La scelta della parola contrattazione, posta a qualificare una negoziazione in ambito sociale che aspira alla forza del contratto di lavoro, ovvero spinge per decisioni vincolanti.
Migliorare il welfare per migliorare il paese
Osservatorio Sociale
della Contrattazione Territoriale
Rapporto 2016
Ripartire dalla contrattazione sociale di prossimità per un welfare integrato e inclusivo
La contrattazione sociale di prossimità come tratto distintivo della Cisl.
Contrattazione…
La scelta della parola contrattazione, posta a qualificare una negoziazione in ambito sociale che aspira alla forza del contratto di lavoro, ovvero spinge per decisioni vincolanti.
È questo un punto rilevante se ricordiamo due aspetti in particolare:
•la contrattazione sociale non è obbligatoria in forza di legge, ma ha una fondamento volontaristico e di fatto lascia perlopiù all’iniziativa
sindacale la responsabilità di chiamare al tavolo della negoziazione gli attori del welfare locale, a partire dalle amministrazioni comunali;
•gli accordi presi non sono cogenti sotto il profilo normativo, e il loro rispetto è lasciato all’impegno delle parti firmatarie.
Ripartire dalla contrattazione sociale di prossimità, Rapporto 2016
La contrattazione sociale di prossimità: come tratto distintivo della Cisl.
Prossimità…
•un’azione negoziale che agisce nel territorio e per il territorio, e che lo “abita”;
•che si fa vicina alle persone e alle situazioni di bisogno per conoscerle in modo approfondito e concorrere a costruire risposte credibili e sostenibili;
•che si fa carico, si prende cura e, attraverso una costante opera di tessitura di legami e di relazioni, contribuisce a dare “densità relazionale” allo spazio sociale,
inscrivendo in questo spazio i propri obiettivi di solidarietà, equità, giustizia sociale.
•che è capace di influenzare i processi di regolazione economica e sociale, quanto la possibilità di rafforzare la funzione di rappresentanza sociale del sindacato oltre i
confini dei luoghi di lavoro.
•che gioca un ruolo di protagonismo entro sistemi di welfare locali nei quali cresce l’esigenza di integrare risorse e risposte pubbliche e private, di promuovere forme di
mediazione dei bisogni e (ri)socializzazione di rischi sociali, di implicarsi nella costruzione di reti di collaborazione
Ripartire dalla contrattazione sociale di prossimità, Rapporto 2016
La contrattazione sociale di prossimità: le tre dimensioni
1. lungo la dimensione strategica, appare orientata rispetto ad alcune aree di rischio
nuove e rilevanti (povertà ed esclusione, famiglie con carichi di cura non autosufficienti e bambini, lavoratori in difficoltà, equità nei sistemi di fiscalità e tariffazione locale, sviluppo del territorio) e dunque in movimento
2. lungo la dimensione territoriale, risulta intensa (oltre 5 mila accordi), dinamica
quanto ad attivazione dei territori, anche se ancora a macchia di leopardo nel paese; significativa ovvero “di peso” quanto a popolazione residente nei comuni nei quali la contrattazione sociale insiste,
3. lungo la dimensione contrattuale/negoziale, risulta articolata quanto a pluralità di tipologie delle forme negoziali (e degli esiti delle intese); protesa a
sviluppare aggregazione (come lo spostamento della contrattazione verso il livello intercomunale suggerisce) e quindi orientata a “fare sistema”; promozionale rispetto allo sviluppo della prassi della contrattazione sociale di prossimità, includendo, in una elevata quota di accordi, elementi atti a regolare il processo negoziale specialmente al Sud
Ripartire dalla contrattazione sociale di prossimità, Rapporto 2016
Gli accordi 2015, per macro-aree (%)
Protezione sociale: per non lasciare sole le persone di fronte ai rischi sociali
Gli accordi 2015, per principali beneficiari (%)
Gli accordi 2015, per micro-area
Macro-area | Micro-area (voci più frequenti) | |
Socio-familiare | Compartecipazione | |
Socio-familiare | Offerta di servizi | |
Socio-familiare | Servizi socio-educativi | |
Fisco | Fiscalità locale | |
Mercato del lavoro | Occupabilità | |
Socio-sanitario | Assistenza ambulatoriale | |
Socio-sanitario | Offerta di servizi | |
Territorio | Azioni di sistema |
Una contrattazione sociale di prossimità non solo difensiva: che progetta ed innova
Realizzazione (aumento o implementazione)
Stabilizzazione (mantenimento senza variazioni)
Progettazione (sviluppo, ideazione di
novità) Regolamentazione (intervento amministrativo sugli standard)
Osservazione (raccolta dati e informazioni)
Governance (sistema delle regole e procedure)
Consulenza/accomp. (assistenza nello
svolgimento di attività)
Diminuzione (riduzione o calo)
0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80
Gli accordi 2015, per azione (%)
Una logica sovracomunale: primi segnali, una direzione di marcia
2014
2015
84,8%
72,2%
6,8%
22,2%
Gli accordi 2015, per ambito (%)
primi segnali, una direzione di xxxxxx
89,9
80,6
2,8
2,1
4,5
0,3 0,1
0,3
4,2
10,1
5,0
0,2
2014 2015
<00 00 00-00 25-36 48 60 72
Gli accordi 2015, per durata in mesi (%)
La contrattazione sociale e la propensione ad investire nel sociale si innestano virtuosamente
Gestione finanziaria | 2015 |
Propensione al sociale, comuni coperti dalla contrattazione sociale | 11,6% |
Propensione al sociale, altri comuni | 9,1% |
Spesa sociale pro-capite, comuni coperti dalla contrattazione sociale | 95,8 EUR |
Spesa sociale pro-capite, altri comuni | 88,4 EUR |
La contrattazione sociale interessa Comuni che presentano,
in media, una più spiccata propensione al sociale e valori di spesa sociale pro-capite più elevati.
In Italia un welfare “fuori squadra”
spesa per la famiglia in Italia 4,1% spesa per il sostegno all’abitare 0,1%
spesa per affrontare l’esclusione sociale 0,7%
Tra le più basse degli 11 Paesi europei messi a confronto
dall’Eurostat
Spesa sociale ridotta del 2,7% dal 2012 al 2013 (dati ISTAT) e spesa corrente sociale dei Comuni
ridotta dell’1,7% dal 2013 al 2015 (banca dati AIDA-CISL BvD)
Con la crisi (che fa crescere i bisogni) sono aumentate le componenti in trasferimenti economici, ma è rimasta ferma la spesa a favore
dello sviluppo del welfare territoriale e dei servizi
(-16% tra il 2010 e il 2015 per i servizi assistenziali per la famiglia)
Arretra la spesa sociale dei Comuni (anni 2013/2014/2015)
7550000
7.527.828
7500000
7.481.520
7450000
Dati Cisl
Banca dati AIDA Cisl - BvD
7400000
7350000
7300000
7.398.836
Totale degli impegni di spese correnti della funzione servizi sociali ad esclusione del servizio necroscopico e cimiteriale, in migliaia di €. Campione: 7470 comuni su 8.162 (91% sul totale).
3 proposte Cisl per un welfare integrato e inclusivo
1. Una cornice di riferimento nazionale per sostenere il welfare locale in una logica più partecipata, integrata ed inclusiva. E’ necessario investire maggiori risorse, definire obiettivi prioritari e gradualmente iniziare a garantire i livelli essenziali delle prestazioni, per valorizzare e sostenere l’infrastrutturazione sociale. Attraverso una governance partecipata.
2. I risultati che oggi abbiamo illustrato ci rafforzano nella richiesta di strutturare nel nostro Paese un welfare dell’inclusione sociale, di largo respiro, definendo un terzo pilastro sociale: quello dei servizi di educazione, di cura, per il lavoro e di contrasto alla povertà, in una logica di integrazione tra sistemi, che garantisca realmente la centralità della persona. Per questo servono scelte coraggiose che intervengano sia sul ridisegno del sistema pubblico dei servizi ed interventi di natura sociale, sia sull’orientamento verso questi obiettivi del welfare contrattuale, integrativo e dell’economia civile.
3. La non autosufficienza non ha in Italia ancora culturalmente l’attenzione che merita. Ne è prova che si riesce a concludere un accordo su questo tema in poco meno di un caso su dieci (9,6%), in diminuzione tra il 2014 e il 2015. Nonostante l’impegno che il sindacato riconosce in questa direzione, a tutti i livelli organizzativi, e nonostante proposte e richieste (anche legislative) non siano mancate.