Capitolo 1. - PRINCIPI GENERALI
Capitolo 1. - PRINCIPI GENERALI
5. DEFINIZIONI
Nella redazione del bilancio si applicano le definizioni (attività finanziarie, portafoglio di negoziazione, strumenti derivati, fiscalità differita ecc.) stabilite nei principi contabili internazionali nonché quelle di seguito indicate.
5.1 Banche
Rientrano in questa categoria:
a) le banche comunitarie autorizzate dalle competenti autorità di vigilanza e incluse nell'elenco di cui all'art. 20, paragrafo 2 della direttiva 2013/36/UE;
b) le banche extracomunitarie autorizzate dalle competenti autorità di vigilanza ad esercitare l'attività di banca come definita dall'art. 4, paragrafo 1, punto 1, del regolamento (UE) n.575/2013 (di seguito “regolamento”);
c) le banche centrali;
d) gli organismi internazionali a carattere bancario assoggettati a ponderazione nulla o trattati come le banche secondo le vigenti disposizioni di vigilanza.
5.2 Banche Centrali
Vi rientra anche la Banca Centrale Europea.
5.3 Governi
Rientrano convenzionalmente in questa categoria anche il Fondo Monetario Internazionale, la Banca dei Regolamenti Internazionali, l’Unione Europea, il meccanismo europeo di stabilità, il fondo europeo di stabilità finanziaria, le istituzioni finanziarie internazionali di cui all’art. 118, lettera f) del regolamento.
5.4 Clientela
Rientrano in questa categoria tutti i soggetti diversi dalle banche.
5.5 Società finanziarie
Rientrano in questa categoria:
a) le società di gestione del risparmio e le SICAV di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58;
b) le società finanziarie capogruppo dei gruppi bancari iscritti nell'albo di cui all'art. 64 del T.U.B.;
c) le società di intermediazione mobiliare di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo Unico dell’intermediazione finanziaria, di seguito “T.U.F.”);
d) i soggetti operanti nel settore finanziario previsti dai titoli V e V-bis del T.U.B. nonché le società esercenti altre attività finanziarie indicate nell'art. 59, comma 1, lett. b), dello stesso T.U.B.;
e) le società finanziarie estere che svolgono attività analoghe a quelle esercitate dalle società di cui alle lettere precedenti.
5.6 Gruppo Bancario
Con il termine “gruppo bancario” si indica il gruppo di società bancarie, finanziarie e strumentali iscritto nell’albo previsto dall’art. 64 del T.U.B.. Ai fini delle informative contenute nella parti E ed F (limitatamente alla sezione 2) nel “gruppo bancario” rientrano convenzionalmente anche le società bancarie, finanziarie e strumentali consolidate con il metodo proporzionale ai fini di vigilanza.
5.7 Crediti
Con il termine “crediti” si indica il portafoglio di strumenti finanziari, inclusi i titoli di debito, non quotati che lo IAS 39 denomina “finanziamenti e crediti” (“loans and receivables”).
5.8 Crediti e debiti "a vista"
Sono considerati crediti e debiti “a vista” le disponibilità che possono essere ritirate da parte del creditore in qualsiasi momento senza preavviso o con un preavviso di 24 ore o di un giorno lavorativo. Il periodo di preavviso è quello compreso fra la data in cui il preavviso stesso viene notificato e la data in cui diventa esigibile il rimborso.
Rientrano tra i crediti e i debiti “a vista" anche quelli con vincolo contrattuale di scadenza pari a 24 ore o a un giorno lavorativo.
5.9 Finanziamenti
Con il termine “finanziamenti” si indicano le attività e le passività finanziarie per cassa diverse dai titoli di debito, dai titoli di capitale e dalle quote di O.I.C.R. (organismi di investimento collettivo del risparmio). Rientrano nella categoria dei finanziamenti i contratti assicurativi di capitalizzazione e le polizze assicurative di natura finanziaria (ad esempio, “unit-linked” e “index-linked”) qualora rappresentino strumenti finanziari non negoziabili; se invece rappresentano strumenti negoziabili sono classificati tra i titoli di debito.
5.10 Pronti contro termine
Ai fini del bilancio, non rientrano in tale categoria le operazioni di pronti contro termine in cui il titolo sottostante è stato emesso dalla medesima controparte che cede il titolo. Tali operazioni hanno ad oggetto il titolo emesso dal cedente, precedentemente riacquistato da quest’ultimo, con impegno di rimborso alla scadenza dell’operazione in esame.
5.11 Prestito titoli
Rientrano in tale categoria anche le operazioni di prestito titoli nelle quali il prestatario costituisce a favore del prestatore una garanzia in contante mediante accensione di un deposito intestato al prestatore indisponibile per tutta la durata del prestito.
5.12 Derivati finanziari
Con il termine “derivati finanziari” si fa riferimento agli strumenti derivati, diversi dai derivati su crediti, come definiti dallo IAS 39.
Nella presente categoria rientrano ad esempio:
a) i contratti di compravendita non ancora regolati (a pronti o a termine) di titoli e di valute, sono esclusi i contratti di compravendita a pronti da regolare nei tempi previsti dalle prassi di mercato (c.d. “regular way”);
b) i contratti derivati con titolo sottostante (“futures" e “options" con titolo sottostante, contratti a premio);
c) i contratti derivati su valute (“domestic currency swaps”, “currency options” ecc.);
d) i contratti derivati senza titolo sottostante collegati a tassi di interesse, a indici o ad altre attività (“futures" senza titolo sottostante, “interest rate options", “forward rate agreements", “interest rate swaps" ecc.).
Per i contratti derivati di cui alle lettere b), c) e d) valgono le seguenti definizioni:
1) “future": il contratto derivato standardizzato con il quale le parti si impegnano a scambiare a una data prestabilita determinate attività oppure a versare o a riscuotere un importo determinato in base all'andamento di un indicatore di riferimento;
2) “opzione": il contratto derivato che attribuisce a una delle parti, dietro il pagamento di un corrispettivo detto premio, la facoltà - da esercitare entro un dato termine o alla scadenza di esso - di acquistare o di vendere determinate attività a un certo prezzo oppure di riscuotere un importo determinato in base all'andamento di un indicatore di riferimento;
3) “forward rate agreement" (FRA): il contratto derivato con il quale le parti si impegnano a versare o a riscuotere a una data prestabilita un importo determinato in base all'andamento di un indicatore di riferimento;
4) “interest rate swap" (IRS): il contratto derivato con il quale le parti si impegnano a versare o a riscuotere a date prestabilite importi determinati in base al differenziale di tassi di interesse diversi;
5) “domestic currency swap": il contratto derivato con il quale le parti si impegnano a versare o a riscuotere a una data prestabilita un importo determinato in base al differenziale del tasso di cambio contrattuale e di quello corrente alla data di scadenza dell'operazione;
6) "currency interest rate swap": il contratto derivato con il quale le parti si impegnano, all’inizio e al termine del contratto, a scambiare flussi monetari (capitale) espressi in due diverse valute e, periodicamente, a versare o a riscuotere importi determinati in base ai tassi di interesse espressi nelle due anzidette valute.
5.13 Derivati creditizi
Con il termine “derivati creditizi” si indicano quei contratti derivati che perseguono la
finalità di trasferire il rischio di credito sottostante a una determinata attività (c.d. “reference obligation”) dal soggetto che acquista protezione (c.d. “protection buyer”) al soggetto che vende protezione (c.d. “protection seller”). In tali operazioni l’oggetto della transazione è rappresentato dal rischio di credito in capo a un prenditore finale di fondi (“reference entity”) (5).
In via generale è possibile distinguere tre categorie di derivati su crediti:
a) i contratti (“credit default swap”, ecc.) nei quali l’obbligo per il “protection seller” di adempiere all’obbligazione prevista dal contratto si ha al verificarsi di un determinato “credit event” (6);
b) contratti (“credit spread option”, “credit spread swap”) nei quali l’obbligo ad adempiere del “protection seller” dipende dall’andamento di mercato della “reference obligation”;
c) contratti (ad esempio, “total rate of return swap”) nei quali il “protection buyer” e il “protection seller” si scambiano, rispettivamente, l’ammontare complessivo dei flussi di cassa generati dalla “reference obligation” e i flussi di cassa legati a un tasso di interesse di mercato maggiorato o diminuito di un determinato “spread” (“reference rate”).
Per i contratti sopra indicati valgono le seguenti definizioni:
1) Il “credit default product” è un contratto con il quale il “protection seller” assume il rischio di credito relativo a una determinata attività (“reference obligation”) dietro corresponsione di un premio da parte del “protection buyer”. Il “protection seller” si impegna a pagare al “protection buyer”, nel caso in cui si verifichi un “credit event”, un importo pari :
• al deprezzamento della “reference obligation” rispetto al suo valore iniziale (“cash settlement variable”);
• all’intero valore nozionale della “reference obligation” in cambio della consegna (“physical delivery”) della stessa o di altro strumento finanziario equivalente (“deliverable obligation”) indicato nel contratto;
• a un ammontare fisso predeterminato (“binary payout”).
2) Le “credit-linked notes” (CLN) possono assimilarsi a titoli emessi dal “protection buyer” o da una società veicolo i cui detentori (“protection seller”) – in cambio di un rendimento pari alla somma del rendimento di un titolo (generalmente “risk-free”) di pari durata e del premio ricevuto per la copertura del rischio di credito sulla “reference obligation” – assumono il rischio di perdere (totalmente o parzialmente) il capitale a scadenza ed il connesso flusso di interessi al verificarsi di un “credit event” relativo alla “reference entity”. Nella sostanza le CLN sono costituite dalla combinazione di un “titolo ospite” e di un derivato su crediti.
3) Il “credit spread option” (CSO) è un contratto con il quale il “protection buyer” si riserva il diritto, dietro pagamento di un premio, di riscuotere dal “protection seller” una
5 “Reference entity” è il soggetto o il Paese (nel caso di rischio sovrano) cui si riferisce la “reference obligation”.
6 L’evento che, secondo quanto concordato dalle parti, determina l’obbligo da parte del “protection seller” di adempiere all’obbligazione prevista dal contratto. Esso può verificarsi ad esempio al momento del fallimento del debitore (“bankruptcy”) o a seguito di un certo numero di mancati pagamenti (“failure to pay”).
somma dipendente dalla differenza positiva tra lo “spread” di mercato e quello fissato nel contratto (“strike spread”) applicata al valore nozionale della “reference obligation”.
4) Il “credit spread swap” (CSS) è un contratto con il quale il “protection buyer” acquisisce il diritto di riscuotere dal “protection seller”, alla data di scadenza del contratto stesso, una somma corrispondente alla differenza positiva tra lo “spread” di mercato corrente a tale data e quello fissato nel contratto (“strike spread”) applicata al valore nozionale della “reference obligation” ed assume parallelamente l’obbligo di versare al “protection seller” il controvalore della differenza negativa tra i due “spread”.
5) Il “total rate of return swap” (TROR) è un contratto con il quale il “protection buyer” (detto anche “total return payer”) si impegna a cedere tutti i flussi di cassa generati dalla “reference obligation” al “protection seller” (detto anche “total return receiver”) il quale trasferisce in contropartita al “protection buyer” flussi di cassa collegati all’andamento del “reference rate”. Alle date di pagamento dei flussi di cassa cedolari (oppure alla data di scadenza del contratto) il “total return payer” corrisponde al “total return receiver” l’eventuale apprezzamento della “reference obligation”; nel caso di deprezzamento della “reference obligation” sarà invece il “total return receiver” a versare il relativo controvalore al “total return payer”. In sostanza, il TROR configura un prodotto finanziario strutturato, costituito dalla combinazione di un derivato su crediti e di un derivato su tassi di interesse (“interest rate swap”).
In bilancio i derivati creditizi sono trattati come i derivati finanziari oppure come garanzie finanziarie, sulla base di quanto previsto dallo IAS 39.
5.14 Operazioni “fuori bilancio”
La locuzione “operazioni fuori bilancio” indica l’insieme dei derivati, creditizi e finanziari, delle garanzie rilasciate e degli impegni irrevocabili a erogare fondi.
5.15 Attività e passività in valuta
Tra le attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) in valuta devono figurare, oltre quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall'euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell'euro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.
5.16 Strumenti finanziari strutturati
Si definiscono “strumenti finanziari strutturati” gli strumenti finanziari per cassa che contengono uno o più derivati incorporati che soddisfano le condizioni stabilite dallo IAS 39 per il loro scorporo dal contratto “ospite”.
5.17 Sofferenze
La definizione di “sofferenza” corrisponde a quella stabilita dalle vigenti segnalazioni di vigilanza.
5.18 Esposizioni incagliateInadempienze probabili
La definizione di “esposizione incagliatainadempienza probabile” corrisponde a quella stabilita dalle vigenti segnalazioni di vigilanza.
5.19 Esposizioni ristrutturateoggetto di concessioni
La definizione di “esposizione ristrutturataoggetto di concessione” corrisponde a quella stabilita dalle vigenti segnalazioni di vigilanza.
5.20 Esposizioni scadute
Le “esposizioni scadute” corrispondono alle esposizioni scadute e/o sconfinanti classificate come deteriorate secondo la definizione prevista nelle vigenti segnalazioni di vigilanza.
5.21 Esposizioni deteriorate
Esposizioni che presentano le caratteristiche di cui ai parr. 58-62 dello IAS 39. Nel caso delle società bancarie e finanziarie appartenenti a un gruppo bancario le attività deteriorate corrispondono alla somma di sofferenze, incagliinadempienze probabili, esposizioni ristrutturate, esposizioni scadute deteriorate.
5.22 Originator
Con il termine “originator” si indica il soggetto che nelle operazioni di cartolarizzazione cede alla “società veicolo” le esposizioni oggetto di cartolarizzazione.
5.23 Operazioni di cartolarizzazione: esposizioni senior, mezzanine e junior
La categoria “senior” indica le esposizioni nei confronti delle cartolarizzazioni che sono rimborsate per prime. La categoria “junior” indica le esposizioni verso le cartolarizzazioni che sono rimborsate per ultime (tali esposizioni sono quelle che coprono le prime perdite prodotte dall’operazione di cartolarizzazione). Nella categoria “mezzanine” figurano le esposizioni aventi priorità intermedie, ancorché tra loro differenziate, di rimborso (7).
5.24 Attività materiali
Le “attività materiali” comprendono sia gli immobili, gli impianti e i macchinari e le altre attività materiali disciplinate dallo IAS 16 sia gli investimenti immobiliari (terreni e fabbricati) disciplinati dallo IAS 40. Sono incluse le attività oggetto di operazioni di locazione finanziaria (per i locatari) e di leasing operativo (per i locatori) nonché le migliorie
7 A titolo di esempio, si ipotizzi che a fronte di un’operazione di cartolarizzazione vengano emessi titoli di tipologie differenti A, B, C, D ordinati per priorità decrescente di rimborso. In tal caso nelle esposizioni “senior” vanno ricondotti i titoli di tipo A (priorità massima nel rimborso), nelle esposizioni “mezzanine” vanno indicati i titoli di tipo B e C (priorità intermedie, ancorché tra loro differenziate, di rimborso), nelle esposizioni di tipo “junior” figurano i titoli di tipo D.
e le spese incrementative sostenute su beni di terzi purché relative ad attività materiali identificabili e separabili (es. ATM).
5.25 Attività immateriali
Le “attività immateriali” comprendono l’avviamento e le altre attività immateriali disciplinate dallo IAS 38. Sono incluse le attività oggetto di operazioni di locazione finanziaria (per i locatari) e di leasing operativo (per i locatori).
5.26 Partecipazioni
Per “partecipazioni” si intendono le partecipazioni in società controllate (IFRS 10), in società sottoposte a controllo congiunto (IAS 28 e IFRS 11) nonché quelle in società sottoposte a influenza notevole (IAS 28).
5.27 Accordo a controllo congiunto (“joint arrangement”)
Un accordo del quale due o più parti detengono il controllo congiunto.
5.28 Attività a controllo congiunto (“joint operation”)
Un accordo a controllo congiunto in base al quale le parti che detengono il controllo congiunto hanno diritti sulle attività e obbligazioni per le passività relative all’accordo.
5.29 Entità Strutturate
Un’entità strutturata è un’entità configurata in modo tale che i diritti di voto o diritti similari non rappresentano il fattore preponderante per stabilire chi controlla l’entità, come nel caso in cui i diritti di voto facciano soltanto riferimento ad attività amministrative e le attività rilevanti siano condotte attraverso accordi contrattuali.
5.30 Rettifiche di valore e riprese di valore
Le rettifiche di valore consistono nella svalutazione o nell’ammortamento delle attività diverse da quelle valutate al fair value con iscrizione delle variazioni di valore nel conto economico (attività finanziarie detenute per la negoziazione, attività finanziarie valutate al fair value). Rientrano convenzionalmente in tale nozione anche gli accantonamenti effettuati a fronte di garanzie rilasciate (inclusi i derivati su crediti ad essi assimilati ai sensi dello IAS 39) o di impegni a erogare fondi assunti nei confronti di terzi. Le riprese di valore consistono nel ripristino di valore – dovuto sia al miglioramento del merito creditizio del debitore sia al trascorrere del tempo – delle attività, delle garanzie rilasciate (inclusi i derivati su crediti ad essi assimilati ai sensi dello IAS 39) e degli impegni precedentemente svalutati.
5.31 Attività e passività subordinate
Hanno carattere subordinato le attività e le passività, rappresentate o meno da titoli, il cui diritto al rimborso, nel caso di liquidazione dell'ente emittente o di sua sottoposizione ad
altra procedura concorsuale, può essere esercitato da parte del creditore solo dopo quelli degli altri creditori non egualmente subordinati. Sono esclusi gli strumenti patrimoniali che secondo i principi contabili internazionali hanno caratteristiche di patrimonio netto.
5.32 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
Rientrano in tale definizione le attività (materiali, immateriali e finanziarie) non correnti e i gruppi di attività (rami d’azienda, linee di produzione ecc.) in via di dismissione come disciplinati dall’IFRS 5.
Tale aggregato è composto da:
(a) singole attività non correnti o gruppi di attività che non soddisfano i requisiti stabiliti dall’IFRS 5 per essere qualificati come “unità operative dimesse” ("discontinued operations"). Tali attività sono indicate convenzionalmente con la locuzione “singole attività”;
(b) le "unità operative dismesse". Questi gruppi sono indicati con la locuzione “gruppi di attività in via di dismissione”.
5.33 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente
Le attività e passività valutate al fair value su base ricorrente sono quelle per le quali gli IFRS richiedono o permettono la valutazione al fair value in bilancio alla data di chiusura di ogni esercizio (cfr. IFRS 13, par 93(a)).
5.34 Attività e passività valutate al fair value su base non ricorrente
Le attività e passività valutate al fair value su base non ricorrente sono quelle per le quali gli IFRS richiedono o permettono la valutazione al fair value in bilancio in particolari circostanze (8) (cfr. IFRS 13, par 93(a)).
5.35 Gerarchia del fair value
Le valutazioni al fair value sono classificate sulla base di una gerarchia di livelli che riflette la significatività degli input utilizzati nelle valutazioni. Si distinguono i seguenti livelli:
(a) quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo – secondo la definizione data dal IFRS 13 (livello 1);
(b) input diversi dai prezzi quotati di cui al punto precedente, che sono osservabili direttamente (prezzi) o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato (livello 2);
(c) input che non sono basati su dati di mercato osservabili (livello 3).
5.36 Obbligazioni bancarie garantite (“covered bond”)
Le operazioni di emissione di obbligazioni bancarie garantite (c.d. covered bond) presentano uno schema operativo basato sui seguenti soggetti:
8 Ad esempio, quando una banca valuta un’attività posseduta per la vendita al fair value al netto dei costi di vendita, in conformità all’IFRS 5.
− banca originator, che cede a una società veicolo attivi idonei (crediti e titoli), costituenti patrimonio separato ai sensi e per effetto della l. 130/99 e destinati al soddisfacimento dei portatori dei covered bond;
− società veicolo, il cui oggetto esclusivo è rappresentato dall’acquisto degli attivi ceduti dall’originator e dalla prestazione di garanzia a favore dei sottoscrittori i covered bond;
− banca finanziatrice, che concede alla società veicolo il finanziamento subordinato finalizzato all’acquisto degli attivi della banca originator;
− banca emittente i covered bond.
Nelle strutture più semplici, le figure della banca originator, della banca finanziatrice e della banca emittente coincidono nel medesimo soggetto. Strutture di emissione più complesse, tipicamente realizzate in un’ottica di gruppo, possono invece prevedere che le citate figure non coincidano; ulteriori elementi di complessità possono essere rappresentati dalla circostanza che le banche originator sia più di una (c.d. operazioni “multi-originator”).
5.37 Controparti centrali
Soggetti che si interpongono legalmente tra le controparti di contratti negoziati su uno o più mercati finanziari agendo come acquirenti nei confronti di ciascun venditore e come venditori nei confronti di ciascun compratore.
5.38 Accordi-quadro di compensazione o accordi similari
Vi rientrano, a titolo di esempio, gli accordi di compensazione su derivati, le operazioni di pronti contro termine che rispettano gli standard internazionali TBMA/ISDA - global master repurchase agreements -, le operazioni di prestito titoli che rispettano gli standard internazionali TBMA/ISDA - global master securities lending agreements -, e tutti i diritti sulle garanzie reali finanziarie a essi correlati, indipendentemente dal fatto che siano soddisfatti i requisiti per la compensazione in bilancio ai sensi dello IAS 32, paragrafo 42.
Capitolo 2. - IL BILANCIO DELL'IMPRESA
Parte B - INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE ATTIVO
SEZIONE 1 – CASSA E DISPONIBILITÀ LIQUIDE
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell'attivo relativo alla voce 10.
1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione
La voce “depositi liberi presso Banche Centrali” non include la riserva obbligatoria (da ricondurre nella voce 60 dell'attivo "crediti verso banche").
SEZIONE 2 – ATTIVITÀ FINANZIARIE DETENUTE PER LA NEGOZIAZIONE
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 20.
Le attività cedute che non soddisfano le condizioni previste dallo IAS 39 per essere cancellate dal bilancio (“cedute non cancellate”) e le attività deteriorate devono essere ricondotte nelle pertinenti forme tecniche.
2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica
Nella voce “titoli di debito” sono compresi anche i certificati di deposito e i buoni fruttiferi.
Le operazioni “pronti contro termine” attive includono sia le operazioni con obbligo di rivendita a termine da parte del cessionario delle attività oggetto della transazione sia le operazioni che prevedono la facoltà per il cessionario di rivendita a termine (queste ultime nella misura in cui le attività sottostanti non soddisfino le condizioni previste dallo IAS 39 per essere cancellate dal bilancio del cedente).
Nella voce “titoli di capitale” va inserito il “di cui: valutati al costo” (convenzionalmente nella colonna “livello 3”), laddove il relativo importo sia rilevante. In tal caso, in calce alla tabella va rassegnata l’informativa di cui all’IFRS 7, par. 30.
Nelle sottovoci “derivati finanziari: connessi con la fair value option” e “derivati creditizi: connessi con la fair value option” figurano i derivati gestionalmente collegati con attività e/o passività valutate al fair value, secondo quanto previsto dallo IAS 39, paragrafo 9.
Nella sottovoce "derivati finanziari: altri" figurano i derivati enucleati da strumenti finanziari strutturati i cui strumenti “ospite” sono stati classificati in portafogli diversi da quello di negoziazione nonché da quello valutato al fair value.
Nella sottovoce 1.1. “Titoli di debito – titoli strutturati” va indicato, con riferimento a titoli strutturati non oggetto di scorporo della componente derivativa in quanto valutati al fair value, il fair value del titolo nella sua interezza (titolo “ospite” più derivato incorporato).
Il saldo positivo derivante dalla compensazione tra contratti derivati effettuata ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42 va convenzionalmente attribuito alla voce 1 “Derivati finanziari” e/o alla voce 2 “Derivati creditizi” sulla base innanzitutto del livello gerarchico di fair value partendo dal livello 3 e a parità di livello, si considera la natura dello strumento derivato
(derivato finanziario o derivato creditizio) (1)
In calce alla tabella occorre fornire, se d’importo rilevante, il dettaglio delle varie tipologie di titoli (“credit linked notes", "reverse floater", ecc.) che compongono la sottovoce "titoli di debito: titoli strutturati”.
In calce alla tabella con riferimento alle società sottoposte a influenza notevole o controllate congiuntamente incluse nella voce "titoli di capitale", laddove tali interessenze sono significative per la banca segnalante, va anche fornita l’informativa prevista dall’IFRS 12 paragrafi 20-23 e B12, B15, B18 e B19.
2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti
La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti (per i titoli) deve essere effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dal fascicolo “Classificazione della clientela per settori e gruppo di attività economica” edito dalla Banca d’Italia.
Occorre fornire la composizione per principali categorie di fondi (azionario, obbligazionario, ecc.) della voce "quote di O.I.C.R", se d'importo rilevante.
In calce alla tabella occorre fornire il dettaglio dei titoli di capitale emessi da soggetti che la banca classifica a sofferenza o a incaglioinadempienza probabile, corredato delle svalutazioni cumulate e di quelle effettuate nell’esercizio.
2.3 Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue
Nella sottovoce B.3 "altre variazioni" degli "Aumenti" va convenzionalmente rilevato l'importo degli "scoperti tecnici" (posizione corta su titoli) di fine periodo.
Nella sottovoce C.4 "altre variazioni" delle "Diminuzioni" va convenzionalmente rilevato l'importo degli "scoperti tecnici" (posizione corta su titoli) di inizio periodo.
Le variazioni positive di fair value non devono essere compensate con le variazioni negative di fair value.
In caso di operazioni di aggregazione aziendale effettuate nel corso dell'esercizio, occorre inserire fra gli “Aumenti” (acquisti) o fra le “Diminuzioni” (vendite) una specifica evidenza con la dizione “operazioni di aggregazione aziendale”.
SEZIONE 3 – ATTIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 30.
1 Ad esempio, si ipotizzi che si abbiano derivati finanziari con valore positivo pari a 10 e derivati creditizi valore con positivo pari a 8, tutti di livello 3 di fair value; si ipotizzi altresì che tali derivati siano oggetto di compensazione, ai sensi dello IAS 32 paragrafo 42, con derivati finanziari aventi fair value negativo pari a -3. In tal caso, il saldo netto pari a 15 (18-3) va ripartito indicando 7 (10-3) per i derivati finanziari e 8 per i derivati creditizi. Si ipotizzi inoltre che sia presente un ulteriore derivato creditizio avente fair value negativo pari a -10; in tal caso, il saldo netto pari a 5 (18-13) va interamente imputato ai derivati finanziari. Qualora invece il fair value negativo di quest’ultimo derivato creditizio sia pari a -6 il saldo netto pari a 9 (18-9) andrà imputato per 7 (10-3) ai derivati finanziari e per 2 (8-6) ai derivati creditizi.
Le attività cedute che non soddisfano le condizioni previste dallo IAS 39 per essere cancellate dal bilancio (“cedute non cancellate”) e le attività deteriorate devono essere ricondotte nelle pertinenti forme tecniche.
3.1 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica
Nella voce "titoli di debito" figurano anche i certificati di deposito e i buoni fruttiferi.
Nella sottovoce 1.1. “Titoli di debito – titoli strutturati” va indicato, con riferimento a titoli strutturati non oggetto di scorporo della componente derivativa in quanto valutati al fair value, il fair value del titolo nella sua interezza (titolo ospite più derivato incorporato).
Nella voce “titoli di capitale” va inserito il “di cui: valutati al costo”, laddove il relativo importo sia rilevante. In tal caso, in calce alla tabella va rassegnata l’informativa di cui all’IFRS 7, par. 30.
In calce alla tabella:
con riferimento alle società sottoposte a influenza notevole o controllate congiuntamente incluse nella voce "titoli di capitale", laddove tali interessenze sono significative per la banca segnalante, va anche fornita l’informativa prevista dall’IFRS 12 paragrafi 20-23 e B12, B15, B18 e B19.
vanno indicate le finalità di utilizzo della c.d. “fair value option” (“coperture naturali”, strumenti finanziari strutturati, portafogli di attività finanziarie gestiti internamente sulla base del fair value) e gli importi delle relative attività finanziarie interessate.
va fornita l’informativa di cui all’IFRS 7, par. 9, lettere b), c) e d), e par. 11.
3.2 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti
La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti (per i titoli) deve essere effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dal fascicolo “Classificazione della clientela per settori e gruppo di attività economica” edito dalla Banca d’Italia.
Occorre fornire la composizione per principali categorie di fondi (azionario, obbligazionario, ecc.) della voce "quote di O.I.C.R", se d'importo rilevante.
In calce alla tabella occorre fornire il dettaglio dei titoli di capitale emessi da soggetti classificati a sofferenza o a incaglioinadempienza probabile, corredato delle svalutazioni cumulate e di quelle effettuate nell’esercizio.
3.3 Attività finanziarie valutate al fair value: variazioni annue
Nella sottovoce B.3 "altre variazioni" degli "Aumenti" va convenzionalmente rilevato l'importo degli "scoperti tecnici" (posizione corta su titoli) di fine periodo.
Nella sottovoce C.4 "altre variazioni" delle "Diminuzioni" va convenzionalmente rilevato l'importo degli "scoperti tecnici" (posizione corta su titoli) di inizio periodo.
In caso di operazioni di aggregazione aziendale effettuate nel corso dell'esercizio, occorre inserire fra gli “aumenti” (acquisti) o fra le “diminuzioni” (vendite) una specifica evidenza con la dizione “operazioni di aggregazione aziendale”.
Le variazioni positive di fair value non devono essere compensate con le variazioni negative di fair value.
SEZIONE 4 – ATTIVITÀ FINANZIARIE DISPONIBILI PER LA VENDITA
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 40.
Le attività cedute che non soddisfano le condizioni previste dallo IAS 39 per essere cancellate dal bilancio (“cedute non cancellate”) e le attività deteriorate devono essere ricondotte nelle pertinenti forme tecniche.
4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica
Nella voce "titoli di debito" figurano anche i certificati di deposito e i buoni fruttiferi.
Nella sottovoce "titoli di debito: titoli strutturati" va ricondotto il valore del titolo "ospite" dopo lo scorporo del derivato implicito.
Relativamente ai titoli di capitale valutati al costo va rassegnata l’informativa di cui all’IFRS 7, par. 30.
4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti
La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti (per i titoli) deve essere effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dal fascicolo “Classificazione della clientela per settori e gruppo di attività economica” edito dalla Banca d’Italia.
Occorre fornire la composizione per principali categorie di fondi (azionario, obbligazionario, ecc.) della voce "quote di O.I.C.R", se d'importo rilevante.
In calce alla tabella occorre fornire il dettaglio dei titoli di capitale emessi da soggetti classificati a sofferenza o a incaglioinadempienza probabile, corredato delle svalutazioni cumulate e di quelle effettuate nell’esercizio.
4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica
Occorre indicare, ove rilevante, l'ammontare delle attività coperte ed i profili di rischio oggetto di copertura.
4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue
In caso di operazioni di aggregazione aziendale effettuate nel corso dell'esercizio, occorre inserire fra gli “aumenti” (acquisti) o fra le “diminuzioni” (vendite) una specifica evidenza con la dizione “operazioni di aggregazione aziendale”.
Le riprese di valore “imputate a patrimonio netto” costituiscono lo "storno" di riserve negative da valutazione effettuato a seguito dell'iscrizione di un corrispondente importo nelle “rettifiche di valore” nel conto economico. Nel caso dei titoli di capitale le riprese di valore “imputate a patrimonio netto” possono anche derivare da precedenti “rettifiche di valore” imputate a conto economico. Le rettifiche di valore “imputate a patrimonio netto” rappresentano la riduzione delle riserve positive da valutazione registrata, a seguito della svalutazione per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita, eccedente quella iscritta nelle “rettifiche di valore” nel conto economico.
Nella colonna "copertura specifica di fair value - più rischi" figurano i derivati di copertura simultanea di più rischi (es. currency interest rate swap e total rate of return swap).
Relativamente alle operazioni di copertura degli investimenti esteri si precisa che il fair value dello strumento di copertura va rilevato in corrispondenza: a) della voce “altre operazioni” quando si riferisce a una partecipazione (di controllo esclusivo, di controllo congiunto ecc.); in tale voce confluiscono anche il fair value dei derivati che coprono i finanziamenti che ai sensi dello IAS 21 costituiscono parte dell’investimento estero; b) della voce “portafoglio di attività e passività” quando si riferisce a una filiale (giuridicamente non distinta dalla banca).
SEZIONE 9 – ADEGUAMENTO DI VALORE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE OGGETTO DI COPERTURA GENERICA
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 90.
9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti
L’adeguamento positivo non deve essere compensato con quello negativo.
Se le variazioni di fair value delle attività coperte non possono essere correttamente attribuite ai diversi portafogli (crediti, attività disponibili per la vendita), l’adeguamento positivo (negativo) va indicato nella sottovoce "adeguamento positivo (negativo): complessivo".
SEZIONE 10 – LE PARTECIPAZIONI
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 100.
Nella sezione va fornito l’importo dei titoli di capitale emessi da soggetti classificati a sofferenza o a incaglioinadempienza probabile, corredato delle relative svalutazioni complete e di quelle effettuate nell’esercizio.
10.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi
Per ciascuna società partecipata occorre indicare la denominazione, la sede, la quota di partecipazione nonché la disponibilità di voti nell’assemblea ordinaria, distinguendo tra voti effettivi e voti potenziali. La disponibilità dei voti va indicata solo se differente dalla quota di xxxxxxxxxxxxxx.Xx fair value delle partecipazioni va indicato solo per i titoli quotati.
10.2 Partecipazioni significative: valore di bilancio, fair value e dividendi percepiti
Nel caso di partecipazioni di controllo esclusivo le informazioni vanno fornite con riferimento alle società controllate che hanno interessi di minoranza significativi.
Nel caso di partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto le informazioni vanno fornite con riferimento alle società sottoposte a controllo congiunto o a influenza notevole significative per la banca segnalante.
Le informative di cui alla presente voce non vanno fornite nel bilancio individuale delle banche che redigono il bilancio consolidato ai sensi della presente disciplina.
10.3 Partecipazioni significative: informazioni contabili
In tale voce devono essere fornite le informazioni di cui allo IAS 12, par. 81, 82 e 82A, diverse da quelle già date nelle precedenti tabelle.
SEZIONE 14 – ATTIVITÀ NON CORRENTI E GRUPPI DI ATTIVITÀ IN VIA DI DISMISSIONE E PASSIVITÀ ASSOCIATE
Formano oggetto di illustrazione nella presente sezione i conti dell’attivo relativi alla voce 140 e i conti del passivo relativi alla voce 90.
14.1 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: composizione per tipologia di attività
Relativamente alle voci "gruppi di attività (unità operative dismesse)" e "passività associate a gruppi di attività in via di dismissione" vanno riportate unicamente le voci in cui figurano importi.
Il totale (A+B) della tabella 14.1 corrisponde alla voce 140 dell’attivo dello stato patrimoniale. Il totale (C+D) della medesima tabella corrisponde alla voce 90 del passivo dello stato patrimoniale.
Per i criteri di rilevazione delle attività e delle passività indicate nella presente tabella si fa rinvio a quanto previsto nelle pertinenti sezioni.
Nelle voci “altre attività” e “altre passività” confluiscono le operazioni non richiamate nelle precedenti sottovoci (es. derivati di copertura).
In calce alla tavola occorre fornire:
le informazioni di cui all'IFRS 5, paragrafo 41, lettere a), b) e d);
il dettaglio dei titoli di capitale emessi dai soggetti classificati a sofferenze o a incaglioinadempienza probabile, corredato delle relative svalutazioni cumulate e di quelle effettuate nell’esercizio.
14.2 Altre informazioni
In tale voce devono essere fornite le informazioni di cui all’IFRS 5, paragrafo 42, nonché le informazioni relative alla composizione e alla dinamica dei portafogli (attività finanziarie detenute per la negoziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, debiti verso banche ecc.) inclusi nei gruppi di attività in via dismissione.
14.3 Informazioni sulle partecipazioni in società sottoposte a influenza notevole non valutate al patrimonio netto
Con riferimento alle partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole non valutate al patrimonio netto ai sensi dello IAS 28, paragrafo 13, lettera a), figurano nella presente voce le informazioni richieste dallo IAS 28, paragrafo 37, lettera i).
SEZIONE 15 – ALTRE ATTIVITÀ
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 150.
PASSIVO
SEZIONE 1 – DEBITI VERSO BANCHE
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto del passivo relativo alla voce 10.
1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica
La voce “depositi vincolati” include anche i conti correnti vincolati nonché la “riserva obbligatoria” ricevuta da altre banche per l’assolvimento dei relativi obblighi in via indiretta.
I debiti strutturati vanno rilevati in base al valore delle passività “ospite” dopo lo scorporo del derivato implicito.
Nella voce “debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali” confluiscono le componenti del patrimonio netto che in ossequio allo IAS 32 sono riclassificate fra le passività.
Le operazioni “pronti contro termine” passive includono sia le operazioni con obbligo di rivendita a termine da parte del cessionario delle attività oggetto della transazione sia le operazioni che prevedono la facoltà per il cessionario di rivendita a termine (queste ultime nella misura in cui le attività sottostanti non soddisfino le condizioni previste dallo IAS 39 per essere cancellate dal bilancio della banca segnalante). Formano oggetto di rilevazione nella presente voce anche le operazioni “pronti contro termine” passive realizzate a valere su titoli ricevuti in operazioni “pronti contro termine” attive.
I debiti connessi con le operazioni di cessione di attività finanziarie che non rispettano i requisiti posti dallo IAS 39 per la loro integrale cancellazione dal bilancio (“passività a fronte di attività cedute non cancellate”) devono essere ricondotti negli “altri debiti”. Fanno eccezione le passività a fronte di operazioni pronti contro termine passivi da ricondurre a voce propria.
Nella sottovoce "altri debiti" sono inclusi anche i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F..
1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica
Occorre indicare l’ammontare delle passività coperte e i rischi oggetto di copertura.
1.5 Debiti per leasing finanziario
Occorre fornire le informazioni di cui allo IAS 17, paragrafo 31, lettere b), d) ed e), e paragrafo 65.
SEZIONE 2 – DEBITI VERSO CLIENTELA
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto del passivo relativo alla voce 20.
2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica
La voce "depositi vincolati" include anche i conti correnti vincolati.
I debiti strutturati vanno rilevati in base al valore delle passività “ospite” dopo lo scorporo del derivato implicito.
Nelle voci relative ai "derivati di copertura del fair value" sono ricondotti anche i derivati creditizi di copertura diversi da quelli assimilati alle garanzie ricevute ai sensi dello IAS 39.
SEZIONE 6 – UTILI (PERDITE) DA CESSIONE/RIACQUISTO
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto relativo alla voce 100.
SEZIONE 7 – RISULTATO NETTO DELLE ATTIVITÀ E DELLE PASSIVITÀ FINANZIARIE VALUTATE AL FAIR VALUE
Formano oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto relativo alla voce 110.
Nelle "plusvalenze" e "minusvalenze" sono escluse le differenze di cambio, positive e negative, relative alle attività e passività finanziarie valutate al fair value denominate in valuta, da ricondurre invece nella sottovoce “attività e passività finanziarie in valuta: differenze di cambio”.
In calce alla tavola occorre indicare, ove rilevante, il dettaglio delle svalutazioni e delle perdite da negoziazione su attività riconducibili al deterioramento creditizio ("impairment") del debitore/emittente.
SEZIONE 8 – RETTIFICHE/RIPRESE DI VALORE NETTE PER DETERIORAMENTO
Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto relativo alla voce 130.
Nelle "rettifiche di valore specifiche: cancellazioni" devono figurare le cancellazioni dal bilancio (c.d. "write-offs") operate in dipendenza di eventi estintivi delle attività finanziarie oggetto di valutazione.
Nelle "riprese di valore – da interessi" vanno indicati i ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo, corrispondenti agli interessi maturati nell’esercizio sulla base dell'originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore.
Le rettifiche di valore calcolate sulle esposizioni classificate a sofferenze, incagliinadempienze probabili, ristrutturate oppure scadute/sconfinanti deteriorate vanno sempre indicate come rettifiche di valore analitiche anche quando il metodo di calcolo è di tipo forfetario.
8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione
Nei derivati su crediti figurano i derivati creditizi assimilati alle garanzie rilasciate secondo lo IAS 39, nei quali la banca o la società finanziaria assume la veste di venditrice di protezione ("protection seller").
SEZIONE 9 – LE SPESE AMMINISTRATIVE
9.1 Spese per il personale: composizione
SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO
Informazioni di natura qualitativa
1. Aspetti generali
Nella presente voce occorre descrivere gli obiettivi e le strategie sottostanti all’attività creditizia, evidenziando eventuali modifiche significative intervenute nell’esercizio. L’informativa deve riguardare anche l’operatività in prodotti finanziari innovativi o complessi.
Va fornita, ove rilevante, una illustrazione delle politiche commerciali perseguite dalle diverse unità operative che generano rischio di credito.
2. Politiche di gestione del rischio di credito
2.1 Aspetti organizzativi
Xxxxxxx descrivere i fattori che generano il rischio di credito nonché la struttura organizzativa preposta alla sua gestione e le relative modalità di funzionamento.
2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo
Nella presente voce formano oggetto di descrizione i sistemi interni di identificazione, misurazione, gestione e controllo del rischio di credito, distinguendo tra livello individuale e di portafoglio. In particolare, sono fornite notizie circa l’esistenza di limiti alle esposizioni e alla concentrazione nonché di soglie di attenzione sull’andamento della qualità del credito. Specifica informativa va fornita con riferimento all’attività di acquisto di crediti deteriorati (1), con indicazione, fra l’altro, delle metodologie adottate per la classificazione dei crediti acquisiti per portafogli omogenei.
Vanno descritte, ove rilevanti, le eventuali variazioni intervenute rispetto al precedente esercizio.
Se nell’erogazione e/o nell’attività di gestione e di controllo del rischio di credito sono utilizzati metodi di scoring e/o sistemi basati su rating esterni e/o interni occorre illustrarne le relative caratteristiche (portafogli interessati, agenzie di rating utilizzate, come i rating interni si rapportano ai rating esterni, ecc.) e le modalità d’impiego nel processo di allocazione del capitale.
Nel caso di utilizzo di modelli di portafoglio per la misurazione del rischio di credito, occorre descrivere il tipo di modello utilizzato, i relativi parametri e i portafogli interessati.
Va riportata una descrizione dell’uso di stress test nell’ambito delle strategie di governo del rischio di credito. Ad esempio, possono essere descritte le metodologie utilizzate per la conduzione degli stress test, le modalità di selezione degli scenari, incluse le assunzioni chiave legate a fattori macroeconomici, e indicazioni di natura qualitativa sui risultati di tali simulazioni sugli indicatori di bilancio.
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito
Nella presente voce formano oggetto di illustrazione le politiche e le strategie di
copertura del rischio di credito. Tale informativa include riferimenti sui seguenti argomenti:
(a) utilizzi di accordi di compensazione relativi ad operazioni in bilancio e “fuori bilancio”;
(b) principali tipologie di garanzie reali utilizzate e modalità di gestione;
(c) principali tipologie di controparti delle garanzie personali richieste e dei derivati su crediti acquistati e il relativo merito creditizio;
(d) grado di concentrazione (in termini di rischio di credito o di mercato) delle diverse forme di copertura.
Inoltre, occorre fornire informazioni sull’esistenza di eventuali vincoli contrattuali che possano minare la validità giuridica delle garanzie ricevute nonché descrivere le procedure tecnico-organizzative utilizzate per verificare l’efficacia giuridica ed operativa delle coperture.
Vanno descritti gli eventuali cambiamenti intervenuti rispetto all'esercizio precedente.
2.4 Attività finanziarie deteriorate
Nella presente voce sono illustrate le procedure tecnico-organizzative e metodologiche utilizzate nella gestione e nel controllo delle attività finanziarie deteriorate. Tale informativa include le modalità di classificazione delle attività per qualità dei debitori, i fattori che consentono il passaggio da esposizioni deteriorate ad esposizioni in bonis, l’analisi delle esposizioni deteriorate per anzianità di scaduto, le modalità di valutazione dell’adeguatezza delle rettifiche di valore.
Relativamente ai crediti deteriorati acquisiti (1) va fornita un’informativa su: a) l’andamento degli incassi e la coerenza di questi ultimi rispetto ai piani di rientro preventivati, distintamente per i singoli portafogli omogenei di crediti acquistati; b) i fattori considerati per l’applicazione delle rettifiche di valore; c) l’anzianità dei crediti acquistati e non ancora incassati. Va altresì indicato, per singoli portafogli acquistati, il valore nominale e il corrispettivo pagato per l’acquisto.
Informazioni di natura quantitativa
A. Qualità del credito
Ai fini dell’informativa di natura quantitativa sulla qualità del credito, con il termine “esposizioni creditizie” si intendono esclusi i titoli di capitale e le quote di O.I.C.R., mentre il termine “esposizioni” include i titoli di capitale e le quote di O.I.C.R.(1).
A.1.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale
Dalla parte A.1 sono esclusi i titoli di capitale e le quote di O.I.C.R..
Per i portafogli contabili diversi dal portafoglio “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” e dai “Derivati di copertura”, con riferimento alle diverse categorie di esposizioni creditizie deteriorate e in bonis è prevista la distinzione tra esposizioni oggetto di concessioni e altre esposizioni indicate in bilancio.
Nella tabella A.1.1 relativa alle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione e derivati di copertura” va fornito l’ammontare delle esposizioni creditizie per le quali il rischio di credito, per effetto della scarsa qualità creditizia del debitore/controparte, ha costituito il fattore preponderante nel determinare le minusvalenze registrate su tali esposizioni.
In calce alle tabelle da A.1.3 a A.1.8 va fornito il dettaglio informativo relativo ai crediti acquistati deteriorati, laddove rilevante, distinguendo i crediti acquistati per il tramite di operazioni di aggregazione aziendale e le altre acquisizioni.
Con riferimento alle attività deteriorate acquistate (anche per il tramite di operazioni di aggregazione aziendale) il valore lordo non include la differenza positiva tra il valore nominale di tali attività e il loro prezzo di acquisto.
A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)
In calce alla tabella va fornito, distintamente per ciascun portafoglio contabile:
a) l’ammontare, alla data di riferimento del bilancio, del totale delle cancellazioni parziali operate dalla banca segnalante sulle attività finanziarie deteriorate;
b) la differenza positiva tra il valore nominale delle attività finanziarie deteriorate acquistate (anche per il tramite di operazioni di aggregazione aziendale) e il prezzo di acquisto di tali attività.
Per le attività finanziarie deteriorate appartenenti al portafoglio di negoziazione, al portafoglio attività finanziarie valutate al fair value e per i derivati di copertura deteriorati l’esposizione lorda corrisponde, convenzionalmente, al valore di libro delle rimanenze finali prima delle valutazioni di bilancio.
Con riferimento alle attività finanziarie disponibili per la vendita deteriorate l’esposizione lorda corrisponde al valore di bilancio al lordo delle relative rettifiche di valore
1 Fa eccezione la tabella A.2.1 “Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni”, dalla quale vanno esclusi gli strumenti di capitale.
specifiche (1), mentre l’esposizione netta è pari alla differenza tra l’esposizione lorda e le rettifiche di valore specifiche. Il totale della tabella corrisponde al totale delle attività finanziarie rappresentate nell’attivo dello stato patrimoniale, al netto dei titoli di capitale e delle quote di O.I.C.R.
Le rettifiche di valore operate su strumenti derivati finanziari in bonis per tenere conto del rischio di controparte (ad es. “credit adjustment del fair value) non devono formare oggetto di autonoma rilevazione ma contribuiscono direttamente a formare il valore indicato nella colonna “esposizione nettain bilancio”; viceversa nel caso di strumenti finanziari derivati “deteriorati” per i quali si presuppone che il rischio creditizio costituisca la componente preponderante della minusvalenza registrata sul derivato, le rettifiche di valore per il rischio di controparte vanno segnalate in corrispondenza della colonna “rettifiche specifiche”
Con riferimento alla tabella A.1.2, relativa alle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione e derivati di copertura”, vanno fornite anche le minusvalenze cumulate registrate sulle attività finanziarie di scarsa qualità creditizia per le quali il rischio creditizio ha costituito il fattore preponderante che le ha determinate.
In calce alla tabella A.1.2 relativa alle attività finanziarie diverse da quelle di negoziazione e dai derivati di copertura va fornito il dettaglio, per portafogli, delle “esposizioni in bonis”, distinguendo tra esposizioni oggetto di rinegoziazione concessioni nell’ambito di Accordi collettivi (es. Accordo Quadro ABI-MEF), ed esposizioni oggetto di rinegoziazioni concesseconcessioni date dalla singola banca a clienti in difficoltà finanziaria, ed altre esposizioni. Per queste categorie occorre fornire – in linea con quanto previsto dall’IFRS 7 “Financial Instruments: Disclosures”, paragrafo 37, lettera a) – un’analisi dell’anzianità degli scaduti non deteriorati (2).
Nel caso di esposizioni con rimborso rateale nelle quali almeno una rata risulti scaduta, va segnalato come “scaduto” l’intero ammontare delle esposizioni rilevato in bilancio. Nel caso di aperture di credito in conto corrente “a revoca” nelle quali il limite di fido accordato è stato superato (anche se per effetto della capitalizzazione degli interessi), il calcolo dei giorni di sconfino inizia – a seconda della fattispecie che si verifica prima - a partire dalla prima data di mancato pagamento degli interessi che determina lo sconfino oppure a partire dalla data della prima richiesta di rientro del capitale; inoltre, va segnalato l’intero ammontare dell’esposizione.
A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche: valori lordi e netti
A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela: valori lordi e netti
Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa vantate verso banche o clientela, qualunque sia il loro portafoglio di allocazione contabile (negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività finanziarie in via di dismissione).
Le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati, ecc.) che comportano l’assunzione di
1 Tale importo corrisponde al c.d. acquisition cost di cui al par.68 dello IAS 39.
2 Si rammenta che l’IFRS 7, par. IG28 prevede, a titolo di esempio, la seguente ripartizione: attività scadute “fsino a 3 mesi”, “da oltre 3 mesi sfino a 6 mesi”, “da oltre 6 mesi sfino a 1 anno”, “da oltre 1 anno”.
un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).
Tra le esposizioni “fuori bilancio”, forma altresì oggetto di rilevazione, da parte sia del prestatore sia del prestatario, il rischio di controparte connesso con le operazioni di prestito titoli. Va anche segnalato il rischio di controparte connesso con le esposizioni relative a operazioni pronti contro termine passive, di concessione o assunzione di merci in prestito, di finanziamenti con margini rientranti nella nozione di “Operazioni SFT” (Securities Financing Transactions) definita nella normativa prudenziale.
L’esposizione “lorda” delle attività finanziarie per cassa corrisponde:
a) per quelle appartenenti al portafoglio di negoziazionevalutate al fair value al valore di libro delle rimanenze finali, prima delle valutazioni di bilancio;
b) per le altre, al valore di bilancio delle attività finanziarie al lordo delle relative rettifiche di valore specifiche e di portafoglio.
Per le operazioni “fuori bilancio” diverse dagli strumenti derivati, l’esposizione “netta” è pari alla differenza tra l’esposizione “lorda” e le rettifiche di valore specifiche e di portafoglio.
Con riferimento alle attività finanziarie per cassa l’esposizione “netta” corrisponde all’importo indicato nell’attivo dello stato patrimoniale del bilancio.
Con riferimento alle operazioni “fuori bilancio” diverse dagli strumenti derivati, l’esposizione lorda va riferita sia al rischio di credito nei confronti dei debitori sottostanti ai prodotti finanziari sia al rischio di credito nei confronti delle controparti contrattuali.
In particolare, l’esposizione “lorda” corrisponde:
- per le garanzie rilasciate, al valore nominale;
- per gli impegni irrevocabili ad erogare fondi, al margine disponibile.;
-
Per le operazioni “fuori bilancio” diverse dagli strumenti derivati, l’esposizione “netta” è pari alla differenza tra l’esposizione “lorda” e le rettifiche di valore specifiche e di portafoglio.
Con riferimento agli strumenti derivati senza scambio di capitale l’esposizione netta va riferita al rischio di credito nei confronti delle controparti contrattuali. In particolare, l’esposizione netta corrisponde:
- per i derivati finanziari, al fair value positivo, al netto di eventuali accordi di compensazione;
- per i derivati su crediti – vendite di protezione al fair value positivo per i TROR (componenti IRS e derivato creditizio) e per i "credit spread swap;
- per i derivati su crediti – acquisti di protezione al fair value positivo per i TROR e per gli altri derivati su crediti diversi da quelli assimilati alle garanzie ai sensi dello IAS 39.
Con riferimento agli strumenti derivati con scambio di capitale l’esposizione netta va riferita:
- al rischio di credito nei confronti dei debitori sottostanti ai prodotti finanziari. In tal caso:
a) per gli acquisti di titoli connessi con le compravendite non ancora regolate e i
derivati finanziari al valore nominale o prezzo di regolamento, a seconda dei casi, al netto delle relative minusvalenze. Sono esclusi gli acquisti (a pronti non regolati e a termine) c.d. “regular way” rilevati sulla base della data di contrattazione, in quanto già inclusi nelle attività finanziarie per cassa;
b) per i derivati su crediti- vendite di protezione, relativamente alla “reference entity” , al valore nozionale del derivato per i “total rate of return swap” (TROR), i “credit default product” e i derivati impliciti nelle “credit linked note”, al netto delle relative minusvalenze;
- al rischio di credito nei confronti delle controparti contrattuali. In tal caso si applicano i criteri segnaletici previsti per i derivati senza scambio di capitale.
A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
A.1.4bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia
A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
A.1.7bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia
Nelle presenti tavole occorre rappresentare le variazioni in aumento e in diminuzione intervenute durante l’esercizio nell’ammontare delle esposizioni lorde. In particolare, nelle sottovoci:
i. “cancellazioni”: si devono indicare gli storni (“write-offs”) operati in dipendenza di eventi estintivi delle esposizioni, secondo le definizioni fissate dalla vigente normativa sulle segnalazioni di vigilanza;
ii. “altre variazioni in aumento/diminuzione”: si devono includere tutte le variazioni dell’esposizione lorda iniziale riconducibili a fattori diversi da quelli indicati nelle sottovoci precedenti (eventuali variazioni del valore dei crediti in valuta dipendenti dalle oscillazioni dei tassi di cambio, l’acquisto di immobili per recupero crediti, ecc.). Quando l’importo di una variazione è significativo, occorre darne esplicita evidenza nella tavola oppure in calce alla stessa.
Gli importi incassati concernenti sofferenze cancellate integralmente dal bilancio vanno rilevati, in corrispondenza della colonna “Sofferenze”, nella sottovoce B.3 “altre variazioni in aumento” e nella sottovoce C.3 “incassi”.
Con riferimento alle tavole A.1.4bis e A.1.7bis, le colonne “esposizioni oggetto di concessioni deteriorate” costituiscono un dettaglio delle colonne relative alle categorie di esposizioni creditizie deteriorate riportate, rispettivamente nelle tavole A.1.4 e A.1.7.
In caso di operazioni di aggregazione aziendale effettuate nel corso dell’esercizio, occorre inserire tra le “variazioni in aumento” una specifica evidenza con la dizione “oggetto di aggregazione aziendale”.
A.1.5 Esposizioni creditizie per cassa verso banche deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
A.1.5bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche oggetto di concessioni deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
A.1.8bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela oggetto di concessioni deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Nella presente tavolaNelle presenti tavole occorre rappresentare le variazioni intervenute nel corso dell’esercizio nell’ammontare delle rettifiche complessive sulle esposizioni per cassa. In particolare, nelle sottovoci:
a) “rettifiche di valore”: si deve indicare l’importo lordo delle rettifiche di valore che in conto economico confluisce nella voce “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento” nonché la quota parte delle riduzioni di fair value riconducibile al deterioramento del merito creditizio del debitore (emittente o controparte) indicato nelle vocinella voce di conto economico “risultato netto dell’attività di negoziazione” e “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”;
b) “perdite da cessione”: vanno indicate le perdite da cessione derivanti da operazioni di realizzo delle attività cedute. Il medesimo importo va rilevato nella sottovoce “variazioni in diminuzione: altre variazioni in diminuzione”;
c) “riprese di valore da valutazione”: si deve indicare l'importo lordo delle riprese di valore che in conto economico confluisce nella voce "rettifiche/riprese di valore per deterioramento" nonché la quota parte degli incrementi di fair value riconducibile al miglioramento del merito creditizio del debitore (emittente o controparte) indicato nelle vocinella voce di conto economico "risultato netto dell'attività di negoziazione" e "“risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”;
d) “cancellazioni”: vanno indicati gli storni (“write-offs”) delle esposizioni per cassa. Quelli non effettuati a valere su precedenti svalutazioni (dirette o indirette) vanno rilevati, oltre che nella presente sottovoce, anche nelle “variazioni in aumento: rettifiche di valore”;
e) “utili da cessione”: vanno indicati gli utili da cessione derivanti da operazioni di realizzo delle attività cedute;
f) “altre variazioni in aumento/diminuzione”: si devono includere tutte le variazioni delle rettifiche complessive iniziali riconducibili a fattori diversi da quelli indicati nelle sottovoci precedenti. Quando l’importo di una variazione è significativo, occorre darne esplicita evidenza nella tavola oppure in calce alla stessa.
Gli importi incassati concernenti sofferenze cancellate integralmente dal bilancio vanno rilevati, in corrispondenza della colonna “Sofferenze”, nella sottovoce B.3 “altre variazioni in aumento” e nella sottovoce C.2 “riprese di valore da incasso”.
Con riferimento alle tavole A.1.5bis e A.1.8bis, la colonna “esposizioni oggetto di concessioni deteriorate” costituisce un dettaglio delle colonne relative alle categorie di esposizioni creditizie deteriorate riportate, rispettivamente nelle tavole A.1.5 e A.1.8.
A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni ed interni
A.2.1 Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni
Le classi di rischio per rating esterni indicate nella presente tavola si riferiscono alle classi di merito creditizio dei debitori/garanti di cui alla normativa prudenziale. In calce alla tabella vanno forniti i nomi delle società di rating utilizzate e il raccordo (mapping) tra le classi di rischio ed i rating di tali agenzie (es. nel caso di Standard & Poor’s la classe di merito creditizio comprende da AAA a AA-).
La presente tavola può non essere compilata se l’ammontare delle esposizioni con “rating esterni” non è rilevante.
Le esposizioni creditizie da indicare corrispondono alle esposizioni nette di cui alle tabelle A.1.3 e A.1.6. Nella voce “impegni a erogare fondi” figurano gli impegni irrevocabili a erogare fondi ad utilizzo certo o incerto (inclusi le opzioni put emesse riguardanti titoli, gli impegni derivanti da contratti N.I.F. e R.U.F., ecc.). Nella voce “altre” vanno ricondotte le esposizioni connesse con il rischio di controparte relativo alle operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito. In calce alla tavola occorre fornire, se rilevante, il dettaglio delle esposizioni cartolarizzate ma non cancellate a fini di bilancio (ma cancellate a fini prudenziali). Non formano oggetto di rilevazione gli strumenti di capitale.
Tra le esposizioni “fuori bilancio”, forma altresì oggetto di rilevazione da parte sia del prestatore sia del prestatario, il rischio di controparte connesso con le operazioni di prestito titoli. Va anche segnalato il rischio di controparte connesso con le esposizioni relative a operazioni pronti contro termine passive, di concessione o assunzione di merci in prestito, di finanziamenti con margini rientranti nella nozione di “Operazioni SFT” (Securities Financing Transactions) definita nella normativa prudenziale.Qualora per una singola esposizione esista una valutazione del merito creditizio operata da una sola agenzia di rating, questa è la valutazione da considerare. Qualora per una singola esposizione esistano due valutazioni del merito creditizio operate da due agenzie di rating occorre fare riferimento a quella peggiore. Qualora esistano tre o più valutazioni differenti si individuano le due migliori e, fra queste, se diverse, si sceglie quella peggiore. Se le due valutazioni migliori sono identiche si applica tale valutazione. Qualora una banca abbia esposizioni prive di un rating specifico occorre applicare i seguenti criteri convenzionali:
- se il debitore ha emesso un titolo di debito avente un rating “investment grade”, tale rating può essere applicato all’esposizione priva di valutazione soltanto se quest’ultima ha una priorità nel rimborso pari o superiore a quello del titolo anzidetto. In caso contrario, l’esposizione va classificata come “senza rating”;
- se un debitore ha un rating generale “investment grade”, tale rating può essere attribuito alle esposizioni “senza rating” di tipo "senior" verso il debitore. Le altre esposizioni prive di rating sono classificate come tali. Qualora, invece, un debitore ha un rating “speculative grade”, quest’ultimo rating va convenzionalmente attribuito a tutte le esposizioni prive di rating verso tale debitore.
Alle esposizioni prive di rating è possibile attribuire il rating specifico di un’altra esposizione verso il medesimo debitore, a condizione che le esposizioni (con e senza rating) siano espresse nella medesima valuta. I rating delle esposizioni a breve termine possono essere attribuiti unicamente alle esposizioni cui si riferiscono.
I rating attribuiti a una società appartenente ad un gruppo non possono essere applicati alle esposizioni verso altri soggetti appartenenti al medesimo gruppo.
A.2.2 Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni
La presente tavola va redatta solo se i rating interni vengono utilizzati nella gestione del rischio di credito. In tal caso essa va compilata tenendo conto del grado di sviluppo e di applicazione (per portafogli e per unità operative all’interno del gruppo) dei sistemi di rating interni.
Va dichiarato se i rating interni sono utilizzati, oppure no, nel calcolo dei requisiti patrimoniali con indicazione dei portafogli prudenziali interessati.
Le esposizioni da indicare corrispondono alle esposizioni nette come definite nelle tabelle A.1.3 e A.1.6. Nella voce “impegni a erogare fondi” figurano gli impegni irrevocabili a erogare fondi ad utilizzo certo o incerto (inclusi le opzioni put emesse riguardanti titoli, gli impegni derivanti da contratti N.I.F. e R.U.F., ecc.). Nella voce “altre” vanno ricondotte le esposizioni connesse con il rischio di controparte relativo alle operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito.
Tra le operazioni “fuori bilancio”, forma altresì oggetto di rilevazione, nella voce “altre”, da parte sia del prestatore sia del prestatario, il rischio di controparte connesso con le operazioni di prestito titoli. Va anche segnalato il rischio di controparte connesso con le esposizioni relative a operazioni pronti contro termine passive, di concessione o assunzione di merci in prestito, di finanziamenti con margini rientranti nella nozione di “Operazioni SFT” (Securities Financing Transactions) definita nella normativa prudenziale.
In calce alla tavola occorre fornire, se rilevante, il dettaglio delle esposizioni cartolarizzate ma non cancellate a fini di bilancio (ma cancellate a fini prudenziali). Gli strumenti di capitale e le quote di O.I.C.R. formano oggetto di segnalazione sempreché la banca utilizzi un approccio del tipo PD-LGD.
A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia
A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite
A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite
I comparti economici di appartenenza dei garanti (crediti di firma) e dei venditori di protezione (derivati su crediti) devono essere individuati facendo riferimento ai criteri di classificazione previsti nel fascicolo “Classificazione della clientela per settori e gruppi di attività economica” edito dalla Banca d’Italia.
La classificazione delle esposizioni fra quelle “totalmente garantite” e quelle “parzialmente garantite” va operata confrontando l’esposizione lorda con l’importo della garanzia stabilito contrattualmente. A tal fine occorre tenere conto anche delle eventuali integrazioni di garanzie.
Nella colonna “valore esposizione netta” va indicato l’importo dell’esposizione netta.
Nella colonna “garanzie reali” e “garanzie personali” va indicato il fair value delle garanzie stimato alla data di riferimento del bilancio. Nelle “garanzie personali – derivati creditizi”, colonna “CLN”, vanno incluse le credit linked notes emesse dalla banca. Nel caso degli immobili nel determinare il fair value si può tenere conto del prezzo di presumibile realizzo nell’asta fallimentare. Qualora risulti difficile determinare il fair value della garanzia, si può fare riferimento al valore contrattuale della stessa: solo in tal caso, l’importo da segnalare è sino a concorrenza dell’esposizione netta.
Le garanzie omnibus si attribuiscono, convenzionalmente, prima alle linee di credito non garantite e poi a quelle aventi una garanzia specifica (1).
In calce alle tabelle A.3.1 e A.3.2 vanno fornite le informazioni di cui all'IFRS 7, parr.15 e 38.
1 Si ipotizzi, a titolo di esempio, che la banca X abbia verso il cliente Y: a) un mutuo di 100 garantito da ipoteca su immobile residenziale avente un fair value di 80; b) uno scoperto di conto corrente non garantito pari a 100. Si supponga altresì che la banca riceva una garanzia omnibus per 120. A tal fine la banca assegna questa garanzia dapprima per 100 alla linea di credito non garantita e poi per 20 al mutuo ipotecario.
C. Operazioni di cartolarizzazione
Non formano oggetto di rilevazione nella presente Parte le operazioni di cartolarizzazione nelle quali la banca originator sottoscriva all’atto dell’emissione il complesso delle passività emesse (es. titoli ABS, finanziamenti nella fase di “warehousing”) dalla società veicolo (1). Nel caso in cui, successivamente all’operazione, la banca originator ceda totalmente o parzialmente le suddette passività l’operazione va rilevata nella presente Parte.
C.1 Operazioni di cartolarizzazione
Informazioni di natura qualitativa
Nella presente voce occorre fornire le seguenti informazioni sull’operatività in cartolarizzazioni condotta dalla banca:
- obiettivi, strategie e processi sottostanti all’anzidetta operatività, inclusa la descrizione del ruolo svolto (originator, investitore, ecc.) e del relativo livello di coinvolgimento;
- descrizione dei sistemi interni di misurazione e controllo dei rischi connessi con l’operatività in cartolarizzazioni, inclusa la misura, nel caso di operazioni originate dal gruppo, in cui i rischi sono stati trasferiti a terzi. Occorre illustrare la struttura organizzativa che presiede alle operazioni di cartolarizzazione, incluso il sistema di rendicontazione all’Alta Direzione od organo equivalente;
- descrizione delle politiche di copertura adottate per mitigare i rischi connessi con l’operatività in cartolarizzazioni, inclusi le strategie e i processi adottati per controllare su base continuativa l’efficacia di tali politiche;
- informativa sui risultati economici connessi con le posizioni (in bilancio e “fuori bilancio”) in essere verso le cartolarizzazioni;
- indicazione delle agenzie di rating utilizzate nelle operazioni di cartolarizzazione originate dalla banca, distintamente per ciascuna tipologia di attività (in bilancio e “fuori bilancio”) oggetto di cartolarizzazione.
Le banche “originator” (2) devono altresì illustrare – nel bilancio relativo all’esercizio in cui viene realizzata l’operazione di cartolarizzazione – le modalità organizzative di ciascuna operazione, indicando: il prezzo di cessione delle attività cartolarizzate; l’ammontare (al lordo e al netto delle preesistenti rettifiche di valore) delle medesime attività cartolarizzate e i connessi ricavi o perdite da cessione realizzati; la tipologia (3) e la “qualità” (4) delle attività cartolarizzate; l’esistenza di garanzie e linee di credito rilasciate dalla banca o da terzi; la distribuzione delle attività cartolarizzate per aree territoriali (5) e per principali settori di attività economica dei debitori ceduti (6). Tali informative vanno fornite
1 Una descrizione di tali operazioni (dettaglio delle attività cedute, dei titoli ABS sottoscritti, ecc.) va fornito nella Sezione 3 “Rischio di liquidità”.
2 Tali banche devono fornire le informazioni richieste indipendentemente dal fatto che esse detengano posizioni (in bilancio e “fuori bilancio”) nei confronti delle cartolarizzazioni.
3 Mutui ipotecari su immobili residenziali e non residenziali, leasing, carte di credito, titoli, ecc.
4 Sofferenze, incagliinadempienze probabili, esposizioni ristrutturate, esposizioni scadute, esposizioni in bonis.
5 Italia (Nord-Ovest; Nord-Est; Centro; Sud e Isole), altri Paesi europei (Paesi U.E.; Paesi non U.E.), America, Resto del mondo.
6 Stati, altri enti pubblici, banche, società finanziarie, assicurazioni, imprese non finanziarie, altri soggetti.
distinguendo tra operazioni di cartolarizzazione tradizionali e sintetiche.
Informazioni di natura quantitativa
C.1 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione distinte per qualità delle attività sottostanti
Nel caso di operazioni di cartolarizzazione proprie in cui le attività cedute sono rimaste integralmente iscritte nell’attivo dello stato patrimoniale, le esposizioni, lorda e netta, da indicare nella presente tavola corrispondono al “rischio trattenuto”, misurato, rispettivamente, come sbilancio fra le attività cedute e le corrispondenti passività alla data della cessione e alla data di riferimento del bilancio.
Nel caso di operazioni rilevate sulla base dei c.d. “continuing involvement” l’esposizione lorda e netta va quantificata secondo quanto previsto dallo IAS 39 (cfr. AG52).
Negli altri casi le esposizioni lorde e nette sono quelle definite nelle tabelle A.1.3 e A.1.6.
Nel caso di operazioni di cartolarizzazione “multi-originator” le esposizioni vanno imputate nelle voci relative alle attività sottostanti proprie e di terzi in proporzione al peso che le attività proprie e quelle di terzi hanno sul complesso delle attività oggetto di cartolarizzazione (1). Nel caso di operazioni di cartolarizzazione aventi come sottostanti attività deteriorate e altre attività, queste ultime vanno convenzionalmente imputate (facendo riferimento alla situazione in essere alla data di emissione dei titoli da parte della società veicolo) prima alle esposizioni “senior”, poi a quelle “mezzanine” e soltanto l’eventuale residuo finale a quelle “junior” (2).
C.2 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione “proprie” ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni
C.3 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione di “terzi” ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni
Nel caso di operazioni di cartolarizzazione proprie in cui le attività cedute sono rimaste integralmente iscritte nell’attivo dello stato patrimoniale, il valore di bilancio da indicare nella presente tavola corrisponde al “rischio trattenuto”, misurato come sbilancio fra le attività cedute e le corrispondenti passività alla data di riferimento del bilancio.
Nel caso di operazioni rilevate sulla base dei c.d. “continuing involvement”
1 Ad esempio, qualora la cartolarizzazione riguardi attività per 1000 di cui 600 proprie e 400 di terzi e la banca abbia in portafoglio titoli “junior” per 100, esso indica 60 nella voce A relativa alle attività sottostanti proprie e 40 nella voce B relativa alle attività sottostanti di terzi.
2 A titolo di esempio, si ipotizzi che a fronte di un’operazione di cartolarizzazione di attività di terzi pari a 1000, di cui 500 sofferenze e 500 crediti in bonis, vengano emessi titoli “senior” per 400, “mezzanine” per 500 e “junior” per 100 e che la banca abbia in portafoglio titoli “senior” per 200 e “mezzanine” per 100. In tal caso i crediti in bonis sono imputati fino a 400 alle esposizioni "senior" e, per il residuo 100, ai "mezzanine"; le differenze sono imputate per 400 ai "mezzanine" e per il residuo 100 ai "junior". Partendo da questa allocazione, la banca deve indicare 200, in corrispondenza della voce B.2 “attività sottostanti di terzi - altre attività” e della colonna “esposizioni per cassa – senior”, 20 (0,2 * 100, dove 0,2 è pari al rapporto tra il residuo credito in bonis di 100 e il totale dei titoli “mezzanine” 500) in corrispondenza della voce B.2 “attività sottostanti di terzi - altre attività” e della colonna “esposizioni per cassa – mezzanine” e 80 in corrispondenza della voce B.1 “attività sottostanti di terzi – attività deteriorate ” e della colonna “esposizioni per cassa – mezzanine”.
l’esposizione lorda e netta va quantificata secondo quanto previsto dallo IAS 39 (cfr. AG52).
Negli altri casi l’esposizione netta è quella definita nelle tabelle A.1.3 e A.1.6.
Nelle colonne “rettifiche/riprese di valore” figura il flusso annuo delle rettifiche e delle riprese di valore nonché delle svalutazioni e delle rivalutazioni iscritte in conto economico oppure a riserva.
Le sottovoci “tipologia di attività” vanno dettagliate nelle forme tecniche contrattuali (mutui ipotecari su immobili residenziali e non residenziali, leasing, carte di credito, titoli, ecc.).
C.4 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione ripartite per portafoglio e per tipologia
Formano oggetto di rilevazione nella presente tavola le esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione di terzi nonché da quelle proprie in cui le attività cedute sono state integralmente cancellate dall’attivo dello stato patrimoniale.
Le esposizioni eventualmente incluse nei gruppi di attività in via di dismissione vanno convenzionalmente allocate nelle colonne in base alla loro originaria classificazione.
C.5 Ammontare complessivo delle attività cartolarizzate sottostanti ai titoli junior o ad altre forme di sostegno creditizio
Forma oggetto di rilevazione nella presente tavola, in proporzione dei titoli junior e delle altre forme di sostegno creditizio detenuti, l’importo del portafoglio di attività oggetto di cartolarizzazione esistente alla data del bilancio, suddiviso in funzione della qualità delle attività cartolarizzate (sofferenze, incagli inadempienze probabili, ecc.) e della loro provenienza (proprie e di terzi). Nel caso di operazioni “multi-originator” occorre tenere conto anche del peso delle attività cartolarizzate di pertinenza della banca segnalante, in qualità di “originator”, rispetto al portafoglio complessivo della cartolarizzazione (1).
C.6 Società veicolo per la cartolarizzazione
Figurano nella presente voce le informazioni (denominazione, sede legale, attività e passività) relative alle società veicolo per la cartolarizzazione, indicando se consolidate o non consolidate.
1 Si ipotizzi un'operazione di cartolarizzazione tradizionale "multi-originator", realizzata dalle banche X e Y nella quale:
1. sia stato ceduto ad una società veicolo al prezzo di 200 un portafoglio di attività finanziarie - costituito per l'80% da attività della banca X e per il 20% da attività della banca Y - composto da sofferenze per 100, incagliinadempienze probabili per 80, altre attività per 20;
2. la società veicolo abbia emesso titoli "senior" per 130, "mezzanine" per 50 e "junior" per 20;
3. i titoli "junior" siano stati sottoscritti per 10 dalla banca X e per 10 dalla banca Y, corrispondenti ciascuno a una quota pari al 50% (10/20) del totale dei titoli "junior" riferiti alla medesima cartolarizzazione; la quota dei titoli "junior" detenuti dalle banche resta sempre pari a quella iniziale (nell'esempio, 50%);
4. le attività cedute sono state cancellate dai bilanci della banca X e Y.
In questo caso, la banca X nel redigere il bilancio, rileva: 40 (100*80%*50%) nella sottovoce A.1.1, 10 (100*20%*50%) nella sottovoce B.1, 32 (80*80%*50%) nella sottovoce A.1.2, 8 (80*20%*50%) nella sottovoce B.2, 8 (20*80%*50%) nella sottovoce A.1.5 e 2 (20*20%*50%) nella sottovoce B.5.
C.7 Società veicolo per la cartolarizzazione non consolidate
Vanno fornite ulteriori informazioni sulle società non consolidate connesse con quanto richiesto dall’IFRS 12, paragrafo 26 nonché le informazioni di cui all’IFRS 12, paragrafi 27- 31, B25 e B26.
Vanno altresì fornite le eventuali ulteriori informazioni di cui al paragrafo 3 dell’IFRS
12.
Le informazioni di cui alla presente voce non vanno fornite dalle banche che redigono il
bilancio consolidato ai sensi della presente disciplina.
C.8 Attività di servicer – incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo per la cartolarizzazione
La presente tavola va redatta dalle banche che svolgono attività di servicer in operazioni di cartolarizzazione (proprie o di terzi), indicando per ciascuna operazione la società veicolo.
Nel caso di titoli rimborsati anticipatamente rispetto alla scadenza prefissata in calce alla tabella occorre fornire, se rilevanti, l’importo e la relativa percentuale di rimborso.
SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO
2.1 – Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza
Ai fini della compilazione della presente sezione si considerano esclusivamente gli strumenti finanziari (attivi e passivi) rientranti nel “portafoglio di negoziazione di vigilanza”, come definito nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza sui rischi di mercato (cfr. Circolare n. 286 del 17 dicembre 2013 “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare” emanata dalla Banca d’Italia). Di conseguenza, sono escluse eventuali operazioni allocate in bilancio nel portafoglio di negoziazione (ad esempio, crediti o derivati scorporati da attività o passività valutate al costo ammortizzato, titoli emessi), ma non rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese nell’informativa relativa al “portafoglio bancario”.
Informazioni di natura qualitativa
X. Xxxxxxx generali
Nella presente voce occorre fornire la seguente informativa:
- descrizione delle principali fonti del rischio di tasso di interesse nonché degli eventuali cambiamenti intervenuti rispetto all’esercizio precedente, se rilevanti;
- sintetica illustrazione degli obiettivi e delle strategie sottostanti all’attività di negoziazione e di come essi interagiscono con gli obiettivi e le strategie riferiti alla complessiva operatività della banca. Tale illustrazione deve includere il ruolo svolto dalla banca nell’attività di negoziazione ("market maker", arbitraggista, attività in proprio, ecc.), le principali caratteristiche, se di importo rilevante, dei prodotti finanziari innovativi o complessi negoziati, le politiche sottostanti all’attività in derivati finanziari specificando se si ricorre maggiormente a derivati quotati o non quotati;
- nel caso di modifiche significative nella condotta dell’attività di negoziazione occorre descrivere i cambiamenti intervenuti e le relative motivazioni.
Analoga informativa deve essere fornita con riferimento al rischio di prezzo.
B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
Nella presente voce occorre fornire la seguente informativa:
1) sintetica descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio di tasso di interesse (struttura organizzativa, esistenza di limiti all’assunzione dei rischi, ecc.) nonché degli eventuali cambiamenti significativi intervenuti rispetto al precedente esercizio;
2) illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi di sensitività al rischio di tasso di interesse (principali caratteristiche), dei metodi di valutazione dei risultati conseguiti nonché dei cambiamenti, se rilevanti, intervenuti nell’esposizione al rischio rispetto al precedente esercizio. In particolare, nel caso di utilizzo di modelli interni occorre illustrare:
- le principali assunzioni e i parametri sottostanti (modello utilizzato, attività coperte dal modello, modalità di trattamento delle opzioni, periodo di detenzione, periodo di osservazione, intervallo di confidenza);
- le metodologie utilizzate per aggregare i vari profili di rischio;
- le assunzioni sottostanti alle correlazioni tra fattori di rischio;
- le politiche e le procedure interne di verifica a posteriori dei risultati del modello con quelli reali (c.d. “back testing”);
le politiche e le procedure interne di analisi di scenario (c.d. “stress testing”). Ad esempio, possono essere descritte le metodologie utilizzate per la conduzione degli stress test, le modalità di selezione degli scenari, incluse le assunzioni chiave legate a fattori macroeconomici, e indicazioni di natura qualitativa sui risultati di tali simulazioni sugli indicatori di bilancio. Va dichiarato se i modelli interni sono utilizzati o meno nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, con indicazione dei portafogli interessati.
Analoga informativa deve essere fornita con riferimento al rischio di prezzo.
Informazioni di natura quantitativa
1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e dei derivati finanziari
La presente tavola può non essere redatta se nella nota integrativa viene fornita un’analisi di sensitività al rischio di tasso di interesse in base ai modelli interni o ad altre metodologie. Qualora quest’ultima analisi non copra una quota significativa del portafoglio di negoziazione della banca, allora la tavola va prodotta con riferimento alla porzione del portafoglio di negoziazione non inclusa nell’analisi basata sui modelli interni.
La distribuzione temporale delle attività, delle passività e dei derivati finanziari deve essere effettuata in base alla loro durata residua per data di riprezzamento. Questa corrisponde all’intervallo temporale mancante tra la data di riferimento del bilancio e la prima successiva data di revisione del rendimento dell’operazione. In particolare, per i rapporti a tasso fisso tale durata residua corrisponde all’intervallo temporale compreso tra la data di riferimento del bilancio e il termine contrattuale di scadenza di ciascuna operazione (occorre a tal fine tenere conto anche di eventuali accordi modificativi dei patti iniziali).
La classificazione per vita residua deve essere operata separatamente per le principali valute di denominazione delle attività, passività e derivati finanziari. Le valute residuali sono aggregate in un’unica tavola.
Le attività e le passività per cassa vanno indicate al fair value determinato in base al “corso secco”. Per i titoli “zero coupon” ovvero “one coupon” occorre indicare anche i ratei d’interesse maturati sino alla data di rilevazione. Per i contratti derivati senza titolo sottostante si può fare riferimento al valore nozionale. Le opzioni vanno rilevate in base al “delta equivalent value” qualunque sia la loro natura (ad esempio, di rimborso anticipato).
Gli scoperti tecnici vanno classificati in base alla durata residua dei titoli cui si riferiscono.
Le attività finanziarie deteriorate (diverse da quelle ristrutturate) valutate in bilancio al fair value con impatto a conto economico vanno rilevate, convenzionalmente, nello scaglione “da oltre 3 mesi a 6 mesi”.
Nella sottovoce “derivati finanziari” non devono essere rilevati i contratti derivati interni. Vanno invece inclusi anche i derivati su tassi d’interesse e su valute incorporati in altri strumenti finanziari (es. "IRS" incluso nel "TROR", "cap", "floor").
Le operazioni di pronti contro termine (attive e passive) e i riporti (attivi e passivi) sono rilevati in base alla vita residua delle operazioni stesse.
Nello scaglione “a vista” devono essere ricondotte le attività e le passività finanziarie “a vista” dello stato patrimoniale nonché le altre attività e passività con durata residua non superiore a 24 ore.
I contratti di “interest rate swap” che prevedono un capitale nozionale variabile nel tempo (“amortizing”, “accreting”, ecc.) vanno convenzionalmente rilevati come combinazione dei contratti IRS del tipo “plain vanilla” nei quali possono essere scomposti (1).
I derivati finanziari sono rilevati come combinazione di un’attività e di una passività a pronti di uguale importo (metodo della doppia entrata). Le corrispondenti posizioni vanno classificate per vita residua in base ai seguenti criteri:
- i derivati finanziari in cui vengano scambiati flussi di interesse a tasso fisso con flussi di interesse a tasso indicizzato (come, ad esempio, gli “interest rate swaps”) corrispondono alla combinazione di un’attività (o passività) a tasso fisso e di una passività (o attività) a tasso indicizzato; conseguentemente, occorre rilevare una posizione lunga (o corta) corrispondente all’attività (o passività) a tasso fisso nella fascia temporale relativa alla durata residua del contratto (2) e una posizione corta (o lunga) corrispondente alla passività (o attività) a tasso indicizzato nella fascia temporale relativa al momento antecedente il primo successivo periodo di determinazione degli interessi; i flussi di uno swap riferiti a valute diverse sono ricondotti ciascuno nella distribuzione per vita residua della pertinente valuta;
- per gli altri derivati finanziari (ad esempio, compravendite a termine, “forward rate agreements”) occorre rilevare (secondo la posizione contrattuale assunta) una posizione lunga (o corta) in corrispondenza della fascia temporale relativa alla data di regolamento e una posizione corta (o lunga) in corrispondenza della fascia temporale relativa alla durata residua del contratto (3);
1 Si ipotizzi un “amortizing swap” avente le seguenti caratteristiche contrattuali: a) data di negoziazione 2 gennaio anno T; b) prima data di revisione del tasso indicizzato 4 gennaio anno T; successive revisioni ogni anno il 2 gennaio; c) liquidazione differenziale ogni anno alla data del 31 dicembre; d) data di scadenza 2 gennaio anno T+4; e) valore nozionale 1° anno 500 Euro, 2° anno 440 Euro, 3° anno 360 Euro, 4° anno 260 Euro. Detto IRS va convenzionalmente scomposto e segnalato come combinazione dei seguenti 4 contratti IRS del tipo “plain vanilla”: 1) il primo IRS ha un capitale nozionale di 260 Euro e le altre condizioni contrattuali uguali a quelle del contratto IRS originario; 2) il secondo IRS ha un capitale nozionale di 100 Euro (360–260), scadenza 2 gennaio anno T+3 e le altre condizioni contrattuali uguali a quelle del contratto IRS originario; 3) il terzo IRS ha un capitale nozionale di 80 Euro (440– 360), scadenza 2 gennaio anno T+2 e le altre condizioni contrattuali uguali a quelle del contratto IRS originario; 3) il quarto IRS ha un capitale nozionale di 60 Euro (500-440), scadenza 2 gennaio anno T+1 e le altre condizioni contrattuali uguali a quelle del contratto IRS originario.
2 Scadenza dell’intero periodo di riferimento del contratto.
3 Durata residua dello strumento finanziario sottostante per le compravendite a termine; tempo mancante alla data di regolamento più tempo di durata dello strumento finanziario sottostante o del periodo di riferimento del contratto per i F.R.A. e per i contratti derivati con titolo sottostante fittizio (ad esempio, i futures negoziati sul MIF). Ad esempio, nel caso di vendita a 3 mesi di un titolo a tasso fisso che abbia vita residua 12 mesi, occorre procedere nel seguente modo: a) nella voce 3.1 “derivati finanziari – con titolo sottostante – altri – posizioni lunghe” va registrato, in corrispondenza della fascia “fino a 3 mesi”, l’impegno a cedere il titolo a termine (attività con durata residua 3 mesi); b) nella voce 3.1 “derivati finanziari – con titolo sottostante – altri – posizioni corte” va registrato, in
- i derivati finanziari su valute sono equiparati alla combinazione di una posizione lunga sulla valuta da ricevere e una posizione corta sulla valuta da consegnare; tali posizioni sono attribuite alla fascia temporale nella quale cade la data di regolamento.
I rapporti che prevedono la corresponsione di un tasso d’interesse a tasso fisso (indicizzato) e la facoltà di trasformarlo, dopo un determinato intervallo temporale, in tasso indicizzato (fisso) vanno trattati come una combinazione di rapporti a tasso fisso (indicizzato) e di opzioni su tassi di interesse che consentono la vendita (l’acquisto) del tasso di interesse fisso contro quello indicizzato.
In calce alla tabella occorre descrivere l’effetto di variazioni dei tassi di interesse pari a
+/- 100 punti base sul margine di intermediazione, sul risultato di esercizio e sul patrimonio netto nonché i risultati delle analisi di scenario.
2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione
La presente tavola può non essere redatta se nella nota integrativa viene fornita un’analisi di sensitività al rischio di prezzo basata sui modelli interni o altre metodologie. Qualora quest’ultima analisi non copra una quota significativa del portafoglio di negoziazione della banca, allora la tavola va prodotta con riferimento alla porzione del portafoglio di negoziazione non inclusa nell’analisi basata sui modelli interni o altre metodologie.
Occorre indicare separatamente i Paesi dei primi 5 principali mercati di quotazione dei titoli di capitale ed indici azionari in portafoglio. I “restanti paesi” formano convenzionalmente un unico mercato di quotazione.
I titoli di capitale nonché le compravendite non ancora regolate e i contratti derivati su titoli di capitale devono essere rilevati al fair value dei titoli stessi. I contratti derivati su indici azionari devono essere rilevati al valore nozionale. Le opzioni vanno rilevate in base al "delta equivalent value". Non devono formare oggetto di rilevazione i contratti derivati interni.
Per i derivati finanziari su titoli di capitale si deve tener conto soltanto delle posizioni lunghe o corte riferite al titolo sottostante. Ad esempio, nel caso di acquisto a termine di un’azione occorre rilevare unicamente la posizione lunga nell’azione sottostante ed escludere quella corta con scadenza corrispondente alla data di regolamento del contratto.
La negoziazione di un “equity swap” in cui un ente riceve un ammontare basato sulla variazione di una azione (o indice azionario) “X” e paga un ammontare basato sulla variazione di una azione (o indice azionario) “Y” equivale alla combinazione di una posizione lunga nell’azione (o nell’indice azionario) “X” e di una posizione corta nell’azione (o nell’indice azionario) “Y”.
L’acquisto di un’opzione “call” e la vendita (emissione) di un’opzione “put” sono equiparati a posizioni lunghe sul titolo cui fanno riferimento. La vendita (emissione) di un’opzione “call” e l’acquisto di un’opzione “put” sono equiparati a posizioni corte sul titolo cui fanno riferimento. I warrants in portafoglio sono trattati alla stessa stregua delle opzioni “call”.
corrispondenza della fascia “da oltre 6 mesi fino a 1 anno”, il titolo oggetto della cessione a termine (passività con durata residua 12 mesi).
In calce alla tavola occorre descrivere l’effetto di una variazione dei prezzi dei titoli di capitale e degli indici azionari sul margine di intermediazione, sul risultato d'esercizio e sul patrimonio netto, nonché i risultati delle analisi di scenario.
3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza - modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività
Nel caso di utilizzo di modelli interni basati sul valore a rischio (VaR) occorre fornire, fra l’altro, le seguenti informazioni:
VaR di fine periodo, medio, minimo, massimo;
distribuzione del VaR nell’esercizio;
numero di giorni nei quali le perdite (effettive e/o teoriche) hanno superato il VaR, con relativo commento; va possibilmente fornito un grafico che metta a confronto VaR e risultati economici giornalieri.
Nel caso di utilizzo di modelli interni non basati sul VaR o di altre metodologie occorre fornire, fra l’altro, le seguenti informazioni:
esposizione al rischio di fine periodo, media, minima, massima;
risultati di “back testing”.
Devono formare oggetto di descrizione gli effetti di una variazione dei tassi di interesse di +/- 100 punti base sul margine di intermediazione, sul risultato di esercizio e sul patrimonio netto nonché i risultati delle analisi di scenario.
2.2 – Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo- Portafoglio bancario
Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non compresi nel portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1.
Informazioni di natura qualitativa
X. Xxxxxxx generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
Nella presente voce occorre fornire la seguente informativa:
- descrizione delle principali fonti del rischio di tasso di interesse, distinguendo tra rischio di tasso di interesse da “fair value” e da “flussi finanziari” (“cash flow hedge”);
- sintetica descrizione dei processi interni di gestione e controllo del rischio di tasso di interesse (struttura organizzativa, limiti all’assunzione dei rischi, frequenza dei controlli, ecc.) e degli eventuali cambiamenti rispetto al precedente esercizio, se rilevanti;
- sintetica illustrazione dei metodi di misurazione e controllo del rischio di tasso di interesse e delle procedure per la valutazione dei risultati conseguiti. Nel caso di utilizzo di modelli interni occorre fornire le medesime informazioni previste per l’attività di negoziazione. Va illustrato il trattamento delle opzioni di rimborso anticipato acquistate ed emesse.
Analoga informativa deve essere fornita con riferimento al rischio di prezzo.
Va, inoltre, riportata una descrizione dell’uso di stress test nell’ambito della strategie di governo del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo per il portafoglio bancario. Ad
esempio, possono essere descritte le metodologie utilizzate per la conduzione degli stress test, le modalità di selezione degli scenari, incluse le assunzioni chiave legate a fattori macroeconomici, e indicazioni di natura qualitativa sui risultati di tali simulazioni sugli indicatori di bilancio.
B. Attività di copertura del fair value
Nella presente voce occorre descrivere:
- gli obiettivi e strategie sottostanti alle operazioni di copertura del fair value, distinguendo tra coperture specifiche e generiche;
- le tipologie di contratti derivati utilizzati per la copertura (incluso se quotati o non quotati) e natura del rischio coperto (solo rischio di tasso o anche spread), distinguendo tra coperture specifiche e generiche.
C. Attività di copertura dei flussi finanziari
Nella presente voce occorre descrivere:
- gli obiettivi e le strategie sottostanti alle operazioni di copertura dei flussi finanziari (incluse le transazioni future attese), distinguendo tra coperture specifiche e generiche;
- le tipologie di contratti derivati utilizzati (incluso se quotati o non quotati) e la natura del rischio coperto, distinguendo tra coperture specifiche e generiche;
- i periodi nei quali ci si attende che i flussi di cassa si manifestino e influenzino il conto economico;
- le transazioni future oggetto di copertura la cui manifestazione non è più attesa.
D. Attività di copertura di investimenti esteri
Nella presente voce occorre descrivere gli obiettivi, le strategie e le politiche sottostanti alle eventuali operazioni di copertura degli investimenti esteri.
Informazioni di natura quantitativa
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
La presente tavola può non essere redatta se nella nota integrativa viene fornita un’analisi di sensitività al rischio di tasso di interesse in base ai modelli interni o ad altre metodologie. Qualora quest’ultima analisi non copra una quota significativa del portafoglio bancario della banca, allora la presente tavola va prodotta con riferimento alla porzione del portafoglio bancario non inclusa nell’analisi basata sui modelli interni.
La distribuzione temporale delle attività, delle passività e dei derivati finanziari deve essere effettuata in base alla loro durata residua per data di riprezzamento, per la cui definizione si rinvia alla tavola 1 del portafoglio di negoziazione.
La classificazione per vita residua deve essere operata separatamente per le principali valute di denominazione delle attività, passività e derivati finanziari. Le valute residuali sono aggregate in un’unica tavola.
Le operazioni per cassa vanno indicate al valore di bilancio, ad eccezione di quelle
oggetto di copertura del “fair value” che vanno depurate delle relative plus/minusvalenze.
La ripartizione delle attività finanziarie in bonis valutate al costo ammortizzato nelle fasce di vita residua va operata attribuendo alle rettifiche di valore di portafoglio una vita residua convenzionale determinata in base alla percentuale di distribuzione delle attività nelle singole fasce di vita residua (1).
Per le operazioni con piano di ammortamento occorre far riferimento alla durata residua delle singole rate.
Le attività finanziarie deteriorate (diverse da quelle ristrutturate) valutate in bilancio al fair value vanno rilevate, convenzionalmente, nello scaglione “da oltre 3 mesi a 6 mesi”.
Il valore da attribuire ai derivati finanziari collegati a titoli di debito, a tassi di interesse o a valute è il seguente: a) alle opzioni il “delta equivalent value”; b) agli altri contratti derivati con titolo sottostante il prezzo di regolamento delle operazioni stesse (2); c) agli altri contratti derivati senza titolo sottostante il valore nozionale.
I contratti di “interest rate swap” che prevedono un capitale nozionale variabile nel tempo (“amortizing”, “accreting”, ecc.) vanno convenzionalmente rilevati come combinazione dei contratti IRS del tipo “plain vanilla” nei quali possono essere scomposti.
I derivati finanziari vanno rilevati in base al metodo della “doppia entrata” indicato nella sezione 2.1. Le opzioni vanno valorizzate in base al “delta equivalent value” qualunque sia la loro natura (ad esempio, di rimborso anticipato).
I rapporti (attivi e passivi) che prevedono la corresponsione di un tasso d’interesse indicizzato con una soglia minima e/o massima vanno trattati come una combinazione di rapporti a tasso indicizzato e di opzioni del tipo “floor” e/o “cap”.
I rapporti attivi e passivi che prevedono la corresponsione di un tasso d’interesse a tasso fisso (indicizzato) e la facoltà di trasformarlo, dopo un determinato intervallo temporale, in tasso indicizzato (fisso) vanno trattati come una combinazione di rapporti a tasso fisso (indicizzato) e di opzioni su tassi di interesse che consentono la vendita (l’acquisto) del tasso di interesse fisso contro quello indicizzato.
Nello scaglione “a vista” devono essere ricondotte le attività e le passività finanziarie “a vista” dello stato patrimoniale nonché le altre attività e passività con durata residua non superiore a 24 ore (3). Sono incluse le esposizioni scadute e/o sconfinanti non deteriorate limitatamente alla quota scaduta. In particolare, nel caso di esposizioni con rimborso rateale, vanno classificate nello scaglione in esame le sole rate scadute; le rate non ancora scadute vanno classificate nei pertinenti scaglioni temporali.
1 Si ipotizzi, a titolo di esempio, che la banca A abbia: 1) attività per 10.000 di cui 1.000 con vita residua “fino a 3 mesi”, 3.000 “da oltre 6 mesi fino a 1 anno”, 4.000 “da oltre 1 anno fino a 5 anni”, 2.000 “da oltre 5 anni fino a 10 anni”; 2) fondo svalutazioni collettive per 200. In tale situazione la banca A segnala: a) 980 [1.000 - (1.000/10.000*200)] nella fascia “fino a 3 mesi”; b) 2.940 [3.000 - (3.000/10.000*200)] nella fascia “da oltre 6 mesi fino a 1 anno”; 3) 3.920 [4.000 - (4.000/10.000*200)] nella fascia “da oltre 1 anno fino a 5 anni”; 4) 1.960 [2.000
- (2.000/10.000*200)] nella fascia “da oltre 5 anni fino a 10 anni”.
2 La posizione relativa al tasso fisso ha una durata pari a quella dell’operazione principale, mentre la posizione relativa al tasso indicizzato ha una durata pari a quella di scadenza dell’opzione più il tempo mancante alla più vicina data di revisione del rendimento.
3 Xxxxx xxxxxxxxx “a vista” della voce “titoli in circolazione” vanno ricompresi anche i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti, ma non ancora rimborsati.
Il deposito di riserva obbligatoria è attribuito alla fascia temporale “fino a 3 mesi”.
Le esposizioni ristrutturate vanno classificate nei pertinenti scaglioni temporali. Le posizioni in sofferenza, incagliate le inadempienze probabili e le posizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate vanno ricondotte nelle pertinenti fasce di vita residua sulla base delle previsioni di recupero dei flussi di cassa sottostanti effettuate dalla banca ai fini delle valutazioni di bilancio.
Nella sottovoce “derivati finanziari” figurano anche i derivati di copertura del rischio di tasso di interesse (“cash flow hedge”, “fair value hedge”) delle operazioni del portafoglio bancario nonché i derivati esposti al rischio di tasso d’interesse incorporati in altri strumenti finanziari. Non devono formare oggetto di rilevazione i contratti derivati interni.
Con riferimento ai contratti di deposito e di finanziamento stipulati e da erogare o da ricevere a una data futura predeterminata, va indicato l’importo da erogare o da ricevere.
I margini disponibili su linee di credito irrevocabili formano oggetto di rilevazione soltanto se è stato definito contrattualmente il tasso di interesse; nel caso in cui non sia stata definita la data di erogazione va segnalata una posizione lunga con riferimento alla scadenza del finanziamento se questo è a tasso fisso oppure alla prima successiva data di determinazione del rendimento se il finanziamento è a tasso indicizzato, e convenzionalmente una posizione corta nella fascia a “vista”.
Nelle “Altre operazioni fuori bilancio” vanno rilevati anche gli impegni di rimborso anticipato impliciti nelle operazioni pronti contro termine passive con sottostante titoli di propria emissione.
In calce alla tavola occorre descrivere l’effetto di una variazione dei tassi di interesse pari a +/- 100 punti base sul margine di interesse, sul risultato di esercizio, sul patrimonio netto, nonché i risultati delle analisi di scenario.
2. Portafoglio bancario - modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività
Nel caso di utilizzo di modelli o di altre metodologie interni vanno fornite le medesime informazioni richieste per il portafoglio di negoziazione.
2.3 - Rischio di cambio
Rientrano nell’ambito di applicazione del presente profilo di rischio tutte le attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) in valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute. Sono assimilate ai rapporti in valuta anche le operazioni sull’oro.
Informazioni di natura qualitativa
X. Xxxxxxx generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio
Occorre fornire un’informativa analoga a quella prevista per il “rischio di tasso d’interesse - portafoglio bancario” (2.2), nonché la descrizione del ruolo svolto dal gruppo nell’operatività in valuta. Occorre anche dichiarare se il modello interno basato sul VaR è utilizzato nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato.
Va riportata una descrizione dell’uso di stress test nell’ambito della strategie di governo del rischio di cambio. Ad esempio, possono essere descritte le metodologie utilizzate per la
SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITÀ
Informazioni di natura qualitativa
X. Xxxxxxx generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità
Nella presente voce occorre descrivere le principali fonti di manifestazione del rischio di liquidità, le politiche di gestione e la struttura organizzativa preposta al controllo di tale rischio nonché i sistemi interni di misurazione e controllo del rischio di liquidità. Vanno indicate eventuali modifiche intervenute rispetto all’esercizio precedente.
Nella descrizione delle politiche di gestione occorre anche includere il livello di concentrazione delle fonti di provvista e tener conto di quanto previsto dall’IFRS 7, par. 39, lettera c) e Application Guidance, par. B11E e B11F.
Va riportata una descrizione dell’uso di stress test nell’ambito della strategie di governo del rischio di liquidità. Ad esempio, possono essere descritte le metodologie utilizzate per la conduzione degli stress test, le modalità di selezione degli scenari, incluse le assunzioni chiave legate a fattori macroeconomici, e indicazioni di natura qualitativa sui risultati di tali simulazioni sugli indicatori di bilancio.
Va anche fornita un’informativa sui potenziali flussi di cassa in uscita (“contingent liquidity and funding needs”), come ad esempio nel caso di clausole di rimborso accelerato o di rilascio di ulteriori garanzie connesse con un downgrading della banca segnalante.
Informazioni di natura quantitativa
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie
La classificazione per vita residua deve essere operata separatamente per le principali valute di denominazione delle attività, passività e derivati finanziari. Le valute residuali sono aggregate in un’unica tavola.
La distribuzione temporale delle attività, delle passività e dei derivati finanziari con scambio di capitale deve essere effettuata, sia per le operazioni a tasso fisso sia per quelle a tasso indicizzato, in base alla durata residua contrattuale. Questa corrisponde all’intervallo temporale compreso tra la data di riferimento del bilancio e il termine contrattuale di scadenza di ciascuna operazione (occorre a tal fine tenere conto anche di eventuali accordi modificativi dei patti iniziali).
Con riferimento alle attività e alle passività per cassa, la tabella va compilata allocando i flussi finanziari contrattuali non attualizzati (in linea capitale e interessi) nelle pertinenti fasce di vita residua. I flussi finanziari in linea interessi non vanno forniti con riferimento alle fasce temporali oltre 1 anno.
Nel caso di attività e passività diverse da quelle “a vista” e dagli “zero coupon” e “one coupon”, i flussi finanziari in linea interessi possono essere segnalati facendo riferimento ai dati di natura gestionale.
Relativamente alle attività e passività per cassa – quota capitale non vanno considerati i ratei di interesse maturati (1), le componenti di costo ammortizzato, le svalutazioni forfetarie e le plus/minusvalenze da fair value.
Gli strumenti finanziari irredimibili vanno allocati nella fascia temporale “durata indeterminata”.
Per le operazioni con piano di ammortamento occorre far riferimento alla durata residua delle singole rate e il valore da considerare è quello risultante dal piano di ammortamento contrattuale.
Gli scoperti tecnici vanno classificati in base al tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio e la data di consegna del titolo.
Nello scaglione “a vista” devono essere ricondotte:
a) le attività e le passività finanziarie “a vista” dello stato patrimoniale;
b) le altre attività e passività con durata residua non superiore a 24 ore (2);
c) convenzionalmente, le quote di OICR da rilevare al valore di bilancio;
d) gli interessi maturati nell’esercizio di riferimento del bilancio sulle attività e passività per cassa “a vista” (es. conti correnti).
I rapporti attivi e passivi per cassa non “a vista” nei quali il capitale di riferimento per il calcolo degli interessi può variare così da rendere incerta la stima dei flussi d’interessi che verranno liquidati entro l’anno successivo (ovvero entro la data di scadenza del capitale se inferiore) alla data di bilancio, vanno trattati come le attività e passività “a vista” rilevando l’ammontare degli interessi nella fascia temporale “a vista”.
Per le esposizioni scadute e/o sconfinanti non deteriorate nonché le esposizioni ristrutturate si fa rinvio alle regole di compilazione previste per la Sezione 2.2 “Rischio di tasso d’interesse e di prezzo: portafoglio bancario”.
Relativamente alle esposizioni in sofferenza, incagliate alle inadempienze probabili e alle esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate, diverse da quelle valutate al fair value con impatto a conto economico, i flussi finanziari vanno allocati nelle pertinenti fasce temporali sulla base delle previsioni di recupero effettuate dalla banca ai fini delle valutazioni di bilancio.
Con riferimento alle esposizioni in sofferenza, incagliate alle inadempienze probabili e alle esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate valutate al fair value i flussi contrattuali non attualizzati vanno ricondotti nello scaglione “durata indeterminata”.
Il deposito di riserva obbligatoria (costituito sia in via diretta sia in via indiretta) è attribuito alla fascia temporale “durata indeterminata”.
Le operazioni "fuori bilancio" vanno rilevate in base al metodo della “doppia entrata” indicato nella sezione 2.1 “Rischio di tasso di interesse – portafoglio di negoziazione di vigilanza”, ad eccezione di:
(1) Ad eccezione degli strumenti finanziari del tipo “zero coupon” oppure “one coupon” per i quali occorre segnalare anche i ratei maturati.
2 Xxxxx xxxxxxxxx “a vista” della voce “titoli di debito in circolazione” vanno ricompresi anche i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti, ma non ancora rimborsati.
a) garanzie finanziarie rilasciate, le quali vanno segnalate soltanto se ritenute escutibili e nella fascia (fasce) temporale (temporali) in cui si prevede che avvenga l’escussione;
b) garanzie finanziarie ricevute, che vanno rilevate soltanto se a copertura di garanzie finanziarie rilasciate e se ritenute escutibili. In tali casi le garanzie ricevute vanno ricondotte nella fascia (fasce) temporale (temporali) in cui si prevede che avvenga l’escussione;
c) derivati finanziari senza scambio di capitale. Nel caso di derivati di negoziazione va segnalato il relativo fair value nella fascia temporale “a vista”; nel caso di derivati di copertura vanno segnalati solo i differenziali (positivi o negativi) che scadono nell’esercizio successivo a quello di riferimento del bilancio;
d) derivati su crediti del portafoglio di negoziazione di vigilanza che prevedono lo scambio del sottostante (c.d. “physical delivery”) che vanno trattati come i derivati con scambio di capitale, tenendo conto della probabilità di esercizio. Con riferimento ai derivati su crediti che non prevedono lo scambio del sottostante si applicano i criteri segnaletici previsti per i derivati finanziari senza scambio di capitale, con esclusione degli acquisti di protezione del portafoglio bancario che vanno considerati nei flussi di recupero dell’attività coperta.
Le opzioni figurano in base al “delta equivalent value”.
Relativamente ai flussi di interessi sottostanti ai “currency interest rate swap” vanno segnalati solo i differenziali (positivi o negativi) che scadono nell’esercizio successivo a quello di riferimento del bilancio.
Nella voce "impegni irrevocabili a erogare fondi" figurano anche:
a) gli impegni sottostanti a derivati su crediti con scambio del capitale del portafoglio bancario in cui la banca è venditrice di protezione ("protection seller") tenendo conto della probabilità di esercizio;
b) i depositi e i finanziamenti da effettuare.
In calce alla tabella va fornita una illustrazione delle attività finanziarie che hanno formato oggetto di operazioni di cartolarizzazione nelle quali la banca ha sottoscritto all’atto dell’emissione la totalità delle passività emesse dalla società veicolo (cd. auto- cartolarizzazione). Va altresì fornita l’indicazione delle caratteristiche dei titoli ABS sottoscritti (ammontare, rating esterno, seniority, ecc.).
2. Informativa sulle attività impegnate iscritte in bilancio
3. Informativa sulle attività di proprietà impegnate non iscritte in bilancio
Nella tabella 2 “Informativa sulle attività impegnate iscritte in bilancio”, nella colonna “Impegnate” vanno riportate le attività non rientranti nella piena disponibilità della banca in quanto, ad esempio, poste a garanzia di operazioni di finanziamento o di altre operazioni (es: prestito titoli). Nella colonna “Non impegnate” vanno riportate le attività iscritte in bilancio non rilevate tra le attività “Impegnate”.
Nella tabella 3 “Informativa sulle attività impegnate non iscritte in bilancio”, va indicato il fair value delle attività di proprietà connesse con operazioni che, sul piano sostanziale, non danno luogo alla loro iscrizione nell’attivo della banca segnalante (ad esempio, titoli connessi con operazioni pronti contro termine o con operazioni di cartolarizzazione di proprie attività non cancellate dall’attivo, titoli obbligazionari di propria emissione riacquistati). Vi figurano, convenzionalmente, i titoli ricevuti nell’ambito di operazioni di prestito titoli. Qualora risulti difficile determinare attendibilmente il fair value dell’attività, si può fare riferimento al valore nominale della stessa.
Nel caso di operazioni di cartolarizzazione vanno rilevati nella tabella 2 tra le attività “Impegnate” le attività cedute alla società veicolo e non oggetto di cancellazione dal bilancio della banca e nella tabella 3 i titoli emessi dalla società veicolo e acquistati dalla banca. Analoghi criteri si adottano nel caso di obbligazioni bancarie garantite.
In calce alle presenti tabelle va fornita una informativa sulle garanzie fornite a fronte delle operazioni di rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea.
Appendice A – SCHEMI DEL BILANCIO DELL'IMPRESA
- A.1 -
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 3° aggiornamento
Parte E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA
– A.11.1 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
– A.11.2 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
Premessa
– A.11.3 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
Sezione 1 – Rischio di credito
Informazioni di natura qualitativa
1. Aspetti generali
2. Politiche di gestione del rischio di credito
2.1 Aspetti organizzativi
2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito
2.4 Attività finanziarie deteriorate
– A.11.4 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
Informazioni di natura quantitativa
A. Qualità del credito
A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale
A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Portafogli/qualità | Sofferenze |
| Esposizioni scadute deteriorate | Esposizioni scadute non deteriorate | Altre attività | Totale | |||||
Totale | Di cui: esposizioni oggetto di concessioni | Totale | Di cui: esposizioni oggetto di concessioni | Totale | Di cui: esposizioni oggetto di concessioni | Totale | Di cui: esposizioni oggetto di concessioni | Totale | Di cui: esposizioni oggetto di concessioni | ||
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2.1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4.3. Crediti verso banche 5.4. Crediti verso clientela 6.5. Attività finanziarie valutate al fair value 7.6. Attività finanziare in corso di dismissione Derivati di copertura | |||||||||||
Totale (T) | |||||||||||
Totale (T-1) |
Portafogli/qualità | Attività di scarsa qualità creditizia | Altre attività | Totale |
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Derivati di copertura |
– A.11.5 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
Tabella formattata
Totale (T) | |||
Totale (T-1) |
A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)
Portafogli/qualità | Attività deteriorate | In bonis | Totale (esposizione netta) | ||||
Esposizione lorda | Rettifiche specifiche | Esposizione netta | Esposizione lorda | Rettifiche di portafoglio | Esposizione netta | ||
Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 3. Crediti verso banche 4. Crediti verso clientela 5. Attività finanziarie valutate al fair value 6. Attività finanziarie in corso di dismissione Derivati di copertura | X X X | X X X | |||||
Totale (T) | |||||||
Totale (T-1) |
Portafogli/qualità | Attività di scarsa qualità creditizia | |
Minusvalenze cumulate | Esposizione in bilancio | |
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Derivati di copertura | ||
Totale (T) | ||
Totale (T-1) |
– A.11.6 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda
Attività deteriorate
Rettifiche di valore specifiche
Rettifiche di valore di portafoglio
Esposizione Netta
Fino a 3 mesi
Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi
Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Oltre 1 anno
In bonis
A. ESPOSIZIONI PER CASSA | |||
a) Sofferenze - di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X X | X | |
b) - di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | X | |
Esposizioni ristrutturate | X | ||
c) Esposizioni scadute deteriorate | X | X | |
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni d) Esposizioni scadute non deteriorate - detenute per la negoziazione | X X X X X | X | X |
- altre | X X X X | ||
- di cui: esposizioni oggetto di | X X X X | X |
concessioni e) Altre attività
- detenute per la negoziazione
- altre
TOTALE A
X X X X X X
X X X X X
Formattato: Tipo di carattere: Non Grassetto
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO | |||
a) Deteriorate | X | X | |
b) Altre | |||
- derivati | X X X X | X | X |
- altre | X X X X | X |
TOTALE B TOTALE A+B
– A.11.7 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
Causali/Categorie | Sofferenze | IncagliInadem pienze probabili | Esposizioni scadute deteriorate |
A. Esposizione lorda iniziale - di cui: esposizioni cedute non cancellate | |||
B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 uscite verso esposizioni in bonis C.2 cancellazioni C.3 incassi C.4 realizzi per cessioni C.5 perdite da cessione C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.7 altre variazioni in diminuzione | |||
D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
A.1.4bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia
Causali/Qualità | Esposizioni oggetto di concessioni: deteriorate | Esposizioni oggetto di concessioni: in bonis |
A. Esposizione lorda iniziale - di cui: esposizioni cedute non cancellate | ||
B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni in bonis non oggetto di concessioni B.2 ingressi da esposizioni in bonis oggetto di concessioni B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessio- ni deteriorate B.4 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 uscite verso esposizioni in bonis non oggetto di concessioni C.2 uscite verso esposizioni in bonis oggetto di concessioni C.3 uscite verso esposizioni oggetto di conces- sioni deteriorate C.4 cancellazioni C.5 incassi C.6 realizzi per cessioni C.7 perdite da cessione C.8 altre variazioni in diminuzione | X X X | X X |
D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
– A.11.8 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.1.5 Esposizioni creditizie per cassa verso banche deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Categorie | Sofferenze |
probabili | Esposizioni scadute deteriorate |
A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate | |||
B. Variazioni in aumento B.1 rettifiche di valore B.1.bis2 perdite da cessione B.23 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3.4 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1. riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.2.bis3 utili da cessione C.34 cancellazioni C.45 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.56 altre variazioni in diminuzione | |||
D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
A.1.5bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche oggetto di concessioni deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Valori | Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate |
A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate | |
B. Variazioni in aumento B.1 rettifiche di valore B.2 perdite da cessione B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1. riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.3 utili da cessione C.4 cancellazioni C.5 altre variazioni in diminuzione | |
D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
– A.11.9 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori | Esposizione Lorda | Rettifiche di valore specifiche | Rettifiche di valore di portafoglio | Esposizione Netta | ||||
Attività deteriorate | In bonis | |||||||
Fino a 3 mesi | Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi | Da oltre 6 mesi fino a 1 anno | Oltre 1 anno | |||||
A. ESPOSIZIONI PER CASSA | ||||||||
a) Sofferenze | X | X | ||||||
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | |||||||
b) | X | X | ||||||
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | |||||||
Esposizioni ristrutturate | X | |||||||
c) Esposizioni scadute deteriorate | X | X | ||||||
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | |||||||
d) Esposizioni scadute non deteriorate | X | X | X | X | ||||
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | X | X | X | ||||
e) Altre attività: | X | |||||||
- detenute per la negoziazione | X | X | X | X | X | X | ||
- altre | X | X | X | X | X | |||
TOTALE A | ||||||||
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate b) Altre: - derivati - altre | X X | X X | X X | X X | X | X X | X X | |
TOTALE B | ||||||||
TOTALE A + B |
– A.11.10 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
Causali/Categorie | Sofferenze |
| Esposizioni scadute deteriorate |
A. Esposizione lorda iniziale - di cui: esposizioni cedute non cancellate | |||
B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis C.2 cancellazioni C.3 incassi C.4 realizzi per cessioni C.4.bis5 perdite da cessione C.56 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.67 altre variazioni in diminuzione | |||
D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
– A.11.11 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.1.7bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia
Causali/Qualità | Esposizioni oggetto di concessioni: deteriorate | Esposizioni oggetto di concessioni: in bonis |
A. Esposizione lorda iniziale - di cui: esposizioni cedute non cancellate | ||
B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni in bonis non oggetto di concessioni B.2 ingressi da esposizioni in bonis oggetto di concessioni B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessio- ni deteriorate B.4 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 uscite verso esposizioni in bonis non oggetto di concessioni C.2 uscite verso esposizioni in bonis oggetto di concessioni C.3 uscite verso esposizioni oggetto di conces- sioni deteriorate C.4 cancellazioni C.5 incassi C.6 realizzi per cessioni C.7 perdite da cessione C.8 altre variazioni in diminuzione | X X X | X X |
D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
– A.11.12 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Categorie | Sofferenze |
| Esposizioni scadute deteriorate |
A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate | |||
B. Variazioni in aumento B.1. rettifiche di valore B.1.bis2 perdite da cessione B.2.3trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3.4 altre variazioni in aumento C Variazioni in diminuzione C.1 riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.2.bis3 utili da cessione C.3. 4 cancellazioni C.4. 5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.5. 6 altre variazioni in diminuzione | |||
D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
A.1.8bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela oggetto di concessioni deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Valori | Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate |
A. Rettifiche complessive iniziali - di cui: esposizioni cedute non cancellate | |
B. Variazioni in aumento B.1 rettifiche di valore B.2 perdite da cessione B.3 altre variazioni in aumento C Variazioni in diminuzione C.1 riprese di valore da valutazione C.2 riprese di valore da incasso C.3 utili da cessione C.4 cancellazioni C.5 altre variazioni in diminuzione | |
D. Rettifiche complessive finali - di cui: esposizioni cedute non cancellate |
– A.11.13 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni
A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni
Esposizioni | Classi di rating esterni | Senza rating | Totale | |||||
classe 1 | classe 2 | classe 3 | classe 4 | classe 5 | classe 6 | |||
A. Esposizioni creditizie per cassa B. Derivati B.1 Derivati finanziari B.2 Derivati creditizi C. Garanzie rilasciate D. Impegni a erogare fondi X. Xxxxx | ||||||||
Totale |
A.2.2 Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni
Esposizioni | Classi di rating interni | Totale | |||||
… | … | … | … | … | … | ||
A. Esposizioni per cassa B. Derivati B.1 Derivati finanziari B.2 Derivati su crediti C. Garanzie rilasciate D. Impegni a erogare fondi X. Xxxxx | |||||||
Totale |
– A.11.14 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia
A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite
Valore esposizione netta | Garanzie reali (1) | Garanzie personali (2) | Totale (1)+(2) | ||||||||||||
Derivati su crediti | Crediti di firma | ||||||||||||||
Immobili - ipoteche | Immobili – leasing finanziario | Xxxxxx | Xxxxx garanzie reali | C L N | Altri derivati | Governi e banche centrali | Altri enti pubblici | Banche | Altri soggetti | ||||||
Governi e banche centrali | Altri enti pubblici | Banche | Altri soggetti | ||||||||||||
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 1.1. totalmente garantite - di cui deteriorate 1.2. parzialmente garantite - di cui deteriorate | |||||||||||||||
2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio” garantite: 2.1. totalmente garantite - di cui deteriorate 2.2. parzialmente garantite - di cui deteriorate |
– A.11.15 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite
Valore esposizione netta | Garanzie reali (1) | Garanzie personali (2) | Totale (1)+(2) | ||||||||||||
Derivati su crediti | Crediti di firma | ||||||||||||||
Immobili - ipoteche | Immobili – leasing finanziario | Xxxxxx | Xxxxx garanzie reali | C L N | Altri derivati | Governi e banche centrali | Altri enti pubblici | Banche | Altri soggetti | ||||||
Governi e banche centrali | Altri enti pubblici | Banche | Altri soggetti | ||||||||||||
1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 1.1. totalmente garantite - di cui deteriorate 1.2. parzialmente garantite - di cui deteriorate | |||||||||||||||
2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio” garantite: 2.1. totalmente garantite - di cui deteriorate 2.2. parzialmente garantite - di cui deteriorate |
– A.11.16 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie
B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)
Esposizioni/Controparti | Governi | Altri enti pubblici | Società finanziarie | Società di assicurazione | Imprese non finanziarie | Altri soggetti | ||||||||||||
Esposizione netta | Rettifiche valore specifiche | Rettifiche valore di portafoglio | Esposizione netta | Rettifiche valore specifiche | Rettifiche valore di portafoglio | Esposizione netta | Rettifiche valore specifiche | Rettifiche valore di portafoglio | Esposizione netta | Rettifiche valore specifiche | Rettifiche valore di portafoglio | Esposizione netta | Rettifiche valore specifiche | Rettifiche valore di portafoglio | Esposizione netta | Rettifiche valore specifiche | Rettifiche valore di portafoglio | |
A. Esposizioni per cassa | ||||||||||||||||||
A.1 Sofferenze - di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | X | X | X | X | X | ||||||||||||
A.2 - di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | X | X | X | X | X | ||||||||||||
A.3 Esposizioni ristrutturate | X | X | X | X | X | X | ||||||||||||
A.43 Esposizioni scadute deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | X | X | X | X | X | ||||||||||||
A.54 Altre esposizioni - di cui: esposizioni oggetto di concessioni | X | X | X | X | X | X | ||||||||||||
TOTALE A | ||||||||||||||||||
B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni | X | X X X | X | X X X | X | X X X | X | X X X | X | X X X | X | X X X | ||||||
TOTALE B | ||||||||||||||||||
TOTALE (A + B) (T) | ||||||||||||||||||
TOTALE (A + B) (T-1) |
– A.11.17 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)
Esposizioni/Aree geografiche | ITALIA | ALTRI PAESI EUROPEI | AMERICA | ASIA | RESTO DEL MONDO | |||||
Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | |
A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 A.3 Esposizioni ristrutturate A.43 Esposizioni scadute deteriorate A.54 Altre esposizioni | ||||||||||
TOTALE A | ||||||||||
B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni | ||||||||||
TOTALE B | ||||||||||
TOTALE A+B (T) | ||||||||||
TOTALE A+B (T-1) |
– A.11.18 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)
Esposizioni/Aree geografiche | ITALIA | ALTRI PAESI EUROPEI | AMERICA | ASIA | RESTO DEL MONDO | |||||
Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | Esposizione netta | Rettifiche valore complessive | |
A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 A.3 Esposizioni ristrutturate A.43 Esposizioni scadute deteriorate A.54 Altre esposizioni | ||||||||||
TOTALE A | ||||||||||
B. Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni | ||||||||||
TOTALE B | ||||||||||
TOTALE A+B (T) | ||||||||||
TOTALE A+B (T-1) |
B.4 Grandi esposizioni
a) Ammontare (valore di bilancio)
b) Ammontare (valore ponderato)
c) Numero
– A.11.19 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
C. Operazioni di cartolarizzazione
Informazioni di natura qualitativa Informazioni di natura quantitativa
C.1. Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione distinte per qualità delle attività sottostanti
Qualità attività sottostanti/Esposizioni | Esposizioni per cassa | Garanzie rilasciate | Linee di credito | |||||||||||||||
Senior | Mezzanine | Junior | Senior | Mezzanine | Junior | Senior | Mezzanine | Junior | ||||||||||
Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | Esposizione lorda | Esposizione netta | |
A. Con attività sottostanti proprie: a) Deteriorate b) Altre B. Con attività sottostanti di terzi: a) Deteriorate b) Altre |
– A.11.20 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
C.2 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione “proprie” ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni
Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni | Esposizioni per cassa | Garanzie rilasciate | Linee di credito | |||||||||||||||
Senior | Mezzanine | Junior | Senior | Mezzanine | Junior | Senior | Mezzanine | Junior | ||||||||||
Valore di bilancio | Rettifiche/riprese di valore | Valore di bilancio | Rettifiche/riprese di valore | Valore di bilancio | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | |
A. Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio A.1 Nome cartolarizzazione 1 – Tipologia attività A.2 Nome cartolarizzazione 2 – Tipologia attività A.3 Nome cartolarizzazione … – Tipologia attività B. Oggetto di parziale cancellazione dal bilancio B.1 Nome cartolarizzazione 1 – Tipologia attività B.2 Nome cartolarizzazione 2 – Tipologia attività B.3 Nome cartolarizzazione … – Tipologia attività C. Non cancellate dal bilancio C.1 Nome cartolarizzazione 1 – Tipologia attività C.2 Nome cartolarizzazione 2 – Tipologia attività C.3 Nome cartolarizzazione … – Tipologia attività |
– A.11.21 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
C.3 Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione di “terzi” ripartite per tipologia delle attività cartolarizzate e per tipo di esposizione
Tipologia attività sottostanti/Esposizioni | Esposizioni per cassa | Garanzie rilasciate | Linee di credito | |||||||||||||||
Senior | Mezzanine | Junior | Senior | Mezzanine | Junior | Senior | Mezzanine | Junior | ||||||||||
Valore di bilancio | Rettifiche/riprese di valore | Valore di bilancio | Rettifiche/riprese di valore | Valore di bilancio | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | Esposizione netta | Rettifiche/riprese di valore | |
A.1 Nome cartolarizzazione 1 – Tipologia attività A.2 Nome cartolarizzazione 2 – Tipologia attività A.3 Nome cartolarizzazione 3 – Tipologia attività ………………. |
C.4 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione ripartite per portafoglio e per tipologia
Esposizione/ portafoglio | Attività finanziarie detenute per negoziazione | Attività finanziarie fair value option | Attività finanziarie disponibile per la vendita | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza | Crediti | Totale (T) | Totale (T-1) |
1. Esposizioni per cassa - "Senior" - "Mezzanine" - "Junior" 2. Esposizioni fuori bilancio - "Senior" - "Mezzanine" - "Junior" |
– A.11.22 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
IL BILANCIO BANCARIO Appendice A - Schemi del bilancio dell’impresa Paragrafo A.11 - Nota integrativa - Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche contabili | ||||||||
C.5 Ammontare complessivo delle attività cartolarizzate sottostanti ai titoli junior o ad altre forme di sostegno creditizio C.6 Società veicolo per la cartolarizzazione | ||||||||
Nome cartolarizzazione / Denominazione società veicolo | Sede legale | Consolidamento | Attività | Passività | ||||
Crediti | Titoli di debito | Altre | Senior | Mezza nine | Junior | |||
- - - | ||||||||
- - - | ||||||||
- - - | ||||||||
- - - | ||||||||
- - - | ||||||||
- - - | ||||||||
- - - | ||||||||
– A.11.23 – Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento |
Attività/Valori | Cartolarizzazioni tradizionali | Cartolarizzazioni sintetiche |
A. Attività sottostanti proprie: A.1 Oggetto di integrale cancellazione 1. Sofferenze 2. IncagliInadempienze probabili 3. Esposizioni ristrutturate 4.3. Esposizioni scadute deteriorate 5.4. Altre attività A.2 Oggetto di parziale cancellazione 1. Sofferenze 2. IncagliInadempienze probabili 3.2. Esposizioni ristrutturate 4.3. Esposizioni scadute deteriorate 5.4. Altre attività A.3 Non cancellate 1. Sofferenze 2. IncagliInadempienze probabili 3. Esposizioni ristrutturate 4.3. Esposizioni scadute deteriorate 5.4. Altre attività | X X X X X X X X | |
B. Attività sottostanti di terzi: B.1 Sofferenze B.2 IncagliInadempienze probabili B.3 Esposizioni ristrutturate B.43 Esposizioni scadute deteriorate B.45 Altre attività |
C.7 Società veicolo per la cartolarizzazione non consolidate
C.8 Attività di servicer – incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo per la cartolarizzazione
Società veicolo | Attività cartolarizzate (dato di fine periodo) | Incassi crediti realizzati nell’anno | Quota percentuale dei titoli rimborsati (dato di fine periodo) | |||||||
Deteriorate | In bonis | Deteriorate | In bonis | Senior | Mezzanine | Junior | ||||
Attività deteriorate | Attività in bonis | Attività deteriorate | Attività in bonis | Attività deteriorate | Attività in bonis | |||||
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - |
– A.11.24 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
D. Informativa sulle entità strutturate non consolidate contabilmente (diverse dalle società veicolo per la cartolarizzazione)
Informazioni di natura qualitativa Informazioni di natura quantitativa
Voci di bilancio/Tipologia di entità strutturata | Portafogli contabili dell’attivo | Totale attività (A) | Portafogli contabili del passivo | Totale passività (B) | Valore contabile netto (C=A-B) | Esposizione massima al rischio di perdita (D) | Differenza tra esposizione al rischio di perdita e valore contabile (E=D-C) |
1. Società veicolo 2. OICR 3. …….. |
– A.11.25 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
E. Operazioni di cessione
A. Attività finanziarie cedute e non cancellate integralmente
Informazioni di natura qualitativa Informazioni di natura quantitativa
E.1 Attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio e valore intero
Forme tecniche/ Portafoglio | Attività finanziarie detenute per la negoziazione | Attività finanziarie valutate al fair value | Attività finanziarie disponibili per la vendita | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza | Crediti v/banche | Crediti v/clientela | Totale | |||||||||||||
A | B | C | A | B | C | A | B | C | A | B | C | A | B | C | A | B | C | T | T-1 | |
A. Attività per cassa 1. Titoli di debito | ||||||||||||||||||||
2. Titoli di capitale | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |||||||||||
3. O.I.C.R. | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |||||||||||
4. Finanziamenti | ||||||||||||||||||||
B. Strumenti derivati | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |||||
Totale (T) | X | |||||||||||||||||||
di cui deteriorate | X | |||||||||||||||||||
Totale (T-1) | X | |||||||||||||||||||
di cui deteriorate | X |
Legenda:
A = attività finanziarie cedute rilevate per intero (valore di bilancio)
B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (valore di bilancio) C = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (intero valore)
– A.11.26 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
E.2 Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio
Passività/Portafoglio attività | Attività finanziarie detenute per la negoziazione | Attività finanziarie valutate al fair value | Attività finanziarie disponibili per la vendita | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza | Crediti v/banche | Crediti v/clientela | Totale |
1. Debiti verso clientela a) a fronte di attività rilevate per intero b) a fronte di attività rilevate parzialmente 2. Debiti verso banche a) a fronte di attività rilevate per intero b) a fronte di attività rilevate parzialmente | |||||||
Totale (T) | |||||||
Totale (T-1) |
– A.11.27 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
E.3 Operazioni di cessione con passività aventi rivalsa esclusivamente sulle attività cedute: fair value
Forme tecniche/ Portafoglio | Attività finanziarie detenute per la negoziazione | Attività finanziarie valutate al fair value | Attività finanziarie disponibili per la vendita | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza (fair value) | Crediti v/banche (fair value) | Crediti v/clientela (fair value) | Totale | |||||||
A | B | A | B | A | B | A | B | A | B | A | B | T | T-1 | |
A. Attività per cassa 1. Titoli di debito | X | X | X | X | ||||||||||
2. Titoli di capitale | X | X | X | X | X | X | ||||||||
3. O.I.C.R. | X | X | X | X | X | X | ||||||||
4. Finanziamenti | ||||||||||||||
B. Strumenti derivati | X | X | X | X | X | X | ||||||||
Totale attività | ||||||||||||||
C. Passività associate 1. Debiti verso clientela 2. Debiti verso banche | X X X | X X X | ||||||||||||
Totale passività | ||||||||||||||
Valore Netto (T) | X | |||||||||||||
Valore Netto (T-1) | X |
Legenda:
A = attività finanziarie cedute rilevate per intero
B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente
B. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente con rilevazione del continuo coinvolgimento
Informazioni di natura qualitativa Informazioni di natura quantitativa
E.4 Operazioni di covered bond
– A.11.28 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
F. Modelli per la misurazione del rischio di credito
– A.11.29 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
Sezione 2 – Rischi di mercato
2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – portafoglio di negoziazione di vigilanza
Informazioni di natura qualitativa
X. Xxxxxxx generali
B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
– A.11.30 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
Informazioni di natura quantitativa
1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari
Valuta di denominazione XXX
Tipologia/Durata residua | A vista | Fino a 3 mesi | Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi | Da oltre 6 mesi fino a 1 anno | Da oltre 1 anno fino a 5 anni | Da oltre 5 anni fino a 10 anni | Oltre 10 anni | Durata indeter- minata |
1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito con opzione di rimborso anticipato altri 1.2 Altre attività | ||||||||
2. Passività per cassa 2.1 P.C.T. passivi 2.2 Altre passività | ||||||||
3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + Posizioni lunghe + Posizioni corte - Altri derivati + Posizioni lunghe + Posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + Posizioni lunghe + Posizioni corte - Altri derivati + Posizioni lunghe + Posizioni corte |
– A.11.31 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione
Tipologia operazioni/Indice quotazione | Quotati | Non quotati | ||
Paese 1 | Paese 2 | Paese .. | ||
X. Xxxxxx di capitale posizioni lunghe posizioni corte B. Compravendite non ancora regolate su titoli di capitale posizioni lunghe posizioni corte C. Altri derivati su titoli di capitale posizioni lunghe posizioni corte D. Derivati su indici azionari posizioni lunghe posizioni corte |
3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di 'analisi della sensitività
– A.11.32 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
2.2 Rischio di tasso di interesse e di prezzo - portafoglio bancario
Informazioni di natura qualitativa
X. Xxxxxxx generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
B. Attività di copertura del fair value
C. Attività di copertura dei flussi finanziari
Informazioni di natura quantitativa
– A.11.33 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione XXX
Tipologia/Durata residua | A vista | Fino a 3 mesi | Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi | Da oltre 6 mesi fino a 1 anno | Da oltre 1 anno fino a 5 anni | Da oltre 5 anni fino a 10 anni | Oltre 10 anni | Durata indeter- minata |
1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri | ||||||||
2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altri | ||||||||
3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte | ||||||||
4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte |
– A.11.34 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività
2.3 Rischio di cambio Informazioni di natura qualitativa
X. Xxxxxxx generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio
B. Attività di copertura del rischio di cambio
– A.11.35 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
Informazioni di natura quantitativa
1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati
Voci | Valute | |||||
Dollari USA | Sterline | Yen | Dollari canadesi | Franchi svizzeri | Altre valute | |
A. Attività finanziarie A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale A.3 Finanziamenti a banche A.4 Finanziamenti a clientela A.5 Altre attività finanziarie | ||||||
B. Altre attività | ||||||
C. Passività finanziarie C.1 Debiti verso banche C.2 Debiti verso clientela C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie | ||||||
D. Altre passività | ||||||
E. Derivati finanziari - Opzioni + Posizioni lunghe + Posizioni corte - Altri derivati + Posizioni lunghe + Posizioni corte | ||||||
Totale attività | ||||||
Totale passività | ||||||
Sbilancio () |
2. Modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività
– A.11.36 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
2.4 Gli strumenti derivati
A. Derivati finanziari
A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi
Attività sottostanti/Tipologie derivati | Totale (T) | Totale (T 1) | ||
Over the counter | Controparti Centrali | Over the counter | Controparti Centrali | |
1. Titoli di debito e tassi d’interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri | ||||
2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri | ||||
3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri | ||||
4. Merci | ||||
5. Altri sottostanti | ||||
Totale | ||||
Valori medi |
– A.11.37 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi
A.2.1 Di copertura
Attività sottostanti/Tipologie derivati | Totale (T) | Totale (T 1) | ||
Over the counter | Controparti Centrali | Over the counter | Controparti Centrali | |
1. Titoli di debito e tassi d’interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri | ||||
2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri | ||||
3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri | ||||
4. Merci | ||||
5. Altri sottostanti | ||||
Totale | ||||
Valori medi |
A.2.2 Altri derivati
Seguire lo schema della tabella precedente
– A.11.38 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo – ripartizione per prodotti
Portafogli/Tipologie derivati | Fair value positivo | |||
Totale (T) | Totale (T 1) | |||
Over the counter | Controparti Centrali | Over the counter | Controparti Centrali | |
X. Xxxxxxxxxxx di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri | ||||
B. Portafoglio bancario – di copertura a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri | ||||
C. Portafoglio bancario – altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap e) Forward f) Futures g) Altri | ||||
Totale |
– A.11.39 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo – ripartizione per prodotti
Portafogli/Tipologie derivati | Fair value negativo | |||
Totale (T) | Totale (T 1) | |||
Over the counter | Controparti Centrali | Over the counter | Controparti Centrali | |
X. Xxxxxxxxxxx di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap d) Forward e) Futures f) Altri | ||||
B. Portafoglio bancario – di copertura a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap d) Forward e) Futures f) Altri | ||||
C. Portafoglio bancario – Altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equity swap d) Forward e) Futures f) Altri | ||||
Totale |
– A.11.40 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.5 Derivati finanziari OTC – portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione | Governi e Banche Centrali | Altri enti pubblici | Banche | Società finanziarie | Società di assicurazione | Imprese non finanziarie | Altri soggetti |
1) Titoli di debito e tassi d’interesse valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura 3) Valute e oro valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura 4) Altri valori valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura |
– A.11.41 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.6 Derivati finanziari OTC – portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione
Contratti rientranti in accordi di compensazione | Governi e Banche Centrali | Altri enti pubblici | Banche | Società finanziarie | Società di assicurazione | Imprese non finanziarie | Altri soggetti |
1) Titoli di debito e tassi d’interesse valore nozionale fair value positivo fair value negativo 2) Titoli di capitale e indici azionari valore nozionale fair value positivo fair value negativo 3) Valute e oro valore nozionale fair value positivo fair value negativo 4) Altri valori valore nozionale fair value positivo fair value negativo |
– A.11.42 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.7 Derivati finanziari OTC – portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione | Governi e Banche Centrali | Altri enti pubblici | Banche | Società finanziarie | Società di assicurazione | Imprese non finanziarie | Altri soggetti |
1) Titoli di debito e tassi d’interesse valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura 3) Valute e oro valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura 4) Altri valori valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura |
– A.11.43 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.8 Derivati finanziari OTC – portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione
Contratti rientranti in accordi di compensazione | Governi e Banche Centrali | Altri enti pubblici | Banche | Società finanziarie | Società di assicurazione | Imprese non finanziarie | Altri soggetti |
1) Titoli di debito e tassi d’interesse valore nozionale fair value positivo fair value negativo 5) Titoli di capitale e indici azionari valore nozionale fair value positivo fair value negativo 6) Valute e oro valore nozionale fair value positivo fair value negativo 7) Altri valori valore nozionale fair value positivo fair value negativo |
– A.11.44 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali
Sottostanti/Vita residua | Fino a 1 anno | Oltre 1 anno e fino a 5 anni | Oltre 5 anni | Totale |
X. Xxxxxxxxxxx di negoziazione di vigilanza A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d’interesse A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro A.4 Derivati finanziari su altri valori X. Xxxxxxxxxxx bancario B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d’interesse B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro B.4 Derivati finanziari su altri valori | ||||
Totale (T) | ||||
Totale (T-1) |
A.10 Derivati finanziari OTC: rischio di controparte/rischio finanziario – Modelli interni
– A.11.45 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
B. DERIVATI CREDITIZI
B1. Derivati creditizi: valori nozionali di fine periodo e medi
Categorie di operazioni | Portafoglio di negoziazione di vigilanza | Portafoglio bancario | ||
su un singolo soggetto | su più soggetti (basket) | su un singolo soggetto | su più soggetti (basket) | |
1. Acquisti di protezione a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri | ||||
TOTALE T | ||||
VALORI MEDI | ||||
TOTALE T-1 | ||||
2. Vendite di protezione a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri | ||||
TOTALE T | ||||
VALORI MEDI | ||||
TOTALE T-1 |
– A.11.46 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
B.2 Derivati creditizi OTC: fair value lordo positivo – ripartizione per prodotti
Portafogli/Tipologie derivati | Fair value positivo | |
Totale (T) | Totale (T – 1) | |
X. Xxxxxxxxxxx di negoziazione di vigilanza a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri | ||
B. Portafoglio bancario a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri | ||
Totale |
– A.11.47 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
B.3 Derivati creditizi OTC: fair value lordo negativo – ripartizione per prodotti
Portafogli/Tipologie derivati | Fair value negativo | |
Totale (T) | Totale (T 1) | |
X. Xxxxxxxxxxx di negoziazione di vigilanza a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri | ||
B. Portafoglio bancario a) Credit default products b) Credit spread products c) Total rate of return swap d) Altri | ||
Totale |
– A.11.48 –
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B.4 Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione | Governi e Banche Centrali | Altri enti pubblici | Banche | Società finanziarie | Società di assicurazione | Imprese non finanziarie | Altri soggetti |
Negoziazione di vigilanza 1) Acquisto protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura 2) Vendita protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo esposizione futura Portafoglio bancario 1) Acquisto di protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo 2) Vendita protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo |
– A.11.49 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento
B.5 Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti- contratti rientranti in accordi di compensazione
Contratti rientranti in accordi di compensazione | Governi e Banche Centrali | Altri enti pubblici | Banche | Società finanziarie | Società di assicurazione | Imprese non finanziarie | Altri soggetti |
Negoziazione di vigilanza 1) Acquisto protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo 2) Vendita protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo Portafoglio bancario 1) Acquisto di protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo 2) Vendita protezione valore nozionale fair value positivo fair value negativo |
– A.11.50 –
Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 – 34° aggiornamento