AXA Assicurazioni S.p.A.
AXA Assicurazioni S.p.A.
Relazione sulla Solvibilità e
Condizione Finanziaria 2018
AXA ASSICURAZIONI S.p.A. RELAZIONE SULLA SOLVIBILITA’ E CONDIZIONE FINANZIARIA
2018
RELAZIONE SULLA SOLVIBILITA’ E CONDIZIONE FINANZIARIA
31 DICEMBRE 2018
INDICE
INTRODUZIONE 7
SINTESI 9
A
ATTIVITÀ E RISULTATI 15
A.1 Attività 16
A.2 Risultato di sottoscrizione 19
A.3 Risultato dell’attività di investimento 23
A.4 Altre componenti del risultato 24
A.5 Altre informazioni 26
B
SISTEMA DI GOVERNANCE 28
B.1 Informazioni generali sul sistema di Governance 29
B.2 Requisiti di competenza e onorabilità 39
B.3 Informazioni sul sistema di gestione dei rischi 40
B.4 Informazioni sul sistema di controllo interno 46
B.5 Funzione Internal Audit 52
B.6 Funzione Attuariale 52
B.7 Esternalizzazione 53
B.8 Altre informazioni 54
C
PROFILO DI RISCHIO 57
Principi generali 58
C.1 Rischio di sottoscrizione 60
X.0 Xxxxxxx xx xxxxxxx 00
X.0 Xxxxxxx di credito 65
C.4 Rischio di liquidità 66
C.5. Rischio operativo 67
C.6 Altri rischi sostanziali 68
C.7 Altre informazioni 69
D
VALUTAZIONE AI FINI DI SOLVIBILITA’ 71
Principi generali 72
D.1 Attività 75
D.2 Riserve tecniche 79
D.3 Altre passività 83
D.4 Metodi alternativi di valutazione 85
D.5 Altre informazioni 85
E
GESTIONE DEL CAPITALE 87
E.1 Fondi propri 88
E.2 Requisito Patrimoniale di Solvibilità e Requisito
Patrimoniale Minimo 92
E.3 Utilizzo del sotto-modulo del rischio azionario basato
sulla durata nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità 94
E.4 Differenze tra la formula standard e il modello interno utilizzato 94
E.5 Inosservanza del Requisito Patrimoniale Minimo e inosservanza del Requisito Patrimoniale di Solvibilità 96
E.6 Altre informazioni 96
INTRODUZIONE
La presente “Relazione sulla solvibilità e sulla condizione finanziaria” costituisce l’informativa annuale di AXA Assicurazioni S.p.A. (di seguito la “Compagnia “) per l’esercizio che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018, prevista:
- dal Capo XII del Regolamento Delegato (UE) n. 2015/35 (“Regolamento”),
- dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2015/2452 (“ITS 2452”) ad integrazione delle disposizioni della Direttiva
n. 2009/138/CE in materia di Solvency II (“Direttiva”),
- dal Regolamento IVASS n. 33 del 6 dicembre 2016 concernente l’informativa al pubblico e all’IVASS che contiene disposizioni integrative in materia di contenuti della relazione sulla solvibilità e condizione finanziaria (“Solvency and Financial Condition Report”) e della relazione periodica all’IVASS (“Regular Supervisory Report”), (“Regolamento 33”).
La presente relazione è coerente con le disposizioni di cui al Decreto Legislativo 7 settembre 2005 n. 209 (Codice delle Assicurazioni Private o CAP), come novellato Decreto Legislativo 12 maggio 2015 n. 74, contenente i principi generali per la valutazione degli attivi e delle passività per i fini di vigilanza.
Il documento riflette le indicazioni contenute nella politica sull’informativa al pubblico della Compagnia, adottata dal Consiglio di Amministrazione il 19 maggio 2017. Tale politica individua ruoli, responsabilità e processi per identificare, valutare, gestire e monitorare le informazioni quantitative e qualitative oggetto di informativa al pubblico.
Infine, si evidenzia che:
- Le informazioni inerenti alla descrizione dell’attività e dei risultati conseguiti dalla Compagnia nel corso del 2018, dettagliate per aree di attività o aree geografiche sostanziali, sono coerenti con quelle contenute nel bilancio d’esercizio 2018 della Compagnia. Il confronto con le informazioni del 2017 è riportato laddove risulti dal bilancio della Compagnia, conformemente all’articolo 303 del Regolamento Delegato;
- Ai fini dell’analisi comparativa tra i dati patrimoniali di bilancio e quelli di Solvency II, le poste degli attivi e passivi iscritte nel bilancio dell’esercizio sono state riclassificate sulla base delle voci presenti nello schema di stato patrimoniale Solvency II, previste nello specifico QRT;
- Sono allegati alla presente Relazione tutti i modelli di informazione quantitative (QRTs) previste dall’articolo 4 dell’ITS 2452.
I valori riportati sono espressi in milioni di euro, senza cifre decimali. Gli importi sono stati arrotondati per eccesso o per difetto all’unità divisionale più vicina.
In data 2 agosto 2018, l’IVASS ha pubblicato il Regolamento n. 42 del 2 agosto 2018 recante disposizioni in materia di revisione esterna dell’informativa al pubblico. In particolare, il Regolamento, mediante il richiamo al Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2452 e all’allegato XX degli Atti Delegati, estende le verifiche del revisore legale sui Requisiti patrimoniali di solvibilità mediante una revisione contabile limitata.
La sezione D “Valutazione ai fini di solvibilità”, E.1 “Fondi Propri” ed E.2 “Requisito patrimoniale di solvibilità e Requisito patrimoniale minimo” sono state oggetto di attività di revisione ai sensi dell’articolo 47-septies, comma 7 del CAP da parte della società PricewaterhouseCoopers S.p.A., incaricata della revisione legale per il periodo 2016-2023, come richiesto dall’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) con lettera al mercato del 7 dicembre 2016.
Ai sensi dell’articolo 55 della Direttiva, la presente relazione è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione della Compagnia in data 29 marzo 2019.
Tale relazione è pubblicata sul sito internet della Compagnia xxx.xxx.xx, nella sezione “Chi Siamo”, nonché sul sito della Capogruppo, AXA SA, xxx.xxx.xxx.
SINTESI
SINTESI
Nella presente sezione sono riportate, in maniera concisa, le informazioni essenziali inerenti alla situazione sulla solvibilità e la situazione finanziaria della Compagnia.
Per informazioni di maggior dettaglio su ciascuno di questi argomenti si rimanda ai successivi capitoli nei quali si è riportato, in maniera organica, l’insieme dei contenuti richiesti dalla normativa vigente riepilogata nell’Introduzione.
ATTIVITA’ E RISULTATI (SEZIONE A)
La Compagnia è la Capogruppo in Italia di AXA, gruppo assicurativo leader mondiale nell’ambito dell’assicurazione e dell’asset management.
Sintesi dei dati finanziari più significativi
Nella tabella sottostante viene rappresentata la sintesi del risultato economico dell’esercizio, così come risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio.
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Conto Economico | ||
Raccolta premi | 2.131 | 2.017 |
Risultato dell'attività di sottoscrizione | 2 | 50 |
Risultato dell'attività di investimento | 104 | 91 |
Risultato delle altre attività | (34) | (75) |
Risultato netto dell'esercizio | 72 | 66 |
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Stato Patrimoniale | ||
Totale Attivo | 8.953 | 8.542 |
Patrimonio Netto | 636 | 645 |
AXA Assicurazioni chiude l’esercizio con un utile di 72 milioni di euro in aumento rispetto all’utile dell’esercizio precedente di 66 milioni di euro.
In un contesto caratterizzato da molte sfide ed incertezze, la raccolta premi evidenzia complessivamente una crescita del 5,6%. Nonostante la continua pressione concorrenziale sulle tariffe, la raccolta premi del lavoro diretto del ramo danni presenta un andamento favorevole rispetto all’esercizio precedente. La crescita ha riguardato prevalentemente i rami Malattia, Tutela giudiziaria e Assistenza, Cauzione e Altri danni ai beni, la raccolta premi del comparto auto registra una lieve crescita.
Mentre nei rami vita, l’offerta commerciale della Compagnia si è orientata verso prodotti di tipo Unit Linked, Multiramo e prodotti di Risparmio con garanzie di protezione abbinate. La Compagnia ha ritenuto di non applicare le deroghe previste dal decreto Decreto Legge n. 119 del 23 ottobre 2018 e convertito con Xxxxx n. 136 del 17 dicembre 2018.
Il risultato dell’attività di sottoscrizione complessiva è pari a 2 milioni di euro a fronte di un risultato pari a 50 milioni di euro dello scorso anno, con una riduzione condizionata dal risultato dei rami vita a causa, in via prevalente, dell’andamento sfavorevole dei mercati finanziari, condizionato da alcuni eventi tra i quali la turbolenza registrata dallo spread BTP/Bund.
SISTEMA DI GOVERNANCE (SEZIONE B)
La struttura di governance della Compagnia si fonda su un modello di gestione e controllo tradizionale, avendo tre organi principali: l’Assemblea degli Azionisti, il Consiglio di Amministrazione (che opera con il supporto di Comitati consiliari) e il Collegio Sindacale. Presso la Società sono istituite la Funzione Internal Audit, la Funzione Risk Management, la Funzione Compliance, la Funzione Antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo (congiuntamente le “Funzioni aziendali di controllo”) e la Funzione Attuariale.
La struttura di governance della Società si fonda su ruoli separati per le figure del Presidente del Consiglio di Amministrazione e dell’Amministratore Delegato. Il Consiglio di Amministrazione, provvede alla nomina del Direttore Generale. Lo schema di governance della Compagnia è riassunto nella seguente tabella:
La Compagnia è dotata di un articolato ed efficiente sistema di controllo interno e di gestione dei rischi con l’obiettivo di garantire che l’Alta Direzione sia permanentemente e opportunamente informata dei rischi sostanziali a cui la Compagnia è esposta e che disponga delle informazioni e degli strumenti per analizzarli e gestirli adeguatamente. Questi controlli includono un modello fondato su tre linee di difesa, quattro funzioni fondamentali (Internal Audit, Risk Management, Compliance, Attuariale) previste dal Regolamento IVASS n. 38/2018 coerentemente con quanto richiesto dalla normativa Solvency II, della Funzione Antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo (di seguito “Funzione AML”) e un sistema di gestione dei rischi svolto a garantire che i principali rischi afferenti alla propria attività siano correttamente identificati, misurati, gestiti e controllati, nonché risultino compatibili con una sana e corretta gestione.
PROFILO DI RISCHIO (SEZIONE C)
La Compagnia è esposta a una vasta gamma di rischi, tra cui sottoscrizione di rischi, rischi di mercato, rischi di credito, rischi di liquidità, rischi operativi e altri rischi rilevanti. La natura di tali rischi e il loro impatto sul profilo di rischio della Compagnia sotto diversi scenari sono in ogni caso indicati nella Sezione C di questo, anche facendo riferimento ai documenti in esso incorporati.
Di seguito si riporta un prospetto riepilogativo che identifica le principali componenti del requisito patrimoniale di solvibilità della Compagnia al 31 dicembre 2018.
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Rischi Tecnico Assicurativi Xxxxx e Salute | 387 | 414 |
Rischi Tecnico Assicurativi Vita | 172 | 168 |
Xxxxxx xx Xxxxxxx | 000 | 000 |
Rischi di Credito | 89 | 107 |
Beneficio di diversificazione | (344) | (362) |
Rischio operativo | 68 | 81 |
Requisito patrimoniale di solvibilità al lordo delle imposte | 702 | 785 |
Imposte | (7) | (48) |
Requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) | 695 | 737 |
VALUTAZIONE AI FINI DI SOLVIBILITA’ (SEZIONE D)
Ai fini della determinazione dei fondi propri ammissibili per la copertura del requisito patrimoniale di solvibilità, la Compagnia è tenuta a predisporre una situazione patrimoniale di solvibilità (“Market Value Balance Sheet” o “MVBS”), redatta sulla base di specifici criteri, definiti dalla Direttiva e dal Regolamento, e differenti da quelli utilizzati ai fini del bilancio d’esercizio.
Le attività e le passività sono valutate nella prospettiva di continuità dell’attività dell’impresa, secondo il concetto di fair value e, conseguentemente:
- Le attività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato;
- Le passività sono valutate all’importo al quale potrebbero essere trasferite, o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato.
Di seguito si riepilogano le principali differenze che emergono tra la valutazione delle attività e passività nell’ambito del bilancio d’esercizio ed ai fini della predisposizione del MVBS:
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Patrimonio netto da bilancio d'esercizio | 636 | 645 |
Rettifiche per tipologia attività o passività | ||
Attivi immateriali | (13) | (11) |
Investimenti | 249 | 926 |
Riserve tecniche | 143 | (309) |
Passività subordinate | 70 | 70 |
Altre attività e passività | (36) | (174) |
Totale rettifiche | 413 | 501 |
Patrimonio netto da MVBS | 1.049 | 1.146 |
GESTIONE DEL CAPITALE (SEZIONE E)
La Compagnia dispone di fondi propri ammissibili a coprire i requisiti patrimoniali pari a 1,37 volte il SCR, stabile rispetto allo scorso anno.
Nelle tabelle seguenti sono riepilogati:
- L’importo dei fondi propri ammissibili a copertura dei requisiti patrimoniali, con dettaglio per singoli livelli di tiering;
- L’importo dei requisiti patrimoniali (SCR);
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Fondi propri ammissibili a copertura del SCR | 953 | 1.016 |
Tier 1 - unrestricted | 883 | 946 |
Tier 1 - restricted | - | - |
Tier 2 | 70 | 70 |
Tier 3 | - | - |
Requisito Patrimoniale di Solvibilità (SCR) | 695 | 737 |
Ratio di copertura del SCR | 137% | 138% |
- Il ratio di solvibilità.
(*)
(*) Il valore dei fondi propri di base relativi al 2017 si è attestato a 1.065 mln €. Il valore ha subito una modifica successivamente alla pubblicazione del documento SFCR 2017 per tener conto del dividendo effettivamente pagato nel corso dell’anno 2018 (pari a 81 mln € vs. 130 mln di dividendi prevedibili stimati al 31 Dicembre 2017).
L’ammontare dei fondi propri di migliore qualità (tier 1 unrestricted) pari a 883 milioni di euro corrisponde all’ammontare del patrimonio netto da MVBS (1.049 milioni di euro) al netto dei dividendi prevedibili (95 milioni di euro).
Nel corso dell’esercizio non sono stati rilevati periodi nei quali la Compagnia non abbia coperto il proprio requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) o il proprio requisito patrimoniale minimo (MCR).
A
ATTIVITA’ E RISULTATI
A. ATTIVITA’ E RISULTATI
A.1 ATTIVITA’
A.1.1. INFORMAZIONI SULLA COMPAGNIA
Denominazione e forma giuridica
La Compagnia è una impresa di assicurazione con sede legale in Italia costituita ed operante secondo le norme vigenti in Italia. La sede legale della società si trova in Xxxxx Xxxx 00, 00000 Xxxxxx.
Autorità di Vigilanza
La Compagnia è soggetta a vigilanza da parte dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), responsabile della vigilanza finanziaria dell’impresa.
IVASS – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni
Xxx xxx Xxxxxxxxx, 00 00000 Xxxx, Xxxxxx
Telefono: x00 00 000000 e-mail: xxxxxx@xxxxx.xx PEC: xxxxx@xxx.xxxxx.xx
Inoltre, il Gruppo AXA opera su scala mondiale attraverso numerose società controllate. Le principali attività di business del Gruppo, l’assicurazione e la gestione patrimoniale, sono soggette a regolamentazione globale e alla supervisione in ciascuna delle varie giurisdizioni in cui il Gruppo AXA svolge la sua attività. Poiché la capogruppo del Gruppo AXA ha sede a Parigi, Francia, il Gruppo AXA è sottoposto alle direttive dell'Unione Europea e al sistema di regolamentazione francese. L’autorità di vigilanza principale del Gruppo AXA è la francese «Autorité de Contrôle Prudentiel et de Resolution» (“ACPR”).
ACPR – Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution
00, xxx Xxxxxxxx
00000 Xxxxx Xxxxx, 0, Xxxxxxx
Telefono: x00 0 00 00 00 00
e-mail: Xxxxx@xxxx.xxxxxx-xxxxxx.xx
Revisione Legale
Il revisore legale della Compagnia è:
PricewaterhouseCoopers S.p.A.
Xxx Xxxxx Xxxx 00 00000 Xxxxxx
L’incarico di revisione legale dei conti, che ha durata 9 anni, scadrà con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.
Posizione della Compagnia nella struttura giuridica del Gruppo
La Compagnia è capogruppo del Gruppo assicurativo AXA ITALIA, composto, al 31 dicembre 2018, da 7 società:
- Le società collegate AXA MPS Assicurazioni Vita S.p.A., AXA MPS Assicurazioni Danni S.p.A. e AXA MPS Financial DAC, su cui la Compagnia esercita una attività di direzione e coordinamento in virtù dell’articolo 4 dei loro statuti,
- Le controllate AXA Italia Servizi S.C.p.A., Centurion Immobiliare S.p.A., AXA Real Estate S.p.A. e Distribuzione Previdenza S.r.l. in liquidazione.
Di seguito si riporta una rappresentazione grafica della Compagnia all’interno del Gruppo AXA:
Principali azionisti
Al 31 dicembre 2018, il capitale sociale della Compagnia è pari a € 211.168.625,00 suddiviso in 84.467.450 azioni ordinarie del valore nominale pari a € 2,5.
La tabella seguente riassume la suddivisione del capitale sociale al 31 dicembre 2018.
Forma giuridica | Paese | Numero di azioni | % del capitale detenuto |
AXA Mediterranean Holding SAU Succursale in Italia | Italia | 84.466.978 | 99,9994% |
Azionisti terzi | Vari | 472 | 0,0006% |
Totale | 84.467.450 | 100,0000% |
Principali società controllate
Società controllate | Paese | % dei diritti di voto | % del capitale detenuto |
AXA Italia Servizi S.C.p.A. | Italia | 84,96% | 84,96% |
AXA Real Estate S.p.A. | Italia | 100,00% | 100,00% |
Centurion Immobiliare S.p.A. | Italia | 100,00% | 100,00% |
Distribuzione Previdenza S.r.l. (in liquidazione) | Italia | 100,00% | 100,00% |
AXA MPS Assicurazioni Vita S.p.A, AXA MPS Assicurazioni Danni S.p.A. e AXA MPS Financial DAC non sono direttamente controllate da AXA Assicurazioni S.p.A. Tuttavia, esse fanno parte del Gruppo assicurativo AXA ITALIA sulla base di una clausola dei rispettivi statuti che sancisce il loro assoggettamento alla direzione ed al coordinamento di AXA Assicurazioni S.p.A..
A.1.2. AREE DI ATTIVITA’ E AREE GEOGRAFICHE
La Compagnia opera prevalentemente sul territorio italiano, seppure parte marginale della raccolta avviene anche in regime di libera prestazione di servizi in alcuni stati dell’Unione Europea ed in Stati terzi. La Compagnia esercita la sua attività d’impresa sia nel comparto danni sia nel comparto vita.
Attività assicurativa - Segmento Danni
La Compagnia offre in Italia una vasta gamma di soluzioni, dedicate sia a clienti Retail che alle piccole e medie imprese, che includono principalmente garanzie auto, la protezione delle abitazioni e la responsabilità civile generale.
La Compagnia, inoltre, adotta programmi di riassicurazione che prevedono un processo strutturato di decisione che coinvolge, oltre alla funzione di Riassicurazione, anche il Local Risk Management, le funzioni di Business e l’Attuariato.
Attività assicurativa – Segmento Vita
La Compagnia offre in Italia un’ampia gamma di prodotti Vita, che comprendono Gestioni Separate, Unit Linked e soluzioni intermedie e modulari.
La Compagnia indirizza l’offerta Vita a individui e famiglie con un focus particolare sui segmenti Protezione, Previdenza e Risparmio con prodotti sviluppati sulla base dei bisogni dei propri clienti, ad esempio i prodotti temporanea caso morte, a vita intera, a base finanziaria, LTC (Long Term Care) e i Fondi Pensione.
Aree geografiche
La Compagnia è dotata di una capillare rete di vendita sul territorio nazionale, composta da 654 agenzie. Inoltre, la Compagnia, colloca i propri prodotti anche tramite accordi di distribuzione con alcuni istituti bancari.
A.1.3. FATTI SIGNIFICATIVI RELATIVI ALL’ATTIVITA’ O DI ALTRA NATURA
Conclusione di un accordo di distribuzione esclusiva con ING
Il 13 giugno 2018, ING e AXA hanno annunciato una partnership lungo periodo di bancassicurazione esclusiva e multinazionale con l’obbiettivo di fornire prodotti assicurativi e servizi correlati attraverso una piattaforma digitale assicurativa. In virtù della partnership, ING fornirà la sua esperienza di leader nel digital banking e AXA la sua
esperienza in prodotti innovativi e servizi assicurativi modulari, offrendo soluzioni assicurative per la salute e la protezione ai clienti ING in sei paesi: Francia, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Austria e Australia.
I team di ING e AXA svilupperanno insieme un'assicurazione personalizzata, prodotti e servizi pertinenti, accessibili tramite l’applicazione mobile di ING, che soddisfano le esigenze a lungo termine dei clienti ING verso la mobilità e il benessere.
Per ING, questo è un passo avanti verso la realizzazione della propria strategia “Think forward” e permette ai circa 13 milioni di clienti di rimanere un passo avanti nella vita.
Per AXA, la partnership è un altro passo nella sua strategia "Payer-to-Partner", in crescita nei suoi segmenti preferiti e verso la sua visione per permettere alle persone vivere una vita migliore.
Ristrutturazione della sede secondaria italiana di AXA Mediterranean Holding
Dal 2016, è stato avviato dal Gruppo AXA un piano di razionalizzazione societaria volto all’ottimizzazione dei processi gestionali, alla semplificazione organizzativa ed all’efficientamento dei costi.
In tale prospettiva, il Gruppo AXA ha approvato la chiusura della succursale in Italia di AXA Mediterranean Holding SA mediante l’adozione di una delibera quadro dell’Assemblea straordinaria dei Soci in data 22 giugno 2018.
Nell’ambito del suddetto progetto, è stato deliberato di procedere:
- all’acquisto da parte di AXA Assicurazioni dei rami d’azienda “Communication, Corporate Responsability and Public Affairs, Strategy and General Secretary” detenuti da AXA Mediterranean Holding S.A. succursale in Italia,
- all’acquisto da parte di AXA Assicurazioni dell’1,88% della partecipazione in Centurion, detenuta da AXA Mediterranean Holding S.A. succursale in Italia.
Le operazioni di acquisto del Ramo d’Azienda e dalla Partecipazione sono state formalizzate davanti al notaio in data 24 luglio 2018.
Costituzione della società AXA Real Estate S.p.A.
In data 30 maggio 2018 è stata costituita la società AXA Real Estate S.p.A., interamente partecipata da AXA Assicurazioni. AXA Real Estate è una società strumentale avente per oggetto sociale l’attività di acquisto, vendita, permuta, costruzione, ristrutturazione e locazione di immobili in genere, nonché la gestione di immobili di proprietà sociale, con esclusione comunque dell’attività di mediazione. In data 31 ottobre 0000 XXX Xxxx Xxxxxx ha presentato ad IVASS l’istanza di autorizzazione all’esercizio dell’attività assicurativa in alcuni rami danni (il procedimento è stato avviato in data 18 dicembre 2018), al fine di assorbire gli asset e l'attività della succursale italiana della società spagnola AXA Global Direct Seguros y Reaseguros, derivante dalla scissione transfrontaliera di AXA Global Direct Seguros y Reaseguros stessa. Al 31 dicembre 2018, XXXXX non ha ancora rilasciato la predetta autorizzazione.
Acquisto ramo di azienda
In data 24 luglio 2018 la Società ha acquistato il ramo Communication, Corporate Responsability & Public Affairs e Strategy and General Secretary da AXA Mediteranean Holding SAU Succursale in Italia.
A.2 RISULTATI DELLE SOTTOSCRIZIONI
A.2.1. SEGMENTO DANNI
La Compagnia ha chiuso la gestione tecnica dell’esercizio con un utile di 30 milioni di euro.
I premi di lavoro diretto sono pari a 1.517 milioni di euro, di cui 843 milioni di euro nel segmento Auto e 674 milioni di euro nel segmento Non-Auto.
Nonostante la continua pressione concorrenziale sulle tariffe, la raccolta premi del lavoro diretto del ramo danni presenta un andamento favorevole rispetto all’esercizio precedente (+1,7%). La crescita ha riguardato prevalentemente i rami Malattia, Tutela giudiziaria e Assistenza, Cauzione e Altri danni ai beni, soprattutto grazie alle azioni commerciali rivolte a
soddisfare i bisogni di protezione della clientela ed alle azioni tecniche finalizzate al rilancio produttivo della rete agenziale e dei brokers, con particolare focus sulla Salute e sulla clientela corporate e alla diversificazione del portafoglio. Inoltre, la raccolta premi del comparto auto registra una lieve crescita dello 0,6% rispetto all’esercizio precedente, soprattutto grazie agli interventi volti a migliorare la capacità di retention sui propri clienti.
Gli oneri per sinistri ammontano a 953 milioni di euro, registrando una riduzione di 14 milioni di euro del costo dei sinistri rispetto all’esercizio precedente.
Il combined ratio risulta pari al 98%, sostanzialmente stabile (+ 0,2 punti percentuali) rispetto all’esercizio precedente.
Risultato complessivo
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Premi lordi contabilizzati (A) | 1.524 | 1.499 |
di cui lavoro diretto | 1.517 | 1.491 |
di cui lavoro indiretto | 7 | 8 |
Variazione della riserva premi (B) | (22) | (36) |
Sinistri di competenza (C) | (953) | (967) |
di cui esercizio corrente | (969) | (963) |
di cui esercizi precedenti | 16 | (4) |
Spese di gestione (D) | (443) | (414) |
Altri proventi e oneri tecnici e variazione riserve tecniche (E) | (46) | (41) |
Risultato della riassicurazione passiva (F) | (30) | (7) |
Saldo dell'attività di sottoscrizione | 30 | 32 |
% | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Loss ratio (C / A+B) | 63,4% | 66,1% |
di cui esercizio corrente | 64,5% | 65,9% |
di cui esercizi precedenti | -1,1% | 0,3% |
Expense ratio complessivo (D+E / A+B) | 32,6% | 31,1% |
Reinsurance ratio | 2,0% | 0,5% |
Combined ratio | 98,0% | 97,8% |
di cui esercizio corrente | 99,1% | 97,5% |
di cui esercizi precedenti | -1,1% | 0,3% |
Risultato di sottoscrizione per linea di prodotto
Variazioni Premi Premi di Oneri per delle altre Spese di Risultato della Saldo del Valori in milioni di euro contabilizzati competenza sinistri riserve gestione Altre spese riassicurazione lavoro tecniche passiva indiretto | 31/12/2018 | 31/12/2017 | ||||||||||
01- Infortuni | 121 | 121 | (49) | (0) | (41) | (4) | (0) | 1 | 27 | 24 | ||
02- Malattie | 86 | 84 | (57) | (0) | (26) | (7) | (2) | - | (8) | (4) | ||
03- Corpo di veicoli terrestri | 174 | 172 | (99) | (0) | (60) | (0) | 1 | - | 15 | 17 | ||
04- Corpi di veicoli ferroviari | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | ||
05- Corpo di veicoli aerei | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | ||
06- Corpo di veicoli maritimi | 1 | 0 | (3) | - | (0) | - | 1 | - | (2) | (0) | ||
07- Merci trasporte | 3 | 3 | (1) | - | (1) | (0) | (0) | - | 0 | (1) | ||
08- Incendio ed elementi naturali | 93 | 87 | (63) | (0) | (34) | (6) | (6) | 1 | (20) | (17) | ||
09- Altri danni ai beni | 132 | 130 | (82) | (0) | (47) | (4) | (8) | 0 | (11) | (12) | ||
10- R.C. autoveicoli terrestri | 666 | 665 | (520) | - | (147) | (7) | (1) | - | (10) | 9 | ||
11- R.C. aeromobili | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | ||
12- R.C. Veicoli maritimi | 1 | 1 | (2) | - | (0) | (0) | (0) | - | (0) | (0) | ||
13- R.C. generale | 148 | 147 | (53) | (0) | (53) | (13) | (0) | 0 | 28 | 8 | ||
14- Credito | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | ||
15- Cauzione | 27 | 23 | (8) | - | (8) | (2) | (1) | 0 | 3 | 2 | ||
16- Perdite pecuniarie | 19 | 19 | (2) | (0) | (8) | (1) | (1) | 0 | 7 | 3 | ||
17- Tutela legale | 8 | 8 | 0 | (0) | (3) | (0) | (3) | - | 2 | 1 | ||
18- Assistenza | 37 | 35 | (13) | (0) | (15) | (0) | (9) | - | (2) | 1 | ||
Totale | 1.517 | 1.495 | (949) | (1) | (442) | (45) | (30) | 2 | 30 | 32 |
Auto | 843 | 839 | (623) | (0) | (207) | (7) | 1 | - | 3 | 26 | |
Non-Auto | 674 | 656 | (326) | (1) | (235) | (37) | (31) | 2 | 27 | 6 |
A.2.2. SEGMENTO VITA
La gestione vita evidenzia un saldo tecnico negativo per 29 milioni di euro, contro un utile tecnico di 17 milioni di euro relativo all’esercizio precedente.
Tale riduzione si è determinata in via prevalente per l’andamento sfavorevole dei mercati finanziari, condizionato da alcuni eventi tra i quali la turbolenza registrata dallo spread BTP/Bund, acuita dal contesto di incertezza politica seguito alle elezioni nazionali e la cessazione a settembre del programma di QE promossa dalla BCE. La Compagnia ha ritenuto di non applicare le deroghe previste dal decreto Decreto Legge n. 119 del 23 ottobre 2018 e convertito con Xxxxx n. 136 del 17 dicembre 2018.
I premi del lavoro diretto, che risultano pari a 607 milioni di euro (518 milioni di euro al 31 dicembre 2017), aumentano complessivamente del 17,0% rispetto all’esercizio precedente, evidenziando una crescita ben maggiore a quella registrata complessivamente nel settore assicurativo Vita nell’esercizio (+3,5% al 31 dicembre 2018). L’offerta commerciale della Compagnia si è orientata verso prodotti di tipo Unit Linked, Multiramo e prodotti di Risparmio con garanzie di protezione abbinate.
.
Risultato complessivo
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Premi lordi contabilizzati | 607 | 518 |
Variazione riserve tecniche | (325) | (227) |
Sinistri di competenza | (332) | (379) |
Spese di gestione | (61) | (57) |
Altri proventi e oneri tecnici e variazione riserve tecniche | (8) | (3) |
Risultato della riassicurazione passiva | (1) | 2 |
Interessi tecnici assegnati al ramo vita | 92 | 163 |
Saldo dell'attività di sottoscrizione | (29) | 17 |
Risultato di sottoscrizione per linea di prodotto
Valori in milioni di euro | Premi contabilizzati | Oneri per sinistri | Variazioni delle altre riserve tecniche | Spese di gestione | Altre spese | Risultato della riassicurazione passiva | Saldo del lavoro indiretto | Redditi degli investimenti | 31/12/2018 | 31/12/2017 | ||
01- Assicurazioni sulla durata della vita umana | 511 | (304) | (290) | (45) | (11) | (1) | 0 | 116 | (24) | 22 | ||
03- Operazioni connesse con fondi o indici | 87 | (25) | (33) | (12) | 3 | - | - | (24) | (4) | (4) | ||
04- Assicurazione di malattia | 6 | (0) | (3) | (4) | (0) | - | - | 0 | (0) | (1) | ||
05- Operazioni di capitalizzazione | 1 | (1) | (0) | (0) | (0) | - | (0) | 0 | (0) | (0) | ||
06- Operazioni di gestione fondi pensione | 2 | (2) | 1 | (0) | 0 | - | - | (1) | 0 | 0 | ||
Totale | 607 | (332) | (325) | (61) | (8) | (1) | (0) | 91,41 | (29) | 17 |
A.3 RISULTATO DELL’ATTIVITA’ DI INVESTIMENTO
Il risultato dell’attività di investimento è principalmente composto dai proventi derivanti da azioni e quote e da altri investimenti, al netto dei relativi oneri di gestione, oltre che dai proventi netti di realizzo e rettifiche di valore al netto delle riprese.
Il risultato netto dell’attività di investimento passa da 91 milioni di euro a 105 milioni di euro, mentre il risultato complessivo della gestione finanziaria ordinaria al lordo degli interessi tecnici assegnati al ramo vita (92 milioni di euro rispetto a 164 milioni di euro del precedente esercizio) è pari a 197 milioni di euro, rispetto ai 255 milioni di euro dell’esercizio precedente.
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Risultato della gestione finanziaria complessiva ordinaria | 197 | 255 |
meno interessi tecnici assegnati al ramo vita | (92) | (164) |
Risultato netto dell'attività di investimento | 105 | 91 |
A.3.1. RISULTATO DELLA GESTIONE FINANZIARIA ORDINARIA
Valori in milioni di euro | Redditi correnti netti | Profitti netti di realizzazione | Perdite nette da valutazione | 31/12/2018 | Redditi correnti netti | Profitti netti di realizzazione | Perdite nette da valutazione | 31/12/2017 |
Terreni e fabbricati | 1 | - | (1) | (0) | 1 | - | (2) | (1) |
Obbligazioni | 224,7 | (1) | (00) | 000 | 000 | 0 | (12) | 223 |
Azioni e quote | 1 | 25 | (12) | 14 | (1) | 14 | - | 13 |
Quote di fondi comuni di investimento | 26 | (0) | (5) | 21 | 22 | (3) | - | 19 |
Attività finanziarie collegate a contratti unit/index linked e fondi pensione | (3) | (1) | (20) | (25) | - | 1 | 8 | 9 |
Altri investimenti | 2 | (12) | 1 | (8) | 1 | (1) | (8) | (8) |
Risultato della gestione finanziaria complessiva ordinaria | 000 | 00 | (00) | 000 | 000 | 00 | (14) | 255 |
A.3.2. INVESTIMENTI IN CARTOLARIZZAZIONI
Gli investimenti in strumenti cartolarizzati sono monitorati attentamente, oltre che da procedure locali, anche attraverso analisi eseguite a livello di Gruppo in termini di emittente, settore, area geografica così come da una serie di limiti per emittente definiti localmente e dal Gruppo.
Al 31 dicembre 2018 il valore di mercato degli investimenti in titoli cartolarizzati è pari a 369 milioni di euro, di cui il 79,7% detenuto direttamente e con rating medio AA + ed il restante il 20,3% detenuto tramite fondi (CRE3, CRE 10 and USTL) e con rating medio di A-.
A.4 ALTRE COMPONENTI DEL RISULTATO
Di seguito si riporta il dettaglio degli altri proventi ed oneri rilevanti, che non siano già stati inseriti nei ricavi e costi di sottoscrizione e di investimento presentati nei precedenti paragrafi.
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Altri Proventi | 34 | 28 |
Proventi straordinari | 20 | 5 |
Altri Oneri | (50) | (66) |
Oneri straordinari | (4) | (2) |
Oneri per imposte | (35) | (41) |
Risultato delle altre attività | (34) | (75) |
A.4.1. ALTRI PROVENTI
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Interessi attivi | 2 | 2 |
Prelievi da fondi rischi | 19 | 14 |
Recuperi di spese per prestazioni di servizi | 3 | 3 |
Sopravvenienze attive | 3 | 2 |
Proventi diversi | 7 | 7 |
Totale altri proventi | 34 | 28 |
Sopravvenienze attive | 9 | 3 |
Altri proventi straordinari | 11 | 1 |
Totale proventi straordinari | 20 | 5 |
A.4.2. ALTRI ONERI
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Interessi passivi | (2) | (3) |
Quote di ammortamento degli attivi immateriali | (5) | (6) |
Accantonamenti a fondi rischi | (33) | (11) |
Perdite su crediti | (0) | (2) |
Oneri diversi | (9) | (44) |
Totale altri oneri | (50) | (66) |
Sopravvenienze passive | (3) | (1) |
Altri oneri | (1) | (0) |
Totale oneri straordinari | (4) | (2) |
Imposte correnti | (38) | (32) |
Imposte differite e anticipate | 3 | (9) |
Totale oneri per imposte | (35) | (41) |
A.4.3. UTILIZZO DI CONTRATTI DI LEASING E DI LOCAZIONE
Non sussistono contratti di leasing e di locazione significativi.
A.5 ALTRE INFORMAZIONI
A.5.1. OPERAZIONI CON PARTITE CORRELATE
Di seguito sono evidenziati i principali saldi infragruppo, i cui valori sono quelli che emergono dall’ultimo bilancio.
Rapporti infragruppo - Valori in milioni di euro Controllanti Controllate Consociate Collegate Altre partecipate
Attività
Azioni - 49 0 - 2
Finanziamenti - 1 - - -
Deposito presso imprese cedenti | - - | 18 | - - | ||
Crediti derivanti da operazioni di assicurazione diretta | - - | 12 | - - | ||
Crediti derivanti da operazioni di riassicurazione | - - | 14 | - - | ||
Altri crediti | - | 4 | 10 | - - | |
Attività diverse | - | 1 | 5 | - - | |
Totale attività | - 56 59 - | 2 | |||
Passività Passività subordinate | - - 70 - - | ||||
Depositi ricevuti da riassicuratori | - - 0 - - | ||||
Debiti derivanti da operazioni di assicurazione diretta | - - 4 - - | ||||
Debiti derivanti da operazioni di riassicurazione | - - 4 - - | ||||
Debiti diversi | - 31 6 - - | ||||
Totale passività | - 31 84 - - | ||||
Proventi Proventi da investimenti | - 1 - - - | ||||
Proventi e recuperi | 0 0 9 - - | ||||
Proventi straordinari | 5 - - - - | ||||
Totale proventi | 5 1 9 - - | ||||
Oneri Oneri inerenti agli investimenti | - - 8 - - | ||||
Oneri diversi | - - 6 - - | ||||
Interessi su passività subordinate | - - 2 - - | ||||
Oneri straordinari | 1 - - - - | ||||
Totale oneri | 1 - 16 - - |
B
SISTEMA DI GOVERNANCE
B. SISTEMA DI GOVERNANCE
B.1 INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE
B.1.1. ORGANI SOCIALI E COMITATI
Consiglio di Amministrazione
Ruolo e poteri
La struttura di governance della Società si fonda su un modello di gestione e controllo tradizionale, avendo quali organi principali: l’Assemblea degli Azionisti, il Consiglio di Amministrazione (che opera con il supporto di Comitati consiliari) e il Collegio Sindacale, e prevede ruoli separati per la figura del Presidente e dell’Amministratore Delegato, coerentemente con quanto previsto dallo Statuto della Società medesima.
Il Consiglio di Amministrazione determina gli orientamenti strategici della Compagnia e assicura la loro attuazione. Fatte salve le competenze specificamente riservate all'Assemblea dalla legge italiana e nei limiti dell’oggetto sociale della Compagnia, il Consiglio è competente per l'esame di tutte le questioni e tutte le decisioni connesse alla Compagnia ed alla sua attività.
Il Consiglio è competente su questioni di vario genere, come ad esempio la nomina dell’Amministratore Delegato e l’attribuzione dei suoi poteri, la convocazione delle Assemblee e le fusioni.
Come previsto dallo Statuto, la rappresentanza legale della Compagnia spetta al Presidente del Consiglio, all’amministratore delegato e alle altre persone individuate con una delibera del Consiglio di Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione ha la responsabilità ultima sul sistema dei controlli e di gestione del rischio, il monitoraggio nel tempo della loro completezza, funzionalità ed efficienza, comprese le attività esternalizzate.
Il Consiglio di Amministrazione assicura che il sistema di gestione dei rischi consenta alla Compagnia di identificare, valutare e monitorare, con un approccio lungimirante, i rischi a cui la Compagnia è esposta, al fine di mantenere un adeguato livello di solvibilità in un'ottica di medio-lungo termine.
Al Consiglio di Amministrazione è anche richiesto di approvare alcune tipologie di operazioni significative tra cui le acquisizioni e le operazioni che abbiano un impatto finanziario significativo.
Procedure Operative
Lo Statuto, il term of reference e la specifica procedura disciplinano ciascuno per la parte di propria pertinenza il funzionamento l'organizzazione ed i compensi del Consiglio di Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione si riunisce con cadenza almeno trimestrale anche per riferire tempestivamente sulle attività svolte e sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale, effettuate dalla Compagnia o dalle sue controllate e nelle quali gli amministratori abbiano un interesse oppure siano influenzati dalla persona, se esiste, che esercita attività di direzione e coordinamento.
Le riunioni del Consiglio di Amministrazione sono convocate per e-mail, inviata a ciascun Amministratore e Sindaco effettivo, con un preavviso di almeno cinque giorni, salvo casi urgenti, in cui il termine della convocazione è ridotto a due giorni.
Prima di ogni riunione, i membri del Consiglio di Amministrazione e i Sindaci della Compagnia ricevono la documentazione, relativa ai punti all’ordine del giorno della convocazione, che sarà oggetto di trattazione.
Composizione del Consiglio di Amministrazione
Ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto sociale, i membri del Consiglio di Amministrazione sono nominati dall'Assemblea degli Azionisti, durano in carica tre anni, scadono alla data di approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica e possono essere rieletti.
L'Assemblea determina il numero dei consiglieri e ne identifica i componenti tra soggetti di comprovata onorabilità, professionalità e indipendenza come previsto dalla normativa italiana.
Annualmente viene fatta la valutazione della dimensione, composizione e funzionamento del Consiglio di Amministrazione e dei suoi Comitati.
Al 31 dicembre 2018, il Consiglio di Amministrazione era composto da 7 membri. Cinque amministratori erano cittadini di paesi diversi dall'Italia, e tre di loro erano indipendenti ai sensi del Codice Civile:
Presidente Xxxxxx Xxxxxxxx
Amministratore Delegato Xxxxxxx Xxxxx
Amministratore Xxxxxxxx Xxxxx
Amministratore Xxxxx Xxxxxx
Amministratore Xxxxxx Xxxxxxxxx
Amministratore Xxxxx Xxxxxxx
Amministratore Xxxx Xxxxxxxxxx
Comitati Consiliari
Il Consiglio di Amministrazione ha individuato al proprio interno i seguenti comitati di cui nomina i componenti:
Il Board Audit Committee ha potere consultivo e propositivo. Esso assiste il Consiglio di Amminitrazione nella supervisione:
- dell’adeguatezza ed efficacia dei framework sui controlli interni e gestione del rischio;
- del processo di rendicontazione finanziaria e integrità dei risultati diffusi pubblicamente e le informazioni fornite nei bilanci d’esercizio;
- dell’efficacia, performance ed indipendenza dei revisori interni ed esterni;
- dei Piani annuali di Audit e di Compliance.
E’ composto da almeno 3 membri non esecutivi di cui due non indipendenti.
Il Board Remuneration Committee ha potere consultivo e propositivo. Esso assiste il Consiglio di Amministrazione svolgendo le seguenti attività:
- consiglia / propone la definizione delle Politiche di Remunerazione da sottoporre all’Assemblea;
- verifica la congruità dello schema remunerativo complessivo;
- identifica potenziali conflitti di interesse e le azioni da effettuare per gestirli;
- è informato e fornisce un’opinione sui Piani di Successione per i membri del Management Committee e i risk takers;
- è informato e fornisce una opinione sulle analisi, politiche e programmi relativi alla Diversity.
E’ composto da almeno due membri non esecutivi del Consiglio, la maggioranza di essi deve essere indipendente.
Il Board Risk Committee ha potere consultivo e propositivo. Esso assiste il Consiglio di Amministrazione svolgendo le seguenti attività:
- è informato degli argomenti relativi alla gestione dei rischi quali:
- monitora il Risk Appetite Framework (RAF);
- fornisce opinione del Risk Management sulle principali analisi e i risultati dell’Investments & ALM Committee (LIAC);
- valida il report del CRO;
- valida il report del Responsabile della funzione attuariale;
- valida il report di Solvency II e output principali dell’Internal Model Validation Report;
- esprime un’opinione / validazione prima dell’approvazione del CdA su temi di Enterprise Risk Management quali:
- valida report ORSA e principali conclusioni;
- provvede alla definizione complessiva del RAF;
- valida politiche di Xxxxxxxx XX e interviene sulle lacune evidenziate dagli owner prima della approvazione in CdA;
- esprime un’opinione / validazione sui cambiamenti “rilevanti” del Modello Interno (“major model changes”) prima dell’approvazione in CdA;
- esprime un’opinione / validazione su altri report relativi a Solvency II:
- valida il Solvency and Financial Condition Report (“SFCR”);
- valida il Regular Supervisory Report (“RSR”).
E’ composto da almeno due membri non esecutivi e indipendenti del Consiglio.
Il funzionamento dei Comitati Endoconsiliari è regolato in via generale: i) per tutti i Comitati, del Regolamento generale dei comitati del Gruppo AXA ITALIA aventi lo scopo di fornire un framework comune per l’implementazione di una efficace ed efficiente struttura dei comitati del Gruppo; ii) per ciascun comitato dall’apposito TOR deliberato dal Consiglio nell’ambito delle linee guida sopra menzionate.
Comitati del Consiglio di Amministrazione
Principali responsabilità Principali attività nel 2018
Comitato Remunerazione
Composizione al 31 dicembre 2018:
- Xxxxxx XXXXXXXX Presidente
- Xxxxx XXXXXXX Amministratore
Comitato Rischi Endoconsiliare
Composizione al 31 dicembre 2018
- Presidente: consigliere non esecutivo e indipendente
- Membro: consigliere non esecutivo e indipendente
Il Comitato
- Fornisce consulenza nella definizione della Politica di Remunerazione;
- Esamina il pacchetto retributivo del “Personale Rilevante” o Risk Taker con particolare attenzione al bilanciamento tra component fissa e componente variabile e alle modalità di pagamento di quest’ultima;
- Riferisce sulla sua attività almeno una volta all’anno al Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Rischi ha natura consultiva e propositiva a supporto dell’Organo Amministrativo nella definizione determinazione delle linee di indirizzo del sistema di gestione dei rischi, nella verifica periodica della sua adeguatezza e del suo effettivo funzionamento, e nell’identificazione e gestione dei principali rischi aziendali in
Il Comitato Remunerazione si è riunito una volta nel 2018.
Il Comitato ha fornito parere positivo sulla proposta delle Risorse Umane relativa alla Politica di Remunerazione 2018. In particolare, ha trattato i seguenti aspetti:
- Estensione della clausola
dell’“Entry Gate” a tutta la popolazione aziendale;
- Recepimento politica di Gruppo per la famiglia professionale Audit
- Introduzione malus su payout dell’Amministratore Delegato in caso di violazione degli AXA Standard
- Aggiornamento del perimetro del Personale Rilevante rispetto all’anno precedente in base a nuovi ingressi, revisioni organizzative, uscite e promozioni.
Il Comitato Rischi Endoconsiliare della Compagnia si è riunito prima di ogni Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Rischi Endoconsiliare, tra le altre attività:
- Supporta il Consiglio di Amministrazione nella definizione delle linee guida sul sistema di
- Segretario: Chief Risk Officer ottica attuale e prospettica.
gestione e controllo dei rischi, verificandone l’adeguatezza e l’efficacia dei processi
- Supporta il Consiglio di Amministrazione nella definizione delle strategie e delle politiche di gestione dei rischi, attraverso le varie componenti del processo ORSA: mappatura e valutazione dei rischi, definizione e monitoraggio del Risk Appetite Framework (validazione dell’adeguatezza dei limiti e proposta di piano di rimedio in caso di breach), impatto del piano strategico sulla solvibilità prospettica, analisi di sensitività, cambiamenti apportati al modello interno per il calcolo del requisito di capitale. Tali informazioni sono poi sintetizzate nel Report ORSA e negli altri report a supporto (Solvency II Report, Validation Report, Actuarial Function Report, Local Investment & ALM Committee document)
- Verifica l’adeguatezza delle
politiche indentificate come
«Solvency II» dagli Standard di Gruppo
- Fornisce un’opinione sui principali report come ORSA, SFCR e RSR, sottoposti ad approvazione da parte del CdA
Comitati del Consiglio di Amministrazione
Principali responsabilità Principali attività nel 2018
Comitato di Audit
Composizione al 31 dicembre 2018
- X. Xxxxxx - Presidente
- X. Xxxxxxx - Amministratore
- X. Xxxxxxxxxx - Amministratore
l perimetro delle responsabilità del Comitato di Audit è definito nello specifico “Terms of Reference” che è rivisto e approvato dal Consiglio di Amministrazione annualmente.
Il Comitato di Audit assiste il Consiglio nella supervisione:
- dell’adeguatezza ed efficacia del sistema dei controlli interni e del quadro di Risk Management;
- dei processi attinenti al reporting finanziario;
- dell’efficacia delle prestazioni e dell’indipendenza del team di revisione interna nonché dei revisori esterni.
Il Comitato di Audit esamina anche la conformità dei limiti di risk appetite.
Il Direttore finanziario, il responsabile dell’Internal Audit, il Chief Risk Officer ed il responsabile della Contabilità e Xxxxxxxx sono invitati ad ogni Comitato di Audit.
I revisori esterni sono invitati due volte all’anno e mantengono regolari incontri durante l’anno con il responsabile dell’Audit. In occasione del bilancio annuale i revisori esterni sono tenuti ad esprimere il loro parere ed a fornire dedicata reportistica per sottoporre al Comitato di Audit eventuali punti d’attenzione.
Anche il Segretario Generale della Compagnia è invitato con regolarità a partecipare al Comitato di Audit.
Il Comitato di Audit della Compagnia si è riunito 4 volte nel 2018.
Il Comitato di Audit si è focalizzato in particolare sulle tematiche relative a:
- controllo interno e Risk Management: reportistica prodotta dall’ Internal Audit, dalla Compliance, dal Risk Management e dalla funzione Internal Financial Control (IFC);
- principali casi di contenzioso;
- reportistica Solvency II e ORSA (Own Risk and Solvency Assessment);
- Risk Management Framework, Risk Appetite e relativo reporting;
- analisi dei risultati del lavoro svolto dalla funzione di Internal Audit nonché dai revisori esterni;
- analisi del piano di Internal Audit e del piano della revisione esterna.
B.1.2. ORGANO DI CONTROLLO
Il Collegio Sindacale è composto da tre membri effettivi, tra cui un Presidente, e due membri supplenti.
Xxxxxx in carica tre anni, scadono alla data di approvazione del bilancio di esercizio relativo all'ultimo esercizio della loro permanenza in carica, e possono essere rieletti.
Il Collegio Sindacale verifica con il Consiglio di Amministrazione che le operazioni attuate dalla Compagnia siano conformi alle leggi ed ai regolamenti e non siano in potenziale conflitto di interessi o manifestamente imprudenti.
Il Collegio Sindacale partecipa alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e chiede regolari informazioni sulla gestione, per verificare la legittimità delle delibere degli Amministratori rispetto a legge e statuto, monitorare l'adeguatezza della struttura e l’adeguatezza del sistema dei controlli interni.
B.1.3. ORGANISMO DI VIGILANZA
Nell’ambito della prevenzione dei reati previsti dal D. Lgs. n. 231/2001, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’adozione del Modello aziendale di Organizzazione, Gestione e Controllo (di seguito anche “Modello” o “MOG”) ed ha istituito il proprio Organismo di Xxxxxxxxx (di seguito anche “ODV”), con autonomi poteri di iniziativa e controllo.
L’ODV vigila sulla corretta revisione e implementazione del MOG nonché sul conseguente funzionamento e sull’osservanza del Modello medesimo, cura che se ne attui l’aggiornamento mediante proposte di modifica, adeguamento e miglioramento formulate al Consiglio di Amministrazione.
L’ODV della Capogruppo ha anche il ruolo di coordinare gli organismi di vigilanza delle singole società, con la finalità di armonizzare un impianto di prevenzione che metta a “fattor comune” i presidi di analisi e mitigazione dei rischi, pur mantenendo le singole specificità operative e di autonoma responsabilità delle singole società del Gruppo.
B.1.4. ALTA DIREZIONE
La gestione della Compagnia è affidata all’Amministratore Delegato e agli altri manager esecutivi.
Amministratore Delegato
Xxxxxxx Xxxxx è stato nominato Amministratore Delegato dal Consiglio di Amministrazione in data 8 novembre 2016 con decorrenza dal 28 novembre 2016.
Direttore Generale
L’amministratore delegato Xxxxxxx Xxxxx è stato anche nominato Direttore Generale dall’1° gennaio 2017.
La Compagnia è organizzata secondo il principio della separazione dei ruoli di Presidente del Consiglio di Amministrazione e di Amministratore Delegato.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione presiede le riunioni del Consiglio di Amministrazione. Egli garantisce il corretto funzionamento degli organi della Compagnia.
L'Amministratore Delegato è nominato dal Consiglio di Amministrazione ed è investito di pieni poteri per agire in nome della Compagnia in tutte le circostanze. Egli esercita i suoi poteri nei limiti dello scopo sociale, ad eccezione dei poteri che la legge attribuisce espressamente all’Assemblea e al Consiglio di Amministrazione.
Inoltre, l’Alta Direzione è stata implementata nel corso dell’anno 2018 come meglio nel paragrafo B.1.8.
B.1.5. RUOLI E RESPONSABILITA’ DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI
Le regole Solvency II, entrate in vigore il 1° gennaio 2016, richiedono alla Compagnia di dotarsi di un sistema di governance atto a garantire una sana e prudente gestione. Tale sistema di governo si basa su una netta separazione delle responsabilità e deve essere proporzionato alla natura, alla portata e alla complessità della Compagnia.
Oltre alle persone che dirigono effettivamente, la Compagnia ha istituito quattro funzioni fondamentali in conformità con le normative Solvency II:
- La funzione Risk Management, che è responsabile della definizione e dell’implementazione del framework del sistema di gestione dei rischi (Enterprise Risk Management) all'interno della Compagnia. In particolare, è responsabile della progettazione, realizzazione e validazione del modello interno, la documentazione di questo modello e di eventuali successive modifiche apportate ad esso, così come l'analisi delle prestazioni di questo modello e la produzione di rapporti di sintesi del medesimo;
- La funzione Compliance, che è responsabile di valutare che l’organizzazione e le procedure interne siano adeguate a (i) prevenire il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite patrimoniali o danni di reputazione, in conseguenza di violazioni di leggi, regolamenti (ii) nella identificazione e valutazione del rischio di non conformità alle norme, a rispettare le norme relative alla trasparenza e correttezza nei confronti degli assicurati e danneggiati, all’informativa precontrattuale e contrattuale, alla corretta esecuzione dei contratti;
- La funzione Internal Audit, che ha, in particolare, il compito di svolgere una valutazione dell'adeguatezza e dell'efficacia del sistema di controllo interno della Compagnia e altri elementi del sistema di governance. La funzione Internal Audit deve essere obiettiva e indipendente dalle funzioni operative;
- La funzione Attuariale, che è, in particolare, incaricata di sovrintendere al calcolo delle riserve tecniche (incluso l’assicurare l'adeguatezza delle metodologie e dei modelli sottostanti utilizzati nonché delle ipotesi fatte nel calcolo delle riserve tecniche), valutare la sufficienza e la qualità dei dati utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche, confrontandoli con le migliori stime.
All'interno della Compagnia, i titolari di funzioni fondamentali in conformità con la normativa Solvency II sono:
- Il Chief Risk Officer,
- Il Responsabile Compliance,
- Il Responsabile Internal Audit,
- Il Responsabile della Funzione Attuariale.
Ogni persona responsabile di una funzione fondamentale deve possedere i requisiti menzionati in precedenza, come stabilito nella procedura interna della Compagnia, e la nomina di ogni funzione chiave deve essere notificata all’IVASS. Come previsto dalla normativa Solvency II, la Compagnia ha stabilito le procedure per cui i titolari di funzioni chiave abbiano accesso diretto al Consiglio di Amministrazione.
Al fine di garantire l'autorevolezza e le risorse necessarie per svolgere i loro compiti, i titolari di funzioni fondamentali hanno il diritto di riferire al Consiglio di Amministrazione direttamente e di propria iniziativa quando si verifichino eventi di tale natura da essere portati all’attenzione dell’organo amministrativo. Inoltre, tali funzioni si avvalgono di personale dedicato e di risorse con professionalità adeguata.
B.1.6. POLITICA E PRATICHE RETRIBUTIVE
La Compagnia, nel definire la propria politica di remunerazione, fa riferimento sia ai principi stabiliti dal Regolamento ISVAP n. 39/2011 che a quelli definiti dall’AXA Group Remuneration policy del 1 gennaio 2016 e successive modifiche.
La politica è approvata annualmente dal Consiglio di Amministrazione e dall’Assemblea dei Soci, su proposta del Comitato Remunerazione e della funzione Risorse Umane e si applica a tutte le Compagnie appartenenti al Gruppo AXA Italia.
La politica di remunerazione è disegnata al fine di garantire una sana e prudente gestione del rischio e di allineare gli interessi del Management della Compagnia con quelli del Gruppo AXA, stabilendo un chiaro legame tra performance e retribuzione e incoraggiando il raggiungimento di obiettivi ambiziosi che creino valore nel medio lungo termine.
In particolare, la politica di remunerazione è volta a:
- Attrarre, sviluppare, trattenere e motivare i talenti migliori e con le competenze chiave;
- Orientare le performance eccellenti;
- Allineare la retribuzione alla performance del business;
- Assicurare che i dipendenti non siano incentivati ad assumere rischi inappropriati o eccessivi;
- Assicurare la conformità delle procedure interne rispetto alla regolamentazione.
La politica di remunerazione della Compagnia si basa su tre principi:
- La competitività delle prassi retributive rispetto al mercato;
- Il rispetto dell’equità interna, basata sulla performance individuale e collettiva, al fine di assicurare una retribuzione giusta e bilanciata che rifletta il contributo individuale sia qualitativo che quantitativo;
- Il raggiungimento degli obiettivi finanziari e strategici di Gruppo nel breve, medio e lungo termine come prerequisiti per finanziare i premi di medio e lungo termine.
Ambito di applicazione e struttura retributiva
La politica di remunerazione si applica al così detto “Personale Rilevante” (Regolamento 39 ISVAP) o “Identify Staff” (AXA Group Remuneration policy) e assicura che la sua retribuzione sia disegnata in modo tale da risultare bilanciata e da evitare un’eccessiva esposizione al rischio finalizzata al guadagno nel breve periodo, inoltre, stabilisce che, nel riconoscimento della componente variabile, siano presi in considerazione obiettivi oggettivi e misurabili e collegati a risultati che si dimostrino effettivi nel lungo periodo.
Rientrano nel personale rilevante i ruoli manageriali apicali (membri del comitato esecutivo), i responsabili delle funzioni di controllo (Audit, Compliance, Risk Management e Attuariato) oltre che quelle figure di anno in anno identificate sulla base della rilevanza del ruolo e del possibile impatto sui risultati aziendali.
La struttura complessiva del pacchetto retributivo è basata sulle seguenti componenti:
- una componente fissa composta dal minimo tabellare e da eventuali assegni individuali ad personam e altre possibili voci di indennità. Questa prende in considerazione la posizione, le responsabilità, l’esperienza, le prassi di mercato e le competenze tecniche;
- una componente variabile che comprende una parte di breve termine (Short Term Incentive) e una parte soggetta a differimento, raggiunta attraverso gli strumenti finanziari “equity-based” come stock options o performance shares (Long Term Incentive). Questa parte variabile dipende dalla performance globale del Gruppo AXA, dalla performance dell’entità legale di riferimento e dal raggiungimento degli obiettivi individuali del Personale Rilevante.
Per il personale rilevante che ricopre ruoli di responsabili delle funzioni di controllo (Audit, Compliance, Risk Management e Attuariato), la performance viene valutata solo con riferimento agli obiettivi individuali garantendo l’indipendenza di tali ruoli rispetto alla compagnia controllata.
Incentivi di Lungo Termine
La Compagnia riconosce l’importanza di allineare la remunerazione alla creazione di valore nel lungo periodo, grazie a meccanismi di differimento di una porzione sostanziale della retribuzione variabile. Due strumenti principali sono quelli attualmente utilizzati: performance shares e stock options. Questi ultimi sono interamente collegati a condizioni di performance e, di conseguenza, non assicurano alcuna attribuzione minima garantita ai beneficiari.
All’interno dell’ammontare stabilito dagli azionisti, il Consiglio di Amministrazione di Gruppo approva i programmi LTI prima della loro implementazione.
Ogni anno il Consiglio di Amministrazione di Gruppo opera in base alle raccomandazioni del Comitato Compensation & Governance di AXA, approvando un importo totale di LTI da attribuire alle singole entità.
Le raccomandazioni relative ai grant individuali (performance shares e stock options) sono fatte direttamente dai responsabili locali dei beneficiari. Vengono riviste dal Management del Gruppo AXA al fine di assicurare coerenza e rispetto dei principi di equità interni al Gruppo stesso.
Performance shares
Le performance shares sono lo strumento destinato alla retention dei migliori talenti del Gruppo AXA e delle competenze chiave, allineando gli interessi individuali con la performance di Gruppo e dell’entità legale di appartenenza in base a un periodo di acquisizione di 4 anni.
Inoltre, le Performance shares sono soggette a condizioni di performance in base ad un periodo di 3 anni. Gli indicatori di performance misurano sia (i) la performance finanziaria del Gruppo AXA sia (ii) la performance della Compagnia.
In base alle condizioni del piano, il numero iniziale di performance share è ricalcolato per riflettere il raggiungimento della performance e l’attribuzione finale può oscillare tra 0% e 130% del grant iniziale.
Nel caso in cui non sia proposto alcun pagamento di dividendi dal Consiglio di Amministrazione durante i 3 anni di osservazione della performance, una clausola di malus riduce in automatico del 50% il numero di performance shares che sarebbero state attribuite alla fine del periodo.
Stock options
Le stock options sono dedicate ad allineare gli interessi dei Group Senior Executive a quelli degli azionisti attraverso il prezzo dell’azione AXA.
Le stock options sono valide per un periodo massimo di 10 anni. Vengono attribuite in base al valore di mercato, senza sconto, e diventano esercitabili in base a delle tranche dopo 3, 5 anni dalla data di attribuzione. Nel caso in cui le condizioni di performance non siano raggiunte tutte le stock options saranno restituite.
Previsioni Ulteriori
Le Performance shares non ancora acquisite e le stock options non esercitate sono automaticamente restituite in caso di cessazione del rapporto, senza limiti:
- nel caso in cui un dipendente abbia violato il Codice AXA di Condotta o altre policy chiave relative a Xxxxxx e Compliance;
- ci sia evidenza di condotte dolose o gravemente colpose che abbiano causato danni al business o alla reputazione di AXA.
Impegni assunti nei confronti dei membri del Comitato Esecutivo
Piani pensionistici
L’Executive Management della Compagnia (Amministratore Delegato e Direttori Generali) aderiscono, come tutti gli altri Executive delle Compagnie del Gruppo Assicurativo AXA in Italia, ad un fondo pensione complementare collettivo con determinate tipologie di beneficio in caso di cessazione del rapporto di lavoro all’interno del Gruppo AXA.
Riguardo lo schema pensionistico complementare collettivo, come ulteriore beneficio (+3%) rispetto al Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (“CCNL”), la Compagnia versa al “Fondo Pensione Dirigenti” un contributo complessivo del 16% della retribuzione fissa, definita come segue:
- per gli executive assunti o nominati dal 15 ottobre 2007 il calcolo assume come base il 90% del minimo tabellare stabilito dall’allegato 1 del CCNL;
- per gli executive già in forza al 15 ottobre 2007 che non hanno esercitato l’opzione relativa al passaggio al nuovo modello economico, il calcolo assume come base l’85% del minimo tabellare.
Gettoni di presenza
Nel corso dell’esercizio, i membri del Consiglio di Amministrazione non hanno ricevuto gettoni di presenza.
B.1.7. VALUTAZIONE DELL’ADEGUATEZZA DEL SISTEMA DI GOVERNANCE
Il sistema di governance della Compagnia è adeguato alla luce della natura, dimensione e complessità dei rischi inerenti il business della Compagnia, in linea con i requisiti di governance definiti a livello di Gruppo ed in conformità al Regolamento Ivass n. 38/2018.
Il Consiglio di Amministrazione determina l’orientamento strategico delle attività e ne garantisce l’implementazione. Il Comitato di Audit discute di specifici temi in materia di controllo interno e riporta al Consiglio di Amministrazione, in particolare, sull’adeguatezza e l’efficacia del sistema dei controlli interni e gestione del rischio. Le valutazioni sui rischi e sulla solvibilità della Compagnia incluse nel documento “Own Risk and Solvency Assessment - ORSA”, sono una componente fondamentale del sistema di gestione dei rischi aziendali.
B.1.8. MODIFICHE SIGNIFICATIVE AL SISTEMA DI GOVERNANCE AVVENUTE NEL 2018
Nel corso dell’esercizio, sono state apportate dal Consiglio di Amministrazione della Compagnia, anche agendo quale Capogruppo, le seguenti modifiche significative al Sistema di Governance:
A) In data 27 marzo 2018 il Consiglio di Amministrazione della Compagnia ha approvato, per sé e quale Capogruppo del gruppo assicurativo AXA ITALIA, un modello di governance meglio dettagliato e illustrato dal Documento Unico di Governance, approvato in data 27 settembre 2018 dal medesimo Consiglio di Amministrazione, che formalizza la nuova governance applicabile alle società appartenenti al gruppo assicurativo AXA ITALIA. Il già menzionato documento precisa come l’Organo Amministrativo dell’ultima società controllante italiana, nell’ambito del suo compito di definire il sistema di governo societario del Gruppo, approva tale documento in cui sono definiti:
- compiti e responsabilità:
- degli Organi Sociali della Capogruppo;
- dei Comitati Consiliari;
- delle Funzioni Fondamentali di Gruppo;
- l’identificazione del personale rilevante;
- flussi informativi e relative tempistiche, tra le diverse Funzioni di Gruppo, i Comitati Consiliari costituiti a livello di Gruppo e tra questi e gli Organi Sociali della Capogruppo;
- modalità di coordinamento e di collaborazione tra di essi con le funzioni operative della Capogruppo, nonché di raccordo con gli Organi Sociali e le Funzioni Fondamentali delle società del Gruppo.
In aggiunta al rispetto del dettato normativo, tale documento è adottato da AXA Assicurazioni per illustrare le modalità di direzione e coordinamento che esercita, nella qualità di Capogruppo del Gruppo AXA ITALIA per il controllo strategico, gestionale e tecnico-operativo sulle Società appartenenti al Gruppo AXA ITALIA stesso.
Di seguito sono rappresentare le seguenti principali novità:
1. il Consiglio di Amministrazione, si è autodotato del relativo Term of Reference (di seguito anche ToR);
2. i Comitati endoconisiliari, sono stati disciplinati secondo linee guida comuni con rivisitazione degli ambiti di operatività come sopra descritti;
3. la rinnovata governance del gruppo assicurativo AXA ITALIA ha adottato normative interne di gruppo tra cui la Politica sul sistema normativo interno che regola nel dettaglio le fonti di emanazione, la loro gerarchia e competenza e il relativo flusso approvativo;
4. l’insieme dei Comitati Esecutivi e Tecnici è stato modificato sia in termini di natura che di composizione prevedendo altresì specifici flussi informativi tra di essi e l’Alta Direzione, come di seguito dettagliato.
Per quanto concerne la gestione operativa, in supporto dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale sono costituiti nell’ambito del gruppo assicurativo AXA ITALIA e, perciò a valere anche per la Compagnia, i Comitati Esecutivi e Tecnici sotto descritti per definire e condividere tra gli esponenti dell’Alta Direzione della Compagnia quale Capogruppo e delle Società Controllate le materie di business execution.
Comitati Esecutivi
L’Amministratore Delegato istituisce per il Gruppo AXA Italia i necessari Comitati Esecutivi (al 31 dicembre 2018), dallo stesso presieduti o partecipati. Questi lo assistono per i processi decisionali più complessi permettendo di combinare diverse competenze tecniche.
Tali Comitati possono avere potere deliberativo e/o consultivo sulla base delle deleghe loro attribuite dall’Amministratore Delegato (di seguito anche CEO) all’atto dell’approvazione del ToR di ciascun Comitato.
Il Management Committee supporta il CEO nell’assunzione di decisioni su alcune specifiche materie che devono essere portate al CdA per sua informativa e / o approvazione.
L’Investments & ALM Committee supervisiona gli investimenti, le strategie di investimento di lungo termine e l’adeguatezza della corrispondenza dei flussi di cassa di attività e passività.
Il Risk Committee gestisce il profilo di rischio corrente e futuro e valida il Framework del modello interno e dei risultati.
Il funzionamento dei Comitati Esecutivi è regolato:
- aventi lo scopo di fornire un framework comune per l’implementazione di una efficace ed efficiente struttura dei comitati del Gruppo;
- Per ciascun comitato, da uno specifico documento di ToR scritto, approvato e manutenuto nel rispetto delle Regolamento generale dei comitati del Gruppo AXA ITALIA.
Comitati Tecnici
L’Amministratore delegato della Compagnia, quale Capogruppo, istituisce per il Gruppo AXA Italia Comitati Tecnici ritenuti opportuni o necessari (al 31 dicembre 2018 sono 8). Questi lo assistono per i processi decisionali più complessi permettendo di combinare diverse competenze tecniche, ciò a valere per le imprese appartenenti al medesimo Gruppo compresa la Compagnia.
Tali Comitati possono avere potere deliberativo e/o consultivo sulla base delle deleghe loro attribuite dal CEO all’atto dell’approvazione del ToR di ciascun Comitato.
Il funzionamento dei Comitati Tecnici è regolato:
- In via generale per tutti i comitati del Gruppo, dalle Regolamento generale dei comitati del Gruppo AXA ITALIA aventi lo scopo di fornire un framework comune per l’implementazione di una efficace ed efficiente struttura dei comitati del Gruppo;
- Per ciascun comitato, da uno specifico documento di ToR scritto, approvato e manutenuto nel rispetto delle Regolamento generale dei comitati del Gruppo AXA ITALIA.
In aggiunta alle riunioni dei comitati tecnici, si tengono periodicamente degli ulteriori meeting (Business Meeting) di approfondimento e con cadenza mensile su materie strategiche. Tali incontri sono istituiti dall’Amministratore Delegato anche su proposta di un membro del Management Committee, per supportare il l’Amministratore Delegato stesso nell’esercizio dei suoi poteri delegati; le sessioni dei vari meeting hanno lo scopo di fornire un momento per informare, monitorare, prioritizzare risorse e risolvere problemi di business execution.
Per gestire gli eventi di crisi, è inoltre convocato il Crisis Management Meeting, regolato dal Crisis Management Handbook approvato dal Crisis Leader del Gruppo AXA Italia.
Inoltre, possono essere istituiti degli Steering Committee sui progetti strategici, comitati temporanei che nascono con lo specifico obiettivo di guidare e coordinare i progetti strategici per il Gruppo AXA Italia.
Essi sono istituiti annualmente dall’Amministratore Delegato nell’ambito del Management Committee del Gruppo AXA ITALIA su proposta di uno o più membri del Management Committee o di un responsabile di una funzione di controllo.
Gli attori della Governance fin qui illustrati (Amministratore Delegato/Direttore Generale, Alta Direzione e Comitati tecnici ed esecutivi) interagiscono per giungere a decisioni nell’interesse del Gruppo. In particolare, vengono di seguito illustrati gli otto flussi tipici attraverso i quali si sviluppano i processi decisionali all’interno del Gruppo e che culminano nelle decisioni assunte dal CdA (“board reserved matters”) o del CEO / Comitati Tecnici-Esecutivi / Executive (“business execution”).
Il processo decisionale per le materie riservate al Consiglio di Amministrazione prevede le seguenti fasi:
- Origination, in cui è identificata la decisione da prendere;
- Discussion, in cui si considerano le opzioni ed esaminano le informazioni;
- Proposal, in cui si formula la proposta di decisione;
- Decision, in cui si prende la decisione finale.
B) In data 14 giugno 2018, il Consiglio di Amministrazione ha rideterminato le attribuzioni in capo all’Amministratore Delegato e al Direttore Generale.
B.1.9. OPERAZIONI SIGNIFICATIVE NEL 2018
Non si segnalano altre operazioni sostanziali nel periodo di riferimento oltre a quelle descritte nei paragrafi sub. A).
B.1.10. ALTRE INFORMAZIONI
Al fine di proseguire nella logica di ricerca dell’efficacia e delle economie di scala, varie funzioni aziendali di supporto delle diverse società del Gruppo assicurativo AXA Italia sono mantenute nella controllata AXA Italia Servizi S.C.p.A. Tali rapporti sono regolati da appositi contratti di outsourcing redatti nel rispetto del Regolamento ISVAP n. 20 del 26 marzo 2008 e comunicati ad IVASS ai sensi degli artt. 35 (in caso di esternalizzazione di attività essenziali e importanti) e 36 (in caso di esternalizzazione di funzioni di revisione interna, Risk Management e Compliance) del medesimo Regolamento.
Le seguenti funzioni entrano nell’ambito del comune supporto:
- Corporate governance e Compliance con riferimento alle aree Affari Legali, Rapporti con le Istituzioni e Segretaria Societaria,
- Risorse Umane, Organizzazione e Change management,
- Customer,
- Transformation
- Finance,
- Distribuzione, con riferimento al pilotaggio e formazione reti
- Claims
Tutti i rapporti, sia con le consociate italiane, sia con le consociate estere, sono mantenuti alle normali condizioni di mercato secondo le regole statutari e il regolamento consortile.
B.2 REQUISITI DI PROFESSIONALITA’ E ONORABILITA’
La normativa italiana richiede che i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, di direzione e di controllo, ed i responsabili delle funzioni fondamentali Risk Management, Compliance, Internal Audit, Funzione Attuariale Vita e Danni e Antiriciclaggio siano in possesso dei requisiti di idoneità alla carica in termini di onorabilità, professionalità, indipendenza e autorevolezza e che sia valutata la sussistenza di tali requisiti con cadenza almeno annuale. È altresì richiesto che il Consiglio di Amministrazione possieda, nel suo complesso, adeguate competenze tecniche almeno in materia di mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria ed attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli d’impresa.
Il Gruppo AXA ha emesso delle linee guida sul possesso e la sussistenza dei requisiti di idoneità alla carica dei soggetti che ricoprono ruoli e funzioni fondamentali in termini di competenza ed onorabilità la cui adozione è obbligatoria per tutte le società del Gruppo.
Le Società del Gruppo Assicurativo AXA Italia, come richiesto dalla normativa vigente e dagli standard di Gruppo, hanno approvato una politica (“Fit & Proper”) nella quale sono illustrate le modalità e gli obblighi posti in capo al Consiglio di Amministrazione ed alle diverse funzioni aziendali al fine di accertare il possesso, in fase di nomina o rinnovo e la sussistenza, con cadenza annuale, dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza nonché autorevolezza per il responsabile della funzione Antiriciclaggio, le situazioni impeditive, i motivi di decadenza e le cause di sospensione e di revoca dei seguenti soggetti:
- soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo;
- titolari delle funzioni fondamentali;
In particolare, in fase di nomina e/o rinnovo la verifica del possesso dei requisiti è attuata attraverso la raccolta di:
- autocertificazione del possesso dei requisiti mediante dichiarazione sostitutiva;
- curriculum vitae aggiornato;
- elenco delle cariche ricoperte in altre società, indicando anche l'oggetto sociale delle relative società, l'attività effettivamente svolta dalle stesse ed il relativo mercato geografico, nonché il fatturato.
mentre la verifica della sussistenza, svolta con cadenza annuale, è effettuata raccogliendo:
- autocertificazione del possesso dei requisiti mediante dichiarazione sostitutiva aggiornata;
- relazione scritta circa l'evoluzione di eventuali procedimenti giudiziari in corso;
- elenco delle cariche ricoperte in altre società, indicando anche l'oggetto sociale delle relative società, l'attività effettivamente svolta dalle stesse ed il relativo mercato geografico, nonché il fatturato.
È previsto l’obbligo da parte dei soggetti destinatari di comunicare immediatamente al Consiglio di Amministrazione il venir meno del possesso dei requisiti e il sopraggiungere di circostanze che possano determinare la decadenza, sospensione e/o revoca della carica.
La citata politica, inoltre, come richiesto dalla normativa, impone la verifica annuale della sussistenza di adeguate competenze tecniche in capo al Consiglio di Amministrazione nel suo complesso, svolta mediante la somministrazione di questionari finalizzati alla raccolta delle informazioni in merito al livello di conoscenza degli amministratori in relazione alle aree di competenza e specializzazione previste (mercati assicurativi e finanziari, sistemi di governance, analisi finanziaria ed attuariale, quadro regolamentare, strategie commerciali e modelli di impresa). La politica definisce, altresì, i livelli minimi richiesti per poter considerare adeguato il profilo collegiale del Consiglio di Amministrazione.
In particolare, il profilo collegiale dell’organo amministrativo può considerarsi adeguato quando:
- almeno il 60% dei membri possiede un livello di competenza medio o elevato in ciascuna area di competenza;
- per ogni area di specializzazione, almeno un membro possiede un livello di conoscenza elevato.
La nomina, la cessazione e le eventuali situazioni di decadenza, di sospensione e di revoca dovute al venir meno del possesso dei requisiti o al sopraggiungere di circostanze particolari, sono oggetto di comunicazione a IVASS secondo le modalità richieste dalla normativa.
B.3 INFORMAZIONI SUL SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI
B.3.1. SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI
Obiettivi e principi fondamentali del Risk Management
Il Sistema di gestione dei rischi della Compagnia è parte integrante del Framework di Governance definito dalla Compagnia ed è altresì insito nelle sue strategie di business. Tale Sistema ha come obiettivo prioritario quello di promuovere la diffusione della cultura del rischio all’interno dell’azienda, fornendo opportuni strumenti a concreto supporto delle decisioni strategiche aziendali, analizzando e gestendo i rischi ai quali potrebbe essere esposta la Compagnia sia in ottica attuale che prospettica.
In tale Framework, un ruolo centrale è attribuito alla Funzione di Risk Management, responsabile della definizione e dell’implementazione dell’intero Sistema di Gestione dei Rischi (Enterprise Risk Management, ERM), coerentemente con le linee guida definite dal Gruppo AXA e la Normativa nazionale ed internazionale di riferimento, nonché sulla base delle peculiarità del business gestito a livello locale.
Il Sistema di Gestione dei Rischi si fonda sui cinque pilastri di seguito indicati ed è consolidato nel continuo attraverso la continua diffusione della cultura del rischio a tutti i livelli aziendali:
1. Indipendenza della funzione Risk Management: il Chief Risk Officer (CRO) è indipendente dalle funzioni operative (c.d. “prima linea di difesa”) e dalla funzione Internal Audit (c.d. “terza linea di difesa”). Le funzioni Risk Management, Actuarial Function e Compliance rappresentano la c.d. “seconda linea di difesa” ed hanno l’obiettivo di garantire il monitoraggio dei rischi più significativi per la Compagnia, congiuntamente ad altri Dipartimenti per la gestione, a titolo esemplificativo, del rischio strategico e del rischio reputazionale.
2. Risk appetite framework: il Chief Risk Officer supporta il Top Management nella definizione di un’adeguata strategia di propensione al rischio, intesa come il livello che la Compagnia intende assumere per realizzare gli obiettivi strategici, da sottoporre all’Organo Amministrativo. L’allineamento tra Profilo di rischio e Risk Appetite Framework è garantito da un monitoraggio periodico effettuato dalla Funzione di Risk Management, al fine di individuare tempestivamente eventuali anomalie e definire appropriati piani di rimedio, informando tempestivamente il Consiglio di Amministrazione qualora se ne ravvisi la necessità.
3. Processo di second opinion: il Chief Risk Officer garantisce una valutazione indipendente su base continuativa dei processi decisionali aziendali più significativi, quali ad esempio quelli legati alla definizione e approvazione dei nuovi prodotti Vita e Danni, alla valutazione delle riserve tecniche, alla definizione della composizione strategica del portafoglio investimenti e della politica di riassicurazione. Inoltre, il Chief Risk Officer fornisce un parere sul piano strategico della Compagnia, tenendo in considerazione l’evoluzione del profilo di rischio derivante dalle ipotesi di medio-lungo periodo formulate.
4. Modello Interno: la Compagnia ha adottato il modello interno definito dal Gruppo AXA, adattandolo alle specificità locali. Tale modello rappresenta uno strumento per controllare e misurare l’esposizione ai principali rischi a cui la Compagnia è esposta, in linea con il quadro normativo definito da Solvency II. Inoltre, il modello interno è fortemente incentrato sulle logiche di business aziendali ed è altresì utilizzato a supporto delle decisioni di rilevanza strategica della Compagnia.
5. Risk management: il Chief Risk Officer è responsabile dell’individuazione tempestiva e puntuale dei rischi ai quali potrebbe essere esposta la Compagnia in ottica attuale e prospettica, promossa e perseguita attraverso una costante collaborazione con le funzioni operative responsabili delle attività di controllo di primo livello e con la seconda linea di difesa.
Strategia di rischio dell’impresa
Le funzioni operative rappresentano la prima linea di difesa ed hanno il compito di gestire in via continuativa i rischi ed i processi decisionali, assumendo il ruolo di responsabili diretti dell’implementazione e del mantenimento di un efficace sistema di controllo interno e di gestione dei rischi.
La seconda linea di difesa è invece rappresentata dalle funzioni Risk Management, Compliance e Funzione Attuariale.
Infine, la funzione di Internal Audit rappresenta la terza linea di difesa ed effettua periodicamente, come parte integrante del suo ruolo, una valutazione dei rischi e dei processi di governance con l’obiettivo di fornire un’opinione indipendente sull’efficacia del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
Funzione di Risk Management
La funzione di Risk Management supporta il Consiglio di Amministrazione ed i membri del Comitato Rischi (Esecutivo ed Endoconsiliare) nel garantire l’efficacia della gestione, del controllo e della mitigazione dei rischi a cui la Compagnia è esposta o potrebbe esserlo nel medio-lungo periodo, in conformità con le linee guida definite dal Gruppo AXA ed i dettami regolamentari nazionali ed internazionali di riferimento.
In particolare, la Funzione di Risk Management assume un ruolo centrale nell’ambito del Sistema di Gestione dei Rischi, strettamente legato alle logiche di business aziendali. Tale funzione infatti, oltre a rappresentare una funzione di controllo di secondo livello, ha la responsabilità di individuare gli impatti in termini di rischio associati alle opportunità di business e di investimento che la Compagnia potrebbe cogliere. Coerentemente con le linee guida definite a livello di Gruppo, le principali responsabilità della Funzione di Risk Management sono:
- Il coordinamento del processo ORSA che comprende, tra le altre, le seguenti attività:
- la quantificazione del requisito patrimoniale di solvibilità attraverso l’applicazione del modello interno, analizzando il fabbisogno di solvibilità in ottica attuale e prospettica, ed implementando, verificando e validando il modello interno con cadenza annuale;
- la valutazione complessiva del profilo di rischio della Compagnia, altresì considerando i rischi non ricompresi nel perimetro del modello interno (e.g. rischio strategico, rischio reputazionale, rischio di liquidità), coordinandosi con la seconda linea di difesa;
- la definizione e l’implementazione del risk appetite framework per i rischi principali cui è esposta la Compagnia, coerentemente con le Linee Guida definite dal Gruppo AXA, tramite la definizione di appropriati limiti di propensione/tolleranza al rischio e l’utilizzo di adeguati strumenti di reporting, fondati su processi decisionali stabili e strutturati;
- La valutazione (second opinion) dei processi chiave di business (e.g. studi sulla gestione integrata di attività e passività, allocazione strategica degli investimenti, strategie di riassicurazione, approvazione di nuovi prodotti) e sul piano strategico, ponendo particolare enfasi sui principali fattori di rischio ad esso associati.
I ruoli e le responsabilità della funzione Risk Management della Compagnia sono definiti ed assegnati congiuntamente dal Chief Executive Officer della Compagnia e dal Chief Risk Officer del Gruppo, con l’obiettivo di garantire un costante allineamento tra il Gruppo e le esigenze locali, nonché descritti nel framework documentale in materia di Policy declinato a livello locale, previa validazione del Comitato Rischi e successiva approvazione da parte dell’Organo Amministrativo.
La Funzione Risk Management è collocata nell’ambito della Direzione Rischi, la cui responsabilità è attribuita al Chief Risk Officer (CRO). Il CRO riporta al CEO della Compagnia e al CRO del Gruppo ed è altresì indipendente dalle funzioni operative e dalla Funzione di Internal Audit.
Il Chief Risk Officer della Compagnia ha un riporto diretto al Consiglio di Amministrazione, al Comitato Rischi e al Comitato di Audit sull’efficacia del sistema di gestione dei rischi, al fine di consentire la tempestiva definizione di adeguate azioni di rimedio a fronte di eventuali anomalie riscontrate dalla Funzione di Risk Management nello svolgimento delle proprie attività, garantendo altresì un costante allineamento tra la strategia di business ed il profilo di rischio della Compagnia. Inoltre, il CRO presenta all’Organo Amministrativo, con cadenza almeno annuale:
- un programma di attività in cui sono identificati i principali rischi cui la Compagnia è esposta e le rispettive azioni di rimedio che si intendono realizzare;
- una relazione sull’adeguatezza ed efficacia del Sistema di Gestione dei Rischi nel suo complesso, delle metodologie e dei processi adottati per il presidio dei rischi stessi, sui risultati conseguiti e sulle criticità identificate, illustrando le eventuali azioni di rimedio poste in essere.
Infine, la funzione svolge la propria attività per tutte le Compagnie assicurative del Gruppo AXA Italia aventi sede legale nel territorio nazionale; tale struttura garantisce che il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, così come le procedure di reporting interno ed esterno, siano implementate uniformemente per le diverse Compagnie ed in coerenza con le linee guida definite dal Gruppo AXA.
Risk Governance complessiva e ruoli del Risk Management
Nell’ultimo anno la Compagnia ha rivisto la struttura di governance dei Comitati aziendali, con l’obiettivo di rafforzare il supporto fornito all’Organo Amministrativo e, al contempo, garantire una maggiore incisività nella gestione dei rischi e nella definizione delle relative azioni di mitigazione da parte del Top Management, anche alla luce del Regolamento IVASS n. 38 del 3 luglio 2018.
In particolare, i due aspetti cardine sui quali si incentra il nuovo Sistema dei Comitati in materia di rischio sono:
- l’introduzione di un Comitato Rischi di natura endoconsiliare, per assistere l’Organo Amministrativo nella determinazione delle linee di indirizzo del sistema di gestione dei rischi, nella verifica periodica della sua adeguatezza e del suo effettivo funzionamento, e nell’identificazione e gestione dei principali rischi aziendali in ottica attuale e prospettica;
- la definizione di una struttura più snella ed efficace dei Comitati Tecnici, riducendone la numerosità ed accentrando le tematiche in essi affrontate, capitalizzando le sinergie che derivano da una gestione integrata di aspetti tecnici e/o di business da parte di uno stesso Comitato.
Al fine di garantire un efficace framework di gestione dei rischi aziendali, il sistema di governance si basa su un processo decisionale strutturato su tre principali livelli:
1. tre Comitati di natura endoconsiliare con funzione consultiva e propositiva a supporto del Consiglio di Amministrazione: il Comitato Audit, al quale il CRO riporta sul sistema dei controlli interni; il Comitato Xxxxxx informato su argomenti relativi alla gestione dei rischi (e.g. Risk Appetite Framework), chiamato a validare temi di Enterprise Risk Management (e.g. ORSA, politiche di Xxxxxxxx XX), cambiamenti “rilevanti” del Modello Interno e altri report di Solvency II (e.g. RSR, SFCR); il Comitato Remunerazione su tematiche legate alle politiche di remunerazione e gestione dei potenziali conflitti d’interesse, Comitato al quale il CRO contribuisce in maniera indiretta fornendo la propria opinion sulle politiche di remunerazione;
2. tre Comitati Esecutivi, rappresentati dal Management Committee, dal Comitato Investimenti ed Asset Liability Management e dal Comitato Rischi, con funzione consultiva e propositiva a supporto del CEO;
3. alcuni specifici Comitati Tecnici, al fine di garantire un approfondimento relativamente ai rischi della compagnia ed assistere il CEO della Capogruppo per i processi decisionali più complessi. In particolare, il Comitato Internal Model and Data Quality, il Comitato Assumption P&C, il Comitato Assumption L&S e il Comitato Riassicurazione.
B.3.2. FRAMEWORK DEL MODELLO INTERNO DI RISCHIO
A partire dal 2007, il Gruppo AXA ha sviluppato un Modello Interno usato sin dal 2009 per la valutazione dei principali rischi ai quali risulta esposto e per supportare strategicamente i processi decisionali aziendali. L’obiettivo principale dell’adozione del modello interno in alternativa alla Formula standard, è quello di riflettere adeguatamente il profilo di rischio nella quantificazione del Requisito Patrimoniale di Solvibilità. In particolare, l’adozione del Modello Interno presenta i seguenti punti di forza:
- Specificità locali: AXA è un Gruppo globale che opera in un’ampia gamma di mercati assicurativi con una varietà di prodotti diretti a molteplici segmenti di clientela, caratterizzati da diverse esposizioni ai rischi. E’ dunque opportuno calibrare il modello in base al le peculiarità dello specifico profilo di rischio della Compagnia.
- Limiti della Formula Standard: sulla base dell’esperienza maturata, il Gruppo AXA è in grado di implementare modellizzazioni più sofisticate rispetto all’approccio della formula standard, la quale risulta notevolmente limitata a livello di perimetro di applicazione (a titolo esemplificativo, includendo il rischio derivante dall’esposizione in titoli governativi, non ricompreso nell’alberatura dei rischi definita dalla Formula Standard).
- Flessibilità: l’espansione delle attività della Compagnia, l’apertura a nuovi mercati e le innovazioni introdotte sui prodotti offerti alla clientela possono generare nuovi rischi, più efficacemente catturati dal Modello Interno.
La Compagnia valuta il requisito Patrimoniale di Solvibilità attraverso l’utilizzo del modello interno sviluppato a livello di Gruppo AXA e adattato, laddove necessario, alle specificità ed esigenze locali. Nel dettaglio, il Requisito Patrimoniale di Solvibilità rappresenta il value-at-risk della distribuzione delle perdite calibrato su un orizzonte temporale di un anno con un livello di confidenza del 99,5%.
Governance del Modello Interno
Nella governance del modello interno sono coinvolti molteplici organi societari della Compagnia, tra cui il Consiglio di Amministrazione, il Management Committee, il Comitato Rischi, il Comitato Internal Model and Data Qualitye gli altri Comitati precedentemente definiti, limitatamente agli ambiti di competenza.
Validazione del Modello Interno
Il Gruppo ha implementato e documentato il processo di validazione del modello interno con l’obiettivo di monitorarne su base continuativa i risultati e la loro adeguatezza. Questo processo, e la relativa governance, sono riportati nella “Group Validation policy”, approvata dal Consiglio di Amministrazione.
La “Group Validation policy” è integrata dalla “Local Validation policy” della Compagnia, la quale disciplina le attività e le responsabilità locali in merito al processo di validazione del modello interno previa approvazione da parte del Comitato Internal Model and Data Quality, del Comitato Rischi (esecutivo e endoconsiliare) e del Consiglio di Amministrazione.
Ogni modulo di rischio del Modello Interno è sottoposto ad uno specifico iter di validazione. In particolare, tale processo è coordinato e principalmente eseguito dalla Funzione di Risk Management, responsabile del Modello, che pone in essere specifiche attività volte alla validazione dei seguenti aspetti:
- aspetti quantitativi (input, metodologia, parametri e ipotesi, dati, risultati);
- aspetti qualitativi (expert judgement, documentazione, governance, use test, sistemi/IT).
Il Risk Management svolge le attività sopra menzionate tramite apposite procedure di controllo e validazione avvalendosi di analisi a supporto quali, a titolo meramente esemplificativo, sensitivity test, back-testing, scenario testing, e stability analysis.
Tutte le attività sono svolte in un’ottica di duplice revisione interna dei risultati di analisi (four-eyes principle), al fine di garantire maggiore accuratezza ed affidabilità.
La validazione delle ipotesi, dei parametri chiave e dei risultati viene condivisa nei comitati definiti a livello locale, composti da membri con un adeguato livello di esperienza e di competenza.
Inoltre, la funzione Risk Management di Gruppo esegue una revisione e una validazione indipendente delle scelte locali adottate sul modello (parametri, ipotesi, calibrazioni effettuate) e i relativi risultati.
In via disgiunta rispetto a questa validazione funzionale, che viene altresì completata dalla revisione e dal sign-off del CRO, è stata definita e implementata una revisione indipendente complessiva, con l’obiettivo di fornire un adeguato livello di confidenza ai membri del Comitato Esecutivo ed al Consiglio di Amministrazione sulla qualità e la maturità del modello e dei relativi risultati.
In particolare, tali verifiche indipendenti sono effettuate sia da team interni (locali e del Gruppo AXA) che dai revisori esterni. I team interni sono:
- Internal Financial Control (IFC), team di AXA Italia Servizi S.c.p.A, che ha la responsabilità di attestare l’effettiva operatività del sistema di controlli interni in ambito Solvency II, effettuando specifici test sui processi e sui controlli relativi ai Fondi Propri ed al Requisito Patrimoniale di Solvibilità, con frequenza almeno annuale e prima della pubblicazione dei risultati da parte della Compagnia.
- Internal Model Review (IMR), team del Gruppo AXA responsabile dell’analisi approfondita del modello e, in particolare, degli aspetti sviluppati a livello locale. I controlli del team IMR sono svolti con frequenza ciclica ogni 3 anni, in via indipendente dai calendari di chiusura. Le verifiche del team IMR sulla Compagnia sono state effettuate per la prima volta nel 2015 ed i risultati sono stati formalizzati in un apposito report di dettaglio, altresì contenente le aree di miglioramento identificate per modulo di rischio e/o processo. A fronte di ogni rilievo formulato da IMR, la Compagnia predispone un piano di azione dedicato.
IMR ed IFC sono del tutto indipendenti ed estranei alle attività di sviluppo e gestione del modello interno.
Le società PriceWaterhouseCoopers (PwC) e Mazars forniscono una “positive assurance opinion” al Consiglio di Amministrazione in merito alla conformità del modello interno alle disposizioni della Direttiva Solvency II. Tale opinione indipendente è fornita sia a livello di Compagnia che di Gruppo.
Il processo annuale di validazione del modello interno si conclude con la definizione dell’opinion dei revisori esterni, trasmessa al Consiglio di Amministrazione unitamente al “Validation Report” della Compagnia, contenente le conclusioni interne del Risk Management e quelle dei team indipendenti IFC e IMR.
B.3.3. VALUTAZIONE INTERNA DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITA’ (ORSA)
L’Own Risk & Solvency Assessment (ORSA) comprende i processi volti ad identificare, valutare, monitorare, gestire e comunicare i rischi della Compagnia a medio e lungo termine, garantendo un livello adeguato di fondi propri in relazione agli obiettivi strategici definiti dall’Organo Amministrativo. Quale componente fondamentale del sistema di gestione dei rischi, l’ORSA ha l’obiettivo prioritario di fornire una visione omnicomprensiva dei rischi insiti nelle attività svolte dalla Compagnia, garantendo un costante allineamento tra la strategia di business, il profilo di rischio e la gestione del capitale.
Nel dettaglio, il processo ORSA è a sua volta strettamente collegato ai seguenti processi:
- calcolo del Requisito Patrimoniale di Solvibilità mediante l’applicazione del Modello Interno (STEC) e dei Fondi Propri (EOF);
- valutazione e reporting del rischio di liquidità;
- pianificazione strategica e processo di Capital Management;
- processo di definizione del risk appetite framework;
- analisi e monitoraggio degli stress & scenario testing (Transversal stress scenario e Reverse stress test);
- revisione e valutazione dei rischi reputazionali, dei rischi strategici, dei rischi emergenti e dei rischi di non conformità.
Il Gruppo AXA ha definito una politica relativa al processo ORSA con l’obiettivo di individuare le linee guida da applicare coerentemente all’interno del Gruppo AXA, declinata a livello locale in una specifica politica approvata dai Comitati Rischi e dall’Organo Amministrativo. Il Chief Risk Officer è responsabile dell’implementazione di tale Politica e dell’esecuzione del processo ORSA, ivi compreso il coordinamento delle relative attività di reporting sia verso il Gruppo AXA che verso l’Autorità di Vigilanza, nel rispetto delle scadenze normative definite a livello locale.
Il Management nonché i Risk Committee garantiscono l’implementazione e il controllo dei processi che rientrano nel perimetro del processo ORSA e, dopo un’attenta analisi e discussione, ne valida il report finale, che illustra i risultati e le conclusioni dell’intero processo. Tale report è infine approvato dal Consiglio di Amministrazione, con cadenza almeno annuale.
I principali contenuti del Report ORSA, coerentemente con la normativa nazionale ed internazionale di riferimento, sono:
- la propensione al rischio, gli obiettivi, le strategie e i conseguenti livelli di tolleranza al rischio definiti dall’impresa;
- la governance del processo ORSA;
- gli assunti metodologici e ipotesi sottostanti le valutazioni in ottica attuale e prospettica effettuate;
- l’impatto delle valutazioni svolte sul fabbisogno di solvibilità, tenendo conto di una visione di medio-lungo termine, coerentemente con il piano strategico ed il Risk Appetite Framework;
- le conclusioni tratte dall’impresa sulla base delle risultanze delle valutazioni effettuate, con indicazione delle azioni intraprese o pianificate.
Ruolo del Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione è il responsabile ultimo del Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi della Compagnia e, di conseguenza, dello stesso processo di valutazione attuale e prospettica dei rischi.
In particolare, all’Organo Amministrativo è richiesto di approvare gli esiti del processo ORSA, nonché i criteri e le metodologie seguite per le valutazioni stesse, illustrati e descritti nella relazione ORSA.
Il report ORSA è prodotto con cadenza almeno annuale, mentre informative specifiche sono portate all’attenzione dell’Organo Amministrativo durante il processo stesso, garantendone il suo progressivo coinvolgimento. Infine, relazioni ad-hoc possono essere prodotte in circostanze straordinarie che potrebbero determinare una variazione rilevante del profilo di rischio della Compagnia.
Ruolo dell’Alta Direzione e del Comitato Rischi
Il Management Committee è responsabile del processo ORSA e, supportato dal Comitato Rischi, della validazione complessiva del relativo Report.
Il Comitato Xxxxxx esecutivo ha responsabilità operative sulle attività che rientrano nell’ambito del processo ORSA. Inoltre, valida il contenuto complessivo della relazione ORSA, elaborata dalla funzione Risk Management con il contributo di varie funzioni aziendali tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, Capital Management, Modelling, Life Evaluation & Reserves, Investments, Strategia, Compliance e Comunicazione & Corporate Responsibility.
Sulla base della revisione preliminare eseguita dal Comitato Rischi esecutivo, il Management Committee è altresì responsabile della revisione qualitativa e quantitativa dei risultati e delle conclusioni presentate nell’ORSA Report, successivamente trasmesso al Comitato Rischi endoconsiliare e dopo la validazione di questo all’Organo Amministrativo.
B.4 INFORMAZIONI SUL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
B.4.1. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
AXA Assicurazioni S.p.A. è impegnata nel settore della protezione finanziaria e nella gestione patrimoniale e, in quanto tale, è esposta a un'ampia varietà di rischi: rischi assicurativi, rischi di mercato finanziario e altri tipi di rischi.
Al fine di gestire tali rischi, la Compagnia così come tutto il Gruppo AXA ITAIA ha messo in atto un sistema completo di controlli interni finalizzato a garantire che i membri del Management Committee siano informati sui rischi significativi in modo tempestivo e continuativo, dispongano delle informazioni e degli strumenti necessari per analizzare e gestire in modo adeguato tali rischi e che i rendiconti finanziari e le altre informazioni verso il mercato siano tempestive e accurate.
Pertanto, quanto di seguito descritto descrive il sistema dei controlli e di gestione dei rischi previsto per tutto il Gruppo AXA ITALIA e che, per l’effetto, è operativo per la Compagnia che ne è Capogruppo.
Tali meccanismi e procedure comprendono principalmente:
- le strutture di corporate Governance della Compagnia che sono concepite per garantire un'adeguata supervisione e gestione delle attività della Compagnia nonché una chiara assegnazione di ruoli e responsabilità ai livelli più elevati;
- le strutture di gestione e i meccanismi di controllo volti a garantire che i membri del Management Committee abbiano una visione chiara dei principali rischi a cui la Compagnia deve far fronte e degli strumenti necessari per analizzare e gestire tali rischi;
- il controllo interno sul reporting finanziario (ICOFR), concepito per offrire una ragionevole garanzia in merito all'affidabilità dei rapporti finanziari e alla preparazione del bilancio consolidato della Compagnia;
- i controlli e le procedure di divulgazione intesi a garantire che il Top Management abbia le informazioni necessarie per prendere decisioni in maniera consapevole e tempestiva e che l’informativa della Compagnia sulle informazioni rilevanti (sia finanziarie che non finanziarie) rivolte ai mercati siano tempestive, accurate e complete.
Questi meccanismi e procedure, presi congiuntamente, costituiscono un ambiente di controllo completo che la direzione ritiene appropriato e adeguato alle attività della Compagnia
Sistema dei controlli
L’ambiente di controllo
Il Gruppo AXA ITALIA, allo scopo di creare un robusto ambiente di controllo, adotta specifici strumenti che indirizzano i comportamenti di dipendenti e di collaboratori nelle varie aree operative, al fine di prevenire comportamenti scorretti o non in linea con le direttive adottate. Tali strumenti sono:
- la Carta Etica, che definisce i valori fondamentali, i principi guida e i comportamenti attesi dai collaboratori;
- la Politica Anticorruzione, che sancisce i principi di condotta e le regole da adottare per la gestione delle attività quotidiane;
- la Carta degli Impegni, che rappresenta una dichiarazione di responsabilità concreta nei confronti degli assicurati e che prevede di riconoscere un concreto corrispettivo economico nel caso in cui gli impegni presi non vengano rispettati;
- la Carta del Procurement Responsabile e delle regole per il mantenimento dell’iscrizione all’Albo Fornitori, a garanzia di comportamenti reciprocamente fondati sull’etica professionale e responsabilità sociale;
- il Modello di organizzazione, gestione e controllo (MOG) adottato ai sensi del Decreto Legislativo n. 231 del 2001; l’organismo interno delle Società preposto alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del Modello nonché al relativo aggiornamento è l’Organismo di Vigilanza;
- il Modello organizzativo per la protezione dei dati personali del gruppo (Modello Privacy), tramite il quale AXA definisce specifici ruoli e responsabilità nel trattamento dei dati personali e prevede l’adozione di misure organizzative e tecniche per la protezione dei dati personali di cui è titolare AXA;
- specifiche direttive adottate dalla Capogruppo per garantire la conformità alla normativa, la protezione dei dati personali ed in tema di esternalizzazioni, e per disciplinare altri aspetti del sistema dei controlli interni;
- le pratiche di gestione delle performance (su tutta la popolazione AXA ITALIA) e di remunerazione (per la popolazione AXA ITALIA con retribuzione variabile) che si basano su un processo di assegnazione di obiettivi personali e di relativi feedback per il loro raggiungimento. In particolare, gli obiettivi attribuiti al Management e ai
loro collaboratori si basano sulla “target letter” definita dal Gruppo, declinata ai direttori responsabili e alle risorse operative.
Linee guida sui controlli interni e le tre linee di difesa
Il sistema di controlli interni della Compagnia e del Gruppo AXA ITALIA è l’insieme delle regole, delle prassi, procedure e delle strutture aziendali che operano – avuto riguardo anche al ruolo della Capogruppo – da un lato, per assicurare l’efficace funzionamento della Compagnia e del Gruppo e, dall’altro, per identificare, gestire e monitorare i principali rischi cui è esposto.
Il Gruppo, al fine di implementare il sistema dei controlli interni, si dota di prassi e procedure di controllo che sono, in linea di principio, formalizzate nell’opportuno tipo documentale individuato dal sistema normativo interno dispone, inoltre, di un sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi che permette di effettuare un controllo effettivo sia sulle scelte strategiche sia sull’equilibrio gestionale delle singole componenti.
La struttura di controllo della Società è articolata su tre livelli.
- Controlli di primo livello: sono diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni nel perseguimento degli obiettivi assegnati; sono effettuati dalle strutture organizzative responsabili delle attività e/o da altre funzioni appartenenti al medesimo settore e rappresentano il primo e fondamentale controllo operativo;
- Controlli di secondo livello: rappresentano l’insieme di attività svolte da funzioni/organi (Risk Management, Compliance, Anti Money Laundering & Counter Terrorist Financing, Funzione attuariale, Internal Financial Control, Data Protection) che, in posizione indipendente dai responsabili delle attività operative, hanno il compito di monitorare, in via sistematica, l’andamento delle diverse famiglie di rischio, dell’operatività e dell’adeguatezza dei controlli di primo livello;
- Controlli di terzo livello: sono rappresentati principalmente dall’attività di Internal Audit, volta a individuare andamenti anomali, violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema di controllo interno nel suo complesso.
Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione ha la responsabilità ultima dei sistemi dei controlli interni e di gestione dei rischi dei quali assicura la costante completezza, funzionalità ed efficacia, anche con riferimento alle attività esternalizzate.
Il Consiglio di Amministrazione assicura che il sistema di gestione dei rischi consenta l’identificazione, la valutazione anche prospettica e il controllo dei rischi, ivi compresi quelli derivanti dalla non conformità alle norme, garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di medio – lungo periodo.
II Consiglio di Amministrazione determina la strategia di business della Compagnia e sovrintende alla sua attuazione. Il Consiglio di Amministrazione considera tutte le questioni rilevanti relative al corretto funzionamento della Compagnia e adotta le decisioni che ritiene opportune per l'attività della Compagnia. Il Consiglio di Amministrazione esegue inoltre tutti i controlli e le verifiche che ritiene opportuni di volta in volta.
Il Consiglio di Amministrazione ha istituito tre comitati per essere efficace nell'adempimento delle proprie responsabilità: un comitato di audit, un comitato di risk e un comitato remunerazioni. Per ulteriori dettagli si rimanda ai paragrafi "Comitati del Consiglio di Amministrazione" e "Consiglio di Amministrazione"
Alta Direzione
L’alta direzione supervisiona l'implementazione del sistema di controllo interno e di gestione del rischio, verificandone l'adeguatezza nel tempo.
Comitato di Audit
Il Comitato di Audit riesamina specifiche questioni e riferisce al Consiglio di Amministrazione, in particolare, sull'adeguatezza e sull'efficacia del quadro di controllo interno e di gestione del rischio. Il Collegio Sindacale, insieme al Consiglio di Amministrazione, assicura la conformità delle operazioni attuate dalle società alle leggi e ai regolamenti applicabili e la mancanza di un potenziale conflitto di interessi o di azioni imprudenti. Durante il mandato del Consiglio,
per monitorare periodicamente l'efficacia del sistema di controllo interno, attiva una serie di incontri con gli stakeholder del sistema di controllo interno (Internal Audit, Comitato di Audit, società di revisione esterna).
B.4.3. MODALITA’ DI ATTUAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI Strutture di Management e Controlli
Per quanto riguarda il quadro generale dei controlli e dei presidi di controllo adottati nell’ambito del Consiglio di Amministrazione e dei suoi comitati, nonché dell’alta direzione si rimanda per completezza ai paragrafi precedenti.
Management Committee
Il Management Committee definisce gli obiettivi di business e di redditività rispetto al rendimento degli investimenti ed al rischio ad essi associato. Il Management Committee analizza il bilancio e le prestazioni della Compagnia monitorando costantemente i KPI definiti. È responsabile dell'osservanza delle leggi, dei regolamenti applicabili e delle norme di conformità e di etica del Gruppo. È inoltre responsabile dell'attuazione delle raccomandazioni derivanti dai rapporti di audit.
Strutture organizzative con responsabilità sul controllo interno e sulle tematiche relative ai rischi
Tali strutture sono responsabili della gestione e/o del monitoraggio di alcuni aspetti di controllo interno e/o delle questioni relative al rischio. Nei capoversi successivi vengono elencate e descritte tali funzioni indicando i principali temi facenti parte delle responsabilità di gestione ad esse associate.
Anti Money Laundering & Counter Terrorist Financing
La Compagnia, in qualità di Capogruppo, istituisce la funzione antiriciclaggio (“Anti Money Laundering & Counter Terrorist Financing”) che opera per tutte le Compagnie assicurative del Gruppo AXA Italia operanti nei rami vita e con sede legale in Italia.
L’accentramento della funzione persegue i seguenti obiettivi:
- il conseguimento di una visione globale a livello di Gruppo dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo;
- l’armonizzazione delle prassi operative tra le imprese del Gruppo;
- la razionalizzazione delle strutture organizzative esistenti e la creazione di un polo unico di competenze.
Il Responsabile della funzione antiriciclaggio riporta gerarchicamente all’Head of Corporate Governance & Compliance e funzionalmente al Consiglio di Amministrazione.
Il Gruppo AXA ITALIA, in merito alla funzione antiriciclaggio, si dota di una specifica politica, che ne illustra le scelte rilevanti in materia di assetti organizzativi, procedure e controlli interni. Inoltre, la funzione antiriciclaggio predispone, aggiorna e fare sottopone all’approvazione del CdA il “Documento per la diffusione della cultura in materia di AML” che riepiloga compiti, responsabilità e modalità operative nella gestione del rischio di riciclaggio.
Con riferimento ai flussi informativi verso gli organi sociali e direttivi, la funzione antiriciclaggio:
- riferisce al Comitato di Audit ed al CdA - in coerenza con gli obiettivi di vigilanza e con il piano di attività svolto e le verifiche compiute, le valutazioni effettuate, i risultati emersi, le criticità e le carenze rilevate e le raccomandazioni formulate per la loro rimozione, nonché lo stato ed i tempi di implementazione degli interventi migliorativi, qualora realizzati.
- predispone appositi flussi informativi, periodici o secondo necessità, verso il Management Committee e/o i suoi singoli membri, con particolare riferimento ai referenti interni delle imprese del Gruppo che hanno esternalizzato la funzione. I suddetti flussi informativi sono finalizzati a:
- diffondere la cultura del controllo e della conformità rispetto a leggi, regolamenti e standard interni;
- informare tempestivamente in relazione a particolari criticità in tema di antiriciclaggio, i rischi rilevati, lo stato degli adeguamenti organizzativi conseguenti alle modifiche suggerite, le principali novità normative intervenute od altre informazioni di particolare rilievo o criticità.
Attori coinvolti - Funzione attuariale
I ruoli e le responsabilità della funzione Attuariale sono descritti nella sezione B.6.
Risk Management
I ruoli e le responsabilità del Risk Management locale sono descritti nella sezione B3.
Legal Affairs
A livello locale, gli Affari Legali sono responsabili dell'identificazione e della gestione dei rischi legali cui è esposta la Compagnia. Forniscono consulenza su questioni giuridiche aziendali e gestiscono gli aspetti legali delle operazioni svolte dalla Compagnia, nonché i contenziosi.
La Compagnia ha l’obbligo di mantenere un processo di controllo legale per assicurare un’interpretazione tempestiva degli sviluppi legislativi e legali che possono avere un impatto significativo anche sul business e di supportare le funzioni di controllo nell’analisi della normativa di settore.
Sia il Gruppo che la Compagnia partecipano a processi di consultazione in relazione alla normativa e alle regolamentazioni previste.
Internal Audit
I ruoli e le responsabilità della funzione Internal Audit sono descritti nella sezione B.5.
Comitato Rischi
I ruoli e le responsabilità della funzione Comitato Rischi sono descritti nella sezione B.3.
Direzione Finanza
All’interno della Direzione Finanza, gli uffici Local Reporting, Group Reporting, Business Analysis, Life Reserves & EEV, Internal Financial Control sono responsabili del consolidamento, del reporting, del programma di controllo finanziario interno, nonché degli indicatori attuariali e del bilancio. Tutte le attività legate alle missioni descritte sopra sono svolte per le chiusure periodiche, per gli esercizi di pianificazione annuale e per la definizione del piano strategico.
I ruoli degli uffici della Direzione Finanza comprendono le seguenti principali attività:
- lo sviluppo dei principi contabili e di reporting;
- il coordinamento delle attività verso le sussidiarie;
- la gestione dei sistemi di consolidamento e di reporting del Gruppo;
- la predisposizione del bilancio consolidato in accordo con i principi IFRS (International Financial Reporting Standards) e l’analisi dei principali indicatori di performance;
- la gestione del programma di Internal Financial Control (IFC);
- lo sviluppo e l’utilizzo degli strumenti di controllo di gestione;
- la gestione e il consolidamento del processo European Embedded Value (EEV), dei relativi indicatori attuariali e del bilancio;
- il coordinamento della produzione della relazione annuale della Compagnia richiesta dall’Autorità di vigilanza locale (IVASS);
- il coordinamento della produzione della reportistica Solvency II richiesta dall’IVASS;
- la collaborazione con il Collegio Sindacale e la contribuzione ai Comitati di Audit, per quanto di competenza;
- il supporto al coordinamento di processi, sistemi e strutture per la rendicontazione contabile e finanziaria relativa alle attività assicurative in Italia.
La Direzione Finanza ha definito e implementato una serie di politiche e procedure per garantire che il processo di consolidamento, che porta alla predisposizione del bilancio consolidato, sia puntuale e preciso. Tale processo di consolidamento è basato sulle seguenti linee guida:
Definizione delle norme e della manutenzione del sistema informativo
I principi contabili di Gruppo, coerenti con i principi contabili normativi, sono esposti nel manuale “AXA Group Accounting” e aggiornati regolarmente dagli esperti del Gruppo AXA. Queste linee guida sono sottoposte alla revisione del Collegio Sindacale della Compagnia.
Il sistema informativo è basato su un sistema di reporting denominato “Magnitude”, uno strumento di consolidamento gestito e aggiornato da un team dedicato del Gruppo AXA. Questo sistema è utilizzato anche per fornire le informazioni di reporting utilizzate per produrre un punto di vista economico sul bilancio consolidato e sul bilancio. Il processo attraverso il quale vengono prodotte e validate le informazioni di reporting ed il bilancio è il medesimo utilizzato per la produzione delle informazioni finanziarie consolidate.
Meccanismi di controllo
La Direzione Finanza, attraverso gli uffici preposti, è responsabile dell’inserimento e del controllo dei dati contabili e finanziari nel rispetto di quanto riportato nel manuale “AXA Group Accounting” e delle regole di consolidamento relative ai principi IFRS. Nel rispetto di tali requisiti, il Chief Financial Officer di ogni singola società valida l’accuratezza dello specifico contributo delle entità gestite ai dati consolidati riportati attraverso Magnitude, garantendo la conformità sia con il manuale “AXA Group Accounting” sia con le istruzioni relative al programma di controllo finanziario interno, per tutte le informazioni prodotte (IFRS, Embedded Value, indicatori finanziari e bilancio).
A livello di Gruppo, le informazioni contabili, finanziarie ed economiche riportate dalle varie entità vengono analizzate dai team che collaborano a tempo pieno con le società sussidiarie. In particolare, questi team valutano la conformità delle informazioni con il manuale “AXA Group Accounting” e con i principi attuariali di Gruppo.
Internal Control Over Financial Reporting
Partendo dalle linee guida del Gruppo AXA, la Compagnia ha implementato un programma di controllo denominato Internal Financial Control (IFC) gestito da un team dedicato all’interno della Direzione Finanza e progettato al fine di garantire che l’Amministratore Delegato della Compagnia abbia una base di informazioni adeguata per affermare che il sistema di controlli interni sulla reportistica finanziaria (Internal Control Over Financial Reporting – ICOFR) sia effettivamente operativo alla fine di ogni esercizio finanziario.
Il programma IFC si basa su uno standard del Gruppo AXA sul sistema di controllo interno. Lo standard del Gruppo AXA si basa a sua volta sull’ “Internal Control - Integrated Framework” emesso dal Committee of Sponsoring Organizations of the Xxxxxxxx Commission (COSO). Il programma IFC è progettato per definire il perimetro dell’IFC, la sua gestione, per assicurare coerenza e qualità nel Bilancio Consolidato del Gruppo AXA e fornisce linee guida sul programma annuale di controlli.
In conformità allo standard IFC di Gruppo, la Compagnia (i) documenta i processi, i rischi significativi ad essi associati ed i controlli che consentono di ridurre ad un livello accettabile questi rischi dovuti ad errori o frodi, e (ii) testa la progettazione e l’operatività effettiva dei controlli chiave sulla base di appositi piani di verifica.
Questi test formano parte di un processo continuo di miglioramento del controllo interno sulla reportistica finanziaria. Le aree di miglioramento identificate sono gestite da specifici piani predisposti dal Management. Questo processo consente di rimediare alle potenziali lacune identificate nei controlli ed a mantenere un alto standard nel sistema di controlli all’interno del Gruppo.
Come parte del processo interno di certificazione, ad ogni chiusura di esercizio, la Compagnia è chiamata ad effettuare una valutazione sul proprio sistema di controllo sul reporting finanziario. Questa attività include la raccolta delle firme dei responsabili dei singoli processi coinvolti e culmina con la revisione di un Management Report da parte del Chief Financial Officer riportante le sue conclusioni sull’effettività del sistema di controllo finanziario.
Controlli e Procedure di Disclosure
Il Gruppo AXA ha adottato una revisione interna formale e un processo di validazione in base ai quali tutti i membri del Comitato Esecutivo, i CFO delle singole entità/regioni e altri specifici dirigenti sono chiamati a certificare diversi argomenti trattati nella Relazione Annuale (Annual Report) di AXA.
Tale processo è basato sui seguenti quattro pilastri:
1. i certificati di “sign-off” del CFO, richiesti a tutti i CFO locali per essere presentati al Gruppo AXA, unitamente alle relazioni finanziarie e alle informazioni di consolidamento delle società sussidiarie;
2. l’IFC Management Report inviato dai CFO locali al Gruppo AXA;
3. i certificati dei controlli e delle procedure di disclosure, richiesti ai membri del Comitato Esecutivo, ai CFO delle entità/regioni e ad altri specifici dirigenti, in base ai quali ognuno dei succitati dirigenti è chiamato a controllare la Relazione Annuale di Gruppo e a certificare formalmente (i) l’accuratezza e la completezza delle informazioni riportate nella Relazione Annuale rispetto alle compagnie di sua competenza e (ii) l’efficacia dei controlli e delle procedure di disclosure e l’ICOFR per le compagnie di sua competenza (con specifica indicazione di eventuali carenze significative). Inoltre, come parte del processo di “sub- certification”, i dirigenti succitati sono chiamati a rivedere una serie di argomenti trasversali presenti nella Relazione Annuale in materia di rischio e altri argomenti rilevanti.
4. i “sign-off” dei CFO sulle note dei bilanci consolidati. Il Gruppo fornisce ai CFO locali/regionali il contributo al bilancio consolidato delle compagnie sotto la loro responsabilità, al fine di facilitare la loro certificazione in merito all’accuratezza e alla completezza delle informazioni contenute nella Relazione Annuale di Gruppo.
Il Gruppo AXA e la Compagnia ritengono di aver predisposto un sistema completo di procedure e meccanismi di controllo interno, appropriato e adeguato al business, all’operatività del Gruppo e della Compagnia.
Ciononostante, tutti i sistemi di controllo interno, a prescindere dalla bontà della loro progettazione, sono caratterizzati da limitazioni intrinseche e non costituiscono una garanzia o forniscono una certezza assoluta. Anche i sistemi studiati per essere efficaci non possono prevenire o rilevare tutti gli errori umani, tutti i malfunzionamenti di sistema, tutte le frodi o tutti le false dichiarazioni e sono in grado di fornire solo una ragionevole garanzia. Inoltre, un controllo efficace può diventare inadeguato nel tempo a causa di possibili variazioni delle condizioni, del deterioramento del rispetto delle procedure o di altri fattori.
Funzione Compliance
La funzione Compliance è stata centralizzata presso la capogruppo AXA Assicurazioni S.p.A. a partire dal 1° gennaio 2015 e svolge la propria attività per le società del Gruppo assicurativo AXA Italia (ad eccezione di AXA MPS Financial DAC, società di diritto irlandese, dotata di un’autonoma funzione di Compliance), presta inoltre servizi anche per la branch italiana di AXA Life Europe (Dublino, Irlanda).
Essa ha la responsabilità di valutare che l’organizzazione e le procedure della società siano adeguate a prevenire il rischio di non conformità alle norme di legge, ai regolamenti o ad altri provvedimenti delle Autorità di Vigilanza ovvero alle norme di autoregolamentazione, avvalendosi di specifici presidi ai vari livelli aziendali pertinenti allo scopo di contribuire a prevenire il rischio di non conformità alle norme.
La funzione Compliance è inserita all’interno della Direzione Corporate Governance & Compliance e riporta funzionalmente al Consiglio di Amministrazione.
La funzione Compliance, in conformità al Regolamento ISVAP n. 38/2018 (art.34):
a) identifica in xxx xxxxxxxxxxxx xx xxxxxxxxxx xxxxx applicabili all’impresa e valuta il loro impatto sui processi e sulle procedure aziendali;
b) valuta l’adeguatezza e l’efficacia delle misure organizzative adottate per la prevenzione del rischio di non conformità alle norme e propone le modifiche organizzative e procedurali finalizzate ad assicurare un adeguato presidio del rischio;
c) valuta l’efficacia degli adeguamenti organizzativi conseguenti alle modifiche suggerite;
d) predispone adeguati flussi informativi diretti agli organi sociali dell’impresa e alle altre strutture coinvolte.
Le responsabilità, i compiti, le modalità operative, la natura e la frequenza della reportistica sono definiti nella “Politica per la conformità alle norme del Gruppo Assicurativo AXA Italia” approvata dal Consiglio di Amministrazione.
La funzione Compliance, in attuazione dei compiti sopra sintetizzati:
a) identifica e valuta i rischi di non conformità alle norme;
b) monitora i rischi di non conformità alle norme maggiormente significativi;
c) supervisiona le attività poste in essere dai presidi di non conformità alle norme, con particolare riferimento al rispetto della normativa nei casi di approvazione di nuovi prodotti, accordi di distribuzione, attività e formazione degli intermediari assicurativi, materiale pubblicitario dei prodotti assicurativi, accordi di riassicurazione, verifiche dell’operatività delle reti distributive;
d) fornisce consulenza al personale dipendente ed al senior management su temi di compliance;
e) supporta la definizione di soluzioni volte alla mitigazione dei rischi di non conformità ai quali la Compagnia è esposta attraverso l’emissione di raccomandazioni e linee guida ed attraverso il monitoraggio dei relativi piani di rimedio;
f) assicura un programma di compliance adeguatamente calibrato rispetto alle caratteristiche operative delle singole società del Gruppo;
g) opera in stretto collegamento con la funzione Internal Audit e con la funzione Risk Management;
h) supporta le funzioni aziendali preposte ad attivare le iniziative di formazione, sensibilizzazione e comunicazione in materia di conformità alle norme ad impatto trasversale.
Le attività della funzione Compliance sono esercitate secondo un approccio risk-based e sulla base di una pianificazione annuale (Piano annuale di Compliance), presentata al Comitato di Audit (Comitato per il controllo interno), approvata dal Consiglio di Amministrazione e predisposta, in ossequio al principio di proporzionalità, alla luce della natura, della dimensione e della complessità dei rischi aziendali complessivamente considerati.
La funzione Compliance opera in sinergia e coordinamento con l’AXA Group Compliance department e assicura l’implementazione degli standard del Gruppo AXA di competenza della funzione stessa.
Al fine di assicurare efficaci flussi informativi che garantiscano adeguati processi decisionali sui fatti aziendali rilevanti, la funzione Compliance riporta trimestralmente al Comitato di Audit ed al Consiglio di Amministrazione illustrando l’attività svolta, le verifiche effettuate, i risultati emersi e le criticità riscontrate, dando conto dello stato di implementazione dei relativi interventi migliorativi.
Al fine di garantire una prevenzione e/o mitigazione del rischio di non conformità alle norme, oltre alla reportistica periodica verso il Consiglio di Amministrazione e il Comitato di Audit, la funzione di Compliance predispone appositi flussi informativi verso il Management Committee finalizzati a i) diffondere la cultura del controllo e della conformità rispetto a leggi, regolamenti e standard interni, ii) informare tempestivamente in relazione alle principali criticità in tema di conformità alle norme e sui relativi piani di rimedio.
B.5 FUNZIONE INTERNAL AUDIT
La funzione Internal Audit della Compagnia supporta il Consiglio di Amministrazione ed il Management Committee nella valutazione dei rischi della Compagnia e della sostenibilità dell’organizzazione aziendale, attraverso un’indipendente ed obiettiva attività di valutazione in merito all’efficacia del sistema dei controlli interni e gestione del rischio a cui è esposta la Compagnia, supportando l’organizzazione aziendale e il Management Committee ai fini del perseguimento dei propri obiettivi attraverso un solido approccio metodologico.
L’ufficio Internal Audit consegue i propri obiettivi e riveste le proprie responsabilità in conformità con l’Internal Audit Charter, annualmente approvata dal Consiglio di Amministrazione della Compagnia.
Il documento stabilisce l’indipendenza della funzione, il perimetro, le responsabilità, i poteri e gli standard.
Il responsabile dell’Internal Audit risponde direttamente al Presidente del Comitato di Audit ed al Consiglio di Amministrazione e riporta funzionalmente al “Global Head of Audit” che riporta al Presidente del “Group Audit Committee”.
La funzione di Internal Audit della Compagnia predispone un piano annuale di Audit; sulla base della valutazione dei rischi inerenti e dell’adeguatezza del sistema dei controlli inerenti viene assegnata la priorità agli interventi. Il piano di Audit viene sottoposto all’approvazione del Consiglio di Amministrazione e del Comitato di Audit, che ne monitorano regolarmente l’avanzamento, valutano le risultanze e le eventuali disfunzioni e criticità emerse dalle verifiche effettuate dalla funzione di Internal Audit.
Su un orizzonte temporale di cinque anni, tutti le categorie di “Common Audit Universe”, definite dal Gruppo AXA e applicabili alla Compagnia, devono essere coperte da Audit, qualunque eccezione viene comunicata al Comitato di Audit.
A conclusione di ogni missione viene emesso un report indirizzato ai membri del Comitato Esecutivo di riferimento dell’area interessata; i risultati delle verifiche effettuate e lo stato di avanzamento delle azioni di risoluzione delle criticità identificate vengono regolarmente presentati al Comitato di Audit e al Management Committee.
Il Comitato di Audit della Compagnia è composto da tre membri uno dei quali riveste il ruolo di Presidente. Il Presidente e i membri vengono formalmente nominati dal Consiglio di Amministrazione.
B.6 FUNZIONE ATTUARIALE
La Direttiva Solvency II (art. 48), recepita nel contesto nazionale con l’aggiornamento del Codice delle Assicurazioni Private (Art. 30-sexies), gli Atti Delegati (Capo IX, Sezione 2, articolo 272), le Linee Guida EIOPA in materia di governance, valutazione delle riserve tecniche e utilizzo dei parametri specifici dell’Impresa (USP/GSP), il regolamento
IVASS n.38/2018 istituiscono la Funzione Attuariale come componente del Sistema dei Controlli Interni di secondo livello, definendone i requisiti ed attribuendole specifici compiti di coordinamento, controllo e validazione. In particolare, tali disposizioni normative prevedono che la Funzione Attuariale:
- coordini il calcolo delle riserve tecniche;
- garantisca l’adeguatezza delle metodologie, dei modelli sottostanti utilizzati e delle ipotesi definite per il calcolo delle riserve tecniche;
- valuti la sufficienza e la qualità dei dati utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche;
- riveda, in sede di raffronto delle migliori stime con i dati tratti dall'esperienza, la qualità delle migliori stime dei periodi precedenti ed utilizzi le conoscenze derivate da questa analisi per migliorare la qualità delle stime attuali;
- fornisca ai membri del Comitato Esecutivo e al Consiglio di Amministrazione un'analisi puntuale dell'affidabilità e dell'adeguatezza di tale calcolo, unitamente all’illustrazione delle fonti utilizzate e del grado di incertezza della stima delle riserve tecniche;
- formuli il suo parere riguardo alla politica di sottoscrizione;
- formuli il suo parere sulle modalità di riassicurazione complessiva;
- contribuisca all’implementazione effettiva del sistema di gestione dei rischi, con particolare riguardo alla modellizzazione dei rischi tecnici
La nomina del responsabile della Funzione Attuariale è approvata dal Consiglio di Amministrazione, previa validazione da parte del responsabile della Funzione Attuariale del Gruppo AXA.
La Funzione Attuariale è ricompresa nell’ambito della Direzione Rischi, riporta gerarchicamente al Chief Risk Officer della Compagnia ed è inoltre a diretto riporto del Consiglio di Amministrazione.
In particolare, tale Funzione elabora, con cadenza almeno annuale, una relazione scritta che documenta la totalità delle attività svolte dalla Funzione Attuariale e le relative risultanze, individua con chiarezza eventuali lacune e fornisce raccomandazioni su come porvi rimedio.
Infine, la Funzione Attuariale svolge la propria attività in modo accentrato per tutte le Compagnie assicurative del Gruppo AXA Italia aventi sede legale nel territorio nazionale.
B.7 ESTERNALIZZAZIONE
AXA Assicurazioni per sé e in qualità di Capogruppo del gruppo assicurativo AXA ITALIA ha adottato una Politica di esternalizzazione la quale si applica a tutte le imprese di assicurazione del gruppo assicurativo AXA ITALIA nonché ad AXA Italia Servizi S.c.p.A (“Consorzio”) ed illustra le direttive che, in coerenza con i) la Direttiva Solvency II ii) il Regolamento Delegato iii) Codice delle Assicurazioni Private iv) il Regolamento ISVAP n. 20, v) Regolamento ISVAP n. 39 e il provvedimento IVASS n. 00-00-000000 del 10.09.14 (con il quale IVASS ha autorizzato la costituzione del Consorzio) determinano il sistema dei controlli interni sulle esternalizzazioni, con l’obiettivo di definire:
- i principi generali della politica di esternalizzazione, includendo i vincoli alle esternalizzazioni, i criteri di individuazione delle attività da esternalizzare, i criteri di qualificazione delle attività come essenziali o importanti, i criteri di selezione dei fornitori, l’adozione di metodi per la valutazione del livello delle prestazioni del fornitore (service level agreement) e la frequenza delle stesse, i piani di emergenza dell’impresa e le relative procedure, ivi incluse le strategie di uscita nei casi di esternalizzazione di funzioni e attività essenziali o importanti;
- le regole generali in tema di contratti di esternalizzazione, comunicazioni all’IVASS e controlli sulle attività esternalizzate.
La maggior parte dei fornitori terzi della Compagnia hanno sede in Italia e tutti i fornitori esteri sono società facenti parte del network del Gruppo AXA. Questo assetto riduce i rischi in termini di leggi applicabili in caso di contenziosi, essendo la normativa italiana quella applicata nella maggior parte dei casi.
La Compagnia ha stretto alcuni accordi contrattuali di esternalizzazione con fornitori di terze parti per servizi richiesti in connessione con l’operatività quotidiana della sua attività. Il sistema di monitoraggio e presidio sulle esternalizzazioni prevede valutazioni approfondite regolarmente condotte per assicurare che la Compagnia mantenga una piena responsabilità sulle funzioni o sulle attività esternalizzate, identificando service level agreement e key performance indicator, rappresentati periodicamente in un report emesso dal presidio di controllo delle esternalizzazioni. Le attività esternalizzate più significative si trovano all’interno del Gruppo AXA e si riferiscono a servizi di data center, infrastrutture IT e di gestione del portafoglio. Inoltre, la maggior parte delle attività relative ai servizi amministrativi e finanziari, anche
se non considerate critiche in base ai criteri del Gruppo AXA, sono da includere tra le attività essenziali ed importanti ai fini della normativa locale e sono esternalizzate al Consorzio AXA Italia Servizi S.c.p.A. Al di fuori del Gruppo AXA, le principali attività esternalizzate fanno riferimento alla gestione delle piattaforme informatiche strettamente legate al back office, gestione dei sinistri e ai servizi di gestione documentale ed i fornitori hanno tutti sede sul territorio italiano.
B.8 ALTRE INFORMAZIONI
B.8.1 PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE E APPLICAZIONE DEL PRINICIPIO DI PROPORZIONALITA’
Nel presente paragrafo, la Compagnia, anche quale ultima società controllante italiana (di seguito “USCI”) del gruppo assicurativo AXA ITALIA, descrive gli esiti del processo di autovalutazione condotto in merito all’attuazione per sé stessa del c.d. principio di proporzionalità nel sistema di governo societario, ciò in coerenza con quanto richiesto dalla lettera inviata al mercato da IVASS il 5 luglio 2018 (di seguito la “Lettera al mercato”), avente per oggetto orientamenti sull'applicazione del medesimo principio, tenuto conto delle prescrizioni previste dal Regolamento IVASS n. 38 del 3 luglio 2018 (di seguito il “Regolamento”).
Pertanto, di seguito verranno descritti: i) l’individuazione dell’assetto di governance societaria applicabile alla Compagnia, anche nella sua qualità di USCI; ii) i conseguenti e necessari presidi organizzativi che la Compagnia intende a tal fine adottare.
Assetto di governo societario.
Seguendo un percorso di coerente evoluzione con il sistemo di governo societario vigente nel 2018 descritto nei paragrafi precedenti della presente sezione B, la Compagnia ha valutato di applicare l’assetto di governo societario rafforzato.
Tale valutazione discende dalla compresenza in capo alla Compagnia dei seguenti criteri valutativi previsti dall’Allegato alla Lettera al mercato:
i) gli indici dimensionali di cui al punto 1.1.1 lett. a), avendo la Compagnia conseguito una raccolta premi danni superiore a € 1 miliardo e accantonato riserve tecniche vita per un importo complessivamente superiore a € 10 miliardi;
ii) i parametri di valutazione di “complessità” di cui:
- al punto 1.1.2, lett. a) avendo la Compagnia adozione di un modello interno per il calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità;
- al punto 1.1.2, lett. b) per l’esercizio congiunto, da parte della Compagnia, dell’attività assicurativa vita e danni.
Presidi organizzativi individuati.
A seguito del processo di autovalutazione sopra descritto, la Compagnia intende adottare entro le scadenze previste dall’art. 93 del Regolamento, i seguenti presidi organizzativi, ciò anche con riferimento al proprio ruolo di USCI.
a) Il Presidente del Consiglio di Amministrazione. Come già illustrato nella presente relazione, il Presidente non ha e non avrà un ruolo esecutivo e continuerà ad essere privo di deleghe operative.;
b) Comitato per il Controllo interno e i rischi. A maggior presidio del sistema dei controlli interni e della gestione dei rischi, la Compagnia intende costituire il Comitato endoconsiliare per il Controllo interno e i rischi previsto dall’art. 6 del Regolamento che assisterà il consiglio di amministrazione della Compagnia nella determinazione delle linee di indirizzo del sistema di controllo interno e gestione dei rischi, nella verifica periodica della sua adeguatezza e funzionamento, nonché nell’identificazione e gestione dei principali rischi aziendali.
Lo stesso presidio svolgerà, ai sensi dall’art. 72 del Regolamento, analoghe funzioni con riferimento al gruppo assicurativo AXA ITALIA, in qualità di Comitato endoconsiliare del consiglio di amministrazione dell’USCI.
c) Comitato Remunerazioni. È già costituito il Comitato Remunerazioni (denominato Board Remuneration Committee) previsto dall’art. 43 del Regolamento con le finalità di presidio della definizione e del monitoraggio delle politiche di remunerazione previste dal citato articolo, meglio illustrato nel paragrafo B.1.1.
Lo stesso presidio svolgerà, ai sensi dall’art. 72 del Regolamento, analoghe attività con riferimento al gruppo assicurativo AXA ITALIA, in qualità di Comitato endoconsiliare del consiglio di amministrazione dell’USCI.
d) Struttura delle funzioni fondamentali. Le funzioni fondamentali, ex artt. 26 e ss. del Regolamento, di revisione interna, gestione dei rischi, conformità alle norme e attuariale sono e resteranno costituite quale specifiche unità organizzative del tutto distinte da funzioni operative, mantenendo sostanzialmente: i) l’articolazione descritta negli specifici paragrafi ad esse dedicati dalla presente Relazione; ii) il ruolo di funzione accentrata di gruppo le cui relative attività verranno svolte anche per conto delle altre imprese del gruppo assicurativo AXA ITALIA che hanno esternalizzato all’USCI tutte le predette funzioni fondamentali.
Le predette strutture infine, svolgeranno, rispettivamente, anche le corrispondenti funzioni a livello di gruppo costituite presso l’USCI ex artt. 88 e ss. del Regolamento.
e) Titolarità delle predette funzioni fondamentali. In merito alla titolarità delle predette funzioni fondamentali sono stati adottati i seguenti presidi organizzativi:
- ciascuna di esse sarà attribuita ad un distinto soggetto, non membro del Consiglio di Amministrazione, dotato dei necessari requisiti di professionalità, onorabilità ed indipendenza ex art. 28 del Regolamento articolati nell’apposita Politica che verrà adottata dal gruppo assicurativo AXA ITALIA (politica c.d. “fit & proper” in coerenza con l’art. 25 del Regolamento);
- il titolare della funzione di revisione interna riporterà al consiglio di amministrazione che lo designerà;
- il titolare della funzione di gestione dei rischi, che nella Compagnia riveste il ruolo di responsabile della funzione Rischi (“Chief Risk Officer”), riporterà gerarchicamente all’Amministratore Delegato e funzionalmente al consiglio di amministrazione che lo designerà;
- il titolare della funzione attuariale riporterà gerarchicamente al Chief Risk Officer e funzionalmente al consiglio di amministrazione che lo designerà;
- il titolare della funzione di conformità alle norme riporterà gerarchicamente al Responsabile Corporate Governance & Compliance e funzionalmente al consiglio di amministrazione che lo designerà.
Ciascuno dei sopra menzionati titolari rivestirà, inoltre: i) il ruolo di titolare della medesima funzione fondamentale in AXA MPS Assicurazioni Vita S.p.A., in AXA Assicurazioni MPS Xxxxx e nella nuova compagnia assicurativa Quixa Assicurazioni S.p.A. (una volta ottenuta l’autorizzazione all’esercizio dell’attività assicurativa), considerato il sopra menzionato accentramento; ii) il ruolo di titolare della corrispondente funzione fondamentale di gruppo in seno all’USCI ex artt. 88 e ss. del Regolamento.
f) Non ci si avvarrà pertanto della facoltà di cui all’art. 35 comma 3 del Regolamento 38.
g) Remunerazione. In occasione della prossima assemblea ordinaria della Compagnia verrà adottata una nuova politica in materia di remunerazione, atta a valere per sé e per tutto il gruppo assicurativo AXA ITALIA affinché la stessa politica rispetti i vincoli concernenti il bilanciamento delle componenti fisse e variabili della remunerazione derivanti dagli articoli 275 degli Atti delegati e 46 e ss. del Regolamento, in particolare, la politica prevedrà che:
1. La componente variabile sarà costituita, almeno per il 50% da strumenti finanziari, con la previsione di meccanismi di adeguamento ex ante (“gate”) che garantiranno: i) la sostenibilità per la Compagnia dell’erogazione del variabile; ii) l’allineamento al profilo di rischio della medesima; più segnatamente, sarà previsto un “entry gate” che subordinerà la maturazione del diritto al conseguimento della componente variabile della remunerazione al raggiungimento di una soglia minima del valore di Solvency II calcolata, al netto dei dividendi, all’atto di approvazione del bilancio annuale.
2. Il pagamento dell’intera componente variabile sarà differito dopo almeno 3 anni dall’attribuzione dei medesimi strumenti finanziari, ciò secondo una logica di “Long Incentive Term”, così differendolo al fine di contestualizzare il pagamento della componente variabile al consolidamento dei risultati della Compagnia e del gruppo assicurativo.
3. La componente variabile della remunerazione non potrà superare il 50% e si ritiene che tale porzione (massima) percentuale non costituisca una quota particolarmente elevata della remunerazione complessiva.
Quanto illustrato è da considerarsi con riserva di rivedere, nel corso del presente esercizio, i presidi adottati, nel rispetto delle previsioni del Regolamento 38 e tenuto di eventuali confronti intervenuti con l’Istituto.
C
PROFILO DI RISCHIO
C. PROFILO DI RISCHIO
REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’
Il quadro normativo Solvency II prevede la valutazione del Requisito Patrimoniale di Solvibilità (Solvency Capital Requirement – SCR) a fronte dei rischi ai quali la Compagnia è esposta mediante l’utilizzo di un modello interno o della formula standard.
Il modello interno del Gruppo AXA ha l’obiettivo di valutare tutti i rischi significativi e quantificabili ai quali la Compagnia è esposta, ed è basato su una tassonomia dei rischi comune tra le entità del Gruppo. Grazie all’allocazione chiara di ruoli e responsabilità, a procedure definite e ad un reporting efficace, la Compagnia identifica, misura, gestisce e monitora i rischi a cui è esposta, coerentemente con gli obiettivi del Gruppo AXA.
Nell’ambito del modello interno, la matrice di rischio definita dal Gruppo AXA identifica i rischi significativi e aggrega i sotto-rischi applicabili all’attività assicurativa della Compagnia. Le metodologie utilizzate nel modello interno sono riviste periodicamente e nuovi metodi di valutazione sono analizzati, in conformità con le linee guida e procedure locali, cambiamenti regolamentari e best practices di gruppo.
La misurazione del SCR mediante Modello Interno rappresenta il Value-At-Risk (VAR) della distribuzione delle perdite calibrato su un orizzonte temporale di un anno e con un livello di confidenza del 99.5%. In altri termini, l’SCR corrisponde al capitale necessario ad assicurare la copertura delle perdite legate ad eventi con probabilità di accadimento pari ad 1 su 200 anni. Il calcolo del requisito include tutti i rischi misurabili (Mercato, Credito, Assicurativo e Operativo) e riflette il profilo di rischio della Compagnia. In aggiunta ai rischi che determinano la quantificazione del SCR, la Compagnia monitora i rischi di Liquidità, Reputazionale, Strategico, Regolamentare ed Emergenti.
La tabella sotto riportata fornisce una rappresentazione del Requisito Patrimoniale di Solvibilità della Compagnia per tipologia di rischio.
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Rischi Tecnico Assicurativi Xxxxx e Salute | 387 | 414 |
Rischi Tecnico Assicurativi Vita | 172 | 168 |
Xxxxxx xx Xxxxxxx | 000 | 000 |
Rischi di Credito | 89 | 107 |
Beneficio di diversificazione | (344) | (362) |
Rischio operativo | 68 | 81 |
Requisito patrimoniale di solvibilità al lordo delle imposte | 702 | 785 |
Imposte | (7) | (48) |
Requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) | 695 | 737 |
TARGET CAPITAL E RISK SENSITIVITY DELLA COMPAGNIA
Nell’ambito Solvency II, la Compagnia deve mantenere Fondi Propri Ammissibili sufficienti per coprire il Requisito Patrimoniale di Solvibilità, al fine di assorbire eventuali perdite significative che potrebbero manifestarsi e, al contempo, garantire la piena conformità ai requisiti regolamentari.
Nel dettaglio, in condizioni normali, la Compagnia dovrebbe mantenere un ratio di copertura Solvency II superiore al 100%, con l’obiettivo minimo di mantenere il capitale necessario ad assicurare la copertura delle perdite legate ad eventi con probabilità di accadimento pari ad 1 su 200 anni.
Inoltre, per assicurare un livello di solvibilità superiore al requisito regolamentare, la Compagnia monitora la sua capacità di assorbire eventuali shock finanziari o tecnici. Al fine di valutare la resilienza del ratio di copertura Solvency II a condizioni di mercato sfavorevoli e ai principali fattori di rischio (ad esempio, tassi d’interesse, shock azionari e valore dello spread), vengono effettuate specifiche analisi di sensitività. I risultati di queste analisi sono comunicati al Management della Compagnia che, se necessario, definisce e adotta opportuni piani d’azione correttivi.
La Compagnia ha definito, nell’ambito Solvency II, processi strutturati di gestione del capitale per mantenere il ratio di copertura Solvency II all’interno di un adeguato intervallo. Inoltre, la Compagnia è controllata dal Gruppo AXA che, in aggiunta alle analisi locali, effettua periodicamente analisi di sensitività del ratio di copertura Solvency II di Gruppo a rischi ed eventi significativi, per dimostrare la resilienza dello stesso ad un’ampia gamma di shock (ad esempio, le crisi finanziarie del 2008, del 2009 e del 2011, il catastrofico evento naturale Lothar & Xxxxxx).
La tabella sotto riportata illustra le analisi di sensitivity svolte per analizzare l’impatto sul Solvency II Ratio della Compagnia.
Sensitivity del ratio di copertura Solvency II
Scenario base (al netto delle imposte) 137%
-50 bps tassi d'interesse -6 pts
+50 bps tassi d'interesse +4 pts
-25% mercato azionario -7 pts
+25% mercato azionario +7 pts
+75 bps credit spread (corporate bonds) +3 pts
C.1 RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE
C.1.1. ESPOSIZIONE AI RISCHI ASSICURATIVI
La Compagnia è responsabile della gestione dei rischi assicurativi che scaturiscono dalle attività di sottoscrizione, di tariffazione e di riservazione, nonché da eventi catastrofali. La Compagnia è inoltre responsabile dell’adozione di adeguate azioni correttive per rispondere ai cambiamenti del mercato assicurativo e del contesto politico ed economico in cui opera.
Secondo quanto definito dalle linee guida del Gruppo AXA, la Compagnia ha un proprio criterio di raggruppamento dei rischi per classe omogenea, che permette una coerente rappresentazione del profilo di rischio, allineata con la struttura organizzativa di business. I rischi sono classificati per macro tipologia e differenziati tra i comparti Retail e Commercial.
Rischio di sottoscrizione danni
I rischi di sottoscrizione relativi ai prodotti assicurativi danni sono i rischi di tariffazione, di riservazione e catastrofale:
- il rischio di tariffazione deriva della fluttuazione nella frequenza o nella severità degli eventi assicurati; tale rischio è generato sia dai contratti esistenti (insufficienza delle riserve premi) che da eventuali inefficienze nella tariffazione delle polizze (includendo rinnovi e struttura dei costi);
- il rischio di riservazione deriva della fluttuazione nella tempistica e nell’ammontare dei sinistri pagati; tale rischio è strettamente collegato all’insufficienza delle riserve di sinistri;
- il rischio catastrofale deriva da eventi estremi o eccezionali che non sono stati adeguatamente considerati nei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di tariffazione e di riservazione; le principali esposizioni si riferiscono al terremoto in Italia.
Rischio di sottoscrizione vita
La Compagnia è principalmente esposta al rischio di sottoscrizione vita derivante dal lavoro diretto. Il portafoglio assicurativo vita è prevalentemente costituito da prodotti tradizionali di risparmio. Il portafoglio include anche prodotti non tradizionali (unit-linked) e alcuni portafogli di rendite, con relativo rischio di longevità, coperture di puro rischio, con il rischio di mortalità.
I rischi di sottoscrizione relativi ai prodotti assicurativi vita sono i rischi di riscatto, di mortalità e catastrofale, di longevità nonché il rischio relativo alle spese:
- il rischio di riscatto deriva dall’incertezza del tasso di esercizio dell’opzione di riscatto (totale o parziale), dalle limitazioni o dalla sospensione della copertura assicurativa;
- il rischio di mortalità e catastrofale deriva dalla sottovalutazione dei tassi di mortalità per i prodotti che presentano una sensitività avversa al loro incremento;
- il rischio di longevità deriva dalla sopravvalutazione dei tassi di mortalità per i prodotti che presentano una sensitività avversa alla loro riduzione;
- il rischio relativo alle spese deriva dall’incertezza legata ai costi delle prestazioni e dei benefici per gli assicurati.
C.1.2. MISURE UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AL RISCHIO
L’esposizione complessiva della Compagnia ai rischi di sottoscrizione è misurata attraverso il Requisito Patrimoniale di Solvibilità, come precedentemente descritto nella sezione “Posizione di capitale Solvency II e modello interno”, e, per i rischi di sottoscrizione vita, attraverso il calcolo delle perdite risultanti da variazioni inattese delle ipotesi considerate.
C.1.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
I rischi assicurativi legati al business Danni e Vita sono gestiti attraverso processi definiti a livello del Gruppo AXA, adottati ed eseguiti congiuntamente dai team locali e centrali:
- il controllo dei rischi sui nuovi prodotti, attraverso il processo di approvazione prodotti, che integra le regole di sottoscrizione e le analisi della redditività di prodotto;
- l’ottimizzazione delle strategie di riassicurazione al fine di limitare le esposizioni della Compagnia, ridurre la volatilità e pertanto garantire la solvibilità della Compagnia;
- la revisione delle riserve tecniche, tra cui l'analisi della loro variazione tra diversi periodi;
- il monitoraggio dei rischi emergenti grazie alla condivisione delle competenze all'interno delle aree aziendali dedicate alla sottoscrizione dei rischi.
Approvazione dei Prodotti
Il Group Risk Management (GRM) ha definito un set di procedure specifiche, al fine di approvare il lancio di nuovi prodotti e il restyling o il re-pricing di prodotti già esistenti. Tali procedure, adattate e implementate localmente, favoriscono l'innovazione di prodotto in tutto il Gruppo AXA, pur mantenendo sotto controlli i rischi ai quali è esposto.
Tali sistemi e modelli di validazione tengono conto delle valutazioni quantitative effettuate mediante il modello interno della Compagnia ed assicura che i nuovi prodotti e le revisioni sostanziali di prodotti già esistenti siano sottoposti a un adeguato processo di approvazione prima di essere immessi sul mercato.
Nel segmento Danni, il processo di approvazione prodotti è descritto coerentemente con le linee guide del Gruppo AXA previste per la sottoscrizione dei rischi, declinate a livello locale in una specifica politica approvata dal Comitato Rischi (esecutivo e endoconsiliare) e dall’Organo Amministrativo garantendo l’attuazione di un processo decisionale strutturato. Il processo ha lo scopo:
- per le attività pre-lancio, di garantire che i nuovi rischi assunti siano stati adeguatamente esaminati prima di proporli ai clienti;
- per le attività post-lancio, di eseguire appropriate analisi di redditività e di controllo dei rischi per verificare che il business sia in linea con il profilo di rischio della Compagnia.
Tale approccio assicura che non vengano assunti rischi al di fuori dei livelli di tolleranza predefiniti e che sia stata applicata un’adeguata tariffazione del rischio.
Nel segmento Vita, la governance del Gruppo AXA sul processo di approvazione dei prodotti definisce anche gli aspetti del processo che possono essere gestiti a livello locale e quando sia invece necessaria l’approvazione del Gruppo AXA prima dell’avviamento, ad esempio per i prodotti sofisticati e che non soddisfano i requisiti minimi definiti dal Gruppo AXA o per i prodotti al di sopra delle soglie di materialità. L'obiettivo è garantire che tutti gli impegni a lungo termine siano monitorati a livello del Gruppo AXA e che sia possibile beneficiare del know-how del Gruppo AXA sulle garanzie più tecniche o specifiche.
Analisi dell’esposizione
Il GRM ha sviluppato e implementato modelli e metriche comuni per misurare costantemente i rischi all’interno del Gruppo AXA (in particolare tramite l’utilizzo del modello interno). Modelli e metriche sono implementati ed adattati a livello locale, consentendo alla Compagnia di accertare che la propria esposizione al rischio sia conforme ai limiti di risk appetite, monitorando i principali rischi (deviazione della frequenza sinistri, gravità dei sinistri, riassicurazione, consistenza dei prezzi e catastrofi naturali).
Questo modello è incluso nel processo precedentemente descritto per il controllo nell’attività di sviluppo prodotti.
Nel segmento Danni, le metodologie poste in essere per la valutazione dei rischi catastrofali assumono una rilevante importanza. Stante l’esperienza maturata nel corso degli ultimi anni a livello di Gruppo, la Compagnia oltre ad avvalersi di strumenti considerati best-in-class a livello di mercato, utilizza la metodologia del Gruppo AXA al fine di avere una sempre migliore stima del profilo di rischio catastrofale alla quale è esposta. Tale processo permetterà anche di sofisticare gli studi in merito alla concentrazione dei rischi, al fine di garantire che nessun evento catastrofale (ad es. tempeste, terremoti, uragani, tifoni o altre catastrofi naturali) possa impattare la Compagnia al di sopra dei livelli di tolleranza stabiliti.
Nel segmento Vita, la Compagnia monitora regolarmente la propria esposizione ai rischi (mortalità, longevità, morbidità…) e utilizza i risultati di queste analisi per ottimizzare il disegno dei prodotti e la loro copertura di riassicurazione. Queste analisi di esposizione sono realizzate da specialisti in modelli di gestione dei rischi del business Vita.
Riassicurazione
Insieme alle linee di business e alla funzione di Riassicurazione, il Risk Management contribuisce alla definizione delle coperture di riassicurazione della Compagnia. In linea con gli standard del Gruppo AXA, i trattati di riassicurazione della Compagnia sono collocati attraverso le società di riassicurazione del Gruppo AXA, a meno di specifica approvazione documentata per collocare i trattati al di fuori del Gruppo.
I programmi riassicurativi vengono discussi a partire da:
- analisi attuariali condotte a livello di singolo portafoglio rispetto alla strategia di sottoscrizione della Compagnia ed ai limiti di risk appetite definiti a livello del Gruppo AXA e/o della Compagnia;
- modellizzazione delle catastrofi naturali del segmento Danni, il GRM si avvale di diversi modelli esterni per la valutazione del rischio associato ai principali pericoli naturali (tempeste, alluvioni, terremoti...);
- analisi attuariali¸ nel segmento Vita, sulla mortalità per singola testa e per eventi catastrofali (terremoto o terrorismo).
Riserve tecniche
La Compagnia monitora accuratamente i rischi di riservazione, attraverso valutazioni inizialmente effettuate dal dipartimento attuariale e successivamente riesaminate dal team di Risk Management (second opinion).
Il dipartimento attuariale è responsabile della valutazione delle riserve e, in particolare, assicura che:
- gli elementi esaminati siano consistenti (inclusi contratti, premi e sinistri, modelli, ed effetti riassicurativi);
- le ipotesi tecniche e le metodologie attuariali siano in linea con le pratiche professionali e le analisi di sensitività vengano eseguite almeno per i rischi più significativi;
- l'analisi di variazione delle riserve, tra cui back-testing sui boni-mali, sia eseguita, i riferimenti al contesto normativo ed economico vengano considerati e le deviazioni significative analizzate e spiegate;
- le perdite operative relative al processo di riservazione siano adeguatamente quantificate;
- le best estimate liability siano calcolate in conformità agli articoli da 75 a 86 della Direttiva Solvency II ed alle linee guida del Gruppo AXA.
In ottemperanza al quadro normativo Solvency II, il titolare della funzione attuariale della Compagnia coordina il calcolo delle riserve tecniche garantendo l'adeguatezza delle metodologie e dei modelli sottostanti utilizzati. Il titolare della funzione attuariale fornisce altresì un parere sulla politica di sottoscrizione e sull'idoneità dei contratti di riassicurazione.
C.2 RISCHIO DI MERCATO
C.2.1. ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI MERCATO
La Compagnia è esposta ai rischi dei mercati finanziari in relazione al proprio business ed alla gestione del proprio patrimonio.
I rischi di mercato a cui i portafogli Vita e Danni sono esposti derivano da una varietà di fattori, tra cui:
- un calo dei rendimenti delle attività, legato a una diminuzione dei rendimenti sugli investimenti a reddito fisso o a un deterioramento dei mercati azionari, che potrebbe ridurre i margini di investimento sulle Gestioni Separate o le commissioni sui contratti Unit Linked;
- un incremento dei rendimenti sugli investimenti a tasso fisso legato a variazioni di tassi o spread, che riducendo il valore di mercato dei titoli potrebbe influire negativamente sulla posizione di solvibilità e aumentare i riscatti dei contraenti;
- un calo del valore di mercato degli investimenti (azioni, immobili, alternativi, etc..) che potrebbe avere un impatto negativo sulla posizione di solvibilità, nonché sull’eccedenza di capitale disponibile;
- un aumento della volatilità dei mercati finanziari, che potrebbe aumentare il costo di copertura delle garanzie associate a determinati prodotti;
- una variazione del tasso di cambio, che avrebbe un impatto limitato per la Compagnia, data la contenuta esposizione ad investimenti in valute estere non coperte da hedging;
- una crescita dell’inflazione che potrebbe aumentare il compenso da corrispondere agli assicurati, fino ad arrivare alla situazione in cui i pagamenti effettivi superano le riserve accantonate.
C.2.2. MISURE UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AL RISCHIO
L'esposizione complessiva della Compagnia ai rischi di mercato è coperta dal Requisito Patrimoniale di Solvibilità, come illustrato in dettaglio nella sezione precedente "Requisito patrimoniale Solvency II e modello interno", ed è presa in considerazione nella gestione del rischio di liquidità della Compagnia (Sezione C4).
C.2.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
La Compagnia gestisce i rischi finanziari (rischio di mercato, rischio di credito, rischio di liquidità), in conformità con il Risk Appetite Framework e i principi definiti a livello del Gruppo AXA, in termini di limiti, soglie e standard. Questo approccio consente di reagire in maniera rapida ed efficace ai cambiamenti dei mercati finanziari e degli ambienti politici ed economici in cui la Compagnia opera.
Diverse tecniche di gestione del rischio sono utilizzate per controllare e mitigare i rischi finanziari a cui la Compagnia è esposta. Tra queste tecniche figurano:
- la gestione delle attività e delle passività (Asset Liability Management – ALM), ovvero la definizione di un'allocazione strategica e ottimale delle attività in relazione alla struttura delle passività;
- un processo di gestione degli investimenti strutturato e disciplinato da specifiche politiche e procedure, il quale richiede un’analisi formale per ogni investimento non tradizionale da parte della funzione Investimenti e un secondo parere da parte della funzione di Risk Management;
- la copertura dei rischi finanziari laddove siano superati i livelli di tolleranza stabiliti dalla Compagnia o a livello di gruppo. La gestione operativa dei derivati è basata su rigorose regole e viene messa in atto principalmente da AXA Investment Managers;
- un monitoraggio costante dei rischi finanziari della Compagnia;
- la riassicurazione che offre soluzioni per mitigare determinati rischi finanziari.
Governance sulla strategia degli investimenti e sull’ALM
Orientamenti locali e di Gruppo sugli investimenti
Il Chief Investment Officer di Gruppo è responsabile della struttura investimenti a livello del Gruppo AXA, dei CIO delle compagnie di assicurazione locali, della funzione centrale di Investimento e ALM e riporta gerarchicamente al Chief Financial Officer del Gruppo. Il suo ruolo consiste nell'allineare la strategia degli investimenti del Gruppo AXA alla strategia più ampia del Gruppo mediante la promozione della stretta collaborazione tra le entità locali, il miglioramento della metodologia e la gestione delle decisioni in materia investimenti.
Le attività locali legate agli investimenti e ALM sono condotte dal CIO locale anche attraverso contratti di outsourcing. Le principali responsabilità consistono nella gestione dei portafogli locali secondo il Prudent Person Principle, con l'obiettivo di conseguire un rapporto rischio-rendimento ottimizzato, la stabilità dei guadagni, la protezione del margine di solvibilità, la salvaguardia della liquidità, l'adeguatezza del requisito di capitale locale e consolidato di Gruppo, nonché di mantenere i rapporti gerarchici rispetto al Gruppo AXA e di gestire stretti rapporti con gli asset manager e con gli stakeholder locali. Tra le altre responsabilità figurano la gestione delle performance degli investimenti, l'attuazione e l'esecuzione di una sana e prudente gestione di attività e passività.
Enti di Governance locali e di Gruppo
Al fine di coordinare i processi di investimento locali e globali in maniera efficiente, le decisioni all'interno dell’area investimenti vengono prese da due principali organi di governance:
- il Comitato Investimenti di Gruppo, il quale è presieduto dal CFO del Gruppo. Questo comitato stabilisce le strategie di investimento, gestisce l'allocazione tattica del patrimonio, valuta nuove opportunità di investimento e controlla l'andamento degli investimenti del Gruppo;
- il Comitato ALM di Gruppo, per il quale la funzione Investimento e ALM di Gruppo rappresenta una componente importante, è co-presieduto dal CFO e dal CRO di Gruppo.
A livello locale, la Compagnia si è dotata di un Comitato Investimenti e ALM. Tra gli altri aspetti, questo comitato è responsabile della definizione dell'allocazione strategica degli investimenti, dell'approvazione e del monitoraggio degli
investimenti, dell'adempimento degli obblighi di conformità locali e della revisione della partecipazione alle proposte di investimento vagliate dal Gruppo, nonché delle proposte di investimento locali.
ALM e Strategic Asset Allocation
L’ALM si propone di creare congruenza tra le attività e le passività generate dalla vendita di polizze assicurative. Il principale obiettivo è quello di definire l'allocazione ottimale delle attività al fine di far fronte a tutte le passività, garantendo il massimo grado di fiducia e massimizzando il rendimento degli investimenti previsti.
Le analisi di ALM sono effettuate dall’unità organizzativa Investimenti & ALM, la quale può avvalersi del supporto degli internal asset manager, ove necessario, e richiedere un second opinion all‘unità Risk Management. L’ufficio Investimenti & ALM utilizza metodologie e strumenti di modellazione che sviluppano scenari deterministici e stocastici, incorporando le considerazioni in merito al comportamento degli assicurati per le passività, l'evoluzione dei mercati finanziari per le attività e tenendo conto dell'interazione esistente tra i due fattori. Questo processo ha lo scopo di massimizzare i rendimenti attesi a fronte di un livello definito di rischio considerando una serie di vincoli aggiuntivi, quali ad esempio le considerazioni di economic capital model Solvency II, la stabilità dei guadagni, la protezione del margine di solvibilità, la salvaguardia della liquidità, nonché l'adeguatezza del requisito di capitale locale e consolidato di Gruppo.
Inoltre, come parte integrante del processo di approvazione prodotti, i vincoli legati al processo ALM vengono presi in considerazione durante la definizione di nuovi prodotti assicurativi.
A livello della Compagnia, l'allocazione strategica degli investimenti derivante dalle analisi ALM deve essere riesaminata dal Risk Management locale e approvata secondo i limiti di risk appetite prefissati, prima di essere pienamente approvata dal Comitato locale Investimenti & ALM. L'allocazione strategica degli investimenti consente di assumere una posizione tattica entro determinati limiti.
Processo di approvazione degli investimenti
Le opportunità di investimento, quali gli investimenti non standard, le nuove strategie o le nuove strutture, sono soggette ad un processo di approvazione (Investment Approval Process - IAP). L'IAP garantisce l’analisi delle caratteristiche principali dell'investimento, quali ad esempio le prospettive di rischio e di rendimento, l'esperienza e la competenza dei team di gestione degli investimenti, nonché le tematiche di natura contabile, fiscale, legale e di reputazione.
L'IAP è ultimato a livello del Gruppo AXA per qualsiasi investimento significativo, in particolare nel caso in cui più enti locali partecipino allo stesso investimento. In tal caso, il completamento di un IAP avviene successivamente alla produzione di un secondo parere indipendente da parte del GRM. L'IAP viene completato a livello locale al fine di ricomprendere le caratteristiche specifiche (fiscale, contabilità civilistica, risk appetite locali, ecc.).
L’IAP locale viene inoltre effettuato per gli investimenti in nuove classi di attività per la Compagnia ai sensi dei medesimi principi.
Struttura di Governance per i derivati
I prodotti che coinvolgono programmi di hedging basati sugli strumenti derivati, sono sviluppati con il supporto di team dedicati presso AXA Bank Europe, AXA Investment Managers, Alliance Xxxxxxxxx, AXA US e AXA SA. Questa organizzazione assicura che tutte le entità beneficino di competenze tecniche, di tutela legale e della corretta esecuzione di tali operazioni nei limiti del la struttura di governance per i derivati.
Le strategie dei derivati vengono sistematicamente riesaminate e validate dal Comitato locale Investimenti & ALM. Inoltre, è prevista una separazione dei compiti tra coloro che hanno la responsabilità di prendere decisioni di investimento, di eseguire transazioni, di trading e di dare disposizioni ai depositari. Tale ripartizione dei compiti ha il principale obiettivo di evitare i conflitti d'interesse.
I rischi di mercato originati dai derivati sono regolarmente monitorati tenendo conto dei diversi vincoli (risk appetite, economic capital model, ecc.). Tale monitoraggio è concepito per garantire che i rischi di mercato, provenienti da strumenti finanziari o da strumenti derivati, vengano adeguatamente controllati e rientrino nei limiti approvati.
Il rischio legale viene affrontato definendo un contratto principale standardizzato. La Compagnia può scambiare derivati solo se sono coperti da una documentazione legale conforme ai requisiti previsti dallo standard di Gruppo. Ogni modifica alle disposizioni obbligatorie definite negli standard del Gruppo deve essere approvata dal GRM).
Esiste inoltre una politica di rischio di controparte centralizzata. Il GRM ha stabilito le norme sulle controparti autorizzate, sui requisiti minimi relativi alle garanzie collaterali e sui limiti di esposizione delle controparti.
Il rischio operativo relativo ai derivati è misurato e gestito nell’ambito del modello di valutazione dei rischi operativo di Gruppo. L’esecuzione e la gestione dei derivati sono centralizzate in team dedicati, riducendo così il rischio operativo del Gruppo.
Il rischio di valutazione viene affrontato attraverso l'utilizzo di team di esperti. Essi valutano in maniera indipendente le posizioni dei derivati in modo da raggiungere un'adeguata gestione contabile, di pagamento e di garanzia. Inoltre, tali team negoziano i prezzi proposti dalle controparti nel caso in cui la Compagnia abbia intenzione di avviare, interrompere anticipatamente o ristrutturare i derivati. Tale capacità di determinazione dei prezzi richiede competenze di alto livello, che si basano su rigorose analisi di mercato e sulla capacità di seguire gli sviluppi più aggiornati del mercato per i nuovi strumenti derivati.
Investimenti e Gestione degli Investimenti
Per una larga parte dei propri attivi, la Compagnia si avvale dei servizi di Asset Managers per investire sul mercato:
- la Compagnia affida la gestione quotidiana dei propri portafogli di attivi principalmente alle società controllate di asset management del Gruppo, ossia AXA Investment Managers. La Compagnia ha inoltre esternalizzato tutte le attività di investimento ad AXA Italia Servizi S.C.p.A. AXA Italia Servizi ha esternalizzato l'attività di gestione degli investimenti e il rapporto con AXA IM ad AXA Mediterranean Services con l'obiettivo di monitorare, analizzare e confrontare continuamente le performance degli asset manager;
- al fine di beneficiare di una maggior competenza specifica e/o geografica in materia, la Compagnia può inoltre decidere di investire tramite Asset Managers esterni. In questo caso, vengono svolte analisi approfondite di due diligence dalla struttura Investimenti e Risk Management e viene eseguito un monitoraggio costante.
C.3 RISCHIO DI CREDITO
C.3.1. ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CREDITO
Il rischio di credito riassume l’eventualità che una terza parte non adempia, anche solo parzialmente, ai suoi obblighi di rimborso del capitale e/o al pagamento degli interessi al suo creditore. I rischi di credito includono: il rischio di allargamento dello spread, deriva da variazioni sfavorevoli del valore di mercato delle attività investite in obbligazioni;
- il rischio di default derivante dal l’impossibilità della controparte di onorare i propri impegni finanziari.
Data la natura del proprio business, la Compagnia controlla e valuta:
- i portafogli di investimento detenuti in relazione alle proprie operazioni di assicurazione;
- i crediti nei confronti di riassicuratori;
- gli altri crediti, verso assicurati, intermediari e creditori diversi.
C.3.2. MISURE UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AL RISCHIO
L'esposizione complessiva della Compagnia ai rischi di credito è misurata dal Requisito Patrimoniale di Solvibilità di AXA, come illustrato in dettaglio nella sezione precedente "Requisito patrimoniale Solvency II e modello interno", ed è presa in considerazione nella struttura di gestione del rischio di liquidità della Compagnia (Sezione C4). Le analisi di sensitività del relativo Solvency II ratio rispetto agli eventi rilevanti del rischio di credito sono descritte nel precedente paragrafo “Target capital e risk sensitivity della Compagnia".
Le politiche di asset management della Compagnia e la strategia di investimento, relative alle attività esposte al rischio di credito, sono illustrate nel precedente paragrafo "strategia degli investimenti e gestione delle attività e delle passività (ALM)".
C.3.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
Le procedure dettate dal Gruppo AXA, e adattate localmente, sono utili ad evitare concentrazione di rischi verso specifici emittenti, settori o regioni geografiche.
A livello di Gruppo, i limiti considerano tutte le esposizioni nei confronti degli emittenti detenute tramite titoli di debito, azioni, derivati e rischio di riassicurazione di controparte.
Per le esposizioni al debito sovrano, sono stati definiti limiti specifici sui titoli di stato e sui titoli di stato garantiti, monitorati a livello della Compagnia e di Gruppo AXA.
La conformità dei limiti è assicurata dal Gruppo AXA attraverso la governance dei processi definiti a tal scopo. Il Comitato Rischio Credito di Gruppo gestisce, su base mensile, il superamento delle soglie di esposizione dell'emittente rispetto ai limiti di tolleranza del Gruppo e determina azioni coordinate per le concentrazioni di credito eccessive. Un Credit Team del Gruppo AXA, il quale riferisce al CIO di Gruppo, fornisce analisi del credito indipendenti rispetto agli asset manager di Gruppo, oltre alle analisi svolte dai team investimenti locali. Il Group Financial Risk Committee è regolarmente informato del lavoro svolto. A livello della Compagnia, qualsiasi violazione dei limiti viene presentata al Comitato Investimenti e ALM per la valutazione delle azioni di rimedio.
Derivati di credito
La Compagnia, nell'ambito delle proprie attività di investimento e di gestione del rischio di credito, può utilizzare strategie di copertura che coinvolgono i derivati di credito (per lo più Credit Default Swap o CDS). I limiti applicati agli emittenti tengono conto delle posizioni in derivati di credito.
Il rischio di credito relativo ai Collateralized Debt Obligation (CDO) viene monitorato separatamente, a seconda delle tranche detenute, e indipendentemente dal tipo di attività detenute (titoli di debito o di derivati di credito).
Infine, la Compagnia gestisce attivamente il rischio di controparte generato da strumenti derivati Over-The-Counter (OTC) attraverso una politica specifica a livello del Gruppo AXA che include:
- le norme in materia di contratti derivati (ISDA, CSA);
- le coperture obbligatorie;
- un elenco delle controparti autorizzate.
Crediti nei confronti di riassicuratori: processi e fattori di rating
A livello del Gruppo AXA, per gestire il rischio di insolvenza dei riassicuratori è istituito un Security Committee con il compito di valutare la qualità dei riassicuratori e gli impegni complessivamente accettabili. Questo rischio è monitorato al fine di evitare un'eccessiva esposizione nei confronti di uno specifico riassicuratore. Il Security Committee di Gruppo si riunisce mensilmente – e più frequentemente durante i periodi di rinnovo – con potere decisionale sulle eventuali azioni da intraprendere al fine di limitare l'esposizione di AXA al rischio di default di uno dei suoi riassicuratori.
Altri crediti
Il rischio di credito deriva dal rischio di default delle controparti relativamente a operazioni di assicurazione. Le esposizioni sono monitorate dalla struttura Accounting per natura della controparte (assicurati, intermediari, infragruppo, erario, altri, etc.) e sono gestite attivamente per assicurare la corretta rappresentazione del rischio in bilancio, su base trimestrale.
C.4 RISCHIO DI LIQUIDITA’
C.4.1. ESPOSIZIONE AI RISCHI ASSICURATIVI
Il rischio di liquidità è definito come l'incertezza, derivante da operazioni commerciali, investimenti o attività di finanziamento, della Compagnia di adempiere agli obblighi di pagamento in modo completo e tempestivo, in condizioni normali o in scenari di stress. Il rischio di liquidità riguarda le attività e passività, nonché la loro interazione.
C.4.2. MISURE UTILIZZATE PER LA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE AL RISCHIO
Per monitorare il rischio di liquidità, la Compagnia utilizza come indicatore l’"Eccesso di Liquidità", che è definito come la minore posizione di liquidità, in scenari di stress, misurata nell'arco di quattro diversi orizzonti temporali: 1 settimana, 1 mese, 3 mesi e 12 mesi. In dettaglio, le risorse liquide disponibili e le esigenze di liquidità post-stress sono proiettate
lungo uno dei quattro orizzonti temporali di riferimento, per stimare la liquidità in eccesso. Le condizioni stressate simultaneamente e calibrate al fine di riflettere circostanze estreme, includono:
- crisi dei mercati finanziari in difficoltà (diminuzione dei valori delle azioni, della liquidità e dell’accesso ai finanziamenti attraverso il mercato dei capitali);
- crisi di fiducia nei confronti della Compagnia (aumento dei riscatti, diminuzione dei premi incassati e del nuovo business);
- catastrofi naturali (ad esempio, tempeste, alluvioni).
C.4.3. TECNICHE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
La Compagnia monitora l’eccesso di liquidità su base trimestrale. Le principali fonti di liquidità sono le attività (principalmente obbligazioni governative e corporate) e le principali esigenze di liquidità derivano dai sinistri Danni, dai riscatti Vita, dalle spese e dalle tasse.
Gli utili attesi inclusi nei premi futuri rappresentano il valore attuale atteso dei flussi di cassa futuri derivanti dall’inclusione nelle riserve tecniche dei premi contrattualmente previsti e relativi a contratti di assicurazione e riassicurazione esistenti, ma che potrebbero non essere riscossi per qualsiasi motivo diverso dal verificarsi dell’evento assicurativo, indipendentemente dai diritti legali o contrattuali del contraente di disdire la polizza. Alla data del 31 dicembre 2018, il profitto atteso incluso nei premi futuri, calcolato ai sensi dell'articolo 260 (2) del Regolamento Delegato Solvency II, è pari a 138 milioni di euro.
C.5 RISCHIO OPERATIVO
Garantire un'adeguata valutazione e mitigazione di tali rischi è un pilastro chiave delle funzioni di Risk Management, nonché il principale obiettivo del modello interno della Compagnia.
Sulla base della normativa Solvency II, per rischio operativo si intende il rischio di perdita derivante da possibili inefficienze o malfunzionamenti legati a processi, organizzazione, sistemi informativi, risorse o eventi esterni.
E’ stata definita una tassonomia di rischio comune a tutte le entità del Gruppo AXA che suddivide i rischi operativi in sette principali categorie (con alcuni esempi di seguito riportati):
- frode interna (divulgazione di false informazioni);
- frode esterna (pagamento di falsi sinistri, fornitori fittizi);
- prassi occupazionali e sicurezza sul posto di lavoro (perdita di elementi chiave dello staff);
- clienti, prodotti e pratiche commerciali (possibili non conformità con le normative);
- danni ai beni (causati da eventi naturali, come incendio o alluvione, o intenzionali, come il vandalismo);
- interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi (blocco o indisponibilità dei sistemi informatici);
- esecuzione e gestione dei processi operativi (errori manuali accidentali, inefficienze progettuali).
All’interno di queste tipologie di eventi vengono analizzati e valutati nel corso dell’esercizio i rischi operativi, distinti per natura e tipologia, che possono verificarsi durante la gestione delle attività aziendali ed avere un possibile impatto economico negativo sulla Compagnia.
Per ciascun rischio identificato viene effettuata un’analisi di scenario (scenario based approach) che, con il supporto dei referenti operativi direttamente coinvolti nel business aziendale, consente di stimare l’ammontare di capitale economico assorbito (quantità di capitale necessaria per evitare che la compagnia possa incorrere in problemi di solvibilità nel caso in cui il rischio si materializzi).
I rischi più critici in termini di assorbimento di capitale economico vengono in seguito ulteriormente analizzati per valutare i piani di azione da porre in essere, od eventualmente già in atto, per la mitigazione degli stessi, come ad esempio miglioramenti di processo e/o implementazione di nuovi strumenti informatici. Il risk management ne valuta l’efficacia e ne monitora lo stato di avanzamento.
A supporto dell’identificazione e della valutazione degli scenari di rischio, all'interno della Compagnia esiste un processo trimestrale di raccolta dei dati di perdita effettivamente verificatisi (Loss Data Collection), che consente un monitoraggio costante ed un confronto di consistenza con il profilo di rischio.
Il processo di gestione dei rischi operativi è incorporato nella governance locale. La validazione da parte dei membri del Management Committee garantisce l'adeguatezza, l’appropriatezza e la completezza della valutazione dei rischi e assicura l’implementazione delle opportune azioni di mitigazione per i principali rischi.
Il profilo di rischio operativo della Compagnia nel corso del 2018 è rimasto coerente con quello degli anni precedenti e distribuito su tutte le sette categorie sopra indicate. I principali rischi sono individuati nelle categorie “Frode esterna”, “Clienti, prodotti e pratiche commerciali” e “Frode interna”.
L'esposizione complessiva della Compagnia ai rischi operativi è coperta dalla misurazione del Requisito Patrimoniale di Solvibilità, come descritto nella suddetta sezione "Requisito patrimoniale Solvency II e modello interno " e considerata nel quadro di gestione del rischio di liquidità (Sezione C4). Le analisi di sensitività del relativo Solvency II ratio rispetto agli eventi di rischio operativo sono dettagliati nella sezione "Target capital e risk sensitivity della Compagnia".
C.6 ALTRI RISCHI SOSTANZIALI
Sono inoltre considerati alcuni rischi non inclusi nella determinazione del SCR, quali il rischio strategico, il rischio reputazionale e i rischi emergenti.
C.6.1. RISCHIO STRATEGICO
Il rischio strategico è il rischio di un impatto negativo (attuale o prospettico) sugli utili o sul capitale, significativo a livello di Compagnia, derivante da una mancata risposta a cambiamenti di settore o da decisioni aziendali avverse in relazione a:
- significativi cambiamenti nel footprint, anche attraverso fusioni e acquisizioni;
- offerta di prodotti e segmentazione del cliente;
- modello di distribuzione (mix di canali tra cui alleanze/partnership, multi-access e distribuzione digitale).
Data la natura dei rischi strategici, non esiste una valutazione dell’onere di capitale, bensì un modello consistente di gestione dei rischi strategici per valutare, anticipare e mitigare tali rischi.
C.6.2. RISCHIO REPUTAZIONALE
Il rischio reputazionale è il rischio che un evento, interno o esterno, influisca negativamente sulle percezioni degli stakeholder della Compagnia o quando vi sia un gap tra le aspettative degli stakeholder e i comportamenti, gli atteggiamenti, i valori, le azioni o le eventuali inadempienze della Compagnia.
Il Gruppo AXA ha definito un modello globale con un duplice approccio per proteggere e monitorare in modo reattivo, gestire e mitigare problemi di reputazione da un lato e dall’altro per minimizzare la diminuzione di valore e creare e mantenere equità del brand e fiducia tra i soggetti interessati.
Il Gruppo ha infatti creato un Global Reputation Network, il cui scopo è quello di implementare localmente un modello di gestione dei rischi reputazionali. Gli obiettivi dell'approccio di gestione di tali rischi sono in linea con l'approccio complessivo del Gruppo per la gestione dei rischi aziendali che ha lo scopo di sviluppare una cultura del rischio reputazionale in tutta l'impresa.
Tre obiettivi principali guidano l’approccio alla gestione del rischio reputazionale:
- gestire in modo proattivo i rischi reputazionali, evitare o minimizzare problematiche che possano impattare la reputazione del Gruppo AXA e creare fiducia tra tutti gli stakeholder;
- definire la responsabilità per i rischi reputazionali all’interno dell’organizzazione (Marketing, HR, Finanza / Investor Relations, etc.) a livello locale e di gruppo;
- implementare un quadro comune di gestione dei rischi reputazionali in tutta l'organizzazione.
C.6.3. RISCHI EMERGENTI
I rischi emergenti sono rischi che possono svilupparsi, o che già possono ritenersi esistenti, e che continuano ad evolversi nel tempo. Tali rischi sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza poiché potrebbero effettivamente non avere mai reale manifestazione.
Il Gruppo AXA ha definito specifici processi per identificare e valutare i rischi emergenti che potrebbero svilupparsi nel tempo e diventare significativi. All'interno del Gruppo AXA è istituito un gruppo di lavoro per il monitoraggio dei rischi emergenti, cui partecipa anche un referente della Compagnia.
La gestione dei rischi emergenti è organizzata attraverso un processo di rilevazione, tra cui il monitoraggio di pubblicazioni scientifiche, sentenze giudiziarie, etc.... Tali rischi vengono poi monitorati e classificati almeno annualmente in una specifica mappatura dei rischi composta da sei sottogruppi (regolamentari e legali, ambientali, sociopolitici, economici-finanziari, medici e tecnologici). A seguito della prioritizzazione dei rischi monitorati, il GRM avvia annualmente un gruppo di lavoro per approfondire uno specifico rischio ed il suo potenziale impatto in termini di assicurazione.
Sviluppando rapporti con ricercatori e sostenendo progetti innovativi nei rischi ambientali e socioeconomici il AXA Research Fund costituisce un fattore chiave per l'impegno del Gruppo AXA al fine di comprendere meglio l'evoluzione di tali rischi.
Il Gruppo intende promuovere una migliore comprensione e una migliore previsione dei rischi emergenti e sostenere uno sviluppo sostenibile, cercando di sviluppare nuove soluzioni, agendo come consulente per la gestione di tale tipologia di rischi e contribuendo attivamente al dibattito complessivo sulle questioni in oggetto, insieme ad altri attori principali del mercato.
C.7 ALTRE INFORMAZIONI
Tutte le informazioni rilevanti sono state fornite nei paragrafi precedenti.
D
VALUTAZIONE AI FINI DI SOLVIBILITA’
D. VALUTAZIONE AI FINI DI SOLVIBILITA’
La presente sezione descrive i criteri di valutazione e le metodologie utilizzate dalla Compagnia per la determinazione del valore delle attività e delle passività ai fini di solvibilità (di seguito Market Value Balance Sheet – MVBS). Viene presentato il confronto fra questi valori e quelli conformi ai principi nazionali (di seguito bilancio d’esercizio).
Il MVBS della Compagnia è redatto al 31 dicembre 2018, in conformità con la Direttiva e il Regolamento 34 del 7 febbraio 2017. Nel MVBS, le attività e passività sono valutate nel presupposto della continuità aziendale conformemente a quanto disposto dalla normativa di riferimento.
Si sottolinea che ai fini della determinazione del MVBS, sono stati utilizzati i principi contabili internazionali utilizzati dalla Capogruppo AXA SA il cui Bilancio Consolidato viene predisposto antecedentemente al bilancio d'esercizio della Società; questo determina la presenza di alcune differenze tra i valori del bilancio d'esercizio predisposto secondo i principi contabili italiani ed i valori iscritti nel bilancio di solvibilità dovute ad alcune riclassifiche determinate dalle differenze temporali di chiusura dei due bilanci.
Come previsto dalla Direttiva, la Compagnia ha determinato il fair value delle attività e passività diverse dalle riserve tecniche principalmente con l’applicazione dei principi contabili internazionali (IFRS 13), a condizione che tali principi includano metodi di valutazione coerenti con l’approccio di valutazione della Direttiva stessa.
Le attività sono state valutate all’importo al quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato.
Le passività sono state valutate all’importo al quale potrebbero essere trasferite, o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato, senza aggiustamento per tenere conto del merito di credito della Compagnia.
Le riserve tecniche sono contabilizzate in relazione a tutte le obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione nei confronti dei contraenti e dei beneficiari dei contratti di assicurazione o di riassicurazione. Il valore delle riserve tecniche corrisponde all’importo che la Compagnia dovrebbe pagare se dovesse trasferire immediatamente le sue obbligazioni di assicurazione e riassicurazione ad un’altra impresa di assicurazione o riassicurazione.
La predisposizione del MVBS richiede l’utilizzo di stime e ipotesi. È quindi richiesto un grado di giudizio per l’applicazione dei principi Solvency II, come descritto successivamente. Le principali voci di bilancio interessate sono gli attivi valorizzati al fair value, le attività fiscali differite, le attività e le passività relative al business assicurativo, le obbligazioni per prestazioni pensionistiche e i saldi relativi a compensazioni su base azionaria. I principi descritti di seguito specificano i metodi di valutazione utilizzati per queste voci.
Il MVBS è redatto in euro, valuta di presentazione della Compagnia. Le attività e le passività risultanti da operazioni in valuta estera sono convertite al tasso di cambio locale alla data di chiusura contabile.
Di seguito viene presentato il confronto fra il MVBS e il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2018.
STATO PATRIMONIALE A VALORI CORRENTI (MVBS)
Attività
Valori in milioni di euro | Valore Solvency II | Valore Bilancio d'esercizio |
Avviamento Spese di acquisizione differite Attività immateriali Attività fiscali differite Utili da prestazioni pensionistiche Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio Investimenti (diversi da attività detenute per contratti assicurativi collegati a un indice o a quote) Immobili (diversi da quelli per uso proprio) Quote detenute in imprese partecipate, incluse le partecipazioni Strumenti di capitale Strumenti di capitale - Quotati Strumenti di capitale - Non Quotati Obbligazioni Titoli di Stato Obbligazioni societarie Obbligazioni strutturate Xxxxxx garantiti Organismi di investimento collettivo Derivati Depositi diversi da disponibilità liquide ed equivalenti Altri investimenti Attività detenute per contratti assicurativi collegati a un indice o a quote Mutui ipotecari e prestiti Prestiti su polizze Mutui ipotecari e prestiti a persone fisiche Altri mutui ipotecari e prestiti Importi recuperabili da riassicurazione da: Danni e malattia simile a Xxxxx Xxxxx esclusa malattia Malattia simile a Danni Vita e malattia simile a vita, escluse malattia e contratti assicurativi collegati a un indice o a quote Malattia simile a vita Vita, escluse malattia e contratti assicurativi collegati a un indice o a quote Vita - Contratti assicurativi collegati a un indice o a quote Depositi presso imprese cedenti Crediti assicurativi e verso intermediari Crediti riassicurativi Crediti (commerciali, non assicurativi) Azioni proprie (detenute direttamente) Importi dovuti per elementi dei fondi propri o fondi iniziali richiamati ma non ancora versati Disponibilità liquide ed equivalenti Tutte le altre attività non indicate altrove Totale delle attività | - - - - - 1 8.032 9 51 212 200 12 6.816 4.879 1.595 150 192 942 - - - 317 104 3 - 101 65 64 61 4 0 - 0 - 18 461 12 262 - - 105 4 9.380 | - 133 14 123 - 1 7.394 9 51 176 163 12 6.221 4.289 1.605 135 192 937 - - - 316 105 3 - 102 66 66 62 4 0 - 0 - 18 494 11 263 - - 70 4 9.012 |
STATO PATRIMONIALE A VALORI CORRENTI (MVBS)
Passività
Valori in milioni di euro | Valore Solvency II | Valore Bilancio d'esercizio |
Riserve tecniche - Danni Riserve tecniche - Danni (esclusa malattia) Riserve tecniche calcolate come un elemento unico Migliore stima Margine de rischio Riserve tecniche - Malattia (simile a Danni) Riserve tecniche calcolate come un elemento unico Migliore stima Margine de rischio Riserve tecniche - Vita (esclusi contratti assicurativi collegati a un indice o a quote) Riserve tecniche - Malattia (simile a vita) Riserve tecniche calcolate come un elemento unico Migliore stima Margine de rischio Riserve tecniche - Vita (esclusi malattia e contratti assicurativi collegati a un indice o a quote) Riserve tecniche calcolate come un elemento unico Migliore stima Margine de rischio Riserve tecniche - Contratti assicurativi collegati a un indice o a quote Riserve tecniche calcolate come un elemento unico Migliore stima Margine de rischio Altre riserve tecniche Passività potenziali Accantonamenti diversi dalle riserve tecniche Obbligazioni da prestazioni pensionistiche Depositi dai riassicuratori Passività fiscali differite Derivati Debiti verso enti creditizi Passività finanziarie diverse da debiti verso enti creditizi Debiti assicurativi e verso intermediari Debiti riassicurativi Debiti (commerciali, non assicurativi) Passività subordinate Passività subordinate non incluse nei fondi propri di base Passività subordinate incluse nei fondi propri di base Tutte le altre passività non segnalate altrove Totale delle passività Eccedenza delle attività rispetto alle passività | 2.154 1.951 - 1.881 71 203 - 196 7 5.381 (1) - (10) 8 5.383 - 5.272 111 298 - 290 8 - - 40 15 0 7 1 - 101 104 11 185 70 - 70 33 8.401 979 | 2.462 2.237 - 2.237 - 225 - 225 - 5.070 17 - 17 - 5.053 - 5.053 - 318 - 318 - - - 41 4 0 1 2 - 101 104 11 159 70 - 70 34 8.376 636 |
D.1 ATTIVITA’
D.1.1. AVVIAMENTO E ATTIVITA’ IMMATERIALI
Nello stato patrimoniale a valori correnti, l’avviamento e le attività immateriali sono valutati a zero.
È possibile iscrivere le attività immateriali ad un valore diverso da zero esclusivamente se essi siano beni separabili e cedibili in una transazione di mercato avendo come contropartita un altro attivo con le medesime caratteristiche. Le spese di acquisizione differite vengono considerate nelle nuove valutazioni delle riserve premi.
D.1.2. ATTIVITA’ FISCALI DIFFERITE
Le attività fiscali differite sono gli importi delle imposte sul reddito recuperabili negli esercizi futuri e riferibili a differenze temporanee deducibili e a riporto a nuovo di perdite fiscali non utilizzate.
Le differenze temporanee corrispondono alla differenza tra il valore di una attività o passività determinato in base ai criteri di valutazione e il loro valore riconosciuto ai fini fiscali. Sono destinate ad annullarsi negli esercizi successivi.
Le attività differite sono state determinate sulla base delle indicazioni contenute nei principi contabili internazionali (IAS 12). Il valore determinato delle attività fiscali differite non è stato attualizzato ed è stato compensato con le passività fiscali differite.
D.1.3. IMMOBILI, IMPIANTI E ATTREZZATURE POSSEDUTI PER USO PROPRIO
Gli immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio sono valutati al valore equo, mentre secondo i principi civilistici sono valutati al minore tra il costo e il valore di mercato. Il valore equo è determinato sulla base di una perizia di stima redatta da un valutatore esterno indipendente.
La voce altresì comprende i mobili e le machine d’ufficio, nonché i beni mobili iscritti in pubblici registri per i quali nello stato patrimoniale a valori correnti è stata mantenuta la valutazione del bilancio d’esercizio con l’assunzione che tale valore rappresenti un’approssimazione del valore di mercato.
D.1.4. INVESTIMENTI (DIVERSI DA ATTIVITA’ DETENUTE PER CONTRATTI COLLEGATI A UN INDICE O A QUOTE)
Valutazione al valore equo (fair value)
Ai fini del MVBS, gli investimenti sono stati valutati al loro valore di mercato, nell’ambito della gerarchia illustrata nel Regolamento, mentre sono contabilizzati al minore tra costo e valore di mercato secondo i principi civilistici.
Mercato attivo: prezzi quotati
Il valore di mercato delle attività e delle passività scambiate nel mercato attivo è determinato utilizzando i prezzi quotati, quando disponibili. Uno strumento è considerato quotato in un mercato attivo se i prezzi quotati sono disponibili facilmente e per mezzo di mediatori, broker, società del settore, servizi di quotazione o enti autorizzati e tali prezzi rappresentano operazioni attuali e regolari, svolte alle normali condizioni di mercato tra venditori e acquirenti consenzienti. Per gli strumenti finanziari scambiati nei mercati attivi, le quotazioni fornite da servizi esterni di determinazione dei prezzi rappresentano i prezzi concordati, risultanti dall’utilizzo di input e modelli simili a situazioni di dispersione molto limitata.
Xxxxxxx attivi e non attivi - strumenti finanziari
Le azioni quotate in borsa e i titoli a reddito fisso negoziati attivamente nei mercati liquidi, i cui prezzi sono forniti regolarmente dai servizi di quotazione esterni, rappresentando prezzi concordati con dispersione limitata, e per i quali le quotazioni sono facilmente disponibili, sono generalmente considerati come quotati in un mercato attivo. La liquidità può essere definita come la possibilità di vendere o di cedere uno strumento durante il normale svolgimento dell’attività della Compagnia, entro un certo periodo di tempo limitato e al prezzo a cui l’investimento è valutato. La liquidità per gli
strumenti di debito viene valutata utilizzando un approccio multicriterio, includendo il numero di quotazioni disponibili, il luogo di emissione e l’evoluzione dell’ampliamento del “bid-ask spread”.
Uno strumento finanziario è considerato come non quotato in un mercato attivo se i prezzi non sono prontamente e regolarmente disponibili, se esiste un calo significativo dei volumi e del livello di attività di trading, in caso di mancanza di liquidità significativa, o se i prezzi osservabili non possono essere considerati come rappresentativi del fair value a causa di condizioni di mercato dispersive. Le caratteristiche dei mercati non attivi possono pertanto essere di natura molto differente, intrinseche dello strumento o indicative di una variazione nelle condizioni prevalenti in determinati mercati.
Attività e passività non quotate nei mercati attivi
Il valore di mercato delle attività e delle passività che non sono negoziate in un mercato attivo viene stimato utilizzando
(i) servizi di determinazione dei prezzi esterni e indipendenti, oppure (ii) tecniche di valutazione.
I servizi di pricing esterni possono essere rappresentati dai gestori dei fondi, in caso di investimenti in fondi. Per quanto possibile, la Compagnia raccoglie le quotazioni dai pricing provider come input per effettuare le valutazioni al fair value. I valori dei prezzi ricevuti possono formare cluster ristretti oppure disomogenei che possono richiedere l’utilizzo di tecniche di valutazione. La ricezione di quotazioni disomogenee può essere un’indicazione dell’ampia gamma di ipotesi utilizzata dai fornitori esterni di prezzi, dato il numero limitato di transazioni osservabili o che riflettono l’esistenza di operazioni di svendita.
Utilizzo delle tecniche di valutazione in mercati non attivi
L’obiettivo delle tecniche di valutazione è definire il prezzo a cui una transazione ordinaria avrebbe avuto luogo tra gli operatori di mercato (acquirenti e venditori consenzienti) alla data della misurazione. I modelli di tecniche di valutazione includono:
- metodi di mercato, dove vengono considerati prezzi recenti e altre informazioni rilevanti prodotte dalle transazioni di mercato che coinvolgono attività e passività sostanzialmente simili.
- metodi del reddito, utilizzo di analisi di flussi di cassa attualizzati, modelli di option pricing e altre tecniche di valore presente (present value) per convertire i flussi futuri in un unico importo attualizzato.
- metodi del costo, considerazione degli importi che potrebbero essere attualmente richiesti per costruire o sostituire la capacità di servizio di uno strumento.
Le tecniche di valutazione sono soggettive ed è necessario un giudizio per la definizione del fair value. Tali tecniche includono, se disponibili, le recenti operazioni, svolte alle normali condizioni di mercato tra parti consenzienti in merito a strumenti simili e rappresentativi del fair value. Implicano diverse ipotesi in merito ai prezzi dei sottostanti, alle curve di rendimento, alle correlazioni, alla volatilità, ai tassi di default e ad altri fattori. Le azioni non quotate sono basate su verifiche incrociate che utilizzano differenti metodologie, quali tecniche di attualizzazione dei flussi di cassa, multipli di price earnings ratios, valori netti degli strumenti rettificati, prendendo in considerazione, se presenti, operazioni su strumenti sostanzialmente simili concluse alle normali condizioni di mercato tra parti consapevoli e consenzienti. L’utilizzo delle tecniche di valutazione e delle ipotesi potrebbe portare a stime differenti del fair value, tuttavia, le valutazioni sono effettuate utilizzando modelli comunemente accettati (flussi di cassa attualizzati, modelli Black & Xxxxxxx, etc.), e basati su prezzi di mercato quotati per strumenti o sottostanti simili (index, credit spread, etc.), quando si dispone di dati direttamente osservabili. Le valutazioni effettuate sono inoltre sottoposte ad aggiustamenti per i rischi di liquidità e di credito.
Le tecniche di valutazione possono essere usate quando esiste scarso presidio sui prezzi delle transazioni come caratteristica intrinseca del mercato, quando le quotazioni messe a disposizione dai fornitori esterni di quotazione sono disomogenee o quando le condizioni di mercato sono tali da non permettere l’utilizzo dei dati osservabili o necessitano di un significativo aggiustamento. Pertanto, gli indicatori interni per un modello di valutazione sono: le normali condizioni di mercato per determinate attività e passività, che per loro natura sono soggette a scarse negoziazioni, o processi eccezionali implementati a causa di condizioni di mercato particolari.
Utilizzo delle tecniche di valutazione in caso di perturbazione dei mercati finanziari
Le perturbazioni di determinati mercati possono essere evidenziate da diversi fattori, quali un importante ampliamento del “bid-ask spread” (indicatore utile a capire se gli operatori di mercato sono intenzionati a negoziare), un’ampia dispersione dei prezzi delle poche transazioni correnti, una variazione dei prezzi nel tempo tra gli operatori di mercato, l’inesistenza di mercati secondari, la scomparsa dei mercati primari, la chiusura di desk dedicati da parte delle istituzioni finanziarie, le svendite e le transazioni forzate motivate da un forte bisogno di liquidità o da altre difficili condizioni finanziarie che implicano la necessità immediata di disporre di strumenti e un tempo limitato per la commercializzazione dei strumenti da vendere, e innumerevoli vendite bulk al fine di uscire da quei mercati che potrebbero comportare
accordi laterali (ad esempio i fornitori che forniscono finanziamenti per la vendita ad acquirenti). I prezzi delle transazioni primarie nei mercati supportati dai governi, in seguito all’adozione di misure specifiche dovute alla crisi finanziaria, non sono rappresentativi del fair value.
In tali casi, la Compagnia utilizza tecniche di valutazione che includono dati osservabili, quando presenti e rilevanti, (se necessario rettificati al fine di determinare la miglior stima del fair value) e adeguati premi di rischio. In alternativa sviluppa un modello di valutazione basato su dati non osservabili, che rappresentano le stime delle ipotesi che gli operatori consenzienti dei mercati userebbero se i prezzi non fossero attualizzati, rilevanti o disponibili a meno di un costo ed uno sforzo eccessivo. Nei mercati inattivi, il risultato delle transazioni può essere usato come dato di input per la misurazione del fair value, ma potrebbe non essere determinante; pertanto, i dati non osservabili potrebbero risultare più appropriati di quelli osservabili.
Immobili (diversi da quelli per uso proprio)
Gli immobili, impianti e attrezzature diversi da quelli per uso proprio sono valutati al valore equo, mentre secondo i principi civilistici sono valutati al minore tra il costo e il valore di mercato. Il valore equo è determinato sulla base di una perizia di stima redatta da un valutatore esterno indipendente.
Quote detenute in imprese partecipate, incluse le partecipazioni
Una partecipazione è definita sulla base della quota di proprietà, direttamente o indirettamente detenuta, o comunque dall’esercizio di un’influenza dominante o significativa.
Nei casi in cui la classificazione avviene sulla base della quota di proprietà, la partecipazione in un’impresa è rappresentata dalla detenzione, diretta o tramite un rapporto di controllo, del 20% o più dei diritti di voto o del capitale.
Tali investimenti sono iscritti nello stato patrimoniale a valori correnti utilizzando il metodo del patrimonio netto aggiustato e determinato come differenza tra attività e passività della partecipata valutate in conformità alla normativa di riferimento o, in casi residuali, sulla base del patrimonio netto determinato sulla base dei principi IAS/IFRS.
Secondo i principi civilistici, tali investimenti sono considerati attivi patrimoniali ad uso durevole e pertanto, iscritti al costo d’acquisto rettificato nell’eventualità di perdite di valore durevoli.
Portafoglio titoli (strumenti di capitale, obbligazioni, organismi di investimento collettivo)
Nel bilancio d’esercizio, i titoli sono iscritti sulla base dell’appartenenza al comparto durevole o non durevole. I titoli classificati nel comparto durevole, in quanto destinati a essere mantenuti stabilmente nel patrimonio aziendale, sono iscritti al costo medio ponderato rettificato delle svalutazioni derivanti da perdite di valore durevoli. I titoli iscritti nel comparto non durevole sono valutati al minore tra il costo di acquisto e il presumibile valore di realizzo. Il costo originario dei titoli ad utilizzo durevole e non durevole viene ripristinato, in tutto o parte, quando sono venuti i meno i motivi delle svalutazioni effettuate.
Nel MVBS, i valori sono iscritti al valore di mercato precedentemente esposto.
Derivati
Sono strumenti finanziari il cui valore è dipendente dall’andamento del valore di uno strumento di riferimento.
Nel caso di operazioni di riduzione del rischio di investimento, i derivati sono valutati secondo il “principio di coerenza valutativa”: vengono imputate a conto economico, e simmetricamente a stato patrimoniale, le minusvalenze o le plusvalenze da valutazione coerentemente con le corrispondenti plusvalenze o minusvalenze relative al sottostante coperto.
Negli altri casi, il valore equo del derivato, qualora risulti negativo, viene registrato a conto economico, con contropartita a stato patrimoniale, mentre qualora risulti positivo nessun componente reddituale viene registrato.
Nel MVBS, i derivati sono sempre iscritti al valore di mercato, senza considerare la finalità dell’operazione.
D.1.5. ATTIVITA’ DETENUTE PER CONTRATTI COLLEGATI A UN INDICE O A QUOTE
Gli investimenti compresi nel patrimonio dei fondi assicurativi unit-linked e quelli nei fondi pensione gestiti dalla Compagnia sono iscritte nello stato patrimoniale a valori correnti, analogamente al bilancio d’esercizio.
D.1.6. MUTUI IPOTECARI E PRESTITI
La voce include principalmente prestiti e mutui a dipendenti e prestiti su polizze vita. Nel MVBS sono valutati al valore di mercato sulla base del metodo reddituale.
D.1.7. IMPORTI RECUPERABILI DA RIASSICURAZIONE
Poiché le riserve tecniche sono riportate al lordo della riassicurazione, l'attività di riassicurazione è individuata separatamente. Le operazioni relative alla riassicurazione attiva e passiva sono contabilizzate nel bilancio in modo analogo alle operazioni commerciali dirette in accordo con le clausole contrattuali. I metodi utilizzati per valutare i saldi di riassicurazione dipendono dal tipo di contratti di riassicurazione, dalla natura del business e dalla quota ceduta.
Secondo le disposizioni Solvency II, i crediti derivanti da contratti di riassicurazione e i veicoli speciali (special vehicles) sono rettificati dal loro valore civilistico per considerare le perdite attese dovute al rischio di default della controparte.
In particolare, nello stato patrimoniale a valori correnti gli importi recuperabili sono determinati tramite l’attualizzazione dei flussi di cassa attesi dai relativi contratti di riassicurazione. Tali flussi di cassa, come previsto dalla normativa, considerano altresì la probabilità di default della controparte riassicurativa. In considerazione del fatto che, in particolare nel segmento Danni, i principali contratti di riassicurazione sono stipulati con società del Gruppo AXA, la probabilità di default delle controparti viene ritenuta in ogni caso non significativa.
D.1.8. DEPOSITI PRESSO IMPRESE CEDENTI
I depositi presso le imprese cedenti sono stati prevalentemente mantenuti al valore nominale nello stato patrimoniale a valori correnti in quanto recuperabili a breve termine.
D.1.9. CREDITI ASSICURATIVI E VERSO INTERMEDIARI
I crediti derivanti da operazioni di assicurazione diretta nei confronti di assicurati e intermediari sono inizialmente riconosciuti al valore nominale, e successivamente valutati al valore di presumibile realizzo. L’eventuale svalutazione è effettuata tenendo conto delle rettifiche per perdite da inesigibilità. Le rettifiche di valore sono determinate in modo forfettario, con riferimento ai singoli rami sulla base dell’esperienza storica maturata. Tali crediti, per loro natura sono essenzialmente esigibili a breve termine e pertanto il valore di mercato risulta allineato rispetto al relativo valore riportato nel bilancio d’esercizio.
D.1.10. CREDITI RIASSICURATIVI
I crediti di riassicurazione sono rappresentati da esposizioni a breve termine, principalmente con società del Gruppo AXA, pertanto il valore nominale è stato mantenuto anche nello stato patrimoniale a valori correnti.
La differenza è da ascriversi unicamente ai crediti relativi a parte dei premi che nel bilancio a valori correnti devono essere riclassificati nell’ambito delle riserve tecniche.
D.1.11. CREDITI
I crediti di natura non assicurativa sono iscritti al loro valore nominale che rappresenta il relativo valore di realizzo.
D.1.12. CONTANTE ED EQUIVALENTI A CONTANTE
I saldi dei conti correnti bancari sono mantenuti al loro valore nominale, sia nello stato patrimoniale a valori correnti che nel bilancio d’esercizio.
D.1.13. TUTTE LE ALTRE ATTIVITA’ NON INDICATE ALTROVE
Si tratta di una classe residuale di attivi, nella quale gli importi maggiormente rilevanti si riferiscono al conto di collegamento della gestione danni con quella vita, alla contropartita patrimoniale dei premi provvisori di reintegro e ai ratei e risconti attivi non afferenti agli strumenti finanziari. Il valore di iscrizione nel MVBS è coerente con il valore delle stesse determinato ai fini del bilancio d’esercizio.
D.2 RISERVE TECNICHE
D.2.1. CRITERI DI VALUTAZIONE
Le riserve tecniche sono divise fra Danni (escludendo Malattia), Malattia (simile a Danni), Malattia (simile a Vita), Vita (escludendo Malattia, index e unit-linked), index e unit-linked.
Le riserve tecniche sono calcolate con un approccio basato su due componenti:
- la migliore stima (best estimate liability – BEL);
- il margine di rischio (risk margin) per i rischi che non si possono coprire (non-hedgeable risk).
La migliore stima corrisponde alla media probabilistica ponderata dei cash-flow futuri, i quali includono i pagamenti agli assicurati, le spese, le tasse, i premi collegati ai contratti assicurativi esistenti, e considerando il “time-value” (cioè scontando questi cash-flow futuri al loro valore attuale). Il calcolo della migliore stima è basato su informazioni aggiornate e affidabili e su assunzioni realistiche. La proiezione dei cash-flow su cui si basa il calcolo include tutti i flussi in entrata e in uscita richiesti per gestire gli obblighi assicurativi e riassicurativi per tutta la loro durata.
La migliore stima è considerata al lordo della riassicurazione, senza la deduzione di somme ricavabili dai contratti riassicurativi e veicoli con scopi speciali.
Il margine di rischio (risk margin) è definito come il costo dei rischi che non si possono coprire (non-hedgeable risk), cioè un margine aggiuntivo sul valore attuale atteso dei cash-flow delle passività richiesti per gestire il business a regime. Esso è ritenuto il valore attuale del costo dei futuri assorbimenti di capitale dovuti a “non-hedgeable risk”. Questa valutazione richiede un’analisi approfondita degli impegni sottostanti, una serie di informazioni quantitative e qualitative, strumenti di proiezione e modelli ed infine un giudizio (expert judgement) in varie aree.
D.2.2. MIGLIORE STIMA DELLE RISERVE TECNICHE
Si definisce best estimate l’ipotesi per la quale, con la medesima probabilità, l’esperienza corrente è attesa più forte o meno forte dell’ipotesi stessa. Pertanto, l’ipotesi non è né pessimistica né ottimistica e non genera deliberatamente né una sottostima né una sovrastima. Date le incertezze intrinseche, se due ipotesi sono ugualmente valide viene presa in considerazione quella più prudente.
Ipotesi e contesto
Le ipotesi relative ad osservazioni future sono ragionevoli, e, per quanto possibile, tengono conto delle serie storiche e dei dati attuali della Compagnia, aggiustati per riflettere eventuali cambiamenti noti nell'ambiente o tendenze identificabili. L’analisi dell’esperienza è aggiornata periodicamente, e ove tali analisi non fossero disponibili, se opportuno e fattibile, queste sono prodotte. In alcuni casi, i dati possono non essere disponibili o essere insufficienti per fornire una base credibile su cui sviluppare delle ipotesi. Di conseguenza, può essere necessario affidarsi maggiormente a valutazioni terze, considerando il pricing della Compagnia e/o le ipotesi applicate nei calcoli di riservazione, insieme all’esperienza di altre Compagnie con prodotti, business e procedure operative comparabili.
Le ipotesi sono utilizzate per proiettare i flussi di cassa futuri considerando il futuro contesto o l’ambiente operativo atteso dalla Compagnia. Tali ipotesi, pertanto, possono essere meno coerenti con l'esperienza passata.
Lo sviluppo delle osservazioni future dipende dal contesto e dalle caratteristiche di rischio dei prodotti analizzati. Deve essere altresì valutato, l'impatto dell'ambiente esterno sui flussi di cassa futuri e sul bilancio. La definizione delle ipotesi richiede una buona conoscenza delle politiche gestionali, attuali e future, afferenti agli ambiti investimenti, sottoscrizione, riassicurazione, liquidazione sinistri, marketing, tariffazione, politica di distribuzione del rendimento finanziario/dividendi agli assicurati e amministrazione.
Sono richieste altresì specifiche considerazioni di fattori economici, come l'inflazione o la recessione, nonché dei contesti normativi, legislativi e politici.
Le ipotesi applicate alle metriche best estimate derivano in modo coerente nel tempo e per gruppi di rischi omogenei e linee di business senza cambiamenti arbitrari. Le ipotesi riflettono adeguatamente ogni incertezza alla base dei flussi di cassa.
Le ipotesi non finanziarie, sulla base dell’ultimo set di ipotesi best estimate (ricavate da dati storici e giudizi di esperti), includono:
- il loss ratio e il best estimate del pagamento dei sinistri;
- il best estimate dei riscatti;
- il best estimate del comportamento degli assicurati (riscatto dinamico, scelta della rendita garantita);
- le azioni di management, specialmente nell’ambito della distribuzione dei profitti.
I seguenti parametri di mercato sono altresì considerati:
- i valori degli attivi considerati al momento del calcolo;
- i tassi di mercato costituiscono l’input per la generazione degli scenari stocastici risk-neutral.
Ipotesi specifiche
Spese
Le spese comprendono le spese amministrative, di gestione degli investimenti e dei sinistri e quelle di acquisizione che afferiscono ad obblighi legati a contratti assicurativi e riassicurativi.
Le ipotesi sottostanti le spese proiettate sono coerenti con la strategia della Compagnia, tenendo conto della futura nuova produzione e di qualsiasi variazione sulle spese validata dalla Compagnia.
Le spese sono inflazionate nell’arco temporale della proiezione. L'ipotesi di inflazione è valutata sulla base del contesto economico e di specificità della Compagnia e in generale varia a seconda degli scenari economici considerati.
Limitazioni al contratto di assicurazione o di riassicurazione
Il MVBS esclude tutti i premi di nuova produzione non ancora sottoscritti ed alcuni premi futuri attesi dai contratti esistenti ove la Compagnia abbia il potere di rifiutarli o di effettuare una nuova tariffazione completa della garanzia sottostante.
Azioni del Management
Le azioni del Management della Compagnia vengono riflesse nella stima delle metriche best estimate. Queste includono i seguenti provvedimenti, ma non sono limitate ad essi, considerando anche:
- la variazione nelle strategie di allocazione degli investimenti;
- la definizione delle strategie di riconoscimento dei profitti a contratti che ne prevedono la partecipazione;
- la nuova tariffazione di prodotti;
- la riduzione delle spese di gestione.
Le azioni di Management sono coerenti con la pratica di business, la strategia aziendale e gli obblighi verso gli assicurati.
Curva di riferimento e scenari stocastici
Qualora sia richiesta una simulazione stocastica nel calcolo dei flussi best estimate (ad esempio nella valutazione delle opzioni e garanzie finanziarie), gli scenari sono market consistent, risk- neutral e liberi da arbitraggi. Nell’ambito di una valutazione risk-neutral, l’investment return e i fattori di sconto sono stocastici e sono visti come inseparabili. Gli scenari risk-neutral utilizzati consistono in un numero rilevante di scenari dove ciascuna categoria è proiettata secondo la sua
volatilità implicita ma usando lo stesso pay-off atteso definito dalla curva di tassi risk-free. I tassi di sconto usati per le riserve sia Vita sia Danni sono tassi risk-free aggiustati per mitigare l’effetto di una sopravvalutazione dello spread dei titoli a reddito fisso, tramite un aggiustamento di volatilità (volatility adjustment).
Descrizione dell’uso del Volatility Adjustment
Il Volatility Adjustment è un aggiustamento alla curva base risk-free che serve per prevenire comportamenti di investimento pro ciclici, mitigando la volatilità degli spread degli attivi (principalmente obbligazioni corporate e governative) nella valutazione delle passività. Il Volatility Adjustment è applicato a tutti i business eccetto le unit linked e le variable annuities ed è aggiunto alla curva di tassi spot zero coupon.
Un approccio macroeconomico è usato per derivare la struttura dei tassi di riferimento al di là dell’ultimo dato disponibile. L’approccio è il seguente:
- determinazione dell’“ultimate forward rate” (UFR);
- metodo di interpolazione tra l’ultimo tasso forward liquid osservabile e l’UFR.
L’UFR è un tasso macroeconomico specificato come somma di inflazione a lungo termine e il tasso reale di interesse atteso.
Escludendo il Volatility Adjustment, i fondi propri di base (basic own funds) della Compagnia si decrementerebbero di 71 milioni di euro, attestandosi a 882 milioni di euro, principalmente per i seguenti fattori:
- incremento delle best estimate liabilities del business Vita dovuto all’effetto di più bassi tassi di interesse con una conseguente riduzione dei rendimenti futuri sul business delle gestioni;
- incremento delle best estimate liabilities del business Danni derivante dall’impatto negativo dell’effetto sconto come conseguenza di più bassi tassi di interesse.
In questo scenario, l’SCR totale si incrementerebbe di 229 milioni di euro, principalmente a causa di maggiori rischi di mercato e rischi spread.
Questo calcolo è prodotto in base a una specifica richiesta del regolatore. Tuttavia, i risultati ottenuti attraverso questo approccio non sono considerati utili a fornire conclusioni economicamente in linea con la natura del business sottoscritto e della relativa strategia di allocazione degli investimenti implementata dalla Compagnia.
Applicazione misure transitorie
La Compagnia non ha applicato né la struttura transitoria a tasso di interesse privo di rischio riferita all'articolo 308c della Direttiva 2009/138 / CE, né la deduzione transitoria di cui all'articolo 308d della stessa Direttiva.
Riserve tecniche Danni
La migliore stima delle riserve tecniche Danni rappresenta i flussi di cassa futuri attesi scontati per tener conto del valore temporale dei fondi per gli obblighi non-life e non richiedono generalmente proiezioni stocastiche ed ipotesi dinamiche.
La valutazione delle riserve tecniche Danni si basa sull'applicazione di una vasta gamma di modelli di proiezioni attuariali, compresa una combinazione equilibrata dei seguenti elementi:
- le principali caratteristiche del portafoglio in termini di mappatura dei rischi, delle politiche di sottoscrizione e sinistri, del contesto sociale, economico e legale, dei requisiti locali (quali civilistici, contabili, fiscali ...), delle condizioni di mercato e dei comportamenti degli assicurati;
- la qualità, pertinenza e coerenza nel tempo dei dati statistici disponibili;
- la coerenza e i limiti dell'insieme dei metodi di previsione selezionati, date le caratteristiche aziendali ed i dati disponibili;
- la selezione dei presupposti attuariali rilevanti e della loro adeguata applicazione ai modelli di proiezione attuariale;
- la capacità di documentare economicamente la gamma proiettata di risultati, sia quantitativamente che qualitativamente.
La Compagnia applica una vasta gamma di metodi attuariali e statistici. Le analisi vengono eseguite per linee di business e le proiezioni vengono realizzate utilizzando strumenti sviluppati sia internamente che esternamente.
Le riserve tecniche Danni sono valutate in base a flussi modellati internamente, proiettati sui flussi in uscita sulla base di modelli di pagamenti passati adeguati ogni volta che siano pertinenti.
In aggiunta alla valutazione sopra riportata, la best estimate Xxxxx include la valutazione rettificata delle riserve contabili non destinate a coprire il periodo di rischio non ancora terminato per il quale la Compagnia ha ricevuto un premio.
Secondo i principi contabili locali, le riserve premi si basano generalmente su una porzione dei premi ricevuti relativi al periodo di copertura non ancora terminato in aggiunta ad un importo per coprire le carenze quando il rapporto combinato basato sulle riserve tecniche è superiore al 100% (al netto della riassicurazione).
Inoltre, in base ai principi contabili locali, le riserve premi mostrano una differenza relativa alle "riserve complementari o di compensazione", ovvero riserve aggiuntive per i terremoti, le calamità naturali e altri rischi speciali, che sono richieste nell’ambito Solvency II.
Secondo Xxxxxxxx XX, tali riserve sono adeguate tenendo conto di una migliore stima del loss ratio atteso alla porzione dei premi relativi al periodo in esame ed al valore temporale del denaro.
Riserve tecniche Vita
Il processo di calcolo delle riserve best estimate per alcuni segmenti di Protezione con durata breve è simile al calcolo prodotto per il segmento Danni. Tuttavia, per i contratti Vita di lunga durata, benché anch’essi basati su proiezioni di cash-flow, il calcolo delle BEL segue un processo differente. Ciò è dovuto ai molteplici tipi di cash-flow che devono essere prodotti, inclusi i flussi relativi agli investimenti collegati alle passività nella stima delle somme che devono essere pagate agli assicurati (profit-sharing).
Il quadro della stima è basato sulla proiezione delle componenti chiave del bilancio civilistico, come ad esempio gli impegni verso gli assicurati, le spese e gli investimenti sottostanti a tali impegni.
Il riferimento del quadro della stima al bilancio civilistico si motiva per le seguenti ragioni:
- bonus degli assicurati, i bonus o i contratti con partecipazione agli utili sono basati sui calcoli del bilancio civilistico;
- tempistica della distribuzione dei cash-flow, la tempistica è guidata dalle regole civilistiche;
- tassazione, è calcolata usando le passività civilistiche ed è utilizzata nel calcolo dell’impatto della loss absorption delle tasse differite usate nel calcolo dell’SCR;
- politica dei dividendi, è basata sul bilancio civilistico.
Valutazione delle opzioni contrattuali e delle garanzie finanziarie
Le opzioni e garanzie (O&G) valutate nelle proiezioni dei cash flow best estimate coprono tutte le O&G materiali incluse nel segmento Vita della Compagnia. Le O&G chiave da considerare includono:
- le garanzie sui tassi di interesse sui prodotti tradizionali come ad esempio flussi di cassa garantiti, opzioni annuity garantite (GAO’s);
- le regole di profit sharing (come tassi bonus, interessi accreditati, dividendi degli assicurati), i quali, se combinati con le garanzie, possono creare ritorni asimmetrici per l’azionista;
- i benefici garantiti (GMDB, GMIB) sulle unit-linked annuity e le garanzie “no lapse” nei contratti di assicurazione vita;
- il comportamento dinamico degli assicurati e del management, che si collega alle opzioni che gli assicurati possono far valere in momenti sfavorevoli alla Compagnia (come ad esempio riscatti parziali o totali, discontinuità nei premi, conversione in rendita).
D.2.3. MARGINE DI RISCHIO (RISK MARGIN)
In aggiunta alla miglior stima delle passività, viene quantificato un margine di rischio tale da garantire che il valore delle riserve tecniche sia equivalente all’importo di cui la Compagnia avrebbe bisogno per assumersi e onorare le obbligazioni di assicurazione e di riassicurazione. Il Risk Margin rappresenta quindi il costo del rischio di mancata copertura, ovvero un margine oltre al valore attuale atteso dei flussi di cassa delle passività necessarie per gestire l'attività in modo
continuativo. In generale, la maggior parte dei rischi assicurativi (ad esempio la mortalità o i rischi di proprietà) sono considerati rischi non “non-hedgeable”. Nel dettaglio, tali rischi includono:
- i rischi assicurativi Vita e Xxxxx;
- i rischi di default delle controparti riassicurative;
- i rischi operativi.
Il Requisito Patrimoniale di Solvibilità (SCR) per i rischi sopra elencati viene proiettato fino a scadenza del portafoglio, considerando un adeguato driver di rischio.
Il margine di rischio è determinato come il valore attuale del Requisito Patrimoniale di Solvibilità proiettato dei rischi “non- hedgeable”, utilizzando una struttura di tassi di interesse senza rischio di base e considerando un costo del capitale del 6% per tutte le linee di business.
Il costo del capitale è un premio oltre il tasso privo di rischio che rappresenta la riduzione del "valore" economico (costo) legato ai rischi considerati.
D.3 ALTRE PASSIVITA’
D.3.1. ALTRE RISERVE TECNICHE, PASSIVITA’ POTENZIALI E RISERVE DIVERSE DALLE RISERVE TECNICHE
Le altre riserve tecniche sono valorizzate solo nel bilancio d’esercizio in quanto tali riserve non sono presenti nello stato patrimoniale a valori correnti.
Le passività potenziali diverse da quelle iscritte nei fondi rischi non sono riconosciute nel bilancio d’esercizio, mentre devono essere riconosciute nel MVBS, a meno che i valori non siano significativi. Non sono state rilevate passività potenziali significative non già riconosciute nelle riserve diverse dalle riserve tecniche.
Le riserve diverse dalle riserve tecniche includono gli accantonamenti a fondi per rischi ed oneri. Rappresentano passività di natura determinata, certe o probabili, con data di sopravvenienza od ammontare indeterminati. Nello stato patrimoniale a valori correnti è stato in genere mantenuto il valore presente nel bilancio d’esercizio ad eccezione degli accantonamenti.
D.3.2. OBBLIGAZIONI DA PRESTAZIONI PENSIONISTICHE
Rappresentano il debito nei confronti del personale dipendente in conformità alle disposizioni normative e contrattuali vigenti.
I fondi a copertura delle forme pensionistiche comprendono le riserve accantonate per i dipendenti (in base alla casistica prevista dal sistema pensionistico vigente) e sono del tipo Defined Benefit Obligations. La determinazione delle obbligazioni in parola ai fini del bilancio a valore correnti è avvenuta utilizzando i principi dello IAS 19, considerati idonei a tale scopo.
Il costo rilevato dall’impresa per un piano a benefici definiti comprende anche i rischi attuariali e di investimento relativi al piano.
Lo IAS 19 stabilisce che la valutazione attuariale della passività deve essere fatta secondo il Projected Unit Credit Method, che richiede la proiezione ed attualizzazione del futuro importo (a carico dell’azienda) che verrà liquidato al dipendente. I principali dati di input utilizzati per la determinazione della voce in oggetto riguardano sia ipotesi economiche (quali, ad esempio, inflazione, incremento degli stipendi e tasso di attualizzazione) sia ipotesi non economiche (quali, ad esempio, turnover, anticipazioni e tavole di mortalità).
D.3.3. DEPOSITI DAI RIASSICURATORI
Nel bilancio d’esercizio, vengono valutati al valore nominale mentre nel MVBS vengono valutati al fair value. Tenuto conto delle caratteristiche di tali depositi, il valore nominale rappresenta un’approssimazione accettabile del fair value.
D.3.4. PASSIVITA’ FISCALI DIFFERITE
Le passività fiscali differite sono gli importi delle imposte sul reddito dovuti negli esercizi futuri in quanto riferibili a differenze temporanee di reddito imponibili.
Le differenze temporanee corrispondono alla differenza tra il valore di una attività o passività determinato in base ai criteri di valutazione e il loro valore riconosciuto ai fini fiscali. Sono destinate ad annullarsi negli esercizi successivi.
Le passività differite sono state determinate sulla base delle indicazioni contenute nei principi contabili internazionali (IAS 12). Il valore determinato delle passività fiscali differite non è stato attualizzato ed è stato compensato con le attività fiscali differite.
D.3.5. DERIVATI
Sono rilevati e iscritti secondo le medesime modalità previste nella relativa sezione dell’attivo al paragrafo D.1.4.
D.3.6. DEBITI VERSO ENTI CREDITIZI
Rappresentano la contropartita della liquidità ricevuta dalle controparti quale costituzione di garanzia per il rischio di credito connesso all'operatività in derivati over the counter. Le modalità di collateralizzazione dei derivati prevedono infatti che il valore di mercato dei contratti e quello degli attivi in garanzia ("il collateral") sia rideterminato periodicamente durante la vita del contratto, e che l'ammontare del collateral sia adeguato di conseguenza attraverso successivi trasferimenti ("marginazione"). La liquidità ricevuta a fronte di collateralizzazione è contabilizzata e valutata, sia nel bilancio d’esercizio che nello stato patrimoniale a valori correnti al suo valore nominale, considerando che si tratta di somme da regolare a brevissimo termine o a vista.
D.3.7. PASSIVITA’ FINANZIARIE DIVERSE DA DEBITI VERSO ENTI CREDITIZI
Il fair value delle altre passività finanziarie (non tecniche) è determinato tenendo conto del merito creditizio dell’impresa al momento dell’emissione (at inception) e non considerando eventuali variazioni ulteriori dello stesso.
D.3.8. DEBITI ASSICURATIVI E VERSO INTERMEDIARI
I debiti derivanti da operazioni di assicurazione diretta nei confronti di assicurati e intermediari, che per loro natura sono regolabili a breve termine, sono iscritti al loro valore nominale sia nel bilancio d’esercizio che nello stato patrimoniale a valori correnti.
D.3.9. DEBITI RIASSICURATIVI
I debiti derivanti da operazioni di riassicurazione, considerata la loro natura a breve termine, sono stati valutati al valore nominale sia nel bilancio d’esercizio che nello stato patrimoniale a valori correnti.
D.3.10. DEBITI (COMMERCIALI, NON ASSICURATIVI)
I debiti di natura non assicurativa, considerata la loro natura e la relativa durata tipicamente a breve termine, vengono iscritti al loro valore nominale sia nel bilancio d’esercizio che nello stato patrimoniale a valori correnti.
D.3.11. PASSIVITA’ SUBORDINATE
Alla fine del 2018, la posizione debitoria esterna della Compagnia è costituita da un prestito subordinato infragruppo di 70 milioni di euro verso XXX Xxxxxxx Xxxxxxxxx X.X. xx Xxxxxxx x Xxxxxxxxxx, con scadenza marzo 2027, di cui 35 milioni di euro allocati al segmento Vita e 35 milioni di euro allocati al segmento Danni.
D.3.12. TUTTE LE ALTRE PASSIVITA’ NON SEGNALATE ALTROVE
Si tratta di una classe residuale di passivi, nella quale gli importi maggiormente rilevanti si riferiscono al conto di collegamento della gestione vita con quella danni e ai ratei e risconti passivi.
Il valore di iscrizione nel MVBS è coerente con il valore delle stesse determinato ai fini del bilancio d’esercizio.
D.4 METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE
Per informazioni dettagliate sui metodi alternativi utilizzati per la valutazione delle altre attività e delle altre passività, si prega di fare riferimento alla sezione "Valutazione al fair value" nella sezione D1.
Per informazioni dettagliate sui metodi alternativi utilizzati per la valutazione delle passività diverse dalle riserve tecniche, si prega di fare riferimento alla sezione D3.
D.5 ALTRE INFORMAZIONI
Tutte le informazioni rilevanti sono state fornite nei paragrafi precedenti.
E
GESTIONE DEL CAPITALE
E. GESTIONE DEL CAPITALE
E.1 FONDI PROPRI
La Compagnia monitora e regola la propria struttura finanziaria sulla base della struttura patrimoniale e del Solvency II ratio, ovvero la misura sintetica del grado di solidità patrimoniale calcolata secondo i criteri e con le modalità indicate dalla Direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e Regolamento delegato (UE) 2015/35, come rapporto tra Fondi propri ammissibili per la copertura del Margine di solvibilità e il Margine di solvibilità, ovvero la massima perdita potenziale realizzabile nell’orizzonte temporale di un anno ad un livello di probabilità del 99,5%.
Tali indicatori sono calcolati periodicamente sulla base di valutazioni sia previsionali che di consuntivo e soggetti ad analisi di sensitività.
E.1.1. POLITICA DI GESTIONE DEL CAPITALE
Obiettivi
Gli obiettivi della politica di gestione del capitale sono le seguenti:
- Definire gli obiettivi di ritorno sul capitale allocato, in coerenza con gli obiettivi di redditività e in linea con la propensione al rischio:
- Il Management Ratio rappresenta il livello di capitalizzazione minimo per sostenere la capitalizzazione della Compagnia in scenari sfavorevoli;
- Il Minimum Capital Ratio rappresenta il livello minimo di solvibilità in caso di scenari più severi;
- Mantenere una struttura di capitale equilibrata tra una sufficiente capitalizzazione, superiore ai limiti regolamentari, e una capitalizzazione coerente con i limiti definiti dal Consiglio di Amministrazione.
- Definire i ruoli, le responsabilità ed il reporting in materia di gestione del capitale e di distribuzione dei dividendi.
Politiche e processi
La politica di gestione del capitale riassume la strategia e gli obiettivi di gestione del capitale e descrive il contesto di riferimento nonché il processo di gestione del capitale e di distribuzione dei dividendi. La sua ultima versione è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione e deve essere rivista almeno su base annuale per considerare i cambiamenti emersi dalla legislazione, dalle pratiche di mercato, dalla strategia e dall’organizzazione della Compagnia.
Il processo di gestione di capitale e di distribuzione dei dividendi copre le fasi di misurazione del capitale disponibile e richiesto, di formulazione del piano di gestione a medio termine, di monitoraggio e reporting fino alla determinazione della distribuzione dei dividendi.
Il Comitato Rischi verifica periodicamente l'adeguatezza del sistema di gestione dei rischi e dei processi ad esso correlati e mette in atto periodicamente una revisione degli stessi volta ad identificare eventuali opportunità di sviluppo.
Piani di contingenza a livello del Gruppo AXA Italia
Il Management ha delineato piani di contingenza al fine di garantire che la solvibilità consolidata della Compagnia ed i livelli patrimoniali delle controllate assicurative rimangano al di sopra del Requisito Patrimoniale Minimo richiesto dalla normativa Solvency II e siano tali da garantire un buon posizionamento competitivo. Tali piani possono prevedere il ricorso alla riassicurazione strutturata, allo smobilizzo degli attivi investiti e/o altri attivi, a misure di riduzione dell’investimento iniziale per l’emissione di nuovi business e altre misure.
E.1.2. FONDI PROPRI DISPONIBILI ED AMMISSIBILI
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Capital sociale ordinario | 211 | 211 |
Riserva sovraprezzo di emissione | 107 | 109 |
Riserva di riconciliazione | 566 | 625 |
Totale Tier 1 unrestricted | 883 | 946 |
Passività subordinate | - | - |
Totale Tier 1 restricted | - | - |
Passività subordinate | 70 | 70 |
Totale Tier 2 | 70 | 70 |
Passività subordinate | - | - |
Importo attività fiscali differite nette | - | - |
Totale Tier 3 | - | - |
Totale fondi propri di base | 953 | 1.016 |
Al 31 dicembre 2018, la Compagnia dispone di fondi propri pari a 953 milioni di euro. Di seguito viene riportata la situazione dei fondi propri disponibili ed ammissibili della Compagnia, suddivisi per livello di Tier.
(*)
(*) Il valore dei fondi propri di base relativi al 2017 si è attestato a 1.065 mln €. Il valore ha subito una modifica successivamente alla pubblicazione del documento SFCR 2017 per tener conto del dividendo effettivamente pagato nel corso dell’anno 2018 (pari a 81 mln € vs. 130 mln di dividendi prevedibili stimati al 31 Dicembre 2017).
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Eccedenza delle attività rispetto alle passività | 979 | 1.076 |
Dividendi, distribuzioni e oneri prevedibili | (95) | (130) |
Altri Fondi Propri di base | (318) | (320) |
Totale riserva di riconciliazione | 566 | 625 |
La riserva di riconciliazione rappresenta l’eccedenza totale tra le attività e le passività diminuita di alcuni elementi di capitale quali l’importo delle azioni proprie detenute, i dividendi di competenza dell’anno di valutazione, in linea con quanto predisposto dall’art.70 del Regolamento delegato (UE) 2015/35.
(*)
(*) Il valore dei dividendi prevedibili relativi al 2017 ha subito una modifica successivamente alla pubblicazione del documento SFCR 2017 da 130 mln € a 81 mln €.
E.1.3. ANALISI DELLE VARIAZIONI AVVENUTE DURANTE IL PERIODO
I Fondi Propri disponibili della Compagnia sono variati da 1.016 milioni di euro al 31 dicembre 2017 a 953 milioni di euro al 31 dicembre 2018 per i seguenti effetti:
- +26 milioni di euro dovuti all’impatto positivo del cambio di modello effettuato nel corso dell’esercizio 2018, di cui +19 milioni di euro attribuibili al comparto Vita (totalmente legati al VIF e dovuti ad alcuni cambi di modeling per la parte asset e all’introduzione dell’aggiustamento del rateo sul database asset) e +7 milioni di euro attribuibili al comparto Danni (totalmente legati a cambi di modello sul Risk Margin);
- -46 milioni di euro legati alla Performance totale della Compagnia, di cui:
- -122,3 milioni di euro di impatto negativo relativo alla performance degli investimenti a seguito delle variazioni subite dagli spread compensate solo parzialmente da una variazione dell’aggiustamento per la volatilità;
- +11,2 milioni di euro di impatto positivo relativo alla performance assicurativa. In particolare, nell’esercizio 2018 si è registrato:
▪ un impatto positivo sul portafoglio Danni pari a +5 milioni di euro in virtù dell’andamento positivo del business (in riferimento all’anno precedente) oltre che la riassicurazione;
▪ un impatto positivo sul portafoglio Vita pari a +6 milioni di euro, principalmente dovuto a impatto negativo del cambio ipotesi spesa, più che bilanciato da impatto positivo del cambio ipotesi su mortalità e riscatti;
- +72,6 milioni di euro derivanti dal contributo positivo dell’emissione dei nuovi premi (+46 milioni di euro relativi al business Vita e +27 milioni di euro relativi al business Danni);
- -7,4 milioni di euro relativo all’incremento del margine di rischio (l’aumento di +8 milioni di euro che si registra sul business Vita è solo parzialmente compensato dalla corrispondente diminuzione di -1 milione di euro sul business Danni);
- +49 milioni dovuto a minori dividendi effettivi (pagati nel corso del 2018);
- -95 milioni di dividendi pianificati (da pagare nel corso del 2019);
- +4 milioni di rimozione di intangible asset.
E.1.4. ANALISI DELLA POSIZIONE DI CAPITALE - TIERING
Suddivisione per livello di Tier
I Fondi Propri Solvency II disponibili rappresentano le risorse finanziarie utilizzabili dalla Compagnia prima di ogni considerazione circa l’ammissibilità delle stesse all’interno di ciascun livello e dopo eventuali limitazioni relative alla non disponibilità di certi elementi di capitale.
Gli elementi dei Fondi Propri disponibili sono classificati in tre livelli (tale analisi è fatta al solo scopo di quantificare il Solvency II ratio). Questi livelli corrispondono a tre classi diverse di capitale determinate in accordo con la normativa Solvency II sulla base delle caratteristiche degli elementi che compongono il capitale. I limiti di ammissibilità sono applicati agli elementi disponibili al fine di determinare l’ammontare complessivo dei Fondi propri ammissibili per la copertura del Requisito Patrimoniale di Solvibilità (SCR) e del Requisito Patrimoniale Minimo di Solvibilità (MCR).
Gli elementi dei Fondi Propri ammissibili sono individuati nel rispetto dei seguenti limiti quantitativi: (a) l’importo ammissibile degli elementi di livello 1 è pari almeno alla metà del Requisito Patrimoniale di Solvibilità; (b) l’importo ammissibile degli elementi di livello 3 è inferiore al 15% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità; (c) la somma degli elementi di livello 2 e di livello 3 non deve superare il 50 % del Requisito Patrimoniale di Solvibilità.
Al 31 dicembre 2018, i Fondi Propri ammissibili ammontano a 953 milioni di euro (contro 1.016 milioni di euro al 31 dicembre 2017), di cui:
- il livello 1 non soggetto a restrizioni è pari a 883 milioni di euro (contro 946 milioni di euro al 31 dicembre 2017) e principalmente composto dal capitale sociale e riserve di capitale (211 milioni di euro), la riserva sovrapprezzo di emissione (107 milioni di euro) e dalla riserva di riconciliazione (566 milioni di euro);
- il livello 2 è pari a 70 milioni di euro e si riferisce al prestito subordinato, invariato rispetto all’esercizio precedente.
Gli elementi dei Fondi Propri ammissibili per la copertura del MCR sono individuati nel rispetto dei seguenti limiti quantitativi: (a) l’importo ammissibile degli elementi di livello 1 è pari almeno all’80% del MCR; (b) l’importo ammissibile degli elementi di livello 2 non deve superare il 20% del requisito patrimoniale di solvibilità.
Passività subordinate (Tier 2)
Alla fine del 2018, la posizione debitoria esterna della Compagnia è costituita da un prestito subordinato infragruppo di 70 milioni di euro verso XXX Xxxxxxx Xxxxxxxxx X.X. xx Xxxxxxx x Xxxxxxxxxx, emesso in Marzo 2017 con scadenza Marzo 2027 e tasso d’interesse 2.615%, di cui 35 milioni di euro allocati al segmento Vita e 35 milioni di euro allocati al segmento Danni.
E.1.5. RICONCILIAZIONE TRA PATRIMONIO NETTO DA BILANCIO D’ESERCIZIO E FONDI PROPRI MVBS
Di seguito è stata ricostruita la riconciliazione tra il patrimonio netto del bilancio di esercizio e i fondi propri del MVBS. La tabella sottostante evidenzia le principali variazioni.
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Patrimonio netto da bilancio d'esercizio | 636 | 645 |
Rettifiche per tipologia attività o passività | ||
Attivi immateriali | (13) | (11) |
Investimenti | 249 | 926 |
Riserve tecniche | 143 | (309) |
Passività subordinate | 70 | 70 |
Altre attività e passività | (132) | (304) |
Totale rettifiche | 317 | 371 |
Totale fondi propri di base | 953 | 1.016 |
La differenza è attribuibile principalmente alle seguenti movimentazioni:
- attivi immateriali: deduzione per un valore di circa 13 milioni di euro, dovuta al fatto che tali poste non vengono riconosciute ai fini di solvibilità;
- investimenti: maggior valore per circa 249 milioni di euro principalmente attribuibile al riconoscimento di plusvalenze e minusvalenze non realizzate sugli attivi (prestiti, proprietà immobiliari, titoli di debito e fondi) che non sono pienamente considerate al valore equo nello stato patrimoniale civilistico. Tale aggiustamento include anche l’impatto della retrocessione agli assicurati e le imposte;
- riserve tecniche: decremento dovuto alle diverse modalità di determinazione delle riserve tecniche a valore correnti rispetto al bilancio d’esercizio. Per ulteriori dettagli circa le ragioni di tali variazioni si rimanda alla sezione D2 Riserve Tecniche;
- passività subordinate: la riclassifica delle passività subordinate, è relativa alla classificazione dei prestiti subordinati nei fondi propri come Tier 2 dettagliati nel paragrafo “Prestiti Subordinati” di questa sezione;
- altre attività e passività: in particolare, include l’impatto negativo del dividendo di competenza dell’esercizio 2018 pagabile nel corso dell’esercizio 2019, l’impatto residuale è riconducibile a differenti criteri di valutazione oltre che alle riserve patrimoniali ed ai loro effetti fiscali.
E.2 REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO
Il Gruppo AXA ha ricevuto l’approvazione formale per l’applicazione del suo modello interno a novembre 2015. Il Modello Interno del Gruppo AXA è studiato per permettere alle società del Gruppo di adottare le calibrazioni locali che riflettano al meglio il proprio profilo di rischio locale e per catturare tutti i rischi materiali a cui AXA risulta esposta. Come risultato, si considera che il modello interno rifletta più fedelmente il requisito complessivo di solvibilità del Gruppo AXA e permetta di allineare meglio le metriche per il requisito di capitale con il processo decisionale svolto dai membri del Comitato Esecutivo.
E.2.1. SCR E MCR
Principi generali
La Direttiva Solvency II definisce due distinti livelli di solvibilità: (i) il Requisito Patrimoniale Minimo (Minimum Capital Requirement o MCR), che rappresenta l’ammontare di fondi propri al di sotto del quale i contraenti e i beneficiari dei contratti sarebbero esposti a livelli di rischio inaccettabili, qualora alla Compagnia fosse concesso di continuare l’esercizio dell’attività e (ii) il Requisito Patrimoniale di Solvibilità (Solvency Capital Requirement o SCR), che corrisponde al livello di fondi propri che la Compagnia deve possedere per far fronte ai propri obblighi nei confronti di assicurati/beneficiari per perdite inattese su un orizzonte temporale di 1 anno e ad un livello di confidenza del 99,5%.
SCR – Requisito Patrimoniale di Solvibilità
In data 17 novembre 2015, il Gruppo AXA ha ricevuto l’approvazione da parte di ACPR ad utilizzare il modello interno per calcolare il capitale regolamentare secondo i principi Solvency II e il Coefficiente di Solvibilità al 31 dicembre 2018 risulta pari al 137%.
L’IVASS continua a rivedere regolarmente le metodologie e le ipotesi sottostanti il modello della Compagnia e tale revisione potrebbe condurre ad aggiustamenti del livello di capitale richiesto (i.e. add-on).
L’autorità di controllo a livello europeo (EIOPA, European Insurance and Occupational Pensions Authority) effettuerà anche una revisione delle consistenze dei modelli delle compagnie di assicurazioni europee e tale analisi potrebbe portare a modifiche regolamentari volte ad incrementare l’armonizzazione a livello europeo e rafforzare la vigilanza esercitata sui gruppi multinazionali.
Al 31 dicembre 2018, il Requisito Patrimoniale di Solvibilità della Compagnia è pari a 695 milioni di euro.
Valori in milioni di euro | 31/12/2018 | 31/12/2017 |
Rischi Tecnico Assicurativi Xxxxx e Salute | 387 | 414 |
Rischi Tecnico Assicurativi Vita | 172 | 168 |
Xxxxxx xx Xxxxxxx | 000 | 000 |
Rischi di Credito | 89 | 107 |
Beneficio di diversificazione | (344) | (362) |
Rischio operativo | 68 | 81 |
Requisito patrimoniale di solvibilità al lordo delle imposte | 702 | 785 |
Imposte | (7) | (48) |
Requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) | 695 | 737 |
Il Solvency II ratio (divisione dei Fondi Propri Ammissibili per il Requisito Patrimoniale di Solvibilità) alla fine del 2018 è stato pari al 137%, e l’eccesso di capitale (differenza tra Fondi Propri Ammissibili e Requisito Patrimoniale di Solvibilità) pari a 259 milioni di euro è considerato adeguato.
Il decremento del Requisito Patrimoniale di Solvibilità (-5,6%) rispetto al 31 dicembre 2017 è principalmente legato alla riduzione del rischio di Mercato (-47 milioni) dovuto dalla riduzione delle esposizioni in BTP.
Il rischio Vita (+2%) registra un aumento dovuto all’aumento del volume generato dai nuovi premi, parzialmente compensato dal contesto di mercato.
Il rischio del segmento Danni e Salute si è ridotto (-6,4%) per il decremento delle Riserve Tecniche ed un miglioramento della profittabilità, grazie alla nuova strategia rivolta alle piccole e medie imprese.
Al 31 dicembre 2018, la ripartizione del Requisito Patrimoniale di Solvibilità Capitale per categorie di rischio è stata la seguente:
- rischio di mercato: 32%,
- rischio di credito: 8%,
- rischio di sottoscrizione vita: 16%,
- rischio di sottoscrizione danni: 37%,
- rischio operativo: 7%.
MCR – Requisito Patrimoniale Minimo
Il Requisito Patrimoniale Minimo, come seconda linea di intervento da parte delle Autorità di vigilanza, è calibrato sulla base del valore a rischio (VaR) dei fondi propri con un livello di confidenza dell’85% su un orizzonte temporale di un anno.
Tale ammontare è calcolato in base all’applicazione di una semplice formula, che prevede un limite inferiore (floor) ed un limite superiore (cap) basati sul Requisito Patrimoniale di Solvibilità della Compagnia. In particolare, il MCR non può scendere al di sotto del 25% né superare il 45% del requisito patrimoniale di solvibilità della Compagnia.
Sulla base delle valutazioni effettuate dalla Compagnia coerentemente con gli esistenti dettami regolamentari, il Requisito Patrimoniale Minimo al 31 dicembre 2018 ammonta a 313 milioni di euro, contro 332 milioni di euro al 31 dicembre 2017.
Per le compagnie Danni, l’MCR si basa su una formula factor-based che prende in considerazione gli importi delle Best estimate liability al netto degli importi recuperabili attraverso i contratti di riassicurazione e gli special purpose vehicle, e i premi sottoscritti per ogni segmento di business.
Per le compagnie Vita, l’MCR si basa anch’esso su una formula factor-based che prende in considerazione gli importi delle Best estimate liability al netto degli importi recuperabili attraverso i contratti di riassicurazione e gli special purpose vehicle (ripartiti tra contratti con partecipazione agli utili, Unit-Linked e contratti su altre assicurazioni sulla vita), altresì considerando il totale del capitale sotto rischio.
Infine, è previsto un valore minimo (definito nella Direttiva Solvency II come «Minimo capitale richiesto assoluto») che il MCR deve assumere a seconda dei rami esercitati.
E.3 UTILIZZO DEL SOTTO-MODULO DEL RISCHIO AZIONARIO BASATO SULLA DURATA NEL CALCOLO DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’
La sezione non è applicabile, in quanto la Compagnia non fa utilizzo del modulo per il rischio azionario cd. duration based previsto dall’articolo 304 della Direttiva Solvency II.
E.4 DIFFERENZE TRA LA FORMULA STANDARD E IL MODELLO INTERNO UTILIZZATO
E.4.1. INFORMAZIONI GENERALI
Il Gruppo AXA ha costruito il modello interno con l’obiettivo principale di riflettere al meglio il profilo di rischio delle Compagnie rispetto all’approccio valutativo introdotto dalla Formula Standard, al fine di:
- tenere in considerazione le specificità locali, riflettendo le peculiarità dei rischi ai quali ogni Compagnia è esposta;
- superare i limiti della formula standard, includendo ad esempio, tra i rischi di mercato alcuni rischi non coperti dalla formula standard (spread per il rischio Governo/Paese, all’interno della volatilità implicita del tasso d’interesse e del rischio di volatilità implicita del comparto azionario). Maggiori dettagli sulle categorie di rischio incluse nel perimetro del Modello Interno sono forniti nel successivo paragrafo;
- permettere una migliore evoluzione del modello nel tempo, per riflettere tempestivamente ed efficacemente i nuovi rischi ai quali le Compagnie potrebbero esporsi.
E.4.2. PRINCIPALI DIFFERENZE FRA IL MODELLO INTERNO E LA FORMULA STANDARD
Il Modello Interno della Compagnia è un modello centralizzato basato su metodologie del Gruppo AXA. Questo approccio assicura una piena consistenza nel modellizzare rischi simili all’interno del Gruppo e, allo stesso tempo, consente specificità locali quando presenti, in particolare attraverso la calibrazione dei rischi di sottoscrizione a livello locale, rischi che a loro volta vengono presentati e validati dal Risk Management di Gruppo. La validazione include sia aspetti quantitativi sia qualitativi del modello interno, tra i quali in particolare la qualità dei dati. La politica relativa alla qualità dei dati della Compagnia stabilisce che i dati utilizzati come input nel modello interno siano completi, accurati e adeguati.
L’architettura generale del modello interno di AXA consta di cinque moduli principali per i rischi relativi al segmento Vita, al segmento Danni, ai mercati finanziari, al credito a ai rischi operativi mentre la Formula Standard, in aggiunta, considera una categoria di rischio separata relativa al comparto Salute.
Per le 5 categorie di rischi, il modello interno per il calcolo del capitale economico fornisce modelli per i sotto-rischi che non sono adeguatamente catturati nella Formula Standard, ma che sono materiali per la Compagnia.
Rischio di mercato
Il Modello Interno, a differenza della Formula Standard, valuta il rischio derivante dalla volatilità implicita del tasso d’interesse, volatilità implicita del comparto azionario, spread dei titoli di stato e inflazione. Il rischio di concentrazione non è incluso nel Modulo di Mercato, come invece avviene nella Formula Standard, ma è considerato nel rischio di insolvenza. La correlazione e la conseguente diversificazione si applica a livello di risk factor di ogni singola classe di attivi e non a livello di sotto rischio, come invece previsto dalla Formula Standard.
Rischio di credito
Il modello interno modellizza separatamente il rischio di insolvenza delle obbligazioni societarie detenute nel portafoglio attive, mentre nella Formula Standard tale rischio è incluso nella valutazione del rischio spread (incluso nell’ambito del Modulo di rischio Mercato).
Rischio di sottoscrizione Vita
Il modello interno modellizza esplicitamente il rischio relativo al comportamento del cliente, che è incluso all’interno del modulo Lapse nella Formula Standard. Inoltre, nelle categorie di rischio Lapse sono trattati tre sotto-rischi Vita, mentre nella formula standard vengono considerati soltanto i valori massimi di Lapse up, Lapse down e Lapse mass. Il rischio di revisione non è considerato nel modello interno, poiché è trascurabile.
Rischio di sottoscrizione Danni
Il rischio di Lapse è preso in considerazione attraverso la modellizzazione del portafoglio, inclusa l’evoluzione dei riscatti e del nuovo business e attraverso la volatilità relativa alle Riserve Premi.
Rischio operativo
La formula Standard per il rischio operativo è basata su fattori (percentuale dei premi lordi sottoscritti o delle riserve tecniche) e non ha un approccio risk-based. Per i rischi operativi, il modello interno della Compagnia segue un approccio forward-looking ed è basato su scenari (Scenario-Based Approach o SBA). Esso si basa sull’identificazione e sulla valutazione dei rischi operativi considerati più critici di ciascuna entità oltre a considerare un set di scenari trasversali definiti dal Gruppo AXA.
Tecniche di Modellizzazione
Nella Formula Standard vengono utilizzati modelli semplici per la maggior parte delle categorie di rischio per determinare il Requisito Patrimoniale di Solvibilità. In molti casi viene definito uno scenario estremo, che rappresenta il 99,5° percentile.
Nel Modello Interno della Compagnia, vengono invece applicati modelli più sofisticati. In particolare, per i rischi di Mercato, Credito, Riassicurazione, Danni e Operativi vengono utilizzate delle simulazioni Monte Carlo permettendo di ricavare l’intera distribuzione delle perdite.
Aggregazione
Il processo di aggregazione complessiva per i rischi di Mercato, Credito, Danni, Vita e Operativi è effettuato utilizzando una specifica matrice di correlazione. A livello di sotto-rischio invece, l’aggregazione viene effettuata attraverso approcci basati su scenari o adottando matrici di correlazione a seconda della tipologia di sotto-rischio considerata.
Inoltre, al fine di valutare periodicamente l’appropriatezza delle tecniche di aggregazione sopra menzionate, la Compagnia effettua, tra i vari back-testing, anche l’attività dei reverse stress scenario. Lo scopo di queste analisi è di presentare combinazioni di eventi di mercato, credito, Vita e operativi (gli shock definiti nello scenario sono applicati perché avvengano tutti simultaneamente) che produrrebbero lo stesso ammontare di SCR a una data di valutazione scelta. I reverse stress scenario rappresentano un test dell’adeguatezza delle matrici di correlazione definite nell’ambito del Modello Interno. Effettuare questi test consente di evidenziare potenziali cross-correlazioni e/o correlazioni di tipo non lineare e, pertanto, rappresentano un valido strumento per valutare l’adeguatezza della struttura di aggregazione individuata.
E.5 INOSSERVANZA DEL REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO E INOSSERVANZA DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’
Durante il periodo di riferimento nonché nei periodi precedenti, la Compagnia ha assicurato il costante rispetto dei requisiti regolamentari. Non ha registrato né inosservanze del Requisito Patrimoniale Minimo, né gravi inosservanze del Requisito Patrimoniale di Solvibilità. Non sono altresì previsti rischi di inosservanza del Requisito Patrimoniale Minimo o del Requisito Patrimoniale di Solvibilità della Compagnia.
E.6 ALTRE INFORMAZIONI
Tutte le informazioni rilevanti sono state fornite nei paragrafi precedenti.