Diagnosi. Il metodo piùaffidabile in nostro possesso per porre diagnosi di COVID-19 èabbinare il quadro clinico ad un campione di secrezioni delle vie aeree superiori positivo per la presenza di Sars- CoV-2. Nel soggetto non ospedalizzato questo campione viene raccolto tramite il tampone na- sofaringeo, che èuna sorta di cotton fioc sterile da inserire nel naso o nella gola del potenziale infetto per valutare la presenza in loco del virus. Si tratta di un metodo definito piùspecifico che sensibile: se positivo ci sono alte probabilitàche il soggetto sia davvero malato, se negativo non si puòessere certi della guarigione. Ad ogni modo un individuo che presenti dei sintomi compatibili con COVID-19 e abbia in anam- nesi un contatto con un soggetto con diagnosi certa, dopo un periodo di tempo compatibile con incubazione, èda considerarsi malato a prescindere dal test.
Diagnosi. Il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività è “una situazione/stato persistente di disattenzione e/o iperattività e impulsività più frequente e grave di quanto tipicamente si osservi in bambini di pari livello di sviluppo” (DSM-IV). La disattenzione, l'iperattività e l’impulsività sono comunemente noti come i sintomi chiave di questa sindrome. Essi devono essere presenti per almeno 6 mesi ed aver fatto la loro comparsa prima dell'età di 7 anni. La International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-10) dell'Organizzazione mondiale della sanità utilizza il termine “disturbo ipercinetico” per una diagnosi definita più restrittivamente (5). Essa differisce dalla classificazione del DSM-IV in quanto tutti e tre i problemi di attenzione, iperattività e impulsività devono essere contemporaneamente presenti e deve essere soddisfatto il criterio più rigoroso della loro presenza in una molteplicità di setting, mentre la presenza di un altro disturbo costituisce un criterio di esclusione. In base ai criteri diagnostici sistematizzati nel Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-III; DSM-IIIR; DSM-IV) e nel Diagnostic and statistical manual for primary care, child and adolescent version (DSM-PC). la diagnosi di ADHD si basa sulla presenza di: ⮚ 6 o più dei 9 sintomi di disattenzione oppure ⮚ 6 o più dei 9 sintomi di iperattività\impulsività. La Consensus Conference italiana ha definito i criteri e gli strumenti necessari per una corretta diagnosi di ADHD. Questi criteri sono esposti in dettaglio nelle linee guida SINPIA “ADHD: Diagnosi & terapia farmacologi che”. Di seguito si sintetizzano gli aspetti salienti del processo diagnostico.
Diagnosi. Tipologia
Diagnosi. Gli obiettivi della diagnosi sono rappresentati dalla identificazione dell’insetto pungitore, dalla classificazione del tipo di reazione e dalla conferma del meccanismo patogenetico IgE-mediato. La diagnosi, quindi, si basa sulla storia clinica e sul risultato dei test in vivo (test cutanei) e in vitro (dosaggio su siero di IgE specifiche) per estratti interi e per allergeni ricombinanti. I test cutanei intradermici rappresentano il “gold standard” della diagnostica e devono essere eseguiti almeno due settimane dopo la puntura, per escludere una falsa risposta negativa durante il periodo refrattario. Ad oggi, sia per la diagnosi che per l’immunoterapia, sono disponibili veleni standardizzati di Apis mellifera, Vespula spp., Polistes spp., Vespa crabro e Bombus terrestris; i veleni di Vespula e Polistes sono costituiti da mix di specie clinicamente rilevanti (Vespula spp.: Vespula vulgaris, V. flavopilosa, V. germanica, V. maculifrons, V. pennsylvania, V, squamosa - Polistes americani: Polistes annularis, P. exclamans, P. fuscatus, P. metricus). A motivo della bassa cross-reattività tra i veleni di Polistini Europei ed Americani, ora sono disponibili anche estratti di Polistes dominula (tipicamente europeo). La ricerca di XxX specifiche su siero è praticabile fin da subito dopo la puntura, anche se il periodo migliore per la loro determinazione è di 1-4 settimane dopo la stessa. Attualmente il più importante fattore che complica la diagnosi è la presenza di positività multiple in pazienti punti da un singolo imenottero non riconosciuto. Qualora ci si trovi di fronte ad una apparente sensibilizzazione multipla (Ape/ vespidi o Vespula/Polistes) ai test intradermici o al dosaggio delle IgE specifiche, non è sempre facile discriminare se si tratta di reale polisensibilizzazione o di cross- reattività. Grazie alla disponibilità in commercio di alcuni allergeni maggiori dei veleni espressi in forma ricombinante è possibile valutare la positività anticorpale a singoli allergeni ricombinanti (CRD Component-Resolved-Diagnosis). Avvalendosi della CRD, quindi, è possibile effettuare una diagnosi altamente specifica, distinguendo le molecole del singolo veleno realmente coinvolte nella reazione da quelle cross- reattive; ciò può essere di grande ausilio nella scelta dell’immunoterapia specifica più appropriata, soprattutto tra ape e Vespula. Altro metodo per distinguere la doppia sensibilizzazione dalla cross-reattività è rappresentato dalla CAP-inibizione, test tuttav...
Diagnosi. Ogni centrale dovrà essere in grado di compiere autonomamente un continuo controllo ed auto-test dei rivelatori e delle schede installate all’interno di essa senza inficiare in alcun modo sulle funzionalità di rivelazione.
Diagnosi. Il quadro clinico del paziente dovrà essere strutturato attraverso “sessioni diagnostiche”. La sessione diagnostica descriverà il quadro diagnostico di un paziente ad una determinata data. Al momento della registrazione/salvataggio dovrà essere storicizzata (non sarà più modificabile). Per aggiornare il quadro diagnostico del paziente occorrerà aprire una nuova sessione diagnostica nella quale sarà, ad esempio, possibile: - formulare una nuova diagnosi - chiudere una specifica diagnosi - modificare la diagnosi prevalente. Saranno fornite alcune indicazioni e controlli. Ad esempio: - nella nuova sessione diagnostica vengono riproposte solo le diagnosi attive - la data di prima formulazione delle diagnosi non è modificabile - le diagnosi non più valide vengono chiuse e non rimangono nella nuova sessione diagnostica - la diagnosi chiusa viene salvata nella sessione precedente - la prevalenza viene valorizzata solo su una diagnosi. Non vengono segnalate le diagnosi secondarie - tutte le azioni vengono tracciate con nome operatore, data e ora - ogni figura professionale può inserire/eliminare/modificare solo le diagnosi di propria competenza - la classificazione utilizzata è ICD-10 Il sistema deve avere dei controlli di qualità sulle diagnosi inserite. Ad esempio: - non possono essere inserite diagnosi di “capitolo” (sono visualizzabili ma non editabili) nel caso in cui il sistema preveda delle sottocategorie - le diagnosi NAS – Non altrimenti specificate possono essere valorizzate entro determinati periodi di tempo o permanere per tutto il percorso dell’assistito. Gli operatori possono aggiornare e inserire le codifica più corretta successivamente al trattamento - SCCE dovrà prevedere un sistema per ricordare l’aggiornamento della sezione diagnostica (1 volta all’anno) al fine di confermare/modificare/aggiungere diagnosi. Nel DSM-DP vi è una situazione differenziata in merito all’uso dei sistemi di classificazione delle diagnosi: vi sono alcuni servizi che utilizzano l’ICD10, mentre i Centri di salute mentale l’ICD9 CM, utilizzato anche per la codifica diagnostica dei ricoveri ospedalieri, che non rientrano nel progetto della cartella unica del Dipartimento. Attualmente la classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari collegati – Decima revisione – ICD-10 è utilizzata da: - Servizi per le dipendenze patologiche - Servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza - Servizi di Salute nelle carceri - codifiche delle d...
Diagnosi v. Dettaglio dei servizi erogati (di seguito denominate collettivamente “Informazioni obbligatorie”)
Diagnosi. Le “fasi” del turnaround