PROTOCOLLO D’INTESA
PROTOCOLLO D’INTESA
PER L’ADOZIONE DI CRITERI CONDIVISI
NELLA REALIZZAZIONE DELLA SEGNALETICA DEI SENTIERI NEL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE
TRA
Club Alpino Italiano (nel seguito indicato come “CAI”), con sede legale in Xxxxxx, Xxx Xxxxxxxx 00, X.X. 00000000000, X. XXX 00000000000, rappresentato dal Presidente generale Xxxxxxx Xxxxxxx, domiciliato per la carica presso la sede legale
E
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali (nel seguito indicata come “Federparchi”), con sede legale in Xxxx, Xxx Xxxxxxxxxx Xxxxxxx 000, X.X. 00000000000, X. XXX 00000000000 rappresentata dal Presidente xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx, domiciliato per la carica presso la sede legale
(d’ora innanzi denominati congiuntamente anche «parti»)
Premesso
• il CAI, ai sensi della Legge 26 gennaio 1963 n. 91 e s.m.i. e del vigente Statuto, è Ente di diritto pubblico che promuove l’alpinismo in ogni sua manifestazione, incoraggia la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente quelle italiane, e sostiene la difesa del loro ambiente naturale;
• che il CAI, fin dalla sua fondazione a Torino nel 1863, promuove la conoscenza e la frequentazione della montagna, riconoscendola come ambiente naturale di profondo valore e significato, senza trascurare la validità della presenza umana in essa, purché concepita nel quadro di un nuovo rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale;
• che, tra i compiti di rilevanza pubblica attribuiti al CAI ai sensi di legge, vi è, tra l’altro, quello “di provvedere al tracciamento, alla realizzazione e alla manutenzione dei sentieri”;
• che il CAI, in questo ambito, è impegnato da molti anni nell’indirizzo dell’attività escursionistica, attraverso una costante opera sul territorio ed una continua attività di formazione e di educazione, tecnica e culturale, svolta sia all’interno che fuori dell’Associazione, in cui è messo a frutto il grande bagaglio di conoscenza ed esperienza accumulato in una storia ultracentenaria;
• che i principi ispiratori del moderno escursionismo proposto dal CAI sono sintetizzati dal concetto del “camminare per conoscere e tutelare”, in quanto una salda coscienza di tutela parte dalla conoscenza diretta dell’ambiente e dei suoi valori, ottenibile tramite una frequentazione attenta e orientata alla lettura del territorio;
• che, in linea con questi valori e finalità, i Parchi e le Riserve vengono costituiti proprio per rispondere alla specifica necessità di salvaguardare una zona di preminente interesse naturalistico, educativo, culturale, scientifico ed economico, per individuare una compatibilità
con la presenza umana, ma, anzi, per farne il modello di quello che dovrebbe essere ovunque il corretto uso delle risorse territoriali;
• che Federparchi, fondata nel 1989, associa oltre 200 organismi di gestione di parchi nazionali, regionali, aree marine protette e riserve naturali regionali e statali ed è articolata in coordinamenti regionali;
• che, con riferimento all’attività escursionistica e in considerazione del forte sviluppo che essa è destinata ad avere nel prossimo futuro, risulta necessaria un’attenta pianificazione territoriale tale da garantire una fruizione corretta dell’ambiente naturale e un indirizzo dei flussi di visitatori in modo da evitare, ove opportuno, le zone più delicate in cui la pressione antropica debba essere ridotta;
• che una rete di percorsi escursionistici organica ed equilibrata favorisce forme di frequentazione compatibili con la conservazione dell’ambiente e ricche di risvolti culturali, e rappresenta un’occasione di sviluppo offerta dal Parco per la popolazione dei centri montani;
• che un Piano Regolatore dei Sentieri fornisce un indirizzo in un settore in cui spesso si assiste ad un fervore di iniziative centrifughe, promosse da una varietà di organismi ed enti locali, spesso in assenza di studi approfonditi e di un qualsiasi coordinamento;
• che il CAI ha individuato la seguente classificazione per i sentieri al fine di definire meglio le diverse tipologie di sentiero riscontrabili, suggerendone l’interesse prevalente e il grado di difficoltà nella percorrenza:
- Sentiero Turistico: Itinerario di ambito locale su carrarecce, mulattiere o evidenti sentieri; si sviluppa nelle immediate vicinanze di paesi, località turistiche, vie di comunicazione e riveste particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico-ricreativo (Nella scala delle difficoltà CAI è classificato T = Itinerario Turistico);
- Sentiero Escursionistico: Sentiero privo di difficoltà tecniche che corrisponde in gran parte a mulattiere realizzate per scopi agro-silvo-pastorali, militari o a sentieri di accesso a rifugi o di collegamento tra valli vicine (Nella scala delle difficoltà CAI è classificato E = Itinerario Escursionistico);
- Sentiero Alpinistico: Sentiero che si sviluppa in zone impervie e con passaggi che richiedono all’escursionista una buona conoscenza della montagna, tecnica di base e un equipaggiamento adeguato; corrisponde generalmente a un itinerario di traversata nella montagna medio alta e può presentare dei tratto attrezzati (sentiero attrezzato) con infissi (funi corrimano e brevi scale) che non snaturano la continuità del percorso (Nella scala delle difficoltà CAI è classificato EE = Itinerario Escursionistico per Esperti);
- Via Ferrata o Attrezzata: Itinerario che conduce l’alpinista su pareti rocciose o su aeree creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata; richiede adeguata preparazione ed attrezzatura quale casco, imbraco e dissipatore (Nella scala delle difficoltà CAI è classificato EEA = Itinerario Escursionistico per Esperti con Attrezzatura);
- Sentiero Storico: Itinerario escursionistico che ripercorre “antiche vie” con finalità di stimolo alla conoscenza e valorizzazione storica dei luoghi visitati (Difficoltà T o E);
- Sentiero Tematico: Itinerario a tema specifico prevalente (naturalistico, glaciologico, geologico, storico, religioso) di chiaro scopo didattico formativo; usualmente attrezzato con apposita tabellatura e punti predisposti per l’osservazione è comunemente adatto anche all’escursionista inesperto e si sviluppa in aree limitate e ben funzionali (Difficoltà T o E);
- Itinerario di Lunga Percorrenza (Sentiero Italia, Sentieri Europei, Dorsali Appenniniche, ecc.): Itinerario della durata di molti giorni di marcia e della lunghezza di centinaia di
chilometri, in generale agevoli e segnalati, dotati della necessaria ricettività lungo il percorso;
- Itinerario di Media Percorrenza (Trekking, Alte Vie): Itinerario della durata di più giorni di cammino (3-7) e della lunghezza da 40 a 100 Km. di chilometri, adatti in genere ad escursionisti esperti; vanno ben segnalati ed attrezzati e supportati da ricettività;
- Itinerario di Breve Percorrenza (Sentieri escursionistici, Brevi Itinerari ad Anello): Itinerario della durata massima di 1-2 giorni di cammino largamente diffusi, generalmente adatti anche all’escursionista inesperto e conseguentemente attrezzati;
Considerato
che la segnaletica dei sentieri è fondamentale sia dal punto di vista escursionistico che dal punto di vista della valorizzazione del territorio. Non esistono tuttavia veri e propri standard nazionali o internazionali per la segnaletica dei sentieri, e così è molto probabile che passando di nazione in nazione, di regione in regione (e a volte anche di provincia in provincia), la segnaletica sia molto differente, in termini di posizionamento, colori e misure.
Il Club Alpino Italiano, attraverso la Commissione Centrale per l'Escursionismo, ha definito gli standard cui attenersi, riepilogati nell’Allegato A, e tale indirizzo è stato fatto proprio non solo dalle sezioni e sottosezioni CAI, ma anche da numerose Aree Protette, enti territoriali pubblici e privati per i quali il CAI è diventato l'interlocutore di riferimento per la segnaletica e la sentieristica in generale.
Considerato altresì
che, in ragione del riconoscimento delle finalità istituzionali delle Aree Protette e del valore del volontariato svolto dal CAI in montagna, il CAI ha sottoscritto, a partire dal 1997, intese e convenzioni di collaborazione con i seguenti Parchi Nazionali: P.N. delle Dolomiti Bellunesi (1997); P.N. delle Foreste Casentinesi, Monti Falterona e Campigna (1998); P.N. del Gran Sasso e Monti della Laga (1998); P.N. della Maiella (1998); P.N. dei Monti Sibillini (1999); P.N. del Cilento e Vallo di Diano (2001), P.N.Appennino Tosco Emiliano (2009), P.N. d’Abruzzo, Lazio e Molise (2009), P.N. della Sila (2009). Tali accordi di collaborazione, abbracciando più campi di attività, consentono di programmare e realizzare nel migliore dei modi iniziative sul territorio adottando strategie comuni per la montagna e le popolazioni che vi abitano. Tra gli obiettivi della collaborazione, ci sono il continuo e reciproco aggiornamento sulle tematiche legate alla tutela e alla fruizione delle zone sensibili a valore biologico e paesaggistico e l’impegno alla comunicazione per diffondere, tramite la stampa sociale del CAI, le attività del Parco e le iniziative comuni. Di riferimento il progetto: “sentieri, rifugi ed aree protette in una montagna viva per cultura e natura”. La portata innovativa della proposta nazionale del Cai armonizza servizi e aspetti sociali, culturali ed escursionistici, per la promozione di innovative forme di turismo sostenibile.
Tutto ciò premesso e considerato, si conviene e si stipula quanto segue:
Articolo 1 – Premesse e allegato.
Le premesse e l’Allegato A costituiscono parte integrante e sostanziale del presente Protocollo d’intesa.
Articolo 2 – Impegni delle parti.
Con la stipula del presente Protocollo d’Intesa, le parti s’impegnano alla promozione, nel sistema delle Aree Protette:
a) di un moderno escursionismo, rispettoso del territorio attraversato, che valorizzi i centri montani minori per la scoperta della montagna;
b) di criteri condivisi nella realizzazione della segnaletica dei sentieri e, in particolare, all’adozione delle tipologie riportate nell’Allegato A, per la realizzazione della segnaletica, già utilizzate per il Sentiero Italia e adottate da numerose Aree Protette.
Le parti si impegnano altresì:
c) alla definizione delle Reti Escursionistiche delle Aree Protette;
d) alla predisposizione del Catasto dei Sentieri armonizzandolo al contesto regionale/interregionale;
e) alla ricerca di specifici finanziamenti per far fronte agli oneri progettuali e realizzativi connessi con le azioni di cui ai precedenti punti c) e d).
Articolo 3 - Durata
La durata del presente Protocollo d’intesa è stabilita in 3 anni a decorrere dalla data di stipula.
Fatto in duplice originale. Letto, confermato e sottoscritto.
…………, lì
Per il Club Alpino Italiano Per Federparchi
Il Presidente Generale Il Presidente
(Xxxxxxx Xxxxxxx) (xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx)