CONTRATTO
CONTRATTO
PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO
Il presente contratto è sottoscritto:
dal Signor Xxxxx Di Maio
Capo Politico del “MoVimento 5 Stelle”
e dal Signor Xxxxxx Xxxxxxx Segretario Federale della Lega
AUTENTICAZIONE DELLE FIRME
a norma dell’articolo 21, comma 2, del d.P.R. 28 dicembre 2000,
n. 445, certifico che sono vere e autentiche le firme apposte in mia presenza dal sig. Xxxxx Di Maio, nato a Avellino il 6 luglio 1986,
domiciliato in
, da me identificato con il seguente documento: , n , rilasciato da
e dal Sig. Xxxxxx Xxxxxxx, nato a Milano il 9 marzo 1973, domiciliato in
, da me identificato con il seguente documento: ,
n , rilasciato da
.
I sottoscrittori sono stati preventivamente ammoniti sulla responsabilità penale nella quale possono incorrere in caso di dichiarazione mendace.
Roma, addì 2018
Firma leggibile (nome e cognome per esteso) e qualifica del pubblico ufficiale che procede all’autenticazione
Ai sensi dell’articolo 65 del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, i dati contenuti nel presente modulo saranno utilizzati per le sole finalità previste dal d.P.R. 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, dal d.lgs. 20 dicembre 1993, n. 533, nonché dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459, secondo le modalità a ciò strettamente collegate.
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SOMMARIO
1. Il funzionamento del Governo e dei Gruppi Parlamentari 6
3. Agricoltura e pesca – made in italy 9
4. Ambiente, green economy e rifiuti zero 10
5. Banca per gli investimenti e risparmio 13
8. Debito pubblico e deficit 17
11. Fisco: flat tax e semplificazione 19
Sterilizzazione clausole IVA e accise 19
Detassazione e semplificazione per famiglie,
12. Giustizia rapida ed efficiente 22
Area Magistratura e tribunali 22
Area penale, procedura penale e difesa sempre legittima 22
Area civile, procedura civile e costi della giustizia 24
Reati ambientali e tutela degli animali 25
13. Immigrazione: rimpatri e stop al business 26
16. Ministero per le disabilità 31
17. Pensioni. Stop legge fornero 33
18. Politiche per la Famiglia e natalità 33
19. Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza 34
20. Riforme istituzionali, autonomia e democrazia diretta 35
23. Sicurezza, legalità e forze dell’ordine 43
Polizia Locale e coordinamento con le forze
Cyber security e contrasto al bullismo 44
Società e Associazioni sportive 47
26. Tagli dei costi della politica, dei costi delle istituzioni
27. Trasporti, infrastrutture e telecomunicazioni 48
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1. IL FUNZIONAMENTO DEL GOVERNO E DEI GRUPPI PARLAMENTARI
Vogliamo rafforzare la fiducia nella nostra democrazia e nelle istitu- zioni dello Stato. Intendiamo incrementare il processo decisionale in Parlamento e la sua cooperazione con il tfoverno.
Il presente contratto di governo è valido per la durata della XVIII legi- slatura repubblicana. Per far sì che gli impegni assunti possano es- sere effettivamente e integralmente realizzati, le parti hanno deciso di scambiarsi reciprocamente ulteriori impegni metodologici. Essi ri- guardano il completamento del programma di governo, la cooperazio- ne tra forze politiche, il coordinamento all'interno del governo, anche in sede europea, e la verifica dei risultati conseguiti.
Le parti si impegnano ad attuare questo accordo in azioni di gover- no, nel rispetto della Costituzione Repubblicana, dei principi di buona fede e di leale cooperazione e si considerano responsabili, in uguale misura, per il raggiungimento degli obiettivi concordati. Si impegnano a garantire la convergenza delle posizioni assunte dai gruppi parla- mentari.
Cooperazione tra le due forze politiche
I contraenti si impegnano a tradurre questo contratto in una pratica di governo e sono insieme responsabili di tutta la politica dell’Esecutivo. I contraenti stabiliranno insieme il lavoro in ambito parlamentare e go- vernativo e si adopereranno per ottenere il consenso rispetto a que- stioni relative a procedure, temi e persone.
Per quanto riguarda gli altri obiettivi, non inclusi in questo accordo, le parti si impegnano, in primo luogo, a fornirsi tempestivamente in- formazioni esaurienti circa le finalità che si intendono conseguire e i relativi strumenti; in secondo luogo, a discuterne in modo adeguato, in modo da verificare la possibilità di realizzare ulteriori intese; in terzo luogo, a non mettere in minoranza l'altra parte in questioni che per essa sono di fondamentale importanza.
Quindi, qualora nel corso dell’azione di governo emergano divergen- ze per quanto concerne l’interpretazione e l’applicazione del presente accordo, le parti si impegnano a discuterne con la massima sollecitu- dine e nel rispetto dei principi di buona fede e di leale cooperazione. Nel caso in cui le divergenze persistano, verrà convocato il Comitato di conciliazione.
In relazione a temi controversi, per addivenire ad una posizione comu-
ne, il Comitato di conciliazione si attiverà in tempo utile per raggiunge- re un’intesa e suggerire le scelte conseguenti.
Pertanto, i contraenti si confronteranno nel Comitato di conciliazione:
- per giungere ad un dialogo in caso di conflitti al fine di risolvere i pro- blemi e le divergenze rilevanti;
- per addivenire ad una posizione comune con riferimento a tematiche estranee al presente contratto ovvero a questioni con carattere d’ur- genza e/o imprevedibili al momento della sottoscrizione del presente contratto;
- quando ciò sia richiesto da uno dei contraenti per esaminare que- stioni ritenute fondamentali.
La composizione e il funzionamento del Comitato di conciliazione sono demandate ad un accordo tra le parti.
Il Comitato, dopo un’attenta analisi e valutazione del rapporto tra costi e benefici, adotterà le opportune decisioni con riferimento alla realiz- zazione e al completamento delle opere pubbliche di rilievo nazionale non espressamente menzionate nel presente contratto.
Cooperazione tra gruppi parlamentari
Le iniziative legislative finalizzate all’attuazione del presente program- ma o di altri temi concordati dai contraenti con le procedure previste dal presente contratto sono presentate dal Governo o con la prima firma dei presidenti dei gruppi parlamentari delle due forze politiche. Ogni parlamentare ha la possibilità di presentare iniziative legislative e la loro richiesta di calendarizzazione deve essere oggetto di accordo tra i presidenti dei gruppi parlamentari delle due forze politiche.
Coordinamento politico con l'Europa
Al fine di poter rappresentare al meglio gli interessi italiani in ambito europeo, il Governo assicurerà un assetto compatto rispetto alle istitu- zioni e ai partner europei. I contraenti si accorderanno quindi preven- tivamente e in maniera puntuale, nel rispetto delle varie competenze all'interno del governo, anche con i rispettivi gruppi parlamentari.
Uno stretto coordinamento tra le posizioni assunte nelle varie compo- sizioni del Consiglio dell'Unione è indispensabile per la buona riuscita dell'accordo di governo e, quindi, per la migliore tutela degli interessi dell'Italia in Europa. A tal fine, le parti si scambiano le informazioni ri- levanti e concordano tra loro le linee principali di azione, nel rispetto delle competenze ministeriali. Il coordinamento è indispensabile an-
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Codice etico dei membri del Governo
Non possono entrare a far parte del governo soggetti che:
- abbiano riportato condanne penali, anche non definitive, per i reati dolosi di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (legge “Xxxxxxxx”), nonché per i reati di riciclaggio, auto-riciclag- gio e falso in bilancio;
- siano sotto processo per reati gravi (ad esempio: mafia, corruzione, concussione, etc.);
- appartengano alla massoneria o si trovino in conflitto di interessi con la materia oggetto di delega.
Nel caso in cui siano a conoscenza di indagini o procedimenti penali a loro carico, i membri del Governo dovranno fornire tempestive infor- mazioni.
Valutazione
Le parti concordano sulla necessità di effettuare una verifica comples- siva sull’azione di governo a metà della XVIII legislatura, allo scopo di accertare in quale misura gli obiettivi condivisi siano stati raggiunti e, se possibile, di condividerne degli altri. Gli esiti della verifica comples- siva sono resi pubblici sul sito internet del Governo.
Amministrazioni territoriali e prossime competizioni elettorali
I contraenti competono in modo corretto nelle varie competizioni elet- torali, sia in quelle europee - nel rispetto delle loro appartenenze ai diversi gruppi - sia alle elezioni amministrative e regionali.
Resta inteso che il presente contratto nulla implica rispetto all’azione politica dei contraenti nelle amministrazioni territoriali già in essere.
2. ACQUA PUBBLICA
È necessario investire sul servizio idrico integrato di natura pubblica applicando la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, con particolare riferimento alla ristrutturazione della rete idrica, garanten- do la qualità dell’acqua, le esigenze e la salute di ogni cittadino, anche attraverso la costituzione di società di servizi a livello locale per la ge- stione pubblica dell’acqua.
3. AGRICOLTURA E PESCA – MADE IN ITALY
Il settore agricolo italiano, uno dei più promettenti dell'economia, è da tempo impegnato a sopravvivere nella competizione globale dei mer- cati.
Gli agricoltori si muovono in un sistema governato da politiche di set- tore ormai quasi di competenza esclusiva della Politica Agricola Co- mune (PAC).
Storicamente il Governo italiano è stato remissivo e rinunciatario in Europa rispetto alle esigenze del settore agricolo, preferendo spesso lasciare il campo ad interessi europei opposti rispetto alle esigenze nazionali.
È necessaria una nuova presenza del Governo italiano a Bruxelles per riformare la politica agricola comune (PAC). In questo contesto è im- prescindibile integrare le misure di sostegno all'agricoltura, in specie quelle di sviluppo rurale, con interventi espressamente finalizzati a re- alizzare obiettivi di interesse generale, quali la tutela del paesaggio, la difesa degli assetti idrogeologici, la sicurezza alimentare.
Il nostro impegno per il futuro è quello di difendere la sovranità alimen- tare dell'Italia e tutelare le eccellenze del Made in Italy.
A tal fine è fondamentale incidere nel contesto normativo dell'Unione Europea e condizionare le scelte all'interno della prossima riforma del- la PAC, nonché individuare strumenti per garantire tempi certi nell’at- tribuzione ed erogazione, da parte delle Regioni, dei fondi della PAC.
Il settore agricolo avrà altresì bisogno di un nuovo approccio europeo agli accordi di libero scambio con i paesi terzi. Sarà quindi priorita- rio fare in modo che questi trattati siano necessariamente qualificati come misti dall’Unione Europea e pertanto, ratificati dagli Stati Membri ed esaminati dai Parlamenti nazionali in base alle rispettive procedure di ratifica.
Riteniamo prioritario, a tutela del Made in Italy, adottare un sistema di etichettatura corretto e trasparente che garantisca una migliore tute- la dei consumatori.
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Con riferimento alla pesca occorre intervenire per dare un concreto aiuto e un sostegno alla piccola pesca; riconsiderare in sede europea i vincoli e le direttive impartite al settore (come quelle che impongono i “fermi pesca” non basati su criteri oggettivi, ma su valutazione di ca- rattere burocratico) per meglio salvaguardare la pesca italiana.
Una particolare attenzione sarà riservata all’agricoltura in territori, come quelli montani e in pendenza, nei quali essa rappresenta un’at- tività indispensabile per l’economia locale, per la gestione e tutela del territorio, del paesaggio nonché per la tutela e valorizzazione di pro- duzioni uniche, di elevato valore qualitativo e tradizionale, che conno- tano il Paese.
4. AMBIENTE, GREEN ECONOMY E RIFIUTI ZERO
Uomo e ambiente sono facce della stessa medaglia. Chi non rispetta l’ambiente non rispetta sé stesso. C’è bisogno di un maggior coinvol- gimento e conoscenza dei temi ambientali capaci anche di costruire alleanze e di portare la questione ecologica al centro della politica. In Italia questo significa concentrare le risorse nella necessaria manu- tenzione del territorio e nella innovazione.
Partendo da questa convinzione, il nostro compito è quello di sostene- re la “green-economy”, la ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo del lavoro ecologico e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale, con l'obiettivo di “decarbonizzare” e “de- fossilizzare” produzione e finanza e promuovendo l'economia circolare. Vanno ribaditi e rinnovati, anche in sede UE, i limiti indicati dal princi- pio di sostenibilità:
• per una risorsa rinnovabile (suoli, acqua, foreste), la percentuale so- stenibile di impiego non può essere maggiore di quella di rigenerazio- ne;
• per una risorsa non rinnovabile la percentuale sostenibile di impiego non può essere maggiore di quella con la quale è possibile rimpiazzarla con una risorsa rinnovabile (ad esempio: investire parte dei profitti per l’adozione di tecnologie produttive con risorse rinnovabili).
Nelle strategie nazionali di sviluppo economico deve considerarsi prio-
ritaria l’adozione di strumenti normativi efficaci atti a promuovere una sempre maggior diffusione di modelli di sviluppo sostenibili, della Gre- en Economy e dell’economia circolare. A tal fine le Pubbliche Ammini- strazioni dovrebbero essere coinvolte a tutti i livelli nella promozione di questo cambiamento e diventare un riferimento per l’adozione di buone pratiche, migliori tecniche e standard. È necessario armonizza- re i rapporti tra lo Stato e le Pubbliche Amministrazioni, rafforzando le autonomie ed i presidi territoriali più efficienti ed i modelli più avanzati e rispettosi dell’ambiente, valorizzandone le professionalità e le risorse migliori.
È necessario che ogni intervento del decisore politico si collochi in una strategia di economia circolare, intesa quale sistema ambientale ed economico in cui un bene è utilizzato, diventa rifiuto, e poi, a valle di un procedimento di recupero, cessa di essere tale per essere riutiliz- zato quale materia seconda per la produzione di un nuovo bene, in contrapposizione al modello di “economia lineare” in cui i beni divenuti rifiuti sono avviati semplicemente a smaltimento dopo il loro utilizzo. Una corretta e virtuosa applicazione dell’economia circolare, in linea con la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di ri- fiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi. A tal proposito il sistema di economia circolare di riferimento è quello oggi adottato dal servizio pubblico della pro- vincia di Treviso, studiato in tutto il mondo. La riduzione della produ- zione del rifiuto e raccolte differenziate di qualità che portino al reale recupero di materia è realizzata anche attraverso la progettazione di beni e fiscalità premianti per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili, il ricorso alla raccolta domiciliare con tariffazione puntuale per cittadini e imprese, azioni contro lo spreco alimentare, la realizzazione di centri di riparazione e riuso dei beni utilizzati. Occorre incrementare i fondi a disposizione delle Regioni per incentivare e semplificare l’avvio di ini- ziative imprenditoriali legate al recupero e al riciclo della materia.
Si intende privilegiare la gestione dei rifiuti a filiera corta, il recupero di materia con il compost per ridurre i fertilizzanti chimici e l’irrigazione (il compost è ricco d’acqua). Verranno inoltre valutate sperimentazioni sul ciclo vita di impianti a biometano valutando i costi, l’inquinamento e i prodotti reflui.
È necessaria una mappatura capillare di tutte le eventuali strutture a
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rischio amianto partendo dalle scuole, al fine di intervenire per la ri- mozione e lo smaltimento presso siti idonei dei materiali contenenti amianto.
È necessario altresì snellire i procedimenti di bonifica definendo ac- curatamente responsabilità e metodologie, salvaguardando i controlli per individuare i responsabili delle contaminazioni e la tutela delle ma- trici ambientali, garantendo la trasparenza dei dati e la partecipazione dei cittadini.
A livello nazionale, regionale e locale è quindi determinante avviare una serie di interventi diffusi in chiave preventiva di manutenzione or- dinaria e straordinaria del suolo, anche come volano di spesa virtuosa e di creazione di lavoro, a partire dalle zone terremotate, oltre che ad azioni per responsabilizzare il cittadino sui rischi connessi alla tutela del territorio.
Per quanto concerne le aree terremotate ci impegniamo a chiudere la fase dell'emergenza e passare alla fase della ricostruzione con l'obiet- tivo di creare anche le condizioni per un rilancio economico delle zone colpite. Tra le necessità prepotentemente emerse negli ultimi mesi prioritaria è la semplificazione delle procedure, sia per le opere pubbli- che che per la ricostruzione privata. Occorre poi la certezza nella di- sciplina generale contenuta nei decreti e nelle ordinanze. Per questo si coinvolgeranno i soggetti interessati nelle modifiche da apportare che dovranno essere definitive. Sarà garantito un maggiore coinvolgimen- to dei comuni, mediante il conferimento di maggiori poteri ai Sindaci. È inoltre indispensabile fermare il consumo di suolo (spreco di suolo) il quale va completamente eliminato attraverso un’adeguata politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana. A questo proposito vanno promosse azioni di sostegno alle iniziative per rilanciare il patri- monio edilizio esistente, favorendo la rigenerazione urbana e il retrofit (riqualificazione energetica) degli edifici. Gli immobili capaci di auto- produrre energia rappresentano la sfida del futuro. In questo senso deve essere orientata anche l’edilizia residenziale pubblica.
Per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di pre- venzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.
In tema di contrasto al cambiamento climatico sono necessari inter- venti per accelerare la transizione alla produzione energetica rinnova- bile e spingere sul risparmio e l’efficienza energetica in tutti i settori. È quindi fondamentale potenziare le azioni attualmente considerate
A tal riguardo, azioni prioritarie contro cambiamenti climatici ed inqui- namento andranno avviate con piani specifici per le aree più colpite del nostro Paese. Pensiamo, ad esempio, al bacino della Pianura Pa- xxxx dove va migliorato e implementato il piano di bacino e a tutte le aree metropolitane.
Particolare attenzione anche in sede UE verrà prestata ad innescare e favorire processi di sviluppo economico sostenibili, basati soprattutto su innovazione, start up e impresa giovanile, anche nelle aree mon- tane, che pur rappresentando una quota territoriale significativa del Paese ed essendo ricche di risorse naturali e culturali, sono gravate da ritardo di sviluppo, spopolamento e invecchiamento della popolazione con conseguente degrado ambientale e fenomeni di dissesto.
Con riferimento all’ILVA, ci impegniamo, dopo più di trent’anni, a con- cretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori stan- dard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Ta- ranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione eco- nomica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti, per le quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della Green Economy e delle energie rinnovabili e sull’economia circolare.
Anche al fine di prevenire misure sanzionatorie da parte dell’Unione Europea prevediamo misure volte all’adeguamento degli standard di contrasto all’inquinamento atmosferico secondo le norme in vigore.
5. BANCA PER GLI INVESTIMENTI E RISPARMIO
Banca per gli investimenti
È necessario prevedere una “Banca” per gli investimenti, lo sviluppo dell’economia e delle imprese italiane utilizzando le strutture e le ri- sorse già esistenti.
La “Banca”, regolata da un'apposita legge, deve usufruire di una espli- cita e diretta garanzia dello Stato, con conseguente facilità di reperire
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risorse per attuare tutte le iniziative che intende intraprendere.
Dovrà inoltre agire sotto la supervisione di un organismo di controllo pubblico nel quale siano presenti il Ministero dell’Economia e delle Fi- nanze e il Ministero dello sviluppo economico.
Oltre alla cabina di regia sulla gestione degli strumenti di politica indu- striale e del credito e dell’innovazione, al fine di evitare sovrapposizioni o, peggio, conflitti tra strumenti nazionali e locali, per una più efficiente allocazione delle risorse finanziarie, la banca svolgerà le attività di:
- Attività di secondo livello per le piccole e medie imprese agendo in cofinanziamento con il sistema bancario, soprattutto con le banche di medie e piccole dimensioni radicate sul territorio, a supporto delle PMI;
- Finanziamento di iniziative di interesse pubblico e strategico nazio- nale;
- Export e Project Finance in concorrenza con altri player di mercato;
- Credito di aiuto alle imprese italiane che operano nei Paesi in via di sviluppo come investimento ad utilità differita per acquisire posizioni di vantaggio su mercati emergenti;
- Gestione del Fondo di Garanzia per le PMI, quale asset strategico di supporto al sistema nazionale del credito e delle garanzie per favorire il risparmio patrimoniale necessario al rispetto dei requisiti sempre più stringenti derivanti dalle normative internazionali sul credito di pros- sima introduzione;
- Innovazione con il fine di perseguire le politiche di indirizzo del Mini- stero dell’economia e delle finanze.
Tutela del risparmio
Il sistema del “bail in” bancario ha provocato la destabilizzazione del credito in Italia con conseguenze negative per le famiglie, che si sono viste espropriare i propri risparmi che supponevano essere investiti in attività sicure.
Occorre rivedere radicalmente tali disposizioni per una maggior tutela del risparmio degli italiani secondo quanto afferma la Costituzione.
In particolar modo, è necessario responsabilizzare maggiormente sia il management che le autorità di controllo in quanto primi responsabili di eventuali dissesti, anche attraverso l’inasprimento delle pene esi- stenti per fallimenti dolosi.
Per far fronte al risarcimento dei risparmiatori “espropriati” si prevede anche l’utilizzo effettivo di risorse, come da legge vigente, provenienti da assicurazione e polizze dormienti.
La platea dei risparmiatori che hanno diritto a un risarcimento, anche
parziale, deve essere allargata anche ai piccoli azionisti delle banche oggetto di risoluzione.
Occorre ridiscutere i parametri dei protocolli di rating di Basilea che ad oggi creano grave pregiudizio alla sopravvivenza e allo sviluppo del tessuto della micro impresa italiana.
Inoltre, con riferimento alla banca Monte dei Paschi, lo Stato azionista deve provvedere alla ridefinizione della mission e degli obiettivi dell’i- stituto di credito in un’ottica di servizio.
Sempre a tutela del risparmio e del credito, bisogna andare verso un sistema in cui la banca di credito al pubblico e la banca d’investimento siano separate sia per quanto riguarda la loro tipologia di attività sia per quanto riguarda i livelli di sorveglianza.
In materia di recupero forzato dei crediti da parte di banche e società finanziarie, intendiamo sopprimere qualunque norma che consenta di poter agire nei confronti dei cittadini debitori senza la preventiva au- torizzazione dell’autorità giudiziaria.
Occorre investire per sviluppare l’innovazione tecnologica nella forni- tura di servizi e prodotti finanziari (blockchain e FinTech), anche al fine di garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni finanziarie.
6. CONFLITTO D’INTERESSI
Abbiamo potuto constatare come il conflitto d’interessi nasca già nelle aule parlamentari, dove i medesimi legislatori sono, talvolta, i soggetti che versano in gravi situazioni d’incompatibilità.
La stessa Giunta per le elezioni, organo anacronistico in quanto com- posto essenzialmente da politici, contribuisce a mantenere inattua- ta qualsiasi normativa in materia. Per risolvere il conflitto d’interessi, che spesso pregiudica l’azione della politica, intendiamo innanzitutto cambiare l’ambito di applicazione della disciplina estendendo l’ipotesi di conflitto oltre il mero interesse economico.
Riteniamo, infatti, che debba qualificarsi come possibile conflitto di interessi l’interferenza tra un interesse pubblico e un altro interesse, pubblico o privato, che possa influenzare l'esercizio obiettivo, indipen- dente o imparziale, di una funzione pubblica, non solo quando que- sto possa portare un vantaggio economico a chi esercita la funzione pubblica e sia in condizione di un possibile conflitto di interessi, ma anche in assenza di un vantaggio immediatamente qualificabile come monetario. Intendiamo inoltre estendere l’applicazione della discipli-
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7. CULTURA
Il patrimonio culturale italiano rappresenta uno degli aspetti che più ci identificano nel mondo. Il nostro Paese è colmo di ricchezze artistiche e architettoniche sparse in maniera omogenea in tutto il territorio, e in ogni campo dell’arte rappresentiamo un’eccellenza a livello mondiale, sia essa la danza, il cinema, la musica, il teatro. Tuttavia, nonostante tali risorse, l’Italia oggi non sfrutta a pieno le sue possibilità, lasciando in alcuni casi i propri beni ed il proprio patrimonio culturale nella con- dizione di non essere valorizzati a dovere.
I beni culturali sono uno strumento fondamentale per lo sviluppo del turismo in tutto il territorio italiano nonché alla formazione del cittadi- no in continuità con la nostra identità. Tuttavia lo Stato non può limi- tarsi alla sola conservazione del bene, ma deve valorizzarlo e renderlo fruibile attraverso sistemi e modelli efficaci, grazie ad una gestione at- tenta e una migliore cooperazione tra gli enti pubblici e i privati. Oc- corre mettere in campo misure in grado di tutelare il bene nel lungo periodo, utilizzando in maniera virtuosa le risorse a disposizione.
È necessario partire da un principio chiaro: la cultura è un motore di crescita di inestimabile valore e certamente non un costo inutile. Ta- gliare in maniera lineare e non ragionata la spesa da destinare al nostro patrimonio, sia esso artistico che culturale, significa ridurre in misura considerevole le possibilità di accrescere la ricchezza anche economi- ca dei nostri territori.
I nostri musei, i siti storici, archeologici e dell’UNESCO devono tornare ad essere poli di attrazione e d’interesse internazionale, attraverso un complessivo aumento della fruibilità e un adeguato miglioramento dei servizi offerti ai visitatori.
Tra le varie forme d’arte, lo spettacolo dal vivo rappresenta senz’altro una delle migliori eccellenze del nostro Paese. Eppure l’attuale siste- ma di finanziamento, determinato dalla suddivisione secondo criteri non del tutto oggettivi delle risorse presenti nel Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), limita le possibilità delle nostre migliori realtà e im-
pedisce lo sviluppo di nuovi progetti realmente meritevoli.
Riteniamo pertanto necessario prevedere una riforma del sistema di finanziamento che rimetta al centro la qualità dei progetti artistici.
8. DEBITO PUBBLICO E DEFICIT
L’azione del Governo sarà mirata a un programma di riduzione del de- bito pubblico non già per mezzo di interventi basati su tasse e auste- xxxx – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo
– bensì per il tramite della crescita del PIL, da ottenersi con un rilancio sia della domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltipli- catore e politiche di sostengo del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni. Al fine di consolidare la crescita e lo sviluppo del Paese riteniamo prio- ritario indurre la Commissione europea allo scorporo degli investimen- ti pubblici produttivi dal deficit corrente in bilancio, come annunciato più volte dalla medesima Commissione, ma mai effettivamente e com- pletamente applicato.
Per quanto riguarda le politiche sul deficit si prevede, attraverso la ridiscussione dei Trattati dell’UE e del quadro normativo principale a livello europeo, una programmazione pluriennale volta ad assicurare il finanziamento delle proposte oggetto del presente contratto attra- verso il recupero di risorse derivanti dal taglio agli sprechi, la gestione del debito e un appropriato e limitato ricorso al deficit.
Intendiamo inoltre pervenire, come evidenziato dalla Corte dei Conti, a una massima trasparenza sulle operazioni in derivati effettuate dagli organi dello Stato e enti locali limitandole a quelle aventi lo scopo di migliorare la spesa legata agli strumenti di indebitamento.
9.DIFESA
Al fine di migliorare e rendere più efficiente il settore risulta prioritaria la tutela del personale delle Forze Armate (sottolineando l’importanza del ricongiungimento familiare) ed un loro efficace impiego, per la pro- tezione del territorio e della sovranità nazionale.
È imprescindibile la tutela dell’industria italiana del comparto difesa, con particolare riguardo al finanziamento della ricerca e dell’imple- mentazione del know how nazionale in ambito non prettamente bel-
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lico. Progettazione e costruzione navi, aeromobili e sistemistica high tech.
È inoltre necessario prevedere nuove assunzioni nelle forze dell’ordine (Carabinieri per la Difesa) con aumento delle dotazioni e dei mezzi.
È opportuno rivalutare la nostra presenza nelle missioni internazionali sotto il profilo del loro effettivo rilievo per l’interesse nazionale.
Ci impegniamo, infine, a razionalizzare lo spreco di risorse nelle spese militari anche con riferimento alla riforma del patrimonio immobiliare dismesso.
10. ESTERI
La politica estera dei prossimi anni dovrà imperniarsi su alcuni ele- menti chiave di primaria importanza.
L’impegno è realizzare una politica estera che si basi sulla centralità dell’interesse nazionale e sulla promozione a livello bilaterale e multi- laterale.
Si conferma l’appartenenza all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uni- ti d’America quale alleato privilegiato, con una apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia ma quale partner economico e commerciale potenzialmente sempre più rilevante. A tal proposito, è opportuno il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regio- nali (Siria, Libia, Yemen).
È inoltre necessario rifocalizzare l’attenzione sul fronte del Sud.
Non costituendo la Russia una minaccia militare, ma un potenziale partner per la Nato e per l’UE, è nel Mediterraneo che si addensano più fattori di instabilità quali: estremismo islamico, flussi migratori in- controllati, con conseguenti tensioni tra le potenze regionali. Nell’area, l’Italia dovrebbe intensificare la cooperazione con i Paesi impegnati contro il terrorismo.
Per quanto riguarda gli italiani residenti all’estero, è necessario valo- rizzare il loro patrimonio di esperienze e conoscenze per il sostegno del Made in Italy e la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Occorre inoltre riformare le procedure di voto per la circoscri- zione estero e degli organi di rappresentanza del consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE e COMITES) per renderli più efficaci, tra- sparenti e meno soggetti a potenziali distorsioni del voto. Per COMITES e CGIE è necessaria inoltre una specifica riforma delle funzioni per ar-
11. FISCO: FLAT TAX E SEMPLIFICAZIONE
Sterilizzazione clausole IVA e accise
Come premessa, si dichiara l’intenzione di voler sterilizzare le clau- sole di salvaguardia UE che comportano l’aumento delle aliquote IVA e delle accise, in quanto sarebbe un colpo intollerabile per famiglie e imprese, nonché provvedere alla correzione dell’extra tassazione sulle sigarette elettroniche.
Intendiamo inoltre eliminare le componenti anacronistiche delle acci- se sulla benzina.
Detassazione e semplificazione per famiglie, imprese e partite IVA In conseguenza dell’elevata pressione fiscale presente in Italia, la ca- pacità di spesa delle famiglie e imprese per consumi e investimenti è inadeguata, con standard quantitativi e qualitativi inferiori alla media europea. Allo stesso tempo, la burocrazia è molto articolata e impegna i contribuenti in eccessivi adempimenti, con rilevanti aggravi econo- mici per essere in regola con il fisco.
Tutto ciò incide negativamente sulla qualità del rapporto tributario con i contribuenti e sulla competitività del comparto produttivo italiano.
Il contesto che ci caratterizza rende pertanto necessaria l’adozione di coraggiose e rivoluzionarie misure di riforma, nell’ottica di una riduzio- ne del livello di pressione fiscale e di un miglioramento del rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuenti.
Punto di partenza è la revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese, con particolare riferimento alle aliquo- te vigenti, al sistema delle deduzioni e detrazioni e ai criteri di tassa- zione dei nuclei familiari.
Il concetto chiave è “flat tax”, ovvero una riforma fiscale caratterizza- ta dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta, in armonia con i principi costi- tuzionali.
In particolare, il nuovo regime fiscale si caratterizza come segue: due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese
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e famiglie; per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000,00 euro sulla base del reddito familiare.
La finalità è quella di non arrecare alcun svantaggio alle classi a basso reddito, per le quali resta confermato il principio della “no tax area”, nonché in generale di non arrecare alcun trattamento fiscale penaliz- zante rispetto all’attuale regime fiscale. Una maggiore equità fiscale, dunque, a favore di tutti i contribuenti: famiglie e imprese.
Gli effetti che ne conseguono sono: maggiore risparmio di imposta, maggiore propensione al consumo e agli investimenti, maggiore base imponibile tassabile, grazie anche al recupero dell’elusione, dell’eva- sione e del fenomeno del mancato pagamento delle imposte.
È necessario altresì rifondare il rapporto tra Stato e contribuenti ri- vedendo i principi e i criteri che regolano l’agire dell’amministrazione finanziaria. Buona fede e reciproca collaborazione tra le parti saranno i capisaldi del nuovo percorso che si intende avviare, incentrato: sul contraddittorio anticipato con il contribuente, da erigere a principio generale cardine dell’ordinamento giuridico tributario; sull’abolizione dell’inversione dell’onere della prova, da porre sempre a carico dell’am- ministrazione finanziaria, con l’esclusione del ricorso a strumenti pre- suntivi di determinazione del reddito nei casi di piena e comprovata regolarità fiscale del contribuente; sulla riduzione dei tempi di accer- tamento nei casi di attiva e costante collaborazione del contribuente nell’assolvimento degli adempimenti contabili e di versamento; sulla semplificazione degli adempimenti contabili per la creazione di un fi- sco digitale, in linea con i più innovativi strumenti di elaborazione e comunicazione dati; sul principio generale della responsabilità diretta dall’amministrazione finanziaria per danni cagionati da attività illegit- tima (in fase di accertamento e riscossione).
Sul versante della riscossione, l’azione dell’amministrazione deve con- temperare l’interesse del cittadino al pagamento di quanto dovuto con l’interesse a ricevere il minor aggravio possibile, evitando ogni forma di pressione tale da ingenerare uno “stato di paura” nei confronti delle istituzioni e dei soggetti preposti alla riscossione.
Le statistiche evidenziano che gli incassi della riscossione derivano quasi esclusivamente dalle rateazioni e da altre misure analoghe che mirano ad agevolare il pagamento. È evidente allora la necessità di un intervento per potenziare le procedure finalizzate al recupero bonario del credito.
Il miglioramento delle procedure di riscossione passa inevitabilmente dal preventivo e definitivo smaltimento della mole di debiti iscritti a
ruolo, datati e difficilmente riscuotibili per insolvenza dei contribuenti. È opportuno instaurare una “pace fiscale” con i contribuenti per ri- muovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovu- to, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica. Esclusa ogni finalità condonistica, la misura può diventare un efficace aiuto ai cittadini in difficoltà ed il primo passo verso una “riscossione amica” dei contribuenti.
Occorre intervenire per risolvere la questione dei debiti insoluti della pubblica amministrazione nei confronti dei contribuenti, tenuto conto della portata patologica del fenomeno nel nostro Paese e la necessità di una sua ridefinizione in sede europea ai fini degli indicatori statistici. L’equilibrio del rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuenti passa anche dalla parificazione degli strumenti messi a disposizione per l’incasso dei rispettivi crediti. Sul punto, tra le misure concreta- mente percorribili, spiccano l’istituto della compensazione tra crediti e debiti nei confronti della pubblica amministrazione, da favorire attra- verso l’ampliamento delle fattispecie ammesse, e la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di stato di pic- colo taglio, anche valutando nelle sedi opportune la definizione stessa di debito pubblico.
È necessario intervenire per l’abolizione dello spesometro e del reddi- tometro, strumenti anacronistici e vessatori di rilevazione del reddito, confermando la contrarietà a misure di tassazione di tipo patrimoniale. Di contro, anche in considerazione della drastica riduzione del carico tributario grazie alla flat tax e alle altre misure sopra descritte, sul pia- no della lotta all’evasione fiscale, l’azione è volta a inasprire l’esistente quadro sanzionatorio, amministrativo e penale, per assicurare il “car- cere vero” per i grandi evasori. Si intende inoltre favorire la coopera- zione internazionale in materia di scambio di informazioni, oltre che prevenire l’elusione fiscale internazionale favorendo la tassazione dei grandi capitali esteri, nonché introdurre adeguate misure per il con- trasto d’interessi.
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12. GIUSTIZIA RAPIDA ED EFFICIENTE
Area Magistratura e tribunali
Il Consiglio Superiore della Magistratura deve operare in maniera quan- to più indipendente da influenze politiche di potere interne o esterne. Sarà pertanto opportuno operare una revisione del sistema di elezio- ne, sia per quanto attiene i componenti laici che quelli togati, tale da rimuovere le attuali logiche spartitorie e correntizie in seno all’organo di autogoverno della magistratura.
A tutela dell’indipendenza e dell’imparzialità del potere autonomo del- la magistratura, la funzione giudiziaria e quella parlamentare debbono rimanere separate tra loro. Il magistrato che vorrà intraprendere una carriera politica deve essere consapevole del fatto che, una volta elet- to, non potrà tornare a vestire la toga.
Occorre una rivisitazione della geografia giudiziaria - modificando la riforma del 2012 che ha accentrato sedi e funzioni - con l’obiettivo di riportare tribunali, procure ed uffici del giudice di pace vicino ai citta- dini e alle imprese.
Imprescindibile è l’implementazione e la semplificazione del processo telematico e l’informatizzazione degli uffici giudiziari.
È doveroso inoltre il ripristino della piena funzionalità del “sistema giustizia”, attraverso il completamento delle piante organiche di ma- gistratura e del personale amministrativo degli uffici giudiziari, con at- tenta valutazione della relativa produttività.
Bisogna riconoscere il ruolo dei magistrati onorari, tramite una com- pleta modifica della recente ‘riforma Orlando’, affrontando anche le questioni attinenti al trattamento ad essi spettante ed alle coperture previdenziali ed assistenziali.
Area penale, procedura penale e difesa sempre legittima
In considerazione del principio dell’inviolabilità della proprietà privata, si prevede la riforma ed estensione della legittima difesa domiciliare, eliminando gli elementi di incertezza interpretativa (con riferimento in particolare alla valutazione della proporzionalità tra difesa e offesa) che pregiudicano la piena tutela della persona che ha subito un’intru- sione nella propria abitazione e nel proprio luogo di lavoro.
Si deve prevedere la revisione del rito abbreviato non consentendo l’applicazione dello stesso ai reati puniti con la pena dell’ergastolo ed ai più gravi delitti di cui all’articolo 51, comma 3-bis, del codice di pro- cedura penale.
A fronte di una progressiva precocità di comportamenti criminali, an- che gravi, da parte di minori, occorre rivedere in senso restrittivo le norme che riguardano l’imputabilità, la determinazione e l’esecuzione della pena per il minorenne, eliminando inoltre la possibilità di tratta- mento minorile per il c.d. “giovane adulto” infra-venticinquenne.
È opportuno garantire un equo indennizzo alle vittime di reati violenti, tale da consentire un risarcimento del danno più ampio e completo. Per questo sarà indispensabile modificare le norme di accesso al ‘Fon- do delle vittime dei reati intenzionali violenti’, incrementandone altresì in maniera considerevole lo stanziamento.
È necessaria una efficace riforma della prescrizione dei reati, paralle- lamente alle assunzioni nel comparto giustizia: per ottenere un pro- cesso giusto e tempestivo ed evitare che l’allungamento del processo possa rappresentare il presupposto di una denegata giustizia.
Certezza della pena
Per garantire il principio della certezza della pena è essenziale riforma- re i provvedimenti emanati nel corso della legislatura precedente tesi unicamente a conseguire effetti deflattivi in termini processuali e car- cerari, a totale discapito della sicurezza della collettività. Per far sì che chi sbaglia torni a pagare è necessario riformare e riordinare il sistema venutosi a creare a seguito dei seguenti provvedimenti: l’abrogazio- ne e la depenalizzazione di reati, trasformati in illeciti amministrativi e civili, la non punibilità per particolare tenuità del fatto, l’estinzione del reato per condotte riparatorie anche in assenza del consenso della vittima, nonché i periodici ‘svuota carceri’.
È inoltre opportuno ridurre sensibilmente ogni eventuale margine di impunità per i colpevoli di reati particolarmente odiosi come il furto in abitazione, il furto aggravato, il furto con strappo, la rapina e la truffa agli anziani, modificandone le fattispecie ed innalzando le pene.
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Area civile, procedura civile e costi della giustizia
Occorre velocizzare e snellire il processo civile mediante una semplifi- cazione e riduzione drastica del numero dei riti, limitandoli al rito ordi- nario e al rito del lavoro. Verrà inoltre introdotto l’obbligo per il giudice, alla prima udienza, di prevedere la calendarizzazione dell’intero proce- dimento per garantire alle parti una maggiore certezza circa la durata del processo.
È necessario inoltre implementare lo strumento della class-action, così da renderlo in grado di tutelare sia i cittadini privati che le imprese nei confronti delle frodi o degli abusi da parte di un medesimo sogget- to economico. In generale bisognerà intervenire anche per armonizza- re il sistema di risarcimento dei danni non patrimoniali.
La giustizia deve essere accessibile per tutti i cittadini - in particolare se meno agiati - in ogni grado di giudizio. Per questo è indispensabile rideterminare i valori e le modalità di pagamento del contributo unifi- cato, anche sopprimendo l’aumento imposto nel corso della legislatu- ra precedente.
Si propone inoltre di rendere alternative tra loro (e non entrambe espe- ribili), anche se obbligatorie, la mediazione e la negoziazione assistita per tutte le materie e, nel caso la richiesta di esperimento della media- zione avvenga da parte del giudice a causa già iniziata (c.d. mediazione delegata), che questa possa avvenire solo su richiesta concorde delle parti e non sia dunque obbligatoria. Diversamente, per le questioni in cui sono coinvolti figli minorenni, si ritiene necessaria l’obbligatorietà della mediazione civile.
Diritto di famiglia
Nell’ambito di una rivisitazione dell’istituto dell’affidamento condiviso dei figli, l’interesse materiale e morale del figlio minorenne non può es- sere perseguito se non si realizza un autentico equilibrio tra entrambe le figure genitoriali, nel rapporto con la prole. Pertanto sarà necessa- rio assicurare la permanenza del figlio con tempi paritari tra i genitori, rivalutando anche il mantenimento in forma diretta senza alcun au- tomatismo circa la corresponsione di un assegno di sostentamento e valutando l’introduzione di norme volte al contrasto del grave fenome- no dell’alienazione parentale.
È necessario riorganizzare e semplificare il sistema delle adozioni na- zionali e internazionali.
Reati ambientali e tutela degli animali
È necessario provvedere all’implementazione delle leggi attuali riguar- danti i reati ambientali e quelli nei confronti degli animali, garantendo maggiore tutela rispetto a fatti gravi ancora non adeguatamente per- seguiti e un maggiore contrasto al bracconaggio.
Contrasto alle mafie
Bisogna potenziare gli strumenti normativi e amministrativi volti al contrasto della criminalità organizzata, con particolare riferimento alle condotte caratterizzate dallo scambio politico mafioso.
È necessario inoltre implementare gli strumenti di aggressione ai patrimoni di provenienza illecita, attraverso una seria politica di se- questro e confisca dei beni e di gestione dei medesimi, finalizzata alla salvaguardia e alla tutela delle aziende e dei lavoratori prima dell’asse- gnazione nel periodo di amministrazione giudiziaria.
Ordinamento penitenziario
Per far fronte al ricorrente fenomeno del sovraffollamento degli istituti penitenziari e garantire condizioni di dignità per le persone detenute, è indispensabile dare attuazione ad un piano per l’edilizia penitenzia- ria che preveda la realizzazione di nuove strutture e l’ampliamento ed ammodernamento delle attuali.
Bisogna provvedere alla preoccupante carenza di personale di Polizia Penitenziaria con un piano straordinario di assunzioni, nonché inter- venire risolutivamente sulla qualità della vita lavorativa degli agenti, in termini di tutele e di strutture.
Occorre realizzare condizioni di sicurezza nelle carceri, rivedendo e modificando il protocollo della c.d. ‘sorveglianza dinamica’ e del regime penitenziario ‘aperto’, mettendo in piena efficienza i sistemi di sorve- glianza.
È opportuno consentire al maggior numero possibile di detenuti stra- nieri presenti nelle carceri italiane di scontare la propria condanna nel Paese d'origine attraverso l’attivazione di accordi bilaterali di coopera- zione giudiziaria con gli Stati di provenienza.
È infine necessario riscrivere la c.d. ‘riforma dell’ordinamento peniten- ziario’ al fine di garantire la certezza della pena per chi delinque, la maggior tutela della sicurezza dei cittadini, valorizzando altresì il la- voro in carcere come forma principale di rieducazione e reinserimento sociale della persona condannata. Si prevede altresì una rivisitazione sistematica e organica di tutte le misure premiali per garantire l’effet-
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tività del principio di rieducazione della pena.
Occorre rivedere le nuove linee guida sul cd. “41-bis”, così da ottenere un effettivo rigore nel funzionamento del regime del “carcere duro”.
Giustizia tributaria
Si propone la riforma del processo tributario con l’istituzione di giudici di ruolo specializzati, nell’ottica di garantire una maggiore imparzialità e terzietà del giudizio.
13. IMMIGRAZIONE:
RIMPATRI E STOP AL BUSINESS
La questione migratoria attuale risulta insostenibile per l’Italia, visti i costi da sopportare e il business connesso, alimentato da fondi pub- blici nazionali spesso gestiti con poca trasparenza e permeabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Il fallimento dell’attuale sistema di gestione dei flussi migratori rischia di mettere in discussione lo stesso sistema di Schengen.
L'Italia deve ricoprire un ruolo determinante ai tavoli dei negoziati eu- ropei in merito alle politiche di asilo e di immigrazione. Si deve pun- tare alla riduzione della pressione dei flussi sulle frontiere esterne e del conseguente traffico di esseri umani e contestualmente, nella me- desima ottica, ad una verifica sulle attuali missioni europee nel Medi- terraneo, penalizzanti per il nostro Paese, in particolare per le clauso- le che prevedono l’approdo delle navi utilizzate per le operazioni nei nostri porti nazionali senza alcuna responsabilità condivisa dagli altri stati europei.
È necessario il superamento del Regolamento di Dublino.
Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito dal Trattato sul funzionamento dell’UE deve essere garantito attraver- so il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'UE, in base a parametri oggettivi e quantificabili e con il reindirizzo delle domande di asilo verso altri Paesi.
In osservanza dei diritti costituzionalmente garantiti proponiamo che le procedure per la verifica del diritto allo status di rifugiato o la sua re- voca siano rese certe e veloci, anche mediante l’adozione di procedure accelerate e/o di frontiera, l’individuazione dei Paesi sicuri di origine e provenienza, la protezione all’interno del Paese di origine (IPA) e l’alli- neamento delle attuali forme di protezione agli standard internazionali.
Contestualmente, al fine di garantire un corretto bilanciamento con gli interessi di sicurezza e ordine pubblico, occorre poi prevedere specifi- che fattispecie di reato che comportino, qualora commessi da richie- denti asilo, il loro immediato allontanamento dal territorio nazionale.
Dato che i meccanismi attuali e i consistenti fondi stanziati per l’acco- glienza costituiscono un elemento di attrazione per la criminalità, oc- corre un più attento controllo dei costi. Per questo è necessario dare trasparenza alla gestione dei fondi pubblici destinati al sistema di ac- coglienza, così da eliminare l’infiltrazione della criminalità organizzata. Occorre introdurre l’obbligo di pubblicità dei bilanci dei soggetti gesto- ri per assicurare verifiche puntuali sulla rendicontazione dei servizi e dei beni erogati, sulle spese sostenute e sui risultati conseguiti.
Si deve superare l’attuale sistema di affidamento a privati dei centri e puntare ad un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, a cominciare da quelle territoriali, affidando la gestione dei centri stes- si alle regioni e prevedendo misure che dispongano l’acquisizione del preventivo assenso degli enti locali coinvolti, quale condizione neces- saria per la loro istituzione.
È imprescindibile scardinare il business degli scafisti che ha causato sbarchi e morti nel mar Mediterraneo e smantellare le organizzazioni criminali internazionali per la tratta degli esseri umani, con ulteriore cooperazione e coinvolgimento della polizia giudiziaria di altri Paesi europei.
La valutazione dell’ammissibilità delle domande di protezione interna- zionale deve avvenire nei Paesi di origine o di transito, col supporto delle Agenzie europee, in strutture che garantiscano la piena tutela dei diritti umani. Inoltre riteniamo che si debbano implementare gli ac- cordi bilaterali, sia da parte dell’Italia sia da parte dell’Unione europea, con i Paesi terzi, sia di transito che di origine, in modo da rendere chia- re e rapide le procedure di rimpatrio.
Occorre prevedere, contestualmente, l’individuazione di sedi di per- manenza temporanea finalizzate al rimpatrio, con almeno una sede per ogni regione, previo accordo con la Regione medesima, e con una capienza sufficiente per tutti gli immigrati irregolari, presenti e rintrac- ciati sul territorio nazionale, garantendo la tutela dei diritti umani.
Ad oggi sarebbero circa 500 mila i migranti irregolari presenti sul no- stro territorio e, pertanto, una seria ed efficace politica dei rimpatri ri- sulta indifferibile e prioritaria.
Ai fini dell’espletamento delle procedure e dell’effettivo rimpatrio, il trattenimento deve essere disposto per tutto il periodo necessario ad
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assicurare che l’allontanamento sia eseguito in un tempo massimo complessivo di diciotto mesi, in armonia con le disposizioni comuni- tarie.
Nell’ottica di una gestione delle risorse pubbliche efficiente e con- gruente con le azioni politiche da attuare occorre, quindi, procedere ad una revisione dell’attuale destinazione delle stesse in materia di asilo e immigrazione, in particolare prevedendo l’utilizzo di parte delle risorse stanziate per l’accoglienza per destinarle al Fondo rimpatri.
Infine, occorre una necessaria revisione della vigente normativa in ma- teria di ricongiungimenti familiari e di sussidi sociali, al fine di evitare casi fittizi, l’indebito utilizzo dei sussidi erogati e garantire la loro effet- tiva sostenibilità rispetto alla condizione economica del nostro Paese. In un contesto globale è necessario adoperarsi affinché siano resi tra- sparenti i flussi degli investimenti internazionali e il finanziamento dei fondi alla cooperazione. Occorre bloccare la vendita di armi ai Paesi in conflitto, prevenire e contrastare il terrorismo internazionale anche di matrice islamista.
Ai fini della trasparenza nei rapporti con le altre confessioni religio- se, in particolare di quelle che non hanno sottoscritto le intese con lo Stato italiano, e di prevenzione di eventuali infiltrazioni terroristiche, più volte denunciati a livello nazionale e internazionale, è necessario adottare una normativa ad hoc che preveda l’istituzione di un registro dei ministri di culto e la tracciabilità dei finanziamenti per la costruzio- ne delle moschee e, in generale, dei luoghi di culto, anche se diversa- mente denominati.
Inoltre, occorre disporre di strumenti adeguati per consentire il con- trollo e la chiusura immediata di tutte le associazioni islamiche radicali nonché di moschee e di luoghi di culto, comunque denominati, che risultino irregolari. A tale riguardo, onde garantire un’azione efficace e uniforme su tutto il territorio nazionale è necessario adottare una spe- cifica legge quadro sulle moschee e luoghi di culto, che preveda anche il coinvolgimento delle comunità locali.
14. LAVORO
Sul tema del lavoro appare di primaria importanza garantire una retri- buzione equa al lavoratore in modo da assicurargli una vita e un lavoro dignitosi, in condizioni di libertà, equità, sicurezza e dignità, in attua- zione dei principi sanciti dall'articolo 36 della Costituzione. A tal fine si ritiene necessaria l'introduzione di una legge salario minimo ora- rio che, per tutte le categorie di lavoratori e settori produttivi in cui la retribuzione minima non sia fissata dalla contrattazione collettiva, stabilisca che ogni ora del lavoratore non possa essere retribuita al di sotto di una certa cifra. Similmente non potranno essere più gratuiti gli apprendistati per le libere professioni.
Al fine di favorire una pronta ripresa dell'occupazione e liberare le im- prese dal peso di oneri, spesso inutili e gravosi, occorre porre in es- sere da un lato una riduzione strutturale del cuneo fiscale e dall'altro una semplificazione, razionalizzazione e riduzione, anche attraverso la digitalizzazione, degli adempimenti burocratici connessi alla gestione amministrativa dei rapporti di lavoro che incidono pesantemente sul costo del lavoro in termini di tempo, efficienza e risorse dedicate.
La cancellazione totale dei voucher ha creato non pochi disagi ai tanti settori per i quali questo mezzo di pagamento rappresentava, invece, uno strumento indispensabile. La sua sostituzione con il c.d. «libretto famiglia» e con il «contratto di prestazione occasionale» ha soltan- to reso più complesso il ricorso al lavoro accessorio, col rischio di un aumento del lavoro sommerso. Occorre pertanto porre in essere una riforma complessiva della normativa vigente volta ad introdurre un apposito strumento, chiaro e semplice, che non si presti ad abusi, at- tivabile per via telematica attraverso un'apposita piattaforma digitale, per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio.
Al fine di tutelare la sicurezza occupazionale e sociale, è importante lo sviluppo e il rafforzamento di politiche attive che facilitino l’occupa- zione, la ricollocazione ed adeguate misure di sostegno al reddito e di protezione sociale. Ciò potrà essere attuato anzitutto procedendo ad una profonda riforma e ad un potenziamento dei centri per l'impiego. Particolare attenzione sarà rivolta al contrasto della precarietà, causa- ta anche dal “jobs act”, per costruire rapporti di lavoro più stabili e con- sentire alle famiglie una programmazione più serena del loro futuro.
Favorire gli investimenti in imprese giovani, innovative e tecnologiche, significa scommettere sul futuro e valorizzare il merito e la ricerca. A tal fine appare necessaria anzitutto una profonda riorganizzazione
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È necessario inoltre introdurre misure volte a garantire un’adeguata formazione secondaria superiore di tipo tecnico professionale, capa- ce di assicurare ai nostri giovani l’accesso al mondo del lavoro e delle professioni manuali, tecniche e artigianali.
15. LOTTA ALLA CORRUZIONE
È improrogabile una severa ed incisiva legislazione anticorruzione tale da consentire un rilevante recupero di risorse indebitamente sottratte allo Stato e, nel contempo, rilanciare la competitività del Paese, fa- vorendo una reale concorrenza nel settore privato a vantaggio delle piccole e medie imprese.
Le misure da mettere in campo sono le seguenti: l’aumento delle pene per tutti i reati contro la pubblica amministrazione di tipo cor- ruttivo per i quali debbono essere preclusi gli sconti di pena median- te un sistema che vieti l’accesso a riti premiali alternativi; il ‘DASPO’ per i corrotti e corruttori, ovvero l’interdizione dai pubblici uffici e la perpetua incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per chi è stato condannato definitivamente per un reato di tipo corruttivo contro la Pubblica Amministrazione; nel quadro della piena attuazione della Convenzione ONU di Merida del 2003, l’introduzione della figura dell’“agente sotto copertura” e la valutazione della figura dell’agente provocatore in presenza di indizi di reità, per favorire l’emersione dei fenomeni corruttivi nella Pubblica Amministrazione. A tali strumenti è necessario abbinare, oltre che un potenziamento dell’Autorità Nazio- nale Anti-corruzione e del piano di prevenzione della corruzione, una modifica delle disposizioni vigenti – ad oggi non del tutto efficaci – in termini di prevenzione e repressione, anche rafforzando le tutele per il
In materia di intercettazioni è opportuno intervenire per potenziarne l’utilizzo, soprattutto per i reati di corruzione.
16. MINISTERO PER LE DISABILITÀ
Uno Stato civile deve proteggere, tutelare, assistere e integrare chiun- que abbia una disabilità. È fondamentale consolidare e rinnovare le politiche di protezione e inclusione dedicate alle persone con disabili- tà e finalizzate a garantirne un concreto ed efficace sostegno durante tutte le fasi della vita. Si prevede un generale rafforzamento dei fondi sulla disabilità e la non autosufficienza al fine di consentire alle per- sone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, assicurando l’accesso all’am- biente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, com- presi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico.
È necessario intervenire affinché i trattamenti assistenziali, previden- ziali ed indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, qualora attinenti a condizione di disabi- lità, siano esclusi tassativamente dal calcolo dell’ISEE o di altri indica- tori reddituali, necessari per accedere ad agevolazioni o benefici. Con riferimento all’indennità di invalidità civile, proponiamo il suo innalza- mento e l’adeguamento alla pensione sociale.
Bisogna dare completa attuazione alla Convenzione O.N.U. sul dirit- to alle persone con disabilità, procedendo ad una completa revisione delle leggi esistenti e garantendo che ogni scelta del legislatore si col- lochi sempre nell’ambito di una piena consapevolezza che “le persone con disabilità includono quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, in- tellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie bar- riere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri”.
Per assicurare protezione e inclusione ai soggetti con disabilità o non autosufficienti è necessario superare la frammentazione dell’inter- vento pubblico nazionale e locale, attraverso una governance coordi- nata e condivisa sugli interventi e la messa in rete degli erogatori degli interventi.
Bisogna assicurare il tempestivo aggiornamento delle agevolazioni per l’acquisto di beni e ausili per le persone con disabilità.
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Deve essere garantita l’inclusione scolastica degli studenti con disa- bilità, attraverso una migliore specializzazione degli insegnanti per il sostegno e l’implementazione della loro presenza in aula. Si dovranno individuare percorsi di aggiornamento per i docenti curricolari e per tutte le figure presenti nella scuola. È necessario un intervento cul- turale di contrasto ai pregiudizi sulle disabilità, assicurando che nel percorso didattico vi siano dei momenti di ascolto e incontro con la disabilità, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei disabili.
Bisogna fare una ricognizione dello stato di attuazione della legge 68/99 sul collocamento al lavoro delle categorie protette, con una particolare attenzione per le disabilità gravi, assicurandone il rispetto nel pubblico e incentivando le assunzioni nel settore privato e, se ne- cessario, contemplando percorsi lavorativi specifici per disabilità fisi- che e/o psichiche.
È necessario garantire l’accessibilità di luoghi, beni e servizi attraverso un effettivo abbattimento delle barriere architettoniche, contemplan- do anche un audit civico nella realizzazione di opere pubbliche.
Occorre implementare una “politica per la vita indipendente” che fa- vorisca l’accesso delle persone con disabilità ad abitazioni di recente concezione o costruzione. Servono politiche di housing sociale che coinvolgano il privato e introducano, negli oneri di urbanizzazione, quote da riservarsi alle persone con disabilità.
Bisogna favorire il cohousing e organizzare corsi di formazione speci- fica, tenuti da personale sanitario e tramite incontri di automutuoaiu- to, per aumentare conoscenze e competenze dei caregivers.
È necessario garantire la completa accessibilità dei contenuti e docu- menti della Pubblica Amministrazione, in ottemperanza alla Direttiva UE 2016/2102 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 ottobre 2016, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici.
Inoltre, al fine di dare adeguata rappresentanza alla disabilità nell’a- genda politica, ci impegniamo ad istituire un dicastero dedicato.
Si dovrà infine garantire un’adeguata rappresentanza anche attraver- so l’istituzione di un Garante regionale quale figura di riferimento in caso di inadempienze e violazioni dei diritti delle persone con disabi- lità.
17. PENSIONI. STOP LEGGE FORNERO
Occorre provvedere all’abolizione degli squilibri del sistema previden- ziale introdotti dalla riforma delle pensioni cd. “Fornero”, stanziando 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse.
Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impe- gnati in mansioni usuranti.
Inoltre è necessario riordinare il sistema del welfare prevedendo la se- parazione tra previdenza e assistenza.
Prorogheremo la misura sperimentale “opzione donna” che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quie- scenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Proroghere- mo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili.
18. POLITICHE PER LA FAMIGLIA E NATALITÀ
È necessario rifinanziare gli Enti Locali dando priorità al welfare familiare (come ad esempio il sostegno per servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane, le politiche per le donne, per gli anziani e la terza età, il sostegno alle periferie), in un’ottica di sinergia tra tutte le componenti dello Stato per raggiungere gli obiettivi di sviluppo econo- mico di qualità e per far uscire il Paese dalla crisi economica.
Occorre introdurre politiche efficaci per la famiglia, per consentire alle donne di conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro, anche attraverso servizi e sostegni reddituali adeguati. Inoltre, è necessario prevedere: l’innalzamento dell’indennità di maternità, un premio eco- nomico a maternità conclusa per le donne che rientrano al lavoro e sgravi contributivi per le imprese che mantengono al lavoro le madri dopo la nascita dei figli.
Occorre introdurre agevolazioni alle famiglie attraverso: rimborsi per asili nido e baby sitter, fiscalità di vantaggio, tra cui “IVA a zero” per prodotti neonatali e per l’infanzia.
Importante attenzione va posta anche nei confronti della terza età con provvedimenti volti ad agevolare le famiglie con anziani a carico, com- presa l’assistenza domiciliare anche tramite colf e badanti.
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19. REDDITO DI CITTADINANZA E PENSIONE DI CITTADINANZA
Reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza è una misura attiva rivolta ai cittadini italiani al fine di reinserirli nella vita sociale e lavorativa del Paese. Garantisce la dignità̀ dell'individuo e funge da volano per esprimere le potenzialità lavorative del nostro Paese, favorendo la crescita occupazionale ed economica.
La misura si configura come uno strumento di sostegno al reddito per i cittadini italiani che versano in condizione di bisogno; l’ammontare dell’erogazione è stabilito in base alla soglia di rischio di povertà cal- colata sia per il reddito che per il patrimonio. L’ammontare è fissato in 780,00 Euro mensili per persona singola, parametrato sulla base della scala OCSE per nuclei familiari più numerosi.
Al fine di consentire il reinserimento del cittadino nel mondo del lavoro, l’erogazione del reddito di cittadinanza presuppone un impegno attivo del beneficiario che dovrà aderire alle offerte di lavoro provenienti dai centri dell’impiego (massimo tre proposte nell’arco temporale di due anni), con decadenza dal beneficio in caso di rifiuto allo svolgimento dell’attività lavorativa richiesta.
La misura si basa su due direttrici guida che sono da un lato la tipolo- gia di professionalità del lavoratore in questione e dall’altro la sinergia con la strategia di sviluppo economico mirato all’obiettivo della piena occupazione, innescata dalle politiche industriali volte a riconvertire i settori produttivi, così da sviluppare la necessaria innovazione per raggiungere uno sviluppo di qualità.
Tale percorso prevede un investimento di 2 miliardi di euro per la ri- organizzazione e il potenziamento dei centri per l’impiego che funge- ranno da catalizzatore e riconversione lavorativa dei lavoratori che si trovano momentaneamente in stato di disoccupazione.
La pianificazione di un potenziamento generale di tutti i centri per l'im- piego sul territorio nazionale è finalizzata a: incrementare la presen- za, efficienza e qualità dei servizi per l'impiego; identificare e definire idonei standard di prestazione dei servizi da erogare; adeguare i livelli formativi del personale operante.
Andrà avviato un dialogo nelle sedi comunitarie al fine di applicare il provvedimento A8-0292/2017 approvato dal Parlamento europeo lo scorso 6 ottobre 2017, che garantirebbe l'utilizzo del 20% della dota- zione complessiva del Fondo Sociale Europeo (FSE) per istituire un
Pensione di cittadinanza
È necessario assegnare una pensione di cittadinanza a chi vive sotto la soglia minima di povertà.
La nostra proposta è rappresentata da un’integrazione per un pen- sionato che ha un assegno inferiore ai 780,00 euro mensili, secondo i medesimi parametri previsti per il reddito di cittadinanza.
20. RIFORME ISTITUZIONALI, AUTONOMIA E DEMOCRAZIA DIRETTA
Nell’ambito della fondamentale riforma delle istituzioni si rivela ne- cessario un approccio pragmatico e fattibile, con riferimento ad alcuni interventi limitati, puntuali, omogenei, attraverso la presentazione di iniziative legislative costituzionali distinte ed autonome.
Occorre partire dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari: 400 deputati e 200 senatori. In tal modo, sarà più agevole organiz- zare i lavori delle Camere e diverrà più efficiente l'iter di approvazione delle leggi, senza intaccare in alcun modo il principio supremo della rappresentanza, poiché resterebbe ferma l'elezione diretta a suffragio universale da parte del popolo per entrambi i rami del Parlamento sen- za comprometterne le funzioni. Sarà in tal modo possibile conseguire anche ingenti riduzioni di spesa poiché il numero complessivo dei se- natori e dei deputati risulterà quasi dimezzato.
Occorre introdurre forme di vincolo di mandato per i parlamentari, per contrastare il sempre crescente fenomeno del trasformismo. Del re- sto, altri ordinamenti, anche europei, contengono previsioni volte a impedire le defezioni e a far sì che i gruppi parlamentari siano sempre espressione di forze politiche presentatesi dinanzi agli elettori, come si può ricavare dall’articolo 160 della Costituzione portoghese o dalla disciplina dei gruppi parlamentari in Spagna.
È inoltre fondamentale potenziare un imprescindibile istituto di de- mocrazia diretta già previsto dal nostro ordinamento costituzionale: il referendum abrogativo. Per incentivare forme di partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica nazionale occorre cancellare il quorum
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strutturale - ovvero la necessità della partecipazione alla votazione della maggioranza degli aventi diritto - al fine di rendere efficace e co- gente l'istituto referendario. Ulteriore obiettivo di questa proposta, nel solco dello spirito che anima l'articolo 75 della Costituzione, è quello di scoraggiare, in ogni forma, l'astensionismo elettorale, spesso stru- mentalizzato per incentivare il non voto, al fine di sabotare le consulta- zioni referendarie. Sempre allo scopo di incentivare la partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica del Paese sosteniamo l’introduzio- ne del referendum propositivo, ossia un mezzo volto a trasformare in legge proposte avanzate dai cittadini e votate dagli stessi.
È poi necessario rendere obbligatoria la pronuncia del Parlamento sui disegni di legge di iniziativa popolare, con puntuale calendarizzazione. Per migliorare il rapporto tra cittadini e istituzioni intendiamo inoltre intervenire su quelle fondazioni, direttamente o indirettamente colle- gate a partiti politici, introducendo adeguate misure per garantire la massima trasparenza dei finanziamenti ricevuti e delle attività finan- ziarie svolte.
Altre questioni da affrontare in termini costituzionali sono: l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, istituzione rivela- tasi inefficace rispetto agli scopi per i quali era stata concepita, e l’af- fermazione del principio della prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario, in analogia al modello tedesco, fermo restando il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione.
Occorre prevedere una maggiore flessibilità dell’azione di governo in modo tale da poter far fronte efficacemente ai diversi cicli economici, prevedendo l’adeguamento della regola dell’equilibrio di bilancio, che rende oggettivamente impossibile un’efficace azione anticiclica dello Stato.
Sotto il profilo del regionalismo, l’impegno sarà quello di porre come questione prioritaria nell’agenda di Governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, di maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, portando anche a rapida conclusione le trattative tra Governo e Regioni attual- mente aperte. Il riconoscimento delle ulteriori competenze dovrà es- sere accompagnato dal trasferimento delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse. Alla maggiore autonomia dovrà infat- ti accompagnarsi una maggiore responsabilità sul territorio, in termini di equo soddisfacimento dei servizi a garanzia dei propri cittadini e in termini di efficienza ed efficacia dell’azione svolta. Questo percorso di rinnovamento dell’assetto istituzionale dovrà dare sempre più forza al
regionalismo applicando, regione per regione, la logica della geometria variabile che tenga conto sia delle peculiarità e delle specificità delle diverse realtà territoriali sia della solidarietà nazionale, dando spazio alle energie positive ed alle spinte propulsive espresse dalle colletti- vità locali.
Occorre garantire i trasferimenti necessari agli enti territoriali e una contestuale cessazione delle “politiche di tagli” compiute dagli ultimi Governi.
C’è ancora molto da fare per avvicinare le decisioni pubbliche ai citta- dini. Un modo che sembra suggerito anche dagli articoli 5 e 118 della Costituzione, consiste nel trasferire funzioni amministrative dallo Sta- to alle Regioni e poi ai Comuni secondo il principio di sussidiarietà.
In tale ambito, si intende rilanciare anche il disegno attuativo delle di- sposizioni costituzionali su Roma Capitale (art. 114 Cost.) con legge dello Stato. Verrà in tale modo sancito un nuovo Patto tra la Repubbli- ca e la sua Capitale, restituendole nuova e definitiva dignità.
Occorre inoltre utilizzare il modello dei “costi standard” per i servizi regionali e locali.
Per semplificare la vita dei cittadini e delle Istituzioni occorre diminuire drasticamente il numero delle norme in vigore e fare in modo che le leggi siano attuate. È altresì necessario verificare lo stato di attuazione delle singole disposizioni e la relativa efficacia anche con un bilancio dei risultati concreti della loro attuazione.
In particolare occorre fare il “tagliando alle leggi”, per valutare se gli ef- fetti ottenuti nel lungo periodo siano quelli originariamente proposti e, nel caso, se siano necessarie modifiche, integrazioni o sia addirittura opportuno procedere alla loro abrogazione.
Per garantire l’efficacia dei servizi dello Stato ai cittadini e per dare spazio alle competenze professionali del personale e della dirigenza pubblica, è necessario semplificare e uniformare i procedimenti non- ché razionalizzare e accorpare le numerose banche dati pubbliche oggi esistenti.
Occorre uniformare i criteri di nomina delle autorità amministrative in- dipendenti.
È opportuno introdurre il principio della cittadinanza digitale dalla na- scita, prevedendo l’accesso gratuito alla rete internet per ogni cittadino. È inoltre essenziale introdurre un efficace sistema di valutazione del- le performances della pubblica amministrazione nel suo complesso, del personale e della dirigenza pubblica, anche attraverso il coinvolgi- mento dell’utenza.
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21. SANITÀ
È prioritario preservare l’attuale modello di gestione del servizio sa- nitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare il princi- pio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Tutelare il servizio sanitario nazionale significa salvaguardare lo stato di salute del Paese, garantire equità nell’accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza.
Va preservata e tutelata l’autonomia regionale nell’organizzazione dei servizi sanitari mantenendo al governo nazionale il compito di indicare livelli essenziali di assistenza, gli obiettivi che il sistema sanitario deve perseguire e garantire ai cittadini la corretta e adeguata erogazione dei servizi sanitari erogati dai sistemi regionali
In tale ottica si ritiene che siano e saranno utili diverse azioni di tipo strutturale, partendo da un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della sanità, che dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partitiche. Bisogna rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi cri- xxxx di nomina sia dei medesimi direttori generali, sia dei direttori sani- tari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse. È necessario garantire anche la trasparenza e la valutazione dell’ope- rato dei direttori generali in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Va anche garantito che a quelle risorse aggiuntive corrispondano più servizi di qualità per i cittadini.
La sanità dovrà essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale e, dunque, dovrà essere ridotta al minimo la compartecipazione dei singoli cittadini.
È necessario recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, ga- rantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali.
Il recupero delle risorse avverrà grazie ad una efficace lotta agli spre- chi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farma- ceutica, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’infor- matizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla
promozione della trasparenza.
È necessario realizzare l’informatizzazione del SSN con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza e un effi- cace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. È necessario, altresì, dare evidenza del rapporto esistente tra i rimborsi a carico del SSN e il risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza; avviare e implementare la telemedicina grazie a tut- te le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pa- zienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità. Occorre garantire, implementare e integrare i servizi socio-sanitari, in- vestendo in prevenzione e superando il modello “ospedalo-centrico”. La risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita ed è nel contempo necessario sviluppare in ma- niera diffusa i servizi territoriali, con standard organizzativi e con costi di accesso ai servizi omogenei e pre-definiti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo specifico percorso socio-sani- tario e attraverso più idonei servizi di prevenzione. È indispensabile l’implementazione di un coordinamento territoriale, così da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata del luogo di cura.
L’integrazione socio-sanitaria si realizza appieno quando è soddisfat- to, in continuità, il bisogno di salute nella componente sanitaria e in quella di protezione sociale. L’integrazione socio-sanitaria comporta, anche in termini economici, il diverso coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, i cui strumenti di programmazione sono fondamentali per realizzare una co-progettazione efficace soddisfare i bisogni di assi- stenza del territorio e dei cittadini che lo abitano. È necessario garan- tire adeguate risorse economiche e strutturali ai servizi sociosanitari territoriali di prossimità e domiciliari in una logica di trasversalità che da un lato si occupa dei bisogni del singolo e dall’altro delle esigenze della comunità locale. Nell’ottica di garantire un efficace e capillare so- stegno ai servizi territoriali dovrebbe essere rivisto anche il ruolo dei medici di medicina generale. Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato.
È improcrastinabile intervenire sui tempi di attesa ai Pronto soccorso, riducendo i tempi di accesso attraverso l’implementazione di struttu- re a bassa intensità di cura. Bisogna delineare percorsi di assistenza
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e di cura personalizzati e vicini al cittadino oltre che adeguatamente accessibili, riordinare il sistema di accesso alle prestazioni nell’ottica di ridurne i tempi di attesa, eliminare altresì ogni forma di spreco che de- rivi da una non appropriata organizzazione dei servizi e dell’assistenza e da una governance sanitaria non adeguata, da un mancato ammo- dernamento tecnologico e digitale del servizio sanitario nazionale. È necessario garantire che non vi sia alcuno squilibrio tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime di libera professione, soprattut- to con riguardo ai tempi di attesa.
Il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa ca- renza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014.
I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. La realtà è che quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole uni- versitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del MIUR. Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rive- dendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Bisogna consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche e l’autonomia neces- saria allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014).
Deve essere affrontato il problema dell’invecchiamento della popola- zione e dei susseguenti problemi correlati alla cronicità delle patologie e alla comorbilità. In tale ottica è necessario garantire la diffusione ca- pillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Devono altresì essere implementate l’organizzazione dei percorsi e le strut- ture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologiche e bisogna garantire risorse adeguate per l’assistenza, diretta e per- sonalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche. Va altresì potenziata la ricerca biomedica svolta all’interno del sistema sanitario e dalle università.
Le prime vittime di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e sul profitto, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabil-
22. SCUOLA
La scuola italiana ha vissuto in questi anni momenti di grave difficoltà. Dopo le politiche dei tagli lineari e del risparmio, l’istruzione deve tor- nare al centro del nostro sistema Paese. La buona qualità dell’insegna- mento, fin dai primi anni, rappresenta una condizione indispensabile per la corretta formazione dei nostri ragazzi. La nostra scuola dovrà essere in grado di fornire gli strumenti adeguati per affrontare il futuro con fiducia. Per far ciò occorre ripartire innanzitutto dai nostri docenti. In questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la c.d. “Buona Scuola”, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. “classi pollaio”, dell’edilizia scolastica, delle graduatorie e ti- toli per l’insegnamento. Particolare attenzione dovrà essere posta alla questione dei diplomati magistrali e, in generale, al problema del pre- cariato nella scuola dell’infanzia e nella primaria.
Una delle componenti essenziali per il corretto funzionamento del si- stema di istruzione è rappresentata dal personale scolastico. L’ecces- siva precarizzazione e la continua frustrazione delle aspettative dei nostri insegnanti rappresentano punti fondamentali da affrontare per un reale rilancio della nostra scuola. Sarà necessario assicurare, per- tanto, anche attraverso una fase transitoria, una revisione del sistema di reclutamento dei docenti, per garantire da un lato il superamento
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delle criticità che in questi anni hanno condotto ad un cronico preca- riato e dall’altro un efficace sistema di formazione. Saranno introdotti nuovi strumenti che tengano conto del legame dei docenti con il loro territorio, affrontando all’origine il problema dei trasferimenti (ormai a livelli record), che non consentono un’adeguata continuità didattica. Un altro dei fallimenti della c.d. “Buona Scuola” è stato determinato dalla possibilità della “chiamata diretta” dei docenti da parte del diri- gente scolastico. Intendiamo superare questo strumento tanto inutile quanto dannoso.
Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e garantiscano l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che presentano disabilità più o meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per l’intero ciclo. Una scuola inclu- siva è, inoltre, una scuola in grado di limitare la dispersione scolastica che in alcune regioni raggiunge percentuali non più accettabili. A tutti gli studenti deve essere consentito l’accesso agli studi, nel rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini.
La cultura rappresenta un mondo in continua evoluzione. È necessario che anche i nostri studenti rimangano sempre al passo con le evolu- zioni culturali e scientifiche, per una formazione che rappresenti uno strumento essenziale ad affrontare con fiducia il domani. Per consen- tire tutto ciò garantiremo ai nostri docenti una formazione continua. Intendiamo garantire la presenza all’interno delle nostre scuole di do- centi preparati ai processi educativi e formativi specifici, assicurando loro la possibilità di implementare adeguate competenze nella gestio- ne degli alunni con disabilità e difficoltà di apprendimento.
La c.d. “Buona Scuola” ha ampliato in maniera considerevole le ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, quello che avrebbe dovuto rappresentare un efficace strumento di formazione dello stu- dente si è presto trasformato in un sistema inefficace, con studenti impegnati in attività che nulla hanno a che fare con l’apprendimento. Uno strumento così delicato che non preveda alcun controllo né sulla qualità delle attività svolte né sull’attitudine che queste hanno con il ciclo di studi dello studente, non può che considerarsi dannoso.
23. SICUREZZA, LEGALITÀ E FORZE DELL’ORDINE
Forze dell’ordine
Relativamente alle Forze dell'ordine è necessario aumentare i fondi a disposizione del comparto per prevedere il potenziamento degli orga- nici, con previsione di aumento del personale, rinnovo dei contratti in essere e riordino delle carriere.
L’aumento di fondi è necessario per effettuare investimenti in partico- lare nelle seguenti dotazioni: autovetture, armi non letali come taser o key defender, nonché armi e giubbotti antiproiettile adeguati ai rischi connessi alle minacce terroristiche.
Coloro che garantiscono la sicurezza dei cittadini devono poter opera- re in condizioni di massima protezione individuale, riducendo il rischio di lesioni. È fondamentale pertanto investire nella formazione e in cor- si di addestramento anti-terrorismo (C.A.T.) per tutti gli operatori che svolgono attività di controllo del territorio, compresi gli operatori delle specialità.
Si dovranno dotare tutti gli agenti che svolgono compiti di polizia su strada di una videocamera sulla divisa, nell’autovettura e nelle celle di sicurezza, sotto il controllo e la direzione del Garante della privacy, con adozione di un rigido regolamento, per filmare quanto accade durante il servizio, nelle manifestazioni, in piazza e negli stadi.
È necessario inoltre intervenire per l’ammodernamento del complesso di strutture in uso alle forze dell’ordine nonché per il potenziamento e la valorizzazione dei presidi di sicurezza di specialità (postale, di fron- tiera, stradale, ferroviaria e nautica).
Vigili del Fuoco
Proponiamo misure per garantire la stabilizzazione dei rapporti di la- voro, il potenziamento della formazione e l’adeguamento delle retribu- zioni ai livelli previsti per le forze dell’ordine.
Polizia Locale e coordinamento con le forze dell’ordine statali
Le problematiche afferenti il comparto della Polizia Locale sono dovu- te ad una normativa ormai datata e ad una presenza di agenti sul terri- torio distribuita in modo non omogeneo. Si ritiene pertanto necessario un riordino del comparto della Polizia locale.
Affinché la riforma possa effettivamente produrre risultati positivi per una maggiore sicurezza sul territorio devono essere necessariamente introdotti i seguenti punti qualificanti: accesso alle banche dati SDI
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Cyber security e contrasto al bullismo
È indispensabile incentivare lo sviluppo del settore della sicurezza anche per quanto concerne la cyber security, avendo particolare at- tenzione al fenomeno del cyber bullismo e individuando strumenti di ausilio per il superamento del problema, soprattutto negli ambienti scolastici.
É necessario introdurre misure repressive per chi commette il reato e premianti per chi lo denuncia: prevedere sanzioni amministrative nei regolamenti scolastici; numero verde unico nazionale; premialità per gli studenti che denunciano episodi di bullismo (borse di studio); vide- ocamere nelle scuole.
Gioco d’azzardo
Con riguardo alla problematica del gioco d'azzardo sono necessarie una serie di misure per contrastare il fenomeno della dipendenza che crea forti danni sia socio sanitari che all’economia sana, reale e pro- duttiva, tra le quali: divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni; trasparenza finanziaria per le società dell'azzardo; strategia d’uscita dal machines gambling (Slot machines, videolottery) e forti limitazioni alle forme di azzardo con puntate ripetute; obbligo all'utilizzo di una tessera personale per prevenire l'azzardo minorile; imposizione di limi- ti di spesa; tracciabilità dei flussi di denaro per contrastare l’evasione fiscale e le infiltrazioni mafiose.
È necessaria una migliore regolamentazione del fenomeno, preveden- do il rilascio dell'autorizzazione all’installazione delle slot machine - VLT solo in luoghi ben definiti (no bar, distributori ecc), la limitazione negli orari di gioco e l'aumento della distanza minima dai luoghi sensi- bili (come scuole e centri di aggregazione giovanile).
Occupazioni abusive
I dati sulle occupazioni abusive indicano che esistono circa 48.000 al- loggi detenuti illegalmente. Non esiste un catasto delle abitazioni oc- cupate. Molte, infatti, appartengono all’edilizia pubblica; una minima parte sono invece di privati e questo ha reso più difficile censirle.
L’accertamento dello stato di necessità è di competenza dell’Azien- da Sanitaria Locale e dei Servizi Sociali territoriali, che dovranno atte- stare le condizioni psico-fisiche deficitarie e l’incapacità oggettiva del soggetto a procurare il necessario sostentamento per sé ed eventual- mente per la propria famiglia. Le sole condizioni di difficoltà economi- che non possono mai giustificare l’occupazione abusiva.
Gli occupanti abusivi stranieri irregolari vanno rimpatriati.
Sicurezza stradale
È necessario l’aumento delle risorse per il piano nazionale di sicurezza stradale, nonché la verifica dell’efficacia degli interventi attraverso le Regioni.
Occorre implementare i controlli con necessarie limitazioni sulle pa- tenti straniere.
Occorre prevedere, in aggiunta ai sistemi punitivi (ad esempio, punti patente), un sistema di premialità per chi non commette infrazioni alla guida (ad esempio, sconti sull’assicurazione RC, sconto sul bollo auto).
Campi nomadi
Il dilagare dei campi nomadi, negli ultimi anni, l’aumento esponenziale di reati commessi dai loro abitanti e le pessime condizioni igienico-sa- nitarie a cui sono sottoposti ha reso tale fenomeno un grave problema sociale con manifestazioni esasperate soprattutto nelle periferie ur- bane coinvolte.
Ad oggi circa 40 mila Rom vivono nei campi nomadi e il 60 per cento sono minori.
Sono pertanto necessarie le seguenti azioni: chiusura di tutti i campi nomadi irregolari in attuazione delle direttive comunitarie; contrasto ai roghi tossici; obbligo di frequenza scolastica dei minori pena l’allon- tanamento dalla famiglia o perdita della responsabilità potestà geni- toriale.
In ogni caso, proponiamo di intervenire per il pieno superamento dei campi Rom in coerenza con l’ordinamento dell’Unione Europea.
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24. SPORT
Impianti
Se ben condotta e con l’ausilio di personale qualificato, la pratica mo- toria e sportiva assicura il miglioramento della qualità della vita, con- tribuendo in modo significativo alla prevenzione delle malattie. Inve- stire in attività motoria, quindi, significa ridurre, allo stesso tempo, la spesa sanitaria. È per questo che riteniamo necessario implementare, sin dalla scuola primaria, la pratica motoria, assicurando la presenza di insegnanti specializzati nella pratica sportiva ed aumentando, conte- stualmente, il monte ore da dedicare a questa disciplina.
La pratica motoria e sportiva ha, inoltre, un’importante valenza so- ciale. Lo sport rappresenta da sempre un fondamentale strumento di integrazione e trasmette valori fondamentali al miglioramento dell’es- sere umano, anche come individuo. Per questo intendiamo garantire un generale miglioramento degli impianti sportivi in tutto il territorio, partendo da uno strumento che riteniamo fondamentale per raggiun- xxxx questo obiettivo: l’istituzione dell’anagrafe degli impianti sportivi sia pubblici che privati (inclusi quelli scolastici, universitari, delle forze dell’ordine e militari). L’anagrafe permetterà di conoscere la situazione reale degli impianti e verificare le eventuali esigenze di ammoderna- mento e/o di realizzazione di nuove strutture sportive. Attraverso la mappatura degli impianti saremo così in grado di intervenire in manie- ra mirata per allocare efficacemente le risorse da destinare alla ristrut- turazione o alla nuova costruzione di strutture da dedicare alla pratica motoria e sportiva.
Occorre intervenire anche su aspetti che possano migliorare il funzio- namento degli organi sportivi. Ad esempio, riteniamo necessaria una revisione delle attuali competenze del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI). Pur ritenendo necessario garantire al mondo sportivo un’adeguata autonomia, risulta altrettanto importante che il Governo assuma, con maggior attenzione, il ruolo di controllore delle modalità di assegnazione e di spesa delle risorse destinate al CONI. Allo stesso tempo è al Governo che spetta il compito di emanare le linee guida fondamentali relative al sistema sport e alla pratica motoria nel loro complesso. In altre parole, fatta salva l’autonomia e la discreziona- lità delle scelte di natura tecnico – sportiva, che rimangono in capo al CONI, è necessario che il Governo sia compartecipe delle modalità con le quali vengono spesi e destinati i contributi pubblici assegnati al CONI e trasmessi, poi, alle Federazioni. Infine, occorre che la società
Società e Associazioni sportive
È necessario introdurre ulteriori agevolazioni fiscali e contributive per le piccole associazioni sportive dilettantistiche.
Occorre prevedere un corretto inquadramento giuridico-fiscale delle Società e Associazioni Sportive e la tutela dello sport dilettantistico e dello sport di base, anche per dare certezze operative ed evitare co- spicui contenziosi per mancanza di riferimenti legislativi certi.
Bisogna inoltre introdurre agevolazioni economiche per la stipula di un’assicurazione che copra tutte le fattispecie di responsabilità civile dei dirigenti e dei presidenti delle associazioni sportive dilettantisti- che. È opportuno inoltre garantire le risorse agli enti locali vincolate al taglio dei costi di esercizio ed utilizzo degli impianti sportivi pubblici e conseguente contenimento tariffario per gli utenti.
Attraverso l’Istituto del Credito Sportivo (anche grazie ad un potenzia- mento delle sue sedi regionali) insieme ai Comitati Regionali del CONI, occorre potenziare il fondo di garanzia a favore delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche, al fine di renderlo realmente fruibile per consentire la ristrutturazione o realizzazione di impianti sportivi con la relativa gestione diretta. Sempre attraverso l’ICS, è necessario agevolare gli enti pubblici nella stesura di bandi e azioni di partenaria- to pubblico privato finalizzati alla ristrutturazione o creazione di nuovi impianti sportivi. Occorre poi agevolare i Comuni disagiati attraverso l’inserimento dell’impianto sportivo locale nell’ambito del servizio pub- blico territoriale.
È necessario l’inserimento del laureato in scienze motorie nell’organi- co di ruolo della scuola primaria. Allo stesso modo occorre sostenere l’educazione fisica nella scuola primaria. Bisogna prevedere misure per sostenere l’associazionismo sportivo scolastico.
Inoltre, occorre investire in prevenzione sanitaria attraverso il soste- gno all’attività sportiva e progettualità territoriali, anche con visite mediche sportive gratuite nella scuola primaria. L’attività sportiva e motoria è sicuramente una nuova modalità operativa, forse l’unica a basso costo, per fare una corretta prevenzione e per contrastare alcu- ne malattie croniche soprattutto di natura cardiovascolari.
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25. SUD
Con riferimento alle Regioni del Sud, si è deciso, contrariamente al passato, di non individuare specifiche misure con il marchio “Mezzo- giorno”, nella consapevolezza che tutte le scelte politiche previste dal presente contratto (con particolare riferimento a sostegno al reddito, pensioni, investimenti, ambiente e tutela dei livelli occupazionali) sono orientate dalla convinzione verso uno sviluppo economico omogeneo per il Paese, pur tenendo conto delle differenti esigenze territoriali con l'obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud.
26. TAGLI DEI COSTI DELLA POLITICA, DEI COSTI DELLE ISTITUZIONI E DELLE PENSIONI D’ORO
Riteniamo doveroso intervenire nelle sedi di competenza per tagliare i costi della politica e delle istituzioni, eliminando gli eccessi e i privilegi. Occorre ricondurre il sistema previdenziale (dei vitalizi o pensionisti- co) dei parlamentari, dei consiglieri regionali e di tutti i componenti e i dipendenti degli organi costituzionali al sistema previdenziale vigente per tutti i cittadini, anche per il passato.
Occorre razionalizzare l’utilizzo delle auto blu e degli aerei di Stato, ol- tre che l’utilizzo dei servizi di scorta personale.
Per una maggiore equità sociale riteniamo altresì necessario un inter- vento finalizzato al taglio delle cd. pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati.
27. TRASPORTI, INFRASTRUTTURE E TELECOMU- NICAZIONI
In tema di mobilità sostenibile è necessario avviare un percorso fina- lizzato alla progressiva riduzione dell’utilizzo di autoveicoli con motori alimentati a diesel e benzina, al fine di ridurre il numero di veicoli inqui- nanti e contribuire concretamente al conseguimento e miglioramento degli obiettivi contenuti nell’accordo di Parigi.
È prioritario utilizzare strumenti finanziari per favorire l’acquisto di un nuovo veicolo ibrido ed elettrico a fronte della rottamazione - vendita di un mezzo con motore endotermico o per interventi di retrofit per
veicoli a combustione interna.
Il contributo concesso, che dovrà essere attentamente aggiornato sulla base del tasso di diminuzione dei prezzi internazionali delle vet- ture elettriche, servirà anche come volano per il rafforzamento della presenza sul territorio di un sistema di vendita e dell’infrastruttura di ricarica.
Risulta necessario introdurre o sperimentare anche altre azioni di ac- compagnamento, quali ad esempio meccanismi premiali per l’incenti- vazione dei mezzi a bassissime emissioni, applicando la regola comu- nitaria del “chi inquina paga”.
Il Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica deve divenire uno strumento dinamico in grado di intercettare e risolvere in tempi rapidi le problematiche relative ad eventuali carenze infrastrutturali, sia a livello nazionale che locale, per contribuire attivamente allo sviluppo della mobilità elettrica.
È infine necessario concedere spazi pubblici per il car sharing a fronte di quote crescenti di vetture elettriche nella flotta.
Occorre incentivare lo sviluppo delle reti ciclabili urbane ed extra ur- bane e di un sistema di bike-sharing capace di integrare differenti sistemi di mobilità su ferro e su gomma. Le ciclostazioni dovrebbero essere presenti in prossimità dei parcheggi intermodali, delle stazioni ferroviarie, metropolitane e degli autobus, nonché prossime ai siti di interesse turistico.
L’Italia per la sua collocazione geografica al centro del Mediterraneo rappresenta la naturale cerniera di collegamento per i traffici prove- nienti dall’Estremo e Medio Oriente verso l’Europa.
Dobbiamo investire risorse adeguate per attrezzare i nostri porti con aree retro portuali capaci di garantire lo sdoganamento delle merci in loco, che devono poi essere trasportate grazie all’alta portabilità nelle destinazioni finali.
I principali porti italiani debbono avere lo status di porti gateway (aree di sdoganamento merci) e non porti transhipment (di solo passaggio tra una nave e l’altra). Uno status fortemente pregiudicato dalla recen- te legislazione sul riordino portuale.
Senza un’adeguata rete di trasporto ad alta capacità non potremmo mai vedere riconosciuto il nostro naturale ruolo di leader della logistica in Europa e nel Mediterraneo.
È necessario inoltre favorire lo switch intermodale da gomma a ferro nel trasporto merci investendo nel collegamento ferroviario dei porti italiani.
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Occorre inoltre recuperare risorse attraverso una politica tariffaria basata sull’analisi del rapporto tra costi e benefici, individuare e dare ascolto ai bisogni e alle esigenze del territorio coinvolgendo gli stake holder qualificati e gli utenti.
Con riferimento ad Alitalia siamo convinti che questa non vada sempli- cemente salvata in un’ottica di mera sopravvivenza economica ben- sì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale com- petitivo.
Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia.
Per quanto riguarda la gestione del servizio radio televisivo pubblico intendiamo adottare linee guida di gestione improntate alla maggiore trasparenza, all’eliminazione della lottizzazione politica e alla promo- zione della meritocrazia nonché alla valorizzazione delle risorse pro- fessionali di cui l’azienda già dispone.
28. TURISMO
L'Italia è una nazione a vocazione turistica grazie al patrimonio storico, culturale, paesaggistico e naturale e ad eccellenze quali, ad esempio, l'enogastronomia, la moda, il design, unici al mondo.
Il Turismo vale attualmente il 12% del PIL e il 14% dell’occupazione. Può valere molto di più e diventare uno dei settori cardine per l’attivazione del volano della nostra economia.
Un Paese come l'Italia non può non avere un Ministero del Turismo, che non può essere solo una direzione di un altro ministero (il turismo culturale è solo uno dei "turismi"), ma ha bisogno di centralità di go- vernance e di competenza, con una vision e una mission coerenti ai
grandi obiettivi di crescita che il nostro Paese può raggiungere.
Il Ministero dovrà raggiungere obiettivi importanti attraverso la crea- zione di un circolo virtuoso pubblico-privato e una maggiore efficacia nei rapporti con le Regioni; il tutto in pieno coordinamento tra gli ope- ratori turistici, le varie Associazioni e le Istituzioni e gli altri Ministeri di materie “collegate” al Turismo, come ad esempio i Trasporti, le Infra- strutture, l'Agricoltura, lo Sviluppo Economico, le Telecomunicazioni, la Cultura, ecc.
La nuova struttura ministeriale non dovrà avere un impatto econo- mico negativo per le casse statali, pertanto verranno individuati due passaggi formali fondamentali che si svolgeranno nel tempo della le- gislatura: un’iniziale scorporazione delle competenze turistiche fuori dal MiBACT per ricollocarle in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto forma di Dipartimento. Successivamente, attraverso passaggi legislativi graduali e oculati rispetto alle competenze regio- nali, ma soprattutto con un lavoro costante sulla riorganizzazione del- le risorse finanziarie dedicate al turismo (attraverso tutti gli interventi elencati di seguito), si potrebbe creare il Ministero con Portafoglio de- dicato al turismo. La riorganizzazione di ENIT sarà cruciale per attivare un volano importante per la promozione dell’Italia all’estero, secondo obiettivi definiti e una trasparente misurazione dei risultati.
Per l’importante obiettivo del recupero della competitività delle impre- se nazionali nel turismo è essenziale introdurre degli interventi impor- tanti in ambito di fiscalità, combattere l'abusivismo a tutti i livelli e in tutti i comparti e recuperare maggiori tutele in Europa.
In particolare, si punta all'introduzione della “Web Tax turistica” per contrastare la concorrenza sleale delle OLTA (OnLine Travel Agency) straniere che creano danni enormi agli operatori del settore turistico e alle casse dello Stato, andando oltre i controlli a campione che sono costosi ed inefficienti e le sanzioni che sono tardive, lievi e spesso ine- sigibili.
In considerazione del rifinanziamento delle risorse a favore degli enti locali prevediamo di abolire la tassa di soggiorno.
Un settore che genera il 14% di occupazione diretta ed indiretta solo nel nostro Paese e che nel mondo vale 1 lavoro su 10, è un settore chiave dello sviluppo economico, sociale e culturale.
Nel turismo in Italia c'è una formazione specifica, ma troppo spesso non è sufficiente e soprattutto adatta a preparare adeguatamente i giovani al lavoro reale del settore. Gli interventi da realizzare devono essere ad ampio spettro e non solo finalizzati alla specializzazione.
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Il turismo inoltre è uno dei settori che può dare più lavoro ai giovani e sarà necessario incentivarne l’occupazione anche attraverso inter- venti di decontribuzione per alcuni anni (minimo 2) alle imprese turi- stiche che assumono i nostri giovani. Occupazione e formazione sono strettamente legate e sarà necessario ristrutturarne le basi, partendo, ad esempio, dal riordino della professione di guida turistica (biglietto da visita importantissimo per i turisti) e da una trasformazione degli Istituti Alberghieri Statali verso la forma dei college specialistici (sul modello svizzero e francese).
A livello di strategia nazionale va recuperata una gestione efficiente ed efficace del marketing Paese realizzato attraverso l’Ente di Promo- zione del turismo che in questi anni ha fallito gli importanti obiettivi di promozione coordinata dell’Italia all’estero, ingoiando risorse pubbli- che senza il minimo controllo. Gli interventi che ci si propone in questo ambito passano dunque innanzitutto per una ridefinizione completa del sistema di governance di ENIT e del suo funzionamento finanziario, economico ed operativo.
L’intervento complessivo in ambito di marketing non può prescindere dagli interventi nell’ambito della digitalizzazione, affinché sia reale e diffusa, non solo con l’estensione del wi-fi sul territorio, ma anche e soprattutto con l’implementazione di pratiche ed iniziative che con- sentano di governare realmente i flussi del turismo, anche e soprattut- to in un’ottica predittiva.
Il turismo nel mondo ormai è prevalentemente digitale: l’offerta e la domanda turistica si muovono a livello globale in contesti trasforma- ti digitalmente ed altamente disintermediati, come accade nei settori manifatturieri tradizionali. L’Italia non può restare fuori da questa tra- sformazione. È dunque cruciale governare questo importante ambito sia dal lato dell'offerta (destinazioni, vettori di trasporto, piattaforme e Olta, player social globali, ecc.) che da quello della domanda (am- pliamento dell'accesso alle informazioni, monitoraggio ed integrazio- ne delle fonti, gestione dei Big Data, segmentazione, profilazione e definizione dei trend previsionali), attraverso la revisione delle piatta- forme digitali esistenti e la realizzazione di una piattaforma nazionale unica dedicata al turismo e al turista, non solo come piattaforma di comunicazione e promozione del Paese, ma anche come piattaforma di e-commerce del prodotto turistico culturale (prenotazione alberghi, tour, ristoranti, biglietteria museale e teatrale), al fine di riuscire a fare dell'Italia la nazione alla quale in futuro tutto il mondo guarderà come modello turistico, come accade oggi per altre eccellenze riconosciute
Al di là dei vari “turismi” e delle specificità di prodotti turistici, la cui definizione ed interesse devono necessariamente scaturire dalla cor- retta analisi dei trend, ma soprattutto dalle considerazioni del setto- re privato, una priorità fondamentale è il turismo accessibile, che non deve limitarsi al solo abbattimento delle barriere architettoniche, per- ché il prodotto turistico deve essere fruibile a tutti i livelli e in maniera inclusiva e sostenibile.
29. UNIONE EUROPEA
Alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni, l’Italia chiederà la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuan- do gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo.
In particolare chiederà:
(a) di fissare le linee di governo della domanda e dell’offerta glo- bale allo scopo di raggiungere l’obiettivo concordato di “promuovere un progresso economico e sociale equilibrato e sostenibile, segnata- mente mediante la creazione di uno spazio senza frontiere interne, il rafforzamento della coesione economica e sociale e l’instaurazione di un’unione economica”;
(b) di estendere alla BCE lo Statuto vigente delle principali banche centrali del mondo per raggiungere un’unione monetaria adeguata agli squilibri geopolitici ed economici prevalenti e coerente con gli obiettivi dell’unione economica;
(c) di condividere le scelte concordate per “affermare l’identità eu- ropea sulla scena internazionale” che sia sganciata dall’immagine del- la supremazia di uno o più Stati-membri in contrasto con il fondamen- to democratico dell’Unione;
(d) di attuare l’impegno preso in sede di Trattato di istituire “una cittadinanza dell’Unione” che sia espressione della parità “dei diritti e degli interessi dei cittadini” europei;
(e) di rafforzare come stabilito una “stretta cooperazione nel setto- re della giustizia e degli affari interni”;
(f) di sviluppare il necessario “acquis comunitario, (…) al fine di va- lutare (…) in quale misura si renda necessario rivedere le politiche e le forme di cooperazione instaurate (…) allo scopo di garantire l’efficacia dei meccanismi e delle istituzioni comunitarie”.
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Quest’ultimo obiettivo richiede il rafforzamento del ruolo e dei poteri del Parlamento europeo, in quanto unica istituzione europea ad avere una legittimazione democratica diretta e il contestuale depotenzia- mento degli organismi decisori europei privi di tale legittimazione.
Intendiamo inoltre favorire l’incremento dei percorsi di coordinamento decisionale a livello europeo con la dimensione locale, garantendo un maggior coinvolgimento dei territori attraverso una rappresentanza effettiva delle Regioni, e definire con precisione le competenze esclu- sive dell’Unione per rafforzare la sua incisività e capacità decisionale. Occorre inoltre, conformemente ai principi UE di sussidiarietà e pro- porzionalità vagliare le competenze dell’UE riportando agli Stati quelle che non possono essere efficientemente gestite a livello di Unione e rafforzando al contempo l’incisività e la capacità decisionale dell’UE sul suo ambito di intervento.
Al di là della definizione del quadro generale va riesaminato il com- plesso sistema di regole del mercato che si è andato accumulando nel tempo che non risponde agli interessi dei cittadini. Vanno debellati i fenomeni di dumping all’interno dell’Unione, eliminate le decisioni le- sive degli interessi della piccola industria, valorizzate le nostre eccel- lenze produttive, perseguite le contraffazioni, le violazioni dei marchi e la circolazione dei falsi, proibendo le confusioni tra “Made by Italy” e “Made in Italy” e imponendo la dichiarazione di origine dei prodotti. Sotto il profilo del bilancio UE e in vista della programmazione setten- nale imminente occorre ridiscuterlo con l’obiettivo di renderlo coeren- te con il presente contratto di governo.
Con lo spirito di ritornare all’impostazione delle origini in cui gli Stati europei erano mossi da un genuino intento di pace, fratellanza, coope- razione e solidarietà si ritiene necessario rivedere, insieme ai partner europei, l’impianto della governance economica europea (politica mo- netaria, Patto di Stabilità e crescita, Fiscal compact, MES, procedura per gli equilibri macroeconomici eccessivi, etc.) attualmente asimme- trico, basato sul predominio del mercato rispetto alla più vasta dimen- sione economica e sociale. Ci impegneremo infine nel superamento degli effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali derivanti dalla di- rettiva Bolkenstein.
Per quanto concerne Ceta, MESChina, TTIP e trattati di medesima ispi- razione ci opporremo agli aspetti che comportano un eccessivo affie- volimento della tutela dei diritti dei cittadini, oltre a una lesione della corretta e sostenibile concorrenza sul mercato interno.
L’Unione deve esplicitamente riconoscere che l’Italia rappresenta un
In particolare, intendiamo riformare i meccanismi di gestione di fondi UE preassegnati all’Italia.
30. UNIVERSITÀ E RICERCA
Nel corso degli ultimi anni il nostro Paese si è contraddistinto a livello europeo per una continua riduzione degli investimenti nel comparto del nostro sistema universitario e di ricerca. È pertanto urgente e ne- cessario assicurare un’inversione di marcia. È prioritario incrementare le risorse destinate all’università e agli Enti di Ricerca e ridefinire i cri- xxxx di finanziamento delle stesse.
Il sistema universitario e il mondo della ricerca dovranno essere mag- giormente coinvolti nello sviluppo culturale, scientifico e tecnologico del nostro paese, contribuendo ad indicare gli obiettivi da raggiungere e interagendo maggiormente con tutto il sistema Paese. Sarà dunque fondamentale implementare la terza missione delle università attra- verso la loro interazione con gli altri centri di ricerca e con la società. Attraverso una costante sinergia con la Banca per gli investimenti sa- remo in grado di assicurare maggiori fondi per incrementare il nostro livello di innovazione, rendendoli efficaci ed eliminando gli sprechi. In- tendiamo incentivare, inoltre, lo strumento delle partnership pubbli- co-private, che consentiranno, di fatto, un maggior apporto di risorse in favore della ricerca. I centri del sapere, università e centri di ricerca in primis, oltre a garantire la fondamentale ricerca di base, dovranno altresì contribuire a rendere il sistema produttivo italiano maggior- mente competitivo e propenso alla valorizzazione delle attività ad alto valore tecnologico.
Occorrerà riformare il sistema dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), nell’ottica di potenziare un settore storicamente e culturalmente importantissimo per l’Italia.
È necessario avere una classe docente all’altezza delle aspettative, eticamente ineccepibile. Occorre riformare il sistema di reclutamen- to per renderlo meritocratico, trasparente e corrispondente alle rea- li esigenze scientifico-didattiche degli atenei, garantendo il regolare turn-over dei docenti.
Occorre incentivare l’introduzione di nuove norme per garantire al
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maggior numero possibile di studenti l’accesso ai gradi più alti degli studi. Tra questi figurano la necessità di ampliare gli strumenti e le risorse per il diritto allo studio, incrementando così la percentuale di laureati nel nostro Paese, oggi tra le più basse d’Europa, e la revisio- ne del sistema di accesso ai corsi a numero programmato, attraverso l’adozione di un modello che assicuri procedure idonee a verificare le effettive attitudini degli studenti e la possibilità di una corretta valuta- zione. Amplieremo la platea di studenti beneficiari dell'esenzione tota- le dal pagamento delle tasse di iscrizione all’università, la cd. “No-Tax area”. Fondamentale sarà l’implementazione dell’Alta formazione tec- nologico-professionale. Occorrerà armonizzare il sistema delle lauree professionalizzanti e degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) al fine di au- mentare il numero di studenti in questi percorsi di formazione terziaria. Un intervento importante dovrà riguardare l'innovazione didattica ed in particolare quella digitale. Sarà incentivata l'offerta formativa on line e telematica delle università statali attraverso finanziamenti finalizzati, nonché meglio regolamentata l'offerta formativa delle università tele- matiche private.
Tra coloro che maggiormente hanno sofferto l’attuale condizione di difficoltà del sistema italiano troviamo il personale delle nostre univer- sità e dei nostri enti di ricerca. Nonostante le difficoltà e le scarse ri- sorse a disposizione, il nostro sistema è riuscito a raggiungere nel suo complesso risultati eccellenti. Pertanto è necessario incrementare si- gnificativamente le risorse finanziarie per valorizzare i nostri docenti e ricercatori, assicurando adeguate condizioni lavorative e superando la precarietà che in questi anni ha coinvolto in misura sempre maggiore anche il mondo universitario e della ricerca.
Intendiamo intervenire con strumenti che liberino quelle università in cui è ancora forte la presenza di “baronati” che sfruttano in maniera illegittima le risorse e il personale. Per un reale rilancio dei nostri atenei occorre, infatti, garantire la presenza di sistemi realmente meritocrati- ci ed aperti a tutti coloro che intendano proseguire nella carriera acca- demica, senza il timore di veder limitate le proprie aspettative da colo- ro che utilizzano in maniera indebita il proprio potere. Occorre inserire un sistema di verifica vincolante sullo svolgimento effettivo, da parte del docente, dei compiti di didattica, ricerca e tutoraggio agli studenti. Innovazione e capitale umano competente sono essenziali, nella so- cietà della conoscenza, per rendere competitivi i territori, anche quelli “marginali” e montani di cui il Paese è ricco, territori le cui specificità geografiche e socio-economiche richiedono, senza più indugio, una
particolare attenzione, anche del mondo dell’università e della ricerca, sia per la definizione di modelli di sviluppo ad hoc che per la messa a punto di interventi di formazione, disseminazione della conoscenza, innovativi e tecnologici, propedeutici alla creazione di valore dalle ri- sorse specifiche. Verranno perciò promosse, valorizzate e potenziate esperienze e attività di formazione e ricerca in tal senso.
Non è più procrastinabile la semplificazione della legislazione universi- taria attraverso la redazione di un testo unico.
Occorrerà apportare dei correttivi alla governance del sistema univer- sitario e all’interno degli stessi atenei, ridisegnando il ruolo dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ri- cerca) per renderlo uno strumento per il governo (e non di governo), e individuando puntualmente i soggetti che potrebbero contribuire nei processi decisionali, a cominciare dal CUN, organo elettivo di rappre- sentanza del mondo universitario.
Gli Enti pubblici di Ricerca italiani (EPR) svolgono oggi attività essen- ziali per lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione del nostro Paese. Il modello italiano prevede un sistema estremamente frammentato, scarso coordinamento fra gli enti e un carente coinvolgimento sulle questioni di assoluta rilevanza strategica in materia di politiche per lo sviluppo del Paese. Per coordinare e raccordare strutturalmente gli Enti e Centri di ricerca sarà creata un’Agenzia Nazionale della Ricerca.
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