L’AUDIOVISIVO NEL LAZIO:
L’AUDIOVISIVO NEL LAZIO:
PIÙ COMPETENZE
PER INNOVARE E INTERNAZIONALIZZARE
I FABBISOGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANO
L’AUDIOVISIVO NEL LAZIO:
PIÙ COMPETENZE
PER INNOVARE E INTERNAZIONALIZZARE
I FABBISOGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANO
Società consortile Ass.For.SEO a r.l.
INDICE
PREMESSA 5
1 ANALISI SOCIO-ECONOMICA DEL SETTORE AUDIOVISIVO REGIONALE 7
1.1 La crescente importanza economica delle industrie culturali e creative (icc) 8
1.2 Le icc in italia: peso specifico dell’audiovisivo e principali sfide competitive 9
1.3 La filiera audiovisiva laziale: consistenza e distribuzione territoriale 19
1.4 La filiera audiovisiva laziale: principali tendenze occupazionali 29
1.5 La filiera audiovisiva laziale: principali policies di supporto e sfide per il futuro. 31
2 LA PERCEZIONE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE 35
2.1 i fabbisogni formativi 36
2.2 Le figure professionali e le aspettative sul settore 44
2.3 considerazioni di sintesi 49
3 LA PERCEZIONE DEI TESTIMONI PRIVILEGIATI 50
4 IL FOCUS “L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SETTORE AUDIOVISIVO NEL LAZIO” 60
4.1 Trend Prevalenti e sviluppo internazionale 61
4.2 Qualità dell’Offerta 62
4.3 competenze 63
4.4 il ruolo della PA e delle istituzioni 63
5 RAFFORZARE L’AUDIOVISIVO:
DUE ESPERIENZE EUROPEE DI SUCCESSO 65
6 SPUNTI UTILI ALLO SVILUPPO DI MOViE UP 2020 69
PRINCIPALE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO 71
Hanno collaborato alla realizzazione della ricerca:
Xxxxx Xxxxxxxxxxx
Xxxx Xxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx Xxxx
Xxxxxxxxx Xxxxxxxx
PREMESSA
il lavoro di ricerca, i cui risultati sono presentati in questo rapporto, è stato condotto nell’am- bito della Sovvenzione Globale mOViE UP 2020. La Sovvenzione, gestita da Ass.For.SEO in qualità di Organismo intermedio della Regione Lazio nell’ambito del POR FSE 2014 -2020 – Asse 3 istruzione e Formazione, è finalizzata al consolidamento delle competenze degli ope- ratori del settore audiovisivo per l’internazionalizzazione e l’innovazione.
con l’obiettivo generale di caratterizzare più puntualmente le linee di attività previste da mOViE UP 2020, con particolare riferimento alle azioni formative mirate all’accrescimento/aggiorna- mento delle competenze degli operatori del settore, la ricerca ha prodotto:
• un’analisi socio-economica del settore audiovisivo regionale per rilevarne la struttura e le principali tendenze evolutive; in questa fase sono stati condotti sia uno studio appro- fondito della principale bibliografia di riferimento sia un’approfondita attività di monito- raggio e analisi dei principali siti di livello istituzionale e settoriale. É stato così possibile definire un quadro complessivo della filiera audiovisiva regionale, tenendo conto delle sue principali declinazioni, nonché delineare, attraverso la raccolta di dati e informazioni, i fab- bisogni di competenze più diffusi nel settore per potenziarne le capacità di innovazione e internazionalizzazione;
• un’indagine campionaria presso operatori ed aziende del settore per individuare il fabbisogno di competenze chiave in materia di innovazione e internazionalizzazione e profili professionali in ascesa/declino. in questa fase è stato elaborato e somministrato, ad un campione di operatori rappresentativo dei diversi segmenti produttivi e delle diverse pro- fessionalità che compongono la filiera audiovisiva regionale, un questionario di rilevazione. É stato così possibile analizzare i fabbisogni formativi del settore con particolare riferi- mento ai nuovi standard tecnologici e organizzativi nei processi di produzione, post pro- duzione, distribuzione e comunicazione, ai nuovi strumenti digitali, ai processi di promozione e di commercializzazione all’estero di prodotti e/o format audiovisivi, alla commercializzazione dei diritti all’estero, alla ricerca, sviluppo e gestione di co-produzioni internazionali;
• un’indagine qualitativa con la realizzazione di nove video-interviste a testimoni privi- legiati (imprenditori e rappresentanti istituzionali). Attraverso le interviste è stato possibile approfondire il tema dei profili professionali in ascesa/declino nel settore audiovisivo;
• un focus group che, con la partecipazione di testimoni privilegiati del settore, ha inteso approfondire: i trend prevalenti nel mercato audiovisivo e principali elementi di ostacolo allo sviluppo internazionale delle aziende regionali; il tema dell’innalzamento qualitativo dell’offerta di prodotti e servizi quale leva fondamentale per incrementare la proiezione
internazionale del settore; l’esigenza di potenziare le competenze chiave in materia di in- novazione e internazionalizzazione; la necessità di cooperazione fra imprese quale possibile leva strategica per superare i limiti dimensionali che spesso ostacolano tanto l’innovazione quanto l’esplorazione dei mercati internazionali; il ruolo di supporto della Pubblica Ammi- nistrazione per lo sviluppo della filiera. É stato così possibile far emergere, in una prospettiva di medio-lungo periodo, le potenziali aree di sviluppo internazionale del settore audiovisivo regionale e le correlate strategie da mettere in campo, sia da parte degli operatori del set- tore sia da parte delle diverse istituzioni che operano a sostegno del suo sviluppo;
• l’individuazione di due casi di successo a livello europeo in cui sono state speri- mentate strategie utili a promuovere, potenziare e sostenere la capacità di innovazione e internazionalizzazione del settore audiovisivo.
1
ANALISI SOCIO-ECONOMICA DEL SETTORE AUDIOVISIVO REGIONALE
1.1 La crescente importanza economica delle Industrie Culturali e Creative (ICC)
Da diversi anni le industrie culturali e creative (icc) sono in forte espansione nell’economia globale e sono considerate un generatore di ricchezza e occupazione sempre più importante1. Si tratta di industrie che poggiano prevalentemente su valori culturali, sulla creatività, sulle compe- tenze, sul talento e che includono fondamentalmente i seguenti settori: l’architettura, gli archivi e le biblioteche, l’artigianato artistico, gli audiovisivi (compresi i film, la televisione, i videogiochi e i prodotti multimediali), il patrimonio culturale, il design, la moda e l’industria di alta gamma basata sulla creatività, i festival, la musica, le arti dello spettacolo, l’editoria, la radio e le arti visive.
Secondo un recente studio promosso dalla commissione Europea2, escludendo le industrie di alta gamma, in Europa le ICC rappresentano ormai l’11,2% del totale delle im- prese ed il 7,5 % della forza lavoro. Più precisamente, si tratta di oltre 3 milioni di imprese e di circa 12 milioni di lavoratori. in termini di valore aggiunto, le icc (sempre escludendo le industrie di alta gamma) generano il 5,3% del totale del valore aggiunto europeo3. Negli ultimi anni - soprattutto a partire dal Libro verde della commissione Europea “Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare”(COM(2010) 183 definitivo del 27.4.2010) - si sono susseguiti numerosi studi e documenti, della commissione come del Parlamento europeo, che sottoli- neano la crescente importanza del settore e, quindi, la necessità di sviluppare una vera e propria politica industriale europea per le industrie culturali e xxxxxxxx0. Occorre precisare che quello delle icc è un sistema economico estremamente variegato e con confini in continua evolu- zione, difficilmente inquadrabili in una definizione univoca. Ad ogni modo, una definizione piut- tosto condivisa è quella contenuta nella “Convenzione Unesco per la protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali” (2005) che identifica le industrie culturali come quelle che producono “beni, servizi e attività considerate culturali - per i loro attributi, scopi e caratteristiche
- indipendentemente dal valore economico intrinseco”. Anche la commissione Europea, con il ci- tato Libro verde del 2010, ha fornito una propria definizione: per icc s’intendono quelle “in- dustrie che producono e distribuiscono beni o servizi che, quando vengono concepiti, sono considerati possedere un carattere, un uso o uno scopo specifici che incorpora o trasmette espressioni culturali, quale che sia il loro valore commerciale ……”. Precisa ancora la commissione: “… oltre ai settori
1 Secondo uno studio realizzato da Xxxxx & Young nel 2015 (cultural times. The first global map of cultural and creative industries), a livello mondiale i ricavi generati dalle icc superano quelli dei servizi di telecomunicazione. inoltre, le icc occupano quasi 30 milioni di persone vale a dire l’1% della popolazione attiva mondiale.
2 Austrian institute for SmE Research – VVA Europe, Boosting the competitiveness of cultural and creative industries for growth and jobs, 2016.
3 Le industrie di alta gamma (fondamentalmente alta moda e beni di lusso) a loro volta impiegano circa 1,7 milioni di persone mentre il loro valore in termini di vendita di beni e servizi ammonta a 547 miliardi di euro, pari a circa il 4% del PiL nominale della UE.
4 Tra tali documenti si segnalano in particolare: Risoluzione del 12/05/2011 “Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare”, Risoluzione del 12/09/2013 “Valorizzare i settori culturali e creativi per favorire la crescita economica e l’occupazione”, Relazione del Parlamento europeo del 30/11/2016 su una politica dell’UE coerente per le industrie culturali e creative.
tradizionali delle arti (ad es. spettacolo dal vivo, arti visive, patrimonio culturale, etc.) questi beni e servizi comprendono anche film, dvd, video, televisione e radio, videogiochi, nuovi media, musica, libri e stampa”. Si possono evidenziare anche altre caratteristiche comuni al variegato mondo delle icc tra cui: prevalenza di Pmi, ditte individuali e liberi professionisti; alto tasso d’innovazione tecnologica, non-tecnologica e sociale; alto contenuto di conoscenza; multidi- sciplinarietà e varietà nei settori di applicazione. Altra peculiarità delle icc è che creano un ponte tra arte, cultura, attività economica e tecnologia, inoltre, difficilmente possono essere delocalizzate in quanto, in genere, sono strettamente connesse a competenze culturali e sto- riche proprie di un dato territorio. infine, le icc, rispetto ad altri settori, hanno dimostrato una maggiore resilienza negli anni peggiori della crisi esse, dimostrando, peraltro, una spiccata capacità di innescare effetti positivi in altri settori economici (ad es. turismo, commercio, arti- gianato, tecnologie digitali, etc.).
1.2 Le ICC in Italia: peso specifico dell’audiovisivo e prin- cipali sfide competitive.
L’industria della cultura e della creatività ha un peso crescente anche nell’economia italiana e, in particolare, - secondo un recente studio realizzato da Xxxxx & Young5 - nel 2015 il suo valore economico complessivo ha sfiorato i 48 miliardi di euro. L’86% di questo valore è rappresentato da “ricavi diretti”, derivanti cioè da attività legate direttamente alla filiera creativa (ad es. concezione, produzione e distribuzione di opere e servizi culturali e creativi), mentre il rimanente 14% deriva da “ricavi indiretti”, relativi cioè ad attività collaterali o sussidiarie. i ricavi del settore crescono più del PiL italiano, in particolare i ricavi diretti crescono del 2,4% (+951 milioni di euro) a fronte di una crescita del PiL dell’1,5%. Nel 2015 le icc hanno occu- pato in italia oltre un milione di persone di cui l’86% nelle attività economiche dirette dell’in- dustria. in particolare, i circa 880.000 occupati diretti nell’Industria della Cultura e della Creatività rappresentano quasi il 4% dell’intera forza lavoro italiana. inoltre, gli occupati diretti in questa industria evidenziano una crescita doppia rispetto alla crescita media dell’oc- cupazione in italia: 1,7% (+15.000 in valori assoluti) contro 0,8%. il rapporto sostiene anche che il valore economico attuale delle icc rappresenta i due terzi del valore che queste po- trebbero generare se si riuscisse a sfruttare appieno il loro potenziale di crescita e a contenere, al contempo, le principali minacce per il settore6. in particolare, le icc potrebbero raggiungere
5 Xxxxx &Young, italia creativa - 2° Studio sull’industria della cultura e della creatività, 2016.
6 Rispetto alle opportunità di crescita, il rapporto evidenzia soprattutto l’importanza di iniziative tese ad innalzare il livello di competenze all’interno del comparto nonché a promuovere un maggior grado di internazionalizzazione e di innovazione. Per quanto concerne le principali minacce per il settore, il rapporto fa riferimento soprattutto al “value gap” e al problema della pirateria. Per value gap s’intende la remunerazione iniqua derivante dal mancato riconoscimento di una parte consistente del valore generato da alcuni intermediari tecnici, attraverso le loro piattaforme, alla filiera creativa, ideatrice e generatrice dei contenuti messi a disposizione. Per pirateria si intende ogni attività legata alla ri- produzione, distribuzione ed utilizzo illegale di prodotti dell’ingegno (per tale fenomeno si stima un valore compreso tra i 4,6 e gli 8,1 miliardi di euro).
un valore economico di circa 72 miliardi di euro e potrebbero generare circa 500.000 ulteriori posti di lavoro.
Nella tabella seguente si riporta un quadro sintetico con le principali variabili (valore economico e occupazione) dei dieci settori che il citato rapporto include nell’ambito delle industrie cul- turali e creative. Si può cogliere agevolmente che l’audiovisivo rappresenta il principale settore per valore economico ed il secondo per numero di occupati.
sETTORI | vALORE ECONOMICO (sui valori diretti) | OCCUPAzIONE (sui valori diretti) | ||
Valore economico 2015 | Tasso di crescita 2015/2014 | occupati 2015 | Tasso di crescita 2015/2014 | |
Audiovisivo | 14 Mld. € | 3,50% | 180.500 | 0% |
Arti Visive | 11,9 Mld. € | 3,40% | 250.200 | 3,80% |
Pubblicità | 7,4 Mld. € | 1,30% | 92.600 | 0,80% |
Musica | 4,7 Mld. € | 10,00% | 168.900 | 6,10% |
Quotidiani e Periodici | 4,7 Mld. € | -8,30% | 94.000 | -4,60% |
Arti Performative | 4,7 Mld. € | 5,40% | 172.000 | 5,00% |
Videogiochi | 3,4 Mld. € | 9,50% | 15.200 | 7,80% |
Libri | 3,1 Mld. € | 0,40% | 141.000 | 1,20% |
Architettura | 2,4 Mld. € | 0,40% | 68.900 | 0,40% |
Radio | 0,9 Mld. € | 9,30% | 7.300 | 2,80% |
Fonte: Xxxxx & Young, Italia Creativa - 2° Studio sull’Industria della Cultura e della Creatività, 2016 |
Si ritiene utile fornire alcuni dati tratti anche da un’altra autorevole ricerca sul settore presentata nel febbraio 2017: e-Media Institute - Istituto Xxxxx Xxxxx, Il sistema audiovisivo: evoluzione e di- mensioni economiche. il mercato audiovisivo in senso classico - inteso cioè come la somma delle risorse attratte dalla televisione, dal cinema e dall’home video - nel 2015 ha raggiunto un valore di circa 10,3 miliardi di euro registrando un incremento del 2% e, in particolare, i seguenti in- crementi specifici: cinema: +12%; home video: +6%; televisione: +1%.
il dato presentato dal rapporto include anche la spesa degli utenti per il consumo di titoli in modalità Video-on-demand (VoD), sia con transazioni per il noleggio di singoli titoli (Transac- tional VoD) sia sulla base di servizi ad abbonamento (SVoD, Subscription VoD). A questo dato dovrebbero essere aggiunti i contributi dello Stato diretti e indiretti (Tax credit) all’industria cinematografica (circa 266 milioni di euro nel 2014) che contribuiscono allo sviluppo del pro-
dotto che circola su tutte le piattaforme7. L’audiovisivo, nella sua accezione più ampia, è identificato con l’insieme di tutte le filiere specializzate nella produzione di contenuti narrativi audio e video associati, distribuiti su varie piattaforme e fruiti tramite diversi dispositivi. Nato con l’industria cinematografica dedicata al “grande schermo”, il settore si è ampliato con l’industria televisiva dedicata al “piccolo schermo” ed oggi è interessato dalle trasformazioni digitali che hanno portato ad una considerevole molti- plicazione degli schermi (ad es. Pc, Gaming console, Smartphone, Tablet, etc.). Al giorno d’oggi la stessa TV, grazie a set-top-box e SmartTV, è diventata un terminale per nuovi contenuti ca- ratterizzati da una fruizione non lineare al punto da generare fenomeni nuovi come ad esempio il bingewatching8 delle serie televisive.
Complessivamente nel quadriennio 2012-2015 il valore del settore è diminuito del 4,5% tuttavia, nel 2015, s’inverte la tendenza recessiva e si registra una cre- scita dell’1,6% rispetto al 2014. Questa ripresa è dovuta soprattutto al trend positivo del cinema e, in particolare, all’incremento dei contributi pubblici e degli investimenti esterni in produzioni cinematografiche (nel 2015 cresciuti rispettivamente del 30% e del 42%). Resta comunque prevalente il contributo dei ricavi delle emittenti televisive, sia pubbliche sia private, che derivano principalmente da tre fonti: investimenti pubblicitari, canone radiotelevisivo (per le reti pubbliche), abbonamenti (per le reti a pagamento). Vanno evidenziati soprattutto i risul- tati positivi conseguiti dalle OTT TV9 di player emergenti, non dipendenti da network tradi- zionali, i cui ricavi sono quasi triplicati nel giro di quattro anni.
Relativamente alle dinamiche occupazionali, il numero di addetti del settore continua a di- minuire (-9,1% nel quadriennio 2012-15) con un’incidenza maggiore tra gli addetti indiretti. Tuttavia, tale contrazione si riduce di anno in anno e nel 2015 è stata di appena lo 0,3%. in particolare, si osserva un calo piuttosto generalizzato con punte più elevate nel settore del noleggio di supporti fisici. crescono invece le OTT TV indipendenti, pur mantenendosi su valori assoluti piuttosto modesti. Nelle tabelle che seguono si sintetizzano alcuni dati relativi dapprima al valore economico e quindi all’occupazione generata dal settore audiovisivo nel periodo 2012-2015.
7 L’analisi documentale realizzata si basa su numerose pubblicazioni, riportate in bibliografia. Tra queste si evidenziano, oltre a quelle citate direttamente nel capitolo, soprattutto le seguenti: Relazione del Parlamento europeo del 30/11/2016 su una politica dell’UE coerente per le industrie culturali e creative; miBAcT - ANicA, Tutti i numeri del cinema italiano,2015; miBAcT - Fondazione Ente dello Spettacolo - il mercato e l’industria del cinema in italia, 2014; Fondazione Xxxxxxxx per Luce-cinecittà con la supervisione della Direzione Generale cinema del miBAcT, il senso del cinema e dell’audiovisivo per i territori, 2013; X. xxxxxx (a cura di) - L’impatto economico dell’industria audiovisiva in italia. Analisi internazionali, stato del settore proposte di Policy, 2012; Anica - LUiSS Business School, Xxxxx Xxxxxxxxxxx - Xxxxxxxxx xxxxxxxx (a cura di), Le ricadute del tax credit: l’impatto economico delle forme di incentivazione alla produzione cinematografica, 2012.
8 Guardare programmi televisivi, in particolare serie TV, per un periodo di tempo superiore al consueto al fine di usufruire della visione di diversi episodi consecutivamente, senza soste
9 Over the top television, modalità di distribuzione di contenuti televisivi dalla rete internet senza banda dedicata e qualità garantita – caratteristiche specifiche della tecnologia iPTV – quindi a banda larga su rete aperta, mediante l’utilizzo di applicazioni dedicate, incorporate nei televisori o trasferite all’occorrenza. La diffusione è erogata con uno streaming ed è fruibile in tempo reale o in download e prevede servizi on demand senza la mediazione di gestori di rete..
AUDIOvIsIvO - Occupati (migliaia) variazione 2015/2014: -0,3% | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | Δ % 2012/2015 |
occupati nell’organizzazione di festival del cinema | 0,1 | 0,1 | 0,1 | 0,1 | 33,8 |
occupati nella fabbricazione e vendita di apparecchiature per la produzione audio/video (es. ripresa, regia, etc.) | 3 | 3 | 3 | 3 | -0,3 |
occupati nella fabbricazione e vendita di dispositivi e supporti per la riproduzione di contenuti audio/video | 48,7 | 45,8 | 41,7 | 41,2 | -15,4 |
TOTALE | 198,5 | 188,3 | 181,0 | 180,5 | -9,1 |
Fonte: Xxxxx & Young, Italia Creativa - 2° Studio sull’Industria della Cultura e della Creatività, 2016 |
AUDIOvIsIvO - valore economico (Mln. €) variazione 2015/2014: +1,6% | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | Δ % 2012/2015 |
Ricavi da broadcasters da advertising | 3.877 | 3.474 | 3.420 | 3.427 | -11,6 |
Ricavi dell’emittente pubblica da canone | 1.629 | 1.624 | 1.492 | 1.540 | -5,5 |
Ricavi dei broadcasters da Pay TV e altre fonti | 3.585 | 3.713 | 3.626 | 3.571 | -0,4 |
Ricavi delle sale cinematografiche | 750 | 762 | 715 | 795 | 5,9 |
Ricavi da vendita e noleggio di DVD e Blue ray | 407 | 342 | 325 | 332 | -18,4 |
Ricavi da oTT TV indipendenti (non gestite da broadcasters) | 106 | 145 | 197 | 276 | 160,2 |
Investimenti esterni in produzioni cinematografiche | 106 | 109 | 86 | 122 | 15,5 |
Ricavi dalle scuole di cinema, TV e di giornalismo | 171 | 162 | 166 | 171 | -0,4 |
Contributi pubblici al settore cinematografico (produzione, distribuzione, esercizio, enti di settore) | 208 | 197 | 216 | 280 | 34,8 |
Altri ricavi (licensing e merchandising, export, festival del cinema, etc.) | 369 | 332 | 419 | 522 | 41,6 |
Ricavi da vendita dispostivi audio/video | 3.413 | 3.210 | 3.082 | 2.935 | -14,0 |
TOTALE | 14.621 | 14.072 | 13.744 | 13.698 | -4,5 |
Xxxxx & Young, Italia Creativa - 2° Studio sull’Industria della Cultura e della Creatività, 2016 |
AUDIOvIsIvO - Occupati (migliaia) variazione 2015/2014: -0,3% | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | Δ % 2012/2015 |
Attori e produttori TV e Cinema | 15 | 14,7 | 14,9 | 14,9 | -0,6 |
occupati in rappresentazioni cinematografiche e televisive (es. performer) | 49,6 | 46,5 | 45,5 | 45,5 | -8,3 |
occupati in attività di supporto alle produzioni TV e cinema (es. scenografia) | 18,9 | 18,1 | 18,2 | 18,2 | -3,9 |
occupati nella post-produzione TV e cinema | 2,4 | 2,3 | 1,9 | 1,9 | -22,4 |
occupati nella distribuzione di film e programmi TV | 1,2 | 1,2 | 1,2 | 1,2 | -1,9 |
occupati nelle emittenti televisive | 41,5 | 39,8 | 38,5 | 38,4 | -7,5 |
occupati nelle sale cinematografiche | 12,5 | 11,9 | 11,7 | 11,7 | -6,6 |
occupati nella vendita e noleggio di DVD e Blue-ray | 4,8 | 4,1 | 3,6 | 3,6 | -26 |
occupati nelle oTT TV (non gestite da broadcasters) | 0,1 | 0,1 | 0,2 | 0,2 | 191,9 |
occupati nelle scuole di TV, cinema e giornalismo | 0,7 | 0,7 | 0,7 | 0,7 | 6,7 |
sEGUE TABELLA >> |
Approfondendo l’analisi della struttura del comparto, la filiera audiovisiva è composta da un variegato panorama di aziende ed operatori attivi in diverse fasi produt- tive (pre-produzione, produzione, post-produzione, effetti speciali, distribuzione, servizi ac- cessori, etc.). Soprattutto nel corso dell’ultimo decennio sono apparse nuove forme audiovisive (dallo user generated content alle serie nate per la diffusione via internet); ad ogni modo, il “core” del settore continua ad essere rappresentato da due tipologie di produzioni “tradizio- nali”: le “opere cinematografiche”, che nascono con l’obiettivo primario della proiezione nei cinema, e le “opere non cinematografiche”, prodotte principalmente per la trasmis- sione televisiva. Tali produzioni presentano filiere produttive simili che si differenziano soprat- tutto nella fase di distribuzione e monetizzazione. in particolare, per i prodotti cinematografici lo sfruttamento economico principale avviene nelle sale, richiedendo in particolare l’intervento del distributore, mentre la televisione è una delle piattaforme di sfruttamento secondario, anche se fondamentale in termini di generazione di valore. invece, per il prodotto televisivo (fiction, intrattenimento, etc.), lo sfruttamento economico principale deriva dalla diffusione te- levisiva (cd. “filiera corta”) a cui oggi si affiancano altre piattaforme con rilevanza, però, meno decisiva. Queste differenze sono sintetizzate negli schemi seguenti che evidenziano, appunto, tanto le similitudini del processo creativo/produttivo nelle due filiere quanto le differenze nella fase di distribuzione e monetizzazione10.
10 Rispetto al valore economico, per i film in genere l’incasso al botteghino viene usato come proxy anche per i mercati “secondari” (ad es. passaggi in TV pay, free, Home video). Tuttavia, il periodo di sfruttamento dell’opera si sta allungando sempre più (in un arco di 6/7 anni) grazie al passaggio sulle nuove piattaforme di distribuzione. Pertanto il valore reale dell’opera - e i modelli di finanziamento delle produzioni - si basano sempre più sulla cessione più o meno anticipata di quote di proprietà delle opere e sulla gestione dei diritti di sfruttamento delle opere stesse. Relativamente alle produzioni televisive, essendo il mercato di destinazione “unico” e concentrato (i broadcaster),si crea una forte relazione di committenza in cui i produttori svolgono interamente le varie fasi di sviluppo assumendo nei confronti dell’emittente ogni responsabilità per il ciclo produttivo mentre il broadcaster, se finanzia interamente l’opera, acquisisce tutti i diritti ad essa associati nell’ottica di tutela dell’investimento effettuato e dell’opportunità di massimizzare il suo sfruttamento.
in breve, si determina spesso la situazione per cui il produttore (che pure assume dei rischi d’impresa nella fase di svi- luppo) non ha la possibilità di sfruttare autonomamente diritti secondari (ad esempio quelli di trasmissione nei mercati esteri).
Promozione
Produzione
Sviluppo
Ideazione
Distribuzione
VENDITA E NOLEGGIO
(supporti fisici)
PROIEZIONE CINEMATOGRAFICA
BROADCASTING
(TV lineare)
Formazione artistica/tecnica
FILIERA CREATIVA PRODOTTI CINEMATOGRAFICI
Gestione diritti d’autore e diritti connessi
STREAMING E DOWNLOAD DI VOD
Fasi logico-temporali Fasi trasversali
Diffusione
Ideazione
Produzione
Sviluppo
BROADCASTING
(TV lineare)
FILIERA CREATIVA PRODOTTI TELEVISIVI
Formazione artistica/tecnica
Gestione diritti d’autore e diritti connessi
STREAMING E DOWNLOAD DI VOD
Fasi logico-temporali Fasi trasversali
Fonte: Xxxxx &Young, Italia Creativa - 2° Studio sull’Industria della Cultura e della Creatività, 2016
Va evidenziato che le macrofasi della produzione audiovisiva sono rimaste sostanzialmente in- variate da anni; tuttavia, gli attori che le innescano, o che intervengono al loro interno, stanno registrando importanti cambiamenti. in particolare, accanto ai broadcaster - che operano come compratori (e spesso anche come produttori o co-produttori) sia di prodotti cinematografici sia di prodotti televisivi - emergono nuovi attori come le OTT TV (Over the top television), soggetti nati come piattaforme di distribuzione/diffusione via internet indipendenti che mone- tizzano produzioni nate per altri canali. Tali soggetti (ad es. Netflix, Hulu, Amazon studios, Google, etc.) hanno spinto anche i broadcaster tradizionali di molti Paesi a lanciare sul mercato offerte simili (ad esempio in italia NowTV di Sky, infinity di mediaset). inoltre, le OTT TV hanno iniziato ad arricchire il proprio catalogo commissionando produzioni originali e portando così la competizione fino alle fasi iniziali di ideazione, sviluppo e produzione per cui la chiave del mercato non è tanto il canale di distribuzione/diffusione bensì il contenuto del prodotto au- diovisivo. Per quanto riguarda le figure professionali, nelle due filiere operano diverse profes- sionalità che possono svolgere ruoli complementari e spesso si occupano di gestire in modo
integrato più fasi del processo produttivo. La fase di ideazione è svolta da creativi e autori che possono operare sia in autonomia sia su commissione del produttore e, nel caso, del bro- adcaster, nelle fasi di sviluppo, produzione e distribuzione/diffusione cooperano ruoli arti- stico-creativi, ruoli manageriali e ruoli tecnici. Queste ultime due tipologie di professionalità, pur avendo meno visibilità rispetto ad altre figure (attori, sceneggiatori, registi, conduttori, etc.), sono fondamentali in quanto curano la pianificazione, realizzazione, promo- zione e diffusione delle opere audiovisive11.
Produttori, broadcaster e distributori sono comunque i soggetti fondamentali per lo svi- luppo del settore. in tal senso, l’audiovisivo italiano appare piuttosto concentrato: tra i distributori si contano circa una dozzina di attori, inoltre gran parte del mercato si concentra tra i maggiori 3- 4 broadcaster. il panorama dei produttori risulta invece molto frammentato (e di difficile quantifi- cazione), basti pensare che gli associati ad ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali) e ad APT (Associazione Produttori Televisivi) sono circa 120 e raccolgono complessivamente tra l’80 ed il 90% del fatturato complessivo della produzione cine-audiovisiva.
Passando alle sfide competitive future, l’analisi delle ricerche/pubblicazioni più recenti e dei principali siti di riferimento evidenzia l’importanza di alcune linee strategiche che gli ope- ratori dovrebbero cercare di seguire per conservare competitività e per valorizzare maggior- mente il potenziale del settore audiovisivo.
• Innovare contenuti e modelli di business.
Per conservare il suo appeal, il settore audiovisivo ha bisogno continuamente di nuovi contenuti. Occorre, quindi, stimolare maggiormente la creatività degli autori, che a volte possono risentire di una certa avversione alle sperimentazioni e alle novità propendendo più facilmente per “variazioni sul tema” partendo da contenuti consolidati. Soprattutto oc- corre far emergere nuovi talenti che, per vari motivi, non riescono ad entrare nella filiera. Relativamente ai modelli di business, si è già evidenziato come da diversi anni nel settore sono in corso importanti trasformazioni indotte dalle nuove tecnologie digitali e dalla cre- scente convergenza delle attività connesse ai mass-media attraverso la diffusione di nuove piattaforme di distribuzione. Pertanto, l’intera industria della comunicazione sta vivendo una fase di profonda riconfigurazione dei modelli di business in quanto le imprese - con i consumatori sempre più flessibili ed esigenti - devono concentrarsi sempre più sull’innova- zione degli asset e del know-how per sopravvivere, mantenere od instaurare una leadership durante il processo di ridefinizione degli equilibri di mercato. Si tratta di fenomeni che coin- volgono l’intera filiera (dalla progettazione alla produzione, dal marketing fino alla distribu- zione del prodotto finale) pertanto, è necessario adeguarsi ai nuovi standard tecnologici per poter cogliere le potenzialità offerte dai cambiamenti in corso.
11 Tra i profili tecnici figurano in particolare: scenografi, montatori, direttori della fotografia, creatori di effetti speciali, operatori di ripresa, fonici e tecnici delle luci, direttori/segretari di produzione, responsabili del casting, etc.
• Puntare maggiormente sull’esportazione e sulle co-produzioni internazionali. Rispetto agli anni d’oro, la capacità di export del nostro cinema appare legata sempre più a singole opere che ad una vera e propria industria di respiro internazionale. Ad esempio, da una recente indagine promossa da Media Salles sulla diffusione del cinema italiano al- l’estero emerge che solo il 17% dei 370 film italiani usciti in sala fra il 2014 e il 2015 è stato distribuito all’estero e solo il 12% in più di un paese12. Eppure i margini di crescita sono notevoli, se pensiamo che secondo stime del ministero degli Esteri
- basate su cittadinanza e discendenze - l’italiano è parlato come prima o seconda lingua da circa 250 milioni di persone. inoltre, vi sono mercati internazionali con interessanti trend di crescita che appaiono anche molto sensibili all’italian Style (ad es. la citata indagine me- dialles evidenzia come il medio Oriente rappresenti la seconda macro area geografica per diffusione del nostro cinema, alle spalle della Francia). Dunque, occorre ampliare i generi trattati dal nostro cinema che invece è ancora molto concentrato sulla commedia (e quindi su tipicità italiane difficilmente esportabili) e puntare semmai sulle nostre caratteristiche più conosciute all’estero (ad es. arte, cultura, tradizioni, etc.) perché, oggi, il mercato sembra apprezzare sempre di più opere in grado di trattare temi globali ma con contenuti locali. infine, occorre incrementare il ricorso alle co-produzioni internazionali che in- vece, secondo dati del MIBACT (MIBACT - Fondazione ente dello spettacolo, Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia, 2014), recentemente hanno registrato una sensibile riduzione (dalle 29 del 2013 alle 21 del 2014)13.
• Migliorare la formazione degli operatori.
Entrambe le precedenti linee strategiche presuppongono - tra l’altro - anche una maggiore propensione alla formazione da parte delle imprese e degli operatori del settore. in effetti, nonostante numerose ricerche sul rapporto tra investimenti, produttività e formazione di- mostrino che le imprese che investono in formazione raggiungono risultati migliori rispetto a quelle che non lo fanno, in Italia il ricorso alla formazione continua a registrare ancora valori inferiori rispetto alla media europea. in particolare, uno degli indi- catori di rifermento in materia (Adulti che partecipano ad attività formative) per quanto in crescita (dal 7,3% del 2015 all’8,3% del 2016) è ancora ben distante dalla media UE28 (10,8%)14. in termini più generali, occorre evidenziare che in italia vi è un’offerta formativa nell’ambito audiovisivo piuttosto articolata ma molto concentrata territorialmente. inoltre, nel nostro paese – più che in altri paesi europei - continua a registrarsi un certo scolla- mento tra formazione e mondo del lavoro. Occorre quindi migliorare anche questo
12 Va evidenziato anche che l’esportazione dei nostri film è in gran parte orientata verso l’Europa (82,5% dei titoli esportati) e in misura molto inferiore verso l’Asia (34,9%), Nord America e America Latina (23,8%) e Africa e medio Oriente (11,1%). inoltre considerando i titoli acquistati per l’estero ma non ancora distribuiti, negli ultimi anni la media dei Paesi raggiunti da un film italiano esportato si attesta a 10 di cui 6,9 europei.
13 il 2015 fa registrare un’inversione di tendenza con 28 co-produzioni di cui 22 maggioritarie (cfr. miBAcT-ANicA, Tutti i numeri del cinema italiano, 2015).
14 Fonte: Eurostat, database Education and Training, 2017.a
aspetto al fine di pervenire ad un sistema di offerta formativa più in linea con le esigenze del settore e con i suoi trend di sviluppo, con particolare riferimento alla produzione digitale, al web e, più in generale, alla moltiplicazione delle piattaforme di diffusione dei contenuti.
Oltre all’implementazione di tali linee strategiche da parte degli operatori/aziende del settore, c’è da auspicarsi anche un intervento pubblico più ampio e sistemico in particolare, in termini di strumenti di finanziamento nonché di azioni tese a promuovere l’italia come set di produzioni straniere15. in effetti - relativamente al primo di tali aspetti - la recente nuova Legge per il cinema e l’Audiovisivo (Legge n. 220 del 14/11/2016, cd. Xxxxx Xxxxxxxxxxxx) introduce im- portanti innovazioni nei meccanismi di finanziamento pubblico al settore cine- matografico e audiovisivo16.
innanzitutto viene istituito il “Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e audiovisivo” che opera attraverso incentivi fiscali e contributi automatici unificando le attuali risorse del Fus cinema e del Tax credit. con tale Fondo le risorse dedicate al settore aumentano del 60% (circa 150 milioni in più rispetto alle risorse allocate nel 2015) e, in particolare, si prevede l’attivazione di un meccanismo di autofinanziamento tramite il quale il Fondo viene alimentato direttamente da quote del gettito ires e iva (11-12%) di chi utilizza contenuti audiovisivi (im- prese di distribuzione e proiezione cinematografica, broadcaster, operatori di telecomunica- zioni fisse e mobili). Tale meccanismo, che quindi non rappresenta un aggravio di spesa pubblica, bensì un vincolo di destinazione di risorse erariali, punta a far scomparire l`incertezza annuale sui fondi destinati al settore e a permettere al nuovo Fondo di non scendere mai al di sotto dei 400 milioni di euro annui. inoltre, la “Legge cinema” abolisce le commissioni mi- nisteriali per l`attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto “interesse culturale” del- l’opera ed introduce un sistema di incentivi automatici per le opere di “nazionalità italiana” la cui quantificazione si basa su parametri oggettivi (risultati economici, artistici e di diffusione). Da evidenziare anche il fatto che una quota fino al 18% delle risorse del Fondo sarà destinata annualmente al sostegno di opere prime e seconde di giovani autori, start-up, piccole sale,
15 Un altro aspetto sui cui è auspicabile un intervento pubblico più ampio ed incisivo è quello della lotta alla pirateria/con- traffazione audiovisiva che può essere suddivisa in tre tipologie: fisica (acquisto di DVD contraffatti o copiati), digitale (download, streaming, peer-to-peer, copie digitali) e indiretta (condivisione di copie illegali attraverso amici e parenti). Secondo la FAPAV (Federazione per la Tutela dei contenuti Audiovisivi e multimediali) l’impatto economico della pi- rateria/contraffazione è stimabile attorno ai 500 milioni di euro annui, oltre la metà dei quali è determinata dalla pirateria digitale.
16 Più in generale, la L. 277/2016 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 277 del 26/11/2016) riconosce che il cinema e l’audiovisivo rappresentano dei “settori strategici dal punto di vista culturale, sociale ma anche economico” per cui - al fine di dare maggiore organicità alle iniziative a sostegno di tali settori - prevede la nascita del “consiglio superiore per il cinema e l`Audiovisivo”. Tale organo infatti, che sostituisce la Sezione cinema della consulta dello Spettacolo, avrà il compito di elaborare le politiche di settore con particolare riferimento alla definizione degli indirizzi e dei criteri generali di investimento a sostegno delle attività cinematografiche e audiovisive. Da segnalare anche altre inte- ressanti misure previste dalla nuova Legge cinema tra cui: piano straordinario per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico/audiovisivo; piano straordinario per riattivare le sale chiuse e per aprirne di nuove; azioni di poten- ziamento delle competenze cinematografiche e audiovisive degli studenti.
festival e rassegne di qualità17. La nuova Legge cinema potenzia anche il credito di imposta rafforzando i 6 tipi di Tax credit previsti per incentivare la produzione e la distribuzione cine- matografica ed audiovisiva e per favorire l`attrazione di investimenti esteri. in particolare, pos- sono beneficiare del Tax credit: imprese di produzione, distribuzione, post-produzione; distributori che programmano il cinema italiano; imprese italiane che lavorano per produzioni straniere; imprese esterne al settore che investono nel cinema italiano; esercenti che gestiscono sale. il Tax credit aumenta fino al 40% per i produttori indipendenti che distribuiscono il film in proprio e per le imprese esterne che investono in film che accedono ai contributi selettivi. infine, per favorire il superamento delle difficoltà di accesso al credito da parte degli operatori audiovisivi, con decreto del miSE e del miBAcT viene istituita una sezione speciale del Fondo di garanzia per le Pmi tesa a garantire operazioni di finanziamento di prodotti audiovisivi. Re- lativamente all’attrazione di produzioni straniere, c’è da auspicarsi un rafforzamento dell’importante ruolo svolto finora dalle varie Film Commission regionali per la promozione degli asset territoriali (dalla bellezza delle “location” alle competenze dei tecnici e delle mae- stranze locali) e per il finanziamento e la facilitazione di produzioni straniere (film, fiction TV, spot pubblicitari, documentari e ogni altra forma di produzione audiovisiva)18.
Ne beneficerebbero non solo le varie filiere audiovisive regionali ma le intere economie re- gionali. in effetti, è stato ampiamente dimostrato che la filiera audiovisiva - oltre che per i suoi notevoli effetti diretti sull’occupazione e sul PiL regionale - si caratterizza anche per significativi effetti di moltiplicazione dei consumi capaci di stimolare altri settori produttivi e, quindi, l’eco- nomia regionale nel suo complesso. Ad esempio, è stato calcolato19 che l’impatto economico di una produzione audiovisiva genera un moltiplicatore di indotto per il territorio pari a 3,25 e ciò significa che ogni euro investito nella produzione (di un film, di una fiction televisiva, di una pubblicità, di un trailer, etc.) produce sul territorio un reddito medio di 3,25 euro. Lastessa Ass.For.SEO - attraverso la ricerca realizzata nell’ambito della precedente Sovvenzione globale mOViE UP - ha potuto rilevare che ogni euro investito nel Lazio in uno dei progetti ammessi al Fondo Regionale per il cinema e l’Audiovisivo viene moltiplicato per 3,67 in termini d’im- patto sull’economia locale20.
17 in tale soglia rientrano anche i contributi per le attività della Biennale di Venezia, dell’istituto Luce cinecittà e del centro sperimentale di cinematografia.
18 A tale riguardo si segnala l’iniziativa italyformovies, un nuovo portale promosso dalle Direzioni Generali del cinema e del Turismo del miBAcT - gestito da Luce cinecittà in collaborazione con il coordinamento nazionale delle Film commission - dedicato alle location cinematografiche italiane e con un’ampia sezione su fondi e incentivi disponibili per chi intende girare nel nostro paese.
19 X. xxxxxx (a cura di), L’impatto economico dell’industria audiovisiva in italia. Analisi internazionali, stato del settore proposte di Policy – 2012.
20 RTi Ass.For.SEO - Sercamm, Sovvenzione globale finalizzata al consolidamento e trasferimento di competenze degli operatori del settore audiovisivo per l’internazionalizzazione (POR FSE Regione Lazio - Obiettivo 2 competitività Regionale e Occupazione 2007-2013 - Asse 1 Adattabilità - Obiettivo specifico c). in particolare, il report di ricerca realizzato (a cura del Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxxxxx) nell’ambito della Linea 1 della Sovvenzione globale ha evidenziato che i quasi 15 milioni di euro dello stanziamento 2011 del Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo hanno generato una ricchezza complessiva per l’economia laziale di circa 55 milioni di euro.
Un fenomeno particolarmente promettente in tal senso è quello del “cineturismo” che ha un bacino potenziale di “movie tourist” internazionali di 42 milioni, più 6,5 milioni di persone di- sposte a recarsi in italia per visitare territori che ospitano o hanno ospitato set cinematografici21. Sulla base di questa tendenza, diverse Film commission regionali hanno già stanziato 20 milioni di euro per un programma di promozione (tra queste: Lazio 10 milioni; Alto Adige 5 milioni; marche 1,2 milioni; Friuli Venezia Giulia ed Xxxxxx Xxxxxxx).
1.3 La filiera audiovisiva laziale: consistenza e distribuzione territoriale.
Nell’ambito cinematografico e audiovisivo il Lazio detiene una consolidata leader- ship a livello nazionale. Diversi documenti e programmi regionali sottolineano questo aspetto e forniscono dati piuttosto eloquenti. Ad esempio, il Documento programmatico triennale 2015-2017 (attuativo della LR 2/2012 “Interventi regionali per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo”) evidenzia che nel Lazio il settore cine-audiovisivo conta circa 3.400 imprese, occupa oltre 27.000 addetti e produce oltre il 50% del valore aggiunto nazionale generato dal settore. La Smart Spe- cialisation Strategy(S3) del Lazio sottolinea che in alcuni comparti della filiera la produzione audiovisiva laziale arriva a rappresentare circa l’80% di quella nazionale22. L’analisi del- l’ultimo rapporto “Io sono Cultura” (“Fondazione Symbola - Unioncamere, Io sono Cultura – Rapporto 2017) consente di aggiornare questi dati e di compararli rispetto alle altre regioni italiane. in parti- colare, tale rapporto permette di cogliere la consistenza delle industrie cultuali e creative nel Lazio ed il peso specifico del segmento maggiormente afferente alla filiera audiovisiva: film, video, radio- tv23. Premesso che rispetto al complesso del sistema produttivo culturale e creativo il Lazio si colloca al secondo posto tra le Regioni italiane (alle spalle della Lombardia) in termini di valore aggiunto (14.842 milioni di euro – 16,5% sul totale italia), le tabelle che seguono evidenziano la consistenza, in termini di numero di imprese, dei vari segmenti del sistema delle icc.
21 Dati tratti dalla ricerca “cineturismo, italia set privilegiato” della Jfc srl. La ricerca è scaricabile dal sito della società previa compilazione di un apposito form di richiesta.
22 Xxxxxxx Xxxxx - Xxxxxxxxxxxxx 00 maggio 2016, n. 281 - Adozione del documento definitivo della “Smart Specialisation Strategy (S3) Regione Lazio” (BURL 16/06/2016 N. 48 - Supplemento n. 1).
23 Anche il rapporto “io sono cultura 2017”, come lo studio di Xxxxx & Young citato nel paragrafo 1.2 (italia creativa - 2° Studio sull’industria della cultura e della creatività, 2016), analizza la costante crescita delle icc nel nostro paese. Utilizza una classificazione dei vari settori delle icc simile a quella contenuta nello studio di Xxxxx & Xxxxx e presenta dei dati disaggregati a livello regionale e, in alcuni casi, anche a livello provinciale. Nel classificare le icc distingue fon- damentalmente due dimensioni: “core cultura” (vale a dire il cuore delle icc composto da: industrie creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts e arti visive) e “creative driven” (vale a dire attività economiche non appartenenti al core culturale ma soggette comunque a processi di culturalizzazione). il segmento più prettamente audiovisivo (film, video, radio-tv) è collocato tra le industrie culturali. il Rapporto, presentato il 28/06/2017 a Roma, sottolinea che il sistema culturale e creativo genera il 6% della ricchezza prodotta in italia. Esso, inoltre, nel 2016 ha prodotto un valore aggiunto superiore rispetto all’anno precedente (+1,8%) e un analogo incremento dell’occupazione (+1,5%), crescite entrambe lievemente superiori rispetto a quelle relative al complesso dell’economia (+1,5% per il valore aggiunto e +1,3% per l’occupazione).
e branding
radio, tv
e software
e arti visive
storico-artistico
core culturale
Imprese del sistema culturale e creativo per Regioni e sotto-settori (valori assoluti)
come risulta dalla colonna in rosso, nel Lazio nel segmento “film, video, radio-tv” ope- rano quasi 5.000 imprese (4.736). Questo dato conferma il primato regionale nel settore; da evidenziare anche che la seconda regione in graduatoria - la Lombardia - presenta una con- sistenza molto inferiore, pari a poco più della metà rispetto al dato laziale (2.332).
Questa situazione si conferma anche considerando il peso percentuale del segmento “film, video, radio-tv” rispetto al complesso del sistema delle icc nelle diverse regioni. Il dato laziale infatti – 11,4% - è pari a oltre il doppio della media nazionale (5,0%) e tutte le altre regioni sono ben distanti (la Basilicata è seconda con un valore - 5,7% - che in pratica equivale alla metà del dato laziale).
REGIONI | INDUsTRIE CREATIvE | INDUsTRIE CULTURALI | Performing arts | Patrimonio | TOTALE | |||||
Architettura | Comunicazione | Design | Film, video, | videogiochi | Musica | Libri e stampa | ||||
Piemonte | 5.234 | 2.917 | 2.011 | 672 | 2.756 | 272 | 6.492 | 750 | 47 | 21.151 |
Valle d’Aosta | 194 | 51 | 42 | 17 | 63 | 8 | 205 | 30 | 2 | 612 |
Lombardia | 14.240 | 10.563 | 5.079 | 2.332 | 8.106 | 1.220 | 17.149 | 2.378 | 165 | 61.231 |
Trentino Alto Adige | 1.327 | 664 | 474 | 226 | 683 | 77 | 1.304 | 162 | 18 | 4.936 |
Veneto | 6.735 | 2.958 | 2.310 | 651 | 2.850 | 288 | 6.617 | 645 | 56 | 23.110 |
Friuli Venezia Giulia | 1.119 | 655 | 485 | 184 | 715 | 87 | 1.705 | 214 | 16 | 5.179 |
Liguria | 2.108 | 932 | 351 | 309 | 753 | 96 | 2.807 | 333 | 23 | 7.713 |
Xxxxxx Xxxxxxx | 4.170 | 3.307 | 2.257 | 818 | 2.732 | 496 | 6.804 | 1.101 | 63 | 21.748 |
Toscana | 4.860 | 2.440 | 1.466 | 743 | 2.031 | 318 | 6.531 | 815 | 86 | 19.288 |
Umbria | 682 | 595 | 250 | 160 | 473 | 74 | 1.578 | 130 | 18 | 3.959 |
Marche | 1.153 | 981 | 1.000 | 291 | 752 | 248 | 2.421 | 230 | 24 | 7.101 |
Lazio | 7.963 | 7.216 | 1.375 | 4.736 | 4.619 | 646 | 12.822 | 1.856 | 135 | 41.368 |
Abruzzo | 1.415 | 774 | 403 | 241 | 646 | 95 | 2.132 | 208 | 12 | 5.926 |
Molise | 302 | 149 | 75 | 49 | 78 | 22 | 366 | 44 | 6 | 1.090 |
Campania | 4.038 | 2.968 | 860 | 960 | 2.239 | 287 | 8.910 | 1.080 | 56 | 21.398 |
Puglia | 2.365 | 2.034 | 669 | 663 | 1.259 | 168 | 5.603 | 703 | 62 | 13.527 |
Basilicata | 423 | 255 | 63 | 112 | 186 | 21 | 787 | 94 | 15 | 1.955 |
Calabria | 1.000 | 000 | 000 | 253 | 585 | 64 | 2.730 | 249 | 43 | 6.234 |
Sicilia | 2.873 | 2.000 | 000 | 000 | 1.466 | 159 | 6.927 | 1.075 | 106 | 00.000 |
Xxxxxxxx | 617 | 723 | 253 | 224 | 638 | 55 | 2.373 | 239 | 111 | 5.234 |
Nord ovest | 21.776 | 14.462 | 7.482 | 3.330 | 11.678 | 1.595 | 26.654 | 3.492 | 237 | 90.706 |
Nord Est | 13.351 | 7.583 | 5.526 | 1.878 | 6.981 | 948 | 16.429 | 2.123 | 152 | 54.972 |
Centro | 14.658 | 11.232 | 4.090 | 5.930 | 7.875 | 1.285 | 23.352 | 3.031 | 263 | 71.716 |
Mezzogiorno | 13.305 | 10.140 | 3.066 | 3.311 | 7.095 | 871 | 29.829 | 3.691 | 409 | 71.719 |
TOTALE | 63.090 | 43.417 | 20.164 | 14.449 | 33.629 | 4.700 | 96.264 | 12.337 | 1.061 | 289.112 |
Fonte: Fondazione Symbola - Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2017 |
e branding
radio, tv
e software
e arti visive
storico-artistico
core culturale
Distribuzione delle imprese culturali e creative per Regioni e sotto-settori (valori percentuali)
L’analisi dell’Archivio statistico delle imprese attive (ASiA) e di altre banche dati iSTAT24 permette di approfondire l’analisi delle imprese che operano nella filiera audiovisiva regionale e di effet- tuare maggiori disaggregazioni (forma giuridica, classe di addetti, distribuzione territoriale).
in particolare, di seguito si presentano dei dati riferiti alle imprese laziali attive nei settori Ateco J59 (attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore) e J60 (attività di programmazione e trasmissione) che rappresentano il “core” della filiera audiovisiva”25.
La tabella seguente mostra come le imprese laziali del core audiovisivo sono oltre
individuale, libero
lavoratore autonomo
collettivo
accomandita
persone diversa da
società in
azioni
responsabilità
sociale
esclusa a società
impresa
2.200. Oltre la metà sono società a responsabilità limitata (1.372), ma è molto significativo anche il numero degli imprenditori individuali, liberi professionisti e lavoratori autonomi (593).
ATECO 2007 - J. servizi di informazione e comunicazione | Imprenditore professionista, | società in nome | società in semplice | Altra società di sns e sas | società per azioni, accomandita per | società a limitata | società cooperativa | società cooperativa cooperativa sociale | Altra forma di | TOTALE |
59: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore | 517 | 45 | 90 | 2 | 34 | 1237 | 2 | 20 | 80 | 1955 |
591: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi | 459 | 30 | 64 | 2 | 33 | 1100 | 2 | 18 | 8 | 1716 |
592: attività di registrazione sonora e di editoria musicale | 58 | 15 | 26 | / | 1 | 137 | / | 2 | / | 239 |
60: attività di programmazione e trasmissione | 76 | 2 | 9 | 1 | 12 | 135 | 0 | 14 | 6 | 255 |
601: trasmissioni radiofoniche | 21 | 2 | 5 | 1 | 4 | 63 | / | 11 | 3 | 110 |
602: attività di programmazione e trasmissioni televisive | 55 | / | 4 | / | 8 | 72 | / | 3 | 3 | 145 |
TOTALE | 593 | 47 | 99 | 3 | 46 | 1372 | 2 | 34 | 86 | 2210 |
Fonte: elaborazione su dati ISTAT - Archivio Asia, dati 2014 |
25 come detto, la filiera audiovisiva è molto composita e nei suoi processi intervengono soggetti che operano in molti altri ambiti e quindi anche in altri sotto-settori nell’ambito dei “Servizi di informazione e comunicazione” (ad es. J58
– attività editoriali; J61 telecomunicazioni) o anche in altri settori Ateco (ad es. G - commercio; m - Attività professionali; N –Noleggio/Servizi alle imprese; R - Attività artistiche e di intrattenimento.)
REGIONI | INDUsTRIE CREATIvE | INDUsTRIE CULTURALI | Performing arts | Patrimonio | TOTALE | |||||
Architettura | Comunicazione | Design | Film, video, | videogiochi | Musica | Libri e stampa | ||||
Piemonte | 24,7 | 13,8 | 9,5 | 3,2 | 13,0 | 1,3 | 30,7 | 3,5 | 0,2 | 100,0 |
Valle d’Aosta | 31,7 | 8,3 | 6,8 | 2,8 | 10,3 | 1,2 | 33,6 | 5,0 | 0,3 | 100,0 |
Lombardia | 23,3 | 17,3 | 8,3 | 3,8 | 13,2 | 2,0 | 28,0 | 3,9 | 0,3 | 100,0 |
Trentino Alto Adige | 26,9 | 13,5 | 9,6 | 4,6 | 13,8 | 1,6 | 26,4 | 3,3 | 0,4 | 100,0 |
Veneto | 29,1 | 12,8 | 10,0 | 2,8 | 12,3 | 1,2 | 28,6 | 2,8 | 0,2 | 100,0 |
Friuli Venezia Giulia | 21,6 | 12,6 | 9,4 | 3,5 | 13,8 | 1,7 | 32,9 | 4,1 | 0,3 | 100,0 |
Liguria | 27,3 | 12,1 | 4,6 | 4,0 | 9,8 | 1,2 | 36,4 | 4,3 | 0,3 | 100,0 |
Xxxxxx Xxxxxxx | 19,2 | 15,2 | 10,4 | 3,8 | 12,6 | 2,3 | 31,3 | 5,1 | 0,3 | 100,0 |
Toscana | 25,2 | 12,6 | 7,6 | 3,9 | 10,5 | 1,6 | 33,9 | 4,2 | 0,4 | 100,0 |
Umbria | 17,2 | 15,0 | 6,3 | 4,0 | 11,9 | 1,9 | 39,9 | 3,3 | 0,5 | 100,0 |
Marche | 16,2 | 13,8 | 14,1 | 4,1 | 10,6 | 3,5 | 34,1 | 3,2 | 0,3 | 100,0 |
Lazio | 19,2 | 17,4 | 3,3 | 11,4 | 11,2 | 1,6 | 31,0 | 4,5 | 0,3 | 100,0 |
Abruzzo | 23,9 | 13,1 | 6,8 | 4,1 | 10,9 | 1,6 | 36,0 | 3,5 | 0,2 | 100,0 |
Molise | 27,7 | 13,7 | 6,8 | 4,5 | 7,1 | 2,1 | 33,6 | 4,0 | 0,5 | 100,0 |
Campania | 18,9 | 13,9 | 4,0 | 4,5 | 10,5 | 1,3 | 41,6 | 5,0 | 0,3 | 100,0 |
Puglia | 17,5 | 15,0 | 4,9 | 4,9 | 9,3 | 1,2 | 41,4 | 5,2 | 0,5 | 100,0 |
Basilicata | 21,7 | 13,0 | 3,2 | 5,7 | 9,5 | 1,1 | 40,2 | 4,8 | 0,7 | 100,0 |
Calabria | 20,4 | 13,1 | 3,6 | 4,1 | 9,4 | 1,0 | 43,8 | 4,0 | 0,7 | 100,0 |
Sicilia | 17,6 | 14,8 | 3,2 | 4,9 | 9,0 | 1,0 | 42,4 | 6,6 | 0,6 | 100,0 |
Sardegna | 11,8 | 13,8 | 4,8 | 4,3 | 12,2 | 1,1 | 45,3 | 4,6 | 2,1 | 100,0 |
Nord ovest | 24,0 | 15,9 | 8,2 | 3,7 | 12,9 | 1,8 | 29,4 | 3,8 | 0,3 | 100,0 |
Nord Est | 24,3 | 13,8 | 10,1 | 3,4 | 12,7 | 1,7 | 29,9 | 3,9 | 0,3 | 100,0 |
Centro | 20,4 | 15,7 | 5,7 | 8,3 | 11,0 | 1,8 | 32,6 | 4,2 | 0,4 | 100,0 |
Mezzogiorno | 18,6 | 14,1 | 4,3 | 4,6 | 9,9 | 1,2 | 41,6 | 5,1 | 0,6 | 100,0 |
ITALIA | 21,8 | 15,0 | 7,0 | 5,0 | 11,6 | 1,6 | 33,3 | 4,3 | 0,3 | 100,0 |
Fonte: Fondazione Symbola - Unioncamere, Io sono Cultura - Rapporto 2017 |
PROvINCIA DI vITERBO | |||||
ATECO 2007 - J. servizi di informazione e comunicazione | Numero imprese attive (classe di addetti) | ||||
0-9 | 00-00 | 00-000 | 250 e più | ToTALE | |
59: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore | 28 | 0 | 0 | 0 | 28 |
60: attività di programmazione e trasmissione | 4 | 0 | 0 | 0 | 4 |
TOTALE | 32 | 0 | 0 | 0 | 32 |
Fonte: elaborazione su dati ISTAT - Archivio Asia, dati 2014 |
La distribuzione territoriale di tali imprese, illustrata nella tabelle seguente, mostra la chiara prevalenza della Provincia di Roma in cui opera oltre il 93% del core audio- visivo laziale.
ATECO 2007 - J. servizi di informazione e comunicazione | Numero imprese attive per provincia | |||||
Roma | Rieti | Viterbo | Latina | Frosinone | ToTALE | |
59: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore | 1845 | 11 | 28 | 48 | 23 | 1955 |
60: attività di programmazione e trasmissione | 213 | 2 | 4 | 22 | 14 | 255 |
TOTALE | 2058 | 13 | 32 | 70 | 37 | 2210 |
Fonte: elaborazione su dati ISTAT - Archivio Asia, dati 2014 |
PROvINCIA DI RIETI | |||||
ATECO 2007 - J. servizi di informazione e comunicazione | Numero imprese attive (classe di addetti) | ||||
0-9 | 00-00 | 00-000 | 250 e più | ToTALE | |
59: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore | 11 | 0 | 0 | 0 | 11 |
60: attività di programmazione e trasmissione | 2 | 0 | 0 | 0 | 2 |
TOTALE | 13 | 0 | 0 | 0 | 13 |
Fonte: elaborazione su dati ISTAT - Archivio Asia, dati 2014 |
Le tabelle che seguono approfondiscono la distribuzione di tali imprese, per provincia e per classe di addetti, e permettono di apprezzare il fatto che in Provincia di Roma - pur pre- valendo le imprese di piccole dimensioni - sono presenti anche strutture di medie e grandi dimensioni. Nelle altre provincie laziali, invece, operano quasi esclusiva- mente imprese di piccole dimensioni.
PROvINCIA DI ROMA | |||||
ATECO 2007 - J. servizi di informazione e comunicazione | Numero imprese attive (classe di addetti) | ||||
0-9 | 00-00 | 00-000 | 250 e più | ToTALE | |
59: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore | 1672 | 132 | 37 | 4 | 1845 |
60: attività di programmazione e trasmissione | 185 | 21 | 5 | 2 | 213 |
TOTALE | 1857 | 153 | 42 | 6 | 2058 |
Fonte: elaborazione su dati ISTAT - Archivio Asia, dati 2014 |
PROvINCIA DI FROsINONE | |||||
ATECO 2007 - J. servizi di informazione e comunicazione | Numero imprese attive (classe di addetti) | ||||
0-9 | 00-00 | 00-000 | 250 e più | ToTALE | |
59: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore | 22 | 1 | 0 | 0 | 23 |
60: attività di programmazione e trasmissione | 12 | 2 | 0 | 0 | 14 |
TOTALE | 34 | 3 | 0 | 0 | 37 |
Fonte: elaborazione su dati ISTAT - Archivio Asia, dati 2014 |
PROvINCIA DI LATINA | |||||
ATECO 2007 - J. servizi di informazione e comunicazione | Numero imprese attive (classe di addetti) | ||||
0-9 | 00-00 | 00-000 | 250 e più | ToTALE | |
59: attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore | 47 | 1 | 0 | 0 | 48 |
60: attività di programmazione e trasmissione | 20 | 2 | 0 | 0 | 22 |
TOTALE | 67 | 3 | 0 | 0 | 70 |
Fonte: elaborazione su dati ISTAT - Archivio Asia, dati 2014 |
Nelle cartine che seguono si rappresenta la concentrazione sul territorio romano delle società di produzione e di distribuzione cinematografica e audiovisiva e si evidenziano i principali players del settore.
Società di produzione Società di distribuzione
Dunque, il citato primato laziale nel settore audiovisivo è dovuto fondamentalmente alla Provincia di Roma26. in particolare, il comparto audiovisivo presenta una fortissima concentrazione sul territorio romano dove già nel 2003 è stata ufficializzata la presenza di un “Sistema produttivo locale audiovisivo” (in base alla LR 36/2001 “Norme per l’incremento dello sviluppo economico, della coesione sociale e dell’occupazione nel Lazio. Individuazione e organizzazione dei sistemi produttivi locali, dei distretti industriali e delle aree laziali di investimento”). Più precisamente, secondo una ricerca del censis e della camera di commercio di Roma27, è in corso una polarizzazione nascente che fa capo a Formello verso cui è in atto un processo di delocalizzazione delle imprese dell’audiovisivo a partire dalle zone urbane (Prati e Saxa Rubra) e dall’area dei castelli.
Dati più specifici per il settore cinematografico sono stati raccolti da Ass.For.SEO durante l’attuazione della citata Sovvenzione globale mOViE UP. in particolare, tali dati attestano la presenza sul territorio romano di oltre 250 società di produzione (generalmente di piccola e media dimensione) la cui at- tività il più delle volte è orientata allo sviluppo di un numero ridotto di progetti. Relativamente ai distributori cinematografici, la ricerca conta circa 60 società alcune delle quali sono coinvolte anche nella fase di produzione. Gli operatori integrati verticalmente nella filiera produttiva sono general- mente quelli di maggiori dimensioni (ad es. Rai cinema, medusa, moviemax, etc.) e sono in grado di unire le funzioni di produzione e pianificazione finanziaria con quelle di distribuzione e marketing.
26 Si evidenzia che il citato rapporto “io sono cultura 2017” colloca la provincia di Roma, con un valore pari al 10%, al primo posto in italia per incidenza del valore aggiunto generato dal sistema produttivo culturale e creativo. Seguono: milano (9,9%), Torino (8,6%), Siena (8,2%), Arezzo (7,6%), Firenze (7,1%), Aosta (6,9%), Ancona (6,8%), Bologna e modena (entrambe al 6,6%). in termini di occupazione il primato passa a milano (10,1%) seguita da Roma (8,7%); Arezzo (8,6%); Torino (8,2%); Firenze (7,6%); modena, Bologna e Trieste (7,5%); monza-Brianza (7,3%); Aosta (7,2%).
27 cENSiS/cciAA Roma - impresa, territorio e direttrici di sviluppo nel sistema Lazio: una mappa ragionata del capitale produttivo regionale, 2010.
Lucky Red
01 Distribution
Medusa
CinLeucettà
Fandango
Wildside Rai Cinema
Medusa
Cattleya
Fonte: Ass.For.SEo, Sovvenzione globale MoViE UP – Report Linea 1: Attività di ricerca finalizzata all’analisi dettagliata dei fabbisogni formativi e di innovazione delle imprese del settore.
Anche a livello europeo il Lazio si colloca tra i territori maggiormente specializzati nel settore audiovisivo e nelle industrie culturali e creative in genere. Questa situazione si rileva con chia- rezza nelle cartine che seguono, estratte analizzando il data base della commissione Europea dedicato allo studio dei cluster europei, che rappresentano appunto il livello di specializzazione
- Location Quotient - delle regioni europee28.
La prima cartina si riferisce all’ambito trasversale delle “industrie creative” in cui il Lazio presenta un Location quotient pari 1.615. Si tratta di uno dei valori più elevati in Europa, il dato più ele- vato (2.8) si registra nella regione di inner London (UK). La seconda cartina si riferisce all’ambito specifico della “Produzione e distribuzione video” e, anche in questo caso, il Lazio presenta un Location quotient (3.471) tra i più alti d’Europa; valori maggiori si registrano nelle seguenti re- gioni: inner London - UK (9.94), ile Xx Xxxxxx - XX (0.00), Xxxxx Xxxxxxx - XX (4.42).
28 European commission, DG Entrepreneurship and SmEs, European cluster observatory. il “Location Quotient” è cal- colato in base alla quota di occupazione in un dato settore sul totale dell’occupazione in una data regione e quindi rapportando tale valore sull’analogo dato calcolato su tutti i paesi oggetto di analisi.
Industrie creative
no data available 0.11 - 0.76
0.77 - 1.07
1.08 - 1.48
1.49 - 2.8
1.4 La filiera audiovisiva laziale: principali tendenze occupazionali.
Produzione e distribuzione video
no data available 0 - 0.37
0.38 - 0.85
0.86 - 1.74
1.75 - 9.94
La filiera audiovisiva laziale rappresenta anche un importante bacino occupazionale in cui lavo- rano oltre 27.000 addetti secondo il citato Documento programmatico triennale 2015- 2017, attuativo della LR 2/2012 “Interventi regionali per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo”. Un altro dato, sempre della Regione Lazio, è molto significativo: nel periodo 2009-2013 l’inci- denza delle attivazioni di rapporti di lavoro nei settori del cinema e dell’audiovisivo - rispetto al complesso delle attivazioni nella regione - è compresa fra il 14,3% e il 18,1%; il dato medio complessivo per il quinquennio è pari al 16,5% (22,8% per gli uomini - 10,7% per le donne)29. Di seguito - attraverso l’analisi del sistema informativo Excelsior e di pubblicazioni specifiche sul Lazio30 - si presentano le principali tendenze occupazionali del settore (previsioni di assunzione da parte delle imprese). in particolare, la tabella seguente riporta le previsioni di assunzioni per il 2016 delle imprese con dipendenti attive nel settore “Media e comunicazione” (settore in cui rientrano i codici Ateco 59 e 60 a cui si è fatto riferimento in precedenza al fine di ricostruire il “core” del sistema audiovisivo laziale).
sETTORE DI ATTIvITÀ: MEDIA E COMUNICAzIONE | |||||
Imprese con dipendenti 1510 | Imprese che prevedono assunzioni (quota % sul totale) 17,3 | Classe dimensionale (% di imprese che prevede di effettuare assunzioni) | |||
1-9 dipendenti 2,8 | 10-49 dipendenti 41,4 | 50-249 dipendenti 65,3 | 250 e più dipendenti 97,1 | ||
Fonte: Sistema informativo Excelsior, 2016 |
complessivamente, come emerge dalla tabella seguente, nel corso dell’anno le imprese del set- tore prevedono di effettuare 900 assunzioni. L’intenzione di assumere cresce con la classe dimensionale dell’impresa e, in particolare, mentre interessa una quota esigua di microimprese (2,8%), la previsione di assumere interessa una quota significativa delle piccole e medie imprese e la quasi totalità delle grandi imprese (97,1%).
L’esame delle tipologie di assunzione previste rivela che quelle per sostituzione ammontano a 390 unità per cui l’occupazione aggiuntiva è stimata in circa 500 unità. Da evidenziare che per la metà delle assunzioni si prevede l’attivazione di un contratto a tempo determinato.
Fonte: European Commission, DG Entrepreneurship and SMEs, European cluster observatory.
29 Regione Lazio, Osservalazio - Osservatorio Permanente Regionale sulla Formazione continua – Rapporto Annuale 2014.
30 ministero del Lavoro - Unioncamere, Sistema informativo Excelsior, Sintesi dei principali risultati Xxxxxxx Xxxxx, 0000.
sETTORE DI ATTIvITÀ: MEDIA E COMUNICAzIONE | |||||||
Totale assunti 900 | Assunti a tempo indeterminato a tutela crescente 320 | Assunti a tempo determinato 450 | Assunti apprendisti 50 | Assunti altri contratti 80 | Assunti part time 100 | Assunti per sostituzione 390 | Numero massimo immigrati assunti 30 |
Valori assoluti arrotondati alle decine. A causa di tali arrotondamenti i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. Fonte: Sistema informativo Excelsior, 2016 |
dell’obbligo
professionale
secondario
universitario
professionale
stesso settore
generica di lavoro
non richiesta
Ad ogni modo, il fabbisogno occupazionale complessivo, presumibilmente, è maggiore in con- siderazione del fatto che i dati sopra esposti riguardano solo le assunzioni non stagionali mentre il settore è interessato, notoriamente, da una domanda di lavoro stagionale piuttosto consi- stente31. Per quanto riguarda le professioni richieste, nella tabella seguente si presentano alcuni dati di approfondimento sui principali gruppi professionali del comparto.
GRUPPI PROFEssIONALI | Previsioni per il 2016 | Livello di istruzione | Esperienza | Difficoltà di reperimento | Necessità di ulteriore formazione | ||||||
Scuola | Istruzione | Diploma | Titolo | Esperienza | Esperienza nello | Esperienza | Esperienza | ||||
Registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi | 230 (di cui 70 tempo det. stagionali) | 0,0% | 0,0% | 90,6% | 9,4% | 24,2% | 45,2% | 0,0% | 30,6% | 3,0% | 58,0% |
Tecnici dell’organizza- zione della produzione radiotelevisiva, cinema- tografica e teatrale | 20 (di cui 10 tempo det. stagionali) | 0,0% | 52,8% | 32,1% | 15,1% | 31,2% | 6,5% | 4,3% | 58,1% | 0,0% | 12,0% |
Grafici, disegnatori e allestitori di scena | 130 (di cui 30 tempo det. stagionali) | 0,0% | 37,8% | 54,2% | 8,0% | 53,7% | 18,7% | 2,5% | 25,1% | 4,0% | 34,0% |
Tecnici per la trasmis- sione radiotelevisiva per le telecomunicazioni | 70 (di cui 0 tempo det. stagionali) | 0,0% | 19,1% | 67,2% | 13,6% | 33,2% | 31,2% | 4,9% | 30,7% | 18,0% | 80,0% |
Macchinisti ed attrezzisti di scena | 320 (di cui 70 tempo det. stagionali) | 57,4% | 33,9% | 8,7% | 0,0% | 63,5% | 7,7% | 0,3% | 28,5% | 8,0% | 32,0% |
Personale non qualifi- cato nei servizi ricreativi e culturali | 230 (di cui 30 tempo det. stagionali) | 41,4% | 12,8% | 45,8% | 0,0% | 9,6% | 4,6% | 1,3% | 84,4% | 2,0% | 15,0% |
Fonte: Sistema informativo Excelsior, 2016 |
31 Va evidenziato anche un altro aspetto che caratterizza l’occupazione nelle icc e quindi nel segmento audiovisivo. Uno studio del Parlamento Europeo (Precarious Employment in Europe: Patterns, Trends and Policy Strategies, 2016) sottolineala precarietà in cui vivono i lavoratori del settore culturale: se in media il 59% dei lavoratori nella UE ha un contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno, questa percentuale scende al 39% nel settore che copre anche i servizi artistici.
La categoria professionale per la quale si prevede il maggior numero di assunzioni è quella dei “Macchinisti ed attrezzisti di scena”, seguita da quella relativa alle professioni più propriamente creative (“Registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi”) e da quella inerente il “per- sonale non qualificato”.
il diploma di scuola superiore è, in genere, il titolo di studio più richiesto; un titolo universitario è più apprezzato nell’assunzione di “Tecnici dell’organizzazione della produzione radiotelevisiva, ci- nematografica e teatrale” e di “Tecnici per la trasmissione radio-televisiva e per le telecomunicazioni” anche se, in entrambi i casi, con valori mediamente bassi (poco più di un’assunzione su dieci).
Precedenti esperienze professionali sono apprezzate, in particolare per le assunzioni di “Mac- chinisti ed attrezzisti di scena”, “Grafici, disegnatori e allestitori di scena”, “Tecnici per la trasmissione radio-televisiva e per le telecomunicazioni” e “Tecnici dell’organizzazione della produzione radiote- levisiva, cinematografica e teatrale”.
complessivamente, si tratta di assunzioni rispetto alle quali non si prevedono particolari diffi- coltà di reperimento delle risorse umane; qualche difficoltà in più è segnalata per i “Tecnici per la trasmissione radio-televisiva e per le telecomunicazioni” e riguardano quasi due assunzioni su dieci. Per questa categoria professionale è molto elevato anche il fabbisogno di ulteriore for- mazione per i neo-assunti, fabbisogno che interessa ben otto assunzioni su dieci. Piuttosto si- gnificativo anche il fabbisogno di ulteriore formazione segnalato per le nuove assunzioni di “Registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi” (quasi sei assunzioni su dieci).
1.5 La filiera audiovisiva laziale: principali policies di supporto e sfide per il futuro.
L’analisi documentale realizzata conferma, dunque, che il settore audiovisivo è molto rilevante per l’economia regionale e presenta ulteriori potenzialità di crescita. Esso, pertanto, è stato inserito a pieno titolo tra le “Aree di specializzazione” (AdS) della “Smart specialisation strategy” regionale, vale a dire quelle aree su cui la Regione Lazio intende puntare maggiormente in quanto in esse “…… esibisce un vantaggio competitivo oppure mostra un potenziale per generare crescita qualificata e trasformazioni economiche per affrontare sfide sociali ed ambientali”.
in particolare, l’audiovisivo si colloca principalmente nell’ambito dell’AdS “Industrie creative di- gitali” ma presenta ampie sovrapposizioni con l’AdS “Patrimonio culturale e tecnologie della cul- tura”. Più precisamente, come illustra il grafico seguente, la produzione cinematografica, televisiva e audiovisiva si colloca al centro di importanti processi di innovazione che caratte- rizzano il più ampio sistema delle Industrie culturali e creative (ICC), come detto in forte crescita da diversi anni.
DIGITALIZZAZIONE
USER GENERETED CONTENT (UGC)
PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA E TELEVISIVA
AUDIOVISIVO, INDISTRIE CREATIVE ED EDITORIA
DISTRIBUZIONE
DESIGN E INNOVAZIONE
CROSS MEDIALITÀ
Fonte: Regione Lazio, Stati generali dell’industria, focus group 24 febbraio 2016.
Ne deriva che il settore è ritenuto centrale dalla Regione Lazio, sia nell’ambito di specifiche politiche settoriali (in particolare LR 2/2012”interventi regionali per lo sviluppo del cinema” e relativi strumenti attuativi)32, sia nel quadro della programmazione 2014-2020 dei fondi SiE (Fondi strutturali e di investimento europei)33.
in particolare, nell’ambito del PO FSE 2014-2020, da alcuni anni è stata messa in campo l’iniziativa “Torno Subito” (diretta a giovani interessati a realizzare percorsi formativi all’estero e, successivamente, tirocini nel Lazio) che prevede una linea dedicata specificatamente alle pro- fessioni cinematografiche (Torno Subito Cinema).
inoltre, sempre nel PO FSE, è prevista, tra le altre, l’istituzione di una “Scuola di Alta Formazione per il Cinema”. Si rileva, inoltre, che la Regione Lazio, dal 2008, ha intrapreso anche un’ampia azione di sistematizzazione dei profili professionali del settore audiovisivo che, per quanto an- cora implementabile, rappresenta un’ulteriore testimonianza dell’interesse verso il settore ed
32 Tra tali strumenti si segnala innanzitutto il Fondo Regionale per il cinema e l’Audiovisivo, teso a favorire l’attrazione di produzioni straniere sul territorio regionale, ed il più recente “Fondo Rotativo cinema”, lanciato per sostenere le imprese - mediante prestiti - in modo anticipato rispetto agli altri incentivi attivati ai sensi della LR 2/2012. Si precisa che l’attuazione della LR 2/2012 avviene sulla base di Documenti Programmatici Triennali e quello attualmente in vigore si riferisce al triennio 2015-2017.
33 Tra gli altri strumenti che possono essere attivati a supporto del settore, oltre a quelli nazionali previsti dalla nuova Legge cinema (L. 220/2016) non bisogna dimenticare quelli gestiti direttamente dall’Unione Europea e in particolare il programma Europea creativa (sottoprogramma media) nonché i finanziamenti del fondo Eurimages del consiglio d’Europa (European cinema Support Fund).
il capitale umano che vi opera o intende operarvi34. Anche nell’ambito del PO FESR 2014- 2020 sono state attivate diverse azioni a supporto del settore tra cui “Lazio Cinema Interna- tional”, avviso pubblico che da due anni finanzia la realizzazione sul territorio regionale di coproduzioni cinematografiche e audiovisive tra almeno una Pmi laziale e uno o più produttori esteri (ben 21 le coproduzioni finanziate finora). Peraltro, il documento “Linee guida delle po- litiche per l’internazionalizzazione del sistema produttivo della Regione Lazio” sottolinea la “centralità di comparti come l’audiovisivo” e in merito prevede diverse azioni e paesi prioritari: sottoscrizione di accordi di cooperazione nel campo dell’audiovisivo con la Francia; collabora- zione con la regione di San Paolo (Brasile) per sviluppare cooperazioni nel settore delle industrie audiovisive con particolare riferimento alle co-produzioni e post-produzioni; azioni promozione del settore nel Sud-est asiatico, in particolare malesia e Vietnam35.
Dunque, la Regione Lazio ha assegnato al settore cinematografico e audiovisivo un ruolo di primo piano nelle sue strategie di sviluppo ed oggi il Lazio è la seconda regione d’Europa per volume d’investimenti nel comparto (23 milioni di euro nel 2016) dopo Ber- lino-Brandenburgo.
A fronte di questo impegno da parte del sistema regionale, le aziende del settore audiovisivo sono chiamate a fare la loro parte per sostenere la propria competitività. in particolare - ri- spetto alle principali sfide future che si pongono per il settore (vedi paragrafo 1.2) - aziende ed operatori sono chiamati ad investire maggiormente non solo nel rinnovamento strutturale ma anche e soprattutto sulla formazione del proprio capitale umano, risorsa strategica fondamen- tale per ogni tipo di business.
inoltre, devono puntare maggiormente su due strategie competitive - innovazione e interna- zionalizzazione - a cui non sempre sono abituate, ma che ormai rappresentano delle leve sem-
34 Una prima serie di profili professionali è stata approvata ed inserita nel Repertorio regionale dei profili professionali e formativi con D.G.R. n. 795 del 31 ottobre 2008.Recentemente (Determinazione - numero G08541 del 19/06/2017) sono stati approvati i seguenti ulteriori standard professionali: cantautore/interprete di brani musicali; montatore del suono cine-audiovisivo; Sceneggiatore; Videomaker. Dunque, oltre a questi ultimi profili, il Repertorio regionale com- prendeper il settore cinema e Audiovisivo i seguenti profili professionali: Acconciatore cinematografico e audiovisivo; Amministratore di produzione cinematografica e audiovisiva; Attrezzista cinematografico ed audiovisivo; creatore realizzatore di effetti speciali scenici; macchinista cinematografico e audiovisivo; Operatore dello sviluppo e stampa; Operatore nella movimentazione di mezzi di trasporto cinematografici e audiovisivi; Produttore esecutivo progetto cinematografico e audiovisivo; Tecnico esperto nell’illuminazione cinematografica e audiovisiva; Truccatore cinemato- grafico e audiovisivo; Aiuto regista e supervisore della continuità; Autore della fotografia cinematografica e audiovisiva; costumista cinematografico e audiovisivo; montatore cinematografico e audiovisivo; Scenografo cinematografico e audiovisivo; Tecnico del suono; Tecnico di ripresa cinematografica e audiovisiva; Attore; Regista.
35 Sempre a proposito della promozione internazionale del settore, si segnala che lo scorso 27 maggio, durante il Festival di cannes, è stato firmato un accordo per la costituzione del primo “centro Euro-mediterraneo dell’Audio- visivo”. A siglarlo le seguenti strutture: Roma Lazio Film commission, Tanger Tetouan Al Hoceima Film commission, Andalucia Film commission, Spain Film commission, Île-de-france Film commission, Journées cinématographiques De carthage.
pre più necessarie se si vuole resistere e crescere in un contesto economico sempre più com- petitivo e globalizzato. Del resto, innovazione e internazionalizzazione sono processi fortemente correlati e in grado di rafforzarsi a vicenda nel senso che una maggiore capacità d’innovazione può favorire anche una maggiore proiezione internazionale e viceversa36.
2
LA PERCEZIONE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE
36 come rileva una ricerca della commissione Europea (internationalisation of European SmEs, 2010), le imprese attive a livello internazionale sono più innovative: il 26% ha introdotto prodotti o servizi nuovi per il loro paese mentre tale dato è pari all’8% per le altre Pmi, cioè quelle non attive a livello internazionale. in effetti una maggiore apertura in- ternazionale, oltre ad ampliare il mercato di riferimento, aumenta anche la possibilità di accedere a reti e network globali in grado di facilitare l’accesso a tecnologie e conoscenze che possono favorire innovazioni non solo di prodotto ma anche organizzative e di processo.
Gli elementi rilevati nell’ambito dell’analisi socio – economica del settore sono ampiamente confermati per quanto concerne le esigenze di formazione da quanto è emerso dall’indagine campionaria, effettuata tra gli operatori del settore audiovisivo laziale per rilevare i fabbisogni formativi e ad analizzare quali competenze rafforzare per favorire la competitività del comparto, i cui risultati sono oggetto del presente capitolo. L’indagine ha mirato ad individuare e definire i fabbisogni che maggiormente incidono sulla capacità di innovazione e di internazionalizzazione e quindi, in ultima analisi, sulle sue prospettive di sviluppo e consolidamento.
Le rilevazioni sono state effettuate attraverso la somministrazione di un questionario a un cam- pione di 83 operatori coinvolti nella filiera regionale dell’audiovisivo. Le aree tematiche og- getto di indagine sono state le seguenti:
• analisi dei fabbisogni di riqualificazione ed aggiornamento professionale degli operatori del settore con particolare riferimento sia alle competenze generali sia a quelle specifiche in materia di innovazione ed internazionalizzazione;
• tipologia di interventi formativi utili a favorire il rafforzamento e lo sviluppo del settore audiovisivo;
• esperienze formative pregresse;
• potenziali sbocchi occupazionali del settore e le figure professionali maggiormente richieste;
• percezione sull’andamento economico e le potenzialità future del settore.
Rispetto alle aree aziendali rafforzabili, sono auspicati interventi di riqualificazione in quasi tutti gli ambiti in quanto potenzialmente interessano più tipologie di operatori e professionalità della filiera. in particolare:
• l’area marketing, commercializzazione ed internazionalizzazione è quella maggiormente indicata (55%) rispetto alla necessità di investimento in interventi di aggiornamento o riqualificazione. Appare chiaro che la sfida verso e con l’estero può rappresentare il volano principale su cui intervenire rispetto ad un mercato sempre più complesso;
• sul lato tecnico, l’area produzione (45%) e post produzione (38%) presentano margini di mi- glioramento o di costante aggiornamento;
• sul lato gestionale, le aree da rafforzare sono quelle manageriali (35%) ed amministrativo ge- stionali (23%);
• risulta meno sentita l’esigenza di interventi di aggiornamento/riqualificazione per l’area risorse umane (5%).
Se SI, potrebbe indicare in quale tipologia di area/ambito? (possibili più risposte)
60%
50%
2.1 I fabbisogni formativi
Le esigenze di riqualificazione ed aggiornamento
Relativamente alle competenze, le analisi svolte evidenziano come il settore dell’audiovisivo presenti margini di rafforzamento sia sul lato tecnico che sul lato manageriale. in generale, una significativa quota di operatori contattati (89%) ritiene che siano presenti figure professionali che avrebbero bisogno di riqualificazione o aggiornamento professionale.
Nel suo ambito operativo, sono presenti figure professionali che avrebbero bisogno di riqualificazione o aggiornamento professionale?
40%
30%
20%
10%
AREA
Area marketing commercializzazione internazionalizzazione | Area produzione | Area post-produzione | Area manageriale | Area amministrativo- gestionale | Area risorse umane | Altre aree |
55% | 45% | 38% | 35% | 23% | 5% | 1% |
0%
Fonte: Elaborazione Assforseo
SI 89%
NO 11%
Fonte: Elaborazione Assforseo
in generale, il rafforzamento/aggiornamento atteso appare coinvolgere le varie professionalità della filiera in modo sostanzialmente omogeneo andando a interessare, trasversalmente, tutte le aree indipendentemente dall’ambito operativo. Sia a livello produttivo sia a livello di capacità di promozione, il settore presenta potenzialità non ancora pienamente valorizzate.
Le competenze generali rafforzabili
Rispetto alle competenze generali, gli operatori intervistati hanno evidenziato una serie di ambiti rafforzabili in termini di competenze. i principali fabbisogni emersi sono riferibili a differenti aree che riguardano le varie fasi della filiera audiovisiva e vanno ad interessare aspetti sia di na- tura amministrativo-gestionale sia di natura tecnica.
Le risposte non presentano elevate percentuali di concentrazione ma evidenziano una distri- buzione molto diversificata. L’area maggiormente selezionata è quella relativa alle competenze di internazionalizzazione (28%), seguono le conoscenze di marketing, commercializzazione (27%), le capacità tecnico professionali specifiche (27%) e le capacità organizzativo gestionali (25%).
Tra le altre tematiche, si rileva l’esigenza di maggiori capacità progettuali e fund raising (insuffi- cienti per il 19% degli operatori intervistati) ma anche di conoscenze di natura normativa, fiscale e tributaria (insufficienti per il 18%), nonché di competenze informatiche (insufficienti per 16%).
Con riferimento alle competenze generali degli operatori del settore, Lei avverte la mancanza di?
(possibili più risposte)
Aggregando le informazioni per macro aree, le rilevazioni effettuate consentono di evidenziare che:
• gli aspetti di natura gestionale e manageriale, risultano quelli maggiormente segnalati e ri- guardano ambiti: a) di natura strategica (internazionalizzazione, marketing, commercializza- zione, progettuali e di fund raising ) b) di natura organizzativa e c) di natura imprenditoriale (leadership);
• tra i fabbisogni di natura tecnica rientrano sia competenze professionali (27%) sia compe- tenze informatiche specifiche (18%);
• tra le competenze di carattere trasversale, le carenze riguardano in prevalenza aspetti lin- guistici (16%) e di comunicazione (14%);
• solo il 2% del campione non rileva particolari competenze da rafforzare.
L’ampio ventaglio di fabbisogni appare in linea con le specificità di un settore che presenta una
Competenze di internazionalizzazione
Conoscenze di marketing, commercializzazione
Capacità tecnico-professionali
specifiche
Capacità organizzativo-gestionali
Capacità progettuali e di fundraising
Conoscenze normative, fiscali e tributarie
Conoscenze informatiche
specifiche
Conoscenze linguistiche
Conoscenze di comunicazione
Capacità innovative ed imprenditoriali
Leadership e management
Nessuna in particolare 2%
Altre conoscenze 2%
10%
12%
16%
14%
19%
18%
18%
28%
27%
27%
25%
filiera che coinvolge una complessità di figure, dalla pre-produzione alla distribuzione; l’audiovisivo è un’opera collettiva, un lavoro di team che mette insieme competenze e specificità differenti tra loro ma tutte indispensabili per consentire una piena riuscita delle attività.
Le competenze specifiche rafforzabili in chiave innovativa e di internazionalizzazione Relativamente all’innovazione e all’internazionalizzazione, le competenze linguistiche (37,3%) ri- sultano quelle che maggiormente necessitano di rinforzo.
Tra le altre competenze chiave rientrano sia le capacità di natura tecnica (32,5%) ma anche quelle concernenti la conoscenza delle caratteristiche e delle peculiarità dei mercati esteri (27,7%) su cui si intende puntare.
Sia in termini di innovazione sia in termini di internazionalizzazione sono ritenute strategica- mente importanti le competenze acquisibili nell’ambito di co-produzioni e collaborazioni con altre realtà estere (15,7/%) a cui si associano le conoscenze e le capacità di networking (10,8%).
Fonte: Elaborazione Assforseo
In termini specifici, quali sono secondo lei le competenze chiave del settore in materia di innovazione ed internazionalizzazione?
(possibili più risposte)
Per l’area delle competenze tecniche, le azioni di formazione ritenute maggiormente utili riguardano la sceneggiatura (24%), la post produzione (22%), le tecniche di ripresa (19) ed il montaggio (14%).
In quali ambiti ritiene potrebbe essere utile proporre attività formative per favorire lo sviluppo del
32,5%
27,7%
15,7%
10,8%
8,4%
8,4%
6%
6%
4,8%
3,6%
Competenze linguistiche
Competenze tecniche
37,3%
settore audiovisivo in termini di innovazione e/o internazionalizzazione? (possibili più risposte)
Conoscenza mercato estero
Competenze in coproduzioni e collaborazioni esterne
Conoscenza interlocutori esterni
e networking
Comunicazione e commercializzazione
Capacità organizzative
e gestionali
Conoscenza di aspetti legali e normativi
Animazione - Storyboard | 5% | |
Fotografia | 5% | |
Scenografia | 5% | |
Fonte: Elaborazione Assforseo |
Altro Capacità progettuali Conoscenza storica del settore
Fonte: Elaborazione Assforseo
Marketing e Social Media
Gestione, finanza e controllo d’impresa
Processi e strumenti di internazionalizzazione
Sceneggiatura Post produzione Tecniche di ripresa
Montaggio
Effetti speciali Grafica 3D
Regia Digitalizzazione Nessuna in particolare
Altro
11%
10%
7%
6%
6%
14%
13%
19%
22%
25%
24%
30%
32,5%
Poter comunicare e saper collaborare con l’estero appare determinante per assicurare al tempo stesso una efficace capacità di innovazione ed internazionalizzazione.
I potenziali interventi formativi
Gli operatori hanno segnalato una serie diversificata di interventi formativi utili a favorire lo sviluppo del settore; le tematiche individuate sono molteplici ed abbracciano ambiti mul- tidisciplinari.
Per l’area delle competenze trasversali, gli interventi formativi ritenuti maggiormente auspicabili sono risultati quelli su marketing e social media (30%) seguiti da interventi di natura gestionale e finanziaria (28%) e da quelli sugli strumenti di internazionalizzazione (25%).
i contenuti segnalati consentono di evidenziare alcune specificità:
• per la fase di produzione, gli interventi formativi auspicati ricoprono un ampio ventaglio di professionalità quali le tecniche di ripresa, la regia e la fotografia;
• per la post produzione, un ruolo di rilievo assumono il montaggio, gli effetti speciali e la grafica 3d;
• gli interventi formativi ritenuti prioritari riguardano aree di competenze trasversali che af-
frontano tematiche generali, quali il marketing e social media, il controllo di gestione e l’in- ternazionalizzazione, e non specificatamente settoriali. Un progetto audiovisivo richiede non solo creatività ma anche una pre verifica del suo potenziale posizionamento sul mercato;
• le competenze amministrative sono ritenute importanti al fine di gestire e controllare i budget di progetto.
in linea generale, emerge come gli operatori abbiano evidenziato una serie di interventi pro- iettati a colmare sia esigenze e competenze di natura tecnica sia competenze di carattere im- prenditoriale ed economico finanziario. Tale elemento appare confermare la necessità di rafforzare il settore nella sua capacità di consolidare e ampliare le opportunità di mercato.
Dal punto di vista strategico, la proiezione verso nuovi mercati è coerente con le potenzialità dell’attuale sistema che evidenzia e propone un buon livello di competenze e professionalità. A questa strategia sono comunque collegate anche esigenze di aggiornamento di competenze di natura tecnica nel campo delle nuove tecnologie.
L’insieme dei fabbisogni emersi appare diversificato e coerente con le opportunità di sviluppo delle singole realtà che operano nei differenti ambiti della filiera e con differenti forme organiz- zative e societarie.
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
AMBITO
Le attività formative hanno riguardato? (possibili più risposte)
Aggiornamento di competenze | Apprendimento di nuove competenze | Altro |
63% 56% 2% |
Fonte: Elaborazione Assforseo
Le esperienze formative pregresse
Appare positivo il rapporto tra gli operatori del settore e la formazione; infatti, oltre la metà del campione (58%) ha partecipato ad interventi formativi nel corso degli ultimi 3 anni.
Negli ultimi tre anni è stato coinvolto in attività formative?
Le principali tematiche oggetto di formazione sono state quelle di natura tecnica relative alla fase di produzione (in particolare tecniche di ripresa e di filmaking) e post produzione (montaggio e competenze sull’utilizzo di software specifici). Sul lato gestionale, alcune esperienze formative sono state rivolte a rafforzare le competenze di natura commerciale (tecniche di vendita e svi- luppo mercati). in alcuni casi le esperienze formative hanno riguardato lo sviluppo di coprodu- zioni in realtà estere.
Le attività formative sono state realizzate in prevalenza sotto forma di work experience (38%) e attraverso forme di autoapprendimento (23%).
NO 42%
SI 58%
Fonte: Elaborazione Assforseo
La attività formative sono state orientate sia ad aggiornare le competenze (63%) sia ad appren- derne di nuove (56%).
Le attività formative hanno previsto … (possibili più risposte)
Ritiene che il settore dell’audiovisivo possa attualmente rappresentare un potenziale sbocco occupazionale?
40%
35%
NO 17%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
Fonte: Elaborazione Assforseo
SI 83%
8%
15%
19%
21%
23%
38%
Stage formativi
Corsi brevi
Altro
Seminari/Workshop di approfondimento
Autoapprendimento
Work experience
0%
TIPOLOGIA
Fonte: Elaborazione Assforseo
Le esperienze in co-produzioni estere determinano, secondo la percezione degli operatori, un forte valore aggiunto per il settore; infatti, rispetto ad interventi formativi classici, le work ex- perience, oltre a far acquisire competenze tecniche, consentono anche di rafforzare le capacità di relazione e di approfondire la struttura del mercato internazionale.
2.2 Le figure professionali e le aspettative sul settore
Le opportunità occupazionali
Le indagini ed i confronti effettuati determinano un quadro sostanzialmente positivo sulle aspet- tative di sviluppo del settore audiovisivo; la maggioranza degli operatori coinvolti nell’indagine (83%) ritiene che il settore abbia ottime prospettive in termini di potenziali sbocchi occupa- zionali.
Le figure professionali richieste interessano gran parte delle differenti professionalità in cui si articola la filiera dell’audiovisivo; i profili di natura tecnica risultano essere quelli maggiormente richiesti sia relativamente alla fase di produzione sia a quella di post produzione.
Nel dettaglio, il tecnico di montaggio e post produzione risulta particolarmente richiesto (34%) insieme all’operatore di grafica, effetti speciali e animazione 3d (18%) a cui si associa anche quella relativa agli operatori di grafica, effetti speciali e animazione 3d (18%).
Ad oggi, quali sono le figure maggiormente richieste? (possibili più risposte)
18%
14%
14%
13%
13%
12%
10%
7%
7%
7%
6%
2%
Montaggio e tecnici post-produzione
Ggrafica, effetti speciale
animazione 3D
Autori e sceneggiatori
Operatori di ripresa e altri tecnici di produzione
Regia e videomaker
Marketing, social media e comunicazione
Manager, fundraiser e figure gestionali
Reparto produzione
Fotografia
Fotografia
Professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti)
Multidisciplinari
Altro
34%
L’andamento economico
con riferimento agli aspetti economici, le rilevazioni effettuate non presentano un giudizio uni- voco sull’andamento del settore. infatti, il 37% degli intervistati ha registrato, nel corso dell’ul- xxxx xxxx, un miglioramento economico; mentre, di segno opposto il giudizio del 27% del campione che ha rilevato un peggioramento del fatturato.
circa un terzo del campione (35%) ritiene che l’andamento economico sia rimasto sostanzial- mente stabile.
Dal suo punto di vista, nell’ultimo anno l’andamento economico del settore dell’audiovisivo è?
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
28%
35%
37%
Peggiorato
Rimasto sostanzialmente invariato
Migliorato
0%
ANDAMENTO ECONOMICO
Fonte: Elaborazione Assforseo
Fonte: Elaborazione Assforseo
Aggregando le risposte per macro area emerge che:
• l’area della post produzione sembra rappresentare il principale sbocco occupazionale in par- ticolare per alcune figure specifiche (montatori, grafici ed esperti di effetti speciali-animatori);
• l’area della produzione presenta buone opportunità in quanto ricomprende molteplici pro- fessionalità (registi, video maker, fotografi, fonici e tecnici di produzione in genere);
• per l’area comunicazione, le figure richieste sono quelle relative ai social media ed al mar- keting in genere;
• per l’area gestionale, particolarmente richiesti sono sono gli esperti di fund raising oltre che figure di natura manageriale;
• in alcuni casi più che una figura specifica, la ricerca è posta verso figure multidisciplinari in grado di coprire più ruoli all’interno della filiera produttiva.
Rispetto alle prospettive future, la percezione del campione è particolarmente positiva; infatti, circa la metà degli intervistati (49%) prevede un miglioramento dell’andamento economico del proprio settore per il 2017-2018; per il 41% del campione i livelli di fatturato resteranno sostan- zialmente invariati; la restante quota (10%) ipotizza un peggioramento della situazione economica.
Guardando al biennio 2017-2018, ritiene che l’andamento economico del settore?
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
2.3 Considerazioni di sintesi
L’analisi svolta evidenzia le ottime potenzialità del settore dell’audiovisivo che si caratterizza per una buona vitalità economica e occupazionale ma che necessità comunque di un rafforza- mento/aggiornamento in grado di accrescere il livello di competenze sia tecniche sia gestionale/imprenditoriali.
in coerenza con la multidisciplinarietà di figure coinvolte nella filiera, il ventaglio di fabbisogni è diversificato ed ampio. in un’ottica di sviluppo competitivo, risultano auspicabili gli interventi rivolti ad aumentare la capacità di internazionalizzazione ed il rafforzamento delle esperienze di co-produzioni. A detta degli operatori il settore rappresenta un’importante opportunità di sbocco occupazionale.
28%
35%
37%
Peggiorato
Rimasto sostanzialmente invariato
Migliorato
0%
ANDAMENTO ECONOMICO
Fonte: Elaborazione Assforseo
Le strategie per il futuro
Per aumentare la competitività del settore, gli elementi strategici su cui puntare sono la qualità del prodotto (55%) e lo sviluppo di mercati internazionali (54%) a cui va affiancata un’adeguata capacità di innovazione di processo e di prodotto (40%).
Dal suo punto di vista quali sono i fattori competitivi su cui intende far leva nei prossimi due anni? (possibili più risposte)
Qalità del prodotto 55%
Internazionalizzazione
Innovazione di processo
e/o prodoto
40%
54%
Rapporto qualità/prezzo 24%
Riduzione dei costi 8%
Altro 5%
Fonte: Elaborazione Assforseo
Nell’ambito della ricerca sono state realizzate 9 video-interviste con professionisti, imprenditori e dirigenti/responsabili rappresentativi dei diversi segmenti produttivi che compongono la filiera audiovisiva regionale e nazionale. Nella individuazione degli interlocutori si è tenuto conto del- l’esigenza di approcciare al comparto audiovisivo regionale sia da una prospettiva tecnica e im- prenditoriale sia da una più istituzionale di visione complessiva del settore di riferimento.
3
LA PERCEZIONE DEI TESTIMONI PRIVILEGIATI
Le interviste hanno consentito di:
• approfondire il tema dei profili professionali in ascesa/declino nel settore audiovisivo;
• evidenziare i fabbisogni formativi degli operatori del settore;
• individuare gli elementi di rilievo in termini di capacità di innovazione e di internazionaliz- zazione;
• fornire considerazioni sulle prospettive di sviluppo e consolidamento.
in termini generali le considerazioni raccolte possono essere così sintetizzate:
Evoluzione delle figure professionali
A livello di scenario, l’avvento del digitale ha decretato una vera e propria rivoluzione sia a livello di distribuzione che a livello di produzione. Oggi per gli operatori del settore è richiesta una maggiore flessibilità non solo tecnica, ma anche manageriale. È necessaria, quindi, una for- mazione completa che abiliti gli operatori a raccogliere le sfide che il digitale sta definendo. i produttori televisivi e cinematografici devono necessariamente pensare ad una competizione che si gioca sempre più a livello internazionale.
Fabbisogni formativi
La formazione può rappresentare un importante fattore per supportare il sistema audiovisivo regionale e nazionale. La realtà italiana (in tutta la filiera) ha dimostrato e sta dimostrando di possedere talenti, capacità e competenze; la formazione deve riuscire a valorizzarne le speci- ficità anche attraverso interventi di formazione strutturata. in termini specifici, tutte le figure che operano nel settore dovrebbero possedere un minimo di conoscenze economiche, orga- nizzative e gestionali. inoltre, tutta la formazione, qualunque tipo di formazione, deve “abituare” alla condivisione, alla cooperazione ed alla collaborazione. Proprio le coproduzioni rappresen- tano un importante fattore di crescita professionale.
Internazionalizzazione
il settore presenta ottime opportunità in chiave di internazionalizzazione; il suo sviluppo può passare sia attraverso la valorizzazione delle specificità del prodotto italiano e del concetto di italianità sia attraverso l’aumento del numero di coproduzioni. i grandi festival internazionali di cannes e Venezia dimostrano la rilevanza dell’italia a livello internazionale. Si stanno creando nuovi contenuti ma è necessario che queste capacità ideative, creative e produttive non si ri- ducano ad una nicchia ma abbiano la forza di tradursi in realtà importanti con valori economici
positivi. in generale, viene manifestata l’opportunità di operare maggiormente con una logica di “sistema”; il prodotto audiovisivo è innanzitutto un elemento trainante nell’economia del Paese. Nel confronto internazionale, l’italia presenta una leadership molto forte da un punto di vista creativo-qualitativo, ma non di tipo economico-dimensionale; il tema non è tanto nelle singole professionalità quindi, quanto nella capacità del sistema di essere industria.
Una sintesi dei principali elementi emersi nel corso delle videointerviste, che, nella loro versione integrale saranno fruibili sul sito della sovvenzione xxx.xxxxxxx0000.xx, è riportata nei box che seguono.
Nei box che seguono si riportano in sintesi i principali elementi emersi nel corso delle nove videointerviste.
XXXXXXX XXXX
Amministratore Delegato e Direttore Generale di UNIVERSAL PICTURES ITALIA L’intervista con Xxxxxxx Xxxx si è incentrata su tre importanti temi che caratterizzano il settore dell’audiovisivo: l’evoluzione delle figure professionali, il livello di commercializzazione all’estero dei prodotti italiani e gli interventi necessari per supportare il sistema audiovisivo italiano. Per quanto riguarda l’evoluzione delle figure professionali, la digitalizzazione richiede oggi per gli operatori del settore una maggiore flessibilità non solo tecnica, ma anche manageriale. in questo momento, l’italia sembra non sfruttare in modo ottimale il potenziale della multisala e, con esso, la possibilità di riutilizzare il prodotto più volte durante l’anno con notevoli benefici per il produttore, ma anche per il pubblico, che avrebbe un accesso più facile ai contenuti e avrebbe modo di vedere il programma per un maggiore arco temporale. È necessaria quindi una formazione completa che aiuti gli operatori del settore a raccogliere le sfide che il digitale sta definendo.
Per quanto riguarda il livello di commercializzazione all’estero dei prodotti italiani,
attualmente l’esportabilità potrebbe subire un incremento considerevole se si girasse diretta- mente in lingua inglese. L’inserimento del digitale potrebbe facilitare anche questo aspetto: da una parte infatti, la doppia banda potrebbe consentire una trascrizione simultanea in lingua in- glese, dall’altra, invece, sarebbe una leva importante per sceneggiatori e attori per imparare ad esportare il concetto di “italianità”.
Strettamente legata a questa problematica è la partecipazione a manifestazioni internazionali da parte di produttori italiani, ai quali oggi è richiesto lo sforzo di far conoscere bene e meglio cosa si sta producendo. La logica della partecipazione con il solo fine di vendere, oggi è venuta meno a causa del miglioramento della produzione a livello europeo e quindi con l’incremento di competizione. in risposta, i produttori italiani hanno una carta importante da giocare: l’ita- lianità. Un esempio importante in tal senso è rappresentato dalla produzione seriale “Young Pope”: se un prodotto italiano è qualitativamente valido, allora il mercato internazionale è pronto ad acquistarlo per venderlo.
il terzo aspetto analizzato ha riguardato gli interventi economico-finanziari necessari per supportare il settore audiovisivo. L’approccio con cui si vende il prodotto è oggi cambiato: non si vende più un unico prodotto, ma un pacchetto di prodotti.
c’è sicuramente la necessità di formare figure professionali in grado di supportare l’intero processo di commercializzazione, così come è importante utilizzare con più efficacia le coproduzioni in cui si deve cercare di migliorare l’identità italiana con maggiore sfruttamento della stessa.
53
L’utilizzo del Tax credit potrebbe migliorare il settore audiovisivo se fosse sfruttata pienamente l‘idea iniziale, visto che a livello di incremento del numero di coproduzioni con operatori sta dando buoni risultati.
52
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
XXXXXX XXXXXXXX
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direttore Gene- rale Cinema
Nel corso dell’intervista Xxxxxxxx ha sottolineato i seguenti elementi: lo stacco, nel cinema ita- liano, tra sceneggiature anche ben scritte e la realizzazione finale compiuta da parte dei pro- duttori, non tutti ovviamente; la vivacità e la qualità delle produzioni per le televisioni e le piattaforme che hanno dietro produzioni forti dal punto di vista economico ma anche di pro- posta e verifica dei contenuti; la struttura della nuova legge sul cinema che, da un lato intende supportare la vivacità degli autori e, dall’altro, sostenere la progettazione di un film nelle fasi di sviluppo e preproduzione; la necessità per la distribuzione cinematografica e per gli esercizi (questi ultimi relativamente al rapporto con i ”pubblici del cinema”), di adattare i propri modelli alle nuove tecnologie.
Più specificamente, Xxxxxxxx ha evidenziato che:
• la fase della sceneggiatura deve essere sostenuta dal miglioramento delle modalità di presentazione dei progetti/prodotti anche a livello europeo. in altri paesi, infatti, la rappresentazione dei progetti è più accurata della nostra, salvo eccezioni ovviamente, in quanto preceduta da un lavoro di sviluppo più denso. Al riguardo ha sottolineato come l’in- tervento finanziario previsto dalla nuova legge vada nella direzione di potenziare questa fase;
• la distribuzione nella filiera cinematografica deve trovare forme adeguate per incontrare i pubblici nell’intero anno e quindi acquisire competenze e capacità formate in questa direzione.
XXXXXXX XXXXXXX
Presidente Istituto Luce Cinecittà
Tre le tematiche approfondite durante l’intervista: quelle sullo stato dell’arte dell’intero com- parto, sull’esportazione del prodotto audiovisivo italiano e sulle professionalità richieste.
A livello di scenario, l’avvento del digitale ha decretato una vera e propria rivoluzione sia a livello di distribuzione sia a livello di produzione. Dal punto di vista dei contenuti, è aumentata la qualità offerta dei prodotti ma non appaiono chiare le modalità di diversificazione degli stru- menti di fruizione. Un’altra problematica riguarda la differenziazione di genere: attualmente i produttori italiani hanno difficoltà nel comprendere per quali medium sia più opportuno pro- durre. L’effetto che ne deriva è l’eccessiva produzione di film che non reggono l’impatto con la sala. Per risolvere, o almeno ridurre, queste problematiche si deve cominciare a pensare nel- l’ottica dello sviluppo di un piano Industriale in cui si dia un forte rilievo anche al- l’internazionalizzazione, visto che oggi ci sono strumenti finanziari che lo consentono.
il secondo aspetto analizzato è relativo alla capacità di internazionalizzare la produ- zione attraverso l’incremento del numero di coproduzioni, ma anche differen- ziando il prodotto a livello internazionale.
55
Per migliorare l’internazionalizzazione si deve mettere in campo un pacchetto di incentivi per supportare l’esportazione in tutte le fasi, un vero e proprio “sistema” per l’intero settore. Al
di là del contenuto creativo, è necessario che si punti sul fatto che il prodotto audiovisivo è in- nanzitutto un elemento trainante nell’economia del nostro Paese.
il terzo aspetto riguarda le professionalità. È prioritario formare la categoria dei produt- tori, chiamata oggi a pensare in modo globale allo sfruttamento del prodotto. Si deve creare un vero e proprio listino con prospettiva di sfruttamento temporale superiore ai 12 mesi.
XXXXX XXX XXXXXX
Amministratore Delegato di RAI Cinema
Nel corso dell’intervista è emerso chiaramente come la formazione debba caratterizzarsi come formazione strutturata per ciascuna tipologia di professionalità (sceneggiatore, regista, produt- tore, distributore, esercente) nelle modalità con cui si muove il cinema internazionale, finalizzata allo sviluppo di capacità di interrelazione con le variabili economiche generali del settore in cui si inserisce il loro lavoro.
Per quanto riguarda le singole figure professionali, sono emersi i seguenti punti:
• un film nasce da una scrittura e la formazione di un buon sceneggiatore (e ce ne sono già) deve impiantarsi da un lato su una profonda cultura cinematografica di base e, dall’altro, sulla conoscenza delle modalità di scrittura di una sceneggiatura frui- bile a livello internazionale, specie su schemi anglosassoni; questo facilite- rebbe la lettura per le coproduzioni internazionali; sarebbe poi utile costruire una banca nazionale delle proposte di sceneggiature, filtrate ovviamente secondo curriculum del proponente, da cui i produttori possono trarre i prodotti da sviluppare ulteriormente;
• la formazione della produzione deve mantenere l’attenzione attuale sugli aspetti tecnico- operativi del film, ma deve: tendere a formare Produttori manager, capaci cioè di assemblare finanziariamente un film (aspetto su cui la produzione italiana on the job è molto cresciuta) specie a livello europeo ed internazionale; interfacciarsi, per affron- tarle, con le variabili economiche generali e con quelle specifiche del settore e dei suoi pla- yer; ben navigare nella filiera dei diritti; ovviamente operare sempre più in ambito internazionale che significa anche capacità di operare in italia con produzioni internazionali;
• la distribuzione oggi è caratterizzata da risorse più giovani di altri comparti della filiera e con una buona attitudine; manca però (salvo eccezioni) una formazione organiz- zata nell’area del marketing creativo e digitale, nel commerciale verso i di- versi tipi di esercizio e con le agenzie;
• anche per l’esercizio si impone un upgradig formativo che può partire oltretutto da esperienze avanzate italiane e di altri paesi già operative; si tratta di formare veri e propri manager della sala capaci di costruire una programmazione sulla base della localizzazione geografica e della tipicità della sala nella quale operano (cityplex, multiplex, ecc.); con abilità nel pricing e nell’accrescimento della user experience; nel rapportarsi con la distribuzione, le agenzie e le varie modalità di distribuzione, oltre ad orientarsi nella scelta essenziale della data di uscita;
• anche la formazione dei registi dovrebbe essere arricchita da elementi di co-
54
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
noscenza della struttura dell’industria cinematografica e del contesto eco- nomico nel quale si muove.
XXXX XXXXX
Produttrice cinematografica
Nel corso dell’intervista la Xxxxx ha sottolineato la necessità di sviluppare competenze economiche e capacità creative, organizzative e gestionali per tutte le profes- sionalità che operano intorno al film. in particolare, per le singole figure professionali, l’at- tenzione è stata posta sui seguenti aspetti:
• il direttore della fotografia è la figura chiave nello svolgimento delle riprese in quanto, da un lato alter ego del regista e, dall’altro, riferimento per macchinisti ed elettricisti. in italia abbiamo una formazione molto importante che ha dato e continua a dare al cinema grandi talenti; tuttavia, occorre integrare la formazione tecnico-artistica, che ri- mane ovviamente decisiva, con elementi economici relativi alla gestione delle riprese;
• relativamente alla formazione dei mestieri per il cinema (dai costumisti, ai parrucchieri, ai truccatori, agli scenografi, ai falegnami, ai tintori,etc), per i quali l’italia vanta una grande scuola, questa necessita di essere integrata dallo sviluppo di capacità organiz- zative ed economiche nell’acquisizione dei materiali, nella loro logistica;
• per potenziare la formazione degli sceneggiatori c’è bisogno di avere materiali più formati; di una scrittura ancora più creativa;
• per i produttori è fondamentale che la formazione sviluppi capacità di indivi- duare il pubblico al quale si riferisce il prodotto per promuoverlo a prescindere dai canali media tradizionali (critici e giornalisti di cinema) con l’obiettivo di allargare l’area di ascolto e pubblicizzazione.
XXXXXX XXXXXXXX
Presidente Fondazione Centro Sperimentale di cinematografia
Secondo Xxxxxxxx, la scrittura del cinema e della serialità ma anche per la televisione (talk show compresi) è il nodo su cui bisogna insistere. Per la televisione si farebbe così un’altra televisione nelle varie forme con cui ormai si esprime. L’italia ha avuto una grande generazione di grandi “scrittori” e di grandi registi che si parlavano tra di loro anche se non lo dichiaravano. Oggi questo non accade anche per mancanza di punti di incontro se si escludono i festival o i premi.
Anche la figura del produttore è in crisi nella misura in cui non investe più diret- tamente nel prodotto in cui crede e che vuole realizzare. Spesso le idee appaiono, salvo eccezioni, buttate via in sceneggiature frettolose. ciò non accade quando ci sono pro- duttori importanti che credono nel prodotto. Ci vuole un impegno sul mestiere del produttore e dello scrittore.
Piu specificamente:
• occorre impegnarsi nella formazione del mestiere dello scrittore, specie dei dialoghisti. in italia non abbiano una tradizione di specializzazione in tale direzione. il dia- loghista era compreso nel team di sceneggiatura, il dialogo veniva fuori nello scambio di opinioni. Oggi invece si dovrebbe insistere su questo tipo di formazione specializzata;
• la banca nazionale delle proposte di sceneggiature proposta da Del Brocco, va in una dire- zione giusta e auspicabile; c’è da considerare però che bisogna rendere trasparente il rapporto coi produttori spingendoli ad investire (con borse di studio) nella formazione dei giovani talenti che individuano nei vari corsi di formazione;
• il produttore esecutivo dovrebbe andare verso il ruolo che ha negli USA e quindi la formazione deve insistere sulla costruzione di una capacità di acquisizione di finanziamenti;
• rilevante anche la peculiarità della formazione nella postproduzione per la quale occorrono percorsi diversificati tenendo conto che quella per la postproduzione in digitale e nel VFX può svolgersi nel corso di un training di un anno; diversamente quella nel restauro ha bisogno di 3 anni.
XXXXXXXXX XXXXX
Presidente APT – Associazione Produttori Televisivi
La riflessione di Leone si è concentrata sui mutamenti connessi all’introduzione del digitale. Si è avuta, infatti, una trasformazione molto forte da un punto di vista dell’offerta che risulta essere multi-piattaforma e sempre più on-line. Questa rivoluzione sta portando ad una ridefinizione dei consumi che sono sempre di più tra le mura domestiche e sui dispositivi on demand. come risultato, gli investimenti nella filiera devono concen- trarsi sul prodotto televisivo, riducendo quelli sul prodotto cinematografico. Il palinsesto che è stato il driver dell’offerta sta venendo meno per trasferirsi al palinsesto delle piattaforme, dove il consumatore può usufruire dell’offerta on demand e on line. i produttori televisivi e cinematografici devono necessariamente pensare ad una competizione che si gioca sempre più a livello internazionale. La qualità del pro- dotto non è più riferibile al prodotto stesso, ma tutto è ascrivibile al livello di competizione glocal. Persiste la difficoltà dei produttori di sfruttare pienamente questa opportunità. A livello di professionalità, il vero problema è investire risorse ap- propriate su ogni prodotto affinché sia competitivo. Abbiamo le eccellenze, ma se non hanno un finanziamento congruo, rischiano di non essere competitive con altri paesi. Il tema non è tanto nelle singole professionalità quindi, quanto nella capacità del sistema di essere industria.
XXXXXX XXXXXXXX
Produttrice cinematografica e Presidente AGCI – Associazione Generale Indu- strie Cine-audiovisive indipendenti
Secondo xxxxxx xxxxxxxx, tutta la formazione, qualunque tipo di formazione, deve insegnare,
56
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
57
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
abituare alla condivisione, alla cooperazione, alla collaborazione tra autori (Writing room, crea- tive factory), tra produttori (meglio se tra italiani e stranieri), tra autorialità e produzione (quindi tra creatività ed imprenditorialità), tra attività sopra la linea e attività sotto la linea specialmente la post produzione e i VFX.
in particolare, per quanto riguarda le singole figure professionali, la marzotto ha sottolineato i seguenti aspetti:
• la formazione del produttore vero e proprio, deve insistere sul fattore della im- prenditorialità, sulla necessità di operare secondo una linea editoriale per generi e per flussi di pubblico, che operi col metodo del business plan, con consapevolezza e praticabilità degli ambiti finanziari e fiscali;
• la formazione del produttore esecutivo, sulla falsariga dell’amministratore delegato di una impresa, deve renderlo capace di determinare l’allocazione del budget e il livello dei fornitori, in funzione della qualità attesa del film di cui è respon- sabile;
• la formazione dell’organizzatore generale, deve renderlo capace, di rispettare tempi e metodi del piano di lavorazione e del budget preventivo definito dal produttore esecutivo;
• la formazione del VFX Producer e del Post Production Coordinator, deve renderli più capaci di interrelarsi con le attività sopra la linea e durate le riprese; e assieme allo Script Editor, dovrebbero sempre più essere inseriti nell’orga- nico delle produzioni;
• la formazione nell’ambito vasto della sceneggiatura deve insistere sui dialoghisti e sugli script editor.
XXXXXXXXX XXXXXXX
Presidente ANICA – Associazione Nazionale Industria Audiovisiva e Multime- diale
59
Xxxxxxx ha evidenziato gli innumerevoli cambiamenti a livello tecnologico che stanno interessando il settore cinematografico e che hanno un forte impatto su: ac- cesso diretto del pubblico, accesso nelle sale cinematografiche, accesso ai con- tenuti. Quest’ultimo aspetto condiziona il settore e allo stesso tempo lo porta a lavorare con le medesime modalità dei social network. Per quanto riguarda la gestione dei Big Data, inoltre, negli USA, si sta ragionando sull’opportunità di ridurre moltissimo il prezzo del biglietto in cambio dell’utilizzo dei dati personali, che sono una vera e propria miniera di informazioni. Sempre negli USA, oggi, si registra una proporzione 70 a 30 in cui il peso maggiore è relativo all’indotto di ristorazione, il restante al prezzo del biglietto. in italia accade esattamente il con- trario: il biglietto ha un peso preponderante. Questi cambiamenti avranno un impatto fortis- simo sulla gestione delle finestre. Oggi si sta assistendo ad un vero e proprio braccio di ferro con Netflix che ha creato un’offerta completamente nuova puntando sulla simultaneità dei contenuti. Oggi si deve focalizzare l’attenzione su chi produce i contenuti. in italia
abbiamo una vibrante capacità di ideazione e di realizzazione anche se il 2017 è un anno molto difficile e critico perché caratterizzato dalla transizione dalla vecchia Legge sul cinema a quella nuova.
i grandi festival internazionali di cannes e Venezia hanno dimostrato che l’italia c’è a livello in- ternazionale: nuovi contenuti si stanno creando a livello di seriale e di cartoni animati. È ne- cessario quindi che queste capacità ideative - creative e produttive non si riducano ad una nicchia ma abbiano capacità di tradursi in film e serie televisive importanti con valori economici positivi . ciò si traduce in rispetto nell’utilizzo delle maestranze e di protezione dalla pirateria. Un film è fatto anche e soprattutto di maestranze (dal make up ai costumisti, dagli elettricisti agli scenografici) che necessitano di essere tutelate. i nuovi scenari toccano tutta l’industria. È necessario quindi uno sforzo sintetico fra le aziende dei vari comparti e le istituzioni. in tal senso, la nuova legge voluta dal ministro Xxxxxxxxxxxx è di tipo sistemico: dalla formazione alla digitalizzazione si occupa congiuntamente del settore cinematografico e di quello audiovisivo, immettendo nel sistema 400 milioni di euro all’anno. Gli operatori italiani oggi lavorano sia sul comparto cinematografico sia su quello audiovisivo, che ha il vantaggio di essere meglio remunerato nonostante i costi maggiori. il 2017 sarà un anno importante per questa legge dato che molti decreti saranno attuativi. Nel confronto internazionale, l’Italia presenta una leadership molto forte da un punto di vista creativo-qualitativo, ma non di tipo economico-dimensionale.
58
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
L’AUDIOvIsIvO NEL LAzIO: PIÙ CoMPETENZE PER INNoVARE E INTERNAZIoNALIZZARE. I FABBISoGNI PER LA CRESCITA DEL CAPITALE UMANo.
Ulteriori approfondimenti dei temi oggetto del presente rapporto, sono stati possibili nel corso del focus group “L’internazionalizzazione del settore audiovisivo nella Regione Lazio: quali pos- sibili aree di sviluppo” che si è svolto il 20 ottobre 2017. il focus group, condotto e moderato da Xxxxx Xxxxxxxxxxx, Professore di Economia e gestione delle imprese e Strategia d’impresa alla LUiSS Xxxxx xxxxx, Direttore LUiSS Business School, ha visto la partecipazione di diversi stakeholder del settore audiovisivo, ognuno dei quali portatore della propria esperienza con l’obiettivo di individuare punti di forza, debolezza, opportunità e minacce per l’intera filiera. Al focus sono intervenuti:
4
IL FOCUS “L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SETTORE AUDIOVISIVO NEL LAZIO”
• Xxxxxxxx Xxxxx, esperto di settore;
• Xxxxxxxxxxxx xxxxxx, Università degli Studi Roma 3, Professore - creazione di impresa audiovisiva;
• Xxxx Xxxxxxx in qualità di membro della commissione cinema e collaboratore del mini- stero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Direzione Generale cinema;
• Xxxxxxx Xxxxxxx, Responsabile Relazioni internazionali di Anica e coordinatore e Rappre- sentante presso icE dei desk audiovisivi e associazioni di categoria;
• Xxxxx Xxxxxxxxxx, ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Direzione Ge- nerale cinema.
L’incontro si è incentrato sui seguenti temi: trend prevalenti nel mercato e problematiche re- lative allo sviluppo internazionale; qualità dell’offerta italiana di prodotti audiovisivi; competenze chiave da acquisire in materia di innovazione e internazionalizzazione; cooperazione fra imprese come leva strategica per superare i limiti dimensionali; ruolo di supporto della PA per lo svi- luppo della filiera. Nei paragrafi che seguono si riportano le principali considerazioni emerse.
4.1 Trend Prevalenti e sviluppo internazionale
L’intero comparto mostra segnali di grande ripresa; a partire dal 2015 l’investimento totale per il territorio romano e per quello nazionale è stato massiccio. A livello di internazionalizza- zione, si registrano due problematiche: di prodotto e capacità di attrazione.
Per quanto riguarda il primo aspetto, il portafoglio italiano non risulta ancora essere in grado di concorrere a livello internazionale per quantità, ma soprattutto qualità, a livello di prodotto cinematografico. i nostri prodotti sono molto adeguati per la televisione, ma hanno scarsa pre- senza nelle sale con prezzi anche molto bassi. Per quanto riguarda la capacità del nostro cinema di attrarre investimenti esteri invece, le numerose leggi che hanno consentito la defiscalizzazione e i provvedimenti della Regione Lazio rappresentano un passo in avanti importante, consen- tendo l’aumento di coproduzioni internazionali.
Per arginare il primo aspetto si deve innanzitutto preparare il mercato internazionale al nostro prodotto, così come stanno facendo le grandi produzioni seriali in cui i produttori riescono a
confezionare prodotti carichi di “italianità”, ma esportabili. Allo stesso tempo, per migliorare la capacità di attrazione del cinema italiano, è necessario puntare maggiormente alla sinergia istituzionale delle nostre delegazioni all’estero con icE e gli altri enti, quali camere di com- mercio. Ad esempio, la stretta collaborazione istituzionale che si è creata tra ministero dello Sviluppo Economico, ministero dell’Economia e mibact per la definizione della Legge 2020 rap- presenta un importante passo in avanti per il miglioramento dell’intero sistema. Basti pensare che sono stati introdotti accorgimenti importanti (anche maggiori rispetto al sistema francese) sia sugli under 35 sia sull’animazione dove abbiamo delle grandi potenzialità. Naturalmente, per valutare l’efficacia della legge si dovranno considerare nel prossimo biennio due indicatori: miglioramento dell’occupazione e aumento dell’esportazione.
A livello di collaborazione istituzionale, in tutti i paesi in cui l’audiovisivo italiano ha potenzialità, insieme con icE, sono stati allestiti degli spazi volti a promuovere l’intero settore all’estero. Nello specifico, vengono previste tre linee di intervento: acquisto del prodotto italiano finito da parte del distributore estero, sviluppo di coproduzioni, attrazione di prodotti esteri cui ven- gono offerte produzioni esecutive italiane, possibilità di accedere a fondi regionali per invogliare il cinema straniero a girare sul nostro territorio.
4.2 Qualità dell’Offerta
L’ostacolo o la debolezza che ancora caratterizza il settore è rappresentato dalla scarsa capacità di fare coproduzioni anche di tipo minoritario. Gli ultimi dati indicano che su 120 film prodotti ancora per il 100% dei film italiani si sono ancora seguite logiche del passato con copertura del budget interamente pensata dentro i propri confini, 20 -25 co-produzioni maggioritarie e 10 co-produzioni minoritarie.
Un secondo ostacolo è rappresentato dalla capacità di essere ambiziosi: si deve puntare sull’ “italianità” che è il tratto che ha contraddistinto il nostro cinema in passato, ma, al contempo, comprendere cosa cerca il mercato internazionale, altrimenti si rischia che neppure il 5% della nostra produzione vada oltre i confini nazionali.
Terzo ostacolo è rappresentato dallo scarso budget che caratterizza le produzioni italiane.
Per cercare di risolvere questo ostacolo, è necessario formare non solo autori e produttori, ma anche e soprattutto distributori, puntando ad aumentare il numero di agenzie specializzate nella vendita di contenuti.
4.3 Competenze
A livello di competenze, è necessario acquisire non solo quelle tecniche, ma anche skill e/o modalità di lavorare all’interno del settore. Abbiamo delle eccellenze a livello autoriale e il cen- tro Sperimentale è molto valido nella formazione che eroga in questa categoria, ma il problema maggiore si riscontra quando si entra nel sistema produttivo; mentre quello della fiction sta dimostrando di saper cambiare, manifestando una maggiore esportabilità soprattutto quando entra in gioco la committenza internazionale con RAi e mEDiASET che si stanno adeguando, ben diverso è il discorso se si parla di cinema dove questo cambiamento non è ancora avvenuto. in tal senso, le scuole di formazione potrebbero migliorare la propria offerta puntando sul pas- saggio alla “vita reale” delle produzioni cinematografiche così come sulla promozione dell’ero- gazione di corsi in modo permanente, puntando sulla progettualità che, in questo momento, manca al settore cinematografico e sull’aggiornamento continuo dei player che già operano nel settore. Si deve inoltre evitare la frammentazione della formazione, per evitare inutili di- spersioni di risorse finanziarie.
4.4 Il ruolo della PA e delle Istituzioni
Attualmente la filiera dell’audiovisivo sta lavorando al 30% rispetto alle sue potenzialità. Le isti- tuzioni e la Pubblica Amministrazione devono occuparsi anche di distribuzione e di esercizio. in tal senso, le agenzie territoriali di distribuzione sottraggono risorse economiche notevoli se si pensa al modo con cui approcciano al prodotto nonostante i significativi cambiamenti a livello digitale. Una ridefinizione delle stesse consentirebbe al distributore nazionale una maggiore quantità di risorse da spendere sul territorio.
La nuova Legge 2020 lancia una sfida importante anche all’esercizio. Per ripartire si deve puntare a: policy di prezzo, ridefinizione territoriale delle sale e allargamento delle sale.
Le istituzioni e la PA sono chiamate a conferire stabilità e affidabilità alla normativa, in quanto sono le due leve imprescindibili per attrarre investimenti dall’estero che invece necessitano di progettazione di medio/lungo termine.
La nuova Legge rende più sistemico l’intero settore e soprattutto punta sulla responsabiliz- zazione dell’industria, predisponendo un maggior numero di investimenti, ma, al contempo, una maggiore attenzione a come siano gestite queste risorse finanziarie aggiuntive. in tal senso, è necessario che i futuri governi puntino verso questa direzione, migliorando la competitività del settore.
il rapporto pubblica amministrazione a livello centrale e regionale risulta essere altalenante: se da una parte la nuova Legge auspica un maggior coordinamento, al momento però, si registra una lentezza attuativa per il decreto sulle Film commission. Lodevole è invece la collaborazione
che negli ultimi anni stanno effettuando miSE e miBAcT sul lato banche. Questo a dimostra- zione che non è possibile approcciare alla gestione del settore in modo standardizzato, perché ha delle specificità intrinseche fondamentali per il suo stesso sviluppo.
A livello locale, è lodevole l’attività della Regione Lazio che ha predisposto dei meccanismi di finanziamento ulteriori a sostegno dell’intera industria; tuttavia è necessario compiere un ulte- riore sforzo sui seguenti aspetti: maggiori garanzie e certezza nel budget promesso in tempi di pianificazione finanziaria; rispetto dei tempi di pagamento; miglioramento dei sistemi di auto- matismo che al momento ancora non funzionano pienamente; miglioramento dell’ospitalità, introducendo figure di location manager; potenziamento della capacità di proporsi come ele- mento trainante per altre Regioni.
5
RAFFORZARE L’AUDIOVISIVO:
DUE ESPERIENZE EUROPEE DI SUCCESSO
Una specifica attività di ricerca è stata finalizzata ad individuare e analizzare casi ed esperienze di successo da cui sia possibile trarre elementi utili per promuovere, sostenere e potenziare la capacità di innovazione e internazionalizzazione nel settore audiovisivo laziale.
A seguito di una fase di analisi desk sono state individuate due differenti esperienze europee che appaiono di potenziale interesse per il contesto regionale; la prima (Natixis coficiné) si fo- calizza su aspetti di carattere finanziario e sul Bridge Financing, la seconda (studio Folimage e la scuola La Poudrière) focalizzata sul ruolo della formazione di eccellenza quale elemento di svi- luppo del settore.
Di seguito si riporta una sintetica descrizione delle esperienze individuate e che per le loro ca- ratteristiche possono fornire spunti ed elementi utili per innovare e internazionalizzare il settore audiovisivo.
Natixis Coficiné
Natixis coficiné, è una branch del gruppo bancario Natixis, numero due in Francia, formatisi dalla fusione delle due maggiori Banche Popolari Francesi.
È specializzata nel cosiddetto bridge financing dedicato specificatamente alle attività del cinema e dell’audiovisivo ed in tale veste si è affermata come il numero uno in Europa.
Questo tipo di finanziamento si dirige verso le produzioni indipendenti e copre il gap finanziario che usualmente si verifica tra i tempi delle riprese e l’acquisizione concreta dei finanziamenti pubblici e privati già contrattualizzati dalla impresa produttrice.
Svolge quindi un ruolo finanziario “ponte” che facilita la messa in cantiere, l’insediamento della “fabbrica” del cinema, l’apertura del set, prescindendo dai tempi di effettivo incasso dei finan- ziamenti già acquisiti a copertura dei costi della produzione.
Non si propone come cofinanziatore del film, quindi non partecipa ai costi e al risultato eco- nomico del film, è un facilitatore della messa in cantiere dell’opera audiovisiva e, in quanto tale, copre le necessità economiche per la realizzazione di una produzione nello spazio di tempo necessario ad “incassare” i cofinanziamenti degli altri partecipanti alla vicenda produttiva.
il Bridge Financing lascia così al produttore tutto il suo mestiere:
• la scelta del prodotto filmico da sviluppare;
• la scelta dei partner “sopra la linea”;
• la ricerca di cofinanziatori e softmoney, pubblici o/e privati;
• la scelta della produzione esecutiva e della organizzazione generale;
• l’acquisizione di una distribuzione nazionale ed internazionale.
il mestiere del bridge financer consiste nel:
• comprendere il processo produttivo e i processi di valorizzazione del prodotto film, nonché i rischi connessi ad entrambe le fasi;
• misurare la qualità degli “altri” che intervengono nel sostegno al piano finanziario a copertura dei costi di un film, dei distributori nazionali ed internazionali, dei sistemi di sostegno pub- blico nazionali, locali ed internazionali coinvolti, dei sistemi di tassazione nazionali;
• applicare meccanismi di contro-garanzia pubblici od altro.
coficinè si presenta come un best practice da imitare anche in italia perché, nella misura in cui interviene verso il cinema indipendente, permette all’intero settore del cinema ed audiovisivo di giovarsi di quella carica di freschezza, sperimentazione, passione che ne sono le caratteristi- che peculiari.
Lo studio Folimage e la scuola La Poudrière
La Francia occupa il terzo posto, dopo Stati Uniti e Giappone, nel mercato del cinema di ani- mazione, ed è il paese leader in Europa, coprendo il 40% della produzione europea. L’anima- zione è quindi un settore di grande vitalità, sia nella sua produzione industriale sia in quella più artigianale e tradizionale, e la sua grande forza deriva da diversi fattori: una forte tradizione grafica che nasce dai fumetti, una grande cultura visiva, il sostegno dello Stato e l’eccellenza delle sue scuole di formazione.
Folimage è uno studio di animazione, dalla fama mondiale. Nato nel 1981 per volontà del suo fondatore Xxxxxxx-Xxxx Xxxxxx, mondialmente riconosciuto, produce serie tv, corti e lungo- metraggi, originali e di qualità. La caratteristica che contraddistingue lo studio, e ne costituisce l’originalità è la scelta di una linea creativa tradizionale e atipica, perché si disegna ancora a mano, uno dei rari casi in Europa. Ad essere favorito è ancora il ruolo del creatore e della creazione. i successi non mancano (il lungometraggio “Una vita di gatto” ha avuto la nomination agli Oscar, vincendo sulle mega produzioni di Tintin di Xxxxxxxxxx e cars 2 di Pixar). Folimage Distribution propone un catalogo di più di 25 programmi per il pubblico giovane, 3 lungome- traggi per il cinema, più di 65 cortometraggi, più di 20 serie e speciali per la tv.
inoltre, nella Résidence d’artistes: più di 25 giovani registi, che vengono dal mondo intero, sog- giornano diversi mesi e studiano al fine di creare il loro primo cortometraggio. La cartoucherie de Xxxxx-lès-Valence è la factory dove si svolge ogni fase di creazione: sviluppo, produzione, fabbricazione, distribuzione. Nel 1999, lo stesso Xxxxxx, ha voluto realizzare, accanto a Foli- mage, una scuola, che con il tempo è divenuta la rinomata La Poudrière. La scuola è un’as- sociazione senza fini di lucro, riconosciuta come scuola dal ministero della cultura, sostenuta dal ministero e dalla Regione Auvergne Rhone-Alpes, e da molti altri partner tra cui media, canal+, Arte, etc.. Propone sia corsi biennali sia stage brevi e corsi europei, con la finalità di
accompagnare gli allievi anche nell’inserimento professionale. Per accedere alla scuola si devono avere minimo 22 anni ma non ci sono altri limiti di età.
La Poudrière, che ha ricevuto molti riconoscimenti, grazie al successo dei suoi allievi, nel 2015 è stata annoverata da una rivista specializzata americana tra le migliori scuole al mondo per l’animazione.
6
SPUNTI UTILI ALLO SVILUPPO DI MOViE UP 2020
L’analisi svolta conferma le ottime potenzialità del settore dell’audiovisivo che si caratterizza per una buona vitalità economica e occupazionale ma che necessita comunque di un rafforza- mento/aggiornamento in grado di accrescere il livello di competenze sia sul lato tecnico sia su quello gestionale/imprenditoriale.
Nell’ambito cinematografico e audiovisivo il Lazio detiene una consolidata leadership a livello nazionale e, in alcuni comparti della filiera, la produzione audiovisiva laziale arriva a rappresen- tare circa l’80% di quella nazionale. L’audiovisivo laziale rappresenta anche un importante bacino occupazionale e ricopre un ruolo rilevante per l’economia regionale pur presentando ulteriori potenzialità di crescita. Esso, pertanto, è stato inserito a pieno titolo tra le “Aree di specializ- zazione” (AdS) della “Smart specialisation strategy” regionale, vale a dire quelle aree su cui la Regione Lazio intende puntare maggiormente.
in coerenza con la multidisciplinarietà di figure coinvolte nella filiera, il ventaglio di fabbisogni è diversificato ed ampio. in ottica di sviluppo competitivo, la formazione può rappresentare un importante fattore di supporto.
in chiave di internazionalizzazione lo sviluppo del settore può passare sia attraverso la valoriz- zazione delle specificità del prodotto italiano e del concetto di “italianità” sia attraverso l’au- mento del numero di coproduzioni.
i processi di produzione, organizzazione, distribuzione e comunicazione che caratterizzano il settore audiovisivo devono essere supportati da una formazione in grado di combinare un ampio spettro di competenze multidisciplinari, sia relativamente alle professionalità legate alla produzione in senso classico, sia relativamente ai profili innovativi connessi ai processi di digi- talizzazione, all’interattività ed alla cross-medialità dei prodotti.
Lo sviluppo di competenze riguarda gli operatori di ogni ordine e grado e interessa tutti i seg- menti della filiera audiovisiva laziale, dalla progettazione alla produzione, dall’organizzazione al marketing fino alla distribuzione del prodotto.
Sulla base degli aspetti sopra delineati, la Sovvenzione Globale mOViE UP 2020 definirà e rea- lizzerà le sue linee di intervento specificamente mirate allo sviluppo di competenze per l’in- ternazionalizzazione e l’innovazione nel settore audiovisivo attraverso la realizzazione di azioni diverse, quali attività formative, work experience, seminari e scambi.
PRINCIPALE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
• e-media institute - istituto Xxxxx Xxxxx, Il sistema audiovisivo: evoluzione e dimen- sioni economiche, 2017
• Eurostat, database Education and Training, 2017.
• Fondazione Symbola - Unioncamere, Io sono Cultura – Rapporti 2017 e 2016
• Austrian institute for SmE Research - VVA Europe, Boosting the competitiveness of cultural and creative industries for growth and jobs, 2016
• Xxxxx &Young - Italia Creativa: 2° Studio sull’Industria della Cultura e della Creatività, 2016
• Relazione del Parlamento europeo del 30/11/2016 su una politica dell’UE coerente per le industrie culturali e creative
• Jfc srl - Cineturismo, Italia set privilegiato, 2016
• Xxxxx & Young, Cultural times: The first global map of cultural and creative in- dustries, 2015.
• miBAcT-ANicA, Tutti i numeri del cinema italiano, 2015
• Regione Lazio, Osservalazio - Osservatorio Permanente Regionale sulla Formazione con- tinua, Rapporto Annuale 2014
• Fondazione Xxxxxxxx per Luce-cinecittà con la supervisione della Direzione Generale per il cinema del miBAcT, Il senso del cinema e dell’audiovisivo per i territori, 2013
• miBAcT - Fondazione Ente dello Spettacolo - Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia, 2014
• Risoluzione del Parlamento Europeo del 12/09/2013 “Valorizzare i settori culturali e creativi per favorire la crescita economica e l’occupazione”
• X. xxxxxx (a cura di) -L’impatto economico dell’industria audiovisiva in Italia. Analisi internazionali, stato del settore proposte di Policy, 2012
• Anica - LUiSS Business School, Xxxxx Xxxxxxxxxxx - Xxxxxxxxx xxxxxxxx (a cura di), Le ri- cadute del tax credit: l’impatto economico delle forme di incentivazione alla produzione cinematografica, 2012
• Unindustria / cciAA Roma - Progetto di internazionalizzazione delle imprese dell’audiovisivo, 2012
• cENSiS/cciAA Roma - Impresa, territorio e direttrici di sviluppo nel sistema Lazio: una mappa ragionata del capitale produttivo regionale, 2010
• X. xxxxxx (a cura di) - I nuovi scenari digitali del mercato dell’audiovisivo e le sue ricadute sull’industria romana, 2010
• commissione Europea - Libro verde “Le industrie culturali e creative, un po- tenziale da sfruttare” cOm (2010) 183 definitivo del 27.4.2010.
• Sviluppo Lazio - Quaderni di economia regionale, Gilda xxxxxxxxxx, L’impresa culturale: il distretto Audiovisivo nel Lazio, 2008.
Finito di stampare in Dicembre 2017 Impaginazione ed elaborazione grafica 4DRG