi
Percorso formativo: giornate formative rivolte agli operatori dei servizi e dell’associazionismo Giornata finale dedicata alla presentazione dei risultati del programma
2. La centralità del Consultorio Familiare e il rafforzamento del ruolo e compiti per la componente sociale, in una visione sussidiaria e relazionale.
Una riflessione sulla centralità e rafforzamento del CF per la componente socio-sanitaria dei servizi offerti si inserisce nel più ampio contesto delle politiche familiari e dei servizi rivolti alla persona, alla coppia, alla famiglia nelle diverse fasi della sua storia di vita.
Occorre pertanto orientare l’attenzione sulla persona nelle sue relazioni significative e costitutive (come era peraltro già delineato nelle normative regionali e nazionali), ponendo al centro dell’interesse la coppia, il suo progetto generativo e lo sviluppo della famiglia in un’ottica che integri bisogni attinenti sia alla dimensione psicosociale che alla dimensione sanitaria.
Ne consegue che l'interesse della struttura consultoriale volta a ricercare il benessere della persona, non possa prescindere dalla cura delle relazioni. Assumere la dimensione relazionale significa prendere in considerazione l'insieme dei servizi alla persona e alla famiglia e quindi il benessere della persona intesa come soggetto attivo dell’intervento, considerata nella globalità delle sue relazioni ed appartenenze, prima fra tutte quella familiare. In tal modo si realizza un integrale benessere della persona grazie ad uno sviluppo più armonico delle relazioni familiari e della coppia, nonché dei rapporti tra genitori e figli ed altri rapporti parentali e comunitari, finalità queste certo non meno importanti della salute individuale, pur nella sua rilevanza medico-sanitaria.
Se i servizi alla famiglia si configurano come "servizi relazionali" che necessitano, nella loro realizzazione concreta, della collaborazione tra chi offre l'intervento e chi lo riceve, secondo una prospettiva di reciprocità, si crea una occasione di relazione tra l'operatore e l'utente, che perdura lungo tutto il percorso della relazione d'aiuto e fino al suo esito. In tal modo la relazione che si instaura tra colui che offre la prestazione e colui che la riceve, consente di calibrare l'intervento rispetto alle esigenze di ogni persona che si sente accolta, di essere al centro dell'attenzione e quindi importante per chi l'ascolta.
I Consultori Familiari sono o possono diventare un esempio importante di questo impegno, in quanto servizio innovativo, finalizzato al raggiungimento di tre grandi obiettivi: prevenzione, integrazione socio-sanitaria e partecipazione. Si caratterizzano in tal modo per la capacità di offrire un servizio multidisciplinare di base, comprensivo di tutte le problematiche relative al “sistema famiglia” e risulta particolarmente prezioso per l’accoglienza delle donne e famiglie migranti, grazie al determinante contributo della mediazione culturale.
La presenza sul territorio di altri soggetti del privato sociale non profit, e dell'associazionismo familiare in primis, con una propria rete organizzata e distribuita sul territorio regionale, ha consentito di sviluppare da tempo una competenza specifica nell'ascolto e nello sviluppo della
relazione d'aiuto, non solo come personalizzata risposta a situazioni di difficoltà ma anche come stimolo alla crescita e alla sviluppo delle persone nella visione relazionale e non solo perché costrette dalle circostanze o dal disagio.
Tale realtà operativa del volontariato familiare appare presupposto favorevole per promuovere e favorire forme di sinergia e integrazione con la rete pubblica consultoriale, attraverso una prima fase di scambio delle esperienze, di valutazione dei bisogni emergenti, del lavoro svolto e della sua efficacia, dei rispettivi percorsi di formazione degli operatori, dando così avvio ad una buona pratica di integrazione tra reti.
Intraprendere questa strada appare scelta adeguata per migliorare l'offerta dei servizi di prevenzione e sostegno dei nuovi bisogni e disagi, di carattere preminentemente relazionali, piuttosto che di carattere assistenziale. Esigenze di ascolto e sostegno che richiedono risposte né pubbliche né private, ma che siano anche in grado di attivare le reti sociali nello spirito della sussidiarietà-solidarietà.
Proposta operativa
Viene costituito un team di governance dell’intero progetto. La titolarità del coordinamento generale è assegnata alla Direzione Generale Regionale Diritti di cittadinanza e coesione sociale. I soggetti coinvolti nel percorso sono: la Rete pubblica dei Consultori Familiari, il Forum Toscano in rappresentanza della rete associativa coinvolta ed eventuali altri soggetti del privato sociale (es. Caritas, Misericordie, ecc.). Il percorso operativo viene condiviso tra gli attori individuati in tutte le sue fasi di attuazione.
1) Serie di incontri tra i responsabili dei Consultori pubblici che si intende coinvolgere nel percorso di supporto all’offerta dei servizi per la componente sociale-relazionale e della rete ascolto del Forum, individuando l'area o le aree territoriali inizialmente interessate, con presentazione e illustrazione delle linee guida dell'accordo di collaborazione e scambio delle reciproche esperienze sul lavoro svolto e delle principali tipologie di bisogni/disagi.
2) Piano di informazione-formazione e lavori di gruppo rivolto separatamente ai responsabili e agli operatori prescelti per attitudine e competenze acquisite, con contributo di professionalità che hanno maturato sia esperienze accademiche che di gestione pubblica e privata non profit in area consultoriale. Obiettivo del piano di formazione è la predisposizione di un piano operativo di gestione dei contatti, gestione delle informazioni e verifiche degli esiti. Si prevedono due livelli di intervento formativo:
a) per i responsabili dei Consultori pubblici e del privato sociale coinvolti: riferimento ai profili multidisciplinari e alle competenze professionali degli operatori, al possibile ampliamento dell'offerta e ai rapporti di rete con i Servizi del territorio, gli Enti istituzionali e il volontariato familiare;
b) per gli operatori/operatrici che avranno la titolarità dei contatti con l'utente-famiglia: riferimento alla formazione di base sull'ascolto nella prospettiva relazionale.
3) Definizione delle specifiche azioni delle due reti consultoriali ed individuazione dei momenti di raccordo e confronto per il monitoraggio.
4) Valutazione sulle possibili forme di integrazione dell'offerta dei servizi tra le due reti ed eventuale predisposizione di uno specifico protocollo.
5) Presentazione dei primi risultati della collaborazione per il percorso qui proposto per il rafforzamento della componente sociale del servizio offerto, in una giornata dedicata alle iniziative previste dal protocollo di intesa nelle 3 aree di intervento.
Azioni
1) Incontri di programmazione
2) Incontri di condivisione dei percorsi
3) Progettazione e realizzazione dei supporti informativi
4) Percorso formativo: giornate formative rivolte agli operatori dei servizi e dell’associazionismo
5) Giornata finale dedicata alla presentazione dei risultati del programma
AREA SOCIO SANITARIA - EDUCATIVA
L'educare è compito di tutti coloro che si riconoscono nell'associazionismo familiare in quanto investiti di una vocazione pedagogica che implica assunzione di responsabilità e coinvolgimento diretto di padre, madre e figli. In questo forte movente ideale si inserisce la piena disponibilità alla collaborazione con l'Ente regione, apportando l'esperienza della propria rete associativa in ambito educativo scolastico.
La visione antropologica relazionale in tema di rapporti tra genitori e figli, per la rete associativa Forum, è carattere costitutivo dei legami familiari, così come è valore fondativo per la famiglia la libertà di scelta educativa da parte dei genitori. In considerazione della vocazione educativa, dell'impegno pedagogico della rete Forum e nello spirito del più forte coinvolgimento dei genitori e delle famiglie nel processo educativo dei figli, si prevede di realizzare azioni a sostegno della genitorialità.
Attività Specifiche
Obiettivo generale
Realizzare un percorso educativo sul tema dell'affettività e della sessualità, per accrescere il senso di responsabilità e il proprio benessere personale, attraverso il coinvolgimento attivo dei ragazzi, degl'insegnanti e dei genitori.
Si precisa che le attività di seguito descritte saranno realizzate in tre Istituti secondari di I° grado dei territori provinciali: Firenze, Arezzo e Pisa.
Prima fase:
coordinamento e pianificazione dei percorsi educativi nelle scuole
Obiettivo specifico
Predisporre un piano attuativo del progetto e definire il programma in armonia con le linee di indirizzo alle ASL contenute nella delibera della Giunta regionale n.38 del 21 gennaio 2013, avente per oggetto la realizzazione di interventi per il benessere dei giovani in ambito scolastico.
Descrizione attività
1. Comunicazione all'Ufficio Scolastico regionale il progetto educativo per individuare gli Istituti comprensivi a cui sottoporlo.
2. Predisposizione e invio ai dirigenti scolastici della proposta di intervento educativo, con illustrazione delle finalità obiettivi e modalità di realizzazione.
3. Raccolta delle adesione delle scuole e della delibera del collegio docenti finalizzata alll'inserimento del programma di formazione nel POF dell'anno scolastico 2013-2014.
Modalità
− Incontri programmati con il dirigente scolastico e l'insegnate/i delegati per seguire il progetto.
− Definizione dell'agenda per il percorso di informazione/formazione di tutti gli insegnanti della scuola. Presentazione congiunta ai genitori.
Seconda fase:
armonizzazione delle esperienze con le strutture Asl referenti per la promozione della salute nel progetto “Realizzazione di interventi per il benessere dei giovani in ambito scolastico” e programmazione di azioni di sostegno alla genitorialità in conformità al punto 10 “Azioni di sostegno alla genitorialità”, allegato A della delibera GRT 38/2013.
Obiettivo specifico
Costituire un tavolo di coordinamento tra operatori della Asl e quelli del Forum per lo scambio di competenze ed esperienze in materia educativa.
Presentare gli interventi della rete consultoriale sulla relazione d'aiuto ai genitori in materia psicopedagogica e valutare possibili collaborazioni a sostegno dei genitori in difficoltà.
Sviluppare un piano formativo specifico volto al conseguimento degli obiettivi di cui al punto 10 dell'allegato A della delibera GRT 38/2013, “Azioni di sostegno alla genitorialità”, coinvolgendo con una proposta specifica anche gli insegnanti in incontri separati.
Descrizione attività
- Presentazione al tavolo di coordinamento delle schede illustrative dei progetti sviluppati e realizzati dalla rete del Forum sul territorio con finalità e contenuti educativi, rivolto a genitori, insegnanti e ragazzi all'interno delle scuole e in altri ambiti.
- Presentazione al tavolo di coordinamento della programmazione delle attività svolte dalle Asl (contenuti e agenda).
- Individuazione condivisa delle buone pratiche, inserimento nel piano generale e relative modalità attuative.
- Programmazione di percorsi formativi pedagogici per genitori sullo “Sviluppo dall'infanzia all'adolescenza” e per gli insegnanti “Sulla strategia dell'insegnare a pensare”, in collaborazione con pedagogisti esperti.
Modalità
• Convocazione del primo incontro di progettazione e pianificazione.
• Valutazione delle attività già avviate, programmate e in progettazione sul territorio regionale.
• Presentazione dell'iniziativa per genitori e insegnanti al tavolo di coordinamento per il possibile inserimento nell'agenda del secondo anno di valenza dell'accordo.
Terza fase:
Progetto classe - Ruolo e compiti dell'insegnante e degli alunni tutor, autoformazione e lavori di gruppo; incontro con il team degli educatori; evento conclusivo aperto alla comunità; redazione della scheda di valutazione finale.
Obiettivo specifico
Migliorare le capacità relazionali dei ragazzi con i propri pari ma anche con gli altri, genitori ed altri membri della famiglia, insegnanti e adulti della propria comunità.
Descrizione attività
- Realizzazione di una particolare sessione di carattere formativo dedicata agli insegnanti coinvolti nel progetto classe che ne assumono la titolarità e il coordinamento, unitamente a 5/6 alunni individuati come tutor per lo sviluppo dei lavori di gruppo con tutti gli altri compagni, utilizzando schede e materiale appositamente predisposto dal team di educatori responsabile del progetto.
- Analisi e approfondimento delle tematiche “Affettività e desiderio di felicità”, “Il corpo che cambia racconta ”, “Affettività e sessualità” e “Stili di vita”, da parte del gruppo classe attraverso l'utilizzo delle schede di lavoro:
- Redazione da parte del gruppo di lavoro formato da insegnanti, tutor ed educatori del forum, di un report che sintetizzi per ciascun tema impressioni, domande, risposte, racconto di prime esperienze, da presentare in una sessione comune delle classi coinvolte, per proporre risposte nella linea educativa che pone al centro la persona nella propria originale identità e dignità, l'importanza delle buone relazioni e amicizie, il valore dei legami familiari, la responsabilità dei compiti della propria età, la capacità di discernimento di ciò che è buono, bello, vero e giusto, per mettere a frutto nel modo migliore il proprio tempo delle speranze possibili.
- Organizzazione e realizzazione di un evento conclusivo, per condividere con l'intera comunità l'esperienza vissuta da genitori, insegnanti e ragazzi. In tale occasione il progetto potrà essere pienamente valutato come buona pratica educativa-formativa, per una alleanza efficace tra i tre vertici del progetto: famiglia, scuola e giovani generazioni, con il contributo della vocazione educativa delle associazioni familiari del Forum Toscano proponente.
- Redazione di un report conclusivo di valutazione delle azioni realizzate, di carattere qualitativo e quantitativo, da sottoporre all'esame del tavolo di coordinamento regionale.
Modalità
Entro gennaio 2014: incontro di presentazione del progetto ai genitori e di formazione riservato all'insegnante di riferimento e al gruppo di ragazzi tutor da parte del team di educatori.Illustrazione delle schede predisposte per i lavori di gruppo e indicazioni per la redazione dei report.
Tra febbraio e aprile 2014: incontro con il team responsabile del progetto educativo, momento centrale del percorso in cui si incontrano tutti i ragazzi coinvolti.
Al termine delle attività si prevede la somministrazione, e relativa elaborazione dei dati raccolti, di un questionario di gradimento rivolto agli insegnanti e agli alunni tutor coinvolti operativamente nel progetto e di un questionario di gradimento rivolto ai ragazzi dei gruppi classe.
Entro maggio 2014: evento aperto alla comunità di presentazione e testimonianza da parte degli attori sulla esperienza formativa vissuta.
Entro il giugno 2014: redazione del report e analisi dei risultati raggiunti.
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELL'ATTIVITA'
La Regione Toscana assicura il coordinamento generale delle azioni e dei progetti individuati con il presente Piano attuativo attraverso il coinvolgimento dei Settori di competenza afferenti alla Direzione Generale “Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale”.
I referenti regionali dei Settori coinvolti provvederanno in particolare alla tenuta dei contatti con i servizi territoriali e con i soggetti esterni coinvolti nella realizzazione delle attività, individuando i livelli di coordinamento e raccordo tra questi ed il Forum ritenuti maggiormente adeguati al raggiungimento degli obiettivi.
Durante l'anno 2014 si prevede la realizzazione di almeno tre incontri tra i rappresentanti del Forum delle famiglie e i referenti regionali per le aree di intervento individuate dall'Accordo:
• due di monitoraggio delle azioni in corso;
• uno di valutazione dei risultati raggiunti (presentazione report di attività) e di confronto per la programmazione delle attività da realizzare per la seconda annualità.
RISORSE previste per la prima annualità
Voci di spesa | Costo | % | A1 affido | B1 scuola | C1 consultori | E1 event o finale | |
A | Progettazione esecutiva e coordinamento generale | 5000 | 10 | ||||
B | Spese di funzionamento e gestione | 35.000 | 75 | 13250 | 9350 | 6500 | 5900 |
C | Materiali e attrezzature | 2220 | 0,5 | ||||
D | Spese amministrative | 2500 | 0,5 | ||||
E | Pubblicità e promozione | 5000 | 10 | 1000 | 2000 | 2000 | |
Totale spese | 49720 | 100 | 14250 | 9350 | 8500 | 7900 | |
F | Valorizzazione contributi volontariato Forum | 15000 | |||||
G | Totale | 64720 | |||||
Dettaglio per voce personale non volontario e altre spese funzionamento A1 Affido: 2 responsabili coordinamento incontri in 4 aree e organizzazione 4 open day B1 scuola: 3 educatori per 6 incontri nelle 3 scuole interessate e all'evento finale C1 consultori: 2 esperti in formazione per percorsi comuni della rete consultoriale pubblica e del Forum |