Programma di Tutela e Uso delle Acque – Allegato 18 “Il Contratto di Fiume”
Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità
Unità Organizzativa Regolazione del Mercato e Programmazione
PROGRAMMA DI TUTELA E USO DELLE ACQUE
L. R. 12 Dicembre 2003, n. 26, art. 45, comma 3 D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152, art. 44, Titolo IV, Capo I
Allegato 18 alla Relazione generale
Il Contratto di Fiume
Regione Lombardia – D. G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità – U. O. Regolazione del Mercato e Programmazione
Programma di Tutela e Uso delle Acque – Allegato 18 “Il Contratto di Fiume”
Gruppo di lavoro
Regione Lombardia
Xxxxx Xxxxxxx – U.O. Regolazione del Mercato e Programmazione
Xxxxxxx Xxxxx – U.O. Progetti integrati
Elaborazioni e redazione del testo Xxxxxxxx Xxxxxxx- consulente esterno Xxxxxxx Xxxxxxxx – collaboratore
Si ringrazia inoltre per la collaborazione alla elaborazione e redazione dell’Accordo e degli Allegati tecnici:
per ARPA Lombardia:
Xxxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxx Xx Xxxx
collaboratori esterni:
Xxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxx Xxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxx
Regione Lombardia – D. G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità – U. O. Regolazione del Mercato e Programmazione
Programma di Tutela e Uso delle Acque – Allegato 18 “Il Contratto di Fiume”
Indice
INTRODUZIONE 1
1.DOCUMENTI INTERNAZIONALI DI RIFERIMENTO E STRATEGIE DI LIVELLO EUROPEO 3
2.ESPERIENZE EUROPEE DI PIANIFICAZIONE INTEGRATA DI BACINO FLUVIALE E DI CONTRATTI DI FIUME 7
2.1. L’esperienza inglese 7
2.2. L’esperienza tedesca 8
2.3. L’esperienza francese 8
2.4. L’esperienza belga 9
3. L’ESPERIENZA ITALIANA DELLA REGIONE LOMBARDIA 11
3.1. La base normativa regionale 11
3.2. Gli obiettivi strategici del Contratto di Fiume 12
3.3. Le fasi del Contratto di Fiume 13
3.4. Gli strumenti organizzativi del Contratto di Fiume 14
3.5. I contenuti del Contratto di Fiume 16
4. ESPERIENZA DI GESTIONE DEL PROCESSO NEGOZIALE ATTUALMENTE IN CORSO:”ACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE-CONTRATTO DI FIUME OLONA BOZZENTE LURA” 17
4.1. Il ruolo strategico delle attività di “accompagnamento” tecnico del processo negoziale 18
4.2. Relazioni intercorrenti tra il processo negoziale in corso e le linee guida della WFD 20
5. CONTRATTI DI FIUME ATTUALMENTE IN CORSO/IN AVVIO 23
6. ALLEGATI 25
6.1. ACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE “CONTRATTO DI FIUME OLONA BOZZENTE LURA”
6.2. DOSSIER “CONTRATTO DI FIUME OLONA BOZZENTE LURA”
6.2.1. Quaderno 2 Rapporto sul processo negoziale in corso: Primo quadro conoscitivo bacino Lambro- Olona e bacini Olona-Bozzente-Lura
6.2.2. Quaderno 3 Rapporto sul processo negoziale in corso: Primi elementi per la definizione e la condivisione di uno scenario strategico per la riqualificazione dei bacini
6.2.3. Quaderno 4 Rapporto sul processo negoziale in corso: I sistemi territoriali locali dei bacini: risorsa di riqualificazione all’interno dei corridoi fluviali multifunzionali.
Allegato 18
Introduzione
Nel campo delle politiche ambientali, le azioni promosse dalla Comunità prima e successivamente dall’Unione Europea costituiscono da decenni non solo un riferimento imprescindibile per le politiche di riferimento nazionali e locali, ma anche il principale impulso a considerare nuovi problemi e innovare l’approccio adottato per trattarli.
La Lombardia negli anni più recenti ha colto l’opportunità offerta dalle politiche europee di una relazione diretta tra governo locale e governo europeo: infatti, per il ruolo che la Regione Lombardia ricopre nell’economia complessiva dello Stato italiano, e per la posizione geopolitica e culturale più vicina all’Europa, essa non può esimersi dal praticare un atteggiamento proattivo nei confronti delle politiche europee.
Per quanto riguarda più nello specifico la gestione delle risorse idriche, le politiche europee datano dagli anni ’70, quando prevaleva un approccio normativo di definizione di standard e target qualitativi. Negli anni più recenti, in particolare dalla metà degli anni ’90, è maturata la consapevolezza della necessità d’un approccio più integrato, in grado di superare la frammentazione degli obiettivi e degli strumenti di governo della risorsa, ma anche degli attori chiamati a partecipare al processo.
L’acqua è considerata a livello europeo un tematismo rilevante per:
- la domanda crescente di acqua per i diversi usi antropici o socio-economici;
- i persistenti problemi di inquinamento (delle acque superficiali, e ancor più di quelle sotterranee, il che creerà alle generazioni future consistenti problemi di disponibilità di risorse idropotabili di buona qualità);
- le condizioni climatiche che potranno causare una decrescente disponibilità della risorsa acqua in alcune aree, o una sua disponibilità irregolare nel corso dell’anno .
Oggi il riferimento principale delle politiche europee relative all’acqua è rappresentato dalla Direttiva 2000/60/CE e dalle relative linee guida d’attuazione. Altri paesi europei, che hanno contribuito a definirla e che ne hanno intrapreso l’attuazione ben prima della scadenza obbligatoria per il suo recepimento (fine 2003), evidenziano alcune pratiche che sembra interessante considerare in riferimento ai Contratti di fiume all’interno dei Programmi di tutela delle acque.
Per il ruolo che le risorse idriche hanno sempre svolto nella ricchezza della Regione Lombardia questo è un settore di politiche centrale all’azione regionale, come peraltro testimoniato dalla forte attenzione della stessa Presidenza del governo regionale in merito a questo tema.
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Allegato 18
Capitolo 1
Documenti internazionali di riferimento e strategie di livello
europeo
L’approccio contrattuale al tema della gestione dell’acqua e dei fiumi, ampiamente citato nel documento del II Forum Mondiale dell’Acqua (2002), si caratterizza per la promozione di forme di gestione locale e partecipata dell’acqua, aventi come obiettivo la riproduzione delle diverse funzioni tradizionalmente garantite dall’acqua e dal fiume.
Si tratta di un approccio che si potrebbe definire come l’opposto della cultura e della pratica dell’emergenza e dunque delle opere eccezionali e di quelle di semplice riparazione dei danni.
La dimensione integrata e interdisciplinare è declinata in modo consensuale attraverso l’elaborazione e la messa in atto d’un protocollo d’accordo (il contratto) tra l’insieme degli attori pubblici e privati, con l’obiettivo di conciliare gli usi e le funzioni multiple del corso d’acqua, delle sue aree di pertinenza e della risorsa acqua, definendo:
- gli obiettivi che si intendono perseguire;
- le strategie da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi enunciati;
- le azioni specifiche da attivarsi;
L’approccio contrattuale promuove una visione ecosistemica dell’area fluviale in quanto assume come obiettivo la riproduzione di tutte le diverse funzioni tradizionalmente garantite dal fiume e dalle sue acque.
Peraltro, l’esigenza di considerare queste diverse funzioni e far dialogare fra loro i portatori d’interesse che le rappresentano, rende necessarie forme di partecipazione, assai più ampie di quelle normalmente utilizzate per la costruzione di gran parte delle politiche pubbliche, che si sviluppano lungo un arco di tempo sufficiente (da tre a cinque anni) a permettere una effettiva interazione tra i diversi attori.
Si tratta altresì di un approccio concertato in quanto le decisioni richiedono il consenso di tutti i partecipanti (anziché un voto a maggioranza), sia pubblici che privati, e la presa in conto delle diverse funzioni garantite dal corso d’acqua.
Per ciò che attiene alle azioni della Commissione europea, esse sono state dirette negli ultimi decenni a trattare principalmente i problemi di inquinamento.
L’attuazione delle due Direttive sull’acqua dei primi anni ’90 (Urban Wastewater Treatment e Nitrates) si avvia alla scadenza, anche se con non pochi ritardi rispetto a quanto previsto, ma questo fa emergere in prospettiva nuovi problemi: le questioni individuate come centrali rispetto all’azione futura riguardano da un lato gli impianti di depurazione delle acque, dall’altro l’inquinamento di origine agricola.
Per quanto riguarda gli impianti di depurazione delle acque reflue, la loro presenza o previsione era considerata fino a poco tempo fa una risposta ai problemi di inquinamento, coerentemente con la Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (Urban Wastewater Treatment).
Essendo prossima la scadenza ultima per il recepimento delle indicazioni contenute nella Direttiva, e considerando quindi scontata la presenza degli impianti, essi vengono ora considerati a loro volta un elemento di pressione inquinologica, sia relativamente all’insufficiente depurazione delle acque
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rilasciate che alla produzione di fanghi residui così inquinati da dover essere considerati a tutti gli effetti rifiuti.
Nel corso degli anni ’90, dopo le Direttive fin qui richiamate vengono approvate la Directive for Integrated Pollution and Prevention Control (IPPC) del 1996 e la Drinking Water Directive del 1998.
La Direttiva 2000/60/CE (Water Framework Directive) pubblicata nel 2000 rappresenta un salto di qualità rilevante nella direzione di affrontare in modo più integrato il problema dell’acqua. Il paradigma emergente nelle politiche europee degli anni 2000 è dunque proprio quello dell’integrazione tra settori d’azione e strumenti messi in campo per raggiungere gli obiettivi. Nell’integrazione un ruolo di primo piano viene assegnato alla prevenzione e alla valutazione del rischio e della vulnerabilità indotti dai diversi progetti.
La “nuova” politica europea per l’acqua, formalizzata nella Direttiva 2000/60/CE e nei numerosi documenti applicativi che l’accompagnano, è finalizzata a superare la frammentazione degli obiettivi e dei mezzi utilizzati nella politica comunitaria dell’acqua e a innalzare gli obiettivi di qualità operando in primo luogo attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle loro associazioni.
A oggi non ancora formalmente recepita dallo Stato italiano, nonostante la scadenza del dicembre 2003 fissata a tal fine dalla direttiva stessa, essa costituisce un riferimento imprescindibile per la costruzione delle diverse politiche di governance delle acque.
Oltre a stabilire delle scadenze per il raggiungimento di una migliore qualità delle acque, la direttiva contiene altre previsioni che modificano una serie di strumenti e i rapporti tra gli attori rispetto alla loro configurazione attuale:
a) la gestione del bacino fluviale nella sua interezza
b) la protezione ecologica e chimica delle acque di superficie
c) il principio di precauzione applicato alle acque sotterranee
d) il coordinamento dei diversi strumenti e l’individuazione di nuovi, laddove i target di qualità non siano raggiungibili con quelli esistenti
e) la partecipazione pubblica
f) la necessità di assegnare il giusto costo all’estrazione e distribuzione di acqua e al trattamento delle acque reflue.
Dopo la trasposizione nella legislazione nazionale, le scadenze fissate dalla direttiva riguardano:
- la caratterizzazione dei bacini fluviali: pressioni, impatti e analisi economica (2004)
- l’istituzione della rete di monitoraggio e l’attivazione di forme di consultazione pubblica (2006)
- l’elaborazione di una bozza di piano di bacino da rendere disponibile al pubblico (2008)
- la definizione del piano di bacino comprensivo delle misure d’azione (2009)
- il raggiungimento degli obiettivi ambientali (2015).
I contenuti della direttiva sono interpretabili in modo più dettagliato e aggiornato alla luce dei numerosi documenti guida per l’attuazione della stessa. Contestualmente alla Direttiva sono stati infatti costituiti dei gruppi di lavoro incaricati di testare l’attuazione dei diversi contenuti e di costruire interpretazioni tecniche condivise (CIS, Common Implementation Strategy). Queste interpretazioni tecniche, così come formalizzate nelle Linee Guida, sono a loro volta destinate a essere testate su base volontaria nei cosiddetti progetti pilota di bacino la cui attuazione è prevista nel periodo 2003/04 (per l’Italia il progetto pilota riguarda i Bacini del Cecina e del Tevere).
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Allegato 18
Fra i diversi documenti prodotti, i seguenti sembrano particolarmente rilevanti in riferimento ai problemi che i Contratti di fiume si trovano ad affrontare e alle innovazioni che essi possono introdurre.
Horizontal Guidance “Water Bodies”
Questo documento tratta dell’interpretazione da dare al termine “corpo idrico”, con elementi rilevanti per quanto riguarda l’individuazione del bacino.
Guidance on “Identification and Designation of Heavily Modified and Artificial Water Bodies”
Queste linee guida sono riferite ai casi in cui gli usi specifici di alcuni corpi idrici (navigazione,
produzione di energia idroelettrica, approvvigionamento idrico o difesa idraulica) e le trasformazioni sostanziali della morfologia e dell’idrologia su cui essi si basano rappresentino le cause principali dell’impossibilità di raggiungere il Buono Stato ecologico (Good Ecological Status, GES).
Guidance on “Public Participation in relation to the Water Framework Directive: Active involvement, Consultation, and Public access to information” (e relativo Allegato)
Documento prodotto dal gruppo di lavoro sulle buone pratiche nella pianificazione di bacino, adottato
dai direttori delle acque dell’Unione Europea a Copenhagen (21/22 Novembre 2002).
Guidance on “Planning Process”
Le linee-guida sottolineano innanzitutto le pre-condizioni per un processo di pianificazione che riesca a fare propri gli aspetti rilevanti della WFD:
- una visione a lungo termine per il bacino fluviale;
- la gestione della conoscenza e dell’informazione e della capacità di acquisirle e trattarle;
- l’integrazione a livello operativo;
- le relazioni con le altre politiche di pianificazione;
- la corretta temporalizzazione;
- una “scatola degli attrezzi” appropriata.
Inoltre, è interessante guardare alle nuove strategie europee in tema di Ambiente Urbano per quanto riguarda sia le cause degli attuali problemi di inquinamento delle acque che la situazione delle aree a rischio di esondazione.
In questo campo, il primo documento a fare proprio un approccio di sviluppo sostenibile è la comunicazione del 1998 dal titolo “Sustainable Urban Development in the European Union: A Framework for Action” (COM(1998)605). Questo documento portò all’inclusione di considerazioni ambientali nelle linee guida della Commissione per i programmi di sviluppo regionale 2000-2006, contribuì al rinnovo del programma URBAN e supportò lo sviluppo del programma di ricerca “City of Tomorrow and Cultural Heritage”.
Non tutti i contenuti del documento trovarono tuttavia attuazione in corrispondenti misure d’azione, e la Strategia Tematica in preparazione per il 2006(soggetta a ulteriori consultazioni nel corso del 2004) dovrebbe ora dare nuovo vigore all’integrazione degli aspetti della sostenibilità in più politiche, con particolare attenzione a quelle relative alla pianificazione degli usi del suolo.
Sia la comunicazione del 1999 “Sustainable Urban Development in the European Union: A Framework for Action”, che il rapporto del 2001 prodotto dall’EU Expert Group sull’ambiente urbano “Towards More Sustainable Land Use” sottolineavano l’importanza della pianificazione urbanistica e territoriale nell’ottenere un ambiente urbano sostenibile.
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Una serie di raccomandazioni in tal senso sono presenti anche nell’ESDP: European Spatial Development Perspective - Towards Balanced and Sustainable Development of the Territory of the European Union adottato nel 1999 da tutti gli Stati Membri su base volontaria.
La recentissima Comunicazione “Towards a thematic strategy on the urban environment” COM(2004)60 offre una visione d’insieme dell’approccio che guiderà l’azione europea in questo campo nei prossimi anni, in particolare attraverso la Strategia Tematica per l’ambiente urbano.
L’obiettivo generale è quello di assicurare lo sviluppo sostenibile delle regioni in cui le aree urbane sono inserite, “minimizzare gli impatti negativi delle aree urbane sui cicli ecologici a tutti i livelli, applicando il principio di precauzione, e migliorare le condizioni ecologiche.”
Più nello specifico, è previsto che ogni città o conurbazione superiore ai 100.000 abitanti dovrebbe adottare un piano di gestione ambientale per il proprio territorio, e in particolare per l’acqua, l’aria e il rumore, mettendo a sistema quanto previsto dalle rispettive Direttive, anche attraverso azioni di “riqualificazione (retrofitting) delle aree urbane per aumentarne la sostenibilità”.
A tale proposito, è interessante osservare anche quanto proposto nello stesso documento relativamente ad altri temi, in particolare la Progettazione urbana sostenibile, l’Integrazione tra politiche comunitarie e l’Integrazione tra livelli diversi dell’amministrazione pubblica.
Rimanendo sempre all’interno del campo d’azione ambientale, altre politiche rilevanti per la riqualificazione dei bacini riguardano due politiche normative non riferite specificamente all’acqua ma rilevanti per gli effetti che esse già hanno o sono destinate ad avere nella gestione delle diverse risorse e sono rispettivamente l’ormai ‘storica’ Direttiva “Habitat” del 1992 e la Direttiva 2001/42/CE, relativa alla cosiddetta VAS, Valutazione ambientale strategica (degli effetti dei piani sull’ambiente).
Quest’ultima dovrà riguardare tutti i piani e i programmi sia territoriali che settoriali. Alla Direttiva “Habitat” sono invece legate gran parte delle azioni di tutela della biodiversità attuate e progettate negli anni più recenti, dal progetto europeo Rete Natura 2000 alle reti ecologiche di scala locale.
Il VI Programma di azione per l’ambiente (Decision 1600/2002/CE) identifica quattro aree prioritarie d’attenzione per il prossimo decennio: cambiamenti climatici, natura e biodiversità, salute e qualità della vita, gestione delle risorse naturali e dei rifiuti, offrendo un riferimento non solo normativo allo sviluppo di politiche finalizzate a trattare in modo innovativo queste diverse questioni ambientali che interessano in modo diretto anche i bacini in questione.
È utile infine un accenno al regolamento CE n.761/2001 sull’adesione volontaria delle Organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS). Inizialmente richiesta soprattutto da aziende, dal 2001 la registrazione EMAS è stata ottenuta in Europa da più d’un centinaio di amministrazioni locali. Questo strumento consente alle amministrazioni di analizzare l’impatto diretto e indiretto delle proprie attività sull’ambiente, di tenere conto delle posizioni dei principali portatori di interesse e di rendere pubblici i dati ambientali del proprio operato, certificati da valutatori indipendenti.
Xxxx presenta quindi delle sinergie significative con il processo avviato in materia di Contratti di Fiume.
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Allegato 18
Capitolo 2
Esperienze europee di pianificazione integrata di bacino
fluviale e di contratti di fiume
2.1 L’esperienza inglese
Un esempio interessante di tentativo di integrare i diversi aspetti di gestione delle acque e dei bacini idrografici lo si trova nei documenti più recenti dell’ente inglese DEFRA (Department for Environment, Food and Rural Affairs, equivalente a un nostro Ministero nazionale) che ha acquisito di recente, accanto alle competenze in materia di qualità delle acque che già deteneva, quelle per la gestione delle piene. Un modo innovativo di porre alcuni problemi è già presente nel documento “Directing the flow: Priorities for future water policy” del novembre 2002. In esso si sottolinea come finora siano state trascurate le relazioni tra i diversi aspetti della gestione delle acque, quali la gestione della risorsa, la qualità dell’acqua e il trattamento delle esondazioni, e tra questi e gli altri settori di politiche.
La vera sfida del futuro è individuata nella capacità di assicurare l’effettiva interazione della pianificazione degli usi del suolo con le politiche per la gestione delle acque.
Uno degli obiettivi dell’azione del DEFRA è l’integrazione dei diversi tipi di piani che insistono sullo stesso territorio, con particolare riguardo ai piani urbanistici e territoriali e ai piani che trattano della gestione delle acque e delle esondazioni. Relativamente alle interazioni tra esondazioni e qualità delle acque, si tratta d’un tema considerato particolarmente importante; trattasi infatti d’una interazione che varia anche notevolmente da luogo a luogo, secondo la topografia, la forma delle urbanizzazioni, la pratica urbanistica. In generale, la linea d’azione adottata consiste comunque nello sviluppare procedure che garantiscano una selezione e valutazione delle diverse opzioni per la gestione delle piene in base al fatto che garantiscano a sufficienza benefici multipli.
A tal fine è in atto la promozione di piani di gestione delle piene a livello di bacino idrografico, sotto la guida dell’agenzia ambientale, finalizzati a sviluppare un approccio olistico alla gestione delle piene.
Nel nuovo London Plan, pubblicato all’inizio del 2004, si può trovare un’applicazione recente e specifica della nuova politica integrata relativa ai fiumi.
Questo nuovo piano per l’area metropolitana contiene, oltre a numerose politiche tematiche o settoriali, tre politiche trasversali rivolte sia all’amministrazione metropolitana che ai singoli comuni (boroughs), relative :
- all’uso e gestione delle risorse naturali;
- ai principi di buona progettazione della città (good design);
- alla rete dei corsi d’acqua (the blue ribbon network).
La politica relativa alla rete dei corsi d’acqua viene considerata centrale per l’intero Piano: “The Mayor has a visionary approach to the Blue Ribbon Network, taking the water as the starting point for decision-making”.
I principi su cui si basa la costruzione delle azioni di piano sono i seguenti:
- la natura multi-funzionale della rete;
- la rete dei corsi d’acqua come parte del sistema degli spazi pubblici aperti;
- nell’ottica di una diversificazione della crescita economica, l’importanza di considerare il potenziale dei trasporti, delle attività per il tempo libero e del turismo connessi all’acqua;
- la pubblica accessibilità per tutti alla rete;
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- l’uso della rete per il trasporto di persone e merci, ma anche quale opportunità per percorsi pedonali e ciclabili;
- la protezione e il miglioramento del valore ecologico e paesistico;
- la promozione nelle aree prossime all’acqua di trasporti sostenibili, spazi pubblici aperti, la protezione degli habitat naturali e ritenzione dell’acqua o protezione delle piene;
- l’esclusione degli usi non strettamente relazionati alla presenza dell’acqua.
Un aspetto interessante per l’attuazione del piano è l’obbligo che tutti i Comuni, nel rivedere i propri strumenti di pianificazione (UDPs, Unitary Development Plans25) designino un’area di politiche per la rete dei corsi d’acqua, in consultazione con i comuni contermini, predisponendo degli scenari e delle proposte dettagliate per i rispettivi tratti di fiume e i dintorni.
2.2 L’esperienza tedesca
In Germania, il 3 marzo 2004 è stato presentato un progetto di nuova Legge federale sul miglioramento della protezione dalle esondazioni (Gesetz zur Verbesserung des vorbeugenden Hochwasserschutzes).
La norma più importante prevede che nelle aree con tempi di ritorno (degli eventi di piena) centennali
non sia ammessa alcuna costruzione, salvo quelle direttamente connesse all’uso dei fiumi (porti ecc.), e siano invece da individuarsi azioni di:
- mantenimento o miglioramento della struttura ecologica delle acque e delle superfici di pertinenza - contenimento dei processi di erosione;
- mantenimento o recupero di superfici da sottrarre ad altri usi;
- regolazione delle acque di esondazione;
- contenimento o mitigazione dei danni delle esondazioni.
Nei piani territoriali, le aree dedicate al fiume e alle sue esondazioni concorrono alla definizione degli standard per gli spazi aperti; i piani hanno l’obbligo di individuare queste aree.
2.3 L’esperienza francese
In Francia, da più anni ormai le leggi che regolano e orientano l’azione pubblica nel campo delle acque tendono a privilegiare un approccio alla risorsa acqua concepita come patrimonio, non solo come elemento funzionale ad alcuni usi.
In questo contesto, il Ministero francese dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile ha lanciato di recente un vero e proprio “dibattito” nazionale in merito alla politica delle acque, coinvolgendo tutti i diversi enti funzionali e territoriali che concorrono a definire e gestire le azioni in questo campo.
Il processo messo in piedi è di per sè interessante, in quanto ha attivato una discussione (a livello nazionale) cui sono stati invitati a partecipare tutti i principali attori pubblici e privati in materia di acqua, compresi i Comitati di bacino. Il rapporto tecnico dell’agosto 2003 sintetizza i risultati delle prime due fasi del dibattito, riportando in sintesi i diversi problemi sollevati e le soluzioni proposte da ciascun attore.
Lo strumento “Contratto di fiume” è stato istituito per la prima volta in Francia, con la Circolare del Ministro dell’Ambiente del 5.2.1981. Secondo l’accezione giuridica richiamata, il “contrat de rivière” è “uno strumento di realizzazione di una carta d’obiettivi di qualità che fa appello non tanto alla procedura regolativa, bensì a quella contrattuale”. Il termine “rivière” designa nel linguaggio comune un corso d’acqua naturale di media importanza nel quale gli elementi naturali sono ancora presenti. Non secondariamente, la competenza sui principali corsi d’acqua navigabili è attribuita al Ministère de l’Equipement et de Transports, mentre quella sulle “rivières” spetta al Ministero dell’Ambiente.
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Allegato 18
L’obiettivo iniziale dell’istituzione dei Contratti di fiume è quello di lottare contro il degrado della qualità delle acque, e al tempo stesso di trovare un rimedio all’incuria dei proprietari rivieraschi che avevano smesso di mantenere le rive; non a caso questa nuova iniziativa segue le azioni “rivière propres” (fiumi puliti) promosse dal Comitato interministeriale per la qualità della vita.
Dal primo Contratto di fiume sottoscritto nel 1983 (La Thur), sono stati promossi circa 150 contratti, che coprono più del 10% del territorio nazionale.
Con la Circolare ministeriale del13.5.1991 la possibilità di sviluppare un contratto è stata estesa alle baie.
Lo strumento “Contratto di fiume” prevede come possibile “porteur du projet” qualsiasi rappresentante eletto di un ente territoriale. Il cosiddetto “Dossier préalable”, che comprende una prima definizione degli obiettivi e un programma di approfondimento, deve essere trasmesso dal prefetto al Ministero dell’ambiente con i pareri dei diversi servizi pubblici competenti in materia di acque e di pesca, ed è quindi esaminato da un “comité national d’agrément” composto di politici eletti, rappresentanti degli utenti, ministeri interessati dalla gestione dell’acqua e rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Dopo il parere favorevole, viene costituito un “comité de rivière” in cui sono rappresentati a livello locale tutti gli attori dell’acqua; presieduto da un politico eletto, indirizza gli studi ed elabora il dossier definitivo che specifica il quadro conoscitivo di riferimento, gli obiettivi e le azioni previste per raggiungerli. Il progetto viene trasmesso anch’esso al “comité national d’agrément” per il parere; dopo le eventuali negoziazioni necessarie a ottenere il parere favorevole di tutte le parti interessate, il contratto viene sottoscritto. Il “comité de rivière” ne controlla l’attuazione definendone una programmazione annuale.
Il successo dell’esperienza di gestione collettiva maturata grazie ai Contratti di fiume è stata recepita dalla legge 3.1.1992 sulle acque, e dagli strumenti [SDAGE (Xxxxxxx directeur d’amenagement et de gestion des eaux alla scala di bacino idrografico complessivo) SAGE (Schéma d’amenagement et de gestion des eaux a livello locale) e Contratti di fiume in essa previsti.
In seguito a questa legge, i Contratti di fiume sono attualmente interpretati come strumenti di attuazione dei SAGE, assumendo quindi la forma di programmi di co-finanziamento d’azioni di riqualificazione fluviale tra attori essenzialmente pubblici. Per quanto riguarda la partecipazione finanziaria dello Stato centrale, una Circolare del 24.10.1994 prevede la possibilità di contributi del Ministero dell’ambiente pari al 40% massimo dell’importo degli studi preliminari, del 20% delle opere di riqualificazione e manutenzione e per la creazione d’una struttura di gestione, del 10-15% massimo per azioni d’informazione e sensibilizzazione. A eccezione dei contributi per gli studi, gli altri sono concessi soltanto quando il Contratto di fiume s’iscrive in un SAGE già approvato. La stessa procedura di approvazione del contratto, nel contesto di un SAGE approvato, è semplificata:
va presentato soltanto un dossier definitivo che assume come quadro di riferimento conoscitivo il SAGE stesso, ne fa proprio il programma d’azione e ne declina il piano di finanziamento.
2.4 L’esperienza belga
Negli anni ’90 il Contratto di fiume viene adottato come strumento ufficiale anche dal Belgio francofono (Wallonie). Facendo seguito a quattro progetti pionieri promossi tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 (in ordine cronologico, Ruisseau de Fosses, Haute Meuse, Xxxxx, Dendre), la Circolare ministeriale 18.3.1993, modificata nel 1996 e 1997 e infine abrogata e sostituita dalla Circolare 20.3.2001, definisce contenuti e procedure del Contratto di fiume.
A fine 2002 erano stati promossi 12 Contratti di fiume, che interessano il 43 % del territorio. A oggi vi sono 14 contratti esistenti e 5 in progetto.
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In analogia con la situazione francese, si può osservare come i contratti finora messi in atto tendano a scludere i corsi d’acqua navigabili, ovvero quelli di maggiori dimensioni, interessando invece soprattutto i corsi d’acqua minori o i tratti a monte di quelli maggiori, di competenza del Service des Cours d’eau non navigables del Ministre de la Region wallonne.
Le regole attualmente in atto prevedono una fase di studio della durata di tre anni, mentre la fase di attuazione e aggiornamento del contratto può essere prolungata fino a 12 anni; in questa seconda fase sono comunque previsti degli aggiornamenti triennali, mediante i quali possono essere inserite delle nuove azioni. Il territorio oggetto di contratto deve inscriversi nei limiti naturali di uno dei sotto-bacini dell’apposita lista adottata dal governo wallone per dare attuazione alla Direttivan quadro europea sulle acque (WFD).
Se le procedure formali sono grosso modo simili al caso francese (invio e approvazione delle varie proposte, di studio e di progetto, a livello centrale ), sia le presentazioni ufficiali dello strumento “contrat de rivière” che l’analisi dei contratti già sottoscritti evidenziano un maggiore coinvolgimento degli attori non istituzionali, che oltre a partecipare numerosi ai contratti ne hanno svolto in diversi casi il ruolo di promotori. Su un campione di 17 contratti (Ministère de la Region wallonne 2001), 6 erano stati promossi da Comuni, altrettanti da associazioni o reti di associazioni ambientaliste, culturali e sportive, 2 da Province, 2 da entità miste e 1 da una società intercomunale per la depurazione delle acque.
L’elaborazione del dossier preparatorio è finanziata dalle più diverse fonti, generalmente dai promotori stessi. Sulla base di questo dossier il promotore del contratto e il Ministero sottoscrivono una convenzione che definisce la metodologia degli approfondimenti e i metodi di partecipazione delle parti interessate, le aree di attività oggetto del Contratto di fiume, la composizione e il ruolo del comitato di fiume, le previsioni finanziarie, la durata dell’attività. La procedura è dunque relativamente flessibile, e le singole convenzioni vengono definite su misura delle questioni, degli attori e delle domande di partecipazione locali. Analogamente per quanto riguarda il contratto vero e proprio, che è sottoscritto da tutti gli attori, pubblici e privati, che si sono impegnati nel processo di definizione e nell’attuazione di azioni, e ai quali è richiesto di rendere conto pubblicamente, una volta l’anno, delle azioni effettivamente realizzate.
Pur trattandosi d’un impegno volontario e morale, non “opponibile a terzi”, gli obiettivi e in generale i contenuti del contratto sono spesso utilizzati nella presa di decisioni, in particolare di natura urbanistica.
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Capitolo 3
L’esperienza italiana della Regione Lombardia
Sia nel contesto italiano più complessivo, sia in Regione Lombardia, la sperimentazione di una politica negoziata nei termini di un “Contratto di fiume” è un percorso del tutto nuovo, strettamente connesso con la definizione di strategie finalizzate alla governance delle acque ed alla elaborazione di programmi di uso e tutela delle stesse.
Il riferimento agli ormai consolidati casi europei, citati precedentemente, rappresenta un utile supporto, ma non può che essere indicativo, essendo diverse sia le articolazioni istituzionali di riferimento che i problemi da trattarsi attraverso il Contratto.
Nell’ambito regionale la concentrazione dei problemi di inquinamento, rischio idraulico, qualità ecosistemica e fruizione, osservabile nei bacini dell’Olona - Seveso - Lambro, ha pochi raffronti possibili con altre situazioni europee già oggetto di Contratti di Fiume e pertanto si è deciso di attivare, proprio in tali bacini prioritariamente, una sperimentazione originale capace di attivare un numero assai grande di soggetti all’interno di un quadro attuale in cui le potenzialità di interessi confliggenti appaiano altrettanto elevate.
La Regione Lombardia ha nel suo programma (PRS) l’obiettivo di produrre alta qualità ambientale ed in particolare nella regione urbana milanese (bacino Olona-Lambro settentrionale) le cui tendenze evolutive evidenziano la contraddittorietà di un processo che, se da un lato rafforza il carattere policentrico del sistema regionale, dall’altra presenta, ancora proiettate sul futuro, le contraddizioni ambientali e territoriali del modello centroperiferico del recente passato.
Per superare questo divario occorrono strategie integrate per passare dalla quantità della crescita alla qualità e alla peculiarità dello sviluppo locale come si auspica nei diversi documenti regionali, dal PRS alle proposte per il Piano Territoriale Regionale. Strategie che andranno sviluppate per favorire l’evoluzione dell’assetto territoriale dal modello metropolitano centroperiferico alla regione urbana policentrica. Il riequilibrio dei fattori di sviluppo economico attraverso la qualità ambientale; lo sviluppo locale autosostenibile, la riqualificazione dei nodi urbani, il riequilibrio ambientale, la tendenziale chiusura locale dei cicli (delle acque, dei rifiuti, dell’alimentazione, ecc); la crescita delle aree protette, dei parchi fluviali e delle riserve naturali in ambiente fluviale.
Un primo livello di integrazione può essere raggiunto esplorando le possibili sinergie fra alcune diverse azioni già previste dalle politiche delle varie DG regionali (v. DPEFR):
il programma di Tutela delle acque, il Programma generale di bonifica, le azioni di laminazione delle piene; la Programmazione di interventi strutturali del ciclo delle acque; la Definizione di piani di intervento intercomunali; il Recepimento del PAI, la Delocalizzazione di insediamenti incompatibili e la Definizione di indirizzi per lo sviluppo del territorio secondo criteri di sostenibilità e sicurezza .
3.1 La base normativa regionale
Riguardo al quadro normativo regionale sviluppatosi nel 2003, esso ha visto in particolare l’approvazione di due l.r. di grande valenza per supportare il processo avviato: per ciò che attiene alla
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forma di processo negoziale da utilizzare è stata approvata la l.r. 02/03 “Programmazione negoziata regionale” (e relativo regolamento d’attuazione dell’agosto 2003) che prevede una serie di possibili modelli di programmazione.
In particolare, l’art.2 “Strumenti della programmazione negoziata” prevede:
a) Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale
b) Programma Integrato di Sviluppo Locale
c) Contratto di Recupero Produttivo
d) Accordo di Programma
Per sviluppare adeguatamente i Contratti di fiume in Lombardia si è deciso di avvalersi dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) come strumento maggiormente idoneo.
Inoltre a fine 2003 è intervenuta l’approvazione della l.r. 26/03 sui servizi di pubblica utilità “Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche” che, al titolo V “Disciplina delle risorse idriche”, capo II, individua i “Contratti di fiume”(così come i Contratti di Lago) come processi di sviluppo del partenariato funzionali all’avvio della riqualificazione dei bacini fluviali: “La Regione promuove la concertazione e l’integrazione delle politiche a livello di bacino e sottobacino idrografico, con la partecipazione di soggetti pubblici e privati, per la tutela e valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi e la salvaguardia dal rischio idraulico.Gli strumenti di programmazione negoziata, previsti dalle norme regionali, che assumono tali finalità, sono denominati contratto di fiume e contratto di lago”.
Grazie a tale inquadramento normativo è stata possibile l’ elaborazione di una bozza di AQST “Contratto di fiume Olona-Bozzente-Lura” che il 18 dicembre 2003 è stata presentata agli Enti firmatari del precedente Protocollo d’intesa “Verso i Contratti di fiume” del febbraio 2003. Il 22 luglio 2004 è stato firmata la versione definitiva dell’AQST.
3.2 Gli obiettivi strategici del Contratto di Fiume
a) riduzione dell’inquinamento delle acque
I soggetti sottoscrittori si impegnano a mettere in atto tutte quelle azioni previste dalle normative comunitarie, statali e regionali atte a ridurre l’inquinamento delle acque e perseguire gli obiettivi di qualità secondo i modi ed entro i tempi definiti da tali normative.
In questo contesto assume particolare rilievo il Piano di Tutela delle Acque per il bacino del Fiume Olona, alla cui definizione ed implementazione i soggetti sottoscrittori convengono si debba pervenire in modo coordinato e partecipato, al fine di poterne condividere ampiamente i contenuti, riconoscendo in questo il primo ed essenziale momento per una sua applicazione incisiva ed efficace.
b) riduzione del rischio idraulico
I soggetti sottoscrittori si impegnano a concorrere e a favorire la messa a punto di un adeguato programma di interventi per la difesa idraulica del territorio e a mettere in atto tutte le azioni previste dall’AdBPO atte a ridurre il rischio idraulico nei bacini.
c) riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi afferenti ai corridoi fluviali
I soggetti sottoscrittori si impegnano a sviluppare o ri-orientare le politiche ambientali per concorrere a :
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- connettere gli spazi aperti residuali in una rete verde, al fine di realizzare un corridoio ecologico N-S quale elemento strutturante di una rete ecologica di bacino.
- promuovere, per questa rete, funzioni ecologiche, fruitive, di mitigazione del rischio idraulico e del rischio di inquinamento.
- promuovere la rinaturalizzazione delle fasce prossime ai sistemi infrastrutturali lineari.
I soggetti sottoscrittori si impegnano a mettere in atto le azioni urbanistiche, generali e di settore, atte a riqualificare in termini di sostenibilità, fruibilità e sicurezza il rapporto tra fiume e territorio.
d) condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell’acqua
I soggetti sottoscrittori ritengono fondamentale lo sviluppo di un adeguato sistema per la condivisione tra loro delle informazioni e l’attivazione di adeguate forme di pubblicizzazione delle stesse, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione con particolare attenzione alle tecnologie informatiche. I soggetti sottoscrittori si impegnano a realizzare in sistema informativo aperto e interattivo, che consenta la pubblicazione e l’accesso alle conoscenze in essere e a quelle che verranno acquisite, a tutti gli attori dell’ AQST- Contratto di Fiume e , più in generale, a tutti i cittadini. I soggetti sottoscrittori provvederanno a dare piena informazione, a tutti i cittadini, degli obiettivi e delle attività condivise e previste dall’AQST-Contratto di Fiume.
I soggetti sottoscrittori si impegnano inoltre a sviluppare azioni e programmi finalizzati a promuovere e diffondere la cultura dell’acqua, sollecitando e permettendo una piena partecipazione dei cittadini alle iniziative volte alla valorizzazione, alla tutela e all’utilizzo razionale delle risorse idriche.
3.3 Le fasi del Contratto di Fiume
In base a quanto previsto dalla citata l.r. 2/2003 e dal relativo regolamento di attuazione, l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) è stato individuato come lo strumento di programmazione negoziata (PN) più adeguato per formalizzare e dare una adeguata struttura organizzativa al processo di programmazione concertata denominato “Contratto di Fiume”.
In base a quanto previsto dagli artt. dal 5 al 10 del predetto regolamento, sono state individuate tre fasi del processo:
1. Promozione (art. 5)
La promozione spetta alla Regione. La proposta viene presentata dall’Assessore competente ed è formalizzata mediante l’adozione di apposita delibera della G.R.. Con la medesima delibera viene istituito un Comitato di Coordinamento (composto da tutti i rappresentanti dei soggetti aderenti alla proposta) e un Comitato tecnico, la cui composizione viene definita dalla delibera stessa in modo che siano equilibratamente rappresentate le realtà istituzionali e territoriali aderenti.
2. Approvazione e sottoscrizione (art. 6)
Lo schema di AQST-Contratto di Fiume, predisposto dal Comitato Tecnico e sul quale esprime un preventivo assenso il Comitato di Coordinamento, è approvato dagli organi competenti dei soggetti aderenti e successivamente sottoscritto dai relativi rappresentanti legali.
Il provvedimento regionale di approvazione individua l’Assessore cui è demandato il compito di coordinamento dell’attività regionale e gli altri Assessori regionali interessati alla sottoscrizione dell’AQST.
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Il Direttore Generale dell’Assessorato cui spetta il coordinamento assume il ruolo di Soggetto Responsabile dell’AQST (art. 7).
3. Attuazione, monitoraggio e rimodulazione (art. 9)
Il governo e le verifiche dell’avanzamento del processo complessivo di realizzazione delle azioni previste dall’AQST spettano al Soggetto Responsabile, coadiuvato dal Comitato Tecnico.
Al Comitato di Coordinamento spetta il compito di verificare periodicamente (ogni anno o semestre) l’attuazione dell’AQST, di decidere su integrazioni o rimodulazioni dei contenuti generali dell’AQST e/o delle singole azioni.
E’ previsto che integrazioni o rimodulazioni, di singoli settori o ambiti di intervento previsti dall’AQST che non alterino gli obiettivi definiti e l’allocazione complessiva delle risorse, possano essere autorizzate dal Soggetto Responsabile, sentito il Comitato Tecnico, dandone successiva comunicazione al Comitato di Coordinamento.
3.4 Gli strumenti organizzativi del Contratto di Fiume
In sintesi l’AQST-Contratto di Fiume prevedere i seguenti organi e soggetti che interagiscono con varie funzioni e livelli di responsabilità nella predisposizione, gestione e attuazione del processo negoziale:
a) il Comitato di Coordinamento, composto dal Presidente della Giunta regionale o dall’Assessore delegato, che lo presiede, e dai Sindaci, Presidenti e Legali rappresentanti dei soggetti sottoscrittori o loro delegati.
Alle riunioni del Comitato di Coordinamento partecipano di diritto gli Assessori regionali competenti in materia di gestione delle risorse idriche, di difesa del suolo, urbanistica, protezione civile, parchi e risorse ambientali, opere pubbliche e agricoltura, così come individuati con la delibera della Giunta regionale di promozione e successiva approvazione dell’AQST, ed il Soggetto Responsabile.
Il Comitato di Coordinamento:
• sovrintende all’attuazione dell’AQST e ne aggiorna i contenuti, condividendo gli obiettivi di sviluppo e l’allocazione delle risorse;
• promuove e favorisce l’adesione all’AQST di tutti gli Enti pubblici compresi nell’ambito di intervento e, nel caso di una loro adesione successiva alla stipula dell’AQST, ne prende atto;
• valuta e approva le proposte di adesione di soggetti privati, sulla base della qualificazione dell’interesse di questi ultimi, dell’apporto al programma di interventi, degli impegni derivanti dalla proposta e delle idonee garanzie;
• approva il Programma d’Xxxxxx;
• approva le eventuali modificazioni e/o integrazioni del Programma d’Azione dell’AQST;
• riceve le comunicazioni relative alle eventuali modificazioni e/o integrazioni del Programma d’Azione dell’AQST;
• prende atto delle relazioni semestrali in ordine allo stato di attuazione dell’AQST e del relativo Programma d’Azione.
b) il Soggetto Responsabile
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Xxxxxxxx responsabile dell’AQST è il Direttore Generale della D.G. Risorse Idriche e Servizi di Pubblica Utilità della Regione Lombardia.
Nell’ambito delle decisioni assunte e condivise dal Comitato di Coordinamento e deliberate dagli organi competenti di ciascun soggetto sottoscrittore, Il Soggetto Responsabile, con la collaborazione del Comitato Tecnico, svolge i seguenti compiti:
• coordina l’attuazione di quanto previsto dall’AQST, anche in collaborazione con i responsabili di eventuali procedimenti regionali correlati;
• assicura l’attivazione delle metodologie e degli strumenti definiti a supporto dell’attività contrattuale;
• governa il processo complessivo di realizzazione del programma d’azione anche mediante periodiche riunioni con i soggetti coordinatori delle singole azioni;
• partecipa, direttamente o mediante un suo rappresentante appositamente delegato, ai lavori del Comitato Tecnico;
• verifica il rispetto degli impegni assunti dai soggetti sottoscrittori ponendo in essere le iniziative idonee a garantire la completa realizzazione delle azioni previste;
• propone al Comitato di Coordinamento le eventuali modificazioni e/o integrazioni dell’AQST;
• comunica al Comitato di Coordinamento le eventuali modificazioni e/o integrazioni dell’AQST;
• trasmette al Comitato di Coordinamento relazioni semestrali in ordine allo stato di attuazione dell’AQST redatte sulla base delle relazioni inviate dai soggetti attuatori.
Per le attività di cui sopra il Soggetto Responsabile si avvale delle strutture della D.G. cui è preposto.
c) Il Comitato Tecnico, composto da rappresentanti tecnici dei soggetti sottoscrittori, coordina l’attuazione delle azioni e supporta il Soggetto Responsabile nell’espletamento dei relativi compiti.
Il Comitato Tecnico, per lo svolgimento dei suoi compiti, può richiedere la collaborazione delle strutture tecnico-amministrative dei soggetti sottoscrittori.
Il Comitato Tecnico, avvalendosi anche delle strutture delle Direzioni Generali regionali partecipanti all’AQST ed in particolare della D.G. Risorse Idriche e Servizi di P.U., assicura una attività di supporto organizzativo al Comitato di Coordinamento per le sue riunioni e per l’attivazione dei momenti di confronto decentrati e collabora con il Soggetto Responsabile dell’AQST per le attività di verifica e monitoraggio dell’attuazione dell’AQST e del relativo Piano d’Azione.
Il Comitato Tecnico si avvale inoltre del supporto tecnico-scientifico ed organizzativo assicurato da ARPA Lombardia.
d) i Soggetti responsabili dell’attuazione dei singoli interventi o azioni previsti dall’AQST.
Soggetti attuatori dell’AQST sono, ciascuno per le responsabilità che gli vengono attribuite, i soggetti specificatamente individuati in ciascuna scheda del Programma d’Azione.
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I compiti dei soggetti attuatori sono:
• assicurare la completa realizzazione dell’attività, cui sono preposti, nel rispetto delle previsioni dei tempi, delle fasi, delle modalità e nei limiti delle risorse finanziarie fissate dall’AQST;
• concorrere ad organizzare, valutare e monitorare l’attivazione e la messa a punto del processo operativo teso alla completa realizzazione dell’azione;
• collaborare con il soggetto coordinatore dell’azione nella verifica dell’attuazione degli impegni.
Per ciascuna azione viene altresì individuato, di norma fra i componenti del Comitato Tecnico, un soggetto coordinatore cui compete:
• coordinare le attività dei vari soggetti attuatori al fine di garantire la corretta realizzazione dell’azione;
• organizzare, valutare e monitorare l’attivazione e la messa a punto del processo operativo teso alla completa realizzazione dell’azione;
• promuovere opportuni momenti di confronto e di verifica per le finalità di cui ai precedenti punti;
• raccordarsi con il Soggetto Responsabile dell’AQST per le attività di sua competenza.
3.5 I Contenuti del Contratto di Fiume
L’AQST-Contratto di Fiume si articola e sviluppa i seguenti temi:
a) Motivazioni e obiettivi per cui si rende necessaria l’attivazione del “Contratto di Fiume”
b) Ambito di applicazione (territoriale e tematismi principali)
c) Definizione dello strumento di Programmazione negoziata ed esplicitazione della volontarietà dell’adesione
d) Organismi e strutture dell’AQST
e) Indicazione delle fasi del processo e del metodo di lavoro:
- rappresentazione stato di fatto, criticità ed opportunità
- metodologia per la definizione dello scenario strategico
- metodologia per l’individuazione degli obiettivi e tematiche di intervento
- metodologia di valutazione della coerenza delle politiche e delle azioni messe in atto dai soggetti sottoscrittori
f) Modalità di verifica, integrazione e rimodulazione dell’accordo e delle singole iniziative
g) Programma d’Xxxxxx, composto da schede descrittive di ciascuna azione con indicazione del soggetto responsabile e degli altri eventuali soggetti che vi partecipano, della politica/azione/intervento da attuare, della sua coerenza con le finalità dell’AQST e con lo scenario strategico definito, dei tempi di attuazione, delle risorse necessarie e disponibili, degli strumenti normativi da attivare, delle criticità attese. La scheda indica inoltre se per l’attuazione della politica/azione/intervento si rende necessario attivare un apposito strumento di programmazione negoziata.
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Capitolo 4
Esperienza di gestione del processo negoziale attualmente in corso: “Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale – Contratto di Fiume Olona Bozzente Lura”
Se il carattere negoziale di un processo di programmazione è coerente con l’approccio enunciato dalla Regione nei suoi diversi documenti programmatici e può contare ormai su un certo numero di esempi già attuati (dagli Accordi di Programmazione Quadro Stato-Regione ai Patti territoriali), la sperimentazione di una politica negoziata nei termini di un “Contratto di fiume” è un percorso del tutto nuovo sia per la Regione Lombardia che nel contesto italiano più complessivo. Il riferimento agli ormai consolidati casi europei rappresenta un utile supporto, ma non può che essere indicativo, essendo diverse sia le articolazioni istituzionali di riferimento che i problemi da trattarsi attraverso il Contratto.
Il primo anno dedicato a questa sperimentazione ha rappresentato pertanto un tempo denso dedicato: alla costruzione di relazioni fra un primo (ancora limitato, anche se istituzionalmente assai rappresentativo) insieme di attori potenziali; a delineare alcuni primi quadri di riferimento comuni a questi attori nella rappresentazione dei problemi e delle possibili soluzioni; a interpretare le possibili modalità di formalizzazione degli esiti.
Queste attività si sono sviluppate con il coordinamento della Direzione Generale Servizi di Pubblica Utilità della Regione Lombardia secondo due modalità di lavoro distinte e fra loro correlate:
1. la prima ha avuto come oggetto la produzione di elaborati tecnici (descrizione e rappresentazione di un quadro conoscitivo relativo al bacino Lambro-Olona come contributo alla definizione di uno scenario attuale, e, più in particolare, ai sottobacini Olona, Bozzente, Lura, di cui vengono descritti i diversi sistemi territoriali locali; un primo scenario di riqualificazione relativo ai sottobacini Olona, Bozzente, Lura da confrontare e implementare ai Tavoli Tecnici attraverso l’utilizzo di un modello di valutazione polivalente; una serie di prodotti di supporto ai lavori dei diversi Tavoli: schede di sintesi e rappresentazioni cartografiche riferite a studi, politiche, progetti, proposte, ecc.
2. la seconda è consistita in azioni tecniche di “accompagnamento” continuativo alle diverse iniziative regionali finalizzate alla costruzione operativa dei Contratti di Fiume: attività di gestione del processo negoziale.
La partecipazione degli attori pubblici all’esperienza di gestione del processo negoziale, ha dato delle prime indicazioni operative ed ha evidenziato in particolare la necessità della costruzione di una rete di relazioni che abbia la capacità, pur con un supporto tecnico e organizzativo esterno, di autosostenersi e che sia in grado di alimentare il processo negoziale in una continua azione di pubblicizzazione, verifica, condivisione e aggiornamento dei contenuti del Contratto.
I nodi di raccordo di tale rete sono stati individuati nelle forme organizzative fra gli Enti locali, già esistenti o in via di costituzione, che sovraintendono alla realizzazione e gestione dei Parchi Locali di Interesse Sovracomunali (PLIS). I PLIS sono presenti infatti in modo diffuso su tutto il territorio interessato, traggono origine e sono imperniati sui corsi d’acqua principali, rappresentano già delle forme di concertazione e aggregazione volontaria degli Enti locali per affrontare in modo coordinato le politiche ambientali e territoriali di carattere sovracomunale.
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Altro elemento importante dell’azione svolta è stato l’avvio di un percorso di coinvolgimento e aggregazione sulle politiche sviluppate dal Contratto di Fiume di “soggetti privati”, rappresentanti in modo particolare il mondo economico-produttivo insediato sul territorio.
Tale processo, tuttora in corso, si fonda innanzitutto su un’analisi socio economica dello sviluppo di insediamenti produttivi e di strutture di servizio nelle aree dei bacini idrografici del Lambro, Seveso e dell’Olona ed è strutturato nelle seguenti cinque fasi:
ºFase 1 Ricognizione sullo stato di fatto ambientale del bacino Lambro Seveso Olona
1.1 Normativa e pianificazione: programmazione regionale, i Contratti di Fiume, analoghe esperienze all’estero
1.2 Ambientale: Ricostruzione di un quadro sintetico sulla situazione ambientale dell’area oggetto dello studio e delle principali problematiche da affrontare
ºFase 2 Ricognizione delle criticità del settore delle PMI del bacino LSO
2.1 Censimento degli insediamenti produttivi e individuazione di quelli maggiormente compromessi dalle emergenze ambientali e/o maggiormente impattanti
2.2 Convocazione delle Associazioni di categoria che possono indirizzare verso le realtà produttive cruciali sull’ecosistema fluviale e/o maggiormente danneggiate dalle calamità
ºFase 3 Individuazione della tipologia degli interventi
3.1 Interviste dirette con gli imprenditori al fine di circoscrivere le specifiche criticità ambientali di convivenza con il Fiume e verificare le esigenze di progresso economico e ambientale
3.2 Creazione di un Panel di 5/6 idee progettuali
ºFase 4 Definizione e Programmazione degli interventi specifici
ºFase 5 Stesura del rapporto finale
Obiettivo di tale attività è quello di definire nuove azioni, coerenti e sinergiche con le finalità del Contratto di Fiume, i cui attori principali siano rappresentanti, singoli o associati, del mondo economico-produttivo che, sulla base degli impegni volontariamente assunti, possano entrare a pieno titolo tra i sottoscrittori del Contratto.
4.1 Il ruolo strategico delle attività di “accompagnamento” tecnico del processo negoziale
Per quanto riguarda l’approccio strategico e le sue implicazioni in materia di gestione di processi di comunicazione e negoziazione, i documenti di riferimento, oltre alla già citata Direttiva (WFD), sono:
x. Xxxxxxxxx del Parlamento Europeo e del Consiglio sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale
(Xxxxxxxxx 2003/4/CE);
b. Convenzione Nazioni Unite - Unione Europea di Aarhus riguardante l’accesso all’informazione e la partecipazione pubblica in campo ambientale, sottoscritta nel 1998 dal Governo Italiano.
Di seguito vengono restituiti i tratti salienti delle diverse linee d’azione in cui s’è articolata questa attività di “accompagnamento” tecnico del processo negoziale di avvio del primo Contratto di fiume italiano:
- attività di gestione dei lavori del Comitato Tecnico per la definizione del testo dell’AQST “Contratto di fiume Olona-Bozzente-Lura” e del Primo programma d’azione che vi è contenuto;
- attività di supporto ai diversi Enti nella fase di sottoscrizione dell’AQST;
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- attività di individuazione delle relazioni intercorrenti tra il processo negoziale in corso e le linee guida della Direttiva2000/60/CE (di seguito WFD)(2004).
Si tratta, nel loro complesso, di una serie di attività di valenza strategica centrale in processi che, come quello denominato Contratto di fiume, intendono promuovere forme di pianificazione integrata a scala di bacino in un’ottica di governance allargata a comprendere attori istituzionali e non, pubblici e privati.
Nella formalizzazione attualmente raggiunta l’AQST “Contratto di fiume” è simile a uno strumento classico di “pianificazione strategica” che mette in sinergia attori prevalentemente istituzionali connotati dal possedere risorse note; nelle intenzioni di molti fra i promotori e sottoscrittori questo strumento dovrebbe tuttavia evolvere verso un’interpretazione più ampia della dimensione partecipativa, attivando in misura maggiore attori non istituzionali e risorse a oggi non del tutto note o percepite come tali.
In entrambi i casi emerge con chiarezza la centralità degli aspetti di gestione operativa delle tematiche “di processo” in rapporto alla costruzione condivisa di scenari di riqualificazione: un’adeguata gestione di questi aspetti costituisce un punto di forza essenziale, in quanto il problema fondamentale sia degli approcci strategici che di quelli partecipati è quello della costruzione di un rapporto tra uno strumento potenzialmente molto ricco ed efficace proprio perché volontario e, quindi, in grado di mobilitare potenzialmente un numero maggiore di risorse di consenso e una strumentazione di settore che vive principalmente di spinte normative vissute spesso come obblighi privi di consenso, ma, in ogni caso, più forti dal punto di vista istituzionale rispetto ad accordi di tipo volontario, maggiormente soggetti a cambiamenti.
Un nodo centrale che il processo di Contratto di fiume deve affrontare è, pertanto, quello di costruire una relazione positiva tra un momento strategico-progettuale di tipo volontario e un momento regolativo e attuativo basato sulla strumentazione istituzionale e di settore esistente (norme, piani, adempimenti, ecc.).
Sviluppare adeguatamente gli aspetti “di processo” significa costruire le condizioni di adesione volontaria e di programmazione atte a garantire l’efficacia delle azioni contenute nell’AQST che vengono necessariamente governate con strumenti e norme di settore. Il rafforzamento tecnico di questo tipo di approccio è essenziale per facilitare il passaggio da una logica “normativo- amministrativa” a una logica “di governance”; così come è auspicato nell’introduzione del Programma Regionale di Sviluppo della Regione Lombardia e nelle più recenti leggi regionali.
In generale, l’efficacia di processi di pianificazione sia strategica che partecipata è in larga parte affidata alla presenza di forti volontà politiche e di supporti tecnici adeguati (capacità di elaborare e comunicare visioni; di effettuare un buon lavoro di “messa in rete” degli attori coinvolti; di gestire con efficacia la tempistica e il funzionamento dei tavoli di lavoro; di avviare processi di valorizzazione delle qualità territoriali locali; ecc.).
In analogia con la produzione legislativa italiana sulla programmazione negoziata, quanto disciplinato dalla L.R.2/03 attiene alla “contrattualizzazione finale” del processo, ma – allo stato attuale – questa legge non fornisce indicazioni sulle modalità di costruzione del processo attraverso il quale si arriva alle scelte di contrattualizzazione finale delle azioni.
Per questo motivo, nel corso del primo anno di lavoro, l’attività di gestione del processo, ha fatto riferimento a contributi istituzionali di diversa natura pertinenti rispetto all’obiettivo di costruire e attuare in modo condiviso uno scenario di riqualificazione dei bacini fluviali Olona-Bozzente-Lura. In questo senso, la l.r. 2/03 ha fornito la cornice istituzionale per l’individuazione della forma di “contrattualizzazione finale” del processo (sia pure in forma di documento da aggiornare
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periodicamente), mentre per quanto riguarda lo studio di adeguate modalità di gestione del processo precedente alla contrattualizzazione un riferimento centrale è certamente la WFD con l’insieme delle linee guida che ne dettagliano l’attuazione.
4.2 Relazioni intercorrenti tra il processo negoziale in corso e le linee guida della WFD
Nel corso del 2004 sono state elaborate una serie di riflessioni sulle correlazioni tra il processo in corso per la riqualificazione dei bacini fluviali denominati Contratti di fiume e la Direttiva 2000/60/CE (WFD), con riferimento alle diverse linee guida generate dalla direttiva stessa nell’ambito della cosiddetta Common Implementation Strategy (CIS).
Se, come già richiamato, la l.r.2/03 ha fornito la cornice istituzionale per l’individuazione della forma di “contrattualizzazione finale” del processo, per quanto riguarda lo sviluppo di modalità adeguate di gestione del processo l’insieme delle linee guida della WFD riferita alla partecipazione e alla pianificazione integrata e le esperienze ad essa connesse o assimilabili (la Rete dei Progetti Pilota di Bacino in corso per testare l’attuazione delle diverse linee-guida della WFD; esperienze del Bacino della Ruhr e inglesi; ecc.) costituiscono certamente i riferimenti centrali del processo negoziale Contratto di fiume Olona-Bozzente-Lura.
In linea con queste indicazioni comunitarie, è stata effettuata una riflessione specifica sul rapporto tra la natura dei processi partecipativi e concertativi avviati nell’ambito del Contratto di fiume Olona-Bozzente- Lura e le linee guida della WFD che trattano di questi aspetti (in particolare le nn. 8 e 11 riferite rispettivamente alla partecipazione e al processo di pianificazione). Alla luce di tale riflessione, è parso a tutti chiaro che nel primo anno di lavoro del Contratto di fiume Olona-Bozzente-Lura è stato avviato un processo di pianificazione ciclico e iterativo, nel quale vengono definendosi in parallelo uno scenario di riqualificazione e un programma d’azione (che va avviato, valutato, gestito e monitorato) che prevede il coinvolgimento di una pluralità di soggetti attuatori.
Questo coinvolgimento, coerentemente con quanto previsto dalla WFD, è avvenuto, in una fase iniziale, mediante forme di consultazione e condivisione di informazioni riguardanti le tematiche oggetto del Contratto di fiume, atte a favorire e promuovere la partecipazione consapevole e attiva dei soggetti istituzionali coinvolti.
La promozione della partecipazione costituisce infatti un elemento sostanziale per l’attuazione delle azioni previste dalla direttiva, come indicato in primo luogo dall’art. 14, che menziona i principi base della partecipazione pubblica come: “attivo coinvolgimento in tutte le fasi di attuazione e, in particolare, nel processo di pianificazione; consultazione durante il processo di pianificazione; accesso alle informazioni di base.” Anche nel punto n° 46 della “Premessa e considerazioni generali” la direttiva indica che “Per garantire la partecipazione del pubblico, compresi gli utenti dell'acqua, nel processo di elaborazione ed aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici, è necessario fornire informazioni adeguate sulle misure previste e riferire in merito ai progressi della loro attuazione in modo da coinvolgere il pubblico prima di adottare le decisioni definitive e le misure necessarie”.
A questo proposito, nel corso del 2004 è stata ribadita più volte l’utilità di disporre di un arco di strumenti diversificati che siano in grado di raccogliere informazioni e documenti riguardanti i temi trattati nel Contratto di fiume (es. cartografie, dati numerici, delibere, verbali, ecc.) e di renderli disponibili al pubblico. Pertanto soni stati prodotti in corso d’opera una serie di testi, rappresentazioni cartografiche e slides che sono state utilizzate come supporti comunicativi per le riunioni del Comitato Tecnico e nei vari incontri programmati, nonchè un sito web appositamente dedicato ai Contratti di
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fiume nel quale le informazioni e le elaborazioni verranno progressivamente rese disponibili al pubblico con sezioni dedicate, rispettivamente, ai bacini di Olona, Bozzente, Lura e a quello del Seveso che attualmente è nella fase di avvio, come nel prossimo futuro al contratto del fiume Lambro settentrionale.
L’esperienza di lavoro collettivo all’interno del Comitato Tecnico, sviluppatasi nel xxxxx xxx 0000/0000, ha permesso di comprendere che “la qualità del processo di pianificazione partecipata dipende dai principi che lo ispirano: fiducia e trasparenza sono fondamentali affinché le parti sociali comunichino tra loro e si assumano alcune responsabilità”. I soggetti coinvolti nel processo hanno mostrato interesse a concordare l’impostazione del processo di partecipazione e soprattutto ad avviare alcune prime forme di “comproprietà” nella pianificazione, attività che “determina un maggiore supporto da parte delle parti interessate ed un loro desiderio di ottenere un successo dal lavoro svolto. Il programma di misure si coordina con gli altri processi di pianificazione relativi non soltanto alle acque, ma anche agli usi del suolo.”
Nello sviluppo dell’AQST è prevista l’implementazione delle attività di comunicazione e di interazione già realizzate nella fase propedeutica, potenziando le attività di “progettazione del processo” tanto da declinare le azioni di informazione, consultazione e partecipazione in uno specifico programma dettagliato. In questa direzione la Regione Lombardia partecipa a un progetto Interreg IIIC denominato “Netwet 2: Water Telematic Platform” con l’incarico specifico di sviluppare sistemi e tecniche di comunicazione a supporto di processi di decisione inerenti la gestione integrata dei bacini fluviali. Grazie alla partecipazione a questo progetto europeo la Regione Lombardia intende dare ulteriore sostegno alle azioni di coinvolgimento di tutte le parti interessate mediante specifiche azioni comunicative..
Come appare evidente anche dalla direttiva 42/2001/CE sulla Valutazione ambientale strategica, la gestione delle conoscenze e delle informazioni, e la capacità di acquisirle e trattarle, oltre all’elaborazione condivisa di una visione a lungo termine per il bacino fluviale, l’integrazione a livello operativo, le relazioni con le altre politiche di pianificazione, la corretta temporalizzazione, una “scatola degli attrezzi” appropriata, sono pre-condizioni per un processo di pianificazione che riesca a fare propri gli aspetti rilevanti della WFD. Secondo questa, la definizione delle modalità di gestione della pianificazione del bacino fluviale è a discrezione degli stati membri e di nuovo accesso e non sono date indicazioni esplicite circa il processo di redazione dei piani di gestione. Questo dà l’opportunità agli Stati di applicare il tipo di pianificazione più appropriato al contesto fisico e sociale del River Basin District interessato, purché i risultati del processo siano in linea con gli obiettivi della direttiva (il raggiungimento della buona qualità delle acque).
La natura intersettoriale delle tematiche messe in gioco dal Contratto di fiume Olona-Bozzente-Lura e la varietà dei soggetti coinvolti nelle diverse azioni contenute nell’AQST fa emergere la complessità delle iniziative da mettere in campo per sostenere adeguatamente l’evoluzione del processo da un punto di vista tecnico.
Se, da un lato, è evidente la necessità di operare in modo integrato trovando opportune connessioni funzionali tra le singole azioni settoriali previste dai programmi d’azione dell’AQST, dall’altro è necessario promuovere forme di condivisione ancora più ampia per lo Scenario di riqualificazione e la definizione delle azioni future necessarie per realizzarlo.
Le diverse azioni di progettazione, monitoraggio, condivisione e continua riprogrammazione del processo risultano necessarie affinchè l’AQST possa costituire un’esperienza piena e compiuta di vera programmazione negoziata; nella quale, cioè, si costruisca un sistema di garanzie tecnico- programmatorie per l’attuazione delle azioni previste.
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Regione Lombardia - Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità
Fin dall’inizio del processo vi è stato il coinvolgimento di un discreto numero di soggetti, principalmente soggetti appartenenti al mondo delle istituzioni, ma anche al mondo delle professioni, dei consorzi, anche di natura privata come il Consorzio del fiume Olona.
Anche ai sensi della WFD per la prosecuzione del lavoro è tuttavia auspicabile un potenziamento delle attività di coinvolgimento dei diversi portatori d’interesse, anche mediante l’avvio di tavoli locali di confronto che permettano di avvicinare una maggiore varietà di soggetti pubblici, privati e associativi e la popolazione nel suo complesso.
Si sono evidenziati alcuni aspetti di criticita’ fondamentalmente correlati a
• carattere di innovazione del processo in corso
• grande numero di attori in campo con interessi potenzialmente confliggenti da armonizzare
• imponderabilita’ delle trasformazioni in atto: climatiche, politiche, sociali, produttive, culturali
• carenza di organico esperto per attività di accompagnamento dei processi negoziali
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Allegato 18
Capitolo 5
Contratti di Fiume attualmente in corso / in avvio
Come ampiamente illustrato, il Contratto di Fiume Xxxxx Xxxxxxxx Xxxx è stato il primo processo di programmazione negoziata avviato con tali finalità ed ha quindi rappresentato un test sperimentale di affinamento ed aggiornamento sia della metodologia utilizzata, sia della forma che dei contenuti contrattuali.
Tale processo è ora giunto ad un primo punto fermo con l’approvazione e successiva sottoscrizione, avvenuta il 22 luglio 2004, del Contratto di Fiume.
Parallelamente si è avviata, con l’approvazione nel mese di aprile 2004 della relativa delibera di promozione dell’AQST, la seconda esperienza di Contratto che riguarda il bacino del fiume Seveso. L’attività, ad oggi in corso su tale bacino, lascia prevedere la possibilità di formalizzare una proposta di Contratto entro la fine del 2004 e la successiva approvazione e sottoscrizione dello stesso entro la primavera del 2005.
Nel corso del 2005 è altresì programmato l’avvio del processo negoziale per il Contratto di Fiume del Lambro Settentrionale.
Le caratteristiche peculiari dei processi avviati o in corso di avvio e in modo particolare la sin qui positiva esperienza conseguita sul Contratto di Fiume Olona Bozzente Lura, unitamente alla crescente sensibilità e attenzione ai temi della riqualificazione e valorizzazione ambientale dei territori e dei corsi d’acqua che li caratterizzano, ha creato un forte interesse da parte delle istituzioni lombarde verso lo strumento Contratto di Fiume.
Tale interesse è testimoniato dalle numerose richieste di avvio di processi analoghi, avanzate alla Regione da diversi Enti Locali, riguardanti altri bacini, quali ed esempio: l’Adda sub-lacuale, il Mincio e lo Staffora.
Di recente, per iniziativa delle Province di Mantova e Varese, sono stati avviati processi inerenti i
“Contratti di Lago”, relativi al lago di Varese e ai laghi di Mantova.
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Regione Lombardia - Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità
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Allegato 18
Capitolo 6
Allegati
6.1 Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale “Contratto di Fiume Olona Bozzente Lura”
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Regione Lombardia - Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità
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ACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE
(l.r. 14 marzo 2003 n. 2)
“CONTRATTO DI FIUME OLONA – BOZZENTE – LURA”
TRA
Regione Lombardia
Amministrazioni Comunali sottoscrittrici del presente AQST Amministrazioni Provinciali di Milano, Varese e Como
Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di Milano (Provincia), Varese e di Como ARPA Lombardia
Autorità di Bacino del fiume Po Agenzia Interregionale per il Po (AIPO)
Ufficio Scolastico Regionale Per la Lombardia
Milano, Febbraio 2004
INDICE:
Premesse
Articolo 1 – Finalità ed obiettivi Articolo 2 – Ambito d’intervento Articolo 3 – Metodologia e strumenti
Articolo 4 – Obiettivi strategici per la programmazione delle azioni Articolo 5 – Primo programma d’azione
Articolo 6 – Comitato di Coordinamento Articolo 7 – Soggetto Responsabile
Articolo 8 – Ruolo di ARPA Lombardia e dell’Autorità di Bacino del Fiume Po Articolo 9 – Soggetti Attuatori
Articolo 10 – Comitato Tecnico Articolo 11 – Dotazione finanziaria Articolo 12 – Tempi d’attuazione Articolo 13 – Strumenti attuativi
Articolo 14 – Modalità per il monitoraggio e l’aggiornamento dell’accordo Articolo 15 – Modalità di adesione di soggetti privati
Articolo 16 – Inadempimento e revoca Articolo 17 – Recesso
Articolo 18 – Approvazione ed efficacia
Allegato 1: Programma di attività
Allegato 2: Schede descrittive delle azioni previste dal primo programma d’azione Allegato 3: Quadro riassuntivo degli impegni dei singoli sottoscrittori e delle relative
dotazioni finanziarie
PREMESSE
VISTI gli artt. 2 e 3 della Legge Regionale della Lombardia 14 marzo 2003 n. 2, avente ad oggetto “Programmazione negoziata Regionale”, che individuano tra gli strumenti di programmazione regionale, in particolare, “l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale” ;
VISTO il Regolamento regionale 12 agosto 2003 n. 18, attuativo della predetta L.R. 2/2003, che disciplina “le modalità di promozione, di partecipazione, di approvazione, di monitoraggio, nonché ogni altro elemento necessario” per l’attuazione, tra gli altri, dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale;
CONSIDERATO che la Programmazione negoziata costituisce la modalità ordinaria con la quale la Regione intende rapportarsi con i soggetti presenti sul territorio per la condivisione delle scelte programmatiche regionali in coerenza con il principio di sussidiarità e di pari ordinazione degli Enti territoriali secondo le disposizioni del titolo V della Costituzione;
RICHIAMATI i Documenti di Programmazione Economica e Finanziaria per il triennio 2002 – 2004 e 2003 – 2005 che hanno individuato tra l’altro nell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale lo strumento di programmazione negoziata regionale mediante il quale attuare i principi di partenariato locale, condivisione degli obiettivi di sviluppo, integrazione e concentrazione delle risorse, sussidiarità, sostenibilità ambientale;
PRESO ATTO del Protocollo D’Intesa intercorso tra
• le Amministrazioni Comunali di:
Busto Arsizio, Cairate, Caronno Pertusella, Castellanza, Castelseprio, Castiglione Olona, Cislago, Fagnano Olona, Gerenzano, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Gornate Olona, Induno Olona, Lonate Ceppino, Lozza, Malnate, Marnate, Olgiate Olona, Origgio, Saronno, Solbiate Olona, Tradate, Uboldo, Valganna, Varese, Vedano Olona, Albiolo, Appiano Gentile, Bizzarone, Bregnano, Bulgarograsso, Cadorago, Carbonate, Faloppio, Guanzate, Limido Comasco, Locate Varesino, Lomazzo, Lurago Marinone, Lurate Caccivio, Mozzate, Olgiate Comasco, Oltrona di San Mamette, Rovellasca, Rovello Porro, Uggiate – Trevano, Veniano, Canegrate, Cerro Maggiore, Lainate, Legnano, Nerviano, Parabiago, Pero, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rescaldina, Rho, San Xxxxxxx Xxxxx e Vanzago;
• le Amministrazioni Provinciali di: Milano, Varese e Como;
• gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di: Milano (Provincia), Varese e di Como;
• l’Autorità di bacino del fiume Po;
• AIPO;
• la Regione Lombardia;
• l’ARPA della Lombardia;
che prevede un’azione sinergica delle amministrazioni coinvolte per garantire “la sicurezza dei territori, il risanamento delle acque e più in generale una riqualificazione del bacino del fiume Olona, Bozzente Lura”;
PRESO ATTO dei processi di programmazione negoziata in atto nel territorio della Regione Lombardia che coinvolgono già alcuni dei soggetti pubblici firmatari del predetto Protocollo;
CONSIDERATO che l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale può rappresentare un idoneo strumento per impegnare le Amministrazioni coinvolte nel predetto Protocollo D’Intesa al
raggiungimento degli obbiettivi in quest’ultimo prefissati e specificati ed in particolare diretti garantire “la sicurezza dei territori, il risanamento delle acque e più in generale una riqualificazione del bacino del fiume Olona”;
CONSIDERATO che il VI Programma di Azione per l’Ambiente della Comunità Europea conferma e rafforza la necessità di integrazione della dimensione ambientale e sociale nei piani e nei programmi di tutti gli enti pubblici;
CONSIDERATO che il presente AQST-Contratto di Fiume è teso all’attuazione delle politiche delineate dalla Comunità Europea con la direttiva 2000/60/CE che all’art. 14 attribuisce alle amministrazioni il compito di coinvolgere i cittadini nella pianificazione e gestione della tutela delle risorse idriche;
CONSIDERATO altresì che la predetta direttiva 2000/60/CE istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, che ha come principali obiettivi (art. 4):
• impedire l’ulteriore deterioramento delle risorse, proteggendo e migliorando lo stato di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei affinché conservino le loro capacità di autodepurazione e di sostegno a comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;
• garantire l’uso sostenibile delle risorse, per gli obiettivi del consumo umano e delle attività produttive, fondato sulla protezione a lungo termine;
• mirare alla protezione attraverso specifiche misure che integrino le limitazioni agli scarichi, emissioni e rilasci con altre misure per la protezione dei corpi idrici recettori;
• contribuire a mitigare gli effetti di inondazioni e siccità;
- VISTO il Progetto NETWET 2: WATER TELEMATIC PLATFORM “Networking Perspectives of Trasnational Co-operation and Participatory Planning for Integrated Water Resources Management through the promotion of new forms of Spatial Governance”, approvato e finanziato dall’U.E. nell’ambito del Programma d’iniziativa comunitaria INTERREG IIIB CADSES 2000-2006, nel quale la Regione Lombardia – Direzione Generale Risorse Idriche e Servizi di P.U. figura tra i partners con il compito di realizzare un esempio dimostrativo di “Contratto di Fiume” nell’area ad alto rischio ambientale ed idraulico del bacino Lambro-Seveso-Olona, contribuendo così alla creazione di nuove condizioni di partecipazione e sinergia per la gestione sostenibile delle risorse idriche a livello di bacino idrografico;
CONSIDERATO:
- che il risultato atteso di tale iniziativa è la creazione di una strategia di pianificazione partecipativa dal basso all’alto e promozione di piani di gestione delle risorse idriche a livello di bacino idrografico;
- che pertanto le attività previste dal presente AQST-Contratto di Fiume sono finalizzate all’attuazione del predetto progetto e al conseguimento degli obiettivi e risultati da esso previsti;
VISTO l’Accordo di Programma Quadro in materia di Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse Idriche stipulato tra i Ministeri dell’Economia e Finanze, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle Politiche Agricole e Forestali e la Regione Lombardia in data 23.12.2002;
VISTO l’Accordo di Programma Quadro in materia di Difesa del suolo e di Prevenzione e difesa dal dissesto idrogeologico stipulato tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e la Regione Lombardia in data 12.12.2002;
VISTA la convenzione tra Regione Lombardia - D.G. Xxxxxxx Xxxxxxx e Servizi di P.U. e ARPA – Lombardia, sottoscritta in data 16 aprile 2003 ed inserita nella Raccolta Convenzioni e Contratti della
Xxxxxxx xx x. 0000/XXX in data 30 aprile 2003, avente per oggetto “Contratti di Fiume Area Lambro – Seveso - Olona“;
VISTA la l.r. n. 26 del 16.12.2003 “Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche”;
VISTA la proposta di promozione di un Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale – Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura approvata dalla Giunta regionale della Lombardia con d.g.r. n. VII/15121 del 21.11.2003.
TUTTO CIO’ PREMESSO SI STIPULA IL PRESENTE
ACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE “CONTRATTO DI FIUME OLONA-BOZZENTE-LURA” TRA
Regione Lombardia
Amministrazioni Comunali sottoscrittici del presente AQST Amministrazioni Provinciali di Milano, Varese e Como
Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di Milano (Provincia), Varese e di Como ARPA Lombardia
Autorità di Bacino del fiume Po Agenzia Interregionale per il Po (AIPO)
Ufficio Scolastico Regionale Per la Lombardia
Articolo 1 – Finalità ed obiettivi
Il presente AQST-Contratto di Fiume è teso all’attuazione delle finalità ed obiettivi previsti dal Comunità Europea in materia ambientale ed in particolare in materia di acque, così come declinati nel VI Programma di Azione per l’Ambiente e nella Direttiva 2000/60/CE e concorre alla realizzazione del Progetto NETWET 2: WATER TELEMATIC PLATFORM “Networking Perspectives of Trasnational Co-operation and Participatory Planning for Integrated Water Resources Management through the promotion of new forms of Spatial Governance” approvato e finanziato dall’U.E. nell’ambito del Programma d’iniziativa comunitaria INTERREG IIIB CADSES 2000-2006.
Il presente AQST-Contratto di Fiume è diretto alla realizzazione di un programma di attività ed interventi di interesse comune, concernente l’ambito territoriale dei bacini dei fiumi Olona-Bozzente- Lura, sul quale concentrare interventi afferenti a diverse politiche da integrare reciprocamente, perseguendo nel contempo gli obiettivi della semplificazione amministrativa e dell’efficacia, efficienza ed economicità delle azioni previste.
In particolare è diretto a realizzare gli obiettivi di seguito specificati, coerenti con le indicazioni contenute nei documenti di programmazione regionale e che, per rilevanza e complessità, necessitano di un approccio integrato su area vasta sono, quali: la riduzione dell'inquinamento delle acque; la riduzione del rischio idraulico; la riqualificazione del sistema ambientale e paesistico; la riqualificazione dei sistemi insediativi all’interno del territorio dei bacini dell’Olona, del Bozzente e del Lura; il
miglioramento della fruibilità delle aree perifluviali al fine di ridare ai fiumi centralità nelle politiche di sviluppo; la condivisione delle conoscenze sul fiume e delle informazioni sulle azioni in corso o in progetto; lo sviluppo di attività di comunicazione, formazione ed educazione adeguate al raggiungimento degli obiettivi condivisi.
La Regione Lombardia riconosce l’AQST-Contratto di Fiume come lo strumento prioritario per la programmazione, il finanziamento e l’attuazione degli interventi sui bacini dei fiumi Olona-Bozzente- Lura, riservando la priorità dei propri interventi di sostegno finanziario sul predetto territorio ai progetti in esso definiti.
L’AQST-Contratto di fiume impegna i suoi sottoscrittori, che vi aderiscono su base volontaria, al
raggiungimento degli obiettivi di cui sopra, ciascuno per le proprie competenze e responsabilità e mediante l’impegno delle proprie risorse finanziarie, fatti salvi i compiti specifici individuati dai successivi artt. 5 e 9 per ciò che riguarda l’attuazione delle singole azioni.
Articolo 2 – Ambito d’intervento
Il territorio interessato dal presente accordo è quello dei bacini dell’Olona, chiuso alla sezione di Rho, del Bozzente e del Lura, come rappresentati dai territori dei Comuni sottoscrittori del presente accordo.
All’interno del territorio complessivamente oggetto dall’Accordo vengono individuati dei corridoi fluviali multifunzionali di Olona, Bozzente e Lura, intermedi fra il territorio dell’intero bacino e le fasce di pertinenza fluviale, più direttamente interessati dalle relazioni funzionali e fruitive con i fiumi, quali aree di particolare attenzione per il coordinamento fra le diverse politiche. I firmatari dell’accordo potranno definire, anche in relazione a queste fasce, specifici ambiti d’intervento, a “geometria variabile” in funzione delle diverse problematiche da affrontare e delle specifiche politiche da integrare reciprocamente.
Articolo 3 – Metodologia e strumenti
I soggetti sottoscrittori condividono il principio che solo attraverso una sinergica e forte azione di tutti i soggetti insediati, pubblici e privati, si possa invertire la tendenza al degrado territoriale/ambientale dei bacini fluviali e perseguire adeguatamente gli obiettivi di un loro sviluppo sostenibile. A tal fine si impegnano, nel rispetto delle competenze di ciascuno, ad operare in un quadro di forte valorizzazione del principio di sussidiarietà attivando tutti gli strumenti partenariali utili al pieno raggiungimento degli obiettivi condivisi.
L’attuazione dell’AQST - Contratto di fiume, prevede lo sviluppo di una metodologia articolata in fasi progressive, e si avvarrà dell’attivazione degli strumenti di seguito elencati:
• costruzione di un quadro conoscitivo sia delle criticità che dei valori ambientali, paesistici e territoriali, delle politiche e dei progetti locali su cui fondare la strategia di intervento;
• definizione di uno scenario strategico di medio-lungo periodo;
• elaborazione e successiva applicazione di un modello di valutazione polivalente per la valutazione delle politiche in atto e previste;
• proposizione di un programma d’azione per la realizzazione dello scenario strategico e per perseguire in modo integrato gli obiettivi di cui al successivo articolo 4.
Una anticipazione di tale programma è costituita dal “Primo programma d’azione”, di cui al successivo articolo 5, con il quale vengono individuate alcune azioni già condivise e tese ad affrontare le emergenze più significative del bacino.
• elaborazione e realizzazione di un adeguato piano di comunicazione, formazione ed educazione.
I soggetti sottoscrittori del presente AQST “Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura” si impegnano a:
- dare immediata attuazione al “Primo programma d’azione”
- ad elaborare e dare attuazione agli ulteriori strumenti sopra indicati, entro un anno dall’approvazione del presente accordo da parte della Giunta regionale della Lombardia, in base ai tempi e secondo le modalità descritte nell’allegato 1 “programma di attività”, che forma parte integrante del presente AQST.
Articolo 4 – Obiettivi strategici per la programmazione delle azioni
a) Riduzione dell'inquinamento delle acque
I soggetti sottoscrittori si impegnano a mettere in atto tutte quelle azioni previste dalle normative comunitarie, statali e regionali atte a ridurre l’inquinamento delle acque e a perseguire gli obiettivi di qualità secondo i modi ed entro i tempi definiti da tali normative. In questo contesto assume particolare rilevo il Piano di Tutela delle Acque per il bacino del Fiume Olona, alla cui definizione ed implementazione i soggetti sottoscrittori convengono si debba pervenire in modo coordinato e partecipato, al fine di poterne condividere ampiamente i contenuti, riconoscendo in questo il primo ed essenziale momento per una sua applicazione incisiva ed efficace.
In particolare, le diverse azioni che i soggetti sottoscrittori si impegnano a definire, saranno finalizzate a:
• Migliorare l’efficacia delle misure impiantistiche e ad integrarle con interventi di riduzione delle emissioni inquinanti all'origine e con tecniche naturalistiche di affinamento della depurazione.
• Contenere l’immissione di sostanze inquinanti e potenzialmente pericolose nell’ambiente acquatico, attraverso adeguati sistemi di drenaggio urbano e migliorando i controlli ed il monitoraggio degli scarichi civili ed industriali.
• Innalzare la qualità delle acque superficiali ai livelli necessari per:
- qualificare il fiume come corridoio ecologico;
- permetterne l'utilizzo irriguo;
- rendere possibile la fruizione ricreativa, paesistica e sportiva del fiume;
- consentire l'esondazione controllata in area agricola senza che ciò comporti danni ai terreni o rischi alle acque sotterranee;
• Concorrere alla realizzazione di ecosistemi locali con funzioni integrate di autodepurazione, sviluppo della biodiversità, ottimizzazione del ciclo delle acque.
• Proteggere e salvaguardare le acque sotterranee, promuovendone un uso sostenibile, con particolare attenzione alle risorse pregiate da destinarsi prioritariamente al consumo umano e da conservarsi per qualità e quantità per le future generazioni;
• Promuovere un uso razionale delle risorse idriche favorendone il risparmio, il riciclo e riutilizzo.
b) Riduzione del rischio idraulico
I soggetti sottoscrittori si impegnano a concorrere e a favorire la messa a punto di un adeguato programma di interventi per la difesa idraulica del territorio e a mettere in atto tutte le azioni previste dall'AdBPo atte a ridurre il rischio idraulico nei bacini dell'Olona, Bozzente e Lura.
In particolare, le diverse azioni saranno finalizzate a:
• Concorrere alla riduzione complessiva e alla prevenzione del rischio con interventi articolati territorialmente in ogni sezione idraulica e diffusi su tutto il bacino.
• Garantire la multifunzionalità (ambientale, fruitiva, paesistica) degli interventi idraulici, in primo luogo delle vasche di laminazione, differenziandone gli usi possibili in relazione ai diversi tempi di
ritorno previsti per l’invaso delle aree interessate e rendendo le opere previste coerenti con i caratteri specifici di ogni ambiente insediativo.
• Diffondere su tutto il bacino l'adozione di regole per la prevenzione dei rischi, attraverso la limitazione e la regolazione del conferimento delle acque meteoriche nella rete fognaria e nel reticolo idraulico, la ripermeabilizzazione delle aree urbanizzate, la conservazione o il ripristino delle aree aperte prossime al fiume anche attraverso azioni di delocalizzazione di manufatti.
• Predisporre e rendere operativi adeguati strumenti di previsione e piani di protezione civile nei confronti del rischio idraulico, integrando tali strumenti a scala intercomunale e di bacino, per rendere più efficace la mitigazione del rischio anche mediante la definizione di aree temporanee di laminazione, promovendo altresì opportune forme di informazione e sensibilizzazione delle popolazioni interessate.
c) Riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi afferenti ai corridoi fluviali
I soggetti sottoscrittori si impegnano a sviluppare o ri-orientare le politiche ambientali per concorrere a:
• Connettere gli spazi aperti residuali in una rete verde che comprenda, al fine di realizzare un corridoio ecologico N-S quale elemento strutturante di una rete ecologica di bacino:
- l'alveo fluviale, le sponde e le fasce di pertinenza fluviale rinaturalizzate;
- pettini Est-Ovest di collegamento tra centri urbani e nodi del trasporto pubblico;
- aree protette e parchi già istituiti o previsti.
• Promuovere per questa rete funzioni ecologiche, fruitive, di mitigazione del rischio idraulico e del rischio di inquinamento.
• Promuovere la rinaturalizzazione delle fasce prossime ai sistemi infrastrutturali lineari.
I soggetti sottoscrittori si impegnano altresì a mettere in atto le azioni urbanistiche, generali e di settore, atte a riqualificare in termini di sostenibilità, fruibilità e sicurezza il rapporto tra fiume e territorio.
In particolare, le diverse azioni saranno finalizzate a:
• Definire, condividere e applicare indirizzi relativi a:
- risanamento e valorizzazione delle sponde fluviali e dei terreni contermini;
- riuso delle aree dismesse in funzione del rafforzamento e della ricostruzione della relazione fiume- territorio;
- trasferimento di funzioni e volumi incompatibili con le esigenze di sicurezza e difesa idraulica;
- recupero e valorizzazione degli elementi territoriali e urbani di valenza storica e di documentazione materiale della cultura fluviale;
- tipologie insediative che consentano di limitare l'occupazione di suolo e di liberare spazi aperti;
• Qualificare dal punto di vista ambientale gli insediamenti produttivi esistenti, anche mediante l’adozione di opportuni strumenti di certificazione.
• Valorizzare le maglie urbane storicamente connesse al fiume, riconnettendo al sistema fluviale gli spazi pubblici urbani rivieraschi, ripristinando gli accessi al fiume e la sua percorribilità.
d) Condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell’acqua
I soggetti sottoscrittori ritengono fondamentale, per il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi declinati all’art. 1, lo sviluppo di un adeguato sistema per la piena condivisione, tra di loro, delle informazioni e l’attivazione di adeguate forme di pubblicizzazione delle stesse, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione con particolare attenzione alle tecnologie informatiche.
I soggetti sottoscrittori si impegnano pertanto a realizzare un sistema informativo aperto e interattivo, che consenta la pubblicazione e l’accesso alle conoscenze in essere e a quelle che verranno acquisite, a tutti gli attori del presente AQST-Contratto di Fiume e, più in generale, a tutti i cittadini.
I soggetti sottoscrittori provvederanno altresì a dare piena informazione, degli obiettivi e delle attività condivise e previste dall’AQST-Contratto di Fiume, alle comunità che insistono sul territorio, mediante l’organizzazione di appositi momenti di confronto pubblico, la pubblicazione e diffusione di strumenti informativi di facile e ampia comunicazione.
I soggetti sottoscrittori si impegnano a sviluppare azioni e programmi finalizzati a promuovere e diffondere la cultura dell’acqua, sia sotto l’aspetto etico che cognitivo, sollecitando e permettendo una piena partecipazione dei cittadini alle iniziative volte alla valorizzazione, alla tutela e all’utilizzo razionale delle risorse idriche.
Tali iniziative saranno rivolte in particolare alle giovani generazioni, ricercando e promuovendo la collaborazione delle agenzie educative presenti ed in particolare delle Istituzioni scolastiche dell’obbligo.
In tale contesto assume particolare importanza la collaborazione delle associazioni ambientali e culturali che operano sul territorio, a cui verranno proposte forme di collaborazione di varia natura tendenti a valorizzare il contributo che già danno, con la loro presenza e la loro attività, allo sviluppo della conoscenza, della tutela e della valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale legato alla presenza dell’elemento acqua.
Articolo 5 – Primo programma d’azione
Si individua e condivide già da ora un primo programma d’azione, costituito dalle seguenti azioni, adeguatamente integrate mediante la progressiva applicazione della metodologia e degli strumenti che saranno definiti nel primo anno di attività come previsto al precedente art. 3, e concorrenti al raggiungimento degli obiettivi strategici individuati al precedente art. 4,:
1. Piano di Tutela;
2. Programmazione di interventi infrastrutturali relativi al ciclo dell’acqua;
3. Definizione e adozione di regolamenti di fognatura;
4. Censimento e caratterizzazione degli scarichi;
5. Programmazione e realizzazione di primi interventi per la laminazione delle piene;
6. Piano di attività per l’adeguamento dei manufatti di attraversamento;
7. Recepimento previsioni P.A.I. in campo urbanistico;
8. Piano di attività per la delocalizzazione degli insediamenti incompatibili;
9. Individuazione di regole di gestione e di preannuncio delle piene;
10. Definizione e adozione di piani di emergenza comunali ed intercomunali;
11. Definizione di primi indirizzi per lo sviluppo del territorio secondo criteri di sostenibilità e sicurezza;
12. Definizione di interventi di valorizzazione ambientale delle aree fluviali anche a fini fruitivi – Parchi Regionali;
13. Definizione di interventi di valorizzazione ambientale delle aree fluviali anche a fini fruitivi – Parchi Locali di Interesse Sovracomunale;
14. Definizione di interventi di valorizzazione ambientale delle aree fluviali anche a fini fruitivi – Forestazione e Rinaturazione Perifluviale;
15. Adozione di strumenti atti alla condivisione delle informazioni;
16. Avvio di iniziative per la formazione e l’educazione ad una cultura dell’acqua.
Ciascuna delle predette azioni è dettagliatamente descritta nelle schede di cui all’allegato 2 e nel quadro riassuntivo degli impegni dei singoli sottoscrittori di cui all’allegato 3, che formano parte integrante del presente AQST, con le quali, secondo quanto previsto dall’art. 5 lettera g) del Regolamento regionale di attuazione della l.r. 2/03, vengono definite le attività, le eventuali fasi e relativi tempi di realizzazione, il soggetto coordinatore dell’azione e gli altri soggetti attuatori, i relativi impegni finanziari e quant’altro necessario per la completa e corretta individuazione dei compiti e responsabilità di ciascun soggetto partecipante alla realizzazione dell’azione stessa.
L’integrazione delle predette azioni ed il loro concorso al raggiungimento degli obiettivi strategici sono sinteticamente rappresentati dalla matrice azioni/obiettivi di seguito riportata:
Azioni | Obiettivo a: Riduzione dell'inquinamento delle acque | Obiettivo b: Riduzione del rischio idraulico | Obiettivo c: Riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi | Obiettivo d: Condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell’acqua |
1 Piano di Tutela; | xx | xx | xx | |
2 Programmazione di interventi infrastrutturali relativi al ciclo dell’acqua | xx | x | ||
3 Definizione e adozione di regolamenti di fognatura; | xx | xx | x | |
4 Censimento e caratterizzazione degli scarichi | xx | x | x | |
5 Programmazione e realizzazione di primi interventi per la laminazione delle piene | xx | x | ||
6 Piano di attività per l’adeguamento dei manufatti di attraversamento | xx | x | ||
7 Recepimento previsioni P.A.I. in campo urbanistico | x | xx | x | |
8 Piano di attività per la delocalizzazione degli insediamenti incompatibili | xx | x | ||
9 Individuazione di regole di gestione e di preannuncio delle piene | xx | x | ||
10 Definizione e adozione di piani di emergenza comunali ed intercomunali | xx | x | ||
11 Definizione di primi indirizzi per lo sviluppo del territorio secondo criteri di sostenibilità e sicurezza | xx | xx | xx | x |
12 Definizione di interventi di valorizzazione ambientale delle aree fluviali anche a fini fruitivi – Parchi Regionali | x | x | xx | |
13 Definizione di interventi di valorizzazione ambientale delle aree fluviali anche a fini fruitivi – Parchi Locali di Inresse Sovracomunale | x | x | xx | |
14 Definizione di interventi di valorizzazione ambientale delle aree fluviali anche a fini fruitivi – Forestazione e Rinaturazione Perifluviale | x | x | xx | |
15 Adozione di strumenti atti alla condivisione delle informazioni | x | x | x | xx |
16 Avvio di iniziative per la formazione e l’educazione ad una cultura dell’acqua. | x | x | x | xx |
Articolo 6 – Comitato di Coordinamento
Il Comitato di Coordinamento, di cui all’art. 7 del R.R. n. 18 del 12.02.2003, è composto dal Presidente della Giunta regionale o dall’Assessore delegato, che lo presiede, e dai Sindaci, Presidenti e Legali rappresentanti dei soggetti sottoscrittori o loro delegati.
Alle riunioni del Comitato di Coordinamento partecipano di diritto gli Assessori regionali competenti in materia di gestione delle risorse idriche, di difesa del suolo, urbanistica, protezione civile, parchi e risorse ambientali, opere pubbliche e agricoltura, così come individuati con la delibera della Giunta regionale di approvazione del presente AQST ed il Soggetto Responsabile di cui al successivo art. 7.
Il Comitato di Coordinamento:
a) sovrintende all’attuazione dell’AQST e ne aggiorna i contenuti, condividendo gli obiettivi di sviluppo e l’allocazione delle risorse;
b) promuove e favorisce l’adesione all’AQST di tutti gli Enti pubblici compresi nell’ambito di intervento di cui al precedente art. 2 e, nel caso di una loro adesione successiva alla stipula dell’AQST, ne prende atto;
c) valuta e approva le proposte di adesione di soggetti privati, sulla base della qualificazione dell’interesse di questi ultimi, dell’apporto al programma di interventi, degli impegni derivanti dalla proposta e delle idonee garanzie;
d) approva il Programma d’Azione;
e) approva le eventuali modificazioni e/o integrazioni del Programma d’Azione dell’AQST, di cui all’art. 14, comma 3;
f) riceve le comunicazioni relative alle eventuali modificazioni e/o integrazioni del Programma d’Azione dell’AQST, di cui all’art. 14, comma 4;
g) prende atto delle relazioni semestrali in ordine allo stato di attuazione dell’AQST e del relativo Programma d’Azione.
Il Comitato di Coordinamento si riunisce almeno una volta all’anno, su convocazione del suo Presidente da diramarsi con un minimo di quindici giorni di anticipo rispetto alla data della riunione.
Il Presidente è altresì tenuto a convocare il Comitato di Coordinamento ogni qual volta ne faccia richiesta almeno il venti per cento dei suoi componenti.
Il Comitato di Coordinamento, ove ne ravvisi la necessità e ad integrazione di quanto previsto dal presente articolo, potrà decidere di dotarsi di un apposito regolamento per la disciplina del proprio funzionamento e delle modalità di adozione delle decisioni che gli competono. Tale decisione dovrà essere assunta entro un anno dall’adozione del provvedimento regionale di approvazione del presente AQST.
Il Comitato di Coordinamento, al fine di promuovere la più ampia partecipazione e condivisione delle finalità e degli obiettivi previsti dal presente AQST – Contratto di Fiume e per garantire l’efficacia delle decisioni assunte, organizza apposite conferenze di confronto e di informazione, aperte ai diversi portatori locali di interessi pubblici e privati.
Tali strumenti di più ampia partecipazione potranno riferirsi ai diversi sottosistemi territoriali, ai diversi ambiti di intervento di cui all’art. 2 o alle tematiche trattate dalle azioni individuate.
Il Comitato di Coordinamento , nella programmazione delle azioni e nella definizione del programma generale di azioni future, dovrà tenere conto come riferimento privilegiato delle proposte che emergeranno dalle conferenze di cui sopra.
Articolo 7 – Soggetto Responsabile
Xxxxxxxx responsabile dell’AQST è il Direttore Generale della X.X. Xxxxxxx xx Xxxxxxxx Xxxxxxx xxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxxx.
Nell’ambito delle decisioni assunte e condivise dal Comitato di Coordinamento e deliberate dagli organi competenti di ciascun soggetto sottoscrittore, Il Soggetto Responsabile, con la collaborazione del Comitato Tecnico e di ARPA Lombardia, svolge i seguenti compiti:
a) coordina l’attuazione di quanto previsto dall’AQST, anche in collaborazione con i responsabili di eventuali procedimenti regionali correlati;
b) assicura l’attivazione delle metodologie e degli strumenti definiti dall’art. 3 a supporto dell’attività contrattuale;
c) governa il processo complessivo di realizzazione del programma d’azione anche mediante periodiche riunioni con i soggetti coordinatori delle singole azioni;
d) partecipa, direttamente o mediante un suo rappresentante appositamente delegato, ai lavori del Comitato Tecnico;
e) verifica il rispetto degli impegni assunti dai soggetti sottoscrittori ponendo in essere le iniziative idonee a garantire la completa realizzazione delle azioni previste;
f) propone al Comitato di Coordinamento le eventuali modificazioni e/o integrazioni dell’AQST di cui all’art. 14, comma 3, coerentemente con quanto previsto dall’art.3;
g) comunica al Comitato di Coordinamento le eventuali modificazioni e/o integrazioni dell’AQST di cui all’art. 14, comma 4;
h) trasmette al Comitato di Coordinamento relazioni semestrali in ordine allo stato di attuazione dell’AQST redatte sulla base delle relazioni inviate dai soggetti attuatori.
Per le attività di cui sopra il Soggetto Responsabile si avvale delle strutture della D.G. cui è preposto.
Articolo 8 – Ruolo di ARPA Lombardia e dell’Autorità di Bacino del Fiume Po
ARPA Lombardia, in aggiunta agli altri obblighi nascenti dal presente AQST-Contratto di Fiume, fornisce un qualificato supporto tecnico-scientifico ed organizzativo per la sua attuazione, così come previsto dalla Convenzione, citata nelle premesse, stipulata tra Xxxxxxx Xxxxxxxxx-X.X. Xxxxxxx xx X.X. x XXXX, in modo particolare per quanto riguarda la definizione ed applicazione della metodologia e degli strumenti previsti al precedente art. 3 e secondo quanto definito dal programma di attività di cui all’allegato 1.
L’Autorità di bacino del fiume Po, nell’ambito delle proprie competenze ed attribuzioni ed in considerazione del proprio ruolo istituzionale di coordinamento finalizzato a garantire la considerazione sistemica del territorio e delle risorse del bacino padano, si impegna a svolgere compiti di supporto tecnico per l’attuazione dell’AQST. Partecipa, a tale scopo, all’attuazione del presente AQST, impegnandosi a porre in essere anche le attività ad essa attribuite dalle schede del Primo Programma d’Azione di cui all’Articolo 5 e di quanto sarà successivamente concordato nel Programma d’Azione.
Articolo 9 – Soggetti Attuatori
Soggetti attuatori dell’AQST sono, ciascuno per le responsabilità che gli vengono attribuite, i soggetti specificatamente individuati in ciascuna scheda del Primo Programma d’Azione, allegato 2, e nelle schede delle azioni-attività che saranno successivamente definite e concordate nel Programma d’azione. I Comuni il cui territorio è interessato dalle attività previste dai Programmi d’Azione, saranno comunque individuati quali soggetti attuatori sia per le attività cui sono direttamente preposti, sia per la necessaria condivisione delle attività ricadenti nei propri territori e di competenza di altri soggetti.
I compiti dei soggetti attuatori sono:
a) assicurare la completa realizzazione dell’attività, cui sono preposti, nel rispetto delle previsioni dei tempi, delle fasi, delle modalità e nei limiti delle risorse finanziarie fissate dall’AQST;
b) concorrere ad organizzare, valutare e monitorare l’attivazione e la messa a punto del processo operativo teso alla completa realizzazione dell’azione;
c) collaborare con il soggetto coordinatore dell’azione nella verifica dell’attuazione degli impegni.
Per ciascuna azione viene altresì individuato, di norma fra i componenti del Comitato Tecnico, un
soggetto coordinatore cui compete:
a) coordinare le attività dei vari soggetti attuatori al fine di garantire la corretta realizzazione dell’azione;
b) organizzare, valutare e monitorare l’attivazione e la messa a punto del processo operativo teso alla completa realizzazione dell’azione;
c) promuovere opportuni momenti di confronto e di verifica per le finalità di cui ai precedenti punti a) e b);
d) raccordarsi con il soggetto responsabile dell’AQST per le attività di sua competenza.
I soggetti coordinatori sono tenuti altresì ai compiti di cui all’art. 14 del presente AQST.
Articolo 10 – Comitato Tecnico
Il Comitato Tecnico coordina l’attuazione delle azioni e supporta il Soggetto Responsabile nell’espletamento dei relativi compiti.
Il Comitato Tecnico, per lo svolgimento dei suoi compiti, può richiedere la collaborazione delle strutture tecnico-amministrative dei soggetti sottoscrittori.
Il Comitato Tecnico, avvalendosi anche delle strutture delle Direzioni Generali regionali partecipanti all’AQST ed in particolare della D.G. Servizi di Pubblica Utilità, assicura una attività di supporto organizzativo al Comitato di Coordinamento per le sue riunioni e per l’attivazione dei momenti di confronto decentrati e collabora con il Soggetto responsabile dell’AQST per le attività di verifica e monitoraggio dell’attuazione dell’AQST e del relativo Piano d’Azione.
Il Comitato Tecnico si avvarrà inoltre del supporto tecnico-scientifico ed organizzativo assicurato da ARPA Lombardia.
Il Comitato Tecnico è così composto:
a) sette componenti designati dal Comitato di Coordinamento in rappresentanza e su indicazione dei comuni del bacino dell’Olona, del Lura e del Bozzente;
b) tre rappresentanti indicati uno per ciascuna Provincia;
c) tre rappresentanti indicati uno per ciascun ATO;
d) un componente indicato da ciascuna delle XX.XX. partecipanti all’AQST;
e) un rappresentante indicato dall’ARPA;
f) un rappresentante indicato dall’Autorità di Bacino del Fiume Po;
g) un rappresentante indicato dall’AIPO.
Ai lavori del Comitato Tecnico partecipa il Soggetto Responsabile o suo delegato.
Inoltre ai lavori del Comitato Tecnico possono partecipare i coordinatori delle singole azioni eventualmente esterni al Comitato stesso.
Ai componenti, esterni alle amministrazioni, potrà essere corrisposto un gettone di presenza, secondo quanto previsto dalla l.r.
I lavori del Comitato Tecnico sono coordinati dal Soggetto Responsabile, o da un suo delegato, che lo presiede.
Il Comitato tecnico è nominato, sulla base delle designazioni fornite dai Soggetti ed Enti sopra indicati, con apposito provvedimento del Direttore Generale ai Servizi di Pubblica Utilità, e dura in carica tre anni.
Il Comitato Tecnico potrà costituire dei gruppi di lavoro flessibili (da workshop più ampi, a gruppi di lavoro per le azioni puntuali previste dal contratto) da attivarsi caso per caso, coinvolgendo gli attori interessati in stretta relazione con le diverse problematiche e con gli obiettivi specifici dello scenario strategico di sviluppo territoriale-ambientale-paesistico.
Articolo 11 - Dotazione finanziaria
I soggetti sottoscrittori di seguito elencati assicurano la dotazione finanziaria necessaria per l’attuazione delle azioni-attività individuate nel primo programma d’azione, nella misura e secondo i tempi previsti da ciascuna delle singole schede descrittive e dal relativo quadro riassuntivo (All. 2 e 3), e in quelle delle azioni-attività che saranno successivamente definite e concordate nel Programma d’azione.
La Regione Lombardia – D.G. Servizi di Pubblica Utilità assicura i mezzi finanziari e le strutture organizzative per il funzionamento del Comitato Tecnico e mette a disposizione per l’attuazione dell’AQST gli strumenti e le consulenze attivate con ARPA.
La Dotazione finanziaria prevista dal presente AQST e dal relativo Primo Programma d’Azione è così riassumibile:
Soggetti sottoscrittori | Fondi Disponibili | Fondi da Reperire | Totale |
Comuni | 3.242.921 | VEDI ALLEGATO 3 QUADRO RIASSUNTIVO DEGLI IMPEGNI DEI SINGOLI SOTTOSCRITTORI | |
Provincia di Como | 52.500 | ||
Provincia di Milano | 17.500 | ||
Provincia di Varese | 12.500 | ||
A.T.O. di Como | 2.057.278 | ||
A.T.O. di Milano | 21.779.872 | ||
A.T.O. di Varese | 4.730.000 | ||
Aut. di Bacino | 450.000 | ||
AIPO | 20.331.127 | ||
ARPA | 26.500 | ||
Regione | 14.928.223 | ||
Altri soggetti | 3.400 | ||
TOTALI | 67.631.822 | 147.402.757 | 215.034.579 |
Articolo 12 – Tempi d’attuazione
I tempi di attuazione dell’AQST sono quelli definiti per le singole azioni-attività, così come individuati nelle schede descrittive del Primo programma d’azione (All. 2) e in quelle delle azioni-attività che saranno successivamente definite e concordate nel Programma d’azione.
Tali tempi potranno essere rimodulati secondo le modalità previste al successivo art. 14.
Articolo 13 – Strumenti attuativi
Le azioni previste all’articolo 5 (Primo programma d’azione) e quelle che saranno successivamente definite e concordate nel Programma d’azione, possono essere realizzate anche mediante l’attivazione di appositi strumenti attuativi previsti dall’ordinamento e, in particolare, specifici Accordi di Programma per l’esecuzione di opere di particolare rilevanza.
Articolo 14 – Modalità per il monitoraggio e l’aggiornamento dell’accordo
Il Comitato Tecnico assicura al responsabile dell’AQST il flusso informativo relativo all’avanzamento finanziario, procedurale e fisico degli interventi sulla base dello stato di avanzamento delle attività e delle informazioni a tal fine fornite dai soggetti attuatori.
La tempestiva e corretta predisposizione delle relazioni di cui al comma 1 costituisce presupposto alle erogazioni delle risorse finanziarie previste dall’AQST.
L’AQST costituisce documento programmatico di riferimento per l’attuazione delle politiche e può essere modificato e/o integrato per concorde volontà dei sottoscrittori, previa approvazione da parte del Comitato di Coordinamento.
Qualora la modificazione e/o l’integrazione costituiscano rimodulazione di singole azioni-attività previste dal Programma d’Azione, senza alterarne gli obiettivi di sviluppo e l’allocazione complessiva delle risorse, le stesse sono autorizzate dal soggetto responsabile che ne dà comunicazione al Comitato di coordinamento.
Il Comitato Tecnico assicura inoltre il monitoraggio dell’efficacia delle azioni rispetto agli obiettivi dichiarati elaborando opportuni indicatori.
Articolo 15 – Modalità di adesione di soggetti privati
Possono aderire al presente AQST i soggetti privati che, con la loro azione, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi strategici del contratto nei diversi campi d’azione (produttivo, finanziario, culturale, ambientale, ecc.), mettendo a disposizione risorse umane, conoscitive, finanziarie, o equivalenti.
Il Comitato di Coordinamento valuta le proposte di adesione secondo quanto previsto dall’art. 6, specificando il contributo di ciascun soggetto in riferimento alle attività previste dal programma d’azione.
Articolo 16 – Inadempimento e revoca
La mancata attuazione, verifica e monitoraggio del programma d’azione previsto dall’articolo 3 per fatto imputabile al soggetto attuatore da luogo ad inadempimento.
Nell’ipotesi di cui al comma 1, il soggetto responsabile dell’AQST denunzia con lettera raccomandata in maniera analitica la natura dell’inadempimento ed in ragione della sua gravità assegna un termine congruo per l’adempimento tardivo ove questo risulti ancora utile.
In caso di ulteriore inottemperanza o di mancato adeguamento alle eventuali indicazioni del soggetto responsabile, il responsabile dell’AQST attiva le procedure per la revoca del finanziamento in ragione della titolarità dei fondi.
Articolo 17 – Recesso
I soggetti aderenti all’AQST possono recedere, con motivato provvedimento approvato dall’organo competente dell’Ente.
Il Comitato di Coordinamento prende atto del recesso, assicurandosi che siano rispettate le condizioni sopra indicate.
Articolo 18 – Approvazione ed efficacia
Ai sensi di quanto previsto dall’art. 6, comma 1°, del Regolamento regionale di attuazione della l.r. 2/03, il presente AQST – Contratto di Fiume Olona, Bozzente, Xxxx è approvato dagli organi competenti degli Enti che vi aderiscono prima della sua sottoscrizione.
Con il provvedimento di approvazione dovrà essere individuato il rappresentante dell’Ente in seno al Comitato di Coordinamento.
Il provvedimento regionale di approvazione del presente AQST individua l’Assessore, con compiti di coordinamento e gli altri Assessori regionali interessati alla sottoscrizione dell’AQST.
Quanto previsto dal presente AQST – Contratto di Fiume Olona, Bozzente, Xxxx diverrà impegnativo per ciascun soggetto dopo la sua approvazione da parte del rispettivo organo competente e la conseguente formale sottoscrizione da parte del rappresentante legale o suo delegato.
Letto e sottoscritto Le parti contraenti