DARAG Italia S.p.A. (già ERGO Assicurazioni S.p.A.)
RELAZIONE PERIODICA SULLA SOLVIBILITÀ E
CONDIZIONE FINANZIARIA
DARAG Italia S.p.A. (già ERGO Assicurazioni S.p.A.)
Sede e Direzione Generale: 00000 Xxxxxx, Xxxxxx
0
Via Pampuri, 13
RELAZIONE SULLA SOLVIBILITA’ E CONDIZIONE FINANZIARIA
STRUTTURA DELLA RELAZIONE SULLA SOLVIBILITA’ E CONDIZIONE
FINANZIARIA
Normativa di Riferimento:
La presente relazione è stata redatta in conformità alle disposizioni elencate di seguito:
- Regolamento IVASS N. 33 del 6 dicembre 2016;
- Decreto Legislativo 7 settembre 2005, n. 209 – Codice delle Assicurazioni Private, modificato dal decreto legislativo 12 maggio 2015 n. 74 attuativo della direttiva n. 2009/138/CE del 25 novembre 2009 (di seguito anche “CAP”).
- Regolamento delegato (UE) 2015/35 della Commissione, del 10 ottobre 2014 (di seguito
anche “Atti Delegati”).
- Direttiva 2009/138/CE del 25 novembre 2009 in materia di Solvency II (di seguito anche
“Direttiva”).
Di seguito si riporta la struttura della relazione periodica all’IVASS.
A.2 Risultati di Sottoscrizione 9
A.3 Risultati di investimento 12
A.4 Risultati di altre attività 14
B.1 Informazioni generali sul sistema di governance 16
B.2 Requisiti di competenza e onorabilità 30
B.3 Sistema di gestione dei rischi, compresa la valutazione interna del rischio e della solvibilità 31 B.4 Sistema di controllo interno 35
B.5 Funzione di audit interno 37
X.0 Xxxxxxx di Sottoscrizione 48
C.6 Altri rischi Sostanziali 56
D. Valutazione a fini di Solvibilità 60
D.1.1 Aspetti metodologici della valutazione delle Attività (basi, metodi e modelli) 61
D.1.1.1 Valutazione degli attivi immateriali 61
D.1.1.2 Valutazione delle attività e passività finanziarie (escluse le partecipazioni) 61
D.1.1.3 Valutazione delle Partecipazioni 63
D.1.1.4 Valutazione delle Attività e delle Passività fiscali differite 63
D.1.1.5 Valutazione delle altre attività 64
D.1.2 Analisi delle differenze rilevate tra i metodi di valutazione utilizzati ai fini di Solvency II e i metodi di valutazione utilizzati per il bilancio 64
D.1.3 Informazioni qualitative e quantitative sulla valutazione delle Attività 64
D.1.3.1 Attività Immateriali 65
D.1.3.2 Terreni fabbricati ed altre immobilizzazioni materiali 65
D.1.3.3 Altri investimenti (escluse le partecipazioni) 65
D.1.3.4 Attività e Passività Fiscali Differite 66
D.1.3.6 Attività e passività fuori bilancio 68
D.3.1 Aspetti metodologici della valutazione delle Passività (basi, metodi e modelli) 79
D.3.2 Analisi delle differenze rilevate tra i metodi di valutazione utilizzati ai fini di Solvency II e i metodi di valutazione utilizzati per il bilancio 79
D.3.3 Informazioni qualitative e quantitative sulla valutazione delle Passività 79
D.4 Metodi Alternativi di Valutazione 80
E.1.2 I Fondi Propri di Base 82
E.1.3 Determinazione dei Fondi Propri Disponibili e dei Fondi Propri Ammissibili 85
E. 1.4 Analisi delle differenze tra il Patrimonio Netto del Bilancio e gli Own Funds al 31
E.1.5 Analisi delle differenze tra gli Own Funds alla chiusura del periodo e gli Own Funds alla chiusura del periodo precedente 88
E.2 Requisito Patrimoniale di Solvibilità e Requisito Patrimoniale Minimo 90
E.3 Utilizzo del Sottomodulo del Rischio Azionario basato sulla durata nel Calcolo del Requisito Patrimoniale di Solvibilità 92
E.4 Differenze tra la Standard Formula e il Modello Interno Utilizzato 93
E.5 Insolvenza del Requisito Patrimoniale Minimo e Inosservanza del Requisito Patrimoniale di Solvibilità 94
A. ATTIVITÀ
La Società, precedentemente denominata Ergo Assicurazioni S.p.A. ed autorizzata dall’Istituto di Vigilanza al cambio di denominazione sociale in DARAG Italia S.p.A. nel mese di febbraio 2017, fa parte del Gruppo assicurativo DARAG dal 30 novembre 2016.
Il processo di acquisizione da parte del Gruppo si è realizzato, nel corso dell’esercizio 2016, al termine
di due passaggi consecutivi.
Sino al 29 giugno 2016 la Società ha fatto parte del gruppo assicurativo ERGO Versicherungsgruppe, di cui la società di partecipazione assicurativa ERGO Italia S.p.A., era la Capogruppo.
Con Provvedimento prot. n. 0113591/16 rilasciato in data 7 giugno 2016, l’Autorità di Xxxxxxxxx ha quindi autorizzato l’acquisizione di ERGO Italia S.p.A. e delle sue controllate, tra cui ERGO Assicurazioni S.p.A., da parte del fondo di private equity Cinven. L’operazione di acquisizione si è perfezionata in data 30 giugno 2016.
Il fondo Cinven ha assunto il controllo di ERGO Italia S.p.A. per il tramite della società Phlavia Investimenti s.r.l.. Il passaggio delle azioni da ERGO a Phlavia Investimenti s.r.l. è avvenuto il 30 giugno 2016.
Nel mese di luglio 2016 DARAG, compagnia assicurativa europea specializzata nella gestione di portafogli danni, ha concluso un accordo con il fondo Cinven per l’acquisizione di ERGO Assicurazioni S.p.A.
Tale operazione è stata autorizzata dall’Istituto di Vigilanza in data 9 novembre 2016 con Provvedimento prot. N. 02089986/16. A seguito di ciò, in data 30 novembre 2016 il Gruppo assicurativo DARAG ha assunto il controllo di ERGO Assicurazioni S.p.A. mediante la società DARAG Emanueli Limited, che ne ha acquisito l'intero capitale sociale.
La Società è sottoposta all’autorità di vigilanza da parte dell’IVASS, istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che opera per garantire l’adeguata protezione degli assicurati perseguendo la sana e prudente gestione delle imprese di assicurazione e riassicurazione nonché loro trasparenza e correttezza nei confronti della clientela.
La Capogruppo Darag Group Limited, con sede a Malta, è soggetta al controllo di un Collegio di Supervisori i cui membri hanno sede a Malta (la cui autorità di Vigilanza è MFSA), in Italia (la cui autorità di Vigilanza è IVASS) ed in Germania (la cui autorità di vigilanza è BAFIN).
Il settore supervisionato dal MFSA comprende istituti di credito e istituti finanziari, società di investimento, trustees, società di assicurazione e intermediari finanziari che provvedono una varietà vasta di prodotti e servizi sia sul mercato domestico che sul mercato internazionale. L’MFSA gestisce anche il Registro delle Società.
I collegi di supervisori si costituiscono con lo scopo di consolidare e di effettuare una supervisione efficiente e coerente con le istituzioni che operano in diverse frontiere.
Per quanto concerne la certificazione del Bilancio 2016, DARAG Italia S.p.A. è soggetta alla revisione esterna da parte della Società di Revisione KPMG S.p.A..
Con riferimento ai rapporti con le altre società del gruppo assicurativo DARAG, la Società non detiene e non ha detenuto in corso d’anno azioni proprie né azioni della controllante o di società consociate.
Il controllo diretto su DARAG Italia S.p.A. viene esercitato mediante DARAG Emanueli Limited, che è l’unico azionista della Società. Tale società è controllata al 100% dalla capogruppo DARAG Group Limited.
L’IVASS ha autorizzato, con delibera, il Signor Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx e la Signora Xxxxx Xxxxxx Xxx xx Xxxxx ad assumere di concerto il controllo della Società, per il tramite di DARAG Emanueli Limited. A seguito di tale autorizzazione, in data 30 novembre 2016, la totalità delle azioni della Società sono state trasferite a DARAG Emanueli Limited, con sede legale a Malta, in Xxxxxxxxx Mansions, Ta' Xbiex Seafront, Ta' Xbiex XBX 1026.
La Capogruppo assicurativa è a sua volta detenuta al 99,92% da European Legacy Holdings Limited, controllata dal fondo Keyhaven Capital Partners ltd.
Oltre alla controllante diretta DARAG Emanueli Limited, fanno parte del Gruppo DARAG, le seguenti società con sede a Malta: DARAG Services Limited, DARAG Malta Insurance and Reinsurance PCC e la società tedesca: DARAG Deutsche Versicherungs- und Rückversicherungs- AG. Quest’ultima società controlla al 100%: DARAG Vermögens- und Verwaltungs-AG, Germany, Osakeyhtiö INGONORD, Finland e Veritas Rückversicherungs Aktien-Gesellschaft in Liquidation, Switzerland.
La Compagnia ha una sola partecipazione in ERGO Italia Business Solutions S.c.r.l., Società consortile a responsabilità limitata, con sede legale in Italia, nella quale DARAG Italia possiede il 4,39% delle quote e dei corrispondenti diritti di voto.
Di seguito si riporta la rappresentazione grafica della struttura del Gruppo:
Figura 1 - Rappresentazione grafica del Gruppo al 31.12.2016
Nell’ambito dei soggetti controparti di gruppo, la Società dopo l’ultima acquisizione da XXXXX Xxxxxxxx Limited, ha intrattenuto effettivi rapporti con DARAG Group Limited.
La Società intrattiene altresì rapporti con la propria partecipata ERGO Italia Business Solutions S.c.r.l..
Il Gruppo assicurativo DARAG, attraverso questa acquisizione, intende continuare a sviluppare l’attuale portafoglio retail della Compagnia (primo Pilastro) e contestualmente vuole introdurre un ulteriore segmento di business per le operazioni di run-off (secondo Pilastro).
La raccolta premi, interamente considerata, è distribuita esclusivamente sul territorio nazionale,
maggiormente nell’Italia settentrionale e meridionale (più del 80% del portafoglio).
Con riferimento al portafoglio retail, le aree di attività rientrano principalmente nelle coperture Non- Life afferenti alle Linee di Business “Motor vehicle liability insurance”, “Income protection insurance” e “Other motor insurance”.
A.2 Risultati di Sottoscrizione
I premi emessi del lavoro diretto ammontano per l’esercizio 2016 ad Euro 45,8 milioni; nel 2015 erano pari a Euro 49,5 milioni. Il decremento è dovuto alla riduzione del numero dei contratti stipulati sia per il prodotto Motor che per i prodotti Non-Motor.
Come si può osservare dalla tabella allegata, la Linea di Business (di seguito anche “Line of Business” o “LoB”) che apporta il contributo maggiore in termini di raccolta è “Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli” con un peso pari al 48,5% dei premi. Con pesi pari al 17,7% e al 11,7% si attestano rispettivamente le LoB “Assicurazione protezione del reddito” e “Altre assicurazioni auto”.
Di seguito si riporta la distribuzione dei Premi Lordi Contabilizzati per ciascuna Linea di Business negli esercizi 2015 e 2016:
Premi Lordi Contabilizzati - | €/000 (Fonte QRT.S.05.01) | |||
Linee di Business | 2016 | % | 2015 | % |
Assicurazione spese mediche | 2.365 | 5,2% | 2.542 | 5,1% |
Assicurazione protezione del reddito | 8.107 | 17,7% | 9.111 | 18,4% |
Assicurazione di risarcimento dei lavoratori | 0 | 0,0% | 0 | 0,0% |
Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli | 22.222 | 48,5% | 24.672 | 49,8% |
Altre assicurazioni auto | 5.350 | 11,7% | 5.172 | 10,4% |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 47 | 0,1% | 57 | 0,1% |
Assicurazione incendio e altri danni a beni | 2.575 | 5,6% | 2.632 | 5,3% |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 2.243 | 4,9% | 2.334 | 4,7% |
Assicurazione di credito e cauzione | 0 | 0,0% | 0 | 0,0% |
Assicurazione tutela giudiziaria | 146 | 0,3% | 141 | 0,3% |
Assistenza | 830 | 1,8% | 822 | 1,7% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 1.912 | 4,2% | 2.052 | 4,1% |
Totale | 45.797 | 100,0% | 49.534 | 100,0% |
Tabella 1 - Premi Lordi Contabilizzati per LoB
Con riferimento ai costi derivanti dalla sottoscrizione nel corso del 2016, si riporta di seguito il rapporto tra i sinistri, considerati al netto delle spese di liquidazione, e i premi di competenza per ciascuna LoB, con un confronto con il periodo precedente:
Loss Ratio (Lordo Riass) – Valori in %- (Fonte QRT.S.05.01) | ||
Linee di Business | 2016 | 2015 |
Assicurazione spese mediche | 46,05% | 64,03% |
Assicurazione protezione del reddito | 17,37% | 32,16% |
Assicurazione di risarcimento dei lavoratori | ||
Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli | 55,60% | 42,09% |
Altre assicurazioni auto | 44,95% | 59,64% |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 8,18% | -18,06% |
Assicurazione incendio e altri danni a beni | 40,58% | 38,60% |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 52,30% | 36,92% |
Assicurazione di credito e cauzione | ||
Assicurazione tutela giudiziaria | 5,84% | -2,84% |
Assistenza | 19,40% | 17,86% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 36,97% | 44,43% |
Totale | 44,15% | 42,19% |
Tabella 2 - Loss Ratio per LoB
L’analisi di questi indici evidenzia un peggioramento in relazione alla LoB “Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli”, dovuto all’incremento nei sinistri di punta registrato nel corso dell’esercizio 2016.
Nella tabella sottostante si riporta l’incidenza delle spese sui premi di competenza, distribuita per
LoB, relativamente all’esercizio 2016 ed il confronto con l’esercizio 2015:
Expenses Ratio (Lordo Riass) - %- (Fonte QRT.S.05.01) | ||
Linee di Business | 2016 | 2015 |
Assicurazione spese mediche | 37,79% | 35,79% |
Assicurazione protezione del reddito | 33,19% | 28,43% |
Assicurazione di risarcimento dei lavoratori | ||
Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli | 37,60% | 32,90% |
Altre assicurazioni auto | 37,01% | 35,93% |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 7,15% | -16,61% |
Assicurazione incendio e altri danni a beni | 31,43% | 30,86% |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 33,96% | 34,20% |
Assicurazione di credito e cauzione | ||
Assicurazione tutela giudiziaria | 327,27% | 353,99% |
Assistenza | 31,60% | 29,57% |
Perdite pecuniarie di vario genere | 34,32% | 34,13% |
Totale | 36,71% | 33,34% |
Tabella 3 - Expenses Ratio per LoB
Di seguito si riporta la distribuzione del Combined Ratio per LoB per gli esercizi 2016 e 2015:
Combined Ratio (Lordo Riass) - %- (Fonte QRT.S.05.01) | ||
Linee di Business 2016 | 2015 | |
Assicurazione spese mediche Assicurazione protezione del reddito Assicurazione di risarcimento dei lavoratori Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli Altre assicurazioni auto Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti Assicurazione incendio e altri danni a beni Assicurazione sulla responsabilità civile generale Assicurazione di credito e cauzione Assicurazione tutela giudiziaria Assistenza Perdite pecuniarie di vario genere | 83,84% 50,56% | 99,82% 60,59% |
93,21% 81,96% 15,33% 72,01% 86,26% | 75,00% 95,58% -34,67% 69,46% 71,12% | |
333,11% 51,00% 71,30% | 351,15% 47,44% 78,56% | |
Totale | 80,86% | 75,53% |
Tabella 4 - Combined Ratio per LoB
Con riguardo alla tecniche di attenuazione del rischio di sottoscrizione la Compagnia fa ricorso a coperture riassicurative a salvaguardia degli andamenti tecnici, negoziate sulla base delle caratteristiche del portafoglio in essere e degli obiettivi di sviluppo della Compagnia.
Di seguito si riporta la distribuzione dei Loss Ratio per LoB al netto delle cessioni in riassicurazione
per l’esercizio 2016:
Loss Ratio (Netto Riass) - % (Fonte QRT.S.05.01) | |
Linee di Business 2016 | |
Assicurazione spese mediche Assicurazione protezione del reddito Assicurazione di risarcimento dei lavoratori Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli Altre assicurazioni auto Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti Assicurazione incendio e altri danni a beni Assicurazione sulla responsabilità civile generale Assicurazione di credito e cauzione Assicurazione tutela giudiziaria Assistenza Perdite pecuniarie di vario genere | 46,23% 18,79% |
56,58% 46,97% 8,18% 46,98% 58,67% | |
5,84% 2,99% 39,14% | |
Totale | 45,69% |
Tabella 5 - Loss Ratio al Netto Riass
Come si può osservare, a livello del totale linee di business, non si osservano variazioni rilevanti.
Le variazioni più significative sono evidenziate sulle LoB Assicurazione incendio e altri danni a beni e Assicurazione sulla responsabilità civile generale.
Le classi di attività su cui sono stati rilevati i dati sono quelle definite all’interno del modello quantitativo di vigilanza S.09.01 come definito nel Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2452 della Commissione del 2 dicembre 2015.
Sulla base delle informazioni disponibili si riportano le componenti del risultato degli investimenti della Compagnia suddivise per classe di attività con un confronto tra i valori Local Gaap e Solvency II al 31 dicembre 2016 e, nella tabella successiva, i valori relativi all’esercizio 2015.
31.12.2016 (Valori in €/000) | ||||||||
Solvency II | Bilancio Civilistico | |||||||
Classe di Attività | Dividendi | Interessi | Utili e Perdite nette | Utili e Perdite non realizzate | Dividendi | Interessi | Utili e Perdite nette | Utili e Perdite non realizzate |
Titoli di Stato | 0 | 1.937 | -475 | -144 | 0 | 2.239 | 396 | -1.042 |
Obbligazioni Societarie | 0 | 1.500 | -26 | -1.129 | 0 | 1.226 | -217 | -721 |
Organismo di investimento collettivo | 461 | 0 | 147 | 284 | 461 | 0 | 2.965 | 0 |
Obbligazioni strutturate | 0 | 645 | 0 | -443 | 0 | 647 | 0 | 0 |
Mutui e Prestiti | 0 | 0,544 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 |
Futures | 0 | 0 | -1.053 | 0 | 0 | 0 | -1.455 | 0 |
Totale | 461 | 4.083 | -1.407 | -1.432 | 461 | 4.113 | 1.688 | -1.763 |
31.12.2015 (Valori in €/000) | ||||||||
Solvency II | Bilancio Civilistico | |||||||
Classe di Attività | Dividendi | Interessi | Utili e Perdite nette | Utili e Perdite non realizzate | Dividendi | Interessi | Utili e Perdite nette | Utili e Perdite non realizzate |
Titoli di Stato | 0 | 1.683 | -141 | -1.604 | 0 | 1.739 | 26 | -1.431 |
Obbligazioni Societarie | 0 | 2.543 | -89 | -1.183 | 0 | 1.908 | 807 | -527 |
Organismo di investimento collettivo | 448 | 0 | 714 | 1.290 | 448 | 0 | 4.305 | -324 |
Obbligazioni strutturate | 0 | 641 | 0 | -395 | 0 | 643 | 0 | 0 |
Mutui e Prestiti | 0 | 68 | 0 | 0 | 0 | 65 | 0 | 0 |
Futures | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | -602 | 402 |
Totale 448 | 4.934 | 485 | -1.891 | 448 | 4.355 | 4.536 | -1.881 |
Tabella 6 - Risultato degli investimenti per Classe di Attività
La componente ordinaria (Euro 4,6 milioni) risulta in diminuzione del 4,1% rispetto al 2015 (Euro 4,8 milioni) evidenziando comunque una sostanziale stabilità se si considera la riduzione del portafoglio medio pari al -4,4% e il contesto di tassi di interesse in ulteriore discesa in cui il risultato è stato conseguito. In tale scenario la strategia di investimento è rimasta indirizzata ad attivi caratterizzati da un elevato merito di credito in prevalenza titoli di stato ed obbligazioni garantite (i.e.covered) dell’area Euro con un’elevata diversificazione per emittente e area geografica ed una contenuta esposizione ai paesi periferici Italia inclusa (24% del portafoglio). La duration del portafoglio esposto al rischio tassi (inclusi gli investimenti indiretti tramite quote di OICR ed azioni di ETF) è pari a 1,6 anni in leggero rialzo rispetto al valore di 1,4 anni dello scorso esercizio. La diminuzione della redditività ordinaria netta dei titoli a reddito fisso è stata così contenuta pari al 2,58% rispetto al 2,89% dell’esercizio precedente mentre quella del portafoglio totale si è attestata al 2,21% rispetto al 2,13% ottenuto nel corso del 2015.
Gli allineamenti netti di mercato hanno inciso per Euro -1,8 milioni, sostanzialmente in linea rispetto agli Euro -1,9 milioni nell’esercizio precedente, a causa della volatilità dei tassi di interesse e al rimbalzo degli spread di fine anno oltre che come naturale conseguenza del turnover di portafoglio legato all’applicazione dei principi contabili che ha portato a registrare rendimenti nominali più alti successivamente corretti dalle rettifiche di mercato.
I risultati netti da realizzo, positivi per Euro +1,7 milioni (Euro +4,5 milioni nel 2015) sono stati ottenuti nonostante la duration medio-bassa tipica di un portafoglio danni e la situazione di bassi tassi di interesse che non hanno favorito l’apporto netto positivo tipico degli esercizi precedenti (Euro +0,2 milioni rispetto a Euro +0,8 milioni del 2015); tuttavia i benefici sulla parte degli investimenti gestiti attraverso quote di OICR e azioni di ETF di tipo azionario (Euro -2,8 milioni per consolidamento di tutte le posizioni e semplificazione della struttura di rischio del portafoglio) hanno consentito di mantenere una buona performance del risultato mitigando l’effetto negativo derivante dalla copertura al rischio tasso su posizioni lunghe per Euro -1,6 milioni.
Gli indirizzi di investimento della Società sono proseguiti nella tradizionale ottica prudenziale, sotto la stretta sorveglianza del Comitato Investimenti e nel rispetto delle linee guida dettate dal Consiglio di Amministrazione, con l’obiettivo di stabilizzare i risultati nel tempo. Grazie alla stabilizzazione delle tensioni legate al debito sovrano UE garantita dalla BCE, l’esposizione del portafoglio alla componente di titoli di stato è stata mantenuta mentre gli investimenti obbligazionari sono rimasti concentrati su emissioni bancarie di tipo garantito (“covered”) ed emissioni societarie di tipo “corporate“ (investment grade) queste ultime quasi esclusivamente tramite quote di OICR e azioni di ETF specializzati prestando cura particolare alla selezione degli emittenti. Le esposizioni ai paesi emergenti, ai mercati azionari e all’inflazione sono state progressivamente chiuse realizzando una semplificazione della struttura del portafoglio e un ulteriore riduzione del profilo di rischio.
La Compagnia attualmente non ha in essere investimenti in cartolarizzazioni.
A.4 Risultati di altre attività
Nella voce “Altri proventi” del Conto Economico vengono inclusi tutti i proventi di natura non tecnica derivanti da attività diverse da quelle iscritte tra gli investimenti, inclusi i recuperi da terzi di spese e oneri amministrativi.
La voce “Altri Oneri” accoglie gli oneri di natura non tecnica derivanti dalla gestione, inclusi gli accantonamenti per rischi e oneri, gli oneri amministrativi e spese per conto terzi, le svalutazioni di crediti di natura non tecnica e le quote di ammortamento degli attivi immateriali diversi dalle provvigioni di acquisizione e dalle altre spese di acquisizione.
Si riportano di seguito gli altri ricavi e spese materiali che la Compagnia ha sostenuto nel periodo di
riferimento e in quello immediatamente precedente, risultanti dal bilancio dell’impresa:
Risultati del conto non tecnico a consuntivo | 31.12.2016 | 31.12.2015 | Differenza | |
Altri Proventi | 8.444 | 7.032 | 1.412 | |
Altri Oneri | 13.539 | 6.079 | 7.460 | |
Proventi Straordinari | 585 | 860 | - | 275 |
Oneri Straordinari | 18 | 609 | - | 591 |
Tabella 7 - Risultati Altre Attività (Valori in €/000)
L’incremento rilevato nella voce “Altri oneri” è dovuto principalmente agli accantonamenti al Fondo Rischi. Tali accantonamenti sono relativi al fondo quiescenza agenti per Euro 1.350 mila, per un maggior rischio di recuperabilità e per Euro 3.500 mila ai costi di ristrutturazione, previsti nel contratto di acquisto della Compagnia dal Gruppo Flavia, legati agli incentivi all’esodo che verranno erogati ai dipendenti di ERGO Previdenza che fino alla cessione della Compagnia hanno prestato la propria attività anche per DARAG Italia (ex ERGO Assicurazioni).
La Compagnia non ha al momento in essere contratti di leasing operativo e finanziario.
La Compagnia ritiene che tutte le informazioni sostanziali sul business attuale e futuro siano già ricomprese nei paragrafi precedenti. Non risultano quindi ulteriori informazioni materiali da inserire nel presente paragrafo.
B. SISTEMA DI GOVERNANCE
B.1 Informazioni generali sul sistema di governance
Storia e struttura del Gruppo
La composizione del Gruppo Assicurativo di cui fa parte DARAG Italia S.p.A (di seguito, anche, la Società o la Compagnia), precedentemente ERGO Assicurazioni S.p.A., ha subito significativi cambiamenti nel corso del 2016.
Nello specifico, si possono individuare tre fasi principali caratterizzati il cambio di controllo:
1° Fase: La Società fino al 30 giugno 2016 apparteneva al Gruppo assicurativo italiano ERGO con la denominazione ERGO VERSICHERUNGSGRUPPE. Tale Gruppo assicurativo ha fatto parte sino al primo semestre 2016 del Gruppo internazionale ERGO Insurance Group, controllato da Munich RE.
2° Fase: In data 30 giugno 2016, a seguito dell’autorizzazione da parte dell’Autorità di Xxxxxxxxx, la società Phlavia Investimenti S.r.l. (indirettamente controllata dal fondo di private equity CINVEN) ha acquisito l’intero capitale sociale di ERGO Italia S.p.A. e pertanto il controllo indiretto sulle società controllate da quest’ultima (i.e., ERGO Previdenza S.p.A., ERGO Assicurazioni S.p.A., ERGO Italia Direct Network S.r.l. e ERGO Italia Business Solutions S.c.r.l.).
In ragione della predetta operazione, Phlavia Investimenti ha acquisito il ruolo di ultima società controllante italiana richiedendo al contempo, ed ottenendo, in data 28 luglio 2016 l’iscrizione delle predette società nel costituendo Gruppo Assicurativo Flavia, con conseguente cancellazione dall’Albo del precedente gruppo assicurativo “ERGO Versicherungsgruppe”.
3° Fase: In ultimo, in data 30 novembre 2016, l’intero capitale sociale della Società è stato ceduto
a DARAG Emanueli Limited.
Alla data del 31 dicembre 2016, l’organico della Società è composto da n. 93 dipendenti, dei quali n. 92 impiegati e n. 1 dirigente e l’approvazione del più recente organigramma della Società è stato approvato da parte del Consiglio di Amministrazione il 31 gennaio 2017.
Il modello organizzativo prescelto
A seguito dell’acquisizione dell’intero capitale sociale della Società da parte di Darag Emanueli Limited, l’assetto della Società prevede una governance societaria ed una struttura organizzativa finalizzate ad assicurare il raggiungimento di una adeguata efficienza operativa nel rispetto delle disposizioni regolamentari del settore assicurativo e degli obiettivi del sistema di controllo interno.
La Compagnia ha adottato il seguente sistema di governance caratterizzato dai seguenti organi:
• Assemblea dei soci;
• Consiglio di Amministrazione;
• Collegio Sindacale;
• Società di Revisione;
• Amministratore Delegato.
Al fine di garantire ulteriormente una sana e prudente gestione della Società viene adottato un Modello Organizzativo ex D-Lgs. N. 231/01 ed un Codice Etico. Il Modello Organizzativo ricopre anche la procedura “Whistle Blowing” e quella per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione correlate con il Decreto Legislativo 231/01.
L’organo amministrativo nell’ambito dei compiti di indirizzo strategico e organizzativo approva l’assetto organizzativo della Società, nonché l’attribuzione di compiti e responsabilità alle unità operative, curandone l’adeguatezza nel tempo in modo da poterli adattare tempestivamente ai mutamenti degli obiettivi strategici e del contesto di riferimento in cui la stessa opera. Inoltre l’organo amministrativo assicura che siano adottati e formalizzati adeguati processi decisionali e che sia attuata una appropriata separazione di funzioni in modo tale da garantire una corretta indipendenza funzionale, quando richiesto, alle funzioni fondamentali dalle aree o unità operative.
Organi sociali e Alta Direzione
Il Consiglio di Amministrazione (si rimanda per approfondimenti al paragrafo seguente “Composizione e nomina dell’organo amministrativo e dei comitati interni”) è l’organo a cui compete la gestione dell’impresa ed è il responsabile ultimo del Sistema dei Controlli Interni di cui deve assicurare completezza, funzionalità ed efficacia. In ottica di gestione dei rischi, l’organo amministrativo assicura che il sistema di gestione dei rischi consenta l’identificazione, la valutazione e il controllo dei rischi (ivi compresi quelli derivanti dalla non conformità alle norme), garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio anche in un’ottica di medio-lungo periodo. La struttura organizzativa della Società è rappresentata mediante l’organigramma aziendale che viene approvato dal Consiglio di Amministrazione.
Il Collegio Sindacale effettua le verifiche, gli incontri e gli eventuali approfondimenti della realtà societaria sulla base del disposto normativo, anche tramite la partecipazione alle attività del Consiglio di Amministrazione e, limitatamente al Presidente del Collegio, all’Organismo di Vigilanza. E’ responsabile di verificare l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla Società e il suo concreto funzionamento. A tal fine, lo stesso svolge, tra l’altro, i compiti allo stesso espressamente attribuiti ai sensi dell’art.8 del Reg.ISVAP n.20/2008.
L’Alta Direzione:
• Definisce in dettaglio l’assetto organizzativo dell’impresa, i compiti e le responsabilità delle unità operative e dei relativi addetti, nonché i processi decisionali in coerenza con le direttive impartite dall’organo amministrativo; in tale ambito attua l’appropriata separazione di compiti sia tra singoli soggetti che tra funzioni in modo da evitare, per quanto possibile, l’insorgere di conflitti di interesse;
• Cura il mantenimento della funzionalità e dell’adeguatezza complessiva dell’assetto organizzativo, del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi, incluso il rischio di non conformità alle norme;
• Verifica che l’organo amministrativo sia periodicamente informato sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi e della funzione di compliance e comunque tempestivamente ogni qualvolta siano riscontrate criticità significative;
• Dà attuazione alle indicazioni dell’organo amministrativo in ordine alle misure da adottare
per correggere le anomalie riscontrate e apportare miglioramenti;
• Propone all’organo amministrativo iniziative volte all’adeguamento ed al rafforzamento del
sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
Composizione e nomina dell’organo amministrativo e dei comitati interni
Il Consiglio di Amministrazione è l’organo composto da amministratori rieleggibili, nominato dall’Assemblea degli Azionisti per un periodo non superiore ai tre esercizi e cui compete la gestione dell’impresa.
Nel corso del 2016 sino ad aprile 2017 vi sono state diverse modifiche nella composizione del Consiglio di Amministrazione. Infatti, il 30 novembre 2016, nel contesto dell’acquisizione della Società da parte di DARAG Emanueli Limited, l’Assemblea degli azionisti della Società ha provveduto a nominare un Consiglio di Amministrazione, composto da 4 amministratori, che resterà in carica fino alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2017. Il medesimo giorno, a seguito del completamento dell’Operazione, il Consiglio di Amministrazione della Società ha provveduto altresì alla nomina dell’Amministratore Delegato.
Pertanto, la composizione del Consiglio in carica con effetto dal 30 novembre 2016, è riepilogata nella seguente tabella:
Consiglio d’Amministrazione | ||||
Carica | Nominativo | In carica dal | Esecutivi | Indipendenti ex D.M. 11/11/2011 n. 220 |
Presidente | Sig. Xxxxx Xxxxxxxx | 30/11/2016 | X | |
Xxx.xx Delegato | Sig. Xxx Xxxxxxx | 30/11/2016 | X | X |
Consigliere | Sig. Xxxxxxxx Xxxxxxxx | 30/11/2016 | X | |
Consigliere | Sig. Xxxxxx Xxxxxxxxxx | 30/11/2016 | X |
Tabella 8 - Composizione del CdA
Con effetto dal 28 febbraio 2017, il Presidente del Consiglio di Amministrazione ha presentato le proprie dimissioni e in data 7 marzo 2017 è stato sostituito mediante cooptazione dalla Sig.ra Xxxxx Xxx xx Xxxxx, successivamente confermata dall’Assemblea del 20 Aprile 2017.
Il Consiglio di Amministrazione è composto da Amministratori esecutivi e non esecutivi:
• sono individuati quali Amministratori esecutivi l’Amministratore Delegato, cui sono attribuite deleghe di gestione individuali nonché gli Amministratori che ricoprono incarichi direttivi nella Società;
• sono individuati quali Amministratori non esecutivi, gli Amministratori privi di deleghe di gestione individuali che apportano le loro specifiche competenze nello svolgimento dell’attività della Società e forniscono il contributo istituzionalmente richiesto per la formazione e l’assunzione di deliberazioni conformi all’interesse sociale.
Al Presidente è attribuito un ruolo di controllo e coordinamento degli affari sociali e di promozione dell’efficiente funzionamento e dell’adeguatezza organizzativa del sistema di governo societario. Questo ruolo è stato svolto dal Presidente Sig. Xxxxx Xxxxxxxx, nominato dall’Assemblea in data 30 novembre 2016 per gli esercizi dal 2016 e 2017 e cessato dalla carica per dimissioni il 28 aprile 2017, e dall’attuale Presidente, Sig.ra Xxxxx Xxx xx Xxxxx, cooptata ai sensi dell’art. 2386 c.c. e successivamente nominata dall’Assemblea in data 20 aprile 2017.
L’Amministratore Delegato è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione del 30 novembre 2016 nella persona di Xxx Xxxxxxx. I poteri delegati conferiti in pari data coprono sostanzialmente, l’ordinaria amministrazione. Nei limiti dei poteri conferiti, all’Amministratore Delegato spetta la rappresentanza legale prevista da Statuto. Nel corso del 2016 non vi sono state ulteriori modifiche ai poteri conferiti all’Amministratore Delegato.
L’Amministratore Delegato riferisce al Consiglio circa l’attività svolta nell’esercizio delle deleghe conferite con una periodicità almeno trimestrale o, in caso di opportunità, alla prima riunione utile. Anche gli Amministratori che ricoprono incarichi direttivi nella Società riferiscono con la stessa periodicità in merito alle attività svolte dalle funzioni sottoposte alle rispettive responsabilità.
In ossequio alle disposizioni contenute all’interno del Regolamento Isvap n. 20/2008, nonché all’interno delle relative policies, le funzioni fondamentali di controllo operano in maniera indipendente rispondendo al principio di separatezza tra funzioni operative e funzioni di controllo, nonché a diretto riporto del Consiglio di Amministrazione.
Come indicato nelle policies relative alle funzioni fondamentali di controllo, le stesse riferiscono periodicamente all’Organo Amministrativo i risultati delle proprie attività garantendo il costante monitoraggio delle proprie azioni.
Inoltre, tra le stesse funzioni di controllo (“Solvency II Key Functions”) è contemplata una specifica attività di coordinamento e di collaborazione finalizzata a garantire – tramite il periodico e reciproco aggiornamento circa le valutazioni/misurazioni dei rischi – la completezza delle informazioni necessarie allo svolgimento dell’attività di controllo.
Comitati Interni
La Società ha avviato un importante progetto di rafforzamento della struttura di governo societario, che ha portato all’istituzione di un Comitato Rischi, un Comitato Investimenti ed un Comitato Attuariale. Dal 1 Luglio 2016 al 20 Novembre 2016 nel Gruppo Phlavia è stato implementato anche un Comitato Audit, Internal Control & Risk.
Comitato Audit, Internal Control & Risk
Il Comitato è composto da tre membri del Consiglio di Amministrazione non esecutivi.
La durata dell’incarico dei membri del Comitato coincide con quella del Consiglio di
Amministrazione che li ha nominati.
Il Presidente del Comitato, nominato dal Consiglio di Amministrazione tra i membri del Comitato, presiede le adunanze del comitato e rappresenta il Comitato in occasione delle riunioni con il CdA.
Il Comitato ha un ruolo consultivo e propositivo a supporto del Consiglio di Amministrazione e assiste lo stesso nella determinazione delle linee di indirizzo del sistema di controllo interno con riferimento all’intero perimetro del Gruppo assicurativo.
Nell’esercizio delle proprie funzioni il Comitato:
• aggiorna relativamente alla chiusura semestrale e del bilancio di esercizio;
• aggiorna sulla pianificazione delle attività e verifica della documentazione di bilancio semestrale e annuale da parte dei revisori esterni;
• aggiorna sul Sistema di Controllo Interno e, su base annuale, aggiorna sulla relativa relazione redatta ai sensi del Regolamento n.20/2008;
• aggiorna sulle attività svolte e sulle relative risultanze della funzione di Internal Audit;
• aggiorna, su base annuale, sul piano annuale delle attività di Revisione Interna, prima
dell’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione;
• aggiorna sulle attività svolte e sulle relative risultanze della funzione di Compliance, per quanto riguarda la parte relativa ai rischi regolamentari e di conduct ;
• aggiorna, su base annuale, sul piano annuale delle attività di Compliance (per informativa);
• aggiorna sulle attività svolte dalla funzione di Risk Management;
• aggiorna, su base annuale, sul piano annuale di Risk management;
• aggiornamento da parte del Presidente del Collegio Sindacale al fine di riepilogare le tematiche rilevanti emerse dalla verifiche sindacali periodiche;
• aggiorna in merito alle attività svolte dalla società di Revisione e sulle relative risultanze.
Comitato Rischi
La Società ha costituito il Comitato Rischi al fine di migliorare i flussi di comunicazione ed i meccanismi decisionali nel processo di gestione dei rischi aziendali.
Il Comitato Xxxxxx presenta le seguenti caratteristiche:
• ha un ruolo consultivo e propositivo a supporto del Consiglio di Amministrazione;
• in osservanza al principio di proporzionalità, è definito coerentemente con le caratteristi-che e le dimensioni della Compagnia;
• consente di definire un framework di Risk Management efficace ed adeguatamente strutturato, in coerenza con quanto previsto dalla Direttiva Solvency II.
Il Comitato Xxxxxx agisce nel pieno rispetto dell’indipendenza della funzione di Risk Management, la quale mantiene ogni prerogativa stabilita dal Regolamento IVASS n.20/2008, nonché un riporto diretto al Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Xxxxxx è presieduto dal Chief Executive Officer (CEO) ed è composto dai seguenti membri:
• Direttore Generale
• il Presidente del comitato attuariale
• Responsabile Risk Management;
• Responsabile Compliance con il ruolo di Segretario
• Chief Financial Officer(CFO);
• Actuary, Xxxxxxx & Reinsurance;
Il Comitato in questione ha un ruolo consultivo e propositivo a supporto del Consiglio di Amministrazione. Lo stesso prende in carico le seguenti responsabilità e svolge almeno i seguenti compiti:
• supporta il Consiglio di Amministrazione nella definizione della Risk Strategy;
• supporta il Consiglio di Amministrazione nel monitoraggiodel livello di esposizione ai rischi rispetto alle soglie di risk tolerance ed ai limiti operativi fissati e propone le azioni correttive in caso di superamento degli stessi;
• analizza la reportistica predisposta dalla Funzione di Risk Management in materia di rischi tecnici,
• finanziari, operativi ed altri rischi, Early Warning System (EWS) e stress test;
• analizza e condivide le risultanze dell’attività di monitoraggio dei rischi operativi;
• in merito al processo ORSA, analizza i risultati delle valutazioni, il report prodotto dalla Funzione di Risk Management e la Policy;
• propone la definizione e l’aggiornamento delle Policy di Risk Management;
• supporta il Consiglio di Amministrazione nello sviluppo della cultura del rischio e del
controllo all’interno della Compagnia;
• analizza eventuali situazioni ad hoc in ambito di rischio;
• si coordina con il Comitato Investimenti e con il Comitato Attuariale in caso di gestione di situazioni e criticità particolari.
Comitato Investimenti
La Compagnia ha costituito il Comitato Investimenti per la gestione del processo di investimento, comprendente la definizione delle politiche strategiche degli investimenti Strategic Asset Allocation), l’attribuzione di poteri delegati in area patrimoniale-finanziaria, le attività di gestione (Tactical Asset Allocation), i flussi di reportistica, i sistemi di controllo coerenti con le metodologie di gestione dei rischi di investimento.
Il CdA ha definito che il CI/AL Team, organo deputato all’attuazione delle politiche di investimento, sia presieduto dal CEO e composto dai seguenti membri dell’Alta Direzione:
• Amministratore Delegato della Compagnia (CEO);
• Chief Financial Officer (CFO), con il ruolo di Xxxxxxxxxx;
• Direttore Generale.
Il CI/AL Team è responsabile di:
• verificare che le strutture coinvolte nel processo rispettino le norme, le procedure e le presenti disposizioni in materia di governance sugli investimenti;
• valutare ed approvare con cadenza almeno annuale la politica degli investimenti da sottoporre al CdA per la sua approvazione;
• supervisionare la gestione delle attività legate al processo di investimento riferendo al CdA
per il tramite dell’Alta Direzione;
• esaminare le operazioni condotte dal Gestore Delegato fornendo le opportune istruzioni;
• analizzare l’andamento del portafoglio e stabilire eventuali azioni correttive;
• analizzare i risultati rispetto al budget definito, individuando eventuali azioni da intraprendere e strategie a medio lungo termine;
• verificare mensilmente il rispetto da parte del Gestore Delegato:
▪ della normativa vigente sugli investimenti con particolare riferimento agli investimenti ammissibili (inclusi i derivati), ai limiti di investimento in termini di rischio di credito, emittente, diversificazione, controparti utilizzabili, etc; a tal fine la Funzione Contabilità Generale & Bilancio fornisce ai membri del CI/AL Team un’attestazione del rispetto dei principali obblighi di controllo (a titolo esemplificativo e non esaustivo: verifica delle consistenze degli attivi, tenuta dei registri obbligatori, segnalazioni delle attività in derivati etc);
▪ delle procedure e limiti in materia di investimenti contenuti nel Mandato.
Comitato Attuariale
La Compagnia ha costituito il Comitato Attuariale al fine di essere compliant con la Direttiva Solvency II.
Il Comitato Attuariale presenta le seguenti caratteristiche:
• ha un ruolo consultivo e propositivo a supporto del Consiglio di Amministrazione;
• in osservanza al principio di proporzionalità, è definito coerentemente con le caratteristiche e le dimensioni della Compagnia;
• consente di definire un framework efficace ed adeguatamente strutturato, in coerenza con quanto previsto dalla Direttiva Solvency II.
I compiti, le responsabilità e i dettagli operativi del Comitato Attuariale così come ad oggi definiti possono essere soggetti a modifiche a seguito di cambiamenti organizzativi e sviluppi normativi.
Il Comitato oggetto del paragrafo è composto dai seguenti membri:
• Il Consigliere non esecutivo incaricato del controllo sulle attività esternalizzate, con il ruolo di Presidente del Comitato
• Responsabile Actuary, Pricing & Reinsurance;
• Responsabile Risk Management;
• Advisor esterno con il ruolo di Xxxxxxxxxx;
• Amministratore Delegato.
Il Comitato ha un ruolo di coordinamento, di gestione e di controllo in materia di riserve tecniche nonché di valutazione delle politiche di sottoscrizione e degli accordi di riassicurazione. Lo stesso prende in carico le seguenti responsabilità e svolge almeno i seguenti compiti:
• coordina il calcolo delle riserve tecniche;
• garantisce l’adeguatezza delle metodologie e dei modelli sottostanti nonché delle ipotesi fatte nel calcolo delle riserve tecniche;
• valuta la sufficienza e la qualità dei dati utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche;
• garantisce che esse siano calcolate conformemente ai requisiti di cui agli articoli da 75 a 86 della direttiva 2009/138/CE;
• valuta l'incertezza connessa alle stime effettuate nel calcolo delle riserve tecniche;
• informa l’organo amministrativo in merito all’affidabilità e all’adeguatezza del calcolo delle
riserve tecniche
• garantisce che, ai fini del calcolo della migliore stima nei casi di cui all'articolo 82 della direttiva 2009/138/CE, si utilizzino le approssimazioni più adeguate;
• esprime un parere sulla politica di sottoscrizione;
• esprime un parere sull’adeguatezza degli accordi di riassicurazione;
• collabora con le altre funzioni di controllo al fine di garantire un efficace sistema di gestione dei rischi.
Politiche di Remunerazione
Stante quanto richiesto dalla Normativa le Politiche di Remunerazione nel corso del 2016 sono state redatte in conformità al Regolamento ISVAP n. 39 del 9 giugno 2011“Regolamento relativo alle politiche di remunerazione nelle imprese di assicurazione”.
Nel primo trimestre del 2017 sono state approvate le Politiche di Remunerazione che recepiscono le modifiche conseguenti all’uscita di DARAG Italia S.P.A dal Gruppo Flavia a seguito dell’acquisizione dell’intero capitale sociale della Compagnia da parte di Xxxxx Xxxxxxxx Limited.
Le Politiche di Remunerazione sono coerenti con le previsioni dello Statuto Sociale di DARAG Italia, nonché con i principi ed i valori espressi nel Codice Etico della Società e della sana e prudente gestione del rischio, anche tenendo conto degli obiettivi strategici, la redditività e l’equilibrio della Società nel lungo termine.
A seguire si farà riferimento alle Politiche di Remunerazione di DARAG Italia S.p.A in quanto mantengono esattamente le stesse linee guida, principi e obiettivi delle Politiche di Remunerazione che hanno impattato il 2016.
I principi maggiormente significativi utilizzati per la definizione delle Politiche di Remunerazione sono:
• allineamento tra le strategie di business Gruppo DARAG e quelle di DARAG Italia S.p.A;
• riconoscimento del merito al fine di valorizzare adeguatamente il contributo personale delle risorse;
• effettiva creazione di valore ed orientamento alla performance, evitando politiche di remunerazione basate in modo esclusivo o prevalente su risultati di breve termine tali da incentivare eccessive esposizioni al rischio, nell’ambito di un quadro di regole di riferimento indirizzate ad un corretto controllo dei rischi aziendali;
• equità retributiva interna, assicurando il giusto riconoscimento al contributo fornito e alle responsabilità attribuite;
• competitività retributiva esterna attraverso un costante riferimento al mercato, realizzato anche con il supporto degli strumenti di analisi e valutazione delle posizioni di lavoro elaborati da società specializzate che forniscono i benchmark di riferimento per tipologia di posizione, dimensione aziendale e mercato;
• sostenibilità economica dei sistemi di remunerazione (“affordability”) attraverso il controllo delle implicazioni del costo del lavoro sul conto economico, sia nel breve sia nel medio e lungo termine;
• rispetto delle disposizioni di legge e regolamentari applicabili;
• individuazione di processi decisionali chiari, trasparenti e liberi da conflitti di interesse.
Le Politiche di Remunerazione sono definite e predisposte dal Consiglio di Amministrazione della Società, assicurando il coinvolgimento delle funzioni di controllo interno e della funzione Risorse Umane.
Conformemente a quanto previsto dal Regolamento n. 39, le Politiche di Remunerazione sono
approvate dall’Assemblea Ordinaria della Compagnia.
Pertanto, lo Statuto della Società prevede che l'Assemblea ordinaria:
• stabilisce i compensi spettanti agli organi dalla stessa nominati. In particolare, viene riconosciuta all’Assemblea la possibilità di determinare un importo complessivo per la remunerazione di tutti gli amministratori - inclusi quelli investiti di particolari cariche;
• determina il compenso spettante ai sindaci nel rispetto delle competenze attribuite dallo statuto;
• approva le politiche di remunerazione a favore degli organi sociali e del personale più rilevante, inclusi i piani di remunerazione basati su strumenti finanziari.
Il sistema di governo delle politiche di remunerazione garantisce che queste siano fondate su regole chiare e prudenti che ne favoriscano la coerenza, evitando il prodursi di situazioni di conflitto di interesse, che ne assicurino la trasparenza ai soggetti interessati, il corretto coinvolgimento delle funzioni di controllo e della funzione Risorse Umane sia nella fase di definizione che di verifica periodica, ed una adeguata informativa agli organi sociali preposti alla loro approvazione.
L’ obiettivo aziendale comprende obiettivi sia di breve che di medio termine ed è unico per tutto il personale la cui attività può avere un impatto significativo sul profilo di rischio dell’impresa (escluse le funzioni di controllo).
Sia gli obiettivi aziendali di breve termine che quelli di medio lungo termine saranno vincolati al mantenimento di un livello minimo di solvibilità, fissato dal Consiglio di Amministrazione in linea con le Politiche sul Capitale, come valore minimo di copertura del Solvency Capital Requirement (“SCR”) calcolato secondo i parametri previste dalla Direttiva Solvency II e relative norme di attuazione.
I soggetti destinatari delle Politiche di Remunerazione sono:
• i Componenti del Consiglio di Amministrazione;
• i Componenti del Collegio Sindacale;
• il Personale la cui attività può avere un impatto significativo sul profilo di rischio dell’impresa (“Risk Taker”).
La remunerazione dei Destinatari si compone di una parte fissa e, laddove prevista, di una parte variabile, espressa come percentuale della componente annua fissa, al fine di garantire un corretto bilanciamento tra le due componenti in relazione al ruolo e alla funzione dei singoli soggetti.
Il sistema di remunerazione variabile si realizza attraverso un programma di performance management che punta a premiare il conseguimento dei risultati, che non sono basati in modo esclusivo o prevalente su obiettivi di breve termine, onde evitare la propensione ad una eccessiva esposizione al rischio.
Per quanto riguarda la definizione dei parametri, per la componente variabile sia di breve che di medio lungo periodo, il raggiungimento di un prefissato obiettivo di profittabilità dovrà essere sempre inserito nel novero degli obiettivi aziendali di riferimento, ferma restando la possibilità di modificare il peso dei rimanenti target o inserirne nuovi o eliminare quelli in precedenza individuati.
Relativamente alla componente variabile di breve termine (“MBO”), il suddetto obiettivo di profittabilità farà riferimento al livello di redditività conseguito dalla Compagnia. In ogni caso, il peso attribuito all’obiettivo potrà oscillare tra il 20 ed il 30 per cento.
Per la componente variabile di medio-lungo termine (“LTI”), il parametro che verrà utilizzato per misurare il raggiungimento dell’obiettivo aziendale di profittabilità sarà il livello di redditività realizzato dalla Società, con un’incidenza sugli obiettivi che potrà variare tra il 30 ed il 50 per cento.
Essendo il periodo di riferimento triennale, il valore erogabile sarà determinato calcolando anno per anno le percentuali di raggiungimento degli obiettivi rispetto ai target prefissati. Il risultato del triennio sarà la risultante della media delle percentuali di ciascun anno.
Struttura delle remunerazioni degli Organi sociali e del personale più rilevante – Dei componenti del Consiglio di Amministrazione
La remunerazione attribuita ai componenti del Consiglio di Amministrazione è commisurata alle responsabilità e ai compiti assegnati a ciascuno di essi, al fine di fornire adeguata motivazione e trasparenza alla remunerazione conferita.
All’atto della nomina, non appena possibile, l’Assemblea dei Soci delibera il compenso annuo
xxxxx a favore del Consiglio di Amministrazione nel suo complesso.
Il compenso è costituito principalmente da una componente fissa e da una eventuale componente variabile che, per gli amministratori non esecutivi, viene prevista solo in casi eccezionali, adeguatamente motivati, e rappresenta comunque una parte non significativa della remunerazione. Il sistema di remunerazione variabile si realizza attraverso un programma di performance management che punta a premiare il conseguimento dei risultati fissati dalla Compagnia (o dal Gruppo DARAG, come di volta in volta applicabile), che non sono basati in modo esclusivo o prevalente sul breve termine, al fine di evitare la propensione ad una eccessiva esposizione al rischio.
L’ eventuale componente variabile è suddivisa in: i) una parte legata al raggiungimento di risultati di breve periodo e ii) la restante parte correlata, invece, a risultati di medio-lungo periodo, che possono entrambi differire da quelli assegnati ai Risk Taker.
La percentuale effettivamente erogabile dipenderà dal livello di effettivo raggiungimento degli obiettivi.
In caso di cessazione anticipata dall’incarico la componente variabile di breve periodo maturata non sarà riconosciuta, mentre la componente variabile di medio-lungo periodo sarà erogata in misura proporzionale alla durata dell’incarico rispetto al periodo pluriennale di riferimento, sempre che siano stati raggiunti gli obiettivi di breve periodo, almeno al 60%, riferiti al periodo di osservazione sino al momento della cessazione.
Struttura delle remunerazioni degli Organi sociali e del personale più rilevante – Dell’Amministratore Delegato
La struttura del sistema di remunerazione e incentivazione, qualora prevista, si ispira ai principi di seguito esposti e rispetta quanto previsto dalla normativa specifica di Vigilanza di settore in vigore al momento di redazione delle Politiche di Remunerazione della Società.
Il sistema di remunerazione variabile, qualora previsto, si realizza attraverso un programma di performance management che punta a premiare il conseguimento dei risultati fissati dall’Azionista/Gruppo, che non sono basati in modo esclusivo o prevalente di breve termine, onde evitare la propensione ad una eccessiva esposizione al rischio.
La ripartizione tra la componente fissa e variabile della remunerazione deve essere definita in modo tale da consentire alla Società di perseguire una politica flessibile in materia di erogazione dei bonus, perseguendo nel contempo l’obiettivo di realizzare l’orientamento alle performance in funzione del ruolo aziendale svolto, senza indurre comportamenti rischiosi e orientati al raggiungimento di risultati di breve termine.
La quota della componente variabile rispetto a quella fissa è proporzionale al livello di assunzione del rischio e non può in ogni caso superare il limite massimo del 200%.
La rilevanza del peso della componente variabile è prevista all'interno del pacchetto retributivo complessivo in modo tale da ridurre il rischio di comportamenti eccessivamente orientati al rischio, da scoraggiare iniziative focalizzate sui risultati di breve termine che potrebbero mettere a repentaglio la sostenibilità e la creazione di valore di medio e lungo termine.
Il sistema di remunerazione adottato, in relazione alla componente variabile prevede che essa sia:
• basata su parametri cui rapportare l'ammontare delle retribuzioni ben individuati, oggettivi e di immediata valutazione. Qualora siano utilizzate valutazioni discrezionali, devono essere chiari e predeterminati i criteri su cui si basano dette valutazioni e l'intero processo decisionale deve essere opportunamente documentato;
• parametrata a indicatori di performance che tengano conto anche di criteri non strettamente economici e finanziari;
• orientata alla costruzione di meccanismi di incentivo della struttura aziendale secondo criteri non contrapposti al miglior interesse del cliente;
• per una quota, soggetta ad adeguato sistema di differimento del compenso e per un congruo periodo di tempo; la misura di tale porzione e la durata del differimento sono coerenti con le caratteristiche del business della Società;
• l’importo complessivo della componente variabile deve essere basato su una adeguata combinazione di risultati individuali e di gruppo.
La componente d'incentivazione, ove prevista, si compone: i) di una retribuzione variabile a breve termine, su base annuale e costituita da premi monetari e ii) di una retribuzione variabile a medio/ lungo termine, tipicamente su base triennale e costituita anch’essa da premi monetari.
La percentuale effettivamente erogabile dipenderà dal livello di effettivo raggiungimento degli obiettivi.
In caso di cessazione anticipata dall’incarico la componente variabile di breve periodo maturata sarà integralmente riconosciuta, mentre la componente variabile di medio-lungo periodo sarà erogata in misura proporzionale alla durata dell’incarico rispetto al periodo pluriennale di riferimento, sempre che siano stati raggiunti gli obiettivi di breve periodo, almeno al 60%, riferiti al periodo di osservazione sino al momento della cessazione.
L’assegnazione degli obiettivi per il triennio di osservazione è fissata dal Consiglio di Amministrazione ogni anno entro il mese di maggio; la verifica e la valutazione del grado di raggiungimento di tali obiettivi viene validata dal Consiglio di Amministrazione ed il relativo pagamento viene eseguito entro il mese successivo alla delibera del medesimo Consiglio.
Struttura delle remunerazioni degli Organi sociali e del personale più rilevante – Dei componenti del Collegio Sindacale
L’Assemblea della Compagnia stabilisce, all’atto di nomina e per tutta la durata dell’incarico, il compenso annuale dei Sindaci. L’Assemblea può riconoscere al Presidente del Collegio Sindacale una maggiorazione in ragione del ruolo. Ai componenti del collegio sindacale non sono riconosciuti compensi collegati ai risultati economici.
Struttura delle remunerazioni degli Organi sociali e del personale più rilevante – Del personale più rilevante
Le Politiche di Remunerazione della Società nei confronti del personale Risk Taker riguardano ogni forma di pagamento o beneficio corrisposto in forma monetaria o mediante beni in natura, sia direttamente che indirettamente, come corrispettivo delle prestazioni di lavoro o dei servizi professionali resi.
La retribuzione di questo segmento di personale aziendale è costituita principalmente da una componente fissa (RAL) e da una componente variabile rappresentata dalla retribuzione variabile individuale.
Il sistema di incentivazione per il personale di cui al presente paragrafo, qualora previsto, viene realizzato attraverso un programma di performance management che punta a premiare i risultati raggiunti e i comportamenti tenuti e non deve essere basato in modo esclusivo o prevalente sul raggiungimento di risultati di breve termine, onde evitare la propensione ad una eccessiva esposizione al rischio.
Remunerazione delle funzioni di controllo interno
In generale la retribuzione delle risorse appartenenti alle funzioni di controllo (Internal Audit, Compliance, Risk Management e Funzione Attuariale) viene determinata sulla base del posizionamento retributivo rispetto al mercato di riferimento (modulato rispetto al valore delle risorse, al loro ruolo, alle strategie di retention).
Per tali risorse la componente variabile non è correlata all’andamento economico del gruppo ma
alla performance qualitativa individuale.
La retribuzione per le figure di controllo è in particolare costituita da una prevalente componente fissa e una contenuta parte variabile attribuita su base annuale, unicamente in presenza di valide e comprovate ragioni, e in base a criteri qualitativi e di efficacia/efficienza.
I compensi dei responsabili delle funzioni di controllo interno sono di livello adeguato alle responsabilità e all'impegno connessi al ruolo.
Principali caratteristiche dei regimi pensionistici integrativi delle funzioni fondamentali
Per quanto riguarda i regimi pensionistici integrativi applicati i dipendenti e dirigenti di ERGO Assicurazioni (poi DARAG), come da C.C.N.L. 17 settembre 2007, hanno goduto e godono della possibilità di aderire, su base volontaria, ad una forma di trattamento pensionistico complementare che ha lo scopo di consentire agli aderenti di disporre, al momento del pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari al sistema obbligatorio. Questa possibilità attua appunto le disposizioni del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro assicurativo vigente e futuro, nonché il Contratto Integrativi Aziendale applicabile agli iscritti.
Nello specifico, fino a novembre 2016 i dipendenti e i dirigenti ERGO Assicurazioni erano volontariamente iscritti al Fondo Pensione Dipendenti e Dirigenti del gruppo ERGO Italia (di seguito il “Fondo Pensione”).
Il Fondo Pensione ha la forma giuridica di associazione non riconosciuta, è iscritto all'Albo tenuto dalla COVIP ed è in regime di contribuzione definita. L'entità delle prestazioni pensionistiche del Fondo Pensione è determinata in funzione della contribuzione effettuata e in base al principio della capitalizzazione. Le attività del Fondo Pensione, sono impiegate mirando alla salvaguardia della miglior redditività nell'ambito di una prudente valutazione circa la sicurezza degli investimenti, nel rispetto delle disposizioni di legge e delle disposizioni disciplinanti tempo per tempo la materia. L'investimento delle risorse del Fondo Pensione sarà effettuato nel rispetto dei limiti e condizioni stabiliti dalla normativa vigente assumendo a riferimento l'esclusivo interesse degli iscritti. Fermo l'obiettivo primario del conseguimento di un rendimento minimo garantito e fermi i limiti ed i criteri di gestione di cui alle disposizioni tutte in materia, viene attuata una politica di investimento orientata al medio-lungo termine, volta a perseguire una composizione del portafoglio prevalentemente orientata in titoli di debito dotati di un buon livello medio di merito di credito; con una posizione in titoli di capitale che non potrà in ogni caso superare il 30% del patrimonio della linea di investimento.
Il Fondo Pensione è strutturato secondo una gestione multi-comparto a due comparti. I due comparti sono istituiti in considerazione delle due diverse tipologie di lavoratori facenti parte del Gruppo ERGO Italia e vengono mantenuti - cosi come stabilito nelle rispettive fonti istitutive - con gli specifici trattamenti fra Dipendenti e Dirigenti:
• Comparto Dipendenti;
• Comparto Dirigenti.
Entrambi i comparti prevedono la garanzia di restituzione del capitale e la garanzia di un rendimento minimo annuo. In considerazione della natura del fondo e delle sue differenziate fonti istitutive, non è prevista la possibilità di trasferimento da un comparto all'altro se non in caso di mutamento di inquadramento professionale.
Il Fondo Pensione è alimentato dalle contribuzioni tempo per tempo fissate dalle fonti collettive. In particolare:
• contributi delle Società facenti parte del Gruppo ERGO Italia e degli iscritti;
• conferimenti di quote di TFR;
• redditi derivanti dall'impiego delle attività;
• qualsivoglia altra entrata, direttamente o indirettamente finalizzata a conseguire gli scopi del Fondo Pensione accettata dal Consiglio di Amministrazione.
E' consentito inoltre a ciascun iscritto di corrispondere al Fondo Pensione apporti contributivi volontari nel limite massimo eventualmente stabilito dalle fonti collettive. L'iscritto può trasferire al Fondo Pensione la posizione individuale maturata presso altra forma di previdenza complementare.
La contribuzione a carico delle Società di appartenenza degli iscritti e degli stessi iscritti nonché il versamento delle quote di T.F.R., è ordinariamente dovuta con le modalità indicate nel Regolamento del Fondo Pensione, salvo diversa determinazione delle fonti collettive e sempre nel rispetto della Normativa vigente. L'iscritto può decidere di proseguire la contribuzione al "Fondo Pensione" oltre il raggiungimento dell'età pensionabile prevista dal regime obbligatorio di appartenenza a condizione che, alla data del pensionamento, possa far valere almeno un anno di contribuzione a favore delle forme di previdenza complementare.
Da novembre 2016, con il passaggio a DARAG Italia S.p.A, gli aderenti sono usciti dal fondo ERGO e quindi non si aveva più la possibilità di effettuare i versamenti dovuti sul fondo ERGO.
Nel contempo, valutate le varie possibilità, è stata sottoscritta una nuova convenzione con il Gruppo Generali S.p.A per aderire al Fondo PREVIGEN – Cassa di Previdenza Integrativa per i Dipendenti delle Aziende Convenzionate – Fondo Pensione - forma di previdenza per l’erogazione di trattamenti pensionistici complementari del sistema obbligatorio, disciplinata dal Decreto Legislativo 5 dicembre 2005, n. 252.
Sono attualmente in xxxxx xx xxxxxxxxx xxxxxxxxxx xx xxxxxxxx x xx xxxxxxxx amministrative che porteranno al completamento del processo, con l'erogazione dei versamenti per tutto il 2017. Rientreranno in questa forma di previdenza complementare solo i dipendenti e dirigenti del gruppo DARAG Italia spa.
Nel corso del 2016, infine, non si sono verificati casi di prepensionamento.
Operazioni sostanziali
Nel corso del 2016 sono state effettuate delle operazioni sostanziali dovute principalmente alle varie acquisizioni (si rimanda al paragrafo B1 Storia e struttura del Gruppo) fino al 30 novembre 2016 dove si è perfezionata l’acquisizione di ERGO Assicurazioni S.p.A. da parte di DARAG Emanueli Limited (“DEL”), società di diritto maltese facente parte del Gruppo internazionale DARAG Group Ltd. (il “Gruppo DARAG”). La Compagnia ritiene che quanto sopra indicato risponda alla richiesta della Normativa e racchiuda le principali operazioni sostanziali.
B.2 Requisiti di competenza e onorabilità
La competenza delle persone che dirigono la Compagnia (nella fattispecie, amministratori, sindaci) e in generale di coloro che rivestono funzioni fondamentali nell’ambito della Gruppo, è valutata avuto riguardo alla disciplina legislativa e regolamentare vigente in materia di requisiti.
Stante la richiesta della Normativa, le modalità attraverso cui sono valutati i requisiti oggetti del paragrafo è descritta in una specifica policy predisposta da DARAG Italia Spa ed è finalizzata a contribuire alla definizione di un adeguato sistema di governo della Compagnia assicurando l’idoneità dei membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e dei responsabili delle funzioni di controllo rispetto agli incarichi e ai compiti loro affidati. Tale policy è affiancata inoltre dalla predisposizione da parte della Compagnia di una procedura che spiega le modalità operative di sottoposizione al Consiglio di Amministrazione della Compagnia della documentazione necessaria per la valutazione della sussistenza dei requisiti di onorabilità, indipendenza e professionalità degli esponenti aziendali ivi indicati.
In sostanza, la prima verifica della sussistenza dei requisiti di indipendenza, onorabilità e professionalità per soggetti diversi dai componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale viene effettuata, prima della nomina, dal Consiglio di Amministrazione.
La prima verifica per i Componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale viene svolta dal Consiglio di Amministrazione, congiuntamente al Collegio Sindacale nella prima riunione del Consiglio di Amministrazione successivo alla nomina.
La verifica è svolta mediante valutazione della documentazione elencata nella procedura approvata dalla Compagnia o mediante valutazione della corrispondente autodichiarazione resa dall’interessato sotto la propria responsabilità:
Le successive verifiche periodiche relative al mantenimento dei requisiti di indipendenza, onorabilità e professionalità con riguardo ai soggetti già valutati in sede di prima verifica, sono effettuate dal Consiglio di Amministrazione della Compagnia, con cadenza almeno annuale.
Il Consiglio di Amministrazione infine verifica la sussistenza dei requisiti e, in assenza di rilievi, ne dà atto mediante apposita delibera.
In caso contrario, sempre tramite apposita delibera, nel caso in cui venisse riscontrata la mancanza dei requisiti di cui sopra, il Consiglio dichiara la decadenza dall’ufficio del soggetto interessato se è Consigliere di Amministrazione o Membro del Collegio Sindacale o revoca l’incarico nel caso di soggetto diverso.
La verifica dei requisiti di professionalità, onorabilità, indipendenza degli amministratori nonché di insussistenza di cause di ineleggibilità e decadenza, in applicazione delle vigenti disposizioni di legge e regolamentari, è avvenuta in sede di nomina dei nuovi membri - in particolare, in data 30 giugno 2016 e 30 novembre 2016 (e 7 marzo 2017) - sulla base delle dichiarazioni ed informazioni fornite dagli interessati ovvero delle informazioni comunque a disposizione del Consiglio.
Oltre alle verifiche annualmente condotte dall’Organo Amministrativo, ciascun Amministratore è comunque tenuto a comunicare immediatamente al Consiglio di Amministrazione il venir meno del possesso dei requisiti di cui sopra.
B.3 Sistema di gestione dei rischi, compresa la valutazione interna del rischio e della solvibilità
Il sistema di gestione dei rischi
Il sistema di gestione dei rischi, anche alla luce dell’introduzione delle recenti novità normative che hanno accompagnato l’entrata in vigore della nuova disciplina sulla solvibilità Solvency II, ed il cui recepimento nella normativa secondaria nazionale da parte dell’Autorità di Vigilanza è tuttora in corso, riveste un ruolo sempre più centrale nella società. Il nuovo regime regolamentare, le cui fonti normative principali a livello comunitario sono la Direttiva 2009/138/CE, nota appunto come Direttiva Solvency II, ed il Regolamento 2009/138/CE, ovvero i cosiddetti Atti Delegati, è entrata in vigore il 1° gennaio 2016. Il sistema di gestione dei rischi della Compagnia, così come il più generale sistema di governo societario, sono pertanto adesso soggetti a tutti gli specifici requisiti previsti dalla normativa comunitaria e dalle rela tive misure di trasposizione nazionale nella normativa primaria e secondaria.
Tale normativa non si limita a disciplinare le modalità per la verifica della posizione di solvibilità delle compagnie e dei gruppi assicurativi (modalità che sono prevalentemente definite dal cosiddetto I Pilastro della Direttiva), ma stabilisce anche nuovi requisiti rispetto all’informativa destinata al pubblico ed alle autorità di vigilanza (III Pilastro) ed appunto al sistema di gestione dei rischi e di governo societario (II Pilastro). Nel corso dell’anno la compagnia ha pertanto provveduto a tutti i relativi adempimenti, sia in termini di calcolo del requisito di solvibilità che di reportistica trimestrale, nonché ha proseguito nel percorso già precedentemente intrapreso di adeguamento del proprio sistema di gestione dei rischi e di governo societario alle previsioni del II Pilastro. Ciò ha riguardato in particolare una revisione dei ruoli e delle responsabilità attribuiti ai vari Comitati ed Organi dell’Impresa, e l’aggiornamento o l’adozione di nuove politiche e procedure interne (a mero titolo esemplificativo, si possono ricordare la politica sui requisiti di onorabilità e professionalità, cosiddetti Fit and Proper, o la politica sulla Valutazione Interna del Rischio e della Solvibilità, cosiddetta Own Risk and Solvency Assessment – ORSA, nonché l’adozione della Direttiva di Risk Management emanata dalla capogruppo ERGO Italia S.p.A., dal 9 gennaio 2017 Phlavia Investimenti S.p.A.).
Il sistema di gestione dei rischi comprende la definizione delle strategie, i processi e le procedure di segnalazione necessarie per individuare, misurare, monitorare, gestire e segnalare, i rischi a livello individuale ed aggregato e le relative interdipendenze.
L’obiettivo di un efficiente sistema di risk management è assicurare e preservare la solidità patrimoniale attraverso un approccio prudente, teso a rispondere agli impegni assunti verso gli assicurati e garantire nel contempo un adeguato livello di redditività.
La compagnia ha in essere un sistema di risk management che ha la finalità di identificare, valutare e monitorare gli elementi di rischio che potrebbero costituire un serio ostacolo alla realizzazione degli obiettivi prefissati e le cui conseguenze possono minarne la solvibilità. In termini generali gli obiettivi cui si fa riferimento sono quelli di efficacia ed efficienza delle attività operative (a titolo di esempio: performance, redditività, protezione delle risorse, etc.), di attendibilità delle informazioni di bilancio, di conformità a leggi e regolamenti.
La compagnia vede nel sistema di gestione dei rischi aziendali non solo un obbligo normativo cogente (art. 44 della Direttiva Solvency II, Reg. ISVAP n. 20/2008), ma anche uno strumento operativo di rilevanza strategica necessario per salvaguardare l’adeguatezza patrimoniale mantenendo un adeguato livello di accettabilità dei rischi assunti.
Negli anni scorsi e fino al 28 giugno 2016, la Compagnia ha lavorato in collaborazione con la precedente Capogruppo tedesca ERGO Versicherungsgruppe AG sul progetto di adeguamento alla Direttiva Solvency II. Tale piano di implementazione faceva parte di un programma globale a livello di Gruppo ERGO tedesco e di Munich Re per garantire la coerenza e l’omogeneità ed aumentare lo scambio delle informazioni all’interno del Gruppo. Le linee guida implementative riguardano temi relativi ai tre Pilastri; in particolare, come già ricordato, il Sistema di gestione dei rischi rientra nelle tematiche relative al II Pilastro. A partire dal 28 giugno 2016, le attività di recepimento della Direttiva Solvency II sono proseguite nel contesto del nuovo Gruppo assicurativo italiano Flavia, in stretto coordinamento con la capogruppo ERGO Italia S.p.A. (in seguito, Phlavia Investimenti S.p,A.). In particolare, si è avviato in tale periodo un percorso di revisione delle politiche adottate in passato in conformità con quanto previsto dalla precedente Capogruppo ERGO Versicherungsgruppe AG, gradualmente sostituite (o integrate, laddove certi adempimenti in particolare della Direttiva Solvency II non fossero stati già recepiti) con direttive e politiche locali emanate da ERGO Italia S.p.A. specificamente per il gruppo italiano. Infine, dal 1° dicembre 2016, gli ulteriori sviluppi del sistema di gestione dei rischi, anche nell’ottica di un progressivo e continuo rafforzamento nell’implementazione degli adempimenti della Direttiva Solvency II, avvengono in coordinamento con la nuova Controllante DARAG Emanueli Limited, nel contesto del Gruppo DARAG.
Il sistema di gestione dei rischi è basato sulla ERGO Italia Risk Management Policy, che introduce i principi e le linee guida che garantiscono che il sistema di Risk Management soddisfi i requisiti normativi e disciplina i ruoli, il principio di autonomia e le responsabilità per lo svolgimento delle attività di Risk Management. La politica, inoltre, definisce la Funzione di Risk Management esplicitandone il ruolo, i principi e le responsabilità ed è redatto in conformità alle vigenti disposizioni normative (Direttiva Solvency II e Regolamento ISVAP n.20/2008). In particolare, essa definisce:
• le attività e i processi per la gestione dei rischi, tra cui la determinazione della propensione al rischio e il collegamento con la strategia aziendale, l’identificazione delle tipologie di rischio a cui la Società potrebbe essere esposta;
• i ruoli e le responsabilità degli organi sociali e delle funzioni aziendali responsabili del processo di gestione del rischio. Inoltre, la politica istituisce la funzione di Risk Management definendone la struttura, i rapporti con altre funzioni e compiti;
• i flussi informativi tra tutte le strutture coinvolte nel sistema di gestione dei rischi.
Il sistema di gestione dei rischi è costituito da:
• un processo di definizione della strategia di rischio, che costituisce il collegamento tra la strategia di business e la gestione dei rischi e determina il contesto generale per la propensione al rischio attraverso la definizione di una serie di limiti e di requisiti per la gestione dei rischi;
• un processo di identificazione del rischio, volto ad individuare i fattori di rischio interni ed esterni rilevanti per la Compagnia e i relativi cambiamenti che possono avere un impatto significativo sulla strategia e sugli obiettivi del business su base continuativa e ad hoc;
• un processo di valutazione del rischio, in un’ottica attuale e prospettica almeno con cadenza annuale e, comunque, ogni volta che si presentino circostanze che potrebbero modificare in modo significativo il proprio profilo di rischio, volto a quantificare (con metodologie quali/quantitative) l’impatto economico e patrimoniale in modo completo e sistematico sulla base della rilevanza per categoria di rischio. La valutazione attuale dei rischi viene effettuata sia in coerenza con la normativa in vigore, (Solvency I) che sulla base della Direttiva Solvency
II. Con riferimento alla valutazione dei rischi prospettica la Funzione di Risk Management valuta il profilo di rischio in funzione della strategia, degli scenari di mercato e dell’evoluzione del business. Gli esiti delle valutazioni, unitamente alle metodologie utilizzate, sono trasmessi al Consiglio di Amministrazione che, dopo averli discussi e approvati, li comunica all’Alta Direzione ed alle strutture interessate.
• un processo di governance del rischio, volto a sviluppare e continuamente applicare le misure necessarie per garantire il raggiungimento degli obiettivi di business, il mantenimento della strategia di rischio ed al contempo volto a monitorare e a valutare in modo continuo l’efficacia di tutte le tecniche di mitigazione in essere;
• diffusione della cultura del risk management all’interno della Compagnia, informando le varie aree aziendali sui progetti legati gestione dei rischi quali Solvency II, con l’obiettivo di accrescere la cultura di risk management al fine di minimizzare i possibili impatti negativi.
A completamento del framework descritto al fine di garantire un adeguato sistema di gestione dei rischi la Società si è dotata di un insieme di politiche, linee guida e procedure atte a disciplinare e garantire l’identificazione, la valutazione, il monitoraggio dei rischi. Nello specifico il sistema è definito dall’ERGO Risk Management Handbook, che include la ERGO Italia Specific Appendix, e dalle politiche di rischio e di governance definite in linea con i requisiti del Regolamento ISVAP n. 20/2008. Tali documenti sono periodicamente a aggiornati in base alle evoluzioni normative e alle esigenze della Società.
Parte integrante del sistema di Gestione dei rischi è il sistema di limiti e trigger costituito da:
• limiti di tolleranza al rischio legati agli indicatori Solvency I e Solvency II (risk bearing capacity);
• limiti di tolleranza al rischio legati alla valutazione di tipo qualitativo;
• altri criteri di rischio, come i triggers ed i limiti operativi sugli investimenti;
• Early Warning System che prevede un processo di escalation in caso di superamento dei limiti e dei livelli di trigger che attiva l'azione comunicativa e le iniziative specifiche ritenute più idonee, coinvolgendo il Consiglio di Amministrazione se necessario.
In linea con i requisiti del Regolamento ISVAP n. 20/2008, i limiti di tolleranza al rischio sono definiti in coerenza con il profilo di rischio della Società e sono rivisti annualmente dal Consiglio al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo. In caso di superamento dei limiti e delle soglie di trigger è attivata l’azione comunicativa ritenuta più idonea, coinvolgendo il Consiglio di Amministrazione se necessario. Saranno quindi proposte le iniziative e le azioni specifiche per riportare la situazione di rischiosità nella soglia di accettabilità, rinforzare il sistema di controlli interni e assicurare che le misure intraprese correggano le anomalie. I limiti e trigger applicati nel 2016 sono derivati dalle indicazioni definite dall’ERGO Risk Limits & Trigger Manual 2015 della precedente Capogruppo tedesca e approvati dal Consiglio di Amministrazione.
Il sistema di risk management della Compagnia include anche l’applicazione periodica di analisi di scenario e di stress test sulle tipologie di rischio ritenute più significative al fine di valutare l’impatto sul patrimonio di variabili non influenzabili dalla Compagnia e di comprendere quando devono essere prese determinate misure di gestione del rischio.
Gli stress test sono condotti con la frequenza resa necessaria dalla tipologia di rischio e dalla sua evoluzione ed, in ogni caso, con cadenza almeno annuale; nel 2016, gli stress test sono stati basati su ipotesi e metodologie condivise a livello di ERGO Versicherungsgruppe AG. I risultati delle analisi
di scenario e di stress test, unitamente alle ipotesi sottostanti e alle metodologie utilizzate, sono portati all’attenzione del Comitato Rischi e del Consiglio di Amministrazione, al fine di offrire un contributo alla revisione e al miglioramento delle politiche di gestione dei rischi, delle linee operative e dei limiti di esposizione fissati dal Consiglio di Amministrazione stesso. Oltre alle analisi di stress test descritte, la Società gestisce periodicamente, a titolo esemplificativo e non esaustivo, anche la realizzazione di stress test richiesti ad hoc dall’Autorità di Vigilanza ed analisi di stress in ambito ORSA.
La valutazione interna del rischio e della solvibilità
La valutazione interna attuale e prospettiva dei rischi e della solvibilità (cd. ORSA) consiste nella valutazione, su un orizzonte temporale triennale coerente con i piani strategici, dell’osservanza su base continuativa del livello minimo di solvibilità richiesto dalla normativa, del fabbisogno di capitale necessario in rapporto al profilo di rischio e alla strategia d’impresa e dell’eventuale necessità di azioni correttive al profilo di rischio o alla dotazione patrimoniale.
Il processo ORSA presuppone dunque che la Compagnia effettui una propria valutazione prospettica dei rischi e del relativo assorbimento di capitale, indipendentemente dal calcolo dell’SCR a fini regolamentari, in conformità a quanto previsto dall’articolo 30-ter del Codice delle Assicurazioni Private, con cadenza almeno annuale (cd. regular ORSA) ed ogni qual volta si presentano circostanze che potrebbero far modificare in modo significativo il profilo di rischio della Compagnia (cd. non- regular ORSA) come confermato nel Documento di Consultazione 1/2016 di IVASS.
Il processo è parte integrante del sistema di risk management della Compagnia, il Consiglio di Amministrazione (anche Organo amministrativo o CdA) partecipa attivamente a tale processo e lo approva.
Nel perimetro del processo sono compresi tutti i rischi rilevanti, ovvero quei rischi le cui conseguenze possono compromettere la solvibilità o la reputazione della Compagnia o costituire un serio ostacolo alla realizzazione degli obiettivi strategici. Pertanto, vengono analizzati anche i rischi difficilmente quantificabili (quali ad es. il rischio reputazionale e il rischio strategico).
Il processo ORSA è supportato principalmente da una serie di attività già svolte per l’effettiva gestione del rischio e del capitale; pertanto, il disegno delle attività a fini ORSA fa leva sull’attuale sistema di risk management e sul processo di pianificazione strategica. Tali risultanze costituiscono anche un input importante dell’attività di aggiornamento/redazione degli scenari di pianificazione ed un supporto alle decisioni manageriali.
Il Report, predisposto dalla Funzione di Risk Management, con il contributo dei dati e delle informazioni ricevute dalle diverse strutture aziendali coinvolte nel processo, risulta essere uno strumento aziendale a disposizione del Top Management, fornendo una visione integrata tra gestione del rischio, gestione del capitale e pianificazione della Compagnia. Esso viene analizzato e discusso dal Comitato Rischi, prima di essere portato in approvazione al Consiglio di Amministrazione.
B.4 Sistema di controllo interno
Ai sensi dell’art. 5 del Regolamento 20/2008, l’Organo Amministrativo deve dotare la Compagnia di un sistema di controlli interni e di gestione dei rischi, coerente con i requisiti di governo societario di gruppo, idoneo ad effettuare un controllo effettivo sia sulle scelte strategiche del gruppo nel suo complesso che sull’equilibrio gestionale delle singole componenti.
La Compagnia ha adottato un sistema di controlli interni intesi come un insieme di processi, regole, procedure e strutture organizzative volte ad assicurare il corretto funzionamento ed il buon andamento dell’impresa e a garantire, con un ragionevole margine di sicurezza:
• efficacia ed efficienza dei processi aziendali;
• adeguato controllo dei rischi attuali e prospettici;
• tempestività del sistema di reporting delle informazioni aziendali;
• attendibilità e l’integrità delle informazioni contabili e gestionali;
• la salvaguardia del patrimonio anche in un’ottica di medio-lungo periodo;
• la conformità dell’attività dell’impresa alla normativa vigente, alle direttive e alle procedure
aziendali.
In sintesi, il sistema dei controlli interni rappresenta l’insieme di strumenti che permettono al singolo reparto di perseguire i propri obiettivi e, di conseguenza, alla Società di realizzare le proprie strategie. Il sistema dei controlli adottato dalla Compagnia coinvolge tutte le aree aziendali e le funzioni, ognuna per le operazioni di competenza, ed è articolato su più livelli:
• Un primo livello di controllo è effettuato direttamente da ciascuna linea di business sulla propria operatività corrente;
• Un’ulteriore attività di controllo, cosiddetta di secondo livello, è svolta principalmente dalle funzioni di Risk Management e Compliance e Funzione Attuariale, rispettivamente per le finalità e competenze a esse assegnate dalle disposizioni normative e regolamentari;
• La funzione di Internal Audit, infine, è deputata a eseguire controlli di terzo livello, verificando il sistema dei controlli nel suo complesso e l’adeguatezza dell’assetto organizzativo dell’impresa.
I principali organi del sistema di controllo interno adottati dalla Compagnia sono:
• Consiglio di Amministrazione: svolge attività di indirizzo strategico gestionale e organizzativo.
• Alta Direzione: attua gli indirizzi del CdA.
• Internal Audit: rappresenta esclusivamente il terzo livello di controllo e verifica l’operato
delle funzioni di I e II livello di controllo nell’ambito del sistema dei controlli interni.
• Risk Management: coordina e governa le attività inerenti il sistema di gestione dei rischi.
• Compliance: monitora, verifica e gestisce il rischio di non conformità normativa.
• Funzione Attuariale: coordina, gestisce e controlla le metodologie di calcolo delle riserve tecniche e valuta la policy di sottoscrizione ed i trattati di riassicurazione.
• Comitato Investimenti: esercita il controllo sulle attività di investimenti.
• Comitato Rischi: svolge un ruolo consultivo e propositivo a supporto del CdA e dell’Alta
Direzione.
• Collegio Sindacale: effettua le verifiche, gli incontri e gli approfondimenti della realtà societaria.
• Organismo di Vigilanza: valuta l’effettiva capacità del modello 231 e lo monitora. Nel corso del mese di Gennaio 2017 è stato approvato il Regolamento dell’ODV ed il Piano delle Attività annuale che si articola in:
I. Valutazione dell’effettiva capacità del Modello di prevenire la commissione
dei reati ex D. Lgs. 231/01;
II. Monitoraggio sull’applicazione del Modello;
III. Osservanza delle prescrizioni del Modello da parte dei destinatari.
• Codice Etico: stabilisce i valori e la condotta negli affari.
• Modello 231: stabilisce le aree a rischio reati definiti nel D.Lgs. 231/2001.
• International Steering System: allinea e gestisce in modo trasparente i principali macro processi di gruppo.
• Piano strategico ICT: contiene le componenti necessarie al fabbisogno funzionale e tecnologico della compagnia.
• Information Security Officer: responsabile della supervisione dello stato di sicurezza informatica.
• Internal Control System Framework: consente un analisi di una gestione dei rischi operativi
• Planning & Controlling: elabora e monitora il budget delle spese di compagnia, affianca la
società nell’esercizio del controllo sullo sviluppo dei diversi business e attività.
• Antifraud Management: prevenzione, individuazione, reazione e reporting per il caso di frodi interne ed esterne.
• Antiterrorismo: consiste nel monitoraggio volto a verificare l'eventuale presenza nel portafoglio della compagnia di nominativi di terroristi presenti nelle liste internazionali dei terroristi.
• Ispettorato Amministrativo: audit delle reti distributive relativamente al rispetto delle procedure aziendali e della normativa di riferimento da parte della rete di vendita (agenzie).
• Data Protection Officer: è responsabile per la protezione dei dati e di tutte le attività
rientranti nell’ambito della disciplina della tutela della privacy.
Essi costituiscono parte integrante dell'attività quotidiana e devono essere identificati con l’obiettivo di mitigare i rischi insiti nei processi aziendali ed assicurare, conseguentemente, il corretto svolgimento dell’operatività aziendale.
L’Organo Amministrativo verifica che le direttive adottate in materia di sistema dei controlli interni siano adeguate all’evoluzione dell’operatività aziendale e che il sistema di gestione dei rischi sia idoneo a consentire l’identificazione, la valutazione e il controllo dei rischi maggiormente significativi.
A tale scopo, il Consiglio di Amministrazione in data 23 marzo 2016, ha esaminato la struttura del sistema dei controlli interni 2016 della Compagnia verificandone la conformità e approvandone l’operatività così come richiesto dall’art. 5 del regolamento ISVAP 20/2008.
Inoltre, in ottemperanza ai contenuti di cui all’art. 28 comma 2 del regolamento ISVAP no. 20/2008, viene annualmente predisposto uno specifico report all’interno del quale si descrive il sistema di controlli interni relativo al precedente esercizio di competenza. Quindi, in data 12 maggio 2016 il predetto report, per l’anno 2015, è stato sottoposto a valutazione dell’organo amministrativo.
Modalità di attuazione della funzione di audit interno dell’impresa
La funzione di Revisione Interna opera in accordo con la metodologia risk-based e secondo gli standard internazionali per la pratica professionale della Revisione Interna, come codificati dall’Associazione Italiana Internal Auditors (AIIA) e dalla Politica di Revisione Interna del Gruppo.
Ogni attività di revisione effettuata si sostanzia in un Audit Report, che evidenzia in modo obiettivo e chiaro le attività svolte, la situazione riscontrata (as is) e le eventuali carenze (finding) riscontrate. I reports contengono anche relative raccomandazioni (to be) per eliminare le eventuali carenze riscontrate. Gli standard interni di lavoro prevedono altresì che l’Audit Report sia sottoscritto dai responsabili chiamati ad implementare le azioni correttive, a maggior responsabilizzazione verso gli impegni presi, e distribuito ai membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e dal 1° luglio 2016 – 30 novembre 2016 anche al Comitato Audit che è stato implementato nella holding company ERGO Italia/Phlavia Investimenti.
Come disposto dal Reg. ISVAP 24/2008 e successive modifiche, al termine di ciascun semestre, la Revisione Interna, ricevuti i prospetti statistici dei dati raccolti nell’Archivio dei Reclami dalla funzione preposta alla tenuta dello stesso, li inoltra al Consiglio di Amministrazione unitamente ad una relazione che evidenzia i settori dell’organizzazione aziendale, i prodotti assicurativi e i servizi oggetto di particolare o frequente lamentela, illustra le eventuali carenze organizzative o procedurali e propone gli opportuni interventi correttivi.
A queste attività vengono eventualmente aggiunte le analisi ad hoc o discrezionali resesi necessarie a fronte di fatti o vicende organizzative, di richieste delle Autorità o del Consiglio di Amministrazione o su decisione della stessa funzione. Dei lavori non pianificati e delle variazioni al Piano è data informativa al Consiglio di Amministrazione.
Su base trimestrale, la Revisione Interna comunica al Consiglio di Amministrazione - anche per il tramite del Comitato di Audit, Internal Control e Risk nel periodo 1° luglio 2016 – 30 novembre 2016
- la valutazione delle risultanze delle verifiche effettuate ai sensi del Piano di Audit ed un riepilogo delle disfunzioni e criticità rilevate, dello status delle implementazioni delle azioni concordate e un’informativa in merito all’avanzamento del piano delle attività e delle eventuali variazioni delle risorse della funzione. Sempre trimestralmente, sino al 30 giugno 2016, la Funzione ha predisposto specifica reportistica anche per Casa Madre ERGO Versicherungsgruppe AG.
Con la medesima periodicità, viene trasmesso al Consiglio di Amministrazione il report avente ad oggetto le attività in materia di antifrode e le eventuali anomalie emerse.
Qualora nel corso delle verifiche effettuate siano emerse eventuali disfunzioni e/o criticità, la Revisione Interna provvede ad effettuare un’attività di follow-up relativamente alle correzioni apportate al sistema dei controlli interni e darne comunicazioni, tramite specifici report, al Consiglio di Amministrazione, anche per il tramite del Comitato di Audit, Internal Control e Risk (ove applicabile).
La funzione di Revisione Interna utilizza una metodologia che classifica i risultati di ciascun audit e i singoli finding sulla base di una scala di quattro livelli di criticità quali-quantitativi.
Il Manuale della funzione, ad uso interno, descrive la metodologia di audit e le attività di pianificazione, esecuzione, quality assurance, reporting, follow-up e archiviazione, sempre in linea con gli Standard di Internal Audit.
Il Responsabile dell’Internal Audit esegue una revisione completa della politica di Internal Audit almeno una volta all'anno. Lo scopo della policy di Internal Audit è quello di definire il ruolo dell’Internal Audit in azienda nonché il suo perimetro operativo, gli obblighi e la sua autorità.
Indipendenza e obiettività della funzione di audit interna
La funzione di Internal Audit della compagnia non è soggetta ad alcuna istruzione nella pianificazione, nell'esecuzione di audit, nella valutazione e nella comunicazione dei risultati degli audit. Il diritto del Consiglio di Amministrazione di richiedere ulteriori controlli non è incompatibile con l'indipendenza della funzione di Internal Audit. La revisione interna ha il diritto di effettuare controlli ad hoc in qualsiasi momento al di fuori del piano di audit approvato.
Per garantire l’indipendenza della funzione nei confronti delle unità da controllare, il Responsabile dell'Internal Audit riporta funzionalmente direttamente al Consiglio di Amministrazione e riferisce a livello gerarchico all’Amministratore Delegato. La responsabilità per la nomina del Responsabile Internal Audit, la sua revoca o il trasferimento ad altri compiti compete al Consiglio di Amministrazione.
Il Responsabile Internal Audit si comporta in modo tale da rafforzare l'indipendenza e l'obiettività del controllo interno. A nessuno dei soggetti assegnati alle funzioni di Internal Audit possono essere attribuite responsabilità operative né possono tali soggetti eseguire verifiche su attività per le quali hanno avuto autorità o responsabilità in passato, a meno che non sia trascorso da allora un ragionevole periodo di tempo (almeno 18 mesi).
Lo scopo della Politica della Funzione attuariale è quello di definire le linee guida finalizzate alla determinazione dei suoi obiettivi, nonché configurarne i compiti principali, ruoli e responsabilità. Al fine di garantire la continua aderenza al quadro normativo vigente e agli obiettivi espressi nelle premesse del documento, la policy è riesaminata con cadenza almeno annuale ed eventualmente modificata su proposta della Funzione Attuariale o su iniziativa del Consiglio di Amministrazione.
In accordo con il quadro Normativo vigente, gli obiettivi principali della Funzione Attuariale possono essere così descritti:
• coordinare il calcolo delle Technical Provision Solvency II, in particolare:
o valutare la sufficienza e la qualità dei dati utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche;
o garantire l'adeguatezza delle metodologie e dei modelli sottostanti utilizzati nonché le ipotesi utilizzate nel calcolo delle riserve tecniche;
o confrontare le migliori stime con l’esperienza.
• esprimere un parere sulla politica di sottoscrizione globale e sull'adeguatezza degli accordi di riassicurazione;
• contribuire all'effettiva attuazione del sistema di gestione del rischio;
• produrre una relazione scritta per l’Organo Amministrativo e la Direzione Generale della
Compagnia, almeno una volta all'anno.
La Funzione Attuariale assolve alle sue funzioni adottando i seguenti principi:
• indipendenza dalle Funzioni di Business;
• integrazione nei processi decisionali e operativi;
• rispetto dei requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza dei membri della Funzione Attuariale - Fit and Proper;
• assegnazione delle Responsabilità della Funzione e riporto diretto al Consiglio di Amministrazione;
• trasparente e tempestiva comunicazione verso l’organo amministrativo e le altre strutture
interessate;
• efficacia e adeguatezza delle attività svolte;
• proporzionalità alla natura, alla portata e alla complessità dei rischi sottostanti all’operatività
della Compagnia.
Darag Italia ha istituito, con delibera del Consiglio di Amministrazione, un Comitato atto ad assolvere la Funzione Attuariale, ai sensi della Direttiva Solvency II. Tale comitato è stato definito tenendo conto delle caratteristiche proprie della Compagnia, degli obiettivi di sviluppo che la stessa intende perseguire e della complessità dell’attività che svolge. Contemporaneamente si pone attenzione nel garantire il rispetto dei principi di indipendenza e autonomia previsti per la Funzione Attuariale; a tale fine si sono definite anche procedure idonee ad evitare potenziali conflitti di interesse.
Il Comitato è presieduto da un membro non esecutivo del Board ed è composto dai seguenti membri:
• L’Amministratore Delegato;
• Responsabile della Funzione Actuary, Pricing & Reinsurance;
• Responsabile della Funzione Risk Management;
• Studio Attuariale esterno.
I membri del Comitato, dovendo esprimersi su tematiche sensibili, hanno competenze tecnico- specialistiche adeguate alle attività svolte ed è curato il loro aggiornamento professionale.
Come anticipato, il Comitato nello svolgimento della propria attività si interfaccia con altre strutture aziendali e si avvale del loro supporto in termini di dati forniti, analisi effettuate e consulenze relativamente agli ambiti di propria pertinenza.
Il Comitato si riunisce almeno trimestralmente e, comunque, ogni qual volta si renda necessario. Il Comitato comunica al Consiglio di Amministrazione le risultanze della propria attività almeno annualmente e, comunque, qualora particolari esigenze lo richiedano.
In attuazione della normativa primaria e regolamentare, il Gruppo ERGO si è dotato di idonee Linee Guida finalizzate alla disciplina dei requisiti minimi per l’esternalizzazione di attività e servizi. Dette linee sono state recepite, da tutte le società appartenenti al Gruppo ERGO Italia, attraverso alcuni documenti tra loro complementari, utili al presidio dell’intero processo: Guidelines on the Minimum Requirements for Outsourcing, Linee Guida della Politica di esternalizzazione e scelta dei fornitori (Politica di outsourcing), Procedura Operativa gestione acquisti centralizzati.
ERGO Assicurazioni ha applicato nel corso del 2016 le indicazioni contenute nella documentazione di cui sopra, e a garanzia del corretto presidio con l’obiettivo di essere in linea con il disposto del Regolamento n.20/2008 e successive modifiche ed integrazioni. A seguito della acquisizione da parte di DARAG, la Compagnia ha inoltre istituito la funzione Presidio Outsourcing. Detta funzione si occupa in particolare di mantenere, ampliandolo, il controllo delle attività esternalizzate di natura essenziale ed importante, e di provvedere all’informativa, richiesta dall’art. 35 del Regolamento sopra citato, di concerto con l’Ufficio Procurement.
La Politica di outsourcing in vigore nel corso dell’anno 2016 definisce le linee di condotta ed i criteri di gestione applicati da ERGO Assicurazioni S.p.A., poi DARAG Italia S.p.A., negli accordi di esternalizzazione tra l’impresa di assicurazione ed i soggetti terzi fornitori di servizi che sarebbero altrimenti realizzati dall‘impresa di assicurazione stessa.
La Politica di Outsourcing in particolare è stata predisposta dalle funzioni di Risk Management, Procurement e Direzione Affari Legali, ed è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione.
Il processo conseguente all’ applicazione della Politica di cui sopra, risulta conforme ai principi dettati dal Capo VIII del Regolamento Isvap N° 20/2008 modificato e integrato dal Provvedimento IVASS n- 17 del 15 aprile 2014. Le attività finalizzate alla esternalizzazione dei servizi ed il processo di scelta dei fornitori, sono stati valorizzati in una ottica di gestione strategica dell’impresa ed hanno come obiettivo l’ottimizzazione delle risorse, l’efficienza dei servizi e la riduzione degli oneri.
A seguito della individuazione delle attività oggetto di esternalizzazione quali attività “essenziali o importanti”, il processo di esternalizzazione avviene nel rispetto di specifici presupposti al fine di non compromettere la capacità della Compagnia di continuare a conformarsi alle condizioni richieste per la conservazione dell’autorizzazione all’esercizio, né di compromettere gravemente i risultati finanziari, la stabilità dell’impresa o la continuità / qualità dei servizi forniti agli assicurati.
Per l’esternalizzazione di tutte quelle attività considerate essenziali o importanti sulla base dei criteri sopra elencati, la Compagnia garantisce che:
• il processo non abbia impatti significativi in termini di qualità ed efficienza per quanto concerne il sistema di Governance della Compagnia;
• non comprometta i risultati finanziari, la stabilità della Compagnia e la continuità delle sue attività;
• il processo non comporti un eccessivo incremento in termini di rischi operativi;
• non sia ridotta la visibilità da parte delle Autorità di Vigilanza in termini di monitoraggio della attività svolte dalla Compagnia;
• non sia ridotta la qualità dei servizi forniti dagli assicurati;
• non sia reso inefficiente il processo di gestione delle attività da parte delle altre strutture della Compagnia.
Qualora l’esternalizzazione riguardi altre attività non classificabili come essenziali o importanti ai sensi del Regolamento ISVAP 20/2008, la stessa è comunque realizzata nel rispetto di determinati principi al fine di risultare coerente con i requisiti normativi. Le modalità ed i presidi procedurali adottati dalla Compagnia per le esternalizzazioni seguono il criterio della rilevanza dell’attività da esternalizzare nell’ambito dell’assetto organizzativo e/o operativo e/o produttivo dalla Compagnia e devono necessariamente rispondere ai principi di economicità, efficacia ed efficienza.
Sulla base di quanto definito dai requisiti regolamentari non vengono esternalizzate le attività di assunzione dei rischi e comunque a fronte di qualsiasi processo di esternalizzazione, la Compagnia resta responsabile delle attività cedute a soggetti terzi.
L’esternalizzazione delle funzioni di Revisione Interna, Risk Management, Compliance è riservata
alla competenza del Consiglio di Amministrazione.
Dal mese di ottobre 2009 è stato reso operativo il Consorzio ERGO Italia Business Solutions S.c.r.l. (di seguito EIBS), che ha fornito alcuni dei servizi comuni alle imprese del Gruppo, tra cui ERGO Assicurazioni, e ad EIBS son stati esternalizzati anche i servizi delle Funzioni Vigilate; i relativi accordi sono redatti in conformità con le disposizioni del Reg. ISVAP n. 20/2008.
Al fine di essere coerenti con il disposto normativo, la Compagnia ha nominato un responsabile interno a cui sono affidati il monitoraggio e il controllo delle attività esternalizzate.
Con riferimento al periodo che segue la data di perfezionamento dell’acquisizione da parte di XXXXX Xxxxxxxx ltd, ossia dal 30 novembre 2016 la Compagnia ha mantenuto l’esternalizzazione di diversi servizi, ed a garanzia del corretto presidio con l’obiettivo di essere in linea con il disposto del Reg. ISVAP n. 20/2008, ha investito del controllo di cui sopra la funzione Presidio Outsourcing.
Detta funzione continua ad occuparsi del controllo delle attività esternalizzate di natura essenziale ed importante, e di provvedere alla informativa, ex art. 35 del regolamento sopra citato, nei confronti di IVASS, sempre di concerto con l’Ufficio Procurement.
Ogni esternalizzazione viene realizzata unicamente avvalendosi di fornitori con sede legale nello Spazio Economico Europeo.
La Società ritiene che tutte le informazioni sostanziali sul business attuale e futuro siano già ricomprese nei paragrafi precedenti. Non risultano quindi ulteriori informazioni materiali da inserire nel presente paragrafo.
C. PROFILO DI RISCHIO
Il Sistema di Gestione dei Rischi è l’insieme dei processi e degli strumenti utilizzati per comprendere la natura e la significatività dei rischi ai quali la Compagnia è esposta, misurarne e stimarne la portata, sviluppare le più appropriate strategie di governo, integrando sia nella gestione ed organizzazione aziendali, sia nella strategia di governance complessiva, le risultanze delle analisi di Risk Management.
Tale Sistema permette alla Compagnia di avere un punto di vista condiviso ed un approccio interdisciplinare alla gestione dei rischi, che è parte integrante della gestione del business, ed è formalizzato in apposite Politiche, sia a carattere generale, con la descrizione dei principi e delle caratteristiche complessive, sia di tipo specialistico, relative alla gestione dei singoli rischi connessi ai processi core dell’Impresa, così sintetizzabili:
a) rischio di sottoscrizione
b) rischio di mercato
c) rischio di credito
d) rischio di liquidità
e) rischio operativo
f) altri rischi sostanziali
Il capitale di rischio è calcolato con la tecnica VaR al 99,5% su un orizzonte temporale di un anno. Il profilo di rischio quantitativo è valutato secondo le specifiche tecniche della Formula Standard emanate da EIOPA, come definito dai Delegated Acts e in linea con le Technical Specification EIOPA-14/209 del 30 aprile 2014.
Il profilo di rischio qualitativo è analizzato secondo le metodologie qualitative, adottate dalla Compagnia e descritte nel manuale interno di Risk Management.
Il business è costituito prevalentemente dal Ramo Responsabilità Civile Auto, dal Ramo Infortuni e Malattia. Conseguentemente la Compagnia è esposta principalmente al rischio di tariffazione e riservazione, che rappresenta il rischio più significativo.
Alla luce delle considerazioni effettuate sulla composizione del portafoglio di business e delle analisi svolte, si ritiene la Formula Standard sufficientemente adeguata per la determinazione del profilo di rischio della Compagnia per tutte le categorie di rischio modellate. Per cui il capitale di rischio, calcolato attraverso la Formula Standard, è idoneo a coprire il profilo di rischio della Compagnia nell’orizzonte temporale considerato.
Per le categorie di rischio non quantificate dal modello, la Compagnia ha definito presidi adeguati nelle linee guida e nei processi in corso, che assicurano un’identificazione preventiva dei rischi, consentendo di adottare misure appropriate.
La riassicurazione è lo strumento di gestione del rischio di cui l’organo amministrativo si avvale per l’attenuazione dei rischi e per garantire l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio anche in un’ottica di medio-lungo periodo.
Obiettivo della politica di riassicurazione è l’adeguata mitigazione dei rischi sottoscritti e dei
portafogli tramite le opportune combinazioni di coperture riassicurative.
La riassicurazione realizza infatti, la mitigazione dei rischi e la stabilizzazione dei portafogli, attraverso l’effettivo trasferimento del rischio assicurativo, producendo effetti sul margine di solvibilità, sulle attività a copertura delle riserve tecniche e, più in generale, sull’equilibrio tecnico e patrimoniale.
In relazione ai rischi precedentemente riportati, la Compagnia ha predisposto processi, analisi, verifiche continue degli andamenti tecnici e presidi di controllo a garanzia della protezione da possibili fenomeni di concentrazione. Comunque, considerato il business della compagnia e la tipologia di modello operativo di cui la compagnia si è dotata, non si osserva che vi siano concentrazioni sostanziali in grado di produrre perdite tali da mettere a repentaglio la solvibilità e la situazione finanziaria dell’impresa.
Al fine di identificare i principali rischi a cui l’impresa è esposta, sono stati eseguiti analisi complementari tra cui stress test e analisi di sensitività. Le stime prospettiche di rischio vanno sottoposte a periodiche verifiche e stress test. A tal riguardo, è possibile identificare almeno tre differenti approcci:
- Analisi di sensitività: con misurazione dell’effetto sull’indice di solvibilità prospettica della
variazione di ciascun fattore di rischio al quale la compagnia può essere esposta;
- Scenario Analysis: misurazione dell’effetto sul profilo di solvibilità prospettica di cambiamenti del contesto economico/finanziario che si riflettono nella variazione simultanea di più fattori di rischio;
- Reverse stress test: calcolo del livello di stress per singolo fattore di rischio che determina la diminuzione del Solvency Ratio sotto una soglia prestabilita minima (ad esempio il Risk Appetite).
Nel corso dell’esercizio 2016, ai fini delle valutazioni ORSA 2016, l’applicazione dello stress ha richiesto innanzitutto l’identificazione dei fattori di rischio da prendere in considerazione.
Pertanto, sulla base dei dati a disposizione al 31 dicembre 2015 sono state definire nel corso del 2016 le seguenti misure di shock utilizzando un approccio Scenario Analysis:
Parametri Stressati | ∆ % |
Interesse | -100bp |
Inflazione | +1% |
Spese Amministrative | +5% |
Rating Riassicuratori | BBB |
Tabella 9 – Parametri Stressati
Nella valutazione attuale dei rischi in ambito ORSA 2017, attualmente in corso, la Società terrà in considerazione cambiamenti del profilo al rischio derivanti dalle evoluzioni, riconducibili a operazioni di acquisizione, che hanno caratterizzato l’anno 2016. Il processo di valutazione interna del rischio e della solvibilità sosterrà adeguatamente gli aggiornamenti e le nuove disposizioni derivanti dall’appartenenza al nuovo gruppo assicurativo e delle mutate condizioni del profilo di rischio della Compagnia.
Principio della Persona Prudente
Per quanto attiene alla gestione delle attività in relazione al “principio della persona prudente” (di cui all'articolo 132 della direttiva 2009/138/CE) la politica degli investimenti, tramite un’adeguata diversificazione del portafoglio, assicura:
- Sicurezza, attraverso la definizione di limiti operativi di gestione ed il monitoraggio costante
di tali limiti e dall’andamento dei mercati finanziari;
- Redditività, attraverso una adeguata diversificazione con l’obiettivo di mantenere nel tempo l’equilibrio patrimoniale dell’impresa generando un rendimento coerente con il budget di rischio allocato alla gestione finanziaria;
- Liquidità, investendo prevalentemente in titoli quotati su mercati regolamentati, con emissioni di alto importo ed elevato livello di standardizzazione;
- Qualità, attraverso un adeguato livello del merito creditizio delle controparti con cui la Compagnia opera in materia di investimenti. Nell’ambito della sua attività di investimento la compagnia opera prevalentemente su titoli di comprovata qualità, investendo in titoli particolarmente virtuosi in termini di solidità e solvibilità degli emittenti definiti per classi di rating;
- Continua disponibilità degli attivi sufficienti a coprire le passività: la Compagnia ritiene disponibili quei titoli che non risultano gravati da garanzie, pegno o altri vincoli fi varia natura che ne possano limitare la disponibilità.
La politica degli investimenti è adottata tenendo conto che gli attivi a copertura delle riserve tecniche devono essere adeguati alla natura dei rischi e delle obbligazioni assunte e alla durata delle passività, e nel migliore interesse di tutti i contraenti, degli assicurati, dei beneficiari e degli aventi diritto a prestazioni assicurative.
La politica degli investimenti deve in linea di principio essere orientata ad investimenti sicuri e di basso rischio.
L’attività di investimento è condotta sulla base dell’identificazione, della valutazione e del
monitoraggio dei principali rischi, declinati per le diverse tipologie di attivi. Gli investimenti sono valutati considerando:
- Redditività attesa: gli investimenti sono selezionati in base alla ricerca di un rendimento in linea con gli obiettivi aziendali, coerentemente con il principio della persona prudente;
- Merito creditizio: gli investimenti tengono in considerazione la solidità patrimoniale delle controparti;
- Liquidità: gli investimenti sono scelti in modo da garantire un adeguato profilo di liquidità del portafoglio;
- Durata: gli investimenti sono selezionati secondo un principio di cash flow matching e duration matching.
La Compagnia non investe in mercati finanziari o strumenti sui quali non possiede un livello di competenze e conoscenze interne ritenute adeguate per la loro corretta gestione. L’utilizzo di servizi esterni non esenta la Compagnia dal garantire un adeguato livello di consapevolezza e di monitoraggio dei rischi associati a tali investimenti.
La Compagnia evita i conflitti di interesse e, ove ciò non fosse possibile, opera in modo tale da non recare pregiudizio agli interessi dei Clienti, nonché garantisce sempre la loro priorità, in particolare assicurando che i costi e servizi siano trasparenti e adottando coerenti politiche di remunerazione. La Compagnia individua iniziative per la gestione di potenziali situazioni di conflitto di interesse al fine di garantire il migliore interesse dei propri contraenti. A tal fine:
- Non è previsto l’investimento in strumenti finanziari emessi, istituiti, promossi o gestiti dalla
Compagnia;
- La Compagnia pone dei limiti agli investimenti in strumenti finanziari emessi dal Gruppo di appartenenza del gestore Delegato e ha posto in essere un processo di selezione e validazione di tali attivi che tiene conto della priorità degli interessi della clientela, con particolare attenzione agli aspetti commissionali;
- La Compagnia nell’ambito dei mandati di gestione o nell’esternalizzazione di altre attività attinenti alla gestione degli investimenti prevede un impegno contrattuale da parte della controparte ad adottare opportuni presidi volti a garantire la corretta gestione del conflitto di interessi. Tale clausola contrattuale è prevista per tutti i nuovi mandati di gestione;
- Nell’ambito della selezione delle controparti contrattuali la Compagnia si assicura che i termini e le condizioni proposte siano in linea con le condizioni di marcato. Inoltre, anche per i rapporti infragruppo si applicano gli stessi livelli di standard applicati alle società terze.
Si riportano a seguire le informazioni qualitative e quantitative sul profilo di rischio della Compagnia, suddivise separatamente per le categorie di rischio indicate, che rappresentano i rischi sostanziali cui l’impresa è esposta, fornendo indicazioni sulle loro modalità di gestione, valutazione e controllo.
I rischi derivanti dalla gestione assicurativa scaturiscono dalle politiche di sottoscrizione del business, nelle quali si vanno a declinare e valutare il rischio di tariffazione e di assunzione. Il processo di sottoscrizione è costituito dall’insieme dei principi, processi, valutazioni, presidi di controllo organizzativi ed informatici, finalizzati alla definizione, valutazione e tariffazione del rischio, e includono le fasi di accettazione o eventuale rifiuto di sottoscrivere le relative obbligazioni.
Il rischio di sottoscrizione è il rischio che i costi dei sinistri e dei benefici effettivamente pagati possano discostarsi dai costi previsti accidentalmente o per errore o cambiamenti di circostanze.
A causa della natura aziendale della Società, del business esercitato e della composizione del portafoglio, il rischio di Sottoscrizione è piuttosto significativo per la Compagnia ed è composto principalmente da:
- Premium Risk, definito come il rischio derivante dalla sottoscrizione di contratti e pertinente alla non sufficienza dei premi incassati per l’anno in corso (esclusa la componente catastrofale) per coprire tutti i rischi futuri e gli altri costi di gestione ad essi associati;
- Reserve risk, legato al volume e alla quantificazione delle riserve sinistri e alla possibile non sufficienza delle stesse per soddisfare gli obblighi assunti nei confronti degli assicurati e danneggiati. La definizione della riserva tiene conto anche dell’incertezza associata all’importo dei sinistri cosiddetti tardivi (IBNR).
Il rischio di sottoscrizione è misurato attraverso la Standard Formula, nel sottomodulo di rischio Premium & Reserve del modulo SCR Non Life.
Il rischio di sottoscrizione relativo a nuove tariffe, modifiche e autorizzazione alla sottoscrizione dei contratti più significativi sono sottoposti al Top Management così da consentire una gestione e un monitoraggio del rischio più efficienti.
La Compagnia valuta l’esigenza di adottare specifici trattati di riassicurazione (principalmente trattati
Quota Share e Excess of Loss) approvati annualmente dal Consiglio al fine di mitigare il rischio.
I rischi al di sopra della soglia di rilevanza sono strettamente monitorati; tuttavia attualmente non sono necessari ulteriori provvedimenti.
I rischi catastrofali, all’interno del rischi di Sottoscrizione risultano avere un impatto residuale, in virtù della politica riassicurativa che ha come fine quello di minimizzare le esposizioni nette a carico della Compagnia.
Come precedentemente chiarito all’inizio della sezione C, la Compagnia ha predisposto processi e presidi di controllo a garanzia della protezione da possibili fenomeni di concentrazione del rischio di Sottoscrizione. In particolare, considerando l’elevata concentrazione del Business all’interno del ramo RC Auto, vi è una costanza nella verifica degli andamenti tecnici e un ricorrente monitoraggio della dislocazione geografica dei rischi.
Per quanto riguarda la sensibilità al rischio, come precedentemente illustrato, nel corso del 2016 sono stati applicati gli stress (Scenario Analysis) riportati in Tabella 9.
In termini percentuali, a seguito degli stress ipotizzati, si osservano le seguenti sensitività rispetto ai fattori di rischio e alle percentuali di stress ipotizzati.
Per quanto riguarda il Rischio di Sottoscrizione Non Vita, si registra quanto segue:
Delta SCR Rischio Sottoscrizione Non Vita (%) 31.12.2015 | 31.12.2016 | 31.12.2017 | 31.12.2018 |
Rischio di Sottoscrizione Non Vita 1,23% | 0,99% | 1,01% | 1,37% |
Tabella 10 - Delta SCR Rischio di Sottoscrizione Non Vita
L’aumento di SCR Rischio di Sottoscrizione Non Vita dello Scenario Stressato è causato dall’effetto del cambio della curva risk-free (-100bp) al quale si somma l’aumento dei costi amministrativi (+5%) e dell’inflazione (+1%).
Il rischio di mercato è il rischio di perdita o di cambiamenti avversi nella situazione finanziaria dovuti, direttamente o indirettamente, dalle fluttuazioni del livello e dalla volatilità dei prezzi di mercato di attività, passività e strumenti finanziari, comprese le loro correlazioni.
Il Rischio di Mercato è legato alla composizione del portafoglio investimenti della Compagnia costituito da titoli obbligazionari (Interest e Spread Risk) e da una parte di investimenti azionari (Equity Risk).
Il portafoglio di investimenti è composto da una vasta quota di strumenti a reddito fisso e da una quota minore di investimenti azionari e attività in valuta estera. Come conseguenza della composizione del portafoglio la Compagnia è esposta al rischio di tasso di interesse, rischio azionario, rischio di spread e rischio di cambio.
Al 31 dicembre 2016 la valutazione dei rischi del rischio di mercato presenta un impatto “medio / basso" per i rischi azionari e in valuta, un impatto “basso” sul rischio di concentrazione e un impatto “medio” sul rischio di spread.
I rischi al di sopra della soglia di rilevanza sono strettamente monitorati; attualmente non sono necessari ulteriori provvedimenti.
Inoltre, è stata effettuata l'adeguatezza degli investimenti verificando i limiti degli investimenti in conformità con le disposizioni in materia di investimenti ai sensi del Regolamento IVASS n.24/2016. Tutti i controlli sono eseguiti in linea con il Framework di Risk Management.
II rischio di Mercato è valutato mediante Standard Formula all’interno del modulo di rischio SCR Market. Data la composizione del portafoglio Investimenti al 31 Dicembre 2016 e la duration media del portafoglio obbligazionario, i risultati della valutazione del rischio di mercato riportano una maggiore esposizione verso lo Spread Risk (relativo ai bond) e il Currency Risk.
Rispetto l’anno precedente si registra una riduzione sostanziale dell’Equity Risk, in linea con la politica di investimenti della società che mira ad ottimizzare il fabbisogno di capitale attraverso la riduzione delle esposizioni in titoli azionari e valuta estera, investendo quindi principalmente in titoli a tasso fisso o depositi.
Considerando che, nel corso dell’esercizio 2016, la politica degli investimenti della Compagnia ha subito alcune modifiche rispetto al precedente esercizio, attualmente vi è una maggiore concentrazione degli investimenti in titoli di stato dovuta alla movimentazione dei loro investimenti da una componente prevalentemente azionaria ad una prevalentemente obbligazionaria. Per politica aziendale i titoli detenuti in portafoglio sono ad elevata liquidità, pertanto non generano un rischio significativo.
Al fine di identificare i principali rischi a cui l’impresa è esposta, sono stati eseguiti analisi
complementari tra cui stress test e analisi di sensitività.
Come precedentemente illustrato, in ambito ORSA 2016, l’applicazione dello stress ha richiesto innanzitutto l’identificazione dei fattori di rischio da prendere in considerazione.
Di seguito si osservano le sensitività rispetto alle variazioni dei rischi ipotizzati nello Scenario Analysis definito in Tabella 9, riportando gli impatti percentuali in termini di SCR Rischio di Mercato a seguito degli stress:
Delta SCR Rischio di Mercato (%) 31.12.2015 | 31.12.2016 | 31.12.2017 | 31.12.2018 |
Rischio di Mercato -0,70% | -1,59% | -0,78% | -1,61% |
Tabella 11 - Delta SCR Market Risk
L’effetto del cambio della curva Risk Free (-100 bp) impatta in maniera poco rilevante sull’SCR
Market.
Si precisa che il portafoglio della Compagnia, al 31 dicembre 2015 risultava essere diversamente strutturato, ossia composto da strumenti a reddito fisso, da quote di Fondi azionari e quote di Fondi obbligazionari. Il portafoglio obbligazionario includeva principalmente titoli di Stato, obbligazioni garantite e fondi obbligazionari corporate con rating pari al livello di "investment grade". Una quota del portafoglio di investimento includeva obbligazioni strutturate Constant Maturity Swap con una componente derivativa implicita.
Il portafoglio azionario era composto da investimenti indiretti tramite ETF e OICR.
In conformità con il Regolamento IVASS 20/2008, la Compagnia esegue stress test e analisi di
scenario periodici sui principali fattori di rischio dell’area finanziaria.
L'attività di stress test è effettuata dal gestore MEAG e utilizza le ipotesi comuni applicate a livello di gruppo.
Il rischio di credito è il rischio di perdita o di cambiamenti avversi nella situazione finanziaria risultante dalle fluttuazioni del credito di emittenti di titoli, controparti (compresi i riassicuratori) e qualsiasi debitore a cui le imprese di assicurazione sono esposte, sotto forma di rischio di default di controparte, rischio di spread o rischio di concentrazioni di mercato, strettamente legate al rischio di mercato.
Il rischio di credito rispecchia le possibili perdite dovute all'inadempimento imprevisto o al
deterioramento del merito di credito delle controparti e dei debitori dell’Impresa.
Le principali controparti della Compagnia si possono suddividere in due gruppi con differente livello di rischio. Il primo tipo è composto da riassicuratori, intermediari finanziari e banche, mentre il secondo tipo, verso cui la compagnia è maggiormente esposta, è composto da tutte le altre controparti non retate, con cui tipicamente la Compagnia ha esposizioni creditizie superiori ai tre mesi.
Al 31 dicembre 2016 la stima del rischio di default di tipo 1 per le esposizioni verso controparti
bancarie ha un impatto “medio”, mentre il rischio di default dei riassicuratori ha impatto “basso”.
L'adeguatezza degli investimenti è stata effettuata verificando i limiti degli investimenti operativi attraverso controlli adeguati specifici per il rischio di credito. Tutti i controlli sono stati eseguiti in linea con il Framework di Risk Management.
II rischio di Controparte è valutato mediante Standard Formula all’interno del modulo SCR Default. Come anticipato, l’SCR a fronte della copertura del rischio di controparte di Type 2 è superiore all’SCR di Type 1.
Limitatamente alla concentrazione al rischio di credito, di seguito si riporta la Perdita per Inadempimento delle controparti di tipo I.
Dalla Tabella sottostante si evince che le esposizioni sono prevalentemente sul riassicuratore Swiss Re, verso Unicredit S.p.A. ed il gruppo Munich RE.
Perdita per Inadempimento (Fonte QRT S.16.02.01) - (€/000) | ||
Nome della singola Esposizione | Perdita per inadempimento | % |
BBV | 172,17 | 0,85% |
EUROP ASSISTANCE | 111,48 | 0,55% |
GEN RE | 62,98 | 0,31% |
HANNOVER | 1.195,44 | 5,88% |
LE MANS RE | 67,57 | 0,33% |
MAPFRE | 274,57 | 1,35% |
MR GROUP | 3.127,68 | 15,40% |
POSTE ITALIANE S.P.A. | 107,09 | 0,53% |
SWISS RE | 8.298,91 | 40,85% |
UNICREDIT S.P.A. | 6.897,31 | 33,95% |
Tabella 12 – Perdita per Inadempimento Type I
Si segnala comunque che i riassicuratori sono caratterizzati da un rating piuttosto elevato e, che, la Compagnia monitora periodicamente l’esposizione a tale rischio ed attua strategie di gestione come la definizione da parte del Consiglio di Amministrazione di specifici limiti per il rischio di insolvenza
di intermediari finanziari e criteri di qualità, committment e solvibilità relativamente al rischio di insolvenza dei riassicuratori, coerentemente con le linee guida del Gruppo. Inoltre, la politica di riassicurazione approvata dal Consiglio di Amministrazione definisce una prudente strategia di copertura, al fine di evitare la concentrazione dei rischi. Il rischio di insolvenza degli intermediari finanziari (esposizioni bancarie) è monitorato e controllato mensilmente dal Comitato Investimenti che stabilisce anche i limiti di esposizione verso singolo emittente.
Al fine di identificare i principali rischi a cui l’impresa è esposta, sono stati eseguiti analisi
complementari tra cui stress test e analisi di sensitività.
Nel corso dell’esercizio 2016 sono state effettuate analisi di sensitività e sono state definire le misure
di shock riportate in Tabella 9.
Di seguito si riportano gli impatti in termini percentuali della variazione di SCR per il rischio per Inadempimento della controparte a seguito dello Scenario Analysis:
Delta SCR rischio di inadempimento della 31.12.2015 controparte (%) | 31.12.2016 | 31.12.2017 | 31.12.2018 |
Rischio di Inadempimento della controparte 120,83% | 91,67% | 65,38% | 53,85% |
Tabella 13 -Delta SCR rischio di inadempimento di controparte
Come è possibile notare dalla tabella sopra riportata, l’impatto sul Solvency Capital Requirement relativo al cambio di merito creditizio delle controparti riassicurative portano ad un aumento sostanziale dell’SCR peri il rischio di controparte.
Si precisa che l’ampiezza del Delta è particolarmente significativa in virtù del fatto che lo stress è applicato esclusivamente all’SCR per il rischio di controparte Tipo I.
Pertanto un abbattimento del rating creditizio BBB, così come definito in Tabella 9 ha un’influenza sostanziale sul default delle controparti della Compagnia di tipo I, tra cui Swiss Re quale riassicuratore principale con rating elevato.
Il rischio in esame riguarda l’impossibilità di trasformare gli investimenti in liquidità, nei tempi previsti, senza sopportare perdite e può essere suddiviso, in linea generale, in “funding risk” (ovvero il rischio che la Compagnia non sia in grado di far fronte a deflussi di cassa attesi ed inattesi in modo efficiente, senza mettere a repentaglio la propria operatività ordinaria o il proprio equilibrio finanziario) e in “market liquidity risk” (ovvero il rischio che, al verificarsi della necessità di monetizzare una consistente posizione di attività finanziarie, la Compagnia realizzi una vendita a prezzo sfavorevole).
La Compagnia, a presidio di tale tipologia di rischio, ha definito un sistema strutturato di limiti in materia di investimenti che consente la composizione di un portafoglio caratterizzato da elevata liquidità. Dunque la situazione complessiva del portafoglio continua a confermare la capacità di generare liquidità attraverso i normali flussi di cassa o la componente di portafoglio più facilmente negoziabile.
In base ai diversi orizzonti temporali la Compagnia individua strumenti per la gestione della liquidità e al fine di mantenere l’esposizione al rischio al di sotto del livello ritenuto accettabile prevede che la liquidità detenuta consenta di far fronte agli impegni assunti senza dover smobilizzare i titoli che potrebbero generare minusvalenze in bilancio, struttura un portafoglio di asset che generi la liquidità sufficiente per finanziarie le uscite nette di cassa per i dodici mesi successivi la data di valutazione e stabilisce in ottica prudenziale che sia costituito un ammontare di liquidità di sicurezza tramite la presenza tra gli investimenti di titoli di prossima scadenza che consenta di liquidare senza dover vendere titoli, uscite inattese.
Il rischio di liquidità ha impatto "medio/basso". Tale rischio viene periodicamente monitorato e al momento non necessita di ulteriori misure migliorative. Inoltre, il rischio di liquidità è stato valutato anche attraverso la verifica dei limiti degli investimenti operativi attraverso controlli specifici per il rischio di liquidità. Va ricordato inoltre che i limiti degli investimenti sono stati aggiornati, spostandosi da investimenti prevalentemente azionari ad investimenti in titoli a tasso fisso e depositi. Tutti i controlli sono eseguiti periodicamente e in linea con il Framework di Risk Management.
Tale rischio non viene valutato mediante Standard Formula, per cui non esiste uno specifico modulo o sottomodulo per il quale vi è una quantificazione in termini di esposizione, ma viene valutato mediante assessment specifici definiti dal Risk Management in concordanza con le altre funzioni coinvolte. Il rischio risulta correttamente gestito e monitorato, pertanto non è necessario costruire un “add-on” in termini di patrimonio di vigilanza.
Gli utili attesi nei premi futuri (EPIFP) rappresentano il valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri derivanti dall’ inclusione, nelle riserve tecniche, dei premi relativi a contratti di assicurazione e di riassicurazione che dovrebbero essere ricevuti in futuro, ma la cui riscossione è incerta a causa dell’aleatorietà delle passività assicurative.
L’importo degli EPIFP è pari a circa 800 mila Euro, ovvero circa il 4% della Best Estimate Premium.
Il Rischio Operativo è il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi, oppure da eventi esogeni; tale definizione ricomprende anche il rischio legale, sono invece esclusi i rischi strategici e di reputazione.
La valutazione media del rischio operativo ha impatto “medio”.
Si noti che, a seguito della vendita di Ergo Assicurazioni ad un nuovo azionista, la Compagnia è ora parte di un diverso gruppo assicurativo, con differenti politiche, processi e sistemi. Questo potrebbe cambiare in modo sostanziale le esposizioni della Compagnia ai rischi operativi.
Il rischio operativo è individuato tramite il Framework Internal Control System (ICS) che permette l’identificazione mirata ed efficace, l’analisi e la valutazione, il controllo, il sistema di reporting e il monitoraggio dei rischi a livello di processo e a livello di entità.
ICS Framework monitora i rischi operativi a livello di processo attraverso un self assessment effettuato dai Process Owner sui processi di business rilevanti, che sono stati raggruppati in Risk Control Assessment (RCA). I rischi e i relativi controlli di alto livello che si estendono in modo trasversale su più processi, su più segmenti di business o sull’intera Compagnia e sono indipendenti dai processi individuali sono gestiti attraverso Entity Level Control Assessment (ELCA). Inoltre, per i rischi che vengono ridotti attraverso controlli automatici e applicativi IT, il Framework permette di identificare, sistematizzare, monitorare e gestire i controlli generali di tipo IT presenti nell'organizzazione.
Per ogni rischio significativo e per ogni debolezza individuati nel Framework ICS le misure adeguate sono state concordate con il Process Owner, al fine di migliorare i controlli e ridurre i rischi associati.
II Rischio Operativo è valutato mediante Standard Formula.
Al fine di identificare i principali rischi a cui l’impresa è esposta, sono stati eseguiti analisi
complementari tra cui stress test e analisi di sensitività.
Sono state definite, nel corso dell’esercizio 2016, le misure di shock riportate in Tabella 14.
Di seguito si riportano gli impatti in termini percentuale della variazione di SCR Rischio operativo a seguito dello Scenario Analysis:
Delta SCR Rischio Operativo (%) 31.12.2015 | 31.12.2016 | 31.12.2017 | 31.12.2018 |
Rischio Operativo 2,13% | 2,27% | 2,38% | 2,44% |
Tabella 14 - Delta SCR rischio operativo
Come è possibile notare dalla tabella sopra riportata, l’impatto sul Solvency Capital Requirement
relativo allo Scenario Analysis è fondamentalmente contenuto in termini di SCR Operazionale.
I rischi non valutati mediante Standard Formula, ossia quelli tipicamente più qualitativi, per cui non esiste uno specifico modulo o sotto modulo o per i quali una quantificazione in termini di esposizione non è possibile univocamente sono, oltre il Rischio di Liquidità (definito nella Sezione C.4), il Rischio Reputazionale e il Rischio Strategico.
Il Rischio Strategico è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo, o da decisioni aziendali errate, o dall‘attuazione di decisioni inadeguate, o dalla scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.
La Compagnia classifica i rischi strategici in:
• Rischi strategici derivanti da fattori esterni, quali: o Variazioni del contesto economico
o Variazioni del contesto competitivo
o Variazioni del contesto tecnologico
o Variazioni del contesto normativo
• Rischi strategici derivanti da fattori interni, quali:
o Decisioni aziendali errate
o Scelte strategiche errate
o Scarsa reattività a variazioni del contesto
o Risorse insufficienti
L’identificazione e la valutazione di tali rischi viene effettuata trimestralmente. Nell’ambito del processo di elaborazione degli scenari di pianificazione utilizzati per le proiezioni, vengono infatti identificate le attività di rilevanza strategica e vengono analizzati sia aspetti quantitativi che qualitativi.
Il Rischio Reputazionale si manifesta come perdita di reputazione o percezione negativa dell'immagine imprese tra i clienti, controparti, azionisti e / o autorità di vigilanza, a seguito di un determinato evento. Questo rischio comporta il deterioramento dell'immagine aziendale e a un maggiore grado di conflitto con gli assicurati, a causa della scarsa qualità dei servizi offerti, del collocamento di contratti di assicurazione inadeguati o del comportamento inappropriato della rete di distribuzione.
La gestione del Rischio Reputazionale prevede come primo passo l’identificazione dei fattori di rischio tramite la definizione di una “Stakeholders’ Map”, che consenta al management di considerare, riconoscere e monitorare tutte le potenziali relazioni con gli stakeholder; che sono identificati almeno nelle seguenti categorie:
• Clienti e consumatori
• Partner contrattuali
• Dipendenti
• Agenti
• Azionisti e obbligazionisti (inclusi ESG e Ethical Investors)
• Agenzie di rating e analisti finanziari (inclusi ESG e Ethical analysts)
• Istituzioni, autorità di vigilanza e cittadini
• Ambiente e società (per es. NGOs).
Conseguentemente alla definizione della “Stakeholders’ Map” sono poi state individuate dalla Compagnia le principali aree di visibilità pubblica tramite cui essa è tipicamente esposta nei confronti delle suddette categorie. Le aree di visibilità sono:
• CSR, Communications e media management
• Etica e attività di compliance
• Rischi operativi
• Customer Satisfaction
La Compagnia, nel corso dell’anno, ha definito e adottato, per i suddetti rischi, un processo di assessment che si sviluppa secondo le seguenti quattro fasi:
• Risk Identification
• Risk Assesment
• Risk Management & Monitoring
• Risk Reporting
Il primo passo, la Risk Identification, consiste nell’identificazione dei fattori di rischio ossia la definizione delle potenziali fonti da cui tale rischio potrebbe generarsi. Ad ognuna delle fonti individuate è opportuno assegnare una priorità a seconda della probabilità di manifestazione (danno per la Compagnia) ad essa associata.
Il secondo passaggio, il Risk Assessment, consiste in una valutazione dei singoli rischi e in un assessment rispetto a quanto i sistemi di cui la Compagnia è dotata siano adeguati a presidiare il rischio considerato.
La fase successiva, Risk Management & Monitoring, consiste nella gestione e nel monitoraggio dei rischio. Questa fase si sviluppa all’interno della Compagnia e coinvolge funzioni diverse (non solo il Risk Management) che svolgono analisi periodiche per controllare l’andamento dei principali rischi cui sono sottoposte.
Il processo si conclude con la fase di Risk Reporting, l’attività è svolta dal Risk Management il quale sia sulla base di indicatori individuati che sulla base degli esiti ottenuti durante l’intero processo, nonché sull’Expert Judgement delle funzioni coinvolte, assegna un rating in termini di probabilità e impatto economico atteso ai singoli fattori di rischio.
La funzione di Risk Management svolge almeno annualmente il Risk Assessment ed ogni qual volta si rende necessario, sia su propria iniziativa che a seguito di richiesta dalla funzione coinvolta. I risultati delle valutazioni e i relativi processi di mitigazione sono comunicati al Comitato Rischi e trimestralmente al CdA.
Entrambi i rischi risultano essere comunque correttamente gestiti e monitorati periodicamente. Di conseguenza, non sono necessarie ulteriori azioni migliorative e pertanto non è necessario costituire un "add-on" in termini di patrimonio di vigilanza.
I processi di identificazione, valutazione e monitoraggio dei rischi sono effettuati su base continuativa, per tenere conto sia delle intervenute modifiche nella natura e dimensione degli affari e nel contesto di mercato, sia dell’insorgenza di nuovi rischi o del cambiamento di quelli esistenti, e sono svolti secondo modalità che garantiscono un approccio integrato.
D. VALUTAZIONE A FINI DI SOLVIBILITÀ
In questa sezione della relazione si illustrano le basi, i metodi ed i modelli utilizzati dalla Compagnia per le valutazioni ai fini Solvency II e si forniscono le analisi qualitative e quantitative a supporto delle differenze rilevate rispetto alle valutazioni riportate nel bilancio civilistico della Compagnia.
La Compagnia valuta le attività, le passività e le riserve tecniche, conformemente al disposto del Regolamento delegato (UE) 2015/35 del 10 ottobre 2014 (“Atti Delegati”), della Direttiva 2009/138/CE del 25 novembre 2009 (“Direttiva”), del Decreto Legislativo 7 settembre 2005, n. 209
– Codice delle Assicurazioni Private, modificato dal decreto legislativo 12 maggio 2015 n. 74 attuativo della direttiva n. 2009/138/CE del 25 novembre 2009 (“CAP”) e dei Regolamenti emanati dall’Autorità di Vigilanza in materia di Solvency II.
Il calcolo del requisito di solvibilità richiesto dalla normativa in vigore (Direttiva, Atti Delegati e CAP) è calibrato come il valore al 99,5 percentile, con un orizzonte temporale di un anno, della distribuzione di probabilità dei fondi propri della Compagnia valutati in ragione di una situazione patrimoniale redatta sulla base di criteri “Market Consistent”. Tali criteri sono in generale improntati alla valutazione al fair value così come definito dai principi contabili internazionali (IFRS 13).
La predisposizione del “Market Value Consistent Balance Sheet” (MVBS) della Compagnia è avvenuta apportando le opportune modifiche alle risultanze di Bilancio. Si evidenzia che Darag Italia
S.p.A. predispone il proprio bilancio secondo i principi contabili locali e gli importi riportati come confronto ai valori Solvency II nei paragrafi successivi, sono il risultato di opportune riclassifiche dei valori riportati nel Bilancio civilistico approvato dall’Assemblea degli Azionisti in data 20 aprile 2017.
Tale attività ha comportato:
- La riesposizione delle attività e delle passività della Compagnia sulla base delle classi previste nel bilancio Solvency II (QRT S.02.01 - Balance Sheet);
- La rilevazione delle eventuali rettifiche alla valutazione delle singole attività e passività di bilancio in applicazione della normativa Solvency II di riferimento.
Di seguito si riporta l’analisi condotta in relazione a ciascuna classe sostanziale di attività e di passività e l’analisi riferita alle riserve tecniche.
D.1.1 Aspetti metodologici della valutazione delle Attività (basi, metodi e modelli)
Le attività sono valutate conformemente ai principi contabili internazionali (IFRS) adottati dalla Commissione a norma del regolamento (CE) n. 1606/2002 2002 a condizione che tali principi includano metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della direttiva 2009/138/CE.
In particolare, l’art. 75 della Direttiva stabilisce che le attività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato.
Il principale criterio di valutazione è il fair value che viene determinato attraverso l’utilizzo di prezzi acquisiti da quotazioni pubbliche, nel caso di attività quotati su mercati attivi, o mediante l’utilizzo di modelli valutativi da determinarsi in ragione della seguente gerarchia, definita dall’articolo 10 degli Atti Delegati:
- Prezzi quotati su mercati attivi per le medesime attività e passività;
- Prezzi quotati su mercati attivi per attività e passività similari, opportunamente rettificati per tenere conto delle differenze esistenti con le attività o passività quotate;
- Valutazioni desunte da modelli interni di valutazione (“Mark to Model”). I dati utilizzati nell’ambito di tali modelli devono essere desunti per quanto possibile da informazioni implicite nelle valutazioni di mercato di cui ai punti precedenti.
Si riportano di seguito i principali metodi ed ipotesi utilizzati per la valutazione delle attività ai fini di Solvency II.
D.1.1.1 Valutazione degli attivi immateriali
I criteri di valutazione definiti dagli Atti Delegati prevedono in generale che agli attivi immateriali debba essere attribuita una valorizzazione pari a zero. Fanno eccezione gli attivi immateriali che possano essere venduti separatamente dal resto della Compagnia e per i quali sia disponibile una quotazione in un mercato attivo per attività similari.
D.1.1.2 Valutazione delle attività e passività finanziarie (escluse le partecipazioni)
Le attività e le passività finanziarie vengono valutate al fair value nell’ambito della gerarchia illustrata
negli Atti Delegati.
La tabella allegata di seguito illustra sinteticamente le modalità di determinazione del fair value per le diverse macro categorie di strumenti finanziari, crediti ed immobili, coerente con quanto richiesto dal IFRS13.
Mark to Market | Mark to Model a altro | ||
Strumenti finanziari | Obbligazioni | Mercato di riferimento e Bloomberg | Valutazione Controparte Valutazione Interna |
Azioni e Partecipazioni quotate, ETF | Quotazione in mercato regolamentato di riferimento | ||
Azioni e Partecipazioni non quotate | Patrimonio netto e NAV | ||
Derivati quotati | Quotazione in mercato regolamentato di riferimento | ||
Derivati OTC | Valutazione interna | ||
OICR | Net Asset Value | ||
Crediti | Valutazione interna | ||
Immobili | Valore di perizia |
Tabella 15 - Valutazione fair value di attività e passività finanziarie
Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari, in presenza di strumenti trattati in un
“mercato liquido e attivo”, viene utilizzato il prezzo di mercato (Mark to Market).
Per “mercato liquido e attivo” s’intende:
a) il mercato regolamentato in cui lo strumento oggetto di valutazione sia scambiato e regolarmente quotato;
b) il sistema multilaterale di negoziazione (MTF) in cui lo strumento oggetto di valutazione sia scambiato o regolarmente quotato;
c) le quotazioni e transazioni eseguite su base regolare, ovvero con transazioni a frequenza alta e con basso bid/offer spread, da un intermediario autorizzato (di seguito “contributore”).
In assenza di disponibilità di prezzi su un mercato liquido e attivo, vengono utilizzate metodologie di valutazione che massimizzano l’utilizzo di parametri osservabili e minimizzano l’utilizzo di parametri non osservabili. Tali metodologie sono sintetizzabili in valutazioni Mark to Model, valutazioni da controparte o valutazioni al valore di bilancio per quanto concerne alcune categorie di asset non finanziari.
Valutazioni Mark to Market
Con riferimento alle azioni, ai derivati e agli ETF quotati, la valutazione Mark to Market corrisponde al prezzo ufficiale di valutazione del mercato di riferimento.
Con riferimento ai titoli obbligazionari le fonti utilizzate per la valutazione Mark to Market delle attività e passività finanziarie sono le seguenti:
1. il prezzo fornito dalla principale borsa di quotazione
2. il Bloomberg Generic Pricing (BGN), valutazione fornita dalla piattaforma finanziaria determinata in base ai prezzi forniti dai principali contributors di mercato.
Con riferimento agli OICR la fonte utilizzata è il Net Asset Value. Valutazioni Mark to Model
Laddove non sia possibile effettuare valutazioni con il sistema Mark to Market la Compagnia utilizza metodi di valutazione (Mark to Model) in linea con i metodi generalmente utilizzati dal mercato.
L’obiettivo dei modelli per il calcolo del fair value è quello di ottenere un valore per lo strumento finanziario che sia aderente alle assunzioni che i partecipanti al mercato impiegherebbero nella formulazione di un prezzo, assunzioni che riguardano anche il rischio insito in una particolare tecnica di valutazione e/o negli input utilizzati.
Valutazioni da Controparte
Per le attività e passività finanziarie che non rientrano nell’ambito degli strumenti valutati a Mark to Market e per le quali non sono disponibili modelli di valutazione consistenti e validati ai fini della determinazione del fair value, vengono utilizzate le valutazioni fornite dalle controparti potenzialmente interpellabili per la liquidazione della posizione.
Informazioni sui mercati
Il portafoglio della Compagnia è investito quasi esclusivamente in titoli quotati in mercati regolamentati e liquidi ed in alcuni Fondi (valutati al Net Asset Value) ed in ETF quotati, oltre a quattro semplici strutture di tasso (CMS immobilizzati), non scambiate su mercati liquidi, su cui tuttavia sono state utilizzate le valutazioni della Controparte, che nello specifico si sono rivelate operative ed affidabili all’atto della loro vendita, avvenuta nel mese di febbraio 2017.
D.1.1.3 Valutazione delle Partecipazioni
Le Partecipazioni sono valutate al costo di acquisto, valore ritenuto idoneo a rappresentare il fair value.
D.1.1.4 Valutazione delle Attività e delle Passività fiscali differite
Il calcolo delle Attivita e Passività fiscali differite (Deferred Tax Assets e delle Deferred Tax Liabilities) viene effettuato applicando i criteri identificati dai principi contabili internazionali applicabili (IAS 12).
Le attività e le passività fiscali differite, diverse da quelle derivanti da perdite fiscali e da crediti di imposta non utilizzati, vengono calcolate sulla base delle differenze dei valori delle attività e passività ai fini Solvency II ed i corrispondenti valori fiscali.
Le tabelle di seguito forniscono una sintesi delle differenze temporanee che originano le imposte anticipate e differite evidenziandone la previsione dei tempi di azzeramento.
Differenze Temporanee derivanti dai principi contabili Italiani | Recuperabilità |
Svalutazione crediti verso assicurati | 2017 - 2025 |
Svalutazioni su altri crediti | Effettivo pagamento |
Fondi rischi | Effettivo pagamento |
Incremento delle riserve sinistri del 2011 | 2017 - 2019 |
Differenze Temporanee derivanti dai principi contabili Solvency II |
Investimenti: Obbligazioni |
Investimenti: Organismi collettivi di Investimento |
Riserve Tecniche cedute |
Riserve Tecniche lorde |
Tabella 16 - Differenze temporanee che originano imposte anticipate e differite e tempi di azzeramento
Il Business Plan della Compagnia viene corredato da un Tax Planning finalizzato a dimostrare che i futuri profitti tassabili siano probabili e che la realizzazione delle relative attività differite sia probabile in tempi ragionevoli sulla base della normativa in vigore.
D.1.1.5 Valutazione delle altre attività
Le attività non ricomprese nelle categorie riportate nei paragrafi precedenti, e diverse dalle riserve tecniche cedute, sono valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta a normali condizioni di mercato.
Le principali differenze riscontrate tra le basi, i metodi e le principali ipotesi utilizzati dall’impresa per le valutazioni ai fini di Solvency II e quelli utilizzati per la valutazione nel bilancio sono dettagliate nell’Allegato n.1.
D.1.3 Informazioni qualitative e quantitative sulla valutazione delle Attività
Di seguito si forniscono le analisi qualitative e quantitative a supporto delle differenze rilevate rispetto alle valutazioni riportate nel bilancio civilistico della Compagnia.
Per ulteriori dettagli si rimanda all’Allegato 2 i cui sono riportato i valori Solvency II e i valori di bilancio civilistico.
La Compagnia, in linea con le disposizioni normative della Direttiva e degli Atti Delegati, valorizza l’eventuale avviamento pari a zero, cosi come tutti gli attivi immateriali, non essendo possibile identificarli in maniera chiara e precisa e non avendo, questi ultimi, un preciso valore di mercato.
Attività (€/000) | Valore Solvency II | Valore di bilancio | Differenza |
Attività Immateriali | - | 269 | - 269 |
D.1.3.2 Terreni fabbricati ed altre immobilizzazioni materiali
La voce include esclusivamente immobilizzazioni materiali diverse da terreni e fabbricati.
Attività (€/000) | Valore Solvency II | Valore di bilancio | Differenza |
Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio | 107 | 114 | -6 |
Si segnala che, con riferimento alle altre immobilizzazioni materiali, il valore di iscrizione nel MVBS è coerente con il valore di iscrizione nel bilancio civilistico, che, stante la natura e la significatività di tali attivi, è stato ritenuto rappresentare adeguatamente il fair value.
D.1.3.3 Altri investimenti (escluse le partecipazioni)
La tabella allegata di seguito fornisce una comparazione tra la valutazione della voce Investimenti effettuata ai fini Solvency II e la valutazione compresa nel bilancio della Compagnia.
Attività (€/000) | Valore Solvency II | Valore di bilancio | Differenza |
Strumenti di Capitale | 927 | 927 | 0 |
Strumenti di Capitale – Non quotati | 927 | 927 | 0 |
Obbligazioni | 164.082 | 160.494 | 3.589 |
Titoli di Stato | 79.765 | 83.712 | -3.947 |
Obbligazioni societarie | 67.425 | 61.790 | 5.635 |
Obbligazioni Strutturate | 16.893 | 14.992 | 1.900 |
Organismi di investimento collettivo | 29.832 | 28.193 | 1.639 |
Totale Investimenti | 194.841 | 189.614 | 5.227 |
Altri mutui ipotecari e prestiti | 48 | 48 | 0 |
Mutui ipotecari e prestiti | 48 | 48 | 0 |
Totale | 194.889 | 189.661 | 5.227 |
Come principio generale, ai fini Solvency II tutti gli investimenti sono valutati al fair value come richiesto dalla Direttiva e dagli Atti Delegati.
Il valore rilevato nel bilancio civilistico della Compagnia corrisponde invece:
• Nel caso di investimenti qualificati come durevoli, al costo di acquisto al netto di perdite di valore ritenute durevoli;
• Nel caso di altri investimenti, al minore tra costo di acquisto e valore corrente determinato
sulla base dell’andamento del mercato.
Con riferimento agli investimenti costituiti da finanziamenti e mutui (“Loans & mortgages”), il valore di iscrizione nel MVBS è coerente con il valore di iscrizione nel bilancio civilistico, che, stante la natura e la significatività di tali attivi, è stato ritenuto rappresentare adeguatamente il fair value.
D.1.3.4 Attività e Passività Fiscali Differite
Di seguito si riporta il dettaglio delle imposte anticipate e differite calcolate ai fini Solvency II ed il confronto con le imposte anticipate comprese nel bilancio della Compagnia.
Attività/Passività (€/000) | Valore Solvency II | Valore di bilancio | Differenza |
Attività Fiscali Differite | 10.859 | 9.195 | 1.664 |
Passività Fiscali Differite | 3.632 | 0 | 3.632 |
Total | 7.227 | 9.195 | -1.968 |
Le Attività Fiscali Differite, di seguito anche Deferred Tax Assets e le Passività Fiscali Differite, di seguito anche Deferred Tax Liabilities, sono calcolate sulle differenze temporanee tra il valore contabile delle attività e delle passività rilevate nel MVBS e il loro valore di carico ai fini fiscali.
Le differenze temporanee che hanno generato Deferred Tax Liabilities (imposte differite) si riferiscono principalmente alla valutazione al fair value degli investimenti e delle riserve tecniche.
Le differenze temporanee che hanno generato Deferred Tax Assets (imposte anticipate) si riferiscono principalmente ai fondi rischi tassati.
Si riporta di seguito il calcolo analitico delle Deferred Tax Assets e delle Deferred Tax Liabilities:
Elementi (€/000) | Solvency II | Statutory |
Attività | 231.670 | 240.070 |
Attività immateriali | 269 | |
Attività fiscali differite | 9.195 | |
Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio | 107 | 114 |
Investimenti (diversi da attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a quote) | 194.841 | 189.614 |
Importi recuperabili da riassicurazione | 15.266 | 17.512 |
Crediti assicurativi e verso intermediari | 7.555 | 7.555 |
Crediti riassicurativi | 2.407 | 2.405 |
Crediti (commerciali, non assicurativi) | 4.436 | 6.351 |
Contante ed equivalenti a contante | 7.010 | 7.010 |
Totale passività e fondi propri di base | -179.685 | -185.277 |
Riserve tecniche — Non vita | -138.796 | -159.905 |
Riserve tecniche — Malattia (simile a non vita) | -14.553 | |
Riserve diverse da riserve tecniche | -12.939 | -12.939 |
Obbligazioni da prestazioni pensionistiche | -526 | -448 |
Depositi dai riassicuratori | -110 | -110 |
Debiti verso assicurati e intermediari | -153 | -153 |
Debiti riassicurativi | -274 | -274 |
Debiti (commerciali, non assicurativi) | -12.334 | -11.449 |
Eccedenza delle attività rispetto alle passività | 51.985 | 54.794 |
DTA/DTL CALCOLO | ||
Tasso Tasse | 30,82% | |
DIFF. | DTA | DTL |
-269 | 83 | 0 |
9.195 | ||
-6 | 2 | 0 |
5.227 | 0 | -1.611 |
-2.245 | 692 | 0 |
0 | 0 | 0 |
3 | 0 | -1 |
-1.915 | 590 | 0 |
0 | 0 | 0 |
6.556 | 0 | -2.021 |
0 | 0 | |
0 | 0 | 0 |
-79 | 24 | 0 |
0 | 0 | 0 |
0 | 0 | 0 |
0 | 0 | 0 |
-886 | 273 | 0 |
TOTAL | 10.859 | -3.632 |
Tabella 17 - Calcolo DTA/DTL
Il tax rate utilizzato al fine della determinazione del carico fiscale è risultato pari al 30,82% (IRES 24%
+ IRAP 6,82%).
Il valore di iscrizione nel MVBS degli attivi riportati nella seguente tabella è stato ritenuto rappresentare adeguatamente il fair value.
Attività (€/000) | Valore Solvency II | Valore di bilancio | Differenza |
Crediti assicurativi e verso intermediari | 7.555 | 7.555 | 0 |
Crediti riassicurativi | 2.407 | 2.405 | 3 |
Crediti (commerciali, non assicurativi) | 4.436 | 6.351 | -1.915 |
Contante ed equivalenti a contante | 7.010 | 7.010 | 0 |
La differenza rilevata nella voce Crediti (commerciali, non assicurativi) è rappresentata dagli interessi in corso di maturazione sui titoli obbligazionari, che ai fini Solvency II sono compresi nel fair value dei titoli stessi.
D.1.3.6 Attività e passività fuori bilancio
Le garanzie, gli impegni e gli altri conti d’ordine ammontano ad € 210.227 mila alla chiusura dell’esercizio 2016 (€ 217.348 mila nel 2015).
Sono principalmente riferiti ai titoli depositati presso terzi e alle garanzie di terzi prestate nell’interesse dell’impresa.
In particolare, le garanzie sono costituite dalla fideiussione prestata da Unicredit per la stanza di compensazione CARD per Euro 1.000 mila.
I titoli depositati presso terzi ammontano a Euro 184.221 mila e sono rappresentati per Euro 155.600 mila da titoli a reddito fisso valorizzati al valore nominale e da azioni e quote di fondi valorizzati al valore di carico in portafoglio al 31 dicembre 2016.
Al 31 dicembre 2016 non esistono posizioni aperte su titoli derivati.
In accordo con quanto definito dalla Direttiva e dagli Atti Delegati, il fair value delle riserve tecniche è definito come la somma della Best Estimate delle riserve tecniche a carico della Compagnia (“Best Estimate Liabilities” o “BEL”) e del Risk Margin.
Di seguito si riporta il valore delle Riserve Tecniche (di seguito anche Technical Provisions o anche “TP”) al lordo della riassicurazione suddiviso per Line of Business (LoB) e relative componenti (BE Premium Provisions -BE Premi-, BE Reserve -BE Sinistri- e Risk Margin) pertinenti agli anni 2016 e 2015:
Riserve Tecniche- €/000 - (Fonte QRT.S.17.01.01) | ||||||||
Linee di Business 2016 2015 | ||||||||
Assicurazione spese mediche Assicurazione protezione del reddito Assicurazione di risarcimento dei lavoratori Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli Altre assicurazioni auto Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti Assicurazione incendio e altri danni a beni Assicurazione sulla responsabilità civile generale Assicurazione di credito e cauzione Assicurazione tutela giudiziaria Assistenza Perdite pecuniarie di vario genere | BE Premi 1.381 2.135 0 8.176 2.565 0 4.832 871 0 28 150 26 | BE Sinistri 2.432 7.200 0 87.921 3.287 0 3.532 18.111 0 11 131 32 | Risk Margin 339 1.065 0 7.066 530 0 737 697 0 10 62 21 | TP 4.152 10.401 0 103.163 6.382 0 9.100 19.679 0 49 344 79 | BE | BE | Risk | TP |
Premi | Sinistri | Margin | ||||||
1.358 | 2.863 | 219 | 4.441 | |||||
1.967 | 8.851 | 697 | 11.515 | |||||
0 | 0 | 0 | 0 | |||||
9.019 | 97.173 | 4.390 | 110.582 | |||||
2.401 | 3.453 | 279 | 6.133 | |||||
0 | 0 | 0 | 0 | |||||
4.713 | 4.370 | 466 | 9.548 | |||||
879 | 20.506 | 388 | 21.773 | |||||
0 | 0 | 0 | 0 | |||||
20 | 6 | 6 | 32 | |||||
116 | 97 | 28 | 242 | |||||
88 | 59 | 13 | 160 | |||||
Totale | 20.164 | 122.656 | 10.529 | 153.349 | 20.561 | 137.377 | 6.487 | 164.425 |
Tabella 18 – Riserve Tecniche
L’ammontare delle Technical Provisions è pari a 153,3 €/mln suddiviso tra 20,2 €/mln della BE Premium Provisions, 122,7 €/mln della BE Reserve ed, infine, 10,5 €/mln del Risk Margin.
L’ammontare delle Riserve Tecniche Cedute (di seguito anche “Recoverables”) per l’anno 2016 è pari a €/mln 15,3 di seguito si riporta il dettaglio per linea di business:
Importi Recuperabili - €/000 - (Fonte QRT.S.17.01.01) | ||||
Linee di Business | 2016 | 2015 | ||
BE Premi | BE Sinistri | BE Premi | BE Sinistri | |
Assicurazione spese mediche | 0 | 25 | 0 | 30 |
Assicurazione protezione del reddito | -85 | 237 | -80 | 564 |
Assicurazione di risarcimento dei lavoratori | 0 | 0 | 0 | 0 |
Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli | -544 | 3.822 | -460 | 4.770 |
Altre assicurazioni auto | 0 | 107 | 0 | 448 |
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | 0 | 0 | 0 | 0 |
Assicurazione incendio e altri danni a beni | -160 | 268 | -796 | 612 |
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | -83 | 11.554 | -463 | 13.507 |
Assicurazione di credito e cauzione | 0 | 0 | 0 | 0 |
Assicurazione tutela giudiziaria | 0 | 0 | 0 | 0 |
Assistenza | 5 | 120 | -1 | 91 |
Perdite pecuniarie di vario genere | 0 | 0 | 0 | 0 |
Totale | -866 | 16.133 | -1.801 | 20.023 |
Tabella 19 – Importi Recuparabili
Il processo seguito da DARAG per il calcolo delle TP si articola in diverse fasi che possono essere riassunte nello schema seguente:
Claim
Outstanding
• Best Estimate Gross
• Best Estimate Net
• Recoverables
Premium
Provision
Aggregatore
TP
• Risk Margin:
semplificazione 2
Base dati
Riclassificazione del business in LoB
I dati di input di dettaglio ed aggregati (base dati contabili e tecnici) vengono riclassificati per LoB rideterminando i dati di input per i modelli di calcolo delle TP.
Gli esiti della riclassificazione sono illustrati nelle seguente tabella:
Ramo Assicurativo | LoB Solvency II | Denominazione LoB Solvency II |
Ramo 2 Ramo 1 Ramo 10 + Ramo 12 Ramo 3 Ramo 8 + Ramo 9 Ramo 13 Ramo 17 Ramo 18 | Lob 1 LoB 2 Lob 4 Lob 5 LoB 7 Lob 8 Lob 10 LoB 11 | Assicurazione spese mediche Protezione del reddito Responsabilità civile autoveicoli Altre assicurazioni auto Incendio e altri danni a beni Responsabilità civile generale Tutela giudiziaria Assistenza |
Ramo 16 | Lob 12 | Perdite Pecuniarie di vario genere |
Tabella 20 - Riclassificazione del Business della Compagnia in LoB Solvency II
I modelli applicati producono un risultato espresso in termini di Best Estimate Liabilities Lordo Riassicurazione e la Best Estimate dei Recoverables, dalla quale si ricava il dato della Best Estimate Xxxxx.
I cash flow annui risultanti dai modelli delle TP vengono aggregati tramite uno strumento che determina le TP prospettiche finalizzate al calcolo del Risk Margin, secondo la semplificazione n° 2 prescritta nel regolamento IVASS n. 18 del 15 marzo 2016.
Data Quality
In termini di data quality, il perimetro della base dati usato nel calcolo delle TP è stato quasi interamente ricavato dai dati del data-warehouse aziendale e dai dati tecnici forniti dalle funzioni aziendali preposte.
Sono stati eseguite riconciliazioni con i dati presenti nel bilancio d’esercizio e nella modulistica di vigilanza al fine di garantire che le informazioni utili al calcolo delle TP fossero accurate, appropriate, affidabili e complete.
Relativamente al calcolo della Best Estimate Premium Provision sono stati utilizzati alcuni indicatori tecnici prospettici (loss ratio, expense ratio) stimati dalla Compagnia. Su tali indicatori è stata condotta una verifica di congruità con i dati contabili del bilancio local della Compagnia e con i dati di mercato.
A seguito delle analisi intese a soddisfare la verifica dei requisiti di data quality1 di tipo statistico, i dati utilizzati per il calcolo delle TP sono stati valutati nell’ambito della:
• Completezza: relativa a valutare l’idoneità delle informazioni storiche e la loro sufficienza per cogliere le caratteristiche dei rischi sottostanti e le eventuali tendenze dei rischi;
• Accuratezza: ovvero l’eventuale presenza di errori materiali, registrati in modo tempestivo e coerente tra dati di periodi diversi;
• Adeguatezza: del livello di qualità tale da non generare un errore materiale nella stima delle riserve tecniche, ovvero un errore che potrebbe influenzare la decisione sulla loro sufficienza.
Best Estimate of Premium Provision
La stima della Premium provision è stata ottenuta come valore attuale atteso di tutti i flussi di cassa futuri relativi a premi e sinistri intervenuti dopo la data di valutazione e durante il periodo di copertura della polizza, entro il limite dettato dai contract boundary specifici per LoB.
Relativamente al calcolo della Premium provision, in virtù del principio di proporzionalità si è convenuto di utilizzare la segmentazione per LoB, ritenendola una sufficiente aggregazione di rischiosità, in base ai principali fattori di rischio che sottendono alla natura del business della Compagnia, in particolare la sinistrosità e cessione in riassicurazione.
La valutazione delle TP, in particolare della premium provision, necessita in via preliminare di un
assessment inerente alla definizione dei contract boundaries.
Lo scopo di questa valutazione è la determinazione del limite temporale degli effetti contrattuali e quindi dei flussi di cassa proiettabili relativamente ai contratti in essere alla data di valutazione. La proiezione deve essere effettuata fino alla data di scadenza del contratto ma, in presenza di specifici diritti in capo alla Compagnia (recesso unilaterale, variazione dei premi, etc.), essa può essere ridotta.
In relazione al portafoglio polizze della Compagnia, è stata rilevata una composizione formata prevalentemente da contratti monoannuali e non tacitamente rinnovabili.
Al fine di evidenziare la materialità di eventuali contratti pluriennali è stato condotto un assessment
qualitativo per evidenziare eventuali tariffe con le seguenti caratteristiche:
• tariffe attualmente in vendita;
• durata contrattuale superiore all’anno;
• presenza di clausole contrattuali che possano anticipare la naturale scadenza.
1 Nell’ambito del quadro normativo che definisce i compiti della Funzione Attuariale:
• Direttiva 2009/138/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009;
• Atti Delegati del 17 gennaio 2015, Standard Tecnici;
• Regolamento IVASS n. 18 del 15 marzo 2016, Regolamento IVASS n. 33 del 6 dicembre 2016.
La verifica ha evidenziato la presenza di un prodotto infortuni attualmente in vendita, le cui polizze possono essere sia di tipo monoannuale sia di tipo pluriennale a seconda delle scelte operate dall’assicurato.
L’assessment quantitativo ha evidenziato che, l’incidenza dei premi di portafoglio relativi a tale prodotto riconducibili a contratti pluriennali, sul totale dei premi di portafoglio della Compagnia, risulta inferiore a 1%, così da indurre a ritenere non materiale detta l’incidenza.
Al fine di completare l’assessment di Contract Boundaries è stata pianificata nel corso del 2017 un’analisi più approfondita del portafoglio polizze con lo scopo di evidenziare ulteriori casistiche rilevanti delle quali determinare con maggiore precisione il limite temporale delle obbligazioni contrattuali.
La Premium Provision è stata calcolata, per ogni area di attività, secondo l’approccio “semplificato” indicato nell’allegato 6 al Regolamento IVASS n.18 del 15 marzo 2016.
Questa semplificazione consente di stimare la Premium provision utilizzando una metodologia che consiste nell’applicare una stima prospettica del loss ratio e dell’expense ratio alla riserva premi in uscita alla data di valutazione e agli eventuali premi futuri (al netto dei costi di acquisizione) che ricadono all’interno del perimetro contrattuale (contract boundaries).
Di seguito sono elencati gli input che sono stati utilizzati per la determinazione della best estimate:
• loss ratio definito dal rapporto tra il costo complessivo dei sinistri e i premi di competenza;
• l’espense ratio definito dal rapporto tra l’ammontare complessivo delle spese dei sinistri, dei
costi di amministrazione e di acquisizione e i premi di competenza;
• l’ammontare dei premi già incassati di competenza del periodo successivo calcolato con il
metodo pro rata temporis;
• le rate a scadere che costituiscono il totale dei premi futuri, anch’esse calcolate con il
procedimento pro rata temporis.
Le ipotesi relative al loss ratio e all’expense ratio derivano dal business plan della Compagnia. Tali ipotesi risultano in linea con le evidenza contabili e desumibili dalla modulistica di vigilanza civilistica.
Ottenuto il Cash Flow dei pagamenti, come specificato dalla Direttiva2, si è tenuto conto del valore temporale del denaro sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio - risk free.
La struttura di mercato presa in considerazione fa riferimento alla risk-free interest rate term structures fornita da EIOPA mensilmente e relativa alla data del 31 dicembre 2016.
Nella valutazione è stata utilizzata la curva base - “Basic_RFR curves NO volatility adjustment”.
2 Articolo 77 paragrafo 2.
Le differenze quantitative rispetto alla riserva premi civilistica derivano principalmente dall’applicazione dell’impostazione fair value Solvency II, che, rispetto al criterio civilistico, consente l’anticipazione degli utili prevedibilmente realizzabili in futuro dai contratti già in essere, e non solo delle perdite.
Di seguito si riporta il dettaglio delle differenze suddivise per linea di business
BE Premi Riconciliazione - €/000 | ||||||||
Linee di Business | Riserva premi civilistica | Riserva rischi in corso | Riserva premi civilistica netta rischi in corso | utile (perdita) CR su riserva premi | utile (perdita) CR su rate a scadere/ premi futuri | Riserva premi S2, non scontata | Attualizza zione | Riserva premi S2 |
Assicurazione spese mediche | 1.384 3.492 - 7.825 2.635 - 6.582 934 - 53 294 88 | - - - 617 - - - - - - - - | 1.384 3.492 - 7.208 2.635 - 6.582 934 - 53 294 88 | 22 | -17 | 1.379 | -2 | 1.381 |
Assicurazione protezione del reddito | 1.327 | 33 | 2.132 | -3 | 2.135 | |||
Assicurazione di risarcimento dei lavoratori | - | - | - | - | - | |||
Assicurazione sulla responsabilità civile autoveicoli | - 282 | -673 | 8.163 | -13 | 8.176 | |||
Altre assicurazioni auto | 151 | -77 | 2.561 | -4 | 2.565 | |||
Assicurazione marittima, aeronautica e trasporti | - | - | - | - | - | |||
Assicurazione incendio e altri danni a beni | 1.143 | -61 | 5.500 | 668 | 4.832 | |||
Assicurazione sulla responsabilità civile generale | 86 | -21 | 869 | -1 | 871 | |||
Assicurazione di credito e cauzione | - | - | - | - | - | |||
Assicurazione tutela giudiziaria | 24 | 2 | 28 | -0 | 28 | |||
Assistenza | 132 | 12 | 150 | -0 | 150 | |||
Perdite pecuniarie di vario genere | 53 | 9 | 26 | -0 | 26 | |||
Totale | 23.287 | 617 | 22.670 | 2.655 | -792 | 20.807 | 644 | 20.164 |
Tabella 21 - Riconciliazione BE Premi Claims Outstanding Provision
Per il calcolo della claim outstanding provision sono stati individuati dei gruppi omogenei di rischio, costituiti da contratti con caratteristiche di rischio simili. I gruppi sono stati identificati tenendo conto della qualità dei dati disponibili e l'omogeneità delle caratteristiche di rischio all'interno dei gruppi. Sono state pertanto determinate le seguenti segmentazioni (HRG):
• LoB MTPL: valutazione separata dei sinistri definiti “attritional” e “large”;
• LoB Fire: valutazione separata dei sinistri dei rami ministeriali Incendio e Altri danni a beni;
• LoB Assistance e LoB Miscellaneous Financial Loss: valutazione congiunta.
All’interno delle rimanenti LoB non sono stati individuati gruppi omogenei di rischio.
La procedura di analisi adottata si compone di due fasi principali: una prima fase di “esplorazione” ed una seconda fase di “modellizzazione” dei triangoli di run-off.
Nella prima fase sono state effettuate verifiche sulla correttezza dei dati che implementano i modelli attuariali (verificando che i triangoli di run-off siano consolidati rispetto all’ultima valutazione effettuata) ed indagini sui principali indicatori statistici (indici di sinistrosità, andamento dei costi medi, velocità di liquidazione e altri indicatori utilizzati per valutare il ricorso ad un eventuale expert judgment).
Nella seconda fase sono stati elaborati modelli attuariali separati per i puri indennizzi e per le spese allocate (Allocated Loss Adjustment Expenses - ALAE) e una valutazione forfettaria delle spese non allocate (Unallocated Loss Adjustment Expenses - ULAE), al fine di individuare la best estimate della claim outstanding provision.
Si sottolinea che nella modellizzazione è stata scorporata una porzione di business relativa a una quota parte della claim provision della LoB 8 e afferente ad un prodotto commercializzato tra il 2008 e il 2009 (Medical Malpractice). Tale business di run-off è soggetto ad un trattato di riassicurazione di tipo excess of loss, il cui onere è completamente a carico dei riassicuratori. La stima di detta riserva è quindi definita secondo un approccio puntuale basato sulla stima di inventario.
Con riferimento agli indennizzi, la stima del costo ultimo per ogni area di attività è stata definita come la media ponderata dei seguenti modelli attuariali3:
• Chain Ladder inflated;
• Chain Ladder incurred;
• Bornhuetter Xxxxxxxx;
• Cape Cod;
• Additive.
Come già anticipato, per alcune LoB sono state considerate delle segmentazioni diverse rispetto alle altre aree di attività, di seguito si riportano i dettagli di dette differenze:
• “Motor Vehicle Liability”: a seguito di analisi preliminari sono stati identificati gli indennizzi dei sinistri “attritional” e dei sinistri “large4” e questi sono stati modellizzati separatamente. In particolare con riferimento ai sinistri “attritional”, la stima del costo ultimo è stata calcolata come la media ponderata dei modelli sopra descritti, mentre per i sinistri “large” la stima del costo ultimo è stata definita mediante un approccio “frequency/severity” modellizzando separatamente il costo medio e il numero degli indennizzi. Per l’individuazione del costo
3 Sono stati elaborati modelli a passo trimestrale, con triangoli di run off definiti per data di accadimento/data di pagamento.
4 La soglia di identificazione di un sinistro “large” è stata fissata in metà della priorità del trattato in eccesso sinistro del
ramo di riferimento.
medio sono stati implementati i modelli Chain Ladder inflated e Chain Ladder incurred, mentre per la modellizzazione del numero dei sinistri è stato usato il modello Chain Ladder con input il triangolo di run-off dei sinistri denunciati.
• “Fire”: i modelli statistico attuariali sopra descritti sono stati condotti separatamente su due HRG ovvero sul rischio “Incendio” e sul rischio “Altri danni a beni”;
• “Assistance” e “Miscellaneous Financial Loss”: i modelli precedentemente elencanti sono
stati elaborati congiuntamente considerata l’esiguità di tali LoBs5.
La stima della riserva per i soli indennizzi, comprensiva della componente IBNR, è stata quindi definita come la differenza tra la stima del costo ultimo e l’ammontare complessivamente pagato alla data di valutazione.
Relativamente alle componente di riserva spese, sono state adottate due metodologie diverse per le spese allocate e quelle non allocate. La stima della riserva per le ALAE è stata definita come la media ponderata dei modelli attuariali Chain Ladder inflated e Additive, mentre la riserva per le ULAE è stata stimata applicando una percentuale forfettaria6 alla riserva indennizzi e spese dirette.
Alla riserva così stimata, comprensiva di tutte le componenti, è stato applicato un vettore delle velocità di liquidazione al fine di ottenere lo schema dei cash flow.
Ottenuto il Cash Flow dei pagamenti, come specificato dalla Direttiva, si è tenuto conto del valore temporale del denaro sulla base della pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio - risk free.
La struttura di mercato presa in considerazione fa riferimento alla risk-free interest rate term structures fornita da EIOPA mensilmente e relativa alla data del 31 dicembre 2016.
Nella valutazione è stata utilizzata la curva base - “Basic_RFR curves NO volatility adjustment”.
Una volta stimata la Best Estimate, sono state condotte analisi di sensitività sulle ipotesi alla base del calcolo.
Le differenze quantitative rispetto alla riserva sinistri civilistica derivano principalmente dall’applicazione dei fattori di sconto e dall’impostazione fair value Solvency II adottata nei criteri di valutazione, che si contrappone alla logica civilistica.
Di seguito si riporta il dettaglio delle differenze suddivise per linea di business
5 La Claim Oustanding al lordo dell’effetto della riassicurazione per tali LoBs ammonta complessivamente a circa 156
mila Euro.
6 Per l’esercizio 2016 tale percentuale è pari al 3%.
BE Sinistri Riconciliazione - €/000 |
Somme da Riserva Riserva Riserva recuperare sinistri Riconcilia sinistri Attualizza Riserva Linee di Business sinistri da civilistica zione SII, zione sinistri SII civilistica assicurati e netto non da terzi recuperi scontata |
Assicurazione spese mediche 2.547 - 2.547 116 2.431 -1 2.432 Assicurazione protezione del 7.334 - 7.334 130 7.204 4 7.200 reddito Assicurazione di risarcimento - - - - - - - dei lavoratori Assicurazione sulla 99.513 - 99.513 9.499 90.014 2.094 87.921 responsabilità civile autoveicoli Altre assicurazioni auto 2.975 - 2.975 -304 3.279 -8 3.287 Assicurazione marittima, - - - - - - - aeronautica e trasporti Assicurazione incendio e altri 3.559 - 3.559 36 3.523 -9 3.532 danni a beni Assicurazione sulla 20.117 - 20.117 1.764 18.353 243 18.111 responsabilità civile generale Assicurazione di credito e - - - - - - - cauzione Assicurazione tutela giudiziaria 27 - 27 16 11 0 11 Assistenza 98 - 98 -34 132 0 131 Perdite pecuniarie di vario 9 - 9 -23 32 -0 32 genere |
Totale 136.179 - 136.179 11.199 124.980 2.323 122.656 |
Tabella 22 - Riconciliazione BE Sinistri Recoverables
Come da Direttiva la best estimate delle TP è calcolata al lordo degli importi recuperabili a fronte di contratti di riassicurazione e SPV7. Tali importi sono calcolati separatamente, utilizzando le metriche proposte dalla normativa di riferimento.
Relativamente al calcolo dei recoverables per la Premium provision è stata condotta una stima diretta, utilizzando la metodologia semplificata indicata dalla normativa e utilizzata anche per il calcolo della best estimate gross8.
Sono stati pertanto utilizzati i medesimi indicatori tecnici impiegati per il calcolo Gross considerando i dati contabili riferiti alle componenti cedute e relativi a premi, sinistri e spese, separatamente per ogni controparte riassicurativa.
Con riferimento alla claim outstanding l’ammontare dei recoverables è stato definito secondo un approccio puntuale, ovvero prendendo come riferimento la quota ceduta registrata a bilancio, calcolata in funzione delle caratteristiche contrattuali dei singoli trattati riassicurativi. A tale ammontare infine è stato applicato il pattern dei pagamenti della claim provision lorda allo scopo di individuare il cash flow specifico di detti recoverables.
7 Special Purpose Vehicle
8 Allegato 6 al Regolamento IVASS n.18 del 15 marzo 2016
Infine sono stati calcolati gli aggiustamenti per inadempienza della controparte separatamente per premium provision e claim outstanding, utilizzando il calcolo semplificato di cui all’articolo 61 degli Atti Delegati nell’ipotesi che la probabilità d’inadempienza della controparte rimanga realisticamente costante nel tempo.
Risk Margin
A completamento del calcolo delle TP si è determinato il margine per il rischio (di seguito risk margin) affinché il valore complessivo delle riserve tecniche (best estimate + risk margin) sia equivalente all'importo che, nel caso di cessione del portafoglio, le imprese di assicurazione e di riassicurazione presenti sul mercato sarebbero tenute a ricevere al fine di assumere e onorare le obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione presenti nel portafoglio dall’impresa cedente.
Si è giudicato ragionevole assumere che l’SCR prospettico sia proporzionale alle TP (semplificazione 2), in virtù del principio di proporzionalità, della stabilità del core business della Compagnia, degli accordi di riassicurazione e degli attivi a copertura delle riserve.
35
SCR(RU)
21%
30
18%
25
15%
20
12%
15
9%
10
6%
5
3%
0
0%
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39
Year
6%*SCR(RU) SCR(RU) Pattern
€ (m)
% of SCR
Di seguito si riporta il pattern di smontamento del SCR (Reference Undertaking - RU) con evidenziato il valore dello stesso calcolato al 6% utilizzato per il calcolo del Risk Margin.
Figura 2 - Pattern smontamento SCR(RU)
Il Risk Margin è stato allocato alle diverse LoB considerando il peso del SCR (RU) individuale sul totale.
D.3.1 Aspetti metodologici della valutazione delle Passività (basi, metodi e modelli)
Le altre passività sono valutate conformemente ai principi contabili internazionali (IFRS) adottati dalla Commissione a norma del regolamento (CE) n. 1606/2002 e coerentemente con l’approccio di valutazione di cui all’articolo 75 della Direttiva.
In particolare, l’art. 75 della Direttiva stabilisce che le passività diverse dalle riserve tecniche, sono valutate all’importo al quale potrebbero essere trasferite, o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti, in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato.
Non si rilevano differenze sostanziali tra le basi, i metodi e le principali ipotesi utilizzati dall’impresa
per le valutazioni ai fini di Solvency II e quelli utilizzati per la valutazione nel bilancio.
D.3.3 Informazioni qualitative e quantitative sulla valutazione delle Passività
Di seguito si forniscono le analisi qualitative e quantitative a supporto delle differenze rilevate rispetto alle valutazioni riportate nel bilancio civilistico della Compagnia.
Le passività finanziare illustrate nella tabella sotto riportata, ai fini Solvency II sono valutate
all’importo al quale potrebbero essere trasferite o regolate tra le parti a normali condizioni di mercato.
Altre Passività | Valore Solvency II | Valore di bilancio | Differenza |
Riserve diverse dalle riserve tecniche | 12.939 | 12.939 | - |
Obbligazioni da prestazioni pensionistiche | 526 | 448 | 79 |
Depositi dai riassicuratori | 110 | 110 | - |
Debiti assicurativi e verso intermediari | 153 | 153 | - |
Debiti riassicurativi | 274 | 274 | - |
Debiti (commerciali, non assicurativi) | 12.334 | 11.449 | 886 |
Totale | 26.336 | 25.372 | 964 |
Tabella 23 - Altre passività (Valori in €/000)
La voce “Obbligazioni da prestazioni pensionistiche” ai fini Solvency II è valutata conformemente ai principi contabili internazionali (IAS 19).
Per tutte le altre passività diverse dalle riserve tecniche, tenuto conto delle caratteristiche delle stesse, il valore di iscrizione nel MVBS è coerente con il valore contabile delle stesse nel bilancio della Compagnia.
D.4 Metodi Alternativi di Valutazione
Non si segnalano metodi alternativi di valutazione per le attività e passività della Compagnia ulteriori rispetto a quanto esplicitato nel capitolo D.1 a cui si rimanda.
La Compagnia ritiene che tutte le informazioni sostanziali sulle metodologie di valutazione degli attivi e passivi siano già ricomprese nei paragrafi precedenti. Non risultano quindi ulteriori informazioni materiali da inserire nel presente paragrafo.
E. GESTIONE DEL CAPITALE
I Fondi Propri (Own Funds) rappresentano le risorse finanziare stabilmente acquisite dalla Compagnia e a disposizione della stessa per assorbire le perdite e far fronte ai rischi generati dall’attività d’impresa in un’ottica di continuità aziendale. La Direttiva e gli Atti Delegati suddividono gli Own Funds in OF di base ed accessori.
La Compagnia determina i Fondi Propri necessari per la copertura del Solvency Capital Requirement (SCR) e del Minimum Capital Requirement (MCR) ricorrendo alla classificazione in livelli (Tier) coerentemente con quanto stabilito dagli articoli 93-96 della Direttiva 2009/138/CE e dagli articoli 69-79 e seguenti degli Atti Delegati.
Gli Own Funds di base sono costituti dall’eccedenza delle attività rispetto alle passività, entrambe valutate al fair value, e dalle passività subordinate. Gli elementi costitutivi sono classificati in 3 livelli Classe 1, Classe 2 e Classe 3 (Tier 0, Xxxx 0, Xxxx 3) in base alle loro caratteristiche tecniche ed agli obiettivi di stabilità e assorbimento delle perdite.
Gli Own Funds accessori, sono costituiti da quegli elementi, diversi da quelli di base, che possono essere richiamati per assorbire le perdite.
All’interno della suddetta categoria possono essere compresi:
- capitale sociale o fondo iniziale non versato e non richiamato;
- lettere di credito e garanzie;
- qualsiasi altro impegno giuridicamente vincolante ricevuto dall’Impresa.
Tali elementi, la cui inclusione è soggetta all’approvazione dell’autorità di vigilanza, non possono
computarsi nel Tier 1 e non sono ammessi a copertura del Minimum Capital Requirement.
Si segnala che al 31 dicembre 2016 i Fondi Propri della Compagnia non comprendono né passività subordinate, né fondi propri accessori, né elementi la cui inclusione è soggetta all’approvazione dell’Autorità di Vigilanza.
I Fondi Propri di Base al 31 dicembre 2016 includono il Capitale Sociale, la Riserva di Riconciliazione e le Net Deferred Tax Assets.
Al fine di una più completa informativa circa la modalità di determinazione dei fondi propri a livello di Compagnia, se ne descrivono di seguito le principali componenti.
Capitale sociale
Ai fini della disciplina dei fondi propri le azioni ordinarie della Compagnia hanno le seguenti caratteristiche:
- Sono emesse direttamente dall'impresa con delibera dei suoi azionisti o (se consentito dalle norme nazionali) dall'organo amministrativo;
- Danno il diritto al portatore di soddisfarsi sulle attività residue dopo la liquidazione della società, in proporzione ai titoli detenuti, senza importi fissi o "cap".
Sulla base di queste considerazioni, sono quindi considerate di Tier 1.
Imposte differite attive
Nel Tier 3 del prospetto degli Own Funds sono comprese le Deferred Tax Assets al netto delle Deferred Tax Liabilities, qualora compensabili in base alla normativa fiscale e nel caso in cui DTA e DTL siano riferibili al medesimo soggetto impositore. Pertanto, le imposte differite iscritte nello stato patrimoniale di solvibilità sono state suddivise tra IRES e IRAP e trattate, ai fini della compensazione tra DTA e DTL per l’iscrizione nel Tier 3, in via separata.
Riserva di riconciliazione
La riserva di riconciliazione è pari all’importo che rappresenta l'eccedenza totale delle attività sulle
passività ridotta del valore:
- delle azioni proprie della Compagnia;
- dei dividendi attesi;
- dei fondi propri del Tier 2, del Tier 3
- degli elementi di Tier 1 diversi, naturalmente, dalla riserva di riconciliazione stessa;
- dell’eccedenza dei fondi propri sul Solvency Capital Requirement nozionale dei Ring Fenced Funds;
La riserva di riconciliazione è stata quindi considerata totalmente in Tier 1 in coerenza con quanto previsto dagli Atti Delegati e dalla normativa nazionale.
Il tiering è stato effettuato considerando le disposizioni di cui agli artt. 69-79 e seguenti degli Atti Delegati.
Di seguito si riporta l’analisi quantitativa e qualitativa dei Fondi Propri di Base della Compagnia.
Al 31 dicembre 2016 i Fondi Propri di base sono pari a 59.211,4 migliaia di euro, di cui 51.984,5 migliaia di euro classificati come Tier 1 ed 7.226,8 migliaia di euro classificati come Tier 3, composti come evidenziato nella tabella riepilogativa allegata di seguito ed estratta dal QRT S.23.01 (Own Funds):
Fondi Propri di Base al 31.12.2016 (Fonte QRT S.23.01.01) | |||||
Fondi Propri di Base (€/000) | Totale | Classe 1 - Illimitati | Classe 1 - Limitati | Classe 2 | Classe 3 |
Capitale sociale ordinario (al lordo delle azioni proprie) | 43.900 | 43.900 | |||
Sovrapprezzo di emissione relativo al capitale sociale ordinario | |||||
Fondi iniziali, contributi dei membri o elemento equivalente dei fondi propri di base per le mutue e le imprese a forma mutualistica | |||||
Conti subordinati dei membri delle mutue | |||||
Riserve di utili | |||||
Azioni privilegiate | |||||
Sovrapprezzo di emissione relativo alle azioni privilegiate | |||||
Riserva di riconciliazione | 8.085 | 8.085 | |||
Passività subordinate | |||||
Importo pari al valore delle attività fiscali differite nette | 7.227 | 7.227 | |||
Altri elementi dei fondi propri approvati dall'autorità di vigilanza come fondi propri di base non specificati in precedenza | |||||
Totale | 59.211 | 51.985 | 7.227 |
Tabella 24 - Fondi Propri di base
La tabella 24 rappresenta il dettaglio dei Fondi Propri di Base che al 31 dicembre 2016 sono costituiti dal Capitale Sociale sottoscritto e versato per un importo pari a 43,9 milioni di Euro, dalle imposte differite attive nette per un importo pari a 7,2 milioni di Euro e dalla riserva di riconciliazione per un ammontare pari a 8,1 milioni di Euro.
Nella tabella allegata di seguito vengono evidenziate le poste rilevanti del Patrimonio Netto, rilevate nel Bilancio della Compagnia al 31 dicembre 2016, con specificazione della loro natura, della possibilità di utilizzo, della disponibilità e della distribuibilità, in relazione alle seguenti possibili destinazioni:
A) per aumento capitale sociale
B) per copertura perdite
C) per distribuzione ai soci, al netto della perdita d’esercizio
Poste degli OF e Possibilità di Utilizzazione - €/000 | |||
Natura/Descrizione | Importo | Possibilità di Utilizzazione | Quota disponibile |
Capitale | 43.900 | ||
Riserva Legale | 2.473 | B | |
Utili portati a nuovo | 10.114 | A,B,C | 10.114 |
Totale | 56.487 |
Tabella 25 - Poste rilevanti dei fondi propri
Con riferimento alla riserva di riconciliazione, nelle tabelle allegate di seguito se ne riportano le modalità di determinazione (Tabella 26) e il dettaglio della composizione della stessa (Tabella 27):
Riserva di Riconciliazione - € /1.000 | |
Riserva di Riconciliazione | 31.12.2016 |
Eccesso delle attività sulle passività | 59.211 |
Azioni proprie (dirette ed indirette) | 0 |
Dividendi, distribuzioni e oneri prevedibili | 0 |
Altri Fondi Propri di base | 51.127 |
Aggiustamento per gli elementi di fondi propri limitati in relazione a portafogli soggetti ad aggiustamento di congruità e fondi propri separati | 0 |
Riserva di Riconciliazione | 8.085 |
Tabella 26 - Riserva di Riconciliazione – Modalità di determinazione
Riserva di Riconciliazione - € /1.000 | |
Riserva di Riconciliazione | 31.12.2016 |
Totale riserve di utili | 12.587 |
Passività fiscali differite nette | -7.227 |
Perdita dell'esercizio 2016 | -1.694 |
Impatto valutazione SII-Bilancio Civilistico | 4.418 |
Totale | 8.085 |
Tabella 27 - Riserva di Riconciliazione - Dettaglio
Si segnala che la voce “Eccesso delle attività sulle passività” corrisponde alla differenza tra attività e passività, così come risultanti dallo stato patrimoniale determinato sulla base delle regole definite dalla Direttiva Solvency II e dalla successiva normativa di riferimento. Nell’ambito della voce, che include gli altri elementi dei fondi propri di base (“Other basic own fund items”), è ricompreso l’ammontare dei capitale sociale versato.
E.1.3 Determinazione dei Fondi Propri Disponibili e dei Fondi Propri Ammissibili
Di seguito si riporta l’analisi dei Fondi Propri Disponibili e dei Fondi Propri Ammissibili per la
copertura del requisito patrimoniale di solvibilità.
Available Own Funds
Rappresentano i fondi propri disponibili per la copertura del SCR (Solvency Capital Requirement) e del MCR (Minimun Capital Requirement).
Ai fini della copertura del MCR non sono ammessi fondi di Tier 3.
Eligible Own Funds
Rappresentano i fondi propri ammissibili per la copertura del SCR (Solvency Capital Requirement) e del MCR (Minimun Capital Requirement).
Valgono i limiti previsti dall’articolo 82 degli Atti Delegati ai fini dell’ammissibilità dei fondi alla
copertura, differenziati per SCR ed MCR.
Gli Eligible Own Funds ammessi alla copertura del SCR differiscono da quelli ammessi alla copertura del MCR.
In particolare:
- I Fondi Propri di Tier 1 (Classe 1) ammessi alla copertura del SCR sono pari ad almeno la metà dell’SCR stesso, mentre i Fondi Propri di Tier 3 (Classe 3) sono ammessi alla copertura del SCR entro il limite del 15% del SCR medesimo;
- I Fondi propri di Tier 1 (Classe 1) ammessi alla copertura del MCR sono pari ad almeno l’80% del MCR stesso, mentre i Fondi Propri di Tier 3 (Classe 3) non sono ammessi alla copertura del MCR.
Non si riporta l’analisi relativa ai Fondi Propri Tier 2 (Classe 2), in quanto non presenti al 31 dicembre 2016.
Nelle tabelle allegate di seguito si riportano i Fondi Propri ammissibili a copertura del requisito patrimoniale di solvibilità e del requisito patrimoniale minimo, classificati per livelli al 31 dicembre 2016:
Valori in €/000 | |||
Fondi Propri a copertura dell’SCR 2016 | Fondi Propri disponibili | Xxxxxxxxxxxxx per ammissibilità | Fondi Propri ammissibili |
Classe 1 - Illimitati | 51.985 | - | 51.985 |
Classe 1 - Limitati | - | - | - |
Classe 2 | - | - | - |
Classe 3 | 7.227 | 1.602 | 5.624 |
Totale Fondi Propri | 59.211 | 1.602 | 57.609 |
Totale SCR | 37.497 | - | 37.497 |
Eccedenza | 21.715 | 1.602 | 20.112 |
Tabella 28 - Fondi Propri disponibili e ammissibili per la copertura del SCR
Valori in €/000 | |||
Fondi Propri a copertura dell’MCR 2016 | Fondi Propri disponibili | Xxxxxxxxxxxxx per ammissibilità | Fondi Propri ammissibili |
Classe 1 - Illimitati | 51.985 | - | 51.985 |
Classe 1 - Limitati | - | - | - |
Classe 2 | - | - | - |
Classe 3 | - | - | - |
Totale Fondi Propri | 51.985 | - | 51.985 |
Totale MCR | 14.880 | - | 14.880 |
Eccedenza | 37.105 | - | 37.105 |
Tabella 29 - Fondi Propri disponibili e ammissibili per la copertura del MCR
Coerentemente con quanto stabilito dalla Direttiva e dagli Atti Delegati, le Net Deferred Tax Assets, essendo classificate come Tier 3, sono state escluse dalla base di calcolo per la determinazione dei Fondi Propri a copertura dell’MCR e sono state considerate nella determinazione dei Fondi Propri a copertura dell’SCR fino al raggiungimento del limite del 15% del valore del SCR stesso.
La Compagnia rileva un’eccedenza di Fondi Propri a copertura del SCR pari a 20 milioni di Euro che implica un Solvency Ratio del 153,64%. L’eccedenza di Fondi Propri a copertura del MCR risulta invece pari a 37,1 milioni di Euro (ratio OF / MCR pari a 349,36%).
La riconciliazione tra il Patrimonio Netto rilevato nel Bilancio della Compagnia ed i Fondi Propri (Own Funds) al 31 dicembre 2016 è rilevata nella tabella che segue:
Valori in €/000 | |
Patrimonio netto da bilancio civilistico | 54.794 |
Rettifiche per tipologia attività o passività: | |
Attività Immateriali | -269 |
Attività fiscali differite | 1.664 |
Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio | -6 |
Investimenti | 5.227 |
Crediti riassicurativinon vita | -2.245 |
Crediti riassicurativi | 3 |
Receivables (trade, not insurance) | -1.915 |
Riserve tecniche – non vita | 6.556 |
Obbligazioni da prestazioni pensionistiche | -79 |
Passività fiscali differite | -3.632 |
Debiti (commerciali, non assicurativi) | -886 |
Totale rettifiche | 4.418 |
Eccesso delle attività sulle passività da MVBS | 59.211 |
Tabella 30 - Riconciliazione del Patrimonio Netto
Le voci in riconciliazione rappresentano la sintesi delle differenze tra le valutazioni delle attività, delle passività e delle riserve tecniche ai fini Solvency II e le valutazioni comprese nel Bilancio della Compagnia, già rilevate nella sezione D di questa relazione.
Le differenze si riferiscono sostanzialmente ai diversi principi di valutazione applicati alle macro classi “Investments”, “Technical Provisions” e “Recoverable” (Riserve tecniche cedute), descritti nella sezione D.
Nella tabella allegata di seguito si rileva la sintesi della riconciliazione del Patrimonio Netto, rappresentata nel QRT S.23.02.
Riconciliazione (Fonte QRT S.23.02) - Valori in €/000 | |||
Eccesso di Attività sulle Passività – Attribuzione delle differenze di valore | Total | ||
Differenze nella valutazione delle attvità | 2.459 | ||
Differenze nella valutazione delle riserve tecniche | - | 6.556 | |
Differenze nella valutazione di altre passività | 4.597 | ||
Totale delle riserve e degli utili non distribuiti iscritti in bilancio | - | 10.894 | |
Altro | - | 0 | |
Riserve iscritte in bilancio aggiustate per le differenze di valutazione di Solvency II | 15.311 | ||
Eccedenza delle attività rispetto alle passività attribuibile ad elementi dei fondi propri di base (esclusa la riserva di riconciliazione) | 51.127 | ||
Eccesso attività rispetto alle passività | 59.211 |
Tabella 31 - Riconciliazione Excess of asset over liabilities
Di seguito si riporta la variazione assoluta rilevata nei Fondi Propri di Base, suddivisi per Tier, rispetto al periodo precedente:
Variazione OF - Valori in migliaia | |||
Fondi Propri (€/000) | 31.12.2016 | 31.12.2015 | Variazione |
Classe 1 | 51.985 | 59.103 | -7.118 |
Classe 2 | 0 | 0 | 0 |
Classe 3 | 7.227 | 4.014 | 3.213 |
Totale | 59.211 | 63.117 | -3.905 |
Tabella 32 - Variazione Own Funds 2016 vs 2015
La tabella allegata di seguito rileva il dettaglio dei Fondi Propri di base e dei Fondi propri ammissibili a copertura del SCR e del MCR, ed il confronto con i Fondi rilevati alla chiusura del precedente esercizio.
OF - - € /1.000 | ||||
Fondi Propri | 2016 | 2015 | Differenza 2016 vs 2015 | |
Eccedenza delle attività rispetto alle passività | 59.211 | 63.117 | - | 3.905 |
Capitale Sociale e Riserva di Capitale. | 43.900 | 43.900 | - | |
Riserva di Riconciliazione | 8.085 | 15.203 | - | 7.118 |
Riserve di Utili | - | - | - | |
Passività fiscali differite nette | 7.227 | 4.014 | 3.213 | |
Oneri prevedibili | - | - | - | |
Altri elementi e deduzioni | - | - | - | |
Fondi Propri di base dopo aggiustamento | 59.211 | 63.117 | - | 3.905 |
Fondi propri accessori | - | - | - | |
Fondi propri non ammissibile per EOF (SCR) | 1.602 | - | 1.602 | |
Fondi Propri ammissibili per SCR | 57.609 | 63.117 | - | 5.507 |
EOF Classe 1 - Illimitati | 51.985 | 59.103 | - | 7.118 |
EOF Classe 1 - Limitati | - | - | - | |
EOF Classe 2 | - | - | - | |
EOF Classe 3 | 7.227 | 4.014 | 3.213 | |
Fondi propri non ammissibile per EOF (MCR) | - | - | - | |
Fondi Propri ammissibili per MCR | 51.985 | 59.103 | - | 7.118 |
Tabella 33 – Composizione Fondi Propri (Own Funds)
E.2 Requisito Patrimoniale di Solvibilità e Requisito Patrimoniale Minimo
La tabella sottostante dettaglia i risultati del calcolo del requisito di capitale della Compagnia, ripartito in funzione dei moduli di rischio. Si evidenzia che il requisito di capitale è stato determinato attraverso l’utilizzo della Formula Standard così come definita dagli Atti Delegati.
Standard Formula risultati | Valori in €/000 | |
2015 | 2016 | |
Rischio Mercato | 14.346 | 5.945 |
Rischio Default Controparte | 2.433 | 2.555 |
Rischio di sottoscrizione Salute | 5.683 | 4.749 |
Rischio di sottoscrizione Non Vita | 32.501 | 29.150 |
Diversificazione | - 14.003 | - 9.186 |
BSCR Net | 40.959 | 33.212 |
Rischio Operazionale | 4.738 | 4.285 |
XXX xx XX | - | - |
XXX | 00.000 | 00.000 |
XXX | 16.400 | 14.880 |
Fondi Propri ammissibili per SCR | 63.117 | 57.609 |
Solvency II Ratio | 138,12% | 153,64% |
Tabella 34 – SCR e MCR
La tabella evidenzia il requisito patrimoniale di solvibilità ed il requisito patrimoniale minimo, rilevati alla chiusura degli esercizi 2015 e 2016.
Il Solvency ratio, calcolato come rapporto tra i Fondi Propri ammissibili a copertura del SCR e l’SCR
stesso, al 31 dicembre 2016 è pari al 153, 64%.
Il seguente grafico mostra la contribuzione dei vari moduli di rischio alla determinazione del requisito di capitale Solvency II complessivo al 31 dicembre 2016:
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
Market
Risk
Default
Risk
Health SNL Non Life
Div.
Op. Risk LAC of DT
SCR
UW Risk
UW Risk
Figura 3 - Grafico SCR per moduli di rischio
Il grafico mostra come i moduli tecnici, Rischio di sottoscrizione non vita e rischio di sottoscrizione malattia (Non-life Underwriting risk e Health Underwriting risk) assorbono (ante diversificazione) oltre l’80% del requisito di capitale base (BSCR).
Il requisito patrimoniale minimo (MCR) è determinato mediante applicazione della Formula Standard per ogni anno di proiezione, sulla base sia delle variazioni pianificate delle riserve tecniche e dei premi, che del valore del SCR
La Compagnia non utilizza semplificazioni sul calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità sulla base della formula standard.
La Compagnia non si avvale dell’utilizzo del sottomodulo del rischio azionario per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità.
E.4 Differenze tra la Standard Formula e il Modello Interno Utilizzato
La Compagnia non si avvale dell’utilizzo del modello interno per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità.
La Compagnia non segnala alcuna inosservanza del requisito patrimoniale di solvibilità e del requisito patrimoniale minimo.
La Compagnia ritiene che tutte le informazioni sostanziali sulla gestione del capitale siano già ricomprese nei paragrafi precedenti. Non risultano quindi ulteriori informazioni materiali da inserire nel presente paragrafo.
ALLEGATI
Si allega:
Allegato 1 - Principali differenze nei criteri di valutazione Solvency II vs Local GAAP
Allegato 2 – Differenze quantitative tra i valori Solvency II vs Local GAAP
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1 - Premi Lordi Contabilizzati per LoB 9
Tabella 2 - Loss Ratio per LoB 10
Tabella 3 - Expenses Ratio per LoB 10
Tabella 4 - Combined Ratio per LoB 11
Tabella 5 - Loss Ratio al Netto Riass 11
Tabella 6 - Risultato degli investimenti per Classe di Attività 12
Tabella 7 - Risultati Altre Attività 14
Tabella 8 - Composizione del CdA 18
Tabella 9 – Parametri Stressati 45
Tabella 10 - Delta SCR Rischio di Sottoscrizione Non Vita 49
Tabella 11 - Delta SCR Market Risk 51
Tabella 12 – Perdita per Inadempimento Type I 52
Tabella 13 -Delta SCR rischio di inadempimento di controparte 53
Tabella 14 - Delta SCR rischio operativo 55
Tabella 15 - Valutazione fair value di attività e passività finanziarie 62
Tabella 16 - Differenze temporanee che originano imposte anticipate e differite e tempi di azzeramento 64
Tabella 17 - Calcolo DTA/DTL 67
Tabella 18 – Riserve Tecniche 69
Tabella 19 – Importi Recuparabili 70
Tabella 20 - Riclassificazione del Business della Compagnia in LoB Solvency II 71
Tabella 21 - Riconciliazione BE Premi 74
Tabella 22 - Riconciliazione BE Sinistri 77
Tabella 23 - Altre passività 79
Tabella 24 - Fondi Propri di base 84
Tabella 25 - Poste rilevanti dei fondi propri 84
Tabella 26 - Riserva di Riconciliazione – Modalità di determinazione 85
Tabella 27 - Riserva di Riconciliazione - Dettaglio 85
Tabella 28 - Fondi Propri disponibili e ammissibili per la copertura del SCR 86
Tabella 29 - Fondi Propri disponibili e ammissibili per la copertura del MCR 87
Tabella 30 - Riconciliazione del Patrimonio Netto 87
Tabella 31 - Riconciliazione Excess of asset over liabilities 88
Tabella 32 - Variazione Own Funds 2016 vs 2015 88
Tabella 33 – Composizione Fondi Propri (Own Funds) 89
INDICE DELLE FIGURE
Figura 1 - Rappresentazione grafica del Gruppo al 31.12.2016 7