UN CONTRATTO DI FIUME PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL FIUME CALORE
UN CONTRATTO DI FIUME PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL FIUME CALORE
Xxxxxxxx Xx Xxxx0, Xxxxx Xxxxxxx0
Sessione 1: Approcci metodologici e scientifici innovativi
RIASSUNTO - ABSTRACT
Il Contratto di Fiume qui presentato è nato da una collaborazione interistituzionale tra l’Unione dei Comuni Alto Calore e il Dipartimento di Architettura, laboratorio di Regional Design, dell’Università di Firenze. La finalità del programma è stata quella di partire dai Manuali e Linee Guida inerenti i Contratti dei Fiumi per adattarli ad una realtà interna dell’Italia meridionale. Lo scopo quello di predisporre, attraverso un processo di coinvolgimento degli attori istituzionali presenti, del mondo associativo e imprenditoriale, e della società attiva, un set di azioni concrete e coordinate fra loro tali da garantire il raggiungimento di due obiettivi: uno territoriale, la sicurezza dei territori, il risanamento delle acque, la mitigazione e prevenzione dei rischi idrogeologici, e il riequilibrio ambientale, da un lato; e, dall’altro, uno paesaggistico, la valorizzazione paesaggistica e sostenibile delle risorse presenti sul territorio con un marketing territoriale.
Il veicolo cui si è attuato tutto questo, nonché il punto di arrivo: una vision di area, che contenesse anche un manifesto con i principi del contratto di Fiume che si potesse tramutare in gestione attiva dell’ambito fluviale, inserita in un progetto di territorio. Il contratto è “planato” a terra come “struttura di gestione”, organizzata come tavolo di governance cooperativa interistituzionale presso l’Unione dei Comuni del Calore. Il tavolo si avvale di un “cruscotto” di controllo e monitoraggio in grado, al contempo, di essere strumento di governo adattivo via via che i progetti prendono corpo nella realtà e strumento di informazione sulle metodologie usate e sulle potenzialità e vantaggi per i proprietari e le istituzioni ricadenti nel Contratto di Fiume.
INTRODUZIONE
I Contratti di fiume, attraverso l’integrazione delle politiche, stimolano la capacità di cooperazione e di condivisione tra diversi livelli di governo e tra diversi soggetti dello stesso livello, perseguendo così molteplici obiettivi: sicurezza, mitigazione e prevenzione dei rischi, riequilibrio ambientale e valorizzazione paesaggistica, uso sostenibile delle risorse, fruizione turistica sostenibile, diffusione della cultura dell’acqua. L’Unione dei Comuni Alto Calore è un ente locale di nuova generazione, costituito da un’unione vera e propria di 9 Comuni, appartenenti alla provincia di Salerno, nella Regione Campania. Comprende i seguenti Comuni: Campora, Castel San Xxxxxxx, Felitto, Laurino, Magliano Vetere, Xxxxxxxxxx Cilento, Piaggine, Sacco e Valle dell’Angelo; con una superficie complessiva di 275,66 km, e una popolazione residente di 8.634 abitanti.
L’Unione dei Comuni Alto Calore esercita congiuntamente una pluralità di funzioni di competenza delle municipalità coinvolte. Per l’idealità da cui nasce e per le competenze istituzionali a cui fa capo, l’Unione dei Comuni Alto Calore è profondamente coinvolta nelle politiche di programmazione e gestione dello sviluppo locale. Quale ente di governance territoriale, attivo, in particolare, nello spazio sub regionale, l’ente – in sinergia con altri soggetti, sia pubblici che privati – è potenzialmente in grado di definire percorsi evolutivi del rispettivo contesto territoriale, aiutando ad elaborare specifiche politiche di valorizzazione delle risorse umane e naturali, anche per dare vita ad un progetto di collaborazione e costruzione di nuove opportunità, a partire dalle ricchezze naturali presenti e dalle potenzialità antropiche stratificate. Il quadro generale, all’interno del quale la ricerca si è collocato questo progetto, è quello dello studio delle reti di conoscenza, saperi, culture soggiacenti, e relazioni, che esistono, ma non sono messe a sistema, soprattutto per l’assenza di modalità cooperative interistituzionali, intergovenative. Gli elementi che sono entrati in gioco in questo lavoro sono: una comunità (Comuni, Province, ATO, Regione, associazioni, imprese, cittadini); un territorio (suoli, acque, insediamenti, aria); un insieme di politiche e di progetti (a diverse scale/livelli).
Nel corso del lavoro di ricerca non tutto è andato come si sperava, ci sono stati momenti difficili con gli stakeholder politici locali e gli apparati amministrativi a questi collegabili – anche solo per l’acquisizione del materiale conoscitivo, oppure per reperire la cartografia digitale di base – per una scarsa propensione al lavorare insieme. Alla fine, facendo prevalere la pazienza e l’argomentazione, si è riusciti a individuare dei punti comuni, come ad esempio la valorizzazione dei prodotti locali, che ha aperto la “chiave” turistica. Elemento comune ricercato e sognato da tutti. La leva dell’attrazione turistica ha permesso la costruzione di
1 Ordinario di urbanistica all’Università di Firenze, Dipartimento di Architettura
2 Borsista all’Università di Firenze, Dipartimento di Architettura
una griglia di riferimento per la ricerca, subito capita, perché legabile alla messa in rete e alla integrazione di alcune manifestazioni sportive e culturali già presenti, ma anche di elencare e valutare le altre potenzialità esistenti e di quelle soggiacenti. Proprio questa leva ha permesso di interrogarsi sui tipi di “turismi” eistenti, i tipi di paesaggi coinvolti, le politiche di tutela e valorizzazione che si potevano mettere in atto nel territorio del fiume, gli attori che dovevano entrare in gioco, i tipi di partenariato necessari, le tecniche di gestione appropriate. Qui sono entrati in gioco i Manuali e le Linee guida e l’approccio del Regional Design per il Contratto. Quindi è entrato prepotentemente sul tavolo del dialogo con gli stakeholder i concetti della eco- sostenibilità, della collaborazione pubblico-pubblico e pubblico-privata, ma anche il partenariato tra privati che ha dischiuso la strada verso un’esigenza di tutela del territorio e di recupero della tradizione agricola. Facendo, così anche in modo che questa potenzialità, potesse anche essere veicolo di nuova occupazione.
AZIONI E METODI
Il processo di costruzione del Contratto di Fiume si basa sul confronto e sulla negoziazione tra tutti gli attori e i cittadini coinvolti, con l’obiettivo di attivare progetti di riqualificazione ambientale e territoriale, integrati nei contenuti e condivisi nelle modalità di decisione. Un approccio interattivo dunque, che presuppone il coinvolgimento di tutti i possibili utenti del sistema fluviale (gestori dei servizi, mondo della produzione, associazioni di categoria, associazioni di cittadini) per condividere obiettivi, azioni e progetti, per stimolare così comportamenti virtuosi. Come fare in un territorio esteso e con una tradizione locale poco incline al lavoro condiviso? L’idea è stata quella di costruire un vero e proprio ufficio – nei locali dell’Unione e con un borsista dell’Università come punto di riferimento – dove poter accogliere gli stakeholder politici locali, ma anche la cittadinanza attiva presente, dando loro una scheda – appositamente predisposta – di descrizione/interpretazione dello spazio intercomunale, del fiume e delle sue potenzialità. Scheda presentata e formalizzata in una apposita seduta del Consiglio Unionale del 28/06/2017. La Scheda e le successive carte di vision hanno rappresentato i momenti “hard” della ricerca.
elementi unitari | modello di governance | Cronoprogramma |
Le carte sono state intese come “scenario” di riferimento e tecnica per percolare azioni e progetti. Quindi come strumento di identificazione degli elementi unitari, di posizionamento delle politiche per l’azione attraverso la definizione di un vero e proprio Piano d’Azione (PdA), cui è seguito il cronoprogramma.
Il Contratto di fiume, infatti, non è solo uno sforzo di natura istituzionale, ma anzitutto culturale, perché i territori, che faranno parte del Contratto, dovranno essere percepiti e governati come paesaggi di vita.
RISULTATI
I risultati finali hanno portato alla definizione di un vero e proprio Piano di Azione – ancora in via di completamento mentre scriviamo – che è lo strumento con il quale l’Unione dei Comuni Alto Calore può:
- portare a sintesi le qualità formali e funzionali dei territori comunali che comprende;
- raccordare le aggregazioni di gestione e di modalità di uso delle risorse;
- rappresentare un sistema unitario di luoghi riconoscibili per le capacità di sviluppare strategie territoriali;
- comporre economia, società, usi, morfologie, ambiente, insediamenti, paesaggi;
- fornire uno scenario coerente per la pianificazione urbanistica operativa all’interno dei confini comunali. Le azioni principali, raggruppate nella Carta di vision, sono quelle che riannodano e ricuciono le due sponde per garantire la sicurezza idraulica dei territori, il risanamento delle acque attraverso la consapevolezza delle dinamiche fluviali e l’attenzione all’utilizzo delle fasce di pertinenza fluviale, il ritorno alle tradizioni locali nella gestione degli spazi agricoli, la tutela degli spazi aperti e il riequilibrio ambientale. Il tutto inserito in un
progetto di territorio che integra la valorizzazione paesaggistica, e un uso sostenibile delle risorse presenti sul territorio, con il coinvolgimento diretto del mondo agricolo.
CONCLUSIONI
La vision così delineata, nata da un percorso di consultazione interistituzionale e dall’ascolto presso l’Ufficio dell’Unione, sarà portata anche ad una consultazione più diffusa e capillare, oltre i confini della cittadinanza attiva esistente, per coinvolgere e interessare le collettività insediate e intercettare gli interessi
diffusi, anche oltre le tradizionali sponde del fiume. Il Contratto di Fiume del Calore è qui, infatti, inteso come un “nuovo metodo di lavoro” che entra nelle politiche e nelle attività ordinarie e di pianificazione strategica a livello locale, per avviarsi verso forme di “concertazione” cooperativa, cioè di condivisione ed integrazione nelle decisioni soggettive. Il Contratto di Fiume Alto Calore è, così, inoltre, reinterpretato come uno strumento che compone gli interessi di un territorio nel rispetto delle competenze. Interessi inseriti un quadro strategico definito e riportato in un contratto – seppur a sottoscrizione volontaria – pubblico-privato. Non si può più affidare la trasformazione di un luogo a progetti episodici ed occasionali, perciò frammentati e spesso troppo piccoli per attivare quei robusti processi economici moltiplicativi, necessari nello spazio della concorrenza nazionale e internazionale. Quindi non solo le scelte devono necessariamente essere orientate verso soluzioni migliori in termini di sostenibilità territoriale ed ambientale, anche da un punto di vista socio- economico, ma queste devono avere quella giusta dimensione e quel giusto peso per trasformarsi in massa critica generatrice di nuovo valore economico, sociale, ambientale. Il riconoscimento del valore del territorio, della sua storia, delle sue tradizioni e della sua specificità sono la condizione fondamentale per attivare quella necessaria selettività d’azione da premiare e da coltivare, secondo la massima: “È attraverso il passato che si conserva, valorizza e tutela il futuro”.
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