REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Servizio integrazione socio-sanitaria e politiche per la non autosufficienza
REGIONE XXXXXX-ROMAGNA
Direzione Sanità e servizi sociali
Servizio Integrazione socio-sanitaria e politiche per la non autosufficienza
CONTRATTI di SERVIZIO STRUTTURE SOCIO-SANITARIE ACCREDITATE:
MONITORAGGIO ANNO 2011
Dicembre 2012
Servizio integrazione socio-sanitaria e politiche per la non autosufficienza
INDICE
1. Premessa
2. Metodologia della rilevazione
3. contratti
o numero contratti sottoscritti
o Tipologia dei sottoscrittori
o Gestioni miste
4. contenuti dei contratti
o elementi di flessibilità previsti dal sistema di remunerazione per l’accreditamento
Ø elementi di flessibilità in diminuzione
Ø elementi di flessibilità in aumento
o definizione costo di riferimento del singolo servizio
o fornitura fattori produttivi:utilizzo dell’immobile
5. approfondimenti su tematiche specifiche
o regime di non esenzione IVA
o applicazione del congelamento
o quote aggiuntive a carico del FRNA
o gestioni particolari
6. sintesi e dati rilevanti
Servizio integrazione socio-sanitaria e politiche per la non autosufficienza
1. Premessa
La complessità e l’innovazione introdotta con il processo di accreditamento richiede un costante monitoraggio sullo stato di avanzamento del percorso.
L’avvio del sistema informativo “Anagrafe Strutture e servizi socio-sanitari accreditati”, presentato ai territori il 5 marzo 2012, consente di archiviare e gestire le informazioni relative agli atti di accreditamento in modo dinamico, con aggiornamenti costanti e condivisi dalla rete dei soggetti coinvolti.
E’ in programma l’estensione dell’anagrafica degli atti di accreditamento anche ai contratti di servizio.
In attesa di questo ampliamento, è stato necessario acquisire ulteriori specifiche sui contenuti dei contratti di servizio stipulati per l’anno 2011 e sull’applicazione del sistema di remunerazione regionale, con particolare riferimento agli elementi costitutivi del sistema di remunerazione:
• Elementi di flessibilità in diminuzione o aumento che determinano il costo di riferimento del singolo servizio accreditato
• Costo del lavoro
• Utilizzo di fattori produttivi
Oggetto della presente rilevazione sono gli aspetti legati alla remunerazione inseriti nei contratti o gli accordi (nel caso delle strutture a gestione pubblica), relativi alle strutture accreditate, che abbiano prodotto effetti nel corso del 2011.
In questa sede non sono stati presi in considerazione gli altri elementi contenuti nei contratti di servizio, né tantomeno è stata approfondita una riflessione sulle criticità e sulle potenzialità legate all’introduzione del nuovo strumento del contratto di servizio.
Parimenti non sono stati presi in specifica considerazione (ad eccezione della eventuale messa a disposizione dell’immobile) gli aspetti legati a particolari accordi tra la committenza ed il/i soggetti gestori relativi alla fornitura di singoli fattori produttivi.
Queste tematiche dovranno essere oggetto di specifici approfondimenti che mettano a valore le esperienze realizzate nella prima stagione dei contratti di servizio in modo da consentire un significativo miglioramento dei contratti di servizio di seconda generazione che si andranno a realizzare dopo il 2013.
Inoltre non sono oggetto della rilevazione i servizi per i quali non è stato sottoscritto nel corso del 2011 alcun contratto o accordo, né i servizi che al momento non sono entrati nell’accreditamento per i quali è stato deciso di utilizzare i contratti e le convenzioni in essere sino alla naturale scadenza degli stessi.
I servizi accreditati coinvolti sono le strutture diurne e residenziali per persone anziane (CRA e CD) e persone disabili (CSRR, CSRD)
La complessità e l’eterogeneità delle situazioni ha consigliato di prevedere approfondimento sulla Assistenza Domiciliare per una fase successiva.
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2. Metodologia della rilevazione Le informazioni sono state raccolte attraverso la compilazione on-line di un questionario in modalità eurovoxbox per accedere al quale sono state assegnate
singole credenziali ai Responsabili degli Uffici di Piano.
Ogni ambito distrettuale ha poi individuato l’operatore incaricato per l’immissione dati.
Le domande contenute nel questionario riguardano diversi ambiti :
o Elementi di flessibilità gestionale/organizzativa che possono determinare una diminuzione/aumento del costo di riferimento,
o costo di riferimento giornaliero,
o utilizzo dell’immobile,
o dati di attività relativi all’anno 2011.
I dati estratti dal questionario sono stati riportati in 3 schede analitiche contenenti informazioni per ogni singola struttura e suddivise per tipologia di servizio (CRA, CD, CSRR,CSRD).
o scheda n. 1: sono riportati i dati relativi agli elementi di flessibilità previsti dal sistema di remunerazione (costo del lavoro, elementi di flessibilità gestionale/organizzativa in aumento e in diminuzione)
o scheda n. 2: sono riportati gli elementi che definiscono il costo di riferimento di ogni singolo servizio per l’anno 2011: riepilogo degli elementi di flessibilità in aumento e in diminuzione, applicazione del congelamento, eventuali quote aggiuntive per gestioni speciali o per ridurre la retta utente (alcune informazioni sono state ricavate da precedenti rilevazioni)
o scheda n. 3: focus sulla fornitura del fattore produttivo rappresentato dall’utilizzo dell’immobile
Per garantire la divulgazione di dati accertati e convalidati, è stato richiesto di verificare la correttezza di quanto riportato nelle tabelle e di apportare eventuali correzioni e/o modifiche.
In considerazione di alcune specificità legate a particolari situazioni preesistenti consolidate nel tempo, che hanno comportato adattamenti nell’applicazione del sistema di remunerazione previsto dall’accreditamento, è stato necessario un ulteriore confronto con alcuni ambiti territoriali per inserire informazioni aggiuntive, utili per fornire un quadro di sintesi corrispondente, o il più vicino possibile, alla realtà.
Per una corretta lettura dei dati, è bene segnalare che:
o i nuclei residenziali speciali per demenze così come i centri diurni specializzati per demenze non sono stati considerati separatamente nella presente rilevazione. Tale analisi è opportuna ed a tal fine sarà attivato un approfondimento specifico con il progressivo avvicinarsi all’accreditamento definitivo;
o benché la normativa regionale identifica una sola tipologia di struttura residenziale per anziani non autosufficienti (CRA), in alcuni casi, permanendo nei territori un approccio legato alle precedenti normative, è stato necessario sdoppiare le strutture che, pur accreditate con un unico provvedimento, assicurano livelli di servizio differenti, specificatamente individuati nel contratto di servizio.
o sono esclusi dalla elaborazione quei servizi accreditati per un numero molto limitato di posti o di giornate e con attribuzione di costi tali da provocare una distorsione sui risultati complessivi.
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3. contratti
Le tabelle che seguono fotografano la situazione dei contratti sottoscritti
aggiornata al 31/12/2011
Nel conteggio sono compresi anche gli accordi stipulati nel caso di gestione diretta di un servizio da parte di un comune o di una unione di comuni.
In questa situazione infatti, anziché il contratto di servizio, all’accreditamento consegue la determinazione di un programma di attività e di un budget annuale per gli interventi da effettuarsi.
Nella tabella che segue sono elencati:
o n. contratti o accordi stipulati nel corso del 2011
o tipologia dei sottoscrittori : pubblico/privato/misto
o periodo di sottoscrizione (data di avvio e data fine) Dall’analisi emergono alcuni dati significativi:
a) alla fine del 2011 su 798 servizi residenziali o diurni accreditati una quota del 10% dei servizi accreditati risulta senza contratto o accordo (81). Da un’analisi territoriale si evidenzia che tale ritardo riguarda esclusivamente alcuni territori, in particolare la provincia di Ravenna ( solo 2 contratti/accordi stipulati su 78 servizi accreditati). Rispetto alle tipologie dei servizi, invece, si rileva una sostanziale omogeneità: a fronte di una media generale del 10%, risultano non stipulati accordi/contratti per il 10% delle CRA, del 12% dei CD anziani, del 12% dei Centro socio riabilitati per disabili e del 9% dei Centri diurni socio riabilitativi per disabili;
b) La stragrande maggioranza dei contratti (86%)è stata siglata con decorrenza dal 1 luglio 2011 o da data antecedente;
c) quasi i due terzi dei contratti (72%) sono stati siglati con validità sino al 31.12.2013, prevedendo strumenti più flessibili per l’adeguamento annuale delle remunerazioni in conseguenza del variare degli elementi di flessibilità nel periodo di validità dell’accreditamento transitorio. Del rimanente 28%, il 16% dei contratti aveva scadenza al 31.12.2011 ed il 12% al 30/6/2012.
Sulla tempistica della definizione dei contratti hanno inciso in particolare le situazioni miste, per le quali è stata a volte complessa la definizione degli accordi tra i soggetti coinvolti nella gestione del servizio accreditato, accordi la cui sottoscrizione era essenziale per la sottoscrizione del contratto di servizio tra i soggetti della committenza ed il soggetto gestore identificato come unico riferimento per le gestioni miste nella fase di accreditamento transitorio.
L’Azienda Usl di Ravenna non è compresa nella rilevazione in quanto nel corso del 2011 non sono stati sottoscritti contratti o accordi.
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o Tipologia dei sottoscrittori
Sul totale dei 798 servizi accreditati (esclusa l’Assistenza domiciliare), il 52% dei soggetti gestori accreditati appartiene al settore del privato sociale profit e non profit, il 15% è un soggetto pubblico (Comune, Ausl, Asp) mentre il 33% (34% se rapportati ai soli 786 servizi accreditati transitoriamente) dei soggetti accreditati sottoscrittori dei contratti, è misto pubblico/privato.
o Considerazioni sui contratti di servizi accreditati transitoriamente in forma mista
La tabella che segue rappresenta un approfondimento sui servizi accreditati transitoriamente con una gestione mista (esclusa l’assistenza domiciliare).
Sul totale di 265 servizi accreditati in forma mista, 163 (pari al 62%), avranno, al termine del programma di adeguamento, una gestione unitaria privata.
Per 77 servizi è stato previsto al termine dell’accreditamento transitorio la gestione unitaria da parte di COMUNI e ASP (nel totale sono compresi 4 servizi pubblici risultanti dallo sdoppiamento di 3 CRA e 1 CSRR in 2 nuclei: 1 pubblico e 1 privato).
CRA | CD | CSRR | CSRD | TOTALE | |
COMUNE | 0 | 0 | 1 | 0 | 1 |
ASP | 32 | 29 | 3 | 1 | 65 |
.
La responsabilità gestionale unitaria prevede, tra l’altro, la disponibilità delle risorse umane e la dipendenza funzionale degli operatori
Ovviamente è possibile che in questi anni alcuni gestori abbiano già dato seguito al programma di adeguamento assicurando già la responsabilità gestionale unitaria.
Da segnalare la situazione di chi nel 2010 non aveva definito in modo chiaro le scelte: si tratta di 28 situazioni concentrate in pochissimi territori e riguardano:
CRA | CD | CSRR | CSRD | TOTALE | |
Distretto Fidenza | 9 | 7 | 16 | ||
Distretto Mirandola | 1 | 1 | |||
Distretto Bologna | 4 | 4 | |||
Distretto Forlì | 1 | 1 | 2 | ||
Distretto Rubicone | 4 | 1 | 5 | ||
TOTALE | 18 | 8 | 1 | 1 | 28 |
Tale situazione si è nel frattempo chiarita per alcuni ambiti distrettuali (ad esempio Bologna) Al momento il problema di una definizione non chiara riguarda essenzialmente due ambiti distrettuali nei quali sono interessati 21 servizi.
Risulta comunque evidente che questo problema è assolutamente diverso da quello di chi una scelta l’ha operata e la sta progressivamente attuando.
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TABELLA GESTIONI MISTE SERVIZI ACCREDITATI TRANSITORIAMENTE
Monitoraggio contratti di servizio strutture sociosanitarie: anno 2011 8
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4. Contenuto dei contratti
È bene ricordare che il sistema di remunerazione per l’accreditamento costituisce un quadro di riferimento unico e non rideterminabile a livello locale, se non per alcuni elementi di flessibilità che vanno verificati territorialmente.
Le tabelle che seguono rappresentano il riepilogo, per ogni tipologia di struttura, di tutti gli elementi di flessibilità gestionale e organizzativa indicati ai punti 3.1.1. delle delibere sulle tariffe (DGR 2110/09, DGR 219/10, DGR 1336/10) nonché dei rapporti con i parametri indicati negli allegati A delle stesse delibere (contenuto analitico dei fattori produttivi remunerati con costi di riferimento).
o Elementi di flessibilità gestionale e organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento (tabella 1.1)
CASA RESIDENZA ANZIANI - CRA
o Costo del lavoro
La riduzione del costo del lavoro interessa 109 CRA (37%) con un valore medio di
1,2 euro con un minimo di 0,01 euro ed un massimo di 8,43 euro.
A livello territoriale la percentuale di CRA interessate dalle riduzioni del costo del lavoro varia dal 3% di Ferrara, 11% di Modena , 33% di Forlì e di Bologna, realtà entro la media regionale, per giungere a valori percentuali più elevati (Piacenza 42%, Reggio
50%, Parma 53%, Imola 60%, Cesena 67%, Rimini 75%)
o Riduzioni in base ad elementi assistenziali
Sono interessate 112 CRA da riduzioni di elementi assistenziali. In particolare:
o 33 (11%) per una presenza di OSS qualificati inferiore all’80%
o 48 (16%) per una minor presenza dell’animatore
o 68 (23%) per la fornitura di servizi integrativi a pagamento separato.
Questo tipo di riduzione è legata all’accreditamento transitorio, decrescente e da superare al momento del passaggio all’accreditamento definitivo.
182 servizi sul totale delle 291 CRA oggetto della rilevazione, sono interessate ad elementi di flessibilità in diminuzione.
Complessivamente i diversi elementi di flessibilità in diminuzione incidono sul 60% dei posti accreditati.
7 aziende Usl si collocano al di sopra della media regionale e 3 al di sotto del 60%.
Si va dal minimo dell’1% dell’azienda Usl di Ferrara con una sola CRA interessata ad elementi di flessibilità in diminuzione, fino ad un massimo del 94% dei servizi interessati e il 86% dei posti di Forlì e Rimini.
Il valore medio della riduzione giornaliera è di 1,2 con un minimo di 0,54 dell’Ausl di Modena ed un valore medio massimo di 2,38 dell’Ausl di Reggio.
A livello regionale il valore minimo assoluto è di 0,01 e il valore massimo è di 8,43.
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Complessivamente le 182 CRA (pari al 63% delle CRA oggetto della rilevazione) alle quali è stata applicata una riduzione si collocano nelle seguenti fasce:
N.CRA | % sulle Cra con riduzione | FASCE di riduzione |
65 | 36% | da 0,01 a 0,50 |
32 | 18% | da 0,51 a 1,00 |
24 | 13% | da 1,01 a 1,50 |
17 | 9% | da 1,51 a 2,00 |
44 | 24% | oltre 2 |
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Tabella 1.1: elementi di flessibilità gestionale ed organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento
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o Elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento (tabella 2.1)
Per quello che riguarda la Casa residenza Anziani (CRA) è stato preso in considerazione l’aumento del costo di riferimento derivante dal riconoscimento di un livello di qualità superiore non a carico del FRNA.
Complessivamente il 16% delle CRA (48) ed il 20% dei posti accreditati, sono stati interessati da un riconoscimento di un livello di qualità superiore.
Il processo ha interessato principalmente 4 territori.
Imola (90% delle CRA per il 95% dei posti), Modena (36% delle CRA e il 40% dei posti), Rimini (31% delle CRA e il 35% dei posti) Reggio Emilia (21% CRA e il 35% dei posti).
In questi quattro ambiti sono concentrati l’85% delle 48 CRA interessate da questo processo.
In due ambiti territoriali (Piacenza e Bologna) non è stata riconosciuta maggiore qualità.
Nella tabella che segue è indicato per ogni Azienda Usl il numero di CRA per le quali è stato riconosciuto un livello di qualità superiore e le fonti di finanziamento utilizzate distinte tra:
o risorse del comune,
o maggiore contribuzione utente,
o quota per la messa a disposizione dell’immobile La maggior qualità delle 48 CRA è stata finanziata
o Con risorse del Comune nel 9%
o Con risorse degli utenti nell’8%
o Con risorse del Comune e degli utenti in 5 CRA sul totale delle 292 oggetto della rilevazione, pari al 2%
Quasi assente l’utilizzo di una parte derivante dall’utilizzo dell’immobile per finanziare la maggiore qualità.
Per la maggiore qualità è stata riconosciuta mediamente una quota di 3,4 euro, con un minimo, a livello di ambito AUSL, di 0,2 ed un massimo di 8,5.
L’entità della quota riconosciuta per maggiore qualità è così distribuita nelle 48 CRA:
N.CRA | % sulle Cra con maggiore qualità | FASCE di aumento |
17 | 35% | da 0,01 a 1,00 |
5 | 10% | da 1,01 a 2,00 |
6 | 13% | da 2,01 a 4,00 |
20 | 42% | oltre 4 euro |
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Tabella 2.1: elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento
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o Definizione costo di riferimento del singolo servizio (tabella 3.1)
La tabella che segue fotografa la remunerazione dei soggetti gestori definita nei contratti di servizio, come esito dell’applicazione di tutti gli elementi che compongono il sistema, in parte già evidenziati nelle tabelle precedenti ( tabelle 1.1 e 2.1), con esclusione degli interventi prettamente sanitari (assistenza infermieristica, riabilitativa, medica, farmaceutica) fornita o rimborsata dalle AUSL.
Si rileva che in alcuni casi siamo stati costretti a ricavare in modo induttivo alcuni dati non forniti dai territori, in particolare i costi giornalieri applicati in regime di congelamento.
Da sottolineare che il costo giornaliero medio regionale che risulta effettivamente applicato nel 2011 (86,9) è molto vicino al risultato teorico che si ottiene moltiplicando i valori previsti dal sistema regionale di remunerazione per le percentuali di case mix delle quattro classi .
Per ogni Azienda Usl è stato indicato un valore medio giornaliero, calcolato sulla base dei costi dei servizi oggetto della rilevazione.
La media del costo giornaliero nelle diverse Ausl varia da un minimo di 85,4 ad un massimo di 92,3. Quest’ultimo valore rappresenta una eccezione dal momento che la media di tutte le altre AUSL è compresa in un range di -1,5 + 2,3 rispetto alla media regionale (86,9).
E’ stata anche svolta un’analisi di tutti i servizi accreditati, dalla quale emerge che il range di variabilità dei costi dei singoli servizi è ridotto rispetto alla situazione pre-accreditamento:
il 39% dei servizi ha un costo inferiore a 84 euro, il 33% in un range compreso tra 84 e 88 e il 29% è superiore a 88 euro.
Anche per quanto riguarda le rette a carico degli utenti risulta ridotto il range di variabilità della situazione pre-accreditamento: il 22% dei servizi ha una retta sotto i 47 euro, il 62% tra i 47 e 49,5, il 15% superiore a 49,5.
Inoltre sembra sostanzialmente raggiunto l’obiettivo di rendere esplicite e basate su specifiche motivazioni le differenze esistenti.
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Tabella 3.1: costo di riferimento del servizio realmente applicato nel contratto di servizio nel 2011
(1) valore medio ponderato sul numero dei posti del costo giornaliero dei servizi accreditati oggetto della rilevazione
(2) intervallo compreso tra +2€ e -2€ dal costo di riferimento medio regionale basato sul case mix medio senza riduzioni
(3) trattasi di contributo indistinto al costo del servizio, non tiene conto di quanto versato dai Comuni per gli indigenti.
A tale proposito è da tener presente che in alcuni Comuni è stato adottato un sistema di compartecipazione al costo del servizio progressivo in base alla situazione economico-patrimoniale. Pertanto in tali casi le risorse assicurate dai Comuni per i cittadini “indigenti”, non ricomprese in questa tabella, possono anche risultare molto significative.
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o fornitura fattori produttivi:utilizzo dell’immobile (tabella 4.1)
La rilevazione sui contratti di servizio ha preso in esame l’utilizzo dell’immobile come specifica ed unica (tra le diverse possibilità) situazione di fornitura di servizi e/o fattori produttivi messi a disposizione al soggetto gestore del servizio accreditato:.
Ai fini della rilevazione sono stati considerati come proprietari anche i soggetti gestori che in questa fase transitoria utilizzano l’immobile in comodato d’uso gratuito, e che quindi ne hanno di fatto la disponibilità.
Tenuto conto di questa specifica, il 78% degli immobili è nella disponibilità del soggetto gestore.
Nel restante 22%, il rapporto con la proprietà è regolato, nel 16%, con la corresponsione della quota di affitto mentre nel 6% la quota non introitata viene utilizzata per finanziare un piano di adeguamento strutturale (4%), per il contenimento retta utente (3%) e al finanziamento di maggiore qualità (1%)
Non è stato possibile inserire nella tabella sintetica quelle situazioni in cui il proprietario dell’immobile è un soggetto terzo, al quale il soggetto gestore versa una quota forfettaria (a volte anche con il contributo del soggetto pubblico).
In generale sembra di poter rilevare un uso assolutamente parziale e limitato della flessibilità degli istituti previsti dal sistema di remunerazione regionale, così come sono stati segnalati diverse situazioni nelle quali la messa a disposizione dell’immobile da parte di un soggetto pubblico, di fatto gratuita in regime preaccreditamento, ha comportato con il passaggio all’accreditamento la richiesta di un corrispettivo, a volte senza approfondimento delle modalità di finanziamento di eventuali livelli di qualità aggiuntiva in precedenza già assicurati dal soggetto gestore.
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Tabella 4.1: fornitura di fattori produttivi: utilizzo dell’immobile
Nota: Ausl di Ferrara : sdoppiati 2 servizi;risposte multiple nella destinazione quota (vedi schede analitiche)
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o Elementi di flessibilità gestionale e organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento (tabella 1.2)
CENTRO DIURNO PER ANZIANI (CD)
o Costo del lavoro
La riduzione del costo del lavoro interessa 92 CD (49%) con un valore medio di 2,4
euro con un minimo di 0,03 euro ed un massimo di 9,51 euro.
o Riduzioni in base ad elementi assistenziali
67 CD sono interessati da riduzioni di elementi assistenziali. In particolare:
Ø 12 (6%) per una presenza di OSS qualificati inferiore all’80%
Ø 13 (7%) per una apertura giornaliera inferiore alle 10 ore
Ø 28 (15%) per rapporto assistenziale/ospiti inferiore ai parametri
Ø 40 (22%) per la presenza dell’animatore inferiore ai parametri
I 122 CD (pari al 66% dei CD oggetto della rilevazione ai quali è stata applicata una riduzione si collocano nelle seguenti fasce;
X.XX | % sui CD con riduzione | FASCE di riduzione |
23 | 19% | da 0,01 a 0,50 |
19 | 16% | da 0,51 a 1,00 |
12 | 10% | da 1,01 a 1,50 |
10 | 8% | da 1,51 a 2,00 |
58 | 48% | oltre 2 |
Da segnalare che in quasi il 50% dei casi la riduzione è superiore a 2 euro al giorno
.
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Tabella 1.2: elementi di flessibilità gestionale ed organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento
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o Elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento (tabella 2.2)
Complessivamente il 16% dei CD (29) ed il 18% dei posti accreditati, sono stati interessati da un riconoscimento di un livello di qualità superiore.
Il processo ha interessato principalmente 4 territori.
Imola (nella totalità dei CD), Modena (50% dei CD e il 57% dei posti), Forlì (29% dei CD e il 41% dei posti), Bologna ( 19% dei CD e 23% dei posti).
In questi quattro ambiti sono concentrati il 95% dei 29 CD interessati da questo processo.
In 5 ambiti territoriali (Piacenza, Parma, Ferrara, Cesena e Rimini) non è stato riconosciuta maggiore qualità.
Nella tabella che segue è indicato per ogni Azienda Usl il numero di CD per le quali è stato riconosciuto un livello di qualità superiore e le fonti di finanziamento utilizzate distinte tra:
Ø risorse del comune,
Ø maggiore contribuzione utente,
Ø quota per la messa a disposizione dell’immobile La maggior qualità dei 29 CD è stata finanziata
Ø Con risorse del Comune nel 15%
Ø Con risorse degli utenti nell’1%
L’utilizzo di una parte derivante dalla quota per la messa a disposizione dell’immobile riguarda un solo CD.
La quota media giornaliera risulta essere di 10 euro, se si considera anche la quota segnalata dal distretto di Reggio, che, per l’unico CD al quale è stata riconosciuta una qualità superiore a carico del Comune, ha indicato un valore molto elevato (28,5 euro).
L’entità della quota riconosciuta per maggiore qualità è così distribuita nei 28 CD
N. CD | % sui CD con maggiore qualità | FASCE di aumento |
3 | 10% | da >0 a 1,5 |
8 | 28% | da 1,51 a 3,00 |
5 | 17% | da 3,01 a 5,00 |
13 | 45% | oltre 5 euro |
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Tabella 2.2: elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento
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o Definizione costo di riferimento del singolo servizio (tabelle 3.2.1, 3.2.2)
Le tabelle che seguono sintetizzano il costo di riferimento del Centro Diurno distinguendo i due livelli di bisogno socio-assistenziale: base e disturbi del comportamento
Nelle AUSL di Piacenza, Modena e Bologna sono presenti servizi che accolgono una sola tipologia di bisogno: le analisi si riferiscono al numero di servizi oggetto della rilevazione specifica.
Livello base
Il costo giornaliero medio è di 49,3 euro- I valori medi a livello di asul si collocano intorno alla media regionale con le eccezioni in aumento di Modena e Imola (alta presenza di più alti livelli di qualità) e di Cesena in diminuzione-
A livello di singoli servizi circa il 51% è intorno alla media regionale (tra 46 e 50 euro), il 18% è al di sotto di 46 euro e il 31% al di sopra di 50 euro.
Livello disturbo comportamentale
Il costo giornaliero medio è di 57,5 euro- I valori medi a livello di asul si collocano intorno alla media regionale con le eccezioni in aumento di Modena e Imola (alta presenza di più alti livelli di qualità) e di Cesena in diminuzione-
A livello di singoli servizi circa il 69% è intorno alla media regionale (tra 54 e 60 euro), il 16% è al di sotto di 54 euro e il 15% al di sopra di 60 euro.
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tabella 3.2.1: costo di riferimento del servizio realmente applicato nel contratto di servizio nel 2011
Sono stati considerati i servizi che accolgono soltanto o anche persone anziane con livello base
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tabella 3.2.2: costo di riferimento del servizio realmente applicato nel contratto di servizio nel 2011
Sono stati considerati i servizi che accolgono soltanto o anche persone anziane con disturbi del comportamento
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o fornitura fattori produttivi:utilizzo dell’immobile (tabella 4.2)
Il 73% degli immobili è nella disponibilità del soggetto gestore.
Nel restante 27%, il rapporto con la proprietà è regolato, nel 15%, con la corresponsione della quota di affitto mentre nel 12% la quota non introitata viene utilizzata per finanziare un piano di adeguamento strutturale (9%) e al contenimento retta utente (3%).
Da segnalare alcune situazioni in cui il Centro Diurno è collocato nella stessa struttura che ospita la CRA, per cui non è stato possibile scorporare e definire con precisione la destinazione della quota non introitata.
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Tabella 4.2: fornitura di fattori produttivi: utilizzo dell’immobile
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o Elementi di flessibilità gestionale e organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento (Tabella 1.3)
Centri Socio-Riabilitativi Residenziali (CSRR)
Oggetto della rilevazione sono stati 72 servizi sul totale di 84, pari all’86% sul totale degli accreditati.
Da precisare che un CSRR dell’AUSL di Bologna è stato analizzato separatamente nei due nuclei in cui è stato suddiviso.
Il CSRR del Distretto di Lugo non è stato inserito in questa fase del monitoraggio in considerazione della sua peculiarità: in questo caso sono state applicate le condizioni previste per gli Enti Religiosi, in cui il soggetto gestore, per le proprie specifiche finalità statuarie, mette a disposizione risorse proprie per cui il costo del servizio può essere conseguentemente rideterminato al ribasso.
Gli altri servizi non rilevati sono collocati:
Ø 2 Ausl di Piacenza:
o 1 del Distretto di Ponente: gestione diretta pubblica: non è stato stipulato un contratto di servizio ma un programma di attività con un budget annuale,
o 1 del Distretto di Piacenza: centro CSRR dedicato ad accoglienza temporanea di sollievo, il fabbisogno è espresso in giornate (465/anno)
Ø 10 Ausl di Ravenna (non sottoscritti contratti o accordi nel 2011)
Elementi che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento
o Costo del lavoro
La riduzione del costo del lavoro interessa 28 CSRR (39%) con un valore medio di 6,3 euro con un minimo di 0,3 euro ed un massimo di 21,1 euro.
o Riduzioni in base ad elementi assistenziali
50 CSRR sono interessati da riduzioni di elementi assistenziali. In particolare:
Ø 8 (11%) per una presenza di OSS qualificati inferiore all’80%
Ø 13 (18%) per una spesa annua per attività integrative
Ø 17 (24%) per ore settimanali del coordinatore inferiore ai parametri
Ø 24 (32%) spesa annua per supervisione inferiore ai parametri
Ø 38 (53%) rapporto OSS/ED inferiore ai parametri
Complessivamente i diversi elementi di flessibilità in diminuzione incidono sul 82% dei posti accreditati e sul 79% dei servizi accreditati oggetto della rilevazione.
Il valore medio della riduzione giornaliera è di 6,3 con un minimo di 1,6 dell’Ausl di Ferrara ed un valore medio massimo di 13,0 dell’Ausl di Cesena.
A livello regionale il valore minimo assoluto è di 0,3 e il valore massimo è di 29,2.
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Complessivamente i 57 CSRR ai quali è stata applicata una riduzione si collocano nelle fasce seguenti
N. CSRR | % sui CSRR con riduzione | FASCE di riduzione |
16 | 28% | da >0 a 3,50 |
12 | 21% | da 3,51 a 6,00 |
10 | 18% | da 6,01 a 9,00 |
10 | 18% | da 9,01 a 12,00 |
9 | 16% | Oltre 12,00 |
Considerando i valori minimi e massimi della variazione, sono da sottolineare alcune variazioni consistenti che hanno interessato singoli ambiti territoriali e servizi.
Su entrambi gli aspetti è possibile analizzare i dettagli riferiti ad ogni singola struttura per ambito distrettuale, nelle tabelle allegate alla relazione.
Da sottolineare che tra gli elementi di flessibilità in diminuzione, il costo del lavoro ha comportato nella fase di avvio di applicazione del sistema di remunerazione alcuni aspetti critici.
Una prima versione degli strumenti forniti dalla regione per facilitare i territori nell’operazione di calcolo delle tariffe, incorporava un particolare modello organizzativo e gestionale che necessitava di essere riadattato alla situazione territoriale a cui si applicava.
In alcuni casi la loro applicazione rigida ha comportato riduzioni eccessive del costo del lavoro, anche se parzialmente compensate da variazioni in aumento di altri fattori.
Pertanto è opportuno poter svolgere una più approfondita analisi su quanto emergerà per l’anno 2012, nell’auspicio che nel frattempo siano stati rivisti i calcoli basati su un’applicazione rigida e impropria del primo strumento di supporto regionale, anche in considerazione del fatto che ormai già nel corso del 2011 è stato messo a disposizione degli ambiti territoriali uno strumento che superava la criticità precedentemente rilevata semplificando le operazioni di adattamento da svolgere comunque a livello locale-
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Tabella 1.3: elementi di flessibilità gestionale ed organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento
Nota: nell’Ausl di Bologna 1 CSRR è stato sdoppiato
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o Elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento (tabella 2.3)
La DGR 219/09 e la DGR 1336/10 prevedono, per il periodo dell’accreditamento transitorio, la possibilità di riconoscere un incremento del costo di riferimento a carico del FRNA, a fronte della presenza di determinati elementi assistenziali e organizzativi che comportano standard più elevati del servizio, solo se già esistenti alla data di pubblicazione delle citate deliberazioni (15 marzo e 29 settembre 2010).
L’incremento deve essere proporzionato ad elementi oggettivi e comunque complessivamente non può superare il 15% del costo di riferimento del servizio.
Questa possibilità, introdotta per assicurare la sostenibilità ed un ingresso graduale nel nuovo sistema di accreditamento e remunerazione dei servizi che presentavano una spesa elevata a causa della presenza di elementi organizzativi ed assistenziali superiori a quanto riconosciuto nel costo di riferimento regionale, si aggiunge al riconoscimento di maggiore qualità non a carico del FRNA.
Nella tabella 2.3 vengono indicati i CSRR per i quali è stato riconosciuto uno standard più elevato ed un aumento % del costo del servizio a carico del FRNA.
Il 26% dei servizi e il 30% dei posti considerati sono stati interessati da un aumento del costo del servizio a carico del FRNA, con una percentuale media di aumento pari al 3,8%
Solo l’AUSL di Imola ha riconosciuto all’unico CSRR accreditato un aumento del costo sia a carico del FRNA che del Comune con un incremento giornaliero a carico del Comune di 4,3 euro.
La percentuale di maggiore qualità riconosciuta a carico del FRNA è così distribuita nei 19
CSRR interessati
N. CSRR | % sui CSRR con aumento | FASCE di aumento |
6 | 32% | da >0 a 3,50 |
6 | 32% | da 3,51 a 7,00 |
3 | 16% | da 7,01 a 10,00 |
1 | 5% | da 10,01 a 12,50 |
3 | 16% | Oltre 12,51 |
Si evidenzia grande differenziazione territoriale, spiegabile con lo sviluppo storico dei servizi che in alcune aeree si erano attestati su livelli più elevati rispetto alla realtà media regionale-
Lo strumento di flessibilità introdotto (possibilità del + 15%) si è rivelato utile a consentire il riconoscersi nel nuovo di sistema di tutte le realtà. Alla luce delle previsioni conseguenti al termine della possibilità di congelamento, è da valutare se il margine percentuale di flessibilità previsto riesce a garantire tutte le esperienze, ferma restando l’esigenza di convergere verso una maggiore omogeneità, fatta salva la scelta locale di garantire e finanziare un più alto livello di qualità.
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Tabella 2.3: elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento
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o Definizione costo di riferimento del singolo servizio (tabella 3.3)
Nella Tabella 3.3 viene illustrato il costo di riferimento applicato nei contratti di servizio 2011 nei singoli ambiti territoriali.
La tabella è articolata per colonna per i diversi livelli assistenziali previsti dal sistema di classificazione (livello B, C, D) e relativo sistema di remunerazione.
Da segnalare che nella tabella non è stato volutamente inserito il dato del CSRR del Distretto di Lugo, data la particolare condizione del servizio che lo colloca tra i casi previsti dalle delibere regionali per gli Istituti Religiosi e quindi di difficile c comparabilità con il resto dei servizi-
Analizzando i singoli livelli assistenziali, le differenze tra i diversi ambiti territoriali ed i singoli gruppi di servizi sono dovute esclusivamente agli elementi di flessibilità in aumento o in diminuzione, descritte nelle tabelle e pagine precedenti.
Circa la metà dei CSRR hanno applicato costi giornalieri superiori ai costi di riferimento regionale previsti per il livello B , C e D. In considerazione delle valutazioni fatte in precedenza sul numero di servizi con elementi in diminuzione questo appare un elemento contradditorio, spiegabile solo in parte con l’alto numero di servizi che è ricorso al congelamento, proprio in presenza di un calcolo del costo del servizio che avrebbe comportato una riduzione rispetto alle remunerazioni pre-accreditamento-
Come è possibile osservare, la situazione regionale è ancora caratterizzata da una certa eterogeneità: si passa da ambiti territoriali nei quali la totalità dei servizi ha costi superiori al riferimento regionale (con alcune medie che arrivano a 197,1 euro per il livello B), alla totalità dei servizi che si attestano sul livello più basso (140,4 euro per livello B).
Sulla base dei dati che risulteranno nel 2012 sarà necessario aprire una riflessione sul permanere di queste profonde differenze territoriali e sulle ulteriori azioni da mettere in atto per assicurare maggiore omogeneità ed equità entro il termine del passaggio all’accreditamento definitivo-
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tabella 3.3: costo di riferimento del servizio realmente applicato nel contratto di servizio nel 2011
Nota: Il costo medio risulta da una media aritmetica non ponderata
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o fornitura fattori produttivi:utilizzo dell’immobile (tabella 4.3)
La Tabella 4.3 illustra la situazione relativa alla disponibilità dell’immobile nel quale si svolge il servizio.
Nella grande maggioranza dei casi, 53 CSRR su 72 (74 %), l’immobile è nella disponibilità dell’ente gestore.
Il rapporto con la proprietà dei restanti 19 servizi è regolata, per 17 (24%) con la corresponsione della quota e solo per 2 con la destinazione della quota non introitata al finanziamento di un piano di adeguamento strutturale e al contenimento retta utente.
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Tabella 4.3: fornitura di fattori produttivi: utilizzo dell’immobile
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o Elementi di flessibilità gestionale e organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento (tabella 1.4)
Centri Socio-Riabilitativi Semiresidenziali (CSRD)
Oggetto della rilevazione sono stati 158 servizi sul totale di 176, pari al 90% sul totale degli accreditati.
I servizi non rilevati sono collocati:
Ø 2 Ausl di Piacenza:
o 1 del Distretto di Ponente: gestione diretta pubblica: non è stato stipulato un contratto di servizio ma un programma di attività con un budget annuale,
o 1 del Distretto di Levante: gestione diretta pubblica: non è stato stipulato un contratto di servizio ma un programma di attività con un budget annuale,
Ø 1 Distretto di Parma: non attivo nel 2011
Ø 14 Ausl di Ravenna (non sottoscritti contratti o accordi nel 2011)
Prima dell’accreditamento i Centri diurni per disabili presentavano una situazione eterogenea in merito al livello di offerta, anche all’interno degli stessi ambiti territoriali.
Nel sistema di remunerazione definito con la DGR 219/10 è stata pertanto prevista per le situazioni già esistenti la possibilità di prevedere elementi di flessibilità organizzativa e del sistema di remunerazione sia in diminuzione che in aumento.
Elementi che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento
o Costo del lavoro
La riduzione del costo del lavoro interessa 89 CSRD (56%) con un valore medio di 7,49 euro con un minimo di 1,3 euro ed un massimo di 15,47 euro.
Da precisare che per il calcolo della riduzione media non si tenuto conto di quella adottata per il CSRD del Distretto di Lugo, perché risente dell’applicazione della norma prevista per gli Enti religiosi.
o Riduzioni in base ad elementi assistenziali
98 CSRD sono interessati da riduzioni conseguenti ad elementi assistenziali. In particolare:
Ø 10 (6%) per una presenza di OSS qualificati inferiore all’80%
Ø 16 (10%) per una spesa annua per attività integrative
Ø 17 (11%) per ore settimanali del coordinatore inferiore ai parametri
Ø 42 (27%) per apertura giornaliera inferiore alle 8 ore
Ø 45 (28%) per spesa annua per supervisione inferiore ai parametri
Ø 49 (31%) rapporto OSS/ED inferiore ai parametri Complessivamente i diversi elementi di flessibilità in diminuzione incidono sul 77% dei
posti accreditati e sull’81% dei servizi accreditati oggetto della rilevazione.
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Il valore medio della riduzione giornaliera è di 9 euro, con un minimo di 3,39 dell’Ausl di Modena ed un valore medio massimo di 16,95 dell’Ausl di Cesena.
Per nessuno dei CSRD ubicati nell’Azienda Usl di Ferrara sono stati rilevati elementi di flessibilità in riduzione.
A livello regionale il valore minimo assoluto è di 0,3 e il valore massimo è di 23,2.
Complessivamente i 128 CSRD ai quali è stata applicata una riduzione si collocano nelle fasce seguenti
N. CSRD | % sui CSRD con riduzione | FASCE di riduzione |
20 | 16% | da >0 a 3,50 |
20 | 16% | da 3,51 a 6,50 |
26 | 20% | da 6,51 a 9,50 |
30 | 23% | da 9,51 a 12,50 |
32 | 25% | oltre 12,50 |
Ad una sommaria analisi appaiono da approfondire le situazioni che hanno motivato una riduzione complessiva oltre i 9 euro giornalieri, pari al 48 % dei CSRD oggetto di riduzione e al 40% del totale dei cd accreditati oggetto della rilevazione-
Su questi dati si rende necessario un approfondimento sulla base dei dati 2012 per verificare se questa situazione è stata superata attraverso una più corretta applicazione del sistema di calcolo regionale (vedi nota precedente per CSRR sulle riduzioni per il costo del lavoro).
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Tabella 1.4: elementi di flessibilità gestionale ed organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento
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o Elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento (tabella 2.4)
La possibilità di finanziarie tali elementi nell’ambito del FRNA prevista dalla DGR 219/09 è come si è detto legata alla situazione di eterogeneità della rete dei servizi e dalla scelta di salvaguardare la specificità di questi servizi, in molti casi di piccole dimensioni e molto radicati sul territorio.
L’incremento deve essere proporzionato ad elementi oggettivi e comunque complessivamente non può superare il 10% del costo di riferimento del servizio.
Circa la metà dei Centri diurni (47%) e dei posti considerati (52%) sono stati interessati da un aumento del costo del servizio a carico del FRNA, pari a una percentuale media del 6%, a fronte del riconoscimento di standard più elevati del servizio.
E’ anche significativo notare che in 9 servizi collocati a Modena ed Imola è stata riconosciuta un’ulteriore quota a carico del Comune, in aggiunta all’incremento di offerta già riconosciuto dal FRNA..
La percentuale riconosciuta per maggiore qualità a carico del FRNA ai 75 CSRD interessati si colloca nelle fasce seguenti
N. CSRD | % sui CSRD con aumento | FASCE di aumento |
26 | 35% | da >0 a 3,50 |
15 | 20% | da 3,51 a 7,00 |
34 | 45% | da 7,01 a 10,00 |
Il confronto con il numero di servizi oggetto comunque di riduzione (81%) se confrontato con il numero di servizi per i quali è stata applicata la flessibilità in aumento (47%) evidenza una certa contraddizione, spiegabile in parte con la forte eterogeneità delle esperienze e della condizione di partenza (in alcuni casi capace di tenere insieme elementi di fattori in diminuzione, per esempio il costo del lavoro, insieme ad elementi di maggiore qualità in aumento, per esempio maggiore presenza di operatori-
In ogni caso sembra necessario un approfondimento su questi aspetti una volta che si avranno a disposizione anche i dati relativi al 2012-
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Tabella 2.4: elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento
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o Definizione costo di riferimento del singolo servizio (tabella 3.4)
La tabella è articolata per colonna per i diversi livelli assistenziali previsti dal sistema di classificazione (livello b, c, d) e relativo sistema di remunerazione.
Analizzando i singoli livelli assistenziali, le differenze tra i diversi ambiti territoriali ed i singoli gruppi di servizi sono dovute esclusivamente agli elementi di flessibilità in aumento o in diminuzione, descritte nelle tabelle e pagine precedenti.
Come è possibile osservare la situazione regionale è ancora caratterizzata da una certa eterogeneità.
Esistono zone con un costo di riferimento elevato a causa della presenza di forme di gestione (pubblica o ANFFAS/AIAS) caratterizzate da un costo del lavoro più elevato, che in alcuni casi sono caratterizzate anche dalla presenza di ulteriori elementi di qualità in aumento.
All’estremo opposto, ci sono invece ambiti dove prevale una gestione privata, che implica un costo del lavoro inferiore, che in alcuni casi (non in tutti) sono caratterizzate anche da un minor livello di offerta e dai conseguenti meccanismi di flessibilità in diminuzione previsti dalla DGR 219/11.
Le colonne bianche della Tabella 3.4 consentono di verificare la presenza di situazioni più o meno omogenee o eterogenee tra gruppi di servizi all’interno degli stessi ambiti aziendali.
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tabella 3.4: costo di riferimento del servizio realmente applicato nel contratto di servizio nel 2011
Nota: Il costo medio risulta da una media aritmetica non ponderata
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o fornitura fattori produttivi:utilizzo dell’immobile (tabella 4.4)
La tabella che segue illustra la situazione relativa alla disponibilità dell’immobile nella quale si svolge il servizio.
Nella maggioranza dei casi (61%) l’immobile è nella disponibilità dell’ente gestore.
Quando l’ente gestore non ha la disponibilità dell’immobile, nel 28% dei casi il proprietario dell’immobile chiede la quota prevista dal sistema di remunerazione, mentre nell’11%, il proprietario non riscuote la quota.
La quota non introitata viene destinata, in alcuni casi, ad un piano di adeguamento strutturale del servizio sostenuto dal gestore stesso (7 servizi pari al 4%), in altri casi ad una riduzione della retta a carico dell’utente (11 servizi pari al 7%).
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Tabella 4.4: fornitura di fattori produttivi: utilizzo dell’immobile
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5 approfondimenti su tematiche specifiche
o regime di non esenzione IVA (tabella n. 5)
Tra gli elementi di flessibilità che possono determinare un aumento del costo di riferimento va considerata la corretta valutazione del saldo IVA.
Nella tabella n 5, sono elencati i servizi per i quali è previsto che i soggetti gestori accreditati operino in regime di IVA.
Come si può notare più della metà dei servizi oggetto della rilevazione sono gestiti da soggetti gestori che operano in regime di IVA e nello specifico il 65% nel caso dei CSRD, il 58% nei CSRR e il 35% per i CD.
Le percentuali ovviamente sono funzione della tipologia prevalente di soggetto gestore per ogni singola tipologia di servizio accreditato.
Se si approfondisce l’analisi e si limita il confronto soltanto con i soggetti gestori privati di servizi accreditati già ad un unico soggetto e non in forma mista, i risultati sono i seguenti (tabella n. 5.1): 40% nel caso dei CSRD, 50% nei CSRR e 19% per i CD.
Lo scostamento riguarda principalmente i territori con maggiore presenza di gestioni miste.
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o applicazione del congelamento (tabella n. 6)
In 91 servizi sul totale dei 708 oggetto della rilevazione (13%) è stato applicato il congelamento.
Da precisare che la tabella 6 indica il numero dei servizi “congelati” per i quali è stata utilizzata la possibilità di rimandare l’applicazione del sistema omogeneo di tariffe previsto dall’accreditamento, sia totalmente, quindi con la stessa remunerazione dell’anno 2010, sia con una percentuale di riduzione rispetto alla spesa precedente all’accreditamento.
In questa prima fase di restituzione dati non sono state utilizzate tutte le informazioni immesse nel questionario on-line, che prevedeva entrambe le possibilità.
Xxxxxxx dati utili per un prossimo approfondimento sul tema del congelamento.
Da segnalare che alcuni distretti hanno fornito dati incompleti per cui è possibile che la rappresentazione non sia del tutto precisa
In generale sembra possa rilevarsi un utilizzo parziale o non sempre graduale di questo istituto, previsto dalla normativa come norma per ammorbidire gradualmente il passaggio al sistema di remunerazione dell’accreditamento per quelle situazioni problematiche, nella convinzione della necessità di tempi definiti per impostare e realizzare processi di riorganizzazione dell’offerta assistenziale ed educativa-
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o quote aggiuntive a carico del FRNA (tabella n. 7)
La tabella 7 indica il numero di servizi nei quali è stata riconosciuta una quota aggiuntiva a carico del FRNA che può applicarsi se ricorrono le condizioni previste dalle DGR 2110/2009, DGR 219/2010 e DGR 1336/2010), che prevedono l’accompagnamento a percorsi di adeguamento nel caso in cui la retta precedente del servizio risulti inferiore al riferimento regionale e/o il riconoscimento di quote aggiuntive per gestioni particolari.
Quote aggiuntive per ridurre la quota utenti
Questa possibilità è stata utilizzata da 54 CRA (19%) e da 29 CD anziani (16%)-
Da sottolineare che in 9 CRA ed in 9 CD questa possibilità è stata esercitata associandola alla quota aggiuntiva per le gestioni particolari, determinando casi specifici di un significativo maggior contributo del FRNA.
Assente per definizione questa possibilità nei servizi per disabili.
Quote aggiuntive per gestioni particolari
Questa possibilità è stata utilizzata da 65 CRA (22%) e da 70 CD anziani (38%), da 12 CSRR (17%) e da 28 CSRD (18%).
Per quanto riguarda le gestioni particolari queste hanno riguardato:
CRA
§ § § | 42 gestioni pubbliche 21 gestioni miste pubbliche/private vd gestione pubblica 3 gestioni private (con contratti nazionali superiori ad ANASTE già prima dell’applicazione del sistema regionale di retribuzione) | |
CD | ||
§ | 46 gestione pubblica | |
CSRR | § | 24 gestione mista pubbliche/private vd gestione pubblica |
§ | 5 gestione pubblica | |
§ | 3 gestione mista pubbliche/private vd gestione pubblica | |
CSRD | § | 4 gestioni privata (Anffas/Aias) |
§ | 11 gestione pubblica | |
§ | 3 gestione mista pubbliche/private vd gestione pubblica | |
§ | 14 gestioni privata (Anffas/Aias) |
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6 sintesi e dati rilevanti
o è confermata una certa eterogeneità dell’offerta a livello regionale con variazioni dei livelli di qualità in aumento e in diminuzione in alcuni casi molto consistenti, più marcata nei servizi per disabili
o gli elementi di flessibilità in diminuzione hanno inciso nel 79% dei CSRR con un valore medio della riduzione giornaliera di 6,3 euro. In più della metà dei CSRR interessati è stata applicata una riduzione giornaliera superiore ai 6 euro (nel 16% oltre 12 euro). La percentuale è più alta nei CSRD (81%) con un valore medio della riduzione giornaliera di 9 euro. Quasi la metà dei CSRD interessati hanno una riduzione giornaliera che parte da 9,51 fino, nel 25% dei CSRD, a oltre 12,50.
Per quello che riguarda i servizi per anziani, gli elementi di flessibilità in diminuzione hanno inciso nel 63% delle CRA e nel 66% dei CD.
o il costo del lavoro rappresenta, tra gli elementi di flessibilità gestionale e organizzativa che possono determinare una diminuzione del costo di riferimento, il peso maggiore.
o 39% di CSRR con valore medio di 6,3 (val. min. 0,3 e val. max. 1,1)
o 49% dei CSRD con valore medio di 7,49 (val. min. 1,3 e val. max. 15,47)
o 37% delle CRA con un valore medio di 1,2 euro (val. min. 0,01 e val. max.8,43)
o 49% dei CD, con un valore medio di 2,4 euro (val. min 0,03 e val max. 9,51)
o Per quello che riguarda i servizi per disabili, gli elementi di flessibilità in diminuzione sono stati compensati con il riconoscimento di maggiore qualità : l’aumento del costo di riferimento ha interessato il 26% dei CSRR e il 47% dei CSRD .
Il riconoscimento di maggiore qualità nei servizi anziani ha riguardato il 16% sia delle CRA che dei CD
o Mediamente più della metà dei CSRR applica un costo giornaliero per livello di bisogno socio-assistenziale superiore al costo di riferimento regionale, con picchi che vanno dal 100% allo 0% (Imola e Cesena).
Diversa la situazione dei CSRD dove il costo di riferimento medio regionale applicato nei contratti risulta essere in linea con le tariffe regionali. Restano evidenti le situazioni di grande eterogeneità che riguardano territori con costi superiori alle tariffe nella quasi totalità dei servizi (Imola, Ferrara e Modena)
Il costo medio giornaliero delle CRA applicato nel 2011, è molto vicino al risultato medio teorico regionale: il range di variabilità dei costi dei singoli servizi è ridotto rispetto alla situazione preaccreditamento
il 69% dei CD è intorno alla media regionale .
o Il congelamento è stato applicato, a livello regionale, nel 26% dei CSRR e 24% dei CSRD. Di fatto ha interessato principalmente solo alcuni territori: Bologna, Rimini, Modena
Nei servizi per anziani, la percentuale è più bassa: 11% per le CRA e solo il 2% nei CD.
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Al momento risulta impossibile una valutazione di merito del sistema di remunerazione dal momento che è stato rilevato un problema sul non completo utilizzo degli elementi di flessibilità che il sistema regionale offre.
Se a questa considerazione, che ovviamente vale non per tutti gli ambiti territoriali, si aggiungono le specifiche considerazioni fatte sugli elementi di riduzione applicati per il costo del lavoro per i servizi per disabili, sull’uso dell’istituto del congelamento e dell’uso o non uso delle possibilità di utilizzo delle quota prevista per la remunerazione della messa a disposizione degli immobili, risulta evidente che sulla base dei dati 2012 occorrerà compiere in primo luogo una verifica sul corretto e completo utilizzo del sistema regionale di remunerazione, anche prevedendo azioni specifiche per assicurare un più alto livello di aderenza alle indicazioni regionali e di omogeneità ed equità.
Solo dopo sarà possibile approfondire la questione relativa ad eventuali modifiche ed aggiustamenti da apportare al sistema di remunerazione definito per il periodo dell’accreditamento transitorio, soprattutto nella prospettiva di un adeguato e rodato sistema per l’accreditamento definitivo.