Società per azioni quotata tenutasi il giorno 27 aprile 2007 REPUBBLICA ITALIANA
Repertorio n. 25284 Raccolta n. 10415 Verbale dei lavori dell’Assemblea Ordinaria dei soci della
“BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.p.A.”
Società per azioni quotata tenutasi il giorno 27 aprile 2007 REPUBBLICA ITALIANA
L'anno duemilasette (2007) il giorno nove (9) del mese di maggio, in Siena, Piazza Salimbeni n. 3, presso la sede della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A..
Davanti a me, Dottor Xxxxx Xxxxxx, Notaio in Siena, iscritto al Collegio Notarile dei Distretti Riuniti di Siena e Montepulciano, è presente il Signor:
- Avv. Xxxxxxxx XXXXXXX, nato a Catanzaro il 20 luglio 1962, domiciliato, per la carica, in Siena Xxxxxx Xxxxxxxxx x. 0, della cui identità personale io Notaio sono certo ed il quale dichiara di possedere i requisiti per i quali non è obbligatoria l'assistenza dei testimoni e di non richiederla.
Il predetto comparente ed io Notaio, tramite il presente atto, procediamo come segue a redigere il verbale dei lavori dell'Assemblea ordinaria di prima convocazione della Società "BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.p.A.", con sede in Siena,
Xxxxxx Xxxxxxxxx x. 0, Xxxxxxxx sociale Euro 2.029.771.034,02
- interamente versato, Codice Fiscale e partita IVA 00884060526, iscritta con lo stesso numero presso il Registro delle Imprese della Provincia di Siena, aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, Banca iscritta all'Albo delle Banche e Capogruppo del Gruppo Bancario Monte dei Paschi di Siena - codice Banca 1030.6, Codice Gruppo 1030.6 - (in appresso indicata anche come "Società" o "BMPS" od altresì, semplicemente, come "Banca"), assemblea che diamo atto essersi svolta in data 27 aprile in Siena Xxxxx Xxxxxxx x. 00, nei locali della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., della quale l' Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx ha svolto, ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto Sociale, quale Presidente del Consiglio di Amministrazione di essa Società, la funzione di Presidente ed xx Xxxxxx, su richiesta di esso Presidente, quella di Segretario:
Iniziati i lavori assembleari alle ore nove e minuti trentaquattro (h 9 m 34) ed assunte le suddette funzioni, il Presidente, ai sensi del ricordato articolo 12 dello Statuto Sociale, sceglie fra gli azionisti presenti i Signori Xxxxx Xxxxxxxx e Xxxx Xxxxxx per svolgere la funzione di scrutatori. Il Presidente dà atto che:
- del Consiglio di Amministrazione sono presenti i Signori: Xxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxxx, Xxxxx Xxxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx
ed Xxxxxx Xxxxxxxxxx;
- del Collegio Sindacale è presente il Presidente Xxxx. Xxxxxxx Xx Xxxxx, Presidente;
- è presente il Direttore Generale Xxxxxxx Xxxxx. Il Presidente comunica:
- di aver consentito l’ingresso nella sala assembleare ad alcuni esperti, analisti finanziari e giornalisti accreditati, e rappresentanti della Società di Revisione, invitati ad assistere all'Assemblea anche in conformità alle raccomandazioni CONSOB, riconoscibili da apposito tesserino;
- di aver consentito l’ingresso nella sala assembleare ad alcuni dirigenti e dipendenti della Banca, che ha ritenuto utile far partecipare alla presente Assemblea in relazione agli argomenti da trattare, nonché a rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali aziendali. Segnala la presenza in sala di dipendenti della Banca e di altri collaboratori esterni, parimenti riconoscibili da appositi tesserini, presenti per far fronte alle esigenze tecniche ed organizzative dei lavori e che tutte queste persone sono state, così come gli azionisti, regolarmente individuate ed accreditate.
L’elenco di tali soggetti viene allegato sotto la lettera "A" alla presente verbalizzazione.
Durante l'esposizione del Presidente, fanno ingresso nella sala assembleare i Consiglieri Xxxxx Xxxxxx (alle ore nove e minuti trentasei - h 0 x 00 - ) x Xxxxxxx Xxxxxxxx (xxxx ore nove e minuti trentasette - h 9 m 37 -), il Sindaco Effettivo Xxxxxxxx Xxxxxxxx (alle ore nove e minuti trentotto - h 9 m 38), il Consigliere Xxxxxxx Xxxxxxx (alle ore nove e minuti trentanove - h 9 m 39 -) ed il Sindaco Effettivo Xxxxxx Xxxxxxxx (sono le ore nove e minuti quaranta - h 9 m 40 -).
Il Presidente Dichiara:
- che sono stati perfezionati tutti gli adempimenti previsti dalla legge e, in particolare, dalle norme di cui al D. Lgs.
24 febbraio 1998 n. 58 – Testo Unico dell’Intermediazione Finanziaria - e dalle relative disposizioni di attuazione.
Al riguardo, precisa quanto segue:
- l’assemblea è stata convocata in sede ordinaria a norma dell’articolo 12 del vigente Statuto Sociale, mediante pubblicazione dell’avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (n. 34 Parte II - Foglio delle Inserzioni-) del giorno 22 marzo 2007, Inserzione S-2428.
Si trascrive qui di seguito l'Ordine del Giorno di cui al suddetto avviso:
"1. Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2006; relazione degli
amministratori sulla gestione; relazione della società di revisione; relazione del Collegio Sindacale: deliberazioni relative. Bilancio consolidato al 31 dicembre 2006.
2. Deliberazioni in ordine all'acquisto e vendita di azioni proprie ex articoli 2357 e 2357 ter del Codice Civile".
Il Presidente dichiara, altresì, che:
- l’avviso di convocazione è stato comunicato alla Borsa Italiana S.p.A. in data 29 marzo 2007 e altresì pubblicato sul quotidiano “Il Sole 24 Ore” del 23 marzo 2007;
- sono stati regolarmente espletati gli altri adempimenti informativi previsti dal Regolamento CONSOB degli Emittenti n. 11971, mediante tempestivo deposito presso la sede sociale e la Borsa Italiana S.p.A., a disposizione del pubblico, della documentazione prevista dalla normativa vigente.
Rammenta, in particolare, che sono rimasti depositati presso la Sede Sociale, come lo sono tutt'ora, e presso la Borsa Italiana S.p.A.:
* dal giorno 30 marzo 2007:
a) Relazione degli Amministratori sull'esercizio 2006: relazione consolidata sull'andamento della gestione e relazione sull'andamento della gestione dell'impresa;
b) Bilancio di esercizio della Banca Monte dei Paschi di Siena
S.p.A al 31 dicembre 2006 (Prospetti di bilancio e nota integrativa);
c) Proposta per l'Assemblea relativa all'approvazione del Bilancio ed alla distribuzione dell'utile a remunerazione del capitale;
d) Bilancio consolidato al 31 dicembre 2006 del Gruppo Bancario Monte dei Paschi di Siena (Prospetti di bilancio e nota integrativa);
nonchè il regolamento disciplinante lo svolgimento dell'Assemblea ordinaria e straordinaria, e, in quanto compatibile, delle assemblee speciali di categoria;
- dal giorno 12 aprile 2007:
- per quanto attiene al primo punto all'ordine del giorno:
a) relazione del Collegio Sindacale, redatta ai sensi degli articoli 2429 Codice Civile e 153 del D.Lgs. 58/98, all'assemblea degli azionisti convocata per l'approvazione del bilancio della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. chiuso al 31 dicembre 2006;
b) relazione della Società di Revisione, ai sensi dell'art.
156 del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58, sul bilancio di esercizio della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A chiuso al 31 dicembre 2006;
c) relazione della Società di Revisione, sempre ai sensi
dell'articolo 156 del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58, sul bilancio consolidato del Gruppo Monte dei Paschi di Siena chiuso al 31 dicembre 2006;
d) prospetti riepilogativi dei dati essenziali degli ultimi bilanci approvati delle società controllate e collegate, così come dettagliati negli elenchi allegati, nonchè la relazione degli Amministratori relativa alla proposta formulata dal Consiglio di Amministrazione inerente il secondo punto all'ordine del giorno;
Il Presidente comunica che:
- ad oggi il capitale della Società ammonta ad Euro 2.029.771.034,02, interamente versato ed è suddiviso in n. 2.454.137.107 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 0,67 (zero virgola sessantasette) ciascuna, da n. 565.939.729 azioni privilegiate del valore nominale di euro 0,67 (zero virgola sessantasette) ciascuna e da n. 9.432.170 azioni di risparmio sempre del valore nominale di euro 0,67 (zero virgola sessantasette) ciascuna;
- la Società si avvale per questa Assemblea di un sistema per la rilevazione elettronica delle presenze e del voto, per cui è stato distribuito ai soci o loro delegati partecipanti all’Assemblea, un apparecchio denominato televoter, il cui contatto con l’apposito lettore, in entrata o in uscita dall’area assembleare, consente di appurare in tempo reale la consistenza del capitale rappresentato in assemblea, il nominativo dei soci presenti o rappresentati, dei loro delegati e delle azioni rispettivamente portate;
- avvalendosi del predetto sistema, viene redatto l’elenco nominativo dei soci intervenuti, di persona o per delega, con l’indicazione per ciascuno di essi del numero delle azioni di pertinenza, elenco che verrà allegato alla verbalizzazione della presente Assemblea, conformemente a quanto previsto dal citato Regolamento CONSOB degli Emittenti;
- sulla base delle risultanze fornite da tale sistema, in questo momento - sono le ore nove e minuti quarantacinque (h
9 m 45) -, sono presenti o regolarmente rappresentati nella sala n. 238 (duecentotrentotto) azionisti o aventi diritto al voto per azionisti, portatori, complessivamente, di n. 1.485.988.257 (unmiliardoquattrocentottantacinquemilioninovecentottantottomi laduecentocinquantasette) azioni ordinarie, pari al 60,550336% (sessanta virgola cinquecentocinquantamilatrecentotrentasei per cento) del capitale sociale rappresentato da tali azioni. In particolare, sono presenti n. 26 (ventisei) soci in proprio, portatori di
n. 1.200.409.496
(unmiliardoduecentomilioniquattrocentonovemilaquattrocentonova ntasei) azioni ordinarie e n. 212 (duecentododici) soci per delega, portatori di n. 285.578.761
(duecentottantacinquemilionicinquecentosettantottomilasettecen tosessantuno) azioni ordinarie, come da certificazioni conformi all'articolo 34 del Regolamento CONSOB n.11768;
- partecipa all'assemblea il rappresentante comune degli azionisti di risparmio, Notaio Xxxxxxxxx Xxxxxxx.
Fa ingresso nella sala assembleare il Consigliere Xxxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx (alle ore nove e minuti quarantasette - h 9 m 47).
Il Presidente comunica inoltre che:
- è stata verificata l’osservanza delle norme e delle prescrizioni previste dalla legge e dallo statuto sociale in ordine all’intervento dei soci in assemblea e al rilascio delle deleghe; quest’ultime nei termini di cui all’articolo 2372 del Codice Civile e al Regolamento CONSOB n. 11768;
- le deleghe vengono acquisite agli atti sociali;
- in ottemperanza a quanto richiesto dall’articolo 85 del Regolamento CONSOB n. 11971, secondo le risultanze del libro soci, integrate dalle altre comunicazioni ricevute ai sensi della normativa vigente, ed in base alle altre informazioni a disposizione, gli unici azionisti che partecipano direttamente o indirettamente in misura superiore al 2% (due per cento) del capitale sociale, rappresentato da azioni con diritto di voto, sono:
* Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Quest’ultima possiede direttamente n. 1.199.761.031 azioni ordinarie, pari al 48,888% del capitale sociale rappresentato da tali azioni, nonché n. 565.939.729 azioni privilegiate, pari al 100% del capitale sociale rappresentato da tali azioni.
Si informa, inoltre, che la Fondazione Monte dei Paschi di Siena possiede indirettamente ulteriori n. 9.319.383 azioni ordinarie tramite BMPS S.p.A. e ulteriori n. 10.727 azioni ordinarie tramite Società del Gruppo MPS, per le quali non può essere esercitato il diritto di voto (articoli 2357 ter e 2359 bis del codice civile), nonchè n. 9.218.154 azioni di risparmio, pari al 97,731% del capitale sociale rappresentato da tali azioni;
* Xxxxxxxxxxx Xxxxxxxxx Xxxxxxx, che ha segnalato il superamento della soglia del 2% del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto, dichiarando, con ultima comunicazione del 26 maggio 2004 di possedere indirettamente tramite Società appartenenti al proprio Gruppo,
n. 115.500.000 azioni ordinarie, pari al 4,71% del capitale sociale rappresentato da azioni aventi il diritto di voto nell'Assemblea ordinaria, al 3,82% del capitale sociale rappresentato da azioni aventi il diritto di voto nell'Assemblea straordinaria e al 3,81% del capitale totale della Società;
* Hopa S.p.A. - Holding di Partecipazioni aziendali, che ha segnalato il superamento della soglia del 2% del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto, dichiarando, con comunicazione del 26 aprile 2004, di possedere direttamente n. 73.463.100 azioni ordinarie, pari al 3,00% del capitale sociale rappresentato da azioni aventi il diritto di voto nell'Assemblea ordinaria, al 2,43% del capitale sociale rappresentato da azioni aventi il diritto di voto nell'Assemblea straordinaria e al 2,42% del capitale totale della società;
- Unicoop Firenze - Società Cooperativa, che ha segnalato il superamento della soglia del 2% del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto, dichiarando, con comunicazione del 29 dicembre 2005 di possedere n. 73.159.575 azioni ordinarie, pari al 2,98% del capitale sociale rappresentato da azioni aventi il diritto di voto nell'Assemblea ordinaria, al 2,42% del capitale sociale rappresentato da azioni aventi il diritto di voto nell'Assemblea straordinaria e al 2,41% del capitale totale della Società.
Per quanto concerne l’esistenza di sindacati di voto o di blocco o, comunque, di patti parasociali o di patti e accordi di alcun genere in merito all’esercizio dei diritti inerenti alle azioni o al trasferimento delle stesse e di cui all’art.
122 del Testo Unico dell’Intermediazione Finanziaria, il Presidente rende noto che la Società ha ricevuto le seguenti comunicazioni:
* in data 14 gennaio 2001 avvenuta stipula di un patto di consultazione ("Patto") per la durata di tre anni, tra n. 53 azionisti della Banca, inviato alla Banca d’Italia ed alla CONSOB e depositato per l’iscrizione nel Registro delle Imprese di Siena in data 26 gennaio 2001;
* in data 14 gennaio 2004 rinnovo per tacito accordo del Patto per la durata di ulteriori altri tre anni;
- in data 18 luglio 2006, comunicazione delle modifiche riguardanti il numero delle azioni apportate al Patto;
* in data 17 gennaio 2007, (i) risoluzione del patto di consultazione stipulato in data 14 gennaio 2001 e tacitamente rinnovato in data 14 gennaio 2004; ed al contempo (ii)
avvenuta stipula in data 15 gennaio 2007 di un nuovo patto di consultazione per la durata di tre anni tra n. 50 azionisti della Banca, avente ad oggetto n. 81.851.786 azioni ordinarie della Banca, corrispondenti al 3,34% del capitale sociale ordinario e al 2,71% della azioni con diritto di voto, patto concernente regole di comportamento e pattuizioni per l’esercizio di voto in Assemblea e la vendita e/o disposizione delle azioni ordinarie della Banca, e relativamente al quale è stato comunicato che aderiscono:
Azionista percentuale sul totale azioni Ordinarie al 15 gennaio 2007
Xxxxxxx Xxxxxxx 0,5947
Xxxxxxx Xxxxx 0,3026
Xxxxxx Xxxx 0,2185
Xxxxxxxxx Xxxxx 0,1991
Xxxxxxxxx Xxxxx 0,1991
Montinari Xxxxxxxx Xxxxxx 0,1949
Xxxxxxx Xxxxxxx 0,1638
Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx 0,1392
Xxxxxxxxx Xxxxxx 0,1392
Xxxxxxxxxx Xxxxxx 0,1273
Xxxxxxxxx Xxxxx 0,1210
Xxxxxxxxx Xxxxxx 0,1131
Xxxxxxxxx Xxxxxxx 0,1056
oltre a numero 37 altri azionisti detentori, ciascuno, di partecipazioni inferiori allo 0,1%, pari, in totale, allo 0,7172% delle azioni ordinarie. Quindi, complessivamente, n.
50 azionisti ordinari che possiedono, complessivamente, il 3,3353% delle azioni ordinarie alla data del 15 gennaio 2007. Il Presidente invita chi avesse ulteriori comunicazioni da fare, con riferimento all’esistenza di patti di cui all’art.
122 del Testo Unico dell’Intermediazione Finanziaria, a volerle effettuare.
Nessuno chiede la parola.
Il Presidente ricorda che non risulta vi sia stata alcuna sollecitazione o raccolta di deleghe di voto ai sensi degli artt. 136 e seguenti del Testo Unico dell’Intermediazione Finanziaria.
Ricorda, inoltre, che, ai sensi dell’articolo 9 dello Statuto vigente, nessun socio, ad eccezione dell’Istituto conferente, può possedere, a qualsiasi titolo, azioni ordinarie in misura superiore al 4% del capitale della Società. Il diritto di voto inerente le azioni detenute in eccedenza rispetto al limite massimo sopra indicato non può essere esercitato.
Il Presidente invita tutti i partecipanti all’Assemblea a
voler rendere nota l’eventuale esistenza di situazioni che importino il superamento del limite di possesso azionario fissato dall’articolo 9 dello Statuto, e, in particolare, a voler dichiarare se alcuno detenga azioni della Società anche tramite fiduciarie e/o interposta persona ed inoltre se alcuno detenga azioni della Società per conto di altri soci, in misura tale da superare il limite statutario citato. Nessuno chiede la parola.
Sempre il Presidente richiede formalmente che tutti i partecipanti all’assemblea dichiarino l'eventuale esistenza di situazioni che impediscano loro l'esercizio del diritto di voto ai sensi delle vigenti disposizioni di legge e dello statuto sociale, facendo presente che le azioni per le quali non può essere esercitato il diritto di voto sono, comunque, computabili ai fini della regolare costituzione dell’Assemblea (articolo 2368 3° comma del Codice Civile).
Nessuno chiede la parola. Il Presidente constata che:
- si è provveduto ad accertare l'identità e la legittimazione di tutti gli intervenuti a partecipare all’assemblea nei modi previsti dalle norme vigenti;
- è stato raggiunto il quorum costitutivo previsto per le assemblee ordinarie di prima convocazione, essendo intervenuti azionisti o aventi diritto al voto per azionisti, che rappresentano più della metà del capitale sociale avente diritto al voto nelle assemblee ordinarie.
Quindi, essendo state rispettate le formalità di convocazione e di comunicazione ed essendo stato raggiunto il quorum previsto dalla legge e dallo Statuto, dichiara l'assemblea regolarmente costituita in sede ordinaria in prima convocazione, per discutere e deliberare sugli argomenti iscritti all’Ordine del Giorno.
Prima di procedere all’esame dei punti all’Ordine del Giorno, il Presidente espone ai presenti le modalità tecnico-pratiche con le quali si svolgerà l'Assemblea.
Richiama, quindi, l'attenzione dei presenti sulle indicazioni riportate nella documentazione contenuta nella cartella loro consegnata all’atto del ricevimento, nella quale cartella sono contenuti:
1) Regolamento Assembleare.
2) Nota sulle modalità di votazione.
3) Testo statuto vigente.
4) Copie relazioni e proposte del Consiglio di Amministrazione circa gli argomenti all’Ordine del Giorno.
5) Schede d’intervento.
6) Pro-memoria sulle misure di sicurezza negli ambienti assembleari.
Una copia di tale documentazione si allega al presente verbale sotto la lettera "B".
Il Presidente ricorda che verrà utilizzata per le votazioni apposita procedura elettronica mediante l'apparecchio televoter, che è stato consegnato a ciascun azionista o delegato, nel quale è memorizzato un codice di identificazione del Socio e delle relative azioni rappresentate. Tale apparecchio è strettamente personale e le manifestazioni di voto devono essere effettuate personalmente dal titolare dello stesso. Il voto si svolgerà in modo palese, tramite alzata di mano da parte prima dei favorevoli, poi dei contrari e infine degli astenuti.
Gli azionisti saranno quindi invitati a far rilevare elettronicamente il loro voto tramite il televoter, premendo:
- il tasto SI per il voto favorevole;
- il tasto NO per il voto contrario;
- il tasto ASTENUTO per l’astensione.
Dopo aver verificato la propria scelta sul display (SI – NO – ASTENUTO) ed eventualmente dopo averla corretta, gli azionisti dovranno premere il tasto INVIO.
Ricorda, ancora, che:
- i portatori di xxxxxxx, che intendono esprimere voti diversificati su una stessa proposta dovranno recarsi in ogni caso alla postazione di “voto assistito”, posta in adiacenza della Presidenza;
- coloro che intendono effettuare interventi sono invitati a compilare l'apposita “scheda per richiesta di intervento” predisposta per ciascun argomento all’Ordine del Giorno, indicando le proprie generalità, consegnandola poi presso la postazione “Raccolta interventi”, ubicata all’ingresso della sala assembleare;
- al fine di consentire la più ampia partecipazione al dibattito, il Presidente invita a formulare interventi che siano strettamente attinenti ai punti all’Ordine del Giorno ed il più possibile contenuti nella durata, riservandosi, al riguardo, di dare indicazioni sulla durata massima degli interventi prima dell’apertura della discussione su ciascun punto all’Ordine del Giorno, tenendo conto della rilevanza dell’argomento in discussione e del numero delle richieste d’intervento depositate;
- le risposte alle eventuali richieste dei soci verranno, di regola, fornite al termine di tutti gli interventi. Sono consentiti brevi interventi di replica. Di regola, gli
interventi saranno effettuati nell’apposita postazione situata a fianco del tavolo di presidenza;
- gli interventi orali saranno riportati nel verbale in forma sintetica, con l’indicazione nominativa degli intervenuti, delle risposte ottenute e delle eventuali repliche.
Informa, infine, che si procede a registrazione su nastro dell’andamento dei lavori, al solo fine di agevolare la verbalizzazione: il nastro sarà distrutto dal notaio, una volta completata la verbalizzazione.
Prega gli intervenuti di non assentarsi, ricordando che, se dovessero farlo, sono invitati a passare dall’apposito portale
– già utilizzato all’ingresso – usando il televoter per segnalare il momento di uscita e quello del successivo rientro nell’area assembleare, e ciò ai fini della esatta costante rilevazione dei presenti e del relativo numero delle azioni partecipanti alle singole votazioni, come disposto dalla normativa CONSOB.
Il Presidente dichiara quindi aperti i lavori in sede ordinaria.
Prima di passare all'esame ed alla discussione degli argomento posti all'ordine del giorno, il Presidente ritiene opportuno portare a conoscenza dell'Assemblea la seguente comunicazione: "1) Comunicazione sulla "Corporate Governance"
Il Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi S.p.A., all'esito della ricognizione del modello organizzativo esistente all'interno della Banca, ha aderito con delibera del
5 aprile 2007, quale punto di riferimento per un’efficace "Corporate Governance", al Codice di Autodisciplina per le Società Quotate approvato nel marzo 2006 dal "Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate".
Per quanto attiene l'esercizio 2006, la Banca ha provveduto a dare informativa sul proprio sistema di "Corporate Governance" mediante un'apposita relazione depositata presso la sede sociale insieme all'altra documentazione assembleare e trasmessa a Borsa Italiana S.p.A. a disposizione del pubblico. Tale relazione è, altresì, contenuta in apposito capitolo intitolato "La Corporate Governance e le altre informazioni" nella Relazione Consolidata sull'andamento della gestione, consegnatavi all'atto del ricevimento in assemblea.
In particolare, il Consiglio ritiene che la Relazione annuale sulla Corporate Governance, redatta ripercorrendo lo schema in cui si articola il Codice di Autodisciplina medesimo, rappresenti l’ambito all’interno del quale trovano una loro naturale collocazione le valutazioni sulla dimensione, sulla composizione e sul funzionamento del Consiglio stesso e dei
suoi Comitati, nonché sulle modalità di svolgimento autonomo e consapevole dei propri compiti da parte degli Amministratori." Il Presidente passa quindi a dare lettura del primo punto all'ordine del giorno:
"1)Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2006; relazione degli amministratori sulla gestione; relazione della società di revisione; relazione del Collegio Sindacale: deliberazioni relative. Bilancio consolidato al 31 dicembre 2006."
Il Presidente, ricordato nuovamente che gli adempimenti informativi previsti dalla legge sono stati regolarmente espletati mediante deposito della documentazione di bilancio, propone all'Assemblea, se non vi sono opposizioni, di dare lettura di alcune "Considerazioni di sintesi del Presidente del Consiglio di Amministrazione" delle quali invita a distribuire copie ai presenti.
Nessuno opponendosi, terminata la distribuzione ai presenti delle suddette copie, il Presidente procede a dare lettura di dette considerazioni come di seguito trascritto:
"Signori azionisti,
per la Banca e per il Gruppo MPS il 2006 è stato un anno importante e positivo ma anche impegnativo e complesso.
Nell’ambito di un contesto di riferimento in rapida e continua evoluzione e, soprattutto, caratterizzato da un crescente livello di concorrenza, aumenta la divaricazione fra i migliori e i peggiori e sempre più non essere efficienti ed eccellenti significa rischiare di uscire di scena.
In risposta a questa sfida, è emersa, evidente, l’esigenza per il Monte dei Paschi di Siena, di realizzare un vero e proprio “cambio di passo”.
Il Piano Industriale 2006-2009 ha codificato le linee strategiche lungo le quali sviluppare un nuovo percorso di crescita, focalizzato sulla nostra mission fondamentale: creare valore in modo sostenibile.
Un Piano fortemente orientato verso l’efficienza e verso risultati commerciali sempre più importanti, nella consapevolezza che per conseguirli si sarebbero resi necessari anche incisivi interventi sulla macchina operativa.
Un piano condiviso dai nostri azionisti, in primo luogo dalla Fondazione Monte dei Paschi, e dal mercato.
Un Piano sviluppato attorno ad una visione fortemente unitaria del Gruppo che ha fatto da costante riferimento per la definizione dei diversi ruoli ed obiettivi, rispetto ai quali tutti i soggetti sono stati coinvolti fattivamente rispondendo con rapidità, professionalità ed entusiasmo.
I fatti e soprattutto i numeri - i migliori di sempre - del
Bilancio 2006 assumono così un particolare significato: durante la seconda metà dell’anno l’intera struttura, in specie la rete commerciale, è stata infatti chiamata ad operare in funzione di obiettivi particolarmente sfidanti mentre veniva coinvolta in un’opera di ristrutturazione organizzativa ampia, profonda e non ancora terminata.
Il nuovo Piano Industriale, quindi, non si limita ad essere una semplice reazione agli eventi del presente, che ci lascerebbe un passo indietro rispetto ai migliori competitor. Esso nasce piuttosto dalla volontà di anticipare il cambiamento, realizzandolo prima che si compia definitivamente, ragionando sulle innovazioni necessarie all’industria bancaria tenendo in debito conto le dinamiche - globali e nazionali, economiche e sociali - che caratterizzano la fase storica che stiamo vivendo.
Nel corso del 2006, grazie all’impegno e alla dedizione di tutti, sono state gettate le basi di un progetto - sul quale il management ha messo in gioco la sua credibilità - perché, oggi e nel futuro, la Banca e il Gruppo MPS siano sempre più protagonisti, pronti a fronteggiare le sfide e a trasformarle, grazie alla capacità di innovare, in opportunità di crescita.
Durante l’anno passato vi sono stati il rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, la nomina del nuovo Direttore Generale, la riorganizzazione del top management e molte sono state le persone con elevata anzianità di servizio che hanno lasciato la Banca.
Come Presidente in carica dal 30 aprile 2006 desidero ringraziare la Fondazione per la proposta e l’Assemblea dei soci per la responsabilità che ha voluto affidarmi, il Presidente Xxxxxxx e il Dott. Parlangeli per il sostegno leale e fattivo con cui ci hanno seguito in questi mesi. E’ stato importante per noi sentire una forte condivisione da parte dell’azionista Fondazione e da parte degli importanti azionisti stabili della Banca che non hanno mai mancato di fare sentire il loro sostegno e il loro continuo stimolo nel nostro percorso verso l’eccellenza. Un ulteriore ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno passato il testimone: essi hanno lasciato un’eredità senza la quale non sarebbe stato possibile realizzare un Bilancio quale quello che oggi viene presentato.
Xxxxxxx Xxxxxxxxx, ne siamo consapevoli, dobbiamo ancora correre: il nostro traguardo per il 2009 è raddoppiare l’utile del 2005. Per farcela non ci sono scorciatoie ma una sola ricetta: lavorare.
Il Bilancio 2006 dimostra che se in tutti vi è una assoluta
tensione verso i risultati, gli ambiziosi obiettivi che ci siamo dati saranno certamente raggiunti.
Anche nell’anno passato sono proseguite le grandi dinamiche che da tempo caratterizzano lo scenario globale.
L’integrazione dei mercati commerciali e finanziari mette a dura prova la capacità competitiva delle economie “occidentali”.
La crescita dei flussi migratori crea, nelle società mature, fasce di popolazione nuove, con caratteristiche e bisogni specifici e innesca problematiche di integrazione ma anche – dato il declino degli indici demografici - opportunità di crescita.
L’aggravarsi della questione energetica e del cambiamento climatico pongono una sfida alla capacità di coniugare la sostenibilità con lo sviluppo economico.
Sono tematiche di “alto profilo” e possono sembrare distanti rispetto ad un documento che accompagna il bilancio annuale di una azienda. In realtà essi hanno anche importanti ricadute per una grande realtà bancaria come il Monte dei Paschi.
L’apertura globale dei mercati rende strategica la presenza sulle piazze estere per molte delle nostre imprese, che per questa ragione richiedono uno specifico supporto dal sistema bancario. Banca MPS, con il nuovo piano industriale dell’Area Attività Internazionali, punta alla leadership nelle attività di international trade finance a supporto dei progetti di internazionalizzazione delle Pmi italiane.
La capacità di recupero della competitività del nostro sistema-Paese si gioca innanzitutto sul tema dell’innovazione; in questo le banche possono avere un importante ruolo a sostegno delle iniziative imprenditoriali ma anche in partnership con il settore pubblico. Nel 2006, ad esempio, è proseguito l’impegno del MPS nel progetto del Parco biotecnologico di Siena, con la partecipazione alla costituzione della seed capital company Biofund spa.
E’ questo il modo concreto con cui intendiamo dimostrare come sia possibile interpretare in chiave innovativa il ruolo della Banca quale motore di sviluppo e sostegno virtuoso all’economia, affiancando alla tradizionale erogazione del credito una visione innovativa che punta sulla validità delle idee, dei progetti, delle professionalità, della qualità e delle quantità dei rapporti che si mettono in gioco.
I flussi di immigrazione, oltre a quanto detto sopra, offrono anche opportunità di business, in termini di prodotti che promuovano l’inclusione bancaria creando valore per il cliente
- e per l’azienda – non solo nell’ambito di servizi di base.
Nel corso del 2006 la Banca ha portato avanti iniziative come quelle dei Paschi Senza Frontiere testimoniando un impegno concreto per rispondere a nuovi bisogni in rapida evoluzione.
Continuando nello scenario non si può non osservare come i prezzi di materie prime ed energia sono inevitabilmente destinati ad aumentare nel tempo: le politiche di razionalizzazione dei consumi e degli impatti ambientali costituiranno, sempre più, una importante leva competitiva sui costi oltreché una importante leva promozionale.
La Responsabilità Sociale d’Impresa – di cui l’attenzione all’ambiente è elemento qualificante – ha tale rilevanza per il nostro Gruppo da meritare uno specifico documento di rendicontazione: il Bilancio Socio Ambientale, che nella sua ultima edizione ha contribuito a far assegnare alla Banca l’”Oscar” per la migliore “comunicazione economica, sociale ed ambientale”.
Questi cambiamenti si intrecciano con lo sviluppo economico, caratterizzato anche nel 2006 da un congiuntura positiva: il Pil mondiale è aumentato più del 5%, sostenuto ancora dalla dinamica Usa, pure in rallentamento, e dal proseguimento della crescita a ritmi più che sostenuti di Cina e India.
L’Area Euro oltre ad aver evidenziato una significativa accelerazione del Pil (dal +1,4% del 2005 al +2,6%), presenta buone condizioni di equilibrio economico e finanziario. L’Europa orientale registra uno sviluppo elevato, con, in particolare, dinamiche attorno al 6% per Russia e Polonia.
L’elevata crescita economica globale è stata inoltre accompagnata da tassi d’inflazione contenuti e da tassi d’interesse a lungo termine storicamente bassi.
Il contesto rimane, però, incerto e instabile, per i conflitti geo-politici, la volatilità sul mercato dell’energia, l’affermazione di nuove potenze economiche sullo scenario internazionale, il permanere di vecchie ma attuali povertà e l’aggravarsi, stanti gli attuali equilibri, dello iato tra chi ha e chi mai nulla potrà avere.
L’Africa - fonte soprattutto di materie prime e forza lavoro a basso costo - resta il simbolo degli squilibri economici mondiali e della povertà. Il livello di crescita economica del continente – attorno al 5% anche nel 2006 – sottace i bassissimi livelli assoluti del reddito e, come media, non coglie le esistenti iniquità e le tante situazioni drammatiche. In realtà a fronte di una popolazione che rappresenta quasi il 13% di quella mondiale vi è una quota sul Pil globale del 3,4%.
Un disequilibrio, quest’ultimo, che è causa di un’enorme
perdita di vite umane, di insicurezza, e, da ultimo, di distruzione di intelligenze, oltre che di ingenti ricchezze materiali e immateriali.
Il commercio mondiale è aumentato di oltre l’8%, un livello più elevato di quello medio raggiunto nel quinquennio 2000- 2005 mentre è proseguita la ricomposizione delle quote di mercato sull’export globale a vantaggio delle nuove economie emergenti.
Gli squilibri globali nei conti con l’estero si sono però ulteriormente ampliati. Lo sbilancio commerciale USA, che ha raggiunto il 6,6% del Pil, deriva per il 30% dagli scambi con un solo paese: la Cina, che insieme al Giappone detiene oramai circa il 45% dei titoli del Tesoro USA.
Si è inoltre registrata una rapida crescita degli strumenti derivati e delle operazioni di acquisizione finanziate con debito, guidate soprattutto dagli operatori di private equity, il cui mercato è sostanzialmente raddoppiato nel corso del 2006. Aumenta altresì la diffusione di nuovi intermediari e di nuovi strumenti dai fondi hedge ai credit default swap.
La finanziarizzazione è, quindi, un fenomeno in ascesa. Una tendenza che rafforza il ruolo della finanza, ma apre nuove sfide per la stabilità. Il sistema ha manifestato una buona capacità di reagire alle crisi, tuttavia non vanno sottaciute le preoccupazioni ed occorre sostenere gli interventi finalizzati non ad impedire, quanto a regolare un processo che diversamente può rappresentare un limite allo sviluppo: la finanziarizzazione disgiunta dalla crescita dell’economia reale può portare ad un pericoloso accumulo di rischi inespressi e quindi difficilmente quantificabili. Resta ferma, infatti, un idea di fondo: il vero antidoto contro ogni ipotesi di crisi rovinosa è la razionale e necessaria correlazione fra i due mondi, quello della finanza e quello del lavoro, della produzione, degli investimenti e del consumo.
L’Italia ha manifestato una pericolosa lentezza nel reagire alle nuove sfide. La globalizzazione ha messo in crisi la competitività del sistema-Paese ma è stata anche un fenomeno che alla lunga ha stimolato un processo naturale di selezione e trasformazione strutturale delle imprese, dal quale stanno emergendo quelle che hanno saputo innovare e/o crescere.
Di questo processo si è incominciato ad avere riscontri anche sotto il profilo congiunturale: nel 2006 il Pil è tornato a crescere (+1.9%) su ritmi superiori a quello che è ritenuto l’attuale tasso di sviluppo potenziale, stimabile attorno
all’1,5%. La ripresa ha tratto slancio dagli investimenti e soprattutto dalle esportazioni, aumentate del 5,5% in quantità e dell’8,8% in valore, a conferma dello spostamento graduale verso produzioni a maggiore valore aggiunto. L’accresciuta penetrazione delle nostre merci nei mercati esteri ha ridotto l’impatto del deficit energetico e frenato l’erosione delle nostre quote sul commercio mondiale.
La crescita italiana rimane tuttavia più bassa che nel resto dell’UE, a causa anche di vincoli strutturali, normativi, regolamentari e fiscali che ancora pesano sull’efficienza complessiva del sistema economico determinando un tendenziale svantaggio comparato nei livelli di produttività.
Riguardo all’industria bancaria lo scorso anno è ripreso il processo di consolidamento, accelerato dalle recenti, ben note, operazioni di aggregazione. Il sistema - nell’ambito di un orizzonte competitivo internazionale che si va allargando, quantomeno a livello europeo - è stato anche al centro di significative operazioni cross border. Le banche italiane hanno acquisito quote di capitale in banche estere, prevalentemente nell’Europa orientale, per oltre 4 mld. Dall’altro lato, la sola operazione BNL/BNP ha rappresentato un valore di quasi 9 mld.
Nel 2006 l’attività delle banche è stata caratterizzata da un’apprezzabile sviluppo degli impieghi e della raccolta, dalla flessione dei flussi di risparmio gestito e da una crescente attenzione alla qualità del servizio offerto ai clienti in un contesto di cambiamenti di rilievo anche dal punto di vista normativo.
Il livello di competizione fra gli operatori si è accentuato, come evidenziato, in particolare, dalla difficoltà nel traslare sulla forbice bancaria gli aumenti dei tassi ufficiali: tra il minimo registrato nel novembre del 2005 e il valore alla fine dello scorso febbraio, il tasso medio sui debiti a breve termine delle imprese è salito di 1 punto percentuale a fronte di un aumento dei tassi ufficiali di 1,5 punti.
L’accelerazione nella crescita degli impieghi (al 9,9% dall’8,3% del 2005) è stata determinata soprattutto dall’elevata domanda delle imprese per il credito a breve in connessione con l’aumento dell’attività economica. E’ aumentata pure la domanda di prestiti a medio lungo (+9,7%), in linea con la richiesta di fondi per investimenti fissi; si è leggermente ridotta, invece, rispetto al totale, la domanda per operazioni di ristrutturazione ed è rimasta stabile quella per fusioni ed acquisizioni.
Riguardo alla qualità del credito, nel 2006, in un contesto in cui il rapporto tra sofferenze e impieghi complessivi è sceso dal 3,7% al 3,4% anche grazie alle cessioni di crediti dubbi, l’incidenza della nuove sofferenze sui prestiti alle imprese nel 2006 è restata stabile intorno all’1,1%, lo stesso livello registrato nel biennio precedente.
In risposta all’evoluzione delle esigenze della clientela le banche hanno dato anche un forte impulso alla loro capacità di offerta nel campo dei servizi e della consulenza, ad esempio: corporate finance, private equity, investment banking, Marger Acquisition, accompagnamento per l’internazionalizzazione, strumenti per la gestione dei rischi.
Ciò ha contribuito a migliorare la qualità del rapporto fra banche e imprese: a metà degli anni ’90 solo un quarto dei prestiti aveva durata superiore a 5 anni, ora la quota si approssima al 40%, il fenomeno del pluriaffidamento si è ridotto e la grande maggioranza delle piccole imprese ha rapporti con una sola banca.
Anche la dinamica del credito alle famiglie - pur evidenziando una decelerazione che riflette la minore crescita dei prezzi degli immobili e il rialzo dei tassi d’interesse – si è mantenuta positiva, con riguardo sia ai mutui sia al credito al consumo. Lo stock e gli oneri per il servizio del debito risultano essere, in rapporto al reddito disponibile, pari rispettivamente al 46% e al 7%, valori ancora contenuti nel confronto con la media UE, a conferma degli ulteriori spazi di crescita per le banche italiane in questi comparti. L’incidenza delle nuove sofferenze sui prestiti a famiglie consumatrici si è mantenuta contenuta, attorno allo 0,8% (era lo 0,7% nel 2005).
Il risparmio privato, in termini di incidenza sul reddito, dopo il calo del decennio scorso si è tendenzialmente stabilizzato su livelli comunque importanti: le famiglie italiane si confermano fra le più “parsimoniose” al mondo.
Le disillusioni e delusioni patite nel corso degli ultimi anni hanno pesato sul comportamento degli investitori che - dopo un picco, a cavallo della fine degli anni 2000, in termini di diffusione del risparmio gestito e del possesso azionario diretto – sono tornati a privilegiare la liquidità e gli immobili ponendo una crescente attenzione al rapporto fra i costi e l’effettiva capacità dei gestori di produrre valore aggiunto.
Un quadro che trova conferma nei dati del 2006: le famiglie hanno investito prevalentemente in strumenti finanziari caratterizzati da livelli di rischio e rendimento moderati. Al
contempo, pur risultando ancora contenuta, è cresciuta la dimensione dei segmenti innovativi: i soli comparti dei fondi comuni che negli ultimi due/tre anni hanno evidenziato flussi netti positivi sono stati, in effetti, quelli dei flessibili e degli hedge.
Negli ultimi anni le banche hanno fatto notevoli passi avanti in termini di innovazione di prodotto per rispondere alle mutate esigenze della clientela.
Sotto questo profilo, un area di business che sembra avere particolari potenzialità di sviluppo è quella del risparmio previdenziale. Con dinamiche demografiche che, al netto dell’immigrazione, dipingono un quadro futuro di ulteriore invecchiamento della popolazione, l’anticipo al 2006 dell’entrata in vigore della riforma previdenziale spinge il rilancio del comparto dei fondi pensione nell’ambito del quale le banche possono esercitare un ruolo fondamentale.
In questo, come in tutte le aree di attività, le banche si confronteranno con un cliente sempre più maturo, esigente e selettivo, che esprime istanze di personalizzazione e che, nello stesso tempo, ha di fronte un’ampia gamma di offerta, facilmente accessibile tramite le moderne strutture distributive. Un cliente che dimostra di volere maggiore discrezionalità nelle scelte e che dimentica antiche subalternità e soggezioni.
Il settore bancario è stato inoltre interessato da importanti interventi normativi, definiti o in corso di definizione: Basilea 2, che realizza una maggiore corrispondenza tra il profilo di rischio delle banche e la loro dotazione patrimoniale; la legge per la tutela del risparmio, che persegue obiettivi di maggiore trasparenza e di salvaguardia della clientela retail e dei soci di minoranza; la Direttiva Europea sui mercati finanziari (Mifid), che entrerà in vigore dal novembre 2007 e che avrà un forte impatto sugli assetti organizzativi e sulle strategie commerciali delle banche.
Anche i recenti interventi del legislatore italiano in tema di liberalizzazioni hanno interessato in modo importante il settore bancario, basti pensare alle norme sullo ius variandi, sui costi di chiusura e sui mutui. L’obiettivo ad esse sotteso
- accrescere la concorrenza tra operatori, a vantaggio di famiglie e imprese e della tutela dei consumatori e lavoratori
– è assolutamente condivisibile.
Di altri interventi normativi, oramai maturi, la comunità finanziaria sente il bisogno: si tratta della riforma dei reati fallimentari, resa impellente dalla discrasia fra la
relativa normativa penale (il cui impianto risale ai primi anni ‘40 del secolo scorso) e la rinnovata legge fallimentare. Occorre dare certezza del diritto alla cruciale attività di erogazione del credito mettendo le banche in condizioni di svolgere il loro ruolo nelle situazioni di difficoltà aziendale.
In ordine alle riforme approvate, e ancor di più rispetto al provvedimento non ancora licenziato dal Parlamento, due aspetti però lasciano perplessi. Il primo riguarda la fissazione imperativa di clausole contrattuali che, pur trovando parziale giustificazione nel diverso peso delle parti negoziali, non può in alcun modo sostituirsi alla libera dinamica della domanda e dell’offerta, specie quando la norma finirebbe per imporre ad uno degli attori l’assunzione di un rischio in mancanza di una correlata remunerazione (come nel caso dell’eventuale abolizione delle commissioni di massimo scoperto). Il secondo aspetto riguarda il clima nel quale tali provvedimenti nascono e vengono discussi. Il sistema bancario italiano è stato parte determinante dell’attuale ripresa economica e non solo per le operazioni relative ai grandi gruppi industriali (come Fiat, Lucchini, Piaggio, etc.) ma anche, e soprattutto, per gli innumerevoli interventi a sostegno di piccole e medie imprese malgrado le difficoltà congiunturali e gli ostacoli che una normativa vecchia di 60 anni pone a chi voglia con spirito imprenditoriale stare accanto alle aziende nei momenti di crisi. Un clima non comprensibile e non condivisibile. E’ piuttosto giunto il momento perché si colmi il gap competitivo fra il nostro sistema e quello dei Paesi dell’Unione Europea, in termini fiscali, normativi e regolamentari: l’efficienza è un problema delle aziende, che può però trovare una soluzione compiuta solo in un sistema istituzionale altrettanto efficiente e veloce.
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Signori azionisti, è in questo contesto che nel 2006 la Banca e il Gruppo MPS hanno conseguito risultati eccellenti: l’utile ha fatto segnare il record storico di oltre 910 milioni di euro (+20,8% sul 2005), il ROE è salito al 13,3% e il titolo BMPS al 31 dicembre 2006 ha chiuso a 4,91 euro (+24,4% rispetto ad inizio anno, +86,7% rispetto ad inizio 2005), confermando una performance superiore al mercato e al settore bancario.
Il dividendo proposto - pari a 0,17 euro per azione - è il più alto mai distribuito. Supera di oltre tre volte quello del 2003 ed è in crescita del 31% sull’anno appena passato.
Tale valore esprime un rendimento sul prezzo dello scorso venerdì (4,923€) pari al 3,5%.
Numeri che rispecchiano la crescita delle principali voci di ricavo, l’aumento dei volumi operativi, l’efficacia delle politiche di controllo dei costi, di presidio della qualità del credito e di gestione del capitale.
Numeri che rendono merito all’impegno profuso da tutto il personale e alla capacità del management di saper lavorare come una vera squadra.
Numeri che testimoniano come la logica che guida l’azione del Gruppo MPS sia in primo luogo quella del mercato, della creazione di valore e della remunerazione del capitale.
Numeri che vogliamo coniugati sempre di più con una forte attenzione verso gli interessi di tutti gli stakeholder: non solo gli azionisti ma anche i clienti, i dipendenti, la società civile, l’ambiente ed il Paese.
E’ questo il nostro sistema per coniugare l’interesse generale e la corretta conduzione aziendale, peraltro senza pensare di essere titolari di alcun mandato generale. Al contempo ogni soggetto economico deve poter avere a cuore l’interesse del proprio Paese, declinandolo secondo l’interpretazione propria del ruolo che ricopre. Nel nostro caso ciò si traduce nella consapevolezza che si possono impegnare le energie di migliaia di persone al fine di rendere più moderno il sistema finanziario e con esso il tessuto imprenditoriale italiano, se tale sforzo trova completa realizzazione all’interno di quello che possiamo per comodità definire interesse generale.
Le politiche gestionali adottate nell’esercizio 2006 hanno così consentito di crescere sia nei ricavi, il Risultato Operativo Netto è aumentato del 40% a 1.279 milioni, sia nell’efficienza, il cost/income si attesta al 60,9% contro 64,8% del 2005. La creazione di valore, misurata in termini di AVA (Annual Value Added), è risultata pari a 280 milioni, con un Raroc del 10,8%, in sensibile miglioramento rispetto all’8% del 2005.
I risultati commerciali conseguiti nel corso del 2006 confermano l’inserimento del Gruppo nei principali segmenti di business, la maggiore presenza in alcuni comparti strategici e la crescita del patrimonio relazionale, con circa 52.000 nuovi clienti che hanno portato lo stock complessivo a oltre
4.513.000 unità.
Per attrarre nuova clientela e gestire efficacemente le relazioni con essa è fondamentale il continuo sviluppo dei canali distributivi, sui quali sono stati infatti effettuati importanti investimenti, nell’ottica del miglioramento del
livello di servizio, al fine di rafforzare il front office sui punti vendita più piccoli e di far evolvere la filiale in un centro multicanale di relazione con il cliente.
Diviene così determinante sviluppare ulteriormente il ricorso ai canali remoti, che pure già oggi rappresentano un elemento di eccellenza del Gruppo. Il modello distributivo si sta evolvendo verso un mix di modalità di contatto con il cliente nel quale la filiale rappresenta il centro nevralgico dell’offerta caratterizzata da maggiore competenza, specializzazione e personalizzazione mentre il canale remoto è quello dei grandi numeri e dell’operatività con un maggiore tasso di standardizzazione e automazione.
Per quanto riguarda la gestione del risparmio, i lusinghieri risultati del Gruppo trovano sintesi, anzitutto, nel collocamento di nuovi prodotti, che ha superato gli 8,5 miliardi, pur dovendo fronteggiare le criticità nell’ambito del risparmio gestito che hanno interessato l’intero Sistema. Nella bancassicurazione il Gruppo si conferma tra i leader del mercato con un inserimento pari all’8% nei flussi di nuova produzione complessiva e una posizione di eccellenza nelle polizze tradizionali, ove la quota sfiora il 12%.
La raccolta complessiva del Gruppo, superiore a 193 mld, ha beneficiato anzitutto della sostenuta dinamica della raccolta diretta. Tale aggregato (con una quota di mercato pari a circa il 6,5% sostanzialmente in linea con quello di inizio anno), ha registato infatti un forte progresso (7,2% annuo) grazie anche alla liquidità derivante dalla raccolta indiretta. Quest’ultima ha evidenziato, in effetti, una flessione, sia nel comparto del risparmio amministrato, che in quello del gestito, nel cui ambito le Reti hanno comunque proseguito nell’attività di riallocazione verso forme a maggiore valore aggiunto ma sempre coerenti con il profilo di rischio della clientela.
Con riferimento al mercato del credito, in linea di continuità con gli anni precedenti, gli indirizzi della politica commerciale hanno teso a ricercare l’equilibrio tra l’offerta di un adeguato supporto finanziario alle iniziative imprenditoriali e il massimo rigore e selettività nella valutazione del rischio.
Gli impieghi all’economia hanno quasi raggiunto i 92 miliardi di euro, in aumento del 10,1% rispetto al dato del 31/12/05. La dinamica è stata sostenuta dalla componente domestica la quale, in termini di impieghi vivi, progredisce intorno al 10,4% (per una quota di mercato che si attesta al 6,3%). In questo comparto è stato particolarmente positivo lo sviluppo
degli aggregati che fanno riferimento al credito al consumo ed ai mutui alla clientela retail. L’inserimento di mercato del Gruppo sale dal 7,1% al 7,3% con riferimento ai mutui alle famiglie e si porta dal 4,5% al 5,1% con riguardo alle erogazioni di credito al consumo.
Lo sviluppo degli impieghi si è coniugato con il miglioramento della loro qualità come dimostrato dalla significativa riduzione (-13,6%) dell’ammontare dei crediti deteriorati netti e dell’incidenza delle sofferenze e degli incagli netti sui crediti verso clientela (dal 3,2% al 2,9%), a cui si aggiunge l’incremento dei presidi a copertura dei rischi (passati dal 33,3% del 2005 al 38,7% del 2006).
Le suddette dinamiche si sono tradotte in un apprezzabile sviluppo delle componenti reddituali, in primo luogo quelle di “primaria qualità” (margine di interesse e commissioni clientela), che evidenziano un progresso del 3,4% annuo, con un apporto in forte accelerazione nel 4° trimestre (+5,7%). Il margine di interesse raggiunge circa 2.714,2 milioni con una crescita del 5,2%, mentre le commissioni nette, a loro volta, si portano a circa 1.491 milioni di euro in lieve crescita (+0,3%) rispetto a fine 2005.
Completano il quadro dei ricavi percepiti dal Gruppo l’aggregato dividendi, proventi simili e Utili (Perdite) delle partecipazioni, che ammonta a 43,8 milioni di euro (92,1 milioni di euro al 31 dicembre 2005) ed il risultato netto da negoziazione/valutazione attività finanziarie si attesta a 530,6 milioni di euro (175,2 milioni al 31/12/2005).
Nel 2006 si registrano rettifiche nette di valore per deterioramento di crediti per 461 milioni di euro, (+43,9 milioni rispetto al 31/12/05) per un tasso di provisioning pari a circa 50 basic point che consolida il miglioramento della qualità del portafoglio creditizio del Gruppo. Le rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie presentano un saldo negativo per 125,4 milioni di euro, dovuto principalmente all’ aggiornamento della valutazione nella partecipazione Hopa (svalutazione per circa
104 milioni di euro).
L’aggregato oneri operativi assorbe le iniziative, dell’ultima parte del 2006, correlate all’implementazione “anticipata” del Piano Industriale, in particolare i maggiori costi relativi agli esodi incentivati del personale e gli investimenti in tecnologie, nuovi sportelli, comunicazione e consulenze. Gli oneri operativi hanno comunque registrato una crescita “gestionale” moderata (+2,6%), grazie alle iniziative volte al contenimento strutturale della spesa attuate con rigore anche
nel 2006.
A tali risultati hanno contribuito in maniera positiva tutte le Direzioni commerciali. In particolare, la Direzione Commercial Banking ha realizzato una crescita del Risultato Operativo Netto del 5,1% rispetto al 31/12/05. Il cost income si è attestato, così, al 59,6% (60,4% a dicembre 2005), con un Raroc del 27,8%. La Direzione Private Banking, a sua volta, ha mostrato una notevole crescita del Risultato Operativo Netto, pari a 43,4%, che ha fatto scendere il cost income a 54,6 % (dal 62,9% del 2005), ottenendo un Raroc del 30%. La Direzione Corporate Banking, infine, ha registrato una crescita del 3% del Risultato Operativo Netto, con un cost income del 51,8% (51,6% nel 2005) e un Raroc pari al l’11,8%.
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Il bilancio del 2006, come detto, è anche figlio di un secondo semestre che ha visto l’avvio di un nuovo Piano Industriale, approvato il 26 giugno, finalizzato a conseguire l’eccellenza commerciale e delle relazioni con la clientela per ottimizzare la redditività e la creazione di valore per gli azionisti - rimanendo al contempo punto di riferimento per tutti gli stakeholder - tramite strategie imperniate sull’evoluzione del modello di business e sul conseguente riassetto della struttura organizzativa e distributiva, su azioni di restructuring ed efficientamento, sulla gestione attiva dei rischi e sull’ottimizzazione del capitale.
Il Piano Industriale 2006-2009 si sviluppa dalla constatazione che il mercato bancario italiano presenta ancora potenzialità inespresse - così come emergono anche dal confronto con i nostri principali partners europei - ad esempio nei settori dei mutui, del credito al consumo, dell’assicurazione vita e danni, del private banking.
Si tratta di opportunità di business che il Piano si propone di cogliere facendo leva anche su un diverso approccio rispetto al servizio al cliente, fondato su una segmentazione che tenga conto, in maniera integrata, di due dimensioni: non solo quella tradizionale della suddivisione per classi di reddito ma anche quella relativa alla scala dei bisogni, per identificare cluster di clientela più omogenei ed allo stesso tempo mobili, così da essere maggiormente in grado di seguire il cliente nell’evoluzione delle esigenze, possibilmente anticipandone i cambiamenti.
In questo senso il Piano Industriale è declinato in tutti i suoi aspetti secondo due criteri generali apparentemente astratti: il tempo e lo spazio. In realtà non vi è nulla di più concreto del tempo e dello spazio dei nostri clienti e del
tempo e dello spazio che ci separa da essi e non vi è nulla di più concreto della volontà di anticipare nel tempo e nello spazio i cambiamenti che ci stanno di fronte.
Sugli obiettivi del piano industriale, sempre nel secondo semestre del 2006, è stata definita una nuova strategia di comunicazione, prevedendo, oltre ad una più continua ed efficace relazione con i media, lo sviluppo di alcuni strumenti fino ad oggi non abbastanza utilizzati. Per questo sono stati ridisegnati i confini dell’Area Comunicazione che ha allargato le sue competenze includendo, ad esempio, i temi delle sponsorizzazioni, della corporate social responsibility, della comunicazione interna, di internet, ottenendo positivi risultati in breve tempo.
Il lavoro degli ultimi mesi del 2006 ha incluso, fra l’altro, la programmazione di una efficace campagna istituzionale, in tv dall’inizio di marzo 2007, e la rivisitazione del sito web del gruppo, giudicato subito dopo la sua nascita fra i migliori in assoluto per accessibilità, trasparenza e completezza dell’informazione.
Al tema commerciale si affianca quello dell’efficienza: il Piano Industriale prevede un target sul cost/income al 51%. E’ uno degli obiettivi più difficili perché non possiamo raggiungerlo semplicemente attuando un taglio indiscriminato dei costi. Avremmo risultati tanto immediati quanto effimeri perché a discapito delle prospettive di sviluppo della Banca. Occorre invece prestare attenzione ad entrambi i termini che compongono il cost/income, eliminando certamente tutti i costi improduttivi ma anche procedendo a realizzare tutti gli investimenti necessari per supportare il sentiero di crescita reddituale.
Su questo punto occorre essere chiari: gli unici ostacoli che troveremo nel raggiungere i risultati del Piano saranno quelli che deriveranno dai limiti delle nostre capacità. Abbiamo detto e ripetuto con chiarezza ai mercati che non esiste un fattore “senese” di resistenza al cambiamento o peggio che ci obblighi all’inefficienza. Il radicamento territoriale della Banca, che è sì senese ma certamente nazionale, è invece, di per sé, un fattore competitivo; sta al CdA, al management e ai nostri dipendenti coniugarlo in termini di efficienza e di imprenditorialità.
Il Piano punta inoltre al potenziamento e alla razionalizzazione della rete distributiva sia in termini quantitativi (rafforzamento della presenza territoriale e trasferimento di sportelli a basso potenziale) sia qualitativi, con importanti investimenti in formazione e
riqualificazione delle risorse. E’ prevista l’apertura, nel quadriennio, di circa 200 sportelli (150 nuove filiali e 50 trasferimenti) in aree geografiche ad elevato potenziale reddituale al fine di accelerare l’acquisizione di nuova clientela che, nell’arco di Piano, è attesa crescere di
470.000 unità. In parallelo con le iniziative tese allo sviluppo del business il piano delinea azioni di efficientamento e restructuring per le quali è prevista un’opera di riduzione netta del personale di circa il 10%. Questa manovra ha trovato una prima applicazione nel corso del 2006 e troverà un’ulteriore implementazione nel 2007.
Il nuovo Piano industriale è poi attento a far sì che le risorse della Banca vengano, senza alcuna esitazione, riportate a servizio del business. Da qui la particolare attenzione al tema dei rischi e del costo del credito e l’urgenza di procedere alla razionalizzazione delle partecipazioni strategiche e delle immobilizzazioni in genere, finalizzata alla liberazione di capitale. Sotto questo profilo gli inviti più volte reiterati da parte di molti azionisti e del mercato sono stati attuati e troveranno ulteriore sviluppo nel 2007.
Per realizzare tutto ciò occorre agire su due tipologie di leve. Innanzitutto quelle che riguardano direttamente le persone, il modo con cui queste vengono retribuite e il modo con cui svolgono il loro ruolo all’interno della Banca.
Prima che di incentivi, quindi, occorre riflettere sulla qualità del lavoro, sulla capacità dell’azienda di rispondere alle ambizioni del singolo, sulla trasparenza e sulla tracciabilità dei percorsi di carriera, sulla capacità di offrire un ambiente di lavoro adeguato, confortevole, giusto e solidale.
La sfida competitiva a cui siamo chiamati a rispondere non si vince senza la partecipazione convinta di ogni singolo dipendente, partecipazione che non si ottiene solo con la leva economica né tanto meno con ottuse intransigenze, ma in primo luogo con la condivisione di un disegno, di una prospettiva di crescita.
L’attaccamento all’azienda dei nostri dipendenti, caratteristica precipua del MPS, oggi merita di essere coniugato in termini maggiormente innovativi. Abbiamo impostato, con fermezza, un sistema che rifugge ogni opacità e che fa del merito l’unico parametro di valutazione applicabile, nell’ambito del quale dobbiamo tenere conto dell’insieme delle aspirazioni e delle capacità dei singoli dipendenti nonché della loro disponibilità e voglia di
mettersi in gioco per crescere nell’ambito di opportuni percorsi professionali. Sarebbe singolare che un’azienda che vuole eccellere su un mercato competitivo derogasse al criterio del merito nel formare, far crescere e selezionare la sua classe dirigente.
A ciò si aggiunge la riflessione sul sistema incentivante. Su questo punto il Piano prevede con chiarezza che questo faccia riferimento ad espliciti obiettivi di creazione di valore, sia per il management sia per gli altri dipendenti, tenendo in opportuno conto i diversi compiti e responsabilità.
Vi sono poi le leve organizzative e commerciali. Siamo consapevoli di non essere, oggi, ancora in grado di offrire alla clientela sempre il meglio di ciò che esiste sul mercato; difatti il Piano si focalizza sull’eccellenza nella distribuzione e nella selezione delle fabbriche di prodotto, prevedendo l’apertura della nostra struttura commerciale e la valutazione di joint venture con operatori specializzati.
Una delle idee di fondo del Piano Industriale - ed è un'idea di fondo, come dire, maturata prima che diventasse opinione comune - è che il modello della banca che distribuisce solo quello che produce mostra i suoi limiti evidenti e che la soluzione più efficiente è quella in cui l’attività produttiva della Banca è limitata a ciò che sa fare molto bene, meglio degli altri. Nell’ottica della customer satisfaction l’offerta deve comprendere i migliori prodotti disponibili, al minor costo e in piena coerenza con il profilo di rischio del cliente.
L’implementazione del Piano ha preso avvio con tempi che sono risultati accelerati perfino rispetto alle previsioni, anche perché vi erano dei risultati da conseguire in breve tempo per la credibilità del Piano stesso e del nuovo management chiamato ad attuarlo.
In pochi mesi abbiamo centrato il target di Piano sulla riduzione delle partecipazioni e sul rafforzamento dei ratio patrimoniali, rivoluzionato la struttura commerciale, efficientato la macchina operativa, riorganizzato la struttura territoriale ed attuato un significativo turnover fra le risorse.
In questo senso va dato atto a tutti i dipendenti e al management dello sforzo profuso e in particolare al nostro capo azienda il Dott. Vigni e alla sua squadra: al Dott. Menzi che sovrintende la macchina operativa, i costi e il credito che in poco tempo è riuscito ad implementare un modello organizzativo nuovo modificando radicalmente la presenza della banca sul territorio e riuscendo a conseguire risultati
commerciali di cui oggi discutiamo. Al Xxxx. Xxxxxxx che sta lavorando all’area corporate che necessita in breve tempo di recuperare il gap che la divide dai migliori operatori di mercato, e che, contemporaneamente ha profuso il suo impegno in importanti operazioni strategiche. Al Xxxx. Xxxxxx che oltre a riorganizzare l’area wealth managment ha dato un contributo determinante nella costruzione della Joint venture con Axa. Al Xxxx. Xxxxxxxx che oltre a completare l’integrazione nella piattaforma retail del comparto small business, è al lavoro sulla costruzione di nuovi prodotti e sull’individuazione di nuovi canali.
Avremmo potuto distribuire questo sforzo su tempi più lunghi - forse nel breve periodo avremmo avuto minori difficoltà nel gestirlo e minore sarebbe stato l’appesantimento per l’operatività, in particolare quella commerciale - ma abbiamo valutato che nel medio termine tutto ciò si sarebbe tramutato in uno svantaggio: la concorrenza si va facendo più stringente e il contesto di riferimento non sarebbe stato ad aspettarci.
E’ allora importante sottolineare alcuni passaggi particolarmente rilevanti di ciò che del nuovo Piano Industriale è già stato realizzato a pochi mesi dal suo avvio. Le filiere commerciali sono state riorganizzate ridefinendo i modelli di business secondo tre comparti. Il Commercial banking e distribution network, con l’ampliamento del perimetro commerciale e l’estensione delle piattaforme “carattere” e “family”. Il Private banking e wealth management, con la razionalizzazione dei processi di asset allocation e di selezione dei prodotti anche di terzi e le ipotesi di alleanze strategiche. Il Corporate banking e capital markets con la gestione diretta e accentrata dei key clients, l’evoluzione delle attività internazionali, il progetto di integrazione fra MP Banca Impresa e MPS Finance.
Il progetto di ristrutturazione delle attività internazionali è stato definito secondo linee guida che prevedono un focus sul supporto delle attività di internazionalizzazione della clientela domestica, il riposizionamento della presenza nelle aree geografiche a maggior sviluppo atteso e la razionalizzazione della rete esistente.
Come detto è stato implementato il nuovo modello di presidio del territorio basato sulle Aree territoriali e, come detto, è proseguita l’attuazione del piano sportelli con l’apertura di nuove filiali e l’incremento del numero dei Centri Pmi e dei Centri Private.
Il rafforzamento della rete è avvenuto anche grazie alla manovra sul personale, che ha consentito di realizzare al
contempo una riduzione ed un ringiovanimento delle risorse. A fine 2006 il personale del Gruppo si è attestato a 24.348 unità, con una riduzione di 2.194 risorse rispetto al 31/12/2005 grazie anche alla cessione dell’attività esattoriale avvenuta con decorrenza 1 ottobre 2006. Al contempo è stata attuata una significativa ricomposizione a favore delle Reti territoriali, cresciute su base annua di circa 960 unità, con parallela flessione delle strutture centrali per l’accentramento delle attività “non core” presso la capogruppo: il rapporto fra risorse di back e di front office è sceso al 32%, contro il 42% del 31/12/2005.
La riduzione del numero assoluto dei dirigenti è stata pari a
87 unità con un rapporto rispetto ai dipendenti complessivi sceso al 2,2% un valore prossimo al benchmark di sistema, con benefici strutturali in termini di costo del personale già a partire dal 2007.
Tutto questo lavoro non sarebbe stato possibile senza il determinante contributo dell’Area Risorse Umane e del suo responsabile Xxxx. Xxxxx, la condivisione delle Organizzazioni Sindacali e l’impegno straordinario di ogni singolo dipendente, che è stato interessato da un processo di cambiamento assai significativo in termini quantitativi e qualitativi.
Le importanti operazioni di capital management effettuate, grazie al contributo del CFO Xxxx. Xxxxxxxxx e della sua struttura, hanno consentito di avviare la razionalizzazione del portafoglio di partecipazioni strategiche, liberando capitale per un suo più remunerativo impiego nel core business e per guardare a nuove opportunità di crescita. Fra l’altro è stata dismessa la quota (1,583%) detenuta in Assicurazioni Generali ed è stata ceduta una quota pari a circa il 14,8% di Finsoe.
Siamo di fronte, quindi, ad una profonda ristrutturazione, ed il fatto che siamo riusciti ad attuarla continuando a fare risultati è una realtà da tenere ben presente, per inquadrare correttamente il nostro percorso di crescita continua e costante, che ci ha già portato da dove eravamo a ciò che siamo e che ci condurrà a quello che vogliamo divenire.
Il Piano Industriale 2006-2009 è nato da una seria diagnosi che ha messo in evidenza la presenza di alcuni nostri profondi gap rispetto al mercato. Gli obiettivi del 2009 riflettono proprio la volontà di riallinearci ai migliori competitor, come minimo.
Si tratta di un progetto ambizioso, rispetto al quale il Piano
Industriale fornisce degli strumenti, che dovremo essere bravi a sfruttare non solo per migliorarci ma anche per rendere i clienti effettivamente convinti che noi siamo in grado di “offrire di più”: il giudizio della clientela e la valutazione del mercato saranno la verifica - inappellabile - sulla qualità del nostro agire.
Il cammino è quindi ancora lungo. Dobbiamo guardare avanti, pronti ad adeguare la rotta se necessario ma senza ripensamenti né incertezze: non mancano infatti i segnali e le evidenze concrete che abbiamo intrapreso un percorso positivo. Un cenno non può non essere fatto alle banche del Gruppo e in particolare alla rete MPS che, sotto la direzione del Xxxx. Xxxxxx, continua ad essere il centro pulsante del nostro sistema con tassi di crescita nettamente superiori alle previsioni del Piano. XXX continua nel suo percorso positivo, e Banca Toscana, dopo un periodo non semplice, a seguito di un radicale ricambio manageriale, comincia ad offrire segnali positivi.
I dati di questa prima parte del 2007 evidenziano un aumento di circa 50 mila clienti, poco meno di quelli acquisiti in tutto il 2006, indicando che il Gruppo ha intrapreso un percorso virtuoso di crescita, solidamente fondato su elementi reali anticipatori di ulteriori positivi sviluppi. Una valutazione che non è solo nostra e che trova conferma in un complessivo miglioramento del giudizio del mercato: in questo senso deve essere letta la revisione al rialzo, da parte di S&P, dell’outlook di Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Toscana e Banca Agricola Mantovana da “stabile” a “positivo”, a conferma del progressivo miglioramento della redditività del nostro Gruppo, e la recente notizia che Moody’s ha innalzato il rating della Capogruppo sul debiti e sui depositi a lungo termine da a1 ad aa3.
I primi mesi del 2007 hanno anche visto giungere a compimento una grande - non si può che definirla così - operazione. La partnership strategica di lungo periodo con Axa rappresenta la costituzione di un sistema di relazioni con un leader mondiale nel comparto assicurativo che apre un mondo di opportunità per il Monte dei Paschi.
Si è trattato del migliore accordo possibile sia sotto il profilo industriale che finanziario, con il miglior partner e al miglior prezzo.
In Italia esiste un mercato della bancassicurazione da innovare profondamente, un mercato della previdenza da esplorare, un mercato danni – vita e non vita – nel quale il
canale bancario ha ancora ampi spazi di crescita.
La joint venture costituirà l’unica piattaforma di Axa in Italia, al netto del perimetro attuale, per il business previdenziale e per allargare il perimetro a reti non captive. Al contempo rappresenta una piattaforma dalla quale partire per esplorare nuove opportunità anche all’estero. In virtù dell’accordo potremo inoltre distribuire i nostri prodotti bancari presso i clienti italiani di Axa, che attualmente sono circa 1,6 milioni.
Axa apporta alla partnership il suo know how per cogliere la crescita e la profittabilità del mercato, per migliorare la gestione delle masse e, in ultima analisi, elevare la qualità dei prodotti e del servizio per i nostri clienti.
Il valore aggiunto del Gruppo MPS è la grande forza della sua rete e, non secondariamente, il fatto di avere già una posizione importante nel mercato italiano della bancassicurazione.
Axa ha inoltre invitato il Presidente della Banca Monte dei Paschi ad entrare nel suo Comitato di Sorveglianza, l’organo amministrativo della Società: si tratta di una dimostrazione concreta del valore strategico che Axa attribuisce all’accordo siglato.
Per i restanti mesi del 2007 abbiamo chiare le priorità, rispetto alle quali dobbiamo continuare a procedere speditamente.
Saremo impegnati a mantenere il trend sui costi: la manovra del personale del 2006 avrà forti impatti già nell’anno in corso ma, con ulteriori manovre, dovremo ridurre ancora le risorse nelle strutture centrali a favore delle reti commerciali.
Intensificheremo l’azione di formazione e riqualificazione delle risorse. Il capitale umano rimane il vero elemento distintivo, l’asset non riproducibile, che può determinare il successo di un’azienda in un contesto in cui il facile accesso alla tecnologia e alle informazioni tende ad annullare rapidamente ogni altro vantaggio competitivo.
Rafforzeremo i miglioramenti di Banca Toscana e nel ramo corporate, riguardo al quale il rilancio di MP Banca per l’Impresa con il nuovo piano industriale deve costituire un passaggio fondamentale.
Valuteremo ulteriori opzioni di partnership riguardo ad altri business strategici, in particolare la gestione dei crediti non performing, l’asset management e il consumer credit.
Proseguiremo l’opera di razionalizzazione delle partecipazioni e delle immobilizzazioni del Gruppo.
Rimane poi il tema della crescita: l’ampliamento dell’orizzonte competitivo dei mercati finanziari innalza infatti il livello del confronto sia qualitativo che quantitativo.
Il confronto qualitativo si fa sul tema dell’efficienza e della redditività, che rimangono le prime leve di autonomia ed indipendenza. Sul mercato chi non è efficiente e profittevole può diventare una possibile preda a prescindere dalle sue dimensioni. Accrescere rapidamente l’efficienza e la capacità di creare reddito della nostra Azienda dovrebbe quindi rappresentare una reale priorità per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della Banca.
Sul fronte quantitativo uno dei risultati più significativi realizzati nei mesi scorsi è che finalmente abbiamo la struttura di capitale che ci consente di guardare alla crescita della capacità distributiva del network con positività cogliendo tutte le opportunità qualora ve ne siano le condizioni industriali e di mercato.
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Signori azionisti,
questa è la rappresentazione del lavoro fatto nel corso del 2006, un lavoro che nei primi mesi dell’anno è stato svolto dal precedente Consiglio a cui va il ringraziamento di tutta la Banca. In particolare voglio ringraziare il Xxxx. Xxxxxxx e il Xxxx. Xxxxxx per i lunghi anni spesi nell’interesse del Monte: anche al loro lavoro si devono i risultati odierni.
Oggi, mi scuserete, un pensiero non può non andare a Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx, il piano che stiamo attuando è anche il suo piano, e la sua assenza si sente di più ogni giorno che passa. Abbiamo iniziato il 2007 di buona lena, non abbiamo lesinato gli sforzi, e ciò nonostante sappiamo che siamo ancora lontani dall’eccellenza, ma nessun lavoro viene portato a termine se non ha un inizio, se ad un primo passo non ne seguono altri, sempre più veloci e tutti nella corretta direzione di marcia.
Ci resta da fare, quindi, molta strada, il che vuol dire molto lavoro, ma anche molte possibili soddisfazioni. Non lesineremo alcuno sforzo al fine di consegnare al termine di questo mandato una banca più efficiente, più redditizia e quindi in grado di svolgere a pieno il suo ruolo nazionale.
Per fare tutto questo, come detto all’inizio, l’unica ricetta è lavorare, di squadra come si dice oggi. Ebbene noi abbiamo una squadra di prim' ordine, la piena consapevolezza della direzione da seguire, lo spirito e la giusta concordia per conseguire i risultati che abbiamo indicato nel Piano Industriale."
Terminato il proprio intervento, il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx invita il Presidente del Collegio Sindacale a dare lettura della Relazione dei Sindaci.
Il Presidente del Collegio Sindacale, Dott. Xxxxxxx Xx Xxxxx, procede quindi a dare lettura della Relazione dei Sindaci come di seguito trascritto:
"RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE ALL’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI CONVOCATA PER L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO DELLA BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA SPA CHIUSO AL 31 dicembre 2006, REDATTA AI SENSI DEGLI ARTT. 2429, COMMA 3 DEL CODICE CIVILE E 153, COMMA 1 DEL DECRETO LEGISLATIVO DEL 24 FEBBRAIO 1998 N. 58
Signori Azionisti,
gli elementi caratterizzanti che hanno qualificato l’attività della Vs. Società nel trascorso esercizio e, conseguentemente, quella istituzionale svolta da questo Collegio Sindacale, sono stati principalmente il rinnovo delle cariche sociali che erano giunte a scadenza e l’avvio del nuovo Piano Industriale di Gruppo 2006 - 2009 i cui obiettivi sono stati individuati nel rafforzamento della posizione di leadership di mercato in termini di dimensioni e di qualità dell’offerta e l’ottimizzazione, attraverso una attenta e continua gestione del capitale, della redditività e del valore per gli azionisti. L’attivazione del Piano ha comportato un accentuato ridisegno organizzativo della Capogruppo Bancaria attraverso una nuova configurazione delle strutture e delle rispettive responsabilità, finalizzata a supportare il raggiungimento degli obiettivi di mercato ed una nuova declinazione dei piani industriali delle Banche commerciali.
Le tematiche qui accennate trovano peraltro maggiore trattazione nelle relazioni sulla gestione d’impresa e del Gruppo che accompagnano i bilanci dell’esercizio 2006. Questi documenti sono stati a noi trasmessi nei termini di legge.
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Vi assicuriamo che i nostri compiti sono stati svolti in attinenza al Codice Civile, ai Decreti Legislativi n. 385/1993 (T.U.B.) e n. 58/1998 (T.U.F.), alle norme statutarie ed a quelle emesse dalle Autorità pubbliche che esercitano attività di vigilanza e di controllo. E’ altresì noto che il bilancio 2006 richiede di essere redatto ai sensi del Decreto Legislativo n. 38 del 28 Febbraio 2005, in conformità ai principi internazionali IAS/IFRS.
Ciò premesso, si riferisce circa l’attività svolta da questo Collegio Sindacale nel corso del 2006, fornendo le seguenti informazioni che tengono conto, in particolare, della
comunicazione Consob n. 1025564 del 6 aprile 2001 e successive modifiche ed integrazioni.
1. Il Collegio Sindacale ha partecipato alle n. 2 assemblee dei Soci ed alle n. 36 riunioni del Consiglio di Amministrazione tenutesi nel corso dell’esercizio.
Fino al 27 aprile 2006 i Sindaci hanno pure presenziato alle
n. 14 riunioni del Comitato Esecutivo.
Si precisa al riguardo che con delibera Consiliare del 5 maggio 2006 - ossia subito dopo il rinnovo delle cariche sociali - è stato deciso, in via sperimentale, di non procedere alla costituzione di tale Organo e di rinviare ogni decisione al riguardo.
Le materie trattate in tali sedi sono state da noi preventivamente esaminate e, quando ritenuto necessario, sono state oggetto di approfondimento anche richiedendo maggiori informazioni agli Organi della Banca o alle competenti funzioni della stessa, al fine di espletare con adeguatezza i compiti di vigilanza sul rispetto dei principi di corretta amministrazione.
2. Si dà atto che gli Organi amministrativi, nel rispetto delle previsioni dell’art. 150, comma 1 del Decreto Legislativo n. 58/1998 e dell’art. 17, comma 3 dello Statuto, hanno fornito informazioni sull’attività svolta anche nell’esercizio delle deleghe all’interno della Capogruppo e sulle operazioni di maggiore rilievo economico, finanziario e patrimoniale effettuate dalla Banca e dalle altre società del Conglomerato.
A parere di questo Collegio, tali operazioni sono state deliberate e poste in essere in conformità alla legge ed allo Statuto sociale e rispondono all’interesse della Società. Inoltre non sono risultate manifestatamente imprudenti, azzardate o mancanti delle necessarie informazioni nel caso di sussistenza di interessi degli amministratori oppure in contrasto con le delibere assunte dalla Assemblea né sono apparse tali da compromettere l’integrità del patrimonio aziendale. Il Collegio ha poi verificato che tutte le operazioni effettuate fossero coerenti con il programma industriale della Società e risultassero sostenibili in relazione al sistema organizzativo presente in Azienda.
3. In particolare si segnalano alcune delle operazioni più significative effettuate nel corso del 2006, precisando peraltro che l’argomento è riferito in modo più ampio e completo nell’informativa societaria.
a) Valorizzazioni Immobiliari Spa: costituzione di detta Società a seguito di scissione da MPS Immobiliare Spa; è
interamente controllata dalla BMPS e registra un valore di libro di 100 milioni di Euro.
b) Santorini Investment Ltd. Partnership: la quota di partecipazione detenuta da BMPS è passata dal 49% al 100% a seguito del recesso esercitato dall'ex Socio di maggioranza Deutsche Bank.
c) MPS Finance Banca Mobiliare Spa: acquisizione da BMPS delle partecipazioni in Hopa Spa (9,60%) e Borsa Italiana Spa (10,36%) via conferimento, mentre Montepaschi Vita Spa (100%), a cui è stata ceduta preliminarmente da BMPS l’interessenza del 40% in Montepaschi Life (Ireland) Limited e Montepaschi Assicurazione Danni Spa (100%), mediante acquisto a titolo oneroso.
Relativamente a Montepaschi Vita Spa e Montepaschi Assicurazione Danni Spa, si segnala, tra i fatti rilevanti avvenuti dopo il 31 dicembre 2006, il raggiungimento di un accordo di partnership strategica nel settore bancassurance con AXA S.A..
d) Assicurazioni Generali Spa: la partecipazione originariamente detenuta dalla Banca pari all'1,583% è stata trasferita da BMPS a MPS Finance che a sua volta l’ha ceduta al mercato dei blocchi. BMPS manterrà, peraltro, il diritto di voto fino al Giugno 2010.
e) Banca Nazionale del Lavoro: cessione a Deutsche Bank dell’interessenza del 4,345%.
f) GERIT Spa e SO.RI.T. Spa: cessione da parte della BMPS delle interessenze pari rispettivamente al 99,978% ed al 76,225% alla Riscossione Spa di Roma; trasferimento a GERIT – post cessione – del ramo d’azienda attraverso il quale BMPS svolgeva direttamente le attività di riscossione dei tributi in vari ambiti territoriali.
4. In tema di operazioni portate a termine con “parti correlate”, il Consiglio di Amministrazione della Vs. Banca ha deliberato in data 16 Febbraio 2006 di conformare il “Codice di Comportamento per le Operazioni con Parti Correlate”, adottato con precedente delibera del 6 Marzo 2003, alle modifiche apportate al riguardo dalla Consob sul Regolamento Emittenti, in adesione al Regolamento CE n. 2238/2004 del 19 Dicembre 2004 in materia di Principi Contabili Internazionali. Così operando la Vs. Banca Capogruppo ha codificato l’insieme dei principi di comportamento, avvalendosi di una specifica procedura organizzativa che identifica univocamente il perimetro delle parti correlate, il livello di competenze autorizzative e le modalità con cui le società controllate devono fornire le proprie informazioni alla Capogruppo
medesima. Possiamo quindi dare atto che le operazioni della specie, comprese quelle infragruppo, il cui quadro complessivo è compiutamente illustrato nei paragrafi di competenza della Nota Integrativa, rispettano i criteri di trasparenza e di correttezza sostanziale e procedurale indicati dalla citata normativa di riferimento e rientrano nell’ambito della ordinaria operatività in quanto eseguite nel rispetto dei valori espressi dal mercato e deliberate sulla base di valutazioni di reciproca convenienza economica.
5) Non risultano perfezionate operazioni di natura atipica e/o inusuale, comprese quelle infragruppo o con parti correlate. In aderenza a quanto appena precisato, si dà atto che nei paragrafi di competenza delle relazioni sulla gestione viene espressamente indicato che nessuna di tali operazioni ha comportato obblighi di informativa al mercato ai sensi dell’art. 71 bis del Regolamento Consob n. 11971.
6) Si assicura di avere vigilato, con particolare attenzione, affinché le operazioni compiute con i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo della Banca o di società del Gruppo fossero sempre poste in essere nel rispetto dell’art. 136 del Decreto Legislativo n. 385/1993 (T.U.B.) e delle Istruzioni di Vigilanza e formassero in ogni caso oggetto di deliberazione presa con voto unanime degli Organi amministrativi e di tutti i Sindaci, fermi restando gli obblighi previsti dal Codice Civile in materia di interessi degli amministratori.
Si attesta pure che la medesima procedura è stata applicata anche a chi svolge funzioni di amministrazione, direzione e controllo presso società del Gruppo, per gli atti posti in essere con la Banca medesima o con altre società del Conglomerato.
7) Il Collegio Sindacale ha pianificato il proprio lavoro annuale tenendo conto del fatto che l’esercizio 2006 ha rappresentato per questo Organo il primo periodo di mandato, dopo la nomina assembleare avvenuta il 29 Aprile 2006. Conseguentemente si è ritenuto necessario predisporre un programma tendente principalmente a prendere cognizione della Società nei suoi vari aspetti gestionali ed operativi ed in primo luogo ad accertare il grado di adeguatezza della struttura organizzativa, intesa come complesso delle direttive e delle procedure stabilite per garantire che il potere decisionale sia assegnato (ed effettivamente esercitato) ad un appropriato livello di competenze e di responsabilità nonché funzionale a valutare l’efficacia del sistema di controllo interno e l’efficienza di quello amministrativo-contabile.
Pertanto sono state tenute riunioni con i responsabili delle principali funzioni aziendali, nel corso delle quali sono state ottenute informazioni, dati e programmi operativi e sono state inoltre condotte varie visite in loco presso stabilimenti periferici in Italia ed all’estero. L’attività espletata dai Sindaci è stata compendiata nel Libro delle adunanze e delle deliberazioni del Collegio Sindacale dove, nel corso del 2006, sono state trascritte n. 47 verbalizzazioni in totale, di cui n. 12 hanno riguardato più specificamente dette attività di verifica.
Il Collegio Sindacale ha pure approfondito, sotto il profilo organizzativo, l’attività progettuale che ha interessato il Settore Banca Depositaria dei fondi comuni di investimento a seguito dei recenti interventi regolamentari.
L’avvio operativo della nuova struttura, che assumerà pure l’incarico di calcolo del valore del NAV, è previsto per il corrente anno, una volta conclusi gli iter autorizzativi da parte della Banca d’Italia alla quale abbiamo fornito, come richiesto, valutazioni su tale progetto.
Sulla rete domestica sono state eseguite visite in loco su un campione di dipendenze rappresentative delle diverse localizzazioni e dimensioni che qualificano le filiali della Vs. Banca.
In alcune di tali circostanze sono stati evidenziati quegli aspetti che presentavano elementi di maggiore attenzione e margini di perfezionamento, con specifico riferimento ai controlli di linea, alla tempestività nella revisione delle pratiche di fido, alla erogazione dei servizi di investimento alla clientela ed alla formalizzazione della contrattualistica.
8) In aderenza alle Istruzioni di Vigilanza ed in particolare ai previsti controlli sulle succursali estere (Titolo IV, Cap.
11. Sezione II) sono state eseguite verifiche presso le filiali di New York e di Francoforte sul Meno.
Al riguardo si dà atto dell’andamento sostanzialmente regolare delle stesse, sia dal punto di vista della conformità operativa che da quella gestionale.
Tuttavia, sotto il profilo strategico, il Collegio auspica una più efficace integrazione delle singole unità estere nei piani globali di Gruppo, anche allo scopo di perseguire una più elevata contribuzione economica complessiva dell’intero comparto, privilegiando la crescita commerciale dell’attività, il sostegno alla internalizzazione delle PMI e gli accordi di collaborazione con banche e gruppi stranieri.
9) Tra le altre attività espletate nel corso dell’esercizio,
questo Collegio segnala di aver tenuto una riunione con gli omologhi Organi delle principali aziende del Conglomerato per procedere allo scambio di informazioni in merito all’andamento generale dell’attività sociale delle varie controllate, come previsto dall’articolo 151, comma 2 del Decreto Legislativo n. 58/98.
10) Abbiamo costantemente interagito con l’Area Controlli Interni dalla quale, oltre ad aver ricevuto la necessaria assistenza operativa per l’esecuzione delle sopra riferite verifiche, abbiamo acquisito tutti i rapporti ispettivi contenenti gli esiti degli accertamenti che tale Funzione ha effettuato nel corso dell’anno e sono state inoltrate le previste segnalazioni alle competenti Autorità pubbliche.
Nel corso delle su riferite attività abbiamo quindi avuto modo di valutare l’affidabilità e l’efficienza del sistema dei controlli adottato dalla Banca, non solo in funzione della propria configurazione aziendale, ma anche quale struttura posta al vertice di un Gruppo bancario. Ciò pure alla luce delle delibere assunte nell’esercizio 2006 – anche su indicazione di questo stesso Collegio - dal Consiglio di Amministrazione della Banca e dalle società del Gruppo tendenti a rafforzare l’autonomia dell’Internal Audit ed il raccordo funzionale dello stesso con gli Organi collegiali, attraverso più stringenti meccanismi relazionali.
Su tali presupposti il sistema dei controlli interni può quindi essere ritenuto idoneo a garantire il presidio dei rischi ed il rispetto delle previste procedure.
11) Parimenti abbiamo provveduto a riscontrare l’adeguatezza del sistema amministrativo contabile della Società, sia sulla base di accertamenti direttamente condotti da questo Collegio che tramite il periodico scambio di informazioni con la Società di Revisione (KPMG Spa), quale revisore ex art. 165 del Decreto Legislativo n. 58/1998.
Rendiamo altresì noto che questo Collegio non ha ricevuto, dalla suddetta Società di revisione, alcuna segnalazione su fatti ritenuti censurabili ai sensi dell’art. 155, comma 2 del sopra richiamato Decreto Legislativo n. 58/1998.
Abbiamo quindi vigilato sulla impostazione generale data al bilancio stesso, sulla sua complessiva conformità alla legge per quello che concerne la sua formazione e struttura. Per quanto di competenza, si è quindi constatata la presenza di un livello di efficienza idoneo ad assicurare la corretta rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della Società quale risulta appunto dai bilanci, individuale e consolidato, relativi all’esercizio chiuso al 31
dicembre 2006.
Si dà atto che gli schemi di bilancio e la nota integrativa sono coerenti con il Decreto Legislativo n. 38/2005 (IAS/IFRS).
Si precisa infine che non risulta che gli Amministratori si siano avvalsi dell’esercizio della deroga di cui all’art. 5, comma 1 del medesimo Decreto Legislativo n. 38/2005.
12) Abbiamo provveduto a verificare che la Banca, in ossequio alle norme di legge ed alle disposizioni Consob, avesse impartito opportune istruzioni alle controllate relativamente alle informazioni che le medesime devono inviare alla Capogruppo per consentire di assolvere gli obblighi di comunicazione stabiliti dall’art. 114, comma 2 del Decreto Legislativo n. 58/1998. Al riguardo si è costatato che la normativa interna introdotta dalla Banca prevede espressamente che le controllate – nel caso in cui siano anch’esse soggette ai suddetti obblighi – debbano preventivamente informare la Capogruppo; ciò al fine di valutare l’opportunità di inoltrare al mercato un comunicato congiunto.
13) Con raccomandata datata 19 maggio 2006, indirizzata anche a varie Autorità pubbliche, ci è pervenuto un esposto e denuncia ex articolo 2408 del Codice Civile a firma di alcuni nominativi peraltro non tutti risultati soci della Banca.
Al riguardo i Sindaci hanno osservato che, essendo stata interessata su quanto reclamato dagli stessi esponenti l’Autorità Xxxxxxxxxxx, sia venuto meno il potere di indagine del Collegio stesso.
Nel corso dell’anno sono stati inoltre indirizzati a questo Collegio, generalmente per conoscenza, alcuni esposti che non hanno invero avuto per oggetto materie o circostanze degne di particolare menzione.
I Sindaci si sono tuttavia attivati per verificare il fondamento di quanto evidenziato dagli esposti e per promuovere, se del caso, la rimozione delle cause all’origine delle richieste medesime, in special modo quando riferibili ad aspetti organizzativi interni.
14) Con riguardo alla relazione redatta dalla già citata Società di revisione ai sensi dell’art. 156 del T.U.F., si prende atto che è stato espresso un giudizio senza rilievi e non si segnala la presenza di richiami di informativa.
In ossequio alla Comunicazione Consob n. 1025564 del 6 Aprile 2001, si informa che la Vs. Banca, nel corso dell’esercizio 2006, ha conferito alla KPMG Spa, in aggiunta alla revisione contabile, l’incarico concernente lo svolgimento di attività finalizzate alla emissione dell’attestazione di conformità
procedurale sul Bilancio Socio Ambientale al 31 dicembre 2005 il cui perimetro di rendicontazione, diversamente dalle precedenti edizioni, è stato esteso anche alle altre aziende del Gruppo con lo scopo di presentare un documento consolidato delle attività e dei risultati sia sotto il profilo economico che in chiave sociale ed ambientale.
Per tale attività la Società di revisione ha percepito un corrispettivo di Euro 40.000,00 (escluso di IVA).
Inoltre, su richiesta di questo Collegio, la Direzione ci ha comunicato che la Banca, nel 2006, ha conferito altri incarichi a società legate alla citata KPMG Spa."
Quanto alla specifica - nell’ordine - delle società incaricate, delle strutture della Banca interessate, delle attività svolte e dei relativi onorari comprensivi di IVA, il Presidente del Collegio Sindacale fa riferimento allo schema riportato nella Relazione e che qui di seguito si trascrive: "KPMG Fides Servizi di Amministrazione Spa
Servizio Bilancio Fiscale:
Servicer Amministrativo utilizzato per i veicoli: Ulisse 2, Tiziano Finance, Siena Mortgages 01-2 e Siena Mortgages 03-4. Trattasi di spese obbligatorie e autorizzate in anni precedenti. Euro 118.949,91
KPMG Advisory S.p.A. Servizio Risk Management:
Modello accentrato di market risk management Nuovo modello inerente ai rischi operativi; Redazione del Quantitative Impact Study 5 (QIS5)
Supporto per i rischi di mercato Euro 295.008,00 Studio Associato Consulenza Tributaria e Legale Spa (network KPMG)
Servizio Legale e Assistenza Direzionale Compliance: Euro 10.404,00
Xxxxx Xxxxxx Italia Srl (network KPMG) Segreteria Direzione
Governo Patrimonio Costi/Investimenti:
Piano di Continuità Operativa Euro 148.700,88." Quindi il Presidente del Collegio Sindacale prosegue nella lettura della Relazione secondo quanto di seguito trascritto: "15) Si precisa che, nel corso dell’esercizio, non si sono verificati casi che richiedessero il rilascio, da parte della citata Società di revisione, di pareri obbligatori ai sensi di legge.
Questo Collegio Sindacale è stato invece chiamato ad esprimere il proprio parere obbligatorio in merito ai seguenti
argomenti:
- remunerazione del Presidente del Consiglio di Amministrazione e dei Vice Presidenti ex art. 2389, comma 2 del Codice Civile ed ex art. 27, comma 3, dello Statuto della Banca;
- compenso da riconoscere a ciascuno degli Amministratori componenti il “Comitato per la Remunerazione” ed il “Comitato per il Controllo Interno” in conformità a quanto stabilito dall’art. 27, comma 3 dello Statuto della Banca;
- proroga dell’incarico affidato alla Società di revisione KPMG deliberato dall’Assemblea tenutasi il 6 dicembre 2006 in conformità alle norme a quel momento vigenti (art. 159 del Decreto Legislativo n. 58/98, modificato dal Decreto Legislativo n. 262/05 e precisazioni contenute nelle Comunicazioni Consob nn. DEM 6025898 – 6025869 – 6025871 del 23 marzo 2006).
In tale circostanza il Collegio Sindacale ha avuto modo di riconfermare l’insussistenza di situazioni di incompatibilità
- nello svolgimento dell’incarico di revisione del bilancio - tali da compromettere l’indipendenza della ridetta Società di revisione.
16) Come è noto, la Società, sin dal 2001, ha aderito al Codice di Autodisciplina del Comitato per la Corporate Governance delle società quotate, introdotto a completamento della normativa primaria e secondaria prevista dal Decreto Legislativo n. 58/1998 e dai conseguenti regolamenti della Consob e della Banca d’Italia (Istruzioni di Vigilanza).
Al riguardo si dà atto che, a seguito della intervenuta profonda revisione di tali principi, avvenuta nel corso del 2006 ad opera del citato “Comitato per la Corporate Governance delle Società Quotate”, la Vs. Banca ha provveduto ad aderire, con specifica delibera assunta nei primi mesi di questo anno, al nuovo Codice, quale punto di riferimento per un’efficace “Corporate Governance”.
Ciò ha quindi comportato di aderire pure ai criteri applicativi indicati nell’art. 3 (Amministratori Indipendenti) di detto Xxxxxx, per effetto dei quali la Vs. Banca ha riconosciuto che un numero adeguato di amministratori è in possesso dei requisiti di indipendenza, come specificato nella Relazione sul governo societario.
Sulla corretta applicazione di detti criteri, il Collegio Sindacale, tenute presenti le norme contenute nel Codice di Autodisciplina pubblicato nel Marzo 2006 ed avuto riguardo più alla sostanza che alla forma, ha ritenuto che per tali amministratori possa escludersi la sussistenza di situazioni
tali da poterne condizionare attualmente l’autonomia di giudizio.
17) Si informa inoltre che, nell’ambito di tale Codice, operano i Comitati per il “Controllo Interno”, per la “Remunerazione”, per la “Comunicazione” e per la “Responsabilità Sociale d’Impresa” i cui membri sono stati rinnovati con delibere del Consiglio di Amministrazione assunte nel corso dell’esercizio 2006.
Si riscontra che detti Comitati – alle cui riunioni, quando previsto, ha partecipato il Presidente del Collegio Sindacale o un Sindaco da questi delegato – hanno adempiuto con sistematicità e rigore ai propri doveri.
Al Comitato per il Controllo Interno è pure affidato il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del “Modello Organizzativo ex Decreto Legislativo n. 231/2001” nonché di curarne l’aggiornamento. A quest’ultimo riguardo si rende noto che nel corso dell’esercizio detto Comitato ha ravvisato la necessità di avviare le pertinenti attività finalizzate all’adeguamento del Modello stesso. Ciò in relazione alle modifiche legislative ed a quelle organizzative interne alla Banca, nel frattempo intervenute.
Si segnala infine l’emanazione del nuovo “Regolamento Internal Dealing” che ha sostituito dal 1° Aprile 2006 il precedente “Codice di Comportamento sull’Internal Dealing” a seguito delle innovazioni legislative e regolamentari che hanno interessato sia il Testo Unico della Finanza che i Regolamenti Emittenti e Mercati emanati dalla Consob.
18) A conclusione della presente Relazione ed in considerazione di quanto in essa contenuto, possiamo attestare che, sulla base dei controlli effettuati e delle informazioni ottenute, non sono state rilevate, nello svolgimento dell’attività sociale dell’esercizio 2006, omissioni, fatti censurabili o irregolarità meritevoli di specifica segnalazione agli azionisti.
19) Il Collegio Sindacale, esaminato il contenuto delle relazioni redatte dalla Società di revisione KPMG e non avendo proposte da rappresentare all’Assemblea ai sensi dell’articolo 153, comma 2 del Decreto Legislativo n. 58/1998, non rileva motivi ostativi all’approvazione del bilancio che Vi viene presentato dal Consiglio di Amministrazione con la correlata Relazione sulla gestione e la proposta di distribuzione dell’utile formulata dal Consiglio medesimo.
IL COLLEGIO SINDACALE
Siena, 11 Aprile 2007"
Ultimata la lettura della Relazione del Collegio Sindacale,
con riferimento all'adempimento previsto dalla comunicazione Consob 96003558/1996, il Presidente comunica che per l'attività di revisione contabile del bilancio civilistico e consolidato della Banca e del Gruppo MPS al 31 dicembre 2006, la Società KPMG S.p.A. ha impiegato, complessivamente, n.
4.000 ore per un corrispettivo di Euro 406.200, I.V.A. compresa.
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Su invito del Presidente, io Notaio procedo alla lettura della relazione e relativo giudizio della Società di Revisione secondo il seguente testo:
"Relazione della società di revisione ai sensi dell’art. 156 del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58
Agli Azionisti della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio d’esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalla relativa nota integrativa, della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. chiuso al 31 dicembre 2006. La responsabilità della redazione del bilancio compete agli amministratori della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. E’ nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione contabile.
Il nostro esame è stato condotto secondo i principi e i criteri per la revisione contabile raccomandati dalla CONSOB. In conformità ai predetti principi e criteri, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio d’esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel bilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli amministratori. Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professionale.
Il bilancio d’esercizio presenta ai fini comparativi i dati corrispondenti dell’esercizio precedente. Come illustrato nella nota integrativa, gli amministratori hanno modificato i dati comparativi relativi al bilancio dell’esercizio precedente, da noi assoggettato a revisione contabile e sul quale abbiamo emesso la relazione di revisione in data 13 aprile 2006. Le modalità di rideterminazione dei dati
corrispondenti dell’esercizio precedente e l’informativa presentata nelle note esplicative, per quanto riguarda le modifiche apportate ai suddetti dati, sono state da noi esaminate ai fini dell’espressione del giudizio sul bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2006.
A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. al 31 dicembre 2006 è conforme agli International Financial Reporting Standards adottati dall’Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell’art. 9 del D.Lgs. n. 38 del 28 febbraio 2005; esso pertanto è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico, le variazioni del patrimonio netto ed i flussi di cassa della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. per l’esercizio chiuso a tale data.
Firenze, 11 aprile 2007 KPMG S.p.A.
Xxxxxxx Xxxxx Socio"
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Il Presidente dichiara aperta la discussione riguardo al primo punto all'ordine del giorno rinnovando l'invito ai soci che intendano prendere la parola di prenotarsi mediante la compilazione della "scheda per richiesta di intervento", presso l'apposita postazione, ed, altresì, invitandoli a formulare interventi che siano strettamente attinenti al punto all’Ordine del Giorno e il più possibile contenuti nella durata, affidandosi ad un principio di autoregolamentazione dei soci che interverranno, facendo presente che, se ciò non dovesse essere attuato, si riserva di stabilire successivamente un tempo massimo per gli interventi al fine del buon andamento dei lavori.
Interviene il Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx, alle ore 11 e minuti 17.
Il Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx dichiara di intervenire, oltrechè come Socio, anche quale Presidente dell’associazione ARIT, Associazione Imprenditori Traditi, ed afferma testualmente: ”in questa "storia italiana", voi mi avete portato via il mio denaro e non me l’avete ancora restituito. Non l’avete fatto soltanto a me, ma l’avete fatto a più persone. Come sapete bene, svariati vostri dipendenti hanno falsificato la firma dei clienti in Arezzo in migliaia di contratti, creando non pochi danni. Lo sapete che l’ufficio di Arezzo ha fotocopiato la mia firma e di altri clienti? Al fine, presi dalla foga, sono riusciti a firmare anche le firme false. Potete spiegarmi
perché questo succede? Lo sapete che sono state disattese tutte le normative Consob? Xxxxxx spiegarmi il motivo per cui avete fatto questo e perché è stato fatto questo? Lo sapete che la Banca ha concesso a più vostri clienti fidi miliardari senza che il cliente ne facesse richiesta? Potete spiegare il perché, se è così difficile avere 20.000 euro di prestito? Lo sapete che per tale avallo fondamentale che sia concessa da qui, da Siena, determinate somme? Lo sapete che vi state rifiutando, in questo momento, di restituire capitali denominati “Monte Paschi Vita” per un valore di 329.000,00 euro scaduti da due anni a questa parte? Sono soldi miei, Signori. Quando avete intenzione di restituire il mio danaro che voi tenete illecitamente? Lo sapete che su tali posizioni si è mossa di nuovo la Magistratura? Lo sapete che un contratto dove appare la firma di vostri due dirigenti su una fotocopia, in realtà, caro Presidente, sul contratto originale non appare nessuna firma? E lei crede che io possa accettare o che i clienti possano accettare, una “storia così italiana”? Oppure una "banca fatta di persone"? In realtà, lo sapete che su un documento denominato "Audit del 2001", a pagina 20 voi avete scritto: “dagli accertamenti eseguiti sono emerse a carico di precise persone responsabilità che espongono la Banca al rischio di dover sopportare danni economici non trascurabili”. Questo lo avete scritto voi. Xxxxxx spiegarmi perché ancora voi non mi avete restituito il mio danaro? Lo sapete che a pagina 11, sempre di “Audit”, avete dichiarato: “firme irregolari pari a 409 milioni”, e sulla stessa pagina avete scritto: “firme mancanti 307 milioni”.
Xxxxxx spiegare agli azionisti qui davanti per quale motivo
voi non restituite o ancora, dopo cinque anni, sei anni, non restituite il danaro, quando voi avete preso atto, avete scritto che a carico di determinate persone sono emerse determinate situazioni. Lo sapete che tali passività non le avete mai iscritte a bilancio?”.
Proseguendo nel suo intervento, il Socio dichiara testualmente: "Lo sapete che ancora oggi voi vi presentate in Tribunale nella mia città, che è Arezzo, con dei documenti dove la mia firma è falsificata?”
Il Socio chiede, quindi, di sapere perché i dipendenti che, afferma, sono responsabili di quanto esposto, sono ancora al loro posto di lavoro e perché non sono stati presi provvedimenti nei loro confronti.
Il Socio prosegue nel suo intervento affermando che l’art.47 della Costituzione della Repubblica Italiana definisce il risparmio un bene protetto e si chiede da chi tale bene sia
protetto, se è consentito ai dipendenti di una Banca a cui una persona si affida, farle “un simile trattamento”. Quindi il Socio riferisce che sull’argomento ci sono state tre interrogazioni parlamentari, due al Senato ed una alla Camera dei Deputati, in una delle quali, sostiene, si chiede se non sarebbe opportuno sospendere dal proprio esercizio la Capogruppo di Arezzo.
Il Socio prosegue asserendo che sta facendo una “battaglia italiana”, una “battaglia di onestà” contro un sistema che si è permesso, afferma testualmente: “di rubarmi la cosa più preziosa che ho: la mia firma, il mio volere. Inaccettabile che non mi si dia risposta, inaccettabile che tale sistema possa essere concepito da menti malate.”
Interviene il Presidente Xxx.Xxxxxxxx Xxxxxxx, osservando al Socio che egli è libero di dire ciò che ritiene assumendosene la responsabilità, ma che in questa sede non saranno tollerate ingiurie.
Il Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx dichiara di non ritenere le sue parole ingiuriose e chiede come si possano chiamare le persone che si sono permesse di fare la sua firma, affermando di voler avere giustizia.
A questo punto il Presidente, notato che uno dei presenti sta effettuando riprese con una telecamera, rammentato che ciò non è consentito secondo il regolamento assembleare, lo invita a spengerla.
Il Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx fa presente di aver dato lui incarico a quella persona di poterlo riprendere per potersi rivedere, ritenendo di essere in una "sala pubblica".
Il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx fa notare al Socio che ciò è erroneo, perchè questa non è una sala pubblica.
Ribatte Xxxx Xxxxxx Xxxxxx di essere Socio in questa sala.
Il Presidente Avv.Xxxxxxxx Xxxxxxx ribadisce che essere Socio in assemblea non significa che ci si trovi in una sala pubblica.
Il Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx chiede di conoscere il regolamento assembleare.
Il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx ricorda che il regolamento è stato messo a disposizione e fa presente che, comunque, provvederà a soddisfare la richiesta del Socio.
Prosegue il Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx asserendo che del caso si sono occupati molti giornali, tra i quali "Il Sole 24 Ore", nonchè trasmissioni televisive quali, recentemente, “Mi manda Rai Tre” e chiede di sapere perchè a tale ultima trasmissione non si sia presentata la Banca. Xxxxxx, ancora, di essere informato dal Presidente per quale motivo,
testualmente: "non mi vengono restituiti i miei soldi" in questa che è definita, "annata magica", la migliore in 500 anni, di utili incredibili, domandandosi, testualmente: "cosa c’è dietro questi risultati"
Asserisce il Socio di essere titolare di una piccola azienda, che ha piccole crescite annuali, mentre rileva che l'utile della Banca è incrementato del 20% in questo anno e chiede spiegazioni in merito.
Il Presidente Xxx.Xxxxxxxx Xxxxxxx invita il Socio a concludere, in modo di poter consentire anche agli altri soci di intervenire.
Il Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx riprende chiedendo di conoscere per quale motivo si sia falsificata così tante volte la sua firma, e perchè, avendo l'organo di controllo riferito dei danni subiti, non è stato provveduto alla dovuta restituzione delle somme.
Conclude il Socio chiedendo, in relazione alla polizza Monte Paschi Vita ed ai 329.000,00 euro del suo caso, perchè la Banca, dopo aver richiesto che le fossero date da lui istruzioni e dopo averle ricevute, non ne abbia provveduto alla restituzione, ciò da più di due anni e domanda spiegazioni.
Ultimato l'intervento del Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx, il Presidente invita i soci a limitare gli interventi nell'ambito di 7-8 minuti, onde consentire a tutti i soci di poter prendere la parola.
Alle ore undici e minuti ventinove - h 11 m 29 - si è assentato il Sindaco Effettivo Xxxxxxxx Xxxxxxxx.
Interviene il Socio Avv. Xxxxxx Xxxxxxx, alle ore 11 e minuti 32.
Il Socio, dichiaratosi piccolo azionista, dà lettura di alcuni stralci dell'articolo comparso sul Sole 24 Ore, supplemento Plus del 17 febbraio 2007, a titolo: “Dirigente di Monte Paschi a giudizio per truffa”, ove si riportano le vicende già evocate dal Socio Xxxx Xxxxxx Xxxxxx, dichiarandosi quanto meno turbato dalle circostanze ivi enarrate.
Interviene l'Avv. Xxxxxx Xxxxx, per delega del Socio Xxxxx Xxxxxxxx, alle ore 11 e minuti 35.
Il Socio procede a dare lettura del proprio intervento scritto secondo quanto qui di seguito riportato:
"Il bilancio del 2006 è stato definito il migliore bilancio della plurisecolare storia del Monte dei Paschi e tale affermazione, dopo avere esaminato il fascicolo di bilancio, appare sicuramente condivisibile. In specie ha destato la mia attenzione il prospetto che appare a pagina 14 del fascicolo
medesimo, intitolato "Quadro e sintesi dei valori economico – patrimoniali e principali indicatori gestionali". Appaiono dati con consistenti incrementi rispetto all’esercizio precedente, seguito da indici che assicurano una posizione bene impostata anche per il futuro e una posizione patrimoniale molto solida.
Inoltre, come piccolo azionista, apprezzo il dividendo e l’andamento della quotazione del titolo stesso. Rilevo soltanto un elemento negativo: l’andamento della raccolta indiretta". Osserva il socio che tale dato negativo sia stato rilevato anche da Presidente nelle sue considerazioni e quindi prosegue come segue nella lettura del suo intervento: "Nel sistema bancario italiano si presenta peraltro una diffusa criticità del risparmio gestito, fortemente penalizzato dal deflusso sui fondi comuni italiani che ha interessato l’intero sistema durante il 2006 e che sta proseguendo nel 2007.
Si pensa che tale fenomeno sia determinato, come taluno afferma, dal diverso trattamento fiscale dei fondi italiani? Oppure: quali ne sono le cause strutturali, oltre la "sfiducia"?
Abbiamo preso dell’importanza dell’operazione con AXA e delle molteplici opportunità future che l'accordo potrà apportare ai due gruppi, (argomento che) è stato a lungo trattato anche dalla stampa.
Si ritiene che tale accordo possa convalidare e consolidare la scelta del nostro CdA di procedere da soli nel potenziamento della nostra attività, anche a livello internazionale, conservando la nostra identità radicata nel territorio e la nostra secolare tradizione ?
Tenuto conto della posizione del gruppo AXA in Europa nel settore assicurativo, si pensa che MPS possa beneficiarne anche per uno sviluppo dell'attività bancaria in ambiti spaziali europei?
Durante il 2007 perverranno alla Banca Monte dei Paschi i seguenti ingenti mezzi finanziari:
a) per la vendita a HOLMO di un pacchetto di azioni FINSOE, Euro 350 milioni circa;
b)per la vendita ad AXA di partecipazioni (MPS Vita e MPS Danni), circa 1.150 milioni.
Come si pensa di impiegare tali mezzi finanziari?".
Il socio, concludendo, chiede di sapere se esiste una politica già pianificata a riguardo.
Ultimato l'intervento dell'Avv. Xxxxxx Xxxxx, il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx, in risposta alla richiesta di un Socio di essere autorizzato, a termini del regolamento dell'
assemblea, ad effettuare riprese visive nella sala assembleare, nega tale autorizzazione.
Interviene il Socio Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx, alle ore 11 e minuti 38.
Il Socio esprimere ringraziamento alla Banca, al Presidente, al Direttore Generale, al Consiglio di Amministrazione ed a tutti coloro che ultimamente hanno diretto l’ "area esattoriale", perché finalmente, nello scorso mese di dicembre, tutti gli ex dipendenti esattoriali della Banca hanno ottenuto la sospirata parità previdenziale con gli altri dipendenti. Il Socio sostiene che ciò rende testimonianza della magnanimità e dell’interesse al rapporto umano della Banca anche nei confronti dei dipendenti in quiescenza. Quindi il Socio ringrazia anche per la parità assistenziale ottenuta nell'ottobre 2006 da tutti gli ex dipendenti esattoriali, ai quali è stata riconosciuta la stessa polizza sanitaria e assicurativa degli ex dipendenti del Settore Credito, e ricorda le lunghe battaglie da lui condotte, anche in sede assembleare, perchè ciò si verificasse.
Quindi il Socio, dichiaratosi dispiaciuto per il distacco del settore esattoriale, peraltro effettuato in conformità a quanto richiesto dalla legge, dice di compiacersi di aver letto nelle considerazioni del Presidente il forte riconoscimento per l’attaccamento, lo spirito di appartenenza, ed anche del forte riferimento al criterio del merito nei rapporti con il personale.
Afferma, quindi, di condividere totalmente quanto sostenuto dal Presidente nella sua relazione sul tema dell'efficienza e della redditività, che rimangono le prime leve di autonomia ed indipendenza. Il Socio conclude augurando che il piano industriale 2006/2009 possa essere portato a termine nel suo integrale contenuto e per tutto il suo arco di previsione temporale, in modo che possa dare i frutti auspicati e non essere corretto, disatteso o interrotto, come, lamenta, è accaduto in passato.
Interviene il Socio Xxxxxx Semplici alle ore 11 e minuti 46. Il Socio procede a dare lettura del proprio intervento scritto secondo quanto qui di seguito riportato:
"Buongiorno, sono Xxxxxx Xxxxxxxx, cittadino senese, piccolo azionista, già dipendente del Monte, attualmente nel direttivo della lista civica Libera Siena.
Prendo oggi la parola per esprimere alcune considerazioni, non tanto su argomenti di natura squisitamente tecnica che pure richiederebbero dei chiarimenti, sui quali sono intervenuti, o interverranno altri soci, ma per soffermarmi su alcuni aspetti
che ritengo significativi.
Tutti gli anni si assiste al CdA che sbandiera sempre una grande ammirazione nei confronti di tutti i dipendenti della Banca che, con la loro professionalità e la loro abnegazione, hanno garantito e garantiranno i positivi risultati del Monte dei Paschi.
Pensando sia davvero questa la motivazione per la quale il Xxxxx riesce a tenersi a galla, nonostante gli scandali e gli sprechi degli ultimi anni, siamo rimasti stupiti del fatto che a questo personale, così lodato, vengano poi imposti dei CDA (sia della Banca che delle numerose controllate) con scarsi, ed a volte quasi nulli, requisiti di professionalità e di appartenenza alla cultura del territorio.
Perché non vengono utilizzati in maniera più marcata questi bravi e preparati dipendenti, sia durante il periodo di lavoro attivo che a conclusione dello stesso, per rivestire le cariche di rilievo nei CDA delle varie controllate?
Perché si assegnano due o più incarichi agli stessi nominativi, spesso con approssimative esperienze lavorative e professionali, cumulando compensi assurdi su un singolo individuo, fino a costituire casi di rilevanza etica, se non tecnica, di persone che rivestono contemporaneamente la carica di Sindaco revisore e/o Consigliere di Amministrazione in due, tre o più banche del Gruppo? Ci chiediamo se non sia mai stato considerato che questa contemporaneità potrebbe anche portare a sollevare dei dubbi sulla qualità del lavoro svolto e delle revisioni effettuate.
Rispetto a questo rischio sarebbe utile sapere se il CDA della Banca abbia analizzato il problema, e se abbia valutato il fatto che la stessa Consob sembra stia già operando nel senso di una regolamentazione restrittiva di questo fenomeno.
Questo modo di agire dà sicuramente un’immagine negativa dell’esistenza di un gruppo circoscritto e non aperto al confronto e alla collaborazione con le varie componenti cittadine e gli ordini professionali. (Cosa ne pensa, per esempio, l’Ordine dei commercialisti sulle modalità utilizzate per le nomine dei Sindaci dei Revisori?).
Non sarebbe più consono, più comprensibile e soprattutto più etico assegnare cariche singole, impegnando più persone e distribuendo redditi più equi?
Su questo argomento è indispensabile richiamare l’attenzione della Fondazione Monte dei Paschi, quale socio di maggioranza della Banca, e quale Ente appositamente costituito per mantenere un controllo pubblico sul Monte dei Paschi di Siena. Le cifre relative ai vari compensi degli amministratori, in
aumento del 28% sull’anno precedente e con punte del 100%, tra le quali spiccano queste inconcepibili dell’ex Direttore Generale Xxxxxx, e dei "Dirigenti con responsabilità strategiche" hanno fatto indignare i cittadini, Sindacati e associazioni varie, non solo locali.
Si deve inoltre pensare che queste remunerazioni vanno a produrre una riduzione degli utili della Banca e della quota destinata al socio Fondazione Monte Paschi di Siena, utilizzata per l’erogazione dei propri utili. Vogliamo evidenziare che buona parte degli utili del bilancio 2006 (tra l’altro con un aumento non in linea con i migliori) derivano dalla vendita di alcuni "gioielli di famiglia", e con operazioni non direttamente riferibili all’attività propriamente bancaria. La vendita dei pacchetti azionari di FIAT, Generali, BNL, e MPVita oltre ad arrecare un indebolimento patrimoniale, ha sicuramente sminuito il ruolo del Monte dei Paschi nel mondo finanziario italiano. Su questo punto vogliamo ricordare al Presidente della Fondazione quanto dettato dall’art. 3, comma 2 dello Statuto: "La Fondazione persegue i propri fini istituzionali salvaguardando la consistenza del suo patrimonio e promuovendo la valorizzazione. Amministra le partecipazioni detenute nel rigoroso rispetto delle finalità statutarie." Si invita quindi ad un attento controllo di queste partecipazioni.
Discorsi a parte meriterà l’applicazione delle norme del Decreto Bersani sull’adeguamento dei tassi sul quale stiamo facendo ulteriori accertamenti.
Votare a favore di questo bilancio e quindi anche della censurabile forma di autoincensazione degli amministratori, sempre pronti ad aumentarsi compensi e benefici vari, costituirebbe un avallo inaccettabile ed una esplicita complicità della Fondazione MPS nella perdita di solidità patrimoniale e, soprattutto di etica, del Monte dei Paschi di Siena.
Si vuole a questo proposito ricordare al Presidente della Fondazione che non è la prima volta che si assiste a sprechi di risorse di questo tipo, e, se non viene messo un argine, si ha la netta sensazione che questi comportamenti potranno essere ripetuti ed aggravati in un prossimo futuro.
Si chiede quindi al Presidente della Fondazione MPS di intervenire sia sui compensi iscritti nel bilancio 2006 sia su quelli futuri, ricontrollando contratti e bonus vari e vigilando che, d’ora in poi, per l’attribuzione delle nomine ai vari CDA del Monte dei Paschi S.p.A. e delle sue controllate si prescinda dall’appartenenza partitica o, peggio
ancora, dalle relazioni personali, e si proceda alla trasparente selezione delle competenze e delle professionalità, attenendosi ai principi dell’unicità degli incarichi, dell’equità dei compensi, del ricambio dei nominativi e della valorizzazione dei legami con il territorio.
Incarichi di questo tipo sarebbero forse assolti anche a titolo gratuito da tanti concittadini orgogliosi di svolgere un servizio per la comunità alla quale appartengono; la storia della Banca ci insegna che proprio persone oneste e capaci della nostra comunità hanno determinato la crescita patrimoniale e la forte immagine dell’Istituto, oggi in qualche modo compromesse.
Una volta era consuetudine dimostrare efficienza e professionalità senza ostentare utili in eccesso, evitando di appesantire gli oneri fiscali ed incrementando le riserve e la liquidità così da potere operare sul mercato in modo tempestivo e vincente. Oggi invece si incrementano gli utili con operazioni contabili di vario tipo, sacrificando anche futuri guadagni; i casi FIAT (vendute a circa 8 euro contro un valore odierno di circa 21 euro ad azione), Generali e MPVita sono simbolo di questo nuovo e discutibile modo di operare.
Questo modo di operare è soprattutto funzionale all’arricchimento di soci privati e consente alla Fondazione MPS di svolgere il proprio ruolo in maniera anche non corretta, elargendo gli utili in maniera difforme da quanto previsto dallo Statuto."
Poichè il Socio prosegue il suo intervento facendo riferimento ai criteri di distribuzione degli utili della Fondazione, il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx lo interrompe invitandolo ad attenersi all'ordine del giorno, osservando che non è questa la sede per dibattere sulla distribuzione degli utili della Fondazione MPS.
Il Socio Xxxxxx Semplici replica che gli utili prodotti dalla Banca vanno al Socio di maggioranza e cioè alla Fondazione, e per questo l'argomento è attinente all'ordine del giorno.
Il Presidente controbatte che qui non si discute e non si può discutere su come il Socio di maggioranza utilizza i propri denari, e, all'osservazione del Socio Xxxxxx Semplici secondo cui gli utili "vengono depauperati", risponde che questo dovrà essere fatto presente alla Fondazione, invitando il Socio a voler concludere, perchè esaurito il tempo a sua disposizione, secondo le indicazioni date in precedenza.
Il Socio riprende come segue la lettura del proprio intervento, omettendo la parte relativa alla distribuzione
degli utili della Fondazione MPS:
"Tutto quanto descritto incide negativamente sulla solidità del Monte dei Paschi e sulla stessa comunità senese che vede una continua erosione del patrimonio, una sempre minore capacità di controllo sulla sua Banca e un allentamento dei vincoli con il territorio.
Si invita quindi la Fondazione, come socio di maggioranza, ad impegnarsi verso una razionalizzazione dei costosi e spesso inutili CDA delle controllate del Monte dei Paschi, e ad inserire nei relativi Statuti requisiti di onorabilità più restrittivi possibile alla stregua di altri Enti ed aziende; nell’attuale contesto dell’ "Italia dei furbetti", non vorremmo che anche la civile e colta Siena potesse dare l’impressione di perseguire la mediocrità nominando persone inadeguate e "fedeli al potere", ma prive dei necessari requisiti.
Questo comportamento, affermatosi negli ultimi anni, e conclamatosi nella sorprendente e poca etica (anzi come ha detto il Vice Ministro dell’Economia Visco, "non elegante") autonomina dell’attuale Presidente del Monte dei Paschi di Siena, potrebbe avere dato l’impressione che la modalità adottata per l’attribuzione delle nomine abbia avuto funzioni diverse da quelle dettate dal sopra esposto comma dello Statuto della Fondazione.
E' anche per dissipare questi dubbi che in questa sede assembleare chiediamo alla Fondazione, in relazione al suo indubbio ruolo pubblico di Ente dei senesi (in virtù della metà degli amministratori nominati dal Comune di Siena), di avere il coraggio e la determinazione di intervenire tempestivamente e drasticamente. Votare contro questo bilancio, come farò io, potrebbe essere il primo passo significativo per affermare una vera volontà di cambiamento e di inversione di tendenza."
Interviene il Socio Xxxx Xxxxx alle ore 11 e minuti 56.
Il Socio procede a dare lettura del proprio intervento scritto secondo quanto qui di seguito riportato:
"Signor Presidente e Signori soci, buongiorno.
Sono il socio Xxxx Xxxxx, dipendente Mps in quiescenza e dirigente della lista civica La Mongolfiera.
Ci ritroviamo oggi in assemblea in un momento che vede il nostro Gruppo in una situazione di crescente isolamento e dove tutte le ipotesi ventilate da tempo stanno evaporando. Mi riferisco alle aspettative che erano state fatte trasparire riguardo all’Antonveneta, ora tramontate con l’operazione in corso da parte della Barclays, a quelle in merito agli
sportelli esuberanti dalla fusione Intesa - San Paolo, sportelli che l’authority della concorrenza ha imposto di vendere a lotti di 50 unità tramite aste e alle quali parteciperanno numerosi competitori nazionali e esteri, fino all’ultimo schiaffo, ricevuto sulla società Hopa, dove il Monte è stato bloccato ed emarginato dall’iniziativa di Fingruppo e Palladio, pare sostenuti da Banca Popolare Italiana e Unipol.
Le dichiarazioni di questi giorni alla stampa da parte di Xxxxxxxxx di Unipol, dove rileva che esistono con il Monte "notevoli differenze su valutazioni e politiche industriali" ed auspica "un rapporto meno ideologico e politico", sono indicative della qualità delle strategie e dei metodi fin qui da noi seguiti e possono dare un’idea dei motivi per cui non si è segnato alcun successo.
In questa situazione di isolamento va inoltre inserita la vera e propria aggressione in corso alle nostre zone di più forte insediamento, soprattutto in considerazione dell’annunciato acquisto della Cassa di Risparmio di Firenze da parte del primo gruppo bancario italiano, Intesa - San Paolo. Un territorio dove è già presente un gruppo bancario superiore alle nostre dimensioni, cioè il Banco Popolare che, risultante dall’aggregazione tra BPI e Popolare di Verona e Novara, possiede le Casse di Risparmio del Tirreno.
Va aggiunto che, a seguito dei processi aggregativi compiuti ed in corso, ben tre banche popolari raggiungono e superano le dimensioni del Monte, sia come numero di sportelli che per quote di mercato, facendo quindi segnare un arretramento del nostro posizionamento.
Quanto appena accennato, ci fornisce le indicazioni che le molteplici e diversificate strategie che fino ad oggi abbiamo potuto appena percepire dai boatos dell’informazione finanziaria e dalle dichiarazioni dei vertici del gruppo e del suo socio di maggioranza non sono approdate a nessun reale risultato di consolidamento e crescita delle nostre posizioni e delle nostre prospettive ed anzi ci vedono sempre più minacciati ed isolati.
E' in questo quadro preoccupante che dobbiamo inserire l’odierna discussione, se non vogliamo limitarci a commentare le aride cifre ed i risultati ormai acquisiti e capire se ed in quale quota essi sono ripetibili nel tempo.
Così come è necessario tener conto anche del livello di considerazione che ci riserva il mercato. Se guardiamo l’andamento della quotazione del titolo Monte a partire dal 27 giugno dello scorso anno, data dell’annuncio del nuovo e tanto
decantato piano industriale, vediamo che la quotazione è rimasta pressochè invariata, contro una performance dei titoli del settore bancario che ha segnato una crescita del 17,5%. E questo nonostante che, nello stesso periodo, si siano aggiunti altri annunci ai mercati, che avrebbero dovuto sollecitare un aumento di interesse e che invece sono passati quasi inosservati: mi riferisco all’operazione di cessione della Monte Paschi Vita ad AXA, alla cessione dei tenimenti di Fontanafredda, alla presentazione al mercato dei risultati del bilancio 2006 con utili in misura mai registrata nel passato.
Questa freddezza nei nostri confronti ci porta a guardare con ancor maggiore attenzione i prospetti che oggi ci vengono sottoposti in assemblea, allo scopo di valutare con maggiore consapevolezza lo stato di salute del nostro gruppo bancario e distinguere risultati consolidati da quelli provenienti da operazioni straordinarie e irripetibili.
Il raffronto rispetto all’esercizio precedente fa risaltare che il merito dell’aumento dell’utile, va attribuito soprattutto alla forte incidenza del risultato netto da negoziazione, che raggiunge una consistenza di oltre 530 milioni di euro, crescendo di oltre 355 milioni rispetto al 2005.
Su questa posta incidono fortemente le cessioni di Generali, BNL e FIAT, cioè di partecipazioni che non avevano più un particolare significato strategico, ma che, in ogni caso, facevano parte di quel disegno di presenza nel "salotto buono della finanza" che per diversi anni ci era stato presentato come un necessario sacrificio nell’impiego delle nostre risorse patrimoniali.
Sono, altresì, presenti in questa posta altre dismissioni che invece riguardano la perdita di asset patrimoniali che contenevano potenzialità operative, come la cessione temporanea della Monte Paschi Vita alla Finance, in attesa del passaggio all'AXA, incorporando in tale modo immediatamente nel bilancio 2006 una parte delle plusvalenze che altrimenti sarebbero state attribuite al 2007 e delle quali non viene peraltro fornita notizia. Il capitolo delle cessioni alla Finance, che possiamo vedere a pagina 60 del bilancio, comprende anche le varie operazioni di dismissione in corso, facendo diventare la Finance stessa la "scatola" di transito delle vendite patrimoniali. Questo è forse da interpretare come una manovra per anticipare la contabilizzazione delle plusvalenze a tutto beneficio dell’utile 2006, con una logica che risulterebbe allo stesso tempo a discapito dell’esercizio in corso. Ma la motivazione potrebbe essere invece od anche
quella di tranquillizzare il mercato in ordine al perseguimento degli obiettivi delineati dal piano industriale che, evidentemente, hanno bisogno di sostegni straordinari visto che la gestione caratteristica, cioè quella propria dell’attività bancaria, presenta problematiche critiche che andrò più avanti ad accennare. Soffermandoci per un attimo ancora sulla pagina 60, vediamo alcune operazioni sulle quali sarebbe bene che gli amministratori fornissero dei chiarimenti all’assemblea.
In primo luogo, la cessione di Fontanafredda. Un articolo non smentito di Economy del 14 marzo ci informa che la vendita sul mercato dell’azienda vinicola con i suoi 70 ettari di proprietà, dopo uno screening che è costato un milione di euro, non è andata a buon fine non essendo emerse offerte superiori a 30 milioni di euro, e viene quindi previsto l’acquisto da parte della Fondazione. Nel frattempo, però, il bilancio ci informa che a fine dicembre Fontanafredda è stata venduta a Finance per 82 milioni. È forse questa la cifra che ci si attende di riscuotere dalla Fondazione, con un prezzo ad ettaro senza precedenti nella storia vinicola mondiale? Una seconda domanda riguarda le caratteristiche della "misteriosa" operazione Santorini, società che apprendiamo essere divenuta di nostra totale proprietà ... "
A questo punto il Presidente invita il socio al rispetto dei tempi stabiliti. Il socio Xxxx Xxxxx riprende come segue la lettura del suo intervento, dicendo che sarà breve: "... mantenendo invariato il nostro investimento, espressione che lascia sorgere i sospetti circa le ragioni dell’improvviso e gratuito disimpegno dell’altro socio Deutsche Bank e lascia in ogni caso indefinite le proprie intenzioni per quando il ruolo di questa società verrà a cessare nel 2009.
Una terza domanda riguarda le fusioni per incorporazione nel Monte della XXX.xxx e della MPS Professional, delle quali si dà notizia senza fornire dettagli sugli oneri che queste società hanno comportato e sulla funzione che hanno svolto rispetto alla loro missione, che già negli interventi in assemblea degli anni scorsi, avevamo ritenuto illusori. Passando ora brevemente ai risultati della gestione tipica, notiamo che il risultato operativo netto, se depurato dall’incremento della voce "risultati da negoziazione", resta invariato rispetto al 2005 ed addirittura decresce se consideriamo il valore totale delle negoziazioni stesse.
Il margine di intermediazione primario cresce soltanto del 3,4% ed al suo interno vediamo una moderata crescita del margine di interesse (+5,2%) che, come sappiamo, incorpora
rischio ed impegna capitali, ed una staticità (soltanto un
+0,3%) delle Commissioni nette, che sono un importante indicatore della capacità di generare servizi.
Se andiamo ad osservare i dati del bilancio della sola Capogruppo, questi elementi sono ancora più preoccupanti, dato che il margine di intermediazione primario in essa cresce del 2,4% e le Commissioni segnano addirittura una flessione dell’1,4%. Difronte ad un dato così allarmante, sarebbe utile conoscere quale andamento ha presentato nel primo trimestre del corrente esercizio l’aggregato "commissioni nette" sia nella Banca che nel Gruppo.
Sul fronte dei costi, anche in questo esercizio si motiva la crescita delle spese amministrative addebitandone le ragioni agli oneri del personale, questa volta citando gli esborsi causati dall’attuazione della politica degli esodi incentivati e del ricorso al fondo di solidarietà. Sta di fatto che le spese amministrative, essendo cresciute quest’anno del 3,6%, appaiono incomprimibili sia in cifra assoluta, a causa del peso degli oneri derivanti dalla Capogruppo bancaria e dal sistema operativo, che come percentuale di incidenza sul conto economico, non trovando corrispettivo in una adeguata politica di sviluppo dei volumi di lavoro.
A questo proposito merita sottolineare l’illusorietà di una politica di miglioramento del cost income agendo soltanto su una delle due leve di tale indice, i costi appunto e, di essi incentrando ogni azione esclusivamente sulla componente del costo del personale con strumenti che, come abbiamo già percepito, creano soprattutto una perdita delle professionalità più elevate e delle esperienze più consolidate e generano crescenti bisogni di ricorso ad onerose e non sempre adeguate consulenze esterne. L’impressione che si riceve dalla lettura dei dati di bilancio è quella di un ristagno dei volumi di lavoro tale da non poter essere certo compensato dall’apertura di nuove filiali, piccole filiali, il cui contributo non può che essere lento e di portata limitata. Le nuove aperture, peraltro, nel 2006 hanno riguardato soltanto una trentina di unità, come ci viene detto in relazione, e gli effetti sul conto economico di questa strategia di sviluppo non potranno certo manifestarsi prima di alcuni anni.
Per quanto detto, la soddisfazione che ogni socio è chiamato a manifestare per il risultato economico 2006 e per i conseguenti dividendi, resta fortemente appannata dal peso che su questo risultato viene giocato da proventi che, oltre a non essere attinenti all’attività caratteristica della nostra
Società ed a manifestare chiari sintomi di non ripetibilità, provengono da operazioni che riducono le potenzialità del Monte e la sua capacità di creare in proprio prodotti e servizi innovativi, facendogli anzi perdere la gestione dei rami consolidati della propria attività, come sta avvenendo sul Monte Paschi Vita, dove non ci si è affatto limitati a ricercare ed a coinvolgere un socio prestigioso ma si è ceduto per intero il controllo gestionale.
Nel ribadire quindi tutte le preoccupazioni che ho tentato di sviscerare nel mio intervento e nel dichiarare, per tali motivi, il mio voto contrario all’approvazione del bilancio 2006, mi corre l’obbligo di concludere richiedendo i motivi che hanno condotto a devolvere un così sostanzioso premio di buona uscita, 10 milioni di euro, al Direttore Generale Xxxxxx, che, per almeno il 50%, porta il merito dei risultati che in questa assemblea sollevano perplessità, come quelle da me prospettate. Grazie dell’attenzione."
Interviene il Socio Xxxx Xxxxxx alle ore 12 e minuti 10.
Il Socio procede a dare lettura del proprio intervento scritto secondo quanto qui di seguito riportato:
"Spettabile Presidente MPS, spettabile Consiglio di Amministrazione, spettabili Sindaci, spettabili azionisti tutti, voglio rivolgere alla vostra attenzione alcuni "perché":
- Perché nella sede di Arezzo sono stati rinvenuti - relazione audit Monte Paschi Siena numero 15.723/01 - centinaia di ordini di negoziazione titoli e derivati a carico di investitori privi di firma e con firma in fotocopia e firma falsa a seguito di queste operazioni - evidentemente irregolari e non autorizzate - si sono prodotte a carico degli investitori perdite per centinaia di migliaia di euro?
- Perché, nonostante le numerose richieste risarcitorie MPS non ha formulato alcuna offerta nei confronti dei danneggiati?
- Perché il dirigente dell’ufficio titoli della sede MPS di Arezzo all’epoca dei fatti ad oggi sottoposto a processo penale per truffa e appropriazione indebita, ricopre incarichi direttivi presso la sede di Siena?
- Perché lo stesso dipendente è stato sospeso con provvedimento Consob, dall’esercizio dell’attività di promotore finanziario?
- Perché interrogato su questi fatti a "Mi Manda RAI Tre" in data 2 febbraio 2007, MPS non è comparso in trasmissione a rendere nota la propria posizione?
- Perché pur essendo dichiarato illegittimo per legge nel 1942, MPS ha continuato sino ad oggi ad applicare l’interesse
anatocistico sulle passività - ma non anche sulle attività - dei propri clienti?
- Perché, pur avendo sancito più volte la Corte di Cassazione che gli interessi anatocistici illegittimamente percepiti debbono essere restituiti dalle Banche, MPS non ha dato il via a una procedura risarcitoria ad ampio spettro, ed anzi rifiuta la restituzione degli stessi anche in sede giudiziaria?
- Perché non è stato previsto uno specifico fondo o accantonamento di bilancio per fare fronte ai suddetti probabili futuri oneri risarcitori?
- Perché su tali vicende non si è attivato a fare luce il Collegio sindacale, nonostante le numerosissime segnalazioni in merito?
E qui concludo, io ho una documentazione stilata da un professionista su ordine del Tribunale di Arezzo che attesta che gli ordini su firma fotocopiata, non firma o firma falsa hanno causato perdite per euro 289.000; sono sette anni che sto aspettando che la Banca mi restituisca ciò. Grazie." Interviene il Socio Xxxxxxx Xxxxxx alle ore 12 e minuti 12.
Il Socio Xxxxxxx Xxxxxx dichiara di esercitare la professione di boscaiolo, di abitare nella Provincia di Arezzo, di essere cliente nonché azionista della Banca Monte dei Paschi e di aver ascoltato con piacere quanto riferito dal Presidente sul grande lavoro svolto dall’Amministrazione della Banca, sull’ottimo andamento dei conti. Afferma, quindi, il Socio che altrettanto bene non è andato per i propri bilanci e questo, testualmente: "grazie a questa grande Banca che, attraverso il lavoro molto parsimonioso di alcuni suoi dipendenti della filiale di Arezzo, vedi il dottor Xxxxxxxxx Xxxxxx ed altri, sono riusciti a trasformare i miei risparmi - circa un miliardo e 200 milioni delle vecchie lire - in un debito nei confronti di questa grande Banca di circa 600 milioni delle vecchie lire."
Il Socio si dice sicuro che questi fatti sono a conoscenza dell'attuale Consiglio di Amministrazione e afferma che il Giudice del Processo attualmente in corso, Dottoressa Xxxxxx, ben cinque mesi fa ha disposto l'effettuazione di una perizia contabile per la prossima udienza del 22 maggio, ma che, ad oggi, la Banca non ha inviato alcuna documentazione e che non averla a disposizione rende impossibile la ricostruzione contabile.
Dichiara, quindi, il Socio Xxxxxxx Xxxxxx che una perizia grafica disposta due anni fa dal Tribunale di Arezzo ed eseguita da X.X.X. Xxxxxxxx Xxxxx, riporta testualmente: "ai danni di Xxxxxx Xxxxxxx sono state fatte migliaia di firme
false, stabilirne il numero preciso è impossibile”, e che, in un’udienza tenutasi circa un anno, fa il Giudice ha testualmente scritto: “la situazione debitoria di Xxxxxx Xxxxxxx è da attribuire esclusivamente alla vicenda Monte dei Paschi. Infatti il Mugnai prima era persona benestante e parsimoniosa. Il Monte dei Paschi non doveva iscrivere il Mugnai alla centrale rischi”.
Il Socio chiede, quindi, al Presidente perchè questa grande Banca non abbia ancora "rimediato" a questi fatti, affermando testualmente "tutti sapete che i vostri dipendenti hanno falsificato le firme, lo sapete, questo è impossibile che non lo sapete. L’ufficio MPS di Arezzo ha fotocopiato le firme dei clienti. Alla fine, dalla grande foga che li aveva presi, hanno anche rifotocopiato le firme false, hanno prodotto al Tribunale, per una mia causa e per quella di Xxxxxx Xxxx Xxxxxx, documenti falsi, poiché la Banca non ha né l’originale né nessun altro straccio di documento. La Guardia di Xxxxxxx sta nuovamente indagando su questa storia".
Interviene il Socio Prof. Aldo Bompani alle ore 12 e minuti 15.
Il Socio dichiara che il suo intervento conterrà due osservazioni ed un apprezzamento.
La prima osservazione attiene all’operazione con Axa, che giudica eccellente, anche al di là della percezione che possiamo averne in Italia, poichè Axa è una grandissima compagnia di assicurazioni in Francia e in Europa, presente nel capitale della Banca Monte dei Paschi di Siena, in quello di BNP Paribas per il 5,70%, ed in quello di Capitalia per il 2%. Il Socio giudica fatto di grande ed eccellente rilevanza la presenza del Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx nel Consiglio di Amministrazione di Axa, che, sostiene, costituisce un riconoscimento e un apprezzamento per la persona ma anche per la Banca.
Il Socio ritiene ottimo il prezzo realizzato nell'operazione Axa di 1 miliardo e 100, con una plusvalenza di 700 milioni, che si va ad aggiungere alle plusvalenze realizzate dalla vendita delle partecipazioni in Finsoe, BNL e Generali.
La seconda osservazione del Socio, attiene alle disponibilità così costituite, che vanno a formare un patrimonio di vigilanza disponibile e tutt’altro che indifferente.
Quanto all'apprezzamento da lui preannunciato, il Socio Prof. Aldo Bompani dice di apprezzare, oltre alle cifre che giudica eloquenti e più che significative, quanto riferito dal Presidente nelle sue considerazioni sul piano degli intenti e delle volontà del Consiglio di Amministrazione e dei Dirigenti
della Banca.
Il Socio dice, quindi, di aver anche apprezzato, nelle considerazioni del Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx, gli aspetti qualitativi, che ritiene fondamentali: il tono del discorso, i propositi che giudica molto definiti, la diagnosi della situazione nazionale e internazionale, lo spirito di condivisione dei risultati con gli attuali dirigenti di vertice, ma anche con i Consigli e i Dirigenti che hanno preceduto gli attuali.
Il Socio asserisce, quindi, che motivare le persone e riconoscerne il giusto merito sia scelta felicissima e dice di concordare con l’atteggiamento assunto dalla Banca nei confronti della società civile, l' assunzione di responsabilità, il dinamismo non fine a se stesso, ma finalizzato a scopi ben precisi, teso ad arrivare presto e bene ai traguardi che il piano industriale e tutta la Banca si è prefissa di raggiungere. Il Socio conclude ringraziando per quello che è stato fatto, ma soprattutto per quello che il Consiglio di Amministrazione e la Dirigenza della Banca hanno in animo di fare.
Ultimato l'intervento del Prof. Aldo Bompani, il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx, notato che si è iscritto per intervenire il Signor Xxxxx Xxxxxxx, ma che non risulta che egli abbia prodotto la prescritta certificazione attestante la qualità di Socio, lo invita a farlo prima di prendere la parola.
Il Presidente invita quindi il Socio Xxxxx Xxxxxx a prendere la parola alle ore 12 e minuti 23.
Il Socio procede a dare lettura del proprio intervento scritto secondo quanto qui di seguito riportato:
"Buongiorno a tutti, sono Xxxxx Xxxxxx, ex dipendente per ben
42 anni del Monte dei Paschi, sono andato in pensione in anticipo di cinque anni, nel 1999, per la situazione che poi spiegherò, ed ora sono non un piccolo azionista ma un microazionista della Banca. Due inquietanti osservazioni tra le tante del nostro Presidente che meritano qualche sua precisazione: siamo lontani dall’eccellenza. Ma com’è potuto succedere se eccellente a livello europeo questa Banca è sempre stata fino a quando era pubblica, cos’è successo di tanto grave da fare perdere quell’eccellenza? Come mai, Presidente, tace su ciò?
Seconda considerazione, Presidente: non essere all’altezza espone qualsiasi impresa, anche grande e determinata, al rischio di essere fagogitata. Perché si è fermato qui? Il Monte corre questo rischio o il Presidente sta già mettendo le
mani avanti per crearsi un alibi?
Signori azionisti, in precedenti assemblee ho già avuto occasione di lamentarmi per l’incomprensibilità del bilancio almeno per quanto riguarda la sua parte illustrativa ai commenti ed alle voci. Oggi mi devo complimentare con il Signor Presidente perché quanto a comprensibilità la situazione è di molto peggiorata. Più che un documento indirizzato agli azionisti appare una dotta comunicazione per un congresso di analisti finanziari di vaglia. Meno male che c’è il linguaggio dei numeri, certo anch’esso assai complesso, ma meno suscettibile di arcane alchimie. È questo linguaggio al quale mi atterrò esclusivamente, e che fa giustizia sia di tanto sofisticata e vertiginosa letteratura sia delle affermazioni trionfalistiche, queste sì rese in termini molto accessibili, che sono apparse sulla stampa ("è il migliore bilancio di sempre!").
Da che mondo e mondo il dato primario, empirico quanto si vuole, ma assolutamente il più significativo di ogni altro per valutare efficacia ed efficienza di una Banca è stata la dinamica della raccolta, ossia l’andamento dei depositi. Era soprattutto sulla base della loro più o meno rilevante crescita (non voglio neanche pensare alla decrescita) che una banca era valutata.
Guardiamo allora che cosa dice il bilancio:
depositi da banche nel 2005, 20.144 milioni, 2006 20 miliardi
e 456 milioni, incremento di 312 milioni, più 1,5%;
depositi da clienti, 2005 37 miliardi e 707 milioni, 2006 38
miliardi e 284, incremento di 577 milioni, più 1,5%.
Il totale riporta ovviamente la stessa percentuale, visto che erano uguali per le due voci. La raccolta è cresciuta solo dell’1,5%, non ha recuperato neanche l’inflazione, ossia è diminuita in termini reali. Brutto, pessimo segnale. Nel
frattempo, però, gli impieghi presso banche e clienti sono arrivati a ben 80 miliardi 820 milioni, i depositi raccolti sono 58 miliardi e 740 milioni. Gli impieghi
dunque superano i depositi di ben 22 miliardi di euro. Insomma questa Banca ha rovesciato un criterio che la voleva fortemente liquida e con margini della raccolta sugli impieghi amplissimi.
Mi domando con cosa si sia sopperito per coprire la differenza, dove si siano trovate le risorse per coprire un simile inquietante squilibrio. Ho cercato la risposta nell’enorme mucchio di considerazioni contenute nei tre tomi che mi sono stati consegnati, considerazioni tanto dettagliate quanto incomprensibili, ma quella risposta non l’ho trovata.
Mi sono immaginato che si fosse fatto ricorso alle obbligazioni. C’è una voce, la numero 30 delle passività patrimoniali, titoli in circolazione pari a 24 miliardi che potrebbero adattarsi allo scopo, ma anche se fosse vero, e probabilmente non lo è, ciò non consentirebbe di raggiungere un margine di sicurezza tra impieghi e depositi tali da farmi sentire tranquillo, perché la provvista complessiva (depositi più titoli) supererebbe di solo 2 miliardi gli 80 miliardi degli impieghi. E poi, quale ratio ci sarebbe nell’emettere obbligazioni per finanziare gli impieghi all’economia? L’attività di intermediazione è ancora l’attività principe di una banca: se questa entra in crisi non servirà che altri comparti siano in buona salute per mettere l’intera struttura al riparo di rischi gravissimi.
E anche se di questo fenomeno soffrisse tutto il sistema bancario (mi pare che un raffronto del genere, ancorché generico, sia del tutto assente nella relazione) ossia se fossimo nella media del sistema, ciò confermerebbe sempre che stiamo recedendo almeno rispetto ad un passato, neanche tanto lontano, in cui la nostra vecchia "elefantiaca" Banca pubblica aveva un rapporto depositi/impieghi di assoluta tranquillità. Per inciso: i tassi di crescita dei depositi, che erano sempre maggiori di quelli degli impieghi, prescindevano sempre da eventuali crisi in atto ed erano sempre largamente al di sopra della media e spesso al di sopra di qualsiasi altro concorrente. Questo rovesciamento dei dati, ripeto, è di per sé inquietante.
Forse i miei limiti personali non mi hanno consentito di trovare la risposta logica, ma vorrei essere tranquillizzato, dati alla mano, a tale proposito.
Signori azionisti, voi direte: che cosa ci importa dei dati disaggregati della gestione, anche i più importanti, quando la cartina ha il tornasole di tutto quanto è il dato di sintesi finale, il risultato d’esercizio, che quest’anno si attesta addirittura su 868 milioni, ossia 498 più dell’esercizio precedente con incremento del 135%?
Io invece dico che ci importa e lo dimostro subito.
Ci sono due componenti attive del conto economico che vi prego di prendere in considerazione perché molto interessanti sia per la qualità che per il valore: la voce 70, "dividendi e proventi simili", 661 milioni, e quella "utili per vendita di attività finanziarie" 399 milioni, in totale un miliardo e 60 milioni, voce di reddito.
Ben un miliardo di profitti derivanti da dividendi e da surplus da alienazioni edi cespiti, contro solo 868 milioni di
utile netto finale dichiarato! Insomma la Banca sarebbe in utile solo per le attività non tipiche, astraendo dalle quali e basandoci esclusivamente sulla sua attività tipica avremmo una perdita secca o comunque un risultato che non si discosta di molto da zero. Insomma un po’ pochino per una azienda che conta quasi 7 miliardi di capitale e quasi 20.000 dipendenti ed un enorme quantità di dirigenti strapagati (per non parlare del CdA). Tutto questo patrimonio e tutta questa gente per rendere nulla! E per giunta in un momento di vacche grasse come non si conosceva da tempo.
Devo dire che la prassi odierna di dichiarare utili ricorrendo alle riserve nascoste accumulate nel passato e di strombazzare trionfalisticamente il risultato di una simile poco virtuosa operazione come se fosse effetto di una buona gestione attuale, è ormai diventata una regola. Nel bilancio 2002 si dichiara un utile ricorrendo ad una plusvalenza nella vendita della Cariprato di 279 milioni, ad una cartolarizzazione dei mutui che fruttò 78 milioni, e ad una riduzione del fondo rischi bancari generali per altri 85 (in totale 442 milioni di Euro).
Nel bilancio del 2003 si prelevarono da riserva 300 milioni, mentre se ne ottennero 82 da un’ulteriore cartolarizzazione dei mutui: in totale 382 milioni di Euro (questa di fare il bilancio con gli utili, contemporaneamente, del passato e del futuro, è un primato da Guinness).
I bilanci del 2004 e del 2005 non ho potuto visionarli per miei personali impedimenti vari, ma mi auguravo che nel frattempo la prassi fosse cambiata e si fosse tornati a più virtuosi comportamenti.
Ma non deve essere così, visto che nel 2006 si persevera. Insomma questa Banca non guadagna più e per fare finta di aver guadagnato ricorre agli accantonamenti fatti in un passato virtuoso.
Mi domando cosa succederà quando quegli accantonamenti, quelle riserve occulte che stanno nei cespiti creati tanti anni fa e lasciati a libro ai valori originari o poco più, saranno esauriti.
Si è praticamente venduto o si sta per vendere, come mai e ripeto mai era successo: il Monte ha un passato solo ed esclusivamente di acquisizioni: la Cariprato, le partecipazioni in San Paolo, BNL, Generali, FIAT, Monte Paschi Vita, Farmafactoring, Finsoe, Borsa Italiana.
E si stanno vendendo o sono in corso di alienazione perfino fiori all’occhiello come Fontanafredda, gli immobili di Monte Xxxxx a Roma (qualche valutazione parla di quasi 1.000
miliardi di valore attuale), l'Agraria Chigi Xxxxxxxx Xxxxxxxxx e chissà quant’altro che ora mi sfugge e che non so, che a noi piccoli azionisti sfugge perché di proprietà di altre aziende controllate dal Monte (sono centinaia!) della cui gestione poco o niente sappiamo.
A parte 988 milioni di plusvalenze realizzate dalla cessione di partecipazioni assicurative, accantonate a riserva straordinarie (e mi domando se non siano anch'essi in attesa di futuro trasferimento ad utili), niente dei maggiori valori realizzati è stato portato a riserva, come sarebbe stato logico e soprattutto salutare: tutto è stato disperso immediatamente nella distribuzione degli utili.
Come non pensare che stia succedendo al Monte quello che sta succedendo in tutte le aziende pubbliche privatizzate, che vengono smembrate per venderne la polpa e realizzarla subito, salvo poi rimettere sul mercato il sacco ormai vuoto a disposizione di chi, soprattutto stranieri, sia disposto a rilevarlo pur di entrare in un mercato, come il nostro, dove è tollerato ciò che nei Paesi civili dell’Occidente non solo non è tollerato ma fa correre anche rischi di carattere penale.
Il pensiero va alla Telecom, ormai spompata, e che lo Stato rischia di dover ricomprare dopo aver consentito, con la privatizzazione, che fosse spremuta delle componenti migliori. O all’Alitalia, con la quale, se non altro, abbiamo in comune le alte, talvolta altissime ricompense della massima Dirigenza (per i mortificanti risultati di cui sopra, i Direttori Generali Xx Xxxxxx e Xxxxxx sono stati ricompensati con qualcosa come una ventina di miliardi di lire ciascuno e il De Bustis forse con ancora qualcosa di più)."
Interviene il Presidente invitando il socio al rispetto dai tempi fissati per gli interventi.
Il socio Xxxxx Xxxxxx riprende come di seguito trascritto la lettura del proprio intervento:
"Né mi consola punto l’aver preveduto questa conclusione sin dal 1995, anno della privatizzazione del solido, solidissimo Monte, forse, allora la banca più solida d'Europa.
Per questo, per vedere di salvare il salvabile, chiedo alla Deputazione della Fondazione, azionista di maggioranza, di revocare al CDA della banca l’incarico e di procedere a nuove e più oculate nomine, almeno per la parte di sua competenza, auspicando che si riservi per sé la quota di CDA che le compete, senza più concedere a privati che possiedono più o meno, il 20% del capitale del Monte, di essere presenti nel massimo organo della Banca con il 50% dei componenti e in maniera assolutamente gratuita.
Questi privati hanno già avuto abbastanza. Gente nata con la camicia, questa.
Per lo più sono riusciti anche ad acquistare la loro partecipazione quando il valore del titolo è sceso al suo minimo storico, ossia ben sotto i due Euro (contro una quotazione naturale di circa quattro Euro, ma che ora è salita addirittura fino a sfiorare i cinque Euro: ma cosa vogliono ancora?).
Senza contare i Consiglieri della ex Banca 121, che le azioni del Monte le hanno avuto regalate, visto l’inesistente valore delle azioni della loro banca che hanno dato in concambio. Cosa altro si vuole loro dare ancora? Non avrei mai pensato di vedere i comunisti ed i cattolici che hanno sotto stretto controllo la Fondazione, mettersi a fare la beneficenza a chi è già ricco a dismisura.
Cari compagni di Rifondazione Comunista, quanti rospi avete silenziosamente inghiottito! Ma perché? Xxxx vi ha convinto a farlo?
Ed ora un’ultima raccomandazione alla Deputazione della Fondazione, sempre visto che è composta quasi esclusivamente da comunisti e cattolici.
Dopo la privatizzazione del Monte, ossia dopo che ne avete preso possesso, la forbice retributiva tra dipendenti e dirigenza, che era la più stretta tra le banche italiane (ossia i dipendenti guadagnavano molto di più e la dirigenza molto meno), si è smisuratamente allargata. Mi domando se vi sentite la coscienza a posto, sul piano morale e etico intendo. O forse come la coscienza, la morale e l’etica, per comunisti e cattolici oggi non valgono più niente.
Ma se non ne volete fare una questione di coscienza, fatene una questione economica: con il vecchio sistema la Banca guadagnava molto di più. Che ne dite? Non sarà il caso di adottarlo nuovamente?"
Alle ore dodici e minuti trenta - h 12 m 30 - è rientrato nella sala assembleare il Sindaco Effettivo Xxxxxxxx Xxxxxxxx. Il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx, constatato che il Signor Xxxxx Xxxxxxx non ha ancora prodotto la certificazione attestante la sua qualità di azionista, invita a parlare la socia Xxxxxxxx Xxxxxx, alle ore 12 e minuti 38.
La Socia dichiara di esse una giovane azionista di 18 anni e di voler intervenire per dire che il Monte dei Paschi le ha reso un'adolescenza infelice, poichè negli ultimi 6 anni, nella sua casa, non si è parlato d’altro che, afferma testualmente: "della vergognosa truffa che questa Banca ha fatto ai miei genitori." La Socia termina, quindi, il suo
intervento dichiarando testualmente: "Ho vissuto per 6 anni la loro disperazione e la sto vivendo ancora. Concludo ringraziando il Monte dei Paschi per avere distrutto la mia età più bella e la vita dei miei genitori."
Interviene la socia Xxxx Xxxxxxx alle ore 12 e minuti 39.
La Socia dichiara di venire da Arezzo, come altri precedentemente intervenuti, e di rallegrarsi per gli sviluppo del Banca, ma che, come cittadino, come utente e come socia dell’Associazione Imprenditori Traditi dovrebbe riproporre le domande già poste dal proprio coniuge, Signor Xxxx Xxxxxx Xxxxxx, e dai soci Signori Xxxxxx e Xxxxxx, ma che ritiene solo di aggiungere a quanto già detto che, testualmente: "siamo stati derubati dei nostri soldi, dei nostri risparmi, risparmi accumulati lavorando dalle 7 di mattina alle 20 di sera, forse qualche volta anche fino alle 2 di notte, di sabato e di domenica. Però, quello che è di peggio, a mio marito è stata rubata la firma, a noi c'è stata rubata la salute, un pezzo di vita." La Socia richiede che sia data loro una risposta e dichiara di sperare nella Giustizia e nell'esito del procedimento nell'ambito del quale si terrà prossimamente udienza conclusiva.
Il Presidente, constatato che il Signor Xxxxx Xxxxxxx non ha depositato alcuna certificazione attestante la qualità di azionista, invita a prendere la parola il Presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena Dottor Xxxxxxxxx Xxxxxxx, alle ore 12 e minuti 42.
°°°°°°°°
Il Presidente della Fondazione MPS procede a dare lettura del proprio intervento scritto secondo quanto qui di seguito riportato:
"Signor Presidente del Consiglio di Amministrazione, Signori Consiglieri; Signor Presidente del Collegio Sindacale e Xxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxxxx, gentili ospiti.
Al termine di un anno che alcuni eventi hanno reso cruciale ed all’inizio di un altro che si preannuncia importante per gli equilibri del sistema bancario italiano, europeo ed internazionale, ci ritroviamo a commentare i risultati di un esercizio, il 2006, che ha presentato aspetti complessi, sia per il contesto economico e sociale di riferimento, sia per il sistema finanziario italiano che continua ad essere interessato da un’evoluzione che inevitabilmente non può non interessare la gestione del Monte.
L’esercizio da poco concluso ha rappresentato per la Banca l’anno di svolta per l’avvio di una nuova fase di sviluppo e di crescita. Molti sono stati i passaggi impegnativi, le
situazioni complesse e le vicende rilevanti, che non mancheranno di portare elementi di cambiamento anche strutturale nel sistema. Il mercato bancario, sempre più aperto e competitivo, procede verso un deciso consolidamento ed è chiamato a soddisfare una clientela, giustamente sempre più informata ed esigente, che qualifica e rende selettiva la domanda di servizi e prodotti.
Nel corso dell’assemblea di bilancio dell’anno scorso, la Fondazione, dopo aver ricordato le criticità macro-economiche e le difficoltà del sistema bancario italiano, dopo aver espresso convinto apprezzamento per i risultati dell’esercizio precedente, una volta sottolineato il conseguimento dell’imprescindibile obiettivo della crescita del valore di borsa delle azioni MPS, aveva chiaramente esposto cosa si attendeva dalla rielaborazione del business plan, allora ancora in fase di predisposizione.
Si auspicavano misure strutturali sul fronte dell’allocazione e della gestione attiva del capitale, perché si riteneva che questo tema avrebbe rappresentato un passo fondamentale al fine di tracciare le strade da intraprendere per evitare l’assorbimento non produttivo dello stesso, per creare valore, conseguendo per tale via l’ulteriore patrimonializzazione della Banca. La soluzione era rintracciata nell’impiego del capitale nei business più redditizi (in primo luogo nel retail, ma anche nel comparto corporate, su cui occorreva recuperare efficienza e redditività) attraverso un’allocazione tra le alternative migliori in termini di rischio/rendimento, in un’adeguata rivisitazione delle partecipazioni strategiche e degli altri immobilizzi, che molto pesavano in termini di assorbimento di capitale.
Si chiedeva inoltre, per gli esercizi a venire, una particolare attenzione all’organizzazione del Gruppo, in merito sia al ripensamento del corporate center, sia alla verifica del ruolo e delle funzionalità del Consorzio Operativo, sia soprattutto alla necessità di valorizzare le strutture operative (aree di business, banche retail, società, ecc.) più efficienti e vicine alla clientela.
Un punto cruciale era poi rappresentato dallo sviluppo delle altre aree di business. Il credito al consumo, di cui si auspicava una crescita dimensionale, in via autonoma o mediante partnership, tale da permettere una gestione equilibrata del notevole incremento dei volumi registrato negli ultimi anni; la bancassicurazione, per la quale, alla luce dell’evoluzione del mercato e dell’evoluzione normativa, si chiedeva un miglioramento ed una variazione della propria
gamma di offerta, mediante sviluppo (anche in joint venture) di nuovi prodotti pensionistici attraverso la “Banca per la previdenza”, di nuovi prodotti legati al ramo vita, e di nuovi prodotti non life e non motor, fino all’integrazione complessiva dell’offerta assicurativa e previdenziale; l’asset management, che avrebbe dovuto sviluppare, per via interna o anche mediante alleanze, le proprie masse gestite, incrementando la proposta di prodotti ad elevato contenuto (piattaforme “alfa”) e di quelli alternativi, focalizzati a nuovi modelli di servizio private. Si considerava inoltre opportuna l’apertura progressiva della nostra Rete ai migliori prodotti del mercato.
Su questo richiamammo con forza l’attenzione del nuovo Consiglio di Amministrazione e della nuova Direzione della banca ritenendo che esistessero ancora tutte le condizioni affinché il valore del titolo continuasse il suo percorso di crescita anche nell’anno 2006 dopo che nel 2005 lo stesso era ritornato sui livelli della prima quotazione.
Oggi possiamo affermare che le linee strategiche definite dall’azionista Fondazione erano la convinta consapevolezza:
- dell’impegno e della dedizione di una generazione importante di impiegati, di quadri e di dirigenti che nel Monte dei Paschi hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo centrale di cerniera tra una tradizione gloriosa e le necessità obiettive poste dai nuovi scenari di mercato;
- della completa fiducia riposta nel nuovo Consiglio di Amministrazione e nel rinnovato Top Management;
- dell’esistenza di ampi spazi di crescita e di un potenziale ancora ampiamente esprimibile.
La Fondazione valuta oggi positivamente la fase avviata ma, al tempo stesso, in quanto azionista importante e di lungo periodo, ha il dovere di guardare oltre e di disegnare scenari futuri, che dalla ristrutturazione portino all’edificazione di qualcosa di nuovo. In un mondo che cambia chi mantiene le sue pur buone posizioni rischia inevitabilmente di arretrare: è questo il rischio che - come dicemmo un anno fa – è necessario evitare.
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Nel corso del 2006 i sintomi di rallentamento dell’economia statunitense si sono accentuati facendo calare il ritmo di espansione del PIL verso il 3%. Grazie ad una più vivace domanda interna, invece, l’economia dell’eurozona ha mostrato una dinamicità superiore alle attese. Le previsioni di crescita sono state oggetto di ampie revisioni al rialzo, ma il dato consuntivo (2,8%) ha ugualmente sorpreso. Come
previsto, le solide prospettive macroeconomiche, la veloce crescita degli aggregati monetari e creditizi e l’aspettativa di tassi di inflazione nuovamente superiori al 2% nel corso del 2007, hanno indotto la Banca Centrale Europea a proseguire la graduale azione di restrizione monetaria avviata a fine 2005.
La domanda interna sarà però ancora trainante. Tale scenario beneficia anche dell’andamento meno sfavorevole dei prezzi delle materie prime: il petrolio, in particolare, ha registrato un netto ribasso delle quotazioni dopo aver toccato i suoi massimi storici a inizio agosto. L’economia italiana ha beneficiato di una congiuntura industriale positiva, dovuta sia alla robusta domanda di beni di investimento, sia alla discreta espansione dei consumi privati. Dopo il rallentamento del secondo trimestre, nel terzo la produzione industriale è cresciuta di oltre un punto percentuale, creando le basi per un aumento del PIL in linea con il potenziale stimato per l’Italia. La stima consuntiva Istat (1,9%) ha superato le proiezioni di consenso per il 2006, sebbene esse fossero già state riviste al rialzo nei mesi precedenti.
Le previsioni per il 2007 continuano a rimanere orientate ad una comprensibile prudenza, in linea con quanto atteso per l’eurozona nel suo complesso. Riteniamo tuttavia ragionevole attendersi, per l’anno in corso, decisi segnali di ripresa e di miglioramento: per la prima volta dopo molti anni, pare ora possibile guardare al futuro senza l’apprensione che ci accompagnava almeno dall’inizio del secolo.
Gli indici azionari hanno evidenziato un andamento positivo, con le borse europee che sono generalmente cresciute più di quelle statunitensi e giapponesi: il rialzo è stato generalizzato per tutti gli indici di mercato anche se ancora una volta le performance migliori sono state evidenziate dai titoli a media e piccola capitalizzazione.
Per tali motivi e grazie alle prospettive macro-economiche di miglioramento, alla crescita degli attivi trainata dallo sviluppo dei mutui e del retail/consumer in generale, nonché al costante miglioramento dei margini in funzione sia dei recuperi di efficienza sia delle attese di crescita dei tassi di interesse, gli investitori, nel corso del 2006, hanno scommesso sul recupero di performance del settore bancario italiano rispetto al sistema europeo ed internazionale.
Sarà necessaria una maggiore apertura delle banche verso valutazioni personalizzate delle relazioni nell’ottica di considerare sempre più centrale la validità progettuale rispetto alla sterile significatività di un indice di
valutazione del singolo bilancio. Diversamente altri decideranno di intervenire, o, nel peggiore dei casi, ove nessuno intervenga, avremmo perso un’ulteriore, e forse decisiva, occasione di sviluppo. Questo vale anche - per ciò che riguarda più da vicino le vicende della nostra comunità, ma anche in termini più generali - per segnalare lo spazio importante che si apre per un’operatività di MPS Banca per l’Impresa ancora più vicina alle occasioni di sviluppo e crescita.
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La lettura dei risultati del bilancio 2006 mostra un utile consolidato in forte progresso rispetto ai già confortanti dati dello scorso anno, una ripresa che auspichiamo duratura e sostenibile dei margini, un ulteriore miglioramento della qualità del credito. Esprimiamo quindi il nostro vivo apprezzamento per il lavoro svolto dal Presidente Xxxxxxxx Xxxxxxx, dall’intero Consiglio di Amministrazione, dal Direttore Generale Xxxxxxx Xxxxx e da tutta la struttura. Un grazie va ovviamente anche al precedente Consiglio di Amministrazione – ed in particolare al Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx
– ed al precedente Direttore Generale Xxxxxx Xxxxxx, che per una parte dello stesso anno 2006 hanno guidato la Banca.
Si rileva infatti come il Gruppo MPS abbia archiviato il 2006 con un utile netto consolidato pari a €mil. 910,10, in progresso del 20,8% rispetto all’esercizio precedente, con un dividendo che sale da € 0,13 a € 0,17 per azione ordinaria (+30,8%): si tratta del miglior risultato della storia del Gruppo sin dalla nascita della Conferitaria. In particolare, si rileva un incremento del 5,2% del margine di interesse, pur inferiore all’incremento dei volumi, evidenziando – da un punto di vista competitivo – la necessità di lasciare parte degli spread sul terreno. Tale dato, se da una parte, mostra una sostenibilità di lungo termine dei ricavi core del Gruppo MPS, risulta però non del tutto soddisfacente, se si considera che la media di sistema si è attestata al 9,1% e che il best performer (Unicredito) ha raggiunto l’11,6%.
Si rileva ancora la crescita del 10,4% del margine della gestione finanziaria e assicurativa, nonostante che le commissioni nette siano sostanzialmente stazionarie. Il ROE si è attestato al 13,3% contro il 12,9% al 31/12/2005.
La Direzione commercial banking / distribution network evidenzia la prosecuzione dell’attività di ricerca e sviluppo di iniziative commerciali volte a rafforzare il rapporto fiduciario con la clientela. Il Gruppo si è confermato leader nel credito alle famiglie, grazie all’aumento delle somme
erogate sia per prestiti personali sia per mutui su immobili. Significativo il livello di fidelizzazione della clientela: il tasso di retention si è attestato al 93,5% mentre quello di acquisition è passato dal 6,5% del 2005 ed al 7,1% del 2006.
Il private banking / wealth management è stato interessato da una importante ristrutturazione nel corso del 2006, volta in primo luogo a migliorare sia il presidio territoriale sia il servizio offerto, nonché a creare una piattaforma tecnologica che supporti la crescita di clientela nel segmento secondo gli obiettivi del Piano. In tale comparto, il margine della gestione finanziaria e assicurativa si attesta a €mil. 325,1 (+13,3% rispetto al 31/12/2005, con una incidenza sul totale di Gruppo del 6,8%), mentre il risultato operativo è pari a
€mil. 142,8 (+43,4% anno su anno, con incidenza sul totale di Gruppo dell’11,2%), in particolare grazie ad un consistente aumento dei volumi (+19,8% il saldo medio della raccolta diretta, +5,8% lo stock del risparmio gestito del comparto). A fronte di un cost/income ratio del 54,6%, si registra un RAROC del 30%.
Il corporate banking / capital market si pone in progresso rispetto ai livelli del 31/12/2005 (+3,2%), grazie alla crescita dei ricavi della gestione finanziaria (MPS Finance e Intermonte, per Euromil. 128,2) che ha più che compensato la riduzione del margine di interesse (-2,4%) e delle commissioni. Tuttavia questa unità organizzativa è quella in cui maggiore è l’esigenza, da un lato, di rendere pienamente operativo e funzionale il modello di servizio basato sulle piattaforme per le aziende – con i connessi aspetti formativi del personale di front line – dall’altro, di migliorare decisamente il contributo della creazione di valore, attualmente insoddisfacente.
L’andamento gestionale dell’Impresa Banca nell’esercizio 2006 ha evidenziato un buon trend reddituale, grazie sia ad una espansione dei ricavi che ha compensato l’incremento degli oneri operativi, sia ad una serie di rilevanti componenti one- off. A livello patrimoniale, in leggero calo risultano gli stock della raccolta, mentre crescono gli impieghi. Un bilancio il cui giudizio a posteriori dipenderà dalla capacità del management, nei prossimi anni, di sottolineare ulteriormente gli aspetti positivi e di recuperare gli aspetti problematici. Anche gli analisti, pur ricordando i positivi fondamentali della Banca, hanno sostanzialmente sottolineato come le risposte che verranno date ad alcuni punti irrisolti, primo fra tutti quello di una migliore allocazione del capitale, saranno fondamentali per comprendere la direzione
che il Monte prenderà nei prossimi anni.
Ciò detto, il percorso entro cui il Gruppo MPS dovrà muoversi nel il 2007 non può che essere quello tracciato dal nuovo Piano Industriale 2006-2009. Si tratta di un business plan innovativo e congruente con le richieste della Fondazione. Sarà cura della Fondazione, in qualità di azionista, valutare costantemente l’effettivo rispetto dello stesso e il raggiungimento dei target fissati nel periodo e per la fine del 2009. Esso dovrà portare ad un miglioramento delle performance finanziarie e della struttura del Gruppo mediante il perseguimento del progetto di crescita e creazione di valore per gli azionisti e la comunità di riferimento, considerando il cliente sempre al centro e al di sopra delle logiche di business.
Già nei primi 9 mesi di implementazione del Piano i risultati sono stati apprezzabili:
· il Gruppo è stato articolato su tre nuovi comparti di business: il Corporate banking (il cui focus sarà rivolto alle PMI, al large corporate, ai clienti istituzionali), il Private banking (che dovrà garantire una gestione integrata di tutte le fabbriche di prodotti del Gruppo, in vista anche di un allargamento al multibrand ed a joint venture selettive), il Commercial banking (per il retail e lo small business). E’ stata introdotta la figura del CFO con compiti di pianificazione strategica operativa, tax planning, tesoreria e gestione accentrata del capitale e dei rischi;
· è stata avviata un’importante opera di contenimento del personale, realizzata non solo mediante la cessione degli asset esattoriali (circa 2.000 persone già oggetto di esodo nel 2006), ma anche attraverso una ricomposizione delle strutture bancarie e delle fabbriche di prodotti e servizi (con assunzione di personale giovane) ed una diminuzione delle risorse impegnate nelle Direzioni centrali. Il rapporto back office / front office è calato, nel 2006, dal 42% al 32% grazie all’inserimento in rete di circa 350 risorse prima presenti in Direzione Generale, mentre a fronte di 820 nuove immissioni di personale giovane si sono registrati circa 930 esodi incentivati (di cui 550 di personale direttivo, fra cui
130 dirigenti);
· anche l’articolazione territoriale del Gruppo Banca è stata rivista attraverso una drastica riduzione delle filiali capogruppo nel Paese (da 21 capogruppo si è passati a 9 aree territoriali per BMPS, mentre BT è scesa da 16 a 4). Inoltre, sono stati soppressi la Direzione della Banca ed il corporate center;
· nel 2006 sono stati aperti 38 nuovi sportelli e 37 centri specialistici (circa 90 aperture sono previste nel 2007);
· per quanto attiene l’ottimizzazione del capitale allocato, i primi passi sono già stati intrapresi mediante la cessione delle quote non strategiche detenute in Generali, Finsoe, BNL, Fiat, e Farmafactor nonché – nei primi mesi del 2007 – mediante la joint venture con AXA;
· di rilievo assoluto l’accordo tra MPS e AXA, che hanno recentemente costituito una JV paritetica per la gestione della bancassurance del Monte (MPS Assicurazioni Danni, MPS Vita, Quadrifoglio Vita, ecc.).
Lo sforzo intrapreso dovrà essere intensificato e nel corso del 2007 dovranno essere compiute ulteriori importanti operazioni:
· di efficientamento della struttura organizzativa continuando il percorso di snellimento del centro a favore di un ampliamento della periferia, valorizzando le strutture operative (aree di business, banche retail, società, ecc.) più efficienti e vicine alla clientela e affrontando incisivamente la ristrutturazione del Consorzio Operativo di Gruppo;
· di ulteriore attenzione ai costi del personale ed ai costi amministrativi. Per i primi, soprattutto nella gestione degli esodi; mentre per i secondi andranno attentamente selezionate le consulenze e rinegoziati i contratti con i fornitori;
· di miglioramento dei margini reddituali sia per quanto riguarda i ricavi core (commissioni e spread), sia decisamente per quanto attiene al corporate banking;
· di investimento sul credito al consumo, per cui si auspica una crescita dimensionale, in via autonoma o mediante partnership, tale da permettere una decisiva valorizzazione del notevole incremento dei volumi registrato negli ultimi anni;
· di crescita per il tramite di accordi, sul modello di quanto realizzato con AXA, ma con gli opportuni adattamenti, anche nel comparto dell’asset management e nel servizio di banca depositaria;
· di ulteriore efficientamento nell’allocazione del patrimonio sia nel campo degli immobili strumentali, non strumentali e dei crediti in sofferenza e dubbi (mettendo a frutto la joint venture già in essere con Sansedoni), sia sulle partecipazioni proseguendo il percorso intrapreso;
· di orientamento efficace ed efficiente al modello di servizio alla clientela.
In tale ambito, lo sviluppo futuro del Gruppo MPS sarà indissolubilmente legato da un lato alla capacità di
incrementare e rafforzare ulteriormente il profilo reddituale attraverso un maggiore sviluppo dei ricavi e, dall’altro, al completamento del già avviato percorso di efficienza sul versante costi.
Il ridimensionamento delle strutture centrali - da non confondere con quelle di supporto operativo alle filiali - è da considerare come portatore di benefici non solo a livello di costi ma anche per rendere più snelli i processi decisionali onde poter rispondere sempre più tempestivamente alle istanze provenienti dalla periferia.
Oramai l’Italia è entrata a far parte dello scacchiere europeo (e mondiale) su cui si gioca il “risiko bancario”. È a tutti noto quello che sta succedendo, negli ultimi mesi, nel settore bancario internazionale. La forte tendenza alla specializzazione ed alla conseguente ricerca di economie di scala e di scopo, l’omogeneizzazione dei principi contabili e di valutazione dei rischi hanno rimosso gli ostacoli che avevano finora impedito operazioni cross-border. La conseguente crescita della scala operativa nel settore bancario continua a suscitare notevoli fermenti, in particolare a livello europeo: appare dunque logico attendersi un ulteriore incremento delle attività di aggregazione, in un’ottica di miglioramento dell’efficienza del settore ed anche a difesa della intensificazione dei tentativi di espansione dei giganti USA nel Vecchio Continente, e – in prospettiva – degli esiti dell’attuale processo di veloce formazione di grandi ricchezze e risorse in Cina e in India.
Anche l’Italia – lo abbiamo visto – non è stata “risparmiata” da questo fenomeno: ne sono prova il take over di Antonveneta da parte di ABN Amro e l’OPA di BNP Paribas su BNL. Ne è prova la complessa vicenda che sta attualmente interessando ABN, che proprio per il tramite di Antonveneta potrebbe avere ulteriori riflessi importanti in Italia. È anzi plausibile che il fenomeno si acuisca ed intensifichi, per due ordini di ragioni. In primo luogo, perché la concentrazione è, si potrebbe dire, nell’ordine stesso delle cose: il settore bancario rimane, anche a livello internazionale, frammentato, soprattutto se confrontato con quei settori industriali in cui sono presenti grandi gruppi che assorbono la quota maggioritaria di mercato e presenta ampi spazi di recupero di redditività attraverso le economie di scala. Secondariamente, perché negli ultimi cinque anni il valore delle aziende di credito italiane è cresciuto meno rispetto alla media europea, a causa di una minore redditività complessiva, di più lenti processi di integrazione, di più rilevanti vincoli e costi di
sviluppo per linee esterne. Il nostro sistema mostra indici di efficienza penalizzanti rispetto alle banche estere proprio per le limitate dimensioni operative, per la scarsa propensione al controllo dei costi, per il minor grado di evoluzione del sistema finanziario.
In tale contesto, i principali gruppi italiani – ed anche la nostra Banca – sembrano avere tutte le caratteristiche per focalizzarsi su obiettivi di crescita dimensionale che permettano di diventare leader del settore creditizio che tende a considerare sempre più l’Europa come “mercato domestico”. E’ dunque necessario un percorso evolutivo incentrato sulla valutazione di tutti gli scenari possibili individuando la soluzione strategica migliore, in relazione alla tipicità ed alla conformazione del Gruppo MPS ed in funzione dello sviluppo del sistema bancario nel nostro Paese e nel Continente. Tali obiettivi divengono ancor più importanti e stringenti nel mutato contesto del sistema bancario italiano che ha visto, prima con l’operazione Unicredit-HVB e poi con la fusione S.Paolo-Intesa, accelerare rapidamente il processo di polarizzazione e consolidamento, rendendo inevitabile estendere l’ambito di interesse a livello europeo. Inoltre, anche nel mercato nazionale si è assistito ad un ulteriore rafforzamento dei player che fino a ieri erano ben distanti dalle posizioni del Monte e che aggregandosi si sono avvicinati in maniera assai decisa incrementando ulteriormente la competizione anche nelle aree di insediamento storico della Banca.
Nella definizione di una strategia di espansione, l’obiettivo di fondo, tuttavia, non era, e non è, la crescita tout court. L’obiettivo di fondo era, e resta, il consolidamento dell’indipendenza strategica attraverso la creazione di valore per gli azionisti, una struttura di governance solida, il collegamento imprescindibile con il proprio territorio, la conquista di ulteriori quote di mercato, la diversificazione del rischio paese, l’efficienza dei costi e lo sviluppo dei ricavi tramite sentieri di efficientamento che pongano al centro del sistema come risorse primarie la clientela, il personale, una dimensione etica di fare banca.
A questo proposito è però necessaria una precisazione in merito alle strategie della Fondazione sulla Banca. La strategia del “polo aggregante” alla luce delle modificazioni intervenute sul mercato deve essere attentamente ripensata e definita: essa può oggi avere un senso solo limitatamente a quei possibili casi in cui non si producano sostanziali diluizioni per l’azionista.
La Fondazione è quindi disponibile a condividere eventuali ipotesi di crescita inorganica su scala ridotta, portate avanti in modo autonomo dalla Banca nell’ambito delle proprie disponibilità patrimoniali. Si tratta di ipotesi di acquisizione di banche minori o di pacchetti di sportelli dismessi, in cui la Banca potrà utilizzare il free capital che si renderà disponibile nel corso dell’implementazione del piano industriale. Tali operazioni da sole, è bene averlo chiaro, possono contribuire a fare un passo avanti nella direzione di raggiungere quote di mercato interno consone alla tradizione e alle ambizioni della nostra Banca, ma non risolvono il problema del posizionamento prospettico del Monte. In modo particolare dopo l’orizzonte del presente piano industriale.
Sarà al contrario da valutare con estrema prudenza l’eventualità di una nostra progressiva diluizione in quanto tale circostanza indebolirebbe il peso della Fondazione – rendendo impraticabile la prospettiva di un’operazione di più ampia scala tale da posizionare la Banca in posizione di leader – e comunque, diluendo la partecipazione e gli utili, aprirebbe la strada alla contendibilità della Banca, trasferirebbe valore agli azionisti dei target acquisiti ed in ultima analisi non risolverebbe il problema dimensionale in chiave strategica. Si conferma che anche operazioni di fusione fra uguali (mergers of equals) a livello nazionale, che da più parti vengono indicate come opportune, avrebbero la sola conseguenza di rendere contendibile la ipotetica nuova entità senza apprezzabili vantaggi in termini geografici, industriali o di sopravvivenza di lungo periodo, né tanto meno – visti gli elevati multipli che esprime il mercato – in termini economici per gli azionisti del Monte.
Ed è per questo motivo che la Fondazione ha affidato un mandato esplorativo ad un primario advisor, finalizzato ad esaminare e valutare la fattibilità delle opzioni di crescita inorganica della Banca MPS tali che il suo posizionamento si collochi a livello di mercato domestico europeo sugli stessi livelli dei principali competitors."
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Interrotta la lettura dell'intervento scritto, il Presidente della Fondazione MPS dichiara che il voto, che essa Fondazione esprimerà suo tramite, è un voto motivato, un voto guadagnato sul campo, un voto convinto, perché, afferma: "i fatti parlano chiari e i numeri sono, in questo caso, quanto mai espressivi e probanti che c’è una coincidenza tra parole e fatti."
Il Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx esprime, poi, apprezzamento per le parole che il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx ha pronunciato in relazione al piano industriale, parole che intende sottolineare perchè indicative di una volontà precisa: giudica che il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx abbia parlato in maniera serena e molto corretta di cose fatte e di obiettivi raggiunti, ma anche di difficoltà e problemi che ci sono, di tante cose che debbono essere fatte ed ha indicato giustamente i tempi e le vie per farle, ritenendo che sia questo un modo serio e, sottolinea, pienamente condivisibile, nel rapportarsi con l’ Assemblea degli azionisti.
Pertanto, il Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx dichiara di ritenere giusto e doveroso confermare, anche in questa sede, proprio per i motivi detti, proprio perché i fatti parlano chiari, la piena fiducia alla Banca, ai suoi Amministratori, al Direttore Generale, a tutti i suoi Dipendenti ed a tutta la Squadra.
Quindi, il Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx preannuncia il voto favorevole della Fondazione, un voto favorevole rispetto alla "tabella di marcia" indicata, un voto di incitamento, a cui associa l'augurio di buon lavoro, assicurando che la Fondazione svolgerà sempre il proprio ruolo di azionista attento, silenzioso ma non silente.
Il Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx conclude associandosi, anche a nome di tutta la Fondazione MPS, al ricordo che il Presidente ha fatto di Xxxxxxx Xxxxxxxxxxx, che, afferma, tanto ha fatto per questa Banca e che certamente merita in questa sede anche il ringraziamento della Fondazione MPS.
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Prende la parola per le risposte alle ore 13 e minuti 18 il
Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx.
Relativamente alle domande poste dal Socio Failli ed dagli altri intervenuti in merito alle vicende da lui riferite, il Presidente dichiara di comprendere lo stato d'animo di tali soci, ma che, come da essi stessi affermato, c'è un procedimento penale ed un procedimento civile in corso. Pertanto, afferma di non poter esprimere qualsiasi tipo di opinione a riguardo: nel momento in cui la Giustizia sta operando, il giudizio è rimesso al Giudice e la Banca è parte nel giudizio quale responsabile civile citato dagli intervenuti stessi. Il Presidente dichiara, quindi, che la Banca si adeguerà alla sentenza del Giudice, ma che prima di allora ogni altro tipo di osservazione - pur ritenendo che la Banca sia in grado di farne - sarebbe oltre modo fuorviante. Il Presidente ricorda che occorre attendere l’esito del giudizio e quindi rispondere del suo esito ed afferma che
xxxxxx la Banca avrà questa rappresentanza, non saranno da essa espresse opinioni in ordine a cause in corso e che questa è la sua posizione.
Con riferimento all'intervento dell'Avv. Xxxxxx Xxxxx, dopo averlo ringraziato per le parole espresse, il Presidente risponde che la riduzione del risparmio gestito, a cui si è assistito nel 2005 – 2006 e chi si conferma anche per il 2007, è, a suo avviso, originata da più cause: una di esse è da lui individuata nello svantaggio fiscale rispetto ai fondi esteri, ma ritiene che, a riguardo, si debba effettuare una riflessione più approfondita sull’ industria italiana del risparmio gestito. Il Presidente ricorda di aver sottolineato, nella sua relazione, come l’idea del piano industriale si fondi sul fatto che una banca non può distribuire solo ed esclusivamente i propri prodotti e sul fatto che i clienti della Banca hanno oggi il diritto di non essere penalizzati rispetto all’eccellenza di mercato, ritenendo egli che questa sia la risposta che la Banca deve dare a questa situazione di difficoltà del comparto italiano, difficoltà derivante dalle problematiche fiscali e dimensionali: in merito, il Presidente rammenta che il nuovo partner di Banca MPS nel comparto assicurativo, la Società Axa, ha una massa gestita direttamente di oltre 1.300 miliardi di Euro, e che negli Stati Uniti possiede un’azienda con 700 miliardi di dollari di masse gestite. Raffrontando tali dati con quelli delle aziende italiane, è evidente che le dimensioni sono oggettivamente inferiori e ciò significa minore capacità di gestione dei rischi, minori capacità professionali e quindi minor capacità produttiva. Nella profonda riflessione attualmente in corso sull’industria del risparmio, il Presidente ritiene che la Banca abbia individuato, all'interno del Piano Industriale, la strada che è quella di reperire le soluzioni migliori, aprire nuove piattaforme, nuove partnership, al fine di ottimizzare la qualità del servizio per il cliente.
Con riferimento alla flessione della raccolta indiretta, il
Presidente risponde che essa è connessa alla dismissione per circa 10 miliardi di Euro della custodia amministrata di una Società controllata dal Gruppo Enel a seguito della sua quotazione sul mercato azionario e che non si tratta di un deflusso, ma di una riqualificazione di un deposito sostanzialmente improduttivo di rendimento.
Sempre con riferimento all'intervento dell'Avv. Xxxxx, il Presidente afferma che Axa rappresenta per la Banca un partner strategico nel comparto assicurativo, ma che l’accordo ha una valenza più generale, xxxxxx prevede clausole che
consentiranno alla Banca di operare su mercati diversi da quelli italiani con Axa e di proporre ad Axa la possibilità di esplorare insieme nuovi mercati. Anche Axa, illustra il Presidente, crede molto nella valenza strategica di questa operazione.
A giudizio del Presidente, tale fattore costituisce la migliore risposta al supposto isolamento della Banca MPS, isolamento che oggettivamente non appare.
Per quanto concerne i proventi finanziari rivenienti dalla cessione di Generali, Finsoe, Monte Paschi Vita e di altre partecipazioni, il Presidente ricorda che, nel piano industriale 2006 – 2009, una delle diagnosi più forti era quella dell’impiego sub - ottimale del capitale della Banca, l’impiego in partecipazioni aveva un Raroc negativo: gli indici patrimoniali erano bassi, le capacità dinamiche della Banca erano sostanzialmente prossime allo 0.
Partendo da questa rappresentazione che il Presidente giudica molto chiara, la Banca si è fortemente impegnata nella cessione delle partecipazioni e degli altri asset non strategici e ciò, ribadisce, non per realizzare plusvalenze momentanee, ma per realizzare una disciplina ordinata dell’utilizzo del capitale. Il concetto, a giudizio del Presidente, è molto semplice: il capitale della Banca deve essere a servizio dell’attività di intermediazione della Banca e, testualmente: "non a servizio di altri, e non ci sono salotti che tengono. Questa è la logica che ci ha mosso e che ci continuerà a muovere, non ci sono gioielli di famiglia; c’è un’attività che ha bisogno di benzina per essere mandata avanti, ci sono attività economiche in questo Paese che hanno bisogno del credito ordinario, delle partecipazioni, di tutti gli strumenti di cui le banche si vanno dotando, questa è l’attività e per questa attività occorre impiegare tutto il nostro capitale." Quanto al capitale eccedente e sempre con riferimento all'intervento dell'Avv. Xxxxxx Xxxxx, il Presidente risponde di ritenere che questo sia il primo bilancio della Banca, successivo alla sua quotazione in Borsa, da cui risulti una riserva di capitale in eccesso. Il Presidente ricorda quanto affermato in merito dal Direttore Generale, Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx, in una sua recente intervista: la Banca utilizzerà questi denari per migliorare la quantità e la qualità del nostro network distributivo in primo luogo in Italia, nella misura in cui ci siano le condizioni di mercato che le consentano di fare investimenti redditizi per l’azienda e per gli azionisti, indirizzo questo coerente con le previsioni del piano industriale e che ha incontrato il favore
del mercato.
In risposta al Socio Semplici ed in particolare per quanto attiene al limite delle cariche, il Presidente osserva che, sul punto, il Consiglio di Amministrazione ha adottato una delibera che prevede che uno stesso nominativo, in linea generale, non possa assumere più di tre cariche, e questo già in anticipo rispetto alle disposizioni in corso di emanazione da parte di Consob. Sempre in risposta al Socio Semplici, il Presidente, pur dichiaratosi rispettoso di tutte le opinioni sulla Banca e sulla sua conduzione e disponibile a ricevere qualsiasi critica, anche la più feroce, asserisce di con comprendere come si possa sostenere che gli utili di esercizio della Banca non derivano dalla gestione ordinaria ma da partite straordinarie, una volta esaminate le partite straordinarie di ingresso e le partite straordinarie in uscita, facendo presente, comunque, che la risposta in merito, con maggiori delucidazioni e dettagli, sarà data dal Direttore Generale.
Il Presidente espone, quindi, come la vita di un’azienda non abbia soluzioni di continuità, e sia un continuo in cui tutti gli elementi e gli eventi contribuiscono a realizzare il risultato di esercizio e che occorre considerare che, negli ultimi sei mesi dell’ esercizio 2006, la Banca è stata sostanzialmente "rivoluzionata": come precisato dal Direttore Generale, le Filiali Capogruppo sono passate da 22 a 9 per Banca Monte dei Paschi e da 20 a 4 per Banca Toscana. Questo significa, afferma il Presidente, spostare decine, se non a volte centinaia di persone, modificare i loro profili professionali, le loro responsabilità, il tipo di lavoro, e ciò nonostante la Banca ha "tenuto" sul piano commerciale. In proposito, il Presidente invita ad un maggiore riguardo per il lavoro di tante persone impegnate in tale ristrutturazione. Quindi il Presidente invita il Direttore Generale a voler prendere la parola per chiarire al Xxxxx Xxxxx le questioni numeriche circa l' attività economica svolta nell’anno precedente, per poi proseguire nelle risposte sui temi più generali.
Prende la parola per le risposte il Direttore Generale Xxxx.
Xxxxxxx Xxxxx alle ore 13 e minuti 28.
Il Direttore Generale rivolge il suo saluto a tutti gli intervenuti e ringrazia il Presidente per le parole che gli ha rivolto, il Presidente della Fondazione, la struttura e tutto il personale della Banca, che ha contributo ai positivi risultati oggi sottoposti all'Assemblea, sottolineando il fatto che sono stati raggiunti in un periodo di forte
riorganizzazione.
Il Direttore Generale dichiara che il punto fondamentale dell'opera della Direzione è proprio quello di riorganizzare, per essere efficienti in linea con il mercato, ed al tempo stesso iniziare un percorso di crescita sostenibile. Sottolinea il Direttore Generale che crescita sostenibile significa crescita della gestione caratteristica basata su ricavi ricorrenti. Ricorda che, nell'esercizio appena concluso, la Banca ha avuto proventi straordinari per 315 milioni derivanti dalla cessione di partecipazioni, ma che, a fronte di tali proventi straordinari, la Banca ha avuto costi straordinari per oltre 100 milioni di Euro, derivanti essenzialmente dalla svalutazione della partecipazione in Hopa, per oltre 100 milioni di Euro conseguenti principalmente ad esodi straordinari, immediatamente imputati a bilancio, come anche i 20 milioni di Euro di oneri straordinari riguardanti il nuovo piano industriale. Pertanto, evidenzia il Direttore Generale, l’effetto sul risultato operativo della Banca delle plusvalenze e dei costi straordinari è stato di circa una settantina di milioni e che, al netto di questo, il risultato operativo della Banca è cresciuto di oltre il 20%. Prosegue il Direttore Generale affermando che i fattori di sostegno di una chiara politica di crescita sostenibile sono già visibili nei conti. D'altra parte, afferma, è questo lo spirito del piano industriale e saranno misurati strada facendo gli sviluppi di tale strategia.
Il Direttore Generale ricorda di aver già spiegato al mercato come intenda rifiutare ogni politica di enfatizzazione dei risultati trimestrali che non sia basata su una crescita sostenibile della gestione caratteristica. Il Gruppo Monte dei Paschi è il Gruppo Bancario Italiano con il più basso livello di incidenza delle commissioni di "up front" sui ricavi e questo è un elemento qualificante della attuale azione della Banca.
Altro quesito su cui il Direttore Generale intende soffermarsi, è quello relativo al "come" e su quali "basi" sostenere tale crescita.
Il Direttore Generale ritiene che, insieme alle coerenti politiche gestionali, la prima base di garanzia sia il patrimonio e, in merito, il Direttore Generale sottolinea che, tra effetti straordinari e plusvalenze, la Banca, in quest'esercizio, ha accresciuto nettamente il livello di patrimonializzazione, passato dal 6,51% al 6,53% a livello di patrimonio di base, e ora, dopo le operazioni Finsoe e Monte Paschi Vita, per la prima volta al di sopra del 7% e
precisamente al 7,30%. Proprio a fronte di tali dati, che ritiene debbano essere evidenziati, prosegue il Direttore Generale, l'Agenzia Xxxxx ha alzato di due notch il giudizio, rispetto alla media dei primi attori nazionali nel settore bancario, che hanno avuto un incremento di un solo notch, e ciò è dovuto, sostiene il Direttore Generale, al fatto che qualcosa si sta consolidando, consolidamento che trova la sua base nel patrimonio e nella "profittabilità sostenibile": come chiaramente scritto nel piano industriale, la Banca ricerca una crescita sostenibile e basata su ricavi ricorrenti.
Interviene sempre per le risposte il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx alle ore 13 e minuti 32. Intendendo rispondere alle altre questioni poste dal Socio Ricci, il Presidente fa presente che il periodo per raggiungere il "break even" per una agenzia neonata è di 12 mesi, e di avere molta fiducia nella implementazione del network distributivo attraverso una crescita organica. A riguardo, il Presidente rammenta che i costi complessivi per l’avviamento di una filiale, in un arco di 6 anni, ammontano a circa un milione di euro, e che le filiali di altri gruppi bancari attualmente disponibili hanno, generalmente, prezzi molto superiori a queste cifre, e ritiene di poter dire che questi dati forniscono adeguata risposta a quanto domandato dal Socio Ricci.
Circa la partecipazione in Santorini, il Presidente illustra che la ristrutturazione di tale veicolo è avvenuta nel dicembre 2006, mese nel quale è receduto il Socio tedesco per motivazioni non dipendenti da eventi negativi del veicolo stesso, nel quale Banca Monte dei Paschi di Siena ha mantenuto inalterato l’impegno finanziario antecedente. Difatti, dichiara il Presidente, è stato liquidato al Socio receduto il suo 51% e, pertanto, la restante parte, che era il 49% di Banca Monte dei Paschi di Siena, è diventato il il 100% di Santorini. Quanto all' incorporazione di MPS Net e MPS Professional, il Presidente riferisce che sono operazioni di razionalizzazione del Gruppo, previste dal piano industriale e di portata oggettivamente modesta.
Quanto alla cessione di Fontanafredda, il Presidente si dichiara sconcertato dalle notizie sentite questa mattina negli interventi dei soci. In merito, riferisce che la Banca ha nominato un advisor per la vendita della partecipazione, e questo nella logica già illustrata per la quale il capitale della Banca è a servizio dell’attività della Banca e non di attività che fuoriescono dal "core business". Illustra il Presidente che, ad una sua prima valutazione l’azienda
Fontanafredda e non solo i suoi terreni, ancorché quelle siano le uniche vigne a barolo in vendita in questo momento in Italia, è stata pari a circa 87 milioni di Euro e che, al netto del servizio del debito, è stata ceduta a Monte Paschi Finance per 82 milioni di Euro. Pertanto, il Presidente afferma che è destituita da qualsiasi fondamento la notizia di un’offerta di 30 milioni di euro, mentre, in realtà, l' advisor ha ricevuto un notevole numero di dichiarazioni di interesse all'acquisto.
Il Presidente, sempre con riferimento all'intervento del Xxxxx Xxxxx, ricorda di non poter riferire sui dati andamentali del primo trimestre, non essendo consentita dalla normativa vigente alcuna anticipazione in merito rispetto alla data del
15 maggio e che, per quanto attiene all'andamento del titolo, non sia tecnicamente corretto prendere a riferimento la data che meglio aggrada al proprio punto di vista e quindi, rispetto a quella data, ricostruire l’andamento di un titolo. Il metodo corretto di ricostruire l'andamento del titolo, afferma il Presidente, è quello di prendere come riferimento la data normalmente presa come riferimento in questo tipo di valutazioni e precisamente il primo giorno dell'esercizio: dall’inizio dell’anno 2006, il Mib Banca è aumentato del 23,41%, il titolo Banca Monte dei Paschi del 24,2%; nei 2 anni, 2005/2006, il Mib Banca si è incrementato del 61,5%, mentre il titolo Banca Monte dei Paschi è cresciuto dell’86,7%, e, conclude il Presidente, questi sono i numeri ed è impossibile contraddirli.
Alle ore 13 e minuti 35 interviene il Presidente del Collegio Sindacale Dott. Xxxxxxx Xx Xxxxx.
Il Presidente del Collegio Sindacale rappresenta al socio Xxxxxx le previsioni ed i limiti di legge per l'intervento del Collegio Sindacale nelle materie da lui esposte.
Riprende la parola, sempre per l'effettuazione delle risposte, alle ore 13 e minuti 36, il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx. In merito alle richieste di informazioni circa la remunerazione del Dottor Xxxxxx, il Presidente riferisce quanto segue:
Il Xxxx. Xxxxxx venne assunto dalla Banca il 31 maggio 2003 con contratto di lavoro a tempo indeterminato, inquadrato nella categoria dei dirigenti, con qualifica di Direttore Generale di Banca MPS. La retribuzione annua lorda - cosiddetta RAL - del dottor Xxxxxx venne determinata in 800.000,00 Euro, soggetta a rivalutazione monetaria e, a seguito di questi aggiustamenti, al 1 gennaio 2006 ammontava a 837.224,00 Euro. Il dottor Xxxxxx godeva di un bonus variabile
- premio aziendale di rendimento, detto anche PAR - che veniva stabilito dal Consiglio di Amministrazione e variava da una misura non inferiore al 60% ad una misura massima del 100%. Al dottor Xxxxxx, inoltre, si applicava un premio di operosità di durata triennale. Questo premio di operosità era legato esclusivamente all’andamento del titolo Banca Monte dei Paschi, ed in particolare si calcolava così: il Xxxx. Xxxxxx aveva un numero di diritti che veniva determinato dal rapporto delle 3 volte la RAL più il bonus annuale, diviso la media ponderata dei prezzi del titolo Banca Monte dei Paschi rilevanti nel primo semestre 2003, cioè nel periodo in cui il Xxxx. Xxxxxx prese sostanzialmente servizio. L’importo risultante doveva essere moltiplicato per la differenza fra il prezzo del titolo all’origine e il prezzo del titolo quando il Xxxx. Xxxxxx avesse esercitato, di anno in anno e qualora volesse esercitarlo, tale premio di operosità aziendale. Di fatto, si trattava di un valore di retribuzione legato all’andamento del titolo MPS. Il contratto del Dottor Xxxxxx era nella sostanza identico a quello del suo predecessore Ing. De Bustis.
Al momento di definire l’uscita del Dottor Xxxxxx, occorreva liquidare quanto era maturato nel corso del 2005, quindi la RAL al 31 maggio 2006 per 443.000 Euro. Il Xxxx. Xxxxxx era poi creditore di un premio aziendale di rendimento dell’anno 2005 per 788.000,00 Euro circa e del premio aziendale rateo 2006 per 331.000,00 Euro, per un totale di 1.119.000 Euro. Il Xxxx. Xxxxxx esercitò i due premi di operosità, secondo il calcolo indicato, il primo per un importo di 1.764.000,00 di Euro dal 1 giugno 2004 al 31 maggio 2005; il secondo per
2.032.000,00 Euro dal 1 giugno 2005 al 31 maggio 2006. Quanto sopra ammonta a circa 4 milioni e 300 mila Euro, tenendo conto anche del TFR. A quel punto fu provveduto a negoziare col Dottor Xxxxxx la sua uscita anticipata dalla Banca, tenendo presente che egli aveva un contratto a tempo indeterminato, che gli riconosceva, se licenziato ad nutum - cosa che non avrebbe avuto alcuna ragion d'essere - il diritto a 29 mensilità, così come prescrive il contratto collettivo dei Dirigenti delle Banche. A riguardo di queste 29 mensilità, vi era un ulteriore dubbio se per queste dovesse considerarsi oltre la RAL e il PAR e cioè, oltre la parte strutturale della retribuzione, anche il premio di operosità. Poichè, al netto del premio di operosità, l' importo di 29 mensilità ammontava a circa 4 milioni di euro, mentre con il premio di operosità tale importo saliva a 7 milioni e mezzo di euro, il Consiglio decise di chiudere la vicenda col Dottor Xxxxxx, transando a 4
milioni e mezzo di Euro, importo che, sommato a quello che lui aveva già maturato per il contratto in essere, ha portato alla ricordata cifra di 10 milioni circa.
La rammentata vicenda conduce, a giudizio del Presidente, a dover doverosamente riferire in ordine al contratto che attualmente lega la Banca all' attuale Direttore Generale, contratto che, illustra il Presidente, prevede una retribuzione di 900 mila Euro all’anno ed un premio variabile legato per il 70% ai risultati della Banca rispetto al budget e per il 30% al giudizio che il Consiglio di Amministrazione andrà a dare delle capacità manageriali del Dottor Xxxxxxx Xxxxx. Questo significa, prosegue il Presidente, che il Dottor Xxxxxxx Xxxxx non ha alcuna garanzia di percepire una parte variabile di retribuzione, essendo questa esclusivamente legata ai risultati.
Lo stesso discorso, illustra ancora il Presidente, vale per il premio di lungo periodo, previsione non generalizzata che è legato esclusivamente, per il 100%, al realizzarsi degli obiettivi indicati nel piano industriale. Ritenendo che l'Assemblea sia stata sufficientemente informata sui fatti innanzi esposti, il Presidente, in risposta al Socio Aurigi per quanto attiene alla questione da lui posta circa lo sbilancio tra raccolta e impieghi, ricorda i dati numerici riferiti alla Capogruppo Monte dei Paschi, che esprimono una raccolta di impieghi da clientela pari a 70,8 miliardi di Euro, mentre i crediti verso la clientela risultano essere pari a 51 miliardi di Euro e che, quindi, il rapporto tra impieghi e raccolta è pari al 73%, valore che risulta ben inferiore alla media delle Banche italiane, in alcune delle quali si posiziona anche sopra il 100%. Pertanto, afferma il Presidente che la Banca ha un eccesso di raccolta rispetto agli impieghi, in quanto, oltre alla voce 20 della Nota Integrativa, va considerata anche la voce 30, ovvero i titoli in circolazione. Inoltre, illustra il Presidente, il miglioramento della posizione finanziaria si evince anche dalla evoluzione dello sbilancio interbancario, che è migliorato di quasi 4 miliardi di euro a livello di Capogruppo e di 2,3 a livello di Gruppo. Sempre a livello di Gruppo, il Presidente ricorda che i dati della raccolta diretta si attestano a circa 94 miliardi di euro e quelli degli impieghi a circa 92, pertanto sempre al di sotto del 100% e con opportunità di espandere questo rapporto oltre il 100%, proprio per sfruttare al meglio il ruolo di intermediario finanziario.
Prende la parola il Direttore Generale Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx
sempre le risposte alle ore 13 e minuti 44.
Il Direttore Generale rammenta che il rapporto impieghi/depositi è uno dei principi cardine e storici della gestione del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, e che l'attuale Direzione continua a seguirlo, in ciò distinguendosi rispetto al sistema, sia a livello individuale che a livello complessivo. Il Direttore Generale evidenzia che, rispetto al passato, il vero cambiamento è stato nel fatto che una parte di questa raccolta, è andata verso altre vie, in base alle richieste dei Clienti: pertanto circa 100 miliardi di raccolta a livello consolidato sono oggi investiti in fondi, piuttosto che in raccolta diretta. Evidenzia il Direttore Generale che la raccolta complessivamente considerata, è più che doppia della massa degli impieghi che la Banca concede all’economia, ritenendo importante, a riguardo, avere una visione complessiva, tenendo presente le dinamiche del mercato.
Riguardo all’utile, il Direttore Generale ritiene di affermare che la distribuzione di 518 milioni di Euro ha comunque consentito di passare a riserva 350 milioni di Euro di risultato netto, giudicando anche questo un passo importante per la Banca, essendo un importo superiore alla rivenienza da plusvalenze straordinarie.
Riprende la parola, sempre per l'effettuazione delle risposte, alle ore 13 e minuti 45, il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx. Il Presidente ringrazia dell’attenzione la Fondazione Monte dei Paschi ed il suo Presidente Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx. Il Presidente afferma che è importante per il Consiglio di Amministrazione avere l'attenzione di tutti i soci della Banca sullo sforzo che sta operando per l'attuazione del piano industriale, piano industriale che è stato condiviso dai soci di riferimento e dal mercato. Quanto alle riflessioni di ordine strategico effettuate dal rappresentante del Socio di riferimento, il Presidente asserisce di non avere titolo e motivo per interloquire, ma di considerarle valide, logiche, se è a lui consentito di esprimere un’opinione, ritenendo, comunque, di non poter andare oltre dell'espressione di una semplice opinione. A riguardo dei rapporti tra Consiglio di Amministrazione e soci, il Presidente dichiara che quest'ultimi devono avere un’unica certezza, e cioè i risultati indicati nel piano per l'anno 2009, per il cui conseguimento il Presidente assicura il massimo impegno, auspicando, altresì, il raggiungimento di obiettivi ancora superiori.
Il Presidente vuole poi rassicurare i soci sul fatto che Banca Monte dei Paschi non è isolata, come testimonia l'accordo con
Axa. Per quanto riguarda l'acquisizione degli sportelli di Intesa - X.Xxxxx, il Presidente ritiene che la Banca si misurerà su questo "presunto" isolamento, perché, afferma testualmente: "il tempo è galantuomo ed è la migliore medicina per ogni tipo di interpretazione stravagante che si voglia fare circa l’isolamento del Monte, e lo vedremo in tante altre partite che si apriranno in questo Paese." Sempre a riguardo di tale argomento, il Presidente ribatte che Banca MPS è un interlocutore primario per il sistema bancario e per il sistema imprenditoriale italiano, e quando decide di operare lo fa in prima persona e con un rilievo primario.
Interviene per le repliche il Socio Xxxx Xxxxx alle ore 13 e minuti 48.
Il Socio ringrazia della dovizia di informazioni circa la retribuzione del Xxxx. Xxxxxx, ritenendo, comunque, eccessivo il compenso ricevuto da quest'ultimo e che questo sia in contraddizione col principio di attenzione per il cliente cui la Banca sostiene di ispirarsi.
Il Presidente rammenta al Socio che "pacta sunt servanda" e che, pertanto, i contratti si rispettano.
Riprende la sua replica il Socio Xxxx Xxxxx a riguardo della partecipazione Xxxxxxxxx, dicendo di leggere a pagina 60 del bilancio: "Santorini Investiment Ltd, incremento della quota di partecipazione dal 49% al 100% a seguito del recesso esercitato dal Socio di maggioranza Deutsche Bank, mantenendo invariato il nostro investimento", e di non spiegarsi come, se è stato liquidato il 51%, non si trovi a fronte di ciò l’esborso per effettuare tale liquidazione.
Il Presidente interviene per chiarire che la liquidazione è avvenuta con mezzi del veicolo Santorini, e che, pertanto, non è stato effettuato alcun esborso a riguardo da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena, mentre, conseguentemente, l'investimento della Banca Monte dei Paschi di Siena, pur rimanendo invariato in termini quantitativi, è passato al 100% del veicolo Santorini in termini percentuali.
Il Socio Xxxx Xxxxx dichiara di non aver percepito quanto riferito dal Presidente leggendo le due righe e mezzo dedicate dal Xxxxxxxx all'argomento.
Il Socio prosegue la sua replica sul tema relativo alla cessione di Fontanafredda, asserendo che si tratta di una bella azienda agricola a cui si dice affezionato e, comunque, di aver letto sui giornali economici dell'offerta di 30 milioni di Euro per l'acquisto e che i 30 milioni erano una base, il cui mancato superamento avrebbe comportato la prosecuzione dell'asta.
Il Socio rileva che la differenza tra il valore di libro, pari a 47 milioni di Euro ed il valore di 82 milioni è elevata e che ancor più elevata è la differenza tra l'offerta di 30 milioni di Euro ed il prezzo di 82 milioni di Euro. Il Socio sostiene che se gli 82 milioni di Euro fossero stati offerti da un privato, si sarebbe effettuato un ottimo affare, ma che, poichè saranno pagati dalla Fondazione MPS, che, come senese, ritiene far parte, quale Socio di riferimento del "Gruppo Monte", ciò va a nocumento di qualche cosa.
Prende la parola, per la cotroreplica al Socio Xxxx Xxxxx, il
Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx alle ore 13 e minuti 50.
Il Presidente dichiara di non intendere discutere se qualche giornale abbia riportato o meno l'offerta di 30 milioni indicata dal Socio per l'acquisto dell'azienda Fontanafredda, ma di voler affermare che la Banca non ha mai ricevuto una tale offerta e che, se fosse stata fatta, sarebbe stata immediatamente respinta. Il Presidente ricorda che l' azienda Fontanafredda ha un valore di libro di 47 milioni di Euro e che la Banca ha nominato Xxxxxxxx quale advisor per la vendita: Xxxxxxxx ha effettuato le sue valutazioni stimando l'azienda 82 milioni di Euro. Chiarisce il Presidente che tale valutazione di 82 milioni di Euro è servita per trasferire l’azienda all’interno del Gruppo e non all’esterno e che, pertanto, tale cessione non ha prodotto plusvalenze e non ha inciso sui risultati di esercizio, essendo neutra rispetto ad essi.
Quanto alla Fondazione MPS, il Presidente tiene a precisare di aver semplicemente letto sui giornali e di aver udito dal suo Presidente Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx che essa Fondazione MPS sta ipotizzando di costituire un fondo per aziende agricole, cui dovranno necessariamente partecipare anche altri soci, argomento questo che, comunque, deve lasciarsi alla Fondazione. Il Presidente rileva che, se la Fondazione MPS manifestasse l’intenzione di comprare Fontanafredda ed offrisse il prezzo ritenuto congruo dalla Banca - e che il Presidente dice di ritenere superiore alla cifra di 82 milioni di Euro - si procederà all'operazione: in ogni caso, afferma il Presidente, l' advisor Xxxxxxxx ha ricevuto decine di manifestazioni di interesse per l'acquisto di Fontanafredda. Quanto al compenso per l'advisor il Presidente precisa che esso ammonta a circa 100.000,00 e non a milioni di Euro. Il Presidente, con riferimento all'affetto manifestato dal Socio Ricci per l'azienda Fontanafredda, dice di condividerlo, ma che, come detto, il capitale della Banca è a servizio del suo business.
Interviene per le repliche il Socio Xxxxx Xxxxxx alle ore 13 e minuti 55.
Il Socio dice di non essere soddisfatto delle risposte date dal Presidente, xxxxxx, sostiene, quest'ultimo non ha spiegato i motivi per i quali la Banca, che una volta era "eccellente", è uscita da tale "eccellenza". Il Socio chiede al Presidente di approfondire il concetto da lui espresso, secondo il quale non essere all’altezza comporta il rischio, anche per aziende molto grandi, di essere assorbiti, xxxxxx ritiene che il Presidente abbia voluto riferirsi alla Banca, e dice che ciò lo preoccupa perché gli fa prevedere: "cosa succederà in futuro".
Quindi, il Socio chiede di sapere come è stato coperto lo squilibrio tra depositi ed impieghi, perchè, sostiene, dai dati del bilancio risultano 58 miliardi di depositi contro 80 miliardi di impieghi. Il Socio ritiene che tale copertura non si possa fare con titoli, poichè la clientela esige liquidità e la liquidità viene dai depositi, ed afferma che i depositi della Banca non sono sufficienti a coprire gli impegni presi. Il Socio Aurigi rileva che lo stesso problema di copertura che, sostiene, oggi presenta la Banca MPS, si è già manifestato in passato nelle banche private italiane durante la crisi degli anni ’30, che, ad avviso del Socio, venne provocata da questo tipo di circostanza: fu quello il momento, enarra il Socio, in cui, a seguito del fallimento delle banche private, le grandi banche pubbliche divennero il perno del sistema bancario italiano, e, ribadisce quindi, che questo è un dato molto preoccupante, sul quale lamenta di non aver avuto risposta.
Relativamente alle indicazioni date dal Presidente, secondo cui c'è necessità per Banca di realizzare tutto ciò che non è coerente con l’impresa bancaria, per mettere queste risorse a disposizione della Banca per il suo sviluppo, chiede perchè tale esigenza non sia stata sentita negli anni passati, durante i quali la Banca continuava a comprare, senza bisogno di vendere alcunché, anzi resistendo alle pressioni della Banca d’Italia, la quale, con maggiore potere ed influenza di quelli attuali, premeva perchè la Banca facesse quello che oggi il Presidente, sostiene il Socio, propone di fare. Il Socio afferma che la differenza per la Banca sta nel fatto che, al contrario di ciò che avviene oggi, nel passato essa guadagnava, e quello che guadagnava andava soprattutto a riserva. Quindi, il Socio conclude dicendo testualmente: "Nel passato la Banca non aveva bisogno di vendere gioielli di famiglia. L’immagine che dà il Monte dei Paschi in questo
momento è che si sta raschiando il fondo del barile."
Prende la parola, per la controreplica al Socio Xxxxx Xxxxxx, il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx alle ore 13 e minuti 58.
Il Presidente dichiara di non concordare con quanto sostenuto dal Socio Aurigi e ribatte che la Banca non sta raschiando assolutamente nulla e che, anzi, la sua efficienza patrimoniale è testimoniata dai numeri riferiti dal Direttore Generale Xxxx. Xxxxx, ed i numeri, afferma il Presidente, fanno ragione di ogni opinione. All' affermazione per cui la Banca è lontana dall’eccellenza, dichiara che ciò corrisponde al vero e che l’analisi del piano industriale è chiara sul punto. Ribadisce il Presidente che la Banca deve recuperare una serie di gap rispetto ai migliori competitors del mercato. In proposito, il Presidente dice che nella Relazione al Bilancio è riportato quello che è fatto ed è sottolineato quello che resta da fare, ritenendo ciò assolutamente logico. Il Presidente prosegue osservando che il corollario di questo ragionamento è di ordine generale e risponde al Socio Aurigi che la riflessione su inefficienza e possibilità di essere aggregati non riguardava la Banca Monte dei Paschi, poichè essa non è in tali condizioni, mentre tale riflessione deriva dalla constatazione che sui mercati tutti i giorni, ed a prescindere dalle dimensioni, chi, sia banca o altra impresa, non è efficiente, chi non è all’altezza, viene sostanzialmente acquistato e smembrato. Pertanto, afferma il Presidente, il sentiero della efficienza, della razionalizzazione e della redditività segnato dal piano industriale trova, anche da questo punto di vista, una ulteriore spinta per essere percorso e per fare ciò, conclude testualmente: "bisogna mettere le risorse dove esse rendono, e non dove storicamente non hanno mai reso".
Prende la parola per la controreplica al Socio Xxxxx Xxxxxx il Direttore Generale Xxxx. Xxxxxxx Xxxxx alle ore 13 e minuti 59.
Il Direttore Generale rileva che nel Bilancio della Banca, e, sottolinea, in quello della Banca e non in quello del Gruppo, ai debiti verso la clientela vanno aggiunti 30 miliardi di titoli in circolazione, che sono obbligazioni della Banca, e quindi costituiscono raccolta per la Banca.
Interviene per le repliche il Socio Xxxxxx Semplici alle ore 14 e minuti 00.
Il Socio Xxxxxxxx dice di associarsi alle osservazioni del Socio Aurigi, dichiarandosi attaccato alle tradizioni della
Banca, quelle tradizioni usate attualmente per promuoverne l’immagine pubblicitaria, ma che invece sono compromesse dalla volontà di vendere i "gioielli di famiglia", ritenendoli inutili all'attività della Banca. Il Xxxxx Xxxxxxxx ritiene che "i gioielli di famiglia" sono le ultime cose che si vendono, e che Fontanafredda è una delle ultime cose che si sarebbe dovuta vendere. Il Socio Semplici giudica poi negativamente la cessione della partecipazione FIAT, perché nel corso dell'anno successivo il suo valore si è triplicato, e sostiene che non è stato risposto in maniera esaustiva sulla genesi dell'utile e sulla incidenza su di esso delle plusvalenze da cessioni. Per quanto riguarda il limite degli incarichi, anche in relazione alle emanande disposizioni Consob, il Socio Xxxxxxxx ritiene che lo "sforzo" in tal senso del Consiglio di Amministrazione debba essere ancora fatto.
Il Presidente interviene obiettando al Socio che la delibera in merito agli incarichi adottata dal Consiglio di Amministrazione risale al 2003, e quindi che lo "sforzo" è già stato fatto.
Prosegue nella sua replica il Socio Semplici, ritenendo che una Banca che si voglia dire etica debba andare oltre, prevedendo un solo incarico per ogni soggetto, che deve essere scelto esclusivamente per i meriti e per le capacità professionali, impiegando dipendenti ed ex dirigenti in quiescenza, persone che tali qualità hanno dimostrato. In proposito, il Socio Semplici lamenta scarsità di capacità tecniche e professionali nei componenti dei Consigli di Amministrazione di tante controllate della Banca, a suo dire, persone "piuttosto singolari", prive delle esperienze bancarie e professionali che ne giustifichino l’impiego ed invita il Consiglio ad una trasparente selezione delle competenze e delle professionalità, ad adottare principi di unicità degli incarichi, di equità dei compensi e di ricambio dei nominativi, valorizzando i legami col territorio.
Prende la parola per la controreplica al Socio Xxxxxx Xxxxxxxx il Presidente Avv. Xxxxxxxx Xxxxxxx alle ore 14 e minuti 03.
Ritenendo di aver già risposto circa l'argomento degli incarichi, il Presidente crede necessario continuare a ripetere la genesi dell' utile: I 310 milioni di euro di partite straordinarie sono compensate, per circa 260 - 240 milioni di Euro, da partite straordinarie in uscita, e ricorda
che la Banca ha effettuato un accantonamento di 350 milioni di euro, pertanto di misura superiore alle plusvalenze realizzate dalle negoziazioni citate.
Essendo terminati gli interventi richiesti, le risposte, le repliche e le controrepliche, nessun altro azionista chiedendo la parola, il Presidente dichiara chiusa la discussione sul primo punto all’Ordine del Giorno. Sono le ore quattordici e minuti quattro (h 14 m 04).
Il Presidente ricorda che, ai sensi dell'art.14 comma 7° dello Statuto " ... qualora una fondazione bancaria in sede di Assemblea ordinaria, secondo quanto accertato dal Presidente dell’Assemblea durante lo svolgimento di essa e immediatamente prima del compimento di ciascuna operazione di voto, sia in grado di esercitare, in base alle azioni depositate dagli azionisti presenti, il voto che esprime la maggioranza delle azioni presenti e ammesse al voto, il Presidente fa constatare tale situazione ed esclude dal voto la fondazione bancaria, ai fini della deliberazione in occasione della quale sia stata rilevata detta situazione, limitatamente a un numero di azioni che rappresentino la differenza più una azione fra il numero delle azioni ordinarie depositate da detta fondazione e l’ammontare complessivo delle azioni ordinarie depositate da parte dei rimanenti azionisti che siano presenti e ammessi al voto al momento della votazione."
Il Presidente comunica che si è, pertanto, provveduto ad accertare, tramite il sistema di rilevazione elettronico, se ricorra la fattispecie di esclusione dal voto prevista dal ricordato comma 7 dell'articolo 14 dello statuto.
Sulla base dei risultati forniti da tale sistema, il Presidente constata che il socio Fondazione Monte dei Paschi di Siena è in grado di esercitare, in base alle azioni depositate dagli azionisti presenti, il voto che esprime la maggioranza delle azioni presenti e ammesse al voto. Si procederà quindi ad escludere dal voto la Fondazione medesima ai fini dell'assumenda deliberazione, limitatamente a un numero di azioni che rappresentano la differenza più una azione fra il numero delle azioni ordinarie di detta Fondazione rientranti nel limite di legge e l’ammontare complessivo delle azioni ordinarie portate da parte dei rimanenti azionisti presenti e ammessi al voto al momento della votazione.
Il presidente pone in votazione la proposta del Consiglio di Amministrazione in merito all’approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2006, nonché la proposta di riparto dell’utile netto,
di cui xx Xxxxxx, su invito del Presidente, procedo a dare lettura come segue:
"Proposta di destinazione dell'utile e di distribuzione dividendi 2006.
Vi invitiamo ad approvare il bilancio dell'esercizio costituito dallo Stato Patrimoniale, dal Conto Economico, dal Prospetto delle Variazioni di Patrimonio Netto con la relativa movimentazione delle riserve, dal Rendiconto Finanziario e dalla Nota Integrativa, nonchè i relativi allegati e la Relazione sull'andamento della Gestione così come presentati dal Consiglio di Amministrazione, nel loro complesso e nelle singole appostazioni, e di attribuire l'utile dell'esercizio 2006 nei seguenti termini:
- Utile di esercizio Euro 867.902.899,54
- Residuo utile 2005 Euro 341.550,59
Euro 868.244.450,13
* alla Riserva Legale Euro 756.457,60
* alla Riserva Statutaria Euro 133.000.000,00
* alla Riserva Straordinaria Euro 215.000.000,00
- alla Riserva ex art. 13 D.Lgs n.124/93 Euro 1.077.032,22
Euro 518.410.960,31
Attribuzioni al Capitale:
- alle n. 9.432.170 azioni di risparmio (v.n. 6.319.553,90; val. unitario 0,67), in misura di Euro 0,1767 ad azione
Euro 1.666.664,44
- alle n. 565.939.729 azioni privilegiate (v.n. 379.179.618,43; val. unitario 0,67), in misura di Euro 0,1767 ad azione Euro 100.001.550,11
- alle n. 2.448.491.901 azioni ordinarie (v.n. 1.640.489.573,67; val. unitario 0,67), in misura di Euro 0,17 ad azione Euro 416.243.623,17
- alle n. 609.756 azioni Conver. Xxxxxx (v.n. 408.536,52 valore unitario 0,67) in misura di Euro 0,17 ad azione godimento da 27/9/2006 (gg.96) Euro 27.263,61
- alle n. 5.035.450 azioni Conver. Xxxxxx (v.n. 3.373.751,50 valore unitario 0,67) in misura di Euro 0,17 ad azione godimento da 29/9/2006 (gg.94) Euro 220.456,14
- Residuo utile da riportare a nuovo Euro 251.402,84.
Se la proposta di ripartizione dell'utile di esercizio otterrà la Vostra approvazione il patrimonio netto alla data di chiusura del bilancio 2006 sarà il seguente:
Capitale:
- azioni ordinarie 1.644.271.861,69
- azioni di risparmio 6.319.553,90
- azioni privilegiate 379.179.618,43
" | 2.029.771.034,02 |
Sovrapprezzo di emissione | 560.788.041,36 |
2.590.559.075,38 | |
Riserve di utili: | |
Riserva legale | 405.954.206,80 |
Riserva statutaria | 1.371.812.397,03 |
Riserva ex art. 13 L.124/93 | 7.697.294,58 |
Riserva Straordinaria | 1.651.615.945,90 |
Altre riserve | 576.219.031,64 |
Xxxxxxx X.Xxx 000/00 (Xxxxxx) | 318.638.917,57 |
Utili/perdite portati a nuovo | 251.402,84 |
Riserva di utili disponibili | FTA IAS differenze HFT, cambi, |
coperture (art. 7 comma 3 D.Lgs 38/2005) - 533.607.980,10 Riserva di utili disponibili FTA IAS storno fondi ammortamento (art. 7 comma 6 D.Lgs 38/2005) 18.941.876,84
Riserva di utili indisponibili residua da FTA IAS (art. 7 comma 7 D.Lgs 38/2005) - 405.714.950,59
Riserva di utili indisponibili FVO (art. 7 comma 7 D.Lgs
38/2005) | - 40.993.787,14 |
Altre riserve: | |
Riserva L.218/90 (Amato) | 163.793.855,16 |
Avanzo di fusione | 606.614.835,15 |
Riserva da valutazione | 398.109.175,58 |
Strumenti di capitale | 71.487.642,62 |
Azioni proprie | - 45.012.348,85 |
Totale | 7.156.366.590,41" |
Ultimata la lettura, il Presidente invita | gli azionisti che |
approvano la proposta ad alzare la mano; |
invita poi gli azionisti che non approvano la proposta ad alzare la mano;
invita, infine, gli azionisti che intendono astenersi ad alzare la mano.
Invita quindi gli azionisti a far rilevare elettronicamente il loro voto tramite il televoter, premendo, rispettivamente, il tasto "SI" per il voto favorevole, il tasto "NO" per il voto contrario ed il tasto "astenuto" per l'astensione.
Prega gli azionisti, dopo aver verificato la propria scelta sul display ("SI" – "NO" – "ASTENUTO") e, eventualmente, dopo averla corretta, di premere il tasto "INVIO".
Il Presidente, avuta comunicazione che tutti i presenti hanno espresso il loro voto, dichiara chiusa la votazione ed invita a procedere alle operazioni di spoglio.
Il Presidente, dato atto della presenza alla votazione - in proprio o per delega, alle ore quattordici e minuti ventuno (h
14 m 21) - di n. 255 azionisti o aventi diritto al voto per
azionisti, portatori di n. 1.623.396.391 azioni ordinarie, di cui n. 847.270.719 ammesse al voto, pari al 34,524180% del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto nell'Assemblea ordinaria, precisa che sulla base dei dati evidenziati dal sistema di rilevazione elettronica, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena è stata esclusa dal voto per n. 776.125.672 azioni ordinarie, che rappresentano la differenza più una azione fra n. 1.199.761.031 azioni ordinarie di detta Fondazione rientranti nel limite di legge e
n. 423.635.360 azioni ordinarie, pari all’ammontare complessivo delle azioni ordinarie portate da parte dei rimanenti azionisti presenti e ammessi al voto al momento della votazione.
Sempre il Presidente comunica come segue i risultati della votazione:
* favorevoli n. 842.038.317
(ottocentoquarantaduemilionitrentottomilatrecentodiciassette), pari al 99,382440% delle azioni ammesse alla votazione;
* contrari n. 790 (settecentonovanta), pari allo 0,000093% delle azioni ammesse alla votazione;
* astenuti n. 5.230.092
(cinquemilioniduecentotrentamilanovantadue), pari allo 0,617287% delle azioni ammesse alla votazione;
* non votanti n. 1.520 (millecinquecentoventi), pari allo 0,000179% delle azioni ammesse alla votazione.
Il Presidente dichiara, quindi, che la proposta è stata approvata con il voto favorevole di tanti soci portatori della maggioranza delle azioni ordinarie ammesse al voto e, pertanto, che l'Assemblea ha approvato il bilancio relativo all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2006 e la ripartizione dell'utile come da proposta del Consiglio di Amministrazione.
Il Presidente passa quindi a dare lettura del secondo ed ultimo punto all'Ordine del Giorno e della relativa relazione del Consiglio di Amministrazione:
"9) Deliberazioni in ordine all'acquisto e vendita di azioni proprie ex articoli 2357 e 2357 ter del Codice Civile." Interviene a questo punto il socio Prof. Aldo Bompani il quale, in primo luogo, dichiara di rinunciare al proprio intervento relativamente a tale secondo punto all'ordine del giorno e, in secondo luogo, propone di non procedere alla lettura della relazione del Consiglio di Amministrazione relativamente a tale argomento, trattandosi di delibera assunta ogni anno dall'assemblea ed essendo la suddetta relazione regolarmente depositata e contenuta nella cartellina
consegnata agli azionisti all'atto del ricevimento.
Il Presidente chiede all'assemblea se vi sono opposizioni alla proposta del Socio Prof. Bompani.
Nessuno si oppone.
Pertanto il Presidente dichiara aperta la discussione circa il secondo punto all’Ordine del Giorno per la parte ordinaria. Nessuno chiedendo la parola, il Presidente, ricordato quanto precedentemente illustrato circa le previsioni dell’art. 14, comma 7, dello statuto, constata che il socio Fondazione Monte dei Paschi di Siena è in grado di esercitare, in base alle azioni depositate dagli azionisti presenti, il voto che esprime la maggioranza delle azioni presenti e ammesse al voto. Dichiara quindi che si procederà ad escludere dal voto la Fondazione medesima ai fini dell'assumenda deliberazione, limitatamente a un numero di azioni che rappresentano la differenza più una azione fra il numero delle azioni ordinarie di detta Fondazione rientranti nel limite di legge e l’ammontare complessivo delle azioni ordinarie portate dai rimanenti azionisti presenti e ammessi al voto al momento della votazione.
Il Presidente pone in votazione la proposta del Consiglio di Amministrazione "Deliberazioni in ordine all’acquisto e vendita di azioni proprie ex artt. 2357 e 2357 ter del Codice Civile" di cui xx Xxxxxx, su invito del Presidente, procedo a dare lettura come segue:
"Signori Azionisti,
in considerazione di quanto esposto, alla luce del raggiungimento degli obiettivi a Voi indicati in occasione della precedente Assemblea ordinaria, e sulla base dell’esperienza positiva acquisita nel corso degli anni precedenti, in una fase di mercati caratterizzati da elevata volatilità, Vi invitiamo ad approvare la seguente proposta che sostituisce quella adottata, sulla stessa materia, dall’Assemblea del 29 Aprile 2006 anticipatamente rispetto alla scadenza dei previsti 18 mesi:
"L’Assemblea Ordinaria dei soci della Società, udita la proposta formulata dal Consiglio di Amministrazione,
DELIBERA:
1) di revocare, a far tempo dalla data della deliberazione assembleare medesima, per la parte non eseguita, la delibera relativa alla autorizzazione all'acquisto e alla disposizione di azioni proprie adottata dall'Assemblea ordinaria degli azionisti del 29 aprile 2006;
2) di autorizzare, ai sensi e per gli effetti dell’art. 2357 c.c., l’acquisto di azioni proprie della Banca, per il
quantitativo, al prezzo, nei termini e con le modalità di seguito riportate:
- l’acquisto può essere effettuato in una o più volte, entro
18 mesi dalla data della presente deliberazione;
- il prezzo minimo di acquisto delle azioni ordinarie non potrà essere inferiore per più del 30% al prezzo ufficiale fatto registrare dal titolo nella riunione di Borsa antecedente ogni singola operazione di acquisto. Il prezzo massimo di acquisto non potrà essere superiore per più del 5% al prezzo ufficiale fatto registrare dal titolo nella riunione di Borsa antecedente ogni singola operazione di acquisto;
- il numero massimo delle azioni acquistate non potrà essere complessivamente superiore a 50.000.000;
- gli acquisti di azioni proprie verranno effettuati nel rispetto delle disposizioni vigenti per le società quotate e cioè in conformità alle previsioni di cui agli artt. 132 del
D. Lgs. 58/98, 144 - bis del Regolamento 11971/99, nonché secondo le modalità stabilite dal regolamento di Borsa e di ogni altra norma applicabile ivi incluse le norme di cui alla Direttiva 2003/6/CE del 28 gennaio 2003 e le relative norme di esecuzione, comunitarie e nazionali;
3) di effettuare, ai sensi dell’art. 2357-ter, terzo comma, codice civile, ogni registrazione contabile necessaria o opportuna, in relazione alle operazioni sulle azioni proprie, nell'osservanza delle disposizioni di legge vigenti e degli applicabili principi contabili;
4) di autorizzare il Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell’art. 2357-ter, comma 1, c.c., la vendita di tutte o parte delle azioni proprie acquistate, anche prima di aver esaurito gli acquisti, in una o più volte, senza limiti temporali, esclusivamente sul mercato gestito da Borsa Italiana S.p.A. Il prezzo minimo di vendita non potrà essere inferiore per più del 5% al prezzo ufficiale fatto registrare dal titolo nella riunione di Borsa antecedente ogni singola operazione di vendita;
5) di conferire al Presidente del Consiglio di Amministrazione e ai Vice Presidenti ogni più ampio potere affinché, anche disgiuntamente tra loro, diano esecuzione alla presente deliberazione con facoltà di apportarvi le modifiche o integrazioni che fossero eventualmente richieste dalle Autorità competenti, intervenendo alla stipulazione di ogni atto inerente e conseguente all'assunzione della presente deliberazione e provvedendo in genere a tutto quanto sia richiesto per la completa attuazione della presente deliberazione con ogni potere a tal fine necessario, utile e
opportuno, nessuno escluso o eccettuato".
Ultimata la lettura, il Presidente invita gli azionisti che approvano la proposta ad alzare la mano;
invita poi gli azionisti che non approvano la proposta ad alzare la mano;
invita, infine, gli azionisti che intendono astenersi ad alzare la mano.
Invita quindi gli azionisti a far rilevare elettronicamente il loro voto tramite il televoter, premendo, rispettivamente, il tasto "SI" per il voto favorevole, il tasto "NO" per il voto contrario ed il tasto "astenuto" per l'astensione.
Prega gli azionisti, dopo aver verificato la propria scelta sul display ("SI" – "NO" – "ASTENUTO") ed eventualmente dopo averla corretta, di premere il tasto "INVIO".
Il Presidente, avuta comunicazione che tutti i presenti hanno espresso il loro voto, dichiara chiusa la votazione ed invita a procedere alle operazioni di spoglio.
Il Presidente, dato atto della presenza alla votazione - in proprio o per delega, alle ore quattordici e minuti trentadue (h 14 m 32) - di n. 242 azionisti o aventi diritto al voto per azionisti, portatori di n. 1.620.668.254 azioni ordinarie, di cui n. 841.814.445 ammesse al voto, pari al 34,301851% del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto nell'Assemblea ordinaria, precisa che sulla base dei dati evidenziati dal sistema di rilevazione elettronica, la Fondazione Monte dei Paschi di Siena è stata esclusa dal voto per n. 778.853.809 azioni ordinarie, che rappresentano la differenza più una azione fra n. 1.199.761.031 azioni ordinarie di detta Fondazione rientranti nel limite di legge e
n. 420.907.223 azioni ordinarie, pari all’ammontare complessivo delle azioni ordinarie portate da parte dei rimanenti azionisti presenti e ammessi al voto al momento della votazione.
Sempre il Presidente comunica come segue i risultati della votazione:
* favorevoli n. 838.387.886
(ottocentotrentottomilionitrecentottantasettemilaottocentottan tasei), pari al 99,592956% delle azioni ammesse alla votazione;
* contrari n. 0;
* astenuti n. 3.420.337, pari allo 0,406305% delle azioni ammesse alla votazione;
* non votanti n. 6.222, pari allo 0,000739% delle azioni ammesse alla votazione.
Dichiara, quindi, il Presidente che la proposta è stata
approvata con il voto favorevole di tanti soci portatori della maggioranza delle azioni ordinarie ammesse al voto e che, pertanto, l'assemblea ha approvato la proposta del Consiglio di Amministrazione sull'acquisto e vendita di azioni proprie ex articoli 2357 e 2357 ter del Codice Civile.
Il Presidente constata che è stata esaurita la trattazione del secondo ed ultimo punto posto all'ordine del giorno.
Il Presidente dichiara che, in conformità alle disposizioni regolamentari emanate dalla CONSOB e già più volte richiamate, saranno allegati al verbale dell’Assemblea:
(i) l’elenco degli azionisti intervenuti alla riunione, con l’indicazione se in proprio o per delega (eventualmente degli usufruttuari e creditori pignoratizi nonché riportatori) e delle azioni possedute;
(ii) l’indicazione analitica delle partecipazioni alle singole votazioni, con indicazione di coloro che si sono allontanati prima di ciascuna votazione, ed il dettaglio dei voti espressi in ognuna di esse;
(iii) copia del bilancio approvato.
Non essendovi altro da deliberare e nessuno chiedendo la parola il Presidente dichiara chiusi i lavori assembleari alle ore quattordici e minuti trentacinque (h 14 m 35), ringraziando gli intervenuti.
In conformità alle disposizioni regolamentari emanate dalla CONSOB, vengono allegati alla presente verbalizzazione:
- sotto la lettera "C" l’elenco delle azionisti intervenuti in assemblea, con l’indicazione se in proprio o per delega, (eventualmente degli usufruttuari e creditori pignoratizi nonché riportatori), dei delegati, delle azioni rispettivamente possedute e di coloro che erano presenti al momento dell'apertura dell'assemblea con individuazione di coloro che hanno fatto ingresso o si sono allontanati prima di ciascuna votazione;
- sotto la la lettera "D" l’indicazione analitica dei voti espressi nella prima votazione relativa all'approvazione del Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2006;
- sotto la lettera "E" l'indicazione analitica dei voti espressi nella seconda votazione relativa all'acquisto e vendita di azioni proprie;
- sotto la lettera "F" il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2006.
Il comparente mi ha dispensato dalla lettura degli allegati, dichiarando di ben conoscerne il contenuto.
Richiesto io Notaio ho ricevuto il presente atto, in massima parte scritto da persona di mia fiducia e per la restante