CODICE COMMESSA: COM 336
CODICE COMMESSA: COM 336
PROCEDURA DI GARA APERTA AI SENSI DELL’ART. 53, COMMA 2 LETT. B) DEL D. LGS. N. 163/2006 E S.M.I. PER L’AFFIDAMENTO DELLA PROGETTAZIONE ESECUTIVA ED ESECUZIONE DEI LAVORI INERENTI AL PROGETTO “BONIFICA AMIANTO EX SCUOLE MATERNE. INTERVENTO DI RIMOZIONE AMIANTO, DEMOLIZIONI E ARRETRAMENTO DI UN MURO DI CONTENIMENTO” NEL COMUNE DI GIFFONI VALLE PIANA (SA)
CIG: 59478923C0 CUP: I84F08000020006
CAPITOLATO SPECIALE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE
PARTE II
COMUNE DI GIFFONI VALLE PIANA
(Provincia di Salerno)
APPALTO DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA ED ESECUZIONE DEI LAVORI SULLA BASE DEL PROGETTO DEFINITIVO A BASE DI GARA (Appalto integrato) | |||
BONIFICA AMIANTO EX SCUOLE MATERNE. INTERVENTO DI RIMOZIONE AMIANTO, DEMOLIZIONI E ARRETRAMENTO DI UN MURO DI CONTENIMENTO | |||
CUP: I84F08000020006 |
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
PARTE II - SPECIFICAZIONE DELLE PRESCRIZIONI TECNICHE
(articolo 53, comma 2, lettera b), comma 3 e comma 4, del Decreto Legislativo n. 163 del 2006)
(articoli 43, commi 3 e seguenti, 138, commi 1 e 2, e 169, del d.P.R. 05 ottobre 2010, n. 207)
Contratto a corpo
Il responsabile del servizio Il progettista
Il responsabile del procedimento
INDICE
PARTE II - SPECIFICAZIONE DELLE PRESCRIZIONI TECNICHE
CAPO 1 – NATURA DELLE ATTIVITA’ 5
Art. 78 - Natura specifica delle attività – descrizione dei lavori 5
CAPO 2 - PRESCRIZIONI TECNICHE PER ATTIVITA’ PRELIMINARI 10
Art. 79 - Accantieramento 10
Art. 80 - Tracciamenti 12
CAPO 3 - QUALITA' DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI. 13
Art. 80.1 - Qualità, requisiti, provenienza e accettazione dei materiali 13
Art. 80.2 - Accettazione, qualità ed impiego dei materiali 13
Art. 81 - Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso, sabbia 14
Art. 82 - Materiali inerti per conglomerati cementizi e malte 15
Art. 83 - Elementi di laterizio e calcestruzzo 15
Art. 83.1 - Armature per calcestruzzo 16
Art. 84 - Materiali metallici 16
Art. 85 - Prodotti a base di legno 18
Art. 86 - Colori e vernici 19
Art. 87 - Materiali per assatura e massicciate stradali 20
Art. 88 - Materiali per fondazioni stradali in stabilizzato 20
Art. 89 - Detrito di cava o tout-venant di cava o di frantoio 22
Art. 90 - Leganti bituminosi 22
Art. 91 - Tappeti sottili in conglomerato bituminoso 23
Art. 92 - Pozzetti 24
Art. 93 - Chiusini in ghisa sferoidale e ghisa perlitica 24
Art. 94 - Segnaletica 26
Art. 95 - Tubazioni in pead (polietilene ad alta densità) 26
Art. 96 - Tubazioni per rete di illuminazione pubblica 26
Art. 97 - Prove dei materiali 26
Art. 97.1 - Certificato di qualità 26
Art. 97.2 - Accertamenti preventivi 27
Art. 97.3 - Prove di controllo in fase esecutiva 27
CAPO 4 – PRESCRIZIONI TECNICHE E MODALITA’ OPERATIVE NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’ DI RIMOZIONE AMIANTO 28
Art. 98 - Rimozione delle coperture e degli elementi edili contenenti amianto 28
CAPO 5 – PRESCRIZIONI TECNICHE DELLE ATTIVITA’ DI DEMOLIZIONE DEI PREFABBRICATI 30
Art. 99 - Demolizioni dei prefabbricati 30
Art. 100 - Movimentazione e deposito temporaneo 31
Art. 101 - Classificazione dei rifiuti e pesatura 33
Art. 102 - Trasporto ai centri di avvio al recupero/smaltimento 34
Art. 102.1 - Impianto di lavaggio ruote 35
Art. 102.2 – Oneri per lo smaltimento 35
CAPO 6 – PRESCRIZIONI TECNICHE E MODALITA’ OPERATIVE NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’ DI SCOTICO ED INDAGINI DEI SUOLI 36
Art. 103 - Pulizia preliminare dell'area 36
Art. 104 - Specifiche tecniche per lo scotico 36
Art. 105 - Sondaggi sui suoli, modalità di campionamento e conservazione dei campioni 37
Art. 105.1 - Analisi dei campioni di suolo (top soil) 38
Art. 105.2 - Rapporto di prova 39
Art. 106 - Validazione delle analisi ambientali 39
Art. 106.1 - Oneri per le attività di validazione 39
CAPO 7 – PRESCRIZIONI TECNICHE DELLE ATTIVITA’ DI ESECUZIONE DI
SCAVI E DEMOLIZIONI DEL MURO DI CONTENIMENTO ESISTENTE 40
Art. 107 - Gestione delle materie 40
Art. 108 - Attività propedeutiche alle movimentazioni dei terreni 40
Art. 108.1 – Rilievo topografico e picchettatura dell’area 40
Art. 108.2 – Allontanamento dell’acqua dall’area di lavoro 41
Art. 108.3 – Saggi e tracciati 41
Art. 109 - Oneri generali 42
Art. 110 - Movimenti di terra 42
Art. 110.1 – Scavi in genere e sistemazione dell’area 43
Art. 110.2 - Scavi di sbancamento 44
Art. 110.3 - Scavi di fondazione/scavi a sezione obbligata 45
Art. 110.4 - Norme generali 46
Art. 110.5 - Rilevati e rinterri 47
Art. 110.6 - Prove di qualificazione del materiale 48
Art. 110.7 - Posa in opera 49
Art. 110.8 - Operazioni di compattazione 50
Art. 111 - Verifica tolleranze plano-altimetriche e accettazione lavoro 51
Art. 112 - Classificazione del materiale 51
Art. 113 - Demolizione e rimozione del muro esistente 52
Art. 114 - Modalità di mantenimento 53
CAPO 8 - PRESCRIZIONI TECNICHE PER L’ESECUZIONE DI OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO 54
Art. 115 - Opere e strutture di calcestruzzo 54
Art. 115.1 - Impasti di conglomerato cementizio 55
Art. 116 - Norme di esecuzione per il cemento armato normale 56
Art. 117 - Norme di esecuzione per il cemento armato precompresso. 57
Art. 118 - Acciaio di armatura per c.a. 58
Art. 118.1 - Controlli sull’acciaio 58
Art. 118.2 - Controllo della documentazione 58
Art. 118.3 - Controlli di accettazione 59
Art. 118.4 - Lavorazioni in cantiere - Raggi minimi di curvatura 60
Art. 118.5 - Deposito e conservazione in cantiere 60
Art. 119 - Calcestruzzi 60
Art. 119.1 - Normativa di riferimento 60
Art. 119.2 - Classificazione dei conglomerati cementizi 60
Art. 120 - Caratteristiche dei materiali costituenti i conglomerati cementizi 64
Art. 120.1 - Cemento 64
Art. 120.2 - Controlli sul cemento 64
Art. 120.3 - Aggiunte 65
Art. 120.4 - Aggregati 66
Art. 120.5 - Acqua di impasto 67
Art. 120.6 - Additivi 67
Art. 120.7 - Qualifica preliminare dei conglomerati cementizi 68
Art. 120.8 - Controlli in corso d’opera 70
Art. 120.9 - Caratteristiche del calcestruzzo allo stato fresco e indurito 70
Art. 120.10 - Controlli di accettazione 71
Art. 120.11 - Prove complementari 72
Art. 120.11.1 - Controllo della resistenza del calcestruzzo in opera 72
Art. 120.11.2 - Pianificazione delle prove in opera 73
Art. 120.11.3 - Lavorabilità 74
Art. 120.11.4 - Posa in opera 77
Art. 120.11.5 - Posa in opera in climi freddi 78
Art. 120.11.6 - Posa in opera in climi caldi 79
Art. 120.11.7 - Riprese di getto 79
Art. 121 - Casseforme 80
Art. 122 - Stagionatura e disarmo 81
Art. 123 - Maturazione accelerata con trattamenti termici 82
Art. 124 - Disarmo 82
Art. 125 - Giunti di discontinuità ed opere accessorie nelle strutture in conglomerato cementizio 83
Art. 126 - Posa in opera delle armature per c.a. 84
Art. 127 - Manufatti prefabbricati in conglomerato cementizio armato 84
Art. 128 - Tolleranze di esecuzione 85
Art. 129 - Prove di carico 86
CAPO 9 - PRESCRIZIONI TECNICHE PER L’ESECUZIONE DI PAVIMENTAZIONI 87
Art. 130 - Generalita’ 87
Art. 131 - Strati di fondazione 87
Art. 131.1 - Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato 87
Art. 131.2 - Fondazione eseguita con materiale proveniente da cava, da scavi o da depositi 88
Art. 131.3 - Fondazione in misto cementato confezionato in centrale 90
Art. 132 - Strato di base 94
Art. 132.1 - Miscela 96
Art. 133 - Strati di collegamento (binder) e di usura 99
Art. 134 - Trattamenti superficiali 107
Art. 134.1 - Trattamento con emulsione a freddo 107
Art. 134.2 - Trattamento con bitume a caldo 108
Art. 134.3 - Trattamento a caldo con bitume liquido. 109
Art. 135 - Scarificazione di pavimentazioni esistenti 110
Art. 136 - Fresatura di strati in conglomerato bituminoso con idonee attrezzature 111
Art. 000 - Xxxxxxx 000
Art. 138 - Specifica di controllo 111
Art. 139 - Strati di fondazione 112
CAPO 10 - SISTEMAZIONE DELLO STATO DEI LUOGHI E SMOBILIZZO DEL CANTIERE 119
CAPO 1 – NATURA DELLE ATTIVITA’
Art. 78 - Natura specifica delle attività – descrizione dei lavori
Le attività che formano oggetto dell’appalto possono sintetizzarsi come appresso, salvo più precise indicazioni che all’atto esecutivo potranno essere impartite dalla Direzione Lavori:
- Predisposizione del progetto esecutivo, previa esecuzione di indagini sui suoli, da redigere ai sensi del D. Lgs. 163/06 e s.m.i. e del D.P.R. 207/2010 e s.m.i.;
- Predisposizione degli specifici Piani attuativi previsti dalle normative vigenti, compreso il Piano Regionale Amianto: Piano di Lavoro, ai sensi del comma 2, art. 256, D. Lgs. 81/08 e s.m.i.; il Piano di demolizione, ai sensi del D. Lgs. 81/08, art. 151 e s.m.i.; il Piano Operativo di Sicurezza (POS);
- Espletamento delle attività necessarie alla concertazione dell’intervento con gli Enti e le Autorità interessate (Regione, Provincia, Comuni, ASL, ARPA, Vigili del Fuoco, ecc.) e di tutti gli adempimenti tecnici ed amministrativi volti all’ottenimento di ogni autorizzazione e/o permesso necessario;
- Allestimento e successivi adeguamenti delle aree di cantiere, approvvigionamento dei mezzi d’opera e delle attrezzature di sicurezza, predisposizione dei servizi, comprensivi di tutti i presidi di protezione ambientali necessari;
- Rimozione della vegetazione infestante ed interruzione di tutti gli allacciamenti alle reti di servizi;
- Rimozione delle coperture in lastre di amianto, di altri elementi edilizi eventualmente costituiti da altro materiale pericoloso e relativo campionamento ambientale;
- Monitoraggi ambientali da eseguire prima, durante e dopo le operazioni di rimozione, con relative analisi da eseguire in laboratorio accreditato secondo quanto previsto per legge;
- Demolizione vuoto per pieno dei manufatti, compresi i basamenti;
- Movimentazione in cantiere, deposito temporaneo, codifica e pesatura dei materiali edili di risulta post-demolizione e dei rifiuti prodotti durante le lavorazioni;
- Trasporto all’esterno del cantiere sino ai centri di trattamento, avvio al recupero e/o smaltimento certificati ed autorizzati dei rifiuti prodotti durante le lavorazioni di cantiere;
- Raccolta, carico, trasporto e smaltimento dei rifiuti di cantiere (tute di lavoro, DPI, rifiuti assimilabili agli urbani, ecc);
- Bonifica delle aree di sedime: esecuzione di indagini ambientali dei suoli previa attività di scotico;
- Demolizione del muro esistente lungo Xxx Xxxxxxxxxxx, xx xxxxxxxx Xxx Xxxxx, recupero e reimpiego dei materiali idonei;
- Scavi di sbancamento per l’ubicazione del nuovo muro in cemento armato da realizzare in posizione arretrata lungo via Vignadonica, recupero dei materiali e reimpiego di quelli idonei da utilizzare;
- Realizzazione del nuovo muro di contenimento in cemento armato nella nuova posizione degli accessi all’area soprastante e delle opere accessorie;
- Sistemazione dello stato dei luoghi.
Quant’altro possa rivelarsi necessario a dare compiuta l’opera oggetto del presente appalto avendo l’Impresa come unico corrispettivo il prezzo d’appalto quale determinato dall’offerta avanzata dalla stessa in sede di gara.
Al fine di ottemperare alle prescrizioni di ARPAC-Dipartimento Provinciale di Salerno di cui alla Conferenza dei servizi del 08/10/2013, in fase di progettazione esecutiva dovrà essere indicata su opportuno elaborato grafico l’esatta ubicazione dei punti di prelievo di campioni di suolo necessari per l’accertamento analitico delle aree di sedime a valle delle attività di rimozione.
In fase di progettazione esecutiva, dovranno, altresì, essere specificati gli analiti che saranno oggetto di determinazioni, le relative concentrazioni soglia di riferimento, le metodiche analitiche e le strumentazioni utilizzate ed i limiti di rilevabilità strumentali ai fini delle attività sopracitate, nonché per le attività di intercalibrazione necessarie per la validazione delle analisi da parte dell’Ente di Validazione.
L’appalto sarà comprensivo:
- della provvista di materiali, mano d’opera, mezzi d’opera ed impianti necessari alla demolizione, rimozione, movimentazione e stoccaggio delle materie derivanti dalle demolizioni con la suddivisione in loco dei vari elementi (es. ferrosi, ecc.), al trasporto e allo smaltimento finale dei rifiuti, a qualsiasi distanza venga individuato l'impianto di trattamento/smaltimento finale;
- del campionamento ed analisi, per la classificazione, caratterizzazione ed ammissibilità in discarica sui rifiuti (tal quali e/o pretrattati), verifiche volumetriche sui quantitativi di rifiuti, indagini geologiche, verifiche ambientali, analisi e dispositivi necessari alla tutela dei lavoratori e dell’ambiente;
- di tutte le misure ed adempimenti per la tutela della salute, la prevenzione e sicurezza dei lavoratori nel cantiere previste dalla normativa vigente e descritte nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), nonché nel Piano Operativo di Sicurezza (POS);
- di quanto necessario all’eliminazione di tutte le cause di rischio per la sicurezza e la salvaguardia dell’ambiente;
- dello svolgimento di tutte le attività complementari come individuate negli allegati al progetto;
- degli oneri di recinzione e di deviazioni temporanee del traffico veicolare nelle aree circostanti il cantiere, al fine di consentire le operazioni e l’accesso e l’impiego dei mezzi d’opera per la esecuzione di lavori in completa sicurezza e per tutto il tempo che si renderà necessario.
Tutti i lavori devono essere eseguiti secondo le migliori regole d’arte e le prescrizioni della Direzione dei lavori, in modo tale che vengano rispettate perfettamente tutte le condizioni stabilite dal presente Capitolato e dagli elaborati di progetto.
L'esecuzione dei lavori deve essere coordinata secondo le prescrizioni della Direzione dei Lavori. Salvo preventive prescrizioni della Stazione Appaltante, la ditta appaltatrice ha facoltà di svolgere l'esecuzione dei lavori nel modo che riterrà più opportuno per darli finiti nel termine contrattuale. La Direzione dei lavori potrà prescrivere un diverso ordine
nell'esecuzione dei lavori, salvo la facoltà della ditta appaltatrice di far presenti le proprie osservazioni e riserve nei modi prescritti.
L'Appaltatore sarà l'unico responsabile di tutte le operazioni e forniture necessarie alla corretta esecuzione dei lavori e terrà indenne la Sogesid da qualsiasi responsabilità al riguardo. La ditta appaltatrice sarà pienamente responsabile degli eventuali danni arrecati, per fatto proprio e dei propri dipendenti, a terzi o ad altre opere o infrastrutture esistenti.
Le attività oggetto dell’affidamento devono essere svolte con la massima cura e tempestività ed assicurare le migliori condizioni di igiene, pulizia, decoro e salvaguardia dell’ambiente.
Gli interventi sono sottoposti all’osservanza dei seguenti principi generali:
- deve essere evitato ogni danno e pericolo alla salute, all’incolumità, al benessere ed alla sicurezza della collettività e dei singoli, nonché alla proprietà pubblica e privata;
- deve, essere garantito il rispetto delle norme igienico-sanitarie ed evitato ogni rischio di inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e del sottosuolo.
In base all’art. 256 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. i lavori di demolizione e rimozione dell’amianto saranno effettuati da imprese rispondenti ai requisiti di cui all’art. 212, c. 8, del
D. Lgs. 152/06 e s.m.i. con iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali per le categorie 10A e 10B.
Ai sensi dell’art. 256 del D. Lgs. 81/08, l’intervento di rimozione amianto dovrà essere eseguito successivamente alla predisposizione di un apposito Piano di Lavoro che verrà inviato, entro 30 giorni dall’inizio dei lavori, al Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’AUSL competente per territorio.
Gli elementi demoliti contenenti fibre di amianto dovranno essere trattati secondo quanto prescritto dal D. Lgs. n. 81/08 e s.m.i., avendo particolare cura in riferimento alle dotazioni di sicurezza previste per il personale preposto, alle modalità di trasporto ed altresì alle modalità di smaltimento.
Lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto sarà regolamentato ai sensi del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., del D. Lgs. 36/03 e s.m.i. e del D.M. del 29/7/04 n. 248 e s.m.i. sullo smaltimento e recupero dei rifiuti di amianto, del D.M. del 3/8/05 e s.m.i. sui criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica.
La gestione dei rifiuti, sia rinvenuti sulle aree che prodotti durante le lavorazioni, dovrà avvenire nel rispetto della gerarchia stabilita all’art. 179 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. ed, inoltre, nel rispetto della L.R. n. 20 del 09/12/13.
Lo smaltimento dei rifiuti dovrà avvenire presso idonei impianti dotati di tutte le autorizzazioni prescritte ai sensi del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. (discarica, impianto di termovalorizzazione, impianto di recupero, etc.).
Per quanto riguarda i rifiuti contenenti amianto dovranno essere rispettate le disposizioni normative di settore di cui alla L.27/03/92, n. 257 e s.m.i., al D.M. 29/07/04, n.248 e s.m.i. ed al Capo III del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.. Tutte le attività dovranno essere inoltre svolte nel rispetto di quanto disposto dal Piano Regionale Amianto, redatto ai sensi dell’art. 10 della L.27/03/92 n. 257 e del D.P.R. 08/08/1994 e pubblicato sul Bollettino ufficiale regionale n.
58 del 05/11/2001. Lo smaltimento avverrà in discarica dedicata; la ditta incaricata presenterà Piano di Lavoro all’ASL competente, come previsto dal Piano Regionale Amianto.
Potrà essere consentito, solo previa autorizzazione dei competenti organi della Stazione Appaltante, il ricorso ad impianti di trattamento intermedio e/o di messa in riserva al di fuori dell'unità locale rappresentata dal solo cantiere oggetto del presente servizio. In questo caso le attività saranno contabilizzate solo ad avvenuto smaltimento finale.
Tutti i costi, inclusa l’ecotassa applicata al costo di smaltimento dei rifiuti, relativi alla completa esecuzione delle prestazioni sopra indicate e di quelle comunque necessarie per l’esecuzione delle attività conferite, sono a carico della Ditta aggiudicataria dell’appalto e rientrano nel corrispettivo di aggiudicazione.
Inoltre, l’Appaltatore deve garantire:
- l'impiego di tecnologia conforme alle vigenti disposizioni legislative e regolamentari per un corretto e sicuro svolgimento dei lavori;
- la fornitura di contenitori a norma di legge e dei materiali necessari al confezionamento ed al trasporto dei rifiuti rimossi;
- la fornitura di idonea etichettatura da apporre sui contenitori ai fini del trasporto dei rifiuti secondo quanto prescritto dall’art. 193 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i.;
- l’impiego di personale adeguatamente formato e, ove necessario, in possesso dell’abilitazione ADR;
- la regolare tenuta del registro di carico/scarico dei rifiuti;
- la restituzione della copia del formulario di identificazione vidimato dall’impianto di destinazione, quale attestazione dell’avvenuto conferimento e della quantità dei rifiuti prelevati;
- l’impiego di attrezzature e l’organizzazione delle attività secondo la normativa vigente e, nel caso, rispetto a nuove norme sopraggiunte durante la fase di espletamento dell’incarico.
I lavori oggetto dell’affidamento comprendono le seguenti attività relative alla bonifica delle aree di sedime:
- scotico delle aree;
- campionamento dei suoli: esecuzione di 40 campioni di top soil;
- conservazione, trasporto e analisi di laboratorio dei suddetti campioni.
Tali analisi dovranno essere opportunamente validate per un’aliquota pari al 10% del totale da un Ente di Validazione certificato.
L’Affidatario dovrà pertanto concludere con l’Ente di Validazione una Convenzione inerente l’attività di validazione dei campioni di analisi. Le somme anticipate e riconosciute dall’Affidatario all’Ente, saranno rimborsate dalla Sogesid S.p.A. previa presentazione di regolari fatture e solo successivamente all’approvazione da parte di Sogesid S.p.A. dell’accordo convenzionale sottoscritto dal medesimo Affidatario con l’Ente di Validazione.
Sono compresi nell’appalto tutti gli adempimenti amministrativi, i lavori, le prestazioni, le forniture e le provviste necessarie per dare le attività completamente compiute e secondo le condizioni stabilite dal presente capitolato, con le caratteristiche tecniche, qualitative e quantitative previste dal progetto con i relativi allegati, con riguardo anche alle prescrizioni contenute negli atti autorizzativi, dei quali l’appaltatore dichiara di aver preso completa ed esatta conoscenza.
Prima dell’inizio delle relative attività si dovrà provvedere alla denuncia dei lavori ai sensi della L.R. n. 9/83 e s.m.i. ed acquisire la preventiva autorizzazione sismica ai sensi della medesima legge.
Le attività sopra indicate, necessarie allo svolgimento dell'opera, hanno carattere esemplificativo e non esaustivo; non se ne escludono altre non menzionate per la perfetta riuscita dell'intervento, nel rispetto della normativa vigente (D.Lgs. 152/06 e s.m.i., D. Lgs. 81/08 e s.m.i., D.M. 03/08/2005 e s.m.i., D.M. 6/9/94 e s.m.i., D.M. 14/5/96 e s.m.i., X.X. x.
9 del 07/01/1983 e s.m.i., L.R. n. 20 del 09/12/13 e s.m.i., ecc.) che si intendono completamente compensate nel prezzo offerto.
Durante l’esecuzione delle attività si dovrà operare in ottemperanza a quanto disposto dal parere di Screening di VINCA emesso dalla Commissione regionale V.I.A.-V.A.S. nella seduta del 10/02/14, in particolare:
“- durante la fase di realizzazione dovranno essere messe in atto tutte le opere di mitigazione previste in progetto;
- relativamente all’abbattimento del muro di contenimento, al fine di ridurre l’utilizzo di materie prime, lo smaltimento di rifiuti presso centri specializzati, l’impatto paesaggistico dell’opera, riutilizzare le pietre attualmente componenti la stessa opera di sostegno come copertura del muro in c.a. da realizzare ex-novo;
- quando possibile evitare l’utilizzo contemporaneo di più macchine;
- durante le fasi di carico spegnere i motori dei mezzi pesanti adibiti al trasporto materiale;
- il trasporto del materiale dovrà essere effettuato in modo tale da ottimizzare il numero di viaggi necessari;
- tutte le operazioni di lavoro dovranno avvenire in ore diurne;
- i rifiuti dovranno essere caratterizzati secondo quanto previsto dalle normative di settore vigenti;
- tutti i materiali provenienti dalle operazioni svolte devono essere gestiti in modo tale da privilegiare le operazioni di recupero a quelle di smaltimento;
- i tempi di stoccaggio dei rifiuti prodotti dovranno rispettare quanto stabilito dal X.Xxx.
152/2006.”
CAPO 2 – PRESCRIZIONI TECNICHE PER ATTIVITA’ PRELIMINARI
Art. 79 - Accantieramento
L’allestimento delle aree di cantiere consisterà nell’organizzazione del cantiere, nell’approvvigionamento dei mezzi d’opera e delle attrezzature/apprestamenti di sicurezza, nella predisposizione dei servizi, comprensivi di tutti i presidi di protezione ambientali necessari, nella pulitura delle aree dalla vegetazione infestante, nell’interruzione delle eventuali erogazioni di impianti (gas, acqua, ecc.), nella predisposizione delle infrastrutture e dei mezzi per il pronto intervento e per la gestione in sicurezza dei rifiuti pericolosi e non pericolosi.
Tutte le strutture provvisionali dovranno essere realizzate in completa conformità con la normativa vigente e nel rispetto delle norme antinfortunistiche.
In relazione alle lavorazioni da effettuarsi l’attività dovrà essere realizzata in modo tale da assicurare il perseguimento dei seguenti obiettivi di salvaguardia ambientale e salute pubblica:
- evitare la probabilità di contatto dei rifiuti con persone estranee al cantiere;
- evitare la probabilità di contatto dei materiali pericolosi (amianto) con personale di cantiere e persone estranee al cantiere;
- proteggere il suolo da eventuale contatto con il rifiuto.
Al fine di perseguire i suddetti obiettivi di salvaguardia della salute, la fase di accantieramento sarà preceduta dal preventivo scotico delle aree di sedime che saranno occupate dai baraccamenti.
Nella fattispecie, i lavori previsti dovranno essere effettuati previa pulizia del terreno antistante i prefabbricati da demolire, mediante taglio e rimozione della vegetazione arbustiva infestante e successivo trasporto ad un sito di compostaggio e/o smaltimento secondo la vigente normativa.
Sarà opportunamente individuata la localizzazione della viabilità di accesso al cantiere e delle aree di movimentazione e parcheggio dei mezzi. Le aree in cui avvengono operazioni che possono dar luogo a dispersione di fibre pericolose saranno temporaneamente delimitate con idonea segnaletica a distanza di sicurezza in modo da consentire l'accesso all'area, ed alle attrezzature di cantiere, soltanto al personale autorizzato ed adeguatamente equipaggiato.
Rimane onere dell’impresa la spesa per la realizzazione dell’impianto di cantiere (baraccamenti, accessi, ecc.) riconoscendo la stessa che tali oneri sono stati tenuti in considerazione nel formulare la propria offerta in sede di gara di appalto. L’appaltatore dovrà rendere disponibile un ufficio attrezzato per le esigenze della Direzione lavori. Tutte le strutture provvisionali dovranno essere realizzate in completa conformità con la normativa vigente e nel rispetto delle norme antinfortunistiche.
L’allestimento del cantiere e delle relative strutture dovranno essere funzionali ai differenti interventi da realizzare, in diverse fasi temporali, secondo il programma lavori ed i piani operativi predisposti ed approvati. Il cantiere dovrà essere pertanto organizzato al fine di consentire la preventiva attività di rimozione dell’amianto e di tutti gli altri materiali eventualmente pericolosi, la successiva demolizione dei prefabbricati e la successiva realizzazione, nell’area di San Xxxxx, del nuovo muro di contenimento.
In considerazione delle attività di rimozione di elementi in cemento-amianto, ai sensi
dell’art. 252 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i., dovranno essere approntate aree accessibili esclusivamente ai lavoratori, impianti sanitari adeguati, divieto di fumo nei luoghi di svolgimento di attività a rischio amianto, ecc..
Il cantiere dovrà essere allestito con aree da utilizzare per il deposito temporaneo dei rifiuti che saranno prodotti nel corso delle diverse lavorazioni, da realizzare secondo quanto disposto dal D.Lgs. 152/06, art. 183, c.1, lett. bb) e s.m.i.; a tal fine potranno essere utilizzati cassoni scarrabili metallici a perfetta tenuta stagna del fondo e con copertura impermeabile.
Dovranno essere approntate aree specificatamente destinate al deposito temporaneo degli elementi rimossi contenenti amianto, separate dalle aree destinate al deposito degli altri rifiuti e opportunamente delimitate, segnalate e protette dal transito dei veicoli e/o dalle movimentazioni di cantiere.
Le aree di cantiere in cui avvengono operazioni che possono dar luogo a dispersione di fibre saranno temporaneamente delimitate con idonea segnaletica a distanza di sicurezza in modo da consentire l'accesso all'area, ed alle attrezzature di cantiere, soltanto al personale autorizzato ed adeguatamente equipaggiato. Gli operatori addetti dovranno essere muniti dei necessari mezzi di protezione delle vie respiratorie, di indumenti protettivi, guanti e calzature idonee.
Durante la fase di rimozione amianto, giornalmente dovrà essere effettuata la pulizia delle zone a terra dell’area di cantiere che potrebbero essere contaminate da fibre di amianto facendo uso di aspiratori portatili a filtri assoluti o di metodi ad umido. Gli operatori addetti dovranno essere muniti dei necessari mezzi di protezione delle vie respiratorie, di indumenti protettivi, guanti e calzature idonee.
Preliminarmente all’inizio delle attività nell’area di cantiere si dovrà prevedere all’interruzione di tutti gli allacciamenti mediante scollegamento, laddove necessario, delle reti pubbliche di forniture e servizi, smontaggio della rete di acque bianche laddove interferente con i successivi lavori. A tal fine, saranno avvisati preventivamente gli Enti Gestori, svolgendo tutti gli adempimenti e predisponendo tutta la documentazione necessaria all’eventuale spostamento dei sottoservizi (a meno degli oneri di a carico della stazione appaltante), assicurando l’assistenza in cantiere agli enti gestori per lo spostamento dei sottoservizi, e lasciando nelle opere in progetto tutte le predisposizioni eventualmente necessarie allo spostamento dei sottoservizi.
Dovranno essere predisposti l’impianto elettrico di cantiere, l’impianto di terra e delle prese d’acqua per la bagnatura dei manufatti durante le successive demolizioni.
In conformità al Piano di demolizioni che l’Impresa redigerà preventivamente all’inizio delle demolizione, ed a quanto prescritto nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), verranno predisposte le opere provvisionali atte a garantire la sicurezza durante le fasi di demolizione.
A titolo indicativo ma non esaustivo, in particolare durante lo svolgimento delle attività di demolizione, si procederà a:
- transennare le aree sottostanti e limitrofe;
- evidenziare, attraverso appositi cartelli, il pericolo di caduta di materiali dall’alto;
- vietare il transito e sosta nelle stesse aree;
- vietare l’eventuale allontanamento del materiale di risulta a caduta libera senza l’uso degli opportuni scivoli chiusi;
- predisporre le aree per l’allontanamento del materiale di risulta in luoghi staticamente sicuri, evitando che il materiale di risulta sia di intralcio allo svolgimento delle attività lavorative.
Al fine di rendere minimo l'impatto ambientale, sarà opportunamente individuata la localizzazione della viabilità di accesso al cantiere e delle aree di movimentazione e parcheggio dei mezzi.
Per quanto riguarda l’area di intervento sita in frazione Ornito, la fase di accantieramento potrà prevedere l’occupazione temporanea del terrazzamento, appartenente all’Amministrazione comunale, contiguo al lotto oggetto di intervento.
Per quanto riguarda l’area di intervento sita in località San Xxxxx, l’allestimento del cantiere e delle relative strutture dovranno essere funzionali ai differenti interventi da realizzare, in diverse fasi temporali, secondo il programma lavori ed i piani operativi predisposti. Il cantiere dovrà essere pertanto organizzato al fine di consentire la preventiva attività di rimozione dell’amianto e di tutti gli altri materiali pericolosi, la successiva demolizione del prefabbricato, la rimozione degli strati superficiali di terreno, l’esecuzione delle indagini ambientali, la demolizione del muro di contenimento, dell’ex deposito del gas e della scalinata posizionati lungo via Vignadonica e la realizzazione di un nuovo muro di contenimento arretrato rispetto a quello attuale.
Per poter accedere all’area e procedere alle attività sarà realizzata una rampa che dal piano stradale condurrà sino alla quota dell’area di sedime. Tale rampa dovrà essere realizzata con pendenza adeguata al passaggio dei mezzi di cantiere e mediante scavo appropriato, ubicato opportunamente in corrispondenza dell’accesso definitivo previsto in progetto.
La realizzazione della rampa consentirà di procedere all’installazione del cantiere che sarà composto degli elementi e strutture che si renderanno necessarie a seconda delle varie fasi dei lavori.
Art. 80 - Tracciamenti
Sarà cura e dovere dell'Impresa, prima di iniziare i lavori, in base al progetto esecutivo da cui desumere tutti i dati costruttivi, le misure e gli ordini particolari inerenti, ed in base a tali informazioni completare il tracciamento a mezzo di picchetti, sagome e xxxxxx, ecc. sottoponendoli alla Direzione Lavori per il controllo e solo dopo l'assenso di questa potrà darsi l'inizio alle opere relative.
Quantunque i tracciamenti siano fatti e verificati dalla Direzione Lavori, l'impresa resterà responsabile dell'esattezza dei medesimi, e quindi sarà obbligata a demolire e rifare a sue spese quelle opere che non risultassero eseguite conformemente ai disegni di progetto ed alle prescrizioni inerenti.
Saranno a carico dell'Impresa le spese per i rilievi, tracciamenti, verifiche e misurazioni, per i cippi di cemento ed in pietra, per materiali e mezzi d'opera, ed inoltre per il personale ed i mezzi di trasporto occorrenti, dall'inizio delle consegne fino al collaudo compiuto.
CAPO 3 - QUALITA' DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI
Art. 80.1 - Qualità, requisiti, provenienza e accettazione dei materiali
I materiali da impiegare per la realizzazione delle opere descritte nel presente Capitolato devono corrispondere ai requisiti prescritti nei successivi paragrafi e capitoli; nel caso in cui non siano espressamente dichiarate le caratteristiche del materiale, l'Impresa deve fare riferimento a quanto stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia.
In mancanza di particolari prescrizioni i materiali impiegati devono essere delle migliori qualità esistenti in commercio.
La Direzione Lavori ha la facoltà di prescrivere le qualità dei materiali che si devono impiegare in ogni singolo lavoro, quando trattasi di materiali non contemplati nel presente Capitolato.
I materiali occorrenti devono provenire da località e/o Aziende che l'Impresa ritiene di sua convenienza, purché ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori. siano riconosciuti della migliore qualità e comunque rispondenti ai requisiti di cui sopra. L'impresa deve quindi sottoporre per approvazione alla Direzione Lavori ogni materiale in fase di approvvigionamento in cantiere e durante la posa in opera.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo Disciplinare può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
Nel caso in cui la Direzione Lavori dovesse rifiutare una qualsiasi provvista come non atta all'impiego, l'Impresa, a sua cura e spese, deve sostituirla con altra che corrisponda alle caratteristiche volute.
I materiali rifiutati devono essere allontanati immediatamente dal cantiere, a cura e spese della stessa impresa.
Nonostante l'accettazione dei materiali da parte della Direzione Lavori, l'Impresa risulta essere la sola ed unica responsabile della riuscita delle opere, anche per quanto può dipendere dai materiali stessi.
Le opere devono essere eseguite secondo un programma dei lavori presentato e disposto dall'Impresa, previa accettazione della Direzione Lavori o dalle disposizioni che verranno ordinate volta per volta dalla Direzione Lavori. Resta invece di esclusiva competenza dell'Impresa la loro organizzazione per aumentare il rendimento della produzione lavorativa.
L'impiego, da parte dell'Impresa, di prodotti provenienti da operazioni di riciclaggio è ammesso, purché il materiale rientri nelle successive prescrizioni di accettazione. La loro presenza deve essere dichiarata alla Direzione Lavori.
L'Impresa deve demolire e rifare, a sua cura e spese, i lavori eseguiti senza la necessaria diligenza e con materiali per qualità, misura e peso diversi dai prescritti, anche in caso di sua opposizione e protesta.
In merito all'eventuale opposizione o protesta, da esprimersi nelle forme prescritte dalla normativa vigente, verrà deciso secondo la procedura stabilita dalle norme medesime.
Qualora la Direzione Lavori presuma che esistano difetti di costruzione, può ordinare le necessarie verifiche.
Art. 80.2 – Accettazione, qualità ed impiego dei materiali
I controlli di qualificazione in fase di approvvigionamento devono essere realizzati a cura
dell'Impresa.
Le prove di controllo in corso d'opera rimangono a carico dell'Impresa e devono essere eseguite da un laboratorio (ufficiale quando previsto dalla legge) di gradimento della Committente e della Direzione Lavori.
In correlazione a quanto è prescritto circa la qualità e le caratteristiche dei materiali per la loro accettazione, l'impresa è obbligata a prestarsi in tempo alle prove dei materiali impiegati o da impiegarsi, nonché a quelle di campioni di lavori eseguiti, da prelevarsi in opera, sottostando a tutte le spese per il prelievo, la formazione dei campioni, le analisi in sito e/o l'invio degli stessi a laboratori specializzati (ufficiali quando previsto dalla legge) indicati dalla Committente e/o dalla Direzione Lavori, nonché per le corrispondenti prove ed esami.
Il prelievo dei saggi e/o campioni per le prove prescritte deve avvenire in contraddittorio e dell'operazione deve essere redatto apposito verbale con tutte le indicazioni utili ad individuare univocamente i prelievi effettuati, la loro conservazione e la loro autenticità che deve essere garantita, secondo i casi, da punzonature e/o sigilli e/o fotografie.
Le diverse prove ed esami sui campioni devono essere effettuate presso laboratori specializzati, secondo quanto previsto nel presente documento.
I risultati ottenuti in tali laboratori di fiducia della Committente sono i soli riconosciuti validi dalle due parti e ad essi esclusivamente si farà riferimento a tutti gli effetti del presente appalto.
Art. 81 – Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso, sabbia
a) Acqua - L'acqua per l'impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di sostanze organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante. Avrà un pH compreso fra 6 ed 8.
b) Calci - Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al X.X. 00 novembre 1939, n. 2230; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni contenute nella L. 26 maggio 1965, n. 595, nonché ai requisiti di accettazione contenuti nel D.M. 31 agosto 1972.
c) Cementi e agglomerati cementizi:
c.1) I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella L. 26 maggio 1965, n. 595 (vedi anche D.M. 14 gennaio 1966) e nel D.M. 3 giugno 1968 e successive modifiche. Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella L. 26 maggio 1965, n. 595 e nel D.M. 31 agosto 1972.
c.2) A norma di quanto previsto dal D.M. 12 luglio 1999, n. 314, i cementi di cui all'art. 1 lettera A) della L. 26 maggio 1965, n. 595 (e cioè cementi normali e ad alta resistenza portland, pozzolanico e d'altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all'art. 6 della L. 26 maggio 1965, n. 595 e all'art. 20 della L. 5 novembre 1971, n. 1086. Per i cementi di importazione, la procedura di controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi.
c.3) I cementi e gli agglomerati cementizi dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati dall'umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego.
d) Xxxxxxxxx - Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o da parti inerti; qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal X.X. 00 novembre 1939, n. 2230.
e) Gesso - Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti. Per l'accettazione valgono i criteri dei materiali in genere.
f) Sabbie - La sabbia da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi, sia essa viva, naturale od artificiale, dovrà essere assolutamente scevra da materie terrose od organiche, essere preferibilmente di qualità silicea (in subordine quarzosa, granitica o calcarea), di grana omogenea, stridente al tatto e dovrà provenire da rocce aventi alta resistenza alla compressione. Ove necessario, la sabbia sarà lavata con acqua dolce per l'eliminazione delle eventuali materie nocive; alla prova di decantazione in acqua, comunque, la perdita in peso non dovrà superare il 2%. Per il controllo granulometrico, l'Appaltatore dovrà apprestare e porre a disposizione della Direzione Lavori gli stacci UNI 2332-1.
f.1) Sabbia per murature in genere. Sarà costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso lo staccio 2 UNI 2332-1.
f.2) Sabbia per intonacature ed altri lavori. Per gli intonaci, le stuccature, le murature di paramento od in pietra da taglio, la sabbia sarà costituita da grani passanti allo staccio 0,5 UNI 2332-1.
f.3) Sabbia per conglomerati cementizi. Dovrà corrispondere ai requisiti prescritti dal D.M. 3 giugno 1968 All. 1 e dal D.M. 14 gennaio 2008. La granulometria dovrà essere assortita (tra 1 e 5 mm) ed adeguata alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera. È assolutamente vietato l'uso di sabbia marina.
Art. 82 - Materiali inerti per conglomerati cementizi e malte
Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni non nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature. La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature. La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio.
Gli additivi per impasti cementizi si intendono classificati come segue: fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti-acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei lavori potrà far eseguire prove od accettare l'attestazione di conformità alle norme secondo i criteri per i materiali in genere.
I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008. e relative circolari esplicative.
Art. 83 - Elementi di laterizio e calcestruzzo
Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono essere costituiti da laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito.
Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi devono rispondere alle prescrizioni contenute nel D.M. 14 gennaio 2008.
Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato D.M. 14 gennaio 2008.
La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti i risultati delle prove condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel D.M. di cui sopra.
È facoltà del Direttore dei lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera avranno le caratteristiche dichiarate dal produttore.
Art. 83.1 - Armature per calcestruzzo
Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. 14 gennaio 2008.
È fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
Art. 84 - Materiali metallici
a) Generalità
I materiali metallici da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e simili.
Sottoposti ad analisi chimica, dovranno risultare esenti da impurità o da sostanze anormali.
La loro struttura micrografica dovrà essere tale da dimostrare l’ottima riuscita del processo metallurgico di fabbricazione e da escludere qualsiasi alterazione derivante dalle successive lavorazioni a macchina, o a mano, che possa menomare la sicurezza dell’impiego.
Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dal citato D.M. 26 marzo 1980, allegati n. 1, 3 e 4 alle norme UNI vigenti, e presentare inoltre, a seconda della loro qualità, i seguenti requisiti:
b) Ferro
Il ferro comune dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte, e senza altre soluzioni di continuità.
c) Acciai
Gli acciai in barre, tondi, fili e per armature da precompressione dovranno essere conformi a quanto indicato nel D.M. 14 gennaio 2008 relativo alle “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione e il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”.
c.1) Xxxxxxx trafilato o laminato
Tale acciaio, nella varietà dolce (cosiddetto ferro omogeneo), semiduro e duro, dovrà essere privo di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di continuità. In particolare, per la prima varietà sono richieste perfette malleabilità e lavorabilità a freddo e a caldo, senza che ne derivino screpolature o alterazioni; esso dovrà essere altresì saldabile e non suscettibile di prendere la tempera; alla rottura dovrà presentare struttura lucente e finemente graduale.
c.2) Xxxxxxx fuso in getti
L'acciaio in getti per cuscinetti, cerniere, rulli e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima qualità, esente da soffiature o da qualsiasi altro difetto.
d) Ghisa
La ghisa grigia per getti dovrà avere caratteristiche rispondenti, per qualità, prescrizioni e prove, alla norma UNI EN 1561.
La ghisa malleabile per getti dovrà avere caratteristiche rispondenti, per qualità prescrizioni e prove, alla norma UNI EN 1562.
La ghisa dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile, facilmente lavorabile con la lima e con lo scalpello; di fattura grigia finemente granosa e perfettamente omogenea, esente da screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere inoltre perfettamente modellata.
E' assolutamente escluso l'impiego di ghise fosforose. I chiusini e le caditoie saranno in ghisa grigia o ghisa sferoidale secondo norma UNI EN 1563-2004, realizzati in base al seguente schema:
Luogo di utilizzo | Classe | Portata |
Per carichi elevati in aree speciali | E 600 | t 60 |
Per strade a circolazione normale | D 400 | t 40 |
Per banchine e parcheggi con presenza di veicoli pesanti | C 250 | t 25 |
Per marciapiedi e parcheggi autovetture | B 125 | t 12,5 |
e) Piombo
Il piombo dovrà avere caratteristiche rispondenti, per qualità, prescrizioni e prove alle norme:
- UNI 3165 – Piombo – Qualità, prescrizioni;
- UNI 6450-69 – Laminati di piombo – Dimensioni, tolleranze e masse.
f) Rame
Il rame dovrà avere caratteristiche rispondenti, per qualità, prescrizioni e prove alle norme UNI EN ISO 8491-05.
g) Zincatura
Per la zincatura di profilati di acciaio, lamiere di acciaio, tubi, oggetti in ghisa, ghisa malleabile e acciaio fuso, dovranno essere rispettate le prescrizioni delle norme:
- UNI 10244-03: Fili e prodotti trafilati di acciaio - Rivestimenti metallici non ferrosi sui fili di acciaio.
h) Metalli vari
Lo stagno, l’alluminio e tutti gli altri metalli o leghe metalliche da impiegare nelle costruzioni devono essere delle migliori qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di
lavori a cui sono destinati, e scevri da ogni impurità o difetto che ne vizi la forma, o ne alteri la resistenza o la durata.
Art. 85 - Prodotti a base di legno
S’intendono per prodotti a base di legno quelli derivati dalla semplice lavorazione e/o dalla trasformazione del legno e che sono presentati solitamente sotto forma di segati, pannelli, lastre, ecc.
I prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della loro fornitura ed indipendentemente dalla destinazione d'uso.
Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
Per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutture, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia agli appositi articoli del presente Disciplinare ed alle prescrizioni del progetto.
Segati in legno
I segati di legno a complemento di quanto specificato nel progetto o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:
tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 10 mm; tolleranze sullo spessore: ± 2 mm;
umidità non maggiore del 15%, misurata secondo la norma UNI 8829; difetti visibili ammessi e misurati secondo le relative norme;
trattamenti preservanti con opportuno metodo e misurati secondo la relativa normativa.
Ove necessario possono essere prese a riferimento le indicazioni riportate dalle norme ISO 1029, UNI EN 1310, riferite ai Segati di conifere - Difetti - Classificazione; Misurazione; Termini e definizioni.
Pannelli
I pannelli a base di fibra di legno oltre a quanto specificato nel progetto, e/o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti:
La superficie potrà essere:
- grezza (se mantenuta come risulta dalla pressatura);
- levigata (quando ha subito la levigatura);
- rivestita su uno o due facce mediante.
(Ad esempio: placcatura, carte impregnate, smalti, altri). Funzionalmente avranno le seguenti caratteristiche:
- resistenza a compressione con misura e valore minimo stabilito dalla relativa normativa;
- resistenza a flessione con misura e valore minimo stabilito dalla relativa normativa.
I pannelli a base di particelle di legno a complemento di quanto specificato nel progetto
o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:
- tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 5 mm;
- tolleranze sullo spessore: ± 0,5 mm;
- umidità del 10%: ± 3%;
- massa volumica in kg/m3;
- superficie: grezza, levigata o rivestita;
- resistenza al distacco degli strati esterni in N/mm2 con valore minimo stabilito dalla relativa normativa.
Funzionalmente avranno le caratteristiche rispondenti alla norma SS UNIV 00.00.000.0:
I pannelli di legno compensato e paniforti, a complemento di quanto specificato nel progetto o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:
- tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 5 mm;
- tolleranze sullo spessore: ± 1 mm;
- umidità non maggiore del 12%, misurata secondo norma;
- grado di incollaggio (da 1 a 10), misurato secondo le norme. Funzionalmente avranno le seguenti caratteristiche:
- resistenza a trazione in N/mm2 con valore minimo stabilito dalla relativa normativa e misurata secondo UNI 6480;
- resistenza a flessione statica in N/mm2 con valore minimo stabilito dalla relativa normativa e misurata secondo UNI 6483.
Art. 86 - Colori e vernici
I materiali impiegati nelle opere da pittore dovranno essere sempre della migliore qualità.
a) Olio di xxxx xxxxx
L'olio di lino cotto sarà ben depurato, di colore assai chiaro e perfettamente limpido, di odore forte ed amarissimo al gusto, scevro di adulterazioni con olio minerale, olio di pesce, etc. Non dovrà lasciare alcun deposito né essere rancido, e disteso sopra una lastra di vetro o di metallo dovrà essiccare completamente nell'intervallo di 24 ore. Avrà acidità nella misura del 7%, impurità non superiore all'1% ed alla temperatura di 15 °C presenterà una densità compresa fra 0,91 e 0,93.
b) Acquaragia (essenza di trementina)
Dovrà essere limpida, incolore, di odore gradevole e volatilissima. La sua densità a 15
°C sarà di 0,87.
c) Biacca
La biacca o cerussa (carbonato basico di piombo) deve essere pura, senza miscele di sorta e priva di qualsiasi traccia di solfato di bario.
d) Bianco di zinco
Il bianco di zinco dovrà essere in polvere finissima, bianca, costitui-ta da ossido di zinco e non dovrà contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, né più dell'1% di altre impurità; l'umidità non deve superare il 3%.
e) Minio
Sia il piombo (sesquiossido di piombo) che l'alluminio (ossido di alluminio) dovrà essere costituito da polvere finissima e non contenere colori derivati dall'anilina, né oltre il 10% di sostanze estranee (solfato di bario, etc.).
f) Latte di calce
ll latte di calce sarà preparato con calce grassa, perfettamente bianca, spenta per immersione. Vi si potrà aggiungere la quantità di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra.
g) Colori all'acqua, a colla o ad olio
Le terre coloranti destinate alle tinte all'acqua, a colla o ad olio, saranno finemente macinate e prive di sostanze eterogenee e dovranno essere perfettamente incorporate nell'acqua, nelle colle e negli oli, ma non per infusione. Potranno essere richieste in qualunque tonalità esistente.
h) Vernici
Le vernici che s’impiegheranno per gli interni saranno a base di essenza di trementina e gomme pure e di qualità scelta; disciolte nell'olio di lino dovranno presentare una superficie brillante.
E’ escluso l'impiego di gomme prodotte da distillazione.
Le vernici speciali eventualmente prescritte dalla Direzione Lavori dovranno essere fornite nei loro recipienti originali chiusi.
i) Encaustici
Gli encaustici potranno essere all'acqua o all'essenza, secondo le disposizioni della Direzione Lavori.
La cera gialla dovrà risultare perfettamente disciolta, a seconda dell'encaustica adottato, o nell'acqua calda alla quale sarà aggiunto sale di tartaro, o nell'essenza di trementina.
Art. 87 - Materiali per assatura e massicciate stradali
Dovranno essere scelti fra quelli più duri, compatti, tenaci e resistenti di fiume o di cava, con resistenza a compressione non inferiore a 1.500 kg/cmq e resistenza all’usura non inferiore ai 2/3 del granito di X. Xxxxxxxx; dovranno essere assolutamente privi di polvere, materie terrose o fangose e di qualsiasi altra impurità.
Art. 88 - Materiali per fondazioni stradali in stabilizzato
a) Caratteristiche
Il materiale da impiegarsi sarà costituito da pietrisco o ghiaia, pietrischetto o ghiaietto, graniglia, sabbia, limo ed argilla derivati da depositi alluvionali, dal letto dei fiumi, da cave di materiali litici (detriti) e da frantumazione di materiale lapideo.
A titolo di base per lo studio della curva granulometrica definita, si prescrive la formula seguente:
L’impresa ha l’obbligo di far eseguire, presso un laboratorio ufficiale riconosciuto prove sperimentali sui campioni ai fini della designazione della composizione da adottarsi.
La direzione dei lavori sulla base dei risultati di dette prove ufficialmente documentate, si riserva di dare l’approvazione sul miscuglio prescelto.
Tale approvazione non menomerà in alcun caso la responsabilità dell’impresa sul raggiungimento dei requisiti finali della fondazione in opera.
Le altre caratteristiche del misto granulometrico dovranno essere le seguenti:
- Ip: 6%
- Limite di liquidità: 26%
- C.B.R. post-saturazione: 50% a mm 2,54 di penetrazione
- Rigonfiabilità: 1% del volume.
Il costipamento dovrà raggiungere una densità di almeno il 95% di quella ottenuta con la prova AASHO “Standard” e la percentuale dei vuoti d’aria, un valore inferiore o uguale a quello relativo alla suddetta densità.
Gli strati in suolo stabilizzato non dovranno essere messi in opera durante periodi di gelo o su sottofondi a umidità superiore a quella di costipamento o gelati, né durante periodi di pioggia e neve.
La fondazione avrà lo spessore di cm 30 dopo la compattazione e sarà costruita a strati di spessore variabile da cm 10 a cm 20 a costipamento avvenuto a seconda delle caratteristiche delle macchine costipanti usate.
b) Pietra per sottofondi. La pietra per sottofondi dovrà provenire da cave e dovrà essere fornita nella pezzatura non inferiore a cm 15, cm 18, cm 20, se fornita in pezzatura superiore dovrà essere dimezzata durante la posa; dovrà essere della migliore qualità, di forte coesione e di costante omogeneità. Sarà scartata inderogabilmente tutta quella proveniente da cappellaccio o quella prossima a venature di infiltramento.
c) Ghiaia in natura. La ghiaia in natura per intasamento dell’ossatura o ricarichi dovrà essere costituita da elementi ovoidali esclusi in modo assoluto quelli lamellari, in pezzatura da cm 1 a cm 5 ben assortita, potrà contenere sabbia nella misura non superiore al 20%. Dovrà essere prelevata in banchi sommersi ed essere esente da materie terrose e fangose.
d) Pietrisco. Il pietrisco dovrà provenire da frantumazione di ciottoli di fiume o da pietra calcarea di cave di pari resistenza. I ciottoli o la pietra dovranno essere di grossezza sufficiente affinché ogni elemento del pietrischetto presenti almeno tre facce di frattura e risulti di dimensioni da cm 4 a cm 7.
La frantumazione dei ciottoli o della pietra potrà venire effettuata sia a mano che meccanicamente e seguita da vagliatura, onde selezionare le granulazioni più idonee a formare una pezzatura varia da cm 4 a cm 7 e nella quale il volume dei vuoti risulti ridotto al minimo. Al riguardo dovranno osservarsi esattamente le disposizioni che verranno impartite all’atto esecutivo dalla direzione lavori.
Il pietrisco dovrà essere assolutamente privo di piastrelle o frammenti di piastrelle e da materiali polverulenti provenienti dalla frantumazione.
e) Pietrischetto o granisello. Il pietrischetto e la graniglia dovranno provenire da frantumazione di materiale idoneo e saranno esclusivamente formati da elementi assortiti di forma poliedrica e con spigoli vivi e taglienti le cui dimensioni saranno fra i mm 5 e mm 20.
Xxxxxxx senz’altro rifiutati il pietrischetto e la graniglia ed elementi lamellari e scagliosi.
Detto materiale dovrà essere opportunamente vagliato, in guisa di assicurare che le dimensioni dei singoli siano quelle prescritte e dovrà risultare completamente scevro da materiali polverulenti provenienti dalla frantumazione.
Art. 89 - Detrito di cava o tout-venant di cava o di frantoio
Quando per gli strati di fondazione della sovrastruttura stradale sia disposto di impiegare detriti di cava, il materiale deve essere in ogni caso non suscettibile all’azione dell'acqua (non solubile; non plasticizzabile) ed avere un C.B.R. di almeno 40 allo stato saturo. Dal punto di vista granulometrico non sono necessarie prescrizioni specifiche per i materiali teneri (tufi, arenarie) in quanto la loro granulometria si modifica e si adegua durante la cilindratura; per materiali duri la granulometria dovrà essere assortita in modo da realizzare una minima percentuale di vuoti. Di norma la dimensione massima degli aggregati non dovrà superare i 10 cm.
Per gli strati superiori si farà ricorso a materiali lapidei dei più duri, tali da assicurare un
C.B.R. saturo di almeno 80. La granulometria dovrà essere tale da assicurare la minima percentuale di vuoti; il potere legante del materiale non dovrà essere inferiore a 30; la dimensione massima degli aggregati non dovrà superare i 6 cm.
Art. 90 - Leganti bituminosi
I leganti bituminosi dovranno rispondere alle norme e condizioni per l’accettazione dei materiali stradali:
a) Bitume. Il bitume dovrà provenire dalla distillazione dei petroli o da asfalto tipo “TRINIDAD”; dovrà inoltre corrispondere alle seguenti caratteristiche:
1) Solubilità in solfuro di carbonio, almeno 99%;
2) Peso specifico a 25 °C maggiore di 1;
3) Penetrazione Dow a 25 °C minimo 100 dmm;
4) Punto di rammollimento (palla o anello) non inferiore a 38 °C;
5) Perdita in peso per riscaldamento a 163 °C, per 5 ore al massimo il 2%;
6) Contenuto massimo di paraffina 2,3%.
Ove la fornitura del bitume sia fatta in fusti o in altri recipienti analoghi per il prelevamento dei campioni verrà scelto almeno un fusto o un recipiente su ogni cinquanta.
Da ciascuno dei fusti scelti e qualora il materiale trovasi liquescente dovrà prelevarsi un decilitro cubo, avendo cura che il contenuto sia reso preventivamente omogeneo.
I prelevamenti così fatti saranno assunti come rappresentativi del contenuto del gruppo di recipienti ai quali si riferiscono.
Qualora invece il materiale trovasi allo stato pastoso, si dovrà prelevare per ciascun fusto un campione di peso non inferiore a kg 1.
Il materiale di cui sopra dovrà essere fornito in cantiere in tempo utile affinché possano essere eseguite le prove prima dell’inizio della bitumatura.
b) Emulsione bituminosa. L’emulsione bituminosa per le prime mani dovrà corrispondere alle seguenti caratteristiche:
a) percentuale in bitume puro minimo 50%;
b) percentuale in emulsivo secco massimo 1,50%;
c) omogeneità residuo massimo gr. 0,50 per 100 gr.;
d) stabilità nel tempo, residuo xxxxxxx xx. 0,10 per 100 gr.;
e) sedimentazione non più di mm 6 dopo tre giorni, non più di mm 12 dopo sette giorni;
f) stabilità al gelo, residuo massimo gr. 0,50 per 100 gr.;
g) viscosità non meno di 5.
Per i prelievi dei campioni ci si atterrà alle norme per le prove dell’emulsione.
c) Pietrischetto bitumato. Il pietrischetto bitumato sarà ottenuto con l’impasto di pietrischetto preventivamente vagliato a bitume puro in ragione almeno di kg 60 per mc. di pietrischetto. Il pietrischetto da impiegarsi dovrà essere perfettamente asciutto e il bitume dovrà essere riscaldato alla temperatura da 150 ° a 180 °C.
La miscela dovrà essere effetuata nelle ore più calde, sopra superfici dure perfettamente pulite ed esposte al sole. Il pietrischetto bitumato dovrà essere fornito e misurato a pié d’opera su camion, escluse per le pavimentazioni dei marciapiedi in cui verrà misurato a mq. ad opera finita.
Art. 91 - Tappeti sottili in conglomerato bituminoso
a) Struttura del rivestimento. Il tappeto sarà costituito da un manto sottile di conglomerato bituminoso formato e posto in opera su massicciata bituminata come si specifica in seguito.
b) Formazione del conglomerato bituminoso.
- Aggregato grosso. L’aggregato grosso da impiegare per la formazione del conglomerato sarà costituito da graniglia ottenuta da frantumazione della pezzatura da mm 210 per una percentuale in peso 60%.
- Aggregato fine. L’aggregato fine da impiegare per la formazione del conglomerato dovrà essere costituito da sabbia di frantoio o sabbia di fiume, essenzialmente silicee e vive, pulite e praticamente esenti da argilla, terriccio, polvere, e da altre materie estranee per una percentuale in peso del 34%.
- Addittivo (filler). L’additivo minerale da usarsi per il conglomerato sarà
costituito da calce idraulica e da polvere di rocce calcaree finemente macinate per una percentuale in peso del 6%.
- Bitume. Il bitume da usare per la formazione del conglomerato sarà del tipo xxxx. 80/100 per una percentuale in peso del 6%.
- Emulsione di bitume. L’emulsione da impiegarsi per trattamento preliminare della massicciata dovrà essere del tipo al 50% di bitume nella misura di kg 0.700 al mq.
c) Confezione del conglomerato bituminoso. L’aggregato dovrà essere riscaldato con essiccatore del tipo a tamburo munito di ventilatore, essere portato alla temperatura di almeno 120 °C senza superare i 150 °C.
Alla formazione del conglomerato l’impresa dovrà provvedere con una impastatrice meccanica del tipo adatto ed approvato dalla direzione lavori la quale consenta la dosatura a peso con bilance munite di grandi quadranti di tutti i componenti e assicuri la regolarità e uniformità degli impasti, dovrà inoltre essere munito di termometri per il controllo delle temperature.
Art. 92 - Pozzetti
I pozzetti di raccolta delle acque stradali saranno in cemento armato del tipo triforo a più scomparti e con sifone interno, delle dimensioni specifiche alle relative voci di elenco prezzi. La posizione ed il diametro dei fori per l’innesto dei fognoli saranno stabiliti dalla direzione lavori, secondo le varie condizioni d’impiego. I pozzetti dovranno essere forniti perfettamente lisci e stagionati privi di cavillature, fenditure, scheggiature o di altri difetti. Dovranno essere confezionati come segue:
- Sabbia lapillosa e ghiaietto fino a mm 10 mc 1.000
- Cemento kg 450
- Acqua litri 110 circa
- Prodotto impermeabilizzante (tipo Sansus, Barra, o simili), nelle quantità che indicherà la direzione lavori per rendere completamente impermeabili le pareti dei pozzetti.
L’armatura sarà eseguita con tondino da cm 6 e sarà costituita da quattro barre sagomate ad U ed uncinate agli estremi, passanti per il fondo e da quattro cerchiature orizzontali delle quali due nella parte superiore e che raccolgano le uncinature delle quattro barre ad U, una metà pozzetto, ed una nella parte inferiore del pozzetto.
I pozzetti per l’impianto di illuminazione pubblica saranno del tipo prefabbricato di cemento vibrato delle dimensioni minime di cm 40x40x60 dovranno avere fondo perdente a piastre di copertura in calcestruzzo armato del tipo asportabile e a tenuta se in sede marciapiede, altrimenti in ghisa se in sede stradale;
I pozzetti per l’impianto delle utenze private ENEL e rete telefonica TELECOM saranno delle stesse sopradette caratteristiche ma delle dimensioni di cm 60x60x120 con chiusino in ghisa.
Art. 93 - Chiusini in ghisa sferoidale e ghisa perlitica
I chiusini previsti nel presente progetto sono conformi alla norma UNI EN 124 del 1995, ed in particolare ai punti 6.1, 6.2 e 9.
Il chiusino deve essere di classe D 400 (carico di rottura 40 tonnellate) con giunto in
polietilene antirumore e antibasculamento, marchiato a rilievo con norme di riferimento (UNI EN 124), classe di resistenza (D 400), marchio fabbricante e sigla dell’ente di certificazione, di forma quadra ed a tenuta emetica.
Si riportano di seguito gli articoli 6.1 e 9 della norma sopra citata. Prescrizioni generali: materiali [art. 6.1]
I materiali utilizzati per la fabbricazione dei dispositivi di chiusura e di coronamento, eccetto le griglie, possono essere i seguenti:
a) ghisa a grafite lamellare
b) ghisa a grafite sferoidale
c) getti di acciaio
d) acciaio laminato
uno dei materiali a)b)c)d) in abbinamento con calcestruzzo
e) calcestruzzo armato (escluso il calcestruzzo non armato)
L'uso dell'acciaio laminato è ammesso solo se è assicurata una adeguata protezione contro la corrosione; il tipo di protezione richiesta contro la corrosione deve essere stabilito previo accordo fra committente e fornitore.
Le griglie devono essere fabbricate in:
- ghisa a grafite lamellare
- ghisa a grafite sferoidale
- getti di acciaio
Il riempimento dei chiusini può essere realizzato con calcestruzzo oppure con altro materiale adeguato.
Marcatura [art. 9]
Tutti i chiusini, griglie e telai devono portare una marcatura leggibile e durevole indicante:
- UNI EN 124 (come riferimento alla presente norma);
- la classe corrispondente (per esempio D 400) o le classi corrispondenti per i quadri utilizzati per più classi (per esempio D 400 - E 600);
- il nome e/o il marchio di identificazione del fabbricante e il luogo di fabbricazione che può essere in codice;
- il marchio di un ente di certificazione; e possono riportare:
- marcature aggiuntive relative all'applicazione o al proprietario
- l'identificazione del prodotto (nome e/o numero di catalogo)
Le marcature di cui sopra devono essere riportate in maniera chiara e durevole e devono, dove possibile, essere visibili quando l'unità è installata.
Classe A 15 (Carico di rottura kN 15). Zone esclusivamente
pedonali e ciclistiche- superfici paragonabili quali spazi verdi.
Classe B 125 (Carico di rottura kN 125). Marciapiedi - zone
pedonali aperte occasionalmente al traffico - aree di
parcheggio e parcheggi a più piani per autoveicoli.
Classe C 250 (Carico di rottura kN 250). Cunette ai bordi delle
strade che si estendono al massimo fino a 0,5 mt sulle corsie di circolazione e fino a 0,2 mt sui marciapiedi - banchine stradali e parcheggi per autoveicoli pesanti.
Classe D 400 (Carico di rottura kN 400). Vie di circolazione (strade
provinciali e statali) - aree di parcheggio per tutti i tipi di veicoli.
Classe E 600 (Carico di rottura kN 600). Aree speciali per carichi
particolarmente elevati quali porti ed aeroporti.
Art. 94 - Segnaletica
Tutti i segnali devono essere rigorosamente conformi a tipi e dimensioni prescritti dal regolamento di esecuzione del Codice della Strada e a quanto richiesto dalle relative circolari del Ministero lavori pubblici.
Art. 95 - Tubazioni in pead (polietilene ad alta densità)
Le tubazioni in polietilene ad alta densità devono corrispondere alle caratteristiche ed ai requisiti di accettazione prescritti dalle norme U.N.I. ed alle raccomandazioni l.l.P.
Per la movimentazione, la posa e le prove delle tubazioni in PEAD saranno osservate le particolari prescrizioni contenute nelle raccomandazioni l.l.P.
I tubi in PEAD ed i relativi raccordi in materiali termoplastici devono essere contrassegnati con il marchio di conformità l.l.P.
I raccordi ed i pezzi speciali devono rispondere alle stesse caratteristiche chimico-fisiche dei tubi. Possono essere prodotti per stampaggio o ricavati direttamente da tubo diritto mediante opportuni tagli, sagomature ed operazioni a caldo (piegature, saldature di testa o con apporto di materiale ecc.). In ogni caso tali operazioni devono essere sempre eseguite da personale specializzato e con idonea attrezzatura presso l’officina del fornitore.
Per le figure e le dimensioni non previste dalle norme U.N.I. o UNIPLAST si possono usare raccordi e pezzi speciali di altri materiali purché siano idonei allo scopo.
Art. 96 - Tubazioni per rete di illuminazione pubblica
a) Per rete di illuminazione pubblica: cavidotto in tubazione flessibile corrugata a doppia parete linee di alimentazione elettrica polietilene diametro 125 mm dei diametri previsti in progetto;
b) per rete utenze private ENEL: cavidotto in tubazione flessibile corrugata a doppia parete linee di alimentazione elettrica polietilene dei diametri previsti in progetto;
c) per rete utenze private TELECOM: cavidotto in tubazione flessibile corrugata a doppia parete linee di alimentazione elettrica polietilene dei diametri previsti in progetto.
Art. 97 - Prove dei materiali Art. 97.1 - Certificato di qualità
L'Appaltatore, per poter essere autorizzato ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, conglomerati bituminosi, conglomerati cementizi, terre, cementi, calci idrauliche,
acciai, ecc...) prescritti dal presente disciplinare, dovrà esibire, prima dell'impiego, al Direttore dei Lavori, per ogni categoria di lavoro, i relativi “Certificati di qualità” rilasciati da un Laboratorio ufficiale.
Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte.
I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validità biennale. I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione.
Art. 97.2 - Accertamenti preventivi
Prima dell'inizio dei lavori comportanti l'impiego di materiali in quantità superiori a:
- mc per i materiali lapidei e conglomerati bituminosi,
- 500 mc per i conglomerati cementizi,
- 50 t per i cementi e le calci,
il Direttore dei Lavori, presa visione dei certificati di qualità presentati dall'Appaltatore, disporrà, se necessario (e a suo insindacabile giudizio) ulteriori prove di controllo di laboratorio a spese dell'Appaltatore.
Se i risultati di tali accertamenti fossero difformi rispetto a quelli dei certificati, si darà luogo alle necessarie variazioni qualitative e quantitative dei singoli componenti, ed all'emissione di un nuovo certificato di qualità.
Per tutti i ritardi nell'inizio dei lavori derivanti dalle difformità sopra accennate e che comportino una protrazione del tempo utile contrattuale sarà applicata la penale prevista nell'Art. “Tempo utile per dare compiuti i lavori - penalità in caso di ritardo” delle Norme Generali.
Art. 97.3 - Prove di controllo in fase esecutiva
L'Appaltatore sarà obbligato a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, che saranno richiesti dalla D.L. e dalla Commissione di collaudo.
In particolare, tutte le prove ed analisi dei materiali saranno eseguite presso laboratori ufficiali.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali dell’Amministrazione Appaltante, previa apposizione di sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell'Appaltatore e nei modi più adatti a garantirne l'autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti per le presenti Norme Tecniche.
CAPO 4 – PRESCRIZIONI TECNICHE E MODALITA’ OPERATIVE NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’ DI RIMOZIONE AMIANTO
Art. 98 - Rimozione delle coperture e degli elementi edili contenenti amianto
Le attività previste nel seguente appalto dovranno essere precedute dagli interventi di rimozione degli elementi edilizi contenenti amianto. Tali interventi dovranno essere effettuati in condizioni di sicurezza.
In base all’art. 256 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. i lavori di rimozione dell’amianto saranno effettuati da imprese rispondenti ai requisiti di cui all’art. 212, c. 8, del D. Lgs. 152/06.
È obbligatoria la presentazione preventiva del Piano di Lavoro da inviare, ai sensi dell’art. 256 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i., all’Ente competente per territorio entro 30 giorni prima dell’inizio dei lavori di rimozione dei materiali contenenti amianto. Se entro tale periodo l’Organo di Vigilanza non formula motivata richiesta di integrazione o modifica del Piano di Lavoro e non rilascia prescrizione operativa, l’impresa può eseguire i lavori.
Gli elementi rimossi contenenti fibre di amianto dovranno essere trattati secondo quanto prescritto dal D. Lgs. n. 81/08 e s.m.i., avendo particolare cura in riferimento alle dotazioni di sicurezza previste per il personale preposto, alle modalità di trasporto ed altresì alle modalità di smaltimento.
Le attività di rimozione amianto prevede le seguenti fasi:
1. Redazione di apposito piano di lavoro (art. 256 comma 2, D.lgs. 9 aprile 2008, n.81) e presentazione alla ASL territorialmente competente e di ogni adempimento richiesto dalla normativa vigente in materia;
2. Impianto di cantiere comprendente la delimitazione dell'area di cantiere ed il luogo ove è previsto il deposito del materiale rimosso. Installazione dell'unità di decontaminazione, del deposito dei D.P.I. da impiegarsi da parte del personale addetto allo smaltimento, e quant'altro previsto dalla vigente normativa;
3. Campionamenti ambientali a carico dell’impresa esecutrice per il rilevamento delle fibre di amianto aerodisperse prima, durante e dopo gli interventi. I risultati devono essere noti in tempo reale o, al massimo, entro le 24 ore successive;
4. Confezionamento, carico e trasporto con mezzo autorizzato dei rifiuti contenenti amianto;
5. Conferimento a discarica autorizzata;
6. Rilascio della documentazione prevista dalla normativa vigente: certificati di analisi di caratterizzazione del rifiuto e campionamenti ambientali, copia del formulario di avvenuto smaltimento del rifiuto timbrato e firmato dall’impianto ricettore;
7. Restituzione delle aree bonificate e nulla osta per l’accesso dei lavoratori per le lavorazioni successive secondo quanto stabilito dal D.M. 06/09/94. Tutti gli oneri connessi tali attività sono a carico dell’impresa esecutrice.
Prima dello smontaggio delle coperture, al fine di evitare eventuali dispersioni di fibre, sulla superficie della copertura dovrà essere applicata una soluzione incapsulante classificata, ai sensi del D.M. 14/5/96 e s.m.i., come “ausiliaria” (incapsulante di tipo D). Al fine di evitare che al rischio amianto si aggiunga il rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi, sarà buona norma - nel caso in cui lo stato di conservazione degli elementi contenenti amianto lo consenta - preferire all’utilizzo di resine disciolte in solventi (es. stirene) l’uso di resine vinil-acriliche in soluzione acquosa.
Il trattamento di incapsulamento dovrà essere applicato in modo da evitare che l’impatto dei getti contribuisca al rilascio di fibre, e quindi si dovrà preferire l’uso di pompe airless, o comunque pompe a bassa pressione.
Nella fase di rimozione degli elementi di copertura, le lastre dovranno essere rimosse in modo da evitare la rottura, rimuovendo quindi preventivamente i sistemi di fissaggio (ganci, viti, chiodi, ecc.). Dovranno essere evitate le operazioni di taglio e foratura, ricorrendo, quando necessario, ad attrezzi manuali o utensili meccanici a bassa velocità (ca. 300 giri/min) dotati di appositi sistemi aspiranti atti a proteggere l’operatore.
Dovrà essere posta, inoltre, particolare attenzione alle zone di sovrapposizione delle lastre che, dato lo stato di conservazione della struttura, potrebbero celare la presenza di consistenti accumuli di fibre di amianto.
I materiali rimossi non dovranno essere frantumati, pertanto nella fase di calo a terra dovranno essere utilizzati opportuni mezzi di sollevamento ed imbracatura; successivamente, gli elementi rimossi dovranno esser movimentati evitando il significativo rilascio di fibre di amianto; pertanto, ai sensi del D.M. 6/9/94 e s.m.i. le lastre andranno incapsulate su entrambe le superfici.
Tutti i materiali saranno imballati con sistemi non deteriorabili o rivestiti con teli di plastica sigillati; nell’operazione di imballaggio si dovrà evitare lo sfondamento dei colli.
I materiali di pezzatura minuta saranno raccolti al momento della loro formazione e racchiusi in sacchi di materiale impermeabile sigillati.
Tutti i materiali di risulta andranno opportunamente etichettati come rifiuti contenenti amianto.
Nel caso in cui si riscontrino accumuli di materiale polverulento nei canali di gronda, bisognerà procedere alla loro bonifica. La crosta presente andrà inumidita fino a formare una fanghiglia densa che sarà raccolta con palette e contenitori a perdere. Il materiale andrà immediatamente posto in sacchi impermeabili, etichettati e sigillati per essere smaltito come rifiuto di amianto.
Dovrà essere effettuata la pulizia delle zone a terra che potrebbero essere contaminate da fibre di amianto facendo uso di aspiratori portatili a filtri assoluti o di metodi ad umido.
Nelle fasi di rimozione di eventuali altri elementi costruttivi contenenti amianto (es. solai e/o partizioni verticali) andranno rispettate le medesime cautele utilizzate nel caso della rimozione delle coperture.
Il deposito temporaneo nelle aree di cantiere dei rifiuti contenenti amianto avverrà in una apposita area, separata dagli altri rifiuti, opportunamente delimitata. Si prevede che il deposito avvenga in cassoni scarrabili metallici a perfetta tenuta stagna del fondo e protetti dall’azione del vento, destinati al trasporto.
Al termine delle suddette attività andranno eseguiti campionamenti ambientali successivamente ai quali avverrà la restituzione dell’area per le successive lavorazioni.
CAPO 5 – PRESCRIZIONI TECNICHE DELLE ATTIVITA’ DI DEMOLIZIONE DEI PREFABBRICATI
Art. 99 - Demolizioni dei prefabbricati
Prima dell’avvio delle suddette attività di rimozione e demolizione, laddove necessario, si procederà allo scollegamento delle reti pubbliche di forniture e servizi (energia, acque, fognature).
Ai sensi del D. Lgs. 81/08 e s.m.i., prima dell'inizio di lavori di demolizione si procederà alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire. In relazione al risultato di tale verifica saranno eseguite eventuali opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che durante la demolizione si verifichino crolli intempestivi.
Le predette opere di puntellamento e di rafforzamento non dovranno mai creare nuove sollecitazioni interne nelle strutture interessate e, contrariamente ai lavori di demolizione, dovranno essere eseguite procedendo dal basso verso l’alto. L’efficacia dei rafforzamenti e dei puntellamenti dovrà continuamente essere tenuta sotto stretto controllo a cura dell’Appaltatore o dai suoi preposti.
In conformità al Piano di demolizioni che l’Impresa redigerà preventivamente all’inizio delle demolizione ai sensi dell’art. 151 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., ed a quanto prescritto nel Piano di Sicurezza e Coordinamento, verranno predisposte opere provvisionali atte a garantire la sicurezza durante le fasi di demolizione e successive.
I lavori di demolizione saranno eseguiti con idonei mezzi meccanici e/o interventi manuali; i mezzi saranno dotati di dispositivi di sicurezza tali da garantire la salvaguardia degli operatori.
Le demolizioni dei prefabbricati procederanno in conformità al Piano delle demolizioni, predisposto dalla ditta appaltatrice e preventivamente approvato dal Direttore dei lavori, in modo lasciare l’intera impronta dei fabbricati totalmente sgombra. Il Piano, ai sensi dell’art. 151 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., dovrà precisare le metodologie d'intervento di demolizione da impiegarsi in relazione alle diverse tipologie costruttive e dei mezzi d’opera da adoperare e comprenderà altresì il programma delle fasi di demolizione con la precisa specifica della successione temporale delle stesse.
La demolizione sarà eseguita sia per la parte interrata che per la parte fuori terra e dovrà essere compiuta con cautela e con prudente opera di scomposizione, mediante rimozione delle parti elementari di cui ciascuna struttura è costituita, procedendo dall’alto verso il basso, nell’ordine inverso a quello seguito nella costruzione.
Le demolizioni di murature, xxxxxxxxxxxx, ecc., sia parziali che complete, devono essere eseguite con diligenza, con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o disturbi.
Rimane pertanto vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso, e di sollevare polvere, per cui tanto le murature quanto i materiali di risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Qualora, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell'Appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Durante le lavorazioni, inoltre, verranno adottati tutti gli accorgimenti (es. nella movimentazione dei mezzi) tali da evitare danni all’ambiente (es. evitare il diffondersi di polveri e di residui nocivi; crescita del sottobosco; ecc.), da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o disturbo.
A tal fine, per evitare la produzione di polvere sarà vietato gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso, e si procederà a bagnare opportunamente, con acqua, tanto gli elementi edilizi quanto i materiali di risulta.
Inoltre, al fine di ridurre il pericolo di incendi, sarà effettuato un continuo controllo delle linee elettriche di cantiere e sarà apposta la segnaletica di divieto di accendere fuochi liberi.
Il materiale di risulta sarà depositato in un’area di accumulo temporaneo (cassoni scarrabili), preventivamente predisposta all’interno del cantiere, per le successive fasi di accertamento e codifica del materiale con assegnazione del codice CER. Tale attività dovrà essere svolta nel più breve tempo possibile, evitando così eccessivi accumuli di materiale all’interno del cantiere.
I materiali, così classificati verranno inviati ad impianti di recupero/smaltimento autorizzati.
Nell’esecuzione dell’attività di demolizione, l’impresa dovrà procedere in modo da non deteriorare i materiali che possano ancora, a giudizio della Direzione lavori, impiegarsi utilmente sotto pena di rivalsa di danni verso l'Amministrazione alla quale spetta ai sensi dell'art. 36 del Capitolato generale (Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 19 aprile 2000,
n. 145) la proprietà di tali materiali, alla pari di quello proveniente dagli scavi in genere e l’impresa dovrà provvedere per la loro cernita, trasporto in deposito, ecc., in conformità e con tutti gli oneri previsti nel citato art. 36.
Tutti i materiali eventualmente riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione lavori, devono essere opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nelle fasi di cantiere sia nel trasporto.
La demolizione dei controsoffitti dovrà essere realizzata approntando ponti di lavori di protezione e le necessarie puntellature per evitare la caduta di grosse superfici e procedendo con ordine si dovranno rimuovere tutte le eventuali travature, cornici, guide, profilati, ecc., effettuando sempre immediatamente lo scarico a pie’ d’opera del materiale di risulta per evitare pericolosi accumuli.
Dovrà essere effettuata la rimozione del pavimento, della malta di allettamento e del restante sottofondo. La rimozione degli impianti (idrici, di riscaldamento, ecc.) dovrà essere eseguita con la massima cura per l’eventuale recupero degli apparecchi e delle tubazioni utilizzabili.
Le aree di intervento, a demolizioni completate, saranno sistemate e livellate.
Art. 100 - Movimentazione e deposito temporaneo
Il materiale di risulta derivante dalle demolizioni degli edifici verrà movimentato in cantiere al fine di procedere al deposito temporaneo in base alla diversa natura dei materiali rimossi e/o demoliti.
I rifiuti, compresi quelli eventualmente rinvenuti sulle aree di intervento, andranno depositati per categorie omogenee di rifiuto e in funzione della destinazione in discarica e di
quanto scaturito dalla caratterizzazione; il deposito temporaneo avverrà all’interno di cassoni scarrabili metallici e a perfetta tenuta posti nelle posizioni più opportune.
Le operazioni di movimentazione e trasporto alle apposite aree di deposito temporaneo dovranno essere attuate procedendo cautelativamente allo scopo di scongiurare fenomeni di smottamento che possano compromettere la stabilità dei mezzi d’opera e/o mettere in pericolo le maestranze.
Al fine di poter effettuare in sicurezza tutte le operazioni, come dovrà essere specificato negli elaborati progettuali e nei piani attuativi, le attività saranno condotte mediante opportuni mezzi (mezzi meccanici, autogru, apparecchi di sollevamento, ecc.) di tipologia e dimensioni adeguati allo stato dei luoghi. Le attività oggetto del presente capitolato, inoltre, implicano operazioni che possono essere eseguite solo manualmente ed in sicurezza.
Durante tutte le operazioni, l’accesso dei mezzi d’opera e del personale all’interno dell’area di cantiere dovrà essere regolata in modo da non produrre interferenze tra le varie fasi operative, osservando tutte le norme e gli accorgimenti per la sicurezza per gli addetti alle attività.
La movimentazione avverrà con attrezzature e modalità tali da salvaguardare le matrici ambientali con particolare riferimento ai seguenti aspetti:
- dovrà essere limitata l’emissione e la diffusione di polveri;
- dovranno essere limitati gli inconvenienti derivanti dalla diffusione di rumori;
- dovrà essere ridotta la possibilità di sversamenti accidentali di materiali allo stato liquido sul suolo;
Il materiale di risulta sarà depositato in un’area attrezzata a deposito temporaneo (es. cassoni scarrabili metallici a perfetta tenuta stagna del fondo e protetti dall’azione del vento), preventivamente predisposta all’interno del cantiere ai sensi della normativa vigente (D.Lgs 152/06, art. 183, c. 1, lett. bb e s.m.i.), per le successive fasi di accertamento e codifica del materiale con assegnazione del codice CER.
Le aree di deposito provvisorio saranno realizzate necessariamente, con attenta combinazione logistica e movimentazione, negli spazi adiacenti disponibili e sulle superfici delle limitrofe stradelle, posando man mano le quantità compatibili con gli spostamenti dei mezzi e delle persone.
In generale, è vietata la miscelazione di rifiuti contenenti amianto con rifiuti di altro tipo, pericolosi o non pericolosi.
Durante il deposito temporaneo i rifiuti contenenti amianto saranno opportunamente raccolti, depositati separatamente da altri rifiuti di diversa natura e, nel caso in cui si rinverranno diverse tipologie di rifiuti contenenti amianto, esse dovranno essere mantenute separate.
Il deposito temporaneo dei materiali contenenti amianto avverrà in una apposita area di cantiere, separata dagli altri rifiuti, opportunamente delimitata a protezione dei colli da eventuali frantumazioni dovute al transito dei veicoli o da movimentazioni di cantiere. Sarà a tal fine preferibile che tale deposito avvenga in cassoni scarrabili destinati al trasporto.
Il cantiere non potrà essere considerato chiuso fino a tanto che non saranno conferiti tutti i rifiuti giacenti presso il deposito temporaneo.
Le modalità tecniche con cui effettuare il deposito temporaneo devono essere disciplinate nell’ambito del Piano di Lavoro.
Art. 101 - Classificazione dei rifiuti e pesatura
Ai fini delle conseguenti responsabilità si evidenzia che l’affidatario a seguito dell’aggiudicazione sarà considerato ed assumerà a tutti gli effetti la qualifica giuridica di “produttore di rifiuti”/“detentore” ai sensi del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. e pertanto resta di sua competenza l’attribuzione del codice CER ai fini del trasporto, avvio al recupero e smaltimento dei rifiuti.
Su tutti i rifiuti dovranno essere effettuate, secondo quanto previsto dalla normativa di settore vigente, le verifiche analitiche ai fini della sua classificazione e smaltimento finale.
La ditta incaricata prima dell’avvio delle attività dovrà comunicare il nominativo del proprio responsabile preposto all’attuazione delle attività. Detto responsabile per l’esecuzione del Piano degli Smaltimenti, che dovrà essere in possesso delle necessarie conoscenze specialistiche, predisporrà la scheda tecnica del rifiuto, indicandone la codifica, le principali componenti e le eventuali caratteristiche di pericolosità.
Per la corretta assegnazione del codice, l’Appaltatore dovrà svolgere tutte le attività relative ivi incluse l’esecuzione di analisi di laboratorio fermo restando l’esclusiva responsabilità dello stesso Appaltatore nella definizione dei codici. Pertanto, ogni eventuale verifica del codice attribuito ad un rifiuto sarà a totale carico dell’Appaltatore.
La classificazione e caratterizzazione dovrà essere eseguita mediante prelievo di più campioni per ogni rifiuto, il tutto eseguito ai sensi delle vigente normativa ambientale con lo scopo di attribuire il codice CER e le classi di pericolosità così come individuate nella Decisione 2000/532/CE e sulla base di quanto riportato nell’Allegato III della Direttiva 91/689/CEE in riferimento ai codici di pericolosità.
I materiali verranno codificati in base agli Allegati D e I, Parte IV, del D. Lgs. 3/4/2006
n. 152 e s.m.i. e del Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 maggio 2006 e successivamente inviati ad un impianto di recupero/smaltimento certificato ed autorizzato, con l’eventuale recupero del materiale (es. ferroso), nel più breve tempo possibile, evitando così eccessivi accumuli di materiale all’interno del cantiere.
Le operazioni di rimozione dei rifiuti saranno ultimate effettuando l’accertamento del peso di rifiuto e con il trasporto dei rifiuti ai siti di avvio al recupero o di smaltimento.
L’Aggiudicataria dovrà effettuare le operazioni di pesatura dei materiali raccolti, in contraddittorio con il Direttore dei Lavori o un rappresentante dallo stesso delegato, presso un apposito sistema di pesatura che dovrà essere fornito, posto in opera in un’apposita area interna al cantiere e tarato.
La pesa dovrà essere opportunamente dimensionata, a cura dell’Affidataria, tenendo in debita considerazione anche il traffico dei mezzi e la frequenza di passaggio degli stessi, così come previsti dal piano operativo redatto dell’impresa.
La pesa dovrà essere di tipo elettronico, certificata e provvista di stampante per il rilascio del certificato di pesata. Si richiede che lo strumento abbia un fattore di protezione pari a IP67 e un errore massimo cumulativo pari a 0,02% sul fondo scala. La portata della pesa deve essere pari a 60 ton.
Il certificato di taratura dovrà essere emesso da un laboratorio o da centri accreditati SIT che saranno proposti dall’impresa e accettati dal Direttore dei lavori.
La procedura di taratura da effettuare deve essere dichiarata e svolta alla presenza del Direttore dei Lavori.
Art. 102 - Trasporto ai centri di avvio al recupero/smaltimento
Ai sensi dell’art. 179 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., i rifiuti rinvenuti sui luoghi di intervento e/o prodotto durante le lavorazioni, in funzione dei relativi codici C.E.R., verranno inviati ad impianti di pretrattamento e/o avvio al recupero e/o a discariche certificate ed autorizzate per il loro smaltimento.
Il trasporto dei rifiuti, dovrà essere svolto esclusivamente dai mezzi indicati nel presente Capitolato ed effettuato in modo tale da ottimizzare il numero di viaggi necessari.
Le operazioni di carico dei rifiuti devono avvenire nel rispetto dei requisiti già specificati per la rimozione e la movimentazione; in alcuni casi si possono utilizzare gli stessi cassoni scarrabili usati per la movimentazione anche per il trasporto.
Le operazioni di carico dei rifiuti avverranno nel rispetto dei requisiti già specificati per la rimozione e la movimentazione in cantiere; durante le fasi di carico i motori dei mezzi pesanti adibiti al trasporto materiale dovranno essere spenti.
Come previsto dall’art. 193 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., i rifiuti contenenti amianto dovranno essere consegnati al trasportatore imballati ed etichettati.
Durante il trasporto, sino al conferimento in discarica, il rifiuto sarà accompagnato da un Formulario di identificazione, conforme al modello stabilito dal Decreto Ministero dell’Ambiente del 01/04/98 n. 145 e s.m.i..
I mezzi che trasporteranno il rifiuto agli appositi impianti di avvio al recupero, pretrattamento o smaltimento saranno adeguatamente coperti per evitare durante il trasporto la fuoriuscita di frammenti di piccole dimensioni per azione delle turbolenze indotte dal movimento o anche l’infiltrazione di acque meteoriche. Essi, inoltre, dovranno essere in perfetto stato manutentivo e dotati dei certificati e dei collaudi previsti per Legge.
Il trasporto dei materiali all’impianto di avvio al recupero/smaltimento, da prevedere a qualsiasi distanza dal sito in oggetto, sarà eseguito da azienda autorizzata e iscritta all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, che svolgerà la sua attività in conformità all'art. 193 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i..
Lo scarico dei materiali dall'automezzo nell'impianto di smaltimento e/o recupero autorizzato, avverrà con l'impiego di adeguati mezzi di sollevamento.
Verrà quindi rilasciata copia del formulario di cui all'art. 193 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., attestante l’avvenuto smaltimento. A valle dell’esecuzione delle attività, su richiesta della Provincia di Salerno, dovranno essere esibiti tutti i formulari di trasporto dei rifiuti e le autorizzazioni degli impianti finali di smaltimento e/o recupero.
La Sogesid S.p.A. ha facoltà di presenziare, con il proprio personale, alle operazioni di conferimento presso il sito ove avviene il conferimento del materiale. E’ facoltà della Stazione Appaltante compiere accessi e verifiche presso i siti e gli impianti di trattamento/smaltimento finale cui l’Appaltatore conferisce i materiali rimossi dall’area oggetto di intervento, al fine di verificare la piena e completa rispondenza della procedura adottata con quanto dichiarato dall’Appaltatore e con quanto previsto dalle normative vigenti in materia.
Lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto sarà regolamentato ai sensi del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., del D. Lgs. 36/03 e s.m.i. e del D.M. del 29/7/04 n. 248 e s.m.i. sullo smaltimento e recupero dei rifiuti di amianto, del D.M. del 3/8/05 e s.m.i. sui criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, e della L.R. n. 20 del 09/12/13.
Il trasporto e conferimento dei rifiuti ai centri di smaltimento finale certificati ed autorizzati, inclusi tutti gli annessi oneri ed adempimenti amministrativi, deve avvenire in conformità alle norme vigenti: compilazione Formulari di identificazione, moduli, relative polizze assicurative e fidejussorie come per legge, tenuta dei Registri di carico-scarico, compilazione del Modello Unico di Dichiarazione (MUD), firma degli stessi, produzione di tutta la documentazione comprovante l’avvenuto smaltimento finale.
Gli elementi derivanti dalle demolizioni contenenti fibre di amianto (eternit), presenti nelle coperture delle strutture da demolire, dovranno essere trattati secondo quanto prescritto dal D. Lgs. n. 277/91 e s.m.i., avendo particolare cura in riferimento alle dotazioni di sicurezza previste per il personale preposto ed alle modalità di trasporto oltreché di smaltimento.
Si procederà alla pulizia completa dell'area di intervento adottando il medesimo processo di smaltimento di cui ai punti precedenti per gli eventuali residui di materiale.
Il prezzo di smaltimento comprende gli oneri di campionamento ed analisi per la classificazione e l’omologa del rifiuto, l’ecotassa, gli adempimenti amministrativi (tenuta registro carico/scarico, formulario, adempimenti SISTRI, trasporto a qualsiasi distanza ecc.).
Dovrà essere garantita e documentata la tracciabilità del rifiuto dal cantiere allo smaltimento finale.
La contabilizzazione verrà effettuata solo dopo l’acquisizione di tutta la documentazione accertante l’avvenuto smaltimento finale off-site, ovvero solo dopo l’acquisizione di tutti i formulari del rifiuto (originali della 1° e 4° copia, di cui la 4° copia dovrà essere timbrata e firmata dall’impianto “finale” autorizzato, copia del registro di carico e scarico del cantiere).
Art. 102.1 - Impianto di lavaggio ruote
Nel corso dell’attività in oggetto, per ogni mezzo utilizzato per le attività di trasporto dei rifiuti, dall’area di cantiere verso gli impianti di pretrattamento, avvio al recupero o smaltimento, si dovrà provvedere ad effettuare il lavaggio delle ruote, al fine di evitare che materiale terroso possa essere rilasciato al di fuori dell’area di cantiere.
L’impianto dovrà essere opportunamente dimensionato, a cura dell’Affidataria, tenendo in debita considerazione il traffico dei mezzi; la frequenza di passaggio dei mezzi dovrà essere preventivamente autorizzato dal direttore dei lavori.
Art. 102.2 – Oneri per lo smaltimento
Gli oneri per lo smaltimento comprendono e compensano le seguenti attività:
− le indagini di caratterizzazione;
− eventuali accatastamenti del materiale in cantiere necessari per l’esecuzione delle analisi di caratterizzazioni;
− eventuali movimentazioni in cantiere, operazioni di confinamento o separazione di materiale;
− eventuale costruzione di siti provvisori per il deposito provvisorio;
− eventuali siti per l’asciugatura del materiale prima del trasporto a smaltimento.
I residui di lavorazione derivanti dal decespugliamento di aree, in assenza di specifico accertamento che lo qualifichi come pericoloso, non necessariamente deve essere smaltito in discarica in quanto il prodotto vegetale può essere diversamente utilizzato.
Per i metalli per non è previsto alcun onere.
La localizzazione e la scelta del sito di smaltimento dovranno essere autorizzate dal
Responsabile del Procedimento su richiesta del Direttore dei Lavori (DL).
L’Affidatario, per ottenere la contabilizzazione degli oneri di smaltimento, dovrà consegnare al Direttore dei Lavori, idonea documentazione attestante lo smaltimento, compilata in ogni sua parte e conforme ai disposti legislativi del caso, la quale rimarrà allegata agli Atti Contabili consentendo la valorizzazione degli oneri.
Il pagamento degli oneri per gli smaltimenti, dai quali sono esclusi gli oneri relativi ai trasporti sino all’impianto di trattamento, avverrà, in accordo anche con quanto riportato nel nuovo Prezzario dei Lavori pubblici approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 25 del 29/01/2013 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 9 del 6 febbraio 2013, dietro presentazione di apposita fattura con l’aumento del 15% per spese generali.
CAPO 6 – PRESCRIZIONI TECNICHE E MODALITA’ OPERATIVE NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’ DI SCOTICO ED INDAGINI DEI SUOLI
Art. 103 - Pulizia preliminare dell'area
Tutte le aree interessate dai lavori descritti di seguito dovranno essere ripulite ed approntate adeguatamente a cura dell'Impresa. La superficie di lavoro dovrà essere stata sgomberata da tutti gli oggetti estranei quali strutture varie, resti vegetali (ceppi, radici, arbusti e sterpaglie), materiali di scarico e rifiuti provvisoriamente accumulati, rinvenuti alla consegna del cantiere. Sarà a cura e spese dell'Impresa l'allontanamento e lo smaltimento di tutto il materiale rinvenuto, salvo diversamente specificato dalla Committente.
Art. 104 - Specifiche tecniche per lo scotico
La bonifica delle aree di intervento terrà conto della contaminazione superficiale dovuta alla dispersione sul terreno dei detriti di materiali contenenti. Nella fattispecie la raccolta dei detriti si effettuerà, procedendo specificatamente come segue:
- irrorazione con un adatto prodotto incapsulante di tutte le aree su cui sono sparsi frammenti di piccoli e grandi dei materiali contenenti;
- rimozione dei detriti con dimensioni maggiori e loro immediato imbustamento in doppi sacchi di plastica pesante;
- inumidimento, prima della decortificazione, della porzione di terreno da asportare;
- scotico, per circa 10 cm. di profondità, del top-soil e suo immediato imbustamento in doppi sacchi di plastica pesante;
- esecuzione di analisi chimiche per accertare l’avvenuta asportazione dei residui di amianto e per verificare l’assenza totale di fibre libere.
Nel caso di dispersione di materiale friabile si ricorrerà ad apposite procedure (es. modulo spostabile).
Le operazioni di scotico verranno effettuate al fine di preservare la matrice ambientale. Il terreno superficiale rimosso, se contenente amianto, sarà smaltito nel rispetto delle normative vigenti.
Durante tutte le suddette operazioni il personale impiegato, informato e formato per la specifica operatività, sarà equipaggiato con abiti adatti e con i dispositivi di protezione previsti (tuta a perdere tipo Tyvek; Semimaschera con filtro 3P, ecc.) e l’area sarà
opportunamente recintata ed isolata.
Ai sensi del D.M. 14/5/96 e in base a quanto previsto dal Piano Regionale Amianto, durante tutte le operazioni di bonifica dovrà essere effettuato un monitoraggio ambientale consistente nella valutazione dell’esposizione dei lavoratori mediante campionamenti personali e nel controllo del cantiere mediante misure ambientali delle fibre aerodisperse effettuate sul perimetro dell’area di lavoro. Tali monitoraggi dovranno essere eseguiti secondo i criteri e le modalità previste nel D.M. 06/09/94 e nel Piano Regionale Amianto.
Ai sensi del D.M. 06/09/94 e s.m.i., relativamente alla restituzione degli ambienti bonificati, la AUSL rilascerà certificazione sulla base di una ispezione visiva e di un opportuno monitoraggio ambientale.
Nell’eseguire tutte le attività anzidette dovranno essere rispettate le prescrizioni della normativa vigente: D. Lgs. 81/08 e s.m.i., D.M. 14/05/96 e s.m.i., ecc..
Art. 105 - Sondaggi sui suoli, modalità di campionamento e conservazione dei campioni
L’esecuzione delle indagini sui suoli deve essere coordinata secondo le prescrizioni della direzione dei lavori.
Nella fattispecie, i campioni di suolo verranno ubicati secondo quanto dettato dalla direzione dei lavori in funzione delle caratteristiche delle aree oggetto di intervento; ciascuna posizione sarà decisa tenendo presente il rispetto delle condizioni di sicurezza dei lavoratori. Si preleveranno 40 campioni di suolo (Top soil) ad una quota compresa tra 0 ed
0.2 m.. Xxxx’analisi dei campioni di top-soil dovrà essere compreso l’analita amianto.
Il campione deve rappresentare la matrice da cui proviene in modo tale da poter offrire, mediante l'analisi chimica, un quadro esaustivo dello stato qualitativo di quest'ultima.
Sarà necessario mantenere inalterate le caratteristiche del campione alloggiandolo in apposito contenitore immediatamente dopo la sua estrazione e descrivere, eventuali evidenze visive e/o olfattive di inquinamento. I campioni rimaneggiati potranno essere prelevati con l’ausilio di palette o spatole e dovranno essere sigillati in sacchetti o barattoli di plastica a tenuta stagna per consentirne la conservazione e la misura del tenore di umidità.
In sintesi, nella formazione del campione da inviare ad analisi di laboratorio dovranno essere adottati i seguenti accorgimenti:
- identificare e scartare materiali estranei che possono alterare i risultati finali (pezzi di vetro, ciottoli rami ecc.) indicandoli opportunamente nel rapporto di campionamento;
- omogeneizzare il campione per avere una distribuzione uniforme dei contaminanti;
- suddividere il campione in più parti omogenee, adottando i metodi di quartatura riportati nella normativa;
- il contenitore in cui riporre il campione deve essere adeguato alle caratteristiche dell’inquinante e deve essere conservato in luogo adeguato a preservarne inalterate le caratteristiche chimico-fisiche;
- le operazioni di formazione del campione devono essere effettuate con strumenti decontaminati dopo ogni operazione e con modalità adeguate ad evitare la variazione delle caratteristiche e la contaminazione del materiale.
Si procederà, quindi, all’apposizione sul contenitore di un'etichetta (non degradabile per l’umidità) in cui sono indicati:
- designazione del Committente - Esecutore;
- designazione del campione,
- tipo di campione e numero d'ordine;
- profondità di prelievo (da/a);
- data di prelievo.
I campioni devono essere conservati a cura dell’impresa esecutrice in locali idonei, in posizione orizzontale evitando scuotimenti e urti e particolarmente protetti dai raggi del sole, dal gelo e da fonti di calore fino al momento della consegna in laboratorio.
Tutti i campioni dovranno essere conservati alla temperatura di 4 +/- 2°C mentre quelli destinati all’analisi delle sostanze volatili alla temperatura di –20 +/- 2°C.
Ciascun campione etichettato, insieme alla documentazione di trasmissione, dovrà essere inviato in contenitori refrigerati entro 24 ore dal campionamento presso i laboratori.
Art. 105.1 - Analisi dei campioni di suolo (top soil)
Le attività di analisi in laboratorio faranno riferimento alla Tabella 1 Allegato 5 Parte IV del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. che riporta, per ciascuna sostanza in elenco, il valore limite di concentrazione (inteso, ai sensi del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., come valore soglia di contaminazione).
Saranno adottate metodiche analitiche ufficialmente riconosciute a livello nazionale ed internazionale, con particolare riferimento a:
- Metodi Ufficiali di analisi chimica del suolo” (DM 13 settembre 1999 e s.m.i.)
- metodiche EPA;
- metodiche ISO;
- metodi IRSA per i fanghi.
Le analisi verranno eseguite da laboratori accreditati, nel rispetto dei requisiti della norma internazionale di riferimento UNI CEI EN ISO/IEC 17025 "Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura" e degli altri requisiti applicabili, stabiliti dall’Ente stesso o contenuti nella normativa inerente gli ambiti di attività del Laboratorio.
I limiti di rilevabilità saranno pari almeno a 1/10 dei rispettivi valori in tabella ovvero quelli ottenibili con le migliori tecnologie disponibili.
Il laboratorio provvederà:
- ad eseguire le analisi di laboratorio nel più breve tempo possibile dal momento del prelievo;
- a redigere e consegnare al Committente in formato cartaceo e digitale, per la successiva presentazione all’Autorità, una relazione indicando, per ogni parametro analizzato, i metodi usati ed i relativi limiti di rilevabilità.
Il set di analiti da ricercare sui campioni di top-soil sono riportati nelle tabelle seguenti.
Amianto
Determinazioni analitiche sui campioni di suolo (Top soil)
Art. 105.2 - Rapporto di prova
Per ciascuno dei campioni analizzati dovrà essere prodotto un rapporto di prova da consegnare al Committente, datato e firmato dal Responsabile del laboratorio, che riporti:
- identificazione univoca del campione analizzato;
- elenco dei parametri determinati, con relativo risultato analitico ottenuto;
- dove possibile, incertezza di misura espressa nella stessa unità di misura del risultato;
- metodo di riferimento usato;
- limite di quantificazione.
Art. 106 - Validazione delle analisi ambientali
Le analisi da condurre sui campioni dovranno essere validate. In particolare, saranno sottoposti ad analisi almeno il 10% dei campioni totali da prelevare in contraddittorio con l’Aggiudicatario.
L’Affidatario, sentita la Sogesid, dovrà stipulare con un Ente di validazione una apposita Convenzione in base alla quale si provvederà:
- a fornire assistenza tecnica durante le fasi di prelievo e di formazione dei campioni ambientali e al prelievo dei campioni che saranno analizzati nei propri laboratori;
- all’esecuzione delle determinazioni analitiche di laboratorio sul 10% dei campioni prelevati;
- alla restituzione dei medesimi risultati analitici;
- alla stesura di una relazione/report finale che riassuma i risultati ottenuti.
Tutte le aliquote dei campioni prelevati in contraddittorio dovranno essere sigillate e firmate dagli addetti incaricati (dell’Affidatario e dell'Ente di controllo), verbalizzando il relativo prelievo.
Le specifiche di conservazione, stoccaggio e trasporto dei campioni saranno concordate tra l’Ente di validazione, la Sogesid S.p.A. e l’Affidatario.
Art. 106.1 - Oneri per le attività di validazione
L’Aggiudicatario provvederà al pagamento delle prestazioni effettuate dall’Ente di validazione nell’ambito dello svolgimento delle attività previste al punto precedente.
L’Affidatario, al fine del rimborso delle somme corrisposte all’Ente di Validazione dovrà emettere apposita fattura intestata alla Sogesid S.p.A. corredata di documentazione comprovante l’avvenuto pagamento delle prestazioni svolte dall’Ente.
CAPO 7 – PRESCRIZIONI TECNICHE DELLE ATTIVITA’ DI ESECUZIONE DI SCAVI E DEMOLIZIONI DEL MURO DI CONTENIMENTO ESISTENTE
Art. 107 - Gestione delle materie
Per la specifiche tecniche relative alla gestione delle materie il presente Capitolato fa integrale riferimento all’elaborato ‘Relazione sulla gestione delle materie’, che deve considerarsi a tutti gli effetti documento contrattuale.
La gestione delle terre e delle rocce da scavo dovrà rispettare i dettami del D.M. 10 Agosto 2012 n. 161 e s.m.i.“Regolamento recante la disciplina di utilizzazione delle terre e rocce da scavo” e s.m.i. e della L. n. 98 del 09/08/13 e s.m.i. (cosiddetto “Decreto del fare”).
I terreni provenienti dagli scavi dovranno essere riutilizzati all’interno del cantiere per il ripristino morfologico del sito in conformità a quanto previsto dal suddetto D.M. 161/12 e s.m.i., dopo averne verificato la caratteristiche con opportuni accertamenti ad analisi da realizzarsi a carico dell’affidatario e di concerto con la D.L.
Gli oneri di caratterizzazione dei rifiuti rinvenuti sulle aree oggetto di intervento e/o prodotti a seguito delle lavorazioni di cantiere saranno compresi tra gli oneri generali riconosciuti all’Impresa.
Per quanto non specificato nel suddetto elaborato, si farà inoltre riferimento anche alla normativa vigente per la gestione delle terre e rocce da scavo e per i rifiuti, qui di seguito elencata:
- D. Lgs. 152/06 e s.m.i. “Norme in materia ambientale”;
- Decreto 27 settembre 2010 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in sostituzione di quelli contenuti nel decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005” e s.m.i..
Art. 108 - Attività propedeutiche alle movimentazioni dei terreni Art. 108.1 – Rilievo topografico e picchettatura dell’area
Prima di iniziare, l'Impresa potrà eseguire un rilievo topografico dell'area oggetto dell'Appalto e fornirlo alla Direzione Lavori, la quale provvederà ad effettuare una verifica con il rilievo di progetto, per tenere conto di variazioni altimetriche legate ad eventuali movimentazioni. In caso contrario, l'Impresa accetterà tacitamente quello eseguito in fase di Progetto o quanto indicato dalla Direzione Lavori.
L'Impresa dovrà inoltre eseguire la picchettatura del perimetro esterno dell'area di lavoro, in modo che risultino chiaramente visibili i limiti da rispettare durante le operazioni di movimentazione dei terreni.
Durante i lavori l'Impresa dovrà attenersi al programma dettagliato delle opere con gli avanzamenti previsti previamente approvato dalla Direzione Lavori; sarà facoltà della Direzione Lavori disporre variazioni a tale programma, prima dell'inizio dei lavori e/o nel corso di essi.
Resta in ogni caso stabilito che il sistema dettato, ed in special modo la successione delle varie fasi di lavoro, dovrà essere rispondente alle migliori norme di esecuzione per lavori del genere, in relazione alle caratteristiche dei materiali da interessare e al tempo stabilito per l'utilizzazione di tutte le opere connesse.
L'Impresa, tenuto conto del tempo concesso per l'esecuzione dei lavori, dovrà dare
dimostrazione che i predisposti mezzi d'opera in genere e specificatamente gli impianti ausiliari siano largamente proporzionati per la razionale esecuzione dei lavori.
Art. 108.2 – Allontanamento dell’acqua dall’area di lavoro
Inoltre, l’Impresa dovrà provvedere, a sua cura e spese, all'allontanamento e allo smaltimento delle acque di qualsiasi provenienza (meteoriche, sotterranee e fognarie) e quantità, eventualmente raccoltesi in corrispondenza dell'area di lavoro, durante le operazioni di movimentazione dei terreni e comunque fino all'attività successiva.
L'allontanamento delle acque dovrà avvenire senza intralciare le attività di cantiere.
Dovrà essere eseguito con tutti i mezzi che si ravviseranno più opportuni per mantenere costantemente asciutto il fondo dello scavo e tali mezzi dovranno essere sempre in perfetta efficienza, nel numero e con le portate e le prevalenze necessarie e sufficienti per garantire la continuità del prosciugamento.
I sistemi impiegati per l'eliminazione delle acque dovranno essere sicuri ed idonei, in modo che non ne derivi alcun intralcio al normale svolgimento dei lavori nell'area di cantiere e nelle zone limitrofe e nessun danno alle opere in costruzione, al personale di cantiere ed alla proprietà oltre che alla salubrità dell’ambiente, né sospensioni del servizio idrico o fognario.
Art. 108.3 – Saggi e tracciati
AI termine delle operazioni di preparazione dell'area e prima di iniziare i lavori di scavo e/o riporto, l'Impresa è tenuta ad eseguire la picchettatura completa o parziale dell'area, in modo che risultino indicati i limiti delle varie categorie delle opere in progetto (scavi, riporti, strade, etc.), in base alle dimensioni riportate negli elaborati di progetto.
A tempo opportuno e secondo le indicazioni della Direzione Lavori, l'Impresa dovrà posizionare le xxxxxx x xxxxx utili e necessarie a determinare con precisione l'andamento delle scarpate, tanto degli scavi che dei rilevati, curandone poi la conservazione e rimettendo quelle manomesse durante l'esecuzione dei lavori.
Sarà cura e dovere dell’impresa, prima di iniziare i lavori, procurarsi presso la direzione tutti i dati costruttivi, le misure e gli ordini particolari inerenti, ed in base a tali informazioni completare il tracciamento a mezzo di picchetti, sagome e xxxxxx, ecc. sottoponendolo alla direzione lavori per il controllo; soltanto dopo l’assenso di questa potrà darsi inizio alle opere relative. Il tracciamento verrà eseguito a mezzo di idonea strumentazione topografica elettronica.
Quantunque i tracciamenti siano fatti e verificati dalla direzione dei lavori, l’impresa resterà responsabile dell’esattezza dei medesimi, e quindi sarà obbligata a demolire e rifare a sue spese quelle opere che non risultassero eseguite conformemente ai disegni di progetto ed alle prescrizioni inerenti.
Saranno a carico dell’impresa le spese per rilievi, tracciamenti, verifiche e misurazioni, per i cippi di cemento ed in pietra, per materiali e mezzi d’opera, ed inoltre per il personale ed i mezzi di trasporto occorrenti, dall’inizio delle consegne fino al collaudo compiuto.
Qualora alla movimentazione dei terreni siano connesse opere murarie e/o in calcestruzzo (semplice, armato e precompresso), l'Impresa dovrà procedere al tracciamento di esse, pure con l'obbligo della conservazione dei picchetti ed eventualmente delle xxxxxx, come per i lavori di movimentazione dei terreni.
L'impresa é tenuta all'accertamento della presenza di eventuali sottoservizi prima di
cominciare qualsiasi operazione di scavo.
Eventuali scavi eseguiti dall'Impresa per comodità di lavoro o altri motivi, al di fuori delle linee indicate nei disegni e senza autorizzazione scritta della Direzione Lavori, non saranno contabilizzati agli effetti del pagamento.
L'Impresa, inoltre, dovrà provvedere, a sua cura e spese, al riempimento dei vani rimasti al di fuori delle linee indicate con materiali che saranno specificati dalla Direzione Lavori di caso in caso.
Art. 109 - Oneri generali
L’impresa, nell’esecuzione delle opere, dovrà assicurare la circolazione pedonale e, ove possibile, quella veicolare sulle strade interessate dai lavori.
Essa provvederà pertanto, a sue spese, a tutte le necessarie opere provvisionali (passarelle, recinzioni ecc.), all’apposizione di tutta la segnaletica regolamentare per l’eventuale deviazione del traffico veicolante, ed alla sua sorveglianza, nonché all’acquisizione di tutte le necessarie autorizzazioni ed al pagamento dei relativi oneri.
L’impresa è a conoscenza delle particolari condizioni dei luoghi (centro urbano) e pertanto non potrà avanzare alcuna richiesta economica alla stazione appaltante per le prescrizioni e/o limitazioni che gli Enti competenti sulla viabilità provvederanno a richiedere.
In ogni caso, a cura e spese dell’impresa dovranno essere mantenuti gli accessi a tutti gli ingressi stradali privati, ovvero tacitati gli aventi diritto, nonché provveduto alla corretta manutenzione ed all’interrotto esercizio dei cavi e delle condutture di qualsiasi genere interessate ai lavori.
Gli scavi saranno effettuati anche a tronchi successivi e con interruzioni, allo scopo di rispettare le prescrizioni precedenti.
L’impresa è tenuta a mantenere, a rinterri avvenuti, il piano carreggiato atto al transito dei pedoni e dei mezzi meccanici, provvedendo a tal fine allo sgombero di ciottoli ed alla rimessa superficiale di materiale idoneo allo scopo.
Ultimate le opere, I’impresa dovrà rimuovere tutti gli impianti di cantiere e sgomberare tutte le aree occupate, rimettendo tutto in pristino stato, in modo che nessun pregiudizio o alterazione derivino in dipendenza dei lavori eseguiti.
Dovrà inoltre - qualora necessario - provvedere ai risarcimenti degli scavi con materiali idonei, all’espropriazione del ciottolame affiorante, ed in genere alla continua manutenzione del piano
I lavori di demolizione e scavi saranno preliminarmente preceduti dagli interventi previsti per assicurare la continuità dei sottoservizi, quali allacci e condotte acquedottistiche e fognarie, e linee elettriche ed di impianti che interferiscono con i lavori da eseguire.
Tali interventi potranno essere provvisionali in attesa che vengano ricostruiti definitivamente sui tracciati stabiliti i servizi interferenti.
Art. 110 - Movimenti di terra
La movimentazione dei terreni comprende diserbamento, scoticamento superficiale e scavi che si distinguono in:
- scavi di sbancamento;
- scavi di fondazione/scavi a sezione obbligata;
- rilevati e rinterri.
Si definisce “scavo” ogni movimentazione di masse di terreno dal sito originario finalizzata alla formazione di strutture quali fondazioni. canalizzazioni rete fognaria, argini di vario tipo e funzione, etc.. Il materiale di scavo, salvo casi eccezionali, è costituito da materiale sciolto. Gli scavi possono essere eseguiti a mano e/o con mezzi meccanici.
Con il termine "rilevati" vengono definite tutte le opere in terra che si innalzano sopra il piano campagna.
Con il termine "rinterri" si intendono i lavori di riempimento degli scavi effettuati.
Nell'esecuzione di qualunque operazione di movimentazione dei terreni, l'Impresa dovrà attenersi alle norme, leggi e regolamenti vigenti all'atto del lavoro.
Inoltre dovrà predisporre tutti gli accorgimenti necessari per garantire la piena ed assoluta sicurezza degli operai, la perfetta riuscita dell'opera ed il rispetto dei tempi di esecuzione previsti dai programmi.
I mezzi meccanici predisposti per la movimentazione dei terreni dovranno essere ben proporzionati all'opera da eseguire ed essere dotati di una sufficiente riserva, atta a garantire la continuità e regolarità del lavoro.
Al termine della movimentazione dei terreni e prima di procedere all'attività successiva, si dovrà aspettare l'approvazione dei lavori effettuati da parte della Direzione Lavori.
Art. 110.1 – Scavi in genere e sistemazione dell’area
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e la relazione geologica e geotecnica di cui alle norme tecniche vigenti, nonché secondo le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei Lavori.
Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando esso, oltreché totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate.
L'Appaltatore dovrà, inoltre, provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi.
Gli scavi saranno eseguiti da escavatore di adeguate dimensioni ad operare negli spazi disponibili, considerando le necessità di garantire il deflusso del traffico locale e le manovre dei mezzi di carico dei materiali. Dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto nonché secondo le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei lavori.
Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori) ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate fuori della sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a rendere disponibili a sua cura e spese.
Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere depositate, previo assenso della Direzione dei Lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno essere di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie.
La Direzione dei Lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
Qualora i materiali siano ceduti all'Appaltatore, si applica il disposto dell'art. 36 del Capitolato Generale d'appalto.
Gli scavi da eseguire, sia che essi siano definiti di sbancamento di cui al successivo art. 97, che a sezione obbligata di cui all’art. 98, dovranno essere eseguiti con tutti gli accorgimenti ed attenzioni finalizzate alla predisposizione dei piani di posa delle opere e della sistemazione finale dell’area secondo come riportato negli elaborati grafici delle planimetrie, piante e sezioni.
E’ richiesta la massima accuratezza per l’esecuzione degli scavi al fine di consentire la realizzazione delle differenti opere previste in relazione con la variabilità delle quote dei piani di posa delle medesime e delle inclinazioni dei percorsi e sistemazioni a verde da eseguire.
Si provvederà quindi all’esecuzione degli scavi in modo mirato, evitando asportazioni invasive che richiedano poi risistemazioni dei piani in zone di difficile ricostituzione mediante compattazione dei terreni in tutti i casi ove ciò può essere evitato.
La sistemazione superficiale dei terreni dovrà essere conforme ai vari interventi previsti, comprendenti sia cordoli di contenimento delle aiuole sia i vialetti e piste, la costruzione dei servizi, le rampe di accesso agli stalli dei parcheggi, ai muri di sostegno, le opere di sistemazione a verde e piantumazione, secondo le inclinazioni i piani e le quote indicate in progetto.
L’Appaltatore non potrà chiedere il riconoscimento di compensi aggiuntivi per gli oneri particolari relativi agli scavi e sistemazioni innanzi detti, rispetto a quanto già è previsto in contratto.
La gestione delle terre e delle rocce da scavo dovrà rispettare i dettami del D.M. 10 Agosto 2012 n. 161 e s.m.i.“Regolamento recante la disciplina di utilizzazione delle terre e rocce da scavo”. I terreni provenienti dagli scavi dovranno essere riutilizzati all’interno del cantiere per il ripristino morfologico del sito in conformità a quanto previsto dal suddetto D.M. 161/12, dopo averne verificato la caratteristiche con opportuni accertamenti ad analisi da realizzarsi a carico dell’affidatario e di concerto con la D.L.
Art. 110.2 - Scavi di sbancamento
Per scavi di sbancamento o sterri andanti s'intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, giardini, scantinati, piani di appoggio per platee di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali, ecc., e in generale tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superficie ove sia possibile l'allontanamento delle materie di scavo evitandone il sollevamento, sia pure con la formazione di rampe provvisorie ecc.
Saranno pertanto considerati scavi di sbancamento anche quelli che si trovano al di sotto del piano di campagna o del piano stradale di progetto (se inferiore al primo), quando gli scavi rivestano i caratteri sopra accennati.
Gli scavi di sbancamento avverranno in considerazione delle operazioni di demolizione del muro esistente e pertanto varrano le prescrizioni a tal riguardo esposte.
Gli scavi di sbancamento da eseguire variano in altezza lungo via Vignadonica secondo come riportato negli elaborati grafici di progetto ed interesseranno gli strati sottostanti il piano stradale esistente fino alle quota di posa delle fondazione del nuovo muro di sostegno in cemento armato e quelli degli accessi all’area soprastante.
Art. 110.3 - Scavi di fondazione/scavi a sezione obbligata
Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti. Vengono anche denominati scavi a sezione obbligata.
In ogni caso saranno considerati come gli scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne, condutture, fossi e cunette.
Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione, dovranno essere spinti fino alla profondità che dalla Direzione dei Lavori verrà ordinata all'atto della loro esecuzione.
Le profondità, che si trovano indicate nei disegni, sono perciò di stima preliminare e la Stazione Appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all'Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere. E' vietato all'Appaltatore, sotto pena di demolire il già fatto, di porre mano alle murature o ai getti prima che la Direzione dei Lavori abbia verificato ed accettato i piani delle fondazioni.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della Direzione dei Lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinate contropendenze. .Le pareti saranno verticali od a scarpa a seconda delle prescrizioni della Direzione Lavori.
Saranno considerati come gli scavi di fondazione quelli per dar luogo alla posa di condutture in genere, manufatti sotto il piano di campagna, fossi e cunette.
Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che resta vuoto, dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo.
Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con robuste armature, in modo da proteggere contro ogni pericolo gli operai, ed impedire ogni smottamento di materie durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle murature.
L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite dalla Direzione dei Lavori.
Per gli scavi di fondazione si applicheranno le norme previste dal DM 14 gennaio 2008, integrato dalla Circolare del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2 febbraio 2009, n. 617.
Per quanto riguarda la posa delle condotte, in particolare per quelle fognarie, dovrà l’Appaltatore, prima dell’inizio dei lavori, effettuare il controllo ed il coordinamento delle quote altimetriche delle condotte esistenti alle quali la tubazione da costruire dovrà collegarsi. Pertanto l’Impresa sarà tenuta a presentare alla Direzione dei lavori la planimetria e profilo del terreno con le quote dei ricettori finali, di eventuali interferenze con altri manufatti, di caposaldi planimetrici e di quota aggiuntivi di infittimento o spostati rispetti a quelli di progetto che fossero insufficienti o potessero essere danneggiati dalle macchine
operatrici durante l’esecuzione dei lavori. Il prezzo dello scavo comprenderà l’onere dell’allargamento per la formazione delle nicchie laterali e sul fondo in corrispondenza dei giunti per l’accurata ispezione delle giunzioni stesse in fase di prova di tenuta.
Compiuta la muratura di fondazione o la costruzione di manufatti interrati, lo scavo che resta vuoto, dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le materie prescritte in progetto o, in difetto, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo, se non diversamente prescritto in progetto.
Gli scavi dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con robuste armature, in modo da proteggere gli operai contro ogni pericolo, ed impedire ogni smottamento di materie durante l'esecuzione tanto degli scavi che della posa di condotte o della costruzione di murature.
L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellamenti e sbadacchiature, alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite dalla direzione dei lavori.
Col procedere della posa delle condotte o della costruzione delle murature l'Appaltatore potrà recuperare i legnami costituenti le armature, sempreché non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà dell'Amministrazione; i legnami però, che a giudizio della direzione dei lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi.
Gli scavi di fondazione verranno considerati scavi subacquei solo se eseguiti a profondità maggiore di 20 cm sotto il livello costante a cui si stabilizzano le acque eventualmente esistenti nel terreno.
Art. 110.4 - Norme generali
Nell'esecuzione degli scavi di sbancamento e di fondazioni, l'Impresa dovrà scrupolosamente rispettare le prescrizioni assumendosene l'onere e farsi carico degli oneri di seguito elencati a titolo descrittivo e non limitativo.
L'Impresa dovrà profilare le scarpate degli scavi con le inclinazioni appropriate, in relazione alla natura e alle caratteristiche fisico-meccaniche del terreno, la cui stabilità dovrà essere accertata con apposite verifiche geotecniche a carico della stessa; inoltre dovrà rifinire il fondo e le pareti dello scavo non provvisionale secondo le quote e le pendenze di progetto.
L'Impresa dovrà prendere tutte le precauzioni possibili ed usare i metodi di scavo più idonei allo scopo per evitare smottamenti oltre le linee di scavo indicate nei disegni di progetto.
Qualsiasi smottamento, movimenti di massi o terra, che si verifichi nelle aree di scavo comporterà l'onere della rimozione del materiale da parte dell'Impresa.
Nel caso in cui il fondo risultasse smosso, l'Impresa dovrà compattare detto fondo fino ad ottenere una compattazione pari al 95% della massima massa volumica del secco ottenibile in laboratorio (prova di compattazione AASHO modificato - CNR 69/1978 e CNR 22/1972).
Se negli scavi si dovessero superare i limiti di progetto, non si terrà conto del maggior lavoro eseguito dall'Impresa e la stessa dovrà, a sua cura e spese, ripristinare i volumi scavati in eccesso, utilizzando materiali e mezzi idonei.
Comunque la Direzione Lavori avrà sempre la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di
stabilire la sospensione e la limitazione dello scavo se lo riterrà necessario per la stabilità delle scarpate, specialmente nei periodi di pioggia.
L'Impresa dovrà eseguire, ove previsto dagli elaborati di progetto e/o richiesto dalla Direzione Lavori, scavi campione con prelievi di saggi e/o effettuazione di prove ed analisi per la definizione delle caratteristiche geotecniche (a totale carico dell'Impresa).
Tutte le cautele necessarie (indagini preliminari, sondaggi, scavi campione, installazione di opere provvisionali, etc.) dovranno essere adottate dall'Impresa per evitare il danneggiamento di manufatti e reti interrate e non di qualsiasi natura; inclusa, ove necessario, la temporanea deviazione ed il tempestivo ripristino delle opere danneggiate o provvisoriamente danneggiate.
L'Impresa dovrà provvedere, a sua cura e spese, con qualsiasi sistema (paratie, palancolate, sbadacchiature, puntellamenti, armature a cassa chiusa, etc.) al contenimento delle pareti degli scavi, in modo da proteggere contro ogni pericolo, gli operai, ed impedire ogni smottamento di materia durante l'esecuzione sia degli scavi che delle murature, in accordo a quanto prescritto negli elaborati di progetto ed in conformità alle norme di sicurezza e compensate con i prezzi relativi. Essa sarà la sola ed unica responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature.
L'Impresa dovrà segnalare l'avvenuta ultimazione degli scavi, per eventuale ispezione da parte della Direzione Lavori, prima di procedere alle fasi di lavoro successive.
In caso di inosservanza, la Direzione Lavori potrà richiedere all'Impresa di rimettere a nudo le parti occultate, senza che questa abbia diritto al riconoscimento di alcun maggior onere o compenso.
Per l'esecuzione degli scavi e relativi trasporti di materiale, l'Impresa sarà libera di adoperare tutti quei sistemi, materiali, mezzi d'opera ed impianti che riterrà di sua convenienza, purché siano riconosciuti rispondenti allo scopo dalla Direzione Lavori e non siano pregiudizievoli per la buona riuscita ed il regolare andamento dei lavori.
Allorché, in corso di lavoro, gli impianti di cantiere risultassero deficienti e/o comunque non rispondessero alle esigenze dei lavori in atto, l'Impresa è tenuta ad aumentarli, a modificarli e, se necessario, a sostituirli totalmente, e ciò a sue spese senza che possa invocare, a scarico di responsabilità, l'approvazione data e le eventuali modifiche suggerite dalla Direzione Lavori, né pretendere compensi e/o indennità di sorta oltre ai prezzi di contratto.
Nel caso che, a giudizio della Direzione Lavori, le condizioni nelle quali i lavori si svolgono lo richiedano, l'Impresa è tenuta a coordinare opportunamente la successione e l'esecuzione delle opere di scavo con altre attività previste in cantiere essendo gli oneri relativi compensati nei prezzi contrattuali.
Art. 110.5 – Rilevati e rinterri
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti tra le pareti degli scavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla Direzione dei Lavori, si impiegheranno in generale, e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti per quel cantiere, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della Direzione dei Lavori, per la formazione dei rilevati.
Sarà rispettato il piano di utilizzo di cui al D.M. 10 agosto 2012, n. 161 e s.m.i..
I materiali provenienti dagli scavi in genere, per quanto possibile, dovranno essere
reimpiegati all'interno del cantiere.
Il reimpiego sarà subordinato all'esito di prove di idoneità, eseguite a cura dell'Impresa e sotto il controllo della Direzione Lavori I materiali ritenuti idonei dovranno essere trasportati, a cura e spese dell'Impresa, al reimpiego o, ove necessario, in aree di deposito e custoditi opportunamente, per essere poi ripresi a tempo opportuno.
I soli materiali inerti provenienti ritenuti non idonei dovranno essere trasportati, a cura e spese dell'Impresa, a discarica autorizzata.
Il materiale dovrà essere privo di qualsiasi materia estranea, quale terreno organico, piante, materiale di discarica e di qualsiasi altro tipo non idoneo a giudizio della Direzione Lavori alla costruzione dei rilevati. Saranno altresì considerati non idonei ciottoli o blocchi con dimensioni superiori ai 10 cm, salvo diversa indicazione della Direzione Lavori.
I materiali provenienti dalle operazioni di scotico o comunque con alto contenuto di materiale organico o abbondante presenza di frazioni fini, quali limi o argille, saranno utilizzati esclusivamente come terreno vegetale per inerbimento.
Qualora, una volta esauriti i materiali ritenuti idonei provenienti dagli scavi, occorressero ulteriori quantitativi di materie per la formazione dei rilevati, l'Impresa potrà ricorrere al prelievo del materiale necessario da cave di prestito, previa autorizzazione della Direzione Lavori e della Committente.
Per ogni zona di provenienza del materiale naturale, l'Impresa dovrà eseguire un adeguato numero di sondaggi (almeno un sondaggio o pozzetto ogni 10.000 m3), avvertendo la Direzione Lavori sulla data di esecuzione in modo da consentire di assistere e fornendo la documentazione comprovante l'esecuzione degli stessi (stratigrafie, fotografie, relazione).
Sarà compito dell'Impresa prelevare campioni nel corso dei sondaggi e/o dei pozzetti e fornire, tramite prove di qualificazione gli elementi necessari per l'approvazione del materiale naturale.
I risultati delle prove effettuate dall'Impresa dovranno essere messi a disposizione della Committente e della Direzione Lavori che si riserveranno nel giro di 15 giorni di esprimere il parere favorevole o contrario, prima dell'inizio del trasporto del materiale in cantiere.
L’impresa dovrà reperire i materiali inerti idonei per l’esecuzione dei lavori nel rispetto dei tempi indicati nel cronoprogramma per il completamento delle opere.
Art. 110.6 - Prove di qualificazione del materiale
Prima di iniziare le operazioni di stesura degli strati di riporto, sarà a cura e spese dell'impresa verificare la rispondenza del materiale da impiegarsi con quelli progettuali richiesti.
Il materiale che non risponderà ai requisiti richiesti dovrà essere miscelato con le frazioni mancanti fino all'ottenimento del fuso granulometrico corretto.
Il prelievo dei campioni, le analisi, l'approvazione della Direzione Lavori e la successiva compattazione dovranno avvenire in un arco di tempo ragionevolmente ristretto e comunque tale da far si che le condizioni atmosferiche non alterino il grado di umidità del materiale.
In caso negativo non si procederà alla compattazione e dovranno essere presi provvedimenti tali che riportino il materiale al grado di umidità voluto e le verifiche diano esito positivo.
Il materiale proveniente dagli scavi dovrà essere sottoposto a prove di caratterizzazione e costipamento per verificarne l'idoneità.
Le prove da effettuarsi a carico dell'Impresa alla frequenza indicata sono:
- n. 1 analisi granulometrica per setacciatura (ASTM D421) e per sedimentazione con aerometro (ASTM D422), per ogni 2.500 m³ di materiale;
- n.1 limiti di Atterberg (ASTM D4318), per ogni 5.000 m³ di materiale;
- n. 1 prova di compattazione con il metodo ASTM Standard - metodo Xxxxxxx (ASTM D698) per la determinazione dei valori ottimali di umidità in funzione della densità (curve di compattazione) con provini di grosso diametro (Φ > = 100 mm) per ogni
5.000 m3 di materiale;
- n. 1 prova di compattazione con il metodo ASTM Modificato - metodo Xxxxxxx (ASTM D1557) per la determinazione dei valori ottimali di umidità in funzione della densità (curve di compattazione) con provini di grosso diametro (Φ > = 100 mm) per ogni 5.000 m³ di materiale.
I risultati delle prove dovranno essere consegnati alla Direzione lavori e costituiranno parte integrante per l'approvazione degli strati di materiale messo in opera.
Art. 110.7 - Posa in opera
La posa in opera del materiale deve essere eseguita con regolarità per strati di spessore altezza massima finita minore o uguale a quella stabilita con le prove di compattazione, con modalità e attrezzature atte a evitare segregazione, brusche variazioni granulometriche e del contenuto d'acqua e fino all'ottenimento degli spessori richiesti dal progetto, così come indicato negli elaborati grafici.
Per evitare disomogeneità dovute alle segregazione che si può verificare durante lo scarico dai mezzi di trasporto, il materiale dovrà essere depositato subito a monte del posto d'impiego, per esservi successivamente riportato dai mezzi di stesa.
La granulometria dei materiali costituenti il rilevato dovrà essere il più omogenea possibile. In particolare, si dovrà evitare di porre in contatto strati di materiale a granulometria poco assortita e/o uniforme (tale, cioè, da produrre nello strato compattato un'elevata percentuale di vuoti), a strati di terre a grana più fine che, per effetto delle vibrazioni prodotte dai veicoli transitanti in aree limitrofe, possano penetrare nei vuoti degli strati sottostanti, provocando cedimenti per assestamento del corpo del rilevato.
Ciascuno strato può essere messo in opera, pena la rimozione, soltanto dopo avere accertato, mediante prove di controllo, l'idoneità dello strato precedente.
La procedura di stesura e compattazione sarà così articolata:
- riporto e stesura del materiale con estensione degli strati, in direzione perpendicolare alla scarpata, la superficie di stesura di ciascuno strato sarà maggiore della sagoma di progetto del rilevato; la maggiore estensione orizzontale degli strati sarà tale da permettere la compattazione dell'intera sagoma di progetto e consentire la riprofilatura dello stesso con mezzi meccanici;
- compattazione di ciascun strato con estensione in direzione perpendicolare alla scarpata oltre la sagoma di progetto del rilevato di 0.5-2.0 m, cioè ad una distanza di 1.0-1.5 m dal bordo esterno del rilevato per garantire la sicurezza degli operatori;
- riprofilatura finale della parete partendo dall'alto verso il basso con mezzo meccanico per raggiungere la sagoma prevista.
Quando, in relazione all'entità ed alla plasticità della frazione fine, l'umidità supera del 15-
20% il valore ottimale, l'Impresa dovrà mettere in atto i provvedimenti necessari a ridurla (favorendo l'evapotraspirazione), per evitare rischi di instabilità meccanica e cadute di portanza che possono generarsi negli strati, a seguito di compattazione ad elevata energia di materiali a gradi di saturazione elevati (generalmente maggiori del 85 - 90 %, secondo il tenore e la plasticità del terreno).
In condizioni climatiche sfavorevoli è indispensabile desistere dall'utilizzo immediato di tali materiali.
Se non occorre modificare il contenuto d'acqua, una volta steso il materiale, lo strato deve essere immediatamente compattato.
La compattazione deve assicurare sempre un addensamento uniforme all'interno dello strato.
Durante la costruzione dei rilevati occorre disporre in permanenza di apposite squadre e mezzi di manutenzione per rimediare ai danni causati dal traffico di cantiere oltre a quelli dovuti alla pioggia e al gelo.
Qualora si dovessero manifestare erosioni di sorta, l'Impresa dovrà provvedere al ripristino delle zone ammalorate a sua cura e spese.
Nel caso in cui si preveda un'interruzione dei lavori di costruzione del rilevato di più giorni, l'Impresa è tenuta ad adottare ogni provvedimento per evitare infiltrazioni di acque meteoriche nel corpo del rilevato.
Se nel rilevato dovessero avvenire cedimenti differiti, dovuti a carenze costruttive, l'Impresa è obbligata ad eseguire, a sua cura e spese, i lavori di ricarico.
Nel caso di sospensione prolungata della costruzione, alla ripresa delle lavorazioni la parte di rilevato già eseguita dovrà essere ripulita dalle erbe e dalla vegetazione che vi si fosse insediata; inoltre lo strato superiore dovrà essere scarificato, praticandovi dei solchi, per il collegamento dei nuovi strati.
Nel caso in cui l'Impresa non raggiunga le caratteristiche di addensa mento richieste è tenuta a ridurre gli spessori di stesa o ad aumentare il numero di passate del rullo compattatore.
Si precisa che all'Impresa sarà riconosciuto solo il volume di riporto previsto dagli elaborati di progetto, rimanendo a sua cura e spese, la fornitura, la messa in opera e la compattazione di volumi maggiori di materiale.
Art. 110.8 - Operazioni di compattazione
Le prescrizioni che seguono sono delle richieste minime.
Il giusto numero di passate ed i mezzi idonei saranno definiti con la Direzione Lavori nella fase di lavorazione iniziale, valutando anche l'uso e l'opportunità di vibrare durante la compattazione. Si prevede un numero minimo stabilito durante le prove di compattazione di passate di rullo vibrante per il materiale costituente il corpo rilevato. Qualora la densità in sito e le prove di carico su piastra non raggiungano i limiti previsti, il numero di passate richiesto dovrà essere maggiore o lo spessore degli strati inferiore.
I rulli compattanti dovranno operare in maniera sistematica, su strisce parallele le più lunghe possibili con una sovrapposizione non inferiore a 20 cm.. La velocità operativa dei rulli non dovrà superare 4 km/h.
Le operazioni di compattazione dovranno essere dirette da un capo squadra competente. Non sarà concesso alcun pagamento extra all'Impresa per il suo adeguamento a prescrizioni più restrittive di quelle minime.
Il materiale compattato in sito dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- densità: maggiore/uguale 90% della densità ottimale del Xxxxxxx Standard;
- modulo di deformabilità: ME maggiore/uguale 250 kg/cm2 valutato tra 0.5 e 1.5 kg/cm2 (ottenuto tramite prove di carico su piastra).
Art. 111 - Verifica tolleranze plano-altimetriche e accettazione lavoro
L'Impresa dovrà eseguire, a sua cura e spese, un controllo planoaltimetrico (rilievo topografico) dell'area di scavo, rilevando tutti i punti singolari delle linee di scavo, degli impluvi ed espluvi ed un numero sufficiente di punti nei piani inclinati da concordare con la Direzione Lavori.
Le tolleranze ammesse sono le seguenti:
- tolleranza altimetrica: t 15 cm rispetto alla quota di progetto;
- tolleranza planimetrica: t 25 cm rispetto all'ubicazione di progetto delle linee di scavo e di fondo.
Nel caso in cui non vengano rispettate le tolleranze plano-altimetriche, l'Impresa, a sua cura e spese, dovrà provvedere al riporto e al costipamento (compreso l'onere della fornitura) di materiale idoneo.
Il rilievo consentirà alla Direzione Lavori il controllo della superficie e il computo dei volumi di scavo.
Dopo tali controlli la Direzione Lavori accetterà lo scavo effettuato, evidenziando eventuali difformità e gli oneri a carico dell'Impresa.
Si precisa che all'Impresa non verranno riconosciuti volumi di scavo maggiori a quelli previsti dalle quote di fondo scavo pur permettendo alla stessa le tolleranze planoaltimetriche indicate.
Art. 112 - Classificazione del materiale
I terreni vengono qualificati e classificati secondo quanto riportato nella norma CNR – UNI 10006:1963 "Costruzione e manutenzione delle strade - Tecnica di impiego delle terre" ed il suo aggiornamento (limitatamente alle parti A B e C) la cui denominazione è UNI 10006:2002 "Costruzione e manutenzione delle strade, tecniche di impiego delle terre".
In particolare si ha:
- Materiale sciolto: comprende terreni, terre, sabbia e materiali sciolti di piccola pezzatura in generale, nonché le rocce profondamente alterate, oppure diaclasate, fratturate e fessurate. Lo scavo può essere effettuato con il normale impiego di mezzi meccanici senza richiedere l'uso del martellone. I trovanti di volume sino a 1,00 m³ in sbancamenti saranno pure considerati in questa categoria.
- Roccia: comprende in generale tutti quei materiali litici, duri e compatti il cui scavo viene effettuato mediante l'utilizzo di martelloni o ricorrendo all'uso di esplosivi. I trovanti di volume superiore a 1,00 m³ in sbancamenti saranno pure considerati in questa categoria.
Per la contabilizzazione dei prezzi corrispondenti alla suaccennata classificazione, dovrà essere cura dell'Impresa avvisare la Direzione Lavori di ogni cambio di categoria, richiedendo che la stessa Direzione Lavori provveda a determinare i volumi dei materiali corrispondenti alle diverse categorie, quando questi materiali siano ancora in sito.
Art. 113 - Demolizione e rimozione del muro esistente
Le demolizioni di murature, xxxxxxxxxxxx, ecc., sia parziali che complete, devono essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o disturbo. È pertanto vietato gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso, e sollevare polvere, per cui tanto le murature quanto i materiali di risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni e rimozioni l'Appaltatore deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali devono ancora potersi impiegare nei limiti concordati con la Direzione dei lavori, sotto pena di rivalsa di danni a favore dell'Amministrazione. Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite sempre a cura e spese dell'Appaltatore, senza alcun compenso.
La Direzione lavori ordinerà all’impresa il riutilizzo nell’esecuzione delle opere di tutti i materiali di scavo e/o demolizione delle murature esistenti qualora le stesse siano ritenute idonee, anche in alternativa a previsioni di carico, trasporto e smaltimento in discarica. Pertanto, nell’esecuzione dell’attività di demolizione, l’impresa dovrà procedere in modo da non deteriorare i materiali che possano ancora, a giudizio della Direzione lavori, impiegarsi utilmente.
Tutti i materiali eventualmente riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione lavori, devono essere opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nelle fasi di cantiere sia nel trasporto sia nei loro assestamenti e per evitarne la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà della Stazione Appaltante, la quale potrà ordinare all'Appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati, ai sensi del vigente Capitolato Speciale, con i prezzi indicati nell'elenco del presente Capitolato.
In particolare, il muro esistente, realizzato con tecnica costruttiva di muratura a sacco in pietra, appare composto in gran parte da pietrame che, a seguito della sua demolizione, dovrà essere recuperato trovando reimpiego nei lavori da eseguire (drenaggio a tergo del nuovo muro), come prescritto nel parere di Screening di VINCA emesso dalla Commissione regionale V.I.A.-V.A.S..
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni non riutilizzati nella realizzazione delle opere devono sempre essere trasportati dall'Appaltatore fuori del cantiere, nei luoghi indicati od alle pubbliche discariche, al fine di essere gestiti in ottemperanza all’art. 179 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i..
Nelle attività di sistemazione dei luoghi si dovrà dare priorità alle aree oggetto di intervento sulle quali insistono vincoli di natura ambientale, in quanto esse ricadono nel Sito Rete Natura 2000-ZPS IT80040021 “Picentini” e all’interno dei confini del Parco Regionale “Monti Picentini”.
In particolare, sarà demolito l’esistente muro si sostegno realizzato con tecnica costruttiva di muratura a sacco in pietra.
Poiché, a seguito della demolizione del muro perimetrale di contenimento, si dovrà procedere alla realizzazione di un nuovo muro di sostegno in cemento armato in posizione
arretrata di circa 6 metri in modo tale da consentire un allineamento con i muri di confine della proprietà adiacente, le attività di demolizione del muro esistente dovranno avvenire in relazione con gli scavi di sbancamento dei terreni retrostanti allo stesso al fine di consentire l’ubicazione del nuovo muro in posizione più arretrata.
Ciò comporta la coordinazione delle operazioni di cantiere al fine di ottimizzare in sicurezza tutte le movimentazioni delle materie differenti provenienti dalla demolizione del muro e dagli scavi di sbancamento dei terreni retrostanti, l’accantonamento di quelle da riutilizzare in apposite aree di stoccaggio, il carico ed il trasporto di quelle da smaltire.
Tali movimentazioni dovranno svolgersi mediante occupazione temporanea parziale della sede stradale di via Vignadonica, consentendo comunque il deflusso regolamentato del traffico sulla medesima via.
La delimitazione dell’area stradale da impegnare temporaneamente costituirà onere dell’Impresa, garantendo la sicurezza del traffico locale e mediante apposito coordinamento con le autorità comunali a tal fine.
Art. 114 - Modalità di mantenimento
L'Impresa dovrà mantenere, a sua cura e spese, la superficie in ottimo stato di conservazione fino all'esecuzione dell'attività successiva.
Tramite apposite canalette si impedirà la corrivazione e/o il ristagno sulle superfici preparate.
Sarà a cura e spesa dell'Impresa il trasporto a rifiuto di tutto il materiale di scarto.
CAPO 8 - PRESCRIZIONI TECNICHE PER L’ESECUZIONE DI OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO
Art. 115 - Opere e strutture di calcestruzzo
L’appalto comprende più opere e strutture in calcestruzzo.
In particolare i muri di sostegno lungo via Vignadonica, quelli della scalinata e della rampa di accesso sono o in cemento armato.
Saranno realizzati in calcestruzzo anche i marciapiedi e le scale, a meno delle pavimentazioni, nonché le cunette e pozzetti stradali.
In particolare, il muro da realizzare sarà di tipologia a Mensola in cemento armato. Nella fattispecie, l’opera sarà realizzata in cemento armato ordinario (peso specifico pari a 2500 daN/mc); si utilizzerà Calcestruzzo di classe C12/15, C25/30 e C28/35 (vedi computo)ed Acciaio tipo B450C.
Il rivestimento della facciata esterna sarà realizzato con pietra locale tipo Centola, di pezzatura variabile, che, come rileva la Commissione locale per il Paesaggio, è già utilizzata nella zona e quindi correttamente inserita nel contesto.
Il nuovo muro avrà lunghezza pari a ca. m. 42,00 ed altezza variabile da m. 5,30 dal piano stradale, in prossimità della scalinata da realizzare, a m. 3,80 nella parte più alta del lotto su via Vignadonica, in prossimità della rampa in progetto.
La quota in testa rimarrà costante, fissata a 183,30 m, allo scopo di consentire una sistemazione finale pianeggiante dell’area soprastante.
Le fondazioni saranno poste a quote differenti a seconda delle quote di piano stradale limitrofo e/o di campagna e saranno contraddistinte da una sezione tipologica diversa a secondo delle altezze dei muri, secondo come riportato nell’elaborato relativo alla carpenteria.
Nella fattispecie, i muri di altezza pari a 5,30 m. e 4,70 m. saranno muniti di un dente anteriore di dimensioni pari rispettivamente a m. ,50x0,30 m. e 0,40x0,3
Inoltre, le fondazioni avranno la base di dimensione variabile in funzione della rispettiva altezza: per le altezze pari a 5,30 m. la base avrà una lunghezza totale di 3,20 m.; per altezze di 4,70 m. la base avrà una lunghezza totale di 2,90 m.; per altezze di 3,70 m. la base avrà lunghezza totale di 2,60 m..
Le fondazioni dei muri saranno realizzate sopra adeguato strato di cls magro, così come i massetti di base della scala e della rampa che i quali saranno rinforzati con la posa in opera di rete metallica.
Il pietrame che costituisce il muro esistente da demolire, realizzato con tecnica costruttiva di muratura a sacco in pietra, dovrà essere recuperato trovando reimpiego nei lavori da eseguire (drenaggio a tergo del nuovo muro), come prescritto nel parere di Screening di VINCA emesso dalla Commissione regionale V.I.A.-V.A.S. (v. All. COM221PDALL05); il resto del materiale proveniente dalla demolizione sarà trasportato a discarica e smaltito secondo i rispettivi codici attribuiti.
Il terreno di riempimento a tergo del muro deve essere posto in opera con opportuna tecnica di costipamento e deve avere una granulometria che consenta una efficace azione di drenaggio nel tempo.
In particolare, il sistema di drenaggio prevederà la posa in opera lungo il muro di tubazione
microforata drenante, in materiale plastico, il riempimento con terreni dotati di elevata permeabilità (es. materiale lapideo) con una opportuna scelta della pezzatura, la raccolta delle acque di reflusso mediante pozzetti di raccordo posizionati sotto i tagli drenanti.
Al termine dei lavori, l’area dovrà essere resa fruibile mediante due sistemi di accesso provenienti dalla sottostante Via Vignadonica.
Nella fattispecie, in funzione al nuovo posizionamento del muro di contenimento, il primo accesso dovrà essere costituito dall’arretramento della esistente scala di acceso al lotto. Il nuovo corpo scala dovrà continuare a consentire l’ingresso anche alla limitrofa proprietà privata.
La larghezza della scala sarà pari a m.3,80; le pedate saranno rivestite con lastre di pietra naturale o marmo, mentre il rivestimento delle alzate dovrà essere posto in opera, in continuazione con il rivestimento del muro, mediante l’utilizzo di pietra locale tipo Centola. Sui due lati della scalinata dovranno essere realizzati muri di sostegno di altezza variabile con testa posta alla medesima quota di 183,30 m..
Il secondo accesso all’area sarà costituito dalla realizzazione della rampa che permetterà specificatamente l’accesso a mezzi di piccole dimensioni, a fini manutentivi.
La rampa avrà larghezza di m. 3,00; sui due lati saranno costruiti, analogamente alla scalinata, muri di sostegno di altezza variabile (compresa tra ca. 1,00 m. a ca. 4,30 m.) con testa posta alla medesima quota di 183,30 m..
L’esecuzione delle opere innanzi dette comporta alcuni ulteriori interventi complementari tra i quali quelli relativi alle risoluzioni delle interferenze dei sottoservizi attualmente ubicati nelle aree interessate dalle opere di demolizione e realizzazione.
La sistemazione del tratto di strada interessato dai suddetti lavori prevederà, inoltre, la posa in opera di nuovi massetti per i marciapiedi da realizzare, secondo le geometrie degli elaborati grafici di progetto, posti su cls magro e strato di fondazione stradale.
Saranno ripristinate le pavimentazioni stradali interessate dai lavori nonché quelle dei nuovi marciapiedi e della scalinata.
Art. 115.1 - Impasti di conglomerato cementizio
Gli impasti di conglomerato cementizio dovranno essere eseguiti in conformità con quanto previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato.
Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del conglomerato, tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti.
Partendo dagli elementi già fissati, il rapporto acqua-cemento e, quindi, il dosaggio del cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato.
L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento dell'assenza di ogni pericolo di aggressività.
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto.
Controlli sul conglomerato cementizio.
Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.
Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione.
La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal progetto.
Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di qualificazione, controllo di accettazione e prove complementari (vedere D.M. 14 gennaio 2008).
I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento della posa in opera dei casseri, secondo le modalità previste nel suddetto D.M..
Art. 116 - Norme di esecuzione per il cemento armato normale
Nell'esecuzione delle opere di cemento armato normale, l'Appaltatore dovrà attenersi alle norme contenute nella L. 5 novembre 1971, n. 1086 e nelle relative norme tecniche del D.M. 14 gennaio 2008. In particolare:
a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto.
Il getto deve essere convenientemente compatto; la superficie dei getti deve essere mantenuta umida per almeno tre giorni.
Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0° C, salvo il ricorso ad opportune cautele.
b) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare possibilmente nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate.
Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante:
- saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature;
- manicotto filettato;
- sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra;
in ogni caso, la lunghezza della sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il diametro e la prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compressa. La distanza mutua (interferro) nella sovrapposizione non deve superare di 6 volte il diametro.
c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non inferiore a 6 volte il diametro. Gli ancoraggi devono rispondere a quanto prescritto dal D.M. 14 gennaio 2008.. Le piegature di barre di acciaio incrudito a freddo non possono essere effettuate a caldo.
d) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri.
Tali misure devono essere aumentate e al massimo, portate rispettivamente, a 2 cm per le solette ed a 4 cm per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina ed altri agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni provvedimenti intesi ad evitare il distacco (per esempio reti).
Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate, in ogni direzione, di almeno una volta il valore del diametro delle barre medesime e, in ogni caso, a non meno di 2 cm. Si potrà derogare a quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua
distanza minima tra le coppie ad almeno 4 cm.
Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio circoscritto.
e) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Inoltre, esso non deve avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore necessario in relazione all'impiego della struttura all'atto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione è lasciata al giudizio del Direttore dei lavori.
Art. 117 - Norme di esecuzione per il cemento armato precompresso.
Nella esecuzione delle opere di cemento armato precompresso l'Appaltatore dovrà attenersi alle prescrizioni contenute nelle attuali norme tecniche del D.M. 14 gennaio 2008. In particolare:
Il getto deve essere costipato per mezzo di vibratori ad ago od a lamina, ovvero con vibratori esterni, facendo particolare attenzione a non deteriorare le guaine dei cavi.
Le superfici esterne dei cavi post-tesi devono distare dalla superficie del conglomerato non meno di 25 mm nei casi normali, e non meno di 35 mm in caso di strutture site all'esterno o in ambiente aggressivo. Il ricoprimento delle armature pre-tese non deve essere inferiore a 15 mm o al diametro massimo dell'inerte impiegato, e non meno di 25 mm in caso di strutture site all'esterno o in ambiente aggressivo.
Nel corso dell'operazione di posa si deve evitare, con particolare cura, di danneggiare l'acciaio con intagli, pieghe, ecc.
Si deve, altresì, prendere ogni precauzione per evitare che i fili subiscano danni di corrosione sia nei depositi di approvvigionamento sia in opera, fino ad ultimazione della struttura. All'atto della messa in tiro si debbono misurare contemporaneamente lo sforzo applicato e l'allungamento conseguito; i due lati debbono essere confrontati tenendo presente la forma del diagramma «sforzi/allungamenti», a scopo di controllo delle perdite per attrito.
Per le operazioni di tiro, ci si atterrà a quanto previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.
L'esecuzione delle guaine, le caratteristiche della malta e le modalità delle iniezioni devono egualmente rispettare le suddette norme.
Responsabilità per le opere di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso.
Nell'esecuzione delle opere in cemento armato e precompresso, l'Appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le disposizioni contenute nella L. 5 novembre 1971, n. 1086.
Nelle zone sismiche valgono le norme tecniche emanate in forza del D.M. 14 gennaio 2008.
Tutti i lavori di cemento armato facenti parte dell'opera appaltata saranno eseguiti in base ai calcoli di stabilità, accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, che dovranno essere redatti e firmati da un tecnico abilitato e iscritto all'albo professionale e che l'Appaltatore dovrà presentare alla Direzione dei lavori entro il termine che gli verrà prescritto, attenendosi agli schemi e ai disegni facenti parte del progetto ed allegati al contratto o alle norme che gli verranno impartite, a sua richiesta, all'atto della consegna dei lavori.
L'esame e la verifica da parte della Direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato, non esonera in alcun modo l'Appaltatore e il progettista delle strutture dalle responsabilità loro derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto.
Art. 118 - Acciaio di armatura per c.a. Acciaio ordinario per c.a. ad aderenza migliorata Le diverse tipologie di acciaio impiegabili sono:
Acciaio tipo B450C
- barre d’acciaio (6 mm ≤ Ø ≤ 40 mm), rotoli (6 mm ≤ Ø ≤ 16 mm);
- prodotti raddrizzati ottenuti da rotoli con diametri ≤ 16mm;
- reti elettrosaldate: 6 mm ≤ Ø ≤ 16 mm;
- tralicci elettrosaldati 6 mm ≤ Ø ≤ 16 mm.
Acciaio tipo B450A
- barre d’acciaio (5 mm ≤ Ø ≤ 10 mm), rotoli (5 mm ≤ Ø ≤ 10 mm);
- prodotti raddrizzati ottenuti da rotoli con diametri ≤ 10mm;
- reti elettrosaldate: 5 mm ≤ Ø ≤ 10 mm;
- tralicci elettrosaldati 5 mm ≤ Ø ≤ 10 mm.
Ognuno di questi prodotti deve possedere tutti i requisiti previsti dal DM 14-01-2008, che specifica le caratteristiche tecniche che devono essere verificate, i metodi di prova e le condizioni di prova.
L’acciaio deve essere qualificato all’origine, deve portare impresso, come prescritto dalle suddette norme, il marchio indelebile che lo renda costantemente riconoscibile e riconducibile inequivocabilmente allo stabilimento di produzione.
Art. 118.1 - Controlli sull’acciaio
I controlli avverranno con le modalità e le frequenze indicate nei punti seguenti.
Si precisa che per tutte le forniture dichiarate non idonee (e conseguentemente rifiutate) dalla Direzione dei Lavori, l'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese all’allontanamento dal cantiere ed al rimpiazzo con nuove forniture.
Art. 118.2 - Controllo della documentazione
In cantiere è ammessa esclusivamente la fornitura e l’impiego di acciai saldabili B450C e B450A ad aderenza migliorata, qualificati secondo le procedure indicate nel DM 14-01- 2008 al § 11.3.1.6 e controllati con le modalità riportate nei §§ 11.3.2.10 e 11.3.2.11 del citato decreto.
Tutte le forniture di acciaio devono essere accompagnate da copia dell’"Attestato di Qualificazione" rilasciato dal Consiglio Superiore dei LL.PP. - Servizio Tecnico Centrale.
I centri di trasformazione sono impianti esterni alla fabbrica e al cantiere, fissi o mobili, che ricevono dal produttore di acciaio elementi base (barre o rotoli, reti, lamiere o profilati, profilati cavi, ecc.) e confezionano elementi strutturali direttamente impiegabili in cantiere (staffe, ferri piegati, gabbie, ecc.), pronti per la messa in opera o per successive ulteriori lavorazioni. Tali centri devono possedere i requisiti ed operare in conformità alle disposizioni dei §§11.3.1.7 e 11.3.2.10.3 del DM 14-01-2008.
Per i prodotti provenienti dai centri di trasformazione è necessaria la documentazione atta ad assicurare che le lavorazioni effettuate non hanno alterato le caratteristiche meccaniche e geometriche dei prodotti previste dal DM 14-01-2008.
Inoltre dovrà essere fornita alla Direzione dei Lavori la seguente documentazione aggiuntiva:
- certificato di collaudo tipo 3.1 in conformità alla norma UNI EN 10204;
- certificato Sistema Gestione Qualità UNI EN ISO 9001;
- certificato Sistema Gestione Ambientale UNI EN ISO 14001;
- dichiarazione di conformità al controllo radiometrico (che può anche essere inserita nel certificato di collaudo tipo 3.1);
- polizza assicurativa per danni derivanti dal prodotto.
Le forniture effettuate da un commerciante o da un trasformatore intermedio dovranno essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante o trasformatore intermedio. In quest’ultimo caso per gli elementi presaldati, presagomati o preassemblati in aggiunta agli “Attestati di Qualificazione” dovranno essere consegnati i certificati delle prove fatte eseguire dal Direttore Tecnico del centro di trasformazione. Tutti i prodotti forniti in cantiere dopo l’intervento di un trasformatore intermedio devono essere dotati di una specifica marcatura che identifichi in modo inequivocabile il centro di trasformazione stesso, in aggiunta alla marcatura del prodotto di origine.
La Direzione dei Lavori prima della messa in opera provvederà a verificare quanto sopra indicato; in particolare controllerà la rispondenza tra la marcatura riportata sull’acciaio con quella riportata sui certificati consegnati. La mancata marcatura, la non corrispondenza a quanto depositato o la sua illeggibilità, anche parziale, rendono il prodotto non impiegabile e pertanto le forniture saranno rifiutate.
Art. 118.3 - Controlli di accettazione
La Direzione dei Lavori disporrà all’Impresa di eseguire, a proprie spese e sotto il controllo diretto della stessa D.L., i controlli di accettazione sull’acciaio consegnato in cantiere in conformità con le indicazioni contenute nel DM 14-01-2008 al § 11.3.2.10.4.
Il campionamento ed il controllo di accettazione dovrà essere effettuato entro 30 giorni dalla data di consegna del materiale.
All’interno di ciascun lotto (formato da massimo 30 t) consegnato e per tre differenti diametri delle barre in essa contenuta, si dovrà procedere al campionamento di tre spezzoni di acciaio, sempre che il marchio e la documentazione di accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno stesso stabilimento. In caso contrario i controlli devono essere estesi agli altri lotti presenti in cantiere e provenienti da altri stabilimenti.
Non saranno accettati fasci di acciaio contenenti barre di differente marcatura.
Qualora la fornitura di elementi sagomati o assemblati provenga da un Centro di trasformazione la Direzione dei Lavori, dopo essersi accertata preliminarmente che il suddetto Centro di trasformazione sia in possesso di tutti i requisiti previsti al § 11.3.1.7 del DM 14-01-2008, potrà usufruire del medesimo Centro di trasformazione per effettuare in stabilimento tutti i controlli di cui sopra. In tal caso le modalità di controllo sono definite al
§ 11.3.2.10.4 del DM 14-01-2008.
Resta nella discrezionalità della Direzione dei Lavori effettuare tutti gli eventuali ulteriori controlli ritenuti opportuni (es. indice di aderenza, saldabilità).
Art. 118.4 - Lavorazioni in cantiere - Raggi minimi di curvatura
Il diametro minimo di piegatura deve essere tale da evitare fessure nella barra dovute alla piegatura e rottura del calcestruzzo nell’interno della piegatura.
Per definire i valori minimi da adottare ci si riferisce alle prescrizioni contenute nella UNI EN 1992-1-1 (Eurocodice 2) al § 8.3 “Diametri ammissibili dei mandrini per barre piegate”; in particolare si ha:
4 Ø
7 Ø
Ø ≤ 16 mm
Ø > 16 mm
Diametro minimo del mandrino
Diametro barra
Art. 118.5 - Deposito e conservazione in cantiere
Alla consegna in cantiere, l’Impresa avrà cura di depositare l’acciaio in luoghi protetti dagli agenti atmosferici.
Art. 119 - Calcestruzzi
Art. 119.1 - Normativa di riferimento
Le presenti prescrizioni si intendono integrative delle Norme Tecniche di cui al DM 14 gennaio 2008, emanate in applicazione all’art. 52 del DPR n° 380 del 06/06/2001.
In particolare le verifiche e le elaborazioni saranno condotte osservando tutte le vigenti disposizioni di Xxxxx e le Norme emanate in materia.
L’Impresa sarà tenuta all’osservanza:
- della Legge 5 novembre 1971, n. 1086 “ Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica” (G.U. n. 321 del 21.12.1971);
- del Decreto del Presidente della Repubblica n° 380 del 6 giugno 2001, “Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” (S.O. n. 239 alla G.U. n. 245 del 20-10-2001)
- del D.M. 14 gennaio 2008 “Norme tecniche per le costruzioni” (S.O. n. 30 alla G.U.
n. 29 del 4-2-2008) e norme o documenti esplicitamente richiamati dal Decreto Ministeriale.
Gli elaborati di progetto, dovranno indicare tutte le tipologie di calcestruzzo (come meglio specificato nel seguito) ed i tipi di acciaio da impiegare.
Art. 119.2 - Classificazione dei conglomerati cementizi
Tutti i calcestruzzi impiegati saranno a “prestazione garantita”, in conformità alla UNI EN 206-1.
Ciascuna tipologia di conglomerato dovrà soddisfare i seguenti requisiti in accordo con quanto richiesto dalle norme UNI 11104 e UNI EN 206-1 in base alla classe (ovvero alle classi) di esposizione ambientale dell’opera cui il calcestruzzo è destinato:
xxxxxxx xxxxxxxx (a/c);
- classe di resistenza caratteristica a compressione minima;
- classe di consistenza o indicazione numerica di abbassamento al cono ovvero, nei casi previsti al punto 6.3, classe di spandimento alla tavola a scosse;
- aria aggiunta (solo per le classi di esposizione XF2, XF3, XF4);
- contenuto minimo di cemento al m3;
- tipo di cemento (solo quando esplicitamente richiesto dalle norme succitate);
- diametro massimo (DMAX) nominale dell’aggregato;
- classe di contenuto in cloruri del calcestruzzo (secondo il § 5.2.7 della UNI EN 206- 1).
Nella tabella I sono riportate le tipologie di conglomerato ed i loro campi di impiego in via generale. Resta inteso che le indicazioni del Progettista, qualora differenti, sono comunque vincolanti.
(UNI 11104- prosp.1) | (UNI 11104-prosp. 4) | |||||||||
Tipo | Campi di impiego | Classi esposizione ambientale | Classe resistenza C (X/Y) | Rapporto a/c max | Contenuto minimo di cemento [kg/m3] | Contenuto di aria in % (solo per classi XF2, XF3 e XF4) | DMAX Mm | Classe di consistenza ** | Tipo di cemento (se necessario) | Classe contenuto in cloruri |
I-A | strutture di fondazione armate quali plinti, cordoli, pali, travi rovesce, paratie, platee, blocchi di ancoraggio, diaframmi e muri interrati in terreni non aggressivi | XC2 | C (25/30) | 0.60 | 300 | --- | 32 | S4 | Cl 0.4 | |
I-B | strutture di fondazione armate (come I-A) di grande spessore * | XC2 | C (25/30) | 0.60 | 300 | --- | 32 | S4 | LH (Low Heat) secondo UNI EN 197-1:2007 | Cl 0.4 |
II-A | strutture orizzontali di ponti, viadotti, cavalcavia, sottovia e ponticelli con luci superiori agli 8.00 m: impalcati, solette, marciapiedi, barriere e sicurvia | XC4 | C (32/40) | 0.50 | 340 | --- | 32 | S5 ovvero 230±30 mm | Cl 0.4 | |
II-B | strutture orizzontali di ponti, viadotti, cavalcavia, sottovia e ponticelli con luci superiori agli 8.00 m soggetti a clima rigido e a sali disgelanti: impalcati, solette, marciapiedi, barriere e sicurvia | XC4 XF4 XD3 | C (28/35) | 0.45 | 360 | 5 ± 0.5 | 32 | S5 ovvero 230±30 mm | Cl 0.2 | |
II-C | strutture orizzontali di ponti, viadotti, cavalcavia, sottovia e ponticelli con luci superiori agli 8.00 m situati lungo zone costiere: impalcati, solette, marciapiedi, barriere e sicurvia | XC4 XS1 | C (32/40) | 0.50 | 340 | --- | 32 | S5 ovvero 230±30 mm | Cl 0.2 | |
III-A | strutture verticali di ponti, viadotti, cavalcavia, sottovia e ponticelli con luci superiori agli 8.00 m: pile, pulvini, spalle, muri accessori | XC4 | C (32/40) | 0.50 | 340 | --- | 32 | S4 | Cl 0.4 | |
III-B | strutture verticali di ponti, viadotti, cavalcavia, sottovia e ponticelli con luci superiori agli 8.00 m soggetti a clima rigido e a sali disgelanti: pile, pulvini, spalle, muri accessori | XC4 XF2 XD3 | C (28/35) | 0.45 | 360 | 5 ± 0.5 | 32 | S4 | Cl 0.2 |
(UNI 11104- prosp.1) | (UNI 11104-prosp. 4) | |||||||||
III-C | strutture verticali di ponti, viadotti, cavalcavia, sottovia e ponticelli con luci superiori agli 8.00 m situati lungo zone costiere: pile, pulvini, spalle, muri accessori | XC4 XS1 | C (32/40) | 0.50 | 340 | --- | 32 | S4 | Cl 0.2 | |
IV-A | - porzioni in elevazione di muri di sottoscarpa e controripa in c.a. - ponticelli con luce inferiore a 8.00 m - tombini scatolari - cunette e cordoli laterali | XC4 | C (32/40) | 0.50 | 340 | --- | 32 | S4 | Cl 0.4 | |
IV-B | - porzioni in elevazione di muri di sottoscarpa e controripa in c.a. soggetti a clima rigido - ponticelli con luce inferiore a 8.00 m - tombini scatolari - cunette e cordoli laterali | XC4 XF2 XD1 | C (28/35) | 0.45 | 360 | 5 ± 0.5 | 32 | S4 | Cl 0.2 | |
V | strutture di elevazione di grande spessore: pile da ponte e muri di sostegno, che in servizio sono esposte all’azione della pioggia in zone a clima temperato e rigido * | XC4 | C (32/40) | 0.50 | 340 | --- | 32 | S4 | LH (Low Heat) secondo UNI EN 197-1:2007 | Cl 0.4 |
VII | - muri di sottoscarpa e controripa in calcestruzzo semplice o debolmente armato (fino ad un’incidenza massima di 30 kg/m3) - fondazioni non armate (pozzi, sottoplinti, etc.) - rivestimenti di tubazioni (tombini tubolari, etc.) - prismi per difese spondali | X0 | C (20/25) | 0.65 | 260 | --- | 32 | S4 | Cl 0.4 |
Tabella I – Tipologie di calcestruzzo
(*) per la classificazione delle opere di grande spessore cfr. punto 8.6.7.
(**) i valori della consistenza possono essere indicati diversamente a discrezione del Progettista, sulla base della geometria degli elementi strutturali, della loro posizione, della densità d’armatura e delle modalità esecutive
Con riguardo alle indicazioni sui calcestruzzi contenute nella tabella I, si specifica che gli elementi prefabbricati eventualmente utilizzati all’interno di strutture gettate in opera (es. travi di impalcati, etc.) ovvero in luogo delle stesse (es. cordoli, cunette, barriere, etc.) dovranno comunque rispettare i requisiti di resistenza caratteristica minima richiesti.
Art. 120 - Caratteristiche dei materiali costituenti i conglomerati cementizi
I materiali ed i prodotti per uso strutturale utilizzati per la realizzazione di opere in c.a. e c.a.p. devono rispondere ai requisiti indicati al § 11.1 del DM 14-01-2008.
In particolare per i materiali e prodotti recanti la Marcatura CE sarà onere del Direttore dei Lavori, in fase di accettazione, accertarsi del possesso della marcatura stessa e richiedere ad ogni fornitore, per ogni diverso prodotto, il Certificato ovvero Dichiarazione di Conformità alla parte armonizzata della specifica norma europea ovvero allo specifico Benestare Tecnico Europeo, per quanto applicabile.
Sarà inoltre onere del Direttore dei Lavori verificare che tali prodotti rientrino nelle tipologie, classi e/o famiglie previsti nella detta documentazione.
Per i prodotti non recanti la Marcatura CE, il Direttore dei Lavori dovrà accertarsi del possesso e del regime di validità dell’Attestato di Qualificazione (caso B) o del Certificato di Idoneità Tecnica all’impiego (caso C) rilasciato del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Ad eccezione di quelli in possesso di Marcatura CE, possono essere impiegati materiali o prodotti conformi ad altre specifiche tecniche qualora dette specifiche garantiscano un livello di sicurezza equivalente a quello previsto nelle presenti norme. Tale equivalenza sarà accertata attraverso procedure all’uopo stabilite dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sentito lo stesso Consiglio Superiore.
Art. 120.1 - Cemento
Tutti i manufatti in c.a. e c.a.p. dovranno essere eseguiti impiegando unicamente cementi provvisti di attestato di conformità CE che soddisfino i requisiti previsti dalla norma UNI EN 197-1:2007.
Qualora vi sia l'esigenza di eseguire getti massivi, al fine di limitare l'innalzamento della temperatura all'interno del getto in conseguenza della reazione di idratazione del cemento, sarà opportuno utilizzare cementi comuni a basso calore di idratazione contraddistinti dalla sigla LH contemplati dalla norma UNI EN 197-1:2007.
Se è prevista una classe di esposizione XA, secondo le indicazioni della norma UNI EN 206 e UNI 11104 , conseguente ad un'aggressione di tipo solfatico o di dilavamento della calce, sarà necessario utilizzare cementi resistenti ai solfati o alle acque dilavanti in accordo con la UNI 9156 o la UNI 9606.
Art. 120.2 - Controlli sul cemento
Controllo della documentazione
In cantiere o presso l'impianto di preconfezionamento del calcestruzzo è ammessa esclusivamente la fornitura di cementi di cui al § 3.1.
Tutte le forniture di cemento devono essere accompagnate dall'attestato di conformità CE.
Le forniture effettuate da un intermediario, ad esempio un importatore, dovranno essere accompagnate dall'Attestato di Conformità CE rilasciato dal produttore di cemento e completato con i riferimenti ai Documenti di Trasporto dei lotti consegnati dallo stesso intermediario.
La Direzione dei Lavori è tenuta a verificare periodicamente quanto sopra indicato, in particolare la corrispondenza del cemento consegnato, come rilevabile dalla documentazione anzidetta, con quello previsto per la realizzazione dei calcestruzzi.
Controllo di accettazione
La Direzione dei Lavori potrà richiedere controlli di accettazione sul cemento in arrivo in cantiere nel caso in cui il calcestruzzo sia prodotto da impianto di preconfezionamento installato all’interno del cantiere stesso e non operante con processo industrializzato.
Il prelievo del cemento dovrà avvenire al momento della consegna in conformità alla norma UNI EN 196-7.
L'impresa dovrà assicurarsi, prima del campionamento, che il sacco da cui si effettua il prelievo sia in perfetto stato di conservazione o, alternativamente, che l'autobotte sia ancora munita di sigilli; il campionamento sarà effettuato in contraddittorio con un rappresentante del produttore di cemento.
Il controllo di accettazione di norma potrà avvenire indicativamente ogni 5.000 tonnellate di cemento consegnato.
Il campione di cemento prelevato sarà suddiviso in almeno tre parti di cui una verrà inviata ad un Laboratorio di cui all'art 59 del D.P.R. n. 380/2001 scelto dalla Direzione dei Lavori, un'altra è a disposizione dell'impresa e la terza rimarrà custodita, in un contenitore sigillato, per eventuali controprove.
Art. 120.3 - Aggiunte
Per le aggiunte di tipo I (praticamente inerti) si farà riferimento alla norma UNI EN 12620.
Per le aggiunte di tipo II (pozzolaniche o ad attività idraulica latente) si farà riferimento alla UNI 11104 § 4.2 e alla UNI EN 206-1 § 5.1.6 e § 5.2.5.
La conformità delle aggiunte alle relative norme dovrà essere dimostrata in fase di verifica preliminare delle miscele di cui al successivo punto 8.4 e, in seguito, ogni qualvolta la Direzione dei Lavori ne faccia richiesta.
Ceneri volanti
Le ceneri provenienti dalla combustione del carbone, ai fini dell’utilizzazione nel calcestruzzo come aggiunte di tipo II, devono essere conformi alla UNI EN 450 e provviste di marcatura CE in ottemperanza alle disposizioni legislative in materia di norma armonizzata. Le ceneri non conformi alla UNI EN 450, ma conformi alla UNI EN 12620 possono essere utilizzate nel calcestruzzo come aggregato.
Ai fini del calcolo del rapporto a/c equivalente (di cui al § 6.4) il coefficiente k per le ceneri conformi alla UNI-EN 450, come definito al § 5.2.5.2 della XXX-XX 000-0, verrà desunto in accordo al prospetto 3 della UNI 11104 di seguito riportato.
Tipo di cemento | Classi di resistenza | Valori di k |
CEM I | 32.5 N, R | 0.2 |
CEM I | 42.5 N, R 52.5 N, R | 0.4 |
XXX XX/X | 00.0 X, X 00.0 X, X | 0.0 |
XXX XXX/X | 32.5 N, R 42.5 N, R | 0.2 |
CEM IV/A | 32.5 N, R 42.5 N, R | 0.2 |
CEM V/A | 32.5 N, R 42.5 N, R | 0.2 |
Tabella II - Valori del coefficiente k per ceneri volanti conformi alla UNI EN 450 (prospetto 3, UNI 11104)
Fumo di silice
I fumi di silice provenienti dalle industrie che producono il silicio metallico e le leghe ferro-silicio, ai fini dell’utilizzazione nel calcestruzzo come aggiunte di tipo II, devono essere conformi alla UNI EN 13263 parti 1 e 2 e provviste di marcatura CE in ottemperanza alle disposizioni legislative in materia di norma armonizzata.
Il fumo di silice può essere utilizzato allo stato naturale (in polvere così come ottenuto all’arco elettrico), come sospensione liquida (c.d. “slurry”) di particelle con contenuto secco del 50% in massa, oppure in sacchi di premiscelato contenenti fumo di silice e additivo superfluidificante. Se impiegato in forma di slurry il quantitativo di acqua apportato dalla sospensione contenente fumo di silice dovrà essere tenuto in conto nel calcolo del rapporto acqua/cemento equivalente.
In deroga a quanto riportato al § 5.2.5.2.3 della norma UNI EN 206-1 la quantità massima di fumo di silice che può essere considerata agli effetti del rapporto acqua/cemento equivalente e del contenuto di cemento deve soddisfare il requisito:
fumo di silice ≤ 7% rispetto alla massa di cemento.
Se la quantità di fumi di silice che viene utilizzata è maggiore, l’eccesso non deve essere considerato agli effetti del valore di k.
Ai fini del calcolo del rapporto a/c equivalente il coefficiente k verrà desunto dal prospetto seguente che deve intendersi generalmente riferito a fumi di silice utilizzati nel confezionamento di calcestruzzi impiegando esclusivamente cementi tipo I e CEM II-A di classe 42,5 e 42,5R conformi alla UNI EN 197-1:
- per un rapporto acqua/cemento prescritto ≤0,45 k = 2,0
- per un rapporto acqua/cemento prescritto >0,45 k = 2,0 eccetto k = 1,0 in presenza delle classi di esposizione XC e XF
La quantità (cemento + k * quantità fumo di silice, c.d. contenuto di cemento equivalente) non deve comunque risultare inferiore al dosaggio minimo di cemento richiesto ai fini della durabilità in funzione della classe (o delle classi) di esposizione ambientale in cui la struttura ricade.
L’impiego di fumo di silice con cementi diversi da quelli sopramenzionati è subordinato all’approvazione preliminare della Direzione dei Lavori.
Art. 120.4 - Aggregati
Gli aggregati impiegati per il confezionamento del calcestruzzo potranno provenire da vagliatura e trattamento dei materiali alluvionali o da frantumazione di materiali di cava; essi dovranno possedere marcatura CE secondo il D.P.R. n. 246/93 e successivi decreti attuativi. Copia della documentazione dovrà essere custodita dalla Direzione dei Lavori e dall’Impresa. In assenza di tali certificazioni il materiale non potrà essere posto in opera, e dovrà essere allontanato e sostituito con materiale idoneo.
L’attestazione di marcatura CE dovrà essere consegnata alla D.L. ad ogni eventuale cambiamento di cava.
Gli aggregati saranno conformi ai requisiti delle norme UNI EN 12620 e UNI 8520-2 con i relativi riferimenti alla destinazione d’uso del calcestruzzo (§ 4.8 della UNI 8520-2).
La massa volumica media del granulo in condizioni s.s.a. (saturo a superficie asciutta) deve essere pari o superiore a 2300 kg/m3. A questa prescrizione si potrà derogare solo in casi di comprovata impossibilità di approvvigionamento locale, purché siano continuamente rispettate le prescrizioni in termini di resistenza caratteristica a compressione e di durabilità. Per opere caratterizzate da un
elevato rapporto superficie/volume, laddove assume un’importanza predominante la minimizzazione del ritiro igrometrico del calcestruzzo, occorrerà preliminarmente verificare che l’impiego di aggregati di minore massa volumica non determini un incremento del ritiro rispetto ad un analogo conglomerato confezionato con aggregati di massa volumica media maggiore di 2300 Kg/m3. Per i calcestruzzi con classe di resistenza a compressione maggiore di C(50/60) dovranno essere utilizzati aggregati di massa volumica maggiore di 2600 kg/m3.
Gli aggregati dovranno rispettare i requisiti minimi imposti dalla norma UNI 8520-2 relativamente al contenuto di sostanze nocive.
In particolare:
- il contenuto di solfati solubili in acido (espressi come SO3 da determinarsi con la procedura prevista dalla XXX-XX 0000-0 punto 12) dovrà risultare inferiore allo 0.2% sulla massa dell’aggregato indipendentemente dal fatto che l’aggregato sia grosso oppure fine (aggregati con classe di contenuto di solfati AS0,2);
- il contenuto totale di zolfo (da determinarsi con XXX-XX 0000-0 punto 11) dovrà risultare inferiore
- allo 0.1%;
- gli aggregati non dovranno contenere forme di silice amorfa alcali-reattiva o in alternativa dovranno evidenziare espansioni su prismi di malta, valutate con la prova accelerata e/o con la prova a lungo termine in accordo alla metodologia prevista dalla UNI 8520-22, inferiori ai valori massimi riportati nella UNI 8520 parte 2.
È consentito l’uso di aggregati grossi provenienti da riciclo nel rispetto delle prescrizioni imposte dal § 11.2.9.2 del DM 14-01-2008, purché l’utilizzo non pregiudichi alcuna caratteristica del calcestruzzo, né allo stato fresco, né indurito.
Art. 120.5 - Acqua di impasto
Per la produzione del calcestruzzo dovranno essere impiegate le acque potabili e quelle di riciclo conformi alla UNI EN 1008:2003.
Art. 120.6 - Additivi
Gli additivi per la produzione del calcestruzzo devono possedere la marcatura CE ed essere conformi, in relazione alla particolare categoria di prodotto cui essi appartengono, ai requisiti imposti dai rispettivi prospetti della norma UNI EN 934 (parti 2, 3, 4 e 5). Per gli altri additivi che non rientrano nelle classificazioni della norma armonizzata si dovrà verificarne l’idoneità all’impiego in funzione dell’applicazione e delle proprietà richieste per il calcestruzzo.
E’ onere dell’Impresa verificare preliminarmente i dosaggi ottimali di additivo per conseguire le prestazioni reologiche e meccaniche richieste oltre che per valutare eventuali effetti indesiderati. Per la produzione degli impasti è opportuno che vi sia un impiego costante di additivi fluidificanti/riduttori di acqua o superfluidificanti/riduttori di acqua ad alta efficacia per limitare il contenuto di acqua di impasto, migliorare la stabilità dimensionale del calcestruzzo e la durabilità delle opere.
Per le riprese di getto si potrà far ricorso all’utilizzo di ritardanti di presa e degli adesivi per riprese di getto: in ogni caso dovrà essere evitata qualsiasi soluzione di continuità degli elementi strutturali.
Nel periodo invernale al fine di evitare i danni derivanti dalla azione del gelo, in condizioni di maturazione al di sotto dei 5 °C, si farà ricorso, oltre che agli additivi superfluidificanti, all’utilizzo di additivi acceleranti di presa e di indurimento privi di cloruri.
Per le strutture sottoposte all’azione del gelo e del disgelo, si farà ricorso all’impiego di additivi aeranti come prescritto dalle norme UNI EN 206-1 e UNI 11104.
Art. 120.7 - Qualifica preliminare dei conglomerati cementizi
In accordo al DM 14-01-2008 per la produzione del calcestruzzo si possono configurare due differenti possibilità:
- calcestruzzo prodotto senza processo industrializzato;
- calcestruzzo prodotto con processo industrializzato.
Le miscele, se prodotte con un processo industrializzato di cui meglio si specifica nel seguito, non necessitano di alcuna prequalifica, che si richiede invece per conglomerati prodotti senza processo industrializzato.
Calcestruzzo prodotto senza processo industrializzato
Tale situazione si configura unicamente nella produzione di quantitativi di miscele omogenee inferiori ai 1500 m3, effettuate direttamente in cantiere mediante processi di produzione temporanei e non industrializzati. In tal caso la produzione deve avvenire sotto la diretta responsabilità dell’Impresa e con la diretta vigilanza della Direzione dei Lavori. In questo caso, l’Impresa è tenuta ad effettuare la qualificazione iniziale delle miscele per mezzo della “Valutazione preliminare della Resistenza” (§ 11.2.3 del DM 14-01-2008) prima dell’inizio della costruzione dell’opera, attraverso idonee prove preliminari atte ad accertare la resistenza caratteristica per ciascuna miscela omogenea di conglomerato che sarà utilizzata per la costruzione dell’opera (indicata in tabella I).
La qualificazione iniziale di tutte le miscele utilizzate deve effettuarsi per mezzo di prove certificate da parte dei laboratori di cui all’art.59 del D.P.R. n.380/2001.
Nella relazione di prequalifica l'Impresa dovrà fare esplicito riferimento a:
- materiali che si intendono utilizzare, indicandone provenienza, tipo e qualità;
- documentazione comprovante la marcatura CE dei materiali costituenti;
- massa volumica reale s.s.a. e assorbimento, per ogni classe di aggregato, valutati secondo la Norma UNI 8520;
- diametro nominale massimo degli aggregati e studio granulometrico;
- tipo, classe e dosaggio del cemento;
- rapporto acqua-cemento;
- massa volumica del calcestruzzo fresco e calcolo della resa;
- classe di esposizione ambientale cui è destinata la miscela;
- tipo e dosaggio degli eventuali additivi;
- contenuto di aria della miscela;
- proporzionamento analitico della miscela e resa volumetrica;
- classe di consistenza del calcestruzzo;
- resistenza caratteristica a compressione a 28 gg. (Rck) e risultati delle prove di resistenza a compressione;
- curve di resistenza nel tempo (almeno per il periodo 3-28 giorni, salvo indicazioni differenti da parte della Direzione Lavori);
- caratteristiche dell'impianto di confezionamento e stato delle tarature;
- sistemi di trasporto, di posa in opera e maturazione dei getti.
La relazione di prequalifica, per ogni classe di conglomerato cementizio che figura in tabella I, dovrà essere sottoposta all’esame della Direzione dei Lavori almeno 30 giorni prima dell’inizio dei relativi getti.
La Direzione Lavori autorizzerà l'inizio dei getti di conglomerato cementizio solo dopo aver esaminato ed approvato detta relazione e dopo aver effettuato, in contraddittorio con l’Impresa, impasti di prova del calcestruzzo per la verifica dei requisiti di cui alla tabella I. Per la preparazione, la forma, le dimensioni e la stagionatura dei provini di calcestruzzo vale quanto indicato nelle norme UNI EN 12390-1:2002 e UNI EN 12390-2:2002. Circa il procedimento da seguire per la determinazione della resistenza a compressione dei provini vale quanto indicato nelle norme UNI EN 12390-3:2003 e UNI EN 12390-4:2002.
Le miscele verranno autorizzate qualora la resistenza a compressione media per ciascun tipo di conglomerato cementizio, misurata a 28 giorni sui provini prelevati dagli impasti di prova all’impianto di confezionamento, non si discosti di ± 10% dal valore indicato nella relazione di prequalifica.
I laboratori, il numero dei campioni e le modalità di prova saranno quelli indicati dalla Direzione Lavori.
In conformità al § 11.2.3 del DM 14-01-2008 si ribadisce che la responsabilità della qualità finale del calcestruzzo, che sarà controllata dalla Direzione Lavori secondo le procedure descritte al paragrafo “Controlli in corso d’opera”, resta comunque in capo all’Impresa.
Caratteristiche dei materiali e composizione degli impasti, definite in sede di prequalifica, non potranno essere modificati in corso d'opera. Qualora eccezionalmente si prevedesse una variazione dei materiali, la procedura di prequalifica dovrà essere ripetuta.
Calcestruzzo prodotto con processo industrializzato
Tale situazione è contemplata dal DM 14-01-2008 al § 11.2.8, dove si definisce come calcestruzzo prodotto con processo industrializzato il conglomerato realizzato mediante impianti, strutture e tecniche organizzate sia all’interno del cantiere che in uno stabilimento esterno al cantiere stesso.
Di conseguenza in questa fattispecie rientrano, a loro volta, due tipologie di produzione del calcestruzzo:
- calcestruzzo prodotto in impianti industrializzati fissi esterni al cantiere (impianti di preconfezionamento o di prefabbricazione);
- calcestruzzo prodotto in impianti industrializzati installati nei cantieri (temporanei).
In questi casi gli impianti devono essere idonei ad una produzione costante, disporre di apparecchiature adeguate per il confezionamento, nonché di personale esperto e di attrezzature idonee a provare, valutare e correggere la qualità del prodotto.
Al fine di contribuire a garantire quest’ultimo punto, gli impianti devono essere dotati di un sistema di controllo permanente della produzione allo scopo di assicurare che il prodotto abbia i requisiti previsti dal DM 14-01-2008 e che tali requisiti siano costantemente mantenuti fino alla posa in opera.
Tale sistema di controllo, chiamato “controllo della produzione in fabbrica”, deve essere riferito a ciascun impianto ed è sostanzialmente differente dall’ordinario sistema di gestione della qualità aziendale al quale, tuttavia, può essere affiancato.
Il sistema di controllo dovrà essere certificato da un organismo terzo indipendente di adeguata competenza e organizzazione, autorizzato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e che operi in coerenza con la UNI EN 45012. Quale riferimento per tale certificazione devono essere prese le Linee Guida sul calcestruzzo preconfezionato edite dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici allo scopo di ottenere un calcestruzzo di adeguate caratteristiche reologiche, chimiche e meccaniche.
Il sistema di controllo di produzione in fabbrica dovrà comprendere le prove di autocontrollo, effettuate a cura del produttore secondo quanto previsto dalle Linee Guida sul calcestruzzo preconfezionato. L’organismo di certificazione, nell’ambito dell’ispezione delle singole unità produttive, procederà a verificare anche i laboratori utilizzati per le prove di autocontrollo interno. In virtù di tale verifica e sorveglianza del controllo di produzione le prove di autocontrollo della produzione sono sostitutive di quelle effettuate presso i laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
L’Impresa dovrà soltanto consegnare alla Direzione Lavori, prima dell’inizio dei getti, copia dell’attestato di certificazione del sistema di controllo di produzione in fabbrica; qualora le forniture provengano da impianti di preconfezionamento esterni al cantiere ed estranei all’Impresa, quest’ultima sarà tenuta a richiedere copia dell’attestato di cui sopra al produttore di calcestruzzo.
La Direzione Lavori verificherà quindi che i documenti accompagnatori di ciascuna fornitura in cantiere riportino gli estremi della certificazione del sistema di controllo della produzione.
Ove opportuno la Direzione dei Lavori potrà comunque richiedere la relazione preliminare di qualifica ed i relativi allegati (ad es. certificazione della marcatura CE dei materiali costituenti).
Art. 120.8 - Controlli in corso d’opera
La Direzione Lavori eseguirà controlli periodici in corso d'opera per verificare la corrispondenza delle caratteristiche dei materiali e degli impasti impiegati rispetto a quelli previsti in progetto.
Per consentire l’effettuazione delle prove in tempi congruenti con le esigenze di avanzamento dei lavori, l’Impresa dovrà disporre di uno o più laboratori attrezzati per l’esecuzione delle prove previste, in cantiere e/o presso l’impianto di confezionamento, ad eccezione delle eventuali determinazioni chimiche e dei controlli di cui al punto 6.2.1 che dovranno essere eseguite presso laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
Art. 120.9 - Caratteristiche del calcestruzzo allo stato fresco e indurito
Reologia degli impasti e granulometria degli aggregati
Gli aggregati per il confezionamento del calcestruzzo, oltre a soddisfare le prescrizioni precedentemente riportate, dovranno appartenere a non meno di tre classi granulometriche diverse. La percentuale di impiego di ogni singola classe granulometrica verrà stabilita dal produttore con l’obiettivo di conseguire la massima densità dell’impasto, garantendo i requisiti di lavorabilità e di resistenza alla segregazione di cui ai punti seguenti. La curva granulometrica ottenuta dalla combinazione degli aggregati disponibili, inoltre, sarà quella capace di soddisfare le esigenze di posa in opera richieste dall’impresa (ad esempio il pompaggio), quelle di resistenza meccanica a compressione e di durabilità richieste per il conglomerato.
La dimensione nominale massima dell’aggregato (Dmax) è funzione delle dimensioni dei copriferri ed interferri, delle caratteristiche geometriche delle casseforme, delle modalità di getto e del tipo di mezzi d’opera. Essa sarà definita dalle prescrizioni di progetto per ciascuna tipologia di calcestruzzo.
Resistenza dei conglomerati cementizi
Si farà riferimento alle norme tecniche per le costruzioni di cui al DM 14-01-2008. In particolare, relativamente alla resistenza caratteristica convenzionale a compressione, il calcestruzzo verrà individuato mediante la simbologia C (X/Y) dove X è la resistenza caratteristica a compressione misurata su provini cilindrici (fck) con rapporto altezza/diametro pari a 2 ed Y è la resistenza caratteristica a compressione valutata su provini cubici di lato 150 mm (Rck).
Art. 120.10 - Controlli di accettazione
La Direzione dei Lavori eseguirà i controlli di accettazione, secondo le modalità e la frequenza indicate ai §§ 11.2.2, 11.2.4 e 11.2.5 del DM 14-01-2008, su miscele omogenee di conglomerato come definite al §11.2.1 del citato Decreto.
I controlli saranno classificati come segue:
- tipo A;
- tipo B (impiegato soltanto quando siano previsti quantitativi di miscela omogenea uguali o superiori ai 1500 mc).
Il prelievo del conglomerato per i controlli di accettazione si deve eseguire all’uscita della betoniera (non prima di aver scaricato almeno 0.3 m3 di conglomerato e possibilmente a metà del carico), conducendo tutte le operazioni in conformità con le prescrizioni indicate nel DM 14-01-2008 e nella norma XXX-XX 000-0.
Il prelievo di calcestruzzo dovrà essere sempre eseguito alla presenza di un incaricato della Direzione dei Lavori.
In particolare i campioni di calcestruzzo devono essere preparati con casseforme rispondenti alla norma UNI EN 12390-1, confezionati secondo le indicazioni riportate nella norma UNI EN 12390- 2 e provati presso un laboratorio Ufficiale secondo la UNI EN 12390-3.
Le casseforme devono essere realizzate con materiali rigidi al fine di prevenire deformazioni durante le operazioni di preparazione dei provini, devono essere a tenuta stagna e non assorbenti.
La geometria delle casseforme deve essere cubica di lato pari a 150 mm o cilindrica con diametro pari a 150 mm ed altezza pari a 300 mm.
Sulla superficie dei provini sarà applicata (annegandola nel calcestruzzo) un’etichetta di plastica/cartoncino rigido sulla quale verrà riportata l’identificazione del campione con inchiostro indelebile; l’etichetta sarà siglata dalla Direzione Lavori al momento del confezionamento dei provini.
L’esecuzione del campionamento deve essere accompagnata dalla stesura di un verbale di prelievo che riporti le seguenti indicazioni:
• Identificazione del campione:
- tipo di calcestruzzo;
- numero di provini effettuati;
- codice del prelievo;
- metodo di compattazione adottato;
- numero del documento di trasporto;
- ubicazione del getto per il puntuale riferimento del calcestruzzo messo in opera (es. muro di sostegno, solaio di copertura, soletta di ponte, ecc.);
• Identificazione del cantiere e dell’Impresa appaltatrice;
• Data e ora di confezionamento dei provini;
• Firma della D.L.
Al termine del prelievo i provini verranno conservati in adeguate strutture predisposte dall’Impresa appoggiati al di sopra di una superficie orizzontale piana in posizione non soggetta ad urti e vibrazioni.
Il calcestruzzo campionato deve essere lasciato all’interno delle casseforme per almeno 16 h (in ogni caso non oltre i 3 giorni). Trascorso questo termine i provini dovranno essere consegnati presso il Laboratorio incaricato di effettuare le prove di schiacciamento, ove si provvederà alla loro conservazione, una volta rimossi dalle casseforme, in acqua alla temperatura costante di 20±2 °C oppure in ambiente termostatato posto alla temperatura di 20±2 °C ed umidità relativa superiore al 95%.
Nel caso in cui i provini vengano conservati immersi nell’acqua, il contenitore deve avere dei ripiani realizzati con griglie (è consentito l’impiego di reti elettrosaldate) per fare in modo che tutte le superfici siano a contatto con l’acqua.
L’Impresa sarà responsabile delle operazioni di corretta conservazione dei provini campionati e della loro custodia in cantiere prima dell’invio al Laboratorio, nonché del trasporto e della consegna dei provini di calcestruzzo presso detto Laboratorio unitamente ad una domanda ufficiale di richiesta prove sottoscritta dalla Direzione Lavori, la quale indicherà la posizione e il tipo di strutture interessate da ciascun prelievo.
I certificati emessi dal Laboratorio dovranno contenere tutte le informazioni richieste al § 11.2.5.3 del DM 14-01-2008.
Art. 120.11 - Prove complementari
Qualora la Direzione dei Lavori, per esigenze legate alla logistica di cantiere, alla rapida messa in servizio di una struttura o di porzioni di essa o alla messa in tensione dei cavi di precompressione, dovesse prescrivere l’ottenimento di un determinato valore della resistenza caratteristica in tempi inferiori ai canonici 28 giorni o a temperature di maturazione diverse dai 20 °C, oltre al numero di provini previsti per ciascun controllo di accettazione sarà confezionata un’ulteriore coppia di provini con le medesime modalità, fatta eccezione per le regole di conservazione dei campioni.
Essi, infatti, saranno maturati in adiacenza alla struttura o all’elemento strutturale per il quale è stato richiesto un valore della resistenza caratteristica a tempi e/o temperature inferiori ai valori suindicati.
Si specifica che tali prove complementari non potranno in alcun caso sostituire i “controlli di accettazione”.
Art. 120.11.1 - Controllo della resistenza del calcestruzzo in opera
Nel caso in cui uno o più controlli di accettazione non dovessero risultare soddisfatti, oppure sorgano dubbi sulla qualità e rispondenza ai valori di resistenza prescritti del calcestruzzo già messo in opera, la Direzione Lavori procederà ad una valutazione delle caratteristiche di resistenza attraverso una serie di prove sia distruttive che non distruttive. Tali prove non devono, in ogni caso, intendersi sostitutive dei controlli di accettazione (§ 11.2.6 del DM 14-01-2008).
Il valor medio della resistenza del calcestruzzo in opera (definita come resistenza strutturale) è in genere inferiore al valor medio della resistenza dei prelievi in fase di getto maturati in laboratorio (definita come resistenza potenziale).
È accettabile un valore medio della resistenza strutturale (Rm,STIM), misurata con le tecniche distruttive e/o non distruttive ritenute più opportune da parte della D.L. e debitamente trasformata in resistenza cilindrica o cubica, non inferiore all’85% del valore medio definito in fase di progetto secondo il DM 14-01-2008.
Per la modalità di determinazione della resistenza strutturale si farà riferimento alle norme UNI EN 12504-1:2002, UNI EN 12504-2:2001, UNI EN 12504-3:2005, UNI EN 12504-4:2005 nonché alle
Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale e per la valutazione delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo indurito mediante prove non distruttive pubblicate dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP.
Qualora dalle prove in opera non risultasse verificata la condizione succitata si procederà, a cura e spese dell'Impresa, ad un controllo teorico e/o sperimentale della struttura interessata dal quantitativo di conglomerato non conforme sulla base del valore caratteristico della resistenza strutturale rilevata sullo stesso (Rk,STIM).
Tali controlli e verifiche formeranno oggetto di una relazione supplementare nella quale si dimostri che, ferme restando le ipotesi di vincoli e di carico delle strutture, la resistenza è ancora compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, secondo le prescrizioni delle vigenti norme di legge.
Se tale relazione sarà approvata dalla Direzione Lavori il calcestruzzo verrà contabilizzato in base al valore della resistenza caratteristica rilevata in opera.
Viceversa, nel caso in cui la resistenza non risulti compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, la Direzione dei Lavori valuterà come procedere in base alle seguenti ipotesi:
- consolidamento dell’opera o delle parti interessate da non conformità, se ritenuto tecnicamente possibile dalla D.L. sentito il progettista, con i tempi e i metodi che questa potrà stabilire anche su proposta dell’Impresa. Resta inteso che la decisione finale sarà in capo alla D.L.;
- demolizione e rifacimento dell'opera o delle parti interessate da non conformità.
Tutti gli oneri relativi agli accertamenti di cui sopra, compresi gli eventuali consolidamenti, demolizioni e ricostruzioni, restano in capo all’Impresa.
Nessun indennizzo o compenso sarà dovuto all'Impresa nel caso in cui il valore caratteristico della resistenza strutturale dovesse risultare maggiore di quella indicata nei calcoli statici, nei disegni di progetto e in tabella I della presente Sezione.
Si specifica, inoltre, che la conformità nei riguardi della resistenza non implica necessariamente la conformità nei riguardi della durabilità o di altre caratteristiche specifiche del calcestruzzo messo in opera; pertanto, qualora non fossero rispettate le richieste di durabilità, la Direzione Lavori potrà ordinare all’Impresa di mettere in atto tutti gli accorgimenti (ad es. ricoprimento delle superfici con guaine, protezione con vernici o agenti chimici nebulizzati, ecc.) che saranno ritenuti opportuni e sufficienti alla garanzia della vita nominale dell’opera prevista dal progetto.
Tutti gli oneri derivanti dagli interventi anzidetti saranno a carico dell’Impresa.
Art. 120.11.2 - Pianificazione delle prove in opera
Le aree di prova, da cui devono essere estratti i campioni o sulle quali saranno eseguite le prove non distruttive, devono essere scelte in modo da permettere la valutazione della resistenza meccanica della struttura o di una sua parte interessata all’indagine. Le aree ed i punti di prova debbono essere preventivamente identificati e selezionati in relazione agli obiettivi: pertanto si farà riferimento al giornale dei lavori ed eventualmente al registro di contabilità per identificare correttamente le strutture o porzioni di esse interessate dalle non conformità
La dimensione e la localizzazione dei punti di prova dipendono dal metodo prescelto, mentre il numero di prove da effettuare dipende dall’affidabilità desiderata nei risultati. La definizione e la divisione in regioni di prova, di una struttura, presuppongono che i prelievi o i risultati di una regione appartengano statisticamente e qualitativamente ad una medesima popolazione di calcestruzzo.
Nel caso in cui si voglia valutare la capacità portante di una struttura le regioni di prova devono essere concentrate nelle zone più sollecitate, mentre nel caso in cui si voglia valutare il tipo o l’entità di un danno, le regioni di prova devono essere concentrate nelle zone dove si è verificato il danno o si suppone sia avvenuto.
Predisposizione delle aree di prova
Le aree e le superfici di prova vanno predisposte in relazione al tipo di prova che s’intende eseguire, facendo riferimento al fine cui le prove sono destinate, alle specifiche norme di cui al punto 8.5.5. contestualmente alle indicazioni del produttore dello strumento di prova. In linea di massima e salvo quanto sopra indicato, le aree di prova devono essere prive sia di evidenti difetti (vespai, vuoti, occlusioni, …) che possano inficiare il risultato e la significatività delle prove stesse, sia di materiali estranei al calcestruzzo (intonaci, collanti, impregnanti, …), sia di polvere ed impurità in genere. L’eventuale presenza di materiale estraneo e/o di anomalie sulla superficie non rimovibili deve essere registrata sul verbale di prelievo e/o di prova.
In relazione alla finalità dell’indagine, i punti di prelievo o di prova devono essere localizzati in modo puntuale, qualora si voglia valutare le proprietà di un elemento oggetto d’indagine, o casuale, per valutare una partita di calcestruzzo indipendentemente dalla posizione.
Art. 120.11.3 - Lavorabilità
Il produttore del calcestruzzo dovrà adottare tutti gli accorgimenti in termini di ingredienti e di composizione dell’impasto per garantire che il calcestruzzo possegga, al momento della consegna in cantiere, la lavorabilità prescritta in progetto e riportata per ogni specifica tipologia di conglomerato nella tabella I.
Salvo diverse specifiche e/o accordi con la Direzione dei Lavori la lavorabilità al momento del getto verrà controllata all’atto del prelievo dei campioni per i controlli d’accettazione della resistenza caratteristica convenzionale a compressione. La misura della lavorabilità verrà condotta in accordo alla UNI-EN 206-1 dopo aver proceduto a scaricare dalla betoniera almeno 0,3 m3 di calcestruzzo, e sarà effettuata mediante differenti metodologie.
In particolare la lavorabilità del calcestruzzo dovrà essere definita mediante:
- il valore dell’abbassamento al cono di Xxxxxx (UNI-EN 12350-2) che definisce la classe di consistenza o uno slump numerico di riferimento oggetto di specifica, per abbassamenti fino a 230 mm;
- la misura del diametro di spandimento alla tavola a scosse (UNI-EN 12350-5), per abbassamenti superiori a 230 mm.
Se il conglomerato cementizio viene pompato il valore della lavorabilità dovrà essere misurato prima dell’immissione nella pompa.
Sarà cura del fornitore garantire in ogni situazione la classe di consistenza prescritta per le diverse miscele tenendo conto che è assolutamente vietata qualsiasi aggiunta di acqua in betoniera al momento del getto dopo l’inizio dello scarico del calcestruzzo dall’autobetoniera. La classe di consistenza prescritta verrà garantita per un intervallo di tempo di 30 minuti dall’arrivo della betoniera in cantiere. Trascorso questo tempo sarà l’Impresa unica responsabile della eventuale
minore lavorabilità rispetto a quella prescritta. Il calcestruzzo con lavorabilità inferiore potrà essere a discrezione della Direzione Lavori:
- respinto (l’onere della nuova fornitura in tal caso resta in capo all’Impresa);
- accettato se esistono le condizioni, in relazione alla difficoltà di esecuzione del getto, per poter conseguire un completo riempimento dei casseri ed una completa compattazione; tutti gli oneri derivanti dalla maggior richiesta di compattazione restano a carico dell’Impresa.
Il tempo massimo consentito dalla produzione dell’impasto in impianto al momento del getto non dovrà superare i 90 minuti e sarà onere del produttore riportare nel documento di trasporto l’orario effettivo di fine carico della betoniera in impianto. Si potrà operare in deroga a questa prescrizione in casi eccezionali quando i tempi di trasporto del calcestruzzo dall’impianto al cantiere dovessero risultare superiori ai 75 minuti. In questa evenienza si potrà utilizzare il conglomerato fino a 120 minuti dalla miscelazione purché esso possegga i requisiti di lavorabilità e resistenza iniziale prescritti.
Rapporto acqua/cemento
Il quantitativo di acqua efficace da prendere in considerazione nel calcolo del rapporto a/c equivalente è quello realmente a disposizione dell’impasto, dato dalla somma di:
- (aaggr): quantitativo di acqua ceduto o sottratto dall’aggregato se caratterizzato rispettivamente da un tenore di umidità maggiore o minore dell’assorbimento (cioè del tenore di umidità che individua la condizione di saturo a superficie asciutta);
- (aadd): aliquota di acqua introdotta tramite gli additivi liquidi (se utilizzati in misura superiore a 3 l/m3) o le aggiunte minerali in forma di slurry;
- (am): aliquota di acqua introdotta nel mescolatore/autobetoniera; ottenendo la formula:
aeff
= am + aagg
+ aadd
Il rapporto acqua/cemento sarà quindi da considerarsi come un rapporto acqua/cemento equivalente individuato dall’espressione più generale:
⎛ a ⎞ =
aeff
⎜ ⎟
⎝ c ⎠eq
(c + Kcv * cv + K fs * fs)
nella quale vengono considerate le eventuali aggiunte di ceneri volanti o fumi di silice all’impasto nell’impianto di betonaggio.
I termini utilizzati nell’espressione precedente sono:
- c: dosaggio di cemento per m3 di impasto;
- cv: dosaggio di cenere volante per m3 di impasto;
- fs: dosaggio di fumo di silice per m3 di impasto;
- Kcv ; Kfs: coefficienti di equivalenza rispettivamente della cenere volante e del fumo di silice desunti dalle norme XXX-XX 000-0 ed UNI 11104.
Contenuto di aria
Qualora sia prevista una classe di esposizione ambientale di tipo XF (strutture soggette a cicli di gelo/disgelo in presenza o meno di sali disgelanti) e quindi sarà impiegato un additivo aerante, contestualmente alla misura della lavorabilità del conglomerato dovrà essere determinato il
contenuto di aria nel calcestruzzo in accordo alla procedura descritta alla norma UNI EN 12350-7 basata sull’impiego del porosimetro.
Il contenuto di aria in ogni miscela prodotta (espresso in percentuale) dovrà essere conforme a quanto prescritto nella tabella I, tenendo conto delle tolleranze ammesse ivi riportate.
Acqua di bleeding
L’essudazione di acqua dovrà risultare non superiore allo 0,1% in conformità alla norma UNI 7122. Prescrizioni per la durabilità dei conglomerati cementizi
Secondo il DM 14-01-2008 la durabilità delle opere in calcestruzzo è la capacità di mantenere entro limiti accettabili per le esigenze di esercizio i valori delle caratteristiche fisico-meccaniche e funzionali in presenza di cause di degradazione,per tutta la vita nominale prevista in progetto.
Le cause di degradazione più frequenti sono i fenomeni di corrosione delle armature, i cicli di gelo- disgelo, l'attacco di acque aggressive di varia natura e la presenza di solfati.
Secondo quanto previsto nel § 11.2.11 del DM 14-01-2008, il progettista, valutate opportunamente le condizioni ambientali di impiego dei calcestruzzi, deve fissare le prescrizioni in termini di caratteristiche del calcestruzzo da impiegare, di valori del copriferro e di regole di maturazione dei getti.
Al fine di soddisfare le richieste di durabilità in funzione delle condizioni ambientali occorrerà fare riferimento alle norme UNI EN 206-1 ed UNI 11104.
In particolare, ai fini di preservare le armature metalliche da qualsiasi fenomeno di aggressione ambientale, lo spessore di copriferro da prevedere in progetto, cioè la misura tra la parete interna del cassero e la parte più esterna della circonferenza della barra più vicina, dovrà rispettare allo stesso tempo le indicazioni della UNI EN 1992-1-1 (Eurocodice 2) al § 4.4.1, garantire l’aderenza e la trasmissione degli sforzi tra acciaio e calcestruzzo e, se del caso, assicurare la resistenza al fuoco della struttura o dei singoli elementi interessati.
Tale prescrizione dovrà essere applicata anche a tutti gli elementi prefabbricati e/o precompressi. Tecnologia esecutiva delle opere
Per quanto non esplicitamente indicato nella presente sezione e in progetto, in ottemperanza al §
4.1.7 del DM 14-01-2008, si farà riferimento alla norma UNI EN 13670-1 “Esecuzione di strutture in calcestruzzo: requisiti comuni” ed alle “Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale e per la valutazione delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo” pubblicate dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (febbraio 2008).
Confezione dei conglomerati cementizi
La confezione dei conglomerati cementizi non prodotti con processo industrializzato dovrà essere eseguita con gli impianti preventivamente sottoposti all'esame della Direzione Lavori, conformi alle Linee Guida sul calcestruzzo preconfezionato edite dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP., nonché alle caratteristiche seguenti per quanto applicabili.
Qualora il calcestruzzo sia prodotto con processo industrializzato non occorrerà alcun esame preventivo da parte della Direzione Lavori, la quale si limiterà ad acquisire tutta la documentazione della ditta produttrice.
Trasporto
Il trasporto dei conglomerati cementizi dall’impianto di betonaggio al luogo di impiego dovrà essere effettuato con mezzi idonei al fine di evitare la possibilità di segregazione dei singoli
componenti e comunque tali da evitare ogni possibilità di deterioramento del calcestruzzo medesimo.
Per quanto non specificato nel seguito, si farà riferimento alle Linee Guida sul calcestruzzo preconfezionato del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP.
Saranno accettate in funzione della durata e della distanza di trasporto, le autobetoniere e le benne a scarico di fondo ed, eccezionalmente, i nastri trasportatori.
Ciascuna fornitura di calcestruzzo dovrà essere accompagnata da un documento di trasporto (bolla) conforme alle specifiche del § 7.3 della UNI EN 206-1 sul quale dovranno essere riportati almeno:
- data e ora di produzione;
- data e ora di arrivo in cantiere, di inizio scarico e di fine scarico;
- classe o classi di esposizione ambientale;
- classe di resistenza caratteristica del conglomerato;
- tipo, classe e dosaggio di cemento;
- dimensione massima nominale dell’aggregato;
- classe di consistenza o valore numerico di riferimento;
- classe di contenuto in cloruri;
- quantità di conglomerato trasportata;
- la struttura o l’elemento strutturale cui il carico è destinato.
L’Impresa dovrà esibire detta documentazione alla Direzione dei Lavori.
L'uso delle pompe sarà consentito a condizione che l'Impresa adotti, a sua cura e spese, provvedimenti idonei a mantenere il valore prestabilito del rapporto acqua/cemento del conglomerato cementizio alla bocca di uscita della pompa.
Non saranno ammessi gli autocarri a cassone o gli scivoli.
È facoltà della Direzione Lavori rifiutare carichi di conglomerato cementizio non rispondenti ai requisiti prescritti.
Art. 120.11.4 - Posa in opera
Le operazioni di getto potranno essere avviate solo dopo la verifica degli scavi, delle casseforme e delle armature metalliche da parte della Direzione Lavori.
Al momento della messa in opera del conglomerato è obbligatoria la presenza di almeno un membro dell’ufficio della Direzione dei Lavori incaricato a norma di legge e di un responsabile tecnico dell’Impresa.
Prima di procedere alla messa in opera del calcestruzzo, sarà necessario adottare tutti quegli accorgimenti atti ad evitare qualsiasi sottrazione di acqua dall’impasto.
I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi di progetto ed alle prescrizioni della Direzione Lavori; nel caso di getti contro terra, roccia, ecc., occorre controllare che la pulizia del sottofondo, il posizionamento di eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante o di collegamento siano eseguiti in conformità alle disposizioni di progetto e delle presenti Norme.
Lo scarico del calcestruzzo dal mezzo di trasporto nelle casseforme si effettua applicando tutti gli
accorgimenti atti ad evitare la segregazione.
L'altezza di caduta libera del calcestruzzo fresco, indipendentemente dal sistema di movimentazione e getto, non deve eccedere i 50 centimetri; si utilizzerà un tubo di getto che si accosti al punto di posa o, meglio ancora, che si inserisca nello strato fresco già posato e consenta al calcestruzzo di rifluire all’interno di quello già steso.
Per la compattazione del getto verranno adoperati vibratori a parete o ad immersione. Nel caso si adoperi il sistema di vibrazione ad immersione, l’ago vibrante deve essere introdotto verticalmente e spostato, da punto a punto nel calcestruzzo, ogni 50 cm circa; la durata della vibrazione verrà protratta nel tempo in funzione della classe di consistenza del calcestruzzo (tabella III).
Classe di consistenza | Tempo minimo di immersione dell’ago nel calcestruzzo (s) |
S1 | 25 - 30 |
S2 | 20 - 25 |
S3 | 15 - 20 |
S4 | 10 - 15 |
S5 | 5 - 10 |
F6 | 0 - 5 |
SCC | Non necessita compattazione (salvo indicazioni specifiche della D.L.) |
Tabella III – Relazione tra classe di consistenza e tempo di vibrazione del conglomerato
Il conglomerato cementizio sarà posto in opera e assestato con ogni cura in modo che le superfici esterne si presentino lisce e compatte, omogenee e perfettamente regolari ed esenti anche da macchie o chiazze.
I distanziatori utilizzati per garantire i copriferri ed eventualmente le reciproche distanze tra le barre di armatura, dovranno essere in plastica o a base di malta cementizia di forma e geometria tali da minimizzare la superficie di contatto con il cassero.
Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo.
Se il getto dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, l’Impresa dovrà tenere registrati giornalmente i minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro.
Per la finitura superficiale di solette e pavimentazioni è prescritto l’uso di piastre vibranti o attrezzature equivalenti; la regolarità dei getti dovrà essere verificata con un’asta rettilinea della lunghezza di 2,00 m, che in ogni punto dovrà aderirvi uniformemente nelle due direzioni longitudinale e trasversale; saranno tollerati unicamente scostamenti inferiori a 10 mm.
Quando il getto deve essere gettato in presenza d’acqua si dovranno adottare tutti gli accorgimenti, approvati dalla Direzione Lavori, necessari ad impedire che l’acqua ne dilavi le superfici e ne pregiudichi la normale maturazione.
Art. 120.11.5 - Posa in opera in climi freddi
Le operazioni di getto del conglomerato cementizio dovranno essere sospese nel caso in cui la temperatura dell’aria scenda al di sotto di 278 K (5 °C) se l’impianto di betonaggio non è dotato di
un adeguato sistema di preriscaldamento degli inerti o dell’acqua tale da garantire che la temperatura dell’impasto, al momento del getto, sia superiore a 287 K (14 °C). In alternativa è possibile utilizzare, sotto la responsabilità dell’Impresa, additivi acceleranti di presa conformi alla UNI EN 934-2 e, se autorizzati dalla D.L., opportuni additivi antigelo.
Oltre alle succitate precauzioni occorrerà mettere in atto particolari sistemi di protezione del manufatto concordati e autorizzati dalla D.L. per evitare una dispersione termica troppo rapida.
I getti all’esterno dovranno comunque essere sospesi qualora la temperatura scenda al di sotto di 263 K (-10 °C).
In ogni caso, prima di dare inizio ai getti, è fatto obbligo di verificare che non siano congelate o innevate le superfici di fondo o di contenimento del getto.
Al fine di poter mettere in atto correttamente e verificare le prescrizioni riguardanti le temperature di getto, occorre che in cantiere sia esposto un termometro in grado di indicare le temperature minime e massime giornaliere.
Art. 120.11.6 - Posa in opera in climi caldi
Se durante le operazioni di getto la temperatura dell’aria supera i 306 K (33 °C), la temperatura dell’impasto dovrà essere mantenuta entro i 298 K (25 °C): per i getti massivi tale limite dovrà essere convenientemente diminuito.
Al fine di abbassare la temperatura del calcestruzzo potrà essere usato ghiaccio in sostituzione di parte dell’acqua di impasto, avendo cura di computarne l’esatta quantità nel calcolo del rapporto a/c affinché il valore prescritto non subisca alcuna variazione.
Per ritardare la presa e per facilitare la posa e la finitura del conglomerato cementizio potranno essere eventualmente impiegati additivi ritardanti di presa e preventivamente autorizzati dalla Direzione Lavori.
Anche in questo caso il manufatto dovrà essere adeguatamente protetto per evitare eccessive variazioni termiche tra l’interno e la parte corticale dei getti.
Art. 120.11.7 - Riprese di getto
La Direzione Lavori avrà la facoltà di prescrivere, ove e quando lo ritenga necessario, che i getti vengano eseguiti senza soluzione di continuità così da evitare ogni ripresa, anche se ciò comportasse il protrarsi del lavoro in giornate festive e la conduzione a turni. In nessun caso l’Impresa potrà avanzare richieste di maggiori compensi.
Qualora debbano essere previste riprese di getto sarà obbligo dell’Impresa procedere ad una preliminare rimozione, mediante scarifica con martello, dello strato corticale di calcestruzzo già parzialmente indurito. Tale superficie, che dovrà possedere elevata rugosità (asperità di circa 5 mm) verrà opportunamente pulita e bagnata per circa due ore prima del getto del nuovo strato di calcestruzzo.
Considerato che alla struttura è richiesta la tenuta idraulica, lungo la superficie scarificata verranno disposti dei giunti tipo “water-stop” in materiale bentonitico idroespansivo. I profili “water-stop” saranno opportunamente fissati e disposti secondo le indicazioni progettuali e della Direzione Lavori, in maniera tale da non interagire con le armature.
Tra le diverse riprese di getto non dovranno presentarsi distacchi, discontinuità o differenze di aspetto e colore.
Art. 121 - Casseforme
Per tali opere provvisorie l’Impresa comunicherà preventivamente alla Direzione Lavori il sistema e le modalità esecutive che intende adottare, ferma restando l'esclusiva responsabilità dell'Impresa stessa per quanto riguarda la progettazione e l'esecuzione di tali opere provvisionali e la loro rispondenza a tutte le norme di legge ed ai criteri di sicurezza che comunque possono riguardarle. Il sistema prescelto dovrà comunque essere atto a consentire la realizzazione delle opere in conformità alle disposizioni contenute nel progetto esecutivo.
Nella progettazione e nella esecuzione delle armature di sostegno delle centinature e delle attrezzature di costruzione, l'appaltatore è tenuto a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente venissero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata ed in particolare:
- per l'ingombro degli alvei dei corsi d'acqua;
- per le sagome da lasciare libere nei sovrappassi o sottopassi di strade, autostrade, ferrovie, tranvie, ecc.;
- per le interferenze con servizi di soprassuolo o di sottosuolo.
Tutte le attrezzature dovranno essere dotate degli opportuni accorgimenti affinché, in ogni punto della struttura, la rimozione dei sostegni sia regolare ed uniforme.
Caratteristiche delle casseforme
Per quanto riguarda le casseforme è prescritto l'uso di casseforme metalliche o di materiali fibrocompressi o compensati; in ogni caso esse dovranno avere dimensioni e spessori sufficienti ad essere opportunamente irrigidite o controventate per assicurare l'ottima riuscita delle superfici dei getti e delle opere e la loro perfetta rispondenza ai disegni di progetto.
Nel caso di eventuale utilizzo di casseforme in legno l’Impresa dovrà curare che le stesse siano eseguite con tavole a bordi paralleli e ben accostate in modo che non abbiano a presentarsi, dopo il disarmo, sbavature o disuguaglianze sulle facce in vista del getto. In ogni caso l’Impresa avrà cura di trattare le casseforme, prima del getto, con idonei prodotti disarmanti conformi alla norma UNI 8866; qualora sia previsto l’utilizzo di calcestruzzi colorati o con cemento bianco, l'impiego dei disarmanti dovrà essere subordinato a prove preliminari atte a dimostrare che il prodotto non alteri il colore.
Le parti componenti i casseri debbono essere a perfetto contatto e sigillate con idoneo materiale per evitare la fuoriuscita di boiacca cementizia.
Nel caso di casseratura a perdere, inglobata nell'opera occorre verificare la sua funzionalità, se è elemento portante, e che non sia dannosa, se è elemento accessorio.
Pulizia e trattamento
Prima del getto le casseforme dovranno essere pulite per l’eliminazione di qualsiasi traccia di materiale che possa compromettere l’estetica del manufatto quali polvere, terriccio, etc. Dove e quando necessario si farà uso di prodotti disarmanti disposti in strati omogenei continui, su tutte le casseforme di una stessa opera dovrà essere usato il medesimo prodotto.
Nel caso di utilizzo di casseforme impermeabili, per ridurre il numero delle bolle d'aria sulla superficie del getto si dovrà fare uso di disarmante con agente tensioattivo in quantità controllata e la vibrazione dovrà avvenire contemporaneamente al getto.
Predisposizione di fori, tracce e cavità
L’appaltatore avrà l'obbligo di predisporre in corso di esecuzione quanto è previsto nei disegni costruttivi per ciò che concerne fori, tracce, cavità, incassature, etc. per la posa in opera di apparecchi accessori quali giunti, appoggi, smorzatori sismici, pluviali, passi d'uomo, passerelle d'ispezione, sedi di tubi e di cavi, opere interruttive, sicurvia, parapetti, mensole, segnalazioni, parti d'impianti, etc..
Art. 122 - Stagionatura e disarmo
Prevenzione delle fessure da ritiro plastico
Il calcestruzzo, al termine della messa in opera e successiva compattazione, deve essere stagionato e protetto dalla rapida evaporazione dell’acqua di impasto e dall’essiccamento degli strati superficiali (fenomeno particolarmente insidioso in caso di elevate temperature ambientali e forte ventilazione).
Per consentire una corretta stagionatura è necessario mantenere costantemente umida la struttura realizzata; l'Impresa è responsabile della corretta esecuzione della stagionatura che potrà essere condotta mediante:
- la permanenza entro casseri del conglomerato;
- l’applicazione, sulle superfici libere, di specifici film di protezione mediante la distribuzione nebulizzata di additivi stagionanti;
- l’irrorazione continua del getto con acqua nebulizzata;
- la copertura delle superfici del getto con fogli di polietilene, sacchi di iuta o tessuto non tessuto mantenuto umido in modo che si eviti la perdita dell’acqua di idratazione;
- la creazione attorno al getto, con fogli di polietilene od altro, di un ambiente mantenuto saturo di umidità;
- la creazione, nel caso di solette e getti a sviluppo orizzontale, di un cordolo perimetrale (in sabbia od altro materiale rimovibile) che permetta di mantenere la superficie completamente ricoperta da un costante velo d’acqua.
La costanza della composizione degli agenti di curing dovrà essere verificata, a cura della Direzione Lavori ed a spese dell'Impresa, al momento del loro approvvigionamento. I prodotti filmogeni di protezione non possono essere applicati lungo i giunti di costruzione, sulle riprese di getto o sulle superfici che devono essere trattate e/o ricoperte con altri materiali.
Al fine di assicurare alla struttura un corretto sistema di stagionatura in funzione delle condizioni ambientali, della geometria dell’elemento e dei tempi di scasseratura previsti l'Impresa, previa informazione alla Direzione dei Lavori, eseguirà verifiche di cantiere che assicurino l’efficacia delle misure di protezione adottate.
Sarà obbligatorio procedere alla maturazione dei getti per almeno 3 giorni consecutivi. Qualora dovessero insorgere esigenze particolari per sospendere la maturazione esse dovranno essere espressamente autorizzate dalla Direzione dei Lavori.
Nel caso di superfici orizzontali non casserate (pavimentazioni, platee di fondazione…) dovrà essere effettuata l’operazione di bagnatura continua con acqua non appena il conglomerato avrà avviato la fase di presa. Le superfici verranno mantenute costantemente umide per almeno 3 giorni.
Per i getti confinati entro casseforme l’operazione di bagnatura verrà avviata al momento della rimozione dei casseri, se questa avverrà prima di 3 giorni.
Per calcestruzzi con classe di resistenza a compressione maggiore o uguale di C40/50 la
maturazione deve essere curata in modo particolare.
Qualora sulle superfici orizzontali quali solette di ogni genere o pavimentazioni si rilevino fenomeni di ritiro plastico con formazione di fessure di apertura superiore a 0,3 mm, l'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese alla demolizione ed al rifacimento delle strutture danneggiate.
Di norma viene esclusa la accelerazione dei tempi di maturazione con trattamenti termici per i conglomerati gettati in opera. In casi particolari la DL potrà autorizzare l’uso di tali procedimenti dopo l’esame e verifica diretta delle modalità proposte, che dovranno rispettare comunque quanto previsto ai seguenti paragrafi.
Resta inteso che durante il periodo della stagionatura i getti dovranno essere riparati da possibilità di urti, vibrazioni e sollecitazioni di ogni genere.
Art. 123 - Maturazione accelerata con trattamenti termici
La maturazione accelerata dei conglomerati cementizi con trattamento termico sarà permessa qualora siano state condotte indagini sperimentali sul trattamento termico che si intende adottare.
In particolare, si dovrà controllare che ad un aumento delle resistenze iniziali non corrisponda una resistenza finale minore di quella che si otterrebbe con maturazione naturale.
Dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:
1) la temperatura del conglomerato cementizio, durante le prime 3 h dall'impasto non deve superare i 303 K (30 °C);
2) il gradiente di temperatura di riscaldamento e quello di raffreddamento non deve superare 15 K/h (°C/h), e dovranno essere ulteriormente ridotti qualora non sia verificata la condizione di cui al successivo quarto punto;
3) la temperatura massima del calcestruzzo non deve in media superare i 333 K (60 °C);
4) la differenza di temperatura tra quella massima all’interno del conglomerato cementizio e ambiente a contatto con il manufatto non dovrà superare i 283 K (10 °C)
5) Il controllo, durante la maturazione, dei limiti e dei gradienti di temperatura, dovrà avvenire con apposita apparecchiatura che registri l’andamento delle temperature nel tempo sia all’interno che sulla superficie esterna dei manufatti;
6) la procedura di controllo di cui al punto precedente, dovrà essere rispettata anche per i conglomerati cementizi gettati in opera e maturati a vapore.
In ogni caso i provini per la valutazione della resistenza caratteristica a 28 giorni, nonché della resistenza raggiunta al momento del taglio dei trefoli o fili aderenti, dovranno essere confezionati secondo quanto prescritto e maturati nelle stesse condizioni termo-igrometriche della struttura.
Art. 124 - Disarmo
Si potrà procedere alla rimozione delle casseforme dai getti quando saranno state raggiunte le prescritte resistenze. In assenza di specifici accertamenti, l’Impresa dovrà attenersi a quanto stabilito all’interno delle Norme Tecniche per le Costruzioni (DM 14-01-2008).
Eventuali irregolarità o sbavature, qualora ritenute tollerabili dalla Direzione Lavori a suo insindacabile giudizio, dovranno essere asportate mediante scarifica meccanica o manuale ed i punti incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta cementizia a ritiro compensato immediatamente dopo il disarmo. Resta inteso che gli oneri derivanti dalle suddette operazioni ricadranno totalmente a carico dell’Impresa.
Quando le irregolarità siano mediamente superiori a 10 mm, la Direzione Lavori ne imporrà la
regolarizzazione a totale cura e spese dell’Impresa mediante uno strato di materiali idonei che, a seconda dei casi e ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori potrà essere costituito da:
- malta reoplastica a ritiro compensato previa bagnatura a rifiuto delle superfici interessate;
- conglomerato bituminoso del tipo usura fine, per spessori non inferiori a 20 mm.
Eventuali ferri (fili, chiodi, reggette) che con funzione di legatura, di collegamento casseri od altro, dovessero sporgere da getti finiti, dovranno essere tagliati almeno 5 mm sotto la superficie finita e gli incavi risultanti verranno accuratamente sigillati con malta fine di cemento.
Art. 125 - Giunti di discontinuità ed opere accessorie nelle strutture in conglomerato cementizio
E’ tassativamente prescritto che nelle strutture da eseguire con getto di conglomerato cementizio vengano realizzati giunti di discontinuità sia in elevazione che in fondazione onde evitare irregolari e imprevedibili fessurazioni delle strutture stesse per effetto di escursioni termiche, di fenomeni di ritiro e di eventuali assestamenti.
Tali giunti vanno praticati ad intervalli ed in posizioni opportunamente scelte tenendo anche conto delle particolarità della struttura (gradonatura della fondazione, ripresa fra vecchie e nuove strutture, attacco dei muri andatori con le spalle dei ponti e viadotti, ecc.).
I giunti dovranno essere conformi alle indicazioni di progetto e saranno ottenuti ponendo in opera, con un certo anticipo rispetto al getto, appositi setti di materiale idoneo, da lasciare in posto, in modo da realizzare superfici di discontinuità (piane, a battente, a maschio e femmina, ecc.) affioranti faccia a vista secondo linee rette continue o spezzate.
I giunti, come sopra illustrati, dovranno essere realizzati a cura e spese dell’Impresa, essendosi tenuto debito conto di tale onere nella formulazione dei prezzi di elenco relativi alle singole tipologie di conglomerato.
Solo nel caso in cui è previsto in progetto che il giunto sia munito di apposito manufatto di tenuta o di copertura l’elenco prezzi allegato al presente Disciplinare prevederà espressamente le voci relative alla speciale conformazione del giunto, unitamente alla fornitura e posa in opera dei manufatti predetti con le specificazioni di tutti i particolari oneri che saranno prescritti per il perfetto definitivo assetto del giunto.
I manufatti di tenuta o di copertura dei giunti possono essere costituiti da elastomeri a struttura etilenica (stirolo butiadene), a struttura paraffinica (bitile), a struttura complessa (silicone poliuretano, poliossipropilene, poliossicloropropilene o da elastomeri etilenici cosiddetti protetti (neoprene).
In luogo dei manufatti predetti, potrà essere previsto l’impiego di sigillanti.
I sigillanti possono essere costituiti da sostanze oleo-resinose, bituminose-siliconiche a base di elastomeri polimerizzabili o polisolfuri che dovranno assicurare la tenuta all’acqua, l’elasticità sotto le deformazioni previste, una aderenza perfetta alle pareti, ottenuta anche a mezzo di idonei primers, non colabili sotto le più alte temperature previste e non rigidi sotto le più basse, mantenendo il più a lungo possibile nel tempo le caratteristiche di cui sopra dopo la messa in opera.
E’ tassativamente proibita l’esecuzione di giunti obliqui formanti angolo diedro acuto (muro andatore, spalla ponte obliquo, ecc.).
In tali casi occorre sempre modificare l’angolo diedro acuto in modo tale da formare con le superfici esterne delle opere da xxxxxxxx angoli diedri non inferiori ad un angolo retto con facce piane di conveniente larghezza in relazione al diametro massimo degli inerti impiegati nel
confezionamento del conglomerato cementizio di ogni singola opera.
Nell’esecuzione dei manufatti contro terra il progetto dovrà tenere conto ,in numero sufficiente ed in posizione opportuna, dell’esecuzione di appositi fori per l’evacuazione delle acque di infiltrazione. Le indicazioni progettuali saranno il riferimento per l’Impresa, salvo indicazioni differenti da parte della Direzione dei Lavori.
I fori dovranno essere ottenuti mediante preventiva posa in opera nella massa del conglomerato cementizio di tubi a sezione circolare o di profilati di altre sezioni di PVC o simili.
Per la formazione dei fori l’Impresa avrà diritto al compenso previsto nella apposita voce dell’Elenco Xxxxxx, comprensiva di tutti gli oneri e forniture per dare il lavoro finito a regola d’arte.
Art. 126 - Posa in opera delle armature per c.a.
Nella posa in opera delle armature metalliche entro i casseri è prescritto l'impiego di opportuni distanziatori prefabbricati in conglomerato cementizio o in materiale plastico al fine di garantire gli spessori di copriferro previsti in progetto; lungo le pareti verticali si dovrà ottenere il necessario distanziamento esclusivamente mediante l'impiego di distanziatori ad anello; sul fondo dei casseri dovranno essere impiegati distanziatori del tipo approvato dalla Direzione Lavori.
L'uso dei distanziatori dovrà essere esteso anche alle strutture di fondazione armate.
Le gabbie di armatura dovranno essere, per quanto possibile, composte fuori opera; in ogni caso in corrispondenza di tutti i nodi saranno eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro ricotto di diametro non inferiore a 0,6 mm, in modo da garantire la invariabilità della geometria della gabbia durante il getto.
L'Impresa dovrà adottare inoltre tutti gli accorgimenti necessari affinché le gabbie mantengano la posizione di progetto all'interno delle casseforme durante le operazioni di getto.
E’ a carico dell'Impresa l'onere della posa in opera delle armature metalliche, anche in presenza di acqua o fanghi bentonitici, nonché i collegamenti equipotenziali.
Art. 127 - Manufatti prefabbricati in conglomerato cementizio armato
Per quanto riguarda il trasporto, la movimentazione e le tecniche di messa in opera degli elementi e del complesso strutturale, l’Impresa dovrà fare riferimento ai documenti di progetto i quali dovranno contenere tutte le indicazioni del caso, come esplicitamente richiesto dalle Norme Tecniche per le costruzioni (DM 14-01-2008), nel rispetto delle responsabilità e competenze delle diverse figure professionali stabilite dalle stesse Norme.
Manufatti prefabbricati di produzione occasionale
Come prescritto al § 11.8.1 del DM 14-01-2008 gli elementi costruttivi di produzione occasionale (ad esempio in impianti temporanei di prefabbricazione esterni al cantiere o allestiti a piè d’opera) devono essere realizzati attraverso processi e in stabilimenti sottoposti ad un sistema di controllo della produzione, secondo le procedure di cui ai §§ 11.8.2, 11.8.3, 11.8.4 (per quanto esplicitamente applicabile al campo della produzione occasionale).
L’Impresa dovrà far pervenire alla Direzione dei Lavori, all’atto della fornitura, i documenti di accompagnamento previsti al § 11.8.5 del DM 14-01-2008. In particolare la Direzione Lavori controllerà che gli ambiti di competenza di ciascuna figura professionale richiamata dal citato decreto siano stati rispettati.
Le eventuali forniture non conformi alle succitate disposizioni saranno rifiutate.
Manufatti prefabbricati prodotti in serie
Al § 4.1.10 del DM 14-01-2008 sono riportate le definizioni e le caratteristiche di conformità degli elementi prefabbricati prodotti in serie dichiarata e/o controllata.
L’Impresa dovrà far pervenire alla Direzione dei Lavori, all’atto della fornitura, i documenti di accompagnamento previsti al § 11.8.5 del DM 14-01-2008. In particolare la Direzione Lavori controllerà che gli ambiti di competenza di ciascuna figura professionale richiamata dal citato decreto siano stati rispettati.
Le eventuali forniture non conformi alle succitate disposizioni saranno rifiutate.
Si precisa che a tutti gli elementi prefabbricati dotati di marcatura CE si applica quanto riportato nei punti A) oppure C) del § 11.1 del DM 14-01-2008. In tali casi, inoltre, si considerano assolti i requisiti procedurali di cui al deposito ai sensi dell’art.9 della Legge 05.11.71 n.1086 ed alla certificazione di idoneità di cui agli artt. 1 e 7 della Legge 02.02.74 n.64. Resta comunque l’obbligo del deposito del progetto presso il competente ufficio regionale. Ai fini dell’impiego, tali prodotti devono comunque rispettare, laddove applicabili, i §§ 11.8.2, 11.8.3.4 ed 11.8.5 del DM 14-01- 2008, per quanto non in contrasto con le specifiche tecniche europee armonizzate.
Ai fini della verifica di quanto sopra l’Impresa dovrà consegnare alla Direzione Lavori, all’atto della fornitura, tutta la documentazione inerente la marcatura CE dei manufatti.
Art. 128 - Tolleranze di esecuzione
La Direzione Lavori procederà sistematicamente, sia in corso d’opera che a struttura ultimata, alla verifica delle quote e dimensioni indicate nel progetto esecutivo.
Nelle opere finite gli scostamenti ammissibili (tolleranze) rispetto alle dimensioni e/o quote dei progetti sono riportate di seguito per i vari elementi strutturali:
Fondazioni: plinti, platee, solettoni ecc:
- posizionamento rispetto alle coordinate di progetto S = ± 2.0cm
- dimensioni in pianta S = - 3.0 cm o + 5.0 cm
- dimensioni in altezza (superiore) S = - 0.5 cm o + 2.0 cm
- quota altimetrica estradosso S = - 0.5 cm o + 2.0 cm Strutture in elevazione: pile, spalle, muri ecc.:
- posizionamento rispetto alle coordinate degli allineamenti di progetto S = ± 2.0 cm
- dimensione in pianta (anche per pila piena) S = - 0.5 cm o + 2.0 cm
- spessore muri, pareti, pile cave o spalle S = - 0.5 cm o + 2.0 cm
- quota altimetrica sommità S = ± 1.5 cm
- verticalità per H ≤600 cm S = ± 2.0 cm
- verticalità per H > 600 cm S = ± H/12 Solette e solettoni per impalcati, solai in genere:
- spessore: S = -0.5 cm o + 1.0 cm
- quota altimetrica estradosso: S = ± 1.0 cm Vani, cassette, inserterie:
- posizionamento e dimensione vani e cassette: S = ± 1.5 cm
- posizionamenti inserti (piastre, boccole): S = ± 1.0 cm
In ogni caso gli scostamenti dimensionali negativi non devono ridurre i copriferri minimi prescritti dal progetto.
Per le tolleranze sopra riportate sono possibili variazioni qualora:
- nel progetto esecutivo siano stati indicati valori differenti per gli scostamenti ammessi;
- la Direzione dei Lavori, per motivate necessità, faccia esplicita richiesta di variazione dei valori.
Art. 129 - Prove di carico
Le prove di carico, ove ritenute necessarie dal Collaudatore, dovranno identificare la corrispondenza del comportamento teorico con quello sperimentale. I calcestruzzi degli elementi sottoposti a collaudo devono aver raggiunto le resistenze previste per il loro funzionamento finale in esercizio.
Il programma delle prove, stabilito dal Collaudatore, con l’indicazione delle procedure di carico e delle prestazioni attese deve essere sottoposto alla Direzione dei Lavori per l’attuazione e reso noto al Progettista e all’Impresa.
I criteri generali sono i seguenti.
Le prove di carico ai fini del collaudo statico dovranno essere eseguite in accordo alle normative vigenti ed alle indicazioni del Collaudatore e della D.L.
L'effettuazione delle prove dovrà essere programmata con la D.L. a cura dell'Impresa con adeguato anticipo. L’Impresa dovrà verificare e fare in modo che al momento del collaudo risulti disponibile tutta la certificazione prevista contrattualmente e dalla normativa vigente.
Prima della effettuazione delle prove l’Impresa dovrà concordare con la D.L. la quantità ed il tipo delle apparecchiature, degli strumenti e dei materiali da utilizzare, garantendo la operatività e la precisione richiesta e facendo eseguire le tarature eventualmente necessarie
Sarà cura dell'Impresa assicurare, nel rispetto delle norme di sicurezza, la completa accessibilità sia alle opere da collaudare che agli strumenti di misura.
L’Impresa, infine, è tenuta ad accettare sia i risultati delle operazioni di collaudo sia le eventuali azioni ed interventi, volti a sanare situazioni ritenute insoddisfacenti, da parte della Direzione Lavori, del Collaudatore o del Progettista.
CAPO 9 - PRESCRIZIONI TECNICHE PER L’ESECUZIONE DI PAVIMENTAZIONI
Art. 130 - Generalita’
In linea generale, salvo diversa disposizione della DL, la sagoma stradale per tratti in rettifilo sarà costituita da due falde inclinate in senso opposto aventi pendenza trasversale del 2.5%, raccordate in asse da un arco di cerchio avente tangente di m 0.50.
Alle banchine sarà assegnata la stessa pendenza trasversale.
Le curve saranno convenientemente rialzate sul lato esterno con la pendenza prevista da progetto in accordo con la DL, in funzione del raggio di curvatura e con gli opportuni tronchi di transizione per il raccordo della sagoma in curva con quella dei rettifili o altre curve precedenti e seguenti.
Il tipo e lo spessore dei vari strati, costituenti la sovrastruttura, saranno quelli stabiliti, per ciascun tratto, dal progetto in accordo con la DL, in base ai risultati delle indagini geotecniche e di laboratorio eseguite.
I materiali, le terre, impiegati nella realizzazione della sovrastruttura, nonché la loro provenienza dovranno soddisfare le prescrizioni riportate in questa sezione.
La DL potrà ordinare ulteriori prove su detti materiali, presso Laboratori Ufficiali.
In cantiere dovranno essere attrezzati dei laboratori, con personale qualificato, nei quali eseguire le prove di routine per l’identificazione delle richieste caratteristiche.
L’approvazione della DL circa i materiali, le attrezzature, i metodi di lavorazione, non solleverà l’Appaltatore dalla responsabilità circa la riuscita del lavoro.
L’Appaltatore dovrà curare di garantire la costanza della massa, nel tempo, delle caratteristiche delle miscele, degli impasti e della sovrastruttura resa in opera.
Salvo che non sia diversamente imposto dai punti seguenti, la superficie finita della pavimentazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto più di 1 cm, controllata a mezzo di un regolo lungo
4.50 m disposto secondo due direzioni ortogonali, è ammessa una tolleranza in più o in meno del 3%, rispetto agli spessori di progetto, purchè questa differenza si presenti solo saltuariamente.
La pavimentazione stradale sui ponti deve sottrarre all’usura ed alla diretta azione del traffico l’estradosso del ponte e gli strati di impermeabilizzazione su di esso disposti.
Allo scopo di evitare frequenti rifacimenti, particolarmente onerosi sul ponte, tutta la pavimentazione, compresi i giunti e le altre opere accessorie, deve essere eseguita con materiali della migliore qualità e con la massima cura esecutiva.
Di norma la pavimentazione stradale sul ponte deve essere tale da non introdurre apprezzabili variazioni di continuità rispetto alla strada nella quale il ponte è inserito.
Pertanto, in linea di massima, nel caso di sovrastrutture di tipo "flessibile", salvo casi particolari, sul ponte devono proseguire gli strati superiori di pavimentazione in conglomerato bituminoso. L'anzidetta pavimentazione deve presentare pendenza trasversale minima non inferiore al 2.5%.
Art. 131 - Strati di fondazione
Art. 131.1 - Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato
La fondazione è costituita da miscele di terre stabilizzate granulometricamente; la xxxxxxxx xxxxxx xx xxxx xxxxxxx (xxxxxxxxxx xx xxxxxxxx 0 UNI) può essere costituita da ghiaie, frantumati, detriti di cava, scorie o anche altro materiale ritenuto idoneo dalla Direzione Lavori.
La fondazione potrà essere formata da materiale idoneo pronto all'impiego oppure da correggersi
con adeguata attrezzatura in impianto fisso di miscelazione o in sito.
Lo spessore della fondazione sarà conforme alle indicazioni di progetto e/o dalla Direzione Lavori, e verrà realizzato mediante sovrapposizione di strati successivi.
Art. 131.2 - Fondazione eseguita con materiale proveniente da cava, da scavi o da depositi
Il materiale da impiegare, dopo l'eventuale correzione e miscelazione in impianto fisso, dovrà rispondere alle caratteristiche seguenti:
dimensioni non superiori a 71 mm, né forma appiattita, allungata o lenticolare;
granulometria compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo e uniforme praticamente concorde a quello delle curve limiti:
- rapporto tra il passante al setaccio 0,075 ed il passante al setaccio 0,4 inferiore a 2/3;
- perdita in peso alla prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) eseguita sulle singole pezzature inferiore al 30%;
- equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) misurato sulla xxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx x 0 compreso tra 25 e 65 (la prova va eseguita con dispositivo meccanico di scuotimento). Tale controllo dovrà essere eseguito anche sul materiale prelevato dopo costipamento. Il limite superiore dell'equivalente in sabbia -65- potrà essere variato dalla Direzione Lavori in funzione delle provenienze e delle caratteristiche del materiale. Per tutti i materiali aventi equivalente in sabbia compreso fra 25-35, la Direzione Lavori richiederà in ogni caso (anche se la miscela contiene più del 60% in peso di elementi frantumati) la verifica dell'indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) di cui al successivo comma.
- indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) dopo quattro giorni di imbibizione in acqua (eseguito sul materiale passante al crivello 25) non minore di 50. È inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per un intervallo di ± 2% rispetto all'umidità ottima di costipamento. Se le miscele contengono oltre il 60% in peso di elementi frantumati a spigoli vivi, l'accettazione avverrà sulla base delle sole caratteristiche indicate ai precedenti commi a), b), d), e), salvo nel caso citato al comma e) in cui la miscela abbia equivalente in sabbia compreso tra 25 – 35;
- prova di costipamento delle terre, con energia AASHO modificata (CNR 69 – 1978).
Le caratteristiche suddette dovranno essere accertate a cura dell’Appaltatore, sotto il controllo della Direzione Lavori, mediante prove di laboratorio sui campioni prelevati in contraddittorio con la Direzione Lavori a tempo opportuno, prima dell'inizio delle lavorazioni.
L'Appaltatore dovrà indicare per iscritto il tipo di lavorazione che intende adottare ed il tipo e la consistenza dell'attrezzatura di cantiere che verrà impiegata.
I requisiti di accettazione verranno accertati dalla Direzione Lavori con controlli sia preliminari che in corso d'opera.
In quest'ultimo caso verrà prelevato il materiale in sito già miscelato, prima e dopo il costipamento.
Per il materiale proveniente da cave l'Appaltatore dovrà indicare le fonti di approvvigionamento e la Direzione Lavori si riserva di accertarne i requisiti di accettazione mediante controlli sia in cava che in corso d'opera con le modalità sopra specificate.
Il materiale, qualora la Direzione Lavori ne accerti la non rispondenza anche ad una sola delle caratteristiche richieste, non potrà essere impiegato nella lavorazione e se la stessa Direzione Lavori riterrà, a suo insindacabile giudizio, che non possa essere reso idoneo mediante opportuni interventi correttivi da effettuare a cura e spese dell'Appaltatore, dovrà essere allontanato dal cantiere.
Modalità esecutive
Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza previsti in progetto ed essere ripulito da materiale estraneo.
Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10 cm e dovrà presentarsi, dopo il costipamento, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti.
L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione della densità, è da effettuarsi mediante dispositivo spruzzatori.
A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato.
Verificandosi comunque eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostituito a cura e spese dell'Appaltatore. Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta granulometria.
Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi.
L'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento per ogni cantiere, verranno accertate dalla Direzione Lavori con una prova sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere.
Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non inferiore al 95% della densità massima fornita dalla prova AASHTO modificata (CNR 69 – 1978) con esclusione della sostituzione degli elementi trattenuti al crivello 25 (AASHTO T 180-57 metodo D).
Se la misura in sito riguarda materiale contenente fino al 25% in peso di elementi di dimensioni maggiori di mm 25, la densità ottenuta verrà corretta in base alla formula:
di Pc (l00 - x) dr =
100 Pc - x di
- dr = densità della miscela ridotta degli elementi di dimensione superiore a 25 mm, da paragonare a quello AASHTO modificata determinata in laboratorio;
- di = densità della miscela intera;
- Pc = Peso specifico degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm;
- X = percentuale in peso degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm.
La suddetta formula di trasformazione potrà essere applicata anche nel caso di miscele contenenti una percentuale in peso di elementi di dimensione superiore a mm 35, compresa tra il 25% e il 40%.
In tal caso nella stessa formula, al termine x dovrà essere sempre dato il valore 25 (indipendentemente dalla effettiva percentuale in peso trattenuto al crivello UNI 25 mm).
Il valore del modulo di deformazione (CNR 146 – 1992) nell'intervallo compreso fra 0,15 - 0, 25 MPa non dovrà essere inferiore a 80 XXx.Xx caso contrario l'Appaltatore, a sua cura e spese dovrà adottare tutti i provvedimenti atti al raggiungimento del valore prescritto, non esclusa la rimozione ed il rifacimento dello strato.
La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di 4, 00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. Lo spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5% purché questa differenza si presenti solo saltuariamente. In caso contrario l’Appaltatore a sua cura e spese, dovrà provvedere al raggiungimento dello spessore prescritto.
Art. 131.3 - Fondazione in misto cementato confezionato in centrale
Il misto cementato per fondazione o per base sarà costituito da una miscela di aggregati lapidei, impastata con cemento ed acqua in impianto centralizzato con dosatori a peso o a volume, da stendersi in unico strato dello spessore indicato in progetto e comunque non dovrà mai avere uno spessore finito inferiore ai 10 cm.
Caratteristiche dei materiali da impiegare
Inerti
Saranno impiegate ghiaie e sabbie di cava e/o di fiume con percentuale di frantumato complessiva compresa tra il 30% ed il 60% in peso sul totale degli aggregati.
La Direzione Lavori potrà autorizzare l’impiego di quantità di materiale frantumato superiore al limite stabilito, in questo caso la miscela finale dovrà essere tale da presentare le stesse resistenze a compressione e a trazione a sette giorni prescritte nel seguito; questo risultato potrà ottenersi aumentando la percentuale delle sabbie presenti nella miscela e/o la quantità di passante al setaccio 0,75 mm.
Gli inerti dovranno avere i seguenti requisiti:
- dimensioni non superiori a 40 mm, né di forma appiattita, allungata o lenticolare;
- granulometria compresa nel seguente fuso ed avente andamento continuo ed uniforme (CNR 23 - 1971):
- perdita in peso alla prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) non superiore al 30% in peso;
- equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) compreso fra 30 - 60;
- indice di plasticità (CNR UNI 10014) non determinabile (materiale non plastico).
Legante
Dovrà essere impiegato cemento normale (Portland, pozzolanico o d'alto forno). A titolo indicativo la percentuale di cemento sarà compresa tra il 2, 5% ed il 3,5% sul peso degli aggregati asciutti.
E’ possibile sostituire parzialmente il cemento con cenere di carbone del tipo leggero di recente produzione: orientativamente le ceneri leggere possono sostituire fino al 40% del peso indicato di cemento.
La quantità in peso di ceneri da aggiungere per ottenere pari caratteristiche meccaniche scaturirà da apposite prove di laboratorio da effettuare a cura dell'Appaltatore e sotto il controllo della Direzione Lavori.
Indicativamente ogni punto percentuale di cemento potrà essere sostituito da 4-5 punti percentuali di ceneri.
Acqua
Dovrà essere esente da impurità dannose, oli, acidi, alcali, materia organica e qualsiasi altra sostanza nociva.
La quantità di acqua nella miscela sarà quella corrispondente all’umidità ottima di costipamento (CNR 69 – 1978) con una variazione compresa entro ±2% del peso della miscela per consentire il raggiungimento delle resistenze indicate di seguito.
Studio della miscela in laboratorio
L'Appaltatore dovrà sottoporre all'accettazione della Direzione Lavori la composizione granulometrica da adottare e le caratteristiche della miscela.
La percentuale di cemento e delle eventuali ceneri volanti, come la percentuale di acqua, dovranno essere stabilite in relazione alle prove di resistenza eseguite sui provini cilindrici confezionati entro stampi CBR (CNR-UNI 10009) impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3); per il confezionamento dei provini gli stampi verranno muniti di collare di
prolunga allo scopo di consentire il regolare costipamento dell'ultimo strato con la consueta eccedenza di circa i cm rispetto all'altezza dello stampo vero e proprio.
Tale eccedenza dovrà essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello stampo, affinché l'altezza del provino risulti definitivamente di 17, 78 cm.
La miscela di studio verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli aggregati, mescolandole tra loro, con il cemento, l'eventuale cenere e l'acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino.
Comunque prima di immettere la miscela negli stampi si opererà una vagliatura sul crivello UNI 25 mm allontanando gli elementi trattenuti (di dimensione superiore a quella citata) con la sola pasta di cemento ad essi aderente.
La miscela verrà costipata su 5 strati, con il pestello e l'altezza di caduta di cui alla norma AASHTO modificato, con 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello 51+0,5 mm, peso pestello 4,535+0,005 Kg, altezza di caduta 45,7 cm).
I provini dovranno essere estratti dallo stampo dopo 24 h e portati successivamente a stagionatura per altri 6 giorni in ambiente umido (umidità relativa non inferiore al 90% e temperatura di circa 293 K); in caso di confezione in cantiere la stagionatura si farà in sabbia mantenuta umida.
Operando ripetutamente nel modo suddetto, con l'impiego di percentuali in peso d'acqua diverse (sempre riferite alla miscela intera, compreso quanto eliminato per vagliatura sul crivello 25) potranno essere determinati i valori necessari al tracciamento dei diagrammi di studio. Lo stesso dicasi per le variazioni della percentuale di legante.I provini dovranno avere resistenza a compressione a 7 giorni non minore di 2,5 MPa e non superiore a 4,5 MPa, ed a trazione secondo la prova “brasiliana” (CNR 97 – 1984), non inferiore a 0,25 MPa.
Per particolari casi è facoltà della Direzione Lavori accettare valori di resistenza a compressione fino a 7,5 MPa (questi valori per la compressione e la trazione devono essere ottenuti dalla media di 3 provini, se ciascuno dei singoli valori non si scosta dalla media stessa di ±15%, altrimenti dalla media dei due restanti dopo aver scartato il valore anomalo). Da questi dati di laboratorio dovranno essere scelti la curva, la densità e le resistenze da confrontare con quelle di progetto e da usare come riferimento nelle prove di controllo.
Modalità Esecutive
Confezione delle miscele
Le miscele dovranno essere confezionate in impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
Gli impianti dovranno comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
La dosatura degli aggregati dovrà essere effettuata sulla base di almeno 4 classi con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate.
La zona destinata all'ammannimento degli aggregati sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati.
Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Posa in opera
La miscela dovrà essere stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti di quota, sagoma e compattezza prescritti.
La stesa verrà eseguita impiegando finitrici vibranti.
Le operazioni di addensamento dello strato dovranno essere realizzate nell'ordine con le seguenti attrezzature:- rullo a due ruote vibranti da l0 t per ruota o rullo con una sola ruota vibrante di peso non inferiore a 18 t;
- rullo gommato con pressione di gonfiaggio superiore a 5 bar e carico di almeno 18 t.
Potranno essere impiegati in alternativa, previo benestare della Direzione Lavori, rulli misti vibranti-gommati rispondenti alle caratteristiche di cui sopra.
In ogni caso l'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento dovranno essere verificate preliminarmente dalla Direzione Lavori su una stesa sperimentale delle miscele messe a punto.
La stesa della miscela non dovrà di norma essere eseguita con temperature ambiente inferiori a 273 K e superiori a 298 K e mai sotto la pioggia.
Tuttavia, a insindacabile giudizio della Direzione Lavori, potrà essere consentita la stesa a temperature tra i 298 e i 303 K. In questo caso però sarà necessario proteggere da evaporazione la miscela durante il trasporto dall'impianto di confezionamento al luogo di impiego (ad esempio con teloni), sarà inoltre necessario provvedere ad un abbondante bagnatura del piano di posa del misto cementato.
Infine le operazioni di costipamento e di stesa del velo di protezione con emulsione bituminosa dovranno essere eseguite immediatamente dopo la stesa della miscela.
Le condizioni ideali di lavoro si hanno con temperature comprese tra 288 e 291 K ed umidità relativa del 50% circa; temperature superiori saranno ancora accettabili con umidità relativa anch’essa crescente; comunque è opportuno, anche per temperature inferiori alla media, che l'umidità relativa dell'ambiente non scenda al di sotto del 15% in quanto ciò potrebbe provocare ugualmente una eccessiva evaporazione della miscela.
Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non dovrà superare di norma le 2 h per garantire la continuità della struttura. Particolari accorgimenti dovranno adottarsi nella formazione dei giunti longitudinali, che andranno protetti con fogli di polietilene o materiale similare.
Il giunto di ripresa sarà ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola e togliendo la tavola stessa al momento della ripresa della stesa; se non si fa uso della tavola, sarà necessario, prima della ripresa della stesa, provvedere a tagliare l'ultima parte dello strato precedente, in modo da ottenere una parete verticale.
Non dovranno essere eseguiti altri giunti all'infuori di quelli di ripresa.
Il transito di cantiere potrà essere ammesso sullo strato a partire dal terzo giorno dopo quello in cui è stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati.
Xxxxxx eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche o da altre cause dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell'Appaltatore.
Protezione superficiale
Appena completati il, costipamento e la rifinitura superficiale dello strato, dovrà essere eseguita la spruzzatura di un velo protettivo di emulsione bituminosa acida al 55%, in ragione di 1,0-2,0
kg/m2, in relazione al tempo ed alla intensità del traffico di cantiere cui potrà essere sottoposta la fondazione, con successivo spargimento di sabbia.
Requisiti di accettazione
Le caratteristiche granulometriche delle miscele, potranno avere una tolleranza di ± 5 punti % fino al passante al crivello n°5 e di ± 2 punti % per il passante al setaccio 2 ed inferiori, purché non vengano superati i limiti del fuso.
Qualora le tolleranze di cui sopra vengano superate, la lavorazione dovrà essere sospesa e l’Appaltatore dovrà adottare a sua cura e spese quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per diventare operativi dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori.
La densità in sito, a compattazione ultimata, dovrà risultare non inferiore al 97% delle prove AASHTO modificato (CNR 69 – 1978), nel 98% delle misure effettuate.
La densità in sito sarà determinata mediante normali procedimenti a volumometro, con l'accorgimento di eliminare dal calcolo, sia del peso che del volume, gli elementi di dimensione superiore a 25 mm, ciò potrà essere ottenuto con l’applicazione della formula di trasformazione di cui punto 1.1.1.2 della presente sezione, oppure con una misura diretta consistente nella separazione mediante vagliatura degli elementi di pezzatura maggiore di 25 mm e nella loro sistemazione nel cavo di prelievo prima di effettuare la misura con volumometro.
La sistemazione di questi elementi nel cavo dovrà essere effettuata con cura, elemento per elemento per evitare la formazione di cavità durante la misurazione del volume del cavo stesso.
Il valore del modulo di deformazione (CNR- 146 – 1992), al primo ciclo di carico e nell'intervallo compreso tra 0,15-0,25 MPa, in un tempo compreso fra 3-12 h dalla compattazione, non dovrà mai essere inferiore a 150 MPa.
Qualora venissero rilevati valori inferiori, la frequenza dei rilevamenti dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l'Appaltatore, a sua cura e spese, dovrà demolire e ricostruire gli strati interessati.
La superficie finita della fondazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm verificato a mezzo di un regolo di 4,00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali.
La frequenza del controllo sarà quella ordinata dalla Direzione Lavori.
Art. 132 - Strato di base
Generalità
Lo strato di base è costituito da un misto granulare di frantumato, ghiaia, sabbia ed eventuale additivo (secondo le definizioni riportate nelI'art. 1 delle Norme C.N.R. sui materiali stradali - fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), normalmente dello spessore di 15 cm, impastato con bitume a caldo, previo preriscaldamento degli aggregati, steso in opera mediante macchina vibrofinitrice e costipato con rulli gommati, vibranti gommati e metallici.
Lo spessore della base è prescritto nei tipi di progetto, salvo diverse indicazioni della Direzione dei Lavori.
Inerti
I requisiti di accettazione degli inerti impiegati nei conglomerati bituminosi per lo strato di base dovranno essere conformi alle prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle norme C.N.R. - 1953 (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli
additivi per costruzioni stradali”) e nelle norme C.N.R. 65-1978 C.N.R. 80-1980.
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle norme C.N.R. - 1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo le norme del C.N.R B.U. n. 34 (del 28-3-1973), anziché col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso sarà costituito da frantumati (nella misura che di volta in volta sarà stabilita a giudizio della Direzione Lavori e che comunque non potrà essere inferiore al 30% della miscela degli inerti) e da ghiaie che dovranno rispondere al seguente requisito:
- perdita di peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 25%.
In ogni caso gli elementi dell'aggregato dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, inoltre non dovranno mai avere forma appiattita, allungata o lenticolare.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali e di frantumazione (la percentuale di queste ultime sarà prescritta di volta in volta dalla Direzione Lavori in relazione ai valori di scorrimento delle prove Xxxxxxxx, ma comunque non dovrà essere inferiore al 30% della miscela delle sabbie) che dovranno rispondere al seguente requisito:
equivalente in sabbia (C.N.R. 27 -1972) superiore a 50.
Gli eventuali additivi, provenienti dalla macinazione di rocce preferibilmente calcaree o costituiti da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri d'asfalto, dovranno soddisfare ai seguenti requisiti:
- setaccio UNI 0,18 (ASTM n. 80): passante in peso: 100%;
- setaccio UNI 0,075 (ASTM n. 200): passante in peso: 90%.
La granulometria dovrà essere eseguita per via umida. Legante
Dovranno essere impiegati bitumi semisolidi per uso stradale di normale produzione con le caratteristiche indicate nella tabella seguente, impiegati per il confezionamento di conglomerati bituminosi.
Detti leganti sono denominati “A” e “B” .
La tabella che segue si riferisce al prodotto di base così com’è prelevato nelle cisterne e/o negli stoccaggi.
Per tutte le lavorazioni andrà sempre impiegato il bitume di tipo “A”, salvo casi particolari in cui potrà essere impiegato il bitume “B” (è ammissibile nelle Regioni più fredde, nord o zone in quota) sempre su preventiva autorizzazione della D.L..
TABELLA “BITUMI DI BASE” | BITUME | “A” | BITUME | “B” | |
CARATTERISTICHE: | UNITÀ | VALORE | VALORE | ||
Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s | 0,1 mm | 65 | 85 | 85 | 105 |
Punto di rammollimento | C / K | 48-54/000-000 | 00-00/320-325 | ||
Indice di penetrazione | -1 / +1 | -1 / +1 | |||
Punto di rottura (Fraass), min. | C / K | -8 / 265 | -9 / 264 |
TABELLA “BITUMI DI BASE” | BITUME “A” | BITUME “B” | |||
Duttilità a 25°C/298°K, min. | Cm | 90 | 100 | ||
Solubilità in solventi organici, min. | % | 99 | 99 | ||
Perdita per riscaldamento (volatilià) T = 163°C / 436°K, max. | % | +/- 0,5 | +/- 1 | ||
Contenuto di paraffina, max. | % | 3 | 3 | ||
Viscosità dinamica a T = gradiente di velocità = 1 s –1 | 60°C | / 333°K, | Pa.s | 220 – 400 | 150 - 250 |
Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 0,4 – 0,8 | 0,2 – 0,6 |
Valori dopo RTFOT (Rolling Thin Film Overt Test)
Viscosità dinamica a T = 60°C / 333°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 700 - 800 | 500 - 700 |
Penetrazione residua a 25°C/298°K, 100g, 5s | % | ≤ 70 | ≤ 75 |
Variazione del Punto di rammollimento | C / K | ≤ +8 / ≤ 281 | ≤ + 10 / ≤ 283 |
L’ indice di penetrazione, dovrà calcolato con la formula appresso riportata, compreso fra - 1,0 e
+ 1,0:
indice di penetrazione = 20 u - 500 v / u + 50 v dove:
u = temperatura di rammollimento alla prova "palla-anello" in °C (a 25°C); v = log. 800 - log. penetrazione bitume in dmm (a 25°C.).
Art. 132.1 - Miscela
La miscela degli aggregati da adottarsi dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4 % e il 5% riferito al peso totale degli aggregati (C.N.R. 38 - 1973);
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
il valore della stabilità Xxxxxxxx (C.N.R. 30 -1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 700 Kg; inoltre il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere superiore a 250;
gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Xxxxxxxx dovranno presentare una percentuale di vuoti residui compresi fra 4% e 7%.I provini per le misure di stabilità e rigidezza anzidette dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o presso la xxxxx.Xx temperatura di compattazione dovrà essere uguale o superiore a quella di stesa; non dovrà però superare quest'ultima di oltre 10°C.
Le miscele di aggregati e leganti idrocarburuci dovranno rispondere anche alle norme C.N.R. 134 - 1991.
Formazione e confezione delle miscele.
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi autorizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non dovrà essere spinta oltre la sua potenzialità per garantire il perfetto essiccamento, I'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati; resta pertanto escluso l'uso dell'impianto a scarico diretto.
L'impianto dovrà comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
Il dosaggio dei componenti della miscela dovrà essere eseguito a peso mediante idonea apparecchiatura la cui efficienza dovrà essere costantemente controllata.
Ogni impianto dovrà assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione nonché il perfetto dosaggio sia del bitume che dell'additivo.
La zona destinata all’ammannimento degli inerti sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati.
Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Si farà uso di almeno 4 classi di aggregati con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate.
Il tempo di mescolazione effettivo sarà stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto e dell'effettiva temperatura raggiunta dai componenti la miscela, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli inerti con il legante; comunque esso non dovrà mai scendere al di sotto dei 20 secondi.
La temperatura degli aggregati all'atto della mescolazione dovrà essere compresa tra 150°C e 170°C, e quella del legante tra 150°C e 180°C, salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature, gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti dovranno essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non dovrà di norma superare lo 0,5%. Posa in opera delle miscele.
La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultima ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati nei precedenti articoli relativi alle fondazioni stradali in misto granulare ed in misto cementato.
Prima della stesa del conglomerato su strati di fondazione in misto cementato, per garantire l'ancoraggio, si dovrà provvedere alla rimozione della sabbia eventualmente non trattenuta dall'emulsione bituminosa stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso.
Procedendo alla stesa in doppio strato, i due strati dovranno essere sovrapposti nel più breve tempo possibile; tra di essi dovrà essere interposta una mano di attacco di emulsione bituminosa in ragione di 0,5 Kg/m2.
La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici dei tipi approvati dalla Direzione Lavori, in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismo di autolivellamento.
Le vibrofinitrici dovranno comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazioni degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si dovrà porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente con l'impiego di 2 o più finitrici.
Qualora ciò non sia possibile, il bordo della striscia già realizzata dovrà essere spalmato con emulsione bituminosa per assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si dovrà procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali, derivanti dalle interruzioni giornaliere, dovranno essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati sarà programmata e realizzata in maniera che essi risultino fra di loro sfalsati di almeno cm 20 e non cadano mai in corrispondenza delle 2 fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa, dovrà avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, dovrà risultare in ogni momento non inferiore a 130°C.
La stesa dei conglomerati dovrà essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possano pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro; gli strati eventualmente compromessi (con densità inferiori a quelle richieste) dovranno essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a cura e spese dell'Appaltatore.
La compattazione dei conglomerati dovrà iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza soluzione di continuità.