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<.. image(Document Cover Page. Document Number: 13596/18. Subject Codes: ENV 693 JAI 1051 CRIMORG 136 RELEX 901 DEVGEN 177 COMER 106 EUROJUST 143 ENFOPOL 514 ENFOCUSTOM 209. Heading: NOTA DI TRASMISSIONE. Originator: Xxxxx XXXX XXXXXXXXX, Direttore, per conto del Segretario Generale della Commissione europea. Recipient: Xxxxx XXXXXXXX-MIKKELSEN, Segretario Generale del Consiglio dell'Unione europea. Subject: RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO Relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del Piano d'azione dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche. Commission Document Number: COM(2018) 711 final. Preceeding Document Number: Not Set. Location: Bruxelles. Date: 25 ottobre 2018. Interinstitutional Files: Not Set. Institutional Framework: Consiglio dell'Unione europea. Language: IT. Distribution Code: PUBLIC. GUID: 4991083803399458611_0) removed ..>
Consiglio dell'Unione europea
Bruxelles, 25 ottobre 2018 (OR. en)
13596/18
ENV 693
JAI 1051
CRIMORG 136
RELEX 901
DEVGEN 177
COMER 106
EUROJUST 143
ENFOPOL 514
ENFOCUSTOM 209
NOTA DI TRASMISSIONE
Origine: Xxxxx XXXX XXXXXXXXX, Direttore, per conto del Segretario Generale della Commissione europea
Data: 24 ottobre 2018
Destinatario: Xxxxx XXXXXXXX-MIKKELSEN, Segretario Generale del Consiglio dell'Unione europea
n. doc. Comm.: COM(2018) 711 final
Oggetto: RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO
Relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del Piano d'azione dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche
Si trasmette in allegato, per le delegazioni, il documento COM(2018) 711 final.
All.: COM(2018) 711 final
13596/18 am
TREE.1.A IT
COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 24.10.2018
COM(2018) 711 final
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO
Relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del
Piano d'azione dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche
{SWD(2018) 452 final}
IT IT
1. Introduzione
Nel febbraio 2016 la Commissione europea ha adottato una comunicazione dal titolo "Piano d'azione dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche"1, che conteneva una strategia globale per contrastare la criminalità connessa al traffico illegale di specie selvatiche all'interno dell'Unione europea (UE) e per rafforzare il ruolo dell'UE nella lotta globale contro tali attività illegali. Il piano d'azione è articolato in 32 misure, strutturate attorno a tre priorità: i) prevenire il traffico illegale di specie selvatiche e affrontarne le cause alla radice; ii) rendere più efficaci l'attuazione e l'applicazione delle norme esistenti, nonché la lotta alla criminalità organizzata connessa al traffico di specie selvatiche; iii) rafforzare il partenariato globale tra paesi di origine, di consumo e di transito contro il traffico illegale di specie selvatiche.
Il 20 giugno 2016 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato conclusioni2 sul piano d'azione, approvandone le tre priorità e auspicandone la tempestiva attuazione. Anche il Parlamento europeo ha accolto con favore il piano d'azione in una risoluzione del novembre 20163.
Il piano d'azione interessa i cinque anni dal 2016 al 2020. Sia il piano d'azione che le conclusioni del Consiglio stabiliscono che la Commissione europea riferisca entro il luglio 2018 in merito ai progressi nell'attuazione del piano d'azione, nonché all'appropriatezza e alla pertinenza delle priorità e degli obiettivi stabiliti nel documento.
La presente relazione fornisce una panoramica dei progressi compiuti da tutti i soggetti pertinenti nell'attuazione del piano d'azione, prevalentemente sulla base delle informazioni trasmesse da 25 Stati membri dell'UE, dal Servizio europeo per l'azione esterna, da Europol ed Eurojust e dalle reti europee specializzate nell'applicazione del diritto ambientale dell'UE.
2. Principali passi intrapresi dopo l'adozione del piano d'azione nel 2016
La presente sezione sintetizza le principali azioni intraprese dal 2016 per perseguire le tre priorità del piano d'azione, nonché, ove opportuno, le misure aggiuntive previste per conseguirne gli obiettivi.
1 xxxx://xxx-xxx.xxxxxx.xx/xxxxx-xxxxxxx/XX/XXX/?xxxxXXX:0000:00:XXX
2 xxxx://xxxx.xxxxxxxxx.xxxxxx.xx/xxx/xxxxxxxx/XX-00000-0000-XXXX/xx/xxx
3 xxxx://xxx.xxxxxxxx.xxxxxx.xx/xxxxx/xxxXxx.xx?xxxXxxx-//XX//XXXXxXXxX0-XX-0000- 0454+0+DOC+XML+V0//IT
4 xxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx/xxxxx/xxxxxxxxxxx_xx.xxx
Priorità 1 - Prevenire il traffico illegale di specie selvatiche e affrontarne le cause alla radice
Il piano d'azione stabilisce, come prima priorità, che l'UE e i suoi Stati membri affrontino alla radice le molteplici cause del traffico illegale di specie selvatiche. La lotta al traffico illegale di specie selvatiche può essere efficace soltanto se si interviene sui fattori strutturali.
Ridurre la domanda di prodotti di specie selvatiche di origine illegale è una componente fondamentale della strategia dell'UE di lotta al traffico illegale di specie selvatiche e sono state avviate numerose iniziative aventi questo obiettivo. L'UE e alcuni Stati membri hanno sostenuto le autorità pubbliche e le organizzazioni della società civile in Asia nei loro tentativi di contenere la domanda di prodotti di specie selvatiche di origine illegale, in particolare rinoceronti, elefanti e pangolini. Riconoscendo che anche l'UE costituisce un mercato importante di prodotti di specie selvatiche, sono stati compiuti sforzi senza precedenti per sensibilizzare le imprese, i consumatori e l'opinione pubblica in generale in merito alle caratteristiche e alla portata del traffico illegale di specie selvatiche nell'UE. Molti Stati membri hanno avviato campagne d'informazione su tale fenomeno, concentrandosi a volte su specifici settori di particolare rilievo (per esempio, animali da compagnia esotici, strumenti musicali, trasporto aereo o commercio online). Iniziative analoghe sono state realizzate anche a livello di UE, sotto forma di seminari sul ruolo del settore economico dell'UE nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche e tramite contatti diretti con i rappresentanti delle imprese.
Nonostante i progressi compiuti in molti settori pertinenti, la Commissione e gli Stati membri devono affrontare il problema in modo più efficace. In considerazione dell'ingente volume di prodotti di specie selvatiche (sia legali che illegali) acquistati online e trasportati da corrieri e società di spedizione, è opportuno prestare particolare attenzione al commercio online e alle società di spedizione. La Commissione farà inoltre tesoro della sua attuale collaborazione con soggetti quali le associazioni per il commercio di pesci ornamentali e animali da compagnia esotici per confermare gli impegni assunti, ottenere risultati concreti nella lotta al commercio illegale di specie selvatiche e promuovere un approvvigionamento sostenibile di prodotti di specie selvatiche.
L'UE e i suoi Stati membri sono stati particolarmente attivi nei loro sforzi volti a garantire che il commercio intra-UE e l'esportazione di oggetti in avorio non contribuiscano al bracconaggio di elefanti e al commercio illegale di avorio. In linea con l'azione 2 del piano d'azione, nel maggio 2017 la Commissione ha adottato un documento d'orientamento5 con cui raccomandava che, a decorrere dal 1° luglio 2017, gli Stati membri dell'UE cessassero di rilasciare documenti di esportazione per l'avorio grezzo. Il risultato a livello pratico è che gli Stati membri hanno cessato di esportare avorio grezzo, fatte salve alcune situazioni molto specifiche, tra cui attività di contrasto o finalità scientifiche o didattiche.
Inoltre, dal 15 settembre all'8 dicembre 2017 la Commissione ha organizzato una consultazione pubblica per raccogliere informazioni e pareri sulla portata, l'organizzazione e le principali caratteristiche del commercio legale e illegale di avorio da e verso l'UE, oltre che
5 xxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx/xxxxx/xxx/xxxxxxxx_xxxxx.xxx
sulle priorità che l'UE dovrebbe perseguire nel suo approccio contro il traffico di avorio6. Dalla consultazione è emerso che i quasi 90 000 partecipanti sono ampiamente favorevoli a rendere più rigorose le norme UE sul commercio di avorio. La grande maggioranza dei partecipanti considera tale prospettiva un passo necessario per evitare che gli oggetti in avorio di origine legale si mescolino con quelli di origine illegale, per impedire che gli oggetti in avorio siano acquistati nell'UE e successivamente trasportati in paesi terzi, dove alimenterebbero la domanda di oggetti in avorio illegali, e per assistere le autorità di contrasto nella lotta al traffico di avorio. Altri partecipanti si sono opposti all'applicazione di ulteriori restrizioni al commercio di avorio di elefante da e verso l'UE, soprattutto per quanto riguarda gli oggetti d'antiquariato.
Il mercato dell'UE non dovrebbe alimentare la domanda di specie che sono sfruttate in modo illegale o non sostenibile. Per tale ragione l'UE, in stretta collaborazione con gli Stati dell'area di distribuzione, ha ricoperto un ruolo attivo nell'estendere il campo di applicazione della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) alle nuove specie minacciate dal commercio internazionale, garantendo loro una protezione internazionale. È questo il caso, in particolare, degli animali da compagnia esotici, rispetto ai quali l'UE rappresenta un mercato importante, e dei legni tropicali e delle specie marine minacciate di estinzione. A tale proposito, nel 2016 l'UE ha assunto un ruolo chiave durante la 17a Conferenza delle parti (CoP17) della convenzione CITES e sta attivamente contribuendo ai preparativi per la CoP18 in programma per il 2019.
Anche la promozione del ruolo delle comunità locali nella protezione delle specie selvatiche ha rappresentato una priorità per l'UE e i suoi Stati membri. Si tratta di un elemento centrale dei programmi di protezione della biodiversità e di lotta al traffico di specie selvatiche finanziati dall'UE (cfr. la priorità 3).
L'UE e i suoi Stati membri hanno svolto un ruolo cruciale nel garantire che la corruzione sia riconosciuta a livello internazionale come uno dei principali fattori che favoriscono il traffico di specie selvatiche. Durante la CoP17 è stata adottata in tal senso una risoluzione CITES fondata su una proposta dell'UE. Su iniziativa della Germania, inoltre, nel luglio 2017 il G20 ha approvato principi di alto livello in materia di lotta alla corruzione legata al traffico illegale di specie selvatiche. Da allora l'UE sta portando avanti, soprattutto tramite le sue delegazioni nei paesi terzi, un'azione concreta per contrastarla.
Priorità 2 – Rendere più efficaci l'attuazione e l'applicazione delle norme esistenti, nonché la lotta alla criminalità organizzata connessa al traffico di specie selvatiche
La seconda priorità del piano d'azione consiste nel rendere più efficace l'applicazione delle norme dell'UE in materia di lotta al traffico illegale di specie selvatiche a livello di UE e di singoli Stati membri.
Degno di nota è il fatto che, nel maggio 2017, il Consiglio ha incluso la criminalità ambientale tra le priorità del ciclo programmatico dell'UE sulla criminalità organizzata per il periodo 2018-2021. Il Consiglio si è posto l'obiettivo prioritario di smantellare i gruppi
6 Cfr. il link alla consultazione e all'analisi delle risposte: xxxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxx/xxxxxxxxxxxxx/xxxxxx- consultation-ivory-trade-eu_it
criminali organizzati coinvolti nella criminalità ambientale, più in particolare nel traffico di specie selvatiche e nel traffico illecito di rifiuti. Nel contesto del ciclo programmatico dell'UE del 2018-2021, nel settembre 2017 è stato adottato il piano strategico pluriennale (MASP) sulla criminalità ambientale concordato dalla Commissione e dagli Stati membri, che circoscrive la portata del fenomeno, elenca le attività e le politiche esistenti nel settore della criminalità ambientale e individua le vulnerabilità in essere e potenziali. Il piano definisce inoltre sette obiettivi strategici, in cui sono elencati i soggetti interessati, i tipi di misure da intraprendere e i vantaggi che ne dovrebbero derivare. Tali obiettivi sono:
− formazione di un quadro di intelligence;
− attività operative;
− prevenzione e rafforzamento delle capacità;
− cooperazione con partner non UE;
− soluzioni al problema dei falsi documentali;
− indagini finanziarie e
− commercio online di beni e servizi (il)legali.
Il MASP è attuato attraverso piani d'azione operativi annuali. Tale riconoscimento dovrebbe migliorare le capacità di mobilitazione e operative di Europol e delle autorità di contrasto degli Stati membri dell'UE nei confronti della criminalità ambientale, in particolare per quanto riguarda il traffico illegale di specie selvatiche. Nel gennaio 2018 la Commissione ha altresì adottato una comunicazione dal titolo "Azioni dell'UE volte a migliorare la conformità e la governance ambientali"7. Tra le azioni previste si annovera la redazione di un documento di orientamento sulle buone pratiche per le strategie di contrasto dei reati ambientali, con un'attenzione particolare ai reati relativi ai rifiuti e alla fauna selvatica. Altrettanto degne di nota sono le misure che riguardano la formazione e un più efficace sviluppo di competenze in materia di garanzia della conformità ambientale8.
A livello UE sono state definite priorità di esecuzione strategiche, che sono state attuate sia a livello nazionale che tramite azioni comuni transfrontaliere, segnatamente per contrastare il traffico di avorio, anguille, rettili e uccelli selvatici. In tutta l'UE sono state condotte importanti indagini e sono stati effettuati sequestri a livello transfrontaliero, con la partecipazione attiva di Europol, Eurojust e numerose autorità di contrasto di Stati membri diversi (cfr. il riquadro 1). La mobilitazione delle autorità di contrasto per combattere il traffico illegale di specie selvatiche è notevolmente aumentata in alcuni Stati membri. A questo punto dovrebbe diventare prioritario garantire condizioni uniformi in tutta l'UE e una forte risposta da parte di tutti gli Stati membri in termini di rispetto delle norme in relazione al traffico illegale di specie selvatiche. I casi segnalati di procedimenti giudiziari conclusi con
7 xxxxx://xxx-xxx.xxxxxx.xx/xxxxx- content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52018DC0010&qid=1533808236864&from=IT
8 Per informazioni dettagliate sulle singole misure del piano d'azione della Commissione relative alla conformità e alla governance ambientali cfr. l'allegato 1 al documento di lavoro dei servizi della Commissione SWD(2018) 10 final.
successo e di applicazione di sanzioni con riferimento al traffico illegale di specie selvatiche hanno riguardato la falsificazione di documenti, il riciclaggio di denaro o la criminalità organizzata e il recupero di beni. È importante, tuttavia, migliorare la consapevolezza del traffico illegale di specie selvatiche da parte del sistema giudiziario, poiché le informazioni relative ai procedimenti giudiziari e alle sanzioni applicate in questo ambito sono ancora limitate. Sono stati riferiti scarsi risultati nelle indagini in materia di riciclaggio di denaro correlato al traffico illegale di specie selvatiche. Numerosi Stati membri e parti interessate hanno rilevato la necessità di intensificare le indagini sulla dimensione online di tale traffico.
Riquadro 1 – Sequestri di prodotti di specie selvatiche nell'UE nel 2016
Nel 2016 le autorità competenti di 24 Stati membri dell'UE hanno segnalato alla Commissione europea un totale di 2 268 sequestri importanti di prodotti di specie selvatiche, il 63% dei quali eseguiti alle frontiere esterne dell'UE. I principali gruppi di prodotti sequestrati alle frontiere dell'UE sono stati i medicinali (42%), l'avorio (14%), i coralli (10%), le parti di rettili e derivati (7%), i rettili vivi (5%), il caviale (4%) e le piante. I prodotti d'importazione sequestrati provenivano soprattutto da Cina, USA, Svizzera e Thailandia, mentre la maggior parte delle merci d'esportazione sequestrate erano destinate alla Cina (compresa la Regione amministrativa speciale di Hong Kong), agli USA e al Vietnam. I sequestri sono stati eseguiti in prevalenza negli aeroporti; rispetto agli anni precedenti sono stati più numerosi i prodotti sequestrati che erano stati inviati come colli postali o espressi.
Nel 2016 sono state sequestrate più di due tonnellate di avorio. La maggior parte dell'avorio sequestrato non era destinato al mercato dell'UE e consisteva in oggetti che transitavano dall'Africa o dall'Asia negli aeroporti o nei centri postali europei o che stavano per essere riesportati in Asia senza la documentazione obbligatoria (perlopiù oggetti antichi in avorio).
Il traffico di anguille rappresenta attualmente una delle maggiori sfide dell'UE e dei suoi Stati membri nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche. Nella stagione di pesca 2016-2017 sono state arrestate 48 persone e sequestrate 4 tonnellate di giovani anguille vive (anguille cieche), intercettate mentre venivano esportate in Asia, per un valore complessivo di circa 4 milioni di EUR9. Le indagini di Europol e di alcuni Stati membri dell'UE indicano il coinvolgimento di reti transnazionali di criminalità organizzata attive nel contrabbando di anguille al di fuori dell'Europa.
La maggior parte degli Stati membri ha riferito che le loro autorità avevano svolto corsi di formazione a livello nazionale e che un crescente numero di corsi era stato organizzato di concerto con organismi diversi (autorità doganali, polizia, servizi ispettivi, autorità di gestione della convenzione CITES, ecc.). Numerose attività di formazione sono state organizzate anche a livello di UE, sotto la supervisione di CEPOL10 o delle reti di responsabili dell'applicazione normativa attive nel settore della criminalità ambientale. Sono stati anche utilizzati i programmi finanziati dall'UE nel settore ambientale e della cooperazione di polizia per promuovere la formazione dei funzionari delle autorità di
9 xxxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxx.xx/xxxxxxxx/xxxx/xx-xxx-xxxxxxxxxxx-xxxx-xxxxxxx-xx-xxxxxxx-xxxxxxxxxxx-
%E2%80%93-48-arrested-for-trafficking-endangered-species
10 Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto – xxxxx://xxx.xxxxx.xxxxxx.xx/
contrasto in materia di lotta ai reati connessi al traffico illegale di specie selvatiche (cfr. il riquadro 2).
Riquadro 2 – Sostegno finanziario per contrastare i reati connessi al traffico illegale di specie selvatiche nell'UE
L'UE sta finanziando numerosi progetti e iniziative specifici di lotta ai reati contro la fauna selvatica, soprattutto tramite il programma LIFE11. LIFE mette a disposizione 1,1 milioni di EUR per il progetto "LIFE per lo storione danubiano12" (2016-2020), il cui scopo è migliorare l'applicazione di norme e regolamenti contro il bracconaggio di storioni e il commercio illegale di caviale in Bulgaria, Romania, Serbia e Ucraina. LIFE sostiene inoltre attività gestite dalla rete europea dei procuratori per l'ambiente (ENPE), compresi lo sviluppo di nuovi strumenti di formazione in materia di reati ambientali per procuratori e giudici e la creazione di una banca dati di buone pratiche (645 000 EUR per il periodo 2015-2020). In aggiunta, LIFE sostiene progetti volti a contrastare l'uccisione illegale di uccelli selvatici in tutta l'UE, soprattutto per promuovere l'attuazione della tabella di marcia dell'UE verso l'eliminazione dell'uccisione, della cattura e del commercio illegale degli uccelli selvatici13. L'opuscolo pubblicato di recente dal titolo LIFE e i reati contro la fauna selvatica14 contiene informazioni esaustive sulle iniziative di lotta ai reati contro la fauna selvatica sostenute dal programma LIFE.
Nel novembre 2017 è stato lanciato il primo invito mirato a presentare proposte15 per progetti intesi a promuovere le attività operative degli Stati membri dirette a contrastare i reati ambientali, anche attraverso iniziative di formazione e rafforzamento delle capacità per le autorità competenti; l'invito a presentare proposte rientra nel programma ISF - Polizia dell'UE16 e prevede un bilancio complessivo di 2,5 milioni di EUR. La lotta al traffico illegale di specie selvatiche è esplicitamente menzionata tra le priorità di tale invito a presentare proposte.
Molti Stati membri hanno istituito task force o piattaforme di cooperazione inter-agenzia contro il traffico illegale di specie selvatiche. La Spagna ha adottato un piano d'azione nazionale contro il traffico illegale di specie selvatiche, modellato sul piano d'azione dell'UE, che definisce una strategia esaustiva per far fronte al problema. Anche la Repubblica ceca prevede di adottare un piano d'azione nazionale analogo entro la fine del 2018. Pur essendo stati registrati progressi, tuttavia, la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità di contrasto continuano a rappresentare un problema in alcuni Stati membri. Analogamente, non tutti gli Stati membri stanno scambiando informazioni con altri Stati membri o tramite Europol. Molti Stati membri considerano il sistema EU-TWIX (cfr. il riquadro 3) uno strumento pratico ed efficiente per lo scambio di informazioni sul traffico illegale di specie selvatiche (esclusi i dati personali) in tutta l'UE. Per contro, l'uso da parte degli Stati membri
11 xxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx/xxxx/
12 xxxxx://xxxxxx-xxxxxxxxx.xxx/xxx-xxxxxxx/
13 xxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx/xxxxxx/xxxxxxxxxxxx/xxxxxxxxx/xxxx/Xxxxxxx%00xxxxxxx%00xxxxxxx.xxx
14 xxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx/xxxx/xxxxxxxxxxxx/xxxxxxxxxxxxxxxx/xxxxxxxxx/xxxxxxxxx/Xxxxxxxx_Xxxxx_xxx- IT.pdf
15 xxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxxxxxx/xxxxxxxxxxxx/xxxxxx/xxxxxxx/xx/xxxxxxxxxxxxx/xxxx/xxxxxx/xxxx-0000-xx-xxx.xxxx
16 xxxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxx-xxxxxxx/xxxxxxxxx/xxxxxxxx/xxxxxxxx-xxx-xxxxxxxxxxxx-xxxxxxxxx/xxxxxxxx-xxxxxxxx- fund-police_en
della piattaforma SIENA17 per lo scambio di messaggi sul traffico illegale di specie selvatiche è molto eterogeneo e dipende dalle autorità competenti. Ciò compromette l'efficacia della collaborazione e priva Europol di preziose informazioni, necessarie a tratteggiare un quadro di intelligence completo del traffico illegale di specie selvatiche nell'UE.
Riquadro 3 – EU-TWIX: uno strumento efficace per la cooperazione tra le autorità di contrasto nell'UE
EU-TWIX è un sistema europeo di sostegno alle autorità di contrasto ideato per facilitare lo scambio di informazioni e la cooperazione internazionale tra le autorità preposte all'applicazione della normativa sulle specie selvatiche e i funzionari addetti alla gestione delle specie selvatiche. Lo strumento è stato creato nel 2005 su iniziativa delle autorità belghe e di TRAFFIC18 e attualmente mette in collegamento più di 1 000 funzionari (per esempio, presso le autorità di gestione della convenzione CITES, i servizi doganali, i servizi di ispezione ambientale, la polizia e la magistratura) di 37 paesi europei e 10 organizzazioni internazionali/regionali, con il sostegno finanziario della Commissione europea e di numerosi Stati membri.
La comunicazione attraverso la mailing list di EU-TWIX ha dato avvio a varie indagini a livello transfrontaliero, compresa un'indagine su ampia scala su un caso di commercio illegale di uccelli nei Paesi Bassi, con connessioni con svariati altri paesi europei ed extraeuropei. Sono stati sequestrati circa 500 esemplari di uccelli, oltre che denaro e beni di altro genere. Tre persone sono state condannate a pene detentive.
La banca dati EU-TWIX attualmente contiene più di 55 000 voci di sequestri relativi a specie selvatiche segnalati dai 28 Stati membri dell'UE a partire dal 2000. Si tratta di un'opportunità unica per monitorare il fenomeno del commercio illegale di specie selvatiche a livello nazionale e dell'UE.
EU-TWIX ha ispirato inoltre la creazione di diversi sistemi analoghi in tutto il mondo, come specificato nell'allegato alla presente relazione.
Priorità 3 - Rafforzare il partenariato globale tra paesi di origine, di consumo e di transito contro il traffico illegale di specie selvatiche
Dall'adozione del piano d'azione, l'UE e i suoi Stati membri hanno confermato il proprio status di principale fornitore di aiuti nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche (primo donatore). Molti progetti cercano di realizzare il piano d'azione affrontando i fattori e le cause principali del traffico illegale, in particolare in ambiti quali la criminalità ambientale, la corruzione e lo Stato di diritto, l'insicurezza creata dai conflitti armati, i servizi ecosistemici e le forme di sostentamento in prossimità delle aree protette, la gestione delle risorse naturali e la resilienza delle comunità locali.
17 L'applicazione di rete per lo scambio sicuro di informazioni (SIENA) è una piattaforma di comunicazione per le autorità di contrasto gestita da Europol. xxxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxx.xx/xxxxxxxxxx-xxxxxxxx/xxxxxxxx- support/information-exchange/secure-information-exchange-network-application-siena
18 TRAFFIC è un'organizzazione della società civile che si occupa di questioni correlate al commercio di specie selvatiche.
L'UE e numerosi Stati membri hanno creato partenariati a lungo termine con paesi terzi per conservare la biodiversità e contrastare il traffico illegale di specie selvatiche, riconoscendo il legame persistente tra lo sfruttamento illegale delle risorse naturali e le attività destabilizzanti dei gruppi armati, in particolare nell'Africa centrale. Il piano d'azione ha dato uno slancio importante in questo ambito. Oltre al preesistente sostegno finanziario e alle attività in corso, nel 2016 e nel 2017 sono stati mobilitati ulteriori fondi dell'UE (circa 340 milioni di EUR in Africa, Asia e Pacifico, nonché in America meridionale e Caraibi) nel quadro della politica di cooperazione e sviluppo dell'UE.
Tra questi si annoverano i programmi regionali contro la criminalità connessa al traffico illegale di specie selvatiche nell'Africa centrale e orientale e il sostegno destinato alla conservazione negli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e in altri paesi specifici (per esempio, Guinea). Nell'ambito del programma di partenariato BIOPAMA (Biodiversity and Protected Areas Management, Gestione della biodiversità e delle aree protette), le priorità regionali negli Stati ACP includevano anche il rafforzamento delle capacità nella lotta alla criminalità connessa al traffico illegale di specie selvatiche.
Riquadro 4 - Un nuovo programma globale dell'UE sulla criminalità connessa al traffico illegale di specie selvatiche e nel settore forestale
L'azione dell'UE dal titolo "Attività di contrasto e lotta contro la criminalità connessa al traffico di specie selvatiche e nel settore forestale", adottata nel 2017, mobiliterà 43,5 milioni di EUR per:
- rafforzare le capacità operative del Consorzio internazionale per la lotta ai reati contro le specie selvatiche (ICCWC) al fine di migliorare l'applicazione delle norme sulle specie selvatiche e le foreste nei paesi destinatari e promuovere il coordinamento internazionale (13,5 milioni di EUR);
- sostenere le organizzazioni della società civile e le comunità locali nella prevenzione e nella lotta al traffico illegale di specie selvatiche in Asia, Africa e America latina.
L'azione integra i programmi regionali esistenti con i membri dell'ICCWC, in particolare nell'Africa centrale (UNODC), nell'Africa orientale/meridionale (UNODC, CITES), in Asia (UNODC) e tramite il programma globale MIKE19 (CITES), per un totale di oltre 40 milioni di EUR.
Oltre a fornire sostegno finanziario, l'UE è attivamente impegnata in dialoghi bilaterali sul traffico illegale di specie selvatiche con alcuni paesi di origine, di transito e di destinazione pertinenti. Le delegazioni dell'UE promuovono concretamente l'applicazione della convenzione CITES e dei regolamenti dell'UE sul commercio di specie selvatiche nei paesi terzi e forniscono assistenza tecnica. L'UE si avvale inoltre dei suoi strumenti di politica commerciale per stimolare interventi contro il traffico illegale di specie selvatiche, per esempio attraverso l'inclusione di specifiche disposizioni nei futuri accordi di libero scambio
19 Controllo delle uccisioni illegali di elefanti. Cfr.: xxxxx://xxxxx.xxx/xxx/xxxx/xxxx/xxxxx.xxx
20 xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx/
(per esempio con il Vietnam) o tramite il regime SPG+21. Infine, l'UE ha promosso il dialogo con organizzazioni regionali come l'ASEAN22 e l'Unione africana per affrontare con maggiore efficacia il problema del commercio illegale di specie selvatiche.
L'UE è stata altrettanto attiva a livello multilaterale, soprattutto nel contesto della convenzione CITES, che rappresenta il principale strumento multilaterale di lotta al traffico illegale di specie selvatiche e che l'UE sostiene anche dal punto di vista finanziario. Durante la CoP17 e la riunione del comitato permanente del 2017 l'UE si è attivata affinché fossero definite raccomandazioni e sanzioni mirate per contribuire a contrastare il traffico illegale di avorio, corno di rinoceronte, legno rosa e tigri.
L'UE e alcuni Stati membri sono inoltre parti attive nei dibattiti sull'uccisione, la cattura e il commercio di uccelli, per esempio nell'ambito del gruppo dedicato di esperti istituito nel quadro della Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa (convenzione di Berna). Essi hanno altresì promosso l'iscrizione del traffico illegale di specie selvatiche all'ordine del giorno delle Nazioni Unite, del G20, del G7 e di altri organismi internazionali. Occorre fare di più per includere il traffico illegale di specie selvatiche nell'agenda di altri organismi e forum internazionali pertinenti, come la convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, la convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e il Gruppo di azione finanziaria internazionale.
3. Conclusione
Il piano d'azione ha generato un'attenzione politica e un sostegno considerevoli a livello di Unione europea. Uno dei suoi primi effetti positivi è che ha dato maggiore visibilità al problema del traffico illegale di specie selvatiche, considerato attualmente un problema prioritario da un'ampia gamma di responsabili delle politiche, autorità di contrasto e parti interessate nell'UE. Ne è scaturita l'adozione di numerose iniziative a livello dell'UE e nazionale per conseguire gli obiettivi del piano d'azione. Il piano d'azione ha avuto anche molti altri effetti positivi: diffusione di misure di contrasto nell'UE; impegno di soggetti del settore privato a contribuire alla lotta al traffico illegale di specie selvatiche; un divieto all'esportazione di avorio grezzo; proposte di rilievo formulate dall'UE contro il traffico illegale di specie selvatiche nell'ambito di forum multilaterali (segnatamente nel quadro della convenzione CITES); aumento dei finanziamenti dell'UE per il rafforzamento delle capacità e un'azione internazionale contro il traffico illegale di specie selvatiche; mobilitazione delle reti diplomatiche dell'UE e degli Stati membri in numerosi paesi terzi per far fronte al fenomeno.
Nel complesso, sono stati fatti passi avanti positivi per ciascuna delle 32 misure del piano d'azione. In definitiva, gli indicatori migliori per la valutazione dell'impatto sono i livelli di bracconaggio e traffico illegale. Nonostante alcuni segnali incoraggianti (in particolare la
21 Sistema di preferenze generalizzate – xxxx://xx.xxxxxx.xx/xxxxx/xxxxxx/xxxxxxxxx-xxx- regions/development/generalised-scheme-of-preferences/index_en.htm
22 Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico.
23 xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx/0000/00/00/xxxxxx-0000-xxxxxxx-xxxxxxxx-xxxxx-xxxxxxxxxx-xxx-00-00-0000/
diminuzione dei livelli di bracconaggio di elevanti e rinoceronti negli ultimi anni), il traffico illegale di specie selvatiche continua a prosperare e a porre una grave minaccia per la biodiversità, lo Stato di diritto e lo sviluppo sostenibile. Non c'è dubbio, quindi, che le priorità e gli obiettivi definiti dal piano d'azione continuino a essere appropriati e pertinenti.