PREMESSO
X.X.X. 00 - Xxxxxxxxxxxxxx, Xxxxx x Xxxxxxxxx - Xxxxxxx Pianificazione e Collegamento con le Aree Generali di Coordinamento - Decreto dirigenziale n. 534 del 10 settembre 2009 – Approva- zione Avviso Pubblico per la definizione e realizzazione degli Accordi di Reciprocità, ex DGR n. 1291 del 31 luglio 2009
PREMESSO
▪ che con delibera n°1042 del 1° agosto 2006 la Giunta Regionale della Campania ha adottato il Documento Strategico Regionale per la politica di coesione 2007-2013;
▪ che la delibera di Giunta n° 389 del 23 marzo 2006 ha indicato i criteri generali per l’avvio speri- mentale degli “Accordi di Reciprocità”;
▪ che la delibera di Giunta Regionale Campania n. 1144 del 19 giugno 2009 ha adottato la propo- sta di Programma Attuativo Regionale FAS 2007/13 da avviare alla VAS, all’istruttoria del MISE nonché alla consultazione del Partenariato;
▪ che tale proposta è stata avviata alla VAS e all’istruttoria MISE e in data 20 luglio 2009 è stata sottoposta all’esame del partenariato;
▪ che lo strumento degli Accordi di Reciprocità è stato previsto nel Programma Attuativo Regionale del FAS 2007/13;
▪ che con la delibera n° 1291 del 31 luglio 2009 la Giunta Regionale della Campania ha adottato il “Disciplinare per la definizione e la realizzazione degli Accordi di Reciprocità (AdR)” [di seguito “Disciplinare”], stabilendo che la presentazione delle candidature da parte dei soggetti interessati a sottoscrivere gli Accordi di Reciprocità (AdR) avverrà a seguito di successivo avviso pubblico da emanarsi sulla base degli indirizzi e dei criteri definiti nel Disciplinare;
▪ che, con il medesimo atto deliberativo, la Giunta Regionale ha dato mandato all’AGC 03 - Programmazione, Piani e Programmi - settore 02 - di procedere d’intesa con l’Organismo di pro- grammazione e attuazione del PAR FAS, l’AGC 08, il Gruppo di Coordinamento Strategico della Programmazione Unitaria e in raccordo con il Nucleo di Verifica e Valutazione Investimenti Pub- blici, all’emanazione di tutti gli atti amministrativi necessari all’attuazione degli Accordi di Reci- procità, ivi compreso l’avviso pubblico, subordinando all’approvazione definitiva del PAR-FAS 2007/2013 unicamente la sottoscrizione dell’Accordo;
VISTO
▪ il Piano Territoriale Regionale (PTR), previsto dall’art. 13 della Legge regionale n° 16 del 22 di- cembre 2004;
▪ il Decreto Presidenziale n.153 del 25 luglio 2008 che ha individuato l’Ufficio di Gabinetto del Pre- sidente quale struttura di riferimento per il coordinamento della politica regionale unitaria 2007/13;
▪ la delibera di Giunta Regionale Campania n. 1144 del 19 giugno 2009 che ha adottato la propo- sta di Programma Attuativo Regionale FAS 2007/13;
▪ la delibera n° 1291 del 31 luglio 2009 con la quale la Giunta Regionale della Campania ha adot- tato il “Disciplinare per la definizione e la realizzazione degli Accordi di Reciprocità (AdR)”
DECRETA
Per tutto quanto espresso in narrativa che qui si intende integralmente riportato
▪ di approvare l’Avviso di selezione per la realizzazione di programmi di sviluppo locale nell’ambito di Accordi Di Reciprocità (ADR) a valere sulle risorse PA FAS Regione Campania 2007/2013 ed i relativi allegati, da considerare parte integrante del presente atto;
▪ di stabilire che le proposte di Accordo di Reciprocità dovranno pervenire, nelle modalità previste dall’art. 11 dell’Avviso, entro 90 giorni dalla pubblicazione del presente decreto sul B.U.R.C.;
▪ di subordinare la sottoscrizione dell’Accordo all’approvazione definitiva del PAR-FAS 2007/2013;
Il Dirigente
Xxxxx X’Xxxxxxx
AVVISO DI SELEZIONE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGRAMMI DI SVILUPPO LOCALE NELL’AMBITO DI ACCORDI DI RECIPROCITA’ (AdR) A VALERE SULLE RISORSE PA FAS REGIONE CAMPANIA 2007/2013
Articolo 1 Oggetto dell’avviso
1. La Regione Campania con il presente avviso, in coerenza con il Disciplinare DGR 1291 del 31 luglio 2009 pubblicato sul BURC n.50 del 17 agosto 2009, intende promuovere la presentazione e la realizzazione degli Accordi di Reciprocità (AdR), quali strumenti per lo sviluppo economico e la coesione sociale dei territori.
2. Gli AdR sono definiti attraverso una procedura valutativo/selettiva – negoziale fra territori individuati a livello di Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS), identificati dal Piano Territoriale Regionale (PTR).
3. Gli AdR sostengono e valorizzano, nell’ottica di una maggiore efficienza, efficacia e rapidità attuativa, l’aggregazione delle competenze strategiche, attuative e gestionali di strumenti (Patti, PIT, PIR, etc..) consolidatesi nel territorio per l’attuazione di programmi di sviluppo locale.
4. Essi sono stipulati, attraverso la sottoscrizione di un Accordo di Programma, tra l’Amministrazione regionale e gli Enti Locali rientranti nell’ambito territoriale di uno o più STS, che assumono reciproci impegni per lo sviluppo del territorio sulla base di un Programma di Sviluppo Territoriale (PST) condiviso con il partenariato economico-sociale.
5. La tipologia delle operazioni e le spese ammissibili, individuate nel PST e di cui si chiede finanziamento, nonché i beneficiari devono corrispondere a quanto previsto nel Piano di Attuazione FAS Regione Campania 2007-2013 (PA FAS 2007-2013 Regione Campania), adottato con DGR n. 1144 del 19 giugno 2009.
Articolo 2 Risorse finanziarie
1. Per la realizzazione delle iniziative oggetto degli AdR, la Giunta Regionale Campania prevede di assegnare la somma complessiva di 500 milioni di Euro a valere sulle risorse del PA FAS Regione Campania 2007/2013.
2. Ciascun PST dovrà prevedere interventi per un ammontare complessivo di risorse a valere sul PA FAS Regione Campania 2007-2013 non inferiore a 50 e non superiore a 70 milioni di euro.
Articolo 3
Soggetti ammessi alla candidatura degli Accordi di Reciprocità
1. Possono candidarsi all’AdR aggregazioni di Enti Locali appartenenti ad almeno un STS , come identificati dal Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con la Legge Regionale n. 13 del 13 ottobre 2008, e che rappresentino almeno l’80% dei Comuni del STS (o loro aggregazioni).
2. Deroghe al precedente comma sono possibili secondo le modalità e nei limiti stabiliti dall’ art.3 comma 2 del Disciplinare.
3. Ciascun Ente Locale può, a pena di esclusione, partecipare alla candidatura di un solo Accordo di Reciprocità (AdR)
Articolo 4 Articolazione della procedura
1. La selezione degli Accordi di Reciprocità (AdR) sarà realizzata attraverso l’applicazione di una procedura valutativa articolata in due fasi di cui la prima selettiva (I Fase) e la seconda negoziale (II Fase).
Articolo 5 Procedura valutativa: I Fase
1. Con la pubblicazione del presente avviso, prende avvio la fase selettiva, basata sull’applicazione di requisiti di ammissibilità e criteri di selezione; essa si conclude con la formulazione di una graduatoria. Le proposte utilmente collocate in graduatoria vengono ammesse alla successiva fase negoziale. Le proposte escluse possono essere ripresentate ad una successiva selezione che viene aperta entro un tempo massimo di 12 mesi dalla prima, nell’eventualità di una disponibilità residua delle risorse allocate.
2. Le aggregazioni territoriali di EE.LL. che intendono candidare una propria proposta di AdR, devono formalmente costituirsi in un Partenariato Istituzionale Locale (PIL) e formalizzare impegni reciproci attraverso la sottoscrizione di un protocollo di intesa - secondo le indicazioni dell’Allegato 1 al presente avviso - attraverso cui individuare il soggetto capofila del PIL quale rappresentante legale della stesso.
3. La proposta di AdR formalmente approvata dal Partenariato Istituzionale Locale dovrà essere presentata entro 90 giorni dalla pubblicazione del presente Avviso .
Articolo 6
Requisiti di ammissibilità alla procedura valutativa
1. I requisiti di ammissibilità alla procedura valutativa sono:
• proposta di un’aggregazione territoriale di Enti Locali sulla base delle disposizioni dell’articolo 3 del Disciplinare;
• presentazione del protocollo di intesa fra i partner istituzionali della coalizione proponente, secondo le indicazioni dell’Allegato 1 al presente avviso;
• presentazione di un documento sintetico sulle linee strategiche e di intervento del Programma di Sviluppo Territoriale (preliminare di PST), sviluppato secondo le indicazioni dell’Allegato 2 al presente avviso dal titolo “Documento Preliminare del Programma di Sviluppo Territoriale”. Le linee strategiche e di intervento individuate dovranno essere coerenti con le prospettive di crescita e trasformazione dell’area oggetto di intervento, nonché con le politiche di sviluppo territoriale pregresse ed in corso in tale area. Il documento dovrà essere approvato formalmente dal partenariato istituzionale locale e condiviso con le parti economiche e sociali e dovrà contenere:
- l’individuazione del progetto portante;
- un elenco delle operazioni componenti il PST. Tali operazioni dovranno essere funzionalmente integrate fra di loro e con il progetto portante. La loro definitiva individuazione sarà oggetto della fase negoziale della procedura;
- l’identificazione degli “obiettivi di servizio” e dei “target Mezzogiorno” che si intende conseguire nell’area oggetto di intervento e delle azioni conseguenti che verranno messe in atto per raggiungere tali obiettivi;
- la presenza della progettazione preliminare (art. 93 comma 3 D. Lgs 163/2007) per almeno il 50% (in termini di costo) delle operazioni corrispondenti a infrastrutture materiali adottate dal competente organo di ciascuna amministrazione e validate dal RUP;
- l’identificazione della coerenza del documento con la programmazione regionale del FAS;
- l’individuazione di un modello organizzativo-gestionale del PST e designazione di un soggetto gestore in possesso di adeguati requisiti di competenza per l’attuazione e la gestione. In particolare i requisiti relativi al soggetto gestore,di cui all’art.15 comma 1 del disciplinare,sono da conseguire inderogabilmente prima della stipula dell’AdR;
- il rispetto della quota di cofinanziamento non inferiore al 5% del valore complessivo del PST;
• studio di fattibilità del progetto portante, redatto secondo le indicazioni contenute in “NOTE SULLA CERTIFICAZIONE DEGLI STUDI DI FATTIBILITA” del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Campania – riportate nell’ Allegato 3 al presente avviso - ed accompagnato dalla pronuncia di una conferenza preliminare di servizi, laddove necessaria.
• presentazione di un documento di confronto con le parti economiche e sociali sui contenuti del PST.
Articolo 7 Criteri di selezione
1. I criteri di selezione della I fase sono:
- VALUTAZIONE DELLO SDF DEL PROGETTO PORTANTE consistente nella valutazione del Livello di approfondimento e di significatività di tutti i punti previsti nella Nota del NVVIP Regione Campania “Studi Di Fattibilità” (Allegato 3) attraverso l’attribuzione di punteggi secondo quanto previsto nell'Allegato 5 “Criteri di valutazione dello Studio di Fattibilità del Progetto Portante”
- RILEVANZA TERRITORIALE DEL PROGETTO PORTANTE consistente nella valutazione del Livello di rispondenza del fabbisogno identificato dal progetto portante all'obiettivo di sviluppo del sistema territoriale di riferimento attraverso l’attribuzione di punteggi secondo quanto previsto nell’Allegato 4 “Criteri di selezione della procedura valutativa”.
- RAPPRESENTATIVITA' E COINVOLGIMENTO DEL PARTENARIATO ISTITUZIONALE ED ECONOMICO-SOCIALE consistente nella valutazione del Grado di coinvolgimento del partenariato istituzionale ed economico sociale e del Livello di
cofinanziamento del partenariato istituzionale attraverso l’attribuzione di punteggi secondo quanto previsto nell’Allegato 4 “Criteri di selezione della procedura valutativa”.
- QUALITA' E COMPETENZA DEL SOGGETTO GESTORE consistente nella valutazione del Livello di aggregazione degli strumenti di programmazione negoziata che insistono sul territorio di riferimento e del Livello di esperienza maturata dal soggetto nella gestione secondo quanto previsto nell’Allegato 4 “Criteri di selezione della procedura valutativa”.
2. La prima fase si conclude con la formulazione di una graduatoria. Sono ammesse alla seconda fase le proposte meglio collocate in graduatoria, fino alla concorrenza dei fondi disponibili, che abbiano raggiunto un punteggio minimo di valutazione, come indicato nell’Allegato 4 .”Criteri di selezione della procedura valutativa”.
3. Entro 60 gg dal termine ultimo di presentazione delle proposte di candidatura, il Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Campania (NVVIP Regione Campania), in ottemperanza ai criteri di cui sopra, conclude la prima fase con la proposta di graduatoria da sottoporre alla Giunta Regionale Campania per l’approvazione.
4. In relazione alle risorse finanziarie disponibili, la Regione Campania con Delibera di Giunta Regionale, ammette i preliminari di PST utilmente collocati in graduatoria alla fase negoziale.
Articolo 8 Procedura valutativa: II Fase
1. Oggetto della fase negoziale è la formulazione definitiva del Programma di Sviluppo Territoriale (PST) di cui agli artt. 4 e 5 del Disciplinare, nonché di tutti gli atti e i dispositivi ad esso collegati, sulla base del Documento Preliminare di Programma di Sviluppo Territoriale presentato.
2. Il Programma di Sviluppo Territoriale dovrà prevedere impegni formali, dispositivi ed azioni che permettano di raggiungere gli obiettivi descritti di seguito:
⮚ Conseguimento dei contenuti minimi di reciprocità di cui all’art 2 del Disciplinare. In particolare, nel corso della procedura negoziale i proponenti dovranno:
(a) Presentare impegni da cui risulti la capacità di assicurare la gestione di tutte le opere da realizzare per un periodo non inferiore a dieci anni dall’ultimazione delle stesse;
(b) Identificare, in negoziato con la Regione Campania, tutte le azioni necessarie a conseguire gli obiettivi di servizio nel PST identificati nel proprio territorio e costruire un piano, adeguatamente dettagliato in quanto a sostenibilità e fattibilità, che identifichi le azioni, anche di tipo gestionale, tese al raggiungimento dei target relativi a tali obiettivi;
(c) Identificare, in negoziato con la Regione Campania, tutte le azioni necessarie a conseguire gli obiettivi quantificati relativi ai “Target Mezzogiorno” e costruire un piano, adeguatamente dettagliato in quanto a sostenibilità e fattibilità, che identifichi le azioni, anche di tipo gestionale, tese al raggiungimento dei target relativi a tali obiettivi;
(d) Identificare gli obiettivi di qualificazione territoriale di cui all’articolo 1 comma 4 del Disciplinare, indicando le attività che si intendono realizzare per conseguire tali obiettivi.
⮚ Conseguimento dei requisiti di qualità ed efficacia di cui all’articolo 9 del Disciplinare, con specifico riferimento a:
(a) coerenza interna ed esterna del Programma di Sviluppo Territoriale;
(b) ampiezza e rappresentatività del Partenariato Istituzionale Locale e delle parti economico-sociali che hanno aderito al Programma;
(c) capacità di contribuire agli indirizzi del PTR ed ai temi territoriali caratterizzanti i Campi Territoriali Complessi;
(d) sostenibilità tecnica, ambientale, finanziaria, economica, istituzionale ed amministrativa delle singole operazioni e del programma nel suo complesso;
(e) concentrazione e innovatività del Programma, valutata a livello di singole operazioni e del programma nel suo complesso;
(f) livello di cofinanziamento locale, pubblico e/o privato;
(g) realizzazione di processi inclusivi di consultazione della popolazione interessata circa l’utilità del progetto portante e del Programma territoriale nel suo insieme.
⮚ Presenza di un cronogramma, adeguatamente motivato in termini di fattibilità, da cui risulti: (a) la presenza della progettazione preliminare di tutte le operazioni componenti il PST; (b) l’avvio del 30% (in termini di costo) delle operazioni entro 240 giorni dalla stipula
dell’Accordo; (c) il completamento delle operazioni entro le scadenze indicate dalle delibere CIPE che disciplinano l’attuazione dei programmi FAS 2007/13 .
⮚ Immediata operatività del soggetto gestore.
⮚ Struttura organizzativa e gestionale adeguata ai compiti del soggetto gestore.
3. Nel corso della fase negoziale la valutazione della sostenibilità tecnica, ambientale, finanziaria, economica, istituzionale ed amministrativa delle singole operazioni sarà effettuata sulla base delle informazioni contenute in una scheda tecnica relativa a ciascuna operazione. Il format della scheda tecnica sarà disponibile sul sito della Regione Campania xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx. La compilazione e presentazione delle schede tecniche dovrà avvenire successivamente alla definitiva chiusura della prima fase.
4. Sono previste sostituzioni di operazioni, coerenti con il PST, con la finalità di accrescere l’integrazione e l’efficacia del Programma.
5. Il Programma Territoriale di Sviluppo approvato, nonché gli atti e dispositivi ad esso collegati, sono oggetto dell’Accordo di Reciprocità.
6. Nel corso dell’attuazione, il mancato rispetto del cronogramma delle singole operazioni approvato con l’Accordo di Reciprocità è causa di decadenza, secondo le modalità e le condizioni stabilite dall’Accordo stesso.
7. La fase negoziale ha inizio dal giorno della pubblicazione, sul B.U.R.C della Regione Campania, della graduatoria delle candidature ammesse alla fase negoziale e termina entro 90 giorni.
0.Xx fase negoziale sarà effettuata dall’ A.G.C. 03 – Programmazione, Piani e Programmi – Settore 02 Servizio 01 della Regione Campania con il Coordinamento della Programmazione Unitaria, avvalendosi dal NVVIP Regione Campania.
Articolo 9
Cause di inammissibilità e di esclusione
Sono cause di inammissibilità e quindi di esclusione dal processo valutativo il mancato rispetto di/ degli articoli 6 e 7 del presente Avviso.
Articolo 10 Documentazione da presentare
La proposta di candidatura all’AdR dovrà essere presentata nei termini e modalità previste dall’art.11 e contenere la seguente documentazione:
• Protocollo d’Intesa (Allegato 1);
• Verbale di approvazione da parte del Partenariato Istituzionale Locale del Documento Preliminare di PST;
• Documento Preliminare di PST come da Allegato 2;
• Studio di fattibilità del progetto portante redatto secondo quanto disposto nella Nota del NVVIP Regione Campania “Studi Di Fattibilità” (Allegato 3);
• Documentazione/verbale di avvenuto confronto e condivisione del Programma con le parti economico-sociali;
• Curriculum del soggetto gestore;
• Regolamento di funzionamento del PIL.
Articolo 11
Modalità e termini di presentazione
1. La proposta di Accordo di Reciprocità dovrà essere consegnata, con acclusa la documentazione indicata all’art 10 del presente avviso, debitamente timbrata e sottoscritta dal CAPOFILA e/o rappresentante legale del beneficiario finale, entro e non oltre 90 giorni dalla pubblicazione del presente Avviso, esclusivamente a mano, in plico chiuso riportante all’esterno la denominazione dell’AdR e la dicitura: “AVVISO PUBBLICO - ACCORDI DI RECIPROCITA’ ” indirizzata alla Giunta Regionale Campania A.G.C. 03 – Programmazione, Piani e Programmi – Settore 02 Servizio 01 e consegnata entro le ore 13.00 del novantesimo giorno successivo alla pubblicazione del presente avviso sul B.U.R.C presso 5° piano, stanza 49 - Via Santa Lucia, 81 – 80132 Napoli .
Responsabile del procedimento: il Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxxx Tel.081/000 00 00
e-mail. xx.xxxxxxxx@xxxxxxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx xxxxx.xxx@xxxxxxx.xxxxxxxx.xx
Schema di
PROTOCOLLO D’INTESA
fra
Il Comune di ,
Il Comune di ,
Il Comune di ,
Il Comune di ,
Il Comune di ,
per la costituzione ed il funzionamento del Partenariato Istituzionale Locale ( PIL ) finalizzato alla elaborazione e realizzazione di un programma di sviluppo territoriale nell’ambito degli Accordi di Reciprocità (AdR) a valere sulle risorse del Programma d’Attuazione Regionale del Fondo Aree Sottoutilizzate della Campania (PAR FAS 2007 – 2013).
Premesso :
- che lo sviluppo locale rappresenta un obiettivo primario per gli enti territoriali e segnatamente per quei territori in ritardo di sviluppo ;
- che in questa ottica tutte le pubbliche amministrazioni territoriali hanno un interesse diretto al raggiungimento di questo obiettivo, che deve essere perseguito quale interesse pubblico generale ;
- che la Regione Campania ha disegnato la strategia da seguire e mettere in atto al fine di rimuovere, con l’ausilio degli strumenti finanziari FESR, FSE, FEASR e FAS, gli ostacoli che rallentano i processi di sviluppo ;
- che la Delibera di G.R. n. 1042 del 1 agosto 2006 ha previsto l’Accordo di Reciprocità ( AdR ) quale strumento innovativo utile per l’attuazione, nei singoli ambiti territoriali individuati, dei programmi di sviluppo regionale ;
- che, in sintesi, l’Accordo di Reciprocità rappresenta uno strumento di sviluppo integrato, con il quale la Regione approva un insieme di azioni coerenti definite unitariamente dalle Amministrazioni Locali facenti parte, prevalentemente ( 80% ), di un unico Sistema Territoriale di Sviluppo ( STS ) identificato dal Piano Territoriale Regionale ( PTR ) ovvero in deroga a tale percentuale in caso di Campo Territoriale Complesso ( CTC ), aventi un comune obiettivo di sviluppo sulla base di un Programma di Sviluppo Territoriale ( PTS ) da esse elaborato ed approvato ;
- che la Regione Campania, con delibera di Giunta n. 1291 del 31 luglio 2009 ha adottato il “Disciplinare per la definizione e realizzazione degli Accordi di Reciprocità”, con il quale sono stati definiti gli indirizzi ed i criteri per l’attuazione dei medesimi AdR ;
- che la suindicata Xxxxxxxx ha altresì stabilito che gli Accordi di Reciprocità sono stati inseriti nel PAR FAS 2007/2013 ;
- che con Avviso Pubblico adottato dal Dirigente dell’AGC 03 – Programmazione, Piani e Programmi – pubblicato sul B.U.R.C. n. ….. del ….. è stata attivata la procedura di selezione per la presentazione dei Programmi di Sviluppo Territoriale da porre a base degli Accordi di Reciprocità ;
- che ai fini del presente accordo l’area geografica di riferimento è il Sistema Territoriale di Sviluppo ( STS
)/Campo Territoriale Complesso ( CTC ) …… del PTR ;
- che la presente intesa è sottoscritta dalle seguenti Amministrazioni Locali che fanno parte del STS/CTC …..
: …………………………… più i Comuni territorialmente contigui di ………………….., interessati a partecipare ad un comune percorso di sviluppo territoriale in quanto ;
- che il Partenariato Istituzionale Locale deve essere formalmente costituito mediante sottoscrizione da parte dei rappresentanti delle Amministrazioni interessate di apposito protocollo d’intesa, ai sensi dell’art. 15 della L. 7 agosto 1990, n. 241 ;
- che il Partenariato Istituzionale Locale ha il compito di sovrintendere all’intero processo di concertazione da sviluppare sul territorio ed in particolare di approvare unitariamente la proposta di PST da candidare a finanziamento dell’Accordo di Reciprocità.
Considerato :
- che le Amministrazioni territoriali stipulanti la presente intesa manifestano, con questo atto di impegno programmatico, la volontà politica di voler perseguire con successo e nei tempi che saranno stabiliti dal cronogramma procedurale l’obiettivo dello sviluppo integrato territoriale, mediante l’individuazione di un programma condiviso e negoziato ;
- che dalla istituzione del Partenariato Istituzionale Locale e dall’azione concreta che essa sarà in grado di svolgere dipende la capacità di attrazione nel territorio integrato di nuovi investimenti produttivi ;
- che l’azione concertativa del Partenariato Istituzionale Locale potrà convogliare nel territorio nuove opportunità di sviluppo, con ricadute sull’occupazione e sull’innalzamento del livello produttivo, sia in termini qualitativi che quantitativi.
Visto :
- l’art. 15 della L. 7 agosto 1990, n. 241 ;
- la Delibera di Giunta Regionale n. 1291 del 31 luglio 2009 con la quale è stato adottato il “Disciplinare per la definizione e realizzazione degli Accordi di Reciprocità” ;
- l’Avviso Pubblico adottato dal Dirigente dell’AGC 03 – Programmazione, Piani e Programmi – pubblicato sul B.U.R.C. n. ….. del , con il quale è stata attivata la procedura di selezione per la presentazione dei
Programmi di Sviluppo Territoriale da porre a base degli Accordi di Reciprocità.
Ritenuto :
- di dover rispettare le prescrizioni contenute nel Disciplinare e nell’Avviso Pubblico sopra specificati, ai fini della valida presentazione della candidatura a finanziamento del PST per l’attuazione di un Accordo di Reciprocità con la Regione Campania.
Tutto ciò premesso, considerato, visto e ritenuto,
il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
………………………………………………………………………………………………………………………
stipulano il seguente protocollo d’intesa per la costituzione dell’Assemblea del Partenariato Istituzionale Locale del STS ……………………………………………………………………………………………………………...
Art. 1 – Recepimento della premessa
Il contenuto della premessa forma parte integrante del presente atto.
Art. 2 – Finalità ed Obiettivi
1. Il presente protocollo d’intesa è finalizzato alla costituzione ed al funzionamento dell’Assemblea Partenariato Istituzionale Locale ( PIL ) previsto dal “Disciplinare per la definizione e realizzazione degli Accordi di Reciprocità” adottato con Delibera di Giunta Regionale n. …. del e dall’Avviso Pubblico
adottato dal Dirigente dell’AGC 03 – Programmazione, Piani e Programmi – pubblicato sul B.U.R.C. n. …..
del ….., per l’attivazione e l’attuazione del Programma di Sviluppo Territoriale ( PTS ) del Sistema Territoriale di Sviluppo ( STS )/Campo Territoriale Complesso ( CTC ) …… del PTR.
2. I soggetti firmatari assicureranno, sulla base della strategia comune che, sarà individuata nel PST, ivi compreso l’individuazione del Progetto Portante, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo, attraverso la valorizzazione delle esperienze partenariali già esercitate nel metodo della progettazione integrata territoriale.
3. Tenuto conto dei diversi livelli di competenza programmatoria ed attuativa, il presente protocollo d’intesa sancisce la necessità condivisa di ricercare un raccordo armonico e funzionale tra le regole e i contenuti della programmazione regionale ed il PST.
Art. 3 – Partenariato Istituzionale Locale (PIL)
1. Il Partenariato Istituzionale Locale è composto dai rappresentanti legati degli Enti associati i quali possono delegare a sostituirli un assessore o Consigliere in carica, secondo quanto previsto dal T.U.E.L.
Art. 4 – Impegni dei soggetti sottoscrittori
1. I Soggetti firmatari della presente intesa si impegnano a rispettare quanto disposto dal “Disciplinare per la definizione e realizzazione degli Accordi di Reciprocità”. In particolare i soggetti firmatari si impegnano ad attuare i contenuti di reciprocità, fissati dall’art. 2 del Disciplinare , a garantire il rispetto dei compiti previsti
per il Partenariato Istituzionale Locale, nonché ad attuare tutte le azioni funzionali al perseguimento degli obiettivi di sviluppo condivisi ed individuati nel PST convenendo sulla necessità di definire regole e strumenti tali da valorizzare le reciproche competenze ed esperienze in una prospettiva di cooperazione socio – istituzionale finalizzata allo sviluppo dell’area.
2. Le Parti si impegnano a perseguire il metodo del raccordo all’interno del Partenariato Istituzionale Locale, in modo da promuovere un’azione integrata che, superando la logica del “ localismo “, sia volta a favorire la produttività, la coesione sociale e la cooperazione all’interno dell’area STS ……, esaltando i momenti e i luoghi di concertazione, di coordinamento intersettoriale e di raccordo funzionale tra i partner istituzionali.
3. I Soggetti firmatari della presente intesa si impegnano a recepire le istanze provenienti dai rappresentanti degli interessi collettivi sociali ed economici, individuando di concerto con essi al tavolo del Partenariato economico e sociale, gli prioritari del PST (come previsto dall’art.14 del Disciplinare).
Art. 5 - Ente Capofila
1. Le Parti individuano l’Ente Capofila nel Comune di ……, ritenuto idoneo alla assunzione di tale ruolo per le sue dimensioni organizzative e professionali. I compiti precipui dell’Ente Capofila sono quelli di garantire un’efficace azione di coordinamento del Partenariato Istituzionale Locale, assumendone il ruolo di rappresentante legale.
2. L’Ente sopra individuato accetta e si impegna a svolgere il ruolo di Capofila.
3. L’Ente Capofila è garante delle iniziative necessarie ed opportune ad assicurare l’efficiente e l’efficace attuazione della presente intesa e di tutti gli atti di indirizzo a tal fine adottati del PIL. In particolare, l’Ente capofila ha il ruolo di:
- coordinamento del Partenariato Istituzionale Locale ;
- formalizzare l’attivazione del Soggetto Gestore ;
- attivare tutte le iniziative necessarie e condivise dal PIL al fine di garantire il corretto svolgimento delle attività di gestione amministrativa, contabile, finanziaria, organizzativa e tecniche svolte dal Soggetto gestore, in attuazione dei programmi e degli obiettivi fissati.
4. Nell’ambito del ruolo di rappresentante legale conferito dal presente atto, l’Ente Capofila sottoscrive accordi ed intese con altri soggetti pubblici e privati in attuazione di decisioni assunte dall’Assemblea.
Art. 6 - Funzioni del Partenariato Istituzionale Locale
1. Al Partenariato Istituzionale Locale sono demandate, almeno, le seguenti funzioni :
° nomina di un segretario del PIL tra coloro che svolgono le funzioni di segretario generale, dirigente o funzionario amministrativo degli Enti associati ;
° individuazione del Soggetto Gestore e sottoscrizione della convenzione tra Enti ex art. 30 del D.Lgs. 267/2000;
° approvazioni delle relazioni semestrali di monitoraggio fisico, procedurale e finanziario del PST, secondo gli impegni assunti nell’AdR;
° approvazione del Regolamento per il funzionamento del Soggetto Gestore e del relativo Piano di Gestione ;
° individuazione di indirizzi, orientamenti e direttive per la elaborazione, gestione ed attuazione del PST;
° definizione e approvazione di tutti gli atti necessari alla stipula dell’AdR;
° definizione e approvazione del regolamento di funzionamento del PIL.
Art. 7 - Presidente del Partenariato Istituzionale Locale
Il Partenariato Istituzionale Locale è presieduto dal legale rappresentante dell’Ente Capofila o da Assessore o Consigliere da questi delegato.
Art. 8 – Modalità di attuazione
1. Le Parti riconoscono il ruolo altamente innovativo del Partenariato Istituzionale Locale e si accordano affinchè l’azione possa essere efficacemente svolta, sia nel quadro degli Accordi di Reciprocità previsti nell’ambito del Programma Attuativo FAS della Regione Campania 2007 – 2013 che per eventuali altri programmi.
2. La costituzione/attivazione del Soggetto Gestore avverrà mediante convenzione stipulata ai sensi dell’art. 30 del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 tra le stesse Parti che sottoscrivono il presente protocollo d’intesa.
3. Il Partenariato Istituzionale Locale ha il compito fondamentale e prioritario di assicurare le procedure per la corretta attuazione del presente protocollo d’intesa, nel rispetto delle regole e degli strumenti previsti dagli atti e dai documenti emanati dalla Regione Campania, nonché dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale operante nell’ambito dei fondi strutturali 2007 – 2013.
4. Le parti si obbligano a dare attuazione alle determinazioni assunte dal PIL, nei tempi da quest’ultimo fissati.
Data e Luogo
Letto, firmato e sottoscritto
il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
……………………………………………………………………………………………………………………… il Comune di …………….. in persona del Sindaco pro – tempore
………………………………………………………………………………………………………………………
REGIONE CAMPANIA. NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI
Documento Preliminare del PST
Allegato 2
DOCUMENTO PRELIMINARE DEL PROGRAMMA di SVILUPPO TERRITORIALE
Indice
SEZIONE INTRODUTTIVA: IDENTIFICAZIONE DEL PST 2
SEZIONE I: PRESENTAZIONE E DEFINIZIONE GENERALE DEL PST 4
Parte I.a: analisi del contesto territoriale 4
Parte I.b: Progetto portante 6
SEZIONE II: SOSTENIBILITA’ TECNICO-TERRITORIALE 7
PARTE II.A: DESCRIZIONE E CARATTERISTICHE DEL PST 7
Parte II.b: fattibilità tecnico - progettuale 11
Parte II.C: sostenibilità ambientale 15
SEZIONE III: SOSTENIBILITA’ ECONOMICA, FINANZIARIA E SOCIALE 17
Parte III.a: analisi della domanda e dei fabbisogni locali 17
Parte III.b: Fattibilità Finanziaria 18
Parte III.c: risultati attesi 20
Parte III.d: Obiettivi di servizio e target mezzogiorno 21
SEZIONE IV: SOSTENIBILITÀ’ ORGANIZZATIVA E GESTIONALE 23
Parte IV.a: Processi partenariali 23
Parte IV.b: Struttura organizzativa e gestionale 24
Regione Campania. Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici
Documento Preliminare del PST
SEZIONE INTRODUTTIVA: IDENTIFICAZIONE DEL PST.
1. Nome identificativo del PST
2. Composizione del Partenariato Istituzionale Locale
Enti Locali | Rappresentante Legale |
3. Soggetto Capofila
Ente Locale | |
Legale rappresentante | |
Indirizzo (Civico, CAP, Località) | |
Telefono | |
Indirizzo e.mail | |
FAX |
4. Data di Stipula del Protocollo di Intesa
5. Designazione e/o individuazione del Soggetto Gestore
6. Obiettivi di servizio coerenti con il PST
1) Istruzione;
2) Servizi di cura per l'infanzia e per gli anziani;
3) Gestione dei rifiuti urbani;
4) Servizio idrico integrato;
7. Target Mezzogiorno coerenti con il PST
1) km di coste non balenabili sul totale;
2) presenza turistiche per abitante nei mesi non estivi;
3) percentuale di adulti in età 25-64 anni che partecipano all’apprendimento permanente;
4) spesa in R&S delle imprese sul Pil;
5) tasso di irregolarità del lavoro;
6) consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili (a meno dell’idroelettrico).
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8. Valore del PST
Tipologia di interventi | Totale progetti del PST (Euro) |
Progetti di infrastrutture | |
- risorse pubbliche a valere sul PA FAS | |
- risorse private | |
- cofinanziamento | |
- altre risorse | |
Progetti di iniziativa privata (regimi di aiuto) | |
- risorse pubbliche a valere sul PA FAS | |
- risorse private | |
- cofinanziamento | |
Altre risorse | |
Progetti immateriali | |
- risorse pubbliche a valere sul PA FAS | |
- risorse private | |
- cofinanziamento | |
- altre risorse | |
TOTALE | |
- risorse pubbliche a valere sul PA FAS | |
- risorse private | |
- cofinanziamento | |
- altre risorse | |
TOTALE |
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SEZIONE I: PRESENTAZIONE E DEFINIZIONE GENERALE DEL PST.
Parte I.a: analisi del contesto territoriale
9. I Comuni ed il territorio del PST
Comune | Superficie (Kmq) | Popolazione (numero) | STS di appartenenza |
TOTALE |
10. Principali indicatori socio-economici
Xxxxxx | Xxxxx | Anno | |
Forza Lavoro (in migliaia) | |||
Occupati (in migliaia) | |||
Disoccupati (in migliaia) | |||
Imprese locali totali (n.) | |||
- di cui agricoltura (n.) | |||
- di cui industria (n.) | |||
- di cui servizi privati (n.) | |||
Altro |
11. Principali attività economiche del settore privato
12. Stima della forza lavoro irregolare
13. Principali attività economiche che si andranno a sviluppare nel PST
14. Descrizione sintetica del territorio di riferimento (Descrivere le caratteristiche fisiche del territorio e il suo contesto socio-economico,mettendo in evidenza le sue maggiori risorse e indicando le modalità e i processi con cui esse sono attualmente utilizzate)
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15. Analisi dei principali punti di forza e di debolezza e dei rischi e delle opportunità del territorio del PST. (SWOT analysis - Indicare gli attuali punti di forza e di debolezza, le opportunità e i rischi del territorio in relazione alle possibilità di sviluppo. Forza e debolezza hanno un significato maggiormente statico (vocazioni e specializzazioni, difficoltà e vincoli), mentre rischi e opportunità si intendono in senso più dinamico (se avvengono certi cambiamenti, o anche se non ci sono cambiamenti, la situazione potrebbe mutare in
….). Il quadro fornito dalla SWOT (Strength Weakeness Opportunity Threat) Analysis deve permettere di individuare i possibili aspetti su cui è necessario e maggiormente utile intervenire. Si raccomanda un’attenzione particolare agli aspetti della legalità e sicurezza.)
Punti di Forza | Punti di Debolezza |
Opportunità | Rischi |
Parte I.b: Progetto portante
16. Progetto portante
17. Descrizione sintetica del progetto portante (Mettere in relazione la descrizione del progetto portante con i fattori di identificazione e specificazione territoriale precedentemente descritti. Illustrare il percorso logico seguito per la sua identificazione, mostrando come essa coglie le opportunità del territorio e contribuisce ad introdurre positivi elementi di discontinuità nel contesto. Fare riferimento all’analisi SWOT)
18. Rilevanza territoriale del progetto portante
SEZIONE II: SOSTENIBILITÀ TECNICO-TERRITORIALE
Parte II.A: Descrizione e caratteristiche del PST.
19. Descrizione del programma (Descrivere l’intervento complessivo previsto nel PST, illustrando come il progetto portante e gli altri interventi che si vogliono attuare concorrono alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo che ispirano il PST)
BOLLETTINO UFFICIALE
della REGIONE CAMPANIA
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20. Anagrafica dei progetti del PST (nel caso di interventi già candidati ad altri avvisi pubblici emanati dalla Regione Campania specificarne la tipologia – es. parco progetti regionali, bando asili ecc..)
C.U.P. (da compilare nella stesura definitive del programma) | Numero identificativo del progetto | Nome identificativo del progetto | Candidato ad altri avvisi pubblici della Regione Campania (SI / NO) | Avviso Pubblico su cui il progetto è già candidato | Localizzazione |
Sigla e timbro del soggetto capofila del Partenariato Istituzionale Locale
PARTE I Atti della Xxxxxxx
Xxxxxx 0 xx 00
Xxxxxxx Xxxxxxxx. Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici
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21. Descrizione generale delle modalità di integrazione dei singoli interventi (Descrivere dettagliatamente l’integrazione strategica e operativa degli interventi e la loro interconnessione funzionale)
22. Sintesi dell’integrazione dei progetti (Riportare nella prima colonna e nella prima riga della tabella il numero identificativo di tutti i progetti nella stessa sequenza della tabella di cui al punto 20 del documento. Ogni casella bianca rappresenta il collegamento di una coppia di progetti. Evidenziare la presenza del collegamento con un numero rappresentativo del grado di integrazione dei progetti, così come di seguito riportato: 1: livello basso di integrazione, 2: livello medio di integrazione, 3: livello alto di integrazione. In caso di assenza di collegamento la casella corrispondente non va riempita.)
Numero identificativo progetto | ||||||||||||
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23. Esistenza di altri progetti di sviluppo locale/urbano (Patti territoriali, Contratti d’area, PIT, PRUSST, PIU’ Europa, PIRAP, etc..) nel territorio del PST
Nome del progetto di sviluppo | Tipologia | Enti partecipanti | Principali obiettivi e risultati ottenuti e/o attesi |
24. -Integrazione del PST con altre iniziative di sviluppo in corso nel territorio
25. -Modalità di aggregazione degli strumenti di programmazione negoziata esistenti sul territorio di riferimento
26. Coerenza del PST con il Piano degli Obiettivi di servizio della Regione Camapnia
Numero identificativo del progetto | Tipologia | Obiettivo di servizio | Azione dell’obiettivo di servizio |
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Parte II.b: fattibilità tecnico - progettuale
27. Esistenza progetti già realizzati o in corso di realizzazione attinenti al PST
SI NO
28. Se sì, specificare quali
Numero Progetto | Nome identificativo progetto |
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29. Fattibilità progettuale
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della REGIONE CAMPANIA
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Numero Identificativo del progetto | Nome identificativo del progetto | Nuovo intervento (NINT) Completamento/ Ampliamento (COMP) | Incluso nel piano triennale OO.PP. | Incluso nel programma annuale OO.PP. | Eventuale Studio di fattibilità disponibile | Preliminare disponibile | Definitivo disponibile | Esecutivo disponibile | Tempi previsti in totale per la progettazione funzionale all’appalto (n°mesi) |
PARTE I Atti della Regione
Sigla e timbro del soggetto capofila del Partenariato Istituzionale Locale
Pagina 12 di 24
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della REGIONE CAMPANIA
n. 55 del 14 settembre 2009
PARTE I
Atti della Regione
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30. Atti amministrativi ancora da acquisire
Numero identificativo progetto | Nome identificativo progetto | Atto/i amministrativo/i | Procedure di acquisizione | Tempi per l’acquisizione |
Sigla e timbro del soggetto capofila del Partenariato Istituzionale Locale
Pagina 13 di 24
n. 55 del 14 settembre 2009
31. Cronogramma del PST
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della REGIONE CAMPANIA
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Numero identificativo progetto | Nome identificativo progetto | Data Inizio | Data Fine | Anno 2009 | Anno 2010 | Anno 2011 | Anno 2012 | Anno 2013 | |||||||||||||||||||||||
1 | 2 | 3 | 4 | 1 | 2 | 3 | 4 | 1 | 2 | 3 | 4 | 1 | 2 | 3 | 4 | 1 | 2 | 3 | 4 | 1 | 2 | 3 | 4 | 1 | 2 | 3 | 4 | ||||
PARTE I Atti della Regione
Sigla e timbro del soggetto capofila del Partenariato Istituzionale Locale
Pagina 14 di 24
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Parte II.C: sostenibilità ambientale
32. Descrizione sintetica dello stato dell’ambiente nell’area interessata dal PST.
33. Interazioni positive sull’ambiente che possano scaturire dalla realizzazione congiunta di progetti/azioni del PST
Atmosfera
Suolo (perdita di suolo agricolo, inquinamento, incremento del rischio idrogeologico Acque superficiali e sotterrane
Produzione di rifiuti Rumore
Beni ambientali e culturali Radiazioni ionizzanti Altro
34. Interazioni negative sull’ambiente che possano scaturire dalla realizzazione congiunta dei progetti/azioni del PST
Atmosfera
Suolo (perdita di suolo agricolo, inquinamento, incremento del rischio idrogeologico Acque superficiali e sotterrane
Produzione di rifiuti Rumore
Beni ambientali e culturali Radiazioni ionizzanti
altro
35. Valutazione degli effetti sinergici degli interventi previsti nel PST
36. Criticità ambientali connesse al PST
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37. Rispondenza del PST ai criteri di sostenibilità
Rilevante | Non rilevante | |
Riduzione al minimo dell’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili |
Utilizzo delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione |
Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti |
Conservazione e miglioramento dello stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi |
Conservazione e miglioramento della qualità dei suoli e delle risorse idriche |
Miglioramento della qualità delle risorse storico-culturali e paesaggistiche |
Miglioramento della qualità dell’ambiente locale |
Contributo alla protezione dell’atmosfera |
Sensibilizzazione alle problematiche ambientali e sviluppo dell’istruzione e della formazione in campo ambientale |
Promozione della partecipazione del pubblico alle decisioni legate a strategie sostenibili |
Si | |
Indicare quali indicatori ambientali sono stati adottati: |
38. Sono state adottate le metodologie della valutazione ambientale strategica (VAS)?
No
39. Eventuali azioni previste per ridurre gli effetti ambientali della realizzazione del PST
SEZIONE III: SOSTENIBILITA’ ECONOMICA, FINANZIARIA E SOCIALE
Parte III.a: analisi della domanda e dei fabbisogni locali
40. Fabbisogni locali a cui il PST risponde (Riportare i fabbisogni locali soddisfatti dai singoli progetti del PST e indicare se il PST soddisfa fabbisogni aggiuntivi o sostitutivi rispetto a quelli soddisfatti dagli interventi considerati singolarmente)
41. Bacino di utenza del PST (Descrivere e quantificare la domanda attuale e potenziale relativa al PST nel suo complesso. La domanda comprende tutti i destinatari che potranno, direttamente e indirettamente, beneficiare del PST)
42. Convenienza del PTS per il territorio (Spiegare in quale misura il PST è prioritario per il territorio di riferimento. Specificare, inoltre, come il PST migliora la dotazione dei servizi e in che misura)
Parte III.b: Fattibilità Finanziaria
43. Principali problematiche finanziarie che il PST deve affrontare (specificare soprattutto le problematiche connesse alla fase di esercizio delle singole operazioni previste nel PST e come si pensa di assicurare la partecipazione della spesa privata.)
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della REGIONE CAMPANIA
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44. Dati finanziari dei progetti del PST (Elencare i progetti nello stesso ordine della tabella di cui al punto 20 del documento)
Xx.Xx | Nome identificativo del progetto | Risorse pubbliche a valere sul PA FAS 2007-2013 | Risorse private | Cofinanziamento | Altre risorse finanziarie . | Costo Progetto | ||
Regionali | Comunali | Altro | ||||||
TOTALE PST. |
Sigla e timbro del soggetto capofila del Partenariato Istituzionale Locale
PARTE I Atti della Xxxxxxx
Xxxxxx 00 xx 00
Xxxxxxx Xxxxxxxx. Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici
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Parte III.c: risultati attesi
45. Indicatori di realizzazione e di risultato (Indicare i valori attuali e attesi degli indicatori di realizzazione relativi alle singoli operazioni. Per gli indicatori di risultato tenere conto anche di eventuali effetti moltiplicativi dell’integrazione.)
Tipologia indicatori | Indicatore | Valore attuale | Valore atteso |
Realizzazione | |||
Risultato | |||
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Parte III.d: Obiettivi di servizio e target mezzogiorno
46. Quantificazione del livello di contribuzione al raggiungimento dei Target degli obiettivi di servizio in coerenza con il Piano di Azione degli Obiettivi di servizio della Regione Campania
Obiettivo di servizio | Indicatore | Quantificazione del livello di contribuzione del PST al raggiungimento del target prefissato |
Istruzione | S.01- Percentuale della popolazione in età 18-24 anni con al più la licenza media, che non ha concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla regione di durata superiore ai 2 anni. (valore al 2005 = 27,9%) | |
S.02 - Percentuale di quindicenni con al massimo il primo livello di competenza in lettura del test PISA effettuato dall'OCSE | ||
S.03 - Percentuale di quindicenni con al massimo il primo livello di competenza in matematica del test PISA effettuato dall'OCSE | ||
Servizi di | S.04 - Diffusione dei servizi per | |
cura per | l’infanzia (asili nido, micronidi, e/o | |
l'infanzia e | altri servizi integrativi e innovativi | |
per gli | per l’infanzia), misurata con la | |
anziani; | percentuale di Comuni che hanno | |
attivato tali servizi sul totale dei | ||
comuni della Regione. (valore attuale | ||
= 30,50%) | ||
S.05 - Presa in carico degli utenti dei | ||
servizi per l’infanzia, misurato con la | ||
percentuale di bambini fino al | ||
compimento dei tre anni che hanno | ||
usufruito di servizi per l’infanzia | ||
(asili nido, micronidi, e/o altri servizi | ||
integrativi e innovativi) sul totale | ||
della popolazione tra zero e fino al | ||
compimento dei 3 anni. L’indicatore | ||
è misurato a livello regionale | ||
considerando che l’utenza accolta in | ||
asili nido deve essere pari ad almeno | ||
il 70% del totale. | ||
S.06 - Numero di anziani assistiti in | ||
assistenza domiciliare integrata | ||
(ADI) rispetto al totale della | ||
popolazione anziana (65 anni e oltre ) | ||
(Valore Attuale = 1%) |
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Gestione Rifiuti urbani | S.07 - Kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante all’anno. (valore al 2005 = 304,8 Kg/ab) | |
S.08 - Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti. (valore al 2005 = 10,6%) | ||
S.09 - Quota di frazione umida (frazione organica e verde) trattata in impianti di compostaggio sulla frazione di umido nel rifiuto urbano totale per la produzione di compost ex. D.lgs 217/06 (valore al 2005 = 2,3%) | ||
Servizio idrico integrato | S.10 Efficienza nella distribuzione dell'acqua per il consumo umano: percentuale di acqua erogata sul totale dell'acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale. | |
S.11 Quota di popolazione equivalente servita da depurazione: abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in percentuale degli abitanti equivalenti totali urbani per regione |
47. Quantificazione del livello di contribuzione al raggiungimento dei Target Mezzogiorno
Indicatore | Quantificazione del livello di contribuzione del PST al raggiungimento del target prefissato |
1) km di coste non balenabili sul totale; | |
2) presenza turistiche per abitante nei mesi non estivi; | |
3) percentuale di adulti in età 25- 64 anni che partecipano all’apprendimento permanente; | |
4) spesa in R&S delle imprese sul Pil; | |
5) tasso di irregolarità del lavoro; | |
6) consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili (a meno dell’idroelettrico). |
SEZIONE IV: SOSTENIBILITÀ’ ORGANIZZATIVA E GESTIONALE
Parte IV.a: Processi partenariali
48. Processo partenariale realizzato a partire dalla prima progettazione di massima del PST. (Descrivere l’iter di concertazione effettivamente svolto e le metodologie di concertazione adottate. Descrivere il processo partenariale attivato dopo la prima progettazione di massima e l’istituzione PIL. Indicare i soggetti coinvolti come partenariato economico sociale locale, il ruolo dei diversi soggetti (se propositivo o passivo, quali contributi hanno portato, cosa mettono “di proprio” nel partenariato), le reti di collaborazione più stabili che possono essere instaurate e tra chi, i problemi decisionali incontrati nel percorso e le soluzioni scelte.)
49. Riunioni ufficiali del partenariato che si sono svolte dal momento dell’istituzione del PIL (Indicare le principali riunioni del partenariato specificando la data, i soggetti presenti e le decisioni assunte)
Data della riunione | Soggetti presenti | Principali decisioni |
50. Pubblicizzazione del PST (Descrivere destinatari, modalità e tempi della diffusione delle informazioni)
51. Modalità e risultati dell’eventuale coinvolgimento di operatori del settore privato (Descrivere le modalità di coinvolgimento dei soggetti privati - manifestazioni di interesse, incontri pubblici, seminari di lavoro, etc. - . Indicare quali operatori sono stati coinvolti e di quali settori e se sono stati coinvolti operatori esterni al territorio di intervento del PST. Descrivere il contributo apportato dai soggetti privati.)
Parte IV.b: Struttura organizzativa e gestionale
52. Struttura organizzativa comune per la gestione del PST (Descrivere il modello organizzativo che il partenariato intende darsi per la gestione del PST mettendo in evidenza gli aspetti innovativi, in particolare quelli che si riferiscono alla semplificazione delle procedure amministrative di attuazione. Illustrare il ruolo dell’Ente capofila e quello degli altri partner. Descrivere quali sono i meccanismi decisionali e operativi tra i partner e le modalità di individuazione del soggetto gestore)
53. Descrizione del modello di gestione prescelto per la realizzazione del Programma
54. Caratteristiche del soggetto gestore designato e/o individuato
REGIONE CAMPANIA. NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI
NOTE SULLA CERTIFICAZIONE DEGLI STUDI DI FATTIBILITÀ
La legge n. 144 del 17 maggio 1999, all’articolo 4 (Studi di fattibilità delle Amministrazioni pubbliche e progettazione preliminare delle amministrazioni regionali e locali), comma 5, istituisce un fondo per il finanziamento della progettazione preliminare a sostegno di quelle iniziative progettuali, il cui costo sia non inferiore ai 3 miliardi di lire, per le quali sia stato redatto lo studio di fattibilità.
Per accedere al fondo, la norma prevede, al comma 6, che i risultati degli SdF siano valutati e certificati dal Nucleo Regionale di Valutazione, e siano giudicati, con provvedimento del Presidente della Regione, compatibili con le previsioni dei rapporti interinali di cui alla deliberazione CIPE del 22 dicembre 1998, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29/12/1998.
Lo stesso articolo 4, al comma 8, estende poi le modalità e le procedure previste per l’accesso al fondo perduto di cui sopra anche al Fondo Rotativo per la Progettualità (preliminare, definitiva ed esecutiva). Entrambi i fondi sono istituiti presso la Cassa Depositi e Prestiti.
Per disciplinare l’accesso ai fondi, la Cassa Depositi e Prestiti ha predisposto due circolari: la n. 1240/2000 – Istruzioni per la concessione da parte della C.DD.PP. dei finanziamenti a valere sul fondo per la progettazione preliminare istituito ai sensi dell’art. 4 della legge n. 144/1999 - e la n. 1245/2001 - Nuove istruzioni per l’accesso al Fondo Rotativo per la Progettualità - .
In particolare nella circolare n. 1245 si evince che l’accesso al fondo può essere richiesto per la progettazione di una singola opera ovvero di un insieme di opere funzionalmente e unitariamente orientate alla soddisfazione di un’esigenza o di un fabbisogno individuato, (es. acquedotto - fognatura – impianto di depurazione). Lo SdF dovrà pervenire, pertanto, all’identificazione di una sola alternativa.
Si sottolinea ancora che i soggetti beneficiari di cui all’art. 1 comma 54 della L. 594/95, (ovvero le regioni, le province, i comuni, i loro consorzi anche con la partecipazione di altri soggetti pubblici e privati, le comunità montane, i consorzi di bonifica e d’irrigazione, le società per la gestione dei servizi pubblici cui partecipino gli enti locali, le aziende speciali di detti enti) devono presentare, tra l’altro, alla Cassa Depositi e Prestiti (cfr circolare C.DD.PP n. 1240/2000 e 1245/2001):
1) Il Provvedimento del Presidente della Regione;
2) La certificazione positiva dei risultati dello SdF da parte del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione.
Per essere certificabile, lo studio di fattibilità deve essere ammissibile, completo, elaborato in modo sufficientemente approfondito in ogni suo aspetto e condurre a risultati positivi.
La positività dello studio di fattibilità sarà valutata rispetto ai risultati delle analisi condotte in materia finanziaria ed economico-sociale, tecnica, procedurale, ambientale, ma soprattutto attribuendo particolare importanza alla capacità che hanno le opere previste dallo SdF di soddisfare la domanda di beni e servizi del territorio di riferimento.
Sulla base delle indicazioni contenute nel quadro normativo di cui all’allegato, (comprendenti, tra l’altro, la circolare adottata l’8 marzo 2001 dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome), il Nucleo ritiene che uno Studio di Fattibilità debba almeno affrontare i seguenti punti:
Regione Campania. Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici
1. L’analisi del contesto territoriale e socio-economico e l’individuazione degli obiettivi dell’intervento;
2. L’analisi della domanda e dell’offerta;
3. L’individuazione delle alternative progettuali possibili;
4. La fattibilità tecnica e la verifica procedurale (da effettuarsi per tutte le alternative individuate)
5. La compatibilità ambientale (da effettuarsi per tutte le alternative, escluse quelle eventualmente eliminate al punto 4);
6. L’analisi di fattibilità finanziaria, economica e sociale (da effettuarsi per tutte le alternative non eliminate).
Lo studio deve infine essere corredato di una relazione sintetica conclusiva
Di seguito si danno alcune indicazioni sui contenuti da trattare nell’affrontare i punti oggetto dello SdF.
1) Analisi del contesto territoriale e socio-economico ed individuazione degli obiettivi dell’intervento
a) Descrizione del contesto fisico e socio-economico del territorio di riferimento per lo SdF, mettendone in evidenza le principali risorse ed il relativo utilizzo.
b) Analisi dei punti di forza e di debolezza, opportunità e rischi del territorio in relazione alle possibilità di sviluppo (SWOT Analysis).
c) Specificazione degli obiettivi che si pone lo studio di fattibilità
2) Analisi della domanda e dell’offerta
a) Descrizione e quantificazione dello stato attuale e delle prospettive di evoluzione della domanda di beni e/o servizi che costituiscono i bisogni da soddisfare direttamente con l’iniziativa progettuale. La domanda comprende i destinatari che potranno direttamente e indirettamente beneficiare dell’iniziativa (es: popolazione che utilizzerà una nuova strada).
b) Descrizione dell’offerta di beni e servizi e delle relative caratteristiche con riferimento all’offerta attuale e a quella prevedibile in seguito all’iniziativa progettuale.
3) Individuazione delle alternative progettuali possibili
a) Identificazione ed illustrazione delle soluzioni e/o delle ipotesi progettuali individuate per rispondere al fabbisogno rilevato e alla domanda che si intende soddisfare con le opere di cui allo SdF. Le ipotesi progettuali considerate per rispondere al fabbisogno individuato vanno descritte con dettaglio sufficiente (localizzazione, caratteristiche tecniche e dimensionali, l’eventuale suddivisibilità in lotti funzionali, il quadro economico etc.) per permettere di realizzare le successive fasi di fattibilità. Il dettaglio deve contenere anche l’individuazione delle alternative tecnologiche possibili per ogni soluzione progettuale individuata. L’assenza di alternative all’intervento proposto dovrà in ogni caso essere puntualmente motivata.
4) FATTIBILITÀ TECNICA E VERIFICA PROCEDURA LE
a) Descrizione, per ogni alternativa individuata, delle condizioni istituzionali, procedurali, organizzative ed operative necessarie alla realizzazione dell’intervento.
Regione Campania. Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici
b) Indicazione, per ogni alternativa individuata, delle autorizzazioni, pareri, nullaosta ai quali è subordinato l’avvio dell’intervento e dei tempi stimati per il relativo rilascio.
c) Descrizione, per ogni alternativa individuata, del modello di gestione previsto con riferimento agli aspetti normativi, alle modalità, attività ed azioni che dovranno essere intraprese per garantire, sul piano gestionale, il conseguimento degli obiettivi ai quali l’intervento è finalizzato.
5) Descrizione e analisi degli impatti ambientali;
a) Analisi ambientale del territorio di riferimento.
b) Descrizione, per ogni alternativa non eliminata al punto 4, dei principali fattori di criticità e di rischio ambientale con riferimento alle scelte tecnologiche.
6) Analisi di fattibilità finanziaria economica e sociale
a) Descrizione e quantificazione, per ogni alternativa non eliminata, dei costi e dei ricavi (rientri tariffari e non) finanziari, relativi sia alla fase di realizzazione dell’opera che a quella di esercizio, nella situazione “senza” ed in quella “con” intervento.
b) Predisposizione, per ogni alternativa non eliminata, del Piano di copertura finanziaria (risorse pubbliche e risorse private) con riferimento alla vita utile dell’opera.
c) Descrizione, per ogni alternativa non eliminata, dei costi e dei benefici indiretti ed esterni .
d) Analisi Costi-Benefici, per ogni alternativa non eliminata.
e) Analisi di rischio e sensitività, per ogni alternativa non eliminata.
Per le opere di importo superiore di 50 Meuro, devono essere trattati tutti i punti in modo approfondito. Per le opere comprese tra 10 e 50 Meuro, il punto 6d può essere trattato anche in modo descrittivo e può non essere trattato il punto 6e.
Per le opere di importo inferiore a 10 Meuro, possono essere tralasciati i punti 1b, 6d e 6e. Gli altri punti possono essere trattati in modo sintetico.
Regione Campania. Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici
Allegato. Quadro normativo
Legge n. 144 del 17 maggio 1999.
Legge n. 594 del 28 dicembre 1995.
Legge n. 109 del 11 febbraio 1994.
DPR n. 554 del 21 dicembre 1999.
Decreto del Ministero dei lavori Pubblici del 21 giugno 2000. Decreto del Ministero dei lavori Pubblici del 8 agosto 2000. Delibera CIPE 106/99.
Delibera CIPE 135/99. Delibera CIPE 76/2000.
Circolare Cassa Depositi e Prestiti n. 1240/2000. Circolare Cassa Depositi e Prestiti n. 1245/2001.
Linee Guida per la certificazione degli studi di fattibilità – Conferenza dei Presidenti delle Regioni - 8 marzo 2001.
NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE CAMPANIA
Criteri di selezione della procedura valutativa (art. 7 Disciplinare) Allegato 4
Categoria di Valutazione | Criteri | |||||
Peso Categoria | Denominazione | Peso parziale | Denominazione | Descrizione | Punteggio max | Punteggio minimo |
60 | VALUTAZIONE DELLO SDF DEL PROGETTO PORTANTE | 60 | Livello di approfondimento e di significatività di tutti i punti previsti nella Nota del NVVIP Regione Campania "Studi Di Fattibilità" (allegato 3) | Valutazione multicriteriale secondo quanto previsto nell'allegato 5 " Criteri di valutazione dello Studio di Fattibilità del Progetto Portante " | 60 | 35 |
Totale | 60 | |||||
15 | RILEVANZA TERRITORIALE DEL PROGETTO PORTANTE | 15 | Livello di rispondenza del fabbisogno identificato dal progetto portante all'obiettivo di sviluppo del sistema territoriale di riferimento | Progetto portante che eroga un servizio a livello comunale | 0 | |
Progetto portante che eroga un servizio a livello sovra comunale (almeno 2 comuni) | 8 | |||||
Progetto portante che eroga un servizio a livello sovra comunale (singolo STS o più STS) | 15 | |||||
10 | RAPPRESENTATIVITA' E COINVOLGIMENTO DEL PARTENARIATO ISTITUZIONALE ED ECONOMICO- SOCIALE | 5 | Grado di coinvolgimento del partenariato istituzionale ed economico sociale | Assenza di contatti (riunioni, mail, lettere, ecc.) | 0 | |
Presenza di almeno 5 contatti (riunioni, mail, lettere, ecc.) che hanno prodotto risultati significativi | 2,5 | |||||
Presenza di più di 5 contatti (riunioni, mail, lettere, ecc.) che hanno prodotto risultati significativi | 5 | |||||
5 | Livello di cofinanziamento del partenariato istituzionale | Cofinanziamento <= 5% dell' importo complessivo del progetto portante | 0 | |||
Cofinanziamento > 5% e <= 10% dell'importo complessivo del progetto portante | 2,5 | |||||
Cofinanziamento > 10% dell'importo complessivo del progetto portante | 5 |
NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE CAMPANIA
15 | QUALITA' E COMPETENZA DEL SOGGETTO GESTORE | 10 | Livello di aggregazione degli strumenti di programmazione negoziata che insistono sul territorio di riferimento | Assenza di aggregazione | 0 | |
Presenza di aggregazione | 10 | |||||
5 | Livello di esperienza maturata dal soggetto nella gestione | Soggetto gestore che nei precedenti 5 anni non abbia gestito alcun appalto analogo per dimensioni e tipologia, né abbia alcuna esperienza di programmazione complessa nel ciclo programmatorio 2000- 2006 | 0 | |||
Soggetto gestore che nei precedenti 5 anni abbia gestito almeno un appalto analogo per dimensioni e tipologia, privo di esperienza di programmazione complessa nel ciclo programmatorio 2000- 2006, o che in alternativa non abbia gestito alcun appalto analogo per dimensioni e tipologia, ma con esperienza di programmazione complessa nel ciclo programmatorio 2000- 2006 | 2,5 | |||||
Soggetto gestore che nei precedenti 5 anni abbia gestito almeno un appalto analogo per dimensioni e tipologia, e che abbia alcuna esperienza di programmazione complessa nel ciclo programmatorio 2000- 2006 | 5 | |||||
Totale 100 | ||||||
Totale punteggio | 100 | 60 |
NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE CAMPANIA
Criteri di valutazione dello Studio di Fattibilità del Progetto Portante Allegato 5
Criteri di valutazione STUDIO DI FATTIBILITA' del PROGETTO PORTANTE | |||
Peso Criterio | Denominazione | Descrizione | Punteggio max |
6 | INQUADRAMENTO TERRITORIALE E SOCIOECONOMICO DEL PROGETTO, STRUTTURA ED OBIETTIVI | Esplicitazione dell'obiettivo | 3 |
Completezza inquadramento territoriale (Economia, Ambiente, Società) | 3 | ||
Totale | 6 | ||
6 | ANALISI DELLA DOMANDA ATTUALE E PREVISTA E SPECIFICA DEI GRUPPI DI BENEFICIARI | Livello di identificazione della domanda attuale | 2 |
Livello di identificazione della domanda prevista | 2 | ||
Livello di identificazione dei gruppi beneficiari | 2 | ||
Totale | 6 | ||
6 | ANALISI DELL'OFFERTA ATTUALE E PREVISTA | Livello di identificazione dell'offerta attuale | 2 |
Livello di identificazione dell'offerta prevista | 2 | ||
Coerenza dell'analisi complessiva con la domanda | 2 | ||
Totale | 6 | ||
6 | INDIVIDUAZIONE ED ANALISI DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI POSSIBILI | Completezza dell'individuazione delle alternative disponibili | 2 |
Completezza della descrizione della localizzazione, della dimensione, delle caratteristiche e dei costi di realizzazione | 2 | ||
Livello di approfondimento dell'analisi delle alternative | 2 | ||
Totale | 6 | ||
6 | VERIFICA PROCEDURALE | Individuazione interferenze con altri enti e relative autorizzazioni. Tempi di ottenimento | 3 |
Coerenza con gli strumenti locali di pianificazione | 3 | ||
Totale | 6 | ||
9 | ANALISI DEGLI ASPETTI E DEI COSTI GESTIONALI IN FASE DI ESERCIZIO | Livello di approfondimento degli aspetti gestionali | 3 |
Livello di approfondimento dell'analisi dei costi gestionali | 3 | ||
Livello di sostenibilità dei costi gestionali | 3 | ||
Totale | 9 | ||
6 | DESCRIZIONE E ANALISI DEGLI IMPATTI AMBIENTALI | Livello di identificazione degli impatti ambientali | 3 |
Livello di completezza della descrizione degli impatti ambientali | 3 | ||
Totale | 6 | ||
6 | ANALISI DI FATTIBILITÀ FINANZIARIA | Livello di approfondimento costi e ricavi | 2 |
Livello di identificazione scenari possibili | 2 | ||
Livello di completezza del piano di finanziamento (copertura finanziaria) | 2 | ||
Totale | 6 | ||
6 | ANALISI DI FATTIBILITÀ ECONOMICA E SOCIALE (ACB) | Livello di completezza dell'impostazione ACB | 2 |
NUCLEO DI VALUTAZIONE E VERIFICA DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI DELLA REGIONE CAMPANIA
Livello di completezza dell'analisi dei costi sociali (Tangibili e intangibili - Diretti e indiretti) | 2 | ||
Livello di completezza dell'analisi dei benefici sociali (Tangibili e intangibili - Diretti e indiretti) | 2 | ||
Totale | 6 | ||
3 | RELAZIONE SINTETICA CONCLUSIVA RIPORTANTI I PRINCIPALI RISULTATI E LE RACCOMANDAZIONE MOTIVATE SULLA FATTIBILITÀ DELL'OPERA | Livello di identificazione dei risultati attesi e previsti | 1 |
Livello di dettaglio delle ricadute economico e sociali dell'opera | 1 | ||
Livello di completezza delle motivazioni sulla fattibilità dell'opera | 1 | ||
Totale | 3 | ||
Totale SDF 60 | 60 |