Ministero
Ministero
dello Sviluppo Economico
Regione Campania
Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo della Repubblica Italiana
e la Regione Campania
Accordo di Programma Quadro “azioni di sistema”
Roma,
PREMESSE
VISTO l'art. 2, comma 203, della legge 23 dicembre 1996, n.662 e successive modificazioni e integrazioni, che definisce gli strumenti della programmazione negoziata;
VISTA, in particolare, la lettera c) del suddetto comma 203 che definisce e delinea i punti cardine dell'Accordo di Programma Quadro, quale strumento della programmazione negoziata, dedicato all'attuazione di una Intesa Istituzionale di Programma per la definizione di un programma esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati e che fissa le indicazioni che l'Accordo di Programma Quadro deve contenere;
VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modifiche e integrazioni recante: “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto d’accesso ai documenti amministrativi”;
VISTO il Xxxxxxx xxx Xxxxxxxxxx xxxxx Xxxxxxxxxx 00 aprile 1994, n. 367 e successive modifiche ed integrazioni, concernenti: "Regolamento recante semplificazione e accelerazione della procedura di spese e contabili";
VISTO l’articolo 15, comma 4, del decreto-legge 30 gennaio 1998, n. 6, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 marzo 1998, n. 61, che integra l’articolo 2, comma 203, lett. b),
della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e l’articolo 10, comma 5 del DPR 20 aprile 1994, n.
367;
VISTA la legge 30 giugno 1998, n.208 “Attivazione delle risorse preordinate della legge finanziaria per l’anno 1998 al fine di realizzare interventi nelle aree depresse. Istituzione di un Fondo rotativo per il finanziamento dei programmi di promozione imprenditoriale nelle aree depresse” e successive integrazioni e modificazioni;
VISTA la legge 16 gennaio 2003 n. 3 del “Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione”, la quale prevede all’art. 11 (Codice unico di progetto degli investimenti pubblici) che ogni nuovo progetto di investimento pubblico, nonché ogni progetto in corso di attuazione alla data del 1° gennaio 2003, sia dotato di un «Codice unico di progetto», che le competenti amministrazioni o i soggetti aggiudicatari richiedono in via telematica secondo la procedura definita dal CIPE;, e successive integrazioni e modificazioni;
VISTA la delibera CIPE del 6 agosto 1999, n. 134 che, recependo l’intesa della conferenza Stato – Regioni nella seduta del 5 agosto 1999, fornisce indirizzi per la costituzione e disciplina del sistema di monitoraggio degli investimenti pubblici con l’individuazione di un gruppo di coordinamento presso il CIPE;
VISTA la legge n. 311 del 30 dicembre 2004 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005)”;
VISTA la legge n. 266 del 23 dicembre 2005 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)”;
VISTA la legge n. 296 del 27 dicembre 2006 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007)”;
VISTA la legge n. 244 del 24 dicembre 2007 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)”;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica del 21 dicembre 1999, n. 554 “Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n.109 e successive modificazioni”;
VISTO il Decreto Legislativo del 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE” e successive modifiche ed integrazioni;
VISTA la legge n. 59 del 15 marzo 1997 e successive modificazioni ed integrazioni, recante: “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ad Enti Locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa”;
VISTA la legge 15 maggio 1997, n. 127 e successive modifiche ed integrazioni, recante: "Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo";
VISTO il decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998, recante: “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59”;
VISTO il decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000: “Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali” e successive integrazioni e modificazioni
VISTO il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, recante: "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n.59";
VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni Pubbliche” e successive integrazioni e modificazioni;
;
VISTO il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181 "Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri" convertito in legge dall’art. 1 della legge 233 del 17 luglio 2006;
VISTO, in particolare, l’art. 73 della legge 28 Dicembre 2001 n. 448 (finanziaria 2002) che stabilisce criteri e modalità di assegnazione delle risorse aggiuntive disponibili per interventi nelle aree depresse, a titolo di rifinanziamento della legge n. 208/1998, volti a promuovere lo sviluppo economico e la coesione e a superare gli squilibri economici e sociali presenti nel Paese. Tali criteri privilegiano gli obiettivi dell’avanzamento progettuale, della coerenza programmatica - con particolare riferimento ai principi comunitari - e della premialità;
VISTA la legge 27 dicembre 2002 n. 289 (finanziaria 2003) che agli articoli 60 e 61 ha istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze ed il Ministero delle Attività Produttive (oggi Ministero dello Sviluppo Economico) i fondi per le aree sottoutilizzate (di seguito FAS) nei quali si concentra e si dà unità programmatica e finanziaria all’insieme degli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale rivolti al riequilibrio economico e sociale tra aree del Paese e viene stabilita la possibilità che il CIPE in relazione allo stato di attuazione degli interventi finanziati o alle esigenze espresse dal mercato in merito alle singole misure, trasferisca risorse dall’uno all’altro fondo, con i conseguenti effetti di bilancio;
VISTA la legge regionale della Regione Campania n. 3 del 27 febbraio 2007 “Disciplina dei lavori pubblici, dei servizi e delle forniture in Campania”;
VISTA l’Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo e la Regione Campania, approvata dal CIPE in data 16 Febbraio 2000, che costituisce il quadro di riferimento degli atti programmazione negoziata che hanno luogo nella Regione ed è lo strumento con il quale sono stabiliti, congiuntamente tra il Governo e la Giunta della Regione, gli obiettivi da conseguire per i quali è indispensabile l’azione congiunta degli organismi predetti;
CONSIDERATO che la suddetta Intesa Istituzionale di Programma ha individuato i programmi di intervento nei settori di interesse comune, da attuarsi prioritariamente attraverso la stipulazione di Accordi di Programma Quadro e ha dettato i criteri, i tempi ed i modi per la sottoscrizione degli accordi stessi;
VISTA la delibera CIPE 21 marzo 1997 concernente la disciplina della programmazione negoziata ed in particolare il punto 1 sull’Intesa Istituzionale di Programma nel quale, alla lettera b), è previsto che gli accordi di programma quadro da stipulare dovranno coinvolgere nel processo di negoziazione gli organi periferici dello Stato, gli enti locali, gli enti subregionali, gli enti pubblici ed ogni altro soggetto pubblico e privato interessato al processo e contenere tutti gli elementi di cui alla lettera c), comma 203, dell’articolo 2 della legge n.662/1996;
VISTA la delibera CIPE del 15 febbraio 2000, n. 12 che prevede l’approfondimento delle problematiche connesse all’adozione del codice identificativo degli investimenti pubblici e la formulazione di una proposta operativa;
VISTA la delibera CIPE n. 44 del 25 maggio 2000 “Accordi di programma quadro. Gestione degli interventi tramite applicazione informatica”;
VISTA la delibera CIPE n. 76 del 2 agosto 2002, concernente “Accordi di programma quadro. Modifica scheda-intervento di cui alla Delibera n. 36 del 2002 ed approvazione schede di riferimento per le procedure di monitoraggio”;
VISTA la delibera CIPE n. 143 del 27 dicembre 2002, concernente “Sistema Per l’attribuzione del Codice Unico di Progetto di Investimento Pubblico (CUP);
VISTA la Circolare sulle procedure di monitoraggio degli Accordi di Programma Quadro emanata dal Servizio per le Politiche di Sviluppo Territoriale e le Intese e trasmessa alle Amministrazioni regionali con nota n. 0032538 del 9 ottobre 2003;
VISTA la delibera CIPE del 22 marzo 2006 n. 14 avente ad oggetto la “Programmazione delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate mediante le intese istituzionali di programma e gli accordi di programma quadro”;
CONSIDERATO che alla realizzazione degli interventi individuati dal presente Accordo concorrono al finanziamento lo Stato, la Regione e i soggetti privati nelle misure descritte in dettaglio negli Allegati del predetto Accordo: Relazione Tecnica (Allegato 1) e schede Attività intervento (Allegato 2);
VISTA la delibera CIPE n. 35 del 27 maggio 2005, “Ripartizione delle risorse per interventi nelle aree sottoutilizzate – rifinanziamento legge 208/1998 per il triennio 2005/2008 (legge finanziaria 2005)”, che assegna alla Regione Campania la quota di 574,30 milioni di euro al netto delle risorse premiali, da utilizzare per il finanziamento di interventi infrastrutturali
materiali ed immateriali da ricomprendere nell’ambito dell’Intesa e dei relativi Accordi di Programma Quadro;
VISTA la delibera CIPE n. 3 del 22 marzo 2006 avente ad oggetto “Ripartizione delle risorse per interventi nelle aree sottoutilizzate – rifinanziamento legge 208/1998 periodo 2006-2009 (Legge Finanziaria 2006)”, che destina alla Regione Campania complessivamente 584,10 milioni di euro, al netto delle risorse premiali, da utilizzare per il finanziamento di interventi infrastrutturali materiali ed immateriali da ricomprendere nell’ambito dell’Intesa e dei relativi Accordi di Programma Quadro;
VISTO che le predette Delibere CIPE nn. 35/05 e 3/06 prevedono che, nell’ambito della quota destinata ai Programmi regionali, possano essere ricomprese azioni di sistema per una quota massima pari allo 0,65% delle risorse per le aree sottoutilizzate, ripartite a favore di ciascuna Regione e Provincia autonoma, da utilizzare in APQ;
VISTO, in particolare, che la quota dello 0,65% delle risorse poste a finanziamento dei programmi regionali, di cui al precedente capoverso, è destinabile al finanziamento di azioni di carattere innovativo finalizzate ad un efficace raggiungimento degli obiettivi degli APQ medesimi e di attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo del medesimo strumento di programmazione;
TENUTO CONTO, altresì, che il punto 5.1 della summenzionata Delibera CIPE 14/06 dispone che le risorse assegnate con le predette Delibere CIPE 35/05 e 3/06 non impegnate entro il 31 dicembre del terzo anno successivo alla pubblicazione della Delibera CIPE di riferimento, saranno riprogrammate dal CIPE secondo le procedure contabili previste dall’art.5, comma 3, della legge n.144/1999;
VISTO il documento di Programmazione Strategica e Riparto Settoriale Programmatico 2005-2008 della Regione Campania, approvato con deliberazione della Giunta Regionale della Campania n. 1243 del 30/09/2005, con il quale veniva destinato lo 0,65 %, delle risorse ad essa assegnate, per azioni di sistema ovvero al finanziamento di azioni di carattere innovativo finalizzate all’efficace raggiungimento degli obiettivi degli APQ e di attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo;
VISTO il documento di Programmazione Strategica e Riparto Settoriale Programmatico 2006-2009 della Regione Campania, approvato con deliberazione della Giunta Regionale della Campania n. 1999 del 30/11/2006 con il quale veniva destinato lo 0,50 %, delle risorse ad essa assegnate, per azioni di sistema ovvero al finanziamento di azioni di carattere innovativo finalizzate all’efficace raggiungimento degli obiettivi degli APQ e di attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo;
VISTA pertanto la dotazione finanziaria complessiva per azioni di sistema ovvero per azioni di carattere innovativo finalizzate all’efficace raggiungimento degli obiettivi degli APQ e di attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo, pari a € 6.403.407,80, rese disponibili dalle fonti:
- legge 30 giugno 1998, n.208 : Delibera CIPE 35/2005– punto 4.5 - € 3.482.919,32
- legge 30 giugno 1998, n.208 : Delibera CIPE 3/2006– punto 3.5 - € 2.920.488,48
VISTO il Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013, approvato con la delibera CIPE del 22 dicembre 2006 n. 174, così come modificato a seguito dell’interlocuzione informale e formale con la Commissione Europea;
VISTA la delibera CIPE del 21 dicembre 2007 di “Attuazione del Quadro Strategico Nazionale”;
CONSIDERATO che gli interventi previsti nel presente accordo rientrano nel regime della programmazione unitaria del QSN secondo i criteri e i limiti previsti dalla citata delibera CIPE del 21 dicembre 2007;
VISTA la Delibera di Giunta della Regione Campania n. 1243 del 30/09/2005, avente ad oggetto: “Risorse per interventi nelle aree sottoutilizzate. Rifinanziamento legge 208/1998, periodo 2005-2008 (legge finanziaria 2005);
VISTA la Delibera di Giunta della Regione Campania n. 1999 del 30/11/2006, con la quale sono stati definiti gli indirizzi strategici e il riparto settoriale delle risorse FAS 2006-2009, destinate alla Regione Campania con Delibera CIPE 3/06, coerentemente al principio dell’unitarietà nella programmazione delle risorse aggiuntive nazionali e comunitarie, e al perseguimento della massima coerenza e continuità tra la programmazione FAS 2006-2009 e la programmazione delle politiche di coesione 2007-2013;
VISTA la Delibera di Giunta della Regione Campania n. 1042 del 1°/08/2006 di approvazione del “Documento Strategico Regionale per la politica di coesione 2007-2013”, che stabilisce le scelte strategiche, gli obiettivi specifici e le condizioni ineludibili del ciclo di programmazione 2007-2013;
VISTA la Delibera di Giunta Regionale n. 453 del 16/3/07 “Approvazione delle proposte di Programmi Operativi FSE e FESR per l’attuazione delle Politiche Regionali di Coesione 2007/2013 e del Programma di Sviluppo Rurale della Campania 2007/2013 relativo al FEASR”;
VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale della Campania n. 882 del 22 maggio 2007 con la quale si approvava la proposta di Quadro strategico degli Accordi di Programma Quadro, tra i quali l’APQ “Azioni di Sistema” avente la “finalità di costruire e rafforzare i dispositivi regionali di coordinamento, organizzativi e procedurali, di rafforzare le competenze regionali e territoriali necessari alla programmazione unitaria, alla attuazione e al monitoraggio, di orientare il quadro normativo regionale coerentemente con le esigenze delle politiche di sviluppo, di riordinare e rafforzare il partenariato istituzionale, economico e sociale”;
VISTA la Decisione C(2007) n. 4265 dell’11 settembre 2007, con cui la Commissione UE ha approvato il Programma Operativo XXXX 0000-0000 della Regione Campania;
VISTA la Decisione C(2007) n. 5478 del 7 novembre 2007, con cui la Commissione UE ha approvato il Programma Operativo FSE 2007-2013 della Regione Campania;
VISTA la Delibera n. 1921 del 9 novembre 2007, con cui la Giunta della Regione Campania ha preso atto della Decisione della Commissione Europea di approvazione del Programma Operativo Regionale Campania XXXX 0000-0000;
VISTA la nota trasmessa dalla Regione Campania Soggetti sottoscrittori degli Accordi di Programma Quadro, avente ad oggetto per ogni Accordo o Atto Integrativo la proposta di
“Quadro strategico dell’APQ”, in ottemperanza al punto 2.4.4 della menzionata delibera CIPE 14/06;
CONSIDERATA la nota n. 12626 del 31 maggio 2007, trasmessa dal Servizio per le Politiche di Sviluppo territoriale e le Intese ed avente ad oggetto la condivisione del “Quadro strategico dell’APQ” tra le Amministrazioni e gli Enti coinvolti nel processo negoziale il cui percorso è definito al punto 2 della menzionata Delibera CIPE 14/06;
PRESO ATTO della relazione redatta dal NVVIP della Regione Campania relativamente alla coerenza programmatica, alla fattibilità e alla sostenibilità degli interventi proposti dalla Regione Campania a valere sulle Delibere CIPE nn. 35/05 e 3/06 ed attivati nel presente Atto Integrativo, in ottemperanza al punto 2.5.1 punto a) della stessa Delibera CIPE 14/06, trasmessa con nota n. 206/08 del 3 marzo 2008;
VISTA la deliberazione della Giunta Regionale della Campania n. del , con la venivano approvato lo schema dell’Accordo di Programma Quadro “Azioni di Sistema” e la relativa relazione tecnica;
IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO,
la Regione Campania stipulano il seguente
“AZIONI DI SISTEMA”
Articolo 1
Recepimento delle premesse
1. Le premesse di cui sopra e gli allegati formano parte integrante e sostanziale del presente Accordo di Programma Quadro “Azioni di Sistema” (di seguito indicato Accordo);
Articolo 2
Finalità e Obiettivi
1. Il presente Accordo è volto all’attuazione di azioni di sistema e di azioni di carattere innovativo per il rafforzamento della governance regionale, della capacity building delle amministrazioni regionali e locali, del partenariato socio economico ed infine per l’intensificazione della comunicazione istituzionale. Tali azioni sono, in coerenza con le disposizioni delle Delibere CIPE menzionate in premessa, finalizzate all’efficace raggiungimento degli obiettivi degli APQ e degli obiettivi strategici dei programmi di coesione, nonché all’attivazione di attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo della programmazione, dell’attuazione e del monitoraggio dei programmi di sviluppo regionale per il periodo 2007-2013;
2. In coerenza con i citati documenti strategici di programmazione comunitaria, nazionale e regionale, gli interventi sono così sintetizzati:
− Interventi per la definizione e attuazione del Documento Unitario di Programmazione e del Piano d’Azione per gli obiettivi di servizio;
− Sostegno alla realizzazione dei progetti di innovazione normativa, semplificazione amministrativa e riorganizzazione interna, monitoraggio e direzione delle attività strategiche per conto della Presidenza e della Giunta regionale;
− Analisi dell’evoluzione del sistema dei servizi e della qualità della vita nelle aree urbane;
− Supporto per la costituzione di una short list di giovani esperti nelle politiche comunitarie di sviluppo 2007-2013: prima fase del progetto “100 giovani per l’Europa”
− Azione per la valorizzazione di proposte progettuali innovative: concorso di idee “EU-GENIO, talenti per l’Europa”
3. Tali obiettivi sono dettagliatamente illustrati nella Relazione Tecnica (Allegato 1) e nelle schede Attività/intervento (Allegato 2), quali parti integrante del presente Accordo;
Articolo 3
Interventi in attuazione
1. Le finalità di cui all’art. 2 sono perseguite mediante la realizzazione di un programma attuativo di n. 5 interventi, dei quali il primo articolato in 5 linee di azione azioni, dettagliatamente descritti nelle schede-intervento di cui alla delibera CIPE n.76/02 inserite nella Relazione Tecnica;
2. La successiva tavola 1 elenca gli interventi attivati dal presente Accordo;
Tavola 1 – Elenco Interventi
N° | INTERVENTI | AZIONI | RISORSE |
1 | Definizione di un modello organizzativo sperimentale di governance della programmazione regionale unitaria 2007 – 2013 | Attività di supporto per la definizione e l’attuazione del Documento Unitario di Programmazione e del Piano d’Azione per gli obiettivi di servizio e per la progettazione del sistema premiale e sanzionatorio. | € 3.182.919,32 |
Azione di Supporto per la Realizzazione di un sistema integrato di lettura e monitoraggio degli obiettivi programmatici (Cruscotto Direzionale per la programmazione unitaria) | |||
Supporto alla predisposizione della regolamentazione dei meccanismi di partenariato e al funzionamento dei tavoli di partenariato | |||
Supporto per la programmazione strategica e operativa FAS e assistenza tecnica per la programmazione locale e la progettazione esecutiva. | |||
Azione Trasversale di Supporto per lo Sviluppo Organizzativo e azioni di miglioramento continuo. | |||
2 | Azione di sostegno alla realizzazione dei progetti di innovazione normativa, semplificazione amministrativa e riorganizzazione interna, monitoraggio e direzione delle attività strategiche per conto della Presidenza e della Giunta regionale. | € 581.717,48 | |
3 | Definizione e sperimentazione di modelli di intervento per la sicurezza e per i servizi alla persona nelle aree urbane per l’aumento della qualità della vita. | € 300.000,00 | |
4 | Prima fase del progetto “100 giovani per l’Europa” | € 1.838.771,00 | |
5 | Concorso di idee “EU-GENIO, talenti per l’Europa” | € 500.000,00 | |
TOTALE | € 6.403.407,80 |
3. La Regione Campania, che ha individuato, nel rispetto della normativa vigente comunitaria e nazionale, i soggetti attuatori dei suddetti interventi, assicura la conformità delle procedure di affidamento adottate alla normativa vigente in materia di appalti pubblici;
4. Per le linee di azione aventi ad oggetto attività di studio, analisi e/o ricerca, ovvero consulenze da affidare a soggetti estranei all’Amministrazione regionale, la Regione Campania garantisce che il ricorso a tali figure, da individuare mediante una procedura comparativa pubblica di selezione, è adeguatamente motivato e risponde all’esigenza straordinaria o urgente di avvalersi di alte professionalità non presenti nei ruoli delle medesima Amministrazione regionale;
5. Per le linee di azione aventi, altresì, ad oggetto attività di ricerca, di analisi, di studio e/o attivazione di gruppi di lavoro inter-disciplinari, il Soggetto responsabile dell’Accordo, di cui al successivo articolo 6, coordina e governa l’elaborazione di una relazione scritta finale da richiedere ai singoli Soggetti Attuatori, nella quale dovranno essere illustrati i risultati dello studio commissionato e/o delle attività condotte, unitamente alle soluzioni individuate e proposte al termine degli stessi.
6. I contenuti delle relazioni di cui ai precedenti commi dovranno essere, inoltre, sintetizzati nei Rapporti di monitoraggio, di cui ai successivi articoli.
Articolo 4
Risorse finanziarie disponibili e destinazione
1. Il quadro complessivo delle risorse finanziarie per l’attuazione del presente Accordo, ammonta ad un totale di € 6.403.407,80, come descritto nella successiva tavola 2 ed adeguatamente dettagliato nelle schede intervento redatte ai sensi della Delibera CIPE n.76/02.
Tavola 2 – Quadro finanziario | |
FONTI DI FINANZIAMENTO | IMPORTI |
Delibera CIPE 35/2005–punto 4.5 | € 3.482.919,32 |
Delibera CIPE 3/2006–punto 3.5 | € 2.920.488,48 |
TOTALE | € 6.403.407,80 |
2. L’attribuzione e la disponibilità delle risorse a valere sulle delibere CIPE n. 35/05 e n. 3/06 è vincolata al rispetto dei criteri delineati, rispettivamente, al punto 7 della delibera CIPE
n. 35/05 e al punto 6 della delibera CIPE n. 3/06, oltre che al punto 5 della delibera CIPE n. 14/06.
3. In attuazione della Delibera CIPE 14/06 e della Circolare sulle procedure di monitoraggio degli Accordi di Programma Quadro richiamata in premessa, i trasferimenti delle risorse di cui al precedente comma 1, fatta eccezione per le attribuzioni previste a titolo di anticipazione, sono condizionati al corretto inserimento e aggiornamento dei dati di monitoraggio.
4. In particolare, la procedura per il trasferimento delle risorse finanziarie di cui al precedente comma 1 sarà avviata dalla competente Direzione per le Politiche di Sviluppo Territoriale e le Intese del Ministero dello Sviluppo Economico, nei limiti delle assegnazioni di competenza e subordinatamente alle disponibilità di cassa, coerentemente con quanto stabilito al punto 4 della Deliberazione CIPE 14/2006, con le seguenti modalità:
a. il 20% del finanziamento entro 60 giorni dalla stipula dell’APQ a titolo di anticipazione;
b. il restante 80% in proporzione allo stato di avanzamento degli interventi e sulla base del valore delle opere realizzate, come risultanti dai dati di monitoraggio semestrale dell’Applicativo Intese del Ministero dello Sviluppo Economico.
5. L’Amministrazione destinataria delle suddette risorse si impegna a fornire tempestivamente al soggetto responsabile ed ai soggetti firmatari dell’accordo ogni utile notizia circa gli adempimenti di cui alla citata Delibera. Il soggetto responsabile dell’accordo fornirà, in sede di monitoraggio semestrale, le informazioni necessarie per quantificare progressivamente l’ammontare delle risorse oggetto di obbligazioni giuridicamente vincolanti dei beneficiari finali;
6. Nel caso in cui, per ragioni sopravvenute, uno o più degli interventi previsti dal presente accordo siano annullati o siano reputati non più realizzabili, si applicano le disposizioni concernenti la riprogrammazione, revoca e/o rimodulazione degli interventi contenute nella citata Intesa Istituzionale di Programma, così come novellata dalla citata deliberazione del CIPE n. 14/06;
7. Le economie a valere sulle risorse di cui al presente articolo 4 , ai sensi della vigente normativa, derivanti dall’attuazione degli interventi individuati nel presente Accordo e/o da procedure di annullamento di cui al precedente comma, opportunamente accertate dal Soggetto responsabile dell’accordo in sede di monitoraggio semestrale, confluiscono su di un fondo regionale e alla loro riprogrammazione si provvede, su proposta del responsabile dell’APQ, per concorde volontà dei soggetti sottoscrittori in conformità alla procedura di riprogrammazione prevista dalla citata Intesa Istituzionale di Programma, così come novellate dalla delibera CIPE 22 marzo 2006, n. 14 e dalla deliberazione del CIPE del 21 dicembre 2007;
8. La gestione finanziaria degli interventi può attuarsi secondo le procedure e le modalità previste dall’articolo 8 del D.P.R 20 aprile 1994, n. 367, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 2, comma 203, lettera b), ultimo periodo, aggiunto con l’articolo. 15, comma 4, del decreto-legge 30 gennaio 1998, n. 6, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 marzo 1998, n. 61.
9. In attuazione di quanto previsto dalla Delibera CIPE 143/2002, la Regione Campania condiziona l’effettiva erogazione del finanziamento alle stazioni appaltanti e/o soggetti aggiudicatori degli interventi oggetto del presente Accordo alla comunicazione ed all’inserimento al primo monitoraggio utile del CUP nelle relative schede intervento di cui alla Delibera CIPE 76/2002;
Articolo 5
Impegni dei Soggetti Sottoscrittori dell’Accordo
1. Ciascun soggetto sottoscrittore si impegna, nello svolgimento dell'attività di propria competenza:
a. a fornire al Xxxxxxxx responsabile dell’Accordo tutte le informazioni in proprio possesso necessarie per l’adeguato e tempestivo svolgimento delle attività pianificate nel presente Accordo ed in particolare per l’espletamento delle funzioni di monitoraggio dell’attuazione;
b. a rispettare i termini concordati e indicati nelle schede di intervento di cui alle delibera CIPE 76/2002 e riportate nell’Allegato 2 del presente Accordo;
c. ad utilizzare forme di immediata collaborazione e di stretto coordinamento, con il ricorso in particolare agli strumenti di semplificazione dell'attività amministrativa e di
snellimento dei procedimenti di decisione e di controllo previsti dalla vigente normativa;
d. ad attivare e utilizzare appieno ed in tempi rapidi, coerentemente con quanto disposto nei precedenti articoli, tutte le risorse finanziarie individuate nel presente Accordo per la realizzazione delle diverse attività e tipologie di intervento;
e. a procedere, con periodicità semestrale, alla verifica dello stato di attuazione dell’Accordo sulla base dei contenuti delle Relazioni di monitoraggio di cui al successivo articolo 6, trasmesse alla Direzione per le Politiche di Sviluppo territoriale e le Intese Istituzionali di Programma, al termine delle procedure di monitoraggio indicate nella Circolare richiamata nelle premesse e, se necessario, a proporre gli eventuali aggiornamenti e correttivi al Soggetto responsabile dell’attuazione dell’Accordo;
f. a rimuovere ogni ostacolo procedurale ad esso imputabile in ogni fase procedimentale di realizzazione degli interventi e di attuazione degli impegni assunti, accettando, in caso di inerzia, ritardo o inadempienza l'intervento sostitutivo del responsabile dell’attuazione del presente Accordo.
Articolo 6
Soggetto responsabile dell’attuazione dell’Accordo
1. Ai fini del coordinamento e della vigilanza sull’attuazione del presente Accordo, le Parti individuano, quale soggetto responsabile dell’attuazione dell’Accordo, il coordinatore dell’Area Generale di Coordinamento 03 - Pianificazione, Piani e Programmi
2. Il soggetto responsabile ha il compito di:
a. rappresentare in modo unitario gli interessi dei soggetti sottoscrittori;
b. coordinare il processo complessivo di realizzazione degli interventi ricadenti nell’Accordo, attivando le risorse tecniche e organizzative necessarie alla sua attuazione;
c. promuovere, in via autonoma o su richiesta dei responsabili dei singoli interventi, le eventuali azioni ed iniziative necessarie a garantire il rispetto degli impegni da parte dei soggetti sottoscrittori anche attraverso la convocazione di singoli soggetti sottoscrittori;
d. nel corso dell’istruttoria dell’accordo e nei monitoraggi semestrali, da effettuarsi secondo le modalità indicate nella Circolare sul monitoraggio degli APQ citata in premessa e la Delibera CIPE 14/06, coordinare la raccolta dei dati effettuata dai Responsabili di intervento e verificare la completezza e la coerenza dei dati delle schede intervento, così come l’assenza per le stesse di codici di errore nell’applicativo informatico per il monitoraggio degli Accordi di Programma Quadro (di seguito denominato “Applicativo Intese”) del Ministero dello Sviluppo Economico;
e. nel corso dei monitoraggi semestrali, ed in particolare nella iniziale fase di aggiornamento delle schede intervento, comunicare al Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione per le politiche di sviluppo territoriale, la lista degli interventi per i quali siano intervenute modifiche rispetto all’ultima versione monitorata, come indicato al par. 4.2 della Circolare sulle procedure di monitoraggio degli Accordi di programma quadro citata in premessa, modifiche da illustrare in dettaglio all’interno del relativo rapporto di monitoraggio;
f. nel corso dei monitoraggi semestrali, assicurare il completo inserimento dei dati delle schede-intervento rispettivamente entro il 31 luglio e il 31 gennaio di ogni anno;
g. inviare alla Direzione per le politiche di sviluppo territoriale e le Intese entro il 28 febbraio e il 30 settembre di ogni anno, a partire dal primo semestre successivo alla stipula dell’APQ, il Rapporto di monitoraggio sullo stato di attuazione dell’APQ, redatto ai sensi della delibera CIPE 76/2002 e secondo le modalità previste dalla Circolare sulle procedure di monitoraggio degli Accordi di programma quadro citata in premessa e dalla Delibera CIPE 14/06;
x. xxxxxxxx sullo stato di attuazione dell’Accordo, predisponendo il monitoraggio degli interventi sulla base delle informazioni assunte dal responsabile dei singoli interventi, indicato nel successivo art. 7;
i. assegnare, in caso di ritardo, inerzia o inadempienza, al soggetto che ne è responsabile, un congruo termine per provvedere; segnalare, decorso inutilmente il predetto termine, l’inadempienza al Tavolo dei Sottoscrittori, che provvede con le modalità previste dall’Intesa Istituzionale di Programma, così come modificate dalla deliberazione del CIPE n. 14/06;
j. esercitare, avvalendosi dei servizi e delle strutture organizzative dell’Amministrazione procedente, ovvero di altre Amministrazioni pubbliche, e su conforme decisione del Comitato dell’Intesa paritetico di cui alla delibera CIPE n. 14/06, i poteri sostitutivi necessari alla esecuzione degli interventi;
x. xxxxxxxxxx, mediante attività di conciliazione, a dirimere tutte le controversie che insorgono tra i soggetti partecipanti all’Accordo; nel caso di mancata composizione, le controversie sono definite secondo le modalità di cui al successivo articolo 10 del presente Accordo.
Articolo 7
Responsabili della realizzazione degli interventi
1. Per ogni intervento viene indicato nell’apposita scheda intervento (Allegato 2) il “Responsabile di intervento”.
2. Il responsabile della realizzazione degli interventi svolge i seguenti compiti:
a) pianifica il processo operativo teso alla completa realizzazione dell’intervento attraverso la previsione dei tempi, delle fasi, delle modalità e delle criticità;
b) organizza, dirige, valuta e controlla l’attivazione e la messa a punto del processo operativo teso alla completa realizzazione dell’intervento;
c) controlla costantemente il processo di attuazione dell’intervento, ponendo in essere tutte le azioni opportune e necessarie al fine di garantire la completa realizzazione dell’intervento nei tempi previsti e segnalando al soggetto responsabile dell’Accordo gli eventuali ritardi e/o ostacoli tecnico-amministrativi che ne dilazionano e/o ne impediscono l’attuazione, nonché ogni altra informazione richiesta;
d) raccoglie ed immette nell’Applicativo Intese, nel rispetto delle scadenze di monitoraggio del 31 luglio e del 31 gennaio di ciascun anno, i dati delle schede intervento e ne risponde della loro veridicità;
e) verifica la veridicità delle informazioni contenute nelle singole schede intervento e l’attuazione degli impegni assunti, cosi come pone in essere tutte le azioni opportune e necessarie al fine di garantire la completa realizzazione dell’intervento nei tempi previsti;
f) trasmette al responsabile dell’APQ, in concomitanza con le scadenze dei monitoraggi semestrali, la scheda intervento unitamente ad una relazione esplicativa contenente la descrizione dei risultati conseguiti, le azioni di verifica svolte, l’indicazione di ogni
eventuale ostacolo amministrativo, finanziario o tecnico che si frapponga alla realizzazione dell’intervento e la proposta delle relative azioni correttive, nonché ogni altra informazione richiesta dal Responsabile dell’APQ.
Articolo 8
Procedimenti di conciliazione o definizione dei conflitti
1. In caso di insorgenza di conflitti, tra due o più dei soggetti partecipanti all’Accordo sottoscritto, in merito alla interpretazione ed attuazione dello stesso, il Tavolo dei Sottoscrittori su segnalazione del Responsabile dell’Accordo quadro o su istanza di uno dei soggetti interessati dalla controversia o anche d’ufficio, convoca le parti in conflitto per l’esperimento di un tentativo di conciliazione;
2. Qualora in tale sede si raggiunga un’intesa idonea a comporre il conflitto, si redige processo verbale nel quale sono riportati i termini della conciliazione. La sottoscrizione del verbale impegna i firmatari all’osservanza dell’accordo raggiunto;
3. Qualora, invece, le controversie permangano, il Tavolo dei sottoscrittori rimette la questione al Comitato dell’Intesa paritetico.
Articolo 9
Inerzie, ritardi e inadempienze
1. L’inerzia, l’omissione e l’attività ostativa riferite alla verifica e al monitoraggio da parte dei soggetti responsabili di tali funzioni costituiscono, agli effetti del presente Accordo, fattispecie di inadempimento;
2. Nel caso di ritardi, inerzie o inadempimenti, il Xxxxxxxx responsabile dell’Accordo invita il Soggetto sottoscrittore, al quale il ritardo, l’inerzia o l’inadempimento sono imputabili, ad assicurare che la struttura da esso dipendente adempia entro un termine prefissato,
3. Il soggetto cui è imputabile il ritardo, l’inerzia o l’inadempimento è tenuto a far conoscere entro il termine prefissato, al Soggetto responsabile dell’Accordo, le iniziative assunte e i risultati conseguiti,
4. In caso di ulteriore inottemperanza o di mancato adeguamento alle modalità operative prescritte, il Soggetto responsabile dell’Accordo, ai sensi della delibera CIPE n. 14 del 2006, segnala l’inadempienza al Tavolo dei Sottoscrittori che, per i problemi non risolti, rimette la decisione al Comitato dell’Intesa paritetico.
Articolo 10
Disposizioni generali
1. Il presente Accordo di Programma Quadro è vincolante per tutti i Soggetti Sottoscrittori.
2. Previa approvazione del Tavolo dei Sottoscrittori, possono aderire all’Accordo stesso altri soggetti pubblici e privati rientranti tra quelli individuati alla lettera b) del punto 1.3 della delibera CIPE n. 29 del 21 marzo 1997, la cui partecipazione sia rilevante per la compiuta realizzazione delle attività e degli interventi previsti dal presente accordo. L’adesione successiva determina i medesimi effetti giuridici della sottoscrizione originale.
3. L’accordo ha durata fino al completamento degli interventi, è prorogabile e può essere modificato o integrato per concorde volontà dei partecipanti in conformità ai principi di verifica e aggiornamento dell’Intesa di cui all’articolo 9 della stessa Intesa, previa approvazione da parte del Comitato Intesa Paritetico.
4. Qualora l’inadempimento di una o più delle parti sottoscrittrici comprometta l’attuazione di un intervento previsto nell’Accordo, sono a carico del soggetto inadempiente le spese sostenute dalle altre parti per studi, piani, progetti e attività poste in essere al fine esclusivo di mantenere gli impegni assunti con l’Accordo stesso.
5. Alla scadenza dell’Accordo o allorquando se ne presenti la necessità, il Tavolo dei Sottoscrittori su segnalazione del soggetto responsabile dell’Accordo, è incaricato della risoluzione delle eventuali incombenze derivanti dalla sussistenza di rapporti pendenti e di attività non ultimate.
Roma,
PER IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Il Direttore della Direzione Generale delle Politiche di Sviluppo Territoriale e le Intese Istituzionali di Programma
Dott.ssa Xxxxx Xxxxxxxxxx De Xxxxxx
………………………………………………………………
PER LA REGIONE CAMPANIA
Il Coordinatore dell’Area Generale di Coordinamento Programmazione, Piani e Programmi Dott. Xxxxx X’Xxxxxxx
………………………………………………………………
APQ AZIONI DI SISTEMA
Per le politiche di coesione e programmazione unitaria della Regione Campania
2007/2013
Relazione Tecnica
Sommario
1. Il quadro di riferimento normativo 3
2. Raccordo con gli indirizzi programmatici per il 2007/2013 3
2.1 Strategie comunitarie 3
2.2 Strategie nazionali e regionale 3
3. Analisi dei fabbisogni 5
4. Innovatività degli interventi 6
5. Le risorse finanziarie 6
6. Il piano per il processo di definizione della programmazione unitaria, e del relativo sistema di governance, come azione di sistema 7
7. SCHEDE TECNICHE 10
7.1) “Definizione di un modello organizzativo sperimentale di governance della programmazione regionale unitaria 2007 – 2013” 10
7.1.1) “Attività di supporto per la definizione e l’attuazione del Documento Unitario di Programmazione e del Piano di Azione degli obiettivi di servizio e per la progettazione di un sistema premiale e sanzionatorio” 13
7.1.2) “Azione di Supporto per la Realizzazione di un sistema integrato di lettura e monitoraggio degli obiettivi programmatici (Cruscotto Direzionale per la programmazione unitaria)” 15
7.1.3) “Supporto alla predisposizione della regolamentazione dei meccanismi di partenariato e al funzionamento del tavolo di partenariato” 19
7.1.4) “Supporto per la programmazione strategica e operativa FAS e supporto alla programmazione locale e progettazione esecutiva” 23
7.1.5) “Azione trasversale di supporto per lo sviluppo organizzativo e azioni di miglioramento continuo. 25
7.2) “Azione di sostegno alla realizzazione dei progetti di innovazione normativa, semplificazione amministrativa e riorganizzazione interna, monitoraggio e direzione delle attività strategiche per conto della Presidenza e della Giunta regionale” 27
7.3) “Definizione e sperimentazione di modelli di intervento per la sicurezza e per i servizi alla persona nelle aree urbane per l’aumento della qualità della vita” 29
7.4) “Progetto 100 Giovani per l’Europa – fase A“ 31
7.5) “Concorso XxXxxxx” 35
1. Il quadro di riferimento normativo
Con la Legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2, comma 203, lettera c), vengono definiti gli strumenti negoziali con i quali possono essere regolati gli “interventi che coinvolgono una molteplicita' di soggetti pubblici e privati ed implicano decisioni istituzionali e risorse finanziarie a carico delle amministrazioni statali, regionali e delle province autonome nonche' degli enti locali”. L’Intesa Istituzionale di Programma, tra il governo della Repubblica e la Regione Campania, sottoscritta il 16 febbraio 2000, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2, comma 203, lettera b), in attuazione della citata norma definisce il programma degli interventi da finanziare la cui attuazione è demandata all’adozione di specifici Accordi di Programma Quadro.
Il CIPE, il quale ha la titolarità per l’assegnazione delle risorse destinate dal governo, ai sensi dell’art. 119 della costituzione, a determinate aree del territorio dello Stato in particolari condizioni di svantaggio (Fondi per le Aree Sottoutilizzate - FAS), con le deliberazioni n. 35 del 2005 e n. 3 del 2006 ha definito le quote massime, pari allo 0,65% delle risorse destinate alle regioni del mezzogiorno, da utilizzare per le azioni di sistema.
Le istituzioni comunitarie, con l’adozione delle strategie di Lisbona e di Göteborg prima e con la decisione 2006/702/CE del 6 ottobre 2006 del Consiglio dell’Unione Europea dopo, forniscono gli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione.
Il Governo ha adottato, per la definizione delle strategie nazionali in materia di coesione, il Quadro Strategico Nazionale (QSN) che la Commissione europea ha approvato con decisione del 13 luglio 2007.
Con la deliberazione del 21 dicembre 2007 il CIPE, in attuazione del QSN, ha ripartito le risorse FAS e definito i criteri attuativi della programmazione unitaria per il periodo 2007 2013.
Il Documento Strategico Regionale per la politica di coesione 2007/2013 - Delibera della Giunta Regionale n.1042 dell’1/8/2006 nel quadro delle strategie regionali conferma tra le priorità strategiche la capacity building del sistema di governance regionale per le politiche di sviluppo.
2. Raccordo con gli indirizzi programmatici per il 2007/2013
2.1 Strategie comunitarie
Secondo quanto indicato dagli orientamenti strategici comunitari definiti nella decisione del Consiglio dell’Unione Europea del 6 ottobre 2006, “una efficace capacità amministrativa delle amministrazioni e dei servizi pubblici (...) è fondamentale per la crescita economica e l’occupazione”. Da qui l’orientamento a “sostenere la definizione di politiche e programmi validi, nonché il monitoraggio, la valutazione e l’analisi dell’impatto delle politiche e dei programmi in questione, attraverso studi, statistiche, consulenze e previsioni, il sostegno al coordinamento interdipartimentale e il dialogo tra gli organismi competenti pubblici e privati.” Nonché a “migliorare la capacità di attuazione delle politiche e dei programmi, anche per quanto riguarda la valutazione del rischio criminale e l’applicazione della legislazione, in particolare attraverso le analisi del fabbisogno di formazione, i rapporti di evoluzione della carriera, le valutazioni, le procedure di audit sociale, l’applicazione dei principi propri dell’amministrazione aperta, la formazione dei dirigenti e del personale e un sostegno specifico ai servizi chiave, agli ispettorati e ai soggetti socioeconomici.” (1)
2.2 Strategie nazionali e regionale
“In generale l’Amministrazione appare oggi più capace di produrre azioni integrate nei sistemi locali e nei loro processi di sviluppo. Restano ovviamente molte criticità: i grandi miglioramenti sono ancora troppo circoscritti all’interno delle strutture dedicate, stentando a fare sistema; preoccupa, anche alla luce degli sforzi umani e finanziari realizzati, la lentezza dei procedimenti e la inadeguatezza dell’alfabetizzazione informatica del personale della Regione e delle altre pubbliche amministrazioni che operano all’interno della Campania.
Non si può sottovalutare quindi il rischio di regressi; perciò è utile porre attenzione alla diffusione
1 Consiglio dell’Unione Europea – decisione 2006/702/CE del 6 ottobre 2006 – Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione
e condivisione delle soluzioni e delle pratiche amministrative positive maturate. E’ importante altresì che si attuino politiche di gestione delle risorse umane coerenti con le esigenze di forte rafforzamento delle capacità tecniche e amministrative complessive, ma soprattutto di quelle necessarie alla programmazione e gestione degli interventi di sviluppo. E’ da perseguire, infine, una politica del personale che premi (e non solo in termini monetari) le migliori professionalità e la tensione verso la qualità delle prestazioni e la trasparenza.” (2).
Il Quadro Strategico Nazionale per il periodo 2007-2013 propone, nell’ambito della priorità 10, quale obiettivo privilegiato della politica regionale unitaria di coesione in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, il rafforzamento delle competenze tecniche e di governo della pubblica Amministrazione distinguendo le due componenti operative: 1) le azioni di accompagnamento e supporto tecnico destinate a risolvere esigenze puntuali e di breve periodo e finalizzate all’adeguamento rapido dell’azione amministrativa; 2) le azioni per il miglioramento strutturale delle capacità amministrative.
Le indicazioni provenienti dai documenti strategici comunitari, nazionali e regionali, appaiono univoche nell’indicare la necessità di un’azione amministrativa efficace quale condizione ineludibile per lo sviluppo del territorio.
Il Programma Operativo FESR 2007-20013 della Regione Campania, approvato con decisione della Commissione Europea C(2007)4265 dell’11/9/2007, prevede, tra i propri obiettivi specifici (Ob.sp. 7° - Asse 7), al fine di migliorare l’efficacia della programmazione e la qualità degli interventi, il rafforzamento delle competenze tecniche e il sistema di governo della Pubblica Amministrazione coinvolta nei processi di sviluppo, sia a livello regionale che degli enti e dei soggetti preposti all’attuazione.
L’Asse 7 del Programma Operativo FSE 2007-2013 della Regione Campania prevede quale obiettivo principale il rafforzamento della “capacità di azione dell’Amministrazione regionale e delle amministrazioni periferiche, facendo progredire una cultura amministrativa incentrata sulla qualità delle prestazioni, intesa come adeguatezza degli standard di professionalità degli operatori e attenzione alla soddisfazione delle utenze.”
La pubblica amministrazione svolge il proprio ruolo nel favorire le dinamiche socio economiche del territorio insieme con una molteplicità di altri fattori. L’insieme risultante costituisce un sistema complesso nel quale la modificazione di ciascun elemento produce una modificazione dell’intero sistema.
Non vi sono modelli in grado di definire quali siano le modificazioni necessarie a produrre gli effetti voluti nel sistema regionale. Le scelte sono dunque il frutto di policy mutuate in parte da indicazioni e da raffronti autorevoli e in parte da una sorta di meccanismo evolutivo dei sistemi socio economici nei quali la maturazione di una fase determina le scelte successive. Come viene riconosciuto nelle analisi dei documenti strategici e dei programmi operativi regionali, l’esperienza nella realizzazione della precedente programmazione, sia dei fondi strutturali che dei FAS, ha dato luogo ad un progressivo aumento della capacità della spesa e della capacità di portare a buon fine alcuni programmi di eccellenza. È stata evidenziata tuttavia una eccessiva frammentazione degli interventi. Tale circostanza viene ritenuta causa di riduzione dell’efficacia dei programmi.
Allo stesso tempo, quale indicazione contenuta nel Quadro Strategico Nazionale, la programmazione unitaria viene considerato una condizione per l’aumento dell’efficacia. Appare quindi evidente che, dopo un periodo in cui la governance ha puntato a sviluppare i meccanismi di utilizzo delle risorse, l’esigenza attuale sia volta alla razionalizzazione e alla qualificazione degli interventi.
Gli interventi previsti nel presente accordo sono orientati al perseguimento della priorità 10 del QSN e coerenti con le strategie comunitarie in tema di rafforzamento della capacità amministrativa della regione Campania. In particolare detti interventi intendono contribuire all’attuazione del processo di unificazione degli strumenti programmatori e dare avvio ad azioni di rafforzamento di alcuni strumenti di governance, ritenuti strategici, come l’attività partenariale, lo
2 Regione Campania - Documento strategico regionale per la politica di coesione 2007/2013 - Delibera della Giunta Regionale n.1042 dell’1/8/2006
studio e l’analisi del sistema normativo regionale, lo studio e l’analisi dei servizi territoriali, la rilevazione e la promozione delle competenze dei giovani.
3. Analisi dei fabbisogni
A supporto delle attività di programmazione unitaria e settoriale e per il consolidamento della governance territoriale e regionale, con la finalità di costruire e rafforzare i dispositivi regionali di coordinamento, organizzativi e procedurali, di rafforzare le competenze regionali e territoriali necessari alla programmazione unitaria, alla attuazione e al monitoraggio degli interventi per lo sviluppo nella regione Campania nel periodo 2007/2013, di orientare il quadro normativo regionale coerentemente con le esigenze delle politiche di sviluppo, di riordinare e rafforzare il partenariato istituzionale, economico e sociale, si ritiene di procedere, così come previsto dalla DGR n. 882 del 22/05/07 di proposta di quadri strategici degli APQ condivisa dal CIPE, alla stipula di un unico APQ, affinché venga rafforzata l’unitarietà e la coerenza complessiva delle azioni, specifico per azioni di sistema rientranti nelle previsioni di cui alle delibere CIPE nn. 35/05 e 3/06, relative ad attività di carattere innovativo finalizzate all’efficace raggiungimento degli obiettivi degli APQ e/o in attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo.
Obiettivo generale del presente accordo è di contribuire all’efficacia della programmazione unitaria attraverso un complesso di azioni che promuovano la capacità amministrativa regionale. Un primo punto focale, corrispondente agli interventi 7.1.1, 7.1.2 e 7.1.5, riguarda l’attivazione della struttura per il coordinamento della politica regionale unitaria, prevista al punto 2.1.2 dalla delibera CIPE del 21 dicembre 2007 di attuazione del QSN e istituita con la Deliberazione della Giunta regionale della Campania n. 27 dell’11 gennaio 2008. Al fine di qualificare l’azione della costituenda struttura è opportuno l’apporto di un adeguato sostegno tecnico scientifico, che la aiuti a definire gli aspetti determinanti organizzativi e gestionali, per le funzioni che è deputata a svolgere.
Gli esiti di tali contributi dovranno dare luogo sia alla definizione del DUP e del Piano d’Azione per gli Obiettivi di Servizio, mediante azioni di supporto al coordinamento (rientranti nelle “azioni di accompagnamento e supporto tecnico destinate a risolvere esigenze puntuali e di breve periodo e finalizzate all’adeguamento rapido dell’azione amministrativa” previste nell’obiettivo 10 del QSN e nelle attività preparatorie previste dalle delibere CIPE 35/054 e 3/06), sia mediante azioni volte alla definizione dei processi attuativi della programmazione unitaria (rientranti nelle “azioni per il miglioramento strutturale delle capacità amministrative” previste nel citato obiettivo 10 del QSN).
Tutte le linee di intervento si pongono di promuovere, con modalità innovative, la capacità amministrativa regionale. In particolare, l’intervento 7.1 raggiunge l’obiettivo investendo nel sostegno al processo decisionale per l’attuazione dell’unitarietà del programma 2007-2013.. Nell’ambito dello stesso intervento, le azioni 7.1.2 e 7.1.5 si pongono l’obiettivo di monitorare, e quindi favorire un processo di miglioramento continuo. L’intervento 7.3 contribuisce al raggiungimento della capacità amministrativa mediante il supporto all’analisi e al coordinamento delle politiche per il miglioramento della qualità della vita e della sicurezza nelle aree urbane, in coerenza con i diversi Programmi ed in particolare con l’asse 6 del POR FESR Campania 2007 2013.
L’intervento 7.4, parte dai presupposti: 1) che le modalità di programmazione e gestione del FAS dovranno completamente rinnovarsi rispetto al passato; 2) che la programmazione FAS ha una funzione integrativa nella programmazione unitaria anche a causa della diversa progressione temporale rispetto ai programmi relativi ai fondi strutturali. L’intervento ha quindi come obiettivo di qualificare la programmazione FAS, compresi gli elementi di governance, di gestione e controllo e di rafforzamento del sistema attuativo territoriale, in un ottica di integrazione nell’ambito della programmazione unitaria.
l’intervento 7.5, infine, contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo investendo nell’implementazione della conoscenza approfondita delle istituzioni e nella ricerca di interventi innovativi.
4. Innovatività degli interventi
Gli interventi programmati nel presente accordo rivestono carattere di innovatività in senso ampio e generale poiché lo stesso processo di unificazione della programmazione richiede approcci e metodologie mai sperimentate in regione Campania. Sia il DUP che la struttura di coordinamento unitario costituiscono di per sé stessi delle innovazioni. Gli interventi programmati nel presente accordo propongono il sostegno alle attività di programmazione e attuazione del programma di sviluppo per la coesione della regione Campania 2007-2013, introducendo metodologie mutuate da esperienze differenti. Nel caso, ad esempio dell’intervento 7.1, le azioni si strutturano sul modello che utilizza tavoli tecnici e gruppi di lavoro già utilmente impiegati dalle Amministrazioni centrali per la definizione dei documenti strategici nazionali.
In alcuni casi specifici, come ad esempio per l’azione 7.1.5, l’utilizzo di una metodologia di sviluppo delle competenze, che prevede la formazione/autoformazione, favorisce il concorso partecipato allargato ai diversi livelli amministrativi regionali, mai utilizzato sinora, sia nel controllo e nella ridefinizione dei processi sia nella riprogrammazione degli interventi.
Negli altri casi i processi tendono al coinvolgimento innovativo delle competenze di elevato livello, come nel caso degli interventi 7.2 e 7.3, e delle potenzialità inespresse del territorio come nel caso degli interventi 7.4 e 7.5.
5. Le risorse finanziarie
Con la delibera di Giunta Regionale n. 882 del 22/05/07 di proposta dei quadri strategici degli APQ la Regione Campania ha definito la programmazione delle risorse FAS e dei relativi APQ, tra i quali un unico APQ per le azioni di sistema, per il periodo 2006/2009.
Con la deliberazione di Giunta Regionale n. 1999 del 30 novembre 2006 la Regione Campania ha destinato lo 0,50 % delle risorse ad essa assegnate, pari a 2.920.488,48 euro al netto delle risorse premiali, dalla deliberazione del CIPE del 22 marzo 2006, n. 3, avente ad oggetto “Ripartizione delle risorse per interventi nelle aree sottoutilizzate– rifinanziamento legge 208/1998 periodo 2006-2009 (Legge Finanziaria 2006), per azioni di sistema, ovvero azioni di carattere innovativo finalizzate all’efficace raggiungimento degli obiettivi degli APQ e di attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo.
Precedentemente la Regione Campania aveva destinato, al fine di garantire un adeguato sostegno alla manovra di programmazione delle risorse FAS 2005, l’utilizzo integrale della disponibilità prevista al punto 4.5 della deliberazione del CIPE n. 35/2005, che l’area di coordinamento Programmazione, Piani e Programmi doveva destinare a specifiche azioni di carattere innovativo, da definire in raccordo con le competenti strutture dell’Amministrazione Regionale, finalizzate a promuovere i processi organizzativi e conoscitivi necessari all’efficace raggiungimento degli obiettivi strategici ed alla maggiore efficienza delle attività preparatorie, di sorveglianza, di valutazione e di controllo.
Con il documento per la strategia settoriale la Regione Campania, approvato con DGR n. 1243/05, ha programmato l’utilizzo di parte delle risorse di cui al punto 4.5 della delibera CIPE 35/2005.
Le risorse finanziarie per l’attuazione del programma di azioni oggetto dell’APQ Azioni di Sistema ammontano a complessivi € 6.403.407,80 (al netto di 250.000,00, rientranti nell’assegnazione della delibera CIPE 35/05, già impegnati nell’APQ “Sviluppo Locale”) così articolate:
Tabella 1 – fonti di finanziamento
DELIBERE CIPE | DELIBERE GIUNTA REGIONALE | IMPORTI |
Delibera CIPE 35/2005–punto 4.5 | DGR n. 1243/05 | € 3.482.919,32 |
Delibera CIPE 3/2006–punto 3.5 | DGR n. 1999/06 | € 2.920.488,48 |
TOTALE | € 6.403.407,80 |
6. Il piano per il processo di definizione della programmazione unitaria, e del relativo sistema di governance, come azione di sistema
La regione Campania ha puntato fortemente alla unitarietà della programmazione quale modalità atta a perseguire il principio di concentrazione delle risorse. Ha puntato altresì a rafforzare la governance unitaria regionale come modalità per coordinare e potenziare il sistema regionale e locale di attuazione del programma 2007-2013.
Il QSN prevede che il raccordo tra i diversi strumenti di programmazione sia costituito dal Documento Unitario di Programmazione che le regioni del Mezzogiorno devono definire entro il 21 maggio 2008. La regione Campania è impegnata nello sforzo di concretizzare l’unitarietà della programmazione definendo un DUP quanto più autorevole, efficace e compiuto.
Mentre il coordinamento dell’attività programmatoria e gestionale è demandata alla struttura di coordinamento.
La fase di costruzione ed elaborazione del DUP richiede modalità organizzative e metodologie di lavoro atte a garantire il presidio unitario e il coordinamento dei diversi attori coinvolti. Inoltre dovrà contenere il disegno organizzativo e procedurale che possa garantire al meglio l’attuazione coerente e coordinata delle diverse programmazioni.
Il DUP dovrà delineare il raccordo tra i diversi programmi e linee di finanziamento, per evidenziare la corretta concentrazione delle risorse in funzione del peso di ciascuna priorità strategica. La struttura di coordinamento dovrà definire gli strumenti atti a promuovere l’efficacia della fase attuativa. Un efficace modello di governance, il rafforzamento del partenariato non solo nella fase programmatoria ma anche in quelle di controllo, monitoraggio e attuazione nonché nella ricognizione in itinere del fabbisogno e dell’aderenza dell’attuazione non solo ai programmi ma anche ad eventuali cambiamenti della domanda, meccanismi di monitoraggio e controllo correttamente proceduralizzati e volti non solo alla mera ricognizione dei reports quanto alla sollecitazione e alla responsabilizzazione degli attuatori e dei beneficiari degli interventi, meccanismi premiali adeguati, una corretta e diffusa comunicazione istituzionale3 e, infine, un sistema normativo e regolamentare adeguato e coerente con l’assetto complessivo della programmazione unitaria, possono costituire elementi chiave per aumentare la capacità attuativa del programma di sviluppo 2007-2013 della regione Campania.
Il DUP dovrà, nel definire le modalità di perseguimento degli obiettivi strategici, armonizzare il sistema di indicatori e i relativi meccanismi di monitoraggio. Lo stesso QSN opera una precisa scelta nel focalizzare quattro obiettivi definiti e misurabili, riguardanti i servizi alla collettività, quali obiettivi minimi che le regioni del Mezzogiorno devono perseguire per l’attribuzione delle risorse premiali ad esse assegnate. Il DUP quindi dovrà tenere conto di tali “priorità tra le priorità”, in connessione stretta con il Piano d’Azione per il perseguimento degli obiettivi minimi di servizio, non solo per l’ottenimento dei benefici premiali, quanto piuttosto per il riconoscimento del valore operativo della precisa individuazione di pochi e definiti target.
La Regione Campania intende attuare un programma per la definizione del DUP e del Piano d’Azione, in continuità ed analogia con il processo che ha portato alla definizione, nel 2006, del Documento Strategico Regionale per le politiche di sviluppo 2007-2013, con una maggiore focalizzazione sugli aspetti tecnici ed operativi. Il programma terrà conto delle metodologie, già efficacemente impiegate dagli organismi centrali, che hanno condotto alla elaborazione del Quadro Strategico Nazionale (tavoli tematici e gruppi di lavoro).
Essenziale, a garanzia della unitarietà della programmazione, risulterà il governo del processo sia di definizione che di attuazione del DUP che sarà affidato alla struttura per il coordinamento che dovrà presidiare sia il processo di definizione del DUP e del Piano d’Azione, che la successiva fase di attuazione, in particolare sotto gli aspetti della funzionalità organizzativa del modello di governance. La struttura di coordinamento costituirà l’organismo di raccordo e di coordinamento delle politiche di sviluppo regionali per il periodo di programmazione 2007-2013.
3 Regione Campania - Documento strategico regionale per la politica di coesione 2007/2013 - Delibera della Giunta Regionale n.1042 dell’1/8/2006 – par. 7.2.5
L’acquisizione e la sistematizzazione delle conoscenze, la costruzione di quadri normativi coerenti ed efficaci, la traduzione dei programmi in procedure, in particolare di quelle deputate al monitoraggio e al controllo, lo sviluppo organizzativo e delle competenze, in una prospettiva complessiva di semplificazione e di efficienza, potranno consentire, oltre che una maggiore efficacia nel perseguimento del programma di sviluppo, anche l’avvicinamento agli obiettivi di Lisbona in tema di smart administration.
Ad ulteriore rafforzamento delle azione del sistema regionale e locale è necessario prevedere ulteriori interventi, più specificamente rivolti agli organismi del territorio regionale coinvolti nel programma di sviluppo, volti a rafforzarne le competenze mediante il sostegno alle capacità ideative e propositive ed a stimolarne la capacità attuativa mediante meccanismi premiali adeguati.
Nello schema della tabella rappresentata nella Fig. 1 sono riportate in sintesi le azioni che si intendono attivare con il presente accordo.
BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 20 DEL 19 MAGGIO 2008
Fig. 1
OBIETTIVO | N° | INTERVENTI | AZIONI | DESTINATARI | SOGGETTI ATTUATOR I | RISORSE | FONTI DI FINANZIAMENTO |
Rafforzamento della capacità amministrativa della Regione Campania in relazione alla programmazion e unitaria 2007 - 2013 | 1 | Definizione di un modello organizzativo sperimentale di governance della programmazione regionale unitaria 2007 – 2013 | Attività di supporto per la definizione e l’attuazione del Documento Unitario di Programmazione e del Piano d’Azione per gli obiettivi di servizio e per la progettazione del sistema premiale e sanzionatorio. | Struttura di coordinamento | Regione (AGC 03) | € 3.182.919,32 | € 3.482.919,32 delibera CIPE 35/2005 punto 4.5 |
Azione di Supporto per la Realizzazione di un sistema integrato di lettura e monitoraggio degli obiettivi programmatici (Cruscotto Direzionale per la programmazione unitaria) | Struttura di coordinamento | ||||||
Supporto alla predisposizione della regolamentazione dei meccanismi di partenariato e al funzionamento dei tavoli di partenariato | Tavolo di partenariato | ||||||
Supporto per la programmazione strategica e operativa FAS e assistenza tecnica per la programmazione locale e la progettazione esecutiva. | AGC 03 | ||||||
Azione Trasversale di Supporto per lo Sviluppo Organizzativo e azioni di miglioramento continuo. | Struttura di coordinamento | ||||||
2 | Azione di sostegno alla realizzazione dei progetti di innovazione normativa, semplificazione amministrativa e riorganizzazione interna, monitoraggio e direzione delle attività strategiche per conto della Presidenza e della Giunta regionale. | Struttura di coordinamento | Regione (AGC 03) | € 581.717,48 | € 2.920.488,48 delibera CIPE 3/2006 – punto 3.5 | ||
3 | Definizione e sperimentazione di modelli di intervento per la sicurezza e per i servizi alla persona nelle aree urbane per l’aumento della qualità della vita. | Struttura di coordinamento | Regione (AGC 03) | € 300.000,00 | € 3.482.919,32 delibera CIPE 35/2005 punto 4.5 | ||
4 | Prima fase del progetto “100 giovani per l’Europa” | Partecipanti – Soggetti territoriali - Regione | DFP | € 1.838.771,00 | € 2.920.488,48 delibera CIPE 3/2006 – punto 3.5 | ||
5 | Concorso di idee “EU-GENIO, talenti per l’Europa” | Partecipanti – Soggetti territoriali - Regione | Regione (AGC 03) | € 500.000,00 | € 2.920.488,48 delibera CIPE 3/2006 – punto 3.5 | ||
€ 6.403.407,80 | € 6.403.407,80 |
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7. SCHEDE TECNICHE
7.1) SCHEDA INTERVENTO
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.1) “Definizione di un modello organizzativo sperimentale di governance della programmazione regionale unitaria 2007 – 2013” |
SETTORE D’INTERVENTO | AZIONE DI SISTEMA (strategia Settoriale Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2005–2008 e Indirizzi Strategici e Riparto Settoriale Fondo Aree Sottoutilizzate per il periodo 2006- 2009) rivolta all’aumento della capacita’ amministrativa (smart administration) (punto 1.3.4 della decisione del 6 ottobre 2006 del Consiglio Europeo sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione - 2006/702/CE) |
TIPO D’INTERVENTO | In questa fase, la Regione ha la necessità di supportare la struttura di coordinamento e di prevedere un adeguato sostegno tecnico scientifico della preparazione del proprio Documento Unitario di Programmazione e del Piano d’Azione per gli Obiettivi di Servizio. Ha la necessità inoltre di identificare modelli organizzativi e processi di attuazione funzionali alla effettiva unitarietà della programmazione, in grado di garantire la responsabilizzazione e il concorso al conseguimento degli obiettivi da parte di tutte le strutture dell’Amministrazione e dei soggetti subregionali. |
SOGGETTO ATTUATORE (L. 000/00, x. 000, xxxx. X, xxxxx 0) | Xxxxxx Xxxxxxxxx xxxxx Xxxxxxxx AGC 03 |
COSTO DELL’INTERVENTO | € 3.182.919,32 |
ANALISI DI CONTESTO/DI FABBISOGNO | I soggetti istituzionali coinvolti nel processo di attuazione sono numerosi. Il disegno di legge relativo al riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti Locali, amplierà la mappa delle strutture con compiti operativi. Gli interlocutori di questo progetto rimangono, però, le strutture regionali cui fanno capo le funzioni di programmazione e di governo delle politiche. Il Gabinetto della presidenza ha la responsabilità del presidio dell’interconnessione tra il livello politico e il livello gestionale ed è impegnato nel monitoraggio delle attività dagli organismi gestionali regionali connesse con la programmazione unitaria e nella raccolta ed elaborazione delle informazioni a supporto della struttura di coordinamento per garantire la massima efficacia e unitarietà dei programmi finalizzati allo sviluppo economico della Regione. L’AGC3 (Area Generale di Coordinamento programmazione, piani e programmi di intervento ordinario e straordinario), è impegnata nella programmazione dei Fondi per le Aree Sottoutilizzate e nella gestione dell’FSE. Ha il compito di assicurare, nelle diverse fasi del processo di programmazione, il raccordo, attraverso anche strumenti trasversali come, ad esempio, il Parco Progetti Regionale e l’APQ per gli Studi di Fattibilità, e la partecipazione delle strutture interne, nonché i soggetti istituzionali sub- regionali competenti per la programmazione territoriale. |
L’AGC9 (Area Generale di Coordinamento per i rapporti con gli organi nazionali e internazionali in materia di interesse generale) che è il centro amministrativo di raccordo delle attività afferenti l’attuazione dei regolamenti delle direttive comunitarie e che cura i rapporti con le Amministrazioni Centrali e gli altri Enti interessati alla materia dell’Unione Europea. Ad essa, più specificamente, fa capo la programmazione regionale delle politiche di coesione e sviluppo cofinanziate dai fondi strutturali e in particolare del FESR, la redazione dei relativi documenti di programmazione, la gestione e il monitoraggio e il controllo del Programma Operativo Regionale FESR. La definizione delle attività programmatorie unitarie dovrà essere estesa, a partire da questo nucleo iniziale di organismi, a tutti i settori di intervento coinvolti. Sia quelli interni alla amministrazione regionale deputati alla gestione degli interventi facenti capo ai fondi aggiuntivi per lo sviluppo e alla programmazione ordinaria. Sia esterni alla Regione in quanto partner e in alcuni casi delegati alla gestione di parti del programma. Se da un lato, attraverso le azioni di sviluppo organizzativo previste dal presente APQ, si intende disegnare, implementare e sostenere la riorganizzazione delle principali strutture regionali coinvolte nella programmazione e attuazione del programma, dall’altra, e contemporaneamente, si vuole impiantare e potenziare un insieme di funzioni tipiche della programmazione unitaria, in particolare la creazione di gruppi di lavoro interdisciplinari, integrati da specifiche e elevate professionalità, competenti nell’analisi dei bisogni, dei contesti e delle risorse, nella valutazione ex ante, nella definizione degli obiettivi, nella comunicazione istituzionale. | |
DESCRIZIONE DELL’AZIONE/INTERVE NTO | L’intervento è costituito dalle seguenti azioni, dettagliate nelle successive schede delle azioni: 1.1) Attività di supporto per la definizione e l’attuazione del Documento Unitario di Programmazione e del Piano d’Azione per gli obiettivi di servizio e per la progettazione del sistema premiale e sanzionatorio.; 1.2) Azione di Supporto per la Realizzazione di un sistema integrato di lettura e monitoraggio degli obiettivi programmatici (Cruscotto Direzionale per la programmazione unitaria); 1.3) Supporto alla predisposizione della regolamentazione dei meccanismi di partenariato e al funzionamento dei tavoli di partenariato; 1.4) Supporto per la programmazione strategica e operativa FAS e assistenza tecnica per la programmazione locale e la progettazione esecutiva; 1.5) Azione Trasversale di Supporto per lo Sviluppo Organizzativo e azioni di miglioramento continuo comprese le azioni per il rafforzamento e l’unitarietà della comunicazione istituzionale. |
FINALITA’ | Supporto alla struttura di coordinamento per la programmazione unitaria; Rafforzamento delle capacità programmatorie delle strutture regionali, anche attraverso percorsi di affiancamento, per la definizione del Documento Unitario di Programmazione e definizione del modello organizzativo per la verifica e il monitoraggio degli obiettivi di programmazione; Implementazione di un adeguato sistema di rilevazione degli obiettivi programmatici; |
Rafforzamento dei meccanismi partenariali; Integrazione dei diversi strumenti di realizzazione delle politiche di coesione e di sviluppo; Sviluppo dei meccanismi di incentivazione nei confronti dei soggetti territoriali mediante adeguati sistemi premiali e di valutazione intermedia degli obiettivi con eventuali azioni sanzionatorie; Rafforzamento delle competenze e delle attitudini del personale regionale per la partecipazione ai percorsi di programmazione, gestione, monitoraggio e valutazione degli interventi. Sviluppo di un sistema integrato di comunicazione istituzionale il quale, attraverso la ricerca dell’unitarietà delle azioni comunicative dei diversi programmi, ne aumenti l’efficacia. | |
OBIETTIVI | - costruzione e funzionamento di un sistema di coordinamento e governo della programmazione unitaria regionale, sia in fase di redazione del DUP che della sua attuazione e monitoraggio; - Acquisire gli elementi conoscitivi e documentali, mediante specifiche analisi per l’impianto del Documento Unitario e per la costruzione del modello di governance sia per la definizione del DUP che per la successiva gestione del monitoraggio e della valutazione; - Elaborare le informazioni per articolare il disegno e l’impalcatura del modello; - Creazione di un Cruscotto Direzionale per la programmazione unitaria; - Redazione del regolamento per il funzionamento del tavolo di partenariato; - Coinvolgere e sensibilizzare le strutture dell’Amministrazione e i soggetti istituzionali sub regionali competenti in materia di programmazione territoriale; - Affiancare il personale degli UDCP, dell’AGC3 e dell’AGC9 nella realizzazione di azioni finalizzate al coordinamento delle attività di programmazione; Sensibilizzare e motivare, attraverso percorsi partecipativi, il personale delle strutture coinvolte. |
RISULTATI ATTESI | I risultati sono descritti in riferimento a ciascuna singola azione (v. schede) |
RESPONSABILE INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | AGC 03 |
SOGGETTO PROPONENTE | Regione Campania |
COERENZA DELL’AZIONE INTERVENTO CON LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA | Le azioni previste nell’intervento 5.1 sono coerenti con quanto previsto dalle strategie comunitarie (definiti nella decisione del Consiglio dell’Unione Europea del 6 ottobre 2006), nazionali e regionali (Priorità 10 del QSN e alla proposta di Quadri Strategici degli APQ della Regione Campania 2006-09). |
PROGRAMMA INTERVENTO | Si rimanda alle azioni descritte nelle successive schede (da 1.1 a 1.5) |
FONTI DI FINANZIAMENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 7) | RISORSE PUBBLICHE: Delibera CIPE 35/2005 punto 4.5 |
7.1.1 SCHEDA AZIONE
TITOLO ATTIVITA’ (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.1.1) “Attività di supporto per la definizione e l’attuazione del Documento Unitario di Programmazione e del Piano di Azione degli obiettivi di servizio e per la progettazione di un sistema premiale e sanzionatorio” |
TIPO DI AZIONE | Supporto tecnico scientifico – Attività di studio e ricerca |
DESCRIZIONE DELL’AZIONE | L’azione è vota ad assicurare il necessario supporto tecnico scientifico, mediante l’affiancamento e l’assistenza, alla struttura di coordinamento, ai gruppi tematici per la definizione e attuazione del Documento Unitario di Programmazione e del Piano di Azione a supporto della struttura di coordinamento ed in accordo con le altre strutture coinvolte nell’attività programmatoria. L’azione è altresì finalizzata alla regolamentazione di una riserva di premialità al fine di fornire gli strumenti necessari per assicurare forme premiali, qualora si raggiungano gli scopi prefissati, o al contrario sistemi, che possono assumere anche forma sanzionatoria, volti a sollecitare maggiore impegno per il raggiungimento degli obiettivi. |
FINALITA’ | L’azione è volta ad assicurare l’ affiancamento – assistenza - Alla istituzione e funzionamento della struttura di coordinamento della programmazione unitaria nell’impostazione e redazione del Documento Unitario di Programmazione; - Alla istituzione e funzionamento di gruppi di lavoro integrati per la individuazione di priorità e strumenti della programmazione unitaria; - all’AGC 09; nella definizione delle azioni per l’integrazione tra fondi strutturali comunitari e intesa istituzionale di programma; delle attività di collegamento e di raccordo con le AGC competenti, il Nucleo di Valutazione e i soggetti istituzionali sub-regionali - all’AGC 03 e all’AGC 09 nella revisione degli assetti organizzativi delle Aree e delle procedure di programmazione funzionali alla programmazione e gestione dei fondi FAS, del FESR e dell’ FSE - agli Uffici di Diretta Collaborazione del Presidente (UDCP) nel monitoraggio e nella analisi delle informazioni da fornire alla struttura di coordinamento per il presidio delle interrelazioni tra programmazione regionale e gestione dei fondi strutturali, comunitari, nazionali e regionali; nella definizione delle azioni di sistema a supporto del modello di governance della programmazione regionale unitaria e a supporto del sistema partenariale regionale; nell’implementazione del modello organizzativo a supporto della programmazione unitaria - alla struttura di coordinamento per la definizione di un sistema incentivante volto a sollecitare maggiore impegno per il raggiungimento degli obiettivi da perte degli enti territoriali. alle strutture regionali e sub-regionali per rafforzare la partecipazione del personale e del partenariato mediante la motivazione e l’empowerment. |
OBIETTIVI | L’azione si pone l’obiettivo di giungere al rafforzamento degli strumenti dei meccanismi di attuazione e programmazione nonchè alla realizzazione di uno strumento concreto che accompagni il sistema di monitoraggio e valutazione e ne rafforzi la funzione propulsiva per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. |
RISULTATI ATTESI | Elaborazione del DUP e del Piano di azione per gli obiettivi di servizio entro i termini previsti. Elaborazione di una proposta di riassetto organizzativo e procedurale delle AGC 03, AGC 09 e UDCP. Supporto alla struttura di coordinamento nelle azioni di accompagnamento alle strutture regionali per il governo unitario della programmazione 2007-2013. Elaborazione di una proposta di sistema premiale unitario rivolto ai soggetti attuatori del programma di sviluppo. |
RESPONSABILE INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | AGC 03 |
SOGGETTO PROPONENTE | REGIONE CAMPANIA |
SOSTENIBILITA’/EFFET TI DELL’AZIONE 0 INTERVENTO | L’azione mira alla promozione di cambiamenti strutturali in termini di capacity bilding sia per l’amministrazione Regionale sia per i soggetti territoriali coinvolti. |
FONTI DI FINANZIAMENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 7) | RISORSE PUBBLICHE: Delibera CIPE 35/2005 punto 4.5 |
7.1.2) SCHEDA AZIONE
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.1.2) “Azione di Supporto per la Realizzazione di un sistema integrato di lettura e monitoraggio degli obiettivi programmatici (Cruscotto Direzionale per la programmazione unitaria)” |
Tipo di azione | L’intervento costituisce lo strumento per dare vita ad un sistema di monitoraggio e controllo della strategia regionale del Documento Unico di Programmazione (DUP). Supporto tecnico scientifico, studio dei sistemi in essere e definzione dele specifiche funzionali e realizzazione del bando per la acquisizione dei sistemi informativi necessari alla realizzazione delle attività. |
L’esperienza maturata dalla Regione in tema di programmazione ha evidenziato la necessità di un raccordo più stretto tra i sistemi: | |
- di programmazione; | |
- di valutazione; | |
Contesto e Fabbisogno | - di monitoraggio; - di contabilità e di bilancio. Tale raccordo appare irrinunciabile se si vuole ottenere una lettura integrata dei dati relativi all’intero ciclo di vita, garantendo il necessario bagaglio informativo che permetta una completa visione dei fenomeni di interesse. |
Descrizione dell’Azione | Il raccordo dei sistemi troverà il naturale punto di aggregazione in un repository unico che, integrato ai modelli di analisi statistica e di Business Inteligence, consenta di produrre una visione sinottica attraverso l’implementazione di un cruscotto direzionale, punto di partenza per una successiva applicazione del modello Balance Scorecard. Il repository indicato, si concretizzerà in un Data Warehouse che integri le fonti di informazioni interne all’amministrazione (DDD, contabilità, bilancio, sistemi di gestione del por, sistemi di gestione del personale, contabilità anlitica ecc.) con le fonti esterne (fas, assistenze tecniche dei soggetti esterni,ecc). Il cruscotto rappresentà il principale strumento per gli amministratori al fine di definire gli obiettivi e gli indicatori nonchè lo stato di attuazione degli stessi, per tutti i settori regionali coinvolti permettendo un immediato collegamento con il sistema di valutazione della dirigenza e con quello delle posizioni organizzative ed altri sistemi di valutazione interni. |
In Figura 4 sono illustrati la modalità operativa ed i collegamenti funzionali: • vi è una prima fase dove viene tradotto il DUP in una serie di macro obiettivi specifici per aree regionali e per i soggetti attuatori là dove previsti, che vengono quindi sviluppati in obiettivi gestionali con tempi, previsioni di impegno e modalità di attuazione; • parallalamente verrà realizzato un sistema di collegamento con i vari sistemi informativi interni ed esterni e che attraverso i necessari processi di data quality e ETL (Extract, transform, load), permettà di rincondurre i singoli interventi alla azione progammatica originaria; tale codice si ispira al CUP (codice unico di progetto) che verrà adottato (o in alternativa se ne svilupperà laddove necessario una versione semplificata interna); |
• Data Warehouse, popolato con le fonti di cui sopra rappresenterà la principale sorgente informativa per il sistema statistico regionale ed il GIS regionale; • il sistema statistico regionale rappresenterà all’interno dell’intero sistema la componete attiva di selezione, analisi e sintesi delle informazioni attraverso l’applicazione delle principali metodologie della BI, al fine di garantire l’alimentazione di un cruscotto direzionale in grado di monitorare l’andamento delle politiche regionali introdotte dal DUP. • Gli ultimi due elementi funzionali del sistema garantiranno la distribuzione degli obiettivi e degli indicatori, in primis coerentemente con le circolari ministeriali della funzione pubblica, tra i differenti attori coinvolti (valutazione della dirigenza, nucleo di valutazione degli investimenti, valutazione delle posizioni organizzative, etc…). • Priorità sarà data all’analisi di un sistema di collegamento verso un repository centralizzato che normalizzerà e supporterà (generazione del CUP e realizzazione dell’anagrafe dei beneficiari finali) i software interni di gestione del programma operativo e permetterà di produrre file per il traferimento dei dati secondo il tracciato unico indicato dall’IGRUE. Fasi attuative Considerata la natura del presente documento ed al fine di permettere una completa valutazione dell’azione, si riporta una indicazione delle fasi previste per la realizzazione del sistema in oggetto. Per quanto sopra descritto si evidenzia la necessità di identificare cinque macro processi: - DUP - DW - Sistema Statistico/BI - GIS - Cruscotto direzionale Di seguito, sono sintetizzate le macro attività previste per ognuno dei processi. DUP - Analisi - Individuazione - Popolazione del catalogo degli obiettivi generici, gestionali e loro indicatori - Realizzazione di un tracciato unico compatibile con quello indicato dall’IGRUE DW (Data Warehouse) - Ricognizione e analisi delle sorgenti - Disegno del modello di dati - Definizione dei processi di data quality - Definzione dei processi di ETL - Popolamento del DW Sistema Statistico / BI (Bussiness Inteligence) |
- Analisi dei fenomi di interesse e definizione delle dimensioni - Implementazione degli strumenti di analisi esplorativa (OLAP On Line Analytical Processing) - Implementaizone degli strumenti di Data Mining GIS (Geografic Information System) - Definizione dei modelli di rappresentazione - Integrazione delle informazioni provenineti dal DW - Implentazione degli strumenti di rappresentazione (carte tematiche) Cruscotto direzionale - Implemetazione dell’interfaccia per il monitoraggio - Implementazione dell’interfaccia per la vautazione della dirigenza - Implementazione dell’interfaccia per altri sistemi di valutazione. | |
Obiettivi | consentire un raccordo più stretto tra i sistemi di programmazione, di valutazione, di monitoraggio, di contabilità e di bilancio; monitorare l’andamento delle politiche regionali introdotte dal DUP; definire gli obiettivi e gli indicatori nonchè lo stato di attuazione degli stessi, per tutti i settori regionali coinvolti permettendo un immediato collegamento con il sistema di valutazione della dirigenza e con quello delle posizioni organizzative ed altri sistemi di valutazione interni. |
Risultati Attesi | Realizzazione di un modello di processo che preveda la realizzazione di un sistema di monitoraggio coerente con il sistema nazionale, che supporti ed integri i software che le autorità di gestione utilizzeranno nella gestione del programma operativo e che consenta di supportare la rendicontazione colmando le criticità dei software esistenti e integrando funzioni di raccordo come la generazione dei CUP e l’anagrafe unica dei beneficiari finali. Il sistema prevederà un modello che declini gli obiettivi del DUP in obiettivi gestionali individuandone gli indicatori di conseguimento secondo la programmazione sviluppata dalle singole aree di coordinamento; Realizzazione di un sistema di collegamento con i vari sistemi informativi interni ed esterni che, attraverso i necessari processi di data quality e ETL (Extract, transform, load), permetta di rincondurre i singoli interventi alla azione programmatica originaria; Costruzione di un Data Warehouse che integri le fonti di informazioni interne all’amministrazione (DDD, contabilità, bilancio, sistemi di gestione del por, sistemi di gestione del personale, contabilità anlitica ecc.) con le fonti esterne (fas, assistenze tecniche dei soggetti esterni,ecc). Realizzazione di un sistema di supporto interno per la definizione dei CUP e per la realizzazione di un anagrafe unica dei beneficiari finali. Realizzazione di un sistema di export dei dati secondo il modello di tracciato record utile alla rendicontazione ed al monitoraggio nazionale compatibile con il relativo tracciato unico. |
Figura 4. Modalità operativa e collegamenti funzionali
7.1.3) SCHEDA AZIONE
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.1.3) “Supporto alla predisposizione della regolamentazione dei meccanismi di partenariato e al funzionamento del tavolo di partenariato” |
SETTORE | AZIONI DI SISTEMA (4) RIVOLTE ALL’AUMENTO DELLA |
D’INTERVENTO | CAPACITA’ AMMINISTRATIVA (5) |
TIPO D’INTERVENTO | Supporto tecnico scientifico al tavolo regionale di partenariato. |
SOGGETTO ATTUATORE (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | Regione Campania |
ANALISI DI CONTESTO/DI FABBISOGNO | Il processo di definizione dei PO 2007-2013 è stato realizzato con il concorso dei soggetti istituzionali e di quelli economici e sociali, rafforzando, come espressamente previsto dall’art. 11 del reg. CE 1083/2006, il ruolo del partenariato nel processo decisionale e valorizzando il tessuto di rapporti consolidato nei precedenti periodi di programmazione dei Fondi Strutturali. Il coinvolgimento del Partenariato socio-economico ed istituzionale, nel quadro della programmazione 2007-2013, ha avuto inizio sin dalla definizione delle linee guida per l’elaborazione del Documento Strategico Regionale per la Politica di Coesione 2007-2013, che ha costituito il documento di riferimento per la successiva fase di elaborazione dei documenti programmatici. In seguito, la costruzione dei PO 2007-2013 è stata accompagnata da un articolato processo di confronto nell’ambito del Partenariato istituzionale e socioeconomico. Nel processo di definizione dei programmi operativi 2007-2013, la concertazione si è sviluppata nelle sedi del Tavolo Regionale del Partenariato Economico e Sociale e della Conferenza Permanente Regione-Autonomie Locali; tale percorso ha consentito di sviluppare un confronto serio e costruttivo con i diversi attori dello sviluppo regionale, valorizzando il ruolo sia del partenariato economico sociale che di quello istituzionale. Il confronto con le parti sociali non si è limitato alla condivisione dei documenti di programmazione dei Fondi Strutturali, ma ha riguardato anche gli indirizzi del FAS e alcune procedure attuative (Parco Progetti Regionale, Studi di fattibilità, etc.). L’esperienza maturata ha fatto emergere anche l’esigenza di ridefinire il Tavolo regionale di partenariato, quale sede permanente di rappresentanza delle istanze del partenariato economico sociale e del partenariato istituzionale. Il rafforzamento del ruolo del partenariato dovrà comprendere: - la semplificazione dei documenti dell’Amministrazione; - l’allargamento del partenariato oltre che alle più tradizionali parti economiche e sociali a quelle rappresentanti interessi specifici trasversali (ambiente, pari opportunità, ecc.) della società civile; - l’integrazione del partenariato nella valutazione, nella gestione |
4 delibera CIPE 35/2005; Strategia Settoriale della Regione Campania per il Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2005–2008; Indirizzi Strategici e Riparto Settoriale della Regione Campania del Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2006-2009
5 (SMART ADMINISTRATION) punto 1.3.4 della decisione del 6 ottobre 2006 del Consiglio Europeo sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione - 2006/702/CE
e nel controllo del PO; - la costituzione di un Tavolo specifico sulle città, con particolare riferimento alle procedure attuative dei programmi da realizzare nelle stesse. Tutto ciò rende necessario il rafforzamento della struttura regionale dedicata al coordinamento del processo e alle interrelazioni con il tavolo regionale del partenariato, anche prevedendo il suo inserimento funzionale presso le strutture della Presidenza della Giunta, coinvolte nella programmazione unitaria dei fondi aggiuntivi nazionali e comunitari. | |
DESCRIZIONE DELL’AZIONE/INTERVE NTO | L’azione consiste in attività di riordino e riorganizzazione della struttura regionale di governo del Tavolo di partenariato, anche attraverso la definizione e organizzazione delle sue funzioni, attraverso l’unificazione o raccordo tra il partenariato istituzionale ed economico e sociale, attraverso il supporto tecnico alla struttura regionale. In particolare, appare opportuno potenziare le attività di concertazione, in modo da ridurre le asimmetrie informative tra la struttura regionale ed i partner socio-istituzionali, che spesso limitano e condizionano l’apporto costruttivo dei soggetti coinvolti. L’intervento prevede il potenziamento della struttura regionale dedicata, allo scopo di accrescere la sistematizzazione e la razionalizzazione delle procedure di consultazione. In particolare, le attività previste sono: - sviluppo delle competenze finalizzate alla conoscenza dei documenti regionali di programmazione con particolare riguardo al FAS, alla gestione degli interventi di sviluppo, alla corretta gestione del procedimento amministrativo, alla corretta gestione dell’informazione, anche ai fini del suo utilizzo come contenuto web; - attività di informazione e di sensibilizzazione, allo scopo di ridurre le asimmetrie informative sopra citate, anche attraverso l’elaborazione di documenti di sintesi e report, e, al tempo stesso, raccogliere le sollecitazioni ed i contributi dei partner; - realizzazione di un portale web che non sia solo uno strumento per reperire documenti o altri contenuti informativi, ma che si proponga piuttosto di diventare un luogo virtuale di confronto continuo tra i soggetti del partenariato e che sia un mezzo per favorire l’inclusione nel processo concertativo anche di altri soggetti rilevanti (imprese, università, agenzie locali di sviluppo, etc.); - affiancamento alla struttura dedicata per la predisposizione di un regolamento che disciplinerà le attività del Tavolo.; - l’individuazione di modalità idonee a garantire la partecipazione anche nella fasi di attuazione e monitoraggio del programma 2007/2013. |
FINALITA’ | L’intervento mira a garantire l’efficienza del coinvolgimento dei partner in tutte le fasi del processo: programmazione, attuazione, sorveglianza e valutazione. Rispetto alle esperienze pregresse, il rafforzamento del ruolo del partenariato anche nella fase di attuazione potrà contribuire a migliorare l’efficacia degli interventi programmati, garantendo che le procedure ed i tempi di attivazione degli interventi presentino una maggiore sintonia con le esigenze degli attori socio-economici e dei territori. |
OBIETTIVI | - rafforzamento e valorizzazione del ruolo del partenariato nei processi di programmazione e attuazione delle politiche di |
sviluppo regionale; - Rafforzamento della capacità della regione Campania di programmazione organica ed unitaria per il periodo 2007-2013. - aumento dell’efficacia nella predisposizione e valutazione degli strumenti programmatori, nell’attuazione e nel monitoraggio degli interventi di sviluppo; - Rafforzamento della efficienza delle strutture amministrative regionali in termini di gestione dei processi e delle procedure per il miglioramento della qualità della spesa degli interventi per l’obiettivo convergenza; - riduzione delle asimmetrie informative che ostacolano il pieno svolgimento del ruolo del partenariato. | |
RISULTATI ATTESI | - elaborazione di una proposta di riorganizzazione e di rafforzamento delle skills della struttura regionale dedicata al coordinamento dei processi e alle interrelazioni con il Tavolo regionale di partenariato e affiancamento nella fase di implementazione; - elaborazione di una proposta per il miglioramento dei processi di comunicazione e interrelazione tra la Regione Campania e il partenariato, compresa la realizzazione di un portale dedicato; - elaborazione di una proposta di regolamentazione per il tavolo di partenariato; - elaborazione di una proposta di definizione delle procedure concertative. |
RESPONSABILE INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | AGC 03 |
COERENZA DELL’AZIONE INTERVENTO CON LA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA | STRATEGIE COMUNITARIE: Il Regolamento (ce) n. 1081/2006 relativo al Fondo sociale europeo sottolinea che “ … una realizzazione efficace ed efficiente degli interventi del Fondo presuppone una buona governance e un partenariato fra tutti gli attori territoriali e socioeconomici interessati, in particolare le parti sociali e altri portatori di interessi, anche a livello nazionale, regionale e locale. Le parti sociali sono chiamate a svolgere un ruolo centrale affinché vi sia un'ampia partecipazione al cambiamento; il loro impegno è di fondamentale importanza ai fini del rafforzamento della coesione economica e sociale attraverso il miglioramento delle possibilità di occupazione ed impiego …”. Anche il Regolamento (ce) n. 1080/2006 ribadisce che “… l’attuazione efficiente ed efficace dell'azione sostenuta dal FESR dipende da una buona governance e dal partenariato …”. STRATEGIE NAZIONALI E REGIONALI: Nel Quadro Strategico Nazionale per la politica di sviluppo 2007 - 2013 è evidenziata l’importanza dell’integrazione del partenariato in tutte le fasi del processo: programmazione, attuazione, controllo, valutazione. Il QSN, inoltre, propone che “… il funzionamento e l’organizzazione del Partenariato economico e sociale interessi sia il livello politico sia il livello tecnico delle decisioni, prevedendo specifiche sedi per i diversi livelli di confronto: un incontro almeno annuale tra politici e parti economiche e sociali sulla politica di coesione; tavoli di confronto tematico e settoriale più frequenti e organizzati secondo le necessità per il confronto tecnico. Insieme a queste sedi si prevedono ulteriori forme di |
consultazione, quali, focus group, questionari e audizioni estese anche a rappresentanze di interessi specifici. Tra il livello politico e quello tecnico si ipotizza poi una funzione di coordinamento dei lavori assegnata all’Autorità di Gestione, la quale dovrebbe definire con le parti una “Agenda dei lavori del partenariato …”. Nel Programma Operativo FESR 2007–2013 della Regione Campania è riportato che “… la concertazione con le parti sociali e con i soggetti della filiera istituzionale un principio fondamentale ed un metodo imprescindibile per l’adozione delle decisioni relative alle politiche di sviluppo regionale, nonché per la verifica dell’attuazione e degli effetti di tali politiche, condividendo a pieno l’impostazione del QSN …”. Anche nel PO FSE 2007-2013 la Regione Campania evidenzia che “...le modalità di coinvolgimento del partenariato economico sociale ed istituzionale verranno assicurate da un tavolo permanente. In particolare, il Tavolo di Concertazione costituisce la sede privilegiata per la manifestazione e la raccolta delle istanze dei partner socio economici ed istituzionali. Le istanze condivise saranno presentate al Comitato di Sorveglianza per mezzo dei rappresentanti dei partner socio – economici ed istituzionali designati a partecipare…” |
7.1.4) SCHEDA AZIONE
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.1.4) “Supporto per la programmazione strategica e operativa FAS e supporto alla programmazione locale e progettazione esecutiva” |
SETTORE D’INTERVENTO | AZIONI DI SISTEMA (strategia Settoriale Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2005–2008 e Indirizzi Strategici e Riparto Settoriale Fondo Aree Sottoutilizzate per il periodo 2006- 2009) RIVOLTA ALL’AUMENTO DELLA CAPACITA’ AMMINISTRATIVA (SMART ADMINISTRATION) (punto 1.3.4 della decisione del 6 ottobre 2006 del Consiglio Europeo sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione - 2006/702/CE) |
TIPO DI AZIONE | Studi e ricerche e capacity building |
ANALISI DI CONTESTO/DI FABBISOGNO | L’integrazione delle risorse finanziarie per la programmazione per il periodo 2007-2013 e la coerenza tra gli strumenti di programmazione deve essere garantita, secondo quanto previsto dal Documento Strategico Regionale, tra tutti gli strumenti della politica di coesione . L’AGC 03, Piani e Programmi di Intervento Ordinario e Straordinario, si occupa della programmazione e della fase attuativa del programma FAS. Con il nuovo periodo di programmazione si dovrà perseguire l’integrazione dei diversi strumenti programmatori sia sotto l’aspetto dell’integrazione settoriale sia per quanto riguarda gli strumenti attuativi e i sistemi di monitoraggio e controllo. L’elaborazione del programma attuativo FAS è un attività fortemente innovativa rispetto al passato che richiede uno sforzo sia in termini di gestione dell’interscambio tra i diversi attori coinvolti nell’attività programmatoria, sia in termini di produzione di strumenti attuativi realmente in grado di dialogare tra loro già nelle fasi di analisi del fabbisogno e di coordinare ed armonizzare le attività di controllo e monitoraggio. Si è evidenziata inotre, durante l’attuazione delle procedure per la costituzione del Parco Progetti regionale, l’esigenza di prevedere un adeguato supporto ai soggetti territoriali. Il fabbisogno emerso riguarda il rafforzamento delle capacità di programmazione locale dei soggetti intermedi e delle capacità di programmazione esecutiva, compresa l’analisi di fabbisogno, di impatto e di costi benefici degli interventi, da parte dei soggetti beneficiari ed in special modo dei soggetti pubblici territoriali di minori dimensioni e per questo spesso dotati di risorse inadeguate. |
DESCRIZIONE DELL’AZIONE | L’azione dovrà assicurare il necessario apporto tecnico alla AGC 03, per la definizione e l’attuazione del programma FAS che, in maniera integrata con gli altri strumenti per le politiche di coesione, dovrà confluire nel Documento Unitario di Programmazione. L’azione sarà volta a presidiare la coerenza del programma FAS 2007-2013 con le priorità strategiche, secondo i propri ambiti di intervento, unitarie. Dovrà garantire l’armonizzazione dei sistemi di governance previsti nel DUP per la realizzazione dei programmi. L’azione dovrà altresì essere volta a supportare i soggetti attuatori e i soggetti beneficiari rispettivamente nell’attività di programmazione locale e di progettazione esecutiva in raccordo con le analoghe iniziative previste nell’ambito dell’asse 7 del PO |
FESR Campania 2007/2013 | |
FINALITA’ | Il supporto dovrà garantire adeguato sostegno all’AGC 03 e possibilità di accrescimento delle competenze del personale interno all’area. Le capacità da potenziare riguardano il raccordo con gli altri strumenti di programmazione nonché la capacità di rimodulazione delle procedure in senso unitario. Il supporto dovrà garantire: un’analisi storica e prospettica della programmazione settoriale regionale; il supporto giuridico amministrativo; il supporto all’analisi del fabbisogno di azioni di sistema, assistenza tecnica e di formazione delle AGC interessate alla programmazione FAS; il supporto tecnico operativo alla predisposizione degli APQ e degli altri strumenti attuativi; il supporto per la predisposizione e l’avvio di un adeguato sistema di gestione e controllo; il supporto alla predisposizione di un sistema di indicatori per il monitoraggio dello stato dei processi sia interni all’amministrazione regionale che riferiti allo stato di attuazione degli APQ; il supporto all’elaborazione di ulteriori strumenti attuativi regionali in aggiunta agli APQ Stato – Regione; il supporto tecnico scientifico per la definizione dei meccanismi premiali e sanzionatori per i soggetti territoriali interessati dai FAS; il supporto tecnico operativo per il contributo di competenza alla stesura del DUP; il supporto alla acquisizione e valutazione degli studi di fattibilità, il supporto all’assistenza tecnica ed all’affiancamento dei soggetti attuatori e beneficiari rispettivamente per la programmazione locale e per la progettazione esecutiva. |
OBIETTIVI | Il supporto all’AGC 03 dovrà consentire la definizione di un programma operativo FAS 2007-2013, integrato e coerente con i programmi operativi degli altri fondi. Dovrà prevedere la possibilità e le modalità con cui il programma operativo dovrà confluire nel documento unitario di programmazione. Dovrà aumentare la capacità attuativa sia dell’amministrazione regionale che dei soggetti territoriali. |
RISULTATI ATTESI | • Definizione del programma operativo FAS. • Definizione della parte di programmazione unitaria di competenza dell’AGC 03. • Aumento della capacità attuativa attraverso la predisposizione e la messa a punto di strumenti adeguati (come ad esempio ii sistemi di monitoraggio e di gestione e controllo). • Elaborazione e implementazione del piano di supporto agli Enti attuatori. |
RESPONSABILE INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | • AGC 03 |
FONTI DI FINANZIAMENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 7) | RISORSE PUBBLICHE: Fondi Aree Sottoutilizzate delibera CIPE 35/05. • |
7.1.5) SCHEDA AZIONE
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.1.5) “Azione trasversale di supporto per lo sviluppo organizzativo e azioni di miglioramento continuo. | ||||
Tipologia di Intervento | Azione di supporto dell’implementazione miglioramento. | per delle | lo sviluppo organizzativo azioni di sistema previste | a dal | sostegno piano di |
L’unitarietà della programmazione necessità dell’implementazione di | |||||
nuovi assetti organizzativi funzionali. Sarà quindi necessario modificare | |||||
significativamente sia i processi organizzativi sia i contenuti del lavoro. | |||||
Tali cambiamenti avranno conseguenze rilevanti su molti aspetti: | |||||
configurazioni delle strutture organizzative, sistemi di ruoli e di | |||||
competenze, routine e modelli comportamentali, schemi cognitivi, clima | |||||
organizzativo, gestione dei flussi informativi etc. Il successo delle azioni | |||||
di miglioramento da implementare dipendono in maniera significativa | |||||
Contesto e | dalla capacità di leggere i processi di cambiamento in tempo reale | ||||
Fabbisogno | (monitoraggio costante), dal coinvolgimento e dalla motivazione di | ||||
attori, dallo sviluppo di adeguate competenze trasversali e dalla | |||||
presenza di un contesto che metta gli individui in condizione di utilizzare | |||||
in maniera fruttuosa tali competenze. Il cambiamento organizzativo è un | |||||
processo che si esplica in varie fasi di transizione, la cui progettazione è | |||||
anch’essa un’azione processuale che necessita di costante di | |||||
accompagnamento. Il monitoraggio dello stato di avanzamento delle | |||||
azioni sarà quindi oggetto dell’intervento di sviluppo organizzativo e | |||||
miglioramento continuo. | |||||
L’intervento di Supporto per lo Sviluppo Organizzativo delle strutture coinvolte nella governance unitaria della programmazione si articolerà nella progettazione organizzativa, nella attivazione di percorsi di sviluppo delle competenze, nel monitoraggio e valutazione del processo. Le azioni si succederanno con una logica a spirale che si sviluppa grazie alla partnership tra degli attori dell’amministrazione protagonisti del cambiamento e gli esperti e consulenti esterni. | |||||
I “laboratori” per l’innovazione organizzativa e professionale: la riflessività per il cambiamento | |||||
Descrizione dell’Azione | Saranno avviati veri e propri “laboratori” o percorsi di sviluppo organizzativo e professionale a sostegno dei dirigenti e dei funzionari coinvolti nel processo di implementazione delle azioni di miglioramento, attraverso la costruzione di una organizzazione temporanea progettata in collaborazione con consulenti esterni. Tale percorso coinvolgerà anche la task force per il supporto alla gestione dei Programmi FESR e FSE 2000-2006 e si affiancheranno fasi di autovalutazione del processo di cambiamento. A partire da una gestione fondata su metodologie non gerarchiche e non direttive i laboratori si configureranno come spazio dialogico al cui interno sviluppare momenti di riflessione sugli stadi di avanzamento delle azioni implementate, sulle rappresentazioni del processo in atto, sulle sue criticità, ma anche su aspetti meno evidenti, come le implicazioni di carattere soggettivo e relazionale e le rivisitazioni delle identità lavorative che i cambiamenti organizzativi comportano. I percorsi di riflessività attivati sui cambiamenti in atto e l’individuazione delle criticità costituiranno la base di partenza di azioni periodiche di rilevazione di dati (raccolti per mezzo di colloqui, riunioni e osservazioni |
dirette delle attività) relativi agli stadi di avanzamento dell’implementazione della programmazione unitaria e dell’efficacia dell’coordinamento unitario. A partire dai dati raccolti si condurrà un’attività di auto-valutazione dei processi in atto con l’obiettivo di individuare in progress possibili strategie correttive (logica a spirale). Le dimensioni organizzative privilegiate nei cantieri saranno le seguenti: ❑ Struttura organizzativa: strutture e sistema di ruoli e profili; ❑ Leadership: capacità della leadership di sostenere l’attuazione delle azioni; ❑ Strategia: sviluppo e supporto alla strategia; ❑ Gestione delle risorse umane: strumenti gestionali per lo sviluppo di competenze professionali e trasversali; ❑ Partnership: in particolare per quelle costruite a supporto della strategia; ❑ Gestione dei processi: circolazione delle conoscenze connesse all’innovazione e al cambiamento; ❑ Gestione della comunicazione: comunicazione istituzionale per la circolazione delle informazioni interne ed esterne. | |
Obiettivi | L’azione mirerà alla creazione di un “enabling environment” che consenta lo sviluppo di processi di riflessività sul cambiamento promosso nei Laboratori. L’azione avrà come obiettivi specifici: a) Lo sviluppo organizzativo e professionale delle strutture coinvolte; b) il monitoraggio dello stato di avanzamento delle azioni previste dal piano di miglioramento; c) la creazione di processi e strutture per il miglioramento continuo. Obiettivo ulteriore dell’azione sarà, da un lato, favorire lo sviluppo di competenze trasversali che facilitino i processi di apprendimento dall’esperienza e la capacità d'analisi e di comprensione del contesto organizzativo, dall’altro, accrescere il grado di coesione e di motivazione degli attori coinvolti nel processo di programmazione unitaria. |
Risultati Attesi | Elaborazione di un piano di miglioramento organizzativo che, avvalendosi del percorso di confronto ed autovalutazione attivato con i “laboratori per l’innovazione organizzativa e professionale”, rappresenti la prima sintesi del processo di miglioramento avviato con l’intervento nonché la base per il successivo programma di implementazione. |
7.2) SCHEDA INTERVENTO
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.2) “Azione di sostegno alla realizzazione dei progetti di innovazione normativa, semplificazione amministrativa e riorganizzazione interna, monitoraggio e direzione delle attività strategiche per conto della Presidenza e della Giunta regionale” |
Tipologia di Intervento | Azione di Sistema (strategia Settoriale Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2005–2008 e Indirizzi Strategici e Riparto Settoriale Fondo Aree Sottoutilizzate per il periodo 2006- 2009) rivolta all’aumento della Capacità Amministrativa (Smart Administration). Consulenza |
Costo intervento | € 581.717,48 |
Contesto e Fabbisogno | La Giunta regionale della Campania, sin dalla entrata in vigore della riforma costituzionale dell’ordinamento delle autonomie territoriali (leggi costituzionali n. 1/99 e n. 3/01), è impegnata sui versanti del riordino normativo e della semplificazione e riorganizzazione dell’azione amministrativa regionale, al fine di poter sostenere al meglio il nuovo carico di competenze costituzionali e di orientarle nella realizzazione di linee di sviluppo coerenti con le politiche elaborate dagli organi rappresentativi. L’organizzazione dell’ente, strutturata su modelli definiti nel precedente contesto normativo di rango costituzionale e statutario, ha tuttavia impedito la realizzazione di molti degli obiettivi prefigurati a causa dell’inadeguatezza dei moduli organizzativi e procedimentali oltre che della non sempre adeguata esperienza, con riferimento alle nuove competenze, delle risorse interne. L’esperienza maturata, insomma, delinea con chiarezza l’esigenza di un sostegno forte alla programmazione e all’azione concreta della Giunta per consentire ad essa di affrontare, con l’adeguato bagaglio di conoscenze tecniche, le imponenti sfide che si impongono alla luce del mutato contesto costituzionale, oltre che del progressivo decentramento che la legge statale sta attuando in favore degli enti regionali. Tale azione di riordino, semplificazione, innovazione normativa appare tanto più indispensabile quanto più viene orientata in maniera funzionale al perseguimento degli obiettivi delle politiche di sviluppo e coesione per il periodo 2007/2013, che spesso richiedono riferimenti legislativi e regolamentari anche regionali più solidi e organici per poter essere realizzati. |
Descrizione dell’Azione | L’azione consiste nella realizzazione di uno strumento di supporto tecnico che, in raccordo con l’attività della Presidenza e della Giunta Regionale attraverso la struttura di coordinamento, intende contribuire alla programmazione regionale unitaria per l’elaborazione e l’attuazione dell’azione politico-amministrativa tesa alla realizzazione degli obiettivi di crescita della capacità amministrativa della Regione Campania. Alla luce delle esigenze che si sono manifestate sul campo si intende formare un elenco di esperti, composto da personale universitario e da professionisti di chiara fama, nel quale siano presenti tutte le professionalità in grado di supportare – quando necessario – l’azione della Giunta. In sostanza si tratterebbe di contenitore permanente al |
cui interno attingere, di volta in volta, le professionalità che occorrono a sostenere le principali azioni programmatiche della Giunta e del suo Presidente oltre che ad affiancare gli uffici nel momento in cui sorgono difficoltà nell’azione amministrativa. In considerazione dei compiti che si intendono affidare agli esperti individuati, il loro coordinamento va riservato al Capo di Gabinetto della Giunta regionale – raccordo istituzione tra i vertici amministrativi e gli organi di indirizzo - affinché questi possa, su questioni specifiche, richiederne la collaborazione, il sostegno tecnico o semplicemente il parere. | |
Obiettivi | Il principale obiettivo è quello di assicurare un adeguato supporto tecnico al vertice della catena di comando dell’Ente e la struttura di coordinamento per l’attuazione dei programmi di sviluppo regionali per il periodo 2007-2013 nella realizzazione dei progetti di innovazione normativa, semplificazione amministrativa e riorganizzazione interna, monitoraggio e direzione delle attività strategiche, con particolare riferimento alle politiche di sviluppo e coesione. A questo si aggiunge la possibilità di consentire alle risorse umane di cui la Regione dispone esperienze di riqualificazione tecnica sul campo, attraverso il sostegno che potrà essere loro assicurato dai singoli esperti. |
Risultati Attesi | Elaborazione di progetti di riordino normativo, amministrativo ed organizzativo; elaborazione di strategie per l’attuazione del crescente carico di competenze normative e amministrative della Regione; miglioramento e riqualificazione dell’attività amministrativa regionale. |
RESPONSABILE INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | AGC 03 |
FONTI DI FINANZIAMENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 7) | RISORSE PUBBLICHE: Fondi Aree Sottoutilizzate delibera CIPE 3/06. |
7.3) SCHEDA INTERVENTO
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.3) “Definizione e sperimentazione di modelli di intervento per la sicurezza e per i servizi alla persona nelle aree urbane per l’aumento della qualità della vita” |
SETTORE D’INTERVENTO | AZIONE DI SISTEMA (strategia Settoriale Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2005–2008 e Indirizzi Strategici e Riparto Settoriale Fondo Aree Sottoutilizzate per il periodo 2006- 2009) RIVOLTA ALL’AUMENTO DELLA CAPACITA’ AMMINISTRATIVA (SMART ADMINISTRATION) (punto 1.3.4 della decisione del 6 ottobre 2006 del Consiglio Europeo sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione - 2006/702/CE) |
TIPO D’INTERVENTO | Studi e ricerche, capacity building |
SOGGETTO ATTUATORE (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | Regione Campania |
COSTO DELL’INTERVENTO | € 300.000,00 |
ANALISI DI CONTESTO/DI FABBISOGNO | Le aree urbane sono da considerarsi come nodi strategici dello sviluppo, in cui si intrecciano, contestualmente, sia esigenze di rigenerazione urbanistica, sia la necessità di sperimentare nuove modalità di convivenza e di organizzazione collettive che incidono sul sistema dei servizi alla persona e sulla sicurezza. Nonostante vi siano stati notevoli progressi a seguito della legge 328/2000 nel sistema di welfare regionale, i servizi si presentano ancora non uniformi e con standard non adeguati ai bisogni. Allo stesso modo il tema della sicurezza è affrontato per lo più con interventi spot (ad es. videosorveglianza, formazione generica) oltre che con le azioni riguardanti l’ordine pubblico, che in definitiva mostrano anch’essi una pronunciata disomogeneità. Conseguentemente è necessario razionalizzare gli interventi in questi ambiti mediante un approccio innovativo, che parta da una analisi e conoscenza approfondita e con una successiva razionalizzazione mediante l’apporto di elevate competenze. La realtà campana, per quanto riguarda i due temi in questione, riveste carattere di particolare emergenza nelle aree urbane con popolazione medio alta. Come già evidenziato nel POR FESR Campania 2007-2013, in un contesto caratterizzato da emergenze sociali e degrado urbano, e dal cui risanamento non si può prescindere in un’ottica di rilancio dell’economia e della struttura sociale della regione, la Regione Campania intende intervenire per rimuovere il degrado che le caratterizza, tra l’altro candidando le città intermedie quali nodi della rete per la competitività, tenendo conto che vi convivono sia emergenze ambientali e sociali, che peculiarità di sviluppo. |
DESCRIZIONE DELL’AZIONE/INTERVE NTO | L’azione è volta a: - affiancare la struttura di coordinamento della programmazione unitaria per la definizione di modelli omogenei, a partire dall’ analisi dei bisogni di modelli di convivenza e standard di servizi alla persona ritenuti prioritari. - sperimentare percorsi di graduale adozione e adeguamento ai modelli quali-quantitativi scaturiti dall’attività di studio, di programmazione e di regolamentazione, allo scopo di valutare la possibilità di istituire sistemi di premialità per i territori che si |
prestano alla sperimentazione. - realizzare linee guida regionali per l’elaborazione di Piani delle città, anche sotto l’aspetto dei servizi e degli interventi per la sicurezza. | |
FINALITA’ | La finalità principale dell’intervento è di supportare gli organismi di programmazione strategica nell’elaborazione di strumenti regolamentari e di indirizzo per il rafforzamento del sistema di welfare e di sicurezza delle città. Tale finalità sarà perseguita attraverso l’affiancamento e il supporto alla struttura di coordinamento regionale, per le politiche di sviluppo, nella definizione e nel monitoraggio delle strategie di intervento e nel supporto alle attività di coordinamento. Ulteriore, importante, finalità dell’intervento è di offrire supporto alle amministrazioni locali impegnate nell’elaborazione e nell’implementazione di piani di rigenerazione urbana in particolare per i temi della sicurezza e dei servizi alla persona. |
OBIETTIVI | Uniformare e potenziare gli interventi per la sicurezza e per i servizi di cura alla persona nelle aree urbane caratterizzate da emergenze sociali e degrado urbano. |
RISULTATI ATTESI | Produzione di proposte di modelli regolamentari per la definizione degli standard minimi, qualitativi e quantitativi, dei servizi di cura alla persona. Definizione di proposte (linee guida) per la predisposizione di Piani per le Città con particolare riguardo ai temi della sicurezza e dei servizi di cura alla persona. Proposta e implementazione di percorsi sperimentali per l’adozione dei modelli scaturiti dalle attività di studio e proposta dei relativi meccanismi premiali per incentivare la sperimentazione. Relazione conclusiva sui risultati dell’attività di studio |
RESPONSABILE INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | AGC 03 |
SOGGETTO PROPONENTE | REGIONE CAMPANIA |
FONTI DI FINANZIAMENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 7) | RISORSE PUBBLICHE: Delibera CIPE 35/2005 punto 4.5 |
7.4) SCHEDA INTERVENTO
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.4) “Progetto 100 Giovani per l’Europa – fase A“ |
SETTORE D’INTERVENTO | AZIONI DI SISTEMA (strategia Settoriale Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2005–2008 e Indirizzi Strategici e Riparto Settoriale Fondo Aree Sottoutilizzate per il periodo 2006- 2009) RIVOLTA ALL’AUMENTO DELLA CAPACITA’ AMMINISTRATIVA (SMART ADMINISTRATION) (punto 1.3.4 della decisione del 6 ottobre 2006 del Consiglio Europeo sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione - 2006/702/CE) |
TIPO D’INTERVENTO | Capacity building |
SOGGETTO ATTUATORE | Dipartimento Funzione Pubblica |
COSTO | PERCORSO A €. 1.838.771 (il costo per il percorso B, pari a €. 2.737.683, non rientra nel presente programma di finanziamento. La copertura finanziaria per la realizzazione dello stesso avverrà con successivi provvedimenti a valere sulle economie della precedente programmazione e sulle risorse della nuova programmazione 2007/2013) |
DESCRIZIONE DELL’AZIONE | Azione di Sistema per la formazione di 100 giovani “Euro esperti” per il periodo di programmazione 2007-2013. L’Azione è composta da due tipologie di interventi, una finalizzata all’approfondimento delle competenze tecniche e specialistiche (percorso di formazione specialistica), l’altra alla gestione dei giovani formati. L’approfondimento delle competenze sull’attuazione delle politiche dell’Unione Europea è articolato in due percorsi: PERCORSO A) Specializzazione professionale di 900 ore, comprensivo di uno stage di 3 mesi in un paese europeo; PERCORSO B) Specializzazione sull’Unione Europea di 1800 ore, comprensiva di due stage di 3 mesi ciascuno, uno nazionale ed uno europeo; L’azione di gestione della lista comprende la costituzione della lista degli esperti, promozione e coaching all’inserimento nelle singole Amministrazioni; la costituzione e animazione di una rete professionale per mantenere fluide le relazioni sia interne (tra i componenti della comunità) che esterne (con i paesi e le Amministrazioni ospitanti gli stage). |
Destinatari | 100 giovani laureati cittadini dell’ Unione Europea residenti in Regione da almeno 3 anni, selezionati con procedure concorsuali, con requisiti di ammissione differenziati a seconda del percorso di specializzazione PERCORSO A) – 50 laureati, con meno di 35 anni di età e con almeno 3 anni di esperienza post laurea (formazione e/o esperienze lavorative) in ambiti attinenti l’attuazione di politiche o programmi comunitari PERCORSO B) – 50 giovani laureati con meno di 28 anni di età e con una esperienza post laurea di almeno 18 mesi tra formazione e lavoro attinente |
Finalità | Accrescere e rafforzare la capacità (capacity building) delle |
amministrazioni pubbliche regionali (Regione, Province, Enti Locali impegnati nella gestione di strumenti di programmazione) di utilizzare i fondi comunitari e statali per lo sviluppo, di elevare la qualità della programmazione e l’efficacia della spesa, di monitorare e rendicontare gli interventi finanziati. Finalità perseguita sia in vista del disegno di riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti Locali (decentramento amministrativo) sia all’attivazione di nuovi strumenti di programmazione integrata territoriale in vista di un forte impulso al ruolo programmatorio e attuativo delle amministrazioni locali, le quali si troveranno a gestire processi complessi che necessitano solide competenze e forte raccordo con la Regione (es. gli accordi di reciprocità) e che richiedono agli enti territoriali, l’assunzione di nuove funzioni. | |
Obiettivi | Costituire una lista di 100 giovani presso il Dipartimento Funzione Pubblica, a disposizione delle amministrazioni pubbliche della Regione Campania, esperti sui temi dell’UE, da immettere nel processo di programmazione unitaria 2007/2013 per rafforzare la capacità delle amministrazioni regionali, di attuare le politiche. Potenziare gli organi delle Amministrazioni impegnate nell’attuazione di programmi di sviluppo con l’apporto di competenze specialistiche e capacità operative, relative alla programmazione, attuazione, monitoraggio e rendicontazione di programmi cofinanziati da FS e Risorse Nazionali al fine di migliorare le performance delle amministrazioni e l’efficacia degli interventi. |
Risultati attesi | Il loro inserimento contribuisce a mettere in grado le Amministrazioni di colloquiare direttamente con istituzioni e organismi nazionali ed europei; elevare la qualità della programmazione; progettare, gestire e rendicontare interventi cofinanziati nelle realtà locali; realizzare progetti di cooperazione internazionale; favorire processi di cooperazione tra imprese e istituzioni; favorire il dialogo tra istituzioni e parti sociali. |
MODALITA’ DI ATTUAZIONE | Le modalità di attuazione si articolano in 3 diverse fasi: selezione, realizzazione del percorso formativo, gestione della lista (inserimento nel circuito di programmazione e animazione della comunità professionale). 1) LA SELEZIONE ha inizio con la condivisione delle scelte strategiche del progetto da parte delle Amministrazioni sub regionali che avviene attraverso il tavolo di concertazione istituzionale attraverso il coinvolgimento del partenariato istituzionale ed economico sociale. Nella fase di selezione vengono costituiti anche il presidio politico e quello tecnico-scientifico mediante due comitati: Comitato di indirizzo, composto da Dipartimento Funzione Pubblica, Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, Regione Campania, rappresentanti di EE.LL. e stakeholder, potenziali datori di lavoro dei partecipanti, che esprime le esigenze degli utilizzatori e fornisce gli indirizzi per la selezione e i contenuti su cui sviluppare il percorso formativo; Comitato didattico-scientifico, composto da esperti (nazionali ed esteri) di metodo e di contenuto che fornisce le indicazioni per la progettazione esecutiva, monitora l’andamento tecnico- scientifico del percorso, valuta i risultati di apprendimento; − La selezione vera e propria viene effettuata mediante procedure selettive collaudate, in grado di garantire la trasparenza e la costituzione di un gruppo omogeneo, formato da persone motivate, con un elevato potenziale e |
con una formazione/esperienza post laurea. 2) LA REALIZZAZIONE del percorso formativo comprende aula, laboratori, workshop, stage, project work, prove di valutazione. Le metodologie formative, coerentemente con gli obiettivi del progetto, sono di tipo esperenziale basate sul confronto, sullo scambio, sulle simulazioni (laboratori) e sulla partecipazione attiva in contesti lavorativi (stage). In particolare: - la prima fase di aula (solo per il PERCORSO B) è basata su metodologie classiche (seminari, workshop, focus group) di sviluppo cognitivo (acquisizione e approfondimento di conoscenze concettuali su temi e contenuti di base) integrate da percorsi di approfondimento cognitivo personalizzati; - la seconda fase di aula ha carattere applicativo ed è basata su simulazioni, sperimentazione, elaborazione di documenti e project work sviluppati in gruppi di lavoro, seguiti da esperti e tutor (laboratori); - la fase di tirocinio presso organizzazioni europee e nazionali (quest’ultimo solo per il PERCORSO B), rappresenta la parte predominante (oltre il 50%) del percorso formativo. La partecipazione attiva a processi di lavoro, seguita da un tutor dell’organizzazione ospitante e dal tutor del progetto è finalizzata ad ampliare l’orizzonte cognitivo ed aprire la mente alla cultura europea, ma anche passare dalla teoria alla pratica, misurandosi con la complessità della realtà lavorativa e consolidando la capacità operativa. | |
PROFILO IN USCITA | Il profilo professionale di uscita, analogo per i due percorsi (varia il livello di padronanza e di autorevolezza) si basa sulla conoscenza approfondita delle istituzioni, delle politiche e degli strumenti di intervento europei; sulla padronanza conoscitiva delle amministrazioni locali e del loro ruolo nell’attuazione dei programmi comunitari, nazionali e regionali; sulle capacità e competenze professionali necessarie all’attuazione dei programmi e alla gestione dei progetti complessi; su capacità personali e relazionali adeguate alla gestione delle relazioni istituzionali e partenariali sull’acquisizione di una cultura e mentalità europea. |
OBBLIGO DEI PARTECIPANTI | PERCORSO A I partecipanti del PERCORSO A) si impegnano a seguire interamente il percorso formativo, comprensivo dello stage di 3 mesi in un paese dell’UE, e a rispettare il regolamento del corso reso noto ai vincitori del concorso prima dell’accettazione. Tutti i partecipanti si impegnano, al termine del percorso, ad accettare incarichi della Regione o di qualsiasi altra Amministrazione sub regionale. L’obbligo permane fino a 6 mesi dalla conclusione del percorso. In caso di mancata e immotivata accettazione, la Regione si riserva di richiedere la restituzione, per intero, della borsa di studio e delle spese sostenute per gli stage. Trascorsi i 6 mesi, in assenza di chiamata, l’obbligo decade, e si rimanda al libero accordo tra le parti. |
PERCORSO B Analogamente i partecipanti del PERCORSO B) si impegnano a |
seguire interamente il percorso formativo e al rispetto del regolamento. Analogo è anche l’obbligo di accettazione della destinazione di incarichi presso qualsiasi Amministrazione. Cambia il periodo dell’obbligo, 12 mesi anziché 6 e l’ammontare della penalità in caso di rifiuto, 50% della borsa di studio, anziché l’intero importo. | |
FONTI DI | RISORSE PUBBLICHE: |
FINANZIAMENTO (L. | PERCORSO A €. 1.838.771 (delibera CIPE 3/06 – punto 3.5) |
662/96, c. 203, lett. C, punto 7) | PERCORSO B €. 2.737.683 (da definire) |
TEMPI DI REALIZZAZIONE
Fasi
NOME | TEMPISTICA | |
PERCORSO A) | PERCORSO B) | |
1. Selezione dei partecipanti | Primi 3 mesi | Primi 3 mesi |
2. Attuazione del programma | Dal 4° al 9° mese | Dal 4° al 16° mese |
3. Valutazione finale | 9° mese | 16° mese |
4. Costituzione e animazione comunità | Dal 10° 22° mese | Dal 17° al 19° mese |
7.5) SCHEDA ATTIVITA’/INTERVENTO
TITOLO ATTIVITA’ O INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 1) | 7.5) “Concorso XxXxxxx” |
SETTORE D’INTERVENTO | AZIONE DI SISTEMA (strategia Settoriale Fondo per le Aree Sottoutilizzate per il periodo 2005–2008 e Indirizzi Strategici e Riparto Settoriale Fondo Aree Sottoutilizzate per il periodo 2006- 2009) RIVOLTA ALL’AUMENTO DELLA CAPACITA’ AMMINISTRATIVA (SMART ADMINISTRATION) (punto 1.3.4 della decisione del 6 ottobre 2006 del Consiglio Europeo sugli orientamenti strategici comunitari in materia di coesione - 2006/702/CE) |
TIPO D’INTERVENTO | Concorso di idee |
SOGGETTO ATTUATORE (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | REGIONE CAMPANIA |
COSTO DELL’INTERVENTO | € 500.000 |
DESCRIZIONE DELL’AZIONE/INTERVE NTO | L’azione di sistema è volta a promuovere progetti che si distinguano per la qualità generale della proposta e in particolare per la ricerca di un’integrazione tra i progetti, con i loro contenuti innovativi, e la strategia di sviluppo 2007-13 della Regione Campania. I partecipanti sono chiamati a sviluppare idee progettuali nelle seguenti aree tematiche: a) Sviluppo sostenibile. Obiettivo di quest’area tematica è sostenere l’ideazione di soluzioni innovative che consentano di ridurre le pressioni sull’ambiente, anche con riferimento alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. b) innovazione tecnologica. Obiettivo di quest’area tematica è contribuire al rilancio di una cultura orientata alla scienza e alla tecnologia. Saranno quindi ammessi in questo ambito nuovi progetti “pilota” fortemente innovativi, volti a consentire un tempestivo sfruttamento delle continue evoluzioni tecnologiche in atto. c) gestione di servizi urbani e territoriali per la qualità della vita dei giovani. Obiettivo di quest’area è quello di premiare idee progettuali per migliorare l’ambiente di vita dei giovani. Tale area raccoglie progetti che contribuiscano prevalentemente al riuso del suolo e degli spazi già utilizzati, teso alla valorizzazione delle Città e delle loro periferie puntando all’integrazione strettissima tra riqualificazione urbana e la qualità dei servizi atti a migliorare vivibilità, sicurezza e accessibilità. d) accessibilità e mobilità alternativa. Obiettivo di questa area tematica è sostenere la creatività dei giovani finalizzata allo sviluppo soluzioni innovative che contribuiscano al decongestionamento della viabilità regionale, alla riduzione del consumo energetico, riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico e alla creazione di |
forme di mobilità alternativa e sostenibile. Tale area tematica intende operare in sinergia, apportando ulteriori contributi propositivi, con gli interventi previsti nell’APQ “Studi di Fattibilità” sottoscritto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Campania in data 20/12/2007. | |
FINALITA’ | Promuovere e sostenere la capacità progettuale e creativa di giovani architetti ed ingegneri stimolandoli a misurarsi con le scelte strategiche di sviluppo 2007-13 della Regione Campania |
OBIETTIVI | Selezionare e finanziare le migliori idee progettuali riguardanti le seguenti aree tematiche: ▪ sviluppo sostenibile; ▪ innovazione tecnologica; ▪ gestione di servizi urbani e territoriali per la qualità della vita dei giovani; accessibilità e mobilità alternativa. |
RISULTATI ATTESI | Realizzare un'efficace comunicazione delle priorità strategiche della Programmazione 2007 2013 della Regione Campania Stimolare la creatività di giovani professionisti campani che saranno attratti dal respiro internazionale della competizione Raccogliere idee progettuali che possano suggerire: - Soluzioni innovative che consentano di ridurre le pressioni sull’ambiente - Rilancio di una cultura orientata alla scienza e alla tecnologia Risoluzione di problemi comuni ai giovani, connessi alla qualità dei servizi di cui usufruiscono e al miglioramento della vivibilità, sicurezza e accessibilità del loro ambiente di vita. Relazione conclusiva sui risultati dell’attività. |
RESPONSABILE INTERVENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 2) | AGC 03 |
SOGGETTO PROPONENTE | REGIONE CAMPANIA |
FONTI DI FINANZIAMENTO (L. 662/96, c. 203, lett. C, punto 7) | Delibera CIPE 3/2006 – punto 3.5 |