RISTRUTTURAZIONE DEGLI IMPIANTI DI PUBBLICA
Comune di Torre di Mosto
Pro v i nc i a d i Ve nezia
RISTRUTTURAZIONE DEGLI IMPIANTI DI PUBBLICA
ILLUMINAZIONE
PROGETTO DEFINITIVO/ESECUTIVO
CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO E SCHEMA DI CONTRATTO-TIPO
ELABORATO
Q2
IL TECNICO
Xxx. Xxxxx Xxxxxxx
NOVEMBRE 2017
AGGIORNAMENTO FEBBRAIO 2018
Progetti, consulenze e pratiche di impianti elettrici.
Studio xxx. Xxxxx Xxxxxxx
Xxxxxx Xxxxxxxxx xx0 x Xxxxxxxxxxx (XX) Telefono e Fax 0000.000000 − 0000.000000
Cellulare 328.4579146 E−mail xxxxxxx@xxxxxxxxxxxxx.xx Web xxx.xxxxxxxxxxxxx.xx
I ND I C E
CAPO I CLAUSOLE TRA STAZIONE APPALTANTE ED IMPRESA, OBBLIGHI DELL’IMPRESA ...
Art. 1 Oggetto e condizioni dell’appalto 5
Art. 2 Forma e ammontare dell’appalto 6
Art. 3 Modalità di finanziamento dell’appalto 7
Art. 4 Norme e prescrizioni integranti il capitolato 8
Art. 5 Qualifiche dell'Appaltatore e dei subappaltatori 8
Art. 6 Documenti contrattuali 8
Art. 7 Interpretazione del progetto e del capitolato speciale di appalto 9
Art. 8 Domicilio dell’Appaltatore, obbligo di presentarsi e rappresentanti dello Appaltatore 9
Art. 9 Osservanza delle disposizioni di legge in materia di lavoro dipendente 9
Art. 10 Spese contrattuali 9
Art. 11 Cauzione provvisoria e definitiva, garanzie e coperture assicurative 9
Art. 12 Consegna dei lavori 10
Art. 13 Differenze riscontrate all'atto della consegna 10
Art. 14 Programma dei Lavori 11
Art. 15 Tempo utile e penale per ritardo 11
Art. 16 Sospensioni, riprese e proroghe dei lavori 12
Art. 17 Anticipazione dell'Amministrazione all'Appaltatore 12
Art. 18 Remunerazione del servizio e riscatto dei componenti in noleggio operativo 12
Art. 19 Aggiornamento della rata semestrale 13
Art. 20 Tempi e modalità di liquidazione dei corrispettivi 13
Art. 21 Ritardi nel pagamento delle rate 13
Art. 22 Contabilizzazione di forniture o servizi suppletivi 14
Art. 23 Revisione prezzi 14
Art. 24 Elenco prezzi 14
Art. 25 Costi della manodopera 14
Art. 26 Cessione del contratto e dei crediti 14
Art. 27 Disposizioni per l’aggiornamento del progetto e l’erogazione del servizio 14
Art. 28 Disciplina e buon ordine di cantiere 15
Art. 29 Oneri ed obblighi diversi a carico dell’Appaltatore - Responsabilità dello Appaltatore 15
Art. 30 Disponibilità dell’Appaltatore nei periodi di ferie e festivi 17
Art. 31 Difesa ambientale 18
Art. 32 Accettazione dei materiali 18
Art. 33 Difetti di costruzione 18
Art. 34 Varianti delle opere progettate 18
Art. 35 Contabilizzazione dei lavori 18
Art. 36 Diminuzione dei lavori 18
Art. 37 Lavori diversi non specificati, nuovi prezzi 19
Art. 38 Lavori urgenti, durata giornaliera dei lavori, lavoro straordinario e notturno 19
Art. 39 Prove e verifiche dei lavori, riserve dell'appaltatore 19
Art. 40 Oggetti rinvenuti 19
Art. 41 Responsabilità per danni alle persone e alle cose 19
Art. 42 Norme di sicurezza 20
Art. 43 Sospensione dei lavori per pericolo grave ed imminente o per mancanza dei requisiti minimi di sicurezza 20
Art. 44 Osservanza delle disposizioni di legge in materia di lavoro dipendente 20
Art. 45 Norme per la sicurezza - piano di sicurezza e coordinamento 20
Art. 46 Divieto di subappalto e di cessione di credito 21
Art. 47 Ultimazione dei lavori 21
Art. 48 Consegna delle opere prima del collaudo 21
Art. 49 Conto finale 22
Art. 50 Collaudo 22
Art. 51 Obbligo di eseguire manutenzione fino ad avvenuto collaudo 22
Art. 52 Misure coercitive ed azioni legali 22
Art. 53 Contestazioni 23
Art. 54 Scioglimento del contratto 23
Art. 55 Dichiarazione di remuneratività 23
Art. 56 Norme di chiusura 23
CAPO II NORME TECNICHE DI ESECUZIONE...............................................................
Art. 57 Qualità dei materiali: provenienza, prescrizioni generali 24
Art. 58 Qualità e impiego dei materiali: accettazione – certificazioni di conformità 24
Art. 59 Demolizione di pavimentazione o massicciata stradale in conglomerato bituminoso 27
Art. 60 Recinzioni – murature - fabbricati 28
Art. 61 Definizioni e classificazioni 28
Art. 62 Diserbamento e scoticamento 29
Art. 63 Scavi 29
Art. 64 Bonifiche e Rinterri 30
Art. 65 Rilevati 31
Art. 66 Specifica del controllo 32
Art. 67 Tubazioni 32
Art. 68 Tubi in calcestruzzo di cemento semplice 33
Art. 69 Tubi in calcestruzzo di cemento armato 33
Art. 70 Tubi in grès ceramico 33
Art. 71 Tubi in fibro-cemento 34
Art. 72 Tubi in cloruro di polivinile non plastificato 34
Art. 73 Xxxxxxxx e griglie 34
Art. 74 Posa in opera delle tubazioni 35
Art. 75 Camerette 36
Art. 76 Rivestimento anticorrosivo 36
Art. 77 Pozzetti di scarico delle acque stradali 36
Art. 78 Allacciamento ai condotti di fognatura degli scarichi privati e dei pozzetti stradali 37
Art. 79 Interferenze con impianti esistenti 37
Art. 80 Generalità 37
Art. 81 Strato di fondazione 38
Art. 82 Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato 38
Art. 83 Fondazione eseguita con materiale proveniente da cava, da scavi o da depositi 38
Art. 84 Modalità esecutive 38
Art. 85 Fondazione in misto cementato confezionato in centrale 39
Art. 86 Caratteristiche dei materiali da impiegare 39
Art. 87 Modalità esecutive 41
Art. 88 Strato di base 42
TABELLA “BITUMI DI BASE” BITUME “A” BITUME “B” 43
Art. 89 Strati di collegamento (bynder) e di usura 45
Art. 90 Trattamenti superficiali 52
Art. 91 Scarificazione di pavimentazioni esistenti 54
Art. 92 ART. 85 - Fresatura di strati in conglomerato bituminoso con idonee attrezzature 54
Art. 93 Conglomerati bituminosi a caldo rigenerati in impianto fisso e mobile 55
Art. 94 Specifica di controllo 57
Art. 95 Malte cementizie 64
Art. 96 Opere in conglomerato cementizio semplice o armato 64
Art. 97 Cordoli 65
Art. 98 Generalità 65
Art. 99 Prescrizioni generali 66
Art. 100 Disposizioni generali sulle opere elettriche 69
Art. 101 Condizioni generali di posa in opera 70
Protezione delle Persone 70
Protezione delle Condutture 71
Selettività dei Dispositivi 71
Sezionamento e Comando 71
Art. 102 Specifiche tecniche 72
Elementi dei Quadri Elettrici Metallici 72
Apparecchiature per Quadri Elettrici 73
Specifiche sugli Elementi dei Quadri Elettrici e Prescrizioni varie 73
Art. 103 Verifiche, prove e misure 84
CAPO III NORME PER LA MISURAZIONE..........................................................................
Art. 104 Norme generali 86
Art. 105 Scavi e rilevati 86
Art. 106 Cordonate in conglomerato cementizio 87
Art. 107 Strutture in calcestruzzo 87
Art. 108 Acciaio per armatura di conglomerato cementizio 88
Art. 109 Massicciata stradale 88
Art. 110 Tubazioni e camerette 88
Art. 111 Telo “geotessile” 89
Art. 112 Strato di collegamento (bynder) e strato di usura (tappeto) 89
Art. 113 Barriere di sicurezza in acciaio e parapetti metallici 89
Art. 114 Manufatti in profilato metallico 89
Art. 115 Opere a verde 90
CAPO IV SERVIZIO DI MANUTENZIONE..........................................................................
Art. 116 PREMESSA 91
Art. 117 DEFINIZIONI 91
1.1 OBIETTIVI DI RISPARMIO ENERGETICO 92
Art. 118 SERVIZIO MANUTENZIONE ORDINARIA 92
1.1 ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI 93
1.2 ACCENSIONE E SPEGNIMENTO DEGLI IMPIANTI 93
1.3 ISPEZIONI NOTTURNE 93
Art. 119 MANUTENZIONE ORDINARIA DEGLI IMPIANTI ED ALTRI OBBLIGHI 93
1.1 MANUTENZIONE ORDINARIA PREVENTIVA 94
1.2 CAMBIO DELLE LAMPADE 95
1.3 PULIZIA DEGLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE 95
1.4 VERNICIATURA DEI SOSTEGNI 95
Art. 120 MONITORAGGIO DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI IMPIANTI , DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA E DELL’ADEGUAMENTO ALLE NORME IN MATERIA DI ILLUMINOTECNICA 96
Art. 121 MANUTENZIONE ORDINARIA CORRETTIVA E PRONTO INTERVENTO 99
1.1 INTERVENTI DI MANUTENZIONE CORRETTIVA 99
1.2 PRONTO INTERVENTO 99
Art. 122 SMALTIMENTO MATERIALI DI RISULTA 100
Art. 123 PROVE TECNICHE ED ILLUMINOTECNICHE 100
1.1 PROVE DI INSTALLAZIONE 100
1.2 PROVE ILLUMINOTECNICHE 100
1.3 REVISIONE E REDAZIONE DEI PRIC 101
Art. 124 GESTIONE CARICHI ESOGENI ELETTRICI E STATICI 102
Art. 125 INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA 103
1.1 TIPOLOGIE DI INTERVENTI 103
1.2 PROGETTO TECNICO-ECONOMICO DEGLI INTERVENTI 103
1.3 CALCOLO E VERIFICA DEI RISPARMI CONSEGUITI 104
Art. 126 INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA 104
4.5 INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA 104
Art. 127 INTERVENTI DI ADEGUAMENTO A NORMA 104
Art. 128 INTERVENTI DI ADEGUAMENTO TECNOLOGICO 105
Art. 129 RIFERIMENTI NORMATIVI ED ALTRE PRESCRIZIONI GENERALI 105
Art. 130 PRESCRIZIONI SPECIFICHE PER APPARECCHI ILLUMINANTI 107
1.1 PRESCRIZIONI SPECIFICHE PER ARMADI DI COMANDO E PROTEZIONE 109
Art. 131 MODALITÀ PER LA REDAZIONE DEL PIANO DEGLI INTERVENTI 109
1.1 SOPRALLUOGO 109
Art. 132 PIANO DETTAGLIATO DEGLI INTERVENTI 110
1.1 CONTENUTI DEL PIANO DETTAGLIATO DEGLI INTERVENTI 110
1.2 IDENTIFICAZIONE DEL PERIMETRO DI GESTIONE E DATI DI CONSISTENZA 110
1.3 PIANO DI MANUTENZIONE 111
1.4 STATO DI EFFICIENZA, DI CONSERVAZIONE E DI ADEGUAMENTO A NORMA DEGLI IMPIANTI 111
1.5 INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA 111
1.6 INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA, DI ADEGUAMENTO NORMATIVO E TECNOLOGICO 112
1.7 PREVENTIVI DI SPESA 113
1.8 VALUTAZIONE DEL PIANO DETTAGLIATO DEGLI INTERVENTI 113
Art. 133 ORDINATIVO PRINCIPALE DI FORNITURA 114
Art. 134 PRESA IN CONSEGNA E RICONSEGNA DEGLI IMPIANTI 114
1.1 PRESA IN CONSEGNA DEGLI IMPIANTI E AVVIO DEL SERVIZIO 114
1.2 SEZIONE 1: ATTESTAZIONE DELLA PRESA IN CONSEGNA DEGLI IMPIANTI 114
1.3 SEZIONE 2: ORGANIZZAZIONE DEL MANUTENTORE E MODALITÀ DI INTERFACCIAMENTO 114
1.4 RICONSEGNA DEGLI IMPIANTI E COLLAUDO FINALE 114
Art. 135 VARIAZIONI DELL’OPF E AGGIORNAMENTO DELLA DOCUMENTAZIONE 115
Art. 136 ORGANIZZAZIONE PER LA GESTIONE DEI SERVIZI 115
1.1 ORGANIZZAZIONE 115
1.2 GOVERNO DEI SERVIZI 116
1.3 SISTEMA INFORMATIVO PER LA GESTIONE DEI SERVIZI 116
1.4 REQUISITI FUNZIONALI DEL SISTEMA INFORMATIVO E DEL SW 116
1.5 ATTIVAZIONE, IMPLEMENTAZIONE E GESTIONE DEL SISTEMA INFORMATIVO 117
1.6 GESTIONE DI RICHIESTE E SEGNALAZIONI – CENTRALE OPERATIVA 117
1.7 TRACKING RICHIESTE/SEGNALAZIONI 118
1.8 COSTITUZIONE E GESTIONE DELL’ANAGRAFICA TECNICA DEGLI IMPIANTI 119
1.9 ACQUISIZIONE DATI E INFORMAZIONI IN POSSESSO DELL’AMMINISTRAZIONE CONTRAENTE
......................................................................................................................................................................................119 1.10 CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI....................................................................................................................119
1.11 VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI IMPIANTI , DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA E DELL’ADEGUAMENTO ALLE NORME IN MATERIA DI ILLUMINOTECNICA 120
1.12 RESTITUZIONE INFORMATICA DEI DATI GRAFICI ED ALFANUMERICI 120
1.13 AGGIORNAMENTO DELL’ANAGRAFICA TECNICA 121
1.14 ETICHETTATURA DEI PUNTI LUCE 121
1.15 GESTIONE DEGLI INTERVENTI A RICHIESTA 121
1.16 PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO OPERATIVO 122
Art. 137 MODALITÀ DI REMUNERAZIONE 122
Art. 138 CONTROLLO DEI SERVIZI 122
Art. 139 PENALI 124
1.1 PENALI APPLICATE DALL’AMMINISTRAZIONE CONTRAENTE 124
Schema contratto tipo 129
CAPITOLATO SPECIALE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE
Nel seguito, si farà riferimento a:
Regolamento: il regolamento attuativo del D.Lgs. 163/2006, contenuto nel D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207 per quanto ancora vigente.
Capitolato Generale: il Capitolato Generale d’Appalto dei Lavori Pubblici contenuto nel DM 19 aprile 2000 n. 145 per quanto ancora vigente.
DECRETO 27 settembre 2017: Criteri Ambientali Minimi (CAM) per le sorgenti luminose per pubblica illuminazione
D. Lgs. 9 aprile 2008 n. 81: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
D.Lgs 18 aprile 2016 n. 50: codice dei contratti pubblici.
D.Lgs 19 aprile 2017 n. 56 e L. 21 giugno 2017 n. 96: disposizioni integrative e correttive al d.lgs 50/2016.
L.R. 27/2003 per quanto ancora vigente.
C A P O I
CL AU SOL E TR A S TA ZI ON E A P PA LTA N T E E D I MP RE SA , OB B L I GHI D E LL’ I MP R E SA
A) NATURA ED OGGETTO DELL'APPALTO ART. 1 OGGETTO E CONDIZIONI DELL’APPALTO.
L'appalto ha per oggetto l'esecuzione di tutte le opere e provviste occorrenti per eseguire e dare ultimati, collaudati, agibili ed omologati gli impianti di pubblica illuminazione, finalizzato ad un risparmio energetico minimo del 50% del consumo storico convenzionale (con riferimento all'anno 2015), così come definito dal progetto posto a base di gara e, in particolare, l'installazione di nuovi corpi illuminanti a tecnologia LED in sostituzione degli esistenti a tecnologia obsoleta previa rimozione degli stessi e il servizio di fornitura e noleggio operativo dei nuovi corpi illuminanti per tutta la durata dell'appalto (in numero totale pari a 1138), e i lavori complementari quali il rifacimento e/o la messa a norma dei quadri elettrici a protezione delle linee (in numero pari a 28 esistenti e 15 di nuova installazione) e come specificato dal progetto posto a base di gara, la trasformazione degli impianti in classe di isolamento I, l'aggiornamento delle tavole di progetto a base di gara (as built) con recepimento delle eventuali migliorie proposte in fase di gara dal concorrente aggiudicatario oltre che l'attività di monitoraggio e manutenzione degli impianti e dei componenti installati per l'intera durata dell'appalto, stabilita in 8 anni.
Alla conclusione dell'appalto e del servizio di noleggio operativo, i corpi illuminanti oggetto del noleggio operativo saranno riscattati dall'amministrazione comunale al prezzo simbolico e convenuto di € 1,00 (uno/00) per la totalità dei corpi illuminanti.
La prima rata dei compensi sarà corrisposta a 6 mesi dalla consegna del certificato di collaudo positivo.
Ai sensi dell'allegato A del D.p.r. 5 ottobre 2010, n. 207 i lavori sono classificati nella categoria OG10 - Impianti per la trasformazione alta/media tensione e per la distribuzione di energia elettrica in corrente alternata e continua ed impianti di pubblica illuminazione (categoria unica). Potranno partecipare all’appalto le ditte aventi i requisiti previsti dall’art. 45, 80 e 90 del Regolamento per l’importo posto a base di gara o le ditte aventi la qualificazione SOA per la Categoria OG10 classifica I o superiore.
Il contenuto dei documenti di progetto deve essere ritenuto esplicativo al fine di consentire all’Appaltatore di valutare l’oggetto dei lavori ed in nessun caso limitativo per quanto riguarda lo scopo del lavoro.
Le opere saranno eseguite a perfetta regola d’arte, saranno finite in ogni parte e dovranno risultare atte allo scopo cui sono destinate, scopo del quale l’Appaltatore dichiara di essere a perfetta conoscenza. Fanno inoltre parte dell’Appalto, il coordinamento delle procedure esecutive e la fornitura degli apprestamenti e delle attrezzature atti a garantire, durante le fasi lavorative, la conformità a tutte le norme di prevenzione degli infortuni e di tutela della salute dei lavoratori.
ART. 2 FORMA E AMMONTARE DELL’APPALTO.
L’importo complessivo dei servizi, delle forniture e dei lavori da affidare ammonta ad € 441.950,37 (in seguito denominato come Ctot) al netto degli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso d’asta pari ad € 3.745,82 (in seguito denominato come Stot) e così per un importo complessivo d’appalto di € 445.696,19 (IVA 10% esclusa) (in seguito denominato come CStot; CStot=Ctot+Stot).
L'appalto in oggetto configura un appalto misto, da aggiudicarsi con appalto unico e avente oggetto principale la fornitura. I codici CPV di riferimento per le forniture e per i servizi sono:
34928530-2 (lampade stradali)
50232100-1 (servizio di manutenzione di impianti di illuminazione stradale).
La categoria di lavori è la OG10 classifica I o superiore.
A) Servizi, forniture e lavori
A1.1 Forniture (sostituzione corpi illuminanti e refitting) A1.2 Servizi (manutenzione per la durata dell'appalto)
A1.3 Lavori (sistemazione quadri elettrici – sostituzione
sostegni – adeguamento sistemi di messa a terra con manutenzione impianti e sostegni)
Totale servizi, forniture e lavori A1:
322.948,65 EUR
34.357,40 EUR
84.644,32 EUR
441.950,37 EUR
A2.1 Oneri per la sicurezza per i servizi A2.2 Oneri per la sicurezza per i lavori
Totale oneri sicurezza A2:
3.028,40 EUR
717,42 EUR
3.745,82 EUR
totale A:
445.696,19 EUR
TOTALE (A+B):
516.000,00 EUR
L'importo contrattuale corrisponde all’importo derivante dall’applicazione dei prezzi di offerta nella lista, sommato agli oneri di sicurezza.
B) Somme in dire B1 | tta amministrazione IVA sui lavori (10% di A) | 44.569,62 EUR | |
B2 | Spese professionali (IVA ed contributi inclusi) | 13.449,28 EUR | |
B3 | Validazione e spese di gara | 2.156,96 EUR | |
B4 | Incentivo funzioni tecniche | 8.913,92 EUR | |
B5 | Spese accessorie (iva compresa) | 0,00 EUR | |
B6 | Imprevisti e arrotondamenti | 1.214,03 EUR | |
totale B: | 70.303,81 EUR |
La durata dell'appalto è prevista in anni 8 (in seguito Na, numero di anni) e l'appaltatore sarà retribuito in un numero di 16 rate semestrali (in seguito Nr, numero di semestralità retribuite). Dette rate sono calcolate, come meglio specificato in seguito, in funzione del canone di base desunto dall'importo complessivo posto a base di gara e soggetto a ribasso d'asta (in seguito denominato CANbase, pari ad € 27.621,90): CANbase=Ctot/Nr.
A seguito del ribasso del prezzo posto a base di gara, l'importo dei lavori avrà un valore inferiore (in seguito Crib, importo lavori ribassato) e il corrispondente canone sarà denominato CAN=Crib/Nr.
Il risparmio energetico minimo del 50% (Rm%) del consumo storico convenzionale del comune, riferito all'anno 2015, è da garantire per lo svolgimento dell'incarico. L'appaltatore può, a collaudo positivo consegnato, con certificato della Direzione Lavori e di concerto con la stazione appaltante, garantire un risparmio energetico superiore (in seguito denominato R%). Qualora il risparmio non dovesse raggiungere la soglia garantita, sarà posto a carico della Ditta il rimborso economico, da versare al comune, per la differenza tra l'effettivo consumo e quello garantito.
Il corrispondente risparmio economico che ne deriva, in aumento rispetto al minimo del 50%, potrà essere usato per aumentare la rata semestrale, nella misura del 80% del valore del risparmio, e come meglio specificato dalla seguente formula, in cui Rplus sarà la quota aggiuntiva alla singola rata:
Rplus= 0,8 x CANbase x (2 x R%/100 – 1)
A seguito del maggior risparmio energetico garantito, l'importo delle ultime rate potrà diminuire in funzione della maggiore retribuzione semestrale e come meglio specificato in seguito.
La rata semestrale retribuita (in seguito denominata Rsem) sarà composta dal canone ribassato dall'asta, dalla quota dovuta al maggior risparmio energetico garantito e dalla quota semestrale degli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, sarà valida per un numero Ng di rate:
Rsem=CAN + Rplus + Stot/Nr valida per le prime Ng rate Ng = |Crib/(CAN+Rplus)|
Le rimanenti rate saranno calcolate come di seguito esplicato:
Rcon=Crib - Ng x (CAN+Rplus) + Stot/Nr <=> Nr > Ng valida per la rata Ng+1
Rfin=Stot/Nr <=> Nr > Ng+1 valida per le rimanenti rate Nf=Nr-Ng-1
All'aggiudicazione del servizio e dei lavori contribuirà inoltre la valutazione degli interventi di efficentamento energetico, ottimizzazione e standardizzazione, design, garanzie, riduzione dei consumi e durata del noleggio offerti.
Contribuirà all’aggiudicazione del servizio la valutazione delle migliorie offerte rispetto ai criteri minimi ambientali secondo Decreto 27 settembre 2017 (CAM), comunque non inferiori a quelle minime indicate sul progetto fornito, mediante assegnazione di punteggio sulle caratteristiche meccaniche ed elettriche delle plafoniere offerte. Altre possibili migliorie sono riportate nell'elenco di seguito riportato:
• Ribasso del prezzo rispetto all'importo indicato (Ribasso unico offerto per la fornitura e il servizio di sostituzione e refitting punti luce, e per i lavori compresi e la manutenzione);
• Diminuzione del tempo utile per dare compiuti ed ultimati i lavori per la realizzazione dell'appalto rispetto ai
• 120 giorni fissati;
• Ottimizzazione e standardizzazione degli interventi di manutenzione e sostituzione futuri;
• Efficentamento energetico;
• Qualità della fornitura in termini di design rispetto alle scelte progettuali;
• Garanzia sulle plafoniere di illuminazione fornite, per ogni anno aggiuntivo oltre i 5 anni minimi garantiti e fino ad un massimo di 20 anni;
• Garanzia sui prodotti forniti, diversi dalle plafoniere, per ogni anno aggiuntivo oltre i 5 anni minimi garantiti e fino ad un massimo di 20 anni;
• Maggiore risparmio energetico rispetto al 50% minimo garantito;
• Durata complessiva per il noleggio operativo e i servizi complementari (compresi) per ogni anno aggiuntivo oltre gli 8 anni.
Il contratto d'appalto sarà stipulato a corpo. L’importo del contratto, come determinato in sede di gara, resta pertanto fisso e invariabile, senza che possa essere invocata da alcuna delle parti contraenti alcuna successiva verificazione sulla misura o sul valore attribuito alla quantità.
Il prezzo convenuto non può essere modificato sulla base della verifica della quantità o della qualità della prestazione, per cui sia la stima di spesa a corredo del progetto posto a base di gara ai soli fini di agevolare l’Appaltatore sia i successivi computi metrici e computi metrici estimativi predisposti dall’Appaltatore a corredo dell’aggiornamento del progetto posto a base di gara non avranno valore negoziale.
I prezzi dell’Elenco Prezzi Unitari di cui agli articoli 32 e 41 del Regolamento, eventualmente integrato con i prezzi formulati in fase di gara dall’Appaltatore con particolare riferimento alle sue eventuali proposte migliorative, saranno vincolanti e utilizzabili solo per la definizione, valutazione e contabilizzazione di eventuali varianti, addizioni o detrazioni nel corso di esecuzione del servizio, se ammissibili ed ordinate o autorizzate ai sensi dell’articolo 106 del
Regolamento. Il contratto sarà stipulato, a pena di nullità, in modalità elettronica, con atto in forma pubblica amministrativa a cura dell'Ufficiale Rogante dell'Amministrazione Aggiudicatrice.
Con riferimento all’articolo 61 del D.lgs. n. 50/2016 ed in dipendenza della tipologia del contratto, l’appalto sarà aggiudicato mediante “procedura aperta” con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
L’incidenza complessiva della manodopera risulta pari al 11,4%.
ART. 3 MODALITÀ DI FINANZIAMENTO DELL’APPALTO.
Tutte le attività di fornitura e di servizio comprese nell’appalto saranno eseguite con anticipazione da parte dell’Appaltatore della necessaria provvista economica, attraverso la formula del Noleggio Operativo.
L’Appaltatore provvederà quindi all’esecuzione dell’appalto sostenendo tutte le spese d’investimento necessarie e recuperando tali spese dal canone annuale che il Committente pone a base di gara, soggetto a ribasso d’asta, dai costi per la sicurezza e dal prezzo di riscatto convenuto per i componenti oggetto del noleggio operativo.
Nel calcolo dei tempi offerti per la durata complessiva dell’appalto, l’Appaltatore ha tenuto conto, oltre alle normali ferie contrattuali e delle ordinarie difficoltà e degli ordinari impedimenti in relazione agli andamenti stagionali e alle relative condizioni climatiche, anche di ogni fatto o circostanza che potrebbero influire per il perseguimento dell’equilibrio economico e finanziario dell’appalto a seguito dell'anticipazione finanziaria delle risorse economiche poste contrattualmente a suo carico.
ART. 4 NORME E PRESCRIZIONI INTEGRANTI IL CAPITOLATO.
Per tutto quanto non espressamente regolato nel contratto e nel presente Capitolato Speciale di Appalto si applicano le disposizioni nazionali concernenti i lavori pubblici ed a quanto riportato nel D.lgs. n. 50 /2016 e s.m.i..
ART. 5 QUALIFICHE DELL'APPALTATORE E DEI SUBAPPALTATORI.
Ai sensi dell’art. 105 comma 2 del D.lgs. n. 50 /2016 i lavori sopra descritti appartenenti alla categoria prevalente sono subappaltabili nella misura massima del 30% ad imprese in possesso dei requisiti generali. Potranno partecipare all’appalto le ditte aventi i requisiti previsti dall’art. 45, 80 e 90 del Regolamento per l’importo posto a base di gara o le ditte aventi la qualificazione SOA per la Categoria OG10 classifica I o superiore.
I lavori potranno essere eseguiti dalle Imprese qualora in possesso dei requisiti tecnico organizzativi di cui all’art. 45 e 90 del Regolamento o della corrispondente qualificazione SOA.
E' fatto obbligo all'appaltatore di comunicare alla stazione appaltante, per tutti i sub-contratti stipulati non assimilabili al sub appalto, il nome del sub-contraente, l'importo del contratto, l'oggetto del lavoro, servizio o fornitura affidati.
B) DISCIPLINA CONTRATTUALE ART. 6 DOCUMENTI CONTRATTUALI.
I lavori dovranno essere eseguiti nell’osservanza piena, assoluta, inderogabile, inscindibile delle norme, condizioni, patti, obblighi, oneri e modalità dedotti e risultanti dai seguenti documenti che fanno parte integrante e sostanziale del contratto d’appalto, per quanto non vengano ad esso materialmente allegati, ma depositati presso l’Ufficio Tecnico della Stazione Appaltante:
1. Capitolato Generale d’Appalto per Opere Pubbliche approvato con D.M. LL.PP. 19 aprile 2000 n. 145, per
quanto non in contrasto con il presente Capitolato Speciale o non disciplinato dallo stesso
2. la relazione tecnica e descrittiva
3. il presente Capitolato Speciale d’Appalto con lo schema di contratto tipo
4. il quadro economico
5. l'analisi dei prezzi, l'elenco prezzi unitari e il computo metrico estimativo
6. il Piano di sicurezza e coordinamento;
7. Il Piano operativo di Sicurezza (POS) redatto dall’Appaltatore ai sensi della vigente normativa;
8. i calcoli illuminotecnici
9. il piano di manutenzione
10. l'elenco dei punti luce di nuova installazione
11. gli elaborati grafici del progetto:
1. Schemi unifilari dei quadri elettrici di distribuzione
2. Planimetria generale impianto di pubblica illuminazione. Posizionamento corpi illuminanti impianti Q1- Q2-Q3-Q4-Q5-Q13.
3. Planimetria generale impianto di pubblica illuminazione. Posizionamento corpi illuminanti impianti Q6- Q7-Q8-Q11-Q15-Q18-Q21.
4. Planimetria generale impianto di pubblica illuminazione. Posizionamento corpi illuminanti impianti Q9- Q10-Q12.
5. Planimetria generale impianto di pubblica illuminazione. Posizionamento corpi illuminanti impianti Q14- Q17-Q27.
6. Planimetria generale impianto di pubblica illuminazione. Posizionamento corpi illuminanti impianti Q19.
7. Planimetria generale impianto di pubblica illuminazione. Posizionamento corpi illuminanti impianti Q20- Q22-Q23-Q24-Q25-Q26-Q28.
Particolari costruttivi. Particolari tecnici.
ART. 7 INTERPRETAZIONE DEL PROGETTO E DEL CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO.
In caso di discordanza tra i vari elaborati di progetto prevale la soluzione più aderente alle finalità per le quali il lavoro è stato progettato e comunque quella meglio rispondente ai criteri di ragionevolezza e buona tecnica costruttiva.
L'interpretazione delle clausole contrattuali è fatta tenendo conto delle disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano i lavori pubblici, delle finalità del contratto e dei risultati ricercati con l'attuazione del progetto approvato, per ogni altra evenienza trovano applicazione gli articoli da 1362 a 1369 del Codice Civile.
ART. 8 DOMICILIO DELL’APPALTATORE, OBBLIGO DI PRESENTARSI E RAPPRESENTANTI DELLO APPALTATORE.
A tutti gli effetti di legge ed ai sensi dell'art. 2 del Capitolato Generale di Appalto dei Lavori Pubblici, l'Appaltatore deve eleggere domicilio presso la sede municipale del Comune di Torre di Mosto (VE), e dovrà tenersi sempre in diretta comunicazione con la Direzione Lavori ed a tale effetto dovrà stabilire un luogo di recapito munito anche di telefono.
ART. 9 OSSERVANZA DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE IN MATERIA DI LAVORO DIPENDENTE.
L'Appaltatore è obbligato alla osservanza di tutte le norme vigenti in materia di prevenzione di infortuni sul lavoro e ad assolvere tutti gli obblighi dei datori di lavoro per ciò che concerne assicurazioni, provvidenze e previdenze sociali in base alle leggi e contratti collettivi; nonché al pagamento di tutti i contributi ed indennità spettanti ai lavoratori.
L'Appaltatore è inoltre obbligato ad adottare tutte le previdenze atte e prevenire infortuni e ad usare tutte le cautele che valgono ad assicurare l'incolumità del personale addetto ai lavori, ricadendo pertanto, ogni più ampia responsabilità sull'Appaltatore in caso di infortuni, rimanendo sollevata, in ogni caso la direzione e la sorveglianza dei lavori nonché l'Amministrazione appaltante da ogni responsabilità civile e penale anche rispetto ai terzi .
ART. 10 SPESE CONTRATTUALI.
Sono a carico dell'Appaltatore, senza diritto di rivalsa, le spese, le tasse e gli oneri per l'ottenimento di tutte le licenze tecniche occorrenti per l'esecuzione dei lavori e la messa in funzione degli impianti, le tasse ed ogni altro onere comunque connesso alla gestione del cantiere ed alla realizzazione dei lavori, le spese di bollo relative agli atti di gestione del lavoro dalla loro consegna al certificato di collaudo/regolare esecuzione.
C) CAUZIONI E GARANZIE
ART. 11 CAUZIONE PROVVISORIA E DEFINITIVA, GARANZIE E COPERTURE ASSICURATIVE
Per la partecipazione alla procedura di gara l’Impresa dovrà costituire una garanzia fideiussoria (garanzia provvisoria) da presentare, a corredo dell'offerta, per la partecipazione alla procedura di gara, di importo pari al 2% del prezzo base di gara ed indicato nel bando o nell'invito, presentata sotto forma di cauzione o di fideiussione, a scelta dell'offerente, con le caratteristiche di cui all'art. 93 del D.Lgs. n. 50/2016.
L'Appaltatore, a garanzia degli oneri derivanti all'Amministrazione a causa del mancato o inesatto adempimento contrattuale, deve prestare, prima della stipula del contratto, una garanzia fideiussoria sull'importo contrattuale pari al 10%, per la quale trovano applicazione le disposizioni di cui all'art. 103 del D.Lgs. n. 50/2016.
Eventuali incrementi o riduzioni dell’importo della polizza vengono effettuati secondo i disposti dall'art. 93 del D.Lgs. n. 50/2016.
L'esecutore dei lavori è obbligato a costituire e consegnare alla stazione appaltante almeno dieci giorni prima della consegna dei lavori anche una polizza di assicurazione che copra i danni subiti dalle stazioni appaltanti a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, anche preesistenti, verificatisi nel corso dell'esecuzione dei lavori. La polizza del presente comma deve assicurare la stazione appaltante contro la responsabilità civile per danni causati a terzi nel corso dell'esecuzione dei lavori il cui massimale è pari a Euro 1.000.000,00. La copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori e cessa alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque decorsi dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato.
Qualora sia previsto un periodo di garanzia, la polizza assicurativa è sostituita da una polizza che tenga indenni le stazioni appaltanti da tutti i rischi connessi all'utilizzo delle lavorazioni in garanzia o agli interventi per la loro eventuale sostituzione o rifacimento. L'omesso o il ritardato pagamento delle somme dovute a titolo di premio o di commissione da parte dell'esecutore non comporta l'inefficacia della garanzia nei confronti della stazione appaltante. La polizza assicurativa contro i rischi di esecuzione copre tutti i danni subiti dalla Stazione Appaltante a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, anche preesistenti, salvo quelli derivanti da errori di progettazione, insufficiente progettazione, azioni di terzi o cause di forza maggiore. Visto il caso specifico, la somma assicurata deve essere non inferiore a Euro 1.000.000,00 (IVA compresa).
Nel caso la garanzia offerta non coprisse l'arco temporale del periodo di manutenzione minimo garantito di 8 anni, le eventuali coperture per le rotture non già comprese nella manutenzione, saranno ripagate deducendo il costo dell'intervento secondo quanto offerto in sede di gara, aggiornato sulla base della variazione dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (F.O.I) considerando che gli aggiornamenti saranno calcolati e riconosciuti per ogni anno solare successivo al quarto anno successivo a quello di ultimazione lavori. Ove non sia presente l'intervento, verranno usati i prezzi forniti del prezziario regionale del Veneto, ricalcolati secondo lo sconto presentato in sede di gara più un ulteriore 15%. Nel caso non sia presente la voce neppure nel prezziario regionale del Veneto, l'Appaltatore fornirà un preventivo di spesa redatto secondo prezzi di listino del materiale al quale aggiungerà le spese e l'utile di impresa ridotte del 50% e la manodopera scontata come da offerta presentata in sede di gara. In ogni caso sarà facoltà dell'amministrazione appaltante l'affidamento dell'intervento ad una Ditta terza.
Entrambe le garanzie dovranno coprire anche i danni causati dalle ditte subappaltatrici/subfornitrici.
D) TERMINI
ART. 12 CONSEGNA DEI LAVORI
L’esecuzione dei lavori ha inizio dopo la stipula del formale contratto, in seguito a consegna, risultante da apposito verbale, da effettuarsi non oltre 120 giorni dalla predetta stipula, previa convocazione dell’esecutore. Se nel giorno fissato e comunicato l’appaltatore non si presenta a ricevere la consegna dei lavori, il direttore dei lavori fissa un nuovo termine perentorio, non inferiore a 5 (cinque) giorni e non superiore a 15 (quindici) giorni; i termini per l’esecuzione decorrono comunque dalla data della prima convocazione. Decorso inutilmente il termine anzidetto è facoltà della Stazione appaltante di risolvere il contratto e incamerare la cauzione definitiva, fermo restando il risarcimento del danno
(ivi compreso l’eventuale maggior prezzo di una nuova aggiudicazione) qualora eccedente il valore della cauzione, senza che ciò possa costituire motivo di pretese o eccezioni di sorta da parte dell’aggiudicatario. Qualora sia indetta una nuova procedura per l’affidamento del completamento dei lavori, l’appaltatore è escluso dalla partecipazione in quanto l’inadempimento è considerato grave negligenza accertata.
E’ facoltà della Stazione appaltante procedere in via d’urgenza, ove ne ricorrano le condizioni, alla consegna dei lavori, anche nelle more della stipulazione formale del contratto, qualora il mancato inizio dei lavori determini un grave danno all'interesse pubblico che l’opera appaltata è destinata a soddisfare, oppure la perdita di \menti; in tal caso il direttore dei lavori indica espressamente sul verbale le motivazioni che giustificano l’immediato avvio dei lavori, nonché le lavorazioni da iniziare immediatamente.
Nel giorno e ora stabiliti , previo avviso del Direttore dei lavori, l'Appaltatore si presenterà sul luogo della consegna munito di personale idoneo nonché delle attrezzature e dei materiali necessari per eseguire, se occorre, il tracciamento dei lavori secondo i contenuti dei progetto. Sono a carico dell’Appaltatore gli oneri e le spese relative alla consegna, alla verifica ed al completamento del tracciamento.
Il Direttore dei Lavori procederà alla consegna dell’area, redigendo un regolare verbale in duplice copia. Il verbale dovrà essere sottoscritto dal Direttore dei Lavori e dall'Appaltatore. Dalla data del verbale decorre il termine utile per il compimento dei lavori o dell'opera.
ART. 13 DIFFERENZE RISCONTRATE ALL'ATTO DELLA CONSEGNA
Il Direttore dei lavori è responsabile della corrispondenza tra il verbale di consegna e l'effettivo stato dei luoghi.
In caso di difformità tra le condizioni locali ed il progetto esecutivo, accertata all'atto della consegna, il direttore dei lavori provvederà a riferire immediatamente il responsabile del procedimento, indicando le cause e l'importanza delle differenze riscontrate e proponendo degli interventi da adottare.
Il Direttore dei lavori non procederà alla consegna.
ART. 14 PROGRAMMA DEI LAVORI
Ricevuta la consegna, anche parziale, dei lavori e non oltre 5 giorni dalla relativa data, l’Appaltatore presenterà contestualmente il programma di massima per l'esecuzione delle opere e prenderà accordi con la Direzione dei Lavori e gli enti preposti circa il suo perfezionamento.
L'Impresa non potrà avanzare, in relazione alle prescrizioni della Direzione dei Lavori e degli Enti preposti, nessuna richiesta di compensi né accampare alcun particolare diritto.
Il programma approvato, mentre non vincola l'Amministrazione, che potrà ordinare modifiche anche in corso di attuazione, è invece impegnativo per l'Impresa, che ha l'obbligo di rispettare comunque i termini in esso previsti, compresi quelli di avanzamento mensile ed ogni altra modalità.
L'approvazione del programma da parte della Direzione dei Lavori non esclude né diminuisce la responsabilità dell'Impresa per la regolare e tempestiva esecuzione dell'opera.
La mancata osservanza delle disposizioni del presente articolo dà facoltà all'Amministrazione di risolvere il contratto.
ART. 15 TEMPO UTILE E PENALE PER RITARDO
Il tempo utile per dare compiuti ed ultimati i lavori oggetto dell'appalto è fissato in giorni 120 (centoventi ) naturali e consecutivi decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori, salvo quanto previsto all'art. 12 del presente Capitolato.
Tale termine comprende i normali periodi di andamento meteorico sfavorevole, a causa del quale non saranno quindi concesse proroghe; comprende inoltre il tempo occorrente per l'impianto del cantiere e per ogni altro lavoro preparatorio da eseguire prima dell'effettivo inizio dei lavori.
L'appaltatore si impegna ad ultimare tutti i lavori previsti per la realizzazione delle opere oggetto del presente appalto entro il termine sopra indicato.
La data della effettiva ultimazione dei lavori dovrà risultare da apposito verbale redatto in contraddittorio tra le parti entro e non oltre i 15 giorni successivi dalla data in cui il committente riceve comunicazione scritta dell'avvenuta ultimazione dei lavori.
La data legale della consegna dei lavori, per tutti gli effetti di legge e regolamenti, sarà quella del verbale di consegna.
Il tempo utile di cui sopra potrà essere articolato in più fasi ed in ogni caso secondo i tempi e le condizioni che verranno impartite dal Direttore dei Lavori. Comunque, quale che sia l'articolazione e la durata delle singole fasi, i lavori dovranno essere completati entro le data indicata nel verbale di consegna.
In caso di consegne parziali, l'Appaltatore è tenuto a predisporre il programma operativo dei lavori, in modo da prevedere l'esecuzione prioritaria dei lavori nell'ambito delle zone disponibili e ad indicare, nello stesso programma, la durata delle opere ricadenti nelle zone non consegnate e, di conseguenza, il termine massimo entro il quale, per il rispetto della scadenza contrattuale, tali zone debbano essere consegnate.
Ove le ulteriori consegne avvengano entro il termine di inizio dei relativi lavori indicato dal programma operativo dei lavori redatto dall'Impresa e approvato dal Direttore dei lavori, non si da luogo a spostamenti del termine utile contrattuale; in caso contrario, la scadenza contrattuale viene automaticamente prorogata in funzione dei giorni necessari per l'esecuzione dei lavori ricadenti nelle zone consegnate in ritardo, deducibili dal programma operativo suddetto, indipendentemente dall'ammontare del ritardo verificatosi nell'ulteriore consegna, con conseguente aggiornamento del programma operativo di esecuzione dei lavori.
Non appena intervenuta la consegna dei lavori, è obbligo dell'impresa appaltatrice procedere, nel termine di 5 giorni, all'impianto del cantiere, tenendo in particolare considerazione la situazione di fatto esistente sui luoghi interessati dai lavori, nonché il fatto che nell'installazione e nella gestione del cantiere ci si deve attenere alle norme di cui al D.Lgs 81/08, nonché alle norme vigenti relative alla omologazione, alla revisione annuale e ai requisiti di sicurezza di tutti i mezzi d'opera e delle attrezzature di cantiere.
L'Impresa appaltatrice è tenuta, quindi, non appena avuti in consegna i lavori, ad iniziarli, proseguendoli poi attenendosi al programma operativo di esecuzione da essa redatto in modo da darli completamente ultimati nel numero di giorni naturali e consecutivi previsti per l'esecuzione indicato in precedenza, decorrenti dalla data di consegna dei lavori, eventualmente prorogati in relazione a quanto disposto dai precedenti paragrafi. Ultimati i lavori, l'Appaltatore deve darne immediata comunicazione scritta, tramite raccomandata, al Direttore dei Lavori che procede alle constatazioni in contraddittorio con l'Impresa.
Accertato il compimento dell'opera viene redatto il certificato di ultimazione dei lavori.
Non è previsto alcun premio di incentivazione in caso di anticipata ultimazione dei lavori rispetto ai tempi previsti dal contratto.
Nessun ritardo sarà ammesso per difficoltà che l'Impresa dovesse incontrare nel reperimento dei materiali.
1. Nel caso di mancato rispetto del termine indicato per l'esecuzione delle opere, per ogni giorno naturale consecutivo di ritardo nell'ultimazione dei lavori o per le scadenze fissate nel programma temporale dei lavori, verrà applicata una penale di Euro 400,00 (quattrocento/00) (IVA 10% esclusa) per ogni giorno in più rispetto ai termini contrattuali.
2. Nel caso di riconsegna degli impianti secondo modalità non conformi a quanto indicato verrà applicata una penale pari al costo dell'esecuzione degli interventi necessari alla riconsegna degli impianti.
3. Nel caso della mancata rispondenza dei contenuti del Piano di Manutenzione ai requisiti richiesti dal presente Capitolato Tecnico verrà applicata una penale di 100 € per ogni giorno di ritardo utile a sanare le non conformità rispetto ai termini previsti.
4. Nei casi di mancanza del rispetto delle prescrizioni relative ai materiali e ai componenti tecnici installati dal Manutentore, mancaza del rispetto delle date previste di esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria, di riqualificazione energetica, di manutenzione straordinaria, di adeguamento normativo e tecnologico, verrà applicata una penale pari 100 € per ogni inadempimento rilevato.
5. Nel caso di mancata consegna dei punti luce installati e funzionanti, per ogni giorno naturale consecutivo di ritardo nella consegna di detti punti luce, verrà applicata una penale di Euro 2,00 (due/00) (IVA 10% esclusa) per ogni punto luce e per ogni giorno in più rispetto ai termini contrattuali.
La misura complessiva della penale non può superare il 10% dell’importo di contratto, pena la facoltà, per la stazione appaltante, di risolvere il contratto in danno dell'Appaltatore.
L'ammontare delle spese di assistenza e della penale sarà dedotto dal conto finale salvo in ogni caso il diritto dell'Amministrazione alla risoluzione immediata del Contratto od alla esecuzione d'ufficio ai sensi della vigente normativa.
ART. 16 SOSPENSIONI, RIPRESE E PROROGHE DEI LAVORI
I lavori possono essere sospesi durante i periodi di eccezionali avversità atmosferiche o per cause di forza maggiore od altre circostanze.
L'Appaltatore che per cause a lui non imputabili, non sia in grado di terminare i lavori nel tempo previsto, può chiedere, la proroga, che dovrà essere formulata in congruo anticipo rispetto alla scadenza del termine contrattuale.
In materia di proroga trovano applicazione le disposizioni di cui all'art. 107 comma 5 del D.Lgs. n. 50/2016.
E) PAGAMENTI
ART. 17 ANTICIPAZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE ALL'APPALTATORE.
Trattandosi di appalto di servizi, non è prevista l'erogazione dell’anticipazione.
ART. 18 REMUNERAZIONE DEL SERVIZIO E RISCATTO DEI COMPONENTI IN NOLEGGIO OPERATIVO.
Per la remunerazione del servizio, il Committente corrisponderà all'appaltatore, con le modalità di liquidazione previste all’articolo 20 di questo Capitolato e per l’intera durata dell’appalto, l’importo della rata semestrale Rsem determinato con il criterio riportato all’articolo 2 di questo Capitolato.
A conclusione del servizio, previa verifica dell’efficienza tecnico-funzionale dei componenti oggetto del noleggio operativo, i componenti installati saranno oggetto di riscatto finale a cura del Committente, al prezzo convenuto in € 1,00 (uno/00), comprensivo anche del riscatto degli eventuali componenti integrativi offerti dall’Appaltatore in fase di gara.
Qualora il rapporto contrattuale dovesse interrompersi, i valori di recesso dei componenti in noleggio operativo già previsti e di quelli integrativi eventualmente offerti saranno determinati in funzione del tempo trascorso dalla data dell’ultimo Certificato di Verifica di Conformità sui componenti installati, calcolandone i valori residui per interpolazione lineare tra i loro prezzi contenuti nell’Elenco dei Prezzi Contrattuali offerti dall’Appaltatore per ciascuna tipologia ed il valore di recesso prestabilito con riferimento alla naturale scadenza del rapporto contrattuale. Agli importi così calcolati per interpolazione sarà aggiunto l’importo del Riscatto Finale già previsto, nella misura offerta dall’Appaltatore in fase di gara.
Il pagamento del corrispettivo all’impresa è subordinato all’acquisizione della dichiarazione di regolarità contributiva rilasciata dagli Enti competenti.
ART. 19 AGGIORNAMENTO DELLA RATA SEMESTRALE.
Il corrispettivo semestrale (costituito dal canone semestrale per la remunerazione del servizio, dalla quota dovuta al maggior risparmio energetico garantito e dalla quota semestrale degli oneri di sicurezza) sarà soggetto ad aggiornamento, dopo il terzo anno, sia in aumento che in diminuzione, al fine di considerare l’effetto delle variazioni dei costi correlate al trascorrere del tempo, previa richiesta scritta della ditta aggiudicataria, ed avrà efficacia dalla data di esecutività del provvedimento che disporrà la revisione.
L’aggiornamento della rata semestrale sarà eseguito sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (F.O.I). Gli aggiornamenti saranno calcolati e riconosciuti per ogni anno solare successivo al quarto anno successivo a quello di ultimazione lavori, e cioè a partire dal 1 gennaio al 1 gennaio del quarto anno successivo alla data di conclusione dei lavori, con esclusione:
· dell’ultimo aggiornamento che sarà calcolato per dodicesimi, considerando la variazione dei prezzi intervenuta dal 1 gennaio dell’ultimo anno di contratto alla fine del mese della sua cessazione.
ART. 20 TEMPI E MODALITÀ DI LIQUIDAZIONE DEI CORRISPETTIVI.
La prima rata sarà corrisposta a 6 mesi dalla data di collaudo e le successive rate saranno corrisposte con cadenza semestrale. Ad integrazione dei pagamenti effettuati con riferimento ai singoli anni solari a decorrere dal quarto anno dall’anno di ultimazione lavori, sarà riconosciuto a favore dell’Appaltatore o del Committente un importo a saldo annuale attivo o passivo, determinato in subordine alla disponibilità dell’indice ISTAT del mese di dicembre dell’anno corrispondente.
Tutti i pagamenti periodici saranno effettuati in favore dell’Appaltatore previa emissione di fattura da parte dell’Appaltatore relativa al periodo di riferimento.
Il conguaglio attivo o passivo annuale per adeguamento sarà effettuato in favore dell’Appaltatore o del Committente previa emissione di fattura o nota di credito a cura dell’Appaltatore.
Il prezzo relativo al riscatto dei componenti oggetto di noleggio operativo, non è soggetto a revisione sulla base dell’indice ISTAT, sarà corrisposto contestualmente all’ultima liquidazione relativa all’aggiornamento del corrispettivo annuo.
ART. 21 RITARDI NEL PAGAMENTO DELLE RATE.
Nel caso in cui il pagamento delle rate di acconto o di saldo annuale non avvenga nel termine di 60 (sessanta) giorni dalla sottoscrizione a cura del R.U.P. dei relativi documenti contabili, sono dovuti all’Appaltatore gli interessi moratori senza che esso debba provvedere alla costituzione in mora. Nel caso in cui il pagamento della rata di saldo finale non avvenga, per causa imputabile al Committente, nel termine stabilito di 60 (sessanta) giorni dall’approvazione a cura del Committente del Certificato Finale di Verifica di Conformità di tutti i servizi svolti nel corso dell’appalto, sulle somme dovute all’Appaltatore decorreranno gli interessi moratori, senza che esso debba provvedere alla costituzione in mora.
ART. 22 CONTABILIZZAZIONE DI FORNITURE O SERVIZI SUPPLETIVI.
Gli eventuali corrispettivi per l’esecuzione di nuovi interventi manutentivi sulle reti impiantistiche comunali o di nuovi servizi di gestione e manutenzioni esulanti dalle obbligazioni contrattuali originarie dell’Appaltatore saranno oggetto di separato affidamento con le modalità previste nel D.Lgs. n. 50/2016.
ART. 23 REVISIONE PREZZI
Ai sensi delle vigenti normative non è ammesso procedere alla revisione dei prezzi e non si applica il primo comma dell'art.1664 del Codice Civile.
ART. 24 ELENCO PREZZI
Si precisa che i prezzi unitari assegnati dall'elenco prezzi a ciascun lavoro, sono comprensivi delle spese generali e utile dell'impresa e compensano ogni opera, materia e spesa principale ed accessoria, provvisionale od effettiva che direttamente o indirettamente concorra all'esecuzione e al compimento del lavoro, cui il prezzo si riferisce, sotto le condizioni tutte stabilite dal contratto.
Nei prezzi dell’elenco prezzi si include altresì l’onere per la fornitura di tutti certificati di omologazione necessari per l’ottenimento del Collaudo, anche se non espressamente citato.
I prezzi dell’elenco prezzi non sono comprensivi degli oneri per la sicurezza.
ART. 25 COSTI DELLA MANODOPERA
Per le eventuali prestazioni di mano d'opera, per lavori in economia, varranno le tariffe delle tabelle edite dal Genio Civile di Venezia in vigore alla data delle effettiva prestazione con le maggiorazione per spese generali e utili dell'impresa, in osservanza alla legislazione vigente in materia
ART. 26 CESSIONE DEL CONTRATTO E DEI CREDITI.
E' vietata la cessione del contratto; ogni atto contrario a tale divieto è nullo di diritto.
E' ammessa la cessione del credito nei limiti e alle condizioni previste dal D.Lgs. n. 50/2016 e nel rispetto della
vigente normativa in materia.
F) ESECUZIONE
ART. 27 DISPOSIZIONI PER L’AGGIORNAMENTO DEL PROGETTO E L’EROGAZIONE DEL SERVIZIO.
L’aggiornamento a cura dell’Appaltatore del Progetto posto a base di gara dovrà sottostare a tutte le disposizioni di legge, anche di carattere regionale, provvedimenti ministeriali e circolari in vigore, nonché alle norme UNI e CE riguardanti i servizi ed i lavori in appalto, che si danno qui come interamente riportate e note all’Appaltatore.
Nel predisporre l’aggiornamento del Progetto posto a base di gara l’Appaltatore dovrà recepirne i contenuti, integrandolo con le migliorie tecniche previste in fase di offerta ed approvate dal Committente.
Prima della redazione dell’aggiornamento del Progetto, l’Appaltatore dovrà integrare gli accertamenti svolti in fase di gara ed eseguire verifiche e controlli sullo stato dei quadri elettrici e dei corpi illuminanti esistenti e sui loro punti di allacciamento, in modo da avere piena cognizione dello stato dei luoghi ed eventualmente adeguare le informazioni contenute nel Progetto posto a base di gara o comunicare al Committente eventuali anomalie la cui risoluzione non rientrasse nelle obbligazioni d’appalto.
In fase di offerta e, qualora richieste dal Committente, con eventuali integrazioni in fase di aggiornamento del Progetto posto a base di gara, l’Appaltatore dovrà fornire le schede tecniche di prodotto idonee ad individuare le caratteristiche dei componenti offerti e le rispettive prestazioni, rispondenti a quanto previsto dal progetto posto a base di gara ed alle integrazioni e migliorie da esso proposte in fase di offerta.
Qualora il Concorrente si avvalga di un progettista esterno per la redazione degli elaborati tecnici nonché per le eventuali migliorie proposte in fase di gara, tale soggetto dovrà essere in possesso dei requisiti tecnico professionali previsti dal D.Lgs 50/2017 e s.m.i., ed aver realizzato interventi analoghi per un importo superiore ad € 50.000,00 (cinquantamila) nel triennio antecedente alla pubblicazione del Bando di gara.
Resta inteso che l’Appaltatore dovrà uniformare la progettazione e/o l’esecuzione del servizio anche alle disposizioni normative e regolamentari di carattere cogente che dovessero essere emanate nel corso dell’appalto, fatta salva la preventiva verifica con il Committente della loro eventuale incidenza economica sulle condizioni contrattuali stabilite.
L’Appaltatore dovrà altresì osservare tutte le disposizioni di qualsiasi tipo emanate da locali Organi o Enti Istituzionali competenti per territorio, quali, in via indicativa e non esaustiva:
– Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;
– Azienda Sanitaria Locale della Provincia;
– Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali;
– Autorità Provinciali e Comunali.
Nell’ambito della progettazione ed esecuzione della posa dei componenti oggetti di noleggio operativo, così come nell’ambito dei piani di manutenzione e, in genere, nella conduzione del servizio, l’Appaltatore dovrà osservare anche le disposizioni della L. R. Veneto 7 agosto 2009, n.17 “Nuove norme per il contenimento dell'inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell'illuminazione per esterni e per la tutela dell'ambiente e dell'attività svolta dagli osservatori astronomici”.
Nell’esecuzione del contratto l’Appaltatore dovrà inoltre applicare la norma di garanzia della qualità UNI EN ISO 9001 – 2008 e successivi adeguamenti, con riguardo alle attività di progettazione, di esecuzione dei lavori e di prestazione dei servizi di manutenzione e gestione di impianti di pubblica illuminazione.
ART. 28 DISCIPLINA E BUON ORDINE DI CANTIERE.
L'appaltatore per il tramite del Direttore di Cantiere deve mantenere la disciplina nel cantiere; egli è obbligato ad osservare ed a far osservare ad ogni lavoratore presente in cantiere, in ottemperanza alle prescrizioni contrattuali, gli ordini ricevuti dal Direttore dei Lavori; è tenuto ad allontanare dal cantiere coloro che risultassero incapaci o che si rendessero colpevoli di insubordinazione o disonestà; è inoltre tenuto a vietare l’ingresso alle persone non addette ai lavori e non autorizzate dal Direttore dei Lavori.
L’Appaltatore è in ogni caso responsabile dei danni cagionati dalla inosservanza e trasgressione delle prescrizioni tecniche e delle norme di vigilanza e di sicurezza disposte dalle leggi e dai regolamenti vigenti.
Le Ditte dirette fornitrici del Committente sono tenute ad osservare l’orario di cantiere e le disposizioni di ordine generale emanate dall’Appaltatore.
I lavoratori autonomi e le ditte subappaltatrici saranno tenute a rispettare le indicazioni contenute nei piani di sicurezza e tutte le richieste del direttore tecnico dell'appaltatore, dovranno utilizzare tutte le attrezzature di lavoro ed i dispositivi di protezione individuale in conformità alla normativa vigente, dovranno collaborare e cooperare con le imprese coinvolte nel processo costruttivo, non pregiudicare con le proprie lavorazioni la sicurezza delle altre imprese presenti in cantiere, informare l'appaltatore sui possibili rischi per gli addetti presenti in cantiere derivanti dalle proprie attività lavorative.
ART. 29 ONERI ED OBBLIGHI DIVERSI A CARICO DELL’APPALTATORE - RESPONSABILITÀ DELLO APPALTATORE
Sono a carico dell’Appaltatore:
1. La formazione del cantiere attrezzato, in relazione all'entità dell'opera, con tutti i più moderni e perfezionati impianti per assicurare una perfetta e rapida esecuzione dei lavori, la recinzione del cantiere stesso nel rispetto del D.lgs
n. 81/2008 e, come sarà richiesto dalla Direzione lavori, la pulizia e la manutenzione di detto cantiere, la formazione e manutenzione delle strade interne ed esterne, in modo da rendere sicuri il transito e la circolazione dei veicoli e delle persone addette ai lavori tutti e secondo quanto previsto nel Piano della Sicurezza e/o richiesto dal coordinatore della sicurezza in fase di realizzazione.
2. La fornitura in opera, con relativa manutenzione, della segnaletica nei punti che saranno indicati dal Coordinatore per la Sicurezza e quant'altro prescritto dalla medesima per garantire ogni forma di sicurezza.
3. L'onere per l'acquisto e l'esposizione nel cantiere di apposita tabella, di dimensioni adeguate, indicante l'oggetto dei lavori che sarà specificato dalla D.L. e secondo le disposizioni che disciplinano il contributo assegnato.
4. La sorveglianza con il personale del cantiere, di tutti i materiali in esso depositati o posti in opera nonché di tutte le forniture di materiale di proprietà dell'Amministrazione appaltante, consegnati all'Appaltatore.
5. Tutti gli attrezzi e gli utensili necessari per l'esecuzione delle opere; gli utensili e il personale necessari per le misurazioni, il tracciamento e picchettatura dei lavori, per le verifiche e le contestazioni per le opere di collaudo, prestando pure l'opera sua e l'assistenza del personale.
6. La costruzione, il regolare mantenimento e smontaggio dei ponti di servizio, delle impalcature e delle opere provvisionali di qualsiasi specie occorrenti per l'esecuzione di tutti indistintamente i lavori, nonché per l'incolumità degli operai tutti e per quella pubblica, oltre agli sfridi e deperimenti delle strutture (in legno, ferro, ecc.), costituenti detti ponti, impalcature e costruzioni provvisorie ed inoltre, l'illuminazione, licenze e tasse relative e tutto quanto necessita ed occorre per dare compiuta l'opera appaltata, il libero accesso al cantiere, il passaggio nello stesso e nelle opere costruite od in costruzione alle persone addette ed alle persone che eseguono lavori per conto diretto della stazione appaltante.
7. Il risarcimento ai proprietari od a terzi dei danni arrecati in conseguenza sia dei depositi, impianti ed opere di cui al precedente punto, sia per lo scarico di acque di qualsiasi natura, nonché per danni derivanti da qualsiasi manovra in dipendenza degli impianti medesimi e/o derivati durante la costruzione delle opere per qualsiasi causa.
8. Le riparazioni di guasti che per qualsiasi causa potessero venire arrecati alle opere e condutture sotterranee e loro accessori. In caso di danneggiamenti alle condutture di gas, acqua, cavi telefonici, elettrici, ecc., l'Appaltatore è tenuto a darne immediata comunicazione oltre che alla D.L., anche alla società esercente tali servizi, che dovrà eseguire i lavori di riparazione, addebitandone la spesa all'assuntore. L'Appaltatore è anche responsabile di tutti i danni che potessero venire arrecati per il fatto dei lavori, da suoi agenti ed operai, alla proprietà del Comune e dei terzi in genere.
9. Il ricevimento in cantiere di materiali, lo scarico ed il trasporto nei luoghi di deposito situati all'interno del cantiere stesso od a piè d'opera, secondo le disposizioni della Direzione lavori, la conservazione (i danni che dovessero derivare ai materiali, alle forniture ed ai lavori compiuti, per cause e negligenze imputabili all'Appaltatore, dovranno essere dallo stesso riparati a totali sue cure e spese).
10. Il trasporto di materiali non riutilizzabili di risulta da lavori di escavazioni, demolizioni, rimozioni; lo smaltimento di rifiuti solidi e liquidi individuando ed utilizzando per tutti idonee discariche in attività e regolarmente
autorizzate in conformità alle vigenti norme di legge. Il trasporto dei materiali di cui sopra ed il loro collocamento nelle discariche, fino a qualsiasi distanza che dovrà comunque avvenire nel rispetto delle modalità del D.P.R. n. 915 del 10.09.82, nonché del D.L. 09.09.1988 n. 397 convertito in legge 09.11.1988 n. 475. L'Appaltatore pertanto, all'atto della formulazione dell'offerta, dovrà tenere conto di tutti gli oneri derivanti dall'applicazione delle prescrizioni di cui sopra. Prima della consegna dei lavori l'Appaltatore dovrà comunicare per iscritto alla Direzione Lavori l'ubicazione della discarica prescelta e gli estremi delle autorizzazioni.
11. L'osservanza delle norme derivanti dalle vigenti Xxxxx e Decreti relativi alle assicurazioni varie degli operai contro gli infortuni sul lavoro, la disoccupazione involontaria, l'invalidità e vecchiaia, la tubercolosi, nonché di tutte le altre disposizioni in vigore o che venissero eventualmente emanate in proposito anche durante l'esecuzione dell'appalto. L'osservanza delle disposizioni di cui alla Legge 12.Agosto 1921, n.1312 e seguenti sull'assunzione obbligatoria degli invalidi di guerra. La comunicazione all'Ufficio da cui i lavori dipendono, entro i termini prefissi dallo stesso di tutte le notizie relative all'impiego della mano d'opera.
12. La responsabilità verso la stazione appaltante, dell'osservanza delle norme di cui al precedente punto da parte dei subappaltatori nei confronti dei rispettivi dipendenti, anche nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l'ipotesi del subappalto. Il fatto che il subappalto non sia stato autorizzato, non esime l'Appaltatore dalle responsabilità di cui al presente comma e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della Stazione appaltante.
13. La tenuta costante in cantiere, a disposizione della Direzione Lavori, di ogni necessario strumento di misurazione per tracciamenti, rilievi e verifiche, sia delle opere e delle somministrazioni oggetto dell'appalto, sia di quelle appaltate ad altre Ditte o assunte direttamente dalla stazione appaltante ed escluse dall'appalto. Dovranno essere tenuti in cantiere e messi a disposizione della Direzione Lavori il libro matricola, il registro infortuni, il segna ore vidimato, la copia di denuncia INAIL di nuovo lavoro, la copia delle comunicazioni di assunzione di ogni lavoratore, le copie delle denunce dei versamenti mensili Inps e Cassa Edile, la notifica preliminare dell'apertura di nuovo cantiere, l'orario lavorativo, il registro delle presenze, ogni altra documentazione richiesta dalla vigente normativa.
14. La concessione dell'uso anticipato delle opere, se richiesto dall’Amministrazione, avverrà senza compenso alcuno. Sarà solo facoltà dell'Appaltatore richiedere che sia redatto il regolare verbale di constatazione delle opere, per stabilire lo stato di fatto e sollevarlo da possibili responsabilità in caso di danneggiamenti che potessero derivare alle opere consegnate.
15. Lo sgombero del cantiere dai materiali, mezzi d'opera e impianti di sua proprietà, entro un mese dalla data del verbale di ultimazione, la pulizia e la manutenzione ordinaria delle opere sino al collaudo.
16. La documentazione fotografica, dei lavori tutti, nel corso della loro esecuzione, come sarà richiesto e prescritto volta a volta dalla Direzione Lavori.
17. L’adempimento agli oneri e obblighi di cui al D.Lgs n. 81/2008.
18. Gli elaborati progettuali modificati e conformi al "corrispondente all'eseguito".
19. Accettare formalmente e/o modificare ed integrare il cronoprogramma .
21. Prove di carico su piastra, prove C.B.R., permeabilità, ecc., di sondaggi e indagini necessarie per poter effettuare i lavori, e/o verificare quelli già realizzati, inclusi tutti i mezzi, le attrezzature, le forniture di materiale ed il personale opportuni.
22. L'appaltatore in caso di chiusura o abbandono temporaneo del cantiere avrà cura di consentire l'accesso allo stesso per motivi di sicurezza e/o emergenza alla stazione appaltante secondo accordi (sulla modalità di accesso) da concordarsi di volta in volta tra le parti.
Ciò non costituisce motivo di richiesta di indennizzi da parte dell'Impresa esecutrice.
23. L'appaltatore dovrà completare tutte le lavorazioni descritte negli elaborati progettuali e non avrà diritto ad ulteriori compensi se non quelli definiti nei documenti contrattuali.
24. Gli allacciamenti alle forniture (energia elettrica , acqua, ecc.) a servizio del cantiere.
25. Gli interventi su alberature (tagli, potature, interventi su apparati radicali, ecc.) dovranno essere preventivamente autorizzate dalla Direzione Lavori. Si ricorda che per qualsiasi intervento su platani dovrà essere acquisita la preventiva autorizzazione regionale.
26. Tutti i danni diretti e indiretti derivanti dall’esecuzione dei lavori sono a carico dell’Appaltatore.
27. Al termine della giornata lavorativa i cantieri dovranno essere lasciti puliti , in ordine e in condizioni di sicurezza. Dopo l’ultimazione dei lavori, gli ambiti interessati dalle lavorazioni dovranno essere lasciati puliti e in ordine come in
origine.
28. Durante l’esecuzione dei lavori, per quanto possibile, dovrà essere mantenuta e garantita la circolazione anche con l’istituzione di un senso unico alternato gestito da movieri. In ogni caso dovrà essere garantito l’accesso ai mezzi di soccorso, di pubblica sicurezza e degli enti nonché ai residenti.
29. In caso di ritrovamenti, nulla sarà dovuto all’appaltatore per le eventuali conseguenti sospensioni o altro tipo di indennizzo.
30. Dovrà essere rispettata la normativa vigente in materia di rifiuti, in materia di terre e rocce da scavo e in materia ambientale.
Sono inclusi nell'offerta dell'appaltatore tutte le lavorazioni, mezzi e forniture necessarie per dare l'opera completa, funzionante e utilizzabile dalla Committente nonché rispondente al progetto.
Tutti gli oneri ed obblighi facenti parte del presente articolo si intendono a carico dell'Impresa e compresi nei prezzi unitari dell'elenco prezzi anche se non espressamente citati, così come tutti gli oneri, obblighi e prescrizioni tecniche espresse nel Capitolato Speciale di Appalto, relazioni, piani ed elaborati grafici, nessuno escluso.
L'Appaltatore pertanto, all'atto della formulazione dell'offerta, dovrà tenere conto di tutti gli oneri derivanti dall'applicazione delle prescrizioni indicate nel presente capitolato speciale.
L’appaltatore è tenuto a richiedere, prima della realizzazione dei lavori, presso tutti i soggetti diversi dalla Stazione appaltante (Consorzi, privati, Provincia, ANAS, ENEL, Telecom, ASI, Serenissima Gas e altri eventuali) interessati direttamente o indirettamente ai lavori, tutti i permessi necessari e a seguire tutte le disposizioni emanate dai suddetti per quanto di competenza, in relazione all’esecuzione delle opere e alla conduzione del cantiere, con esclusione dei permessi e degli altri atti di assenso aventi natura definitiva e afferenti il lavoro pubblico in quanto tale.
ART. 30 DISPONIBILITÀ DELL’APPALTATORE NEI PERIODI DI FERIE E FESTIVI.
Viene fatto obbligo all'Appaltatore, di essere sempre reperibile, e disponibile all'esecuzione di lavori di qualsiasi tipo o natura, anche nei periodi di ferie e festivi.
ART. 31 DIFESA AMBIENTALE
L’Appaltatore si impegna, nel corso dello svolgimento dei lavori, a salvaguardare l’integrità dell’ambiente, rispettando le norme attualmente vigenti in materia ed adottando tutte le precauzioni possibili per evitare danni di ogni genere.
In particolare, nell’esecuzione delle opere, deve provvedere a:
- evitare l’inquinamento delle falde e delle acque superficiali;
- effettuare lo scarico dei materiali solo nelle discariche autorizzate;
- segnalare tempestivamente al Committente ed al Direttore dei Lavori il ritrovamento, nel corso dei lavori di scavo, di opere sotterranee che possano provocare rischi di inquinamento o materiali contaminati;
- lasciare i luoghi di lavoro e le aree circostanti perfettamente puliti e ripristinati in continuità alle condizioni precedenti all'intervento.
ART. 32 ACCETTAZIONE DEI MATERIALI.
I materiali e le forniture da impiegare nelle opere da eseguire dovranno essere delle migliori qualità esistenti in commercio, possedere le caratteristiche stabilite dalle leggi e dai regolamenti vigenti in materia ed inoltre corrispondere alla specifica normativa del presente capitolato e degli altri atti contrattuali.
Si richiamano peraltro, espressamente, le prescrizioni del Capitolato Generale, norme UNI, CNR, CEI e delle altre norme tecniche europee adottate dalla vigente legislazione.
ART. 33 DIFETTI DI COSTRUZIONE.
Qualora la Direzione Lavori accerti l'esistenza di lavorazioni eseguite senza la necessaria diligenza o con materiali diversi da quelli previsti o che dopo la loro accettazione e messa in opera abbiano riscontrato difetti od inadeguatezze, si applica l'art. 18 del Capitolato Generale.
ART. 34 VARIANTI DELLE OPERE PROGETTATE.
L'Amministrazione si riserva la facoltà di introdurre nelle opere oggetto del contratto d'appalto tutte quelle varianti che a suo insindacabile giudizio ritenga opportune nei limiti e con le modalità indicate dall'art. 106 del D.Lgs. n. 50/2016.
L'Appaltatore non può introdurre varianti od addizioni al progetto approvato se non su disposizione del Direttore dei Lavori e previa approvazione sella Stazione Appaltante.
Non saranno considerate varianti gli interventi disposti dal Direttore dei lavori per risolvere aspetti di dettaglio che siano contenuti entro i limiti fissati dalla normativa vigente per le singole categorie di lavoro dell'appalto e che non comportino un aumento della spesa prevista per la realizzazione dell'opera.
ART. 35 CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI.
Le misurazioni e i rilevamenti sono fatti in contraddittorio tra le parti; tuttavia se l’appaltatore rifiuta di presenziare alle misure o di firmare i libretti delle misure o i brogliacci, il direttore dei lavori procede alle misure in presenza di due testimoni, i quali devono firmare i libretti o brogliacci suddetti.
Per i lavori da liquidare su fattura e per le prestazioni da contabilizzare in economia si procede secondo le relative speciali disposizioni.
Gli oneri per la sicurezza sono contabilizzati con gli stessi criteri stabiliti per i lavori, con la sola eccezione del prezzo che è quello contrattuale prestabilito dalla stazione appaltante e non oggetto dell’offerta in sede di gara.
ART. 36 DIMINUZIONE DEI LAVORI.
La stazione appaltante potrà in fase di esecuzione dei lavori ordinare all'appaltatore di eseguire lavori in meno, nei limiti e con gli effetti previsti dal D.Lgs. n. 50/2016 .
ART. 37 LAVORI DIVERSI NON SPECIFICATI, NUOVI PREZZI.
Qualora in circostanze speciali, si renda necessario affidare all'Appaltatore, l'esecuzione di lavori o somministrazioni non compresi negli elenchi dei prezzi contrattuali, i prezzi da assegnarsi dovranno essere preventivamente concordati fra la Direzione Lavori e l'Appaltatore salvo successiva approvazione superiore ai sensi del D.lgs n.50/2016.
ART. 38 LAVORI URGENTI, DURATA GIORNALIERA DEI LAVORI, LAVORO STRAORDINARIO E NOTTURNO.
In casi di urgenza l'Appaltatore dovrà dare esecuzione immediata agli ordini dati dalla D.L. anche verbalmente o telefonicamente.
L'integrazione del cronoprogramma dovrà includere e tenere in considerazione le esigenze della stazione appaltante e quindi il direttore sentito il responsabile del procedimento, potrà chiedere all'appaltatore di lavorare per turni continuativi e durante i giorni festivi o per periodi più brevi nell'arco della giornata o di notte. Per tali prestazioni straordinarie, ridotte e festive l’Impresa non avrà diritto a maggiori compensi, restando ogni onere conseguente a carico dell’Impresa stessa.
ART. 39 PROVE E VERIFICHE DEI LAVORI, RISERVE DELL'APPALTATORE.
Tutti i lavori dovranno essere eseguiti secondo le prescrizioni del presente Schema di contratto e Capitolato Speciale ed a regola d’arte.
Il Committente procederà, a mezzo del Direttore dei Lavori o dei suoi assistenti, al controllo dello svolgimento dei lavori, verificandone lo stato.
La Direzione Lavori potrà procedere in qualunque momento all’accertamento e misurazione delle opere compiute; ove l’Appaltatore non si prestasse ad eseguire in contraddittorio tali operazioni, gli sarà assegnato un termine perentorio, scaduto il quale gli verranno addebitati i maggiori oneri per conseguenza sostenuti. In tal caso, inoltre, l’Appaltatore non potrà avanzare alcuna richiesta per eventuali ritardi nella contabilizzazione o nell’emissione dei certificati di pagamento.
Il Direttore dei Lavori segnalerà tempestivamente all’Appaltatore le eventuali opere che ritenesse non eseguite in
conformità alle prescrizioni contrattuali o a regola d’arte; l’Appaltatore provvederà a perfezionarle a sue spese.
Qualora l’Appaltatore non intendesse ottemperare alle disposizioni ricevute, il Committente avrà la facoltà di provvedervi direttamente od a mezzo di terzi.
In ogni caso prima di dar corso ai perfezionamenti o rifacimenti richiesti, dovranno essere predisposte, in contraddittorio fra le parti, le necessarie misurazioni o prove; le spese incontrate per l’esecuzione delle opere contestate, nonché quelle inerenti alle misurazioni e alla pre-costituzione delle prove, saranno a carico dell'impresa.
Insorgendo controversie su disposizioni impartite dal Direttore dei Lavori o sulla interpretazione delle clausole contrattuali, l’Appaltatore potrà formulare riserva. La formulazione delle riserve dovrà effettuarsi a pena di decadenza, sul primo atto dell'appalto, idoneo a riceverle.
Le riserve dovranno essere specificate in ogni loro elemento tecnico ed economico con le modalità e nei termini previsti dall'art.165 Regolamento e art. 31 del Capitolato Generale.
ART. 40 OGGETTI RINVENUTI
Si stabilisce che per qualsiasi oggetto di interesse artistico, storico od archeologico rinvenuto durante l'esecuzione dei lavori di qualsiasi tipo, sia sotterranei che inglobati alle murature, l'Appaltatore dovrà darne immediata comunicazione alla Direzione Lavori, sospendendo contemporaneamente la prosecuzione dei lavori in attesa delle particolari disposizioni in ordine ai ritrovamenti medesimi.
ART. 41 RESPONSABILITÀ PER DANNI ALLE PERSONE E ALLE COSE
L'Appaltatore sarà responsabile dei danni che per fatto suo, dei suoi operai ed agenti, o per difetto della buona esecuzione dei lavori e delle normali previdenze ad essi attinenti, potessero venire arrecati alle persone ed agli stabili, mobili, attrezzi, sia di proprietà dell'Amministrazione che di altri Enti o privati, tenendo sollevata l'Amministrazione anche rispetto ai terzi.
G) SICUREZZA
ART. 42 NORME DI SICUREZZA
I lavori appaltati devono svolgersi nel pieno rispetto delle vigenti normative in materia di prevenzione infortuni ed igiene del lavoro.
Nell’accettare i lavori oggetto del contratto l’Appaltatore dichiara:
- di aver preso conoscenza delle opere provvisionali da predisporre, di aver visitato la località interessata dai lavori e di averne accertato le condizioni di viabilità e di accesso, nonché gli impianti che la riguardano;
- di aver valutato, nell’offerta, tutte le circostanze ed elementi che influiscono sul costo della manodopera, dei noli e dei trasporti relativamente alle opere provvisionali.
L’Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l’esecuzione dei lavori, la mancata conoscenza di elementi non valutati, tranne che tali elementi non si configurino come causa di forza maggiore contemplate nel Codice Civile (e non escluse da altre norme nel presente Capitolato o si riferiscano a condizioni soggette a possibili modifiche espressamente previste nel contratto).
Con l’accettazione dei lavori l’Appaltatore dichiara di avere la possibilità ed i mezzi necessari per procedere all’esecuzione degli stessi secondo le migliori norme di sicurezza e conduzione dei lavori.
Inoltre l’Appaltatore rimane, di fronte al Committente, unico responsabile delle attrezzature, degli apprestamenti e delle procedure esecutive subappaltate per quanto riguarda la loro conformità alle norme di legge.
È fatto obbligo all’Appaltatore di provvedere ai materiali, ai mezzi d’opera e ai trasporti necessari alla predisposizione di opere provvisionali, che per cause non previste e prevedibili, il Coordinatore per l’esecuzione dei lavori o il responsabile dei lavori ovvero il Committente, ritengono necessarie per assicurare un livello di sicurezza adeguato alle lavorazioni.
In questo caso per l’esecuzione di lavori non previsti si farà riferimento all’elenco prezzi allegato ovvero si procederà a concordare nuovi prezzi, come previsto dalla normativa vigente in materia.
ART. 43 SOSPENSIONE DEI LAVORI PER PERICOLO GRAVE ED IMMINENTE O PER MANCANZA DEI REQUISITI MINIMI DI SICUREZZA
In caso di inosservanza di norme in materia di sicurezza o in caso di pericolo imminente per i lavoratori, il Coordinatore per la Sicurezza darà immediato avviso al responsabile del procedimento il quale predisporrà la sospensione dei lavori nei termini e modalità previste dal D.Lgs. n. 50/2016.
Per sospensioni dovute a pericolo grave ed imminente il Committente non riconoscerà alcun compenso o indennizzo all’Appaltatore; la durata delle eventuali sospensioni dovute ad inosservanza dell’Appaltatore delle norme in materia di sicurezza, non comporterà uno slittamento dei tempi di ultimazione dei lavori previsti dal contratto.
ART. 44 OSSERVANZA DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE IN MATERIA DI LAVORO DIPENDENTE
L'Appaltatore è obbligato all'osservanza di tutte le norme vigenti in materia di prevenzione di infortuni sul lavoro e ad assolvere tutti gli obblighi dei datori di lavoro per ciò che concerne assicurazioni, provvidenze e previdenze sociali in base alle leggi e contratti collettivi; nonché al pagamento di tutti i contributi ed indennità spettanti ai lavoratori.
L'Appaltatore è inoltre obbligato ad adottare tutte le previdenze atte e prevenire infortuni e ad usare tutte le cautele che valgono ad assicurare l'incolumità del personale addetto ai lavori, ricadendo pertanto, ogni più ampia responsabilità sull'Appaltatore in caso di infortuni, rimanendo sollevata, in ogni caso la direzione e la sorveglianza dei lavori nonché l'Amministrazione appaltante da ogni responsabilità civile e penale anche rispetto ai terzi.
ART. 45 NORME PER LA SICUREZZA - PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO
Il presente appalto di lavori rientra, ai fini degli adempimenti in materia di sicurezza, nell’elenco di cui all’allegato XI del D.Lgs 81/2008.
Pertanto a cura del Committente è stato redatto un Piano di Sicurezza e Coordinamento a cui l'Impresa Appaltatrice dovrà attenersi ovvero presentare integrazioni e modifiche ed un Piano Operativo di Sicurezza, per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nella conduzione del cantiere, così come previsto dalla vigente normativa.
Preliminarmente all’inizio dei lavori l’appaltatore darà dimostrazione al Coordinatore per l’Esecuzione di aver messo a conoscenza del Piano di Sicurezza e Coordinamento i Rappresentanti per la Sicurezza.
L’Impresa ha l’obbligo di fornire in opera a sue cura e spese e di esporre all’esterno del cantiere, come dispone la Circolare Min. LL.PP. 1° giugno 1990, n. 1729/UL, due cartelli di dimensioni non inferiori a m. 1,00 (larghezza) per m. 2,00 (altezza) in cui devono essere indicati l’Amministrazione appaltante, l’oggetto del servizio, i nominativi dell’Impresa, del RUP, del Progettista, del Coordinatore della Sicurezza per la Progettazione e per l’Esecuzione, del responsabile del servizio e dell’Assistente ai lavori, oltre i nominativi di tutte le imprese subappaltatrici e dei cottimisti.
In sintonia a quanto previsto nel Piano di Sicurezza e Coordinamento, l’Appaltatore è tenuto a curare con il Coordinatore in fase di esecuzione, il coordinamento di tutte le imprese sub-appaltatrici operanti nel cantiere, impegnandosi a rendere gli specifici piani, eventualmente redatti dalle stesse, compatibili tra loro ed in sintonia con il Piano di sicurezza e Coordinamento presentato dalla stazione Appaltante.
Nell’ipotesi di Associazione Temporanea d’Impresa o di Consorzio, tale compito compete all’Impresa mandataria o designata quale Capogruppo.
Il Direttore Tecnico di Cantiere, il cui nominativo deve venire comunicato alla Stazione Appaltante, è responsabile del rispetto dei vari Piani di Sicurezza da parte di tutte le imprese nei lavori da lui dipendenti.
H) SUBAPPALTO
ART. 46 DIVIETO DI SUBAPPALTO E DI CESSIONE DI CREDITO
Il subappalto è consentito, a norma di legge, nei termini e nei modi stabiliti dall'art. 4 del presente Capitolato.
Il pagamento ai subappaltatori ed ai cottimisti per i lavori eseguiti dagli stessi avverrà tramite l'Impresa appaltatrice o secondo quanto stabilito dal D.lgs n. 50/2016 come modificao dal D.lgs n. 56/2017.
Quest'ultima dovrà trasmettere alla Stazione Appaltante, entro 20 giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato a proprio favore, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti corrisposti a subappaltatori e cottimisti con l'indicazione delle eventuali ritenute di garanzia effettuate o liberatoria da parte degli stessi.
I) ULTIMAZIONE
ART. 47 ULTIMAZIONE DEI LAVORI.
I lavori dovranno essere condotti in modo da rispettare le sequenze ed i tempi parziali previsti nel programma dei lavori che verrà concordato fra le parti e che farà parte integrante del presente affidamento.
In esito a formale comunicazione dell'appaltatore di intervenuta ultimazione, il direttore dei lavori effettuerà i necessari accertamenti in contraddittorio con l'impresa, rilasciando il certificato di ultimazione lavori in doppio esemplare.
ART. 48 CONSEGNA DELLE OPERE PRIMA DEL COLLAUDO
Dopo l'ultimazione dei lavori (anche parziale) accertata mediante certificato redatto con le modalità dell'articolo 41 del presente Capitolato Speciale d’Appalto, e nelle more della esecuzione delle operazioni di collaudo tecnico - amministrativa l'Amministrazione appaltante avrà facoltà di richiedere all'Impresa la consegna delle opere, previa compilazione del verbale in cui venga dato atto delle condizione di essi e delle opere accessorie e venga chiarito che la ditta rimane responsabile della eliminazione dei difetti di costruzione e in genere delle insufficienze che venissero eventualmente riscontrate dal Collaudatore, all'atto della visita di collaudo (o dal Direttore dei Lavori all’atto del rilascio del Certificato di regolare esecuzione) con l'esclusione, ovviamente, dei danni causati dall'uso o da cattiva conduzione da parte dell'Amministrazione Appaltante.
ART. 49 CONTO FINALE
Il conto finale per gli atti di collaudo verrà compilato entro 60 giorni dalla data di accertamento della ultimazione dei lavori.
Il conto finale deve essere sottoscritto per accettazione dall'Appaltatore o dal suo rappresentante.
ART. 50 COLLAUDO
Le operazioni di collaudo saranno conformi a quanto previsto dalla normativa vigente ed in particolare le disposizioni di cui all'art. 102 del D.Lgs. n. 50/2016 e al titolo X capo I del D.P.R. 207/2010.
Durante l’esecuzione dei lavori la Stazione appaltante può effettuare operazioni di controllo o di collaudo parziale o ogni altro accertamento, volti a verificare la piena rispondenza delle caratteristiche dei lavori in corso di realizzazione a quanto richiesto negli elaborati progettuali, nel presente Capitolato speciale o nel contratto.
Il collaudo degli impianti si compone di verifiche e prove da effettuarsi in corso d’opera e ad impianti ultimati.
Le verifiche e prove in corso d’opera vengono effettuate su parti di impianti non più accessibili senza interventi di carattere distruttivo una volta effettuati i lavori, con lo scopo di accertare la conformità dell’insieme dell’opera alle prescrizioni contrattuali, alle norme di sicurezza ed alla buona regola dell’arte.
Le verifiche e prove finali vengono effettuate ad impianti ultimati e funzionanti da un tempo predeterminato, con lo scopo di accertare la conformità dell’insieme dell’opera alle prescrizioni contrattuali, alle norme di sicurezza ed alla buona regola dell’arte.
Tutta la strumentazione richiesta per le prove deve essere fornita a cura e spese dell’appaltatore. Al termine di lavori e in seguito a richiesta scritta dell’impresa appaltatrice il direttore dei lavori redige, entro 10 giorni dalla richiesta, il certificato di ultimazione. Prima dell’emissione del certificato di fine lavori l’appaltatore deve fornire alla D.L. tutta la documentazione di sua competenza. Entro 90 giorni dal certificato di fine lavori, la D.L. procederà ai collaudi provvisori degli impianti, verbalizzando in contraddittorio con l’appaltatore gli eventuali difetti ed invitando l’appaltatore ad eliminarli entro un termine ritenuto adeguato dallo stesso direttore dei lavori, che sarà precisato nel verbale sopradetto. In caso di ritardo nel ripristino, si applica la penale per i ritardi, in proporzione all'importo della parte di lavori che direttamente e indirettamente traggono pregiudizio dal mancato ripristino e comunque all'importo
non inferiore a quello dei lavori di ripristino. Il favorevole collaudo provvisorio costituirà soltanto la prova della generica buona esecuzione o del generico funzionamento e non quella del raggiungimento delle garanzie prescritte dal capitolato, né della perfetta esecuzione e/o del regolare ed ineccepibile funzionamento. Dalla data del verbale del collaudo provvisorio gli impianti si intendono consegnati, sempre che non sussistano, a giudizio della D.L., difetti tali da rendere l’opera non pienamente utilizzabile, fermo restando l’obbligo dell’appaltatore di procedere nel termine fissato all’eliminazione dei difetti o manchevolezze riportandosi, allora, la data di consegna a quella in cui sarà verificata l’eliminazione stessa. La stazione appaltante si riserva il diritto di prendere in consegna anche parzialmente alcune parti degli impianti, senza che l’appaltatore possa pretendere maggiori compensi.
ART. 51 OBBLIGO DI ESEGUIRE MANUTENZIONE FINO AD AVVENUTO COLLAUDO
Sono a completo e totale carico dell'Appaltatore, le eventuali opere di manutenzione che necessitassero nel periodo intercorrente dalla data di ultimazione dei lavori fino ad avvenuto collaudo nei termini e modalità previsti.
L) CONTROVERSIE
ART. 52 MISURE COERCITIVE ED AZIONI LEGALI
Qualora l'Appaltatore contravvenga in tutto od in parte agli obblighi ed alle condizioni contrattuali, la Stazione Appaltante ha diritto di sospendere immediatamente ogni pagamento in corso, fino alla definizione della controversia o di rescindere dal contratto, nel qual caso all'Appaltatore saranno liquidati i soli lavori eseguiti regolarmente, previo risarcimento all'Amministrazione degli oneri derivanti dalla stipula di un nuovo contratto e dalla esecuzione d'ufficio delle opere non eseguite.
Tutte le controversie fra l'Amministrazione e l'Appaltatore così durante l'esecuzione come al termine del contratto saranno trattate con le modalità previste dalla vigente normativa.
ART. 53 CONTESTAZIONI
Per tutte le contestazioni non risolte in via bonaria, la definizione delle controversie è devoluta all’autorità giudiziaria competente ed è esclusa la competenza arbitrale, secondo la normativa vigente.
ART. 54 SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO
L'Amministrazione si riserva il diritto di recedere dal contratto in qualunque tempo e per qualunque motivo purché tenga indenne l'appaltatore delle spese sostenute, dei lavori eseguiti e del mancato guadagno nei limiti previsti dal D.Lgs. n. 50/2016
M) NORME DI CHIUSURA
ART. 55 DICHIARAZIONE DI REMUNERATIVITÀ.
Le condizioni di cui al presente capitolato sono accettate dall’impresa in base a calcoli di sua convenienza a tutto suo rischio, in quanto da essa giudicate remunerative, tenute presenti le condizioni di mercato e la natura e le caratteristiche delle prestazioni da eseguire.
ART. 56 NORME DI CHIUSURA.
Per tutto quanto non disciplinato nel presente Capitolato Speciale di Appalto, si applicano le disposizioni previste dalle vigente normativa che disciplina i lavori pubblici e il Codice Civile.
CA P O I I
N OR ME TE C N IC HE D I E SE C U ZI ON E
ART. 57 QUALITÀ DEI MATERIALI: PROVENIENZA, PRESCRIZIONI GENERALI
I materiali in genere occorrenti per la costruzione delle opere dovranno pervenire da località ritenute dall’impresa di sua convenienza, purché siano riconosciuti dalla direzione lavori di buona qualità in relazione alla natura del loro impiego. L’impresa ha l’obbligo di prestarsi, tutte le volte che la direzione lavori lo riterrà necessario, alle prove dei materiali impiegati o da impiegarsi e delle varie categorie di impasti cementizi; essa provvederà a tutte sue spese al prelevamento ed invio dei campioni ed alla esecuzione delle prove necessarie presso gli Istituti sperimentali a ciò autorizzati. Dei campioni può essere ordinata la conservazione negli uffici municipali, munendoli di sigilli e firme della direzione lavori e dell’impresa nei modi più atti a garantire l’autenticità. L’impresa è obbligata a rimuovere dai cantieri i materiali non accettati dalla direzione lavori ed a demolire le opere costruite con i materiali non riconosciuti di buona qualità. In particolare i materiali e le apparecchiature elettriche dovranno essere conformi a quanto prescritto dalle norme CEI. Si riterranno comunque esplicabili, per quanto sopra non espressamente previsto, le prescrizioni di cui agli articoli 15 - 16 e 17 del Capitolato Generale approvato con Decreto del Ministero dei LL.PP. del 19 aprile 2000, n. 145.
ART. 58 QUALITÀ E IMPIEGO DEI MATERIALI: ACCETTAZIONE – CERTIFICAZIONI DI CONFORMITÀ
I materiali tutti dovranno corrispondere perfettamente alle prescrizioni di Xxxxx e del presente Capitolato Speciale; essi dovranno essere della migliore qualità e perfettamente lavorati.
Le caratteristiche dei materiali da impiegare dovranno corrispondere alle prescrizioni degli articoli ed alle relative voci dell'Elenco Prezzi allegato al presente Capitolato.
La Direzione Lavori avrà facoltà di rifiutare in qualunque tempo i materiali che fossero deperiti dopo l'introduzione nel cantiere, o che, per qualsiasi causa, non fossero conformi alle condizioni del contratto; l'Appaltatore dovrà rimuoverli dal cantiere e sostituirli con altri a sue spese.
Ove l'Appaltatore non effettui la rimozione nel terreno prescritto dalla Direzione Lavori, la Stazione appaltante potrà provvedervi direttamente a spese dell'Appaltatore, a carico del quale resterà anche qualsiasi danno derivante dalla rimozione eseguita d'ufficio.
Qualora si accertasse che i materiali accettati e già posti in opera fossero di cattiva qualità si procederà come disposto dall'art. 35 del Capitolato Generale d'Appalto.
Nel caso di prodotti industriali, la rispondenza a questo Capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
Queste prescrizioni non potranno in ogni caso pregiudicare i diritti della Stazione appaltante nella collaudazione
Xxxxxx Xxxxxxxxx 0 - 00000 Xxxxxxxxxxx (XX)
finale.
- 1.Norme generali per la provvista dei materiali
L'Appaltatore assume, con la firma del contratto d'appalto, l'obbligo di provvedere tempestivamente tutti i materiali occorrenti per l'esecuzione di lavori compresi nell'appalto, e comunque ordinati dalla Direzione Lavori, quali che possano essere le difficoltà di approvvigionamento.
L'Appaltatore dovrà dare notizia alla Direzione Lavori della provenienza dei materiali e delle eventuali successive modifiche della provenienza stessa volta per volta, se ciò richiesto dalla Direzione Lavori.
Qualora l'Appaltatore di sua iniziativa impiegasse materiali di dimensioni eccedenti le prescritte, o di caratteristiche migliori, o di più accurata lavorazione, ciò non gli darà diritto ad aumenti di prezzo.
L'Appaltatore resta obbligato a prestarsi in ogni tempo alle prove dei materiali impiegati, o da impiegare, sottostando a tutte le spese per il prelievo, la formazione e l'invio dei campioni presso i lavoratori ufficiali, nonché per le corrispondenti prove ed esami.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali indicati dalla Direzione Lavori previa apposizione di sigilli e firme del Direttore Lavori e dell'Appaltatore, nei modi più adatti a garantirne l’autenticità e la conservazione.
I risultati così ottenuti saranno i soli riconosciuti validi dalle parti ed ad essi esclusivamente si farà riferimento a tutti gli effetti del presente appalto.
Ogni materiale in fornitura per il quale è richiesta una caratteristica di resistenza e/o reazione al fuoco, va accompagnato dalla relativa Certificazione e/o Omologazione del Ministero dell’Interno in originale o copia conforme nonchè dalla copia della bolla di fornitura. La Certificazione e/o Omologazione dovrà corrispondere alle effettive condizioni di impiego del materiale anche in relazione alle possibili fonti di innesco.
- 2. Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso, bitumi.
Acqua - L'acqua per l'impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di sostanze organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante.
Calci - Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al R. Decreto 16 novembre 1939, n. 2231; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni contenute nella legge 26 maggio 1965, n. 595 (« Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici ») nonché ai requisiti di accettazione contenuti nel D.M. 31 agosto 1972 (« Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche »).
Cementi e agglomerati cementizi.
I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26 maggio 1965, n. 595 e nel D.M. 3 giugno 1968 (« Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi ») e successive modifiche. Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26 maggio 1965, n. 595 e nel D.M. 31 agosto 1972.
A norma di quanto previsto dal Decreto del Ministero dell'Industria del 9 marzo 1988, n. 126 (« Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi »), i cementi di cui all'art. 1 lettera A) della legge 26 maggio 1965, n. 595 (e cioè i cementi normali e ad alta resistenza Portland, pozzolanico e d'altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all'art. 6 della legge 26 maggio 1965, n. 595 e all'art. 20 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. Per i cementi di importazione, la procedura di controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi.
I cementi e gli agglomerati cementizi dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati dall'umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego.
Pozzolane - Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti; qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal R. Decreto 16 novembre 1939, n. 2230.
Gesso - Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti.
I bitumi - I bitumi e le emulsioni bituminose dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali" (Fascicolo n. 3 - Edizione 1958) e "Norme per l'accettazione dei catrami per usi stradali" (Fascicolo n. 1 - Edizione 1951), tutti del CN.R..
- 3. Materiali inerti -
Tutti gli inerti da impiegare nella formazione degli impasti destinati alla esecuzione di opere in conglomerato cementizio semplice od armato dovranno corrispondere alle condizioni di accettazione stabilite dalle norme vigenti in materia all'epoca della esecuzione dei lavori.
La granulometria degli aggregati litici degli impasti potrà essere espressamente descritta dalla Direzione dei Lavori in base alla destinazione, al dosaggio ed alle condizioni di messa in opera dei conglomerati, e l'Appaltatore dovrà garantire la costanza delle caratteristiche per ogni lavoro. In particolare per le fondazioni stradali dovranno essere soddisfatti i requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali" del C.N.R. (Fascicolo n. 4 - Edizione 1953) ed essere rispondenti alle specificazioni riportate nelle rispettive norme di esecuzione dei lavori.
Fermo quanto sopra valgono le seguenti prescrizioni particolari:
La sabbia per le malte e per i calcestruzzi sarà delle migliori cave, di natura silicea, ruvida al tatto, stridente allo sfregamento, scevra da terra, da materie organiche od altre materie eterogenee. Prima dell'impiego, essa dovrà essere lavata e, a richiesta della Direzione dei Lavori, vagliata o stacciata, a seconda dei casi, essendo tutti gli oneri relativi già remunerati dai prezzi dell'Elenco; essa dovrà avere grana adeguata agli impieghi cui deve essere destinata: precisamente, salvo le migliori prescrizioni di legge in materia di opere in conglomerato cementizio semplice ed armato, dovrà passare attraverso ad un setaccio con maglia del lato di millimetri:
−cinque, per xxxxxxxxxxxx;
−due e mezzo, per malte da muratura in laterizio o pietra da taglio;
−uno, per malte da intonaci.
La ghiaia, il ghiaietto e il ghiaiettino saranno silicei, di dimensioni ben assortite, esenti da sabbia, terra ed altre materie eterogenee.
Prima dell'impiego, questi materiali dovranno essere accuratamente lavati e, occorrendo, vagliati. Quanto alle dimensioni si stabilisce:
−che la ghiaia passi attraverso griglie con maglie da 5 cm e sia trattenuta da griglie con maniglie da 2.5 cm;
−per il ghiaietto le griglie abbiano maglie rispettivamente di 2.5 cm e 1 cm;
−che il ghiaiettino le griglie abbiano maglie rispettivamente di 1 cm e 4 cm
Inerti da frantumazione, dovranno essere ricavati da rocce non gelive od alterate in superficie, il più possibile omogenee, preferibilmente silicee, comunque non friabili ed aventi alta resistenza alla compressione, con esclusione di quelle marnose, gessose, micacee, scistose, feldspatiche e simili.
Qualora la roccia provenga da cave nuove, non accreditate da esperienza specifica, e che per natura e formazione non presentino caratteristiche di sicuro affidamento, la Direzione dei Lavori potrà prescrivere che vengano effettuate prove di compressione e di gelività su campioni che siano significativi ai fini della coltivazione della cava.
Quando non sia possibile disporre di cave, potrà essere consentita, per la formazione degli inerti, la utilizzazione di massi sparsi in campagna o ricavati da scavi, sempreché siano originati da rocce di sufficiente omogeneità e di qualità idonea.
In ogni caso, gli inerti da frantumazioni dovranno essere esenti da impurità o materie polverulente e presentare spigoli vivi, facce piane e scabre e dimensioni assortite; per queste ultime, valgono le indicazioni dei precedenti punti 1) e 2).
Gli additivi per impasti cementizi si intendono classificati come segue:
fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per la modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei Lavori potrà far eseguire prove od accettare l'attestazione di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. 9 gennaio 1996 e relative circolari esplicative.
- 4. Elementi di laterizio e calcestruzzo
Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito.
Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute nel
D.M. 20 novembre 1987 («Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento »).
Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni possono costituire utile riferimento, insieme a quelle della norma UNI 8942/2.
Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato D.M. 20 novembre 1987.
Per i materiali laterizi da impiegarsi nelle zone sismiche dovranno essere rispettate le prescrizioni vigenti di cui alla Legge 02 Febbraio 1974 n° 64 e D.M. 03 Marzo 1975 e successive modifiche od integrazioni.
La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti i risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel D.M. di cui sopra.
È facoltà del Direttore dei lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.
I manufatti in cemento saranno delle dimensioni, caratteristiche, spessori prescritti, esenti da qualunque anomalia e perfettamente impermeabili, adatti a sopportare il traffico medio-pesante a seconda dei tipi.
- 5. Armature per calcestruzzo -
Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo della legge 5 novembre 1971, n. 1086 (D.M. 9 gennaio 1996) e relative circolari esplicative. In particolare all'atto dell'impiego i materiali devono presentarsi privi di ossidazione, corrosione, difetti superficiali visibili, pieghe.
E fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
- 6. Prodotti di pietre naturali o ricostruite -
La terminologia utilizzata ha il significato di seguito riportato, le denominazioni commerciali devono essere riferite a campioni, atlanti, ecc.
Marmo (termine commerciale).Roccia cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita da minerali di durezza Mohs da 3 a 4.
A questa categoria appartengono:
i marmi propriamente detti (calcari metamorfici ricristallizzati), i calcefiri ed i cipollini, i calcari, le dolomie e le brecce calcaree lucidabili, gli alabastri calcarei, le serpentinito, oficalciti;
Granito (termine commerciale).Roccia fanero-cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita da minerali di durezza Mohs da 6 a 7.
A questa categoria appartengono:
i graniti propriamente detti (rocce magmatiche intrusive acide fanerocristalline, costituite da quarzo, feldspati sodico- potassici e miche), altre rocce magmatiche intrusive (dioriti, granodioriti, sieniti, gabbri, ecc.), le corrispettive rocce magmatiche effusive, a struttura porfirica, alcune rocce metamorfiche di analoga composizione come gneiss e serizzi.
A) DEMOLIZIONI
ART. 59 DEMOLIZIONE DI PAVIMENTAZIONE O MASSICCIATA STRADALE IN CONGLOMERATO BITUMINOSO
La demolizione della pavimentazione in conglomerato bituminoso per l’intero spessore o per parte di esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature munite di frese a tamburo funzionanti a freddo, con nastro caricatore per il carico del materiale di risulta.
Tali attrezzature dovranno essere preventivamente approvate dalla Direzione Lavori relativamente a caratteristiche meccaniche, dimensioni e capacità produttiva; il materiale fresato dovrà risultare idoneo, ad esclusivo giudizio della stessa Direzione Lavori, per il reimpiego nella confezione di conglomerati bituminosi.
La demolizione dovrà rispettare rigorosamente gli spessori previsti in progetto o prescritti dalla Direzione Lavori e
non saranno pagati maggiori spessori rispetto a quelli previsti o prescritti.
Se la demolizione interessa uno spessore inferiore a 15 cm, potrà essere effettuata con un solo passaggio di fresa; per spessori superiori a 15 cm si dovranno effettuare due passaggi di cui il primo pari ad 1/3 dello spessore totale, avendo cura di formare longitudinalmente sui due lati dell'incavo un gradino tra il primo ed il secondo strato demolito di almeno l cm.
Le superfici scarificate dovranno risultare perfettamente regolari in ogni punto, senza discontinuità che potrebbero compromettere l'aderenza dei nuovi strati; i bordi delle superfici scarificate dovranno risultare verticali, rettilinei e privi di sgretolature.
La pulizia del piano di scarifica dovrà essere effettuata con idonee attrezzature munite di spazzole rotanti e dispositivo aspiranti in grado di dare il piano depolverizzato.
Nel caso di pavimentazione su impalcati di opere d'arte, la demolizione dovrà eseguirsi con tutte le precauzioni necessarie a garantire la perfetta integrità della sottostante soletta; in questi casi potrà essere richiesta la demolizione con scalpello a mano con l'ausilio del martello demolitore.
Solamente quando previsto in progetto e in casi eccezionali, si potrà eseguire la demolizione della massicciata stradale, con o senza conglomerato bituminoso, anche su opere d'arte, con macchina escavatrice od analoga e nel caso in cui il bordo della pavimentazione residua debba avere un profilo regolare, per il taglio perimetrale si dovrà fare uso della sega clipper.
ART. 60 RECINZIONI – MURATURE - FABBRICATI
Le demolizioni di recinzioni esistenti, fabbricati e murature di qualsiasi genere (armate e non, in precompresso o laterizio) potranno essere integrali o in porzioni a sezione obbligata, eseguite in qualsiasi dimensione anche in breccia, entro e fuori terra, a qualsiasi altezza.
Verranno impiegati i mezzi previsti dal progetto e/o quelli ritenuti idonei dalla Direzione Lavori:
-scalpellatura a mano o meccanica;
-martello demolitore;
-agenti demolitori non esplosivi ad azione chimica con espansione lenta e senza propagazione dell’onda d’urto.
Le demolizioni dovranno essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni in modo da prevenire qualsiasi infortunio al personale addetto, evitando inoltre tassativamente di gettare dall’alto i materiali i quali dovranno essere trasportati o guidati in basso.
Inoltre l’Impresa dovrà prevedere, a sua cura e spese, e a predisporre tutti gli accorgimenti tecnici per puntellare e sbadacchiate le parti pericolanti e ad adottare tutte le cautele possibili al fine di non danneggiare le strutture sottostanti e le proprietà di terzi.
L’Impresa sarà pertanto responsabile di tutti i danni che una cattiva conduzione nelle operazioni di demolizione potessero arrecare alle persone, alle opere e cose, anche di terzi.
Nel caso di demolizioni parziali potrà essere richiesto il trattamento con il getto di vapore a 373 K ed una pressione di 0.7-0,8 MPa per ottenere superfici di attacco pulite e pronte a ricevere i nuovi getti; i ferri dovranno essere tagliati, sabbiati e risagomati secondo le disposizioni progettuali.
Per le demolizioni da eseguire su strade comunali, provinciali, statali, l’impresa dovrà adottare anche tutte le precauzioni e cautele atte ad evitare ogni possibile danno all’utenza e concordare con la Direzione Lavori le eventuali esclusioni di traffico, che potranno avvenire anche in ore notturne e in giorni determinati.
In particolare la demolizione delle travi di impalcati di opere d’arte o di impalcati di cavalcavia anche a struttura mista, su strade normali o altre, dovrà essere eseguita fuori opera, previa separazione dalle strutture esistenti, sollevamento, rimozione e trasporto di tali porzioni in apposite aree entro le quali potranno avvenire le demolizioni.
I materiali di risulta resteranno di proprietà dell’Impresa, la quale potrà reimpiegare quelli ritenuti idonei dalla Direzione Lavori, fermo restando l’obbligo di allontanarli e di trasportare a discarica autorizzata quelli rifiutati.
B) SCAVI E MOVIMENTI DI TERRA
ART. 61 DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI
I movimenti di terra comprendono le seguenti categorie di lavoro:
- Diserbamento e scoticamento
- Scavi
- Rinterri
- Rilevati
Nei paragrafi seguenti sono definite le prescrizioni relative a ciascuna categoria di lavoro nonché le prescrizioni ed oneri di carattere generale ed i controlli da eseguire.
ART. 62 DISERBAMENTO E SCOTICAMENTO
Il diserbamento consiste nella rimozione ed asportazione di erbe, radici, cespugli, piante e alberi.
Lo scoticamento consiste nella rimozione ed asportazione del terreno vegetale, di qualsiasi consistenza e con qualunque contenuto d'acqua.
Nella esecuzione dei lavori l’Impresa dovrà attenersi a quanto segue:
a)Il diserbamento e lo scoticamento del terreno dovranno sempre essere eseguiti prima di effettuare qualsiasi lavoro di scavo o rilevato;
b)Tutto il materiale vegetale, inclusi ceppi e radici, dovrà essere completamente rimosso, alterando il meno possibile la consistenza originaria del terreno in sito.
c)Il materiale vegetale scavato, se riconosciuto idoneo dalla D.L., previo ordine di servizio, potrà essere utilizzato per il rivestimento delle scarpate; diversamente il materiale scavato dovrà essere trasportato a discarica. Rimane comunque categoricamente vietato la posa in opera di tale materiale per la costruzione dei rilevati.
d)La larghezza dello scoticamento ha l’estensione dell’intera area di appoggio e potrà essere continua od opportunamente gradonata secondo i profili e le indicazioni che saranno date dalla DL in relazione alle pendenze dei siti di impianto. Lo scoticamento sarà stabilito di norma alla quota di cm 20 al di sotto del piano campagna e sarà ottenuto praticando i necessari scavi di sbancamento tenuto conto della natura e consistenza delle formazioni costituenti i siti di impianto preventivamente accertate anche con l’ausilio di prove di portanza.
ART. 63 SCAVI
Si definisce scavo ogni movimentazione di masse di terreno dal sito originario finalizzata all’impianto di opere costituenti il nastro stradale e le sue pertinenze, quali impianti di rilevati; impianti di opere d’arte; cunette, accessi, passaggi e rampe, etc.
Gli scavi si distinguono in scavi di sbancamento e scavi di fondazione. Gli scavi potranno essere eseguiti a mano o con mezzi meccanici.
Nella esecuzione dei lavori di scavo l’Impresa dovrà scrupolosamente rispettare le prescrizioni assumendosene l’onere, e farsi carico di tutti gli oneri conseguenti.
Se negli scavi si superano i limiti assegnati dal progetto, non si terrà conto del maggior lavoro eseguito e l’Impresa dovrà, a sua cura e spese, ripristinare i volumi scavati in più, utilizzando materiali idonei.
L’Impresa dovrà recintare e apporre sistemi di segnaletica diurna e notturna alle aree di scavo, nonché provvedere, a proprie cure e spese, con qualsiasi sistema (paratie, palancolate, sbadacchiature, puntellamenti, armature a cassa chiusa, etc.), al contenimento delle pareti degli scavi, in accordo a quanto prescritto dai documenti di progetto, ed in conformità alle norme di sicurezza e compensate con i prezzi relativi (sicurezza).
Si dovrà aver cura di adottare tutte le cautele necessarie (indagini preliminari, sondaggi, scavi campione, etc.) per evitare il danneggiamento di manufatti e reti interrate di qualsiasi natura; inclusa, ove necessario, la temporanea deviazione ed il tempestivo ripristino delle opere danneggiate o provvisoriamente deviate.
E’ fatto obbligo di segnalare l'avvenuta ultimazione degli scavi, per eventuale ispezione da parte della D.L. , prima di procedere a fasi di lavoro successive o ricoprimenti. In caso di inosservanza la D.L. potrà richiedere all’Impresa di rimettere a nudo le parti occultate, senza che questa abbia diritto al riconoscimento di alcun maggior onere o compenso. I materiali provenienti dagli scavi, in genere, dovranno essere reimpiegati nella formazione dei rilevati o di altre opere in terra. Il reimpiego sarà subordinato all’esito di prove di idoneità, eseguite a cura dell’Impresa , e sotto il
controllo della D.L..
I materiali ritenuti idonei dovranno essere trasportati, a cura e spese dell’Impresa, al reimpiego o, ove necessario, in aree di deposito e custoditi opportunamente.
Se necessario saranno trattati per ridurli alle dimensioni prescritte dalle presenti norme secondo necessità, ripresi e trasportati nelle zone di utilizzo.
I materiali che, invece, risulteranno non idonei al reimpiego, dovranno essere trasportati, a cura e spesa dell’Impresa, a rifiuto nelle discariche indicate in progetto o individuate in corso d’opera, qualunque sia la distanza, dietro formale autorizzazione della D.L. (ordine di servizio), fatte salve le vigenti norme di Xxxxx e le autorizzazioni necessarie da parte degli Enti preposti alla tutela del territorio e dell’ambiente .
L’Impresa, a sua cura e spesa, dovrà ottenere la disponibilità delle aree di discarica e/o di deposito, dei loro accessi, e dovrà provvedere alle relative indennità, nonché alla sistemazione e alla regolarizzazione superficiale dei materiali di discarica secondo quanto previsto in progetto e/o prescritto dall’Ente Concedente la discarica.
1. Scavi di sbancamento. Sono così denominati i movimenti terra di grande entità eseguiti generalmente all’aperto senza particolari limitazioni sia fuori che in acqua, ovvero gli scavi non chiusi ed occorrenti per: apertura della sede stradale; apertura dei piazzali e delle opere accessorie; gradonature di ancoraggio dei rilevati su pendenze superiori al 20%; bonifica del piano di posa dei rilevati; spianamento del terreno; impianto di opere d’arte; taglio delle scarpate di trincee o rilevati; formazione o approfondimento di cunette, di fossi e di canali.
2. Scavi di fondazione. Sono così denominati gli scavi chiusi da pareti, di norma verticali o subverticali, riproducenti il perimetro dell’opera, effettuati al di sotto del piano orizzontale passante per il punto più depresso del terreno lungo il perimetro medesimo.
Questo piano sarà determinato, a giudizio della D.L. , o per l’intera area di fondazione o per più parti in cui questa può essere suddivisa , a seconda sia della accidentalità del terreno, sia delle quote dei piani finiti di fondazione.
Gli scavi saranno, a giudizio insindacabile della D.L., spinti alla necessaria profondità, fino al rinvenimento del terreno avente la capacità portante prevista in progetto.
I piani di fondazione saranno perfettamente orizzontali o disposti a gradoni con leggera pendenza verso monte per quelle opere che ricadessero sopra falde inclinate; le pareti saranno verticali od a scarpa.
Gli scavi di fondazione potranno essere eseguiti, ove ragioni speciali non lo vietino, anche con pareti a scarpa aventi la pendenza minore di quella prevista, ma in tal caso, non sarà computati né il maggiore scavo di fondazione e di sbancamento eseguito di conseguenza né il conseguente maggior volume di riempimento..
Resta comunque inteso che, nell’esecuzione di tutti gli scavi, l’Impresa dovrà provvedere di sua iniziativa ed a sua cura e spese, ad assicurare il naturale deflusso delle acque che si riscontrassero scorrenti sulla superficie del terreno , allo scopo di evitare che esse si versino negli scavi.
Provvederà, a sua cura e spesa, a togliere ogni impedimento, ogni causa di rigurgito che si opponesse così al regolatore deflusso delle acque, anche ricorrendo alla apertura di canali fugatori ;analogamente l’Impresa dovrà adempiere agli obblighi previsti dalle leggi (Legge 10/5/1976 n. 319 e successivi aggiornamenti ed integrazioni, leggi regionali emanate in applicazione della citata Legge) in ordine alla tutela delle acque dall’inquinamento, all’espletamento delle pratiche per l’autorizzazione allo scarico nonché all’eventuale trattamento delle acque.
ART. 64 BONIFICHE E RINTERRI
1. Bonifica
a) La bonifica del terreno di appoggio del rilevato, nell’accezione più generale, dovrà essere eseguita in conformità alle previsioni di progetto, ed ogni qualvolta nel corso dei lavori si dovessero trovare zone di terreno non idoneo e/o comunque non conforme alle specifiche di progetto.
Pertanto il terreno in sito, per la parte di scadenti caratteristiche meccaniche o contenente notevoli quantità di sostanze organiche, dovrà essere sostituito con materiale selezionato appartenente ai gruppi (CNR-UNI 10006):
- A1, A3 se proveniente da cave di prestito; nel caso in cui il materiale appartenga al gruppo A3, deve presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7;
- X0, X0-0 , X0-0, X0, xx proveniente dagli scavi; il materiale appartenente al gruppo A3 deve presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7;
Il materiale dovrà essere messo in opera a strati di spessore non superiore a 50 cm (materiale sciolto) e compattato
fino a raggiungere il 95% della massa volumica del secco massima ottenuta attraverso la prova di compattazione AASHO modificata (CNR 69 - 1978), (CNR 22 - 1972).
Per il materiale dei gruppi X0-0 x X0-0 , gli strati dovranno avere spessore non superiore a 30 cm (materiale sciolto).
Il modulo di deformazione dovrà risultare non inferiore a 20 MPa (nell’intervallo di carico compreso tra 0.05 e 0.15 N/mm2)
b) Nel caso in cui la bonifica di zone di terreno di cui al punto a) debba essere eseguita in presenza d'acqua, l’Impresa dovrà provvedere ai necessari emungimenti per mantenere costantemente asciutta la zona di scavo da bonificare fino ad ultimazione dell'attività stessa.
2. Rinterri
Per rinterri si intendono i lavori di:
- bonifica di zone di terreno non idoneo, al disotto del piano di posa di manufatti e rilevati, effettuata mediante sostituzione dei terreni esistenti con materiale idoneo;
- riempimento di scavi relativi a fondazioni, trincee, cunicoli, pozzetti, etc., eseguiti in presenza di manufatti;
- sistemazione superficiale eseguita con o senza apporto di materiale.
Il rinterro di scavi relativi a tubazioni interrate e cavi elettrici sarà effettuato con materiali sabbiosi (o comunque con materiali che durante l'operazione di rinterro non danneggino dette installazioni).
In linea di massima i materiali da utilizzare in detti rinterri saranno specificati sui disegni costruttivi.
a) Per il rinterro degli scavi relativi a fondazioni e manufatti in calcestruzzo dovrà utilizzarsi materiale selezionato appartenente esclusivamente ai gruppi A1 ed A3 (UNI-CNR 10006) opportunamente compattato; il materiale appartenente al gruppo A3 dovrà presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7;
b) Il rinterro di scavi relativi a tubazioni interrate e cavi elettrici sarà effettuato con materiali sabbiosi (o comunque con materiali che durante l'operazione di rinterro non danneggino dette installazioni).
In linea di massima i materiali da utilizzare in detti rinterri saranno specificati sui disegni costruttivi.
3. Sistemazione superficiale
La sistemazione delle aree superficiali dovrà essere effettuata con materiali selezionati appartenenti esclusivamente ai gruppi A1 ed A3 (UNI-CNR 10006), , con spandimento a strati opportunamente compattato fino a raggiungere il 95% della massa volumica del secco massima ottenuta con energia AASHO modificata (CNR 69 - 1978), (CNR 22 - 1972), procedendo alla regolarizzazione delle pendenze secondo le indicazioni del progetto.
Il materiale appartenente al gruppo A3 dovrà presentare un coefficiente di uniformità (D60/D10) maggiore o uguale a 7.
ART. 65 RILEVATI
Con il termine "rilevati" sono definite tutte le opere in terra destinate a formare il corpo stradale, le opere di presidio, i piazzali, nonché il piano d’imposta delle pavimentazioni.
I rilevati stradali saranno eseguiti con le esatte forme e dimensioni indicate nei disegni di progetto e non dovranno superare la quota del piano di appoggio della fondazione stradale (sottofondo) .
Nella formazione dei rilevati saranno innanzitutto impiegate le materie provenienti da scavi di sbancamento, di fondazione od in galleria.
I materiali impiegati dovranno essere del tutto esenti da frazioni o componenti vegetali, organiche e da elementi solubili, gelivi o comunque instabili nel tempo, non essere di natura argillo-scistosa nonché alterabili o molto fragili.
L'impiego di rocce frantumate è ammesso nella restante parte del rilevato, se di natura non geliva, se stabili con le variazioni del contenuto d'acqua e se tali da presentare pezzature massime non eccedenti i 20 cm, nonché di soddisfare i requisiti già precedentemente richiamati.
Di norma la dimensione delle massime pezzature ammesse non dovrà superare i due terzi dello spessore dello strato compattato.
Il materiale a pezzatura grossa (compreso tra i 7,1 ed i 20 cm) deve essere di pezzatura disuniforme e non deve costituire più del 30% del volume del rilevato; in particolare dovrà essere realizzato un accurato intasamento dei vuoti, in modo da ottenere, per ogni strato, una massa ben assestata e compattata.
Nel caso si utilizzino rocce tufacee, gli scapoli dovranno essere frantumati completamente, con dimensioni massime
di 10 cm.
Il piano di posa della fondazione della pavimentazione, che dovrà presentare un grado di costipamento pari o superiore al 95% e salvo diverse e più restrittive prescrizioni motivate, in sede di progettazione, dalla necessità di garantire la stabilità del rilevato e della pavimentazione stradale in trincea.
Le caratteristiche di deformabilità dovranno essere accertate in modo rigoroso e dovranno essere garantite, anche a lungo termine, nelle condizioni climatiche e idrogeologiche più sfavorevoli
Su ciascuna sezione trasversale i materiali impiegati per ciascuno strato dovranno essere dello stesso gruppo.
L’Impresa dovrà provvedere a reintegrare i maggiori volumi di rilevato per il raggiungimento della quota di progetto ad avvenuto esaurimento dei cedimenti.
La costruzione del rilevato dovrà essere programmata in maniera tale che il cedimento residuo da scontare, terminati i lavori, non sia superiore al 10% del cedimento teorico a fine consolidazione e comunque non superiore ai 5 cm.
La costruzione di rilevati in presenza di gelo o di pioggia persistenti non sarà consentita in linea generale, fatto salvo particolari deroghe da parte della Direzione Lavori, limitatamente a quei materiali meno suscettibili all'azione del gelo e delle acque meteoriche (es.: pietrame).
ART. 66 SPECIFICA DEL CONTROLLO
La documentazione di riferimento comprende tutta quella contrattuale e, più specificatamente, quella di progetto quale disegni, specifiche tecniche, ecc.; sono altresì comprese tutte le norme tecniche vigenti in materia.
L’Impresa per poter essere autorizzata ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, terre, calci, cementi, etc) prescritti dalle presenti Norme Tecniche, dovrà esibire, prima dell’impiego, alla D.L., i relativi Certificati di Qualità rilasciati da un Laboratorio Ufficiale e comunque secondo quanto prescritto dalla Circ. ANAS n° 14/1979.
Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte.
I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validità biennale.
I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione.
C) – FOGNATURE
ART. 67 TUBAZIONI
Tutte le tubazioni e la posa in opera relativa dovranno corrispondere alle caratteristiche indicate dal presente capitolato, alle specifiche espressamente richiamate nei relativi impianti di appartenenza ed alla normativa vigente in materia.
L’Appaltatore dovrà, se necessario, provvedere alla preparazione di disegni particolareggiati da integrare al progetto occorrenti alla definizione dei diametri, degli spessori e delle modalità esecutive; l’Appaltatore dovrà, inoltre, fornire degli elaborati grafici finali con le indicazioni dei percorsi effettivi di tutte le tubazioni.
In generale si dovrà ottimizzare il percorso delle tubazioni riducendo, il più possibile, il numero dei gomiti, giunti, cambiamenti di sezione e rendendo facilmente ispezionabili le zone in corrispondenza dei giunti, sifoni, pozzetti, ecc.; sono tassativamente da evitare l’utilizzo di spezzoni e conseguente sovrannumero di giunti.
Tutte le giunzioni saranno eseguite in accordo con le prescrizioni e con le raccomandazioni dei produttori per garantire la perfetta tenuta; nel caso di giunzioni miste la Direzione Lavori fornirà specifiche particolari alle quali attenersi.
L’Appaltatore dovrà fornire ed installare adeguate protezioni, in relazione all’uso ed alla posizione di tutte le tubazioni in opera.
Le condutture interrate dovranno ricorrere ad una profondità di almeno 1 m sotto il piano stradale.
Le tubazioni dovranno essere provate prima della loro messa in funzione per garantire la perfetta tenuta delle stesse a
cura e spese dell’impresa; nel caso si manifestassero delle perdite, anche di lieve entità, queste dovranno essere riparate e rese stagne a spese dell’impresa.
ART. 68 TUBI IN CALCESTRUZZO DI CEMENTO SEMPLICE
Appartengono a questa categoria i condotti in conglomerato cementizio nei quali non esiste armatura metallica.
I tubi in calcestruzzo di cemento dovranno essere realizzati con conglomerato di cemento tipo R 425 con resistenza caratteristica cubica R’bk 350 Kg/cmq e con inerti allo stato sciolto.
Dovranno essere confezionati in stabilimenti specializzati con procedimento di tipo industriale controllato ed avere le estremità sagomate ad incastro semplice per l’innesto tra loro.
ART. 69 TUBI IN CALCESTRUZZO DI CEMENTO ARMATO
I tubi in calcestruzzo di cemento armato possono essere di tipo tubo centrifugato oppure di tipo vibrocompresso.
Per tubi tubo-centrifugati si intendono quelli realizzati a mezzo di una casseforma metallica contro la quale il conglomerato cementizio viene costipato a mezzo di un mandrino cilindrico rotante.
Per tubi vibrocompressi si intendono quelli realizzati con una doppia casseforma fissa nella quale il calcestruzzo viene costipato per mezzo di apparecchiature vibranti. I tubi devono essere confezionati con un getto monolitico di calcestruzzo con caratteristiche uniformi, avere superfici interne lisce ed estremità con la fronte perpendicolare all’asse del tubo.
Non sono ammessi tubi con segni di danneggiamenti che possano diminuire la loro possibilità di utilizzazione, ovvero la resistenza meccanica, l’impermeabilità e la durata nonché la sicurezza dell’armatura contro la ruggine od altre aggressioni.
I tubi dovranno essere fabbricati da ditta specializzata, in apposito stabilimento, adoperando idonee apparecchiature ed effettuando un continuo controllo degli impasti e dei prodotti.
L’Appaltatore è tenuto a comunicare al fornitore tutti i dati necessari alla valutazione delle condizioni di posa e di lavoro delle tubazioni, con particolare riguardo alla profondità di posa, alla natura del terreno, alle caratteristiche della falda freatica, alla natura dei liquami ed alle sollecitazioni statiche e dinamiche a cui dovranno essere sottoposti i tubi.
Il tubo ed il relativo bicchiere dovranno essere conformati in modo da consentire l’alloggiamento dell’anello di gomma per la tenuta idraulica delle giunzioni.
Le prove sulla fornitura delle tubazioni sarà affidata ad un istituto specializzato e la scelta dei tubi da sottoporre a prova sarà effettuata dalla Direzione Lavori che potrà prelevarli sia in fabbrica che in cantiere. I costi delle prove sono a carico dell’Appaltatore.
La congiunzione dei tubi verrà effettuata introducendo la parte terminale del tubo, nel giunto a bicchiere del tubo precedente. La tenuta idraulica dei giunti sarà assicurata da una guarnizione in gomma interposta fra le due tubazioni. Le guarnizioni potranno essere applicate al momento della posa in opera oppure incorporate nel getto dei tubi.
Le guarnizioni da applicare al momento della posa delle tubazioni saranno costituite da un anello in gomma antiacido ed anti invecchiante, della durezza minima di 45 Shore, montato sul maschio del tubo. Le guarnizioni incorporate nel getto sono costituite da profilati chiusi in gomma del tipo sopra descritto, montati prima del getto sull’anello di base della cassaforma e quindi inglobati nel getto stesso durante la fabbricazione del tubo.
ART. 70 TUBI IN GRÈS CERAMICO
I tubi di grès devono essere di vero grès ceramico a struttura omogenea, smaltati internamente ed esternamente con smalto vetroso, non deformati, privi di screpolature, di lavorazione accurata e con innesto a manicotto o bicchiere. Le tubazioni dovranno inoltre riportare il marchio del produttore e l’anno di fabbricazione.
I tubi saranno cilindrici e diritti tollerandosi, solo eccezionalmente nel senso della lunghezza, curvature con freccia inferiore ad un centesimo della lunghezza di ciascun elemento.
In ciascun pezzo i manicotti devono essere formati in modo da permettere una buona giunzione nel loro interno, e le estremità opposte saranno lavorate esternamente a scannellatura.
I pezzi battuti leggermente con un corpo metallico dovranno rispondere con un suono argentino per denotare buona cottura ed assenza di screpolature non apparenti.
La tenuta idraulica delle giunzioni dovrà essere garantita da guarnizioni in resine poliuretaniche colate in fabbrica
con le caratteristiche di 20 Kg/cm2 di resistenza a trazione, 90% di allungamento a rottura e con durezza di 65 Shore A.
Lo smalto vetroso deve essere liscio specialmente all’interno, aderire perfettamente con la pasta ceramica, essere di durezza non inferiore a quella dell’acciaio ed inattaccabile dagli alcali e dagli acidi concentrati, ad eccezione soltanto del fluoridrico.
La massa interna deve essere semifusa, omogenea, senza noduli estranei, assolutamente priva di calce, dura, compatta, resistente agli acidi (escluso il fluoridrico) e dagli alcali impermeabili in modo che un pezzo immerso, perfettamente secco, nell’acqua non ne assorba più del 3,5% in peso. Le normative che riguardano questi tipi di tubazioni sono:
a) Norma UNI EN 295/1 “Tubi ed elementi complementari in grès e relativi sistemi di giunzione, destinati alla realizzazione di impianti di raccolta e smaltimento di liquami. Specificazioni”;
b) Norma UNI EN 295/2 “Tubi ed elementi complementari in grès e relativi sistemi di giunzione, destinati alla realizzazione di impianti di raccolta e smaltimento di liquami. Controllo della qualità e campionamento”
c) Norma UNI EN 295/3 “Tubi ed elementi complementari in grès e relativi sistemi di giunzione, destinati alla realizzazione di impianti di raccolta e smaltimento di liquami. Metodi di prova”.
ART. 71 TUBI IN FIBRO-CEMENTO
Le tubazioni in fibro-cemento dovranno corrispondere alle caratteristiche indicate nella norma UNI 5341 “Tubi, giunti e raccordi di fibro-cemento per fognature urbane” e nella norma UNI 7517 “Guida per la scelta della classe dei tubi per condotte di fibro-cemento sottoposte a carichi esterni e funzionanti con o senza pressione interna”. Norma UNI 6159 “Tubi, giunti e raccordi di fibrocemento per scarichi edilizi”. Tali norme si intendono qui integralmente riprodotte e pertanto facenti parte del presente Capitolato.
Le tubazioni saranno collegate fra loro mediante giunti di fibro-cemento a manicotto con interposte guarnizioni elastomeriche. In ogni caso esse dovranno avere gli stessi requisiti di impermeabilità previsti per le tubazioni in grès poste in opera.
ART. 72 TUBI IN CLORURO DI POLIVINILE NON PLASTIFICATO
Le norme UNI che trattano dei tubi in polivinile sono:
- UNI 7443 “Tubi e raccordi di policloruro di vinile (PVC) rigido (non plastificato) per condotte di scarico e ventilazione all’interno dei fabbricati. Tipi, dimensioni e requisiti ’’; e successivo aggiornamento FA 178:87
- UNI 7447 “Tubi e raccordi di policloruro di vinile (PVC) rigido (non plastificato) per condotte di scarico interrate.
Tipi, dimensioni e requisiti ’’;
- UNI 7448 “Tubi di PVC rigido (non plastificato). Metodi di prova”;
- UNI 7449 “Raccordi e flange di PVC rigido (non plastificato). Metodi di prova”.
Dovrà essere tenuto conto che i materiali forniti oltre a rispondere alle norme UNI precitate dovranno essere muniti del “Marchio di conformità” rilasciato dall’Istituto Italiano dei Plastici.
In materia si fa richiamo al d.m. 12/12/1985 in G.U. n. 61 del 14/03/86 riguardante “Norme tecniche relative alle tubazioni”.
Le caratteristiche meccaniche delle tubazioni di mescolanze a base di PVC, riportate di seguito, sono specificate nella norma UNI 7443.
Le tubazioni dovranno assicurare gli stessi requisiti di impermeabilità delle tubazioni in grès. I giunti di collegamento dovranno prevedere anelli di tenuta in lattice naturale o in altro materiale elastometrico.
ART. 73 CHIUSINI E GRIGLIE
I chiusini di accesso alle camerette d’ispezione ed ai manufatti speciali potranno essere circolari con diametro interno di cm 60 oppure rettangolari con dimensioni 50 x 70 cm.
Potranno essere realizzati in ghisa G 15 secondo le norme UNI 668, in ghisa sferoidale tipo GS400-12 o GS500-7 secondo le norme UNI 4544, oppure di tipo misto in ghisa con inserimento di parti in calcestruzzo. Tutti i chiusini dovranno avere una resistenza a rottura di 40 ton.
Le superfici di appoggio del coperchio con telaio dovranno essere lavorate con utensile in modo che il piano di contatto sia perfetto e non si verifichi alcun traballamento.
Il coperchio dovrà essere allo stesso livello del telaio e non sarà ammessa alcuna tolleranza di altezza in meno.
ART. 74 POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI
Prima di dare inizio ai lavori concernenti la posa delle tubazioni confezionate fuori opera e dei pezzi speciali relativi, l’Impresa dovrà avere in deposito una congrua parte del quantitativo totale dei tubi previsti dal progetto al fine di evitare ritardi nei lavori. I tubi che l’Impresa intenderà porre in opera dovranno corrispondere per forma e caratteristiche ai campioni prelevati dalla Direzione Lavori e custoditi presso la stazione appaltante. I direttore lavori visionerà i tubi forniti una volta nel cantiere ed una volta immediatamente prima della loro posa in opera; i tubi che non corrispondano ai campioni approvati, non confezionati in base alle prescrizioni saranno rifiutati e l’appaltatore dovrà provvedere al loro immediato allontanamento a sua cura e spese.
La posa in opera dei tubi dovrà avvenire previo assenso della Direzione Lavori e non prima che sia ultimato lo scavo completo tra un pozzetto di visita ed il successivo.
I tubi saranno posti su una base di calcestruzzo cementizio confezionato a x.xx 1,50 di cemento dello spessore minimo di cm 8 od alternativamente su una base di sabbia.
Il loro allineamento secondo gli assi delle livellette di progetto sarà indicato con filo di ferro o nylon teso tra i punti fissati dalla Direzione Lavori.
I tubi, posti sul letto preventivamente spianato e battuto, saranno collocati in opera con le estremità affacciate; l’anello elastico, il cui diametro interno sarà inferiore a quello esterno del tubo, verrà infilato, dopo adeguata pretensione, sulla testa del tubo da posare, poi, spingendo questa dentro il bicchiere del tubo già posato, si farà in modo che l’anello rotoli su se stesso fino alla posizione definitiva curando che, ad operazione ultimata, resti compresso in modo uniforme lungo il suo contorno.
Le tubazioni, siano esse orizzontali o verticali, devono essere installate in perfetto allineamento con il proprio asse e parallele alle pareti. Le tubazioni orizzontali, inoltre, devono essere posizionate con l’esatta pendenza loro assegnata in sede di progetto.
La testa del tubo non dovrà essere spinta contro il fondo del bicchiere ad evitare che i movimenti delle tubazioni producano rotture. Nella connessura ortogonale così formata dovrà quindi essere inserito, con perfetta sigillatura, un nastro plastico con sezione ad angolo retto, eventualmente limitato alla metà inferiore del bicchiere.
Durante la posa del condotto dovranno porsi in opera i pezzi speciali relativi, effettuando le giunzioni con i pezzi normati nei medesimi modi per essi descritti. Gli allacciamenti dovranno essere eseguiti in modo che siano evitati gomiti, bruschi risvolti e cambiamenti di sezione, impiegando pezzi speciali. La Direzione Lavori potrà autorizzare che il collegamento tra tubazioni ed allacciamenti sia eseguita mediante foratura del collettore principale, inserimento del tubo del minore diametro e successiva stuccatura; ove si effettui la foratura questa dovrà essere eseguita con estrema cura, delle minori dimensioni possibili, evitando la caduta dei frammenti all’interno della tubazione ed asportando con idoneo attrezzo quanto potesse ciononostante cadervi. Il tubo inserito non dovrà sporgere all’interno della tubazione principale e la giunzione dovrà essere stuccata accuratamente e rinforzata con un collare di malta, abbracciante il tubo principale, dello spessore di almeno 3 cm ed esteso a 5 cm a valle del filo esterno del tubo immesso.
I pezzi speciali ed i raccordi che la Direzione Lavori ordinasse di porre in opera durante la posa delle tubazioni per derivare futuri allacciamenti dovranno essere provvisti di chiusura con idoneo tappo cementizio. Tali pezzi devono inoltre consentire la corretta connessione fra le diverse parti della rete, senza creare discontinuità negli allineamenti e nelle pendenze. È sconsigliato l’uso delle derivazioni piane a doppio T così come non devono mai essere usate curve ad angolo retto nelle tubazioni orizzontali. È consigliabile realizzare la connessione tra le diramazioni e le colonne con raccordi formanti angolo con la verticale prossimo a 90°. I cambiamenti di direzione devono essere realizzati con raccordi che limitino il più possibile, ove non eliminino completamente, variazioni di velocità e/o altri effetti nocivi.
Nel corso delle operazioni di posa si avrà cura di mantenere costantemente chiuso l’ultimo tratto messo in opera mediante un consistente tampone sferico assicurato da una fune o mediante tappi pneumatici, per impedire l’introdursi di corpi estranei nella condotta anche nel caso di allagamento del cavo.
I tubi in PVC con giunto a bicchiere destinati agli allacciamenti saranno posti in opera su base di sabbia dello spessore di almeno 20 cm in tutte le altre direzioni.
Le giunzioni dei tubi saranno sigillate con adesivi plastici che garantiscano nel tempo un comportamento elastico.
È consigliabile che il percorso delle tubazioni di scarico non passi al di sopra di apparecchiature o materiali per i
quali una possibile perdita possa provocare pericolo o contaminazione. Ove questo non sia possibile è necessario realizzare una protezione a tenuta al di sotto delle tubazioni in grado di drenare, raccogliere e convogliare alla rete generale di scarico eventuali perdite.
ART. 75 CAMERETTE
Le camerette d’ispezione, di immissione, di cacciata e quelle speciali in genere verranno eseguite secondo i tipi e con le dimensioni risultanti dal progetto, sia che si tratti di manufatti gettati in opera che di pezzi prefabbricati.
Nel primo caso il conglomerato cementizio da impiegare nei getti sarà di norma confezionato con cemento tipo 325 dosato a x.xx 2,50 per mc di impasto. Prima dell’esecuzione del getto dovrà aversi cura che i gradini di accesso siano ben immorsati nella muratura provvedendo, nella posa, sia di collocarli perfettamente centrati rispetto al camino di accesso ed ad esatto piombo tra di loro, sia di non danneggiare la protezione anticorrosiva.
I manufatti prefabbricati verranno posti in opera a perfetto livello su sottofondo in calcestruzzo che ne assicuri la massima regolarità della base di appoggio. Il raggiungimento della quota prevista in progetto dovrà di norma venir conseguito per sovrapposizione di elementi prefabbricati di prolunga, sigillati fra loro e con il pozzetto con malta di cemento: solo eccezionalmente, quando la profondità della cameretta non possa venir coperta con le dimensioni standard delle prolunghe commerciali e limitatamente alla parte della camera di supporto al telaio portachiusino, si potrà ricorrere ad anelli eseguiti in opera con getto di cemento o concorsi di laterizio.
Tanto le camerette prefabbricate quanto quelle eseguite in opera, se destinate all’ispezione od alla derivazione, di condotti principali di fognatura, dovranno avere il fondo sagomato a semitubo dello stesso diametro delle tubazioni in esse concorrenti e di freccia pari a circa ¼ del diametro stesso; quelle prefabbricate dovranno inoltre essere provviste di fianchi di alloggiamento per le tubazioni concorrenti con innesti del medesimo tipo di quelli delle tubazioni stesse, salvo contraria disposizione della Direzione Lavori, di procedere alla parziale demolizione delle pareti del pozzetto.
Le camerette d’ispezione vanno previste:
a) al termine della rete di scarico assieme al sifone e ad una derivazione;
b) ad ogni cambio di direzione con angolo maggiore di 45°;
c) ogni 15 m di percorso lineare per tubi con diametro fino a 100 mm;
d) ogni 30 m di percorso lineare per tubi con diametro oltre i 100 mm;
e) ad ogni confluenza di due o più provenienze;
f) alla fine di ogni colonna.
ART. 76 RIVESTIMENTO ANTICORROSIVO
Le tubazioni in cemento armato, nonché le camerette e i manufatti speciali potranno essere protette con un rivestimento anticorrosivo realizzato con resine epossidiche.
Prima della stesa della resina dovrà essere applicata una mano di aggrappante.
Il rivestimento dovrà essere steso in due mani successive per uno spessore complessivo non inferiore a 600 micron. Il tipo di resina da utilizzare dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori la quale potrà richiedere l’esecuzione, presso un Istituto specializzato di sua fiducia, di prove volte ad accertare la resistenza chimica, l’impermeabilità, la resistenza a compressione ed a trazione, la resistenza ad abrasione ed ogni altra verifica a suo giudizio necessaria per definire la qualità dei prodotti impiegati. Lo strato di rifinitura superficiale dovrà essere liscio per non opporre attrito alle acque e anche per ridurre le possibilità di adesione delle parti solide trascinate dall’acqua. Prima di effettuare la spalmatura occorre spazzolare le superfici per asportare polveri, particelle incoerenti e corpi estranei.
Il prodotto non deve essere applicato in presenza di pioggia, nebbia o formazione di condensa sulle superfici da trattare, potendo un elevato tasso di umidità nell’aria causare al film una parziale o totale perdita delle caratteristiche del film secco.
L’applicazione degli strati successivi al primo deve essere eseguita sul prodotto ancora appiccicoso e nel senso ortogonale al sottostante.
Durante l’applicazione osservare le precauzioni richieste per i prodotti infiammabili in genere e per i prodotti epossidici in particolare.
ART. 77 POZZETTI DI SCARICO DELLE ACQUE STRADALI
I pozzetti per lo scarico delle acque stradali saranno costituiti da manufatti prefabbricati in calcestruzzo di cemento di tipo monoblocco muniti di sifone incorporato.
La copertura sarà costituita da una caditoia in ghisa nel caso che il pozzetto venga installato in sede stradale o da un chiusino pure in ghisa qualora venga installato sotto il marciapiede. Il tubo di scarico sarà di norma in calcestruzzo del tipo senza bicchiere, del diametro interno di cm 12.
I pozzetti saranno posti in opera su sottofondo in calcestruzzo; la superficie superiore del sottofondo dovrà essere perfettamente orizzontale e a quota idonea a garantire l’esatto collocamento altimetrico del manufatto rispetto alla pavimentazione stradale.
ART. 78 ALLACCIAMENTO AI CONDOTTI DI FOGNATURA DEGLI SCARICHI PRIVATI E DEI POZZETTI STRADALI
Gli allacciamenti dei pozzetti stradali ai condotti di fognatura dovranno, di norma, essere realizzati (salvo particolari disposizioni della Direzione Lavori) in tubi di calcestruzzo di cemento opportunamente rinfiancati.
Nell’esecuzione delle opere di allacciamento si dovrà avere particolare cura per evitare gomiti, bruschi risvolti e cambiamenti di sezione ricorrendo sempre all’impiego di pezzi speciali di raccordo e di riduzione.
Le connessioni con gli sghembi dovranno essere accuratamente eseguite ai fini di non creare sollecitazioni di sorta su di essi, con pericolo di rotture.
Per l’inserimento di sghembi in tubazioni prefabbricate in c.a. si dovrà procedere con ogni diligenza onde evitare la rottura del condotto, limitando le dimensioni del foro a quanto strettamente necessario; gli sghembi verranno quindi saldati alla tubazione senza che abbiano a sporgere all’interno del tubo e gettando all’esterno dello stesso un blocco di ammaraggio in calcestruzzo onde ad evitare il distacco del pezzo speciale.
Per la realizzazione di allacciamenti alle tubazioni di grès ceramico dovranno essere predisposti appositi pezzi speciali.
In alternativa gli innesti potranno essere realizzati praticando dei fori sulle tubazioni per mezzo di una macchina carotatrice e inserendo in questi uno sghembo, previa l’interposizione di una apposita guarnizione di tenuta.
Nel collegamento tra i condotti e gli sghembi dovranno infine prendersi le precauzioni atte ad evitare la trasmissione su questi ultimi di ogni sollecitazione che ne possa provocare la rottura o il distacco. L’Impresa resterà in ogni caso responsabile di cedimenti, rotture e danni che si verificassero e dovrà provvedere a sua cura e spese alle riparazioni e sostituzioni relative, nonché al risarcimento di danni derivati alla stazione appaltante o a Terzi.
ART. 79 INTERFERENZE CON IMPIANTI ESISTENTI
Qualora, durante i lavori, si intersechino degli impianti (condutture per acqua e gas, fognature, cavi elettrici, telefonici e simili nonché manufatti in genere), saranno a carico dell’Appaltatore le spese occorrenti per gli spostamenti di tali impianti che, a giudizio della Direzione del Lavori, risultino strettamente indispensabili.
Tutti gli oneri che l’impresa dovrà sostenere per quanto sopra e per le maggiori difficoltà derivanti ai lavori a causa degli impianti stessi si intendono già remunerati con l’importo contrattuale.
Sarà a carico dell’impresa ogni onere che dovesse derivare in seguito a danneggiamenti arrecati agli impianti esistenti durante gli xxxxx.Xx XX.XX. fornirà all’atto esecutivo una planimetria delle reti esistenti L’inesattezza dei tracciati che si dovesse riscontrare non potrà essere causa di contestazioni da parte dell’Impresa
D) FORMAZIONE DEL CORPO STRADALE
ART. 80 GENERALITÀ
Per quanto riguarda le norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade si fa riferimento alle norme del Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 5 novembre 2001. Per le terminologie e definizioni relative alle pavimentazioni ed ai materiali stradali si fa riferimento alle norme tecniche del C.N.R. – B.U. n. 169/1994. Le parti del corpo stradale sono composte da sottofondo e sovrastruttura.
I materiali, le terre, impiegati nella realizzazione della sovrastruttura, nonché la loro provenienza dovranno
soddisfare le prescrizioni riportate in questa sezione.
L’approvazione della DL circa i materiali, le attrezzature, i metodi di lavorazione, non solleverà l’Impresa dalla responsabilità circa la riuscita del lavoro.
L’Impresa dovrà curare di garantire la costanza della massa, nel tempo, delle caratteristiche delle miscele, degli impasti e della sovrastruttura resa in opera.
Il conglomerato bituminoso deve presentare una percentuale di vuoti particolarmente bassa onde ridurre i pericoli di permeazione e saturazione d'acqua nella pavimentazione, facilitate dalla presenza della sottostante impermeabilizzazione, aventi idonee caratteristiche tecniche costruttive.
ART. 81 STRATO DI FONDAZIONE
Lo strato di fondazione sarà costituito conformemente alle prescrizione di progetto. Gli strati dovranno essere costipati con attrezzature idonee al tipo di materiale impiegato e la quantità di acqua aggiunta, per arrivare ai valori ottimali di umidità della miscela dovrà tener conto delle perdite per evaporazione causa vento, sole, calore ed altro.
ART. 82 FONDAZIONE STRADALE IN MISTO GRANULOMETRICAMENTE STABILIZZATO
La fondazione è costituita da miscele di terre stabilizzate granulometricamente; la xxxxxxxx xxxxxx xx xxxx xxxxxxx (xxxxxxxxxx xx xxxxxxxx 0 UNI) può essere costituita da ghiaie, frantumati, detriti di cava, scorie o anche altro materiale ritenuto idoneo dalla Direzione Lavori.
La fondazione potrà essere formata da materiale idoneo pronto all'impiego oppure da correggersi con adeguata attrezzatura in impianto fisso di miscelazione o in sito.
Lo spessore della fondazione sarà conforme alle indicazioni di progetto e/o dalla Direzione Lavori, e verrà realizzato mediante sovrapposizione di strati successivi.
ART. 83 FONDAZIONE ESEGUITA CON MATERIALE PROVENIENTE DA CAVA, DA SCAVI O DA DEPOSITI
Il materiale da impiegare, dopo l'eventuale correzione e miscelazione in impianto fisso, dovrà rispondere alle caratteristiche prescritte dalla specifica normativa ed indicate al punto successivo.
Le caratteristiche suddette dovranno essere accertate a cura dell’Impresa, sotto il controllo della Direzione Lavori, mediante prove di laboratorio sui campioni prelevati in contraddittorio con la Direzione Lavori a tempo opportuno, prima dell'inizio delle lavorazioni.
I requisiti di accettazione verranno accertati dalla Direzione Lavori con controlli sia preliminari che in corso d'opera. In quest'ultimo caso verrà prelevato il materiale in sito già miscelato, prima e dopo il costipamento.
Per il materiale proveniente da cave l'Impresa dovrà indicare le fonti di approvvigionamento e la Direzione Lavori si riserva di accertarne i requisiti di accettazione mediante controlli sia in cava che in corso d'opera con le modalità sopra specificate.
Il materiale, qualora la Direzione Lavori ne accerti la non rispondenza anche ad una sola delle caratteristiche richieste, non potrà essere impiegato nella lavorazione e se la stessa Direzione Lavori riterrà, a suo insindacabile giudizio, che non possa essere reso idoneo mediante opportuni interventi correttivi da effettuare a cura e spese dell'Impresa, dovrà essere allontanato dal cantiere.
ART. 84 MODALITÀ ESECUTIVE
Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza previsti in progetto ed essere ripulito da materiale estraneo.
Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 30 cm e non inferiore a 10 cm e dovrà presentarsi, dopo il costipamento, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti.
L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione della densità, è da effettuarsi mediante dispositivo spruzzatori.
A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato.
Verificandosi comunque eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostituito a cura e spese dell'Impresa.
Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta granulometria.
Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi.
L'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento per ogni cantiere, verranno accertate dalla Direzione Lavori con una prova sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere.
Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non inferiore al 95% della densità massima fornita dalla prova AASHTO modificata (CNR 69 – 1978) con esclusione della sostituzione degli elementi trattenuti al crivello 25 (AASHTO T 180-57 metodo D).
Se la misura in sito riguarda materiale contenente fino al 25% in peso di elementi di dimensioni maggiori di mm 25, la densità ottenuta verrà corretta in base alla formula:
di Pc (l00 - x) dr =
100 Pc - x di
dr = densità della miscela ridotta degli elementi di dimensione superiore a 25 mm, da paragonare a quello AASHTO modificata determinata in laboratorio;
di = densità della miscela intera;
Pc = Peso specifico degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm;
X = percentuale in peso degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm.
La suddetta formula di trasformazione potrà essere applicata anche nel caso di miscele contenenti una percentuale in peso di elementi di dimensione superiore a mm 35, compresa tra il 25% e il 40%.
In tal caso nella stessa formula, al termine x dovrà essere sempre dato il valore 25 (indipendentemente dalla effettiva percentuale in peso trattenuto al crivello UNI 25 mm).
Il valore del modulo di deformazione (CNR 146 – 1992) nell'intervallo compreso fra 0,15 - 0, 25 MPa non dovrà essere inferiore a 80 MPa.
In caso contrario l'Impresa, a sua cura e spese dovrà adottare tutti i provvedimenti atti al raggiungimento del valore prescritto, non esclusa la rimozione ed il rifacimento dello strato.
La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di 4, 00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. Lo spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5% purché questa differenza si presenti solo saltuariamente. In caso contrario l’Impresa a sua cura e spese, dovrà provvedere al raggiungimento dello spessore prescritto.
ART. 85 FONDAZIONE IN MISTO CEMENTATO CONFEZIONATO IN CENTRALE
Il misto cementato per fondazione o per base sarà costituito da una miscela di aggregati lapidi, impastata con cemento ed acqua in impianto centralizzato con dosatori a peso o a volume, da stendersi in unico strato dello spessore indicate in progetto e comunque non dovrà mai avere uno spessore finito superiore ai 20 cm o inferiore ai 10 cm.
ART. 86 CARATTERISTICHE DEI MATERIALI DA IMPIEGARE
1. Inerti. Saranno impiegate ghiaie e sabbie di cava e/o di fiume con percentuale di frantumato complessiva compresa tra il 30% ed il 60% in peso sul totale degli aggregati.
La Direzione Lavori potrà autorizzare l’impiego di quantità di materiale frantumato superiore al limite stabilito, in questo caso la miscela finale dovrà essere tale da presentare le stesse resistenze a compressione e a trazione a sette giorni prescritte nel seguito; questo risultato potrà ottenersi aumentando la percentuale delle sabbie presenti nella miscela e/o la quantità di passante al setaccio 0,75 mm.
Gli inerti dovranno avere i seguenti requisiti:
a) dimensioni non superiori a 40 mm, né di forma appiattita, allungata o lenticolare;
b) granulometria compresa nel seguente fuso ed avente andamento continuo ed uniforme (CNR 23 - 1971):
Serie Passante
xxxxxxxx e setacci UNI totale in peso
crivello 40 | 100 |
crivello 30 | 80 - 100 |
crivello 25 | 72 - 90 |
crivello 15 | 53 - 70 |
crivello l0 | 40 - 55 |
crivello 5 | 28 - 40 |
setaccio 2 | 18 - 30 |
setaccio 0,4 | 8 - 18 |
setaccio 0,18 | 6 -.14 |
setaccio 0,075 | 5 - 10 |
2.perdita in peso alla prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) non superiore al 30% in peso; 3.quivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) compreso fra 30 - 60;
4.indice di plasticità (CNR UNI 10014) non determinabile (materiale non plastico).
2. Legante. Dovrà essere impiegato cemento normale (Portland, pozzolanico o d'alto forno).
A titolo indicativo la percentuale di cemento sarà compresa tra il 2, 5% ed il 3,5% sul peso degli aggregati asciutti. E’ possibile sostituire parzialmente il cemento con cenere di carbone del tipo leggero di recente produzione:
orientativamente le ceneri leggere possono sostituire fino al 40% del peso indicato di cemento.
La quantità in peso di ceneri da aggiungere per ottenere pari caratteristiche meccaniche scaturirà da apposite prove di laboratorio da effettuare a cura dell'Impresa e sotto il controllo della Direzione Lavori.
Indicativamente ogni punto percentuale di cemento potrà essere sostituito da 4-5 punti percentuali di ceneri.
3. Acqua. Dovrà essere esente da impurità dannose, oli, acidi, alcali, materia organica e qualsiasi altra sostanza nociva.
La quantità di acqua nella miscela sarà quella corrispondente all’umidità ottima di costipamento (CNR 69 – 1978) con una variazione compresa entro ±2% del peso della miscela per consentire il raggiungimento delle resistenze indicate di seguito.
4. Studio della miscela in laboratorio. l'Impresa dovrà sottoporre all'accettazione della Direzione Lavori la composizione granulometrica da adottare e le caratteristiche della miscela.
La percentuale di cemento e delle eventuali ceneri volanti, come la percentuale di acqua, dovranno essere stabilite in relazione alle prove di resistenza eseguite sui provini cilindrici confezionati entro stampi CBR (CNR-UNI 10009) impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3); per il confezionamento dei provini gli stampi verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di consentire il regolare costipamento dell'ultimo strato con la consueta eccedenza di circa i cm rispetto all'altezza dello stampo vero e proprio.
Tale eccedenza dovrà essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello stampo, affinché l'altezza del provino risulti definitivamente di 17, 78 cm.
La miscela di studio verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli aggregati, mescolandole tra loro, con il cemento, l'eventuale cenere e l'acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino.
Comunque prima di immettere la miscela negli stampi si opererà una vagliatura sul crivello UNI 25 mm allontanando gli elementi trattenuti (di dimensione superiore a quella citata) con la sola pasta di cemento ad essi aderente.
La miscela verrà costipata su 5 strati, con il pestello e l'altezza di caduta di cui alla norma AASHTO modificato, con 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello 51+0,5 mm, peso pestello 4,535+0,005 Kg, altezza di caduta 45,7 cm).
I provini dovranno essere estratti dallo stampo dopo 24 h e portati successivamente a stagionatura per altri 6 giorni in ambiente umido (umidità relativa non inferiore al 90% e temperatura di circa 293 K); in caso di confezione in cantiere la stagionatura si farà in sabbia mantenuta umida.
Operando ripetutamente nel modo suddetto, con l'impiego di percentuali in peso d'acqua diverse (sempre riferite alla miscela intera, compreso quanto eliminato per vagliatura sul crivello 25) potranno essere determinati i valori necessari al tracciamento dei diagrammi di studio.
Lo stesso dicasi per le variazioni della percentuale di legante.
I provini dovranno avere resistenza a compressione a 7 giorni non minore di 2,5 MPa e non superiore a 4,5 MPa, ed a trazione secondo la prova “brasiliana” (CNR 97 – 1984), non inferiore a 0,25 MPa.
Per particolari casi è facoltà della Direzione Lavori accettare valori di resistenza a compressione fino a 7,5 MPa (questi valori per la compressione e la trazione devono essere ottenuti dalla media di 3 provini, se ciascuno dei singoli valori non si scosta dalla media stessa di ±15%, altrimenti dalla media dei due restanti dopo aver scartato il valore anomalo).
Da questi dati di laboratorio dovranno essere scelti la curva, la densità e le resistenze da confrontare con quelle di progetto e da usare come riferimento nelle prove di controllo.
ART. 87 MODALITÀ ESECUTIVE
1. Confezione delle miscele. Le miscele dovranno essere confezionate in impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
Gli impianti dovranno comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
La dosatura degli aggregati dovrà essere effettuata sulla base di almeno 4 classi con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate.
La zona destinata all'ammannimento degli aggregati sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati.
Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
2. Posa in opera. La miscela dovrà essere stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti di quota, sagoma e compattezza prescritti. La stesa verrà eseguita impiegando finitrici vibranti.
Le operazioni di addensamento dello strato dovranno essere realizzate nell'ordine con le seguenti attrezzature:
- rullo a due ruote vibranti da l0 t per ruota o rullo con una sola ruota vibrante di peso non inferiore a 18 t;
- rullo gommato con pressione di gonfiaggio superiore a 5 bar e carico di almeno 18 t.
Potranno essere impiegati in alternativa, previo benestare della Direzione Lavori, rulli misti vibranti-gommati rispondenti alle caratteristiche di cui sopra.
In ogni caso l'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento dovranno essere verificate preliminarmente dalla Direzione Lavori su una stesa sperimentale delle miscele messe a punto.
La stesa della miscela non dovrà di norma essere eseguita con temperature ambiente inferiori a 273 K e superiori a 298 K e mai sotto la pioggia.
Tuttavia, a insindacabile giudizio della Direzione Lavori, potrà essere consentita la stesa a temperature tra i 298 e i 303 K.
In questo caso però sarà necessario proteggere da evaporazione la miscela durante il trasporto dall'impianto di confezionamento al luogo di impiego (ad esempio con teloni), sarà inoltre necessario provvedere ad un abbondante bagnatura del piano di posa del misto cementato.
Infine le operazioni di costipamento e di stesa del velo di protezione con emulsione bituminosa dovranno essere eseguite immediatamente dopo la stesa della miscela.
Le condizioni ideali di lavoro si hanno con temperature comprese tra 288 e 291 K ed umidità relativa del 50% circa; temperature superiori saranno ancora accettabili con umidità relativa anch’essa crescente; comunque è opportuno, anche per temperature inferiori alla media, che l'umidità relativa dell'ambiente non scenda al di sotto del 15% in quanto ciò potrebbe provocare ugualmente una eccessiva evaporazione della miscela.
Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non dovrà superare di norma le 2 h per garantire la continuità della struttura. Particolari accorgimenti dovranno adottarsi nella formazione dei giunti longitudinali, che andranno protetti con fogli di polietilene o materiale similare.
Il giunto di ripresa sarà ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola e togliendo la tavola stessa al momento della ripresa della stesa; se non si fa uso della tavola, sarà necessario, prima della ripresa della stesa, provvedere a tagliare l'ultima parte dello strato precedente, in modo da ottenere una parete verticale.
Non dovranno essere eseguiti altri giunti all'infuori di quelli di ripresa.
Il transito di cantiere potrà essere ammesso sullo strato a partire dal terzo giorno dopo quello in cui è stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati.
Xxxxxx eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche o da altre cause dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell'Impresa.
3. Protezione superficiale. Appena completati il, costipamento e la rifinitura superficiale dello strato, dovrà essere eseguita la spruzzatura di un velo protettivo di emulsione bituminosa acida al 55%, in ragione di 1,0-2,0 kg/m2, in relazione al tempo ed alla intensità del traffico di cantiere cui potrà essere sottoposta la fondazione, con successivo spargimento di sabbia.
4. Requisiti di accettazione. Le caratteristiche granulometriche delle miscele, potranno avere una tolleranza di ± 5 punti % fino al passante al crivello n°5 e di ± 2 punti % per il passante al setaccio 2 ed inferiori, purché non vengano superati i limiti del fuso.
Qualora le tolleranze di cui sopra vengano superate, la lavorazione dovrà essere sospesa e l’Impresa dovrà adottare a sua cura e spese quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per diventare operativi dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori.
La densità in sito, a compattazione ultimata, dovrà risultare non inferiore al 97% delle prove AASHTO modificato (CNR 69 – 1978), nel 98% delle misure effettuate.
La densità in sito sarà determinata mediante normali procedimenti a volumometro, con l'accorgimento di eliminare dal calcolo, sia del peso che del volume, gli elementi di dimensione superiore a 25 mm, ciò potrà essere ottenuto con l’applicazione della formula di trasformazione di cui punto 1.1.1.2 della presente sezione, oppure con una misura diretta consistente nella separazione mediante vagliatura degli elementi di pezzatura maggiore di 25 mm e nella loro sistemazione nel cavo di prelievo prima di effettuare la misura con volumometro.
La sistemazione di questi elementi nel cavo dovrà essere effettuata con cura, elemento per elemento per evitare la formazione di cavità durante la misurazione del volume del cavo stesso.
Il valore del modulo di deformazione (CNR- 146 – 1992), al primo ciclo di carico e nell'intervallo compreso tra 0,15- 0,25 MPa, in un tempo compreso fra 3-12 h dalla compattazione, non dovrà mai essere inferiore a 150 MPa.
Qualora venissero rilevati valori inferiori, la frequenza dei rilevamenti dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l'Impresa, a sua cura e spese, dovrà demolire e ricostruire gli strati interessati.
La superficie finita della fondazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm verificato a mezzo di un regolo di 4,00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali.
La frequenza del controllo sarà quella ordinata dalla Direzione Lavori.
ART. 88 STRATO DI BASE
Lo strato di base è costituito da un misto granulare di frantumato, ghiaia, sabbia ed eventuale additivo (secondo le definizioni riportate nelI'art. 1 delle Norme C.N.R. sui materiali stradali - fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), normalmente dello spessore di 15 cm, impastato con bitume a caldo, previo preriscaldamento degli aggregati, steso in opera mediante macchina vibrofinitrice e costipato con rulli gommati, vibranti gommati e metallici.
Lo spessore della base è prescritto nei tipi di progetto, salvo diverse indicazioni della Direzione dei Lavori.
1. Inerti. I requisiti di accettazione degli inerti impiegati nei conglomerati bituminosi per lo strato di base dovranno essere conformi alle prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle norme C.N.R. - 1953 (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) e nelle norme C.N.R. 65-1978 C.N.R. 80-1980.
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle norme C.N.R. - 1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo le norme del C.N.R B.U. n. 34 (del 28-3-1973), anziché col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso sarà costituito da frantumati (nella misura che di volta in volta sarà stabilita a giudizio della Direzione Lavori e che comunque non potrà essere inferiore al 30% della miscela degli inerti) e da ghiaie che dovranno rispondere al seguente requisito:
- perdita di peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 25%.
In ogni caso gli elementi dell'aggregato dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, inoltre non dovranno mai avere forma appiattita, allungata o lenticolare.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali e di frantumazione (la percentuale di queste ultime sarà prescritta di volta in volta dalla Direzione Lavori in relazione ai valori di scorrimento delle prove Xxxxxxxx, ma comunque non dovrà essere inferiore al 30% della miscela delle sabbie) che dovranno rispondere al seguente requisito:
- equivalente in sabbia (C.N.R. 27 -1972) superiore a 50.
Gli eventuali additivi, provenienti dalla macinazione di rocce preferibilmente calcaree o costituiti da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri d'asfalto, dovranno soddisfare ai seguenti requisiti:
- setaccio UNI 0,18 (ASTM n. 80): passante in peso: 100%;
- setaccio UNI 0,075 (ASTM n. 200): passante in peso: 90%.
La granulometria dovrà essere eseguita per via umida.
2. Legante. Dovranno essere impiegati bitumi semisolidi per uso stradale di normale produzione con le caratteristiche indicate nella tabella seguente, impiegati per il confezionamento di conglomerati bituminosi.
Detti leganti sono denominati “A” e “B” .
La tabella che segue si riferisce al prodotto di base così com’è prelevato nelle cisterne e/o negli stoccaggi.
Per tutte le lavorazioni andrà sempre impiegato il bitume di tipo “A”, salvo casi particolari in cui potrà essere impiegato il bitume “B” (è ammissibile nelle Regioni più fredde, nord o zone in quota) sempre su preventiva autorizzazione della D.L..
TABELLA “BITUMI DI BASE” BITUME “A” BITUME “B” | |||
CARATTERISTICHE: | UNITÀ | VALORE | VALORE |
Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s | 0,1 mm | 65 85 | 85 105 |
Punto di rammollimento | C / K | 48-54/000-000 | 00-00/320-325 |
Indice di penetrazione | -1 / +1 | -1 / +1 | |
Punto di rottura (Fraass), min. | C / K | -8 / 265 | -9 / 264 |
Duttilità a 25°C/298°K, min. | cm | 90 | 100 |
Solubilità in solventi organici, min. | % | 99 | 99 |
Perdita per riscaldamento (volatilià) T = 163°C / 436°K, max. | % | +/- 0,5 | +/- 1 |
Contenuto di paraffina, max. | % | 3 | 3 |
Viscosità dinamica a T = 60°C / 333°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 220 - 400 | 150 - 250 |
Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 0,4 – 0,8 | 0,2 – 0,6 |
Valori dopo RTFOT (Rolling Thin Film Overt Test)
Viscosità dinamica a T = 60°C / 333°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 700 - 800 | 500 - 700 |
Penetrazione residua a 25°C/298°K, 100g, 5s | % | 1 70 | 1 75 |
Variazione del Punto di rammollimento | C / K | 1 +8 / 1 281 | 1 + 10 / 1 283 |
L’ indice di penetrazione, dovrà calcolato con la formula appresso riportata, compreso fra - 1,0 e + 1,0: indice di penetrazione = 20 u - 500 v / u + 50 v
dove:
u = temperatura di rammollimento alla prova "palla-anello" in °C (a 25°C); v = log. 800 - log. penetrazione bitume in dmm (a 25°C.).
3. Miscela. La miscela degli aggregati da adottarsi dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie xxxxxxxx e setacci U.N.I. Passante: % totale in peso
Crivello | 40 | 100 |
Crivello | 30 | 80 ÷ 100 |
Crivello | 25 | 70 ÷ 95 |
Crivello | 15 | 45 ÷ 70 |
Crivello | 10 | 35 ÷ 60 |
Crivello | 5 | 25 ÷ 50 |
Setaccio | 2 | 20 ÷ 40 |
Setaccio | 0,4 | 6 ÷ 20 |
Setaccio | 0,18 | 4 ÷ 14 |
Setaccio | 0,075 | 4 ÷ 8 |
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4 % e il 5% riferito al peso totale degli aggregati (C.N.R. 38 - 1973); Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
a) il valore della stabilità Xxxxxxxx (C.N.R. 30 -1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per
faccia, dovrà risultare non inferiore a 700 Kg; inoltre il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere superiore a 250;
b) gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Xxxxxxxx dovranno presentare una percentuale di vuoti
residui compresi fra 4% e 7%.I provini per le misure di stabilità e rigidezza anzidette dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o presso la xxxxx.Xx temperatura di compattazione dovrà essere uguale o superiore a quella di stesa; non dovrà però superare quest'ultima di oltre 10°C.
c) Le miscele di aggregati e leganti idrocarburuci dovranno rispondere inoltre anche alle norme C.N.R. 134 -1991;
Formazione e confezione delle miscele.
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi autorizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non dovrà essere spinta oltre la sua potenzialità per garantire il perfetto essiccamento, I'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati; resta pertanto escluso l'uso dell'impianto a scarico diretto.
L'impianto dovrà comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
Il dosaggio dei componenti della miscela dovrà essere eseguito a peso mediante idonea apparecchiatura la cui efficienza dovrà essere costantemente controllata.
Ogni impianto dovrà assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione nonché il perfetto dosaggio sia del bitume che dell'additivo.
La zona destinata all’ammannimento degli inerti sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati.
Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Si farà uso di almeno 4 classi di aggregati con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate.
Il tempo di mescolazione effettivo sarà stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto e dell'effettiva temperatura raggiunta dai componenti la miscela, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli inerti con il legante; comunque esso non dovrà mai scendere al di sotto dei 20 secondi.
La temperatura degli aggregati all'atto della mescolazione dovrà essere compresa tra 150°C e 170°C, e quella del legante tra 150°C e 180°C, salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature, gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti dovranno essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non dovrà di norma superare lo 0,5%.
1. Posa in opera delle miscele.
La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultima ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati nei precedenti articoli relativi alle fondazioni stradali in misto granulare ed in misto cementato.
Prima della stesa del conglomerato su strati di fondazione in misto cementato, per garantire l'ancoraggio, si dovrà provvedere alla rimozione della sabbia eventualmente non trattenuta dall'emulsione bituminosa stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso.
Procedendo alla stesa in doppio strato, i due strati dovranno essere sovrapposti nel più breve tempo possibile; tra di
essi dovrà essere interposta una mano di attacco di emulsione bituminosa in ragione di 0,5 Kg/m2.
La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici dei tipi approvati dalla Direzione Lavori, in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismo di autolivellamento.
Le vibrofinitrici dovranno comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazioni degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si dovrà porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente con l'impiego di 2 o più finitrici.
Qualora ciò non sia possibile, il bordo della striscia già realizzata dovrà essere spalmato con emulsione bituminosa per assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si dovrà procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali, derivanti dalle interruzioni giornaliere, dovranno essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati sarà programmata e realizzata in maniera che essi risultino fra di loro sfalsati di almeno cm 20 e non cadano mai in corrispondenza delle 2 fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa, dovrà avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, dovrà risultare in ogni momento non inferiore a 130°C.
La stesa dei conglomerati dovrà essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possano pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro; gli strati eventualmente compromessi (con densità inferiori a quelle richieste) dovranno essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a cura e spese dell'Impresa.
La compattazione dei conglomerati dovrà iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza soluzione di continuità.
La compattazione sarà realizzata a mezzo di rulli gommati o vibrati gommati con l'ausilio di rulli a ruote metalliche, tutti in numero adeguato ed aventi idoneo peso e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili.
Al termine della compattazione, lo strato di base dovrà avere una densità uniforme in tutto lo spessore non inferiore al 97% di quella Xxxxxxxx dello stesso giorno, rilevata all'impianto o alla stesa. Tale valutazione sarà eseguita sulla produzione giornaliera, su carote di 15 cm di diametro; il valore risulterà dalla media di due prove (C.N.R. 40-1973).
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie degli strati dovrà presentarsi priva di irregolarità ed ondulazioni. Un'asta rettilinea lunga m 4,00, posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato dovrà aderirvi uniformemente.
Saranno tollerati scostamenti contenuti nel limite di 10 mm. Il tutto nel rispetto degli spessori e delle sagome di progetto.
ART. 89 STRATI DI COLLEGAMENTO (BYNDER) E DI USURA
La parte superiore della sovrastruttura stradale sarà, in generale, costituita da un doppio strato di conglomerato bituminoso steso a caldo, e precisamente: da uno strato inferiore di collegamento (binder) e da uno strato superiore di usura, secondo quanto stabilito dalla Direzione Lavori.
Il conglomerato per ambedue gli strati sarà costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie, sabbie ed additivi, secondo le definizioni riportate nell' Art. 1 delle norme C.N.R., fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), mescolati con bitume a caldo, e verrà steso in opera mediante macchina vibrofinitrice e compattato con rulli gommati e lisci.
1. Inerti. Il prelievo dei campioni di materiali inerti, per il controllo dei requisiti di accettazione appresso indicati, verrà effettuato secondo le norme C.N.R., Capitolo II del fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”).
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione, così come per le
modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle Norme C.N.R. 1953
- (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo le Norme C.N.R. B.U n. 34 (del 28-3-1973) anziché col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso (pietrischetti e graniglie) dovrà essere ottenuto per frantumazione ed essere costituito da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere o da materiali estranei.
L'aggregato grosso sarà costituito da pietrischetti e graniglie che potranno anche essere di provenienza o natura petrografica diversa, purché alle prove appresso elencate, eseguite su campioni rispondenti alla miscela che si intende formare, risponda ai seguenti requisiti.
Per strati di collegamento (BINDER):
-perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore al 25% (C.N.R. 34-1973);
-indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi,
dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,80;
-coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) inferiore a 0,015 (C.N.R. 137-1992);
-materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti,
delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”).
Nel caso che si preveda di assoggettare al traffico lo strato di collegamento in periodi umidi od invernali, la perdita in peso per scuotimento sarà limitata allo 0,5%.
Per strati di usura:
-perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore od uguale al 20% (C.N.R. 34 -1973);
-almeno un 30% in peso del materiale dell'intera miscela deve provenire da frantumazione di rocce che presentino un
coefficiente di frantumazione minore di 100 e resistenza a compressione, secondo tutte le giaciture, non inferiore a 140 N/mm2, nonché resistenza alla usura minima 0,6;
-indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,85;
-coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei
pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,015 (C.N.R 137-1992);
-materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con limitazione per la perdita in peso allo 0,5%;
Per le banchine di sosta saranno impiegati gli inerti prescritti per gli strati di collegamento e di usura di cui sopra.
In ogni caso i pietrischi e le graniglie dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali o di frantumazione che dovranno soddisfare ai requisiti dell' Art. 5 delle norme C.N.R. fascicolo n. 4 del 1953;
ed in particolare:
-equivalente in sabbia, determinato con la prova AASHO T 176, (e secondo la norma C.N.R. B.U. n. 27 del 30-3- 1972) non inferiore al 55%;
-materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) con le limitazioni indicate per l'aggregato grosso. Nel caso non fosse possibile reperire il materiale della pezzatura 2 1 5 mm necessario per la prova, la stessa dovrà essere eseguita secondo le modalità della prova Xxxxxx-Xxxxx con concentrazione non inferiore a 6.
Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri di asfalto e dovranno risultare alla setacciatura per xxx xxxxx xxxxxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx x. 00 ASTM e per almeno il 65% al setaccio n. 200 ASTM.
Per lo strato di usura, a richiesta della Direzione dei Lavori, il filler potrà essere costituito da polvere di roccia asfaltica contenente il 6 1 8% di bitume ad alta percentuale di asfalteni con penetrazione Dow a 25°C inferiore a 150
dmm.
Per fillers diversi da quelli sopra indicati è richiesta la preventiva approvazione della Direzione dei Lavori in base a prove e ricerche di laboratorio.
2. Legante. Il bitume, per gli strati di collegamento e di usura, dovrà essere del tipo “A” e “B” riportato nel punto
1.2.1.2 della presente Sezione.
3. Miscele
1) Strato di collegamento (binder). La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di collegamento dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie xxxxxxxx e setacci U.N.I Passante: % totale in peso
Crivello | 25 | 100 |
Crivello | 15 | 65 ÷ 100 |
Crivello | 10 | 50 ÷ 80 |
Crivello | 5 | 30 ÷ 60 |
Setaccio | 2 | 20 ÷ 45 |
Setaccio | 0,4 | 7 ÷ 25 |
Setaccio | 0,18 | 5 ÷ 15 |
Setaccio | 0,075 | 4 ÷ 8 |
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 5,5% riferito al peso degli aggregati (C.N.R. 38-1973).
Esso dovrà comunque essere il minimo che consenta il raggiungimento dei valori di stabilità Xxxxxxxx e compattezza di seguito riportati.
Il conglomerato bituminoso destinato alla formazione dello strato di collegamento dovrà avere i seguenti requisiti:
-la stabilità Xxxxxxxx, eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per ogni faccia, dovrà risultare in ogni caso uguale o superiore a 900 Kg. Inoltre il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300 (C.N.R 30-1973).
-Gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Xxxxxxxx dovranno presentare una percentuale di vuoti
residui compresa tra 3 e 7%. La prova Xxxxxxxx eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quello precedentemente indicato. Riguardo alle misure di stabilità e rigidezza, sia per i conglomerati bituminosi tipo usura che per quelli tipo binder, valgono le stesse prescrizioni indicate per il conglomerato di base.
2) Strato di usura. La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nei seguenti fusi:
Serie xxxxxxxx e setacci U.N.I | Passante: % totale in peso | Passante: % totale in peso | |||
Fuso tipo “A” | Fuso tipo “B” | ||||
Crivello | 20 | 100 | -- | ||
Crivello | 15 | 90 – 100 | 100 | ||
70 – 90 | 70 – 90 | ||||
40 – 55 | 40 – 60 | ||||
25 – 38 | 25 – 38 | ||||
11 – 20 | 11 – 20 | ||||
100 | 8 – 15 | 8 – 15 | |||
Crivello | 10 | 6 – 10 | 6 – 10 | ||
70 1 100 | |||||
Crivello | 5 | ||||
43 1 67 | |||||
Setaccio | 2 | ||||
25 1 45 | |||||
Setaccio | 0,4 |
12 1 24 Setaccio 0,18 7 1 15 Setaccio 0,075 |
Il legante bituminoso tipo “A” dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 6% riferito al peso totale degli aggregati (C.N.R. 38-1973).
L’uso del legante bituminoso tipo “B” è ammissibile soltanto in zone fredde (Nord Italia o quote elevate). Il fuso tipo “A” dovrà comprendere le curve per strati di usura dello spessore compreso tra 4 e 6 cm.
Il fuso tipo “B” dovrà comprendere le curve per strati di usura dello spessore di 3 cm.
Nelle zone con prevalenti condizioni climatiche di pioggia e freddo, dovranno essere progettate e realizzate curve granulometriche di “tipo spezzata”, utilizzando il fuso “A” di cui sopra, con l’obbligo che la percentuale di inerti compresa fra il passante al crivello 5 ed il trattenuto al setaccio 2 sia pari al 10% ± 2%.
Per prevalenti condizioni di clima asciutto e caldo, si dovranno usare curve prossime al limite inferiore. Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
a) resistenza meccanica elevatissima, cioè capacità di sopportare senza deformazioni permanenti le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli sia in fase dinamica che statica, anche sotto le più alte temperature estive, e sufficiente flessibilità per poter seguire sotto gli stessi carichi qualunque assestamento eventuale del sottofondo anche a lunga scadenza.
Il valore della stabilità Xxxxxxxx (C.N.R. 30-1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di almeno 10.000 N [1000 Kg].
Inoltre il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300.
La percentuale dei vuoti dei xxxxxxx Xxxxxxxx, sempre nelle condizioni di impiego prescelte, deve essere compresa fra 3% e 6%.
La prova Xxxxxxxx eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quelli precedentemente indicati;
b) elevatissima resistenza all'usura superficiale;
c ) sufficiente ruvidezza della superficie tale da non renderla scivolosa;
d ) grande compattezza: il volume dei vuoti residui a rullatura terminata dovrà essere compreso fra 4% e 8%.
Ad un anno dall'apertura al traffico, il volume dei vuoti residui dovrà invece essere compreso fra 3% e 6% e impermeabilità praticamente totale; il coefficiente di permeabilità misurato su uno dei xxxxxxx Xxxxxxxx, riferentisi alle condizioni di impiego prescelte, in permeametro a carico costante di 50 cm d'acqua, non dovrà risultare inferiore a 10 -
6 cm/sec.
Sia per i conglomerati bituminosi per strato di collegamento che per strato di usura, nel caso in cui la prova Xxxxxxxx venga effettuata a titolo di controllo della stabilità del conglomerato prodotto, i relativi provini dovranno essere confezionati con materiale prelevato presso l'impianto di produzione ed immediatamente costipato senza alcun ulteriore riscaldamento.
In tal modo la temperatura di costipamento consentirà anche il controllo delle temperature operative. Inoltre, poiché la prova va effettuata sul materiale passante al crivello da 25 mm, lo stesso dovrà essere vagliato se necessario.
4. Controllo dei requisiti di accettazione.
Valgono le stesse prescrizioni indicate per lo strato di base.
5. Formazione e confezione degli impasti
Valgono le stesse prescrizioni indicate per lo strato di base, salvo che per il tempo minimo di miscelazione effettiva, che, con i limiti di temperatura indicati per il legante e gli aggregati, non dovrà essere inferiore a 25 secondi.
6. Attivanti l'adesione
Nella confezione dei conglomerati bituminosi dei vari strati (base, collegamento x xxxxxx e usura) dovranno essere impiegate speciali sostanze chimiche attivanti l'adesione dei bitumi - aggregato ("dopes" di adesività), costituite da
composti azotati di natura e complessità varia, ovvero da ammine ed in particolare da alchilammido - poliammine ottenute per reazione tra poliammine e acidi grassi C16 e C18.
Si avrà cura di scegliere tra i prodotti in commercio quello che sulla base di prove comparative effettuate presso i Laboratori autorizzati avrà dato i migliori risultati e che conservi le proprie caratteristiche fisico - chimiche anche se sottoposto a temperature elevate e prolungate.
Detti additivi polifunzionali per bitumi dovranno comunque resistere alla temperatura di oltre 180° C senza perdere più del 20% delle loro proprietà fisico - chimiche.
Il dosaggio potrà variare a seconda delle condizioni d'impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto, tra lo 0,3% e lo 0,6% sul peso del bitume da trattare (da Kg 0,3 a Kg 0,6 per ogni 100 Kg di bitume).
I tipi, i dosaggi e le tecniche di impiego dovranno ottenere il preventivo benestare della Direzione dei Lavori.
L'immissione delle sostanze attivanti nella cisterna del bitume (al momento della ricarica secondo il quantitativo percentuale stabilito) dovrà essere realizzata con idonee attrezzature tali da garantire la perfetta dispersione e l'esatto dosaggio (eventualmente mediante un completo ciclo di riciclaggio del bitume attraverso la pompa apposita prevista in ogni impianto), senza inconvenienti alcuno per la sicurezza fisica degli operatori.
Per verificare che detto attivante l'adesione bitume - aggregato sia stato effettivamente aggiunto al bitume del conglomerato la Direzione dei Lavori preleverà in contraddittorio con 1' Impresa un campione del bitume additivato, che dovrà essere provato, su inerti acidi naturali (graniti, quarziti, silicei, ecc.) od artificiali (tipo ceramico, bauxite calcinata, "sinopal" od altro) con esito favorevole mediante la prova di spogliazione (di miscele di bitume - aggregato), la quale sarà eseguita secondo le modalità della Norma A.S.T.M. - D 1664/80.
Potrà essere inoltre effettuata la prova di spogliamento della miscela di legante idrocarburico ed aggregati in presenza di acqua (C.N.R 138-1992) per determinare l'attitudine dell'aggregato a legarsi in modo stabile al tipo di legante che verrà impiegato in opera.
In aggiunta alle prove normalmente previste per i conglomerati bituminosi è particolarmente raccomandata la verifica dei valori di rigidezza e stabilità Xxxxxxxx.
Inoltre dovranno essere effettuate le prove previste da C.N.R. 149-1992 per la valutazione dell'effetto di immersione in acqua della miscela di aggregati lapidei e leganti idrocarburici per determinare la riduzione (6 %) del valore di resistenza meccanica a rottura e di rigonfiamento della stessa miscela in conseguenza di un prolungato periodo di immersione in acqua (facendo ricorso alla prova Xxxxxxxx (C.N.R. 30-1973), ovvero alla prova di trazione indiretta "Brasiliana" (C.N.R. n° 134/1991)).
Ai fini della sicurezza fisica degli operatori addetti alla stesa del conglomerato bituminoso (base, binder ed usura) l'autocarro o il veicolo sul quale è posta la cisterna dovrà avere il dispositivo per lo scarico dei gas combusti di tipo verticale al fine di evitare le dirette emissioni del gas di scarico sul retro. Inoltre dovranno essere osservate tutte le cautele e le prescrizioni previste dalla normativa vigente per la salvaguardia e la sicurezza della salute degli operatori suddetti."
7. Conglomerato bituminoso drenante per strati di usura.
Il conglomerato bituminoso per usura drenante è costituito da una miscela di Pietrischetti frantumati, sabbie ed eventuale additivo impastato a caldo con legante bituminoso modificato.
Questo conglomerato dovrà essere impiegato prevalentemente con le seguenti f inalità:
- favorire l'aderenza in caso di pioggia eliminando il velo d'acqua superficiale soprattutto nelle zone con ridotta pendenza di smaltimento (zone di transizione rettifilo-clotoide, rettifilo-curva);
- abbattimento del rumore di rotolamento (elevata fonoassorbenza).
8. Inerti
Gli aggregati dovranno rispondere ai requisiti elencati al punto 1.3.1.1 del presente Capitolato, con le seguenti eccezioni:
- coefficiente di levigabilità accelerata C.L.A. uguale o maggiore a 0.44;
- la percentuale delle sabbie provenienti da frantumazione sarà prescritta, di volta in volta, dalla Direzione Lavori in relazione ai valori di stabilità e scorrimento della prova Xxxxxxxx che si intendono raggiungere, comunque non dovrà essere inferiore all'80% della miscela delle sabbie.
9. Legante
Il legante per tale strato di usura, dovranno essere del tipo modificato e presentare le seguenti caratteristiche: Legante “E” : legante tipo “B” + 2% polietilene a bassa densità + 6% stirene butiadene stirene a struttura radiale
CARATTERISTICHE | UNITÀ’ | VALORE (x) |
Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s | 0,1 mm | 35 - 45 |
Punto di rammollimento | K | 333+343 |
Indice di penetrazione | +1/ +3 | |
Punto di rottura (Fraass), min. | K | 261 |
Viscosità dinamica a T = 80°C / 353°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 180 – 450 |
Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 0,2 – 2 |
Legante “F” : legante tipo “B” + 6% polietilene cavi (o 6% etilene vinilacetato + 2% polimeri) + 2% stirene butiadene stirene a struttura radiale
CARATTERISTICHE | UNITÀ’ | VALORE (x) |
Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s | 0,1 mm | 50 - 70 |
Punto di rammollimento | K | 328-343 |
Indice di penetrazione | +1/ +3 | |
Punto di rottura (Fraass), min. | K | 261 |
Viscosità dinamica a T = 80°C / 353°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 180 – 450 |
Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di velocità = 1 s –1 | Pa.s | 0,2 – 1.8 |
10. Miscele
Sono previsti tre tipi di miscele, denominate rispettivamente: "granulone", l'intermedio" e "monogranulare", che dovranno avere una composizione granulometrica compresa nei fusi riportati qui di seguito:
Passante totale in peso %
Serie xxxxxxxx e setacci UNI | Fuso A “Granulone” | Fuso B “Intermedio” | Fuso C “Monogranulare”, | |
Crivello 20 | 100 | 100 | 100 | |
crivello 15 | 80 - 100 | 90 - 100 | 100 | |
crivello l0 | 15 - 35 | 35 - 50 | 85 - 100 | |
crivello 5 | 5 – 20 | 10 - 25 | 5 - 20 | |
setaccio | 2 | 0 - 12 | 0 -12 | 0 - 12 |
setaccio | 0,4 | 0 – 10 | 0 - 10 | 0 - 10 |
setaccio | 0,18 | 0 - 8 | 0 - 8 | 0 - 8 |
setaccio | 0,075 | 0 - 6 | 0 - 6 | 0 - 6 |
Il tenore di legante bituminoso dovrà essere compreso tra il 5% ed il 6,5% riferito al peso totale degli aggregati. Le caratteristiche prestazionali di ciascun tipo di miscela sono le seguenti:
- drenabilità ottima: | miscela “granulone” | (fuso A) |
- drenabilità elevata: | miscela “intermedio” | (fuso B) |
- drenabilità buona: | miscela “monogranulare” | (fuso C) |
Le tre miscele favoriscono tutte una elevata fonoassorbenza; la Direzione Lavori si riserva la facoltà di verificarla mediante il controllo delle miscele stesse, applicando il metodo ad onde stazionarie con l'attrezzatura standard definita “tubo di Kundt” su carote del diametro di l0 cm prelevate in sito.
Le carote dovranno essere prelevate dopo il 150 giorno dalla stesa del conglomerato.
In questo caso il coefficiente di fonoassorbimento “α” in condizioni di incidenza normale dovrà essere:
Frequenza (Hz) Coeff. fonoassorbimento (α)
400 – 630 α> 0,15
800 – 1600 α> 0,30
2000 – 2500 α > 0,15
Il controllo dovrà essere effettuato anche mediante rilievi in sito con il metodo dell'impulso riflesso, comunque dopo il 150 giorno dalla stesa del conglomerato.
In questo caso con una incidenza radente di 300 i valori di α dovranno essere:
Frequenza (Hz) Coeff. fonoassorbimento α
400 - 630 | α > 0,25 |
800 - 1250 | α> 0,50 |
1600 - 2500 | α> 0,25 |
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
•il valore della stabilità Xxxxxxxx (CNR 30 - 73), eseguita a 333 K su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 500 kg per conglomerato con Fuso “A” e 600 kg per quelli con Fusi “C” e ”B”.
•Il valore del modulo di rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra la stabilità Xxxxxxxx misurata in chilogrammi e lo
scorrimento misurato in millimetri dovrà essere superiore a 200 per il Fuso “A” ed a 250 per i Fusi “B” e “C”; gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Xxxxxxxx dovranno presentare una percentuale di vuoti residui (CNR 39
- 73) nei limiti di seguito indicati:
miscela “granulone” , | (fuso A) | 16% - 18% |
miscela “intermedio” | (fuso B) | 14% - 16% |
miscela “monogranulare” | (fuso C) | 12% - 14% |
I provini per le misure di stabilità e rigidezza e per la determinazione della percentuale dei vuoti residui dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o presso la stesa.
Inoltre la Direzione Lavori si riserva la facoltà di controllare la miscela di usura drenante tramite la determinazione della resistenza a trazione indiretta e della relativa deformazione a rottura (prova “Brasiliana”) (CNR 97 – 1984).
I valori relativi, per i tre tipi di miscela dovranno risultare nei limiti della tabella che segue: Temperatura di prova 283 K 298 K 313 K
Resistenza a trazione indiretta (N/mm2) | 0.70 – 1.10 | 0.25 – 0.42 | 0.12 – 0.20 |
Coefficiente di trazione indiretta (N/mm2) | ≥ 55 | ≥ 22 | ≥ 12 |
11. Confezione e posa in opera del conglomerato
Valgono le prescrizioni di cui al punto 1.3.1.5 della presente Sezione, con l'avvertenza che il tempo minimo di miscelazione non dovrà essere inferiore a 25 s.
La temperatura di costipamento che dovrà essere compresa tra 413 e 423 K per le miscele ottenute con legante bituminoso di tipo “E”.
Al termine della compattazione lo strato di usura drenante dovrà avere un peso di volume uniforme in tutto lo spessore, non inferiore al 96% di quello Xxxxxxxx rilevato all'impianto o alla stesa.
Tale verifica dovrà essere eseguita con frequenza giornaliera secondo la norma (CNR 40 – 1973) e sarà determinata su carote di 20 cm di diametro.
Il coefficiente di permeabilità a carico costante (Kv in cm/s) determinato in laboratoriosu carote di diametro 20 cm prelevate in sito dovrà essere maggiore o uguale a:
Kv = 15*1,0-2 cm/s (media aritmetica su tre determinazioni).
La capacità drenante eseguita in sito e misurata con permeametro a colonna d'acqua di 250 mm su un'area di 154 cm2 e uno spessore di pavimentazione tra i 4 e 5 cm dovrà essere maggiore di 12 dm3/min per la miscela del fuso “A” e maggiore di 8 dm3/min per le miscele dei fusi “B” e “C”.
Il piano di posa dovrà essere perfettamente pulito e privo di eventuali tracce di segnaletica orizzontale.
Si dovrà provvedere quindi alla stesa di una uniforme mano di attacco, nella quantità compresa tra kg/m2 0,6 e 2,0, secondo le indicazione della Direzione Lavori, ed al successivo eventuale spargimento di uno strato di sabbia o graniglia prebitumata.
Dovrà altresì essere curato lo smaltimento laterale delle acque che percolano all'interno dell'usura drenante.
ART. 90 TRATTAMENTI SUPERFICIALI
Immediatamente prima di dare inizio ai trattamenti superficiali di prima o di seconda mano, I'Impresa delimiterà i bordi del trattamento con un arginello in sabbia onde ottenere i trattamenti stessi profilati ai margini.
Ultimato il trattamento resta a carico dell'Impresa l'ulteriore profilatura mediante asportazione col piccone delle materie esuberanti e colmatura delle parti mancanti col pietrischetto bituminoso.
1. Trattamento con emulsione a freddo.
Preparata la superficie da trattare, si procederà all'applicazione dell'emulsione bituminosa al 55%, in ragione, di norma, di Kg 3 per metro quadrato.
Tale quantitativo dovrà essere applicato in due tempi.
In un primo tempo sulla superficie della massicciata dovranno essere sparsi Kg 2 di emulsione bituminosa e dm3 12 di graniglia da mm 10 a mm. 15 per ogni metro quadrato.
In un secondo tempo, che potrà aver luogo immediatamente dopo, verrà sparso sulla superficie precedente il residuo di Kg 1 di emulsione bituminosa e dm3 8 di graniglia da mm 5 a mm. 10 per ogni metro quadrato.
Allo spargimento della graniglia seguirà una leggera rullatura, da eseguirsi preferibilmente con rullo compressore a tandem, per ottenere la buona penetrazione della graniglia negli interstizi superficiali della massicciata.
Lo spargimento dell'emulsione dovrà essere eseguito con spanditrici a pressione che garantiscano l'esatta ed uniforme distribuzione, sulla superficie trattata, del quantitativo di emulsione prescritto per ogni metro quadrato di superficie nonché, per la prima applicazione, la buona penetrazione nel secondo strato della massicciata fino a raggiungere la superficie del primo, sì da assicurare il legamento dei due strati.
Lo spandimento della graniglia o materiale di riempimento dovrà essere fatto con adatte macchine che assicurino una distribuzione uniforme.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato si preleveranno i campioni con le modalità stabilite precedentemente.
Indipendentemente da quanto possa risultare dalle prove di laboratorio e dal preventivo benestare da parte della Direzione dei Lavori sulle forniture delle emulsioni, l’Impresa resta sempre contrattualmente obbligata a rifare tutte quelle applicazioni che, dopo la loro esecuzione, non abbiano dato soddisfacenti risultati, e che sotto l'azione delle piogge abbiano dato segni di rammollimento, stemperamento o si siano dimostrate soggette a facile asportazione mettendo a nudo la sottostante massicciata.
2. Trattamento con bitume a caldo
Il trattamento con bitume a caldo, su pavimentazioni bitumate, sarà fatto utilizzando almeno 1 Kg/m2 di bitume, dopo una accurata ripulitura, fatta esclusivamente a secco, della pavimentazione esistente.
Gli eventuali rappezzi che si rendessero necessari, saranno eseguiti con la stessa tecnica a cura e spese dell'Impresa.
L'applicazione di bitume a caldo sarà eseguita sul piano viabile perfettamente asciutto ed in periodo di caldo secco.
Ciò implica che i mesi più favorevoli sono quelli da maggio a settembre e che in caso di pioggia il lavoro si debba sospendere.
Il bitume sarà riscaldato a temperatura fra 160°C e 180°C entro adatte caldaie che permettono il controllo della temperatura stessa.
L'applicazione dovrà essere fatta mediante spanditrice a pressione in modo tale da garantire l'esatta distribuzione con perfetta uniformità su ogni metro quadrato del quantitativo di bitume prescritto.
Con tale applicazione, debitamente ed immediatamente ricoperta di graniglia di pezzatura corrispondente per circa il
70% alle massime dimensioni prescritte ed in quantità di circa m3 1,20 per 100 m2, dovrà costituirsi il manto per la copertura degli elementi pietrosi della massicciata precedentemente trattata con emulsione bituminosa.
Allo spandimento della graniglia seguirà una prima rullatura con rullo leggero e successivamente altra rullatura con
rullo di medio tonnellaggio, non superiore alle t. 14, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato, si preleveranno i campioni con le modalità prescritte.
Verificandosi in seguito affioramenti di bitume ancora molle, l'Impresa provvederà, senza ulteriore compenso, allo spandimento della conveniente quantità di graniglia nelle zone che lo richiedano, procurando che essa abbia ad incorporarsi nel bitume a mezzo di adatta rullatura leggera, in modo da saturarla completamente.
L'Impresa sarà obbligata a rifare, a sua cura, tutte quelle parti della pavimentazione che per cause qualsiasi dessero indizio di cattiva o mediocre riuscita e cioè presentassero accentuate deformazioni della sagoma stradale, ovvero ripetute abrasioni superficiali non giustificate dalla natura e dalla intensità del traffico.
L'Ente si riserva la facoltà di variare le modalità esecutive di applicazione del bitume a caldo, senza che per questo l'Appaltatore possa sollevare eccezioni ed avanzare particolari richieste di compensi.
Tanto nei trattamenti di prima mano con emulsione bituminosa, quanto in quelli di seconda mano con bitume a caldo, l'Impresa è obbligata a riportare sul capostrada la graniglia eventualmente non incorporata. Quella che decisamente non può essere assorbita andrà raccolta e depositata nelle piazzole, rimanendo di proprietà dell'Amministrazione.
Gli oneri di cui sopra sono compresi e compensati nei prezzi di Xxxxxx e pertanto nessun maggior compenso spetta all'Impresa per tale titolo.
3. Trattamento a caldo con bitume liquido.
Il bitume liquido da impiegare per esecuzione di trattamenti dovrà essere quello ottenuto con flussaggio di bitume a penetrazione 100 ÷ 120 e costituito, se di tipo 150/300 per almeno l' 80% da bitume, se di tipo 350/700 per almeno l’85% da bitume e per la restante parte, in ambedue i casi, da olio di catrame.
I bitumi liquidi, da impiegarsi per l'esecuzione di trattamenti superficiali, dovranno avere le caratteristiche prescritte dal fascicolo n. 7 delle norme del C.N.R del 1957 .
Il tipo di bitume liquido da impiegarsi sarà prescritto dalla Direzione dei Lavori tenendo conto che per la temperatura ambiente superiore ai 15°C si dovrà dare la preferenza al bitume liquido 350/700, mentre invece con temperatura ambiente inferiore dovrà essere impiegato quello con viscosità 150/300.
In nessun caso si dovrà lavorare con temperature ambienti inferiori agli 8°C.
Con le consuete modalità si procederà al prelievo dei campioni prima dell'impiego, i quali verranno sottoposti all'analisi presso il Centro Sperimentale dell'ANAS di Cesano o presso altri Laboratori Ufficiali.
Il lavoro di trattamento dovrà essere predisposto su metà strada per volta, onde non interrompere la continuità del traffico e la buona riuscita del lavoro.
Il vecchio manto bituminoso dovrà essere sottoposto ad una accurata operazione di depolverizzazione e raschiatura della superficie, mediante spazzoloni, scope metalliche e raschietti.
Cosi preparata la strada, la tratta da sottoporre a trattamento sarà delimitata lungo l'asse stradale per l'esecuzione a
metà carreggiata per volta e poi, in modo uniforme, sarà distribuito sulla superficie, con distribuzione a pressione, il bitume liquido nella quantità media di 1 Kg/m2 previo suo riscaldamento a temperatura tra i 100°C e 110°C entro adatti
apparecchi che permettano il controllo della temperatura stessa.
La distribuzione del bitume dovrà avvenire con perfetta uniformità su ogni metro quadrato nel quantitativo di bitume prescritto.
Dovranno evitarsi in modo assoluto le chiazze e gli eccessi di bitume, rimanendo stabilito che le aree cosi trattate dovranno essere raschiate e sottoposte a nuovo trattamento a totale spesa dell'Impresa.
Immediatamente dopo lo spandimento del bitume, la superficie stradale dovrà essere ricoperta con pietrischetto in ragione di litri 20 per metro quadrato, di cui litri 17 dovranno essere di pezzatura rigorosa da mm 16 a mm 18 e litri 3 di graniglia da mm 2 a mm 4.
Pertanto, gli ammannimenti rispettivi di pietrischetto e di graniglia su strada, dovranno essere fatti a cumuli alternati rispondenti singolarmente alle diverse pezzature e nei volumi rispondenti ai quantitativi fissati.
I quantitativi di pietrischetto e di graniglia cosi ammanniti verranno controllati con apposite misurazioni da eseguirsi prima dell'inizio della bitumatura.
Il pietrischetto della pezzatura più grossa verrà sparso uniformemente sulla superficie bitumata ed in modo che gli elementi siano fra di loro a stretto contatto.
Dopo pochi passaggi di rullo pesante si procederà al conguaglio delle eventuali irregolarità di sparsa del pietrischetto suddetto, facendo le opportune integrazioni e, quindi, si procederà allo spargimento della graniglia minuta ad intasamento dei vuoti rimasti fra gli elementi del pietrischetto precedentemente sparso.
Allo spandimento completo del pietrischetto e della graniglia seguirà la rullatura con rullo pesante, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Si dovrà aver cura che il pietrischetto e la graniglia, all'atto dello spargimento, siano bene asciutti ed in precedenza riscaldati dal sole rimanendo vietato l'impiego di materiale umido.
I tratti sottoposti a trattamento dovranno rimanere chiusi al traffico per almeno 18 ore e, quindi, la bitumatura dovrà essere eseguita su strisce di metà strada alternate alla lunghezza massima di m. 300.
A tal fine l'Impresa dovrà disporre un apposito servizio di guardia diurna e notturna per il pilotaggio del traffico, del cui onere s'è tenuto largamente conto nella determinazione del prezzo unitario.
l'Impresa provvederà a sua cura e spese all'apposizione di cartelli di segnalazione, cavalletti, ecc., occorrenti per la chiusura al traffico delle estese trattate.
Il pietrischetto, che risulterà non incorporato nel bitume, per nessun motivo potrà essere impiegato in trattamenti di altre estese di strada.
Infine l'Impresa provvederà, con i propri operai, alla esatta profilatura dei bordi della nuova pavimentazione, al ricollocamento in opera delle punteggiature marginali spostate dal compressore, nonché alla raschiatura ed eventuale pulitura di zanelle, di cordonate, di marciapiedi, imbrattati durante l'esecuzione dei lavori, essendo tali oneri stati compresi nella determinazione dei prezzi di Elenco.
Si pattuisce che quelle aree di trattamento che in prosieguo di tempo risultassero difettose, ovvero prive di penetrazione di pietrischetto e di graniglia, saranno dall'Appaltatore sottoposte, a totale sua spesa, ad un nuovo ed analogo trattamento.
ART. 91 SCARIFICAZIONE DI PAVIMENTAZIONI ESISTENTI
Per i tratti di strada già pavimentati sui quali dovrà procedersi a ricarichi o risagomature, L'Impresa dovrà dapprima ripulire accuratamente il piano viabile, provvedendo poi alla scarificazione della massicciata esistente adoperando, all'uopo, apposito scarificatore opportunamente trainato e guidato.
La scarificazione sarà spinta fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione dei Lavori entro i limiti indicati nel relativo articolo di Elenco, provvedendo poi alla successiva vagliatura e raccolta in cumuli del materiale utilizzabile, su aree di deposito procurate a cura e spese dell'Impresa.
ART. 92 ART. 85 - FRESATURA DI STRATI IN CONGLOMERATO BITUMINOSO CON IDONEE ATTREZZATURE
La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l'intero spessore o parte di esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature, munite di frese a tamburo, funzionanti a freddo, munite di nastro caricatore per il carico del materiale di risulta.
Potranno essere eccezionalmente impiegate anche attrezzature tradizionali quali ripper, escavatore, demolitori, ecc., a discrezione della D.L. ed a suo insindacabile giudizio.
Nel corso dei lavori la D.L. potrà richiedere la sostituzione delle attrezzature anche quando le caratteristiche granulometriche risultino idonee per il loro reimpiego in impianti di riciclaggio.
La superficie del cavo dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di strati non completamente fresati che possano compromettere l'aderenza delle nuove stese da porre in opera (questa prescrizione non è valida nel caso di demolizione integrale degli strati bituminosi).
l'Impresa si dovrà scrupolosamente attenere agli spessori di demolizione stabiliti dalla D.L.
Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso rispetto all'ordinativo di lavoro, I'Impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al Direttore dei Lavori o ad un suo incaricato che potranno autorizzare la modifica delle quote di scarifica.
Il rilievo dei nuovi spessori dovrà essere effettuato in contraddittorio.
Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato mediando l'altezza delle due pareti laterali con quella della parte centrale del cavo.
La pulizia del piano di scarifica, nel caso di fresature corticali o subcorticali dovrà essere eseguita con attrezzature munite di spazzole rotanti e/o dispositivi aspiranti o simili in grado di dare un piano perfettamente pulito.
Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e privo di sgretolature.
Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati di riempimento, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti dalla mano di attacco in legante bituminoso.
ART. 93 CONGLOMERATI BITUMINOSI A CALDO RIGENERATI IN IMPIANTO FISSO E MOBILE
I conglomerati bituminosi rigenerati in impianto fisso o mobile sono costituiti da misti granulari composti da conglomerati preesistenti frantumati, inerti nuovi, aggiunti in proporzioni e tipo variabili a seconda della natura di conglomerato (base, binder, usura) che si deve ottenere, impastati a caldo con bitume, al quale viene aggiunto un idoneo prodotto di natura aromatica, che rigeneri le proprietà del legante contenuto nelle miscele bituminose preesistenti, la messa in opera avviene con sistemi tradizionali.
Il conglomerato bituminoso preesistente denominato, proviene in genere dalla frantumazione, direttamente dalla sua primitiva posizione, con macchine fresatrici (preferibilmente a freddo).
Per i materiali descritti nel presente articolo, in carenza di indicazioni, valgono le prescrizioni per i conglomerati bituminosi.
1. Inerti
Le percentuali massime del materiale da riutilizzare non dovranno superare il 50%, il restante materiale sarà costituito da nuovi inerti, aventi i requisiti di accettazione previsti per i conglomerati normali.
Si potrà usare materiale fresato di qualsiasi provenienza, per impieghi nello strato di base; materiale proveniente da vecchi strati di binder ed usura, per impieghi nello strato di binder; solo materiali provenienti da strati di usura per gli strati di usura.
2. Legante
Il legante sarà costituito da quello presente nel materiale fresato integrato da bitume nuovo, generalmente additivato con rigeneranti-fluidificanti in modo da ottenere le viscosità e le caratteristiche di adesione prescritte nel punto che segue.
Il bitume fresco sarà normalmente del tipo di penetrazione 80/100, salvo diversa prescrizione della Direzione Lavori.
3. Miscela
La granulometria della miscela costituita da materiale di risulta dalla fresatura e dai nuovi inerti dovrà corrispondere al fuso prescritto nelle specifiche norme tecniche per il tipo di conglomerato che si vuol realizzare (base, binder o usura).
La percentuale di bitume da aggiungere e la percentuale di rigenerante da utilizzare saranno determinate come appresso.
Percentuale totale di bitume (Pt) della miscela ottenuta (materiali fresati e materiali nuovi):
Pt = 0,035 a + 0,045 b + c d + f
essendo:
Pt = % (espressa come numero intero) di bitume in peso sul conglomerato. a = % di aggregato trattenuto al N. 8 (ASTM 2.38 mm) .
b = % di aggregato passante al N. 8 e trattenuto al N. 200 (0.074). c = % di aggregato passante al N. 200.
d = 0,15 per un passante al N. 200 compreso tra 11% e 15%. d = 0,18 per un passante al N. 200 compreso tra 6% e 10%. d = 0,20 per un passante al N. 200 < 5%.
f = parametro compreso normalmente fra 0,7 e 1, variabile in funzione dell'assorbimento degli inerti. La percentuale rispetto al totale degli inerti, di legante nuovo da aggiungere (Pn) sarà pari a
Pn = (P1n ± 0,2)
dove P1n è:
P1n = Pt - (Pv x Pr) in cui:
Pv = % di bitume vecchio preesistente (rispetto al totale degli inerti).
Pr = valore decimale della percentuale di materiale riciclato (nel nostro caso maggiore o uguale a 0,5). La natura del legante nuovo da aggiungere sarà determinata in base ai seguenti criteri:
- la viscosità del legante totale a 60°C non dovrà superare 4.000 poise, quindi, misurata la viscosità del legante estratto ( b ) è possibile calcolare la viscosità (sempre a 60°C) che dovrà avere il legante da aggiungere usando il monogramma su scala semilogaritmica della figura seguente.
Indicando con A il punto le cui coordinate sono: il valore ottenuto di Pn/Pt ed il valore della viscosità di 4.000 poise, I'intersezione della retta con l'asse verticale corrispondente al valore 100 dell'asse orizzontale, fornisce il valore C della viscosità del legante che deve essere aggiunto.
Qualora non sia possibile ottenere il valore C con bitumi puri, si dovrà ricorrere a miscele bitume-rigenerante. Si ricorda che la viscosità a 60°C di un bitume C.N.R. 80/100 è 2.000 poise.
Per valutare la percentuale di rigenerante necessaria si dovrà costruire in un diagramma viscosità percentuale di rigenerante rispetto al legante nuovo, una curva di viscosità con almeno tre punti misurati:
K = viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto nelle proporzioni determinate secondo i criteri precedenti, senza rigenerante.
M = viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 10% in peso rispetto al bitume aggiunto.
F = viscosità della miscela simile alla precedente in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 20% in peso rispetto al bitume aggiunto.
Da questo diagramma mediante interpolazione lineare è possibile dedurre, alla viscosità di 2.000 poise, la percentuale di rigenerante necessaria.
La miscela di bitume nuovo o rigenerato nelle proporzioni così definite dovrà soddisfare particolari requisiti di adesione determinabili mediante la metodologia Vialit dei "Points et Chaussees" i risultati della prova eseguita su tale miscela non dovranno essere inferiori a quelli ottenuti sul bitume nuovo senza rigenerante.
Il conglomerato dovrà avere gli stessi requisiti (in termini di valori Xxxxxxxx e di vuoti) richiesti per i conglomerati tradizionali; ulteriori indicazioni per il progetto delle miscele potranno essere stabilite dalla D.L. utilizzando la prova di deformabilità viscoplastica a carico costante (C.N.R. 106-1985).
Il parametro J1 (ricavabile dalla prova CREEP) dovrà essere definito di volta in volta (a seconda del tipo di conglomerato), mentre lo Jp a 40°C viene fissato il limite superiore di
20 x 10 --6 cm2 da N.s.
4. Formazione e confezione delle miscele.
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi o mobili automatizzati del tipo a tamburo essiccatore - mescolatore.
Il dispositivo di riscaldamento dei materiali dovrà essere tale da ridurre al minimo il danneggiamento e la bruciatura del bitume presente nei materiali da riciclare, pur riuscendo ad ottenere temperature (e quindi viscosità) tali da permettere l'agevole messa in opera (indicativamente superiori a 130°C ÷ 140°C).
L'impianto fisso dovrà essere dotato del numero di predosatori sufficienti per assicurare l'assortimento granulometrico previsto.
Il dosaggio a peso dei componenti della miscela dovrà essere possibile per ogni predosatore. Sarà auspicabile un controllo automatico computerizzato dei dosaggi (compreso quello del legante); questo controllo sarà condizione necessaria per l'impiego di questo tipo d'impianto per il confezionamento dei conglomerati freschi; questo impiego potrà essere reso possibile in cantieri in cui si usino materiali rigenerati e vergini solo dopo accurata valutazione di affidabilità dell'impianto.
L'impianto sarà dotato di tutte le salvaguardie di legge per l'abbattimento di fumi bianchi e azzurri, polveri, ecc.
5. Posa in opera delle miscele.
Valgono le prescrizioni dei conglomerati tradizionali, con gli stessi requisiti anche per le densità in situ.
ART. 94 SPECIFICA DI CONTROLLO
La seguente specifica si applica ai vari tipi di pavimentazioni costituenti l’infrastruttura stradale e precedentemente esaminati.
La documentazione di riferimento comprende tutta quella contrattuale e, più specificatamente, quella di progetto quale disegni, specifiche tecniche, ecc.; sono altresì comprese tutte le norme tecniche vigenti in materia.
L’Impresa per poter essere autorizzata ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, bitumi, cementi, etc) prescritti dalle presenti Norme Tecniche, dovrà esibire, prima dell’impiego, alla D.L., i relativi Certificati di Qualità rilasciati da un Laboratorio.
Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte.
I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validità biennale.
I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione.
La procedura delle prove di seguito specificata, deve ritenersi come minima e dovrà essere infittita in ragione della discontinuità granulometrica dei materiali portati a rilevato e della variabilità nelle procedure di compattazione.
L’Impresa è obbligata comunque ad organizzare per proprio conto, con personale qualificato ed attrezzature adeguate, approvate dalla D.L., un laboratorio di cantiere in cui si procederà ad effettuare tutti gli ulteriori accertamenti di routine ritenuti necessari dalla D.L., per la caratterizzazione e l’impiego dei materiali.
1. Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato Prove di laboratorio
Accertamenti preventivi:
Le caratteristiche e l’idoneità dei materiali saranno accertate mediante le seguenti prove di laboratorio:
a) granulometria compresa del fuso riportato 1.1.1.1 e avente andamento continuo e uniforme praticamente concorde a quello delle curve limiti;
b) dimensioni non superiori a 71 mm, né forma appiattita, allungata o lenticolare;
c) rapporto tra il passante al setaccio 0,075 ed il passante al setaccio 0,4 inferiore a 2/3;
d) prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) eseguita sulle singole pezzature con perdita in peso inferiore al 30%;
e) equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) misurato sulla xxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx x 0 compreso tra 25 e 65 (la prova va eseguita con dispositivo meccanico di scuotimento).
Tale controllo dovrà essere eseguito anche sul materiale prelevato dopo costipamento.
Il limite superiore dell'equivalente in sabbia -65- potrà essere variato dalla Direzione Lavori in funzione delle provenienze e delle caratteristiche del materiale. Per tutti i materiali aventi equivalente in sabbia compreso fra 25-35, la Direzione Lavori richiederà in ogni caso (anche se la miscela contiene più del 60% in peso di elementi frantumati) la verifica dell'indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) di cui al successivo comma.
f) indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) dopo quattro giorni di imbibizione in acqua (eseguito sul materiale passante al crivello 25) non minore di 50.
inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per un intervallo di ±
costipamento.
2% rispetto all'umidità ottima di
g) Prova di costipamento delle terre, con energia AASHO modificata (CNR 69 – 1979).
Se le miscele contengono oltre il 60% in peso di elementi frantumati a spigoli vivi, l'accettazione avverrà sulla base delle sole caratteristiche indicate ai precedenti commi a), b), d), e), salvo nel caso citato al comma e) in cui la miscela abbia equivalente in sabbia compreso tra 25 - 35.
Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando i campioni di norma al Xxxxxx Xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxx xxxx’XXXX xx Xxxxxx (Xxxx) o presso altro Laboratorio Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nel competente ufficio Compartimentale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
Prove di laboratorio
Le caratteristiche e l’idoneità dei materiali saranno accertate mediante le medesime prove di laboratorio riportate al punto 2.1.1.1.
La rispondenza delle caratteristiche granulometriche delle miscele con quelle di progetto dovrà essere verificata con controlli giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera.
L’indice di portanza CBR verrà effettuato ogni 500 m2 di strato di fondazione realizzato.
Prove in sito
Le caratteristiche dei materiali, per ogni singolo strato posto in opera, saranno accertate mediante le seguenti prove in sito:
-assa volumica della terra in sito: dovranno essere effettuati almeno due prelievi giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera;
-Prova di carico con piastra circolare, nell’intervallo 0.15 – 0.25 MPa, non dovrà essere inferiore ai 80 MPa. Sarà effettuata ogni 300 m di strada o carreggiata, o frazione di 300 m e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera.
-Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio ogni 500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al 5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di conglomerato bituminoso sovrastante.
2. Fondazione in misto cementato confezionato in centrale Caratteristiche dei materiali da impiegare
Accertamenti preventivi:
Le caratteristiche e l’idoneità dei materiali saranno accertate mediante le seguenti prove di laboratorio:
Inerti
Gli inerti da impiegare per la realizzazione della miscela saranno assoggettati alle seguenti prove:
a)granulometria compresa nel fuso riportato al punto 1.1.2.1.1 ed avente andamento continuo ed uniforme (CNR 23 - 1971):
b) dimensioni non superiori a 40 mm, né di forma appiattita, allungata o lenticolare;
c)prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) con perdita in peso non superiore al 30% in peso; d)equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) compreso fra 30- 60;
e)indice di plasticità (CNR UNI 10014) non determinabile (materiale non plastico).
Legante
Dovrà essere impiegato cemento normale (Portland, pozzolanico o d'alto forno).
Dovranno soddisfare ai requisiti di legge e alle prescrizioni riportate nel punto 1.4.1 della sezione “calcestruzzi” del presente Capitolato.
Acqua
La quantità di acqua nella miscela sarà quella corrispondente all’umidità ottima di costipamento (CNR 69 – 1978) con una variazione compresa entro ±2% del peso della miscela per consentire il raggiungimento delle resistenze indicate di seguito.
Studio della miscela in laboratorio
l'Impresa dovrà sottoporre all'accettazione della Direzione Lavori la composizione granulometrica da adottare e le caratteristiche della miscela.
La percentuale di cemento e delle eventuali ceneri volanti, come la percentuale di acqua, dovranno essere stabilite in relazione alle prove di resistenza eseguite sui provini cilindrici confezionati entro stampi CBR (CNR-UNI 10009) impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3); per il confezionamento dei provini gli stampi verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di consentire il regolare costipamento dell'ultimo strato con la consueta eccedenza di circa i cm rispetto all'altezza dello stampo vero e proprio.
Tale eccedenza dovrà essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello stampo, affinché l'altezza del provino risulti definitivamente di 17, 78 cm.
La miscela di studio verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli aggregati, mescolandole tra loro, con il cemento, l'eventuale cenere e l'acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino.
Comunque prima di immettere la miscela negli stampi si opererà una vagliatura sul crivello UNI 25 mm allontanando gli elementi trattenuti (di dimensione superiore a quella citata) con la sola pasta di cemento ad essi aderente.
La miscela verrà costipata su 5 strati, con il pestello e l'altezza di caduta di cui alla norma AASHTO modificato, con 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello 51+0,5 mm, peso pestello 4,535+0,005 Kg, altezza di caduta 45,7 cm).
I provini dovranno essere estratti dallo stampo dopo 24 h e portati successivamente a stagionatura per altri 6 giorni in ambiente umido (umidità relativa non inferiore al 90% e temperatura di circa 293 K); in caso di confezione in cantiere la stagionatura si farà in sabbia mantenuta umida.
Operando ripetutamente nel modo suddetto, con l'impiego di percentuali in peso d'acqua diverse (sempre riferite alla miscela intera, compreso quanto eliminato per vagliatura sul crivello 25) potranno essere determinati i valori necessari al tracciamento dei diagrammi di studio.
Lo stesso dicasi per le variazioni della percentuale di legante.
I provini dovranno avere resistenza a compressione a 7 giorni non minore di 2,5 MPa e non superiore a 4,5 MPa, ed a trazione secondo la prova “brasiliana” (CNR 97 – 1984), non inferiore a 0,25 MPa.
Per particolari casi è facoltà della Direzione Lavori accettare valori di resistenza a compressione fino a 7,5 MPa (questi valori per la compressione e la trazione devono essere ottenuti dalla media di 3 provini, se ciascuno dei singoli valori non si scosta dalla media stessa di ±15%, altrimenti dalla media dei due restanti dopo aver scartato il valore anomalo).
Da questi dati di laboratorio dovranno essere scelti la curva, la densità e le resistenze da confrontare con quelle di progetto e da usare come riferimento nelle prove di controllo.
Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego
continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando dei campioni di norma al Xxxxxx Xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxx xxxx’XXXX xx Xxxxxx (Xxxx) o presso altro Laboratorio Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nel competente ufficio Compartimentale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
Prove di laboratorio
Le caratteristiche e l’idoneità dei materiali saranno accertate mediante le medesime prove di laboratorio, riportate nel punto 2.1.2.1.1.
La rispondenza delle caratteristiche granulometriche delle miscele con quelle di progetto dovrà essere verificata con controlli giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera.
Le caratteristiche di resistenza ogni 500 m2 di strato di fondazione realizzato.
Prove in sito
Le caratteristiche dei materiali, posti in opera, saranno accertate mediante le seguenti prove in sito:
•Massa volumica della terra in sito: dovranno essere effettuati almeno due prelievi giornalieri, e comunque ogni 300 m3
di materiale posto in opera;
•Prova di carico con piastra circolare, nell’intervallo 0.15 – 0.25 MPa, non dovrà essere inferiore ai 80 MPa. Sarà effettuata ogni 300 m di strada o carreggiata, o frazione di 300 m e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera.
•Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio ogni 500 m di strada o
carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al 5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di conglomerato bituminoso sovrastante.
2. Strato di base
Caratteristiche dei materiali da impiegare Accertamenti preventivi:
Le caratteristiche e l’idoneità dei materiali saranno accertate mediante le seguenti prove di laboratorio:
Inerti
Gli inerti da impiegare dovranno essere sottoposti alle seguenti prove di laboratorio:
a) granulometria : la cui curva dovrà essere contenuta nel fuso riportato al punto 1.2.1.1.
b) prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) con perdita in peso sulle singole pezzature non superiore al 25 % in peso;
c) equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) superiore a 50;
d) granulometria degli additivi (eventuali): che dovranno soddisfare i seguenti requisiti:
- setaccio UNI 0,18 (ASTM n° 80): passante in peso 100%
- setaccio UNI 0,18 (ASTM n° 80): passante in peso 90% Legante
Le caratteristiche dei leganti bituminosi dovranno essere accertate mediante prove di laboratorio prima del loro impiego nella confezione dei conglomerati, e dovranno soddisfare i requisiti riportati nel punto 1.2.1.2 del presente Capitolato.
Studio della miscela in laboratorio
L' Impresa è poi tenuta a presentare con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni e per ogni cantiere di confezione, la composizione delle miscele che intende adottare, ogni composizione delle miscele che intende adottare.
Ogni composizione proposta dovrà essere corredata da una completa documentazione degli studi effettuati in laboratorio, attraverso i quali l'Impresa ha ricavato la ricetta ottimale.
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
-il valore della stabilità Xxxxxxxx (C.N.R. 30 -1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 700 Kg; inoltre il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere superiore a 250;
-gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Xxxxxxxx dovranno presentare una percentuale di vuoti
residui compresi fra 4% e 7%.I provini per le misure di stabilità e rigidezza anzidette dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o presso la xxxxx.Xx temperatura di compattazione dovrà essere uguale o superiore a quella di stesa; non dovrà però superare quest'ultima di oltre 10°C.
-Le miscele di aggregati e leganti idrocarburici dovranno rispondere inoltre anche alle norme C.N.R. 134 -1991; La Direzione Lavori si riserva di approvare i risultati prodotti o di fare eseguire nuove ricerche.
L'approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa, relativa al raggiungimento dei requisiti finali dei conglomerati in opera.
Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando dei campioni di norma al Xxxxxx Xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxx xxxx’XXXX xx Xxxxxx (Xxxx) o presso altro Laboratorio Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nel competente ufficio Compartimentale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
Inoltre con la frequenza necessaria saranno effettuati periodici controlli delle bilance, delle tarature dei termometri dell'impianto, la verifica delle caratteristiche del bitume, la verifica dell'umidità residua degli aggregati minerali all'uscita dall'essiccatore ed ogni altro controllo ritenuto opportuno.
Prove di laboratorio
Dovranno essere effettuate, quando necessarie, ed almeno con frequenza giornaliera:
-la verifica granulometrica dei singoli aggregati approvvigionati in cantiere e quella degli aggregati stessi all'uscita dei vagli di riclassificazione;
-la verifica della composizione del conglomerato (granulometria degli inerti, percentuale del bitume, percentuale di additivo) prelevando il conglomerato all'uscita del mescolatore o a quella della tramoggia di stoccaggio;
-la verifica delle caratteristiche Xxxxxxxx del conglomerato e precisamente: peso di volume (C.N.R. 40-1973), media di due prove; percentuale di vuoti (C.N.R. 39-1973), media di due prove; stabilità e rigidezza Xxxxxxxx;
-la verifica dell’adesione bitume-aggregato secondo la prova ASTM-D 1664/89-80 e/o secondo la prova di spoliazione (C.N.R. 138 –1992);
-le caratteristiche del legante bituminoso.
Non sarà ammessa una variazione del contenuto di aggregato grosso superiore a 1 5% e di sabbia superiore a 1 3% sulla percentuale corrispondente alla curva granulometrica prescelta, e di 11,5% sulla percentuale di additivo.
Per la quantità di bitume non sarà tollerato uno scostamento dalla percentuale stabilita di 1 0,3%.
Tali valori dovranno essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate all'impianto come pure dall'esame delle eventuali carote prelevate in sito.
In cantiere dovrà essere tenuto apposito registro numerato e vidimato dalla Direzione Lavori sul quale l'Impresa dovrà giornalmente registrare tutte le prove ed i controlli effettuati.
In corso d'opera ed in ogni fase delle lavorazioni la Direzione Lavori effettuerà, a sua discrezione, tutte le verifiche, prove e controlli, atti ad accertare la rispondenza qualitativa e quantitativa dei lavori alle prescrizioni contrattuali.
Prove in sito
Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio ogni 500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al 5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di conglomerato bituminoso sovrastante.
La Direzione Lavori si riserva di approvare i risultati prodotti o di fare eseguire nuove ricerche. L'approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa, relativa al raggiungimento dei requisiti finali dei conglomerati in opera.
Una volta accettata dalla D.L. la composizione proposta, I'Impresa dovrà ad essa attenersi rigorosamente comprovandone l'osservanza con esami giornalieri.
3. Strati di collegamento (bynder) e di usura Caratteristiche dei materiali da impiegare
Accertamenti preventivi:
Le caratteristiche e l’idoneità dei materiali saranno accertate mediante le seguenti prove di laboratorio: Inerti
Per strati di collegamento (BINDER):
La miscela degli inerti da adottarsi per lo strato di collegamento dovrà essere assoggettata alle seguenti prove:
-granulometria ricadente nel fuso riportato al punto 1.3.1.3;
-prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, con perdita in peso inferiore al 25% (C.N.R. 34-1973);
-indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,80;
-coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) inferiore a 0,015 (C.N.R. 137-1992);
-materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”).
Nel caso che si preveda di assoggettare al traffico lo strato di collegamento in periodi umidi od invernali, la perdita in peso per scuotimento sarà limitata allo 0,5%.
Per strati di usura:
La miscela degli inerti da adottarsi per lo strato di collegamento dovrà essere assoggettata alle seguenti prove:
-granulometria ricadente nel fuso riportato al punto 1.3.1.3;
-prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, con perdita in peso inferiore od uguale al 20% (C.N.R. 34 -1973);
-almeno un 30% in peso del materiale dell'intera miscela deve provenire da frantumazione di rocce che presentino un
coefficiente di frantumazione minore di 100 e resistenza a compressione, secondo tutte le giaciture, non inferiore a 140 N/mm2, nonché resistenza alla usura minima 0,6;
-indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,85;
-coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,015 (C.N.R 137-1992);
-materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con limitazione per la perdita in peso allo 0,5%;
Per le banchine di sosta saranno impiegati gli inerti prescritti per gli strati di collegamento e di usura di cui sopra.
In ogni caso i pietrischi e le graniglie dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali o di frantumazione che dovranno soddisfare ai requisiti dell' Art. 5 delle norme C.N.R. fascicolo n. 4 del 1953;
ed in particolare:
-equivalente in sabbia, determinato con la prova AASHO T 176, (e secondo la norma C.N.R. B.U. n. 27 del 30-3- 1972) non inferiore al 55%;
-materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) con le limitazioni indicate per l'aggregato grosso. Nel caso non fosse possibile reperire il materiale della pezzatura 2 1 5 mm necessario per la prova, la stessa dovrà essere eseguita secondo le modalità della prova Xxxxxx-Xxxxx con concentrazione non inferiore a 6.
Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri di asfalto e dovranno risultare alla setacciatura per xxx xxxxx xxxxxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxx x. 00 ASTM e per almeno il 65% al setaccio n. 200 ASTM.
Per lo strato di usura, a richiesta della Direzione dei Lavori, il filler potrà essere costituito da polvere di roccia asfaltica contenente il 6 1 8% di bitume ad alta percentuale di asfalteni con penetrazione Dow a 25°C inferiore a 150 dmm.
Per fillers diversi da quelli sopra indicati è richiesta la preventiva approvazione della Direzione dei Lavori in base a prove e ricerche di laboratorio.
1)Legante
Il bitume, per gli strati di collegamento e di usura, dovrà essere preferibilmente di penetrazione 60 1 70 salvo diverso avviso della Direzione dei Lavori in relazione alle condizioni locali e stagionali e dovrà rispondere agli stessi requisiti indicati al punto 1.2.1.2 per il conglomerato bituminoso di base.
Studio della miscela in laboratorio
L' Impresa è poi tenuta a presentare con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni e per ogni cantiere di confezione, la composizione delle miscele che intende adottare, ogni composizione delle miscele che intende adottare. Ogni composizione proposta dovrà essere corredata da una completa documentazione degli studi effettuati in laboratorio, attraverso i quali l'Impresa ha ricavato la ricetta ottimale.
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
Strato di collegamento (binder):
Esso dovrà comunque essere il minimo che consenta il raggiungimento dei valori di stabilità Xxxxxxxx e compattezza di seguito riportati.
Il conglomerato bituminoso destinato alla formazione dello strato di collegamento dovrà avere i seguenti requisiti:
•la stabilità Xxxxxxxx, eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per ogni faccia, dovrà risultare in ogni caso uguale o superiore a 900 Kg. Inoltre il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300 (C.N.R 30-1973).
•Gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Xxxxxxxx dovranno presentare una percentuale di vuoti
residui compresa tra 3 1 7%. La prova Xxxxxxxx eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quello precedentemente indicato. Riguardo alle misure di stabilità e rigidezza, sia per i conglomerati bituminosi tipo usura che per quelli tipo binder, valgono le stesse prescrizioni indicate per il conglomerato di base.
2) Strato di usura
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
a)resistenza meccanica elevatissima, cioè capacità di sopportare senza deformazioni permanenti le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli sia in fase dinamica che statica, anche sotto le più alte temperature estive, e sufficiente flessibilità per poter seguire sotto gli stessi carichi qualunque assestamento eventuale del sottofondo anche a lunga scadenza.
Il valore della stabilità Xxxxxxxx (C.N.R. 30-1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di almeno 10.000 N [1000 Kg].
Inoltre il valore della rigidezza Xxxxxxxx, cioè il rapporto tra stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300.
La percentuale dei vuoti dei xxxxxxx Xxxxxxxx, sempre nelle condizioni di impiego prescelte, deve essere compresa fra 3% e 6%.
La prova Xxxxxxxx eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quelli precedentemente indicati;
b) elevatissima resistenza all'usura superficiale;
c ) sufficiente ruvidezza della superficie tale da non renderla scivolosa;
d ) grande compattezza: il volume dei vuoti residui a rullatura terminata dovrà essere compreso fra 4% e 8%.
Ad un anno dall'apertura al traffico, il volume dei vuoti residui dovrà invece essere compreso fra 3% e 6% e
impermeabilità praticamente totale; il coefficiente di permeabilità misurato su uno dei xxxxxxx Xxxxxxxx, riferentisi alle condizioni di impiego prescelte, in permeametro a carico costante di 50 cm d'acqua, non dovrà risultare inferiore a 10 -
6 cm/sec.
Sia per i conglomerati bituminosi per strato di collegamento che per strato di usura, nel caso in cui la prova Xxxxxxxx venga effettuata a titolo di controllo della stabilità del conglomerato prodotto, i relativi provini dovranno essere confezionati con materiale prelevato presso l'impianto di produzione ed immediatamente costipato senza alcun ulteriore riscaldamento.
In tal modo la temperatura di costipamento consentirà anche il controllo delle temperature operative. Inoltre, poiché la prova va effettuata sul materiale passante al crivello da 25 mm, lo stesso dovrà essere vagliato se necessario.
Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando dei campioni di norma al Xxxxxx Xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxx xxxx’XXXX xx Xxxxxx (Xxxx) o presso altro Laboratorio Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nel competente ufficio Compartimentale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti, ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
Prove di laboratorio
Valgono le stesse prescrizioni previste al punto 2.2.1.5 del presente Capitolato.
Prove in sito
Valgono le stesse prescrizioni previste al punto 2.2.1.6 del presente Capitolato.
E) – OPERE IN CEMENTO E CALCESTRUZZO
ART. 95 MALTE CEMENTIZIE
Le caratteristiche dei materiali da impiegare per la composizione delle malte ed i rapporti di miscela dovranno corrispondere alle prescrizioni degli artt. 30 e 31 alle relative voci dell’elenco prezzi per i vari tipi di impasto ed a quanto verrà stabilito di volta in volata dalla direzione lavori.
Gli impianti dovranno essere preparati solamente nelle quantità necessarie per l’impiego immediato.
I residui impasti che non avessero, per qualsiasi ragione, immediatamente impiego, dovranno essere portati a rifiuto.
ART. 96 OPERE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO SEMPLICE O ARMATO.
Nell’esecuzione di opere in calcestruzzo semplice od armato, l’Appaltatore dovrà attenersi a tutte le norme stabilite dal X.X. 00 novembre 1939 n. 2229, dalla Circolare Ministero Lavori Pubblici 30 giugno 1980 n. 20244, dal D.M. 27 luglio 1985, dalla legge 5 novembre 1971 n. 1086 e da quelle che potranno essere successivamente emanate anche in corso di esecuzione. Tutti i materiali da impiegarsi nel confezionamento dei conglomerati dovranno rispettare i requisiti di cui alle vigenti norme di accettazione.
I calcestruzzi saranno di norma, salvo diversa specifica prescrizione, confezionati con cemento pozzolanico tipo “325”, nel dosaggio che verrà di volta in volata indicato dalla direzione lavori e che dovrà riferirsi al mc di calcestruzzo costipato in opera. La curva granulometrica degli inerti sarà determinata in funzione delle caratteristiche dell’opera da eseguire in modo da ottenere impasti compatti, di elevato peso specifico e di adeguata resistenza e, se gli impasti verranno confezionati a piè d’opera, dovrà essere controllata mediante vagliatura con stacci, di cui l’impresa dovrà essere fornita.
Il rapporto acqua-cemento verrà prescritto sulla base di prove di impasto e dovrà risultare il più basso possibile, compatibilmente con una buona lavorazione della massa. Gli impasti dovranno essere eseguiti meccanicamente; solo eccezionalmente, per getti di modesta entità e per i quali non si richiedano particolari caratteristiche di resistenza, la direzione lavori potrà autorizzare l’impasto a mano, ed in questo caso esso dovrà essere eseguito con particolare cura, con rimescolamenti successivi a secco e ad un unico su tavolati o aie perfettamente puliti.
Sarà altresì ammesso l’impiego di calcestruzzi preconfezionati fuori opera; in tal caso l’Appaltatore sarà tenuto a dare comunicazione alla direzione lavori del nominativo del produttore il quale dovrà uniformarsi nel confezionamento alle clausole-tipo per la fornitura di calcestruzzo preconfezionato elaborate dall’ANCE; la direzione lavori avrà comunque piena facoltà di effettuare i sopralluoghi che ritenesse necessario presso il cantiere di preconfezionamento per il controllo di qualità del legante e della granulometria degli inerti.
Le casseforme, tanto in legno che in acciaio, dovranno essere eseguite e montate con la massima accuratezza e risultare sufficientemente stagne alla fuoriuscita della boiacca nelle fasi di getto. La superficie del cassero, a contatto
con l’impasto dovrà risultare il più possibile regolare.
Il calcestruzzo sarà posto in opera in strati non maggiori di 50 cm, evitando getti dall’alto che possono provocare la separazione dell’aggregato fine da quello grosso. Nelle eventuali gettate in presenza d’acqua il calcestruzzo dovrà essere versato nel fondo per strati successivi e per mezzo di cucchiaie, tramogge, casse apribili e simili, usando ogni precauzione per evitare il dilavamento del legante. La costipazione dei getti dovrà avvenire con vibratori adatti per diametro e frequenza ad immersione e superficiali, e tali da consentire il perfetto funzionamento e la continuità della vibrazione.
In linea generale l’impresa dovrà curare il calcestruzzo anche durante la fase di maturazione, provvedendo a propria cura e spese alla protezione del conglomerato dal gelo nel caso di getti a basse temperature e mantenendo umida la superficie dei casseri in caso di temperature elevate, fatta salva la facoltà della direzione lavori di ordinarne la sospensione in caso di condizioni ambientali sfavorevoli.
Nelle riprese dei getti, quando inevitabili, le superfici dovranno essere accuratamente ripulite e rese scabre lungo la superficie di contatto, disponendovi, se necessario, uno strato di malta fluida di sabbia fine e cemento dello spessore medio di 15 mm.
I gettiti dovranno risultare delle precise forme prescritte, senza nidi di ghiaia, sbavature, concavità dovute a deformazioni delle casseforme e senza risalti prodotti da giunti imperfetti; in caso contrario sarà a carico dell’impresa ogni ripresa o conguaglio che si rendesse necessario per l’irregolarità delle superfici, fatta salva la facoltà della direzione lavori di ordinare la demolizione ed il rifacimento dell’opera quando, a suo insindacabile giudizio, i difetti riscontrati recassero pregiudizio estetico o statico in relazione alla natura dell’opera stessa.
Tutte le opere in c.a. facenti parte dell’appalto saranno eseguite sulla base di calcoli di stabilità accompagnati dai disegni esecutivi, redatti e sottoscritti da un tecnico competente ed abilitato, che l’impresa dovrà sottoporre alla direzione lavori per l’approvazione entro il termine che sarà stabilito all’atto della consegna.
In nessun caso si darà esecuzione di dette opere se gli elaborati grafici e di calcolo non saranno stati preventivamente depositati presso il competente ufficio tecnico comunale. L’accettazione da parte della direzione lavori del progetto delle opere strutturali non esonera in alcun modo l’impresa dalle responsabilità derivanti per legge e per le precise pattuizioni contrattuali, restando stabilito che l’Appaltatore rimane unico e completo responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la progettazione ed il calcolo, che per la loro esecuzione; di conseguenza egli sarà tenuto a rispondere dei danni e degli inconvenienti che dovessero verificarsi, di qualsiasi natura ed entità.
ART. 97 CORDOLI
1. Cordoli realizzati in opera. Per questa tipologia, si dovrà procedere al prelievo di campioni di calcestruzzo con una frequenza e quantità, da soddisfare le indicazioni riportate ai punti 1.5 e seguenti, 1.6 e seguenti della sezione “calcestruzzi” del presente Capitolato.
2. Cordoli prefabbricati. Ogni partita dovrà essere accompagnata dai corrispondenti certificati attestanti la qualità dei materiali utilizzati per la loro realizzazione, nonché la certificazione attestanti le dimensioni dell’elemento.
Ciascuna partita di 100 elementi prefabbricati non potrà comunque essere posta in opera, fino a quando non saranno noti i risultati positivi della resistenza del conglomerato costituente la partita, mediante il prelievo di 4 provini.
Nel caso che la resistenza sia inferiore a 30 MPa, la partita sarà rifiutata e dovrà essere allontanata dal cantiere.
Tali elementi verranno posati su un letto di calcestruzzo magro, ed attestati, lasciando tra le teste contigue lo spazio di 0.5 cm, che verrà riempito di malta cementizia dosata a 350 kg/m3 di sabbia.
F) – OPERE ELETTRICHE – IMPIANTI DI PUBBLICA ILLUMINAZIONE
ART. 98 GENERALITÀ
Le presenti norme sugli impianti ed opere elettriche sono suddivise in cinque parti.
-Prescrizioni generali: si forniscono delle nozioni generali di tipo impiantistico e si evidenziano
-Disposizioni generali sulle opere elettriche: si danno delle indicazioni generali su come si concepisce un impianto
elettrico costruito a regola d’arte e l’elenco delle principali leggi in materia.
-Specifiche tecniche: si danno delle indicazioni sulle opere elettriche che comprendono più elementi (elettrici, elettronici, illuminazione, ecc.), ma senza che essi vadano a costituire un impianto a sé (sistema di protezione, impianto AD-FT, ecc.).
-Condizioni generali di posa in opera: si forniscono le specifiche tecniche degli elementi, costituenti l’impianto elettrico di progetto, e le descrizioni di impianti scomponibili in singole componenti (terra, rivelazione incendio, ecc.).
-Verifiche, prove, misurazioni: si evidenziano le verifiche, le prove, le misure e la documentazione finale.
Per capire meglio la differenza tra le parti E2 e E3, si considerino, per es., il sistema di protezione e l’impianto di terra. Il primo rientra nella “parte E2”, in quanto ingloba un insieme di elementi (cavi, interruttori, precauzioni nel loro montaggio, ecc.), ma non identifica un impianto scomponibile in singole componenti. L’impianto di terra, invece, è anch’esso costituito da più elementi, ma è sempre identificato da un certo numero e tipo di componenti: cavi in rame o alluminio, collettore di terra, nodi equipotenziali, ecc.; per tale ragione esso rientra nella “Parte E3”.
ART. 99 PRESCRIZIONI GENERALI
Un impianto ed in particolare ciascuna apparecchiatura che lo componga, si ritiene “posto in opera” (o in modo equivalente “un’opera compiuta”), quando tutti i componenti, principali ed accessori, sono installati.
Nella realizzazione di “un’opera compiuta” sono involte, tutte o in parte, le voci di “fornitura”, “posa in opera”, “attrezzature accessorie” e “mezzi”. Nell’Xxxxxx Xxxxxx è specificato, articolo per articolo, quali di queste voci si rendono necessarie per l’esecuzione dell’opera descritta nell’articolo stesso (es. art. “CLD.001 - fornitura e posa in opera di caldaia comprese tutte le attrezzature accessorie, quali raccordi, isolanti, staffature, fissaggi ecc., ed i mezzi necessari per dare l’opera completa e finita a regola d’arte”). In aggiunta a quanto indicato nelle voci d’offerta prezzi o di elenco prezzi, nel prezzo dell'appalto sono comprese:
- tutte le opere e prestazioni descritte nel presente Capitolato ed indicate negli elaborati grafici e negli altri allegati progettuali;
- tutte le opere e prestazioni necessarie per la sicurezza, la corretta esecuzione e il funzionamento dell'oggetto dell’appalto, sia dal punto di vista tecnico sia da quelli legale e amministrativo (in altre parole sono compresi provvedimenti e opere prescritti da particolari disposizioni vigenti, emanate da una qualche autorità competente, anche se non specificatamente richiamate nei patti contrattuali, oppure che si rendano indispensabili per particolari ragioni contingenti di sicurezza o d'altra natura).
Pertanto, non possono in alcun modo essere ritenute come varianti d’esecuzione le opere, provviste o prestazioni che derivano da correzioni d'inesattezze di rilievo o di disegno, o quelle la cui specificazione, sia per quantità sia per qualità, derivano da patti contrattuali demandate al giudizio del Direttore dei Lavori e ciò naturalmente anche se tali opere, provviste o prestazioni non fossero, in tutto o in parte, dettagliatamente descritte negli elaborati di progetto.
Gli impianti devono essere realizzati secondo:
- le normative vigenti, relative alle varie specie di lavori, ed a tutte le successive modificazioni ed integrazioni che avessero a verificarsi durante il corso dell'appalto;
- le descrizioni, prescrizioni ed obblighi contenuti nel presente Capitolato;
- le informazioni contenute negli elaborati grafici di progetto allegati quali la dislocazione, le caratteristiche funzionali e quelle costruttive;
- le indicazioni impartite dalla Direzione Lavori all'atto esecutivo.
2. Vincoli sulle apparecchiature e sui materiali.
Il progetto è realizzato usando apparecchiature di mercato. L’Appaltatore è libero di scegliere apparecchiature diverse da quelle di progetto, con il vincolo che egli abbia cura nella posa, di seguire tutte le indicazioni impartite dal fornitore delle rispettive apparecchiature e di rispettare le caratteristiche pertinenti in relazione allo scopo del lavoro da effettuarsi. Più in generale, l’installatore è obbligato, in ogni caso, ad osservare tutte le indicazioni fornitegli dal produttore, al fine di assicurare il perfetto funzionamento degli impianti, un’adeguata sicurezza ed una facile manutenzione.
Ogni apparecchiatura dovrà possedere le caratteristiche di funzionamento, di sicurezza e di manutenzione previste dal progetto e conformi allo scopo del lavoro.
Qualora la Stazione Appaltante, o per essa la Direzione Lavori, rifiutino dei materiali, ancorché messi in opera,
ritenendoli per qualità, lavorazione o funzionamento non idonei alla perfetta riuscita dell’opera e quindi non accettabili, la Ditta Appaltatrice dovrà, a sua cura e spese, alienarli e sostituirli con altri che soddisfino le condizioni prescritte.
3. Rimozione d’impianti, definitiva o temporanea
Gli impianti da rimuovere, temporaneamente o in modo definitivo, sono specificati negli elaborati di progetto e/o nella lista che il D.L. sottoporrà all’Appaltatore prima di iniziare gli smontaggi.
Nella rimozione d’impianti in generale, l’Impresa deve tenere conto di tutte le operazioni necessarie ad eseguire la rimozione, sia dal punto di vista funzionale sia da quello della sicurezza.
L’Impresa ha i seguenti obblighi:
2.2.1comunicazione alla Direzione Lavori di qualunque imperfezione o mancanza d’integrità in merito alla rimozione degli impianti identificati con il D.L. prima di iniziare gli smontaggi;
2.2.2prove di funzionamento dei macchinari prima della loro rimozione temporanea e comunicazione alla Direzione dei Lavori del lavoro eseguito e dei risultati ottenuti;
2.2.3verifica di danni esistenti su elementi impiantistici da riutilizzare (WC, tubi, cavi, interruttori, ecc.) e loro comunicazione alla Direzione dei Lavori;
2.2.4comunicazione alla Direzione dei Lavori d’eventuali interruzioni di servizi resi obbligatori dalla rimozione d’impianti.
La mancanza d’espletazione di questi obblighi da parte dell’Impresa, comporta alla stessa i seguenti oneri: 0.xx merito al punto “1”, spese che potrebbero derivare a causa di errate rimozioni per danni e ripristini;
0.xx merito al punto “2”, eventuali riparazioni dei macchinari al ricollegamento degli stessi a causa di loro malfunzionamenti;
0.xx merito al punto “3”, fornitura e posa in opera di nuovi elementi impiantistici;
0.xx merito al punto “4”, spese aggiuntive che potrebbero derivare a causa di intempestive interruzioni.
In merito al punto “4”, inoltre, si rileva come l’Impresa abbia il compito di ripristinare i servizi esistenti dopo il compimento delle rimozioni.
L’Appaltatore non potrà iniziare le rimozioni senza aver avuto ordine specifico dal D.L. e nessun pretesto potrà essere addotto per considerare non riutilizzabili i materiali indicati nella lista del direttore lavori o negli elaborati progettuali. In particolare qualora materiali o apparecchiature vengano allontanati dal cantiere senza l’assenso del D.L. spetta all’Appaltatore di ripristinare lo stato di fatto anche con fornitura di nuovi materiali ed apparecchiature, compresi mezzi provviste e forniture. In tal caso spetterà all’Appaltatore comunque il compenso dovuto per lo smontaggio e la posa in opera del materiale da riutilizzarsi come previsto in progetto. I danni dovuti a rotture in fase di smontaggio o rimontaggio dei componenti giudicati riutilizzabili comporteranno per l’Appaltatore gli oneri previsti al punto precedente: spetterà all’Appaltatore comunque il compenso dovuto per lo smontaggio e la posa in opera del materiale da riutilizzarsi come previsto in progetto.
4. Interferenze con impianti esistenti.
Durante l’esecuzione dei lavori possono avvenire intersezioni tra i vari impianti: condotte per acqua e gas, fognature, cavi elettrici, telefonici e manufatti in genere. Se la Direzione dei Lavori ritenga strettamente indispensabile spostare parte degli impianti esistenti, o variare gli schemi di quelli in progetto, l’Appaltatore è tenuto a farsi carico di tutti gli oneri aggiuntivi per la realizzazione di tali lavori.
Questi oneri s’intendono già remunerati con l’importo contrattuale.
È a carico dell’impresa ogni onere che dovesse derivare in seguito a danneggiamenti arrecati agli impianti esistenti durante gli scavi.
È compito della Direzione dei Lavori fornire, all’atto esecutivo, una planimetria delle reti esistenti. L’inesattezza dei tracciati che si dovesse riscontrare non può essere causa di contestazioni da parte dell’Impresa.
5. Sicurezza del cantiere oltre il periodo di lavoro.
In generale l’Appaltatore è responsabile della sicurezza del cantiere e deve impedire l’accesso a chi non autorizzato. Tuttavia in caso di sospensione dei lavori o per altre assenze prolungate, e sempre fuori dell’orario di lavoro, l’Appaltatore dovrà consentire l’accesso per emergenza nel cantiere alla Stazione Appaltante o ad un suo designato, con modalità da concordarsi di volta in volta secondo la situazione contingente.
6. Materiali di risulta.
Senza che ciò dia diritto a pretendere delle maggiorazioni sui prezzi d’Xxxxxx, i materiali scavati che, a giudizio della
Direzione dei Lavori, possano essere riutilizzati, ed in modo particolare quelli costituenti le massicciate stradali, le cotiche erbose ed il terreno di coltivo, dovranno essere depositati in cumuli distinti in base alla loro natura, se del caso eseguendo gli scavi a strati successivi, in modo da poter asportare tutti i materiali d’interesse prima di approfondire le trincee.
Di norma, il deposito sarà effettuato a lato di queste ultime, in modo da non ostacolare o rendere pericolosi il traffico e l’attività delle maestranze, adottando inoltre gli accorgimenti atti ad impedire l’allagamento degli scavi da parte delle acque superficiali, gli scoscendimenti dei materiali ed ogni altro eventuale danno, che, comunque, nel caso avesse a verificarsi, dovrà essere riparato a tutte cure e spese dell’Appaltatore.
Quando il deposito a lato delle trincee non fosse richiesto o, per qualsiasi motivo, possibile, il materiale di risulta dovrà, di norma, essere caricato sui mezzi di trasporto direttamente dalle macchine o dagli operai addetti allo scavo e sarà quindi avviato, senza deposito intermedio, ai rinterri.
Solo qualora, per qualsiasi motivo, non sia possibile né il deposito a lato degli scavi, né l’immediato reimpiego, sarà ammesso il provvisorio accumulo dei materiali da impiegarsi nei rinterri nelle località che saranno prescritte, o comunque accettate, dalla Direzione dei Lavori.
In tutti i casi, i materiali eccedenti e quelli che non siano impiegabili nei rinterri, dovranno essere direttamente caricati sui mezzi di trasporto all’atto dello scavo ed avviati a discarica a cura e spese dell’Appaltatore.
7. Collaudi e liquidazione finale.
Il collaudo comprende tre gruppi di diverse operazioni da eseguire in tempi distinti:
1. verifica qualitativa e quantitativa dei materiali e delle apparecchiature costituenti l'appalto;
2. prove preliminari di funzionamento;
3. prove e collaudo definitivo dell'impianto.
Le operazioni di cui al punto a) possono essere eseguite in tutto o in parte anche durante l'esecuzione dei lavori in relazione alle specifiche contenute nel presente Capitolato e nell'Elenco Prezzi Unitari. Le prove preliminari devono essere eseguite alla consegna degli impianti, dopo che la Ditta Appaltatrice ha fornito al Committente i disegni completi ed aggiornati di tutte le installazioni, nonché i cataloghi illustrativi delle apparecchiature, accompagnati da un libretto con le istruzioni dettagliate per la conduzione e manutenzione degli impianti. Ultimate le verifiche e le prove preliminari, è steso il relativo verbale nel quale sono esposti eventuali rilievi e prescrizioni del Direttore dei Lavori. Il collaudo definitivo dell'impianto s’esegue entro la prima stagione invernale ed estiva di funzionamento.
Saranno eseguite, durante il collaudo, le seguenti verifiche:
•valori della temperatura interna degli ambienti;
•se l'impianto è in grado di raggiungere le condizioni stabilite dal Capitolato in corrispondenza al massimo valore del carico;
•se l'impianto è in grado di mantenere le desiderate condizioni interne in regime di carico variabile;
•valori delle portate d'aria negli ambienti e della velocità finale dell'aria nella zona occupata.
Per quanto riguarda i modi d’effettuazione delle misure, si fa riferimento a quanto stabilito dalle norme UNI-CTI 10339 e 5364 sul collaudo degli impianti di condizionamento e di riscaldamento. Ultimato il collaudo definitivo, si procede alla corresponsione all'Impresa, nei modi e nei termini di legge, del saldo risultante dalla relativa liquidazione. In ogni caso i collaudi, anche se favorevoli, non esonerano l'Impresa dalle responsabilità sancite dal vigente Codice Civile.
Salvo diversa esplicita indicazione di Elenco Prezzi, tutti i prezzi indicati o offerti comprendono gli oneri relativi al compimento delle verifiche, misure, certificazioni, prove, redazione di verbali e produzione di documenti, certificati, ecc indicati nel capitolato speciale.
In particolare nel caso di collaudi che si possano o si debbano esperire dopo la conclusione dei lavori (ad esempio collaudo ISPESL), i prezzi indicati includono i relativi oneri.
8. Diametri e misure riportate nei disegni.
I diametri, le dimensioni dei fori, le sezioni delle feritoie, ecc., sono sempre riferite alla sezione netta di passaggio: ad esempio un tubo in PVC DN 32 designa un diametro netto interno di 32 mm, mentre il diametro esterno dipenderà dalle caratteristiche costruttive del tubo. L’Appaltatore dovrà verificare nell’acquisto del materiale che il diametro interno effettivo sia maggiore o uguale a quello indicato nel progetto.
9. Termini e definizioni.
Nelle descrizioni delle opere sono utilizzati i seguenti termini:
d) Accessori – sono tutti i componenti necessari a completare l’installazione secondo buona regola o norma del sistema o dell’opera. Ad esempio s’individuano materassini isolanti, antivibranti, morsetti, capicorda, mostrine ed etichette, ecc.;
c) Alienato – materiale o apparecchiatura che è rimossa dalla posizione originale, trasportato a discarica
autorizzata ed eliminato definitivamente. Oneri di trasporto e discarica inclusi;
•Deposito – materiale o apparecchiatura che è rimossa dalla posizione originale e recuperata, accuratamente pulita, protetta e messa a magazzino nell’ambito di cantiere per successivo riutilizzo o a disposizione della Stazione Appaltante. Parte dell’operazione consiste nel preparare un verbale con le necessarie indicazioni per il riutilizzo;
•Pezzi speciali – il termine comprende curve, raccordi e giunti di qualsiasi tipo e natura. Ad esempio per il gas
sono inclusi i giunti di transizione PE – acciaio, per gli impianti di ventilazione sono inclusi i giunti flessibili, le scarpette con il captatore e le derivazioni a più vie, per i tubi d’acciaio e rame sono inclusi i raccordi a tre pezzi, le flange, ecc.
ART. 100 DISPOSIZIONI GENERALI SULLE OPERE ELETTRICHE
Gli impianti elettrici devono rispondere alle disposizioni in materia contenute nelle disposizioni di Xxxxx, Decreti e Circolari Ministeriali in vigore al momento dell’appalto che regolano la specifica materia.
La loro progettazione ed esecuzione deve rispettare la regola d’arte, nei modi stabiliti dalle norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) in vigore al momento dell’esecuzione dei lavori o da altri enti unificatori.
Le apparecchiature tecnologiche degli impianti e le apparecchiature elettriche, in particolare, devono in ogni caso possedere i requisiti previsti da Leggi o Circolari Ministeriali vigenti all’epoca della fornitura, ed è necessario che le apparecchiature siano in possesso dei Marchi e Certificazioni di Conformità richiesti dalla normativa vigente all’epoca dell’esecuzione dei lavori o della fornitura.
In particolare dovranno essere osservate:
a) la Legge sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro D.P.R. 27/04/1955 n°547 ed aggiornamenti successivi;
b) la Legge sulla tutela della salute dei lavoratori D.L. 19/09/1994 n.626 ed aggiornamenti successivi;
c) la Legge n. 186 dell’1/03/1968 sull’esecuzione degli impianti elettrici;
d) la Legge n. 46 del 5/03/1990 sulla sicurezza degli impianti elettrici;
e) le vigenti Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI);
f) eventuali progetti Norme CEI se citati nella presente specifica tecnica;
g) le prescrizioni della Società distributrice dell’energia elettrica competente per la zona;
h) le prescrizioni del locale Comando dei Vigili del Fuoco;
i) le prescrizioni della Società Telefonica;
j) le normative e raccomandazioni dell’Ispettorato del Lavoro, ISPESL e XXXX;
k) le prescrizioni delle Autorità Comunali e/o Regionali;
l) le prescrizioni UNI e UNEL, per i materiali già unificati, gli impianti ed i loro componenti, i criteri di progetto, le modalità di esecuzione e collaudo;
m) le prescrizioni di collaudo dell’Istituto Italiano del Marchio di Qualità per i materiali per cui è previsto il controllo ed il contrassegno IMQ;
n) ogni altra prescrizione, regolamentazione e raccomandazione emanate da eventuali Enti ed applicabili agli impianti oggetto della presente specifica tecnica.
Si precisa che dovrà essere a cura della Ditta installatrice assumere in loco, se necessario, e sotto la sua completa ed esclusiva responsabilità, le necessarie informazioni presso le sedi locali ed i competenti uffici dei sopraelencati Enti e di prendere con essi ogni necessario accordo inerente alla realizzazione ed al collaudo degli impianti.
Allo scopo di conseguire la sicurezza di esercizio nei confronti delle persone e delle cose sono richiesti i seguenti provvedimenti, puntuali in ordine:
1. Isolamento. In parziale deroga restrittiva a quanto stabilito dalle norme CEI, l’isolamento dell’impianto, misurato con strumento a 500 V c.a. fra ciascun conduttore attivo (neutro compreso) e la terra, deve essere almeno di:
a) 1 Megaohm in ogni singola derivazione facente capo ad un apparecchio qualsiasi (interruttore, lampada, ecc..) che deve restare inserito durante la misura, salvo che si tratti di un utilizzatore estraneo all’impianto fisso e
quindi disinseribile a spina (es.: apparecchi mobili o trasportabili, apparecchi portatili, apparecchi radioriceventi, ecc.); non sono considerati estranei gli apparecchi inseriti in un processo tecnologico tipico dell’ambiente in cui essi sono installati (es.: motori di pompe) purché installati in modo fisso e definitivo;
b) 5 Megaohm in ogni linea partente del quadro o dai montanti, sezionata in partenza e dalla quale siano state preventivamente escluse le derivazioni di cui sopra;
c) 10 Megaohm in ogni linea principale di alimentazione dal quadro generale a quelli di zona preventivamente sezionata alle estremità.
Gli stessi valori d’isolamento devono riscontrarsi fra i conduttori di circuito, linee o derivazioni diverse che siano stati preventivamente sezionati in partenza.
La verifica dell’impianto di terra deve essere effettuata prima della messa in tensione dell’impianto elettrico.
2. Equipotenzialità. Deve essere assicurata nel modo più capillare possibile l’equipotenzialità delle masse metalliche comunque accessibili, mediante collegamenti metallici buoni conduttori eseguiti in modo duraturo nel tempo (resistenza alla corrosione) e affidabile dal punto di vista meccanico (resistenza alle sollecitazioni).
3. Protezioni attive. La protezione contro i contatti indiretti deve essere assicurata attivamente almeno a due livelli : il primo, periferico, sui quadri di zona o presso le apparecchiature utilizzatrici; il secondo, centrale, presso il punto di consegna dell’energia elettrica. È richiesto l’impiego di interruttori o relè differenziali di terra, con sensibilità differente per assicurare la selettività di intervento nei limiti consentiti dalla normativa tecnica. Il carico degli utilizzatori fissi monofasi deve essere ripartito sulle tre fasi in modo che sia ridotta al minimo possibile, nelle condizioni di pieno carico contemporaneo, la corrente sul conduttore neutro; tale condizione viene verificata subito a monte degli interruttori generali dei quadri principali e secondari con strumenti idonei forniti dall’Appaltatore.
I circuiti elettrici devono essere protetti contro le sovracorrenti mediante interruttori automatici magnetotermici con due o quattro poli protetti (circuiti monofase o trifase).
ART. 101 CONDIZIONI GENERALI DI POSA IN OPERA
1. Sistema di protezione.
Protezione Generale.
Interruttori; gli interruttori nei quadri saranno di tipo modulare ed i quadri saranno dotati di morsettiere per il collegamento delle rispettive linee di distribuzione. Tutte le linee di distribuzione terminale saranno dotate di dispositivo di protezione magnetotermico e differenziale. Il dispositivo sarà unico per tutte e tre le funzioni: protezione dalle sovracorrenti di linea (cortocircuito e sovraccarico) e protezione dai contatti indiretti e addizionale per quelli diretti.
Distribuzione Principale; la distribuzione degli impianti elettrici sarà realizzata mediante conduttori unipolari o multipolari di sezione adeguata al carico alimentato, del tipo non propagante l’incendio per i circuiti di derivazione negli ambienti, con colorazione assolutamente rispettata per il conduttore di protezione (Giallo/verde) e per il neutro (azzurro).
I conduttori saranno contenuti entro cavidotti interrati a doppia parete di dimensioni adeguati a contenere i conduttori.
Protezione delle Persone.
La protezione delle persone sarà ottenuta mediante l’impiego di dispositivi differenziali, del tipo integrato nello stesso interruttore; a seconda del luogo di installazione, l’intervento del dispositivo potrà essere istantaneo o ritardato, con corrente nominale differenziale d’intervento coordinata con gli eventuali dispositivi posti a valle: il valore della corrente di intervento è coordinato con il valore della resistenza dell’impianto di terra.
Per la protezione contro i contatti diretti, tutte le parti sotto tensione saranno dotate di isolamento adeguato e/o di involucri con grado di protezione idoneo all’ambiente di installazione.
I circuiti di alimentazione degli apparecchi illuminanti saranno dotati di interruttore differenziale, con soglia di intervento non superiore a 30 mA, quale protezione addizionale contro i contatti diretti.
Ai fini del presente progetto, per la protezione contro i contatti indiretti in bassa tensione tutte le parti metalliche dell’impianto elettrico e degli utilizzatori normalmente non in tensione, ma che per difetto di isolamento possono accidentalmente trovarsi sotto tensione, dovranno essere protette contro le tensioni di contatto.
Tali protezioni dovranno essere realizzate mediante messa a terra delle parti metalliche (vedi impianto di messa a
terra), tramite il coordinamento con i dispositivi di protezione (interruzione automatica dell’alimentazione).
Protezione delle Condutture.
I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere efficacemente protetti contro le sovracorrenti causate da sovraccarichi o da corto circuiti.
La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle prescrizioni della Norma CEI 64-8.
In particolare i conduttori devono essere protetti in modo tale che la loro portata Iz sia superiore od almeno uguale alla corrente di impiego Ib (valore di corrente calcolato in funzione della massima potenza da trasmettere in regime permanente).
Sono previste condutture in parallelo protette da un unico dispositivo di protezione. Ciascuna conduttura sarà comunque protetta indipendentemente dai sovraccarichi.
Tutte le linee elettriche saranno protette dai cortocircuiti. E’ prevista la protezione dai cortocircuiti tra i conduttori di uno stesso circuito. I conduttori ed i dispositivi di protezione sono stati dimensionati affinché l’energia lasciata passare dagli interruttori sia sempre sopportabile dai rispettivi cavi. Il potere di interruzione dei dispositivi è coordinato con le correnti di cortocircuito calcolate nel punto di installazione.
Sono previste condutture in parallelo protette da un unico dispositivo di cortocircuito. Ciascuna conduttura sarà comunque della sezione prevista nei disegni e pertanto protetta indipendentemente dalle altre condutture dai cortocircuiti.
La protezione dai sovraccarichi e dai cortocircuiti di ciascuna linea sarà effettuata con un unico interruttore.
Le condutture con neutro di sezione ridotta sono dimensionate in modo che il neutro sopporti la corrente massima ammessa dal dispositivo di protezione (per i circuiti trifase con neutro).
Selettività dei Dispositivi.
Per selettività si intende la condizione per cui, in caso di un guasto in uno o più rami del circuito, si realizza l’intervento del solo dispositivo di protezione immediatamente interessato dal guasto senza che intervengano gli altri dispositivi a monte dello stesso.
La selettività deve essere garantita in quanto è richiesta la continuità servizio, anche nelle condizioni più gravose.
Esiste un caso in cui la selettività non è assicurata: cortocircuito sulla linea principale di alimentazione. In tale caso infatti potrebbero intervenire due o più interruttori posti in linea. Vista la dimensione degli interruttori di protezione e considerata la bassissima probabilità di guasto non si è ritenuto di installare interruttori selettivi per l’elevato costo dell’intervento e lo scarso utilizzo.
La totale selettività dai cortocircuiti per le linee di alimentazione delle apparecchiature sarà attuata adottando interruttori con ritardo di intervento regolabile sul quadro generale di bassa tensione e sui sottoquadri adottando interruttori con soglia di intervento fissa.
Per coordinare dispositivi differenziali in cascata (selettività verticale) saranno installati, ove previsto, interruttori a monte con taratura maggiore di almeno 3 volte di quello a valle (a protezione di circuiti terminali) di tipo selettivo (S), o interruttori con ritardo a tempo come specificato nella tabella di dimensionamento.
Le protezioni (sovraccarico, cortocircuito e differenziale) saranno nella maggior parte dei casi comprese in un unico apparecchio.
Sezionamento e Comando.
Ogni circuito dovrà essere sezionabile per garantire la sicurezza del personale che esegue lavori elettrici su o in vicinanza di parti attive.
Come dispositivi di sezionamento si possono utilizzare, oltre ai sezionatori ed agli interruttori sezionatori, anche gli interruttori automatici e differenziali ed i fusibili.
Per gli interruttori conformi alla Norma CEI 17-5 (uso industriale) l’idoneità a svolgere la funzione di sezionamento dovrà essere esplicitamente dichiarata dal Costruttore.
Il sezionamento deve comprendere tutti i conduttori attivi, compreso il conduttore di neutro.
Un dispositivo di comando funzionale deve essere previsto per ogni circuito e per ogni apparecchio che richieda di essere comandato indipendentemente; l’interruzione funzionale non deve essere necessariamente onnipolare.
Nei circuiti fase – neutro il dispositivo di comando unipolare va inserito sul conduttore di fase e non sul conduttore di neutro, ma questo non esclude la necessità di un dispositivo di sezionamento a monte.
Le prese a spina fino alla corrente nominale di 16 A possono essere utilizzate per il comando funzionale, mentre non lo possono essere quelle di portata superiore. Tutti i sistemi saranno dotati di interruttori onnipolari.
Il sezionamento ed il comando funzionale per il quadro di distribuzione coincidono e vengono effettuati con l’interruttore generale.
ART. 102 SPECIFICHE TECNICHE
1. Armadi stradali.
Gli armadi stradali sono previsti di grado di protezione IP55 secondo CEI 60529 e tenuta all’impianto 20j secondo CEI EN 60439-5. Essi sono stampati in vetroresina colore RAL 7035, autoestinguenti, completamente isolanti e privi di sporgenze. La porta di ciascun armadio è prevista completa di chiusura tipo cremonese, azionabile con maniglia a scomparsa, agibile mediante serratura di sicurezza a cifratura unica; essa è incernierata in tre punti con apertura a 100°, completa di guarnizione facilmente smontabile dalle cerniere.
Sulla parete di fondo sono previsti gli inserti per il montaggio della piastra di fissaggio dell’apparecchiatura.
La resistenza meccanica (a torsione e flessione), sia degli armadi sia delle porte, segue la norma DIN VDE 0660 parte 503 e IEC 60439-5.
Le parti metalliche esterne sono zincate e passivate gialle elettricamente, isolate con l’interno. L’isolamento è doppio.
L’attacco al basamento segue le norme DIN 43629.
Nella fornitura dell’armadio stradale sono previsti i relativi accessori: telaio di ancoraggio a pavimento in acciaio zincato, piastra di fondo in PVC di spessore 6 mm, serratura con maniglia in resina poliammidica corredata della propria chiave di serie.
Nella fornitura è inoltre compreso il basamento in calcestruzzo di dimensioni e caratteristiche evidenziate negli elaborati grafici. Si precisa che nel manufatto liquido devono essere inseriti: il telaio di ancoraggio a pavimento dell’armadio e l’arrivo e la partenza dei cavidotti adatti alla posa interrata di sezione adeguata alle linee elettriche previste.
Le dimensioni dell’armadio sono indicate negli elaborati grafici e tali, in ogni caso, da contenere il quadro elettrico e tutte le apparecchiature accessorie previste. Gli accessori sopra identificati devono essere idonei al tipo di armadio prescelto.
Modalità di Misura e di Valutazione
Gli armadi stradali e i sui componenti, sono valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, in base alle dimensioni e alle caratteristiche.
2. Quadri elettrici.
Nella fornitura dei quadri di bassa tensione la norma di riferimento è la CEI 17-13/1 (seconda edizione della Norma CEI 17-13, entrata in vigore il giorni 1 febbraio 1991). Ad essa sono correlate le altre Norme che trattano argomenti specifici:
- CEI 17-52: Norma relativa ai quadri costruiti in serie;
- CEI 17-73: Norma relativa ai quadri non costruiti in serie;
- CEI 17-13/3: Norma relativa ai quadri di distribuzione ASD;
- CEI 17-13/4: Norma relativa ai quadri di distribuzione ASC;
- CEI 23-49 e 23-51: Norma relativa ai centralini e quadri di uso domestico e similari, fino a 125A.
Elementi dei Quadri Elettrici Metallici.
Gli elementi costituenti i quadri elettrici metallici, di distribuzione, da incasso o da parete, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
1. realizzazione in robusta lamiera d’acciaio, ad esclusione degli accessori;
2. trattamento contro la corrosione;
3. verniciatura fina in colore a scelta della D.L;
4. contenitore di profondità minima di 170 mm e massima di 600 mm;
5. telaio - cornice ribordato, da inserire a filo del contenitore, con funzione di coprifilo nella versione da incasso;
6. intelaiatura interna per il sostegno ed il fissaggio delle apparecchiature interne;
7. pannelli incernierati e chiusi con viti, interni al telaio, con funzione di copri-apparecchiature elettriche, provvisti
di idonee forature;
8. porta frontale in cristallo trasparente o cieca, bordata, ad esatta misura del telaio, fissato a questo con cerniere interne e chiuso con serratura;
9. accessori elettrici e meccanici per il collegamento interno delle apparecchiature, compresa la morsettiera per la giunzione con le linee esterne;
10. grado di protezione come riportato negli elaborati grafici e, in ogni caso, idoneo al luogo d’istallazione.
I centralini di distribuzione per fissaggio a parete od incasso o semincasso, posti in opera comprese le lavorazioni per il montaggio degli apparecchi elettrici devono essere costituite da:
1. scatola o cassetta isolante auto estinguente con impronte per ingresso tubi;
2. custodia e corpo di plastica stampata;
3. guida DIN per il montaggio delle apparecchiature elettriche;
4. porta incernierata con chiusura a chiave;
5. grado di protezione come riportato negli elaborati grafici e, in ogni caso, idoneo al luogo d’istallazione.
Apparecchiature per Quadri Elettrici
Le lampade di segnalazione da incasso su quadro devono avere le seguenti caratteristiche:
1. conformità alla Norma CEI 44-1;
2. tensione di esercizio massima di 230V;
3. gemma tonda, sfaccettata o quadrata;
4. diametro non inferiore a 20 mm;
5. ghiera cromata;
6. attacchi a vite;
7. poste in opera e collegate.
I cartelli indicatori, con qualsiasi dicitura e simbolo, devono essere posti in opera con dicitura incisa, di materiale plastico, fissata con adesivo o con viti su pannello.
I cartelli monitori metallici devono essere applicati su porte o su pannelli dei quadri elettrici, o su pareti di qualsiasi natura, con diciture, istruzioni o simboli inerenti gli impianti elettrici.
Gli strumenti di misura indicatore da incasso su quadri devono avere le seguenti caratteristiche:
1. conformità alla Norma CEI 13-6;
2. inserzione diretta o con trasformatore di misura escluso dal prezzo;
3. scala di tipo intercambiabile, a 90° o a 240°;
4. quadrato di 96 mm di lato;
5. classe di precisione 1,5;
6. posti in opera e collegati
I trasformatori di corrente a cavo o barra passanti devono essere conformi alle Norme CEI 38-1 in opera collegati.
Specifiche sugli Elementi dei Quadri Elettrici e Prescrizioni varie.
Involucri.
Gli involucri sono una combinazione di parti, come scatole da incasso, semi-incasso o sporgenti, calotte, placche di copertura, interruttori, prese, ecc. che forniscono, dopo l’assemblaggio, un grado adeguato di protezione delle apparecchiature, dei cavi e/o dei conduttori contro le influenze esterne, ed un grado definito di protezione in ogni direzione, contro il contatto con le parti in tensione racchiuse.
Sovrascritte e Contrassegni.
Gli involucri devono portare le indicazioni seguenti:
- norme del costruttore o del venditore responsabile o loro marchio di fabbrica o loro marchio di identificazione;
- riferimento di tipo, che può essere un numero di catalogo;
- simbolo per il grado di protezione contro la penetrazione dei corpi solidi, se superiore a IP2X;
- simbolo per il grado di protezione contro l’ingresso dannoso di acqua, se superiore a IPX0 e l’involucro è fornito con calotta o placca di copertura.
Protezione contro le Scariche Elettriche Accidentali.
Gli involucri devono essere realizzati in modo che, una volta montati, nell’uso ordinario, non risultino accessibili le parti attive dei componenti installati correttamente o tutte le parti di quei componenti che possono diventare attive per
difetto.
Questa prescrizione non si applica alle piccole viti o simili, isolate dalle parti attive, che servono per il fissaggio dei coperchi o delle placche di copertura alla scatola di montaggio.
Prescrizioni per la Messa a Terra.
Gli involucri metallici, che possono diventare attivi nel caso di difetto di isolamento, devono essere forniti con una connessione permanente ed affidabile ad un dispositivo di messa a terra.
I coperchi o le placche di copertura metalliche, che possono diventare attive nel caso di un difetto di isolamento, devono essere connesse in modo affidabile, tramite una connessione di bassa resistenza, al circuito di terra durante il fissaggio del coperchio e della placca di copertura
stessi.
Gli involucri per montaggio sporgente e da semi-incasso, con IP da X1 a X6, devono essere previsti per l’apertura di un foro di drenaggio con almeno 5 mm di diametro, oppure 20 mm di sezione con larghezza o lunghezza minima di 3 mm. I fori di drenaggio devono essere posizionati e realizzati in numero tale che sempre almeno uno sia efficace in una qualsiasi posizione dell’involucro.
Resistenza all’Umidità.
Gli involucri di materiale isolante devono essere resistenti all’umidità che si può presentare nell’uso ordinario.
Resistenza Meccanica.
Gli involucri devono avere resistenza meccanica adeguata a sopportare gli sforzi meccanici che si manifestano durante l’installazione e l’utilizzazione.
Resistenza dei Materiali Isolanti al Calore Anormale ed al Fuoco.
In generale, le parti di materiale isolante soggette a sollecitazioni termiche dovute ad effetti elettrici, ed il cui deterioramento può compromettere la sicurezza, non devono essere eccessivamente danneggiate dal calore anormale e dal fuoco.
Dette parti sono soggette a prove di resistenza a fuoco e più precisamente:
- le parti di materiale isolante necessarie a mantenere in posizione le parti che portano corrente e le parti di materiale isolante degli involucri classificati secondo 5.3.1.3, la prova è eseguita alla temperatura di 850 °C;
- le parti di materiale isolante non necessarie a mantenere in posizione le parti che portano corrente, anche se sono in contatto con esse, le parti di materiali isolanti che tengono in posto i morsetti di terra e le parti di materiale isolante degli involucri diversi da quelli classificati in 5.3.1.3, la prova è eseguita alla temperatura di 650 °C.
Protezione contro la Ruggine.
Gli involucri di metallo o composti devono essere protetti adeguatamente contro la ruggine.
Documentazione.
Il costruttore dell’involucro deve includere nella documentazione, che accompagna il prodotto, le istruzioni necessarie per il corretto montaggio.
Per involucri con gradi di protezione maggiore o uguale a IPX4 devono anche essere fornite adeguate indicazioni riguardo al tipo di dispositivo (per es. passacavi) da utilizzare per ottenere il grado di protezione previsto.
Xxxxxx inoltre essere fornite le informazioni della potenza dissipabile in accordo con l’art. 17 della Norma CEI 23-49. Nota - Questo dato, fornito dai costruttori unitamente a quello della potenza dissipata dagli apparecchi, ha lo scopo di aiutare l’installatore ad una scelta corretta degli apparecchi elettrici da installare nello involucro stesso.
Prescrizioni per la Realizzazione e la Verifica dei Quadri (CEI 23-51).
Dati di targa.
Ogni quadro deve essere fornito di una targa (posta, ad es., dietro la porta), che riporti in maniera indelebile i seguenti dati:
- nome o marchio dei costruttore;
- tipo o altro mezzo di identificazione del quadro da parte del costruttore;
- corrente nominale del quadro;
- natura della corrente e frequenza;
- tensione nominale di funzionamento;
- grado di protezione (se superiore a IP2XC).
Nota - Il costruttore è considerato quell’organizzazione che si assume la responsabilità del quadro finito.
Verifica dei limiti di sovratemperatura.
La potenza totale dissipata nel quadro è pari alla somma della potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra, che deve tener conto dei fattori di utilizzo e di contemporaneità, aumentata del 20% per tener conto di: collegamenti, prese a spina, relé, timer, piccoli apparecchi, ecc.
Inoltre qualora vengano installati componenti che dissipino nel loro impiego ordinario una potenza significativa nei confronti della potenza dissipata dai dispositivi di protezione e manovra, come ad esempio lampade di segnalazione ad incandescenza, trasformatori per suoneria, citofonia o altro, alla potenza calcolata si deve aggiungere quest’ulteriore valore.
Il fattore di utilizzo per i circuiti in entrata è assunto pari a 0,85. Il fattore di contemporaneità è fissato tenendo conto:
- del tipo di utenza (abitazione, ufficio, negozio, ecc.);
- della natura dei carichi e loro utilizzazione nella giornata;
- del rapporto tra la corrente nominale dei quadro e la somma delle correnti di tutti gli apparecchi di protezione e manovra in uscita.
Il valore della potenza totale deve risultare inferiore alla potenza dissipabile dall’involucro. Per l’installazione delle condutture ci si deve attenere alle prescrizioni delle norme CEI 64-8:
“I rivestimenti metallici comprese le guaine (nude o isolate) di alcune condutture, in particolare le guaine di cavi con isolamento minerale, ed alcuni tubi protettivi e canali metallici, possono essere usati come conduttori di protezione se soddisfano entrambe le prescrizioni a) e b) di cui sopra. Se non soddisfano tali condizioni non devono essere utilizzati come conduttori di protezione”.
Modalità di misura e valutazione.
I quadri elettrici ed i centralini di distribuzione, verranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, ed in base alle dimensioni.
Le apparecchiature per quadri elettrici, verranno valutate cadauna, come da Elenco Prezzi ed in base ai tipi od alle dimensioni.
3. Tubazioni elettriche, canali e cassette.
Dimensionamento e stipamento tubi.
I cavi, posati entro tubi PVC, devono risultare sempre sfilabili e reinfilabili; il diametro interno dei tubi è comunque consigliabile sia superiore almeno del 30% rispetto al cerchio circoscritto al fascio di cavi contenuti, con diametro minimo di 16 mm.
Tutte le tubazioni in materiale termoplastico dovranno superare la prova al filo incandescente ad 850°C.
Cavidotti (o tubi protettivi).
I cavidotti circolari autoestinguenti di materiale isolante sono realizzati a base di cloruro di polivinile (PVC). Essi devono rispondere alle caratteristiche minime riportate nella seguente tabella.
Componente | Rispondenza normativa | Resistenza a compressione | Resistenza agli urti (grado IK) | Temperatura di applicazione | Proprietà elettriche | Gradi IP | Glow Wire Test | ||
permanente | istallazione | R di isolamento | Rigidità dielettrica | ||||||
Tubo rigido medio | CEI 23-39 CEI 23-54 CEI 23-55 EN 50086- 1 EN 00000- 0-0 EN 00000- 0-0 | 750 N | 2J | -5°C | +60°C | > 100 Mohm a 500 V (per 1 min) | 2000 V a 50 Hz (per 15 min) | I tubi assumon o il grado di protezion e dei raccordi utilizzati | 850°C |
Tubo pieghevole medio | 850°C | ||||||||
Pressacavi | / | / | -25°C | +60°C | IP66 | 750°C |
Raccordi tubo-cassetta | IP44 e IP66 | ||||||||
Passacavi | IP55 | 850°C | |||||||
Raccordi per canaline | IP 40 | ||||||||
Accessori (es. curve, manicotti) | -5°C | +60°C | 960°C |
La fornitura è in opera a parete od in scavo predisposto (escluso dal prezzo), compreso le eventuali curve ed il sigillamento delle giunzioni a bicchiere, in diametri diversi.
Canali in lamiera zincata.
I canali di robusta lamiera zincata devono essere verniciati a forno su trattamento anticorrosivo, sezione a “C” adatti a contenere cavi elettrici e per sostenere apparecchi illuminanti, inoltre comprensivi di:
1. supporti interni per trattenere i cavi;
2. pezzi speciali di giunzione, incrocio, angolo;
3. terminali di chiusura delle testate;
4. profilati per la copertura dell’apertura longitudinale;
5. tasselli o ganci meccanici per fissaggio a soffitto;
6. funicelle di acciaio zincato per fissaggio a sospensione. Il tutto in opera perfettamente allineato.
Canalette in PVC rigido autoestinguente.
Le canalette in PVC rigido autoestinguente devono essere con sezioni rettangolari aperte e coperchi a scatto, grado di protezione IP40, aver superato la prova di resistenza al filo incandescente ad 850°C , munite di scomparti per la separazione dei circuiti elettrici da quelli telefonici o rete dati. In opera fissate direttamente a parete o soffitto con tasselli meccanici, complete di pezzi speciali per angoli, giunzioni, derivazioni e chiusure terminali, perfettamente allineate.
Passerelle portacavi.
Le passerelle portacavi in lamiera d’acciaio zincate a fuoco devono essere in opera perfettamente allineate e devono avere:
1. sezione rettangolare aperta con bordi rinforzati.
2. fondo pieno o traforato.
3. supporti, mensole, staffe dello stesso materiale per sostegno a parete o soffitto, spaziate oltre un metro un metro o fissati saldamente all’opera edile.
Cassette da derivazione.
Le cassette da derivazione da incasso in materiale plastico devono essere costruite con materiale isolante nervato ed aver superato la prova di resistenza al filo incandescente ad 850 °C; con feritoie pretranciate per l’ingresso dei tubi, listello profilato per morsetti componibili, guide fisse per separatori; provviste di coperchio particolarmente robusto, fissato con viti imperdibili.
Tutti i materiali sopra descritti devono rispondere alle norme CEI vigenti ed a tutte le successive modifiche ed integrazioni. I tasselli meccanici ad espansione devono essere di acciaio zincato od altro metallo trattato contro la corrosione, con filettatura interna od esterna, bullone o dado. In opera compresa foratura a trapano su qualsiasi tipo di materiale. I tasselli ad espansione devono essere di nylon con vite cromata, qualunque diametro e lunghezza, in opera compresa la foratura a trapano su qualsiasi tipo di materiale.
Modalità di misura e di valutazione
Cavidotti circolari di materiale isolante....................... valutati a metro lineare e per diametro. Canali di robusta lamiera zincata................................. valutati a metro lineare e per diametro. Canaletta in PVC rigida auto estinguente.................... valutati a metro lineare e per diametro. Passerelle portacavi di lamiera acciaio zincata............ valutati a metro lineare e per diametro. Passerelle portacavi in PVC rigido auto estinguente. . . valutati a metro lineare e per diametro. Cassette di derivazione da incasso in materiale plastico valutati a metro lineare e per diametro.
Cassetta isolante a tenuta.............................................. valutati a metro lineare e per diametro.
4. Conduttori isolati.
Sezione minima dei conduttori (CEI 543.1).
I conduttori nei circuiti di potenza devono avere una sezione minima di 1,5 mm², mentre per i circuiti di comando e segnalazione è ammessa la sezione minima di 0,5 mm² (per tensioni £ 50 V).
La sezione del conduttore di neutro non deve essere inferiore ai seguenti limiti:
sistema monofase | stessa sezione della fase per qualunque sezione; |
sistema trifase | stessa sezione della fase fino a 16 mm² |
16 mm² per sezioni di fase fino a 35 mm² | |
non meno di ½ della sezione di fase se quest’ultima supera i 35 mm². |
In ogni caso la sezione del conduttore di protezione non deve essere inferiore a 2,5 mm² se è prevista una protezione meccanica, e 4 mm² se tale protezione è invece prevista.
Colori distintivi dei conduttori (CEI 64-8 e CEI 16-4).
I cavi unipolari e multipolari sono realizzati con guaine ed isolanti di diversa colorazione. Le Norme specificano che:
- il bicolore giallo – verde identifica univocamente il conduttore di protezione;
- il colore blu chiaro identifica il conduttore di neutro. È opportuno precisare che:
- il bicolore giallo-verde deve essere riservato ai conduttori di protezione (ivi compresi i conduttori equipotenziali e di terra) e le pratiche di nastrare un conduttore giallo-verde per segnalarne un diverso uso sono vietate perché pericolose;
- il colore blu chiaro identifica il neutro, ma nei cavi multipolari ove non è previsto l’utilizzo del neutro è ammesso, ma sconsigliato, l’uso del blu come conduttore di fase.
Densità di corrente.
La massima densità di corrente nei conduttori non deve superare i valori riportati dalle tabelle CEI – UNEL e si devono rigorosamente rispettare le prescrizioni di cui alla Norma CEI 64-8, sezione 523.
Resistenza di isolamento.
La resistenza d'isolamento tra i conduttori e tra essi e la terra deve avere i seguenti valori minimi:
- sistemi con tensione nominale > 50V = 500 kW;
- sistemi con tensione nominale < 50V = 250 kW.
Comunque la coesistenza tra sistemi a diversa tensione è ammessa solamente per i percorsi entro tubo; nelle scatole di derivazione non sono ammesse promiscuità.
Cavi utilizzati.
In linea generale, i cavi utilizzati nell’opera sono dei seguenti tipi:
- cavi con conduttori rigidi (a una o più anime);
- cavi con conduttori flessibili ( per posa fissa, per posa mobile, flessibilissimi);
- cavi senza guaina, con guaina, schermo e/o armatura e guaina.
Tutti i cavi sono del tipo “non propagante l’incendio” in conformità con la Norma CEI 20-22/II ed a bassissima emissione di gas tossici e fumi opachi in conformità alla Norma CEI 20-38.
In particolare i cavi utilizzati sono i seguenti. tipo FG7(O)M1
Cavi unipolari e multipolari per segnalamento, a bassissima emissione di fumi e gas tossici (CEI 20-38). Idonei in ambienti a rischio d’incendio ove sia fondamentale garantire la salvaguardia delle persone e preservare gli impianti e le apparecchiature dall’attacco dei corrosivi (esempi: scuole, ospedali, alberghi, supermercati, metropolitane, ecc.). Adati per posa fissa su muratura e su strutture metalliche all’interno e all’esterno.
Caratteristiche:
- tensione d’esercizio: 0,6/1 kV;
- temperatura di funzionamento: 90°C;
- temperatura di cortocircuito: 250 °C;
- senza piombo;
- flessibile;
- rispondenza alle norme CEI 20-35 (non propagante l’incendio), 20-22 III (non propagante la fiamma), 20-37 e 20-38 (ridottissima emissione di gas tossici e fumi opachi).
Condizioni di posa:
- temperatura minima di posa: -10°C;
- in canale interrato;
- in aria libera;
- in tubo interrato;
- interrato con protezione;
- in tubo o canaletta d’aria. tipo N07G9-K
Cavi unipolari, idonei in ambienti ove sia fondamentale garantire la massima sicurezza alle persone quali: uffici, scuole, alberghi, supermercati, cinema, teatri, discoteche, metropolitane, edilizia residenziale. Sono indicati per l’installazione fissa entro tubazioni (in particolare PVC) e canali portacavi, soprattutto delle linee principali; usati inoltre per cablaggi interni di quadri elettrici.
Caratteristiche:
- tensione d’esercizio: 450/750 V;
- temperatura di funzionamento: 90°C;
- temperatura di cortocircuito: 250 °C;
- flessibile;
- rispondenza alle norme CEI 20-35, 20-22 III, 20-38. Condizioni di posa:
- temperatura minima di posa: 5°C;
- in tubo o canaletta d’aria.
- in quadri elettrici;
- per cablaggio. tipo N07V-K
Cavi unipolari, idonei per installazione entro tubazione in vista o incassate, o sistemi chiusi similari. Adatti per installazione fissa e protetta su o entro apparecchi d’illuminazione, all’interno di apparecchi e apparecchiature d’interruzione e di comando, per tensioni sino a 1000V in corrente alternata e sino a 750 V verso terra in corrente continua. Adatti per pose in locali con basso affollamento e in quelli normalmente non utilizzati (es. depositi).
Caratteristiche:
- tensione d’esercizio: 450/750 V;
- temperatura di funzionamento: 70°C;
- temperatura di cortocircuito: 160 °C;
- senza piombo;
- flessibile;
- rispondenza alle norme CEI 20-35, 20-22 II, 20-37/2. Condizioni di posa:
- temperatura minima di posa: 5°C;
- cablaggio;
- in aria libera;
- in tubo o canaletta d’aria;
- entro quadri elettrici.
Modalità di misura e di valutazione
I cavi unipolari e multipolari verranno valutati a metro lineare e per sezione, come da Elenco Prezzi.
5. Xxxxxxxx, frutti, prese e interruttori di comando.
I morsetti unipolari componibili di derivazione devono avere le seguenti caratteristiche:
1. tensione nominale d’isolamento 500 V, 50 Hz
2. corpo in ottone nichelato o cadmiato
3. due viti con pattino di pressione sul conduttore
4. corpo di materiale isolante stampato
5. innesto a malta su guida profilata
6. porta cartellino e cartellino numerato
7. piastrina terminale.
Devono essere posti in opera collegati, compresa la quota parte della guida. Le custodie da parete per frutti componibili devono:
1. devono essere in materiale isolante
2. aver superato la prova di resistenza al filo incandescente ad 850 °C
3. avere grado di protezione IP 44
4. presentare caratteristiche meccaniche tali da resistere alle sollecitazioni d’uso normale
5. essere adatte per tre frutti
6. telaio di supporto
Devono essere in opera fissate con chiodi filettati e zincati.
Modalità di misura e di valutazione
La contabilizzazione verrà effettuata a punto di utilizzo come da Xxxxxx Xxxxxx. Le custodie da incasso o da parete per frutto componibile verranno valutate come da Elenco Prezzi ed in base ai tipi. Le prese e gli interruttori di comando da incasso o da parete verranno valutate come da Elenco Prezzi ed in base ai tipi.
6. Interrutori magnetotermici differenziali.
Gli interruttori scatolati magnetotermici devono avere le seguenti caratteristiche:
1. struttura scatolata in materiale isolante ad elevata resistenza meccanica ed elettrica, a bassa igroscopicità ed indeformabile alle sollecitazioni termiche
2. grado di protezione minimo IP20
3. conformità alla Norma CEI 17-5
4. attitudine al sezionamento
5. segnalazione frontale della maniglia dello stato funzionale dell’interruttore e della reale posizione dei contatti
6. idoneità al montaggio su quadri di distribuzione primaria, secondari e finale (quadretti predisposti di guida DIN)
7. sganciatore magnetotermico con taratura regolabile
8. tensione nominale di impiego: 690V multipolare; 50 Hz
9. potere di cortocircuito estremo (con caratteristica di limitazione della corrente) non inferiore a 16 kA
10. pulsante di prova per la verifica meccanica del funzionamento dello sganciatore
11. in opera su quadro elettrico, compresi i collegamenti, oppure in cassetta
Gli interruttori modulari in aria automatici magnetici o magnetotermici devono avere le seguenti caratteristiche:
1. esecuzione scatolata con modulo di 17,5 mm. per ogni polo attivo
2. conforme alla Norma CEI 23-3
3. manovra manuale indipendente con levetta frontale e segnalazione di “aperto” e “chiuso”
4. adatti per montaggio a scatto su guida profilata, compresa nel prezzo
5. sganciatore magnetotermico o solo magnetico con taratura fissa
6. tensione nominale di impiego: 230 V unipolare, 400V multipolare; 50 Hz
7. potere di cortocircuito (con caratteristica di limitazione della corrente) non inferiore a 4.500A e cosfi = 0,7
8. caratteristica di intervento tipo B o tipo C
9. in opera su quadro elettrico, compresi i collegamenti, oppure in cassetta
10. completi di calotta sigillabile di materiale isolante.
La protezione differenziale integrata degli interruttori automatici magnetotermici scatolati deve avere le seguenti caratteristiche:
1. struttura scatolata in materiale isolante ad elevata resistenza meccanica ed elettrica, a bassa igroscopicità ed indeformabile alle sollecitazioni termiche
2. grado di protezione minimo IP20
3. conformità alla Norma CEI 17-5
4. segnalazione frontale della maniglia dello stato funzionale dell’interruttore e della reale posizione dei contatti
5. idoneità al montaggio su quadri di distribuzione primaria, secondari e finale (quadretti predisposti di guida DIN)
6. corrente nominale adeguata a quella nominale dell’interruttore scatolato affiancato
7. corrente nominale differenziale regolabile da 0,03 a 3A
8. tempo di intervento regolabile a 0 a 3 s
9. tensione nominale di impiego: 440V multipolare; 50 Hz
10. pulsante di test per la verifica periodica del corretto funzionamento del dispositivo, mediante simulazione di un guasto differenziale
11. pulsante di riarmo
12. in opera su quadro elettrico, compresi i collegamenti, oppure in cassetta Gli interruttori differenziali devono avere le seguenti caratteristiche:
1. conformi norme CEI 23-18
2. tensione di esercizio 400V, 50 Hz
3. involucro di materia isolante
4. levetta frontale di manovra
5. tasto di prova senza dispositivo di esclusione
6. adatto per montaggio a scatto su guida profilata
7. in opera su quadro elettrico, compresa la quota parte dei collegamenti oppure in cassetta Gli interruttori modulari differenziali magnetotermici devono avere le seguenti caratteristiche:
1. conformi a norme CEI 23-3 e 23-18
2. tensione di esercizio 400V, 50 Hz
3. involucro di materiale isolante con modulo di 17,5 mm. per ogni polo attivo
4. manovra indipendente con levette frontali, una delle quali per il riarmo del dispositivo differenziale e per la segnalazione di intervento su guasto a terra
5. tasto di prova senza dispositivo di esclusione
6. sganciatore magnetotermico con taratura fissa su ogni polo
7. potere d’interruzione non inferiore a 4.500A e cosfi = 0,7 a 400V
8. adatto per montaggio su guida profilata
9. in opera su quadro elettrico, compresa la quota parte dei collegamenti, o in cassetta.
Modalità di misura e di valutazione
Gli interruttori magnetotermici, sia automatici e sia differenziali, sia modulari che scatolati saranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, ed in base ai tipi.
7. Interruttori di manovra.
Gli interruttori di manovra modulari devono avere le seguenti caratteristiche:
1. conformi norme CEI 17-11
2. tensione nominale d’impiego fino a 690V, 50 Hz
3. attitudine al sezionamento
4. comando con leva frontale a manovra indipendente
5. sezionamento visualizzato
6. adatto per montaggio su guida DIN (modulare)
7. schermo di protezione dei morsetti di entrata contro i contatti accidentali
8. in opera compresi i collegamenti elettrici, nelle portate indicate, riferite alle categorie d’impiego AC-3 ed AC-23 alla tensione di 400V.
Gli interruttori di manovra in scatola isolante devono avere le seguenti caratteristiche:
1. conformità alla Norma CEI 17-11
2. tensione nominale d’impiego fino a 500V, 50 Hz
3. attitudine al sezionamento
4. comando con leva frontale a manovra indipendente
5. dispositivo standard per il blocco della manovra rotativa (tramite lucchetti), con interruttore in posizione "aperto"
6. mostrina frontale con indicazione di “aperto” e “chiuso”
9. adatto per montaggio su fondo quadro elettrico od in cassetta
10. schermo di protezione dei morsetti di entrata contro i contatti accidentali
11. in opera compresi i collegamenti elettrici, nelle portate indicate, riferite alle categorie d’impiego AC-3 ed AC-23 alla tensione di 400V.
Modalità di misura e di valutazione
Gli interruttori di manovra, verranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi ed in base ai tipi.
8. Fusibili.
I fusibili cilindrici per uso generale devono avere le seguenti caratteristiche:
1. conforme alla Norma CEI 32-1 e 32-5
2. potere d’interruzione 20 KA
3. tensione di esercizio 400V, 50 Hz
4. limitatore di corrente
5. segnalatore di fusione
6. montato su base portafusibile di materiale isolante che consente l’accesso al fusibile, per ricambio, senza possibilità di contatto con parti attive
7. in opera su quadro elettrico, compresa la quota parte dei collegamenti, oppure in cassetta; per tutte le correnti nominali fino a 32A.
Modalità di misura e di valutazione
I fusibili verranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, ed in base ai tipi.
9. Trasformatori di sicurezza.
I trasformatori monofase di sicurezza devono avere le seguenti caratteristiche:
1. tensione primaria a scelta fra 230 e 400V
2. tensione secondaria a scelta fra 24, 48, 110 e 230V
3. idoneo per azionamento di bobina di contatori
4. con protezione dei terminali attivi contro i contatti diretti accidentali.
5. in opera su quadro o in cassetta, collegato
Modalità di misura e di valutazione
I trasformatori verranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, ed in base ai tipi.
10. Apparecchi di illuminazione.
L’illuminazione è realizzata mediante lampade SAP (sodio alta pressione), idonee per l’illuminazione di strade e con curva fotometrica approvata dalla D.L. Le caratteristiche dell’armatura stradale sono di seguito elencate.
a) Corpo in alluminio pressofuso.
b) Riflettore con ottica antinquinamento luminoso, in alluminio 99.85 stampato, ossidato anodicamente di spessore 6/8 micron e brillantato, con recuperatore di flusso.
c) Copertura apribile a cerniera in alluminio pressofuso in un unico pezzo, con ganci di chiusura in acciaio inox e con dispositivo di sicurezza contro l’apertura accidentale.
d) Diffusore in vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti.
e) Verniciatura con polvere poliestere colore grgio RAL 7030/7016, previo trattamento di fosfocromatazione, resistente alla corrosione e alle nebbie saline.
f) Portalampada in ceramica e contatti argentati.
g) Cablaggio: alimentazione 230V/50Hz, cavetto flessibile capicordato con puntali in ottone stagnato ad innesto rapido, in doppio isolamento al silicone di sezione 1,0mm², morsettiera 2P con massima sezione dei conduttori ammessa 2,5 mm².
h) Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il collegamento della linea e del bicchiere portalampada.
i) Filtro anticondensa.
l) Riduttore attacco palo Ø60.
Si richiede che, durante la manutenzione, la copertura rimanga agganciata mediante dispositivo contro la chiusura accidentale. L’attacco deve essere rotante con scala goniometrica di regolazione del corpo e sezionatore di serie.
Normativa.
Il prodotto deve essere conforme alle vigenti norme EN 60598. La protezione è IP667 per quanto riguarda il vano
lampada e IP437 per ciò che concerne il vano accessori secondo le EN60529. Si richiede la certificazione di conformità Europea ENEC, la classe di isolamento II.
Il grado di protezione IP667 deve essere verificato dopo il processo di invecchiamento accelerato (un mese) e stress meccanico delle guarnizioni (100 manovre d’apertura e chiusura).
Modalità di misura e di valutazione
Gli apparecchi di illuminazione, verranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, ed in base ai tipi.
11. Impianto di terra.
L’impianto di messa a terra dovrà essere eseguito in conformità alle Norme CEI e a tutte le prescrizioni legislative in vigore all’atto dell’esecuzione del collaudo dell’impianto. I conduttori di protezione dovranno avere sezione conforme alle prescrizioni dettate dalle Norme ed in particolare si dovrà tenere presente dei seguenti fatti:
a) è vietato l’impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4 mm²;
b) il conduttore di protezione deve essere sempre distinto dal conduttore di neutro;
c) il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l’equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee (parti conduttrici, non facenti parte dell’impianto elettrico, suscettibili di introdurre il potenziale di terra).
Conduttori di protezione e di equipotenzialità: i conduttori di protezione dovranno essere infilati nella stessa canalizzazione dei conduttori di fase oppure fare parte del medesimo cavo.
12. Controllori di potenza.
Il controllore di potenza per variazione e stabilizzazione di tensione in impianti di pubblica illuminazione con alimentazione trifase + N 380/220 V è realizzato in armadio in SMC (vetroresina) ad un vano predisposto per in istallazione su basamento in calcestruzzo mediante telaio di ancoraggio zincato a caldo, grado di protezione IP44 secondo IEC 529/89 (certificazione CESI o equivalente). L’equipaggiamento è realizzato su cestello in profilato di acciaio autoportante predisposto per fissaggio autonomo su telaio di ancoraggio.
Il pannello di controllo e regolazione è completo di:
a) scheda elettronica con microprocessore a logica programmabile per gestione cicli di lavoro e impostazione parametri di funzionamento avente le seguenti prestazioni: possibilità di forzature remote per attivare a distanza le seguenti funzioni: attivazione ciclo di riduzione, attivazione ciclo luce piena, attivazione by-pass apparecchio, comando accensione/spegnimento impianto;
b) contatti ON/OFF per segnalazione remota condizioni di funzionamento: stato del controllore (ridotto - luce piena), controllore in by-pass, allarme in corso;
c) menù interno di programmazione per elaborazione di n. 2 segnali analogici provenienti da elementi esterni (sonde di luminosità) per controllo compensato luminosità galleria;
d) banco di memoria fisso da 256 Kbyte per salvataggio permanente di tutti gli eventi di funzionamento secondo un tempo di campionamento definito;
e) predisposizione per eventuale collegamento con scheda/espansione CPU2 per attivazione funzioni di telegestione avente le seguenti caratteristiche: porta seriale RS 232 per connessione modem, porta seriale RS 485 per collegamento, unità di raccolta segnali esterni.
I tipi di programmazione possibili sono:
a) ciclo è giornaliero con possibilità di impostazione 6 percentuali di riduzione;
b) programmazione annuale di 4 cicli stagionali;
c) programmazione settimanale con impostazione di ciclo speciale per 2 giorni della settimana su un periodo definito dell'anno;
d) programmazione periodica - impostazione di ciclo speciale per un periodo definito dell'anno;
e) programmi eccezionali - possibilita' di programmare 10 giorni dell'anno con cicli di riduzione speciali.
La programmazione permette di controllare i seguenti parametri: tensione massima, tensione minima, tensione di accensione, tempo di preaccensione impianto, velocità rampe salita/discesa, tempo di campionamento misure, soglie di allarme. Tutte le programmazioni possono essere attivate e personalizzate per singola fase con parametri di riduzione differenziati.
Il sistema di lettura e visualizzazione, su display a cristalli liquidi, è di almeno 160 caratteri (40x4 righe o similare) e riporta i valori relativi di: tensione (monte/valle), corrente, potenza, cosfi, tutti riferiti alle singole fasi.
Le soglie di allarme sono regolabili per i valori di: corrente, tensione monte, tensione valle, attivazione by-pass
automatico (programmazione dei tempi di formazione e ripristino allarme).
Durante l’attivazione ed il rientro dal funzionamento in regime di by-pass l’impianto dovrà essere mantenuto acceso (funzione "NO BREAK").
La Memorizzazione complessiva, mensile e corrente, riporta i seguenti dati: tempo di lavoro unità di governo per singola fase, totale ore di funzionamento in linea, totale ore by-pass, consumo complessivo in KWh, risparmio energetico complessivo, totale ore Black-out.
La Ripresa dei cicli di lavoro a seguito di black-out avviene secondo programmazione, previa riaccensione a tensione di riscaldamento lampade (sezionatore quadripolare, protezione magnetotermica quadripolare con bobina di sgancio, commutatore a 3 posizioni per inserimento, esclusione by-pass automatico).
Il vano potenza costituito da: unità di governo motorizzata per singola fase, 3 induttanze variabili disposte in serie sulla linea di alimentazione, realizzate in classe F, contattori tripolari per by-pass automatico apparecchiatura, morsetti di ingresso/uscita linea.
L’apparecchiatura dovrà poter essere collegata su sistema di telegestione e fornire tutte le informazioni disponibili su banco di memoria in un formato dati acquisibili su programma operativo realizzato su data base tipo ACCESS; mediante questo collegamento dovrà essere possibile effettuare da postazione PC remota collegata via modem tutte le operazioni di programmazione sopra descritte.
Potenza massima 3x4.7 KVA - portata massima di fase 21 A - dimensioni massime di ingombro 720x1394x450. La casa costruttrice dovrà garantire l'apparecchiatura per un periodo di 24 mesi dalla data di consegna; dovrà inoltre provvedere con personale specializzato alla messa in servizio e collaudo in opera delle apparecchiature. La fornitura delle apparecchiature dovrà essere effettuata in regime Qualità Totale da azienda certificata secondo norme UNI EN 29001.
Modalità di misura e di valutazione
I controllori di potenza saranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, ed in base ai tipi.
13. Interruttore astronomico crepuscolare.
L’interruttore a tempo digitale a due canali con programma astronomico è necessario per l’accensione e lo spegnimento automatico delle luci. Esso è programmabile attraverso il proprio fronte di comandi o tramite PC.
Il dispositivo possiede canali astronomici che possono essere sovrapposti variando i programmi per lo spegnimento notturno.
Il dispositivo calcola, con precisione del minuto, il sorgere del sole ed i tempi d’impostazione per ciascun giorno dell’anno in base alla località geografica immessa. La regolazione dell’orario estate/ inverno è automatica. E’ possibile l’impostazione individuale dello spegnimento notturno. Il canale 2 può essere occupato da un programma astronomico o solo da un programma di commutazione oraria. Per entrambi i canali sono disponibili 120 tempi di commutazione con formazione di blocchi per i giorni settimanali. L’adattamento geografico è effettuabile con precisione di un grado sia di longitudine, sia di latitudine. La correzione oraria separata è di ± 120 minuti per gli intervalli di commutazione ON- OFF astronomici. Il programma è codificabile per impedire gli accessi non autorizzati ed è possibile la priorità della commutazione manuale per entrambi i canali.
Caratteristiche
a) contenitore standard 45x105x60 mm;
b) istallazione su barra DIN 35 mm EN 50022
c) coperchio a prova di manomissione.
Dati tecnici
a) Tensione di alimentazione: 230-240V +6% - 10% oppure 110V ± 10%, a 50/60Hz.
b) Assorbimento: 8VA.
c) Contatti: liberi da potenziale, distanza inferiore a 3mm, realizzati in AgSnO2.
d) Capacità di commutazione: 16A-250V-cosfi 1; 10A-250V-cosfi 0,6.
e) Base dei tempi: quarzo/DCf77 con antenna.
f) Precisione d’intervento: ± 1sec./giorno a 20°C sincronia DCF77.
g) Minimo inserimento: 1 minuto/1 secondo.
h) Precisione d’interruzione: al secondo.
i) Display: LCD.
l) Controlli operativi: tastierino a 15 pulsanti.
m) Riserva di potenza: sicurezza dati di 1,5 anni a pieno funzionamento (20°C).
n) Temperatura ambiente di lavoro: interruttore a tempo (da –10°C a + 50°C), antenna (da –20°C a +70°C).
o) massima distanza antenna: 200m.
p) Contenitore di protezione ad isolamento: in materiale termoplastico resistente alle alte temperature ed autoestinguente.
q) Classe di protezione: II in conformità a EN 60730 – 1 se istallato correttamente.
r) Grado di protezione: IP20 in conformità a EN60259.
s) Peso: 500g circa.
Modalità di misura e di valutazione
Gli interruttori astronomici crepuscolari saranno valutati cadauno, come da Elenco Prezzi, ed in base ai tipi.
ART. 103 VERIFICHE, PROVE E MISURE
Verifiche e prove in corso d’opera degli impianti.
Durante il corso dei lavori, l’Amministrazione appaltante si riserva di eseguire verifiche e prove preliminari sugli impianti e le sue parti, in modo da poter tempestivamente intervenire qualora non fossero rispettate le condizioni del Capitolato speciale di appalto.
Le verifiche potranno consistere nell’accertamento della rispondenza dei materiali impiegati con quelli stabiliti, nel controllo delle installazioni secondo le disposizioni convenute (posizioni, percorsi, ecc.), nonché in prove parziali di isolamento e di funzionamento ed in tutto quello che può essere utile allo scopo sopra accennato.
Dei risultati delle verifiche e prove preliminari di cui sopra, si dovrà compilare regolare verbale.
Misure e prove elettriche.
Sistema | Documento | Note |
a vista | Esame a vista dell'impianto: sistemi di protezione contro i contatti indiretti e diretti, barriere ed involucri protettivi e resistenti al fuoco a tempo predeterminato, conduttori (sezione e assenza sollecitazioni meccaniche), taratura dei dispositivi di protezione, presenza dei dispositivi di sezionamento e comando, identificazione dei conduttori di neutro e di protezione, presenza di schemi, di cartelli, ecc, identificazione dei circuiti, degli interruttori, ecc, accessibilità ai componenti per le operazioni di manutenzione. | Effettuato con impianto elettrico fuori tensione. Verificare: conformità alle prescrizioni di sicurezza (esame marchi, certificati, ecc); corretta installazione in relazione alla destinazione d'uso; integrità. |
Strumentale | Continuità dei conduttori di protezione e di collegamento a terra del nodo equipotenziale | Utilizzare una sorgente di tensione alternata o continua compresa tra 4 e 24 V in grado di erogare almeno 0,2 A |
Strumentale | Resistenza di isolamento dell'impianto elettrico. | Misurata tra ogni conduttore attivo e la terra e tra ciascun conduttore xxxxxx. Xx misura si deve eseguire in corrente continua con un carico di 1 mA. Circuiti SELV e PELV, 250Vcc, maggiore di 0,25MOhm Circuiti fino e 500 V compresi, 250Vcc, maggiore di 0,5MOhm Circuiti oltre 500VV, 250Vcc, maggiore di 1 MOhm |
Strumentale | Resistenza di terra. | |
Strumentale | Protezione per separazione dei sistemi PELV e SELV | misurata come per la misura di resistenza di isolamento |
Strumentale | Protezione mediante interruzione automatica dell'alimentazione nei sistemi TT | Funzionamento dei dispositivi a corrente differenziale; controllo a vista della corrente regolata. |
Strumentale | Protezione mediante interruzione automatica dell'alimentazione nei sistemi TN | Funzionamento dei dispositivi a corrente differenziale; impedenza dell'anello di guasto; controllo a vista della corrente regolata. |
Strumentale | Prove di funzionamento |
Documentazione finale d’impianto
A fine lavori l’Appaltatore dovrà consegnare alla Stazione Appaltante la documentazione necessaria per condurre in sicurezza e con funzionalità gli impianti consegnati e per ottenere tutte le autorizzazioni ed omologazioni correlate all’esercizio degli impianti stessi.
Tale documentazione dovrà almeno comprendere (l’elenco non esclude l’aggiunta di altra documentazione necessaria):
· Disegni come costruito di tutte le installazioni e forniture, inclusi disegni di dettaglio sviluppati in corso d’opera;
· Dichiarazione di conformità completa;
· Scheda misure (in allegato alla dichiarazione di conformità);
· Denuncia ISPESL dell’impianto di terra;
· Scheda di manutenzione di tutte le apparecchiature installate;
· Istruzioni specifiche e manuali d’istruzione di tutte le forniture poste in opera (in allegato alla dichiarazione di conformità).
CA P O I I I
N O RM E P ER LA MI S U R A ZI ONE
ART. 104 NORME GENERALI.
Le quantità dei lavori e delle provviste saranno determinate con metodi geometrici o a numero o a peso in relazione a quanto è previsto singolarmente nella specifica descrizione dell’articolo riportata nell’elenco prezzi unitari.
I lavori saranno liquidati in base alle norme fissate dal progetto anche se le misure di controllo rilevate dagli incaricati dovessero risultare spessori, lunghezze e cubature effettivamente superiori. Soltanto nel caso che la Direzione dei Lavori abbia ordinato per iscritto maggiori dimensioni se ne terrà conto nella contabilizzazione.
In nessun caso saranno tollerate dimensioni minori di quelle ordinate, le quali potranno essere motivo di rifacimento a carico dell’Impresa.
Le misure saranno prese in contraddittorio al procedere sequenziale dei lavori e trascritte su appositi libretti che saranno firmati dagli incaricati dalla Direzione Lavori e dall’Impresa.
Quando per il progredire dei lavori, non risulteranno più accertabili o riscontrabili le misurazioni delle lavorazioni eseguite, l’Appaltatore è obbligato ad avvisare la Direzione dei Lavori con sufficiente preavviso.
ART. 105 SCAVI E RILEVATI
Il volume degli scavi e dei rilevati occorrenti per la formazione del corpo stradale e relative scarpate e pertinenze secondo le prescrizioni del progetto o di spostamenti eventuali ordinati per iscritto dalla Direzione Lavori, verrà determinato col metodo geometrico delle sezioni ragguagliate, sulla base di quelle indicate nella planimetria e nel profilo longitudinale, salvo la facoltà all’Impresa ed alla Direzione dei lavori di interporne altre o aumentarne il numero per meglio adattarle alla configurazione dei terreni. All’atto della consegna dei lavori, l’Impresa eseguirà in contraddittorio con la Direzione lavori la verifica delle sezioni trasversali e relative quote dello stato di fatto. Sulla scorta di tale rilievo e di quelli da effettuarsi ad opera terminata, con riferimento alle sagome delle sezioni tipo ed alle quote di progetto, sarà computato il volume degli scavi e dei rilevati eseguiti per la realizzazione dell’opera.
Saranno dunque misurati per il loro volume effettivo e soltanto dopo intervenuto costipamento.
Le diminuzioni dell’altezza dei rilevati per effetto del cedimento del sottosuolo, sono a tutto carico dell’Impresa intendendosi compensato nel prezzo unitario, anche se non espressamente citato, il maggior onere relativo a tali cedimenti ed il conseguente ricarico di materiale per portare il rilevato alla sagoma prescritta.
Tutti i materiali provenienti dagli scavi sono di proprietà dell’Amministrazione appaltante.
L’Impresa appaltatrice potrà usufruire dei materiali stessi, sempre che vengano ritenuti idonei dalla Direzione Lavori, nei limiti previsti per l’esecuzione dei lavori e per quelle lavorazioni di cui è stabilito il prezzo di elenco con materiali provenienti da scavi.
Gli scavi per la formazione di cunette, fossi, canali, l’approfondimento di fossi esistenti verranno valutati e
Pixxxx Xxxxxxxxx 0 - 00000 Xxxxxxxxxxx (XX)
Pixxxx Xxxxxxxxx 0 - 00000 Xxxxxxxxxxx (XX)
compensati col prezzo degli scavi di sbancamento.
Quando negli scavi in genere si fossero passati i limiti assegnati, non solo si terrà conto del maggior lavoro eseguito, ma l’Impresa dovrà, a sue spese, rimettere in sito le materie scavate in più, o comunque provvedere a quanto necessario per assicurare la regolare esecuzione delle opere.
Il prezzo relativo agli scavi in genere, da eseguirsi con le modalità sopra descritte, comprende tra gli oneri particolari:
- il taglio delle piante, l’estirpazione delle ceppaie, radici, arbusti, ecc., ed il trasporto in aree messe a disposizione dalla Direzione lavori; lo scavo, il trasporto e lo scarico dei materiali a rifiuto, a reimpiego od a deposito a qualsiasi distanza; la perfetta profilatura delle scarpate e dei cassonetti anche in roccia; gli esaurimenti d’acqua negli scavi di sbancamento.
Qualora per la qualità del terreno, o per qualsiasi altro motivo, fosse necessario puntellare, sbadacchiare e armare le pareti degli scavi, l’Impresa dovrà provvedere a sue spese, adottando tutte le precauzioni necessarie per impedire smottamenti. Nessun compenso spetterà all’Impresa per il mancato recupero, parziale o totale, del materiale impiegato in dette armature e sbadacchiature.
Nel caso degli scavi in terra, solo i trovanti rocciosi o fondazioni di murature aventi singolo volume superiore a 1,00 mc., se rotti, verranno compensati con i relativi prezzi d’elenco ed il loro volume sarà detratto da quello degli scavi in terra.
Gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto dell’area di base per la loro profondità, misurate a partire dal piano dello scavo di sbancamento o dal piano campagna.
Gli scavi di fondazione potranno essere eseguiti, ove ragioni speciali non lo vietino, anche con pareti a scarpata, ma in tal caso non sarà pagato il maggior volume, né il successivo riempimento a ridosso delle murature che l’Impresa dovrà eseguire a propria cura e spese.
Gli scavi di fondazione saranno considerati scavi subacquei e compensati con il relativo sovrapprezzo, solo se eseguiti a profondità maggiore di cm. 20 dal livello costante a cui si stabilizzano le acque.
Nel prezzo degli scavi di fondazione è sempre compreso l’onere del riempimento dei vuoti attorno alla muratura.
Il trasporto a rilevato, compreso qualsiasi rimaneggiamento delle materie provenienti dagli scavi, è compreso nel prezzo di elenco degli scavi anche qualora, per qualsiasi ragione, fosse necessario allontanare, depositare provvisoriamente e quindi riprendere e portare in rilevato le materie stesse. Le materie di scavo che risultassero esuberanti o non idonee per la formazione dei rilevati, dovranno essere trasportate a rifiuto fuori della sede dei lavori, a debita distanza e sistemate convenientemente anche con spianamento e livellazione a campagna, restando a carico dell’Impresa ogni spesa conseguente, ivi compresa ogni indennità per l’occupazione delle aree di deposito.
L’area delle sezioni in rilevato o a riempimento verrà computata rispetto al piano di campagna senza tenere conto né dello scavo di scoticamento, per una profondità media di cm. 20; né dell’occorrente materiale di riempimento; né dei cedimenti subiti dal terreno stesso per effetto del costipamento meccanico o per naturale assestamento; né della riduzione di volume che il materiale riportato subirà, rispetto al volume che occupava nel sito di scavo oppure allo stato sciolto, a seguito del compattamento meccanico.
Qualora l’Impresa superasse le sagome fissate dalla Direzione lavori, il maggiore rilevato non verrà contabilizzato, e l’Impresa, se ordinato dalla Direzione lavori, rimuoverà, a cura e spese, i volumi di terra riportati o depositati in più, provvedendo nel contempo a quanto necessario per evitare menomazioni alla stabilità dei rilevati accettati dalla Direzione lavori.
ART. 106 CORDONATE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Le cordonate in calcestruzzo cementizio eseguite secondo quanto indicato dalle presenti Xxxxx Xxxxxxxx, relativo a tale categoria di lavori, verranno valutate a metro e compensate con il relativo prezzo di Elenco.
Detto prezzo comprende ogni onere e magistero necessario per dare le cordonate in opera secondo le suddette prescrizioni avanti indicate, ivi compreso, l' eventuale scavo necessario alla posa dei cordoli e della relativa fondazione in calcestruzzo costituente la fondazione prescritta verrà compensata a parte.
La misurazione della cordonata sarà effettuata sul bordo rivolto verso la carreggiata ed, in corrispondenza delle aiuole, sul bordo verso la zona pavimentata di transito.
ART. 107 STRUTTURE IN CALCESTRUZZO.
Le strutture in calcestruzzo previste, saranno realizzate con calcestruzzo a norma UNI EN 206-1, classe di esposizione XC4, classe di resistenza a compressione C12/15, C25/30 e C30/37, rispettivamente per i calcestruzzi di sottofondazione (cls. magro), di fondazione e per i calcestruzzi utilizzati nelle opere di elevazione. Le eventuali rampe saranno pagate considerando la proiezione in piano orizzontale a metro quadrato di struttura realizzata.
I calcestruzzi per fondazioni, murature, ecc. costruiti di getto in opera, saranno in genere pagati a mc. e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza, ancorché inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi aperti e dal modo di esecuzione dei lavori.
Il volume dei calcestruzzi impiegati per riempimento di vani irregolari e per lavori subacquei, data l'impossibilità di accertare mediamente in misure esatte il reale volume impiegato, verrà desunto preventivamente dalla misura del volume degli impasti usati per tali scopi, ridotto del 10% per tener conto del costipamento del calcestruzzo in opera.
1. Calcestruzzi armati. Nella valutazione delle opere in conglomerato cementizio armato, si terrà conto separatamente, dell'acciaio e del conglomerato cementizio effettivamente impiegati.
Peraltro, non verrà fatta alcuna detrazione del volume dell'armatura metallica immersa nel conglomerato e del volume di calcestruzzo corrispondente a fori e vani inferiori a 0,03 mc.
Qualora per gli impasti dei calcestruzzi si richiedesse l'aggiunta di additivi, fluidificanti, idrofughi, ecc., l’Impresa non avrà diritto ad alcun compenso suppletivo.
2. Casseforme. L'onere delle casseforme si intende compensato con il prezzo del calcestruzzo, comprese tutte le opere di presidio, il disarmo, lo sfrido, la chioderia, il filo di ferro ed il trattamento interno delle pareti per facilitarne il distacco.
ART. 108 ACCIAIO PER ARMATURA DI CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Il prezzo dell'acciaio comprende il trasporto, il taglio, la piegatura, e la sagomatura prescritte, nonché la posa in opera completata con le opportune legature con filo di ferro in acciaio dolce. Il ferro sarà valutato in base allo sviluppo risultante dai disegni esecutivi ed applicando i pesi teorici desunti dai manuali in uso.
ART. 109 MASSICCIATA STRADALE
1. Materiale tout-venant e stabilizzato di cava. Lo strato di fondazione in misto granulometrico a stabilizzazione meccanica e lo strato di base, da impiegarsi nelle sovrastrutture stradali, saranno valutati per volume a metro cubo di materiale steso in opera ed a costipamento ultimato.
I fusti, i trasporti di qualsiasi genere, le perdite, i combustibili e i carburanti, i lubrificanti, le attrezzature varie, i rulli e le altre macchine, nonché l’acqua per qualsiasi impiego sono tutti a carico dell’Impresa. Ovvero nella voce di elenco degli strati di fondazione e di base sono compresi tutti gli oneri, mezzi e materiali necessari per ottenere, durante la posa in opera, le prescrizioni tecniche contenuta nella Sez. “C” – 2. Sovrastruttura Stradale.
ART. 110 TUBAZIONI E CAMERETTE
Le tubazioni in conglomerato cementizio, semplice ed armato e in cemento armato centrifugato verranno misurate in opera nella loro lunghezza utile, non tenendo conto delle sovrapposizioni dei giunti e deducendo le interruzioni presentate da pozzetti, camerette od altri manufatti nella loro luce interna.
La valutazione delle tubazioni di cemento e di grès sia in opera che in fornitura dovrà essere effettuata misurando la lunghezza sull’asse della tubazione senza tenere conto delle parti destinate a compenetrarsi.
La valutazione delle tubazioni di P.V.C. e di polietilene sia in opera che in fornitura dovrà essere effettuata misurando la lunghezza sull’asse delle tubazioni senza tener conto delle parti destinate a compenetrarsi.
La valutazione delle tubazioni metalliche sarà effettuata in opera misurando la lunghezza delle tubazioni stesse lungo il loro asse moltiplicando per il peso corrispondente per metro ai diametri delle tubazioni di volta in volta considerati.
Le camerette-tipo di ispezione e di immissione ed i pozzetti stradali verranno valutati a numero.
Condotti e manufatti speciali per i quali non esistesse apposita normativa, verranno valutati a misura computando le varie quantità di lavoro.
La valutazione dei rivestimenti interni anticorrosivi delle tubazioni e manufatti in genere verrà fatta di volta in volta in base alle indicazioni della Direzione Lavori e misurati sulla effettiva superficie vista.
ART. 111 TELO “GEOTESSILE”.
Il telo “geotessile” adoperato come strato anticontaminante, rinforzo, armatura o drenaggio, sarà pagato a metro quadrato secondo la superficie effettivamente ricoperta dal telo, ed in base alla resistenza a trazione e dalla grammatura del telo stesso, essendo compreso e compensato nel prezzo di elenco ogni onere per la fornitura, posa in opera, sfridi, sovrapposizioni e ancoraggi sia provvisori che definitivi.
ART. 112 STRATO DI COLLEGAMENTO (BYNDER) E STRATO DI USURA (TAPPETO)
I conglomerati bituminosi, per lo strato di collegamento e per lo strato di usura (tappeto), verranno valutati secondo la superficie eseguita e secondo gli spessori previsti negli elaborati progettuali a compattazione avvenuta mediante rullatura.
Dopo la messa in opera dei conglomerati bituminosi, il Direttore dei Lavori, ai fini della contabilizzazione dell’opera, eseguirà dei singoli rilevamenti, ovvero procederà al prelievo di carote in numero pari a 3 o 4 per ciascuna sezione stradale prescelta e dalla media degli spessori di posa dei predetti prelievi risulterà lo spessore di calcolo del singolo rilevamento.
Il numero e l’ubicazione delle sezioni stradali saranno indicati, ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori.
Gli spessori delle singole carote inferiori ai valori indicati negli elaborati progettuali non saranno considerati per il calcolo del valore medio di ogni singolo rilevamento ed il relativo tratto di strada dovrà essere oggetto di completo rifacimento a cura e spese dell’Appaltatore.
Se lo spessore medio dei singoli rilevamenti effettivamente posto in opera è superiore a quello indicato dagli elaborati progettuali o dalle indicazioni della Direzione Lavori non verranno riconosciuti in sede di contabilità dei lavori stessi.
I fusti, i trasporti di qualsiasi genere, le perdite, i combustibili, i carburanti, i lubrificanti, la stesa del legante per ancoraggio, le attrezzature varie, i rulli e le altre macchine , nonché l’acqua per qualunque impiego sono tutti a carico dell’Impresa Ovvero nella voce di elenco prezzi dei conglomerati bituminosi sono compresi e compensati tutti gli oneri quali mezzi e materiali necessari per ottenere, durante la posa in opera, le prescrizioni tecniche contenute nella Sezione C - “Sovrastruttura Stradale”.
Qualora si avverta la presenza di chiusini o caditoie per pozzetti stradali in genere di qualsiasi tipo, dimensione e forma, questi non saranno tenuti in considerazione e pertanto i conglomerati bituminosi saranno contabilizzati nel modo “vuoto per pieno”.
ART. 113 BARRIERE DI SICUREZZA IN ACCIAIO E PARAPETTI METALLICI
Le barriere, rette o curve, verranno misurate sulla effettiva lunghezza compresi i terminali.
La barriera disposta su due file distinte, da situarsi nello spartitraffico, verrà compensata, per ogni fila, con l’apposita voce di elenco.
I pezzi terminali e di chiusura curvi, da impiegare nelle confluenze autostradali o su strade con caratteristiche analoghe ed a chiusura delle barriere nello spartitraffico, aventi raggio di curvatura inferiore a 3,0 ml., saranno valutati e pagati con l’apposita voce di elenco.
Resta stabilito che nelle voci di elenco sono comprese:
- la fornitura e posa in opera di barriere rette o curve, su terreno, su opera d’arte o con funzioni di spartitraffico centrale, complete di ogni elemento costruttivo quali: sostegni, distanziatori, dissipatori, fasce, elementi terminali e di raccordo, dispositivi rifrangenti, bulloneria, piastre di ancoraggio, tirafondi, formazione di fori sulle opere d’arte e quant’altra lavorazione occorra e tutti i relativi oneri per la perfetta esecuzione e funzionalità della barriera del tipo corrispondente alla classe indicata nell’elenco prezzi, come previsto dal D.M. LL.PP. del 03/06/1998.
ART. 114 MANUFATTI IN PROFILATO METALLICO
I lavori in ferro profilato o tubolare saranno valutati a peso ed i relativi prezzi sono applicati al peso effettivamente posto in opera in sede delle lavorazioni, che sarà determinato prima della posa in opera mediante pesatura diretta a spese dell’Impresa o mediante dati riportati da tabelle ufficiali U.N.I.
I prezzi relativi comprendono:
- la fornitura, la posa in opera, l’esecuzione dei necessari fori, la saldatura, chiodatura e ribattitura, le armature di sostegno e le impalcature di servizio, gli sfridi di lavorazione ed una triplice mano di verniciatura di cui la prima antiruggine e le due successive di biacca ad olio, od altra vernice precisata nell’elenco prezzi.
ART. 115 OPERE A VERDE
La valutazione delle operazioni per sistemazione di terreno vegetale deve essere sempre effettuata a volume d’intervento e secondo quanto specificatamente indicato nel corrispondente articolo di elenco prezzi.
CA P O I V
S ERVI ZI O DI M A NU TE N ZI ON E .
ART. 116 PREMESSA
Il presente Capitolato Tecnico disciplina le specifiche tecniche e le modalità di erogazione del Servizio di manutenzione ordinaria degli impianti di pubblica illuminazione.
ART. 117 DEFINIZIONI
AEEG - Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.
Amministrazioni Contraente - La Pubblica Amministrazione che utilizza la Convenzione nel periodo della sua validità ed efficacia, richiedendo i servizi oggetto del presente Capitolato Tecnico mediante l’emissione dell’Ordinativo Principale di Fornitura e/o di Atti Aggiuntivi all’Ordinativo Principale di Fornitura.
Atto Aggiuntivo all’Ordinativo Principale di Fornitura - Documento con il quale l’Amministrazione Contraente integra/modifica l'Ordinativo Principale di Fornitura, variando alcune delle condizioni previste nelle diverse sezioni del Piano Dettagliato degli Interventi e/o nel Verbale di Presa in Consegna.
Azienda di distribuzione di energia elettrica (Gestore di rete locale) - è l’esercente il servizio di distribuzione, concessionario ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 79/99, per il trasporto e la trasformazione dell’energia elettrica sulle reti di distribuzione.
Azienda esercente la vendita di energia elettrica – azienda che esercita l’attività di vendita di energia elettrica sul mercato libero ai sensi del decreto legislativo n. 79/99.
Canone trimestrale del Servizio - Corrispettivo economico trimestrale effettivo con cui sono remunerate le attività del Servizio, calcolato secondo l’importo offerto dal giudicatario.
Canone annuo stimato del Servizio – Valore annuo presunto di ciascun Servizio, calcolato per ciascuno lotto sulla base dell’importo offerto dall’aggiudicatario.
Data di Presa in Consegna degli Impianti - Data di sottoscrizione, in contraddittorio tra Manutentore ed Amministrazione, del Verbale di Presa in Consegna degli impianti. A partire da tale data il Manutentore prende in carico tutti gli impianti del Perimetro di Gestione.
Flusso luminoso - Quantità di luce emessa dalla sorgente luminosa in un secondo; l'unità di misura è il lumen (1 W = 683 lm).
Efficienza luminosa di una lampada - Rapporto tra il flusso luminoso emesso e la potenza elettrica assorbita dalla sorgente. Ogni tipo di lampada ha una efficienza luminosa specifica. L'efficienza luminosa è una caratteristica importante delle lampade in quanto ad un aumento della stessa corrisponde un risparmio dei costi di energia consumata; l'unità di misura è il lumen per Watt (lm/W).
Illuminamento - Quantità di luce che arriva sulla superficie dell'oggetto osservato (è il rapporto tra la quantità di flusso luminoso che incide su di una superficie e l'area della superficie stessa); un buon illuminamento è la condizione minima per consentire la visibilità dell'oggetto; l'unità di misura è il lux (lux = lm/mq).
Impianto di illuminazione pubblica - Complesso formato dalle linee di alimentazione, dai sostegni, dai centri luminosi e dalle apparecchiature e sistemi connessi destinato a realizzare l'illuminazione di aree esterne ad uso pubblico. L'impianto ha origine nei punti di consegna dell'energia elettrica e termine con i Punti Luce.
Interventi Extra Canone - Interventi di manutenzione straordinaria, di efficientamento energetico, di adeguamento
normativo e tecnologico non remunerati dal Canone; tali interventi possono essere eseguiti solo previa autorizzazione del Supervisore dell’Amministrazione. I corrispettivi per gli interventi remunerati extra Canone sono calcolati in base ai listini di riferimento ed al prezzo della manodopera al netto dei ribassi offerti in sede di gara.
Luminanza - Intensità di luce che raggiunge l'occhio dall'oggetto; contrariamente all'illuminamento, la luminanza dipende dalla direzione in cui si guarda e dal tipo di superficie che rimanda o emette luce; l'unità di misura è il nit (nit = cd/mq).
Ordine di Intervento - Documento con il quale l’Amministrazione Contraente autorizza uno specifico intervento di manutenzione straordinaria, di adeguamento normativo, di adeguamento tecnologico, di riqualificazione energetica.
Perimetro di Gestione - Insieme degli impianti di illuminazione pubblica, indicati dall’Amministrazione Contraente nell’Ordinativo Principale di Fornitura e/o degli Atti Aggiuntivi e presi in carico dal Manutentore Aggiudicatario.
Piano Dettagliato degli Interventi (PDI) - Documento redatto dal Manutentore, a seguito di sopralluogo sugli impianti dell’Amministrazione Contraente, che descrive la proposta tecnica ed economica di tutti le attività a Canone ed extra Canone da effettuarsi sul Perimetro di Gestione. Una volta approvato dall’Amministrazione, tale documento è parte integrante dell’Ordinativo Principale di Fornitura.
Piano di Manutenzione – Il Piano di Manutenzione descrive tutte le attività di manutenzione da eseguire sull’impianto di illuminazione pubblica in termini di tipologia e frequenza di operazione.
Prezzi Unitari - Le Offerte economiche del Manutentore, in base alle quali viene definito il Canone dei Servizi. Programma Operativo degli Interventi - consiste in un elaborato trimestrale da aggiornare e consegnare al
Supervisore dell’Amministrazione 10 (dieci) giorni lavorativi prima dell’inizio di ciascun trimestre.
Punto di consegna (o prelievo) - così come definito all’art. 1 dell’allegato A della deliberazione AEEG n. 348/07 e
s.m.i. “Testo Integrato delle disposizioni per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione, misura e vendita periodo di regolazione 2008-2011” riconducibile esclusivamente ad un’amministrazione pubblica ed identificato, ai sensi dell’art. 37 dell’Allegato A della deliberazione AEEG n. 111/06 e s.m.i., in maniera univoca da un codice POD (Point of Delivery) e/o da un Numero Presa e dall’anagrafica richiesta nell’Ordinativo di fornitura e nei relativi allegati.
Punto Luce - Grandezza convenzionale riferita ad una lampada e agli accessori dedicati all'esclusivo funzionamento dell'apparecchiatura che li ospita. Nel caso di apparecchi con più lampade si considera un Punto Luce ogni lampada.
Sostegno - Supporto destinato a sostenere uno o più apparecchi di illuminazione, costituito da uno o più componenti: il palo, un eventuale braccio, una eventuale palina.
Supervisore - Referente nominato dall’Amministrazione Contraente come responsabile dei rapporti con il Manutentore per il Contratto Attuativo relativo al Servizio di illuminazione pubblica. Al Supervisore compete l’approvazione del Piano Dettagliato degli Interventi ed il successivo monitoraggio e controllo della corretta e puntuale erogazione dei servizi in esso indicati. Il Supervisore ha inoltre il compito di approvare/richiedere eventuali interventi extra Canone mediante gli Ordini di Intervento.
TEP - Tonnellate Equivalenti di Petrolio
Tesata - Fune portante (tirante) atta a reggere in sospensione uno o più apparecchi di illuminazione e i conduttori di alimentazione elettrica.
Verbale di Sopralluogo - Verbale redatto dal Manutentore in contraddittorio con l’Amministrazione Contraente in sede di sopralluogo, finalizzato alla condivisione del Perimetro di Gestione ed alla successiva redazione del Piano Dettagliato degli Interventi.
Verbale di Xxxxx in Consegna degli Impianti - Verbale redatto dal Manutentore in contraddittorio con l’Amministrazione a seguito del quale il Manutentore stesso prende in carico gli impianti costituenti il Perimetro di Gestione.
1.1 OBIETTIVI DI RISPARMIO ENERGETICO
Il Manutentore, è obbligato ad individuare gli interventi di riqualificazione energetica sugli impianti gestiti che consentano di conseguire un risparmio. Tale risparmio dovrà essere esposto in specifica relazione tecnica.
ART. 118 SERVIZIO MANUTENZIONE ORDINARIA
Il Servizio di manutenzione ordinaria è costituito dalle seguenti attività:
-esercizio degli impianti;
-manutenzione ordinaria degli impianti;
-eventuale gestione dei carichi esogeni elettrici e meccanici;
-interventi di riqualificazione energetica;
-manutenzione straordinaria degli impianti;
-interventi di adeguamento normativo;
-interventi di adeguamento tecnologico.
Le attività di cui al precedente elenco devono essere eseguite dal Manutentore per tutti i Punti Luce gestiti di impianti di illuminazione pubblica definita ai sensi della normativa CEI 64 -7.
Nell’ambito del Servizio Manutenzione Pubblica Illuminazione, il Manutentore si impegna a manutenere e gestire gli impianti oggetto del Contratto Attuativo nel rispetto della legislazione vigente in materia di impianti di illuminazione pubblica e nel rispetto delle modalità esecutive descritte nel presente Capitolato Tecnico.
Tutti gli interventi di riqualificazione energetica, di manutenzione straordinaria, di adeguamento normativo e di adeguamento tecnologico, qualora remunerati extra Canone, sono contabilizzati facendo riferimento ai prezzi unitari offerti dal Manutentore.
Si ricorda che, il Manutentore ha facoltà di effettuare a proprie spese e senza oneri aggiuntivi da parte dell’Amministrazione, interventi di riqualificazione energetica, di manutenzione straordinaria, di adeguamento normativo e tecnologico, qualora siano necessari al normale funzionamento degli impianti di illuminazione pubblica in gestione.
Nel corso del periodo di validità del Servizio, è facoltà dell’Amministrazione Contraente richiedere al Manutentore una variazione del numero dei Punti Luce gestiti rispetto al Perimetro di gestione iniziale. A tale variazione è associato un adeguamento del Canone.
Il Manutentore deve garantire all’Amministrazione l’accesso al proprio Sistema Informativo limitatamente ai dati relativi all’impianto gestito. Tale Sistema Informativo deve consentire la verifica dello stato degli interventi programmati, la consultazione dei report di riepilogo sulle attività effettuate e l’esportazione dei dati.
1.1 ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI
Nell’ambito del Servizio il Manutentore provvede all’esercizio degli impianti che consiste nelle attività di:
-accensione e spegnimento;
-ispezioni notturne.
Tali attività sono remunerate dal Canone del Servizio di manutenzione ordinaria.
1.2 ACCENSIONE E SPEGNIMENTO DEGLI IMPIANTI
Il Manutentore assicura l’accensione e lo spegnimento dei Punti Luce nel rispetto di quanto stabilito dalla delibera dell’AEEG del 01/04/2004 - n. 52/04 e s.m.i. e di quanto altro definito in eventuali Delibere Comunali in vigore, laddove queste risultino più restrittive rispetto a quanto previsto dall’AEEG.
Il Manutentore deve verificare e modificare, dove necessario, l’impostazione dei tempi di accensione e spegnimento degli armadi di comando e protezione provvisti di orologio astronomico, in considerazione del regime di alba e tramonto civile.
Il Manutentore, per gli impianti controllati a mezzo di interruttore crepuscolare, deve verificare che gli interventi di tali dispositivi siano il più possibile contemporanei, provvedendo a sostituire i componenti dell’impianto che non risultino in condizioni di efficienza ed è tenuto altresì a ricollocare (agendo su posizione e regolazione di sensibilità) gli interruttori che presentino sfasamenti orari.
Crepuscolo civile è quando il centro del sole ha elevazione compresa tra 0° e 6° sotto l'orizzonte. Questo è il limite fino al quale la luce naturale è sufficiente, sotto condizioni meteo favorevoli, a distinguere chiaramente oggetti terrestri e a condurre attività all'aperto (ad esempio leggere). All'inizio del crepuscolo civile mattutino e alla fine del crepuscolo civile serale, l'orizzonte è nitidamente visibile e solamente le stelle più brillanti sono visibili in caso di buone condizioni meteo e in assenza di luce lunare e di altre fonti luminose. Al mattino prima dell'inizio del crepuscolo civile e la sera dopo la sua fine, è normalmente indispensabile l'illuminazione artificiale per condurre una normale attività all'aperto.
1.3 ISPEZIONI NOTTURNE
Il Manutentore deve eseguire ispezioni notturne atte ad individuare l’esistenza di eventuali anomalie con frequenza tale che tutti i Punti Luce risultino ispezionati almeno una volta ogni 30 (trenta) giorni, fatti salvi i casi di impianti telecontrollati.
La programmazione e gli esiti delle ispezioni devono essere gestiti a sistema, quindi tracciati almeno con riferimento ai tempi e ai luoghi di esecuzione delle ispezioni ed alle eventuali anomalie riscontrate.
Ogni anomalia di funzionamento, individuata a seguito delle ispezioni, deve essere segnalata dal personale del Manutentore Aggiudicatario alla propria Centrale Operativa affinché vengano attivate le procedure di intervento (rif. par. 8.2.2 ).
ART. 119 MANUTENZIONE ORDINARIA DEGLI IMPIANTI ED ALTRI OBBLIGHI
Il Manutentore è tenuto ad effettuare la Manutenzione Ordinaria degli impianti di illuminazione gestiti che consiste nell’esecuzione di:
−interventi di Manutenzione Ordinaria Preventiva;
−interventi di Manutenzione Ordinaria Correttiva;
−smaltimento dei materiali di risulta;
−prove tecniche ed illuminotecniche;
−attività di supporto alla redazione dei Piani Regolatori dell’Illuminazione Comunale (PRIC), secondo le modalità descritte in seguito.
L’attività di Manutenzione Ordinaria include la fornitura di tutti i prodotti e materiali necessari all’esecuzione degli interventi, dei quali si riporta, a titolo esemplificativo e non esaustivo, il seguente elenco:
-minuteria;
-fusibili e morsetteria, targhette indicatrici;
-bulloneria e corsetteria;
-cavetteria;
-sostanze specifiche per la ricopertura dei punti di connessione degli impianti di terra;
-organi di comando (pulsanti, interruttori, sezionatori) installati su quadri elettrici;
-vernici nelle qualità, quantità e colore necessarie per l’espletamento delle operazioni manutentive di ritocco e/o di verniciatura necessarie;
-disincrostanti, detergenti, solventi e sostanze chimiche in genere nonché le attrezzature necessarie (scope, stracci, spugne, ecc.) per l’effettuazione degli interventi mirati alla migliore conservazione degli impianti e/o dei locali ospitanti gli stessi;
-guarnizioni;
-lampade di segnalazione installate su quadri elettrici.
Le attività di Manutenzione Ordinaria devono essere eseguite al fine di:
-mantenere in buono stato di funzionamento gli impianti e garantirne le condizioni di sicurezza;
-assicurare che le apparecchiature mantengano le caratteristiche e le condizioni di funzionamento previste;
-rispettare la normativa vigente in materia di Illuminazione Pubblica e le prescrizioni del presente Capitolato Tecnico.
Le attività di Manutenzione Ordinaria sono remunerate dal Canone del Servizio, sia nel caso di Contratto Standard, sia nel caso di Contratto Esteso.
Tutti gli interventi di Manutenzione Ordinaria devono essere programmati ed inseriti nel Programma Operativo degli Interventi.
1.1 MANUTENZIONE ORDINARIA PREVENTIVA
Il Manutentore è tenuto ad eseguire gli interventi di Manutenzione Ordinaria Preventiva.
La seguente tabella riporta gli elementi di impianto ai quali si riferiscono le attività del Piano di Manutenzione:
01 | Quadro di distribuzione |
01.01 | Armadio di comando e protezione |
01.02 | Apparecchiature |
01.03 | Rifasamento |
02 | Rete elettrica di distribuzione |
02.01 | Linee di alimentazione |
03 | Impianti di messa a terra |
03.01 | Sistema di dispersione |
03.02 | Sistema di equipotenzializzazione |
03.03 | Conduttori di protezione |
04 | Apparecchio illuminante |
04.01 | Corpo dell'apparecchio |
04.02 | Lampade |
05 | Sostegni |
05.01 | Pali e sbracci |
05.02 | Sospensioni |
Gli interventi di Manutenzione Ordinaria Preventiva sono riconducibili alle seguenti tipologie:
•Pulizia: azione manuale o meccanica di rimozione di sostanze depositate o prodotte dai componenti dell’impianto durante il funzionamento ed il relativo smaltimento nel rispetto della normativa vigente.
•Sostituzione su condizione: interventi di fornitura e montaggio di lampade in corrispondenza dello scadere del termine di vita utile delle stesse; al par. 4.2.1.1 è indicato il numero minimo di cambi che deve essere effettuato nel corso della durata del contratto.
•Smontaggio e rimontaggio: attività necessarie ad effettuare gli interventi di pulizia e le eventuali sostituzioni delle parti componenti un’apparecchiatura.
•Controlli e verifiche funzionali: operazioni effettuate sulla singola apparecchiatura e/o sull’impianto nel suo insieme, finalizzate a verificarne lo stato di funzionalità, il rispetto dei dati di targa delle singole apparecchiature ed il rispetto della normativa vigente.