ARBITRATO, CONTRATTI E DIRITTO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE
ARBITRATO, CONTRATTI E DIRITTO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE
ARBITRATION, CONTRACTS AND INTERNATIONAL TRADE LAW
Studi in onore di Xxxxxxx Xxxxxxx Essays in Honour of Xxxxxxx Xxxxxxx
Études en l’honneur de Xxxxxxx Xxxxxxx Estudios en homenaje a Xxxxxxx Xxxxxxx
a cura di
XXXXXXXX XXXXXXXX e XXXXXX XXXXXXX
Sezione non inclusa
PREFAZIONE
Ricordare un Maestro con un volume collettaneo può considerarsi ormai una consuetudine nel mondo accademico. Ma questo volume, volutamente di dimensioni non ciclopiche, si distingue da molti altri per la qualità degli scritti e per i loro Autori, Professori universitari di fama mondiale e grandi professionisti, amici del Professore ed Avvocato Xxxxxxx Xxxxxxx che hanno voluto rendergli omaggio ed unirsi a noi nel ricordo di uno studioso italiano
— già Ministro del commercio con l’estero e Componente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato — che è stato unico nel panorama internazionale. Queste mélanges si collocano tra quelle dedicate ai massimi specialisti mondiali di arbitrato, diritto dei contratti, diritto internazionale privato e del commercio internazionale, al pari di quelle in onore di Xxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxx o Xxxxxx Xxxxxxx e di altri amici e colleghi a cui era particolarmente legato.
In questa prefazione, è impossibile ricordare e ripercorrere la vita del Professore Xxxxxxx, un giurista poliedrico aperto al mondo; un mondo che ha continuamente attraversato fin dall’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, dopo essersi laureato con lode in Giurisprudenza all’Università di Bologna ed avere conseguito un dottorato di ricerca presso la University of Michigan Law School, negli Stati Uniti.
Basti solo ricordare che, in Italia, è stato il pioniere del diritto antitrust ed un Maestro di fama mondiale del diritto dell’arbitrato e del commercio internazionale temi, questi, sui quali abbiamo voluto incentrare il presente tributo. Per ricordare e ripercorrere la vita del Professor Xxxxxxx senza inevitabili sentimentalismi, possiamo invocare il suo ultimo libro “È italiano ma è bravo”, edito nel 2018 per i tipi di Persiani, nel quale Egli ricostruisce le principali tappe della sua vita e della sua esemplare carriera. La lettura di quel libro autobiografico è intensa e commovente per tutti coloro che lo hanno conosciuto personalmente e ne hanno potuto apprezzare le doti umane, scientifiche e professionali.
Ad imperitura memoria, si è deciso di inserire nel presente volume, come accade in ogni Festschrift, un suo curriculum vitae che permetterà, a chi non ha avuto l’onore di conoscerlo, di apprezzare il suo percorso scientifico-
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PREFAZIONE
professionale e la sua visione cosmopolita delle scienze giuridiche ed econo- miche.
Quando abbiamo cominciato a contattare i suoi amici, molti dei quali sono divenuti gli autori dei saggi contenuti in questo libro, il Professor Xxxxxxx era ancora tra noi ed era felice di ricevere la visita di amici ed allievi. Stanco nel fisico ma non nell’impareggiabile intelletto, era ancora lucida- mente e straordinariamente legato ai suoi temi di ricerca e di studio, temi che lo hanno reso il primo ed unico Presidente italiano (dal 1986 al 1994, poi Honorary President) nella storia dell’International Council for Commercial Arbitration (ICCA), dopo essere stato membro dei più importanti collegi arbitrali in contenziosi nazionali e internazionali. Il nostro più grande rammarico sarà quello di non potere festeggiare insieme a lui la pubblica- zione di questo Liber amicorum in suo onore, in quanto alla fine del 2020 ci ha definitivamente lasciato. Ma nel licenziare il presente volume siamo certi che ciascuno di noi, a suo modo, sfogliando le pagine di questo libro lo sentirà accanto e rivedrà il suo sguardo veloce ed intelligente, ricorderà la battuta immediata e pungente, la conversazione raffinata e la sua sconfinata cultura.
Questo volume si divide in una sezione introduttiva e due parti.
Nella sezione introduttiva, intitolata “ritratti di un pioniere”, vengono illustrate alcune delle sue molteplici attività presso l’ICC Institute of World Business Law, l’International Council for Commercial Arbitration e l’Associa- zione italiana per l’arbitrato, attività che hanno caratterizzato la sua vita scientifica e professionale nel mondo dell’avvocatura.
Segue poi la prima parte del volume ove abbiamo raccolto gli scritti in materia di diritto dei contratti e del commercio internazionale.
La seconda parte è invece dedicata al diritto dell’arbitrato in tutte le sue accezioni: interno, internazionale, commerciale ed in materia di investimenti. Prima di congedarci per dare spazio ai singoli scritti, desideriamo presentare qui alcuni ricordi personali utili ad illustrare le ragioni che ci
hanno indotto a promuovere questo volume e a curarne la pubblicazione. Per quanto riguarda i ricordi di uno dei due curatori, Xxxxxxxx Xxxxxxxx,
l’incontro col Professor Xxxxxxx avvenne agli inizi degli anni ’90, subito dopo il rientro dagli Stati Uniti come borsista presso la University of California, Xxxxxx (Los Angeles). Dopo la discussione di una tesi su “La responsabilità degli amministratori di società per azioni in Italia e negli Stati Uniti” presso l’Università di Bologna, il Professor Xxxxxxx, oltre alla lode, mi fece conferire la menzione accademica di miglior tesi di diritto commerciale dell’anno. Il Professore mi disse di restare in contatto con lui e poco dopo mi invitò ad un convegno internazionale a Cortina d’Ampezzo. Mentre presiedeva il conve- gno ed io ascoltavo timidamente seduto in un angolo della sala, esclamò
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improvvisamente “Dov’è Xxxxxxxx? Ah eccolo. Xxxx, prenda appunti e inizi ad incontrare i relatori”. Mi feci coraggio e grazie a lui xxxx l’occasione di incontrare degli specialisti di fama mondiale come Xxxxxx Xxxxxx e molti degli autori dei saggi o dei firmatari della Tabula Gratulatoria di questo libro. Tornati a Bologna mi nominò subito junior associate nel suo Studio legale e
cultore di diritto commerciale all’Università. Venni così istantaneamente proiettato nel mondo dell’arbitrato e della pratica del diritto del commercio internazionale un mondo che, per molti giuristi, era pressocché sconosciuto. L’arbitrato delle Piramidi (1) era già finito ma continuava presso l’ICSID e bisognava monitorarlo, l’arbitrato Eurodisney era in corso, altri arbitrati con i relativi fascicoli si accumulavano di continuo nel suo leggendario studio legale a Bologna, in xxx Xxxxxxxxxx 00. Una boutique di arbitrato ed interna- tional litigation, come si dice oggi, collegata ai più famosi studi internazionali del mondo e nonostante nel suo Studio fossimo in pochi, avevamo tutti il privilegio di lavorare fianco a fianco con lui e condividere le sue molteplici attività scientifiche e professionali (v. infra il ritratto a firma di A. Fraticelli). Era un intellettuale geniale ed instancabile, capace di dialogare per ore in quattro lingue contemporaneamente e su temi diversi. Ricordo ancora un pomeriggio in cui, mentre mi dettava una lettera in inglese per un arbitrato a Londra, parlava al telefono in francese di un altro arbitrato con un avvocato a Parigi e, a propria volta, correggeva un saggio che stava scrivendo in spagnolo per gli studi in onore del Professore Xxxxxx Xxxxxxx Y Xxxxxx, eminente Professore della Universidad Complutense de Madrid e suo caro amico. “Xxxxxxxx, mi faccia la cortesia di non distrarsi e scriva!” tuonava (in italiano) se, solo per un secondo, perdevo l’orientamento tra i suoi vari discorsi in contemporanea multilingue: guai a me se non coglievo l’attimo fuggente in cui intendeva dettarmi un’altra frase per la mia lettera. Senonché, pur se durante la giornata nel suo Studio legale la tensione intellettuale era sempre molto alta, quando la sera finivamo di lavorare il Professore mi offriva spesso un passaggio in automobile fino a casa e mentre guidava mi dava pazientemente delle illuminanti spiegazioni sull’arbitrato internazio- nale. Condivideva la mia passione per lo studio e la carriera accademica e desiderava che prima di intraprenderla avessi una sicura conoscenza della pratica giuridica internazionale. Poi, nel 1994, mentre il Professor Xxxxxxx veniva nominato Ministro del commercio con l’estero, vinsi una borsa di studio dell’Università di Bologna per il perfezionamento all’estero e, su suo
(1) V. G. DELAUME, “The Pyramids Stand—The Pharaohs Can Rest in Peace”, in ICSID Review - Foreign Investment Law Journal, 1993, p. 231ö263 and X. XXXXXXXX, “The Pyramids Case”, in Collected Courses of The International Academy For Arbitration Law, Year 2012, Vol. 1, 2014, p. 1.
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consiglio, mi trasferii a Parigi ove svolsi uno stage presso la International Court of Arbitration della International Chamber of Commerce e venni ammesso al Dottorato di ricerca dell’Università di Parigi I, Panthéon Sor- bonne ove mi accolse il Professor Xxxxxxxxx Xxxxxxx, tra gli autori di questo libro. Nel contempo, tramite un apposito accordo di doppio diploma, effettuavo le mie ricerche anche a Bologna dirette dal Professore Xxxxxxxxx Xxxxxxx. Rientrato in Italia da Parigi (e dall’Aja ove avevo conseguito il Diploma dell’Accademia di diritto internazionale) all’alba del Duemila, vinsi subito un concorso universitario presso l’Università “Cà Foscari” di Venezia e qui ho completato la mia carriera come Professore ordinario di diritto internazionale ricoprendo oggi anche la carica di Prorettore alle relazioni internazionali. A quel tempo, il rapporto col Professor Xxxxxxx continuò in modo meno intenso ma sempre costante ed affettuoso finché, qualche anno fa, mi propose di tornare nel suo studio come “Special Counsel” per essere al suo fianco negli ultimi suoi arbitrati. E la mia gioia di ritrovarlo fu immensa come tuttora lo è la mia riconoscenza per i suoi insegnamenti, di scienza e di vita.
Per quanto riguarda me, Xxxxxx Xxxxxxx, gli anni che ho avuto l’onore di trascorrere al fianco del Professor Xxxxxxx hanno lasciato nel mio cuore e nella mia mente ricordi indelebili, una stima e un’ammirazione infinita.
Potrei ricordare tanti episodi e tanti aneddoti, ma mi sia consentito, in questa sede, solo ricordare come tutto è iniziato.
Nel 1990, al termine del mio percorso universitario ebbi occasione di potere parlare con il Professor Xxxxxxx a cui chiesi consiglio per un argo- mento su cui elaborare la tesi di laurea. La risposta fu immediata e di una sola parola: arbitrato.
Da quel giorno è iniziato il mio viaggio nel mondo del diritto dell’arbi- trato.
A marzo del 1991, da neolaureato cominciai, come di prassi in quegli anni, a seguire il Professor Xxxxxxx in tutte le sue lezioni di diritto commer- ciale nelle quali gli studenti rimanevano ammaliati dalla passione e dalla profonda conoscenza della materia che veniva loro trasmessa, nell’ambito di un corso monografico dedicato al diritto dell’arbitrato.
Un giorno di aprile dell’anno successivo, mentre eravamo nella fase di chiusura della pubblicazione del suo volume “Lezioni di diritto dell’arbi- trato”, uscito poi nel mese di maggio, il Professor Xxxxxxx a metà della lezione
mi disse: “Xxxxxxx, devo andare..., continui Lei” — “Bene Professore... certamente”, dissi Xxxx,rimn iantteesea scthreatlatsociacsaspe ilt’aoulloa.
Ma il professore mi disse “cominci pure, voglio ascoltarla un poco prima di andare...”.
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Honouring a Maestro del Diritto with a Liber amicorum has become customary in the university world. But this volume, deliberately of non-cyclopic dimensions, differs from others in terms of the exceptional quality of the essays and of their authors, world-renowned University professors and practitioners of International Law as well as friends of Professor Xxxxxxx Xxxxxxx. They have joined us to commemorate with this book an Italian legal scholar who has been unique on the world stage.
These Mélanges are dedicated to one of the world’s top specialists in Arbitration and International Trade Law of all times. They belong to the Mélanges of a generation of exceptional scholars and practitioners who are no longer with us, such as Xxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxx or Xxxxxx Xxxxxxx.
It is impossible here to recollect and retrace the entire life of Professor Xxxxxxx, a European lawyer open to the world, a world which he has continu- ously crossed since his doctoral studies in the United States in the 1950s, after graduation summa cum laude at the University of Bologna. A proliphic thinker, he was very generous and charismatic. Suffice it to say that, in Italy — and in Europe — he made a huge contribution to not one but several fields of Law: he has been the pioneer of Antitrust Law and of European Commercial Law as well as an élite scholar and practitioner of Arbitration Law, Interna- tional Trade Law, Private International Law and Comparative Contract Law. To remember the life of Professor Xxxxxxx without inevitable feelings, fortu- nately, we can rely on his latest book “É Italiano ma è bravo”, published in 2018 by Persiani, in which he reconstructs the main stages of his life and of his exemplary career. The reading of that autobiographical book is intense and moving for all those who have known him personally and have appreciated his innate human, scientific and professional gifts.
In everlasting memory, as it happens with every Festschrift, a curriculum vitae has been included in this volume. We hope that this will inspire young lawyers to follow his scientific and professional path, in the constant effort to build up a solid international practice enlightened by a cosmopolitan vision of the Law.
When we began to contact his friends, many of whom have kindly become the authors of the essays in this book, Professor Xxxxxxx was still among us and
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PREFACE
was happy to receive a visit from friends and students. Xxxxx in his body but not in his incomparable intellect, he was still working on his research themes, themes that made him the first and only Italian President (from 198ł to 1994, subsequently Honorary President) in the history of the International Council for Commercial Arbitration (ICCA), after having been a member of important arbitration tribunals in national and international disputes. Our biggest regret will be that of not being able to celebrate with him the publication of this Liber amicorum in his honor, for he left us at the end of 2020. But in publishing this work, we are certain that each one of us, in his own way, will see Xxxxxxx in each page and remember his fast thinking and his glance, his clever and pungent jokes as well as his refined conversations based on a cosmopolitan legal culture.
This book is divided into an introduction and two parts.
In a special introductory section, entitled ‘portraits of a pioneer’, some authors offer specific references to some of his many activities in the field: from the ICC Institute of World Business Law to the International Council for Commercial Arbitration, from the Italian Arbitration Association to his pro- fessional life as an international lawyer.
Then, in the first part of the book essays on Contract Law and Interna- tional Trade Law have been collected.
The second part is dedicated to Arbitration in its plural dimensions: domestic, international, commercial and investment Law.
Before closing this short foreword, we wish to present here some personal memories that will elucidate the reasons that led us to the promotion of this book and to ensure its publication.
Regarding the memories of the first editor, Xxxxxxxx Xxxxxxxx, the encoun- ter with Professor Xxxxxxx took place in the early ‘90s, immediately after returning from one academic year at the University of California, Xxxxxx, in the United States. Back to the University of Bologna, I discussed a dissertation on “The liability of directors of corporations in Italy and the United States” which, in addition to honors, earned me the academic mention of the best degree thesis in Commercial Law of the year upon express indication of Professor Xxxxxxx. He asked me to stay in touch and shortly after, he invited me to an interna- tional conference in Cortina d’Ampezzo. While he was chairing the symposium, I was shyly sitting in a corner of the room listening to the speakers. Then, he suddenly exclaimed “Where is Mr.Marrella? Ah There he is! Good, take notes and start meeting the conference speakers”. I gathered my courage and thanks to him I suddenly had my first opportunity to talk to famous arbitrators such as Professor Xxxxxx Xxxxxx as well as many of the authors of the essays of this
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book or signatories of the Tabula Gratulatoria at the end of the volume. Back in Bologna, he appointed me as junior associate in his law firm and Teaching Fellow of Commercial Law at the University of Bologna. I was thus instantly projected into the world of arbitration and international business law, a world almost unknown to the vast majority of lawyers in that historical period of time.
The Pyramids arbitration (1) had just ended though continued at ICSID and needed to be monitored, the Eurodisney arbitration was in progress, other important arbitration cases with their files accumulated continuously in his legendary Law firm in Bologna, at Xxx Xxxxxxxxxx 00. A boutique of arbitration and international litigation, as they say today, connected to the most famous
International Law firms in the world and although we were few young associates, we all had the privilege of working side by side with him. He was a brilliant and tireless Lawyer, capable of conversing for hours in four different languages simultaneously and on different topics. I still remember one after- noon when he was dictating to me a letter in English for an arbitration in London while he was speaking on the phone in French with a lawyer in Paris about another arbitration and, at the same time, he was busily correcting his essay, written in Spanish, for the Liber amicorum in honour of Professor Xxxxxx Xxxxxxx X Xxxxxx, an eminent Scholar of the Universidad Complutense de Madrid and his dear friend. “Xxxxxxxx, please do not get distracted and write!” he would thunder in Italian if, for just a second, I lost my bearing among his various multilingual conversations conducted at the same time. I was supposed to catch his phrase for my letter by understanding his moment of inspiration. However, even if during the day the intellectual tension was always very high in the Law firm, when we finished work in the (late) evening Professor Xxxxxxx often offered me a ride home in his car and while he was driving, he would patiently share enlightening insights on international arbi- tration. He shared my passion for study and for an academic career but wanted to make certain that, before I continued to move forward, I had a firm knowledge and understanding of international legal practice.
Then, in 1994, while he was appointed Minister for Foreign Trade, I won another study abroad scholarship and, on his advice, I moved to Paris where I did an internship at the ICC Court of Arbitration. I was subsequently admitted at the Ph.D. programme in International Law of the University Paris I, Panthéon Sorbonne. At the Sorbonne, I met Professor Xxxxxxxxx Xxxxxxx —
(1) V. G. DELAUME, “The Pyramids Stand—The Pharaohs Can Rest in Peace”, ICSID Review - Foreign Investment Law Journal, 1993, p. 231-263 and X. XXXXXXXX, “The Pyramids Case”, in Collected Courses of The International Academy For Arbitration Law, Year 2012, Vol.1, at 1 (2014).
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amongst the authors of this book — who kindly accepted to be my doctoral supervisor and thanks to a special double degree programme I also obtained a Doctorate in Bologna with the academic mentorship of Professor Xxxxxxxxx Xxxxxxx.
Upon my return to Italy from Paris (and The Hague where I obtained the Diploma of The Hague Academy of International Law), at the end of 1999 I became a Researcher of International Law at the ‘Cà Foscari’ University of Venice. Here, I have achieved my career and I currently am in the Faculty as a Full Professor of International Law serving as the present Cà Foscari University Vice-Rector for International Relations. At that time, the relation- ship with Professor Xxxxxxx continued in a less intense but always constant and affectionate way until, a few years ago, he proposed that I return to his Law firm as ‘Special Counsel’ to be at his side during his last arbitrations. And my joy at being with him again was as immense as my gratitude for his teachings. Regarding the memories of the other editor, Xxxxxx Xxxxxxx, the years spent with Professor Xxxxxxx have left an infinite affection and admiration. Many
stories and countless anecdotes may be recalled.
It all began in 1990, at the end of my University degree studies, I had the opportunity to speak with Professor Xxxxxxx, whom I asked for advice in the selection of a topic for my University degree thesis. The answer was immediate and consisted in one word: arbitration. From that day, my journey in the world of Arbitration Law began. Thus, in March 1991, after my graduation, I began to follow Professor Xxxxxxx in all of his lessons on Commercial Law at the University of Bologna. Students were simply astonished by the passion and in-depth knowledge that Professor Xxxxxxx could convey to them, including about the Law of Arbitration.
On an April day the following year, while we were at the closing stage of publishing his book “Lezioni di diritto dell’arbitrato”, to be released in the following month, Professor Xxxxxxx turned to me halfway through his lesson and said: “Mr. Soldati, I have to go...please continue the lecture” — “Fine Professor,...of course”, I replied, waiting for him to leave the classroom.
But he remained in the classroom and said: “Please start, I want to listen to you a little while before I go”. Well, that day my University career began in the Alma Mater Studiorum University of Bologna, where I now have the honor and the pleasure to teach, inter alia, that Commercial Law course that was once his course.
In the years that followed, since Professor Xxxxxxx was on leave for political commitments (he became, inter alia, the Italian Minister for Foreign Trade), I
had the honor to reTpelarcme hinime ienstteraacthtiongctahepAitrobliotration Law course, a course
which, with stubborn foresight, he was the first in Italy to introduce in the University curriculum.
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CURRICULUM VITAE SCIENTIFICO-PROFESSIONALE
DEL PROFESSOR XXXXXXX XXXXXXX (*)
(Bologna, 9.11.1928 - Bologna, 22.10.2020)
Abilitato alla pratica professionale in Italia nel 1951, presso la Corte di Cassazione nel 1965.
Studi e attività universitaria: Università di Bologna (Laurea in Giuri- sprudenza, con lode, 1950); Cambridge University, Inghilterra (1950); Uni- versity of Michigan Law School (LL.M., 1953; S.J.D., 1958).
Professore Ordinario di Diritto dell’Arbitrato, a seguito di trasferimento dalla cattedra di Diritto Commerciale e Professore di Diritto Commerciale Internazionale, Università di Bologna (1994). Collocato fuori ruolo a partire dal 17 novembre 1997 (a seguito della nomina a componente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). In data 15 dicembre 1999 presentate le dimissioni dall’Autorità per un ritorno all’esercizio a pieno tempo della professione legale. In precedenza: Assistente (fino al 1961) presso le Università di Bologna e Roma (La Sapienza) ed in seguito Ordina- rio all’Università di Ferrara (1964-1966) e di Padova (1966-1970). Visiting Professor alla University of Michigan Law School; alla Xxxxx-Xxxxxxx University, Bologna Center; all’Ohio Legal Center Institute, Columbus (1974); all’Université Internationale des Sciences Comparées, Faculté de Droit Comparé, Luxembourg; International Faculty of Comparative Law, Strasbourg; Institut Universitaire d’Etudes Européennes, Torino. Incaricato di Diritto Commerciale Internazionale e di Diritto della Concorrenza presso la Scuola di Perfezionamento in Scienze Amministrative (SPISA) dell’Uni- versità di Bologna. Altre materie insegnate: Diritto Privato Comparato; Diritto delle Comunità Europee; Diritto Anglo-Americano, Diritto e Pratica degli Scambi Internazionali. Direttore del Dipartimento di Discipline Giu- ridiche dell’Economia e dell’Azienda, Università di Bologna.
(*) A cura di Xxxxxx Xxxxxxxxxx, Avvocato in Bologna.
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CURRICULUM VITAE
Attività professionale e di consulenza a gruppi, imprese e consorzi di imprese (tra cui piccole e medie imprese) in tema di: (a) finanziamento, esportazione ed investimenti diretti, anche tramite la costituzione di joint ventures all’estero, nonché assistenza e consulenza continuativa a gruppi ed imprese estere che esportano in Italia e che qui operano in investimenti diretti, anche tramite la costituzione di joint ventures; fusioni e acquisizioni; diritto bancario; servizi finanziari e di investimento; (b) Mergers and Acqui- sitions (M&A) in generale, con riferimento allo studio e monitoraggio degli aspetti giuridici, aziendali e finanziari dei medesimi; (c) deregolamentazione e privatizzazioni in particolare nel settore dei trasporti, delle telecomunica- zioni, dell’E-Commerce dei mercati on-line, con speciale riferimento all’im- patto delle direttive comunitarie sulla legislazione nazionale contrastante; (d) diritto della concorrenza, societario, commerciale e industriale, contrattua- listica nazionale e internazionale.
Partecipato a numerosi (più di 450) procedimenti arbitrali e conciliazioni/mediazioni (a livello sia nazionale sia internazionale) per un periodo di oltre quarant’anni in qualità di Presidente del Collegio Arbitrale, Arbitro Unico, Arbitro Nominato dalla Parte, Conciliatore/Mediatore e Avvocato.
Svolta attività professionale contenziosa in numerosissime controversie nazionali e internazionali, comprese quelle di fronte alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee (oggi UE), nonché in sede stragiudiziale.
Incarichi pubblici ricoperti:
Delegato per l’Italia presso l’UNCITRAL, Commissione dell’ONU sul Diritto del Commercio Internazionale (1969-1972).
Presidente dell’International Council for Commercial Arbitration (I.C.C.A.), Organizzazione Non-Governativa dell’ONU, dal 1986 al 1994 (successivamente Presidente Onorario).
Membro del Parlamento Italiano, Camera dei Deputati, XII Legislatura (1994-1996).
Ministro del Commercio con l’Estero (1994-1995).
Membro del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto per il Commer- cio Estero (ICE: 1997).
Componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (1997-1999).
Presidente: Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. (R.F.I.) (2001-2004).
Presidente: Esperia Trust Company S.r.l. (2011-2014).
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CURRICULUM VITAE
Vice-Presidente: Confindustria Lazio (2001-2004).
Presidente: Associazione per l’Insegnamento e per lo Studio dell’Arbi- trato e del Diritto del Commercio Internazionale (A.I.S.A.) (dal 1986).
Membro: Advisory Board of the Center for International and Compa- rative Law, University of Michigan Law School (1998 - 2003).
Ricevuta la Xxxx’x Medal da parte della New York Law School quale riconoscimento per i contributi resi nel campo del Diritto Comparato ed Angloamericano.
Vice-Presidente: Camera Arbitrale della Camera di Commercio di Bo- logna (1985-1997); Arab Association for International Arbitration.
Presidente: Comitato Speciale per l’Applicazione della Convenzione di Ginevra del 1961 sull’arbitrato commerciale internazionale.
Membro, Comitato Esecutivo: Associazione Italiana per l’Arbitrato (A.I.A.), Roma.
Membro: Association of the Bar of the City of New York; American Bar Association; American Arbitration Association; Istituto Internazionale per la Promozione della Cultura Arbitrale (Comitato Scientifico); Comitati giuridici costituiti in seno alla Camera di Commercio Internazionale in tema di pratiche restrittive della concorrenza, arbitrato internazionale, arbitrato mul- tiparty, proprietà intellettuale e design industriale; The American Chamber of Commerce for Italy, Comitato Legale; International Bar Association; The London Court of International Arbitration; World Arbitration Institute, New York; Camera di Commercio di Stoccolma, Camera di Commercio Federale di Vienna (incluso nel “Panel of Presiding Arbitrators”); Advisory Council of the System of Conciliation; Arbitration and Expertise delle Camere di Commercio Euro-Arabe; Board of Arbitration of the Bahrain Centre for International Commercial Arbitration; Board of Arbitration of the China International Economic and Trade Arbitration Commission (CIE- TAC); Court of International Commercial Arbitration of the Chamber of Commerce of Romania; Malta Arbitration Center; Permanent Arbitration Court at the Croatian Chamber of Economy.
Associato: Fellow del Chartered Institute of Arbitrators, London (FCIArb).
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CURRICULUM VITAE
Consulente: Commissione Parlamentare Italiana sui limiti posti alla concorrenza nel campo economico; Commissione Europea (Direzione Ge- nerale della Concorrenza); Consiglio d’Europa; Consiglio Economico e Sociale UE (Fusioni e Concentrazioni Industriali); G.A.T.T. (Tariffe ed altre barriere alla concorrenza); Ministero per il coordinamento delle politiche comunitarie; Commissione per lo Studio della Concorrenza istituita presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, incaricata della preparazione della bozza di regolamento antitrust poi trasfusa nella l. 1 ottobre 1990, n. 287; OCSE (Scambi Internazionali); ONU (Concorrenza internazionale e arbitrato); CCI - Camera di Commercio Internazionale (Pratiche commerciali internazionali, pratiche restrittive della concorrenza e arbitrato).
Presentato rapporto in tema di concentrazioni di imprese a livello internazionale e resa una testimonianza di fronte al Senato USA (Sub- Committee on Antitrust and Monopoly).
Partecipato alla redazione e firma di accordi di cooperazione commer- ciale e arbitrale tra l’Associazione Italiana per l’Arbitrato e:
— la Camera di Commercio e Industria dell’U.R.S.S., 15 ottobre 1974;
— la Camera di Commercio della Repubblica Popolare Cinese, 16 maggio 1981.
Autore: di 21 Trattati e Monografie e di circa 350 articoli, estratti e commenti pubblicati su Riviste Giuridiche ed Economiche Italiane e stra- niere inter alia in tema di: Diritto dell’Arbitrato nazionale ed internazionale, Conciliazione, Fusioni e Acquisizioni, Arbitrato nel Settore Bancario, Legi- slazione Antitrust in Italia, all’estero e nella UE, GATT, OMC ed interna- zionalizzazione delle imprese, Diritto dei Trasporti, Diritto e Pratica degli Scambi Internazionali, Titoli di Credito, Errore e “Innocent Misrepresenta- tion”, Società Commerciali, Responsabilità del Produttore, Protezione del Consumatore, Proprietà Industriale e Concorrenza Sleale, Riorganizzazione Societaria, Società Multinazionali, Contratti Internazionali, Diritto Tributa- rio Internazionale, Diritto Doganale e Tariffario, Regolamentazione del Gas e del Petrolio, Convenzioni dell’Aja e di Vienna sulla Vendita di Beni Mobili, Costituzione di joint ventures in Italia e all’estero.
Comitati di Redazione e Direzione di Riviste (presenti e passati): Il Foro Padano, Rivista dell’Arbitrato, The Journal of World Trade Law, The
Journal of InternaTtieonrmal iAnrebietrsattrioant,toArcbaitpraittioolnoInternational, The Ameri-
can Review of International Arbitration (Comitato Consultivo), World Journal of Arbitration.
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XXXXXXX XXXXXXX: RITRATTI DI UN PIONIERE / PORTRAITS OF A PIONEER
LETTER FROM XXXX XXXXXXX (*)
I remember perfectly when I met Xxxxxxx Xxxxxxx for the first time. It was in 1971, when I had just joined the International Court of Arbitration of the ICC. The then Secretary General of the Court, Xxxxxxxx Xxxxxxxx was meeting some of the pioneers of international arbitration, among whom Xxxx Xxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxx, Xxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxxx and Xxxxxxx Xxxxxx in order to prepare the 1972 ICCA Congress which was to take place in Moscow. Xxxxxxx was assisting Professor Xxxxxx and I was assisting Xxxxxxxx Xxxxxxxx. This was the beginning of a long friendship.
We shared the same passion for international arbitration at a time when it was not fashionable. International arbitration for us was not only a way of resolving disputes but an approach to life and human relations more generally. We were convinced that the rule of law must guide the behaviour of everyone but that its application presupposes the necessary cultural neutrality which requires a distinction between national legal traditions and answers to universal issues. International arbitration and such cultural neutrality are indeed inseparable.
With this background, it is not surprising that when the ICC Institute of World Business Law was created in 1979, on the initiative of Professor Xxxxxx Xxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx was one of its enthusiastic supporters and contribu- tors.
I owe Xxxxxxx my first appointment as President of an arbitral tribunal in an ad hoc international arbitration. I was only 35 years old but, as co-arbitrator, he was able to convince the other co-arbitrator that, in spite of my lack of experience as an arbitrator, I could do the job. It is true that I had been working in the Secretariat of the ICC Court for already 9 years but it is one thing to administer arbitrations and another to conduct actual arbitration proceedings.
Xxxxxxx was a fighter, was very passionate and the discussions with him could lead to serious disputes, in particular when he considered that his honour was at stake. This characteristic embarked me into one of the most
(*) International Arbitrator. Former President of the ICC Institute of World Business Law (2010-2020).
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STUDI IN ONORE DI XXXXXXX XXXXXXX
interesting experiences of my life in the field of resolving disputes. Xxxxxxx had appointed me as member of a Court of Honour that one of his friends, another prominent arbitrator, and himself had decided to set up to decide a disagreement they had about the interpretation of various events in which they had been involved. His friend’s appointee and I were supposed to appoint a President. The two opponents had devised detailed rules that the Court of Honour had to follow in order to find out who was right. No need to say that the members of the Court of Honour had absolutely no intention to reach a decision which would embarrass any of the two friends. We were looking for an elegant way to re-establish the peace. We were saved by
Providence! Indeed, while we were desperately looking for a solution, Xxxxxxx’x friend had a car accident, fortunately without serious conse- quences. Xxxxxxx was so sorry for him that he called him at the hospital and told him that life was too precious to have it spoiled it by artificial disputes. The Court of Honour was dissolved, much to the relief of its members.
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Beside his pugnacity and his generosity, the more significant character- istic of Xxxxxx will always remain for me his creativity. He was a man of considerable culture but, at the same time, he was one of the few individuals with truly original ways of thinking. When there were two prevailing opinions on a specific issue, Xxxxxxx had always a third one and, in most cases, it was the more fruitful. A Nobel Prize in Economic Sciences once said that to be able to think outside of the box, you need first to have a box. No doubt that Xxxxxxx Xxxxxxx had one and thought out of it.
XXXXXXX XXXXXXX AND THE INTERNATIONAL COUNCIL FOR COMMERCIAL ARBITRATION: PAST AND PRESENT
di Xxxx Xxxxxx (*)
Professor Xxxxxxx Xxxxxxx was for many years associated with the International Council for Commercial Arbitration (ICCA), contributing to ICCA is activities from 1973 and acting as ICCA President from 1986-1994.
ICCA is a non-governmental organisation devoted to promoting the use of and improving the processes of arbitration, conciliation and other forms of resolving commercial disputes and has a unique profile and role in the field of international arbitration. ICCA does not administer arbitrations or act as an appointing authority: its role is to contribute to the harmonization of arbitral practice globally. This role is facilitated by its structure as an a organisation with the neutrality and independence of a UN-recognised NGO with no national ties, with no imperative to earn fees from the administration of arbitrations, and with no obligation to represent the interests of only one narrow sector within the arbitration community.
To understand ICCA’s unique role as an organisation — and Professor Xxxxxxx’x contribution to the evolution of ICCA — this short essay takes a retrospective look at ICCA’s history, its growth and its contributions to the development of international arbitration for over 50 years.
The foundations of ICCA were laid in 1961, when a group of arbitration practitioners regularly met up for lunch while working on negotiations toward the European Convention on International Commercial Arbitration in Geneva. Known as the Club de Chambésy, this group of like-minded friends came up with an idea: the creation of a forum to discuss emerging ideas, fundamentals and contentious topics within the field of international arbitration. Immediately putting this idea into action, the first ICCA Con- gress took place in Paris over three days in May 1961 with 162 delegates attending from 14 countries, mostly within Western Europe. ICCA’s found- ers sought regional diversity in subsequent Congress venues, and in the
(*) Executive Director, ICCA, Peace Palace, The Hague, the Netherlands, with thanks to Araba Acquaisie-Maison and Xxxx Xxxxxxx for their contribution to the preparation of this article.
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following years Congresses took place in Rotterdam, Venice, Moscow, New Delhi and Mexico City.
In 1975, ICCA co-founder (and ICCA President from 1978) Professor Xxxxxx Xxxxxxx returned from the fifth ICCA Congress in New Delhi, proposing to launch a large-scale publication on developments in arbitration worldwide. Assisted by Professor Xxxxxx Xxx van den Xxxx (ICCA General Editor for thirty-two years from 1986-2018, and ICCA President 2014-2016), the first ICCA Yearbook Commercial Arbitration was launched in 1976, containing information on how courts were enforcing arbitral awards across borders.
After the seventh ICCA Congress held in Hamburg in 1982, ICCA decided to publish the papers of its Congresses and Interim Meetings in a new “ICCA Congress Series”. Up until that point, records and materials had been compiled by arbitration journals and host organisations. In launching this new project, Professor Xxxxxxx expressed the hope that the development of a Congress Series would be a “valuable addition to the series of ICCA’s Yearbooks”, freeing the host organisers from the burden of preparing publications.
Continuing the trend of innovative publications, Professor Xxxxxxx later announced the launch of the ICCA Handbook in 1984, initially containing a collection of country reports and arbitration legislation from France, India, Saudi Arabia and the USSR — and by 2020 expanding into a seven-volume loose-leaf collection of country reports on arbitral practice and legislation from some 85 jurisdictions.
By the 1980s, ICCA had established a constant and living presence in the community of international arbitration through its publications, the organi- sation of Congresses and related activities aimed at bridging the gap between theory and practice in arbitration. Its growth and accomplishments are testament to the dedication and creativity of its past and present leaders, including Professor Xxxxxxx Xxxxxxx.
Professor Xxxxxxx Xxxxxxx was elected to the then ICCA Council in 1973 and his involvement spanned all of all ICCA’s activities. His contribution to ICCA publications included authoring the first “National Report Italy” in ICCA’s International Handbook on Commercial Arbitration, detailing new developments and changes to Italian arbitration law and practice. He is also recorded as having acted as rapporteur at the New Delhi Congress in 1975, rapporteur at the Bologna Conference on “The Authority of Arbitrators” in 1987, and author of the “Synthesis Report” at the Tokyo Conference in 1988. As a member of the Working Group on Arbitration Practice at the New York Congress in 1986, Professor Xxxxxxx prepared a hypothetical case devoted to comparative arbitration practice and held a debate around one of
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the most difficult areas in the field of arbitration: public policy and arbitra- bility. Leaving the conference with a strengthened conviction that there existed a wide difference between “arbitration on the book” and “arbitration in action”, he felt it was essential to focus on concrete issues touching upon the effectiveness of international arbitration and awards. This would be reflected in the programme for ICCA’s future action.
In 1986, Professor Xxxxxxx was elected president of ICCA — an office that he held until 1994. It was during his presidency that the 1993 ICCA Conference took place in Bahrain, the first to be held in the Middle East, furthering efforts to promote geographic diversity in international arbitration across cultural, legal and economic differences. During his presidency, he focused on critically examining and developing guidelines intended to inspire ICCA’s future action, holding himself personally accountable, in his capacity as president of ICCA, to contribute to widening acceptance of the 1958 United Nations Convention on the Recognition and Enforcement of Foreign Arbitral Awards (the New York Convention).
Professor Xxxxxxx recognised the challenges of concentrating solely on countries that already favoured use of arbitration. In 1987, coinciding with the ICCA Council’s annual meeting in Bologna, he started the tradition of holding local conferences in the year between the larger biennial ICCA Congresses, focused on regions seeking to develop and strengthen interna- tional arbitration practice. Detailing his perspectives on the future of ICCA in the twelfth volume of the ICCA Yearbook Commercial Arbitration, Professor Xxxxxxx noted that “the domain of international arbitration is evolving at a rapid pace, likewise, the functions of ICCA must be dynamically conceived and implemented”. Taking his words to heart, in the years following, ICCA further expanded its intellectual curiosity and capacity for reinvention.
ICCA’s core publications — the ICCA Yearbook, the ICCA Handbook and the ICCA Congress Series — currently lie at the heart of ICCA’s work, serving arbitrators, practitioners, judges and in-house counsel in their daily practice. To date, the Yearbook has grown to include some 3,000 court decisions applying the New York Convention — the largest collection of arbitration-related court decisions of any publication. The Handbook has grown to include some 85 country reports, becoming an essential resource on the law and practice of international arbitration. As to the Congress Series, this publication continues to track developments and debates in the field. As the late V.V. Xxxxxx (a long-term member of the ICCA Council and later ICCA Governing Board) once said about the Congress Series, “future historians will be able to see how and why the arbitral pendulum invariably swings one way and, eventually, back again. But why wait for them, when we
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can read it now for ourselves?” All attendees of ICCA Congresses receive a copy of the Congress Book for the Congress they have attended a year later, with the final published papers honed by interactions during the Congress itself.
Since the 1975 New Delhi Congress, ICCA has held a further 17 Congresses, favouring venues such as Warsaw, Tokyo and New York in the 1980s; Stockholm, Bahrain and Seoul in the 1990s; London, Beijing and Montreal in the 2000s; and most recently, Dublin, Rio, Singapore, Miami, Mauritius and Sydney. ICCA’s XXVth Congress will be held in Edinburgh in September 2021, and will be presided over jointly by immediate past ICCA President Xxxxxxxxx Xxxxxxxx-Xxxxxx and current ICCA President Xxxx Xxxx. These Congresses have become known for stimulating in-depth discussion and providing new insights on matters related to international arbitration, catering to both newcomers and experts in the arbitration community. They also leave a footprint within a local arbitration community, serving to stimulate growth of the practice of international arbitration in the years following an ICCA Congress.
In 2010, under the leadership of then ICCA President Xxx Xxxxxxxx, ICCA set in motion a process of fundamental transformation. The ICCA Council became a Governing Board with term limits, and ICCA opened its doors to general membership, tackling the gender and geographical imbal- ance in its membership to reflect and encourage the growth of the field into new regions and practice areas. ICCA’s Governing Board has now achieved a gender balance and is increasingly representative of different parts of the world, both developed and developing, reflecting the increasing diversity and global scope in ICCA general membership. ICCA also aimed to attract a younger and more diverse membership base. Recognising the needs and challenges for students and many young lawyers aspiring to build a career in arbitration, at the 2010 ICCA Congress in Rio de Janeiro, Xxxxxx Xxxxxxxx, Xxxx Xxxxxx and Xxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxx (Young ICCA’s founding Co-chairs) announced the creation of a new organisation: Young ICCA. Where existing young professional groups focused on networking, often in prestigious Western law firms, Young ICCA went a step further by launching programmes that would provide young arbitration practitioners from diverse backgrounds and regions an opportunity to access educational resources, practical training and mentorship, thus “opening the doors of international arbitration”. Young ICCA’s membership currently stands at over 8,000 members world-wide.
One of YoungTeICrmCAin’seceosretriantittioaticvaespiistoalosuccessful mentorship pro-
gramme, pairing experienced practitioners with those seeking entry to the field in structured two-year cycles. Now entering its 8th cycle, this two-year
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XXXXXXX XXXXXXX E L’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ARBITRATO
di Xxxxx Xxxxxxxx Xxxx (*)
L’intervento di Xxxxxxx Xxxxxxx durante la Celebrazione del trentennale dell’AIA Roma, 20 ottobre 1988 — Campidoglio Sala Protomoteca
La storia dell’Associazione Italiana per l’Arbitrato è stata accompagnata dalla presenza e dalla produzione scientifica del xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx fin dagli anni ’70.
Divenuto Socio dell’Associazione nel 1973, ne divenne Consigliere nel 1976 e mantenne tale carica fino al 2014, quando, durante la presidenza di Xxxxx Xxxxxxxxxx, fu designato Consigliere onorario.
Il primo contributo del prof. Xxxxxxx alle pubblicazioni dell’AIA è del 1978, quando, sul numero 1 della Rassegna dell’arbitrato, pubblicò la versione italiana del Rapporto su “L’arbitrato nei contratti di trasferimento
(*) Segretario Generale dell’Associazione Italiana per l’Arbitrato.
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della tecnologia”, presentato al VI International Arbitration Congress tenu- tosi a Città del Messico quello stesso anno. I temi che furono oggetto di quella Conferenza, dedicata a “Arbitration for Better International Trade” mostravano il grande interesse degli studiosi verso l’applicazione dell’arbi- trato al settore del commercio internazionale allora in piena evoluzione e proprio Xxxxxxx xxxxx come Presidente il III Gruppo di lavoro sul tema Arbitration and Technology. In questo scritto, a fronte di una disamina dei contratti che al tempo investivano la tecnologia, Xxxxxxx rilevava come nel
settore esaminato “i vari problemi, pur nel pieno rispetto della logica del profitto, non devono essere riguardati a livello di un “profitto” inteso in senso restrittivo ed egoistico. L’ottica deve essere più generale, e cioè integrata da considerazioni tratte dalla necessità di assicurare il pieno riconoscimento a particolari esigenze, proprie soprattutto dei Paesi in via di sviluppo, per cui il progresso tecnico deve accompagnarsi ad un progresso della collettività anche sotto il profilo sociale”. Per tale motivo l’Autore sottolineava come tali “considerazioni... devono essere attentamente valutate dall’arbitro... [che] è sovente chiamato a comporre controversie che non hanno natura strettamente giuridica... Ciò rappresenta una nuova dimensione della funzione arbitrale, una vera e propria sfida alla tradizionale nozione dell’arbitrato!”.
Nel 1979, nel numero 3 della Rassegna dell’Arbitrato, di cui è stato presidente del comitato di redazione dal 1977 al 1990, Xxxxxxx propose un completo ed esaustivo quadro dell’arbitrato internazionale, mettendo in luce le diversità con la regolamentazione dell’arbitrato interno ed evidenziando il ruolo delle Convenzioni internazionali in materia, anche al fine del ricono- scimento e dell’esecuzione delle sentenze arbitrali. In tale occasione, Xxxxxxx rilevava nelle conclusioni che il giudizio di delibazione, previsto in Italia per il riconoscimento delle sentenze arbitrali straniere, “viola[va] una precisa disposizione delle Convenzioni internazionali, più in particolare di quella di New York”, sottolineando come “in Italia la situazione non è conforme alla norma della Convenzione, perché la esecuzione di una sentenza arbitrale straniera è sensibilmente più onerosa e sensibilmente più costosa di quella di una sentenza arbitrale nazionale”. L’Autore invitava quindi il legislatore a “stralciare la disciplina in tema di arbitrato internazionale dal più ampio contesto del progetto di riforma del codice di procedura civile”, proponendo al contempo una legge ad hoc che, sola, avrebbe potuto risolvere in maniera soddisfacente il problema del rapporto tra arbitrato interno e arbitrato internazionale e garantire “a chi intenda giovarsi della disciplina prevista dalle Convenzioni cui l’Italia ha aderito (e ciò costituisce un preciso diritto del cittadino italiano), la certezza di un sollecito riconoscimento e puntuale esecu- zione della sentenza arbitrale nell’ambito del diritto interno, nel pieno rispetto dei principi e delle garanzie sanciti dalle Convenzioni stesse”.
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È dell’anno successivo, poi, il 1980, uno scritto sull’arbitrato multiparty, trascrizione di un intervento del prof. Xxxxxxx presentato al Convegno ICCA di Varsavia di quello stesso anno. Xxxxxxx Xxxxxxx era diventato membro ICCA già nel 1973, per poi diventarne Presidente nel 1986. Questo scritto tiene conto delle complesse transazioni commerciali che all’epoca comincia- vano ad essere sempre più diffuse, specialmente nel caso di fornitura di macchinari, know-how, brevetti e trasferimento di tecnologia. Bernini sotto- lineava come “tutti i provvedimenti da adottarsi relativamente alla riunione di procedimenti, o alla partecipazione di terzi diversi dai firmatari della clausola compromissoria/accordo arbitrale sono di natura volontaria” e pertanto si dichiarava a favore dell’intervento volontario di terzi nel caso in cui fosse stato ottenuto il consenso delle parti e degli arbitri: “ci si trova difronte alla stipulazione di un nuovo accordo arbitrale e, quindi, a un ulteriore contratto (mandato), tra la parte interveniente e gli arbitri stessi” e pertanto l’intervento volontario “può anche implicare la riapertura, su base consensuale, di un procedimento arbitrale in relazione alla parte interveniente”. Xxxxxxx notava che, in mancanza di adeguata soluzione, la questione dell’arbitrato multiparty avrebbe potuto diventare “il vero tallone d’Achille dell’arbitrato”.
Anni dopo, nel 1988, Xxxxxxx partecipò alla Celebrazione del trentennale
dell’AIA, tenutosi nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma. Appena eletto Presidente dell’ICCA, il suo intervento fu tutto dedicato ad illustrare le funzioni di questa associazione internazionale a beneficio della cultura dell’arbitrato internazionale. Non mancò, in quell’occasione, di ricordare la figura e l’opera del xxxx. Xxxxxxx Xxxxxx per la costituzione stessa dell’ICCA, e anche dell’AIA di cui anche fu fondatore.
Xxxxxxx è stato convinto sostenitore della riforma dell’arbitrato in Italia e di essa si occupò in molteplici occasioni nei suoi interventi come relatore in convegni. Tra questi, partecipò anche alla Giornata di studio sul progetto di riforma dell’arbitrato interno e internazionale, organizzata in collabora- zione tra l’Associazione italiana fra gli studiosi del processo civile e l’AIA, tenutasi a Roma nel 1989. In quell’occasione articolò la sua relazione su due distinti temi: il primo relativo all’ipotesi in cui un arbitro non partecipi, per motivi diversi, alle riunioni del tribunale arbitrale, determinando così un truncated arbitral tribunal. La seconda questione affrontata era invece la possibilità di applicare al merito della controversia sottoposta ad arbitrato, invece che una legge statale, la lex mercatoria, tema che sarà dall’Autore ampiamente affrontato in tanti altri scritti anche successivi. Nella relazione tenuta all’AIA nel 1989, Xxxxxxx, con grande decisione, metteva in guardia il
legislatore italiano e gli esperti incaricati della riforma dal “pericolo di
rinnovati favori statualistici che potrebbero seriamente nuocere all’efficace messa in opera dell’arbitrato internazionale”.
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Un paio di anni più tardi, nel 1991, in occasione di un Convegno a Torino presso il Museo dell’Automobile, illustrava ad un pubblico composto essenzialmente di imprese le funzionalità dell’arbitrato, interno e internazio- nale, ad hoc o amministrato, esprimendosi pienamente a favore di quest’ul- timo, riconoscendo che “solo l’arbitrato amministrato riesce ad offrire alle parti la possibilità di prevedere il ricorso ad una disciplina generale, minuziosa
e articolata, prima dell’insorgere della lite” e che proprio questo sistema consente di “ovviare alla carenza, in sede arbitrale, di quelle prerogative istituzionali che sono, invece, tipiche della giurisdizione”. Non mancò, in quell’occasione, di sottolineare anche la necessità che l’arbitro offra la più assoluta garanzia di indipendenza, che garantisca cioè “[l’]assenza di ogni fattore che possa in qualsiasi modo pregiudicare la libertà di giudizio e di azione dell’arbitro”.
Un ultimo importante contributo all’attività dell’AIA fu fornito dal prof. Xxxxxxx nel 1994, in occasione del Convegno dedicato a “La legge di riforma della disciplina dell’arbitrato”, organizzato dall’AIA in collaborazione con la CCIAA di Roma e con la XXXXX Xxxxx Xxxxx. A quell’epoca era già molto coinvolto nell’attività politica, ma volle comunque presentare una complessa relazione sul tema dell’esecuzione dei lodi stranieri. Le sue considerazioni in relazione ai requisiti per l’esecuzione dei lodi, ad esempio con riguardo alle materie da ritenersi non arbitrabili, coglievano fin da allora i segni di possibili future interpretazioni più estensive.
Successivamente al 1994, Xxxxxxx Xxxxxxx seguì l’AIA un po’ più da lontano, rimanendo tuttavia sempre vicino agli scopi dell’Associazione e componente di altissimo profilo del Comitato Scientifico della Rivista del- l’Arbitrato.
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È con piacere quindi che, a nome dell’Associazione, colgo l’occasione per ringraziare il prof. Xxxxxxx per il suo contributo essenziale alla storia dell’arbitrato in Italia.
XXXXXXX XXXXXXX VISTO DA VICINO
di Xxxxxxx Xxxxxxxxxx (*)
Quello di ricordare il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx in poche righe, dovendo raccogliere in uno spazio limitato molti anni di vita professionale e personale trascorsi intensamente al suo fianco, non è un compito facile, così come non è facile raccontare l’uomo Xxxxxxx Xxxxxxx, di cui molti conoscono e ricor- dano il percorso professionale ed accademico, ma forse non altrettanto la sua personalità più autentica, che ha profondamente inciso nel disegnare il suo cammino di professore universitario, di avvocato, di arbitro, di uomo delle Istituzioni.
Prima di passare al ricordo personale, vorrei, innanzitutto, ripercorrere brevemente il suo intensissimo itinerario curriculare.
Nato a Bologna nel 1928, figlio dell’Avv. Xxxxxx Xxxxxxx e discendente di avvocati (tra cui l’Avv. Xxxx Xxxxxxx, eroe risorgimentale nominato nel 1889 primo sindaco elettivo di Rovigo, città di origine della sua famiglia), nel 1950 Xxxxxxx Xxxxxxx si laurea in giurisprudenza all’Università di Bologna, con lode, discutendo una tesi in diritto commerciale con il Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxx, che lo incoraggia a coltivare lo studio anche nell’ambito di materie all’epoca inesplorate come il diritto comparato e il diritto della concorrenza. Sempre nel 1950, si qualifica anche all’Università di Cambridge.
Iscrittosi all’Ordine Forense di Bologna nel 1951, parte con borsa di studio per gli Stati Uniti e consegue prima il Master of Law (LL.M., 1953), poi il dottorato (S.J.D., 1958) presso la University of Michigan Law School di Xxx Xxxxx, alla quale resterà legato per tutta la vita da un profondo e geloso spirito di appartenenza.
Già prima del suo rientro in Italia, pubblica importanti articoli e monografie sui temi del diritto straniero e comparato (frutto anche di un intenso confronto e dialogo con il Xxxx. Xxxx Xxxxx), del diritto delle Comunità europee, del diritto del commercio internazionale e di quelli che saranno i suoi veri cavalli di battaglia accademici e professionali: il diritto dell’arbitrato (interno e internazionale) e il diritto della concorrenza.
(*) Avvocato in Bologna.
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Rapida e brillantissima la sua carriera universitaria: già assistente nelle Università di Bologna e di Roma La Sapienza, ottiene la cattedra di diritto delle Comunità europee all’Università di Ferrara (1964) e, successivamente, di diritto angloamericano all’Università di Padova (1967). È ordinario di diritto commerciale alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna dal 1970 al 1997.
Si afferma rapidamente come uno degli assoluti protagonisti del mondo dell’arbitrato e, in particolare, dell’arbitrato internazionale, in un’epoca in cui l’Italia — causa anche una legislazione nazionale sull’arbitrato anacroni- stica e inadeguata — era rimasta del tutto esclusa da quel circuito. Arbitro nominato dalle più importanti istituzioni arbitrali del mondo, presidente di prestigiosi collegi ed estensore di lodi di assoluto riferimento (tra i quali spicca, per notorietà, il lodo del famoso “Arbitrato delle Piramidi” (1)), dal 1986 al 1994 è presidente dell’ICCA (International Council for Commercial Arbitration), di cui in seguito diviene Presidente Onorario. Scrive contributi fondamentali per lo studio dell’arbitrato internazionale e domestico, tra cui la monografia L’arbitrato (1993).
Prende parte a numerose prestigiose commissioni di studio nazionali e internazionali, accademiche ed istituzionali, tra cui l’UNCITRAL, in qualità di delegato del Governo italiano.
Pioniere del diritto antitrust in Italia, contribuisce alla stesura della legge
n. 287/90 sulla tutela della concorrenza e del mercato ed è autore della prima monografia organica uscita sul tema in Italia, “Un secolo di filosofia antitrust” (1991). Dal 1997 al 1999 è componente della Autorità Garante della Con- correnza e del Mercato, influente e assai ascoltato per la sua profonda conoscenza della materia e per la sua vasta esperienza professionale e di studioso del diritto antitrust americano e comunitario.
Eletto nel 1994 alla Camera dei Deputati (XII Legislatura), diventa Ministro per il Commercio con l’estero nel primo Governo Xxxxxxxxxx, incarico che svolge raccogliendo vasto apprezzamento bipartisan e interna- zionale per la sua competenza e il suo pragmatismo. Nel 1996 il Presidente della Repubblica, Xxxxx Xxxxx Xxxxxxxx, gli conferisce motu proprio l’onori- ficenza di Cavaliere di Gran Croce, la più alta della Repubblica.
Successivamente, ricopre ruoli dirigenziali di rilievo, tra cui la presidenza di Rete Ferroviaria Italiana e la vicepresidenza di Confindustria regionale del Lazio (2001).
(1) SOUTHERN PACIFIC PROPERTIES LIMITED (HONG KONG) V. ARAB REPUBLIC OF EGYPT — EGOTH, ICC Case no. YD/AS 3493, award of 11th May, 1983 (collegio arbitrale composto da Xxxxxxx Xxxxxxx, Presidente; Xxxx Xxxxxxx, arbitro nominato dal Claimant; Xxx X. Xxxxxxxx, arbitro nominato dai Respondents).
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Innumerevoli le sue pubblicazioni, sterminata la sua attività seminariale e convegnistica.
Avvocato fuori dagli schemi e alieno ad un approccio provinciale nella professione, Xxxxxxx Xxxxxxx era guidato da un genio innato, da una cultura giuridica e umanistica vastissima e di ampio respiro internazionale, instan- cabile ed inesauribile nel lavoro, un autentico combattente da ring nella negoziazione e nel contenzioso, giudiziale ed arbitrale, in qualsiasi contesto giuridico e geografico. Nel commentare il suo approccio alla professione legale e agli incarichi di litigator, egli amava ricordare le proprie passioni sportive degli anni giovanili, in particolare il rugby e, appunto, il pugilato: dalla noble art egli aveva mutuato le specifiche tattiche di combattimento e le aveva trasferite nelle sue raffinate abilità di advocacy, fatte — oltre che di scrupolosa preparazione del caso e di meticolosa conoscenza del dossier — di attenta osservazione dell’avversario, di guardia alta, di gioco di gambe, di estenuante lavoro ai fianchi, di attesa del momento propizio per sferrare il colpo, di attacco mirato, di magistrali colpi a sorpresa.
Molto attento ad ogni singolo problema emergente dal caso di volta in volta sottoposto alla sua attenzione e mosso da una inesauribile curiosità intellettuale, il Prof. Xxxxxxx sapeva fissare con la sua formidabile memoria fatti, persone, episodi e concetti. Uomo di grande inventiva e dalle doti predittive, ispirato dall’interesse per le cose antiche così come per quelle del presente e del futuro, egli aveva la rara abilità di trovare soluzioni nuove ed originali a problemi che apparivano talvolta irresolubili, spesso attingendo, oltre che dalla sua capacità creativa, anche dalla vastissima esperienza internazionale e multidisciplinare che aveva accumulato. Questa sua capacità emergeva, in particolare, nella negoziazione dei contratti e nella predisposi- zione delle singole clausole contrattuali, alla quale Xxxxxxx Xxxxxxx attendeva con cura e artigianalità sartoriale da haute couture. Particolarissima la sua attenzione al dettaglio nella redazione delle clausole compromissorie e, più in generale, delle clausole di scelta del metodo di soluzione delle controversie, che sapeva confezionare con singolare maestria, in particolare laddove si trattava di prevedere i possibili esiti conflittuali di scenari molto articolati e complessi: tra le molteplici sue creazioni, oltre alle raffinatissime clausole multistep, il Prof. Xxxxxxx andava particolarmente fiero della “sua” clausola di “arbitrato-arbitraggio” (così l’aveva battezzata), che era solito inserire nei contratti che prevedevano la cessione di partecipazioni di società e in ordine ai quali era possibile ipotizzare liti sulla quantificazione dei valori oggetto di trasferimento o sugli effetti di possibili sopravvenienze attive o passive: con questa sua clausola, Xxxxxxx Xxxxxxx ampliava i poteri degli arbitri rispetto a quelli previsti nelle usuali clausole compromissorie, conferendo loro espres- samente anche il potere di arbitratori e, cioè, il potere di integrare la volontà
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delle parti con proprie determinazioni, tenendo conto delle specifiche esi- genze del caso concreto (2).
Uomo audace sino alla sfrontatezza, i suoi confini erano quelli del mondo, fiero della sua italianità e della sua bolognesità, ma avido di confronto e di dialogo con persone di ogni provenienza, sempre ansioso di
misurarsi su temi diversi e su nuove sfide. Sotto il profilo professionale, Xxxxxxx Xxxxxxx è riuscito a realizzare a Bologna quello che altri erano riusciti a fare solo a Parigi, Londra, New York. Era l’unico avvocato italiano del suo tempo veramente conosciuto all’estero e nel suo studio di Xxx Xxxxxxxxxx 00 (impreziosito da una ricchissima biblioteca, dove spiccavano introvabili monografie e riviste straniere, oltre che i repertori della Giurisprudenza Italiana e Foro Italiano completi a far data dall’Unità d’Italia) sono convenuti gli avvocati internazionalisti più importanti del mondo, nessuno escluso. Ho ancora negli occhi il vivo ricordo del Prof. Xxxxxxx mentre, nel maggio 1992, svolge la sua relazione al Congresso sul Diritto del Commercio Internazio- nale tenuto nell’ambito della XXV Sessione dell’UNCITRAL, rivolgendosi a centinaia di delegati di tutto il mondo dal podio dell’Aula dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York, dove per l’occasione lo avevo accompagnato.
Ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare insieme al Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx, condividendo lunga parte delle sue interminabili giornate, per undici anni a partire dall’inizio della mia attività professionale, nel 1989, e sono orgoglioso di riconoscerlo come mio Maestro, un Maestro che rara- mente impartiva lezioni vere e proprie (non ce ne era il tempo), ma dal quale ho imparato tanto, tantissimo, anche — e soprattutto — “di rapina”, osservandolo con attenzione in ogni suo gesto e in ogni suo atto della professione, sia nel segreto del suo studio, sia nelle aule delle Corti di Giustizia, nelle sale dei procedimenti arbitrali, nelle sedi delle Autorità regolatorie indipendenti, nei palazzi della politica e delle Istituzioni.
Stargli vicino nella professione, nella produzione accademica e nella
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quotidianità di tutti i giorni è stato difficile, perché — sebbene conversatore affascinante e di raffinatissimo ed affabulatorio eloquio poliglotta — Xxxxxxx Xxxxxxx era un uomo difficile: la sua asticella sempre altissima, la sua velocità mentale e di reazione irraggiungibile, esigente — talvolta anche inflessibil- mente duro — con i collaboratori così come lo era verso se stesso, implaca- bile e intollerante verso una qualità del lavoro che fosse sotto lo standard dell’eccellenza. Per lui, nella professione esisteva sempre l’obbligazione di
(2) Sulla opportunità di integrazione dei poteri dell’arbitro rituale con i poteri dell’ar- bitratore ex art. 1349 cod. civ. nelle ipotesi di “arbitrato economico”, v. X. XXXXXXX, L’arbitrato, CLUEB, Bologna, 1994, p. 98.
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Parte I
DIRITTO DEI CONTRATTI E DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE / CONTRACTS AND INTERNATIONAL TRADE LAW
AUTONOMIA DELLE PARTI E SCELTA DELLA LEGGE APPLICABILE AL CONTRATTO “INTERNO”
di Xxxxx Xxxx (*)
Sommario: 1. Sovranità v. autonomia privata. — 2. Trust, costituzione di società. — 3. L’in- tegrazione del contratto. — 4. Il problema nel diritto internazionale privato. — 5. Il Regolamento Roma I (art. 3 c. 3). — 6. La vessatorietà della clausola sulla legge applicabile. — 7. L’ausilio della comparazione.
1. Sovranità v. autonomia privata.
La lex contractus è scelta dalle parti o, in caso di omissione, è scelta mediante l’applicazione di regole stabilite dall’ordinamento che disciplina il contratto. Ai contratti transnazionali si applica il Regolamento Roma I sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (Reg. CE n. 593 del 17 giugno 2008), il quale ha vocazione universale. Il suo art. 2 infatti stabilisce che « la legge designata...si applica anche ove non sia quella di uno Stato membro ». Il Regolamento determina i criteri di collegamento tra il contratto e il Paese di riferimento e quindi i criteri di scelta conseguente operando uno rapporto stretto tra Paese e ordinamento.
Il Regolamento in modo esplicito governa i “conflitti di leggi” e i criteri di collegamento da esso previsti servono appunto a dirimere questi conflitti. Si suppone, però, che i contraenti abbiano diversa cittadinanza. La questione della scelta della legge applicabile effettuata dalle parti aventi la medesima cittadinanza (italiana) ad un contratto privo quindi di qualsiasi collegamento con altri Stati e con altri ordinamenti giuridici, perché sorto in Italia, o da eseguirsi in Italia, o comunque riferito a beni situati in Italia, non si è mai posta in modo esplicito fino a qualche anno fa. Si riteneva che il contratto “interno” dovesse essere regolato soltanto dal diritto italiano, e che la lex contractus non potesse essere diversa da quella italiana. O, almeno, non si ponevano il problema gli studiosi di diritto civile, mentre esso era stato risolto in senso opposto dagli studiosi di diritto internazionale privato.
(*) Professore emerito di diritto privato Università La Sapienza di Roma.
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STUDI IN ONORE DI XXXXXXX XXXXXXX
La questione, quando sollevata, era affrontata dai civilisti in modo drastico, o in modo per così dire naturale, apparendo ovvio che, senza una specifica determinazione delle parti al riguardo, si dovesse applicare la legge italiana. Qualora poi alle parti fosse parso di poter scegliere un’altra legge, la risposta era negativa. Autorevole dottrina non sollevava alcun dubbio al riguardo: « due contraenti italiani, che concludano un contratto destinato ad essere eseguito in Italia (e, dunque, un contratto privo di criteri di collega- mento con altri Stati) non possono sottrarre il contratto all’applicazione della legge italiana » (1). Il principio della sovranità prevaleva non solo in caso di omessa scelta delle parti, ma anche qualora le parti avessero fatto una diversa opzione.
I criteri da seguire non collimano con i criteri scelti da regolamenti o convenzioni per i contratti transnazionali e per i contratti internazionali, e neppure con le previsioni contenute nei regolamenti delle camere arbitrali quando le parti si affidano all’arbitrato amministrato. Ma non possono prescinderne, nel senso che le indicazioni provenienti da quelle previsioni normative debbono essere rese compatibili, quanto meno per ragioni siste- matiche, con i criteri che si dovranno adottare per risolvere il problema enunciato (2).
Altra questione riguarda la legge applicabile in materia di capacità, validità, interpretazione, etc., del contratto.
Altra questione ancora è data dalla validità della clausola di scelta della legge applicabile: trattasi di clausola vessatoria? La scelta di un ordinamento straniero, il rinvio ad una legge straniera non dovrebbe essere considerata vessatoria. Per la verità, la validità della clausola dovrebbe essere valutata alla luce della legge straniera. Ma anche se si dovesse applicare la legge italiana, la riproduzione di una norma non è indice di vessatorietà secondo il Codice del consumo, anche se questa disposizione presuppone che la norma sia appartenente all’ordinamento italiano. Ma anche negli anni precedenti l’ap- provazione della direttiva n. 13 del 1993 e quindi del Codice del consumo (art. 33 del d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206), la Corte di Cassazione lo aveva escluso (3).
Il principio di sovranità deve dunque prevalere sul principio di libertà contrattuale? Non solo in Italia, ma anche nei Paesi nei quali la libertà
(1) X. XXXXXXX, Diritto civile e commerciale, I, IV ed., Padova, Cedam, 2004, p. 105.
(2) E. DEL PRATO, Categorie internazionalprivatistiche ed istituti civilistici, in Xxx. xxx.
xxx., 0000, X, x. 00.
Termine estratto capitolo
(3) Cass. 30 aprile 1969, n. 1403, in Foro it., 1969, I, c. 22223; Cass., SS.UU., 8 novembre 1976, n. 4082, ivi, 1976, I, c. 2756; contra M. XXXXXX, Condizioni generali di contratto, in Enciclopedia giuridica, VII, Roma, 1988, p. 11.
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