Contract
Nota integrativa
I crediti sono iscritti in bilancio con il perfezionamento del contratto e quindi con l’acquisizione incondizionata di un diritto al paga- mento delle somme pattuite; mentre per i titoli di debito l’iscrizione avviene alla data di regolamento. Nel caso in cui la data di sot- toscrizione del contratto non coincida con la data di erogazione, viene iscritto un impegno a erogare fondi che si chiude al momento dell’effettiva erogazione. Nei casi in cui l’importo netto erogato non coincida con il suo fair value, a causa del minor tasso di interesse applicato rispetto a quello del mercato di riferimento o a quello normalmente praticato a finanziamenti con caratteristiche similari, la rilevazione iniziale viene effettuata attualizzando i flussi futuri di cassa con tasso appropriato.
Il valore di iscrizione iniziale è rappresentato dal fair value, corrispondente all’ammontare erogato comprensivo dei costi di transazio- ne e delle commissioni direttamente imputabili all’erogazione o all’acquisto determinabili sin dall’origine dell’operazione.
I prestiti concessi dal Gruppo CDP agli Enti pubblici e a organismi di diritto pubblico nell’ambito della Gestione Separata hanno al- cune caratteristiche peculiari che non trovano completo riscontro con i mutui degli istituti di credito che, di norma, erogano l’intero importo del mutuo concesso al beneficiario del finanziamento al momento della concessione. Tali finanziamenti sono mutui di scopo, concessi generalmente a Enti pubblici per la realizzazione di opere pubbliche e che vengono erogati ai beneficiari solo in funzione della verifica degli stati avanzamento lavori (SAL) delle opere in questione. Quindi le erogazioni sono finalizzate al soddisfacimento dei debiti effettivamente maturati dagli enti, nel corso della realizzazione dell’opera, nei confronti dei rispettivi fornitori.
All’atto della stipula del contratto di finanziamento il debitore assume l’obbligo di rimborso di tutto il capitale concesso e su tale ammontare viene definito un piano di ammortamento, prescindendo dall’effettivo ammontare erogato. Sulle somme ancora da som- ministrare da parte del Gruppo CDP viene riconosciuta una remunerazione configurabile come una retrocessione di interessi attivi maturati dal Gruppo CDP sulla parte non somministrata.
I mutui di scopo concessi dal Gruppo CDP prevedono di norma un periodo iniziale di pre-ammortamento durante il quale, in assenza di erogazioni a valere sul mutuo concesso, il finanziamento è infruttifero. Il piano di rimborso dell’importo concesso decorre, salvo eccezioni, a partire dal 1° luglio o dal 1° gennaio successivo alla stipula. Il criterio di registrazione contabile definito dal Gruppo CDP per i mutui di scopo consiste nel rilevare un impegno a erogare per le somme concesse all’atto della stipula del mutuo e nel registrare il credito (con conseguente riduzione degli impegni a erogare) per l’intero importo concesso solo nel momento dell’entrata in ammor- tamento, a prescindere dall’ammontare effettivamente erogato.
Eventuali erogazioni richieste dai mutuatari durante il periodo di pre-ammortamento hanno l’effetto di ridurre gli impegni e di far sorgere un credito “a breve” per l’importo effettivamente erogato, sul quale maturano interessi al tasso contrattuale del mutuo. Il credito a breve per anticipi su mutui in pre-ammortamento viene valutato al costo coerentemente con quanto previsto dai principi contabili internazionali.
All’entrata in ammortamento di un mutuo non ancora erogato vengono accesi contestualmente un credito e un debito di pari importo verso il soggetto su cui grava il rimborso del finanziamento. Il credito è valutato, come previsto dagli IFRS, con il criterio del costo ammortizzato (che in considerazione dell’assenza di costi di transazione sui mutui concessi dal Gruppo CDP, salvo eccezioni, coincide con il criterio del costo) e il debito costituisce una passività a vista che si riduce man mano che le somme vengono effettivamente somministrate.
Per quanto riguarda i finanziamenti concessi dal Gruppo CDP a soggetti diversi dagli enti pubblici e dagli organismi di diritto pubbli- co, il relativo trattamento contabile è assimilato a quello dei prestiti concessi dagli istituti di credito.
Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, i rapporti classificati nel portafoglio crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al va- lore di prima iscrizione aumentato o diminuito dei rimborsi di capitale, delle rettifiche e riprese di valore e dell’ammortamento della differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che attualizza il flusso dei pagamenti futuri stimati per la durata attesa del credito, in modo da ottenere esattamente il valore contabile netto all’atto della rilevazione iniziale, che comprende sia i costi di transazione direttamente attribu- ibili sia i compensi pagati o ricevuti tra i contraenti. L’effetto economico dei costi di transazione e delle commissioni viene distribuito lungo la vita attesa del credito.
Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per i crediti a breve termine, per i quali l’effetto dell’attualizzazione risulta trascurabile. Detti crediti vengono valorizzati pertanto al costo storico. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.
Le rettifiche di valore, su base collettiva e analitica, sono iscritte nella voce di conto economico “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.
La valutazione dei crediti deteriorati viene effettuata analiticamente. L’ammontare delle svalutazioni da apportare ai crediti è deter- minata come differenza tra il valore contabile del credito al momento della valutazione e il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. Tuttavia per determinate posizioni creditizie, singolarmente con- siderate non significative, può essere previste una valutazione di tipo collettivo. I flussi finanziari attesi tengono conto dei tempi di recupero stimati, del valore di realizzo delle eventuali garanzie escusse e degli oneri per il recupero del credito.
I crediti in bonis non sono sottoposti a valutazione analitica (perché privi di obiettive evidenze di perdita o perché di ammontare non significativo), ma vengono assoggettati a valutazione collettiva/forfettaria. Tale tipo di valutazione è svolta per categorie omogenee di esposizioni in termini di rischio creditizio, e la metodologia adottata si basa sull’utilizzo dei parametri interni utilizzati per il pricing dei finanziamenti. La stima della “incurred loss” a livello di portafoglio viene ricavata tramite l’applicazione di alcuni parametri cor- rettivi alla misura di expected loss a un anno. Tali parametri correttivi sono determinati considerando sia il livello di concentrazione del portafoglio crediti (Concentration Adjustment) che il periodo di tempo che si stima intercorra tra l’evento che genera il default e la manifestazione del segnale di default (Loss Confirmation Period).
In presenza di un miglioramento della solvibilità della controparte tale da far ritenere con ragionevole certezza un maggior recupero atteso del credito e/o siano intervenuti incassi in misura superiore rispetto al valore del credito iscritto in precedenza, la perdita per riduzione di valore precedentemente rilevata viene ripristinata. La ripresa di valore è effettuata nei limiti del costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza delle rettifiche effettuate. In ogni caso, in considerazione della metodologia utilizzata per la determinazione delle svalutazioni, l’avvicinamento alle scadenze previste per il recupero del credito dovuto al trascorrere del tempo dà luogo a una “ripresa di valore” (time value) del credito stesso, in quanto determina una riduzione degli oneri finanziari impliciti precedentemente imputati in riduzione dei crediti. Recuperi di parte o dell’intero ammontare del credito precedentemente svalutato viene iscritto in diminuzione della voce di conto economico “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.
L’eliminazione dallo stato patrimoniale dei crediti avviene al momento dell’incasso ovvero allorquando i diritti contrattuali relativi ai flussi finanziari siano scaduti, quando sono considerati definitivamente irrecuperabili o in presenza di transazioni di cessione che trasferiscano a terzi tutti i rischi e tutti i benefici connessi alla proprietà dell’attività trasferita. Per contro, qualora sia stata mante- nuta una quota parte prevalente dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continueranno a essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.
Come previsto dalla Circolare n. 262 della Banca d’Italia, aggiornata al 15 dicembre 2015, la voce in esame si divide in “Crediti verso banche” e “Crediti verso clientela”.
Nella voce “Crediti verso banche” figurano le attività finanziarie non quotate verso banche (conti correnti, depositi cauzionali, pronti contro termine, titoli di debito, crediti di funzionamento, ecc.) e sono inclusi anche i crediti verso Banche Centrali diversi dai depositi liberi (quali la riserva obbligatoria).
Nella voce “Crediti verso clientela” figurano le attività finanziarie non quotate nei confronti della clientela (mutui, pronti conto ter- mine, titoli di debito, crediti di funzionamento, ecc.). Trova altresì allocazione la liquidità rappresentata dal saldo del conto corrente acceso presso la Tesoreria centrale dello Stato. Sono anche inclusi i crediti verso gli Uffici Postali nonché i margini di variazione presso organismi di compensazione a fronte di operazioni su contratti derivati.
5 - Attività finanziarie valutate al fair value
Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, quote di O.I.C.R., finanziamenti) designate al fair value sulla base della facoltà riconosciuta dallo IAS 39, par. 9 (c.d. “Fair value option”). Tale designazione viene effettuata se consente di ottenere informazioni più significative perché:
• elimina o riduce significativamente una mancanza di uniformità nella valutazione o nella rilevazione (c.d. asimmetria contabile) che altrimenti risulterebbe dalla valutazione di attività su basi diverse,
• un gruppo di attività finanziarie è gestito e il suo rendimento è valutato in base al fair value, secondo una strategia di gestione del rischio o di investimento documentata.
Possono inoltre essere classificate in tale categoria contratti ibridi contenenti al proprio interno un derivato incorporato. In tal caso l’intero contratto ibrido può essere designato al fair value a meno che:
• il derivato incorporato non modifichi significativamente i flussi di cassa generati dal contratto ospite, o
• risulta chiaro e in modo facile che la separazione del contratto incorporato non sia consentita.
Non possono essere designati in tale categoria gli strumenti di capitale per i quali non risultino prezzi rilevabili in mercati attivi e il cui fair value non sia determinabile in maniera attendibile.
Il Gruppo CDP classifica in tale categoria esclusivamente investimenti in contratti ibridi che presentano al loro interno una compo- nente opzionale implicita, che non è stata oggetto di scorporo dal contratto primario.
La rilevazione iniziale avviene, alla data di regolamento, al fair value che è normalmente pari al corrispettivo della transazione, senza considerare gli oneri o proventi accessori attribuibili alla transazione che sono invece registrati a conto economico.
Successivamente alla rilevazione iniziale, tali attività sono valutate al fair value con imputazione degli utili e delle perdite realizzati (dalla cessione o dal rimborso) e/o valutativi (dovuti alla variazione di fair value) nella voce “Risultato netto delle attività e passività
Nota integrativa
finanziarie valutate al fair value” del conto economico.
Non sono ammesse riclassifiche in altre categorie di attività finanziarie.
Le attività finanziarie valutate al fair value sono cancellate dallo stato patrimoniale quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finan- ziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria è ceduta, comportando il trasferimento di tutti i rischi e benefici a essa connessi. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie cedute, queste continuano a essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effettivamente trasferita.
6 - Operazioni di copertura
Le operazioni di copertura vengono poste in essere al fine di neutralizzare potenziali perdite, attribuibili a un determinato rischio e rilevabili su un determinato elemento o gruppo di elementi, qualora quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi.
Secondo la definizione dello IAS 39, gli strumenti di copertura sono strumenti finanziari derivati o, limitatamente a una operazione di copertura del rischio di variazioni nei tassi di cambio di una valuta estera, una attività finanziaria o passività finanziaria non derivata il cui fair value o flussi finanziari compensino le variazioni nel fair value o nei flussi finanziari di un elemento designato come coperto (paragrafi 72-77 e Appendice A, paragrafo AG94). Un elemento coperto è un’attività, una passività, un impegno irrevocabile, un’ope- razione prevista altamente probabile o un investimento netto in una gestione estera che:
a) espone l’entità al rischio di variazioni nel fair value o nei flussi finanziari futuri, e
b) è designato come coperto (paragrafi 78-84 e Appendice A, paragrafi AG98-AG101).
L’efficacia della copertura è il livello al quale le variazioni nel fair value o nei flussi finanziari dell’elemento coperto che sono attribuibili a un rischio coperto sono compensate dalle variazioni nel fair value o nei flussi finanziari dello strumento di copertura (Appendice A, paragrafi AG105-AG113).
Nel momento in cui uno strumento finanziario è classificato come di copertura, vengono documentati in modo formale:
• la relazione fra lo strumento di copertura e l’elemento coperto, includendo gli obiettivi di gestione del rischio,
• la strategia per effettuare la copertura, che deve essere in linea con la politica di gestione del rischio identificata dal risk mana- gement,
• i metodi che saranno utilizzati per verificare l’efficacia della copertura.
Di conseguenza viene verificato che, sia all’inizio della copertura e sia lungo la sua durata, la variazione di fair value del derivato sia altamente efficace nel compensare le variazioni di fair value dell’elemento coperto.
Una copertura viene considerata altamente efficace se le variazioni di fair value dell’elemento coperto o dei flussi di cassa attesi, riconducibili al rischio che si è inteso coprire, siano quasi completamente compensate dalle variazioni di fair value del derivato di copertura, essendo il rapporto delle suddette variazioni all’interno di un intervallo compreso fra l’80% e il 125%.
A ogni chiusura di bilancio, o situazione infrannuale, la valutazione dell’efficacia è effettuata attraverso appositi test prospettici e retrospettivi atti a dimostrare, rispettivamente, l’efficacia attesa e il grado di efficacia raggiunto.
Qualora le operazioni di copertura realizzate non risultino efficaci nel senso come sopra descritto, lo strumento di copertu- ra viene riclassificato tra gli strumenti finanziari di negoziazione, mentre lo strumento coperto continua a essere valutato secondo il criterio della classe di appartenenza originaria. La contabilizzazione dell’operazione di copertura viene interrotta quando lo strumento di copertura scade, è venduto o esercitato; oppure quando l’elemento coperto scade, viene venduto o rimborsato.
L’iscrizione iniziale, alla data di contrattazione, dei derivati di copertura avviene al fair value. In particolare:
• nel caso di copertura di fair value, la variazione del fair value dell’elemento coperto si compensa con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta attraverso la rilevazione a conto economico, nella voce “Risul- tato netto dell’attività di copertura”, delle variazioni di valore, riferite sia all’elemento coperto (per quanto riguarda le variazioni prodotte dal fattore di rischio sottostante), sia allo strumento di copertura. L’eventuale differenza, che rappresenta la parziale inef- ficacia della copertura, ne costituisce di conseguenza l’effetto economico netto. La rilevazione a conto economico della variazione di fair value dell’elemento coperto, imputabile al rischio oggetto di copertura, si applica anche se l’elemento coperto è un’attività finanziaria disponibile per la vendita; in assenza di copertura, detta variazione risulterebbe contabilizzata in contropartita del patrimonio netto.
• nel caso di copertura di flussi finanziari, le variazioni di fair value del derivato sono iscritte, al netto dell’effetto fiscale, in una
specifica riserva di Patrimonio Netto “Riserva da valutazione”, per la quota efficace della copertura, e sono rilevate a conto eco- nomico solo quando, con riferimento alla posta coperta, si manifesti la variazione dei flussi di cassa da compensare. La porzione dell’utile o della perdita dello strumento di copertura considerata inefficace viene iscritta nella voce di conto economico “Risultato netto dell’attività di copertura”. Tale porzione è pari all’eventuale eccedenza del fair value cumulato dello strumento di copertura
rispetto al fair value cumulato dello strumento coperto; in ogni caso, l’oscillazione del fair value della posta coperta e della relativa operazione di copertura deve essere mantenuta nel range di 80%-125%;
• nel caso delle coperture un investimento netto in una gestione estera, queste sono contabilizzate allo stesso modo delle coperture di flussi finanziari.
Qualora la copertura non sia perfettamente efficace, la variazione di fair value dello strumento di copertura, riferibile alla porzione inefficace dello stesso, è immediatamente rilevata a conto economico nella voce “Risultato netto dell’attività di copertura”.
Se, durante la vita di uno strumento derivato, il manifestarsi dei flussi di cassa previsti e oggetto della copertura non è più considerato altamente probabile, la quota della voce del Patrimonio netto “Riserve da valutazione” relativa a tale strumento viene immediata- mente riversata nel conto economico dell’esercizio. Viceversa, nel caso lo strumento derivato sia ceduto o non sia più qualificabile come strumento di copertura efficace, la parte della voce “Riserve da valutazione” rappresentativa delle variazioni di fair value dello strumento, sino a quel momento rilevata, viene mantenuta quale componente del Patrimonio Netto ed è riversata nel conto econo- mico seguendo il criterio di classificazione sopra descritto, contestualmente al manifestarsi degli effetti economici dell’operazione originariamente oggetto della copertura.
Nelle voci 80 dello stato patrimoniale attivo consolidato e 60 dello stato patrimoniale passivo consolidato figurano i derivati di coper- tura finanziari e creditizi (sempreché non assimilabili alle garanzie ricevute secondo lo IAS 39), che alla data di riferimento di bilancio presentano rispettivamente un fair value positivo e negativo.
Nel caso di operazioni di copertura generica, lo IAS 39 consente che oggetto di copertura di fair value dal rischio di tasso di interesse sia non solo una singola attività o passività finanziaria, ma anche un importo monetario, contenuto in una molteplicità di attività e passività finanziarie (o di loro porzioni), in modo che un insieme di contratti derivati possa essere utilizzato per ridurre le oscillazioni di fair value delle poste coperte al modificarsi dei tassi di interesse di mercato. Non possono essere designati come oggetto di copertura generica (c.d. ”Macrohedging”) importi netti rivenienti dallo sbilancio di attività e passività. Analogamente alle coperture specifiche di fair value, una copertura generica viene considerata altamente efficace se, sia all’inizio che durante la sua durata, i cambiamenti del fair value dell’importo monetario coperto sono compensati dai cambiamenti del fair value dei derivati di copertura e se i risultati effettivi siano all’interno di un intervallo compreso fra l’80% e il 125%. Il saldo, positivo o negativo delle variazioni del fair value, ri- spettivamente delle attività e delle passività oggetto di copertura generica di fair value misurata con riferimento al rischio coperto, è rilevato nelle voci 90 dello stato patrimoniale attivo o 70 dello stato patrimoniale passivo, in contropartita della voce “Risultato netto dell’attività di copertura” di conto economico.
L’inefficacia della copertura è rappresentata dalla differenza fra la variazione del fair value degli strumenti di copertura e la variazio- ne del fair value dell’importo monetario coperto. La quota di inefficacia della copertura è comunque ricompresa nella voce “Risultato netto dell’attività di copertura” di conto economico.
Se la relazione di copertura termina, per ragioni diverse dalla vendita degli elementi coperti, la rivalutazione/svalutazione cumulata iscritta nelle voci 90 dello stato patrimoniale attivo o 70 dello stato patrimoniale passivo è rilevata a conto economico tra gli interessi attivi o passivi, lungo la vita residua delle attività o passività finanziarie coperte.
Nel caso in cui queste ultime vengano vendute o rimborsate, la quota del fair value non ammortizzata è rilevata immediatamente alla voce “Utili (Perdite) da cessioni/riacquisto” di conto economico.
7 - Partecipazioni
La voce comprende le interessenze detenute in società collegate (ai sensi dello IAS 28), e in società sottoposte a controllo congiunto (ai sensi dell’IFRS 11).
Si considerano collegate le società nelle quali il Gruppo CDP possiede, direttamente o indirettamente, almeno il 20% dei diritti di voto o nelle quali, pur con una quota di diritti di voto inferiore, viene rilevata influenza notevole, definita come il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali, senza avere il controllo o il controllo congiunto. Le partecipazioni di minoranza sono valorizzate nella voce dell’attivo di stato patrimoniale “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, con il trattamento contabile descritto in precedenza.
Sono considerate società sottoposte a controllo congiunto le società per le quali, su base contrattuale, il controllo è condiviso fra il Gruppo CDP e uno o più soggetti, oppure quando per le decisioni relative alle attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che possiedono il controllo.
La rilevazione iniziale delle partecipazioni avviene al costo, alla data regolamento, e successivamente esse sono valutate con il meto- do del patrimonio netto. All’atto dell’acquisizione trovano applicazione le medesime disposizioni previste per le operazioni di business combination. Pertanto la differenza tra il prezzo di acquisto e la frazione di patrimonio netto acquisita è oggetto di allocazione sulla
Nota integrativa
base del fair value delle attività nette identificabili della collegata. L’eventuale maggior prezzo non oggetto di allocazione rappresen- ta un goodwill. Il maggior prezzo allocato non è oggetto di distinta rappresentazione ma è sintetizzato nel valore di iscrizione della partecipazione (c.d. “consolidamento sintetico”).
L’eventuale eccedenza della quota di patrimonio netto della partecipata rispetto al costo della partecipazione è contabilizzato come provento. Ai fini dell’applicazione del metodo del patrimonio netto si tiene conto anche delle azioni proprie detenute dalla società partecipata.
A ogni data di bilancio, o di situazioni infrannuali, viene verificata la presenza o meno di una riduzione di valore delle partecipazioni.
La rilevazione di tali evidenze, basata sulla sussistenza di indicatori qualitativi e quantitativi, come di seguito illustrati, e dettaglia- tamente declinati nelle policy interne, si differenzia nei casi in cui si tratti di partecipazioni in società le cui azioni sono quotate in mercati attivi o meno.
In presenza degli indicatori sopracitati, viene effettuato un test di impairment secondo le previsioni di cui allo IAS 36 volto a stimare il valore recuperabile della partecipazione e a confrontarlo con il valore contabile della stessa al fine di determinare l’eventuale rile- vazione di rettifiche di valore.
Rappresentano possibili indicatori di impairment:
• il conseguimento di risultati economici negativi o comunque un significativo scostamento rispetto a obiettivi di budget o previsti da piani pluriennali;
• l’annuncio/avvio di procedure concorsuali o di piani di ristrutturazione;
• il ricevimento di un dividendo che eccede il reddito complessivo dell’esercizio o cumulato degli esercizi precedenti della partecipata;
• un valore contabile della partecipazione nel bilancio separato che eccede, nel bilancio consolidato, il valore della corrispondente quota di patrimonio netto contabile, comprensivo dell’eventuale goodwill.
In aggiunta, per le partecipazioni in società con azioni quotate, il Gruppo CDP considera evidenza di impairment:
• la sussistenza di un patrimonio netto contabile superiore alla capitalizzazione di Borsa;
• una riduzione della quotazione di mercato rispetto al valore contabile di riferimento superiore al 40% ovvero per un periodo supe- riore a 24 mesi.
Il valore recuperabile viene determinato come il maggiore valore tra il fair value al netto degli eventuali costi di vendita e il valore d’uso, rappresentato dal valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.
Se il valore recuperabile risulta inferiore al valore di bilancio, la differenza è imputata nel conto economico. Qualora i motivi che han- no determinato la rettifica di valore vengano meno, vengono effettuate le rispettive riprese di valore, le quali devono essere rilevate a conto economico fino a concorrenza della precedente svalutazione. Pertanto, la riduzione della perdita precedentemente registrata a fronte del ripristino del valore della partecipazione non può eccedere il valore contabile che ci sarebbe stato se non si fosse regi- strata alcuna in precedenza. Sia le rettifiche e sia le riprese di valore sono iscritte nella voce di conto economico “Utili (perdite) delle partecipazioni”.
La quota di pertinenza della partecipante di eventuali perdite della partecipata, eccedente il valore di iscrizione della partecipazione, è rilevata in un apposito fondo nella misura in cui la partecipante è impegnata ad adempiere a obbligazioni legali o implicite della partecipata, o comunque a coprirne le perdite.
I dividendi sono rilevati nella voce “Dividendi e proventi simili” di conto economico, quando sorge il diritto a riceverne il pagamento.
Le partecipazioni vengono eliminate dallo stato patrimoniale quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalla detenzione delle partecipazioni stesse o quando queste vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici a esse connessi.
8 - Attività materiali
La voce “Attività materiali” comprende sia le attività a uso funzionale disciplinate dallo IAS 16, e sia gli investimenti immobiliari, quali terreni e fabbricati, disciplinati dallo IAS 40. La voce ricomprende anche attività oggetto di operazioni di locazione finanziaria (per i locatari) e di leasing operativo (per i locatori). Al fine di determinare se un contratto contiene un leasing si fa riferimento all’interpre- tazione IFRIC 4. Nella voce sono ricomprese anche le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi, separabili dai beni stessi e dotate di autonoma funzionalità e utilizzabilità.
Nel bilancio consolidato del Gruppo CDP, tale voce si compone delle sole attività a uso funzionale rappresentate da immobili, impian-
ti, macchinari, terreni e fabbricati posseduti per essere utilizzati nella produzione o fornitura di beni e servizi, o per scopi amministra- tivi, che ci si attende siano utilizzati per più di un esercizio
La rilevazione iniziale delle immobilizzazioni materiali avviene al costo di acquisizione, comprensivo degli oneri accessori direttamen- te imputabili all’acquisto, dell’IVA indetraibile e dei costi per la messa in funzione del bene, incrementato delle rivalutazioni effettuate in applicazione di leggi specifiche. Gli oneri finanziari direttamente imputabili all’acquisizione, alla costruzione o alla produzione di un bene devono essere portati a incremento del valore del bene stesso e capitalizzati ai sensi dello IAS 23.
I costi di manutenzione e riparazione straordinaria, sostenuti successivamente alla rilevazione iniziale, che comportano un incremen- to dei benefici economici futuri, vengono imputate a incremento del valore dei cespiti. I costi invece di manutenzione ordinaria, che non determinano benefici economici futuri, sono rilevati a conto economico.
Le immobilizzazioni materiali sono successivamente valutate al costo di acquisto, al netto degli ammortamenti e delle perdite di valore.
Le immobilizzazioni sono sistematicamente ammortizzate a partire dal momento in cui risultano immessi nel processo produttivo e sono, quindi, pronti per l’uso. L’ammortamento avviene lungo la loro vita residua, sulla base del metodo delle quote costanti. Le quote di ammortamento sono pertanto calcolate in base ad aliquote ritenute adeguate a rappresentare l’utilità residua di ciascun bene.
La componente fabbricato è, invece, ammortizzata su un periodo di 33 anni, considerato rappresentativo della vita utile dei fabbricati stessi.
Non sono invece soggetti ad ammortamento i terreni e le opere d’arte in quanto hanno vita utile indefinita.
Ad ogni chiusura di bilancio o di situazioni infrannuali, viene verificata la presenza di indicazioni tali da far ritenere che il valore dell’attività iscritta in bilancio possa aver subito una riduzione di valore. In caso di presenza dei segnali suddetti, si procede al con- fronto tra il valore di carico del cespite e il suo valore di recupero, quest’ultimo pari al maggiore tra il fair value al netto dei costi di vendita, e il relativo valore d’uso del bene (inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite). Qualora il valore di carico risulti superiore al valore recuperabile, la differenza viene rilevata a conto economico nella voce di conto economico “Rettifiche/ripre- se di valore nette su attività materiali”. Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita si dà luogo a una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.
I beni di nuova acquisizione sono ammortizzati a partire dal momento in cui risultano immessi nel processo produttivo e sono, quindi, pronti per l’uso.
Per quanto riguarda gli immobili, i terreni e gli edifici, questi sono considerati come beni separabili e pertanto sono trattati autono- mamente a fini contabili, anche se acquisiti congiuntamente. Con il passaggio agli IAS, quindi, si è proceduto allo scorporo del valore dei terreni dagli edifici, in base al valore rilevato da perizie già utilizzate, tra l’altro, nel corso del 2005 al fine della rivalutazione degli immobili aziendali esistenti nel bilancio 2004, ai sensi della Legge Finanziaria 2006.
Ciascuna componente di un immobile, impianto e macchinario di valore significativo rispetto al valore complessivo del cespite cui appartiene, viene rilevata e ammortizzata separatamente.
Le “Immobilizzazioni in corso e acconti” sono costituite da acconti o spese sostenute per immobilizzazioni e materiali non ancora completate, o in attesa di collaudo, che quindi non sono ancora entrate nel ciclo produttivo dell’azienda e in funzione di ciò l’ammor- tamento è sospeso.
Il valore contabile di un’immobilizzazione materiale strumentale è eliminato dallo stato patrimoniale al momento della sua dismissione, o quando non sono attesi benefici economici futuri che derivino dal suo utilizzo o dalla sua cessione.
9 - Attività immateriali
Le “Attività immateriali”, ai sensi dello IAS 38, sono attività non monetarie, identificabili, prive di consistenza fisica, possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o per un periodo indefinito. Sono rappresentate prevalentemente da concessioni, licenze e marchi, da relazioni contrattuali con i clienti, da costi di ricerca e sviluppo e da diritti di brevetto industriale e utilizzazione delle opere d’ingegno.
Tra le attività immateriali è anche iscritto l’avviamento, disciplinato dall’IFRS 3, pari alla differenza tra il corrispettivo sostenuto per un’aggregazione aziendale e il fair value delle attività nette identificabili acquisite. Qualora tale differenza risulti negativa (badwill) o se l’avviamento non trova giustificazione nella capacità reddituale future della partecipata, la differenza viene rilevata nel conto economico.
Nota integrativa
Un’attività immateriale è rilevata nel bilancio se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
• l’attività è identificabile, cioè è separabile dal resto dell’impresa,
• l’attività è controllata, cioè sottoposta al controllo dell’impresa,
• l’attività genererà futuri benefici economici,
• il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.
In assenza di uno dei suddetti elementi, la spesa per l’acquisto o la realizzazione è interamente rilevata come costo a conto economico nell’esercizio in cui è sostenuta.
Le concessioni, licenze, marchi e diritti similari, derivanti da una acquisizione, sono rilevate ai valori correnti alla data in cui la stessa è avvenuta. Il valore delle concessioni di stoccaggio, determinato come indicato dal Ministero delle Attività Produttive con decreto del 3 novembre 2005, è imputato alla voce “Concessioni, licenze, marchi e diritti simili” e non è soggetto ad ammortamento. I marchi non sono ammortizzati, ma vengono sottoposti annualmente, o più frequentemente se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità di avere subito una perdita di valore, a verifiche per determinare eventuali perdite di valore. Le relazione contrattuali con clienti, derivanti da una acquisizione, sono rilevate ai valori correnti alla data in cui la stessa è avvenuta. Le relazioni contrattuali sono ammortizzate in base alla vita utile attesa di tali tipi di relazioni. I costi di ricerca sono imputati a conto economico nel periodo in cui sono sostenuti. I costi per lo sviluppo di nuovi prodotti e processi di lavorazione sono capitalizzati e iscritti tra le attività immateriali solo se tutte le seguenti condizioni sono soddisfatte:
• il progetto è chiaramente identificato e i costi a esso riferiti sono identificabili e misurabili in maniera attendibile;
• è dimostrata la fattibilità tecnica del progetto;
• è dimostrata l’intenzione di completare il progetto e di vendere i beni immateriali generati dal progetto;
• esiste un mercato potenziale o, in caso di uso interno, è dimostrata l’utilità dell’immobilizzazione immateriale;
• sono disponibili le risorse tecniche e finanziarie necessarie per il completamento del progetto.
L’ammortamento di eventuali costi di sviluppo iscritti tra le immobilizzazioni immateriali inizia a partire dalla data in cui il risultato generato dal progetto è commercializzabile e viene effettuato con il metodo lineare.
L’ammortamento dei costi per l’acquisto di diritti di brevetto industriale e utilizzazione delle opere dell’ingegno è calcolato col metodo lineare in modo da allocare il costo sostenuto per l’acquisizione del diritto lungo il periodo più breve tra quello di atteso utilizzo e la durata dei relativi contratti, a partire dal momento in cui il diritto acquisito diviene esercitabile.
Nel caso in cui, indipendentemente dall’ammortamento, vi sia un’oggettiva evidenza di perdita di valore dell’attività immateriale, viene effettuato un test per verificare l’adeguatezza del valore di carico dell’attività in bilancio. A tal fine si effettua il confronto tra il valore di carico dell’attività e il suo valore di recupero, quest’ultimo calcolato come il maggiore tra il fair value al netto dei costi di ven- dita, e il relativo valore d’uso (inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dall’attività stessa). Qualora il valore di iscrizione in bilancio risulti superiore al valore recuperabile, la differenza viene rilevata a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”. Nel caso in cui successivamente vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita si dà luogo a una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.
L’avviamento derivante dall’acquisizione di società controllate è allocato a ciascuna delle “Cash Generating Unit” (di seguito CGU) identificate. Nell’ambito del Gruppo CDP le CGU corrispondono alle singole Legal Entities. In quanto immobilizzazione immateriale avente vita utile indefinita, l’avviamento non è soggetto ad ammortamento, ma alla sola verifica dell’adeguatezza del suo valore di iscrizione in bilancio. Tale verifica, svolta con periodicità annuale, o ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore, prevede il confronto tra il valore di bilancio dell’avviamento e il valore di recupero della CGU a cui l’avviamento è attribuito. Qualora il valore di iscrizione in bilancio dell’avviamento risulti superiore al valore recuperabile della CGU, la differenza viene rilevata a conto economico nella voce “Rettifiche di valore dell’avviamento”. Eventuali riprese di valore per l’avviamento non possono essere registrate.
L’avviamento relativo a partecipazioni in società collegate e in società sottoposte a controllo congiunto è incluso nel valore di carico di tali società. Nel caso in cui dovesse emergere un avviamento negativo, esso viene rilevato a conto economico al momento dell’acquisizione.
Le attività immateriali vengono eliminate dallo stato patrimoniale nel momento in cui non sono più attesi utili futuri, o al momento della loro cessione.
10 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
Nelle voci di stato patrimoniale “Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione” e “Passività associate ad attività in via di dismissione” sono ricomprese le attività o gruppi di attività/passività il cui valore contabile sarà recuperato principalmente attra- verso la vendita anziché con il loro utilizzo continuativo. Per tali attività sono stati infatti avviati processi di dismissione la cui vendita è ritenuta altamente probabile.
Tali attività non correnti (o gruppi di attività in via di dismissione) sono rappresentate in bilancio separatamente dalle “Altre attività” e “Altre passività” dello stato patrimoniale. La rilevazione iniziale avviene in conformità ai specifici principi contabili IFRS di riferimento applicabili a ciascuna attività e passività associata mentre, successivamente, sono valutate al minore tra il valore contabile e il fair value, quest’ultimo al netto dei costi di vendita, senza che sia previsto alcun ammortamento.
Le singole attività relative alle società classificate come destinate alla vendita non sono ammortizzate, mentre continuano a essere rile- vati gli oneri finanziari e le altre spese attribuibili alle passività destinate alla vendita. Eventuali successive perdite di valore sono rilevate direttamente a rettifica delle attività non correnti (o gruppi in dismissione) classificate come destinate alla vendita con contropartita il conto economico. I corrispondenti valori patrimoniali dell’esercizio precedente non sono riclassificati. Un’attività operativa cessata (di- scontinued operation) rappresenta una parte dell’impresa che è stata dismessa o classificata come posseduta per la vendita, e:
• rappresenta un importante ramo di attività o area geografica di attività;
• è parte di un piano coordinato di dismissione di un importante ramo di attività o area geografica di attività; o
• è una partecipazione acquisita esclusivamente allo scopo di essere rivenduta.
Gli utili e le perdite (al netto dell’effetto fiscale) riconducibili a gruppi di attività e passività in via di dismissione sono esposti nella specifica voce di conto economico “Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte”.
11 - Fiscalità corrente e differite
La attività e le passività fiscali sono rilevate nello stato patrimoniale del bilancio rispettivamente nelle voci 140 dell’Attivo “Attività fiscali” e 80 del Passivo “Passività fiscali”.
Le poste contabili della fiscalità corrente e differita comprendono: i) le attività fiscali correnti, rappresentate dalle imposte versate in acconto e dai crediti per ritenute d’acconto subite; ii) le passività fiscali correnti, rappresentate dai debiti fiscali da assolvere secondo la disciplina tributaria vigente; iii) le attività fiscali differite, consistenti negli importi delle imposte recuperabili negli esercizi futuri in considerazione di differenze temporanee deducibili; iv) passività fiscali differite, consistenti nei debiti per le imposte da assolvere in periodi futuri come conseguenza di differenze temporanee tassabili.
Le imposte correnti, rappresentate dall’imposta sul reddito delle società (IRES) e dall’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), sono rilevate sulla base di una realistica stima delle componenti negative e positive di competenza dell’esercizio e sono determinate sulla base delle rispettive aliquote vigenti.
Le attività e le passività fiscali differite sono rilevate in base alle aliquote fiscali che, sulla base della legislazione vigente alla data di riferimento del bilancio, si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività o sarà estinta la passività, e sono periodicamente riviste al fine di tenere conto di eventuali modifiche normative.
Il termine fiscalità “differita” si riferisce, in particolare, alla rilevazione, in termini di imposte, delle differenze temporanee tra il valore attribuito a un’attività o passività secondo i criteri civilistici e il corrispondente valore assunto ai fini fiscali.
Le imposte differite sono iscritte: i) nelle Attività fiscali, nel caso si riferiscano a “differenze temporanee deducibili”, per ciò intenden- dosi le differenze tra i valori civilistici e fiscali che nei futuri esercizi daranno luogo a importi deducibili, nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero; ii) nelle Passività fiscali laddove si riferiscano a “differenze temporanee tassabili” rappresentative di passività in quanto correlate a poste contabili che diverranno imponibili in periodi d’imposta futuri.
La fiscalità “differita”, se attiene a operazioni che hanno interessato il patrimonio netto, è rilevata contabilmente nelle voci di patri- monio netto.
Alcune delle società italiane del Gruppo hanno adottato il c.d. “consolidato fiscale nazionale”, disciplinato dagli artt. 117- 129 del TUIR, introdotto nella legislazione fiscale dal D.Lgs. n. 344/2003. Esso consiste in un regime opzionale, in virtù del quale il reddito comples- sivo netto o la perdita fiscale di ciascuna società controllata partecipante al consolidato fiscale – unitamente alle ritenute subite, alle detrazioni e ai crediti di imposta – sono trasferiti alla società controllante, in capo alla quale è determinato un unico reddito imponibile o un’unica perdita fiscale riportabile (risultanti dalla somma algebrica dei redditi/perdite propri e delle società controllate partecipanti) e, conseguentemente, un unico debito/credito di imposta.
12 - Fondi per rischi e oneri
La voce accoglie gli accantonamenti destinati a coprire passività di natura determinata, di esistenza certa o probabile, dei quali tuttavia alla chiusura dell’esercizio sono indeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza.
Gli accantonamenti sono pertanto rilevati esclusivamente in presenza:
Nota integrativa
• di un’obbligazione attuale (legale o implicita) derivante da un evento passato,
• della probabilità/previsione che per adempiere l’obbligazione sarà necessario un onere, ossia l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici, e
• della possibilità di effettuare una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione.
Quando l’effetto finanziario correlato al fattore temporale è significativo e le date di pagamento delle obbligazioni risultano essere attendibilmente stimabili, l’accantonamento è rappresentato dal valore attuale (calcolato ai tassi di mercato correnti alla data di redazione del bilancio) degli oneri futuri stimati che si suppone saranno sostenuti per estinguere l’obbligazione stessa.
A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantonamento, ma viene fornita informativa in nota integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il fenomeno non risulti rilevante.
Gli accantonamenti sono utilizzati solo a fronte degli oneri per i quali erano stati originariamente iscritti, e sono stornati a conto economico quando l’obbligazione viene estinta, oppure quando diviene improbabile che vi sia l’impiego di risorse per adempiere all’obbligazione attuale.
Non rientrano nella voce in esame le svalutazioni dovute al deterioramento degli impegni a erogare fondi, delle garanzie rilasciate, e dei derivati creditizi a esse assimilati ai sensi dello IAS 39, in quanto ricondotti, se del caso, nella voce “Altre passività”.
La voce include anche i fondi di quiescenza aziendali, ossia i fondi relativi a prestazioni di lungo termine e a prestazioni successive alla cessazione del rapporto di lavoro. Si segnala tuttavia che la sottovoce in esame non risulta essere valorizzata in quanto, alla data del presente bilancio, non esistono saldi riconducibili alla posta in oggetto. Per maggiori informazioni di rimanda al paragrafo 18 “Il Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato”.
13 - Debiti e titoli in circolazione
Nella voce “Debiti verso banche” e “Debiti verso la clientela” vengono raggruppate tutte le forme di provvista interbancaria e con clientela. In particolare, nelle suddette voci figurano i debiti, qualunque sia la loro forma tecnica (depositi, conti correnti, finanziamen- ti, pronti contro termine), diversi da quelli ricondotti nelle voci “Passività finanziarie di negoziazione” e “Passività finanziarie valutate al fair value” e dai titoli di debito indicati nella voce “Titoli in circolazione”. Sono inclusi i debiti di funzionamento. In particolare, CDP presenta in tale voce le somme ancora da somministrare a fronte dei mutui in ammortamento nonché i debiti per la raccolta postale.
Nello specifico, i “Debiti verso banche” e i “Debiti verso la clientela” includono i Buoni fruttiferi postali emessi da CDP, inclusi quelli che, alla data di riferimento del bilancio, risultano scaduti ma non ancora rimborsati. I Buoni sono strumenti di tipo zero coupon (gli interessi maturati sono liquidati con l’effettivo rimborso del capitale), con una struttura cedolare di tipo step-up (il tasso di interesse è crescente in base al periodo di detenzione del Buono), con rimborso di capitale e interessi in un’unica soluzione alla scadenza, fat- ta salva la facoltà da parte del sottoscrittore di richiedere il rimborso anticipato in qualsiasi momento anche prima della scadenza contrattuale del Buono, ottenendo il capitale sottoscritto e gli interessi maturati in base al periodo di detenzione. L’applicazione del Principio IAS 39 prevede, per gli strumenti finanziari quali i Buoni fruttiferi postali, l’adozione del costo ammortizzato e che il tasso di interesse effettivo utilizzato per il calcolo del costo ammortizzato in questione sia pari al tasso interno di rendimento derivante dai flussi finanziari stimati (e non contrattuali) lungo la vita attesa (e non contrattuale) dello strumento. In virtù della citata opzione di rimborso anticipato, la vita attesa dei Buoni fruttiferi postali è mediamente inferiore alla vita contrattuale degli stessi. A tale propo- sito CDP ha elaborato un modello statistico di previsione dei rimborsi anticipati dei Buoni fruttiferi postali, basato sulle serie storiche di rimborsi, che viene utilizzato ai fini del pricing delle nuove emissioni; il modello di previsione utilizzato in fase di emissione viene impiegato anche per determinare inizialmente il “piano di ammortamento” stimato di ciascuna serie di Buoni fruttiferi postali. Dai flussi di rientro così stimati sono ricavati il tasso di interesse effettivo e conseguentemente il costo ammortizzato rilevato sullo stato patrimoniale. Gli scostamenti tra rimborsi anticipati effettivi e stimati determineranno una ri-previsione del piano di ammortamento residuo: in tale fattispecie i Principi contabili IFRS prevedono che il costo ammortizzato dello strumento oggetto di valutazione sia determinato come valore attuale dei nuovi flussi futuri stimati utilizzando come tassi di attualizzazione il tasso di interesse effettivo calcolato all’emissione di ciascuna serie di Buoni fruttiferi postali, e tenuto invariato. Per i Buoni fruttiferi postali a tasso variabile, il tasso di rendimento effettivo viene aggiornato a ogni revisione delle stime dei flussi, in conseguenza sia della variazione degli indici di riferimento che del riesame dei flussi di rimborso.
Nella voce “Xxxxxx in circolazione” figurano invece i titoli emessi, quotati e non quotati, valutati al netto dei titoli riacquistati. Viene esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi.
L’iscrizione iniziale di tali voci del passivo avviene alla data di ricezione delle somme raccolte o della emissione dei titoli di debito. All’atto della rilevazione iniziale, tali poste sono iscritte al loro fair value, normalmente corrispondente all’ammontare incassato o al prezzo di emissione, comprensivo dei costi direttamente attribuibili alle singole operazioni di raccolta o dei costi sostenuti per l’emis- sione.
La valutazione successiva segue il criterio del costo ammortizzato con il metodo del tasso di interesse effettivo, come definito nei paragrafi precedenti. Fanno eccezione le passività finanziarie a breve termine che, visto l’effetto trascurabile del fattore temporale, sono iscritte al valore incassato.
Negli strumenti di debito ibridi (indicizzati a strumenti azionari, indici, valute estere, ecc.) il derivato incorporato viene scorporato dal contratto primario, qualora ricorrano i criteri per la separazione previsti dallo IAS 39, e iscritto tra le attività/passività finanziarie di negoziazione al suo fair value, con le relative variazioni di valore imputate a conto economico. Al contratto primario viene invece at- tribuito un valore iniziale corrispondente alla differenza fra l’importo complessivamente incassato e il fair value attribuito al derivato incorporato, e il contratto è rilevato e valutato sulla base dei criteri previsti dal portafoglio di classificazione.
I “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Xxxxxx in circolazione” vengono eliminati dal bilancio quando scadono o vengono estinti. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli obbligazionari precedentemente emessi, con contestuale rideterminazione del debito residuo per i soli titoli emessi. La differenza tra valore contabile della passività e l’ammontare corrisposto per acquistarla viene registrato a conto economico.
14 - Passività finanziarie di negoziazione
Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia la loro forma tecnica (titoli di debito, finan- ziamenti, derivati) detenute ai fini di negoziazione. Va esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi.
In tale categoria di passività sono, in particolare, inclusi il valore negativo dei contratti derivati di trading, che non sono parte di effi- caci relazioni di copertura ma detenute per esigenze di copertura gestionale in cui la società desidera uniformare il criterio valutativo tra attività e passività tra loro correlate.
Sono ricompresi inoltre i contratti derivati incorporati in strumenti finanziari o in altre forme contrattuali, che presentano caratteristi- che economiche e rischi non strettamente correlati con lo strumento ospite e che presentano gli elementi per essere qualificati, essi stessi, come contratti derivati. Essi sono, quindi, rilevati separatamente, a seguito dello scorporo del derivato implicito, dal contratto primario che segue le regole contabili della propria categoria di classificazione. Tale trattamento non viene adottato nei casi in cui lo strumento complesso che li contiene è valutato al fair value con effetti a conto economico.
L’iscrizione iniziale delle passività finanziarie di negoziazione avviene al fair value che corrisponde, generalmente, al corrispettivo incassato, al netto dei costi o proventi di transazione. Nei casi in cui tale corrispettivo sia diverso dal fair value, la passività finanziaria viene comunque iscritta al suo fair value e la differenza tra i due valori viene registrata a conto economico. La rilevazione iniziale avviene alla data di sottoscrizione per i contratti derivati e nella data di regolamento per i titoli di debito a eccezione di quelli la cui consegna non è regolata sulla base di convenzioni previste dal mercato di riferimento, per i quali la prima rilevazione avviene alla data di sottoscrizione.
La valutazione successiva alla rilevazione iniziale viene effettuata al fair value, con imputazione delle variazioni di valore a conto eco- nomico. Se il fair value di una passività finanziaria diventa positivo, tale passività viene contabilizzata come una attività finanziaria di negoziazione.
L’eliminazione dallo stato patrimoniale delle passività finanziarie di negoziazione avviene allorquando i diritti contrattuali relativi ai flussi finanziari siano scaduti o in presenza di transazioni di cessione che trasferiscano a terzi tutti i rischi e tutti i benefici connessi alla passività trasferita. Per contro, qualora sia stata mantenuta una quota parte prevalente dei rischi e benefici relativi alle passività cedute, queste continueranno a essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività stesse sia stata effetti- vamente trasferita.
Gli utili e le perdite realizzati sulla cessione o sul rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono ricondotti nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione” di conto economico. La rilevazione delle componenti reddituali avviene a seguito dei risultati della valutazione delle passività finanziarie di negoziazione.
16 - Operazioni in valuta
Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in euro, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti vigente alla data dell’operazione.
In sede di redazione del bilancio, o di situazioni infrannuali, le poste in valuta sono contabilizzate secondo le seguenti modalità:
• le poste monetarie sono convertite al cambio spot alla data di chiusura, con imputazione delle differenze di cambio a conto eco- nomico nella voce “Risultato netto delle attività di negoziazione” (ad eccezione delle attività e passività finanziarie designate al fair
Nota integrativa
value, di quelle oggetto di copertura del fair value e dei flussi finanziari nonché dai relativi derivati di copertura, le cui differenze cambio vengono iscritte rispettivamente a voce 110 di conto economico e a voce 90 di conto economico),
• le poste non monetarie, valutate al costo storico, sono convertite al cambio in essere alla data dell’operazione originaria,
• le poste non monetarie, valutate al fair value, sono convertite al cambio spot alla data di chiusura.
Le differenze di cambio relative agli elementi non monetari seguono il criterio di contabilizzazione previsto per gli utili e le perdite relativi agli strumenti d’origine.
17 - Attività e passività assicurative
Le attività assicurative includono i valori corrispondenti ai rischi ceduti a riassicuratori per i contratti disciplinati dall’IFRS 4. Le riserve tecniche a carico dei riassicuratori sono determinate sulla base dei contratti/trattati in essere, con gli stessi criteri utilizzati per la quantificazione delle riserve tecniche, salvo diversa valutazione in merito alla recuperabilità del credito.
Le passività assicurative rappresentate dalle riserve tecniche, in base a quanto previsto dall’IFRS 4, possono continuare a essere contabilizzate in base ai principi contabili locali. Sulla base dell’analisi effettuata sui contratti stipulati dalle società assicurative del Gruppo è emerso che presentano le caratteristiche di contratto assicurativo. Le riserve tecniche includono inoltre gli eventuali accantonamenti che dovessero emergere dall’effettuazione del Liability Adequacy Test. Non sono, infine, incluse nelle riserve sinistri le riserve di compensazione e di perequazione in quanto non ammesse ai fini IFRS. La contabilizzazione delle riserve si è mantenuta conforme ai principi contabili previgenti agli IFRS, in quanto tutte le polizze in essere ricadono nell’ambito di applicazione dell’IFRS 4 (contratti assicurativi); in particolare la voce comprende:
• riserva premi, che si compone di due sottovoci: riserva frazione premi, determinata con il metodo del pro rata temporis”, secondo
quanto previsto dall’art. 45 del D.Lgs n. 173 del 26 maggio 1997 e la riserva per rischi in corso, composta dagli importi da accanto- nare a copertura degli indennizzi e delle spese che superano la riserva per frazioni di premio sui contratti in essere e non in sinistro a fine esercizio, assolvendo alle esigenze poste dall’IFRS 4 per il liability adequacy test;
• riserva sinistri, che comprende gli accantonamenti effettuati per sinistri avvenuti ma non ancora liquidati, in base al previsto costo del sinistro stesso comprensivo delle spese di liquidazione e di gestione. Le riserve sinistri sono determinate mediante una stima del costo ultimo per la copertura degli oneri relativi a risarcimenti, spese dirette e di liquidazione di ogni singolo sinistro.
18 - Il trattamento di fine rapporto del personale
Il trattamento di fine rapporto (TFR) copre l’intera passività maturata alla fine dell’esercizio nei confronti dei dipendenti, in conformità alle disposizioni di legge (ex art. 2120 codice civile) e ai contratti di lavoro vigenti.
Il TFR, ai sensi del principio contabile IAS 19, si configura come un “Beneficio successivo al rapporto di lavoro” ed è classificato come:
• un “Piano a benefici definiti” per la quota di TFR maturata dal personale fino al 31/12/2006,
• un “Piano a contribuzione definita” per la quota di TFR maturata dal personale a partire dal 1° gennaio 2007.
Il principio prevede che tali quote di TFR siano iscritte sulla base del valore attuariale. Ai fini dell’attualizzazione viene preso in consi- derazione l’obbligo maturando e maturato (rispettivamente il valore attuale dei pagamenti futuri previsti riferiti ai benefici maturati nell’esercizio corrente, e il valore attuale dei pagamenti futuri derivanti dal maturato negli esercizi precedenti).
Si segnala, limitatamente ad alcune società del Gruppo CDP aventi un numero limitato di dipendenti e un debito per TFR complessi- vamente non rilevante, che in virtù dell’esiguità degli effetti derivanti dall’adozione dello IAS 19 si è continuato a esporre il debito per TFR calcolato sulla base delle disposizioni di legge (ex art. 2120 codice civile).
19 - Altre informazioni
Altre voci dell’attivo
Rimanenze
Le rimanenze, incluse le scorte d’obbligo, sono iscritte al minore fra il costo di acquisto o di produzione e il valore netto di realizzo rappresentato dall’ammontare che l’impresa si attende di ottenere dalla loro vendita nel normale svolgimento dell’attività. Il metodo di determinazione del costo scelto è il costo medio ponderato. Il valore netto di realizzo è il prezzo di vendita nel corso della normale gestione, al netto dei costi stimati di completamento e quelli necessari per realizzare la vendita. I prodotti in corso di lavorazione e se- milavorati sono valutati al costo di produzione, con esclusione degli oneri finanziari e delle spese generali di struttura. Le transazioni di vendita e riacquisto di gas strategico non realizzano un effettivo trasferimento dei rischi e benefici connessi con la proprietà, non
comportando, pertanto, movimentazioni del magazzino.
Lavori in corso su ordinazione
I ricavi e i costi di commessa riferibili al lavoro su ordinazione sono rilevati separatamente nel conto economico in relazione allo stato di avanzamento dell’attività di commessa, quando il risultato di una commessa può essere stimato con attendibilità. Lo stato di avan- zamento viene determinato sulla base delle misurazioni del lavoro svolto e valorizzato in proporzione al rapporto tra i costi di com- messa sostenuti per lavori svolti fino alla data di riferimento e i costi totali stimati di commessa. La differenza positiva o negativa tra il valore dei contratti espletato e quello degli acconti ricevuti è iscritta rispettivamente nell’attivo o nel passivo dello stato patrimoniale, tenuto conto delle eventuali svalutazioni dei lavori effettuati al fine di tenere conto dei rischi connessi al mancato riconoscimento di lavorazioni eseguite per conto dei committenti. Una perdita attesa su una commessa viene immediatamente rilevata in bilancio.
I costi di commessa comprendono tutti i costi che si riferiscono direttamente alla commessa specifica e i costi fissi e variabili sostenuti dalle società del Gruppo nell’ambito della normale capacità operativa.
Oneri finanziari capitalizzati
Gli oneri finanziari che sono direttamente imputabili all’acquisizione, alla costruzione o alla produzione di un bene che giustifica una capitalizzazione sono capitalizzati, in quanto parte del costo del bene stesso. I beni materiali e immateriali interessati sono quelli che richiedono un periodo uguale o superiore a un anno prima di essere pronti per l’uso; gli oneri finanziari direttamente imputabili sono quelli che non sarebbero stati sostenuti se non fosse stata sostenuta la spesa per tale bene.
Nella misura in cui sono stati stipulati finanziamenti specifici, l’ammontare degli oneri finanziari capitalizzabili su quel bene è deter- minato come onere finanziario effettivo sostenuto per quel finanziamento, dedotto ogni provento finanziario derivante dall’investi- mento temporaneo di quei fondi. Per quanto concerne l’indebitamento genericamente ottenuto, l’ammontare degli oneri finanziari capitalizzabili è determinato applicando un tasso di capitalizzazione alle spese sostenute per quel bene che corrisponde alla media ponderata degli oneri finanziari relativi ai finanziamenti in essere durante l’esercizio, diversi da quelli ottenuti specificamente. L’am- montare degli oneri finanziari capitalizzati durante un esercizio, in ogni caso, non eccede l’ammontare degli oneri finanziari sostenuti durante quell’esercizio.
La data di inizio della capitalizzazione corrisponde alla data in cui per la prima volta sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni: (a) sono stati sostenuti i costi per il bene; (b) sono stati sostenuti gli oneri finanziari; e (c) sono state intraprese le attività necessarie per predisporre il bene per il suo utilizzo previsto o per la vendita.
La capitalizzazione degli oneri finanziari è interrotta quando tutte le operazioni necessarie per predisporre il bene nelle condizioni per il suo utilizzo previsto o la sua vendita sono sostanzialmente completate.
Altre voci del conto economico
Operazioni di pagamento basate sulle azioni
Si tratta di pagamenti a favore di dipendenti, come corrispettivo per le prestazioni di lavoro svolte. Al verificarsi di determinate con- dizioni, il costo delle prestazioni rese dai dipendenti è remunerato tramite assegnazione di piani di stock option il cui valore è deter- minato sulla base del fair value delle opzioni concesse ai dipendenti alla data di assegnazione.
Il fair value delle opzioni concesse viene rilevato tra i costi del personale nel conto economico, lungo il periodo di maturazione dei diritti concessi, in contropartita dell’aumento corrispondente del patrimonio netto, tenendo conto della migliore stima possibile del numero di opzioni che diverranno esercitabili. Tale stima viene rivista, nel caso in cui informazioni successive indichino che il numero atteso di strumenti rappresentativi di capitale che matureranno differisce dalle stime effettuate in precedenza, indipendentemente dal conseguimento delle condizioni di mercato.
Il metodo di calcolo utilizzato per la determinazione del fair value tiene conto di tutte le caratteristiche delle opzioni (durata dell’op- zione, prezzo e condizioni di esercizio ecc.), nonché del valore del titolo sottostante alla data di assegnazione, della sua volatilità e della curva dei tassi di interesse alla data di assegnazione coerenti con la durata del piano.
Alla data di maturazione, la stima è rivista in contropartita al conto economico per rilevare l’importo corrispondente al nume- ro di strumenti rappresentativi di capitale effettivamente maturati, indipendentemente dal conseguimento delle condizioni di mercato.
Contributi
I ricavi vengono rilevati quando è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione saranno fruiti dall’impresa. Tuttavia,
Nota integrativa
quando c’è incertezza sulla recuperabilità di un valore già compreso nei ricavi, il valore non recuperabile o il valore il cui recupero non è più probabile, viene rilevato come costo.
I contributi ricevuti a fronte di specifici beni il cui valore viene iscritto tra le immobilizzazioni sono rilevati, per gli impianti già in eser- cizio al 31 dicembre 2002, tra le altre passività e accreditati a conto economico in relazione al periodo di ammortamento dei beni cui si riferiscono. A far data dall’esercizio 2003, per i nuovi impianti entrati in esercizio, i relativi contributi sono rilevati a diretta riduzione delle immobilizzazioni stesse
I contributi in conto esercizio sono rilevati integralmente a conto economico nel momento in cui sono soddisfatte le condizioni di iscrivibilità.
Ricavi
Secondo la tipologia di operazione, i ricavi sono rilevati sulla base dei criteri specifici di seguito riportati:
• i ricavi delle vendite di beni sono rilevati quando i rischi e benefici significativi della proprietà dei beni sono trasferiti all’acquirente;
• i ricavi per la prestazione di servizi sono rilevati con riferimento allo stadio di completamento delle attività. Nel caso in cui non sia possibile determinare attendibilmente il valore dei ricavi, questi ultimi sono rilevati fino a concorrenza dei costi sostenuti che si ritiene saranno recuperati;
• i ricavi derivanti dai canoni per la remunerazione della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) sono valorizzati sulla base delle tariffe stabilite dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.
I corrispettivi riscossi per conto terzi, quali il corrispettivo di remunerazione degli altri proprietari di rete esterni al Gruppo, nonché i ricavi rilevati per le attività di gestione dell’equilibrio del sistema elettrico nazionale che non determinano un incremento del patrimo- nio netto, sono esposti al netto dei relativi costi.
Premi netti
Tale macro-voce comprende i premi di competenza relativi a contratti classificabili come assicurativi ai sensi dell’IFRS 4 e ai contratti di investimento con partecipazione discrezionale agli utili equiparati ai contratti assicurativi dall’IFRS 4.
Rientrano nella definizione di contratto assicurativo tutti i contratti attraverso i quali una delle parti, l’assicuratore, si assume un si- gnificativo rischio assicurativo convenendo di risarcire un’altra parte, l’assicurato o un altro beneficiario, nel caso in cui uno specifico evento incerto abbia degli effetti negativi sull’assicurato o su altro beneficiario.
Tutti i contratti distribuiti dal gruppo sono classificabili come contratti assicurativi ai sensi dell’IFRS 4. I premi sono esposti al netto delle cessioni in riassicurazione.
Interessi attivi e passivi
Gli interessi attivi e passivi sono rilevati nel conto economico pro rata temporis per tutti gli strumenti in base al tasso di interesse contrattuale, o al tasso di interesse effettivo nel caso di applicazione del metodo del costo ammortizzato.
Gli interessi comprendono anche il saldo netto, positivo o negativo, dei differenziali e dei margini relativi a contratti derivati finanziari di copertura.
Commissioni attive e passive
Le commissioni attive per ricavi da servizi prestati e quelle passive per costi da servizi ricevuti sono iscritte, sulla base dell’esistenza di accordi contrattuali, in base al criterio della competenza ossia nel periodo in cui tali servizi sono stati prestati. Le commissioni considerate ai fini della determinazione del tasso di interesse effettivo, a fronte dell’utilizzo del metodo del costo ammortizzato, sono invece rilevate tra gli interessi.
Dividendi
I dividendi ricevuti dalle società partecipate non consolidate sono contabilizzati, come descritto in precedenza, a conto economico nell’esercizio nel quale ne viene deliberata la distribuzione.
I dividendi relativi a imprese valutate con il metodo del patrimonio netto sono portati in diminuzione del valore contabile delle par- tecipazioni.
Emission rights
I costi relativi alle quote di emissione, determinati sulla base dei prezzi di mercato, sono rilevati limitatamente alla quota di emissioni di anidride carbonica eccedenti le quote assegnate; i costi relativi all’acquisto di diritti di emissione sono capitalizzati e rilevati tra le attività immateriali al netto dell’eventuale saldo negativo tra emissioni effettuate e quote assegnate. I proventi relativi alle quote di emissione sono rilevati all’atto del realizzo attraverso la cessione. In caso di cessione, ove presenti, si ritengono venduti per primi i diritti di emissione acquistati. I crediti monetari assegnati in sostituzione dell’assegnazione gratuita di quote di emissione sono rilevati in contropartita alla voce “Altri proventi” del conto economico.
Aggregazioni aziendali
Un’operazione di aggregazione aziendale si configura come il trasferimento del controllo di un’attività aziendale o più in generale di una società.
Le aggregazioni aziendali sono rilevate secondo il metodo dell’acquisizione (c.d. Acquisition Method), secondo il quale in un’aggre- gazione aziendale le attività trasferite e le passività assunte dal Gruppo alla data di acquisizione sono valutati al fair value. Gli oneri accessori correlati alla transazione sono generalmente rilevati nel conto economico nei periodi in cui tali costi sono sostenuti o i sevizi ricevuti.
Per le società di nuova acquisizione, se i valori iniziali di un’aggregazione aziendale sono incompleti alla data di chiusura del bilancio in cui l’aggregazione aziendale è avvenuta, il Gruppo CDP riporta nel proprio bilancio consolidato i valori provvisori degli elementi per cui non può essere conclusa la rilevazione.
Nel rispetto di quanto previsto dall’IFRS 3, par. 45 e segg., entro i dodici mesi successivi alla data di acquisizione, le differenze risultanti dall’operazione di aggregazione aziendale devono essere allocate, rilevando al fair value alla data di acquisizione le attività identificabili acquisite e le passività assunte. Costituiscono un’eccezione le seguenti poste, che sono invece valutate secondo il loro principio di riferimento:
• imposte differite attive e passive;
• attività e passività per benefici ai dipendenti;
• passività o strumenti di capitale relativi a pagamenti basati su azioni dell’impresa acquisita o pagamenti basati su azioni relativi al Gruppo emessi in sostituzione di contratti dell’impresa acquisita;
• attività destinate alla vendita e attività in via di dismissione.
L’avviamento è determinato come l’eccedenza della somma dei corrispettivi trasferiti nell’aggregazione aziendale, del valore del patrimonio netto di pertinenza di interessenze di terzi, del fair value dell’eventuale partecipazione precedentemente detenuta nell’im- presa acquisita, rispetto al fair value delle attività nette acquisite e passività assunte alla data di acquisizione. Se il valore delle atti- vità nette acquisite e passività assunte alla data di acquisizione eccede la somma dei corrispettivi trasferiti, del valore del patrimonio netto di pertinenza di interessenze di terzi e del fair value dell’eventuale partecipazione precedentemente detenuta nell’impresa acquisita, tale eccedenza è rilevata nel conto economico come provento derivante dalla transazione conclusa.
Dopo la rilevazione iniziale, l’avviamento acquisito a titolo oneroso in un’aggregazione aziendale viene sottoposto con cadenza an- nuale, o ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore, a Impairment Test. Per le società di nuova acquisizione, la differenza tra il prezzo di acquisto e il patrimonio netto viene provvisoriamente collocata ad avviamento, se positiva, oppure nel passivo dello stato patrimoniale, al netto degli eventuali avviamenti iscritti nei bilanci delle società acquisite, se negativa.
Le quote del patrimonio netto di interessenza di terzi, alla data di acquisizione, possono essere valutate al fair value oppure al pro-quota del valore delle attività nette riconosciute per l’impresa acquisita. La scelta del metodo di valutazione è effettuata transa- zione per transazione.
Eventuali corrispettivi sottoposti a condizione previsti dal contratto di aggregazione aziendale sono valutati al fair value alla data di acquisizione e inclusi nel valore dei corrispettivi trasferiti nell’aggregazione aziendale ai fini della determinazione dell’avviamento. Eventuali variazioni successive di tale fair value, che sono qualificabili come rettifiche sorte nel periodo di misurazione, sono incluse nell’avviamento in modo retrospettivo. Le variazioni di fair value qualificabili come rettifiche sorte nel periodo di misurazione sono quelle che derivano da maggiori informazioni su fatti e circostanze che esistevano alla data di acquisizione, ottenute durante il perio- do di misurazione (che non può eccedere il periodo di un anno dall’aggregazione aziendale).
Nel caso di aggregazioni aziendali avvenute per fasi, la partecipazione precedentemente detenuta dal Gruppo nell’impresa acqui- sita è rivalutata al fair value alla data di acquisizione del controllo e l’eventuale utile o perdita che ne consegue è rilevata nel conto economico. Eventuali valori derivanti dalla partecipazione precedentemente detenuta e rilevati negli Altri utili o perdite complessivi sono riclassificati nel conto economico come se la partecipazione fosse stata ceduta. Se i valori iniziali di un’aggregazione aziendale sono incompleti alla data di chiusura del bilancio in cui l’aggregazione aziendale è avvenuta, il Gruppo riporta i valori provvisori degli elementi per cui non può essere conclusa la rilevazione. Tali valori provvisori sono rettificati nel periodo di misurazione per tenere
Nota integrativa
conto delle nuove informazioni ottenute su fatti e circostanze esistenti alla data di acquisizione che, se note, avrebbero avuto effetti sul valore delle attività e passività riconosciute a tale data.
Non si configurano come aggregazioni aziendali le operazioni finalizzate al controllo di una o più società che non costituiscono un’at- tività aziendale o se l’aggregazione aziendale è realizzata con finalità riorganizzative, quindi tra due o più società già facenti parte del medesimo Gruppo, che non comporta cambiamenti degli assetti di controllo indipendentemente dalla percentuale di diritti di terzi prima e dopo l’operazione (c.d. Business combination under common control). Tali operazioni sono considerate prive di sostanza economica.
A.4 - Informativa sul fair value
Informazioni di natura qualitativa
La presente sezione comprende l’informativa sul fair value secondo quanto richiesto dall’IFRS13.
Il fair value (valore equo) rappresenta il corrispettivo che potrebbe essere ricevuto per vendere un’attività, o pagato per trasferire una passività, in una transazione regolare tra operatori di mercato alla data di valutazione. Si ipotizza di fare riferimento a una ordinaria transazione tra controparti indipendenti, in possesso di un ragionevole grado di conoscenza delle condizioni di mercato e dei fatti rilevanti connessi all’oggetto della negoziazione.
Nella definizione di fair value è fondamentale l’ipotesi che un’entità sia in condizioni di normale operatività e non abbia urgenza di liquidare o ridurre significativamente una posizione. Il fair value di uno strumento riflette, tra gli altri fattori, la qualità creditizia dello stesso in quanto incorpora il rischio di default della controparte o dell’emittente.
I principi contabili internazionali prevedono la classificazione del fair value di uno strumento finanziario in tre livelli (c.d. “gerarchia del fair value”): il livello a cui la misurazione di fair value è attribuita dipende dall’osservabilità e dalla significatività degli input utilizzati nel modello di valutazione.
Per gli strumenti finanziari quotati su mercati attivi il fair value corrisponde alla quotazione di mercato alla data di valutazione o ad altra data il più possibile prossima a essa (Livello 1). Uno strumento è considerato trattato su un mercato attivo se le quotazioni sono prontamente e regolarmente disponibili tramite mercati regolamentati, sistemi di scambio organizzati, servizi di quotazione ecc., e se tali prezzi si possono ragionevolmente considerare rappresentativi di effettive e regolari operazioni di mercato verificatesi in prossimi- tà della data di valutazione. In assenza di quotazioni su mercato attivo, o nel caso in cui facendo riferimento ad alcuni indicatori (quali ad esempio l’eseguibilità e il numero delle transazioni al prezzo quotato, lo spread denaro-lettera, gli effettivi volumi di scambio) non sia possibile ritenere che la quotazione sia rappresentativa di un mercato attivo e regolarmente funzionante, la determinazione del fair value degli strumenti finanziari avviene tramite modelli e tecniche di valutazione che hanno lo scopo di stabilire il prezzo al quale l’attività o la passività verrebbe scambiata tra operatori di mercato, in una transazione ordinaria alla data di valutazione. Il fair value di strumenti finanziari non quotati viene quindi classificato nel livello 2 o 3 a seconda che gli input utilizzati nel modello di valutazione siano o meno osservabili e della loro significatività nel modello stesso.
Gli input di livello 2 sono quotazioni disponibili su mercati attivi o input basati su dati di mercato osservabili, quali ad esempio tassi di interesse, credit spread o curve di rendimento. Se utilizzati nel pricing di uno strumento, essi devono essere disponibili per tutta la vita residua dello stesso. Il fair value di uno strumento finanziario valutato mediante tecniche che utilizzano input di livello 2 è classificato nel medesimo livello ai fini della gerarchia.
È possibile che input di livello 2 necessitino di aggiustamenti per il loro utilizzo anche in considerazione delle caratteristiche dello stru- mento finanziario oggetto di valutazione. Qualora l’aggiustamento sia effettuato sulla base di parametri non osservabili sul mercato o sia più o meno impattato dalle scelte modellistiche necessarie per effettuarlo (attraverso l’impiego di tecniche di tipo statistico o “expert-based” da parte di chi effettua la valutazione), la misurazione di fair value viene classificata nel livello 3, relativo agli input non osservabili sul mercato o non direttamente desumibili. Rientrano inoltre in questa categoria anche i parametri stimati in base a model- li o dati storici proprietari e utilizzati per le valutazioni di fair value di strumenti finanziari non quotati, classificati nel medesimo livello.
I modelli valutativi impiegati per le valutazioni di Livello 2 e Livello 3 sono sottoposti a validazione da parte dell’Area Risk Manage- ment e Antiriciclaggio di CDP. Lo sviluppo e la validazione dei modelli, così come la loro applicazione alle valutazioni contabili, sono oggetto di appositi documenti di processo.
A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati
I modelli valutativi applicati per strumenti finanziari non quotati possono prevedere, oltre a interpolazioni ed estrapolazioni, la speci- ficazione di processi stocastici rappresentativi delle dinamiche di mercato e l’applicazione di simulazioni o altre tecniche numeriche volte a ricavare il fair value degli strumenti oggetto di valutazione.
Nella scelta dei modelli di valutazione CDP tiene conto delle seguenti considerazioni:
• un modello valutativo più semplice è preferito a uno più complesso, a parità di altre condizioni e purché rappresenti tutte le ca- ratteristiche salienti del prodotto, permettendo un ragionevole allineamento con le prassi e i risultati di altri operatori del settore;
• un modello valutativo viene applicato consistentemente nel tempo a categorie omogenee di strumenti, a meno che non emergano ragioni oggettive per la sua sostituzione;
• a parità di altre condizioni, sono applicati prioritariamente modelli standard la cui struttura matematica e le cui modalità imple- mentative siano ben note in letteratura - integrati nei sistemi aziendali di cui dispone CDP.