Borgogni E.1-3, Colpizzi I.1, Crocetti E.1, Crocetti P.1, Fancelli S.1, Gagliardi G.1-2
Borgogni E.1-3, Xxxxxxxx I.1, Xxxxxxxx E.1, Xxxxxxxx P.1, Fancelli S.1, Xxxxxxxxx G.1-2
1Università di Firenze, 2Università di Bologna, 3AUSL Toscana Centro
Validazione di un test per la produzione elicitata di clitici
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•
Confronto tra i gruppi DL e C
Confronto tra i gruppi C, M e F
•
Fig.3: gruppo F
Fig.4: gruppo M
Gruppo C ~ F, score
• Il confronto degli score non mostra differenze significative
né col test della mediana (p=0.51), né con il KS (p=0.15).
Gruppo C ~ M, score
• Il confronto degli score indica differenze in entrambi i test, in particolare con il test di Kolmogorov-Smirnov, dove appare chiaramente significativo (p=0.001).
Gruppo C ~ M ~ F, modalità di risposta
• Gli item per i quali si dimostra una differente distribuzione delle modalità di risposta (con p<0.05) sono tutti relativi all’elicitazione del clitico accusativo (1, 4, 5, 6, 11, 12, 13, 14, 16, 18). Non è emersa nessuna differenza statisticamente significativa per gli item relativi al clitico strumentale e locativo.
Gruppo F ~ M
• emerge una differenza statisticamente significativa tra gli score (p=0.038) al test delle mediane, e al limite del livello di significatività (p=0.05) nel test di KS.
• Ancora una volta gli item per i quali si rileva una differente distribuzione delle modalità di risposta (p<0.05) sono tutti accusativi (11,13, 14, 16 e 18).
• Applicando la correzione di Xxxxxxxxxx si riscontra che le risposte del gruppo F non mostrano correlazioni significative fra gli item. Risultano invece correlazioni positive molto forti per il gruppo M fra item accusativi 1 e 16 (ρs = 0.91), 4 e 11 (ρs = 0.99), 5 e 12 (ρs = 0.96) e 13 e 16 (ρs = 0.95).
• Il test delle mediane mostra una differenza statisticamente
significativa tra le distribuzioni C e DL (χ2=5.08, p=0.038), confermata anche dal test KS (p=0.002). I risultati si riferiscono al punteggio complessivo.
• Ponendo l’attenzione sulle tipologie di clitici elicitate nel test, emerge una differenza statisticamente significativa nella modalità di risposta con gli item (1, 4, 5, 11, 12, 14, 15, 16) che valutano i clitici accusativi (p<0.05)
• Gruppo C: tramite l’applicazione della correzione di Bonferroni,
emerge una correlazione positiva significativa (p<0.05) fra item 9 e 15, che elicitano clitici strumentali, (ρs = 0.64) e fra item 10 e 12, che elicitano clitici accusativi (ρs = 0.58).
• Nel gruppo DL emerge una correlazione positiva
significativa (p<0.05), anche dopo la correzione di Xxxxxxxxxx, solo tra item che elicitano clitici accusativi: tra il 6 e il 10 (ρs = 0.75), il 6 e il 13 (ρs = 0.74), fra gli item 11 e 13 (ρs =
0.71) e 18 (ρs = 0.77), fra il 13 e il 16 (ρs = 0.76), e fra item 14
e 16 (ρs = 0.70) e 18 (ρs = 0.87).
Fig.2: gruppo DL
Fig.1: gruppo C
RISULTATI
L’analisi dei dati raccolti si è articolata confrontando separatamente lo score complessivo di:
• gruppo C (Sviluppo Tipico) ~ gruppo DL (M+F),
• gruppo C ~ M
• gruppo C ~ F
• gruppo M ~ F.
Per operare il confronto sono stati utilizzati i seguenti test non parametrici:
• il test di Kolmogorov-Xxxxxxx (KS);
• il test delle mediane;
• il test del χ2 di Pearson
• il test di correlazione dei ranghi di Xxxxxxxx (ρs)
• correzione di Bonferroni
VALIDAZIONE DELLA BATTERIA
OBIETTIVO DELLO STUDIO: Validare il test a livello psicometrico, sottoponendolo ad un campione sufficientemente ampio e bilanciato di bambini di età prescolare con sviluppo tipico e ad un piccolo gruppo di bambini con DL.
Oltre al test in oggetto, sono state somministrate alcune batterie di prove standardizzate sensibili al DL, per stabilire se lo strumento in esame è sensibile/specifico per il disturbo.
CAMPIONE: 70 bambini di età compresa tra 4.6 e 5.8 anni, divisi in tre gruppi:
• Gruppo M, 10 bambini: DL espressivo misto (fonetico-fonologico e morfosintattico) o con interessamento esclusivo delle abilità morfosintattiche
• Gruppo F, 12 bambini: DL espressivo, con interessamento esclusivo delle abilità fonetiche-fonologiche (Speech Sound Disorder).
• Gruppo C, 48 bambini: sviluppo normotipo (gruppo di controllo).
I bambini dei gruppi M e F sono stati individuati tra i soggetti con diagnosi di Disturbo del Linguaggio presso l’Azienda Sanitaria del territorio fiorentino; i bambini del gruppo C sono stati selezionati tra gli alunni dell’Istituto Comprensivo Masaccio di San Xxxxxxxx Valdarno e quelli dell’Istituto Xxxxxxxx XXXXX di Terranuova Bracciolini. I genitori hanno firmato regolare consenso informato.
VALUTAZIONE
• Valutazione cognitiva:
- Matrici Progressive colorate di Raven [Raven, Raven e Court, 1998; standardizzazione italiana di Belacchi et al., 2008]
• Abilità linguistiche:
- Lessico espressivo e recettivo: Test Fono-Lessicale (TFL) [Xxxxxx, Xxxxxxx, Xxxx, 2007];
- Comprensione morfosintattica: Prove di Valutazione della Comprensione Linguistica (PVCL) [Rustioni & Xxxxxxxxx, 2007];
- Primo sviluppo grammaticale: Prova di Ripetizione di Frasi [Xxxxxxxxx & Xxxxxxx, 2001];
• Marker del Disturbo del Linguaggio:
- Ripetizione di non parole: Prova di Ripetizione di non parole della batteria PROMEA [Addona, Vicari & Marotta, 2007;
- Produzione di clitici: Test di ripetizione di frasi con clitico, prodotto ad uso interno dell’IRCCS Fondazione Stella Maris.
5 dei 53 bambini inizialmente selezionati per il gruppo di controllo non hanno soddisfatto i criteri di inclusione a causa di due o più prove risultate deficitarie, e sono perciò stati esclusi dal campione normativo.
POSIZIONE
• posizione preverbale (proclitica), con verbo ospite di tempo finito o modo imperativo III pers. sing.
Xxxxx chiama Xxxxxxx Xxxxx lo chiama
Lo chiami! / Lo chiamino!
• posizione postverbale (enclitica), con verbo ospite di tempo non finito o modo imperativo II pers. sing./pl.
Xxxxx decise di chiamare Xxxxxxx
Xxxxx decise di chiamarlo Chiamalo! /chiamatelo !
Tuttavia...
• Se nella forma verbale con tempo finito c’è un ausiliare, il pronome segue quest’ultimo
Credo di averlo visto *credo di avere vistolo
• “Clitic climbing” [Xxxxx, 1978]: sebbene i processi di movimento del clitico si svolgono entro i limiti della clausola, è possibile che il pronome risalga dalla frase subordinata (con verbo di modo non finito) alla frase principale se il verbo di quest’ultima è:
- Modale (es. volere, potere, dovere...)
Xxxxx vuole chiamarlo Xxxxx lo vuole chiamare
- Aspettuale (es. cominciare, finire, stare per…)
Xxxxx sta per chiamarlo
- Di moto (es. venire, andare, tornare…) Xxxxx andò a chiamarlo
Xxxxx lo sta per chiamare
Xxxxx lo andò a chiamare
I PRONOMI CLITICI
DEFINIZIONE
I clitici sono morfemi:
• monosillabi o bisillabi;
• non autonomi e sprovvisti di accento proprio: si devono “attaccare” ad una parola “ospite”, con cui formano una stretta unità sintattico/prosodica
In italiano i clitici si distinguono in [Schwarze, 2011]:
• Determinanti clitici, ovvero gli articoli determinativi (es. “il”, “lo”, “la”…);
• Clitici segnacasi, cioè le preposizioni “di”, “a” e “da”;
• Pronomi clitici, cioè le forme atone del pronome personale (es. “mi”, “ti”, “gli”, “lo”, “la”...).
IL SISTEMA PRONOMINALE DELL’ITALIANO
In italiano esistono due serie pronominali, distinte dal punto di vista fonetico e morfologico, caratterizzate da una diversa distribuzione sintattica e interpretazione semantica [Cardin & Calabrese, 2001]:
• s. “libera” o “tonica”: pronomi dotati di
accento proprio;
• s. “clitica” o “atona”: non accentati, costituiscono una categoria “ibrida” tra gli affissi e forme sintattiche libere [Riemsdijk, 1999].
CRITERI DI IDENTIFICAZIONE
[Xxxxx, 1975; Xxxxxxxxxxxx, 2001; Cardin & Xxxxxxxxx, 2001]
• Posizione speciale: i clitici appaiono in una posizione non canonica per i corrispondenti sintagmi/pronomi tonici.
Xxxxx chiama Xxxxxxx
* Xxxxx chiama lo
• Adiacenza a V: il clitico deve essere adiacente al verbo ospite Lo vede probabilmente
* Lo probabilmente vede
• La cliticizzazione richiede la presenza obbligatoria del verbo ospite. Il clitico non può essere enunciato in isolamento
Chi hai visto? Lui
Chi hai visto? * Lo
• Impossibilità di modificazione
Xxxxx conosce solo lui
*Xxxxx solo lo conosce
*Xxxxx lo conosce solo
• Impossibilità di essere sede di accento contrastivo
Xxxxx conosce LUI, non voi
* Xxxxx XX conosce, non voi
• Impossibilità di congiunzione
Xxxxx conosce lui e voi
* Xxxxx lo e vi conosce
• Ordine fisso e speciale: i clitici compaiono secondo un ordine fisso, che spesso devia rispetto a quello delle corrispondenti forme toniche
Xxxxx darà il paninoACC a meDAT
* Xxxxx a meDAT darà il paninoACC Xxxxx xxXXX loACC darà
* Xxxxx xxXXX meDAT darà
IL DISTURBO DEL LINGUAGGIO
Il Disturbo del Linguaggio (DL) è il disturbo del neurosviluppo più frequente in età evolutiva: colpisce circa 5-7% dei bambini in età prescolare [Xxxxxxx et al., 1997]. Si ripercuote negativamente a lungo termine sul piano sociale, emotivo, educativo ed economico [Xxxxxxx et al., 2003; Xxxxx-Xxxxxxx et al., 2009; Xxxxxx et al., 2009; Xxxxxxx, 2011].
Dalla letteratura è emerso che l’espressività del disturbo cambia in relazione all’età [Xxxxxx & Xxxx, 2015]; può ledere aspetti
diversi dell’elaborazione del linguaggio, limitandosi alla produzione o estendendosi anche alla comprensione.
Per molto tempo il DL è stato erroneamente ritenuto “dominio specifico”, nonostante molti studi evidenziassero la comorbilità con deficit attentivi, motori, a livello delle funzioni esecutive [Lum, 2010; Xxxxx, 2012; Xxxxxxx & Xxxxxxxx, 2013; Xxxxxxx 2014; Pinton, 2018]. La presenza concomitante di altri disturbi ha portato di recente all’eliminazione nel DSM-5 del termine “specifico” [CLASTA & FLI, 2018].
Le differenze individuali che caratterizzano lo sviluppo del linguaggio sin dai primi anni di vita possono celare condizioni di ritardo transitorio o di disturbo della comunicazione e/o del linguaggio [Marotta & Caselli 2015].
Nonostante le enormi differenze fonologiche, lessicali e grammaticali fra le diverse lingue, questi bambini incontrano una serie di difficoltà universali a prescindere dalla lingua [Xxxxxxx, 2015]. Un marcatore importante del DL è la difficoltà a gestire alcuni elementi grammaticali caratterizzati da bassa salienza percettiva. Si osserva infatti un’elevata tendenza ad omettere o alterare selettivamente la morfologia legata, come nella flessione dei verbi, e quella libera per clitici, articoli e parti verbali nei tempi composti [Xxxxxxxxx, Xxxxxxx, 2000; Xxxxxxxxx et al.,2006; Xxxxxxx et al., 2007; Xxxx, Xxxxxxx, Xxxxxx, 2009; Xxxxxx, Xxxxxxx, Xxxxxxx, 2011, Xxxxxx e Xxxx, 2015].
Le aree di particolare debolezza per i DL italiani sono:
• uso della flessione verbale della terza persona plurale (tempo presente indicativo);
• compiti di ripetizione di non parole;
• uso di parole funzionali (articoli e pronomi clitici).
[Xxxxxxxx et al., 1991; Xxxxxxx et al.,1987; Xxxxxxxxx et al., 1997; Xxxxxxx et al.,1998, 2001; Xxxxxxx et al., 1992; Xxxxxxxxx et al., 2002, 2006; Xxxxxxx & Xxxxxxxxx, 2013; Xxxxxxxxx et al., 2013; Xxxxxx et al. 2014]
ABSTRACT
In italiano la produzione dei pronomi clitici è considerato il principale marker clinico per l’individuazione del Disturbo di Linguaggio (DL) [Bortolini et al., 2006]: allo stato dell’arte, però, gli strumenti standardizzati a disposizione dei clinici per la sua valutazione sono limitati.
Il poster presenta la struttura e la taratura statistica di un nuovo test di produzione elicitata dei pronomi clitici in età evolutiva.
LA BATTERIA
Si tratta di una prova di produzione elicitata dei pronomi clitici, sviluppata da Xxxxxxxx [2016] seguendo la struttura del compito somministrato nello studio di Vender et al. [2016], a sua volta derivato da Xxxxxx et al. (2014) e Xxxxxxx & Dispaldro [2013]. Sia i disegni che le frasi stimolo sono originali. Il test è così strutturato:
• “warm up”: sezione iniziale di familiarizzazione, 4 item (2 per il clitico accusativo, 1 per lo strumentale, 1 per il locativo)
• prova vera e propria, 18 item:
• 12 item per l’elicitazione dei pronomi clitici oggetto:
- 3 per il pronome maschile singolare “lo”;
- 3 per il pronome femminile singolare “la”;
- 3 per il pronome maschile plurale “li”;
- 3 per il pronome femminile plurale “le”.
Per ciascuna forma di clitico il soggetto delle domande varia in genere e numero (masch. sing.; femm. sing.; pl.). Ciascun item è abbinato a due disegni in sequenza: la prima immagine rappresenta un’azione che sta per essere svolta da un soggetto su un oggetto, la seconda il compimento di tale azione. In fase di somministrazione il primo disegno viene accompagnato da una frase in cui si presenta la situazione, il secondo da una domanda capace di stimolare la produzione del clitico bersaglio.
Somministratore: “Guarda, il gatto vuole prendere il topo.” (disegno 1) “Cosa fa il gatto al topo?” (disegno 2)
Risposta bersaglio: “LO prende”
• 6 item per la produzione elicitata del clitico “ci”:
- 3 per il pronome clitico di valore strumentale;
- 3 per il pronome clitico di valore locativo.
La forma locativa è elicitata utilizzando due domande di carattere modale ed una di tipo temporale. Ciascun item è abbinato ad un solo disegno; in fase di somministrazione la tavola figurata viene accompagnata da una frase che descrive la situazione, e successivamente viene posta una domanda con lo scopo di stimolare la produzione del pronome target. Nelle domande è sempre incluso il pronome bersaglio per facilitare il compito e fornire un modello di produzione corretto.
Somministratore: “Guarda, il ragazzo suona la chitarra”
“Cosa ci fa con la chitarra”?
Risposta bersaglio: “CI suona”
Somministratore: “Guarda, il papà va al parco”
“Come ci va il papà al parco”?
Risposta bersaglio: “CI va in bicicletta”
Scoring del test
L’attribuzione dei punteggi alle risposte dei partecipanti segue le seguenti convenzioni [Vender et al., 2016]:
ACKNOWLEDGMENT
Gli autori ringraziano Xxxxxxxxx Xxxxxx, autore delle illustrazioni, ed i professionisti che hanno reso possibile la raccolta dati, segnatamente i dirigenti scolastici dell’Istituto Comprensivo Xxxxxxxx di San Giovanni Valdarno e dell’Istituto Xxxxxxxx XXXXX di Terranuova Bracciolini, e le logopediste dei presìdi di Figline-Incisa Valdarno, San Xxxxxxxxx- Pelago, Ponte a Niccheri, Viale d’Annunzio e Greve in Chianti.
CONCLUSIONI
• Lo studio è in linea con i dati di letteratura: i bambini con sviluppo tipico (gruppo C) hanno prodotto in misura maggiore il pronome clitico richiesto dalla prova rispetto ai bambini con disturbo del linguaggio.
• La differenza maggiore è stata riscontrata tra gli score dei bambini del gruppo C e quelli dei bambini con difficoltà morfosintattiche
o miste (gruppo M) che falliscono nel produrre i clitici omettendoli, in età prescolare, nella maggior parte dei casi.
• Le maggiori differenze sono riconducibili agli item del clitico accusativo, che quindi si conferma un buon marker clinico per il DL espressivo morfosintattico.
• Al contrario, i clitici strumentali e locativi non sono risultati discriminativi.
SVILUPPI FUTURI
• calcolo del cut-off e degli indici statistici di validità (sensibilità, specificità, accuratezza, valore predittivo positivo/negativo).
B - Sostituzione (punteggio: 1) | |
Clitico scorretto per accordo di numero e/o di genere | Es., item 7: “Cosa fa il bambino ai pennarelli?” - “Lo sta prendendo” - “Le sta prendendo“ |
Clitico con funzione grammaticale diversa da quella del pronome target (es. clitico accusativo invece dello strumentale e viceversa) | Es. item 7: “Cosa fa il bambino ai pennarelli?” “CI disegna” invece di “LI prende” Es. item 15: “Cosa ci fa il ragazzo con la chitarra?” “LA suona” invece di “CI suona” |
Clitico corretto ma errato posizionamento (es. in enclisi invece che in proclisi) | Es., item 13: “Cosa fanno le bambine alle bambo- le?” - “VestirLE” invece di “LE vestono” |
D - Altro (punteggio: 0) | |
Risposte irrilevanti/ non attinenti alla domanda | Es. item 8: “Come ci va il babbo al parco?” - “Male” Es. item 12: “Cosa fa la nonna all’acqua?” - “Dopo lui la rimette a posto.” |
Risposte non date | Es. item 2: “Quando ci va il bambino a scuola?” - “Non lo so” |
Risposte non linguistiche | Es., item 15: “Cosa ci fa il ragazzo con la chitarra?” - “Tin tin tin.” |
A - Target (punteggio: 2) | |
Pronome bersaglio (indipendentemente dal verbo scelto e dal tempo verbale usato) | Es. item 6: “Cosa fa il gatto al topo?” - “LO sta accarezzando”; - “LO vuole mangiare” / “vuole mangiarlo”; - “LO prende” (blocca /taglia/graffia/ guarda). |
Clitico dativo al posto del clitico accusativo, se appropriate dal punto di vista semantico -pragmatico. | Es. item 6: “Cosa fa il gatto al topo?” - “GLI dà un graffio” al posto di “LO prende” |
Risposte contenenti verbo al passato prossimo e clitico in forma contratta, se il participio passato è in accordo con il genere del clitico | Es. item 6: “Cosa fa il gatto al topo?” - “L’ha preso” |
C - Omissioni (punteggio: 0) | |
Omissione del pronome clitico, che dà luogo ad una frase agrammati- cale | Es., item 1: “Cosa fa la mamma al libro?” - “Ø Legge” |
E - Noun Phrase, NP (punteggio: 0) | |
Sintagma nominale invece del pronome clitico (la risposta non è agrammaticale, ma risulta inapproprata dal punto di vista pragmatico) | Es., item 11: “Cosa fanno i bambini ai piatti?” - “Stanno lavando I PIATTI” |
gruppo | mediana | μ | sd |
C | 22 | 21.6 | 4.04 |
DL (M+F) | 17 | 15.8 | 8.06 |
gruppo | mediana | μ | sd |
F | 18.5 | 19.2 | 5.4 |
M | 12 | 11.7 | 9.1 |