Contract
Identificazione dell’Installazione IPPC | |
Ragione sociale | CARPROMETAL S.p.A. |
Sede Legale | Xxx Xxxxxx Xxxxxx x.00 - Xxxxxx (XX) |
Sede Operativa | Xxx Xxxxxxxxxxx 00, Xxxxxx xx Xxxxxxx (XX) |
Tipo di installazione | Esistente “non già soggetta ad A.I.A.” ai sensi dell’art. 5, comma 1, lett. i-quinquies, del D.Lgs. 152/2006 |
Codice e attività IPPC | 5.3.b) Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività contemplate dalla direttiva 91/271/CEE: iv) trattamento in frantumatori di rifiuti metallici, compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e i veicoli fuori uso e relativi componenti. |
Attività non IPPC | Messa in sicurezza, demolizione e recupero di veicoli a motore. Raccolta, trasporto e messa in riserva (R13), deposito preliminare (D15) di rifiuti solidi speciali non pericolosi Recupero di rifiuti metallici (R4) tramite cernita, selezione e riduzione volumetrica (taglio). |
Varianti richieste | • Inserimento del nuovo capannone con evidenziato i depositi di materiali recuperati interni • Aggiornamento della collocazione del punto di emissione E2 • Aggiornamento e nuova disposizione interna di alcune aree di deposito rifiuti, senza modificare i quantitativi di stoccaggio attualmente autorizzati, si veda in dettaglio planimetria generale • Ricollocazione di alcune tipologie di rifiuto nelle aree di stoccaggio, si veda in dettaglio la planimetria generale, senza però introdurre nuove tipologie e/o nuove operazioni di recupero • Ridefinizione delle aree pertinenti la messa in sicurezza, la bonifica e la demolizione dei veicoli fuori uso, senza nessun incremento complessivo dell’area attualmente autorizzata • Modifica rapporti m3/m2 e m3/t dei materiali recuperati/EOW sulla base delle reali caratteristiche geometriche e fisiche |
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE
4
A 1. Inquadramento del complesso e del sito 4
A.1.1 Inquadramento del complesso ippc
4
A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito
5
A 2. Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall’AIA 7
B. QUADRO ATTIVITA’ DI GESTIONE RIFIUTI
8
B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto 8
B.2 Materie Prime ed Ausiliarie 21
B.3 Risorse idriche ed energetiche 22
24
C.1 Emissioni in atmosfera e sistemi di contenimento 24
C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento 27
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento 30
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento 31
C.7 Rischi di incidente rilevante 34
34
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento
47
E.1.1 Valori limite di emissione
47
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo
48
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche
48
49
E.2.1 Valori limite di emissione
49
E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo
50
E.2.3 Prescrizioni impiantistiche
50
51
51
E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo
52
E.3.3 Prescrizioni impiantistiche
52
52
E.4 Suolo e acque sotterranee 52
E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo
53
E.5.2 Attività di gestione rifiuti autorizzata
53
59
E.7 Monitoraggio e Controllo 59
E.8 Prevenzione e Gestione degli eventi emergenziali 60
E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività 60
E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento
61
F.1 Finalità del monitoraggio 61
F.2 Chi effettua il self - monitoring 62
F.3 PARAMETRI DA MONITORARE 62
62
62
62
63
63
64
64
65
65
F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici
65
F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.)
67
67
A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE
A 1. Inquadramento del complesso e del sito
A.1.1 Inquadramento del complesso ippc
La Carprometal opera nel settore del commercio e del recupero dei rottami ferrosi e metallici provenienti dall'industria e dall’uso civile sin dai primi anni ‘60. E’ membro dell’A.I.R.A. (Associazione Industriale Riciclatori Auto) e collabora con il CONAI (Consorzio Nazionale Acciaio) per la gestione ed il trattamento degli imballaggi industriali, interagisce con i Comuni ed i Consorzi per la raccolta RSU.
L’Azienda è stata autorizzata in regime ordinario dell’art. 208 del d.lgs 152/2006 con autorizzazione provinciale n. 555 del 14.12.2010. A seguito di alcune modifiche (introduzione nuovo CER ed upgrading sistemi abbattimento E1 ed E2) l’atto è stato integrato con provvedimento n° 388 dell'8.9.2014.
L’Azienda è strutturata principalmente per il trattamento finalizzato al recupero (mediante attività di selezione e adeguamento volumetrico), di rifiuti metallici da avviarsi a successivi riutilizzatori finali.
Le attività vengono svolte all’aperto su superficie impermeabilizzata scoperta o sotto tettoia ed in due capannoni come di seguito meglio descritto.
L’attività di stoccaggio e trattamento è effettuata essenzialmente in periodo diurno, dalle ore 08.00 alle ore
17.30. L’Azienda impiega ad oggi 19 addetti in totale. L’installazione IPPC è interessata dalle seguenti attività:
N. ordine attività IPPC | Codici Ippc | Tipologia Impianto | Operazioni autorizzate con AIA (Allegato B e/o C – parte IV del d.lgs. 152/06) | Capacità Autorizzata | Rifiuti Speciali NP | Rifiuti Speciali P | Rifiuti Urbani |
1 | 5.3 b) 4) | b) Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell'Allegato 5 alla Parte Terza: | R13 – D15 R4 | 40.000 t/a * | X | X | |
IV) trattamento in frantumatori di rifiuti metallici, compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e i veicoli fuori uso e relativi componenti. | |||||||
N. | |||||||
ordine | Codice | ||||||
attività | ISTAT | Attività NON IPPC | |||||
NON | |||||||
IPPC | |||||||
2 | 38.31.1 | Demolizione di carcasse L’attività consiste nella messa in sicurezza, demolizione e recupero di veicoli a motore. | |||||
3 | 38.32.1 | Raccolta, trasporto e messa in riserva (R13), deposito preliminare (D15) di rifiuti non pericolosi Recupero di rifiuti metallici (R4) tramite cernita, selezione e/o riduzione volumetrica (taglio) * |
Tabella A1 – Attività IPPC e NON IPPC
* L’impianto è autorizzato per una potenzialità massima di trattamento annuo pari a 100.000 t/a, di cui, oltre alle 40.000 t/anno sopra specificate per l’attività di frantumazione, la quantità rimanente può essere così suddivisa:
- attività di pressatura – cesoiatura – circa 13.000 t/anno
- attività di xxxx xxxxxxx e selezione meccanica – circa 46.000 t/anno
- attività minima di selezione e cernita abbinata al controllo e di verifica visiva dei rifiuti metallici in ingresso, che già presentano caratteristiche di materiali recuperati/EOW, per la commercializzazione finale – circa 1.000 t/anno
Le attrezzature e/o macchinari hanno le seguenti potenzialità:
impianto di frantumazione (M1) e (M2) potenzialità oraria: 45 t/h pressa cesoia (M3) potenzialità oraria: 7 t/h impianto di separazione meccanica (M5): potenzialità oraria: 2 t/h impianto di flottazione (M5): potenzialità oraria: 8 t/h
L’impianto di frantumazione (M1 – M2) è composto dai seguenti componenti:
▪ Nastro di carico;
▪ Frantumatore con annesse apparecchiature funzionali accessorie (centralina idraulica, reostato, ecc.)
▪ Vaglio e magnete per la separazione materiale triturato;
▪ Nastri per trascinamento e distribuzione materiale triturato;
▪ Rete idraulica per servizio antincendio, alimentazione ugelli nebulizzatori per abbattimento polveri, raffreddamenti componenti frantumatore;
Per ogni altro dettaglio si veda il lay-out tecnico (dis. n. 0091-02-01_Rev. 0).
Dall’impianto di frantumazione fuoriescono le seguenti tipologie di materiale:
1. Materiale ferroso;
2. Materiale non ferroso;
3. Fluff e rifiuti propri
Il materiale non ferroso (alluminio, zama, acciaio inox, ottone, rame, plastica e gomma) viene sottoposto a nuova cernita sugli impianti denominati M5.
La condizione dimensionale dell’insediamento industriale è descritta nella tabella seguente:
Superficie totale mq | 19.540,00 |
Superficie coperta (UFFICI/ATTIVITA’ PROD) mq | 3.523,60 |
Superficie scoperta impermeabilizzata mq | 15.638,40 |
Superficie scoperta permeabile mq | |
Volume totale fabbricati mc | 30.326,00 |
Anno di costruzione del complesso | 1972 1995 |
Anno dell’ultimo ampliamento o ristrutturazione | 2013 |
Tabella A2 – Condizione dimensionale dello stabilimento
A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito
L’area oggetto dell’impianto è situata all’estremità Sud del territorio comunale di Dolzago, con una parte dell’area a cavaliere con il territorio del comune di Castello di Brianza, a quota 281 m. s.l.m.. L’area è inserita in un contesto territoriale fortemente urbanizzato. Il territorio a Ovest, di tipo pianeggiante, è occupato prevalentemente da insediamenti produttivi, mentre quello ad Est, di tipo collinare, è destinato ad uso residenziale. Il nucleo abitato di Dolzago è situato a circa 298 m. s.l.m..
L’area dell’impianto risulta racchiusa fra degli edifici industriali e la strada di attraversamento del territorio comunale, denominata “Strada Provinciale Della Santa” ed occupa i seguenti Mappali:
Dolzago: 250-248-2121-1756 del foglio 9 e 6
Castello X.xx: 2088-232-1960-1957 del foglio 9 e 1
Nelle adiacenze dell’area, (lato Nord), è ubicato un edificio commerciale con annessa l’abitazione del titolare. Aldilà della strada provinciale (lato Est) è presente un edificio residenziale ad un unico piano (villetta), posta nelle immediate vicinanze di un insediamento produttivo e di un esercizio pubblico (bar- pub-pizzeria).
I primi edifici ad uso esclusivamente residenziale sono posti, nel comune di Dolzago, a Nord, ad una distanza di m. 70, mentre, nel comune di Castello di Brianza, a Est, dopo la strada provinciale “della Santa”, ad una distanza di m. 50.
L’area del complesso gravante sul territorio di Dolzago è classificata all’interno del PGT (Approvazione Xxx.X.Xxx. n°24 del 21.07.2011) come “Tessuto urbano consolidato con funzione non residenziale” (art.29-31 Scheda 4-5 del Piano delle Regole); la parte inclusa nel territorio di Castello Brianza ha invece destinazione
d’uso “D1 – tessuto edificato a prevalente destinazione produttiva “, come individuata nel PGT approvato con Deliberazione Comunale n. 12 del 09.03.2013. L’intero territorio Comunale di Castello di Brianza è vincolato ai sensi della Legge 42/04.
Le coordinate riferite all’ingresso principale dell’insediamento sono:
Coordinate UTM32-WGS84 |
Est: 526294 |
Nord: 5067905 |
I territori limitrofi hanno la seguente destinazione d’uso:
Destinazion e d’uso dell’area secondo il PGT vigente e di quello eventualme nte adottato | Destinazioni d’uso principali | Distanza minima dal perimetro del complesso | Note |
Comune Dolzago: 1. Tessuto non residenziale; 2. Ambiti residenziali; 3. Aree destinate all’esercizio delle attività agricole; 4. Nucleo antica formazione; | 1. Adiacente; 2. 20 m circa; 3. 90 m circa; 4. 120 m circa; | Tav. rif.: PR3 | |
Comune Castello di Brianza: 1. D1_tessuto edificato a prevalente destinazione produttiva; 2. B1_ residenziale consolidata a 2 piani fuori terra; 3. C3_ambiti di trasformazione commerciale 4. C2_ambiti di trasformazione produttivi/artigianali 5. D2_tessuto edificato a prevalente destinazione commerciale – terziario; 6. B2_ residenziale consolidata a 3 piani fuori terra; 7. E2_agricole di interesse comunale/sovracomunale; | 1. Adiacente; 2. 20 m circa; 3. 30 m circa; 4. 40 m circa; 5. 45 m circa; 6. 75 m circa; 7. 230 m circa; | Tav. rif.: 4c |
Dal PGT vigente si evince che:
Tabella A3 – Destinazioni d’uso nel raggio di 500 m
Tipo di vincolo | Distanza minima del vincolo dal perimetro del complesso | Note |
Aree protette | // | |
Paesaggistico | 1. 0 m (art. 136 D. Lgs. 42/04) 2. 205 m circa (art. 136 D. Lgs. 42/04) | 1. In Comune di Castello di Brianza 2. In Comune di Dolzago |
Architettonico | 500 m circa (Architettura civile) | In Comune di Castello di Brianza |
Archeologico | // | |
Demaniale | // | |
Fasce fluviali – PAI | // | |
Idrogeologico | // | |
Siti d’interesse comunitario (SIC) | // | |
Altro |
Tabella A3b – Aree soggette a vincoli ambientali nel territorio circostante (R=500 m)
Con riferimento a quanto previsto dall’ art. 13, comma 5, del Programma Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR), approvato con DGR n. 1990 del 20/06/14, ritenendo che il rilascio della presente AIA sia del tutto assimilabile ad una procedura di rinnovo del titolo autorizzativo, è stata chiesta alla Ditta la verifica puntuale di eventuali criteri localizzativi escludenti di cui al Programma medesimo e integrati con quelli previsti dal Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) della Provincia di Lecco che non siano incompatibili con quelli di cui alla DGR n. 1990/2014, verifica trasmessa dalla ditta con nota del 16.06.2015. La Ditta ha dichiarato che non ricade in nessun fattore escludente.
Si evidenzia, a tal proposito, che in territorio Comunale di Dolzago, in un raggio inferiore a 200m dal perimetro aziendale, insiste ancora un pozzo (denominazione 144B) dichiarato da tempo inattivo ed in passato destinato ad uso potabile.
A 2. Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall’AIA
La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell’impianto produttivo in esame.
Settore interessato | Norme di riferimento | Ente competente | Estremi del provvedimento | Scadenza | N. d’ordine Attività IPPC e NON |
Aria | DRP 203/1988 | Regione Lombardia | Delibera n.21781 del 23.04.1992 | 31.12.2013 In data 20.12.2013 è stata presenta la domanda di rinnovo ai sensi degli artt. 269, 281 del D.Lgs 152/06 e s.m.e.i. | 1, 2, 3 |
Provv.Dir. n. 388 del 08.09.2014 di rinnovo della Delibera sopra citata | 18.12.2020 | ||||
Acqua pozzo ad uso privato | T.U. n. 1775 del 11.12.1933; X.X. x. 00 xxx 00.00.0000. | Xxxxxxx Xxxxxxxxx Direzione risorse idriche Xxxx xxxxxxxxxxxx xx Xxxxx | Xxxxxxx x. 00000 del 28.06.2002 | 28.06.2032 | 1, 2, 3 |
Acqua | DLgs 152/06 Legge Regionale n° 26/2003 | Provincia di Lecco | Provvedimento Dirigenziale n. 21 del 03.05.2012 | 06.05.2016 | 1, 2, 3 |
Provvedimento Dirigenziale n. 388 del 08.09.2014 di autorizzazione unica ex art. 208 del D.Lgs 152/06 e s.m.e.i. | 18.12.2020 | ||||
Xxxxxxx | X.Xxx.152/06 art.208, D. Lgs. 209/03 | Provincia di Lecco | Provvedimento Dirigenziale n. 555 del 14.12.2010 come modificato dal Provv. n. 388 del 8.9.14 | 18.12.2020 | 1, 2, 3 |
Rifiuti | D.Lgs 152/06 e s.m.e.i. | Albo Nazionale Gestori Ambientali | Iscrizione n. MI03345 13.01.2012 – 13.12.2011 | 00.00.0000 - 00.00.0000 | 1,2,3 |
C.P.I. | D.M. 16/02/1982 | Comando Provinciale VVFF | c.p.i del 13.05.2009 | 13.05.2015 | 1,2,3 |
Energia | N.A. | ||||
Bonifiche | D.Lgs.152/06 | Provincia di Lecco | Provv. Dirigenziale n°22 del 22.01.2015 | 1,2,3 | |
Sistema di gestione della sicurezza (solo attività RIR) | N.A. |
Tabella A4 – Stato autorizzativo
La ditta è in possesso delle seguenti certificazioni:
Certificazione/ registrazione | Norme di riferimento | Ente certificatore | Estremi della certificazione/ registrazione (Numero- Data di emissione) | Scadenza | N. d’ordine Attività IPPC e NON |
EMAS | N.A. | ||||
ISO | 9001:2000 - 2008 | DNV Business Assurance | 09.07.2012 | 09.07.2015 | 1,2,3 |
Regolamento UE 333/2011 | DNV Business Assurance | Attestato n. 146398-2013 Emissione 11.12.2013 | 11.12.2016 | 1,2,3 | |
Regolamento UE 715/2013 | DNV Business Assurance | Attestato n. 146395-2013 Emissione 10.01.2014 | 10.01.2017 | 1,2,3 |
Tabella A5 – Certificazioni
Tutti i dati di consumo, trattamento rifiuti ed emissione che vengono riportati di seguito nell’allegato fanno riferimento alle annualità produttive indicate.
B. QUADRO ATTIVITA’ DI GESTIONE RIFIUTI
B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto
Le operazioni di recupero e smaltimento individuate per le attività svolte nell’insediamento sono le seguenti:
I. D15: Deposito preliminare di rifiuti non pericolosi per un quantitativo massimo di mc 200;
II. R13: Messa in riserva di rifiuti non pericolosi per un quantitativo massimo di mc 1.100;
III. R4: Riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici per un quantitativo massimo di 100.000 t/anno;
IV. Attività di messa in sicurezza, demolizione recupero e rottamazione di carcasse di veicoli a motore e rimorchi, superficie complessiva 294,3 mq così suddivisa:
1. Area 1 - carcasse in ingresso mq 172 e n° veicoli 17
2. Area 2 - operazione di trattamento mq 8.3
3. Area 3 - deposito di rifiuti pericolosi e non pericolosi mq 69
4. Area 4 - deposito carcasse trattate mq 45
Sui rifiuti in ingresso all’impianto, oltre alle specifiche operazioni di cui all’attività IV, vengono effettuate le seguenti operazioni:
Operazioni autorizzate | Quantità massima di stoccaggio autorizzata (m3) | Capacità autorizzata di trattamento (t/g o t/h) | Capacità autorizzata di trattamento annuo (t/a) | Stato fisico | Modalità di stoccaggio |
X00 | 000 m3 | - | - | solidi | cumuli, cassonetti o container |
R4 | - | - | 100.000 t/anno | solidi | - |
R13 | 1.100 m3 | - | - | solidi | cumuli, cassonetti o container |
Tabella B1 – operazioni autorizzate
N° sez. o area | Sup. Coperta | Tipologia rifiuti / prodotti | Operazioni autorizzate | Peso t | stoccaggio autorizzato m3 | Area destinata allo stoccaggio m2 |
Area U | NO | Metallo non ferroso 170401 – 120104 e materiali recuperati/EoW | R13 – R4 | 40 | 40 | 38 |
Area C | NO | Torniture di metalli ferrosi 120101 – 120102 – 120199 e materiali recuperati/EoW | R13 –R4 | 50 | 50 | 45 |
Area B | NO | Lamierini ferrosi: 120101 – 120102 – 120199 e materiali recuperati/EoW | R13 – R4 | 100 | 100 | 72 |
Area T | IN PARTE | Metalli ferrosi in genere 170405 – 020110 Torniture di metalli ferrosi: 120101 – 120102 – 120199 Lamierini ferrosi: 120101 – 120102 – 120199 Veicoli fuori uso bonificati: 160106 Imballaggi metallici: 150104 e materiali recuperati/EoW | R13 – R4 | 100 | 100 | 64 |
Area O1 | NO | Metalli non ferrosi: 120103 – 120104 – 150104 – 170402 – 170403 - 170404 – 170406 – 170407 – 191002 – 191203 e materiali recuperati/EoW | R13 – R4 | 240 | 200 | 117 |
Area Q | NO | Cavi di rame 170411 oppure metalli non ferrosi: 170401 - 120104 | R13 | 60 | 50 | 45 |
Area G2 | NO | Metalli misti e auto bonificate e parti di veicoli bonificati 160106 – 160117-160118 – 160122 – 160199 – 160214 – 160216 – 200136 – 200140 – 200307 – 190102 – 191001 – 191202 – 191203 – 191002 – 170405 – 170407 – 170411 – 150104 – 100210 - 170402 | R13 | 250 | 250 | 172 |
Area V1 | NO | Scorie 100316 oppure Metalli misti 160216 – 160117 - 160118 | R13 | 36 | 30 | 20 |
Area V2 | NO | Scorie di fusione 101003 oppure Metalli misti 160216 – 160117 - 160118 | R13 | 36 | 30 | 20 |
Area O2 | SI | Metallo non ferroso: 120103 – 120104 – 170402 – 191203 e materiali recuperati/EoW | R13 – R4 | 66 | 60 | 52 |
Area S | NO | Scaglie di laminazione 100210 | R13 | 60 | 60 | 52 |
Area X | IN PARTE | Apparecchiature fuori uso – RAEE 160214 – 160216 - 200136 | R13 | 30 | 30 | 62 |
Area W | NO | Rifiuti prodotti da operazioni di frantumazione 191006 | R13 | 50 | 100 | 52 |
Area R1 | NO | Imballaggi in materiali misti 150106 | X00 | 00 | 00 | 00 |
Xxxx X0 | XX | Deposito propri rifiuti: 191004 | D15 | 000 | 000 | 000 |
TOTALE R13 | 1.118 | 1.100 | 811 | |||
TOTALE D15 | 166 | 200 | 163 |
Tabella B2a – descrizione per singola sezione di trattamento/stoccaggio
Sono inoltre presenti i seguenti stoccaggi di materiali in attesa di cessione, EOW/Materiali recuperati:
N° sezione o area | Sup. Coperta | Area destinata allo stoccaggio m2 | Quantitativi m3 |
Xxxx X | XX | 000 | 000 |
Xxxx X | XX | 320 | 960 |
Area B | NO | 340 | 1.020 |
Area T | IN PARTE | 353 | 1.059 |
Area O1 | NO | 370 | 1.110 |
Area O2 | SI | 500 | 1.500 |
Area A1 | NO | 740 | 2.220 |
Area A2 | NO | 85 | 255 |
Area A3 | NO | 173 | 519 |
AREA A4 | SI | 205 | 615 |
AREA A5 | SI | 265 | 795 |
AREA A6 | NO | 655 | 1.965 |
Tabella B2b – descrizione stoccaggi Materiali recuperati/EOW
I macchinari e le attrezzature utilizzate saranno costituiti da:
- n. 1 impianto di frantumazione (M1 - M2);
- n. 1 pressa-cesoia (M3), ubicata sotto alla tettoia, situata nella parte centrale dell’area dell’impianto;
- n. 2 impianti di separazione metalli (M5) di cui 1 meccanico e 1 a sistema flottante.
I tipi di rifiuti in ingresso sottoposti alle varie operazioni sono individuati dai seguenti codici CER:
CER | DESCRIZIONE | AREA |
16 01 04* | veicoli fuori uso | 1 |
Tabella B3a
CER | DESCRIZIONE | R13 | R4 | D15 | TRITURAZIONE | PRESSATURA/ CESOIATURA | AREA |
02 01 10 | rifiuti metallici | X | X | X | T | ||
10 02 10 | scaglie di laminazione1 | X | X | X (solo area G2) | S/G2 | ||
10 03 16 | scorie diverse da quelle di cui alla voce 10 03 15 | X | V1 | ||||
10 10 03 | scorie di fusione | X | V2 | ||||
12 01 01 | limatura e trucioli di metalli ferrosi1 | X | X | X | B/C/T | ||
12 01 02 | polveri e particolato di metalli ferrosi (limitatamente agli scarti di lavorazione ferrosi in piccole dimensioni – viene sottoposto a recupero esclusivamente se allo stato fisico non polverulento)1 | X | X | X | B/C/T | ||
12 01 03 | Limatura, scaglie e polveri di metalli non ferrosi1 | X | X | O1/O2 | |||
12 01 04 | polveri e particolato di metalli non ferrosi (limitatamente agli scarti di lavorazione non ferrosi in piccole dimensioni – viene sottoposto a recupero esclusivamente se allo stato fisico non polverulento)1 | X | X | O1/O2/ U/Q |
12 01 99 | rifiuti non specificati altrimenti (limitatamente a scarti di lavorazione di rottame ferroso e non ferroso, lamierino, sfridi da lavorazione dei metalli, cascami di lavorazione di metalli ferrosi e non ferrosi) | X | X | X | B/C/T | ||
15 01 04 | imballaggi metallici1 | X | X | X (solo area G2 ) | X | O1/G2/ T | |
15 01 06 | imballaggi in materiali misti | X | R1 | ||||
16 01 06 | veicoli fuori uso, non contenenti liquidi ne altre componenti pericolose | X | X | X | X | G2/T | |
16 01 17 | metalli ferrosi | X | X | X (solo area G2) | G2/V1/ V2 | ||
16 01 18 | metalli non ferrosi | X | X | X (solo area G2) | G2/V1/ V2 | ||
16 01 22 | componenti non specificati altrimenti | X | X | X | G2 | ||
16 01 99 | rifiuti non specificati altrimenti (limitatamente ai motori o parti di essi) | X | X | X | G2 | ||
16 02 14 | apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13 | X | X (solo area G2 ) | X (solo area G2 ) | G2/X | ||
16 02 16 | componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15 | X | X | X (solo area G2 ) | G2/X/ V1/V2 | ||
17 04 01 | rame, bronzo, ottone | X | X | U/Q | |||
17 04 02 | alluminio | X | X | X (solo area G2 ) | O1/O2/ G2 | ||
17 04 03 | Piombo | X | X | O1 | |||
17 04 04 | Zinco | X | X | O1 | |||
17 04 05 | ferro e acciaio | X | X | X (solo area G2 ) | X | T/G2 | |
17 04 06 | Stagno | X | X | O1 | |||
17 04 07 | metalli misti | X | X | X (solo area G2 ) | O1/G2 | ||
17 04 11 | cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10 | X | X | X (solo area G2 ) | Q/G2 | ||
19 01 02 | materiali ferrosi estratti da ceneri pesanti | X | X | X | G2 | ||
19 10 01 | rifiuti di ferro e acciaio | X | X | X | G2 | ||
19 10 02 | rifiuti di metalli non ferrosi | X | X | X (solo area G2) | O1/G2 | ||
19 10 04 | frazioni leggere di frantumazione (fluff-light) e polveri diverse da quelle di cui alla voce 19 10 03 | X | R2 | ||||
19 10 06 | altre frazioni diverse da quelle di cui alla voce 19 10 05 | X | X | W | |||
19 12 02 | metalli ferrosi | X | X | X | G2 | ||
19 12 03 | metalli non ferrosi | X | X | X (solo area G2) | O1/G2/ O2 | ||
20 01 36 | apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 20 01 21, 20 01 23 e 20 01 35 | X | X (solo area G2 ) | X (solo area G2 ) | G2/X | ||
20 01 40 | Metalli | X | X | X | G2 | ||
20 03 07 | rifiuti ingombranti | X | X | X | G2 |
1 Al fine del rispetto del divieto di cui all’All.I, x.xx 2.3 del Reg. Ue. N. 333/2011 i codici CER 100210, 120101, 120102, 120103, 120104, sono trattabili come R4 limitatamente a limatura, scaglie e polveri non contenenti fluidi quali oli o emulsioni oleose ed il codice 150104 è accettabile in R4 solo se i fusti o contenitori non hanno contenuto oli o vernici.
Tabella B3b – descrizione operazioni per CER
All’interno del complesso IPPC è presente anche una struttura di servizio adibita a ufficio amministrativo. In ausilio all’attività svolta per la movimentazione dei rifiuti sono in uso le seguenti attrezzature:
- n. 5 gru semoventi “ragno” per la movimentazione e il carico dei materiali;
- n. 2 ruspe per la movimentazione dei materiali;
- n. 7 automezzi per il trasporto del rottame, suddivisi in
n. 3 camion con braccio semovente (gru)
n. 1 autosnodato (“bilico”)
n. 2 autotreni con container scarrabili
n. 1 autoveicolo specifico per trasporto veicoli fuori uso
Gli automezzi di proprietà vengono utilizzati per il ritiro dei rifiuti dalle ditte produttrici.
Per il trasporto del materiale selezionato e pronto per la vendita, destinato ad impianti siderurgici, metallurgici e/o altri commercianti (lunghi viaggi) vengono utilizzati principalmente gli automezzi di imprese esterne, che effettuano il trasporto per conto terzi.
Le attività di recupero e smaltimento sono effettuate nelle zone individuate nella planimetria generale (tav 0091-01_Rev.1 del 05-05-2015) con disposizione delle zone operative.
Descrizione delle attività di recupero/smaltimento effettuate:
L’attività esercitata è il commercio di rottami e il recupero di metalli, con addetti 19 persone.
Trattasi quindi di un impianto di messa in riserva, recupero e deposito preliminare di rifiuti speciali non pericolosi – principalmente rottami metallici (impianto A) e di un impianto di messa in sicurezza, demolizione, recupero e rottamazione di carcasse di veicoli a motore (impianto B).
Impianto A
Si possono distinguere quattro cicli di lavorazione dei rifiuti:
a) raccolta, deposito preliminare e/o messa in riserva e conferimento dei rifiuti a successivi impianti autorizzati
b) raccolta, messa in riserva, recupero tramite riduzione volumetrica (taglio), stoccaggio e commercio
c) raccolta, messa in riserva di carcasse di autoveicoli bonificate e rottami metallici, recupero tramite frantumazione e cernita, stoccaggio e commercio.
d) raccolta, messa in riserva, recupero tramite cernita e selezione, stoccaggio e commercio
Schema a blocchi del ciclo di lavorazione a)
Schema a blocchi del ciclo di lavorazione b)
Schema a blocchi del ciclo di lavorazione c)
Schema a blocchi del ciclo di lavorazione d)
Operazioni di messa in sicurezza e bonifica dei veicoli fuori uso
Operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio
Deposito dei rifiuti pericolosi e non pericolosi nell’apposita AREA 3
Conferimento ad impianti autorizzati per il successivo recupero e/o smaltimento
Impianto B
Conferimento e/o ritiro veicoli fuori uso
Operazioni di trattamento in AREA 2
Deposito in AREA 1
Deposito carcasse trattate e bonificate nell’AREA 4
Avvio all’impianto di frantumazione (M1 – M2) per le successive fasi di recupero (R4)
Deposito dei propri rifiuti nelle apposite aree
Conferimento ad impianti autorizzati per il successivo recupero e/o smaltimento
Commercializzazione finale dei materiali ottenuti
MESSA IN RISERVA e/o DEPOSITO PRELIMINARE
Il materiale arriva nello stabilimento in container scarrabili o su camion con cassone ribaltabile, utilizzando mezzi propri e/o mezzi di trasportatori terzi.
Il rifiuto una volta conferito presso l’impianto e dopo aver subito la procedura d’accettazione e controllo viene collocato nell’apposita area, generalmente in cumuli su pavimento impermeabilizzato. Qualora la messa in riserva venga effettuata in contenitori, questi sono idonei e resistenti per il contenimento delle tipologie dei rifiuti ritirate.
L’Azienda effettua controlli radiometrici su tutti i carichi di rottami metallici in ingresso e in uscita tramite un portale fisso posto all’ingresso in corrispondenza della pesa. Le modalità di effettuazione delle verifiche sono riportate nel documento redatto e sottoscritto da Xxxxxxx Qualificato incaricato dalla ditta. La ditta ha inoltre individuato un’area, posta sul retro dell’edificio adibito agli stoccaggi denominati O2, destinata all’isolamento del materiale contaminato in attesa di smaltimento o decadimento fisico (tavola 0091-01_Rev.1).
La ditta ha adottato un sistema di procedure operative per il controllo/monitoraggio ai sensi dei Regolamenti 333/2011 e 715/13 delle fasi di accettazione dei rifiuti in ingresso impianto e del materiale “non più rifiuto” in uscita prevedendo registrazioni delle attività svolte tramite specifica modulistica a tal fine predisposta. Viene poi garantito il rispetto dei requisiti previsti dalle più recenti revisioni delle Norme UNI per gli altri prodotti (STAGNO: UNI 10432, PIOMBO: UNI EN 12861 e ZINCO: UNI EN 12441).
A seconda della tipologia, i materiali vengono poi depositati in aree dedicate in funzione del ciclo di lavorazione (ciclo a, b, c, d). Terminata l’operazione di scarico dei rifiuti viene effettuata una seconda pesatura del camion, e poi l’automezzo esce dall’insediamento.
I rifiuti verranno identificati mediante apposite targhe e tenuti ben separati fra di loro, a seconda della tipologia di appartenenza, anche mediante cordoli o con divisori mobili in cemento armato di adeguata altezza, tipo jersey.
Il tutto viene movimentato e selezionato con l’utilizzo di idonei mezzi meccanici semoventi.
RIDUZIONE VOLUMETRICA
Alcune tipologie di materiale vengono sottoposte alla riduzione di dimensione, per poter migliorare il trasporto agli impianti finali e per esigenze commerciali di vendita. La riduzione volumetrica viene effettuata mediante taglio (ciclo b) e per frantumazione (ciclo c).
Taglio
Tale operazione avviene mediante l’impiego di una pressa-cesoia (M3), ubicata al coperto, sotto la tettoia centrale: I rifiuti vengono tagliati in pezzi di dimensioni opportune. Il carico della pressa-cesoia e la movimentazione del materiale tagliato vengono effettuati con idonei mezzi meccanici semoventi, che ubicati nelle immediate vicinanze della pressa-cesoia, con il braccio prelevano dal cumulo il materiale da tagliare, lo depositano nella bocca della pressa e dopo la cesoiatura viene nuovamente prelevato per essere spostato in un nuovo cumulo, ove è collocato il materiale pronto per la vendita.
I materiali tagliati verranno prelevati dai cumuli, sempre mediante l’impiego di mezzi semoventi e posti nell’area di deposito, e caricati sugli automezzi in uscita, per raggiungere la destinazione finale.
Frantumazione (M1-M2)
Le carcasse degli autoveicoli bonificate assieme ad altri rottami leggeri vengono ridotti in diverse pezzature con l’ausilio di un mulino frantumatore. Il mulino frantumatore è costituito da due frantoi a rulli: il primo con funzione di sgrossatore ed il secondo di disintegratore. L’alimentazione del mulino avviene attraverso un nastro trasportatore. Mediante un “ragno”, i rottami vengono posizionati sul nastro trasportatore che alimenta il mulino. Sul trasportatore metallico è prevista una stazione di controllo e selezione di eventuali materiali estranei macroscopici. Un operatore controlla visivamente il materiale in transito sul nastro trasportatore. Il rottame idoneo alla frantumazione viene convogliato nello scivolo di raccolta dove si trovano i rulli alimentatori comandati da un secondo operatore posto in cabina di comando. Alla base della sede del frantoio è montata una sezione di griglie sostituibili che hanno la capacità di dare la densità del prodotto finale richiesto.
Il materiale frantumato uscito dalle griglie cade su un nastro trasportatore vibrante, che lo fa avanzare e distribuire su tutta la sua larghezza in modo da facilitare la presa del ferro da parte della calamita tamburo che lo scarica sul nastro in uscita. Per l’abbattimento delle polveri che si generano dalla movimentazione dei materiali metallici su tale tratto è stato installato un impianto di aspirazione (Cappe aspirazione K2 – K3 – Emissione E1). Il rottame di ferro sminuzzato e pulito da ogni impurità viene trasportato da un nastro trasportatore dotato di bilancia per il controllo della produzione all’esterno dell’impianto e depositato in cumuli, sul piazzale, in attesa di essere inviato all’acciaieria. L’impianto di frantumazione è dotato anche di un’aspirazione localizzata in corrispondenza dell’ingresso ed uscita del frantumatore (Cappe aspirazione K1a e K1b – Emissione E2).
Il materiale non ferroso (terra, sassi, gomma, plastica, metalli non ferrosi, ecc.) non attratto dalla calamita cade su un nastro trasportatore e inviato ad un vaglio rotante per la separazione della terra e la granella formatesi durante la frantumazione, dal restante materiale che cade per terra sul piazzale.
Il restante materiale eterogeneo composto da metalli non ferrosi (alluminio, zama, rame, ottone) e da plastica e gomma viene inviato alle operazioni di cernita.
Cernita e recupero con impianti meccanici e di flottazione
Il materiale eterogeneo non ferroso viene sottoposto alla separazione delle diverse tipologie di metalli mediante due impianti di cernita. Il materiale eterogeneo attraverso dei camion viene prelevato dal cumulo posto all’uscita dell’impianto di frantumazione e trasferito all’impianto di cernita meccanica. Con l’ausilio del “ragno” il materiale viene posizionato nella tramoggia di carico dove, attraverso un cilindro a rullo avviene la separazione della plastica e gomma, mentre manualmente avviene la separazione dell’alluminio/zama, dell’acciaio inox, del ferro, del rame e dell’ottone.
La separazione meccanica non permette la cernita della frazione leggera dei metalli costituita da alluminio e zama. Attraverso un impianto automatico (M5) di flottazione ad acqua avviene la separazione dell’alluminio dalla zama. Con l’ausilio del “ragno” il materiale viene posizionato nella tramoggia di carico dove, attraverso un cilindro a rullo immerso in acqua avviene la separazione per flottazione delle due leghe. L’operazione, svolta circa una volta al mese, avviene per mezzo di aggiunta di ferro-silicio in acqua che aumentando la densità del fluido favorisce il galleggiamento dell’alluminio. Il ferro-silicio viene quindi recuperato con elettrocalamita per venire reimpiegato nel ciclo lavorativo.
Il materiale selezionato viene depositato, in cumuli, sui piazzali, in attesa di essere poi ceduto come materiali recuperati / EoW.
Cernita e selezione meccanica
Il rifiuto una volta conferito e successivamente collocato nell’apposita area, può subire solamente l’operazione di recupero (R4) di cernita e selezione meccanica mediante ragno caricatore, al fine di estrarre eventuali componenti estranei e separare le componenti metalliche; molto sporadicamente ed occasionalmente la cernita viene effettuata anche manualmente. Il tutto per recuperare delle frazioni omogenee di metalli più pregiati.
Impianto B
Le automobili, prima di essere avviate alla frantumazione, necessitano di essere “bonificate”; ovvero sottoposte alle operazioni di messa in sicurezza, demolizione e recupero delle diverse frazioni di rifiuti e materiali che costituiscono l’automobile.
BONIFICA VEICOLI FUORI USO
L’area adibita al trattamento ed alla bonifica degli autoveicoli, è attrezzata come segue:
• area interamente pavimentata e provvista di un pozzetto a tenuta con grigliato per la raccolta di eventuali sversamenti, il pavimento ha la pendenza necessaria per convogliare i fluidi verso il pozzetto;
• zona vera e propria di trattamento dei veicoli provvista di “isola di bonifica” in grado di bonificare fino a 20 veicoli al giorno. L’isola di bonifica è costituita da sistema di sollevamento dei veicoli corredato di centralina di aspirazione, serbatoi di aspirazione, centralina di recupero e travaso per l’aspirazione dei vari fluidi (olio motore, liquido freni, liquido lavavetri, liquido di raffreddamento, carburante, gas refrigeranti, ecc.) e loro deposito in contenitori appositi ed annessi all’apparecchiatura;
• contenitori per il deposito dei rifiuti pericolosi e dei rifiuti non pericolosi così descritti:
• cassone metallico per lo stoccaggio della plastica della capacità di 2000 litri;
• cassone metallico per lo stoccaggio del vetro della capacità di 3 metri cubi
• cassoni metallici per lo stoccaggio dei pneumatici della capacità complessiva di 20 metri cubi;
• contenitori stagni in polietilene per lo stoccaggio delle batterie dotato di sistemi di raccolta di eventuali liquidi che possono fuoriuscire dalle batterie stesse inserito in contenitore metallico. Capacità: 500 litri;
• contenitore metallico per lo stoccaggio dei filtri olio della capacità di 200 litri;
• contenitore in polietilene per lo stoccaggio dei condensatori contenenti PCB della capacità di 65 litri;
• contenitore in polietilene all’interno di gabbia metallica per lo stoccaggio delle soluzioni acide neutralizzate della capacità di 250 litri;
• cassone metallico per il deposito delle bombole di gas rimosse dai veicoli della capacità di 500 litri;
• cassoni metallici per lo stoccaggio dei componenti contenenti mercurio della capacità di 500 litri
• bombole metalliche in dotazione alla stazione mobile automatica di riciclo e recupero del gas refrigerante a corredo dell’isola di bonifica.
• I componenti e le parti in rame, in alluminio e in magnesio verranno stoccati all’interno del centro di recupero nelle apposite aree già destinate al deposito di tali materiali.
È presente inoltre una zona per il deposito di materiale assorbente usato per l’assorbimento dei liquidi sversati accidentalmente.
Tutti i recipienti fissi e mobili sono adeguatamente etichettati; inoltre i contenitori in questione sono provvisti di sistemi di chiusura, di accessori e di dispositivi atti ad effettuare, in condizioni di sicurezza, le operazioni di riempimento, di travaso e di svuotamento. Inoltre, le manichette ed i raccordi dei tubi utilizzati per il carico e lo scarico dei rifiuti liquidi contenuti nelle cisterne sono mantenuti in perfetta efficienza, al fine di evitare dispersioni nell’ambiente.
I serbatoi fissi e mobili saranno riempiti al 90% della loro capacità in modo da lasciare un volume residuo di sicurezza pari al 10%, saranno dotati di dispositivo anti-traboccamento o di tubazioni di troppo pieno e di indicatore di livello.
Il bacino di contenimento dei rifiuti liquidi pericolosi è strutturato in modo da avere la capacità pari al serbatoio più grande presente in esso e pari ad almeno il 1/3 del volume totale dei serbatoi.
I rifiuti di carattere oleoso sono stoccati in appositi contenitori aventi capacità inferiore ai 500 lt: il singolo contenitore di capacità pari a 260 lt consiste principalmente in un doppio contenitore, uno interno a contatto con l’olio, ed uno esterno più grande, che lo ingloba completamente fungendo da vasca di contenimento e sicurezza; così pure il serbatoio a corredo dell’isola di bonifica, è dotato di una idonea vasca di contenimento.
I CFC saranno immagazzinati in apposite bombole di cui è dotata la stazione mobile automatica di recupero del gas refrigerante di cui è corredata l’isola di bonifica.
Premesso che i gas refrigeranti utilizzati nei circuiti dei condizionatori delle autovetture lesive dell’ozono stratosferico, ovvero i CFC – HCFC sono stati sostituiti dall’anno 1992 con l’R 134 – a, si può affermare che il numero di mezzi antecedenti alla suddetta data con il condizionatore è alquanto esiguo, anche considerando il fatto che il contenuto medio di gas di un impianto di condizionamento di un’autovettura non supera i 300 g.
Ad ogni modo la ditta provvede, nel caso in cui il veicolo da demolire abbia il condizionatore, indipendentemente dall’anno di costruzione, ad asportare il gas refrigerante con l’apposita apparecchiatura.
Per lo stoccaggio dei rifiuti sono impiegati vari contenitori, uno per ogni tipologia di rifiuto. Qualora questi contenitori non fossero destinati ad essere reimpiegati per le stesse tipologie di rifiuti, si provvederà a
sottoporre gli stessi ad opportuni trattamenti di bonifica idonei a consentire le nuove utilizzazioni. Detti trattamenti saranno effettuati presso centri autorizzati.
La ditta non effettua la vendita delle parti di ricambio.
Le operazioni per la messa in sicurezza del veicolo fuori uso sono effettuate secondo le modalità dettate dall’allegato 1 punti 6, 7 e 8 D.lgs. 209/03. Di seguito sono riportate tali operazioni (non nell’ordine in cui sono effettivamente eseguite):
a) rimozione degli accumulatori, neutralizzazione delle soluzioni acide (acido solforico) eventualmente fuoriuscite tramite materiali idonei (calce “Ca(OH)2” e bicarbonato “NaHCO3” secondo le reazioni H2SO4 + Ca(OH)2 🡪 CaSO4 + 2 H2O e 2 NaHCO3 + H2SO4 🡪 Na2SO4 + 2 CO2 + 2 H2O) e stoccaggio in appositi contenitori stagni dotati di sistemi di raccolta di eventuali liquidi che possono fuoriuscire dalle batterie stesse. Si evidenzia che la neutralizzazione elettrolitica può essere effettuata sul posto o in altro luogo, a seconda del momento e delle esigenze;
b) rimozione dei serbatoi di gas compresso. Non viene effettuata l’estrazione, lo stoccaggio e la combustione dei gas eventualmente contenuti in quanto la ditta svolge un controllo preventivo sui veicoli in ingresso e rifiuta i veicoli nei quali risulti ancora la presenza di gas nelle bombole, per cui sarà effettuata solo la rimozione di bombole vuote;
c) neutralizzazione dei componenti che possono esplodere, come gli air-bag;
d) prelievo del carburante, stoccaggio separato per tipologie (benzina gasolio) e suo avvio a riuso;
e) rimozione, con raccolta e deposito separati in appositi contenitori, secondo le modalità e le prescrizioni fissate per lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi, di olio esausto, di liquido antigelo, di liquido dei freni, di fluidi refrigeranti dei sistemi di condizionamento e di altri liquidi e fluidi contenuti nel veicolo fuori uso, a meno che non siano necessari per il reimpiego delle parti interessate. Durante l’asportazione saranno evitati sversamenti e adottati opportuni accorgimenti e utilizzate idonee attrezzature al fine di evitare rischi per gli operatori addetti al prelievo;
f) rimozione del filtro-olio che sarà depositato in apposito contenitore, salvo che il filtro stesso non faccia parte di un motore destinato al reimpiego;
g) rimozione e stoccaggio dei condensatori contenenti PCB;
h) rimozione, per quanto fattibile, di tutti i componenti identificati come contenenti mercurio.
L’attività di demolizione viene svolta secondo le seguenti fasi, in osservanza dell’allegato 1 punto 6 D.Lgs. 209/03:
a) smontaggio dei componenti del veicolo fuori uso od altre operazioni equivalenti, volte a ridurre gli eventuali effetti nocivi sull’ambiente;
b) rimozione, separazione e deposito dei materiali e dei componenti pericolosi in modo selettivo, così da non contaminare i successivi residui della frantumazione provenienti dal veicolo fuori uso;
c) eventuale smontaggio e deposito dei materiali e dei componenti recuperabili, in modo da non compromettere le successive possibilità di reimpiego, di riciclaggio e di recupero.
Le operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio (allegato 1 punto 7 D.lgs. 209/03) che vengono svolte nell’insediamento consistono in:
a) rimozione del catalizzatore e deposito del medesimo in apposito contenitore, adottando i necessari provvedimenti per evitare la fuoriuscita di materiali e per garantire la sicurezza degli operatori;
b) rimozione dei componenti metallici contenenti rame, alluminio e magnesio,
c) rimozione dei pneumatici, in modo tale da poter essere effettivamente riciclati come materiali;
d) rimozione dei grandi componenti in plastica, quali paraurti, cruscotto e serbatoi contenitori di liquidi, in modo tale da poter essere effettivamente riciclati come materiali;
e) rimozione dei componenti in vetro.
La gestione dell’impianto avviene secondo i seguenti criteri (allegato 1 punto 8 al D.lgs. 209/03):
- nell’area 1 in cui avviene il conferimento ed il deposito dei veicoli ancora da bonificare non saranno accatastati veicoli;
- i veicoli messi in sicurezza (bonificati) non ancora sottoposti a trattamento saranno, in certi casi comunque rari, sovrapposti al massimo per tre veicoli, previa verifica delle condizioni di stabilità e valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori;
- l’accatastamento delle carcasse già sottoposte alle operazioni di messa in sicurezza ed il cui trattamento è stato completato non sarà mai superiore ai cinque metri di altezza;
- lo stoccaggio dei rifiuti recuperabili avverrà in modo tale da non modificare le caratteristiche del rifiuto e da non comprometterne il successivo recupero;
- le operazioni di stoccaggio saranno effettuate evitando danni ai componenti che contengono liquidi e fluidi.
B.2 Materie Prime ed Ausiliarie
Le materie prime principali in ingresso al complesso IPPC sono costituite fondamentalmente dai rifiuti descritti nel paragrafo “B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto”.
Sono poi utilizzati i prodotti di seguito meglio specificati nella tabella sottostante, ovvero si riportano le informazioni relative alle materie ausiliarie, intese come reagenti, oli, lubrificanti, gasolio, prodotti impiegati all’interno del complesso:
Sezione Impianto | Materie Ausiliarie | Quantità specifica (kg di materia prima/t di rifiuto trattato)* | Pericolosità | Stato fisico | Modalità e caratteristiche di stoccaggio | Quantità massima di stoccaggio (mc) |
Impianto di selezione meccanica/ flottazione | Xxxxxxx Xxxxxx | 0,9 | // | S | Al coperto, in Sacchi | 1500 kg |
Acqua demineralizzata | // | L | Al coperto in Fusti/Cisternette | 1000 kg | ||
Impianto di selezione meccanica/ flottazione | Ferrosilicio FeSi 15 | 10 | // | S | Al coperto in Sacchi/Fusti | 24.000 kg |
Idrossido di sodio soluzione 20 – 50 % | R 35 H 314 | L | Al coperto in Fusti/Cisternette | 1000 kg | ||
Impianto di selezione meccanica/ flottazione | Antischiuma S 10D | 1,4 | R41 – X00 X 000 | X | Xx coperto in Fusti/Cisternette | 1000 Kg |
Alluminio Policloruro 10 – 18 % | R 41 H 318 – H 290 | L | Al coperto in Fusti/Cisternette | 1.000 kg | ||
Acido cloridrico 32 – 37 % | R 34 – R 37 H314 – H 335 | L | Al coperto in Fusti/Cisternette | 1.000 Kg | ||
Sodio Ipoclorito 14 % | R34 – R31 – R50 H314 – H400 | L | Al coperto in Fusti | 60 Kg | ||
Impianto di selezione meccanica/ flottazione | Flocculante | 0,3 | // | S | Al coperto in sacchi | 25 kg |
Adblue | // | L | Al coperto in cisternette | 500 l | ||
Mobilgear 627 | // | L | Al coperto in Fusti/Cisternette | 50 kg | ||
Syn Grease As 3 | // | S | Al coperto in fusti | 150 kg | ||
Gasolio | H226-H304- X000-X000- X000-X000- X000 | L | Serbatoio | 9.000 l |
X00-X00-X00- X00-X00/00 | ||||||
X0 Xxxx | // | X | Xx coperto in Fusti/Cisternette | Kg 200 | ||
Lubex idraulico tt60 | // | L | Al coperto in Fusti/Cisternette | Kg 1000 |
Tabella B4 – Caratteristiche materie prime ausiliarie *relativa ai consumi dell’anno 2014.
B.3 Risorse idriche ed energetiche
Consumi idrici
L’approvvigionamento idrico avviene mediante acquedotto pubblico e pozzo. L’acqua di rete (acquedotto) è utilizzata per uso civile.
L’acqua utilizzata a scopo industriale viene emunta dal pozzo (portata media annua 0.8 l/s da D.D.U.O. n.12451 del 28.06.2002); solo in assenza di acqua da pozzo viene utilizzata acqua di rete (vedi schema approvvigionamento idrico – Dis. n. 0091-02-01_Rev.0 del 05-05-2015).
L’acqua è utilizzata nello svolgimento dell’attività per:
1. umidificare i rifiuti posizionati sul nastro di carico dell’impianto di frantumazione;
2. abbattere le polveri mediante irrorazione con ugelli nebulizzatori nella fase di frantumazione dei rifiuti e di movimentazione degli stessi sui nastri trasportatori;
3. alimentare la rete antincendio dell’impianto di frantumazione;
4. raffreddare il reostato dell’impianto di frantumazione;
5. raffreddare la centralina idraulica dell’impianto di frantumazione;
6. abbattere le polveri dei rifiuti sugli impianti di separazione metalli (M5);
7. separare i metalli mediante flottazione (impianto M5 vicino a depuratore) con acqua pesante;
8. gestire il regolare funzionamento dell’impianto di trattamento acque allo scarico (controlavaggi, manutenzione vasche, ecc.);
Per quanto al precedente x.xx 4:
L’acqua ha la funzione di dissipare il calore prodotto dal reostato (resistenza variabile che dissipa in calore una parte dell’energia) che interviene durante il transitorio di avviamento dell’impianto di frantumazione.
Il raffreddamento avviene indirettamente, mediante passaggio dell’acqua (rilanciata dalla pompa P2) in uno scambiatore che avvolge il reostato; le acque di ritorno scaricano nella vasca di accumulo delle acque emunte da pozzo.
Per quanto al precedente x.xx 5:
L’acqua ha la funzione di dissipare il calore della centralina idraulica dell’impianto di frantumazione.
Il raffreddamento avviene indirettamente, mediante passaggio dell’acqua (rilanciata dalla pompa P3) in uno scambiatore che avvolge l’apparecchiatura; le acque di ritorno scaricano nella vasca di accumulo delle acque emunte da pozzo.
Per ogni altro ulteriore dato si veda Dis. n. 0091-02-01_Rev.0 del 05-05-2015.
La tabella seguente riporta i consumi idrici relativi al triennio 2012 - 2014
Fonte | Prelievo anno 2012 | Prelievo anno 2013 | Prelievo anno 2014 | |||
usi industriali | usi domestici | usi industriali | usi domestici | usi industriali | usi domestici | |
m3 | m3 | m3 | m3 | m3 | m3 | |
acquedotto | 840* | 374* | 1.711* | 333* | 2.233* | 423* |
pozzi acqua di falda | 53 | 76 | 106 |
*) valori stimati a seguito lettura contatori e consumi
Tabella B5 – Approvvigionamenti idrici (specificare se dato stimato o contabilizzato)
Xxxxxxx energetici
Nell’impianto di cui si chiede l’autorizzazione non è presente nessun tipo di sistema che attui un ciclo impiegato per produrre energia ad uso dell’attività, ne destinata ad usi esterni.
L’azienda non produce energia elettrica. Le fonti energetiche utilizzate presso l’insediamento sono:
• gas metano per l’alimentazione dell’impianto termico per il riscaldamento degli uffici, degli spogliatoi e dell’acqua dei servizi igienici;
• energia elettrica utilizzata negli uffici, per l’alimentazione dei macchinari utilizzati nel processo di gestione dei rifiuti e per il funzionamento dei presidi di abbattimento delle emissioni;
• gasolio per autotrazione.
caratteristiche specifiche dell’impianto ed il relativo consumo annuo di combustibile indipendentemente dal quantitativo di rifiuti gestiti.
Produzione di energia | |||||
No ordine attività IPPC e non | Impianto | Combustibile | Energia termica | ||
Tipologia | Consumo annuo (m3) | Potenza nominale di targa (kW) | Energia prodotta (kWh/anno) | ||
Caldaia uffici amministrativi | metano | * | 76 kW | * |
Tabella B6 – Produzione di energia termica non ad uso tecnologico
La tabella seguente riepiloga i consumi energetici nel corso degli ultimi anni suddivisi per fonte energetica in rapporto con le quantità di rifiuti trattati:
Fonte energetica | Anno 2012 | Anno 2013 | Anno 2014 | |||
Quantità di energia consumata (KWh) | Quantità energia consumata per quantità di rifiuti trattati (KWh/ton) | Quantità di energia consumata (KWh) | Quantità energia consumata per quantità di rifiuti trattati (KWh/ton) | Quantità di energia consumata (KWh) | Quantità energia consumata per quantità di rifiuti trattati (KWh/ton) | |
Elettrica | 796.565 | 10 | 922.430 | 14 | 832.263 | 16 |
Tabella B7 – Consumo energia in relazione ai rifiuti trattati
La tabella seguente, invece, riporta il consumo totale di combustibile, espresso in tep, riferito agl i ultimi tre anni per l’intero complesso IPPC:
Consumo totale di combustibile, espresso in tep per l’intero complesso IPPC | |||
Fonte energetica | Anno 2012 | Anno 2013 | Anno 2014 |
Elettrica | 185.93 | 212.16 | 208.07 |
Metano | 5.69 | 5.53 | 3.95 |
Gasolio | 174.95 | 177.65 | 173.87 |
Tabella B8 – Consumo totale di combustibile
C.1 Emissioni in atmosfera e sistemi di contenimento
Dall’attività di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti è esclusa la formazione di emissioni diffuse in quanto non vengono movimentati materiali allo stato polverulento. Trattasi di materiali di grossa pezzatura.
Dall’impianto di frantumazione traggono origine delle polveri in corrispondenza delle calamite a tamburo che movimentano i rifiuti frantumati sul nastro trasportatore in xxxxxx (X0) x xxxxx xxxxx xx xxxxxx xxx xxxxxx xxxxxxxxxxxx (X0).
Emissione E1
Lungo i nastri trasportatori (M1) che movimentano i rifiuti frantumati sono installate due cappe (K2 e K3) di aspirazione delle polveri, che attraverso un condotto convogliano l’aeriforme a due filtri a ciclone e successivamente ad filtro a tessuto (maniche). L’aeriforme depurato viene immesso in atmosfera attraverso un camino di metallo con la bocca di espulsione posta a 14.5 metri dal suolo (E1). Filtro a secco, a maniche con lavaggio in controcorrente mediante impulsi di aria compressa. Tramoggia di raccolta polveri, con sportelli di accesso ed ispezione. Sistema scarico polveri in continuo composto da una coclea che convoglia le polveri in un apposito contenitore.
Emissione E2
La bocca di carico del mulino frantumatore (M2) è dotata di cappe (K1a e K1b) di aspirazione delle polveri, che attraverso un condotto convoglia l’aeriforme ad un filtro a ciclone e successivamente ad un abbattitore ad umido (scrubber Venturi) e quindi all’abbattitore Demister. L’aeriforme depurato viene immesso in atmosfera attraverso un camino di metallo con la bocca di espulsione posta a 15 metri dal suolo (E2). Impianto di aspirazione ed abbattimento polveri da reparto di macinazione costituito da un ciclone di pre-abbattimento, da un Scrubber Venturi, con relativo Demister e con sistema “dre-fanghi” per raccolta dei fanghi.
La seguente tabella riassume le emissioni atmosferiche dell’impianto:
ATTIVITA’ IPPC/NON IPPC | EMISSIONE | PROVENIENZA | DURATA | TEMP. | SISTEMI DI ABBATTIMENTO | ALTEZZA CAMINO (m) | Diametro sezione camino (mm) | |
Sigla | Descrizione | |||||||
N°1 (MULINO FRANTUMATORE) | E1 | M1 | NASTRI TRASPORTATORI | Continua | Amb. | 2 CICLONI + FILTRO A MANICHE | 14.5 | 1150 |
N°1 (MULINO FRANTUMATORE) | E2 | M2 | BOCCA DI CARICO | Continua | Amb. | CICLONE + SCRUBBER VENTURI + DEMISTER | 15 | 900 |
Tabella C1 - Emissioni in atmosfera
La seguente tabella riassume le eventuali emissioni ad inquinamento poco significativo:
SEZIONE IMPIANTISTICA | EMISSIONE | PROVENIENZA | |
Sigla | Descrizione | ||
ATTREZZERIA | operazioni di manutenzione interna effettuate con macchinari dedicati a tale scopo, comprese le attività di saldatura occasionale/saltuaria, svolte nel reparto attrezzeria o manutenzione dello stabilimento attività/impianto di cui al punto 4 della Parte I all’Allegato IV alla Parte Quinta del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii: a) Impianti adibiti esclusivamente a lavorazioni meccaniche con esclusione di attività di verniciatura, trattamento superficiale dei metalli e smerigliature, con consumo di olio inferiore a 500 kg/anno | // | // |
// | // |
Tabella C2 - Emissioni poco significative
Le caratteristiche dei sistemi di abbattimento a presidio delle emissioni sono riportate di seguito:
Sigla emissione | E1 | |
Portata max di progetto (Nm3/h) | 60000 | |
Tipologia del sistema di abbattimento | Depolveratore a secco (2 cicloni) | Filtro a tessuto (maniche) |
Inquinanti abbattuti | Polveri | Polveri |
Dimensioni | Xxxxxxxx xxxxxxxxxxx (xxxxxxxx 00 x/x - Xxxxxxxx - xxxxxxxxxxx) | - Superficie filtrante: 716 m2 - Grammatura: 500 g/m2 - n° maniche: 300 - Diametro : 152 mm Altezza: 5000 mm - Velocità attraversamento: 1,39 m/min. |
Rendimento medio garantito (%) | ||
Sistemi controllo | - Contaore (comune ai due dispositivi) | - Contaore di funzionamento non azzerabile - Presa di misura analisi gravimetriche in accordo a UNI10169 e UNI EN 13284-1 smi - Pressostato differenziale collegato ad allarme ottico/ acustico - Rilevatore di polveri (triboelettrico) |
Sistemi pulizia | Manuale del corpo cilindrico, dei raccordi di immissione ed espulsione | Lavaggio in controcorrente ad aria compressa |
Manutenzione | Pulizia superfici interne ciclone | Secondo manuale istruzioni |
Informazioni aggiuntive | Perdita di carico: 250 mm H2O Sistemi di prevenzione e controllo incendi ed esplosioni: NO ATEX | NO ATEX |
Rifiuti prodotti dal sistema | n.d | n.d. |
Perdita di carico (mm c.a.) | 250 mm H2O | 80 ÷ 200 mm H20 |
Gruppo di continuità | NO | NO |
Sistema di riserva | NO | NO |
Sistema di Monitoraggio in continuo | NO | NO |
Sigla emissione | E2 | |
Portata max di progetto (Nm3/h) | 35000 | |
Tipologia del sistema di abbattimento | Depolveratore a secco (1 ciclone) | Scrubber venturi - Demister |
Inquinanti abbattuti | Polveri | |
Dimensioni | Ingresso tangenziale (velocità 17,19 m/s - Ingresso - orizzontale) | - Portata fluido abbattente 80m3/h effluente - Tipo fluido abbattente: Acqua (pozzo) - Perdite di carico: 400 mm H2O - Vel. Attravers.: 60/65 m/s alla gola Venturi |
Rendimento medio garantito (%) | 98% | |
Sistemi controllo | Contaore (comune ai due dispositivi) | - Contaore di funzionamento non azzerabile - Separatore di gocce - Controllo di livello della soluzione di abbattimento - Indicatore di pressione, pressostato differenziale |
Sistemi pulizia | Manuale del corpo cilindrico, dei raccordi di immissione ed espulsione | |
Manutenzione | Pulizia superfici interne ciclone | - controllo degli organi in movimento - controllo e taratura degli strumenti installati - controllo delle perdite di carico, delle valvole di dosaggio di eventuali reagenti - vasca di raccolta acqua e sistema di estrazione fanghi |
Informazioni aggiuntive | Perdita di carico: n.d. Sistemi di prevenzione e contr. incendi ed esplosioni: Valvola stellare RVS con caratteristiche ATEX | Portine antiscoppio certificate ATEX su collettore |
Rifiuti prodotti dal sistema | n.d. | n.d. |
Perdita di carico (mm c.a.) | 130 mm H2O | 400 mm H2O |
Gruppo di continuità | NO | NO |
Sistema di riserva | NO | NO |
Sistema di Monitoraggio in continuo | NO | NO |
Tabella C3 – Sistemi di abbattimento emissioni in atmosfera
C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento
Le caratteristiche principali degli scarichi decadenti dall’insediamento produttivo sono descritte nel seguente schema:
Sigla scarico | Localizzazione (N-E) (S.R. UTM32- WGS84) | Tipologie acque scaricate | Frequenza dello scarico | Recettore | Sistema di abbattimento |
S1 | N: 5.067.840 E: 526.100 | Meteoriche dilavamento piazzali | Ad ogni evento meteorico | Fognatura nera | Depuratore chimico/fisico |
Acque industriali | saltuario | ||||
Meteoriche dilavamento copertura palazzina uffici (in parte) | Ad ogni evento meteorico | ||||
Acque nere civili dai servizi igienici | saltuario | Nessuno | |||
S2 | N: 5.067.933 E: 526.298 | Acque nere civili dai servizi igienici | saltuario | Fognatura nera | Nessuno |
S3 | N: 5.067.877 E: 526.294 | Meteoriche dilavamento copertura, dilavamento xxxxxxxx xxxx xxxxxxxxxx xxxxxxxxxx x xxxx xxxxxxxx xxxxxxxx | Ad ogni evento meteorico | Fognatura bianca | Nessuno |
S4 | N: 5.067.830 E: 526.135 | Meteoriche dilavamento coperture | Ad ogni evento meteorico | Fognatura bianca | Nessuno |
S5 | N: 5.067.855 E: 526.136 | Meteoriche dilavamento piazzali e coperture | Ad ogni evento meteorico | Fognatura bianca | Nessuno |
S6 | N: 5.067.856 E: 526.142 | Acque nere civili dai servizi igienici | saltuario | Fognatura nera | Nessuno |
Tabella C4– Emissioni idriche
Le acque di scarico che decadono dall’insediamento sono costituite da: a)acque domestiche dei servizi igienici;
b)acque tecnologiche utilizzate nelle fasi di lavoro di seguito descritte
c) acque meteoriche di dilavamento dei piazzali e coperture.
a) acque domestiche
Le acque provenienti dai servizi igienici, vengono immesse nella rete di fognatura pubblica interrata:
▪ a sud del perimetro dell’impianto (punto di scarico S1);
▪ sotto la strada a fondo chiuso adiacente il fronte ovest dell’insediamento produttivo (punto di scarico S2)
▪ sotto la strada a fondo chiuso Via X. Xxxxx (punto di scarico S6).
b) acque tecnologiche
Le acque utilizzate per l’abbattimento delle polveri durante il processo produttivo vengono prelevate dal pozzo privato ad uso industriale; occasionalmente, in assenza di acqua da pozzo viene emunta da acquedotto.
Attraverso una pompa (P1), le acque emunte sono rilanciate alla rete interna di distribuzione per gli usi precedentemente descritti al punto B.3.
Le acque utilizzate per:
- umidificare i rifiuti posizionati sul nastro di carico dell’impianto di frantumazione;
- abbattere le polveri mediante ugelli nebulizzatori nella fase di frantumazione dei rifiuti e di movimentazione degli stessi sui nastri trasportatori;
- abbattere le polveri dei rifiuti sugli impianti di separazione metalli (M5)
- alimentare la rete antincendio dell’impianto di frantumazione (quanto usato);
cadono direttamente sul piazzale sottostante vengono raccolte da canaletta con griglia e caditoie ed inviate alla vasca di accumulo (1) per poi essere rilanciate all’impianto di depurazione (punto di scarico S1).
c) acque meteoriche
Le acque meteoriche provengono:
c.1) da porzione di copertura della palazzina uffici; sono scaricate dai pluviali sui piazzali dell’insediamento;
c.2) dal dilavamento di parte delle aree di deposito dei rifiuti, dei materiali e dei piazzali dell’insediamento.
Le acque di cui al x.xx c.1) e c.2) sono raccolte da caditoie opportunamente distribuite sull’area e convogliate mediante rete interna alla vasca di accumulo (1) per poi essere rilanciate all’impianto di depurazione (punto di scarico S1).
c.3) dalla copertura del capannone ubicato in Comune di Dolzago;
c.4) dalla restante parte dell’area di piazzale pertinente l’insediamento.
Le acque di cui al x.xx c.3) e c.4) sono raccolte rispettivamente da pluviali e caditoie opportunamente distribuite sull’area e vengono scaricate direttamente nella tombinatura comunale delle acque bianche interrata sotto via E. Fermi (punto di scarico S5).
c.5) dalla copertura del capannone ubicato in comune di Castello Brianza; vengono scaricate direttamente nella tombinatura comunale delle acque bianche interrata sotto via E. Fermi (punto di scarico S4).
c.6) dalla copertura della tettoia ubicata in Comune di Dolzago;
c.7) dalla caditoia dislocata in corrispondenza della zona erogazione carburante;
c.8) dalla griglia dislocata in corrispondenza della zona ingresso impianto.
Le acque di cui al x.xx c.6), c.7) e c.8) vengono scaricate direttamente nella tombinatura comunale delle acque bianche interrata sotto via Provinciale (punto di scarico S3).
I reflui accumulati della vasca (1), attraverso la pompa (P1) vengono rilanciati all’impianto di trattamento di tipo chimico - fisico per essere sottoposte alla depurazione, prima di essere scaricate in fognatura comunale (punto di scarico S1)
Descrizione del processo di depurazione delle acque
La vasca (1) ha una capacità complessiva di 80 m3.
Al fine di prevenire il trascinamento degli eventuali oli stratificati in superficie, alle sezioni successive dell’impianto di depurazione, un interruttore di livello a galleggiante posto nella vasca interblocca la pompa P1 di rilancio ad un livello minimo di 60 cm. Pertanto l’effettiva capacità di accumulo della vasca è pari a 67 m3. Essendo la superficie scolante di 15638mq, l’accumulo è in grado di stoccare circa 4.3mm di pioggia. Anche al netto della portata successivamente sollevata (8mc/h), è evidente come anche eventi non estremi possano dare luogo all’allagamento delle sezioni altimetricamente più basse dell’insediamento. Tali aree sono state perimetrate con cordolatura per evitare la fuoriuscita dei reflui all’esterno e di fatto, allo stato attuale, i piazzali vengono sfruttati come ulteriore volume di laminazione.
Un interruttore di livello max abilita l’elettropompa P1, che rilancia le acque ad una vasca di calma/sedimentazione (2) dalla quale i reflui per gravità affluiscono al disoleatore (3) avente un volume utile di 4,00 m3.
Le sezioni sopra citate (1 – 2 – 3) sono periodicamente svuotate e pulite.
I reflui aspirati sono smaltiti come rifiuti speciale non pericoloso con il codice CER 190814.
Dal disoleatore (3), mediante la pompa P2, l’acqua è rilanciata nella vasca di reazione e contatto (4), nella quale, tramite una miscela ad aria insufflata, vengono dosati il Policloruro di alluminio e l’Idrossido di sodio, quest’ultimo sotto il controllo del PH1.
All’uscita della vasca di reazione (4) viene dosato il polielettrolita non ionico, che favorisce la formazione dei fiocchi, agevolandone la precipitazione nei due sedimentatori a pacco lamellare (6), dimensionati ciascuno per una portata fino a 5 m3/h.
Le dimensioni di ciascuno sono: altezza 3,00 m, larghezza 1,20 m, lunghezza 2,00 m, per un volume utile di 6,00 m3 e una superficie proiettata di ogni pacco lamellare pari a 5,00 m2.
I fanghi/oli vengono raccolti in una vasca (5) e smaltiti come rifiuto speciale (CER 190814), secondo la normativa vigente.
A seguire le acque per gravità confluiscono ad una vasca (7) avente un volume di 4,00 m3, dove l’elettropompa P3 rilancia con una portata di 5/8 m3/h i reflui alla sezione di trattamento finale, costituita in sequenza da:
1. un filtro a colonna a quarzite (8) avente un diametro di 1,00 m ed una carica di 750 lt. La velocità di filtrazione nella colonna è di 7,86 m/h. Nella sezione vengono separati i solidi sospesi sfuggiti dai sedimentatori;
2. un filtro a colonna a carbone attivo (8) avente un diametro di 1,00 m ed una carica di 750 lt. La velocità di filtrazione è di 3,9 m/h alla portata di 5 m3/h e di 5,5 m/h alla portata massima di 8 m3/h;
3. un filtro a colonna a resina selettiva (9) avente un diametro di 1,00 m ed una carica di 600 lt. La velocità di filtrazione è di 3,9 m/h alla portata di 5 m3/h e di 5,5 m/h alla portata massima di 8 m3/h. La sezione trattiene residui di metalli pesanti (Zn, Pb, Ni, ecc.).
I filtri a sabbia ed a carbone attivo vengono rigenerati mediante controlavaggio con acqua di pozzo. L’acqua di rete è utilizzata solo in caso di assenza di quest’ultima.
Il controlavaggio del filtro a resine viene eseguito con dosaggio di Acido cloridrico e/o Idrossido di sodio.
Le acque depurate vengono scaricate in fognatura comunale, previo passaggio in un pozzetto di ispezione e campionamento (punto di scarico S1). Sulla linea di scarico in pubblica prima del pozzetto di ispezione e di prelievo campioni è installato il misuratore di portata MP dotato di totalizzatore.
Il tutto come meglio evidenziato nel Dis. n. 0091-02-02_Rev.0 del 05-05-2015.
Tutte le acque decadenti dall’insediamento produttivo sono convogliate nella fognatura comunale o tombinatura comunale acque bianche; non è presente nessuno scarico di acque in corso d’acqua superficiale, sul suolo e nel sottosuolo.
All’interno delle aree di ingresso e di messa in sicurezza e bonifica dei veicoli fuori uso sono presenti apposite camerette a tenuta (dimensioni m 0,70x0,70 x h 1,00 m), idonee a contenere eventuali sversamenti accidentali.
I liquidi accidentalmente sversati confluiranno verso le griglie e saranno raccolti nelle camerette grazie alla particolare pendenza con cui è stata realizzata la pavimentazione, e smaltiti come rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi, a seconda delle risultanze delle analisi che saranno eseguite all’occorrenza.
Valvola V2
Valvola V1
Griglia G1 raccolta accidentali sversamenti
La zona di erogazione carburante è presidiata dal seguente sistema di raccolta e contenimento sversamenti accidentali, che si potrebbero verificare durante la fase di scarico dell’autobotte (riempimento cisterna interrata).
Allo scarico S3
Vasca a tenuta
PROCEDURA DI GESTIONE:
Normalmente la valvola V1 è aperta e la valvola V2 chiusa.
I reflui raccolti dalla griglia G1 scaricano direttamente nella tombinatura comunale delle acque bianche interrata sotto via Provinciale (punto di scarico S3).
Prima di ogni fase di scarico dell’autobotte (riempimento cisterna interrata),
1) chiudere la valvola V1
2) aprire la valvola V2
3) posizionarsi con gli automezzi sopra la griglia G1
4) effettuare l’operazione Ad operazione ultimata:
1) chiudere la valvola V2
2) aprire la valvola V1
L’agglomerato in cui è inserita la Ditta è quello afferente all’impianto di depurazione di Merone.
C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento
L’impianto di trattamento dei rifiuti è costituito dall’insieme di macchinari dotati di una particolare peculiarità per quanto riguarda le emissione sonore.
Le emissioni sonore derivanti dal ciclo di lavorazione danno luogo alla produzione di livelli sonori di intensità variabile e discontinue nel tempo, dovuti al passaggio degli automezzi nei piazzali, alle operazioni di carico e scarico dei materiali con i “ragni”, alle operazioni di riduzione volumetrica (taglio e frantumazione) e di cernita .
Al fine di mitigare la propagazione del rumore derivante dalle lavorazioni svolte, verso l’ambiente esterno all’area dell’insediamento produttivo sono stati adottati i seguenti interventi di insonorizzazione:
1. Il mulino frantumatore e i nastri trasportatori di selezione dei materiali sono stati racchiusi entro pannellature fonoassorbenti isolanti, in modo da isolare completamente i macchinari.
2. Lo stoccaggio dei materiali e le relative movimentazioni di carico e scarico effettuate sui piazzali, sono state schermate con la realizzazione di una barriera acustica alta 10,5 m, posta in corrispondenza del lato dell’insediamento produttivo prossimo ad un’area sensibile.
3. La pressa cesoia risulta posizionata sotto alla tettoia, situata nella parte centrale dell’area dell’impianto, in modo da schermare la propagazione del rumore verso l’esterno.
Gli interventi di insonorizzazione sono stati realizzati in modo gli impianti di riduzione volumetrica e l’area dell’impianto di stoccaggio e trattamento dei rifiuti sia isolata “acusticamente” dal resto dell’ambiente circostante, creando una barriera acustica.
⮚ Il Comune di Dolzago con deliberazione del Consiglio Comunale n. 34 del 30.09.2011 ha approvato il PZA. Il Comune di Castello X.xx ha inserito il PZA tra gli allegati al PGT approvato con Deliberazione Comunale n. 12 del 09.03.2013
⮚ La Ditta ricade in classe V - Aree prevalentemente industriali; I limiti sono, pertanto, i seguenti:
▪ immissione:
- Diurno: 70 dBA
- Notturno: 60 dBA
▪ emissione:
- Diurno: 65 dBA
- Notturno: 55 dBA
L’insediamento in oggetto confina con aree poste in Classe IV “Aree di intensa attività”
⮚ I ricettori più sensibili alla rumorosità dell’insediamento che si possono individuare nelle aree circostanti, consistono essenzialmente in abitazioni private.
La valutazione di impatto acustico è stata effettuata nel mese di Maggio 2015. La valutazione di impatto acustico è stata effettuata nel mese di Maggio 2015; il Tecnico competente ha concluso che la campagna di rilievi fonometrici effettuata ha evidenziato come le emissioni sonore dovute al funzionamento dell’impianto di trattamento dei materiali ferrosi della ditta Carprometal non generino un contributo energetico strumentalmente rilevabile presso i ricettori individuati. Alcuni recettori sono interessati da rumori provenienti da altre sorgenti ed in particolare dal traffico veicolare lungo l’arteria stradale interposta tra la Ditta ed i recettori.
C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento
L’insediamento risulta strutturato in maniera tale da evitare la contaminazione delle acque del suolo e del sottosuolo. Infatti, la pavimentazione di tutto l’insediamento è realizzata in battuto di cemento armato dello spessore medio di 25 cm. rinforzata con rete metallica in modo da rendere il pavimento resistente ai carichi degli automezzi in transito.
Nell’insediamento è installato un impianto di distribuzione carburanti ad uso privato con annesso serbatoio interrato destinato allo stoccaggio di gasolio per autotrazione.
Il serbatoio è a doppia camera di capacità pari a 10 mc, con rilevatore di fughe collegato ad un allarme acustico e valvola limitatrice di carico al 90 % della capacità geometrica dello stesso.
C.5 Produzione Rifiuti
C.5.1 Rifiuti gestiti in deposito temporaneo autorizzato
Nella tabella sottostante si riporta una sintesi dei rifiuti prodotti e relative operazioni connesse a ciascuna tipologia di rifiuto:
CER | Processo nel quale si origina rifiuto | N° attività IPPC/NON IPPC | Q.max deposito temporaneo autorizzato (m3) | Operazione svolta | Stato fisico | Modalità di Deposito | Ubicazione del deposito | Destinazione finale |
191004 | Impianto di frantumazione metalli | 1 | 170 | D15 | Solido non pulverulento | Xxxxxx | Xxxx X0 | X |
Xxxxxxx X0x – Caratteristiche rifiuti decadenti dall’attività di gestione rifiuti con deposito temporaneo autorizzato
Il rifiuto si origina dall’impianto di frantumazione dei metalli (M1 – M2), e viene stoccato in cumuli nelle apposite aree individuate nella planimetria generale, con la sigla R2, il rifiuto viene collocato con idonei mezzi meccanici di sollevamento nelle aree sopra descritte oppure decade dai nastri trasportatori collegati direttamente all’impianto di frantumazione, per poi essere stoccato sempre nella pertinente area individuata. Come le altre aree relative all’impianto queste sono pavimentate ed impermeabilizzate, idonee allo stoccaggio in cumuli di detti rifiuti.
CER | Processo nel quale si origina rifiuto | N° attività IPPC/NON IPPC | Stato fisico | Modalità di deposito | Ubicazione del deposito | Destinazione finale* |
190814 | Impianto di depurazione acque | 1,2,3 | Fangoso | Cassoni | D | |
120103 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli non ferrosi | 3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
120104 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli non ferrosi | 3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
170401 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
170402 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
170403 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
170405 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
170411 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
191202 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
191203 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
191204 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
160103 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Solido non pulverulento | Cassoni | Area 3 | R |
160107 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Solido non pulverulento | Fusto | Area 3 | R |
160113 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Liquido | Fusto c/o Isola di Bonifica | Area 3 | R |
160114 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Liquido | Fusto c/o Isola di Bonifica | Area 3 | D |
160119 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Solido non pulverulento | Cassone | Area 3 | R |
160120 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Solido non pulverulento | Cassone | Area 3 | R |
160601 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Solido non pulverulento | Contenitori stagni | Area 3 | R |
160801 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Solido non pulverulento | Cassonetto | Area 3 | R |
130208 | Attività di messa in sicurezza, bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 2 | Liquido | Fusto c/o Isola di Bonifica | Area 3 | R |
160117 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 1,2,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
160118 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e bonifica e demolizione veicoli fuori uso | 1,2,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
191207 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Cassone e/o cumuli | Area Propri rifiuti | R |
191002 | Attività di cernita, selezione e riduzione volumetrica metalli ferrosi e non ferrosi | 1,3 | Solido non pulverulento | Preval. Cumuli | Area Propri rifiuti | R |
Tabella C6b – Caratteristiche rifiuti decadenti dall’attività di gestione rifiuti gestiti in ART. 183, COMMA 1, LETT. M, DEL D.LGS.152/06
Ai codici sopra elencati si potranno aggiungere altri codici CER assegnati in funzione della tipologia di rifiuto prodotto.
Dallo scrubber non si originano acque di scarico, in quanto le acque non vengono scaricate, ma sono in ricircolo, e sono continuamente reintegrate con il controllo di un misuratore di livello.
I fanghi, visto che l’impianto è stato recentemente messo in esercizio, non sono ancora stati esitati e sono ancora in fase di caratterizzazione.
C.6 Bonifiche
Lo stabilimento è stato soggetto alle procedure di cui al titolo V della Parte VI del D.Lgs.152/06 relativo alle bonifiche dei siti contaminati. In particolare l’area nella quale è attualmente posizionato il serbatoio è stata oggetto di procedimento di bonifica avviato a seguito del rinvenimento di contaminazione originata dal vecchio serbatoio oggi rimosso. Il procedimento si è concluso positivamente con rimozione dei terreni contaminati, raggiungimento delle CSC a fondo scavo e sulle pareti con conseguente certificazione provinciale, Provv. Dirigenziale n°22 del 22.01.2015.
C.7 Rischi di incidente rilevante
L’azienda ha dichiarato che, considerata la natura non pericolosa dei rifiuti gestiti, l’istallazione non è assoggettata agli obblighi di cui al D. Lgs. 334/99.
.Dal 1 giugno 2015 è entrato in vigore la Direttiva 2012/18/UE (Seveso ter) contestualmente alla piena operatività del Regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e miscele; il gestore è pertanto tenuto a rivalutare la propria assoggettabilità sulla base dei nuovi criteri introdotti dalle normative citate, dandone comunicazione secondo i tempi e i modi previsti dalle norme stesse.
D.1 Applicazione delle MTD
Nel seguito si presenta una valutazione di dettaglio con le Migliori Tecniche Disponibili (MTD) indicate nel capitolo 5.1 del documento “Reference Document on Best Available Techniques for the Waste Treatments Industries - Final Draft” dell’agosto 2006, evidenziando in particolare l’applicazione o meno delle MTD così individuate al contesto in esame, con le relative modalità di applicazione adottate.
Tabella - Stato di applicazione delle MTD generali di settore
BAT GENERALI: GESTIONE AMBIENTALE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
1 | Implementazione e mantenimento di un Sistema di Gestione Ambientale a. Definizione di una politica ambientale b. Pianificazione e emissione di procedure c. Attuazione delle procedure d. Verifica delle prestazioni e adozione di misure correttive eventuali e. Recensione del top managment | PARZIALMENTE APPLICATA | L’Azienda è in possesso di procedure sulla gestione/recupero rifiuti, implementerà le procedure relative alla gestione degli impianti di abbattimento/trattamento ed in generale sulle tematiche ambientali |
2 | Assicurare la predisposizione di adeguata documentazione di supporto alla gestione delle attività a. descrizione dei metodi di trattamento dei rifiuti e delle procedure adottate b. schema di impianto con evidenziati gli aspetti ambientali rilevanti e schema di flusso dell’installazione c. reazioni chimiche e loro cinetiche di | PARZIALMENTE APPLICATA | Non applicabile per i punti c) da implementare per i punti d) e g) |
reazione/bilancio energetico; d. correlazione tra sistemi di controllo e monitoraggio ambientale; e. procedure in caso di malfunzionamenti, avvii e arresti; f. manuale di istruzioni; g. diario operativo; h. relazione annuale relativa all’attività svolta e ai rifiuti trattati con un bilancio trimestrale dei rifiuti e dei residui. | |||
3 | Adeguate procedure di servizio che riguardano la manutenzione periodica, la formazione dei lavoratori in materia di salute, sicurezza e rischi ambientali | APPLICATA | |
4 | Avere uno stretto rapporto con il produttore del rifiuto per indirizzare la qualità del rifiuto prodotto su standard compatibili con l’impianto | APPLICATA | |
5 | Avere sufficiente disponibilità di personale adeguatamente formato | APPLICATA |
BAT GENERALI: RIFIUTI IN INGRESSO | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
6 | Avere una buona conoscenza dei rifiuti in ingresso, in relazione anche alla conoscenza dei rifiuti in uscita, al tipo di trattamento da effettuare, alle procedure attuate, al rischio. | APPLICATA | |
7 | Attuare procedure di pre accettazione dei rifiuti così come indicato: a. test specifici sui rifiuti in ingresso in base al trattamento che subiranno; b. assicurarsi che siano presenti tutte le informazioni necessarie a comprendere la natura del rifiuto; c. metodologia utilizzata dal produttore del rifiuto per il campionamento rappresentativo; d. in caso di intermediario, un sistema che permetta di verificare che le informazioni ricevute siano corrette; e. verificare che il codice del rifiuto sia conforme al catalogo Europeo dei Rifiuti; f. in caso di nuovi rifiuti, avere una procedura per identificare il trattamento più opportuno in base al CER. | PARZIALMENTE APPLICATA | All’arrivo degli automezzi conferitori la ditta effettua una verifica amministrativa e documentale dei dati indicati sui FIR e se il codice CER è compreso fra quelli per cui la stessa è autorizzata al trattamento. Viene inoltre effettuato un primo controllo visivo, al fine di controllare l’effettiva corrispondenza del rifiuto alla descrizione del codice CER indicato. Generalmente la ditta non effettua campionamenti presso il proprio impianto (punto a), poiché spetta al produttore l’obbligo e l’onere di classificare i propri rifiuti; tuttavia la ditta verifica l’accettabilità dei rifiuti non pericolosi dotati di codice speculare acquisendo idonea certificazione con indicato le caratteristiche chimico fisiche dei rifiuti (scheda descrittiva e/o dichiarazione del produttore). Tale procedura viene eseguita per ogni nuovo conferimento e comunque occasionalmente. Altrimenti per quelli che provengono da un ciclo tecnologico ben definito e in maniera continuativa, tale controllo viene eseguito semestralmente. |
8 | Implementare delle procedure di accettazione dei rifiuti così come indicato a. un sistema che garantisca che il rifiuto accettato all’installazione abbia seguito il percorso della BAT 7; b. un sistema che preveda l’arrivo dei rifiuti solo se l’installazione è in grado di trattarli, per capacità e codice/trattamento (ad es. sistema di prenotazioni); c. procedura contenente criteri chiari e univoci per il respingimento del carico di rifiuti in ingresso e procedura per la segnalazione alla A.C.; d. sistema per identificare il limite massimo consentito di rifiuti che può essere stoccato in impianto; e. procedura per il controllo visivo del carico confrontandolo con la documentazione a corredo | APPLICATA | La ditta ha adottato un sistema di gestione della qualità atto a soddisfare le disposizione dei regolamenti UE n 333/2011 e n. 715/2013 Fra gli atti documentali predisposti vi sono le procedure inerenti l’accettazione dei rifiuti, il controllo radiometrico, le tecniche di trattamento ed il controllo delle non conformità |
9 | Implementare procedure di campionamento diversificate per le tipologie di rifiuto accettato. Tali procedure di campionamento potrebbero contenere le seguenti voci: a. procedure di campionamento basate sul rischio. Alcuni elementi da considerare sono il tipo di rifiuto e la conoscenza del cliente (il produttore del rifiuto) b. controllo dei parametri chimico-fisici rilevanti. Tali parametri sono associati alla conoscenza del rifiuto in ingresso. c. registrazione di tutti i materiali di scarto che compongono il rifiuto d. disporre di differenti procedure di campionamento per liquidi e solidi e per contenitori grandi e piccoli, e per piccoli laboratori. e. Procedura particolareggiata per campionamento di rifiuti in fusti f. campione precedente all’accettazione g. conservare la registrazione del regime di campionamento per ogni singolo carico, contestualmente alla giustificazione dell’opzione scelta. h. un sistema per determinare/ registrare: − un luogo adatto per i punti di prelievo; − la capacità del contenitore di campionamento; − il numero di campioni e grado di consolidamento; − le condizioni al momento del | NON APPLICABILE | Generalmente la ditta non effettua campionamenti presso il proprio impianto, poiché spetta al produttore l’obbligo e l’onere di classificare i propri rifiuti; tuttavia la ditta verifica l’accettabilità dei rifiuti non pericolosi dotati di codice speculare acquisendo idonea certificazione con indicato le caratteristiche chimico fisiche dei rifiuti (scheda descrittiva e/o dichiarazione del produttore). Tale procedura viene eseguita per ogni nuovo conferimento e comunque occasionalmente. Altrimenti per quelli che provengono da un ciclo tecnologico ben definito e in maniera continuativa, tale controllo viene eseguito semestralmente. |
campionamento - la posizione più idonea per i punti di campionamento i. un sistema per assicurare che i campioni di rifiuti siano analizzati; j. nel caso di temperature fredde, potrebbe essere necessario un deposito temporaneo allo scopo di permettere il campionamento dopo lo scongelamento. Questo potrebbe inficiare l’applicabilità di alcune delle voci indicate in questa BAT. | |||
10 | L’installazione deve avere almeno: | APPLICATA | La ditta nel casi di conferimenti non conformi (automobili non bonificate) provvede al respingimento del rifiuto al produttore, con contestuale segnalazione alla Provincia dell’evento. Nel caso di rinvenimento di rifiuti radioattivi viene attuata la procedura specifica. |
a. un laboratorio di analisi, preferibilmente in sito soprattutto per i rifiuti pericolosi; b. un’area di stoccaggio rifiuti per la quarantena; c. una procedura da seguire in caso di conferimenti di rifiuti non conformi (vedi BAT 8c); d. Stoccare il rifiuto presso il deposito pertinenente solo dopo aver passato le procedure di accettazione; e. identificare l’area di ispezione, scarico e campionamento su una planimetria di sito; f. sistema chiuso per il drenaggio delle acque (vedasi anche BAT n. 63) g. adeguata formazione del personale addetto alle attività di campionamento, controllo e analisi (vedasi BAT n.5); h. sistema di tracciabilità del rifiuto (mediante etichetta o codice) per ciascun contenitore. L’identificazione conterrà almeno la data di arrivo e il CER (vedasi BAT 9 e 12) | |||
BAT GENERALI: RIFIUTI IN USCITA | |||
11 | Analizzare i rifiuti in uscita secondo i parametri rilevanti per l’accettazione agli impianti di destino | APPLICATA | L’analisi di rifiuti in uscita viene eseguita in relazione alle richieste degli impianti di destinazione o almeno semestralmente |
BAT GENERALI: SISTEMA DI GESTIONE | |||
n. | MTD | STATO DI APPLICAZIONE | NOTE |
12 | Sistema che garantisca la tracciabilità del rifiuto mediante i seguenti elementi: a. documentare i trattamenti e i bilanci di massa; b. realizzare la tracciabilità dei dati attraverso diversi passaggi operativi (pre-accettazione, accettazione, trattamento ecc.) I record sono in genere tenuti per un minimo di sei mesi dopo che i | APPLICATA | Vengono effettuate le registrazioni e le annotazioni previste dalla normativa vigente, tramite un programma gestionale, opportunamente conservate e con sistemi di backup |
rifiuti è stato spedito; c. registrazione delle informazioni sulle caratteristiche dei rifiuti e la sua gestione ( ad es. mediante il numero di riferimento risalire alle varie operazioni subite e ai tempi di residenza nell’impianto); d. avere un database con regolare backup. Il sistema registra: data di arrivo del rifiuto, i dettagli produttore e dei titolari precedenti, l’identificatore univoco, i risultati pre-accettazione e di analisi di accettazione, dimensioni collo, trattamento | |||
13 | Avere ed applicare delle procedure per l’eventuale miscelazione dei rifiuti al fine di ridurre il numero dei rifiuti miscelabili ed evitare l’aumento delle emissioni derivanti dal trattamento | NON APPLICABILE | La ditta non effettua lo svolgimento delle operazioni di miscelazione di rifiuti |
14 | Avere procedure per la separazione dei diversi rifiuti e la verifica della loro compatibilità (vedasi anche BAT n. 13 e 24c) tra cui: a. registrare parametri di sicurezza, operativi e altri parametri gestionali rilevanti; b. separazione delle sostanze pericolose in base alla loro pericolosità e compatibilità | APPLICATA | Questa procedura viene applicata per quanto pertinente nel settore di demolizione auto. I rifiuti ricavati vengono prelevati e stoccati separatamente. Non vi è nessun pericolo per eventuali miscelazioni. Inoltre presso l’impianto vi è un organizzazione appropriata che gestisce la separazione e lo stoccaggio di rifiuti per tipologie omogenee. Qualora necessario verranno svolte opportune verifiche su determinate tipologie di rifiuti al fine di verificarne la compatibilità. |
15 | Avere un approccio di continuo miglioramento dell’efficienza del processo di trattamento del rifiuto | APPLICATA | |
16 | Piano di gestione delle emergenze | APPLICATA | |
17 | Tenere un registro delle eventuali emergenze verificatesi | APPLICATA | |
18 | Considerare gli aspetti legati a rumore e vibrazioni nell’ambito del SGA | APPLICATA | |
19 | Considerare gli aspetti legati alla futura dismissione dell’impianto | APPLICATA | Per il momento è stato predisposto un piano di ripristino ambientale, in futuro, se necessario, alla chiusura dell’impianto, verrà presentato un piano di dismissione e/o piano di bonifica |
BAT GENERALI: UTILITIES E LA GESTIONE DELLE METERIE PRIME | |||
20 | Fornire una ripartizione dei consumi e produzione di energia per tipo di sorgente (energia elettrica, gas, rifiuti ecc.) a. fornire le informazioni relative al consumo di energia in termini di energia erogata; b. fornire le informazioni relative | APPLICATA | I dati relativi ai consumi sono disponibili presso gli uffici aziendali |
all'energia esportata dall'installazione; c. fornire informazioni sul flusso di energia (per esempio, diagrammi o bilanci energetici) mostrando come l'energia viene utilizzata in tutto il processo. | |||
21 | Incrementare continuamente l’efficienza energetica mediante: a. lo sviluppo di un piano di efficienza energetica; b. l’utilizzo di tecniche che riducono il consumo di energia; c. la definizione e il calcolo del consumo energetico specifico dell'attività e la creazione di indicatori chiave di performance su base annua (vedasi anche BAT 1.k e 20). | NON APPLICATA | Al momento non è previsto uno specifico monitoraggio dei consumi |
22 | Determinare un benchmarking interno (ad esempio su base annua) del consumo di materie prime (vedasi anche BAT 1.k e i limiti di applicabilità identificati al punto 4.1.3.5 del BRef) | NON APPLICABILE | Al momento non è previsto uno specifico monitoraggio dei consumi delle materie prime |
23 | Considerare la possibilità di utilizzare i rifiuti come materia prima per il trattamento di altri rifiuti | NON APPLICABILE | I cicli di trattamento e recupero e le tipologie di rifiuto non consentono tale possibilità |
BAT GENERALI: STOCCAGGIO E MOVIMENTAZIONE | |||
24 | Applicare le seguenti regole allo stoccaggio dei rifiuti: a. individuare aree di stoccaggio lontano da corsi d'acqua e perimetri sensibili, e in modo tale da eliminare o minimizzare la doppia movimentazione dei rifiuti nell'impianto; b. assicurare che il drenaggio dell’area di deposito possa contenere tutti i possibili sversamenti contaminanti e che i drenaggio di rifiuti incompatibili non possano entrare in contatto tra loro; c. utilizzando un'area dedicata e dotata di tutte le misure necessarie per il contenimento di sversamenti connesse al rischio specifico dei rifiuti durante la cernita o il riconfezionamento; d. manipolazione e stoccaggio di materiali maleodoranti in recipienti completamente chiusi o in edifici chiusi collegati ad un sistema di aspirazione ed eventuale abbattimento; | PARZIALMENTE APPLICATA | Il sistema di raccolta e smaltimento dei reflui è in grado di intercettare e convogliare nei condotti fognari possibili sversamenti. Non vengono gestiti e stoccati rifiuti maleodoranti. Non vi sono serbatoi collegati fra di loro. Non vi è la possibilità che vi sia la formazione di fanghi e/o schiume, non vengono generate emissioni di sostanze volatili e non vi è lo stoccaggio di rifiuti liquidi organici con basso punto di infiammabilità |
e. assicurare che tutte le tubazioni di collegamento tra serbatoi possano essere chiuse mediante valvole; f. prevenire la formazione di fanghi o schiume che possono influenzare le misure di livello nei serbatoi (ad es. prelevando i fanghi per ulteriori e adeguati trattamenti e utilizzando agenti antischiuma) g. attrezzare serbatoi e contenitori dotati di misuratori di livello e di allarmi con opportuni sistemi di abbattimento quando possono essere generate emissioni volatili. Questi sistemi devono essere sufficientemente robusti (in grado di funzionare se è presente fango e schiuma) e regolarmente mantenuti; h. lo stoccaggio di rifiuti liquidi organici con un punto di infiammabilità basso deve essere tenuto sotto atmosfera di azoto. Ogni serbatoio è messo in una zona di ritenzione impermeabile. I gas effluenti vengono raccolti e trattati. | |||
25 | Collocare tutti i contenitori di rifiuti liquidi separatamente in aree di stoccaggio impermeabili e resistenti ai materiali conservati | APPLICATA | |
26 | Applicare specifiche tecniche di etichettatura per serbatoi e tubazioni di processo: a. etichettare chiaramente tutti i contenitori indicando il loro contenuto e la loro capacità in modo da essere identificati in modo univoco. I serbatoi devono essere etichettati in modo appropriato sulla base del loro contenuto e loro uso; b. garantire la presenza di differenti etichettature per rifiuti liquidi e acque di processo, combustibili liquidi e vapori di combustione e su tali etichette deve essere riportata anche la direzione del flusso (p.e.: flusso in ingresso o in uscita); c. registrare per tutti i serbatoi, identificati in modo univoco, i seguenti dati: capacità, anno di costruzione, materiali di costruzione; registrare e | APPLICATA | Questa BAT è applicata per il serbatoio di gasolio e per i serbatoi di stoccaggio dei rifiuti, limitatamente all’area di demolizione e bonifica auto. Questi sono dotati di appositi bacini di contenimento ed etichettati sulla base del rispettivo contenuto |
conservare i programmi ed i risultati delle ispezioni, le manutenzioni, le tipologie di rifiuto che possono essere stoccate/trattate nel serbatoi, compreso il loro punto di infiammabilità | |||
27 | adottare misure per evitare problemi che possono essere generati dal deposito / accumulo di rifiuti. Questo può essere in conflitto con la BAT 23 quando i rifiuti vengono usati come reagente (vedere Sezione 4.1.4.10) | APPLICATA | |
28 | Applicare le seguenti tecniche alla movimentazione/gestione dei rifiuti: a. Disporre di sistemi e procedure in grado di assicurare che i rifiuti siano trasferiti in sicurezza agli stoccaggi appropriati b. Avere un sistema di gestione delle operazioni di carico e scarico che tenga in considerazione i rischi associati a tali attività c. garantire che una persona qualificata frequenti il sito dove è detenuto il rifiuto per verificare il laboratorio e la gestione del rifiuto stesso. d. Assicurare che tubazioni, valvole e connessioni danneggiate non vengano utilizzate e. Captare gas esausti da serbatoi e contenitori durante la movimentazione/ gestione di rifiuti liquidi; f. Scaricare rifiuti solidi e fanghi che possono dare origine a dispersioni in atmosfera in ambienti chiusi, dotati di sistemi di aspirazione e trattamento delle emissioni eventualmente generate (ad esempio gli odori, polveri, COV). g. Adottare un sistema che assicuri che l’accumulo di scarichi diversi di rifiuti avvenga solo previa verifica di compatibilità | APPLICATA | I rifiuti vengono gestiti e movimentati all’interno dell’impianto mediante l’utilizzo di idonei mezzi meccanici ed apparecchiature. I rischi associati alle attività di movimentazione e di carico e scarico rifiuti/materiali sono stati valutati, in base alle norme vigenti in materia di sicurezza e salute dei lavoratori. Viene garantita la manutenzione ordinaria degli impianti e/o attrezzature con messa in sicurezza delle parti danneggiate Non vi sono gas esausti da captare |
29 | Assicurarsi che le eventuali operazioni di | APPLICATA |
accumulo o miscelazione dei rifiuti avvengano in presenza di personale qualificato e con modalità adeguate (ad esempio sotto aspirazione) | |||
30 | Assicurare che la valutazione delle incompatibilità chimiche guidi la gestione dello stoccaggio dei rifiuti (vedasi anche BAT 14) | APPLICATA | |
31 | Gestione dei rifiuti in contenitori/ container: a. stoccarli sotto copertura sia in deposito che in attesa di analisi; le aree coperte hanno bisogno di ventilazione adeguata b. mantenere l'accesso alle aree di stoccaggio dei contenitori di sostanze che sono noti per essere sensibili al calore, luce e acqua: porre tali contenitori sotto copertura e protetti dal calore e dalla luce solare diretta. | APPLICATA | Viene applicata solo per la gestione dei rifiuti pericolosi derivanti dalla messa in sicurezza e bonifica dei veicoli fuori uso |
BAT GENERALI: ALTRE TECNICHE COMUNI NON MENZIONATE SOPRA | |||
32 | Effettuare le operazioni di triturazione e simili in aree dotate di sistemi di aspirazione e trattamento aria | APPLICATA | |
33 | Effettuare operazioni di triturazione e simili di rifiuti infiammabili o sostanze molto volatili in atmosfera inerte | NON APPLICABILE | Non vengono effettuate operazioni di frantumazione di rifiuti infiammabili o sostanze molto volatili |
34 | Per i processi di lavaggio, applicare le seguenti specifiche indicazioni: a. identificare i componenti che potrebbero essere presenti nelle unità che devono essere lavate (per es. i solventi); b. trasferire le acque di lavaggio in appositi stoccaggi e trattarle allo stesso modo dei rifiuti da cui sono stati derivati c. utilizzare per il lavaggio le acque reflue già trattate nell’impianto di depurazione anziché utilizzare acque pulite prelevate appositamente ogni volta. L’acqua reflua così risultante può essere a sua volta trattata nell’impianto di depurazione o riutilizzata nell’installazione. | NON APPLICABILE | Non vengono effettuate operazioni di lavaggio |
BAT GENERALI: EMISSIONI IN ATMOSFERA | |||
35 | Limitare l’utilizzo di contenitori senza coperchio o sistemi di chiusura a. non permettendo ventilazione diretta o scarichi all'aria ma collegando tutte le bocchette ad | NON APPLICABILE | L’utilizzo di contenitori senza coperchio è previsto per tutti i rifiuti solidi da cui non derivano emissioni. I rifiuti liquidi sono stoccati in idonei contenitori chiusi ed al coperto. Non vi sono vasche di trattamento |
idonei sistemi di abbattimento durante la movimentazione di materiali che possono generare emissioni in aria (ad esempio odori, polveri, COV); b. mantenendo rifiuti o materie prime sotto copertura o nella confezione impermeabile (vedasi anche BAT 31.a) c. collegando lo spazio di testa sopra le vasche di trattamento (ad es. di olio) ad un impianto di estrazione ed eventualmente di abbattimento | ||||
36 | Operare in ambienti dotati di sistemi di aspirazione o in depressione e trattamento aria, in particolare in relazione alla movimentazione e gestione di rifiuti liquidi volatili. | NON APPLICABILE | Non vi sono e non vengono gestiti rifiuti liquidi volatili. | |
37 | Prevedere un sistema di aspirazione separati di trattamento (es carboni attivi) a servizio di serbatoi specifici | NON APPLICABILE | Non previsto sistema di aspirazione | |
38 | Garantire il corretto funzionamento delle apparecchiature di abbattimento aria e dei supporti esausti relativi | APPLICATA | Manutenzione, ordinaria come prevista da costruttore e manuale manutenzione impianti | |
39 | Adottare sistemi di lavaggio per il trattamento degli effluenti inorganici gassosi. Installare eventualmente un sistema secondario in caso di effluenti molto concentrati | APPLICATA | Sono installati appositi sistemi di abbattimento idonei alla tipologia di inquinanti presenti | |
40 | Adottare una procedura di rilevamento perdite di arie esauste e quando sono presenti: a. numerose tubature e serbatoi con elevate quantità di stoccaggio e b. sostanze molto volatili che possono generare emissioni fuggitive e contaminazioni al suolo dopo ricaduta questo può essere un elemento del SGA (vedere BAT n.1) | NON APPLICABILE | In relazione alla tipologia di rifiuti trattati | |
41 | Ridurre le emissioni in atmosfera, ai seguenti livelli: | APPLICATA | . | |
BAT per il TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO DELLE ACQUE REFLUE | ||||
42 | Ridurre l’utilizzo e la contaminazione | a) APPLICATA | Nota: |
Parametro | Livello di emissione associato all’utilizzo della BAT (mg/Nm3) |
VOC | 7-20I |
PM | 5-20 |
I Per bassi carichi di VOC, la fascia alta del range può essere estesa a 50 |
dell’acqua mediante: a.l’impermeabilizzazione del sito e utilizzando metodi di conservazione degli stoccaggi; b.lo svolgimento regolari controlli sui serbatoi specialmente quando sono interrati; x.xx separazione delle acque a seconda del loro grado di contaminazione (acque dei tetti, acque di piazzale, acque di processo); x.xx realizzazione, ove non presente, di un bacino di raccolta di sicurezza; e.regolari controlli sulle acque, allo scopo di ridurne i consumi e prevenirne la contaminazione; f. separare le acque di processo da quelle meteoriche. (vedasi anche BAT n. 46) | b) APPLICATA c) APPLICATA PARZIALMENTE d) APPLICATA e) APPLICATA f) APPLICATA | 1. la separazione delle acque meteoriche di dilavamento piazzali e coperture non è del tutto attuata; 2. Le acque tecnologiche provenienti dall’impianto di frantumazione si miscelano con le acque di dilavamento piazzale e quindi raggiungono la vasca di raccolta e omogeneizzazione a monte del depuratore. Risultano invece | |
43 | Avere procedure che garantiscano che i reflui abbiano caratteristiche idonee al trattamento in sito o allo scarico | APPLICATA | |
44 | Evitare che i reflui bypassino il sistema di trattamento | APPLICATA | |
45 | Predisporre e mantenere in uso un sistema di intercettazione delle acque meteoriche che decadono su aree di trattamento, che possano entrare in contatto con sversamenti di rifiuti o altre possibili fonti di contaminazione. Tali reflui devono tornare all’impianto di trattamento o essere raccolti | APPLICATA | |
46 | Avere reti di collettamento separate per reflui a elevato carico inquinante e reflui a ridotto carico inquinante. | APPLICATA | i reflui sono potenzialmente inquinati in maniera pressoché uniforme ed avviate al trattamento chimico-fisico, fatta eccezione per quelle decadenti dall’area di bonifica dei veicoli raccolte in pozzetti a tenuta e smaltiti secondo norma vigente. |
47 | Avere una pavimentazione in cemento nella zona di trattamento con sistemi di captazione di sversamenti e acqua meteorica. Prevedere l’intercettazione dello scarico collegandolo al sistema di monitoraggio in automatico almeno del pH che può arrestare lo stesso per superamento della soglia (vedasi anche BAT n. 63) | APPLICATA PARZIALMENTE | l’impianto è dotato di pavimentazione in cemento nelle zone di trattamento con rete di raccolta reflui. Lo scarico finale non è invece dotato di organo di intercettazione |
48 | Raccogliere l'acqua piovana in un bacino per il controllo, il trattamento se contaminata e ulteriori usi. | APPLICATA | |
49 | Massimizzare il riutilizzo di acque reflue trattate e acque meteoriche nell’impianto | NON APPLICABILE | considerato il volume medio annuo di acque utilizzate nel processo (circa 100 m3) |
50 | Condurre controlli giornalieri sull’efficienza del sistema di gestione degli effluenti e mantenere un registro | NON APPLICATA | È in atto una implementazione del sistema |
dei controlli effettuati, avendo un sistema di controllo dello scarico dell’effluente e della qualità dei fanghi. | |||
51 | Identificare le acque reflue che possono contenere sostanze pericolose e metalli, separare i flussi delle acque reflue in base al grado di contaminazione e trattare le acque in situ o fuori sede | APPLICATA | |
52 | A valle degli interventi di cui alla BAT n. 42, selezionare ed effettuare l’opportuna tecnica di trattamento per ogni tipologia di acque reflue. | APPLICATA | |
53 | Attuare delle misure per aumentare l’affidabilità del controllo richiesto e le prestazioni dell’abbattimento. | NON APPLICATA | È in atto una implementazione del sistema |
54 | Individuare i principali costituenti chimici dell’effluente trattato per valutare il destino di queste sostanze nell’ambiente | APPLICATA | |
55 | Effettuare gli scarichi delle acque reflue dopo aver completato il processo di trattamento e aver svolto i relativi controlli | APPLICATA | |
56 | raggiungere i seguenti valori di emissione di acqua prima dello scarico applicando una opportuna combinazione di tecniche menzionate nelle sezioni 4.4.2.3 e 4.7. | APPLICATA | le acque reflue scaricano in fognatura pubblica; le stesse rispettano i parametri previsti dalla normativa vigente in materia, nonché dall’Ente gestore della rete pubblica |
BAT GENERALI: GESTIONE DEI RESIDUI DI PROCESSO GENERATO | |||
57 | Definire un piano di gestione dei residui come parte del SGA tra cui: a. tecniche di pulizia di base (vedasi BAT 3) b. tecniche di benchmarking interni (vedasi BAT 1.k e 22) | NON APPLICABILE | |
58 | Massimizzare l’uso di imballaggi riutilizzabili (contenitori, IBC, ecc) | APPLICATA | |
59 | Riutilizzare i contenitori se in buono stato e inviarli al trattamento più appropriato non più riutilizzabili | APPLICATA | |
60 | Monitore ed inventariare i rifiuti presenti nell’impianto, sulla base degli ingressi e di quanto trattato (vedasi BAT 27) | APPLICATA | |
61 | Riutilizzare il rifiuto prodotto in una attività come materia prima per altre attività (vedasi BAT 23) | NON APPLICABILE | Non è previsto nessun tipo di riutilizzo |
BAT GENERALI: CONTAMINAZIONE DEL SUOLO |
parametro | Valori di emissione associati all'utilizzo delle BAT (ppm) |
COD | 20 – 120 |
BOD | 2 -20 |
Metalli pesanti (Cr, Cu, Ni, Pb, Zn) | 0,1-1 |
Metalli pesanti altamente tossici As Hg Cd Cr(VI) | <0.1 0.01-0.05 <0.1-0.2 <0.1-0.4 |
62 | Assicurare il mantenimento in buono stato delle superfici, la loro pronta pulizia in caso di perdite o sversamenti e garantire il mantenimento della rete di raccolta dei reflui | APPLICATA | |
63 | Dotare il sito di pavimentazioni impermeabili e servite da reti di drenaggio | APPLICATA | |
64 | Contenere le dimensioni del sito e minimizzare l’utilizzo di vasche/serbatoi e tubazioni interrate | APPLICATA |
D.2 Criticità riscontrate
• L’impianto di depurazione aziendale ha presentato nel corso degli ultimi anni notevoli carenze da un punto di vista della capacità di trattamento con frequenti superamenti dei limiti previsti allo scarico in fognatura. L’impianto è attualmente dimensionato per il trattamento della sola prima pioggia (stoccaggio in vasca di circa 4.5 mm di pioggia) mentre allo stesso vengono fatte affluire la totalità delle acque di dilavamento dei piazzali collettate.
• In passato un collegamento con la tombinatura comunale consentiva lo scarico delle acque in eccesso rispetto ai volumi stoccabili in vasca 1; tale collegamento è stato occluso con l’interposizione di un tappo in materiale plastico amovibile;
• Le sezioni di trattamento delle acque reflue non sono risultate in perfetta efficienza (es. lamelle decantatori parzialmente lesionate o fuori sede), indice di carenze nella manutenzione.
• Il punto di prelievo delle acque “PC” è attualmente costituito da una tubazione verticale tagliata nella parte terminale prima dell’immissione nel pozzetto precedentemente adibito allo scopo; la Ditta ha optato per questa soluzione al fine di prevenire la problematica di sospensione di materiali di deposito nel pozzetto in occasione dei controlli. Il fenomeno deve essere prevenuto con una costante pulizia del manufatto al fine di evitare lo scarico in fognatura dei depositi eventualmente generatisi;
• L’installazione presenta in alcune aree una pavimentazione con evidenze di usura superficiale.
• Parte delle coperture della palazzina uffici (falda ovest) recapitano le acque di dilavamento sui piazzali;
• Il muro perimetrale dei depositi di materiale (per lo più scaglie di laminazione, aree S) posti al confine con il capannone di recente acquisizione di via Fermi sono lesionati e parte dei rifiuti nei cumuli cade sui xxxxxxxx xx xxxxxxxxxx xxx xxxxxxxxx stesso. In occasione di eventi meteorici, le superfici in tal modo interessate, drenano le acque di dilavamento direttamente in tombinatura comunale.
• Sulle stesse superfici è posizionato il sistema di abbattimento scrubber di cui all’emissione E2 che prevede uno stadio di raccolta dei fanghi. La raccolta avviene attualmente su una carriola; in tal modo i dilavamenti, i percolamenti ed eventuali fuoriuscite del rifiuto pervengono alla medesima superficie scolante;
• L’area di erogazione/carico gasolio per autotrazione è posta sotto la tettoia centrale; vista l’altezza della volta, l’assenza di pareti e la mancanza di una perimetrazione con raccolta delle acque di scolo dall’esterno, la superficie, seppur coperta, è comunque soggetta a dilavamento da parte delle acque meteoriche. La raccolta avviene per mezzo di una caditoia che recapita direttamente in tombinatura comunale senza alcun trattamento;
• E’ presente un sistema di intercettazione di eventuali sversamenti durante la movimentazione del carburante. Il sistema di intercettazione non è di pronto utilizzo. L’attivazione delle due valvole saracinesca avviene infatti previa apertura di due chiusini metallici e movimentazione di leve poste nei sottostanti pozzetti interrati;
• Le aree di stoccaggio di rifiuti/Materiali recuperati/EoW non sono chiaramente delimitate e per lo più prive delle necessarie indicazioni di natura e pericolosità dei rifiuti depositati/trattati;
• Il documento “Sorveglianza radiometrica rottami metallici” non risulta allineato in merito alla modalità di registrazione delle verifiche radiometriche effettuate, alla procedura di comportamento in merito alle diverse soglie di allarme nonché della modalità di comunicazione con l’Esperto qualificato e con gli Enti preposti alla vigilanza ed al controllo.
D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate
⮚ Misure in atto
Per quanto:
▪ Matrice aria
sono state modificati in tempi recenti gli impianti di abbattimento a presidio delle emissioni “E1” e “E2”, attinenti l’impianto di frantumazione (M1 – M2); i nuovi filtri le cui caratteristiche sono state ampliamente dettagliate al precedente paragrafo C, rispettano le prescrizioni della D.G.R. 30/05/2012,
n. IX/3552 (Caratteristiche tecniche minime degli impianti di abbattimento);
▪ già da tempi remoti (oltre 10 anni) la Ditta ha realizzato nei punti più sensibili (fronte nord prospiciente edificio ad uso residenziale) un barriera acustica di altezza pari a 10,5 m;
▪ Matrice rumore:
al fine di ridurre ogni possibile propagazione del rumore derivante dalle lavorazioni svolte, verso l’ambiente esterno all’area dell’insediamento produttivo sono stati adottati i seguenti interventi di insonorizzazione:
▪ il mulino frantumatore e i nastri trasportatori di selezione dei materiali sono stati racchiusi entro pannellature fonoassorbenti isolanti, in modo da isolare completamente i macchinari;
▪ lo stoccaggio dei materiali e le relative movimentazioni di carico e scarico effettuate sui piazzali, sono state schermate con la realizzazione di una barriera acustica alta 10,5 m, posta in corrispondenza del lato dell’insediamento produttivo prossimo ad un’area sensibile.
▪ la pressa cesoia risulta posizionata sotto ad una tettoia, in modo da schermare la propagazione del rumore verso l’esterno.
Gli interventi di insonorizzazione sono stati realizzati in modo che gli impianti di riduzione volumetrica e l’area dell’impianto di stoccaggio e trattamento dei rifiuti sia isolata “acusticamente” dal resto dell’ambiente circostante, creando una barriera acustica.
⮚ Misure di miglioramento programmate dalla Azienda
MATRICE / SETTORE | INTERVENTO | MIGLIORAMENTO APPORTATO | TEMPISTICA |
ACQUA | Presentazione di un progetto per l’adeguamento del volume di accumulo acque meteoriche e potenzialità impianto di trattamento, in relazione alla massima portata di scarico, da definire con l’Ente Gestore del servizio idrico integrato | Aumento della potenzialità e adeguamento funzionale dell’impianto di trattamento | Entro 6 mesi dalla notifica dell’AIA |
Tabella D2 – Misure di miglioramento programmate
E.1 Aria
E.1.1 Valori limite di emissione
Nella tabella sottostante si riportano i valori limite per le emissioni in atmosfera.
EMISSIONE | PROVENIENZA | PORTATA [Nm3/h] | DURATA [h/g] | INQUINANTI | VALORE LIMITE [mg/Nm3] |
Descrizione | |||||
E1 | Impianto di frantumazione rottami – movimentazione dei materiali metallici (vaglio-magnete, cappe K2-K3) | 60000 | - | Polveri / nebbie oleose | 10 (di cui Σ (Pb, Cr tot, Cu, Ni)=0,05) |
E2 | Impianto di frantumazione rottami – ingresso ed uscita camera di frantumazione del mulino (cappe K1a- K1b) | 35000 | - | Polveri / nebbie oleose | 10 (di cui Σ (Pb, Cr tot, Cu, Ni)=0,05) |
Tabella E1 – Emissioni in atmosfera
E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo
1. Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio e controllo.
2. I controlli degli inquinanti dovranno essere eseguiti nelle più gravose condizioni di esercizio dell’impianto di trattamento rifiuti per le quali lo stesso è stato dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate nel ciclo tecnologico e descritte nella domanda di autorizzazione.
3. nei rapporti di prova degli autocontrolli per il monitoraggio delle emissioni in atmosfera dovranno essere indicati sempre i codici CER dei rifiuti o le tipologie di Materiali recuperati/EoW trattati o i cicli di lavorazione in atto e le condizioni operative in attività durante i campionamenti.
4. I punti di emissione devono essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee segnalazioni.
5. L’accesso ai punti di prelievo deve essere garantito in ogni momento e deve possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
6. I risultati delle analisi eseguite alle emissioni devono riportare i seguenti dati:
a. Concentrazione degli inquinanti espressa in mg/Nm3;
b. Portata dell’aeriforme espressa in Nm3/h;
c. Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali (273,5°K e 101,323 kPa);
d. Temperatura dell’aeriforme espressa in °C;
e. Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo.
7. Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271, commi 12 e 13, del D.Lgs. 152/06 e
s.m.i. (ex art. 3 comma 3 del D.M. 12/7/90).
8. Salvo quanto diversamente stabilito, i valori limite di emissione si applicano ai periodi di normale funzionamento dell'impianto, intesi come i periodi in cui l'impianto è in funzione con esclusione dei periodi di avviamento e di arresto e dei periodi in cui si verificano anomalie o guasti tali da non permettere il rispetto dei valori stessi.
E.1.3 Prescrizioni impiantistiche
9. Devono essere il più possibile contenute emissioni diffuse e fuggitive, mantenendo in condizioni di perfetta efficienza i sistemi di captazione delle emissioni e con l’utilizzo di buone pratiche di gestione.
10. Emissioni Diffuse – Per il contenimento delle emissioni diffuse di polveri, generate dalle operazioni di frantumazione/triturazione, l’impianto di nebulizzazione predisposto al fine di contenere la dispersione delle polveri in atmosfera, deve essere mantenuto in perfette condizioni di efficienza e funzionamento, mediante verifiche periodiche; dovranno essere praticate operazioni programmate di pulizia dei piazzali ove vengono effettuate le operazioni di stoccaggio/movimentazione rifiuti/Materiali recuperati/EoW;
11. tutte le emissioni tecnicamente convogliabili (art. 270 del D.Lgs. 152/06) dovranno essere presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate all’esterno dell’ambiente di lavoro. Qualora un dato punto di emissione sia individuato come “non tecnicamente convogliabile” fornire motivazioni tecniche mediante apposita relazione;
12. gli interventi di controllo e di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati al monitoraggio dei parametri significativi dal punto di vista ambientale dovranno essere eseguiti secondo
quanto riportato nel piano di monitoraggio. Essi dovranno essere annotati su apposito registro, dotato di pagine numerate, ove riportare:
• la data di effettuazione dell’intervento;
• il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.);
• la descrizione sintetica dell'intervento;
• l’indicazione dell’autore dell’intervento.
tale registro dovrà essere tenuto a disposizione delle autorità preposte al controllo e utilizzato per la elaborazione dell'albero degli eventi necessario alla valutazione della idoneità delle tempistiche e degli interventi. Nel caso in cui si rilevi per una o più apparecchiature, connesse o indipendenti, un aumento della frequenza degli eventi anomali, le tempistiche di manutenzione e la gestione degli eventi dovranno essere riviste in accordo con ARPA territorialmente competente;
13.tutti i sistemi di contenimento delle emissioni in atmosfera adottati successivamente alla data di entrata in vigore della D.G.R. 30 maggio 2012, n.VII/3552 devono almeno rispondere ai requisiti tecnici e ai criteri previsti dalla stessa. A tal proposito, con riferimento alla scheda D.MF.01 allegata alla D.G.R. stessa e visto che non tutte le componenti dei sistemi di abbattimento presenti sono ATEX, entro 3 mesi dalla notifica dell’AIA, deve ottenere idonea certificazione in merito o, in caso contrario, devono essere valutate la classe di esplosività delle polveri da trattare e le caratteristiche di esplosività del flusso gassoso.
14. I punti di prelievo devono essere adeguatamente raggiungibili e l’accesso deve possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti;
15. I reflui derivanti dagli impianti di abbattimento funzionanti secondo un ciclo ad umido, qualora necessario, dovranno essere avviati al trattamento esterno come rifiuti liquidi.
16. tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano gas, fumo e polveri, devono essere provvisti ciascuno di fori di campionamento dal diametro di 100 mm. In presenza di presidi depurativi, le bocchette di ispezione devono essere previste a monte ed a valle degli stessi. Tali fori, devono essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusura metallica. Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento alle norme UNI En 15259:08 requisiti delle sezioni e dei siti di misurazione e UNI En 16911 – 1:13 determinazione manuale ed automatica della velocità e della portata. Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni (opportunamente documentate e concordate con ARPA);
17. qualunque interruzione nell'esercizio degli impianti di abbattimento necessaria per la loro manutenzione o dovuta a guasti accidentali, qualora non esistano equivalenti impianti di abbattimento di riserva, deve comportare la fermata, limitatamente al ciclo tecnologico ed essi collegato, dell'esercizio degli impianti industriali, dandone comunicazione entro le otto ore successive all’evento all’Autorità Competente, al Comune e ad ARPA. Gli impianti potranno essere riattivati solo dopo la rimessa in efficienza degli impianti di abbattimento a loro collegati;
18. Per ciò che concerne le molestie olfattive il Gestore dovrà porre in atto tutte le misure per la loro minimizzazione.
19. La ditta dovrà dare applicazione alla DGR 15.02.12 n° IX/3018 in merito alle caratterizzazioni delle emissioni odorigene, nei casi previsti dalla medesima delibera.
E.2 Acqua
E.2.1 Valori limite di emissione
1. Per lo scarico delle acque affluenti al punto di immissione S1 il gestore della Ditta dovrà assicurare il rispetto dei valori limite della tabella 3 dell’Allegato 5 relativo alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06 riferiti agli scarichi in fognatura.
Limite di portata
Lo scarico deve rispettare il valore di portata massima (Qmax) di 8 mc/h coincidente con la portata massima oraria di progetto della sezione più limitante dell’impianto di trattamento.
2. Secondo quanto disposto dall’art. 101, comma 5, del D.Lgs. 152/06, i valori limite di emissione non possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo. Non è comunque consentito diluire con acque di raffreddamento, di lavaggio o “vergini” prelevate esclusivamente allo scopo gli scarichi parziali contenenti le sostanze indicate ai numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9,10, 12, 15, 16, 17 e 18 della tabella 5 dell'Allegato 5 relativo alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06, prima del trattamento degli scarichi parziali stessi per adeguarli ai limiti previsti dal presente decreto.
E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo
3. Quale punto di campionamento delle acque scaricate in S1 si assume il pozzetto di campionamento indicato con la sigla PC (ubicato a valle del sistema di trattamento) nella planimetria dell’insediamento allegata.
4. I prelievi dovranno essere di norma istantanei ed effettuati in concomitanza ad un evento meteorico significativo;
5. Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio;
6. l’accesso ai punti di prelievo deve essere a norma di sicurezza secondo le norme vigenti;
7. Eseguire il controllo qualitativo annuale delle acque del pozzo di proprietà per la determinazione dei parametri analitici Cromo VI, Ferro, Zinco, Nichel, Piombo e Rame e Idrocarburi totali;
E.2.3 Prescrizioni impiantistiche
8. I pozzetti di prelievo campioni devono essere a perfetta tenuta, mantenuti in buono stato e sempre facilmente accessibili per i campionamenti, ai sensi del D.Lgs. 152/06, Titolo III, Capo III, art. 101; periodicamente dovranno essere asportati i fanghi ed i sedimenti presenti sul fondo dei pozzetti stessi;
9. Entro 3 mesi dal rilascio dell’AIA adeguare il punto di prelievo PC realizzando un pozzetto di campionamento conforme alle specifiche tecniche del Regolamento di Fognatura.
10. Entro 3 mesi dal rilascio dell’AIA sigillare l’alimentazione dell’ex condotto di scarico delle seconde piogge dalla vasca 1 con un sistema fisso inamovibile;
11. Entro 6 mesi dal rilascio dell’AIA dovrà essere presentato all’Autorità Competente il progetto di adeguamento dell’impianto di depurazione che preveda il trattamento, con le necessarie rese d’abbattimento, di tutte le acque afferenti anche in concomitanza di eventi meteorici significativi. Il progetto potrà prevedere l’adeguamento delle sezioni di trattamento esistenti e/o la realizzazione di nuovi volumi per la laminazione delle portate di picco.
12. Entro 6 mesi dal rilascio dell’AIA dovrà essere presentato all’Autorità Competente il progetto di collettamento ed allontanamento delle acque di dilavamento delle coperture della palazzina uffici (falda ovest). Tali acque, non suscettibili di contaminazione, dovranno essere recapitate in pozzo perdente o tombinatura;
13. Entro 6 mesi dal rilascio dell’AIA installare un sistema di disoleazione di adeguata capacità a presidio della rete di raccolta delle acque di dilavamento delle superfici impermeabili della piazzola di erogazione e carico gasolio. In alternativa il flusso potrà essere collettato all’impianto di depurazione aziendale;
14. Entro 3 mesi dal rilascio dell’AIA riparare le pareti lesionate sul muro perimetrale dell’area di via Fermi in modo da evitare che i rifiuti/Materiali recuperati/EoW depositati lungo il confine cadano sulla aree scolanti pertinenza del capannone stesso;
15. Entro 3 mesi dal rilascio dell’AIA, rendere a tenuta il sistema di raccolta dei fanghi dallo scrubber sull’emissione E2 proteggendolo dal dilavamento;
16. Entro 3 mesi dal rilascio dell’AIA, eliminare tutti i centri di pericolo dalle aree pertinenziali del capannone di via Fermi scolanti in tombinatura comunale;
17. Entro 6 mesi dal rilascio dell’AIA, modificare il sistema di attivazione delle valvole di intercettazione rapida di eventuali sversamenti nell’area di erogazione/carico gasolio. In particolare devono essere installate valvole pneumatiche con attivazione o automatica (es. ad
apertura della bocca di carico od allo spostamento della pistola di erogazione) o con pulsante posto fuori terra in prossimità della colonna di erogazione che dovrà essere chiaramente identificabile. In alternativa potrà essere realizzato un sistema equivalente che garantisca la medesima efficacia e facilità di utilizzo;
18. Entro 6 mesi dal rilascio dell’AIA, redigere apposita procedura per la gestione delle valvole di intercettazione nell’area di erogazione/carico gasolio;
19. Le caditoie a tenuta sotto tettoia nell’isola di bonifica automezzi così come la vasca a tenuta in prossimità dell’area di rifornimento gasolio per autotrazione devono essere mantenute vuote al fine di garantirne la massima capacità di accumulo.
20. Il Gestore dovrà adottare tutti gli accorgimenti atti ad evitare che qualsiasi situazione prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi; qualsiasi evento accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla qualità dei reflui scaricati, dovrà essere comunicato tempestivamente all’Autorità competente per l’AIA, al Dipartimento ARPA competente per territorio e al Gestore della fognatura/impianto di depurazione. Qualora non possa essere garantito il rispetto dei limiti di legge, l'autorità competente potrà prescrivere l'interruzione immediata dello scarico nel caso di fuori servizio dell'impianto di depurazione;
21. Gli scarichi devono essere conformi alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene ed alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie e devono essere gestiti nel rispetto del Regolamento del Gestore della fognatura.
22. Devono essere adottate, tutte le misure gestionali ed impiantistiche tecnicamente realizzabili, necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi idrici anche mediante l’impiego delle MTD per il ricircolo e il riutilizzo dell’acqua.
23. L’insediamento dovrà essere conforme a quanto indicato nella planimetria agli atti, limitatamente a ciò che riguarda la posizione dei punti di scarico, i tracciati delle reti di raccolta delle acque reflue e delle acque meteoriche, i pozzetti d’ispezione e le griglie o caditoie di raccolta delle acque, nonché per quanto riguarda i sistemi di trattamento delle acque scaricate; qualora siano apportate modifiche allo stato di fatto dell’insediamento relativamente ai punti di cui sopra, dovrà essere comunicata tale variazione preventivamente all’Autorità competente ed all’ARPA Dipartimento Provinciale di Lecco, allegando la documentazione concernente le variazioni e le modifiche che s’intendono apportare ed allegando nuova planimetria.
E.3 Rumore
1. La Ditta risulta inserita, ai sensi del XXX xxx Xxxxxx xx Xxxxxxx x Xxxxxxxx Xxxxxxx, in classe V con i conseguenti limiti che si riportano nella seguente tabella:
Tabella B : valori limite assoluti di emissione | ||
Classe di destinazione d’uso del territorio | Limite diurno (06,00 – 22,00) Leq in dB(A) | Limite notturno (22,00 – 06,00) Leq in dB(A) |
classe V - Aree prevalentemente industriali | 65 | 55 |
Tabella C : valori limite assoluti di immissione | ||
Classe di destinazione d’uso del territorio | Limite diurno (06,00 – 22,00) Leq in dB(A) | Limite notturno (22,00 – 06,00) Leq in dB(A) |
classe V - Aree prevalentemente industriali | 70 | 60 |
I limiti da rispettare per il rumore, oltre a quelli su elencati, sono quelli previsti dai PZA comunali per le aree circostanti la Ditta ove risultano ubicati i recettori. Dovrà poi essere garantito per i recettori il rispetto del limite differenziale di immissione previsto dal DPCM 14 novembre 1997.
E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo
2. le modalità di presentazione dei dati delle verifiche di inquinamento acustico vengono riportate nel piano di monitoraggio;
3. le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal D.M. del 16 marzo 1998 da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine.
E.3.3 Prescrizioni impiantistiche
Nessuna.
4. Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle emissioni sonore, previa invio della comunicazione alla Autorità competente, dovrà essere redatta, secondo quanto previsto dalla DGR n.7/8313 dell’8/03/2002, una valutazione previsionale di impatto acustico provvedendo a concordare con ARPA e Comune recettori e punti di misura. Una volta realizzati le modifiche o gli interventi previsti, dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento, presso i recettori/punti di cui sopra ed eventualmente altri punti sensibili, da concordare con Comune ed ARPA. Quanto sopra al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora, nonché il rispetto dei valori limite differenziali di immissione. Sia la valutazione previsionale di impatto acustico, sia i risultati dei rilievi effettuati, contenuti all’interno di una valutazione di impatto acustico, devono essere presentati all’Autorità Competente, all’Ente comunale territorialmente competente e ad ARPA. In caso di superamento di limiti sia assoluti sia differenziali la documentazione di previsione/impatto acustico dovrà essere accompagnata dall’indicazione delle misure previste per consentire il rispetto dei limiti e del termine temporale entro il quale il Gestore dichiara di eseguire gli interventi.
5. L’azienda, in occasione di varianti al Piano di Zonizzazione Acustica dei comuni di Dolzago x Xxxxxxxx Brianza, che interessano il sito dello stabilimento, dovrà provvedere a verificare la conformità delle proprie emissioni sonore al medesimo piano conformemente a quanto indicato all’art.10 della L.R.13/2001 e all’art. 15 della LQ n.447/95.
E.4 Suolo e acque sotterranee
1. Devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne nonché le pavimentazioni stesse;
2. le pavimentazioni di tutte le sezioni dell’impianto (aree di transito, di sosta e di carico/scarico degli automezzi, arre di rifornimento carburante, di stoccaggio e trattamento) devono essere sottoposte a periodico controllo e ad eventuale manutenzione al fine di garantire l’impermeabilità delle relative superfici, effettuando sostituzione e/o interventi di ripristino del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato;
3. qualsiasi sversamento, anche accidentale, deve essere contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco, e comunque nel rispetto delle procedure di intervento che la Ditta deve predisporre per tali casi. Qualora non ancora presenti dovranno essere adottate entro 3 mesi dal rilascio dell’AIA;
4. presso l’impianto dovrà essere sempre presente materiale assorbente e contenitori a tenuta, per il confinamento, in situazioni di emergenza, di sostanze liquide inquinanti eventualmente sversate;
5. Le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione e l’eventuale dismissione dei serbatoi fuori terra ed interrati e delle relative tubazioni accessorie devono essere conformi a quanto
disposto dal Regolamento Locale d’Igiene - tipo della Xxxxxxx Xxxxxxxxx (Xxxxxx XX, xxx. 0, art.
2.2.9 e 2.2.10), ovvero dal Regolamento Comunale d’Igiene, dal momento in cui venga approvato, e secondo quanto disposto dal Regolamento regionale n. 2 del 13 Maggio 2002, art. 10, nonché dal piano di monitoraggio e controllo del presente decreto, secondo le modalità previste nelle procedure operative adottate dalla Ditta. Indirizzi tecnici per la conduzione, l’eventuale dismissione, i controlli possono essere ricavati dal documento “Linee guida – Xxxxxxxx interrati” pubblicato da ARPA Lombardia (Marzo 2013).
6. La capacità dei bacino di contenimento dei serbatoi/contenitori fuori terra deve essere pari all’intero volume degli stessi. Qualora in uno stesso bacino di contenimento vi siano più serbatoi la capacità del bacino deve essere uguale alla terza parte di quella complessiva effettiva dei serbatoi e comunque non inferiore alla capacità del più grande dei serbatoi.
7. la ditta deve segnalare tempestivamente all’Autorità Competente ed agli Enti competenti ogni eventuale incidente o altro evento eccezionale che possa causare inquinamento del suolo. La comunicazione ed i successivi adempimenti dovranno essere conformi a quanto prescritto dall’art. 242 del D.Lgs.152/06 s.m.i.;
8. salvo diverse disposizioni nazionali/regionali che dovessero intervenire successivamente, il Gestore dovrà eseguire entro 3 mesi dalla notifica del presente atto, la verifica della sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento (Allegato 1 DM 272/14) di cui all’art. 5, comma 1, lettera v-bis) del d.lgs. n. 152/06 e presentarne gli esiti all’Autorità Competente ai sensi dell’art.3 comma 2 dello stesso decreto. In caso di verifica positiva, il gestore è tenuto a presentare all’Autorità Competente la relazione di riferimento redatta secondo i criteri stabiliti dal DM 272/14, entro 12 mesi dalla data di notifica del presente atto;
E.5 Rifiuti
E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo
1. I rifiuti in entrata ed in uscita dall’impianto e sottoposti a controllo, le modalità e la frequenza dei controlli, nonché le modalità di registrazione dei controlli effettuati, devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio.
E.5.2 Attività di gestione rifiuti autorizzata
Raccolta, gestione e messa in sicurezza dei veicoli fuori uso
2. Le operazioni per la raccolta, gestione e messa in sicurezza dei veicoli fuori uso devono essere effettuate secondo le modalità descritte dall’allegato 1 punti 5, 6, 7 e 8 D.Lgs. 209/03.
3. Il numero massimo di carcasse di veicoli a motore depositabili nell’impianto, considerate le superfici dichiarate, è il seguente:
I) 17 presso l’AREA 1 di 172mq per quanto riguarda i veicoli da sottoporre a bonifica;
II) 15 veicoli già bonificati e non pressati presso l’AREA 4 di 45mq o, in alternativa, se già sottoposti a riduzione volumetrica, può essere depositato un numero di veicoli tale per cui il cumulo non superi i 5m di altezza;
4. Le carcasse, all’arrivo, devono essere collocate in posizione di marcia, non accatastate, per il prelievo obbligatorio dei liquidi, delle batterie e dei filtri dell’olio.
5. Il periodo di sosta delle singole carcasse, con l’esclusione di quelle soggette a particolari disposizioni dell’autorità giudiziaria o amministrativa, non deve superare i 180 giorni dalla data di conferimento al fine di evitare un eccessivo deterioramento dei materiali e di agevolare una sollecita riutilizzazione.
6. Per i veicoli a motore diversi da quelli di cui all’Art. 3., comma 1 del D.Lgs. 209/2003 e, quindi, non appartenenti alle categorie M1 e N1 di cui all’allegato II, Parte A della direttiva 70/156/CEE, si applicano le disposizioni di cui all’Art. 231 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
7. La gestione del Cfc e degli Hcf deve avvenire in conformità a quanto previsto dal decreto ministeriale 20 settembre 2002, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana del 2 ottobre 2002, n. 231. Lo stoccaggio dei CFC e degli HCF (o 134/A) deve avvenire in appositi contenitori (bombole o bomboloni) protetti dai raggi solari ed in grado di garantire la corretta
conservazione dei rifiuti. Al fine di garantire il recupero dei gas aspirati, non è ammessa la miscelazione in un unico contenitore.
8. Nell'area di conferimento non è consentito l'accatastamento dei veicoli.
9. Per lo stoccaggio del veicolo messo in sicurezza e non ancora sottoposto a trattamento è consentita la sovrapposizione massima di tre veicoli, previa verifica delle condizioni di stabilità e valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori.
10. Non possono essere eseguite le operazioni di pressatura della carcassa del veicolo se non sono state effettuate, oltre alla messa in sicurezza, anche le operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio di cui al punto 7 dell’All.I al D.Lgs. 209/2003;
Altre sezioni d’impianto
11. Il passaggio tra siti che eseguono l’operazione di messa in riserva (R13) è consentita per una sola volta ed ai soli fini della cernita o selezione o frantumazione o macinazione o riduzione volumetrica dei rifiuti.
12. Le tipologie di rifiuti in ingresso all’impianto, le operazioni e i relativi quantitativi, nonché la localizzazione delle attività di stoccaggio e recupero dei rifiuti devono essere conformi a quanto riportato nel paragrafo B.1
13. le operazioni di stoccaggio e di trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, dovranno essere effettuate unicamente nelle aree individuate sulla Tavola 0091-01 Rev.1 del 5.5.15 mantenendo la separazione per tipologie omogenee dei rifiuti, originate dalle operazioni di recupero, dagli EoW/Materiali recuperati;
14. Entro 15 giorni dal rilascio dell’AIA, aggiornare e trasmettere all’autorità competente ed agli Enti interessati la tavola 0091-01 Rev.1 del 5.5.15 con la dicitura “Materiali recuperati/EoW” in luogo di Mps e identificare univocamente le aree di trattamento;
15. Qualora i rifiuti di cui ai CER 120102 – Polveri e particolato di materiali ferrosi, 120104 – Polveri e particolato di materiali non ferrosi presentino una componente polverulenta dovranno essere stoccati in contenitori chiusi e sigillati e gli stessi potranno essere sottoposti esclusivamente all’operazione di messa in riserva (R13);
16. I rifiuti devono essere stoccati per categorie omogenee e devono essere contraddistinti da un codice C.E.R., in base alla provenienza ed alle caratteristiche del rifiuto stesso. Dovrà essere garantita la separazione delle differenti tipologie di rifiuti depositate all’interno delle macro aree.
17. Nell’impianto non possono essere effettuate operazioni di miscelazione e raggruppamento di rifiuti aventi CER diversi e/o diverse caratteristiche di pericolosità, se non preventivamente autorizzati secondo le specifiche stabilite dalla D.d.s. 1795 del 04/03/2014, fatte salve le operazioni di miscelazione prima del trattamento all’interno del medesimo impianto, come precisato nell’Allegato A, Punto 2 “Esclusioni” della stessa D.d.s
18. le operazioni di recupero di materia (R4) da effettuarsi presso l’impianto devono essere finalizzate esclusivamente all’ottenimento di prodotti e materie prime che rispettino quanto previsto all’art. 184-ter del d.lgs. 152 del 3 aprile 2006 e dai Regolamenti comunitari e/o Decreti ministeriali “End of Waste” emanati per le tipologie di rifiuti pertinenti all’attività svolta presso l’insediamento N. 333/2011 - ferro acciaio ed alluminio - Reg. Ue. N. 715/2013 - rame e leghe di rame e dalle più recenti revisioni delle Norme UNI per altri prodotti (STAGNO: UNI 10432, PIOMBO: UNI EN 12861 e ZINCO: UNI EN 12441);
19. I rottami metallici di ferro, acciaio, alluminio, rame e leghe di rame di cui ai regolamenti UE n° 333/2011 e UE n° 715/2013 fino alla cessione al successivo detentore (vendita) mantengono la qualifica di rifiuto e sono gestiti come R4 all’interno delle aree denominate in planimetria “Mps/EoW”, separati fisicamente dalle materie prime/EoW eventualmente ritirati da terzi ed identificati con opportuna cartellonistica.
20. Al fine del rispetto del divieto di cui all’All.I, x.xx 2.3 del Reg. Ue. N. 333/2011 i codici CER 100210, 120101, 120102, 120103, 120104, sono trattabili come R4 limitatamente a limatura, scaglie e polveri non contenenti fluidi quali oli o emulsioni oleose ed il codice 150104 è accettabile in R4 solo se i fusti o contenitori non hanno contenuto oli o vernici.
21. dovrà essere rispettata la DGR n° 8/10222/2009 “ inerenti le procedure per l’accettazione e la gestione di rottami metallici ferrosi e non ferrosi”.
22. I rifiuti non pericolosi posti in messa in riserva (R13) dovranno essere sottoposti alle operazioni di recupero presso il proprio sito o destinati ad impianti di recupero di terzi entro massimo sei (6) mesi dalla data di accettazione degli stessi nell’impianto; in tal senso i rifiuti recuperati ai sensi dei Reg. Ue. N. 333/2011 e N. 715/2013 devono essere ceduti ad altro detentore (vendita) entro massimo sei (6) mesi dalla data di accettazione degli stessi nell’impianto;
23. ogni partita di rottami metallici assoggettati ai Reg. Ue. N. 715/2013, N. 333/2011 che hanno cessato la qualifica di rifiuti, al momento dell’invio ai detentori successivi deve essere altresì accompagnata dalla dichiarazione di conformità predisposta dal produttore (gestore impianto) secondo i modelli allegati ai sopraccitati regolamenti comunitari
24. l’Installazione dovrà tenere presso l'impianto, a disposizione degli Enti di controllo:
• originale dell’attestazione di conformità, rilasciato da organismo preposto riconosciuto, atto a dimostrare la conformità del sistema di gestione della qualità in attuazione a quanto disposto dai regolamenti (UE) n. 333/2011 e N. 715/2013;
• protocollo di accettazione e gestione dei rifiuti elaborato secondo i contenuti stabiliti dalla
d.g.r. n. 10222/2009 e delle integrazioni previste dal presente Allegato tecnico;
25. I rifiuti in uscita dall’impianto, decadenti dalle operazioni di recupero (R4), devono essere identificati con i CER della categoria 19xxxx. I rifiuti sottoposti esclusivamente ad operazioni di stoccaggio provvisorio (R13, D15) devono mantenere invariato il proprio CER attribuito al momento del conferimento al centro;
26. l’impianto deve essere dotato di idoneo sistema di pesatura dei rifiuti in ingresso e/o in uscita;
27. la gestione deve altresì essere effettuata in conformità a quanto previsto dal d.lgs. 152/06 e da altre normative specifiche relative all’attività in argomento e, in ogni caso, deve avvenire senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare:
- senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora;
- senza causare inconvenienti da rumori o odori;
- senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente;
28. prima della ricezione dei rifiuti all'impianto, l’Impresa deve verificare l’accettabilità degli stessi mediante le seguenti procedure:
a) acquisizione del relativo formulario di identificazione o scheda SISTRI e/o di idonea certificazione analitica riportante le caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti;
b) qualora si tratti di rifiuti non pericolosi per cui l'Allegato D alla Parte IV^ del d.lgs. 152/06 preveda un CER “voce a specchio" di analogo rifiuto pericoloso, lo stesso potrà essere accettato solo previa verifica analitica della "non pericolosità";
Le verifiche analitiche di cui al punto b) dovranno essere eseguite per ogni conferimento di partite di rifiuti ad eccezione di quelle che provengono continuativamente da un ciclo tecnologico ben definito e conosciuto (singolo produttore), nel qual caso la verifica dovrà essere almeno semestrale;
29. Qualora il carico di rifiuti sia respinto, il gestore dell’impianto deve comunicarlo alla Provincia di Lecco, entro e non oltre 24 ore trasmettendo fotocopia del formulario di identificazione o scheda SISTRI;
30. i rifiuti non pericolosi destinati, presso l’installazione, alla messa in riserva (R13) o al deposito preliminare (D15), possono essere ritirati a condizione che l’Installazione, prima dell’accettazione degli stessi, chieda le specifiche del rifiuto medesimo in relazione all’accordo scritto stipulato con il soggetto finale terzo che ne effettuerà le effettive operazioni di recupero o smaltimento finale;
31. nelle aree autorizzate devono essere stoccate provvisoriamente solo le tipologie di rifiuti non pericolosi e le quantità indicate; tutte le operazioni di stoccaggio ed in particolare la messa in riserva (R13) ed il deposito preliminare (D15) devono essere effettuate in conformità a quanto previsto dalla circolare n. 4 approvata con d.d.g. 7 gennaio 1998, n. 36, ed in particolare dalle “norme tecniche” che, per quelle non indicate, modificate, integrate o sostituite dal presente atto,
si intendono, per quanto applicabili alle modalità di stoccaggio individuate dall’Impresa, tutte richiamate;
32. devono essere adottate tutte le cautele per impedire il rilascio di fluidi pericolosi e non pericolosi, la formazione degli odori e la dispersione di aerosol e di polveri; al riguardo i contenitori in deposito (rifiuti) in attesa di trattamento, devono essere mantenuti chiusi;
33. le superfici e/o le aree interessate dalle movimentazioni, dal ricevimento, dallo stoccaggio provvisorio, dal trattamento, dalle attrezzature (compresi i macchinari utilizzati nei cicli di trattamento) e dalle soste operative dei mezzi operanti a qualsiasi titolo sul rifiuto, devono essere impermeabilizzate, possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e delle sostanze contenute negli stessi e realizzate in modo tale da facilitare la ripresa dei possibili sversamenti, nonché avere caratteristiche tali da convogliare le acque e/o i percolamenti in pozzetti di raccolta a tenuta o ad idoneo ed autorizzato sistema di trattamento;
34. le aree funzionali dell’impianto utilizzate per lo stoccaggio e trattamento devono essere adeguatamente contrassegnate con appositi cartelli indicanti la denominazione dell’area, la natura e la pericolosità dei rifiuti depositati/trattati; devono inoltre essere apposte tabelle riportanti le norme di comportamento del personale addetto alle operazioni di gestione. Le aree dovranno inoltre essere facilmente identificabili, anche mediante apposizione di idonea segnaletica a pavimento;
35. le aree di messa in riserva devono essere separate da quelle di deposito preliminare;
36. i contenitori utilizzati per lo stoccaggio dei rifiuti devono essere adeguatamente contrassegnati al fine di rendere nota la natura e la pericolosità dei rifiuti, oltre a riportare sigla di identificazione che deve essere utilizzata per la compilazione dei registri di carico e scarico;
37. se il deposito dei rifiuti avviene in recipienti mobili questi devono essere provvisti di:
• idonee chiusure per impedire la fuoriuscita del contenuto;
• accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e di svuotamento;
• mezzi di presa per rendere sicure ed agevoli le operazioni di movimentazione;
38. i recipienti, fissi e mobili, comprese le vasche ed i bacini, destinati a contenere rifiuti devono possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti stessi. I rifiuti incompatibili, suscettibili cioè di reagire pericolosamente tra di loro, dando luogo alla formazione di prodotti esplosivi, infiammabili e/o pericolosi, ovvero allo sviluppo di notevoli quantità di calore, devono essere stoccati in modo da non interagire tra loro;
39. i fusti contenenti rifiuti non devono essere sovrapposti per più di tre piani e lo stoccaggio deve essere ordinato e prevedere appositi corridoi di ispezione tali da consentire l’accertamento di eventuali perdite;
40. il Gestore deve valutare la compatibilità dei diversi rifiuti che potrebbero essere presenti in qualsiasi momento nella medesima area di stoccaggio e che potrebbero determinare potenziali situazioni di pericolo nel caso venissero a contatto tra loro (ad esempio a seguito di urti e/o rotture dei contenitori). Nel caso di rifiuti risultati incompatibili fra loro in base alle valutazioni di cui sopra, deve essere predisposta un’adeguata procedura per lo stoccaggio in sicurezza dei rifiuti (ad esempio la previsione di aree di stoccaggio distinte e separate).
41. i rifiuti in uscita dal centro, accompagnati dal formulario di identificazione o dalla scheda movimentazione SISTRI, devono essere conferiti a soggetti autorizzati a svolgere operazioni di recupero o smaltimento, evitando ulteriori passaggi ad impianti di messa in riserva e/o di deposito preliminare, se non collegati a terminali di smaltimento di cui ai punti da D1 a D12 dell’allegato B e/o di recupero di cui ai punti da R1 a R11 dell’allegato C alla Parte Quarta del D.lgs. 152/06. Per i soggetti che svolgono attività regolamentate dall’art. 212 del citato decreto legislativo gli stessi devono essere in possesso di iscrizioni rilasciate ai sensi del D.M. 120/14.
L'Installazione è comunque soggetta alle disposizioni in campo ambientale, anche di livello regionale, che hanno tra le finalità quella di assicurare la tracciabilità dei rifiuti stessi e la loro corretta gestione, assicurando il regolare rispetto dei seguenti obblighi:
• tenuta della documentazione amministrativa costituita dai registri di carico e scarico di cui all'art. 190 del d.lgs. 152/06 e dei formulari di identificazione rifiuto di cui al successivo articolo 193, nel rispetto di quanto previsto dai relativi regolamenti e circolari ministeriali;
• qualora la Società sia soggetta, ovvero voglia adempiere, in forma volontaria, alla gestione amministrativa dei rifiuti (alternativa ai registri di carico e scarico e ai formul ari) mediante il Sistema di controllo della tracciabilità (SISTRI) di cui agli artt. 188-bis e 188-ter del D.lgs. 152/06 e del D.M. 18.02.2011, n.52, entro la data di completa operatività dello stesso, dovrà iscriversi ed attuare gli adempimenti e le procedure previste da detta norma e dai regolamenti attuativi;
• iscrizione all'applicativo X.X.XX. (Osservatorio Rifiuti Sovraregionale di cui all'art. 18, comma 3, della l.r. 26/03) attraverso la richiesta di credenziali da inoltrare all'Osservatorio Provinciale sui Rifiuti e compilazione della scheda impianti secondo le modalità e tempistiche stabilite dalla d.g.r. n. 2513/11;
42. Al fine di prevenire qualsiasi contaminazione delle aree dell’azienda, devono essere integralmente applicate le procedure di radioprotezione previste. Le stesse dovranno essere integrate secondo quanto previsto dalla seguente normativa di riferimento e trasmesse all’autorità competente e ad ARPA entro 4 mesi:
oD.lgs. 230/95 modificato dal D. Lgs 23/2009 e dal D. Lgs. 100/2011,
oOrdinanza del Presidente della Giunta Regionale n° 57671 del 20/06/1997 in materia di sorveglianza radiometrica sui rottami metallici;
oCircolare 21/SAN del 6/04/1998: D.G.R. 10222 del 28/09/2009 oNorma UNI 10897 – Rev. luglio 2013 attualmente in revisione oRegolamento (UE) n. 333/2011 del 31/3/11;
oDecreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151.
Ed in particolare :
43. Deve essere prevista entro 6 mesi l’acquisizione di uno strumento portatile;
44. è necessario che la strumentazione risponda ai requisiti di cui alla NORMA UNI 10897 citata e che vengano effettuate delle verifiche periodiche di buon funzionamento sulle stesse;
45. devono essere descritte in maniera dettagliata le modalità di esecuzione delle misure con la strumentazione portatile avendo sempre come riferimento la NORMA UNI 10897 (es. come misurare il fondo, a che distanza effettuare le misure) e distinguendo le modalità di gestione di un’anomalia radiometrica rilevata sul carico in ingresso dalle modalità di gestione in seguito ad un controllo visivo del materiale;
46. l’area destinata all’isolamento temporaneo del carico fermato e all’isolamento del materiale contaminato in attesa di smaltimento o decadimento fisico deve essere mantenuta libera o resa immediatamente disponibile;
47. l’Esperto Qualificato deve preliminarmente effettuare una valutazione del rischio per gli operatori coinvolti nella gestione di un’anomalia radiometrica, in particolare il rischio associato al recupero delle eventuali sorgenti radioattive ritrovate;
48. l’Esperto Qualificato deve verificare periodicamente (frequenza minima annuale) che le procedure scritte vengano seguite dal personale dell’azienda individuato;
49. l’Esperto Qualificato deve chiaramente indicare gli enti da avvisare tempestivamente quando è stato confermato che si tratti effettivamente di ritrovamento di una sorgente radioattiva o di materiale radiocontaminato (articolo 25 e articolo 157 del D.Lgs n. 230/95, come modificato dal D.Lgs n. 23/09, e, qualora ne sussistano le condizioni, le disposizioni di cui al D.Lgs 52/07.). A tal proposito si fa presente che la Prefettura di Lecco ha approvato definitivamente, nell’anno 2009, un “Piano di intervento per la messa in sicurezza in caso di rinvenimento o di sospetto di presenza di sorgenti orfane o materia radioattiva nel territorio della provincia di Lecco”, del quale è stata data informazione, attraverso le associazioni di categorie, a tutte le aziende ricadenti negli obblighi normativi sopra citati.
50. Deve essere tenuta una registrazione dell’esito delle misure fatte in caso di riscontro di anomalie radiometriche a disposizione degli organi di vigilanza.
51. Le procedure di gestione dei rifiuti dovranno essere allineate ai contenuti del documento “Sorveglianza radiometrica rottami metallici” redatto dall’Esperto qualificato;
52. Entro 3 mesi dalla notifica del presente decreto, il Gestore dell’impianto dovrà verificare l’eventuale modifica all’esistente documento “Protocollo gestione rifiuti” e, se del caso, trasmettere all’Autorità Competente ed all’Autorità di controllo, che potrà avvalersi di ARPA, il documento rielaborato, nel quale vengono racchiuse tutte le procedure adottate dal Gestore per la caratterizzazione preliminare, il conferimento, l’accettazione, il congedo dell’automezzo, i tempi e le modalità di stoccaggio dei rifiuti in ingresso all’impianto ed a fine trattamento, nonché le procedure di trattamento e di miscelazione, a cui sono sottoposti i rifiuti e le procedure di certificazione dei rifiuti trattati ai fini dello smaltimento e/o recupero. Altresì, tale documento deve tener conto delle prescrizioni gestionali già inserite nel quadro prescrittivo del presente documento. Pertanto l’impianto deve essere gestito con le modalità in esso riportate.
53. Il Protocollo di gestione dei rifiuti potrà essere revisionato in relazione a mutate condizioni di operatività dell’impianto o a seguito di modifiche delle norme applicabili di cui sarà data comunicazione all’Autorità competente e al Dipartimento ARPA competente territorialmente.
54. restano in capo al Gestore eventuali oneri e gli obblighi derivanti dalla normativa REACH;
55. l’Impresa, presso l’impianto, può effettuare esclusivamente operazioni di messa in riserva (R13) per i RAEE così come definiti dal d.lgs. 151/05. La gestione dei RAEE deve avvenire nel rispetto di quanto previsto dal d.lgs. n. 49 del 14/03/14 ed in particolare il punto 3 dell’allegato VII dello stesso decreto;
56. i mezzi utilizzati per la movimentazione dei rifiuti devono essere tali da evitare la dispersione degli stessi;
57. per i codici specchio dovrà essere dimostrata la non pericolosità mediante analisi/verifica documentale per ogni partita di rifiuto accettata presso l’impianto, ad eccezione di quelle partite che provengono continuativamente da un ciclo tecnologico ben definito, nel qual caso la certificazione analitica dovrà essere almeno semestrale; ove per ciclo tecnologico si deve intendere la medesima tipologia di attività svolta (es. produttori e detentori nell’ambito della micro raccolta);
58. Il deposito degli oli usati non deve superare i 500l;
59. Gli pneumatici fuori uso dovranno essere protetti dalle precipitazioni meteoriche per evitare la proliferazione di insetti.
60. Viene determinata in € 160.729,15 l'ammontare totale della fideiussione che la ditta deve prestare a favore dell’Autorità competente, relativa alle voci riportate nella seguente tabella; la fideiussione deve essere prestata ed accettata in conformità con quanto stabilito dalla d.g.r. n. 19461/04. La mancata presentazione della suddetta fideiussione entro il termine di 90 giorni dalla data di comunicazione del presente provvedimento, ovvero la difformità della stessa dall’allegato A alla d.g.r. n. 19461/04, comporta la revoca del provvedimento stesso come previsto dalla d.g.r. sopra citata.
Operazione | Rifiuti | Quantità | Costi |
R13* | Non pericolosi | 1.100 m3 | 19.428,21 |
D15 | Non pericolosi | 200 m3 | 35.324,00 |
R4 | Non pericolosi | 100.000 t/a | 82.426,51 |
Bonifica auto (294,3 mq) | Pericolosi | Fino a 1.000 m3 | 23.550,43 |
AMMONTARE TOTALE | 160.729,15 |
(*) comprensivo dell'applicazione della tariffa al 10% sulla messa in riserva dei rifiuti in accettazione all'impianto e da avviare a recupero entro 6 mesi come disposto dalla D.G.R. n. 19461/04. Qualora la Ditta non possa adempiere nell'avviare a recupero, entro 6 mesi, i rifiuti in ingresso sottoposti alla messa in riserva, dovrà effettuare apposita comunicazione alla Provincia di Lecco e prestare una garanzia senza riduzione.
61. Devono essere adottati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, nonché la loro pericolosità.
62. La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato dalla loro movimentazione e informato della pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno disporre di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato;
63. Per i rifiuti da imballaggio devono essere privilegiate le attività di riutilizzo e recupero. E’ vietato lo smaltimento in discarica degli imballaggi e dei contenitori recuperati, ad eccezione degli scarti derivanti dalle operazioni di selezione, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. E’ inoltre vietato immettere nel normale circuito dei rifiuti urbani, imballaggi terziari di qualsiasi natura.
64. i rifiuti identificati con i CER 20xxxx definiti dalla regolamentazione tecnica vigente come urbani, inclusi quelli da raccolta differenziata, possono essere ritirati qualora provenienti:
• da Comuni, Associazioni di Comuni, Comunità Montane, Imprese gestori del servizio pubblico o loro concessionari e derivanti da raccolte selezionate, centri di raccolta ed infrastrutture per la raccolta differenziata di rifiuti urbani;
• da Imprese gestori di impianti di stoccaggio provvisorio conto terzi di rifiuti urbani;
• da Imprese, qualora i rifiuti non siano identificabili con CER rientranti nelle altri classi; in tal caso dovrà essere garantita mediante idonea documentazione (formulario di identificazione/scheda SISTRI) la tracciabilità dei relativi flussi;
E.6 Ulteriori prescrizioni
1. Perseguire l’obbiettivo di continuo incremento dell’efficienza energetica aziendale attraverso lo sviluppo di un piano di efficienza energetica, l’utilizzo di tecniche che riducono il consumo di energia, la definizione e il calcolo del consumo energetico specifico dell'attività e la creazione di indicatori chiave di performance su base annua (BAT 21);
2. Ai sensi dell’art.29 nonies del D.Lgs. 152/06 e smi, il gestore è tenuto a comunicare all'Autorità competente e all’Autorità competente al controllo variazioni nella titolarità della gestione dell'impianto ovvero modifiche progettate dell'impianto, così come definite dall'articolo 2, comma 1, lettera m) del Decreto stesso.
3. Ai sensi del D.Lgs. 152/06 e smi, art.29 decies, comma 5, al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4, il gestore deve fornire tutta l'assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto.
E.7 Monitoraggio e Controllo
1. Il monitoraggio e il controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel piano descritto al successivo paragrafo F. PIANO DI MONITORAGGIO. Tale Piano verrà adottato dal Gestore a partire dalla data di rilascio del decreto di Autorizzazione.
2. Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di monitoraggio devono essere tenute a disposizione degli Enti responsabili del controllo e inserirti nei sistemi informativi predisposti (AIDA/AGORA’/ORSO) entro il 30 di Aprile dell’anno successivo a quello di effettuazione (disponibile sul sito web di ARPA Lombardia all' indirizzo: xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx/xxxx) secondo quanto disposto dalla Regione Lombardia con Decreti della D.G. Qualità dell’Ambiente n. 14236 del 3 dicembre 2008 n. 1696 del 23 febbraio 2009 e con decreto n 7172 del 13 luglio 2009.
3. Sui referti di analisi devono essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo, la data e l’ora di effettuazione dell’analisi, gli esiti relativi e devono essere firmati da un tecnico abilitato.
E.8 Prevenzione e Gestione degli eventi emergenziali
1. Il gestore deve mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti (pericolo di incendio e scoppio e pericoli di rottura di impianti, fermata degli impianti di abbattimento, reazione tra prodotti e/o rifiuti incompatibili, sversamenti di materiali contaminanti in suolo e in acque superficiali, anomalie sui sistemi di controllo e sicurezza degli impianti produttivi e di abbattimento, adeguato equipaggiamento di protezione personale per gli operatori- autorespiratori in zone di facili accesso in numero congruo), e garantire la messa in atto dei rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull’ambiente.
2. Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente all'Autorità Competente, al Comune, alla Provincia e ad ARPA eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente, nonché eventi di superamento dei limiti prescritti, indicando:
a. cause
b. aspetti/impatti ambientali derivanti
c. modalità di gestione/risoluzione dell’evento emergenziale
d. tempistiche previste per la risoluzione/ripristino
E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività
1. Deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto all’art.6, comma 16, lettera f) del D.Lgs. n.152/06 e s.m.i..
La ditta dovrà a tal fine inoltrare, all’Autorità Competente, ad ARPA ed al Comune, non meno di 6 mesi prima della comunicazione di cessazione dell’attività, un Piano di Indagine Ambientale dell’area a servizio dell’insediamento all’interno del quale dovranno essere codificati tutti i centri di potenziale pericolo per l’inquinamento del suolo, sottosuolo e delle acque superficiali e/o sotterranee quali, ad esempio, impianti ed attrezzature, depuratori a presidio delle varie emissioni, aree di deposito o trattamento rifiuti, serbatoi interrati o fuori terra di combustibili o altre sostanze pericolose e relative tubazioni di trasporto, ecc.., documentando i relativi interventi programmati per la loro messa in sicurezza e successivo eventuale smantellamento.
2. Tale piano dovrà:
▪ identificare ed illustrare i potenziali impatti associati all’attività di chiusura;
▪ programmare e temporizzare le attività di chiusura dell’impianto comprendendo lo smantellamento delle parti impiantistiche, del recupero di materiali o sostanze stoccate ancora eventualmente presenti e delle parti infrastrutturali dell’insediamento;
▪ identificare eventuali parti dell’impianto che rimarranno in situ dopo la chiusura/smantellamento motivandone la presenza e l’eventuale durata successiva, nonché le procedure da adottare per la gestione delle parti rimaste;
▪ verificare ed indicare la conformità alle norme vigenti all’atto di predisposizione del piano di dismissione/smantellamento dell’impianto;
▪ indicare gli interventi in caso si presentino condizioni di emergenza durante la fase di smantellamento.
3. Le modalità esecutive del ripristino finale e del recupero ambientale dovranno essere attuate previo nulla-osta dell’Autorità Competente, sentita ARPA, fermi restando gli obblighi derivanti dalle vigenti normative in materia.
4. ll ripristino finale ed il recupero ambientale dell’area ove insiste l’impianto devono essere effettuati secondo quanto previsto dal progetto approvato in accordo con le previsioni contenute nello strumento urbanistico vigente.
5. Il titolare della presente autorizzazione dovrà, ai suddetti fini, eseguire idonea investigazione delle matrici ambientali tesa a verificare il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di siti inquinati e comunque di tutela dell’ambiente.
6. All’Autorità Competente per il controllo, avvalendosi di ARPA, è demandata la verifica dell’avvenuto ripristino ambientale da certificarsi al fine del successivo svincolo della garanzia finanziaria, a cura dell’Autorità Competente.
E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche
Il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze, relative sia ad implementazione delle BAT sia a risoluzione di criticità riscontrate, realizzando a partire dalla data di rilascio della presente autorizzazione, quanto riportato nella tabella seguente:
INTERVENTO | TEMPISTICHE |
Adeguare il punto di prelievo PC realizzando un idoneo pozzetto di campionamento | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Sigillare l’alimentazione dell’ex condotto di scarico delle seconde piogge dalla vasca 1 con un sistema fisso inamovibile | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Presentare progetto di adeguamento dell’impianto di depurazione | 6 mesi dal rilascio dell’AIA |
Installare un sistema di disoleazione su rete di raccolta delle acque di dilavamento piazzola di erogazione e carico gasolio | 6 mesi dal rilascio dell’AIA |
Riparare le pareti lesionate sul muro perimetrale dell’area di via Fermi (depositi “S”) | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Rendere a tenuta il sistema di raccolta dei fanghi dallo scrubber sull’emissione E2 proteggendolo dal dilavamento | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Eliminare tutti i centri di pericolo dalle aree pertinenziali del capannone di via Fermi scolanti in tombinatura comunale. | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Modificare il sistema di attivazione delle valvole di intercettazione rapida di eventuali sversamenti nell’area di erogazione/carico gasolio | 6 mesi dal rilascio dell’AIA |
Redigere procedura per la gestione delle valvole di intercettazione nell’area di erogazione/carico gasolio | 6 mesi dal rilascio dell’AIA |
Presentare progetto di collettamento ed allontanamento in tombinatura o pozzo perdente delle acque di dilavamento delle coperture della palazzina uffici (falda ovest). | 6 mesi dal rilascio dell’AIA |
Ottenere certificazione ATEX su tutti i componenti dei sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera o, in caso contrario, valutare la classe di esplosività delle polveri da trattare e le caratteristiche di esplosività del flusso gassoso | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Presentare “Protocollo gestione rifiuti” | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Verificare della sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento | 3 mesi dal rilascio dell’AIA |
Acquisire uno strumento portatile da utilizzarsi contemporaneamente al controllo visivo del materiale scaricato in ingresso | 6 mesi dal rilascio dell’AIA |
F.1 Finalità del monitoraggio
La tabella seguente specifica le finalità del monitoraggio e dei controlli attualmente effettuati e di quelli proposti per il futuro.
Obiettivi del monitoraggio e dei controlli | Monitoraggi e controlli | |
Attuali | Proposte | |
Valutazione di conformità all’AIA | X | |
Aria | X | X |
Acqua | X | X |
Suolo | ||
Rifiuti | X | X |
Rumore | X | X |
Gestione codificata dell’impianto o parte dello stesso in funzione della precauzione e riduzione dell’inquinamento | X | X |
Raccolta dati nell’ambito degli strumenti volontari di certificazione e registrazione (EMAS, ISO) | ||
Raccolta dati ambientali nell’ambito delle periodiche comunicazioni (es. E-PRTR- ex INES) alle autorità competenti | X | |
Raccolta dati per la verifica della buona gestione e l’accettabilità dei rifiuti per gli impianti di trattamento e smaltimento | X | X |
Tab. F1 - Finalità del monitoraggio
F.2 Chi effettua il self - monitoring
La tabella rileva, nell’ambito dell’auto-controllo proposto, chi effettua il monitoraggio.
Gestore dell’impianto (controllo interno) | Il monitoraggio tecnologico/gestionale dell’impianto |
Società terza contraente (controllo interno appaltato) | Società esterne che effettuano i campionamenti e le analisi previste in base alle scadenze autorizzative |
Tab. F2 – Autocontrollo
F.3 PARAMETRI DA MONITORARE
La tabella F.3 individua le modalità di monitoraggio sulle materie (prodotti intermedi/sottoprodotti/scarti di produzione) derivanti dal trattamento dei rifiuti:
n.ordine Attività IPPC e non | Identificazione della materia recuperata | Anno di riferimento | Quantità annua totale recuperata (t/anno) | Quantità specifica (t materia/t rifiuto trattato) | % di recupero sulla quantità annua di rifiuti trattati |
x | x | x | x | x | X |
Tab. F3 – Recuperi di materia
Non risulta un impiego rilevante di sostanze pericolose all’interno del ciclo produttivo.
La tabella F4 individua il monitoraggio dei consumi idrici che si intende realizzare per l’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica.
Tipologia di risorsa utilizzata | Anno di riferimento | Fase di utilizzo | Frequenza di lettura | Consumo annuo totale (m3/anno) | Consumo annuo specifico (m3/tonnellata di Prodotto/rifiuto finito/trattato) | Consumo annuo per fasi di processo (m3/anno) | % ricircolo |
Acqua pozzo* | X | Impianti | annuale | X | X | X | X |
Acqua acquedotto | X | Impianti | annuale | X | X | X | X |
Acqua acquedotto | X | Usi civili | annuale | X |
Tab. F4 - Risorsa idrica
*Come da prescrizione E.2.2 punto 7) effettuare un monitoraggio con frequenza annuale della qualità delle acque emunte dal pozzo.
Le tabelle F5 e F6 riassumono gli interventi di monitoraggio previsti ai fini della ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa energetica.
N.ordine Attività IPPC e non o intera installazione | Tipologia Combustibile/risorsa energetica | Anno di riferimento | Tipo di utilizzo | Frequenza di rilevamento | Consumo annuo totale (KWh- o m3/anno) | Consumo annuo specifico (KWh- o m3/t di Prodotto/rifiuto trattato) | Consumo annuo per fasi di processo (KWh- o m3/anno) |
Intera installazione | Energia elettrica | X | Impianto di frantumazione e selezione - altro | Annuale | X | X | x |
Metano | X | Riscaldamento | Annuale | X | |||
Gasolio | X | Autotrazione camion e mezzi meccanici | Annuale | X | X |
Tab. F5 – Risorsa energetica
La seguente tabella individua per ciascun punto di emissione, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametro (2) | E1 | E2 | Modalità di controllo | Metodi (1) | |
Continuo | Discontinuo | ||||
Polveri / nebbie oleose | X | X | Annuale | UNI – UNICHIM 13284-1:03 | |
Σ Pb, Cr tot, Cu, Ni (2) | X | X | Annuale | UNI EN 14385:2004 |
Tab. F7 - Inquinanti monitorati
(1) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001.
(2) Il monitoraggio relativo ai parametri metalli potrà essere interrotto qualora le risultanze dello stesso per un periodo di almeno 3 campagne di misura non facessero emergere concentrazioni rilevanti degli inquinanti
Per ciascuno scarico, in corrispondenza dei parametri elencati, la tabella riportata di seguito specifica la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:
Parametri 1 | SP1 | Modalità di controllo | Metodi (*) | |
Continuo | Discontinuo | |||
Volume acqua (m3/anno) | X | Annuale | ||
pH | X | Quadrimestrale | 2060 | |
Conducibilità | X | Quadrimestrale | 2030 | |
Solidi sospesi totali | X | Quadrimestrale | 2090 | |
COD | X | Quadrimestrale | 5130 | |
Alluminio | X | Quadrimestrale | 0000 | |
Xxxx | X | Xxxxxxxxxxxxxx | 0000 | |
Xxxxx (Xx) e composti | X | Quadrimestrale | 3150 | |
Ferro | X | Quadrimestrale | 3160 | |
Manganese | X | Quadrimestrale | 3190 | |
Nichel (Ni) e composti | X | Quadrimestrale | 3220 | |
Piombo (Pb) e composti | X | Quadrimestrale | 3230 | |
Rame (Cu) e composti | X | Quadrimestrale | 3250 | |
Stagno | X | Quadrimestrale | 3280 | |
Zinco (Zn) e composti | X | Quadrimestrale | 3320 | |
Azoto ammoniacale (come NH4) | X | Quadrimestrale | 4030 | |
Idrocarburi totali | X | Quadrimestrale | 5160 | |
Tensioattivi totali | X | Quadrimestrale | 5170 |
Tab. F8 - Inquinanti monitorati
(1) La frequenza quadrimestrale potrà essere ridotta in relazione agli esisti del primo anno di monitoraggio.
(*) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo” di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale/internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI XXX XX XXX/XXX00000 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001.
La ditta eseguirà una nuova valutazione di impatto acustico in caso di modifiche sostanziali dell’impianto. La tabella F9 riporta le informazioni che la Ditta fornirà in riferimento alle indagini fonometriche
Codice univoco identificativo del punto di monitoraggio | Descrizione e localizzazione del punto (al perimetro/in corrispondenza di recettore specifico: descrizione e riferimenti univoci di localizzazione) | Categoria di limite da verificare (emissione, immissione assoluto, immissione differenziale) | Classe acustica di appartenenza del recettore | Modalità della misura (durata e tecnica di campionamento) | Campagna (Indicazione delle date e del periodo relativi a ciascuna campagna prevista) |
X | x | x | x | x | x |
Tab. F9 – Verifica d’impatto acustico
Nella tabella F10 si riportano i controlli radiometrici previsti dall’azienda sulle materie prime in uscita e rifiuti trattati.
Materiale controllato | Modalità di controllo | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli |
Tutti i rifiuti in ingresso e tutti i materiali in uscita (rifiuti/Materiali recuperati/EoW) | Portale | Ad ogni conferimento e ad ogni scarico | Registro dei controlli radiometrici secondo le indicazioni di cui al paragrafo 6.7, 7 ed 8 della Norma UNI 10897 |
Tab. F10 – Controllo radiometrico
Le tabelle F11 e F12 riportano il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in ingresso/uscita dall’installazione.
CER autorizzati | Operazione autorizzata | Caratteristiche di pericolosità e frasi di rischio | Quantità annua (t) trattata | Eventuali controlli effettuati | Frequenz a controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati | Anno di riferimento |
X | R/D | X | X | X | X | X | X |
Tab. F11– Controllo rifiuti in ingresso
CER | Caratteristiche di pericolosità e frasi di rischio | Quantità annua prodotta (t) | Eventuali controlli effettuati | Frequenza controllo | Modalità di registrazione dei controlli effettuati | Anno di riferimento |
Nuovi Codici Specchio | Verifica analitica della non pericolosità | Una volta | Cartaceo da tenere a disposizione degli enti di controllo | X | ||
X | X | X | - | - | - | X |
Tab. F12 – Controllo rifiuti in uscita
ESTREMI OBBLIGO DI DICHIARAZIONE E-PRTR (ex INES) | FREQUENZA |
annuale |
F.4 Gestione dell’impianto
Tab. F13 – Dichiarazione E-PRTR
F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici
Le seguenti tabelle specificano i sistemi di controllo previsti sui punti critici, riportando i relativi controlli (sia sui parametri operativi che su eventuali perdite) e gli interventi manutentivi da riportare su apposito registro.
Impianto/parte di esso/fase di processo | ||
Frequenza dei controlli | Modalità | |
Impianto di frantumazione (M1-M2) | Ad ogni avviamento | Controllo automatico mediante PLC |
Presso cesoia (M3) | Ad ogni avviamento | Controllo su pannello di comando |
Flottazione (M5) | Ad ogni avviamento | Controllo automatico mediante PLC |
Portale | Almeno Annuale o secondo indicazioni ditta fornitrice | Taratura |
Sistema di nebulizzazione | Semestrale | Controllo funzionalità |
Distributore Gasolio | Annuale | Verifica dell’integrità e della funzionalità del sistema di erogazione (condotti di collegamento, funzionalità sistema controllo pressione intercapedine) |
Settimanale | Verifica pressione intercapedine | |
Impianto di abbattimento emissione E1 | Ad ogni avviamento | Controllo della funzionalità e degli allarmi |
Semestrale | Controllo delle maniche filtranti, del funzionamento e dell’usura delle valvole, e della tenuta e dell’usura del corpo del filtro | |
Impianto di abbattimento emissione E2 | Ad ogni avviamento | Controllo della funzionalità e degli allarmi |
Semestrale | Controllo vasca di raccolta acqua e sistema di estrazione fanghi | |
Rete di raccolta acque meteoriche di dilavamento (pozzetti e caditoie) | Mensile | Controllo visivo |
Impianto di trattamento acque | Ad ogni avviamento | Controllo di funzionalità e degli allarmi |
Mensile | Controllo pompe dosaggio e livello reagenti | |
Semestrale | Controllo funzionalità pompe sollevamento e relativi accessori | |
Pozzetti a tenuta isola bonifica e raccolta sversamenti area erogazione carburante | Mensile | Controllo visivo |
Tab. F13 – Controlli sui punti critici
Impianto/parte di esso/fase di processo | Frequenza | Operazione |
Impianto di abbattimento emissione E1 | Annuale | Pulizia del corpo cilindrico del ciclone, dei raccordi di immissione ed espulsione |
All’occorrenza | Sostituzione filtri | |
Impianto di abbattimento emissione E2 | Annuale | Pulizia del corpo cilindrico del ciclone, dei raccordi di immissione ed espulsione |
Annuale | Sostituzione del fluido abbattente | |
Rete di raccolta acque meteoriche di dilavamento (pozzetti e caditoie) | Annuale o all’occorrenza | Pulizia |
Impianto di trattamento acque | Al raggiungimento di un differenziale di pressione prestabilito fra entrata ed uscita dei serbatoi | Controlavaggio sistemi filtranti (sabbia e carbone) |
Avviene dopo il trattamento di un volume d’acqua | Rigenerazione resine |
prestabilito, che di default è 500 m3 | ||
Mensile | Pulizia pozzetto prelievo | |
Annuale (o all’occorrenza) | Pulizia vasca accumulo iniziale | |
Pozzetti a tenuta isola bonifica e raccolta sversamenti area erogazione carburante | All’occorrenza | Asportazione eventuali liquidi/materiali presenti |
Tab. F14 – Interventi di manutenzione dei punti critici individuati
F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.)
Si riportano la frequenza e la metodologia delle prove programmate delle strutture adibite allo stoccaggio e sottoposte a controllo periodico (anche strutturale) da riportare su apposito registro.
Tipo di controllo | Frequenza | |
Serbatoi contenenti liquidi (ad es. oli lubrificanti) | Ispezione visiva (compreso bacino di contenimento) | Mensile |
Container/cassoni contenenti rifiuti in ingresso e in uscita | Ispezione visiva con eventuale ripristino della funzionalità | Mensile |
Vasche raccolta sversamenti | Verifica integrità | Annuale |
Platee di contenimento Pavimentazioni aree interne ed esterne | Verifica integrità strutturale | Triennale (o in caso di necessità da riscontri da controlli visivi) |
Verifica integrità | controllo visivo Mensile | |
Controllo stato pulizia | controllo visivo Giornaliero |
Tab. F15 – Modalità di controllo delle strutture adibite allo stoccaggio
Riferimenti planimetrici
CONTENUTO PLANIMETRIA | Denominazione | DATA elaborazione/revisione |
Planimetria generale con individuato : 1.destinazione d'uso aree interne ed indicazione impianti/apparecchiature di produzione 2.emissioni in atmosfera 3.gestione rifiuti | 0091-01_Rev.1 | 05-05-2015 |
Planimetria Generale con schema fognatura e punti di approvvigionamento idrico | 0091-02_Rev.1 | 05-05-2015 |