DAS Assicurazioni
DAS Assicurazioni
RELAZIONE SULLA SOLVIBILITÀ E CONDIZIONE FINANZIARIA
Esercizio 2016
Introduzione 3
A. Attività e risultati 4
A.1. Attività 4
A.2. Risultato di sottoscrizione 7
A.3. Gestione industriale dell’assicurazione e riassicurazione NON VITA 9
A.4. Risultato dell’attivita’ di investimento 10
A.5. Altre componenti del risultato 11
A.6. Altre informazioni 13
Allegati 14
B. Sistema di Governance 20
B.1. Informazioni generali sul sistema di governance 20
B.2. Requisiti di competenza e onorabilità 25
B.3. Sistema di gestione del rischio, compresa la valutazione interna del rischio e della solvibilità 27
B.4. Controllo di sistema interno 30
B.5. Funzione di internal audit 32
B.6. Funzione Attuariale 34
B.7. Outsourcing 36
B.8. Altre informazioni 37
C. Profilo di rischio 38
C.1. Rischi di sottoscrizione 38
C.2. Rischi di Mercato 40
C.3. Rischio di inadempimento della controparte 43
C.4. Rischio di Liquidità 43
C.5. Rischi Operativi 45
C.6. Altri rischi 46
C.7. Altre informazioni 47
D. Valutazione ai fini di Solvibilità 48
D.1. Attività 50
D.2. Riserve tecniche 54
D.3. Altre passività 57
D.4. Metodi alternativi di valutazione 63
Allegati 64
E. Gestione del capitale 73
E.1. Fondi propri 73
E.2. Utilizzo del sotto-modulo del rischio azionario basato sulla durata nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità 77
E.3. Inosservanza del requisito patrimoniale minimo e inosservanza del requisito patrimoniale di solvibilità 77
E.4. Altre informazioni 77
Allegati 78
Glossario 84
LETTERA DI ATTESTAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE 86
Introduzione
La presente “Relazione relativa alla solvibilità e alla condizione finanziaria” costituisce l’informativa annuale dell’esercizio 2016 per la Compagnia a livello individuale, prevista dal Capo XII del Regolamento Delegato (UE) n. 2015/35 (d’ora in poi Regolamento Delegato) e dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2015/2452 (d’ora in poi ITS 2452) , ad integrazione delle disposizioni della Direttiva n. 2009/138/CE in materia di Solvency II (d’ora in poi Direttiva), nonché dal Regolamento IVASS
n. 33 del 6 dicembre 2016, al fine di accrescere la trasparenza nel mercato assicurativo.
Sulla base degli obblighi di legge e regolamentari sopraccitati, la presente relazione contiene informazioni descrittive in merito:
a) alle attività svolte e ai risultati conseguiti dalla Compagnia nel corso dell’anno;
b) al sistema di governance:
c) al profilo di rischio e alla sua gestione;
d) ai metodi di valutazione delle attività e delle passività ai fini di solvibilità, con una spiegazione delle principali differenze rispetto ai valori desumibili dal bilancio d’esercizio 2016;
e) alla gestione del capitale, con particolare riguardo ai fondi propri, al requisito patrimoniale di solvibilità e al requisito patrimoniale minimo.
Nel mese di maggio 2016 l’IVASS – Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni –, a seguito dell’istanza di autorizzazione presentata dalla Società, ha autorizzato la Compagnia all’utilizzo, a decorrere dal 1° gennaio 2016, dei c.d. USP (Undertaking Specific Parameters) per il modulo di sottoscrizione nelle componenti “premio” e “riserve” della LoB “Tutela Legale”. Pertanto, l’informativa quantitativa (Quantitative Reporting Template - QRT) e la presente relazione sono state redatte coerentemente con il modello adottato.
Il documento riflette le indicazioni contenute nella Supervisory Reporting and Pubblic Disclosure Policy del Gruppo Generali, adottata dal Consiglio di Amministrazione di DAS il 27 luglio 2016. Tale politica individua ruoli, responsabilità e processi per identificare, valutare, gestire e monitorare le informazioni quantitative e qualitative oggetto di informativa al pubblico.
Le informazioni inerenti alla descrizione dell’attività e dei risultati conseguiti da DAS Assicurazioni nel corso del 2016, dettagliate per aree di attività o aree geografiche sostanziali sono coerenti con quelle contenute nel bilancio d’esercizio 2016 della Compagnia. Il confronto con le informazioni del 2015 è riportato laddove risulti dal bilancio della Compagnia, conformemente all’articolo 303 del Regolamento Delegato.
Ai fini dell’analisi comparativa tra i dati patrimoniali di bilancio e quelli di Solvency II, le poste degli attivi e dei passivi iscritte nel bilancio dell’esercizio 2016 sono state riclassificate sulla base delle voci presenti nello schema di stato patrimoniale Solvency II, previste nello specifico QRT.
Sono allegati alla presente Relazione tutti i modelli di informazioni quantitative (QRTs) previsti dall’articolo 4 dell’ITS 2452.
Nell’informativa al pubblico di cui alla presente Relazione, le cifre che esprimono importi monetari sono indicate in migliaia di unità di euro, che rappresenta la valuta funzionale nella quale opera DAS.
La Società intrattiene in modo saltuario rapporti in valuta estera. Tutte le poste in valuta sono convertite in euro ai cambi del
31 dicembre 2016, coerentemente con i rapporti di cambio applicati per redazione del bilancio d’esercizio 2016 della Compagnia.
Le sezioni D “Informazioni sulla valutazione ai fini di solvibilità” ed E.1 “Fondi propri”, quest’ultima inclusa nella “Gestione del capitale”, sono soggetti ad attività di revisione ai sensi dell’articolo 47-septies, comma 7 del CAP da parte della società EY S.p.A., come richiesto dall’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) con lettera al mercato del 7 dicembre 2016.
Ai sensi dell’articolo 55 della Direttiva, la “Relazione relativa alla solvibilità e alla condizione finanziaria” di DAS Assicurazioni è stata approvata del Consiglio di Amministrazione della Società il 9 maggio 2017.
Tale relazione è pubblicata sul sito internet della Compagnia xxx.xxx.xx, nella sezione “Chi Siamo”, nonché sul sito della Capogruppo, Assicurazioni Generali.
A.Attività e risultati
A.1.ATTIVITÀ
A.1.1.DENOMINAZIONE E FORMA GIURIDICA DELL’IMPRESA
D.A.S. Difesa Automobilistica Sinistri di Assicurazioni S.p.A. (da qui DAS Assicurazioni) è una società avente ad oggetto l’esercizio, in Italia e all’estero, dell’attività assicurativa e riassicurativa nei rami tutela legale, perdite pecuniarie di vario genere ed assistenza.
La sede legale è in xxx Xxxxxx Xxxxx 0/X - 00000 Xxxxxx (XX), Xxxxxx
Il capitale sociale ammonta a € 2.750.000,00 interamente versato. Il Codice fiscale e il numero di Registro imprese di Verona è 00220930234. E’ Iscritta al numero 1.00082 sez. I dell’Albo delle imprese di assicurazione e riassicurazione.
L’indirizzo PEC è: XXXXXXXXXXXXXXX@XXX.XXX.XX
X.0.0.XXXX ED ESTREMI DELL’AUTORITÀ DI VIGILANZA RESPONSABILE DELLA VIGILANZA FINANZIARIA DELL’IMPRESA E DEL GRUPPO AI CUI APPARTIENE
L’autorità preposta alla vigilanza dell’Impresa è l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), di cui di seguito sono presenti gli estremi:
IVASS
Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni xxx xxx Xxxxxxxxx 00
00000 Xxxx
Tel: x00 00 000000
PEC: xxxxxxxxx.xxxxxxxxxxx@xxx.xxxxx.xx
X.0.0.XXXX ED ESTREMI DEL REVISORE ESTERNO ALL’IMPRESA
Il revisore legale dell’impresa è EY:
Sede principale
EY S.p.A.
Xxx Xx, 00
00000 Xxxx
Sede secondaria operativa
EY S.p.A.
Xxxxx Xxxxxxxxx Xxx Xxxxxxxxx 00000 Xxxxxxx
A.1.4.DESCRIZIONE DEI TITOLARI DI PARTECIPAZIONI QUALIFICATE NELL’IMPRESA
La compagine azionaria di DAS Assicurazioni è così composta: il 50,01% delle azioni sono detenute da Generali Italia S.p.A. con sede a Mogliano Veneto in via Marocchesa 14, il 49,99% delle azioni da Ergo Versicherung AG con sede a Düsseldorf in Xxxxxxxxxxxxx 0 Xxxxxxx.
A.1.5.DESCRIZIONE DELLA POSIZIONE DELL’IMPRESA NELLA STRUTTURA GIURIDICA DEL GRUPPO ED ELENCO DELLE IMPRESE, CONTROLLATE, PARTECIPATE E SOGGETTE A DIREZIONE UNITARIA
Di seguito si riporta la struttura organizzativa significativa del Gruppo Generali in Italia dove si nota il rapporto con DAS:
Di seguito si riporta l’elenco delle imprese controllate da DAS Assicurazioni S.p.A.. La quota posseduta indicata si riferisce al controllo diretto e corrisponde alla quota di diritti di voto spettanti dalla Compagnia:
Ragione sociale | Paese | Quota posseduta |
D.A.S. Legal Services S.r.l. | ITALIA | 100,00% |
A.1.6.AREE DI ATTIVITÀ SOSTANZIALI DELL’IMPRESA E AREE GEOGRAFICHE SOSTANZIALI IN CUI SVOLGE L’ATTIVITÀ
DAS offre ai propri clienti soluzioni assicurative danni nei rami danni. La Società è specializzata nella gestione dei casi di tutela legale ed in modo complementare offre i rischi di Perdite Pecuniarie ed Assistenza solo nel lavoro diretto. I clienti di riferimento sono costituiti principalmente dal segmento retail e famiglie con prodotti complementari per l’assicurazione Auto e Responsabilità Civile e dal target delle Piccole e Medie Imprese.
La presente relazione contiene riferimenti al lavoro diretto ed indiretto italiano. Il portafoglio del lavoro diretto italiano ricomprende i contratti assicurativi stipulati dalla Compagnia in Italia; nel portafoglio del lavoro indiretto sono ricompresi i contratti ovunque stipulati dalla Compagnia, che la compagnia cedente ha trasmesso a DAS.
A.1.7.FATTI SIGNIFICATIVI RELATIVI ALL’ATTIVITÀ O DI ALTRA NATURA, VERIFICATISI NEL PERIODO DI RIFERIMENTO, CHE HANNO AVUTO IMPATTO SOSTANZIALE SULL’IMPRESA
Di seguito sono riportati i fatti e le attività rilevanti per l la Società occorsi nel 2016
• al fine di razionalizzare l’offerta dedicata ad Aziende e Professionisti, è stata effettuata una semplificazione dei prodotti della Linea Difesa Business con anche un nuovo prodotto dedicato alle piccole imprese Difesa Azienda Smart;
• a seguito dell’entrata in vigore della legge n° 41/2016 che introduce nel Codice Penale i reati di Omicidio Stradale e lesioni personali stradali gravi e gravissime, sono state approfondite le garanzie operanti nei nostri prodotti dedicati alla Circolazione Stradale. Infine sono stati integrati i prodotti Difesa in Movimento e Difesa al Volante;
• la Società si è aggiudicata per il quarto anno consecutivo il Premio le Fonti “nell’Eccellenza dell’Assicurazione Tutela Legale” e ha vinto il primo premio agli Italia Assicurazioni Awards nella categoria Miglior Fornitore di Cyber Assicurazioni dell’anno;
• a seguito di istanza all’Autorità di Vigilanza, il 4 maggio 2016 IVASS ha autorizzato la Società ad utilizzare i c.d. Undertaking Specific Parameters per il modulo di rischio sottoscrizione nelle componenti premi e riserve nel ramo Tutela Legale a partire dal primo gennaio 2016;
• Nel campo del supporto operativo si sono sviluppate nuove funzionalità del sistema di gestione contratti con gli intermediari al fine di favorire l’automazione delle comunicazioni con gli assicurati soprattutto nel momento di rinnovo dei premi. Sono state introdotte nuove applicazioni in grado di gestire in modo più snello le attività di marketing e di proposizione dell’offerta commerciale;
• a partire dal quarto trimestre è stata modifica la struttura organizzativa al fine di ottimizzare il rapporto con i clienti e migliorare i servizi. Le modifiche principali hanno interessato l’area tecnica e sinistri;
• per quanto riguarda le risorse umane è stato attuato un programma di formazione e sviluppo manageriale al fine di supportare i responsabili di funzione nonché alcune risorse con più potenziale di crescita;
• La società ha realizzato un evento: oltre 70 dipendenti sono stati coinvolti in una maratona di idee, suddivisi in squadre eterogenee e multidisciplinari, in cui sono stati sfidati per lo sviluppo di soluzioni innovative su temi strategici di business quali: distribuzione, customer centricity, identità aziendale, trasformazione digitale e culturale.
A.1.8.L’ANDAMENTO ECONOMICO COMPLESSIVO
Nella tabella sottostante viene rappresentata la sintesi del risultato economico dell’esercizio, così come risultante dal bilancio della Compagnia al 31 dicembre 2016.
(in migliaia di euro)
Voci principali Esercizio
2016
Esercizio 2015
a) | Risultato dell'attività di sottoscrizione1 | 8.209 | 7.768 |
b) | Risultato dell'attività di investimento | 2.551 | 2.372 |
c) | Risultato degli altri ricavi e costi | -446 | -244 |
d) = a) + b) + c) | Risultato ante imposte | 10.314 | 9.897 |
e) | Imposte | -0.000 | -0.000 |
f) = d) + e)
Risultato netto dell'esercizio
6.820 6.000
L’aumento del risultato d’esercizio (+820 migliaia di euro) è imputabile principalmente al miglioramento del “Risultato dell’attività di sottoscrizione” (+441 migliaia) e parzialmente dal “Risultato dell’attività di investimento” (+121 migliaia).
Le imposte sul reddito dell’esercizio sono in diminuzione di 403 migliaia di euro rispetto al 2015, soprattutto per la riduzione dell’onere IRES di competenza per effetto della riduzione dell’aliquota delle imposte correnti.
1 Corrisponde al “Saldo tecnico” di Xxxxxxxx
Nei paragrafi che seguono sono descritti i risultati delle diverse attività che hanno concorso a formare il risultato ante imposte.
A.2.RISULTATO DI SOTTOSCRIZIONE
A.2.1.RISULTATO DELLA GESTIONE INDUSTRIALE COMPLESSIVA
Relativamente al saldo della gestione industriale, che si attesta a 8.209 migliaia rispetto a 7.768 migliaia del 2015, si rileva:
• il saldo tecnico del lavoro diretto ammonta a 4.049 migliaia di euro per il 2016 (2015 pari a 3.816 + 6,10%)
• il saldo tecnico del lavoro indiretto ammonta a 4.160 migliaia di euro per il 2016 (2015 pari a 3.952 +5,26%)
4.049
3.816
3.952
4.160
Lavoro indiretto Lavoro Diretto
Esercizio 2016 Esercizio 2015
I PREMI LORDI COMPLESSIVI
I premi e accessori di competenza lordi dell'esercizio, compresi i premi su rischi assunti in riassicurazione, sono stati di
66.149 migliaia di euro (2015: 62.556 migliaia di euro), di cui 39.295 migliaia di euro relativi al lavoro diretto (+ 6,48% rispetto al 2015: 36.902 migliaia di euro.) e 26.854 migliaia di euro relativi al lavoro indiretto (+4,67% rispetto al 2015 25.655 migliaia di euro), con una variazione complessiva in incremento del +5,74% rispetto al 2015.
In tutti i rami esercitati i premi lordi sono stati rettificati delle variazioni della sola riserva per frazioni di premi; non si è reso necessario accantonare una riserva integrativa per rischi in corso di cui all’art. 23-ter comma 6 del Regolamento n. 22 del 4 Aprile 2008 (come modificato dal Provvedimento IVASS n. 53 del 06 Dicembre 2016) in quanto il rapporto della sinistralità rispetto ai premi non giustifica tale appostamento.
Nel corso dell’esercizio è stato sottoscritto un trattato di riassicurazione passiva “in eccesso sinistri” per il ramo Tutela Legale e Perdite pecuniarie di vario genere con durata annuale e scadenza 31/12/2016 con Assicurazioni Generali S.p.A. - Trieste, a fronte del quale sono stati ceduti premi del lavoro diretto per 143 migliaia di euro;
Al 31/12/2016 risulta attivo il trattato di Riassicurazione passiva con Europ Assistance per i premi prodotti nel ramo 18 Assistenza. Le cessioni del 2016 hanno riguardato la componente “premi” per un valore di cessione di 5 migliaia di euro (2015: 4 migliaia di euro).
LE SPESE DI GESTIONE COMPLESSIVE
Le spese di gestione sono ammontate complessivamente a 32.998 migliaia di euro (2015: 31.079 migliaia di euro), con un incremento del 6,17% rispetto all’anno precedente.
Per quanto concerne le spese provvigionali sia nella componente “acquisto” che “incasso” del lavoro diretto al 31/12/2016 si registra un incremento rispetto all’anno precedente complessivamente del 6,65% correlato soprattutto alle iniziative di spinta commerciale con le nuove agenzie e all’incremento della raccolta premi.
Nel Lavoro Indiretto l’incidenza del costo commissioni non rileva significativi scostamenti rispetto all’esercizio precedente, nonostante la rinegoziazione di alcuni trattati con le compagnie cedenti.
Le altre spese di acquisizione rispetto all’esercizio precedente registrano un incremento complessivo del 10,22% (2015:
+10,58%), in valore assoluto pari a 695 migliaia di euro (2015: 650 migliaia di euro); l’incremento riflette l’attività commerciale svolta sul territorio ed è allineato ai risultati ottenuti in termini di incremento del numero di Agenzie e di sviluppo portafoglio del lavoro diretto e andamento del lavoro indiretto.
Le altre spese di Amministrazione rispetto all’esercizio precedente registrano un incremento del 10,27% (2015: +15,74%) in valore assoluto pari a 168 migliaia di euro (2015: 223 migliaia di euro) dovuto principalmente a ricorso a consulenze esterne per il progetto di riorganizzazione ed alle iniziative legate al progetto Solvency II.
LA RIASSICURAZIONE PASSIVA
I premi ceduti e retroceduti sono pari a 148 migliaia (-6,9% rispetto al 2015).
Le cessioni in riassicurazione vengono effettuate in base ad una dettagliata analisi del rischio che consente di definire, per ciascuna classe di affari, il tipo di struttura, il livello di ritenzione e la capacità riassicurativa necessari per mitigare l’esposizione per singolo rischio.
La riassicurazione contrattuale fornisce i meccanismi di trasferimento del rischio del portafoglio e nel corso dell’anno non si è dato corso a riassicurazioni facoltative.
La modalità tecnica adottata è stata quella dell’eccesso sinistri, ritenuta più idonea perché consentire di mitigare la volatilità dei risultati.
I principi sopraindicati sono conformi alla Delibera quadro della Compagnia in materia di politica di riassicurazione; il Consiglio di Amministrazione del 15 febbraio 2016 ha approvato le strutture in essere nel corso del presente esercizio costruite secondo il modello di business riassicurativo consolidato. Esso prevede la cessione dei rischi principali trattati alla Capogruppo la quale acquista idonee protezioni nel mercato riassicurativo per conto dell’intero Gruppo.
LE ALTRI COMPONENTI TECNICHE
Altri proventi tecnici, sono ammontati a 158 migliaia di euro (2015: 156 migliaia di euro) e sono costituiti prevalentemente da storni di provvigioni per annullazioni e svalutazioni di premi, recuperi per attività di contenzioso verso assicurati, recuperi per incentivazioni ad Agenti non assegnate, e regolazioni tecniche del lavoro indiretto.
Altri oneri tecnici, nel complesso ammontano a 1.395 migliaia di euro (2015: 1.018 migliaia di euro), essi sono costituiti prevalentemente da svalutazioni di premi del lavoro diretto con poche probabilità di incasso, e da regolazioni tecniche del lavoro indiretto.
A.3.GESTIONE INDUSTRIALE DELL’ASSICURAZIONE E RIASSICURAZIONE NON VITA
(in migliaia di euro) Esercizio 2016 Esercizio 2015
Premi lordi contabilizzati | 68.030 | 64.196 |
Premi ceduti in riassicurazione | –148 | –159 |
Premi netti | 66.002 | 62.397 |
Variazione riserve tecniche | -6.218 | -5.233 |
Sinistri di competenza | 19.220 | 19.095 |
Spese di gestione | -32.998 | -31.079 |
Altri proventi e oneri tecnici | -1.237 | -862 |
Saldo della gestione industriale | 8.209 | 7.768 |
Ratio% Esercizio 2016 Esercizio 2015
Loss ratio | 35,7% | 36,4% |
Expense ratio complessivo | 50,0% | 49,8% |
Costi di acquisizione / premi netti | 47,3% | 47,2% |
Spese di amministrazione / premi netti | 2,7% | 2,6% |
Combined ratio | 85,7% | 86,2% |
Il risultato dell’attività di sottoscrizione Non Vita è aumentato rispetto allo scorso esercizio, per effetto dell’aumento del rapporto sinistri a premi (pari a 35,7% nel 2016 rispetto al 36,4% del 2015) e all’aumento dei premi.
I premi lordi complessivi sono pari a 68.030 migliaia, in aumento del 5,97% rispetto all’esercizio precedente. I premi lordi del lavoro diretto italiano ammontano a 41.364 migliaia (+8,85%).
I premi lordi del lavoro indiretto ammontano in totale a 26.666 migliaia, con un aumento dello 1,80% e sono inerenti al lavoro italiano.
L’incidenza dei costi complessivi sui premi netti si è attestata al 50,00 % (49,81% nel precedente esercizio).
Le spese di gestione ammontano complessivamente a 32.998 migliaia di euro (2015: 31.079 migliaia di euro), con un incremento del 6,17% rispetto all’anno precedente. Per quanto concerne le spese provvigionali sia nella componente “acquisto” che “incasso”del lavoro diretto al 31/12/2016 si registra un incremento rispetto all’anno precedente complessivamente del 6,65% correlato soprattutto alle iniziative di spinta commerciale con le nuove agenzie e all’incremento della raccolta premi.
Nel Lavoro Indiretto l’incidenza del costo commissioni non rileva significativi scostamenti rispetto all’esercizio precedente, nonostante la rinegoziazione di alcuni trattati con le compagnie cedenti.
Le altre spese di acquisizione rispetto all’esercizio precedente registrano un incremento complessivo del 10,22% (2015:
+10,58%), in valore assoluto pari a 695 migliaia di euro (2015: 650 migliaia di euro); l’incremento riflette l’attività commerciale svolta sul territorio ed è allineato ai risultati ottenuti in termini di incremento del numero di Agenzie e di sviluppo portafoglio del lavoro diretto e andamento del lavoro indiretto.
Le altre spese di Amministrazione rispetto all’esercizio precedente registrano un incremento del 10,27% (2015: +15,74%) in valore assoluto pari a 168 migliaia di euro (2015: 223 migliaia di euro) dovuto principalmente a ricorso a consulenze esterne per il progetto di riorganizzazione ed alle iniziative legate al progetto Solvency II.
Il combined ratio migliora di 0,5 pp grazie al positivo andamento del loss ratio migliorato di 0,7 pp e totalmente compensato da un maggior expense ratio.
Gli oneri tecnici netti, pari a 1.237 migliaia si compongono per 1.395 migliaia da oneri e per 158 migliaia da proventi. Nel prospetto seguente viene fornito un dettaglio dei premi lordi del lavoro diretto italiano per area di attività.
Lavoro Diretto | ||||||
Ramo 16 Perdite Pecuniarie | 3.771 | 3.574 | 5,51% | 9,11% | 8,50% | 4,91% |
Ramo 17 Tutela Legale | 37.582 | 34.417 | 9,20% | 90,86% | 40,96% | 44,07% |
Ramo 18 Assistenza | 11 | 9 | 22,2% | 0,03% | 0,52% | 3,11% |
Lavoro indiretto | ||||||
Ramo 17 Tutela Legale | 26.666 | 26.195 | 1,80% | 100% | 32,41% | 30,88 |
Totale | 68.030 | 64.195 | +5,97% | 100,0 |
(in migliaia di euro) Premi lordi Sinistralità netta % Esercizio 2016 Esercizio 2015 Variazione (%) Incidenza (%) Esercizio 2016 Esercizio 2015
I premi lordi del lavoro diretto italiano evidenziano una crescita totale dell’8,85% rispetto allo scorso anno, in linea con il mercato. Mentre per il lavoro indiretto abbiamo un aumento dell’1,80%. Complessivamente la compagnia cresce del 5,97%.
Il rapporto sinistri a premi denota un miglioramento nel ramo principale di tutela legale dove la sinistralità passa dal 44,07% al 40,96% per il lavoro diretto, mentre per il lavoro indiretto aumenta leggermente passando da 30,88% a 32,41%.
A.4.RISULTATO DELL’ATTIVITA’ DI INVESTIMENTO
La gestione finanziaria ordinaria riguarda gli investimenti non durevoli e comprende i proventi al netto dei relativi oneri di gestione, i profitti netti di realizzo, nonché le rettifiche di valore al netto delle riprese.
I proventi degli investimenti patrimoniali e finanziari sono ammontati nell'esercizio 2016 a 3.634 migliaia di euro (2015: 4.228 migliaia di euro); la variazione rispetto all’esercizio precedente è essenzialmente riconducibile a minori proventi da dividendi azionari e a minori profitti da realizzo. Nel dettaglio, i proventi degli investimenti ammontano nel complesso a 2.562 migliaia di euro (2015: 2.549 migliaia di euro), sono aumentati dello 0,51 l’aumento è riconducibile al comparto obbligazionario; di seguito si evidenzia uno schema di dettaglio:
in migliaia di euro | 2016 | 2015 |
Proventi derivanti da azioni e quote | 198 | 232 |
Proventi da investimenti immobiliari | 38 | 54 |
Proventi da altri investimenti | 2.326 | 2.263 |
Totale | 2.562 | 2.549 |
Nel corso del 2016 si registrano riprese di rettifiche di valore dei titoli per 711 migliaia di euro (2015: 295 migliaia di euro), sono altresì state realizzate plusvalenze da negoziazione di titoli dell’attivo circolante per 361 migliaia di euro (2015: 1.384 migliaia di euro).
Gli oneri degli investimenti patrimoniali e finanziari nel complesso sono ammontati a 1.083 migliaia di euro (2015: 1.856 migliaia di euro): la variazione è ascrivibile principalmente a minori rettifiche di valore degli investimenti mobiliari.
Il rendimento lordo ordinario reddito fisso nel 2016 è pari al 2,10% (2015: pari al 2,30%). La duration delle obbligazioni è stata pari a 4,1 anni (2015: pari al 4,4)
I profitti netti sul realizzo di investimenti non durevoli sono pari a 32 migliaia (in calo di 1.121 migliaia rispetto 2015), di cui principalmente profitti nel comparto obbligazionario e dei titoli di stato (53 migliaia), e sui fondi comuni (2 migliaia), nonchè perdite di realizzo su azioni (23 migliaia).
Alla voce rettifiche di valore al netto delle relative riprese risultano plusvalenze nette per 192 migliaia, in miglioramento per 917 migliaia rispetto al 2015; esse riguardano gli investimenti in strumenti finanziari.
A.5.ALTRE COMPONENTI DEL RISULTATO
A.5.1.RIEPILOGO DEL RISULTATO DEGLI ALTRI RICAVI E DEGLI ALTRI COSTI
Nella tabella che segue sono rappresentati i diversi componenti che vanno a formare il Risultato degli altri ricavi e costi, che saranno poi analizzati nei successivi paragrafi:
(in migliaia di euro) Esercizio
2016
Esercizio 2015
Altri proventi e oneri ordinari | -409 | -159 |
Altri proventi e oneri straordinari | -37 | -84 |
Risultato degli altri ricavi e degli altri costi | -446 | -243 |
A.5.2.GLI ALTRI PROVENTI E ONERI
Gli altri proventi sono ammontati a 639 migliaia di euro (2015: 757 migliaia di euro) essi sono composti prevalentemente da recuperi di spese e oneri amministrativi per 276 migliaia di euro, prelievi da fondi rischi per 264 migliaia di euro, prelievi da fondi svalutazione crediti da assicurati per 23 migliaia di euro, infine altre voci minoritarie.
Gli altri oneri: nel complesso sono ammontati a 1.048 migliaia di euro (2015: 916 migliaia di euro). Essi sono costituiti principalmente da oneri amministrativi e spese per conto terzi per 276 migliaia di euro in gran parte relativi all’attività di service amministrativo e distaccamento di personale nei confronti della controllata D.A.S. Legal Services Srl, e distaccamento di personale nei confronti della controllante Assicurazioni Generali SpA, ammortamenti di beni immateriali per 209 migliaia di euro, accantonamento al fondo indennità di liquidazione agenzie per 211 migliaia di euro, altri accantonamenti per oneri futuri per 315 migliaia di euro (rinnovo CCNL e spese di rappresentanza verso Agenti) e integrazione del fondo crediti di difficile recupero verso Agenzie per 5 migliaia di euro.
A.5.3.GLI ALTRI PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
Il risultato della gestione straordinaria è negativo per 37 migliaia di euro (migliorato di 47migliaia di euro rispetto all’esercizio 2015)
A.6.ALTRE INFORMAZIONI
Di seguito sono evidenziati i principali rapporti infragruppo, i cui valori sono desunti dal bilancio d’esercizio 2016 approvato.
Dati in migliaia di euro | Controllanti | Controllate | Consociate | Collegate | Altre |
Attività | |||||
Azioni e quote | 0 | 13.000 | 0 | 0 | 0 |
Crediti derivanti da operazioni di riassicurazione | 2.659 | 0 | 155 | 0 | 0 |
Altri crediti | 1 | 97 | 64 | 0 | 0 |
Totale attività | 2.660 | 13.097 | 219 | 0 | 0 |
Passività | |||||
Passività finanziarie | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Debiti derivanti da operazioni di riassicurazione | 0 | 0 | 5 | 0 | 0 |
Altri debiti e passività | 202 | 10 | 119 | 0 | 0 |
Totale passività | 202 | 10 | 124 | 0 | 0 |
Proventi e oneri | |||||
Proventi netti da investimenti | 0 | 55 | 0 | 0 | 0 |
Altri proventi e oneri | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Proventi e oneri straordinari | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Allegati
S.05.01.02 - Premi, sinistri e spese per linee di business
Aree di attività per: obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione non vita (attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata)
Assicurazione Assicurazione Assicurazione spese mediche protezione del risarcimento dei
Assicurazione Altre Assicurazione Assicurazione Assicurazione Assicurazione
responsabilità assicurazioni marittima, contro l'incendio sulla
di credito e
reddito
lavoratori
civile autoveicoli auto aeronautica e e altri danni a responsabilità cauzione
trasporti | beni | civile generale | ||||||
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | C0060 | C0070 | C0080 | C0090 |
Premi
Lordo - Attività R0110 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Lordo - 0 Riassicurazione R0120 accettata | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Lordo - 0 Riassicurazione R0130 accettata | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Quota a carico dei R0140 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Netto R0200 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Premi acquisiti | |||||||||
Lordo - Attività R0210 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Lordo - 0 Riassicurazione R0220 accettata | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Lordo - 0 Riassicurazione R0230 accettata | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Quota a carico dei R0240 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Netto R0300 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Sinistri verificatisi | |||||||||
Lordo - Attività R0310 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Lordo - 0 Riassicurazione R0320 accettata | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Lordo - 0 Riassicurazione R0330 accettata | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Quota a carico dei R0340 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Netto R0400 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Variazioni delle altre riserve tecniche | |||||||||
Lordo - Attività R041 | 0 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Lordo - | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Riassicurazione R0420 proporzionale accettata |
contabilizzati
diretta
proporzionale
non proporzionale
riassicuratori
diretta
proporzionale
non proporzionale
riassicuratori
diretta
proporzionale
non proporzionale
riassicuratori
diretta
Assicurazione Assicurazione Assicurazione spese mediche protezione del risarcimento dei
Assicurazione Altre Assicurazione Assicurazione Assicurazione Assicurazione
responsabilità assicurazioni marittima, contro l'incendio sulla
di credito e
reddito
lavoratori
civile autoveicoli auto aeronautica e e altri danni a responsabilità cauzione
Aree di attività per: obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione non vita (attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata)
trasporti | beni | civile generale | ||||||
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | C0060 | C0070 | C0080 | C0090 |
Lordo - | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riassicurazione R0430 non proporzionale accettata | ||||||||||
Quota a carico dei R0440 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||
Netto R0500 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||
Spese sostenute | R0550 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Altre spese | R1200 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Totale spese | R1300 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
riassicuratori
S.05.01.02 - Premi, sinistri e spese per area di attività
Aree di attività per: obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione non vita
Assicurazione tutela Assistenza giudiziaria
Perdite pecuniarie di vario Malattia Responsabilità civile Marittima, Immobili genere aeronautica e
trasporti
C0100 | C0110 | C0120 | C0130 | C0140 | C0150 | C0160 C0200 | ||||||||
premi contabilizzati | ||||||||||||||
Lordo - Attività diretta R0110 | 37.582 | 11 | 3.771 | 0 | 0 | 0 | 0 41.364 | |||||||
Lordo - Riassicurazione R0120 | 26.666 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 26.666 | |||||||
Lordo - Riassicurazione non R0130 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||||
Quota a carico dei R0140 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||||
Netto R0200 64.248 | 11 | 3.771 | 0 | 0 | 0 | 0 68.030 | ||||||||
Premi acquisiti | ||||||||||||||
Lordo - Attività diretta R0210 35.653 | 10 | 3.632 | 0 | 0 | 0 | 0 39.295 | ||||||||
Lordo - Riassicurazione R0220 26.854 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 26.854 | ||||||||
Lordo - Riassicurazione non R0230 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||||
Quota a carico dei R0240 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||||
Netto | R0300 | 62.507 | 10 | 3.632 | 0 | 0 | 0 | 0 66.149 | ||||||
Sinistri verificatisi | ||||||||||||||
Lordo - Attività diretta | R0310 | 11.588 | 0 | 502 | 0 | 0 | 0 | 0 12.090 | ||||||
Lordo - Riassicurazione R0320 5.290 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 5.290 | |||||||
Lordo - Riassicurazione non R0330 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||||||
Quota a carico dei R0340 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
(attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata)
proporzionale accettata
Aree di attività per: riassicurazione non proporzionale accettata
Totale
proporzionale accettata riassicuratori
proporzionale accettata proporzionale accettata riassicuratori
riassicuratori Netto | R0400 | 16.878 | 0 | 502 | 0 | 0 | 0 | 0 17.380 | |
Variazioni delle altre riserve tecniche | |||||||||
Lordo - Attività diretta R0410 1.652 | 0 | -220 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1.432 | ||
Lordo - Riassicurazione R0420 2.746 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2.746 | ||
Lordo - Riassicurazione non R0430 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||
Quota a carico dei R0440 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||
Netto R0500 4.398 | 0 | -220 | 0 | 0 | 0 | 0 | 4.178 | ||
Spese sostenute R0550 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||
Altre spese R1200 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 34.235 | ||
Totale spese R1300 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 34.235 |
proporzionale accettata proporzionale accettata
proporzionale accettata proporzionale accettata riassicuratori
S.05.01.02 - Premi, sinistri e spese per area di attività
Aree di attività per: obbligazioni di assicurazione vita
Obbligazioni di riassicurazione vita
Totale
Assicurazione
Assicurazione
Assicurazione
Altre
Rendite derivanti
Rendite derivanti da
Riassicurazione Riassicurazione
malattia
con
collegata a un
assicurazioni
da contratti di
contratti di
malattia
vita
partecipazione agli utili | indice e collegata a quote | vita | assicurazione non vita e relative a obbligazioni di assicurazione malattia | assicurazione non vita e relative a obbligazioni di assicurazione diverse dalle obbligazioni di assicurazione malattia | |||||||||
Premi contabilizzati | |||||||||||||
Lordo | R1410 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Quota a carico dei riassicuratori | R1420 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Netto | R1500 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Premi acquisiti | |||||||||||||
Lordo | R1510 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Quota a carico dei riassicuratori | R1520 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Netto | R1600 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Sinistri verificatisi | |||||||||||||
Lordo | R1610 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Quota a carico dei riassicuratori | R1620 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Netto | R1700 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Variazioni delle altre riserve tecniche | |||||||||||||
Lordo | R1710 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Quota a carico dei riassicuratori | R1720 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Netto | R1800 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Altre spese | R2500 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |||
Totale spese | R2600 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
S.05.02.01 - Premi, sinistri e spese per paese
Paese di origine
5 primi paesi (per importi premi lordi contabilizzati) - Obbligazioni non vita
Totale 5 primi paesi e paese di origine
Premi contabilizzati
R0010
C0010 C0020 C0030 C0040 C0050 C0060 C0070
C0080 C0090 C0100 C0110 C0120 C0130 C0140 IT
Lordo - Attività diretta R0110 41.364 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 41.364 |
Lordo - Riassicurazione proporzionale R0120 26.666 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 26.666 |
Lordo - Riassicurazione non proporzionale R0130 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Quota a carico dei riassicuratori R0140 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Netto R0200 68.030 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 68.030 |
Premi acquisiti | ||||||
Lordo - Attività diretta R0210 39.295 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 39.295 |
Lordo - Riassicurazione proporzionale R0220 26.854 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 26.854 |
Lordo - Riassicurazione non proporzionale R0230 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Quota a carico dei riassicuratori R0240 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Netto R0300 66.149 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 66.149 |
Sinistri verificatisi | ||||||
Lordo - Attività diretta R0310 12.090 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 12.090 |
Lordo - Riassicurazione proporzionale R0320 5.290 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 5.290 |
Lordo - Riassicurazione non proporzionale R0330 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Quota a carico dei riassicuratori R0340 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Netto R0400 17.380 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 17.380 |
Variazioni delle altre riserve tecniche | ||||||
Lordo - Attività diretta R0410 1.432 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1.432 |
Lordo - Riassicurazione proporzionale R0420 2.746 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2.746 |
Lordo - Riassicurazione non proporzionale R0430 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Quota a carico dei riassicuratori R0440 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Netto R0500 4.178 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 4.178 |
Spese sostenute R0550 2.437 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2.437 |
Altre spese R1200 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 34.235 |
Totale spese R1300 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 36.672 |
accettata accettata
accettata accettata
accettata accettata
accettata accettata
origine | vita | origine | ||||||||||||
R01400 | C0150 | C0160 | C0170 | C0180 | C0190 | C0200 | C0210 | |||||||
C0220 | C0230 | C0240 | C0250 | C0260 | C0270 | C0280 | ||||||||
IT | ||||||||||||||
Premi contabilizzati | ||||||||||||||
Lordo | R1410 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Quota a carico dei riassicuratori | R1420 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Netto | R1500 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Premi acquisiti | ||||||||||||||
Lordo | R1510 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Quota a carico dei riassicuratori | R1520 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Netto | R1600 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Sinistri verificatisi | ||||||||||||||
Lordo | R1610 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Quota a carico dei riassicuratori | R1620 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Netto | R1700 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Variazioni delle altre riserve tecniche | ||||||||||||||
Lordo | R1710 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Quota a carico dei riassicuratori | R1720 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Netto | R1800 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Spese sostenute | R1900 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Altre spese | R2500 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | ||||||
Totale spese | R2600 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Paese di 5 primi paesi (per importi premi lordi contabilizzati) - Obbligazioni non Totale 5 primi paesi e paese di
B.Sistema di Governance
B.1.INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE
B.1.1.INFORMAZIONI SULLA GOVERNANCE IN GENERALE: STRUTTURA DELL'ORGANO AMMINISTRATIVO, DIRETTIVO O DI VIGILANZA, DESCRIZIONE DEI RUOLI E DELLE RESPONSABILITÀ, DETTAGLI SULLA RIPARTIZIONE DELLE RESPONSABILITÀ (L’EVENTUALE ESISTENZA DI COMITATI DEVE ESSERE RIPORTATA)
IL SISTEMA DI CORPORATE GOVERNANCE
La Società ha adottato il sistema di corporate governance tradizionale basato sulla presenza dell’assemblea dei soci, di un consiglio di amministrazione – che ha delegato parte dei suoi poteri ad un amministratore e direttore generale - e di un collegio sindacale.
L’assemblea dei soci, nelle materie di sua competenza, esprime la volontà degli azionisti; il consiglio di amministrazione esercita la supervisione strategica per il perseguimento dello scopo sociale e la gestione delle operazioni di maggior rilievo; la gestione operativa è affidata all’amministratore e direttore generale, che la declina nell’azienda attraverso il sistema delle deleghe e procure; il collegio sindacale svolge funzioni di vigilanza sul rispetto della legge, dello statuto e dei principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile e sul suo concreto funzionamento.
In base allo Statuto Sociale, il Consiglio di Amministrazione si compone di non meno di 4 e non più di 10 componenti, nominati dall’Assemblea che ne determina il numero. I Consiglieri devono soddisfare determinati requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza.
L’attuale Consiglio, composto di 8 membri, è stato nominato dall’Assemblea il 18 aprile 2016 e rimarrà in carica fino all’approvazione del bilancio relativo all’esercizio che si concluderà il 31 dicembre 2018.
Il Consiglio ha ogni più ampio potere di gestione per il perseguimento dello scopo sociale. È inoltre l’organo sul quale ricade la responsabilità ultima di assicurare che le deliberazioni dell’Assemblea dei Soci abbiano corretta e tempestiva esecuzione.
A conferma ovvero anche ad integrazione dei poteri e delle attribuzioni riservati al Consiglio di Amministrazione dalla legge, dalle disposizioni regolamentari vigenti in materia e dallo Statuto sociale, sono in ogni caso riservate alla competenza esclusiva del Consiglio le decisioni relative alle strategie aziendali e la definizione delle linee generali di indirizzo della Società, nell’ambito delle direttive impartite dalla Capogruppo e del coordinamento svolto dalla stessa.
Il Consiglio è responsabile ultimo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi di cui valuta periodicamente l’adeguatezza e l’efficacia. L’Amministratore e Direttore Generale è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, ivi compresi quelli derivanti dalla non conformità alle norme, coerentemente con le direttive dell’organo amministrativo.
B.1.2.INFORMAZIONI SULL’INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI DI RISK MANAGEMENT, INTERNAL AUDIT, COMPLIANCE E ATTUARIALE NELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E NEL PROCESSO DECISIONALE DELL’IMPRESA. STATUS E RISORSE DELLE QUATTRO FUNZIONI ALL’INTERNO DELL’IMPRESA. INFORMAZIONI SULLE MODALITÀ CON LE QUALI LE FUNZIONI FONDAMENTALI SONO DOTATE DI AUTORITÀ, RISORSE E INDIPENDENZA FUNZIONALE E CON LE QUALI INFORMANO E SUPPORTANO L’ORGANO AMMINISTRATIVO, DIRETTIVO O DI VIGILANZA DELL’IMPRESA
LE FUNZIONI DI CONTROLLO
La Società si è dotata di un sistema di controllo interno e di gestione dei rischi basato sulla presenza di tre linee di difesa: le funzioni operative, le funzioni di controllo di secondo livello (funzione attuariale, compliance e risk management) e la funzione di controllo di terzo livello (internal audit).
La Società ha adottato un modello organizzativo di accentramento delle funzioni di controllo (Internal Audit, Risk Management, Compliance e Attuariale) che sono collocate nell’ambito di Generali Italia S.p.A. e svolgono l’attività in outsourcing anche per conto di DAS – Difesa Automobilistica Sinistri S.p.A.
Il modello organizzativo di esternalizzazione per le funzioni di controllo prevede che:
Il responsabile della funzione di controllo di Generali Italia o soggetto da esso designato all’interno della propria struttura, riferisce al Consiglio di Amministrazione della Società in merito alle attività previste da un apposito contratto di esternalizzazione, sulla base di quanto stabilito per ognuna delle funzioni dal Regolamento.
Il responsabile della funzione di controllo di Generali Italia riporta con solid lines al responsabile della funzione di Gruppo e riporta i risultati delle proprie attività svolte anche con riferimento alla Società.
All’interno della Società controllata, è individuato un referente e responsabile del controllo delle attività, che oltre a svolgere un’attività di verifica sulla corretta esecuzione da parte di Generali Italia dell’attività prevista nel contratto di esternalizzazione, interagisce con il soggetto di cui al punto precedente per garantire che l’attività esternalizzata sia adeguatamente calibrata rispetto alle esigenze della Società e che siano adeguatamente comunicati e presi in considerazione i cambiamenti di contesto ed organizzativi societari per consentire una rapida e corretta ricalibrazione delle attività prestate da Generali Italia.
Mentre la responsabilità ultima sulla gestione dei rischi è assegnata alle funzioni operative, il compito delle funzioni di controllo di secondo livello è di monitorare nel continuo i rischi aziendali e di supportare il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione nell’espletamento dei compiti che sono loro propri. Il compito dell’internal audit è di valutare la complessiva efficacia ed efficienza del sistema di controllo interno.
Le funzioni di controllo sono prive di compiti operativi perché dedicate in via esclusiva a verificare che il sistema sia dotato nel continuo di un efficace presidio dei rischi e sono caratterizzate da un elevato livello di indipendenza rispetto alle funzioni operative.
Il Consiglio di Amministrazione valuta gli esiti delle attività svolte da queste funzioni e ne approva i piani di attività. Le funzioni di controllo hanno libero accesso a tutte le informazioni necessarie allo svolgimento dei loro compiti.
Gli esiti delle attività delle funzioni di controllo sono regolarmente portati all’attenzione dell’Amministratore e Direttore Generale, del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e contribuiscono, da un lato, alla definizione delle scelte di pianificazione strategica e, dall’altro, alla valutazione circa l’adeguatezza ed efficacia del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi.
Le Direttive sul Sistema di Controllo Interno e di gestione dei Rischi, approvate dal Consiglio di Amministrazione, definiscono, tra l’altro, le interazioni fondamentali tra le funzioni di controllo al fine di renderne più efficace ed efficiente l’operatività. Queste interazioni determinano un coordinamento nella pianificazione delle attività, un continuo scambio d’informazioni, comuni tassonomie, processi, strumenti e metodologie per la valutazione dei rischi.
FUNZIONE DI RISK MANAGEMENT
La funzione di risk management opera come garante della corretta implementazione del sistema di gestione dei rischi (diversi da quelli di conformità), secondo quanto prescritto dalla normativa e quanto stabilito dall’Organo amministrativo.
Il Risk Management supporta il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione nella definizione delle strategie di gestione, monitoraggio e misurazione dei rischi e fornisce, attraverso un adeguato sistema di reporting, gli elementi per la valutazione della tenuta del sistema di gestione dei rischi nel suo complesso.
Il responsabile della funzione di Risk Management riporta al Consiglio di Amministrazione. In coerenza con il modello organizzativo di Gruppo, il Chief Risk Officer riporta anche al Group Chief Risk Officer.
Il responsabile della funzione di gestione dei rischi presenta, una volta all’anno, all’Organo Amministrativo:
• un programma di attività in cui sono identificati i principali rischi cui l’impresa è esposta e le proposte che intende effettuare in relazione ai rischi stessi.
• una relazione sull’adeguatezza ed efficacia del sistema di gestione dei rischi, delle metodologie e dei modelli utilizzati per il presidio dei rischi stessi, sull’attività svolta, sulle valutazioni effettuate, sui risultati emersi e sulle criticità riscontrate, e dando conto dello stato di implementazione dei relativi interventi migliorativi, qualora effettuati.
Per il dettaglio delle attività in capo alla funzione di Risk Management si rinvia alla sezione B.3
In coerenza con il modello organizzativo della Country Italia, la funzione di Risk Management è centralizzata in Generali Italia e svolge le attività previste dalla normativa per Generali Italia S.p.A. e per le imprese assicurative italiane del Gruppo in perimetro, in base ad appositi contratti di esternalizzazione.
La dotazione organica della funzione di Risk Management di Generali Italia è di 34 risorse, oltre al responsabile.
FUNZIONE DI COMPLIANCE
La Funzione di Compliance supporta il Consiglio di Amministrazione e l’Alta Direzione nell’identificazione, valutazione e monitoraggio dei rischi che potrebbero emergere dalla violazione di leggi e regolamentazioni anche interne e partecipa alla costruzione di un sistema di controllo in grado di assicurane il rispetto.
Più in particolare, la Funzione di Compliance:
• presta consulenza al Consiglio di Amministrazione, all’Amministratore e Direttore Generale e all’Alta Direzione sull’osservanza delle disposizioni legislative, regolamentari e comunitarie applicabili alla Società;
• valuta il possibile impatto sulle attività della Società derivanti da modifiche del quadro normativo e degli orientamenti giurisprudenziali, valutando eventuali azioni volte a prevenire il rischio di non conformità;
• identifica e valuta il rischio di non conformità;
• contribuisce alla salvaguardia dell’integrità e della reputazione della Società assumendo iniziative per rafforzare la consapevolezza del personale sui temi di compliance;
• supporta la creazione di un’organizzazione in grado di adempiere ai requisiti normativi di cui valuta nel continuo l’adeguatezza e l’efficacia.
ll Compliance Officer riporta al Consiglio di Amministrazione e al responsabile della corrispondente funzione di Gruppo di Assicurazioni Generali S.p.A.
In coerenza con il modello organizzativo della Country Italia, la Funzione di Compliance è centralizzata in Generali Italia e svolge le attività previste dalla normativa per Generali Italia S.p.A. e per le imprese assicurative italiane del Gruppo in perimetro, in base ad appositi contratti di esternalizzazione.
Il Compliance Officer presenta, di norma trimestralmente e comunque non meno di due volte l’anno al Consiglio di Amministrazione una relazione contenente una valutazione di sintesi circa l’esposizione della Società al rischio di conformità, le principali attività svolte nonché le eventuali criticità gestite. Una volta l’anno, propone il piano annuale delle attività elaborato tenuto conto dei risultati del processo di valutazione del rischio di conformità (compliance risk-assessment). Il piano è approvato dal Consiglio di Amministrazione.
Al Compliance Officer riportano anche la funzione Antiriciclaggio e le unità Privacy (in GBS tramite riporto funzionale) e Antifrode Interna. Al netto di queste strutture il Compliance Officer conta direttamente su 14 risorse.
FUNZIONE ATTUARIALE
La Funzione Attuariale supporta il Consiglio di Amministrazione, in conformità a quanto previsto dalla normativa Solvency II, svolgendo compiti di coordinamento e di controllo in materia di calcolo delle riserve tecniche secondo Solvency II, di valutazione delle politiche di sottoscrizione e degli accordi di riassicurazione, nonché di contribuzione all’implementazione efficace del sistema di gestione dei rischi.
In coerenza con il modello organizzativo della Country Italia, la Funzione Attuariale è centralizzata in Generali Italia e svolge le attività previste dalla normativa per Generali Italia e per le imprese assicurative italiane del Gruppo in perimetro, tramite l’unità interna denominata “Coordinamento Funzioni Attuariali Controllate Generali Italia”, in base ad appositi contratti di esternalizzazione.
Il Responsabile della Funzione Attuariale di Generali Italia è inquadrato a riporto del Chief Financial Officer della Compagnia e riporta funzionalmente al Consiglio di Amministrazione, oltre che al Responsabile della Funzione Attuariale di Gruppo di Assicurazioni Generali S.p.A..
Il Responsabile del Coordinamento Funzioni Attuariali Controllate Generali Italia riferisce:
• ai CDA delle controllate;
• ai CFO / Responsabili Amministrativi delle Controllate.
La Funzione Attuariale di Generali Italia S.p.A. consta di 38 risorse escluso il responsabile.
FUNZIONE DI INTERNAL AUDIT
La Funzione di Internal Audit supporta il Consiglio di Amministrazione garantendo una valutazione indipendente dell’adeguatezza e dell’efficacia del sistema di controllo interno e di altri elementi del sistema di governance, delle necessità di adeguamento, anche attraverso attività di supporto e consulenza alle altre funzioni aziendali, e quindi dell’effettivo funzionamento dei controlli disegnati per garantire il corretto svolgimento dei processi in considerazione dei livelli di propensione al rischio.
La funzione assiste in particolare il Consiglio di Amministrazione nel porre in essere parte delle attività di controllo di propria competenza, nonché le varie strutture della Società nel perseguimento dei propri obiettivi in materia di controllo interno, contribuendo - tra l’altro - allo sviluppo di un clima aziendale favorevole alla diffusione della cultura del controllo.
La Funzione di Internal Audit può svolgere anche attività di advisory su tematiche relative alla governance, al risk management e ai controlli, qualora si ritengano opportune per l’organizzazione, così come attività speciali e non pianificate espressamente richieste dal Consiglio di Amministrazione o dal management.
Ha inoltre la responsabilità di segnalare al Consiglio di Amministrazione e al management situazioni di significativa esposizione dell’organizzazione ai rischi nonché di debolezza nei presidi di controllo (inclusi rischi di frode o carenze nella governance aziendale).
Il Responsabile della Funzione di Internal Audit non dipende gerarchicamente da alcun responsabile di aree operative e riporta direttamente al Consiglio di Amministrazione della Società e al Responsabile del Group Audit.
In coerenza con il modello organizzativo della Country Italia, la Funzione di Internal Audit è centralizzata in Generali Italia e svolge le attività previste dalla normativa per Generali Italia S.p.A. e per le imprese assicurative italiane del Gruppo in perimetro, in base ad appositi contratti di esternalizzazione.
Il responsabile della funzione di Internal Audit di Generali Italia si avvale di una struttura di 30 risorse.
B.1.3.MODIFICHE SIGNIFICATIVE NEL SISTEMA DI GOVERNANCE
In data 18 aprile 2016, essendo giunto a scadenza il mandato dell’Organo Amministrativo, l’Assemblea degli Azionisti ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione determinandone in 8 (otto) il numero dei componenti – tra cui il Presidente e due Vice Presidenti - con durata del mandato in n. 3 esercizi e scadenza alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018.
In pari data, il Consiglio di Amministrazione ha confermato un Amministratore nella carica di Direttore Generale, attribuendo al medesimo le relative deleghe di poteri.
Il 26 settembre 2016 il Consiglio di Amministrazione, a seguito delle dimissioni di un componente dalle cariche di Vice Presidente e Consigliere, ha nominato un nuovo Vice Presidente e Consigliere, con durata in carica fino alla successiva Assemblea.
Ulteriori modifiche al sistema di governance sono intervenute nei primi mesi del 2017. Queste modifiche sono illustrate nel successivo paragrafo B.8 (Altre informazioni).
POLITICA DI REMUNERAZIONE (COMPONENTI VARIABILI E FISSE, CRITERI DI PERFORMANCE, REGIMI PENSIONISTICI INTEGRATIVI)
I PRINCIPI DELLA POLITICA RETRIBUTIVA
La Società ha adottato una politica retributiva che comprende tra i propri destinatari i componenti del Consiglio di Amministrazione, incluso l’Amministratore e Direttore Generale.
La politica retributiva della Società si fonda sui seguenti principi:
• equità e xxxxxxxx retributiva rispetto alle responsabilità assegnate e alle capacità dimostrate;
• allineamento alle strategie aziendali e agli obiettivi definiti;
• competitività rispetto alle prassi e tendenze di mercato;
• valorizzazione di merito e performance, in termini di risultati, comportamenti e valori espressi;
• governance chiara e compliance con il contesto regolamentare.
La remunerazione complessiva dei destinatari della politica di remunerazione è costituita da una componente fissa, una componente variabile e da benefit, strutturati in modo bilanciato ed equilibrato tra loro. La remunerazione complessiva viene valutata in termini di equità e coerenza interna rispetto al ruolo e alla posizione occupata nonché all’allineamento esterno rispetto al mercato.
La retribuzione fissa remunera il ruolo occupato e le responsabilità assegnate, tenendo anche conto dell’esperienza del titolare e delle competenze richieste, oltre alla qualità del contributo espresso nel raggiungimento dei risultati di business.
La retribuzione variabile viene definita attraverso piani di incentivazione a breve e a lungo termine volti a motivare il management al raggiungimento degli obiettivi di business attraverso il collegamento diretto tra incentivi e obiettivi, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Un impatto particolarmente significativo è riservato alla componente variabile di
lungo periodo. Sono sempre previsti dei limiti massimi sulla remunerazione variabile sia a livello complessivo che individuale, collegati all’effettivo raggiungimento delle condizioni di performance e degli obiettivi definiti.
I benefit includono, in particolare, previdenza integrativa e assistenza sanitaria, autovettura aziendale e agevolazioni legate alla mobilità interna e internazionale, in linea con le prassi di mercato.
La Società conduce analisi sulla struttura del pacchetto retributivo al fine di assicurare il bilanciamento della remunerazione fissa, della remunerazione variabile a breve e lungo termine e dei benefit e al fine di promuovere l'impegno dei destinatari nel contribuire al raggiungimento di risultati sostenibili; questo approccio è considerato un fattore chiave per l’allineamento agli obiettivi strategici. In particolare, la componente fissa viene determinata in un ammontare tale da non incentivare assunzioni di rischio inappropriate e da consentire l’efficace operatività, al teorico ricorrere dei relativi presupposti, degli appositi meccanismi di correzione ex post (malus e clawback) sulla componente variabile. Il peso e la struttura della retribuzione variabile sono bilanciati in modo da incentivare il raggiungimento di risultati sostenibili nel tempo prendendo in dovuta considerazione il framework di rischio per scoraggiare comportamenti volti all’eccessiva esposizione.
POLITICA RETRIBUTIVA A FAVORE DEI COMPONENTI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
La politica retributiva per tutti gli amministratori non muniti di deleghe esecutive (indipendenti e non) prevede la sola corresponsione del rimborso delle spese sostenute per la partecipazione alle sedute. Diversamente, per questi amministratori non è prevista la corresponsione di alcuna remunerazione variabile, in linea con le migliori pratiche di mercato internazionali, né è riconosciuto loro alcun trattamento pensionistico integrativo.
POLITICA RETRIBUTIVA A FAVORE DELL’AMMINISTRATORE E DIRETTORE GENERALE
L’Amministratore e Direttore Generale è destinatario di una remunerazione complessiva costituita da una componente fissa, una componente variabile (a breve e a lungo termine) e benefit.
In termini di retribuzione complessiva target, l’intenzione è quella di allineare la retribuzione ad un livello competitivo, tra mediana e terzo quartile del mercato di riferimento, con il posizionamento individuale legato alla valutazione della performance, del potenziale e alla strategicità della risorsa secondo un approccio segmentato.
Nello specifico, le componenti variabili della remunerazione sono rappresentate da una componente variabile a breve termine (Balanced Scorecard Dirigenti) e a lungo termine (Long Term Incentive – LTI - plan). Queste componenti remunerano il raggiungimento di obiettivi di performance, sia quantitativi che qualitativi.
Il sistema Balaced Scorecard Dirigenti è definito sulla base:
• del raggiungimento di un livello minimo di Economic Solvency Ratio di Gruppo e da uno specifico livello di Return on Risk Capital (RORC) di Country;
• del raggiungimento di obiettivi predeterminati e misurabili, sia quantitativi che qualitativi, volti a recepire le strategie della Società e influenzarne le performance;
Il Long Term Incentive (LTI) plan prevede l’assegnazione di azioni di Assicurazioni Generali S.p.A. e ha le seguenti caratteristiche:
• si articola su un arco temporale complessivo di 6 anni;
• è collegato a specifici obiettivi di performance di Gruppo (Return on Equity e Total Shareholder Return relativo);
• è subordinato al raggiungimento di un livello minimo di Economic Solvency Ratio pari al 130%;
• prevede un periodo di performance triennale e ulteriori periodi di indisponibilità delle azioni assegnate sino a due anni (c.d. periodo di detenzione minima, minimum holding period).
Gli obiettivi utilizzati nei sistemi incentivanti vengono definiti a priori e in modo che gli indicatori di performance annuali siano coerenti con quelli utilizzati per i piani di lungo termine.
Nessun incentivo viene erogato in caso di condotte dolose o gravemente colpose o di significativo deterioramento della situazione patrimoniale o finanziaria della Società o del Gruppo Generali. Qualsiasi importo erogato è soggetto a clawback nel caso in cui le performance considerate si siano rivelate non durature o effettive in conseguenza di condotte dolose o gravemente colpose. Inoltre, specifiche clausole di malus sono previste per la remunerazione variabile sia di breve sia di lungo periodo, definendo limiti al di sotto dei quali è prevista la riduzione/azzeramento di qualsiasi incentivo, da applicarsi secondo la valutazione del Consiglio di Amministrazione.
In linea con la normativa applicabile, la Società richiede al personale di non avvalersi di strategie di copertura personale o assicurativa (cd. hedging) che possano alterare o inficiare gli effetti di allineamento al rischio insiti nei meccanismi di remunerazione variabile.
È previsto che il trattamento pensionistico complementare sia quello disciplinato dalla normativa contrattuale individuale e di settore e da quella integrativa del Gruppo Generali.
POLITICA RETRIBUTIVA A FAVORE DEI RESPONSABILI E DEI DIRIGENTI DI PRIMO RIPORTO DELLE FUNZIONI DI CONTROLLO
Le funzioni di Risk Management, Internal Audit, Compliance, la Funzione Attuariale sono esternalizzate a Generali Italia
S.p.A. che ne definisce la politica retributiva, tenendo anche conto del ruolo svolto presso le controllate.
INFORMAZIONI SU OPERAZIONI SIGNIFICATIVE EFFETTUATE DURANTE IL PERIODO DI RIFERIMENTO CON GLI AZIONISTI, CON LE PERSONE CHE ESERCITANO UNA NOTEVOLE INFLUENZA SULL'IMPRESA E CON I MEMBRI DELL'ORGANO AMMINISTRATIVO, DIRETTIVO O DI VIGILANZA
LE OPERAZIONI SIGNIFICATIVE EFFETTUATE NEL CORSO DEL 2016
Nel corso dell’esercizio non si rilevano operazioni sostanziali effettuate con azionisti, persone che esercitano un’influenza notevole sulla Società né con membri del Consiglio di Amministrazione.
B.2.REQUISITI DI COMPETENZA E ONORABILITÀ
B.2.1.DESCRIZIONE DELLE QUALIFICHE, CONOSCENZE E COMPETENZE APPLICABILI ALLE PERSONE CHE DIRIGONO EFFETTIVAMENTE L'IMPRESA O RIVESTONO ALTRE FUNZIONI FONDAMENTALI
La Società ha adottato una normativa interna in base alla quale i membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, l’Amministratore e Direttore Generale la prima linea di riporto, nonché i Referenti delle funzioni di controllo in outsourcing ed i Responsabili del controllo su alcune attività in outsourcing, tra cui le funzioni di controllo, devono possedere, oltre ai requisiti previsti dalla legge2, determinati requisiti di professionalità e onorabilità.
REQUISITI DI PROFESSIONALITÀ
Più in particolare, il Consiglio di Amministrazione deve possedere, a livello collegiale, adeguate conoscenze ed esperienze in materia di:
(i) mercato in cui opera la Società, vale a dire consapevolezza e comprensione del più ampio contesto imprenditoriale, economico e di mercato di riferimento e consapevolezza del livello di conoscenza e delle esigenze dei clienti;
(ii) strategia e modello di business, vale a dire conoscenza approfondita della strategia e del modello di business della Società;
(iii) sistema di governance, vale a dire consapevolezza e conoscenza dei rischi cui la Società è esposta e la capacità di gestirli. A ciò si aggiunge la capacità di verificare l'efficacia delle misure adottate dalla Società per garantire un’effettiva governance, la supervisione e il controllo dell’attività e, se necessario, la capacità di gestire il cambiamento in tali settori;
(iv) analisi finanziaria e attuariale, vale a dire capacità di interpretare le informazioni finanziarie e attuariali della Società, identificare e valutare i fattori chiave, mettere in atto controlli adeguati e adottare le misure necessarie in base alle informazioni disponibili;
(v) quadro e requisiti normativi, vale a dire consapevolezza e comprensione del quadro normativo in cui opera la Società, in termini di requisiti imposti dalla normativa e capacità di adattarsi prontamente ai relativi cambiamenti.
In generale, il management e i responsabili delle funzioni di controllo devono possedere le qualifiche professionali, le conoscenze e l'esperienza opportune e sufficienti per lo svolgimento delle proprie mansioni.
Le persone responsabili di vigilare sulle attività affidate in outsourcing devono possedere adeguate qualifiche professionali, conoscenza ed esperienza nella misura necessaria a controllare l'attività in outsourcing. In particolare, come requisito
2 Per il Consiglio di Amministrazione si fa riferimento, all’articolo 76 del Codice delle assicurazioni private, all’articolo 3 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 dell’11 novembre 2011 nonché all’articolo 36 del Decreto legislativo n. 201 del 6 dicembre 2011. Per il Collegio Sindacale si fa riferimento all’articolo 76 del Codice delle assicurazioni private, all’articolo 3 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 220 dell’11 novembre 2011, all’articolo 36 del Decreto legislativo n. 201 del 6 dicembre 2011 nonché all’articolo 1 del Decreto n. 162/ 2000 del Ministero della Giustizia.
minimo, le persone responsabili delle attività in outsourcing devono possedere adeguate conoscenze e un'esperienza della funzione esternalizzata tali da permettere loro di verificare la performance e i risultati del fornitore di servizi.
REQUISITI DI ONORABILITÀ
Oltre ai requisiti di professionalità, la Società richiede ai propri esponenti di essere in possesso dei requisiti di onorabilità previsti dalla legge3 e di una buona reputazione personale.
L’onorabilità viene valutata in relazione a:
a. condanne penali;
b. valutazioni negative da parte delle autorità di vigilanza competenti che attestino la non onorabilità della persona per quel determinato incarico;
c. gravi misure disciplinari o amministrative inflitte a seguito di episodi di negligenza grave o comportamento doloso, anche a seguito di infrazioni del Codice di Condotta del Gruppo e delle relative disposizioni attuative.
Le condanne penali e le misure disciplinari sono valutate in relazione alle leggi che disciplinano il settore bancario, finanziario, mobiliare o assicurativo, o ancora riguardanti i mercati mobiliari o titoli e strumenti di pagamento, tra cui si includono a mero titolo esemplificativo le norme in materia di antiriciclaggio, manipolazione del mercato, abuso di informazioni privilegiate, usura e reati relativi a comportamenti disonesti quali frodi o reati finanziari. A ciò si aggiungono tutti gli altri reati gravi previsti dalla legislazione in materia di società, fallimento, insolvenza o tutela del consumatore.
La normativa interna prevede che il ricorrere di una delle seguenti situazioni dia luogo all’automatica preclusione ad assumere o mantenere un incarico:
(i) presenza di sentenze irrevocabili di condanna a pena detentiva con riferimento alla normativa sopra citata;
(ii) presenza di sentenze irrevocabili di condanna alla reclusione per un tempo non inferiore a due anni per un qualunque delitto non colposo, o
(iii) esistenza di qualsiasi altra situazione indicata alle precedenti lettere b) e c).
La presenza di ulteriori informazioni negative, diverse da quelle elencate ai precedenti punti (i), (ii) e (iii), incluse sentenze non definitive di condanna a pena detentiva, non comporta automaticamente l'esclusione dalla nomina o dal mantenimento della posizione. Salvo quanto altrimenti indicato dalla legislazione in vigore, la presenza di illeciti commessi non comporta automaticamente la non onorabilità della persona per i compiti che è chiamata a svolgere. Benché le condanne di natura penale, disciplinare o amministrativa e le inadempienze precedenti siano fattori importanti, la valutazione dell’onorabilità deve essere fatta caso per caso considerando il tipo di inadempienza o di condanna, la definitività o non definitività della condanna, l’arco di tempo intercorso dalla negligenza professionale o condanna, la gravità della stessa e il comportamento successivamente tenuto dalla persona.
PROCESSO PER LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE E DELL’ONORABILITÀ DELLE SUDDETTE PERSONE
PROCESSO PER LA VALUTAZIONE DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITÀ E ONORABILITÀ
L'accertamento del possesso dei requisiti di professionalità e onorabilità dei membri del Consiglio di Amministrazione è condotto dal Consiglio stesso in una delle prime riunioni successive alla sua nomina nonché con cadenza almeno annuale e ogniqualvolta si verifichi un cambiamento nella composizione del Consiglio per qualsiasi ragione (compresa, a titolo esemplificativo, la sostituzione di uno dei Consiglieri a seguito di dimissioni, revoca, decesso).
L'accertamento del possesso dei requisiti dei membri del Collegio Sindacale è condotto dal Consiglio di Amministrazione secondo modalità analoghe a quelle sopra descritte.
L'accertamento del possesso dei requisiti dell’Amministratore e Direttore Generale e della prima linea di riporto è condotto dal Consiglio di Amministrazione.
3 Per quanto riguarda il CdA e I’Amministratore e Direttore Generale, si fa riferimento ai requisiti previsti dall’articolo 76 del Codice delle assicurazioni private e dall’articolo 5 del Decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico n. 220/2011; per quanto riguarda i membri del Collegio Sindacale si fa riferimento, oltre che alle fonti normative appena citate, anche all’articolo 2 del Decreto del Ministero della Giustizia n.162/2000.
Per quanto concerne i responsabili delle funzioni di controllo, l’accertamento dei requisiti è condotto dal Consiglio di Amministrazione, mentre la valutazione del personale delle funzioni di controllo viene rispettivamente svolta dal responsabile di ciascuna funzione.
Per il restante personale, il possesso dei requisiti di professionalità e onorabilità viene svolto all’atto della nomina o dell’incarico e valutato annualmente nonché ogni qualvolta vi sia ragione di ritenere che siano intervenuti fatti o circostanze che possano incidere sulla sussistenza di questi requisiti. Questo processo è gestito sotto la responsabilità della funzione HR e Organizzazione.
B.3.SISTEMA DI GESTIONE DEL RISCHIO, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ
B.3.1.DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DEL RISCHIO: STRATEGIE, PROCESSI E PROCEDURE DI REPORTISTICA
Il sistema di gestione dei rischi persegue l’obiettivo di preservare la stabilità e la solvibilità della Compagnia anche in condizioni estreme, attraverso governance, processi e procedure di reporting adeguati e finalizzati a misurare, monitorare, e gestire correttamente anche su base continuativa i rischi attuali e prospettici che potrebbero derivare dalle attività di business.
Il sistema è sviluppato in coerenza con il Sistema di gestione dei rischi di Gruppo.
Nell’ambito del sistema di gestione dei rischi, i ruoli e l’allocazione delle responsabilità in capo agli organi sociali, all’Alta Direzione, alle strutture operative e alle funzioni di controllo, nonché i flussi informativi tra le diverse Funzioni di controllo e tra queste e gli Organi Sociali sono definiti in apposite direttive sul sistema di controllo interno e gestione dei rischi nonché nella Risk Management Policy e nelle altre Politiche specifiche per ogni singola categoria di rischio.
La Compagnia ha istituito una funzione di Risk management che, in coerenza con le disposizioni regolamentari, ha la responsabilità di:
• concorrere alla definizione della politica di gestione del rischio e definire i criteri e le relative metodologie di misurazione dei rischi nonché predisporre la reportistica sugli esiti delle valutazioni, che trasmette al Consiglio di Amministrazione;
• concorrere alla definizione dei limiti operativi assegnati alle strutture operative e definire le procedure per la tempestiva verifica dei limiti medesimi;
• validare i flussi normativi necessari ad assicurare il tempestivo controllo delle esposizioni ai rischi e l’immediata rilevazione delle anomalie riscontrate nell’operatività;
• effettuare la valutazione del profilo di rischio della Compagnia e segnalare al Consiglio di Amministrazione e all’Amministratore Delegato e Direttore Generale i rischi individuati come maggiormente significativi, anche in termini potenziali;
• predisporre la reportistica per il Consiglio di Amministrazione, per l’Amministratore Delegato e Direttore Generale e per i responsabili delle strutture operative circa l’evoluzione dei rischi e la violazione dei limiti operativi fissati e coordinare la predisposizione della Valutazione Interna dei Rischi e della Solvibilità (ORSA);
• verificare la coerenza dei modelli di misurazione dei rischi con l’operatività svolta dalla impresa e concorrere all’effettuazione delle analisi quantitative di cui all’art.20 del Regolamento n.20/2008 dell’IVASS;
• monitorare l’attuazione della politica di gestione del rischio, della politica di gestione del rischio Operativo e la coerenza del profilo generale di rischio dell’impresa nel suo complesso al Risk Appetite Framework (RAF);
• contribuire al calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità secondo le metodologie richieste e fornire adeguato reporting per l’Autorità di vigilanza;
• assicurare l’applicazione della governance prevista dagli Undertaking Specific Parameters (USP), come stabilito nella politica dedicata;
• supportare i processi di business della Compagnia, affinché le decisioni aziendali tengano in considerazione l’impatto sul profilo di rischio.
La Risk Management Policy definisce i principi su cui si fonda il sistema di gestione dei rischi e costituisce, insieme al RAF, il principale riferimento per tutte le politiche e linee guida inerenti i rischi, che indirizzano la selezione dei rischi, indicando quelli che si intende assumere, evitare o mitigare (Risk Preferences), le metriche da utilizzare, la propensione al rischio (Risk Appetite), le relative tolleranze (Risk Tolerances) ed i conseguenti processi di monitoraggio ed escalation (che prevede il
coinvolgimento, sia per finalità informative che decisionali, di diversi attori nell’Alta Direzione della Compagnia e del Gruppo in funzione del livello di sforamento delle tolleranze al rischio).
La Risk Management Policy regolamenta anche il processo di Valutazione Interna dei Rischi e della Solvibilità (Own Risk and Solvency Assessment ovvero “ORSA”), attraverso il quale la Compagnia valuta i rischi, in ottica attuale e prospettica almeno annualmente, ovvero ogni volta che si presentano circostanze che potrebbero modificare significativamente il profilo di rischio, ed individua il livello di fondi propri necessari per soddisfare i requisiti minimi di solvibilità.
Nella Risk Management Policy viene inoltre descritto il processo di gestione dei rischi, articolato nelle fasi di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio e reporting (verso il Consiglio di Amministrazione, Autorità di Vigilanza e altri stakeholder interni ed esterni):
1. IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI
La fase d’identificazione consente di individuare in ottica attuale e prospettica tutti i principali rischi a cui la Compagnia è esposta.
In linea generale, i rischi si distinguono in due categorie, a seconda che siano da includere nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità (cd. Rischi Pillar I o rischi quantificabili), o siano esclusi da detto calcolo (cd. Rischi non Pillar I o rischi non-quantificabili).
I rischi Pillar I sono riassunti nella seguente tabella, in cui è anche indicata la metodologia di calcolo adottata:
Rischi Pillar I (Rischi quantificabili)
Rischi di Mercato | Rischio di inadempienza delle controparti | Rischi assicurativi Non Vita | Rischi Operativi |
Tassi d’interesse | Sottoscrizione | ||
Azioni | Catastrofali * | ||
Immobili | Xxxxxxxx Xxxxx * | ||
Valute | |||
Concentrazione | |||
Ampliamento dello spread |
* Non materiali per la Compagnia
Il rischio di sottoscrizione esclude eventi estremi che sono invece catturati nel rischio catastrofale e che possono derivare da catastrofi naturali e catastrofi provocate dall’uomo. Il rischio di riscatti danni rappresenta la possibilità di opzioni da parte degli assicurati eventualmente contemplate nei contratti, come per esempio la possibilità di rescindere dal contratto prima della scadenza pattuita. Per la Compagnia entrambi i rischi catastrofale e di riscatto non sono ritenuti materiali e quindi non sono stati inclusi nella valutazione quantitativa del requisito patrimoniale di solvibilità.
Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, la Compagnia utilizzata metodologie di valutazione di tipo qualitativo e/o quantitativo. Rientrano in questa specifica categoria il rischio Strategico, di Reputazione, di Contagio, i rischi Emergenti ed il rischio di Liquidità. (per una descrizione dettagliata di questi rischi, si rimanda al capitolo “C. Profilo di Rischio”, alle sezioni di competenza C.4 e C.6).
2. MISURAZIONE DEI RISCHI
Il nuovo regime di solvibilità introdotto dalla Direttiva Solvency II prevede che le Compagnie di Assicurazione calcolino un requisito patrimoniale di solvibilità (Solvency Capital Requirement - SCR) capace di riflettere il proprio profilo di rischio, considerando anche l’impatto delle possibili tecniche di mitigazione nonché degli effetti di diversificazione.
L’SCR indica il livello di capitalizzazione necessaria affinché la Compagnia sia in grado di assorbire le perdite subite nel caso in cui si manifestino i rischi identificati.
Dopo essere stati identificati, i rischi quantificabili vengono misurati attraverso il calcolo del capitale richiesto.
In accordo con la normativa Solvency II, il requisito patrimoniale di solvibilità è calcolato sulla base della Formula Standard definita da EIOPA.
I rischi non inclusi nel calcolo del capitale di rischio, come ad esempio il rischio di Liquidità e gli altri rischi, sono valutati sulla base di tecniche e modelli qualitativi e quantitativi.
3. CONTROLLO E GESTIONE DEI RISCHI
La responsabilità di assumere e gestire i rischi e di implementare adeguati presidi di controllo è in capo ai responsabili delle singole aree operative, per i rischi di rispettiva competenza. Ad essi spetta anche la responsabilità di monitorare le esposizioni ai rischi ed il rispetto dei relativi limiti.
Attività indipendenti di monitoraggio sono poste in essere dalle funzioni di controllo (Attuariale, Risk Management, Compliance ed Internal Audit).
La gestione operativa dei rischi è sviluppata in coerenza con il RAF, sulla base di linee guida e procedure operative, di Gruppo e di Compagnia, specifiche per ciascuna categoria di rischio. I livelli di tolleranza al rischio ed i limiti di rischio sono costantemente monitorati al fine di individuare eventuali violazioni ed attivare le procedure di escalation previste, che coinvolgono, a seconda dei casi, i responsabili delle strutture operative ai diversi livelli, l’Alta Direzione o il Consiglio di Amministrazione, oltre che la Capogruppo. Nel processo di escalation è previsto anche il coinvolgimento della funzione di Risk Management, chiamata a fornire le sue valutazioni sugli effetti dello sforamento e sulle azioni di mitigazione e/o i piani di rientro nei limiti poste in essere.
4. REPORTISTICA DI RISCHIO
Un sistema strutturato di reporting, sia da parte delle strutture operative che da parte delle funzioni di controllo, permette di rendere consapevoli l’Alta Direzione ed il Consiglio di Amministrazione dell’evoluzione del profilo di rischio e di eventuali violazioni della risk tolerance, nonché di individuare le azioni di mitigazioni necessarie per ridurre l’esposizione. In linea con le disposizioni normative e regolamentari, adeguata informativa viene altresì fornita all’Autorità di Xxxxxxxxx.
Il reporting contiene anche gli esiti del processo di Valutazione interna dei rischi e della Solvibilità. Il principale reporting sulla solvibilità è costituito dall’ORSA Report, coordinato dalla funzione di Risk Management, che ha lo scopo di fornire una valutazione interna dei rischi e del fabbisogno di solvibilità globale su base attuale e prospettica. Il processo di ORSA garantisce la valutazione continua della posizione di solvibilità in linea con il processo di Piano Strategico e con il Capital Management Plan. Gli esiti delle valutazioni contenute nell’ORSA Report sono inviate all'autorità di vigilanza dopo l'approvazione del Consiglio di Amministrazione. Maggiori dettagli sono disponibili nella sezione B.3.5.
B.3.2.PROCESSO DI VALUTAZIONE INTERNA DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ (ORSA)
Il processo ORSA è l'insieme di tutte le attività impiegate per identificare, valutare, monitorare, gestire e riportare i rischi di breve e lungo periodo assunti dalla Compagnia. Il processo ORSA è una componente chiave del sistema di gestione dei rischi, il cui scopo è valutare l’adeguatezza della posizione di solvibilità e l’analisi del profilo di rischio su base corrente e prospettica.
Il processo ORSA documenta e valuta i principali rischi a cui la Compagnia è esposta, o potrebbe essere esposta sulla base del suo piano strategico. Include la valutazione dei rischi nel perimetro del calcolo del capitale richiesto, oltre agli altri rischi non quantificabili. Relativamente alle valutazioni quantitative, vengono eseguite specifiche analisi di stress test e di sensitività al fine di valutare la variazione del profilo di rischio della Compagnia al cambiamento delle condizioni di mercato o di specifici fattori di rischio.
Il documento ORSA Report è prodotto su base annuale, mentre informative specifiche vengono portate all’attenzione dell’Alta Direzione e del Consiglio di Amministrazione durante il processo stesso. In aggiunta al documento annuale, ORSA report ad-hoc possono essere prodotti (in via semplificata o nella sua interezza) qualora il profilo di rischio della Compagnia cambiasse significativamente, sia per fattori esogeni che endogeni.
Tutti i risultati sono opportunamente documentati nel ORSA Report e discussi durante il Comitato Rischi della Compagnia. Dopo la discussione e l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, il Report viene presentato all’Autorità di Xxxxxxxxx. Come regola generale, le informazioni incluse all’interno del ORSA Report sono sufficientemente dettagliate in modo da garantire che i risultati rilevanti possano essere usati nei processi decisionali e in quelli di pianificazione aziendale.
B.3.3.MODALITÀ DI DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO DI SOLVIBILITÀ, TENUTO CONTO DEL PROFILO DI RISCHIO, NONCHÉ COME LE ATTIVITÀ DI GESTIONE DEL CAPITALE ED IL SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI INTERAGISCONO TRA LORO
I processi di gestione dei rischi sono strettamente integrati con svariati processi aziendali. Questa integrazione è considerata indispensabile per garantire l'allineamento tra le strategie di business e di rischio.
Mediante il processo ORSA la proiezione della posizione di capitale e la valutazione del profilo di rischio prospettico contribuiscono al processo di pianificazione strategica e di Capital Management.
Il Report ORSA fa leva anche sul Capital Management Plan per verificare l'adeguatezza, ed anche la qualità, dei fondi propri ammissibili necessari per coprire il fabbisogno di solvibilità globale, sulla base delle ipotesi di piano.
Per assicurare il continuo allineamento tra rischio e strategie di business, il Risk Management sostiene attivamente il processo di pianificazione strategica e partecipa attivamente alle valutazioni di rischio sottostanti il piano stesso, nonché alle discussioni e alle presentazioni delle risultanze, sia all’Alta Direzione della Compagnia che al Consiglio di Amministrazione.
Inoltre, il Risk Management interagisce con le funzioni delegate alla definizione delle strategie dei prodotti, sia Vita che Non Vita, al fine di garantire che il piano prodotti sia coerente e compatibile con il risk appetite e con la capacità di assorbire il rischio (risk capacity) della Compagnia stessa.
In aggiunta, il Risk Management collabora con la funzione del Chief Investment Officer (CIO) per la quantificazione del profilo di rischio associato alla strategia di Asset Allocation e di Asset e Liability Management, sempre con la finalità di garantire che le scelte della funzione di Chief Investment Officer sottostanti la definizione della strategia degli attivi siano coerenti e compatibili con il risk appetite e con la risk capacity della Compagnia stessa.
Infine, il Risk Management partecipa alle valutazioni di operazioni ordinarie e straordinarie, quali ad esempio il potenziale acquisto o vendita di portafogli di polizze, la fusione di portafogli di attivi o passivi e l’acquisto di investimenti specifici: il ruolo primario del Risk Management in quest’ambito è quello di garantire che tali operazioni non compromettano la solidità del sistema di solvibilità e di gestione dei rischi della Compagnia stessa, incluse le relative valutazioni di impatto in termini di risk capacity.
B.4.CONTROLLO DI SISTEMA INTERNO B.4.1.SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
Il sistema di controllo interno adottato dalla Società è un sistema integrato e coinvolge l’intera struttura organizzativa: tanto gli organi sociali quanto le funzioni aziendali sono chiamati a contribuire, in modo coordinato e interdipendente, al mantenimento del sistema.
Come già riportato nel paragrafo B.1 della presente relazione, al Consiglio di Amministrazione è assegnata la responsabilità ultima di garantire l’adeguatezza e l’efficacia del sistema di controllo interno e gestione dei rischi; L’Alta Direzione, ed in particolare l’Amministratore e Direttore Generale, è responsabile dell’attuazione, del mantenimento e del monitoraggio del sistema di controllo interno e gestione dei rischi, in conformità con le direttive dettate dal Consiglio di Amministrazione.
Come in precedenza anticipato, il sistema di controllo interno adottato dalla Società si caratterizza per la presenza delle c.d. tre linee di difesa, cui appartengono rispettivamente:
le funzioni operative, responsabili di effettuare i c.d. controlli di linea o di primo livello, ivi incluso il Financial Reporting Officer (che nella Società si identifica con il Responsabile Finance & Operations) che ha il compito di assicurare che, nell’ambito del primo livello organizzativo, il sistema di controlli garantisca che ogni significativo rischio di Financial Reporting sia identificato e controllato attraverso una verifica del funzionamento dei processi aziendali. Esso si focalizza sulle transazioni che contribuiscono alla formazione del bilancio e del bilancio consolidato, su base semestrale ed annuale e di ogni comunicazione al mercato di carattere finanziario;
• le funzioni Attuariale, di Compliance e di Risk Management, a cui fanno capo i controlli c.d. di secondo livello;
• la funzione Internal Audit, responsabile dei controlli c.d. di terzo livello.
La Società ha adottato un modello organizzativo di accentramento delle funzioni di controllo (Internal Audit, Risk Management, Compliance e Attuariale) che sono collocate nell’ambito di Generali Italia S.p.A. e svolgono l’attività in outsourcing anche per conto di DAS – Difesa Automobilistica Sinistri S.p.A.
Per quanto attiene ai controlli di linea o di primo livello, ai responsabili delle singole unità organizzative è assegnato il compito di assicurare la corretta gestione dei rischi correlati alle attività svolte e di implementare adeguati presidi di controllo,
nel rispetto dell’assetto organizzativo e degli indirizzi impartiti dall’Alta Direzione, ed in particolare dall’Amministratore e Direttore Generale, per garantire l’attuazione delle “Direttive di Gruppo in materia di controlli interni e di gestione dei rischi” dettate dal Consiglio di Amministrazione. Gli specifici ruoli e responsabilità di ciascuna unità organizzativa sono definiti nell’ambito del sistema di deleghe e poteri e delle policy approvate dal Consiglio di Amministrazione.
I controlli di secondo livello rispondono all’esigenza di garantire il monitoraggio continuo dei rischi più significativi per l’attività aziendale. Nell’ambito del sistema adottato dalla Società, la responsabilità di tali controlli è attribuita a funzioni aziendali prive di compiti operativi e dedicate in via esclusiva a garantire l’esistenza di un efficace presidio dei rischi.
Queste funzioni sono rappresentate organizzativamente da: funzione Attuariale, funzione di Compliance e funzione di Risk Management.
Al fine di garantire alle tre funzioni l’indipendenza e l’autonomia necessaria, esse riportano al Consiglio di Amministrazione ed operano in maniera coordinata evitando sovrapposizioni e garantendo, ognuna con la propria autonomia decisionale, la più efficace copertura dei principali rischi aziendali.
I controlli di terzo livello sono affidati alla funzione di Internal Audit, a cui spetta il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza del sistema dei controlli interni nel suo complesso. La funzione si caratterizza per una spiccata indipendenza dal business e un elevato grado di autonomia: il Responsabile della funzione non dipende gerarchicamente da alcun responsabile di aree operative e risponde direttamente al Consiglio di Amministrazione.
Il ruolo, le responsabilità e la collocazione organizzativa delle funzioni di controllo di secondo e terzo livello sono definite da apposite policy di Gruppo.
MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELLA FUNZIONE DI VERIFICA DELLA CONFORMITÀ
MODELLO OPERATIVO DI COMPLIANCE
La Società ha definito un modello operativo di compliance, allineato con il risk management, che identifica i processi chiave sia per le funzioni operative che per la funzione di compliance.
Il modello operativo di compliance è strutturato in cinque processi chiave che prevedono:
1. l’identificazione dei rischi di compliance;
2. la loro misurazione;
3. le iniziative di mitigazione;
4. il monitoraggio nel continuo dei rischi;
5. la reportistica e la pianificazione.
Il processo di identificazione dei rischi ha l’obiettivo di assicurare che gli adempimenti normativi derivanti sia dalla normativa di auto che di etero regolamentazione siano identificati ed assegnati alla responsabilità delle funzioni operative. L’identificazione delle norme avviene (i) previa verifica dell’applicabilità delle stesse rispetto alla realtà operativa della Società, (ii) con riferimento ai processi posti in essere e (iii) tenendo conto dell’eventuale trasversalità delle norme, ossia delle norme che sono applicabili a più processi.
L’identificazione dei rischi si articola in tre fasi:
• Identificazione dei requisiti normativi: la Funzione di Compliance monitora nel continuo l’evoluzione normativa in modo da identificare i requisiti normativi applicabili che vengono censiti in un database normativo.
• Collegamento dei requisiti normativi ai rischi e ai processi: i requisiti normativi sono collegati alla mappa dei rischi e ai processi aziendali con il supporto di un database normativo. La Funzione di Compliance identifica l’impatto di ciascun requisito sui processi aziendali ai quali esso si applica
• Identificazione e assegnazione dei requisiti normativi ai responsabili delle funzioni operative: la Funzione di Compliance identifica, per ciascun processo i responsabili della unità organizzative in capo alle quali risiede la responsabilità di applicare i requisiti normativi.
Il processo di misurazione dei rischi ha l’obiettivo di valutare, anche in ottica prospettica, i rischi a cui la Società è esposta e il livello di adeguatezza del sistema di controllo interno rispetto agli obiettivi prefissati. La Società ha adottato un duplice approccio per la misurazione dei rischi allo scopo di (i) fornire all’Alta Direzione e al Consiglio di Amministrazione una visione integrata, anche prospettica, dei rischi di compliance in grado di supportare le decisioni di pianificazione strategica e di effettuare una valutazione complessiva di adeguatezza del sistema di controllo interno; (ii) valutare l’adeguatezza e l’efficacia dei presidi di controllo all’interno dei processi industriali, anche attraverso attività di controllo indipendenti, al fine apportare eventualmente dei correttivi all’operatività quotidianadella Compagnia.
La misurazione dei rischi di non conformità quindi si sostanzia:
• nella valutazione del rischio inerente (o lordo) tenendo in considerazione il modello di business della Compagnia
e prescindendo dai presidi organizzativi in essere;
• nella verifica dell’adeguatezza dei presidi organizzativi adottati ai fini di assicurare il rispetto della normativa di riferimento (c.d. verifica di adeguatezza) e nella conseguente valutazione del rischio residuo (o netto) ex ante;
• nella verifica (nel continuo) dell’effettiva adozione dei presidi organizzativi previsti e della conformità dei processi aziendali (c.d. verifica di efficacia) e nella conseguente valutazione del rischio residuo (o netto) ex post.
All’esito dell’attività, per ogni processo-rischio si giunge nel continuo ad una valutazione della rischiosità ex ante, sia di rischio inerente che di rischio residuo (valutata l’adeguatezza dei presidi adottati) e del rischio residuo ex-post valutata l’efficacia degli stessi.
L’attività di misurazione dei rischi prevede altresì la definizione di un piano di verifiche ex post (o di efficacia) a partire dai processi maggiormente esposti al rischio di compliance.
Fanno inoltre parte del processo di misurazione dei rischi le valutazioni che la funzione rilascia all’Alta Direzione e al Consiglio di Amministrazione in relazione ad operazioni di rilevante importanza che devono essere decise dall’Organo Amministrativo.
Il processo di mitigazione dei rischi ha l’obiettivo di assicurare che siano adottate tutte le azioni necessarie per la corretta attuazione degli adempimenti previsti dalle normative. In particolare, la Funzione di Compliance ha il compito di attivare, per i rischi maggiormente rilevanti, appositi programmi di formazione per il personale, di emanare regolamentazioni e procedure interne e di definire, d’intesa con le funzioni operative, standard minimi di controllo.
Il processo di monitoraggio dei rischi ha l’obiettivo di conseguire una visione sempre aggiornata sulla capacità dell’organizzazione di gestire i rischi di compliance. Il processo si concretizza nella raccolta e nell’analisi continua di dati e indicatori di rischiosità in grado di fornire informazioni utili allo scopo. In questo ambito inoltre, rilevano la gestione delle segnalazioni di violazione del Codice di Condotta, e l’attività di antifrode interna svolta a tutela dei clienti e del patrimonio aziendale.
Il processo di reportistica ha l’obiettivo di assicurare adeguati flussi informati all’Alta Direzione e al Consiglio di Amministrazione funzionali all’assunzione di decisioni che tengano conto del livello di esposizione ai rischi di compliance ed alla valutazione sull’adeguatezza ed efficacia del sistema di controllo interno avuto riguardo alla sua capacità di gestire questi rischi.
B.5.FUNZIONE DI INTERNAL AUDIT
In D.A.S. Difesa Automobilistica Sinistri le attività di internal audit sono svolte dalla Funzione di Internal Audit in linea con i principi organizzativi definiti della Internal Audit Policy approvata dal Consiglio di Amministrazione della Compagnia.
In coerenza con il modello organizzativo della Country Italia, la struttura dell’Internal Audit è centralizzata in Generali Italia e svolge le attività previste dalla normativa per le imprese assicurative italiane del Gruppo in perimetro, in base ad appositi contratti di esternalizzazione.
La Funzione di Internal Audit è una funzione indipendente, efficace ed obiettiva istituita dal Consiglio di Amministrazione per esaminare e valutare l’adeguatezza, funzionalità, effettività ed efficienza del Sistema dei controlli interni e di tutti gli altri elementi del Sistema di governance, al fine di migliorare l’efficacia ed efficienza del Sistema dei controlli interni, dell’organizzazione e dei processi di governance.
La Funzione supporta il Consiglio di Amministrazione nell’identificazione delle strategie e delle linee guida per i controlli interni e la gestione dei rischi, assicurandone l’adeguatezza e validità nel tempo e fornisce al Consiglio di Amministrazione analisi, valutazioni, raccomandazioni ed informazioni in merito alle attività analizzate; svolge anche attività di assurance e consulenza a beneficio del Consiglio di Amministrazione e dell’Alta Direzione.
La Funzione di Internal Audit è dotata di budget e di risorse adeguate e il suo staff possiede le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per svolgere le sue attività con competenza e diligenza professionale.
La Funzione di Internal Audit ha accesso a tutti gli elementi dell’organizzazione e alla documentazione relativa all’area aziendale oggetto di verifica in modo completo, libero, tempestivo e senza restrizioni, nel pieno rispetto della riservatezza e salvaguardia dei dati e delle informazioni. Il Responsabile della Funzione ha anche libero accesso al Consiglio di Amministrazione.
La Funzione, inoltre, opera nel pieno rispetto delle linee guida emanate dall’Institute of Internal Auditors (IIA), inclusa la definizione di Internal Auditing, il Codice Etico e i Principi Fondamentali per la Pratica Professionale dell'Internal Auditing (Standards). Queste linee guida obbligatorie costituiscono i requisiti fondamentali per la pratica professionale dell’internal audit e per la valutazione dell’efficacia della attività di audit stessa. Alla luce del delicato ed importante ruolo di garanzia svolto all'interno dell’azienda, tutto il personale della Funzione deve possedere i requisiti di competenza e onorabilità richiesti dalla Group Fit & Proper Policy.
In particolare, il responsabile della Funzione di Internal Audit è una persona che possiede i requisiti richiesti dall’autorità italiana e dalla normativa Solvency II, così come quelli richiesti dal Gruppo Generali e vanta una vasta esperienza in aree tra le quali l’audit, i controlli, il business assicurativo, la gestione dei rischi e la compliance. Il responsabile della Funzione di Internal Audit non può assumere alcuna responsabilità operativa e mantiene un rapporto aperto, costruttivo e di piena collaborazione con le autorità di vigilanza, che supporta attraverso la condivisione di informazioni necessarie allo svolgimento delle rispettive responsabilità.
Anche il personale della Funzione possiede le competenze e una comprovata esperienza commisurata al grado di complessità delle attività da svolgere. La Funzione è composta da dipendenti aventi un elevato potenziale di sviluppo professionale e personale e sono tenuti ad evitare, per quanto possibile, di essere coinvolti in attività che potrebbero creare situazioni di conflitti di interesse, reali o potenziali. Sono inoltre tenuti a comportarsi in maniera impeccabile e a mantenere l’assoluta riservatezza delle informazioni di cui vengono a conoscenza nello svolgimento delle loro attività.
Le altre strutture organizzative non interferiscono nelle attività della Funzione di Internal Audit, in particolare, al fine di garantirne l’indipendenza e l’obiettività, l’identificazione degli interventi di audit, la definizione del perimetro delle verifiche, delle modalità di esecuzione, della loro frequenza e tempistica, nonché dei contenuti dei report finali di audit, non sono soggetti ad alcun condizionamento.
Gli internal auditor non hanno responsabilità operative dirette o poteri su una qualsiasi delle attività sottoposte a verifica. Di conseguenza, essi non sono coinvolti nell’organizzazione aziendale dell'impresa o nel suo sviluppo, nell’introduzione od implementazione di misure organizzative o di controlli interni. Tuttavia, la necessità di imparzialità non esclude la possibilità di richiedere alla Funzione di Internal Audit un parere su questioni specifiche relative ai principi di controllo interno da rispettare.
Con cadenza almeno annuale, il responsabile della Funzione di Internal Audit sottopone all’approvazione del Consiglio di Amministrazione della Compagnia un Piano di Audit.
Tale piano è sviluppato sulla base dell’analisi delle priorità dei processi dell’universo di audit attraverso l’utilizzo di una metodologia risk based, prendendo in considerazione le attività in essere, il sistema di governance, gli sviluppi e le innovazioni attese, nonché tenendo in considerazione gli input ricevuti dall’Alta Direzione e dal Consiglio stesso. La pianificazione deve tener conto anche di ogni eventuale carenza emersa dalle attività di audit svolte in precedenza e degli eventuali nuovi rischi identificati.
Il Piano di Audit include anche la pianificazione temporale delle attività così come il budget e le risorse necessarie per la sua esecuzione. Il responsabile della Funzione di Internal Audit comunica al Consiglio di Amministrazione eventuali impatti derivanti da carenze nelle risorse a disposizione ed eventuali cambiamenti, anche se provvisori.
Il Piano viene rivisto con cadenza almeno semestrale per recepire eventuali cambiamenti nell’organizzazione del business, nei rischi, nelle operazioni, nei programmi, nei sistemi, nei controlli e per tenere conto delle evidenze di audit identificate.
Durante l’anno, laddove necessario, la Funzione di Internal Audit può eseguire attività non incluse nel Piano di Audit o attività di advisory relative a tematiche di governance, di gestione dei rischi e dei controlli, se utili all’organizzazione.
Tutte le attività di audit sono svolte nel rispetto di una coerente metodologia. Lo scopo dell’attività di audit comprende, tra l’altro, l’esame e la valutazione dell'adeguatezza e dell'efficacia della gestione dell'organizzazione, dei rischi e dei presidi di controllo interno in relazione alle finalità ed agli obiettivi definiti dalla Compagnia.
A seguito della conclusione di ciascuna attività di audit, la relazione finale viene predisposta ed inviata alla funzione oggetto di verifica e ai relativi responsabili. La relazione riporta tutte le evidenze emerse riguardanti l'efficienza e l'adeguatezza del sistema di controllo interno e la conformità alle policy, alle procedure e ai processi adottati, indicando al contempo il grado di rilevanza delle carenze riscontrate. Include, inoltre, le azioni correttive concordate, già adottate o da adottare, a fronte delle problematiche identificate nonché la scadenza per la loro implementazione. La funzione di Internal Audit è responsabile del monitoraggio delle problematiche riscontrate e dell’implementazione delle relative azioni correttive concordate.
Il responsabile della funzione di Internal Audit, con cadenza almeno semestrale, sottopone al Consiglio di Amministrazione un report riepilogativo delle attività svolte e delle criticità di rilievo identificate durante il periodo di riferimento. Il Consiglio di Amministrazione della Compagnia definisce le azioni correttive da implementare in relazione ad ogni criticità riportata ed assicura che tali azioni vengano implementate. Nel caso di eventuali situazioni di particolare rilievo identificate, il responsabile della funzione di Internal Audit informa immediatamente il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale della Compagnia.
La Funzione di Internal Audit sta implementando un programma di assurance e miglioramento della qualità. Tale programma prevede una valutazione di conformità della attività di audit al Manuale metodologico del Group Audit, alla Definizione di Internal Auditing ed agli Standard nonché una valutazione in merito all’applicazione da parte degli internal auditor del Codice Etico. Il programma valuta anche l'efficienza e l'efficacia dell'attività di audit e ne identifica le opportunità di miglioramento.
In termini di struttura organizzativa, le unità che svolgono le attività di Audit sono mantenute distinte per business di riferimento da quelle di Pianificazione e Controllo delle attività della struttura. In particolare la Funzione di Internal Audit è così suddivisa:
• Operational Audit, ovvero la struttura responsabile dello svolgimento di attività di audit sui processi core. A sua volta la struttura è organizzata per aree specialistiche (business vita, business non vita, support, solvency II) in modo tale da garantire un adeguato presidio nello svolgimento delle attività.
• Financial Audit, responsabile dello svolgimento di attività di audit relativamente a tematiche di natura contabile e investimenti nonché del monitoraggio dei principali KPI sul bilancio.
• IT Audit, che si occupa principalmente di svolgere attività di audit sui processi IT, ma anche di fornire supporto alle altre funzioni aziendali nelle attività di verifica di adeguatezza dei controlli IT.
• Mandatory Audit, struttura dedicata alle attività richieste dalla normativa o dall’autorità di vigilanza all’Internal
Audit, in particolare si occupa della redazione della relazione trimestrale su reclami e dello svolgimento e del coordinamento delle attività di vigilanza ex d.lgs 231/01.
• Planning & Control, è la struttura che supporta il responsabile per le attività di quality review e sviluppo metodologico in coordinamento con la rispettiva funzione di capogruppo, si occupa anche di supervisionare la pianificazione delle attività nonché delle attività di formazione specifica, prepara e monitora il budget della funzione, predispone e migliora nel continuo la reportistica dedicata agli stakeholder.
Tutte queste unità agiscono in maniera coordinata fra di loro al fine di assicurare l’espletamento dei rispettivi compiti sopra descritti, seguendo una metodologia di audit comune e nel rispetto dei principi statuiti dall’Internal Audit Policy.
B.6.FUNZIONE ATTUARIALE B.6.1.ATTIVITÀ
Le principali responsabilità della Funzione Attuariale svolta in outsourcing per DAS Assicurazioni dalla Funzione Attuariale di Generali Italia sulla base di un apposito accordo di esternalizzazione, in linea con quanto previsto dalla normativa e integrato dalla Group Actuarial Function Policy, sono:
• coordinamento e Calcolo delle Riserve tecniche ai sensi della Direttiva Solvency II e verifiche di coerenza con le analoghe valutazioni del bilancio civilistico;
• validazione delle Riserve tecniche in ambito Solvency II;
• supporto e contribuzione alle valutazioni richieste dai modelli di rischio;
• valutazione della Sufficienza e Qualità dei dati utilizzati per il calcolo delle Riserve Tecniche;
• parere sulla Politica di Sottoscrizione globale e sull’adeguatezza degli accordi di Riassicurazione;
• reporting (interno ed al CdA);
• supporto al Sistema di Gestione dei Rischi (reportistica ORSA);
• supporto nell’ambito del Pillar III alla compilazione dei QRTs (Quantitative Reporting Templates).
Inoltre sono previste attività ulteriori rispetto a quelle regolate dalla normativa Solvency II, quali:
• calcolo e controllo Riserve di Bilancio Local e IFRS (calcolo Riserve Tecniche per i Danni e solo Riserve aggiuntive per il Vita; verifica LAT);
• coordinamento e Calcolo del Valore;
• supporto ALM;
• gestione dei Tool attuariali vita utilizzati per la produzione dei cash flows.
Nel corso del 2016 la Funzione Attuariale ha proseguito l’implementazione delle attività previste dalla normativa e declinate più dettagliatamente nella Group Actuarial Function Policy e nelle Actuarial Function Guidelines. Si sono via via sviluppati e adeguati i processi di interazione con le diverse strutture aziendali e sono stati consolidati i presidi volti ad assicurare la qualità dei dati alla base delle valutazioni. In tale ambito si è strutturato il coordinamento con il Risk Management attraverso l’istituzione del Technical Committee, in linea con le previsioni delle “Risk Management and Actuarial Function Joint Guidelines” emanate nel febbraio 2017.
La presenza della Funzione Attuariale presso il Comitato Rischi, Comitato Investimenti e Comitato Business e Sviluppo Prodotti ha garantito un sempre maggiore coinvolgimento della stessa nei processi aziendali.
Durante l’anno si è progressivamente attuato il passaggio di responsabilità di alcune attività precedentemente attribuite all’Attuario Incaricato, così come prescritto dalla recente normativa in materia.
Inoltre, la Funzione Attuariale, come previsto dal Regolamento ISVAP n. 22 del 2008, modificato e integrato dal Provvedimento IVASS n. 53 del dicembre 2016, ha effettuato la valutazione sulla sufficienza delle Riserve Tecniche dei Rami di responsabilità civile veicoli e natanti del lavoro diretto (artt. 23-bis e 23-ter del Regolamento n. 22/2008), nonché delle Riserve tecniche, dell’attività di riassicurazione (art. 23-quater dello stesso Regolamento) ed ha predisposto le relative relazioni per il Consiglio di Amministrazione della Società.
ATTIVITÀ E BASI PER L’OPINIONE SULLA POLITICA DI RISERVAZIONE
La Compagnia ha provveduto al calcolo delle Riserve Tecniche così come previsto dalla normativa di riferimento (in particolare gli articoli dal 75 all’ 86 della Direttiva Solvency II) ed in linea con quanto previsto dalla Metodologia di Gruppo.
Sono stati valutati i valori attuali medi dei cash flow futuri generati dal totale del portafoglio delle passività in vigore al 31 dicembre 2016 (sinistri non ancora pagati, denunciati o meno, accaduti alla data di valutazione, e sinistri futuri relativi a contratti in essere alla data della valutazione), trascurando una quantità pari a circa 0,4% delle riserve di Bilancio IFRS, le cui riserve sono state poste uguali a quelle Statutory, tenuto conto dell’effetto sconto.
Relativamente alla Riserva Sinistri, il portafoglio modellato rappresenta circa il 99,5% delle stesse, mentre le Riserve Premi IFRS sono state interamente modellate.
La tabella seguente mostra le riserve IFRS divese per LoB ed il relativo perimetro modellato.
- Al fine di valutare le specificità dei cash flow, il portafoglio è stato segmentato per ciascuna categoria omogenea di rischio.
- I cash-out hanno tenuto conto di tutte le spese direttamente ed indirettamente imputabili, tenendo in considerazione implicitamente anche l’effetto inflazione.
- Il calcolo delle riserve tecniche utilizza coerentemente le informazioni fornite dai mercati finanziari; la curva dei tassi di interesse adottata è la curva interest rate swap, diminuita del rischio di credito implicito (pari a 10 bps) ed aumentata del Volatility Adjustment (pari a 13 bps).
- La Compagnia non ha adottato altre misure Transitorie previste dalla Normativa.
- Si è verificata la corretta rilevazione del portafoglio e si è inoltre verificato che i modelli di calcolo ed i motori attuariali riproducessero le quantità attese e che le ipotesi operative adottate derivassero dagli effettivi dati di esperienza della Compagnia.
Per esprimere la sua opinione la Funzione Attuariale si è basata quindi sui seguenti elementi:
- Analisi di coerenza del modello con il portafoglio di passività analizzato.
- Andamento degli scenari finanziari e sensitività dei modelli, valutando la coerenza degli stessi con l’analisi del movimento delle TP.
- Parere della validazione.
- Evidenze del Processo di Data Quality
ATTIVITÀ E BASI PER L’OPINIONE SULLA POLITICA SOTTOSCRITTIVA
Nel corso del 2016 la Local Actuarial Function ha cercato di rafforzare l'analisi e la condivisione del processo con le funzioni di Pianificazione e controllo ed il Risk Management ed ha partecipato al Comitato Prodotti.
L’analisi sulla politica di sottoscrizione è stata effettuata a partire dalla strategia di Piano 2017-2019, così come dalle risultanze dello USP Model Committee e del relativo documento di calibrazione.
ATTIVITÀ E BASI PER L’OPINIONE SULLA POLITICA RIASSICURATIVA
I risultati del tool attuariale Igloo - Reinsurance Efficiency Program are (REP) sono la base per formare l’opinione sulla riassicurazione:
• Analisi delle strutture
• Calcolo del Value Creation
Le cessioni in riassicurazione vengono effettuate in base ad una dettagliata analisi del rischio che consente di definire, per ciascuna classe di affari, il tipo di struttura, il livello di ritenzione e la capacità riassicurativa necessari per mitigare l’esposizione a rischio.
La riassicurazione contrattuale fornisce meccanismi di trasferimento del rischio per larga parte del portafoglio, mentre le esposizioni residue trovano nella riassicurazione facoltativa uno strumento aggiuntivo di mitigazione. Per la Compagnia non è stato necessario ricorrere alla riassicurazione in Facoltivo in quanto i trattati coprono il fabbisogno di trasferimento di rischio
Le classi di affari più importanti hanno nella riassicurazione in eccesso sinistri la struttura più idonea, poiché consente, una volta definita puntualmente la ritenzione per ciascuna classe d’affari, di contenere la volatilità dei risultati trattenendo allo stesso tempo margini attesi più elevati. I principi sopraindicati sono conformi alla Delibera quadro della Compagnia in materia di politica di riassicurazione; il Consiglio di Amministrazione ha approvato le strutture in essere nel corso del presente esercizio costruite secondo il modello di business riassicurativo intrapreso lo scorso anno e pienamente implementato all’ultimo rinnovo.
B.7.OUTSOURCING
B.7.1.INFORMAZIONI SULL’OUTSOURCING POLICY
La Outsourcing Policy del Gruppo Generali ha lo scopo di stabilire i requisiti standard minimi e obbligatori applicabili a livello di Gruppo, assegnare le principali responsabilità di outsourcing e garantire l’introduzione di appropriati presidi di controllo e governance per ogni iniziativa di esternalizzazione.
La Policy si applica a tutte le entità giuridiche del Gruppo e definisce i principi da seguire per attuare l’esternalizzazione.
La Policy introduce un approccio basato sulla valutazione del rischio adottando il principio di proporzionalità al fine di applicare i requisiti necessari in base al profilo di rischio, alla rilevanza di ogni accordo di esternalizzazione e al livello di controllo che il Gruppo Generali esercita sui fornitori dei servizi.
La Policy richiede che, per ciascun accordo di esternalizzazione, sia designato un referente specifico. Quest’ultimo è responsabile dell’esecuzione dell’intero processo di esternalizzazione, dalla valutazione del rischio alla gestione finale dell’accordo e alle conseguenti attività di monitoraggio.
Il processo di esternalizzazione include le seguenti fasi:
• Valutazione dei rischi: individuare le iniziative di esternalizzazione critiche e non critiche mediante una valutazione strutturata dei rischi. Il dipartimento di Local Risk Management esamina la valutazione dei rischi relativi a iniziative critiche di esternalizzazione;
• Ricerca del fornitore e processo di due diligence: valutare la capacità del fornitore di svolgere le attività in conformità agli standard Generali, nonché delle normative interne ed esterne. La funzione Operations offre
sostegno alle attività nel caso di fornitori di servizi terzi;
• Negoziazione e gestione dell’accordo: assegnare diritti e obblighi, fornire clausole standard e contenuti minimi (es. privacy e riservatezza) per l’accordo scritto, richiedendo degli SLA in forma scritta nonché l’attuazione di un archivio unico per i contratti della società. Il dipartimento Legale a livello locale ha la responsabilità di formulare e negoziare le clausole legali. La funzione Operations è responsabile di mantenere l’archivio degli accordi a livello locale;
• Piano di migrazione: richiedere la definizione di un piano strutturato di migrazione al fine di minimizzare i rischi di transizione (es. Interruzioni di servizio);
• Monitoraggio e reporting: garantire l’adozione di idonei presidi organizzativi volti a monitorare le prestazioni del fornitore e definire obblighi di reporting per le attività esternalizzate critiche;
• Strategia d’uscita: definire misure appropriate volte a garantire la continuità del servizio in caso di emergenza o di risoluzione del contratto.
B.8.ALTRE INFORMAZIONI
B.8.1.VALUTAZIONE DELL’ADEGUATEZZA DEL SISTEMA DI GOVERNANCE IN RAPPORTO ALLA NATURA, ALLA PORTATA E ALLA COMPLESSITÀ DEI RISCHI INERENTI ALLA SUA ATTIVITÀ
VALUTAZIONE CIRCA L’ADEGUATEZZA DEL SISTEMA DI GOVERNANCE
L’attività di valutazione circa l’adeguatezza e l’efficacia del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi è oggetto di informativa continua nei confronti del Consiglio di Amministrazione durante l’esercizio, in occasione delle reportistiche periodiche delle Funzioni di Controllo.
Inoltre, nel corso del 2016, il Consiglio di Amministrazione ha effettuato tale valutazione nel mese di maggio in occasione dell’esame della relazione sul sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi di cui all’art. 28 del Regolamento ISVAP n. 20 / 2008, esprimendo un giudizio di sostanziale adeguatezza di detto sistema nel complesso, e di idoneità del medesimo ad assicurare il corretto funzionamento dell’impresa.
Da ultimo, questa valutazione è stata svolta nel corso del mese di marzo 2017. In questa occasione il Consiglio, anche sulla base delle valutazioni sull’adeguatezza ed efficacia del sistema dei controlli interni e gestione dei rischi svolte dai responsabili delle funzioni di controllo e delle verifiche effettuate nel corso del 2016 dall’Internal Audit, ha espresso la propria positiva valutazione ritenendo il complessivo sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sostanzialmente adeguato ed atto ad assicurare il corretto funzionamento dell’impresa.
ALTRE INFORMAZIONI MATERIALI RELATIVE AL SISTEMA DI GOVERNANCE
MODIFICAZIONI SIGNIFICATIVE APPORTATE AL SISTEMA DI GOVERNANCE NEI PRIMI MESI DEL 2017
Al fine di fornire una rappresentazione completa e aggiornata del sistema di governance della Società, sebbene si tratti di informazioni relative a un periodo successivo alla conclusione dell’esercizio 2016, si ritiene opportuno segnalare attesa la sua rilevanza per una compiuta e chiara descrizione del sistema di governance della Società che dal 1° gennaio 2017 è stata adottata per la Country Italia una struttura di governance che prevede il ruolo di Country Manager Italia coincidente con quello di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Generali Italia. Al Country Manager riportano i capi azienda delle società nel perimetro della Country Italia, tra cui DAS – Difesa Automobilistica Sinistri.
Si segnala inoltre che in data 18 aprile 2017 l’Assemblea degli Azionisti ha deliberato di confermare nella carica il Vice Presidente e Consigliere nominato ai sensi dell’art. 2386 c.c. dal Consiglio di Amministrazione il 26 settembre 2016, e di nominare due nuovi Consiglieri di Amministrazione, a seguito delle dimissioni rassegnate da due Amministratori. I Consiglieri così nominati rimangono in carica per la residua durata in carica del mandato del Consiglio di Amministrazione, ossia fino all’Assemblea convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018.
C.Profilo di rischio
C.1.RISCHI DI SOTTOSCRIZIONE C.1.1.RISCHI DI SOTTOSCRIZIONE NON VITA
DESCRIZIONE DELLE MISURE UTILIZZATE PER VALUTARE IL RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE NON VITA, INCLUSE EVENTUALI MODIFICHE SOSTANZIALI INTERVENUTE NEL PERIODO DI RIFERIMENTO, E DEI RISCHI SOSTANZIALI A CUI È ESPOSTA
I rischi di sottoscrizione Non Vita includono il rischio di sottostimare la quotazione dei prezzi dei prodotti Non Vita, il rischio di non appostare riserve sufficienti per la liquidazione dei sinistri. La Compagnia, in linea con la strategia di rischio del Gruppo Generali, definisce livelli standard di sottoscrizione e per i rischi tecnicamente più rilevanti imposta limiti assuntivi per tutelarsi da circostanze avverse, allineando in tal modo l’attività di sottoscrizione al RAF.
Inoltre, i rischi sono sottoscritti secondo gli standard di qualità definiti dalle procedure di sottoscrizione al fine di garantire la redditività e limitare il rischio reputazionale.
Il rischio di sottoscrizione Non Vita identificato nella mappa dei rischi della Compagnia si definisce in dettaglio come:
• il rischio di tariffazione (di seguito Premium) riguarda la possibilità che i premi raccolti, ovvero il prezzo a cui i prodotti sono venduti alla clientela, non siano sufficienti a coprire i sinistri futuri e tutte le spese connesse all’attività assicurativa.
• il rischio di riservazione (di seguito Reserve) riguarda la possibilità che le riserve appostate per i sinistri avvenuti non siano sufficienti a coprire l'incertezza dei pagamenti nei confronti degli assicurati in un orizzonte temporale di un anno.
Le misure chiave di rischio non sono cambiate rispetto all’anno precedente.
La valutazione di entrambi i rischi considera opportunamente i processi di riservazione dei sinistri.
I rischi sono valutati al lordo ed al netto dell’attività di riassicurazione, che ne permette la mitigazione. Infatti a protezione delle esposizioni, la Compagnia si dota di adeguate coperture riassicurative i cui limiti e convenienza economica vengono definiti sulla base di metodologie e modelli coerenti con la valutazione del rischio precedentemente descritta.
La valutazione quantitativa dei rischi di sottoscrizione Non Vita è inclusa nel capitolo “E. Gestione del Capitale” del presente documento.
DESCRIZIONE DEL PORTAFOGLIO
Il portafoglio della Compagnia è incentrato sul settore Tutela Legale che ricopre circa il 95% della raccolta premi complessiva del 2016. Si tratta di contratti venduti sia attraverso i normali canali agenziali (prevalentemente plurimandatari) che attraverso brokers e banche. L’ambito di sottoscrizione ricopre tutto il territorio nazionale e riguarda sia il canale diretto che indiretto, esercitato tramite coperture riassicurative di tipo proporzionale. In ottemperanza al Regolamento ISVAP n. 29/2009 la linea Tutela Legale ricopre esclusivamente i costi di rimborso delle spese legali e processuali e il servizio di consulenza legale prestato dalla Compagnia, direttamente o per mezzo di un network di legali fiduciari. Ulteriori garanzie accessorie a copertura di perdite pecuniarie e assistenza sono tenute separate e incluse nelle LoB dedicati (c.d. Miscellaneous Financial Loss e Assistance). La copertura di tali linee è comunque esigua, dove la parte relativa alle perdite pecuniarie copre circa il 5% della raccolta premi di Compagnia e solo lo 0,1% riguarda la LoB Assistenza.
La Compagna può contare su una politica di sottoscrizione piuttosto stabile basata su specifici e restrittivi limiti operativi, che includono l’elenco delle coperture e delle combinazioni di rischio non sottoscrivibili al fine di garantire l’impiego adeguato del capitale economico assegnato.
Il regolare svolgimento del processo di calcolo del requisito di capitale tramite la formula standard consente di utilizzare i risultati nei principali processi di business, garantendo ad esempio il contributo della funzione di Risk Management nella definizione del Piano Prodotti annuale ai fini della valutazione di materialità di ciascun nuovo prodotto in termini di assorbimento di capitale
Ai fini del calcolo del requisito di capitale, il portafoglio della Compagnia è declinato nelle seguenti Linee di Business (LoB):
Legal Expenses: la linea comprende la copertura delle spese dirette legali e processuali per difendere gli interessi di una persona o di una impresa di fronte a inerenti alla circolazione stradale, alla vita professionale, familiare, associativa e scolastica.
Assistance: la linea prevede la fornitura di servizi di assistenza a supporto ed integrazione alle coperture assicurative di tutela legale sopra descritte.
Miscellaneous, Financial Loss: la linea prevede la copertura di perdite pecuniarie di vario genere per lo piu’ derivanti da perdite di utili, persistenza di spese generali, spese commerciali impreviste, perdita di fitti o di redditi;
Entrando nel merito del requisito di capitale, la quasi totalità dell’assorbimento di capitale complessivo della Compagnia grava dunque sulla LoB Tutela Legale e si riparte piuttosto equamente fra Premium e Reserve risk.
PROCESSO DI MISURAZIONE DEI RISCHI
La determinazione del requisito di capitale per il rischio di sottoscrizione avviene mediante la formula standard e prevede sostanzialmente la valutazione delle seguenti componenti:
Volumi: per ciascuna linea, per il Premium risk viene calcolata una specifica misura basata sui premi di competenza di ciascuna linea inerenti ai contratti esistenti in portafoglio negli ultimi 12 mesi quelli previsti per i successivi 12 mesi al netto delle somme cedute ai riassicuratori; per il Reserve risk i volumi sono costituiti dal totale della riserva sinistri di ciascuna linea valutata in ottica prudenziale (c.d. “costo ultimo”) al netto delle somme recuperate dai riassicuratori.
La misura complessiva di volume viene abbattuta per effetto della diversificazione geografica eventualmente esistente tra diverse linee.
Volatilità: la normativa Solvency II prevede di valutare la deviazione standard di ogni linea mediante un approccio market- wide ovvero costituito da valori medi predefiniti e costanti basati sui rilievi assicurativi europei. La normativa consente tuttavia l’adozione di parametri specifici di volatilità calcolati sull’effettiva variabilità del portafoglio esistente purchè i dati sottostanti il calcolo rispecchino specifici requisiti di appropriatezza, completezza e accuratezza. La Compagni utilizza i parametri standard per il calcolo del rischio di sottoscrizione delle LoB Assistance e Miscellaneous Financial Loss, mentre utilizza i parametri specifici per la linea Legal Expenses.
Viene successivamente calcolata una misura unica di deviazione standard aggregata per Premium e Reserve risk pesata attraverso i rispettivi volumi.
CONCENTRAZIONI DI RISCHI SOSTANZIALI
Per quanto riguarda il rischio di sottoscrizione Non Vita non sono presenti concentrazioni significative.
DESCRIZIONE DELLE TECNICHE UTILIZZATE PER ATTENUARE I RISCHI E PROCESSI PER CONTROLLARE CHE LE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO CONSERVINO LA LORO EFFICACIA
La selezione dei rischi di sottoscrizione Non Vita inizia con una proposta globale in termini di strategia di sottoscrizione e di corrispondenti criteri di selezione in accordo con la Capogruppo. La strategia di sottoscrizione è formulata in modo coerente con la Risk Preference definite dal consiglio di amministrazione nell'ambito del RAF.
Nell’ambito della pianificazione strategica sono stabiliti dei limiti di sottoscrizione che definiscono la dimensione massima delle esposizioni (massimali/somme assicurate) e le tipologie di rischio che la Compagnia può sottoscrivere senza dover
richiedere alcuna approvazione aggiuntiva. Lo scopo è quello di ottenere un portafoglio coerente e redditizio che si fonda sulla expertise della Compagnia e sulle risk preferences delineate dal Gruppo.
La riassicurazione è la principale strategia di mitigazione del rischio per il portafoglio Non Vita. Essa mira a ottimizzare l'utilizzo del capitale di rischio, cedendo parte del rischio di sottoscrizione alle controparti selezionate minimizzando contemporaneamente il rischio di credito associato a tale operazione.
La Compagnia applica le strategie di mitigazione attraverso uno specifico trattato di riassicurazione di tipo non proporzionale con la Capogruppo a copertura della LoB Tutela Legale e con un trattato di riassicurazione proporzionale con Europ Assistance S.p.A a copertura della linea Assistenza.
Il programma dei trattati di Riassicurazione ha preso a riferimento i seguenti obiettivi:
• Coprire perdite legate ad eventi singoli fino a un return period di almeno 250 anni;
• Verificare se nel passato la protezione è risultata capace ed adeguata in tutti i maggiori eventi più recenti;
• Definire una protezione riassicurativa che sia in grado al contempo di far risparmiare una parte sostanziale del capitale.
La funzione di Risk Management conferma l'adeguatezza delle tecniche di mitigazione del rischio su base annua.
C.2.RISCHI DI MERCATO
C.2.1.DESCRIZIONE DELLE MISURE UTILIZZATE PER VALUTARE IL RISCHIO DI MERCATO, INCLUSE EVENTUALI MODIFICHE SOSTANZIALI INTERVENUTE NEL PERIODO DI RIFERIMENTO, E DEI RISCHI SOSTANZIALI A CUI È ESPOSTA E DESCRIZIONE DEL “IL PRINCIPIO DELLA PERSONA PRUDENTE”, UTILIZZATO NELLE STRATEGIE DI INVESTIMENTO
La Compagnia raccoglie premi dagli assicurati in cambio di promesse di pagamento qualora si verifichino eventi pre- determinati in fase contrattuale. Tali premi vengono investiti in un’ampia gamma di attività finanziarie, allo scopo di onorare le future promesse agli assicurati e generare valore per gli azionisti.
Di conseguenza la Compagnia è esposta ai seguenti rischi di Mercato:
• che gli attivi investiti non realizzino i rendimenti attesi a causa della volatilità o della caduta dei prezzi di mercato; oppure
• che la liquidità delle obbligazioni in scadenza sia investita a condizioni di mercato più sfavorevoli (ad es. tassi di interesse più bassi)
La normativa Solvency II richiede alla Compagnia di detenere un buffer di capitale allo scopo di mantenere una solida posizione di capitale anche in presenza di condizioni di mercato sfavorevoli (per maggiori dettagli si faccia riferimento alla sezione E.2).
A questo scopo, la Compagnia gestisce i suoi investimenti in accordo con il cosiddetto “principio della persona prudente” (il “principio della persona prudente” di cui all’articolo 132 della Direttiva 2009/138/EC, richiede che la Compagnia investa solamente in attività e strumenti il cui rischio possa essere identificato, misurato, monitorato, controllato e riportato, oltre ad essere preso in considerazione nelle condizioni di solvibilità complessive della Compagnia), impegnandosi ad ottimizzare il rendimento dei suoi attivi minimizzando gli eventuali impatti negativi sulla sua posizione di solvibilità in seguito a fluttuazioni di mercato di breve periodo.
Il “Principio della persona prudente” è un principio fondamentale del processo di gestione degli investimenti della Compagnia.
I rischi finanziari inclusi nella mappa dei rischi sono:
• Rischio azionario (di seguito equity): è definito come il rischio derivante da variazioni sfavorevoli del valore di mercato degli attivi o del valore delle passività in seguito a un cambiamento dei prezzi del mercato azionario.
L’esposizione all’equity risk è presente sugli attivi finanziari sensibili ai prezzi azionari, p.e. le azioni su cui la Compagnia ha investito.
• Rischio di tassi di interesse (di seguito interest rate): è definito come il rischio derivante dalla variazione del valore di mercato degli attivi e del valore delle passività dovuto a cambiamenti del livello dei tassi di interesse nel mercato.
• Rischio di concentrazione (di seguito concentration): è definito come la possibilità di incorrere in perdite finanziarie significative dovute a un portafoglio di attivi concentrato in un ridotto numero di controparti, incrementando così la possibilità che un evento avverso colpisca solo un piccolo numero o un'unica controparte, producendo in questo modo una perdita rilevante.
• Rischio valute (di seguito currency): è definito come la possibilità di andamenti sfavorevoli del valore di mercato degli attivi o delle passività dovuto a cambiamenti nei tassi di cambio. L’esposizione al currency risk sorge da posizioni di attivi o passivi, dirette o indiretti, sensibili a variazioni dei tassi di cambio.
• Rischio immobili (di seguito property): è definito come la possibilità di andamenti sfavorevoli del valore di mercato di attivi e passivi dovuto ad un cambiamento nei livelli dei prezzi del mercato immobiliare. L’esposizione al property risk nasce da posizioni su immobili.
• Rischio di credito (di seguito spread) è definito come la sensibilità del valore delle attività, delle passività e degli strumenti finanziari a variazioni del livello o della volatilità degli spread di credito rispetto alla struttura per scadenze dei tassi di interesse privi di rischio.
Di seguito si riporta una breve descrizione dei rischi di Mercato che possono sorgere nei principali business assicurativi in cui la Compagnia è attiva:
La Compagnia investe i premi raccolti in strumenti finanziari in modo da garantire che i suoi impegni con gli assicurati siano onorati nei tempi stabiliti contrattualmente. Se il valore degli strumenti finanziari si riduce eccessivamente, la Compagnia potrebbe non riuscire ad adempiere ai suoi impegni contrattuali nei confronti degli assicurati. Per questo motivo la Compagnia deve assicurare che il valore degli strumenti finanziari garantisca un’adeguata copertura degli impegni sottoscritti con gli assicurati.
In termini di assorbimento di capitale, a YE16 la Compagnia risente maggiormente del rischio spread seguito da property e equity.
PROCESSO DI MISURAZIONE DEI RISCHI
La Compagnia, ai fini della valutazione dei rischi di Mercato e più in generale per il calcolo della misura di SCR, adotta l’approccio della Formula Standard utilizzando “parametri specifici” (solo per alcuni sottomoduli), seguendo quindi i principi declinati nelle specifiche tecniche della Formula Standard. Il processo di calcolo è modulare, organizzato per livelli di aggregazione: procede “dal basso” (con il calcolo degli SCR relativi ai rischi elementari) “verso l’alto” (aggregando per macro-tipologia di rischio), sino all’SCR di impresa, e poi eventualmente di Gruppo. Più nel particolare, i sottomoduli dei rischi di Mercato sono trattati/calcolati nel seguente modo:
• L’equity risk è modellato associando qualsiasi esposizione azionaria alle 3 macro-tipologie previste dalla normativa: equity listed on EEA o OECD market, equity not listed on EEA o OECD market e Strategic Equity Partecipation. Lo stress applicato è quello previsto da normativa con un potenziale aggiustamento per effetto del Symmetric adjustment of the equity capital charge.
• Il modulo interest rate risk modella il cambiamento nella struttura a termine dei tassi di interesse relativamente alla valuta euro, e misura l’impatto di questi cambiamenti sul valore delle obbligazioni (e sugli altri attivi sensibili al tasso di interesse) e sul valore delle future liability cash-flow.
• Il modulo concentration risk valuta l’impatto del rischio, sopportato dalla Compagnia, dovuto ad una insufficiente diversificazione nei suoi investimenti azionari, immobiliari e nel proprio portafoglio obbligazionario.
• Il modulo currency risk modella plausibili movimenti del tasso di cambio della reporting currency della Compagnia (Euro) relativamente alle valute estere ed il conseguente impatto sul valore degli attivi detenuti non denominati nella valuta locale.
• Il modulo property risk modella uno shock istantaneo di perdita di tutti gli investimenti immobiliari per singola esposizione (sia diretti sia indiretti).
• Il modulo spread risk è modellato a livello di singola esposizione distinguendo sostanzialmente tra Bond position,
Securitization position e derivati del credito. Lo stress è associato seguendo un approccio basato su Rating e Duration del singolo strumento finanziario.
C.2.2.DESCRIZIONE DELLE CONCENTRAZIONI DI RISCHI SOSTANZIALI
La concentrazione dei rischi di Mercato è modellata come previsto dalle specifiche tecniche della Formula Standard; sulla base dei risultati del modello e della composizione del bilancio, la Compagnia non ha materiali rischi di concentrazione.
C.2.3.DESCRIZIONE DELLE TECNICHE UTILIZZATE PER ATTENUARE I RISCHI E DEI PROCESSI PER CONTROLLARE CHE LE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO CONSERVINO LA LORO EFFICACIA
Al fine di garantire una gestione completa dell’impatto dei rischi di Mercato sugli attivi e sui passivi, il processo di Strategic Asset Allocation (SAA) della compagnia necessità di essere liability-driven e fortemente interdipendente con gli obiettivi e i vincoli specifici dell’impresa di assicurazione in termini anche di profitti attesi. La Compagnia, seguendo l’approccio del Gruppo Generali, ha integrato la Strategic Asset Allocation (SAA) e Asset Liability Management (ALM) all’interno di un processo unico.
Una delle principali tecniche di mitigazione del rischio usate dalla Compagnia consiste nella gestione degli attivi guidata dalle passività (liability driven management) che mira a raggiungere una gestione integrata degli attivi tenendo conto della struttura del passivo della Compagnia.
Lo scopo del processo di Strategic Asset Allocation è definire la combinazione di classi di attivi più efficiente che, in accordo con il “principio della persona prudente” di cui alla direttiva Solvency II e alle relative implementing measures, massimizza il contributo dell’investimento alla creazione del valore, tenendo conto dei vincoli sulle passività e degli indicatori di solvibilità, attuariali e di contabilità.
Il processo si basa su una stretta interazione tra le funzioni Investment, Finance, Actuarial, Tresury e Risk Management. Gli input e gli obiettivi ricevuti dalle funzioni sopra menzionate garantiscono che il processo ALM&SAA sia coerente con il RAF e con il processo di Strategic Planning e Capital Allocation.
La proposta annuale di Strategic Asset Allocation:
• Definisce l’esposizione target e i limiti, in termini di esposizione minima e massima concessa, per ciascuna classe rilevante di attivi;
• Incorpora i deliberati mismatch permessi e le possibili azioni di mitigazione che possono essere attivate lato investimenti.
Per quanto riguarda specifiche classi di attivi come (i) Private Equity, (ii) Alternative Fixed Income, (iii) Hedge Funds, (iv) derivati e prodotti strutturati, il Gruppo ha centralizzato la loro gestione e il loro monitoraggio, in particolare:
• Questo tipo di investimenti è soggetto ad una accurata due diligence, che ha lo scopo di valutare la qualità degli investimenti, il livello di rischio relativo all’investimento, la consistenza con la Strategic Asset Allocation liability- driven approvata.
• L’ampiezza e la completezza delle analisi può variare in base a determinati criteri come: la struttura dell’investimento oggetto di valutazione, il volume degli investimenti e il quadro normativo.
Oltre ai limiti di tolleranza al rischio impostati sulla posizione di solvibilità della Compagnia definiti nel RAF, è attivo un processo di monitoraggio dei rischi nel continuo come descritto dalle linee guida fornite da Capogruppo.
C.3.RISCHIO DI INADEMPIMENTO DELLA CONTROPARTE
C.3.1.DESCRIZIONE DELLE MISURE UTILIZZATE PER VALUTARE IL RISCHIO DI CREDITO, INCLUSE EVENTUALI MODIFICHE SOSTANZIALI INTERVENUTE NEL PERIODO DI RIFERIMENTO, E DEI RISCHI SOSTANZIALI A CUI È ESPOSTA
Oltre ai rischi di Mercato, gli investimenti della Compagnia sono soggetti al rischio di controparte. Tale modulo riflette le possibili perdite dovute all’inadempimento imprevisto o al deterioramento del merito di credito delle controparti e dei debitori delle imprese di assicurazione e di riassicurazione nel corso dei successivi dodici mesi. Esso copre i contratti di attenuazione del rischio, quali gli accordi di riassicurazione, le cartolarizzazioni e i derivati, nonché i crediti nei confronti di intermediari e qualsiasi altra esposizione non coperta nel sottomodulo del rischio di spread. Il modulo tiene adeguatamente conto delle garanzie collaterali o di altro genere detenute dall’impresa di assicurazione o di riassicurazione o per suo conto e dei rischi ivi associati
Più nel particolare, la normativa differenzia sostanzialmente tra due tipi di esposizioni. Nelle esposizioni di tipo 1 ricadono tipicamente perdite collegate a controparti di conti correnti, operazioni di derivati e operazioni di riassicurazione. Nelle esposizioni di tipo 2 invece rientrano controparti collegate a crediti di altra natura.
In termini di assorbimento di capitale, a YE16 la Compagnia risente maggiormente del rischio legato alle esposizioni di tipo 2.
Analogamente a quanto previsto per i rischi di Mercato, allo scopo di garantire che il livello del rischio di credito derivante dagli attivi investiti sia adeguato al business della Compagnia e alle obbligazioni assunte nei confronti degli assicurati, l’attività di investimento è svolta secondo il “principio della persona prudente” di cui all’articolo 132 della Direttiva 2009/138/EC, come stabilito dalle policy di Gruppo.
Il “principio della persona prudente” è applicato indipendentemente dal fatto che gli attivi siano soggetti al rischio di Mercato o di credito o entrambi.
C.3.2.DESCRIZIONE DELLE CONCENTRAZIONI DI RISCHI SOSTANZIALI
La concentrazione dei rischi di credito è modellata come previsto dalle specifiche tecniche della Formula Standard; sulla base dei risultati del modello e della composizione del bilancio, la Compagnia non ha materiali rischi di concentrazione.
C.3.3.DESCRIZIONE DELLE TECNICHE UTILIZZATE PER ATTENUARE I RISCHI E DEI PROCESSI PER CONTROLLARE CHE LE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO CONSERVINO LA LORO EFFICACIA
Analogamente a quanto descritto per i rischi di Mercato, i rischi creditizi sono gestiti seguendo un approccio liability driven, sono parte integrante del processo di ALM/SAA e sono soggetti ai limiti ed al monitoraggio previsto dalle linee guida del Gruppo.
C.4.RISCHIO DI LIQUIDITÀ
C.4.1.DESCRIZIONE DELLE MISURE UTILIZZATE PER VALUTARE IL RISCHIO DI LIQUIDITÀ, INCLUSE EVENTUALI MODIFICHE SOSTANZIALI INTERVENUTE NEL PERIODO DI RIFERIMENTO, E DEI RISCHI SOSTANZIALI A CUI È ESPOSTA
La Compagnia è esposta al rischio di Liquidità a causa dei possibili disallineamenti tra i flussi di cassa in entrata ed in uscita derivanti dall’attività assicurativa. Il rischio di Liquidità inoltre è intrinseco nell’attività di investimento poiché esiste un trade-off tra rendimento atteso e liquidabilità degli attivi. Infine, la Compagnia può essere esposta ad outflow di liquidità relativi alle garanzie rilasciate, impegni, margin call di contratti derivati, o vincoli normativi in materia di insurance provisions coverage ratio e di posizione di capitale.
La gestione del rischio di Liquidità, del Gruppo Generali, si basa sulla proiezione dei flussi di cassa e delle risorse disponibili in futuro, in modo da monitorare che le risorse liquide disponibili siano sempre sufficienti per coprire gli impegni dello stesso periodo.
Il Gruppo Generali ha definito una serie di metriche relative al rischio di Liquidità che vengono utilizzate per monitorare regolarmente la situazione di liquidità di ciascuna compagnia del Gruppo. Tutti i parametri definiti sono forward-looking, cioè sono calcolati ad una data futura sulla base di proiezioni di flussi di cassa, di attivi e passivi, e di una stima del livello di liquidabilità del portafoglio di attivi. I ratio sono finalizzati a misurare la capacità della Compagnia di garantire l'adempimento ai suoi obblighi di pagamento nei confronti dei clienti e degli altri stakeholders.
Le metriche sono calcolate sia secondo il cosiddetto “base scenario”, in cui i valori dei flussi di cassa, gli attivi e i passivi corrispondono a quelli previsti nel processo di piano strategico della Compagnia, che sulla base di una serie di cosiddetti "stress scenarios”, in cui i flussi di cassa previsti in entrata ed in uscita, il prezzo di mercato degli attivi e il valore delle riserve tecniche sono ricalcolati per tenere conto di circostanze improbabili, ma plausibili, che potrebbero avere un impatto negativo sulla liquidità della Compagnia.
Gli scenari di stress scelti e utilizzati nel modello di liquidità si distinguono in:
- Financial & Credit risk “diversified” scenario: simula una turbolenza finanziaria ed una conseguente riduzione del valore degli attivi;
- Life undiversified scenario (Lapse): simula in una riduzione dei premi sottoscritti ed un aumento dei riscatti delle polizze; (non applicabile)
- Non-Life undiversified scenario (P&C cat): simula un incremento dei risarcimenti diretti e indiretti.
I limiti del rischio di Liquidità sono stati definiti dalla Capogruppo in termini di valori dei parametri di cui sopra, che la Compagnia non può violare. La struttura dei limiti è definita in modo da garantire che la Compagnia detenga un “cuscinetto” di liquidità in eccesso rispetto alla quantità necessaria per far fronte alle circostanze avverse, definite negli scenari di stress.
Gli ultimi riscontri avuti dal modello di liquidità relativo a YE16 con proiezione per il 2017, mostrano che il rischio di Liquidità della compagnia rientra all’interno delle soglie previste.
C.4.2.DESCRIZIONE DELLE CONCENTRAZIONI DI RISCHI SOSTANZIALI
Concentrazioni materiali del rischio di Liquidità potrebbero derivare da grandi esposizioni verso singole controparti o gruppi di controparti. Infatti, in caso di inadempienza o di altri problemi di liquidità di una controparte verso la quale esiste una significativa concentrazione di rischio, il valore o la liquidità del portafoglio investimenti della Compagnia possono essere influenzati negativamente, compromettendo quindi la capacità della Compagnia di reperire in tempi rapidi flussi di cassa con la vendita del portafoglio sul mercato in caso di necessità. Il Gruppo Generali ha fissato soglie di investimento che consentono alla Compagnia di limitare le concentrazioni del rischio, prendendo in considerazione una serie di misure, tra cui: asset class, controparte, rating, e l’area geografica.
Al 31 dicembre 2016 non si rilevano situazioni di particolare attenzione e in ogni caso all’interno dei limiti previsti.
C.4.3.DESCRIZIONE DELLE TECNICHE UTILIZZATE PER ATTENUARE I RISCHI E DEI PROCESSI PER CONTROLLARE CHE LE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO CONSERVINO LA LORO EFFICACIA
La Compagnia gestisce e mitiga il rischio di Liquidità in coerenza con la struttura stabilita nel regolamento interno del Gruppo. La Compagnia vuole garantire la capacità di far fronte ai propri impegni anche in caso di scenari avversi, oltre al raggiungimento dei suoi obiettivi di redditività e di crescita. A tal fine, gestisce i flussi di cassa attesi in entrata ed in uscita in modo da mantenere un livello di liquidità disponibile sufficiente a soddisfare le esigenze di breve e medio termine e investe in strumenti che possono essere rapidamente e facilmente convertiti in denaro con perdite minime di capitale. La Compagnia valuta la situazione di liquidità prospettica in condizioni di mercato plausibili e in scenari di stress.
La Compagnia ha stabilito una chiara governance per la misurazione, la gestione, la mitigazione e il reporting del rischio di Liquidità in coerenza con le norme del Gruppo, incluso il settaggio di limiti specifici e il processo di escalation in caso di violazione dei limiti o di altri problemi di liquidità.
I principi della gestione del rischio di Liquidità definiti nel RAF sono completamente integrati nella pianificazione strategica, nonché nei processi di business, tra cui gli investimenti e lo sviluppo prodotti. Per quanto riguarda gli investimenti, il Gruppo Generali ha esplicitamente identificato il rischio di Liquidità come uno dei principali rischi connessi agli investimenti e ha stabilito che il processo di Strategic Asset Allocation deve potersi basare su indicatori strettamente connessi al rischio di Liquidità, tra cui il mismatch di duration e flussi di cassa tra attivi e passivi. Alla Compagnia vengono imposti limiti di investimento, al fine di garantire che la quota di attività illiquide si mantenga all'interno di un livello che non pregiudichi la disponibilità di liquidità per la Compagnia. Per quanto riguarda lo sviluppo prodotti, il Gruppo ha definito nelle sue policy di sottoscrizione Vita e Non Vita i principi da applicare per mitigare l'impatto sulla liquidità di abbandoni e riscatti per quanto riguarda il business Vita e dei sinistri per le LoB Non Vita.
C.4.4.UTILI ATTESI COMPRESI IN PREMI FUTURI
Gli utili attesi compresi nei premi futuri (EPIFP) sono descritti nel capitolo “E. Gestione del Capitale”.
C.5.RISCHI OPERATIVI
C.5.1.DESCRIZIONE DELLE MISURE UTILIZZATE PER VALUTARE I RISCHI OPERATIVI, INCLUSE EVENTUALI MODIFICHE SOSTANZIALI INTERVENUTE NEL PERIODO DI RIFERIMENTO, E DEI RISCHI SOSTANZIALI A CUI È ESPOSTA
Il rischio Operativo è definito come il rischio di perdite derivanti da processi interni, risorse umane e sistemi inadeguati o da eventi esterni. All’interno di questa categoria rientrano anche il rischio di compliance e il financial reporting risk.
In linea con le prassi del settore, il Gruppo Generali adotta le seguenti categorie di classificazione:
▪ Frode Interna: perdite dovute ad azioni destinate a frodi, appropriazione indebita o ad aggirare i regolamenti, la legge o le Policy aziendali, ad esclusione di episodi di discriminazione, che coinvolgano almeno una parte interna;
▪ Frode esterna: perdite dovute ad azioni destinate a frodi, appropriazione indebita o ad aggirare la legge, compiute da soggetti terzi;
▪ Employment Practices e Sicurezza sul Lavoro: perdite derivanti da azioni in contrasto con le leggi o gli accordi sull’impiego, la salute o la sicurezza, da pagamenti di sinistri per lesioni personali, o da episodi di discriminazione;
▪ Clienti, Prodotti e prassi commerciali: perdite derivanti da inadempienze involontarie o da negligenze, relative a obblighi professionali verso clienti specifici (inclusi i requisiti di affidabilità e di adeguatezza), o dalla natura o dalla progettazione di un prodotto;
▪ Danni a Beni Materiali: perdite dovute a danni a beni materiali causati da disastri naturali o altri eventi;
▪ Interruzioni e malfunzionamento dei sistemi: perdite dovute ad interruzioni del servizio o avarie dei sistemi;
▪ Esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite legate al fallimento di transazioni in corso o gestione di processi, da relazioni con controparti commerciali e fornitori.
L’attività di gestione dei rischi Operativi è regolamentata da politiche e linee guida, che definiscono principi, metodologie di valutazione e processi da porre in essere al fine di individuare, misurare i rischi e identificare le azioni di mitigazione degli stessi.
Il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità per il rischio Operativo viene effettuato sulla base della formula standard. Inoltre i responsabili delle strutture operative, con il supporto della funzione di Risk management e Compliance, per le aree di loro competenza, effettuano ulteriori valutazioni di tipo quali/quantitativo, volte ad identificare le specifiche tipologie di rischi Operativi nelle proprie aree aziendali, valutare il loro possibile impatto ed individuare le eventuali azioni di mitigazione da porre in essere.
Seguendo le best practice di settore, il processo del Gruppo Generali per la valutazione del rischio Operativo comprende come attività principali la Loss Data Collection (LDC), il risk assessment e la analisi di scenario.
La Loss Data Collection è un processo sistematico di raccolta dati relativi ad eventi che producono perdite operative superiori ad una soglia predefinita, offrendo una visione retrospettiva delle perdite subite.
Il risk assessment e l'analisi degli scenari (scenario analysis) sono processi ricorrenti ed offrono una visione prospettica dei rischi ai quali la Compagnia è esposta. In particolare:
• Il risk assessment (condotto in coordinamento con la Compliance) fornisce una valutazione qualitativa delle esposizioni ai rischi in un determinato orizzonte temporale, considerando le attività di controllo poste in essere, volta ad identificare i principali rischi per i quali svolgere analisi più approfondite (analisi di scenario);
• L'analisi di scenario (svolto in collaborazione con i diversi risks owner) ha lo scopo di valutare qualitativamente e quantitativamente i principali rischi identificati. In particolare vengono valutate sia la probabilità di accadimento e le perdite derivanti da scenari di rischio ‘ordinari’ (typical case), che le perdite in caso di eventi straordinari particolarmente negativi (worst case).
C.5.2.DESCRIZIONE DELLE TECNICHE UTILIZZATE PER ATTENUARE I RISCHI E DEI PROCESSI PER CONTROLLARE CHE LE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO CONSERVINO LA LORO EFFICACIA
I rischi Operativi sorgono inevitabilmente con l’esercizio dell’attività d’impresa in quanto endogeni a processi e procedure necessari per garantire il normale svolgimento della operatività aziendale ovvero derivanti da fattori esterni.
I rischi Operativi possono determinare per l’impresa solo effetti economici negativi, che si manifestano attraverso una perdita e/o un mancato guadagno.
Fattori ambientali esterni, come ad esempio l’utilizzo sempre più frequente di strumenti tecnologici anche nelle fasi di gestione del cliente e sviluppo dei prodotti con alto contenuto telematico, nonché fattori interni, legati anche alla revisione e semplificazione dei processi, possono tra le altre cose determinare un aumento dei rischi Operativi per la Compagnia.
La gestione dei rischi coinvolge i responsabili delle singole unità organizzative (risk owner) a cui è assegnato il compito di assicurare la corretta gestione dei rischi correlati alle attività svolte e di implementare adeguate attività di controllo, nel rispetto dell’assetto organizzativo e degli indirizzi impartiti dall’Amministratore Delegato per garantire l’attuazione delle direttive in materia di gestione dei rischi e di controlli interni dettate dal Consiglio di Amministrazione.
La metodologia di gestione dei rischi Operativi prevede che i risk owner, chiamati a valutare nel continuo l’esposizione ai rischi anche attraverso apposite sessioni di risk assessment individuino una serie di misure di mitigazione del rischio con lo scopo di migliorare ulteriormente il controllo, riducendo l'esposizione al rischio e raggiungendo una maggiore efficienza operativa.
Per particolari tipologie di rischi particolarmente rilevanti esistono apposite funzioni aziendali deputate a monitorarne l’andamento (ad esempio struttura antifrode, struttura a supporto del Dirigente Preposto, antiriciclaggio, privacy,..).
Per quanto riguarda le funzioni di controllo:
• Il Risk Management ha al suo interno un’unità organizzativa che - in coordinamento con Capogruppo - ha il compito di indirizzare e supportare i risk owner nell’identificare, valutare, monitorare e mitigare i rischi Operativi e monitorare l’implementazione delle azioni identificate.
• La funzione di Compliance presidia il rischio di non conformità alle disposizioni normative, regolamentari o di autoregolamentazione ed ai principi etici.
C.6.ALTRI RISCHI
Al fine di fornire una visione completa del profilo di rischio della Compagnia, in aggiunta ai rischi definiti nelle sezioni da C.1 a C.5, e per i quali è prevista una valutazione quantitativa in termini di requisito di capitale, ci sono altri rischi a cui la Compagnia è esposta in virtù della propria attività di business per i quali non è previsto un requisito patrimoniale di solvibilità specifico. Tali rischi sono:
• Rischi Emergenti, cioè i nuovi rischi che possano comportare un incremento inatteso delle esposizioni a categorie di rischio già individuate ovvero richiedere l’introduzione di una nuova categoria. I rischi emergenti sono legati all’evoluzione del contesto interno ed esterno all’impresa, spesso riconducibili a cambiamenti ambientali, fenomeni sociali, sviluppi regolamentari, progressi tecnologici, ecc. Per la valutazione di questi rischi, la Compagnia si basa sull’insieme di informazioni fornite dalla Capogruppo e assicura un’adeguata discussione degli stessi con tutte le principali funzioni del Business;
• Rischi Reputazionali. riferiti a potenziali perdite che derivano dal deterioramento o da una percezione negativa della Compagnia tra i suoi clienti, controparti o Autorità di Xxxxxxxxx. La Compagnia, in modo proattivo e in linea con le
disposizioni di Gruppo, pone molta attenzione ai processi aziendali che possono generare eventi con un forte impatto reputazionale. La Compagnia mira ad evitare qualsiasi evento dal quale può scaturire un rischio reputazionale, e qualora questo si dovesse verificare, si impegna a garantire una gestione veloce, trasparente ed efficace dello stesso.
• Rischi di contagio derivanti dall’appartenenza al Gruppo, ovvero i rischi per i quali situazioni di difficoltà che insorgano in un’entità del Gruppo possano propagarsi con effetti negativi sulla situazione patrimoniale, economica o finanziaria della Compagnia. In linea con le disposizioni di Gruppo, la Compagnia nello svolgimento della sua attività di business e di investimento opera limitando e mitigando tali rischi. In tale ottica si segnala come il Gruppo, negli ultimi anni, abbia operato per rafforzare il coordinamento e il rispetto di principi e norme comuni tra le diverse compagnie del Gruppo, in tutte le attività, mediante anche l’emissione di politiche e linee guida, così da limitare ogni tipo di insorgenza di rischio di contagio.
• Rischi strategici, originati dai cambiamenti esterni e/o dalle decisioni interne che possono compromettere il profilo di rischio della Compagnia. La gestione del rischio strategico è essenzialmente integrata nel processo di piano strategico e mira ad identificare i principali rischi e scenari che compromettono il raggiungimento degli obiettivi di piano strategico.
C.7.ALTRE INFORMAZIONI
C.7.1.ALTRE INFORMAZIONI RILEVANTI SUL PROFILO DI RISCHIO DELLA COMPAGNIA
DESCRIZIONE DEI METODI UTILIZZATI, DELLE IPOTESI FORMULATE E DEI RISULTATI DELLE PROVE DI STRESS, NONCHÉ DELLE ANALISI DI SENSIBILITÀ A RISCHI E FATTI SOSTANZIALI CHE RIGUARDANO LA SENSIBILITÀ AL RISCHIO DELLA COMPAGNIA
Al fine di testare la solidità della posizione di solvibilità della Compagnia in caso di condizioni di mercato avverse o di shock, vengono effettuati un insieme di stress test e analisi di sensitività. Gli eventi avversi sono definiti considerando eventi inattesi, potenzialmente gravi, ma tuttavia plausibili. L’analisi delle evidenze, in termini di impatto sulla posizione finanziaria e di capitale, permette alla Compagnia di effettuare considerazioni sulle potenziali misure di mitigazione ritenute appropriate nel caso in cui tale evento si dovesse realizzare.
Le sensitivity considerano cambiamenti in specifici risk driver (ad esempio: shock azionari, di credito ed immobiliari). Il loro obiettivo principale è di misurare la variabilità dei Fondi Propri e del Solvency Capital Requirement e la solidità del Solvency Ratio alle variazioni dei più significativi risk factors.
Al fine di verificare l’adeguatezza della posizione di solvibilità ai cambiamenti delle condizioni di mercato, sono state effettuate le seguenti sensitivity:
Sensitivity
Spread BTP +100 bps Equity DW (-20%)
Property DW (-10%)
L’impatto delle suddette sensitivity sul Solvency Ratio è riportato nel Capitolo “X. Xxxxxxxx del Capitale”.
D.Valutazione ai fini di Solvibilità
Il presente paragrafo descrive i criteri di valutazione e le metodologie utilizzate dalla Compagnia per la determinazione del valore delle attività e delle passività ai fini di solvibilità (“valore equo”).
METODI DI VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ’ E DELLE PASSIVITÀ’ NON TECNICHE
Il Regolamento Delegato, all’articolo 9, precisa che i principi contabili internazionali (IFRS), adottati dalla Commissione Europea a norma del regolamento n. 1606/2002, si applicano per la valutazione, ai fini della Solvency II, delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche, a condizione che tali principi includano metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’art. 75 della Direttiva. L’obiettivo principale della Direttiva, nella definizione dei metodi di valutazione, è garantire norme armonizzate per la determinazione dei valori economici delle attività e passività alla data di valutazione. Di conseguenza, la Compagnia, nella definizione del fair value delle proprie poste di bilancio, ha utilizzato modelli che considerano il rischio connesso alla stima di determinati parametri coerenti con le variabili mercato, ove disponibili.
Sulla base di tale approccio, le attività e le passività sono valutate come segue:
i. le attività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato;
ii. le passività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere trasferite, o regolate, tra parti consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato.
Nella valutazione delle passività di cui al punto (ii) sono stati considerati gli aggiustamenti relativi all’impatto del merito di credito della Compagnia al fine della loro eliminazione, in coerenza con quanto richiesto dalla Direttiva.
Il corpo dei principi contabili internazionali, in termini di definizione, classificazione, misurazione e rilevazione delle voci di attivi e passivi è applicabile integralmente, salvo diversamente disposto dal Regolamento Delegato. I postulati alla base dei suddetti principi sono:
• il presupposto della continuità aziendale;
• la valutazione separata delle singole attività e passività;
• l’assunzione della materialità: errori o omissioni sono da considerarsi materiali se possono, a livello individuale o di gruppo, influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori del bilancio; la materialità dipende dall’entità e dalla natura dell’errore o omissione, o del distorto giudizio in determinate circostanze. La natura o l’entità delle voci di bilancio, o una combinazione di entrambi gli elementi, può essere un fattore determinante.
APPROCCIO DI MISURAZIONE DEL VALORE EQUO (FAIR VALUE)
Le voci di attivo e passivo devono essere valutate su basi economiche, come previsto all’art. 75 della Direttiva, facendo riferimento ai principi contabili internazionali IFRS, che per raggiungere questo obiettivo procedono a far prevalere la “sostanza alla forma”. Infatti, la definizione del valore equo delle attività e delle passività riportata nell’IFRS 13 è basata sulla nozione di “prezzo di chiusura sul mercato”, ed è un metodo di valutazione che richiede l’applicazione di una definita gerarchia di input.
GERARCHIA DEL VALORE EQUO (FAIR VALUE).
Al fine di garantire la coerenza e la comparabilità delle valutazioni del valore equo e delle relative informazioni integrative, l’IFRS 13 stabilisce una gerarchia del fair value che classifica in tre livelli gli input delle tecniche di valutazione adottate. Tale gerarchia attribuisce la massima priorità ai prezzi quotati (non rettificati) in mercati attivi per attività o passività identiche a quelli presenti sui mercati (dati di Livello 1) e la priorità minima agli input non osservabili (dati di Livello 3).
Ancorchè i dati utilizzati per valutare il fair value di un’attività o passività possano essere classificati in diversi livelli della gerarchia del fair value, il valore del fair value di tale attività o passività è classificato interamente nello stesso livello della gerarchia in cui è classificato l’input di più basso livello.
Input di livello 1
Gli input di Livello 1 sono i prezzi quotati non rettificati in mercati attivi per attività o passività identiche a quelle presenti sui mercati stessi, a cui la Compagnia può accedere alla data di valutazione.
Se la Compagnia detiene una posizione in una singola attività o passività (inclusa una posizione che comprende un ampio numero di attività o passività identiche, come ad esempio gli strumenti finanziari) e l’attività o passività è negoziata in un mercato attivo, il fair value di quella attività o passività viene calcolato come il prodotto del prezzo quotato per la singola attività o passività per la quantità posseduta dalla Compagnia ed è classificato nel Livello 1. Ciò avviene anche se il normale volume giornaliero di negoziazioni non è sufficiente ad assorbire la quantità posseduta e il collocamento di ordini per vendere la posizione con un’unica operazione potrebbe influire sul prezzo quotato.
Input di livello 2
Gli input di Livello 2 sono input diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1 osservabili direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività.
Essi comprendono:
✓ prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi;
✓ prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi;
✓ dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o la passività, quali ad esempio:
o tassi di interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati;
o volatilità implicite; e
o spread creditizi;
✓ input avvalorati dal mercato, che possono non essere direttamente osservabili, ma sono basati su dati di mercato osservabili o da essi supportati.
Input di livello 3
Gli input di Livello 3 sono input non osservabili per l’attività o per la passività oggetto di valutazione.
Gli input non osservabili vengono utilizzati per determinare il valore equo nella misura in cui gli input osservabili rilevanti non siano disponibili.
La Compagnia elabora input non osservabili utilizzando le migliori informazioni disponibili nelle circostanze specifiche, che potrebbero anche includere i dati propri; la Compagnia può iniziare dai dati propri, ma deve rettificarli se informazioni ragionevolmente disponibili indicano che altri operatori di mercato utilizzano dati diversi.
MISURAZIONE DEL VALORE EQUO (FAIR VALUE)
L’obiettivo della misurazione del valore equo è stimare il prezzo che la Compagnia percepirebbe per la vendita di un’attività, ovvero che pagherebbe per il trasferimento di una passività, in un’ordinaria transazione di mercato tra controparti consapevoli e consenzienti, a normali condizioni e alla data di valutazione.
L’approccio seguito, in genere, prevede che la misurazione del valore equo:
• sia riferita a una particolare attività o passività (coerentemente con la propria unità di conto);
• nel caso di un’attività non finanziaria, consideri la capacità di un operatore di mercato di generare benefici economici impiegando l’attività nel suo massimo e migliore utilizzo, o vendendola a un altro operatore di mercato che la impiegherebbe al suo massimo e miglior utilizzo;
• consideri il principale (o più vantaggioso) mercato di riferimento per gli attivi o i passivi;
• utilizzi tecniche di valutazione appropriate, adatte alle circostanze e per le quali siano disponibili dati sufficienti per massimizzare l’utilizzo di input osservabili rilevanti sul mercato, e il livello della gerarchia di input sia classificato.
Inoltre, come previsto dall’IFRS 13, la Compagnia ha seguito specifiche linee guida nella misurazione del valore equo; in particolare:
• ha considerato le caratteristiche di singole attività o passività e il prezzo determinato dagli operatori di mercato sulla base di tali caratteristiche alla data di valutazione (per esempio, la condizione o l’ubicazione dell’attività; e le eventuali limitazioni alla vendita o all’uso dell’attività);
• ha supposto che l’attività o passività venga scambiata in una regolare transazione tra operatori di mercato, alle correnti condizioni per la vendita dell’attività o il trasferimento della passività, alla data di valutazione;
• ha considerato l’operazione di vendita dell’attività o di trasferimento della passività nel mercato principale dell’attività o passività; o, in assenza di un mercato principale, nel mercato più vantaggioso per l’attività o passività;
• con riferimento alle attività non finanziarie, ha preso in considerazione il massimo e miglior utilizzo delle stesse;
ha utilizzato il presupposto che una passività finanziaria o non finanziaria, oppure uno strumento rappresentativo di capitale di un’entità (per esempio, le interessenze emesse come corrispettivo nell’ambito di un’aggregazione aziendale), vengano trasferiti ad un operatore di mercato alla data di valutazione, senza regolamento, annullamento o cancellazione dello strumento a tale data.
D.1.ATTIVITÀ
D.1.1.INFORMAZIONI SPECIFICHE SULLA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’
I paragrafi seguenti intendono descrivere il valore delle attività a fini di solvibilità e per i bilanci, i criteri di valutazione e la metodologia comune utilizzata dal Gruppo per la determinazione del fair value delle attività e delle passività. Nell'ambiente Solvency II, i beni, oltre alle eccezioni elencate di seguito, sono valutate al fair value. La valutazione equa dovrebbe essere generalmente determinata in conformità ai principi IFRS applicando il quadro come descritto al punto precedente del quadro generale di valutazione. Solo per alcune voci specifiche sono necessarie eccezioni o sono esclusi i metodi di valutazione IFRS.
In particolare, le eccezioni relative alle attività si riferiscono a:
▪ Avviamento e attività immateriali;
▪ Partecipazioni (o imprese collegate);
AVVIAMENTO E ATTIVITÀ IMMATERIALI.
Le attività immateriali sono state iscritte ad un valore nullo nel bilancio a fini di solvibilità, in quanto è possibile iscrivere un valore diverso esclusivamente qualora possa essere dimostrato che l’attività possa essere venduta separatamente, e possa essere dimostrata l’esistenza di un valore per attività identiche o simili, calcolato utilizzando prezzi di mercato quotati in mercati attivi. Non ricorrendo tali presupposti, la Compagnia ha valutato le proprie attività immateriali, pari a zero.
PARTECIPAZIONI
La partecipazione in un’impresa è rappresentata dalla detenzione, diretta o tramite un rapporto di controllo, di almeno il 20% dei diritti di voto o del capitale dell’impresa da parte della Compagnia.
Per DAS Assicurazioni, ai fini di Solvency II, la classificazione e il calcolo del fair value delle partecipazioni è gestito dalla Capogruppo, Assicurazioni Generali S.p.A., nell’ambito del processo di Market Value Balance Sheet di Gruppo, al fine di migliorare la coerenza dei dati ed armonizzarne l’approccio.
Valutazione delle imprese partecipate
Il diagramma sottostante illustra l’approccio utilizzato dal Gruppo Generali per la valutazione delle partecipazioni.
Si osserva che, nonostante il concetto di controllo e di influenza notevole definito nei principi contabili internazionali sia mutuato, non si applicano tali principi per determinare il valore delle partecipazioni a fini di Solvency II, in quanto non riflettono il concetto di valutazione economica richiesta dall’art. 75 della Direttiva.
Tale approccio è coerente con l’articolo 13 del Regolamento Delegato, che indica una specifica gerarchia di metodi di valutazione da utilizzare ai fini del nuovo regime di solvibilità.
Coerentemente a quanto previsto dalla normativa, la Compagnia ha utilizzato i seguenti criteri:
a) prezzi di mercato quotati in mercati attivi, per le società quotate;
b) metodo del patrimonio netto aggiustato, nei casi in cui non sia possibile applicare la metodologia di cui al punto a);
c) metodo del patrimonio netto IFRS aggiustato, principalmente nel caso di società partecipate non assicurative;
d) tecniche alternative di valutazione, nel caso di società collegate o società soggette a controllo comune.
Partecipazioni
Utilizzo di prezzi quotati
su mercati attivi
Società controllate Altre
Se non possibile
Società assicurative Società non assicurative
Società assicurative Società non assicurative
Metodo del PN aggiustato
Metodo del PN aggiustato
Metodo del PN IFRS
aggiustato
Metodo del PN aggiustato
Metodo del PN aggiustato
Metodo del PN IFRS
aggiustato
Se non possibile
Metodi alternativi
In caso di disponibilità di prezzi quotati in mercati attivi, il valore della partecipazione corrisponde a tale valore. Il prezzo di mercato include altresì valutazioni effettuate su elementi della partecipata che non dovrebbero essere considerati in uno stato patrimoniale redatto ai fini di Solvency II (come per esempio il valore dell’avviamento e degli attivi immateriali), tuttavia, poiché tale valore corrisponde al prezzo quotato in un mercato attivo, ed è quello a cui presumibilmente la Compagnia potrebbe vendere la propria quota di partecipazione, tale valutazione è giustificata.
Per le partecipazioni non quotate, in particolare in società controllate o altre legal entities consolidate da Capogruppo (ad esempio le joint venture), viene utilizzato il metodo del patrimonio netto aggiustato per la valutazione delle partecipazioni in società di assicurazione o riassicurazione. Il metodo del patrimonio netto aggiustato rappresenta la quota di competenza dell’eccesso delle attività sulle passività, in accordo con l’art. 75 della Direttiva.
Nel caso in cui la partecipata non sia una società assicurativa o riassicurativa, viene utilizzato invece il metodo del patrimonio netto IFRS aggiustato, al netto del valore dell’avviamento. Per le società collegate, qualora non sia possibile applicare tale metodo, è possibile utilizzare un metodo di valutazione alternativo coerente con l’approccio definito nell’art. 75 della Direttiva. L’utilizzo del metodo del patrimonio netto IFRS aggiustato, anziché del metodo del patrimonio netto aggiustato, potrebbe non condurre a una corretta valutazione poiché, in molti casi, non tutte le voci di bilancio sono valutate al valore equo; tuttavia, tale metodo viene introdotto per facilitare e armonizzare la valutazione qualora sia difficile valutare lo stato patrimoniale della
partecipata sulla base dei principi di Solvency II. Pertanto tale metodologia può essere applicata solo qualora sia la medesima utilizzata nel bilancio. La deduzione dell’avviamento avviene al fine di rendere coerente tale metodo con quello del patrimonio netto aggiustato.
D.1.2.DETTAGLIO DELLE DIFFERENZE TRA VALUTAZIONI AI FINI DEL BILANCIO D’ESERCIZIO E AI FINI DEL BILANCIO DI SOLVIBILITA’ PER LE PRINCIPALI CLASSI DI ATTIVI
Tenuto conto dei principi generali di valutazione relativi al bilancio di solvibilità spiegati nelle precedenti sezioni, si presenta una tabella riepilogativa con il confronto tra bilancio d’esercizio e bilancio di solvibilità e la descrizione dei differenti criteri di rilevazione e valutazione per classe di attività sostanziale.
Dati in migliaia di € | Valore solvibilità II Va | lore della contabilità obbligatoria |
Attività | ||
Attività immateriali | 0 | 396 |
Attività fiscali differite | 375 | 4.653 |
Utili da prestazioni pensionistiche | 0 | 0 |
Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio | 694 | 582 |
Investimenti (diversi da attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a quote) | 127.627 | 121.967 |
Immobili (diversi da quelli per uso proprio) | 1.138 | 283 |
Quote detenute in imprese partecipate, incluse le partecipazioni | 14.090 | 13.000 |
Strumenti di capitale | 1.723 | 1.689 |
Strumenti di capitale - Quotati | 1.722 | 1.686 |
Strumenti di capitale - Non quotati | 1 | 3 |
Obbligazioni | 96.876 | 93.267 |
Titoli di Stato | 60.201 | 58.065 |
Obbligazioni societarie | 30.402 | 29.077 |
Obbligazioni strutturate | 6.274 | 6.125 |
Titoli garantiti | 0 | 0 |
Organismi di investimento collettivo | 13.799 | 13.728 |
Derivati | 0 | 0 |
Depositi diversi da equivalenti a contante | 0 | 0 |
Altri Investimenti | 0 | 0 |
Attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a quote | 0 | 0 |
mutui ipotecari e prestiti | 209 | 209 |
Prestiti su polizze | 0 | 0 |
Mutui ipotecari e prestiti a persone fisiche | 209 | 209 |
altri mutui ipotecari e prestiti | 0 | 0 |
Importi recuperabili da riassicurazione da: | 507 | 545 |
Non vita e malattia simile a non vita | 507 | 545 |
Non vita esclusa malattia | 507 | 545 |
Malattia simile a non vita | 0 | 0 |
Vita e malattia simile a vita, escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote | 0 | 0 |
Malattia simile a vita | 0 | 0 |
Vita, escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote | 0 | 0 |
obbligatoria
Dati in migliaia di € Valore solvibilità II Valore della contabilità
Vita collegata a un indice e collegata a quote 0 0
Depositi presso imprese cedenti | 0 | 0 |
Crediti assicurativi e verso intermediari | 18.478 | 18.364 |
Crediti riassicurativi | 186 | 186 |
Crediti (commerciali, non assicurativi) | 3.107 | 3.097 |
Azioni proprie (detenute direttamente) | 0 | 0 |
Importi dovuti per elementi dei fondi propri o fondi iniziali richiamati ma non ancora versati | 0 | 0 |
Contante ed equivalenti a contante | 5.952 | 5.952 |
Tutte le altre attività non indicate altrove | 121 | 121 |
Totale delle attività | 157.255 | 156.072 |
La differenza complessiva di valore sulle attività è pari a 1.183 migliaia ed è determinata dal confronto tra la valutazione delle poste a valori di mercato, definiti con i criteri di Solvency II, ed a valori di bilancio, propri del regime di solvibilità precedente.
Di seguito le poste per le quali emergono le principali differenze nei criteri di valutazione tra bilancio d’esercizio e bilancio di solvibilità.
IMPOSTE DIFFERITE ATTIVE
La rilevazione e l'iscrizione della attività fiscali differite verrà trattata al paragrafo D.3.1 unitamente alle passività fiscali differite.
La differenza tra i valori del bilancio d’esercizio e quelli del bilancio di solvibilità sorge a fronte delle differenze valutative sulle altre poste con l’abbattimento delle attività fiscali differite di bilancio per 4.278 migliaia.
QUOTE DETENUTE IN IMPRESE PARTECIPATE
Nel bilancio d'esercizio le partecipazioni sono iscritte sulla base dell'appartenenza al comparto durevole. La partecipazione iscritta nel comparto non durevole è pari a 13 milioni di euro ed è valutata al minore tra il costo di acquisto e il presumibile valore di realizzo. Il costo originario dei titoli ad utilizzo durevole e non durevole viene ripristinato, in tutto o in parte, qualora siano venuti meno i motivi delle svalutazioni effettuate.
Nel bilancio di solvibilità i valori sono iscritti secondo le regole specifiche delineate nella relativa sezione del paragrafo D.1.1..
Ai fini del bilancio di solvibilità il maggior valore delle partecipazioni per 1.090 migliaia è attribuibile a DAS Legal Services srl. Tale maggior valore è attribuibile al processo di valutazione che ha valorizzato le voci al fair value; il metodo utilizzato per la valutazione è l’”adjusted equity method”. In particolare la maggior valorizzazione è attribuibile alle proprietà immobiliari della Società.
PORTAFOGLIO TITOLI (STRUMENTI DI CAPITALE, OBBLIGAZIONI, ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVI)
Nel bilancio d'esercizio i titoli sono iscritti sulla base dell'appartenenza al comparto durevole o non durevole. I titoli classificati nel comparto durevole, in quanto destinati a essere mantenuti stabilmente nel patrimonio aziendale, sono iscritti al costo medio ponderato rettificato delle svalutazioni derivanti da perdite durevoli di valore. I titoli iscritti nel comparto non durevole sono valutate al minore tra il costo di acquisto e il presumibile valore di realizzo.
Il costo originario dei titoli ad utilizzo durevole e non durevole viene ripristinato, in tutto o in parte, qualora siano venuti meno i motivi delle svalutazioni effettuate.
Nel bilancio di solvibilità i valori sono iscritti al fair value.
In particolare il maggior valore dei titoli obbligazionari per 3.609 migliaia nel bilancio di solvibilità è dovuto completamente alle plusvalenze latenti sui titoli di stato, mentre il maggior valore complessivo dei fondi comuni di investimento per 72 migliaia, si determina per la medesima motivazione sopra riportata.
ATTIVI IMMATERIALI
Nel bilancio di esercizio comprendono gli oneri pluriennali che sono generalmente legati a progetti di sviluppo relativi ad applicativi informatici, generalmente ammortizzati in cinque esercizi.
Nel bilancio di solvibilità i valori sono iscritti secondo le regole specifiche delineate nella relativa sezione del paragrafo D.1.1. generando una differenza con il bilancio d’esercizio pari a 396 migliaia, visto che sono internamente eliminati.
IMMOBILI, IMPIANTI E ATTREZZATURE POSSEDUTI PER USO PROPRIO
Tale voce accoglie i terreni e fabbricati destinati ad un utilizzo durevole e le risorse fisiche (mobili, macchine d'ufficio) che la Compagnia impiega su orizzonti pluriennali. Le ristrutturazioni, le migliorie e le integrazioni agli impianti, interventi tutti finalizzati al prolungamento della vita delle unità immobiliari e ad accrescerne la redditività, sono capitalizzati.
Tali attivi sono iscritti, nel bilancio d’esercizio, al costo di acquisizione, comprensivo degli oneri accessori d’acquisto e sistematicamente ammortizzati su base temporale in relazione alla vita utile stimata. Le nuove acquisizioni ed i lavori effettuati sono iscritti al costo. I beni immobili vengono ammortizzati secondo criteri economico-tecnici, adottando aliquote costanti nel tempo (3,33%); qualora i fabbricati incorporino anche il terreno sul quale essi insistono, il valore del fabbricato viene scorporato e solo questo valore così determinato è sottoposto al processo di ammortamento.
Nel bilancio di solvibilità, i terreni e fabbricati sono iscritti al fair value, determinato sulla base di una relazione di stima redatta da un perito indipendente in base alle caratteristiche intrinseche ed estrinseche del bene e tenendo conto della sua redditività. Le stime sono state sviluppate utilizzando il criterio della capitalizzazione.
DEPOSITI DIVERSI DA EQUIVALENTI A CONTANTE
Non vi sono valorizzazioni in specie.
MUTUI IPOTECARI E PRESTITI E DEPOSITI PRESSO IMPRESE CEDENTI
I prestiti sono iscritti nel bilancio d'esercizio al valore nominale che, tenuto conto delle loro caratteristiche, corrisponde al presumibile valore di realizzo.
Nel bilancio di solvibilità i valori sono iscritti al fair value.
TUTTE LE ALTRE ATTIVITA’
Si tratta di una classe residuale di attivi, nella quale gli importi maggiormente rilevanti si riferiscono, ai conti transitori attivi di riassicurazione e a ratei e risconti attivi non afferenti strumenti finanziari.
D.2.RISERVE TECNICHE D.2.1.RISERVE TECNICHE VITA
La Compagnia non opera nel business vita.
D.2.2.RISERVE TECNICHE NON VITA
Per il calcolo del fair value Solvency II delle riserve tecniche Non Vita sono stati utilizzati, quali dati di partenza, i valori determinati in base a quanto disposto dall’IFRS 4, che si differenziano dai valori presenti nel bilancio d’esercizio per lo storno delle riserve integrative della riserva premi e delle riserve di perequazione, e sono espressi al netto delle somme da recuperare.
Si esplicita per le maggiori LoB il passaggio tra le riserve IFRS e le riserva Fair Value (FV) al netto della riassicurazione passiva.
Riserve Tecniche | DAS S.p.A. | ||
Tipo di lavoro | Netto | IFRS | FV |
Diretto | Tutela Legale | 73.269 | 63.111 |
Assistenza | 1 | 0 | |
Perdite Pecuniarie | 2.234 | 1.076 | |
Accettato | Tutela Legale | 34.198 | 31.711 |
Totale Riserve | 109.702 | 95.898 |
Il Fair Value delle Riserve Tecniche Danni, relativamente a:
• sinistri a riserva, denunciati o meno, accaduti prima della data di valutazione, i cui costi e le spese relative non siano state ancora completamente pagate entro quella data (Riserva Sinistri);
• sinistri futuri relativi a contratti in essere alla data della valutazione, o per i quali esiste un obbligo di fornire copertura (Riserva Premi),
è ottenuto come saldo delle seguenti componenti:
• Valutazione a costo ultimo delle riserve tecniche (UBEL: Undiscounted Best Estimate Liability);
• Sconto per l’attualizzazione alla data di riferimento;
• Aggiustamento per il rischio di controparte relativo alle riserve cedute;
• Margine di rischio ai fini della determinazione del FV.
Di seguito sono brevemente descritti i metodi e le ipotesi utilizzate per ognuna delle precedenti componenti, separatamente per le Riserve Sinistri e le Riserve Premi.
SINISTRI E CLASSI OMOGENEE DI RISCHIO
Al fine di effettuare un'adeguata analisi attuariale delle riserve tecniche e di effettuare le proiezioni al costo ultimo, sono stati utilizzati dati storici dei pagamenti e dei sinistri avvenuti (l’incurred), al lordo della riassicurazione. Lo sviluppo dei dati utilizzati per questo scopo soddisfa i requisiti di appropriatezza, materialità e completezza.
Ogni portafoglio è selezionato in maniera da identificare gruppi omogenei di rischi, tipo di copertura, e altre specificità, come ad esempio l’arco temporale di sviluppo dei sinistri. Il livello minimo di granularità adottato considera la suddivisione tra differenti categorie (lavoro diretto, lavoro proporzionale e non proporzionale) e, per ogni categoria, sono identificate tre linee di business: Assicurazione tutela legale (Legal expenses); Assistenza (Assistance) Perdite pecuniarie di vario genere (Miscellaneous financial loss).
I sinistri possono essere analizzati separatamente nelle tipologie “attritional”, “large” ed “extremely large”.
RISERVA SINISTRI
L’approccio per calcolare le BEL delle Riserve Sinistri dipende dalla possibilità di poter applicare metodologie di tipo attuariale.
I metodi attuariali utilizzabili per proiettare le serie storiche dei sinistri e delle riserve sono i seguenti:
- Link Ratio Methods sui pagamenti (or Development Factor Models – DFM), è una generalizzazione del Chain ladder basata sulle analisi dei pagati cumulate negli anni; questa classe di metodi è basata sulle ipotesi che il processo di
liquidazione rimane stabile nel tempo, per le generazioni dei sinistri analizzati;
- Link Ratio Methods sull’incurred che, tecnicamente, operano come i precedenti, ma si basano sullo sviluppo dell’incurred, cioè della somma del pagato cumulato e delle riserve;
- Bornhuetter-Xxxxxxxx Method sui pagati o incurred che uniscono il costo finale (ottenuto ad esempio come media di DFM) con un valore alternativo (a priori) utilizzando un approccio ponderato di credibilità;
- metodi basati sul costo medio dei sinistri pagati, ottenuto utilizzando uno dei modelli precedentemente descritti sull’ammontare del pagato e una metodologia separata che proietta il numero di sinistri pagati.
La Compagnia ha prevalentemente utilizzato la metodologia Chain Ladder. I metodi sopra citati tengono conto anche della componente relativa alle spese direttamente e indirettamente imputabili ad un determinato risarcimento. I dati utilizzati per le proiezioni sono così comprensivi di tali spese.
VALUTAZIONE AL NETTO DELLA RIASSICURAZIONE
La valutazione a costo ultimo (Ubel), per ciascun gruppo omogeneo di rischi, al netto della riassicurazione è calcolata adottando un approccio semplificato. Si considera anche un aggiustamento per la perdita attesa dovuta al rischio di inadempimento (default) delle controparti riassicurative (Counterparty Default Risk Adjustment).
RISERVA PREMI
LA UBEL della riserva premi è definita come la somma di flussi di cassa futuri in entrata ed in uscita. Questi ultimi sono rappresentati da sinistri e costi di gestione ottenuti applicando opportuni loss ratio ed expense ratio in ottica best estimate.
Tali valutazioni vengono effettuate sui valori, sia al lordo che al netto della riassicurazione passiva per ottenere la stima delle Ubel lorde e nette.
Come per le Riserve Sinistri, anche per la riserva premi netta si considera il rischio di inadempimento (default) delle controparti.
SCONTO
Lo sconto della valutazione a costo ultimo (BEL Best estimate of Liability), sia relativo alla riserva sinistri che alla riserva premi, è derivato attualizzando i pagamenti futuri attesi con la curva dei tassi di riferimento considerando l’aggiustamento per la volatilità (volatility adjustment).
MARGINE DI RISCHIO (RISK MARGIN)
Il margine di rischio (Risk Margin - RM) è aggiunto alle BEL per ottenere un valore market consistent delle passività; esso cattura il valore economico dei rischi non copribili ovvero “non-hedgeable” (come Reserving, Pricing, Catastrophe, Lapse, Counterparty Default and Operational) al fine di assicurare che il valore delle riserve tecniche sia equivalente all’importo di cui la Compagnia avrebbe bisogno per assumersi e onorare le obbligazioni assicurative. Il RM è calcolato mediante la tecnica del Cost of Capital (CoC) a livello di linee di business. Il costo del capitale di ciascun anno di proiezione è stato attualizzato alla data di valutazione utilizzando la struttura per scadenza dei tassi di interesse al 31/12/2016 fornita da EIOPA, priva del volatility adjustment.
IPOTESI OPERATIVE E FONTI DI INCERTEZZA
La valutazione delle riserve tecniche danni è caratterizzata dalla volatilità delle ipotesi tecniche, dalla varietà della composizione del portafoglio e dalle politiche aziendali.
VOLATILIY ADJUSTMENT
La valutazione delle BEL è stata effettuata sulla base dei tassi privi di rischio (c.d. risk free rates) forniti dall'EIOPA, compreso il volatility adjustment come previsto nell’articolo 77d della Direttiva 2014/51/EU. Al 31.12.2016, il volatility adjustment nella zona euro, come definito dall’EIOPA, è pari a 13bps: senza la sua applicazione, la BEL danni al netto della riassicurazione avrebbe oscillato di +0,4%.
RIASSICURAZIONE PASSIVA
Le cessioni in riassicurazione vengono effettuate in base ad una dettagliata analisi del rischio che consente di definire, per ciascuna classe di affari, il tipo di struttura, il livello di ritenzione e la capacità riassicurativa necessari per mitigare l’esposizione per singolo rischio e, per alcune classi, quella per evento, ovvero l’esposizione derivante dal cumulo di una pluralità di contratti assicurativi in portafoglio.
La riassicurazione contrattuale fornisce meccanismi di trasferimento del rischio per larga parte del portafoglio, mentre le esposizioni residue trovano nella riassicurazione facoltativa uno strumento aggiuntivo di mitigazione.
Le classi di affari più importanti hanno nella riassicurazione in eccesso sinistri la struttura più idonea, poiché consente, una volta definita puntualmente la ritenzione per ciascuna classe d’affari, di contenere la volatilità dei risultati trattenendo allo stesso tempo margini attesi più elevati. I principi sopraindicati sono conformi alla Delibera quadro della Compagnia in materia di politica di riassicurazione; il Consiglio di Amministrazione di fine febbraio 2017 ha approvato le strutture in essere nel corso del presente esercizio costruite secondo il modello di business riassicurativo intrapreso lo scorso anno e pienamente implementato all’ultimo rinnovo.
Esso prevede la cessione dell’intero rischio dei principali trattati alla Capogruppo la quale acquista idonee protezioni per conto dell’intero Gruppo.
D.3.ALTRE PASSIVITÀ
D.3.1.SPECIFICITA’ NELLE VALUTAZIONI AI FINI DI SOLVIBILITA’
Come previsto dalla Direttiva e indicato al paragrafo D.2.1 della presente Relazione, la Compagnia ha determinato il valore equo delle passività principalmente con l’applicazione dei principi contabili internazionali, tranne per alcune voci dove sono previste delle eccezioni ed i metodi di valutazione IAS/IFRS sono espressamente esclusi.
In particolare, le eccezioni riguardano le seguenti categorie di passivi:
• passività potenziali;
• passività finanziarie;
• riserve tecniche;
• fiscalità differita.
•
Le riserve tecniche sono descritte, separatamente, in capitoli precedenti della presente Relazione.
PASSIVITA’ POTENZIALI
Ai fini della definizione di passività potenziale, l’art. 11 del Regolamento delegato fa rimando ai principi contabili internazionali e pertanto allo IAS 37, paragrafo 10. Pertanto, una passività potenziale è definita come:
- un’obbligazione possibile, che scaturisce da eventi passati e la cui esistenza sarà confermata solamente dal verificarsi o meno di uno o più fatti futuri che non sono totalmente sotto il controllo dell’impresa; o
- un’obbligazione attuale che scaturisce da eventi passati, ma non è rilevata perché:
i) non è probabile che per estinguere l’obbligazione sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici; o
ii) l’ammontare dell’obbligazione non può essere determinato con sufficiente attendibilità.
In particolare, le passività potenziali includono quindi obbligazioni presenti, dove “potenziale” implica incertezza relativamente ad ammontari e tempistiche.
VALUTAZIONE
Come per la definizione, anche per la valutazione delle passività potenziali è necessario fare riferimento ai dettami dello IAS 37; la Compagnia, ai fini del proprio bilancio redatto sulla base degli specifici principi contabili nazionali, non rileva, qualora esistente, alcuna passività potenziale, ma fornisce esclusivamente adeguata rilevazione nel bilancio Solvency II laddove questa risulti rilevante e la probabilità di impiegare risorse atte a produrre benefici economici non sia remota.
Le passività potenziali sono ritenute rilevanti se le informazioni in merito alle dimensioni attuali o potenziali, o alla natura di tali passività, potrebbero influenzare le decisioni o il giudizio di un utilizzatore di tali informazioni.
Un’eccezione all’obbligo di riconoscere come rilevante una passività potenziale ai fini di Solvency II deriva dall’impossibilità di effettuare una stima attendibile al fine di determinarne il valore: in tali casi ne viene data esclusivamente informativa nel presente documento.
Il valore delle passività potenziali è pari al valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri richiesti per regolare tale passività nel corso della sua vita, calcolati utilizzando la struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio; nessun aggiustamento viene effettuato per tenere conto del rischio di credito della Compagnia.
La determinazione del valore deve altresì tenere conto dei seguenti elementi alla data di misurazione:
- la stima dei flussi di cassa futuri, che riflette le aspettative relative alle possibili variazioni nell’ammontare e/o nelle tempistiche;
- il valore temporale del denaro, rappresentato dal tasso di interesse privo di rischio (risk-free) di attivi che hanno durata coincidente con i periodi presi in considerazione per i relativi flussi di cassa attesi;
- l’incertezza relativa ai flussi di cassa (premio di rischio - risk premium), dovuta al fatto che i flussi effettivi potrebbero differire da quelli attesi, e pertanto deve essere effettuato un aggiustamento per tener conto di tale rischio; tale premio di rischio tiene conto dell’ammontare che l’impresa potrebbe essere tenuta a pagare in eccesso rispetto al valore attuale atteso dei flussi di cassa.
Laddove la stima coinvolga un vasto numero di elementi, l’obbligazione è stimata attraverso la ponderazione probabilstica dei diversi flussi di cassa rinvenibili nei diversi scenari. Anche qualora il risultato più probabile possa essere considerato miglior stima possibile, la Compagnia tiene conto degli altri possibili risultati ed effettua opportuni aggiustamenti a seconda del fatto che tali altri possibili risultati siano per la maggior parte inferiori o superiori al risultato più probabile.
Nella tabella sottostante vengono riportate le principali differenze, adottate dalla Compagnia, di trattamento delle passività potenziali, previste dallo IAS 37 rispetto al contesto Solvency II.
Probabilità del sorgere dell’obbligazione | Probabilità dell’uscita di flussi di cassa | IAS 37 | Solvency II |
Obbligazione possibile | Non probabile (probabilità minore del 50%) | Non rilevata. Presente informativa quale passività potenziale se la probabilità di uscita dei flussi di cassa non è remota | Rilevata se la probabilità di uscita di flussi di cassa risulta non remota. |
Non rilevata se non rilevante. | |||
Obbligazione presente | Non probabile (probabilità minore del 50%) | Non rilevata. Presente informativa quale passività potenziale se la probabilità di uscita dei flussi di cassa non è remota | Rilevata se la probabilità di uscita di flussi di cassa risulta non remota. |
Se non rilevante non viene rilevata | |||
Obbligazione presente | Probabile | Rilevata se la stima risulta attendibile, altrimenti presente informativa quale passività potenziale. | Rilevata se risulta possibile effettuare una stima attendibile. |
Non rilevata se non è possibile effettuare una stima attendibile. |
La Compagnia non ha poste di passività potenziali rilevate nel proprio bilancio di Solvency II.
PASSIVITÀ FINANZIARIE
VALUTAZIONE
In coerenza con le disposizioni di cui all’art. 14 del Regolamento Delegato, la Compagnia valuta le passività finanziarie, di cui ai principi contabili internazionali, conformemente all’articolo 9 del Regolamento stesso per la loro rilevazione iniziale.
Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al valore equo, senza tener conto di variazioni
nel merito di credito proprio della Compagnia.
La metodologia per la valutazione delle passività finanziarie utilizzata per definire il valore equo è basata sui seguenti approcci:
- approccio mark to market (default approach): utilizza prezzi immediatamente disponibili per transazioni ordinarie, forniti da fonti indipendenti (prezzi quotati in mercati attivi);
- approccio mark to model: utilizza tecniche di valutazione basate su modelli che usano parametri di riferimento, estrapolazioni o calcoli con fonti di dati, per quanto più possibile, osservabili dal mercato (massimizzazione dei dati di mercato e minimizzazione di dati non osservabili).
Per assicurare la conformità con i principi di Solvency II è quindi necessario estrapolare dalle variazioni di fair value la parte relativa alle variazioni connesse al merito creditizio della Compagnia.
La variazione del fair value della passività finanziaria derivante dalla variazione del rischio di credito connesso a tale passività deve essere determinato:
a) come la variazione di fair value non attribuibile a variazioni nelle condizioni di mercato che possano comportare un rischio di mercato;
b) utilizzando di metodi alternativi che la Compagnia reputa maggiormente rappresentativi della variazione di valore equo della passività derivante dal rischio di credito.
Valutazione del merito creditizio della Compagnia
Secondo quanto previsto dall’IFRS 9, i cambiamenti nelle condizioni di mercato che incrementano il rischio di mercato includono le variazioni nel tasso di interesse di riferimento (benchmark), nel prezzo degli strumenti finanziari di altre imprese, nel prezzo delle materie prime, nei tassi di cambio, negli indici di prezzo o di tasso.
Se l’unica variazione rilevante nelle condizioni di mercato, relativamente alla passività valutata, risulta essere una variazione nei tassi di interesse di riferimento, l’ammontare della variazione attribuibile al rischio di credito (punto a di cui sopra) può essere stimata come segue:
a) inizialmente, la Compagnia calcola il tasso di rendimento interno della passività, all’inizio del periodo, come il tasso che eguaglia i flussi di cassa futuri previsti contrattualmente al valore equo della stessa; poi deduce da tale tasso quello di interesse di riferimento (benchmark) all’inizio del periodo, per calcolare la componente del tasso di rendimento interno specifico per lo strumento valutato;
b) successivamente, la Compagnia calcola il valore attuale dei flussi di cassa della passività previsti contrattualmente al termine del periodo, utilizzando un tasso di sconto pari alla somma del tasso di interesse di riferimento (benchmark) al termine del periodo e la componente di tasso di rendimento interno specifico estrapolata sulla base del calcolo effettuato al punto precedente;
c) la differenza tra il valore equo della passività al termine del periodo e il relativo valore attuale calcolato come al punto precedente determina la variazione di valore equo non attribuibile a variazioni nel tasso di interesse di riferimento (benchmark).
La procedura summenzionata si basa sull’assunto che le variazioni nel valore equo (fair value) derivanti da fattori diversi dal rischio di credito o dal tasso di interesse di riferimento (benchmark) non siano rilevanti, e pertanto tale metodologia non risulterebbe appropriata qualora anche altri fattori possano comportare variazioni significative del valore equo della passività finanziaria.
BENEFICI AI DIPENDENTI
Ai fini di solvibilità, la rendicontazione dei benefici per i dipendenti avviene secondo i dettami dello IAS 19. I benefici per i dipendenti comprendono:
• i benefici a breve termine, se si prevede che siano liquidati interamente entro dodici mesi dal termine dell'esercizio nel quale i dipendenti prestano i relativi servizi (salari, stipendi e contributi per oneri sociali, indennità sostitutive delle ferie annuali e delle assenze per malattia, compartecipazioni agli utili e incentivi) e benefici non monetari (quali assistenza medica, abitazione, auto aziendali e beni o servizi gratuiti o forniti a costo ridotto) per il personale in
servizio;
• i benefici successivi al rapporto di lavoro quali le pensioni e pagamenti in un’unica soluzione al momento del pensionamento, i benefici previdenziali, le assicurazioni sulla vita e l’assistenza medica;
• gli altri benefici a lungo termine quali permessi legati all’anzianità di servizio, le disponibilità di periodi sabbatici, i premi in occasione di anniversari, i benefici legati all’anzianità di servizio, le indennità per invalidità permanente;
• i benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro, quale risultato della decisione dell’entità di concludere il rapporto di lavoro con un dipendente prima della normale data di pensionamento o della decisione di un dipendente di accettare un'offerta di benefici in cambio della cessazione del rapporto di lavoro.
La Compagnia rileva le proprie passività per benefici ai dipendenti:
• nelle obbligazioni da prestazioni pensionistiche per quanto concerne la valutazione del Fondo TFR, che viene eseguita, per ciascun dipendente, in base al valore attualizzato del TFR futuro che la Compagnia dovrà corrispondere al momento (aleatorio) della cessazione del rapporto di lavoro con un opportuno riproporzionamento rispetto alla anzianità lavorativa;
• nei debiti diversi, non assicurativi, con riferimento a tutti gli altri benefici erogati, inclusa l’assistenza medica.
FISCALITÀ DIFFERITA
Come disposto dallo IAS 12, le passività fiscali differite corrispondono agli importi delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri in quanto riferibili a differenze temporanee di reddito imponibili; le attività fiscali differite sono invece gli importi delle imposte sul reddito recuperabili negli esercizi futuri e riferibili a:
• differenze temporanee deducibili;
• riporto a nuovo di perdite fiscali non utilizzate.
Valutazione
In coerenza con la normativa Solvency II e a tali fini, le attività e le passività fiscali differite sono state determinate sulla base delle indicazioni contenute nei principi contabili internazionali (IAS 12). In particolare, le imposte differite, diverse dalle attività fiscali differite riconducibili al riporto a nuovo di perdite fiscali, sono state valutate sulla base della differenza tra i valori ascritti alle attività e passività rilevate e valutate in accordo a quanto disposto dall’art. 75 della Direttiva Solvency II, e nel caso delle riserve tecniche conformemente agli articoli da 76 a 85 di tale Direttiva, e i valori determinati per tali attività e passività ai fini fiscali.
Inoltre, le attività fiscali differite vengono iscritte solo qualora sia probabile che sarà realizzato un utile tassabile futuro a fronte del quale potranno essere utilizzate le attività fiscali differite, tenendo conto degli obblighi legali o regolamentari sui termini per il riporto delle perdite fiscali non utilizzate.
Lo IAS 12 richiede l’iscrizione di attività e passività fiscali differite derivanti da differenze temporanee; una differenza temporanea emerge dal diverso valore a bilancio di attività e passività rispetto al loro valore ai fini fiscali. Le differenze temporanee possono essere:
1. differenze temporanee imponibili, cioè differenze temporanee che, nella determinazione del reddito imponibile di esercizi futuri, si tradurranno in importi imponibili quando il valore contabile dell’attività o della passività sarà realizzato o estinto;
2. differenze temporanee deducibili, cioè differenze temporanee che, nella determinazione del reddito imponibile di esercizi futuri, si tradurranno in importi deducibili quando il valore contabile dell’attività o della passività sarà realizzato o estinto.
Le passività fiscali differite vengono sostanzialmente sempre rilevate a meno che derivino:
a) dalla rilevazione iniziale dell’avviamento;
b) dalla rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:
i. non sia un’aggregazione di impresa;
ii. al momento dell’operazione, non influisca né sull’utile contabile né sul reddito imponibile.
Il riconoscimento della attività fiscali differite è soggetto invece ad alcune condizioni. In particolare deve essere valutata la probabilità di generare reddito imponibile a fronte del quale possa essere utilizzata la differenza temporanea deducibile.
Tenuto conto dei generali principi di iscrizione delle poste relative alla fiscalità differita sopra riportati, il calcolo delle attività e delle passività fiscali differite nel regime di Solvency II deriva dagli aggiustamenti che vengono effettuati nel cambio della metodologia di valutazione tra principi contabili nazionali, sulla base del Regolamento ISVAP n. 22 del 4 aprile 2008, e principi Solvency II, in quanto le poste patrimoniali relative alla fiscalità differita tengono già conto delle differenze temporanee tra valori calcolati a fini fiscali e valori di bilancio. Pertanto, un incremento delle attività nette nello stato patrimoniale redatto ai fini di Solvency II, rispetto alle attività nette di bilancio, conduce al riconoscimento di passività fiscali differite; al contrario, un decremento delle attività nette conduce al riconoscimento di attività fiscali differite.
Riassumendo, una passività fiscale differita dovrà essere riconosciuta nei seguenti casi:
✓ il valore di un’attività nello stato patrimoniale redatto ai fini di Solvency II risulta essere maggiore rispetto al valore calcolato ai fini fiscali;
✓ il valore di una passività nello stato patrimoniale calcolato ai fini di Solvency II risulta essere minore rispetto al valore calcolato ai fini fiscali.
Al contrario, un’attività fiscale differita dovrà essere riconosciuta nei seguenti casi:
✓ il valore di un’attività nello stato patrimoniale redatto ai fini di Solvency II risulta essere minore rispetto al valore calcolato ai fini fiscali;
✓ il valore di una passività nello stato patrimoniale calcolato ai fini di Solvency II risulta essere maggiore rispetto al valore calcolato ai fini fiscali.
Compensazione di attività e passività fiscali differite
In accordo con il paragrafo 74 dello IAS 12, l’impresa deve effettuare la compensazione fra attività e passività fiscali differite se e solo se:
1. l’impresa ha un diritto legalmente esercitabile di compensare le attività fiscali correnti con le passività fiscali correnti;
2. le attività e le passività fiscali differite sono relative a imposte sul reddito applicate dalla medesima autorità fiscale sullo stesso soggetto passivo d’imposta.
DETTAGLIO DELLE DIFFERENZE TRA VALUTAZIONI AI FINI DEL BILANCIO D’ESERCIZIO E AI FINI DEL BILANCIO DI SOLVIBILITA’ PER LE PRINCIPALI CLASSI DI PASSIVI
Bilancio– Passività
Passività | Valore solvibilità II Va | lore della contabilità obbligatoria |
Riserve tecniche - Non vita | 96.406 | 110.247 |
Riserve tecniche - Non vita (esclusa malattia) | 96.406 | 110.247 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 | 0 |
Migliore stima | 93.334 | 110.247 |
Margine di rischio | 3.072 | 0 |
Riserve tecniche - Malattia (simile a non vita) | 0 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 | 0 |
Migliore stima | 0 | 0 |
Margine di rischio | 0 | 0 |
Riserve tecniche - Vita (escluse collegata a un indice e collegata a quote) | 0 | 0 |
Passività Riserve tecniche - Malattia (simile a vita) | Valore solvibilità II Va 0 | lore della contabilità obbligatoria 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 | 0 |
Migliore stima | 0 | 0 |
Margine di rischio | 0 | 0 |
Riserve tecniche - Vita (escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote) | 0 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 | 0 |
Migliore stima | 0 | 0 |
Margine di rischio | 0 | 0 |
Riserve tecniche - Collegata a un indice e collegata a quote | 0 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 | 0 |
Migliore stima | 0 | 0 |
Margine di rischio | 0 | 0 |
Altre riserve tecniche | 0 | 0 |
Passività potenziali | 0 | 0 |
Riserve diverse dalle riserve tecniche | 2.341 | 2.227 |
Obbligazioni da prestazioni pensionistiche | 352 | 332 |
Depositi dai riassicuratori | 0 | 0 |
Passività fiscali differite | 1.086 | 35 |
Derivati | 0 | 0 |
Debiti verso enti creditizi | 0 | 0 |
Passività finanziarie diverse da debiti verso enti creditizi | 0 | 0 |
Debiti assicurativi e verso intermediari | 328 | 328 |
Debiti riassicurativi | 0 | 0 |
Debiti (commerciali, non assicurativi) | 3.096 | 2.655 |
Passività subordinate | 0 | 0 |
Passività subordinate non incluse nei fondi propri di base | 0 | 0 |
Passività subordinate incluse nei fondi propri di base | 0 | 0 |
Tutte le altre passività non segnalate altrove | 2.343 | 2.343 |
Totale delle passività | 105.952 | 118.167 |
Eccedenza delle attività rispetto alle passività | 51.303 | 37.904 |
Di seguito le poste per le quali emergono le principali differenze nei criteri di valutazione tra bilancio d’esercizio e bilancio di solvibilità.
RISERVE DIVERSE DALLE RISERVE TECNICHE E PASSIVITÀ POTENZIALI
Non vi sono differenze di rilevazione e valutazione tranne che per il fatto che in tale voce vengono iscritte le quote detenute in imprese partecipate con valore negativo nel bilancio di solvibilità (tale eventualità non può mai verificarsi nel bilancio d’esercizio).
Le passività potenziali differenti da quelle iscritte nei fondi rischi non sono invece riconosciute nel bilancio d'esercizio, mentre devono essere riconosciute nel bilancio di solvibilità, a meno che i valori siano non significativi. Non sono state rilevate passività potenziali significative, non già riconosciute nelle riserve diverse dalle riserve tecniche.
La differenza tra la valorizzazione di solvibilità e quella del bilancio di esercizio è attribuibile esclusivamente ad una differente collocazione nelle voci della posta relativa agli accantonamenti su crediti verso gli intermediari.
In merito ai criteri di rilevazione, si rimanda a quanto illustrato alla relativa sezione del paragrafo D.3.1.
PASSIVITÀ’ FISCALI DIFFERITE
La rilevazione e l'iscrizione della passività fiscali differite è stata trattata al paragrafo D.3.1 unitamente alle attività fiscali differite. Ai fini del bilancio di solvibilità il loro valore ammonta a 1.086 migliaia.
DEPOSITI DAI RIASSICURATORI
Nel bilancio d'esercizio l'iscrizione avviene al valore nominale, mentre nel bilancio di solvibilità al fair value. Tenuto conto delle caratteristiche di tali depositi si ritiene che il valore nominale rappresenti un'approssimazione accettabile del fair value.
DEBITI VERSO ENTI CREDITIZI, PASSIVITÀ FINANZIARIE DIVERSE DA DEBITI VERSO ISTITUTI CREDITIZI E PASSIVITÀ SUBORDINATE
Nel bilancio d'esercizio l'iscrizione avviene al valore nominale, mentre nel bilancio di solvibilità sono iscritte secondo quanto illustrato nella relativa sezione al paragrafo D.3.1 in merito alle passività finanziarie. Per quanto riguarda in particolare i debiti verso enti creditizi, tenuto conto delle caratteristiche di tale posta, si ritiene che il valore nominale rappresenti un'approssimazione accettabile del fair value.
TUTTE LE ALTRE PASSIVITA’
Si tratta di una classe residuale di passivi, nella quale gli importi maggiormente rilevanti alla contropartita patrimoniale dei premi provvisori di reintegro riguardanti la riassicurazione passiva, ai conti transitori passivi di riassicurazione e a ratei e risconti passivi.
D.4.METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE
Qualora i criteri per l’uso di prezzi di mercato quotati in mercati attivi non siano soddisfatti, la Compagnia ha utilizzato tecniche di valutazione adeguate alle circostanze e per le quali siano disponibili sufficienti dati ai fini della misurazione del valore equo, massimizzando sempre l’utilizzo di input osservabili e minimizzando quelli non osservabili.
Le tre tecniche di valutazione utilizzate sono:
- metodo di mercato, che utilizza i prezzi e le altre informazioni pertinenti derivanti da operazioni di mercato riguardanti attività, passività o un gruppo di attività e passività identiche o simili;
- metodo reddituale, che converte importi futuri, come i flussi di cassa o i ricavi e i costi, in un unico importo corrente; il valore equo riflette le attuali aspettative di mercato su tali importi futuri;
- metodo del costo o metodo del costo corrente di sostituzione, che riflette l'importo che sarebbe attualmente richiesto per sostituire la capacità di servizio di un'attività.
D.5 ALTRE INFORMAZIONI
Non vi sono ulteriori informazioni da riportare.
Allegati
S.02.01.02 – Stato Patrimoniale | ||
Valore solvibilità II C0010 | ||
Attività | ||
Attività immateriali | R0030 | 0 |
Attività fiscali differite | R0040 | 375 |
Utili da prestazioni pensionistiche | R0050 | 0 |
Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio | R0060 | 694 |
Investimenti (diversi da attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a quote) | R0070 | 127.627 |
Immobili (diversi da quelli per uso proprio) | R0080 | 1.138 |
Quote detenute in imprese partecipate, incluse le partecipazioni | R0090 | 14.090 |
Strumenti di capitale | R0100 | 1.723 |
Strumenti di capitale - Quotati | R0110 | 1.722 |
Strumenti di capitale - Non quotati | R0120 | 1 |
Obbligazioni | R0130 | 96.876 |
Titoli di Stato | R0140 | 60.201 |
Obbligazioni societarie | R0150 | 30.402 |
Obbligazioni strutturate | R0160 | 6.274 |
Titoli garantiti | R0170 | 0 |
Organismi di investimento collettivo | R0180 | 13.799 |
Derivati | R0190 | 0 |
Depositi diversi da equivalenti a contante | R0200 | 0 |
Altri Investimenti | R0210 | 0 |
Attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a quote | R0220 | 0 |
mutui ipotecari e prestiti | R0230 | 209 |
Prestiti su polizze | R0240 | 0 |
Mutui ipotecari e prestiti a persone fisiche | R0250 | 209 |
altri mutui ipotecari e prestiti | R0260 | 0 |
Importi recuperabili da riassicurazione da: | R0270 | 506 |
Non vita e malattia simile a non vita | R0280 | 506 |
Non vita esclusa malattia | R0290 | 506 |
Malattia simile a non vita | R0300 | 0 |
Vita e malattia simile a vita, escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote | R0310 | 0 |
Malattia simile a vita | R0320 | 0 |
Vita, escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote | R0330 | 0 |
Vita collegata a un indice e collegata a quote | R0340 | 0 |
Depositi presso imprese cedenti | R0350 | 0 |
Crediti assicurativi e verso intermediari | R0360 | 18.478 |
Crediti riassicurativi | R0370 | 186 |
Crediti (commerciali, non assicurativi) | R0380 | 3.107 |
Azioni proprie (detenute direttamente) | R0390 | 0 |
Importi dovuti per elementi dei fondi propri o fondi iniziali richiamati ma non ancora versati | R0400 | 0 |
Contante ed equivalenti a contante | R0410 | 5.952 |
Tutte le altre attività non indicate altrove | R0420 | 121 |
Totale delle attività | R0500 | 157.255 |
Valore solvibilità II C0010 | ||
Passività | ||
Riserve tecniche - Non vita | R0510 | 96.406 |
Riserve tecniche - Non vita (esclusa malattia) | R0520 | 96.406 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0530 | 0 |
Migliore stima | R0540 | 93.334 |
Margine di rischio | R0550 | 3.072 |
Riserve tecniche - Malattia (simile a non vita) | R0560 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0570 | 0 |
Migliore stima | R0580 | 0 |
Margine di rischio | R0590 | 0 |
Riserve tecniche - Vita (escluse collegata a un indice e collegata a quote) | R0600 | 0 |
Riserve tecniche - Malattia (simile a vita) | R0610 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0620 | 0 |
Migliore stima | R0630 | 0 |
Margine di rischio | R0640 | 0 |
Riserve tecniche - Vita (escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote) | R0650 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0660 | 0 |
Migliore stima | R0670 | 0 |
Margine di rischio | R0680 | 0 |
Riserve tecniche - Collegata a un indice e collegata a quote | R0690 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0700 | 0 |
Migliore stima | R0710 | 0 |
Margine di rischio | R0720 | 0 |
Passività potenziali | R0740 | 0 |
Riserve diverse dalle riserve tecniche | R0750 | 2.341 |
Obbligazioni da prestazioni pensionistiche | R0760 | 352 |
Depositi dai riassicuratori | R0770 | 0 |
Passività fiscali differite | R0780 | 1.086 |
Derivati | R0790 | 0 |
Debiti verso enti creditizi | R0800 | 0 |
Passività finanziarie diverse da debiti verso enti creditizi | R0810 | 0 |
Debiti assicurativi e verso intermediari | R0820 | 328 |
Debiti riassicurativi | R0830 | 0 |
Debiti (commerciali, non assicurativi) | R0840 | 3.096 |
Passività subordinate | R0850 | 0 |
Passività subordinate non incluse nei fondi propri di base | R0860 | 0 |
Passività subordinate incluse nei fondi propri di base | R0870 | 0 |
Tutte le altre passività non segnalate altrove | R0880 | 2.343 |
Totale delle passività | R0900 | 105.952 |
Eccedenza delle attività rispetto alle passività | R1000 | 51.303 |
S.17.01.02 Riserve tecniche per l’assicurazione non vita (1/2)
attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata
Assicurazione spese mediche
Assicurazione protezione del reddito
Assicurazione risarcimento dei lavoratori
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli
Altre assicurazioni auto
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a beni
Assicurazione sulla responsabilità civile generale
Assicurazione di credito e cauzione
0 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | C0060 | C0070 | C0080 | C0090 | C0100 | ||
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0010 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Attività diretta | R0020 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Attività di riassicurazione proporzionale accettata | R0030 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riassicurazione non proporzionale accettata | R0040 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte associato alle riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0050 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserve tecniche calcolate come somma di migliore stima e margine di rischio | |||||||||||
Migliore stima | |||||||||||
Riserve premi | |||||||||||
Lordo - Totale | R0060 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte | R0100 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima netta delle riserve premi | R0150 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserve per sinistri | |||||||||||
Lordo - Totale | R0160 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte | R0200 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata
Assicurazione spese mediche
Assicurazione protezione del reddito
Assicurazione risarcimento dei lavoratori
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli
Altre assicurazioni auto
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a beni
Assicurazione sulla responsabilità civile generale
Assicurazione di credito e cauzione
0 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | C0060 | C0070 | C0080 | C0090 | C0100 | ||
Migliore stima netta delle riserve per sinistri | R0250 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima totale - Lordo | R0260 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima totale - Netto | R0270 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Margine di rischio | R0280 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Importo della misura transitoria sulle riserve tecniche | |||||||||||
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0290 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima | R0300 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Margine di rischio | R0310 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserve tecniche - totale | |||||||||||
Riserve tecniche - totale | R0320 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte - totale | R0330 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserve tecniche meno importi recuperabili da riassicurazione/società veicolo e riassicurazione «finite»- totale | R0340 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata
Assicurazione spese mediche
Assicurazione protezione del reddito
Assicurazione risarcimento dei lavoratori
Assicurazione responsabilità civile autoveicoli
Altre assicurazioni auto
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti
Assicurazione contro l'incendio e altri danni a beni
Assicurazione sulla responsabilità civile generale
Assicurazione di credito e cauzione
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte associato alle riserve tecniche calcolate come un elemento unico 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserve tecniche calcolate come somma di migliore stima e margine di rischio Migliore stima Riserve premi | |||||||||
Lordo - Totale 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Migliore stima netta delle riserve premi | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Riserve per sinistri | |||||||||
Lordo - Totale 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima netta delle riserve per sinistri 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima totale - Lordo 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima totale - Netto 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Margine di rischio 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Importo della misura transitoria sulle riserve tecniche | |||||||||
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Migliore stima 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Margine di rischio 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserve tecniche - totale | |||||||||
Riserve tecniche - totale 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte - totale Riserve tecniche meno importi recuperabili da riassicurazione/società veicolo e riassicurazione
«finite»- totale 0 0 0 0 0 0 0 0 0
attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata
Riassicurazione non proporzionale accettata: Totali Obbligazioni non
vita
Assicurazione tutela giudiziaria
Assistenza Perdite pecuniarie di vario genere
Riassicurazione non proporzionale malattia
Riassicurazione non proporzionale responsabilità civile
Riassicurazione non proporzionale marittima, aeronautica e trasporti
Riassicurazione non proporzionale danni a beni
C0110 | C0120 | C0130 | C0140 | C0150 | C0160 | C0170 | C0180 | ||
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0010 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Attività diretta | R0020 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Attività di riassicurazione proporzionale accettata | R0030 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Riassicurazione non proporzionale accettata | R0040 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte associato alle riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0050 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Riserve tecniche calcolate come somma di migliore stima e margine di rischio | |||||||||
Migliore stima | |||||||||
Riserve premi | |||||||||
Lordo - Totale | R0060 | 16.091 | 1 | 593 | 0 | 0 | 0 | 0 | 16.684 |
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte | R0100 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Migliore stima netta delle riserve premi | R0150 | 16.091 | 0 | 593 | 0 | 0 | 0 | 0 | 16.684 |
Riserve per sinistri | |||||||||
Lordo - Totale | R0160 | 76.245 | 0 | 404 | 0 | 0 | 0 | 0 | 76.649 |
attività diretta e riassicurazione proporzionale accettata
Riassicurazione non proporzionale accettata: Totali Obbligazioni non
vita
Assicurazione tutela giudiziaria
Assistenza Perdite pecuniarie di vario genere
Riassicurazione non proporzionale malattia
Riassicurazione non proporzionale responsabilità civile
Riassicurazione non proporzionale marittima, aeronautica e trasporti
Riassicurazione non proporzionale danni a beni
C0110 | C0120 | C0130 | C0140 | C0150 | C0160 | C0170 | C0180 | ||
Totale importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte | R0200 | 506 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 506 |
Migliore stima netta delle riserve per sinistri | R0250 | 75.739 | 0 | 404 | 0 | 0 | 0 | 0 | 76.143 |
Migliore stima totale - Lordo | R0260 | 92.337 | 1 | 997 | 0 | 0 | 0 | 0 | 93.334 |
Migliore stima totale - Netto | R0270 | 91.831 | 0 | 997 | 0 | 0 | 0 | 0 | 92.827 |
Margine di rischio | R0280 | 2.992 | 0 | 80 | 0 | 0 | 0 | 0 | 3.072 |
Importo della misura transitoria sulle riserve tecniche | |||||||||
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | R0290 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Migliore stima | R0300 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Margine di rischio | R0310 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Riserve tecniche - totale | |||||||||
Riserve tecniche - totale | R0320 | 95.328 | 1 | 1.076 | 0 | 0 | 0 | 0 | 96.406 |
Importi recuperabili da riassicurazione, società veicolo e riassicurazione «finite» dopo l'aggiustamento per perdite previste a causa dell'inadempimento della controparte - totale | R0330 | 506 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 506 |
Riserve tecniche meno importi recuperabili da riassicurazione/società veicolo e riassicurazione «finite»- totale | R0340 | 94.822 | 0 | 1.076 | 0 | 0 | 0 | 0 | 95.899 |
S.19.01.21 Sinistri nell’assicurazione non vita – sinistri lordi pagati (non cumulato) (importo assoluto)
Anno di
sviluppo
Nell'anno in corso
Somma degli anni (cumulato)
0 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 & + | |||||||||
Precedente | R0100 | 1.378 | R0100 | 406 | 39.634 | ||||||||||||||
2007 | R0160 | 749 | 2.571 | 2.342 | 2.046 | 1.379 | 1.260 | 794 | 629 | 398 | 272 | R0160 | 272 | 12.439 | |||||
2008 | R0170 | 655 | 2.795 | 2.783 | 2.058 | 1.766 | 1.094 | 955 | 667 | 444 | R0170 | 444 | 13.216 | ||||||
2009 | R0180 | 1.198 | 3.749 | 2.469 | 2.402 | 1.759 | 1.430 | 973 | 733 | R0180 | 733 | 14.710 | |||||||
2010 | R0190 | 1.670 | 3.459 | 2.781 | 2.167 | 1.743 | 1.341 | 920 | R0190 | 920 | 14.081 | ||||||||
2011 | R0200 | 1.479 | 3.381 | 2.791 | 2.252 | 1.623 | 1.517 | R0200 | 1.517 | 13.043 | |||||||||
2012 | R0210 | 1.576 | 3.885 | 2.814 | 2.177 | 1.827 | R0210 | 1.827 | 12.279 | ||||||||||
2013 | R0220 | 1.392 | 3.557 | 2.819 | 2.299 | R0220 | 2.299 | 10.068 | |||||||||||
2014 | R0230 | 1.458 | 3.899 | 2.942 | R0230 | 2.942 | 8.299 | ||||||||||||
2015 | R0240 | 1.781 | 3.887 | R0240 | 3.887 | 5.668 | |||||||||||||
2016 | R0250 | 1.754 | R0250 | 1.754 | 1.754 | ||||||||||||||
Totale | R0260 | 17.000 | 145.192 |
S.19.01.21 Miglior stima lorda non attualizzata delle reserve per sinistri (importo assoluto)
Anno di sviluppo
Fine anno (dati attualizzati)
0 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 & + | ||||
Precedente | R0100 | 1.403 | R0100 | 1.391 | ||||||||||
2007 | R0160 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 864 | R0160 | 856 | |
2008 | R0170 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1.362 | R0170 | 1.350 | ||
2009 | R0180 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2.095 | R0180 | 2.077 | |||
2010 | R0190 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2.869 | R0190 | 2.844 | ||||
2011 | R0200 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 4.065 | R0200 | 4.029 | |||||
2012 | R0210 | 0 | 0 | 0 | 0 | 6.439 | R0210 | 6.383 | ||||||
2013 | R0220 | 0 | 0 | 0 | 8.767 | R0220 | 8.691 | |||||||
2014 | R0230 | 0 | 0 | 12.080 | R0230 | 11.974 | ||||||||
2015 | R0240 | 0 | 16.443 | R0240 | 16.299 | |||||||||
2016 | R0250 | 20.939 | R0250 | 20.755 | ||||||||||
Totale | R0260 | 76.649 |
E.Gestione del capitale
E.1.FONDI PROPRI
E.1.1.LE POLITICHE DI GESTIONE DEL CAPITALE
Le politiche di gestione del capitale di Gruppo e Locale definiscono i principi per le attività di gestione del capitale a cui si devono attenere la Compagnia e le società del Gruppo.
Per attività di gestione del capitale si intendono le attività di controllo e gestione dei Fondi Propri e in particolare le procedure per:
• classificare e analizzare periodicamente i Fondi Propri per far sì che soddisfino i requisiti del regime di capitale applicabile, sia al momento dell'emissione sia successivamente;
• regolamentare l'emissione dei Fondi Propri in base al “Capital Management Plan” a medio termine e in base al Piano Strategico. Tutto questo per garantire che i Fondi Propri non siano gravati:
A) da accordi che ne comprometterebbero l’efficacia,
B) che tutte le operazioni richieste o consentite relative alla disciplina dei Fondi Propri siano tempestivamente completate,
C) che gli elementi dei Fondi Propri Accessori “Ancillary Own Fund” siano corrisposti tempestivamente,
D) che le condizioni contrattuali siano chiare e univoche e che comprendano i casi in cui la distribuzione di Fondi Propri sia posticipata o annullata;
• garantire che eventuali policy o dichiarazioni relative ai dividendi delle azioni ordinarie siano prese in considerazione al momento dell’analisi della posizione patrimoniale;
• stabilire principi guida e standard comuni per eseguire tutte le attività in modo efficiente, in conformità con i requisiti normativi e con i quadri legislativi a livello di Gruppo e Locale, in linea con la propensione al rischio e con la strategia dichiarate dal Gruppo Generali.
La Politica di Gestione del Capitale che nella sua ultima versione è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione della controllante Assicurazioni Generali S.p.A. a dicembre 2016 ed in DAS nel febbraio 2017, deve essere rivista almeno su base annuale per recepire gli sviluppi della legislazione pertinente, le migliori pratiche o le pratiche del mercato, la strategia e l’organizzazione del Gruppo.
E.1.2.FONDI PROPRI ELIGIBILI
RICONCILIAZIONE TRA PATRIMONIO NETTO INDICATO NEL BILANCIO D’ESERCIZIO E FONDI PROPRI
Di seguito si presenta la riconciliazione tra il patrimonio netto presente nel bilancio della Compagnia alla chiusura del 31.12.2016 e l’eccedenza delle attività rispetto alle passività, calcolate sulla base di quanto disposto all’articolo 75 e alla sezione 2 del Capo IV, Titolo I, della Direttiva, nonché con il totale dei fondi propri, come definiti alla sezione 3 del Capo IV della Direttiva.
Voce (in migliaia di euro) Sottovoce Segno Importo | ||
Patrimonio netto | + | 37.904 |
Deduzione degli attivi immateriali e dell’avviamento | - | 396 |
Variazione derivante dalla valutazione delle attività | + | 5.896 |
Terreni e fabbricati | + | 967 |
Partecipazioni | + | 1.090 |
Altri investimenti in strumenti di capitale | + | 34 |
Obbligazioni | + | 3.609 |
Quote di fondi comuni di investimento | + | 72 |
Strumenti derivati | + | 0 |
Altri elementi dell'attivo | - | 124 |
Variazione derivante dalla valutazione delle riserve tecniche nette | - | 13.803 |
Variazione derivante dalla valutazione delle passività non tecniche | - | 575 |
Passività subordinate | - | 0 |
IAS 19 e TFR | - | 134 |
Altri elementi del passive | - | 441 |
Variazione nella fiscalità differita netta | - | 5.329 |
Eccedenza delle attività sulle passività | 51.303 | |
Dividendi distribuibili | - | 6.300 |
Passività subordinate incluse nei fondi propri di base | + | 0 |
Totale fondi propri di base | 45.303 | |
Fondi propri accessori | 0 | |
Totale fondi propri | 45.303 |
Le principali variazioni che determinano la differenza 13.399 migliaia fra il patrimonio netto e l’eccesso delle attività sulle passività derivano principalmente da:
• un maggior valore degli investimenti di 5.896 migliaia, per effetto della valutazione mark to market;
• un minor valore delle riserve tecniche nette secondo i criteri Solvency II per 13.803 migliaia;
• l’eliminazione del valore degli attivi immateriali, per complessivi 396 migliaia;
• un calcolo della fiscalità differita netta sulla differenza temporanea tra il valore fiscale ed il valore di mercato;delle attività e delle passività, con un impatto negativo per 5.329 migliaia.
FONDI PROPRI DI BASE
In accordo a quanto prescritto dall’art. 87 della Direttiva, i Fondi propri, pari a 45.303 migliaia, sono costituiti dai Fondi propri di base di cui all’art. 88 della Direttiva, in quanto la Compagnia non ha elementi patrimoniali classificati quali fondi propri accessori, né ha richiesto all’Autorità di Vigilanza l’approvazione di alcun elemento a tali fini, ai sensi dell’art. 89 della Direttiva.
I Fondi propri di base, determinati in ambito standard formula (con USP per il modulo di sottoscrizione), sono pari a
45.303 migliaia.
Coerentemente con quanto richiesto dall’art. 88 della Direttiva i Fondi propri di base sono definiti quale somma dell’eccedenza delle attività rispetto alle passività (51.303 migliaia), ridotta dell’ammontare di azioni proprie (pari a zero) e dei dividendi distribuibili (6.300 migliaia).
Ai fini della definizione dell’eccedenza delle attività rispetto alle passività, le rispettive componenti sono valutate secondo quanto disposto dall’art. 75 e dalla Sezione 2 nel Capo IV della Direttiva, che richiede una misurazione basata su importi determinabili in transazioni tra controparti consapevoli e consenzienti a normali condizioni di mercato (valore equo).
In base agli articoli 69, 72 e 76 del Regolamento Delegato, i Fondi propri di base includono:
a) il capitale sociale ordinario versato;
b) la riserva di riconciliazione di cui all’art. 70 del Regolamento delegato;
c) le passività subordinate.
I Fondi propri di base possono essere classificati in tre livelli, a seconda delle caratteristiche possedute. Il totale dell’eccedenza delle attività rispetto alle passività è classificata interamente come Fondi propri di livello 1 in quanto si tratta di fondi che rispondono a quanto richiesto dall’art. 71 del Regolamento Delegato.
FONDI PROPRI DI BASE DI LIVELLO 1
Per la Compagnia, i Fondi propri di base di livello 1 sono pari a 45.003 migliaia di Euro. Sono considerati Fondi propri di base di livello 1:
a) il capitale sociale ordinario versato e il relativo sovrapprezzo di emissione;
b) la riserva di riconciliazione
Il capitale sociale ordinario versato, interamente classificato come livello 1 per un importo pari a 2.750 migliaia di Euro, possiede le seguenti caratteristiche:
- le azioni sono emesse dall’impresa a seguito di delibera dell’assemblea degli azionisti;
- gli azionisti sono subordinati a tutti gli altri soggetti nella ripartizione degli attivi residui a seguito della liquidazione della società, in proporzione all’ammontare di titoli da questi posseduto.
La riserva di riconciliazione, pari a 42.253 migliaia, è determinata dall’eccedenza delle attività rispetto alle passività ridotta dei dividendi deliberati, del capitale sociale ordinario versato.
FONDI PROPRI DI BASE DI LIVELLO 2
La Compagnia non ha Fondi propri di base di livello 2.
FONDI PROPRI DI BASE DI LIVELLO 3
La Compagnia non ha Fondi propri di base di livello 3.
DEDUZIONI RELATIVE ALLE PARTECIPAZIONI DA IMPUTARE AI FONDI PROPRI DI BASE
L’approccio del Gruppo Generali è quello di considerare tutte le proprie partecipazioni come strategiche; per tale motivo la Compagnia non ha eseguito alcuna riduzione ai Fondi propri di base, relativamente a quanto richiesto dall’art. 70, comma 1 lettera (f) del Regolamento Delegato.
AMMISSIBILITÀ DEI FONDI PROPRI SULLA BASE DELLA CLASSIFICAZIONE IN LIVELLI
FONDI PROPRI AMMISSIBILI A COPERTURA DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ (ART. 82 DEL REGOLAMENTO DELEGATO, PARAGRAFO 1)
Livello | Importo | SCR | Incidenza | Ammissibilità |
Livello 1 | 45.003 | 17.124 | 262,8% | Incidenza maggiore al 50% |
Livello 2 | 0 | 17.124 | ||
Livello 3 | 0 | 17.124 | 0% | Incidenza minore al 15% |
Somma di livello 2 e | 0 | 17.124 | 0% | Incidenza minore al 50% |
livello 3
Per quanto riguarda la conformità al requisito patrimoniale di solvibilità, relativamente ai limiti quantitativi previsti dall’art. 82 comma 1 del Regolamento Delegato per l’ammissibilità degli elementi dei Fondi Propri sulla base della classificazione in livelli, tutti i Fondi Propri di base risultano ammissibili in quanto:
a) i Fondi propri di Livello 1 sono superiori alla metà del requisito patrimoniale di solvibilità;
b) i Fondi propri di Livello 2 e 3 sono minori del 15% del requisito patrimoniale di solvibilità;
c) la sommatoria dei Fondi propri di Livello 2 e 3 non supera il 50% del requisito patrimoniale di solvibilità.
FONDI PROPRI AMMISSIBILI A COPERTURA DEL REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO (ART. 82 DEL REGOLAMENTO DELEGATO, PARAGRAFO 2)
Livello Importo MCR Incidenza Ammissibilità
Livello 1 45.003 7.706 584,0% Incidenza maggiore dell'80%
Livello 2 0 7.706 0,0% Incidenza minore del 20%
Per quanto riguarda la conformità ai requisiti patrimoniali minimi, relativamente ai limiti quantitativi previsti dall’art. 82 comma 2 del Regolamento Delegato per l’ammissibilità degli elementi dei Fondi Propri di base di Livello 1 e 2, quelli di Livello 1 risultano totalmente ammissibili in quanto sono superiori all’80% del requisito patrimoniale minimo.
E.1.3.REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ (SCR)
La tabella sottostante riporta l’importo del requisito patrimoniale di solvibilità della Compagnia, ripartito in funzione delle categorie di rischio della Formula Standard.
Dati in migliaia di euro Totale Impatto (%)
Rischi di Mercato 9.399 33%
controparte Rischi di sottoscrizione Non Vita | 15.802 | 56% |
SCR pre-diversificazione | 28.168 | 100% |
Beneficio di diversificazione | -6.215 | |
Rischio Operativo | 2.800 | |
SCR pre- tasse | 24.753 | |
Assorbimento fiscale | -7.629 | |
SCR Totale | 17.124 |
Rischio di inadempimento della
2.967 11%
Nel corso del 2016 la Compagnia ha ottenuto formale approvazione da parte di IVASS all’utilizzo dei parametri specifici (USP) per la rappresentazione della volatilità dei rischi di premium e reserve nel modulo di sottoscrizione. Tali USP sono applicati alla LoB Legal Expenses, mentre per le linee Assistance e Miscellaneous Financial Loss la volatilità del rischio di sottoscrizione rimane basata sull’approccio market-wide predefinito nella Formula Standard.
RAPPORTO TRA FONDI PROPRI DI BASE E REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ
L’economic solvency ratio (ESR) della Società al 31 dicembre 2016, definito come rapporto tra fondi propri di base e requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) è pari al 262,8%, come da tabella sotto riportata.
Voce al 31 dicembre 2016 Importo
Fondi propri di base (Own Funds) 45.003
Requisito Patrimoniale di solvibilità (SCR)
17.124
Economic Solvency Ratio 262,8%
REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO (MCR)
Il requisito patrimoniale minimo è funzione del requisito patrimoniale di solvibilità e dei seguenti dati di input:
• Migliore stima al netto della riassicurazione e riserve tecniche calcolate come un elemento unico;
• Premi contabilizzati al netto della riassicurazione negli ultimi 12 mesi.
La tabella sottostante riporta l’importo del requisito patrimoniale minimo di solvibilità della Compagnia.
XX00
XXX Totale 7.706
E.2.UTILIZZO DEL SOTTO-MODULO DEL RISCHIO AZIONARIO BASATO SULLA DURATA NEL CALCOLO DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ
La sezione non è applicabile alla Compagnia.
E.3.INOSSERVANZA DEL REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO E INOSSERVANZA DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITÀ
La Compagnia ha approvato nel 2016 la politica di gestione del capitale e nel 2017 sia il RAF che il Capital Management Plan. Specifici processi di escalation sono previsti sia nella politica che nel RAF, sia in termini informativi che decisionali. Tali processi sarebbero immediatamente attivati qualora la posizione di solvibilità dovesse risultare critica, fino a toccare i limiti previsti. Sia il RAF che la politica di gestione del capitale insistono sulla prevenzione dell’inosservanza del requisito patrimoniale di solvibilità, permettendo quindi anche di monitorare l’eventuale inosservanza del requisito patrimoniale minimo.
La Compagnia ha una solida posizione di solvibilità e non rileva problemi di adeguatezza, né per quanto riguarda il requisito patrimoniale di solvibilità né per il requisito minimo, ed i limiti di capitale del RAF sono rispettati.
E.4.ALTRE INFORMAZIONI E.4.1.SENSITIVITIES
Al fine di verificare l’adeguatezza della posizione di solvibilità ai cambiamenti delle condizioni di mercato, sono state effettuate delle analisi di sensitività che possono impattare sul solvency ratio nel modo seguente:
Fattore di rischio | YE16 |
Spread BTP +100 bps | -4,2% |
Equity DW (-20%) | -2,2% |
Property DW (-10%) | -4,5% |
Allegati
S.22.01.21 impatto delle misure di garanzia a lungo termine e delle misure transitorie
Importo con le misure di Impatto della misura Impatto della misura Impatto dell'azzeramento
garanzia a lungo termine transitoria sulle e le misure transitorie riserve tecniche
transitoria sui tassi dell'aggiustamento per la
di interesse
volatilità
Impatto dell'azzeramento dell'aggiustamento di congruità
C0010 C0030 C0050 C0070 C0090
Riserve tecniche R0010 96.406 0 0 447 0
Fondi propri di base R0020 45.003 0 0 -122 0
Fondi propri ammissibili per R0050 45.003 0 0 -122 0
soddisfare il requisito patrimoniale di solvibilità
Requisito patrimoniale di solvibilità
R0090 17.124 -0 0 33 0
Fondi propri ammissibili per R0100 45.003 0 0 -122 0
soddisfare il requisito patrimoniale minimo
Requisito patrimoniale minimo
R0110 7.706 -0 0 15 0
Totale | Classe 1 - illimitati | Classe 1 - limitati | Classe 2 | Classe 3 | |
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | |
Fondi propri di base prima della deduzione delle partecipazioni in altri settori finanziari ai sensi dell'articolo 68 del regolamento delegato (UE) 2015/35 | |||||
Capitale sociale ordinario (al lordo delle azioni proprie) R0010 | 2.750 | 2.750 | 0 | ||
Sovrapprezzo di emissione relativo al capitale sociale ordinario R0030 | 0 | 0 | 0 | ||
Fondi iniziali, contributi dei membri o elemento equivalente dei fondi propri di base per le mutue e le imprese a forma mutualistica R0040 | 0 | 0 | 0 | ||
Conti subordinati dei membri delle mutue R0050 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Riserve di utili R0070 | 0 | 0 | |||
Azioni privilegiate R0090 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Sovrapprezzo di emissione relativo alle azioni privilegiate R0110 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserva di riconciliazione R0130 | 42.253 | 42.253 | |||
Passività subordinate R0140 | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Importo pari al valore delle attività fiscali differite nette R0160 | 0 | 0 | |||
Altri elementi dei fondi propri approvati dall'autorità di vigilanza come fondi propri di base non specificati in precedenza R0180 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Fondi propri in bilancio che non sono rappresentati dalla riserva di riconciliazione e che non soddisfano i criteri per essere classificati come fondi propri ai fini di solvibilità II | |||||
Fondi propri in bilancio che non sono rappresentati dalla riserva di riconciliazione e che non soddisfano i criteri per essere R0220 classificati come fondi propri ai fini di solvibilità II | 0 | ||||
Deduzioni | |||||
Deduzioni per partecipazioni in enti creditizi e finanziari | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Totale dei fondi propri di base dopo le deduzioni | 45.003 | 45.003 | 0 | 0 | 0 |
Totale | Classe 1 - illimitati | Classe 1 - limitati | Classe 2 | Classe 3 | ||
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | ||
Fondi propri accessori | ||||||
Capitale sociale ordinario non versato e non richiamato richiamabile su richiesta | R0300 | 0 | 0 | |||
Fondi iniziali, contributi dei membri o elemento equivalente dei fondi propri di base per le mutue e le imprese a forma mutualistica non versati e non richiamati, richiamabili su richiesta | R0310 | 0 | 0 | |||
Azioni privilegiate non versate e non richiamate richiamabili su richiesta | R0320 | 0 | 0 | 0 | ||
Un impegno giuridicamente vincolante a sottoscrivere e pagare le passività subordinate su richiesta | R0330 | 0 | 0 | 0 | ||
Lettere di credito e garanzie di cui all'articolo 96, punto 2), della direttiva 2009/138/CE | R0340 | 0 | 0 | |||
Lettere di credito e garanzie diverse da quelle di cui all'articolo 96, punto 2), della direttiva 2009/138/CE | R0350 | 0 | 0 | 0 | ||
Richiami di contributi supplementari dai soci ai sensi dell'articolo 96, punto 3), della direttiva 2009/138/CE | R0360 | 0 | 0 | |||
Richiami di contributi supplementari dai soci diversi da quelli di cui all'articolo 96, punto 3), della direttiva 2009/138/CE | R0370 | 0 | 0 | 0 | ||
Altri Fondi propri accessori | R0390 | 0 | 0 | 0 | ||
Totale Fondi propri accessori | R0400 | 0 | 0 | 0 | ||
Fondi propri disponibili e ammissibili | ||||||
Totale dei fondi propri disponibili per soddisfare il requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) | 45.003 | 45.003 | 0 | 0 | 0 | |
Totale dei fondi propri disponibili per soddisfare il requisito patrimoniale minimo (MCR) | 45.003 | 45.003 | 0 | 0 | ||
Totale dei fondi propri ammissibili per soddisfare il requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) | 45.003 | 45.003 | 0 | 0 | 0 | |
Totale dei fondi propri ammissibili per soddisfare il requisito patrimoniale minimo (MCR) | 45.003 | 45.003 | 0 | 0 |
S.23.01.01 – Fondi Propri (3/3) | ||
Totale | ||
SCR | R0580 | 17.124 |
XXX | X0000 | 7.706 |
Rapporto tra fondi propri ammissibili e SCR | R0620 | 262,8% |
Rapporto tra fondi propri ammissibili e XXX | X0000 | 584,0% |
C0060 | ||
Riserva di riconciliazione | ||
Excess of assets over liabilities | 51.303 | |
Own shares (held directly and indirectly) | 0 | |
Dividendi, distribuzioni e oneri prevedibili | 6.300 | |
Altri elementi dei fondi propri di base | 2.750 | |
Aggiustamento per gli elementi dei fondi propri limitati in relazione a portafogli soggetti ad aggiustamento di congruità e fondi propri separati | 0 | |
Riserva di riconciliazione | 42.253 | |
Utili attesi | 0 | |
Utili attesi inclusi nei premi futuri (EPIFP) — Attività vita | 0 | |
Utili attesi inclusi nei premi futuri (EPIFP) — Attività non vita | 450 | |
Totale utili attesi inclusi nei premi futuri (EPIFP) | 450 |
S.25.01.21 Requisito patrimoniale di solvibilità per le imprese che utilizzano la formula standard
Requisito patrimoniale di solvibilità lordo | USP | Simplifications | |||
Rischio di Mercato | R0010 | 9.399 | 0 | 0 | |
Rischio di inadempimento della controparte | R0020 | 2.967 | 0 | 0 | |
Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione vita | R0030 | 0 | 0 | 0 | |
Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione malattia | R0040 | 0 | 0 | 0 | |
Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione non vita | R0050 | 15.802 | 0 | 0 | |
Diversificazione | R0060 | -6.215 | 0 | 0 | |
Rischio relativo alle attività immateriali | R0070 | 0 | 0 | 0 | |
Requisito patrimoniale di solvibilità di base | R0100 | 21.953 | 0 | 0 |
Calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità | C0100 | |
Rischio operativo | R0130 | 2.800 |
Capacità di assorbimento di perdite delle riserve tecniche | R0140 | 0 |
Capacità di assorbimento di perdite delle imposte differite | R0150 | -7.629 |
Requisito patrimoniale per le attività svolte conformemente all'articolo 4 della direttiva 2003/41/CE | R0160 | 0 |
Requisito patrimoniale di solvibilità esclusa maggiorazione del capitale | R0200 | 17.124 |
Maggiorazioni del capitale già stabilite | R0210 | 0 |
Requisito patrimoniale di solvibilità | R0220 | 17.124 |
Altre informazioni sul requisito patrimoniale di solvibilità | 0 | |
Requisito patrimoniale per il sottomodulo del rischio azionario basato sulla durata | R0400 | 0 |
Importo totale dei requisiti patrimoniali di solvibilità nozionali (nSCR) per la parte restante | R0410 | 17.124 |
Importo totale dei requisiti patrimoniali di solvibilità nozionali per i fondi separati | R0420 | 0 |
Importo totale dei requisiti patrimoniali di solvibilità nozionali per i portafogli soggetti ad aggiustamento di congruità | R0430 | 0 |
Effetti di diversificazione dovuti all'aggregazione dei requisiti patrimoniali di solvibilità nozionali per i fondi separati ai fini dell'articolo 000 | X0000 | 0 |
S.28.01.01
Requisito patrimoniale minimo — Solo attività di assicurazione o di riassicurazione vita o solo attività di assicurazione o riassicurazione non vita
Attività Non Vita
Risultato MCR Non Vita R0010 15.254
Risultato MCR Non Vita | Attività Non Vita | ||
Migliore stima al netto (di riassicurazione/società veicolo) e riserve tecniche calcolate come un elemento unico | Premi contabilizzati al netto (della riassicurazione) negli ultimi 12 mesi | ||
Assicurazione e riassicurazione proporzionale per le spese mediche | R0020 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale di protezione del reddito | R0030 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale di risarcimento dei lavoratori | R0040 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale sulla responsabilità civile autoveicoli | R0050 | 0 | 0 |
Altre assicurazioni e riassicurazioni proporzionali auto | R0060 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale marittima, aeronautica e trasporti | R0070 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale contro l'incendio e altri danni a beni | R0080 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale sulla responsabilità civile generale | R0090 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale di credito e cauzione | R0100 | 0 | 0 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale di tutela giudiziaria | R0110 | 91.831 | 64.105 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale di assistenza | R0120 | 0 | 6 |
Assicurazione e riassicurazione proporzionale di perdite pecuniarie di vario genere | R0130 | 997 | 3.771 |
Riassicurazione non proporzionale malattia | R0140 | 0 | 0 |
Riassicurazione non proporzionale responsabilità civile | R0150 | 0 | 0 |
Riassicurazione non proporzionale marittima, aeronautica e trasporti | R0160 | 0 | 0 |
Riassicurazione non proporzionale danni a beni | R0170 | 0 | 0 |
Approvato dal Consiglio di amministrazione del 9 maggio 2017.
Glossario
Aggiustamento per il rischio di default della controparte (Counterparty default risk adjustment): aggiustamento per la perdita attesa dovuto all’ammontare che la Società prevede di non essere in grado di recuperare in conseguenza del possibile rischio di inadempimento della controparte di riassicurazione.
Alta Direzione: l’Amministratore Delegato e Direttore Generale nonché l’alta dirigenza che svolge compiti di sovrintendenza gestionale”.
Attività di assurance: consiste nell’esame obiettivo delle evidenze, allo scopo di ottenere una valutazione indipendente dei processi di governance, di gestione del rischio e di controllo dell’organizzazione
Codice di Condotta del Gruppo Generali: definisce le regole fondamentali di condotta che i dipendenti e i componenti degli organi amministrativi delle società appartenenti al Gruppo Generali sono tenuti ad osservare. Il documento è consultabile sul sito web xxxxxxxx.xxx.
Combined Ratio (COR): indicatore di performance del segmento Non Vita, calcolato come incidenza della sinistralità (loss ratio) e delle spese di gestione (expense ratio) sui premi di competenza.
Funding di Gruppo: Il funding pool rappresenta l’ammontare complessivo messo a disposizione all’inizio di ciascun esercizio per il pagamento dello Short Term Incentive, in base al livello di raggiungimento del Risultato Operativo di Gruppo e dell’Utile Netto Rettificato di Gruppo, e subordinatamente al superamento della soglia di accesso costituita dall’Economic Solvency Ratio di Gruppo.
Incidenza dei costi sui premi (Expense Ratio): rappresenta il rapporto percentuale tra le spese complessive di gestione e i premi emessi dell’esercizio. Può essere suddiviso nelle due principali componenti, cioè l’incidenza dei costi di acquisizione (comprensivi delle
provvigioni d’incasso) sui premi e quella dei costi di amministrazione sui premi.
Miglior stima delle riserve tecniche (Best estimate liability): Le best estimate liability rappresentano il valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri relativi agli obblighi di assicurazione e di riassicurazione vigenti alla data di valutazione. Sono calcolate al lordo della riassicurazione, ovvero senza alcuna detrazione degli importi recuperabili da contratti di riassicurazione.
Miglior stima delle ipotesi operative (Best estimate operating assumptions): Ipotesi su tutti quei fattori non finanziari che possono avere un impatto sui futuri flussi di cassa, compresi non solo i fattori operativi più comuni (mortalità/longevità, disabilità, morbilità e invalidità, riscatto/riduzione, spese), ma anche quelle opzioni contrattuali che possono essere esercitate dagli assicurati a condizioni prestabilite (es. tassi di assunzione delle rendite, aumenti volantari di premio, estensione della scadenza)
Modello Interno Parziale: si tratta del Modello Interno Parziale del Gruppo Generali, approvato dall’Autorità di Vigilanza, per il calcolo del Requisito Patrimoniale di Solvibilità (SCR) previsto dalla normativa Solvency II. Questo modello è stato sviluppato per meglio cogliere il profilo di rischio del Gruppo Generali e delle Società nel suo perimetro. Il requisito di capitale per i rischi operativi è calcolato con la Formula Standard.
Premi di inventario: premi comprensivi del solo caricamento per spese di gestione.
Rapporto di sinistralità nei rami danni (Loss Ratio): rappresenta il rapporto percentuale tra i sinistri di competenza e i premi di competenza.
Requisito Patrimoniale Minimo (Minimum Capital Requirement –MCR) è determinato come capitale che le imprese di assicurazione e di riassicurazione devono detenere, affinchè contraenti e beneficiari non siano esposti ad un livello di rischio inaccettabile qualora le imprese continuassero la propria operatività.
Requisito Patrimoniale di Solvibilità (Solvency Capital Requirement -SCR): è determinato come capitale economico che le imprese di assicurazione e di riassicurazione devono detenere, in uno scenario che prevede il caso in cui l’evento
«rovina» non si verifichi più di una volta su 200 casi o, in alternativa, che le predette imprese siano in grado, con una probabilità di almeno il 99,5 %, di onorare i loro obblighi nei confronti dei contraenti e dei beneficiari, nei dodici mesi successivi
Riserve sinistri “Outstanding”: sono le riserve per sinistri, sia denunciati che non, avvenuti prima della data di valutazione, i cui costi e le relative spese non sono stare completamente pagate entro la data di fine esercizio .
Risk Appetite (propensione al rischio): il livello di rischio che la Compagnia intende assumere in linea con i suoi obiettivi strategici.
Risk Appetite Framework (RAF): documento che definisce la strategia globale di rischio, i livelli di esposizione ed in generale i livelli di rischio che la Compagnia è disposta ad accettare o evitare per raggiungere i propri obiettivi di business.
Risk Capacity (capacità di assunzione del rischio): il livello di rischio che la Compagnia può assumere senza violare i limiti relativi al requisito di solvibilità;
Simulazioni market-consistent risk-neutral: simulazioni coerenti con il mercato (market-consistent) e volte a garantire l’assenza di arbitraggio (risk-neutral).
Sinistri “Attritional” (Attritional Claims): I sinistri “outstanding” sono solitamente suddivisi per entità dei sinistri: sinistri “Attritional”, “Large” e “Extremely Large”. La definizione di sinistri “Attritional” e “Large” è personalizzata in base alle peculiartià dei sinistri e del portafoglio. I sinistri “attritional” sono esposizioni a sinistri frequenti ma di piccola entità
Sinistri “Extremely Large Claims” sono definiti come quei sinistri che hanno,o potrebbero avere, un grande impatto sociale e/o economico ed elevata rilevanza all’interno dei mass media.
Undiscounted Best Estimate Liability (UBEL): Valutazione a costo ultimo delle riserve tecniche Non Vita senza effetto sconto.
Volatility Adjustment: aggiustamento per la volatilità pubblicato da EIOPA, applicato alla curva dei tassi basic risk free.