Comune di Venezia
Data: 09/08/2018, PG/2018/0390174
DATA Maggio 2018
COMMESSA n. 1128/177
SCALA PROGETTO TAV.
AII.F2
PROGETTO UNITARIO
per Ia riquaIificazione deII'ex coIonia di Ca' Roman (Scheda n°19 VPRG per I'isoIa di PeIIestrina)
OGGETTO
Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici
DITTA
Ca' Roman S.r.I.
viaIe Venezia, 1 - 30015 Chioggia (VE) PROGETTISTA
Arch. Xxxxxxxx Xxx Arch. Xxxx XxxXx Mar
COLLABORATORI
dott. xxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx dott. xxx. Xxxxxx Xxxxxxxx
xxx Xxxxxxx 00/X - 00000 Xxx Xxxxxxxxxx (XX) t. x00 0000 000000 f. x00 0000 000000
prodotto da/eIaborazione grafica:Studio Architetto Mar nome fiIe:
nome Xxxxxx:
“II presente documento risuIta firmato digitaImente ai sensi deI
C.A.D. D.Lgs. 82/2005 e s.m.i..
L'eventuaIe copia deI presente documento informatico viene resa ai sensi degIi art. 22, 23 e 23 ter D.Lgs. 7/3/2005 n. 82”
revisione n. | data: | descrizione: | redatto | verificato | approvato |
COPYRIGHT STUDIO ARCHITETTO XXX. Tutti i diritti sono riservati a norma di Iegge.
Stampato iI:25/07/18
1.1. NORME TECNICHE RELATIVE A MATERIALI E COMPONENTI 3
1.2. QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI 29
2.1. QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI 36
2.2. ACCETTAZIONE ED IMPIEGO DEI MATERIALI 38
2.3. TRACCIAMENTI 38
2.4. SCAVI PER TUBAZIONI E MANUFATTI 39
2.5. COLLAUDO SERBATOI 40
2.6. MANUFATTI 40
2.7. CANALIZZAZIONI 40
2.8. TUBAZIONI IN CLS E CLS ARMATO PER FOGNATURE 40
2.9. TUBAZIONI IN MATERIALI PLASTICI PER FOGNATURE 43
2.10. TUBAZIONI IN GRES CERAMICO PER FOGNATURE 48
2.11. PROVE DI TENUTA DEI CONDOTTI 52
2.12. TUBAZIONI PER ACQUEDOTTO - TIPO - QUALITA' - POSA 52
2.13. COSTRUZIONE DELLE CONDOTTE 65
2.14. RITOMBAMENTI DI TUBAZIONI E MANUFATTI 69
2.15. CHIUSINI PER CAMERETTE 69
2.16. DEMOLIZIONI 71
2.17. STRATIFICAZIONE DI ASFALTO COLATO 71
2.18. GABBIONI E LORO RIEMPIMENTO 71
2.19. PREPARAZIONE DEL SOTTOFONDO 71
2.20. COSTIPAMENTO DEL TERRENO DI SITO 72
2.21. MODIFICAZIONE DELLA UMIDITA' IN SITO 72
2.22. RIVESTIMENTO E CIGLIATURE CON ZOLLE E SEMINAGIONI 72
2.23. SOTTOFONDI 73
2.24. MASSICCIATE 74
2.25. MASSICCIATA A MACADAM ORDINARIO 75
2.26. MASSICCIATA PER IL SUPPORTO DI RIVESTIMENTO DI NOTEVOLE SPESSORE 75
2.27. FONDAZIONI STRADALI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO 76
2.28. PAVIMENTAZIONE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO 78
2.29. RETE A MAGLIE SALDATE IN ACCIAIO PER ARMATURE DI FONDAZIONI O FONDAZIONI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO 78
2.30. TRATTAMENTI BITUMINOSI SUPERFICIALI E SEMIPENETRAZIONE DELLE MASSICCIATE
............................................................................................................................................................................79 2.31. MISTI BITUMINOSI E CONGLOMERATI BITUMINOSI SEMICHIUSI E CHIUSI PER SAGOMATURE, CONGUAGLI LONGITUDINALI, PAVIMENTAZIONI O RAPPEZZIDEL PIANO VIABILE.............................................................................................................................................................79 2.32. CONGLOMERATI BITUMINOSI SPECIALI DI ELEVATE CARATTERISTICHE TECNICHE.......81
2.33. LASTRICATI, PAVIMENTI IN BLOCCHETTI DI PORFIDO LASTRICATI 82
2.34. ACCIOTTOLATI E SELCIATI 83
2.35. PAVIMENTAZIONE IN MASSELLI PREFABBRICATI 83
2.36. PARACARRI - INDICATORI CHILOMETRICI - TERMINI DI CONFINE IN PIETRA E BARRIERE IN C.A. ED IN ACCIAIO 83
2.37. SEGNALETICA 84
2.38. LAVORI IN FERRO 84
2.39. LAVORI IN LEGNAME 84
2.40. NORME E CRITERI GENERALI PER LE OPERE ELETTRICHE 84
2.41. QUADRI ELETTRICI 85
2.42. REGOLATORE DI FLUSSO 86
2.43. SISTEMA DI TELECONTROLLO E TELEGESTIONE 88
2.44. LINEE 88
2.45. CAVIDOTTI 89
2.46. CASSETTE - GIUNZIONI - DERIVAZIONI - GUAINE ISOLANTI 89
2.47. PALI DI SOSTEGNO 90
2.48. APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE 90
2.49. IMPIANTO DI TERRA 91
2.50. INTERVENTI SU IMPIANTI ESISTENTI 91
2.51. VERIFICHE E PROVE IN XXXXX X'XXXXX XXXXX XXXXXXXX 00
2.52. DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ 92
2.53. MANUTENZIONE DELLE OPERE SINO AL COLLAUDO (*) 92
2.54. GARANZIE (*) 92
2.55. LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI 92
3.1. OGGETTO DELL’APPALTO E CRITERI GENERALI 93
3.2. IMPIANTI MECCANICI 94
3.3. IMPIANTI ELETTRICI A SERVIZIO DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI 120
4.1. NORME E CRITERI GENERALI PER LE OPERE ELETTRICHE 128
4.2. SISTEMA BUS E AUTOMAZIONE EDIFICIO 128
4.3. APPARECCHI DI COMANDO E PRESE A SPINA 131
4.4. APPARECCHIATURE MODULARI 131
4.5. QUADRI ELETTRICI 132
4.6. CAVI E CONDUTTORI 134
4.7. CANALIZZAZIONI 134
4.8. IMPIANTO DI TERRA E PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 136
4.9. PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE 137
4.10. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE 137
4.11. IMPIANTI PER SERVIZI TECNOLOGICI E PER SERVIZI GENERALI 138
4.12. IMPIANTI DI SEGNALAZIONI COMUNI PER USI CIVILI 138
4.13. VERIFICHE E PROVE IN XXXXX X'XXXXX XXXXX XXXXXXXX 000
4.14. DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ 139
5.1. PRESCRIZIONI GENERALI 140
5.2. QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI 142
5.3. MODALITÀ DI ESECUZIONE DEI LAVORI 149
5.4. MANUTENZIONE DELLE OPERE 157
1. NORME TECNICHE GENERALI OPERE EDILI
1.1. NORME TECNICHE RELATIVE A MATERIALI E COMPONENTI
1.1.1. SCAVI, RILEVATI, REINTERRI E DRENAGGI
Per qualsiasi lavoro gli scavi, i rilevati, i reinterri ed i drenaggi dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le eventuali particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.L.. Nell'esecuzione degli scavi l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando, oltreché totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligato a provvedere, a suo totale carico, alla rimozione del materiale franato.
L'Appaltatore dovrà inoltre provvedere a proprie spese affinché le acque scorrenti sulla superficie del terreno o nell'immediato sottosuolo siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi negli scavi.
Il materiale proveniente dagli scavi, nel caso non sia utilizzabile o non ritenuto adatto, a giudizio insindacabile della D.L., ad altro impiego nell'esecuzione dei lavori, dovrà essere trasportato a rifiuto, fuori dalla sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a proprie spese.
Qualora il materiale proveniente dagli scavi dovesse essere utilizzato per tombamenti o reinterri, dovrà essere depositato in luogo adatto ed accettato dalla D.L. per poi essere ripreso a tempo opportuno; in ogni caso il materiale depositato non dovrà arrecare danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie.
La D.L. potrà asportare, a spese dell'Appaltatore, il materiale depositato in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
I materiali di scavo o di demolizione, salvo quanto previsto sopra sono di proprietà dell'Appaltatore.
1.1.1.1. SCAVI DI SBANCAMENTO
Per scavi di sbancamento si intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di rampe e cortili, ecc.; in generale qualunque scavo eseguito a sezione aperta di larghezza superiore a ml.2.00.
1.1.1.2. SCAVI DI FONDAZIONE A SEZIONE OBBLIGATA
Per scavo di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo alla fondazione e non rientranti nel paragrafo precedente; saranno inoltre considerati come scavi di fondazione quelli eseguiti per la formazione di fognature, condutture, fossi e cunette.
1.1.1.3. SCAVI SUBACQUEI E PROSCIUGAMENTI
Se dagli scavi, malgrado l'osservanza delle prescrizioni precedenti, l'Appaltatore, in caso di sorgive o filtrazioni, non potesse far defluire l'acqua naturalmente, è facoltà della D.L. ordinare, secondo i casi e quando lo riterrà opportuno, l'esecuzione degli scavi subacquei o il prosciugamento.
Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità maggiore di cm 20 sotto il livello costante a cui si stabiliscono le acque sorgive sia naturalmente, sia dopo un parziale prosciugamento ottenuto con macchine e/o con l'apertura di canali fugatori; il volume di scavo eseguito in acqua, fino ad una profondità non maggiore di cm 20 dal suo livello costante, verrà perciò considerato come scavo in presenza d'acqua e non come scavo subacqueo.
Quando la D.L. ordinasse il mantenimento degli scavi in asciutto, sia durante l'escavazione, sia durante l'esecuzione delle fondazioni o di altre opere in muratura, gli adempimenti relativi verranno eseguiti in economia e l'Appaltatore avrà l'obbligo di fornire le macchine e gli operai necessari; nei prosciugamenti eseguiti durante l'esecuzione delle fondazioni o delle murature l'Appaltatore dovrà inoltre adottare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare il dilavamento delle malte.
1.1.1.4. RILEVATI, REINTERRI E DRENAGGI
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di reinterro ovvero per riempire i vuoti tra le pareti degli scavi e le murature o da addossare alle murature fino alle quote prescritte dalla D.L., si impiegheranno in generale i materiali provenienti dagli scavi, in quanto disponibili ed adatti a giudizio insindacabile della D.L..
Quando venissero a mancare in tutto od in parte i materiali di cui sopra, l'Appaltatore provvederà ovunque riterrà di sua convenienza purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla D.L..
In particolare a ridosso dei muri perimetrali, per la parte interrata, previa impermeabilizzazione delle murature (vedi Impermeabilizzazioni), il drenaggio dovrà essere eseguito in ciottoli di pietra perfettamente puliti da terriccio e di granulometria adeguata a garantire una perfetta esecuzione dell'opera; in ogni caso per rilevati e reinterri da addossarsi alle murature si dovranno sempre impiegare materiali sciolti o ghiaiosi, restando vietato l'impiego di quelli argillosi e in generale di tutti quelli che con assorbimento d'acqua si rammolliscano e si gonfino generando spinte.
Nei casi in cui esigenze di smaltimento delle acque piovane, di falda o di infiltrazione lo richiedano, saranno poste in opera, secondo le indicazioni della D.L., idonee tubazioni di raccolta del tipo normale o forato, nei diametri commerciali adatti alla portata richiesta, in modo tale da consentire l'allontanamento dall'edificio di dette acque ed il convogliamento delle stesse nella rete delle acque bianche od in idonei sistemi a dispersione.
1.1.2. DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Le demolizioni, ove necessarie, di murature, calcestruzzi, ecc., sia parziali che complete, dovranno essere eseguite con le necessarie precauzioni in modo da non danneggiare le murature residue.
Nelle demolizioni o rimozioni l'Appaltatore dovrà provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti da non demolire predisponendo in modo tale da non deteriorarle.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte.
Quando, per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero a demolite altre parti od oltrepassati i limiti prefissati, l'Appaltatore, senza alcun compenso, ricostruirà e ripristinerà le parti demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili dovranno essere trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla D.LL..
I materiali riutilizzabili od il legname proveniente da piantagioni esistenti nell'area restano tutti di proprietà dell'Amministrazione, la quale potrà ordinare all'Appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nell'esecuzione dei lavori.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni dovranno essere trasportati a rifiuto fuori dalla sede del cantiere o alle pubbliche discariche ovvero in aree a cui l'Appaltatore dovrà provvedere a proprie spese.
1.1.3. STRUTTURE
Si definisce struttura l'insieme di elementi (composti di materiali con denominate caratteristiche e proprietà interne da correlare con esigenze statiche esterne e organizzati secondo i principi della scienza delle costruzioni e della tecnologia) che costituisce l'ossatura portante dell'edificio, garantendone la stabilità per un tempo indefinito.
La stazione appaltante fornisce il progetto esecutivo delle strutture; l'Impresa dovrà, prima della gara d'appalto, esaminarlo sotto il profilo della convenienza economica, delle soluzioni tecniche adottate e del corretto dimensionamento. La presentazione dell'offerta equivarrà alla sua integrale accettazione ed alla dichiarazione che l'impresa fa proprio detto progetto assumendone le responsabilità previste dalle vigenti leggi.
I sovraccarichi accidentali minimi adottati sono prescritti dalla normativa vigente in rapporto all'utilizzo indicato nei disegni di progetto.
Le dimensioni di pilastri, travi, cordoli, solette, murature in c.a. e la relativa armatura metallica sono stabilite dai calcoli e relativi disegni esecutivi allegati che l'Impresa è tenuta a rispettare.
Tali calcoli sono stati eseguiti in ottemperanza alle norme vigenti ed in particolare a quanto previsto da L. 05.11.1971 n.1086, D.M. 14.02.1992, Circolare Ministero LL.PP. 30.06.1980 n.20244 ("Norme
tecniche alle quali devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, ecc."), D.M.LL.PP 09.01.1996 ed istruzioni annesse e comunque a tutte le successive normative o prescrizioni emanate. Nel caso di adozione di un sistema prefabbricato l'Impresa dovrà fornire tutti gli elementi di calcolo relativi, compreso campionatura dei materiali impiegati e relativi certificati di prove di laboratorio, corrispondenti alle norme previste dal Ministero dei LL.PP..
La D.L. si riserverà la facoltà di introdurre gli accorgimenti necessari per salvaguardare la riuscita architettonica oltre che statica dell'edificio.
I calcestruzzi armati dovranno essere lavorati nella parte a vista come descritto nella relativa voce dell'Elenco Descrittivo delle Voci, evitando comunque la presenza in superficie di armatura metallica;
le riprese dei getti, ove indispensabili, dovranno essere opportunamente studiate, in relazione ai casseri usati, in modo tale che non risulti discontinuità di superficie.
Nel caso vengano utilizzati sistemi di prefabbricazione verranno poste in opera nelle strutture tutte le grappe in ferro, bullonerie e quant'altro necessario per il successivo ancoraggio delle pannellature prefabbricate; tali sistemi di ancoraggio dovranno essere opportunamente garantiti dai fenomeni di invecchiamento secondo quanto previsto dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e comunque in modo tale da garantirne la stabilità per un tempo illimitato.
L'Impresa per l'eventuale procedimento di prefabbricazione dovrà produrre il certificato di idoneità tecnica all'impiego (agrément tecnique).
1.1.3.1. FONDAZIONI
Si definisce struttura di fondazione quella parte dell'ossatura portante che trasmette il peso dell'edificio al terreno ripetendolo in misura compatibile con le capacità portanti del terreno stesso.
L'Appaltatore dovrà eseguire le opere di fondazione in conformità ai calcoli statici di progetto ed alle prescrizioni di legge in vigore od emanate prima dell'inizio dei lavori.
Il piano di posa delle fondazioni verrà stabilito dalla D.L. sulla base delle risultanze dell'esame del terreno dopo l'avvenuta apertura degli scavi di sbancamento.
1.1.3.2. ELEVAZIONI
Si definisce struttura in elevazione quella parte dell'ossatura portante adibita a sopportare tutte le sollecitazioni dei carichi accidentali e permanenti interessanti l'edificio e a trasmetterle alle strutture di fondazione.
L'Appaltatore dovrà eseguire le strutture in elevazione in conformità ai disegni dei calcoli statici ed in conformità alle prescrizioni di legge in vigore od emanate prima dell'inizio dei lavori.
1.1.4. OPERE IN CALCESTRUZZO SEMPLICE ED ARMATO
I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione dei conglomerati saranno sottoposti dall'Appaltatore alla D.L. per preventiva approvazione.
Quando la D.L. ritenesse di variare tali proporzioni o componenti, l'Appaltatore sarà obbligato ad uniformarsi alle prescrizioni della medesima, salvo le conseguenti variazioni di prezzo.
I materiali, le malte ed i conglomerati, esclusi quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati con appositi contenitori della capacità prescritta, che l'Appaltatore sarà in obbligo di provvedere e mantenere a sue spese costantemente in tutti i siti in cui verrà effettuata la manipolazione.
Prima di eseguire l'impasto di ogni getto l'impresa appaltatrice dovrà comunicare e ottenere l'approvazione della composizione degli impasti.
I calcestruzzi, se preconfezionati, dovranno essere ordinati "a resistenza" secondo le resistenze caratteristiche prescritte nel capitolato.
L'impasto dei materiali dovrà essere fatto a mezzo di macchine impastatrici e mescolatrici.
Nella composizione di calcestruzzi con malte di calce comune od idraulica si formerà prima l'impasto della malta con le proporzioni prescritte impiegando la minor quantità di acqua possibile, poi si aggiungerà la ghiaia o il pietrisco mescolando il tutto fino ad ottenere un impasto uniforme.
Gli impasti di conglomerato dovranno essere preparati soltanto nella quantità necessaria, per l'impiego immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta e per quanto più possibile in vicinanza del lavoro.
I residui di impasti non utilizzati immediatamente dovranno essere messi a discarica.
Il calcestruzzo da impiegarsi in qualsiasi lavoro sarà messo in opera appena confezionato e verrà disposto a strati orizzontali di altezza da cm.20 a cm.30 su tutta la estensione della parte in opera che si esegue ad un tempo, vibrato con vibratore ad alta frequenza.
Durante il getto il cavo da riempirsi dovrà essere completamente asciutto e resta a carico dell'impresa ogni eventuale aggottamento d'acqua.
Finito che sia il getto e spianata con ogni diligenza la superficie superiore, il calcestruzzo dovrà essere lasciato indurire per tutto il tempo che la D.L. riterrà necessario per raggiungere il grado di indurimento che dovrà sopportare.
Durante il periodo della stagionatura tutti i getti dovranno essere abbondantemente e frequentemente annaffiati.
Le superfici dovranno risultare regolari e non saranno tollerate stuccature o rappezzi.
L'Amministrazione appaltante, a suo insindacabile giudizio, può obbligare l'impresa al lavaggio della ghiaia, sabbia e pietrisco.
In caso di temperatura inferiore a 0° C, si dovrà sospendere il getto o prendere precauzioni (da approvarsi dalla D.L.) tali che il getto stesso non abbia a gelare durante la presa.
In ogni caso è vietato l'uso di anticongelanti che a giudizio della D.L. risultano dannosi per il calcestruzzo e per le armature.
1.1.4.1. CONGLOMERATI
Tutti i conglomerati saranno confezionati con inerte pulito, di granulometria ben variata; il diametro massimo dell'inerte sarà adeguato allo spessore od alla massa dell'elemento da gettare.
Il dosaggio e la qualità del cemento saranno proposti dall'Appaltatore alla D.L., che potrà richiedere, in relazione alle condizioni climatiche o alla tipologia del getto, l'impiego di cemento R425 o R525 senza alcun compenso aggiuntivo rispetto all'uso di cemento 325, così come non sarà compensato l'eventuale ricorso ad additivi antigelo (esenti da cloruri) o ad agenti espansivi.
Lo studio delle miscele al fine di ottenere le resistenze volute resta a carico dell'Appaltatore, che dovrà sottoporre gli studi di qualificazione alla Direzione Lavori.
La D.L. potrà richiedere, anche ad esecuzione delle strutture avvenuta, l'esecuzione di fori di area massima di 0,3 mq., senza alcun compenso aggiuntivo.
Le riprese di getto dovranno avvenire secondo, modalità e posizioni autorizzate dalla D.L.; la superficie di ripresa sarà ruvida e pulita; potrà essere richiesta, senza alcun compenso aggiuntivo, la spruzzatura di prodotti atti a favorire la solidarizzazione fra nuovo e vecchio getto, quali Xxxxxxx XX00 o similari prodotti di altre primarie case.
1.1.4.2. CASSERI
I casseri potranno essere, a discrezione dell'Appaltatore, in legno o metallo, salvo diversa indicazione della D.L.; quelli per la realizzazione delle murature fuori terra dovranno essere in metallo, privi di difetti o saldature in rilievo.
I casseri dovranno consentire l'esecuzione dei getti in condizioni di assoluta sicurezza; saranno dotati di tutti i dispositivi necessari ad impedire la fuoriuscita dei getti, ed a garantire l'ancoraggio alle strutture di contrasto.
Le superfici a contatto con il getto saranno spruzzate con prodotto disarmante.
Dovranno essere messe in opera, anche a semplice richiesta della D.L. ed in mancanza di indicazioni sugli elaborati, le controforme necessarie per la formazione di porte, finestre, fori, nicchie, ecc., senza alcun compenso aggiuntivo.
Analogamente potrà essere richiesto, senza oneri aggiuntivi per la Stazione Appaltante, il posizionamento nei casseri di tubi o controtubi , piastre, zanche , tirafondi , componenti di qualsiasi genere necessari per le strutture o per l'impiantistica.
Tali elementi dovranno essere saldamente bloccati ai casseri, in modo da impedirne lo spostamento durante il getto, provvedendo anche alle necessarie sagomature ed adattamenti delle barre e delle reti d'armatura.
1.1.4.3. PROVE SUI MATERIALI E PROVE DI CARICO
Dovranno essere prelevati, sotto il diretto controllo della D.L., campioni di calcestruzzo (cubetti) in numero conforme alle vigenti normative; i cubetti dovranno essere consegnati entro 48 ore dal getto ad un Laboratorio Prove sui Materiali ufficialmente riconosciuto che provvederà alla maturazione in camera umida ed alle prove di rottura, con onere a carico dell'Appaltatore. In particolare è fatto obbligo di effettuare almeno un prelievo di calcestruzzo, datato e conservato, per ogni giorno di getto. Potrà essere richiesto dalla D.L., senza oneri aggiuntivi, il prelievo di cubetti aggiuntivi rispetto a quelli strettamente necessari, da far rompere a 7 o 28 giorni dal getto, in modo da controllare l'evoluzione delle resistenze dei getti.
Saranno eseguite, prove di carico sui solai e sulle strutture in c.a., ordinate dalla Direzione Lavori,con onere a carico dell'Appaltatore.
1.1.4.4. XXXXX E RETI DI ARMATURA
L'acciaio per getti sarà esclusivamente di qualità FeB44K controllato in stabilimento, salvo espressa diversa indicazione progettuale.
In particolare potrà essere richiesto, senza oneri aggiuntivi, l'impiego di acciaio in barre lisce di qualità FeB32k (acciaio omogeneo) per posizioni particolari d'armatura (forti piegature, ganci, ecc.).
Potrà essere richiesto l'impiego di acciaio saldabile per il collegamento delle armature ad elementi metallici; senza compensi aggiuntivi, né per la fornitura e posa, né per la saldatura.
Le barre e le reti dovranno essere messe in opera a regola d'arte, con legature fitte, atte a garantire la perfetta stabilità della gabbia durante il getto secondo le indicazioni dei disegni esecutivi.
Risulta compensato l'eventuale ricorso ad armature aggiuntive rispetto a quelle di progetto, che l'Appaltatore reputi necessarie per la stabilizzazione di gabbie, la posa in opera delle armature superiori di solette o comunque necessarie per motivi legati alla buona esecuzione dei getti.
Il ricorso a gabbie prefabbricate (a pie' d'opera o in officina) per la confezione di travi, cordoli, pilastri od altri elementi, dovrà essere autorizzato dalla D.L..
In corso d'opera la D.L. potrà richiedere, senza alcun onere aggiuntivo per la Stazione Appaltante, la messa in opera di armature in variante o aggiuntive a quelle previste, fino ad un'incidenza massima in esubero pari al 10% di quella prevista.
Su barre e reti dovranno essere eseguite le prove previste dalle vigenti normative, compresa la prova di duttilità.
Le armature dovranno essere distanziate dai bordi del cassero o dal magrone con distanziatori di plastica o altro materiale, compresi nel prezzo.
Le armature superiori di platea e solette dovranno essere adeguatamente sostenute.
1.1.4.5. VIBRAZIONE E FINITURA DEI GETTI
Tutti i getti dovranno essere accuratamente vibrati, in modo da garantire miscele e superfici omogenee e esenti da difetti superficiali e da contenere l'impiego d'acqua.
I getti dovranno essere accuratamente ed abbondantemente bagnati durante la maturazione, in modo da evitare screpolature e fessurazioni dovute al ritiro.
1.1.4.6. OPERE IN C.A., C.A.V. E C.A.P. REFABBRICATE
Sono considerati tali i manufatti prodotti in conglomerato normale o precompresso, misti in laterizio e cemento armato e metallici (D.M. 14.02.1992 e 16.01.1996). La documentazione da depositarsi ai sensi dei punti a), b), c) dell’art.9 della Legge 05.11.1971 n. 1086 dovrà dimostrare la completa rispondenza dei manufatti prefabbricati alle prescrizioni di cui alle norme presenti.
La relazione dovrà essere firmata da un tecnico abilitato, il quale assume con ciò le responsabilità stabilite dalla Legge per il progettista. I manufatti prefabbricati dovranno essere costruiti sotto la direzione di un tecnico a ciò abilitato, che, per essi,assume la responsabilità stabilite dalla Legge per il direttore dei lavori.
A cura di detto tecnico dovranno essere eseguiti i prelievi dei materiali, le prove ed i controlli di produzione sui manufatti finiti con le modalità e la periodicità previste dalle presenti norme certificati delle prove saranno conservati dal produttore.
Ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovr essere accompagnta, oltre a quanto previsto dal penultimo comma dell’art.9, anche da un certificato di origine firmto dal produttore, il quale con ciò assume per i manufatti stessi la responsabilità che la legge attribuisce al costruttore, e dal tecnico responsabile della produzione previsto al precedente comma. Il certificato dovrà garantire la rispondenza del manufatto alle caratteristiche di cui alla documentazione depositata al ministero dei LL.PP.e portare la indicazione del tecnico che ne risulta, come sopra detto, progettista.
Ai sensi dell’art.9 della Legge 05.11.1971 n. 1086, ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà essere accompagnata da apposite istruzioni nelle quali vengono esposte le modalità di trasporto e montaggio, nonché le caratteristiche ed i limiti di impiego dei manufatti stessi.
Essendo specificati negli elaborati progettuali i carichi gravanti sulle strutture prefabbricate e le loro dimensioni, sarà onere del prefabbricatore, assunti e verificati tali carichi e tali dimensioni, produrre nei propri elaborati progettuali tutti gli elementi necessari per manifestare il rispetto di tali dati progettuali.
Sarà cura della DD.ll. verificare la corrispondenza degli elaborati progettuali del prefabbricatore con quelli del progetto esecutivo
1.1.5. DIAFRAMMI-PARATIE IN CALCESTRUZZO
Il diaframma sarà del tipo monolitico in calcestruzzo armato dello spessore minimo di cm 80, gettato in trincea aperta in presenza di fanghi di bentonite di opportuna concentrazione.
Il diaframma dovrà risultare rigorosamente verticale, senza soluzioni di continuità (tolleranza 2% deviazione dalla verticale, 3 cm scostamento planimetrico).
Lo scavo per l’esecuzione del diaframma dovrà essere ottenuto esclusivamente estraendo il terreno a mezza benna (che, se del tipo mordente sospesa a cavo, dovrà avere un peso non inferiore a x.xx 30) in modo che risultino eliminate le azioni di disturbo sul terreno circostante, come urti, decompressioni, erosioni per la circolazioni di fluidi sia aspirati che iniettati, ed in genere tutte le azioni che possano alterare l’assetto naturale dei terreni interessati all’esecuzione del diaframma.
La quota di invasamento dovrà essere raggiunta attraverso ripetute manovre di penetrazione nel terreno della benna stessa con introduzione nello scavo gradualmente realizzato di fango bentonitico di opportuna concentrazione.
La lunghezza dei settori di scavo sarà definita di volta in volta dalla Direzione dei Lavori.
La misura della profondità del pannello da costruire sarà effettuata in contradditorio con l’impresa al momento dell’inizio del getto.
Terminato lo scavo e prima di dare inizio al getto, sarà posto in opera alla estremità del pannello un cassero profilato a coda di rondine spinto fino alla base dello scavo.
Tale cassero sarà estratto a getto terminato e prima della presa del cls in modo da garantire la compenetrazione, l’aderenza e la saldatura dei getti del pannello adiacente e la tenuta idraulica richiesta.
Il getto, da iniziare non appena ultimato lo scavo di un settore, dovrà essere realizzato in modo continuo, senza interruzioni di sorta. La colata del calcestruzzo dovrà avvenire entro un tubo convogliatore del diametro massimo di cm 30 tenuta costantemente immersa nel getto per una profondità minima di ml 1.50 affinché il calcestruzzo non entri a diretto contatto con il fango bentonitico.
Qualora il pannello da realizzare superasse i 10 metri di lunghezza, la Direzione dei Lavori potrà pretendere che il getto venga simultaneamente eseguito nel modo sopraccitato mediante due colonne immerse nello scavo equamente distanziate.
Il diaframma sarà costruito in calcestruzzo C25/30 in base alle vigenti disposizioni. Il rapporto di cemento, sabbia ed acqua dei getti dovrà essere tale, in relazione alla percentuale dei vuoti dell’aggregato ghiaioso, da garantire una perfetta e compatta conglomerazione.
Potrà essere concessa l’aggiunta ai getti di calcestruzzo di materiali fluidificanti previo esame e parere della Direzione dei Lavori circa la qualità dei prodotti proposti.
La parte superiore del diaframma compresa fra i due cordoli di guida sarà, non appena possibile, scalpellata per quella profondità necessaria ad asportare completamente ogni impurità frammista al getto e sarà quindi riportata a quota stabilita regolarizzandone la superficie con malta di cemento.
Sulla testa dei diaframmi sarà realizzato un cordolo in c.a. per il collegamento dei vari pannelli.
Il diaframma sarà valutato a metro quadrato tenendo conto che la sua altezza risulterà dalla differenza fra le quote superiore del cordolo di intesto finito e la quota di imbasamento che sarà stabilita di volta in volta dalla Direzione dei Lavori.
Nel prezzo unitario del diaframma si intende compreso ogni onere:
- per scavi di banchine e di scarpate (in pietrame ed in terra) e per la demolizione dei rivestimenti (in pietrame o laste) che dovessero rendersi necessari per la sistemazione dei macchinari, dei complessi di sostegno e di traslazione, per la formazione della xxxxxx armata, ecc. comprese sbadacchiature e puntellazioni atte ad impedire franamenti ed erosioni.
- per l’esecuzione degli scavi esplorativi a tergo del diaframma fino alla profondità fissata dalla Direzione dei Lavori per il prelievo nel corpo del diaframma di idonei campioni di calcestruzzo e l’esecuzione di carotatura del diaframma anche per tutta la sua lunghezza;
- per i controlli sonici e d’integrità dei getti e prove di laboratorio dei materiali e dei cubetti di xxxxxxxxxxxx;
- per ogni altro lavoro, fornitura, indagine che si rendessero necessarie per l’esecuzione perfetta del lavoro.
Le materie di risulta saranno accatastate fuori della zona del lavoro su aree appositamente predisposte a cura e spese dell’impresa, o trasportate a discarica autorizzata.
L’impresa non avrà diritto ad alcun compenso:
- per danni e perdite causate a materiali e mezzi di immissione d’acqua nel cantiere, salvo il caso di danni dichiarati di forza maggiore;
- per rallentamenti dei tempi di lavoro, danni e perdite materiali causati da trovanti di qualsiasi natura e specie;
- per il riempimento di eventuali cavità che si riscontrassero in corso di lavoro;
- per la profondità e la larghezza del diaframma superiore a quelle previste, se non ordinate espressamente dalla D.LL.;
- per ogni altro onere, anche se qui non esplicitamente citato, derivante dall’esecuzione a perfetta regola d’arte del lavoro in questione.
1.1.6. SOLAI
La struttura del solaio di piano sarà eseguita secondo quanto previsto al precedente paragrafo Strutture; nei solai dovranno essere previsti tutti i fori necessari per il passaggio delle tubazioni, canne fumarie o di ventilazione ed impianti in genere; nel caso di solai prefabbricati dovrà essere garantita la continuità fra i vari elementi e la perfetta sigillatura dei giunti.
I solai dovranno avere un alto grado di rigidezza tale da evitare, anche per grandi luci, inconvenienti di qualsiasi genere quali fessurazioni di pavimenti o distacchi di elementi della costruzione come pareti divisorie o plafonature.
1.1.6.1. SOLAI MISTI IN LATERIZIO E CEMENTO
I solai dovranno:
1. essere conformati in modo che le loro parti resistenti a pressione vengano nella posa a collegarsi tra di loro così da assicurare una uniforme trasmissione degli sforzi di pressione dall'uno all'altro elemento;
2. la superficie del laterizio deve avere forma e finitura tali da assicurare la perfetta aderenza tra i due materiali, ai fini della trasmissione degli sforzi di scorrimento;
3. il carico di rottura a pressione semplice riferito alla sezione netta delle pareti e delle costolature del laterizio non deve risultare inferiore a kg 350/cmq. e quello a trazione, dedotto con la prova di flessione, non minore di kg 50/cmq.
4. qualsiasi superficie metallica deve risultare circondata da una massa di cemento che abbia in ogni caso spessore non inferiore a cm 3;
5. per la confezione a pie' d'opera di travetto in laterizio armato, l'impasto di calcestruzzo deve essere dosato ad almeno ql.6 di cemento tipo 325 per mc di impasto.
I tralicci di rinforzo dei travetti, da calcolarsi a cura del prefabbricatore, dovranno garantire l'autoportanza in fase di getto con rompitratta ogni 120 cm circa, salvo richiesta di diversi interassi da parte della D.LL.
La rete da disporre nella cappa dovrà essere opportunamente distanziata dalle pignatte. La cappa superiore dovrà essere accuratamente lisciata.
Prima del getto di calcestruzzo (in relazione al quale valgono tutte le indicazioni previste nella relativa norma tecnica) il solaio dovrà essere pulito, asportando le impurità.
Localmente, per superfici complessivamente inferiori a 200 mq, potrà essere richiesto dalla D.L. l'impiego di solai di tipo predal al posto di quelli in laterocemento, senza alcun compenso aggiuntivo.
La formazione di travetti di ripartizione (corree) in centro campata si intende sempre compresa e compensata nel prezzo, così come l'esecuzione di arretramenti alternati delle pignatte (pettini).
1.1.6.2. SOLAI ALVEOLARI IN C.A.P.
Saranno realizzati impiegando elementi autoportanti prefabbricati fuori opera in calcestruzzo armato con fili di acciaio armonico pretesi.
Superiormente a detti elementi e con essi solidarizzata,grazie alla presenza di opportune fresature alle testate, verrà posta in opera una cappa armata collaborante.
I solai dovranno essere calcolati con i sovraccarichi previsti.
Dovranno essere consegnati alla D.L. tutti gli elaborati e certificazioni relativi al solaio, con adeguato anticipo.
Dovranno inoltre essere accettate tutte le eventuali integrazioni e modifiche prescritte dalla stessa. Xxxxxxx, in merito ai getti di calcestruzzo integrativi, le prescrizioni del paragrafo precedente.
1.1.7. STRUTTURE IN ACCIAIO
Le strutture metalliche, anche in mancanza di indicazioni precise, dovranno essere conformi alla normativa vigente, ed in particolare al D.M. 16.01.1996 (Norme tecniche per la costruzione esecuzione e collaudo delle strutture metalliche) alle CNR UNI 10011/88 , 10016/88 e 10030/87.
Tutti i prodotti metallici dovranno essere qualificati ai sensi del par.10.1.1 della CNR UNI 10011/88 ed opportunamente marcati; le forniture dovranno essere accompagnate dalle certificazioni previste dal par. 10.2.6 delle citate Norme.
I profili e le lamiere impiegate dovranno essere in perfette condizioni, esenti da difetti o ruggine, conformi ad UNI 7070/78 (materiali) - 5398/78 (travi IPE), 5397/78 (Travi HE) 7811/83 (tubi).
Con le relative voci è compreso e compensato l'onere per le lavorazioni di officina e di cantiere, il montaggio (compresi tutti gli oneri diretti ed accessori per trasporto e montaggio), la formazione di pezzi speciali, fori, zanche, piastre, pezzi speciali anche se non previsti dai disegni, a semplice richiesta della D.L.
E' altresì compreso l'onere per le bullonature, le saldature, la messa in opera di bulloni ad espansione, secondo le specifiche di seguito dettagliate.
L'Appaltatore dovrà a sue spese, eseguire un preciso rilievo del costruito e dell'esistente prima delle lavorazioni in officina; i disegni d'officina dovranno essere sottoposti alla D.L. per approvazione.
L'Appaltatore dovrà redarre un "Piano di Montaggio" contenente le modalità ed i tempi previsti per il montaggio delle strutture; tale piano dovrà essere sottoposto ed approvato dalla D.L.
L'appaltatore dovrà, a sua cura, verificare la praticabilità degli accessi al cantiere da parte di autogrù e mezzi di trasporto.
Gli acciai laminati, di qualità Fe 360 B o Fe 510 B, dovranno avere caratteristiche conformi ai prospetti
2.1 e 2.2 della CNR - UNI 10011/88.
L'acciaio per getti dovrà essere di qualità FeG520 (ex FeG53) secondo UNI 3158, od avere equivalenti caratteristiche.
La composizione chimica dovrà essere contenuta entro i limiti raccomandati da UNI 5132. Xxxxxxx rifiutati quei pezzi che presentino imperfezioni sia nell'esecuzione che nel materiale.
L'Appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte delle diverse opere in ferro, essendo egli responsabile per gli inconvenienti che potessero verificarsi per l'omissione di tale controllo.
1.1.7.1. SALDATURE
Dovranno essere impiegati i materiali e i procedimenti previsti da UNI CNR 10011/88 - paragrafo 2.5.1.
Gli elettrodi saranno di tipo omologato secondo UNI 5132.
I giunti saranno (salvo diversa ed esplicita indicazione sugli elaborati) tutti di Ia classe.
Tipologia e quantità dei controlli non distruttivi sulle saldature saranno decisi dalla D.L., con onere a carico dell'Appaltatore.
La preparazione dei pezzi, ove richiesta, sarà conforme alle norme vigenti.
1.1.7.2. UNIONI BULLONATE
I bulloni, in mancanza di precisa indicazione progettuale, avranno classe minima 8.8, ovvero 10.8 secondo indicazioni progettuali; i dadi classe 6S; viti e dadi saranno conformi ad UNI 3740 ed alle norme CNR UNI 10011.
Saranno zincati galvanicamente, con spessore minimo di rivestimento di 5 micron; saranno completi di rondella e, quando richiesto, di controdado.
1.1.7.3. PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI
E' sempre compresa l'accurata sgrassatura delle superfici, la sabbiatura con grado St 2 di tutti i profili e delle lamiera, l'esecuzione di fori anticondensa nei tubolari, l'accurata molatura delle saldature; il tutto sia in officina che in cantiere.
E' altresì compresa e compensata la stesura di una mano di fondo di vernice antiruggine, conforme alle specifiche del progetto generale.
La mano di fondo contro la corrosione dovrà essere data in officina ,prima del trasporto in cantiere; ad avvenuta esecuzione del montaggio e delle operazioni di saldatura, la verniciatura dovrà immediatamente essere ripresa nei punti danneggiati dalla operazione di assemblaggio.
1.1.7.4. PROVE DI CARICO E SUI MATERIALI
La D.LL. potrà richiedere di eseguire o far eseguire, con oneri a carico dell'Appaltatore, prove di trazione sul materiale base, con un massimo di 3 saggi ogni 10 t, a cura di Laboratorio Ufficialmente riconosciuto.
Si prevede fin d'ora l'esecuzione delle seguenti prove di carico, a cura e spese dell'Appaltatore, nei tempi e nei modi decisi dalla D.LL.: 2 prove di carico per ogni solaio di piano su campate scelte a cura dalla D.LL.
1.1.7.5. MONTAGGI
Le operazioni di trasporto e montaggio degli elementi metallici dovranno avvenire nel rispetto delle normative vigenti, con particolare riguardo alla sicurezza dei lavoratori.
Tempi e modalità di montaggio saranno sottoposti alla D.L. per la relativa approvazione.
L Appaltatore potrà, salvo approvazione della D.L, proporre l'esecuzione delle travi con uno più giunti flangiati: in caso di accettazione, non sarà riconosciuto alcun compenso aggiuntivo, neppure quello derivante dal maggiore peso dei giunti rispetto a quanto progettato in allegato.
I collegamenti di tipo saldato, da eseguirsi in cantiere o in officina, avverranno a cura di saldatore dotato di abilitazione (patentino) ai sensi delle vigenti normative.
Giunzioni di tipo alternativo a quelle previste, proposte dall'Appaltatore potranno essere autorizzate dalla D.L. a condizione che esse non diano luogo ad aumenti di peso delle strutture, o comunque, a compensi aggiuntivi.
1.1.7.6. BULLONI AD ESPANSIONE
I bulloni ad espansione saranno di tipo meccanico, con vite in acciaio 8.8, conformi ad ISO 898T1), zincati galvanicamente con spessore minimo di zincatura di 5 micron.
Saranno dotati di rondella, segnale di marcatura della profondità di posa minima, manicotto antirotazione, manicotto d'espansione.
Dovranno essere forniti da primaria casa che ne certifichi le caratteristiche di resistenza, l'idoneità a sopportare carichi dinamici.
Le resistenza minime di progetto (cui sia applicato un coefficiente di sicurezza pari almeno a 3 sul valore di rottura) saranno, con riferimento ad un calcestruzzo con Rck = 30/MPa, le seguenti:
DIAMETRO NOMINALE | RESISTENZA TRAZIONE (KN) | RESISTENZA TAGLIO (KN) |
8 | 6 | 9 |
10 | 10 | 16 |
12 | 15 | 24 |
16 | 25 | 40 |
20 | 36 | 56 |
24 | 44 | 75 |
La resistenza, oltre che attraverso certificazioni e collaudi del fornitore, potrà, a discrezione della D.LL. essere verificata in opera, a campione, con apposito estrattore; l'onere delle prove resta a carico dell'Appaltatore.
La profondità minima del foro sarà quella indicata dal progetto o dal produttore; il foro dovrà essere perpendicolare alla superficie ed accuratamente pulito prima dell'introduzione del tassello.
La coppa di serraggio sarà quella prevista dal produttore.
Sono compresi e compensati tutti gli oneri per dare il lavoro finito a perfetta regola d'arte.
1.1.7.7. LASTRE E DISCHI DI APPOGGIO
Le lastre o dischi di appoggio saranno realizzati con elastomero di qualità NB70 (designazione secondo DIN 3770) o superiore, e dovranno avere le seguenti caratteristiche minime:
- Durezza (Shore A) 60
- Resistenza a trazione >13 N/mmq
- Allungamento a rottura > 250 %
- Deformazione permanente secondo DIN 53517 a 100 gradi, 24 ore 10 -12 %
- Temperatura di impiego da -35 a +60 gr
Dovrà essere garantita la durabilità anche in condizioni aggressive.
Le suddette caratteristiche dovranno essere certificate dal fornitore che dovrà attestare anche l'esecuzione sul materiale di prove di invecchiamento secondo la UNI - CNR 10018/72.
Le lastre saranno fissate alle strutture di sostegno con adesivo di caratteristiche di resistenza uguali o superiori a quelle dell'elastomero, stabile nel tempo.
Per quanto non espressamente indicato si farà riferimento alle norme CNR-UNI 10018/72.
Tutti i materiali dovranno essere sottoposti alla D.L. per preventiva approvazione.
Verranno misurati e compensati a metro quadrato netto d'appoggio; rimangono a carico dell'Appaltatore gli sfridi di lavorazione.
Sono compresi tutti gli oneri per dare l'opera finita a perfetta regola d'arte.
1.1.7.8. GRIGLIATI
Saranno del tipo elettrofuso in acciaio Fe B 360 o di qualità superiore, con longherine in ferro piatto e distanziati in tondo o quadro ritorto (ovvero ferro piatto per il tipo carrabile) collegati con procedimento di elettrofusione, zincati a caldo secondo UNI 5744/66, a maglia antitacco.
A cura del produttore dovranno essere studiate, e sottoposte alla D.L. per approvazione, le strutture secondarie di sostegno gli eventuali grigliati carrabili, che verranno compensate a chilogrammo, secondo la voce base relativa all'acciaio: esse saranno realizzate con profili semplici, laminati a caldo, in acciaio Fe360B e collegate alle strutture in c.a. con zanche o bulloni ad espansione: anche tali strutture saranno zincate a caldo.
Sono compresi e compensati nel prezzo i pezzi speciali quali bordi, cerniere, elementi sagomati, ganci di ancoraggio, bulloni, cornici.
La capacità portante dovrà essere certificata dal produttore e essere conforme alle indicazione degli elaborati progettuali; la freccia elastica per carico massimo dovrà essere inferiore ad 1/200 della luce.
1.1.8. MALTE
Le malte, per quanto possibile, dovranno essere confezionate con materiali analoghi a quelli utilizzati durante la costruzione dell'edificio oggetto del restauro.
In ogni modo la composizione delle malte, l'uso specifico di ognuna di esse nelle varie fasi dei lavori, l'eventuale integrazione con additivi, resine o con latri prodotti di sintesi chimica, ecc., saranno specificati dalla D.L. dietro autorizzazione degli organi preposti alla tutela dell'edificio in oggetto. Nella preparazione delle malte si dovranno usare sabbie di granulometria e natura chimica appropriata.
Saranno, in ogni caso, preferite le sabbie silicee o calcaree, mentre andranno escluse quelle provenienti da rocce friabili o gessose; non dovranno contenere alcuna traccia di cloruri, solfati, materie argillose, terrose, limacciose e polverose.
L'impasto delle malte, effettuato con appositi mezzi meccanici o manualmente, dovrà risultare omogeneo e di tinta uniforme.
I vari componenti, con l'esclusione di quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati preferibilmente sia a peso che a volume. La calce spenta in pasta dovrà essere accuratamente rimescolata in modo che la sua eventuale misurazione, a mezzo di cassa parallelepipeda, riesca semplice e di sicura esattezza.
Gli impasti dovranno essere preparati nella quantità necessaria per l'impiego immediato e, per quanto possibile, in prossimità del lavoro.
I residui d'impasto non impiegati, dovranno essere messi a discarica, ad eccezione di quelli formati con calce comune che, il giorno stesso della loro miscelazione, potranno esser riutilizzati.
I componenti di tutti i tipi di malte dovranno essere mescolati a secco.
I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati, secondo le particolari indicazioni che potranno essere emanate dalla D.L. o stabilite nell'elenco delle voci, dovranno corrispondere le seguenti proporzioni:
a) MALTA COMUNE:
xxxxx spenta in pasta | mc | 0,25-0,40 |
sabbia | mc | 0,85-1,00 |
b) MALTA COMUNE PER INTONACO RUSTICO (RINZAFFO): | ||
xxxxx spenta in pasta | mc | 0,20-0,40 |
sabbia | mc | 0,90-1,00 |
c) MALTA COMUNE PER INTONACO CIVILE (STABILITURA): | ||
xxxxx spenta in pasta | mc | 0,35-0,45 |
sabbia vagliata | mc. | 0,800 |
d) MALTA GRASSA DI POZZOLANA: | ||
xxxxx spenta in pasta | mc | 0,22 |
xxxxxxxxx xxxxxxxx | mc | 1,10 |
e) MALTA MEZZANA DI POZZOLANA: | ||
xxxxx spenta in pasta | mc | 0,25 |
xxxxxxxxx xxxxxxxx | mc | 1,10 |
f) MALTA FINA DI POZZOLANA: | ||
xxxxx spenta in pasta | mc | 0,28 |
xxxxxxxxx xxxxxxxx | mc | 1,05 |
g) MALTA IDRAULICA: | ||
calce idraulica | q | 3-5 |
sabbia | mc | 0,90 |
h) MALTA BASTARDA: | ||
malta tipo a) e) g) | mc | 1,00 |
cemento tipo 325 | q | 1,50 |
i) MALTA CEMENTIZIA FORTE: | ||
cemento tipo 325 | q | 3-6 |
sabbia | mc | 1,00 |
l) MALTA CEMENTIZIA DEBOLE: | ||
cemento tipo 325 | q | 2,5-4 |
sabbia | mc | 1,00 |
m) MALTA CEMENTIZIA PER INTONACI: | ||
cemento tipo 325 | q | 6 |
sabbia | mc | 1,00 |
n) MALTA FINE PER INTONACI: | ||
malte tipo c) f) g) m) vagliate allo staccio fino | ||
o) MALTA PER STUCCHI: | ||
xxxxx spenta in pasta | mc | 0,45 |
polvere di marmo | mc | 0,90 |
collanti vegetali o animali secondo prescrizioni
Quando la D.L. ritenesse di variare tali proporzioni o componenti, l'Appaltatore sarà obbligato ad uniformarsi alle prescrizioni della medesima, salvo le conseguenti variazioni di prezzo.
I materiali, le malte ed i conglomerati, esclusi quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati con apposite casse della capacita' prescritta, che l'Appaltatore sarà in obbligo di provvedere e mantenere a sue spese costantemente in tutti i siti in cui verrà effettuata la manipolazione. La calce spenta in pasta dovrà esser misurata dopo essere stata ridotta ad una pasta omogenea senza sacche d'aria. Prima di eseguire l'impasto di ogni getto l'impresa appaltatrice dovrà comunicare e ottenere l'approvazione della composizione degli impasti. La D.L. potrà chiedere all'impresa l'aggiunta di additivi agli impasti, senza onere aggiuntivi a carico dell'Amministrazione. Gli impasti sia di malta che di conglomerato dovranno essere preparati soltanto nella quantità necessaria, per l'impiego immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta e per quanto più possibile in vicinanza del lavoro. I residui di impasti non utilizzati immediatamente dovranno essere messi a discarica.
1.1.8.1. MALTE ADDITIVATE
Per tali si intendono quelle malte alle quali vengono aggiunti, in piccole quantità, degli agenti chimici che hanno la proprietà di migliorarne le caratteristiche meccaniche o fisiche.
A) MALTE ADDITIVATE CON AGENTI ANTIRITIRO E RIDUTTORI D'ACQUA
Sono malte additivate con agenti chimici capaci di ridurre il quantitativo d'acqua normalmente occorrente per il confezionamento di un impasto facilmente lavorabile, la cui minore disidratazione ed il conseguente ritiro, permettono di evitare pericolose screpolature o la non saturazione di determinati volumi.
I riduttori d'acqua che generalmente sono lattici in dispersione acquosa composti da finissime particelle di copolimeri di stirolo-butadiene, risultano altamente stabili agli alcali e vengono modificati mediante l'azione di specifiche sostanze stabilizzatrici (sostanze tensioattive e regolatori di presa). Il tipo e la quantità dei riduttori saranno stabiliti dalla D.L.. La quantità di additivo da aggiungere agli impasti sarà calcolata considerando:
- il quantitativo d'acqua contenuto nel lattice stesso;
- l'umidità degli inerti (è buona norma separare gli inerti in base alla granulometria e lavarli per eliminare sali o altre sostanze inquinanti);
- la percentuale di corpo solido (polimero).
La quantità ottimale che varierà in relazione al particolare tipo di applicazione potrà oscillare, in genere, di 6 i 12 lt. di lattice per 0,5 ql. di cemento. Per il confezionamento di miscele cemento/lattice
o cemento/inerti/lattice si dovrà eseguire un lavoro di impasto opportunamente prolungato facendo ricorso preferibilmente a betoniere e mescolatori elicoidali per trapano.
Per la preparazione delle malte sarà necessario miscelare un quantitativo di cemento/sabbia opportunamente calcolato e successivamente aggiungere ad esso il lattice miscelato con la prestabilita quantità d'acqua. In base al tipo di malta da preparare la miscela di lattice/acqua avrà una proporzione variabile da 1:1 a 1:4.
Una volta pronta, la malta verrà immediatamente utilizzata e sarà vietato rinvenirla con acqua o miscele di acqua/lattice al fine di riutilizzarla.
L'Appaltatore sarà obbligato a provvedere alla miscelazione in acqua dei quantitativi occorrenti di additivo in un recipiente che sarà tenuto a disposizione della D.L. per eventuali controlli e campionature. La superficie su cui la malta sarà applicata dovrà presentarsi solida, priva di polveri e residui grassi od organici.
Se richiesto dalla D.L. l'Appaltatore dovrà utilizzare come imprimitore un'identica miscela di acqua, lattice e cemento molto più fluida. Le malte modificate con lattici riduttori di acqua, poiché induriscono lentamente, dovranno essere protette da una rapida disidratazione (metodo della stagionatura umida).
B) MALTE ESPANSIVE
Trattasi di malte in cui l'additivo un aumento di volume dell'impasto. Questi prodotti dovranno essere utilizzati in tutte le lavorazioni che prevedono colaggio o iniezioni di malte fluide: sottofondazioni e sottomurazioni, volte e cupole, coperture, rifacimenti di strutture e consolidamenti, inghisaggi, ecc..
Tali malte dovranno esprimere la loro capacità espansiva solo in fase plastica e non in fase di indurimento al fine di evitare spinte o tensioni non controllabili.
La malta dovrà essere preparata mescolando in betoniera una miscela secca di legante, inerti ed agenti espansivi in polvere nella quantità media, salvo diversa prescrizione della D.L., di circa 10-40 kg/mc. di malta; solo successivamente si potrà aggiungere il quantitativo misurato d'acqua.
Nei casi in cui l'agente espansivo dovesse essere di tipo liquido, esso sarà aggiunto alla miscela secca inerti/legante solo dopo un prolungata miscelazione di acqua. L'Appaltatore sarà tenuto a provvedere alla miscelazione in acqua dei quantitativi occorrenti di additivo dentro un recipiente tenuto a disposizione della D.L. per eventuali controlli. Sebbene gli agenti espansivi siano compatibili con un gran numero di additivi, sarà sempre opportuno:
- mescolare gli additivi di una sola ditta produttrice;
- ricorrere alla consulenza tecnica del produttore;
- richiedere l'autorizzazione della D.L. e degli organi preposti alla tutela del bene in oggetto. La stagionatura delle miscele espansive si otterrà mantenendo le malte in ambiente umido.
C) MALTE CONFEZIONATE CON RIEMPITIVI A BASE DI FIBRE SINTETICHE, METALLICHE O DI VETRO
Dietro specifica prescrizione o su richiesta della D.L. potrà essere richiesto l'utilizzo di particolari riempitivi che hanno la funzione di plasmare e modificare le caratteristiche degli impasti mediante la tessitura all'interno delle malte indurite di una maglia tridimensionale.
Si tratta di fibre in metallo, in vetro o in polipropilene a forma di treccia a struttura reticolare che, durante la miscelazione degli impasti, si aprono distribuendosi uniformemente.
Le fibre dovranno essere costituite da materiali particolarmente tenaci caratterizzati da una resistenza a trazione di circa 400 N/mmq., da un allungamento a rottura intorno al 13% e da un modulo di elasticità di circa 500 000 N/cmq.
Le fibre formeranno all'interno delle malte uno scheletro a distribuzione omogenea che ripartirà e ridurrà le tensioni dovute al ritiro. Se impiegate per il confezionamento di calcestruzzi, le proprietà delle fibre in polipropilene dovranno essere le seguenti:
- inerzia chimica che le renda adatte ad essere utilizzate sia in ambienti acidi che alcalini;
- assenza di corrosione o deterioramento;
- atossicità;
- capacità di non alterare la lavorabilità delle malte o dei calcestruzzi.
D) MALTE PRECONFEZIONATE
Trattasi di malte a dosaggio controllato studiate per ovviare i limiti della dosatura manuale che non consente di ottimizzare e rendere costante la capacità di espansione, soprattutto in presenza di murature altamente degradate.
Queste malte dovranno essere del tipo confezionato con controllo automatico e di precisione in modo che nella miscelazione le sabbie quarzo-sferoidali (SiO2= 99% Mohs=8) siano selezionate in relazione
ad una curva granulometrica ottimale ed i cementi ad alta resistenza e gli additivi chimici rigorosamente dosati.
Gli additivi che garantiranno l'adesione i substrati, l'inerzia chimica e le notevoli risposte alle sollecitazioni, verranno attivati dall'esatta miscelazione con quantitativi prestabiliti d'acqua.
L'Appaltatore sarà tenuto, nel corso delle operazioni di preparazione delle malte, a prelevare, in presenza ed a richiesta della D.L., dei campioni rappresentativi dei vari tipi di malte preconfezionate che impiegherà al fine di produrre le prove ed analisi sui materiali, sia durante i lavori che al collaudo. Gli agenti espansivi dovranno assicurare in relazione al particolare settore di utilizzo, un'espansione da 0,04 a 0,12%, uno spandimento di circa il 150%, un'aderenza su calcestruzzo o acciaio rispettivamente intorno i valori di 3 - 3,5 MPa e 20 - 30 MPa a 28 gg. di stagionatura.
Le malte preconfezionate potranno essere usate per ancoraggi, rappezzi, getti di fondazione, inghisaggi e, in genere, per tutti i lavori richiesti.
L'Appaltatore dovrà attenersi alle istruzioni per l'uso e per la preparazione delle malte prescritte dalla ditta produttrice.
In presenza di temperature elevate, di forte umidità ambientale e di gelate, l'Appaltatore, previa autorizzazione della D.L. potrà variare i quantitativi d'acqua di miscelazione o usare acqua calda o fredda.
1.1.9. CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE: COPERTURE
Si definisce chiusura orizzontale esterna di copertura l'insieme di componenti e materiali che costituisce la separazione superiore tra l'interno e l'esterno dell'edificio.
Ai fini del calcolo statico delle coperture il sovraccarico accidentale dovuto alla neve in assenza di specificazioni particolari non dovrà essere assunto inferiore ai seguenti valori minimi:
- altitudini inferiori a 151 m.slm 150 kg/mq
- altitudini comprese tra 151 e 300 m.slm 200 kg/mq
- altitudini comprese tra 301 e 600 m.slm 250 kg/mq
- altitudini superiori a 600 m.slm 350 kg/mq
Si dovrà comunque opportunamente considerare l'estrema variabilità delle precipitazioni nevose da zona a zona, specialmente in alta montagna.
1.1.9.1. COPERTURE PIANE
Le coperture piane dovranno essere studiate e realizzate in modo organico con le chiusure verticali esterne, al fine di garantire una continuità nella protezione termo-igrometrica, acustica e dagli agenti atmosferici, degli spazi interni da esse delimitate.
Le coperture piane, pertanto dovranno essere costituite da componenti e materiali che assolvano le seguenti funzioni:
- statiche;
- impermeabilità all'acqua;
- rispetto delle condizioni termo-igrometriche ed acustiche;
- protezione degli elementi di impermeabilizzazione.
In particolare dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni:
A. PROTEZIONE
La protezione superficiale dello strato impermeabile dovrà essere inattaccabile agli agenti atmosferici e da eventuali agenti chimici presenti nell'acqua e nell'aria, avere una minima rumorosità alla pioggia battente, alla grandine, ecc., garantire una durata minima di 15 anni ed una minima manutenzione.
B. IMPERMEABILITÀ ALL'ACQUA
L'impermeabilizzazione delle coperture, affidata ad idonei materiali e componenti dovrà essere garantita per una durata non inferiore a 15 anni e fornita di polizza assicurativa; i materiali impiegati dovranno garantire le prestazioni e le caratteristiche richieste dalle corrispondenti voci di Elenco Descrittivo delle Voci. L'impermeabilizzazione nel suo complesso dovrà essere garantita pienamente efficiente per temperature di esercizio comprese tra -20 e +80 gradi, non dovrà contenere sostanze volatili che ne pregiudichino la durata nel tempo, dovrà essere in grado di assorbire le oscillazioni e le dilatazioni termiche della struttura e di resistere alle conseguenti sollecitazioni di fatica, dovrà resistere alle sollecitazioni del vento (pressione e vortici), dell'irradiazione (raggi UV e ozono), della polvere, del sudiciume, dei gas di scarico, delle vegetazioni, delle faville e dei parassiti. Le aperture nella copertura piana dovranno essere a perfetta tenuta d'acqua; gli accessori speciali, quali cravatte, sfiati,
bocchettoni, ecc., dovranno essere di tipo collegabile con il sistema di impermeabilizzazione adottato. La posa in opera del manto impermeabile dovrà essere eseguita con tutti gli accorgimenti necessari per garantire una perfetta riuscita dell'opera ed in ogni caso seguendo scrupolosamente le indicazioni e le prescrizioni delle ditte produttrici.
C. SMALTIMENTO E RACCOLTA
Lo smaltimento delle acque dovrà essere affidato ad idonea pendenza (comunque mai inferiore all'1.5%) in relazione con il tipo del componente o del materiale di copertura e con la quantità di precipitazione prevedibile; le acque dovranno essere convogliate dalla pendenza verso i canali di gronda o bocchettoni, opportunamente protetti e raccordati alla fognatura attraverso l'impianto di scarico e allontanamento.
D. RISPETTO DELLE CONDIZIONI TERMO-IGROMETRICHE ED ACUSTICHE
La chiusura orizzontale esterna di copertura deve rispondere, nel suo insieme, a quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.1991 n.10; in ogni caso l'isolamento dovrà essere risolto in collegamento ed in funzione dello strato impermeabilizzante.
E. PARTE DI COPERTURA IN AGGETTO SULLA CHIUSURA VERTICALE ESTERNA
Quando la copertura aggetta sulla chiusura verticale esterna, l'insieme tecnologico della parte aggettante deve essere tale da garantire il rispetto delle condizioni termo-igrometriche; la finitura della parte inferiore, affidata o meno ad una plafonatura, deve essere tale da garantire l'inattaccabilità dagli agenti atmosferici e, con minima manutenzione, una durata pari a quella dell'edificio.
dall'interno.
1.1.10. CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE A TERRA
Si definisce chiusura orizzontale esterna a terra l'insieme di materiali e componenti che separa nella parte inferiore lo spazio interno o porticato dell'edificio dal terreno; devono essere considerati chiusure orizzontali esterne a terra anche i marciapiedi aderenti al perimetro dell'edificio in quanto dovranno essere realizzati in modo omogeneo con esse.
Le chiusure orizzontali esterne a terra possono essere:
- di separazione tra uno spazio abitabile e una intercapedine orizzontale (camera d'aria), con struttura a solaio intero o poggiante su muretti;
- direttamente appoggiate sul terreno, con struttura a soletta o a platea;
- direttamente appoggiate sul terreno, con massetto su vespaio.
Le chiusure orizzontali esterne a terra dei locali adibiti ad uso didattico dovranno essere comunque del tipo a solaio con intercapedine di almeno 50 cm.; L'insieme tecnologico della chiusura dovrà garantire il rispetto di quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.1991 n. 10 e ss.m.i..
In particolare la chiusura orizzontale esterna dovrà assicurare, nel suo insieme o nei materiali a più diretto contatto con l'esterno o con il terreno, una perfetta impermeabilità all'umidità esterna od alle acque esterne comunque prodotte; in ogni caso dovranno essere previste idonee impermeabilizzazioni per l'isolamento delle strutture orizzontali e verticali in elevazione con le opere murarie a contatto con il terreno; a tal fine dovranno essere usati idonei materiali e componenti (sono consentiti i materiali bituminosi) rispondenti alle specifiche contenute nelle relative norme UNI.
Per i locali adibiti ad ufficio od a funzioni didattiche, compresa la palestra, si dovrà eseguire un accurato isolamento termico tale da garantire una differenza fra la temperatura dell'aria del locale e la temperatura della superficie superiore del pavimento, non superiore a 2 gradi C.; quando necessario dovrà inoltre essere eseguita idonea barriera al vapore.
Le massicciate in pietrame sotto i pavimenti o i marciapiedi, qualora non siano previsti solai o platee, dovranno avere uno spessore minimo di cm 30 ed essere poste in opera perfettamente pulite da terriccio; sopra la massicciata dovrà essere eseguito un massetto in cls Rbk 250 dello spessore minimo di cm 6, tirato a livello, sopra il quale, dopo l'eventuale impermeabilizzazione, verrà eseguita la pavimentazione prevista dal progetto od indicata dalla D.L.; nel massetto in cls, se richiesta, dovrà essere posta in opera una rete elettrosaldata in tondino di acciaio di tipo idoneo all'uso del locale ed in relazione al tipo di terreno ed alla presenza di acqua di falda; nei casi in cui l'uso del locale lo richieda sarà eseguita una idonea isolazione termica del pavimento.
1.1.11. PARTIZIONI INTERNE ORIZZONTALI
Si definisce partizione interna orizzontale l'insieme di componenti e materiali che costituisce un piano di separazione orizzontale tra due spazi interni dell'edificio.
1.1.11.1. SOLAI DI PIANO
I solai di piano dovranno consentire il rispetto delle condizioni acustiche (isolamento dai rumori di calpestio e aerei tra spazi sovrapposti ed assorbimento dei rumori prodotti all'interno) e garantire l'impermeabilità all'acqua nelle zone ove necessario.
In particolare dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni:
A. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE
Il solaio di piano dovrà essere realizzato secondo i disegni di progetto; in particolare dovranno essere previsti ed impiegati tutti gli accorgimenti e i materiali, quali pavimento galleggiante, isolamento delle strutture portanti, interposizione di strati isolanti, ecc., tali da garantire il rispetto delle norme stesse; nel caso di passaggio di tubazioni con fluido riscaldato l'isolamento acustico dovrà resistere senza deterioramenti alla temperatura delle tubazioni stesse; in ogni caso le caratteristiche tecnologiche, come resistenza alla temperatura, resistenza allo schiacciamento, densità, sistema di produzione, inerzia chimica, ecc., dovranno essere idoneamente documentate ed accettate dalla D.LL.. L'isolamento acustico ed i requisiti acustici potranno essere verificati per quanto concerne il potere fonoisolante della struttura, l'isolamento acustico contro i rumori via aerea, il livello di rumore di calpestio fra due spazi sovrapposti, la rumorosità dei servizi e degli impianti fissi, il coefficiente di assorbimento dei materiali assorbenti acustici; le misure, le determinazioni sperimentali, la presentazione e la valutazione dei dati, seguiranno per quanto possibile le raccomandazioni ISO R 140 ed UNI 2948 per le misure di isolamento acustico e di livello del rumore e di calpestio, ISO 231 per le misure di assorbimento acustico; i valori delle frequenze nominali da utilizzare saranno quelli normalizzati da 125, 250, 500, 1000, 2000 e 4000 Hz.
B. IMPERMEABILITÀ ALL'ACQUA
Dove richiesto ed in particolar modo quando il solaio separi spazi adibiti a servizi igienico-sanitari, docce, cucine, ecc., da spazi sottostanti si dovrà provvedere all'impermeabilizzazione all'acqua mediante idonei materiali e componenti rispondenti alle specifiche contenute nelle relative norme UNI; nei casi in cui si renda necessaria, sarà posta in opera idonea barriera al vapore dello spessore determinato mediante l'applicazione del diagramma di Xxxxxx.
1.1.11.2. PLAFONATURE
Si definisce plafonatura o controsoffitto l'insieme di materiali e componenti che separa l'intercapedine sottostante al solaio dallo spazio abitabile interno od esterno.
La plafonatura verrà posta in opera dove indicato dai disegni di progetto o richiesta dalla D.L. e dovrà rispondere a quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.1991 n. 10; in particolare dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni:
A. RISPETTO DELLE CONDIZIONI D'USO E DI SICUREZZA
Le plafonature dovranno essere studiate e realizzate in modo tale da essere facilmente sostituibili, da favorire l'ispezione delle reti e degli impianti che trovano allocazione all'interno della camera d'aria; dovranno consentire l'applicazione di apparecchi o parti di apparecchi per l'illuminazione, aerazione, condizionamento, estinzione, ecc.. Le plafonature dovranno inoltre essere realizzate in modo da soddisfare le condizioni di sicurezza; in particolare gli elementi costituenti (pannelli, profilati, ecc.) dovranno essere fissati in modo tale da garantire comunque la loro stabilità; per il locale palestra o locali simili dovranno avere resistenza meccanica agli urti che si possono normalmente verificare durante l'utilizzo dei locali stessi. Tutti i materiali impiegati per le plafonature, compresi quelli per l'imbustamento del materiale coibente ed il materiale coibente stesso, dovranno essere del tipo autoestinguente, secondo le norme vigenti, e non favorire il deposito di polvere.
B. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE
Le plafonature dovranno contribuire, assieme alle chiusure orizzontali, con le quali sono strettamente collegate, al soddisfacimento delle condizioni acustiche richieste dalle norme mediante l'adozione di soluzioni tecnologiche e di materiali adatti all'assorbimento dei rumori per via aerea; le soluzioni tecnologiche adottate, i materiali impiegati e le relative caratteristiche dovranno essere, prima della
loro accettazione da parte della D.L., documentate e specificate in una descrizione particolareggiata che tenga conto dell'isolamento complessivo dello spazio in cui vengono impiegati.
C. FINITURE
Le finiture delle plafonature dovranno rispondere, oltre che alle prescrizioni di cui sopra, anche ai problemi di riuscita estetica ed in tal senso approvate dalla D.L.
1.1.12. CHIUSURE VERTICALI ESTERNE
Si definisce chiusura verticale esterna l'insieme dei materiali e componenti che costituisce un piano di separazione verticale tra l'interno e l'esterno dell'edificio; appartengono alle chiusure verticali esterne anche quelle inclinate che formino un angolo con il piano verticale uguale o inferiore a 30 gradi. Le chiusure verticali esterne saranno costituite dai seguenti elementi :
- muratura portante retta di spessore grezzo uguale o superiore a 20 cm, eseguita con blocchi semipieni di laterizio alveolato;
- barriera al vapore costituita da teli in polietilene estrusi colortati a bassa densità posati a secco sovrapposti sulle giunture di circa 5- 10 cm e saldati con nastro biadesivo butilico di larghezza 15 mm;
- strato termoisolante costituito da pannelli rigidi preformati spessore 50 mm in schiume di polistirene espasnso posati a secco a giunti accostati a ridosso della muratura di supporto sovrapponendo i corsi a giunti sfalsati;
- rivestimento ad intercapedine per interni, realizzato mediante I'assemblaggio di due lastre in gesso rivestito a bordi assottigliati, fissate con viti autoperforanti alla struttura portante, costituita da profili a C, posti ad un interasse massimo di 60 cm, fissati a parete. Tutti i profili metallici dovranno essere in acciaio zincato e nervato, isolati dalla struttura perimetrale mediante interposizione di una striscia di materiale anelastico.
- spessore delle lastre 1.25+1.50 cm;
- gesso rivestito classe 1 di reazione al fuoco;
Sarà eseguita la stuccatura della testa delle viti di fissaggio nonche la stuccatura e la sigillatura dei giunti di accostamento delle lastre eseguita con idoneo stucco previa I'applicazione di striscie di supporto armate con carta microforata.
Gli elementi singoli e nel loro insieme assemblato in opera, dovranno rispondere a tutte le condizioni di stabilità e sicurezza normali e straordinarie (urti, vibrazioni, terremoti, ecc.) e a quanto meglio indicato negli elaborati grafici relativi ai particolari costruttivi.
1.1.12.1. MURATURE VERTICALI PORTANTI E DI TAMPONAMENTO
Le murature verticali portanti o di tamponamento dovranno essere eseguite in modo da garantire l'aspetto architettonico previsto dai disegni di progetto ed assemblate come da particolari costruttivi e/o secondo le prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.LL..
In ogni caso dovranno essere garantite le seguenti caratteristiche e prescrizioni:
A. FINITURE ESTERNE ED INTERNE
La superficie interna ed esterna dell'insieme tecnologico dovrà essere tale da garantire il rispetto delle condizioni acustiche, termoigrometriche, e di purezza dell'aria; dovrà inoltre garantire la possibilità di porre in opera ganci o sostegni atti a sostenere eventuali arredi fissi.
B. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE, TERMO-IGROMETRICHE E DI PUREZZA DELL'ARIA
Le murature verticali portanti o di tamponamento, nei materiali, nei componenti e nelle caratteristiche costruttive, dovranno essere tali da garantire il rispetto integrale di quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.91 n. 10 e successive modificazioni ed integrazioni; dovranno comunque garantire l'eliminazione di qualunque ponte termico, un'inerzia termica tale che lo smorzamento dell'onda termica sia uguale o superiore al valore 15 ed uno sfasamento dell'onda stessa, uguale o superiore alle otto ore. La misura della trasmittanza dovrà essere eseguita su campioni di dimensioni sufficientemente grandi in modo che la misura stessa rappresenti il valore medio dell'intera parete nelle condizioni quanto più possibile prossime a quelle di esercizio; nel caso di componenti prefabbricati il controllo deve riguardare sia il singolo pannello che gli elementi di congiunzione fra i pannelli. Il controllo delle proprietà igrometriche dovrà essere eseguito in modo da accertare che, nelle condizioni di temperatura prevista per l'impiego della muratura, in nessun punto della faccia interna possano aversi fenomeni di condensazione, almeno
fino a quando il valore dell'umidità relativa nell'ambiente non superi il limite del 70%. Il controllo della tenuta alla pioggia dovrà essere eseguito in modo da accertare che in nessun punto possano verificarsi fenomeni di infiltrazione di acqua. Dovrà inoltre essere eseguito un controllo della corretta posa in opera ed un controllo qualitativo diretto ad accertare che non vi siano difetti, di esecuzione o di montaggio, tali da compromettere le caratteristiche funzionali previste dai disegni e dalle specifiche di progetto o le caratteristiche tecniche dei singoli materiali documentate da certificati di prove di laboratorio; nel caso di costruzioni realizzate con elementi prefabbricati di grandi dimensioni, come indice qualitativo di corretta posa in opera, potrà essere assunta la condizione di verticalità di chiusura completa generalmente verificata dal collaudo statico.
C. CONSERVAZIONE
Le murature verticali portanti o di tamponamento nel loro insieme dovranno essere garantite, con minima ed economica manutenzione, per una durata pari a quella dell'edificio.
Nel caso l'Appaltatore intenda utilizzare tipi di muratura diversa da quella di progetto, potrà essere autorizzato in tal senso, a giudizio insindacabile della D.L. e purché siano mantenute tutte le caratteristiche di cui sopra, previa presentazione ed approvazione di particolari costruttivi, sistema di assemblaggio e calcoli giustificativi del rispetto di dette caratteristiche.
1.1.13. PARTIZIONI INTERNE VERTICALI
Si definisce partizione interna verticale l'insieme di materiali e componenti che costituisce un piano verticale di separazione tra due spazi interni.
Le chiusure verticali interne dovranno rispondere, come elementi singoli e nel loro insieme assemblato in opera, alle condizioni di stabilità e di sicurezza anche in relazione alle sollecitazioni straordinarie (urti, vibrazioni, ecc.).
1.1.13.1. TRAMEZZE
Si definisce tramezza l'insieme di materiali e componenti che costituisce un piano opaco fisso di separazione tra due spazi interni.
Le tramezze potranno essere:
- in laterizio dello spessore previsto dai disegni di progetto ed adeguato al grado di isolamento richiesto, intonacate su entrambi i lati;
- in componenti prefabbricati (gesso, calcestruzzo, ecc.) con interposti isolanti termoacustici, dello spessore adeguato, con perfetta sigillatura dei giunti, indeformabili nel tempo.
- in tavolato verticale, realizzato mediante assemblaggio di quattro lastre in gesso rivestito, due per ogni lato, a bordi assottigliati, fissate con viti autoperforanti alla struttura portante, per uno spessore complessivo minimo di 125 mm, costituita da profili verticali a C, posti ad un interasse massimo di 60 cm, inseriti in profili orizzontali ad U fissati a pavimento con banda biadesiva ed a soffitto con tappi ad espansione. Tutti i profili metallici dovranno essere in acciaio zincato e nervato, isolati dalla struttura perimetrale mediante interposizione di una striscia di materiale anelastico.
Lo strato termoisolante, in possesso delle caratteristiche come prescritto dalla norma UNI 7819/88 e garantiti dal Marchio "iiP", posto in verticale, è costituito da pannelli rigidi preformati in schiume di polistirene espanso sinterizzato a ritardata propagazione di fiamma della densità di 30 kg/m3, spessore 50 mm, posati a secco a giunti accostati .
II tavolato dovrà soddisfare le seguenti caratteristiche tecniche debitamente documentate dall'Appaltatore ed accettate dalla D.L.:
- potere fonoisolante050 dB;
- spessore delle lastre 13 mm;
- gesso rivestito classe 1 di reazione al fuoco;
Sarà eseguita la stuccatura della testa delle viti di fissaggio nonchè la stuccatura e la sigillatura dei giunti di accostamento delle lastre eseguita con idoneo stucco previa I'applicazione di striscie di supporto armate con carta microforata.
Al piede delle tramezze dovrà essere posto in opera un opportuno strato di coibente acustico.
Nelle pareti divisorie dovranno, di norma, trovare collocazione le canalizzazioni dell'impianto elettrico, completo di frutti ad incasso, e le canalizzazioni compatibili dell'impianto di riscaldamento ed idrico- sanitario; il passaggio delle canalizzazioni non dovrà risultare pregiudizievole delle staticità delle pareti divisorie.
La composizione dei materiali dell'insieme tecnologico costituito dalla parete divisoria, dovrà essere compatibile con l'utilizzo dei locali; in particolare nei bagni e nei servizi non dovranno verificarsi inconvenienti di sorta per la presenza di umidità prodotta nei locali stessi.
In particolari edifici, quali scuole, uffici, ecc., per consentire una futura e facilmente realizzabile flessibilità dell'edificio in rapporto alle mutate esigenze di usufruibilita degli spazi, su richiesta della D.L., le tramezze tra locale e locale, ed in generale quelle che la D.L. riterrà opportuno, dovranno essere poste in opera su pavimento continuo, senza che l'Appaltatore abbia diritto a nessun compenso di sorta.
Le tramezze dovranno garantire il rispetto integrale delle seguenti prescrizioni:
A. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE
Le tramezze dovranno essere continue in altezza; al di sopra di eventuali plafonature e fino all'intradosso del solaio dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari ad impedire la formazione di ponti acustici, a meno che le plafonature non costituiscano esse stesse idonea barriera alla trasmissione del suono per via aerea.
B. RISPETTO DELLE CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE
In tutti i locali dove sono allocati apparecchi di erogazione dell'acqua (servizi igienico-sanitari, docce, cucine, ecc.), le tramezze dovranno essere rivestite in tutta o in parte la loro estensione e per l'altezza prevista dal progetto e comunque non inferiore all'altezza delle porte.
C. CONSERVAZIONE
Le tramezze, nel loro insieme, dovranno essere garantite, con economica manutenzione, per una durata pari a quella dell'edificio, consentire una facile sostituzione dei loro componenti e resistere agli urti che potrebbero verificarsi nell'uso. Il sistema di assemblaggio dei vari componenti, la scelta dei componenti stessi e dei materiali, dovranno essere tali da consentire la sostituzione di quelle tramezze che abbiano subito, per qualsiasi ragione, deterioramenti tali da non essere più conformi alle originali caratteristiche di fornitura del manufatto
1.1.14. IMPERMEABILIZZAZIONI
Qualsiasi tipo di impermeabilizzazione dovrà essere eseguito con grande attenzione ed accuratezza soprattutto in vicinanza di fori, passaggi, cappe, ecc.; l'appaltatore avrà l'obbligo di eliminare a proprie spese eventuali perdite che si dovessero manifestare anche a distanza di tempo. I materiali da impiegare nelle opere d'impermeabilizzazione dovranno possedere le caratteristiche descritte dal presente Capitolato, dalle disposizioni progettuali e dai vari articoli dell'elenco descrittivo delle voci. Inoltre potranno essere richiesti dalla D.L. i requisiti del marchio di qualità e di idoneità tecnica rilasciati dagli istituti o organi competenti.
1.1.14.1. PRESCRIZIONI GENERALI
Per l'esecuzione dei lavori di impermeabilizzazione l'Appaltatore dovrà rispettare le seguenti disposizioni:
A. PIANI DI POSA
Dovranno essere il più possibile lisci, uniformi, privi di irregolarità di avvallamenti e di polvere. Si dovranno predisporre i necessari giunti di dilatazione in base alla dimensione ed alla natura del materiale e della superficie di posa per annullarne i prevedibili movimenti.
B. BARRIERA AL VAPORE
Se gli ambienti sottostanti alla copertura presenteranno particolari condizioni termoigrometriche l'Appaltatore avrà l'obbligo di proteggere dalla condensazione dei vapori provenienti dal basso sia il manto impermeabile che gli eventuali strati coibenti mediante l'applicazione di una barriera al vapore realizzata con strato di materiale impermeabile costituito, salvo diverse prescrizioni, da armatura inorganica (velo di vetro, foglio di alluminio) rivestita da spessori di prodotto bituminoso.
C. LAVORI PREPARATORI E COMPLEMENTARI
L'Appaltatore dovrà realizzare i piani di posa delle soglie e delle porte, dei balconi e dei davanzali in modo che siano in pendenza verso l'esterno. I muri perimetrali ai piani impermeabilizzati dovranno essere eseguiti così da ricavare alla loro base delle incassature i cui Sottofondi dovranno essere intonacati e raccordati al piano di posa; quindi si dovranno collegare le superfici orizzontali con quelle verticali impiegando lo stesso materiale utilizzato per l'impermeabilizzazione. Le zoccolature di
marmo, gres o altro materiale e le facce a vista degli elementi di rivestimento dovranno essere incassate nella parete in modo da non sporgere.
D. PRECAUZIONI
Durante la realizzazione e la manutenzione di coperture impermeabili, l'Appaltatore dovrà tutelare l'integrità del manto evitando di poggiarvi sopra materiali o attrezzature che lo possano danneggiare.
E. RIFACIMENTI
Qualora si dovesse ripristinare una vecchia impermeabilizzazione senza dismetterla, l'Appaltatore dovrà considerarla alla stessa stregua di un piano di posa; dovrà quindi eliminare bolle, grinze, parti distaccate o fragili, pulire il manto impermeabile, trattarlo con primer, ripristinarlo impiegando materiali analoghi a quelli preesistenti ed infine provvedere alla posa in opera del nuovo.
1.1.14.2. IMPERMEABILIZZAZIONI STRATIFICATE MULTIPLE A CALDO
Le impermeabilizzazioni multiple saranno realizzate con strati alternati a sfoglie di bitume ed a supporti bitumati.
L'Appaltatore dovrà eseguirle rispettando le seguenti modalità:
- spalmerà a freddo mediante pennello su superfici perfettamente asciutte e prive di polvere una quantità di soluzione non inferiore a 0,4 kg/mq. composta da bitume ossidato con solventi a rapida essiccazione;
- provvederà a stendere un primo strato a caldo (180° - 200°C) di bitume ossidato o di mastice bituminoso, (in ragione di 1,5 - 2,5 kg/mq. a seconda delle caratteristiche del fondo);
- applicherà quindi il primo supporto bitumato (guaina armata in poliesteri, cartonfeltro, guaina in velo vetro, ecc.), sovrapponendo i lembi per almeno cm 10 e scaldandoli a fiamma;
- spalmerà a caldo, se richiesto un secondo strato di bitume;
- stenderà gli strati successivi di guaine armate o altro, incrociando i teli e sfalsando i giunti sempre sovrapposti per almeno 10 cm. e saldati a fiamma.
- stenderà, se richiesti, i previsti strati di scorrimento in tessuto non tessuto, in guaina forata o altro sia al di sotto delle guaine impermeabilizzanti che al di sopra prima della costruzione delle caldane.
1.1.15. PAVIMENTI
Si definisce pavimento l'insieme di materiali e componenti che costituisce l'ultimo strato superiore delle chiusure orizzontali e che svolge principalmente funzione di calpestio; di massima è costituito da strato di calpestio, collante o materiale di allettamento, sottofondo.
1.1.15.1. PRESCRIZIONI GENERALI
In generale i materiali ed i componenti dei pavimenti dovranno garantire il rispetto delle:
A. CONDIZIONI ACUSTICHE
I pavimenti dovranno contribuire al rispetto delle condizioni acustiche e pertanto nella scelta dei materiali e nella posa in opera si dovranno osservare tutti gli accorgimenti necessari atti ad evitare l'esaltazione dei rumori, ad evitare vibrazioni e, specie in locali particolari, quali sale riunioni, auditorium, ecc., a consentire un parziale assorbimento acustico.
B. CONDIZIONI DI ILLUMINAZIONE E COLORE
I pavimenti dovranno avere un colore stabile alla luce, differenziato a seconda della destinazione d'uso dei locali, fermo restando il rispetto delle esigenze di flessibilità, e tale da rispondere alle funzioni ed attività che si svolgono nello spazio a cui sono destinati.
C. CONDIZIONI DI SICUREZZA
Nella scelta dei materiali e nella posa in opera dei pavimenti dovranno essere osservati tutti gli accorgimenti necessari al rispetto delle condizioni di sicurezza; i pavimenti dovranno avere coefficiente di attrito superiore a 0.4, essere antistatici, avere la classe di resistenza al fuoco prevista per i locali a cui sono destinati, essere posati accuratamente in modo da evitare avvallamenti e distacchi.
D. CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE
Nella scelta dei materiali si dovrà porre particolare attenzione al rispetto delle condizioni di conservazione in modo tale da garantirne la loro compattezza e durezza, per evitare sgretolamenti e deterioramenti, e da consentirne una facile sostituzione e pulizia.
Il tipo, i materiali e le caratteristiche dei pavimenti dovranno essere quelli previsti dai disegni di progetto, dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e dalle eventuali disposizioni che la D.L. impartirà all'atto esecutivo.
In carenza di quanto sopra, i pavimenti dovranno essere relazionati con la destinazione d'uso degli ambienti; indicativamente si adotteranno i seguenti pavimenti:
- nei locali a diretto contatto con il terreno e adibiti ad usi tecnologici (centrale termica, depositi, ecc.), in piastrelle ceramiche monocottura trafilate o in gres rosso, o in cemento lisciato eseguito con dosature e caratteristiche specifiche all'uso e definite dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci;
- all'esterno, su marciapiedi, camminamenti, ecc., in quadroni di cls lavato o sabbiato, o in piastre di porfido, complete di fugatura dei giunti in malta di cemento, o in altro materiale indicato dalla D.L. come gomma o simili;
- all'esterno, su poggioli, terrazze, ecc., in piastrelle ceramiche monocottura con caratteristiche di antigelività, in quadroni di cls lavato o sabbiato o altro materiale indicato dalla D.L.;
- negli ingressi, atrii, scale, pianerottoli, tenuto conto delle funzioni di detti spazi , potranno essere in marmo, in piastrelle ceramiche monocottura trafilate, atomizzate o pressate, in materiale sintetico ad alta resistenza all'usura come gomma, PVC omogeneo;
- nelle cucine e nei servizi, in piastrelle ceramiche monocottura trafilate, atomizzate o pressate;
- nei locali adibiti ad uffici, ecc., in piastrelle ceramiche monocottura trafilate, atomizzate o pressate, in PVC omogeneo, in linoleum saldato;
- nei locali adibiti ad alloggio di persone in gomma, linoleum, PVC omogeneo o multistrato, legno, ecc..
In generale, per quanto riguarda dimensioni, caratteristiche, taglio, pezzatura ecc., si dovrà far riferimento alle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci; in particolare e/o in carenza di queste, i materiali dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche:
- i pavimenti in piastrelle ceramiche dovranno essere conformi alle norme UNICERAB con particolare riferimento alle caratteristiche di usura dovuta all'abrasione, al grado di durezza della superficie, alla resistenza al gelo, alla resistenza agli sbalzi di temperatura, alla resistenza agli acidi e agli alcali, alla stabilità del colore alla luce, alle caratteristiche di assorbimento d'acqua, ecc.;
- i pavimenti in PVC omogeneo dovranno essere conformi alla Norme UNI 70-71-72 ed al BS 3261 A, dovranno essere pressati a strato unico, avere spessore minimo di mm 2, essere posti in opera a giunti saldati, avere ottima resistenza all'usura, all'azione di sostanze chimiche ed avere omologazione alla classe 1 di resistenza al fuoco idoneamente certificata e documentata;
Tutti i pavimenti dovranno essere posti in opera secondo le prescrizioni delle ditte produttrici (esempio: temperatura ed umidità), i sottofondi dovranno essere di tipo idoneo al pavimento impiegato, i collanti impiegati dovranno essere di prima qualità e ad alta resistenza agli agenti chimici.
I pavimenti dovranno essere posti in opera secondo le indicazioni della D.L. che potrà richiedere pose particolari, quali fuga larga, posa a 45 gradi, ecc., senza che l'Appaltatore abbia diritto ad alcun compenso di sorta.
In generale tutti i locali dovranno essere muniti di battiscopa secondo le indicazioni della D.L. e le relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci.
1.1.15.2. POSA
La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo o genere dovrà venire eseguita in modo che la superficie risulti perfettamente piana ed osservando scrupolosamente le disposizioni che saranno impartite dalla D.L.. I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro, dovranno risultare perfettamente fissati al sottostrato e non dovrà verificarsi nelle connessure dei diversi elementi a contatto la minima ineguaglianza. I pavimenti dovranno essere consegnati perfettamente finiti, compresi eventuali trattamenti prescritti, senza macchie di sorta. Resta stabilito contrattualmente che per un periodo di almeno 10 giorni dopo l'ultimazione di ciascun pavimento, l'Appaltatore avrà l'obbligo di impedire l'accesso a qualunque persona nei locali, anche per pavimenti costruiti da altre ditte. Ove i pavimenti risultassero in tutto o in parte danneggiati per il passaggio abusivo di persone o per altre cause, l'Appaltatore dovrà a sua cura e spese ricostruire le parti danneggiate. L'Appaltatore ha l'obbligo di presentare alla direzione dei lavori i campioni dei pavimenti che saranno prescritti. Tuttavia la D.L. ha piena facoltà di provvedere il materiale di pavimentazione.
L'Appaltatore, se richiesto, ha l'obbligo di provvedere alla posa in opera al prezzo indicato nell'elenco ed eseguire il sottofondo giusto le disposizioni che saranno impartite dalla D.L. stessa. Per quanto concerne gli interventi da eseguire su manufatti di particolare valore storico - artistico, l'Appaltatore
dovrà evitare l'inserimento di nuovi elementi; se non potesse fare a meno di impiegarli per aggiunte o parziali sostituzioni, essi saranno realizzati con materiali e tecniche che ne attestino la modernità in modo da distinguerli dagli originali. In presenza di figurazioni di vario tipo, anche geometriche, realizzate con materiali e colorazioni varie, gli interventi di ripristino, sostituzione, integrazione, restauro o conservazione dovranno essere di volta in volta attentamente valutati ed eseguiti secondo le disposizioni progettuali e le istruzioni della D.L.. Si dovranno riconoscere i materiali originari, la loro provenienza ed il tipo do lavorazione per poter quindi orientare la scelta dei materiali necessari all'intervento. Se richiesto le parti di integrazione costituenti le decorazioni potranno essere trattate in modo tale da essere riconoscibili come non originali.
A. SOTTOFONDI
GENERALITA'
Il piano destinato alla posa dei pavimenti, di qualsiasi tipo essi siano, dovrà essere opportunamente spianato mediante un sottofondo, in guisa che la superficie di posa risulti regolare e parallela a quella del pavimento da eseguire alla profondità necessaria. Il sottofondo dovrà essere costituito, secondo gli ordini della D.L., e dovrà essere gettato in opera a tempo debito per essere lasciato stagionare almeno 10 giorni. Prima della posa del pavimento le lesioni eventualmente manifestatesi nel sottofondo saranno riempite e stuccate con boiacca di calce o cemento e quindi rasate a livello. Nel caso che si richiedesse un massetto di notevole leggerezza la D.L. potrà prescrivere che sia eseguito in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa, vermiculite, additivi aeranti, ecc. Quando i pavimenti dovessero poggiare su materiali comunque comprimibili, il massetto dovrà essere costituito da uno strato di conglomerato di congruo spessore, eventualmente armato, da gettare sopra un piano ben costipato e fortemente battuto, in maniera da evitare qualsiasi successivo cedimento.
SOTTOFONDI E/X XXXXXXXX
1) Caratteristiche dei sottofondi per i pavimenti interni
Il massetto dovrà avere uno spessore medio di cm 5, realizzato mediante impasto avente densità di circa 1000 kg/mc, a base di prodotto premiscelato (argilla espansa con granulometria da 0-4 mm e leganti specifici) di spessore non minore di cm 5 in via normale;
Xxxxxxxx non si verifichino instabilità e crepe nel massetto, è necessario che lo stesso venga
armato con rete metallica zincata sovrapposta con giunti sfalsati, avente maglie cm 5x5 e diametro mm 2, sollevata dal piano di appoggio del massetto di cm 2. In alternativa possono essere utilizzate nell'impasto le fibre sintetiche in polipropilene modificato nella misura di kg. 1 per metro cubo di impasto.
2) Caratteristiche dei sottofondi per marciapiede
Il massetto dovrà avere uno spessore minimo 12 cm eseguito in cls con Rck >= 25 N/mmq, di consistenza plastica al momento del getto.
Xxxxxxxx non si verifichino instabilità e crepe nel massetto, è necessario che lo stesso venga
armato con rete metallica elettrosaldata con barre di acciao >= Φ 8 e maglia 20x20
Per i sottofondi di cui ai punti 1) e 2)
L'armatura di rinforzo è indispensabile soprattutto per superfici estese e quando il massetto non raggiunge uno spessore idoneo a garantire una perfetta stabilità (spessori minimi, riprese varie, passaggi di tubazioni, ecc.: il cemento preesistente sulle stesse dovrà essere spazzolato con cura e inumidito con additivo diluito con acqua e cemento, poco prima del riporto del sottofondo, onde consentire un miglior ancoraggio dei due strati riducendo la possibilità di eventuali screpolature; lo stesso trattamento è consigliabile anche fra le interruzioni del sottofondo, da un giorno all'altro).
Il massetto dovrà essere fornito perfettamente planare, strutturalmente omogeneo e solido, finito
in superficie a frattazzo finissimo. E' importante ricordare che qualora si dovesse interrompere il getto del massetto da un giorno all'altro, il taglio di giunzione dovrà essere verticale netto e non inclinato, con rete metallica passante, per evitare sollevamenti sul giunto in caso di espansione del massetto. Eventuali tagli da eseguire nel massetto onde evitarne la fessurazione per il ritiro dell’impasto cementizio durante l’essiccamento, dovranno essere realizzati, dopo la presa idraulica del calcestruzzo, con idonea sega per una profondità tale da non interrompere l’armatura di rinforzo e mantenere un ricoprimento del ferro di almeno cm 2.
Al momento della posa del manto sintetico con attacco adesivo i sottofondi dovranno avere una
stagionatura minima di 30 gg. dalla ultimazione, e comunque dovranno risultare privi di umidità se sottoposti ad un test di controllo umidità.
CONTROLLO DEL SOTTOFONDO
Stagionatura
Ogni sottofondo, sulla base del materiale di cui è composto, ha bisogno di un opportuno tempo di presa e successivamente di stagionatura fino a raggiungere il suo equilibrio igrometrico.
I tempi di presa e di stagionatura dei vari materiali impiegati per l’esecuzione dei sottofondi sono diversi e sono variabili in relazione allo spessore posto in opera ed alle condizioni ambientali.
Compattezza e sfarinatura
In cantiere è possibile effettuare il controllo delle condizioni del sottofondo solo con mezzi semplici, ma non assolutamente precisi, per cui è sempre necessario integrarli, per l’esatta valutazione delle reali condizioni, con l’esperienza del posatore.
In cantiere è una valutazione effettuabile solo in modo empirico con i seguenti metodi da usare in modo integrativo:
- battendo con un martello non si devono formare impronte.
- graffiando energicamente la superficie con un chiodo non si devono formare segni profondi né avere la formazione di evidente polvere o sgretolamento.
Fessurazioni e crepe
Occorre valutare le caratteristiche e le cause delle fessurazioni e crepe.
Su sottofondo cementizio è ammessa la presenza di fessure capillari ferme, derivanti dal normale ritiro dell’impasto durante la sua presa idraulica e la sua stagionatura.
Altre fessure, dovute per esempio al troppo rapido essiccamento del massetto, all’alta presenza dell’acqua nel cls , all’utilizzo di inerti troppo fini nel cls, a riprese di getto, alla mancanza di giunti di dilatazione, ad assestamenti e tutte le fessure non ferme dovranno essere opportunamente sanate.
I giunti di dilatazione esistenti nella struttura portante dell’edificio vanno sempre proseguiti nei sottofondi e nel pavimento.
Quote e livelli
Il controllo della quota di un sottofondo viene eseguita seguendo il seguente criterio:
- il massetto deve essere verificato per quanto riguarda la quota in relazione agli altri pavimenti adiacenti considerando lo spessore del pavimento da porre in opera .
La verifica della planarità viene eseguita con staggia appoggiata sul sottofondo.
A seconda della distanza dei punti di contatto con il sottofondo si considerano accettabili differenze di livello entro la tolleranza massima di 0,5 ‰ (zero virgola cinque per mille) su un metro 0,5 m/m.
Nel caso di difetti di planarità questi possono essere corretti con apposite rasature utilizzando i livellanti opportuni in funzione del sottofondo e dello spessore da recuperare.
Lisciatura e durezza
La superficie dei sottofondi in calcestruzzo deve presentarsi solida e finita a frattazzo finissimo.
La valutazione della qualità della lisciatura e della durezza del sottofondo sono importanti per definire e quantificare gli interventi da eseguire con le rasature prima della posa dei pavimenti.
Un sottofondo ruvido richiede più rasature per ottenere una superficie idonea che non comprometta la planarità della pavimentazione finale ed un sottofondo poco resistente richiede in oltre un intervento di rinforzo del sottofondo stesso per non danneggiare la pavimentazione finale dagli eventuali carichi concentrati o dinamici (sedie a rotelle, carrelli, scaffali).
Pulizia
Il controllo della pulizia della superficie deve essere eseguito sul sottofondo prima delle rasature e ripetuto dopo le lisciature prima della spalmatura dei collanti.
Il sottofondo deve essere pulito ed esente da tutto ciò che in superficie può limitare l’effetto di prodotti impregnanti o consolidanti e l’ancoraggio dei livellanti .
la pulizia consiste in:
1. raschiare con raschietto e spatola grumi di intonaco o di gesso;
2. raschiare e pulire, con raschietto e spazzola metallica macchie di pitture, grassi e oli fino ad eliminare ogni traccia della loro penetrazione nel sottofondo;
3. eliminare la polverosità della superficie con spazzole e/o monospazzole;
4. rimuovere le parti di sottofondo non solidamente ancorate al sottofondo;
Sulle rasature generalmente la pulizia consiste solamente nella rimozione dei residui dei livellanti e della polvere. Se necessario si dovranno ripetere i precedenti punti n. 1, 2
RASATURA
Prima della posa del pavimento è necessario effettuare una rasatura sul sottofondo in calcestruzzo. Tale operazione è indispensabile per livellare la superficie, per regolarizzare l'assorbimento superficiale dei collanti e per garantire un solido appoggio.
La rasatura deve essere eseguita su sottofondo asciutto, pulito, liscio, piano, strutturalmente solido, privo di polvere, solventi, vernici, oli, grassi, e successivamente ad eventuali ripristini del sottofondo quali: spolvero superficiale, fessurazioni, crepe e poca consistenza.
L'impasto per la rasatura del sottofondo, sarà composto da polveri speciali cementizie additivate con lattice a base di resine e deve avere un consistenza morbida (per le percentuali attenersi alle istruzioni del produttore). Per la preparazione dell'impasto, da effettuarsi con miscelatore elettrico, occorre versare la polvere in un recipiente idoneo contenente acqua ed aggiungere l'additivo per migliorare la resistenza della rasatura.
E' necessario rispettare il tempo aperto (riposo) dell'impasto. Se una mescola ha già fatto presa, non cercare di recuperarla, neanche mediante aggiunta di acqua. Durante la rasatura, occorre che la temperatura ambiente sia almeno di 15°C.
Per l'applicazione delle rasatura occorre rovesciare la mescola sul sottofondo e rasare con la spatola metallica, facendo un movimento rotatorio: all'andata tirare a "0", tenedo la spatola quasi verticale ed al ritorno tenere l'utensile in posizione più inclinata.
Le rasature si possono ripetere a seconda della finitura dei sottofondi e queste operazioni vanno eseguite ad intervalli di 24 ore e, tra una rasatura e l'altra, è necessario eliminare i rilievi lasciati dalla spatola utilizzando spatole metalliche o monospazzola con cartavetro.
Una volta essiccata la rasatura, prima della stesura dell'adesivo, il fondo dovrà essere levigato con monospazzola e cartavetro e successivamente aspirata la polvere.
ADESIVI
Monocomponente acrilico per gomma su sottofondi assorbenti
Adesivo monocomponente pronto all’uso a dispersione acquosa a spalmatura unica per l’incollaggio di pavimenti in gomma civile liscia , in rilievo e sportiva in teli ed in piastre , su parti piane e sottofondi esclusivamente assorbenti.
Questo adesivo è idoneo per interni ad uso civile soggetti a traffico intenso, senza riscaldamento a pavimento.
L’indurimento dell’adesivo avviene per evaporazione ed assorbimento dell’acqua nel sottofondo. La temperatura minima consigliata per l’applicazione è di 15°C.
L’adesivo non consumato nella latta può essere riutilizzato per pose successive conservandolo chiuso ermeticamente con il coperchio.
L’adesivo viene spalmato utilizzando spatola dentata da 1 a 1.5 mm (consumo 300-400 gr/mq).
Il tempo di attesa consigliato dopo la spalmatura prima di procedere alla posa è di 5-10 minuti. Il tempo utile per l’applicazione del rivestimento sull’adesivo è di circa 10-20 minuti in condizioni ideali. Questi tempi si riducono quando il locale è molto ventilato o caldo ed in funzione all’assorbenza del sottofondo.
L’adesivo, deve essere rimosso con apposito raschietto quando al tatto non sporca più le dita. La pavimentazione è pedonabile dopo 12 ore ed è utilizzabile dopo 24/48 ore.
Eventuali sbavature di colla sono eliminabili mediante alcool/acqua finche l’adesivo è fresco.
B. PAVIMENTI IN GRES CERAMICO E IN MONOCOTTURA
. Saranno posati sopra il massetto stagionato , xxx xxxxxxxxx, tirato a fratazzo fine e perfettamente livellato, mediante appositi collanti stesi con adatta spatola dentata.
Le piastrelle saranno battute curando che non si formino gradinature.
La stuccatura delle connessure avverrà con specifico prodotto indicato dalla direzione lavori. La pulizia finale sarà effettuata mediante passaggi ad umido con segatura o apposito spazzolone rotante.
C. PAVIMENTI IN LASTRE DI MARMO
Per tali pavimenti varranno le stesse norme stabilite per i pavimenti ceramici.
D. PAVIMENTI IN CEMENTO E GRANIGLIA O IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO IN GENERE
Tali pavimenti saranno posati sopra un letto di malta cementizia disteso sopra il massetto; le mattonelle saranno ben battute anche con apposito apparecchio vibrante. Le connessure dovranno essere inferiori ad 1 mm. e saranno stuccate con cemento o con appositi prodotti che verranno indicati dalla D.L.. Dopo circa 30 gg. dalla posa si procederà alla loro arrotatura e levigatura con apposito apparecchio ad umido, passando dalle mole più grossolane a quelle più fini. Infine si eseguirà il trattamento di lucidatura finale impiegando prodotti specifici che verranno prescritti dalla D.L..
1.1.16. INTONACI
Si definisce intonaco lo strato di materiali e componenti che si applica sulla superficie esterna ed interna delle chiusure opache, al fine di predisporle all'ultima finitura (pitturazioni, rivestimenti, ecc.).
Gli intonaci dovranno essere differenziati a seconda dell'uso dei locali a cui sono destinati, dovranno essere resistenti agli agenti atmosferici e al fuoco, dovranno avere una perfetta aderenza con le murature con particolare riferimento ad intonaci su superfici in cls; l'Appaltatore dovrà adottare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare fenomeni di distacco, impiegando, se necessario e a proprie spese, materiali integrativi (additivi) o sistemi alternativi.
Per gli intonaci interni il legante utilizzato dovrà essere per tipo, caratteristiche ed impiego quello previsto dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e soddisfare le eventuali disposizioni che la
D.L. emanasse all'atto esecutivo; di norma nelle cucine e nei servizi l'intonaco dovrà essere eseguito in malta di calce idraulica con strato a finire in malta di calce aerea.
Dove tecnicamente possibile ed a giudizio insindacabile della D.L. è ammesso l'uso di intonaci premiscelati di tipo pronto o a base di gesso e resine.
Gli intonaci dovranno essere eseguiti in modo perfetto garantendo la durabilità nel tempo, senza arricciature e lesioni, ed una perfetta riuscita delle pitturazioni e dei rivestimenti.
1.1.16.1. ESECUZIONE
Gli intonaci dovranno essere eseguiti in stagione opportuna, dopo aver rimossa dei giunti delle murature la malta eccedente, ripulita e abbondantemente bagnata la superficie della parete stessa. Gli intonaci, di qualunque specie (lisci, a superficie rusticata, a bugne. ecc.) non dovranno presentare cavillature, crepature, gibbosità, irregolarità nella finitura superficiale, negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti. Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno essere demoliti e rifatti a cura e spese dell'Appaltatore. La calce da usarsi negli intonaci dovrà essere estinta da almeno tre mesi per evitare sfioriture e screpolature, verificandosi le quali sarà a carico dell'Appaltatore il fare tutte le riparazioni occorrenti. Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore ai mm 15. Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti a spigolo vivo oppure con opportuno arrotondamento a seconda delle disposizioni della D.L., si inserirà comunque al loro interno un'armatura metallica salvaspigoli in lamierino inox stirato. Particolarmente per ciascun tipo di intonaco si prescrive quanto appresso:
A. INTONACO GREZZO O ARRICCIATURA
Predisposte le fasce verticali, sotto regola di guida, in numero sufficiente, verrà applicato alle murature un primo strato di malta idraulica o bastarda detto rinzaffo, gettato con forza in modo che possa penetrare nei giunti e riempirli. Dopo che questo strato sarà alquanto asciutto, si applicherà su di esso un secondo strato della medesima malta che si stenderà a cazzuola o col fratazzo stuccando ogni fessura e togliendo ogni asperità, sicché le pareti riescano per quanto possibile regolari.
B. INTONACO COMUNE O CIVILE
Appena l'intonaco grezzo avrà preso consistenza, si stenderà su di esso un terzo strato di malta fina che si conguaglierà con le fasce di guida per modo che l'intera superficie risulti piana ed uniforme, senza ondeggiamenti e disposta a perfetto piano verticale o secondo i piani o le superfici comunque sagomate degli intradossi.
C. INTONACI COLORATI
Per gli intonaci delle facciate esterne potrà essere ordinato che alla malta da adoperarsi sopra l'intonaco grezzo siano mischiati i colori che verranno indicati per ciascuna parte delle facciate stesse. Per dette facciate potranno venire ordinati anche graffiti, che si otterranno aggiungendo ad uno strato di intonaco colorato, come sopra descritto, un secondo strato pure colorato ad altro colore che poi verrà raschiato, secondo opportuni disegni, fino a far apparire il precedente. Il secondo strato di intonaco colorato dovrà avere lo spessore di almeno mm 2.
D. INTONACO CON RASATURA A CALCE
Sull'intonaco finito al civile verrà steso un sottile strato di malta costituita da grassello di calce, polvere di pietra, pigmenti inorganici. Questo strato verrà quindi rasato con fratazzo metallico togliendo tutte le eccedenze, fino a far trasparire i granuli dell'intonaco al civile. Tale lavorazione dovrà essere fatta preferibilmente in ambiente reso alquanto umido onde evitare eccessivi ritiri non uniformi dello strato di rasatura.
E. RABBOCCATURE
Le rabboccature che occorressero su muri vecchi o comunque non eseguiti con faccia a vista in malta o su muri a secco, saranno formate con malta idraulica o bastarda. Prima dell'applicazione della malta le connessure saranno diligentemente ripulite, fino a conveniente profondità, lavate con acqua abbondante e profilate con apposito ferro.
1.1.17. PITTURAZIONI
Si definisce pitturazione lo strato finale composto da materiali aventi particolari proprietà atte a proteggere dal deterioramento causato dall'uso, dagli agenti atmosferici od altro.
Per garantire risultati perfetti delle pitturazioni dovranno essere impiegati materiali delle migliori marche in commercio, di primissima scelta e qualità, fornite in cantiere in colli originali e sigillati.
Di norma dovranno essere pitturati tutti i materiali metallici, dove non preverniciati a caldo e dove, per qualsiasi motivo, a giudizio insindacabile della D.L. non sia sufficiente la zincatura, tutte le parti in legno, tutte le parti intonacate e tutte le superfici in cls a vista.
Di norma all'interno, salvo diversa indicazione, si dovrà eseguire una idropittura lavabile nei locali ad alta concentrazione di persone (corridoi, atrii, vani scale, sale riunioni e ricreative, ecc.), semilavabile negli altri casi.
I tipi di finitura, le caratteristiche dei prodotti, i cicli di pitturazione, ecc., dovranno essere quelli previsti dal progetto, dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e dalle eventuali disposizioni che la
X.X. xxxxxxxx all'atto esecutivo.
1.1.17.1. PRESCRIZIONI GENERALI
Il ciclo di pitturazione dovrà di norma comprendere la preparazione delle superfici, l'applicazione dei prodotti di fondo, della prima mano di copertura e della finitura vera e propria; le varie fasi del ciclo, in carenza di quanto sopra, avranno le seguenti caratteristiche:
A. PREPARAZIONE
Le superfici in metallo dovranno essere preparate accuratamente in rapporto alle condizioni del metallo: a titolo indicativo ci si potrà riferire alle "Specifiche per la preparazione delle superfici di strutture in acciaio" elaborate dal SSPC-USA (vedi pagg.175-327 de "La pitturazione delle costruzioni in acciaio" ed.Italsider Genova, via Corsica 4);
Le superfici in legno dovranno essere accuratamente stuccate e carteggiate;
Le superfici intonacate, se necessario, dovranno essere accuratamente carteggiate fino a perfetta riuscita.
B. FONDO
Le superfici in metallo dovranno essere trattate con due mani di antiruggine ai cromossidi o trattate con zincatura a caldo eseguita a lavorazioni meccaniche ultimate;
Sulle superfici in legno il fondo dovrà essere costituito da una mano di impregnante stabilizzante- protettivo, per le superfici che dovranno essere pitturate con materiale trasparente, o da una imprimitura con materiale idoneo, per superfici che dovranno essere trattate diversamente;
Sulle superfici intonacate il fondo dovrà essere costituito da un'imprimitura che permetta la perfetta aderenza della pitturazione.
C. COPERTURA
La copertura, o comunemente prima mano, oltre ad essere indispensabile per coprire lo strato di fondo dovrà avere la funzione di collegamento fra il fondo stesso e lo strato successivo.
D. FINITURA
La finitura che conclude il ciclo della pitturazione dovrà avere una funzione specificatamente protettiva nei confronti del deterioramento causato dall'uso e dagli agenti atmosferici, essere di tonalità a scelta della D.LL., assicurare il massimo comfort visivo, contribuire ad evitare fenomeni di condensazione superficiale ed essere di facile manutenzione.
1.1.17.2. ESECUZIONI PARTICOLARI
Le opere dovranno eseguirsi di norma combinando opportunamente le operazioni elementari e le particolari indicazioni che seguono. La D.L. avrà la facoltà di variare a suo insindacabile giudizio le opere elementari indicate appresso, sopprimendone alcune od aggiungendone altre che ritenesse più
adatte al caso specifico. Il prezzo dell'opera potrà quindi subire variazioni in più o in meno in relazione alle varianti introdotte ed alle indicazioni della tariffa prezzi.
A. TINTEGGIATURA PER INTERNI
Tale tinteggiatura degli intonaci interni e la relativa preparazione consisterà in:
- applicazione a pennello su pareti e soffitti interni di una mano, opportunamente diluita, di impregnante isolante a base di resine acriliche in dispersione acquosa fino ad ottenere un supporto idoneo al successivo trattamento con:
- applicazione con rullo e pennello di una mano, opportunamente diluita, di pittura plastica con finitura superficiale a rilievo bucciato ed a lucido diretto a base di polimeri acrilici a pigmenti coloranti in dispersione acquosa nel colore e nell'aspetto a scelta della D.L per le superfici fini a mt
2.00 di altezza dalla quota pavimento;
- applicazione con rullo a pennello od a spruzzo di due mani, opportunamente diluite, di pittura lavabile a base di polimeri acrilici a pigmenti coloranti in dispersione acquosa nel colore e nell'aspetto a scelta della D.L. per le rimanenti superfici;
- applicazione di pittura satinata a base di resine acriliche e pigmenti resistenti alla luce, adatta per la protezione di manufatti in calcestruzzo( pilastri), mantiene l'effetto estetico del cemento a vista, colore a discrezione della D.LL..
Il prodotto deve permette di ottenere un film:
- insaponificabile
- perfettamente lavabile
- con perfetto ancoraggio
- con elevata resistenza agli agenti atmosferici
- con buona diffusione del vapore acqueo
- con elevata impermeabilità all'anidride carbonica e anidride solforosa. Posa mediante pennello o rullo o spruzzo,diluito con acqua fino al 15%.
B. TINTEGGIATURA per esterni
La tinteggiatura sarà applicata nei colori pastello chiari di pareti e soffitti esterni, mediante applicazione con rullo e/o pennello di due mani, opportunamente diluite, di pittura coprente ai silicati a base di silicati di potassio e pigmenti coloranti in dispersione acquosa nel colore e nell'aspetto a scelta della D.L.. I pavimenti dovranno essere protetti con teli in nylon, ed i serramenti con carta da imballo e nastro adesivo in carta.
A fine lavoro dovranno essere esguiti i ritocchi e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte.
D. VERNICIATURE A SMALTO COMUNE
Saranno eseguite con appropriate preparazioni, a seconda del grado di finitura richiesto ed a seconda del materiale da ricoprire (intonaci, opere in legno, in ferro, ecc.). A superficie preparata si eseguiranno le seguenti operazioni:
1) applicazione di una mano di vernice a smalto leggermente diluita;
2) leggera carteggiatura fine;
3) applicazione di una seconda mano di vernice a smalto senza diluizione.
E. VERNICIATURE CON VERNICI PIETRIFICANTI E LAVABILI
a) tipo con superficie finita liscia o a "buccia d'arancia":
1) spolveratura, ripulitura e levigatura delle superfici con carta vetrata;
2) stuccatura a gesso e colla;
3) mano di leggera soluzione fissativa di colla in acqua;
4) applicazione di uno strato di standolio con leggera aggiunta di biacca in pasta, il tutto diluito in acquaragia;
5) applicazione a pennello di due strati di vernice a base di bianco di titanio diluita con acquaragia e con aggiunta di olio di lino cotto in piccola percentuale; il secondo strato sarà eventualmente battuto con spazzola per ottenere la superficie a "buccia d'arancia".
b) tipo battuto con superficie a rilievo: si ripetono le operazioni sopra elencate dai nn. 1 a 3 per il tipo E). Indi:
1) applicazione a pennello di uno strato di vernice come sopra cui sarà aggiunta del bianco di Meudon in polvere nella percentuale occorrente per ottenere il grado di rilievo desiderato;
2) battitura a breve intervallo dall'applicazione 4), eseguita con apposita spazzola, rulli di gomma, ecc..
F. TRATTAMENTO AD ENCAUSTO
Dovrà essere eseguito così come prescritto nella voce d'elenco e secondo le istruzioni che verranno impartite dalla D.L.. Saranno ammesse, previa approvazione della D.L., varianti alle modalità di esecuzione e alle miscele di prodotti da impiegare, sempre comunque nel rispetto dei metodi tradizionali. Dovranno essere eseguite adeguate campionature che, dopo il necessario periodo di stagionatura, saranno valutate sia per quanto attiene al colore che per la lucidatura finale; solo dopo accettazione da parte della D.L. di tali campioni, verrà decisa l'applicazione.
1.1.18. RIVESTIMENTI
Si definisce rivestimento l'insieme di materiali e componenti applicato per costituire l'ultimo strato di finitura delle chiusure verticali interne o esterne, avente particolari caratteristiche di resistenza all'usura, all'umidità, agli agenti atmosferici, chimici, ecc..
I rivestimenti in genere dovranno essere delle migliori marche e tipi in commercio ed essere posti in opera secondo le indicazioni delle ditte produttrici e con tutti gli accorgimenti necessari per dare il lavoro finito a regola d'arte.
1.1.18.1. RIVESTIMENTI INTERNI
I rivestimenti dovranno essere posti in opera nei locali previsti dal progetto e comunque in quelli che la D.LL. ritenesse opportuno, dovranno essere di tipo idoneo e con le caratteristiche previste dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci; in carenza di disposizioni particolari dovranno essere diversificati a seconda degli ambienti in cui vengono applicati e scelti, tra i vari rivestimenti ceramici, vetrosi, plastici, mouquettes, ecc., in base alle esigenze del locale a cui sono destinati ed alle prestazioni che devono garantire (termo-igrometriche, acustiche, ecc.).
Tutti i rivestimenti dovranno essere di facile manutenzione, resistenti all'urto, al fuoco ed al distacco; gli eventuali collanti ed adesivi dovranno garantire notevole durata e resistenza.
Di norma dovranno essere sempre rivestite, in tutto od in parte, le pareti delle cucine, dei servizi igienici e di tutti i locali a presenza d'acqua; le pareti dovranno essere rivestite secondo quanto previsto dal progetto o secondo le disposizioni che la D.L. emanasse all'atto esecutivo; in assenza di disposizioni particolari, le pareti delle cucine e dei servizi igienici dovranno essere rivestite su tutto il perimetro per un'altezza minima di m.2.20.
I rivestimenti ceramici dovranno essere eseguiti con piastrelle di tipo, dimensioni e caratteristiche previste dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e comunque conformi alle norme UNICERAB, complete di fugatura ed accessori in vitreouschina (portacarta, portasapone, ecc.), se richiesti.
Nel caso fosse previsto o si rendesse necessario un rivestimento fonoassorbente delle pareti in locali particolari, quali palestre, sale riunioni, ecc., questo dovrà essere di tipo idoneo al locale a cui viene destinato, garantire un'idonea resistenza meccanica agli urti ed all'abrasione, essere di facile manutenzione e pulizia e non dovrà favorire il deposito di polvere.
1.2. QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
1.2.1. MATERIALI IN GENERE
I materiali in genere occorrenti per la costruzione delle opere potranno provenire da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della D.LL., siano riconosciuti della migliore qualità nella specie e rispondano ai requisiti appresso indicati.
L'Impresa è inoltre tenuta all'osservanza delle disposizioni sulla normalizzazione dei materiali di cui al
D.M. del 18.03.1935 e successive modificazioni ed integrazioni.
L' Appaltatore sarà obbligato, in qualsiasi momento, ad eseguire o a fare compiere, presso gli stabilimenti di produzione o laboratori ed istituti autorizzati, tutte le prove prescritte dal presente capitolato o dalla D.LL. sui materiali impiegati o da impiegarsi (sia che siano preconfezionati o prodotti nel corso dei lavori o preesistenti) ed, in genere, su tutte le forniture previste dall'Appalto. L'Appaltatore sarà altresì tenuto ad eseguire prove applicative dei suddetti materiali.
Il prelievo dei campioni, da eseguire secondo le norme del C.N.R., verrà effettuato in contraddittorio con la D.LL. e sarà verbalizzato.
I materiali non accettati dalla D.L., in quanto a suo insindacabile giudizio non riconosciuti idonei, dovranno essere rimossi immediatamente dal cantiere a cura e spese dell'Appaltatore e sostituiti con altri rispondenti ai requisiti richiesti.
L'Appaltatore resta comunque responsabile per quanto concerne la qualità dei materiali forniti. Infatti gli stessi dovranno, anche se ritenuti idonei dalla D.L., essere ulteriormente accettati dalla Stazione Appaltante in sede di collaudo finale.
Oltre a quanto sotto esplicitato vedasi anche quanto previsto nei successivi capitoli specifici.
1.2.2. MATERIALI NATURALI DI CAVA
1.2.2.1. ACQUA
Oltre ad essere dolce e limpida dovrà avere un PH neutro; non dovrà presentare tracce di sali (in particolare solfati di magnesio e di calcio, cloruri, nitrati in concentrazioni superiori allo 0,5%), di aggressivi chimici, di inquinanti organici, inorganici o sintetici. Non sarà ammesso l'uso di acque torbide .
1.2.2.2. SABBIA
La sabbia naturale o artificiale da miscelare alle malte minerali o sintetiche, sia essa silicea, quarzosa, granitica o calcarea, dovrà essere priva di sostanze inquinanti, avere granulometria omogenea e adatta per i vari impieghi e provenire da rocce con alte resistenze meccaniche. Dovrà essere priva di argilla o terra e, ove necessario, dovrà essere lavata.
1.2.2.3. SABBIA PER MURATURE ED INTONACI
Dovrà essere costituita da granuli tali da passare dal vaglio con fori da mm.2 per murature e da mm.1 per intonaci o murature a facciavista; la granulometria degli intonaci per rinforzo strutturale sarà decisa dalla D.L., su proposta del produttore.
1.2.2.4. SABBIA PER CONGLOMERATI
Dovrà corrispondere i requisiti di cui al DM 03.06.1968. all.1, al DM 01.04.1983, all.1 punto 2 e al DM 14.02.1992. I granuli dovranno avere uno spessore compreso tra mm.1 e mm.5 ed essere comunque adeguati alla destinazione del getto ed al tipo di posa in opera. E' assolutamente vietato l'impiego di sabbia marina.
1.2.2.5. RINFORZANTI PER RESINE
Dovranno possedere i requisiti richiesti di produttori di resine o dalla D.L.. La granulometria dovrà essere adeguata alla destinazione ed alle modalità di messa in opera. E' tassativamente vietato l'impiego di sabbie marine o di cava o che presentino tracce di sostanze organiche instabili o di sostanze chimiche attive.
I rinforzanti da impiegare per la formazione di betoncini di resina dovranno avere, in generale, una comprovata inerzia chimica nei confronto dei componenti della resina, un tasso di umidità in peso inferiore allo 0,09% ed un contenuto nullo d'impurità o di sostanze inquinanti.
Le miscele secche di sabbie silicee o di quarzo dovranno essere costituite da granuli puri del diametro di circa 0,10 - 0,30 mm. per un 25%; di 0,50 - 1,00 mm. per un 30% e di 1,00 - 2,00 mm. per il 45%, salvo diverse indicazioni della D.L.
Le polveri (silice ventilata, silice micronizzata) dovranno avere granuli del diametro di circa 50 - 80 micron e saranno aggiunte, ove prescritto, alle miscele secche di sabbia in ragione del 15% circa in peso, salvo diverse disposizioni della D.L. Potranno essere usati come rinforzanti anche: caolino, fibre di vetro, fibre di amianto, marmi o pietre macinati. In generale la D.L. dovrà stabilire le caratteristiche tecniche dei rinforzanti, dei riempitivi, degli addensanti e di tutte le varie cariche per le resine in funzione della loro formulazione, destinazione e modalità di messa in opera.
1.2.2.6. GHIAIA E PIETRISCO
Prodotti dalla frantumazione naturale di rocce o artificiale di ciottoli o blocchi di roccia, dovranno avere i seguenti requisiti:
- buona resistenza alla compressione
- bassa porosità con basso coefficiente di imbibizione;
- assenza di composto idrosolubili;
-assenza di sostanze polverose, argillose o di terreno organico.
Per il controllo granolumetrico sarà obbligo dell'Appaltatore approvvigionare e mettere a disposizione della D.L. i xxxxxxxx UNI 2334.
GHIAIA E PIETRISCO PER CONGLOMERATI CEMENTIZI
La dimensione dei granuli degli aggregati dovrà essere prescritta o accettata dalla D.L. in base alle destinazioni dei conglomerati ed alle modalità di impiego. Le caratteristiche tecniche saranno quelle stabilite dalla normativa vigente.
GHIAIE E PIETRISCO PER MASSICCIATE STRADALI
Le ghiaie da impiegarsi per formazione di massicciate stradali dovranno essere costituite da elementi omogenei derivati da rocce durissime di tipo costante, e di natura consimile fra loro, escludendosi quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica o sfaldabili facilmente o gelive o rivestite di incrostazioni.
Il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia, secondo il tipo di massicciata da eseguire, dovranno provenire dalla spezzatura di rocce durissime, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina, o calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione, all'urto, alla abrasione, al gelo ed avranno spigolo vivo: e dovranno essere scevri di materie terrose, sabbia o comunque materie eterogenee. Sono escluse le rocce marnose.
Qualora la roccia provenga da cave nuove o non accreditate da esperienze specifiche di enti pubblici e che per natura e formazione non diano affidamento sulle sue caratteristiche, è necessario effettuare su campioni prelevati in cava, che siano significativi ai fini della coltivazione della cava, prove di compressione e di gelività.
Quando non sia possibile ottenere il pietrisco da cave di roccia, potrà essere consentita per la formazione di esso la utilizzazione di massi sparsi in campagna o ricavabili da scavi, nonché di ciottoloni x xxxxx ricavabili da fiumi o torrenti sempreché siano provenienti da rocce di qualità idonea. I materiali suindicati, le sabbie e gli additivi dovranno corrispondere alle norme di accettazione del fascicolo n. 4 ultima edizione, del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Rispetto ai xxxxxxxx UNI 2334, i pietrischi saranno quelli passanti dal crivello 71 UNI e trattenuti dal crivello 25 UNI, i pietrischetti quelli passanti dal crivello 25 UNI e trattenuti dal crivello 10 UNI; le graniglie quelle passanti dal crivello 10 UNI e trattenute dallo staccio 2 UNI 2332.
Di norma si useranno le seguenti pezzature:
1) pietrisco da 40 a 71 mm ovvero da 40 a 60 mm, se ordinato, per la costruzione di massicciate all'acqua cilindrate;
2) pietrisco da 25 a 40 mm (eccezionalmente da 15 a 30 mm granulometrica non unificata) per la esecuzione di ricarichi di massicciate e per materiali di costipamento di massicciate (mezzanello);
3) pietrischetto da 15 a 25 mm per esecuzione di ricarichi di massicciate per conglomerati bituminosi e per trattamenti con bitumi fluidi;
4) pietrischetto da 10 a 15 mm per trattamenti superficiali, penetrazioni, semipenetrazioni e pietrischi bituminati;
5) graniglia normale da 5 a 10 mm per trattamenti superficiali, tappeti bitumati, strato superiore di conglomerati bituminosi;
6) graniglia minuta da 2 a 5 mm di impiego eccezionale e previo specifico consenso della Direzione dei lavori per trattamenti superficiali; tale pezzatura di graniglia, ove richiesta, sarà invece usata per conglomerati bituminosi.
Nella fornitura di aggregato grosso per ogni pezzatura sarà ammessa una percentuale in peso non superiore al 5% di elementi aventi dimensioni maggiori o minori di quelle corrispondenti ai limiti della prescelta pezzatura, purché, per altro, le dimensioni di tali elementi non superino il limite massimo o non siano oltre il 10% inferiore al limite minimo della pezzatura fissata.
Gli aggregati grossi non dovranno essere di forma allungata o appiattita (lamellare).
1.2.3. CALCI, POZZOLANE, LEGANTI IDRAULICI, LEGANTI IDRAULICI SPECIALI E LEGANTI SINTETICI
1.2.3.1. CALCI AEREE
Le calci ottenute dalla cottura di calcari dovranno possedere le caratteristiche richieste dal R.D. n.2231 del 1939 (G.U. 18.04.1940) che prende in considerazione i seguenti tipi di calce:
- calce grassa in zolle, cioè calce viva in pezzi, con contenuto di ossidi di calcio e magnesio non inferiore al 94% e resa in grassello non inferiore al 2,5%;
- calce magra in zolle o calce viva contenente meno del 94% di ossidi di calcio e magnesio e con resa in grassello non inferiore al 1,5%;
- calce idrata in polvere ottenuta dallo spegnimento della calce viva, si distingue in:
- fiore di calce quando il contenuto minimo di idrossidi Ca(OH)2 + Mg(OH)2 non e' inferiore al 91%
- calce idrata da costruzione quando il contenuto minimo di Ca(OH)2+Mg(OH)2 non è inferiore all'82%.
In entrambi i tipi di calce idrata il contenuto massimo di carbonati e di impurità non dovrà superare il 6% e l'umidità il 3%.
Per la finezza dei granuli, la setacciatura dovrà essere praticata con vagli da 0,18 mm. e la parte trattenuta dal setaccio non dovrà superare l'1% nel caso del fiore di calce ed il 2% nella calce idrata da costruzione.
Quest'ultima dovrà essere confezionata in idonei imballaggi e conservata in locali asciutti. Sulle confezioni dovranno essere ben visibili le indicazioni del produttore, il peso del prodotto e la specifica se trattasi di fiore di calce o di calce idrata da costruzione.
1.2.3.2. LEGANTI IDRAULICI
I cementi e le calci idrauliche dovranno possedere le caratteristiche di impiego stabilite dalla legge
n.595 del 26.05.1965 e del D.M. del 31.08.1972; invece le norme relative all'accettazione e le modalità d'esecuzione delle prove di idoneità e di collaudo saranno regolate dal D.M. 03.06.1968 e D.M. 14.02.1992.
Modalità di fornitura e conservazione: l'approvvigionamento dei leganti idraulici potrà essere effettuato sia ricorrendo al prodotto sfuso che a quello confezionato in sacchi sigillati sui quali dovranno essere indicati il peso, la qualità del legante, il produttore, la quantità d'acqua richiesta per il confezionamento, le resistenze minime dopo 28 gg. di stagionatura dei provini. L'introduzione in cantiere di ogni partita di cemento sfuso dovrà essere annotata sul giornale dei lavori o sul registro dei getti; la conservazione dei cementi dovrà essere effettuata in locali asciutti; lo stoccaggio avverrà in silos.
1.2.3.3. GESSI PER L'EDILIZIA
I gessi per l'edilizia, distinti in base alla loro destinazione, avranno le caratteristiche fisiche e chimiche fissate dalla norma UNI 6782. Dovranno essere approvvigionati in sacchi sigillati riportanti il produttore e la qualità del contenuto. Verranno immagazzinati in ambiente assolutamente asciutto.
1.2.3.4. LEGANTI IDRAULICI SPECIALI
I cementi a presa rapida dovranno rispondere alle succitate norme sui cementi ed essere conservati in ambiente asciutto; le modalità di impiego dovranno rispettare scrupolosamente le prescrizioni del produttore. I cementi privi di ritiro costituiti da cementi Portland, agenti espansivi (solfoalluminati di calcio) ed agenti stabilizzanti avranno le seguenti caratteristiche:
- espansibilità solo in fase plastica;
- assenza di ritiro sia in fase plastica che in fase d'indurimento;
- assenza di acqua essudata (bleeding) norme UNI 7122;
- buona lavorabilità e lungo mantenimento della stessa;
- ottima capacità di adesione sui vari tipi di supporti;
- elevate resistenze meccaniche.
Verranno impiegati miscelandoli con l'esatto quantitativo d'acqua prescritto dal produttore e con gli inerti adeguati. La loro stagionatura umida dovrà essere curata secondo le modalità indicate dal produttore.
1.2.3.5. LEGANTI SINTETICI - RESINE
Il loro utilizzo, la provenienza e le modalità di applicazione dovranno essere concordati con la D.L., previa la accettazione e, se necessario, la sorveglianza degli organi preposti alla tutela del bene oggetto di intervento. In presenza di manufatti di particolare valore storico-artistico sarà vietato, in assenza di analisi di laboratorio, di certificazioni adeguate, di prove applicative o di specifiche garanzie da parte della ditta produttrice sull'effettiva irreversibilità dell'indurimento ed in mancanza di comprovata compatibilità chimica, fisica e meccanica con i materiali preesistenti, utilizzare prodotti di
sintesi chimica. Le caratteristiche dei suddetti prodotti saranno conformi alle norme UNICHIM, mentre le analisi di laboratorio preliminari per la scelta dei vari materiali saranno quelle stabilite dalle raccomandazioni NORMAL.
In particolare le caratteristiche qualitative dei leganti organici in base al loro impiego saranno le seguenti:
- perfetta adesione i comuni materiali da costruzione ottenuta mediante la formazione di un sufficiente numero di gruppi polari capaci di stabilire legami fisici d'affinità con i costituenti sia minerali che organici dei materiali trattati;
- totale irreversibilità della reazione d'indurimento e conseguente stabilità alla depolimerizzazione ed all'invecchiamento;
- elevata resistenza all'attacco chimico operato da acque, sostanze alcaline o da altri tipi di aggressivi chimici;
- limitatissimo ritiro in fase di indurimento.
1.2.3.6. RESINE EPOSSIDICHE
Potranno essere del tipo solido o liquido. In combinazione con appositi indurenti amminici che ne caratterizzano il comportamento, potranno essere utilizzate anche miscelate con cariche minerali, riempitivi, solventi ed addensanti, solo a seguito di approvazione della D.L., per i lavori in cui sarà necessario sfruttare le loro specifiche caratteristiche. Saranno vietati tutti i trattamenti superficiali che potrebbero sostanzialmente modificare l'originario aspetto cromatico e di finitura superficiale dei manufatti (UNI 7092-72).
Le caratteristiche meccaniche, le modalità applicative e gli accorgimenti antinfortunistici sono regolati dalle norme UNICHIM.
1.2.3.7. RESINE POLIESTERI
Potranno essere usate sia come semplici polimeri liquidi sia in combinazione con fibre di vetro, di cotone o sintetiche o con calcari, gesso, caolino, cementi o sabbie.
Anche per le resine poliesteri valgono le stesse precauzioni, divieti e modalità d'uso enunciati a proposito delle resine epossidiche.
Le loro caratteristiche meccaniche, le modalità d'applicazione e gli accorgimenti antinfortunistici sono regolati dalle norme UNICHIM.
Per prodotti protettivi, conservativi o consolidanti sia delle parti litee che degli intonaci, dovranno essere sottoposte, per accettazione, alla D.L. schede ed attestati riportanti tutte le caratteristiche relative.
1.2.4. LATERIZI
I laterizi da impiegare per i lavori di qualsiasi genere, dovranno corrispondere alle norme per l'accettazione di cui al X.X. 00 novembre 1939, n.2233, al D.M. 30.05.1974 all.7, al D.M. 01.04.1983 ed alle norme UNI vigenti.
Dovranno inoltre, se richiesto, essere dotati di marchio di qualità ANDIL.
I mattoni pieni per uso corrente dovranno essere parallelepipedi di lunghezza doppia della larghezza, salvo diverse proporzioni dipendenti dall'uso locale, di modello costante, presentare, sia all'asciutto che dopo prolungata immersione in acqua, una resistenza alla compressione non inferiore a 150 kg/cmq.
I mattoni semipieni avranno percentuali di foratura conformi alle normative vigenti; la forma sarà regolare, la superficie integra e la colorazione uniforme.
I blocchi di laterizio alveolare dovranno provenire da primaria fornace e, se richiesto dalla D.L. essere dotati di marchio di qualità.
La resistenza meccanica fk dei blocchi semipieni in laterizio alveolare dovrà essere superiore a 12 MPa.
Per tutti i blocchi è prescritto un comportamento non gelivo, ovvero una resistenza certificata ad almeno 20 cicli di gelo e disgelo eseguiti fra + 50 e -20 gradi centigradi.
I mattoni forati, le volterranee ed i tavelloni dovranno presentare una resistenza a compressione di almeno 16 kg/cmq.
Le tegole piane o curve, di qualunque tipo siano, dovranno essere esattamente adattabili le une sulle altre, senza sbavature e presentare tinta uniforme o variegata secondo le richieste della D.LL..
Appoggiate su due regoli posti a mm.20 di bordi dei lati corti dovranno sopportare sia un carico concentrato nel mezzo fino a kg.120, sia l'urto di una palla di ghisa del peso di kg.1 cadente dall'altezza di cm.20.
Sotto un carico di mm.50 d'acqua mantenuta per 24 ore le tegole devono risultare impermeabili. Le tegole piane non devono presentare difetto alcuno nel nasello.
1.2.5. MATERIALI FERROSI E METALLI VARI
I materiali metallici da impiegare nei lavori dovranno corrispondere alle qualità, prescrizioni e prove appresso indicate. In generale i materiali dovranno essere esenti da scorie, soffiature, bruciature, paglie o qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura o simili. Sottoposti ad analisi chimica dovranno risultare esenti da impurità o da sostanze anormali. La loro struttura micrografica dovrà essere tale da dimostrare l'ottima riuscita del processo metallurgico di fabbricazione e da escludere qualsiasi alterazione derivante dalle successive lavorazioni a macchina, o a mano, che possa menomare la sicurezza dell'impiego.
1.2.5.1. ACCIAI
Gli acciai in barre, tondi, fili e per armature da precompressione dovranno essere conformi a quanto indicato nel D.M. 09.01.1996 relativo alle "Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione e il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche".
L’acciaio utilizzato per la costruzione delle tubazioni, dei pezzi speciali e delle apparecchiature deve rispondere alla normativa UNI 6363/84; Circ. Min. 05.05.1966, n. 2136 e Decreto Min. LL. PP. 12.12.1985.
1.2.5.2. GHISA
La ghisa grigia per getti dovrà avere caratteristiche rispondenti, per qualità, prescrizioni e prove alla norma UNI 5007-69. La ghisa malleabile per getti dovrà avere caratteristiche rispondenti, per qualità prescrizioni e prove alla norma UNI 3779-69.
1.2.5.3. FERRO
Il ferro comune sarà di prima qualità: dolce, eminentemente duttile, malleabile a freddo e a caldo, tenace, di marcata struttura fibrosa; dovrà essere liscio senza pagliette, sfaldature, screpolature, vene, bolle, soluzioni di continuità e difetti di qualsiasi natura.
I manufatti di ferro per i quali non venga richiesta la zincatura dovranno essere forniti con mano di vernice antiruggine.
1.2.5.4. RAME
Il rame dovrà avere caratteristiche rispondenti, per qualità, prescrizioni e prove alla norma UNI 5649- 71.
1.2.5.5. ZINCATURA
Per la zincatura di profilati di acciaio, lamiere di acciaio, tubi, oggetti in ghisa, ghisa malleabile e acciaio fuso, dovranno essere rispettate le prescrizioni delle norme:
- UNI 5744-66 Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo. Rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi fabbricati in materiale ferroso.
- UNI 724573 Fili di acciaio zincati a caldo per usi generici. Caratteristiche del rivestimento protettivo.
1.2.6. LEGNAMI
I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza esse siano, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni di cui al decreto ministeriale 30.10.1912 ed alle norme UNI vigenti, saranno provveduti fra le più scelte qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso cui sono destinati.
Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze dalla sega e si ritirino nelle connessure.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal tronco dell'albero e non di rami, dovranno essere sufficientemente diritti in modo che la congiungente i centri delle due basi non esca in alcun punto dal palo, dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la
differenza fra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare i 15/1000 della lunghezza nel quarto del maggiore dei due diametri.
Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di 1/6 del lato della sezione trasversale.
I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati e squadrati a sega con le diverse facce esattamente spianate, senza rientranze o risalti, e con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno né smussi di sorta.
1.2.7. MATERIALI PER PAVIMENTAZIONI
I materiali per pavimentazioni, mattonelle e marmette in cemento, mattonelle greificate, lastre e quadrelli di marmo, mattonelle di asfalto, dovranno corrispondere alle Norme di accettazione di cui al
R.D. del 16.11.1939 n.2234 e successive modificazioni ed integrazioni.
A. PIASTRELLE DI GRÈS CERAMICO E CERAMICA MONOCOTTURA
Le piastrelle per pavimentazioni dovranno essere di ottima fabbricazione e dovranno presentare regolarità di forma, spessore uniforme, perfetta aderenza degli smalti, impermeabilità nonché resistenza alle macchie, agli sbalzi termici, alle abrasioni ed agli aggressivi chimici.
Le mattonelle dovranno essere fornite nella forma, nel colore e nelle dimensioni richieste dalla D.LL.
B. PAVIMENTI IN QUADRONI DI CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Il pavimento dovrà essere nel colore e nell’aspetto e nella dimensione a scelta della D.LL., eseguito in quadroni di conglomerato cementizio vibrato con finitura in ghiaino di fiume lavato.
Il pavimento inoltre dovrà essere in possesso di un coefficiente di attrito conforme a quanto previsto dal D.P.R. 24.071996 n. 503 recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici spazi e servizi pubblici.
1.2.8. COLORI E VERNICI
I materiali impiegati nelle opere da Xxxxxxx dovranno essere sempre delle migliori qualità e tipi esistenti in commercio.
A. VERNICE A SMALTO
I manufatti in metallo ferroso non esposti agli agenti atmosferici saranno trattati mediante applicazione con rullino e pennello od a spruzzo di due mani, opportunamente diluite, di smalto a base di polimeri acrilici e pigmenti coloranti stabili alla luce in dispersione acquosa con finitura superficiale sia lucida che satinata nel colore e nell'aspetto a scelta della D.LL..
E’ prevista l'eventuale carteggiatura intermedia, la protezione dei pavimenti con teli in nylon, gli eventuali mascheramenti necessari con nastro adesivo in carta, i ritocchi a fine lavoro.
2. NORME TECNICHE GENERALI OPERE STRADALI
2.1. QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI
I materiali occorrenti per la costruzione delle opere dovranno provenire da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori siano riconosciuti della migliore qualità e rispondenza ai requisiti indicati di seguito ed alle norme, leggi e disposizioni emanate dallo Stato.
L'acqua dovrà essere limpida, dolce ed esente da materie terrose; per impasti cementizi non dovrà presentare tracce di cloruri e solfati.
Le ghiaie, i pietrischi e la sabbia da impiegarsi nella formazione dei calcestruzzi, dovranno avere le qualità stabilite in precedenza dalle norme governative per i conglomerati cementizi ad eccezione delle sabbie da usarsi come sottofondo delle condotte. Dovrà essere curata in particolare la granulometria dei materiali in relazione all'impiego cui sono destinati.
Il gesso dovrà essere di recente cottura, di fine macinazione e perfettamente asciutto.
Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al R.D. 16.11.1939
n. 2231. La calce grezza in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di recente, perfetta ed uniforme cottura, non bruciata, né vitrea, né pigra ad idratarsi. La calce viva in zolle, al momento della estinzione, dovrà essere perfettamente anidra. La calce grassa destinata agli intonaci dovrà essere spenta almeno 6 mesi prima dell'impiego, quella destinata alle murature da almeno 15 giorni.
I cementi e gli agglomerati cementizi da usare in qualsiasi lavoro dovranno rispondere alle norme di accettazione di cui al D.M. 03.06.1968 e al D.M. 16.06.1976, e successive modifiche ed integrazioni. Essi dovranno essere conservati in magazzini coperti, su tavole di legno e riparati dall'umidità.
Le ghiaie da impiegarsi per formazione di massicciate stradali dovranno essere costituite da elementi omogenei derivanti da rocce durissime di tipo costante, e di natura consimile tra loro, escludendosi quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica o sfaldabili facilmente, o gelive o rivestite di incrostazioni.
Il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia, secondo il tipo di massicciata da eseguire, dovranno provenire dalla spezzatura di rocce durissime, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina, o calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione, all'urto, all'abrasione, al gelo ed avranno spigolo vivo e dovranno essere scevri da materie terrose, sabbia o comunque materie eterogenee. Sono escluse le rocce marnose.
Qualora la roccia provenga da cave nuove o non accreditate da esperienze specifiche di enti pubblici e che per natura e formazione non diano affidamento sulle sue caratteristiche, è necessario effettuare sui campioni prelevati in cava, che siano significativi ai fini della coltivazione della cava, prove di compressione e di gelività.
Quando non sia possibile ottenere il pietrisco da cave di roccia, potrà essere consentita per la formazione di esso la utilizzazione di massi sparsi in campagna o ricavabili da scavi, nonché di ciottoli x xxxxx ricavabili da fiumi o torrenti semprechè siano provenienti da rocce di qualità idonea.
I materiali suindicati, le sabbie e gli additivi dovranno corrispondere alle norme di accettazione del fascicolo n. 4 ultima edizione, del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Rispetto ai xxxxxxxx U.N.I. 2334, i pietrischi saranno quelli passanti dal crivello 71 U.N.I. e trattenuti dal crivello 25 U.N.I. i pietrischetti quelli passanti dal crivello 25 U.N.I. e trattenuti dal crivello 10 U.N.I. le graniglie quelle passanti dal crivello 10 U.N.I. e trattenute dal setaccio 2 U.N.I. 2332.
Di norma si useranno le seguenti pezzature:
1) pietrisco da 70 mm. ovvero da 40 a 60 mm. se ordinato, per la costruzione di massicciate all'acqua cilindrate;
2) pietrisco da 25 a 40 mm.( eccezionalmente da 15 a 30 mm. granulometria non unificata) per la esecuzione di ricarichi di massicciate per materiali di costipamento di massicciate (mezzanello);
3) pietrischetto da 15 a 25 mm. per esecuzione di ricarichi di massicciate per conglomerati bituminosi e per trattamenti con bitumi fluidi;
4) pietrischetto da 15 a 25 mm. per trattamenti superficiali, penetrazioni, semipenetrazioni, e pietrischetti bituminati;
5) graniglia normale da 5 a 10 mm. per trattamenti superficiali, tappeti bituminati, strato superiore di conglomerati bituminosi;
6) graniglia minuta da 2 a 5 mm. di impiego eccezionale e previo specifico consenso della Direzione dei lavori per trattamenti superficiali; tale pezzatura di graniglia, ove richiesta sarà invece usata per conglomerati bituminosi.
Nella fornitura di aggregato grosso per ogni pezzatura sarà ammessa una percentuale in peso non superiore al 5% di elementi aventi dimensioni maggiori o minori di quelle corrispondenti ai limiti della prescelta pezzatura, purché per altro, le dimensioni di tali elementi non superino il limite massimo o non siano oltre il 10% inferiore al limite minimo della pezzatura fissata.
Detrito di cava o tout-venant di cava o di frantoio
Quando per gli strati di fondazione della sovrastruttura stradale sia disposto di impiegare detriti di cava, il materiale deve essere in ogni caso non suscettibile all'azione dell'acqua (non solubile, non plasticizzabile) ed avere un potere portante C.B.R. (rapporto portante californiano) di almeno 40 allo stato saturo.
Dal punto di vista granulometrico non sono necessarie prescrizioni specifiche per materiali teneri (tufi, arenarie) in quanto la loro granulometria si modifica e si adegua durante la cilindratura; per materiali duri la granulometria dovrà essere assortita in modo da realizzare una minima percentuale dei vuoti: di norma la dimensione massima degli aggregati non deve superare i 10 cm.
Per gli strati superiori si farà uso di materiali lapidei più duri in modo da assicurare un C.B.R. saturo di almeno 80; la granulometria dovrà essere tale da dare la minima percentuale di vuoti; il potere legante non dovrà essere inferiore a 30; la dimensione massima degli aggregati non dovrà superare i 6 centimetri.
I pietrami da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro dovranno corrispondere ai requisiti richiesti dalle norme in vigore e dovranno essere a grana compatta ed ognuna monda da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento senza screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee: dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro impiego ed offrire una resistenza proporzionale all'entità della sollecitazione cui dovranno essere assoggettate.
Le pietre da taglio, oltre a possedere gli accennati requisiti e caratteri generali, dovranno essere sonore alla percussione, immuni da fenditure e litoclasi e di perfetta lavorabilità.
I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque qualità esse siano, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30.10.1912.
I materiali ferrosi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dalla legge in data 05.11.1971 n.1086 del D.M. 30.05.1972 pubblicato nel Supplemento Ordinario alla G.U. n.190 del 22.07.1972 e successive integrazioni e modifiche.
E presentare inoltre i requisiti sotto indicati.
- il ferro comune dovrà essere di prima qualità, particolarmente duttile e tenace di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte e senza altre soluzioni di continuità.
- l'acciaio extradolce laminato (ferro omogeneo) dovrà essere dolce e malleabile, perfettamente lavorabile a freddo ed a caldo, senza presentare screpolature od alterazioni, dovrà essere saldabile e non suscettibile di perdere la tempera.
I bitumi debbono soddisfare alle "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali" di cui al fascicolo
n. 2 del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ultima edizione.
I bitumi liquidi debbono soddisfare alle "Norme per l'accettazione dei bitumi liquidi per casi stradali" di cui al fascicolo n.7 del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ultima edizione. Per trattamenti a caldo si usano i tipi BL 150/300 e BL 350/700 a seconda della stagione e del clima.
Le emulsioni bituminose debbono soddisfare alle "Norme per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali" di cui al fascicolo n. 3 del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ultima edizione.
I catrami debbono soddisfare alle "Norme per l'accettazione dei catrami per usi stradali" di cui al fascicolo n. 1 del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ultima edizione.
La polvere asfaltica deve soddisfare alle "Norme per l'accettazione delle polveri di rocce asfaltiche per pavimentazioni stradali" di cui al fascicolo n. 6 del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ultima edizione. Gli olii minerali da impiegarsi nei trattamenti in polvere di roccia asfaltica a freddo, sia di prima che di seconda mano, potranno provenire:
A) da rocce asfaltiche o scisto-bituminose;
B) da catrame;
C) da grezzi di petrolio;
D) da opportune miscele dei prodotti suindicati.
CARATTERISTICHE Tipo A Tipo B
(invernale) (estivo)
Viscosità Engler a 25°C 3/6 4/8
Acqua max 0,5% max 0,5%
Distillato fino a 200°C max 10%(in peso) max 5%(in p.) Residuo a 330°C min 25%(in peso) min 30%(in p.)
Punto di rammollimento del
residuo (palla e anello) 30/45 35/50
Contenuto in fenoli max 4% max 4%
Caratteristiche di olii da impiegarsi con polveri di roccia asfaltica di provenienza siciliana
CARATTERISTICHE Viscosità Engler a 50°C | Tipo A (invernale) max 10 | Tipo B (estivo) | max 15 |
Acqua | max 0,5% | max 0,5% | |
Distillato fino a 230°C | max 10%(in peso) | max 5%(in p.) | |
Residuo a 330°C Punto di rammollimento del residuo (palla e anello) | min 45% 55/70 | min 50% 55/70 | |
Contenuto in fenoli | max 4% | max 4% |
Tutti i tipi suindicati potranno, in caso di necessità, riscaldati ad una temperatura non superiore i 60°C.
PROVE DEI MATERIALI
In correlazione a quanto prescritto circa la qualità e le caratteristiche dei materiali per la loro accettazione, l'Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo alle prove dei materiali impiegati o da impiegarsi, nonché a quelle di campioni di lavori eseguiti, da prelevarsi in opera, sottostando a tutte le spese di prelevamento ed invio di campioni ad Istituto sperimentale debitamente riconosciuto.
L'Impresa sarà tenuta a pagare le spese per dette prove, secondo le tariffe degli Istituti stessi.
Dei campioni potrà essere ordinata la conservazione nel competente Ufficio Dirigente, munendoli di sigilli e firma del Direttore dei lavori e dell'Impresa, nei modi più adatti a garantirne l'autenticità.
2.2. ACCETTAZIONE ED IMPIEGO DEI MATERIALI
I materiali dovranno corrispondere alle prescrizioni del Capitolato Speciale ed essere della migliore qualità: possono essere messi in opera solamente dopo l'accettazione del Direttore dei Lavori.
L'accettazione dei materiali non è definitiva se non dopo che sono stati posti in opera.
All’Appaltatore è vietato, sotto pena di demolire quanto già fatto, di iniziare le murature, prima che la Direzione dei Lavori abbia verificato ed accettato i piani di appoggio delle fondazioni.
Tutti gli scavi saranno eseguiti a pareti verticali o inclinate, secondo le precise dimensioni fissate nei tipi o, all'atto pratico, dalla Direzione Lavori; i piani di fondazione dovranno essere orizzontali, ripuliti ed accuratamente spianati; le pareti di tutti gli scavi, quando occorre, dovranno essere convenientemente sbadacchiate, puntellate od armate.
Ultimate le demolizioni e gli scavi di fondazione, si procederà, dopo il nulla osta della Direzione Lavori, al getto delle strutture di fondazione.
2.3. TRACCIAMENTI
Il tracciamento dei lavori verrà eseguito dall'Appaltatore secondo le indicazioni degli elaborati di progetto, della Direzione dei Lavori e verificato dalla direzione stessa prima di iniziare l'esecuzione delle opere, in modo che risultino indicati i limiti degli scavi e dei riporti in base alla larghezza del piano stradale, alla inclinazione delle scarpate, alla formazione delle cunette.
A suo tempo dovrà pure stabilire, nei tratti che fosse per indicare la Direzione dei lavori, le xxxxxx x xxxxx necessarie a determinare con precisione l'andamento delle scarpate tanto degli sterri che dei rilevati, curandone poi la conservazione e rimettendo quelli manomessi durante l'esecuzione dei lavori.
Qualora ai lavori in terra siano connesse opere murarie, l'Appaltatore dovrà procedere al tracciamento di esse, pure con l'obbligo della conservazione dei picchetti, delle xxxxxx, come per i lavori in terra.
Nonostante il controllo della Direzione dei Lavori, l'Appaltatore sarà ritenuto unico responsabile della loro esattezza sia prima che dopo l'esecuzione delle opere.
L'Appaltatore sarà pertanto obbligato a demolire e a rifare a sue spese tutte le opere che non fossero in conformità con i disegni e le prescrizioni della Direzione dei Lavori.
I piani progettati, sezioni o dettagli costruttivi che a completamento e a modifica dei disegni di progetto la Direzione dei Lavori giudicherà necessari per l'esecuzione delle opere, saranno consegnati all'Appaltatore di volta in volta che sarà ordinata una variazione delle opere progettate.
2.4. SCAVI PER TUBAZIONI E MANUFATTI
Lo scavo per la posa delle condutture in genere dovrà essere regolato in modo che l'appoggio del tubo si trovi alla profondità indicata nei profili di posa e al momento della consegna, salvo quelle maggiori profondità che si rendessero necessarie in conseguenza dell'andamento altimetrico del terreno e delle esigenze di posa.
L'asse delle tubazioni, in corrispondenza delle sedi stradali, indipendentemente dai disegni di progetto, i quali sono tutti e soltanto indicativi, verrà prescelto dalla Direzione Lavori, anche in funzione dei sottoservizi esistenti. Gli scavi per la posa delle condutture saranno eseguiti con mezzi d'opera che l'Appaltatore riterrà più convenienti con la minima larghezza compatibile con la natura delle terre e col diametro esterno del tubo, ricavando opportuni allargamenti e nicchie in corrispondenza delle camerette.
Il fondo dello scavo verrà regolato secondo la prescritta livelletta. Sorgendo dell'acqua di infiltrazione dal terreno circostante e raccogliendosi nel cavo in caso di pioggia, l'Impresa è obbligata ad eseguire a tutte sue spese, con adeguata attrezzatura, gli esaurimenti necessari.
Qualora per la qualità del terreno o altro motivo fosse necessario puntellare, sbadacchiare o armare le pareti degli scavi, l'Impresa dovrà provvedersi di propria iniziativa ed a sue spese, adottando tutte le precauzioni occorrenti per impedire i franamenti e restando in ogni caso unica responsabile di eventuali danni alle persone ed alle cose.
Se il terreno di appoggio del tubo non risultasse idoneo, questo su ordine della Direzione dei Lavori, sarà rimosso e sostituito con materiale adatto, la cui fornitura in opera sarà pagata a prezzi di elenco. L'Impresa dovrà curare le necessarie segnalazioni, le quali durante la notte saranno luminose e, se occorre, custodite. In caso di inevitabili interruzioni di qualche tratto di strada saranno disposti opportuni avvisi. In ogni modo l'Impresa dovrà rendere possibile, in posizioni opportune, lo scambio di veicoli.
L'Impresa assume la completa responsabilità di eventuali danni a persone o cose derivati dalla mancata o insufficiente osservanza delle prescrizioni o cautele necessarie.
Per inizio dei lavori, per la manomissione delle strade e piazze, per la conservazione del transito sulle strade e sui marciapiedi, per la continuità degli scoli d'acqua, per la difesa degli scavi, per l'incolumità delle persone e per tutto quanto possa avere riferimento ad occupazioni provvisorie che vadano a determinarsi sulle aree pubbliche o private e per quanto concerne la demolizione e la ricostruzione delle pavimentazioni stradali, l'Impresa deve ottenere l'approvazione della Direzione dei Lavori ed anche il preventivo consenso delle Autorità competenti e dei privati proprietari ed attenersi alle prescrizioni degli stessi, senza diritto a particolari compensi anche nel caso di ritardo delle autorizzazioni e dei consensi.
E' pure a carico dell'Impresa la compilazione dei disegni, delle domande e degli atti necessari per ottenere le autorizzazioni ad eseguire i lavori dalle Autorità ed Enti competenti e dai privati proprietari. I disegni, le domande, egli atti dovranno essere presentati alla Direzione dei Lavori con le modalità e nel numero di copie che verranno richieste dalla stessa entro e non oltre 30 giorni dalla data dell'aggiudicazione dei lavori.
In caso di tubazioni o cavi, che possono comportare danni ai lavoratori o terzi quali tubazioni gas o cavi ENEL l'Impresa dovrà dimostrare alla Direzione dei Lavori, prima di intraprendere i lavori, di avere concordato le modalità di lavoro con gli Enti proprietari; comunque l'Impresa ha l'intera e piena responsabilità per eventuali incidenti che dovessero accadere.
E' in facoltà della Direzione Lavori ordinare che gli scavi siano eseguiti completamente a mano cioè senza l'impiego di mezzi meccanici ogni qualvolta lo scavo a mano garantisca la realizzazione di economie sul ripristino di manti stradali.
Qualora le condotte siano state posate in banchine stradali per le quali non sia previsto il ripristino, il terreno di risulta sistemato provvisoriamente, ma accuratamente, sul cavo già tombato, verrà interrotto con solchi trasversali opportunamente profilati al fine di consentire un immediato smaltimento dalla sede stradale delle acque meteoriche.
Sino al giorno del collaudo finale, l'Appaltatore è obbligato alla buona conservazione dell'area interessata dai lavori, in particolare dietro ordine della Direzione Lavori è tenuto a riparare e ricolmare
nel modo migliore eventuali cedimenti del terreno o della pavimentazione in dipendenza del lavoro eseguito e quant'altro ha relazione con il lavoro medesimo.
2.5. COLLAUDO SERBATOI
Prima di mettere in funzione il serbatoio, lo si sottopone a prova di tenuta e cioè alla misura della permeabilità della vasca. La prova si inizia dopo aver tenuto pieno il serbatoio per almeno 15 giorni. La prova si effettua riempiendo il serbatoio sino al livello dello sfioratore e lasciandolo così dopo aver chiuso ermeticamente ogni comunicazione con l'esterno: le saracinesche di arrivo, di partenza e di scarico, che vanno sigillate.
In zona sismica, ai sensi dell'art. 62 L.R. 42/84 il collaudatore è nominato in corso d'opera. In tal caso l'Ente appaltante comunicherà all'appaltatore il nominativo del tecnico prescelto prima che abbiano inizio i lavori strutturali.
I termini per l'effettuazione delle prove di collaudo e del deposito dello stesso sono quelli previsti dall'art. 7 L. 05.11.1971 n. 1086 e dall'Autorizzazione sismica ai sensi L. 02.02.1974 n. 64 artt. 17-18 e
L.R. 42/84 artt. 60-61. In ogni caso il termine di deposito del collaudo viene stabilito in 60 giorni dalla comunicazione di ultimazione delle strutture da parte del D.L.
Dopo 24 ore si osserva la eventuale diminuzione di livello e la si misura con precisione.
La prova è ritenuta positiva se la perdita non supera i 3 – 4 litri per giorno e per metro quadrato di superficie bagnata.
2.6. MANUFATTI
Camerette d'ispezione e manufatti vari.
Le camerette d'ispezione ed i manufatti vari in calcestruzzo saranno costruiti nel numero e nelle posizioni che risulteranno dai profili di posa dei condotti nei punti indicati dalla Direzione Lavori.
Avranno le dimensioni interne e le altezze libere utili corrispondenti ai tipi indicati nei disegni. La platea di fondazione, le pareti e la soletta di copertura, avranno lo spessore riportato nei disegni; il calcestruzzo della platea e delle pareti sarà dosato x.xx 3.0/mc; quello della soletta di copertura, con x.xx 3.00/mc.
La soletta sarà armata con ferro tondo omogeneo del ø 10÷12 mm. ad armatura incrociata, calcolata a piastra, in appoggio perimetrale, con il sovraccarico determinato dal passaggio di un rullo compressore di 18 t. considerando, fra quelli possibili, il caso più sfavorevole. Il passo d'uomo verrà costruito di altezza uguale a quella indicata nei profili in posa in muratura ad una testa lavorata con malta di cemento, e sarà completo di chiusino in ghisa e controtelaio.
2.7. CANALIZZAZIONI
Tutte le tubazioni dovranno essere collocate in opera in modo da risultare facilmente ispezionabili. Le tubazioni saranno montate da personale specializzato previa preparazione del piano di posa, conformemente ai profili prescritti.
Eseguite le giunzioni, si procederà al controllo della posizione altimetrica e planimetrica della condotta ed alle conseguenti eventuali rettifiche che saranno a totale carico dell'Impresa.
Nell'interno ed in corrispondenza dei giunti i tubi dovranno essere perfettamente puliti; sarà evitata la loro posa in opera in presenza d'acqua e di fango e nel tubo non dovranno rimanere corpi estranei, sabbia, terra, sassi ed impurità di sorta.
Ogni tratta compresa tra una cameretta e l'altra dovrà essere perfettamente rettilinea e di pendenza in accordo ai profili approvati dalla Direzione Lavori.
Tutti i cambiamenti di direzione e pendenza della condotta, dovranno essere eseguiti tramite una cameretta di ispezione.
Mediante una livelletta dovrà essere costantemente controllata la pendenza di ogni tubo, in modo che sia mantenuta secondo i profili di posa esecutivi.
Il fondo dello scavo e, più in generale, il terreno sul quale la tubazione è destinata a poggiare deve avere una consistenza tale da escludere cedimenti differenziali da punto a punto.
Inoltre, durante l'apertura di trincee in terreni eterogenei, collinari o montagnosi occorre premunirsi da eventuali smottamenti o slittamenti mediante opportune opere di sostegno e di ancoraggio.
2.8. TUBAZIONI IN CLS E CLS ARMATO PER FOGNATURE
TUBAZIONI IN CALCESTRUZZO A NORMA DIN 4032
I tubi dovranno essere confezionati con calcestruzzo a 4,00 x.xx/xx di cemento tipo 425 alto forno o ferrico pozzolanico o 525, vibrati o turbocentrifugati, ben compatti, levigati, lisci, perfettamente rettilinei, a sezione interna esattamente circolare, di spessore uniforme e scevri da screpolature, e dovranno essere conformi alle norme DIN 4032.
Prima di dar corso all'ordinazione, l'Appaltatore dovrà comunicare alla Direzione Lavori le fabbriche presso le quali egli intenda approvvigionarsi, le caratteristiche dei tubi (dimensioni, spessori, armature, peso, rivestimenti protettivi, ecc.) nonché le particolari modalità seguite nella loro costruzione.
Ferme restando le responsabilità che competono a Progettista, Direttore dei Lavori e Costruttore dei prefabbricati da un lato - ai sensi della Legge 05.11.1972 n. 1086 e del D.M. 30.05.1972 - e d'altro lato ai sensi del presente capitolato, la Direzione dei Lavori si riserva di effettuare una ricognizione presso lo stabilimento di produzione onde accertare i metodi di lavoro e le caratteristiche generali della produzione ordinaria del Fornitore.
All'atto del conferimento dell'ordine, l'Appaltatore è comunque tenuto a comunicare al Fornitore tutti i dati necessari alla valutazione delle condizioni di posa e di lavoro delle tubazioni, con particolare riguardo alla profondità di posa, alla natura del terreno, alle modalità di posa, alle caratteristiche della falda freatica, alla natura dei liquami ed alle sollecitazioni statiche e dinamiche a cui dovranno essere sottoposti i tubi.
PROVE DI ACCETTAZIONE DEI MATERIALI
L'Impresa dovrà fornire alla Direzione Lavori i certificati delle prove eseguite sia in fabbrica che in cantiere atti ad attestare i requisiti dei materiali impiegati.
Le prove di accettazione saranno quelle previste dalle norme DIN 4032, scelte a discrezione della Direzione Lavori, oltre alla verifica delle dimensioni e delle tolleranze.
La prova a schiacciamento del tubo sarà effettuata secondo le indicazioni delle sopracitate norme DIN 4032, art. 9.3.1 e i corrispondenti valori del carico di fessurazione non dovranno essere inferiori ai limiti indicati al punto 8.3.1, Tabella 9.
Su richieste e su giudizio insindacabile della Direzione Lavori, l'Impresa dovrà presentare l'analisi chimica del conglomerato cementizio e del tipo di cemento usato per la costruzione dei condotti redatte da un Istituto di ricerca autorizzato a tale scopo.
Le prove di accettazione dei materiali prefabbricati verranno eseguite nel cantiere di fabbricazione alla presenza della Direzione Lavori, della Stazione Appaltante e dell’Appaltatore. La fabbrica dovrà perciò disporre della attrezzatura regolamentare per effettuare le prove stesse. I campioni verranno scelti dal committente o dalla Direzione Lavori tra quelli pronti per la spedizione o già forniti a piè d’opera.
Essi dovranno essere dati gratuitamente fino a tre campioni per lotto di diverso diametro. Se durante il controllo un tubo non rispondesse alle prescrizioni contrattuali si ripeterà la prova su un numero doppio di tubi.
Sono a carico dell’Appaltatore tutti gli oneri ed obblighi derivanti dall’esecuzione delle prove, verifiche e controlli di accettazione, nonché eventuali calcoli e relazioni necessari per l’ottenimento delle certificazioni atte a qualificare il materiale in conformità alla norma DIN 4032.
MOTIVI DI RIFIUTO
I tubi potranno essere rifiutati nei seguenti casi:
1) perché non rispondono alle dimensioni e relative tolleranze ed alle prescrizioni di fabbricazione di cui alle sopracitate norme;
2) per esito negativo delle prove di accettazione;
3) per danneggiamento delle testate che non consentono di effettuare una giunzione a regola d'arte. In tal caso la ditta sarà tenuta a sostituire prontamente i materiali rifiutati con altri corrispondenti alle norme contrattuali con l'avvertenza che, nel caso non provvedesse tempestivamente, l'Amministrazione potrà provvedere d'ufficio avvalendosi del deposito cauzionale, salva ed impregiudicata ogni altra azione legale per qualsiasi danno dovesse derivare all'Amministrazione Appaltante dalla inadempienza del contratto.
COSTRUZIONE DELLE CONDOTTE
Le condotte dovranno essere realizzate secondo le indicazioni dell’art. 3 del D.M. LL.PP. del 12.12.1985 “Norme tecniche relative alle tubazioni”.
Nei casi ove sia prevista una particolare installazione dei tubi, dovranno essere seguite scrupolosamente le indicazioni fornite dalla Direzione Lavori.
TUBAZIONI IN CEMENTO ARMATO A NORMA DIN 4035
I tubi dovranno essere confezionati con calcestruzzo a 4,00 x.xx/xx di cemento tipo 425 alto forno o ferrico pozzolanico o 525, vibrati o turbocentrifugati, ben compatti, levigati, lisci, perfettamente
rettilinei, a sezione interna esattamente circolare, di spessore uniforme e scevri da screpolature, e dovranno essere conformi alle norme DIN 4035.
Prima di dar corso all'ordinazione, l'Appaltatore dovrà comunicare alla Direzione Lavori le fabbriche presso le quali egli intenda approvvigionarsi, le caratteristiche dei tubi (dimensioni, spessori, armature, peso, rivestimenti protettivi, ecc.) nonché le particolari modalità seguite nella loro costruzione.
Ferme restando le responsabilità che competono a Progettista, Direttore dei Lavori e Costruttore dei prefabbricati da un lato - ai sensi della Legge 05.11.1972, n.1086 e del D.M. 30.05.1972 - e d'altro lato ai sensi del presente capitolato, la Direzione dei Lavori si riserva di effettuare una ricognizione presso lo stabilimento di produzione onde accertare i metodi di lavoro e le caratteristiche generali della produzione ordinaria del Fornitore.
All'atto del conferimento dell'ordine, l'Appaltatore è comunque tenuto a comunicare al Fornitore tutti i dati necessari alla valutazione delle condizioni di posa e di lavoro delle tubazioni, con particolare riguardo alla profondità di posa, alla natura del terreno, alle modalità di posa, alle caratteristiche della falda freatica, alla natura dei liquami ed alle sollecitazioni statiche e dinamiche a cui dovranno essere sottoposti i tubi.
PROVE DI ACCETTAZIONE DEI MATERIALI
L'Impresa dovrà fornire alla Direzione Lavori i certificati delle prove eseguite sia in fabbrica che in cantiere atti ad attestare i requisiti dei materiali impiegati.
Le prove di accettazione saranno quelle previste dalle norme DIN 4035, scelte a discrezione della Direzione Lavori, oltre alla verifica delle dimensioni e delle tolleranze.
La prova di rottura a schiacciamento sarà effettuata secondo le indicazioni riportate nell’appendice A delle sopracitate norme DIN 4035 e i corrispondenti carichi di rottura e di fessurazione dovranno risultare non inferiori ai limiti seguenti espressi in kg/m x il rispettivo diametro nominale (DN) espresso in cm:
carico di fessurazione > 100 x DN carico di rottura > 130 x DN Su richieste e su giudizio insindacabile della Direzione Lavori, l'Impresa dovrà presentare l'analisi chimica del conglomerato cementizio e del tipo di cemento usato per la costruzione dei condotti redatte da un Istituto di ricerca autorizzato a tale scopo.
Le prove di accettazione dei materiali prefabbricati verranno eseguite nel cantiere di fabbricazione alla presenza della Direzione Lavori, della Stazione Appaltante e dell’Appaltatore. La fabbrica dovrà perciò disporre della attrezzatura regolamentare per effettuare le prove stesse. I campioni verranno scelti dal committente o dalla Direzione Lavori tra quelli pronti per la spedizione o già forniti a piè d’opera. Essi dovranno essere dati gratuitamente fino a tre campioni per lotto di diverso diametro. Se durante il controllo un tubo non rispondesse alle prescrizioni contrattuali si ripeterà la prova su un numero doppio di tubi.
Sono a carico dell’Appaltatore tutti gli oneri ed obblighi derivanti dall’esecuzione delle prove, verifiche e controlli di accettazione, nonché eventuali calcoli e relazioni necessari per l’ottenimento delle certificazioni atte a qualificare il materiale in conformità alla norma DIN 4035.
MOTIVI DI RIFIUTO
I tubi potranno essere rifiutati nei seguenti casi:
1) perché non rispondono alle dimensioni e relative tolleranze ed alle prescrizioni di fabbricazione di cui alle sopracitate norme;
2) per esito negativo delle prove di accettazione;
3) per danneggiamento delle testate che non consentono di effettuare una giunzione a regola d'arte. In tal caso la ditta sarà tenuta a sostituire prontamente i materiali rifiutati con altri corrispondenti alle norme contrattuali con l'avvertenza che, nel caso non provvedesse tempestivamente, l'Amministrazione potrà provvedere d'ufficio avvalendosi del deposito cauzionale, salva ed impregiudicata ogni altra azione legale per qualsiasi danno dovesse derivare all'Amministrazione Appaltante dalla inadempienza del contratto.
POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI
Le tubazioni dovranno essere posate in opera seguendo le indicazioni dell’art. 3 del D.M. LL.PP. del 12.12.1985 “Norme tecniche relative alle tubazioni”.
Nei casi ove sia prevista una particolare installazione dei tubi, dovranno essere seguite scrupolosamente le indicazioni fornite dalla Direzione Lavori.
2.9. TUBAZIONI IN MATERIALI PLASTICI PER FOGNATURE.
2.9.1. TUBAZIONI IN POLIETILENE AD ALTA DENSITA' (P.E.A.D.)
1 - Criteri di accettazione
L'accettazione di condotte in polietilene ad alta densità da parte della Direzione dei Lavori è subordinata alla completa osservanza della normativa UNI al riguardo e precisamente UNI 7611, UNI 7613, UNI 7615.
L'inosservanza anche di una soltanto delle specifiche contenute nella precitata normativa e di ogni ulteriore prova e collaudo richiesto dalla Direzione Lavori comporterà il totale rigetto della fornitura da parte di quest'ultima senza che l'Appaltatore abbia diritto a risarcimento alcuno.
Le condotte inoltre dovranno essere obbligatoriamente contrassegnate con il marchio di conformità IIP di proprietà dell'Ente Nazionale Italiano di Unificazione UNI gestito dall'Istituto Italiano dei Plastici giuridicamente riconosciuto con D.P.R. n.120 del 01.02.1975.
Le condotte potranno essere dei tipi:
- Tipo 312 - PN: 2.5,4,6,10,16, a norma UNI 7611 e 7615 per condotte in pressione;
- Tipo 303 a norma UNI 7613 e 7615 per condotte di scarico interrate.
Qualora a seguito di calcoli di verifica e delle condizioni di posa il tipo 303 si dimostrasse fisicamente insufficiente esso potrà essere sostituito con un pari diametro nominale del tipo 312, di adeguato spessore.
L'Appaltatore si impegna a dimostrare con dettagliate relazioni tecniche da sottoporre alla Direzione dei Lavori, le caratteristiche delle sollecitazioni cui le condotte saranno sottoposte in opera ed in fase di assemblaggio.
2 - Trasporto ed accatastamento dei tubi e pezzi speciali
Nel trasporto bisogna supportare i tubi per tutta la loro lunghezza onde evitare di danneggiare le estremità a causa di vibrazioni. Si devono evitare urti, inflessioni e sporgenze eccessive, contatti con corpi taglienti e acuminati.
Le imbragature per il fissaggio del carico possono essere realizzate con funi o bande di canapa, di nylon o similari; se si usano cavi di acciaio, i tubi devono essere protetti nella zona di contatto con essi.
Le operazioni di carico e scarico, come per tutti gli altri materiali, devono essere fatte con grande cura. I tubi non devono essere buttati ne fatti strisciare sulle sponde caricandoli sull'automezzo o scaricandoli dallo stesso, ma devono essere accuratamente sollevati ed appoggiati.
I tubi essendo lisci devono essere immagazzinati su una superficie piana, priva di parti taglienti ed esente da sostanze che potrebbero attaccare i tubi.
I tubi non devono essere accatastati ad un'altezza superiore a m.1,50 qualunque sia il diametro dei tubi, per evitare possibili deformazioni nel tempo.
Se i tubi non vengono adoperati per un lungo periodo, devono essere protetti dai raggi solari diretti con schermi opachi che consentano una regolare aereazione.
RACCORDI E ACCESSORI
Questi pezzi possono essere forniti in appositi imballaggi. Se sono forniti sfusi si dovrà avere cura, nel trasporto ed immagazzinamento, di non ammucchiarli disordinatamente e si dovrà evitare che essi possano essere deformati o danneggiati per effetto di urti fra di loro o con altri materiali pesanti.
3 - Sistema di giunzione
La giunzione avviene a saldatura di testa per polifusione secondo le modalità della DIN 16932 e le specifiche dell'Istituto Olandese per la saldatura: IIW - XVI "Procedure Qualification for Welding of h.d. PE" 71/E; in casi particolari saranno autorizzate previa presentazione dei relativi disegni e dimensionamenti, giunzioni di tipo flangiato e plastificante; in ogni caso la superficie interna della tubazione nella zona di saldatura dovrà essere perfettamente liscia e non presentare protuberanze o sbavature di sorta.
In principio i pozzetti dovranno essere ricavati da tubature in p.e.a.d. e non da lastre saldate, ma per la loro messa in opera la Direzione Lavori si riserva il giudizio definitivo e insindacabile per tutto quanto non esplicitamente espresso in tale articolo si rimanda alla normativa nazionale ed internazionale vigente valendo a parità di condizioni quelle maggiormente restrittive.
Per una buona esecuzione devono essere attentamente osservate le seguenti prescrizioni:
a) Verificare che i manufatti da saldare abbiano diametri e spessori corrispondenti;
b) Preparazione delle testate. Le testate dei tubi devono essere preparate controllando la planarità della superficie di taglio. Se questa planarità non esiste, o se occorre tagliare uno spezzone di tubo, occorre adoperare frese che possono essere manuali per i piccoli diametri e nastro o circolari per i diametri e gli spessori maggiori; queste ultime devono avere velocità moderate per evitare il riscaldamento del materiale;
c) Le testate devono quindi essere sgrassate con trielina o con altri solventi clorurati. I due pezzi da saldare vengono quindi allineati e bloccati con due ganasce collegate con un sistema che ne permetta l'avvicinamento.
Tale sistema deve poter dare una pressione controllata sulla superficie di contatto. Il termoelemento viene inserito tra le testate che verranno spinte contro la sua superficie. Il materiale passa allora allo stato plastico formando un leggero rigonfiamento.
Successivamente viene estratto il termoelemento e le due estremità vengono spinte una contro l'altra alla pressione indicata finché il materiale non ritorna allo stato solido.
La saldatura eseguita non deve essere rimossa se non quando la zona saldata si sia raffreddata spontaneamente alla temperatura di circa 60°C.
La saldatura deve essere, effettuata da personale addestrato e con le raccomandazioni precedentemente riportate in modo da ottenere un fattore di saldatura S il più prossimo all'unità secondo la relazione:
S = resistenza alla trazione del cordone di saldatura / resistenza alla trazione del materiale di
base
Non sono possibili saldature con altri materiali plastici. 4 - Apparecchiature occorrenti per la saldatura
I termoelementi: sono piastre di acciaio inox o di lega di alluminio, rivestite con tessuto di politerafluoruroetilene e fibra di vetro, riscaldati con resistenze elettriche od anche con fiamma a gas od in camera calda, purché le temperature possano essere sempre rigorosamente controllate. Il controllo può effettuarsi con termometri o gessi o matite termocroniche.
Per una perfetta saldatura il PEAD richiede:
- Temperatura superficiale del termoelemento 200 ± 10°C (215 ± 10°C per il PP)
- Tempo di riscaldamento in relazione allo spessore in ogni caso non inferiore a 30 sec. (35 sec. per il PP)
- Pressione durante il riscaldamento riferita alla superficie da riscaldare 0,75 Kgf/cmq
- Pressione di saldatura riferita alla superficie da saldare 1,5 Kgf/cmq 5 - Dimensioni della trincea e prescrizioni di posa
Per larghezza B di una trincea s'intende quella misurata al livello della generatrice superiore del tubo posato, sia per trincea a pareti parallele sia per trincea a pareti inclinate.
L'altezza di riempimento H è quella misurata fra la stessa generatrice superiore del tubo ed il piano di campagna.
La larghezza minima da assegnare ad una trincea è data, in metri, dalla seguente formula: B = D + 0,30 (D = diametro esterno del tubo)
Quando la larghezza della trincea è grande rispetto all'altezza e/o al diametro del tubo, ossia quando si verificano una o entrambe le seguenti condizioni:
B >· H/2 B > 10 D
la tubazione viene a trovarsi nelle condizioni dette "sotto terrapieno"; in queste condizioni essa è assoggettata ad un carico più gravoso di quello che sopporterebbe nella condizione in trincea.
L'altezza massima del ricoprimento per tubi in trincea non deve superare i 6 m. per tubi sotto terrapieno i 4 m.
Quando nel corso dei lavori si verificano per tratti limitati condizioni di posa più gravose di quelle di progetto (sgrottamento delle pareti, frane, ecc.) e non si ritenga tuttavia opportuno sostituire i tubi con altri di maggiore spessore, si deve procedere ad opere di protezione che riconducano le condizioni di posa e quelle previste dalla norma (costruzione di muretti di pietre o di calcestruzzo atti a ridurre la larghezza della sezione di scavo). Analogamente se per ragioni tecniche l'altezza di ricoprimento in qualche punto è inferiore ai minimi prescritti dalla norma, occorre fare assorbire i carichi verticali da opportuni manufatti di protezione.
In caso di condotta subacquea le condotte dovranno obbligatoriamente essere idoneamente appesantite in modo tale da controbilanciare abbondantemente la spinta idrostatica e resistere ad eventuali correnti ortogonali all'asse delle stesse, dovranno inoltre essere poste in una trincea ricavata nel fondo del corpo idrico da attraversare e quindi ricoperte con uno strato di terreno ben compatto di almeno 50 cm. di spessore.
6 - Scavo della trincea
Deve essere eseguito con mezzi idonei, avendo la massima cura di:
- rispettare le quote di progetto del fondo dello scavo;
- impedire con ogni mezzo il franamento delle pareti sia per evitare incidenti al personale, sia per non avere modifiche alla sezione di scavo;
- eliminare, sia all'interno dello scavo sia negli immediati dintorni eventuali radici il cui successivo sviluppo potrebbe deformare il tubo di PEAD;
- accumulare il materiale di scavo ad una distanza tale da consentire il libero movimento del personale e dei tubi, onde evitare il pericolo di caduta di tale materiale ed in particolare di pietre sul tubo già posato. Nel caso di tubazioni da porre in opera a livelli diversi nella stessa trincea e se la tubazione a livello superiore è in PEAD è opportuno scavare la trincea fino alla base del tubo a livello inferiore e posare quindi il tubo di PEAD a livello superiore su riempimento ben costipato.
7 - Letto di xxxx e rinfianco
Il fondo dello scavo e, più in generale, il terreno sul quale la tubazione è destinata a poggiare deve avere una consistenza tale da escludere cedimenti differenziali da punto a punto.
Inoltre, durante l'apertura di trincee in terreni eterogenei, collinari o montagnosi occorre premunirsi da eventuali smottamenti o slittamenti mediante opportune opere di sostegno e di ancoraggio.
Se si ha motivo di ritenere che l'acqua di falda eventualmente presente nello scavo possa determinare un'instabilità del terreno di posa e dei manufatti in muratura, occorre consolidare il terreno circostante con opere di drenaggio che agiscano sotto il livello dello scavo, in modo da evitare in definitiva, che l'acqua possa provocare spostamenti del materiale di rinterro che circonda il tubo.
Sul fondo dello scavo, livellato e liberato da ciottoli, pietrame e da eventuali altri materiali che impediscano il perfetto livellamento, si sovrappone il letto di posa costituito da materiali incoerenti, quali sabbia o terra vagliata che formi un piano uniformemente distribuito su cui va appoggiato il tubo. Il suo spessore non sarà inferiore a (10 + 1/1OD) cm. e non deve contenere pietruzze.
Il tubo verrà poi rinfiancato per almeno 20 cm. per lato, fino al piano diametrale, quindi verrà ricoperto con lo stesso materiale incoerente per uno spessore non inferiore a 15 cm. misurato sulla generatrice superiore. Per quanto riguarda il rinfianco, in considerazione della sua importante funzione di reazione alle sollecitazioni verticali e di ripartizione dei carichi attorno al tubo, è necessario scegliere con la massime cura il materiale incoerente da impiegare preferibilmente sabbia, evitando quindi terre difficilmente costipabili (torbose argillose ecc.) ed effettuare il riempimento con azione uniforme e concorde ai due lati del tubo.
Ultimata questa operazione si effettua il riempimento con materiale di risulta dello scavo spurgato del pietrame grossolano superiore a 100 mm., per strati successivi non superiori a 30 cm di altezza che debbono essere costipati e bagnati, se necessario, almeno fino a 1 m. di copertura. Il ricoprimento totale, del tubo a partire dalla generatrice superiore non deve essere inferiore a:
- 150 cm per strade a traffico pesante;
- 100 cm per strade a traffico leggero.
Per valori di profondità inferiori, il ricoprimento deve essere eseguito con interposizione di un diaframma rigido di protezione e di ripartizione dei carichi, collegato sullo strato superiore del materiale incoerente.
Nel corso della posa in opera si raccomanda di chiudere con tamponi di legno o con qualunque altro mezzo idoneo di tubazione già posati e che devono rimanere per qualche tempo aperti e non sorvegliati, onde impedire l'intasamento.
Per stabilire se la tubazione dopo il rinterro ha subito deformazioni o si fosse ostruita durante il corso dei lavori, a causa della mancata osservanza da parte dell'installatore delle raccomandazioni sopra riportate, si può far passare tra un pozzetto e l'altro una sfera di diametro inferiore del 5% a quello interno del tubo impiegato.
8 - Collaudo
Il collaudo per una tubazione di PEAD per acque di scarico deve accertare la perfetta tenuta della canalizzazione. Questo accertamento si effettua sottoponendo a pressione idraulica la canalizzazione stessa mediante riempimento, con acqua, del tronco da collaudare (di lunghezza opportuna, in relazione alla pendenza) attraverso il pozzetto di monte, fino al livello del pozzetto a valle; o adottando altro sistema idoneo a conseguire lo stesso scopo.
2.9.2. TUBAZIONI IN PVC RIGIDO
1 - Criteri di accettazione
L'accettazione delle tubazioni in PVC (cloruro di polivinile), da parte della Direzione dei Lavori, è subordinata alla completa osservanza della normativa UNI al riguardo e precisamente UNI 7441, UNI 7447, UNI 7448.
L'inosservanza anche di una soltanto delle specifiche contenute nella precitata normativa e di ogni ulteriore prova e collaudo richiesto dalla Direzione Lavori comporterà il totale rigetto della fornitura da parte di quest'ultima senza che l'Appaltatore abbia diritto a risarcimento alcuno.
Le condotte inoltre dovranno essere obbligatoriamente contrassegnate con il marchio di conformità IIP di proprietà dell'Ente Nazionale Italiano di Unificazione UNI gestito dall'Istituto Italiano dei Plastici giuridicamente riconosciuto con D.P.R. 01.02.1975 n.120.
Le condotte potranno essere dei tipi:
- Tipo 312 - PN: 2.5,4,6,10,16, a norma UNI 7441 e 7448 per condotte di fluidi in pressione;
- Tipo 303 a norma UNI 7447 e 7448 per condotte di scarico interrate.
Qualora a seguito di calcoli di verifica e delle condizioni di posa il tipo 303 si dimostrasse fisicamente insufficiente esso potrà essere sostituito con un pari diametro nominale del tipo 312, di adeguato spessore.
L'Appaltatore si impegna a dimostrare con dettagliate relazioni tecniche da sottoporre alla Direzione dei Lavori, le caratteristiche delle sollecitazioni cui le condotte saranno sottoposte in opera ed in fase di assemblaggio.
Le tubazioni dovranno essere tali da garantire il rispetto delle prescrizioni contenute nell'allegato 4, dei "Criteri, metodologie e norme tecniche generali" di cui all'articolo 2, lettera b), d), e), della L. 10.05.1976 n. 319, recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento.
2 - Trasporto ed accatastamento dei tubi e pezzi speciali
Nel trasporto bisogna supportare i tubi per tutta la loro lunghezza onde evitare di danneggiarne le estremità a causa di vibrazioni. Si devono evitare urti, inflessioni e sporgenze eccessive, contatti con corpi taglienti e acuminati.
Le imbragature per il fissaggio del carico possono essere realizzate con funi o bande di canapa, di nylon o similari; se si usano cavi di acciaio, i tubi devono essere protetti nella zona di contatto con essi.
Le operazioni di carico e scarico, come per tutti gli altri materiali, devono essere fatte con grande cura. I tubi non devono essere buttati ne fatti strisciare sulle sponde caricandoli sull'automezzo o scaricandoli dallo stesso, ma devono essere accuratamente sollevati ed appoggiati.
I tubi essendo lisci devono essere immagazzinati su una superficie piana, priva di parti taglienti ed esente da sostanze che potrebbero attaccare i tubi.
I tubi non devono essere accatastati ad un'altezza superiore a m.1,50 qualunque sia il diametro dei tubi, per evitare possibili deformazioni nel tempo.
Se i tubi non vengono adoperati per un lungo periodo, devono essere protetti dai raggi solari diretti con schermi opachi che consentano una regolare aereazione.
RACCORDI E ACCESSORI
Questi pezzi possono essere forniti in appositi imballaggi. Se sono forniti sfusi si dovrà avere cura, nel trasporto ed immagazzinamento, di non ammucchiarli disordinatamente e si dovrà evitare che essi possano essere deformati o danneggiati per effetto di urti fra di loro o con altri materiali pesanti.
3 - Sistema di giunzione
a) Giunto a bicchiere del tipo scorrevole con tenuta mediante idonea guarnizione elastomerica.
b) Giunto a manicotto del tipo scorrevole costituito da un manicotto di PVC con tenuta garantita da idonee guarnizioni elastomeriche.
Esecuzione delle giunzioni del tipo scorrevole con guarnizione elastomerica. Si dovranno osservare le seguenti indicazioni:
- provvedere ad una accurata pulizia delle parti da congiungere assicurandosi che esse siano integre, se già inserita, togliere provvisoriamente la guarnizione di tenuta;
- segnare sulla parte maschia del tubo una linea di riferimento procedendo come segue:
- si introduce il tubo nel bicchiere fino a rifiuto, segnando la posizione raggiunta;
- si ritira il tubo di 3 mm. per metro di elemento posato, ma mai meno di 10 mm;
- si segna in modo ben visibile sul tubo la nuova posizione raggiunta, che è la linea di riferimento;
- inserire la guarnizione elastomerica di tenuta nell'apposita sede;
- lubrificare la superficie interna della guarnizione e la superficie esterna della punta con apposito lubrificante (acqua saponosa o lubrificante a base di silicone, ecc.).
Quando siano da giuntare segmenti di barra di lunghezza inferiore alla barra stessa si procede al taglio del tubo ortogonalmente al suo asse, a mezzo di sega a mano a denti fini o di fresa.
L'estremità così ricavata, per essere introdotta nel rispettivo bicchiere, deve essere smussata secondo angolazione del valore indicato dal fabbricante dei tubi, conservando all'orlo uno spessore variabile, crescente con diametri, secondo valori indicati, anch'essi dal fabbricante.
4 - Innesti successivi e derivazioni:
Qualora si renda necessario effettuare un innesto nella tubazione di PVC già posta in opera, si dovrà procedere con uno dei seguenti sistemi:
A) - Tagliare il tubo per una lunghezza uguale al pezzo speciale da inserire, più due volte il diametro;
- inserire il pezzo speciale imboccando su una delle estremità del tubo tagliato;
- ricostruire la continuità della canalizzazione a mezzo di un tronchetto lungo quanto la restante interruzione, congiungendo alle estremità con manicotti a bicchiere doppio scorrevoli.
B) - Praticare nel tubo un foro preventivamente tracciato appoggiando (senza incollare), nella posizione adatta la diramazione con sella eseguendo il controllo interno della diramazione stessa con xxxxxx xxxxxx;
- incollare, previa pulizia, sul tratto interessato il pezzo speciale a sella.
5 - Dimensioni della trincea e prescrizioni di posa
Per larghezza B di una trincea s'intende quella misurata al livello della generatrice superiore del tubo posato, sia per trincea a pareti parallele sia per trincea a pareti inclinate.
L'altezza di riempimento H è quella misurata fra la stessa generatrice superiore del tubo ed il piano di campagna.
La larghezza minima da assegnare ad una trincea è data, in metri, dalla seguente formula: B = D + 0,30 (D = diametro esterno del tubo)
Quando la larghezza della trincea è grande rispetto all'altezza e/o al diametro del tubo, ossia quando si verificano una o entrambe le seguenti condizioni:
B >· H/2 B > 10 D
la tubazione viene a trovarsi nelle condizioni dette "sotto terrapieno"; in queste condizioni essa è assoggettata ad un carico più gravoso di quello che sopporterebbe nella condizione in trincea.
L'altezza massima del ricoprimento per tubi in trincea non deve superare i 6 m. per tubi sotto terrapieno i 4 m.
Quando nel corso dei lavori si verificano per tratti limitati condizioni di posa più gravose di quelle di progetto (sgrottamento delle pareti, frane, ecc.) e non si ritenga tuttavia opportuno sostituire i tubi con altri di maggiore spessore, si deve procedere ad opere di protezione che riconducano le condizioni di posa e quelle previste dalla norma (costruzione di muretti di pietre o di calcestruzzo atti a ridurre la larghezza della sezione di scavo). Analogamente se per ragioni tecniche l'altezza di ricoprimento in qualche punto è inferiore ai minimi prescritti dalla norma, occorre fare assorbire i carichi verticali da opportuni manufatti di protezione.
In caso di condotta subacquea le condotte dovranno obbligatoriamente essere idoneamente appesantite in modo tale da controbilanciare abbondantemente la spinta idrostatica e resistere ad eventuali correnti ortogonali all'asse delle stesse, dovranno inoltre essere poste in una trincea ricavata nel fondo del corpo idrico da attraversare e quindi ricoperte con uno strato di terreno ben compatto di almeno 50 cm. di spessore.
6 - Scavo della trincea
Deve essere eseguito con mezzi idonei, avendo la massima cura di:
- rispettare le quote di progetto del fondo dello scavo;
- impedire con ogni mezzo il franamento delle pareti sia per evitare incidenti al personale, sia per non avere modifiche alla sezione di scavo;
- eliminare, sia all'interno dello scavo sia negli immediati dintorni eventuali radici il cui successivo sviluppo potrebbe deformare il tubo;
- accumulare il materiale di scavo ad una distanza tale da consentire il libero movimento del personale e dei tubi, onde evitare il pericolo di caduta di tale materiale ed in particolare di pietre sul tubo già posato. Nel caso di tubazioni da porre in opera a livelli diversi nella stessa trincea è opportuno scavare la trincea fino alla base del tubo a livello inferiore e posare quindi il tubo a livello superiore su riempimento ben costipato.
7 - Letto di xxxx e rinfianco
Il fondo dello scavo e, più in generale, il terreno sul quale la tubazione è destinata a poggiare deve avere una consistenza tale da escludere cedimenti differenziali da punto a punto.
Inoltre, durante l'apertura di trincee in terreni eterogenei, collinari o montagnosi occorre premunirsi da eventuali smottamenti o slittamenti mediante opportune opere di sostegno e di ancoraggio.
Se si ha motivo di ritenere che l'acqua di falda eventualmente presente nello scavo possa determinare un'instabilità del terreno di posa e dei manufatti in muratura, occorre consolidare il terreno circostante con opere di drenaggio che agiscano sotto il livello dello scavo, in modo da evitare in definitiva, che l'acqua possa provocare spostamenti del materiale di rinterro che circonda il tubo.
Sul fondo dello scavo, livellato e liberato da ciottoli, pietrame e da eventuali altri materiali che impediscano il perfetto livellamento, si sovrappone il letto di posa costituito da materiali incoerenti, quali sabbia o terra vagliata che formi un piano uniformemente distribuito su cui va appoggiato il tubo. Il suo spessore non sarà inferiore a (10 + 1/1OD) cm. e non deve contenere pietruzze.
Il tubo verrà poi rinfiancato per almeno 20 cm. per lato, fino al piano diametrale, quindi verrà ricoperto con lo stesso materiale incoerente per uno spessore non inferiore a 15 cm. misurato sulla generatrice superiore. Per quanto riguarda il rinfianco, in considerazione della sua importante funzione di reazione alle sollecitazioni verticali e di ripartizione dei carichi attorno al tubo, è necessario scegliere con la massime cura il materiale incoerente da impiegare preferibilmente sabbia, evitando quindi terre difficilmente costipabili (torbose, argillose, ecc.) ed effettuare il riempimento con azione uniforme e concorde ai due lati del tubo.
Ultimata questa operazione si effettua il riempimento con materiale di risulta dello scavo spurgato del pietrame grossolano superiore a 100 mm., per strati successivi non superiori a 30 cm di altezza che debbono essere costipati e bagnati, se necessario, almeno fino a 1 m. di copertura. Il ricoprimento totale, del tubo a partire dalla generatrice superiore non deve essere inferiore a:
- 150 cm per strade a traffico pesante;
- 100 cm per strade a traffico leggero.
Per valori di profondità inferiori, il ricoprimento deve essere eseguito con interposizione di un diaframma rigido di protezione e di ripartizione dei carichi, collegato sullo strato superiore del materiale incoerente.
Nel corso della posa in opera si raccomanda di chiudere con tamponi di legno o con qualunque altro mezzo idoneo di tubazione già posati e che devono rimanere per qualche tempo aperti e non sorvegliati, onde impedire l'intasamento.
Per stabilire se la tubazione dopo il rinterro ha subito deformazioni o si fosse ostruita durante il corso dei lavori, a causa della mancata osservanza da parte dell'installatore delle raccomandazioni sopra riportate, si può far passare tra un pozzetto e l'altro una sfera di diametro inferiore del 5% a quello interno del tubo impiegato.
8 - Collaudo
Il collaudo delle tubazioni di fognatura deve accertare la perfetta tenuta della canalizzazione. Questo accertamento si effettua sottoponendo a pressione idraulica la canalizzazione stessa mediante riempimento, con acqua, del tronco da collaudare (di lunghezza opportuna, in relazione alla pendenza) attraverso il pozzetto di monte, fino al livello del pozzetto a valle; o adottando altro sistema idoneo a conseguire lo stesso scopo.
2.10. TUBAZIONI IN GRES CERAMICO PER FOGNATURE
Tutti i materiali in gres ceramico per fognature dovranno essere di qualità conforme a UNI EN 295/1992.
La classificazione della norma UNI EN 95 indica la resistenza trasversale allo schiacciamento per metro quadrato di superficie (kN/mq).
A - I materiali devono presentarsi di impasto omogeneo, compatto anche in fattura, ben verificato, senza incrinature, difetti o asperità e, percossi al martello, devono dare un suono metallico.
B - I materiali in gres ceramico per fognature devono essere coperti totalmente o parzialmente da una vetrificata, ottenuta ad alta temperatura mediante reazioni chimico - fisiche fra sostanze di apporto e le argille costituenti il gres.
Durezza: la durezza del gres ceramico, sia alla superficie esterna, anche se vetrinata, che in frattura, deve essere uguale a quella del quarzo e quindi deve risultare non inferiore al 7° posto della scala Mohs.
1 - Resistenza allo schiacciamento dei pezzi speciali
Questa prova interessa i pezzi speciali fino ad un diametro massimo di 20 cm.
Occorre innanzitutto predisporre un adatto contenitore, di sezione circolare e del diametro interno di 1 metro, il pezzo speciale di gres, chiuso sulle aperture con tappi di legno e posto nella posizione normale di impiego nelle fognature viene adagiato su un letto di sabbia e ricoperto con sabbia.
Si tiene costante ed uguale a 30 cm con lo stato di sabbia sovrastante il pezzo speciale, mentre lo strato inferiore e lo strato laterale possono variare a seconda delle dimensioni del pezzo speciale medesimo.
Indi il sistema viene sottoposto ad una pressione gradualmente crescente ed agente in senso verticale fino al raggiungimento di 2 Kg/cmq.
Questa pressione deve essere mantenuta per un tempo di 90 minuti secondi. Dopo la prova, liberato il pezzo speciale dalla sabbia e dal contenitore, non devono essere rilevate ne rotture ne incrinature.
2 - Resistenza alla flessione longitudinale
Si effettua sui tubi aventi il diametro di 100, 120, 150, 180, 200, 250, 300 mm. La prova si esegue sui tubi interni.
I tubi devono essere appoggiati su due selle in legno, rivestite di feltro per la parte a contatto col tubo. La luce netta fra le due selle di legno deve essere di 700 mm.
Il carico deve essere applicato mediante una terza sella di legno, uguale alle due precedenti e sempre rivestita di feltro. Lo spessore del feltro deve essere uguale o maggiore di 10 mm. Il carico applicato deve essere aumentato gradualmente fino a provocare la rottura del tubo in un tempo compreso fra i limiti nella tabella qui sotto riportata.
La prova è positiva se il tubo si rompe sotto un carico maggiore o uguale a quello riportato nella tabella.
φ del tubo | durata della prova minuti primi e secondi | valore minimo del carico di rottura kg |
10 cm | 1’ - 1’3” | 2.150 |
12 cm | 1’14” - 1’45” | 2.500 |
15 cm | 2’30” - 3’ | 4.500 |
20 cm | 3’ - 3’30” | 5.000 |
25 cm | 3’ - 3’30” | 5.000 |
30 cm | 3’15” - 3’45” | 5.000 |
3 - Resistenza alla pressione idraulica interna
La prova deve essere eseguita su tubi interi (escluso il manicotto) ed in posizione verticale, sottoponendoli ad una pressione idraulica interna di 2 Kg/cmq per i diametri fino a 25 cm e proporzionalmente per i diametri superiori, come risulta dalla tabella seguente:
fino a cm 25 ø | 2.00 Kg cmq |
oltre cm 25 e fino a cm 30 ø | 1.65 Kg cmq |
oltre cm 30 e fino a cm 35 ø | 1.40 Kg cmq |
oltre cm 35 e fino a cm 40 ø | 1.25 Kg cmq |
oltre cm 40 e fino a cm 45 ø | 1.10 Kg cmq |
oltre cm 45 e fino a cm 50 ø | 1.00 Kg cmq |
oltre cm 45 e fino a cm 55 ø | 0.90 Kg cmq |
oltre cm 60 e fino a cm 70 ø | 0.70 Kg cmq |
Tale pressione deve essere raggiunta (in meno di tre minuti primi) lentamente e mantenuta per sessanta secondi. Il tubo non dovrà presentare in alcun punto rotture, perdite o trasudamenti. 4 - Assorbimento di acqua
Il campione scelto per la prova deve essere ricavato dalla parte mediana del tubo e del pezzo speciale. Ciascun campione deve avere spessore del tubo o del pezzo ed ambedue le facce
vetrificate. La maggiore di esse dovrà avere la superficie compresa fra un minimo di 400 cmq per i pezzi di minor dimensioni ed un massimo di 2600 cmq per quelli di maggiori dimensioni.
Il campione deve essere essiccato in stufa ad una temperatura non inferiore a 150 °C, fino a completa essiccazione.
Il pezzo verrà quindi portato a temperatura ambientale in opportuni essiccatoi e successivamente pesato.
Quindi il campione deve essere immerso in acqua distillata, a temperatura non inferiore a 150 °C, fino a completa essiccazione.
Il pezzo verrà quindi portato a temperatura ambiente in opportuni essiccatoi e successivamente pesato.
Quindi il campione il campione deve essere immerso in acqua distillata a temperatura ambiente, e la temperatura fatta salire al punto di ebollizione.
L'acqua deve essere mantenuta per un'ora in ebollizione e quindi lasciata raffreddare naturalmente, sino a temperatura ambiente.
In seguito il provino deve essere estratto dal bagno, asciugato esternamente con un panno asciutto e ripesato.
L'aumento di peso di ciascun provino, espresso in percentuale del peso del provino secco, non deve essere maggiore dei valori seguenti:
spessore del manufatto di gres | valore di percentuale dell' assorbimento di acqua (media di tre determinazioni da eseguirsi su tre diversi provini) |
fino a 20 mm | 3.0% |
oltre 20 e fino a 25 mm | 3.5% |
oltre 25 e fino a 32 mm | 4.0% |
oltre 32 e fino a 42 mm | 5.0% |
5 - Resistenza agli acidi
Il provino deve essere ricavato dalla parte mediana del manufatto di gres e comunque da parti lontane dalle estremità almeno 15 cm.
Deve essere inoltre di spessore uguale a quello delle pareti del manufatto.
Deve quindi presentare ambedue le facce vetrificate, di cui la maggiore deve avere un'area compresa tra un minimo di 400 cmq. per i pezzi di minori dimensioni ed un massimo di 2.600 cmq per quelli di dimensioni maggiori.
Il provino deve essere anzitutto privato della vetrina e quindi macinato in un mortaio.
Il materiale così polverizzato deve essere vagliato in un setaccio e si deve utilizzare la parte che passa attraverso il setaccio a 18 maglie e che risulta trattenuta dal setaccio a 25 maglie.
La porzione da sottoporre alle prove deve avere un peso non inferiore a 30 gr e deve essere lavata dalla polvere residua nel modo seguente:
Il materiale è posto in una capsula di porcellana ed addizionato a circa 150 cmc di acqua distillata per ogni 30 gr di solido.
La capsula è scaldata in bagno di sabbia sino al punto di ebollizione dell'acqua. L'ebollizione si prolunga per un'ora.
Occorre avere cura che nell'operazione non vada disperso materiale per proiezione degli spruzzi.
Indi si toglie l'acqua e si lavano a freddo i granelli di gres con acqua distillata almeno per quattro volte. Poi si essicca a 110 °C fino a peso costante (di solito sono sufficienti quattro ore).
Si pesano da un minimo di 24,9 gr ad un massimo di 25,1 di materiale preparato nel modo sopra citato pesato con bilancia che consenta un'accuratezza di ±0,001 gr e si prende nota esatta del peso riscontrato (p1).
Indi il materiale è messo in una capsula di 11 cm di diametro e vi si aggiunge la miscela seguente:
- 7 cmc di acido nitrico (peso specifico 1,42)
- 13 cmc di acido solforico (peso specifico 1,84)
- 65 cmc di acqua distillata
Successivamente la capsula si mette in un bagno di sabbia e si scalda con precauzione, per evitare perdite di materiale per proiezione di spruzzi, fino a che, dopo l'acqua, l'acido nitrico non è evaporato, cioè fino a scomparsa dei fumi a che il residuo acido solforico non cominci ad emettere fumi bianchi. Questa operazione dovrebbe durare circa due ore. Poi la capsula ed il suo contenuto devono essere lasciati raffreddare. Indi si aggiunge la miscela seguente:
10 cmc di acido nitrico (peso specifico 1,42) 90 cmc di acqua distillata.
Il riscaldamento deve essere ripetuto fino a che, dopo l'evaporazione dell'acqua e dell'acido nitrico, l'acido solforico non riprende a emettere fumi bianchi.
Poi si lascia raffreddare il tutto e si riprende con acqua distillata, decantando con cura. Quindi si aggiungono 150 cmc di acqua distillata e si riscalda fino al punto di ebollizione.
Il ciclo di decantazione, aggiunta di acqua fredda, bollitura e decantazione deve essere ripetuto fino a scomparsa dell'acido solforico (prova al cloruro di bario).
Le operazioni devono essere eseguite avendo cura di non perdere sostanze solide.
Dopo l'ultima decantazione, il campione deve essere essiccato a 110°C fino a peso costante e ripesato con la stessa bilancia con cui fu pesato precedentemente, prendendo nota del peso riscontrato (p2).
La perdita di peso percentuale = [(p1 - p2) / p1] x 100 non deve essere maggiore di 1,5 (media di tre determinazioni, da eseguirsi su tre diversi provini).
6 - Resistenza all'usura
La prova deve essere eseguita a mezzo del tribometro di Xxxxxx (materiale abrasivo carborundum, su provini delle dimensioni di 70x70 mm e dello spessore non inferiore a 7÷8 mm.
Il tribometro deve essere conforme alle prescrizioni del R.D. 16.11.1039 n. 2234, pubblicato sul suppl. ord. alla Gazzetta Ufficiale del 18.04.1940 n. 92.
I provini, premuti contro il disco, ruotano, a mezzo di speciali dispositivi meccanici, intorno al proprio asse centrale verticale, in ragione di un giro di provino ogni 50 giri del disco.
Come abrasivo, si usa graniglia di carborundum, umettata con olio minerale fluido (viscosità Engler compresa fra 5 e 7 a 50 °C).
Il carborundum deve avere una granulometria tale da passare al setaccio con larghezza netta di maglia non inferiore a 0,15 mm ne superiore a 0,20 mm.
Il consumo di carborundum e di olio deve essere rispettivamente di 20 e 12 gr al minuto primo. Sulla superficie dei provini deve gravare una pressione di 0,3 Kg cmq.
La prova viene normalmente eseguita con un percorso abrasivo di 600 m corrispondente ad una durata di dieci minuti primi.
L'incidenza di resistenza all'usura è dato dal rapporto fra il numero fisso 2,4, corrispondente all'abrasione media di un campione medio di granito X. Xxxxxxxx e l'altezza dello strato abrasivo del provino di gres, misurato con la precisione di 1/100 di mm.
L'indice di resistenza deve essere uguale o maggiore di 0,8 (media di tre determinazioni, da eseguirsi su tre diversi provini).
7 - Giunzioni
I tubi saranno giuntati a bicchiere con manicotti in poliuretano. Caratteristiche del poliuretano per manicotti di giunzione:
Sia sulla giunzione di punta che di manicotto il poliuretano utilizzato dovrà avere le seguenti caratteristiche meccaniche:
- resistenza a trazione: 20 Kg/cmq
- resistenza a rottura : 90 Kg/cmq
- durezza: 67 ± 5 shore A
Dette specifiche sono indispensabili al fine di assicurare le particolarità di cui ai punti seguenti.
- Tenuta
Le giunzioni in PLU dovranno assicurare una tenuta idraulica da interno verso esterno e da esterno interno pari a 0,5 bar.
- Sfilamento:
Dovranno essere garantiti, senza alterare la tenuta idraulica, movimenti di sfilamento del giunto stesso pari a ± 1÷1,5 cm.
- Resistenza al taglio:
La tenuta idraulica della giunzione deve essere garantita da eventuali sollecitazioni a sforzi di taglio che dovessero interessare la condotta. Il valore a cui la giunzione dovrà essere garantita senza perdite o infiltrazioni d'acqua è di 10 Kg per centimetro di diametro.
- Resistenza agli agenti biologici e chimici:
Il materiale di cui è composta la giunzione non deve essere aggredito da organismi vegetali o animali.
Le guarnizioni devono resistere senza alterare i propri requisiti nel campo di PH compreso tra 2 e 12.
2.11. PROVE DI TENUTA DEI CONDOTTI
Le prove di tenuta, in campo, per le tubazioni con funzionamento non a pressione, saranno eseguite con riferimento a quanto previsto in proposito, dal D.M. LL.PP. del 12.12.1985. In particolare le pressioni e le modalità di collaudo ed i limiti di accettabilità dei risultati delle prove saranno quelli previsti dalle norme DIN 4033.
Le prove di tenuta idraulica sono a completo carico dell'Appaltatore, intendendosi remunerate con l’importo di contratto.
Nel caso in cui la prova dovesse dare esito negativo l'Appaltatore dovrà a sua cure e spese ricercare la causa che ha provocato la cattiva riuscita della prova, riparare sempre a sue spese il danno e comunicare tempestivamente alla Direzione Lavori l'avvenuta riparazione in modo che questa possa predisporre affinché la prova stessa venga ripetuta.
2.12. TUBAZIONI PER ACQUEDOTTO - TIPO - QUALITA' - POSA
I tubi per acquedotto, per materiale costitutivo o per rivestimento interno dovranno essere conformi alle norme del Ministero della Sanità in ordine ai materiali a contatto con acqua potabile o da potabilizzare. In particolare i materiali plastici dovranno rispondere ai requisiti previsti dalla Circolare del Ministero della Sanità n° 102 in data 02.12.1978.
Della conformità dovrà essere prodotta certificazione.
2.12.1. TUBAZIONI IN ACCIAIO
I tubi in acciaio per le condotte d'acqua dovranno essere conformi a quanto previsto dalle norme UNI 6363/84. Potranno essere del tipo con saldatura o del tipo senza saldatura (laminato Mannesmann).
Il tipo di giunzione prevista generalmente è quella per saldatura a bicchiere sferico (Giunto "SF") o cilindrico (Giunto "B") altro tipo di giunzioni possono essere:
a - flangia per attacco pezzi speciali o organi di intercettazione e controllo;
b - a saldatura di testa da usarsi per spessori superiori a 3.5 mm (Giunto "A"); c - giunto Gibault;
d - giunto Victaulic.
La bulloneria per pezzi speciali, organi di manovra e controllo o a qualsiasi altro scopo utilizzata negli acquedotti deve essere in acciaio inox AISI 316.
2.12.1.1. TUBI SENZA SALDATURA
Diametro nominale esterno DN mm | Spessore mm | Peso tubo liscio grezzo kg/ml | Sezione di passagg. cm² | Pressione idraulica di prova kg/cm² | |
40 | 48.3 | 2.6 | 2.95 | 14.6 | 155 |
50 | 60.3 | 2.9 | 4.14 | 23.3 | 155 |
65 | 76.1 | 2.9 | 5.28 | 38.8 | 109 |
80 | 88.9 | 3.2 | 6.81 | 53.5 | 109 |
100 | 114.3 | 3.6 | 9.90 | 90.1 | 109 |
125 | 139.7 | 4.0 | 13.5 | 136.0 | 123 |
150 | 168.3 | 4.0 | 16.30 | 202.0 | 123 |
200 | 219.1 | 5.0 | 26.40 | 343.0 | 123 |
250 | 273 | 5.60 | 36.80 | 538.0 | 88 |
2.12.1.2. TUBI SALDATI
Serie normale | |||||
Diametro Niominale Esterno DN mm | Spessore. mm | Peso tubo liscio grezzo kg/m | Sezione di passaggio cm2 | Pressione idraulica di prova kg/cm² | |
40 | 48.3 | 2.6 | 2.95 | 14.6 | 50 |
50 | 60.3 | 2.9 | 4.14 | 23.3 | 50 |
65 | 76.1 | 2.9 | 5.28 | 38.8 | 50 |
80 | 88.9 | 2.9 | 6.20 | 54.2 | 50 |
100 | 114.3 | 3.2 | 8.83 | 91.4 | 50 |
125 | 139.7 | 3.6 | 12.2 | 138.0 | 50 |
150 | 168.3 | 4.0 | 16.30 | 202.0 | 50 |
200 | 219.1 | 5.0 | 26.40 | 343.0 | 50 |
Serie alleggerita | |||||
Diametro Niominale Esterno DN mm | Spessore. mm | Peso tubo liscio grezzo kg/m | Sezione di passaggio cm2 | Pressione idraulica di prova kg/cm² | |
40 | 48.3 | 2.3 | 2.63 | 15.0 | 40 |
50 | 60.3 | 2.3 | 3.31 | 24.4 | 40 |
65 | 76.1 | 2.6 | 4.75 | 39.5 | 40 |
80 | 88.9 | 2.6 | 5.57 | 55.0 | 40 |
100 | 1143.3 | 2.6 | 7.21 | 93.5 | 40 |
125 | 139.7 | 2.9 | 9.86 | 141.0 | 40 |
150 | 168.3 | 3.2 | 13.1 | 206.0 | 40 |
200 | 219.1 | 4.0 | 21.40 | 350. | 40 |
2.12.1.3. CARATTERISTICHE
Generalità: Le tabelle qui riportate riguardano i tubi senza saldatura e saldati di acciaio non legato di uso generale, usati per condotte ottenute, di regola, con giunzioni saldate o a bicchiere o di altro tipo e destinate al trasporto di acqua o di gas o per scarichi in genere.
Materiale: Tubi senza saldatura: per DN < 100, acciaio Fe 35 UNI 6363; per DN > 100, acciaio Fe 52- 1 UNI 6363.
Tubi saldati: per DN < 125, acciaio Fe 35 UNI 6363; per DN > 125, acciaio Fe 42 UNI 6363. Tolleranze: sul diametro esterno: ± 1.5% con un minimo di ± 1 mm; sullo spessore: (delimitato dalla tolleranza sul peso);
- 12.5% (-15%); il valore indicato tra parentesi è ammesso solamente in singole zone, per lunghezze non maggiori del doppio del diametro esterno del tubo e comunque non maggiori di 300 mm.
Sul peso: ± 10% per tubo singolo; ± 7.50% per partite di almeno 10t.
Lunghezza: Da 4 a 8 m escluso o da 8 a 12 m, con una percentuale ammessa dell'8% in lunghezza minore di 8 m, ma in nessun caso minore di 4 m. Salvo diversamente specificato all'ordinazione, si possono fornire tubi costituiti da due elementi accoppiati mediante saldatura trasversale fino ad un massimo del 10% del quantitativo richiesto.
Superficie: I tubi devono risultare privi di difetti superficiali che possano pregiudicarne l'impiego. Sono ammessi tuttavia locali leggeri aumenti o diminuzioni di spessore, piccole striature longitudinali dovute al processo di fabbricazione, purché lo spessore rimanga compreso in ogni punto entro le tolleranze prescritte.
E' ammessa l'eliminazione dei difetti purché lo spessore non vada al disotto del minimo prescritto. Nel caso di tubi saldati, è ammessa la riparazione dei difetti localizzati nel cordone di saldatura.
Estremità: I tubi possono essere forniti con le seguenti estremità: piane, per spessori fino a 3.2 mm incluso; smussate, per spessori oltre 3.2 mm; con giunto, da scegliere fra quelli previsti.
Rivestimento: I tubi vengono normalmente forniti con superficie interna grezza o bitumata o verniciata e con superficie esterna bitumata o verniciata, con aggiunta di un rivestimento protettivo del tipo di quelli descritti successivamente.
Prove: Tutti i tubi sono sottoposti a prova idraulica normalmente eseguita secondo i valori riportati nelle tabelle.
Per esigenze particolari e per altre prove, riferirsi alla norma UNI 6363 e ad accordi particolari in fase di esecuzione.
A richiesta debbono essere forniti tubi con spessori diversi (da scegliere comunque nella serie degli spessori unificati di cui alla UNI 4991 per i tubi senza saldatura e alla UNI 7091 per i tubi saldati) e fino al DN 400.
2.12.1.4. RIVESTIMENTI PROTETTIVI
I tipi di rivestimento bituminoso sono i seguenti:
- rivestimento normale
- rivestimento pesante
Pesi indicativi dei rivestimenti
Diametro Tubo Nomin Esterno DN mm | Rivestimenti bituminosi esterni Normale Pesante Tipo metano kg/m kg/m kg/m | |||
40 | 48.3 | 0.75 | 1.00 | 0.90 |
50 | 60.3 | 0.95 | 1.25 | 1.10 |
65 | 76.1 | 1.15 | 1.50 | 1.35 |
80 | 88.9 | 1.60 | 2.00 | 1.80 |
100 | 114.3 | 2.00 | 2.50 | 2.20 |
125 | 139.7 | 2.80 | 3.50 | 3.10 |
150 | 168.3 | 3.30 | 4.20 | 3.60 |
200 | 219.1 | 4.80 | 5.50 | 5.00 |
250 | 273.0 | 5.90 | 7.00 | 6.50 |
2.12.1.5. GIUNTI
Le giunzioni tra i singoli componenti una condotta, o tra i tubi e organi di intercettazione, regolazione, controllo, sono scelte in funzione delle condizioni di posa, dei fluidi convogliati e delle dimensioni della condotta stessa. Tra i vari tipi di giunti, quelli normalmente impiegati per le giunzioni della colonna di tubi, dovranno essere quelli del tipo "B" e "SF".
- Giunto tipo "A" per saldatura di testa; può venire usato per tutti i tubi, ma generalmente per tubi di spessore superiore a mm 3.5;
- Giunto tipo "B" a bicchiere cilindrico per saldatura;
- Giunto tipo "SF" a bicchiere sferico per saldatura;
GIUNTO "A" | GIUNTO "B " | GIUNTO "SF” | |||
Diametro nominale dei tubi | Incl. angolo per la saldatura | altezza imbocco a mm | Profondità bicchiere | Altezza imbocco a mm | Profondità bicchiere mm |
40 | 35° | 0.5 | 40 | --- | --- |
50 | 35° | 0.5 | 40 | --- | --- |
65 | 35° | 0.5 | 50 | --- | --- |
80 | 35° | 0.5 | 50 | --- | --- |
100 | 35° | 0.75 | 60 | --- | --- |
125 | 35° | 0.75 | 60 | --- | --- |
150 | 35° | 0.75 | 70 | 12 | 12 |
200 | 35° | 0.75 | 80 | 15 | 30 |
250 | 35° | 1.25 | 90 | 17 | 35 |
- Giunto a flangia; flange da saldare di testa, flange libere con collare di appoggio da saldare di testa, flange libere per tubo con bordo d'appoggio;
- Giunto Gibault, (smontabile);
- Giunto Victaulic, (smontabile).
2.12.1.6. PEZZI SPECIALI
I pezzi speciali di serie per condotte di raccordo per curve, derivazioni o altro devono essere ottenuti da tubi per condotte e, quindi, avere analoghe caratteristiche secondo UNI 6363/84.
2.12.2. TUBAZIONI IN PVC RIGIDO
Le tubazioni in PVC rigido (non plastificato) dovranno essere rispondenti alle prescrizioni igienico- sanitarie del Ministero della Sanità e conformi alle sottoriportate norme UNI:
- UNI 7441/75: tipo 312 dimensioni e caratteristiche;
- UNI 7448/75: metodi di prova per tubi in PVC;
- UNI 7442-7449/75: raccordi in PVC.
Per l'osservanza di queste norme è richiesta sulle tubature in PVC il marchio I.I.P. o certificato di garanzia attestante la rispondenza del prodotto alla normativa citata.
2.12.2.1. SISTEMI DI GIUNZIONE TUBI IN PVC
Del tipo scorrevole:
a) Giunzione rapida a freddo a scorrimento assiale con giunto incorporato nella barra e guarnizione elastomerica.
b) Giunzione rapida a freddo a scorrimento assiale con bigiunto e guarnizioni elastomeriche. Del tipo non scorrevole:
a) Giunzione a bicchiere incollato.
b) Giunzione a vite e manicotto.
2.12.2.2. ESECUZIONE DELLE GIUNZIONI DEL TIPO SCORREVOLE
Il tubo va tagliato al suo asse, a mezzo di sega a mano a denti fini o di fresa. L'estremità così ricavata, per essere introdotta nel rispettivo bicchiere, deve essere smussata secondo angolazione del valore indicato dal fabbricante dei tubi, conservando all'orlo uno spessore variabile, crescente con i diametri, secondo valori indicati anch'essi dal fabbricante.
Vanno eseguite le seguenti operazioni:
- verificare che le estremità del tubo siano smussate correttamente;
- provvedere ad un'accurata pulizia delle parti da congiungere, assicurandosi che esse siano integre; se già inserita, togliere provvisoriamente la guarnizione di tenuta;
- segnare sulla parte maschia del tubo una linea di riferimento procedendo come segue: si introduce il tubo nel bicchiere fino a rifiuto, segnando la posizione raggiunta; si ritira il tubo di 3 mm per metro di elemento posato, ma mai meno di 10 mm; si segna in modo ben visibile sul tubo la nuova posizione raggiunta, che è la linea di riferimento;
- inserire la guarnizione elastomerica di tenuta nell'apposita sede;
- lubrificare la superficie interna della guarnizione e la superficie esterna della punta con apposito lubrificante (acqua saponosa o lubrificante a base di silicone, ecc.).
2.12.2.3. INNESTI SUCCESSIVI E DERIVAZIONI
Qualora si renda necessario effettuare un innesto nella tubazione di PVC già posta in opera, si dovrà procedere con uno dei seguenti sistemi:
A - Tagliare il tubo per una lunghezza uguale al pezzo speciale da inserire, più due volte il diametro;
- inserire il pezzo speciale imboccando su una delle estremità del tubo tagliato;
- ricostruire la continuità della canalizzazione a mezzo di un tronchetto lungo quanto la restante interruzione, congiungendo alle estremità con manicotti, a bicchiere doppio, scorrevoli.
B - Praticare nel tubo un foro preventivamente tracciato appoggiando (senza incollare), nella posizione adatta la diramazione con sella e seguendo il controllo interno della diramazione stessa con matita grassa; incollare, previa pulizia, sul tratto interessato il pezzo speciale a sella.
2.12.3. TUBI IN PEAD PER ACQUEDOTTI
Le tubazioni in PEAD (polietilene ad alta densità) dovranno essere rispondenti alle prescrizioni igienico sanitarie del Ministero della Sanità e conformi alle sottoriportate norme UNI:
- UNI 7611/75: Tipo 312 tubi in PEAD per condotte in pressione;
- UNI 7612/75: raccordi rigidi di PEAD per condotte atte al convogliamento di fluidi in pressione;
- UNI 7615/75: tubi in PEAD (metodi di prova);
- UNI 7616/75: raccordi rigidi in PEAD (metodi di prova);
per l'osservanza di queste norme è richiesto sulle tubature in PEAD il marchio I.I.P. o certificato di garanzia attestante la rispondenza del prodotto alla normativa citata.
2.12.3.1. GIUNZIONE TUBI PEAD
Giunzione con ancoraggio del tubo mediante anello e ghiera di graffiaggio. Prescrizioni per l'esecuzione:
a) tagliare il tubo nella lunghezza richiesta. Per il montaggio dei raccordi di misure medie e grandi, la parte terminale del tubo dovrà essere misurata accuratamente;
b) separare le parti del raccordo e montarle sul tubo: prima la ghiera, seguita dall'anello di serraggio. Fare attenzione che l'anello di serraggio conico sia disposto nella direzione esatta, cioè con la parte terminale maggiore verso il raccordo;
c) infilare il tubo nel corpo del raccordo fino a che non oltrepassi la guarnizione toroidale di gomma e tocchi la battuta interna del corpo del raccordo. Nel caso di misure medie e grandi, lubrificare con acqua saponata o vaselina la parte terminale del tubo e la guarnizione toroidale di gomma:
d) accostare l'anello di serraggio conico al corpo del raccordo. Per fare scivolare meglio l'anello di serraggio, dilatarlo con un cacciavite;
e) avvitare strettamente la ghiera al corpo del raccordo. Per il serraggio finale, nelle misure medie e grandi, dovrà essere usata una chiave a nastro.
I tubi, i raccordi e gli accessori di PVC e PEAD dovranno essere contrassegnati con il marchio di conformità I.I.P. di proprietà dell'Ente Nazionale Italiano di unificazione UNI e gestito dall'Istituto Italiano dei Plastici, giuridicamente riconosciuto con D.P.R. n. 120 del 01.02.1975.
2.12.3.2. TRASPORTO TUBI
Nel trasporto bisogna supportare i tubi per tutta la loro lunghezza onde evitare di danneggiare le estremità a causa di vibrazioni. Si devono evitare urti, inflessioni e sporgenze, contatti con corpi taglienti ed acuminati.
Le imbragature per il fissaggio del carico possono essere realizzate con funi o bande di canapa, di nylon o similari; se si usano cavi di acciaio, i tubi devono essere protetti nella zona di contatto con essi. Si tenga presente che a basse temperature aumenta la possibilità di rottura dei tubi in PVC; in tali condizioni, quindi, tutte le operazioni di movimentazione (trasporto, accatastamento, posa in opera, ecc.) devono essere effettuate con la dovuta cautela.
2.12.3.3. CARICO E SCARICO DEI TUBI
Queste operazioni, come per tutti gli altri materiali, devono essere fatte con grande cura. I tubi non devono essere buttati ne fatti strisciare sulle sponde caricandoli sull'automezzo o scaricandoli dallo stesso, ma devono essere accuratamente sollevati ed appoggiati.
2.12.3.4. ACCATASTAMENTO TUBI
I tubi, essendo lisci, devono essere immagazzinati su una superficie piana, priva di parti taglienti ed esente da sostanze che potrebbero attaccare i tubi.
I tubi non devono essere accatastati ad un'altezza superiore a 1.50 m, qualunque sia il diametro dei tubi, per evitarne possibili deformazioni nel tempo.
Se i tubi non vengono adoperati per lungo periodo, devono essere protetti dai raggi solari diretti con schermi opachi che consentano una regolare aerazione.
2.12.3.5. RACCORDI E ACCESSORI
Questi pezzi possono essere forniti in appositi imballaggi.
Se sono forniti sfusi si dovrà avere cura, nel trasporto ed immagazzinamento, di non ammucchiarli disordinatamente e si dovrà evitare che essi possano essere deformati o danneggiati per effetto di urti fra di loro o con altri materiali pesanti.
2.12.3.6. PEZZI SPECIALI
I pezzi speciali devono rispondere ai tipi, alle dimensioni ed alle caratteristiche stabilite dalla norma UNI relativa.
E' importante predisporre fino dall'atto del montaggio della canalizzazione tutti i pezzi speciali indispensabili.
Se si rende necessario l'inserimento di un allacciamento non previsto in una canalizzazione già posata ed interrata, è opportuno adottare uno dei sistemi di seguito illustrati.
2.12.3.7. COLLEGAMENTO TRA TUBI DI MATERIALI DIVERSI
Si esegue a mezzo di giunti del tipo Gibault o comunque congiunti ad azione meccanica, mai con operazioni termiche, tendenti ad adattare le dimensioni originali dei tubi in PVC o PEAD a quelle del tubo di altro materiale.
2.12.3.8. DIMENSIONI DELLA TRINCEA E PRESCRIZIONI DI POSA
Per larghezza B di una trincea s'intende quella misurata al livello della generatrice superiore del tubo posato, sia per trincea a pareti parallele che per trincea a pareti inclinate.
L'altezza di riempimento H è quella misurata fra la stessa generatrice superiore del tubo ed il piano di campagna. La larghezza minima da assegnare ad una trincea è data, in metri, dalla seguente formula: B = D + 0.30 (D = diametro del tubo)
Quando la larghezza della trincea è grande rispetto all'altezza e/o al diametro del tubo, ossia quando una o entrambe le seguenti condizioni:
B ? H/2 B· ? 10 D
la tubazione viene a trovarsi nelle condizioni dette "sotto terrapieno"; in queste condizioni essa è assoggettata ad un carico più gravoso di quello che sopporterebbe nella condizione in trincea.
L'altezza massima del ricoprimento per tubi in trincea non deve superare i 6 m e per tubi sotto terrapieno i 4 m.
Quando nel corso dei lavori si verifichino, per tratti limitati, condizioni di posa più gravose di quelle di progetto (sgrottamento delle pareti, frane, ecc.) e non si ritenga tuttavia opportuno sostituire i tubi con altri di maggiore spessore, si deve procedere ad opere di protezione che riconducano le condizioni di posa a quelle previste dalla norma (costruzione di muretti di pietrame o di calcestruzzo atti a ridurre la larghezza della sezione di scavo).
Analogamente, se per ragioni tecniche l'altezza di ricoprimento in qualche punto è inferiore ai minimi prescritti dalla norma, occorre fare assorbire i carichi verticali da opportuni manufatti di protezione.
2.12.4. TUBAZIONI IN GHISA SFEROIDALE
I tubi, i pezzi speciali, gli organi di manovra e controllo in ghisa sferoidale devono essere prodotti e certificati a norma ISO 9001 - UNI EN 29001 (sistemi qualità / criteri per l'assicurazione della qualità nella progettazione, sviluppo, fabbricazione, installazione ed assistenza), conformi alla ISO 7259.
I tubi, i raccordi e pezzi speciali devono rispondere alle caratteristiche tecniche e dimensionali delle norme UNI ISO 2531/88 delle quali sono, di seguito, riportate le parti più significative.
La bulloneria deve essere in acciaio inox.
2.12.4.1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente norma comprende una specificazione generale, completa da requisiti particolari, applicabile:
a) ai tubi di ghisa sferoidali ottenuti con uno dei quattro procedimenti seguenti:
1) colata mediante centrifugazione in conchiglia metallica rivestita o meno;
2) colata mediante centrifugazione in forme di sabbia;
3) colata in forme di sabbia;
4) colata in conchiglia;
b) ai raccordi e pezzi accessori per condotte di ghisa sferoidale ottenuti con uno dei due procedimenti seguenti:
1) colata in forme di sabbia;
2) colata in conchiglia.
Essa e' applicabile ai tubi, raccordi accessori che costituiscono le condotte d'acqua, di altri liquidi o di gas in pressione.
La gamma dei diametri si estende dal diametro nominale DN 40 a DN 2 600. Il diametro nominale DN 670, indicato tra parentesi nei prospetti, esiste nelle norme di diversi Paesi. E' consigliato di sostituirlo, quando possibile, con il diametro DN 65.
Nota - La definizione di diametro nominale DN è riportata nella UNI ISO 6708.
2.12.4.2. RIFERIMENTI
ISO 13 (= UNI 5336 a UNI 5340 e UNI 6558 a UNI 6578) Tubi, raccordi e pezzi accessori di ghisa per condotte in pressione;
UNI ISO 4179 Tubi di ghisa sferoidale per condotti con e senza pressione - Rivestimento interno di malta cementizia centrifugata - Prescrizioni generali;
ISO 6506 (= UNI 560) Materiali metallici - Prova di durezza - Prova Brinell;
UNI ISO 6600 Tubi in ghisa sferoidale - Rivestimento interno di malta cementizia centrifugata - Controlli di composizione della malta subito dopo l'applicazione;
UNI ISO 6708 Elementi di tubazione - Definizione di diametro nominale; ISO 7005 Flange metalliche - Parte 2: Flange di ghisa.
2.12.4.3. TIPI DI GIUNTI
I tubi ed i raccordi possono essere provvisti di differenti giunti. La specificazione riguarda essenzialmente i tubi, i raccordi con bicchiere per giunti con guarnizione di tenuta d'elastomero e i raccordi a flange.
Il diametro esterno dell'estremità liscia dei tubi e dei raccordi rimane lo stesso per tutti i tipi di giunti. Inoltre, questo diametro esterno è uguale, entro la gamma dei diametri nominali comuni, a quello dell'estremità liscia dei pezzi di ghisa grigia (vedere ISO 13), facilitando in tal modo l'accoppiamento dei nuovi tubi o raccordi di ghisa sferoidale con le condotte esistenti di ghisa grigia.
2.12.4.4. SPESSORE NORMALE DI GHISA DEI TUBI E DEI RACCORDI
Lo spessore normale di ghisa e dei tubi e dei raccordi deve essere calcolato in funzione del loro diametro nominale mediamente l’espressione
e = K ( 0.5 + 0.001 DN)
dove:
e è lo spessore normale di parete, in millimetri; DN è il diametro nominale;
K è un coefficiente scelto nella serie dei numeri interi.
K = 9, per i tubi del prospetto 10;
Ogni specificazione particolare dà inoltre all’occorrenza, una formula complementare applicabile ai pezzi di piccolo diametro. Il diametro esterno dei tubi, espresso in millimetri, è fissato in funzione del diametro nominale ed indipendentemente dallo spessore. La maggiorazione o la riduzione dello spessore deve essere ottenuta mediante la modifica del diametro interno effettivo. E’ inoltre consentito proporzionare lo spessore delle pareti dei raccordi alle forze agenti in ogni punto, specialmente alle tensioni meccaniche generate dalla pressione. Pertanto nelle curve lo spessore di parete può essere maggiore nelle zone interne che in quelle esterne.
L’aumento o la riduzione dello spessore dei raccordi può essere realizzato mediante la modifica del diametro interno o di quello esterno.
Lo spessore “e” indicato in ogni prospetto e sui disegni è uno spessore medio che corrisponde alla massa di ogni elemento.
Lo spessore effettivo in tutti i punti può variare in funzione delle sollecitazioni locali, che dipendono dalla forma del pezzo in questione.
2.12.4.5. MARCATURA
Ogni tubo, raccordo e pezzo accessorio per condotta deve riportare almeno le indicazioni seguenti:
a) il marchio del fabbricante;
b) una indicazione precisante che il pezzo è di ghisa sferoidale;
c) il diametro nominale (DN).
Se necessario, ogni raccordo deve portare l'indicazione delle sue caratteristiche principali.
I tubi, i raccordi ed i pezzi accessori per condotte aventi un diametro nominale maggiore di DN 300 devono inoltre portate il millesimo dell'anno di fabbricazione.
La marcatura può essere effettuata di fusione, con vernice o con stampaggio a freddo.
2.12.4.6. TOLLERANZE DEI GIUNTI
Al fine di assicurare l'intercambiabilità tra forniture di differenti provenienze, lo scostamento superiore sui diametri esterni delle estremità liscie dei tubi e dei raccordi, misurato circonferenzialmente a livello del giunto, non deve essere maggiore di 1 mm.
Le tolleranze dei giunti dipendono dalle caratteristiche proprie di ogni tipo di giunto e devono essere quelle precisate nelle norme nazionali e, in mancanza, nei cataloghi dei produttori per il tipo di giunto e il diametro nominale considerati.
2.12.4.7. TOLLERANZE SULLO SPESSORE
Le tolleranze sullo spessore di parete sono indicate nel prospetto 1 dove DN e' il diametro nominale.
Prospetto 1
Tolleranze in millimetri
Tipo di pezzo | Scostamenti limite |
Tubi colati mediante centrifugazione | = (1.30+0.001 DN)1 |
Tubi, raccordi e pezzi accessori di condotta non centrifugati | = (2.30+0.001 DN)1 |
1) Non è stato fissato lo scostameto superiore |
2.12.4.8. SCOSTAMENTI E TOLLERANZE SULLA LUNGHEZZA
La presente norma fissa gli scostamenti di lunghezza ammissibili sulle lunghezze utili normali.
Questi scostamenti sono stati scelti con sufficiente ampiezza per consentire, con l'impiego di modelli di trasformazione, di fabbricare i pezzi la cui lunghezza utile di fabbricazione possa presentare, secondo il tipo di giunto di cui sono provvisti, leggere differenze per rapporto alle lunghezze utili normali.
Le lunghezze utili di fabbricazione devono essere precisate nei cataloghi dei fabbricanti.
La presente norma fissa anche, qualora sia necessario, le tolleranze di fabbricazione applicabili alle lunghezze utili di fabbricazione.
2.12.4.9. TOLLERANZE DI RETTILINEITÀ DEI TUBI CENTRIFUGATI
Facendo rotolare i tubi su due guide distanti circa 2/3 della lunghezza L dei tubi stessi, la freccia di incurvamento massima fm espressa in millimetri, non deve essere maggiore di 1,25 volte la lunghezza L dei tubi, espressa in metri:
fm ? 1,25 L
2.12.4.10. TOLLERANZA SULLE MASSE
Nei prospetti della presente norma, i valori delle masse dei bicchieri sono approssimativi.
Le masse dei tubi e dei raccordi corrispondenti a ogni tipo di giunto devono essere precisate nelle norme nazionali o, in mancanza, nei cataloghi dei fabbricanti.
Esse devono essere calcolate prendendo per massa volumica della ghisa 7050 kg/m3.
La massa dei tubi, per ogni lunghezza utile, e le masse dei raccordi figuranti nei prospetti sono state calcolate tenendo conto in tutti i casi di una massa del bicchiere determinata mediante una formula lineare corrispondente alla media delle masse dei bicchieri fabbricati praticamente nei diversi paesi.
I valori indicati per le masse lineiche dei tubi e le masse dei bicchieri sono arrotondati allo 0,1 kg più vicino.
I valori indicati per le masse dei pezzi accessori sono arrotondati a:
- 0,1 kg più vicino per le masse inferiori a 20 kg;
- 0,5 kg più vicino per le masse comprese tra 20 e 100 kg;
- 1,0 kg più vicino per le masse maggiori di 100 kg.
Le tolleranze sulle predette masse sono indicate nei prospetto 3.
Prospetto 3
Tipo di pezzi | Scostamenti limite sulla massa normale % | |
Tubi centrifugati | fino a DN 200 | ± 8 |
oltre DN 200 | ± 5 | |
Tubi non centrifugati , raccordi, esclusi quelli sotto indicati | ± 8 | |
Curve, pezzi, raccordi con diramazioni e pezzi speciali | ± 12 |
2.12.4.11. PROVE CON PRESSIONE INTERNA
Tubi centrifugati
I tubi centrifugati devono essere sottoposti in officina ad una prova idrostatica per la durata di almeno 10 s. alla pressione minima definita dalla specificazione particolare corrispondente.
Si raccomanda di calcolare la pressione di prova p, espressa in bar, in funzione del coefficiente K (vedere punto D.4) e in base alle formule seguenti:
- DN 40 a 300: p = 0,5 (k + 1)²
- DN 350 a 600: p = 0,5 k¨²
- DN 700 a 1 000: p = 0,5 (k - 1)²¨
- DN 1 200 a 2 000: p = 0,5 (k - 2)²¨
- DN 2 200 a 2 600: p = 0,5 (k - 3)²¨
Le pressioni effettive di prova non devono essere maggiori dei valori seguenti:
- DN 40 a 300: p = 100 bar
- DN 350 a 600: p = 80 bar
- DN 700 a 1 000: p = 60 bar
- DN 1 200 a 2 000: p = 40 bar
- DN 2 200 a 2 600: p = 25 bar
Tubi, raccordi e pezzi accessori non centrifugati
I tubi, i raccordi ed i pezzi accessori non centrifugati devono essere sottoposti in officina ad un controllo di tenuta stagna effettuato con acqua oppure con aria alle condizioni precisate nella specificazione particolare corrispondente.
CRITERI DI ACCETTAZIONE
All'atto delle prove deve essere riscontrata alcuna perdita né trasudamento, né alcun altro difetto visibile.
2.12.4.12. RIVESTIMENTO
Salvo prescrizione contraria, tutti i tubi, raccordi e pezzi accessori per condotte devono essere rivestiti all'interno ed all'esterno. Il rivestimento deve asciugarsi rapidamente, essere ben aderente e non deve squamarsi.
Il rivestimento interno non deve contenere alcun elemento solubile in acqua, ne' alcun prodotto che possa dare sapore od odore all'acqua, dopo un opportuno lavaggio della condotta. Per le condotte d'acqua potabile o fluido alimentare, il rivestimento interno non deve contenere elementi tossici.
Le prescrizioni relative al rivestimento dei diversi pezzi sono ispirate alle prescrizioni analoghe indicate nella ISO 13 per i tubi e raccordi di ghisa grigia.
Le prescrizione tecniche riguardanti il rivestimento interno di tubi con malta cementizia sono data nella UNI ISO 4179 e nella UNI ISO 6600. Altre specificazioni riguardanti i rivestimenti esterni sono in corso di studio.
2.12.4.13. TUBI A BICCHIERE
La sezione "Tubi a bicchiere" definisce una gamma di tubi in ghisa a grafite sferoidale che risponde alla maggior parte delle normali esigenze, particolarmente nel campo del convogliamento e della distribuzione dell'acqua o del gas sotto pressione. Lo spessore dei tubi viene stabilito in funzione del loro diametro, con formule lineari, come nella ISO 13 per i tubi di ghisa grigia. Per impieghi speciali, possono essere previste altre gamme di tubi di maggiore o di minore spessore.
Il prospetto 10 riguarda i tubi a bicchiere di ghisa a grafite sferoidale per condotte adibite al convogliamento od alla distribuzione di acqua, di altri liquidi o di gas sotto pressione. Esso è pure applicabile ai tubi senza bicchiere.
Lo spessore della ghisa è stato calcolato, in funzione del diametro nominale DN, mediante la formula di cui al punto D.4 , dando al coefficiente K di questa formula il valore K = 9:
e = 4,5 + 0,009 DN
Tuttavia, per i tubi DN 40 a 200, lo spessore viene dato dalla formula complementare: e = 5,8 + 0,003 DN
con valore minimo di 6 mm. In queste formule
- e e' lo spessore normale di parete, in millimetri;
- DN e' il diametro nominale dei tubi.
2.12.4.14. LUNGHEZZE
Le lunghezze utili normali sono riportate nel prospetto 7.
Prospetto 7
Diametro nominale DN | Lunghezze utili normali m |
40 ≤ DN ≤ 65 | 2-3-4-5-5,5-6 |
80 ≤ DN ≤ 500 | 4-5-5,5-6 |
600 ≤ DN ≤ 2 600 | 4-5-5,5-6-7-8-9 |
Nota - Tutte le lunghezze utili normali non sono sempre fabbricate in tutti i paesi e di conseguenza non sono esigibili.
2.12.4.15. TOLLERANZA SULLA LUNGHEZZA
Lo scostamento sulle lunghezze utili normali e sulle lunghezze utili di fabbricazione sono riportate nel prospetto 8
Essi sono costanti per qualsiasi diametro nominale DN e lunghezza.
Prospetto 8
Scostamenti sulla lunghezza utile normale | ± 250 mm |
Scostamenti sulla lunghezza utile di fabbricazione | ± 30 mm |
2.12.4.16. PRESSIONE DI PROVA IN OFFICINA
La pressione di prova idrostatica in officina dei tubi del prospetto 10 e' indicata nel prospetto 9.
Prospetto 9
Diametro nominale DN | Pressione di prova idrostatica in officina bar |
40 ≤ DN ≤ 300 | 50 |
350 ≤ DN ≤ 600 | 40 |
700 ≤ DN ≤ 1 000 | 32 |
1 200 ≤ DN ≤ 2 000 | 25 |
2 200 ≤ DN ≤ 2 600 | 18 |
2.12.4.17. DIMENSIONI E MASSE - SERIE K = 9
5,8 + 0,003 DN, con valore minimo di 6, Per DN 40 a 200
e = 4,5 + 0,009 DN, per DN 250 a 2 600
Prospetto 10
Diametro nominale DN | Canna | Massa del bicchiere approssim ativa | Massa totale (approssimativa) per una lunghezza utile L di | ||||||||||
DE | e | Massa lineica xxx.xx | 2 m | 3 m | 4 m | 5 m | 5.5 m | 6 m | 7 m | 8 m | 9 m |
40 | 55 | 6 | 6.6 | 1.7 | 15 | 21.5 | 28 | 34.5 | 38 | 41.5 | - | ||
50 | 65 | 6 | 8 | 2.1 | 18 | 26 | 34 | 42 | 46 | 50 | - | - | - |
(60) | 77 | 6 | 9.4 | 2.5 | 21.5 | 30.5 | 40 | 49.5 | 54 | 59 | - | - | - |
65 | 82 | 6 | 10.1 | 2.7 | 23 | 33 | 43 | 53 | 58.5 | 63.5 | - | - | - |
80 | 98 | 6 | 12.2 | 3.4 | - | - | 52 | 64.5 | 70.5 | 76.5 | - | - | - |
100 | 118 | 6.1 | 15.1 | 4.3 | - | - | 64.5 | 80 | 87.5 | 95 | - | - | - |
125 | 144 | 6.2 | 18.9 | 5.7 | - | - | 81.5 | 100 | 110 | 119 | - | - | - |
160 | 170 | 6.3 | 22.8 | 7.1 | - | - | 98.5 | 121 | 133 | 144 | - | - | - |
200 | 222 | 6.4 | 30.6 | 10.3 | - | - | 000 | 000 | 000 | 194 | - | - | - |
250 | 274 | 6.8 | 40.2 | 14.2 | - | - | 175 | 215 | 235 | 255 | - | - | - |
300 | 326 | 7.2 | 50.8 | 18.6 | - | - | 222 | 273 | 298 | 323 | - | - | - |
350 | 378 | 7.7 | 63.2 | 23.7 | - | - | 277 | 340 | 371 | 403 | - | - | - |
400 | 429 | 8.1 | 75.5 | 29.3 | - | - | 331 | 407 | 445 | 482 | - | - | - |
500 | 532 | 9 | 104.3 | 42.8 | - | - | 460 | 564 | 616 | 689 | - | - | - |
600 | 635 | 9.9 | 137.3 | 59.3 | - | - | 000 | 000 | 000 | 882 | 0000 | 0000 | 0000 |
700 | 738 | 10.8 | 173.9 | 79.1 | - | - | 775 | 949 | 1036 | 1123 | 1296 | 1470 | 1644 |
800 | 842 | 11.7 | 215.2 | 102.6 | - | - | 963 | 1179 | 1286 | 1394 | 1609 | 1824 | 2039 |
900 | 945 | 12.6 | 260.2 | 129.8 | - | - | 1171 | 1431 | 1561 | 1691 | 1951 | 2212 | 2472 |
1000 | 1048 | 13.5 | 309.3 | 161.3 | - | - | 1399 | 1708 | 1862 | 2017 | 2326 | 2636 | 2945 |
1200 | 1255 | 15.3 | 420.1 | 237.7 | - | - | 1918 | 2338 | 2548 | 2758 | 3178 | 3599 | 4019 |
1400 | 1462 | 17.1 | 547.2 | 279.3 | - | - | 2468 | 3015 | 3289 | 0000 | 0000 | 0000 | 5204 |
1600 | 1668 | 18.9 | 690.3 | 357.4 | - | - | 3137 | 3827 | 4172 | 0000 | 0000 | 0000 | 6588 |
1800 | 1875 | 20.7 | 850.1 | 490.6 | - | - | 3891 | 4741 | 5166 | 5591 | 6441 | 7291 | 8142 |
2000 | 2082 | 22.5 | 1026.3 | 626.4 | - | - | 4732 | 5758 | 6271 | 6784 | 7811 | 8837 | 9863 |
1 | |||||||||||||
2200 | 2288 | 24.3 | 1218.3 | 784.2 | - | - | 0000 | 0000 | 0000 | 0000 | 9312 | 10531 | 11749 |
2400 | 2495 | 26.1 | 1427.2 | 966.2 | - | - | 6675 | 8102 | 8816 | 9529 | 10957 | 12384 | 13811 |
2600 | 2702 | 27.9 | 1652.4 | 1173.7 | - | - | 7783 | 9436 | 10262 | 11088 | 12741 | 14393 | 16045 |
2.12.4.18. FLANGE
Nella ISO 13 si è tenuto conto di flange per le condotte di ghisa. L'aumento delle pressioni ammissibili nelle condotte di ghisa a grafite sferoidale e l'ampliamento delle loro possibilità di impiego hanno portato a prevedere quattro tipi di flange corrispondenti rispettivamente alle pressioni nominali PN 10, PN 16, PN 25 e PN 40.
Tuttavia, a seguito dell'identità delle dime di foratura delle flange, è stato possibile adottare un modello unico per le flange DN 40 e 50 per le pressioni nominali PN 10, 16, 25 e 40, e, per i DN 60 e 65, un modello comune per le pressioni nominali PN 10 e 16 da una parte e PN 25 e 40 dall'altra parte.
Tuttavia, a seguito delle identità di forma e di dima di forature delle flange già esistenti di DN 80 a 200, per le pressioni nominali assunte, da una parte, e per l'estensione dell'indentità di forma dei DN 250 e 300 per le pressioni nominali Pn 10 e 16, dall'altra parte, la molteplicità dei modelli è stata ridotta nel modo indicato nel prospetto 11.
Prospetto 11
Diametro nominale DN | Identità di forma delle flange per pressioni nominali PN | Identità di dima di foratura delle flange per pressioni nominali PN |
40 e 00 | 00-00-00-00 | 00-00-00-00 |
40 e 00 | 00-00-00-00 | 10-16/25-40 |
00 | 00-00-00-00 | 00-00-00-00 |
000 | 00-00/00-00 | 00-00/25-40 |
125 e 000 | 00-00 | |
200 e 000 | 00-00 |
Come già previsto nella ISO 00, xx xxxxxx XX 00 (xxxxxx prospetti 16 e 17) possono essere utilizzate sulle condotte a bicchiere fino a pressioni di circa 15 bar.
Le flange possono avere una superficie di tenuta a gradino lavorata di macchina e con fori pure di macchina, oppure possono essere ottenute in fonderia con procedimenti di formatura particolarmente
precisi, che rispettino le dimensioni indicate nei prospetti 16 a 23 qui di seguito, per un diametro nominale e una pressione nominale scelti.
Le flange possono essere colate incorporate al pezzo che esse equipaggiano oppure separatamente per essere rapportate al pezzo secondo i metodi noti quali per esempio l'avvitamento e la saldatura.
Esse possono anche essere fisse oppure mobili. Quest'ultima disposizione facilita il montaggio dei pezzi e il ricambio della pressione nominale PN.
Occorre notare che per le condotte interrate il diametro dei fori passanti dei bulloni dei diversi tipi di flange è maggiore di 1 mm di quello previsto per le condotte non interrate. Questa maggiorazione facilita il montaggio dei pezzi, talvolta difficile nel caso delle condotte interrate.
Il diametro dei fori passanti è fissato in funzione del diametro nominale di filettatura del bullone secondo la regola seguente
- per bulloni < M 20: diametro nominale di filettatura del bullone + 3 mm;
- per bulloni < M 52: diametro nominale di filettatura del bullone + 4 mm;
- per bulloni > M 52: diametro nominale di filettatura del bullone + 6 mm.
2.12.4.19. TOLLERANZE DIMENSIONALI
Tolleranze sui diametri
Le tolleranze sul diametro esterno e sul diametro della superficie di tenuta a gradino sono indicate nel prospetto 12
Prospetto 12
Tolleranze sull'altezza della superficie di tenuta a gradino
Prospetto 13
Dimensioni in millimetri
Altezza della superficie di tenuta a gradino f1 | Scostamenti limite |
3 | + 1.5 - 2 |
4 | + 2 - 3 |
5 | + 2.5 - 4 |
Tolleranze sullo spessore
La tolleranza sullo spessore al bordo della flangia b, e' riportata nel prospetto 14 (b = C-f1)
Prospetto 14
Tipo di flangia | Scostamenti limite |
Flangia incorporata | ± (3+0.05 b) |
Flangia colata separatamente | ± (2+0.05 b) |
Tolleranza di foratura
Le tolleranze sui diametri dei fori passanti e la loro posizione rispetto alla posizione normale sono riportate nel prospetto 15, in funzione del diametro nominale di filettatura dei bulloni.
Prospetto 15
Dimensioni in millimetri
Dimensioni | Diametro del foro passante | ||
19 a 28 | 31 a 56 | ≥ 62 | |
Scostamenti limite | |||
Diametro dei fori passanti L2 | + 0.5 0 | + 0.5 0 | + 1.0 0 |
Diametro cerchio dei fori passanti k | ± 2.0 | ± 2.8 | ± 4.8 |
Interasse di due fori passanti adiacenti | ± 2.0 | ± 2.8 | ± 4.8 |
Parallelismo della superficie di appoggio dei bulloni e della superficie di tenuta
La superficie di appoggio dei bulloni posteriore alla flangia deve essere parallela alla superficie di portata del giunto: la tolleranza di parallelismo è di 2°.
2.12.4.20. RACCORDI
Di regola i raccordi di ghisa a grafite sferoidale sono stati definiti con forme simili a quelle dei raccordi di ghisa grigia (vedere ISO 13). Pertanto le loro estremità sono a flangia o, di preferenza, a bicchiere. La resistenza meccanica accresciuta della ghisa a grafite sferoidale ha consentito di migliorare il disegno dei raccordi e di ridurre il loro ingombro. Ne consegue una maggiore facilità di passaggio nel sottosuolo ingombro delle grandi città ed una riduzione del volume delle camere di manovra, le cui dimensioni dipendono essenzialmente dal posto occupato dai raccordi.
I raccordi a flangia e bicchiere (vedere prospetto 28) ed i manicotti (vedere prospetto 30) hanno un diametro interno sufficientemente ingrandito da permettere lo scorrimento dei tubi combacianti e ciò facilita lo smontaggio e la regolazione longitudinale dei tronchi di condotta.
Le curve a due bicchiere (vedere prospetti 31 a 34) hanno lunghezze sviluppate proporzionalmente al loro angolo di deviazione; la loro superficie di appoggio sugli ancoraggi è così proporzionata alle sollecitazioni dovute alle spinte laterali che vengono esercitate su questi ancoraggi.
La creazione di flange di riduzione (vedere prospetti 46 a 49) e di riduzioni a due flange (vedere prospetto 41) consente di semplificare la gamma dei T con diramazione a flangia (vedere prospetti 35 a 38 e 54 a 58). Questi raccordi si collegano in modo da offrire agli utilizzatori il massimo numero di combinazioni con il minimo numero di tipi di elementi.
Questa impostazione, giustificata dalle statistiche di consumo, permette di ridurre gli stoccaggi sia in officina sia presso gli utenti, facilitando gli approvvigionamenti.
Le riduzioni a due bicchieri (vedere prospetto 40), utilizzate essenzialmente quali riduzioni di diametro, hanno le lunghezze le più ridotte possibili.
Le riduzioni a due flange (vedere prospetto 41), generalmente previste tra due diametri successivi, hanno una lunghezza proporzionale alla variazione del diametro, corrispondente ad un semiangolo al vertice di 5°, scelto in modo tale da ridurre le perdite di carico qualora le riduzioni siano impiegate quali aumentano di diametro.
I prospetti 28 o successivi riguardano i raccordi di ghisa sferoidale per condotte atte al trasporto o alle distribuzione di acqua, di altri liquidi o di gas in pressione.
2.12.4.21. SPESSORE
Lo spessore dei raccordi è stato calcolato, in funzione del diametro nominale DN, applicando al coefficiente K i valori seguenti:
K = 14 per i T, ossia e = 7 + 0,014 DN
K = 12 per gli altri raccordi, ossia e = 6 + 0,012 DN
Per i DN 40 a 65, lo spessore dei raccordi è stato limitato a 7 mm, affinchè, tenuto conto delle tolleranze, esso sia sempre almeno uguale a quello dei tubi con lo stesso diametro nominale.
2.12.4.22. SCOSTAMENTI E TOLLERANZE DI LUNGHEZZA
Scostamenti sulla lunghezza
Gli scostamenti di lunghezza ammessi sulle lunghezze utili normali dei raccordi a bicchiere e dei raccordi a flange sono riportati nel prospetto 26.
Prospetto 26
Tipo di raccordo | Lunghezza relativa | Scostamenti limite mm |
Giunzioni a flangia e bicchiere (tazza) Giunzioni a una flangia (imbocco) Manicotto Riduzione | L | DN 40 a 1200 :± 25 DN 1400 a 2600 :± 35 |
Curva a 1/4 | t | ± (15+0.03 DN) |
Curva a 1/8 | t | ± (10+0.025 DN) |
Curve a 1/6 e 1/32 | t | DN 40 a 1000 ± (10+0.02 DN) DN 1200 a 2600 ± (10+0.25 DN) |
+ 50 | ||
DN 40 a 1200: | ||
Ti | L e h | - 25 |
+ 75 | ||
DN 1400 a 2600: | ||
- 35 |
Tolleranze sulla lunghezza
La tolleranza normale di lunghezza ammessa sulle lunghezze utili di fabbricazione dei raccordi a flangia (vedere 10) è uniformemente fissata a ± 10 mm per tutti i raccordi a flangia e per tutti i diametri nominali.
Previo accordo all'ordinazione tra cliente e fornitore, possono essere stabilite tolleranze più restrittive senza che esse siano, tuttavia minori di
± 3 mm per DN µ 600
± 4 mm per DN · 700
2.12.4.23. CONTROLLO DI TENUTA IN OFFICINA
I raccordi sono sottoposti in stabilimento ad un controllo di tenuta (vedere 17.2.2) effettuato o con aria ad una pressione di 1 bar oppure alla pressione indicata nel prospetto 27.
Prospetto 27
Diametro nominale DN | Pressione di controllo di tenuta stagna all’acqua bar |
40 ≤ DN ≤ 300 | 25 |
350 ≤ DN ≤ 600 700 ≤ DN ≤ 2600 | 16 10 |
2.13. COSTRUZIONE DELLE CONDOTTE
2.13.1. FORNITURA
Dovranno essere effettuati controlli in stabilimento ed in cantiere sulla corrispondenza della fornitura alle normative vigenti, ed ai termini contrattuali.
Tutti i tubi, i giunti ed i pezzi speciali dovranno giacere in cantiere dotati di marcature indicanti la ditta costruttrice, il diametro nominale, la pressione nominale (o la classe di impiego); le singole partite della fornitura dovranno avere una documentazione dei risultati delle prove eseguite in stabilimento caratterizzanti i materiali impiegati ed i tubi forniti.
L'accettazione dei tubi sarà regolata dalle prescrizioni del presente capitolato di appalto nel rispetto di quanto indicato al punto 2.1.4. del D.M. LL.PP. 12.12.1985 e per i tubi in c.a.p. delle normative vigenti per le strutture in cemento armato, in quanto applicabili.
I risultati delle prove di riferimento e di collaudo dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali effettuati in stabilimento a controllo della produzione saranno valutati con riferimento al valore della pressione nominale di fornitura pn°.
Nel caso di tubi e pezzi speciali forniti dall'Amministrazione committente, l'accettazione della fornitura sarà subordinata all'esito positivo del preliminare esame della documentazione di accompagno di prove e controlli integrativi eventualmente necessari.
2.13.2. IL CARICO, IL TRASPORTO E LO SCARICO DEI TUBI
Il carico, il trasporto, lo scarico e tutte le manovre in genere, dovranno essere eseguiti con la maggiore cura possibile adoperando mezzi idonei a seconda del tipo e del diametro dei tubi ed adottando tutti gli accorgimenti necessari al fine di evitare rotture, incrinature, lesioni o danneggiamenti in genere ai materiali costituenti le tubazioni stesse ed al loro eventuale rivestimento.
Pertanto si dovranno evitare urti, inflessioni e sporgenze eccessive, strisciamenti, contatti con corpi che possono comunque provocare deterioramento o deformazione dei tubi.
Nei cantieri dovrà predisporsi quanto occorra (mezzi idonei e piani d'appoggio) per ricevere i tubi, i pezzi speciali e gli accessori da installare.
2.13.3. L'ACCATASTAMENTO DEI TUBI
L'accatastamento dovrà essere effettuato disponendo i tubi su un'area piana e stabile, al fine di evitare pericoli di incendio, riparata dai raggi solari nel caso di tubi soggetti a deformazioni o deterioramenti determinati da sensibili variazioni termiche.
La base delle cataste dovrà poggiare su tavole opportunamente distanziate o su predisposto letto di appoggio.
L'altezza sarà contenuta entro i limiti adeguati ai materiali ed ai diametri, per evitare deformazioni nelle tubazioni di base e per consentire un agevole prelievo.
I tubi accatastati dovranno essere bloccati con cunei onde evitare improvvisi rotolamenti; provvedimenti di protezione dovranno, in ogni caso essere adottati per evitare che le testate dei tubi possano subire danneggiamenti di sorta.
Per tubi deformabili le estremità saranno rinforzate con crociere provvisionali.
2.13.4. IL DEPOSITO DEI GIUNTI, DELLE GUARNIZIONI E DEGLI ACCESSORI.
I giunti, le guarnizioni, le bullonerie ed i materiali in genere, se deteriorabili, dovranno essere depositati, fino al momento del loro impiego, in spazi chiusi, entro contenitori protetti dai raggi solari o da sorgenti di calore dal contatto con olii o grassi non sottoposti a carichi.
2.13.5. LO SFILAMENTO DEI TUBI
I tubi dovranno essere sfilati lungo il tracciato seguendo i criteri analoghi a quelli indicati per lo scarico ed il trasporto evitando pertanto qualsiasi manovra di strisciamento.
Nel depositare i tubi sul ciglio dello scavo è necessario curare che gli stessi siano in equilibrio stabile, per tutto il periodo di permanenza costruttiva.
2.13.6. SCAVO DI TRINCEA
Deve essere eseguito con mezzi idonei, avendo la massima cura di:
- rispettare le quote di progetto del fondo dello scavo;
- impedire con ogni mezzo il franamento delle pareti sia per evitare incidenti al personale, sia per non avere modifiche alla sezione di scavo;
- eliminare, sia all'interno dello scavo sia negli immediati dintorni, eventuali radici il cui successivo sviluppo potrebbe deformare il tubo;
- accumulare il materiale di scavo ad una distanza tale da consentire il libero movimento del personale e dei tubi, onde evitare il pericolo di caduta di tale materiale ed in particolare di pietre sul tubo già posato. Nel caso di tubazioni da porre a livelli diversi nella stessa trincea e se la tubazione a livello superiore è di PVC, è opportuno scavare la trincea fino alla base del tubo a livello inferiore e quindi posare il tubo di PVC a livello superiore su riempimento ben costipato.
2.13.7. LA POSA IN OPERA
Prima della posa in opera i tubi, i giunti e i pezzi speciali dovranno essere accuratamente controllati; quelli che dovessero risultare danneggiati in modo da compromettere la qualità o la funzionalità dell'opera dovranno essere scartati o sostituiti. Nel caso in cui il danneggiamento abbia interessato soltanto l'eventuale rivestimento si dovrà procedere al suo ripristino.
Per il sollevamento e la posa dei tubi in scavo, in rilevato o su appoggi, si dovranno adottare gli stessi criteri usati per le operazioni precedenti, con l'impiego di mezzi adatti a seconda del tipo e del diametro, onde evitare il deterioramento dei tubi ed in particolare delle testate degli eventuali rivestimenti protettivi.
Nell'operazione di posa dovrà evitarsi che nell'interno delle condotte penetrino detriti o corpi estranei di qualunque natura e che venga comunque danneggiata la loro superficie interna.
La posa in opera dei tubi sarà effettuata sul fondo del cavo spinato e livellato, eliminando ogni asperità che possa danneggiare tubi e rivestimenti.
Ove si renda necessario costituire il letto di posa o impiegare per il primo rinterro materiali diversi da quelli provenienti dallo scavo, dovrà accertarsi la possibile insorgenza di fenomeni corrosivi adottando appropriate contromisure.
In nessun caso si dovrà regolarizzare la posizione dei tubi nella trincea utilizzando pietre o mattoni od altri appoggi discontinui.
Il piano di posa dovrà garantire una assoluta continuità di appoggio e, nei tratti in cui si temano assestamenti, si dovranno adottare particolari provvedimenti quali: impiego di giunti adeguati, trattamenti speciali del fondo della trincea o, se occorre, appoggi discontinui stabili, quali selle o mensole.
In questo ultimo caso la continuità di contatto tra tubo e selle sarà assicurata dall'interposizione di materiale idoneo.
l caso specifico di tubazioni metalliche, dovranno essere inserite, ai fini della protezione catodica, in corrispondenza dei punti di appoggio, membrane isolanti.
Per i tubi costituiti da materiali plastici dovrà prestarsi particolare cura ed attenzione quando le manovre di carico, trasporto, scarico, accatastamento, sfilamento dei tubi e pezzi speciali, dovessero effettuarsi a temperature inferiori a 0° C, per evitare danneggiamenti.
I tubi che nell'operazione di posa avessero subito danneggiamenti dovranno essere riparati così da ripristinare la completa integrità, ovvero saranno definitivamente scartati e sostituiti, secondo quanto precisato nel primo capoverso.
2.13.8. LA PROVA D'ISOLAMENTO
Sulle tubazioni metalliche o con armature metalliche munite di rivestimento protettivo esterno, al termine delle operazioni di completamento e di eventuale ripristino della protezione stessa, saranno eseguite determinazioni della resistenza di isolamento delle tubazioni in opera per tronchi isolati al fine di controllare la continuità del rivestimento protettivo, procedendo alla individuazione ed all'eliminazione dei punti di discontinuità del rivestimento.
2.13.9. LA GIUNZIONE EDI TUBI
Verificati pendenza ed allineamento si procederà alla giunzione dei tubi.
Le estremità dei tubi e dei pezzi speciali da giuntare e le eventuali guarnizioni dovranno essere perfettamente pulite.
La giunzione dovrà garantire la continuità idraulica e il comportamento statico previsto in progetto e dovrà essere realizzata in maniera conforme alle norme di esecuzione dipendenti dal tipo di tubo e giunto impiegati nonché alla pressione di esercizio.
A garanzia della perfetta realizzazione dei giunti dovranno, di norma essere predisposti dei controlli sistematici con modalità esecutive specificatamente riferite al tipo di giunto ed al tubo impiegato.
2.13.10. IL RINTERRO PARZIALE
Al termine delle operazioni di giunzione relative a ciascun tratto di condotta ed eseguiti gli ancoraggi, si procederà di norma al rinterro parziale dei tubi sino a raggiungere un opportuno spessore sulla generatrice superiore, lasciando scoperti i giunti.
Modalità particolari dovranno essere seguite nel caso di pericolo di galleggiamento dei tubi o in tutti quei casi in cui lo richieda la stabilità dai cavi.
Il rinterro verrà effettuato con materiale proveniente dagli scavi, selezionato o, se non idoneo, con materiale proveniente da cava di prestito.
Il materiale dovrà essere disposto nella trincea in modo uniforme, in strati di spessore opportuno, accuratamente costipato sotto e lateralmente al tubo, per ottenere un buon appoggio esente da vuoti e per impedire i cedimenti e gli spostamenti laterali. Nei tubi di grande diametro, di tipo flessibile, dovrà essere effettuato in forma sistematica il controllo dello stato di compattazione raggiunto dal materiale di rinterro secondo le prove indicate nel capitolato speciale e le ulteriori prescrizioni del direttore dei lavori, tenuto conto che dovranno essere rispettati i limiti di deformazione previsti nel disciplinare la fornitura del capitolato speciale d'appalto.
Ove occorra il rinfianco potrà essere eseguito in conglomerato cementizio magro.
Saranno in ogni caso osservate le normative UNI esistenti nonché le indicazioni del costruttore del tubo.
2.13.11. LA PROVA IDRAULICA
Ultimate le operazioni di giunzione dei tubi ed il rinfianco, il tronco di condotta eseguito dovrà essere sottoposto a prova idraulica, con pressione, durata e modalità stabilite in funzione delle caratteristiche
della condotta (tipo di tubo e giunto, pressione di esercizio, classe di impiego). Il direttore dei lavori potrà richiedere l'assistenza della ditta fornitrice dei tubi.
Prima della prova dovrà accertarsi la stagionatura degli eventuali blocchi di ancoraggio e, se occorre, predisporre i contrasti necessari.
La prova eseguita a giunti scoperti, fatta eccezione per i casi esposti al punto precedente sarà ritenuta d'esito positivo sulla scorta delle risultanze del grafico del monometro registratore ufficialmente tarato e dell'esame visivo dei giunti.
La prova idraulica verrà ripetuta dopo il rinterro definitivo.
Per le condotte in pressione i singoli tratti di condutture, coi relativi accessori, (saracinesche, raccordi, valvole, ecc.) dovranno essere sottoposti ad una prova idraulica pari ad 1.5 volte la pressione di esercizio, PE.
La prova idraulica consisterà nel portare il tratto di condotta che si vuole provare, preventivamente isolato dagli altri a mezzo saracinesche o flange cieche, alla pressione prescritta a mezzo pompe. Interrotta, poi, la comunicazione con la pompa, tale pressione dovrà mantenersi nella condotta per, almeno, 6 ore. Durante la prova non è ammesso il benché minimo trasudo, né in corrispondenza dei giunti e dei pezzi speciali, né lungo i tubi. Non si potrà procedere alla copertura dei tubi prima che sia eseguita la prova idraulica suddetta e constatata la perfetta tenuta dei tubi, dei giunti dei pezzi speciali ed apparecchi.
La prova sarà ritenuta positiva se la pressione di verifica non subirà riduzione e se non si verificheranno perdite o rotture di sorta.
2.13.12. IL RINTERRO DEFINITIVO
Eseguita la prova idraulica si procederà al primo rinterro dei tratti di condotta ancora scoperti con le modalità ed i materiali stabiliti.
Si dovrà quindi eseguire il rinterro definitivo impiegando materiali idonei disposti per strati successivi, spianati e accuratamente compattati dopo aver eliminato le pietre di maggiori dimensioni.
A rinterro ultimato si avrà cura di effettuare gli opportuni ricarichi laddove si potessero manifestare assestamenti.
2.13.13. COLLAUDO
Le pressioni di collaudo in campo Pc, per le tubazioni con funzionamento a pressione sono riferite alla pressione di esercizio PE esse dovranno comunque risultare Pc = 1.5 PE, semprechè detto valore risulti superiore PE +2 (kgf/cmq) valore limite inferiore per le pressioni Pc.
Le pressioni di collaudo in campo per le tubazioni con funzionamento non a pressione (fognature) sono riferite alle pressioni realizzabili tra l'asse della condotta ed il piano stradale o di campagna, per tratte caratterizzate da dislivelli non superiori a m. 0.50 circa.
Le operazioni di collaudo in campo possono essere ordinate controllate e verbalizzate dal Direttore dei lavori; i relativi documenti dovranno essere sottoposti all'esame del collaudatore per l'accettazione, fatta salva la facoltà di quest'ultimo, di richiedere la ripetizione delle prove prescritte.
Per le condotte in pressione i singoli tratti di condutture, coi relativi accessori dovranno essere sottoposti ad una prova di collaudo con pressione pari ad 1.5 volte la pressione di esercizio (PE).
La prova di collaudo consisterà nel portare il tratto di condotta che si vuole provare, preventivamente isolato dagli altri a mezzo saracinesche o flange cieche, alla pressione prescritta a mezzo pompe. Interrotta, poi, la comunicazione con la pompa, tale pressione dovrà mantenersi nella condotta per almeno, 12 ore.
La prova sarà positiva se non si verificheranno perdite o rotture di sorta e se la pressione di collaudo si manterrà costante.
2.13.14. MOTIVI DI RIFIUTO
I tubi potranno essere rifiutati nei seguenti casi:
1)perché non rispondono alle prescrizioni di dimensionamento e relative tolleranze ed alle prescrizioni di fabbricazione di cui alle presenti norme;
2)per esito negativo delle prove di accettazione;
3)per manifesti difetti di proporzionamento dei componenti del calcestruzzo o mancanza di tenuta dei giunti;
4)per danneggiamento delle testate che non consentono di effettuare una giunzione a regola d'arte. In tale caso la ditta sarà tenuta a sostituire prontamente i materiali rifiutati con altri corrispondenti alle
norme contrattuali con l'avvertenza che, nel caso non provvedesse tempestivamente, l'Amministrazione potrà provvedere d'ufficio avvalendosi del deposito cauzionale, salva ed impregiudicata ogni altra azione legale per qualsiasi danno dovesse derivare all'Amministrazione Appaltante dalla inadempienza del contratto.
2.14. RITOMBAMENTI DI TUBAZIONI E MANUFATTI
Tubazioni e manufatti saranno tombati, dopo la costruzione dei condotti, solo a seguito di esito favorevole delle prove di resistenza e tenuta.
I rinterri dovranno eseguirsi disponendo in primo tempo uno strato di circa 20 cm di materiale costipando lo strato con mezzi idonei ed eseguendo successivamente rimesse stratigrafiche di materiale fino a completo riempimento del cavo e sistemazione del piano stradale.
Effettuato il ritombamento, l'Impresa dovrà provvedere a sue spese e cure e con continuità, alla manutenzione dei riporti, effettuare le necessarie ricariche e riprese dei materiali, curando lo sgombro dell'acqua dalle strade ed assicurando la continuità e sicurezza del transito fino a completo ripristino delle sedi. Su ordine della Direzione Lavori l'Impresa è tenuta:
- durante il rinterro a costipare il materiale di riempimento a mano e con mezzo meccanico in modo da ottenere il completo e subitaneo ripristino della strada;
- a rinterro completato a costipare mediante il passaggio di camion con le ruote sopra il materiale di risulta o trainare un rullo vibrante di almeno tre tonnellate;
- a sostituire in tutto o in parte il materiale di risulta con altro ritenuto idoneo.
Per la formazione di rilevati e per qualunque opera di rinterro dovranno essere impiegate in genere tutte le materie provenienti dagli scavi eseguiti sul lavoro, qualora risultino adatte all'uso.
E' altresì obbligo dell'Appaltatore, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati durante la loro costruzione quelle maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché all'epoca del collaudo i rilevati eseguiti non abbiano dimensioni inferiori a quelle ordinate. La superficie del terreno sulla quale dovranno elevarsi i terrapieni dovrà essere preventivamente scorticata.
2.15. CHIUSINI PER CAMERETTE
2.15.1. MATERIALI E FORME
Di norma, per la copertura dei pozzi di accesso alle camerette, verranno adottati chiusini in sola ghisa grigia o in ghisa grigia unita al calcestruzzo o ghisa sferoidale. Questi ultimi saranno costruiti con G.S. UNI 4544, prodotti secondo le norme ISO 9001 con resistenza a norma UNI EN 124.
I telai dei chiusini saranno di forma quadrata o rettangolare, delle dimensioni di progetto; i coperchi saranno di forma rotonda o quadrata a seconda dei vari tipi di manufatti, tuttavia con superficie tale da consentire al foro d'accesso una sezione minima corrispondente a quella di un cerchio del diametro di 600 mm.
2.15.2. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
Le superfici di appoggio tra telaio e coperchio debbono essere lisce e sagomate in modo da consentire una perfetta aderenza e da evitare che si verifichino traballamenti.
La Direzione Lavori si riserva tuttavia di prescrivere l'adozione di speciali anelli in gomma da applicarsi ai chiusini.
La sede del telaio e l'altezza del coperchio dovranno essere calibrate in modo che i due elementi vengano a trovarsi sullo stesso piano e non resti tra loro gioco alcuno.
Salvo diversa prescrizione della Direzione dei Lavori dovranno essere adottati coperchi con fori di aereazione aventi una sezione totale almeno pari a quella di un tubo di 150 mm. di diametro.
Nel caso di chiusini geminati, sarà forato unicamente il coperchio superiore. Sotto i coperchi muniti dei fori di ventilazione potrà essere richiesta l'installazione di idonei cestelli per la raccolta del fango, le cui caratteristiche verranno all'occorrenza prescritte dalla Direzione Lavori.
Ogni chiusino dovrà portare, ricavata nella fusione, e secondo le prescrizioni particolari della Direzione Lavori, l'indicazione della Stazione Appaltante.
2.15.3. CARICO DI PROVA
Normalmente, salvo casi particolari, a giudizio della Direzione Lavori, i chiusini dovranno essere garantiti, per ciascuno degli impieghi sottoelencati, al carico di prova da indicare, ricavato in fusione, su ciascun elemento a fianco indicato:
- su strade statali e provinciali, ed in genere strade pubbliche con intenso traffico di scorrimento: 40 t
- su strade comunali senza traffico di scorrimento ed in genere-strade pubbliche con traffico leggero: 25 t
- su strade private trafficate: 15 t
- su banchine di strade pubbliche e strade private solo leggermente trafficate: 5 t
- in giardini e cortili con traffico pedonale: 0,6 t
Per carico di prova s'intende quel carico, applicato come indicato al successivo paragrafo 4/3 in corrispondenza del quale si verifica la prima fessurazione.
2.15.4. PROVA DI RESISTENZA MECCANICA
1 - Prescrizioni generali
Valgono con gli occorrenti adattamenti, le prescrizioni relative ai tubi in calcestruzzo di cemento armato.
2 - Numero degli elementi da sottoporre a prova
Per la loro ammissibilità ai fini dell'accertamento di rispondenza della fornitura i certificati dovranno riferirsi a prove sino a rottura eseguite su almeno tre elementi per ogni tipo e dimensione di chiusino che debba essere istallato.
Alle prove dirette dovrà essere sottoposto un elemento ogni 100 oggetto di fornitura; a tal fine le forniture verranno arrotondate, in più o meno, a seconda dei casi, al più prossimo centinaio.
Tuttavia anche per le forniture inferiori ai cento, ma di almeno venti elementi, si provvederà, sempre a spese dell'Appaltatore, all'esecuzione di una prova. Le spese saranno a carico della Stazione Appaltante solo se venga richiesta e dia esito positivo una prova su fornitura inferiore ai venti elementi.
Sul numero degli elementi da sottoporre a prova e sul carico delle conseguenti spese valgono le eccezioni previste ai paragrafi 4/1 e 4/3.
3 - Esecuzione della prova.
Il telaio del chiusino verrà posto sul supporto della macchina di prova con l'interposizione di un sottile strato di gesso, sì da garantire la perfetta orizzontalità.
La forza di pressione verrà esercitata perpendicolarmente al centro del coperchio per mezzo di un piatto del diametro di 200 mm. il cui bordo inferiore risulti arrotondato con raggio di 10 mm.
Il piatto dovrà essere posato sul coperchio con l'interposizione di un sottile strato di gesso, di feltro o di cartone, per garantire il perfetto, completo appoggio.
La pressione dovrà essere aumentata lentamente e continuamente con incrementi che consentano il raggiungimento del carico di prova in 4 minuti primi, ma verrà arrestata, nel caso non siano verificate fessurazioni al 90% di tale valore.
Qualora invece anche uno solo degli elementi sottoposti a prova si fessurasse, si procederà senz’altro a sottoporre alla prova completa, fino a rottura, altri due elementi - indipendentemente dalla consistenza della fornitura - ed il carico di rottura risulterà dalla media dei tre valori.
4 - Collaudo
Valgono le corrispondenti norme per i tubi in conglomerato cementizio armato.
5 - Posa in opera
Prima della posa in opera, la superficie di appoggio del chiusino dovrà essere convenientemente pulita e bagnata; verrà quindi steso un letto di malta dosata a 5 x.xx. di cemento tipo 425 per mc. d'impasto, sopra il quale sarà infine appoggiato il telaio. La superficie superiore del chiusino dovrà trovarsi, a posa avvenuta, al perfetto piano della pavimentazione stradale.
Lo spessore della malta che si rendesse a tale fine necessario non dovrà tuttavia eccedere i 3 cm; qualora occorressero spessori maggiori, dovrà provvedersi in alternativa, a giudizio della Direzione dei Lavori, o all'esecuzione di un sottile getto di conglomerato cementizio a 4 ql di cemento tipo 425 per mc. d'impasto, confezionato con inerti di idonea granulometria ed opportunamente armato, ovvero all'impiego di anello di appoggio in conglomerato cementizio armato prefabbricato.
Non potranno in nessun caso essere inseriti sotto il telaio, a secco o immersi nel letto di malta, pietre, frammenti schegge o cocci.
Qualora in seguito ad assestamenti sotto carico, dovesse essere aggiustata la posizione del telaio, questo dovrà essere rimosso ed i resti di malta indurita asportati.
Si procederà quindi alla stesura del nuovo strato di malta, come in precedenza indicato, adottato, se del caso, anelli d'appoggio.
I chiusini potranno essere sottoposti a traffico non prima che siano trascorse 24 ore dalla loro posa.
A giudizio della Direzione dei Lavori, per garantire la corretta collocazione altimetrica dei chiusini, dovranno essere impiegate armature di sostegno, da collocarsi all'interno delle camerette e da recuperarsi a presa avvenuta.
2.16. DEMOLIZIONI
Le demolizioni in genere saranno eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro, rimanendo perciò vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece dovranno essere trasportati o guidati a terra, salvo che vengano adottate opportune cautele per evitare danni ed escludere qualunque pericolo.
Nelle demolizioni l'Appaltatore dovrà procedere in modo da non deteriorare i materiali che possano ancora, a giudizio della Direzione Lavori, impiegarsi utilmente, sotto pena di rivalsa di danni verso l'Amministrazione; alla quale spetta ai sensi dell'art. 40 del Capitolato generale la proprietà di tali materiali, alla pari di quello proveniente dagli scavi in genere, e l'Appaltatore dovrà provvedere per la loro cernita, trasporto in deposito, ecc., in conformità e con tutti gli oneri previsti nel citato art. 40.
La Direzione dei lavori si riserva di disporre con sua facoltà insindacabile e l'impiego dei suddetti materiali utili per l'esecuzione dei lavori appaltati, da valutarsi con i prezzi ad essi attribuiti in elenco, ai sensi del citato art. 40 del Capitolato generale.
I materiali non utilizzabili provenienti dalle demolizioni dovranno sempre, e al più presto, venire trasportati a cura e spese fuori la sede dei lavori con le norme o cautele disposte per gli analoghi scarichi in rifiuto di materie.
2.17. STRATIFICAZIONE DI ASFALTO COLATO
Sopra le solette dei ponti in cemento armato, dopo che le strutture saranno bene asciutte, si stenderà un manto di asfalto costituito da asfalto colato dello spessore di mm 20 la cui miscela dovrà corrispondere alle seguenti caratteristiche:
a) bitume penetrazione 50÷70 il 15% in peso;
b) pani di mastice in asfalto il 30% in peso;
c) sabbia da mm. 0 a 2 il 55% in peso;
Lo stendimento dell'asfalto colato dovrà essere effettuato in due riprese aventi, ciascuna, lo spessore di un centimetro.
Si avrà cura, nello stendimento del secondo strato, che i giunti siano sfalsati. Il punto di rammollimento del colato dovrà essere compreso fra i 50° centigradi e i 70° centigradi.
2.18. GABBIONI E LORO RIEMPIMENTO
I gabbioni metallici per l'esecuzione di opere di consolidamento o sbancamento saranno di forma prismatica e costituita da maglie esagonali a doppia torsione della dimensione di cm 8x10. Le dimensioni del filo, il peso e la capacità dei gabbioni verranno precisati di volta in volta dalla Direzione dei Lavori.
I fili metallici costituenti la rete saranno zincati, ben galvanizzati e atti, a prova di analisi, a resistere per lunghissimo tempo (circa 25 anni) all'effetto dell'ossidazione.
Nel prezzo al kg sono compresi tutti gli oneri per la fornitura della rete del filo zincato di conveniente spessore per la rilegatura degli spigoli, la formazione dei tiranti, e quanto altro occorresse per il montaggio ed il riempimento dei gabbioni.
Il colmamento dei gabbioni verrà effettuato con pietrame o ciottoli (di dimensioni tali che non possano passare in alcun senso attraverso le maglie della rete) collocati a mano e le fronti in vista saranno lavorate analogamente alle murature a secco con analogo onere di parametro.
2.19. PREPARAZIONE DEL SOTTOFONDO
Il terreno interessato dalla costruzione del corpo stradale che dovrà sopportare direttamente o la sovrastruttura o i rilevati, verrà preparato asportando il terreno vegetale per tutta la superficie e per la profondità fissata dal progetto o stabilito dalla Direzione Lavori.
I piani di posa dovranno anche essere liberati da qualsiasi materiale di altra natura vegetale, quali radici, cespugli, alberi.
Per l'accertamento del raggiungimento delle caratteristiche particolari dei sottofondi qui appresso stabilite, agli effetti soprattutto del grado di costipamento e dell'umidità in posto, l'Appaltatore, indipendentemente dai controlli che verranno eseguiti dalla Direzione di Lavori, dovrà provvedere esso a tutte le prove e determinazioni necessarie.
A tal uopo dovrà quindi a sue cure e spese, installare in cantiere un laboratorio con le occorrenti attrezzature.
Le determinazioni necessarie per la caratterizzazione dei terreni ai fini della loro possibilità e modalità d'impiego, verranno preventivamente fatte eseguire dalla Direzione dei Lavori presso un laboratorio pubblico, cioè uno dei seguenti laboratori: quelli delle Università, delle Ferrovie dello Stato o presso il laboratorio dell'A.N.A.S..
Rimosso il terreno costituente lo strato vegetale, estirpate le radici fino ad un metro di profondità sotto il piano di posa e riempite le buche così costituite si procederà in ogni caso, ai seguenti controlli:
a) determinazione del peso specifico apparente del secco del terreno in sito e di quello massimo determinato in laboratorio;
b) determinazione dell'umidità in sito in caso di presenza di terre sabbiose, ghiaiose o limose;
c) determinazione dell'altezza massima delle acque sotterranee nel caso di terre limose.
2.20. COSTIPAMENTO DEL TERRENO DI SITO
A) Se sul terreno deve essere appoggiata la sovrastruttura direttamente o con l'interposizione di un rilevato di altezza minore di cm. 50, si eseguiranno le seguenti norme:
a) per le terre sabbiose o ghiaiose, si dovrà provvedere al costipamento del terreno per uno spessore di almeno cm 25 con adatto macchinario fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco in sito, pari almeno al 95% di quello massimo ottenuto in laboratorio;
b) per le terre limose, in assenza d'acqua si procederà come al precedente capo a);
c) per le terre argillose si provvederà alla stabilizzazione del terreno in sito, mescolando ad esso altro idoneo, in modo da ottenere un conglomerato, a legante naturale, compatto ed impermeabile, dello spessore che verrà indicato volta per volta e costipato fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco pari al 95% del massimo ottenuto in laboratorio. Nel caso in cui le condizioni idrauliche siano particolarmente cattive, il provvedimento di cui sopra sarà integrato con opportune opere di drenaggio.
B) Se il terreno deve sopportare un rilevato di altezza maggiore di m 0.50:
a) per terre sabbiose o ghiaiose si procederà al costipamento del terreno con adatto macchinario per uno spessore di almeno 25 centimetri, fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco pari al 85% del massimo ottenuto in laboratorio per rilevati aventi una altezza da m 0.50 a m 3, e pari al 80% per rilevati aventi un'altezza superiore a m 3.
b) per le terre limose in assenza di acqua si procederà come indicato al comma a);
c) per le terre argillose si procederà analogamente a quanto indicato al punto c) del cap. A).
In presenza di terre torbose si procederà in ogni caso alla sostituzione del terreno con altro tipo sabbioso - ghiaioso per uno spessore tale da garantire una sufficiente ripartizione del carico.
2.21. MODIFICAZIONE DELLA UMIDITA' IN SITO
L'umidità di costipamento non dovrà mai essere maggiore del limite di ritiro diminuito del 5%; nel caso che l'umidità del terreno in sito sia maggiore di questo valore, occorrerà diminuire questo valore dell'umidità in loco, mescolando alla terra, per lo spessore che verrà indicato dalla Direzione dei Lavori, altro materiale idoneo asciutto, poi lasciando asciugare all'aria previa disgregazione.
Qualora operando nel modo suddetto l'umidità all'atto del costipamento, pari a quella del limite di ritiro diminuito del 5%, risultasse inferiore a quella ottima ottenuta in laboratorio, dovrà provvedersi a raggiungere il prescritto peso specifico apparente aumentando il lavoro meccanico di costipamento.
2.22. RIVESTIMENTO E CIGLIATURE CON ZOLLE E SEMINAGIONI
Tanto per le inzollature che per le seminagioni, si dovranno preparare preventivamente le superfici da trattare riportando in corrispondenza alle stesse uno strato uniforme di buona terra vegetale, facendolo bene aderire al terreno sottostante, esente da radici, da erbe infestanti e da cotiche erbose, dello spessore di almeno 20 centimetri.
Per la inzollatura delle scarpate da eseguire dove l'ordinerà la Direzione dei Lavori, si useranno dove è possibile, zolle da 20 a 25 centimetri e di almeno 5 cm di spessore, disposte a connessure alternate, zolle provenienti dagli scoticamenti generali eseguiti per gli scavi o per la preparazione del terreno, purché le zolle siano tuttora vegetanti.
Le zolle saranno assestate battendole col rovescio del badile, in modo da farle bene aderire al terreno.
Per le seminagioni su scarpate si impiegheranno di regola semi di erba medica in quantitativi corrispondenti ad almeno 50 kg. per ettaro o stoloni di gramigna.
Sulle superfici piane potrà essere ordinata anche la seminagione di loietto, in quantitativi corrispondenti ad almeno 200 kg. di semi per ettaro.
In ogni caso la seminagione deve essere rullata e rastrellata in modo che i semi e gli stoloni di gramigna abbiano a risultare sicuramente coperti da uno strato di terra di spessore maggiore (2÷3 cm.) nel caso di gramigna.
Le seminagioni saranno mantenute umide dopo la loro ultimazione, mediante innaffiature, in modo da conservare e aiutare la vegetazione.
La seminagione sarà eseguita a stagione propizia.
2.23. SOTTOFONDI
Quando occorre, la massicciata deve essere munita di una fondazione, che a seconda delle particolari condizioni dei singoli lavori, viene realizzata con una delle seguenti strutture:
2.23.1. IN PIETRAME O CIOTTOLONI
In tale tipo si dovranno costruire tre guide longitudinali di cui due ai lati della strada ed una centrale: dovranno essere anche disposte guide trasversali a distanza non maggiore di 15 metri l'una dall'altra: Queste guide devono essere eseguite a mano con particolare cura, mediante pietre e ciottoloni scelti ed aventi le maggiori dimensioni dell'assortimento.
I riquadri così ottenuti saranno riempiti con altre pietre o ciottoloni, collocati sempre a mano con la base più larga in basso ed accostati quanto possibile, con gli interstizi serrati a forza mediante scaglie. Lo spessore della fondazione dovrà risultare, a seconda dei casi, non inferiore a 20 centimetri e non maggiore di 25. Tutta la superficie dovrà poi essere regolarizzata con materiale detritico più fine e convenientemente sistemata mediante cilindratura, in modo che a lavoro finito, il piano risulti parallelo a quello previsto per il piano stradale.
Qualora per la natura del terreno, possa temersi un anormale affondamento del materiale di fondazione, occorre stendere preventivamente sullo stesso, uno strato di sabbia di adeguato spessore.
2.23.2. IN GHIAIA MISTA IN NATURA O MATERIALI DI RISULTA
Le fondazioni di questo tipo saranno formate con misto di ghiaia e sabbia (di cava) e con materiali di risulta, quali i prodotti di recupero della demolizione di precedenti massicciate e di costruzioni edilizie, i detriti di frantumazione, le scorie, ecc., in spessore uniforme e proporzionato alla natura del traffico e comunque non minore di cm. 20.
Lo strato deve essere assestato mediante cilindratura che dovrà procedere dai fianchi verso il centro. A lavoro finito, la superficie dovrà risultare parallela a quella prevista per il piano viabile.
2.23.3. IN TERRA STABILIZZATA (TOUT-VENANT)
Il sottofondo in oggetto è costituito da materiali ghiaiosi, sabbiosi, stabilizzati con concorso di legante naturale, per questo si intende un materiale passante al setaccio 40 ASTM (0.45 UNI = mm 0.42).
Lo spessore del sottofondo sarà prescritto caso per caso dalla Direzione dei Lavori.
2.23.4. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI DA IMPIEGARE
La quantità e la granulometria dei materiali, risponderanno alle norme AASHO che si riferiscono alla natura ed alla formazione della miscela ghiaia - sabbia. Saranno utilizzate solo le terre appartenenti ai gruppi A1-A2-A3-A4 della classificazione AASHO.
I materiali in conformità alle sopraccitate norme, dovranno rispondere alle seguenti specificazioni: SERIE DEI SETACCI ASTM = PERCENTUALE IN PESO DEL PASSANTE:
2" (mm 50.80) 100%
1" (mm 25.40) 55+85%
3/8" | (mm 9.52) | 40+70% |
n°4 | (mm 4.76) | 30+60% |
n°10 | (mm 2; 2 UNI) | 20+50% |
n°40 | (mm 0.42; 0.425 UNI) | 10+30% |
n°200 | (mm 0.074; 0.075 UNI) | 5+15% |
La percentuale del passante al setaccio 200 ASTM, dovrà essere non superiore alla metà della percentuale del passante al setaccio 40. Il limite liquido non dovrà essere maggiore di 25.
L'indice di plasticità non dovrà essere maggiore di 6.
2.23.5. MODALITÀ ESECUTIVE
Il materiale sarà steso in strati di spessore uniforme in relazione al tipo di attrezzatura impiegato. L'aggiunta di acqua è da effettuarsi a mezzo di dispositivi spruzzatori fino a raggiungere l'umidità necessaria in funzione della densità.
Le operazioni di stesa dovranno sospendersi quando le condizioni ambientali saranno tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato. Verificandosi comunque eccesso di umidità lo strato compromesso dovrà essere rimosso e sostituito a cura e spese dell'Impresa.
Il costipamento - a mezzo rulli vibranti, statici ed altri macchinari - dovrà interessare la totale altezza dello strato di fondazione fino ad ottenere una densità massima fornita dalla prova AASHO modificato. La superficie non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre cm 2 controllato a mezzo di un regolo di metri 4 disposto secondo due direzioni ortogonali.
2.24. MASSICCIATE
2.24.1. MATERIALE PER MASSICCIATE
2.24.1.1. PIETRISCO
Deve rispondere alle norme per l'accettazione del pietrisco, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali emanate dal C.N.R.-1953.
2.24.1.2. GHIAIA
La ghiaia da impiegare per la formazione della massicciata deve essere costituita da elementi sani, duri, non fragili, non gelivi, con dimensioni comprese fra 25 e 71 mm (tolleranza 10%).
2.24.1.3. MATERIALE DI AGGREGAZIONE E RIEMPIMENTO
Quando il materiale da cilindrare non abbia sufficiente potere legante, si userà per l'aggregazione materiale fine proveniente dalla frantumazione naturale o meccanica di rocce aventi buon potere legante, oppure prodotti di scarica, o sabbia.
2.24.2. FORMAZIONE DI MASSICCIATA
Il materiale da impiegare per la formazione delle massicciate deve essere di norma approvvigionato in cumuli lungo i bordi della strada stessa aperta al traffico, di lasciare libero alla circolazione il maggior spazio possibile. I cumuli devono essere di forma geometrica e regolare in modo da presentarsi a facile misura. Se la stesa del materiale dovesse essere immediata o comunque la Direzione Lavori la ritenesse più comoda, si provvederà alla misura sugli stessi automezzi impiegati al trasporto, facendo riferimento ai cassoni di contenimento.
Per la formazione della massicciata, il materiale dopo la misura deve essere steso in modo regolare ed uniforme.
L'altezza dello strato da cilindrare in una sola volta non deve superare i 15 cm. La cilindratura deve essere eseguita con rulli di peso idoneo (mai minore di 14 ton.) che dovranno mantenere una velocità compresa fra 1.5 e 2.5 - 3 km/ora.
La cilindratura deve essere iniziata ai margini della strada e gradatamente proseguita spostandosi al centro. Il rullo deve essere condotto in modo che nel cilindrare una nuova zona, passi sopra una striscia di almeno cm. 20 della zona precedentemente cilindrata e che nel cilindrare la prima zona marginale venga a comprimere anche una zona di banchina di almeno cm. 20 di larghezza.
2.24.3. MASSICCIATE CHIUSE
Per ottenere una massicciata chiusa, la cilindratura dei materiali viene accompagnata da abbondanti innaffiamenti d'acqua, prima e durante la stesa dei materiali, a mezzo dei carri botte.
Il materiale di aggregazione si aggiunge verso la fine della cilindratura, ciò per evitare una eccessiva frantumazione dei materiali e per favorire il legamento della massicciata.
Per ottenere la chiusura della massicciata, alla fine della cilindratura si passa tutta la superficie con spazzoloni in modo da far scorrere la fanghiglia formatasi a seguito della rullatura con acqua e materiale fino, in maniera da riempire ogni vano del mosaico. La cilindratura deve essere proseguita fino a che la superficie si presenti compatta e chiusa, e non manifesti cedimenti o altri movimenti al passaggio del rullo.
A cilindratura effettuata, la superficie della massicciata deve corrispondere alle sagome e livellette di progetto. Tutte le eventuali riprese devono essere eseguite tempestivamente e prima che il manto sia troppo serrato, in modo che il materiale riportato possa essere incorporato. Per salvaguardare la coesione del sottofondo, si praticheranno frequenti tagli nelle banchine laterali delle carreggiate in modo che l'acqua penetrata al di sotto, possa scaricarsi ai lati.
2.24.4. MASSICCIATE SEMIAPERTE
La cilindratura in questo caso dovrà eseguirsi con limitato impiego d'acqua praticato soprattutto nella prima fase della cilindratura. L'eventuale materiale di aggregazione viene aggiunto a secco.
Durante la cilindratura, dovrà curarsi la chiusura soprattutto nella parte inferiore della massicciata: la rullatura deve essere proseguita sino a che la superficie si presenti compatta, pur mostrando vuoti tra i singoli elementi e non si manifestino cedimenti o altri movimenti al passaggio del compressore.
Anche in questo caso, a cilindratura avvenuta, la superficie della massicciata deve corrispondere alla sagoma e alle livellette di progetto.
2.25. MASSICCIATA A MACADAM ORDINARIO
Le massicciate da eseguire e conservare a macadam ordinario saranno semplicemente costituite con un nastro di pietrisco o ghiaia di qualità, durezza e dimensioni appropriate precedente o da mescolanza di dimensioni assortite secondo gli ordini che saranno impartiti in sede esecutiva dalla Direzione Lavori.
I materiali da impiegare dovranno essere scevri di materie terrose, detriti, sabbie e comunque di materie eterogenee.
Essi saranno posti in opera nell'apposito cassonetto spargendoli sul fondo e sottofondo eventuali per una altezza di cm. 30 configurati accuratamente in superficie secondo il profilo assegnato alla sagoma trasversale in rettifilo fissata nei precedenti articoli per queste massicciate, e a quello in curva che sarà ordinato dalla Direzione dei Lavori.
Se per la massicciata è prescritta o sarà ordinata in sede esecutiva la cilindratura a fondo, questa sarà eseguita con le modalità relative al tipo chiuso descritto nel precedente articolo. In entrambi i casi si dovrà curare di sagomare nel modo migliore la superficie della carreggiata secondo i prescritti profili trasversali sopraindicati.
2.26. MASSICCIATA PER IL SUPPORTO DI RIVESTIMENTO DI NOTEVOLE SPESSORE
Quando la massicciata è destinata a servire da supporto a rivestimenti di spessore relativamente notevole, assumendo così il compito quasi esclusivo di ridurre le pressioni trasmesse agli strati inferiori, possono usarsi materiali di costo limitato, in particolare pietrischetti della seconda categoria (fascicolo n. 4 edito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche ultima edizione contenente le norme per l'accettazione dei pietrischi, pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali) e ghiaie.
La tecnica della esecuzione è analoga a quella indicata per la formazione delle massicciate ordinarie, ma si può ridurre il lavoro di cilindratura occorrente per il costipamento aumentando il quantitativo del materiale di aggregazione o passando addirittura dall'impiego di materiale delle pezzature normali a quello di materiale di convenienti granulometrie estese sino ad includere le sabbie.
A cilindratura finita la massicciata dovrà presentarsi chiusa ben assestata così da non dar luogo a cedimenti al passaggio del compressore.
2.27. FONDAZIONI STRADALI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Per quanto concerne la manipolazione, il trasporto e la posa in opera del calcestruzzo, valgano le norme già indicate nei precedenti articoli riguardanti i conglomerati.
L'aggregato grosso (i pietrischi e le ghiaie) avranno le caratteristiche almeno pari a quelle della categoria III, della tabella II, art. 3 delle norme edite dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (fascicolo 4 delle Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali, ultima edizione) e saranno di pezzatura compresa fra i mm. 25 e i mm. 40.
I pietrischetti o ghiaietti avranno caratteristiche almeno pari a quelli della categoria IV della tabella III dell'art. 4 delle norme suindicate della pezzatura compresa fra i mm.10 e i mm. 25.
I materiali dovranno essere di qualità e composizione uniforme, puliti e praticamente esenti da polvere, argilla o detriti organici. A giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, questa potrà richiedere la preventiva lavatura.
L'aggregato fine sarà costituito da sabbie naturali, eminentemente silicee e di cava o di fiume, o provenienti dalla frantumazione artificiale di rocce idonee.
L'aggregato dovrà passare almeno per il 95% dal crivello con fori da mm. 7, per almeno il 70% dal setaccio 10 ASTM e per non oltre il 10% dal setaccio 100 ASTM.
La sabbia dovrà essere di qualità viva, ruvida al tatto, pulita ed esente da polvere, argilla od altro materiale estraneo, di granulometria bene assortita.
Il cemento normale o di alto forno del tipo "325" dovrà provenire da cementifici di provata capacità e serietà e dovrà rispondere alle caratteristiche richieste dalle norme vigenti.
L'acqua da impiegarsi dovrà essere pulita di qualsiasi sostanza che possa ridurre la consistenza del calcestruzzo od ostacolarne la presa e l'indurimento.
Il calcestruzzo sarà costituito con inerti di almeno tre pezzature, dosato con kg. 200 di cemento per metro cubo di calcestruzzo vibrato in opera.
La proporzione delle varie pezzature di inerti ed il rapporto acqua cemento verranno determinati preventivamente con prove di laboratorio ed accettati dalla Direzione dei Lavori.
Si useranno almeno due bilance, una per gli aggregati ed una per il cemento.
L'acqua sarà misurata in apposito recipiente tarato provvisto di dispositivo dosatura automatica, che consenta di mantenere le erogazioni effettive nel limite del 2% in più od in meno rispetto alla quantità di volta in volta stabilita.
Anche i quantitativi di acqua da adottarsi sono comprensivi dell'acqua già eventualmente presente negli aggregati stessi.
La miscelazione dovrà effettuarsi a mezzo di un mescolatore di tipo idoneo.
La durata della mescolazione non dovrà essere inferiore ad un minuto nelle impastatrici a mescolazione forzata, ed a minuti 1,5 nelle impastatrici a tamburo, contandosi il tempo a partire dal termine della immissione di tutti i componenti nel mescolatore.
In ogni caso, ad impasto finito, tutti gli elementi dovranno risultare ben avvolti dalla pasta di cemento; e non dovranno aversi differenziazioni o separazioni sensibili nelle parti dell'impasto.
La composizione effettiva del calcestruzzo sarà accertata, oltre che mediante controllo diretto della formazione degli impasti, arrestando, mediante aggiunta di alcool i fenomeni di presa dei campioni prelevati subito dopo la formazione del conglomerato, e sottoponendo i campioni stessi a prove di laboratorio.
Prima di ogni ripresa del lavoro, o mutandosi il tipo di impasto il mescolatore dovrà essere accuratamente pulito e liberato dagli eventuali residui di materiale e di calcestruzzo indurito.
In nessun caso e per nessuna ragione sarà permesso di utilizzare calcestruzzo che abbia già iniziato il processo di presa, neppure procedendo ad eventuali aggiunte di cemento. Il calcestruzzo potrà essere confezionato sia nello stesso cantiere di stesa che in altro cantiere dell'impresa purché il trasporto sia eseguito in modo da non alterare la uniformità e la regolarità della miscela.
Nel caso in cui l'impresa desiderasse aumentare la plasticità e la lavorabilità del conglomerato, l'eventuale aggiunta di opportuni correttivi, come prodotti aeratori e plastificanti, dovrà essere autorizzata dalla Direzione dei Lavori; le spese per il provvedimento in questione saranno a carico dell'Impresa.
Prima di addivenire alla posa del calcestruzzo, l'impresa avrà cura di fornire e stendere a sue spese sul sottofondo uno strato continuo ed uniforme di sabbia dello spessore di almeno un centimetro.
Per il contenimento e per la regolazione degli spessori del calcestruzzo durante il getto, l'impresa dovrà impiegare guide metalliche dei tipi normalmente usati allo scopo; composte di elementi di
lunghezza minima di m. 3, di altezza non inferiore allo spessore del calcestruzzo, muniti di larga base e degli opportuni dispositivi per il sicuro appoggio ed ammaramento al terreno e collegate fra di loro in maniera solida ed indeformabile.
L'esattezza della posa delle guide sarà controllata con regolo piano della lunghezza di m. 2, e tutte le differenze superiori ai mm.3 in più od in meno dovranno essere corrette.
Le guide dovranno essere di tipo e resistenza tali da non subire inflessioni od oscillazioni sensibili durante il passaggio e l'azione della macchina finitrice.
Il getto della pavimentazione potrà essere effettuato in due strati ed essere eseguito in una sole volta per tutta la larghezza della strada, oppure in due strisce longitudinali di uguale larghezza gettate distintamente una dopo l'altra, se la carreggiata è a due corsie; i giunti fra le due strisce dovranno in ogni caso corrispondere alle linee di centro della carreggiata di traffico.
Qualora la carreggiata abbia un numero di corsie superiore a due le strisce longitudinali di eguale larghezza da gettarsi distintamente dovranno essere tante quante sono le corsie.
Il costipamento e la finitura del calcestruzzo dovranno essere eseguiti con finitrici a vibrazione del tipo adatto ed approvato dalla Direzione dei Lavori, automoventesi sulle guide laterali, munite di un efficiente dispositivo per la regolarizzazione dello strato di calcestruzzo secondo la sagoma prescritta (sagomatrice) e agente simultaneamente ed uniformemente sull'intera larghezza del getto.
La vibrazione dovrà essere iniziata subito dopo la stesa del calcestruzzo e proseguita fino al suo completo costipamento.
L'azione finitrice dovrà essere tale da non spezzare durante l'operazione, gli elementi degli aggregati da non alterare in alcun punto l'uniformità dell'impasto; si dovrà evitare in particolare che, alla superficie della pavimentazione si formino strati differenziati di materiale fine.
I getti non potranno essere sospesi durante l'esecuzione dei lavori se non in corrispondenza dei giunti di dilatazione o di contrazione. In quest'ultimo caso il taglio dovrà essere formato per tutto lo spessore del calcestruzzo.
In nessun caso si ammetteranno riprese e correzioni eseguite con malta o con impasti speciali. La lavorazione dovrà essere ultimata prima dell'inizio della presa del cemento.
A vibrazione ultimata lo strato del calcestruzzo dovrà risultare perfettamente ed uniformemente costipato su tutto lo spessore e dovrà presentare la superficie scabra per facilitare l'ancoraggio del sovrastante strato di conglomerato bituminoso (binder).
Si prescrive pertanto che, prima dell'inizio della presa, la superficie venga accuratamente pulita dalla malta affiorante per effetto della vibrazione e a tale scopo si farà uso di spazzoloni moderatamente bagnati fino ad ottenere lo scoprimento del mosaico.
La pavimentazione finita dovrà corrispondere esattamente alle pendenze trasversali e alle livellette di progetto o indicate dalla Direzione dei Lavori e risultare uniforme in ogni punto e senza irregolarità di sorta.
In senso longitudinale non si dovranno avere ondulazioni od irregolarità di livelletta superiori a 5 mm. in più o in meno rispetto ad una asta rettilinea della lunghezza di 3 metri appoggiata al manto. Gli spessori medi del manto non dovranno risultare inferiori a quelli stabiliti, con tolleranze massime locali di un centimetro in meno.
In caso di irregolarità e deficienze superiori ai limiti sopraddetti, l'amministrazione potrà richiedere il rifacimento anche totale dei tratti difettosi, quando anche si trattasse di lastre intere.
L'impresa è obbligata a fornire tutte le prestazioni che si ritenessero necessarie per l'esecuzione delle prove e dei controlli, nonché il trasporto in sito e ritorno degli strumenti ed attrezzature occorrenti.
I giunti longitudinali saranno formati a mezzo di robuste guide metalliche di contenimento, già precedentemente descritte.
Essi, per le strade a due corsie verranno costruiti in corrispondenza dell'asse della carreggiata, mentre per le strade aventi un numero maggiore di corsie i giunti verranno costruiti in corrispondenza alla linea di separazione ideale fra corsia e corsia; tali giunti dovranno avere parete verticale ed interessare tutto lo spessore del calcestruzzo.
La parete del giunto dovrà presentarsi liscia e priva di scabrosità ed a tale scopo si avrà cura di prendere, durante il getto tutti gli accorgimenti del caso.
Prima della costruzione della striscia adiacente alla parete del giunto del giunto, tale parete dovrà essere spalmata, a cura e spese dell'impresa, di bitume puro.
I giunti trasversali di dilatazione saranno disposti normalmente all'asse stradale, a intervalli eguali, conformi al progetto o alle prescrizioni della Direzione dei Lavori e saranno ottenuti inserendo nel getto apposite tavolette di materiale idoneo deformabili, da lasciare in posto a costituire ad un tempo il giunto ed il suo riempimento.
Dette tavolette dovranno avere una altezza di almeno 3 cm inferiore a quella del manto finito. Per completare il giunto sino a superficie, le tavolette, durante il getto, dovranno essere completate con robuste sagome provvisorie rigidamente fissate al preciso piano della pavimentazione in modo da consentire la continuità del passaggio e di lavoro della finitrice e da rimuovere a lavorazione ultimata. La posa in opera delle tavolette deve essere fatta con un certo anticipo rispetto al getto e con tutti gli accorgimenti e la cura necessaria perché il giunto risulti rettilineo regolare, della larghezza massima di 10 mm. e con spigoli perfettamente profilati.
Non saranno tollerate deviazioni maggiori di 10 mm. rispetto all'allineamento teorico. Qualora si usino tavoletta di legno, si dovranno impiegare essenze dolci; inoltre gli elementi, prima della loro posa in opera dovranno essere ben inzuppati d'acqua.
I giunti potranno anche essere ottenuti provvedendo a vibrazione ultimata, ad incidere con tagli netti in corrispondenza della tavoletta sommersa a mezzo di opportune sagome metalliche vibranti o a mezzo di macchine tagliatrici.
I bordi dei giunti verranno successivamente regolarizzati con xxxxxxxxx speciali in modo da sagomare gli spigoli secondo profili circolari del raggio di un centimetro.
I giunti di contrazione saranno ottenuti incidendo la pavimentazione dall'alto mediante sagome metalliche inserite provvisoriamente nel getto o mediante una lamina vibrante.
L'incisione deve avere in ogni caso una profondità pari almeno la metà dello spessore totale della fondazione, in modo da indurre successiva rottura spontanea delle lastre in corrispondenza della sezione di minor resistenza così creata.
Le distanze fra i giunti di contrazione saranno conformi al progetto o alle prescrizioni della Direzione dei Lavori.
Trascorso il periodo di stagionatura del calcestruzzo si provvederà alla colmatura dei giunti, previa accurata ed energica pulizia dei vani da riempire, con mastice bituminoso la cui composizione dovrà corrispondere alle seguenti caratteristiche:
Bitume penetrazione da 80 a 100 20% in peso; Mastice di asfalto in pani 35% in peso;
Sabbia da mm. 0 a 2 45% in peso;
2.28. PAVIMENTAZIONE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Valgono per la pavimentazione tutte le norme indicate nel precedente articolo per le fondazioni in calcestruzzo di cemento.
In questo caso però il calcestruzzo sarà costituito con inerti di almeno tre pezzature e sarà dosato con tre quintali di cemento per metro cubo di calcestruzzo vibrato in opera.
La superficie della pavimentazione a vibrazione ultimata dovrà presentare un leggero affioramento di malta, sufficiente per la perfetta chiusura e lisciatura del piano del pavimento.
Non saranno assolutamente permesse aggiunte in superficie di malta cementizia anche se questa fosse confezionata con una più ricca dosatura di cemento. Prima che il calcestruzzo inizi la presa e quando il piano sia sufficientemente asciutto si dovrà striare trasversalmente la pavimentazione con una scopa di saggina, così da renderla sicuramente scabra.
Si avrà particolare cura affinché i bordi dei giunti longitudinali e trasversali siano leggermente arrotondati con una curva di raggio di centimetri uno, e siano rifiniti in piano perfetto con la rimanente pavimentazione.
2.29. RETE A MAGLIE SALDATE IN ACCIAIO PER ARMATURE DI FONDAZIONI O FONDAZIONI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
A 5 cm. dal piano finito della pavimentazione o fondazione del conglomerato cementizio, sarà fornita e posta in opera una rete metallica avente le caratteristiche appresso indicate.
Lo spessore dei singoli fili nonché le dimensioni delle maglie verranno fissate dalla Direzione dei Lavori. Per la dimensione delle maglie, le quali potranno essere quadrate o rettangolari, si fissano i limiti da mm. 75 a mm. 300.
La rete sarà costituita da fili di acciaio ad alta resistenza (tipo U.N.I. 60) trafilati a freddo, con resistenza a trazione di kg/mmq 60 ed un allungamento dell'8%.
La rete sarà ottenuta mediante saldatura elettrica di tutti i punti di incrocio delle singole maglie.
La saldatura deve avvenire in modo che si stabilisca la continuità di struttura dei due fili, e la penetrazione di un filo nell'altro dovrà essere compresa tra 1/4 ed 1/2 del diametro del filo.
Per la prova della rete si prelevano delle barrette ognuna delle quali dovrà contenere almeno un punto d'incrocio saldato.
Saranno ammessi scarti del diametro dei fili dell'ordine del 3% in più od in meno rispetto alla sezione nominale.
Nelle dimensioni delle maglie saranno tollerati scarti non superiori al 5% in più o in meno rispetto alle dimensioni prescritte.
La rete verrà contabilizzata e liquidata in base al peso effettivo del materiale impiegato. Nel prezzo relativo di elenco sono compresi tutti gli oneri di fornitura del materiale l'esecuzione della rete, la sua posa in opera, ganci, trasporti, sfridi, e tutto quanto altro occorra.
2.30. TRATTAMENTI BITUMINOSI SUPERFICIALI E SEMIPENETRAZIONE DELLE MASSICCIATE
I trattamenti superficiali sono costituiti da uno strato sottile e continuo di legante naturale idrocarburante, aderente alla massicciata e saturato con pietrischetto e graniglie.
I trattamenti a semipenetrazione differiscono dai precedenti per il fatto che il legante penetra per alcuni centimetri nella massicciata.
Sia i trattamenti superficiali che le semipenetrazioni saranno di regola eseguiti a caldo con bitume solido previamente preparato in apposite caldaie: in particolari condizioni di ambiente e di stagione, la Direzione dei Lavori potrà consentire l'impiego di emulsioni bituminose nei dosaggi più avanti precisati, ma nello stesso prezzo praticato per i trattamenti a caldo.
La posa in opera del legante deve essere preceduta da una accurata pulizia della superficie da trattare, in modo da rimuovere la polvere, le eventuali materie estranee e quelle non collegate alla massicciata. Detta pulizia viene eseguita di norma mediante getti di acqua a pressione o soffiatoi o energica scopatura.
Quando si usano getti d'acqua a pressione, occorre lasciare asciugare la superficie prima dell'applicazione del legante: solo quando si impiegano emulsioni può essere opportuno lasciare la superficie stessa un po' umida. Per le applicazioni a caldo si deve provvedere al riscaldamento del legante in caldaie idonee, atte a riscaldare uniformemente il legante fra i 150 e i 180°C.
Quando si impiegano emulsioni, va evitato ogni loro riscaldamento, per non ridurre la viscosità all'atto dell'applicazione: un moderato riscaldamento può essere ammesso solo nelle applicazioni eseguite durante le ore e la stagione fredda. La stesa dei leganti deve essere in ogni caso eseguita mediante spanditrici a pressione, che consentano di distribuire il materiale finemente polverizzato ed uniformemente distribuito in modo da evitarsi spandimenti irregolari. Si deve evitare di sporcare i profili di pietra, i paracarri e le altre opere eventualmente esistenti ai margini della strada, disponendo le opportune protezioni di tavole o altro, si deve evitare altresì che il legante abbia a colare nelle bocchette di scarico e di ispezione e nei chiusini eventualmente esistenti.
Lo spargimento del pietrischetto e della graniglia deve essere eseguito con uniformità, in modo da realizzare uno strato continuo e di spessore costante su tutta la superficie trattata.
I trattamenti suddetti dovranno essere nettamente delimitati lungo i margini della strada da un cordolo ottenuto con una doppia stesa di legante per una larghezza di cm. 30 circa, in modo che presenti maggior resistenza all'usura e allo sfiancamento.
Detto onere è compreso nel prezzo unitario e del trattamento.
2.31. MISTI BITUMINOSI E CONGLOMERATI BITUMINOSI SEMICHIUSI E CHIUSI PER SAGOMATURE, CONGUAGLI LONGITUDINALI, PAVIMENTAZIONI O RAPPEZZIDEL PIANO VIABILE
2.31.1. I MISTI BITUMINOSI PER STRATI DI BASE O STRATI ANALOGHI
Saranno costituiti da miscele di frantumati aventi le seguenti caratteristiche:
- aggregati con forma non allungata o lenticolare;
- dimensione massima pari alla metà dello spessore medio dello strato e non superiore a 19 mm.; Percentuali di passante in peso:
- passante al setaccio ASTM 3/4" 100% (19 mm.)
- passante al setaccio ASTM 3/8" da 60 a 80 (9.52 mm.)
- passante al setaccio ASTM n. 8 da 35 a 00
- xxxxxxxx xx xxxxxxxx ASTM n. 30 da 19 a 00
- xxxxxxxx xx xxxxxxxx ASTM n. 100 da 7 a 00
- xxxxxxxx xx xxxxxxxx ASTM n. 200 da 3 a 8
- legante dal 4.50 al 6% in peso della miscela a 60°C su provino a 50 colpi per faccia;
- stabilità Xxxxxxxx superiore a 700 Kg., scorrimento non superiore a 4 mm e percentuale dei vuoti residui su xxxxxxx Xxxxxxxx compresa tra 4 e 8%. Il volume dei vuoti residui a cilindratura finita dovrà essere compreso tra il 5 e 10%.
2.31.2. IL CONGLOMERATO BITUMINOSO CHIUSO PER SAGOMATURE SOTTILI, CONGUAGLI O RAPPEZZI,
Dovrà essere invece preparato con graniglia dura di pezzatura massima pari ai 2/3 dello spessore dello strato finito e comunque non superiore a mm 12, sabbia di grossezza assortita con idoneo filler miscelato a caldo con bitume a penetrazione 70÷120, in ragione del 5.50÷7% in peso della miscela.
Percentuali di passante in peso:
- passante al setaccio ASTM 1/2" 100% (12.7 mm.)
- passante al setaccio ASTM 3/8" 90%-95% (9.52 mm.)
- passante al setaccio ASTM n.4 da 55 a 75%
- passante al setaccio ASTM n.8 da 35 a 00
- xxxxxxxx xx xxxxxxxx ASTM n.30 da 18 a 00
- xxxxxxxx xx xxxxxxxx ASTM n.100 da 8 a 00
- xxxxxxxx xx xxxxxxxx ASTM n.200 da 4 a 10.
La stabilità Xxxxxxxx alle condizioni sopraddette dovrà essere superiore a 900 kg con scorrimenti da 1 a 35 mm e una percentuale di vuoti residui su xxxxxxx Xxxxxxxx compresa tra il 3% e il 6%.
Il volume dei vuoti residui a cilindratura terminata dovrà essere compreso tra il 4 e l'8%. La messa in opera di entrambi i conglomerati dovrà essere previo spandimento di emulsione bituminosa di ancoraggio al 55% sulla quantità non inferiore a kg 1.000 per mq sulla superficie da ricoprire precedentemente pulita, avrà luogo in uno o più strati a seconda dello spessore finale da raggiungere, in modo che a compressione avvenuta, da eseguirsi con rullo da 6/8 tonnellate, il conglomerato non abbia a subire riduzioni di spessore e sia garantita la sua inamovibilità.
A compressione del conglomerato avvenuta la superficie dovrà risultare perfettamente allineata e sagomata, tale essendo lo scopo dell'impiego del conglomerato. Il conglomerato semiaperto come il semichiuso con minor quantità di sabbia in peso. Per la confezione con bitumi solidi si dovrà provvedere al preventivo essiccamento e riscaldamento degli aggregati che saranno riscaldati a temperature comprese tra i 120 e 160°C. Il bitume sarà riscaldato tra i 150° e i 170°C, in apposite caldaie, idonee allo scopo.
La dosatura di tutti i componenti dovrà essere eseguita a peso, preferibilmente con bilance di tipo automatico. Si potranno usare tuttavia anche impianti a dosatura volumetrica, purché atti a dare la necessaria regolarità di composizione. Il trasporto e lo scarico del materiale in sito per l'impiego, dovranno essere eseguiti in modo da non modificare o sporcare la miscela che dovrà essere portata in cantiere a temperatura non inferiore ai 100°C.
Prima di stendere la miscela si avrà cura di applicare la mano di emulsione bituminosa in ragione di almeno kg 1.000 per mq, in modo da costituire l'ammassamento del conglomerato. La stesa in opera del conglomerato sarà condotta - se eseguita a mano - secondo i metodi normali e con appositi rastrelli metallici o spatole piane.
Per lavori di notevole estensione la posa del conglomerato dovrà essere invece eseguita mediante finitrici meccaniche di tipo idoneo che consentano la stesa di strati di spessore di volta in volta stabilito, di livellette e profili perfettamente regolari ed uniformi. Per la cilindratura del conglomerato si dovranno usare compressori del peso di almeno 6 tonnellate e non superiore alle 8. La cilindratura sarà iniziata dai bordi della strada verso la mezzeria e, dopo il primo consolidamento del tappeto, dovrà essere condotta anche in senso obliquo e se possibile anche trasversalmente alla strada.
Tutti gli orli e i margini comunque limitanti la pavimentazione ed i suoi singoli tratti (come i giunti in corrispondenza alle riprese di stesa, alle bocchette, ai cordoni) dovranno essere spalmati con una pellicola di bitume, prima di addossarvi il manto, allo scopo di assicurare la perfetta impermeabilità ed adesione delle pareti.
Inoltre, tutte le giunzioni ed i margini, dovranno essere battuti e finiti a mano con appositi pestelli in ferro opportunamente scaldati. Per assicurare la chiusura del manto in attesa del costipamento del prodotto dal traffico, si provvederà a trattare la superficie del manto stesso con polvere d'asfalto in
ragione di kg 1.5/mq. A lavoro finito i manti non dovranno in alcun punto presentare ondulazioni od irregolarità superiori ai 6 mm. misurati con rigone della lunghezza di 3 metri longitudinalmente alla strada.
2.32. CONGLOMERATI BITUMINOSI SPECIALI DI ELEVATE CARATTERISTICHE TECNICHE
2.32.1. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
2.32.1.1. AGGREGATI LAPIDEI
Inerti provenienti da impianti di frantumazione costituiti da elementi poliedrici - sani - duri - di superficie ruvida - puliti esenti da polveri e/o materiali estranei; dovranno rispondere ai requisiti del C.N.R per i pietrischi, pietrischetti, e graniglie fasc. IV/1953 capo 1, con perdita di peso alla prova "LOS ANGELES" inferiore al 20% (tipo porfido - basalto - diorite).
Gli aggregati fini saranno costituiti da sabbie di frantumazione che dovranno rispondere ai requisiti secondo norme B.U. C.N.R. n. 27/1972. Gli additivi minerali filler potranno essere di origine calcarea o costituiti da cemento - calce idraulica o polveri asfaltiche, con una percentuale di passante al setaccio
n. 200 di più dell'80%.
Tali tipi di inerti dovranno essere miscelati secondo le caratteristiche specifiche delle miscele da adottare a seconda dei casi e della tipologia della pavimentazione.
2.32.1.2. LEGANTE SPECIALE
Costituito da bitume tipo 80/100 modificato con idonei elastomeri tipo SBS_EVA_APP. in ragione del 6÷8% sul peso del bitume, miscelato con opportuni additivi disperdenti - peptizzanti.
Tale bitume speciale dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- Peso specifico miscela a 20° 1.06 Kg/dmc
- Penetrazione a 25° 50 dmm
- Punto di rammollimento palla anello 70° C
- Punto di rottura Fraass -20° C
- Viscosità dinamica a 60° 14.000÷15.000 Poise
2.32.2. BINDER SEMIGRANU 0/20 (STRATO UNICO A FINIRE)
CURVA XXXXXXXXXXXXXX XXXXXXX XXXXXXXX
0/0" 100
1/2" 88
3/8" 55
1/4" 43
4 38
10 28
40 18
80 13
200 10
- Vuoti intergranulari della miscela aggregati costipata = 14÷16% in volume
- Miscela aggregati = 100%
- Legante in peso su aggregati = 5.0÷5.5%
CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE
- Stabilità Xxxxxxxx sup. 1000kg
- Scorrimento 2 – 4 mm
- Vuoti residui Xxxxxxxx 3 – 5%
- Vuoti residui Xxxxxxxx dopo stesa e compattazione finale 4 – 6%
- Densità in opera 2,380 – 2,430 kg/dmc
- Deformazione mediante prova d'impronta a 60° per 1 ora inf. 2,5 mm.
- Prova a trazione indiretta "Brasiliana" a temperatura ambiente sup. 12 kg/cmq a 25°
2.32.3. EMULSIONI BITUMINOSE MODIFICATE CON ELASTOMERI
- Bitume base 80/100 o 180/200
- Contenuto in H20 = max 31%
- Contenuto legante bitume + elastomero = 69%
- Potere di adesione = 90%
- Trattenuto al setaccio n. 20 = max 0.2
- Sedimentazione a 5 gg = inesistente
- Viscosità a 20% = 150÷200 Ct Poise
2.33. LASTRICATI, PAVIMENTI IN BLOCCHETTI DI PORFIDO LASTRICATI
Le pietre da impiegarsi per i lastricati dovranno avere le facce viste piane e saranno accuratamente lavorate alla punta e leggermente rastremate verso l'interno in modo da ridurre al minimo lo spessore delle fughe che non dovrà in ogni caso essere maggiore di cm 1. Le lastre avranno larghezza costante di cm 33 e spessore minimo di cm 8.
Il suolo convenientemente consolidato, sul quale dovrà eseguirsi il lastricato, sarà coperto di uno strato di malta o sabbia, sul quale verranno disposte le lastre in file parallele, di costante spessore, od anche a spina od a disegno, come verrà ordinato dalla Direzione Lavori, ravvicinate le une alle altre in rapporto al grado di lavorazione; queste poi saranno colmate con malta liquida da versarsi e comprimersi con la cazzuola, fino a qualche centimetro dalla superficie e quindi i giunti saranno suggellati con bitume a caldo.
Le lastre dovranno essere lavorate a scalpello negli assetti per un'altezza di almeno un terzo dello spessore.
Le superfici dei lastricati dovranno conformarsi ai profili e alle pendenze volute.
2.33.1. PAVIMENTI IN CUBETTI DI PORFIDO
Dovranno soddisfare alle norme per l'accettazione dei cubetti di pietra per pavimentazioni stradali di cui al "Fascicolo n. 5" del consiglio Nazionale delle Ricerche, edizione 1954.
I cubetti di porfido dovranno provenire da pietra di buona fattura, talché non presentino ne rientranze ne sporgenze in nessuna delle facce, e dovranno arrivare al cantiere di lavoro preventivamente calibrati secondo le prescritte dimensioni.
Xxxxxxx rifiutati e subito fatti allontanare dal lavoro tutti i cubetti che presentino in uno dei loro lati dimensioni minori o maggiori di quelle prescritte ovvero presentino gobbe o rientranze sulle facce eccedenti l'altezza di mm. 5 in più o in meno. La verifica potrà essere fatta dalla Direzione dei Lavori anche in cava.
I cubetti saranno posti in opera ad archi contrastanti ed in modo che l'incontro dei cubetti di un arco con quello di un altro avvenga sempre ad angolo retto. Saranno impiantati su letto di sabbia dello spessore di cm 8 a grana grossa e scevra da ogni materia eterogenea, letto interposto tra la pavimentazione superficiale ed il sottofondo, costituito da macadam all'acqua, cilindrato a fondo col tipo di cilindratura chiuso, ovvero da uno strato di calcestruzzo cementizio secondo quanto sarà ordinato. I cubetti saranno disposti in opera in modo da risultare pressoché a contatto prima di qualsiasi battitura.
Dopo tre battiture eseguite sulla linea con un numero di operai pari alla larghezza della pavimentazione espressa in metri divisa per 0.080 e che lavorino tutti contemporaneamente ed a tempo con mazzapicchio del peso di Kg 25÷30 e con la faccia di battitura ad un di presso uguale alla superficie del cubetto, le connessure fra cubetto e cubetto non dovranno avere in nessun punto la larghezza superiore a mm 10.
La bitumatura della pavimentazione a cubetti sarà eseguita almeno dopo venti giorni dall'apertura al transito della strada pavimentata, saranno prima riparati gli eventuali guasti verificatisi, poi la strada verrà abbondantemente lavata con acqua a pressione col mezzo di lancia manovrata da operaio specialista, in modo che l'acqua arrivi sulla strada con getto molto inclinato e tale che possa aversi la pulizia dei giunti per circa cm 3 di profondità. Appena il tratto di pavimentazione così pulito si sia sufficientemente asciugato, si suggelleranno i giunti a caldo ed a pressione con bitume in ragione di circa Kg 3 per metro quadrato di pavimentazione. Verrà poi disteso e mantenuto sul pavimento il quantitativo di sabbia necessario a saturare il bitume, e quindi sarà aperto il transito.
2.34. ACCIOTTOLATI E SELCIATI
2.34.1. ACCIOTTOLATI
I ciottoli saranno disposti su di un letto di sabbia alto da cm 10 a cm 15, ovvero su di un letto di malta idraulica di conveniente spessore sovrapposto ad uno strato di rena compressa alto da mm 8 a 10 mm.
I ciottoli dovranno essere scelti di dimensioni il più possibile uniformi e disposti con la faccia più piana rivolta superiormente, avvertendo di metterli a contatto.
A lavoro finito, i ciottoli dovranno presentare una superficie uniforme secondo i profili e le pendenze volute, dopo che siano stati debitamente consolidati battendoli con xxxxxxxxxxxx.
2.34.2. SELCIATI
I selciati dovranno essere formati con pietre squadrate e lavorate al martello nella faccia a vista e nella faccia di combaciamento.
Si dovrà dapprima spianare il suolo e costiparlo con la mazzeranga, riducendolo alla configurazione voluta, poi verrà steso uno strato di sabbia dell'altezza di cm 10 e su questo verranno conficcate di punta le pietre, dopo di avere stabilito le guide occorrenti.
Fatto il selciato, vi verrà disteso sopra uno strato di sabbia dell'altezza di cm 3 e quindi verrà proceduto alla battitura con la mazzeranga, innaffiando di tratto in tratto la superficie, la quale dovrà riuscire perfettamente regolare e secondo i profili descritti.
Nell'eseguire i selciati si dovrà avere l'avvertenza di collocare i prismi di pietra in guisa da far risalire la malta nelle connessure.
Per assicurare poi meglio il riempimento delle connessure stesse, si dovrà versare sul selciato altra malta stemprata con acqua e ridotta allo stato liquido.
Nei selciati a secco abbeverati con malta, dopo aver posato i prismi di pietra sullo strato di sabbia dell'altezza di cm 10, di cui sopra, conficcandoli a forza con apposito martello, si dovrà versare sopra un beverone di malta stemprata con acqua e ridotta allo stato liquido, e procedere infine alla battitura con la mazzeranga, spargendo di tratto in tratto altra malta liquida fino a che la superficie sia ridotta perfettamente regolare e secondo i profili stabiliti.
2.35. PAVIMENTAZIONE IN MASSELLI PREFABBRICATI
Trattasi di pavimentazione continua componibile composta di masselli prefabbricati in calcestruzzo delle forme e delle tinte commerciali posti in opera con semplice accostamento ad ottenere il disegno di posa richiesto dalla D.L.
La resistenza minima di compressione dei masselli dovrà essere di 55 N/mmq; i masselli dovranno essere conformi per qualità alle norme DIN 18501 in particolare per quanto riguarda la norma relativa alla Gelività.
Detti masselli dovranno avere una superficie d'appoggio di 210÷300 cmq e peso non inferiore a 140 kg/mq teorico; saranno ottenuti da un calcestruzzo di peso specifico medio superiore a 2,3 t/mc, secondo le norme "Pavitalia" che dovranno essere integralmente osservate.
La posa in opera dei masselli viene eseguita su un riporto di posa in sabbia granita, di spessore compresso cm 5, su sottofondo in materiale arido, stabilizzato superficialmente, di spessore cm 20 , preventivamente disposto.
I conci di chiusura saranno ottenuti da taglio dei masselli. La superficie pavimentata, cosi realizzata, sarà sottoposta a vibrocompattazione con successiva sigillatura delle fughe ottenuta con aspersione di uno strato di circa 1/2 cm di sabbia.
Per facilitare l'entrata della sabbia nelle connessure si dovrà esercitare su di essa un'azione dinamica, per esempio mediante scope, lasciando poi il completamento della sigillatura all'azione del dilavamento meteorico. Trascorso un conveniente periodo di tempo la superficie pavimentata dovrà essere pulita.
2.36. PARACARRI - INDICATORI CHILOMETRICI - TERMINI DI CONFINE IN PIETRA E BARRIERE IN C.A. ED IN ACCIAIO
I paracarri, gli indicatori chilometrici ed i termini di confine in pietra, della forma e dimensioni indicate nei tipi allegati al contratto, per la parte fuori terra, saranno lavorati a grana ordinaria.
Il loro collocamento in opera avrà luogo entro fosse di convenienti dimensioni sopra un letto di ghiaia o di sabbia di altezza di cm 10 e si assicureranno nella posizione prescritta riempendo i vani laterali contro le pareti della fossa con grossa ghiaia, ciottoli, o rottami di pietre fortemente battuti.
Allorquando i paracarri siano posti a difesa di parapetti in muratura, si dovrà evitare ogni contatto immediato con i medesimi lasciando un conveniente intervallo.
In alcuni tratti del ciglio stradale a valle, o nei luoghi che la Direzione dei Lavori crederà opportuno designare, verranno eseguiti parapetti o barriere in cemento armato, della forma e dimensioni indicate sui disegni.
Nei bordi esterni dei tornanti, in tutte le curve a piccolo raggio, nei tratti a scarpata ripida o fiancheggianti corsi d'acqua, trincee ferroviarie, ecc., a richiesta della Direzione dei Lavori potranno impiegarsi barriere di acciaio ondulato.
2.37. SEGNALETICA
Per quanto riguarda la segnaletica, l'Impresa dovrà attenersi alle disposizioni che verranno impartite di volta in volta dalla Direzione dei Lavori. Dovranno essere tenute presenti le norme che sono contenute nel regolamento di attuazione del nuovo Codice della strada (D.L.16.12.1992 n. 495) e successive modificazioni ed integrazioni.
2.38. LAVORI IN FERRO
Il ferro e l'acciaio dolce, dovranno essere lavorati diligentemente, con maestria, regolarità di forme, precisione di dimensioni, e con particolare attenzione nelle saldature e bullonature. Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentassero il più leggero indizio d'imperfezione.
Per le ferramenta di qualche rilievo, l'Appaltatore dovrà preparare e presentare alla Direzione dei Lavori un campione il quale, dopo approvazione dalla Direzione stessa, dovrà servire da modello per tutta la provvista.
Per tutti i lavori in ferro, salvo contrarie disposizioni della Direzione Lavori, dovrà essere eseguita la coloritura a due mani di minio e da due mani successive ad olio di lino cotto con biacca e tinta a scelta.
Per i ferri da impiegare nella costruzione di opere in cemento armato vengono richiamate le norme contenute nel R.D. 16.11.1939 n. 2229, avvertendo che la lavorazione dovrà essere fatta in modo che l'armatura risulti esattamente corrispondente alle indicazioni di progetto.
2.39. LAVORI IN LEGNAME
Tutti i legnami da impiegare in opere stabili dovranno essere lavorati con la massima cura e precisione in conformità alle prescrizioni date dalla Direzione (D.M. Ottobre 1912).
Tutte le giunzioni dei legnami dovranno avere la forma e le dimensioni prescritte ed essere nette e precise in modo da poter ottenere un esatto combaciamento dei pezzi che devono essere uniti.
Non sarà tollerato alcun taglio falso, ne zeppe o cunei, ne qualsiasi altro mezzo di guarnitura o ripieno. La Direzione Lavori potrà disporre che nelle facce di giunzione vengano interposte delle lamine di piombo o di zinco, od anche cartone incatramato.
Le diverse componenti un'opera di legname dovranno essere fra loro collegate solidamente in tutti i punti di contatto mediante caviglie, chiodi, squadre, staffe di ferro, fasciature di reggia od altro in conformità alle prescrizioni che verranno dalla Direzione dei Lavori.
Non si dovranno impiegare chiodi per il collegamento dei legnami senza apparecchiarne prima il conveniente foro col succhiello.
I leganti, prima della loro posizione in opera, e prima dell'esecuzione, se ordinata, della spalmatura di catrame o della coloritura, si dovranno congiungere in prova nei cantieri per essere esaminati ed accettati provvisoriamente dalla Direzione dei Lavori.
2.40. NORME E CRITERI GENERALI PER LE OPERE ELETTRICHE
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti all'ambiente in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute alla umidità alle quali possono essere esposti durante l'esercizio.
I materiali e gli apparecchi elettrici dovranno essere:
- conformi alle norme CEI e/o alle tabelle di unificazione UNEL;
- muniti della marcatura CE, in conformità al D.Lgs 25.11.1996, n. 626;
- dotati del Marchio Italiano di Qualità (IMQ), quando rientrano nelle categorie per le quali ne è prevista la concessione.
La conformità alle norme del materiale e delle apparecchiature non dotate del marchio IMQ deve essere comprovata da idonea documentazione.
Gli altri materiali devono essere conformi alle norme UNI.
Per quanto non esplicitamente richiamato nel presente Capitolato Speciale, deve essere osservato il “Capitolato Speciale – Tipo per Impianti Elettrici” pubblicato dal Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici, edizione 1986 e successive modifiche e aggiornamenti.
Per lavori edilizi deve essere osservato il “Capitolato Speciale – Tipo per Appalti di lavori edilizi” pubblicato dal Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici, edizione 1983 e successive modifiche e aggiornamenti.
L’esecuzione di tutti i lavori, sia a misura che a corpo, dovrà avvenire con la massima diligenza e precisione, seguendo scrupolosamente quanto indicato negli elaborati di progetto ed osservando le prescrizioni di volta in volta impartite dalla D.L.
L’appaltatore è contrattualmente responsabile della perfetta rispondenza di quanto eseguito ai dati tecnici stabiliti in sede di progetto ed alle indicazioni tecniche impartite in fase esecutiva dalla D.L. e dovrà provvedere a sue spese alla demolizione e sostituzione di quanto non risultasse conforme.
2.41. QUADRI ELETTRICI
I quadri elettrici dovranno essere conformi alle norme CEI 17-13 Parte 1 e 3; dovranno inoltre essere corredati di dichiarazione di conformità e certificato di collaudo.
L'Appaltatore provvederà alla fornitura e installazione dei quadri elettrici nelle posizioni indicate nelle tavole di progetto; il punto di installazione dovrà essere confermato in sede di DD.LL.
Salvo diversamente indicato nei documenti di progetto, il quadro elettrico, realizzato con struttura in vetroresina modulare, dovrà essere diviso in due vani con aperture separate.
Il primo vano è destinato a contenere il gruppo di misura installato dall'Ente Distributore; la relativa serratura di chiusura dovrà essere installata previo accordi con gli organismi territoriali competenti dall'Ente medesimo.
Il secondo vano dovrà contenere le apparecchiature di comando, di sezionamento, e di protezione definite nello schema allegato. L'apertura di tale vano dovrà essere munita di apposita serratura concordata con i tecnici del Comune ove è ubicato l'impianto.
Il contenitore dovrà appoggiare su apposito zoccolo in cls prefabbricato o realizzato in opera che consenta l'ingresso dei cavi sia del Distributore dell'energia elettrica che dell'impianto in oggetto. Sono altresì a cura dell'appaltatore le opere di scavo e murarie per l'ingresso nel contenitore dei cavi dell'Ente Distributore.
Sull'arrivo della linea ENEL è previsto un interruttore generale, i circuiti in partenza saranno protetti con interruttori automatici magnetotermici e differenziali, in accordo con le prescrizioni delle Norme 64-8.
Le singole partenze risulteranno protette contro le sovracorrenti (sovraccarico e corto circuiti) e contro i contatti mediante interruttori automatici magnetotermici differenziali, dimensionati secondo le condizioni seguenti.
Protezione conto i sovraccarichi: Ib In Iz e If 1,45 Iz
dove:
Ib = corrente di impiego del circuito;
In = corrente nominale del dispositivo di protezione;
If = corrente convenzionale d'intervento del dispositivo di protezione; Iz = portata in regime permanente della conduttura.
Protezione conto i cortocircuiti: I2t K2S2
dove:
I2t = energia specifica passante del dispositivo di protezione; K2S2 = energia specifica sopportabile dal cavo.
Protezione conto i contatti indiretti: Ra Idn 50V
dove:
Ra = resistenza del dispersore e dei conduttori di protezione Idn = corrente nominale differenziale
Le linee in partenza saranno attestate su apposita morsetteria.
Il cablaggio interno sarà possibilmente raccolto in canaline in materiale termoplastico autoestinguente.
Gli interruttori differenziali avranno caratteristiche adatte al funzionamento per correnti continue e/o pulsanti e saranno del tipo a riarmo automatico.
Le tarature indicate sullo schema potranno modificarsi in sede di D.L., in accordo con le prescrizioni delle Norme 64 - 8.
Gli interruttori magnetotermici di protezione delle linee avranno caratteristica d’intervento di tipo " B". Tutte le apparecchiature interne ed esterne al quadro, i singoli morsetti delle morsetterie, la sbarra di terra, ecc., saranno identificate mediante targhette aventi adeguate caratteristiche di resistenza e durata.
Il pannello frontale sarà corredato di targa di grandi dimensioni, riportante la denominazione assegnata al quadro e la tensione nominale.
In apposita "tasca" saranno infine presenti gli schemi elettrici (unifilari e funzionali), i particolari costruttivi (numerazione delle morsetterie e dei cavi), e una piantina plastificata riportante le linee di distribuzione che fanno capo agli interruttori di protezione.
Il quadro sarà completato con tutti gli accessori necessari per il montaggio ed il buon funzionamento delle apparecchiature quali:
- condotti per l'installazione di conduttori relativi ai circuiti ausiliari;
- conduttori e connettori per i circuiti ausiliari;
- guide e supporti per l'installazione dei cavi di potenza;
- morsetteria di attestazione di tutti i conduttori dei circuiti ausiliari.
Il quadro elettrico generale avrà una riserva di spazio per eventuali altri interruttori pari al 10% dell'area complessivamente occupata dagli interruttori installati.
Il tipo di contenitore e le apparecchiature da installare dovranno comunque avere la preventiva approvazione della Direzione Lavori.
Il prezzo a corpo compensa la fornitura, il trasporto, la mano d'opera, il collaudo e la messa in servizio dei componenti e delle apparecchiature.
Per quanto riguarda l'adeguamento dei quadri esistenti, essi manterranno la struttura esistente e verranno adeguati nelle apparecchiature interne.
2.42. REGOLATORE DI FLUSSO
Il regolatore di flusso per il risparmio energetico dovrà presentare le seguenti caratteristiche costruttive e funzionali:
- involucro esterno in vetroresina con grado di protezione non inferiore a IP54, per installazione a bordo strada; armadio metallico verniciato a polvere, con grado di protezione non inferiore a IP21, per esecuzioni da interno;
- telaio autoportante in acciaio verniciato per fissaggio autonomo su telaio di ancoraggio;
- regolazione indipendente per ogni singola fase, ottenuta con variatori motorizzati e induttanze booster;
- by-pass automatico apparecchiatura ed inserzione regolatore (no break);
- trasformatori del tipo a “secco” con raffreddamento naturale in aria;
- autotrasformatori variabili toroidali con piste di contatto dorate o argentate;
- stabilizzazione della tensione mantenuta nel ± 1% a fronte di variazioni in ingresso sino a 242V di fase, senza parzializzazione d’onda;
- stabilizzazione e regolazione su ogni singola fase rispetto al neutro;
- controllo elettronico a microprocessore per gestione cicli di lavoro e impostazione parametri di funzionamento, con possibilità di forzature e segnalazioni remote;
- ripresa dei cicli di lavoro a seguito di black-out e microinterruzioni (>5msec) secondo programmazione previa riaccensione a tensione di riscaldamento lampade;
- menù interno di programmazione per elaborazione di n. 3 segnali analogici provenienti da elementi esterni (fotocellula, 0-20mA o 4-20mA e 0-10V);
- memorie non volatile da 128Kbyte per memorizzazione dei parametri di programmazione e per salvataggio permanente di tutti gli eventi di funzionamento;
- memoria non volatile da 256Kbyte contenente il software di gestione dei regolatori, aggiornabile tramite personal computer, via interfaccia RS232, senza dover smontare il controllo per la sostituzione delle memorie;
- interfaccia RS232 per connessione modem e telegestione.
Possibilità di impostare i cicli di funzionamento come da schema seguente:
- ciclo giornaliero con possibilità di impostare 6 valori di tensione;
- n. 6 programmi settimanali e programmazione annuale su 6 periodi personalizzabili;
- possibilità di gestire 10 giorni speciali nell’arco dell’anno.
I regolatori devono essere forniti con 3 programmi annuali preimpostati ed uno personalizzabile dall’utente.
Programmazione attivabile e personalizzabile per singola fase dei seguenti parametri:
tensione nominale, tensione accensione lampade, tempo preaccensione impianto, tempo di intervento allarmi, tensione in riduzione, tensione di accensione, velocità rampe salita/discesa.
Visualizzazione su display di tensione (ingresso/uscita), corrente, potenza attiva ed apparente sulle singole fasi, cosϕ.
Soglie di allarme regolabili per tensione massima di uscita, tensione minima di uscita, cosϕ minimo. Quadro comando con pannelli metallici per protezione parti interne della macchina, costituito da:
- interruttore magnetotermico quadripolare con bobina di sgancio;
- comando per attivazione by-pass manuale;
- relè differenziale per guasti a terra a riarmo automatico, con possibilità di regolare la corrente e i tempi di intervento;
- contattore di inserzione linea;
- protezione magnetotermica per circuiti ausiliari;
- protezioni sovratensioni;
- interruttore crepuscolare e fotocellula per accensione impianto con soglia regolabile;
- morsettiere;
- protezioni linee di uscita da regolatore ed eventuali apparecchiature per comando e protezione degli impianti esistenti (con alimentazione senza regolazione del flusso), come da schemi elettrici allegati alla documentazione di progetto.
Altre caratteristiche:
- MTBF (tempo medio tra guasti) superiore alle 200.000 ore;
- regolatore munito di marcatura CE e di dichiarazione di conformità allegata;
- garanzia di 24 mesi dalla data di consegna;
- ditta fornitrice certificata secondo norme UNI EN 29001.
Compreso armadio in SMC (vetroresina) predisposto per installazione su basamento in calcestruzzo mediante telaio di ancoraggio zincato a caldo, con grado di protezione IP54, e ripristino collegamenti impianti esistenti.
2.43. SISTEMA DI TELECONTROLLO E TELEGESTIONE
Il sistema di telecontrollo e telegestione per i quadri con regolatore di flusso sarà costituito da un kit modem installabile all’interno del quadro e dal relativo software gestionale.
Le principali caratteristiche funzionali del sistema di telecontrollo e telegestione saranno le seguenti:
- controllo in tempo reale del funzionamento dei regolatori;
- segnalazione di allarme in corso verso l’operatore (SMS);
- interrogazione periodica automatica o singola manuale per il controllo dell’impianto;
- visualizzazione dati remoti (tensione, corrente, allarmi, ecc.);
- modifica a distanza dei parametri caratteristici e di funzionamento dell’impianto;
- forzatura stato di funzionamento (accensione/spegnimento impianto, by-pass, ridotto, nominale, manuale, automatico);
- modem GSM GPRS dual band 900/1800 MHz classe 10;
- servizi Data, SMS, Voice e Fax;
- controllo remoto con comandi AT (in accordo GSM 07.07. e 07.05);
- temperatura di lavoro –20 +55 °C;
- trasmissione dati: circuito asincrono, modo trasparente e non trasparente, velocità trasmissione fino a 14,4 kbits/s;
- sistemi operativi supportati Win 98/XP.
2.44. LINEE
L'Appaltatore dovrà provvedere alla fornitura ed alla posa in opera dei cavi relativi al circuito di alimentazione di energia.
Sono previsti cavi per energia elettrica, unipolari e multipolari, con isolamento in gomma EPR e rivestimento esterno antiabrasione in PVC, tipo FG7/0,6-1 kV.
Tutti i cavi saranno rispondenti alla Norma CEI 20-13 e varianti e dovranno disporre di certificazione IMQ od equivalente. Nelle tavole allegate sono riportati schematicamente, ma nella reale disposizione planimetrica, il percorso, la sezione ed il numero dei conduttori.
L'Appaltatore dovrà attenersi scrupolosamente a quanto indicato nei disegni, salvo eventuali diverse prescrizioni della Direzione Lavori.
Salvo diversamente specificato nei documenti di progetto, tutte le linee dorsali di alimentazione, per posa sia aerea che interrata, saranno costituite da quattro cavi unipolari di uguale sezione, mentre i cavi per la derivazione agli apparecchi di illuminazione saranno bipolari.
I cavi multipolari avranno le guaine isolanti interne colorate in modo da individuare Ia fase relativa.
Per i cavi unipolari la distinzione delle fasi e del neutro dovrà apparire esternamente sulla guaina protettiva. E' consentita l'apposizione di fascette distintive in nastro adesivo, colorate in modo diverso (nero fase R – grigio fase S - marrone fase T - blu chiaro neutro – giallo/verde PE).
La fornitura e la posa in opera del nastro adesivo di distinzione si intendono compensate con il prezzo a corpo.
La posa dei cavi dovrà essere effettuata in modo da consentire future derivazioni di punti luce intermedi fra quelli esistenti o previsti dal presente progetto.
In particolare, in corrispondenza di tutti i sostegni per linea aerea sprovvisti di corpo illuminante, il cavo dovrà formare un'ansa tale da consentire il futuro attestamento ad una morsetteria di derivazione entro la scatola, mentre, in corrispondenza di tutti i pozzetti per interrata aventi funzione di rompitratta dovrà essere lasciata una scorta di cavo della lunghezza adeguata alla formazione di una futura derivazione all'interno dei pozzetti medesimi.
La tesatura dei cavi dovrà essere eseguita di almeno 2 m per ogni campata e di 1 m per ogni calata dai pali.
I cavi infilati entro pali o tubi metallici saranno ulteriormente protetti da guaina isolante.
Nella formulazione del prezzo a corpo è stato tenuto conto, tra l'altro, anche degli oneri dovuti all'uso dei mezzi d'opera e delle attrezzature.
2.45. CAVIDOTTI
Nei percorsi all'esterno i cavi saranno posati in tubazioni interrate.
Dovranno essere impiegati cavidotti in materiale plastico rigido o corrugato a doppio strato conforme alle norme CEI EN 50086/1/2/4.
Le dimensioni delle tubazioni sono indicate negli elaborati di progetto. In ogni caso il loro diametro interno sarà pari ad almeno 1,4 volte il diametro del fascio di cavi passanti in essi.
Per ogni tubo deve essere introdotto il filo di ferro zincato di traino per la tesa successiva del cavo elettrico.
I pozzetti di derivazione, prefabbricati o gettati in opera, e i relativi chiusini dovranno essere delle dimensioni indicate negli elaborati di progetto.
2.45.1. MODALITÀ DI POSA
Sul fondo dello scavo, livellato o liberato da ciottoli, pietrame o altri materiali che impediscano il perfetto livellamento, si sovrappone il letto di posa, costituito da materiali incoerenti, quali sabbia o terra vagliata che formi un piano uniformemente distribuito su cui appoggiare il tubo.
Lo spessore del letto, che non dovrà contenere pietruzze, sarà non inferiore a 8 cm.
Il tubo verrà poi rinfiancato e successivamente ricoperto con lo stesso materiale incoerente, per uno spessore non inferiore a 10 cm, misurato sulla generatrice superiore.
Il ricoprimento totale del tubo, a partire dalla generatrice superiore, sarà stabilito dalla D.L. e, in ogni caso, non sarà inferiore a 50 cm.
Nel percorso della posa in opra tutti i tronchi di tubazione già posati, che dovessero rimanere per qualche tempo aperti e non sorvegliati, dovranno essere chiusi con mezzi idonei, onde impedirne l'intasamento.
In corrispondenza delle giunzioni fra i tubi dovranno essere realizzati collari di malta di cemento. Al fine di consentire il drenaggio delle tubazioni, esse dovranno avere pendenza verso i pozzetti
2.46. CASSETTE - GIUNZIONI - DERIVAZIONI - GUAINE ISOLANTI
Le giunzioni fra cavi sono consentite solo in caso di cambiamenti di sezione e, comunque, in corrispondenza di pozzetti, previo esplicito assenso della D.LL.
Giunzioni e derivazioni dovranno essere eseguite secondo la migliore tecnica e usando i migliori accessori, secondo modalità approvate dalla DL.
Per le giunzioni o derivazioni su cavo unipolare, con posa in cavidotto, è previsto l'impiego di muffole posate esclusivamente nei pozzetti in muratura o prefabbricati. In ogni caso, il grado di isolamento della giunzione o derivazione non dovrà essere inferiore a quello del cavo ed il grado di protezione non inferiore ad IP 65.
Le guaine isolanti da utilizzare per la protezione dei cavi all’interno dei pali e dei bracci metallici dovranno avere rigidità dielettrica ? 10 kV/mm; il tipo di guaina isolante dovrà comunque essere approvato dal Direttore dei Lavori; il prezzo a corpo compensa la fornitura e posa di tale guaina.
Per le derivazioni agli apparecchi di illuminazione da realizzare all’interno delle finestre d’ispezione dei sostegni, verranno impiegate cassette di connessione in classe II; la salita all'asola dei cavi unipolari sarà riservata unicamente alla fase interessata ed al neutro escludendo le restanti due fasi.
2.47. PALI DI SOSTEGNO
I pali per illuminazione pubblica devono essere conformi alle norme UNI-EN 40.
E' previsto l'impiego di pali di acciaio di qualità almeno pari a quello Fe 360 grado B o migliore, se- condo norma CNR-UNI 7070/82, a sezione circolare e forma conica (forma A2 - norma UNl-EN 40/2) trafilati o saldati longitudinalmente secondo norma CNR-UNI 10011/85.
Tutte le caratteristiche dimensionali ed i particolari costruttivi sono indicati nel disegno allegato "par- ticolari".
Nei pali dovranno essere praticate numero due aperture delle seguenti dimensioni:
- un foro ad asola per il passaggio dei conduttori, posizionato con il bordo inferiore a 500 mm dal previsto livello del suolo;
- una finestrella d'ispezione, da posizionare nella parte opposta al senso di transito del traffico veicolare, con il bordo inferiore ad almeno 600 mm al di sopra del livello del suolo, munita di portello con bloccaggio mediante chiave triangolare.
Il portello deve comunque essere montato in modo da soddisfare il grado minimo di protezione interna IP 33 secondo Norma CEI 70-1. La finestrella d'ispezione dovrà consentire l'accesso all'alloggiamento elettrico che dovrà essere munito di un dispositivo di fissaggio (guida metallica) destinato a sostenere la morsettiera di connessione in classe II.
Per la protezione di tutte le parti in acciaio (pali, portello, guida d'attacco, braccio e codoli) è richiesta la zincatura a caldo secondo la Norma CEI 7-6 (1968).
Il percorso dei cavi nei blocchi e nell'asola inferiore dei pali sino alla morsettiera di connessione, dovrà essere protetto tramite uno o più tubi in PVC flessibile serie pesante diametro 50 mm, posato all'atto della collocazione dei pali stessi entro i fori predisposti nei blocchi di fondazione medesimi, come da disegni "particolari". Per il sostegno degli apparecchi di illuminazione su mensola od a cima-palo dovranno essere impiegati bracci in acciaio o codoli zincati a caldo secondo Norma UNI-EN 40/4 ed aventi le caratteristiche dimensionali indicate nel disegno "particolari".
Nel posizionamento dei sostegni per i corpi illuminanti e delle linee aeree, l'impresa dovrà tenere conto dell'eventuale presenza di eventuali linee elettriche o telefoniche esistenti, mantenendo da queste le distanze di rispetto prescritte dalle Norme; è a carico dell'impresa l'accordo con gli Enti proprietari delle linee citate per gli attraversamenti ed i parallelismi, nonché per le modalità di lavoro, ferma restando, in ogni caso, la sua piena e completa responsabilità per eventuali incidenti che dovessero accadere.
2.48. APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
Tutti gli apparecchi di illuminazione devono avere il grado di protezione minimo precisato nei documenti di progetto.
Gli apparecchi dovranno essere rispondenti alle norme:
- CEI 34-21 fascicolo n. 1034 (1987) e relative varianti,
- CEI 34-30 fascicolo n. 773 (1986) e relative varianti "proiettori per illuminazione",
- CEI 34-33 fascicolo n. 803 (1986) e relative varianti "apparecchi per illuminazione stradale
In ottemperanza alla Norma CEI 34-21 i componenti degli apparecchi di illuminazione dovranno essere cablati a cura del costruttore degli stessi, i quali pertanto dovranno essere forniti e dotati completi di lampade ed ausiliari elettrici rifasati. Detti componenti dovranno essere conformi alle Norme CEI di riferimento.
Gli apparecchi di illuminazione destinati a contenere lampade a vapori di sodio ad alta pressione dovranno essere cablati con i componenti principali (lampade, alimentatori ed accenditori) della stessa casa costruttrice in modo da garantire la compatibilità tra i medesimi.
Sugli apparecchi di illuminazione dovranno essere indicati in modo chiaro e indelebile, ed in posizione che siano visibili durante la manutenzione, i dati previsti dalla sezione 3 - Marcatura della Norma CEI 34-21.
La rispondenza al complesso delle norme di cui sopra dovrà essere certificata con la consegna al Direttore dei Lavori della dichiarazione di conformità alle norme stesse rilasciata dal costruttore degli apparecchi di illuminazione, ai sensi dell'art. 7 della Legge 18 ottobre 1977 n. 791, oppure tramite l'accertamento dell'esistenza del Marchio di Conformità apposto sugli apparecchi stessi.
Il tipo di apparecchio di illuminazione da installare, nell'ipotesi che non sia già stato definito nel disegno dei particolari, dovrà comunque essere approvato dal Direttore dei Lavori.
L'appaltatore provvederà pertanto all’approvvigionamento, al trasporto, all'immagazzinamento temporaneo, al trasporto a piè d'opera, al montaggio su palo o braccio o testata, all'esecuzione dei collegamenti elettrici degli apparecchi di illuminazione con le caratteristiche definite In precedenza.
Per gli apparecchi di illuminazione in Classe Il si dovrà porre la massima cura nell’esecuzione dei collegamenti elettrici affinché in essi tenga mantenuto il doppio Isolamento.
2.49. IMPIANTO DI TERRA
Le modalità di messa a terra saranno stabilite di volta in volta dalla D.L., seguendo, in linea generale, i criteri sottoesposti.
Nel caso di sostegni per linea in cavo interrato, ogni sostegno verrà messo a terra alla base tramite collegamento con corda di rame da 35 mmq ad una puntazza infissa in prossimità del palo e a sua volta collegata ad uguale corda di rame stesa sul fondo dello scavo di posa delle tubazioni, interconnessa con tutte le singole puntazze dei vari sostegni, avente funzione di collettore di terra.
Tutte le derivazioni da tale collettore dovranno essere eseguite senza interromperlo.
I corpi illuminanti di classe I verranno messi a terra mediante apposito conduttore di protezione, colore giallo/verde, avente sezione non inferiore al conduttore di fase e derivato dal citato collettore di terra. Nel caso di sostegni per linea in cavo aereo, ogni sostegno verrà messo a terra alla base tramite collegamento con corda di rame da 35 mmq ad una o più puntazze infisse in prossimità del palo.
I corpi illuminanti di classe I verranno messi a terra mediante apposito conduttore di protezione, colore giallo/verde, di sezione non inferiore al conduttore di fase, derivato dal morsetto di terra della scatola di derivazione della linea il quale morsetto, a sua volta, dovrà essere collegato efficacemente al dispersore a puntazza proprio del sostegno, nonché al conduttore di protezione aereo.
Per quanto riguarda la messa a terra dei sostegni esistenti si dovrà, dopo aver eseguito le necessarie misure per ogni singolo impianto di messa a terra, potenziarlo adeguatamente mediante l'aggiunta di un conduttore isolato giallo/verde, collegante le singole puntazze, passante nello stesso tubo contenente la linea di alimentazione.
Valgono anche in questo caso, in quanto applicabili, le prescrizioni sopra riportate per la messa a terra dei corpi illuminanti.
La resistenza complessiva di terra dovrà essere coordinata con il dispositivo di protezione posto a monte (differenziale).
Le misure di resistenza di terra, che sono comprese nei prezzi d'appalto, dovranno essere fornite alla
D.L. in una completa e dettagliata relazione, firmata dall'appaltatore, che se ne assume piena responsabilità.
2.50. INTERVENTI SU IMPIANTI ESISTENTI
Prima di ogni intervento su impianti esistenti, l'appaltatore dovrà procedere alla ricognizione completa delle linee esistenti, con controllo della sezione dei conduttori, della loro formazione e dello schema di collegamento.
Dovranno poi essere sostituite le linee per le quali ciò è previsto dal progetto; inoltre, su ordine di volta in volta della D.L, dovranno essere effettuati gli interventi di manutenzione prescritti. In ogni caso dovranno essere eseguite le operazioni di cui ai successivi articoli 22 e 24, relativamente alla messa a terra ed alle misure di isolamento.
2.51. VERIFICHE E PROVE IN CORSO D'OPERA DEGLI IMPIANTI
Durante il corso dei lavori, l'Amministrazione appaltante si riserva di eseguire verifiche e prove preliminari sugli impianti o parti di impianti, in modo da poter tempestivamente intervenire qualora non fossero rispettate le condizioni del Capitolato speciale di appalto.
Le verifiche potranno consistere nell'accertamento della rispondenza dei materiali impiegati con quelli stabiliti, nel controllo delle installazioni secondo le disposizioni convenute (posizioni, percorsi ecc.), nonché in prove parziali di isolamento e di funzionamento ed in tutto quello che può essere utile allo scopo sopra accennato.
Dei risultati delle verifiche e prove preliminari di cui sopra, si dovrà compilare regolare verbale.
2.52. DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’
Prima della consegna l’impresa installatrice deve rilasciare all’Amministrazione una dichiarazione di conformità degli impianti alle norme di legge, sottoscritta dal titolare dell’impresa, redatta secondo il modello approvato con D.M. 26.02.92, completa degli allegati e di un rapporto di verifica dell’impianto elettrico sottoscritto da un tecnico abilitato redatto in conformità alla Guida CEI 0-3.
Come prescritto dall’art.7 della Guida CEI 64-50, l’installatore deve garantire che l’impianto elettrico sia eseguito a regola d’arte e a tal fine deve verificare l’intero impianto.
2.53. MANUTENZIONE DELLE OPERE SINO AL COLLAUDO (*)
Sino a che non sia intervenuto con esito favorevole il collaudo definitivo delle opere, la manutenzione delle stesse deve essere fatta a cura e spese dell’Appaltatore.
Per tutto il tempo intercorrente tra l’esecuzione ed il collaudo, l’Appaltatore è quindi garante delle opere e delle forniture eseguite, sostituzioni e ripristini che si rendessero necessari.
Durante il periodo in cui la manutenzione è a carico dell'Appaltatore, la manutenzione stessa dovrà essere eseguita nel modo più tempestivo, provvedendo di volta in volta alle riparazioni resesi necessarie senza che occorrano particolari inviti da parte della Direzione Lavori.
Ove però l'Appaltatore non provvedesse nei termini stabiliti per iscritto dalla Direzione Lavori, si procederà d'ufficio e la spesa andrà a debito dell'Appaltatore stesso.
2.54. GARANZIE (*)
L'Appaltatore ha l'obbligo di garantire le opere eseguite secondo l'art. 1667 del Codice Civile.
Tutte le riparazioni e sostituzioni sono a carico dell'Appaltatore, che le dovrà eseguire tempestivamente, a meno che non si tratti di guasti dovuti ad uso improprio dell'impianto o a normale usura.
Per le parti sostituite decorrerà un nuovo periodo di garanzia di dodici mesi.
(*) v. art.30-31-32
2.55. LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI
Per la esecuzione di categorie di lavoro non previste e per le quali non si hanno i prezzi corrispondenti, o si procederà alla determinazione dei nuovi prezzi con le norme degli articoli 21 e 22 contabilità e collaudo dei lavori per conto dello Stato, ovvero si provvederà in economia con operai, mezzi d'opera e provviste forniti dall'Impresa a norma dell'art. 19 dello stesso regolamento, oppure saranno fatte dall'Appaltatore, a richiesta della Direzione, apposite anticipazioni di danaro sull'importo delle quali sarà corrisposto l'interesse del 10%. all'anno, seguendo le disposizioni dell'art. 28 del Capitolato generale.
Gli operai per lavori ad economia dovranno essere idonei ai lavori da eseguirsi e provvisti dei necessari attrezzi.
Le macchine ed attrezzi dati a noleggio dovranno essere in perfetto stato di servibilità e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Saranno a carico dell'Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine e le eventuali riparazioni perché siano sempre in buono stato di servizio.
I mezzi di trasporto per i lavori in economia dovranno essere forniti in pieno stato di efficienza.
3. NORME TECNICHE GENERALI OPERE PER IMPIANTI IDRAULICI
3.1. OGGETTO DELL’APPALTO E CRITERI GENERALI
Gli impianti previsti nel progetto e da realizzare sono i seguenti:
Impianto di depurazione;
Impianto di sollevamento.
I nuovi impianti e le relative apparecchiature dovranno essere forniti completamente ultimati eseguiti secondo le buone regole dell’arte, la normativa tecnica e le prescrizioni del CSA, nonché perfettamente funzionanti.
I lavori descritti e valutati con riferimento ai prezzi unitari dell’elenco, si intendono pure comprensivi di tutte quelle minuterie, accorgimenti, accessori, finiture, ritocchi, verniciature inclusi nel prezzo, anche se non esplicitamente menzionati. E’ evidente infatti che nessuna descrizione verbale o grafica, per quanto accurata e dettagliata, può comprendere tutti gli innumerevoli elementi accessori costituenti gli impianti, descrivere tutte le funzioni delle singole apparecchiature, precisare tutti i magisteri esecutivi delle varie categorie di opere.
Le opere e assistenze murarie necessarie all’installazione degli impianti meccanici e affini sono incluse nel prezzo dell’Appalto dell’Impresa e nei singoli prezzi unitari contrattuali.
Sono da ritenersi incluse le seguenti opere:
o lo scavo su muratura per formazione di tracce per incasso tubazioni, cassette, scatole e apparecchiature nei locali ove gli impianti non saranno realizzati in vista. Dopo il fissaggio degli apparecchi, le murature dovranno essere ripristinate. La muratura interessata dagli scavi sarà lasciata al grezzo. La finitura, la lisciatura e la tinteggiatura sarà effettuata dall’impresa edile;
o la foratura e asolatura di pareti per il transito orizzontale a livello di piano delle tubazioni degli impianti;
o gli oneri necessari al fissaggio di staffe, supporti, mensole, apparecchi di sostegno e quant’altro necessario per la perfetta posa in opera degli impianti.
Le opere e assistenze eseguite a cura dell’impresa dovranno essere coordinate con gli altri costruttori senza creare intralci o interferenze, rispettando i tempi di cantiere e il programma dei lavori stabilito dalla D.LL..
Sono da ritenersi escluse, e quindi a carico dell’Impresa Edile e previste in progetto separato le opere murarie inserite nei disegni di progetto edili quali la realizzazione di transiti verticali di collegamento fra i piani (cavedi), l’esecuzione di scavi e reinterri, la realizzazione di camini, murature divisorie, di basamenti di macchinari.
In caso di divergenza tra i vari elaborati facenti parte integrante del contratto di Appalto (CSA, tavole grafiche, ecc.), si stabilisce fin d’ora per essi la seguente graduatoria di priorità:
1. Contratto;
2. Capitolato speciale di Appalto;
3. Elenco descrittivo delle voci;
4. Tavole grafiche;
5. Computo metrico estimativo.
3.1.1. DATI TECNICI
3.1.1.1. FONTI D’ENERGIA E FLUIDI DISPONIBILI
Presso il cantiere saranno disponibili le seguenti fonti d’energia:
- Energia elettrica a 230 – 400 V (50 Hz) dalla cabina di trasformazione;
- Acqua d’acquedotto urbano per usi igenico-sanitari.
3.1.1.2. DATI TECNICI DI PROGETTO
Vale quanto riportato nelle apposite relazioni di progetto.
3.2. IMPIANTI MECCANICI
3.2.1. APPARECCHIATURE DA IMPIEGARE
Per l’elenco dettagliato dei materiali utilizzati nel progetto si deve fare riferimento all’elenco prezzi unitari.
3.2.2. PROTEZIONE CONTRO LE CORROSIONI
Nella realizzazione degli impianti la Ditta Esecutrice sarà tenuta a adottare tutte le misure necessarie ad ottenere un’efficace protezione contro le corrosioni.
Con il termine "protezione contro le corrosioni", s’indica l’insieme di quegli accorgimenti tecnici atti ad evitare che avvengano le condizioni per alcune forme d’attacco dei manufatti metallici, dovute (per la maggior parte) ad un’azione elettrochimica.
Poiché una protezione efficace contro la corrosione non può prescindere dalla conoscenza del gran numero di fattori che possono intervenire nei diversi meccanismi d’attacco dei metalli, si dovrà tener conto dei detti fattori, dovuti:
1) alle caratteristiche di fabbricazione e composizione del metallo;
2) alle caratteristiche chimiche e fisiche dell’ambiente d’attacco;
3) alle condizioni d’impiego (stato della superficie del metallo, rivestimenti protettivi, sollecitazioni meccaniche, saldature, ecc.)
In linea generale la Ditta installatrice dovrà evitare che si possa verificare una dissimetria del sistema metallo-elettrolita; ad esempio: il contatto di due metalli diversi, un’aerazione differenziale, il contatto con materiali non conduttori contenenti acidi o sali e che per la loro igroscopicità forniscono l’elettrolita.
Le protezioni da adottare potranno essere di tipo passivo o di tipo attivo, o di entrambi i tipi.
I mezzi per la protezione passiva saranno costituiti da applicazione a caldo od a freddo di speciali vernici bituminose applicate con un numero minimo di 2 passate a colori diversi concordati con la D.L.. I rivestimenti di qualsiasi natura, saranno accuratamente applicati alle tubazioni, previa accurata pulizia, e non dovranno presentare assolutamente soluzioni di continuità.
All’atto dell’applicazione dei mezzi di protezione, si dovrà evitare che in essi siano contenute sostanze che possono corrodere il metallo sottostante, sia direttamente che indirettamente, a seguito di eventuale trasformazione.
Le tubazioni interrate saranno poste su un letto di sabbia neutra e ricoperte con la stessa sabbia per un’altezza non inferiore a 15 cm sulla generatrice superiore del tubo.
La protezione delle condotte soggette a corrosioni per l’azione di corrente esterna, impressa o vagante, dovrà essere effettuata per mezzo della protezione catodica in altre parole, sovrapponendo alla corrente di corrosione, una corrente di senso contrario, d’intensità uguale o superiore a quella di corrosione, generata da appositi anodi sacrificali.
3.2.3. TUBAZIONI D’ACCIAIO NERO ED ACCESSORI
3.2.3.1. MATERIALI
Le tubazioni da impiegarsi per la realizzazione degli impianti con fluidi aventi una temperatura d’esercizio sino a 110 °C e pressione d’esercizio sino a 1,600 kPa (circa 16 bar), saranno in acciaio senza saldatura del tipo sottoelencato.
a) Per diametri da 1/2" sino a 2"
Tubi gas commerciali serie leggera in acciaio Fe 33, UNI 8863-87 e F.A., senza saldatura per pressione di esercizio fino a 1,000 kPa (10 bar).
DIAMETRI | TUBO NON FILETTATO ESTREMITA’ LISCE | TUBO FILETTATO E CON MANICOTTO |
Pollici | (kg/m) | (kg/m) |
½" | 1.080 | 1.090 |
3/4" | 1.390 | 1.400 |
1" | 2.200 | 2.220 |
1"¼ | 2.820 | 2.850 |
1"½ | 3.240 | 3.280 |
2" | 4.490 | 4.560 |
b) Per diametri da DN 32 sino a DN 400
Tubi bollitori d’acciaio lisci commerciali senza saldatura d’acciaio Fe 33, UNI 7287-86, prevedendo solo i sottoelencati diametri corrispondenti alle norme ISO:
DIAMETRO EST. | SPESSORE | PESO |
(mm) | (mm) | (kg/m) |
33.7 | 2,3 | 1,79 |
42.4 | 2,6 | 2,57 |
48.3 | 2.6 | 2.95 |
60.3 | 2.9 | 4.14 |
76.1 | 2.9 | 5.28 |
88.9 | 3.2 | 6.81 |
114.3 | 3.6 | 9.90 |
139.7 | 4.0 | 13.5 |
168.3 | 4.5 | 18.1 |
219.1 | 5.9 | 31.0 |
273.0 | 6.3 | 41.6 |
323.9 | 7.1 | 55.6 |
355.6 | 8.0 | 68.3 |
406.4 | 8.8 | 85.9 |
Le flange saranno del tipo a saldare di testa UNI 2280-67 e seguenti secondo la pressione nominale d’esercizio.
Tutte le flange dovranno avere il risalto di tenuta UNI 2229-67 ed il diametro esterno del collarino corrispondente al diametro esterno della tubazione (ISO).
Le guarnizioni da usare saranno tipo Klingerite spessore 2 mm.
I bulloni saranno a testa esagonale con dado esagonale UNI 5727-88; per applicazioni all’esterno i bulloni saranno cadmiati.
Le curve saranno in acciaio stampato a raggio stretto UNI 7929-79 e seguenti senza saldatura. Si potranno utilizzare curve piegate a freddo sino al diametro 1"¼.
Non saranno ammesse curve a spicchi od a pizzicotti.
3.2.3.2. POSA DELLE TUBAZIONI - PRESCRIZIONI DIVERSE
Il dimensionamento dei circuiti acqua sarà fatto considerando una perdita di carico non superiore a
200 Pa per metro lineare tenendo sempre conto di non superare velocità tali da ingenerare rumorosità, erosione, ecc.
I circuiti saranno perfettamente equilibrati inserendo, dove necessario, xxxxxxxxx o diaframmi di taratura.
Le tubazioni saranno posate con spaziature sufficienti per consentire lo smontaggio nonchè la facile esecuzione del rivestimento isolante e saranno opportunamente sostenute con particolare riguardo ai punti di connessione con pompe, batterie, valvole, ecc. affinché il peso non gravi in alcun modo sulle flange di collegamento.
Occorrerà prevedere una pendenza minima del 1-2% per tutte le tubazioni convoglianti acqua, allo scopo di facilitare le operazioni di sfogo dell’aria e di svuotamento dell’impianto, in modo che in caso di impianto fermo per più giorni con temperature inferiori a 0 °C non si verifichino inconvenienti.
Qualora per ragioni particolari non ci fosse la possibilità di dare alla tubazione la pendenza minima bisognerà prevedere scarichi d’acqua e sfoghi d’aria in numero maggiore di quanto normalmente necessario.
Per tubazioni attraversanti muri esterni la pendenza dovrà essere data, fatto salvo quanto suddetto, dall’interno verso l’esterno.
Tutti gli scarichi saranno accessibili per le ispezioni e la sostituzione degli organi d’intercettazione, i quali saranno muniti di tappo.
Gli sfoghi d’aria saranno realizzati con barilotti di raccolta aria, le relative intercettazioni saranno in posizioni accessibili e, possibilmente, centralizzate.
In tutti i punti bassi saranno previsti gli opportuni drenaggi. Dovrà essere assicurata la libera dilatazione delle tubazioni.
L’allungamento delle tubazioni sarà di 0.012 mm per metro lineare e per grado centigrado di differenza fra la temperatura del fluido e la temperatura ambiente, al momento dell’installazione.
Per tubazioni acqua surriscaldata ed acqua calda sarà sempre da considerarsi la massima temperatura (di mandata) anche per le tubazioni di ritorno.
Sarà ammesso compensare le dilatazioni dei tratti rettilinei con i bracci relativi ai cambiamenti di direzione delle tubazioni, sempre che non si vengano a creare spinte eccessive non compatibili con le strutture esistenti e le apparecchiature collegate.
Dove necessario saranno installati opportuni giunti di dilatazione.
I compensatori di dilatazione eventualmente necessari saranno del tipo plurilamellare in acciaio inox, con estremità flangiate. Per le tubazioni d’acqua refrigerata e/o fredda, se richiesto, potranno essere usati compensatori in neoprene. La pressione nominale dei compensatori non sarà mai inferiore a PN 10, e in ogni caso sarà adeguata alle condizioni di temperatura e pressione del fluido.
Saranno previsti gli opportuni punti fissi e guide.
Nel caso di posa di tubazioni incassate in pavimento od a parete le tubazioni saranno rivestite con guaine isolanti aventi sia la funzione di consentire l’eventuale dilatazione che di prevenire condensazione nel caso di tubi freddi oltre che di proteggere le superfici contro eventuali aggressioni di natura chimica.
Il collegamento delle tubazioni alle varie apparecchiature quali pompe, scambiatori, serbatoi, valvolame, ecc. dovrà essere sempre eseguito con flange o con bocchettoni in tre pezzi.
Le riduzioni saranno realizzate secondo gli standards delle riduzioni commerciali.
Le riduzioni potranno essere concentriche oppure eccentriche secondo le varie esigenze. Le derivazioni a "T" saranno realizzate usando la raccorderia in commercio.
Tutte le tubazioni non zincate, saranno pulite prima o dopo il montaggio con spazzola metallica onde preparare le superfici alla successiva verniciatura che dovrà essere fatta con due mani di antiruggine resistente alla temperatura del fluido passante, ognuna di colore diverso.
Per lo scarico dell’acqua di condensa e per la formazione degli scarichi soggetti al bagnasciuga, si dovranno adottare tubazioni zincate con raccordi filettati in ghisa malleabile zincata (diam. sino a 4"). Sulle tubazioni, nelle posizioni più opportune concordate con la Direzione Lavori, saranno predisposti gli attacchi per l’inserimento di termometri, manometri e strumenti di misura in genere, che consentano
di rilevare le diverse grandezze in gioco, sia per un corretto esercizio degli impianti che per un completo collaudo.
3.2.3.3. SUPPORTI
Le tubazioni saranno fissate a soffitto o sulle pareti mediante mensole o staffe e supporti apribili a collare.
Tutti i supporti, indistintamente, saranno previsti e realizzati in maniera tale da non consentire la trasmissione di rumore e vibrazioni dalle tubazioni alle strutture impiegando materiali antivibranti.
I collari di fissaggio, saranno in ferro zincato, le mensole e le staffe per le tubazioni correnti all’interno dei fabbricati saranno in ferro nero con due mani di vernice antiruggine mentre per le tubazioni correnti all’esterno saranno in ferro zincato a bagno.
Particolare attenzione dovrà essere prestata per l’ancoraggio dei punti fissi posti sulle tubazioni calde. Tali ancoraggi saranno adeguati alle spinte cui saranno sollecitati.
In ogni caso l’Appaltatore dovrà sottoporre a preventivo benestare della Direzione Lavori posizioni e spinte relative ai punti fissi.
Per le tubazioni convoglianti fluidi caldi/freddi saranno previsti supporti mobili. Tubazioni non coibentate potranno essere posate direttamente sui rulli.
Per tubazioni calde/fredde da coibentare sarà necessario invece prevedere apposita sella di tipo approvato fra tubo e rullo, di altezza maggiore dello spessore dell’isolamento; non sarà ammessa l’interruzione del rivestimento coibente in corrispondenza dei sostegni.
Per le tubazioni fredde, i rulli saranno in PTFE.
Le selle dei supporti mobili dovranno avere una lunghezza tale da assicurare che essi, sia a freddo che a caldo, appoggino sempre sul rullo sottostante.
In prossimità ai cambiamenti di direzione del tubo occorrerà prestare particolare attenzione nella scelta della lunghezza del rullo, in considerazione dell’eventuale movimento del tubo nel senso trasversale al suo asse.
Dove necessario, ed accettato dalla Direzione Lavori, saranno usati supporti a pendolo.
In ogni caso, tutti i supporti saranno preventivamente studiati, disegnati e sottoposti all’approvazione della Direzione Lavori.
Non saranno accettate soluzioni improvvisate o che non tengano conto del problema della trasmissione delle vibrazioni, delle esigenze di realizzazione degli isolamenti (particolare cura dovrà essere posta nello staffaggio delle tubazioni di acqua fredda e refrigerata onde l’isolamento con barriera vapore possa essere fatto senza alcuna soluzione di continuità), dell’esigenza di ispezionabilità e sostituzioni, delle esigenze dettate dalle dilatazioni (punti fissi, guide, rulli, ecc.).
Distanza massima fra supporti:
DIAM. TUBO | DISTANZA | DIAM. TUBO | DISTANZA |
Pollici | (m) | Pollici | (m) |
3/4" | 1.50 | 6" | 5.10 |
1"-1"½ | 2.00 | 8" | 5.70 |
2"-2"½ | 2.50 | 10" | 6.60 |
3" | 3.00 | 12" ed oltre | 7.00 |
4" | 4.20 |
fatte salve prescrizioni diverse della D.L. in fase esecutiva.
Il diametro dei tiranti dei supporti dovrà essere verificato in funzione dei pesi sopportati.
3.2.3.4. SALDATURE
L’unione dei tubi dovrà avvenire mediante saldature, eseguite da saldatori qualificati.
Le giunzioni delle tubazioni aventi diametro inferiore a DN 50 verranno di norma realizzate mediante saldatura autogena con fiamma ossiacetilenica.
Le giunzioni delle tubazioni con diametro superiore saranno eseguite di norma all’arco elettrico a corrente continua.
Non saranno ammesse saldature a bicchiere ed a finestra, cioè quelle saldature eseguite dall’interno attraverso una finestrella praticata sulla tubazione, per quelle zone dove non sarà agevole lavorare con il cannello all’esterno.
Le tubazioni saranno, pertanto, sempre disposte in maniera tale che anche le saldature in opera possano essere eseguite il più agevolmente possibile; a tal fine le tubazioni saranno opportunamente distanziate fra loro, anche per consentire un facile lavoro di coibentazione, come pure saranno sufficientemente distaccate dalle strutture dei fabbricati.
Particolare attenzione dovrà essere prestata per le saldature di tubazioni di piccolo diametro (< 1") per non ostruire il passaggio interno.
Anche per questo scopo si dovrà possibilmente limitare l’uso di tubazioni diam. 3/8" solo per realizzare sfoghi d’aria.
L’unione delle flange con il tubo dovrà avvenire mediante saldatura elettrica od autogena.
Nel caso che la tecnica degli impianti lo richieda, la Direzione Lavori si riserverà il diritto di fare eseguire a spese e cura dell’Appaltatore qualche controllo radiografico.
Qualora tale controllo segnalasse saldature inaccettabili, la Direzione Lavori provvederà a fare eseguire, sempre a cura e spese dell’Appaltatore, altri controlli radiografici al fine di verificare l’affidabilità e, quindi, l’accettazione delle saldature stesse.
3.2.3.5. TUBAZIONI E STRUTTURE
L’Appaltatore dovrà dare in tempo utile tutte le notizie circa i percorsi delle tubazioni.
L’impresa delle opere murarie realizzerà, nelle solette e nelle pareti, tutti i fori così come previsti sui disegni che gli saranno forniti.
Tutti gli attraversamenti di pareti e pavimenti dovranno avvenire in manicotti d’acciaio zincato o in
P.V.C.
L’Appaltatore dovrà fornire tutti i manicotti di passaggio necessari e questi saranno installati e sigillati nei relativi fori prima della posa delle tubazioni, se la parete costituisse compartimento REI, le tubazioni saranno provviste di opportuno manicotto tagliafuoco.
Il diametro dei manicotti dovrà essere tale da consentire la libera dilatazione delle tubazioni.
Le estremità dei manicotti affioreranno dalle pareti o solette e sporgeranno dal filo esterno di pareti e solette di 25 mm.
I manicotti passanti attraverso le solette, saranno posati prima del getto di calcestruzzo; essi saranno otturati in modo da impedire eventuali penetrazioni del calcestruzzo.
Lo spazio libero fra tubo e manicotto, dovrà essere riempito con lana di roccia od altro materiale incombustibile, che possa evitare la trasmissione di rumore da un locale all’altro nonchè la trasmissione di eventuali vibrazioni.
Quando più manicotti debbono essere disposti affiancati, essi saranno fissati su un supporto comune poggiante sul solaio, per mantenere lo scarto ed il parallelismo dei manicotti.
Se dovesse presentarsi l’esigenza di attraversare con le tubazioni i giunti di dilatazione dell’edificio, si dovranno prevedere dei manicotti distinti da un lato e dall’altro del giunto, come pure dei giunti flessibili con gioco sufficiente a compensare i cedimenti dell’edificio.
3.2.3.6. PROVA IDRAULICA E LAVAGGIO TUBAZIONI
Tutte le tubazioni, al termine del montaggio e prima del completamento delle opere murarie nonchè dell’esecuzione dei rivestimenti coibenti, saranno sottoposte a prova di pressione idraulica.
La pressione di prova dovrà essere in relazione alla pressione di esercizio dell’installazione.
Tranne casi speciali per cui si rimanda alle prescrizioni UNI vigenti, per pressioni d’esercizio inferiori a 1,500 kPa (15 BAR), la pressione di prova dovrà essere 1.5 volte la pressione stessa d’esercizio.
Per pressioni maggiori la prova idraulica verrà eseguita ad una pressione superiore di 500 kPa (5 bar) alla pressione di esercizio.
Il sistema sarà mantenuto in pressione per 2 ore; durante tale periodo verrà eseguita una ricognizione allo scopo di identificare eventuali perdite che saranno successivamente eliminate.
La Direzione Lavori avrà la facoltà di fare eventualmente ripetere la prova.
Dopo la prova idraulica e prima della messa in esercizio degli impianti, le tubazioni di acqua fredda, di acqua calda, di acqua surriscaldata e vapore, saranno accuratamente lavate.
Il lavaggio dovrà essere effettuato scaricando acqua dagli opportuni drenaggi sino a che essa non esca pulita.
Il controllo finale dello stato di pulizia avrà luogo alla presenza della Direzione Lavori.
Sarà necessario provvedere, immediatamente dopo le operazioni di lavaggio, al riempimento dell’impianto.
Prima della messa in funzione degli impianti dovranno anche essere eseguite le prove preliminari di cui al paragrafo "Verifiche e prove preliminari", consistenti nella prova di circolazione a caldo per reti che convogliano fluidi caldi, nella prova di dilatazione termica del contenuto di acqua dell’impianto e dei materiali metallici che lo compongono, nonchè nella successiva prova di tenuta.
3.2.4. TUBAZIONI D’ACCIAIO ZINCATO ED ACCESSORI
3.2.4.1. MATERIALI
Le tubazioni per la distribuzione di acqua in circuito aperto sino a diametro 4" saranno in acciaio senza saldatura, serie gas normale secondo UNI 8863-87 e F.A. e zincate secondo UNI 5745-86.
Per i diametri superiori le tubazioni saranno in acciaio nero zincato a bagno dopo la lavorazione con giunzioni a flangia.
DIAMETRO | DIAMETRO ESTERNO max | DIAMETRO ESTERNO min | SPESSORE | TUBO E MANICOTTO peso |
(mm) | (mm) | (mm) | (kg/m) | |
½" | 21.7 | 21.0 | 2.35 | 1.180 |
¾" | 27.1 | 26.4 | 2.35 | 1.500 |
1" | 34.0 | 33.2 | 2.90 | 2.340 |
1"¼ | 42.7 | 41.9 | 2.90 | 3.000 |
1"½ | 48.6 | 47.8 | 2.90 | 3.450 |
2" | 60.7 | 59.6 | 3.25 | 4.820 |
2"½ | 76.3 | 75.2 | 3.25 | 6.170 |
3" | 89.4 | 87.9 | 3.65 | 8.100 |