Un contratto sociale per l'Europa
Un contratto sociale per l'Europa
Risoluzione CES adottata dal Comitato esecutivo nella riunione del 5-6 giugno 2012
Riuniti nella Confederazione Europea dei Sindacati noi, dirigenti sindacali d'Europa, lanciamo questo appello e proponiamo un contratto sociale per l'Europa.
Assistiamo a disuguaglianze crescenti, a povertà ed esclusione in aumento, all'esplosione della disoccupazione e alla precarietà dell'occupazione che colpisce soprattutto i giovani, insieme ad una disillusione crescente rispetto al progetto europeo.
Vediamo una preoccupante crescita del nazionalismo, del razzismo e della xenofobia. Tale tendenza, esasperata dalla competizione sul ribasso dei salari, potrebbe portare al rifiuto del progetto europeo che la CES sostiene da sempre.
Constatiamo che l'accordo economico e sociale del dopoguerra, che ha portato alla creazione dell'Unione europea e del modello sociale europeo sia minacciato. Questo modello sociale unico ha generato conquiste considerevoli per i cittadini ed i lavoratori e ci ha permesso di superare la crisi ed arrivare alla prosperità.
Riteniamo che i diritti fondamentali debbano essere prioritari rispetto alle libertà economiche. Questo è lo spirito della Carta dei Diritti Fondamentali integrata nel Trattato di Lisbona. Questo deve essere enfatizzato in un Protocollo di progresso sociale da allegare ai Trattati.
Crediamo che l'unione monetaria debba essere al servizio del progresso di integrazione europeo, basato su principi di pace, democrazia e solidarietà, così come sulla coesione economica, sociale e territoriale. Questo è il modo per assicurare un futuro ai cittadini nel mondo globalizzato.
Ricordiamo che l'obiettivo statutario dell'UE è il progresso economico e sociale. Il raggiungimento degli obiettivi UE 2020 richiede società socialmente stabili, crescita economica sostenibile e istituzioni finanziarie al servizio dell'economia reale.
Crediamo che soltanto attraverso il dialogo sociale saremo in grado di individuare soluzioni giuste ed efficaci per rispondere alla grave crisi che l'Unione sta affrontando. Tuttavia, purtroppo assistiamo spesso al disprezzo, all'attacco e all'indebolimento del dialogo sociale.
Chiediamo all'UE di concentrarsi su politiche di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, su occupazione di qualità, salari equi, parità di trattamento, dialogo sociale vero, diritti sindacali ed umani, servizi pubblici di qualità, protezione sociale – inclusi provvedimenti giusti e sostenibili su salute e pensioni – nonché una politica industriale che favorisca una giusta transizione verso un modello di sviluppo sostenibile. Tali politiche contribuiranno a costruire la fiducia dei cittadini in un futuro comune.
Rifiutiamo ogni politica che porti alla competizione al ribasso, sia essa sui diritti del lavoro, sui salari, sugli orari di lavoro, sulla sicurezza sociale, sul fisco o sull'ambiente.
Sosteniamo politiche economiche coordinate e l'obiettivo di conti pubblici sani, ma deploriamo le misure di governance economica attuate, che indeboliscono le conquiste sociali dei decenni passati, soffocano lo sviluppo sostenibile, la ripresa economica e l'occupazione e distruggono i servizi pubblici. E' per questo che ci opponiamo al Trattato di stabilità, coordinamento e governance nell'Unione economica e monetaria (TSCG).
Siamo inoltre preoccupati per il metodo utilizzato per il Trattato TSC, che ha escluso ogni vera partecipazione di parlamento europeo e cittadini.
Ribadiamo che l'UE e gli stati membri debbano utilizzare scrupolosamente gli strumenti europei ed internazionali a disposizione, come le convenzioni OIL, la giurisprudenza della Corte europei dei diritti umani e la Carta sociale europea riveduta, a cui l'Unione europea dovrebbe aderire, così come al relativo protocollo che prevede un sistema di reclami collettivi (1995).
Per tutte queste ragioni, chiediamo un contratto sociale per l'Europa, e proponiamo che i suoi contenuti siano discussi e concordati a livello tripartito UE.
La Confederazione europea dei sindacati ritiene che questo contratto sociale debba includere i seguenti elementi:
Contrattazione collettiva e Dialogo sociale:
Contrattazione collettiva e dialogo sociale liberi sono parte integrante del modello sociale europeo. Entrambi vanno garantiti a livello UE e nazionale. Ogni stato membro deve mettere in atto le necessarie misure di sostegno;
L'autonomia delle parti sociali a livello nazionale ed europeo, così come il loro ruolo e posizione debbono essere rispettati. Non deve esserci alcun intervento unilaterale da parte dei poteri pubblici nella contrattazione collettiva o negli accordi collettivi esistenti e la copertura dei lavoratori derivante dai contratti collettivi deve essere massimizzata;
Il coinvolgimento effettivo delle parti sociali nella governance economica europea e nei piani di riforma nazionale, già a partire dalla fase diagnostica, è essenziale. Gli sforzi per l'adeguamento alle nuove circostanze debbono essere commisurati alle possibilità di ciascuno e non sostenuti soltanto dai lavoratori e dalle loro famiglie.
Governance economica per la crescita e l'occupazione sostenibile:
Misure urgenti per porre fine alla crisi del debito sovrano; conferire alla BCE il ruolo di prestatore di ultima istanza, dandole la possibilità di emettere Eurobond. I programmi di crescita, adeguati a ciascun paese, debbono essere discussi, concordati e monitorati con le parti sociali.
Politiche industriali e di investimento europee tese a raccogliere le sfide economiche e dell'ambiente, che dia priorità agli investimenti nelle infrastrutture sostenibili, nella ricerca e nello sviluppo, nella tecnologia climatica e nelle risorse rinnovabili. Gli investimenti sostenibili non debbono essere inclusi nel calcolo del deficit pubblico;
Regole per assicurare un settore finanziario regolamentato, solido e trasparente, al servizio dell'economia reale;
Risorse supplementari derivanti dal un miglior utilizzo dei fondi strutturali europei, della Banca
europea per gli investimenti, prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti e una tassa sulle transazioni finanziarie adeguatamente concepita, da destinare a fini sociali e all'ambiente;
Stop alle pressioni dell'UE per liberalizzare i servizi pubblici, che sono di pertinenza nazionale; Salari dignitosi per tutti, per contribuire alla crescita e alla domanda interna;
Una garanzia per tutti i giovani in Europa, che assicuri provvedimenti per un lavoro dignitoso o adeguate opportunità di formazione nell'arco di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dalla scuola;
Misure per migliorare la qualità del lavoro e per combatterne la precarietà; lotta agli abusi nell'applicazione dei contratti di lavoro a tempo parziale, temporaneo o a tempo determinato;
Politiche attive del mercato del lavoro, incluse iniziative a sostegno delle persone con pochi o nessun collegamento al mercato del lavoro.
Giustizia economica e sociale:
Tassazione redistributiva e progressiva su reddito e benessere, fine dei paradisi fiscali, all'evasione fiscale, alla frode fiscale, alla corruzione e al lavoro non dichiarato;
Azione determinata contro la speculazione;
Misure efficaci per garantire pari retribuzione e stessi diritti a parità di lavoro svolto per tutti; gli accordi collettivi e la parità salariale debbono essere applicati a tutti, qualunque sia la loro situazione contrattuale, specialmente se nello stesso luogo di lavoro;
Misure per eliminare il divario salariale tra donne e uomini;
La formazione dei salari deve restare materia nazionale, da affrontare secondo le prassi ed i sistemi di relazioni industriali nazionali. Le negoziazioni con le parti sociali al livello pertinente sono lo strumento migliore per garantire condizioni di lavoro e salari validi; il minimo salariale contrattuale, nei paesi in cui i sindacati lo considerino necessario, deve essere sostanzialmente aumentato. In ogni caso, tutte le basi salariali debbono rispettare gli standard del Consiglio d'Europa sull'equa retribuzione;
Armonizzazione della base fiscale per le aziende e livelli minimi di tassazione per le imprese, possibilmente con l'introduzione di una percentuale minima del 25%, livello medio di imposizione attuale in Europa ;
Chiediamo alle organizzazioni imprenditoriali europee, alle istituzioni dell'UE, ai governi nazionali e alle organizzazioni sostenitrici di impegnarsi in una discussione su questa proposta della CES per un Contratto sociale per l'Europa.
(Traduzione MC)