ALLEGATO A – INQUADRAMENTO DELL’INSTALLAZIONE ED APPLICAZIONE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI
ALLEGATO A – INQUADRAMENTO DELL’INSTALLAZIONE ED APPLICAZIONE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI
1 - INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO
1.1 Inquadramento del complesso produttivo
La società AMIA Verona SpA (AZIENDA MULTISERVIZI DI IGIENE AMBIENTALE DI VERONA S.P.A.) effettua
le attività di raccolta quotidiana dei rifiuti solidi urbani del comune di Verona e di qualche altro comune della provincia di Verona. I servizi principali sono la raccolta, il trasporto, recupero e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Altri servizi che vengono svolti sono la raccolta differenziata, la raccolta dei rifiuti ingombranti, la riparazione, la manutenzione, il lavaggio e la disinfezione dei cassonetti, lo spazzamento ed il lavaggio stradale, sia manuale che meccanico, la manutenzione dei giardini e del verde pubblico, lo spurgo delle caditoie, il servizio neve, la raccolta delle siringhe, la cancellazione delle scritte abusive, servizi commerciali, servizi a terzi, la manutenzione e lo svuotamento dei cestini gettacarte, la raccolta delle foglie e la manutenzione delle fontane.
AMIA Verona S.p.a. nasce il 1° gennaio 1983 come Azienda Municipalizzata di Igiene Ambientale del Comune di Verona ed è stata trasformata in S.p.a. l'1 Aprile 2000. Oggi AMIA S.p.a. ha all'attivo oltre 600 dipendenti e si pone sul mercato quale azienda grado di soddisfare le richieste provenienti sia da alcuni Comuni della provincia di Verona che da importanti Enti ed Aziende private grazie ai servizi che essa offre.
Lo stabilimento è dotato di Autorizzazione Integrata Ambientale (nel seguito AIA) rilasciata dalla Provincia di Verona con determinazione n. 4380/15 del 27 novembre 2015, successivamente sostituita con determinazione n. 3151/16 del 17 agosto 2016, per il codice IPPC 5.5 dell’Allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii, ovvero:
• Accumulo temporaneo di rifiuti pericolosi non contemplati al punto 5.4 prima di una delle attività elencate ai punti 5.1, 5.2, 5.4 e 5.6 con una capacità totale superiore a 50 Mg, eccetto il deposito temporaneo, prima della raccol- ta, nel luogo in cui sono generati i rifiuti.
AMIA è autorizzata a svolgere presso il proprio impianto le attività di seguito indicate:
• operazione R12 di accorpamento, eliminazione di frazioni estranee e/o cernita
• operazione R13 di messa in riserva dei rifiuti prima di uno delle operazioni di cui ai punti da R1 a R12;
• operazione D15 di deposito preliminare prima di uno delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14.
1.2 - Localizzazione impianto e pianificazione territoriale ed ambientale
La zona in cui si localizzano gli impianti in esame ricade tra il centro storico di Verona a nord e il quartiere di Borgo Roma a sud in località Basso Acquar; a soli 2 km dalla centralissima Piazza Brà, 2,7 km dall’Abbazia di San Zeno, 2,6 km dal Quartiere Stadio.
Il territorio entro cui è situato l’impianto è interessato da un importante sistema infrastrutturale di trasporto. Le principali arterie stradali presenti in zona sono le seguenti:
- L’Autostrada Serenissima “A4”, che si sviluppa in direzione Est-Ovest, ad una distanza di circa 2,5 km dal confine Meridionale dell’impianto. I caselli di servizio più prossimi sono quelli di Verona Est, Verona Sud e Verona Nord;
- La Tangenziale Sud, che scorre parallela all’autostrada A4, alla quale si accede mediante l’uscita di Borgo Roma;
- La Superstrada 434, detta “Transpolesana”, che si sviluppa in senso circa Nord-Sud, a circa 2,5 km di di- stanza verso Sud. Essa si collega alla Tangenziale Sud col raccordo di Verona “Borgo Roma”;
- La Tangenziale Est, che si sviluppa in direzione Nord-Sud, a circa 5,5 km di distanza verso Est;
- La Tangenziale Ovest, che si sviluppa in direzione Nord-Sud, a circa 6 km di distanza verso Ovest;
- La Bretella T4-T9 che collega la stazione di Verona Porta Nuova con il casello di Verona Nord, a circa 1,7 km di distanza in direzione Nord-Ovest;
- Una serie di strade provinciali e comunali completa quindi la maglia della rete viaria locale, che permette la comunicazione di tutti i centri abitati presente in zona.
L’area si trova nella parte settentrionale della Pianura Padana ad Ovest dei contrafforti meridionali dei Monti Les- sini (Prealpi Venete), all’interno della piana di divagazione wurmiana dell’Adige, in terreni dell’antico terrazzo rissiano che si presentano rilevati rispetto alle aree più ad Est, alle quali si raccordano attraverso una fascia a maggior pendenza.
L’area di ubicazione dell’impianto è identificata dal mappale n.°72 – Sub 5-11-12 del foglio n. 300 del Catasto del Comune di Verona, in Via B. Avesani 31.
La seguente figura riporta l’ortofoto dell’area in cui è ubicato l’impianto:
Dati dimensionali complessivi: mq. 42.000 mq superficie complessiva di cui:
• mq. 16.000 ca superficie coperta;
• mq. 26.000 ca superficie scoperta pavimentata.
L’impianto si trova immediatamente a sud del centro storico cittadino nel quartiere denominato Basso Acquar racchiuso tra il fiume Adige ed il canale Camuzzoni. Il lotto dista circa 1,2 km dalla stazione di Porta Nuova, 600 m dalla linea ferroviaria Milano-Venezia e 2,5 km dal casello “Verona Sud” dell’Xxxxxxxxxx X0 Xxxxxxx-Xxxxxx. L’impianto è localizzato in una zona adibita a servizi di pubblica utilità nella quale si trova anche il depuratore “Città di Verona” gestito da Acque Veronesi ed un deposito dell’Azienda Trasporti Verona (ATV). La presenza di ampie fasce verdi che si sviluppano dai confini sino alle rive del fiume Adige e del canale Camuzzoni e la minore quota altimetrica della zona riducono significativamente l’impatto degli impianti nei quartieri limitrofi ad alta densità demografica.
Con riferimento alla zonizzazione acustica del territorio comunale, lo stabilimento insiste su una area classificata come di tipo misto individuata in classe V (Aree prevalentemente industriali) , con limiti di immissione di 70 dB per il periodo diurno e 60 per quello notturno, e limiti di emissione 65 dB per il periodo diurno e 55 dB per il periodo notturno. Le aree confinanti oltre ad una fascia di transizione equivalente alla classe III, il territorio è in classe II.
2- STATO AUTORIZZATIVO
L'installazione è in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata determinazione n. 4380/15 del 27 novembre 2015, successivamente sostituita con determinazione n. 3151/16 del 17 agosto 2016, e Determina n.2539 del 27.07.2018, per il codice IPPC 5.5 dell’Allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs. 152/06 e smi, ovvero:
- Accumulo temporaneo di rifiuti pericolosi non contemplati al punto 5.4 prima di una delle attività elencate ai punti 5.1, 5.2, 5.4 e 5.6 con una capacità totale superiore a 50 Mg, eccetto il deposito temporaneo, prima del- la raccolta, nel luogo in cui sono generati i rifiuti.
Nel corso del tempo l’installazione è stata oggetto di modifiche non sostanziali elencate nella tabella di seguito riporta- ta:
Data di presentazione | Aggiornamento / revisione / comunicazione / modifica non sostanziale |
PROT.N.1536 DEL 2 FEB 2018 | revisione tabella 1-2 relative ai rifiuti in ingresso (macrocategorie) e riorganizzazione parziale layout B22 a seguito della fine lavori del nuovo impianto trattamento acque- (B22.2-B22.5) |
PROT. N7762 DEL 5 GIUGNO 2018 | Integrazioni aggiornamento a seguito di visita ispettiva di Arpav del 31 maggio 2018 |
PROT.N.6163 DEL 08.05.2018 | Aggiornamento documentazione del 02.02 2018 e del 14.02.2018 per la domanda di modifica non sostanziale a seguito di verifica ispettiva Arpav |
PROT.N.2020 DEL 14 FEBBRAIO 2018 | errata corrige: relazione del 02.02.2018 per la domanda di modifica non sostanziale di Amia |
PROT.N.11663 DEL 30 AGOSTO 2018 | Il box tintometro camini CA1 è stato definitivamente soppresso causa inutilizzo |
PROT.N.1886 DEL 13 FEBBRAIO 2019 | Comunicazione di modifica non sostanziale (layout B22.6) - invertire 2 zone di stoccaggio legno-metallo |
PROT.3027 DEL 6 MARZO 2019 | Integrazione della comunicazione di modifica non sostanziale del 18 febbraio- (layout B22.7)-area di stoccaggio per rifiuti non conformi rinvenuti in fasi successive al conferimento) |
PROT.N.8287 DEL 11 GIUGNO 2019 | Variazione layout B22.8 -inserimento ulteriori 2 cassoni.20.03.03 pulizia caditoie stradali-presa d'atto PV |
PROT.N.14178 DEL 03 OTTOBRE 2019 | Richiesta nuovo EER 15.02.03 (B22.9) |
PROT.N.5860 DEL 27 APRILE 2020 | Variazione layout B22.10 richiesta inserimento di 6 nuovi container all'area umido |
PROT.N. 12530 DEL 24 AGOSTO 2020 | Variazione layout B22.11 -nuova vasca in sostituzione di 2 container |
PROT.N.14303 DEL 20 SETTEMBRE 2021 | Modifica non sostanziale -stoccaggio “dinamico” B22.12 Richiesta di adeguamento Dlgs 116/20 – integrazione di due codici EER 20.01.30 -20.02.03 |
PROT.N.14406 DEL 22 SETTEMBRE 2021 | Trasferimento temporaneo umido da sede Amia a Cà Del Bue |
PROT. N.16935 DEL 11.11. 2021 | Manutenzione straordinaria piazzali . Modifica reti di raccolta e miglioramento zona lavaggi |
Altre autorizzazioni/certificazioni
• L’azienda è certificata ai sensi della norma UNI EN ISO 14001:2015 (Sistema di Gestione Ambientale) rilasciato in data 30.12.2011, ultima revisione del 12/12/2020.
• Certificato di prevenzione incendi rilasciata dal Comando dei Vigili del Fuoco di Verona Pratica n.31270-15871 del 20.11.2021 con scadenza 02/12/2024.
3 - QUADRO PRODUTTIVO-IMPIANTISTICO
La massima capacità di stoccaggio dell'impianto è di 1477 Mg di rifiuti non pericolosi in ingresso e 250 di peri- xxxxxx in ingresso. Gli stoccaggi sono descritti nella tavola B22 “Planimetria dello stabilimento con individua- zione delle aree di stoccaggio di materie e rifiuti” datata 06.06.2022
1. Parcheggio dipendenti
Il parcheggio dei dipendenti occupa all'incirca 12.500 mq. La viabilità interna è realizzata in asfalto, mentre i po- sti auto veri e propri sono in grigliato semi-permeabile.
2. Impianto AMIA
L’impianto AMIA occupa una superficie di circa 42.000 mq ed è interamente pavimentato in asfalto con parti in cls. Di questa superficie, una porzione (16.000 mq circa) è coperta da tettoie o da edifici.
2. a) Uffici
Gli uffici amministrativi, l'ufficio tecnico, operativo, gli spogliatoi e la mensa ad uso dei dipendenti occupano complessivamente una superficie di 1.250 mq. Sono edifici totalmente coperti.
2. b) Pesa
L'impianto di pesatura è necessario per un continuo monitoraggio del quantitativo di rifiuti in ingresso e uscita: attività indispensabile per la corretta gestione-movimentazione dei rifiuti. La superficie occupata è di circa 100 mq e non presenta coperture.
2. c) Officina
L'edificio accoglie l'attività di riparazione, manutenzione degli automezzi, cassonetti e contenitori vari impiegati nelle attività svolte da AMIA Verona S.p.A, nonché l'attrezzatura e i ricambi per veicoli e contenitori. La superfi- cie è di circa 3.500 mq. È un edificio totalmente coperto. Negli anni è stata aggiunta una tettoia in appoggio di circa 1.000 mq.
2. d) Ingrassaggio mezzi
L'edificio accoglie l'attività di ingrassaggio dei compattatori, degli automezzi e dei cassonetti. La superficie è di circa 600 mq. È un edificio totalmente coperto.
2.e) Ricovero automezzi
L'edificio è adibito per il parcheggio ed il ricovero dei mezzi durante il loro non utilizzo nei turni di raccolta. È dotato di vari portoni di ingresso e di una viabilità interna. La superficie è di circa 7.000 mq. È un edificio total- mente coperto. In una parte di esso attiguo ma separato da parete sono presenti il reparto verniciatura (utilizzato quasi esclusivamente per la manutenzione dei cassonetti/campane) e una zona adibita a ricarica dei muletti elet- trici.
2.f) Lavaggio automezzi
Nella parte sud è presente un edifico adibito a lavaggio degli automezzi, distinti per tipologia di veicolo; l’allestimento dei lavaggi è specifico e diversificato per le diverse caratteristiche dei mezzi. La superficie occupa- ta è di circa 800 mq. È un edificio/tettoia totalmente coperto e le acque derivanti da tale processo vengono inviate al depuratore dopo un pretrattamento in loco.
2.g) Depuratore
Il depuratore occupa un'area di circa 150 mq, di cui 25 sono coperti da edifici. È stato progettato per ricevere le acque di prima pioggia (primi 5 mm) del piazzale, le acque del lavaggio automezzi ed i percolati dello stoccaggio della FORSU. È dotato di una vasca di accumulo di 100 mc, di un decantatore a polielettrolita e di un disoleatore. Le acque in uscita vanno poi a confluire al depuratore "Città di Verona" di proprietà di Acque Veronesi Scarl.
2.h) Area RSU
L’area è utilizzata per il travaso e la movimentazione per le operazioni di R13/R12; R13; D15 delle varie tipologie di rifiuto (provenienti principalmente dalla raccolta differenziata) le cui caratteristiche suggeriscono uno stoccaggio co- perto per evitare che eventuali percolamenti e successivi dilavamenti possano aumentare il carico al depuratore:
• RSU
• Imballaggi compositi, imballaggi multimateriale
• Rifiuti e materiali ingombranti
• Carta, cartone
• Plastica
• Legno, imballaggi di legno
• Metalli
Tali rifiuti, se necessario, potranno essere stoccati anche all’esterno della tettoia in container coperti. Si tratta di una tettoia coperta di circa 1.800 mq. Il sottofondo è in calcestruzzo impermeabilizzato.
2.i) raccolta fanghi
È un impianto di raccolta dei rifiuti, atto al deposito di fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti per opera- zioni di R13/D15. Tali rifiuti provengono dallo spurgo delle caditoie interne ed esterne all'impianto: sono rifiuti specia- li prima di essere allocati in discarica/trattamento in altro impianto. Tale area risulta momentaneamente inutilizzata in attesa di lavori di manutenzione straordinaria il cui progetto si trova tra lo stato di prefattibilità (conclusa) e il progetto definitivo (in via di elaborazione).
2.l) edificio RUP
All'interno dell'area coperta di circa 170 mq vengono depositati i rifiuti urbani pericolosi.
2.m) Stoccaggio FORSU
La superficie destinata a questo utilizzo è dislocata in container e cumuli. I codici accettati sono:
• 20.01.08 rifiuti biodegradabili di cucine e mense
• 20.02.01 rifiuti biodegradabili
• 20.03.02 rifiuti dei mercati
L’area deputata ad accogliere questi rifiuti è stata recentemente oggetto di manutenzione (lavori di rifaci- mento del manto di prossimo svolgimento come da comunicazione del 22 settembre 2021); al prot. n.15796 del 30/03/2022 è stato acquisito il collaudo delle aree di stoccaggio.
2.n) Trattamento terre da spazzamento
E' una zona di circa 150 mq, nella quale vengono stoccati i rifiuti derivanti dallo spazzamento meccanico delle strade adiacente alla zona di stoccaggio FORSU (codice 200303). Nel 2018 tale stoccaggio avviene per mezzo di container filtranti i quali permettono di separare la parte solida del fango dall’acqua che rappresenta una componente dominante (il processo di spazzamento e manutenzione delle caditoie comunali prevede un elevato uso di acqua che viene poi aspirata con i fanghi e conferita in impianto).
2.o) Fosse
È una zona, nella quale vengono stoccati provvisoriamente sfalci e potature, legno e il vetro (e gli imballaggi in vetro) tutti rifiuti che non comportano problemi in caso di dilavamento.
Il vetro può essere avviato a recupero secondo 2 modalità: caricato direttamente su mezzi per mezzo di un polipo o ca- ricato su container (che sarà successivamente caricato su un mezzo). Pertanto, in tale area in adiacenza su cassoni pos- sono essere stoccati i seguenti codici in attesa di allontanamento:
• 20.01.02 vetro
• 17.02.02 vetro
L'area non è coperta e il sottofondo è in calcestruzzo. 2.q) Viabilità e piazzali
A collegamento delle varie zone dell'insediamento è stata sviluppata una rete interna viabile a norma di legge, per il transito di circa 250 veicoli al giorno. La superficie della viabilità e di manovra è di circa 24.000 mq; a supporto sono previste aree di sosta e parcheggio. L'impermeabilizzazione è garantita da asfalto.
DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO (planimetria stoccaggi denominata B22 del 06/06/2022) L’attività è svolta utilizzando spazi e volumetrie apposite realizzate su vasche ottenute con setti mobili divisori e ba- samento in calcestruzzo. In tal caso la modalità di deposito è definita “in cumulo”. Altrimenti il deposito avviene in container chiusi dislocati su appositi spazi con basamento a platea posizionati opportunamente nell’area dell'impianto AMIA.
Tali spazi e volumetrie sono dimensionati per poter contenere le quantità in peso dei rifiuti previste dall’autorizzazione attuale (non sono previste variazioni rispetto allo stato autorizzato).
Il quantitativo di rifiuto soggetto a recupero dipende dallo stato in cui si presenta il rifiuto conferito:
1. alcuni quantitativi di rifiuti possono richiedere la cernita;
2. l'attività di cernita riguarda il rifiuto in ingresso se non già selezionato;
3. una certa parte dei rifiuti è selezionata già all’origine.
Tutte le attività di trattamento e di stoccaggio sono svolte negli spazi destinati, dotati di area completamente pavimen- tata in calcestruzzo.
Il centro di stoccaggio di rifiuti urbani e speciali e frazioni riciclabili e l'impianto per la messa in riserva di rifiuti spe- ciali non pericolosi sono costituiti da aree destinate allo stoccaggio di rifiuti in cumulo (sia sotto tettoia che a cielo aperto), in container (sia coperti che scoperti) e in particolari situazioni anche in contenitori appositi (ad esempio i li- quidi o i pericolosi).
La zona per lo stoccaggio in cumuli è suddivisa a sua volta in una serie di aree delimitate da setti in calcestruzzo in ognuna delle quali va stoccata una determinata tipologia di rifiuti.
La viabilità è realizzata in asfalto mentre le aree di deposito dei contenitori e le aree di stoccaggio rifiuti sono realizza- te in calcestruzzo.
La zona di deposito dei contenitori, posizionata a fianco della precedente, contiene una serie di container per lo stoc- caggio di altre tipologie di rifiuto. La pavimentazione è costituita da una platea in calcestruzzo.
Per quanto concerne i rifiuti eterogenei, l'attività preliminare sui rifiuti urbani e speciali non pericolosi (R12) viene ef- fettuata dagli operatori.
Tale attività di cernita è spesso saltuaria essendo direttamente collegata alla qualità del rifiuto conferito e alla modalità di raccolta differenziata a monte.
Le dimensioni dell'area di raccolta, delimitata tra due setti, sono tali da non superare il quantitativo in peso di materiale previsto dall'autorizzazione.
La raccolta delle acque di dilavamento delle aree di deposito pavimentate impermeabili, viene effettuata tramite griglie o caditoie e pozzetti di collegamento e raccolta per confluire anch'esse nella linea acque industriali.
Con l’entrata in vigore del D.LGS 116/2020 del 3 settembre 2020, è necessario poter ricevere tutti (e non solo quelli
attualmente autorizzati) i codici EER introdotti in particolare dall’art 183, c1 lettera b-ter, punti 2 e 4 sia che si origini- no dalla raccolta differenziata/porta a porta, sia che si originino dalle attività di cui all’allegato L-quinquies e che sa- ranno di seguito esplicitamente riportate per completezza.
Inoltre, l’entrata in funzione definitiva del nuovo centro di raccolta esterno al perimetro dell’autorizzazione integrata ambientale, consente una gestione più “industriale” e specializzata del piazzale non più vincolata alle esigenze deri- vanti dall’apertura al pubblico (stoccaggi “fissi”, micro-conferimenti, controlli tecnico-amministrativi aggiuntivi,
ecc…).
Pertanto, con la comunicazione del 20 settembre 2021 l’azienda ha chiesto:
A. l’integrazione dei codici di cui dall’art 183, c1, lettera b-ter, punto 2 e più precisamente il 20.01.30 (detergenti) e il 20.02.03 (altri rifiuti);
B. la possibilità di introitare qualunque rifiuto abbandonato di cui sia segnalata la presenza, cioè come previsto dall’art 183, c1, lettera b-ter, punto 4 i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua, al fine di fornire un servizio congruo alla provincia di riferimento (adeguamento al D.L 116/2020 del 3 settembre 2020)
C. la rivisitazione degli stoccaggi suddivisi tra area RUP (pericolosi), stoccaggi NPST (non pericolosi sotto tet- toia), NPCC (non pericolosi in container coperti), NPS (non pericolosi in aree esterne Scoperte) e NON secondo nu- meri/settori vincolanti.
OPERAZIONI SUI RIFIUTI
Le operazioni di recupero e/o smaltimento che si intendono effettuare, con specifico riferimento agli allegati B e C alla parte quarta del D. Lgs. n. 152/2006, sono riassunte di seguito.
Sono effettuate operazioni di:
- messa in riserva (R13) di rifiuti urbani e speciali (non) pericolosi;
- operazioni propedeutiche al recupero (R12) di rifiuti urbani e speciali (non) pericolosi (nei termini indicati dall’A.I.A.).
- deposito preliminare alle altre operazioni propedeutiche allo smaltimento (D15).
RIFIUTI GESTITI
Nel corso delle operazioni di movimentazione dei rifiuti sono utilizzati i seguenti mezzi:
- pala meccanica per la movimentazione dei rifiuti
- caricatore gommato (ragno) per il carico dei rifiuti e il conseguente trasporto presso impianto di destinazione a recu- pero e/o smaltimento
- carrello elevatore per la movimentazione dei RAEE.
Rispetto a quanto autorizzato nel 2015 e nel 2016 non si segnalano modifiche sostanziali che non siano già state pre- cedentemente riassunte.
Si riportano nel seguito gli schemi a blocchi dei processi attuati:
Nella tabella seguente vengono elencati i codici già autorizzati (determinazione autorizzativa n. 3151 del 17 agosto 2016 modificata con determinazione n. 2539 del 27/07/2018) con indicazione della massima capacità di stoccaggio e le aree di deposito.
Tab. A Rifiuti che si possono introitare e capacità massima di stoccaggio per macro-categoria ATTUALMENTE AUTORIZZATA
CER | Descrizione | Area | Operazioni di re- cupero | Capacità massima di stoccaggio istantaneo (ton) |
150101 | Imballaggi di carta e cartone | 4-11 | R12, R13 | 834 |
150102 | Imballaggi in plastica | 5-12 | R12, R13 | |
150103 | Imballaggi in legno | 9A-9B | R12, R13 | |
150104 | Imballaggi metallici | 1-15A-15B | R12, R13 | |
150107 | Imballaggi in vetro | 10A-10B | R12, R13 | |
170107 | Miscuglio o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106 | 22 | R12, R13 | |
200101 | Carta e cartone | 4-11 | R12, R13 | |
200102 | Vetro | 10A-10B | R12, R13 | |
200138 | Legno, diverso da quello di cui alla voce 000000 | 0X-0X | R12, R13 | |
200139 | Plastica | 5-12 | R12, R13 | |
200140 | Metallo | 1 | R12, R13 | |
200301 | Rifiuti urbani non differenziati | 20-26-RUP | X00, X00, X00 | |
000000 | Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti | 25 | R12, R13 | 643 |
CER | Descrizione | Area | Operazioni di re- cupero | Capacità massima di stoccaggio istantaneo (ton) |
150105 | Imballaggi in materiali compositi | 6 | R12, R13 | |
150106 | Imballaggi in materiali misti | 6 | R12, R13 | |
150109 | Imballaggi in materia tessile | 21 | R12, R13 | |
160103 | Pneumatici fuori uso | 2 | R13 | |
190801 | Vaglio | 19 | R13 | |
200108 | Rifiuti biodegradabili di cucine e mense | 23A-23B | R12, R13 | |
200110 | Abbigliamento | 21 | R12, R13, X00 | |
000000 | Prodotti tessili | 21 | X00, X00, X00 | |
000000 | Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 200121, 200123 e 200135* | 13-27-28 | R12, R13 | |
200201 | Rifiuti biodegradabili | 3A-3B | R12, R13 | |
200302 | Rifiuti dei mercati | 24 | R12, R13, X00 | |
000000 | Residui della pulizia stradale | 7-16 | R12, R13, X00 | |
000000 | Rifiuti ingombranti | 8-17 | X00, X00, X00 | |
000000 | Oli esausti vegetali | RUP | R13, D15 |
CER | Descrizione | Area | Operazioni di re- cupero | Capacità massima di stoccaggio istantaneo (ton) |
150110* | Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contamina- ti da tali sostanze | 18 | R13 | 250 |
200123* | Apparecchiature fuori uso contenenti clorofluoro carburi | 14 | R13 | |
200135* | Apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 200121 e 200123, contenenti componenti pericolosi | 13 | R12, R13 | |
140604* | Fanghi di lavanderia | RUP | X00, X00, X00 | |
140605* | RUP | X00, X00, X00 | ||
200133* | Batterie e pile esauste comprese quelle abbandonate | XXX | X00, X00 | |
000000 | XXX | R13, D15 | ||
160601* | Accumulatori al piombo esausti compresi quelli abbandonati | RUP | X00, X00, X00 | |
180103* | Medicinali scaduti, compresi quelli abbandonati | RUP | X00, X00, X00 | |
180106* | RUP | R12, R13, X00 | ||
000000 | RUP | R12, R13, X00 | ||
000000 | RUP | R13, X00 | ||
000000* | RUP | R13, X00 | ||
000000 | RUP | R13, D15 | ||
150202* | Oli esausti minerali ed altri rifiuti oleosi (quali filtri ed assorben- ti) rinvenuti sul territorio | RUP | X00, X00, X00 | |
160107* | RUP | R12, R13, D15 |
CER | Descrizione | Area | Operazioni di re- cupero | Capacità massima di stoccaggio istantaneo (ton) |
200126* | RUP | R13, X00 | ||
000000* | Rifiuti contenenti amianto | 29 | D15 | |
170605* | 29 | D15 | ||
080317* | Contenitori etichettati T/F compresi fusti abbandonati | RUP | R12, R13, X00 | |
000000 | XXX | X00, X00, X00 | ||
150110* (pro- venienza do- mestica) | RUP | R13 | ||
150110* (ab- bandonati) | RUP | R13 | ||
160504* | 20-RUP | R12, R13, X00 | ||
000000 | 20-RUP | X00, X00, X00 | ||
200113* | RUP | R12, R13, X00 | ||
000000* | RUP | R13, X00 | ||
000000* | RUP | R13, X00 | ||
000000 | RUP | R13, X00 | ||
000000* | Tubi fluorescenti al neon | RUP | R13, D15 |
L'attività R12 deve intendersi nei termini indicati dalla Regione Veneto con nota acquisita al prot. 72572 del 13 agosto 2015 il cui contenu- to è stato trasmesso alla società AMIA con propria nota prot. 92253 del 22 ottobre 2015. E' consentito l'accorpamento.
4 - ASPETTI AMBIENTALI
4.1 Gestione acque
Approvvigionamento acque
L’acqua utilizzata per gli usi domestici è approvvigionata da acquedotto, l’acqua per uso industriale è approvvigionata da pozzo, di proprietà di Acque Veronesi Scarl cui Amia Verona Spa provvede al pagamento della relativa fattura.
Le acque ad uso industriale sono utilizzate:
• per il lavaggio mezzi
• per il lavaggio delle superfici impermeabilizzate che vengono a contatto con i rifiuti, che comporta la produzione di percolati destinati a depurazione presso il depuratore;
• per l’alimentazione dell’impianto antincendio.
Acque meteoriche
Sabbie, terriccio e altre sostanze abrasive o pesanti presenti nelle acque da trattare sono separate tramite appositi dispositivi chiamati dissabbiatori, che permettono la sedimentazione delle particelle sfruttando l’azione della forza di gravità. È inoltre presente un sistema in grado di trattenere oli e idrocarburi; la separazione avviene tramite un opportuno comparto dell’impianto
chiamato disoleatore, che permette tramite un filtro a coalescenza la separazione degli oli contenuti favorendone la concentrazione e l’accumulo all’interno del comparto. La funzione del filtro a coalescenza è quella di separare le
micro particelle di olio che non si scindono dall'acqua per semplice flottazione, aumentando di conseguenza il rendimento di separazione.
L’impianto è dotato di un dispositivo di scarico con otturatore a galleggiante che impedisce la fuoriuscita degli oli e che può essere collegato ad un segnalatore acustico o lampeggiante, con la funzione di segnalare il riempimento della camera di raccolta e procedere allo svuotamento dell'olio separato dalla massa liquida.
Il disoleatore è quindi munito di un dispositivo di sicurezza allo scarico, previsto per impedire la fuoriuscita accidentale delle sostanze leggere; tale dispositivo consiste essenzialmente in un otturatore a galleggiante tarato in funzione della densità dell'olio minerale o delle sostanze da trattenere, ed è alloggiato in una guida montata all’interno d’un apposito collettore in acciaio Inox. L'installazione di tale otturatore determina la chiusura dello scarico ogniqualvolta si verifichi il riempimento della camera oli del separatore; infatti, il galleggiante, man mano che aumenta lo spessore dell'olio nella camera si abbassa di livello (perché segue il livello dell'acqua), determinando così la chiusura automatica dello scarico. In tale condizione un dispositivo di allarme segnala il riempimento della camera oli a seguito del quale è necessario provvedere allo svuotamento. La rimozione di tali sostanze avviene durante la fase di periodica manutenzione da parte di apposite ditte specializzate attraverso automezzi attrezzati per lo spurgo di xxxxx xxxx.
Il collettore di intercettazione prevede un adeguato volume di accumulo interrato, in grado di contenere e laminare le acque meteoriche e di farle successivamente confluire alla tubazione di scarico di collegamento al depuratore Città di Verona.
Le acque sono convogliate al comparto di grigliatura grossolana in grado di separare i solidi in sospensione dall’acqua che li trasporta. La pulizia della superficie filtrante avviene con dei pettini montati su catena.
Il successivo comparto di grigliatura fine è composto da un filtro a spazzole verticale a catenaria, realizzato sempre all’interno del canale a sezione rettangolare.
Il comparto di accumulo delle acque meteoriche è stato realizzato interrato con n°18 vasche in cls, prefabbricate e dimensionate per sostenere carichi superficiali pesanti. Il volume complessivo di accumulo dell’acqua meteorica della vasca volano è stimato in circa 550-580 m3. La vasca volano complessiva è costituita quindi da un manufatto delle dimensioni esterne pari a 25,5 m di larghezza e 17,0 m di lunghezza, in cui sono state ricavate n°6 corsie di lavaggio dotate di cassoni ribaltabili preposti alle operazioni di pulizia. I cassoni di lavaggio sono posizionati limitrofi al perimetro di delimitazione della proprietà aziendale e sono sopraelevati rispetto alla pavimentazione asfaltata del piazzale; l’alimentazione dell’acqua per il riempimento dei cassoni è prevista tramite una tubazione esistente oltre ad un nuovo collegamento con il comparto di accumulo dell’acqua trattata, come successivamente descritto.
L’acqua meteorica, una volta attraversati i comparti di grigliatura grossolana e fine precedentemente descritti, giunge così al canale di sezione rettangolare a monte e sovrastante le corsie di lavaggio; la pendenza di tale canale è sia longitudinale che trasversale verso le corsie stesse, al fine di un maggior utilizzo delle prime corsie in concomitanza di eventi meteorici poco intensi. Il volume di accumulo e la configurazione della vasca consentono la rimozione dei solidi dovuto al processo di sedimentazione.
Le acque trattate vengono sollevate alle 3 vasche esistenti realizzate fuori terra in cls. Le prime 2 vasche sono attrezzate con un sistema di disoleatura dotato di filtro a coalescenza, mentre la terza vasca può servire da accumulo per il riutilizzo delle acque chiarificate per l’alimentazione delle ribalte di pulizia della vasca volano.
Gestione acque lavaggio automezzi attuale
L’azienda è dotata di un proprio comparto sito all’interno della proprietà, dedicato al lavaggio degli automezzi aziendali; la struttura è realizzata tramite una copertura che permette il riparo dagli agenti atmosferici, sovrastante alle corsie di lavaggio degli automezzi.
Le acque reflue provenienti dal lavaggio scorrono sulla superficie pavimentata di ogni corsia di lavaggio e giungono quindi ad una canaletta interrata di raccolta.
Un primo trattamento viene attualmente già realizzato tramite un grigliato orizzontale posto sulla superficie superiore della canaletta di raccolta delle acque reflue, che permette di trattenere i corpi di maggiori dimensioni.
Le acque sono trattate in un comparto di filtrazione dotato di una griglia automatica oleodinamica a traliccio.
Al fine di migliorare il deflusso a monte della griglia oleodinamica, è quindi prevista la posa in opera di uno scivolo tramite una lamiera in acciaio inox aisi 304, da posizionarsi nel pozzetto di angolo che collega l’estremità della canaletta con il nuovo comparto di grigliatura; l’inclinazione della lamiera dovrà fungere da scivolo di collegamento tra la fine della canaletta e la base della griglia oleodinamica, utilizzando il dislivello disponibile.
L'acqua proveniente dai lavaggi degli automezzi è convogliata alla base della nuova griglia automatica tramite lo scivolo in acciaio inox 304 precedentemente descritto, trattenendo i solidi di dimensione maggiore alla luce di filtrazione. Il materiale rimosso viene convogliato fino al punto di scarico della macchina e quindi all’interno di un apposito cassonetto.
A valle del comparto di filtrazione si prevede un sistema di sollevamento del refluo grigliato da far confluire all’interno di un comparto dedicato alla separazione della componente liquida dalle sabbie. Una coclea provvede alla rimozione ed al trasporto della sabbia e del materiale organico sedimentato fino al punto di scarico.
L’acqua chiarificata viene evacuata attraverso uno sfioro superficiale interno alla tramoggia di decantazione e quindi fatta defluire a gravità tramite un collegamento idraulico con tubazione in acciaio inox aisi 304 DN150 alla successiva vasca di accumulo.
All’interno della vasca di accumulo sono previste n°2 elettropompe centrifughe ad asse orizzontale dedicate al sollevamento del refluo trattato, dal bacino di accumulo fino al successivo impianto di depurazione aziendale, utilizzando la tubazione di mandata esistente.
Gestione acque lavaggio automezzi autorizzata con Determinazione Provinciale n.3541 del 09.12.2021 (progetto approvato ma ancora da realizzare).
Griglia automatica oleodinamica a traliccio. Il progetto prevede un nuovo comparto di filtrazione dotato di un sistema di movimentazione delle parti filtranti e precisamente una griglia automatica oleodinamica a traliccio che dovrà essere posta in opera nella medesima posizione della griglia subverticale attualmente in essere.
Non si prevedono quindi interventi sulla struttura interrata in cemento armato di contenimento della nuova griglia, ad eccezione dell’adeguamento delle condizioni di afflusso delle acque a monte del comparto di filtrazione, tra la fine della canaletta di raccolta delle acque reflue dei lavaggi e la griglia stessa, come di seguito descritto.
Al fine di migliorare il deflusso a monte della griglia oleodinamica, è quindi prevista la posa in opera di uno scivolo tramite una lamiera in acciaio inox aisi 304, da posizionarsi nel pozzetto di angolo che collega l’estremità della canaletta con il nuovo comparto di grigliatura; l’inclinazione della lamiera dovrà fungere da scivolo di collegamento tra la fine della canaletta e la base della griglia oleodinamica, utilizzando il dislivello disponibile. Tale accorgimento impedirà l’accumulo di materiale sedimentato a monte della griglia, favorendone costantemente il deflusso verso la base della griglia stessa.
Tale lamiera dovrà essere adeguatamente ancorata alle pareti del pozzetto esistente.
Il nuovo comparto di filtrazione in progetto è realizzato all’interno del pozzetto interrato esistente, in sostituzione dell’attuale griglia subverticale, con la fornitura e posa in opera una griglia automatica oleodinamica a traliccio, in grado di separare i solidi in sospensione dall’acqua reflua che li trasporta. L'acqua proveniente dai lavaggi degli automezzi è convogliata alla base della nuova griglia automatica tramite lo scivolo in acciaio inox 304 precedentemente descritto, trattenendo i solidi di dimensione maggiore alla luce di filtrazione. Il materiale rimosso viene convogliato fino al punto di scarico della macchina e quindi all’interno di un apposito cassonetto.
Sistema di sollevamento delle acque reflue e separazione delle sabbie. A valle del precedente comparto di filtrazione da realizzarsi tramite la nuova griglia automatica oleodinamica a traliccio, si prevede un sistema di sollevamento del refluo grigliato da far confluire all’interno di un comparto dedicato alla separazione della componente liquida dalle sabbie.
Il classificatore sabbie previsto è necessario per separare quest’ultime dal refluo ed accumularle in apposito contenitore.
Quindi una volta che il refluo ha attraversato il comparto di filtrazione viene sollevato dalle nuove elettropompe in progetto che garantiscono il sollevamento dell’acqua reflua all’interno della tramoggia di decantazione del separatore sabbie; qui la sabbia ed altre sostanze sedimentabili si depositano per gravità sul
fondo del comparto. Una coclea provvede alla rimozione ed al trasporto della sabbia e del materiale organico sedimentato fino al punto di scarico.
L’acqua chiarificata viene evacuata attraverso uno sfioro superficiale interno alla tramoggia di decantazione e quindi fatta defluire a gravità tramite un collegamento idraulico con tubazione in acciaio inox aisi 304 DN150 alla successiva vasca di accumulo.
Sistema di sollevamento acque reflue grigliate. Si prevede un sistema di sollevamento delle acque reflue grigliate tramite n°2 nuove elettropompe sommerse, poste a valle del comparto di filtrazione e posizionate all’interno del pozzetto dove attualmente sono localizzate le elettropompe sommerse di sollevamento in essere. Tali elettropompe esistenti dovranno essere eliminate ed al loro posto posizionate quelle nuove in progetto
Comparto classificatore sabbie. Il classificatore di sabbie è una macchina utilizzata per la separazione della sabbia dall’acqua. La miscela di acqua e sabbia è immessa nella tramoggia di decantazione dal sistema di sollevamento tramite elettropompe precedentemente descritto e qui, per gravità, le sostanze sedimentabili si depositano sul fondo della macchina dove una coclea provvede alla rimozione ed al trasporto del materiale sedimentato fino al punto di scarico. L’acqua chiarificata viene evacuata attraverso uno sfioro superficiale interno alla tramoggia di decantazione e condotta per gravità al successivo comparto di accumulo tramite una tubazione in acciaio inox aisi 304 DN 150.
Comparto di accumulo e rilancio al depuratore aziendale. L’acqua in uscita dal comparto classificatore sabbie viene fatta confluire all’interno di un nuovo bacino di accumulo realizzato in acciaio inox aisi 304 e posto in opera fuori terra. La vasca di contenimento dovrà essere coperta superiormente, dotata di aperture chiudibili per gli interventi di manutenzione, e delle seguenti dimensioni: lunghezza 4m, larghezza 1.5m, altezza 1m, con capacità di 6 m3.
Il progetto prevede n°2 elettropompe centrifughe ad asse orizzontale dedicate al sollevamento del refluo trattato, dal bacino di accumulo fino al successivo impianto di depurazione aziendale, utilizzando la tubazione di mandata esistente; il collegamento tra il collettore di mandata delle nuove elettropompe e la tubazione esistente avverrà all’interno del pozzetto in essere dove attualmente sono alloggiate n°2 saracinesche che dovranno essere eliminate. Ciascuna delle n°2 elettropompe sarà dotata di tubazione di mandata, valvola a saracinesca a corpo piatto in ghisa DN 80 e di una valvola di ritegno a sfera DN 80 per liquami fognari e viscosi con corpo e coperchio di ispezione in ghisa GL25 , sfera in alluminio rivestita in elastomero NR, guarnizione in elastomero NBR, bulloni in acciaio zincato, flangiata e forata a norme UNI EN 1092-1, con un unico collettore di mandata che dovrà essere collegato con la tubazione interrata esistente attualmente collegata all’impianto di depurazione aziendale.
Sono previsti regolatori di livello, posti all’interno del comparto di accumulo: di minimo, di funzionamento e di allarme. Si prevede inoltre un segnalatore luminoso in caso di non funzionamento – allarme delle elettropompe.
Lavaggio canaletta interrata. Il comparto di lavaggio dei mezzi aziendali è dotato di una canaletta interrata completa di griglia orizzontale superficiale per favorire il deflusso e la raccolta dell’acqua reflua, con successiva confluenza ai comparti di grigliatura, dissabbiatura, accumulo e rilancio precedentemente descritti. Al fine di non favorire la sedimentazione delle sabbie e dei corpi grossolani raccolti all’interno della canaletta, il progetto prevede un collettore di spinta finalizzato alla produzione di un getto d’acqua interno alla canaletta stessa dotato di sufficiente pressione per facilitare il deflusso del refluo verso i successivi comparti di trattamento.
Entrando maggiormente nel dettaglio si prevede di utilizzare l’acqua presente nel comparto di accumulo precedentemente descritto, prevedendo n°1 elettropompa centrifuga ad asse orizzontale la cui tubazione di mandata verrà fatta confluire all’interno della canaletta interrata di raccolta delle acque di lavaggio, passando attraverso i pozzetti già attualmente in essere.
Il collettore - DN80 in acciaio inox aisi 304 - avrà lunghezza pari a tutta la canaletta, e sarà dotato di ugelli - DN20 lunghezza 20 cm - finalizzati ad erogare un adeguato getto d’acqua per favorirne il deflusso.
Si evidenzia inoltre che il progetto prevede la sostituzione della griglia di copertura della canaletta, in quanto ormai ammalorata, con una griglia delle medesime caratteristiche, classe D400, in grado di sopportare i carichi di passaggio sovrastanti.
Comparto di sollevamento con adeguamento del pozzetto esistente. La struttura edile per il lavaggio dei mezzi aziendali è dotata di un’ultima sezione di lavaggio degli automezzi localizzata sulla parte estrema
dell’edificio verso la recinzione perimetrale.
L’acqua reflua di lavaggio di tale corsia conferisce in un pozzetto interrato e da questo verso una vasca a tenuta stagna circolare di diametro 250 - 300 cm ed altezza pari a 400 cm posta nel piazzale antistante.
Il progetto prevede di allestire tale comparto tramite n°2 elettropompe centrifughe monostadio, per il sollevamento alla canaletta di raccolta delle acque reflue delle altre corsie; la predisposizione di un comparto di sollevamento si è resa necessaria in quanto la quota di scorrimento della canaletta di raccolta delle acque reflue di collettamento agli impianti di progetto è superiore rispetto alla quota di scorrimento in uscita da quest’ultimo comparto.
Si prevede il funzionamento singolo di una sola elettropompa, alternato tra le n°2 di progetto al fine di una corretta gestione, il tutto regolato da quadro elettrico in funzione del livello idrico all’interno del pozzetto.
Si prevede di adeguare la vasca esistente dove verranno posizionate le n°2 elettropompe di sollevamento, tramite una nuova soletta in c.a. di copertura, dotata di n°2 aperture per l’estrazione delle pompe.
A completamento del comparto, si prevede il posizionamento di una piastra in acciaio inox aisi 304 da porre verticalmente al flusso della corrente in ingresso alla vasca, di dimensioni indicative 200 x 150 x 3 cm. Tramite tale piastra il comparto fungerà anche da disoleatore, impedendo alle sostanze oleose in ingesso di giungere alle pompe di sollevamento.
Si prevede inoltre la posa in opera di un idoneo pozzetto di dimensioni 150 x 150 x 100 cm dove verranno alloggiate le valvole di non ritorno e le saracinesche corrispondenti ad ogni collettore di mandata della singola pompa.
4.2 Scarichi (planimetria denominata B21 del 06/06/2022)
Lo scarico dell’impianto è costituito dalle acque provenienti dal lavaggio automezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti (industriali/produttive), dalle acque meteoriche di dilavamento dei piazzali di manovra, dalle attivi- tà di stoccaggio e selezione e travaso (meteoriche) e dai reflui assimilabili ai civili derivanti dai servizi igieni- ci (assimilate). Presso l’impianto è presente il sistema di depurazione sopra descritto costituito da grigliatura, sedimentazione e trattamento chimico/fisico per le acque produttive e meteoriche prima dello scarico in fo- gnatura.
4.3 Emissioni in atmosfera (planimetria denominata B20 datata 06/06/2022)
Le emissioni in atmosfera legate all’attività IPPC svolta presso l’impianto sono riconducibili esclusivamente alle potenziali emissioni diffuse di odori derivanti dallo stoccaggio dei rifiuti. Tra tutte le attività tecnicamente connesse nel sito, si
evidenzia la presenza di attività proprie di officina meccanica (riparazione automezzi, riparazione cassonetti stradali,
ecc…).
Di seguito si riporta la tabella riassuntiva dell’autorizzazione alle emissioni per le attività tecnicamente con- nesse.
Camino | Processo | Sistema di abbattimento | Altezza da suolo (m) | Portata (Nm3/h) |
RC_1 | Aspirazione saldatura | - | - | - |
RC_2 | Ribattitura | Paint stop | - | - |
RC_3 | Ribattitura | Paint stop | - | - |
RC_5 | Box tintometro lavaggio pis- tole | - | - | - |
RC_6 | Verniciatura cassonetti | Paint stop | 5,5 | 36.750 |
RC_7 | Verniciatura cassonetti | Paint stop | 6 | 6.480 |
Tutti i punti di emissione (esclusi RC6 e RC7) sono considerati non significativi e non sono soggetti ad auto- controllo periodico. I camini RC6 (Verniciatura cassonetti) e RC7 (Verniciatura cassonetti) sono soggetti ad analisi obbligatorie e con frequenza annuale).
4.4 Combustibili
Il consumo di combustibile è dovuto a:
• utilizzo di gasolio nei mezzi dedicati alla movimentazione dei rifiuti (pale meccaniche, muletti, ecc.);
• riscaldamento uffici/spogliatoi.
Sono presenti tre caldaie a metano delle seguenti potenzialità:
- GT1 814 kW
- GT2 600 kW
- GT3 27 kW
Tali caldaie non sono soggette ad autorizzazione alle emissioni in quanto la potenzialità è inferiore al valore soglia.
4.5 Energia
Lo stabilimento approvvigiona energia attraverso la rete.
4.6 Rifiuti prodotti
L’attività effettuata nell’impianto consiste nello stoccaggio e nella cernita dei materiali, solitamente già sele- zionati all’origine, con successivo avvio a recupero delle frazioni di materiale ottenute. La maggior parte del- le tipologie di rifiuto introitate, sia pericolosi che non, permangono in impianto fino all’allontanamento ad impianto di recupero o smaltimento. Le operazioni di cernita sui EER autorizzati condotte per rendere ulte- riormente omogeneo il rifiuto introitato in impianto con l’obiettivo di ottenere maggior uniformità delle tipo- logie di rifiuto destinato ad impianti di recupero esterni, comportano talvolta la produzione di una frazione secca residua (EER 191212). A questa si aggiungono i rifiuti derivanti dall’attività dell’officina presente nel sito e dalla manutenzione periodica del depuratore interno.
L’elenco non è da considerarsi esaustivo.
Descrizione Rifiuti | Codice EER | Destinazione |
Frazione secca residua | 191212 | Recupero |
Fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue industriali,diversi da quelli di cui alla voce 190813 | 190814 | Recupero |
Plastica | 160119 | Recupero |
Componenti nonspecificati altrimenti | 160122 | Recupero |
Componenti pericolosi diversida quelli di cui alle voci da 160107 a 160111, 160113 e 160114 | 160121* | Recupero |
Pastiglie per frenidiverse da quelledi cui alle voce 160111 | 160112 | Recupero |
Assorbenti, materiali filtranti | 150202* | Recupero |
Imballaggicontenenti residui di sostanze pericolose | 150110* | Recupero |
Imballaggi metallici contenenti matrici soli- de porose pericolose | 150111* | Recupero |
Filtri dell’olio | 160107* | Recupero |
Batterie al piombo | 160601* | Recupero |
Metalli ferrosi | 160117 | Recupero |
Scarti di olio minerale per motori non cloru- rati | 130205* | Recupero |
Per il deposito rifiuti vengono utilizzati appositi contenitori o in cumuli.
4.7 Rumore
L’Azienda ha sviluppato una indagine acustica nei giorni 19-27 giugno 2019 con lo scopo di valutare la ru- morosità esterna emessa dall’impianto durante la normale attività lavorativa ed il rispetto e la conformità del- lo stabilimento nel suo complesso, col fine di verificare il rispetto dei limiti imposti dalla zonizzazione acusti- ca del comune; tale zonizzazione pone l’azienda in classe V.
Le misurazioni ed elaborazioni effettuate hanno mostrato una situazione di piena compatibilità con la zoniz- zazione acustica vigente.
5.0 Modifiche proposte
Nel corso dell’istruttoria per il riesame dell’AIA vigente la ditta ha richiesto alcune modifiche. In data 15/04/2022 la ditta ha richiesto le seguenti modifiche:
1. la presenza di una postazione di ricarica elettrica dei muletti (NON soggetta ad autorizzazione alle emissioni) dotata di camino di evacuazione dell’idrogeno che potrebbe formarsi nel corso del proces- so di ricarica. Tale emissione avviene dunque esclusivamente per motivi legati alla sicurezza degli ambienti di lavoro (normativa ATEX, pericolo esplosione, articolo 289 e il 290 del D.lgs. 81/2008) NON presenta inquinanti ambientali ed è pertanto annoverata tra le emissioni non soggette ad auto- rizzazione (sfiati e ricambi d’aria). Infatti l’art. 272 comma 5 prevede che: “5. Il presente titolo non si applica (…) alle emissioni provenienti da sfiati e ricambi d'aria esclusivamente adibiti alla protezione e alla sicurezza degli ambienti di lavoro”. L’idrogeno non è inoltre soggetto a limiti di emissione co- me è possibile vedere all’allegato I, alla parte V, del D.Lgs. 152/06. L’idrogeno può essere assorbito nel corpo senza problemi tramite inalazione e non produce danni all’atmosfera essendone uno dei componenti naturalmente presenti.
2. il posizionamento di due nuovi container uno nei pressi della zona lavaggi e uno nei pressi della tet- toia ricezione RSU. Il primo sarà utilizzato per la raccolta e l’accumulo del rifiuto prodotto dall’impianto di sgrigliatura. La sua presenza nella nuova posizione è giustificata da una gestione più efficiente dei rifiuti prodotti in zona lavaggi. Infatti fino ad oggi essi erano raccolti in quantità limita- te nei pressi della sgrigliatura. L’utilizzo di un container consente quindi una raccolta meno frequente e quindi meno costosa. Essi sono avviati come di consueto, a successivo Recupero/Smaltimento quando il container è pieno e comunque almeno una volta all’anno. Il secondo container invece sarà depositato a fianco di un container esistente utilizzato per lo stoccaggio del EER 200201 (all’esterno della tettoia di travaso RSU). Esso verrà utilizzato per lo stoccaggio del medesimo EER (200201 ri- fiuti biodegradabili) ma composto principalmente da tronchi e in generale dal verde di grossa pezza- tura. Ottimizzando all’origine la pezzatura del legno nei container è possibile avviare ad un recupero migliore il materiale naturale (il materiale fine verrà avviato a compostaggio, quello grossolano inve- ce potrebbe diventare cippato).
3. la realizzazione in zona umido della predisposizione per 2 ulteriori caditoie e una griglia di raccolta delle acque. Tale predisposizione è stata realizzata al fine di migliorare ulteriormente la raccolta delle acque in un’area già soggetta a raccolta delle acque. Tali predisposizioni sono state realizzate in parti- colare per evitare eventuali accumuli o ristagni che dovessero crearsi per la presenza dei container (2 caditoie), e per rendere più sicura e meno scivolosa la salita per quanto riguarda la griglia posta sulla rampa. La modifica non incide sulla qualità delle acque trattate né sulla quantità in quanto tutta l’area, come previsto, è circondata da una griglia di raccolta acque e il fatto di aver implementato al suo in-
terno alcuni punti di captazione ha il solo scopo di migliorarne l’efficienza.
In data 02/05/2022 la ditta ha proposto:
4. al fine di una migliore lettura degli elaborati, di sostituire le sigle degli stoccaggi della planimetria B22 come segue:
“A” in luogo di “NPST” (Rifiuti Sotto Tettoia)
“B” in luogo di “NPCC” (Rifiuti in Container Coperti)
“C” in luogo di “NPS” (Rifiuti in container o cumuli Scoperti) “D” in luogo di “RUP” (Rifiuti interni al capannone)
5. di inserire l’operazione R12 sui EER non pericolosi 160103, 190801, 200134, 180109 intesa come accorpamento e 200125 (olio vegetale) intesa come sconfezionamento e accorpamento. In particolare il 200125 si presenta in piccoli contenitori/bottiglie che possono essere svuotati in apposita cisterna che origina 200125 puro e 1501xx (contenitore)
6. di aggiungere il EER 150111* (xxxxxxxxxx xxxxx xxxxx) in quanto è un rifiuto di cui c’è sempre più richiesta
7. di inserire l’operazione R12 sui seguenti EER pericolosi 200123*, 200135*, 200133*, 200121* inte- sa come accorpamento, 180103*, 180106*, 180107, 180109, 200131* e 200132 (medicinali) intesa come parziale sconfezionamento e accorpamento e 200126* (olio minerale) intesa come sconfezio- namento e accorpamento. Per quest’ultimo EER valgono analoghe considerazioni fatte per gli oli ve- getali ma in questo caso serve apposita presa d’atto attivandosi la miscelazione in deroga qualora HP diverse. Per i medicinali l’R12 consisterebbe nel togliere le singole confezioni dai cartoni nel quale arrivano e metterli in big bags quando arrivano grosse forniture oppure per accorparli.
6 - APPLICAZIONE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI
La valutazione integrata dell’inquinamento generato dall’esercizio dell’impianto di AMIA nel comune di Verona (VR) è stata sviluppata in conformità ai contenuti del DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2018/1147 DELLA COMMISSIONE del 10 agosto 2018 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) per il trattamento dei rifiuti, ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per le attività rientranti nella categoria I.P.P.C. di seguito elencate:
• 5.5 - Accumulo temporaneo di rifiuti pericolosi non contemplati al punto 5.4 prima di una delle attività elencate ai punti 5.1, 5.2, 5.4 e 5.6 con una capacità totale superiore a 50Mg, eccetto il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono generati i rifiuti.
La tabella seguente riassume lo stato di applicazione delle migliori tecniche disponibili per la prevenzione integrata dell’inquinamento, individuate per l’attività di gestione rifiuti dell’azienda.
BAT 1 | Applicata |
Per migliorare la prestazione ambientale complessiva la BAT consiste nell'istituire e applicare un sistema di gestione am- bientale con tutte le seguenti caratteristiche: | L’azienda è già in possesso di un sistema di gestione ambientale certificato ISO 14001:2015 |
- Impegno da parte della direzione compresi i dirigenti di alto grado | AMIA si impegna a perseguire in modo siste- matico l’obiettivo di migliorare l’azione azien- dale negli ambiti di competenza, assicurandone la conoscenza, la comprensione, la diffusione e la condivisionea tutti i livelli aziendali. |
- Definizione ad opera della direzione di una politica ambientale che preveda il miglioramento continuo della prestazione ambientale dell’installazione | |
- Pianificazione e adozione di procedure, degli obiettivi e dei traguardi necessari, congiun- tamente alla pianificazione finanziaria e agli inve- stimenti | AMIA, durante il riesame della Direzione, ve- rifica periodicamente l’adeguatezza, l’attualità e la corretta applicazione dei contenuti della presente Politica in materia qualità, di salute , sicurezza, ambiente e incolumità pubblica, rendendo disponibili le risorse necessarie per attuare e tenere aggiornati i SGA e migliorar- ne l’efficacia; assicurando tramite la Direzio- ne, la diffusionee la comprensione della politi- ca stessa e la sensibilizzazione all’attuazione dei suoi contenuti a tutto il personale azienda- le; assicurando la verifica del raggiungimento degli obiettivi e garantendo la continuaidoneità della politica. |
- Attuazione delle procedure prestando particolare attenzione ai seguenti aspetti: | |
a) struttura e responsabilità | Sono destinati agli incarichi connessi alla |
gestione delle attività aziendali, comprese le | |
problematiche ambientali e di sicurezza, | |
soggetti con capacità e caratteristiche | |
b) assuzione, formazione, sensibilizzazione e | professionali adeguate. |
competenza | Nel Piano di Gestione sono previste specifiche attività formative a seconda delle mansioni. |
c) comunicazione | E’ promossa una corretta comunicazione inter- na ed una efficace comunicazione esterna, ri- volta ai cittadini e riguardante i servizi resi, anche al fine del miglioramento continuo; Vi è l’effettivo coinvolgimento e consultazione dei lavoratori, anche attraverso i loro rappre- sentanti per la salute, la sicurezza e l’ambiente. I dipendenti sono resi consapevoli dei rischi connessi con le attività operative dell’azienda e sono messi in condizione di operare responsa- bilmente e consapevolmente, anche mediante attività di addestramento e processi di infor- mazione; sono implementati strumenti per la condivisio- ne delle esperienze e delleconoscenze sono predisposti idonei piani di emergenza e di quant’altro necessario per la salvaguardia dei lavoratori e dei cittadini. |
d) coinvolgimento del personale | |
e) documentazione | Il PG prevede che tra le verifiche da compiere vi sia anche quella della presenza, aggiornamento e corretta compilazione di quaderno di manutenzione, registri sala con- trollo e registro impianto di trattamento. |
f) controllo efficace dei processi | Vengono effettuate le periodiche attività di reportistica, audit, analisi degli esiti dei si- stemi di controllo e revisioni delle procedu- re gestionali ed operative; sono eseguite verifiche periodiche per: ‐ verificare la conformità alle politiche ed alle procedure interne ‐ assicurare il controllo delle situazioni di pericolo conoscibili ‐ assicurare l’efficacia del sistema digestione aziendale ‐ valutare le prestazioni aziendali ‐ individuare e definire obiettivi di miglioramento. |
g) programmi di manutenzione | Il PG prevede interventi di manutenzione ordinaria per i seguenti impianti: Pesa, bi- lance, impianto antincendio, impianto di trat- tamento acque, emissioni .Inoltre sono previ- sti controlli delle diverse parti dell’impianto con registrazione suquaderno in caso di non conformità |
h) preparazione e risposta alle emergenze | L’Impianto è dotato di Piano di sicurezza e emergenza; il piano è finalizzato alla verifica dei potenziali eventi che potrebbero estender- si all’esterno dell’impianto di stoccaggio e gestione rifiuti urbani e speciali non pericolosi e leattività messe in atto per prevenzione e contenimento degli effetti. |
i) rispetto della legislazione ambientale | Le attività sono gestite nel rispetto della legi- slazione vigente, della politica aziendale, delle prescrizioni autorizzative e delle disposizioni aziendali; le attività sono svolte in modo tra- sparente, aperto e collaborativo con i propri utenti e cittadini e con le autorità locali. |
- Controllo delle prestazioni e adozione di misure correttive in particolare rispetto a: | |
a) Monitoraggio e misurazione | Sono stati definiti nel PG degli indicatori, che consentono confronti da un anno all’altro al fi- ne di valutare se le prestazioni ambientali dell’organizzazione sono migliorate. |
b) azione correttiva e preventiva | |
c) tenuta di registri | |
d)verifica indipendente (ove praticabile) interna o esterna, al fine di determinare se il sistema di gestione ambientale sia conforme a quanto previsto e se sia stato attuato e aggiornatocorrettamen- te | |
- riesame del sistema di gestione ambientale da parte dell’alta direzione al fine di accertarsi che continui ad esse- re idoneo,adeguato ed efficace | |
- attenzione allo sviluppo di tecnologie più pulite | Sono dedicate adeguate risorse allo sviluppo tecnologico per l’utilizzo di prodotti e proces- si sempre più compatibili con l’ambiente ed orientati ad incrementare la salute e la sicurezza dei lavoratori e della cittadinanza. |
- attenzione agli impatti ambientali dovuti aun even- tuale smantellamento dell’impianto in fase di progettazione | Il ripristino finale e il recupero dell’area saran- no effettuati secondo quanto previsto dal proget- |
di un nuovo impianto edurante l’intero ciclo di vita. | to approvato in accordo con le previsioni contenute nello strumentourbani- stico vigente |
- Svolgimento di analisi comparative settoriali su base regolare | Le analisi vengono eseguite regolarmente |
‐ Gestione dei flussi dei rifiuti (BAT 2) | si veda BAT 2 |
‐ Inventario dei flussi delle acque reflue edegli sca- richi gassosi (BAT 3) | si veda BAT 3 |
‐ Piano di gestione dei residui | si veda BAT 2 |
‐ Piano di gestione in caso di incidente | Sono poste in atto azioni atte a prevenire qualsiasi azione o evento doloso o colposo che possano arrecare nocimento reale o po- tenziale, alle risorse umane ed ai beni mate- riali e immateriali dell’azienda. L’impianto è dotato di un documento di valutazione del rischio “incendio”, con indicate le misure di prevenzione e prote- zione (CPI). |
‐ Piano di gestione degli odori (BAT 12) | si veda BAT 12 |
‐ Piano di gestione del rumore e dellevibrazioni (BAT 17) | si veda BAT 17 |
BAT 2 | |
Al fine di migliorare la prestazione ambientale complessiva dell’impianto la BAT consiste nell’utilizzare tutte le tecniche indicate di seguito: | |
Tecnica | |
a. Predisporre e attuare procedure di preaccettazione e caratterizzazione deirifiuti | Applicate. I rifiuti in ingresso all’impianto possono essere da raccolta stradale o da privati (aziende), pertanto già oggetto di una primacernita. Il rifiuto proveniente da raccolta stradale non necessita di formulario di accompagnamento. Viene controllata la documentazione di accompagnamen- to dall’impiegato addetto all’accettazione e alla pesatura dei rifiuti in ingresso e mediante la verifica dell’esistenza e completezza della documentazione di accompa- gnamento. |
b. Predisporre e attuare procedure diaccettazio- ne dei rifiuti, | |
c. Predisporre e attuare un si- stema ditracciabilità e un inventario dei rifiuti | Applicata . Almeno giornalmente l’Accettazione verifica iquantitativi di rifiuti in ingresso e confronta ildato con i limiti imposti dall’autorizzazione vigente. |
d. Istituire e attuare un sistema di gestionedella qualità del prodotto in uscita | Non applicabile, non si produce nulla in quanto trattasi di una stazione di raccolta conavvio dei rifiuti a recupero |
e. garantire la segregazione dei rifiuti, | Applicate I rifiuti vengono stoccati in aree ben distintee specifiche a seconda del codice E.E.R.. |
f. garantire la compatibilità dei rifiuti prima del dosaggio o della miscelatura | |
g. Cernita dei rifiuti solidi in ingresso | Applicata Il rifiuto subisce una serie di pretrattamenti |
BAT 3 | |
Al fine di favorire la riduzione delle emissioni in acqua e in atmosfera, istituire e mantenere uninventario dei flussi degli scarichi gassosi /acque che comprenda tutte le caratteristiche elencate | |
i) Informazioni circa le caratteristiche dei rifiuti da trattare e dei processi di trattamento dei rifiu- ti tra cui a) flussogrammi semplificati dei processi, che indichino l'origine delle emissioni b) descrizioni delle tecniche integrate nei processi e del trattamento delle acque reflue/degli scarichi gassosi alla fonte, con indicazione delle prestazioni | Applicata . I rifiuti da trattare sono sempre notiall'azienda. Le emissioni sono saltuarie e si generanonell’attività di manutenzione. |
ii) Informazioni sui flussi delle acque reflue tra cui: a) valori medi e variabilità portata, ph, temp e cond b) valori medi di concentrazione e carico sostanze inquinanti c) dati sulla bioeliminabilità (BOD, BOD/COD, ..) | Applicata Gli scarichi presenti sono 2: SF1 è monitorato, SF2 invece riguarda gliscarichi civili ed è escluso |
iii) Informazioni sulle caratteristiche dei flussi degli scarichi gassosi tra cui: a) valori medi e variabilità della por- tata etemperatura b) valori medi di concentrazione e di caricosostanze pertinenti e loro variabilità c) infiammabilità, limiti di esplosività in- feriori esuperiori, reattività d) presenza di sostanze che possono incide- re sultrattamento degli scarichi o sulla sicurezza dell'impianto | Applicata 2 punti di emissione sono monitorati costante- mente |
BAT 4 | |
Utilizzare tecniche al fine di ridurre il rischio ambientale associato al deposito dei rifiuti | |
Al fine di ridurre il rischio ambientale la bat consiste nell’utilizzare tutte le tecniche: | |
a. Ubicazione ottimale del depo- sito deirifiuti | Applicata. Vedasi planimetria B22 del 06.06.2022 – Pla- nimetria dello stabilimento con individuazione delle aree per lo stoccaggio di materie e rifuti |
b. adeguatezza della capacità del deposito | Applicata Le strutture di stoccaggio hanno capacità adeguata sia per i rifiuti da trattare sia per i rifiuti trattati |
c. funzionamento sicuro del deposito | Applicate Nel deposito vi sono aree distinte a seconda della tipolo- gia di rifiuto in ingresso e in uscita, in ambienti confinati o comunque in cassoni su pavimentazione impermeabile sotto tettoia o in cumulo de non problematici. |
d. spazio separato per il deposito e la mo- vimentazione di rifiuti pericolosiimballati |
BAT 5 |
Al fine di ridurre il rischio ambientale associato alla movimentazione e trasferimento rifiuti, elaborare e attuare procedure per la movimentazione e il trasferimento. Essi comprendono: |
‐Operazioni di movimentazione e trasferimentoad opera di personale competente | Applicata La gestione della movimentazione dei rifiuti si avvale di un software che consente di effettuare l’inserimento a sistema dei formulari in ingresso e la registrazione delle attività di trattamento interne. La formazione del personale avviene come da PMC ap- provato. Tutti i rifiuti sono stoccati in funzione della loro natura in contenitori, in cumulo o sotto tettoia. Tut- to l’impianto è dotato di rete di raccolta acque meteori- che/spanti che può essere chiuso all’occorrenza. Alcuni rifiuti particolarmente delicati (pericolosi) sono dotati di apposite griglie di raccolta e vasche a tenuta. Non è previsto dosaggio/miscelazione di rifiuti pericolosi. |
‐Operazioni di movimentazione e trasferimento documentate, convalidate e verificate | |
‐Adozione di misure per prevenire rilevare eli- mitare le fuoriuscite | |
‐in caso di dosaggio o miscelatura dei rifiuti, vengono prese precauzioni a livello di operativitàe progettazione (ad esempio aspirazione dei rifiuti di consistenza farinosa o polverosa) |
BAT 6 | |||
Per quanto riguarda le emissioni nell'acqua identificate come rilevanti nell'inventario dei flussi di acque reflue, monitorare i principali parametri di processo (ad esempio flusso, pH, temperatura, conduttività, BOD delle acque reflue) nei punti fondamentali (ad esempio all'ingresso e/o all'uscita del pretrattamento, all'ingresso del trattamento finale, nel punto in cui le emissioni fuoriescono dall'installazione) | Applicata Il monitoraggio viene eseguito a valle del sistema di trattamento (Dissabbiatore). | ||
BAT 7 | |||
Monitorare le emissioni nell'acqua almeno alla frequenza indicata in tabella e in conformità con le norme EN. Se non sono disponibili norme EN, applicare le norme ISO, le norme nazionali o altre norme in- ternazionali che assicurino di ottenere dati di qualità scientifica equivalente | |||
COD | Tutti i trattamenti dei rifiuti eccetto i trattamenti dei rifiuti liquidi a base acquosa | Una volta al mese | Non applicabile, in quanto applicabile solo ascarichi di- retti, mentre in questo caso lo scarico SF1 è in fognatu- ra. Il COD risulta comunque monitorato a frequenza semestrale |
PFOS e PFOA | Tutti i trattamenti di rifiuti | Una volta ogni sei mesi | Non applicabile, in quanto non ritenuto rilevante nell’autorizzazione allo scarico infognatura da Acque Ve- ronesi |
TOC | Tutti i trattamenti di rifiuti eccetto i trattamenti dei rifiuti liquidi a base acquosa | Una volta al mese | Non applicabile, in quanto applicabile solo ascarichi di- retti, mentre in questo caso lo scarico SF1 è in fognatu- ra. Il COD risulta comunque monitorato a frequenza semestrale |
TSS | Tutti i trattamenti di rifiuti eccetto i trattamenti dei rifiuti liquidi a base acquosa | Una volta al mese | Non applicabile, in quanto applicabile solo ascarichi di- retti, mentre in questo caso lo scarico SF1 è in fognatu- ra. Il COD risulta comunque monitorato a frequenza semestrale |
BAT 8
Monitorare le emissioni convogliate in atmosfera almeno alla frequenza indicata di seguito e in conformità con le norme EN. Se non sono disponibili norme EN applicare le norme ISO le norme nazionali o altre norme internazionali che assicurino di ottenere dati di qualità scientifica equiva- lente. | Applicata Da PMC è previsto il monitoraggio annuale di polveri e COV nei camini RC6 e RC7; essi so- no comunque attività non IPPC. non viene effettuato un trattamento meccani- co dei rifiuti ma solo movimentazione, even- tuale cernita, accorpamento. | ||||||
Sostanza | Norma | Processo | Frequenza minima | BAT associata | |||
Polveri | EN 13284‐ | Trattame | Semestra | BAT 25 | |||
1 | nto mec- | le | |||||
canico dei | |||||||
rifiuti | |||||||
TVOC | EN 12619 | Trattame | Semestra | BAT 31 | |||
nto mec- | le | ||||||
canico ri- | |||||||
fiuti con | |||||||
potere ca- | |||||||
lorifico |
BAT 9 | |
Monitorare le emissioni diffuse di composti organici nell'atmo- sfera derivanti dalla rigenerazione di solventi esausti, dalla de- contaminazione tramite solventi di apparecchiature contenenti POP, e dal trattamento fisico‐chimico di solventi per il recupero del loro potere calorifico, almeno unavolta l’anno | Non applicabile in quanto nell’impianto nonven- gono svolte le attività elencate |
XXX 00 | |
Xx XXX consiste nel monitorare periodicamentele emissioni di odori utilizzando: ‐ Norme EN (ad esempio olfattometria dinamica se- condo la norma EN 13725 per determinare la concentrazione delleemissioni odorigene o la norma EN 16841‐1 o ‐2 al fine di determinare l’esposizione agli odori ‐ Norme ISO, norme nazionali o altre norme interna- zionali che assicurino la disponibilità di dati di qualità scienti- ficaequivalente, nel caso in cui si applichinometodi alternativi per i quali non sono disponibili norme EN ( ad esempio per la stima dell’impatto dell’odore) La frequenza del monitoraggio è determinata nelpiano di ge- stione odori (BAT 12). Applicabilità: L’applicabilità è limitata ai casi in cui la presenza di molestie olfattive presso i recettori sensibili sia probabile e/o comprovata. | Applicata A cadenza mensile vengono eseguite analisispe- ditive su 6 punti, tramite fiale colorimetriche a lettura diretta (standard UNI EN 1231/99) su classi comprendenti composti odorigeni: ‐ Idrogeno solforato ‐ Ammoniaca ‐ Mercaptani |
BAT 11 |
Monitorare, almeno una volta all'anno, il consumo annuo di ac- qua, energia e materie prime, nonché la produzione annua di re- sidui edi acque reflue | Applicata I consumi sono monitorati e prodotti deire- port annuali. |
BAT 12 | |
Per prevenire le emissioni di odori, o se ciò non è possibile per ridurle, predisporre, attuare e riesaminare regolarmente, nell'ambito del sistema di gestione ambientale, un piano di gestione degli odori che includa tutti i seguentielementi: | Applicata Le operazioni di movimentazione del rifiuto sono limitate allo scarico e al carico. Si verifica la presenza all’esterno dell’impianto di odori, polveri, materialeaerodisperso. Non si sono mai registrate segnalazioni Non vi è pertanto la presenza di molestie olfattive presso i recettori sensibili sia probabile e/o com- provata |
‐ Protocollo contenente azioni e scadenze | |
‐Protocollo per monitoraggio degli odori comestabilito nella BAT 10 | |
‐ Protocollo di risposta in caso di eventi odorigeni identificati, ad esempio in presenza dirimostranze | |
‐ Un programma di riduzione e prevenzioneodori inteso a identificarne le fonti, caratterizzare i contributi delle fonti, at- tuare misure di prevenzione e/o riduzione Applicabilità: L’applicabilità è limitata ai casi in cui la presen- za di molestie olfattive presso i recettori sensibili sia probabile e/o comprovata. |
BAT 13 | |
Per prevenire le emissioni di odori, o se ciò non è possibile per ridurle, la BAT consistenell'applicare una o una combinazione delle tecniche indicate in seguito: | |
a. Ridurre al minimo i tempi di permanenzadei rifiuti po- tenzialmente odorigeni, | applicata |
b. uso di trattamento chimico (sostanze chimiche per distruggere o ridurre laformazione di compo- sti odorigeni) | non è applicabile perché non necessaria |
c. ottimizzare il trattamento aerobico | non applicabile |
BAT 14 | |
AL fine di prevenire le emissioni diffuse in atmosfera in particolare di polveri, composti organicie odori o se ciò non è possibile per ridurle, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione adeguata delle tecniche indicate di seguito | |
a. Ridurre al minimo il numero di potenzialifonti di emissioni diffuse | Applicata |
b. selezione e impiego di apparecchiature ad alta integrità (come valvole a doppia tenuta, guarnizioni ad alta integrità, pompe/compressori/agitatori muniti di giunti a tenuta meccani- ci anziché guarnizioni, pompe/compressori/agitatori ad azio- namento magnetico, adeguate porte d’accesso ai manicotti di servizio, pinzeperforanti, teste perfo- ranti) | Non applicabile, non si fanno trattamenti nonsi usano macchinari |
c. prevenzione della corrosione | Applicata Le strutture degli impianti e delle relative attrez- zature di servizio sono di materiali idonei rispetto alle caratteristiche dei rifiutida stoccare e da trattare |
d. contenimento, raccolta e trattamentodelle emissioni dif- fuse | Applicata |
e. bagnatura | Non applicabile |
f. manutenzione | Applicata Il PG prevede interventi di manutenzione ordi- naria per i seguenti impianti: Pesa, bilance, im- pianto antincendio. Inoltre sonoprevisti control- li delle diverse parti dell’impianto con registra- zione su quaderno in caso di non conformità |
g. pulizia delle aree di deposito | Applicata Nel PG sono previsti controlli specifici sulleap- parecchiature, piazzali, etc… |
h. Programma di rilevazione e riparazionedelle perdite (LDAR) | Non applicabile |
BAT 15 | |
Ricorrere alla combustione in torcia (flaring) esclusiva- mente per ragioni di sicurezza o in condizioni operative straordinarie utilizzandoentrambe le tecniche indicate: a. Corretta progettazione impianti b. Gestione degli impianti | Non applicabile alla tipologia di impianto |
BAT 16 | |
Per ridurre le emissioni nell'atmosfera provenienti dalla combustione in torcia, se è impossibile evitare questa prati- ca, la BATconsiste nell'usare entrambe le tecniche: | Non applicabile alla tipologia di impianto |
x. Xxxxxxxx progettazione dei dispositivi dicombustione in torcia | |
b. monitoraggio e registrazione dei dati nell'ambito della gestione dellacombustione in torcia |
BAT 17 | |
Per prevenire le emissioni di rumore e vibrazioni,la BAT consiste nel predisporre, attuare e riesaminare regolarmente, nell'ambito del sistema di gestione ambientale, un piano di gestione del rumore e delle vibrazioni cheinclude tutti i seguenti punti: | Applicata. L’azienda ha realizzato attività di monitoraggio delle emissioni di rumore nel 2019 che hanno evidenziato il rispetto dei limiti previsti dalla zo- nizzazione acustica comunale. |
I. Protocollo con azioni da intraprende- re e scadenze | |
II. Protocollo per monitoraggio delrumore e delle vibrazioni |
III. Protocollo di risposta in caso di eventi registrati ri- guardanti rumori e vibrazioni ad esempio la presenza dirimo- stranze | |
IV. Un programma di riduzione del rumore e delle vi- brazioni inteso a identificarne la o le fonti, misurare/stimare l'e- sposizione a rumore e vibrazioni, caratterizzare i contributi delle fonti e applicare misure di prevenzione e/o riduzione | |
Applicabilità: L’applicabilità è limitata ai casi in cui la presenza di vibrazioni o rumori presso i recettori sensibili sia probabile e/o comprovata. |
BAT 18 | |
Per prevenire le emissioni di rumore e vibrazioni, o se ciò non è possibile per ridurle, la BATconsiste nell'applicare uno o una combinazione delle seguenti tecniche | |
a. Ubicazione adeguata delle apparecchiature e degli edifici, | Applicata. |
b. misure operative (ispezione e manutenzione delle apparec- chiature, chiusura di porte e finestre nelle aree alchiuso, se possibile, apparecchiature utilizzate da personale esperto, ri- nunciaalle attività rumorose nelle ore notturne, , misure di con- tenimento del rumoredurante le attività di manutenzione, circo- lazione, movimentazione e trattamento | Applicata. |
c. Apparecchiature a bassa rumorosità | Non applicato |
d. Apparecchiature per il controllo del rumore e delle vi- brazioni | Applicata |
e. Attenuazione del rumore | Non applicabile |
BAT 19 | |
Al fine di ottimizzare il consumo di acqua, ridurre il volume di acque reflue prodotte e prevenire le emissioni nel suo- lo e nell'acqua, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione adeguatadelle seguenti tecniche: | |
a. Gestione dell'acqua | Applicata Monitoraggio dei consumi |
b. Ricircolo dell’acqua | Non applicata |
c. superficie impermeabile | Applicata Le superfici adibite al transito mezzi e altrat- tamento/deposito rifiuti sono impermeabilizzate; |
d. tecniche per ridurre la probabilità e l'impatto di tracimazioni e malfunzionamenti di vasche e serbato | Non applicabile |
e. Copertura delle zone di deposito e ditrattamento dei ri- fiuti | Applicata in parte Alcuni rifiuti non problematici sono stoccati acielo aperto. |
f. Segregazione dei flussi di acque | Applicata |
g. Adeguate infrastrutture di drenaggio | Applicata |
h. Disposizioni in merito alla progettazionee manutenzione per consentire il rilevamento e la riparazione delleperdite | Applicata Le apparecchiature vengono regolarmentecontrol- late e verificate eventuali perdite |
i. Adeguata capacità di depositotemporaneo acque reflue | Applicata |
BAT 20 | |
Al fine di ridurre le emissioni in acqua la BATconsiste nell'utilizzare una combinazione adeguata delle seguenti tecniche (per trattamento preliminare) a. Equalizzazione b. Neutralizzazione c. Separazione fisica | Applicata |
*Non si applicano i livelli di emissione per tipologia di trattamento effettuato
BAT 21 | |
Per prevenire o limitare le conseguenze ambientali di inconvenienti o incidenti la BAT consiste nell'utilizzare tutte le tecniche indicate di seguito nell'ambito di piano di gestione in caso di incidente | |
a. Misure di protezione | Applicata E’ presente impianto idrico antincendio. L’area è in- teramente recintata. |
b. Gestione delle emis- sioni dainconvenienti/incidenti | Applicata Le acque di lavaggio e spanti, vengonoraccolte in una va- sca di laminazione che può essere chiusa in caso di incendio. |
c. Registrazione e sistema di valutazione degli incon- venienti/incidenti. Le tecnichecomprendono: ‐ Un registro/diario di tutti gli inciden- ti, gli inconvenienti, le modifiche alle procedure e ri- sultati delle ispezioni ‐ Le procedure per individuare, rispondere e trarre in- segnamento da inconvenienti e incidenti | Applicata La procedura per rispondere agli incidenti è la medesima di quella adottata per le altre problematiche: si cerca di indi- viduare le cause e dopo un’analisi delle risorse disponibili, si procede con ma modifica delle procedure, oppure ad una migliore formazione del personale oppure ad introdurre presidi. Le emergenze vengono inserite nel quaderno di manuten- zione. |
BAT 22 | |
Ai fini dell'utilizzo efficiente dei materiali la BAT consiste nel sostituire materiali con rifiuti | Applicata |
BAT 23 | |
Al fine di utilizzare l’energia in modo efficiente la BAT consiste nell'applicare entrambe letecniche indicate | |
a. Piano di efficienza energetica | Nel PG sono identificati degli indicatori di performance gestionale ed ambientale da calcolare su base annua per confronto tra cuii consumi energetici specifici. |
b. registro del bilancio energetico |
BAT 24 | |
Al fine di ridurre la quantità di rifiuti da smaltire,la BAT consiste nel riutilizzare al massimo gli imballaggi, nell'ambito del piano di gestione deiresi- dui | Non applicabile in quanto le materie prime(rifiuti) non vengono conferite in imballaggi |
BAT 25 | ||
Al fine di ridurre le emissioni in atmosfera di polveri e metalli inglobati nel particolato, PCDD/F e PCB diossi- na‐simili, la BAT consiste nell'applicare la BAT 14d e nell'utilizzare una o una combinazione delle tecniche indi- cate di seguito | ||
Tecnica | Descrizione | |
a.Ciclone | Cfr. la sezione 6.1. I cicloni sono usati principalmente per una prima separazione delle pol- veri grossolane. | Non applicabile |
b.Filtro a tessuto | Cfr. la sezione 6.1. | Applicata. Emissione RC2-RC3-RC6-RC7 (Filtri paint stop) |
x.Xxxxxxxxx umido (wet scrubbing) | Cfr. la sezione 6.1. | Non applicabile |
d.Iniezione d’acqua nel frantumatore | I rifiuti da frantumare sono bagnati iniettando acqua nel frantumatore. La quantità d'acqua iniettata è regolata in funzione della quantità di rifiuti frantumati (monitorabile mediante l'energia consumata dal motore del frantumatore). Gli scarichi gassosi che Contengono polveri residue sono inviati al ciclone e/o allo scrubber a umido. | Non applicabile |
BAT 31 | |
Per ridurre le emissioni di composti organici nell’atmosfera la BAT consiste nell’applicare la BAT 14d e utilizzare una o una combinazione delle tecniche indicate in seguito | Non applicabile in quanto le emissioni da TVOC non sono state considerate rilevanti |
Le BAT da 32 a 53 non sono applicabili al caso in esame, in quanto riguardano specifiche tipologie di impianti di recupero (biologico, termico,……).
7 - QUADRO PRESCRITTIVO
È fatto obbligo al gestore di rispettare gli elaborati tecnici e gli intendimenti gestionali dichiarati nella documentazione presentata ai fini del rilascio della presente autorizzazione integrata ambientale, nonché di quanto contenuto nella successiva documentazione trasmessa a completamento dell'istanza ovvero quanto contenuto nella tabella sopra riportata in relazione allo stato di applicazione delle BAT. Ad integrazione degli intendimenti gestionali dichiarati dal gestore si prescrive il rispetto di quanto di seguito specificato.
Gestione dell'impianto
1) il gestore è responsabile della gestione dell’impianto e si impegna a rispettare le prescrizioni contenute nel presente quadro, a partire dal ricevimento della pre- sente autorizzazione, ed inoltre, ove non altrimenti specificato, quanto previsto dal D. Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.
2) il gestore deve garantire il controllo e la manutenzione di tutte le apparecchiature preposte al monitoraggio dei parametri di processo;
3) gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le fre- quenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto ripor- tato nel piano di monitoraggio e controllo (PMC);
4) nella gestione dell’impianto deve essere assicurata un’elevata protezione dell’ambiente, in conformità ai principi generali di cui al D. lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. L’attività dell’impianto dovrà essere gestita in maniera tale da non pro- vocare sviluppo di emissioni diffuse, odori molesti o pericolosi. La gestione dell’impianto dovrà essere conforme alla documentazione presentata a corredo dell'istanza di A.I.A.;
5) ai sensi di quanto previsto dall’art. 29-octies del D. Lgs. n. 152/2006, l’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa all’impianto di cui trattasi ha va- lidità 12 (dodici) anni, a partire dalla data di rilascio del presente provvedimento (in quanto la Società risulta essere in possesso della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001);
6) il gestore è tenuto a presentare alla Provincia di Verona - entro e non oltre 60 giorni dalla data di emanazione del presente provvedimento, salvo proroga accor- data con la Provincia su motivata istanza dell’interessato - le garanziefinanziarie adeguate ai contenuti dell’Autorizzazione Integrata Ambientale di cui trattasi. Le suddette garanzie dovranno essere prestate, in conformità alla deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 2721 del 29 dicembre 2014 ess.mm.ii., a favore della medesima Amministrazione provinciale di Verona, la quale è tenuta a verifi- carne la congruità;
7) la prestazione delle garanzie finanziarie previste dal presente provvedimento va effettuata secondo una delle seguenti modalità:
• fideiussione bancaria rilasciata da Aziende di credito;
• polizza fideiussoria assicurativa rilasciata da imprese di assicurazione debi- tamente autorizzate all’esercizio del “ramo cauzioni”, ai sensi del Testo uni- co delle leggi sull’esercizio delle assicurazioni private, approvato con DPR 13 febbraio 1959, n. 449, e ss.mm.ii., che abbia effettivamente esercitato negli ultimi cinque anni il “ramo cauzioni" o il “ramo crediti”.
Sono esclusi altri soggetti, diversi da quelli di cui ai punti sopra riportati, ivi compresi gli intermediari finanziari e le società di intermediazione finanziaria; inogni caso, sono ammesse alla presentazione di polizze fideiussorie assicurative leSocietà di assicurazione autorizzate a costituire cauzioni a garanzia verso lo Stato ed altri Enti pubblici ai sensi della legge 10 giugno 1982, n. 348, e
ss.mm.ii. Le polizze fideiussorie, tra l’altro, dovranno prevedere che lo svincolo avvenga su esplicita richiesta dell’ente garantito;
8) il gestore è tenuto a comunicare a Comune, Provincia, ARPAV e Acque Veronesi
variazioni nella titolarità della gestione dell’impianto ovvero modifiche dell'im- pianto;
9) qualunque variazione in ordine ai nominativi del responsabile tecnico e del ge- store dell’impianto dovrà essere comunicata a Regione, Provincia, Acque Vero- nesi ed ARPAV, accompagnata da esplicita dichiarazione di accettazione dell’incarico;
10) il gestore dell’impianto deve comunicare tempestivamente a Comune, Provincia, Acque Veronesi ed ARPAV eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente, nonché eventi di superamento dei limiti pre- scritti;
11) il soggetto autorizzato dovrà provvedere al ripristino finale e al recupero am- bientale dell’area anche in caso di chiusura dell’attività autorizzata. Il ripristino finale, ed il recupero finale dell’area ove insiste l’impianto, devono essere effet- tuati in accordo con le previsioni contenute nello strumento urbanistico vigente.
12) al fine di consentire le attività di controllo, il gestore deve fornire tutta l'assi- stenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'im- pianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessa- ria ai fini del medesimo decreto.
13) per quanto attiene gli aspetti della sicurezza il gestore, oltre a dover rispettare quanto previsto dalla normativa in tema di sicurezza e salute sul lavoro, dovrà attuare quanto contenuto nel Piano di Sicurezza di cui all’art. 22 della L.R. n. 3/2000.
14) il gestore deve garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata da personale a conoscenza del rischio rappresentato dalla movimentazione e informato del- la pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno indossare idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato.
15) il gestore deve mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti e garantire la messa in atto di rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull'ambiente.
16) il gestore deve provvedere a mantenere aggiornato il piano di emergenza, fissare gli adempimenti connessi in relazione agli obblighi derivanti dalle disposizioni di competenza degli Enti interessati e mantenere una registrazione continua degli eventi anomali per i quali si attiva il piano di emergenza;
17) la ditta è tenuta ad eseguire l'informazione, la formazione e l'aggiornamento dei lavoratori con frequenza almeno annuale (soprattutto in riferimento al personale individuato per intervenire operativamente nell'attuazione del Piano di sicurez- za), conservando registrazione dei nominativi e delle firme dei partecipanti; tale Piano deve essere reso noto e sempre disponibile al personale che opera nell'im- pianto;
18) in occasione di eventuali variazioni che dovessero intervenire all'impianto, la ditta dovrà comunicare, alla Provincia di Verona ed al Dipartimento provincia- le di Verona dell’Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambiente, i nominati- vi e le relative informazioni richieste dal punto 2d (iv-v) dell'allegato C ella
D.G.R.V.n. 242 del 09/02/2010.
19) non sono ammesse pratiche di cambio codice su rifiuti che non subiscono alcun tipo di trattamento all'interno dell'impianto: l'accorpamento, successivo alla cer- nita, delle varie frazioni dello stesso rifiuto da inviare a recupero/smaltimento non deve comportare una modifica delle caratteristiche chimico-fisiche e/o mer- ceologiche del rifiuto né l'attribuzione di un diverso CER. Con l'attività R12 è consentita sia la “mera eliminazione di frazioni estranee” (il rifiuto mantiene lo stesso codice EER di origine e la stessa filiera per la quale è stato preso in cari- co) che l'attività vera e propria di “selezione e cernita” (ne derivano frazioni di rifiuti appartenente al capitolo 19 dell'allegato D alla parte IV del d.lgs. n. 152/2006);
20) rispettare i limiti quantitativi stabiliti nel Certificato di Prevenzione Incendi vigente con riferimento sia ai rifiuti che ai materiali presenti;
21) i rifiuti devono essere depositati negli appositi piazzali pavimentati dotati di pozzetti per la raccolta delle acque di dilavamento;
22) i rifiuti pericolosi devono essere stoccati/accorpati in apposita area interna im- permeabilizzata o in containers coperti con telo impermeabile, per evitare che avvengano dispersioni di sostanze pericolose e inquinanti; I Raee sono coperti sotto tettoia.
23) l'impianto deve essere gestito in modo da evitare la diffusione all'esterno di pol- veri e la formazione di emissioni maleodoranti o pericolose; in particolare dovrà essere garantita una corretta gestione dei rifiuti organici che dovranno essere stoccati all'interno di containers chiusi, per un periodo di tempo pari a massimo
n. 2 giorni lavorativi;
24) i rifiuti suscettibili di reagire pericolosamente tra loro, dando luogo alla forma- zione di prodotti esplosivi, infiammabili e/o tossici, ovvero allo sviluppo di notevoli quantità di calore, devono essere stoccati in modo che non possano venire a con- tatto tra loro;
25) la gestione dei rifiuti presso l’impianto dovrà avvenire nel rispetto della poten- zialità massima di stoccaggio consentita, nel rispetto delle aree allo scopo indi- viduate presso l'impianto, adottando le migliori tecniche di stoccaggio disponibi- li e realizzando lo stoccaggio in condizioni di sicurezza; inoltre:
• le batterie devono essere collocate in sicurezza negli appositi contenitori all’interno del deposito ad essi dedicato; la movimentazione e l'accumulo delle batterie deve avvenire in appositi contenitori in materiale antiacido;
• gli eventuali sversamenti di rifiuti urbani e speciali pericolosi e non pericolo- si, dovranno essere smaltiti come rifiuti pericolosi;
• dovranno essere sempre tenuti a disposizione, nelle immediate vicinanze, so- stanze assorbenti da utilizzare in caso di sversamento il cui residuo sarà avvia- to a idoneo smaltimento;
• i rifiuti dovranno essere stoccati nei vari contenitori/aree in modo tale dapoterne effettuare l’ispezione;
• i contenitori utilizzati per lo stoccaggio dei rifiuti dovranno possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle carat- teristiche di pericolosità dei rifiuti contenuti; sui contenitori dovranno essere applicati appositi contrassegni indicanti il tipo di rifiuto contenuto e/o il relati- vo codice europeo EER;
• tutti i contenitori dei rifiuti devono evitare emissioni diffuse di polveri e so- stanze volatili, formazione di emissioni maleodoranti o spandimenti pregiudi- zievoli per l’ambiente;
• al fine di evitare la formazione di xxxxx, la ditta deve attenersi alle procedure indicate nella nota del Direttore Generale acquisita al prot. 33908 del 06/07/2022 (utilizzo composto enzimatico-microbico durante le fasi di carico e scarico, sanificazione dei containers, utilizzo di deodorizzatori- vaporizzatori);
26) la conduzione dell’installazione deve avvenire nel rispetto della normativa vigen- te e, in particolare, di quanto previsto dal comma 5 dell'art. 29 della L.R. 3/2000;
27) la vasca a tenuta per la raccolta delle acque di dilavamento deve essere dotata di sistemi di allarme con segnale visivo e sonoro in caso di superamento del livello
di troppo pieno;
28) la gestione dei rifiuti, dovrà avvenire in conformità alla planimetria B22 del 06.06.2022 fornita in allegato all’istanza di riesame; per la rete fognaria interna, il sistema di trattamento delle acque reflue e i punti di emissione degli scarichi, si dovrà fare riferimento alla planimetria B21 del 06.06.2022;
29) i rifiuti dovranno essere avviati esclusivamente a recupero/smaltimento in im- pianti autorizzati;
30) la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) deve rispettare le prescrizioni contenute nel D.Lgs. 49/2014, in particolare per quanto riguarda le fasi autorizzate di presa in carico in ingresso e di stoccaggio, assicu- rando altresì la sorveglianza radiometrica (come previsto nel testo vigente del D.Lgs. 230/95 e ss. mm.ii., all’art. 157) dei rifiuti in ingresso mediante l'utilizzo di un rilevatore di radioattività;
31) le emissioni rumorose devono rispettare i limiti previsti dalla zonizzazione acu- stica comunale;
32) la gestione amministrativa dell’impianto, in generale, deve essere condotta in conformità a quanto previsto dall’art. 28 della Legge Regionale n. 3/2000;
33) deve essere tenuto presso l’impianto, il registro di carico-scarico dei rifiuti rela- tivo all'attività di stoccaggio degli stessi;
34) la gestione dell’impianto e la manipolazione dei rifiuti devono rispettare le norme vigenti in materia di tutela della salute dell’uomo e dell’ambiente, nonché di sicurezza sul lavoro e di prevenzione incendi;
35) nel caso in cui si rendesse necessario apportare modifiche al progetto la società è tenuta ad acquisire preventivamente le relative autorizzazioni edilizie ed ambien- tali da parte degli Enti competenti; in particolare qualsiasi modifica dello stato dei luoghi mediante la costruzione di nuovi manufatti dovrà essere preventiva- mente autorizzata, sotto il profilo edilizio, dal Comune territorialmente compe- tente, mentre nel caso vengano interessati gli aspetti ambientali del progetto do- vrà essere preventivamente approvato dalla Provincia un progetto di variante dell'impianto approvato;
36) la ditta dovrà provvedere ad effettuare in impianto dei trattamenti di disinfesta- zione, secondo normativa e seguendo le migliori pratiche disponibili;
Gestione dei rifiuti individuati nella tab. B a seguito di riesame
37) La ditta è autorizzata ad effettuare l’attività distoccaggio provvisorio di rifiuti pericolosi e non pericolosi (urbani e speciali), di rifiuti abbandonati, non imme- diatamente identificabili, e raccolti dagli operatori dell’azienda sul territorio; le operazioni autorizzate, sono individuate come:
• D 15 Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai pun- ti daD1 a D14;
• R 13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni in- dicatenei punti da R1 a R12;
• R12 Accorpamento.
• R12 eliminazione di frazioni estranee
• R12 selezione e cernita di rifiuti misti
Tab. B Rifiuti che si possono introitare e relative aree di stoccaggio s seguito di riesame:
Codice EER | Descrizione Rifiuti | R13 | D15 | R12 selezione e cernita di rif. misti | R12 accorp. | R12 eliminaz. fraz. estranee | Area di stoccaggio |
02 06 03 | fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti | X | \ | \ | X | X | C |
08 03 17* | toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose | X | X | \ | X | X | D |
08 03 18 | toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17 | X | X | \ | X | X | D |
14 06 04* | fanghi o rifiuti solidi, contenenti solventi alogenati | X | X | \ | X | X | D |
14 06 05* | fanghi o rifiuti solidi, contenenti altri solventi | X | X | \ | X | X | D |
15 01 01 | imballaggi in carta e cartone | X | \ | X | X | X | A |
15 01 02 | imballaggi in plastica | X | \ | X | X | X | A - C |
15 01 03 | imballaggi in legno | X | \ | X | X | X | C |
15 01 04 | imballaggi metallici | X | \ | X | X | X | A - C |
15 01 05 | imballaggi in materiali compositi | X | \ | X | X | X | A |
15 01 06 | imballaggi in materiali misti | X | \ | X | X | X | A |
15 01 07 | imballaggi in vetro | X | \ | X | X | X | C |
15 01 09 | imballaggi in materia tessile | X | \ | X | X | X | C |
15 01 10* | imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze | X | \ | \ | \ | \ | B-D |
15 01 11* | Imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose, compresi i contenitori a pressione vuoti | X | X | X | X | X | D |
15 02 02* | assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose (abbandonati) | X | X | \ | X | X | D |
15 02 03 | Assorbenti, materiali filtranti, xxxxxxx, e indumenti protettivi, diversi da 150202 | X | \ | \ | X | X | C |
16 01 03 | pneumatici fuori uso | X | \ | \ | X | X | B |
16 01 07* | filtri dell'olio | X | X | \ | X | X | D |
16 05 04* | gas in contenitori a pressione (compresi gli halon), contenenti sostanze pericolose | X | X | \ | X | X | B - D |
16 05 05 | gas in contenitori a pressione, diversi da quelli di cui alla voce 16 05 04 | X | X | \ | X | X | B - D |
16 06 01* | batterie al piombo | X | X | \ | X | X | D |
17 01 07 | miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06 | X | \ | \ | X | X | C |
17 06 01* | materiali isolanti contenenti amianto | X | X | \ | \ | \ | B |
17 06 05* | materiali da costruzione contenenti amianto | X | X | \ | \ | \ | B |
18 01 03* | rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni | X | X | \ | X | X | D |
18 01 06* | sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose | X | X | \ | X | X | D |
18 01 07 | sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce 18 01 06 | X | X | \ | X | X | D |
18 01 09 | medicinali diversi da quelli di cui alla voce 18 01 08 | X | X | \ | X | X | D |
19 08 01 | vaglio depurazione acque urbane | X | \ | \ | X | X | B |
19 12 12 | Rifiuti prodotti | X | \ | \ | X | X | C |
20 01 01 | carta e cartone | X | \ | X | X | X | A |
20 01 02 | vetro | X | \ | X | X | X | C |
20 01 08 | rifiuti biodegradabili di cucine e mense | X | \ | \ | X | X | B |
20 01 10 | abbigliamento | X | X | X | X | X | C |
20 01 11 | prodotti tessili | X | X | X | X | X | C |
Codice EER | Descrizione Rifiuti | R13 | D15 | R12 selezione e cernita di rif. misti | R12 accorp. | R12 eliminaz. fraz. estranee | Area di stoccaggio |
20 01 13* | solventi | X | X | \ | X | X | D |
20 01 17* | prodotti fotochimici | X | X | \ | \ | \ | D |
20 01 21* | tubi fluorescenti al neon ed altri rifiuti contenenti mercurio | X | X | \ | X | X | D |
20 01 23* | apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi | X | \ | \ | X | X | A |
20 01 25 | oli e grassi commestibili | X | X | \ | X | X | D |
20 01 26* | oli e grassi diversi da quelli di cui alla voce 20 01 25 | X | X | \ | X | X | D |
20 01 27* | vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose | X | X | \ | \ | \ | D |
20 01 28 | vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 20 01 27 | X | X | \ | \ | \ | D |
20 01 30 | Detergenti diversi da quelli di cui alla voce 200129 | X | \ | \ | X | X | D |
20 01 31* | medicinali citotossici e citostatici | X | X | \ | X | X | D |
20 01 32 | medicinali diversi da quelli di cui alla voce 20 01 31 | X | X | \ | X | X | D |
20 01 33* | batterie e accumulatori di cui alle voci 16 06 01, 16 06 02 e 16 06 03 nonché batterie e accumulatori non suddivisi contenenti tali batterie | X | X | X | X | X | D |
20 01 34 | batterie e accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 20 01 33 | X | X | X | X | X | D |
20 01 35* | apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 20 01 21 e 20 01 23, contenenti componenti pericolosi | X | \ | X | X | X | A |
20 01 36 | apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 20 01 21, 20 01 23 e 20 01 35 | X | \ | X | X | X | A |
20 01 38 | legno, diverso da quello di cui alla voce 20 01 37 | X | \ | X | X | X | C |
20 01 39 | plastica | X | \ | X | X | X | A |
20 01 40 | metallo | X | \ | X | X | X | A |
20 02 01 | rifiuti biodegradabili | X | \ | \ | X | X | C |
20 02 03 | Altri rifiuti non biodegradabili | X | \ | X | X | X | C |
20 03 01 | rifiuti urbani non differenziati | X | X | \ | X | X | B - D |
20 03 02 | rifiuti dei mercati | X | X | X | X | X | B |
20 03 03 | residui della pulizia stradale | X | X | \ | X | X | C |
20 03 07 | rifiuti ingombranti | X | X | X | X | X | A |
38) i rifiuti in ingresso, sulla base della tabella n. B soprastante, possono pertanto es- sere sottoposti, a seconda dei casi, all'operazione R 12 “selezione e cernita” ed “eliminazione delle frazioni estranee”; solo R13 (messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12), senza alcun trat- tamento; solo X00 (xxxxxxxx preliminare prima di uno delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14) senza alcun trattamento;
Per ogni macro-categoria di rifiuti, la massima capacità di stoccaggio istantaneo complessiva consentita è: 250 t di rifiuti pericolosi e 1.477 t. di rifiuti non perico- losi.
I rifiuti prodotti dai reparti di officina (EER previsti nel PMC) sono pari ad un quantitativo massimo di stoccaggio di 15 ton (ai fini del calcolo delle polizze so- no considerati in via precauzionale pericolosi e sono in aggiunta ai 250).
I rifiuti prodotti dalla cernita (EER 191212 ed altri eventuali) sono pari ad un quantitativo massimo di stoccaggio di 15 ton e sono in aggiunta ai 1.477 t.
39) i rifiuti contenenti amianto conferiti allo stoccaggio saranno quelli provenienti dal servizio presso utenze domestiche; lo stoccaggio di tali rifiuti, che dovranno essere confezionati ed imballati in maniera idonea, dovrà avvenire in condizioni di sicurezza, evitando il rischio di rottura degli imballi e dei materiali in cemento- amianto; il tempo di stoccaggio dovrà essere il più possibile limitato, provveden- do poi ad un sollecito conferimento in discarica autorizzata dei rifiuti accumulati;
40) i rifiuti in uscita dall'impianto codificati non pericolosi, che presentano una “voce a specchio” con un codice definito pericoloso, devono essere accompagnati da apposita dichiarazione che ne attesti la provenienza e le caratteristiche, corredati da analisi da effettuarsi al primo conferimento e successivamente ogni 24 mesi e la non pericolosità del rifiuto. Il relativo certificato deve essere conservato presso l’impianto a disposizione dell’autorità di controllo; qualora le caratteristiche fisi- che del rifiuto non permettano l’esecuzione di analisi chimiche, la certificazione analitica potrà essere sostituita da idonea documentazione (es. schede tecniche del prodotto, scheda di sicurezza) attestante l'assenza delle sostanze pericolose così come previsto dalla decisione 2000/532/Ce;
41) i rifiuti in ingresso possono essere ricevuti esclusivamente a seguito di specifica OMOLOGA del rifiuto, che, ove necessario, deve essere accompagnata anche da certificazione analitica; l’omologa deve consentire di individuare con precisione le caratteristiche chimiche e merceologiche del rifiuto e le eventuali caratteristi- che di pericolosità in relazione al processo produttivo che lo ha generato; l’omologa deve essere riferita ad ogni singolo lotto di produzione di rifiuti ad ec- cezione di quelli conferiti direttamente dal produttore iniziale e provenienti conti- nuativamente da un’attività produttiva ben definita e conosciuta, nel qual caso l’omologa può essere effettuata ogni dodici mesi e, comunque, ogniqualvolta il ciclo produttivo di origine subisca variazioni significative; qualora i rifiuti pro- vengano da impianti di stoccaggio ove sono detenuti a seguito di conferimento in modo continuativo da singoli produttori, l’omologa del rifiuto può essere effettua- ta ogni dodici mesi e, comunque, ogniqualvolta il ciclo produttivo di origine subi- sca variazioni significative, a condizione che sia sempre possibile risalire al pro- duttore iniziale; l’omologa del rifiuto deve essere inoltre effettuata ogniqualvolta, a seguito di verifiche all’atto di conferimento in impianto, si manifestino delle di- screpanze o non conformità, di carattere non meramente formale, tra quanto og- getto dell’omologazione e l’effettivo contenuto del carico, a seguito dei controlli effettuati dalla Ditta;
42) la procedura di omologa di cui al punto precedente deve essere prevista per tutti i rifiuti diversi dai rifiuti urbani non pericolosi; sono esclusi dall’omologa anche i tutti i rifiuti in ingresso oggetto di raccolta differenziata sul territorio comunale effettuato direttamente da AMIA;
Gestione dei piazzali
43) il piazzale di stoccaggio e trattamento dei rifiuti deve essere costantemente man- tenuto in buono stato onde evitare sollevamento di polveri e dispersione al suolo di inquinanti.
44) il piazzale destinato alla viabilità, il parcheggio, nonché le griglie di raccolta delle acque di dilavamento devono risultare costantemente puliti, in modo da garantire il regolare deflusso delle acque;
45) le aree non impermeabilizzate non devono essere utilizzate per alcun tipo di atti- vità legata alla gestione dei rifiuti;
46) devono essere eseguite verifiche periodiche (annuale o in caso di necessità) sulla pavimentazione e, nel caso in cui la pavimentazione risultasse ammalorata, le
operazioni di rifacimento della stessa dovranno essere eseguite con le migliori tecniche disponibili e certificate da tecnici competenti (Rapporto di Intervento); in caso di presenza di fessurazioni, tali da poter comportare la migrazione di inquinanti verso la matrice suolo, la ditta dovrà procedere a delimitare l'area interessata me- diante opportuni sistemi mobili di delimitazione e attivarsi affinché avvenga il ri- pristino nel più breve tempo possibile;
47) con cadenza almeno mensile dovrà essere effettuata una ricognizione sul lato di confine con Acque Veronesi, procedendo alla raccolta di frammenti di rifiuti che potrebbero terminare sull’area di pertinenza di Acque Veronesi; eventuali rifiuti che dovessero inavvertitamente terminare su detta area devono prontamente esse- re rimossi. Su apposito “Quaderno di pulizia” dovranno essere registrati tali inter- venti, così come il ricorso all’intervento del falconiere (per contenere la presenza di gabbiani).
Scarico delle acque reflue
48) la gestione dell'impianto di depurazione, a servizio di tutta l'area dello stabilimento, e lo scaricodelle acque reflue, sono subordinati alle seguenti prescrizioni (imposte da Acque Veronesi con autorizzazione Prot. Uscita 874/22 del 13/01/2022):
a) Le acque reflue scaricate in fognatura devono rispettare i limiti di accettabilità previsti dal decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, tabella 3 dell’allegato 5 “valori limiti di emissione […] in fognatura e successive modifiche ed integra- zioni” ed il limite di volume annuo di 55.000 mc calcolato sulla base del misura- tore di portata allo scarico;
b) la Ditta effettui con cadenza TRIMESTRALE servendosi di un laboratorio accre- ditato (ACCREDIA), l’analisi del refluo scaricato in fognatura, su un campione che sia rappresentativo del refluo prodotto dal ciclo produttivo. I referti analitici, certificati dal laboratorio accreditato (ACCREDIA), con indicati i valori almeno dei seguenti parametri: pH, COD, BOD5, Solidi Sospesi Totali, Fosforo totale, Azoto Totale, Azoto ammoniacale, Idrocarburi totali, Alluminio, Cadmio, Cromo totale, Cromo esavalente, Manganese, Mercurio, Nichel, Ferro, Piombo, Rame, Zinco, dovranno essere resi disponibili, qualora richiesti dalla scrivente Società o da altra Autorità competente al controllo, entro le 24 ore successive alla richiesta. La Ditta è tenuta a tenere un quaderno di registrazione delle analisi di autocon- trollo dei propri scarichi;
c) i/il pozzetto di campionamento delle acque reflue industriali abbia dimensioni almeno pari a cm 60 x 60 e con un battente di cm 30 al pelo libero, che consenta un’agevole accessibilità in condizioni di sicurezza nel rispetto di quanto previsto dalle norme di sicurezza e igiene del lavoro;
d) La Ditta preveda un piano di pulizia periodica dei manufatti impiegati per il trat- tamento ed il convogliamento delle acque di scarico sulla base delle indicazioni fornite dalla Ditta costruttrice dell’impianto in modo da garantirne il miglior fun- zionamento possibile. La Ditta inoltre dovrà tenere a disposizione gli appositi re- gistri consistenti in:
- a. “Quaderno di Manutenzione” dove registrare gli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, anomalie di funzionamento e fermo impian- to verificatesi sugli impianti di trattamento delle acque reflue prima della loro immissione in fognatura, comprendendo misuratori di portata allo scarico, campionatori automatici, valvole e paratoie sigillate, quando ri- chieste. Si ricorda che in caso di eventi che possono portare a peggiora- mento delle caratteristiche dello scarico o ad alterazione dei dati di pro- cesso o della situazione esistente è fatto obbligo di farne tempestiva se-
gnalazione ad Acque Veronesi indicando la data dell’evento, le cause, le modalità e i tempi di ripristino, la stima del quantitativo dell’acqua non trattata o non misurata immessa in fognatura.
- b. “Registro di Carico e Scarico”: così come previsto dall’art. 190, X.Xxx. 3 aprile 2006 n. 152 in materia di rifiuti. Fanghi, oli e idrocarburi, materia- le sedimentato ed altri materiali prodotti negli impianti di depurazione de- vono essere smaltiti come rifiuti. La Ditta dovrà riportare su tali registri, le quantità di rifiuti prodotti/smaltiti, la loro tipologia, identificata dal codice
C.E.R. e relativa descrizione. I registri debitamente compilati dovranno essere tenuti presso la Ditta/impianto a disposizione dell’Autorità di Vigi- xxxxx;
e) la Ditta dovrà inviare all’indirizzo xxxxxxxxxxx@xxxxxxxxxxxxx.xx entro il 15 gen- naio di ciascun anno sul/i modulo/i predisposto dalla Società e reperibile sul sito xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx nella sezione modulistica:
• “denuncia di scarico”:
- il quantitativo di acqua scaricata e prelevata da pubblico acquedotto, o al- tra fonte di approvvigionamento,
- le letture di inizio e fine d’anno del/i contatore/i e del misuratore di porta- ta,
- la concentrazione di COD, SST, Azoto totale, Fosforo Totale espressa in mg/l rilevata nel refluo scaricato,
• “denuncia di prelievo da pozzo”:
- la denuncia dei volumi prelevati dal pozzo,
- quantità e qualità delle acque reflue scaricate in fognatura o in altro modo nell’anno precedente.
49) all’accadimento di un evento accidentale che influisca sulla qualità delle acque reflue convogliate in fognatura, AMIA dovrà attenersi alla procedura contenuta nel PEI che comporta il blocco delle pompe.
Per l’attivazione dello scarico (e quindi delle pompe) AMIA dovrà:
• ottenere il nulla-osta di Acque Veronesi;
• trasmettere al gestore Acque Veronesi referto analitico di campione prele- vato dalla vasca di accumulo che contempli, oltre ai parametri indicati al
n. 45 lett. b), anche le diossine e i PFAS.
Emissioni in atmosfera
50) La soc. AMIA Verona è autorizzata, ai sensi dell'articolo 269 del D.Lgs. n. 152/2006, alle emissioni in atmosfera per le attività di verniciatura e di officina riparazione attrezzature e mezzi di trasporto come indicato graficamente nella planimetria B20 del 06.06.2022, rispettando le seguenti prescrizioni:
a) rispettare i limiti delle emissioni convogliate, nelle condizioni di esercizio più gravose, riportati nella tabella seguente. I valori limite di emissione in con- centrazione vanno riferiti al volume di effluente gassoso anidro (0°C e 101,3 kPa);
Tabella n. C – emissioni in atmosfera.
Camino | Processo | Sistema di abbattimento | Inquinante | Concentrazione (mg/Nm3) | Flusso di massa Kg/h | ||||
N° | Portata (Nm3/h) | H (m) | cm | Dir. O/V | |||||
RC_1 | 2.500 | 6 | 34x3 0 | V | Aspirazione saldatura | ----- | polveri | 5 | ----- |
RC_2 | 9.500 | 6,1 | 40x8 0 | X | Xxxxxxxxxxx (xxxxxxxxx battitura) | Paint stop | polveri | 5 | ----- |
RC_3 | 1.900 | 6,2 | 10x8 0 | X | Xxxxxxxxxxx (xxxxxxxxx riscaldamento cabina) | Paint stop | polveri | 5 | ----- |
RC_5 | 1.000 | 5,7 | 30 | V | Box Tintometro Lavaggio pistole | ----- | COV Cl.III | 30 | 0.03 |
COV Cl. IV | 140 | 0.14 | |||||||
COV Cl. V | 70 | 0.07 | |||||||
RC_6 | 45.000 | 5,5 | 110x 100 | V | Verniciatura cas- sonetti (aeriformi verniciatura) | Paint stop | polveri | 3 | ----- |
COV Cl.III | 20 | 0.9 | |||||||
COV Cl. IV | 10 | 0.45 | |||||||
COV Cl. V | 5 | 0.225 | |||||||
RC_7 | 7.700 | 6 | 40x8 0 | V | Verniciatura cassonetti (aeriformi riscalda- mentocabina) | Paint stop | Polveri COV | 3 50 | 0.385 |
b) applicare i criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai va- lori limite previsti nell’allegato VI alla parte quinta del D. Lgs n. 152/2006 e s.m.i.. Il numero dei prelievi nel campionamento manuale è di tre per ciascuna misura e il calcolo del valore di emissione si intende riferito alla media delle tre letture. Il tempo di campionamento di norma deve essere ad un’ora di funzionamento dell’impianto nelle condizioni di esercizio più gravose34. Utilizzare i metodi di campionamento, analisi e criteri richiamati nelle perti- nenti norme tecniche UNI, UNI EN, UNICHIM, EPA, NIOSH riportate nel si- to istituzionale ARPAV della Regione del Veneto (sito xxxx://xxxx.xxxx.xxxxxx.xx) oppure altri metodi equivalenti;
51) i camini sottoposti ad analisi periodiche (RC6 e RC7), come da PMC, devono es- sere dotati di:
a) adeguate strutture fisse35 di accesso e permanenza per gli operatori incarica- ti al controllo in conformità alle norme di sicurezza di cui al D. Lgs n. 81 del 9 aprile 2008, delle Norme UNI EN 15259:2008 e UNI EN ISO 14122- 4(2010)36;
b) una presa elettrica alimentata a 220 V per il collegamento della strumenta- zione di campionamento, adeguatamente protetta contro i rischi di natura elettrica;
52) non utilizzare prodotti classificati dal D.Lgs. n. 52/1997 come cancerogeni, muta- geni o tossici nell’ambito della verniciatura ai quali, a causa del loro tenore di COV, sono assegnate etichette con le frasi di rischio H340, H350, H350i, H360D, H360F e H341, H351;
53) non utilizzare prodotti contenenti sostanze ritenute cancerogene, tossiche, muta- gene appartenenti alle tabelle A1 e A239, con riferimento alla parte II, dell'allega- to I alla parte quinta del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.;
54) le operazioni di manutenzione parziale e totale degli impianti di abbattimento do- vranno essere eseguite con frequenza tale da mantenere costante l'efficienza degli stessi.
Piano di Monitoraggio e controllo
55) il gestore dovrà attenersi al Piano di Monitoraggio e Controllo aggiornato al pre- sente provvedimento autorizzativo; entro 30 giorni dalla trasmissione del presente provvedimento dovrà essere presentato a Provincia di Verona, Comune di Verona e ARPAV;
56) le registrazioni dei dati previsti dal Piano di Monitoraggio e Controllo devono es- sere tenute a disposizione degli Enti responsabili al controllo, del Comune territo-
rialmente competente e del Dipartimento ARPAV di Verona;
57) provvedere annualmente alla compilazione del reporting entro il mese di aprile di ogni anno;
58) effettuare entro il 31/10/2022 un’analisi di impatto acustico (in sostituzione di quella prevista da PMC vigente entro il 31/12/2022), realizzata in conformità alle Linee Guida ARPAV (pubblicate nel BUR 92/2008) che includa la conferma dell’adeguatezza delle condizioni meteorologiche durante la misura (assenza di precipitazioni e nebbia, venti inferiori a 5 m/s), comunicandone gli esiti a Provin- cia di Verona, Comune di Verona e dipartimento ARPAV di Verona entro il 30/11/2022;
Gestione del fine vita dell’impianto
59) comunicare a Provincia di Verona, Comune territorialmente competente e Dipar- timento A.R.P.A.V. di Verona la data prevista di cessazione dell’attività con un preavviso di almeno 60 giorni;
60) compiere le valutazioni e gli interventi prescritti dall'art. 29-sexies, comma 9- quinquies, del d.lgs 152/06, osservando la procedura di seguito descritta: al mo- mento della cessazione definitiva delle attività, eseguire tempestivamente gli in- terventi necessari ad eliminare, controllare, contenere o ridurre le sostanze perico- lose pertinenti in modo che il sito, tenuto conto dell'uso attuale o dell'uso futuro eventualmente approvato del medesimo non comporti un rischio significativo per la salute umana o per l'ambiente a causa della contaminazione del suolo o delle acque sotterranee in conseguenza delle attività autorizzate, tenendo conto dello stato del sito di ubicazione dell'installazione indicato nell'istanza;
61) attuare la rimessa in pristino dei luoghi in conformità agli strumenti urbanistici vigenti o agli eventuali nuovi impianti autorizzati;
62) trasmettere a Provincia di Verona, Comune di Verona e Dipartimento A.R.P.A.V. di Verona, entro 30 giorni dall'effettiva cessazione dell'attività, una relazione che documenti le suddette valutazioni e consenta di verificarne la correttezza e la completezza e che dia dimostrazione, scritta e fotografica, degli interventi esegui- ti per il ripristino del sito allo stato evidenziato dall'istanza di AIA;
63) attivarsi ai sensi della normativa vigente in materia di bonifica dei siti inquinati qualora dalle verifiche effettuate emergesse una contaminazione delle matrici ambientali.
34 Possono essere adottati tempi diversi, nei casi previsto nel manuale UNICHIM 158. In generale i tempi di prelievo diversi sono ammessi qualora previsto da norme di legge o per motivi tecnici.
35 Per altezza del punto di prelievo non superiori a 5 metri, possono essere utilizzate strutture, tipo ponti a torre
su ruote, costruite in conformità alle norme di sicurezza, con piattaforma di lavoro di almeno 2 metri quadri.
36 Per altezza del punto di prelievo superiore a 5 metri, deve essere realizzata una piattaforma di lavoro permanente di superficie di 4 m2 con una lunghezza di fronte al/i tronchetto/i non inferiore a 1,5 m ed essere in grado di sostenere un carico concentrato di 400kg. I parapetti devono essere dotati ci corrimano posti a circa 0,5m e 1m di altezza e fermapiedi verticali di circa 0,20 m, nei lati della piattaforma rivolti verso il camino, i parapetti non devono distare più di 0,5 m dal tronchetto di prelievo, avere dei corrimano con catene rimovibili sulla parte superiore delle scale di accesso o cancelli con chiusura automatica. E’ opportuno un punto di ancoraggio per imbracatura di sicurezza degli operatori, e, se necessario, illuminazione artificiale e dispositivi per il sollevamento delle apparecchiature
37 I tronchetti di prelievo devono essere posti in un tratto rettilineo del camino pari a 5 Ø a monte e a valle di qualsiasi deformazione del condotto, essere ubicati tra 120-170 cm sopra la piattaforma di lavoro, avere una lunghezza di almeno 100 mm, un diametro di 4’’(pollici), filettatura gas e tappo a vite.
38 Fanno riferimento le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati.
39 Fanno riferimento le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati.