La crisi d’impresa e il Turnaround
La crisi d’impresa e il Turnaround
Relatore: Xxxxxxx Xxxxxxxxxx
I cicli recessivi secondo X. Xxxxxxxxxx
Motore a vapore Ferrovie - Ind. cotone
Ind. acciaio
Energia elettrica Ind. chimica
Ind. petrolchimica Ind. automobilistica
Informatica
P R D E
1° Contrazione 2° Contrazione 3° Contrazione 4° Contrazione 5° Contraz.
1800
1850 1900 1950 1990
P: prosperità R: recessione D: depressione E: ripresa
Il “nuovo” sistema economico
Cicli economici/periodi recessivi Durata congiuntura negativa Fasi di “boom”
Periodi di “crisi temporanea” Investimenti Comportamento dei clienti Preferenze dei clienti
Economia normale
Ogni 50-60 anni*
0,5 ÷ 1 anno
In media ogni 7 anni Ogni 3 anni Espansivo Fiduciosi
Stabili/in evoluzione
Economia nuova normalità
Non prevedibili/erratici Non definibili (7 anni?) Non prevedibili/erratici Non prevedibili/erratici Cauto
Insicuri
Preoccupati/orientati alla sicurezza
*Teoria di Xxxxxxx Xxxxxxxxxx (1892-1938)
Imprenditori “vincenti” e “perdenti”
I piccoli imprenditori vincenti | I piccoli imprenditori perdenti |
Sono estremamente zelanti, tenaci e coerenti verso sé stessi ed i collaboratori | Non si concentrano su chiare priorità |
Puntano al successo attraverso strategia e lungimiranza | Puntano al successo attraverso vantaggi sporadici, spesso a discapito di terzi |
Sono lungimiranti e sensibili verso le attività relativi a sviluppi futuri: ricerca & sviluppo, ricerche di mercato, formazione ai dipendenti, macroanalisi di settore… | Danno importanza quasi solo al breve periodo |
Sanno distinguere i piani e gli obiettivi in breve, medio e lungo periodo | Tendono a considerare come di breve termine qualsiasi obiettivo |
Hanno contatti e relazioni con la clientela e la rete vendita | Xxxxx xxxxxx contatti con i clienti e non sanno vendere |
Nella fase di avvio e di crescita mettono in secondo piano i propri interessi (hobby, famiglia…) | Prestano scarsa attenzione alle necessità della clientela. Vendono prodotti o servizi inadeguati e non offrono un buon servizio ai clienti |
Non sono mai soddisfatti delle proprie prestazioni e vogliono raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi | Sono mentalmente “troppo giovani” o “troppo vecchi”, ossia troppo poco flessibili |
Sono disposti a rimettere in discussione i propri punti di vista, sanno ascoltare e riflettono sui consigli | Molte volte non ascoltano, prevaricando l’interlocutore con idee proprie |
Di fronte ai problemi sono orientati alla soluzione ed alla ricerca di rimedi futuri, inclusa una eventuale formazione mirata | Di fronte ai problemi sono orientati alla “caccia al colpevole” |
Elaborano strategie o business plan chiari e li applicano in modo coerente | Non adottano una pianificazione e un controllo coerenti delle finanze |
Si distinguono per la volontà di soddisfare tutti e tramite idee non convenzionali | Non sono abbastanza tenaci (fermezza e decisione delle decisioni) e zelanti (dedizione assidua e tenace su un compito o ad una causa) |
Sono coinvolti in associazioni di settore e ne partecipano attivamente. Intrattengono pubbliche relazioni con personalità di interesse sociale | Non sanno delegare e spesso inducono a conflitti di responsabilità/autorità i propri collaboratori |
Hanno una buona formazione specialistica ed economico-aziendale di base e si perfezionano costantemente. Sono persone coerenti e consapevoli | Hanno troppa o troppa poca fiducia nelle proprie capacità |
Adottano una pianificazione finanziaria mirata e controllano costantemente obiettivi, budget e liquidità | Non puntano ad un’attuazione coerente |
Riescono a valutare piuttosto oggettivamente le persone che si trovano di fronte |
N.B.: Una ricerca dimostra che non è necessario che siano presenti tutti i fattori di successo affinché un’azienda possa avere sviluppi positivi.
sviluppo e valore aggiunto
tempo
Trasformazione
Maturità
Crescita
Fondazione
Le fasi dello sviluppo aziendale
Le fasi dello sviluppo aziendale
Vendite | Struttura organizzativa | Focus | Controllo | ||
Fondazione | Poche | Individuale, accentratrice, imprenditoriale | Mercato, necessità della clientela | Risultati in termini di vendite | |
Crescita | Rapido aumento | Disposizioni, direttive | Produzione, ottimizzazione dei sistemi | Costi e centri di costo | |
Maturità | Piccola crescita o stabilizzazione | Deleghe, organigramma | Controllo dei costi, sviluppi organizzativi | Budget delle vendite, controllo venditori | |
Trasformazione | Declino | Rapido calo | Autocratico o perdita del controllo | Aspetti finanziari | Burocrazia |
Ripresa | Ripartenza | Partecipativa, meritocratica, logiche di processo | Pianificazione e controllo di gestione | Obiettivi d’impresa |
I 5 tipi di crisi
Crisi per situazioni di inefficienza
L’impresa opera a costi maggiori rispetto ai concorrenti. Quindi:
- contrazione del fatturato procapite
- rallentamento del turnover del capitale
- peggioramento del ROE, del ROI e del ROS
Crisi da sovrapproduzione
L’azienda produce in misura superiore rispetto alla domanda proveniente dal mercato. Quindi:
- rallentamento rapido della rotazione di magazzino
- maggiore indebitamento di breve termine e peggioramento dell’indice di liquidità
Crisi da decadimento del prodotto
Errori nella scelta dei mercati da servire, caduta d’immagine, scarsa capacità innovativa o maggiore efficienza dei concorrenti, che genera una caduta del posizionamento competitivo. Quindi:
- fatturato nettamente in calo
- obsolescenza del prodotto
- impossibilità finanziaria di creare nuovi prodotti
Crisi da squilibrio finanziario
Mancanza della correlazione temporale tra fonti e impieghi, insufficienza della riserva di liquidità, ritardi nelle scadenze di pagamento. Quindi:
- indici finanziari e indici di liquidità in netto peggioramento
- indebitamento elevato
- diminuzione del Capitale Proprio
Crisi da crescita eccessiva
Crescita eccessiva non adeguatamente pianificata e che non è supportata da sufficienti risorse da parte dell’impresa. Quindi:
- indici finanziari che peggiorano
Gli squilibri dovuti alla crisi
Squilibri di natura economica:
1. Problematiche sul prodotto/mercato
2. Aumento costi fissi
3. Aumento costi variabili
4. Aumento incidenza oneri finanziari
5. Perdite straordinarie
Gli squilibri dovuti alla crisi
Squilibri di natura finanziaria:
1. Sottocapitalizzazione
2. Eccessivo indebitamento
3. Eccessivo capitale circolante
4. Eccessivi investimenti
5. Operazioni straordinarie
Cause che determinano risultati negativi e che portano al ricorso dell’indebitamento
• Ricavi insufficienti o non adeguato per la struttura
• Xxxxxx non remunerativi
• Mancato utilizzo di politiche commerciali mirate all’ottimizzazione del mix delle vendite
• Basso potere contrattuale con i fornitori
• Sfridi di materia prima eccessivi
• Bassa produttività dei reparti derivante da:
• Eccessiva incidenza delle ore improduttive
• Eccessivo costo del lavoro
• Utilizzo di macchinari tecnologicamente obsoleti
• Costi fissi di struttura eccessivi
• Costi finanziari eccessivi
Ricavi
Le fasi della crisi d’impresa
Crisi della strategia
Crisi di produttività
Crisi della liquidità
Cessione/ fallimento
Crisi aziendale progressiva
Ieri Oggi
5÷3
2÷1,5
3÷2
1,5÷1
Anni prima del fallimento
2÷1
1÷0,8
tempo
Le fasi della crisi d’impresa
Crisi da strategia Crisi di produttività Crisi finanziaria
Segnali
Reazioni dell’ imprenditore
• fatturato in stagnazione o leggero calo
• malumori tra la clientela
• “inerzia” organizzativa
• ridotta importanza al settore R&S
• minori investimenti negli aspetti comunicativi
• tendenza ad indurre cause esterne, di carattere macro economico o settoriali
• perdita di fatturato
• costi fissi eccessivi
• squilibri economici
• utilizzo ridotto della capacità produttiva
• focus su riduzione costi
• confusione di idee
• aggressività vs la rete vendita
• pieno utilizzo dei castelletti
• rate mutui non pagate
• interessi passivi elevati
• richiesta maggiori dilazioni a fornitori
• …etc
• ricerca di nuova finanza
• panico
• crisi di sconforto
• …etc
Visibilità e probabilità di recupero
Livello di gravità
Pre-crisi o crisi della strategia
(aspetti
qualitativi)
Crisi di produttività (aspetti quantitativi e misurabili)
Crisi della liquidità
Segnali
Minori investimenti sulla comunicazione Minori investimenti sull’innovazione Insoddisfazione/lamentele dai clienti Stagnazione o lieve perdita di fatturato
Visibilità della crisi
Probabilità di recupero
Blocco degli investimenti (tecnologia, R&S, formazione, marketing…)
Indici di bilancio in peggioramento (redditività, liquidità, indebitamento, EVA) Utilizzo degli impianti al di sotto del 60-65%
Primi bilanci in perdita Necessità di ridurre i costi
Indici di bilancio in netto peggioramento (redditività, liquidità, indebitamento…) Castelletti interamente utilizzati
Interessi passivi usuranti
Richiesta di maggiori dilazioni ai fornitori. Nuove forniture con pagamento cash Mancato pagamento delle rate dei mutui
Imposte e contributi dovuti (INPS, INAIL, Xxxxxx…) non pagabili e richiesta di
dilazionamento
Legenda colori:
bassa
alta
Le cause scatenanti la crisi d’impresa
Fattori endogeni (80% delle cause) | Fattori esogeni (20% delle cause) | ||
squilibri economici | Prezzi decrescenti | Macro fattori | Provvedimenti governativi e/o legislativi |
Eccesso di capacità produttiva (C) | Appartenenza a settori maturi o in declino | ||
Inefficienza produttive (D) | Fattori legati alla globalizzazione | ||
Aumento dei costi fissi di struttura (D) | Mercato | Intensità ed aggressività dei competitor | |
Perdite di natura straordinaria | Cambiamento nei gusti dei consumatori | ||
squilibri finanziari | Sottocapitalizzazione | Forte oscillazione del costo delle materie prime | |
Investimenti eccessivi o non correttamente pianificati | Calo della domanda | ||
Gestione inadeguata del capitale circolante | Spostamento della competizione sul prezzo | ||
Operazioni straordinarie penalizzanti | Riduzione delle barriere all’entrata | ||
Inerzia organizzativa | Calamità naturali | ||
Eccessiva crescita (C) | |||
Sistemi di controllo carenti (B) | |||
Problemi di prodotto (qualità, obsolescenza, politiche di brand…) | |||
Rigidità dei costi | |||
Carenze nella programmazione | |||
Problemi di tecnologia | |||
Scarsa gestione settore R&S | |||
Mancata innovazione tecnologica | |||
Carenze o inefficienze nella Proprietà, CdA o management | |||
Conflitti nella Proprietà o nel CdA | |||
Passaggio generazionale |
I fattori scatenanti la crisi d’impresa:
(D) costi eccessivi
• Azienda sovrastrutturata
• Costi eccessivi dovuti alla dispersione dei lotti di lavoro
• Scarse economie di scala
• Elevata incidenza del costo per materie prime
• Gestione poco efficiente del ciclo produtivo
• Inefficienze operative dovute a mancata programmazione o pianificazione della produzione
• Inefficienze sulla catena distributiva
Le voci di bilancio che si prestano a “rettifiche” per mascherare lo stato di crisi
• Si omettono importi non ancora del tutto dichiarati (es. compenso soci)
• Si tende a capitalizzare alcuni costi d’esercizio
• Non vengono contabilizzati gli interessi scaduti e dovuti (es. vs enti previdenziali, erario…)
• Rimanenze
• Ammortamenti
• Crediti: si evita di portare a fondo svalutazione quelli critici oppure si falsifica i Crediti per fatture da emettere
• Immobilizzazioni: si opta per una rivalutazione civilistica e quindi si amplifica anche il Capitale Proprio
• …
Riconoscere i numeri della crisi
Riconoscere i numeri della crisi
Rating secondo il valore di EM-Score
1
2
3
Sicurezza
4
6
7
Rischiosità
8
5 Vulnerabilità
Crisi della strategia
Legenda colori: Fattori difficilmente e/o saltuariamente misurati - Fattori misurati
Sintomi
Squilibri strategici e di competitività Fatturato stagnante o in leggero calo Piccole ma continue lamentele dei clienti Rallentamento della componente innovativa Minori risorse dedicate a R&S
Stato interno di “inerzia”
Minori risorse dedicate agli aspetti “comunicativi” Dissapori interni all’azienda
Esasperazione delle deleghe/organigramma Burocratizzazione
Indici di bilancio in lieve peggioramento
Orientamenti
Modifica all’assetto organizzativo e mansionario
Revisione del portafoglio prodotti con articoli e/o servizi nuovi
Ridefinizione del core business Diversificazione del business Riposizionamento di mercato Ristrutturazione della rete commerciale Accordi di partnership
Apertura di nuove aree di vendita Nuovi canali distributivi
Investimenti per lo sviluppo
Gli indicatori dello stato di crisi da strategia
Gli indicatori di crisi da strategia:
Fatturato stagnante o in leggera diminuzione
Fatturato pro-capite in diminuzione
Margini in contrazione
Crediti clienti in aumento rispetto al fatturato
∆ Fatturato confrontato con:
∆ Capitale complessivo netto investito
∆ Capitale Proprio
Crisi di produttività
Legenda colori: Fattori difficilmente e/o saltuariamente misurati - Fattori misurati
Squilibri economici Fatturato in calo
Sintomi
Orientamenti
Orientamenti indicati in fase di crisi da strategia
Risorse esuberanti in relazione alle richieste di mercato (tasso di attività al di sotto del 60-65% del potenziale)
Costi che diventano “eccessivi” Inizio taglio dei costi non pianificato
Riduzione spese per innovazione, R&S e aspetti comunicativi
Prime C.I.G.
…
Riassetto organizzativo interno per processi
Revisione non distruttiva dei costi Trasformazione dei costi fissi in variabili Disinvestimento di attività non strategiche Outsourcing
…
Crisi della liquidità
Sintomi
Squilibri finanziari
Castelletti interamente utilizzati
Scadenze di rate dei finanziamenti/mutui non più rispettate
Richiesta di maggiore dilazione sui pagamenti ai fornitori
Pagamenti posticipati o annullati Problemi con erario, enti previdenziali…
Non più finanziamenti da parte degli istituti di credito
Riduzione fidi banche accordati
… Legenda colori: Fattori difficilmente e/o saltuariamente
misurati - Fattori misurati
Orientamenti
Alienazione di beni non strategici
Soluzioni non onerose
Affitto di parte dell’opificio o di una sua struttura (lastrico solaio per fotovoltaico e incasso anticipato in unica soluzione)
Cessione dei crediti clienti Maggiori dilazioni a fornitori Riduzione del magazzino
Vendita promozionale delle scorte
Ricapitalizzazione da soci o attraverso ingresso nuovi soci
74
Soluzioni onerose
Nuovo finanziamento da parte di istituti di credito o strutture di confidi…
Lease back, Venture Capital…
X. Xxxxxxxxxx - Crisi e turnaround
Riconoscere i numeri della crisi da liquidità
Aziende industriali
con EBITDA
• EBITDA < 10% sul fatturato: prodotto povero, azienda indebitata.
• EBITDA 10%÷15%: discreto risultato;
• EBITDA 15%÷20%: buon risultato;
• EBITDA > 20%: formula imprenditoriale vincente; aziende che eccellono nel loro settore.
Imprese di servizi valori > 5% rispetto ad aziende xxx.xx. Imprese di distribuzione all’ingrosso valori < 7-10 % rispetto ad aziende industriali.
Imprese di distribuzione al dettaglio valori < 1-2 % rispetto
alla distribuzione all’ingrosso.
Riconoscere i numeri della crisi da liquidità con la PFN
Alcuni degli indici che indicano il livello di stress finanziario dell’impresa sono:
PFN / EBITDA* se > 3 o EBITDA negativo (valore limite = 4,5)
PFN / Capitale Proprio* se > 3 (valore limite = 4,5)
Oneri finanziari / Ricavi se > 4÷5%
PFN / Ricavi se > 30% (indicativamente, perché è settoriale)
PFN / MOL oppure EBITDA
Indice di Xxxxxx se < 1,23
* L’utilizzo di questi indici è raccomandato dal documento x.xx 22 dell’ IRDCEC Nota: il valore PFN è considerato negativo, ma qui indicato in valore assoluto
Mappatura delle macro azioni
Attività / Fase critica | Crisi della strategia | Crisi di produttività | Crisi della liquidità | Dissesto | |
A | Valutare la redditività delle ASA o delle aree di business o delle macrocategorie di prodotto | ||||
B | Riorganizzare il business (diversificare, eliminare o aggiungere) | ||||
C | Riorganizzare l’aspetto produttivo/logistico | ||||
D | Procedere con un piano riduzione costi. Trasformare i costi da fissi a variabili. | ||||
E | Sostituire l’ A.D./Direzione Generale | ||||
F | Trovare nuove forme o nuove fonti di finanziamento | ||||
G | Vagliare le forme proposte dalla nuova L.F. |
attività soft attività hard focus
Le domande per il “cambiamento”
BLOCCHI DOMANDE PER IL CAMBIAMENTO
Mercato servito
Prodotti e margini
Come abbiamo segmentato il mercato ? Quali tipi di clienti serviamo ?
Dove sono i nostri clienti (settori, canali, geografia) ?
I nostri prodotti hanno elementi distintivi (tecnologia, funzioni d’uso…) ?
Da quali prodotti arrivano margini o perdite ?
Quali fattori condizionano i costi/prezzi dei prodotti ?
Quali clienti e quali bisogni del mercato non soddisfiamo ?
Da quali altre fasi della catena del valore potremmo ricavare margini ?
Competenze e infrastrutture
Cosa pensiamo di sapere fare bene ?
Quali competenze abbiamo a disposizione ?
Quale diverso assetto di competenze o infrastrutture
Quali infrastrutture ci sostengono o ci penalizzano ? consentirebbe il rilancio ?
Capacità di adattamento
Dove investiremmo in caso di “ripartenza” ?
Chi si potrebbe opporre al cambiamento ?
Sarebbe possibile riconfigurare le competenze e/o le infrastrutture ?
Quanto saremmo vulnerabili/perdenti se cambiassimo le regole del gioco competitive ?
Il Turnaround
Il termine “Turnaround” deriva da turn around, ossia
giro di boa.
È un termine coniato per indicare una inversione di tendenza, un “iter” organizzativo e/o strategico per cambiare rotta e riportare l’impresa a livelli di redditività.
Diagnosi
Le “fasi” del turnaround
Fase A: Analisi e riconoscimento della crisi, raccolta dati ed informazioni
Fase B: Pre-elaborazione del piano e verifica di fattibilità, scelta del piano da attuare
Fase C: Deleghe, cambio dell’AD, cambio del management
Fase D: Piano di emergenza, ricreazione di flussi di cassa positivi
zione strategica del Business Plan e successiva attuazione
Fase F: Piano di stabilizzazione della crisi, di equilibrio economico
Fase G: Piano di ritorno allo sviluppo
Fase H: Monitoraggio e feedback
Fase I: Formazione
e E: Elabora
Fas
Elaborazione ed attuazione piano
Feedback e stabilità
4÷2
12÷8
mesi
24÷10
36÷18
Diagnosi
Le “fasi” del turnaround
Fase A: Analisi e riconoscimento della crisi, raccolta dati ed informazioni
Fase B: Pre-elaborazione del piano e verifica di fattibilità, scelta del piano da attuare
Fase C: Deleghe, cambio dell’AD, cambio del management
Fase D: Piano di emergenza, ricreazione di flussi di cassa positivi
zione strategica del Business Plan e successiva attuazione
Fase F: Piano di stabilizzazione della crisi, di equilibrio economico
Fase G: Piano di ritorno allo sviluppo
Fase H: Monitoraggio e feedback
Fase I: Formazione
e E: Elabora
Fas
Elaborazione ed attuazione piano
Feedback e stabilità
4÷2
12÷8
mesi
24÷10
36÷18
Il Business Plan da Turnaround (generico)
A | Premessa | Definizione degli obiettivi che il management si propone attraverso il turnaround | |
Analisi e cause sia interne che esterne che hanno provocato la crisi e il livello di crisi (pre, crisi, dissesto) | |||
Descrizione società e posizione competitiva e possibile sviluppo della posizione nella propria ASA | |||
Situazione patrimoniale, finanziaria ed economica di partenza | |||
B | Descrizione degli interventi da attuare | Interventi gestionali, migliori capacità competitive e reddituali. Aspetti organizzativi, strategici e di marketing | |
Dismissioni di assets non strategici o estranei al core-business dell’impresa. Vendita del magazzino | |||
Ristrutturazione dell’indebitamento finanziario | Pianificazione delle scadenze di pagamento da effettuare | ||
Trattative con le banche: ristrutturazione dell’indebitamento | |||
Possibilità di riconversione di alcuni debiti in azioni o altri Titoli | |||
Eventuale ricerca di nuove risorse finanziarie | |||
Ristrutturazione dei debiti non finanziari | Trattative con Erario: dilazioni di pagamento | ||
Trattative con i fornitori: dilazioni di pagamento e/o sconti | |||
Interventi sugli azionisti | Interventi in conto capitale da parte di azionisti di minoranza | ||
Richiesta di delega dei poteri agli azionisti di maggioranza e ripianamento delle perdite | |||
C | Elaborazione delle previsioni economico-finanziarie, primo anno (dettagliato) e anni successivi (dai 3 ai 7) | ||
D | Definizione dei meccanismi di gestione e controllo del piano. Descrizione delle negoziazioni. | Attività nei confronti del sistema bancario | |
Attività con organizzazioni sindacali: eventuali piani CIG, mobilità, contratti solidarietà, part-time… | |||
Attività previste con i fornitori e con l’Erario | |||
Attività con eventuali obbligazionisti: concordare dilazioni di pagamento o conversioni in azioni | |||
E | Definizione di stabilità | Piani di stabilità future, strategie di medio/lungo termine, piani di formazione al personale. |
Priorità degli interventi
Aspetti | Pesi | Valutazione | Valutaz pesata | Scost | Priorità interventi | ||||||||||||
-5 | -4 | -3 | -2 | -1 | 0 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | situaz attuale | situaz object | |||||
capacità di vendita | 11 | -55 | 33 | 88 | 1 | ||||||||||||
capacità innovativa | 10 | -40 | 40 | 80 | 2 | ||||||||||||
turnover prodotti | 8 | 0 | 8 | 8 | 8 | ||||||||||||
razionalità produttiva | 4 | -4 | 0 | 4 | 10 | ||||||||||||
gestione delle scorte | 6 | -12 | 6 | 18 | 5 | ||||||||||||
gestione del personale | 5 | -20 | -10 | 10 | 6 | ||||||||||||
costo del personale | 11 | -33 | -11 | 22 | 3 | ||||||||||||
incidenza costo MP | 14 | 0 | 0 | 0 | - | ||||||||||||
incidenza costi fissi xxx.xx | 6 | -6 | 0 | 6 | 9 | ||||||||||||
incidenza costi fissi xxxx.xx | 7 | 0 | 0 | 0 | - | ||||||||||||
incidenza costi fissi xxxxxxx.xx | 9 | -18 | -9 | 9 | 7 | ||||||||||||
esubero circolante | 7 | -21 | 0 | 21 | 4 | ||||||||||||
esubero capitali fissi | 2 | 0 | 0 | 0 | - | ||||||||||||
… | |||||||||||||||||
Totale | 100 | -209 | 57 | 266 |
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LA GRANDE ILLUSIONE – Un management innovativo attraverso processo di tipo top-down Xxxxxxx Xxxxxxxxxx – Edizioni Il Prato, 2007.