QUANDO È TROPPO, È TROPPO.
QUANDO È TROPPO, È TROPPO.
CGIL – CISL – UIL – UGL, quando è troppo, è troppo. Prima chiedono tavoli separati, poi sottoscrivono accordi sindacali senza tener conto degli accordi interconfederali, sempre sottoscritti da loro, poi boicottano il diritto inalienabile dei lavoratori di esprimere il proprio voto su un accordo sindacale.
COSA PREVEDE L’ACCORDO INTERCONFEDERALE DEL 10 GENNAIO 2014 – PARTE TERZA?
“In caso di presenza delle rappresentanze sindacali aziendali costituite ex. Art. 19 della Legge 300/70, i suddetti contratti collettivi aziendali esplicano pari efficacia se approvati dalle rappresentanze sindacali
aziendali costituite nell’ambito delle associazioni sindacali che, singolarmente o insieme ad altre, risultino destinatarie della maggioranza delle deleghe relative ai contributi sindacali conferite dai lavoratori dell’azienda nell’anno precedente a quello in cui avviene la stipulazione, rilevati e comunicati ai sensi della presente Intesa”.
Non ci risulta che le organizzazioni sindacali che hanno firmato l’accordo del 18 marzo abbiano, tutte insieme, il 50% + 1 delle deleghe dei lavoratori di Airport Handling. Ciò vuol dire, chiaramente, che l’accordo da loro firmato non è applicabile, a meno che i lavoratori non si esprimano per la sua applicazione.
USB ritiene che il voto e la volontà dei lavoratori valgono più di tutto, anche degli accordi interconfederali. Per noi portare l’accordo a consultazione referendaria vuol dire dare voce e far decidere i lavoratori e le lavoratrici sulle condizioni di un accordo sindacale che ricade, nel bene o nel male, su di loro.
A seguito della firma dell’accordo del 18 marzo 2019 sottoscritto da AH e FILT-CGIL, FIT- CISL, UILtrasprti e UGL T.A. e la raccolta firme di più di 900 lavoratori per chiedere la consultazione referendaria,
USB CONSIDERA INACCETTABILE
1. la tardiva indizione del Referendum che non ha visto il coinvolgimento di tutte le XX.XX.;
2. la previsione di un seggio unico sul sito di Malpensa previsto all’interno delle sedi sindacali al terminal 1 lontano dai lavoratori (in tutte le altre occasioni sia per i referendum che per le elezioni RSU sono stati previsti almeno quattro seggi);
3. gli orari delle votazioni che non agevolano la partecipazione al voto dei lavoratori turnisti;
4. a distanza di tre giorni dalle votazioni non è ancora stato formulato ed esposto il quesito referendario;
5. la mancata convocazione all’interno della commissione elettorale delle organizzazioni sindacali
riconosciute da AH e di quelle più rappresentative.
Per questi motivi USB ha inviato ufficiale comunicazione alle segreterie Regionali e Nazionali di FILT-CGIL, FIT- CISL, UILTrasprti e UGL T.A.) oltre che ad Airport Handling, chiedendo il riavvio delle procedure di indizione del referendum e lo spostamento delle votazioni al più tardi alla fine di maggio 2019, tenendo conto delle nostre richieste, o, in alternativa, di ritirare in modo definitivo la firma dall’accordo del 18 marzo 2019.
USB a fronte di una mancata decisione celere in merito, provvederà, attraverso le istituzioni preposte, alla rivendicazione del rispetto degli accordi interconfederali e alla non applicazione dell’accordo.
TUTTO QUESTO CI IMPONE CON ANCORA PIU’ FORZA E DETERMINAZIONE, NEL CASO IN CUI VENGANO MANTENUTE LE DATE DEL 7-8-9 MAGGIO 2019 PER LA CONSULTAZIONE REFERENDARIA, DI ANDARE A VOTARE IN MASSA E DIMOSTRARE CHE LA FORZA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI HA MAGGIOR VALORE DEI TENTATIVI DI BOICOTTAGGIO DA PARTE DI CHI HA SOTTOSCRITTO L’ACCORDO E DI CHI HA DICHIARATO DI ABBANDONARE LA CONSULTAZIONE PER PARLARE DEL BRIDGE.
Noi non dimentichiamo gli sforzi profusi dai lavoratori e delle lavoratrici nell’estate 2018, e rivendichiamo con tutte le nostre forze un accordo migliorativo per tutti i lavoratori e lavoratrici di Airport Handling, altrimenti sarà un’estate calda, di fuoco. Non trascuriamo il Bridge, ma sarà un altro fronte di lotta.
NON ANDARE A VOTARE SIGNIFICA ARRENDERSI E NON UTILIZZARE L’UNICO STRUMENTO DEMOCRATICO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI, CHE PERMETTE AGLI STESSI DI DECIDERE SU ACCORDI SINDACALI CHE INFLUISCONO FORTEMENTE SULLE LORO VITE.
Per questi motivi non diremo mai ai lavoratori di non andare a votare, sarebbe la morte della democrazia sindacale, come dire ad un pesce che non deve stare nell’acqua.
MERCOLEDÌ 8 MAGGIO 2019