Rsu Ups Milano e Vimodrone
Rsu Ups Milano e Vimodrone
RAPPORTO INCONTRO Ups-Sda con le OOSS per la “CESSIONE RAMO D’AZIENDA”
una sintesi (spero condivisa) dell’incontro avvenuto ieri presso la sede nazionale di Confetra (associazione padronale) a Roma per la cessione di ramo d’azienda di 11 filiali e 2 agenzie da parte di UPS Italia a SDA
Presenze Rsu/Rsa : i delegati UPS: Milano,Vimodrone, Bologna, Vicenza. Delegati SDA :Bologna e soprattutto di Roma ( un buon numero di delegati).
Poi abbiamo avuto la presenza delle strutture territoriali sindacali di Milano, Roma,Perugia,Bari,Novara Ovviamente i nazionali di Filt-Filt-Uiltrasporti.
Ci scusiamo se abbiamo dimenticato qualche realtà … Eravamo decisamente una folta rappresentanza.
Un dato importante da sottolineare: l’incontro diversamente da precedenti esperienze è iniziato con ben 2,30 minuti di ritardo. Questo perché si sono palesate delle differenze di vedute e di comportamento sulla conduzione della trattativa fra UPS e SDA (cosa fino a Dicembre ancora sottotraccia) in merito alla ricollocazione dei dipendenti UPS.
Come in tutti gli accordi, sono previsti costi e risorse. in un contesto come quello attuale di ristrettezze (crisi economica) il progetto produrrà non tanto aumento di volume complessivo, al massimo ci sarà una riorganizzazione secondo standard più efficienti (maggiore produttività del lavoro e tecnologia) di quello esistente pertanto l’accordo risulterà fruttuoso soltanto se verranno abbattuti i costi. Ma gli unici costi che possono abbattere sono quelli del costo del lavoro!.
Non sappiamo molto riguardo i particolari di queste differenze (di comportamento) cmq la cosa risulta importante perché dimostra che l’operazione è frutto di un accordo “di alto livello” quindi condotto dal vertice di entrambe le società. Questo produce come effetto che il compito degli uffici del personale di entrambe le società è quello di trovare la quadratura del cerchio: armonizzare costi e risorse entro limiti a nostro parere difficilmente conciliabili.
Unica cosa positiva dell’attesa è stato il fatto di aver consentito alle Rsu/Rsa di conoscersi e fraternizzare con scambio di opinioni e idee da sviluppare per un’azione comune.
Fatti salienti:
l’obbiettivo della controparte voleva essere un incontro che partisse con la prima filiale, Ravenna. Questo sarebbe stato utile a loro per:
a) spostare il problema delle regole generali valido per tutte le filiali e per tutti i lavoratori ad una situazione specifica
b) permettere lo spezzatino delle filiali coinvolte intervenendo soltanto nella loro individualità e non come parte di un contesto generale di attività svolta, di un Network.
c) delocalizzare i problemi in capo alle singole realtà in modo da renderle ancora più deboli alla trattativa
Le OOSS hanno correttamente ribadito la mistificazione esistente nell’operazione (descritta nel doc. precedente) qualificata come cessione ma che in verità si mostra come appalto. Dato che continuare su questo non avrebbe fatto fare un passo in avanti alla trattativa (diciamo per comodità “trattativa” ma non lo è pienamente! Ricordiamo che in caso di cessione di ramo d’azienda, di regola non esiste “trattativa” ma solo una “comunicazione” da parte dell’impresa, pertanto se la discussione si trasforma in trattativa è perché esistono dei rapporti di forza in campo (la presenza sindacale sul territorio) che ce lo consente … Cioè il conflitto!
UPS ha consegnato un foglio indicante la composizione delle filiali che verranno dismesse e i tempi dell’operazione (vedi allegato)
le offerte della controparte:
Ups ha ribadito (come hanno fatto a Dicembre) la bontà dell’accordo e la volontà di dare una garanzia ai lavoratori UPS. La garanzia che hanno proposto è quella di max 3 anni per il reintegro in posizioni aperte in UPS Italia. Una garanzia ridicola che il sindacato ha rilanciato chiedendo una garanzia di 5 anni come l’accordo commerciale. La cosa come potete notare non è chiara perché la garanzia è un concetto un po astratto in quanto Ups ricollocherebbe il lavoratore che “ per causa …” (ancora da definire … es. fallimento del progetto) possa rientrare in UPS … il punto è dove? Nelle sedi esistenti …. Pertanto significa di fatti un licenziamento mascherato!
La discussione è stata serrata e tesa anche se con alti e bassi che hanno messo in chiaro alcune cose:
❖ riguardo la cessione dei contratti dei terzi, l’Ups prevede la cessione soltanto della distribuzione e non quella riguardante la movimentazione di magazzino pertanto almeno un centinaio di lavoratori si ritroveranno senza lavoro!
⮚ SDA attuerà processi di “ottimizzazione” delle attività dei magazzini perché prevedono la gestione di volumi superiori.
⮚ SDA (ma anche UPS) hanno affermato -per la prima volta pubblicamente- che non prendono impegni rispetto alle società terze che fanno consegna riguardo l’applicazione del Contratto nazionale. Questo significa deregolamentazione contrattuale nel settore autista maggiore di quanto oggi presente … cioè la schiavitù!
❖ Prendendo spunto dal caso di Ravenna dove i lavoratori SDA sono tutti tempi determinati, SDA ha preso l’impegno di confermare tutti a tempo indeterminato. La cosa ovviamente è stata colta come positiva ma non vorremmo che fosse una bufala perché la sede di Ravenna non può fisicamente contenere il personale di Sda (8 persone) e quelle attualmente di UPS ( altre 8 persone), che loro stessi hanno riconosciuto, pertanto esiste un problema grosso da risolvere visto che non vogliono fare investimenti.
Sulla filiale di Ravenna sono venute al pettine una serie di problematiche che saranno comuni a molte strutture:
i) Le filiali di entrambe le società oggi svolgono un attività per un raggio d’azione e per un volume di pacchi diversi pertanto la somma delle due strutture non potrà mai determinare la sommatoria dei pacchi delle filiali indicate: es SDA Ravenna copre solo Ravenna, UPS Ravenna copre invece un territorio vasto comprensivo di Forlì e San Marino. Pertanto nel futuro, essendo SDA presente anche nelle altre realtà, la distribuzione dei pacchi sul territorio verrà per ovvie ragioni ridistribuito pertanto saremo in presenza di esuberi! Perlomeno SDA ha detto chiaramente che NON garantisce le persone nella città di provenienza. SDA si impegna a garantire il personale per 6-8 mesi … ( nostro commento) “il tempo per ambientarsi – forse- oppure, il tempo per insegnare ad altri il lavoro”
ii) Capitolo spinoso: le Agenzie (Ups filiali: Trento-Bari - Ancona) di SDA. L’idea di SDA è di assumere i lavoratori di queste filiali e poi girarli in affitto alle agenzie. Chiaramente verrebbero assunte nella sede che riterranno opportuna… questo sarà per lavoratori coinvolti una spada di Xxxxxxx come ricatto!
iii) Ovviamente, anche se si tratta di un progetto firmato e condiviso fra le aziende ben poco sappiamo, anzi nulla sappiamo in tema di orari, lavoro, mansioni ecc…
iv) Ricordo per i lavoratori UPS che la legge garantisce il livello contrattuale attualmente percepito, pertanto la famosa quota di 10 euro nella parte alta della busta resteranno anche dopo il passaggio ad altra azienda mentre il premio di produzione sarà rispettato solo fino a fine del contratto cioè il 2012… - sarà veramente complicato calcolarlo – riaffermiamo la nostra posizione all’epoca assunta contro quell’accordo miserevole!
v) Ricordiamo che i turnisti perderanno l’orario turnato (7,15) ma assumeranno nel caso saranno ancora turnisti un diverso orario che sarà di 8 ore e 30 minuti di pausa a meno che SDA voglia ridiscutere gli orari.
Forse saranno sfuggiti altri dettagli, speriamo non rilevanti, confido negli altri delegati sindacali fare delle note aggiuntive o sostitutive.
Siamo stati spettatori di un teatrino da parte delle due aziende che e’ quello dello scarica barile utile non solo a confondere la controparte ma soprattutto a non assumersi la responsabilità fino in fondo di un’operazione che ricordiamo non avviene per crisi aziendale ma è un accordo commerciale, un accordo per garantire più profitti! Tutto costruito sulla pelle dei lavoratori.
In questa “trattativa” abbiamo visto diverse filiali fin ora “inattive” prendere coscienza della situazione grave, trovare la forza, nonostante il retroterra culturale della grande famiglia UPS di chiamare il sindacato, nominare un delegato e cose di questo tipo. Noi la condividiamo tutta questa scelta.
Non sarà una trattativa facile anche perché non ci sono sconti per nessuno, non ci sono isole felici ne ripari certi. Siamo tutti, chi prima chi dopo, coinvolti nel processo (analisi nel precedente documento inviato).
Comprendiamo il fatto che molti si sono ritrovati catapultati davanti al baratro di non avere un lavoro, uno stipendio per vivere, di non pagare l’affitto o il mutuo a fine mese. Molti per ovvie ragioni e in alcuni casi
anche per ragioni condivisibili non si fidano di nessuno ne’ dei colleghi ne’ dell’azienda, figuriamoci del sindacato o di alcuni ... che ritengono nesessario lottare per una società diversa .Anche questo è normale.
Il punto decisamente negativo e che non va bene e sopratutto non aiuta è restare alla finestra con la speranza di non venire colpiti!
Stare fermi ed aspettare che il fato faccia il suo sporco lavoro è decisamente la scelta peggiore perché è quello che vogliono i rappresentanti del padrone. In tutte le filiali nel presentare il progetto hanno dispensato i lavoratori di buoni propositi, di sicurezza che le cose si aggiusteranno, di non fare nulla perché tutto sarebbe andato a posto... BALLE!
Il non reagire o il non contraddire le loro argomentazioni li rende ancora più forti e ci rende tutti più deboli.
Pensiamo che l’intera procedura sia un grande imbroglio, ma non basta dirlo per farla saltare, dobbiamo mettere a repentaglio quello che più a loro interessa: fare profitti a basso costo!
Ma per farlo alle condizioni attuali dobbiamo essere pazienti ed iniziare a lavorare per unire ciò che i padroni vogliono dividere: i nostri interessi!
Secondo noi questo e’ possibile se facciamo scoppiare, implodere quelle contraddizioni intrinseche nell’accordo.
Invitiamo tutte le filiali UPS e SDA a costruire relazioni che mettano insieme gli interessi comuni, guardare le differenze, le cose compatibili utili da portare in trattava in modo da rendere molto piu’ oneroso l’attuazione dell’accordo fra UPS e SDA
se il nostro obbiettivo resta DIFENDERE la continuità del lavoro per i lavoratori diretti ed indiretti di entrambe le società,
dobbiamo organizzarci e indicare che la via dei profitti facili e’ irta di spine!
Lavoratori e lavoratrici,
ai loro accordi per aumentare i profitti, dobbiamo contrapporre l’unica vera nostra arma: unire i lavoratori in un comune programma rivendicativo!
Il prossimo incontro sara’ di nuovo a Roma, LUNEDI’ 16 Gennaio 2012, via Panama 4. Sede Confetra 12-01-12
Saluti
RSU UPS Milano e Vimodrone