LA CONTRAFFAZIONE DELL’ABBIGLIAMENTO
LA CONTRAFFAZIONE DELL’ABBIGLIAMENTO
E DELLE CALZATURE SPORTIVE
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Conoscere il problema per affrontarlo meglio
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Progetto IO SONO ORIGINALE
finanziato da
Ministero dello Sviluppo Economico
Direzione Generale per la lotta alla contraffazione Ufficio Italiano Xxxxxxxx e Xxxxxx
realizzato dalle Associazioni dei Consumatori del CNCU
con la collaborazione di Assosport
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vademecum a cura di Lega Consumatori
INDICE
COSA È LA CONTRAFFAZIONE 04
COME DIFENDERSI 04
LE BUONE REGOLE 05
LA CONTRAFFAZIONE NEI SETTORI
DELL’ABBIGLIAMENTO E DELLE CALZATURE SPORTIVE 06
LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO 07
COmPARTO DELL’ABBIgLIAmENTO 07
COmPARTO DELLE CALZATURE 09
COmPARTO DELL’ABBIgLIAmENTO SPORTIVO 12
COmPARTO DELLE CALZATURE SPORTIVE 13
I DANNI PROVOCATI
DALLA CONTRAFFAZIONE 15
VADEMECUM: 17
COME EVITARE LA CONTRAFFAZIONE 17
COSA FARE DI FRONTE AL CONTRAFFATTO 21
A CHI RIVOLGERSI PER TUTELARSI 21
COSA È LA CONTRAFFAZIONE
Con il termine “contraffare” si intende la riproduzione di un bene in maniera tale che venga scambiato per l’originale ovvero produrre, importare, vendere o impiegare prodotti o servizi coperti da proprietà intellettuale. La contraffazione è un fenomeno antichissimo che riguar- da molti settori merceologici. La commercializzazione di prodotti contraffatti incide sulla sicurezza e la salute dei consumatori ma anche sull’economia del Paese, poiché l’imitazione fraudolente di un prodotto può provocare deviazioni del traffico commerciale e fenomeni di concorrenza sleale (producendo gravissimo danno allo sviluppo della ricerca e alla capacità di innovazione).
COME DIFENDERSI
La vendita di merce contraffatta avviene attraverso differenti canali di distribuzione, nei quali la contraffazione non è sempre evidente. Spesso può compiersi attraverso mer- cati esterni alla distribuzione regolare, come le bancarelle o le spiagge, oppure tramite Internet ed, infine, all’interno di negozi appartenenti alla distribuzione regolare. Questo vademecum fornisce pra tici consigli per difendersi dal pericolo di acquistare inconsape- volmente merce contraffatta.
LE BUONE REGOLE
LA CONTRAFFAZIONE NON È SEMPRE EVIDENTE.
PER EVITARE DI ACQUISTARE INCONSAPEVOLMENTE MERCE CONTRAFFATTA È TUTTAVIA IMPORTANTE SEGUIRE ALCUNE SEMPLICI REGOLE DI BASE:
• evitare di comprare prodotti troppo economici; un prezzo troppo basso può essere in- vitante ma è indice di scarsa qualità; può sembrare un’occasione e invece si compra un prodotto che non dura, e si deteriora molto prima dell’originale.
• Per gli acquisti rivolgersi sempre a venditori autorizzati, che offrono evidenti garanzie sull’origine della merce; diffidare di prodotti generalmente commercializzati attraverso canali ufficiali di vendita che vengono proposti per strada o sulla spiaggia da venditori irregolari, in banchetti e mercatini improvvisati, ecc.
• Avvalersi, prima di eseguire acquisti di rilevante valore, della consulenza di persone che abbiano maggiore conoscenza del prodotto.
• Controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati (l’etichetta è la loro “carta d’identità”) e diffidare di quelli con scritte minuscole o poco chiare o privi delle indicazioni d’origine e del “marchio CE”; le etichette più corrette sono quelle che garantiscono la migliore conoscenza del prodotto: trasparenza del marchio, processo produttivo, luogo di produzione e caratteristiche.
• Acquistare solo prodotti in confezioni e con imballaggi integri, con il nome del produtto- re, assicurandosi della loro provenienza e di eventuali marchi di qualità o certificazione.
• Prestare cautela per le vendite effettuate “porta a porta”: se non si ricevono notizie precise sull’identità e sui recapiti (telefono, domicilio ecc.) del venditore, è possibile che si tratti di prodotti contraffatti.
• Porre attenzione all’acquisto di prodotti proposti su internet o da programmi televisivi, soprattutto nei casi in cui non sia prevista la possibilità di prendere visione della merce prima dell’acquisto e restituirla una volta ricevuta.
LA CONTRAFFAZIONE NEI SETTORI
DELL’ABBIGLIAMENTO
E DELLE CALZATURE SPORTIVE
I settori dell’abbigliamento e delle calzature sono tra i più colpiti dal commercio illegale. Ogni anno migliaia di tonnellate di prodotti contraffatti entrano in Italia e vengono commer- cializzati per lo più da commercianti ambulanti.
Nel 2013 sono stati oltre 130 milioni i prodotti contraffatti sequestrati recanti falsa indicazio- ne d’origine o pericolosi per la salute con una crescita superiore al 25% rispetto al 2012. I se- questri nel settore abbigliamento hanno riguardato quasi 22 milioni di pezzi (fonte Guardia di Finanza – comunicato stampa del 27 gennaio 2014).
Nel 2013 si è registrato un aumento del 60% rispetto all’anno precedente del sequestro e blocco delle piattaforme web illecite utilizzate per il commercio dei prodotti falsi da parte della Guardia di Finanza.
Nel comparto dell’abbigliamento e delle calzature la contraffazione costituisce come negli altri comparti un furto per le imprese del valore del loro marchio, della loro reputa- zione, della ricerca, della creatività e della comunicazione che stanno alla base del successo di un prodotto.
Occorre promuovere la cultura che l’atto di acquisto di un prodotto contraffatto non è un fatto individuale, ha riflessi sul piano dello sviluppo economico, della occupazione, della eva- sione fiscale e contributiva, quindi sul bene comune.
I comparti dell’abbigliamento e delle calzature anche e nella loro declinazione sportiva sono esposti al rischio salute che grava direttamente sul consumatore e la sua famiglia. Il rischio per la salute del cittadino, è causato dall’uso di sostanze chimiche non idonee al contatto con la pelle, e spesso portano a irritazioni e intossicazioni e in casi estremi anche ad ustioni.
LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
COMPARTO DELL’ABBIGLIAMENTO
Per avere la certezza che un capo non sia contraffatto bisogna avere indicazione chiara delle tappe percorse dal prodotto nelle varie fasi produttive.
La legge italiana impone che tutti i prodotti tessili messi in vendita al consumatore finale ri- portino un’etichetta che specifichi la loro composizione fibrosa (D.Lgs. 194/1999, in attuazione della Dir. CE 96/74).
Tutti i prodotti messi a disposizione sul mercato devono obbligatoriamente riportare un’eti- chetta con: ragione sociale o marchio o nome e indirizzo completo del fabbricante o dell’im- portatore (art. 6 codice di consumo - art. 104 codice di consumo).
Alcuni prodotti di abbigliamento per attività sportiva sono destinati alla protezione del corpo umano (ad es. guanti da sci, da moto, caschi, …): in tal caso è obbligatoria marcatura CE e identità completa del fabbricante o dell’importatore.
Ai fini di non trarre in inganno il consumatore è opportuno indicare il paese di origine (art.
517 codice penale, art. 3 dpr 656/1968 - art.4 comma 49 del 49 bis legge 350/2003 – art. 21-22 codice di consumo).
Etichetta fibrosa
Il Reg. (UE) 1007/2011 (entrato in vigore 8 maggio 2012) ha apportato delle modifiche relative all’etichettatura della composizione fibrosa dei prodotti tessili.
Obblighi principali relativi alla etichetta di composizione fibrosa:
• deve contenere la ragione sociale o il marchio registrato dell’azienda che ha immesso sul mercato il prodotto.
• Deve presentare il nome per esteso delle fibre tessili che compongono il prodotto stes- so (non devono essere utilizzate sigle o abbreviazioni).
• Deve indicare la presenza di “parti non tessili di origine animale”.
• Deve essere scritta in lingua italiana in modo chiaro e ben leggibile.
• Può non essere presente su prodotti che non siano costituti almeno per l’80% in peso da fibre tessili.
• Può riportare il termine “puro” o “tutto” se il prodotto tessile è composto interamente da una sola fibra. La tolleranza di altre fibre all’interno dei prodotti definiti al 100%.
Etichettatura di manutenzione
Una circolare del Ministero dell’Industria (Circ. Min. 7/2/2001 che fa riferimento alla norma tecnica europea EN 23758/93) ha esteso anche al settore dei tessuti le disposizioni previste per l’etichet- tatura di manutenzione di un gran numero di prodotti dalla Legge 126/91 e dal relativo Decreto di attuazione (Decreto Ministeriale 101/1997).
Tale etichetta risulta particolarmente importante in quanto le fibre tessili e i coloranti utilizzati nei processi di tintura e stampa si comportano in modo diverso ai trattamenti di lavaggio ad acqua e a secco, alla temperatura cui tali trattamenti vengono effettuati, ai prodotti utilizzati per il candeggio. Quest’etichetta è utile:
• al consumatore in quanto evita errori che possono danneggiare il capo.
• Al produttore perché evita lunghi e onerosi contenziosi nel caso di capi sottoposti a lavaggio in condizioni differenti da quelle prescritte dall’etichetta.
L’etichettatura di manutenzione:
• deve contenere i simboli di lavaggio, sulla base di una simbologia unificata da una nor- ma tecnica internazionale (i simboli obbligatori sono 5: lavaggio ad umido, candeggio, asciugatura a tamburo, stiratura, lavaggio a secco).
I simboli richiamati dalla norma ISO sono solo alcuni specifici casi di manutenzione. Ogni altra informazione non compresa dai simboli dovrà essere fornita in lingua italiana.
COMPARTO DELLE CALZATURE
L’attenzione prioritaria nell’acquisto delle calzature va riservata ai materiali utilizzati per le va- rie parti delle calzature (suola, tomaia, ecc.), pertanto bisogna leggere attentamente l’etichetta.
Essa è una sorta di carta di identità del prodotto:
• deve essere sempre presente su almeno una calzatura di ciascun paio preso in esame. Indica con quali materiali è stata realizzata e, a volte, dove è stata fatta (dato utile per- ché offre informazioni sulle condizioni di produzione).
COME LEGGERE LE ETICHETTE
Parti della scarpa e loro simboli:
• L’etichetta deve fornire informazioni sul materiale che costituisce almeno l’80% del- la superficie della tomaia (la superficie esterna attaccata alla suola), del rivestimento della tomaia e della suola interna ( cioè, fodera e sottopiede che costituiscono l’interno della calzatura) e almeno l’80% del volume della suola esterna (superficie inferiore del- la calzatura soggetta ad usura abrasiva, attaccata alla tomaia).
Se nessun materiale raggiunge almeno l’80% devono essere fornite informazioni delle due componenti principali.
tomaia: superficie esterna della calzatura attaccata alla suola esterna
Materiali utilizzati:
cuoio o pelle: indica la pelle o il pellame di
un animale debitamente conciata per evitare
che marcisca
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altre materie
rivestimento tomaia e suola interna:
fodera e sottopiede che costituiscono l’interno della calzatura
cuoio rivestito: è il prodotto nel quale lo strato di rivestimento del cuoio non supera un terzo dello spessore totale del prodotto, ma è comunque superiore a 0,5 cm
Esempio di scarpa interamente realizzata in cuoio:
suola esterna: superficie inferiore della calzatura, attaccata alla tomaia e
a contatto col terreno, perciò soggetta ad usura
materie tessili: naturali o sintetiche o non tessute
I simboli corrispondenti ai materiali:
• cuoio: termine generale per designare la pelle o il pellame di un animale, che ha con- servato la sua struttura fibrosa originaria più o meno intatta, conciato in modo che non marcisca.
• Cuoio rivestito: un prodotto nel quale lo strato di rivestimento o l’accoppiatura a colla non superano un terzo dello spessore totale del prodotto, ma sono superiori a 0,15 mm.
• Materie tessili: materie naturali e materie tessili sintetiche o non tessute.
• Altre materie: materie diverse da quelle descritte.
Tutti i prodotti messi a disposizione sul mercato devono obbligatoriamente riportare un’eti- chetta con: ragione sociale o marchio o nome e indirizzo completo del fabbricante o dell’im- portatore (art. 6 codice di consumo - art 104 codice di consumo).
Alcuni prodotti di calzatura per attività sportiva sono destinati alla protezione del corpo umano (ad es. stivali da moto, scarponi da sci, …): in tal caso è obbligatoria marcatura CE e identità completa del fabbricante o dell’importatore.
Ai fini di non trarre in inganno il consumatore è opportuno indicare il paese di origine (art.517
codice penale, art. 3 dpr 656/1968 - art.4 comma 49 del 49 bis legge 350/2003 – art. 21-22 codice di consumo).
COMPARTO DELL’ABBIGLIAMENTO SPORTIVO
Sul mercato esistono principalmente due tipologie di prodotti contraffatti:
• la prima riguarda prodotti facilmente riproducibili, quali, ad esempio le T-shirt, le scarpe non tecniche ed i gadgets, che vengono venduti soprattutto sulle bancarelle dei mercati rionali e, più in generale, dagli ambulanti: si calcola che questa tipologia di contraffazio- ne ammonti a circa il 90% del totale del mercato.
• Il restante 10% riguarda prodotti contraffatti di alta qualità, che vengono venduti negli stores assieme ai prodotti originali: questa tipologia di merci risulta più difficilmente identificabile in quanto attuata da quelle stesse aziende produttrici in outsourcing o in regime di licenza, le quali, contravvenendo agli accordi stipulati con le aziende titolari dei marchi, continuano a produrre anche dopo la scadenza del contratto di licenza.
Soltanto attraverso perizie specifiche effettuate da personale altamente qualificato, è quin- di possibile formulare giudizi sull’autenticità di tali prodotti contraffatti.
Risulta interessante osservare che, il più delle volte, il prodotto contraffatto è individuabile anche attraverso l’analisi del packaging che lo contiene: le confezioni o le scatole utilizzate per la custodia del prodotto, infatti, sono in moltissimi casi di pessima qualità e di irrisorio valore.
E’ utile sapere che la vendita di prodotti contraffatti è strettamente connessa con i grandi eventi sportivi.
I concerti ed i campionati e gli altri importanti eventi di settore normalmente attraggono i contraffattori organizzati, che istituiscono delle attività di commercio intorno alle sedi di tali eventi. I venditori sono generalmente itineranti e trasportano piccoli quantitativi di merce contraffatta.
Dal punto di vista normativo il riferimento è la normativa “Reach”, adottata dalla U.E nel 2007 che si occupa della regolamentazione e dell’importazione delle sostanze chimiche all’interno dei beni di consumo. La normativa è estremamente importante nell’ottica dei controlli, poiché prevede sia la registrazione che la successiva autorizzazione all’uso di circa il 30% delle sostanze chimiche circolanti nel territorio.
Si precisa che la normativa REACH, riguardante l’uso delle sostanze chimiche, è obbligatoria in tut- ta la filiera di produzione (dalle materie prime agli imballaggi alla vendita). Tuttavia anche altri ele- menti incidono sulla sicurezza fisica e meccanica dei prodotti sia destinati ad adulti che a bambini.
COMPARTO DELLE CALZATURE SPORTIVE
Le scarpe sportive più contraffatte non sono in prevalenza “made in Italy” ma di grandi aziende multinazionali soprattutto per le produzioni realizzate fuori dall’Unione Europea, dove non esistono le norme comunitarie.
Questo problema si risolve con l’impegno e la serietà delle grandi imprese e della grandi firme a rendere ‘trasparente’ tutto il processo produttivo, mettendo on-line le dovute infor- mazioni sui propri metodi e scarichi e si tratta di un processo in atto con alcuni esempi positivi.
Tra i marchi più contraffatti riscontriamo: ad esempio Nike, Adidas, Puma, Fila etc...
L’etichettatura delle calzature è disciplinata dal Decreto Ministeriale 11 aprile 1996 che re- cepisce la Direttiva 94/11/CE. Il decreto definisce calzature tutti i prodotti dotati di suole intesi a proteggere o coprire il piede, comprese le parti messe in commercio separatamente, indichiamo di seguito quelle del comparto sportivo:
• scarpe da tennis, scarpe da jogging e per altre attività sportive.
• Calzature speciali concepite per un’attività sportiva, che possono essere munite di pun- te, ramponi, attacchi, barrette o accessori simili, calzature per il pattinaggio, la lotta, lo sci, il pugilato e il ciclismo.
• Scarpe da ballo.
• Calzature in un unico pezzo formato da gomma o plastica, esclusi gli articoli usa e getta realizzati in materiale poco resistente (carta o plastica leggera) e senza suole riportate.
Possono essere poste in commercio solamente calzature munite di etichettatura conforme alla normativa in vigore.
L’etichetta deve fornire informazioni scritte in lingua italiana relative ai materiali di cui sono costituite le tre parti che compongono la calzatura: tomaia, rivestimento della tomaia e suola interna, suola esterna.
L’inasprimento delle sanzioni
Da un punto di vista generale, di fondamentale importanza è la Legge Sviluppo del 2009. Grazie ad essa sono state inasprite le sanzioni penali e prevista la confisca obbligatoria dei beni di chi commette reato di contraffazione e sono state introdotte nuove circo- stanze aggravanti per chi commette reato di contraffazione in modo sistematico o con l’allestimento di mezzi e attività organizzate. Importantissima è stata l’introduzione della fattispecie di reato volta a sanzionare la fabbricazione ed il commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale.
Il codice penale
Gli articoli che contengono le norme anti contraffazione sono gli articoli numero: 473-474-474BIS- 474TER- 474QUATER, 475-514-517- 517BIS-517TER-517QUATER-517QUIQUIES.
I DANNI PROVOCATI
DALLA CONTRAFFAZIONE
La contraffazione non si traduce soltanto in un danno economico e di immagine per le im- prese colpite ma si tratta di un fenomeno criminoso complesso che coinvolge tutti.
La contraffazione danneggia la persona, la famiglia e la collettività sotto i seguenti aspetti:
Salute
Il rischio per la salute del cittadino, la sua famiglia e l’ambiente è causato dall’uso di sostanze chimiche nocive al contatto con la pelle.
Si tratta di sostanze non presenti in natura facenti parte del gruppo degli alchilfenoli etos- silati, e sono in grado di causare dermatiti ed allergie rispetto all’ambiente. Risultano inqui- nanti perché bioaccumulabili e tossici per gli organismi acquatici.
Altre sostanze sono le ammine aromatiche, sostanze liberate dai coloranti durante le fasi produttive ed il successivo utilizzo dei capi d’abbigliamento. Queste ammine, assorbite a li- vello cutaneo, possono avere effetto cancerogeno. L’utilizzo di coloranti a basso costo con- sente risparmi appetibili. I coloranti azoici, responsabili della presenza delle ammine aro- matiche, vengono purtroppo utilizzati per la fabbricazione di un gran numero di prodotti contenenti lana, cotone e cuoio.
Ambiente naturale
Queste sostanze chimiche sono di difficile biodegradabilità quindi bioaccumulabili e in grado di incidere sulla catena alimentare. Per via dei loro effetti dannosi sulla salute e sull’ambiente sono vietati in Europa.
Sicurezza
La contraffazione è una delle fonti di finanziamento della criminalità organizzata. Più que- sta attività è fiorente e maggiore è la capacità di azione criminale a tutti i livelli.
Sfruttamento di mano d’opera
La gestione della filiera del falso richiede l’impiego di lavoratori senza il dovuto rispetto della loro dignità, anche con lo sfruttamento di bambini, di donne e di immigrati clandestini.
Anche le aziende risentono del fenomeno sotto i seguenti aspetti:
• concorrenza sleale: le aziende di marca investono in ricerca sul prodotto, sui ma- teriali, sulla comunicazione; si sforzano di proporre ai loro clienti prodotti sempre migliori, più sicuri, più funzionali e più attrattivi. Questi enormi investimenti ven- gono in buona misura vanificati da chi produce il falso: costoro, infatti, utilizzano spesso materiali scadenti, non fanno alcuna ricerca, sfruttano la comunicazione pubblicitaria della marca.
• Perdita di valore del prodotto: il prodotto di marca e legale è basato su un lavo- ro accurato di progettazione, studio, realizzazione, distribuzione e comunicazione. Quello falso può prescindere da questi requisiti creando un divario che infligge al prodotto legale un danno di immagine enorme ed ingiusto.
• Entrate tributarie: l’enorme giro d’affari dell’industria del falso genera ingenti guadagni per la criminalità internazionale, ma non produce alcun reddito fiscale! Xxxx, riduce, talvolta molto sensibilmente, gli utili delle aziende colpite dalla con- traffazione le quali diminuiscono il loro gettito tributario. La perdita di entrate fi- scali si traduce poi fatalmente nell’aumento dei costi sociali.
VADEMECUM
Come evitare la contraffazione
I truffatori sanno come replicare alla perfezione prodotti di marca in modo da farli apparire come veri. Questi falsi possono dare l’apparenza di status symbol a forte rischio di essere scoperti come tali, esposti ad una durata inferiore nel tempo rispetto agli originali, perché usano materiali e manodopera scadente. Non a caso costano molto meno dell’originale. Il consumatore ha un’arma efficacissima per impedire che le organizzazioni criminali che ge- stiscono la fiorente industria della contraffazione possano fare ricchi affari: non comprare alcun prodotto falso o contraffatto e interpretare questa esigenza come dovere di par- tecipazione civica.
Qualche consiglio per riconoscere i prodotti contraffatti:
• fare attenzione alle etichette: nel comparto dell’abbigliamento e delle calzature è ne- cessario acquisire una formazione per la lettura delle etichette per regolarsi con esse.
• Diffidare dai prezzi troppo bassi. L’eccessivo divario tra qualità-prezzo è una caratteristica essenziale della contraffazione.
• Fare molta attenzione agli acquisti in rete e da programmi televisivi dove non si può testare la consistenza del bene.
• Verificare personalmente il fornitore:
— se nel rispondere alle tue email elude le domande su prezzi, standard di certificazione o qualità etc. e/o ti fa pressione per ricevere il pagamento il prima possibile.
— Se il fornitore non possiede alcun sito web e/o possiede un capitale sociale esiguo si tratta probabilmente di un dilettante o di una compagnia talmente minuscola che, nel caso qualcosa vada male, non avrà le risorse per rimborsarti.
— Se rifiuta di metterti in contatto con i suoi clienti passati ci sono due possibilità: o non ha mai avuto clienti esteri o, e forse è peggio, sa per certo che i suoi clienti precedenti potrebbero parlare male di lui.
— Se pretende di essere pagato su un conto bancario che non è intestato a nome della compagnia del fornitore la compagnia del fornitore potrebbe negare di aver ricevuto il pa- gamento e pertanto rifiutare di inviarti la merce per la quale hai già pagato.
• Verificare che il venditore on-line garantisca al consumatore la fruizione dei suoi diritti. Un’offerta on-line diretta ai consumatori comunitari, deve rispettare il codice del consumo (normativa di matrice comunitaria).
La buona fede di chi rivende on-line può dunque riscontrarsi nel fatto di fornire al con- sumatore tutte le informazioni necessarie ad un acquisto consapevole, ivi inclusi i dati del produttore e distributore, di modo che questi sia reperibile, così come la garanzia del diritto di recesso e la restituzione del prodotto entro 10 giorni lavorativi dall’acquisto effettuato on-line o comunque a distanza.
Più il rivenditore on-line si mostra in linea con i diritti dei consumatori, minori saranno le probabilità che esso scientemente commercializzi prodotti contraffatti.
Come riconoscere una maglia da calcio originale - acquisto on line
Comprare la divisa di una squadra di calcio online spesso è conveniente ma, a volte, ci si ritrova con una maglia falsa; per evitare questo rischio è importante sapere come ricono- scere una maglia da calcio originale, guardando con attenzione i dettagli, il prezzo e i tempi di spedizione.
Prima dell’invio, non avendo la maglia sottomano, è ovviamente difficile poter capire se la maglia in questione sia un falso. Tuttavia si può prestare attenzione a due fattori: il prezzo e il tempo di spedizione.
• Se il costo del capo è molto più basso del normale (una maglia originale presso un ri- venditore ufficiale costa sugli 80 euro), probabilmente siamo di fronte a un falso. Ov- viamente maglie delle edizioni passate possono avere un valore più basso (tra i 25 e i 40 euro), ma se trovate la nuova maglia della vostra squadra a 40-45 euro, il sospetto sarà fondato.
• Allo stesso modo attenti al tempo di spedizione in quanto tempi lunghi possono essere sintomo di invio della merce da paesi lontani produttori di articoli contraffatti.
Inoltre ci sono alcuni dettagli che possono svelare se abbiamo comprato una maglia o una divisa da calcio falsa, ad esempio le maglie replica originali non hanno la patch della Serie A già attaccata sul braccio: il simbolo delle lega calcio (o delle leghe straniere) è un accesso- rio che viene venduto a parte e, se si vuole, si inserisce in seguito sulla maglia.
Gli stemmi e i loghi ricamati, girando la maglia, appaiono cuciti in maniera abbastanza gros- solana, mentre nelle maglie originali, sembrano praticamente stampati sul tessuto senza sbavature sul retro. In ogni caso non date troppa importanza alla presenza di un cartellino: una maglia senza cartellino è di sicuro falsa (o, magari, è semplicemente usata) ma anche quelle col cartellino possono essere non originali dato che copiare un’etichetta nike, adidas o di qualunque marca con l’ausilio di un computer non è troppo complicato.
Infine ricordate che le maglie false vengono quasi sempre prodotte nelle taglie M e L, se il venditore ha solo capi di questa misura, probabilmente ha merce non originale.
Questi sono solo alcuni possibili dettagli su quali concentrarsi quando si vuole acquistare su internet la maglia della propria squadra del cuore.
In ogni caso, valgono sempre le regole del buonsenso, quindi attenzione!
A titolo puramente esemplificativo, tra i tanti marchi di prodotti sportivi si riporta il caso Nike calzature.
Come riconoscere le scarpe false Nike
In primo luogo osserva il simbolo Nike. Compare sul lato di tutte le scarpe. Quelle false ce l’hanno attaccato, le scarpe Nike vere cucito. Controlla bene questo aspetto.
Inoltre, le Nike vere presentano sempre delle cuciture regolari, al contrario delle false che nelle loro cuciture mostrano diverse irregolarità. La suola delle Nike false è sempre di pla- stica e, pertanto, sono scarpe scivolose. Le Nike vere non fanno scivolare. La confezione in cui ti devono consegnare le scarpe, se sono Nike vere, sarà sempre una scatola di cartone molto forte e resistente con il simbolo dell’azienda. Al contrario, se sono false, ti daranno una scatola qualsiasi.
Guarda bene se il numero di riferimento dell’etichetta è lo stesso che compare nella scatola. Nelle scarpe vere coincidono. Le scarpe Nike false sono di plastica. È facile da capire, con una semplice passata della mano. Potrai renderti conto se è plastica o pelle. E a volte non si
COSA FARE DI FRONTE AL CONTRAFFATTO
È importante rammentare che, per avere maggiori garanzie sulla sicurezza, l’autenticità e la garanzia, è importante acquistare presso rivenditori autorizzati (ufficialmente dai produttori), anche per esercitare i propri diritti, in caso di difetto o guasto della merce.
A CHI RIVOLGERSI PER TUTELARSI
Nel caso in cui l’acquirente abbia il ragionevole dubbio di aver inconsapevolmente acquistato un prodotto falso, potrà segnalare il fatto a:
Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione Ministero dello Sviluppo Economico-UIBM
> CALL CENTER
è coscienti dell’errore nel nome della marca. La scarpa Nike vera deve avere il nome scritto
correttamente NIKE. Al contrario, a volte in quelle false troviamo nomi come NIKKE x XXXX.
x00 00 0000 0000 x00 00 0000 0000
Dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 17,00
> LINEA DIRETTA ANTICONTRAFFAZIONE
x00 00 0000 0000
Dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 17,00
x00 00 0000 0000
xxxxxxxxxxxxxxxxxx@xxxx.xxx.xx
> SALA PUBBLICO
Dal lunedì al venerdì, dalle 9,30 alle 13,30
Per appuntamenti pomeridiani contattare il Call Center
> Per maggiori informazioni consultare il WEB ai seguenti indirizzi:
xxx.xxxx.xxx.xx xxx.xxxx.xxx.xx
Agenzie delle Dogane
> PROGETTO F.A.L.S.T.A.F.F.
Elaborato ed avviato a partire dal 2004, il progetto FALSTAFF mira a promuovere la cir- colazione di merci originali, conformi per qualità e per sicurezza, al fine di assicurare la libera concorrenza del mercato. Il team del progetto FALSTAFF può essere contattato al seguente indirizzo:
• Cooperazione tra gli attori istituzionali e, in particolare, tra le Forze di polizia e tra queste e le Polizie Municipali.
• Collaborazione tra le componenti istituzionali e le aziende.
Il sito web del Sistema Informativo Anti Contraffazione è curato dal personale del Nucleo Spe- ciale Tutela Mercati, alle dipendenze del Comando Reparti Speciali della Guardia di Finanza.
È possibile contattare la redazione del S.I.A.C. al numero:
x00 00 0000 0000
oppure al seguente indirizzo:
xxxxxx.xxxxxxxx@xxxxxxxxxxxxx.xx xxxx@xxx.xx
Guardia di Finanza
> PROGETTO S.I.A.C.
Il Sistema Informativo Anti-Contraffazione (S.I.A.C.) è una progettualità co-finanziata dalla Commissione Europea ed affidata dal Ministero dell’Interno alla Guardia di Finanza, a conferma del ruolo di centralità del Corpo nello specifico comparto operativo.
L’iniziativa ha preso le mosse dalla maturata consapevolezza che per fronteggiare un fenomeno illecito multidimensionale e trasversale come quello della contraffazione è necessario “fare sistema” fra tutte le componenti istituzionali e gli attori impegnati nella lotta all’ “industria del falso”. Partendo da questo presupposto, il progetto è stato realizza- to come una piattaforma telematica plurifunzionale composta da diversi applicativi che assolvono le funzioni di:
• informazione per i consumatori.