SOMMARIO:
SOMMARIO:
ART. 1. DISPOSIZIONI GENERALI 2
ART. 2. CONTENUTO DEL DOCUMENTO DI PIANO 3
ART. 3. RINVIO AD ALTRE DISPOSIZIONI DIFFORMITÀ E CONTRASTI TRA DISPOSIZIONI, DEROGHE 4
ART. 4. EFFICACIA DEL DOCUMENTO DI PIANO – PRESCRIZIONI, DIRETTIVE, INDIRIZZI 5
ART. 5. PEREQUAZIONE COMPENSAZIONE E TRASLAZIONE DI CAPACITÀ EDIFICATORIA 5
ART. 6. OSSERVATORIO PER IL MONITORAGGIO DELL’ATTUAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO 7
ART. 7. DEFINIZIONI, INDICI E PARAMETRI URBANISTICI 8
ART. 8. MODALITÀ E STRUMENTI DI ATTUAZIONE DEL PGT – PRESCRIZIONI GENERALI PER I PIANI ATTUATIVI ED I PIANI DI SETTORE 10
ART. 9. INDIVIDUAZIONE DI AREE ED AMBITI ASSOGGETTATI A PIANO ATTUATIVO 11
ART. 10. PRESCRIZIONI PER I PIANI ATTUATIVI PER IL RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE O DI AREE DISMESSE 12
ART. 11. PRESCRIZIONI PER LE AREE A DESTINAZIONE SERVIZI, TERZIARIA E COMMERCIALE 12
ART. 12. PRESCRIZIONI PER I PIANI ATTUATIVI IN AREE C E D 13
ART. 13. IL PIANO DEI SERVIZI 14
ART. 14. PRESCRIZIONI PER IL PIANO DEI SERVIZI 14
ART. 15. IL XXXXX XXXXX XXXXXX 00
ART. 16. PRESCRIZIONI PER IL PIANO DELLE REGOLE 16
ART. 17. PIANI ATTUATIVI VIGENTI, COSTRUZIONI ED OPERE ESISTENTI 16
ART. 18. SCHEDE NORMATIVE RELATIVE ALLE AREE INDIVIDUATE DALLA TAVOLA A 24, AZZONAMENTO DEL DOCUMENTO DI PIANO 18
Area A 18
Area B 20
Area X 00
Xxxx X 00
Xxxx X 00
Xxxx X 27
Xxxx X 00
Xxxx X 29
Area 1 30
Area 2 32
Area 3 33
Area 4 34
Area 5 35
Area 6 36
Area 7 37
Area 8 38
Area 9 e 10 39
Area 11a e 11b 41
Area 12 42
Area 13 43
Area 14 44
ART. 1. DISPOSIZIONI GENERALI
Il Piano di Governo del Territorio (PGT) è un progetto urbanistico unitario per il territorio comunale che si pone quali obiettivi:
- promuovere politiche per lo sviluppo economico e sociale dei residenti
- mantenere e risanare i caratteri paesistico-ambientali e di abitabilità del territorio;
- organizzare la rete di mobilità urbana e intercomunale;
- migliorare i servizi a carattere locale, urbano e sovracomunale;
- valorizzare le risorse ambientali, storiche, economiche del territorio;
2 Il Piano di Governo del Territorio si attua utilizzando i meccanismi di compensazione, perequazione e incentivazione, finalizzati ad un’ equa ripartizione dei benefici economici derivanti dalle trasformazioni del territorio, qualora ciò non contrasti con gli interessi pubblici generali.
3 Il Piano di Governo del territorio, ai sensi della l.r. 11 marzo 2005, n. 12, è costituito dal Documento di Piano, dal Piano dei Servizi e dal Piano delle Regole.
4 Il Piano di Governo del Territorio:
- ha contenuti compatibili e coerenti con i Piani Territoriali Sovracomunali, e in particolare con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia e il Piano Territoriale Paesistico della Regione;
- esplica la propria efficacia, disciplinando, anche con le norme di Piani Settoriali allegati, interventi di completamento, trasformazione urbanistica ed edilizia e vincoli sia di natura strategica, a carattere paesistico, sia operativa a breve e medio termine;
- è redatto con riferimento alle risultanze del documento appositamente predisposto per la procedura di Valutazione Ambientale Strategica;
- in conformità all’art. 4, l.r. 11 marzo 2005, n. 12, è stato redatto e sottoposto alla valutazione ambientale e ne è stata valutata la sostenibilità ambientale;
- individua e norma, attraverso il Piano delle Regole, le destinazioni private del suolo e degli edifici, le modalità di intervento sulle parti edificate e le aree a destinazione agricola;
- individua e norma, attraverso il Piano dei Servizi le destinazioni pubbliche per programmare la dotazione di aree e opere per servizi pubblici e di interesse pubblico, locale, urbano e territoriale. Tra esse sono comprese le aree a verde pubblico che costituiscono corridoi ecologici di valore paesistico, per la fruizione da parte della popolazione e per la tutela della presenza di specie vegetali ed animali.
5 Nella normativa che segue ed in quella relativa agli altri elaborati del PGT, di cui al comma 3, la dizione “Piano di Governo del Territorio” assume il significato di “tutti i documenti che costituiscono il Piano di Governo del Territorio (Documento di Xxxxx, Xxxxx xxx Xxxxxxx x Xxxxx xxxxx Xxxxxx)”
0 Nella normativa che segue, la dizione “adozione del PGT” assume il significato “adozione del primo dei documenti costituenti il PGT”; la dizione “approvazione del PGT” assume il significato di approvazione dell’ultimo dei documenti costituenti il PGT”.
7 I tre documenti costitutivi del Piano di Governo del territorio contengono sia nelle previsioni grafiche sia in quelle normative disposizioni aventi il carattere di prescrizioni, direttive ed indirizzi, secondo quanto previsto all’art. 4.
9 All’interno del PGT le varie parti del territorio comunale sono designate con lettere seguite o meno da numeri; tali designazioni sono puramente convenzionali e non hanno riferimento alcuno rispetto alla classificazione delle “Zone omogenee” operata dal D.M. 2 aprile 1968, n. 1444. Una apparente coincidenza tra le designazioni attuali e quelle riferite alle citate Zone omogenee è
giustificato dalla circostanza che l’utilizzo di una designazione già ampiamente nota e condivisa, derivante dalle disposizioni del precedente P.R.G., facilita la comprensione del contenuto del PGT.
ART. 2. CONTENUTO DEL DOCUMENTO DI PIANO
1 Il Documento di Piano definisce:
a) il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del Comune, anche sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati e tenuto conto degli atti di programmazione provinciale e regionale. Può inoltre eventualmente proporre le modifiche o le integrazioni della programmazione provinciale e regionale che si ravvisino necessarie;
b) il quadro conoscitivo del territorio comunale, come risultante dalle trasformazioni avvenute, individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico- monumentale, e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l’assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo;
c) l’assetto geologico, idrogeologico e sismico anche mediante rinvio ad appositi studi.
2 Sulla base degli elementi di cui al comma 1, il Documento di Piano:
a) individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale. Ne indica i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale e di coerenza con le previsioni di livello sovracomunale;
b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il Documento di Piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e di miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale;
c) determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza, le disponibilità ed opportunità di edilizia convenzionata e/o in Piani di Zona nonché le eventuali politiche per l’edilizia residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovracomunale;
d) dimostra la compatibilità delle politiche di intervento elencate alla lettera c) con le risorse economiche attivabili da parte dalla pubblica amministrazione, e con riguardo agli effetti indotti sul territorio dei comuni contigui;
e) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di trasformazione; definisce su di essi criteri di intervento, finalizzati alla tutela ambientale, paesaggistica, storico-monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, quando in tali ambiti siano comprese aree che presentano nella documentazione conoscitiva aspetti rilevanti sotto quei profili;
f) determina, in conformità a quanto disposto dalla l.r. 12/2005, art. 8, lett. f), le modalità di recepimento delle previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale e la eventuale proposizione, a tali livelli, di obiettivi di interesse comunale;
g) definisce i criteri di perequazione, di compensazione e di incentivazione.
3 In particolare per la definizione degli obiettivi di cui al comma 2, punto b) il Documento di Piano indica nel periodo di 5 anni della sua validità una possibilità edificatoria ed una dotazione di servizi così ripartite:
a) destinazioni residenziali 95.000 mc;
b) destinazioni terziarie e commerciali 10.000 mq slp;
c) destinazioni produttive 60.000 mq slp;
d) dotazione di spazi destinati ai servizi pubblici di livello comunale di mq complessivi per abitante.
4 Il Documento di Piano non contiene previsioni che producano effetti diretti sul regime giuridico dei suoli; tutte le previsioni relative ad aree private in esso contenute acquistano efficacia, sotto il profilo del consolidamento di diritti privati, o nelle previsioni del Piano dei Servizi o del Piano delle Regole, ovvero nei contenuti degli Strumenti attuativi del PGT, una volta approvati ai sensi di legge. L’elaborato che contiene le indicazioni del Documento di Piano è la tavola A24 “aree di trasformazione”. Gli elaborati che conformano i suoli nel Piano dei Servizi e nel Piano delle Regole sono rispettivamente la serie di tavole B4 in scala 1:2.000 e C1 in scala 1:2.000.
5 Il Documento di Piano ha validità quinquennale ed è sempre modificabile, previa procedura di valutazione ambientale di ogni variante del medesimo, in conformità all’art. 4, comma 2, l.r. 12/2005.
6 In sede di prima applicazione della l.r. 11 marzo 2005, n. 12 sul territorio comunale, la presente normativa del Documento di Piano contiene alcune formulazioni normative necessarie alla sua applicazione, che, una volta recepite secondo le indicazioni specifiche negli altri documenti del PGT, potranno essere omesse in sede di modifica del presente o di approvazione di un nuovo Documento di Piano alla sua scadenza quinquennale.
ART. 3. RINVIO AD ALTRE DISPOSIZIONI DIFFORMITÀ E CONTRASTI TRA DISPOSIZIONI, DEROGHE
1 Le disposizioni legislative statali e regionali, in caso di incompatibilità, prevalgono su quelle del PGT; sono altresì prevalenti su quelle del PGT le prescrizioni, ovunque contenute, in attuazione di disposizioni di leggi statali o regionali.
2 Per quanto non esplicitamente previsto dalle presenti norme, si rinvia alle disposizioni statali e regionali e, in quanto compatibili, alla regolamentazione comunale in materia edilizia, dei lavori pubblici ed ambientale. Per il superamento delle barriere architettoniche si rinvia alla legislazione vigente.
3 In caso di difformità tra gli elaborati grafici di PGT e le presenti norme, prevalgono queste ultime.
4 In caso di difformità tra previsioni aventi diversa cogenza, come definite dall’art. 4 delle presenti norme, prevale quella avente valore cogente maggiore, e cioè le prescrizioni su direttive ed indirizzi, le direttive sugli indirizzi, a qualunque dei tre documenti tali previsioni appartengano.
5 In caso di difformità tra previsioni di eguale cogenza contenute in elaborati appartenenti a documenti diversi del PGT prevale la previsione contenuta nel Piano dei Servizi nel caso di contrasto con ciascuno degli altri due documenti o con entrambi, stante il carattere di pubblica utilità delle previsioni in esso contenute; prevale la previsione del Piano delle Regole in caso di contrasto tra questo ed il Documento di Piano, in considerazione del valore conformativo delle previsioni in esso contenute.
6 In caso di difformità tra previsioni del PGT e quelle di eguale cogenza contenute in Piani di Settore, per determinarne la prevalenza si deve applicare il principio di specialità.
7 Le prescrizioni del PGT hanno valore prevalente rispetto ai Piani attuativi: le direttive e gli indirizzi del PGT hanno rispetto ai Piani attuativi valore orientativo.
8 Sono ammesse deroghe alle presenti norme di attuazione solo nei casi consentiti dalla legislazione vigente. Ove la deroga riguardi edifici di proprietà privata, essa è subordinata alla stipula di atto di vincolo alla destinazione pubblica o d'interesse pubblico, con relativa trascrizione nei registri immobiliari.
ART. 4. EFFICACIA DEL DOCUMENTO DI PIANO – PRESCRIZIONI, DIRETTIVE, INDIRIZZI
1 La normativa seguente si articola in norme a carattere generale, ed in norme rivolte agli altri documenti del PGT, agli strumenti attuativi ed ai Piani di Settore.
2 Prescrizioni: sono le norme vincolanti a cui i piani attuativi ed i Piani di Settore si devono attenere e che riguardano quantità, localizzazioni specifiche cui il Documento di Piano xxxxxxx importanza strategica; la modificazione di queste norme comporta variante al Documento di Piano.
3 Direttive: indicano in termini generali le politiche che i piani attuativi ed i Piani di Settore devono porre in atto, anche provvedendo ad integrazioni o adattamenti che traggono motivazioni dalle analisi di dettaglio, ovvero dalla articolazione delle stesse politiche in più alternative vantaggiose per la più efficace azione di attuazione del Piano.
4 Indirizzi: Insieme di specificazioni che illustrano nel dettaglio gli obiettivi delle singole politiche e che devono essere approfonditi e verificati in sede di elaborazione.
ART. 5. PEREQUAZIONE COMPENSAZIONE E TRASLAZIONE DI CAPACITÀ EDIFICATORIA.
1 In ottemperanza a quanto previsto l.r. 11 marzo 2005, n. 12, art. 11, sono definiti i seguenti criteri.
2 Le disposizioni del presente articolo trovano applicazione sulle seguenti aree, come definite all’interno del PGT:
a) le aree di trasformazione di nuova previsione
b) le aree destinate a servizi pubblici o viabilità di nuova previsione.
3 La perequazione si articola come segue:
a) perequazione di comparto
b) perequazione diffusa
c) altri incentivi.
4 La perequazione di comparto è ottenuta applicando lo stesso indice edificatorio all’intera area inclusa nella perimetrazione che lo definisce fisicamente, indipendentemente dalla destinazione d’uso da realizzarsi effettivamente all’interno dello strumento attuativo; le volumetrie consentite in applicazione di tale indice saranno poi realizzate sulle aree effettivamente edificabili, definite in sede di pianificazione attuativa.
5 La perequazione diffusa è ottenuta attribuendo a tutte le aree private destinate a servizi non comprese all’interno dei comparti e alle aree private destinate alla viabilità non comprese all’interno dei comparti una capacità volumetrica teorica (espressa in mc).
6 La capacità teorica di cui al comma 5 si traduce in diritti volumetrici (Itp) che si generano a favore dei privati proprietari delle aree medesime nel momento in cui esse vengono cedute al Comune per la realizzazione di servizi pubblici.
7 I privati proprietari, detentori dei diritti volumetrici, hanno facoltà di conferire gli stessi, traducendoli in beneficio economico, alle aree di trasformazione per il raggiungimento dell’indice minimo di comparto, di cui al seguente comma 9.
8 I diritti volumetrici determinati ai sensi del precedente comma 5, si intendono a destinazione residenziale se generati in aree destinate a viabilità o a servizi di tipo residenziale; di tipo produttivo se generati in aree destinate a servizi per la produzione. I diritti volumetrici residenziali sono utilizzabili esclusivamente per il conferimento di cui al seguente comma 10 per le destinazioni di tipo residenziale da realizzarsi all’interno delle aree di espansione residenziali; i diritti per altra destinazione sono utilizzabili esclusivamente per il conferimento di cui al seguente comma 10 per le destinazioni non residenziali.
9 Ai fini dell’applicazione delle presenti norme, le aree edificabili di cui al comma 2 sono disciplinate da due distinti indici: l’indice di zona e l’indice minimo di edificazione:
• l’indice di zona (It) definito in applicazione del criterio di cui al precedente comma 4, rappresenta il contributo volumetrico massimo delle aree incluse nella perimetrazione alla edificazione complessiva di ogni area di trasformazione;
• l’indice minimo di edificazione (Itm) delle aree di trasformazione, che definisce la volumetria minima che deve essere obbligatoriamente prevista nella perimetrazione da parte dello strumento attuativo.
10 La differenza tra indice minimo di edificazione e indice di zona definisce la volumetria necessaria per la realizzazione delle previsioni dello strumento attuativo, che deve essere acquisita attraverso il meccanismo di conferimento di diritti volumetrici delle aree destinate a servizi esterne ai comparti ovvero delle aree destinate alla viabilità, di cui al comma 5.
11 Il Comune, per svolgere efficacemente un’azione di programmazione rispetto ai propri obiettivi strategici ha a disposizione, in relazione alla sua effettiva proprietà di aree già destinate a servizi, una quota di 8.000 mc di diritti volumetrici
12 I diritti volumetrici di cui al comma precedente possono essere ceduti dal Comune ai privati che ne facciano richiesta ad un prezzo stabilito in apposito allegato al Bilancio comunale, periodicamente aggiornato in sede di approvazione del Bilancio consuntivo.
13 I proventi derivanti dalla cessione di queste aree sono obbligatoriamente impiegati per l’acquisizione di aree tra quelle riportate nella Tav. B4 del Piano dei Servizi.
14 L’acquisizione di aree di cui al comma 13 genera per il Comune diritti volumetrici a reintegrazione della quota di cui al comma 11, fino al suo valore massimo di 8.000 mc, in ragione di 1mc/1 mq di area acquisita.
15 Il conferimento dei diritti volumetrici necessari alla verifica dell’indice minimo di edificazione delle aree di espansione deve essere documentato nella convenzione allegata allo strumento attuativo, all’atto della sua sottoscrizione.
16 Il meccanismo della compensazione è finalizzato a consentire la demolizione di volumetrie private e la loro ricostruzione in posizione coerente con le finalità di riqualificazione urbanistica e paesistico ambientale del PGT.
17 Il Comune può utilizzare, ai fini dell’applicazione del meccanismo di compensazione, anche il proprio patrimonio di aree, indipendentemente dalla destinazione originaria di Piano, con permute o altre forme consentite dalla legge. A tal fine il Comune, entro un anno dalla approvazione del PGT definisce il Regolamento per l’attuazione e gestione del principio di Compensazione nell’ambito del territorio comunale.
18 Il Piano delle Regole definisce una tavola della localizzazione degli incentivi ai fini dell’applicazione del meccanismo della incentivazione, che prevede:
• incentivi per le aree agricole, che svolgono specifiche funzioni ecologiche.;
• incentivi legati alla fiscalità comunale che vengono definiti periodicamente dall’osservatorio, di cui al successivo art. 6, comma 1, e riportati nel documento “Sistema degli incentivi per la realizzazione del Piano” così come previsto nello stesso art. 6, comma 2.
19 L’Amministrazione comunale stanzia a bilancio le somme necessarie al finanziamento dei contributi, di cui al comma 14.
20 L’utilizzo di un’ area per la realizzazione diretta da parte del privato di servizi su di essa previsti o comunque di edificazione compatibile con la destinazione dell’area, non consente la sua utilizzazione per l’acquisizione dei diritti edificatori di cui al comma 5.
21 A fini di risanamento urbanistico ed ambientale è consentito il recupero della Slp esistente di rustici, superfetazioni, fabbricati, o parti di essi, anche con destinazione diverse dalle previsioni di Piano, per la traslazione di Slp in altre aree.
22 La Slp traslata, salvo diversa disposizione delle norme di zona, è consentita alle seguenti condizioni:
- che per le destinazioni d’uso residenziali essa incrementi per un massimo del 10% la Slp prevista nella zona di intervento, salvo valori diversi previsti per Programmi Integrati di Intervento, Accordi di Programma e Progetti Speciali;
- che per le destinazioni d’uso produttive, terziarie (direzionali e commerciali), comprese quelle di zona destinata a servizi, essa incrementi per un massimo del 5% la Slp prevista nella zona di intervento, salvo valori diversi previsti per Programmi Integrati di Intervento, Accordi Programma e Progetti Speciali;
- che in zona A non derivi da altre zone;
- che non sia di incremento di costruzioni in zona agricola o a servizi - ad eccezione di quelle per destinazioni d’uso produttive, terziarie (direzionali e commerciali), di cui al precedente punto - , se non per traslazione interna alle zone stesse, per interventi di ristrutturazione ed ampliamento di edifici esistenti.
ART. 6. OSSERVATORIO PER IL MONITORAGGIO DELL’ATTUAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
1 È costituito l’osservatorio per il monitoraggio dell’attuazione del Piano di Governo del Territorio, nell’ambito della procedura permanente di Valutazione Ambientale Strategica, avente le seguenti finalità:
• verificare periodicamente l’attuazione del Piano e valutare l’incidenza positiva o negativa delle singole realizzazioni sul quadro del sistema ambientale esistente ed il grado di realizzazione di quello previsto dal Piano.
• indirizzare l’attuazione del Piano sulla base delle priorità derivanti dalla realizzazione del piano triennale delle opere pubbliche.
• utilizzare le dotazioni volumetriche del Documento di Piano in funzione degli interessi generali della città.
2 Entro sei mesi dall’approvazione del presente PGT l’Amministrazione provvede alla redazione di un documento che indica il quadro complessivo degli incentivi disponibili per l’attuazione equilibrata del Piano. Tali incentivi possono essere variati quantitativamente, con deliberazione del Consiglio comunale, sulla base delle risultanze dell’azione di monitoraggio e dei programmi economici e operativi determinati a seguito del piano triennale delle opere pubbliche.
ART. 7. DEFINIZIONI, INDICI E PARAMETRI URBANISTICI
1 Le seguenti definizioni relative a parametri ed indici urbanistici devono essere integralmente recepite da parte del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole
2 L'utilizzazione edificatoria del suolo è valutata e regolata utilizzando i seguenti parametri e definizioni.
3 Parametri e definizioni delle superfici, altezze e volumi:
a Superficie lorda di pavimento (Slp)
E' la somma di tutte le superfici coperte comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali ai vari piani e soppalchi di interpiano. Fanno pertanto parte della Slp anche le superfici dei locali ricavati entro terra o in seminterrato destinati a magazzini, uffici, laboratori, sale di riunione e, comunque, le superfici agibili.
Sono computati nella Slp gli ambienti sottostanti i tetti a falde, qualora presentino anche parzialmente un'altezza interna superiore a m. 2,40: al fine della verifica dell’altezza interna verrà preso in considerazione l’intradosso del solaio di copertura, con esclusione di eventuali elementi sottostanti non strutturali, quali controssoffitti, e con l’esclusione di eventuali sottostanti travi, capriate e simili. Qualora detti ambienti sottostanti i tetti a falde superino detta altezza solo per una porzione della loro superficie ai fini del conteggio della superficie lorda di pavimento verrà presa in considerazione solo detta porzione.
Non vengono conteggiate nella Slp:
- le superfici degli spazi aperti realizzati in forma di porticato, loggia, balcone, terrazzo e cavedio;
- le superfici nette dei vani scala e dei vani corsa degli impianti di sollevamento e dei relativi androni d’ingresso;
- le superfici delle gallerie aperte al pubblico transito;
- le superfici nette degli spazi comuni di distribuzione ai piani;
- le superfici nette di pertinenza di unità immobiliari residenziali destinate a ricovero di biciclette, motocicli, carrozzine per bambini, mezzi di trasporto per persone fisicamente impedite e simili, compresi i relativi spazi di accesso;
- le superfici nette degli spazi destinati al ricovero e alla sosta delle autovetture di pertinenza di singole unità immobiliari (comprese quelle esclusivamente destinate all'accesso e alla manovra), per la parte compresa entro il limite della quantità minima prevista dalle presenti norme ovvero, nel caso di box e autorimesse di pertinenza di unità immobiliari residenziali, per la parte compresa entro il limite di due posti macchina, per superficie netta massima di mq. 18 per posto macchina o un posto macchina per ogni unità immobiliare non residenziale;
- le superfici destinate a cantine per una superficie netta massima di 15 mq. per ogni unità immobiliare;
- le superfici relative ai volumi tecnici, e cioè ai vani e agli spazi strettamente necessari a contenere, a prescindere dalla loro collocazione, le apparecchiature principali ed accessorie degli impianti tecnici al servizio dei fabbricati (impianti idrici, termici, di condizionamento dell'aria, di captazione dell'energia solare, di sollevamento, elettrici, telefonici, fognari, del gas, di raccolta e sgombero dei rifiuti ecc.), compresi i relativi ed esclusivi spazi di accesso.
Le superfici destinate a pertinenze di unità immobiliari dei piani interrati, a condizione che non emergano dalla quota di terra oltre due metri, purché abbiano un’altezza netta interna non superiore a m 2,40 e siano comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali ai vari piani e soppalchi di interpiano non vengono conteggiate nella Slp.
Le superfici dei vani per passaggio di canalizzazioni, tubazioni e condotte in genere, in corrispondenza agli attraversamenti di piani abitabili o agibili vengono conteggiate nella Slp.
Per gli interventi in zone comprendenti rustici di origine agricola, la relativa Slp viene considerata, ancorché non delimitata da murature perimetrali, come esistente a tutti gli effetti ai fini della verifica della volumetria massima ammessa, mentre sarà considerata in base alla definitiva destinazione d'uso ai fini del calcolo della volumetria di progetto.
Per le attività commerciali ed assimilate, ai sensi delle disposizioni regionali in materia, nella superficie lorda di pavimento non si computano le aree a disposizione dei consumatori quali
gallerie, con le relative uscite di sicurezza e servizi, scale mobili, mall, ascensori, nastri trasportatori, aree di sosta degli automezzi, anche se coperte ed i relativi corselli di manovra, locali per gli impianti tecnologici e simili.
Nel caso di centri commerciali, vengono esclusi dal computo della Slp, oltre a quelle sopraindicate, anche le altre eventuali aree destinate a servizi ed infrastrutture comuni la cui presenza è necessaria, ai sensi delle disposizioni Regionali, a qualificare la struttura come centro commerciale.
Nel caso che, con successivi provvedimenti regionali, tale definizione dovesse essere modificata, le relative modifiche si intenderanno automaticamente recepite nelle presenti norme, previo determina di presa d’atto del Dirigente.
b Volume (V)
Si ricava moltiplicando la Slp complessiva per l'altezza virtuale di interpiano di m 3,00 indipendentemente da maggiori o minori altezze reali di interpiano, fatta eccezione per i casi seguenti.
Nell’ambito degli interventi di recupero per volume esistente si intende l’effettivo volume contenuto all’interno della sagoma degli edifici a partire dalla quota del terreno circostante.
Negli interventi di tipo conservativo (risanamento conservativo, restauro, ristrutturazione edilizia) su edifici esistenti caratterizzati da particolare tipologia (come edifici industriali o comprendenti ambienti destinati a sala di spettacolo) per i quali si propone una modifica della destinazione d'uso, per volumetria esistente si intende il volume determinato moltiplicando l'area di tutte le superfici abitabili agibili per l'effettiva altezza di interpiano.
Per altezza di interpiano si intende la distanza compresa tra l'estradosso della soletta di pavimento e l'estradosso della soletta di copertura del piano medesimo.
Negli interventi su edifici esistenti non sarà conteggiato nel calcolo del volume il maggior spessore dei muri perimetrali dovuto a maggiorazioni dell'isolamento.
c Altezza delle costruzioni (H)
Per altezza di una costruzione si intende la differenza tra la quota di terra e quella di gronda.
Per quota di terra si assume la quota del marciapiede o la quota media ponderale dei marciapiedi adiacenti al lotto ovvero, in loro mancanza, la quota della strada di accesso al lotto aumentata di cm 15, salvo che non sia diversamente stabilito dal Comune in sede di apposizione dei punti fissi. Per quota di gronda si intende quella più elevata tra la quota di intradosso del cornicione di gronda e la quota di intradosso del volume abitabile/agibile superiore. In assenza di cornicione di gronda l’altezza viene riferita all’intradosso dell’ultimo volume abitabile o agibile.
d Superficie coperta (Sc)
E' la superficie lorda della proiezione ortogonale sul terreno del perimetro massimo definito dalle murature perimetrali delle Slp, nonché dei piani di copertura di ogni altra superficie anche se non abitabile o agibile.
Le tettoie, i porticati, box, le autorimesse, i corpi scala e in generale le superfici dei piani di copertura, ancorché di volumi aperti su uno o più lati, devono essere considerati quali superfici coperte.
E’ detraibile dalla Sc:
- la superficie delle sporgenze aperte (pensiline, balconi, gronde e simili) fino a m 1,50.
e Superficie territoriale (St)
E' la superficie complessiva del territorio interessato da interventi sia pubblici sia privati di attuazione del PGT., ed è comprensiva di tutte le aree fondiarie destinate all'edificazione e di tutte quelle destinate - dal PGT o da strumenti attuativi - a opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
In essa non sono da computare:
- le aree comprese in zona di rispetto cimiteriale ancorché destinate a standard;
- le aree e gli spazi già di uso pubblico alla data di adozione delle presenti norme;
- le aree stradali non ancora acquisite alla proprietà pubblica ma aperte al pubblico transito;
- le aree destinate dal PGT alla viabilità.
f Superficie fondiaria (Sf)
E' la superficie residua della St, detratte le aree per le urbanizzazioni primarie e secondarie.
4 Indici inerenti la verifica della capacità edificatoria e dimensionale degli interventi:
g Indice di fabbricabilità territoriale (It)
Definisce il Volume destinato all'edificazione privata espresso in mc./mq., ovvero in mc/ha.
h Indice di fabbricabilità fondiaria (If)
Definisce il limite di concentrazione del Volume edificabile sulla Sf, espresso in mc/ mq.
i Indice di fabbricabilità territoriale minimo (Itm)
È il rapporto minimo fra volume che deve essere obbligatoriamente previsto in uno strumento attuativo e la St. Si utilizza unicamente all’interno di aree assoggettate a pianificazione attuativa
j diritto edificatorio in perequazione (Itp)
È l’indice che esprime il diritto edificatorio che si genera in favore del privato all’atto di cessione al Comune di un’area destinata alla realizzazione di un servizio pubblico o di viabilità pubblica
k Indice di utilizzazione territoriale (Ut)
Definisce la Superficie lorda di pavimento (Slp) destinata all'edificazione privata, espressa in mq/mq.
l Indice di utilizzazione territoriale minima (Utm)
È il rapporto minimo fra Superficie lorda di pavimento (Slp) che deve essere obbligatoriamente previsto in uno strumento attuativo e la St. Si utilizza unicamente all’interno di aree assoggettate a pianificazione attuativa
m Rapporto di copertura (Rc)
È il rapporto percentuale tra superficie coperta (Sc) e superficie fondiaria (Sf).
n Distanza minima dai confini di proprietà (Dc)
È la distanza intercorrente tra le facciate dell'edificio e i confini di proprietà. Ai fini delle presenti norme viene equiparato al confine di proprietà il limite che divide sulle tavole di azzonamento due differenti zone, quando una delle due sia vincolata a uso pubblico per viabilità o servizi.
o Superficie drenante (Sd)
E’ quella contenuta nel Regolamento Locale di Igiene vigente e succ. mod e integ.
ART. 8. MODALITÀ E STRUMENTI DI ATTUAZIONE DEL PGT – PRESCRIZIONI GENERALI PER I PIANI ATTUATIVI ED I PIANI DI SETTORE.
1 Le previsioni di PGT si attuano con l’uso degli strumenti previsti dall’ordinamento nazionale e regionale.
2 Gli interventi pubblici e privati contenuti in strumenti attuativi devono essere preceduti, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente, da esame di impatto paesistico del progetto, ai fini della determinazione della sensibilità paesistica del sito interessato e dell’incidenza paesistica del progetto.
3 Gli elaborati relativi sia ad interventi pubblici sia privati devono documentare:
• la contestualizzazione con le preesistenze ai fini della compatibilità e della qualità architettonica dell’intervento;
• la sistemazione delle superfici scoperte di pertinenza;
• la fattibilità geologica;
• l’accessibilità veicolare e ciclopedonale, nonché la presenza di servizi pubblici di trasporto;
• la dotazione dei servizi di parcheggio e di urbanizzazione primaria e, per i piani attuativi, secondaria;
• la compatibilità acustica;
• il corretto inserimento ambientale dei Piani Attuativi come indicato dal Documento predisposto dalla U.O.T.A.I. Melegnano di Arpa (allegato 1 al Protocollo competenze Arpa in materia di pianificazione urbanistica)
Nei casi di ristrutturazione urbanistica l’intervento è sempre accompagnato da documentazione che dimostri non essere necessaria la bonifica dell’area preliminare all’intervento, o, in sua assenza, dal piano di bonifica. La procedura in caso di attività dismesse deve prevedere l’effettuazione di una indagine ambientale preliminare a seguito della quale emergerà la presenza o meno di contaminazioni e la conseguente attivazione dell’iter di bonifica ai sensi del D.L.g.s. 152/2006.
In caso di dismissione di attività produttive nel tessuto urbano l’Amministrazione Comunale richiede che vengano presentate, entro 12 mesi dalla dismissione stessa, una relazione sulle caratteristiche storiche dell’insediamento e delle lavorazioni, sullo stato dei suoli, anche attraverso prove geognostiche o simili, delle condizioni del sottosuolo e gli eventuali necessari provvedimenti di bonifica, salvo che le attività in tale periodo non siano state riprese. Gli interventi dovranno inoltre dimostrare il rispetto delle norme cogenti contenute nei piani settoriali allegati al PGT.
4 Per le aree e gli interventi ricadenti in fasce di classificazione del Rischio Idraulico si applica quanto previsto dalla “Zonizzazione del rischio idraulico” ai sensi della DGR 11 dicembre 2001, n. 7/7365, parte B, paragrafo 5.
5 Per l’attuazione degli interventi pubblici e privati, il PGT si avvale e fa riferimento anche ai seguenti Piani di Settore ove già vigenti:
- Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo (P.U.G.S.S.), redatto ai sensi della Direttiva 3 marzo 1999 - Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento delle Aree Urbane, della l.r. 26/2003, del Nuovo Codice della Strada e s.m.i. e di disposizioni normative UNI/CEI;
- Classificazione Acustica del territorio comunale, redatta ai sensi della l. 447/95 e della l.r.
13/2001;
- Deliberazione relativa ai Criteri di Rilascio delle Autorizzazioni per le Medie Strutture di Vendita, ai sensi dell’art. 8, comma 3 del d. lgs. 114/98;
- Deliberazione relativa ai Criteri di Rilascio delle Autorizzazioni per le Attività di Somministrazione di Alimenti e Bevande, di cui alla l.r. 30/03;
- Indagini geologico ambientali a supporto della redazione del P.R.G. secondo le indicazioni della DGR 29/10/2001 – n. 7/6645
6 In particolare il P.U.G.S.S. individua le direttrici di sviluppo generale delle infrastrutture sotterranee con programmazione connessa al Programma Triennale delle Opere pubbliche.
ART. 9. INDIVIDUAZIONE DI AREE ED AMBITI ASSOGGETTATI A PIANO ATTUATIVO
1 Ai fini dell’applicazione delle presenti norme sono definite sul territorio comunale, nella Tavola A24, mediante un perimetro grafico le aree di trasformazione; si intende genericamente per comparto l’insieme delle aree incluse all’interno di ciascun perimetro.
2 La Tavola A24 di cui al comma 1 individua:
a) aree di trasformazione non conformate
b) aree di trasformazione conformate come da vigente P.R.G.
c) aree di trasformazione conformate con modifiche rispetto al vigente P.R.G.
d) aree di trasformazione pubblica
3 Gli interventi edilizi ed urbanistici sulle aree di trasformazione di cui al comma 1 sono subordinati all'approvazione di Piani Attuativi.
4 Le aree di trasformazione di cui al comma 2, lettera a) sono quelle cui si applicano le disposizioni contenute nell’art. 5, comma 9 e seguenti.
7 Le aree definite nella Tav A24 come aree di trasformazione pubblica con destinazione a servizi, collocate all’esterno di comparti perimetrati sono quelle a cui si applica quanto previsto dall’art. 5, comma 5 in termini di diritti volumetrici.
8 Le aree definite nella Tav A24 come aree di trasformazione pubblica con destinazione a servizi, collocate all’interno di comparti perimetrati sono quelle a cui si applica quanto previsto dall’art. 5, comma 4 in termini di indici di edificabilità.
ART. 10. PRESCRIZIONI PER I PIANI ATTUATIVI PER IL RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE O DI AREE DISMESSE
1 Nella Tavola A24 sono individuati con apposito simbolo grafico, comparti, comprendenti aree edificate e non edificate, destinate alla riqualificazione dell’esistente.
2 Per alcuni dei comparti di cui al comma 1, l’attuazione è indicata attraverso Piani di recupero, come definiti dalla vigente legislazione nazionale e regionale in materia.
3 I comparti, identificati sulla Tavola A24 dai numeri 00x x 00x , xx considerazione della rilevante estensione, della articolazione funzionale complessa e della loro significatività rispetto all’intero abitato di Badile, vengono assoggettati per la loro realizzazione a Programma Integrato di Intervento; essi formano dal punto di vista dell’applicazione delle norme un unico ambito.
4 La Tav. A 24 individua un comparto, identificato dal numero 12, destinato, mediante Piano attuativo, alla riqualificazione del fronte stradale in cui è inserito, mediante la realizzazione di funzioni terziarie e di servizi, con l’esclusione di quelle commerciali eccedenti i limiti di superficie di vendita della categoria del vicinato.
5 Ulteriori Indicazioni specifiche sono contenute nelle schede normative allegate alle presenti norme.
ART. 11. PRESCRIZIONI PER LE AREE A DESTINAZIONE SERVIZI, TERZIARIA E COMMERCIALE
1 La Tav. A24 individua un’area, di proprietà pubblica, a destinazione servizi, terziaria e commerciale, definita dalla lettera D.
2 La Slp massima realizzabile su quest’area è di 4962 mq, con superficie di vendita massima di 800 mq. per la parte destinata ad utilizzazione commerciale.
3 L’edificazione è subordinata a Piano attuativo di iniziativa pubblica, nel rispetto delle procedure e dei contenuti definiti dal Piano Urbano del Commercio, ove approvato, e delle normative nazionali e regionali vigenti un materia.
4 Il Comune, per svolgere efficacemente un’azione di programmazione rispetto ai propri obiettivi strategici nel settore della ricettività e delle attività di svago ha a disposizione, anche in relazione alla sua effettiva proprietà di aree già destinate a servizi, una quota di 50.000 mc di diritti volumetrici a destinazione servizi, terziaria e ricettiva da collocarsi entro le aree di attività estrattiva dismessa dei laghi Carcana, individuata dalla Tav. A24 del PGT con la lettera I, e, subordinatamente alla dismissione dell’attività estrattiva, entro le aree interessate da attività estrattiva in essere; questi interventi sono subordinati alla redazione da parte del Comune di un
Piano di Inquadramento di Settore, con i contenuti definiti dal paragrafo 6.1.7 della Relazione del Documento di Piano (A27).
ART. 12. PRESCRIZIONI PER I PIANI ATTUATIVI IN AREE C E D
1 Le zone C (residenziale di espansione) sono aree attualmente libere da edificazione, destinate alla nuova costruzione con specifica destinazione d'uso residenziale e alle funzioni compatibili.
2 Le zone D (produttive di espansione) sono aree attualmente libere da edificazione, destinate alla nuova costruzione, con specifica destinazione d'uso produttiva e alle funzioni compatibili.
3 L’individuazione di una zona C o D nelle tavole del Documento di Piano non comporta la conformazione dei suoli e non costituisce conseguentemente alcun presupposto di diritto edificatorio sulla stessa. Gli indici di cui al comma 5 e seguenti hanno valore indicativo per la formulazione della proposta di piano attuativo di cui allo stesso comma 5.
4 Entro i limiti specificati nei successivi articoli delle presenti norme, nelle zone residenziali sono consentibili le funzioni attinenti la produzione di beni e di servizi, sia pubblici sia privati, purché le attività svolte o previste non siano tali da costituire fonte di inquinamento atmosferico, del suolo o sonoro, e il loro insediamento sia compatibile con l'azzonamento acustico e le condizioni generali della viabilità e del traffico della zona.
5 L'edificazione, sempre subordinata all'approvazione di piano attuativo, è regolata per le aree di cui all’art. 9, secondo comma, lettera a) di cui è prevista la realizzazione nell’arco di validità del Documento di Piano, dai seguenti indici e parametri:
It: 0,75 mc/mq Itm = 1,00 mc/mq Rc: 40 %
H max: m 11,50 Dc: m 5,00
6 Nel comparti individuati nella tavola A24 con i numeri 9 e 10, destinate alla specifica destinazione d'uso produttive e alle funzioni compatibili, l’edificazione, subordinata all’approvazione di piano attuativo è regolata dai seguenti indici:
Ut : 0,65 mq/mq Utm 0,7 mq/mq Rc : 50 %
H max: m 10,00 con tolleranza di maggiori altezze a fronte di documentate necessità funzionali o di particolari impianti tecnologici
Dc : m 5,00.
7 Nei comparti di cui all’art. 9, secondo xxxxx, lettera b), l’edificazione, subordinata all’approvazione di piano attuativo è regolata seguenti indici:
It: 1,2 mc/mq
Rc: 40 %
H max: m 11,50 Dc: m 5,00
8 Nei comparti di cui all’art. 9, secondo xxxxx, lettera c), l’edificazione, subordinata all’approvazione di piano attuativo è regolata seguenti indici:
It: 0,9 mc/mq
Rc: 40 %
H max: m 11,50 Dc: m 5,00
9 Nel comparto individuato nella tavola A24 con la lettera H è realizzabile una cubatura massima di
50.000 mc, su un’area 50.000 mq, definita in modo compatto d’intesa con il Comune in sede di piano attuativo; all’interno di questo comparto sono realizzabili, in aggiunta ai precedenti e sulla stessa area, ulteriori 5.000 mc, come attuazione di diritti volumetrici determinati dalla applicazione della norma di cui all’art. 5, comma 5, 6, 7 e 8.
10 Ulteriori Indicazioni specifiche e con valore prescrittivo sono contenute nelle schede normative allegate alle presenti norme.
11 In caso di contrasto tra le previsioni contenute nel precedenti articoli della presente normativa e le schede normative di cui al comma 10, prevalgono queste ultime, rappresentando in scala di maggior dettaglio gli obiettivi esecutivi che il PGT si prefigge sulle singole aree
ART. 13. IL PIANO DEI SERVIZI
1 Il Piano dei Servizi assume quale finalità quella di assicurare, a supporto delle funzioni insediate e previste, una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e le dotazioni a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale.
2 Valuta l’insieme delle attrezzature al servizio delle funzioni insediate nel territorio comunale, anche con riferimento a fattori di qualità, fruibilità e accessibilità, individua le modalità di intervento e quantifica i costi per il loro adeguamento. Analogamente il Piano indica, con riferimento agli obiettivi di sviluppo individuati nel Documento di Piano le modalità di sviluppo e integrazione dei servizi esistenti, ne quantifica i costi di attuazione.
3 Fermo restando il valore prescrittivo degli obiettivi strategici indicati, il Piano dei Servizi ha piena autonomia di previsione, dovendosi attenere in fase attuativa per quanto riguarda gli aspetti morfologici degli interventi, alle indicazioni normative del Piano delle Regole, salvo che non siano formulate nella presente normativa indicazioni specifiche prevalenti.
ART. 14. PRESCRIZIONI PER IL PIANO DEI SERVIZI
1 Il Piano dei Servizi articola le sue previsioni su tre categorie di aree:
- servizi pubblici;
- strutture lineari (strade, corsi d’acqua, ecc );
- interventi privati:
2 Il Piano dei Servizi:
a) recepisce integralmente gli indici ed i parametri previsti dall’art. 5;
b) conferma le aree per servizi strategici definite dal presente Documento di Piano; norma e definisce le altre aree per il completamento della dotazione complessiva di servizi;
c) definisce le aree destinate alla realizzazione delle infrastrutture e viabilità;
d) definisce un complesso di aree (comprese quelle di cui al precedente punto b) atte ad aumentare la dotazione comunale di aree per servizi;
e) definisce analiticamente i servizi strategici di cui al punto b), operando anche variazioni sia di localizzazione sia di estensione, rispetto alla previsione del presente Documento di Piano quando ciò contribuisca alla loro più rapida attuazione;
f) definisce per le aree destinate a servizi o a viabilità l’indice di perequazione di cui all’art. 5, comma 6;
g) individua le funzioni ecologiche svolte dalle aree agricole e localizza quelle che, tramite incentivi ed accordi con i conduttori del fondo sono in grado di svolgere funzioni di parchi urbani e di quartiere, definendo i contenuti di convenzione utili alla loro attivazione;
h) indica, anche recependo specifiche prescrizioni del Regolamento di Attuazione del P.U.G.S.S., di cui all’art. 8, comma 5, le finalità e modalità di attuazione degli interventi di sottosuolo in relazione agli obblighi e competenze degli interventi pubblici e privati in attuazione del PGT.
3 Il Piano dei Servizi verifica inoltre l’adeguatezza della previsione dei servizi strategici, tra quelli già previsti ma non ancora attuati, e propone una eventuale diversa collocazione degli stessi. Analogamente il Piano verifica la rispondenza alle esigenze degli utenti di quelli già realizzati, disponendo eventuali provvedimenti migliorativi degli aspetti rilevati come non adeguatamente rispondenti ad una loro completa funzionalità.
4 Il Piano dei Servizi nel provvedere alla localizzazione di nuovi servizi di progetto procede con il criterio del minor consumo possibile di nuovi suoli. In particolare eviterà di prevedere interventi su aree agricole che svolgono già una loro funzione ecologica con effetti positivi sulla qualità ambientale e conseguentemente della vita dei cittadini.
5 Per l’acquisizione delle aree necessarie alla realizzazione dei nuovi servizi il Piano si avvarrà, nella misura massima possibile dei meccanismi di perequazione previsti dall’art. 5 delle presenti norme, ricorrendo, ove ciò non fosse possibile per qualunque ragione alle acquisizioni delle aree, a termini di legge, anche attraverso l’istituto dell’esproprio.
6 Nell’ambito del Piano dei Servizi sarà definito anche il Piano Ecologico Comunale (PEC) che definisce le strategie e le azioni per il miglioramento del rapporto tra insediamento umano ed ambiente circostante, per la mitigazione degli impatti conseguenti alle realizzazioni pubbliche e private indicate dal PGT, per la riduzione delle emissioni ed il contenimento dei consumi energetici.
ART. 15. IL PIANO DELLE REGOLE
1 Il Piano delle Regole:
a) definisce, sull’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento;
b) indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale;
c) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante;
d) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica:
1. il recepimento e la verifica di coerenza con gli indirizzi e le prescrizioni del PTCP e del piano di bacino;
2. l’individuazione delle aree a pericolosità e vulnerabilità geologica, idrogeologica e sismica, nonché le norme e le prescrizioni a cui le medesime aree sono assoggettate in ordine alle attività di trasformazione territoriale e gli interventi di trasformazione urbana, programmi di recupero urbano (PRU) o programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio (PRUSST).
e) individua:
1. le aree destinate all’agricoltura;
2. le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche;
3. le aree non soggette a trasformazione urbanistica.
ART. 16. PRESCRIZIONI PER IL PIANO DELLE REGOLE
1 Il Piano delle Regole:
a) recepisce integralmente gli indici ed i parametri previsti dall’art. 5;
2 Per la definizione dei caratteri architettonici degli interventi (con particolare attenzione alle zone di valore storico ambientale), di funzionalità edilizia, di qualità e salubrità dei materiali edili, di compatibilità ambientale e paesistica, di promozione di energie alternative, il Piano delle Regole si avvale del Regolamento Edilizio che detta norme e indirizzi per procedure e modalità di presentazione delle richieste di intervento.
3 Il Piano delle Regole si avvale inoltre di apposita deliberazione (di norma assunta nel contesto del Bilancio Comunale) per la determinazione di oneri e contributi, valore delle aree, al fine della determinazione delle indennità di esproprio, delle indennità conseguenti alla decadenza dei vincoli ed al fine della monetizzazione di standard, incentivi inerenti la qualità degli interventi.
4. Il Piano delle Regole definisce le attività rientranti nelle destinazioni d’uso commerciali ed in quelle ad esse equiparate (somministrazione di alimenti e bevande e attività paracommerciali), ne individua eventuali categorie o sottocategorie omogenee, recependo le prescrizioni di legge nazionali e regionali sul commercio, ed individua le categorie ammesse o escluse nelle varie zone, salvo indicazioni di maggior dettaglio inserite nelle normative di ambito strategico, nei piani attuativi o nei piani di settore di cui all’art. 8, comma 5 e all’art. 9.
ART. 17. PIANI ATTUATIVI VIGENTI, COSTRUZIONI ED OPERE ESISTENTI
1 I Piani Attuativi vigenti alla data di adozione del presente PGT, comunque denominati, conservano efficacia sino alla loro scadenza convenzionale (nel rispetto comunque degli impegni convenzionali sottoscritti).
2 Restano fatti salvi:
• permessi di costruire già rilasciati, alla data di adozione del presente Piano, ai sensi del
d.P.R. 380/01 e degli articoli 33 e seguenti della l. r. 12/2005, dallo Sportello unico per l’Edilizia;
• DIA già efficaci ai sensi di legge alla data di adozione del presente Piano;
• progetti generali infrastrutturali a carattere regionale e provinciale;
• Accordi di Programma;
• Programmi Integrati di Intervento;
• progetti di opere pubbliche o di interesse pubblico adottati o approvati prima della data di adozione del presente PGT.
3 Le costruzioni esistenti alla data di adozione del presente PGT, comprese quelle autorizzate prima di tale data e concluse regolarmente nei termini previsti dai relativi titoli abilitativi già rilasciati, in contrasto con le destinazioni funzionali di zona, possono essere oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria, restauro e risanamento conservativo che non aumentino la Slp.
4 Sono invece consentiti, ai fini di migliorare le caratteristiche funzionali ed ambientali delle attività produttive in atto e degli impianti tecnologici di interesse pubblico esistenti, ampliamenti e ristrutturazioni sino ad un incremento massimo del 10% della Slp esistente alla data di adozione del presente Piano all’interno dell’area di pertinenza, in attesa dell’adeguamento alle previsioni di PGT e subordinatamente ad una specifica verifica di compatibilità ambientale, secondo le modalità da definirsi con specifica deliberazione di Giunta comunale.
5 Per le costruzioni già esistenti, con destinazione conforme a quella prevista dal PGT e con capacità edificatoria eccedente quella ammessa, sono inoltre ammessi interventi di ristrutturazione edilizia con mantenimento della Slp esistente, per necessità subentrate successivamente all’ultimazione delle costruzioni stesse.
6 Le opere abusive, condonate ai sensi di legge, possono essere oggetto di qualunque tipo di intervento purché conforme alle disposizioni del PGT; in caso di contrasto con le disposizioni del PGT possono essere solo oggetto di manutenzione o di risanamento conservativo che non determinino la configurazione di un nuovo organismo edilizio.
ART. 18. SCHEDE NORMATIVE RELATIVE ALLE AREE INDIVIDUATE DALLA TAVOLA A 24, AZZONAMENTO DEL DOCUMENTO DI PIANO.
Area A
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ | DIFFERENZA | DIRITTI VOL | ||
mq | ZONA | MINIMO | ZONA | MINIMA | |||
A | 10.517 | 0,75 | 1,00 | 7.888 | 10.517 | 2.629 |
La tabella fa riferimento agli indici di cui all’art. 12, comma 5 delle norme del Documento di Piano.
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 1 Estratto dalla Tavola A24 (area A)
L’area è collocata al margine nord dell’abitato di S. Xxxxxx Xxxxxx, oltre una fascia verde che delimita l’espansione edilizia verso quella direzione.
Confina ad est con un ambito agricolo interno al perimetro del Parco Agricolo Sud Milano, ad ovest con la strada provinciale, a nord con le aree agricole interne al Parco Agricolo Sud Milano e a sud con l’abitato.
Non presenta elementi di particolare delicatezza nei suoi rapporti con il contesto in cui è inserita, salvo la necessità di definire adeguatamente i rapporti perimetrali e di creare opportune fasce di protezione (arretramento) verso la xxxxxx xxxxxxxxxxx x xxxxx xx xxxxxxxx.
0 MORFOLOGIA
L’accesso al comparto deve essere realizzato sul lato est. La collocazione della viabilità (vedi anche punto 3) per la forma del comparto (rettangolare allungata) condiziona inevitabilmente la forma dei singoli lotti edificabili. Gli ambiti contigui sono organizzati in lotti con edifici collocati al centro ed orientati in generale con riferimento parallelo alla giacitura della strada provinciale. È consentito rompere questo schema: il quartiere deve essere organizzato su riferimenti non necessariamente ortogonali alla maglia stradale
(anche interna), e tenere invece conto dell’asse eliotermico per aumentare il confort degli edifici.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
Come si è accennato al precedente punto 2 l’accesso deve avvenire da est, dalla esistente strada pubblica: il tratto di congiunzione tra questa ed il nuovo quartiere, benché esterno al perimetro è un’opera a carico dell’intervento in quest’area.
Ugualmente a carico di questo intervento, ma con l’applicazione dei meccanismi perequativi stabiliti nelle norme è l’acquisizione di due aree (individuate nella Figura 1 in verde per la realizzazione di una rotonda stradale di accesso alla frazione di S. Xxxxxx Xxxxxx. Le aree danno luogo ai diritti volumetrici necessari per coprire la differenza tra Volume di zona e Volume minimo necessario.
Deve essere realizzato un collegamento ciclo pedonale verso il quartiere esistente a sud in posizione pressoché centrale, per raggiungere una della strade di distribuzione a fondo cieco esistenti.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Orientare gli edifici secondo l’asse eliotermico.
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e nel loro progetto deve essere dimostrato che le sistemazioni a verde esterne, lungo il lato esposto a sud degli edifici preveda una cortina arborea a distanza tale da garantire l’ombreggiamento estivo e la conseguente riduzione dei consumi per il raffreddamento estivo degli edifici.
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Approntare preventivamente rispetto all’attivazione dei cantieri le fasce verdi verso la strada provinciale ad ovest (preverdissement)
Area B
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ | DIFFERENZA | DIRITTI VOL | ||
mq | ZONA | MINIMA | ZONA | MINIMA | |||
B | 13.796 | 0,75 | 1,00 | 10.347 | 13.796 | 3.449 |
La tabella fa riferimento agli indici di cui all’art. 12, comma 5 delle norme del Documento di Piano.
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 2 Estratto dalla Tavola A24 (area B)
L’area è collocata al margine nord dell’abitato di S.Xxxxxxx.
Confina ad est con aree agricole interne al Parco, ad ovest con un comparto residenziale di espansione (C), a nord con aree agricole interne al Parco e a sud con l’abitato.
Si segnala la presenza di una roggia lungo il margine est del comparto.
Si ravvisa la necessità di definire adeguatamente i rapporti perimetrali e di creare opportune fasce di protezione (arretramento) verso i comparti confinanti edificati e non.
2 MORFOLOGIA
La progettazione dell’intervento deve essere unitaria con quella del comparto C, coordinandosi anche per le scelte di sostenibilità energetica .
Potrebbe essere opportuna la riproposizione dell’organizzazione a corte presente nel comparto immediatamente a sud. È collegata all’intervento la cessione di due aree (una interna al Parco ed una esterna) per generare i diritti volumetrici necessari al raggiungimento della volumetria minima dell’intervento. L’area esterna al Parco rappresenta la prosecuzione verso nord del parco urbano esistente.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
Uno dei problemi della progettazione è la collocazione della strada di accesso; quella esistente a sud, cui deve congiungersi la nuova viabilità di distribuzione è collocata in posizione disassata rispetto ai due comparti (B e C). È indispensabile la progettazione coordinata con il confinante comparto C.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e nel loro progetto deve essere dimostrato che le sistemazioni a verde esterne, lungo il lato esposto a sud degli edifici preveda una cortina arborea a distanza tale da garantire l’ombreggiamento estivo e la conseguente riduzione dei consumi per il raffreddamento estivo degli edifici.
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area C
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ | DIFFERENZA | DIRITTI VOL | ||
mq | ZONA | MINIMA | ZONA | MINIMA | |||
C | 11.818 | 0,75 | 1,00 | 8.864 | 11.818 | 2.955 |
La tabella fa riferimento agli indici di cui all’art. 12, comma 5 delle norme del Documento di Piano.
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 3 Estratto dalla Tavola A24 (area C)
L’area è collocata al margine nord dell’abitato di S.Xxxxxxx.
Confina ad est con un altro comparto residenziale di espansione (B), ad ovest con una strada provinciale, a nord con aree agricole interne al Parco e a sud con l’abitato.
Si ravvisa la necessità di definire adeguatamente i rapporti perimetrali e di creare opportune fasce di protezione (arretramento) soprattutto verso la strada provinciale e verso i confinanti comparti edificati e non.
2 MORFOLOGIA
La progettazione dell’intervento deve essere unitaria con quella del comparto B.
Potrebbe essere opportuna la riproposizione dell’organizzazione a corte presente nel comparto di recente realizzazione immediatamente a sud, adeguandola tuttavia alla dimensione del lotto. Collegata all’intervento la cessione di due aree per generare i diritti volumetrici necessari al raggiungimento della volumetria minima dell’intervento. L’area esterna al Parco Sud rappresenta un’area di completamento di una disposizione lineare di aree per servizi all’interno del comparto 8, collocato oltre la strada provinciale.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
Uno dei problemi della progettazione è la collocazione della strada di accesso. È indispensabile la progettazione coordinata con il confinante comparto B.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e nel loro progetto deve essere dimostrato che le sistemazioni a verde esterne, lungo il lato esposto a sud degli edifici preveda una cortina arborea a distanza tale da garantire l’ombreggiamento estivo e la conseguente riduzione dei consumi per il raffreddamento estivo degli edifici.
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Approntare preventivamente rispetto all’attivazione dei cantieri le fasce verdi verso la strada provinciale ad ovest (preverdissement)
Area D
ID | AREA mq | INDICI (mq/mq) 0,50 | EDIFICABILITÀ (mq) |
D | 9.924 | 4.962 |
Figura 4 Estratto dalla Tavola A24 (area D)
1 RAPPORTI AMBIENTALI
L’area di proprietà pubblica è collocata a nord della recente espansione dell’abitato di S. Xxxxxxx, lungo la S.P. 139
2 MORFOLOGIA
In quest’area è prevista la realizzazione di un centro civico, comprendente servizi, una piazza ed un punto commerciale (media superficie di vendita con superficie di vendita massima di 800 mq). La realizzazione dell’intervento è subordinata ad un bando di evidenza pubblica che indichi le funzioni da prevedersi nel progetto, tra le quali:
− funzioni paracommerciali
− Agenzia bancaria
− Ufficio postale
− Attrezzature sportive
− Centro benessere
− parafarmacia, ai sensi della l. 248/06 3 VIABILITÀ MOBILITÀ
La viabilità deve prevedere un facile accesso sia dalla strada provinciale, sia dalle altre aree di trasformazione previste dal PGT e particolare attenzione deve essere dedicata alla gradevolezza degli spazi in relazione con il tessuto edificato circostante, per favorire l’attrattività e la qualità architettonica di questo centro civico.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici previsti devono essere certificati in classe A, secondo il D. Lgs. 19 Agosto 2005
n. 192 e la procedura operativa per la certificazione energetica degli edifici definita dalla Provincia di Milano (24 gennaio 2006).
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Approntare preventivamente rispetto all’attivazione dei cantieri le fasce verdi da prevedersi verso i confini del comparto (preverdissement)
Area E
ID | AREA | INDICI |
mq | ZONA | |
E | 18.763 | esistente |
Figura 5 Estratto dalla Tavola A24 (area E)
1 RAPPORTI AMBIENTALI
L’area corrisponde al sedime della cascina Casiglio, collocata all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, a sud dell’Autostrada A7; si tratta di un Piano di recupero.
2 MORFOLOGIA
Contiene un volume di 15088 mc. Nel piano di recupero devono essere incluse le esistenti porcilaie (a sud ovest della Cascina)
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e le ricostruzioni devono porsi l’obiettivo della classe C per la ristrutturazione
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area F
ID | AREA | INDICI |
mq | ZONA | |
F | 3.811 | esistente |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 6 Estratto dalla Tavola A24 (area F)
L’area corrisponde al sedime di alcuni edifici di valore testimoniale, collocata all’interno del nucleo edificato di Moirago; si tratta di un Piano di recupero.
2 MORFOLOGIA
Nel piano di recupero vanno valorizzati gli aspetti ambientali/testimoniali degli edifici: la roggia esistente deve essere mantenuta a cielo aperto e va concordata una permuta di terreni per il miglioramento dell’accessibilità e per la realizzazione di un’area a verde.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B.
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area G
ID | AREA | INDICI |
mq | ZONA | |
G | 5.418 | esistente |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 7 Estratto dalla Tavola A24 (area G)
L’area corrisponde ad una vecchia cascina di valore testimoniale, collocata nella porzione nord del territorio comunale, a margine dell’area interessata da attività estrattiva.
2 MORFOLOGIA
Nel piano di recupero vanno valorizzati gli aspetti ambientali/testimoniali dell’edificio: la destinazione d’uso è residenziale. Si dovrà verificare la compatibilità acustica in relazione alla presenza delle attività estrattive.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e le ricostruzioni devono porsi l’obiettivo della classe C per la ristrutturazione
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area H
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
H | 104.826 | vedi art. 12, comma 9 | 50.000 |
5.000 |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 8 Estratto dalla Tavola A24 (area H)
L’area è collocata tra la Roggia Lampugnana ed il confine del Xxxxx Xxxxxxxx Xxx Xxxxxx. 0 MORFOLOGIA
L’area rappresenta un naturale completamento dell’abitato di S.Xxxxxxx verso ovest: è caratterizzata da elementi di grande delicatezza; il superamento della roggia con l’edificazione deve essere accompagnato dalla definizione di un nuovo confine ad ovest, lungo il confine del Parco, che definisca in modo conchiuso i limiti dell’edificato.
Le previsioni di realizzazione di questo comparto devono essere incentrate oltre che sul criterio sopra esposto, anche sulla valorizzazione del corso della Roggia, come presenza rilevante sotto il profilo paesistico, che deve rappresentare per il complesso risultante dall’intervento elemento di pregio e qualitativamente significativo.
Sarà per questo predisposto un piano preliminare di dettaglio in cui sarà evidenziato il rapporto organico tra aree agricole esterne e nuove aree urbanizzate al fine di garantire qualità urbana e configurazione riconoscibile ai nuovi insediamenti (creazione di fasce tampone verdi verso gli spazi aperti, inserimento paesistico ambientale degli interventi, definizione delle regole morfologiche e progettazione contestuale spazi aperti/spazi costruiti, definizione delle strade di bordo ecc., in particolare saranno recepiti i criteri attuativi degli ambiti interessati da corsi d’acqua definiti all’’art. 46 delle N.d.A. del PTCP vigente.
Saranno definite le essenze arboreee, le tipologie degli edifici e le loro quantità e qualità.
.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e nel loro progetto deve essere dimostrato che le sistemazioni a verde esterne, lungo il lato esposto a sud degli edifici preveda una cortina arborea a distanza tale da garantire l’ombreggiamento estivo e la conseguente riduzione dei consumi per il raffreddamento estivo degli edifici.
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private. Tale aspetto deve essere particolarmente curato in relazione alla posizione dell’area a confine con il parco, al fine di ridurre il disturbo all’avifauna notturna
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
La volumetria prevista su quest’area deve essere realizzata su una superficie di 50.000 mq, definita in modo compatto e tale da permettere che la rimanente area, non interessata dal processo di urbanizzazione si configuri come “parco lineare” in fregio alla Roggia
Area 1
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
1 | 3.652 | 1,20 | 4.274 |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 9 Estratto dalla Tavola A24 (area 1)
L’area è collocata all’interno del tessuto edificato. Si tratta di un area di completamento. 2 MORFOLOGIA
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area 2
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
2 | 3.567 | 1,20 | 4.280 |
Figura 10 Estratto dalla Tavola A24 (area 2)
Piano adottato
1 RAPPORTI AMBIENTALI
L’area è collocata all’interno del tessuto edificato. Si tratta di un area di completamento. Definisce tuttavia un margine dell’edificato residenziale stesso verso sud.
La progettazione deve essere particolarmente attenta alla compatibilità con le funzioni artigianali poste a confine.
Area 3
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
3 | 23.323 | 8.500 |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 11 Estratto dalla Tavola A24 (area 3)
L’area è collocata al margine ovest del tessuto edificato di X.Xxxxxxx. Si tratta di un area destinata ad edilizia pubblica.
2 MORFOLOGIA
L’edificazione già prevista in un PEEP, secondo le indicazioni del CIMEP è concentrata in un’area a nord est del comparto. In fase realizzativa devono essere previsti campi gioco per bambini negli spazi comuni a più edifici, senza quindi isolare ciascun edificio con recinzioni. La realizzazione dell’edificazione dovrà anche comprendere la sistemazione dell’area a parco lungo la roggia che attraversa il comparto.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
La viabilità di accesso deve essere collocata ad ovest degli edifici e realizzata con un viale alberato; ugualmente i parcheggi devono essere collocati ad ovest degli edifici.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
Realizzazione di filari di alberi a sud degli edifici.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Approntare preventivamente rispetto all’attivazione dei cantieri le fasce verdi verso la strada provinciale ad ovest (preverdissement).
Area 4
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
4 | 18.732 | 1,20 | 22.478 |
Figura 12 Estratto dalla Tavola A24 (area 4)
Piano Adottato
1 RAPPORTI AMBIENTALI
L’area è collocata al margine ovest del tessuto edificato di X.Xxxxxxx.
Area 5
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
5 | 19.835 | Convenzione adottata cc n°6 del 26/02/2008 | 35.000 |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 13 Estratto dalla Tavola A24 (area 5)
L’area corrisponde al sedime della Cascina Badile, a Badile; è esterna al nucleo edificato, con il quale ha un modesto fronte di contatto e si tratta di un Piano di recupero.
2 MORFOLOGIA
L’area e l’edificio padronale vanno mantenuti. La destinazione dell’edifici in passato adibito a stalle deve essere non residenziale. Il mulino deve essere adibito a spazio comune privato degli edifici residenziali e non.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
Deve essere realizzata una nuova viabilità di accesso attraverso l’area a servizi pubblici collocata ad est del comparto.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e le ricostruzioni devono porsi l’obiettivo della classe C per la ristrutturazione
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area 6
ID | AREA | INDICI |
mq | ZONA | |
6 | 2.046 | esistente |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 14 Estratto dalla Tavola A24 (area 6)
L’area corrisponde al sedime dell’edificio collocato a Badile, alla confluenza della S.P.105 con la ex S.S. 35; è interna al nucleo edificato e si tratta di un Piano di recupero.
2 MORFOLOGIA
Viene confermata la quota esistente di commerciale. Le superfici esistenti di ricettivo (ristorazione) sono conformabili a condizione che si provveda alla sistemazione della viabilità di accesso e degli spazi pubblici (piazzetta) in fregio alla Via Veneto.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
Deve essere realizzato un parcheggio pubblico e sistemata la viabilità di accesso. 4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e le ricostruzioni devono porsi l’obiettivo della classe C per la ristrutturazione
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area 7
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
7 | 39.228 | Convenzione adottata cc n.02 del 18.02.08 | 41.178 |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 15 Estratto dalla Tavola A24 (area 7)
L’area corrisponde al sedime della cascina Salterio, collocata a Moirago; è collocata dalla parte opposta della ex S.S. 35 rispetto al nucleo edificato e si tratta di un Piano di recupero.
2 MORFOLOGIA
Contiene un volume di 12.545 mc che deve essere ceduto al Comune, previa sistemazione della copertura e degli elementi strutturali. L’esistente giardino deve essere mantenuto e vincolato a verde privato. Il mulino esistente deve essere destinato ad attività ricettiva (ristorazione). Sono previste nuove costruzioni per circa 8000 mc.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
Deve essere prevista una serie di percorsi pubblici interni al comparto, mentre i parcheggi possono essere collocati anche su aree esterne al comparto stesso. A carico dell’intervento è anche una quota di realizzazione del ponte stradale, della pista cilcopedonale su sede viabile comunale, l’illuminazione di qualità. Devono essere previste all’interno del comparto aree per il gioco bimbi collocate opportunamente in spazi non marginali.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e le ricostruzioni devono porsi l’obiettivo della classe C per la ristrutturazione
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area 8
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mc | |
8 | 59.015 | 0,90 | 53.113 |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 16 Estratto dalla Tavola A24 (area 8)
L’area è collocata al margine nord ovest dell’abitato di S. Xxxxxxx ed è attraversata dalla Roggia Lampugnana. Ad ovest ed a nord confina con i terreni agricoli. Lungo il lato est confina in parte con l’abitato, in parte con l’ambito D previsto per la realizzazione di un nuovo complesso di servizi pubblici e con la S.P. 139; a sud confina con l’area 4.
2 MORFOLOGIA
La progettazione deve prevedere la salvaguardia delle essenze vegetali lungo il percorso della roggia, una fascia di salvaguardia (arretramento degli edifici) di almeno 10 metri da ciascuna sponda della roggia, la realizzazione del parco localizzato ed un sistema di verde collocato a confina dell’ambito.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
La viabilità deve tenere conto delle realizzazioni eventualmente già realizzate nel comparto 4, confinante a sud.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici previsti devono essere certificati in classe A, secondo la normativa vigente
Il progetto deve contenere un attento studio dell’illuminazione esterna, nel rispetto della
L.R. 17/2000, anche per le attività private.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Approntare preventivamente rispetto all’attivazione dei cantieri le fasce verdi verso la strada provinciale a nord est, nonché lungo il confine dell’ambito verso l’abitato (lato est) (preverdissement).
Area 9 e 10
ID | AREA | INDICI (mq/mq) | EDIFICABILITÀ (mq) | DIFFERENZA (mq) | DIRITTI VOL (mq) | ||
mq | ZONA | MINIMO | ZONA | MINIMA | |||
9 | 20.020 | 0,65 | 0,7 | 13.013 | 14.014 | 1.001 | |
10 | 59.140 | 0,65 | 0,7 | 38.441 | 41.398 | 2.957 |
Figura 17 Estratto dalla Tavola A24 (aree 9 e 10)
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Le due aree a destinazione produttiva sono collocate a sud est dell’autostrada A7, al margine sud dell’esistente area a destinazione prevalentemente produttiva e sono un comparto residuale al di fuori del perimetro del Parco Agricolo Sud Milano, con il quale confinano a sud ovest ed a sud est.
Deve essere predisposto uno studio di dettaglio delle mitigazioni degli impatti dei nuovi fabbricati produttivi (rumore, polveri, inquinanemento luminoso ecc.)
2 MORFOLOGIA
Deve essere prevista la realizzazione dei parcheggi in modo concentrato. 3 VIABILITÀ MOBILITÀ
La viabilità deve essere realizzata secondo le previsioni già inserite nel P.R.G. previgente. 4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Bisognerà curare l’aspetto energetico delle nuove costruzioni.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Approntare preventivamente rispetto all’attivazione dei cantieri le fasce verdi verso i confini del Parco Agricolo Sud Milano (preverdissement).
In questi comparti le aree di cessione non possono essere monetizzate. L’amministrazione comunale potrà prevedere interventi per il rilancio produttivo utilizzando fino all’80% delle aree destinate al patrimonio pubblico
Area 11a e 11b
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
11a | mq 13.877 | ZONA | mc |
esistente + 5000 | 13.317 | ||
11b | 17.378 |
Figura 18 Estratto dalla Tavola A24 (aree 11a e 11b)
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Le due aree attualmente a destinazione attrezzature religiose (oratorio, chiesa, ecc) sono collocate all’interno del nucleo edificato di Badile. In funzione della sua articolazione territoriale l’ambito è assoggettato ad un P.I.I., nella cui formulazione verranno definiti compiutamente in via interlocutoria tra proponenti ed Amministrazione comunale la dislocazione dei volumi, l’articolazione analitica della funzioni ed ogni altro elemento attuativo necessario.
2 MORFOLOGIA
Devono essere mantenute le funzioni esistenti, che possono essere collocate all’interno dei due ambito anche con modalità diverse dall’attuale. Sono inoltre previsti 5000 mc di nuova costruzione con destinazione residenza, terziario, servizi (anche privati d’uso pubblico) che può essere collocata all’interno dei due comparti in correlazione al nuovo assetto definito per la volumetria esistente.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa in materia e le ricostruzioni devono porsi l’obiettivo della classe C per la ristrutturazione.
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area 12
ID | AREA | INDICI |
mq | ZONA | |
12 | 7.448 | esistente |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 19 Estratto dalla Tavola A24 (area 12)
Si tratta di un’area a destinazione attuale produttiva, collocata a margine del nucleo edificato di Badile, tra questo e la ex S.S. 35. A seguito della dismissione della attività produttiva dovrà essere condotta l’indagine ambientale al fine di individuare eventuali situazioni di contaminazione e procedere con le eventuali operazioni di bonifica.
2 MORFOLOGIA
La destinazione d’uso prevista è a terziario, servizi e residenza con un massimo del 30% della capacità edificatoria prevista nel P.I.I. Deve essere realizzata una fascia verde di arretramento verso la ex S.S. 35.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
Deve essere realizzata una accessibilità pedonale e un parcheggio all’interno della fascia verde.
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa .
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area 13
ID | AREA | INDICI | EDIFICABILITÀ |
mq | ZONA | mq | |
13 | 12.613 | 0,50 | 6.307 |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 20 Estratto dalla Tavola A24 (area 13)
Si tratta di un’area collocata all’interno del nucleo edificato della località Stolfina, all’estremo sud del territorio comunale, con un modesto fronte lungo la ex S.S. 35. L’area è conclusa ad est (all’esterno del perimetro di comparto) da un laghetto.
2 MORFOLOGIA
La destinazione d’uso prevista è a terziario e servizi anche ricettivi, che devono valorizzare la presenza dello specchio d’acqua.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
Gli edifici da realizzarsi all’interno di quest’area devono conseguire la classificazione in Classe energetica B, ai sensi della vigente normativa .
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Area 14
ID | AREA | INDICI |
mq | ZONA | |
14 | 22.592 | esistente |
1 RAPPORTI AMBIENTALI
Figura 21 Estratto dalla Tavola A24 (area 14)
L’area a destinazione attuale produttiva è collocata a sud est dell’autostrada A7, al margine sud est dell’esistente area a destinazione prevalentemente produttiva e confina su due lati con il perimetro del Parco Agricolo Sud Milano.
Deve essere predisposto uno studio di dettaglio delle mitigazioni degli impatti dei nuovi fabbricati produttivi (rumore, polveri, inquinanemento luminoso ecc.)
2 MORFOLOGIA
L’ attuale destinazione produttiva (logistica) può essere mantenuta o sostituita con altre destinazioni che consentano un generale riordino del comparto, tenuto conto che esso rappresenta la prima immagine del paese per chi provenga dalla ex S.S. 35. All’intervento. di riqualificazione deve essere associato anche il miglioramento dell’immagine dell’accesso al paese nel suo complesso con quinte verdi e filari di alberi.
3 VIABILITÀ MOBILITÀ
4 DISPOSIZIONI ENERGETICHE
5 CONTRIBUTI AL CONTENIMENTO DELL’IMPATTO
Approntare preventivamente rispetto all’attivazione dei cantieri le fasce verdi verso i confini del Parco Agricolo Sud Milano (preverdissement).