Contract
all’art. 2307, co. 3, c.c., il diritto di recesso dovrebbe fondarsi su presupposti differenti da quelli indicati nell’art. 2285, primo comma, c.c.
Ciò coerentemente con la circostanza che la previsione di una clausola di rinnovazione nel contratto sociale si fonda sul presupposto che la società possa essere prorogata nel tempo solo al permanere dell’accordo di “tutti” i soci.
Va altresì aggiunto, che la previsione statutaria della clausola cd. di rinnovazione potrebbe consentire ai soci di superare situazioni di stallo, sciogliendo la società quando in società a ristretta base proprietaria emergano conflittualità tra i soci o anche nel caso in cui la società sia stata costituita sulla base dell’accordo di tutti i soci al protrarsi della proroga della società, e ove tale accordo venisse a mancare si verificherebbe lo scioglimento della medesima.
Altra fattispecie si verifica con il venir meno della pluralità dei soci se nel termine di sei mesi questa non è ricostituita, ipotesi, quest’ultima, che rappresenta una differente causa di scioglimento22. Tale fattispecie si differenzia da quella che si verifica con la disdetta del socio alla proroga del termine in quanto in tale ultimo caso i soci, fino alla naturale scadenza, restano nella società. Ciò che varia è che uno o più tra questi manifestano la propria volontà contraria alla proroga della durata della società, per cui non si verifica la situazione in cui viene meno la pluralità dei soci.
Non si potrebbe neanche verificare la situazione in cui il socio che non abbia esercitato la facoltà di disdetta (si pensi all’ipotesi in cui vi siano solo due soci ed uno dei due comunichi la disdetta) possa continuare l’attività d’impresa in forma individuale in quanto, in tal caso, ponendosi il problema dell’ammissibilità di una «trasformazione involutiva» della società, non sembra verificarsi una trasformazione tacita, non venendo a mancare la pluralità dei soci23.
22 Cfr. art. 2272, co. 4, c.c. per le società semplici; art. 2308 per le società in nome collettivo, e art. 2323 co. 1,
c.c. per le società in accomandita semplice quando rimangono soltanto soci accomandanti o soci accomandatari,
«sempreché nel termine di sei mesi non sia stato sostituito il socio che è venuto meno».
23 La continuazione dell’impresa in forma individuale rappresenta un fenomeno diffuso nella prassi ma non disciplinato dal legislatore e si verifica in una società di persone qualora, per la morte, l’esclusione o il recesso di alcuni soci, la compagine sociale si riduca ad un solo socio il quale può attendere il decorso del semestre senza ricostituire la pluralità dei soci (art. 2272, n. 4, c.c.) oppure decidere - anticipatamente rispetto a tale data - di non ricostituirla (art. 2272, n. 3, c.c.).
DOCUMENTO Roma, 28 febbraio 2017
Azioni concrete di responsabilità Sociale
d’Impresa.
Il coinvolgimento degli stakeholder
Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx
Con l’emanazione del Decreto Legislativo 254 del 30 dicembre 2016, già illustrato e commentato nell’ultima newsletter FNC n. 47 del 15.02.2017, in attuazione della Direttiva del Parlamento Europeo 95/2014, in tema di rendicontazione obbligatoria di informazioni aziendali di carattere non finanziario, si sono finalmente cristallizzati due aspetti fondamentali di quel vasto campo di studi ed attività che va sotto il nome di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).
Il primo è che, dal 2017, la reportistica aziendale c.d. “non finanziaria” (almeno per ora, solo per alcune società di grandi dimensioni) inizia a passare da volontaria ad obbligatoria con norme specifiche che la disciplinano, superando così il laconico ed impalpabile disposto dell’art. 2428, 1° e 2° comma, c.c..
Il secondo (ai fini di questo scritto ben più importante), è che proprio il Decreto in parola e la sua fonte normativa comunitaria, dimostrano come l’idea della Responsabilità Sociale d’Impresa, nella sua comprensione e nella sua attuazione, non sia più un’idea solo confinata agli scritti degli studiosi della materia e di pochi manager illuminati ma, piuttosto, trovi piena collocazione in una prassi gestionale, ormai talmente accettata e diffusa, da essere considerata meritevole di attenzione da parte del Legislatore Europeo prima, e di quello nazionale, di conseguenza.
Mi pare di poter dire, in altre parole, che il fatto che sia sorto l’obbligo legale di comunicare le azioni aziendali almeno su temi quali ambiente, personale dipendente, diritti umani e lotta alla corruzione attiva e passiva, significa che queste azioni esistono, sono ormai prassi corrente delle imprese e che dunque la RSI è stata “sdoganata” in via definitiva, come parte integrante delle strategie aziendali.
Lo spunto offre così la possibilità di tornare a descrivere e divulgare uno dei concetti chiave della RSI e cioè l’interazione dell’impresa con i propri stakeholder.
La RSI assume un diverso significato a seconda del soggetto che la interpreta: se per il management è un importante strumento di governo dell’impresa poiché può migliorare le performance economico-finanziarie, i processi di coesione interna e di gestione operativa, potendo diventare anche uno strumento di marketing e un nuovo mezzo di posizionamento sul mercato dei prodotti, per gli altri stakeholder la RSI può diventare un valore e acquisire la connotazione di variabile critica che orienta le scelte.
Ancora oggi molte aziende (rectius: organizzazioni), soprattutto quelle che si trovano in una fase iniziale, considerano l’adozione e l’applicazione di un sistema di Responsabilità Sociale d’Impresa come un costo aggiuntivo. Tuttavia tale sensazione non tiene conto di un fatto ormai condiviso quasi universalmente: dal valore dell’etica scaturiscono dei notevoli benefici aziendali per cui la RSI va considerata, più che un costo, un investimento in grado di produrre i suoi effetti, nel medio-lungo termine, a vantaggio di tutti gli stakeholder (proprietari e management compresi).
Le imprese c.d. “socialmente responsabili”, infatti, adottando comportamenti aperti e trasparenti riescono a unire la tensione etica con il miglioramento delle performance aziendali grazie al superamento dei limiti derivanti da comportamenti tesi unicamente al conseguimento del proprio interesse, instaurando una relazione cooperativa con i propri stakeholder che sia basata su una collaborazione reciproca, la quale trae origine da un accordo implicito volto a regolarizzare e xxxxxxxxxx eventuali comportamenti opportunistici.
Contemperare le diverse esigenze, però, non è un processo semplice ed immediato poiché i portatori di interesse sono molteplici ed hanno interessi a volte non coincidenti o addirittura in contrasto tra di loro.
Vi è dunque la necessità di instaurare tra i soggetti interessati una sorta di “contratto sociale”, non scritto, in grado di incentivare e mantenere buoni livelli di interazione e cooperazione.
Tuttavia la cooperazione anche se regolata, rimane pur sempre un atto volontario e, per raggiungere tale accordo, occorre un adeguato livello di fiducia tra le parti.
Ecco perché si impone alle aziende di essere il più trasparenti e corrette possibili nei confronti dei portatori di interesse dato che la fiducia è un processo complesso e delicato che richiede autenticità e congruenza tra obiettivi manifestati e quelli effettivamente realizzati. Attraverso la divulgazione di messaggi che parlano di sé, dunque, l’impresa crea un’immagine che verrà percepita dall’ambiente in cui essa opera.
Ma la fiducia, se da un lato richiede del tempo per essere coltivata, dall’altro con molta facilità può essere perduta.
La reputazione è infatti un riconoscimento della “licenza ad operare” senza la quale nessuna impresa può prosperare e dato il suo rilievo strategico, va tutelata e mantenuta nel tempo perché un suo decadimento può provocare un significativo peggioramento del valore globale dell’azienda.
Rischiare la reputazione coincide con la possibilità che altri fattori di rischio si manifestino generando una pubblicità negativa, una perdita di clientela, una ridotta possibilità di reclutare le migliori risorse umane, una perdita di opportunità nelle soluzioni strategiche, etc. etc..
Questi dati di fatto, ampiamente riscontrati nella prassi, suggeriscono come la cooperazione fra tutte le parti sociali, strumento cardine dell’impresa etica, sia attuabile solo prevedendo un impegno di reciproca utilità che possa sanzionare (o, per lo meno, stigmatizzare) i comportamenti scorretti e riportare l’equilibrio tra le parti.
Tutta la Responsabilità Sociale d’Impresa si configura dunque come una variabile strategica fondamentale per far fronte alle nuove istanze della società e per rendere sostenibile nel tempo la capacità competitiva delle imprese.
In un saggio del 2007 (M.E. Xxxxxx, X.X. Xxxxxx, Strategy and Society: The link between Competitive Advantage and Corporate Social Responsibility, Harvard Business Review), gli autori affermano che la RSI, per manifestare la sua valenza appieno, deve necessariamente
essere utilizzata come una vera e propria leva strategica per la competitività delle organizzazioni. Gli autori hanno sostenuto la necessità di una totale integrazione tra strategia imprenditoriale e strategia sociale. La RSI non deve quindi essere un “qualcosa di più” per l’azienda, slegata dal suo modello di business, bensì elemento strutturato e funzionale alla competitività dell’azienda sui mercati e all’interno dello scenario socio-economico.
Negli ultimi anni l’attenzione degli studiosi è stata sempre più rivolta alle relazioni esistenti tra gli stakeholder e tra questi e l’impresa, in un’ottica di network d’impresa. In tal senso, le imprese sono passate da una gestione unilaterale dei rapporti con gli stakeholder a strategie di coinvolgimento interattivo. Più recentemente è stato proposto un modello a stadi successivi, in cui le singole imprese accrescono il loro livello di engagement con gli stakeholder nel corso del tempo. Nel primo stadio, le imprese identificano gli stakeholder e le loro istanze; nel secondo stadio, esse tentano di “gestire” gli stakeholder e le questioni sociali di loro interesse; nel terzo stadio, esse coinvolgono attivamente gli stakeholder per la creazione di valore a lungo termine. In quest’ultimo stadio, è prevista una posizione di responsabilità reciproca, di condivisione delle informazioni e di collaborazione nella gestione delle istanze.
In quest’ottica, l’originario termine di stakeholder “management” è stato abbandonato in favore di quello di “engagement”, che garantisce reciprocità e il riconoscimento di un network di entità correlate in cui ogni organizzazione si trova (figura sottostante).
Fra i vari contributi sul tema, si può citare il “Manuale dello stakeholder engagement” nato nel 2014, ove sono state individuati e descritti i passaggi chiave, gli strumenti e le fonti per un vero coinvolgimento e non solo una semplice gestione degli stakeholder.
Da questo manuale, redatto dal network internazionale AccountAbility, si possono enucleare 5 fasi successive in cui lo stakeholder engagement è portato a pieno compimento.
Nella prima fase vanno individuati gli obiettivi strategici dell’organizzazione, come questi si collegano agli stakeholder e a loro tematiche specifiche e come si può intraprendere un’iniziale definizione della priorità da affrontare.
Nella seconda fase, introducendo diversi livelli del coinvolgimento e di guida nell’analizzare le relazioni, le risorse disponibili e i legami organizzativi, vanno selezionati i rappresentanti degli stakeholder e va deciso quale tipo di relazione si vuole sviluppare con loro.
Nella terza fase devono essere affrontate le questioni che riguardano le competenze interne ed esterne all’organizzazione circa la capacità di coinvolgere gli stakeholder.
Nella quarta fase va individuato il percorso di coinvolgimento, disegnando il processo più efficace a perseguire gli obiettivi stabiliti.
Nella quinta fase vanno infine ben pianificate le attività di riscontro del coinvolgimento, di cui la rendicontazione fornita agli stakeholder è elemento essenziale.
Non può sottacersi, tuttavia, che il riconoscimento del valore intrinseco delle pretese di tutti gli stakeholder è una tesi da sempre controversa. È certo che i leader aziendali generalmente non la accettano. Uno studio del 1984 sui valori dei manager statunitensi, ha rivelato che essi attribuiscono un ordine di priorità agli stakeholder in base alla loro importanza relativa al diretto incremento dei profitti. Emerge dall’indagine che i clienti sono più importanti, seguiti dai dipendenti, dai proprietari, dal pubblico, dagli azionisti.
E, a ben vedere, lo studio sembra ancora valido.
Non vi può essere alcun dubbio, tuttavia, che un’impresa che voglia sviluppare uno schema di responsabilità sociale possa esimersi dall’adottare un approccio che sia orientato alla soddisfazione di tutti gli stakeholder, poiché tutte le persone o gruppi con interessi legittimi partecipanti all’impresa hanno l’obiettivo di ottenere vantaggi e non esiste una priorità evidente di un insieme di interessi e vantaggi rispetto ad un altro.
Da ciò necessariamente deriva che l’azione del management deve essere indirizzata tanto alla soddisfazione dei doveri legali nei confronti dell’impresa, quanto all’assunzione di responsabilità etiche verso tutti gli stakeholder, siano essi legati da contratti espliciti (come investitori e dipendenti), impliciti (come potrebbe essere con i clienti) o da interessi non contrattuali o non volontari, come quando le parti coinvolte non sono consapevoli della loro relazione con l’impresa finché non si verifica un evento specifico che richiami la loro attenzione. Questo, come detto, favorirà un reciproco clima di fiducia sulla cui base andare ad
innestare tutta quella serie di rapporti e relazioni, indispensabili affinché l’impresa possa perseguire la propria missione e conseguire i propri obiettivi.
Molti stakeholder (ad es. investitori, dipendenti e clienti) sono facilmente identificabili data la loro espressa o implicita relazione contrattuale con l’azienda. Altri potrebbero assumere la percezione di essere tali solo in funzione dell’impatto, positivo o negativo, delle attività aziendali sulle loro condizioni di vita. Inoltre, alcune “terze parti” potrebbero reclamare una “posta” (stake) nell’impresa anche quando, in effetti, tale posta non esista. Il management non è obbligato a rispondere favorevolmente a qualsiasi richiesta o critica, tuttavia ha il compito di esaminare attentamente tutte queste richieste prima di esprimere un giudizio sulla loro pertinenza.
L’importanza delle problematiche connesse ad ogni singolo stakeholder differisce anche in funzione dell’ambito aziendale chiamato a rispondere e dell’orizzonte temporale (le condizioni di lavoro possono essere di maggior interesse per i dipendenti; il costo e la qualità dei prodotti possono essere un aspetto più interessante per i clienti mentre la sopravvivenza e la crescita dell’impresa rivestono un carattere essenziale per gli investitori e per le comunità in cui l’azienda svolge la sua attività). Pertanto il management, nel momento in cui è chiamato a prendere particolari decisioni o a intraprendere particolari azioni, dovrebbe prestare attenzione, in via prioritaria, agli interessi di quegli stakeholder che sono più intimamente e criticamente coinvolti nell’azienda, senza tuttavia dimenticare o sottovalutare l’impatto sugli altri.
Nel 1999, al fine di fornire delle condivisibili linee guida di riferimento per la gestione delle relazioni con gli stakeholder, il Xxxxxxxx Centre for Business Ethics di Toronto - Canada in “Principles for Stakeholder Management”, aveva identificato sette principi d’azione a carattere generale sulla cui base il management può perseguire gli obiettivi dell’impresa, soddisfacendo le istanze dei portatori d’interesse, in un’ottica di sostenibilità.
Conformemente a tali principi il management aziendale dovrebbe:
I) essere in grado di identificare e monitorare con continuità le aspettative di tutti i legittimi stakeholder e tenere in giusta considerazione i loro interessi durante i processi decisionali. Infatti, il primo requisito per una gestione delle relazioni con gli stakeholder poggia nella consapevolezza che esistono diversi stakeholder ciascuno munito di propria dignità e necessità di relazione;
II) prestare attenzione e instaurare un dialogo in buona fede con gli stakeholder per quanto concerne i rispettivi interessi, contributi e potenziali rischi derivanti dal loro coinvolgimento nell’impresa. La comunicazione, sia interna che esterna, è infatti una funzione critica che il management è chiamato ad assolvere ed essa implica la creazione di un flusso bidirezionale (la comunicazione deve poter avvenire tanto in ricezione quanto in invio). Pertanto, per poter
comprendere gli interessi degli stakeholder e per poter effettuare una integrazione orizzontale dei loro diversi gruppi (che consenta la creazione di vantaggi reciproci), il management deve dialogare. Tuttavia l’impegno al dialogo non implica, necessariamente, che si debba pervenire a un processo decisionale condiviso. Infatti, una comunicazione e un dialogo in buona fede sono già di per sé un beneficio per gli stakeholder, qualsiasi siano i contenuti e le conclusioni raggiunte;
III) adottare procedure e modalità di comportamento che siano sensibili alle aspettative e alle capacità di ciascun gruppo di stakeholder.
Questi, infatti, differiscono fra loro non solo per quanto concerne i loro interessi primari e le loro problematiche, ma anche per dimensioni, complessità e livello di coinvolgimento con l’impresa. Con alcuni stakeholder si può stabilire una relazione tramite meccanismi formali, a volte prescritti per legge, quali contrattazioni collettive o assemblee dei soci. Altri possono essere raggiunti con la pubblicità, i comunicati stampa o le pubbliche relazioni, mentre altri ancora (come ad es. le istituzioni pubbliche) possono essere raggiunti in modo più efficace tramite procedimenti ufficiali. Pertanto, le modalità di relazione, il tipo di informazioni fornite o le possibilità di dialogo possono mutare in funzione dei diversi gruppi di stakeholder anche se la linea di comunicazione adottata dal management deve essere mantenuta coerente per tutti i vari gruppi.
Va inoltre aggiunto, come il management che voglia agire davvero eticamente, debba relazionarsi con estrema attenzione con quei gruppi di stakeholder che hanno una capacità limitata di comprendere e valutare situazione e opzioni particolarmente complesse;
IV) riconoscere l’interdipendenza tra sforzi e risultati nel contesto dei vari stakeholder, tentando di pervenire a una equa distribuzione tra di loro dei benefici e degli oneri derivanti dall’attività dell’impresa e prendendo in debita considerazione i rischi e i punti vulnerabili di ognuno di essi. L’impresa è un’organizzazione in cui tutti gli stakeholder volontari collaborano per l’ottenimento di un reciproco vantaggio. Tuttavia anche stakeholder involontari o indiretti (ad es. le comunità sociali o le generiche “terze parti”) possono subire ripercussioni derivanti dall’attività dell’impresa. Inoltre sia gli stakeholder volontari che quelli involontari sono “vulnerabili” (seppure in modo diverso) agli effetti dell’incertezza e del cambiamento. Pertanto, un management capace dovrebbe assicurarsi che tutti gli stakeholder ricevano vantaggi sufficienti la loro continua collaborazione, garantendo loro che oneri e rischi siano commisurati a un livello che essi siano disposti a tollerare. Anche in questo caso la capacità di dimostrare l’apertura e l’equità della ripartizione dei benefici e degli oneri fra gli stakeholder è, di per sé, un vantaggio per gli stessi stakeholder;
V) lavorare in modo cooperativo con altri soggetti, sia pubblici che privati, per assicurarsi che i rischi e i danni derivanti dalle attività dell’impresa siano ridotti al minimo e, qualora ciò non sia possibile, che siano ricompensati adeguatamente. La creazione di ricchezza da parte dell’impresa inevitabilmente porta a delle conseguenze che non possono essere interamente mediate dal mercato. Alcune di queste possono essere benefiche, ma altre possono determinare effetti dannosi. Monitorare e cercare di ridurre l’impatto delle esternalità negative spesso richiede di collaborare con altri soggetti economici, organizzazioni ed altri enti intermedi, amministrazioni pubbliche e Governi. Il management, quindi, dovrebbe mostrarsi proattivo per sviluppare relazioni con i gruppi rilevanti e per creare collaborazioni al fine di contenere gli impatti negativi e ricompensare le parti danneggiate;
VI) evitare attività che possano mettere in pericolo i diritti fondamentali oppure generare dei rischi che sarebbero inaccettabili per gli stakeholder rilevanti. Tuttavia le conseguenze finali della maggior parte dei comportamenti economici (in particolare i comportamenti che implicano forti spese, interessi divergenti e lunghi periodi di tempo) non possono essere mai pienamente previste. Pertanto, poiché le scelte di politica aziendale e le attività dell’impresa determinano molteplici e differenti tipi di rischi, il management dovrebbe informare apertamente gli stakeholder dei rischi in cui possono incorrere durante lo svolgimento delle proprie attività collaborative all’interno dell’impresa e dovrebbe negoziare, quando possibile, specifiche condizioni contrattuali per la ripartizione dei rischi e dei benefici. Quando consapevolmente, gli stakehoder concordano nell’accettare una particolare combinazione di rischi e remunerazioni, allora l’accordo raggiunto può considerarsi soddisfacente. Tuttavia, alcuni progetti potrebbero determinare conseguenze per cui non esista un adeguato risarcimento, o rischi che non possono essere pienamente compresi e valutati dagli stakeholder chiave. In tali casi il management dovrebbe assumersi la responsabilità di riformulare i propri progetti al fine di eliminare la possibilità di conseguenze inaccettabili o qualora fosse necessario, di abbandonarli definitivamente;
VII) saper riconoscere il potenziale conflitto d’interesse (per cui la stessa funzione direttiva assegna al management un ruolo come stakeholder dell’impresa) e affrontarlo per mezzo di una comunicazione aperta, appropriati sistemi di rendicontazione e incentivi e ove necessario, per mezzo del controllo di una terza parte indipendente. Infatti, poiché anche il management rappresenta a sua volta un gruppo di stakeholder, ma con un accesso privilegiato alle informazioni, potrebbe influenzare significativamente le strategie dell’impresa. In quanto gruppo di stakeholder, naturalmente, i membri del management sono interessati alla sicurezza del loro posto di lavoro, al livello dei loro stipendi, al fine discrezionale nell’impiego delle risorse aziendali. Ed anche se sono previste una serie di disposizioni finalizzate ad allineare gli interessi dei manager a quelli dell’impresa nel suo insieme, è comunque possibile
che si venga a creare un conflitto fra gli interessi dei manager come stakeholder, da una parte, e quelli degli altri gruppi di stakeholder e dell’impresa stessa intesa come entità. Un buon management dovrebbe incoraggiare l’adozione di forme di controllo di questa fonte di conflitto interno all’organizzazione, accrescendo così la loro credibilità e stabilendo un clima collaborativo, senza il quale l’attività non può essere portata avanti in modo proficuo.
Fra i numerosi tentativi di proporre un valido modello per impostare e concretamente gestire le relazioni fra imprese e stakeholder, è interessante segnalare quello proposto nel 2010 da X. Xxxxx, X. Xxxxxxx, I. Xxxxxx, denominato “Sistema per la creazione di valore per gli stakeholder”. Esso è stato sviluppato sulla base della tradizionale visione degli stakeholder, proposta da R.K. Xxxxxxxx nel 1997, raggruppati secondo le loro caratteristiche (c.d. “attributi”) e secondo l’interazione di tali caratteristiche fra loro:
- potere (può obbligare l’impresa ad operare su aspetti che non avrebbe forse preso in considerazione);
- legittimità (esercita azioni appropriate);
- urgenza (determina il grado di attenzione delle aspettative).
Si tratta di un quadro di riferimento, quello creato da Xxxxxxxx, su cui andare a costruire, rafforzare e rendere sistematiche le relazioni con quanti hanno interessi verso l’impresa.
TIPOLOGIE DI STAKEHOLDER
Categoria Latenti (1 attributo) | • DORMIENTI | Potere |
• DISCREZIONALI | Legittimità | |
• ESIGENTI | Urgenza |
Categoria Con aspettative (2 attributi) | • DOMINANTI | Potere + Legittimità |
• PERICOLOSI | Potere + Urgenza | |
• DIPENDENTI | Urgenza + Legittimità |
Categoria Definitivi (3 attributi) | • DEFINITIVI | Potere + Legittimità + Urgenza |
Tornando al modello di Xxxxx, Xxxxxxx e Xxxxxx, esso si articola in cinque fasi attuative che devono essere condotte in modo consequenziale e che possono essere così determinate:
1) Identificazione delle problematiche e degli stakeholder strategicamente rilevanti: chi sono gli stakeholder strategici e quali sono le problematiche in cui l’impresa li ritiene coinvolti? Come sono reciprocamente connessi gli stakeholder?
L’identificazione degli stakeholder chiave è uno dei compiti che richiede maggiore attenzione. Se a prima vista può sembrare chiaro ed evidente quali siano gli stakeholder più importanti, quando l’analisi si fa più particolareggiata e approfondita tale compito diventa più difficile. Inoltre, si dovrebbe sempre tenere presente che la loro importanza muta in funzione della questione che deve essere trattata e muta anche nel corso del tempo; cosicché qualsiasi mappatura degli stakeholder risulta inevitabilmente caratterizzata da un marcato dinamismo e deve perciò essere oggetto di una costante revisione.
2) Percezione della problematica, dei rischi e dei benefici possibili: come è stata selezionata la problematica percepita dall’azienda?
Com’è percepita dagli stakeholder identificati? Quali possibili rischi e benefici sono associati agli stakeholder?
Tale fase punta ad approfondire ulteriormente le informazioni precedentemente ottenute e a conseguire una solida e profonda comprensione della percezione della questione da parte di tutti gli attori coinvolti e dei possibili rischi e benefici (e cioè sia dalla prospettiva dell’impresa che da quella degli stakeholder). A questo punto è necessario definire gli stakeholder in funzione della loro capacità di influire sul processo di creazione del valore in relazione alla tematica sotto esame e, a tal fine, sono state ideati quattro differenti ruoli di interrelazione:
a) essi possono agire come fornitori di benefici: per esempio possono fornire dei servizi all’impresa contribuendo in qualche modo al processo di creazione del valore (un esempio per tutti è il personale impiegato che fornisce conoscenza specializzata);
b) il secondo ruolo che gli stakeholder possono adottare è quello di ricevitori di benefici: in questa prospettiva gli stakeholder ricevono benefici dall’impresa, come per esempio un cliente al quale è offerto un servizio migliore;
c) il terzo ruolo è quello di sopportatori di rischio: dal momento che la relazione che essi stabiliscono con l’azienda può essere vista come un investimento che viene fatto nella stessa, gli stakeholder sopportano naturalmente dei rischi. Di regola i rischi sono assunti coscientemente, ma ci sono anche stakeholder che diventano sopportatori di rischio involontariamente o non intenzionalmente;
d) il quarto ruolo è quello di fornitori di rischio: stakeholder quali sindacati o ONG possono creare rischi per le imprese, ad esempio quando esercitano pressioni sull’impresa per mezzo di scioperi o campagne denigratorie.
Da tale ultimo aspetto deve derivare un’attenta valutazione dei possibili ambiti di tensione e conflitto fra impresa e stakeholder, al fine di focalizzare le problematiche da dirimere, le rispettive percezioni degli attori coinvolti e stabilire un clima di fiducia reciproca.
3) Inizio di un processo di coinvolgimento con gli stakeholder selezionati: quali sono le similarità e le differenze delle percezioni? L’obiettivo proposto in questa fase è quello di portare l’impresa e gli stakeholder identificati ad avviare un dialogo che porti a uno scambio e a una discussione congiunta relativa alle rispettive percezioni per quanto riguarda i possibili rischi e benefici. Per affrontare al meglio i compiti imposti da tale passaggio è necessario ricorrere a metodologie di mediazione e di risoluzione dei conflitti al fine di creare un ambiente di fiducia reciproca in cui la discussione e gli attori siano credibili.
Il processo di mediazione è funzionale ai fini di un sistema di creazione del valore per gli stakeholder poiché definisce una disposizione mentale per affrontare l’intero processo di coinvolgimento che li vede, appunto, coinvolti e fornisce molteplici tecniche procedurali per trattare in concreto le singole fasi del processo gestionale finalizzato alla creazione di valore per i loro gruppi.
4) Trasformazione delle intuizioni in strategia: come i possibili rischi e benefici identificati possono ripercuotersi sulla strategia aziendale?
In tale fase i possibili rischi e benefici, come precedentemente identificati, dovranno essere recepiti e interiorizzati dall’organizzazione. Essa, inoltre, dovrà calcolare i possibili effetti che questi potranno produrre e adoperarsi, pertanto, a integrare i risultati ottenuti nel processo di dialogo con gli stakeholder all’interno del proprio quadro di pianificazione strategica.
5) Ridefinizione del successo dell’impresa come valore per gli stakeholder: qual è il concetto di successo strategico e come può essere misurato?
Il valore di questo modello di gestione delle relazioni con gli stakeholder si basa sul fatto che ogni possibile rischio o beneficio relazionale è stato individuato ed esaminato con la partecipazione di tutti i gruppi interessati. Pertanto, a questo punto, si dovrebbe poter pervenire a una comune comprensione di cosa significhi il successo aziendale non soltanto per l’impresa stessa, ma anche per gli stakeholder coinvolti o strategicamente rilevanti.
DOCUMENTO Roma, 28 febbraio 2017
Opportunità di finanziamenti europei per i professionisti
Xxxxxx Xxxxxxxx
Sommario: 1. Premessa. – 2. Ambito Nazionale. – 2.1. Nuova Xxxxxxxx. – 2.2. – Super ammortamento. – 2.3. Mise: Selfemployment. – 2.4. Mise: fondo di garanzia sezione microcredito. – 2.5. Fondo di garanzia sezione imprese femminili. – 3. Ambito regionale. – 3.1. Friuli Venezia Giulia. – 3.2. Piemonte. – 3.3. Basilicata. – 3.4. Calabria. –
3.5. Campania. – 3.6. Lombardia. – 3.7. Molise. – 3.8. Puglia. – 3.9. Toscana. – 4. Ambito provinciale. – 4.1. Provincia Autonoma di Bolzano
1. Premessa
Riprendiamo a parlare di finanziamenti europei a favore dei professionisti.
In questi mesi poche regioni hanno iniziato ad applicare il maxi emendamento alla legge di stabilità, così come ampiamente discusso nelle varie sedi, occorre che "l’equiparazione tra imprese e professionisti" sui fondi europei avvenga attraverso un’azione congiunta del mondo delle professioni sui livelli istituzionali come regioni, e stato che gestiscono i fondi europei.
Così come avviene già da qualche mese, le notizie e le informazioni sui finanziamenti europei sono frutto dell’accordo che la Fondazione ha sottoscritto con Finanziamenti News.
Riteniamo che l’informazione sulle possibilità di finanziamento sia lo strumento fondamentale per poter conoscere le possibilità variegate e diverse che i finanziamenti europei concedono ai professionisti ed alle loro imprese.
Si vogliono continuare a fornire informazioni agli iscritti sulle possibilità d’accesso ai fondi europei, ed anche su come si può materialmente predisporre una domanda di finanziamento.
La Fnc ha iniziato questo percorso con il quale s’intende fornire quante più notizie utili e pratiche per l’accesso ai fondi europei.
2. Ambito Nazionale
2.1. Nuova Xxxxxxxx
Beneficiari: PMI
Importo agevolabile: 20.000 min 2.000.000,00 max
Spese ammissibili: investimenti ordinari, investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.
Scadenza: fino ad esaurimento fondi
Sito di riferimento: nuova xxxxxxxx
2.2. Super ammortamento
La Legge di Bilancio 2017 approvata al Senato ha introdotto il super ammortamento al 250% per gli investimenti in Industria 4.0, accanto alla conferma del super ammortamento anche per il 2017 al 140%
Il super ammortamento 2017 al 250% inserito nella Legge di Bilancio 2017 per il triennio 2017/2019 introduce importanti agevolazioni fiscali per le imprese che effettueranno investimenti in nuove tecnologie, in agrifood e in impianti per migliorare e rendere più efficienti i consumi energetici.
La nuova agevolazione fiscale, ovvero l’iper ammortamento 250% è rivolta all’acquisto di beni materiali e immateriali di ricerca, sviluppo e innovazione. La misura rientra nel piano di Industria 4.0 ed ha l’obiettivo di contribuire alla competitività e allo sviluppo digitale dell’industria italiana.
L’iper ammortamento al 250% è rivolto agli imprenditori che effettueranno investimenti in beni strumentali - materiali e immateriali - di alta tecnologia e in progetti di ricerca e sviluppo. A differenza del super ammortamento 140%, il nuovo bonus fiscale al 250% è rivolto esclusivamente alle spese sostenute per ricerca, sviluppo e innovazione.
Con il super ammortamento al 250% sarà possibile usufruire di agevolazioni fiscali per l’acquisto di beni che rientrano in specifici settori. Si parla di tutti gli investimenti in campo tecnologico e digitale, così come stabilito dal testo di Xxxxx di Bilancio 2017.
Con la nuova agevolazione fiscale alle imprese che puntano sulla digitalizzazione sono previsti inoltre tempi più ampi: il termine per la consegna dell’acquisto è esteso a giugno 2018, a patto che l’ordine sia perfezionato entro il 31 dicembre 2017 con un acconto almeno del 20%. L’estensione del tempo di consegna va a vantaggio degli investimenti più corposi, come potrebbero essere quelli relativi a grandi impianti oppure a macchinari complessi.
Il super ammortamento al 250% per l’acquisto di beni di carattere innovativo e di Industria 4.0 è erogato in favore delle imprese che operano nel settore industriale. Nello specifico, l’agevolazione introdotta con la Legge di Bilancio 2017 si rivolge alle imprese di meccatronica, robotica, big data, sicurezza informatica, nanotecnologie, sviluppo di materiale intelligente, stampa 3D e internet.
Per chiarire quali saranno i beni strumentali che potranno usufruire del super ammortamento al 250% di Industria 4.0 bisognerà attendere ancora oltre l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2017.
Link di riferimento: superammortamento
2.3. Mise: selfiemployement
Beneficiari
• Xxxxxxx fra i 18 e i 29 anni
• neet (not in education, employement or training)
• iscritti al Programma Xxxxxxxx Xxxxxxx
Imprese individuali, società di persone, società cooperative
• costituite da non più di 12 mesi dalla presentazione della domanda e comunque inattive
• non ancora costituite
Associazioni professionali e STP
• costituite da non più di 12 mesi dalla presentazione della domanda e comunque inattive
Importo finanziabile
• Microcredito per spese tra 5.000 e 25.000 euro
• Microcredito esteso per spese tra 25.000 e 35.000 euro
• Piccoli prestiti per spese tra 35.000 e 50.000 euro I Finanziamenti sono:
• A tasso zero
• Coprono fino al 100% delle spese
• Non sono richieste garanzie personali
• Devono essere restituiti entro 7 anni
Attività ammissibili
Spese di investimento per
• Macchinari, impianti, allacciamenti, attrezzature
• beni immateriali ad utilità pluriennale, ad eccezione di brevetti licenze e marchi, ivi comprese fee di ingresso per le iniziative in franchising
• ristrutturazione di immobili entro il 10% del valore degli investimenti ammessi
Spese per l’avvio delle attività:
• materie prime, materiale di consumo, semilavorati e prodotti finiti
• utenze e canoni di locazioni
• prestazioni di garanzie assicurative
• salari e stipendi
Spese per risorse umane inerenti le retribuzioni lorde comprensive degli oneri retributivi, ammesse solo se il destinatario o le risorse non abbiano beneficiato di sgravi contributivi
Scadenza: fino a esaurimento fondi
Sito di riferimento: selfemplyment
2.4. Mise: fondo di garanzia sezione microcredito
Beneficiari
Il bando è in favore di professionisti che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario perché non dispongono di sufficienti garanzie. I beneficiari devono essere iscritti agli ordini professionali o aderire alle associazioni professionali iscritte nell’elenco tenuto dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi della legge 4/2013. Possono ottenere la garanzia esclusivamente i professionisti già titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con non più di 5 dipendenti.
Finanziamenti ammissibili
Sono ammissibili i finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi direttamente connessi all’attività svolta (compresi canoni leasing e polizze assicurative).
Importo finanziabile
La garanzia concessa dal MISE corrisponde all’80% del finanziamento concesso, aventi le seguenti caratteristiche:
• durata massima 7 anni
• importo massimo Euro 25.000
• nessuna garanzia reale richiesta e/o costi per commissioni al Fondo
Scadenza: fino ad esaurimento fondi.
Note - La criticità è rappresentata dal fatto che a tutt’oggi, nonostante il MISE o l’ente Attuatore prestino garanzia, le Banche siano assolutamente restie alla concessione del finanziamento.
Sito di riferimento fondi di garanzia
2.5. Fondo di garanzia sezione imprese femminili
Soggetti Beneficiari
PMI femminili e libere professioniste
Attività ammissibili:
1. nuovi investimenti materiali o immateriali
2. start up
3. finanziamenti per favorire la ripresa dell’attività
Scadenza: 31/12/2017
Sito di riferimento: creditoimpresefemminili
3. Ambito regionale
3.1. FRIULI VENEZIA GIULIA
3.1.1 Contributi a professionisti under 35 per formazione all’estero
Beneficiari
• prestatori di attività professionali ordinistiche regolarmente iscritti a ordini o collegi professionali ai sensi dell’articolo 2229 del Codice civile;
• prestatori di attività professionali non ordinistiche, iscritti ad una associazione professionale inserita, ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate), nell’elenco delle associazioni professionali che rilasciano l’attestato di qualità dei servizi, pubblicato dal Ministero competente nel proprio sito internet;
• prestatori di attività professionali non ordinistiche iscritti ad un’associazione inserita nel registro delle associazioni di cui all’articolo 4 della legge regionale 22 aprile 2004, n. 13 (Interventi in materia di professioni).
Importo finanziabile
L’importo del contributo complessivamente concesso al medesimo beneficiario non può superare il limite massimo di 10.000,00 euro.
Attività ammissibili
Sono ammesse a contributo le spese per la partecipazione ad attività formative, connesse con l’attività esercitata, finalizzate ad innalzare i livelli di competenza e le abilità individuali dei professionisti, realizzate esclusivamente all’estero, da organismi di formazione accreditati, enti o strutture pubbliche e private, ordini professionali, accademie, scuole o università.
Sono ammesse a contributo le seguenti tipologie di spesa: a) spese di iscrizione per la frequenza del percorso formativo; b) acquisto di testi connessi al percorso formativo; c) premio e spese di istruttoria per l’ottenimento di garanzie, in forma di fideiussioni, rilasciate nell’interesse del professionista beneficiario da banche o istituti assicurativi; d) spese di viaggio; e) spese accessorie di soggiorno, calcolate con riferimento al paese estero di svolgimento del corso e alla durata del percorso formativo espresso in giorni, determinate in maniera forfettaria.
3.1.2 Avvio e funzionamento dei primi tre anni di attività in forma individuale
Beneficiari
• Professionisti ordinistici regolarmente iscritti a ordini o collegi professionali.
• Professionisti non ordinistici che siano aderenti ad associazioni inserite nel registro regionale previsto dall’ art. 4 della LR 13/2004.
• Professionisti non ordinistici, titolari di forme di assicurazione per la responsabilità civile per danni arrecati nell’esercizio dell’attività professionale. Iscritti ad una associazione professionale inserita, ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate), nell’elenco delle associazioni professionali che rilasciano l’attestato di qualità dei servizi, pubblicato dal Ministero dello sviluppo economico nel proprio sito internet
Dotazione finanziaria/importo finanziabile
L’ammontare del contributo è pari al 50% delle spese ammesse.
Il contributo minimo è pari a 1.500,00 euro e contributo massimo è pari a 20.000,00 euro. Non vengono concessi contributi per domande che prevedono piani di spesa ammissibile inferiori a euro 3.000,00 euro.
L’importo del contributo complessivamente concesso al medesimo beneficiario nell’arco del triennio non può superare il limite massimo di euro 20.000,00
Attività finanziabili
Sono ammesse a contributo le spese strettamente connesse all’avvio e al funzionamento dei primi tre anni di attività professionale, sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda ed entro la scadenza del triennio. Possono riguardare spese da sostenere e/o spese sostenute nei 12 mesi precedenti la data di presentazione della domanda.
Voci di spesa ammissibile a contributo:
• attrezzature tecnologiche finalizzate all’impianto e allo svolgimento dell’attività, comprese le relative spese per l’installazione
• arredi
• beni strumentali, macchine d’ufficio, attrezzature, anche informatiche
• software
• realizzazione o revisione di un sito internet
• spese per l’attivazione di un indirizzo di posta elettronica certificata e suo mantenimento
• sistemi di sicurezza per contrastare atti criminosi, quali impianti di allarme, blindature, porte e rafforzamento serrature, telecamere antirapina e sistemi antifurto, casseforti, nonché interventi similari; tali spese non possono essere effettuate per l’abitazione principale
• costi di iscrizione per partecipazione a fiere, manifestazioni, eventi e congressi in ambito nazionale e internazionale afferenti al settore di appartenenza
• abbonamenti a pubblicazioni specializzate e a banche dati
• acquisto di testi
• materiali e servizi relativi a pubblicità e attività promozionali
• adempimenti previsti per legge per l’avvio dell’attività professionale
• adeguamento o ristrutturazione dei locali adibiti o da adibire all’esercizio dell’attività professionale, se diversi dall’abitazione principale.
• locazione dei locali adibiti all’esercizio dell’attività professionale, se diversi dall’abitazione principale, nel limite massimo di spesa pari a 10.000,00 euro e per il periodo massimo finanziabile di dodici mesi
• premio e spese di istruttoria per l’ottenimento di garanzie, in forma di fideiussioni, rilasciate nell’interesse del professionista beneficiario da banche o istituti assicurativi, nel limite di spesa massima pari a 2.000,00 euro
• oneri finanziari relativi all’effettuazione dell’operazione di microcredito con riguardo agli interessi passivi e alle spese di istruttoria e di perizia, nel limite di spesa massima pari a euro 1.000,00
• spese connesse ai servizi di coworking
Scadenza: fino ad esaurimento fondi.
Sito di riferimento regionefvg
3.1.3 Avvio di forme associate e societarie tra professionisti
Beneficiari
STP e studi associati e società
Attività ammissibili
• attrezzature tecnologiche finalizzate all’impianto e allo svolgimento dell’attività, comprese le relative spese per l’installazione
• arredi
• beni strumentali, macchine d’ufficio, attrezzature, anche informatiche
• software
• realizzazione o revisione di un sito internet
• spese per l’attivazione di un indirizzo di posta elettronica certificata e suo mantenimento
• sistemi di sicurezza per contrastare atti criminosi, quali impianti di allarme, blindature, porte e rafforzamento serrature, telecamere antirapina e sistemi antifurto, casseforti, nonché interventi similari; tali spese non possono essere effettuate per l’abitazione principale
• costi di iscrizione per partecipazione a fiere, manifestazioni, eventi e congressi in ambito nazionale e internazionale afferenti al settore di appartenenza
• abbonamenti a pubblicazioni specializzate e a banche dati
• acquisto di testi
• materiali e servizi relativi a pubblicità e attività promozionali
• adempimenti previsti per legge per l’avvio dell’attività professionale
• adeguamento o ristrutturazione dei locali adibiti o da adibire all’esercizio dell’attività professionale, se diversi dall’abitazione principale;
• locazione dei locali adibiti all’esercizio dell’attività professionale, se diversi dall’abitazione principale, nel limite massimo di spesa pari a 10.000,00 euro e per il periodo massimo finanziabile di dodici mesi
• premio e spese di istruttoria per l’ottenimento di garanzie, in forma di fideiussioni, rilasciate nell’interesse del professionista beneficiario da banche o istituti assicurativi, nel limite di spesa massima pari a 2.000,00 euro
• oneri finanziari relativi all’effettuazione dell’operazione di microcredito con riguardo agli interessi passivi e alle spese di istruttoria e di perizia, nel limite di spesa massima pari a euro 1.000,00
Importo finanziabile minimo 3.000,00 €, massimo 20.000 €
Scadenza fino ad esaurimento fondi
Sito di riferimento: regionefvg
3.2. PIEMONTE
3.2.1.Autoimpiego e creazione d’impresa
Beneficiari
• Imprese individuali
• Società di persone
• Società di capitali
• Lavoratori autonomi
• Priorità d’intervento per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile e alle lavoratrici autonome.
Importo ammissibile
• min. 10.000,00 max. 120.000,00 per le imprese
• min. 5.000,00 max. 60.000,00 per i lavoratori autonomi
3.2.2 Fondo di Garanzia Microcredito
Beneficiari
PMI di nuova costituzione e nuovi titolari di partita IVA, non bancabili
Importo finanziabile
min. 3.000,00 max 25.000,00 euro
Attività ammissibile
• spese in conto gestione
• attrezzature e arredi da ufficio
• acquisto software
Scadenza: fino ad esaurimento fondi
Sito di riferimento: finpiemonte
3.3. BASILICATA
Start and Grow sostegno alle attività professionali
Beneficiari
I liberi professioni che, ai sensi dell’art. 1 comma 821 della Legge 28 dicembre 2015, n 208 (legge di stabilità 2016) sono equiparati alle PMI ai fini dell’accesso alle agevolazioni previste dalla programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020
Importo finanziabile
Sono ammissibili i programmi di investimento candidati di importo superiore a € 10.000,00.
Il programma di investimento può essere avviato successivamente alla data di inoltro della domanda telematica e dovrà essere ultimato entro il termine massimo di 24 mesi dalla data di accettazione del provvedimento di concessione.
Attività ammissibili: spese per investimenti materiali e immateriali volti a supportate l’avvio dell’attività professionale.
Scadenza: Lo sportello telematico sarà aperto a partire dalle ore 8.00 del giorno 15/12/2016 e fino alle ore 20.00 del giorno 29/12/2017
Link di riferimento: regionebasilicata
3.4. CALABRIA
Bando Macchinari Impianti
Beneficiari
• PMI con unità operative in Calabria
• Liberi professionisti
Importo Finanziabile
Importo massimo di 200.000 €, fino a un’intensità massima del 70% dei costi ammissibili
Attività ammissibile
Progettazioni, studi, collaudi, spese di fidejussione Macchinari, impianti ed attrezzature varie nuovi di fabbrica Opere murarie ed impiantistiche
Programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali
Servizi reali che consentano la risoluzione di problematiche di tipo gestionale, tecnologico, organizzativo, commerciale, produttivo e finanziario
Scadenza: fino ad esaurimento fondi
Sito di riferimento: regionecalabria
3.5. CAMPANIA
Contributi a favore dei liberi professionisti
Beneficiari
• liberi professionisti in forma singola che abbiano eletto a luogo di esercizio prevalente dell’attività professionale uno dei Comuni della Regione Campania;
• “aspiranti liberi professionisti in forma singola” ossia persone fisiche, non ancora in possesso di una partita IVA riferibile all’attività professionale che intendono avviare;
• associazioni tra professionisti mono e multidisciplinari aventi il luogo principale di esercizio nel territorio della Regione Campania.
Importo finanziabile
ll contributo massimo concedibile non potrà superare € 25.000,00.
Attività ammissibili
Sono ammissibili alle agevolazioni i programmi di investimento finalizzati all’avvio e allo sviluppo di attività professionali da svolgere in luoghi di esercizio ubicati sul territorio della Regione Campania che presentino spese in attivi materiali e immateriali per l’innovazione tecnologica e digitale pari almeno al 70% del programma di investimento.
Scadenza: 31/05/2017
3.6. LOMBARDIA Intraprendo
Beneficiari
• MPMI lombarde iscritte e attive nel Registro delle imprese da non più di 24 mesi;
• Liberi Professionisti, in attività da non più di 24 mesi, che esercitino prevalentemente in Lombardia;
• “aspiranti imprenditori”, che entro 90 giorni dalla data del decreto di assegnazione, iscrivano una MPMI nel Registro delle Imprese di una delle Camere di Commercio della Lombardia;
• “aspiranti liberi professionisti” che entro 90 giorni dalla data del decreto di assegnazione aprano la Partita IVA.
Importo finanziabile/dotazione ammissibile: 15 milioni di euro a valere sul Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), di cui 13,5 milioni di euro, comprensivi degli oneri di gestione, per i finanziamenti agevolati a tasso zero e 1,5 milioni di euro per i contributi a fondo
perduto. Una quota della dotazione del Bando INTRAPRENDO, pari a 500mila euro, è riservata a soggetti con sede nell’Alta Valtellina
Attività finanziabili
• nuovo personale, fino a un massimo del 30% delle spese totali ammissibili;
• acquisto di beni strumentali materiali nuovi o usati o noleggio (ad es. attrezzature, hardware, macchinari, impianti, arredi, veicoli commerciali leggeri);
• acquisto di beni immateriali (ad es. marchi e brevetti acquisiti o ottenuti in licenza, licenze di produzione di know how e di conoscenze tecniche non brevettate, costi di prototipazione);
• licenze di software nel limite massimo del 20% delle spese totali ammissibili;
• servizi di consulenza o servizi equivalenti, non riferiti all’ordinaria amministrazione, fino a un massimo del 25% delle spese totali ammissibili;
• affitto dei locali della sede operativa/luogo di esercizio, fino a un massimo di 12 mensilità di canone di locazione all’interno della durata di realizzazione del progetto;
• acquisto delle scorte fino a un massimo del 10% delle spese totali ammissibili;
• spese generali addizionali forfettarie per un massimo del 15% delle spese di personale ammissibili del progetto.
Scadenza: 30/06/2020
Sito di riferimento: finlombardia
3.7. MOLISE
3.7.1. “Mi fido di te”
Beneficiari
PMI e liberi professionisti
Attività ammissibili
Rafforzamento liquidità e aumento capitale circolante
Importo finanziabile
• Importo minimo 5.000,00 €
• Importo massimo ¼ del fatturato conseguito nell’anno precedente la richiesta
• Durata da 36 a 72 mesi
• Tasso di mercato
• Rimborso rate mensili costanti posticipate
• Garanzia nessuna
Scadenza
Fino ad esaurimento fondi
Sito di riferimento: finmolise
3.7.2. Fondo di Garanzia a PMI e professionisti per liquidità e capitale di esercizio
Beneficiari
Imprese e Liberi professionisti
Attività ammissibili
1. rafforzamento condizioni di liquidità
2. operazioni di factoring
3. maggiore capitale circolante per prospettive a medio termine
4. mobilizzazione crediti vantati nei confronti della P.A.
Importo finanziabile importo minimo 10.000,00 €, massimo 2.000.000,00 per regime in esenzione, massimo 1.500.000,00 per regime de minimis. Durata di 72 mesi comprensivi di ammortamento non superiore a 12 mesi
Scadenza 31/12/2020
Sito di riferimento: finmolise
3.7.3. Fondo di Garanzia a PMI e professionisti per consolidamento dei debiti a lungo termine
Beneficiari
Imprese e liberi professionisti
Attività ammissibili
• Consolidamento a lungo termine di passività a breve, medio e lungo periodo a titolo:
• rinegoziazione di debiti,
• esposizioni finanziarie
• prestiti concessi in favore dell’impresa beneficiaria
Importo finanziabile massimo
• € 2.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “di esenzione”.
• € 1.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “de minimis
Scadenza 31/12/2020
Sito di riferimento: finmolise
3.7.4. Fondo di Garanzia a PMI e professionisti su nuovi investimenti
Beneficiari
Imprese e liberi professionisti
Attività ammissibili
Nuovi investimenti materiali e immateriali
Importo finanziabile
minimo 10.000,00 €
massimo:
• € 2.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “di esenzione”
• € 1.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “de minimis Durata non inferiore a 18 mesi e non superiore a 12 anni
Scadenza 31/12/2020
Sito di riferimento: finmolise
3.7.5. Fondo di Garanzia a PMI e professionisti a sostegno di iniziative di start-up
Beneficiari
PMI in fase di start up e liberi professionisti
Attività ammissibili
Nuovi investimenti materiali e immateriali
Importo finanziabile
minimo 10.000,00 €
massimo:
• € 2.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “di esenzione”
• € 1.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “de minimis Durata non inferiore a 18 mesi e non superiore a 12 anni
Scadenza 31/12/2020
Sito di riferimento: finmolise
3.7.6. Fondo di Garanzia a PMI e professionisti per estinzione debiti previdenziali e assistenziali
Beneficiari
Imprese e liberi professionisti
Attività ammissibili
Xxxxxxxxxx/differimento dei debiti previdenziali/assistenziali
Importo finanziabile massimo
• € 2.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “di esenzione”
• € 1.500.000,00 nel caso in cui la garanzia sia concessa secondo il regime “de minimis
Scadenza 31/12/2020
Sito di riferimento: finmolise
3.8. PUGLIA Microcredito d’impresa
Beneficiari
Possono presentare istanza di finanziamento le piccole imprese aventi la seguente forma:
• ditta individuale;
• società in nome collettivo;
• società in accomandita semplice;
• società cooperativa;
• società a responsabilità limitata;
• attività professionali in forma singola o associata. Le associazioni professionali devono disporre di una propria partita IVA.
Attività ammissibili
Opere murarie, acquisto macchinari, impianti e attrezzature varie, acquisto di programmi informatici, trasferimenti di tecnologia, spese di locazione, utenze, acquisto materie prime, premi per polizze assicurative.
Importo finanziabile
Il finanziamento sotto forma di mutuo chirografario verrà concesso con le seguenti caratteristiche:
• importo minimo 5.000
• importo massimo 25.000
• durata massima 60 mesi più preammortamento della durata di 6 mesi
• tasso di interesse fisso
• garanzie di nessun tipo, eccezion fatta per le associazioni professionali nel caso in cui il patrimonio non sia proporzionato al finanziamento richiesto
Scadenza: fino ad esaurimento fondi
N.B.
È stato aggiornato l’Avviso per la presentazione delle richieste di finanziamento a valere sulla misura MICROPRESTITO della Regione Puglia. L’Avviso è stato pubblicato sul BURP n. 60 del 26-5-2016. Le principali novità rispetto al precedente Avviso sono reperibili al seguente link:
Link di riferimento: sistemapugliamicrocredito
3.9. TOSCANA
Xxxxxxxx e contributi in conto interessi a favore delle Professioni
Beneficiari
Possono beneficiare della garanzia e del contributo in conto interessi, i giovani professionisti ovvero esercenti la pratica o il tirocinio professionale che hanno domicilio professionale prevalente in Toscana, e che, alternativamente, sono: a) iscritti in albi ovvero elenchi o registri tenuti da Ordini o Collegi professionali; b) iscritti ad associazioni o fondazioni con personalità
giuridica di cui all’articolo 5 della L.R. 73/2008, espressione di professionisti prestatori d’opera intellettuale che esercitano professioni non ordinistiche.
Attività finanziabili
La garanzia e il contributo in conto interessi possono essere richiesti per: a) prestiti d’onore a favore di esercenti la pratica od il tirocinio professionale e per gli appartenenti alle associazioni di professionisti prestatori d’opera intellettuali, di età non superiore ai trenta anni per l’acquisizione di strumenti informatici; b) prestiti ai giovani con età inferiore a quaranta anni, finalizzati al supporto alle spese di impianto dei nuovi studi professionali, mediante: 1) progetti di avvio e sviluppo di studi professionali, con priorità per quelli organizzati, nelle forme previste dalla legge, in modo associato od intersettoriale tra giovani professionisti; 2) programmi per l’acquisizione di beni strumentali innovativi e tecnologie per l’attività professionale, in coerenza con le iniziative regionali di sviluppo e standardizzazione delle tecnologie dell’informazione e della conoscenza; 3) progetti finalizzati a garantire la sicurezza dei locali in cui si svolge l’attività professionale. La garanzia può essere richiesta per il finanziamento di progetti innovativi proposti da Xxxxxx, Xxxxxxx od Associazioni professionali, anche di secondo grado, realizzati secondo modelli uniformi e metodologie comuni definite dal soggetto consortile multidisciplinare di cui all’articolo 8 della lr. 73/2008. I progetti possono avere ad oggetto la migliore strutturazione od organizzazione di Ordini, Collegi od Associazioni, per il cofinanziamento
Importo finanziabile
Le agevolazioni finanziarie possono riguardare prestiti o finanziamenti di durata non inferiore a 18 mesi e non superiore a 60 mesi e per un importo massimo complessivo per professionista, o soggetto giuridico ammesso, al netto del capitale rimborsato, di:
a) 4.500,00 € per i prestiti d’onore per l’acquisizione di strumenti informatici;
b) 13.500,00 €, per prestiti relativi alle spese di impianto di nuovi studi professionali, anche online
• ristrutturazione/ampliamento (lavori soggetti a concessione edilizia),
• acquisizione d’impresa o ramo d’azienda.
Beni mobili:
• ristrutturazione (lavori non soggetti a concessione edilizia),
• macchinari, attrezzature, impianti tecnici, arredamento,
• impianti di innevamento artificiale,
• mezzi di trasporto e relativi allestimenti (solo per alcune attività),
• mezzi speciali,
• equipaggiamento e accessori di sicurezza non obbligatori per mezzi di trasporto a favore di imprese di autotrasporto,
• acquisto di semirimorchi, casse mobili e container destinati al trasporto intermodale,
• acquisto autoveicoli per imprese di trasporto persone,
• mezzi di trasporto e interventi di equipaggiamento di mezzi giá circolanti per imprese di autotrasporto,
• investimenti in misure di efficienza energetica limitatamente a impianti e macchinari.