INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE PARCO C. GHEZZI DI VIA MANZONI E AMPLIAMENTO CENTRO SPORTIVO V. TORRIANI DI VIA TORRIANI
INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE PARCO X. XXXXXX DI VIA MANZONI E AMPLIAMENTO CENTRO SPORTIVO X. XXXXXXXX XX XXX XXXXXXXX
XXXXX X
CAPITOLATO PRESTAZIONALE
Art. 1 Esame preliminare del sito
1. L’Appaltatore è tenuto a presentare, congiuntamente all’offerta, dichiarazione con la quale attesta di avere esaminato, oltre agli elaborati progettuali, il sito oggetto del presente appalto e di avere accertato la fattibilità delle opere previste, in funzione anche delle particolari caratteristiche del luogo e della vegetazione presente, delle specifiche lavorazioni richieste (es. movimenti di terra, disponibilità di acqua ecc.), della necessità di coordinare le opere oggetto dell’appalto con altri lavori connessi, a cui la Stazione appaltante ha dato corso.
PARCO X. XXXXXX
Art. 2 Lavori preliminari
1. Prima dell’inizio dei lavori necessari alla realizzazione delle opere previste dal progetto, l’Appaltatore è tenuto ad eseguire tutte le lavorazioni preliminari necessarie alla creazione delle condizioni ottimali del sito.
2. I suddetti lavori preliminari consistono, essenzialmente, in:
• allestimento del cantiere, con preparazione delle baracche e delle attrezzature necessarie;
• pulizia dell’area interessata dai lavori, al fine di eliminare tutti i rifiuti presenti che possono intralciare i lavori o che possono accidentalmente venire incorporati nel terreno, diminuendone la qualità;
• eliminazione delle essenze vegetali estranee al progetto, in accordo con la Direzione Lavori e secondo quanto indicato in progetto;
• messa in opera di tutte le misure necessarie alla salvaguardia di tutte le essenze vegetali indicate in progetto come da conservare
• campionamento del terreno in vista della sua analisi al fine di conoscerne le caratteristiche, in termini di granulometria, reazione chimica e contenuto in sostanza organica.
3. L’Appaltatore è comunque tenuto, durante l’esecuzione dei lavori, a mantenere il cantiere il più possibile in ordine, rimuovendo tempestivamente i residui di lavorazione man mano prodotti, nonché le attrezzature non più utilizzate.
Art. 3 Abbattimento di alberi esistenti
1.L’Appaltatore è tenuto a prestare particolare attenzione affinché alberi e rami, nella caduta, non causino danno alcuno a cose e persone. A tale scopo, l’Appaltatore è tenuto ad eliminare le branche e i rami dal tronco, prima di abbattere la pianta, e successivamente a “guidarla” nella sua caduta.
2. Il legname derivante dall’abbattimento di alberi verrà accatastato, secondo le indicazioni della Direzione Lavori, in un luogo idoneo. Nel caso le piante abbattute presentino malattie, l’Appaltatore è tenuto a seguire tutte le norme igienico- sanitarie del caso, nonché quelle eventualmente previste dalla legislazione vigente.
3. Salvo specifica indicazione della Direzione Lavori, le ceppaie verranno rimosse e trasportate in idoneo luogo di smaltimento. Le ceppaie indicate per rimanere sul sito andranno tagliate rasente il terreno.
Art. 4 Salvaguardia della vegetazione esistente
1. L’Appaltatore è tenuto a porre in essere tutte le misure necessarie alla protezione, da qualsiasi tipo di danneggiamento (fisico, chimico, da stress ambientale), della vegetazione che il progetto, di cui al presente appalto, indica da conservare. Le piante da conservare devono essere specificatamente indicate nelle tavole di progetto e dovranno essere opportunamente contrassegnate, dall’Appaltatore insieme alla Direzione Lavori, prima dell’inizio dei lavori.
2. La Direzione Lavori ha facoltà di integrare, anche durante l’esecuzione dei lavori, l’elenco degli alberi da conservare, mediante comunicazione scritta cui l’Appaltatore è tenuto ad adeguarsi.
3. Qualora l’Appaltatore si trovi a compiere lavori nelle vicinanze di alberi da salvaguardare, dovrà porre particolare attenzione a non danneggiarne l’apparato radicale, il tronco e la chioma.
4. Per quanto riguarda la protezione degli apparati radicali, normalmente non direttamente visibili a chi effettua le lavorazioni, l’Appaltatore dovrà porre particolare attenzione a tutte le operazioni che comportano degli scavi nelle vicinanze delle piante da salvaguardare. In particolare, gli scavi effettuati in un raggio di circa 1-2,5 m dal fusto (in funzione della specie e della dimensione della pianta) dovranno, salvo diversa indicazione della Direzione Lavori, essere eseguiti manualmente, al fine di verificare la presenza e la localizzazione di grosse radici che, se danneggiate o eliminate, possono portare pericolose malattie per l’albero o problemi per la sua stabilità.
5. Per quanto riguarda la protezione dei fusti e delle chiome, andrà posta particolare attenzione ad evitare i danni meccanici derivanti dall’uso nelle vicinanze degli alberi da salvaguardare di macchine e attrezzi pesanti. A tale scopo, l’Appaltatore è tenuto a coprire i tronchi in pericolo con apposite tavole in legno (dello spessore di almeno 2-3 cm), ad esso saldamente legate, e di altezza consona allo scopo. È consigliabile frapporre tra le tavole e il tronco un opportuno “cuscinetto” (formato ad esempio da vecchie gomme di autoveicoli).
6. Nel caso in cui il progetto prevedesse il trapianto temporaneo della pianta, l’Appaltatore è tenuto, di concerto con la Direzione Lavori, ad adottare tutte le tecniche e gli accorgimenti utili alla migliore esecuzione dell’intervento.
7. Nel caso in cui, nonostante tutte le misure di cautela prese e l’attenzione posta nelle lavorazioni, qualche albero venisse danneggiato, l’Appaltatore è tenuto a darne immediata comunicazione alla Direzione Lavori. Questa provvederà a effettuare le opportune valutazioni e a predisporre le necessarie misure, alle quali l’Appaltatore è tenuto a sottostare.
8. Analogamente a quanto previsto per le piante arboree, l’Appaltatore dovrà porre particolare attenzione a non danneggiare gli arbusti e le piante erbacee esistenti e da conservare. In particolare, andrà di norma evitato il calpestamento, dovuto al passaggio dei mezzi meccanici e degli addetti ai lavori, delle zone da salvaguardare nonché il deposito, anche se temporaneo, di materiale pesante e/o “potenzialmente inquinante” sulle stesse.
Art. 5 Delimitazione degli ambiti di intervento
1. Prima dell’esecuzione delle lavorazioni e della realizzazione delle opere previste, l’Appaltatore dovrà, in base a quanto previsto dal progetto e a quanto eventualmente disposto dalla Direzione Lavori, provvedere a tracciare opportunamente sul terreno gli ambiti di intervento, individuando l’esatta posizione dei diversi elementi progettuali (elementi di arredo, impianti, essenze vegetali ecc.).
2. Tale tracciamento dovrà essere sottoposto al controllo della Direzione Lavori. Solo dopo il parere positivo espresso da quest’ultima, l’Appaltatore potrà procedere con le lavorazioni previste.
3. A prescindere dall’accettazione del tracciamento da parte della Direzione Lavori, l’Appaltatore rimane interamente responsabile della esatta corrispondenza della realizzazione con il progetto. Pertanto, salvo i casi di variante in corso d’opera ordinata per iscritto, l’Appaltatore è tenuto a rifare, a proprie spese, le opere realizzate non rispondenti a quanto previsto nel progetto.
Art. 6 Lavorazione del terreno
1. Una volta completati i lavori preliminari, l’Appaltatore è tenuto ad effettuare, anche in funzione del tipo di lavori e delle opere in progetto, una lavorazione generale del terreno allo scopo sia di portare alla luce ed eliminare materiale inerte e rifiuti di dimensioni incompatibili con il progetto nonché eventuali parti sotterranee di vegetazione infestante, sia di operare una prima movimentazione del terreno.
2. Alla lavorazione generale di cui al comma 1, potranno seguire altri interventi mirati al miglioramento delle caratteristiche chimiche e della struttura del terreno, in funzione sia del tipo di progetto che dei risultati di eventuali indagini e analisi svolte.
3. Il tipo e le caratteristiche delle lavorazioni del terreno andranno preventivamente concordate con la Direzione Lavori, e andranno effettuate secondo le norme della migliore tecnica agronomica, e comunque con il terreno al giusto grado di umidità.
Art. 7 Operazioni di scavo
1. Nel caso in cui il progetto preveda operazioni di scavo, l’Appaltatore dovrà avere cura che queste siano effettuate in modo da non provocare frane e cedimenti di alcun tipo, in modo particolare se si interviene su terreni in pendenza, e di garantire il regolare deflusso delle acque.
2. L’Appaltatore rimane, comunque, unico responsabile di eventuali danni arrecati durante le operazioni di scavo ed è, quindi, tenuto al ripristino della situazione originaria e al pagamento di eventuali danni.
3. I materiali derivanti dagli scavi e non reimpiegabili in cantiere, andranno allontanati e trasportati in aree idonee a cura e spese dell’Appaltatore.
4. Sia nelle operazioni di scavo che in quelle di trasporto del materiale di risulta, l’Appaltatore è tenuto ad utilizzare i mezzi più idonei.
Art. 8 Buche per la messa a dimora di alberi e arbusti
1. Le buche destinate ad alberi ed arbusti dovranno, salva diversa indicazione della Direzione Lavori, presentare dimensioni idonee ad ospitare la zolla e le radici della pianta e a creare un’opportuna area di terreno drenante, indicativamente con una larghezza circa doppia rispetto alla zolla e una profondità pari a circa 1 volta e mezza
2. Nel caso di piantagione di alberi di grandi dimensioni, le buche dovranno essere preparate in modo da tener conto anche della eventuale necessità di apportare ulteriori strati di materiale drenante, sostanza organica ecc., e del fatto che, a causa del peso notevole, la pianta sarà soggetta ad un certo assestamento.
3. Nel caso di piantagione di piante a radice nuda, le dimensioni della buca dovranno essere tali da consentire la messa a dimora delle piante senza che gli apparati radicali vengano danneggiati.
4. Nella preparazione della buca dovrà essere posta particolare attenzione alla eventuale presenza di reti tecnologiche sotterranee. L’Appaltatore è tenuto ad informare tempestivamente la Direzione Lavori dell’eventuale ritrovamento nel sottosuolo di cavi e tubazioni e a concordare con essa l’eventuale spostamento della buca.
5. Nella preparazione della buca, l’Appaltatore dovrà altresì porre particolare attenzione che non si verifichino fenomeni di ristagno in prossimità delle radici. A tal fine, avrà cura di posizionare sul fondo della buca un’opportuno strato di materiale drenante (ghiaia, ecc.). In presenza di gravi fenomeni di ristagno, in accordo con la Direzione Lavori, l’Appaltatore provvederà alla realizzazione delle più opportune opere di drenaggio.
Art. 9 Utilizzo della terra di coltivo
1. Nel caso in cui il terreno dell’area oggetto d’intervento non sia idoneo alla piantagione o alla semina, l’Appaltatore, in accordo con la Direzione Lavori, dovrà apportare l’opportuna quantità di terra di coltivo necessaria alla creazione di uno strato di terreno sufficiente all’impianto del prato e al riempimento delle buche.
2. Il terreno rimosso e non più utilizzabile andrà allontanato dal cantiere.
Art. 9 Messa a dimora di alberi e arbusti
1. Prima della messa a dimora delle piante, l’Appaltatore dovrà avere cura di riempire parzialmente le buche predisposte, in modo da creare, sul fondo delle stesse, uno strato di terreno soffice dello spessore adeguato (in funzione delle dimensioni della zolla o dell’apparato radicale), e comunque non inferiore ai 20 cm.
2. Nella messa a dimora delle piante, l’Appaltatore dovrà aver cura di non danneggiare gli apparati radicali e di non modificarne il naturale portamento.
3. Nel caso della messa a dimora di alberi e arbusti a radice nuda, l’Appaltatore è tenuto a ringiovanire le radici, spuntando le loro estremità ed eliminando le parti danneggiate, e a “rivestirle” con un “impasto” di terra e sostanza organica coagulante (es. poltiglia bordolese) che costituisca uno strato sottile attorno alle radici, utile contro il disseccamento e per fornire i primi elementi nutritivi. Le radici andranno incorporate con terra sciolta, che andrà opportunamente pressata in modo che aderisca il più possibile alle radici stesse.
4. Nel caso della messa a dimora di alberi e arbusti con zolla, andranno praticati opportuni tagli sull’imballo, al livello del colletto, al fine di aprirlo sui lati, pur senza rimuoverlo (andranno eliminati solo eventuali legacci di metallo).
5. Sia per le piante fornite in zolla che per quelle fornite in contenitore, si dovrà porre particolare attenzione al fine di non rompere la zolla e di mantenerla sufficientemente umida e aderente alle radici.
6. Dopo il riempimento della buca, è importante compattare e livellare il terreno e subito irrigare, al fine di facilitarne l’ulteriore assestamento e la sua più completa adesione alle radici e alla zolla, nonché la ripresa della pianta.
7. Nei primi mesi dopo la messa a dimora delle piante, sarà necessario effettuare frequenti interventi di irrigazione, in funzione dell’epoca, dell’andamento pluviometrico, del tipo di terreno e della specie, e comunque secondo le norme di buona pratica agronomica e in accordo con la Direzione Lavori.
8. Al fine di aumentare l’efficienza delle irrigazioni e di meglio trattenere l’acqua piovana, è importante creare, alla base del tronco, una conca di irrigazione. In funzione del tipo di progetto e/o su indicazione della Direzione Lavori, può essere opportuno prevedere l’interramento di un tubo ad anello intorno all’apparato radicale (a opportuna distanza), con una estremità sporgente dal terreno in modo da agevolare l’operazione di irrigazione da parte del personale addetto
9. Su eventuale indicazione della Direzione Lavori, l’Appaltatore è tenuto a procedere ad interventi di potatura “pre- impianto” della chioma. La potatura ha lo scopo di eliminare eventuali rami secchi e spezzati oppure di facilitare l’attecchimento della pianta riducendone la chioma.
10. Sempre su eventuale indicazione della Direzione Lavori, l’Appaltatore è tenuto a procedere ad interventi di fertilizzazione localizzata, ponendo particolare attenzione a non far venire a contatto il fertilizzante con le radici.
11. Si dovrà porre attenzione affinché le piante messe a dimora, una volta che il terreno si sarà assestato, non presentino radici scoperte o eccessivo interramento (oltre la quota del colletto).
12. Gli alberi e gli arbusti delle specie a foglia caduca forniti in zolla o in contenitore possono essere messi a dimora in qualsiasi periodo dell’anno, mentre quelli forniti a radice nuda andranno piantati durante il periodo di riposo vegetativo (dal tardo autunno all’inizio primavera). Gli alberi e gli arbusti delle specie sempreverdi (forniti esclusivamente in zolla o contenitore) possono essere messi a dimora in qualsiasi periodo dell’anno, tranne nel periodo dei ricacci. È comunque buona norma evitare la messa a dimora delle essenze vegetali durante i mesi più caldi (luglio e agosto) e prevedere delle “cure
particolari” per quelle messe a dimora a stagione avanzata. Infine, è da evitare, in ogni caso, la messa a dimora delle piante in periodi di gelo e neve e in presenza di suolo impregnato d’acqua.
13. Successivamente alla prima irrigazione, l’Appaltatore avrà cura, salvo diversa indicazione della Direzione Lavori, di distribuire ai piedi degli alberi uno strato di materiale pacciamante dello spessore di circa 7-10 cm, allo scopo di ridurre l’evaporazione e di evitare lo sviluppo di vegetazione infestante. La pacciamatura dovrà essere mantenuta per le successive due stagioni vegetative.
14. Nel caso di messa a dimora di alberi e grandi arbusti, questi dovranno essere opportunamente ancorati al suolo, 15. L’Appaltatore rimane comunque responsabile degli eventuali danni causati da animali domestici e selvatici e dal passaggio di persone o automezzi. In tal senso dovrà, a sua cura e spese, provvedere all’esecuzione di tutti gli interventi che si rendessero necessari al fine di salvaguardare la vegetazione messa a dimora fino alla consegna. In particolare, nelle situazioni in cui è previsto il parcheggio di autoveicoli in prossimità delle piante messe a dimora, l’Appaltatore è tenuto a verificare con la Direzione Lavori l’opportunità di predisporre idonee protezioni (in legno, metallo o altro materiale) intorno al tronco delle piante stesse. Le misure adottate, di concerto con la Direzione Lavori
Art. 10 Messa a dimora e semina di piante erbacee
1. Nel caso della messa a dimora di singole piantine, l’Appaltatore potrà realizzare le buche al momento dell’impianto, tenendo conto delle dimensioni del pane di terra con cui vengono fornite. Nel caso venissero fornite in contenitore bio- degradabile, potranno essere messe a dimora con lo stesso.
2. Le buche andranno riempite con terra di coltivo che successivamente verrà pressata adeguatamente. Infine, se previsto dal progetto, verrà realizzato uno strato pacciamante.
3. Sia per la messa a dimora che per la semina di piante erbacee, l’Appaltatore è tenuto al pieno rispetto di tutte le indicazioni (specie da utilizzare, epoca di impianto/semina, profondità della buca/di semina, quantità di seme, concimazioni ecc.) contenuto nel progetto. Qualora queste siano troppo generiche, l’Appaltatore è tenuto a prendere i necessari accordi con la Direzione Lavori.
Art. 11 Formazione del prato
1. Con la formazione del prato, l’Appaltatore si assume l’onere di eseguire tutte le operazioni necessarie alla creazione del tappeto erboso: preparazione del terreno, concimazione, semina, irrigazione, controllo delle infestanti, nonché la realizzazione dell’impianto di irrigazione eventualmente previsto in progetto.
2. L’Appaltatore, in accordo con la Direzione Lavori, è tenuto ad effettuare la semina del prato solo successivamente alla piantagione delle essenze arboree ed arbustive previste in progetto, nonché dopo la realizzazione degli impianti e delle attrezzature previste.
3. Prima della semina del prato l’Appaltatore è tenuto ad effettuare, in accordo con la Direzione Lavori, tutte le lavorazioni del terreno (fresatura, rullatura ecc.) che si rendano necessarie in funzione della natura del suolo, al fine di ottenere un buon letto di semina. Allo stesso scopo dovrà porre particolare attenzione ad eliminare tutti i materiali estranei presenti nel terreno che possano influire negativamente con la buona riuscita del prato.
4. Contemporaneamente a tali lavorazioni, in funzione delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno e del periodo della lavorazione, nonché in accordo con la Direzione Lavori, sarà possibile provvedere ad una concimazione del terreno con opportuni elementi fertilizzanti.
5. Sarà inoltre cura dell’Appaltatore, durante tali lavorazioni, provvedere a fornire al terreno l’opportuna sistemazione, in funzione del tipo di suolo, al fine di rendere efficiente lo smaltimento dell’acqua meteorica in eccesso.
6. L’epoca della semina, salvo diversa indicazione della Direzione Lavori, sarà l’inizio della primavera o l’inizio dell’autunno. Andranno comunque evitati sia i periodi eccessivamente caldi sia quelli troppo piovosi.
7. La semina sarà effettuata con le attrezzature più idonee, in funzione della tecnologia disponibile e della dimensione dell’area da seminare. La semina con macchine seminatrici dovrà essere effettuata alla profondità più idonea in relazione al miscuglio (di norma 1,5 - 2,5 cm). La semina manuale (da eseguirsi solo in presenza di piccole superfici) dovrà essere effettuata con la tecnica più idonea ad ottenere una buona uniformità. La composizione del miscuglio e le dosi di seme impiegati dovranno essere quelle precisate in progetto e dovranno essere comunque preventivamente accettate dalla Direzione Lavori.
8. Successivamente alla semina, l’Appaltatore avrà cura di effettuare una leggera erpicatura, una rullatura e un’irrigazione. Successivamente, al fine di facilitare la germinazione, provvederà a frequenti irrigazioni con bassi volumi di adacquamento, avendo cura di non irrigare nelle ore più calde.
9. La formazione del prato sarà considerata andata a buon fine se, successivamente al primo taglio dell’erba, l’area in oggetto si presenterà con un prato fitto, uniforme e regolare, privo di malattie, composto dalle specie previste, e con una percentuale di sassi e infestanti inferiore a quella consentita dal progetto. Il terreno, inoltre, in conformità agli eventuali dislivelli previsti in progetto non dovrà presentare avvallamenti di alcun genere.
10. L’Appaltatore dovrà provvedere a delimitare le zone seminate in modo da evitare il passaggio di persone e macchine al fine di non ostacolare la buona riuscita del prato.
11. La formazione di manti erbosi con zolle precoltivate comprende tutti i lavori di preparazione agraria del substrato d’impianto, la messa a dimora delle zolle erbose e le lavorazioni successive, compresa l’irrigazione, che ne favoriscano l’attecchimento, secondo quanto previsto dagli elaborati di progetto. Nel caso debbano essere collocate su terreni in pendio o su scarpate, le zolle erbose dovranno essere anche adeguatamente fissate al suolo come da prescrizione di progetto o da indicazioni della Direzione Lavori.
DEMOLIZIONI E SBANCAMENTI
Art. 12 – Opere di demolizione , rimozione, scarifica
Le demolizioni alle quali si riferisce il presente capitolato sono quelle relativa alle parti di sovrastruttura stradale, cordolatura, marciapiede interessate dai lavori, come specificato dagli elaborati di progetto.
Per gli interventi su pavimentazioni stradali esistenti sui quali si debba procedere a ricarichi o risagomature, l’Impresa dovrà dapprima ripulire accuratamente il piano asfaltato, provvedendo poi alla scarificazione della massicciata esistente (adoperando apposito scarificatore opportunamente trainato e guidato) oppure alla demolizione e rimozione della sovrastruttura bituminosa o cementizia o dell’intera massicciata, secondo le indicazioni di progetto.
La scarificazione e la demolizione e rimozione saranno spinte fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione lavori, provvedendo poi alla successiva vagliatura e raccolta in cumuli del materiale risultante e al suo allontanamento. La ditta Appaltatrice dovrà essere in regola e farsi carico degli oneri per attenersi a tutte le disposizioni a norma di legge vigente in materia di trasporto e di smaltimento dei materiali di rifiuto provenienti dai cantieri stradali o edili.
Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta.
Nella zona interessata dalle demolizioni deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Qualora venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, dovranno essere, a cura e spese dell’Impresa, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, devono essere opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa usando cautele per non danneggiarli sia nello scalcinamento, sia nel trasporto, sia nel loro arresto e per evitare la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà dell’Amministrazione appaltante, la quale potrà ordinare all’Impresa di impiegarli in tutto o in parte nei lavori appaltati.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre essere trasportati dall’Impresa fuori del cantiere nei punti indicati od alle pubbliche discariche.
La ditta Appaltatrice dovrà essere in regola e farsi carico degli oneri per attenersi a tutte le disposizioni a norma di legge vigente in materia di trasporto materiali di rifiuto provenienti dai cantieri stradali o edili.
In materia si fa riferimento in generale alle disposizioni del d.P.R. 164/56 e del d.P.R. 547/55.
Art. 13 – Tracciamenti
Prima dell’esecuzione delle lavorazioni e della realizzazione delle opere previste, l’appaltatore dovrà, in base a quanto previsto dal progetto e a quanto eventualmente disposto dalla direzione lavori, provvedere a tracciare opportunamente sul terreno gli ambiti di intervento, individuando l’esatta posizione dei diversi elementi progettuali (pavimentazioni, cordolature, recinzioni,elementi di arredo, impianti, essenze vegetali ecc.) in particolare alle pendenze di deflusso delle acque meteoriche. Tale tracciamento dovrà essere sottoposto al controllo della direzione lavori. Solo dopo il parere positivo espresso da quest’ultima, l’appaltatore potrà procedere con le lavorazioni previste.
A prescindere dall’accettazione del tracciamento da parte della direzione lavori, l’appaltatore rimane interamente responsabile della esatta corrispondenza della realizzazione con il progetto. Pertanto, salvo i casi di variante in corso d’opera ordinata per iscritto, l’appaltatore è tenuto a rifare, a proprie spese, le opere realizzate non rispondenti a quanto previsto nel progetto.
Art. 14 –Opere di scavo e formazione rilevati
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro a mano o con mezzi meccanici dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le particolari prescrizioni che saranno date all’atto esecutivo dalla Direzione dei Lavori.
Nell’esecuzione degli scavi in genere l’Impresa dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando essa, oltreché, totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligata a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate.
Le materie provenienti dagli scavi in genere, ove non siano utilizzabili, o non ritenute adatte, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto fuori della sede del cantiere, ai pubblici scarichi, ovvero su aree che l’Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese.
È vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio degli scavi.
Le materie provenienti dagli scavi utilizzate per rinterri dovranno essere depositate in luogo adatto accettato dalla Direzione dei Lavori e provviste delle necessarie puntellature, per essere poi riprese a tempo opportuno.
In ogni caso le materie depositate non dovranno riuscire di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti alla superficie.
La Direzione dei Lavori potrà fare asportare, a spese dell’Impresa, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
Scavi a sezione obbligata , di fondazione
Per scavi a sezione obbligata, di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo alle condutture e ai muri di fondazione propriamente detti.
Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi dovranno essere spinti fino alla profondità che dalla Direzione dei Lavori verrà ordinata all’atto delle loro esecuzioni.
Le profondità, che si trovino indicate nei disegni di consegna, sono perciò di semplice avviso e l’Amministrazione appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della Direzione dei Lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinata contropendenza.
L’Impresa è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali essa deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo le venissero impartite dalla Direzione dei Lavori.
Nella infissione di pali in legno devono essere adottate misure e precauzioni per evitare che gli scuotimenti del terreno producano lesioni o danni alle opere vicine.
Compiuta l’opera di fondazione dei manufatti stadali e non, lo scavo che si fosse dovuto fare in più attorno alla medesima, dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell’Impresa, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo.
Col procedere delle murature l’Impresa potrà recuperare i legami costituenti le armature, sempre che non si tratti di armature formanti parte integrante dell’opera, da restare quindi in posto in proprietà dell’Amministrazione; i legnami però, che a giudizio della Direzione dei Lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi.
Gli scavi a sezione obbligata saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della base di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento o del terreno naturale, quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato.
Scavi di sbancamento
Per scavi di sbancamento o sterri andanti s’intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, giardini, scantinati, piani d’appoggio per platee di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali ecc., e in genere tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superiore ove sia possibile l’allontanamento delle materie di scavo evitandone il sollevamento, sia pure con la formazione di rampe provvisorie, ecc.
Saranno pertanto considerati scavi di sbancamento anche quelli che si trovano al di sotto del piano di campagna o del piano stradale (se inferiore al primo), quando gli scavi rivestano i caratteri sopra accennati.
Secondo quanto prescritto dall’art. 12 del d.P.R. 7 gennaio 1956, nei lavori di splateamento o sbancamento eseguiti senza l’impiego di escavatori meccanici, le pareti delle fronti di attacco devono avere una inclinazione o un tracciato tali, in relazione alla natura del terreno, da impedire franamenti. Quando la parete del fronte di attacco supera l’altezza di m. 1,50, è vietato il sistema di scavo manuale per scalzamento alla base e conseguente franamento della parete.
Quando per la particolare natura del terreno o per causa di piogge, di infiltrazione, di gelo o disgelo, o per altri motivi, siano da temere frane o scoscendimenti, deve essere provveduto all’armatura o al consolidamento del terreno.
Nei lavori di escavazione con mezzi meccanici deve essere vietata la presenza degli operai nel campo di azione dell’escavatore e sul ciglio del fronte di attacco.
Il posto di manovra dell’addetto all’escavatore, quando questo non sia munito di cabina metallica, deve essere protetto con solido riparo.
Ai lavoratori deve essere fatto esplicito divieto di avvicinarsi alla base della parete di attacco e, in quanto necessario in relazione all’altezza dello scavo o alle condizioni di accessibilità del ciglio della platea superiore, la zona superiore di pericolo deve essere almeno delimitata mediante opportune segnalazioni spostabili col proseguire dello scavo.
Il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato col metodo delle sezioni ragguagliate che verranno rilevate in contraddittorio dell’appaltatore all’atto della consegna. Ove le materie siano utilizzate per formazione di rilevati, il volume sarà misurato in riporto.
Scavi di scortico superficiale
Nelle aree indicate negli elaborati di progetto e nelle aree dove sono previsti rilevati a prato, sarà realizzato lo scoticamento ossia la rimozione dello strato della cotica erbosa presente L’appaltatore dovrà avere cura che la rimozione del cotico sia effettuato in modo da non provocare frane e cedimenti di alcun tipo, in modo particolare se si interviene su terreni in pendenza, e di garantire il regolare deflusso delle acque. L’appaltatore rimane, comunque, unico responsabile di eventuali danni arrecati durante le operazioni di scavo ed è, quindi, tenuto al ripristino della situazione originaria e al pagamento di eventuali danni.
I materiali derivanti dagli scavi di scortico, non reimpiegabili in cantiere, andranno allontanati e trasportati in aree idonee a cura e spese dell’appaltatore.
Sia nelle operazioni di scavo che in quelle di trasporto del materiale di risulta, l’appaltatore è tenuto ad utilizzare i mezzi più idonei.
Accantonamento terre da reimpiegare
I materiali derivanti dagli scavi e dallo scortico superficiale, da reimpiegare in cantiere, andranno trasportati in aree idonee, individuate con la DLL a cura e spese dell’appaltatore.
Formazione di rilevati
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti tra le pareti dei cavi e murature, fino alle quote prescritte dalla Direzione dei Lavori, si impiegheranno in generale, e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti sul lavoro, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della Direzione dei Lavori, per la formazione dei rilevati. È vietato utilizzare qualsiasi materiale non proveniente dal cantiere se non autorizzato, previa presentazione di campionatura, dalla Direzione dei Lavori.
Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si provvederanno le materie occorrenti prelevandole ovunque l’Impresa crederà di sua convenienza, purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla Direzione dei Lavori.
Per i rilevati e i rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose, restando vietato in modo assoluto l’impiego di quelle argillose e, in genere, di tutte quelle che con l’assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano generando spinte.
Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni diligenza perché la loro esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie ben sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito.
Le materie trasportate in rilievo o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate direttamentenello scavo, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell’opera per essere riprese poi e trasportate con xxxxxxxx, barelle ed altro mezzo, al momento della formazione dei suddetti rinterri.
È vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione.
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata o imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell’Impresa.
È obbligo dell’Impresa, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati durante la loro costruzione, quelle maggiori dimensioni richieste dall’assestamento delle terre, affinché all’epoca del collaudo i rilevati eseguiti abbiano dimensioni non inferiori a quelle ordinate.
L’Impresa dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene allineati e profilati e compiendo a sue spese, durante l’esecuzione dei lavori e fino al collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli, la ripresa e la sistemazione delle scarpate e l’espurgo dei fossi.
La superficie del terreno sul quale dovranno elevarsi i terrapieni, sarà scorticata ove occorre, e se inclinata sarà tagliata a gradoni con leggere pendenze verso monte.
Tutti gli oneri, obblighi e spese per la formazione dei rilevati e rinterri si intendono compresi nei prezzi stabiliti in elenco per gli scavi e quindi all’Appaltatore non spetterà alcun compenso oltre l’applicazione di detti prezzi. Le misure saranno eseguite in riporto in base alle sezioni di consegna da rilevarsi in contraddittorio con l’Appaltatore.
I riempimenti in pietrame a secco (per drenaggi, fognature, banchettoni di consolidamento e simili) dovranno essere formati con pietrame da collocarsi in opera a mano su terreno ben costipato, al fine di evitare cedimenti per effetto dei carichi superiori.
Per riempimenti si dovranno scegliere le pietre più grosse e regolari impiegando nell’ultimo strato superiore pietrame minuto, ghiaia o anche pietrisco per impedire alle terre sovrastanti di penetrare e scendere otturando così gli interstizi tra le pietre. Sull’ultimo strato di terra si dovranno pigiare convenientemente le terre con le quali dovrà completarsi il riempimento dei cavi aperti per la costruzione di fognature e drenaggi.
Il riempimento di pietrame a secco a ridosso delle murature per drenaggi, vespai, ecc. sarà valutato a metro cubo per il suo volume effettivo misurato in opera.
Art. 15 –Opere di posa dei sottofondi
Gli strati di sottofondo delle pavimentazioni e degli elementi di arredo saranno costituiti dalla miscela conforme alle prescrizioni degli elaborati progettuali e comunque dovranno essere preventivamente approvati dalla Direzione dei lavori e dovranno essere stesi in strati successivi dello spessore stabilito dalla Direzione dei lavori in relazione alla capacità costipante delle attrezzature di costipamento usate.
Gli strati dovranno essere costipati con attrezzature idonee al tipo di materiale impiegato ed approvato dalla Direzione dei lavori, tali da arrivare ai gradi di costipamento prescritti dalle indicazioni successive.
Il costipamento dovrà interessare la totale altezza dello strato che dovrà essere portato alla densità stabilita di volta in volta dalla Direzione dei lavori in relazione al sistema ed al tipo di attrezzatura da laboratorio usata ed in relazione al sistema ed al tipo di attrezzatura di cantiere impiegato. Durante la fase di costipamento la quantità di acqua aggiunta, per arrivare ai valori ottimali di umidità della miscela, dovrà tenere conto delle perdite per evaporazione causa vento, sole, calore ed altro. L’acqua da impiegare dovrà essere esente da materie organiche e da sostanze nocive.
Si darà inizio ai lavori soltanto quando le condizioni di umidità siano tali da non produrre danni alla qualità dello strato stabilizzante. La costruzione sarà sospesa quando la temperatura sia inferiore a 3 °C.
Qualsiasi zona o parte della fondazione, che sia stata danneggiata per effetto del gelo, della temperatura o di altre condizioni di umidità durante qualsiasi fase della costruzione, dovrà essere completamente scarificata, rimiscelata e costipata in conformità delle prescrizioni della Direzione dei lavori, senza che questa abbia a riconoscere alcun compenso aggiuntivo.
La superficie di ciascuno strato dovrà essere rifinita secondo le inclinazioni, le livellette e le curvature previste dal progetto e dovrà risultare liscia e libera da buche e irregolarità.
Mista naturale
Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza prescritti ed essere ripulito da materiale estraneo.
Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 30 cm e non inferiore a 10 cm e dovrà presentarsi, dopo costipato, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti.
L’eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l’umidità prescritta in funzione della densità, è da effettuarsi mediante dispositivo spruzzatori.
A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato. Verificandosi comunque eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostruito a cura e spese dell’Impresa.
Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta granulometria.
Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi. L’idoneità dei rulli e le modalità di costipamento verranno, per ogni cantiere, determinate dalla Direzione lavori con una prova sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere (prove di costipamento). Il costipamento di ogni strato
dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non inferiore al 98% della densità massima
Mista cemento
La miscela verrà stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata accertata dalla Direzione dei lavori la rispondenza di quest’ultimo ai requisiti di quota, sagoma e compattezza prescritti.
La stesa verrà eseguita impiegando finitrici vibranti. Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli lisci vibranti o rulli gommati (oppure rulli misti vibranti e gommati) tutti semoventi. L’idoneità dei rulli e le modalità di costipamento verranno, per ogni cantiere, determinate dalla Direzione lavori su una stesa sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere (Prova di costipamento).
La stesa della miscela non dovrà di norma essere eseguita con temperature ambienti inferiori a 0 °C e superiori a 25 °C né sotto pioggia. Potrà tuttavia essere consentita la stesa a temperature comprese tra i 25 °C e i 30 °C. In questo caso, però, sarà necessario proteggere da evaporazione la miscela durante il trasporto dall’impianto di miscelazione al luogo di impiego (ad esempio con teloni); sarà inoltre necessario provvedere ad abbondante bagnatura del piano di posa del misto cementato. Infine le operazioni di costipamento e di stesa dello strato di protezione con emulsione bituminosa dovranno essere eseguite immediatamente dopo la stesa della miscela.
Le condizioni ideali di lavoro si hanno con temperature di 15 °C ÷ 18 °C ed umidità relative del 50% circa; temperature superiori saranno ancora accettabili con umidità relative anch’esse crescenti; comunque è opportuno, anche per temperature inferiori alla media, che l’umidità relativa all’ambiente non scenda al di sotto del 15%, in quanto ciò potrebbe provocare ugualmente una eccessiva evaporazione del getto.
Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non dovrà superare di norma 1 ÷ 2 ore per garantire la continuità della struttura.
Particolari accorgimenti dovranno adottarsi nella formazione dei giunti longitudinali di ripresa, che andranno protetti con fogli di polistirolo espanso (o materiale similare) conservati umidi.
Il giunto di ripresa sarà ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola, e togliendo la tavola stessa al momento della ripresa del getto; se non si fa uso della tavola, sarà necessario, prima della ripresa del getto, provvedere a tagliare l’ultima parte del getto precedente, in modo che si ottenga una parete verticale per tutto lo spessore dello strato. Non saranno eseguiti altri giunti all’infuori di quelli di ripresa. Il transito di cantiere sarà ammesso sullo strato a partire dal terzo giorno dopo quello in cui è stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati.
Xxxxxx eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche, o da altre cause, dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell’Impresa.
Art. 16 – Opere di posa delle pavimentazioni
CALCESTRUZZI ARCHITETTONICI (vialetti interni)
In seguito alla scarifica ed alla demolizione della massicciata stradale presente, si procederà alla preparazione del piano di posa dei rilevati, compreso lo scavo di scoticamento (per una profondità media di cm 20) con deposito e ripresa del materiale di risulta; fornitura dei materiali necessari alla realizzazione dell'opera, compattamento del fondo dello scavo fino a raggiungere la densità prescritta; si effettuerà quindi il riempimento dello scavo ed il compattamento dei materiali impiegati, fino a raggiungere le quote del terreno preesistente ed il compattamento prescritto.
Successivamente si procederà alla posa del foglio di polietilene (LDPE, spessore 0,3 mm,) per barriera al vapore con accoppiato strato separatore in tessuto non tessuto.
Infine verrà posato in opera il calcestruzzo (confezionato in cantiere tramite stazione di betonaggio).
LASTRE IN CLS (percorsi pedonali secondari a “passi persi”)
La pavimentazione in lastre verrà realizzata come previsto dagli elaborati progetto. Il terreno preventivamente scavato, andrà compattato e spianato mediante rullo con un minimo di quattro passaggi, al di sopra di questo andrà steso uno strato di sabbia, per uno spessore di cm 6/8,. Sopra questo strato verranno posati, secondo le disposizione del progetto, le lastre della dimensione prevista.
La posa sarà a raso salvo diversa indicazione della DLL con intasamento dei giunti con sabbia, Dovrà essere eseguita infine la compattazione delle lastre, con idonea vibrocompattatrice,.Prima di iniziare la posa dovranno essere presentate alla D.LL. campionature dei materiali da impiegare.
PAVIMENTAZIONE IN MASSELLI CLS AUTOBLOCCANTI (piazza)
La posa dei masselli autobloccanti sarà condotta con le prescrizioni tecniche indicate per le lastre in cls.
PAVIMENTAZIONE IN PIETRA (piazza)
La pavimentazione in cubetti di granito con lato di dimensione 60-80 mm., da porre in opera dritti a correre (e non ad arco) con allettamento su sabbia e cemento o su sottostante massetto di fondazione in conglomerato cementizio; la pavimentazione verrà posata sopra un letto di sabbia e cemento (dosato a 400 Kg.) di spessore di ca. 10 cm. l’esecuzione dovrà prevedere anche tutte le pendenze, giunti con boiacca di cemento, i raccordi e la pulizia finale dai residui di lavorazione; Le superfici saranno opportunamente trattate con l’ausilio di un getto d’acqua in modo da lasciare gli elementi, della pezzatura diversa, parzialmente in vista Le pavimentazioni andranno cosparse d’acqua per almeno 5 giorni dall’ultimazione e poi si procederà alle rifiniture di ultimazione (chiusura delle fessure, etc.).
Art. 19 - Opere di cordolatura
POSA CORDONATURE
Gli elementi delle cordonate con sezione e caratteristiche determinate dagli elaborati di progetto saranno posati per tratti rettilinei o curvilei a correre, a raso delle pavimentazioni adiacenti, oppure a sporgere, secondo le indicazioni di progetto. La Direzione lavori, a suo insindacabile giudizio, potrà eseguire dei prelievi, mediante confezionamento di provini cubici degli elementi di cordonatura, da sottoporre al controllo della resistenza a compressione semplice.
Elementi in cls
Gli elementi andranno posati su un letto di calcestruzzo Rck 325 in ragione di 200 kg x mc, minimo di 10/15 cm di spessore e opportunamente rinfiancati in modo continuo da ambo i lati. I tratti di doppio cordolo oppure di posa inclinata sono indicati negli elaborati di progetto. I giunti saranno sigillati con malta fina di cemento.
Particolare cura l’Impresa dovrà avere durante la posa per rispettare gli allineamenti di progetto, mentre gli attestamenti tra i consecutivi elementi di cordonata dovranno essere perfetti e privi di sbavature o riseghe.
Binderi e cordoli in granito
Gli elementi litoidi con caratteristiche fisiche e morfologiche conformi a quelle di progetto, andranno posati su letto di calcestruzzo Rck 325 in ragione di 200 kg x mc, minimo di 10/15 cm di spessore e opportunamente rinfiancati in modo continuo da ambo i lati. I giunti saranno sigillati con malta fina di cemento.
Particolare cura l’Impresa dovrà avere durante la posa per rispettare gli allineamenti di progetto, mentre gli attestamenti tra i consecutivi elementi di cordonata dovranno essere perfetti e privi di sbavature o riseghe.
Art. 20 – Opere di posa degli impianti
OPERE ELETTRICHE POZZETTI
Per l'impianto di illuminazione pubblica si dovranno posare dei pozzetti in corrispondenza dei centri luminosi, dei punti di derivazione e di cambiamento di direzione, che consentiranno, tra l'altro di collocarvi i componenti di giunzione o di derivazione dei cavi elettrici. Tali pozzetti saranno di tipo prefabbricato con chiusino carreggiabile in ghisa oppure con chiusino in cemento. I primi si adatteranno in corrispondenza di incroci e nodi di derivazioni in sede stradale, i secondi si adotteranno in corrispondenza dei singoli centri luminosi in sede marciapiede.
GETTI IN CALCESTRUZZO
Il cemento per i getti in calcestruzzo dovrà essere approvvigionato a cura e spese dell'Appaltatore ed essere normalmente del tipo Portland 650.
Gli inerti dovranno provenire da cave riconosciute idonee ed essere preventivamente accettati dalla Direzione Lavori che si riserva, se del caso, di prescrivere prelievi di campioni da sottoporre alle prove e controlli che riterrà più opportuni. Gli inerti dovranno essere lavati e graduati in classi in modo da ottenere una curva granulometrica.
L'acqua dovrà essere chimicamente adatta e scevra di materiali di sospensione. Per quanto sopra non precisato, la qualità degli inerti, dell'acqua e dei cementi dovrà anche corrispondere alle prescrizioni del R.D. 16/01/1939 n. 2229 e successivi
Gli impasti saranno confezionati di regola con mezzi meccanici di adeguata potenzialità e mescolati per un tempo sufficiente, a giudizio della Direzione Lavori, ad ottenere un omogeneo conglomerato. Non sarà consentita la confezione del calcestruzzo con temperature inferiori a 0 gradi C., se non potrà essere assicurato il relativo disgelo degli inerti ed il riscaldamento dell'acqua.
La Direzione Lavori si riserva facoltà di controllo in qualunque momento della granulometria di ciascuna classe di inerti, dei pesi separati degli inerti stessi, dell'acqua e del cemento; non saranno ammessi scarti superiori al 2% in peso per il cemento e per l'acqua superiori al 5% in peso per ogni singola classe di inerti, e per quanto sopra non precisato, la confezione del calcestruzzo dovrà corrispondere anche alle prescrizioni contenute nel citato R.D. 16/01/1939 n. 2229 e successivi.
L'Appaltatore non dovrà iniziare alcun getto senza il preventivo benestare della Direzione Lavori.
Le superfici in vista dei calcestruzzi, in particolare quelle esposte alle azioni meteoriche o soggette all’azione dell'acqua, dovranno risultare prive di sbavature e vespali; quelle che dovessero presentare irregolarità dovranno essere riparate subito dopo il disarmo con malta di cemento previa scalpellatura e ravvivamento. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di prelevare provini di impasto durante l'esecuzione nonché campioni delle opere finite per sottoporli a tutte quelle prove e controlli che riterrà opportuni.
In linea generale gli inerti da impiegarsi nella confezione dei calcestruzzi per fondazioni avranno diametro massimo di mm 30; potranno però essere impiegati elementi di dimensioni maggiori qualora la Direzione lavori lo ritenga opportuno. La dosatura normale media sarà di 200 Kg di cemento per mc 0,80 di ghiaia lavata mista a mc 0,40 di sabbia. E' vietata nel modo più assoluto l'aggiunta di acqua durante l'assestamento nei casseri. In ogni caso il costipamento del conglomerato dovrà essere proseguito fino alla eliminazione di ogni vuoto e fino a quando in superficie si sarà formato un velo d'acqua. Le riprese dei getti dovranno essere possibilmente evitate. Nel caso che si debba gettare conglomerato fresco a contatto con conglomerato che abbia già iniziato la presa, si dovrà scalpellare e pulire al velo la superficie dei vecchio conglomerato per far sporgere la ghiaia ed il pietrisco.
TUBAZIONI INTERRATE
Le tubazioni interrate in genere saranno poste in opera negli scavi predisposti su fondo resistente, non accidentato, sul quale sarà costruito un letto di sabbia e ghiaietto di opportuno spessore.
La tubazione da interrare sarà posata con andamento regolare. E' fatto obbligo all'Appaltatore di assicurarsi che, ad eccezione dei punti obbligati, non risultino contropendenze dei tubi che possano provocare eventuali accumuli di acqua.
La profondità di posa sarà come da disegno di progetto comunque non inferiore a 0,5 mt. (CEI 11-7). I tubi dovranno appoggiare sopra lo strato di sabbia. Negli attraversamenti stradali i tubi saranno calottati da un adeguato spessore di calcestruzzo se la profondità prevista non potrà essere rispettata e comunque previa indicazione della Direzione Lavori. Le tubazioni per il contenimento dei cavi a sezione cilindrica liscia raccordata a bicchiere ad una estremità, e loro accessori saranno conformi alla Norma CEI 23-29 con resistenza minima allo schiacciamento di una forza di 750N e devono portare impresso il marchio di qualità (IMA).
SOSTEGNI IN FERRO TUBOLARE
I sostegni, in acciaio tubolare dovranno essere installati a perfetta regola d'arte in allineamento perfetto e a piombo e andranno posti solamente entro blocco dì fondazione in calcestruzzo.
I pali in acciaio posti entro blocchi di fondazione andranno entro tubo di cemento di diametro adeguato al palo, fissati mediante sabbia umida ben costipata sigillando la parte superiore con un collare in malta di cemento dello spessore di cm 10. Le profondità di infissione di pali saranno di volta in volta stabilite dalla Direzione Lavori a seconda della natura del terreno. I sostegni andranno posti per quanto possibile addossati al pozzetto.
Nei sostegni dovrà essere praticata una apertura delle seguenti dimensioni:
• un foro ad asola della dimensione 150x50 mm, per il passaggio dei conduttori, posizionata con il bordo inferiore a 500 mm dal previsto livello del suolo,
• l'applicazione elettrosaldata di un dado al polo con bullone da 16MA per la messa a terra;
una finestrella d'ispezione delle dimensioni 200x75 mm; tale finestrella dovrà essere posizionata con l'asse orizzontale parallelo al piano verticale passante per l'asse longitudinale del braccio o dell'apparecchio di illuminazione a cima-palo e collocata dalla parte opposta al senso di transito del traffico veicolare, con il bordo inferiore ad almeno 600 mm al di sopra dei livello del suolo.
La chiusura della finestrella d'ispezione dovrà avvenire mediante un portello realizzato in lamiera zincata a filo palo con bloccaggio mediante chiave triangolare oppure, solo nel caso sussistano difficoltà di collocazione della morsettiera e previo benestare del Direttore dei Lavori, con portello in rilievo, adatto al contenimento di detta morsettiera, sempre con bloccaggio mediante chiave triangolare.
Il portello deve comunque essere montato in modo da soddisfare il grado minimo di protezione interna IP 33 secondo Norma CEI 70-1.
La finestrella d'ispezione dovrà consentire l'accesso all'alloggiamento elettrico che dovrà essere munito di un dispositivo di fissaggio (guida metallica) destinato a sostenere la morsettiera di connessione in classe II.
Per la protezione di tutte le parti in acciaio (pali, portello, guida d'attacco, braccio e codoli) è richiesta la zincatura a caldo secondo la Norma CEI 7-6 (1968).
Il percorso dei cavi nei blocchi e nell'asola inferiore dei pali sino alla morsettiera di connessione, dovrà essere protetto tramite uno o più tubi in PVC flessibile sede pesante diametro 50 mm, posato all'atto della collocazione dei pali stessi entro i fori predisposti nei blocchi di fondazione medesimi, come da disegni “particolari”. Per il sostegno degli apparecchi di illuminazione su mensola od a cima-palo dovranno essere impiegati bracci in acciaio o codoli zincati a caldo secondo Norma UNI-ENI 40/4.
ARMATURE STRADALI E CORPI ILLUMINANTI
Le armature per illuminazione avranno corpo in lega di alluminio pressofuso con dispositivo di installazione su sostegno diritto e/o su polo a frusta diametro 60-65 mm, copertura in polipropilene rinforzato con fibra di vetro stabilizzato agli UV e vermerato grado di protezione IP23 riflettore stampato in alluminio ad elevata purezza coppa di protezione vano lampada con grado di protezione minimo IP55 accessori elettrici a marchio di qualità (IMA) su piastra precablata per lampade a scarica con gruppo rifasamento e sezionatore di lampada. La Direzione Lavori comunicherà il tipo di lampada a scarica da impiegare.
LINEE
Le linee in cavo sotterraneo posate entro tubazioni saranno identificate dalle seguenti sigle di designazione:
• cavi unipolari con guaina sezione sino a 6 mmq. Cavo tipo - FG7R – 06/1kv
• cavi unipolari con guaina sezione superiore a 6 mmq Cavo tipo - FG7R – 06/1kv
Cavi multipolari con guaina Cavo tipo - FG7DR – 06/lkv
Tutti i cavi saranno rispondenti alla Norma CEI 20-13 e alle prescrizioni delle Norme CEI 64-8 con impresso il contrassegno dell'Istituto Italiano del Marchio di Qualità (IMQ).
I giunti di derivazione dei cavi, come pure i giunti di linea, dovranno essere collocati nei pozzetti. Il giunto dovrà essere a muffola in resina termoplastica e termoindurente (rigidità dielettrica > 10 kv/mm).
IMPIANTO DI TERRA
La protezione dei sostegni sarà ottenuta con collegamento ad un impianto di terra di sezione adeguata, comunque non inferiore a 16 mmq-, i conduttori di terra e di protezione avranno guaina di colore giallo-verde e saranno di tipo H07V-K. Ogni sostegno sarà collegato ad un proprio Dispersore a puntazza di tipo normalizzato in acciaio zincato alloggiato su pozzetto ispezionabile, tutti i dispersori dovranno essere collegati tra di loro. Se per casi particolari fosse richiesta la protezione contro le scariche atmosferiche ci si dovrà attenere alla Norma CEI 81-1.
TENSIONE DELL'IMPIANTO
La tensione nominale dell'impianto non dovrà essere superiore a 380 V.
L'intero sistema elettrico deve presentare una resistenza d’isolamento verso terra non inferiore a:
2 Uo
---- M Ohm L + N
con: Uo tensione nominale verso terra (convenzionalmente 1 Kv)
L lunghezza complessiva dei conduttori delle linee di alimentazione in Km N numero delle lampade del sistema.
La c.d.t. nella linea di alimentazione, escluso il transitorio di accensione, non dove superare il 5%.
Le perdite nella linea di alimentazione, non tenendo conto del transitorio di accensione, in condizioni regolari d'esercizio (a pieno carico), non devono superare il 5% della potenza assorbita dai centri luminosi.
Sulle linee di alimentazione trifase i centri luminosi devono essere derivati ciclicamente sulle varie fasi in modo da ridurre al minimo gli squilibri lungo la linea.
Il collegamento tra i reattori e le lampade dovrà essere eseguito con filo di rame isolato in gomma di qualità GS tensione d'esercizio 0.6/1 Kv, di sezione non inferiore a 1,5 mmq curando particolarmente l'isolamento tra i conduttori e tra questi e la massa metallica.
Art.21 - Posa di pozzetti impianto idrico e di smaltimento
Le camerette di ispezione, di immissione, di alloggiamento saracinesche ecc.e quelle speciali in genere verranno eseguite secondo i tipi e con le dimensioni risultanti dal progetto.
I manufatti prefabbricati verranno posti in opera a perfetto livello su sottofondo in calcestruzzo che ne assicuri la massima regolarità della base di appoggio. Il raggiungimento della quota prevista in progetto
dovrà di norma venir conseguito per sovrapposizione di elementi prefabbricati di prolunga, sigillati fra loro e con il pozzetto con malta di cemento: solo eccezionalmente, quando la profondità della cameretta non possa venir coperta con le dimensioni standard delle prolunghe commerciali e limitatamente alla parte della camera di supporto al telaio porta chiusino, si potrà ricorrere ad anelli eseguiti in opera con getto di cemento o concorsi di laterizio.
Tanto le camerette prefabbricate quanto quelle eseguite in opera, se destinate all’ispezione od alla derivazione, di condotti principali di fognatura, dovranno avere il fondo sagomato a semitubo dello stesso diametro delle tubazioni in esse concorrenti e di freccia pari a circa 1/4 del diametro stesso; quelle prefabbricate dovranno inoltre essere provviste sui fianchi di alloggiamenti per le tubazioni concorrenti con innesti del medesimo tipo di quelli delle tubazioni stesse, restando di norma escluso, salvo contraria disposizione della direzione lavori, di procedere alla parziale demolizione delle pareti del pozzetto.
Posa tubazioni idriche e di smaltimento
Nell’esecuzione delle fognature per la raccolta delle acque reflue, nonché nell’esecuzione di tubazioni per fluidi diversi dall’acqua, l’Appaltatore dovrà seguire le disposizioni di cui alla L. 2 febbraio 1974, n. 64, ed alle norme tecniche vigenti in esso previste all’art. 1 emanate con D.M. 12 dicembre 1985 e relativa Circolare M. LL.PP. 20 marzo 1986, n. 27291.
Per la posa in opera dei suddetti manufatti dovrà essere predisposto un adeguato appoggio, ricavando nel piano di posa (costituito da terreno naturale o eventuale rilevato preesistente), un vano opportunamente profilato, e accuratamente compatto, secondo la sagoma da ricevere ed interponendo, fra il terreno e la tubazione, un cuscinetto di materiale granulare fino (max 15 mm) avente spessore di almeno 30 cm.
Il rinterro dei quarti inferiori delle condotte dovrà essere fatto con pestelli meccanici o con pestelli a mano nei punti ove i primi non sono impiegabili.
Il costipamento del materiale riportato sui fianchi dovrà essere fatto a strati di 15 mm utilizzando anche i normali mezzi costipanti dei rilevanti, salvo che per le parti immediatamente adiacenti alle strutture dove il costipamento verrà fatto con pestelli pneumatici o a mano.
Le parti terminali dei manufatti dovranno essere munite di testate prefabbricate, oppure in muratura in conformità dei tipi adottati.
L’installazione dei tubi di scarico dovrà essere iniziata dal punto di uscita in modo da permettere all’acqua di scolare.Questi tubi dovranno essere posti in opera in modo che i fori si trovino nel quarto inferiore della circonferenza. I tubi saranno posti in opera su una base di calcestruzzo cementizio confezionato a x.xx 1,50 di cemento dello spessore minimo di cm 8. Il loro allineamento secondo gli assi delle
livellette di progetto sarà indicato con filo di ferro o nylon teso tra i punti fissati dalla direzione lavori.
L’installazione dei tubi di scarico dai rilevati verrà fatta in cunicoli scavati lungo la massima pendenza della scarpata della profondità media di m 0,40 e della larghezza strettamente sufficiente per la posa del tubo, che dovrà essere ricoperto con il materiale di scavo, in modo da ripristinare la continuità della scarpata. I tubi, posti sul letto preventivamente spianato e battuto, saranno collocati in opera con le estremità affacciate; I’anello elastico, il cui diametro interno sarà inferiore a quello esterno
del tubo, verrà infilato, dopo adeguata pretensione, sulla testa del tubo da posare, poi, spingendo questa dentro il bicchiere del tubo già posato, si farà in modo che l’anello rotoli su
se stesso fino alla posizione definitiva curando che, ad operazione ultimata, resti compresso in modo uniforme lungo il suo contorno.
La testa del tubo non dovrà essere spinta contro il fondo del bicchiere ad evitare che i movimenti della tubazione producano rotture . Nella connessura ortogonale così formata dovrà quindi essere inserito, con perfetta sigillatura, un nastro plastico con sezione ad angolo retto, eventualmente limitato alla metà inferiore del bicchiere.
Il materiale di rinterro dovrà essere permeabile in modo da consentire il rapido passaggio dell’acqua e dovrà inoltre funzionare da filtro onde trattenere le particelle minute in sospensione impedendone l’entrata con la conseguente ostruzione del tubo; si impiegherà sabbia per calcestruzzo contenente pietrisco medio ed esente da limo. Il rinterro dovrà essere eseguito in strati e ben battuto onde evitare cedimenti causati da assestamenti.
Le pendenze e le caratteristiche dei pozzetti (tubazioni in entrata ed in uscita) dovranno impedire la formazione di depositi. Tutti i pozzetti, saranno collocati agli incroci delle canalizzazioni o lungo la rete, saranno ispezionabili e con botole di chiusura; i pozzetti posti lungo la rete avranno una distanza di ca. 30 mt. l’uno dall’altro.
I pozzetti a caditoia, realizzati in conglomerato cementizio con griglia in ghisa, saranno del tipo a caduta verticale e camera sifonata oppure del tipo a bocca di lupo con chiusino.
Art. 22 – Opere di arredo POSA ARREDI
Tutti gli elementi di arredo previsti dal progetto,( panchine, fontanelle, portabiciclette, cestini rifiuti e giochi per bambini non
a catalogo) sono di tipo inamovibile; devono pertanto essere fissati permanentemente e rigidamente alle loro fondazioni.
Per ciascun elemento di arredo si devono predisporre plinti di fondazione in cls, di dimensioni adeguate, gettati in opera nei punti di appoggio degli stessi come da elaborati progettuali.Successivamente verranno tiratati i bulloni o le grappe di ancoraggio.
POSA GIOCHI A CATALOGO
Per ciascun elemento si predisporranno plinti di fondazione in cls, di dimensioni adeguate, gettati in opera nei punti di appoggio degli stessi come da elaborati progettuali..
Successivamente verranno tiratati i bulloni o le grappe di ancoraggio.
L’appaltatore procederà alla posa dei giochi per bambini seguendo le indicazione definite dalla casa costruttrice e contenute nelle specifiche di posa delle stesse.