INFORMAZIONI AMBIENTALI
INFORMAZIONI AMBIENTALI
1. Premessa
Per consentire lo svolgimento dell’Esposizione Universale Expo 2015 e la riqualificazione del Sito successivamente allo svolgimento dell’evento, nel 2011 con D.p.g.r. 4 agosto 2011, n. 7471, è stato approvato l'Accordo di Programma tra Comune di Milano, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Rho, Poste Italiane S.p.A. e con l’adesione delle Società Expo 2015 S.p.A. ed Arexpo
S.p.A. (AdP Expo 2015). L’Accordo ha previsto che gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia dell’ambito territoriale di riferimento venissero eseguiti in due fasi temporalmente distinte, ma tra loro coordinate:
o la prima fase rivolta alla predisposizione, all’infrastrutturazione e all’allestimento del Sito espositivo Expo 2015;
o la seconda rivolta alla riqualificazione del sito stesso al termine dell’evento espositivo (Post Expo), mediante un Programma Integrato di Intervento (PII) o altro atto di programmazione negoziata equipollente.
Relativamente alla fase Post Expo, la variante urbanistica dell’AdP Expo ha previsto che l’area possa diventare, in virtù della sua collocazione, una nuova porzione di territorio in grado di avvicinare il tessuto urbano milanese al Polo fieristico di Rho-Pero, nella quale le strutture permanenti possono sia mantenere le proprie funzioni originarie, sia essere riconvertite in altre strutture di servizio e dove, le strutture e le infrastrutture realizzate per Expo Milano 2015, possono essere caratterizzate da un mix funzionale tipicamente urbano (residenza, terziario, commercio). Le Linee Guida del Piano Strategico di Sviluppo e Valorizzazione dell’Area, approvate dal Collegio di Vigilanza dell’Accordo di Programma nella seduta del 13 dicembre 2016, rappresentano l’indirizzo strategico di lungo termine per l’elaborazione del programma di riqualificazione definitiva del Sito che si fonda sull’insediamento di eccellenze legate al sapere ed alla ricerca e, in particolare, sull’insediamento del Polo di ricerca scientifica Human Technopole, sulla creazione del nuovo Campus delle facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Milano, nonché sull’insediamento dell’IRCCS Galeazzi - “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico”.
Su queste basi oggi Arexpo S.p.A. (Arexpo) ha il compito strategico di valorizzare l’eredità pubblica di Expo 2015 e sviluppare nel contempo un quartiere innovativo e vibrante trasformando l’area attraverso l’inserimento di funzioni pubbliche e private che consentano uno sviluppo organico dell’intero comparto improntato alla modernità urbanistica in termini di realizzazione e utilizzo di edifici e servizi.
In quest’area sorgerà infatti un quartiere che accoglierà le eccellenze globali, un quartiere del futuro improntato alla capacità di legare competenza scientifica e saperi umanistici nell'orizzonte originale della "cultura politecnica" di Milano: il Milano Innovation District (MIND).
2. La XXX xx Xxxx 0000, xx XXX xxx Xxxx Post Expo e la VAS Expo
Il “Progetto per la realizzazione della Piastra Espositiva Expo 2015, nei Comuni di Milano e Rho, in Provincia di Milano” (VIA Expo 2015) ha ottenuto pronuncia di compatibilità ambientale positiva, con prescrizioni, espressa con D.g.r. n. IX/2969 del 2 febbraio 2012 – ed è stato sottoposto a successive procedure di verifica di assoggettabilità a VIA (d.g.r. IX/4779 del 30 gennaio 2013 e d.g.r. X/725 del 27 settembre 2013) a seguito di successive modifiche progettuali presentate dal proponente. La compatibilità ambientale pertanto è stata subordinata all’ottemperanza delle
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prescrizioni contenute nelle tre D.g.r. sopra menzionate che, come previsto dall’art. 26 del d.lgs. 152/06, hanno validità 5 anni.
L’introduzione della fase del cosiddetto “Fast Post Expo”, non prevista inizialmente in sede di VIA Expo 2015, ha reso necessaria la valutazione della possibilità di proroga della validità dei provvedimenti di compatibilità ambientale sopra menzionati al fine di consentire lo svolgimento delle attività previste nel cd. “Fast Post Expo”. Tale proroga è stata approvata e normata con D.g.r. del 18 aprile 2016, n. 5070 in base alla quale: “[...] le attività del cosiddetto fast-post expo, comprese le attività di dismantling residuo da effettuarsi secondo le modalità previste dal Quadro prescrittivo di cui al capitolo 6), e il recupero finale, dovranno concludersi entro il termine di 60 mesi dalla data di pubblicazione sul BURL del Decreto del Presidente della Giunta Regionale di approvazione dell’atto integrativo [...]”. La D.g.r. del 2016 consente pertanto l’attività del Fast Post Expo per 60 mesi dalla pubblicazione sul BURL del decreto di approvazione avvenuta il 30 maggio 2016. La medesima D.g.r. 5070/2016 istituisce l’Osservatorio Ambientale del Fast Post Expo ai fini della verifica di ottemperanza delle prescrizioni ambientali (OA Fast Post Expo).
Con successiva Xxxxxxxxx dirigenziale della Direzione Urbanistica e della Direzione Mobilità, Ambiente ed Energia del Comune di Milano n. 28 del 23 maggio 2017 viene istituito il tavolo di monitoraggio VAS denominato “Osservatorio VAS Expo" con lo scopo di verificare il raggiungimento degli obiettivi riportati nel Rapporto Ambientale della VAS Expo e seguire i processi decisionali in atto per lo sviluppo dell’area successivamente all’evento. Ciò ha permesso di aggiornare le valutazioni relative agli scenari contenute nel Rapporto Ambientale Expo e costituire un primo quadro conoscitivo e di riferimento per l’attuale atto di programmazione di riqualificazione del sito.
Compito quindi dell’Osservatorio VAS Expo, conclusosi nel dicembre 2017, è stato quello di verificare le prescrizioni date pre-Expo al fine di aggiornare il quadro complessivo in coerenza con la strategia di sviluppo che gli Enti coinvolti hanno messo in campo, ponendo al centro della valorizzazione dell’area il mutato interesse pubblico e l’insediamento delle funzioni pubbliche e di interesse pubblico, così come definito nell’ambito del Collegio di Vigilanza dell’Accordo di Programma Expo, nella seduta del 30 marzo 2017.
3. Il processo di VAS e gli obiettivi del progetto MIND
Il 19 luglio 2017, con Determina Dirigenziale n. 37/2017 è stata avviata dal Comune di Milano la procedura di VAS relativa al PII dell’area MIND. Il processo di VAS per la trasformazione del Sito è coerente con le disposizioni della Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 (Direttiva sulla VAS) e si pone l’obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente attraverso un processo interattivo e iterativo che integra il progetto nel processo allargato di governo del territorio.
Il processo si pone in continuità alla VAS già approvata nell’ambito dell’AdP 2011 e vuole essere coerente con quanto già valutato, pur considerando il mutato scenario di trasformazione.
In questa cornice gli obiettivi guida della rigenerazione del Sito sono riferibili a due macro ambiti ugualmente significativi ai fini del successo dello sviluppo: ambiente costruito e naturale e ambito socio-economico.
Gli obiettivi riferiti alla qualità dell’ambiente costruito e naturale sono:
o la sostenibilità, la flessibilità e la resilienza del progetto complessivo;
o la qualità morfologica intesa come qualità dell’ambiente costruito in equilibrio con l’ambiente naturale, la densità edilizia, il disegno e la presenza del verde pubblico urbano, privilegiando l’unitarietà del parco;
o la sperimentazione di una nuova prassi per la rigenerazione urbana, attraverso l’attivazione di partenariati, la promozione di strumenti finanziari intersettoriali e schemi di finanziamento per lo sviluppo urbano integrato;
o la proposta di mix funzionali definiti anche attraverso forme di creatività e di processi collaborativi nonché l’inserimento di funzioni, format e attrattori di livello internazionale;
o la qualità e l’innovazione della mobilità al fine di ottenere la permeabilità dell’area;
o la collocazione di attività produttive nazionali ed internazionali, dinamiche, innovative, capaci di favorire l’integrazione funzionale tra diversi settori economici, di generare diverse economie di scala e sperimentare nuove economie sostenibili;
o la qualità operativa, tecnica e gestionale, ossia la qualità dei progetti e dei processi che li generano e li gestiscono nel tempo;
o un ecosistema ottenuto mediante la massimizzazione della connettività ecologica, la piantumazione di nuovi alberi e la realizzazione di habitat diversificati che incentivino la biodiversità.
Gli obiettivi riferiti all’ambito socio-economico sono:
o il potenziamento dell’attrattività complessiva del sistema socio-economico della città di Milano con effetti benefici per quanto attiene alla vivibilità dei luoghi, all’occupazione, alla formazione, alla qualità dello spazio pubblico;
o le opportunità di sviluppo socio-economico attraverso la valorizzazione della comunità locale, il processo di internazionalizzazione e le ricadute occupazionali;
o la qualità delle funzioni pubbliche e di interesse pubblico, quali il progetto IRCCS, il Campus Universitario ed il polo di ricerca Human Technopole, in modo che possano costituire esempio di buona prassi a livello europeo;
o la qualità della vita, del lavoro e della formazione attraverso la generazione di reti collaborative;
o l’innovazione dei servizi e la collocazione di funzioni e servizi di prossimità al cittadino;
o la creazione di nuove progettualità in grado di trainare altri territori, di costituire azioni volano di tipo economico e sociale; di creare reti europee e trans-europee; di stimolare processi di co-creazione e partecipazione attiva; di fondare nuovi percorsi di innovazione sociale, economica e culturale;
o la promozione di progetti sperimentali, che incorporino una rilevante dimensione di ricerca;
o il coinvolgimento delle funzioni pubbliche nella definizione e formazione delle professionalità del futuro e nella generazione di ambienti didattici creativi;
o la comunicazione efficace delle iniziative dello sviluppo e la promozione di iniziative ed eventi per la promozione dello sviluppo e della partecipazione degli stakeholder istituzionali e privati.
Nel seguito si fornisce una analisi del contesto territoriale e ambientale di riferimento si cui si basa la la trasformazione definitiva del Sito.
Per maggiori dettagli relativi a studi ed analisi di carattere ambientale si rimanda alle pubblicazioni sui siti istituzionali della procedura di VAS attualmente in corso.
4. Piani di Monitoraggio Ambientale
L’area di proprietà Arexpo S.p.A. (nel seguito Sito), su cui è stata realizzata l’Esposizione Universale, non era mai stata oggetto prima di Expo di studi specifici di carattere ambientale. Nel momento in cui è stata individuata quale area dove ospitare Expo 2015, sono iniziati i primi studi per rilevare lo stato ambientale dal punto di vista quali-quantitativo. In particolare la D.g.r. n. IX/2969 del 2 febbraio
2012 (VIA Expo 2015) ha individuato, tra gli adempimenti previsti dalla valutazione di impatto ambientale, la necessità di procedere con adeguati monitoraggi delle principali matrici ambientali. A tal fine sono stati predisposti ed eseguiti vari Piani di Monitoraggio Ambientale articolati nelle seguenti fasi:
• Expo 2015 - PMA ante operam (2011-2012);
• Expo 2015 - PMA cantiere (2013 – aprile 2015);
• Expo 2015 - PMA evento (maggio – ottobre 2015);
• Expo 2015 - PMA dismissione (novembre 2015 – settembre 2018);
• Arexpo S.p.A. - PMA Fast Post Expo (in corso).
Nei PMA, a seconda della fase progettuale, sono state monitorate alcune tra le seguenti matrici ambientali:
o rumore;
o vibrazioni;
o atmosfera;
o acque sotterranee (14 piezometri; 8 pozzi; 2 vasche di accumulo);
o acque superficiali (3 corsi d’acqua);
o acque potabili;
o acque reflue;
o suolo (monitoraggio dell’ambrosia);
o ecosistemi;
o fauna;
o vegetazione;
o campi elettromagnetici.
5. Energia ed emissioni climalteranti
Il bilancio dei consumi di energia attuali del Sito è totalmente da riferire ai consumi di energia elettrica in quanto non è presente alcuna fornitura di gas. Il totale dei consumi annuali (maggio 2016
– aprile 2017) ammonta a circa 12 GWh con una media mensile di circa 1GWh di corrente elettrica. I consumi energetici attuali sono riferibili a:
o mantenimento dell’illuminazione pubblica/stradale di tutto il sito (sia per motivi di utilizzo del sito che di sicurezza);
o utilizzo di alcuni manufatti (Palazzo Italia, Cascina Triulza, TCP, Aree Service, OAT);
o mantenimento in funzione di impianti meccanici;
o realizzazione degli eventi di Experience Milano.
6. Inquinamento atmosferico, rumore e radiazioni
Aria
Il Piano Regionale degli Interventi per la Qualità dell’Aria (PRIA) è stato approvato con D.G.R. n. X/593 del 6 settembre 2013. Esso costituisce lo strumento di pianificazione e di programmazione regionale in materia di qualità dell’aria, aggiornando ed integrando quelli già esistenti; è lo strumento specifico mirato a prevenire l’inquinamento atmosferico e a ridurre le emissioni a tutela della salute e dell’ambiente.
Il sito ricade all’interno dell’Agglomerato di Milano che è caratterizzato da un’elevata densità abitativa e di traffico e dalla presenza di attività industriali a elevate densità di emissioni di PM10 primario, NOX e COV.
Consultando l’inventario INEMAR 2014 realizzato da ARPA Lombardia, è possibile estrapolare, per la Provincia di Milano, il contributo percentuale delle diverse tipologie di attività all’emissione in aria dei principali inquinanti (SO2, NOx, CO, PM2,5, XX00, XXX, XXX, XX0, XX0, X0X, XX0. E’ possibile quindi osservare come il contributo al carico inquinante nella Provincia di Milano, relativo agli inquinanti prodotti nel 2014, è sostanzialmente percentualmente confrontabile con l’andamento regionale per ogni tipologia di attività. Inoltre il contributo al carico inquinante delle differenti attività è confrontabile percentualmente nei due comuni di Rho e Milano. Per gli inquinanti atmosferici che, a livello urbano, presentano criticità più significative in termini di concentrazioni atmosferiche misurate, quali PM10, PM2.5 e NOX, le principali fonti emissive sono costituite dal trasporto su strada e dalla combustione non industriale.
Rete di monitoraggio degli inquinanti in atmosfera
Nella figura seguente è evidenziata l’area del Sito MIND e sono segnalate le stazioni più vicine della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria (RRQA) monitoranti i seguenti inquinanti: biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NO e NO2), monossido di carbonio (CO), Ozono (O3), benzene (C6H6), polveri sottili (PM10 e PM2.5), Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e metalli.
Ai fini della valutazione della qualità dell’aria nell’intorno dell’area in oggetto, vengono di seguito considerate le centraline di monitoraggio localizzate entro un raggio di 12 km da essa; l’ubicazione di tali centraline è mostrata nella seguente figura, le caratteristiche delle stesse sono invece riportate in Tabella 1.
Fig. 1 Centraline di monitoraggio aria della rete RRQA prese a riferimento
Tabella 1 – Caratteristiche delle stazioni di qualità dell’aria considerate
Stazione | Tipologia | Inquinanti monitorati | Distanza da AREA MIND [km] |
Pero | Traffico Urbana | NO2, NOx, CO | 1,2 |
Arese | Fondo Urbana | PM10, NO2, NOx | 2,1 |
Rho V. Statuto | Fondo Urbana | NO2, NOx, CO | 3,2 |
Milano Zavattari | Traffico Urbana | XX0, XXx, XX, X0X0 | 4,9 |
Garbagnate | Fondo Urbana | NO2, NOx | 5,1 |
Cormano | Fondo Urbana | NO2, NOx, SO2 | 5,1 |
Settimo Milanese | Fondo Urbana | NO2, NOx | 5,3 |
Milano V. Marche | Traffico Urbana | XX0, XXx, XX, X0X0 | 6,2 |
Milano V. Senato | Traffico (ZTL) Urbana | PM10, XX0,0, XX0, XXx, XX, X0X0 | 8,1 |
Milano Verziere | Traffico (ZTL) Urbana | PM10, NO2, NOx | 8,5 |
Corsico | Traffico Urbana | NO2, NOx, CO | 8,9 |
Milano X. Xxxxxxx | Xxxxxxxx Xxxxxx | XX0, XXx, XX | 0,0 |
Xxxxxxxxx Xxxxxxx | Traffico Urbana | NO2, NOx | 9,5 |
Sesto S. Xxxxxxxx | Traffico Urbana | NO2, NOx, CO | 9,5 |
Milano Pascal | Fondo Urbana | PM10, XX0,0, XX0, XXx, XX0, X0X0 | 10,2 |
Milano X. Xxxxxx | Fondo Suburbana | NO2, NOx | 10,4 |
Milano P. Abbiategrasso | Fondo Urbana | NO2, NOx | 10,7 |
Saronno V. Santuario | Fondo Suburbana | PM10, PM2,5, NO2, NOx | 11,8 |
Polveri sottili (PM10 e PM2.5)
Le concentrazioni medie annue di PM10 riportate in Tabella 2 superano talvolta il limite normativo pari a 40 µg/m3 e in diversi casi si attestano comunque in prossimità del valore limite.
Tabella 2: Concentrazioni medie annue di PM10 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Media annuale PM10 [μg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Arese | 43* | 40* | 39 | 40 µg/m3 |
Xxxxxx X. Xxxxxx | 00 | 35 | 40 | |
Milano Verziere | 40 | 34 | 39 | |
Milano Pascal | 42 | 38 | 40 | |
Xxxxxxx X. Xxxxxxxxx | 00 | 30 | 35 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
La situazione appare ancora più critica analizzando il numero di superamenti del valore limite giornaliero di 50 µg/m3 imposto dalla normativa, che sono al di sopra dei 35 consentiti per l’intero triennio per tutte le centraline considerate.
Tabella 3: Superamenti del limite giornaliero di PM10 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Superamenti limite giornaliero PM10 | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Arese | 102* | 73* | 92 | 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile |
Xxxxxx X. Xxxxxx | 000 | 61 | 97 | |
Milano Verziere | 91 | 58 | 82 |
Stazione | Superamenti limite giornaliero PM10 | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Milano Pascal | 100 | 73 | 92 | |
Xxxxxxx X. Xxxxxxxxx | 00 | 57 | 67 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
Le concentrazioni di PM2,5 non rispettano il limite normativo di 25 µg/m3 in corrispondenza delle centraline del comune di Milano, ad eccezione dell’anno 2016 per la stazione di Milano V. Senato.
Tabella 4: Concentrazioni medie annue di PM2,5 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Media annuale PM2,5 [µg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Xxxxxx X. Xxxxxx | 00 | 21 | 27 | 25 µg/m3 |
Milano Pascal | 32 | 28 | 29 | |
Xxxxxxx X. Xxxxxxxxx | 00 | 22 | 23 |
Ossidi di azoto (NO2 e NOx)
Gli ossidi di azoto sono monitorati da tutte le centraline considerate nel presente studio. Le concentrazioni medie annue di NO2 riportate in Tabella 5 risultano sempre al di sopra del limite normativo pari a 40 µg/m3, almeno per un anno, ad eccezione delle stazioni di Garbagnate, Milano
P. Abbiategrasso e Saronno. Per quanto riguarda il limite orario di 200 µg/m3 imposto dalla normativa, si verifica invece un superamento del limite in corrispondenza di Milano V. Liguria nell’anno 2015 (Tabella 6).
Nessuna delle centraline analizzate è idonea alla valutazione della protezione della vegetazione secondo le prescrizioni dell’allegato III, paragrafo 3, punto 2, del D.Lgs. 155/2010, pertanto il limite normativo pari a 30 µg/m3 per la concentrazione media annua di NOX non risulta applicabile a nessuna centralina delle province di Milano di Varese (Fonte: Rapporto sulla qualità dell’aria della Città Metropolitana di Milano/Provincia di Varese - anno 2016; ultimo rapporto ad oggi disponibile).
Tabella 5: Concentrazioni medie annue di NO2 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Media annuale NO2 [µg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | |||
2015 | 2016 | 2017 | NO2 | NOx | |
Pero | 53 | 44* | 38 | 40 µg/m3 | 30** µg/m3 |
Arese | 47 | 45 | 45 | ||
Rho X. Xxxxxxx | 00* | 00 | 00 | ||
Xxxxxx Zavattari | 67 | 52 | 50 | ||
Garbagnate | 32* | 38 | 39 | ||
Cormano | 47* | 45 | 48 | ||
Settimo Milanese | 53* | 40* | 39* | ||
Xxxxxx X. Xxxxxx | 00 | 67 | 64 | ||
Milano X. Xxxxxx | 00 | 00 | 00 | ||
Xxxxxx Verziere | 48 | 48 | 48 | ||
Corsico | 53* | 46 | 48 | ||
Xxxxxx X. Xxxxxxx | 00 | 58* | 56 | ||
Cinisello Balsamo | 51* | 56 | 61 |
Stazione | Media annuale NO2 [µg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | |||
2015 | 2016 | 2017 | NO2 | NOx | |
Xxxxx X. Xxxxxxxx | 00 | 00 | 00* | ||
Xxxxxx Pascal | 45 | 43* | 45 | ||
Milano X. Xxxxxx | 00* | 00 | 00* | ||
Xxxxxx P. Abbiategrasso | 37 | 32 | 35 | ||
Xxxxxxx X. Xxxxxxxxx | 00 | 36 | 39 | ||
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 (**) Il limite non è applicabile in quanto nessuna stazione è idonea alla valutazione della protezione della vegetazione secondo le prescrizioni dell’allegato III, paragrafo 3, punto 2, del D.Lgs. 155/2010 |
Tabella 6: Superamenti del limite orario di NO2 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Superamenti limite orario NO2 | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Pero | 1 | 0* | 0 | 200 µg/m3 da non superare più di 18 volte per anno civile |
Arese | 0 | 0 | 0 | |
Xxx X. Xxxxxxx | 0* | 0 | 0 | |
Xxxxxx Zavattari | 0 | 0 | 0 | |
Garbagnate | 0* | 0 | 0 | |
Cormano | 0* | 2 | 7 | |
Settimo Milanese | 0* | 0* | 0* | |
Milano X. Xxxxxx | 0 | 0 | 00 | |
Xxxxxx X. Xxxxxx | 0 | 0 | 0 | |
Xxxxxx Verziere | 0 | 0 | 0 | |
Corsico | 1* | 1 | 9 | |
Milano X. Xxxxxxx | 00 | 0* | 00 | |
Xxxxxxxxx Xxxxxxx | 0* | 3 | 2 | |
Xxxxx X. Xxxxxxxx | 0 | 0 | 0* | |
Xxxxxx Pascal | 0 | 0* | 0 | |
Milano X. Xxxxxx | 0* | 0 | 0* | |
Xxxxxx X. Xxxxxxxxxxxxx | 0 | 0 | 1 | |
Xxxxxxx X. Xxxxxxxxx | 0 | 0 | 0 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
Monossido di carbonio (CO)
La normativa impone per il monossido di carbonio il limite di 10 mg/m3 sul massimo giornaliero della media mobile calcolata su 8 ore, che risulta rispettato in tutte le centraline per l’intero triennio considerato, come emerge da Tabella 7.
Tabella 7: Massima media giornaliera calcolata su 8 ore di CO per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Max media mobile CO [mg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Pero | 3,1 | 2,8* | 3,1 | 10 mg/m3 |
Xxx X. Xxxxxxx | 0,0 | 3,3 | 3,0 | |
Milano Zavattari | 3,3 | 3,8 | 3,5 |
Stazione | Max media mobile CO [mg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Xxxxxx X. Xxxxxx | 0,0 | 3,8 | 3,8 | |
Xxxxxx X. Xxxxxx | 0,0 | 3,2 | 2,8 | |
Corsico | 2,5 | 2,6* | 2,7 | |
Xxxxxx X. Xxxxxxx | 0,0 | 2,7 | 3,3 | |
Xxxxx X. Xxxxxxxx | 0,0* | 3,5 | 3,1 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
Biossido di zolfo (SO2)
Il biossido di zolfo è monitorato solo nelle stazioni di Cormano e di Milano Pascal. Le concentrazioni medie annue di SO2, riportate in Tabella 8, rispettano ampiamente il limite normativo di 20 µg/m3. Per quanto riguarda sia il limite giornaliero 125 µg/m3, da non superare più di 3 volte per anno civile (Tabella 9), che il limite orario di 350 µg/m3, da non superare più di 24 volte per anno civile (Tabella 10), non si verificano superamenti.
Tabella 8: Concentrazioni medie annue di SO2 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Media annuale SO2 [μg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Cormano | 7,3* | 5,4* | 3,0* | 20 µg/m3 |
Milano Pascal | 4,0 | 5,0* | 3,4 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
Tabella 9: Superamenti del limite giornaliero di SO2 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Superamenti limite giornaliero SO2 | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Cormano | 0* | 0* | 0* | 125 µg/m3 da non superare più di 3 volte per anno civile |
Milano Pascal | 0 | 0* | 0 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
Tabella 10: Superamenti del limite orario di SO2 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Superamenti limite orario SO2 | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Cormano | 0* | 0* | 0* | 350 µg/m3 da non superare più di 24 volte per anno civile |
Milano Pascal | 0 | 0* | 0 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
Benzene (C6H6)
Le concentrazioni medie annue di benzene riportate in Tabella 11 rispettano il limite normativo pari a 5 µg/m3 per l’intero triennio per tutte le centraline considerate.
Tabella 11: Concentrazioni medie annue di C6H6 per il periodo 2015 - 2017
Stazione | Media annuale C6H6 [µg/m3] | Valore limite (D.Lgs. 155/2010) | ||
2015 | 2016 | 2017 | ||
Milano Zavattari | 2,0* | 1,4* | 1,2* | 5 µg/m3 |
Xxxxxx X. Xxxxxx | 0,0 | 1,9 | 2,7* | |
Milano X. Xxxxxx | 0,0 | 0,0* | 0,0* | |
Xxxxxx Pascal | 1,9 | 1,6 | 1,7 | |
(*) Il sensore non ha raggiunto l’efficienza minima del 90% prevista dal D.Lgs. 155/2010 |
Monitoraggio presso l’area Expo
Il monitoraggio dell’atmosfera nell’area del Sito, è stato svolto durante le attività dei cantieri di Expo 2015 (fase costruzione e prima parte della fase dismantling) è stato finalizzato a controllare l’impatto delle attività di realizzazione del Sito espositivo presso i recettori cosiddetti sensibili presenti in aree limitrofe, con particolare riferimento alle polveri sollevate e alle emissioni dei mezzi pesanti (IPA e PM10).
7. Rumore e clima acustico
L’area del Sito è interessata da una classificazione acustica che la porta ad essere inserita in aree di tipo misto (classe III), di intensa attività umana (classe IV), prevalentemente ed esclusivamente industriali (rispettivamente classe V e VI). In particolare, la maggior parte dell’area di interesse viene inserita in aree di classe IV (aree di intensa attività umana) e, in minor misura e nella sola parte centrale dell’area, in classe III (aree miste), rispettando, tutto sommato, la naturale vocazione del territorio ed una classificazione consona al clima acustico prevedibile per un’area completamente delimitata, a confine, da infrastrutture stradali e ferroviarie. Alcune piccole porzioni della parte Nord- Occidentale, verso il confine comunale tra Rho e Milano ed ulteriormente in territorio di Rho, sono inoltre inserite in classe V e VI, in quanto confinanti con aree industriali (prevalentemente e/o esclusivamente).
Lungo tutti i confini del Sito si localizzano infrastrutture di trasporto, per le quali, a norma del D.P.R. n. 142 del 30 marzo 2004, per il rumore di origine stradale/autostradale, e del D.P.R. n. 459 del 18 novembre 1998, per il rumore di origine ferroviaria, è previsto l’inserimento in zonizzazione di fasce di pertinenza acustica, all’interno delle quali i limiti assoluti di immissione, per il solo rumore derivante dall’esercizio delle infrastrutture di trasporto, vengono derogati a quanto fissato nei rispettivi decreti, ora citati.
Monitoraggio del clima acustico nell’area del Sito
Nell’Agosto 2018 è stata quindi sviluppata una campagna di rilievi sperimentali intensiva per la caratterizzazione acustica dell’intera area interessata dal progetto MIND (ante operam), comprendente, in particolare, l’esecuzione di rilievi in più punti dell’area e per tempi adeguati ad una completa caratterizzazione delle sorgenti che possono influenzarne il clima acustico. In particolare, sono stati eseguiti:
o n. 3 rilievi acustici sperimentali di lungo termine (durata 1 settimana);
o n. 4 rilievi acustici sperimentali di lungo termine (durata 1 giorno);
o n. 15 rilievi acustici sperimentali di breve termine (durata 30 minuti).
La seguente Figura illustra il posizionamento di dettaglio dei diversi punti di monitoraggio utilizzati nel corso dell’indagine sperimentale.
Fig. 2 Posizionamento dei punti di monitoraggio acustico (Rosso: rilievo settimanale; Verde: rilievo 1 giorno; Giallo: rilievo
30 minuti)
Allo stato attuale, i rilievi effettuati mostrano una sostanziale conformità dell’area di progetto ai vigenti strumenti di programmazione urbanistica comunale. Tenuto anche conto della presenza di fasce di pertinenza acustica delle infrastrutture stradali (autostrade A4 – Torino/Milano ed A8 – dei Laghi) e ferroviarie (corridoio di ingresso in Milano dalle direttrici Ovest e Nord-Ovest), si rileva quindi un rispetto dei vincoli di legge in riferimento alla componente acustica.
8. Campi elettromagnetici e radiazioni ionizzanti
Attualmente il Sito è alimentato con fornitura di energia elettrica in Media Tensione (MT) a 23 kV. La rete di distribuzione MT progettata per Expo 2015, era composta dai cavi e dalle apparecchiature elettromeccaniche presenti all’interno di n. 10 cabine principali (feeder MT da Cabina Primaria di Musocco, Milano) da circa 7,5 MW/cadauno per un totale di circa 75 MW (ente erogatore A2A/UNARETI S.p.A.), con 10 POD (punti di prelievo) nei locali dedicati nei 7 manufatti posti sul perimetro del Sito (Cabine MT). Nelle cabine principali sono presenti sia le apparecchiature di distribuzione/trasformazione MT/bt che le apparecchiature di distribuzione bt per i servizi luce/FM del Loop.
Arexpo S.p.A. ha individuato degli interventi minimi, di adeguamento funzionali alle mutate condizioni al contorno introdotte dal Fast Post Expo, realizzando degli adeguamenti degli apparati nelle cabine e la realizzazione di ulteriori 4 punti di consegna (POD) aggiuntivi oltre ai 10 già esistenti.
Fig. 3 Ubicazione delle cabine di trasformazione della Media Tensione e degli elettrodotti
Prima dell’apertura del Sito per l’Esposizione Universale è stata monitorata la componente radiazioni relativamente ai campi elettromagnetici generati dalla rete elettrica (basse frequenze) e dai sistemi di telecomunicazione (alte frequenze). In particolare sono state effettuate delle misurazioni in corrispondenza di 3 cabine elettriche di trasformazione MT/BT (non interrate) e in 5 punti del Decumano.
Nei punti di misurazione i livelli di campo elettrico e magnetico in alta frequenza risultano inferiori sia al limite di esposizione, sia ai valori di attenzione/obiettivi di qualità previsti dal DPCM 08/07/2003. I livelli di campo magnetico generati dalla bassa frequenza risultano inferiori al limite di esposizione previsto dal DPCM 08/07/2003 per la frequenza di 50Hz.
Il campo elettrico in bassa frequenza, in relazione alle posizioni di misurazione ed alle sorgenti monitorate, viene invece considerato trascurabile e comunque ampiamente inferiore al limite di esposizione previsto dal DPCM 08/07/2003 (5000 V/m) in quanto il campo elettrico emesso dai conduttori in media e bassa tensione presenti nelle sorgenti monitorate (cavidotto interrato e cabine elettriche) risulta schermato dell’effetto di interposizione del suolo, delle pareti e dai materiali con cui sono coperti i conduttori stessi (materiali isolanti e guaine conduttrici).
Per quanto riguarda invece la radioattività naturale derivata dalla presenza di Radon indoor, è stata effettuata, a cura di ARPA, una campagna regionale di misura del Radon indoor finalizzata a identificare le aree con maggiore probabilità di presenza di elevate concentrazioni nel territorio lombardo. I risultati di tale campagna mostrano come l’area di Milano (e più in generale le aree di pianura) presenta concentrazioni basse (inferiori a 50 Bq/mc) di Radon indoor.
In generale i risultati delle campagne di misura hanno mostrato come nell’area di pianura, dove il substrato alluvionale, poco permeabile al gas, presenta uno spessore maggiore, la presenza di Radon sia poco rilevante.
La mappatura del rischio Radon elaborata a partire da tutte le misurazioni effettuate da ARPA mostra, per il territorio di Milano e Rho, una probabilità che una generica abitazione a piano terra abbia una concentrazione di Radon superiore a un livello ritenuto significativo (200 Bq/m3) inferiore o uguale all’1% e quindi trascurabile.
9. Acque
Ambiente idrico superficiale
L’area del Sito si inserisce nel sistema idrografico del bacino Lambro-Olona; esso, a sua volta compreso nel distretto idrografico del fiume Po.
Secondo quanto indicato dal Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po – AdBPo, le principali caratteristiche del sottobacino idrografico Lambro-Olona possono essere così riassunte:
o I corsi d’acqua posti a nord di Milano presentano tutti indistintamente una conformazione consolidata con capacità di deflusso che, paradossalmente, si riducono da monte verso valle. Tutti i corsi d‟acqua dell’ambito, convergendo sulla zona urbana di Milano e dell’hinterland, trovano alvei che per diversi chilometri (10-15 km) hanno capacità di smaltimento inadeguata alle esigenze.
o L’urbanizzazione del territorio di fatto ha confinato i tratti terminali dei corsi d’acqua in ambiti
o in sezioni chiuse il cui ampliamento non risulta proponibile e già era escluso nei lavori del Comitato Coordinatore delle Acque della Provincia di Milano del 1937.
o I contributi dei sistemi di scarico delle acque meteoriche provenienti dai centri urbani sono da soli in grado di saturare il sistema “naturale”, in alcuni casi anche in occasione di eventi che non superano i 2 anni di tempo di ritorno.
L’elevata pressione antropica esercitata sulle aste fluviali del bacino Lambro-Olona comporta un importante impatto sulla qualità delle acque che, ad esclusione del Canale Villoresi, si caratterizzano per condizioni ecologiche “cattive o scarse”.
Ambiente idrico superficiale nell’Area del Sito
Il reticolo idrico del sito è caratterizzato dalla presenza del Cavo Xxxxxxx, del Torrente Guisa e del Canale Perimetrale.
Il Cavo Xxxxxxx e il Torrente Guisa presentano, dal punto di vista ambientale, scarsa qualità delle acque e frequenti periodi di secca. Il Canale Perimetrale è stato realizzato ex novo e possiede acque di qualità migliore in quanto derivate dal Canale irriguo Villoresi.
I lavori di realizzazione del Sito Expo hanno interessato il Cavo Xxxxxxx e soprattutto il Torrente Guisa. Su entrambi i corsi d’acqua sono stati realizzati interventi di spostamento del percorso naturale (che in origine attraversava l’area) e realizzazione dei nuovi alvei lungo il perimetro a nord - est del Sito.
Il tracciato del Torrente Guisa, modificato per Expo 2015, prevalentemente a cielo aperto, ha una lunghezza pari a circa 1 km. All’intervento è stata affiancata la realizzazione di una vasca di laminazione interna al sito (volume complessivo pari a circa 20.000 m3), allo scopo di ridurre la portata di piena attuale del Torrente a valori compatibili rispetto alla capacità idraulica del successivo tratto tombinato in Milano (pari a 8,5 m3/s secondo studi dell’Autorità di bacino del Fiume Po).
Il Canale Perimetrale si sviluppa lungo il perimetro del Sito come una vera e propria cornice d’acqua e di verde, con dimensioni e identità differenti: canali, bacini, darsene e lago. Il Canale deriva l’approvvigionamento dell’acqua (attualmente 1,6 mc/s) dal sistema irriguo alimentato dal Canale Villoresi, che a sua volta deriva le acque del fiume Ticino (55 mc/s).
Sfruttando la morfologia altimetrica del Sito, il Canale è costituito da una sequenza di bacini poco profondi regolati da briglie; le briglie sono costituite da sbarramenti in c.a. con aperture di opportuna larghezza regolate da paratoie manuali per regolarne il flusso anche in eventuali situazioni di emergenza che ne richiedano la compartimentazione. L’adacquamento avviene nella parte nord- ovest del Sito, immettendo l’acqua in due rami, Nord e Sud.
Data la sua geometria, la sezione dell’intero Canale è estremamente variabile, da una larghezza minima di 4,5 metri si arriva in alcuni punti particolari a larghezze tra 65 e 75 metri.
Le attività di monitoraggio sono state attuate al fine di controllare la qualità delle acque del sistema idrografico presente sull’area del sito espositivo e di valutare un eventuale contributo causato dai lavori o dalla manifestazione universale. Il Cavo Xxxxxxx è stato monitorato solamente in una fase iniziale; non essendo soggetto a scarichi provenienti dal sito espositivo, dopo la fase di cantiere, in accordo con gli Enti, non è stato più monitorato.
I controlli sul Torrente Guisa e sul Canale Perimetrale sono stati attuati secondo il criterio monte e valle idrologico.
I risultati ottenuti dal monitoraggio delle acque dei corpi idrici sopra menzionati ha restituito un quadro della qualità delle acque invariato, con risultati analitici “monte-valle” sostanzialmente confrontabili.
Ambiente idrico sotterraneo
Il sottosuolo della media pianura lombarda in vicinanza del capoluogo è costituito da sedimenti di origine continentale di età olocenico-pleistocenica, sovrapposti a sedimenti marini di età compresa tra il Pleistocene inferiore e il Pliocene.
Le caratteristiche principali del sottosuolo evidenziano il progressivo affinamento dei caratteri litologici all'aumentare della profondità e una marcata e generale riduzione della granulometria procedendo verso Sud. Ciononostante, il sottosuolo dell’area è contraddistinto da una discreta omogeneità strutturale in quanto le principali caratteristiche litologiche e idrogeologiche si rinvengono con buona continuità areale.
Il PTUA 2016 della Regione Lombardia classifica l’ambiente idrico sotterraneo in 4 complessi idrogeologici sotterranei; secondo tale classificazione il Sito ricade nel complesso dei Depositi Quaternari, come mostrato dalla figura seguente.
Fig. 4 Complessi idrogeologici sotterranei identificati nel Piano di Gestione 2015/PTUA 2016
Il complesso dei Depositi Quaternari risulta costituito da 5 idrostrutture, ciascuna delle quali è costituita da Corpi Idrici (CI), come di seguito descritto:
o Idrostruttura Sotterranea Superficiale (ISS): è la sede dell’acquifero libero e costituisce il subcomplesso maggiormente vulnerabile essendo posto in diretta comunicazione con la superficie topografica e con i corsi d'acqua superficiali;l’andamento della superficie base va dai 300 m e i -25 m s.l.m. L’ISS comprende 13 CI;
o Idrostruttura Sotterranea Intermedia (ISI): è la sede di acquiferi multistrato, generalmente confinati. Rappresenta un serbatoio idrico per la media e bassa pianura e in generale è meno vulnerabile alle contaminazioni idroveicolate. L’andamento della superficie base va dai 200 m e i -600 m s.l.m. L’ISI comprende 6 CI;
o Idrostruttura Sotterranea Profonda (ISP): è la sede di un sistema di acquiferi multistrato caratterizzati da permeabilità media; E’ di significativo interesse idrogeologico da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo. Il top dell’unità si trova a profondità maggiori di 200 m. L’ISP comprende un solo CI;
o Idrostruttura Sotterranea di Fondovalle (ISF): è la sede di acquiferi nastriformi, con piccole propaggini nelle valli laterali. L’ISF comprende 10 CI;
o Depositi Quaternari dei Bordi Pedemontani Alpino e Appenninico: comprende depositi di origine prevalentemente glaciale, fluvioglaciale, alluvionale, eolico, colluviale e di versante, estremamente eterogenei, spesso profondamente alterati.
In particolare il Sito in oggetto è ubicato su un’area caratterizzata dalla presenza di (si vedano le Figure seguenti):
o nell’ISS dal CI di Alta Pianura Bacino Ticino (GWBISSAPTA);
o nell’ISI dal CI di Media Pianura Bacino Ticino-Mella (GWBISIMPTM);
o nell’ISP dal CI di Alta e Media pianura lombarda (GWBISPAMPLO).
Fig. 5 CI dell’ISS
Fig. 6 CI dell’ISI
Fig. 7 CI dell’ISP
Pozzi a uso idropotabile
Nei dintorni del Sito sono presenti numerosi pozzi di emungimento idrico. Una parte di essi è utilizzata a scopo “Potabile”, nello specifico quelli più prossimi all’area MIND sono i seguenti:
o n. 2 pozzi nel Comune di Baranzate, ubicati all’incirca a 900 m a NordEst dal confine del Sito;
o n. 19 pozzi nel Comune di Milano, ubicati ad una distanza compresa tra 610 m e 1,7 km dal confine Est del Sito;
o n. 1 pozzo nel Comune di Pero, ubicato all’incirca a 935 m a SudOvest del Sito;
o n. 1 pozzo nel Comune di Arese, ubicato all’incirca a 1,3 km a NordOvest del Sito.
Ai sensi della D.G.R. n. 6/15137 del 27/06/1996, la zona di rispetto di tali pozzi, secondo il criterio geometrico, è la superficie di raggio di 200 m intorno alla captazione. L’area MIND è pertanto al di fuori della zona di rispetto di tutti i succitati pozzi.
Ambiente idrico sotterraneo nell’area del Sito
Le attività di monitoraggio della qualità delle acque sotterranee sono state eseguite, sia durante Expo che nella Fase Post Expo, sui seguenti punti di controllo:
o 14 piezometri;
o 8 pozzi;
o 2 vasche di accumulo.
Fig. 8 Ubicazione dei punti di monitoraggio delle acque sotterranee
Dai monitoraggi delle acque sotterranee eseguiti sin dal 2011 è emersa una situazione di fenomeni di contaminazione di backgrund della falda idrica a conoscenza degli Enti già da parecchi anni (fonte “Studio Plume” di Regione Lombardia e Arpa Lombardia). Si tratta del cosiddetto “plume di contaminazione” dell’area nord-ovest della Provincia di Milano che parte dall’area industriale di Baranzate, attraversa la parte nord-est del sito espositivo di Expo e arriva ad interessare parte del territorio di Milano.
Si tratta di una contaminazione storica che si origina a monte del Sito, e più precisamente in corrispondenza delle aree industriali e della fognatura dell’area industriale di Baranzate. Tale
situazione di inquinamento è attualmente oggetto di un procedimento, a cura della Città Metropolitana di Milano che ha individuato il soggetto responsabile dell’inquinamento.
Le cause di contaminazione principali sono la presenza di concentrazioni elevate di solventi clorurati (Tetracloroetilene, Tricloroetilene e Cloroformio) e, in un punto, anche di Cromo.
Anche la presenza del Cromo è nota da tempo ma nel monitoraggio svolto è stato rilevato per la prima volta nell’aprile 2013 in corrispondenza di un piezometro. Il Cromo è presente prevalentemente nella forma esavalente, più nociva, a differenza dei solventi clorurati, non è volatile. L’origine di tale inquinante è esterna al Sito e la concentrazione rilevata nel corso delle campagne di monitoraggio è risultata altalenante ma con picchi spesso significativamente superiori al limite di legge.
Benché l’inquinamento della falda non sia riconducibile in alcun modo ad attività connesse al Sito, data la presenza del plume di contaminazione, a maggior sicurezza dei lavori e fruitori dell’area Espositiva, da maggio 2015 è stata realizzato un intervento di Xxxxx in Sicurezza d’Emergenza (MISE) della falda idrica sotterranea.
Al fine di prevenire e limitare fenomeni di contaminazione della falda acquifera sottostante il Sito è stato attivato un pozzo di emungimento posto idrogeologicamente a monte del Sito stesso di profondità pari a 39 metri dal piano campagna e in grado di estrarre un flusso di acqua sotterranea pari 7 l/s. Le acque emunte dal pozzo vengono convogliate ad un impianto di trattamento in grado di abbattere il tenore dei solventi del 90 % prima dello scarico in fogna.
Acque potabili
Per quanto riguarda la rete di acquedotto sono presenti in Sito due reti di distribuzione dell’acqua potabile, una a servizio dell’area Piastra e una per il Loop.
La rete di distribuzione è realizzata con tubazioni interrate ed è alimentata tramite i gruppi di pompaggio presenti all’interno di una stazione di sollevamento, situata nella centrale ubicata sul Loop Sud a lato della Passerella Expo Merlata (PEM).
La centrale idrica è direttamente connessa con l’acquedotto comunale di Milano. L’acqua potabile viene distribuita alle varie utenze tramite degli appositi pozzetti/camerette di consegna in calcestruzzo, all’interno dei quali sono ubicate tutte le valvole di intercettazione, i contatori di misura dei consumi, le valvole di intercettazione automatiche ed i dispositivi antinquinamento (disconnettori). La rete acqua potabile è inoltre dotata di una serie di pozzetti di area che consentono il sezionamento di porzioni estese della rete.
Acque reflue
La realizzazione del progetto Expo 2015 ha comportato lo spostamento, garantendone la continuità idraulica e la funzionalità, del preesistente collettore fognario della Società CAP Holding S.p.A., nonché la realizzazione di due distinti impianti fognari a servizio dell’area di Piastra e dell’area del Loop. La Piastra è servita da due reti fognarie: acque nere e acque meteoriche.
La rete acque nere raccoglie gli scarichi da tutta l’area di Sito e la convoglia verso la rete fognaria della Città Metropolitana di Milano in un unico punto di consegna.
La rete acque meteoriche, raccoglie le acque piovane provenienti dalle coperture, dalle strade e dalle piazze e le convoglia al Canale perimetrale. Le acque di strade e piazze, prima di essere scaricate in Canale passano attraverso un separatore di prima pioggia. La prima pioggia viene trattata dai desoleatori e dalle vasche di fitodepurazione prima di essere immessa nel Canale.
La rete fognaria interna al Sito, suddivisa in due sottoreti distinte est ed ovest, raccoglie tutti gli scarichi provenienti dagli edifici interni al perimetro del Canale Perimetrale e li recapita, attraverso due punti di scarico, nella rete esterna realizzata sotto la viabilità (Loop) che circonda la piastra espositiva.
Tutti gli scarichi hanno come recapito finale il collettore che porta i reflui all’impianto di depurazione di San Xxxxx sito nel Comune di Milano, che raccoglie le acque di depurazione del bacino scolante Occidentale.
Tutta la rete fognaria che interessa l’area di MIND è gestita da Metropolitana Milanese servizio idrico integrato e appartiene all’Ambito Territoriale Ottimale Città di Milano.
10. Suolo e sottosuolo
L’area in esame è ubicata al passaggio tra i comuni di Rho e di Pero, posti immediatamente a Nord- Ovest dell’hinterland milanese. Da un punto di vista morfologico quest’area, inserita in un contesto fortemente urbanizzato, presenta i caratteri di una pianura che si insinua a Nord tra i lembi morfologici dei depositi più antichi, mantenendosi ad una quota sensibilmente inferiore rispetto a questi ed interrompendosi soltanto in corrispondenza degli alvei dei corsi d’acqua attuali (Ticino, Olona, Lambro e Adda). La pianura risulta uniformemente caratterizzata da un assetto tabulare con profilo topografico pianeggiante o sub-pianeggiante costituito per gran parte dalla pianura alluvionale (Livello Fondamentale della Pianura).
L’area si sviluppa nell’Alta Pianura Lombarda, un settore della Pianura Padana modellato nelle forme attuali, nell’ultimo milione d’anni, da depositi fluvioglaciali e alluvionali; i primi connessi alle grandi espansioni glaciali pleistoceniche, gli altri all’attività postglaciale, olocenica degli affluenti del Po. Tali depositi sono soprattutto rappresentati da ghiaie, sabbie e argille costituenti una coltre, di spessore fino a diverse centinaia di metri.
La distribuzione schematica dei depositi continentali quaternari attraverso l’intera Pianura Padana è suggerita nella Figura sottostante (Ori, 1993); con depositi da ghiaiosi a sabbiosi di delta conoide a ridosso dei rilievi alpini ed appenninici e materiali più fini verso l’asse padano, dovuti più propriamente all’attività del Po.
Fig. 9 Distribuzione schematica dei depositi continentali nella Pianura Padana (da Ori, 1993 modificata). 1) Deposito di conoide; 2) Sabbie dei corsi d’acqua affluenti del Fiume Po; 3) Tetto dei sedimenti marini; 4) Sedimenti sabbiosi del
Fiume Po; 5) Sedimenti argillosi-limosi
In un esteso intorno dell’area del Sito sono cartografate le seguenti unità:
a2) Depositi alluvionali degli alvei attuali e recenti [Olocene]: sono depositi alluvionali, costituiti da ghiaie poligeniche eterometriche più o meno sabbioso – limose, in genere poco addensate. Rappresentano le alluvioni degli alvei attuali e/o recenti dei corsi d’acqua principali.
a1) Depositi alluvionali terrazzati [Olocene]: sono depositi alluvionali, in genere terrazzati, costituiti da ghiaie poligeniche eterometriche più o meno sabbioso – limose, da poco addensate a mediamente addensate.
q3’) Livello Fondamentale della Pianura [Pleistocene medio – superiore]: sono rappresentati da depositi costituiti da alternanze di ghiaie eterometriche più o meno sabbiose, con la frazione fine sabbioso – limosa che diventa talora predominante.
Localmente sono presenti depositi lacustri, limoso argillosi. Tali depositi rappresentano il “Livello Fondamentale della Pianura”, inciso e in parte ricolmato dai Depositi degli alvei terrazzati prima (a1) e dai Depositi alluvionali degli alvei attuali e recenti poi (a2).
L’intero perimetro dell’area si imposta in un settore caratterizzato dalla continua e costante presenta di depositi ascrivibili al Livello Fondamentale della Pianura (q3’).
Il profilo geologico proposto in stralcio nella figura sottostante, mette chiaramente in luce quelli che sono i rapporti stratigrafici esistenti tra i depositi alluvionali Quaternari (“Depositi della Pianura”) che, con spessori via via crescenti colmano il settore di pianura, e le unità di “substrato” che, diversamente dislocate dall’azione tettonica passata, formano il livello di base.
Fig. 10 Carta Geologica d’Italia, Scala 1:100.000, Foglio n. 45 Milano (stralcio del profilo geologico II-II)
Si riconosce il potente spessore dei Depositi Quaternari (Q) e Pliocenici (P) che colma l’area di pianura.
La banca dati di Regione Lombardia DUSAF 5.0 (2015) indica per l’area di Expo tre classi di uso del suolo:
o reti stradali e spazi accessori, corrispondenti alla rete viaria perimetrale del sito, cosidetto “Loop”;
o parchi perimetrali e giardini, in corrispondenza di aree a verde posizionate tra Canale perimetrale e Loop;
o Insediamenti industriali, artigianali, commerciali, corrispondente a tutta l’area della Piastra. Per quanto riguarda la fattibilità geologica, il PGT del Comune di Milano indica per l’area in oggetto una classe di fattibilità geologica 2 “F2 - Fattibilità con modeste limitazioni”. La classe di fattibilità 2 rappresenta aree nelle quali, in generale, sono ammissibili tutte le categorie di opere edificatorie, fatto salvo l’obbligo di verifica della compatibilità geologica e geotecnica ai sensi del D.M. 14/01/08, per tutti i livelli di progettazione previsti per legge.
Si tratta in generale di aree che devono essere cautelate a causa della limitata soggiacenza della falda, della possibilità di escursione della stessa e della possibilità di trovare materiale con scadenti caratteristiche geotecniche.
La porzione del sito nord-occidentale afferente al Comune di Rho presenta la stessa classe di fattibilità geologica 2 “Fattibilità con modeste limitazioni” della porzione in Comune di Milano.
In questa classe ricadono le aree nelle quali il Comune di Rho ha riscontrato modeste condizioni limitative all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso dei terreni, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi.
In questa porzione del sito è inoltre presente una piccola area triangolare, esterna alla recinzione del sito espositivo, in cui attualmente insiste il parcheggio VIP ed un tratto di viabilità esterna, che rientra nella classe di fattibilità 3 “Fattibilità con consistenti limitazioni”.
Le condizioni di limitazione di quest’ultima classe possono essere per lo più rimosse con interventi idonei alla eliminazione o minimizzazione del rischio, realizzabili nell’ambito del singolo lotto edificatorio o di un suo intorno significativo.
Per le classi del Comune di Rho vengono individuate anche delle sottoclassi D.2/B.5.2 che si riferiscono a problematiche relative a condizioni di vulnerabilità del primo acquifero alta ed aree prevalentemente limoso-argillose con limitata capacità portante.
Fig. 11 Carta della fattibilità geologica dei comuni di Milano e Rho
Bonifiche dei suoli
Nel maggio 2010 è stato redatto dal Comune di Milano, per Expo 2015, il Piano di Indagine Ambientale Preliminare relativo alla quasi totalità del Sito. Piano eseguito in contraddittorio con ARPA nei mesi di settembre e novembre 2010.
Essendo emerso, dai primi risultati delle analisi, alcuni superamenti dei limiti tabellari stabiliti dalle “Norme in materia ambientale”, e considerato che nel frattempo il perimetro del Sito aveva subito limitate variazioni, Expo 2015, ha dato avvio alla procedura di bonifica ex art. 242 D.Lgs. 152/2006 mediante la presentazione del Piano di Caratterizzazione finalizzato a definire il quadro di potenziale contaminazione di tutto il Sito, esaminato dalla Conferenza dei Servizi (CDS) del 20/05/2011 e approvato da Regione Lombardia con d.d.u.o. 4188/2011.
In applicazione a quanto previsto dalla l.r. 30/2006, Il piano di caratterizzazione è stato approvato ed autorizzato dalla Regione Lombardia, in quanto le indagini interessavano il territorio di due comuni: Milano e Rho.
Il Piano, per la parte delle aree già indagate, ha rappresentato un approfondimento del precedente piano di indagine, mentre per le rimanenti aree ha integrato una dettagliata proposta di caratterizzazione.
Suddetto Piano è stato articolato sulla base di una suddivisione del sito in 18 sub-aree in riferimento alle diverse caratteritiche del territorio ed in particolare rispetto al loro uso pregresso. Ciò anche al fine di conciliare, su un Sito di così ampie dimensioni, le operazioni di bonifica e la realizzazione delle infrastrutture e delle opere previste dall’evento.
Regione Lombardia, con proprio Decreto e, con riferimento a quanto approvato nella CDS, sulla base dei risultati della caratterizzazione, ha approvato la riperimetrazione dell’area in 11 comparti soggetti a bonifica, individuando le sole porzioni dei comparti risultate potenzialmente contaminate e definite “areali di bonifica”.
Expo ha quindi interamente indagato l’area e realizzato gli interventi di bonifica che, considerato l’uso pubblico del Sito, si sono posti come obiettivo il raggiungimento di concentrazioni soglia di contaminazione per la destinazione d’uso verde/residenziale (limiti, previsti per i siti di colonna A, Tabella 1, dell’allegato 5 al Titolo V della Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006), fatta eccezione per la sede dei parcheggi e della fascia perimetrale del sito, sede della nuova viabilità.
A ciò si aggiunga che Expo 2015 ha rimosso gran parte dei materiale di riporto, presente in Sito al di sopra del terreno naturale, smaltendolo come rifiuto.
Fig. 12 Zone di Bonifica
Quali obiettivi di bonifica sono stati definiti gli obiettivi del verde/residenziale di colonna A Tabella 1, Tavola 5 al Titolo V della Parte IV del D.Lgs. 152/2006.
A ciò fanno eccezione:
o il gate Est, sede di parcheggi, viabilità e della vasca di laminazione;
o la fascia perimetrale al Sito comprensiva del gate Ovest, sede della viabilità e di parcheggi, con aiuole non fruibili di arredo (da mantenersi anche nel Post Expo).
In definitiva, dall’esito dei procedimenti ambientali di VIA e di bonifica, gli interventi effettuati sono stati:
o rimozione, ove presenti, dei materiali di riporto mediante idoneo piano di gestione dei rifiuti, previo test di cessione in banco o in cumulo degli stessi e loro conferimento ad impianto autorizzato in regime ordinario;
o successiva rimozione del focolaio di contaminazione, inteso come terreno naturale contaminato, con smaltimento in impianto autorizzato in regime ordinario, previa caratterizzazione su area tecnica.
Fig. 13 Obiettivi di Bonifica
Tutte le bonifiche sono state completate con esito favorevole in accordo al progetto approvato e certificate conformi da Città Metropolitana di Milano.
Al fine di illustrare l’attuale situazione qualitativa dei terreni, è necessario anche ricordare che il Commissario Unico Delegato per Expo 2015 ha emesso il cosiddetto “Provvedimento 5” in data 8 agosto 2013 – dopo un confronto con gli Enti competenti - finalizzato ad individuare i riporti con concentrazioni entro i limiti della colonna A e B (purché conformi al test di cessione) che potevano rimanere in Sito, al fine esclusivo di ottimizzare le fasi di cantiere, evitare rimozioni e riempimenti inutili, quindi ridurre i tempi di esecuzione dei lavori.
In applicazione del Provvedimento 5, nel gennaio 2014, è stato siglato un Protocollo Operativo tra Società Expo 2015 e il dipartimento di Milano di ARPA per stabilire le modalità di caratterizzazione dei materiali di riporto ancora presenti nella porzione occidentale del Sito espositivo. Il Provvedimento in questione non ha riguardato i riporti dell’area est del Sito che, al momento dell’attuazione, risultavano già rimossi e gestiti come rifiuto.
A seguito dell’attuazione del Provvedimento n. 5 del Commissario Unico e alla fine delle lavorazioni di costruzione del Sito per Expo 2015, sull’area il riporto rimasto in loco è quantificabile indicativamente in circa 32.000 mc, di questi solo circa 20.000 mc rientrano nei limiti di colonna B, Tab. 1, All. 5, Tit. V, Parte Quarta al D.Lgs. 152/2006 (i rimanenti sono in colonna A).
Al momento della restituzione delle aree da parte dei Partecipanti a Società Expo sono stati effettuati controlli visivi finalizzati a verificare l'effettiva rimozione delle fondazioni e la qualità merceologica del volume di terreno di riempimento. Inoltre sono state eseguite analisi chimiche del materiale di riempimento che è risultano rispettare i limiti di colonna A. Questi materiali di riempimento, in alcuni casi, sono stati verificati anche con appositi campionamenti eseguiti da ARPA.